Seduta n.107 del 16/06/2015 

CVII Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Martedì 16 giugno 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 11 e 11.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 6 maggio 2015 (103), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Augusto Cherchi, Giorgio Oppi e Gavino Sale hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 16 giugno 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico di aver integrato la composizione della Commissione d'inchiesta sull'efficienza del sistema sanitario regionale e sull'adeguatezza dei suoi costi nominando componenti della Commissione stessa l'onorevole Modesto Fenu e l'onorevole Roberto Deriu.

Comunico che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso in data 15 maggio 2015 lo schema di decreto legislativo concernente: "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione". Il provvedimento è stato assegnato alla prima Commissione permanente.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Legge forestale della Sardegna". (218)

(Pervenuto il 15 maggio 2015 e assegnato alla quarta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Comandini - Antonio Solinas - Lotto - Pietro Cocco - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Gavino Manca - Moriconi - Rossella Pinna - Sabatini - Tendas:

"Tutela e disciplina della raccolta dei funghi epigei e ipogei spontanei". (219)

(Pervenuta il 15 maggio 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)

Truzzu - Fenu:

"Interventi per favorire la pari opportunità, mediante facilitazioni all'utilizzo da parte dei cittadini con disabilità, del sistema di rifornimento self-service presso i distributori di carburante". (220)

(Pervenuta il 18 maggio 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Pizzuto - Daniele Cocco - Agus - Lai - Pietro Cocco - Augusto Cherchi - Cozzolino - Deriu - Lotto - Rossella Pinna:

"Norme per la diffusione della cultura della nonviolenza e contro la violenza di genere". (221)

(Pervenuta il 25 maggio 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Moriconi - Cozzolino - Deriu:

"Istituzione delle Aziende di sviluppo industriale (ASI) e disciplina della loro articolazione territoriale, dell'ordinamento e delle funzioni". (222)

(Pervenuta il 25 maggio 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Comandini - Azara - Perra - Pietro Cocco - Collu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Gavino Manca - Meloni - Moriconi - Rossella Pinna - Sabatini - Antonio Solinas - Tendas - Augusto Cherchi:

"In materia funebre e cimiteriale". (223)

(Pervenuta il 13 giugno 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Alessandra Zedda - Oppi:

"Riordino dei consorzi e delle zone industriali - Istituzione delle aziende locali di sviluppo industriale". (224)

(Pervenuta il 10 giugno 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta sulla esclusione del Comune di Siliqua dalle sedi di seggio per le elezioni al Consorzio di bonifica del Cixerri". (19)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Deriu - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sull'attività dell'Agenzia AGRIS Sardegna". (37)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tedde, con richiesta di risposta scritta, sulla paralisi di AGRIS, ARGEA e LAORE indotta dalla cessazione dei direttori generali delle agenzie, senza previsione della loro sostituzione". (48)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del personale dell'Associazione regionale allevatori". (60)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sugli effetti provocati dall'embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari". (140)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle problematiche relative all'amianto". (181)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla stringente attività di riscossione effettuata da Equitalia". (204)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Cappellacci - Cherchi Oscar - Peru - Fasolino - Locci - Tedde - Tunis - Randazzo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla sospensione del bando per l'accesso al microcredito". (218)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Arbau - Azara - Ledda - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di dare attuazione all'accordo di programma Consorzio latte di Macomer". (231)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione della deliberazione della Giunta regionale 49/22 del 9 dicembre 2014 "Direttive per il rilascio delle concessioni demaniali marittime nel Golfo di Olbia"". (251)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'attività di pesca e sui rigidi controlli sugli operatori in Sardegna". (254)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'effettiva necessità dello svuotamento degli invasi e laghetti collinari in capo all'Ente foreste e sulle ripercussioni sulla campagna antincendi e sul benessere della fauna selvatica". (260)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sui criteri individuati per consentire l'accesso all'avviso pubblico "Percorsi formativi per il rilascio della qualifica di Operatore socio sanitario (OSS)"". (267)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità delle delibere con le quali sono stati nominati i facenti funzioni del direttore amministrativo e del direttore sanitario della Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, con previsione di stipula di contratti di diritto privato coi predetti". (285)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Ruggeri, con richiesta di risposta scritta, sulle scelte politiche e amministrative connesse al bando 2014 per contributi alle organizzazioni di volontariato di protezione civile, emanato ai sensi della legge regionale n. 3 del 1989 e successive modifiche e integrazioni". (302)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancata erogazione della mobilità in deroga e degli ammortizzatori sociali spettanti ai lavoratori sardi". (323)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Lai - Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di valorizzazione del volontariato di protezione civile (PC), così come previsto dalla legge regionale n. 3 del 1989, tramite il riconoscimento della rappresentanza regionale del volontariato di protezione civile e la rivisitazione della modalità di erogazione dei contributi alle organizzazioni di volontariato di protezione civile". (324)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori precari che hanno prestato servizio presso l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna fino al 31 dicembre 2013". (335)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino, con richiesta di risposta scritta, in merito all'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, in base alla deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015.". (340)

(Risposta scritta in data 15 maggio 2015.)

"Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulle richieste di pagamento inviate in questi giorni da Abbanoa ai sardi e sugli accordi di conciliazione non attuati". (314)

(Risposta scritta in data 3 giugno 2015.)

"Interrogazione Tendas - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di un intervento urgente in merito ai problemi determinati dall'amianto". (221)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di approvvigionare la Diga Maccheronis per il funzionamento delle aziende agricole e soddisfare le necessità delle abitazioni". (245)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Lai - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione e razionalizzazione del lavoro all'interno dei laboratori di analisi della ASL di Cagliari". (271)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione delle figure professionali di otto dirigenti biologici da parte dell'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari". (298)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), relativo alla stabilizzazione dei dipendenti dell'Ente foreste aventi rapporto di lavoro semestrale". (310)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alle condizioni di criticità dei cavallini della Giara ed ai progetti di salvaguardia del patrimonio equino dell'altopiano". (315)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste della Sardegna, prevista dall'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, e il contestuale taglio delle relative risorse". (384)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2015.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Comandini - Forma - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas - Cozzolino - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi della Regione autonoma della Sardegna nell'erogazione dei pagamenti dei progetti Lav...Ora". (395)

"Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla riprogrammazione di risorse già destinate al completamento e allestimento del Museo dell'identità nell'ex Mulino Guiso-Gallisai di Nuoro". (396)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata riduzione dei contributi regionali per spese di viaggio e soggiorno dell'ammalato e degli eventuali accompagnatori per ricoveri fuori del territorio regionale, come disposto dalla legge regionale 23 luglio 1991, n. 26". (397)

"Interrogazione Cappellacci - Locci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sull'emergenza ebola in Sardegna". (398)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione generata dal mancato aggiornamento del tariffario regionale delle prestazioni di diagnostica radiologica". (399)

"Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Zedda Alessandra - Randazzo - Tedde - Peru - Locci - Tocco - Fasolino - Tunis, con richiesta di risposta scritta, sulla costituzione e il funzionamento delle Destination management organization (DMO) e del Destination management system (DMS)". (400)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione dell'emergenza ebola in Sardegna". (401)

"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione della nuova strada statale Sassari-Olbia, con particolare riguardo alle strade complanari". (402)

"Interrogazione Piscedda - Forma - Moriconi - Cozzolino - Pinna Rossella - Lotto - Comandini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione degli adempimenti stabiliti nella legge regionale n. 23 del 2005 sul Sistema integrato dei servizi alla persona e con riferimento alle richieste delle organizzazioni del terzo settore della Sardegna contenute nella lettera dello scorso 15 gennaio 2015". (403)

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui rimborsi delle spese di viaggio e di soggiorno per l'erogazione di cure climatiche, soggiorni terapeutici e cure idrotermali agli invalidi per causa di guerra e di servizio". (404)

"Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa il ritardo nell'erogazione dei fondi destinati alle scuole paritarie della Regione ed al conseguente mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori". (405)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul bando di selezione per la partecipazione al percorso integrato di politiche attive del lavoro per "Operatore tecnico subacqueo"". (406)

"Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravi danni causati dagli attacchi di lepidotteri defogliatori al patrimonio boschivo". (407)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina del responsabile della trasparenza e della prevenzione anticorruzione presso l'Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Sassari". (408)

"Interrogazione Azara - Arbau - Ledda - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di istituire il servizio di Guardia medica nell'Isola dell'Asinara". (409)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del Consorzio ZIR di Ozieri e della sua partecipata". (410)

"Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Piscedda - Sabatini - Tendas - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla persistente situazione che grava all'interno degli organi di indirizzo politico-amministrativo della Camera di commercio di Cagliari". (411)

"Interrogazione Agus - Pizzuto - Lai - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure per la dismissione della società Fase 1 Srl". (412)

"Interrogazione Busia - Desini, con richiesta di risposta scritta, per sollecitare informazioni in merito alla procedura adottata dalla ASL di Cagliari per eseguire l'esame di scintigrafia miocardica". (413)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancata erogazione degli ammortizzatori sociali in base alla legge regionale 11 maggio 2015, n. 12". (414)

"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata previsione in finanziaria dei fondi per le borse di studio necessarie per l'accesso alle scuole di specializzazione medica ai neo laureati sardi". (415)

"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla revoca dei fondi per la realizzazione di un progetto pilota per il riuso turistico della borgata marina di San Giovanni di Sinis nel comune di Cabras attraverso la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria". (416)

"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi delle erogazioni degli indennizzi ai pescatori di Santa Giusta". (417)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla condizione di precarietà lavorativa degli operatori "senza titolo" impiegati nei servizi sociali". (418)

"Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sull'annunciata sospensione della programmazione delle corse turistiche del "trenino verde" per la stagione estiva 2015". (419)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla vessazione provocata da Equitalia Spa mediante l'attuale sistema di controlli e imposizioni sulle imprese". (420)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla drastica riduzione delle risorse destinate a finanziare progetti di ricerca e innovazione tecnologica proposti e predisposti dall'università nell'ambito delle azioni promosse dalla legge regionale 7 agosto 2007, n. 7". (421)

"Interrogazione Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Unali - Busia - Desini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei pagamenti PSR 2007/2013, in previsione del disimpegno automatico". (422)

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Interventi in materia di consorzi di garanzia fidi" (199/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 199/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore. La terza Commissione il 3 giugno 2015 ha approvato all'unanimità il disegno di legge che oggi è alla nostra attenzione, il disegno di legge numero 199 che riguarda il tema degli interventi in materia di consorzi di garanzia fidi. Prima ancora di approvare il disegno di legge in una seduta precedente, in una seduta congiunta alla quinta Commissione, le due Commissioni hanno audito sia l'assessore Paci che ha esposto il disegno di legge sia tutti i consorzi di garanzia o la maggior parte dei consorzi di garanzia che operano nel nostro territorio e ha potuto verificare il buon percorso messo in campo dall'Assessore e quindi la condivisione da parte dei consorzi del disegno di legge che noi oggi andiamo ad approvare. E quindi il percorso di approvazione è stato condiviso anche in Commissione e la legge è stata immediatamente approvata in un'unica seduta, appunto la seduta del 3 giugno. La legge alla nostra attenzione è una legge che mira a rafforzare il sistema di garanzie partendo da una semplificazione, la semplificazione che avviene da parte della Regione con la costituzione di un unico fondo di garanzia sotto il controllo dell'Assessorato della programmazione che sarà l'Assessorato anche che andrà ad approvare le direttive attraverso una delibera. Ma la semplificazione dovrà avvenire, infatti la legge mira a semplificare il sistema dei consorzi fidi diminuendone il numero, rafforzandoli in modo da poter essere maggiormente utili al sistema delle imprese rafforzando quindi le garanzie che è possibile dare. La legge mette insieme anche la SFIRS che è titolare di un fondo di garanzia costituendo un osservatorio, ritengo che la costituzione di un osservatorio sia molto importante, infatti siamo di fronte a un sistema del credito in continua evoluzione e l'osservatorio ha proprio il compito di monitorare sia la funzione svolta dai consorzi ma anche le esigenze che si evolvono da parte delle imprese nella collaborazione che deve avvenire tra i consorzi, le imprese e il sistema bancario.

Certamente la Regione non può sostituirsi al sistema dei consorzi fidi ma attraverso le direttive che la Giunta approverà, incentiverà il rafforzamento attraverso l'aggregazione dei sistemi di consorzi fidi che rimangono ancora un numero troppo elevato nella nostra Regione. Quindi attraverso il presente disegno di legge si tenta di superare l'annoso tema dell'accesso al credito. Anche dall'ultimo rapporto pubblicato pochi giorni fa dalla Banca d'Italia sull'economia in Sardegna si evince la difficoltà delle imprese ad accedere al sistema del credito, credo che questa legge darà un buon contributo a superare queste difficoltà. Rimane il problema più generale delle condizioni che il sistema bancario sardo offre alle nostre imprese, che rimangono sempre e ancora una volta penalizzate per i maggiori oneri che le imprese sarde devono sopportare se messe a confronto con il sistema bancario, ad esempio delle regioni più avanzate del nostro Stato. L'Osservatorio anche qui potrà fare molto, soprattutto in termini di denuncia, di osservazione di queste discrepanze d'arresto del sistema. Un'ultima annotazione che vorrei fare, che è stata segnalata anche dai consorzi in sede di audizione, è l'insufficienza del fondo, però vorrei rimarcare che i 5 milioni che sono stanziati intanto avvengono ad anno inoltrato, con un impegno anche ad erogare tutti i residui che sono stati maturati nei precedenti anni da parte dei consorzi e che la Regione si è impegnata ad erogare in questo esercizio finanziario. I 5 milioni quindi servono come start up per far partire il disegno di legge che prevede anche, non solo di utilizzare in modo organico il fondo di garanzia che è depositato presso la SFIRS, ma di costituire o di prevedere la possibilità di costituire un fondo di stabilizzazione a maggiore garanzia dei consorzi e delle imprese.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Ringrazio l'assessore Paci e il Presidente Sabatini per l'attenzione a questa legge di riordino dei Confidi che ci dà l'opportunità di parlare un attimino di Confidi. Ricordo che i Confidi sono dei Consorzi fidi nati dall'intelligenza delle piccole imprese con l'aiuto delle istituzioni per avere la stessa possibilità di accesso alle piccole imprese come ce l'avevano le grosse imprese. Con l'andare del tempo i Confidi sono diventati dei veri e proprio potentati politici e finanziari. Nei CDA dei Confidi gli artigiani e gli imprenditori sono stati sostituiti con persone di partiti politici, quindi hanno avuto un grandissimo ruolo, sempre finanziato dalle istituzioni e, nel caso nostro, dalla Regione Sardegna. Ricordiamo che oltre ai contributi come quello che si propone oggi di dare, i 5 milioni, i Confidi hanno un aggio, per quello che la Regione dà, di 5 punti percentuali per abbattere gli interessi. Un contributo del 5 per cento. Di questo contributo del 5 per cento, l'1,5 per cento circa va ai Confidi e l'altro va alle banche, quindi c'è sempre stato un aiuto delle istituzioni. Le istituzioni però per anni, e in questo caso anche la Regione Sardegna non si è preoccupata minimamente di osservare l'andamento dei Consorzi fidi, li lasciava andare, non si è accorta neanche dell'andamento dei Consorzi fidi. Non so se ricordate, 12-13 anni fa lo scandalo Fideuram, ci fu un'indagine della Magistratura, qualcuno finì anche in galera, perché era successo che i Confidi invece di prestare per loro natura i soldi alle imprese o favorire le imprese i soldi li davano alle banche, cioè li investivano in banca, quindi invece di prestarli alle imprese li davano alle banche. La Regione non si è accorta di intervenire neanche in un'altra situazione, ricordo che non più di due anni fa c'è stato il commissariamento da parte della Banca d'Italia di un grosso Confidi in Sardegna, era stato commissariato perché l'80 per cento dei finanziamenti delle fideiussioni che davano ai confidi era riservato solamente ad una decina di imprese, l'altro 20 per cento andava per gli altri 4000 circa associati e la Banca d'Italia in questo caso è intervenuta, mentre la Regione ancora non è intervenuta. La Regione non è intervenuta neanche a monitorare l'andamento dei Confidi quando i Confidi sono stati chiamati ad aiutare le imprese a prestare fideiussione quando si trattava di utilizzare i fondi europei. I fondi europei in questi anni scorsi non sono stati utilizzati, molti di questi perché le imprese quando facevano i progetti e si presentavano a chiedere i mutui in banca la banca chiedeva: "Hai soldi? Non li hai? Allora i soldi non te li posso dare!". Cercavano di intervenire i Confidi ma non avevano voce in capitolo, infatti in questi anni non sono intervenuti e le imprese non hanno potuto fare i finanziamenti, questo è l'andamento dei Confidi in questi anni sul quale noi non abbiamo controllato. Controlliamo adesso, per modo di dire, facciamo questa legge perché sono stati gli stessi Confidi che ci hanno chiesto aiuto, hanno chiesto: "aiutateci perché non ce la facciamo più!". Io ho chiesto anche all'Assessore i bilanci di quest'azienda per capire quali fossero le criticità di queste aziende, non ci sono stati forniti questi bilanci però posso intuire dagli affidamenti che hanno queste aziende, questi Confidi, che il personale che oggi è all'interno dei Confidi saranno 400-500 persone. Quindi, nonostante l'aggio dell'1,5 per cento che si prendono sugli affidamenti e dai documenti che ci ha dato l'Assessore forse hanno 2 miliardi di affidamenti quindi posso presumere che ai Confidi vada un qualcosa tipo 20-30 milioni l'anno, in più i nostri contributi, comunque sia non ce la faranno più! Ora noi siamo chiamati ad aiutare queste imprese, queste imprese non hanno comunque niente a che fare con i Confidi di una volta che aiutavano l'accesso al credito alle imprese, non l'aiutano più, siamo chiamati ad intervenire per evitare il licenziamento di queste 400-500 persone, è sempre la solita storia, dobbiamo intervenire per mantenere uno status che si sono costituiti queste aziende e lo dobbiamo continuare a mantenere noi, al pari di altri interventi che abbiamo fatto in questa legislatura, sempre per mantenere le società in house magari utilizzando i soldi destinati al lavoro e li abbiamo utilizzati per mantenere sempre queste società, lo stesso stiamo facendo oggi, i soldi destinati alle imprese li stiamo utilizzando per mantenere questo sistema di organizzazione dei Confidi. Allora però dobbiamo fare chiarezza, questo non è politica attiva del lavoro, assessore Paci, questo è assistenzialismo! Perché non produce assolutamente niente per le imprese, le imprese e che dovremmo aiutare oggi per portare sviluppo, lo sappiamo benissimo, se non aiutiamo le imprese lo sviluppo non c'è però i Confidi non hanno nessun ruolo, si auto mantengono e basta. Detto questo, serve sicuramente una riforma dei Confidi, non si può continuare così. Vedo bene anche quello di inserire i Confidi in un controllo della SFIRS, che sia un organismo della SFIRS forse non servono 400-500 per analizzare se serve aiuto alle imprese, forse bastano 30-40 persone, 400-500 forse è il caso che i Confidi le utilizzino per fare altre cose. Io però in questo caso darei anche un nuovo ruolo ai Confidi, sappiamo tutti che oggi il credito non è l'urgenza dell'impresa, non ha bisogno di credito per fare sviluppo, oggi l'impresa è ferma. I ruoli invece che poteva avere i Confidi lo dovrebbero avere con il vero grosso problema che hanno le imprese che è quello del debito, far intervenire i Confidi per ristrutturare i debiti delle imprese, se le imprese ristrutturano i debiti può darsi che riescano a rimuovere l'economia, può darsi che con il DURC in regola possano anche accedere a forme di credito quando gli serve, per ripartire dallo sviluppo per cui io vedrei il ruolo dei Confidi, ristrutturati, rivisti e riorganizzati per analizzare il problema del debito, è intervenuto l'altra volta parlando della bad bank che aveva proposto Visco, anche Visco aveva visto un intervento per le imprese non tanto per il credito ma per i debiti, addirittura Visco aveva proposto di analizzare i debiti, vedere i debiti che le imprese avevano nei confronti della banca, i famosi incagli che ci sono nelle imprese, ristrutturandoli per far ripartire l'economia delle imprese. Questo è quanto, per cui questa legge, io direi una cosa: non chiamiamola aiuto alle imprese, perché è un'offesa per le imprese. È un aiuto alle imprese confidi e basta.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto dobbiamo dire da subito che non so se condividere totalmente la posizione dell'onorevole Anedda, perché credo che comunque si ha la necessità oggi di chiarire un mondo, quello chiamiamolo dell'accesso al credito, chiamiamolo della garanzia alle imprese, chiamiamolo delle forme consortili verso le quali dobbiamo portare i consorzi a consorziarsi, a rivedere le posizioni sia dei consorzi 107 e 106, sottoposti quindi o non sottoposti a vigilanza, però ecco uno strumento è necessario. È arrivata questa norma sulla quale possiamo condividerne l'impostazione ma ha delle lacune, degli aspetti sui quali la nostra posizione ha comunque delle perplessità. Lo dico da subito, intanto mentre da un lato apprezziamo la unificazione finanziaria attraverso un unico fondo, ma soprattutto io credo attraverso un unico interlocutore, che è appunto l'Assessorato che rappresenta il credito, quindi è una posizione che abbiamo sostenuto da sempre, l'abbiamo fatto informalmente ma con una norma ovviamente questo potrà essere un punto più chiaro, però peraltro dobbiamo criticare da subito la dotazione finanziaria, pensate che attualmente abbiamo cinque milioni, ma che erano i cinque milioni che solo il settore commercio, faccio un esempio, aveva a disposizione negli anni precedenti. Poi voglio dire da subito che noi ci auguriamo che la norma e il regolamento di attuazione, con le direttive, possano veramente colmare la necessità del forte bisogno di credito che hanno le nostre imprese, possa di fatto coprire le carenze che fino ad oggi hanno imperversato nel sistema "normativo" che parte dall'Unione Europea e arriva alle norme nazionali, quel sistema che di fatto purtroppo ha incancrenito il sistema regionale sardo da questo punto di vista perché le risorse stanziate, con le varie finanziarie nel corso soprattutto negli ultimi tre anni, sono state di fatto bloccate dal sistema amministrativo, perché privo di strumento chiaro che non andasse verso un falsare la concorrenza e quindi un chiaro aiuto di Stato. Io credo che dovremmo poi veramente dare a questa norma il supporto proprio con il regolamento. Allora, la carenza di fondi, Assessore, credo che nel momento in cui i meccanismi dovranno essere poi perfezionati veramente si trovi la possibilità, nel caso in cui vada tutto a buon fine, di trovare altre risorse perché ricordo che a fronte di un euro dato ai consorzi fidi, 90 da subito è la parte moltiplicativa. Quindi, sono soldi ben spesi e questo viene rilevato proprio dal sistema autonomo di verifica che è presente oggi nel sistema consortile. Devo anche dire che molti dubbi li abbiamo in ordine ai criteri di ammissibilità e premialità, in quanto non sono chiariti molto bene nel disegno di legge, ci sono enunciazioni di principio, diciamo da subito, ci auguriamo che su questa legge non si debba ritornare a breve, come su tutte le altre sulle quali siamo intervenuti e abbiamo approvato in questo Consiglio regionale. Massima attenzione per quanto riguarda il discorso dell'ammissibilità e della premialità, poi la parte che riguarda il percorso per arrivare a consorziare i consorzi fidi perché dico questo? Perché da sempre, ma ancora oggi, seppur con tutte le difficoltà i consorzi fidi rappresentato la cellula di riferimento anche delle più piccole attività, mi riferisco in particolar modo al mondo artigiano, al mondo del commercio, senza sottovalutare il mondo industriale, ma in un momento in cui chiudono edicole, tabacchini e vengono meno i principali riferimenti nei nostri piccoli comuni credo che veramente bisogna prestare la massima attenzione a questo sistema. Credo anche, ma sono dei dubbi importanti che sono venuti anche ai rappresentanti che devo dire hanno apprezzato l'impostazione ma soprattutto sono anche loro hanno fiducia e sperano che raramente si possa arrivare ad avere di nuovo un ruolo importante da parte dei consorzi fidi per il sistema del credito. Quindi, un problema fondamentale oggi ovviamente è quello di accordare la nostra visione di legislatori con tutte le rappresentanze che esistono per quanto riguarda il sistema collettivo di garanzia, credo che sia veramente importante riportare, con un'azione forte di politica economica, il ruolo di garanzia nell'accesso al credito, perché purtroppo, lo dobbiamo sottolineare, anche le banche che pur stanno cercando di arrivare alle piccole comunità produttive del nostro territorio, comunque spesso e volentieri falliscono, perché c'è anche la difficoltà da parte delle aziende di rivolgersi al credito. Ed ecco perché è importante partire col piede giusto. Noi crediamo comunque che ci siano delle difficoltà di applicazione della norma soprattutto anche per quanto riguarda la parte dei criteri di cui parlavo prima. All'articolo 2 si fa una panoramica che concede ai consorzi fidi contributi, vengono aperte le possibilità per i liberi professionisti, anche per le imprese agricole, grazie anche alla nostra sensibilità e al nostro contributo, però io credo che questo meccanismo non è ripetuto nella norma, ci auguriamo che queste lacune possano essere soddisfatte nelle linee direttive. Poi particolar modo crediamo che ciò che viene detto rimane solo in linea di principio, all'articolo 2, per quanto riguarda il fondo unico e quindi criteri i criteri, i settori prioritari, le modalità, i meccanismi, credo che su questo dovremmo riuscire ad entrare. Credo anche che, lo dico l'assessore Paci, dovremo avere un rapporto chiaro da subito, con Bruxelles, per quanto riguarda il discorso del regime di aiuto, perché, come ho avuto modo di precisare nel mio intervento, i maggiori problemi non sono stati assolutamente di una volontà politica, perché le finanziarie dimostrano che c'è stata sempre una volontà di carattere finanziario di grande attenzione nei confronti dei consorzi fidi, che ricordo la penultima manovra e anche l'ultima sono arrivati a dei valori molto importanti, che vanno a tre o, in alcuni casi, quattro volte il fondo da cinque milioni che si sta facendo adesso, ma c'è stata veramente una grande difficoltà di erogazione delle somme e sono state le stesse strutture regionali ad avere dei dubbi sui procedimenti da mettere in campo. Quindi, lo dico, noi guardiamo con attenzione a questa norma, crediamo che sia il momento di metterla in campo, le lacune che ho evidenziato non ci consentono di sostenere la totalmente però il nostro, lo anticipo, che sarà un voto di astensione è un'astensione di fiducia al sistema. Quindi, crediamo che veramente molto diranno regolamento e le linee direttive sulle quali credo ci si debba impegnare da subito, ma credo anche che l'attenzione che hanno dimostrato i principali interventi delle associazioni di categoria e del sistema, credo che ci possano anche quelli aiutare a fare le cose veramente per dare un segnale di novità ma soprattutto operativo, che porti quindi a due aspetti fondamentali: all'unificazione maggiore dei consorzi fidi, in modo tale che anche da parte loro ci sia più chiarezza e ci siano interlocutori che siano veramente in grado di…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Da oltre un anno, quindi dall'inizio della legislatura, non sono state tante le occasioni nelle quali si è potuto affrontare uno dei temi a mio giudizio centrali della nostra economia, il tema delle imprese; quindi parlare di consorzi fidi quest'oggi significa accendere il faro su una delle tematiche centrali, uno dei pilastri economici della situazione regionale. Parlare oggi di consorzi fidi significa inevitabilmente parlare di impresa, soprattutto di impresa minore, quindi micro, piccole e medie imprese; nelle altre occasioni nelle quali quest'Aula si è confrontata si è parlato di impresa in modo, come dire, emergenziale, si è intervenuti spesso nelle discussioni dove si attribuivano le risorse per esempio della cassa integrazione, quindi momenti di salvataggio per grandi industrie che in questo momento soffrono o boccheggiano sul panorama regionale. Quindi, poter discutere oggi adeguatamente di una proposta di legge che va nella direzione di affiancamento verso la filiera produttiva io credo che sia davvero importante, e le questioni però che riguardano i consorzi fidi non possono certamente essere liquidate con una semplice discussione, ci vogliono degli approfondimenti, e sono convinto, perché la legge nel suo impianto ha dei principi molto importanti, che significa spianare una strada per restituire quella necessità alla quale ha attinto in questo periodo di grave crisi il mondo delle imprese.

I consorzi fidi sono stati in quest'ultimo periodo, e non mi riferisco al triennio nel quale si è zoppicato per una sorta di difficoltà di carattere burocratico e amministrativo, ma nell'ultimo decennio sono stati probabilmente l'unico elemento di vicinanza alle attività di impresa, sono stati praticamente un polmone al quale poter attingere in contrasto con le difficoltà che sono state frapposte spesso dal sistema del credito e quindi da quel meccanismo dell'attività bancaria che spesso si è dimostrata non un polmone di riferimento per l'ossigeno alla categoria imprenditoriale ma spesso sono stati invece un autentico ostacolo, quindi la filiale del credito spesso si è frapposta creando delle assurde difficoltà. E quindi oggi riteniamo che queste forme chiamiamole associative, di interesse e di vicinanza ai comparti produttivi debbano essere semmai potenziate e semmai individuate come un riferimento importante che sia di intermediazione fra la politica e il mondo che opera direttamente sui territori. E poi queste attività sono state anche magari il luogo dove la consulenza è stata portata agli imprenditori, a quel mondo che ha davvero sofferto negli ultimissimi periodi. Quindi questo mondo dei consorzi di garanzia è un luogo dove la vera informazione, la vera attività di produzione di tutta una serie, chiamiamole pure così, di tutele sono naturalmente da ringraziare per quelle attività che hanno svolto, però è anche vero che ci debbono essere dei correttivi, forse qualcosa è stata richiamata negli interventi che mi hanno appena preceduto però è evidente che i correttivi sono in questo momento nelle mani in parte dell'Aula ma soprattutto nelle mani della Giunta regionale che si è, con l'articolo 2, individuata, usiamo questa parola, come riferimento autentico, nella figura soprattutto dell'assessore Paci, o meglio della sua struttura, del suo Assessorato, per essere quella finestra alla quale potersi riferire per individuare un percorso che possa restituire serenità, affiancamento, indirizzo, politiche diciamo economiche.

La legge nel suo complesso è quindi una legge che sopperisce a tutta una serie di vicissitudini che hanno accompagnato l'erogazione e la vicinanza del credito, soprattutto del merito creditizio, al comparto produttivo, ma che lascia aperte tutta una serie di problematiche e di criticità, è stata richiamata quella che su tutte purtroppo prevale ed è quella della scarsa risorsa che viene messa a disposizione: solamente 5 milioni di euro in prima battuta non mi sembrano rappresentare la soluzione delle soluzioni, anche perché il mondo bancario in questo momento non è, al di là degli annunci, assolutamente pronto ad erogare quelle risorse, quelle linee di credito che in questo momento sono attese. Insomma, la filiera del credito il sostegno lo sta ancora dando, è inutile girarci intorno, quindi il comparto dei consorzi di garanzia è un comparto in questo momento assolutamente necessario, quindi il potenziamento di quel tipo di risorse a mio giudizio va decisamente modificato, si dovranno trovare nuove risorse anche per consentire un'attenzione ai vari settori e ai vari comparti, e qui nasce uno degli altri problemi che io ho individuato: una genericità, con un fondo unico su tutti i comparti produttivi, senza individuare le priority, le scalette, le linee di intervento a mio giudizio non va decisamente bene, anche perché ogni comparto soffre i suoi tempi e i suoi ritmi, ogni comparto soffre le sue criticità, ogni comparto deve poter contare sulla certezza di trovare la risorsa a disposizione, sapendo di poter attingere non al pozzo di San Patrizio ma ad un pozzo dove ci sono delle risorse che ad esso appartengono, che ai cittadini appartengono e quindi alla stessa filiera produttiva, perché sono naturalmente messe a disposizione dalla più alta istituzione regionale sul territorio. Quindi bisognerebbe, in una scansione temporale, in un calendario ad esso dedicato, poter ritrovare tutta una serie di risorse che individuino con esattezza non solo quelle che sono dedicate ai singoli comparti ma che sappiano anche distinguere quali criticità, quali pestilenze si sono abbattute sui singoli comparti.

Poi nasce anche un altro pensiero: perché non è stata individuata direttamente la Sfirs quale gestore diretto della risorsa, anziché attribuirla con ulteriore appesantimento delle già tante incombenze all'Assessorato? Io credo che la Sfirs abbia ben operato in questo periodo, e che quindi la Sfirs potrebbe essere destinataria direttamente della risorsa ed essere essa stessa gestore delle attività di erogazione, di verifica, di controllo, di merito del credito, anche perché la Sfirs ha gestito tali e tanti bandi in quest'ultimo periodo che ha anche una prontezza di riflessi nel saper individuare quali possono essere le criticità non solo del comparto ma addirittura della conoscenza nel merito della singola attività di impresa o del singolo comparto.

Poi mi stupisce anche un'altra questione, perché di fatto non vengono fissati una serie di obiettivi in legge. Obiettivi significa anche avere chiarezza, con una legge, che secondo me se non lo prevediamo nella norma oggi potrebbe lasciare, non solo la discrezionalità dell'Assessore o dall'Assessorato, ma potrebbe lasciare dei termini aperti su alcune criticità che sono state sollevate prima dal collega Anedda. C'è qualcosa che evidentemente non ha funzionato, allora si interviene con puntualità in legge, perché potrebbero essere individuati anche i sistemi di eventuale restituzione al sistema Regione delle risorse non utilizzate, quindi c'è un controllo specifico e diretto mentre a tutt'oggi si andava solo ed esclusivamente con la rendicontazione. Quindi, probabilmente, se si individuasse un sistema in cui incombe quella preoccupazione che hanno le imprese nel restituire la propria linea di credito, potrebbe essere che anche agli stessi consorzi venga indicata una strada che ha una fase importantissima che è quella temporale: il periodo nel quale quelle risorse devono essere immesse nel circuito produttivo, nel mondo delle filiere produttive per poter essere restituite per tempo.

Per concludere c'è anche una questione che riguarda poi le tipologie che secondo me dovrebbero essere identificate con la norma attualmente, quindi bisognerebbe anche fare la distinzione: quali risorse sono a sostegno delle linee a breve termine per esempio che non viene assolutamente identificata e si rimanda anch'essa alla deliberazione della Giunta regionale così come consegna la differenza e le tipologie delle operazioni di finanziamento. E per esempio non si parla minimamente del credito ipotecario che sono una delle questioni che spesso vengono messe all'attenzione dei consorzi fidi dei loro dirigenti o addirittura delle stesse associazioni di categoria. Proprio davvero per concludere ricordo anche che non è assolutamente vero come dice la relazione introduttiva alla legge che c'è stata ampia soddisfazione da parte delle associazioni perché talune, come riportato ampiamente dagli organi di stampa, si sono espresse in termini abbastanza duri e abbastanza negativi quasi…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, sicuramente questo momento molto difficile per l'economia sarda sta proseguendo e questo nonostante i trionfalismi di qualche amministratore regionale che invece vede il bicchiere non mezzo pieno ma quasi del tutto pieno, sbagliando ovviamente. L'economia continua ad affrontare un momento tragico sotto moltissimi profili, le imprese sono allo stremo, molte non riescono a pagare tasse, tributi, abbiamo tutti giorni notizie di imprese che cascano ormai decotte per questa intemperie economica veramente difficile.

Dobbiamo nostro malgrado rilevare che dopo 16 mesi-17 mesi il governo regionale non è ancora riuscito a disegnare un orizzonte di prosperità per il sistema economico sardo. È vero, sì, ha cercato di tracciare molti percorsi molto tortuosi che comunque non sono coerenti con l'obiettivo generale e non sappiamo dove questi percorsi molto asfittici ci porteranno. Io penso che ci sia una incoerenza di fondo tra gli enunciati del Governo Pigliaru e gli atti politici concreti e ogni volta ci dobbiamo rifare giocoforza alle dichiarazioni programmatiche o al programma di Governo di Pigliaru, ebbene dichiarazioni programmatiche individuavano un terzo pilastro per affrontare la crisi, una crisi epocale ed era quello di creare un ambiente favorevole per investimenti delle imprese e questo era il terzo pilastro delle dichiarazioni programmatiche. Quindi ci saremmo aspettati una grande attenzione nei confronti del mondo delle imprese in finanziaria, nell'assestamento di bilancio e quindi semplificazione burocratica… forse sto disturbando un po' di colleghi mi dispiace… Dicevo semplificazione burocratica, ci saremo aspettati un'azione per favorire l'accesso al credito ma realmente, un accesso reale al credito, semplificazione del sistema degli incentivi, un sostegno vero per le piccole e medie imprese e invece nulla di tutto ciò è accaduto, anzi io credo che si sia evidenziata una scarsa attenzione nei confronti del mondo delle imprese la legge edilizia o meglio la mancata proroga della legge numero 4 è stato un esempio forte; la legge sull'edilizia che abbiamo approvato in questa aula è un esempio ancora più forte perché è una legge confusa, pasticciata, piena di assunti che si contraddicono l'uno con l'altro. Ma non possiamo dimenticare sempre in questo contesto di scarsa attenzione per il mondo delle imprese l'aumento dell'Irap che il Presidente e la Giunta Cappellacci avevano ridotto e invece voi avete nuovamente riportatelo a livelli più alti. È vero, avete previsto per cinque anni l'esenzione dall'Irap per le nuove imprese ma è difficile che le nuove imprese nascano in questo clima sfavorevole soprattutto che nascano vive e vitali, è molto difficile.

Quindi a tutto questo si aggiunge poi una inadeguatezza di investimenti nei settori produttivi che hanno una quota preponderante che è finalizzata al funzionamento, sovvenzionare il funzionamento degli enti, delle agenzie, degli enti strumentali in genere. Oggi trattiamo un disegno di legge che cerca di andare nella direzione di sostenere il mondo delle imprese ma è un pannicello caldo che tra le altre cose è caratterizzato da un fondo asfittico di 5 milioni di euro che sono veramente insufficienti. Un pannicello caldo che è piccolo, stramato, pieno di buchi anche se vogliamo, è una sorta di fionda che noi cerchiamo di utilizzare contro la crisi economica che equivale a un F104. Ebbene da tempo e livello nazionale c'è una discussione forte sui consorzi fidi e sui confidi e in tutte le assemblee, gli incontri, gli eventi, le elucubrazioni speculazioni dottrinarie si parla di riorganizzazione vera del mondo confidi che oggi è disaggregato, presenta una enorme pluralità di soggetti, di attori, a volte ritenuti, come anche ha fatto notare più volte l'Assessore, non affidabili da sistema bancario. E il rapporto di Bankitalia così come ha fatto notare il collega Presidente della Commissione è chiaro, il prestito nel settore produttivo sono diminuiti del 3 per cento spesso con questa motivazione da parte delle banche: è aumentato il rischio degli insoluti. Ecco che quindi i consorzi fidi devono interpretare un ruolo molto importante in questo settore.

Non abbiamo visto però in questa legge percorsi di fusione, costituzioni di reti, ipotesi di costituzione di reti, forme di aggregazione nei confronti dei consorzi fidi e anzi abbiamo visto delle contraddizioni molto forti perché l'articolo 1 di questa legge per esempio pare andare verso la direzione della omogeneizzazione e dell'aggregazione. L'articolo 1 recita: "La Regione favorisce l'accesso al credito e finanzia le micro e piccole medie imprese attraverso la razionalizzazione e la concentrazione del sistema dei consorzi fidi", ecco questa razionalizzazione e questa concentrazione del sistema dei consorzi fidi è un enunciato che rimane fisso, cristallizzato nel primo articolo. Nel secondo, terzo, quarto e quinto articolo non si parla assolutamente di concentrazione e di razionalizzazione dei consorzi, del sistema dei consorzi fidi, si parla di altre cose. Ecco perché noi pur preannunciando, così come ha fatto la collega Zedda, un voto non negativo, un voto che è un voto di fiducia nei confronti di una norma che deve essere sicuramente migliorata ma soprattutto di un mondo che ha necessità di sostegno, noi vogliamo con il nostro intervento fattivo in Aula dare la dimostrazione che il centrodestra è al fianco delle imprese anche se non condivide questo modo di stare a fianco delle imprese di questa Giunta. Lo abbiamo detto più volte, lo abbiamo detto in fase di assestamento, lo abbiamo detto più volte in fase di finanziaria non è sufficiente quello che voi state proponendo, state facendo per il mondo delle imprese. C'è una distrazione strana anche perché nelle vostre dichiarazioni programmatiche, nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru e in tutte le enunciazioni teoriche fatta da questa Giunta il mondo dell'impresa avrebbe dovuto per un altro ruolo. Così non è. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, la legge è una legge necessaria, è stato sottolineato oggi praticamente in tutti gli interventi e soprattutto la sua necessarietà emerge dalle discussioni che tutte le volte noi quando affrontiamo la legge finanziaria ci soffermiamo sul discorso dei confidi, perché tutte le volte c'è questo tiramolla che determina inevitabilmente una situazione di incertezza. Se c'è un aspetto positivo in questa norma, assessore Paci, è che finalmente introduce degli elementi di certezza che erano assolutamente necessari, quindi nessun dubbio che questa legge sia non solo opportuna ma anche necessaria per un sistema che è incancrenito, che presenta molte difficoltà eppure stiamo parlando di uno strumento che oggi è essenziale per il lavoro e per la sopravvivenza delle piccole medie imprese e di tutti quei soggetti che se ne potranno giovare. Positivo è anche il ruolo che viene attribuito alla SFIRS e positivo è anche l'altro aspetto, che finalmente si va ad una regia unitaria, cioè un unico Assessorato si occupa dei confidi, abbiamo un punto di riferimento univoco, certo, per cui anche da questo punto di vista si realizza per così dire un'economia di energie nell'affrontare questa materia, sia da parte degli operatori sia da parte della Regione. Temiamo, Assessore, che questa buona volontà che lei ha manifestato e che si esplicita nel provvedimento che noi stiamo esaminando possa trovare una serie di difficoltà. La prima difficoltà è sicuramente quella della modesta dotazione finanziaria, lo ha detto l'onorevole Zedda, lo ha ribadito l'onorevole Crisponi, 5 milioni di euro rispetto ad una richiesta che è molto superiore, gli operatori parlano almeno di 20 milioni di euro, rischia di rendere questa legge quasi inefficace, o con un impatto modesto rispetto a quello che l'economia sarda oggi richiederebbe. Noi pensiamo che, lo abbiamo detto in tutte le occasioni in cui è stato possibile dirlo, le leve sulle quali la Regione può intervenire siano questa di cui stiamo parlando oggi e la leva fiscale, non destinare risorse in quantità sufficiente a dare ossigeno, sollievo, possibilità di lavorare alle imprese rischia di determinare un provvedimento che potrebbe avere un impatto molto maggiore rispetto a quello che invece probabilmente avrà. L'altra criticità, Assessore, premesso che io ovviamente condivido la scelta di fare il rinvio a una serie di provvedimenti attuativi che va nel senso da una parte della snellezza della tecnica normativa, dall'altra anche di una chiara distinzione di ruoli tra la funzione legislativa e la funzione esecutiva, rischia di diventare anch'esso un elemento di freno. Quindi credo che l'assessore Paci, che spero ce li abbia già pronti questi regolamenti, dia il massimo della sollecitudine nell'approvazione e poi nella loro attuazione. C'è poi l'altro problema, Assessore, anche esso può rivelarsi una criticità, che è quello dell'attuazione concreta dei provvedimenti, cioè il momento in cui si passa dalla fase politica alla fase attuativa, dalla fase della competenza dell'organo politico, in questo caso della Giunta regionale, alla competenza dell'apparato burocratico, dove si avverte la necessità di una precisa indicazione di priorità di scelte e di indirizzi da parte della Giunta regionale. Sappiamo bene che spesso la sottovalutazione di questo aspetto è in grado di vanificare anche le migliori intenzioni. Se posso infine permettermi, lo dico subito così poi non ci torno dopo, è una segnalazione che faccio anche al Presidente del Consiglio, il comma 1 dell'articolo 7, dove si dice che le deliberazioni sono presentate alla Commissione consiliare competente per materia che esprime il parere entro dieci giorni, decorsi i quali se ne prescinde, mi sembra proprio scritto male, mi sembra non riguardoso nei confronti del Consiglio e della Commissione. Esistono tempi, termini perentori, scriviamo che il termine di dieci giorni è perentorio, mi sembra che esprimiamo anche meglio il concetto che questa norma vuole esprimere. Credo che noi ci orienteremo verso una benevola astensione nei confronti di questo provvedimento che, ripeto, non valutiamo negativamente anche se vogliamo evidenziare le criticità che sono state illustrate dai miei colleghi e che ho richiamato io in questo intervento. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Il panorama confidi che abbiamo in Sardegna credo che abbia obbligato la Giunta a intervenire perché le novità che questo disegno di legge porta col fondo unico, col fondo di stabilizzazione e con l'osservatorio, credo che contribuiscano a migliorare il rapporto dei confidi con la Regione, fino a oggi frammentato in diversi Assessorati e che con il riferimento a un unico Assessorato credo che dia maggior chiarezza. Il fondo di stabilizzazione che è comunque un fondo importante che si alimenta con i contributi volontari dei confidi credo che sia una bella trovata, perché forse è anche il modo attraverso il quale la Regione manda un messaggio ai confidi per cercare di riunirsi, di smettere questa polverizzazione che in effetti confonde molto anche chi poi ai confidi si deve riferire. Quindi, sicuramente è una cosa importante. La sfida sta nel comma 4, in questi diciotto mesi che ci stiamo dando entro i quali i confidi possono o non possono aderire, superati i quali, la copertura, la garanzia della Regione verrà data solo a chi aderisce. Quindi trattandosi di un'adesione su base volontaria, sono curioso di vedere cosa accadrà da qui a diciotto mesi, e credo che quella sia la cosa più importante probabilmente che si sta facendo perché è la chiave di volta di un passaggio anche dei confidi da una sorta di frammentazione o di attesa che qualcosa accada a diventare anche protagonisti di quella che poi deve diventare la loro dotazione finanziaria. Quindi, nel complesso, io considero il disegno di legge un disegno di legge buono, un disegno di legge che dà dei messaggi positivi al mondo delle imprese, rappresentanti, sono associazioni datoriali, i confidi non sono altro che il mondo delle imprese che si organizza per combattere quanto è stato anche detto prima, cioè la difficoltà di accesso al credito, la difficoltà di essere riconosciuti come interlocutori con un merito di credito che attraverso i confidi cercano sicuramente di migliorare. Per cui, il parere mio è che questo sia un disegno di legge che va nella direzione giusta. Il limite della dotazione finanziaria credo che sia sotto gli occhi di tutti, è stato anche rilevato anche nell'audizione che si è fatta in Commissione per quanto riguarda i confidi, che generalmente comunque hanno espresso un parere favorevole rispetto a questo disegno di legge, pur con i distinguo, pur con le sottolineature che sono normali, che sono ovvie, che fanno parte credo di quello che ognuno ha in testa, di quello che si aspetta che il disegno di legge gli dia e magari non lo trova subito. Per cui credo che anche la gestione del fondo, il discorso della prevenzione che si legge nell'articolo 4, lettere a), b) e c), credo che vada nella direzione veramente di svolgere i confidi un ruolo diverso per il futuro. Rimane il pregresso, credo che il pregresso rappresenti comunque un altro problema da risolvere, credo che sia una questione, come l'Assessore ha detto in Commissione, della quale si sta occupando, e ci auguriamo che anche attraverso questo strumento si possa in qualche maniera aiutare le imprese. Quindi nel complesso è un parere positivo in attesa di vedere poi l'efficacia reale del provvedimento.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ringrazio il relatore, il Presidente della Commissione, e tramite lui tutti i commissari, innanzitutto per aver discusso con una forte partecipazione a questo disegno di legge in Commissione, e tutti i consiglieri che sono intervenuti oggi portando certamente un contributo positivo anche critico, ma certamente propositivo all'analisi. Io penso che sia un momento importante, una legge di riforma attesa da decenni che faceva parte di tutte le dichiarazioni programmatiche di vari presidenti che si sono succeduti, e oggi mi auguro che possa vedere la luce in quest'aula. Una riforma molto semplice, un articolato semplice proprio perché la tecnica legislativa ci suggerisce di non mettere troppi regolamenti all'interno di una legge, altrimenti dovremmo tornare continuamente in Aula, però che riconosce giustamente il ruolo del Consiglio, per cui i regolamenti che la Giunta dovrà predisporre saranno portati alla valutazione della Commissione consiliare. Un disegno di legge che ha visto la luce in un anno di lavoro, in decine e decine di incontri con le associazioni, con i Confidi, che infatti hanno espresso, come veniva ricordato anche prima, un parere in generale favorevole. Alcune, e qui ci tengo a dirlo, alcune associazioni, qualche mese fa, erano più contrarie, ma il disegno di legge che poi abbiamo presentato tiene appunto conto anche delle osservazioni che sono state fatte e che quindi hanno portato poi a una generale condivisione. Quali sono i punti cardine? Sono tre: la realizzazione del Fondo unico, quindi evitare la frammentazione e anche la disparità di funzionamento della burocrazia, che l'onorevole Cossa prima richiamava, frammentazione in tre Assessorati, e adesso viene portato con regolamento unitario, quindi i Confidi potranno avere le stesse possibilità di accesso al contributo pubblico presso l'Assessore al credito. La legge, l'articolo 2 individua i criteri generali di ammissibilità e i meccanismi di premialità, perché questa è una legge che vuol favorire i comportamenti efficienti da parte dei Confidi, e vengono individuati in legge. Quindi l'idea di razionalizzare il sistema non è un'idea che parte dalla legge e che dice: "Dobbiamo avere 5 Confidi, 7 Confidi"; no! Ovviamente è una legge che sta attenta ai meccanismi del mercato, ai meccanismi di autorganizzazione del sistema dei confidi. Noi come operatore pubblico daremo delle regole, diremo quali sono le regole, saranno poi gli operatori che vogliono far parte di questo meccanismo a assumere dei comportamenti virtuosi, comportamenti che vadano a favorire le imprese, perché è stato ricordato da diversi intervenuti che il nostro interesse, e quando dico "noi" è di legislatori, di operatori, non è quello di favorire i Confidi, ma è favorire le imprese attraverso un sistema dei Confidi che sia efficiente, che sia funzionante nel modo adeguato. Quindi il Fondo unico. Il secondo è il Fondo di stabilizzazione. Sappiamo che il sistema dei Confidi è un sistema strettamente interrelato, il rischio di disagio sistemico è alto, il rischio che se cade un Confidi poi questo possa provocare dei danni a catena, bene, attraverso il Fondo di stabilizzazione, che è una grande innovazione che stiamo suggerendo all'interno del disegno di legge, ci possano essere dei meccanismi di prevenzione, non di salvataggio, ma di prevenzione dell'epidemia del disagio, e questo attraverso la partecipazione volontaristica e mutualistica; nessuno è obbligato chiaramente a farne parte, e come avete visto nell'articolato sono poi introdotti anche dei meccanismi di salvaguardia. Infine, il terzo elemento è l'Osservatorio dei Confidi. Ne sappiamo troppo poco, non conosciamo i bilanci, non conosciamo le strutture di queste organizzazioni, attraverso l'Osservatorio che prevede la partecipazione dello stesso Confidi, ecco che cerchiamo di organizzare un luogo di incontro dove queste tematiche possano essere definite. Quindi complessivamente mi sembra, com'è stato riconosciuto, una legge che cerca di dare un ulteriore contributo, certo non si risolve il problema del credito e non si risolvono i problemi delle imprese con questa norma, però si va nella direzione a mio avviso giusta. Rimane il tema che giustamente è stato toccato del finanziamento, 5 milioni sono scarsi, avrei avuto piacere come Assessore competente anche al bilancio di metterne di più, in questo momento non era possibile, però tengo a precisare che stiamo pagando gran parte dei residui passivi. Sono stati accumulati negli anni precedenti addirittura 22 milioni di finanziamenti promessi e mai erogati; bene, questa Giunta in questi mesi mi ha già erogato 16 milioni, e i rimanenti 6 sono in fase di erogazione, perché abbiamo dovuto risolvere, come molti di voi sanno, anche dei problemi burocratici di attuazione del Regolamento, proprio perché l'eccessiva frammentazione creava anche disparità di interpretazione da parte dei dirigenti responsabili. Bene, ci lasciamo alle spalle questo sistema, iniziamo con questa legge a individuare delle regole nuove, avremo modo con il Consiglio di discutere i regolamenti, in particolare i regolamenti… ci stiamo già lavorando da mesi e quindi spero davvero di poterli portare nel giro di qualche settimana, non di più, proprio perché è importante che soprattutto il regolamento sul fondo unico possa essere immediatamente operativo, proprio per poter iniziare anche l'effettiva erogazione dei fondi. Quindi ringrazio di nuovo per la partecipazione da parte dei consiglieri e mi auguro che anche il passaggio agli articoli possa trovare un'approvazione da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Intanto per dichiarazione di voto, penso di non dare un voto favorevole. Comunque non capisco la sicurezza, o perlomeno, proprio la sicurezza dei miei colleghi e anche dell'Assessore nel dire che 5 milioni possono essere troppi o pochi. Io non ho elementi per dire che 5 milioni di finanziamento siano troppi o pochi, lo potrei dire qualora avessi visto i bilanci, visto le criticità delle aziende, allora potrei dire che sono pochi, oppure potrei dire che sono molti. Veramente, non riesco a capire questa sicurezza dei miei colleghi che dicono che sono pochi. Io so solo una cosa per certo, che oggi i Confidi non sono scelti dalle imprese, sono scelti dalle banche, vale a dire che i clienti più garantiti, quelli che danno garanzie alla Banca, la Banca li manda ai Confidi, e dice: "Fate anche un … con i Confidi, perché tanto sono 5 punti di contributi che la Regione da, e se li dividono Confidi e banche".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto credo che l'intervento più critico in quest'aula l'abbia fatto l'onorevole Anedda oggi, però abbiamo visto che vota a favore. Tuttavia un mio piccolo contributo lo voglio dare all'onorevole Anedda, ma anche chiarire perché abbiamo ritenuto che la somma sia insufficiente. Onorevole Anedda, semplicemente perché intanto i fatti del passato hanno detto che le risorse venivano stanziate sulla base di stime, di valutazioni che venivano fatte nel momento in cui c'era anche il confronto sulla stesura della finanziaria, ma al di là di questo, proprio quando abbiamo fatto notare… a voi sono tanto cari, o perlomeno alla vostra Giunta è tanto caro il sistema del moltiplicatore, e semplicemente per questo sistema, perché a fronte di un contributo ai Consorzi Fidi si ha modo di moltiplicare la risorsa in termini di accesso al credito. Semplicemente questo, onorevole Anedda, noi comunque Presidente l'abbiamo anticipato, vogliamo vedere il percorso alla luce di questa norma, ci auguriamo che quello che ha detto l'assessore Paci possa davvero tradursi in atti concreti, e il nostro sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Le criticità emerse nella discussione sono quelle che naturalmente accompagnano, a nostro giudizio, il percorso di questa legge. Ribadiamo il concetto: il mondo e le attività delle imprese hanno necessità dei Consorzi Fidi, i Consorzi Fidi, dal canto loro, sono soggetti da marcare stretti, nel senso che si devono dare degli obiettivi certi e non vanno lasciati naturalmente ad un'attività che rappresenti se stessi e non, invece, il mondo produttivo. Ai consorzi fidi, però, debbono essere messe a disposizione naturalmente non solo delle tappe da raggiungere, ma delle risorse robuste e consistenti, e questo è il dovere della Giunta regionale, che però, va anche detto, bene ha fatto se è riuscita a sbrogliare una intricatissima matassa come spesso accade in questa regione che è fatta di un mix di burocrazia, di amministrazione, di un eccesso di tutta una serie di step che spesso vanificano anche l'impegno di un pur bravo Assessore. Quindi se è stato fatto questo passaggio che ha recuperato ancora una volta non ai consorzi fidi, ma al mondo delle imprese, 22 milioni di euro, 16 più 6, credo che questo sia un passaggio importante e forse lascia aperto quello spazio alle nostre critiche, mettendo in discussione i soli 5 milioni che vengono approvati con questa norma oggi in discussione. Però naturalmente rimangono quelle difficoltà, quelle criticità, quei tre elementi sui quali noi riteniamo ci siano da fare degli ulteriori approfondimenti, e quindi è per questo che io annuncio la mia astensione.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Finalità e ambito di applicazione

1. La Regione favorisce l'accesso al credito e alla finanza delle micro, piccole e medie imprese come definite dalla raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003, e dei liberi professionisti, aventi sede operativa in Sardegna, attraverso la razionalizzazione e la concentrazione del sistema dei consorzi fidi e il supporto alla rete di garanzia costituita dai confidi e dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese operanti in Sardegna di cui all'articolo 4, comma 4, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, (legge finanziaria 2009), il rafforzamento di meccanismi virtuosi di impiego delle risorse pubbliche e la standardizzazione delle modalità di erogazione dei contributi pubblici a favore del sistema dei confidi.

2. Per le finalità di cui al comma 1, l'Amministrazione regionale, conformemente alla normativa dell'Unione europea sugli aiuti di Stato:

a) concede ai consorzi fidi contributi per l'integrazione del fondo rischi destinati alla prestazione di garanzie per l'accesso al credito delle imprese e dei liberi professionisti soci;

b) promuove la creazione di meccanismi di stabilizzazione finanziaria e sostegno mutualistico tra i consorzi fidi allo scopo di prevenire e contenere effetti sistemici negativi a livello regionale sulle micro, piccole e medie imprese e sui liberi professionisti associati al sistema dei confidi.

3. Ai fini della presente legge, per confidi si intendono i soggetti di cui all'articolo 13 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, che hanno sede operativa in Sardegna e prestano la propria attività in favore dei soggetti di cui al comma 1.

4. Dall'applicazione della presente legge sono esclusi gli aiuti concessi ai confidi del settore agricolo di cui alla legge regionale 31 gennaio 2002, n. 4 (Interventi a favore di forme collettive di garanzia fidi nel settore agricolo).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Usula ha votato a favore e che i consiglieri Locci e Peru si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula.

Risponde no il consigliere: Randazzo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 52

Votanti 33

Astenuti 19

Maggioranza 17

Favorevoli 32

Contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 è stato presentato l'emendamento aggiuntivo numero 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e del relativo emendamento:

Art. 2

Fondo unico destinato all'integrazione dei fondi rischi dei confidi

1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19 della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), con una dotazione annua di euro 5.000.000 (UPB S06.03.031), persegue le finalità di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), mediante l'istituzione di un apposito fondo unico.

2. Il fondo di cui al comma 1, destinato all'integrazione dei fondi rischi dei consorzi fidi, è gestito dall'Assessorato della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.

3. La Giunta regionale con propria deliberazione determina:

a) i criteri di ammissibilità e i meccanismi di premialità, che tengono conto almeno dei seguenti elementi dei consorzi fidi: la dimensione, lo sviluppo e la qualità delle garanzie, l'adeguatezza patrimoniale, l'economicità, l'efficienza della gestione;

b) i settori prioritari di intervento nella concessione dei contributi;

c) le modalità procedurali di assegnazione delle risorse, conformemente alla normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato, di rendicontazione e di segnalazione di dati e informazioni sui confidi, sullo sviluppo e le qualità del portfolio delle garanzie;

d) i meccanismi sanzionatori in caso di mancato o irregolare utilizzo dei contributi, nonché degli obblighi dei confidi in caso di scioglimento e liquidazione;

e) i criteri e le modalità uniformi nella concessione delle garanzie nel rispetto della normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato.

4. La concessione dei contributi ai confidi è subordinata alla previa istituzione dei meccanismi di stabilizzazione di cui all'articolo 4 e all'adesione ai medesimi meccanismi da parte dei confidi che ne posseggano i requisiti, fatto salvo quanto disposto all'articolo 7, comma 2.

Emendamento aggiuntivo Tedde - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda. (1).)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, questo emendamento va nella direzione di cercare di facilitare i compiti alle imprese, non ai confidi. Sappiamo che le piccole e medie imprese che non hanno un rating ottimo hanno una difficoltà molto grossa di accedere al credito. I più importanti istituti di credito, come noi sappiamo, hanno molta liquidità in questo momento, ma mettono a disposizione questi flussi esclusivamente alle imprese più importanti, quelle che possono comunque garantire la restituzione e il rimborso. Quando ci sono dei rating inferiori le banche cercano di attivare la controgaranzia del fondo centrale, quello previsto dalla legge numero 666 del 1992, e questo ovviamente comporta che i confidi vengono disintermediati, quindi non si utilizzano i confidi. Questa controgaranzia è dell'80 per cento, quindi è favorevole sotto certi profili quantitativi; trattandosi di garanzia statale poi ha una ponderazione zero e quindi gli istituti di credito non debbono accantonare somme, soltanto che c'è un piccolo problema. Il problema è relativo al fatto che comunque questo fondo centrale deve intervenire e può intervenire soltanto mettendo in campo o meglio analizzando dei criteri molto rigorosi, molto ragionieristici, diversi da quelli che utilizzano i consorzi fidi che hanno davanti l'imprenditore, l'esperienza, la competenza, la capacità comunque di investire, non badano soltanto ai bilanci, non badano soltanto alla forma, non badano soltanto ai freddi numeri. Ecco, c'è una norma statale che dà la possibilità alle regioni di limitare l'intervento del fondo centrale a somme superiori a un determinato limite per consentire comunque ai consorzi fidi di intervenire, che ne so, fino a 100 mila, fino a 150 mila euro, dando quindi ossigeno al sistema, non ai consorzi fidi, ma dando ossigeno al sistema delle piccole e medie imprese che hanno più facilità ad accedere alla controgaranzia. Alcune regioni lo stanno facendo, lo ha fatto l'Abruzzo, lo ha fatto la Toscana, lo sta facendo il Lazio, stando limitando l'intervento del fondo centrale e io penso che lo possa e lo debba fare anche la Sardegna. Poc'anzi, in un'interlocuzione preventiva con l'Assessore, l'Assessore ha rappresentato il fatto che comunque c'è in Sardegna la SFIRS che interviene in luogo e in sostituzione del consorzio centrale, però noi sappiamo che la controgaranzia della SFIRS non ha funzionato bene. Ci sono delle relazioni anche della Regione che vanno in questa direzione, quindi noi crediamo che bisogna aiutare i consorzi fidi a prestare le controgaranzie riducendo l'intervento del fondo centrale, ma questo non per aiutare i consorzi fidi, non per sostenere i consorzi fidi, ma per sostenere le piccole e le medie imprese che hanno più possibilità di accedere alla controgaranzia perché i consorzi fidi, rispetto al fondo centrale, guardano gli uomini e l'impresa e guardano meno i freddi documenti contabili che l'impresa propone. Ecco, quindi, qual è il senso di questo emendamento.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore. Esprimo parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, se permette al posto di dire una sola parola faccio trenta secondi di intervento, proprio perché l'emendamento proposto è un emendamento non buttato lì per perdere dieci minuti di tempo, ma è un emendamento serio che cerca di affrontare un problema e quindi mi sembra giusto esprimere tecnicamente qual è la mia posizione. A me sembra che, al di là della buona volontà di chi lo ha proposto, in realtà questo è un emendamento che crea una situazione di protezionismo per i consorzi fidi e quindi, limitando la possibilità di utilizzo del fondo nazionale, sfavorisce le imprese. Tutti sappiamo che la competizione aiuta le imprese; se ci sono più soggetti che possono intervenire per fare co-garanzia è evidente che l'impresa potrà rivolgersi a quell'istituzione che ha i costi migliori e che quindi dà le condizioni migliori. Allora capisco il senso dell'emendamento proposto, però io ritengo che avere più soggetti che possono operare, che siano gli stessi consorzi fidi che diano la co-garanzia, che sia la SFIRS, che sia il fondo nazionale, permette di avere una maggiore scelta e quindi sicuramente condizioni migliori per le imprese. Per queste motivazioni, quindi, pur ringraziando per il contributo proposto, esprimo parere negativo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, intervengo sull'emendamento. Io credo che l'emendamento invece vada nella direzione opposta a quello che diceva l'Assessore perché chi sceglie il garante non è l'impresa, chi sceglie il garante è la banca, quindi la banca si rifiuta a volte e costringe le imprese a rivolgersi oltre Tirreno. Questo emendamento non è protezionistico, diciamo così, in qualche maniera però costringe gli istituti di credito ad accogliere e accettare le garanzie offerte in terra sarda. Quindi io credo che la molteplicità dei consorzi fidi, la possibilità che solo oltre 100 mila euro si possa andare, crei un'opportunità per le imprese di avere quel rapporto più diretto che esiste fra un consorzio fidi sardo piuttosto che una garanzia proveniente oltre Tirreno. Quindi il voto è favorevole per l'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Randazzo - Tatti.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 51

Votanti 33

Astenuti 18

Maggioranza 17

Favorevoli 31

Contrari 2

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 53

Votanti 51

Astenuti 2

Maggioranza 26

Favorevoli 20

Contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Regime di aiuto

1. La Giunta regionale, con la delibera di cui all'articolo 2, comma 3, definisce, in relazione alla lettera e) del medesimo articolo, le modalità e i criteri per la concessione di garanzie da parte dei confidi alle piccole e medie imprese, secondo uno o più dei seguenti atti normativi sotto richiamati, o dei successivi che dovessero sopraggiungere in loro sostituzione:

a) aiuti de minimis ai sensi del regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti "de minimis";

b) aiuti di Stato esenti dall'obbligo di notifica ai sensi del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato;

c) aiuti di Stato ai sensi della comunicazione della Commissione orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio (2014/C 19/04);

d) aiuti di Stato soggetti all'obbligo di notifica ai sensi dell'articolo 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Risponde no il consigliere: Randazzo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 53

Votanti 34

Astenuti 19

Maggioranza 18

Favorevoli 33

Contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 4.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:

Art. 4

Fondo di stabilizzazione

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), conformemente alla normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato, la Regione promuove l'istituzione di un fondo di stabilizzazione finanziaria alimentato da contribuzioni periodiche dei confidi che aderiscono al fondo su base volontaria, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 2, comma 4. Il fondo può essere inoltre destinatario di contribuzione pubblica.

2. Il fondo è ispirato ai seguenti principi generali:

a) gestione condivisa e congiunta con il sistema dei confidi secondo approccio mutualistico e volontaristico;

b) modalità di intervento del fondo in presenza di piani di ristrutturazione e di gestione delle criticità dei confidi oggetto dell'intervento;

c) monitoraggio periodico della rischiosità dei confidi e dello sviluppo delle garanzie.

3. La Giunta regionale, previa concertazione con i confidi che intendono aderire al fondo di stabilizzazione, con propria deliberazione determina i criteri, le modalità di gestione e di intervento del fondo, nonché l'entità dei conferimenti iniziali e delle contribuzioni periodiche da parte dei confidi aderenti.).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Busia, Comandini e Desini hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 53

Votanti 33

Astenuti 20

Maggioranza 17

Favorevoli 33

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 5.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:

Art. 5

Osservatorio dei confidi

1. Senza oneri aggiuntivi per l'Amministrazione regionale, la Giunta regionale, con propria deliberazione, istituisce l'osservatorio dei confidi composto da tre dirigenti dell'Amministrazione regionale esperti in materia, un rappresentante di SFIRS Spa e un rappresentante designato dai consorzi fidi.

2. L'osservatorio dei confidi cura il monitoraggio periodico del sistema dei confidi operanti in Sardegna, con particolare riferimento all'efficacia dell'intervento pubblico.

3. Con la deliberazione di cui al comma 1, la Giunta regionale determina altresì i criteri per l'individuazione e la nomina dei componenti dell'osservatorio appartenenti all'Amministrazione regionale nonché le modalità di funzionamento.).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Risponde no il consigliere: Randazzo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tatti - Tedde - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 52

Votanti 34

Astenuti 18

Maggioranza 18

Favorevoli 33

Contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 6.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:

Art. 6

Abrogazione

1. Fatto salvo il disposto di cui al comma 2, sono abrogati i commi 47 e 48 dell'articolo 7 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008).

2. Sono liquidate e pagate a favore dei confidi le somme che alla data di entrata in vigore della presente legge risultano già impegnate a favore dei medesimi in forza dei commi 47 e 48 dell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 e delle direttive di attuazione.).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Tatti.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 52

Votanti 35

Astenuti 17

Maggioranza 18

Favorevoli 33

Contrari 2

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 7.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:

Art. 7

Disposizioni transitorie e finali

1. Le deliberazioni della Giunta regionale di cui all'articolo 2, comma 3, all'articolo 4, comma 3, e all'articolo 5 sono presentate alla Commissione consiliare competente per materia che esprime il parere entro dieci giorni, decorsi i quali se ne prescinde.

2. La disposizione dell'articolo 2, comma 4, non si applica nei primi diciotto mesi dall'entrata in vigore della presente legge o entro il minor termine nel quale siano istituiti e resi pienamente operativi i meccanismi di stabilizzazione ivi previsti.).

PRESIDENTE. All'articolo 7 mi pare ci sia stato un emendamento orale dell'onorevole Cossa che credo possa essere tradotto nell'eliminazione delle ultime parole dell'articolo "decorsi i quali se ne prescinde", cioè il parere deve essere espresso entro 10 giorni.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, volendo si può aggiungere la parola "perentorio" se si vuole rafforzare il concetto, ma questo lo decida lei, Presidente.

PRESIDENTE. Per chiarire, tecnicamente se noi eliminassimo soltanto "decorsi i quali se ne prescinde" sarebbe ordinatorio e quindi non ci sarebbe in realtà una scadenza. Inserendo "perentorio" o lasciando questa dicitura il termine è quello dei 10 giorni fisso. Quindi non c'è differenza tra dire "perentorio entro 10 giorni" o dire "decorsi i quali se ne prescinde".

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, la differenza c'è perché se noi non mettiamo nulla il termine è ordinatorio, se noi mettiamo "esprime il parere entro il termine perentorio di 10 giorni" la differenza c'è. Però, voglio dire, non so che cosa intendeva dire la Giunta, chiedo scusa, è chiaro cosa intendeva dire la Giunta, non so il valore che intende dare la Giunta a questo particolare aspetto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ovviamente mi rimetto su questo all'Aula, ci mancherebbe altro. Il senso era che semplicemente veniva richiamato "non perdiamo tempo", tutto qui, ci mancherebbe altro. Se poi non sono i 10 giorni o i 15 giorni vuol dire che c'è un'assunzione collettiva di responsabilità, noi facciamo i regolamenti, vanno in Commissione entro 10 giorni in modo tale da poter andare avanti, però su questo davvero nessun tipo di problema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, è evidente che c'è un elemento politico in questo, Assessore, cioè il convincimento del Consiglio prescinde. Però, detto questo, mi pare che la proposta del presidente Ganau risolva il problema quindi sopprimiamo le ultime parole e si risolve il problema, intendendo il termine come termine ordinatorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Io volevo invece far notare proprio sul coinvolgimento del Consiglio, quindi in particolare delle Commissioni, ricordo che c'è stato un balletto di assegnazioni della competenza, inizialmente alla quinta è stato richiamato, è stato attribuito alla terza e poi è stata richiesto successivamente il parere anche alla quinta. Viene delegata alla Giunta regionale, proprio all'articolo 2 e al comma 3, in modo particolare la lettera b), l'intervento della Giunta sui settori prioritari di intervento nella concessione di contributi. In questo caso se viene attribuita solo ed esclusivamente alla terza Commissione viene defraudata la quinta Commissione di un intervento molto, molto importante perché la legge interviene sui comparti produttivi che sono assegnati alle attività produttive quindi industria, turismo, commercio, energia, bisogna fare molta attenzione nella definizione di chi è questa Commissione competente, o si utilizza semplicemente la parola commissioni competenti perché sono evidentemente due ad essere coinvolte, altrimenti si corre il rischio di mandare avanti una norma che prevede il solo ed esclusivo intervento della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO LUIGI (PD). Io credo che il tema sollevato dal collega Crisponi sia un tema reale, è stata fatta un'operazione giustissima in questa occasione a mettere in piedi una legge che guarda il comparto dei consorzi fidi nel suo complesso, tutti i settori gestiti in maniera unitaria e va benissimo, ed è per questo che la legge è stata istruita dalla Commissione terza. E' vero quello che dice il collega Crisponi che la Commissione che faceva capo alle attività produttive, oggi chiamata attività produttive, ieri era la sesta, artigianato, industria, eccetera, è stata sempre quella coinvolta in questo genere di ragionamenti. A mio parere non succede nulla di grave se si chiede il parere alla terza e alla quinta perché si crea un momento di partecipazione alle decisioni della Giunta più allargata che male non fa se gestito con intelligenza, quindi io sarei d'accordo con la proposta.

PRESIDENTE. Chiedo in ordine se si è acquisito l'emendamento orale che modifica "alla Commissione consiliare competente", "alle Commissioni consiliari competenti". Se non ci sono obiezioni è acquisito. Invece sulla seconda parte la variazione è sostanziale nel senso che qua è espresso un termine perentorio che può essere esplicitato con la formula "decorsi i quali se ne prescinde" o quella che più abitualmente si utilizza "decorsi i quali si intende acquisito", ed è un termine perentorio. Eliminando l'ultima frase il termine diventa ordinatorio cioè non c'è più una scadenza, quindi la scelta è sostanziale non è una questione di pura estetica legislativa. Quindi la richiesta è se la proposta che ha formulato originariamente l'onorevole Cossa volesse esprimere un parere di tipo sostanzialmente perentorio oppure di tipo ordinatorio questo qui è il problema perché cambia completamente, entro i 10 giorni se non è espresso la Giunta può procedere e quindi a seconda di come lo modifichiamo stiamo dicendo una cosa e l'altra. Mi pareva di capire che volesse esprimere il termine perentorio comunque modificando la dicitura. Se non è così per cortesia lo specifichi perché non è chiaro.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente guardi, il problema come ho detto è politico, a me pareva che la Giunta intendesse con questa dicitura introdurre un termine perentorio. Io ritengo personalmente che abbia più senso concordando peraltro con quello che ha detto l'assessore Paci che per questa particolare materia abbia più senso un termine ordinatorio nel senso che diventa difficile attaccarsi a un giorno... quindi la mia proposta sarebbe di chiarire che è un termine ordinatorio o comunque di usare un'espressione che implica un termine ordinatorio. Quindi mi pare che la sua proposta in questo senso vada bene.

PRESIDENTE. Perfetto. Allora l'emendamento che prevede la trasformazione del termine attualmente perentorio così come espresso in un termine di tipo ordinatorio, quindi prevede l'eliminazione delle ultime parole "decorsi i quali se ne prescinde". Questa è la proposta di emendamento orale. Poiché non ci sono obiezioni l'emendamento è accolto. Quindi diventa un termine ordinatorio, va via nell'articolo "decorsi i quali se ne prescinde".

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 7 modificato.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Tocco si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 53

Votanti 34

Astenuti 19

Maggioranza 18

Favorevoli 34

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 8.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:

Art. 8

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 8.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Risponde no il consigliere: Randazzo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 52

Votanti 34

Astenuti 18

Maggioranza 18

Favorevoli 33

Contrari 1

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 199/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 53

Votanti 33

Astenuti 20

Maggioranza 17

Favorevoli 33

Contrari 0

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori. Autorizzazione all'individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico-finanziario e legale alla correlata procedura di gara" (198/A)

Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 198/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Azara, relatore di maggioranza.

AZARA MICHELE (Sardegna Vera), relatore di maggioranza. La quarta Commissione consiliare permanente ha approvato nella seduta del 12 maggio 2015 il disegno di legge numero 198/A recante disposizioni concernenti la continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori, autorizzazione all'individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico finanziario e legale alla correlata procedura di gara con il voto favorevole dei componenti dei Gruppi di maggioranza e l'astensione dei rappresentanti dei Gruppi di minoranza. La Commissione dopo aver acquisito il prescritto parere favorevole della terza Commissione consiliare relativamente alla spesa prevista quantificata nella misura massima di euro 150 mila ha pienamente condiviso le finalità e gli obiettivi che la Giunta regionale intende perseguire con le norme proposte. In sostanza si tratta di utilizzare la figura dell'advisor economico finanziario e legale originariamente prevista per l'avvio ed il completamento delle complesse operazioni finalizzate alla privatizzazione della società di trasporti marittimi Saremar per l'indizione e gestione della procedura ad evidenza pubblica di gara per l'affidamento dei collegamenti marittimi tra la Sardegna e le isole minori e la Corsica. In considerazione dell'importanza e delicatezza delle questioni affrontate nel testo proposto soprattutto per le popolazioni delle isole minori più direttamente coinvolte se ne auspica una rapida discussione e l'approvazione da parte dell'Assemblea consiliare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino, relatore di minoranza.

FASOLINO GIUSEPPE (FI), relatore di minoranza. La quarta Commissione consiliare permanente ha approvato nella seduta del 12 maggio del 2015 il disegno di legge numero 198, recante disposizioni concernenti la continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori, autorizzazione all'individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico finanziario e legale alla correlata procedura di gara con il voto favorevole dei componenti dei Gruppi di maggioranza e l'astensione dei rappresentanti dei Gruppi di minoranza. Le motivazioni che stanno alla base della decisione dei Gruppi di opposizione di formulare un giudizio di astensione sono individuabili nella valutazione degli effetti che tale normativa una volta approvata avrà sul delicatissimo problema della mobilità marittima da e per le isole minori e con la Corsica, le norme proposte dalla Giunta regionale infatti non sono in alcun modo suscettibili di segnare una significativa inversione di tendenza della situazione attuale, che cioè da un lato consenta una più razionale gestione del settore e, dall'altro, dia risposte adeguate ai timori esistenti, soprattutto sul versante occupazionale, puntualmente emersi anche nel corso della recente discussione nell'aula consiliare della mozione numero 113. Se si rafforzano pertanto le considerazioni emerse in quella seduta provenienti da tutti i gruppi consiliari delle norme contenute nel disegno di legge numero 198, pare evidente il notevole distacco delle prime rispetto alle seconde. Tale situazione, avvalorata dalle stesse motivazioni addotte dalla Giunta regionale nella relazione illustrativa, che dopo aver sintetizzato il percorso legato alla vicenda societaria della Saremar conclude proponendo di modificare l'oggetto della Chrysler economico finanziario dalla privatizzazione della società di cabotaggio alla predisposizione delle procedure di gara ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio. Inoltre è opportuno evidenziare come la norma proposta avrebbe avuto una ragione in relazione alle finalità originarie di supporto alla procedura di privatizzazione della Saremar certamente complessa ed articolata, soprattutto nella corretta individuazione degli asset societari, assume tutt'altra valenza nelle attuali finalità, infatti rappresenta un forse inconsapevole giudizio di sfiducia nei confronti della struttura tecnica dell'assessorato regionale competente, evidentemente considerato non adeguato per gestire tale gara ad evidenza pubblica. Tale constatazione non costituisce certamente un buon viatico per il testo prodotto.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

Non ci sono iscritti a parlare.

Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Parere favorevole conforme alla relazione della maggioranza…

(Interruzione)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Per chiedere cinque minuti di sospensione prima di passare al passaggio agli articoli.

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 28, viene ripresa alle ore 13 e 35.)

Possiamo riprendere la seduta. Poiché non ho nessun iscritto metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, votazione elettronica. Grazie.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che la consigliera Forma ha votato a favore e che i consiglieri Cappellacci, Rubiu e Truzzu si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Arbau - Azara - Carta - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Agus - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lai - Locci - Peru - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 45

Votanti 26

Astenuti 19

Maggioranza 14

Favorevoli 26

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Supporto tecnico, economico-finanziario
e legale nei servizi di continuità territoriale marittima isole minori

1. Per le operazioni poste in capo all'Amministrazione regionale, conseguenti all'apertura della procedura di concordato preventivo della Saremar - Sardegna regionale marittima Spa, dichiarata dal Tribunale civile di Cagliari in data 15 gennaio 2015, nonché per l'affidamento del servizio di cabotaggio marittimo, è autorizzata l'individuazione di un soggetto specialistico idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico-finanziario e legale alla correlata procedura di gara.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Norma finanziaria

Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 1 della presente legge, valutati per l'anno 2015, in un importo non superiore a euro 150.000, si fa fronte mediante utilizzo di pari quota delle risorse già destinate agli interventi di cui all'autorizzazione di spesa disposta dall'articolo 5, comma 32, della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), così come modificato dall'articolo 1 della legge regionale 13 giugno 2014, n. 11 (Copertura degli oneri per la continuità territoriale delle isole minori) e dall'articolo 1 della legge regionale 11 dicembre 2014, n. 25 (Mantenimento dei livelli essenziali di servizio pubblico di trasporto marittimo con le isole minori. Modifiche all'articolo 5, comma 32, della legge regionale n. 7 del 2014), e iscritte in conto dell'UPB S07.06.001 (cap. SC07.0611) del bilancio di previsione della Regione per lo stesso anno.)

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, votazione elettronica. Grazie.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Arbau - Azara - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Agus - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lai - Locci - Peru - Pittalis - Randazzo - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 43

Votanti 24

Astenuti 19

Maggioranza 13

Favorevoli 24

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Fasolino si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Arbau - Azara - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Agus - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lai - Locci - Peru - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 46

Votanti 26

Astenuti 20

Maggioranza 14

Favorevoli 26

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 198/A.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Ganau si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Arbau - Azara - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Agus - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lai - Locci - Peru - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato per questo pomeriggio alle ore 16. Ricordo che è convocata immediatamente la Commissione d'inchiesta sulla sanità, che si riunisce adesso nell'aula qui a fianco, quella della Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è tolta alle ore 13 e 35.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Cocco Pietro sulla esclusione del Comune di Siliqua dalle sedi di seggio per le elezioni al Consorzio di bonifica del Cixerri. (19)

In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che in ottemperanza alla delibera della Giunta Regionale n. 46/18 del 21.11.2014 "L.R. n. 6/2008, art. 18, comma 4, il Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica del Cixerri con deliberazione n. 21 del 24.11.2014 ha sospeso il procedimento elettorale per il rinnovo del Consiglio dei Delegati del Consorzio di Bonifica del Cixerri.

La sospensione del procedimento è stata deliberata per poter dare avvio al procedimento di fusione dei Consorzi di bonifica del Basso Sulcis, Cixerri e Sardegna Meridionale.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Deriu - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas sull'attività dell'Agenzia AGRIS Sardegna. (37)

La Legge regionale 8 agosto 2006, n. 13: "Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura. Istituzione delle Agenzie AGRIS Sardegna, LADRE Sardegna e ARGEA Sardegna", agli artt. 8 e 9 disciplina le finalità e le funzioni di AGRIS Sardegna, come di seguito riportato:

Art. 8 - Finalità dell'Agenzia AGRIS Sardegna

L'Agenzia AGRIS Sardegna svolge e promuove la ricerca scientifica e applicata, la sperimentazione e l'innovazione tecnologica al fine di:

a) favorire uno sviluppo rurale sostenibile;

b) favorire lo sviluppo dei settori agricolo, agro-industriale e forestale;

c) accrescere la propria qualificazione competitiva nell'area della ricerca;

d) contribuire a tutelare e valorizzare la biodiversità vegetale ed animale.

Art. 9 - Funzioni dell'Agenzia AGRIS Sardegna

Per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 8, l'Agenzia AGRIS Sardegna svolge le seguenti funzioni:

a) promuove il trasferimento dei risultati ottenuti dalla propria attività alle imprese, in collaborazione con i soggetti preposti a tali funzioni;

b) collabora con le Università, gli Istituti e i laboratori del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e con altri Enti pubblici e privati di ricerca e assistenza tecnica nazionali ed internazionali, promuovendo a tal fine l'attività di formazione ed alta formazione del proprio personale scientifico;

c) svolge, nel rispetto delle norme che regolano i principi di libera e leale concorrenza e sulla base di apposite convenzioni, attività di ricerca per conto delle imprese dei settori agricolo, agro-industriale e forestale;

d) svolge attività a supporto della certificazione di qualità delle produzioni locali;

e) elabora con metodologie scientifiche i dati di filiera dei settori agricolo, agro-industriale e forestale e redige appositi rapporti;

f) svolge attività di formazione ed alta formazione di studenti, laureati e ricercatori, anche in collaborazione con le università, attraverso propri programmi di assegnazione di borse di studio e di ricerca;

g) può, sulla base di convenzioni quadro approvate dalla Giunta regionale, instaurare rapporti di collaborazione, consulenza, servizio e promozione con agenzie, enti regionali, enti locali e altre pubbliche amministrazioni;

h) svolge attività tecnico-scientifiche a supporto delle funzioni fitosanitarie regionali.

1. Cessazione dell'attività vivaistica

Come chiaramente rilevabile dalle premesse, la legge istitutiva, così come il successivo statuto, non prevede che l'Agenzia debba/possa svolgere attività vivaistica intesa in termini di produzioni destinate alla successiva diffusione per la realizzazione di impianti commerciali.

Conseguentemente, anche sulla base di specifiche linee di indirizzo da parte dell'organo politico competente, l'Agenzia ha da subito limitato consistentemente la sua azione in tal senso (attività svolta prevalentemente dall'ex Consorzio Interprovinciale per la Frutticoltura di CA, OR e NU e, in maniera molto più contenuta, dall'ex Consorzio Provinciale per la Frutticoltura di SS), salvaguardando i cicli produttivi in atto derivanti dai precedenti impegni programmatici.

Invero è stata mantenuta, fino ad oggi, una residua attività vivaistica finalizzata soprattutto alla valorizzazione di piccole quantità di materiale genetico locale di pregio, con particolare riferimento ad olivo e vite e a residuali produzioni di piante di agrumi e fruttiferi, queste ultime prevalentemente destinate ad azioni di collaudo di nuove varietà e portinnesti nelle aree vocate della Sardegna.

Per quanto riguarda la vite, si è posta l'esigenza di salvaguardia e valorizzazione delle produzioni di un campo di materiale di propagazione di categoria "base", il materiale più pregiato dal quale prende l'avvio la filiera vivaistica viticola certificata; si tratta di materiale vegetale del quale risulta "costitutore" anche l'ex Consorzio Interprovinciale per la Frutticoltura, presente presso l'azienda di Villasor.

In attesa di ulteriori sviluppi sulla destinazione di tale campo, è stata al momento attivata una convenzione con un'impresa vivaistica locale, che garantisce la propagazione e la diffusione di detto materiale genetico particolarmente richiesto anche dalla vivaistica nazionale.

L'attività vivaistica residuale di cui si è fatto cenno, ha consentito inoltre di salvaguardare finora alcune professionalità tecniche ed operative ricche di un patrimonio di esperienza vivaistica iniziata negli anni '30 del secolo scorso con l'istituzione degli ex Consorzi per la Frutticoltura.

Tale patrimonio di professionalità potrebbe essere utilmente impiegato per la professionalizzazione di operatori e tecnici nell'ambito di un auspicato sviluppo di attività vivaistiche imprenditoriali in Sardegna, che possano garantire la produzione e la diffusione del materiale di propagazione necessario all'arboricoltura da frutto dell'isola (vite, olivo, fruttiferi e agrumi). Ciò consentirebbe alla nostra Regione di svincolarsi dall'attuale dipendenza dalle produzioni extra-isolane che, oltre a non poter sovente garantire la fornitura di alcune specificità genetiche, rappresentano il veicolo per la rapida introduzione di pericolosi, spesso esiziali, nuovi parassiti.

Da ultimo corre l'obbligo di rappresentare che presso il Dipartimento per la ricerca nell'Arboricoltura dell'Agenzia Agris sono presenti, ormai in disuso, importanti superfici e relative strutture finalizzate alla produzione di piante in contenitore che potrebbero essere utilmente impiegate per favorire l'avvio di iniziative imprenditoriali in campo vivaistico, non potendosi neanche ipotizzare il riavvio delle stesse all'interno dell'Agenzia.

2. Estensioni di terre incolte che possano essere concesse e coltivate da operatori privati.

La particolare mission di Agrìs, richiamata in premessa e specifica di una struttura che opera nell'ambito della ricerca e della sperimentazione applicata, ha comportato come prima conseguenza il mutamento di attività statutarie proprie di alcuni ex Enti in essa confluiti, principalmente degli ex Consorzi per la Frutticoltura succitati.

Tale circostanza ha generato inevitabilmente un eccesso di base territoriale aziendale per lo svolgimento delle funzioni di istituto, tant'è che con atto ricognitivo e di riordino del patrimonio aziendale compiuto durante i primi mesi di vita dell'Agenzia, sono stati identificati sia le aziende che i terreni ritenuti indispensabili per le proprie attività istituzionali.

La delibera di Giunta n. 73/2 del 20.12.2008 a firma del Presidente Soru e il decreto n. 22 del 12.06.2009 a firma del Presidente Cappellacci, individuano di fatto i beni immobili riconosciuti strettamente funzionali alle attività attribuite all'Agenzia AGRIS Sardegna, ai fini della costituzione del suo patrimonio; in tali elenchi però non sono presenti i beni trasferiti dall'Agenzia Laore ad Agris per effetto dell'acquisizione del Dipartimento per l'Incremento Ippico, avvenuta il 01.01.2009.

Risulta quindi che la dotazione patrimoniale iniziale dell'Agenzia, a tale data e relativa ai 5 dipartimenti di ricerca, è costituita da 26 aziende in totale, di cui 12 ritenute funzionali alle attività istituzionali, 7 ritenute non funzionali e 7 non valutate.

Nel corso degli anni, alcune aziende non funzionali sono state dismesse; in particolare sono state cedute alla Regione Autonoma della Sardegna - Assessorato Enti Locali le aziende di La Crucca e Rumanedda (atto del 07.02.2011) di complessivi ha 66, e ai Comuni di Uta e Villaspeciosa le aziende di Uta1 e Uta2 (atto del 07.03.2013) di complessivi ha 32.

Pertanto, allo stato attuale e al netto delle avvenute dismissioni, l'Agenzia dispone di una base territoriale complessiva di circa 4.100 ettari, ripartiti tra 22 aziende, di cui 12 riconosciute strettamente funzionali alle attività statutarie attribuite (per un totale di 2.396 ettari), 3 ritenute non funzionali (in totale 233 ettari) e 7 non valutate ai sensi del citato DPGR 22/2009 (in totale 1.461 ettari).

Per tutti i terreni dichiarati non funzionali, l'Agenzia ha messo in atto le dovute procedure per la riconsegna al competente al Servizio Demanio e patrimonio dell'Assessorato degli Enti Locali, al momento in fase di avanzata esecuzione.

Si segnala infine che la sottoscritta con nota n. 826/GAB del 17.07.2014, ha richiesto all'Agenzia Agris i dati e le superfici relativi ai terreni incolti eventualmente presenti all'interno delle sue aziende, al fine di poter valorizzare le terre pubbliche e creare nuova occupazione.

Al momento risulta essere in corso una attenta ricognizione per definire le particelle catastali oggetto di eventuale dismissione.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Tedde sulla paralisi di AGRIS, ARGEA e LAORE indotta dalla cessazione dei direttori generali delle agenzie, senza previsione della loro sostituzione. (48)

In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che a seguito della seduta della Giunta Regionale del 2 luglio 2014 sono stati nominati i Direttori per le Agenzie Argea e Laore, rispettivamente Dott. Agr. Gianni Ibba e la Dott.ssa Agr. Maria Ibba.

Entrambi i Direttori provengono dall'Agenzia Laore Sardegna: Gianni Ibba dal Servizio Colture Arboree e Ortofrutticole, Maria Ibba dal Dipartimento per la Multifunzionalità dell'impresa agricola, per lo sviluppo rurale e per la filiera agroalimentare.

Per quanto riguarda l'Agenzia Agris Sardegna nella seduta della Giunta Regionale del 26 settembre 2014 è stato nominato il Direttore Dott. Raffaele Cherchi proveniente dal Dipartimento di ricerca per l'incremento ippico della stessa Agenzia.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione TRUZZU sulla situazione del personale dell'Associazione regionale allevatori. (60)

Come dichiarato in aula Consiliare nel dibattito svoltosi in data 30.07.2014 si ribadisce che la situazione del personale dell'Associazione regionale allevatori è un problema che risale all'anno 2006.

Pur riconoscendo il ruolo fondamentale svolto dai dipendenti dell'Aras, con un grosso contributo dato alla crescita del comparto agro zootecnico sardo, si evidenzia che il problema si è creato nel 2010 con gli atti di indirizzo nazionale sul contenimento della spesa che hanno messo paletti rigidi per le assunzioni nella pubblica amministrazione.

Nel merito della futura riforma delle agenzie agricole, nell'ambito della più ampia riforma della pubblica amministrazione, tenendo conto che i vincoli della spesa sono da sempre sotto la lente di ingrandimento del controllo della Corte dei conti, si potrà capire meglio come intervenire per risolvere il problema dei dipendenti dell'Ara.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Rubiu sugli effetti provocati dall'embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari. (140)

In seguito all'embargo imposto dalla Russia, l'Unione Europea ha approvato tre Regolamenti:

1. Reg.to UE n. 913/2014 che istituisce misure di sostegno eccezionali a carattere temporaneo per i produttori di pesche e nettarine: il regolamento e le disposizioni operative sono state divulgate dal Servizio competente dell'Assessorato ma non è pervenuta sinora alcuna istanza di aiuto.

2. Reg.to UE n. 932/2014 che istituisce misure di sostegno eccezionali a carattere temporaneo per i produttori di taluni ortofrutticoli. Il regolamento e le disposizioni operative sono state divulgate dal Servizio competente dell'Assessorato. La Commissione UE ha informato gli Stati membri del superamento del budget stanziato a seguito delle notifiche fra il 4 e l'8 settembre. Tale intervento è stato quindi chiuso e sostituito con nuovo regolamento n. 1031/2014 sul quale non è arrivata nessuna richiesta di rimborso, detto regolamento è stato modificato dal Regolamento delegato (UE) n. 1371/2014 del 19.12.2014 riguardante le misure di sostegno eccezionali a carattere temporaneo per taluni prodotti ortofrutticoli, stabilendo un ulteriore periodo di partecipazione al programma di sostegno che va dal 1 gennaio 2015 al 30 giugno 2015, salvo il caso di esaurimento anticipato degli ulteriori quantitativi fissati, ad oggi non sono arrivate richieste.

3. Reg.to UE n. 950/2014 che istituisce un regime eccezionale e temporaneo di aiuto all'ammasso privato dei formaggi. Il regolamento e le disposizioni operative sono state divulgate dal Servizio competente dell'Assessorato. Successivamente il regolamento è stato abrogato dal Reg. to n. 992/2014. Alcuni produttori di DOP della Sardegna hanno fatto richiesta prima dell'abrogazione pertanto accederanno all'aiuto.

Tutti i regolamenti comunitari citati, sono stati opportunamente divulgati tramite avvisi sul sito internet e mail alle OP e OOPPAA.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Rubiu in merito alle problematiche relative all'amianto. (181)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.

In riferimento ai primi due punti dell'interrogazione, si evidenzia che con Deliberazione n. 53/15 del 29 dicembre 2014 la Giunta Regionale ha adottato il Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell'ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto (PRA).

Il PRA è attualmente sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e si prevede che venga approvato in tempi brevi.

Gli obiettivi del PRA, come indicati nella suddetta deliberazione, possono essere così riassunti:

- assicurare la salute delle persone e la promozione del benessere dei cittadini;

- garantire condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza sui luoghi di lavoro, rilevando eventuali situazioni di pericolo derivanti dalla presenza dell'amianto;

- assicurare il mantenimento e la funzionalità del Centro operativo regionale per la rilevazione dei casi di mesotelioma in Sardegna, presso l'Osservatorio regionale epidemiologico;

- mantenere l'attività già in essere di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto;

- favorire l'adeguamento dei dati del censimento-mappatura del siti con amianto presente sul territorio regionale alle Linee Guida Ministeriali e sostenerne l'aggiornamento periodico;

- definire, in funzione delle classi di priorità degli interventi, modalità e tempi per l'effettuazione delle operazioni di bonifica e smaltimento dei materiali contenenti amianto sia ad opera di soggetti pubblici che privati;

- definire modalità di gestione dei rifiuti derivanti dalle operazioni di bonifica dei materiali contenenti amianto;

- definire le modalità e l'entità delle risorse finanziarie da assegnare alle Province, ai Comuni, alle Aziende sanitarie locali e agli altri organi per assicurare la dotazione strumentale necessaria per lo svolgimento delle funzioni previste dal Piano, così come definite nell'ambito della L.R. n. 22/2005;

- regolamentare e semplificare l'attività di formazione professionale per gli addetti alle attività di rimozione e di smaltimento dell'amianto, di bonifica delle aree interessate, per il rilascio di titolo di abilitazione ex art 10 del D.P.R. 8.8.1994;

- individuare le sinergie con le altre sezioni in cui si articola il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti al fine di garantire, soprattutto per quel che riguarda in particolare i rifiuti speciali, una gestione integrata dei rifiuti provenienti dalla bonifica dei materiali contenenti amianto;

- prevedere la realizzazione di campagne informative finalizzate alla sensibilizzazione dei cittadini sul problema amianto.

Le azioni del PRA si possono riassumere sinteticamente nelle seguenti:

a) l'implementazione del censimento dei siti da bonificare;

b) la sorveglianza sanitaria degli ex esposti;

c) l'applicazione delle corrette tecniche di bonifica e smaltimento dei rifiuti;

d) ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili;

e) la formazione degli operatori;

f) l'informazione del pubblico interessato;

g) la semplificazione delle procedure per la rimozione di piccole quantità di amianto provenienti da civili abitazioni.

In relazione alla mancanze di fondi nel bilancio 2015 si evidenzia che a causa delle restrizioni finanziarie non è stato possibile prevedere uno specifico stanziamento di risorse nei capitoli dell'assessorato della Difesa dell'Ambiente, fermo restando che è stato trasmesso alla Presidenza della Giunta - Referente programma iscol@ da parte dell'Assessore della difesa dell'Ambiente congiuntamente all'Assessore dell'Igiene e Sanità l'elenco gli edifici scolastici contenenti amianto, al fine di un loro inserimento nell'ambito del programma straordinario di edilizia scolastica.

Si fa presente tuttavia che una volta approvato il Piano di bonifica dell'amianto sarà possibile prevedere un'apposita posta di bilancio nell'anno 2016 per l'attuazione delle azioni previste nello strumento di pianificazione.

Si precisa che la mappatura di tutti gli edifici pubblici di competenza dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sodale è stata già completata, mentre per la mappatura degli edifici privati con coperture in amianto è prevista l'attivazione da parte dell'assessorato della Sanità un'apposita gara d'appalto per il telerilevamento delle coperture in eternit in tutta la regione. Si fa presente che la sorveglianza sanitaria è competenza dell'Assessorato dell'Igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

In riferimento ai punti 3 e 4 dell'interrogazione in oggetto si comunica che la competenza è in capo all'Assessorato dell'igiene: e sanità e dell'assistenza sociale che potrà fornire le necessaria informazioni a riguardo.

In riferimento al punto 5 dell'interrogazione, si rappresenta che la Conferenza regionale amianto si è tenuta ad Oristano in data 20 febbraio 2015, e che gli strumenti per promuovere una capillare e diffusa sensibilizzazione sulla problematica amianto sono previsti nel Piano di bonifica dell'amianto adottato con la suddetta Deliberazione della Giunta Regionale n. 53/15 del 29 dicembre 2014.

Infine, per quanto riguarda il punto 6 dell'interrogazione l'istituzione di un tariffario regionale con stipula di convenzioni con le imprese di bonifica è una delle ipotesi di studio valutate nel suddetto piano della bonifica dell'amianto, che verrà appositamente sviluppato nel periodo di attuazione dello stesso.

Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Tocco in merito alla stringente attività di riscossione effettuata da Equitalia. (204)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, nel condividere quanto rappresentato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nella nota prot. 48693 del 23.12.2014. anche a seguito del parere espresso dalla Direzione Generale dei Servizi Finanziari - Servizio Credito, si ritiene utile effettuare alcune osservazioni.

1. La sostituzione di Equitalia, anche solo a livello isolano, non consentirebbe alla Regione di disciplinare la riscossione coattiva in maniera autonoma, essendo tale materia competenza esclusiva dello Stato. Infatti esiste la competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell'art. 117 Cost.

- lettera e) in materia di "sistema tributario e contabile dello Stato", che esplica i suo. Effetti sulla gestione dei tributi devoluti, compartecipati e derivati , e

- lettera i) "giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale, giustizia amministrativa", tra cui rientrano senz'altro le procedure di riscossione coattiva a , mezzo ruolo.

2. Con riferimento al nuovo sistema di remunerazione dell'Agente di riscossione, è d'obbligo precisare che lo stesso non è ancora operativo, in quanto non è stato ancora emanato il decreto MEF di cui all'art.10, comma 13 quater del D.L. 201/2011. A tal riguardo il Dipartimento delle Finanze nel rispondere all'interrogazione con risposta immediata in Commissione n.5.01434 del 12.11.2013, sottolinea che dai dati pervenuti e dagli incontri intercorsi con i rappresentanti delle amministrazioni cointeressate , è apparso difficilmente ipotizzabile uno schema di decreto che porti ad una riduzione dell'attuale remunerazione degli agenti della riscossione (8% degli importi riscossi coattivamente). Una ulteriore riduzione della remunerazione, in sostanza, non consentirebbe la copertura dei costi, a scapito del funzionamento dell'attività.

3. In ogni caso, graveranno sempre sul debitore i costi delle procedure esecutive, determinate sulla base di una tabella approvata con D.M. 21 novembre 2000.

Il Capo di Gabinetto

Anna Pireddu

OGGETTO: Consiglio regionale della Sardegna. Interrogazione n. 204/A (TOCCO) - attività di riscossione effettuata da Equitalia.

Con la nota in riferimento, codesta Presidenza della Regione autonoma della Sardegna ha chiesto elementi in ordine all'interrogazione in oggetto indicata.

L'interrogazione rivolta al Presidente della Regione, concerne l'attività di riscossione posta in essere da Equitalia S.p.a; in particolare l'interrogante, ritiene che a fronte della grave crisi economica che attraversa l'Isola, detta Società, insensibile alle esigenze dei contribuenti, contribuisce ai fallimenti delle imprese e alla disperazione delle famiglie mediante il sequestro di immobili e di beni mobili. Inoltre, lamenta che :

"le procedure esattive di Equitalia si contraddistinguono per l'abnorme peso delle sanzioni accessorie, degli interessi e degli altri costi;"

"l'ente provvede ad aumentare continuamente, annualmente, i tassi di interessi di mora";

"le soluzioni dilatorie si rilevano il più delle volte pesanti e insormontabili".

Ciò posto, chiede al Presidente della Regione "di intervenire con urgenza nei confronti del Governo, per sospendere almeno temporaneamente questa trasfusione forzata da parte di Equitalia" ovvero di valutare la strada della possibile istituzione di un ente che possa sostituire Equitalia, anche a livello isolano".

Al riguardo, si ritiene opportuno precisare preliminarmente che la riscossione coattiva è disciplinata dalla legge ed ad essa devono attenersi gli agenti della riscossione nell'espletamento di tale attività. L'ambito discrezionale degli agenti della riscossione è rigorosamente limitato dalle disposizioni legislative in materia. Perciò, gli agenti della riscossione di Equitalia sono tenuti ad applicare le disposizioni contenute nel d.P.R 29 settembre 1973, n. 602, concernente "Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito", il d.lgs. 26 febbraio 1999, n. 46, concernente il riordino della disciplina della riscossione tramite ruolo, il d. lgs 13 aprile 1999, n. 112, concernente il riordino del servizio della riscossione, l'articolo 3 del D.L 30 settembre 2005, n. 203, nonché, tutte le altre disposizioni contenute negli altri provvedimenti legislativi concernenti la riscossione coattiva. Conseguentemente la disciplina delle sanzioni, degli interessi, degli oneri, delle rateazioni e della stessa procedura esecutiva conseguente all'inadempimento dell'obbligazione tributaria, è prevista da disposizioni legislative che gli agenti della riscossione devono applicare.

Ciò posto, premesso che eventuali modifiche della normativa vigente in materia implicano valutazioni politiche che esulano dall'ambito di competenza della scrivente, si ritiene doveroso sottolineare come gli interventi normativi degli ultimi anni, in considerazione della pesante crisi economica che attanaglia il Paese sono stati orientati nel senso tutelare maggiormente i debitori in difficoltà e di rendere meno gravose le procedure di riscossione coattive. Così, l'articolo 52, concernente "Disposizioni per la riscossione mediante ruolo" del decreto legge n. 69 del 2013 ha apportato modifiche al D.P.R. n. 602 del 73. In particolare, le modifiche hanno riguardato l'articolo 19 in materia di rateazioni, gli articoli 52, 78, 80 e 85, che disciplinano il procedimento di vendita dei beni pignorati; l'articolo 62, che detta disposizioni sui beni pignorabili; l'articolo 72-ter in materia di limiti di pignorabilità; l'articolo 76 in materia di espropriazione immobiliare e 77 in materia di ipoteca.

A seguito delle richiamate disposizioni è aumentata la durata delle rateazioni concesse dall'agente della riscossione fino a 120 rate mensili. Il contribuente che si trova in difficoltà a saldare il debito in un'unica soluzione può chiedere a Equitalia di pagare a rate le somme iscritte a ruolo secondo:

- un piano di rateazione ordinario fino a un massimo di 72 rate mensili (6 anni);

- un piano di rateazione straordinario fino a un massimo di 120 rate mensili (10 anni), nei casi di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea alla propria responsabilità.

La decadenza dal beneficio della rateazione, inoltre, non consegue più al marcato pagamento di due rate consecutive, ma di otto rate, anche non consecutive.

Inoltre, è stato previsto che l'espropriazione immobiliare non può essere avviata, a prescindere dal valore del debito per cui si procede, se l'immobile risulta essere l'unico di proprietà del debitore e lo stesso vi risieda anagraficamente (con esclusione dei fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9). Per gli immobili diversi da quelli dì cui sopra viene inoltre previsto un limite all'espropriazione esattoriale che non potrà procedere quando l'importo complessivo del credito non supera i 120 mila euro.

Il decreto "del fare" ha inoltre esteso il limite di pignorabilità dei beni strumentali, nel limite di un quinto, di imprese e professionisti individuali previsti nel codice di procedura civile anche alle società, siano esse di capitali che di persone, e agli altri enti, per i quali il fattore capitale prevale sul fattore lavoro. Infine, sono state rafforzate le tutele nell'applicazione del "fermo amministrativo".

Si fa presente, inoltre, che altre modifiche normative sono in itinere nella legge di stabilità e in attuazione dell'articolo 8 della Legge delega 11 marzo 2014, che prevede la possibilità di ridurre le sanzioni per le fattispecie di reato meno gravi o di applicare sanzioni amministrative anziché penali tenuto conto di adeguate soglie di punibilità.

Si ritiene opportuno evidenziare, infine, come L'articolo 10, comma 13-quater, lett. a, del d.l. n. 201 del 2011, ha modificato il sistema di remunerazione del servizio di riscossione disciplinato dall'articolo 17 del D.Lgs. n. 112 del 1999 ed ha previsto, in luogo del sistema d'aggio, l'attribuzione agli Agenti della riscossione di un rimborso dei costi fissi risultanti dal bilancio certificato, da calcolarsi annualmente con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in misura percentuale delle somme iscritte a ruolo riscosse e dei relativi interessi di mora, anche in rapporto a indicatori di produttività ed efficienza dell'Agente della riscossione.

Ministero dell'Economia e delle Finanze

Dipartimento delle Finanze

IL DIRETTORE

Paolo Puglisi

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Cappellacci - Cherchi Oscar - Peru - Fasolino - Locci - Tedde - Tunis - Randazzo in merito alla sospensione del bando per l'accesso al microcredito. (218)

1. In merito alle cause che hanno determinato la sospensione del quarto Avviso pubblico di attuazione del Fondo "Microcredito FSE", fino al completamento del processo di istruttoria, esse sono riconducibili ai seguenti elementi, peraltro puntualmente esplicitati nella Determinazione n.45585/DET/6044 del 28.11.2014 della Direzione generale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale:

- ricognizione, operata dal Soggetto Gestore del Fondo "Microcredito FSEI del numero di istanze di ammissione al finanziamento pervenute e del relativo potenziale finanziamento concedibile (con risorse finanziarie a valere sulla consistenza residua del Fondo e, più nello specifico, con risorse impegnate ai fini dell'attuazione del IV Avviso pubblico con una dotazione di 10 Meuro):

- informativa del Soggetto Gestore all'Autorità di gestione del PO FSE Sardegna 2007/13, ai sensi dell'Accordo di Finanziamento che regola il funzionamento del Fondo, circa l'ammontare di risorse richieste di cui al punto precedente, considerevolmente superiore alle risorse finanziarie impegnate ai fini dell'attuazione del IV Avviso pubblico.

2. Il numero di domande di ammissione a finanziamento, alla luce della reportistica periodica e della Relazione 2014 presentata dal Soggetto gestore all'Autorità di Gestione, è complessivamente pari a 10.230, di cui 2.047 relative al IV Avviso pubblico di attuazione (pari a quasi 49 Meuro di dotazione richiesta).

3. In considerazione della Deliberazione G.R. n. 8/23 del 24 febbraio 2015, con la quale la Regione ha previsto la destinazione di ulteriori € 6.000.000 a beneficio del Fondo, una volta esitato il processo dì istruttoria delle istanze di finanziamento, certamente il Fondo avrà una disponibilità finanziaria tale da poter convogliare risorse verso ulteriori beneficiari; in tal senso, sarà attentamente valutata la possibilità di operare uno scorrimento delle graduatorie di ammissibilità a finanziamento.

Preme, infine, richiamare il carattere rotativo del Fondo, le cui dinamiche di attuazione seguono la logica "a sportello tipica degli strumenti di ingegneria finanziaria e non già la tipica calendarizzazione - con scadenze esplicitamente fissate a priori - tipica di diverse forme d'intervento pubblico. Dando atto del rilievo delle tematiche oggetto dell'interrogazione, si ritiene di aver esaudito, per punti, tutti gli aspetti conoscitivi che ne costituivano l'oggetto.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Arbau - Azara - Ledda - Perra sulla necessità di dare attuazione all'accordo di programma Consorzio latte di Macomer. (231)

In relazione all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede all'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, e l'Assessore regionale all'agricoltura e riforma agro-pastorale al fine di conoscere se non ritengano opportuno definire nel più breve tempo possibile i problemi ancora aperti al fine di attuare in termini operativi gli obiettivi previsti dall'accordo di programma; quali urgenti provvedimenti intendano assumere al fine di consentire l'immediata riassunzione dei lavoratori del Consorzio Latte, si comunica quanto segue:

In data 14/01/2015 è stato firmato l'accordo per il reimpiego dei lavoratori dell'ex Consorzio latte di Macomer. L'intervento, frutto di una efficace collaborazione tra pubblico e privato, riguarda 10 lavoratori fuoriusciti dal ciclo produttivo e dal regime degli ammortizzatori sociali. L'inserimento all'interno di una realtà aziendale molto importante, quale è la Ditta Forma, si concretizza con un programma di apprendimento "on the job" con l'avvenuto avvio dei tirocini per i lavoratori.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Truzzu sull'attuazione della deliberazione della Giunta regionale 49/22 del 9 dicembre 2014 "Direttive per il rilascio delle concessioni demaniali marittime nel Golfo di Olbia". (251)

In riferimento all'interrogazione in oggetto si forniscono le seguenti risposte, in ordine rispetto alle richieste presentate:

Elementi di risposta in relazione al primo punto

L'Assessorato ha necessariamente operato al fine di garantire la legittimità della procedura ad evidenza pubblica per la concessione demaniale marittima nel Golfo di Olbia, anche con riferimento ai requisiti di partecipazione ed agli obblighi di pubblicità.

In particolare, sarebbe stata ovviamente illegittima una riserva di partecipazione a favore delle sole imprese Sarde.

Inoltre, anche in caso di frazionamento dell'area in lotti oggetto di separate procedure, sarebbe stato illegittimo limitare la partecipazione di un richiedente ad un solo lotto.

Da questo punto di vista pertanto nulla sarebbe cambiato anche in caso di frazionamento in lotti, considerato che gli obblighi di pubblicità sarebbero stati gli stessi e che uno stesso richiedente avrebbe potuto partecipare per tutti i lotti.

Elementi di risposta in relazione al secondo punto

L'ordine del giorno del Consiglio regionale n. 10 approvato il 18.06.2014 impegna la Giunta a favorire l'accesso delle piccole-medie imprese al sistema degli appalti pubblici, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, così come modificato dalla legge n. 98 del 2013.

Da un punto di vista procedurale, la deliberazione della Giunta Regionale n. 49/22 richiama i principi comunitari di libera concorrenza, di trasparenza e di parità di trattamento, ma non direttamente il Codice degli Appalti, che non trova diretta e totale applicazione per i procedimenti di concessione demaniale marittima.

D'altra parte, le modifiche al Codice degli Appalti hanno inteso favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese, tramite il frazionamento delle gare in lotti, tenuto conto dei requisiti di ammissibilità posseduti da tali tipologie di imprese. Ma il frazionamento non preclude la eventuale partecipazione di grandi imprese alle medesime gare.

L'eventuale frazionamento in lotti dell'Avviso per la concessione demaniale nel Golfo di Olbia non avrebbe tutelato in alcun modo le piccole e medie imprese sarde, in quanto per tale tipo di procedure non si pone un problema di requisiti dimensionali ai fini dell'accesso alla procedura ed in quanto comunque sarebbe illegittima l'esclusione di imprese maggiormente dimensionate. Piuttosto, realizzare forme di aggregazione potrebbe consentire alle imprese Sarde di fare "massa critica" nella partecipazione ad una procedura comparativa in cui non può assumere rilievo il prezzo offerto ma rilevano invece altri fattori quali la capacità organizzativa, gli investimenti, l'esperienza, le ricadute occupazionali, ecc.

Le motivazione in forza di cui si è ritenuto di procedere, nell'ambito del Golfo di Olbia, attraverso l'assentimento in concessione dell'area idonea all'esercizio dell'attività di molluschicoltura complessivamente considerata, sono state comunque esplicitate dalla deliberazione della G.R. n. 49/22 del 09.12.2014:

"consentirne una gestione unitaria da parte di un unico concessionario, favorendo in tal modo forme di raggruppamento degli operatori del settore, un più razionale sfruttamento delle aree, la realizzazione di economie di scala e pertanto l'accrescimento della competitività del sistema. La carenza di una gestione unitaria delle attività, con conseguente eventuale parcellizzazione delle concessioni degli specchi acquei, può costituire infatti un limite alla migliore utilizzazione degli stessi e alla valorizzazione produttiva".

Elementi di risposta in relazione al terzo punto

Premesso che la massima trasparenza, concorrenza e partecipazione è stata garantita rispettando i principi e le regole dell'evidenza pubblica, giova precisare che l'eventuale frazionamento della procedura in lotti non avrebbe comunque potuto stabilire il divieto di concorrere a più di un lotto, in quanto tale divieto sarebbe illegittimo.

Elementi di risposta in relazione al quarto punto

La licenza regionale riguarda la pesca, professionale o sportiva, nelle acque interne e non può essere pertanto utilizzata nelle zone di mare territoriale.

Per quanto riguarda la compatibilità con altre attività di pesca, gli specchi acquei destinati ad attività di molluschicoltura all'interno del Golfo di Olbia sono stati individuati a seguito di un intenso lavoro istruttorio e programmatorio che ha coinvolto l'Assessorato e le Autorità Statali competenti per quell'area di mare, e cioè la Capitaneria di Porto di Olbia e l'Autorità Portuale. La delibera ha tenuto necessariamente conto del parere espresso da tali Autorità, garantendo la maggiore estensione possibile degli specchi acquei da assentire in concessione, anche per la finalità di ottenere le migliori ricadute possibili in termini di posti di lavoro.

Elementi di risposta in relazione al quinto punto

La determinazione n. 26530/2375 del 23.12.2014 da atto che il D.Lgs. n. 163 del 12 aprile 2006 concernente "Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive comunitarie 2004/17/CE e 2004/18/CE" e successive modifiche e integrazioni, si applica alla procedura limitatamente ai principi generali e alle sole disposizioni espressamente richiamate nell'avviso pubblico e nella disciplina della concessione allegata allo stesso.

Ad ogni buon conto, la determinazione dirigenziale da esecuzione alla deliberazione della G.R. n. 49/22 del 09.12.2014, ove sono esplicitate le motivazione in forza di cui si è ritenuto di procedere, nell'ambito del Golfo di Olbia, attraverso l'assentimento in concessione dell'area idonea all'esercizio dell'attività di molluschicoltura complessivamente considerata.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Tocco sull'attività di pesca e sui rigidi controlli sugli operatori in Sardegna. (254)

Come più volte rappresentato dagli stessi organi di vigilanza, le ispezioni rientrano nell'ordinaria attività di controllo di competenza di tali soggetti, che viene effettuata sulla base delle disposizioni normative vigenti e da ultimo in attuazione del Regolamento (UE) n. 1379/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013 relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura (OCM).

Tali verifiche sono oltretutto sistematicamente effettuate unitamente ad un intensa attività di prevenzione volta a tutelare gli operatori che lavorano nel rispetto delle regole e a contrastare il dilagare della pesca abusiva.

In riferimento alle disposizioni comunitarie relative alla tracciabilità e all'etichettatura dei prodotti della pesca si evidenzia che la finalità di tali norme è quella di far acquisire adeguata consapevolezza ai consumatori in merito al valore alimentare del pesce, alla grande varietà di specie disponibili nonché garantire la comprensione delle informazioni contenute nelle etichette.

La tutela e soprattutto l'informazione dei consumatori - anche tramite campagne di commercializzazione e di educazione alimentare - costituiscono infatti il presupposto fondamentale perché l'OCM ed la stessa politica comune della pesca abbiano successo. Al fine di permettere ai consumatori di effettuare scelte informate, è necessario quindi che vengano loro fornite informazioni chiare e complete, tra l'altro, sull'origine e sul metodo di produzione dei prodotti.

Al fine di tutelare il consumatore, le autorità nazionali competenti sono dunque tenute a controllare e assicurare il rispetto degli obblighi comunitari in materia.

Le attività di controllo unitamente al rispetto delle regole sulla tracciabilità sono del resto l'unico mezzo anche per contrastare il fenomeno dell'abusivismo, come del resto denunciato anche da molti pescatori professionali, e da ultimo segnalato con forte preoccupazione nella nota congiunta inviata all'Assessore dalle Associazione di pescatori professionali subacquei in riferimento alla pesca del riccio di mare.

La pesca illegale da parte di operatori non autorizzati e pescatori cosiddetti "sportivi" costituisce infatti un gravissimo problema in quanto determina effetti negativi sul mercato con evidenti ripercussioni sul prezzo dei prodotti e contribuisce a creare forti disagi per la categoria nonché concorre al depauperamento delle risorse alieutiche.

Pertanto gli operatori regolari auspicano un rafforzamento delle attività di vigilanza che possano tutelare chi lavora onestamente, nel rispetto della tracciabilità e di tutte le disposizioni normative vigenti.

Come più volte rappresentato, si auspica che ci sia un adeguato coordinamento degli organismi preposti al controllo e che le modalità con cui vengono effettuate le ispezioni siano tali da minimizzare il disagio arrecato agli operatori.

Per quanto concerne gli strumenti finanziari volti a sostenere il settore si ricorda che nell'ambito della scorsa programmazione tramite il Fondo Europeo della Pesca (FEP 2007-2013) di cui al Regolamento (CE) 1198/2006 del Consiglio del 27 luglio 2006 sono state attivate diverse misure volte a finanziare sia l'ammodernamento delle imbarcazioni da pesca che i settori della commercializzazione e della trasformazione - vedasi bandi misura 1.3 "investimenti a bordo dei pescherecci", misura 2.3 "Trasformazione e commercializzazione", misura 3.4 "Sviluppo mercati e campagne consumatori" - nonché la diversificazione e la multifunzionalità - bando misura 1.5 "Compensazione socio economica per la gestione della flotta da pesca comunitaria" - anche se a causa di svariate criticità - tra cui per la misura 1.5 la limitata disponibilità finanziaria delle imprese, nonché problematiche legate all'accesso al credito - il successo di alcune delle misure sopracitate è stato limitato.

Inoltre attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP 2014 -2020), che rappresenta il nuovo strumento finanziario comunitario la cui attuazione è ancora in fase iniziale, sarà possibile finanziare e sostenere gli operatori con misure volte a incentivare la sostenibilità sociale ed economica, la crescita e l'occupazione, con misure ad hoc per la flotta costiera artigianale (servizi di consulenza, aiuti all'avviamento delle imprese, ammodernamento dei pescherecci) e un interesse centrale per lo "sviluppo locale".

Per quanto riguarda il fondo di solidarietà in caso di eventi eccezionali si evidenzia che la Legge Regionale 14 aprile 2006, n. 3 art. 11 ha istituito un Fondo di Solidarietà Regionale della Pesca -vedasi il decreto dell'Assessore dell'agricoltura n. 002070/DecA/85 del'11 AGOSTO 2009 "Criteri e modalità per l'attuazione e la gestione del Fondo di Solidarietà Regionale della Pesca (art. 11, Legge Regionale 14 aprile 2006, n. 3, escluso comma 4)" - che prevede un aiuto fino al 100% per compensare i danni materiali subiti dalle imprese di pesca e di acquacoltura.

Infine per quanto riguarda la richiesta dei dati relativi alla pesca in Sardegna si allega un estratto del lavoro relativo alla pesca artigianale redatto nell'ambito del Progetto strategico MA_R_TE + del P.O. Italia-Francia marittimo 2007-2013, finalizzato a favorire lo sviluppo congiunto dell'innovazione e dell'imprenditorialità, all'interno di un più ampio spazio mediterraneo. A conclusione del progetto è stato redatto un documento di sintesi che, partendo dall'analisi dello stato di salute delle risorse ittiche, evidenzia le esigenze conoscitive sul settore pesca nelle diverse realtà locali e descrive e compara i modelli di governance sinora attuati nelle quattro regioni coinvolte (Sardegna, Toscana, Liguria e Corsica). Grazie a tale progetto inoltre è stato messo a punto un piano di monitoraggio integrativo rispetto a quelli esistenti, finalizzato ad acquisire conoscenze di dettaglio su naviglio, catture e problematiche della pesca artigianale. Infatti La gestione della pesca su piccola scala (es. Piani di Gestione Locali) necessita di conoscenze di dettaglio sulla diversificazione e specificità del settore, che l'attuale sistema di monitoraggio (Reg. UE 199/2008) non riesce ad acquisire con sufficiente accuratezza.

Il documento allegato è agli atti del Consiglio.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Meloni sull'effettiva necessità dello svuotamento degli invasi e laghetti collinari in capo all'Ente foreste e sulle ripercussioni sulla campagna antincendi e sul benessere della fauna selvatica. (260)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle considerazioni della Direzione Generale dell'Ente foreste della Sardegna, si rappresenta quanto segue.

Con LR. 12/2007 la Regione Sardegna, ha regolamentato tutte le opere di sbarramento dei manufatti di ritenuta, realizzati con l'impiego di ogni tipo di materiale, in alveo o fuori alveo, destinati alla formazione di volumi di invaso che, secondo le definizioni della Legge 183/89 e s.m.i., "non superano i 15 m di altezza e che determinano un invaso non superiore ad 1.000.000 m"".

L'Ente Foreste della Sardegna, ha effettuato il censimento degli invasi presenti nei perimetri forestali gestiti ai sensi della L.R, 24/1999 rilevando 53 bacini.

Per 29 di questi, ai sensi della normativa sopra citata, sono state inoltrate ai competenti Uffici della Regione Sardegna (RAS) le richieste di prosecuzione all'esercizio corredate dalle "relazioni tecniche descrittive necessarie per la domanda di approvazione tecnica in via di sanatoria, le perizie giurate e la documentazione integrativa".

Successivamente sono stati eseguiti vari sopralluoghi congiunti EFS - RAS (Genio Civile -Assessorato ai Lavori Pubblici) per la verifica tecnica dello stato di fatto delle opere.

Sulla base di quanto emerso e dall'analisi documentale degli elaborati progettuali, l'Assessorato dei Lavori Pubblici ed i Servizi territoriali del Genio Civile, hanno inviato, ognuno per le proprie competenze, delle prescrizioni relative ai serbatoi in esame.

Tali prescrizioni, basate sulle direttive tecniche adottate dalla Direzione Generale dell'Assessorato dei Lavori Pubblici nel 2011, emerge l'elevata onerosità degli interventi di messa a norma; infatti l'applicazione delle citate direttive impone delle opere di adeguamento e risanamento importanti dal punto di vista ingegneristico che si possono cosi riassumere:

a) rifacimento ed adeguamento integrale dello scarico di superficie di tutti i bacini;

b) adeguamento dello scarico di fondo;

c) impermeabilizzazione del paramento di monte, o a re opere di manutenzione e difesa delle massicciate di sbarramento;

d) installazione di cartelli monitori, recinzioni della vasta area di bacino, posizionamento della strumentazione idrometrica e piezometrica;

e) illuminazione del coronamento e installazione della sirena di allarme

f) presenza di personale altamente qualificato (ingegneri idraulici) quali "responsabili di diga".

La non conformità delle opere di sbarramento nei bacini di competenza dell'Ente necessita di un adeguamento, con onere finanziario stimato superiore a sei milioni di Euro ed ulteriori oneri per la gestione dell'esercizio superiori a cinquecentomila euro all'anno.

La normativa in oggetto, prevede la costante presenza sul territorio di figure tecniche di alta professionalità (ingegneri specializzati in idraulica e/o assimilabili, geologi etc), che l'Ente Foreste non possiede e che non parrebbero acquisibili nell'organico dell'Ente nemmeno in un futuro prossimo.

Per maggiore chiarezza si evidenzia che, il Servizio Infrastrutture dell'Assessorato dei Lavori Pubblici, in relazione ai sopralluoghi eseguiti, con diverse note, a partire dal 2011 a oggi, per alcuni sbarramenti ha ritenuto, non conformi le perizie giurate presentate richiedendone la riproposizione, e, in particolare, per 6 dei bacini in esame - alcuni dei quali ricadenti nella ex Provincia di Olbia Tempio- ha dichiarato la potenziale pericolosità e ha proposto l'immediato svaso degli stessi.

Lo stesso Servizio della RAS con nota 3146 del 10.03.2014 ha comunicato che, in difetto di presentazione degli elaborati progettuali e riproposizione delle perizie giurate, entro il termine di 60 giorni procederà al rilascio del provvedimento di diniego alla prosecuzione dell'esercizio.

Già dal 2011, l'allora Direttore Generale ed il Presidente dell'Ente Foreste hanno rappresentato al competente Assessorato ai Lavori Pubblici le criticità riscontrate e l'impossibilità al mantenimento delle opere di ritenuta in assenza di un adeguamento normativo strutturale e gestionale.

Ad aggravare la situazione, sulla scorta della sopravvenuta insussistenza dei requisiti indicati dai Servizio Infrastrutture dell'Assessorato dei Lavori Pubblici e per il mutato quadro normativo, in date 17.01.2014 con nota prot. 665 l'allora responsabile del Servizio A.P.I. dell'Ente Foreste, ing. Paolo Botti, relazionando in merito all'attuazione del programma di messa a norma degli invasi, ha ritirato le perizie giurate, sottoscritte dal medesimo nel 2010 di assenza di pericolo per la pubblica incolumità, rendendo non proseguibile l'esercizio degli stessi.

Con nota prot. 1165 del 29.01.2014 indirizzata al Direttore Generale e al Presidente del CdA, il Servizio Tecnico dell'Ente Foreste, subentrato al cessato Servizio A.P.I, rimarcava l'assenza di specifiche direttive e/o indirizzi da applicare, suggerendo, per non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge, la messa in sicurezza con lo svuotamento di quelle dighe già ritenute ad alto rischio.

Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente Foreste della Sardegna, con Deliberazione n. 29 del 05.02.2014, richiamando i contenuti della nota prot. 664/Pres. del 24.05.2011 inviava ai Presidente della Giunta Regionale, Assessorato ai Lavori Pubblici, Assessorato alla Difesa Ambiente, assessorato alla Programmazione e Bilancio, Direzione Generale Protezione Civile, Agenzia del Distretto Idrografico, Dipartimento Nazionale Protezione Civile, una apposita nota di richiesta chiarimenti e disposizioni in merito.

Con nota prot. 3294 del 13.03.2014 indirizzata a tutti gli Assessorati e .Direzioni Generali competenti in materia, la Direzione Generale dell'EFS, richiamando tutta la precedente corrispondenza di pari oggetto, non avendo mai avuto riscontro su quanto richiesto, comunicava che con decorrenza dal 01 aprile 2014, compatibilmente con le condizioni pluviometriche, l'avvio dello svuotamento graduale dei bacini con successiva demolizione dei manufatti e ripristino dei luoghi, come previsto dalla normativa regionale vigente.

Nella stessa nota si evidenziava che lo scarico dei bacini, con conseguente perdita della risorsa idrica, comporterà rilevanti criticità durante le campagne antincendio, precisando altresì- che la totalità dei bacini presenti nei perimetri dell'Ente hanno quasi esclusivamente finalità AIB e sono presenti nel PRAI come punti di attingimento ad alta priorità in quanto elicotterabili. Altre notevoli

criticità connesse allo svuotamento dei bacini, si rilevano rispetto alla salvaguardia degli habitat naturali, delta fauna selvatica, del microclima locale.

Infatti tali bacini, presenti da almeno 20/30 anni, ricadono in zone soggette alle norme di tutela SIC e Zps, dove la modifica dei parametri ambientali è da sottoporre a rigorosi monitoraggi e, in alcuni casi, hanno oramai assunto una specifica rilevanza sociale locale con l'utilizzo della risorsa idrica da parte di attività agricole, attività naturalistiche, attività ludiche.

Infine segnalava che, secondo il disposto dell'art.5 comma 4 della LR 12/2007, rimane facoltà della Amministrazione Regionale acquisire il possesso e gestire la conduzione degli invasi, con i propri organismi o altri Enti specificatamente preposti alla gestione, di quelli ritenuti di pubblica utilità già facenti parte del patrimonio regionale, con l'invito di voler comunicare con ogni cortese sollecitudine se le Amministrazioni in indirizzo, intendano avvalersi della facoltà predetta.

Con nota» prot. 4573 del 04.04.2014 il Servizio Tecnico della D.G. dell'EFS, richiedeva ai Servizi Territoriali un urgente cronoprogramma e dettaglio di interventi per le attività di messa in sicurezza dei bacini che prioritariamente presentano criticità maggiori.

Con nota prot. 4667 del 08.04.2014 il Servizio Tecnico, comunicava ai Presidente dell'EFS l'approvazione della Delibera di Giunta Regionale 11/1 del 31.03.2014 avente ad oggetto: "Norme urgenti in materia di opere pubbliche, dighe di competenze regionali e disposizioni varie, contenente un disegno di legge importante anche per la gestione da parte dell'Ente Foreste delle opere di sbarramento in argomento.

La novità principale presente in tale Delibera era la proroga al 30 giugno 2015 del termine ultimo per la presentazione delle domande di sanatoria e autorizzazione all'esercizio di invasi e/o opere di ritenuta.

Nella relazione allegata al disegno di legge viene rappresentato il quadro normativo derivante dalla legislazione vigente, la ricognizione degli sbarramenti presenti, evidenziando che per nessuna è stata rilasciata l'autorizzazione prevista, comprese pertanto quelle in gestione dell'Ente Foreste; il quale ha censito e comunicato la presenza di 53 bacini nelle aree in gestione. Sempre nella relazione viene evidenziato che l'Ente Foreste gestisce numerosi sbarramenti, che necessitano di interventi di messa a norma, utilizzati prevalentemente a scopi antincendio,", senza peraltro dare nessuna indicazione di carattere operativo sulla base delle esigenze e criticità rappresentate sia dai Servizi Tecnici della D.G. sia dallo stesso CdA dell'Ente a più riprese a partire dal 2010, che oltre riguardare la messa a norma dei rilevati e degli apparati idraulici di controllo interessa anche la gestione degli stessi.

Pertanto la Giunta nell'allegata relazione al DdL definiva il seguente scenario:

a) ai soggetti che hanno presentato istanza a norma di legge, ma non hanno ottemperato alle richieste istruttorie deve essere dato diniego e prescritta la demolizione come previsto all'art. 5 comma 4 della L.R. 12/2007 - l'Ente Foreste avendo richiesto la sanatoria di 29 bacini, e non avendo eseguito nessuna opera di adeguamento rientra in questa fattispecie;

b) ai proprietari/gestori che non hanno presentato istanza dovranno essere applicate le sanzioni di demolizione e pecuniarie (peraltro aggravate dalle eventuali responsabilità penali del caso) a seguito di verbale dei CFVA già trasmessi ai rispettivi Genii Civili.

Pertanto le indicazioni della Giunta Regionale, pervengono esattamente alla stesse conclusioni proposte dalia Direzione Generale dell'Ente Foreste con nota prot. 3294 del 13.03.2014, dove veniva comunicato che a decorrere dal 01 aprile 2014, avrebbero avuto inizio le operazioni di svuotamento graduale degli invasi e prima messa in sicurezza delle opere idrauliche.

Per quanto riguarda le fasi successive di messa a norma, compresa la paventata demolizione delle opere di sbarramento idraulico, constatata anche l'esiguità delle risorse messe a disposizione dalla R.A.S. e la valutazione in ordine alla tempistica di approvazione della stessa legge per la proroga dei termini sanzionatori, attualmente scaduti in data 30.06.2012, si impone una riflessione sulle responsabilità in capo ai titolari dei manufatti in parola alla luce delle disposizioni contenute nella L.R. 12/2007, che rimane sostanzialmente invariata sia per la parte di adeguamento che per la gestione in esercizio.

Tutto ciò considerato, per evitare di perdere definitivamente le opere e infrastrutture realizzate, le risorse idriche e ambientali, constatato il recentissimo avvio dell'iter legislativo di modifica della L.R. 12/2007 veniva proposta una integrazione alla proposta di legge che prevedeva l'attribuzione ad altro soggetto pubblico titolato, diverso dall' Ente Foreste, per la messa a norma e gestione delle dighe presenti nei terreni amministrati, dotato di specifiche fonti finanziarie e personale tecnico specializzato secondo le opzioni disponibili all'art. 5 della LR 12/2007.

Il Servizio Tecnico dell'Ente Foreste, con le note prot. 6735 del 27.05.2014, prot. 10682 del 02.09.2014, prot. 11710 del 24.09.2014, indirizzate Servizi Territoriali, Presidente EFS, Direttore Generale EFS, venivano richiamate le disposizioni di legge ricordando che già con nota prot. 3146 del 10.03.2014 il Servizio Infrastrutture della Direzione Generale dell'Assessorato ai Lavori Pubblici della RAS ha comunicato il diniego alla prosecuzione all'esercizio per tutti i bacini censi e con pratica di sanatoria non autorizzata. Nella stessa nota (prot. 11710 del 24.09.2014), sulla scorta dell'ampia ed esaustiva corrispondenza comprese le Direttive emanate sia dal C.d.A. che dalla Direzione Generale, si richiedeva il celere avvio delle operazioni di messa in sicurezza anche con lo svuotamento graduale dei bacini non conformi alle disposizioni della L.R 12/2007 per tutti quegli invasi che non avessero ottenuto la prevista autorizzazione.

Con nota prot. 12593 del 13.10.2014 il Servizio Tecnico comunicava ai Servizi periferici la pubblicazione del Bando di finanziamento emesso dall'Assessorato ai Lavori Pubblici, con la possibilità di accedere ai finanziamenti erogati dalla R.A.S. a fondo perduto per la messa in sicurezza e pratiche autorizzative/sanatoria delle opere di sbarramento esistenti, da predisporre a cura dei Servizi Territoriali interessati.

Il Servizio Infrastrutture dell'Assessorato dei Lavori Pubblici con nota prot. 41194 del 24.11.2014 comunicava l'inammissibilità della domanda presentata da un Servizio territoriale dell'Ente, in quanto ai sensi dell'art. 3 del bando il contributo non è ammesso per gli Enti strumentali della Regione. Peraltro comunicava che per le finalità richieste lo stesso Servizio non ha disponibilità finanziarie oltre a quelle previste nel bando (€ 600.000,00 per tutta la regione), pertanto escludeva l'Ente Foreste da una qualsivoglia forma di finanziamento.

Dal quadro descritto in precedenza emerge un'effettiva carenza di risorse necessarie attribuite all'Ente Foreste per la messa a norma e la gestione degli invasi presenti nei terreni amministrati dall'Ente stesso e non è stato possibile ricavare nella legge finanziaria risorse specifiche per tale finalità.

Si ricorda che con Deliberazione n. 19/25 del 28 aprile 2015 è stato approvato il disegno di legge concernente "Legge Forestale della Sardegna" che prevede, tra l'altro, l'istituzione dell'Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e l'Ambiente della Sardegna (FoReSTAS), In sostituzione dell'attuale ente strumentale.

In sede di riorganizzazione dell'Agenzia FoReSTAS potrà essere anche essere presa in considerazione la possibilità di attribuire ad enti e organismi regionali specificatamente preposti alla

gestione di opere idrauliche la gestione degli invasi, dighe, sbarramenti o similari gestiti dall'Ente Foreste della Sardegna.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Carta sui criteri individuati per consentire l'accesso all'avviso pubblico "Percorsi formativi per il rilascio della qualifica di Operatore socio sanitario (OSS)". (267)

In relazione all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede di interrogare l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per avere notizie in merito ai criteri individuati per consentire l'accesso all'avviso pubblico per OSS, per significare quanto segue.

L'intervento formativo richiedeva la previsione di una specifica esperienza pregressa nel settore e per questa ragione non sono stati confermati i requisiti delle agenzie formative previsti nella DGR 47/43 del 14.11.2013, in quanto con la DGR 38/24 del 30.09.2014 è stata richiesta alle Agenzie una specifica esperienza nel corsi OSS effettivamente realizzata con esito positivo ("Le Agenzie formative dovranno, inoltre, risultare essere state affidatarie e avere positivamente portato a termine almeno tre interventi di formazione con finanziamento pubblico per Operatore Socio Sanitario destinati a persone prive di esperienza pregressa riconoscibile (1000 ore)"). Inoltre, la forma associata di partecipazione ha consentito anche ad Agenzie prive di esperienza pregressa di partecipare all'Avviso (v. determinazione n. 38586/4982/FP del 17.10.14).

Per quanto concerne il numero di interventi realizzati, si è ritenuto sufficientemente congruo il numero di tre interventi da 1000 ore ciascuno (quindi, quelli rivolti a persone prive di esperienza pregressa, ovvero il percorso completo standard che consente l'acquisizione della qualifica professionale). Gli interventi sono previsti con totale finanziamento regionale per i giovani infraventinovenni (garanzia giovani), con finanziamento al 90% per i disoccupati di lunga durata e per i lavoratori che negli ultimi tre anni hanno percepito ammortizzatori sociali e al 70% per gli occupati nel settore socio-sanitario e socio-assistenziale, privi della qualifica.

Non è stato previsto l'obbligo per le Agenzie di disporre di sede legale in Sardegna (nella DGR n 38/24 del 30.09.2014 è espressamente richiesto "di avere la disponibilità per almeno tre anni di una sede operativa nel territorio della Regione Sardegna in uso esclusivo e non condiviso") in quanto la Giunta, nell'ottica di una maggiore trasparenza e al fine di assicurare una maggiore partecipazione ed evitare discriminazioni, aveva espressamente. escluso tale requisito.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla legittimità delle delibere con le quali sono stati nominati i facenti funzioni del direttore amministrativo e del direttore sanitario della Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, con previsione di stipula di contratti di diritto privato coi predetti. (285)

Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, sulla base delle verifiche effettuate dalla Direzione generale della sanità di questo Assessorato, si precisa quanto segue.

L'art. 9, comma 7, della legge regionale 23/2014, prevede che i Commissari straordinari "sono coadiuvati nell'esercizio delle loro funzioni da due dirigenti facenti le funzioni di direttore amministrativo e di direttore sanitario, individuati secondo le rispettive norme vigenti in materia". Al riguardo è opportuno evidenziare che la suddetta norma fa espresso rinvio alle disposizioni in materia esclusivamente per ciò che attiene all'individuazione dei dirigenti che dovranno coadiuvare il Commissario straordinario. Si può, pertanto, desumere che gli stessi dirigenti dovranno possedere i requisiti espressamente indicati dall'art. 3, comma 7, del D.lgs. 502/1992, e smi.

La norma non contiene, invece, nessuna previsione in merito alla necessità che i due dirigenti siano individuati all'interno della stessa azienda presso la quale il Commissario svolge le proprie funzioni.

Si ritiene, pertanto, tenuto conto della specificità delle funzioni assegnate dalla legge, che ciascun Commissario straordinario sulla base di valutazioni inerenti l'organizzazione aziendale rimesse alla propria discrezionalità, possa assegnare l'incarico a dirigenti dipendenti della stessa Azienda anche in via non esclusiva, a dirigenti di altra Azienda Sanitaria o se ritenuto necessario, anche a dirigenti esterni.

È di tutta evidenza che laddove i dirigenti individuati svolgano, in via esclusiva le funzioni di direttore amministrativo o di direttore sanitario avranno diritto alla relativa retribuzione prevista dalla vigente normativa da corrispondere in proporzione al periodo di vigenza delle funzioni ricoperte.

In particolare come si evince chiaramente dalle deliberazioni del Commissario Straordinario della AOU di Sassari nn. 17 e 18 del 27/01/2015, l'incarico conferito al Direttore Amministrativo e al Direttore Sanitario è regolato per la parte normativa e per quella economica dal contratto di prestazione d'opera intellettuale stipulato secondo lo schema-tipo di contratto approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 64/5 del 18/11/2008.

Si ritiene pertanto, che nessun profilo di illegittimità possa essere ravvisato nelle delibere adottate dal Commissario Straordinario della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari e che invece le stesse appaiono coerenti con il dettato normativo.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Ruggeri sulle scelte politiche e amministrative connesse al bando 2014 per contributi alle organizzazioni di volontariato di protezione civile, emanato ai sensi della legge regionale n. 3 del 1989 e successive modifiche e integrazioni. (302)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota prot n. 2802 del 02.04.2015 trasmessa dalla Direzione Generale della Protezione Civile.

L'elevata considerazione della Giunta Regionale in riferimento all'indispensabile ruolo svolto dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile è stata inoltre confermata nell'incontro dell'1 aprile 2015 con i rappresentanti delle Associazioni sarde che si occupano di protezione civile e che ha visto oltre la mia partecipazione, anche quella del Presidente della Regione, del direttore generale della Protezione civile della Regione, e del comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

L'Assessore

In relazione all'Interrogazione in oggetto si specifica quanto segue.

Con la DGR n. 32/32 del 7/8/2014 sono stati approvati i criteri di valutazione delle domande di contributo da parte delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile, tra i quali:

- Numero di interventi/attivazioni AIB anno 2013 (come risultante dai report delle Province trasmessi alla Direzione Generale della Protezione Civile)

- Numero di interventi/attivazioni da parte della Provincia o della Regione anno 2013 per interventi diversi dall'AIB.

In particolare, per il primo parametro, l'Organizzazione richiedente non doveva presentare alcuna documentazione mentre per il secondo parametro le attivazioni dovevano essere indicate dall'Organizzazione richiedente nell'apposito modulo di domanda da presentare entro il 25 settembre 2014.

Con successiva DGR n. 35/8 del 12/9/2014 il primo dei precedenti parametri è stato eliminato dai parametri di valutazione.

Pertanto, l'approvazione della DGR n. 35/8 suddetta non incideva minimamente sulla predisposizione della domanda o sull'elaborazione del progetto di spesa da presentare. Infatti, la DGR n. 32/32 prevedeva, per tale parametro, che l'attribuzione del punteggio avvenisse sulla base dei report trasmessi dalle Province alla Direzione generale della Protezione Civile per cui, in merito agli interventi AIB, nessuna documentazione era richiesta alle Organizzazioni di volontariato.

Per tale motivazione non è stato ritenuto necessario il prolungamento della scadenza per la presentazione delle domande, mantenuto al 25 settembre 2014.

Per la valutazione delle domande è stata nominata apposita Commissione, come previsto dalla DGR n. 32/32, che ha predisposto una scheda di valutazione utilizzata per tutte le domande di contributo e per l'attribuzione dei punteggi a ciascuno dei parametri previsti nella DGR n. 32/32 come modificata dalla DGR n. 35/8.

Questa Direzione niente ha da obiettare sull'operato della commissione e pertanto non comprende l'affermazione riportata nell'interrogazione per cui "nel concreto, sono stati utilizzati dei criteri differenti rispetto a quelli stabiliti dalla Giunta Regionale" che pone in dubbio il corretto operato della Commissione Giudicatrice.

Ad ogni modo, si specifica che diverse Associazioni di volontariato si sono avvalse dell'accesso agli atti per la verifica delle operazioni di valutazione e solo una ha chiesto alla Direzione generale della protezione civile l'annullamento in autotutela del provvedimento di approvazione dei contributi, tra l'altro per motivazioni non legate alla disparità di valutazione. Tale richiesta di annullamento è stata poi respinta motivatamente dal Servizio competente.

Si specifica, inoltre, che non risulta, alla Direzione scrivente, alcun ricorso amministrativo avverso il provvedimento di approvazione dei contributi.

Si ritiene, infine, che l'erogazione dei contributi in questione, a favore di n. 84 Organizzazioni di volontariato, per un totale di € 1.600.000,00 cosi distribuiti (come risulta dall'ultima Determinazione del Servizio Pianificazione e gestione delle emergenze n. 50 del 20/3/2015):

- - € 1.457.7.47,71 per la voce di spesa relativa ad acquisto di mezzi, materiali, attrezzature e/o equipaggiamenti e/o manutenzione straordinaria di mezzi e attrezzature di proprietà;

- € 77.381,67 per la voce di spesa relativa a spese di assicurazione dei soci operativi per infortuni malattia e responsabilità civile verso terzi e assicurazione dei mezzi di proprietà;

- € 40.296,00 per la voce di spesa relativa a progetti di formazione, addestramento e altre attività a carattere formativo finalizzati al miglioramento della preparazione tecnica dei soci operativi;

- € 24.574,62 per la voce di spesa relativa alla quota di compartecipazione ai contributi concessi alle Organizzazioni di volontariato per potenziare attrezzature e mezzi, ai sensi del D.P.R. n. 194/2001, annualità 2013, e approvati con Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 2634 dell' 8 luglio 2014

non possa che considerarsi un importante contributo a favore dell'operatività delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile, anche alla luce della riduzione dei fondi destinati dal Bilancio 2015 a simili procedimenti.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Rubiu in merito alla mancata erogazione della mobilità in deroga e degli ammortizzatori sociali spettanti ai lavoratori sardi. (323)

In relazione all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede di interrogare l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per avere notizie in merito alla mancata erogazione della mobilità in deroga e degli ammortizzatoti sociali spettanti ai lavoratori sardi, per significare quanto segue.

Le richieste di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga relative all'anno 2014 interessano, complessivamente, 26.763 lavoratori, dei quali

- 9.494 per provvedimenti di cassa integrazione in deroga (lavoratori ancora formalmente occupati);

- 17.269 di mobilità in deroga (lavoratori già licenziati);

Le risorse necessarie per l'integrale copertura del fabbisogno 2014 ammontano ad €59.156.733 per i trattamenti di Cassa Integrazione in deroga e €174.532.130 per quelli di mobilità in deroga.

Ad oggi, il Governo ha assegnato:

- 17.313.000 euro (DM 22 gennaio 2014), che però l'INPS dichiara essere stati utilizzate per il saldo dei trattamenti relativi al 2013

- 17.313.000 euro (DM 6 agosto 2014)

- 21.641.000 euro (DM 4 dicembre 2014)

È stato firmato dal Ministro Potetti e dal Ministro Padoan il Decreto per la ripartizione tra le Regioni di ulteriori risorse, che prevede per la Sardegna l'assegnazione di 55 milioni di euro.

Le risorse sopra indicate non consentiranno di soddisfare che parzialmente le richieste presentate dai lavoratori e dalle imprese.

Corre l'obbligo di ricordare che con l'Accordo Istituzionale per la proroga e la prima concessione degli ammortizzatori sociali per l'anno 2014 siglato tra Assessorato del lavoro e parti Sodali in data 11 agosto 2014, è stato concordato che le risorse disponibili sarebbero state ripartite destinando il 50% alla cassa integrazione e l'altro 50% alta mobilità in deroga.

Con le prime risorse assegnate sono state pagate le prime due mensilità dei trattamento di CIGS in deroga.

Dal dicembre 2014, a fronte della assegnazione degli ulteriori 21 milioni, l'INPS ha iniziato a pagare altre due mensilità di CIGS e di mobilità, esaurendo però le risorse dopo aver corrisposto i trattamenti a circa il 50% degli aventi diritto.

Quanto alla richiesta dell'Interrogante in ordine ai rapporti con il Ministro del lavoro ed il Governo, si comunica che è in corso una costante attività di confronto e coordinamento tra gli Assessori regionali del lavoro per definire una azione comune nei confronti del Ministro Poletti per individuare strumenti in grado di attenuare gli effetti negativi e le conseguenze sul piano sociale del Decreto 1 agosto 2014 con il quale sono state emanate disposizioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga fortemente restrittive, che riducono progressivamente sin dal 2014, e per il biennio 2015 - 2016 la possibilità di accedere a cassa integrazione e mobilità sino alla loro completa scomparsa dal 1 gennaio 2017. Inoltre, poiché la prossima assegnazione delle risorse statali non consentirà l'integrale pagamento dei trattamenti autorizzato per il 2014, sono in corso serrate trattative tra Regione e Governo, che impegnano oltre all'Assessorato del lavoro, Presidenza della Giunta ed Assessorato alla Programmazione in un confronto con il Ministero dell'Economia e Finanze, volte a consentire che la Regione Sardegna intervenga con risorse proprie a coprire la porzione residua del 2014. Inoltre, nel quadro dell'obiettivo di transitare da un sistema fondato esclusivamente sul ricorso a politiche passive di mero sostegno del reddito ad uno imperniato su strumenti di politica attiva, che, come sollecitato dall'interrogante, rendano ai lavoratori la dignità che esercita l'attività lavorativa, l'Assessorato del lavoro sta attivando un ventaglio di interventi, rivolti alle diverse componenti dell'ampio bacino dei lavoratori già fuoriusciti od in via di fuoriuscita dal sistema, finalizzati ad un reale reinserimento nel mondo del lavoro, e che si elencano di seguito :

1) Riserva di posti per i lavoratori già beneficiari di ammortizzatori in deroga nell'ultimo triennio nei bandi per i corsi di formazione per operatore socio - sanitario;

2) Bando Welfare to work pubblicato nel mese di aprile 2015 e destinato a tutti i lavoratori appartenenti alle fasce deboli,

3) Attuazione dei cosiddetti "Cantieri verdi" di cui alla Finanziaria regionale 2015 destinati ai lavoratori in utilizzo;

4) Programma ICO destinato ai lavoratori ultraventinovenni;

5) Bando "Flexicurity", riservato a coloro che sono fuoriusciti dalla mobilità in deroga nel 2014.

È inoltre di prossima pubblicazione il bando per l'avvio di una ulteriore misura, relativa al Contratto di ricollocazione, destinato ai lavoratori in regime di prima concessione di mobilità in deroga nel 2014. A tutto quanto sopra, si aggiunga che, in linea con le più recenti tendenze della legislazione nazionale, è appena stato deliberato dalla Giunta regionale un disegno di legge in materia di riordino dei servizi per l'impiego che, riportando all'amministrazione regionale la gestione dei Centri servizi per il lavoro, consentirà un più razionale ed omogeneo intervento dei servizi pubblici a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro sardo.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Lai - Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto sull'opportunità di valorizzazione del volontariato di protezione civile (PC), così come previsto dalla legge regionale n. 3 del 1989, tramite il riconoscimento della rappresentanza regionale del volontariato di protezione civile e la rivisitazione della modalità di erogazione dei contributi alle organizzazioni di volontariato di protezione civile. (324)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota prot. n. 3460 del 22.04.2015 trasmessa dalla Direzione Generale della Protezione Civile.

Come già ribadito nella risposta all'interrogazione n. 302A, l'elevata considerazione della Giunta Regionale in riferimento all'indispensabile ruolo svolto dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile è stata inoltre confermata nell'incontro del 1° aprile 2015 con i rappresentanti delle Associazioni sarde che si occupano di protezione civile e che, come evidenziato nella nota allegata, ha visto oltre la mia partecipazione, anche quella del Presidente della Regione, del direttore generale della Protezione civile della Regione, e del comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

L'Assessore

In relazione all'interrogazione in oggetto, trasmessa con vostra nota prot. n. 934 dell'1.4.2015, nel confermare la consapevolezza dell'indiscutibile ruolo svolto dalle Associazioni di Volontariato di protezione civile nel sistema nazionale, regionale e locale della protezione civile, confermata dalle importanti iniziative di riconoscimento, formazione e sostegno al mondo del volontariato messe in campo da questa Direzione, si specifica quanto segue.

I rappresentanti del volontariato di protezione civile, di recente, hanno chiesto diversi incontri sia a questa Direzione che alla Presidenza, focalizzati soprattutto su chiarimenti in merito all'erogazione dei contributi di cui alla DGR n. 32/32 del 7.8.2014.

Tali richieste sono state puntualmente accolte, sebbene uno specifico incontro con i rappresentanti dell'Osservatorio Regionale del Volontariato appositamente organizzato dalla presidenza dello stesso Osservatorio per il giorno 3 marzo u.s. non si sia potuto tenere per assenza dei rappresentanti.

in ultimo, lo scorso 1° aprile è stato svolto apposito incontro con il Presidente della Regione, l'Assessore della Difesa dell'Ambiente, delegato in materia di protezione civile, ed il sottoscritto Direttore generale, e la Rappresentanza regionale del volontariato di protezione civile, in cui sono stati concordate linee di attività.

In particolare, lo stesso Presidente si è detto disponibile a promuovere una giornata per illustrare a tutti i volontari sardi del settore i risultati delle azioni che nei prossimi mesi saranno concordate con la Rappresentanza ed ha invitato le Associazioni a presentare suggerimenti e richieste in un'ottica sinergica tesa al raggiungimento efficace e rapido delle problematiche esistenti e snellire gli adempimenti burocratici.

In ultimo, in merito al citato bando dei contributi per l'anno 2014, si conferma tutto quanto finora approvato con i provvedimenti in capo al competente Servizio di questa Direzione e si specifica che non risulta, alla Direzione scrivente, alcun ricorso amministrativo avverso il provvedimento di approvazione dei contributi.

Si ritiene, infine, che l'erogazione dei contributi in questione, a favore di n. 84 Organizzazioni di volontariato, per un totale di € 1.600.000,00 cosi distribuiti (come risulta dall'ultime Determinazione del Servizio Pianificazione e gestione delle emergenze n. 50 del 20/3/2015):

- € 1.457.7.47,71 per la voce di spesa relativa ad acquisto di mezzi, materiali, attrezzature e/o equipaggiamenti e/o manutenzione straordinaria di mezzi e attrezzature di proprietà;

- € 77.381,67 per la voce di spesa relativa a spese di assicurazione dei soci operativi per infortuni malattia e responsabilità civile verso terzi e assicurazione dei mezzi di proprietà;

- € 40.296,00 per la voce di spesa relativa a progetti di formazione, addestramento e altre attività a carattere formativo finalizzati al miglioramento della preparazione tecnica dei soci operativi;

- € 24.574,62 per la voce di spesa relativa alla quota di compartecipazione ai contributi concessi alle Organizzazioni di volontariato per potenziare attrezzature e mezzi, ai sensi del D.P.R. n. 194/2001, annualità 2013, e approvati con Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 2634 dell' 8 luglio 2014

non possa che considerarsi un importante contributo a favore dell'operatività delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile, anche alla luce della riduzione dei fondi destinati dal Bilancio 2015 a simili procedimenti.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla situazione dei lavoratori precari che hanno prestato servizio presso l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna fino al 31 dicembre 2013. (335)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, che si rileva essere esattamente identica nei contenuti all'interrogazione 206/A del 17 novembre 2014, si rimanda alla relazione dell'ARPAS trasmessa con nota n. 16142/2014 dell'11 giugno 2014, già trasmessa a seguito delle interrogazioni consiliari n. 23/A del 7 giugno 2014 e n. 206/A del 17 novembre 2014, e alla nota dell'ARPAS n. 14236/2015 del 6 maggio 2016, che risultano utili per una informativa generale sull'argomento e soddisfano il primo dei due quesiti posti nell'interrogazione in argomento.

In riferimento al secondo quesito posto, come già rappresentato nella risposta all'interrogazione 206/A del 17 novembre 2014, si ribadisce che, per colmare le carenze dell'ARPAS, che risulta deficitaria di figure necessarie per lo svolgimento delle attività in capo all'Agenzia, si stanno valutando diverse possibilità che potranno tenere in debito conto in primo luogo l'attivazione procedure di mobilità e successivamente l'opportunità di utilizzare le graduatorie aperte degli idonei dei concorsi pubblici espletati dall'ARPAS nel 2010 e mai assunti e di stabilizzare i precari beneficiari del contributo regionale Master and Back con apposita norma regionale, fermi restando i limiti imposti dalle norme nazionali.

Si allegano la relazione dell'ARPAS n. 16142 dell'11.06.2014 e nota dell'ARPAS n. 14236/2015 del 6 maggio 2015.

L'Assessore

In risposta alla Vostra di pari oggetto, prot. n. 1288/GAB, pervenuta il 5 maggio c.a. via PEC, si precisa quanto segue:

1) l'Assessore della Difesa dell'Ambiente è a conoscenza della problematica, avendo già ricevuto dall'Agenzia tutte le informazioni del caso con nota prot. n. 16142/2014 dell' 11. 06.2014 (risposta ad Interrogazione 23/A - Truzzu) e con nota prot. n. 35375/2014 dell'11.12. 2014 (risposta ad Interrogazione 206/A - Cherchi e più), pubblicate nel sito istituzionale del Consiglio Regionale;

2) non si hanno notizie di interventi legislativi regionali tesi a recepire le norme nazionali in tema di stabilizzazione del personale precario, né si ha cognizione dell'iter consiliare della proposta di legge n. 66 del 26.06.2014.

Per completezza, s'informa che il TAR Sardegna, con sentenza n. 462/2015 ha rigettato il ricorso presentato da alcuni precari per l'annullamento del provvedimento d'indizione della gara d'appalto per l'affidamento del "Servizio di monitoraggio delle acque di transizione della Sardegna".

Il Direttore Generale

- Relazione dell'ARPAS n. 16142 dell'11.06.2014

A riscontro della nota 1158/2014 dell'Assessorato dell'Ambiente si comunica che l'Agenzia, in esito al bando Master and Back/percorsi di rientro 2008 aveva assunto, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato tredici Laureati, per i quali venne erogato il rimborso/finanziamento per ventiquattro mesi.

Alla scadenza di detto periodo, nel novembre 2010, nel rispetto degli impegni assunti in base al bando regionale, relativamente al punteggio aggiuntivo di premialità per il Soggetto Ospitante che si fosse impegnato a proseguire nel rapporto di lavoro per ulteriori dodici mesi con risorse finanziarie proprie, l'Agenzia prorogava dal 1° dicembre 2010 al 30 novembre 2011 i contratti di lavoro a termine per undici unità, in quanto due Laureati nel frattempo avevano rassegnato dimissioni anticipate.

Al termine dei trentasei mesi di rapporto di lavoro a termine, decorsi senza soluzione di continuità, i Laureati concludevano alla scadenza naturale il rapporto di lavoro ex Decreto Legislativo 368/2001 articolo 5 comma 4-bis, richiamato dall'articolo 36 comma 2 del Decreto Legislativo 165/2001.

Per il bando Master and Back/percorsi di rientro 2009, l'Agenzia assumeva, con decorrenza luglio/agosto 2010, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, quattordici Laureati, per i quali ancora una volta veniva erogato il rimborso/finanziamento per ventiquattro mesi.

La Finanziaria regionale 2012, ex articolo 4 comma 45 della Legge Regionale 6/2012, consentiva che, al fine di garantire il completamento del programma Master and Back/percorsi di rientro 2009, di rinnovare di un ulteriore anno quei contratti di lavoro, con risorse finanziarie reperite dagli stessi Enti e Agenzie regionali nei quadri economici relativi a specifiche attività di progetti ad essi assegnati, per cui, ex articolo 5 della Legge Regionale 12/2012, la Regione erogava alla nostra Agenzia un contributo straordinario di Euro 880.000/00.

Detto contingente di Laureati a termine ha potuto, senza soluzione di continuità, lavorare trentasei mesi a tempo determinato nel pubblico impiego ed inoltre, ex articolo 4 comma 4 del Decreto Legislativo 54/2013, è stato possibile, previo intervento delle OO.SS. territorialmente rappresentative, prorogare di ulteriori sei mesi, fino al 31 dicembre 2013, i contratti sopraindicati a termine ormai divenuti tredici, per le dimissioni volontarie anticipate di un Laureato.

La Legge 147/2013 di stabilità nazionale demandava alle Regioni la possibilità di procedere, con risorse proprie, alla stabilizzazione a domanda dei cosiddetti precari, cioè di personale assunto con procedure ad evidenza pubblica, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato della durata di trentasei mesi e i cui contratti siano stati oggetto, negli ultimi cinque anni, di una serie continua e costante di rinnovi e/o proroghe ancorché con soluzione di continuità.

Per dare applicazione a questa norma, anche ammettendo che il Consiglio Regionale sardo non abbia l'obbligo di normare, l'Agenzia deve tenere in considerazione tutte le posizioni lavorative di chi negli ultimi cinque anni, dal 2009 al 2014, ha avuto rapporti di lavoro a tempo determinato per almeno trentasei mesi e, per quanto detto sopra, si tratta di ventiquattro Laureati, provenienti dal percorso dei progetti Master&Back.

Per quanto riguarda invece le risorse finanziarie da destinare alla stabilizzazione, la norma nazionale precisa che l'intervento deve avvenire con risorse proprie e sempre le norme anticrisi hanno imposto dure limitazioni al turn over per cui l'Agenzia ha una capacità di spesa, nell'esercizio 2014, per assunzioni a tempo indeterminato di massimo quattro unità, pari al 40% delle cessazioni, non certo tredici né tanto meno ventiquattro unità e quindi, non tutti i richiedenti la stabilizzazione potranno essere assunti e nulla consente di privilegiare il secondo contingente derivante dal Bando M&B 2009, a discapito del primo contingente del Bando M&B 2008 che ha maturato trentasei mesi di lavoro a termine negli ultimi cinque anni.

Per quanto concerne invece la lettera dell'Assessore Regionale dell'Igiene e Sanità, nota protocollo 207/2014 allegata in copia, si appalesa che la stessa, pur comprendendo nella lista dei destinatari anche il Direttore Generale dell'ARPAS, pare squisitamente rivolta alle Aziende Sanitarie, con preciso riferimento al documento L.E.A. del 26 marzo 2012, nonché al Decreto Legislativo 158/2013, oltreché ai progetti-obiettivo del Piano Sanitario Regionale.

I Laureati del Bando Marter&Back citato sono tredici ma le norme anticrisi ex Decreto Legislativo 78/2010 impongono di contenere in limiti ben precisi la spesa per rapporti di lavoro a termine e la Legge Regionale 3/2009 impone anch'essa di non superare il limite numerico del 3% della dotazione organica per sottoscrivere rapporti di lavoro a termine.

L'intervento normativo regionale permane pertanto l'unica procedura per consentire all'Agenzia di derogare legittimamente al limite di' unità da assumere a tempo indeterminato nonché di derogare al limite di spesa per eventuali rinnovi di rapporti di lavoro a tempo determinato, per privilegiare nell'assunzione questi Laureati, piuttosto che i candidati posti in posizione utile, in quanto idonei, dei concorsi pubblici che l'Agenzia ha bandito ed espletato nell'anno 2010 e per i quali tutt'ora sono in corso di validità sia la graduatoria per laureati in Chimica sia la graduatoria per laureati in Biologia nonché la graduatoria per diplomati Periti Chimici oltreché la graduatoria per diplomati Periti in Scienze Naturali.

I laureati sia del percorso Master&Back 2008 nonché i laureati del percorso Master&Back 2009 hanno formalizzato la richiesta di stabilizzazione, a cui è seguita una prima lettera datata 4 marzo 2014 dello Studio De Angelis nonché una seconda lettera, datata 30 aprile 2014, sempre dello Studio De Angelis, ambedue allegate in copia.

Il Servizio degli Affari Generali della Direzione Generale dell'Area Legale della Presidenza,

come dalle due note allegate in copia, la prima protocollo 2111 del 17 marzo 2014 e la seconda protocollo 3708 del 13 maggio 2014, notificavano di interloquire direttamente con lo Studio De Angelis.

Per quanto sopra l'Agenzia provvedeva formalmente prima con la lettera 8539 datata 27/03/2014 e successivamente, con la lettera 14814 datata 28 maggio 2014, ambedue allegate in copia, a riscontrare per quanto di competenza.

Le succitate note sono agli atti del Consiglio

- Nota ad oggetto "Proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato" dell'assessore dell'igiene e sanità.

Come è noto, il comma 8 dell'art. 1 della Legge 8 novembre 2012, n. 189, introdotto in sede di conversione del Decreto Leggo 13 settembre 2012, n. 158 (c.d. decreto Balduzzi), ha previsto, tra l'altro, che le Aziende sanitarie non possono procedere alla copertura di eventuali posti vacanti o carenze di organico, prima del completamento del procedimento di riorganizzazione della rete assistenziale e del riassorbimento di eventuali esuberi accertati in esito alla suddetta procedura.

A sua volta, il Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, nel testo convertito dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, ha introdotto una serie di misure che comportano, sostanzialmente, il riassetto organizzativo delle Aziende del servizio sanitario regionale a seguito della riduzione del posti letto ospedalieri, ed il conseguente adeguamento in diminuzione degli organici dei presidi ospedalieri pubblici e la riduzione delle unità operative complesse e di quelle semplici, secondo i parametri previsti dal documento L.E.A. del 26 marzo 2012, per la loro individuazione, nonché delle posizioni organizzative e di coordinamento rispettivamente dell'area della dirigenza e del personale del comparto del S.S.N.

Sulla base dei sopra richiamati interventi legislativi e del suddetto documento del Comitato LEA, la Regione ha proceduto alla attuazione delle azioni volte a garantire la quantità e la qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini intervenendo sulle aree di inefficienza del sistema, dettando disposizioni sugli standard generali per l'erogazione dei servizi assistenziali attraverso la Legge Regionale 7 novembre 2012. n. 21 (Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria e modifica di disposizioni legislative sulla sanità).

Inoltre, sono state diramate delle direttive assessoriali. attraverso la Deliberazione dello Giunta Regionale n. 24/43 del 27 giugno 2013 (Azioni volte al perseguimento dell'efficienza del Servizio Sanitario Regionale) con le quali le Aziende sono state invitate a porre in essere, in un breve periodo, azioni che permettano di tendere gradualmente alla nuova organizzazione che discenderà dalla applicazione della succitata legge regionale.

Nel contempo, le Aziende sanitarie hanno fatto ricorso ad assunzioni a tempo determinato, in quanto ritenute indispensabili per non compromettere l'assolvimento ed il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, rappresentando più volte la necessità di provvedere all'urgente immissione in servizio di personale a tempo indeterminato, a garanzia della costante ed efficiente erogazione dei servizi sanitari e del rispetto dei livelli essenziali di assistenza, altrimenti compromessa da una persistente e cronica carenza di personale sanitario, soprattutto nelle aree dell'emergenza/urgenza.

Ciò posto, nelle more della rifunzionalizzazione della rete assistenziale, tenuto conto della circostanza che le direzioni aziendali hanno più volte manifestato il permanere di talune criticità per le consistenti carenze di organico di figure a valenza altamente strategica - anche relative al personale necessario per la realizzazione dei progetti obiettivo di P.S.R. o di progetti ministeriali destinatari di appositi finanziamenti vincolati - nonché dell'imminente scadenza dei contratti prorogati al 31 dicembre 2013, o comunque in scadenza entro il primo semestre del 2014, le SS.LL potranno fare ricorso ad assunzioni a tempo determinato per la durata di mesi sei, mediante conferimento ex novo, proroga del precedente rapporto lavorativo o rinnovo del contratto, avendo riguardo, comunque, a non incrementare il numero complessivo di contratti in atto posti in essere.

A tale ultimo riguardo, le Aziende potranno procedere alla suddetta proroga semestrale dei contratti di lavoro a tempo determinato, ai sensi dell'art. 4 comma 5 del Decreto Legge 13 settembre 2912, n. 158 convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n.189, che, introducendo il comma 4 ter all'art. 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001 n. 388 e s.m.i., ha previsto che, nell'osservanza dei vincoli finanziari che limitano per il servizio sanitario nazionale la spesa per il personale ed il regime delle assunzioni, tali contratti a tempo determinato del personale sanitario del S.S.N. sono esclusi dall'applicazione del medesimo decreto legislativo, ivi compresi quelli dei dirigenti, in considerazione della necessità di garantire la costante ed efficiente erogazione dei servizi sanitari ed il rispetto dei livelli essenziali di assistenza.

Tali assunzioni a tempo determinato per la durata di mesi sei potranno essere effettuate, previa attestazione formale della direzione strategica aziendale, dalla quale risulti l'effettiva necessità del ricorso ai suddetti istituti, per assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza e l'efficiente erogazione dei servizi sanitari, altrimenti compromessa da una persistente e cronica carenza di personale sanitario.

Per le finalità suddette resta in ogni caso ferma la possibilità di prorogare, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti, tutte le altre tipologie di lavoro flessibile.

Si fa presente che la proroga dei contratti non costituisce nuova assunzione ed in ogni caso non trova applicazione l'art. 6 comma 4 bis.

Si rappresenta, infine, che il ricorso a nuovi contratti di lavoro a tempo determinato, come previsto dalla circolare ministeriale n. 2013/sst/86 del 10 dicembre 2013, deve essere circoscritto a soli casi eccezionali, con esclusione di funzioni core aziendali a qualsiasi soggetto esterno all'Azienda sanitaria per l'espletamento delle prestazioni lavorative in appalto o interinali.

Restano confermate tutte le altre precedenti direttive emanate al riguardo, al cui rispetto le SS.LL continuano ad essere tenute, fino a nuove specifiche indicazioni da parte dell'Assessorato.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino in merito all'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, in base alla deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015. (340)

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si evidenzia che lo sviluppo di sinergie con gli ordini professionali è stato opportunamente curato nell'ambito del progetto di dematerializzazione della ricetta medica e che lo stesso proseguirà, in maniera intensa, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle norme vigenti.

In risposta alle ulteriori richieste presenti nella nota si trasmette, in allegato, la relazione predisposta dal Servizio competente per materia di questo Assessorato.

Oggetto: Trasmissione interrogazione consiliare n. 340-A/XV in merito all'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, in base alla deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015. RISCONTRO.

In riscontro alla nota n. 1209/2015 (in entrata n. 9810/2015) con la quale si richiedono elementi utili per la risposta all'interpellanza consiliare in oggetto, esaminato il contenuto della medesima, nell'ambito delle competenze dello scrivente Servizio, si riferisce quanto segue.

1) in base a quali criteri e/o parametri si sia deciso di avviare il progetto della ricetta elettronica dematerializzata in tempi così rapidi e veloci

Come chiaramente riportato nella Deliberazione oggetto di interrogazione, i tempi di attuazione sono vincolati da una legge nazionale; il testo vigente dell'art. 13 del D.L 18 ottobre 2012, n. 179 stabilisce infatti che le regioni provvedono alla graduale sostituzione delle prescrizioni in formato cartaceo con le equivalenti in formato elettronico, in percentuali che, in ogni caso, non dovranno risultare inferiori al 60 percento nel 2013, all'80 percento nel 2014 e al 90 percento nel 2016.

La data del 15 aprile 2015 di avvio della ricetta dematerializzata in Sardegna consegue alle azioni di attuazione della DGR n. 47/6 del 25.11.2014 che ha reso disponibili i finanziamenti necessari all'avvio del progetto.

Il cronoprogramma è inoltre assoggettato ad espresse disposizioni impartite dal Ministero dell'Economia e delle Finanze., tenuto conto che la Regione Sardegna è allo stato attuale l'unica regione insieme a Lazio e Calabria con percentuali di utilizzo della ricetta dematerialìzzata vicine allo 0%. Per opportuno confronto, si riportano di seguito i dati relativi a tutte le regioni, aggiornati al 21.04.2015 (fonte: PromoTarma):

La tabella allegata è agli atti del Consiglio.

È importante evidenziare che l'exploit di regioni come la Sicilia, che ha superato il target dell'80% in soli 3 mesi, o la Campania, passata dallo 0% al 71% da ottobre 2014 a febbraio 2015, indica inconfutabilmente che le criticità e i timori legati alle tempistiche sono assolutamente superabili.

2) sul numero dei centri isolani che ancora soffrono del digital divide e, quindi, dell'esclusione dall'utilizzo degli strumenti informatici moderni, senza i quali è impossibile accedere ai Sistema sanitario regionale;

Il numero dei centri isolani che soffre degli effetti negativi del digitai divide è di gran lunga inferiore al 10%. La percentuale di popolazione che ha difficoltà ad accedere in regione alla banda terga è stimata nel 2,7% e la Sardegna è ritenuta tra le prime quattro Regioni più virtuose quanto a Digital Divide in Italia (fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, rif. AGCOM - Osservatorio trimestrale delle Telecomunicazioni 30-06-2013).

Per i comuni che ancora soffrono del Digital Divide esistono progetti che la Regione sta portando avanti per la diffusione della banda larga su tutto il territorio, nel frattempo il 97,3% dei cittadini che hanno accesso alle tecnologie dell'informazione possono godere dei benefici della ricetta dematerializzata e dei risparmi che essa comporterà, sia diretti nelle casse della Regione che indiretti nel patrimonio dei sardi in termini di minori spostamenti, minori errori e maggiore controllo, tenuto inoltre conto che la totalità delle farmacie isolane risulta collegata in rete con strumenti informatici moderni e che le funzionalità dei software gestionali delle farmacie sono già disponibili e operative su tutte le farmacie della Regione.

A scanso di equivoci, si precisa che per il collegamento ai sistemi regionali e nazionali della dematerializzata è sufficiente la disponibilità di una normale connettività ADSL e di un PC standard.

3) per valutare se non sia il caso di adottare una sinergia con gli ordini professionali, al fine di evitare un salto nel vuoto e, quindi, il mancato raggiungimento del 90 per cento della copertura regionale previsto dalla deliberazione n. 13/4 del 2015.

Ad onor del vero gli ordini professionali sono stati coinvolti sin dal principio sul tema della ricetta elettronica e dell'adesione alla rete dei medici "MEDIR"; si allegano le note a firma del Direttore Generale della Sanità del 17/09/2012.

Inoltre le tematiche della ricetta elettronica sono sempre state affrontate con un dialogo aperto e costruttivo insieme ai rappresentanti sindacali del Comitato della Medicina Generale e anche, di recente, in seno al gruppo di lavoro costituito sulla ricetta dematerializzata, si è riscontrata la consueta fattiva collaborazione da parte dei rappresentanti sindacali coinvolti.

Una sinergia è certamente indispensabile perché solo con la collaborazione di tutti gli attori è possibile realizzare anche in questa Regione quello che in quasi tutto il resto d'Italia è già una realtà quotidiana. Si ritiene che il cambiamento sia frutto di una collaborazione con gli attori coinvolti; per questo motivo la Sardegna non si è limitata a dettare disposizioni per l'adempimento di quello che è un obbligo di tutti i medici sul piano nazionale ma si è fatta carico di mettere a disposizione dei medici prescrittori gli strumenti informatici necessari alla dematerializzazione sostenendone gli oneri, anche economici.

Si ricorda infatti che la Regione Sardegna, a differenza di altre regioni italiane, ha scelto di accompagnare i medici in tale percorso adottando una serie di azioni onerose, tra cui:

- farsi carico di tutti i costi relativi all'adeguamento dei software dei medici ed è in corso la stipula di appositi contratti con i fornitori;

- fornire in comodato d'uso ai medici che ne hanno fatto richiesta oltre 700 personal computer (desktop o portatili, a scelta) per assicurare la disponibilità di una piattaforma tecnologica allo stato dell'arte a chi non ne fosse ancora dotato;

- rendere disponibile un numero verde ed un supporto email per accedere all'help desk, al fine di sgravare i medici anche di eventuali costi per il supporto tecnico;

- distribuire le Carte Operatore - CNS (Carte Nazionali dei Servizi con funzione di firma digitale, necessario per l'autenticazione ai sistemi), per agevolare i medici che ne fossero sprovvisti o che avessero la loro precedente CNS scaduta o non funzionante.

4) circa la possibilità di un allungamento dei tempi della ricetta elettronica per fare in modo che i paesi dell'interno possano accedere ai moderni sistemi tecnologici.

La Regione Sardegna ha già più volte esercitato tale opzione. Il progetto è stato prorogato di oltre 2 anni per le più svariate esigenze, in primis per reperire le risorse economiche volte ad assicurare un contesto il più possibile favorevole ai medici. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, interrogato più volte in merito negli scorsi mesi, ha dato riscontro fermamente negativo a qualunque ulteriore ipotesi di proroga o allungamento dei tempi. D'altronde l'emendamento introdotto al Decreto Milleproroghe che ha spostato il termine per il raggiungimento della dematerializzazione del 90% delle ricette al 2016 dalla precedente scadenza del 2015 (LEGGE 27 febbraio 2015, n. 11 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. (15G00031) (GU Serie Generale n.49 del 28-2-2015) dopo il comma 4 sono aggiunti i seguenti: «4-bis. All'articolo 13. comma 1. del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, le parole: "al 90 percento nel 2015" sono sostituite dalle seguenti: "al 90 per cento nel 2016"), ha reso di fatto superflua qualunque necessità di ulteriori proroghe. Si sottolinea che in ogni caso l'attivazione sarà graduale e pertanto, considerata sia la copertura attuale che la proiezione degli interventi di diffusione della banda larga previsti entro il 2016, si ritiene che entro il 31.12.2016 ogni problema tecnologico dovrebbe essere del tutto superato.

Restando a disposizione per qualsiasi chiarimento, si porgono cordiali saluti

II Direttore del Servizio

Dott.ssa Federica Loi

Oggetto: Adesione al progetto regionale "Rete di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta e Fascicolo Sanitario Elettronico (MEDIR)"

Comunicazione inviata all'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri delle Province di Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano.

Ill.mo Signor Presidente

con la presente si manifesta l'auspicio di poter ricorrere alla collaborazione del Vostro Consiglio dell'Ordine con l'intento di sensibilizzare gli iscritti circa l'opportunità e la necessità di promuovere l'adesione al progetto regionale Rete di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta e Fascicolo Sanitario Elettronico (MEDIR) da parte dei medici convenzionati con il Servizio Sanitario della Regione Sardegna

La necessità di informatizzare le attività del medico di famiglia ed in generale di tutti gli operatori sanitari è stata ampiamente condivisa da tutte le parti coinvolte e più volte ribadita anche negli accordi sindacali sia a livello regionale che nazionale. A tale proposito si vedano gli ultimi ACN e AIR e la normativa in materia di Tessera Sanitaria e Ricetta Elettronica (DM 4 aprile 2008 e dal DPCM 26 marzo 2008)

Quest'ultimo decreto m particolare con (obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica sanitaria ha aggiunto delle nuove incombenze ai medici delle cure primarie richiedendo l'invio telematico al Ministero dell'Economia e Finanze (MEF) dei dati riguardanti le ricette a carico del SSN. In caso di mancata spedizione delle ricette da parte del medico sono previste sanzioni che arrivano sino alla cessazione della convenzione (ACN art. 13 bis commi 56 e 59 ter). A questo proposito il Ministero delle Finanze ha già preannunciato che imporrà alle Regioni di applicare tutte le sanzioni previste in caso di inadempimento.

Per venire incontro alle esigenze dei medici con il progetto regionale MEDIR la Regione ha realizzato tra le altre cose un collegamento telematico tra i sistemi regionali ed il MEF che provvede a trasmettere automaticamente al Ministero delle Finanze i dati delle ricette compilate dai medici prescrittori inviate al sistema ai quali resta il solo onere aggiuntivo di cliccare sul pulsante INVIO A MEDIR sull'apposita schermata nel software di cartella clinica preesistente in ambulatorio. Per inviare le ricette a MEDIR assolvendo in tal modo al debito informativo nei confronti del MEF i medici devono essere inseriti nella Rete regionale e avere un Add on certificato che viene fornito gratuitamente dalla Regione avvalendosi della società in house Sardegna IT. Tutte le relative attività di configurazione e supporto sono altresì interamente a carico della Regione senza alcun onere per il medico.

A partire dal mese di gennaio 2012 dopo una prima fase di sperimentazione su adesione volontaria l'Assessorato della Sanità sta provvedendo gradualmente a contattare ciascun medico di medicina generale o pediatra di libera scelta operante sul territorio regionale per l'installazione gratuita dell'interfaccia verso MEDIR. Purtroppo si è costretti a segnalare con rammarico che e stata rilevata una scarsa disponibilità dei medici ad aderire a MEDIR probabilmente a causa della diffusa convinzione che le funzioni e i compiti sopra richiamati siano meramente facoltativi quando invece oltre ad essere un obbligo di legge costituiscono parte integrante dell'Accordo Collettivo Nazionale e rappresentano condizione irrinunciabile per l'accesso ed il mantenimento della convenzione col medico.

Tra l'altro si ricorda che a norma del citato DPCM (paragrafo 31 Allegato 1) il medico è in ogni caso tenuto ad utilizzare il sistema di accoglienza dei dati delle ricette della Regione in cui esercita la sua professione essendo ogni alternativa prevista solo qualora la Regione non disponga di un proprio sistema di accoglienza.

Alla luce di ciò si ritiene che sensibilizzare gli iscritti affinchè collaborino positivamente con i preposti all'installazione del MEDIR e conseguentemente inviino regolarmente le prescrizioni tramite il sistema sia un aspetto molto importante per il quale si rende necessaria la Vostra collaborazione. Inoltre poiché si e consapevoli che l'introduzione di un nuovo strumento può ingenerare complessità di carattere tecnico organizzativo o strutturale è stato attivato un numero verde di Assistenza Medir 800667799 attivo dal lunedì al venerdì nelle fasce orarie 9.00-1300 e 15.00-18.00 al quale i professionisti possono rivolgersi per richiedere assistenza anche in loco da parte di operatori specializzati

A quanto sopra si aggiunga che l'avvio a regime del MEDIR consentirà in futuro ai medici di usufruire di ulteriori funzionalità quali la gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente, la dematerializzazione della ricetta, la consultazione online dei referti e la gestione dei piani terapeutici nell'ottica di un miglioramento delle prestazioni sanitarie sul territorio regionale Si rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento auspicando il Vostro sostegno per garantire la massima diffusione della presente comunicazione.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Carta sulle richieste di pagamento inviate in questi giorni da Abbanoa ai sardi e sugli accordi di conciliazione non attuati. (314)

Con l'interrogazione in oggetto viene chiesto di conoscere quali iniziative la Regione e, per essa, l'Assessorato ai Lavori Pubblici, abbia posto o intenda porre in essere per dare attuazione agli accordi di conciliazione sottoscritti dai cittadini con Abbanoa; verificare la richiesta di deposito cauzionale generalizzata e chiedere la sospensione della riscossione; verificare i conteggi alla base delle richieste di conguaglio retroattivo e chiedere la sospensione della riscossione.

Ciò premesso:

a) circa la richiesta di dare attuazione agli accordi di conciliazione sottoscritti dai cittadini, Abbanoa, espressamente interpellata sul punto, riferisce:

1. di aver attivato, sin dal luglio del 2014, una campagna di assemblee cittadine, tutt'ora in corso, per esaminare e risolvere le problematiche generali poste dai cittadini.

2. durante gli incontri viene proposto un accordo di mediazione tra Abbanoa e il comune ospitante che consente ai clienti che hanno ricevuto fatture pluriennali, di risolvere eventuali problematiche di natura commerciale e di pagare con condizioni di maggior favore rispetto alle procedure ordinarie.

3. possono accedere alla procedura i clienti titolari di un'utenza nel comune oggetto dell'accordo che presentano richiesta di adesione con il modulo predisposto da Abbanoa entro i termini previsti. In particolare si applica a:

• tutte le utenze domestiche, residenti e non residenti, compresi i condomini, che possono produrre certificazione ISEE;

• tutte le utenze non domestiche relativamente alla sola prescrizione. In questi casi le dilazioni saranno concesse sulla base delle rateizzazioni ordinarie;

• utenze anche slacciate e con piani di rientro non rispettati;

• utenze attive e cessate;

• anche per i clienti che hanno in essere un piano di rientro relativo ad altre fatture.

4. ai clienti che aderiscono all'accordo viene concesso un piano straordinario di dilazione modulato su base della dichiarazione ISEE, che prevede il pagamento del dovuto con rate mensili in un periodo massimo di 5 anni. Contestualmente viene applicata la prescrizione quinquennale, laddove riscontrata, con procedura semplificata.

5. inoltre, le posizioni dei clienti con picchi di consumo elevato vengono stralciate e gestite in via prioritaria e semplificata con le procedure di conciliazione paritetica, al fine di individuare la causa che ha generato il consumo e la conseguente soluzione conciliativa.

6. allo stato attuale si sono tenute 41 assemblee comunali; con 30 comuni si è stipulato un accordo per la trattazione massiva delle fatture pluriennali per le quali i clienti richiedono prescrizione e contestuale dilazione, applicando condizioni di favore in deroga al Regolamento del S.I.I.. Inoltre, attraverso tali accordi sono in via di soluzione, con un'analisi mirata e conseguente conciliazione semplificata, le utenze con fatture superiori ai € 1000,00.

7. attualmente i comuni che hanno concluso, o stanno concludendo, l'iter della procedura di accordo sono 15, per un totale di 958 posizioni, di cui:

• N. 150 trattate prioritariamente come conciliazioni paritetiche con procedura semplificata;

• N. 73 trattate prioritariamente come reclami con procedura ordinaria;

• le restanti posizioni, ossia 735, sono in trattazione con la procedura massiva per l'analisi della prescrizione e la predisposizione di un piano di dilazione in deroga al Regolamento del Servizio Idrico Integrato.

Gli altri 15 comuni sono in fase di trattazione.

8. in alcuni comuni sono stati allestiti sportelli temporanei di assistenza clienti (Fonni, Porto Torres, Bosa, Loiri Porto San Paolo, Olbia, Assemini, Escolca) al fine di valutare e risolvere situazione particolarmente complesse.

9. durante le assemblee viene fornita anche assistenza commerciale ai clienti che ne avessero

necessità, sia durante l'incontro che in maniera remota nei giorni successivi. I partecipanti vengono invitati a lasciare i recapiti telefonici e poi contattati dagli operatori del Contact Center di Abbanoa. Alla data odierna sono stati contattati 468 clienti;

10. i tempi di esecuzione delle decisioni conseguenti all'assemblea sono differenziati in ragione dei contenuti tecnici. Generalmente il comune sigla l'accordo nei 10 giorni successivi l'assemblea e mediamente trasmette l'elenco dei clienti che hanno aderito all'accordo di conciliazione 40 giorni dopo. Durante questi 50 giorni i clienti aderenti con fatture scadute sono esposti al sollecito di pagamento, in quanto le procedure di messa in mora vengono sospese solo all'atto di acquisizione delle domande di adesione da parte di Abbanoa.

Nella tabella che segue l'elenco dei comuni e la data in cui si è tenuta l'assemblea cittadina.

Comune Data assemblea Accordo si/no

LOIRI 3-lug-14 no

OLBIA 4-lug-14 no

CARBONIA 14-lug-14 no

SEDILO 24-lug-14 si

BOSA 30-lug-14 si

PORTO SAN PAOLO 31-lug-14 no

ASSEMINI 5-ago-14 no

BUDONI 28-ago-14 si

SORSO 2-set-14 si

FONNI 11-set-14 si

S. TERESA DI G. 9-ott-14 si

ESCOLCA 20-ott-14 no

BORTIGIADAS 21-ott-14 si

PALAU 30-ott-U si

LA MADDALENA 31-ott-14 si

BUGGERRU 10-nov-14 si

TEMPIO 12-nov-14 si

OROTELLI 13-nov-14 si

MOGORO 14-nov-14 no

TRESNURAGHES 15-nov-14 si

DOLIANOVA 16-nov-14 no

DORGALI 17-nov-14 si

URI 18-nov-14 si

PORTO TORRES 19-nov-14 si

SERRI 24-nov-1 4 si

ASSEMINI 27-nov-14 no

TISSI 3-dic-14 si

SILANUS 5-dic-14 si

OTTANA 10-dic-14 si

OTTANA 10-dic-14 si

ILLORAI 1-dic-14 si

VILLAMASSARGIA 6-dic-14 si

SOLARUSSA 17-dic14 si

OLMEDO 18-dic-14 si

ORROLI 23-dic-14 si

ITTIRI 10-gen-15 si

MARRUBIU 11-gen-15 no

IRGOLI 15-gen-15 si

LOIRI PTO S. PAOLO 26-gen-15 no

ARZACHENA 27-gen-15 si

SAN GAVINO 16-mar-15 si

b) circa l'istanza di verifica della richiesta di deposito cauzionale generalizzata come è stata imposta da Abbanoa e chiedere la sospensione della riscossione il gestore, riferisce di agire all'interno di un quadro normativo definito con l'obbligo giuridico di rispettare il Contratto di Servizio (che disciplina i rapporti con l'Ente d'Ambito); in particolare deve gestire il servizio nel rispetto del Regolamento del S.I.I. (art. 3.1), garantendo l'imparzialità del proprio operato nei confronti dei clienti (art. 3.2) e adempiendo a tutti gli obblighi e disposizioni di legge vigenti del settore comprese quindi le determinazioni dell'Autorità nazionale (art. 6.2).

L'obbligo giuridico per Abbanoa di richiedere un deposito cauzionale ai Clienti discende dal Contratto di Servizio.

Il Regolamento del S.I.I prevede all'art. B. 12 che "Per eventuali danni arrecati ai propri impianti o per somme non pagate a qualsiasi titolo dall'utente, il Gestore richiederà, a titolo di deposito cauzionale infruttifero, un'anticipazione articolata con le modalità di pagamento descritte nell'Allegato C'. I Contratti di utenza richiamano nelle clausole contrattuali l'obbligo che peraltro era previsto anche in diversi regolamenti degli ex gestori sardi.

L'imparzialità del proprio operato nei confronti dei clienti non sarebbe garantito se Abbanoa procedesse alla richiesta dell'addebito solo per i nuovi Clienti e non applicasse il medesimo onere ai Clienti acquisiti dalle ex gestioni che anzi hanno ingiustamente goduto di un privilegio.

L'AEEGSI (Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico) configura la disciplina del deposito cauzionale come elemento complementare e sinergico rispetto al metodo tariffario in vigore "e pertanto produce effetti anche sulle convenzioni in essere" (Delibera 86/2013/R/idr), applicandosi a tutte le gestioni del S.I.I. che operano sul territorio nazionale e assicurano la fornitura agli utenti finali (art. 2).

E' pacifico ed espressamente previsto che sia nella disponibilità dell'AEEGSI modificare o integrare le clausole contrattuali e gli atti del Contratto di servizio incompatibili con la disciplina del deposito cauzionale (Delibera 86/2013/R/idr) e il Regolamento del SII (ai sensi dell'art. 2.37 della Legge 481/95). Pertanto, le disposizioni AEEGSI possono modificare di diritto le clausole contrattuali senza ulteriori atti autorizzativi intermedi (vedasi in tal senso anche la sentenza della Cassazione n. 19531 del 29.09.2004).

In particolare, l'AEEGSI ha uniformato la disciplina del deposito cauzionale, prevedendo delle regole certe a livello nazionale, ristabilendo il corretto quadro di imparzialità tra tutti i Clienti e prevedendo agevolazioni per le fasce "deboli".

Se Abbanoa non applicasse il deposito cauzionale o lo applicasse con modalità differenti da quelle previste dall'AEEGSI violerebbe norme cogenti (il Contratto di Servizio, il Regolamento del S.I.I., le delibere dell'Autorità nazionale) e norme di indirizzo (perseguimento della gestione dei servizi idrici in condizioni di efficienza e di equilibrio economico e finanziario e di imparzialità rispetto a tutti i Clienti).

Sarebbe inoltre in contrasto con le spinte di riforma del settore, che sta tendendo verso l'uniformità generale di regole e tariffe a livello nazionale, per garantire a tutti i cittadini italiani i medesimi costi (tariffa unica), servizi (standard qualitativi e quantitativi) e infrastrutture (capacità ed efficienza degli impianti e delle reti). Tutti i principali gestori italiani (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Campania, Puglia, Sicilia) hanno richiesto il deposito cauzionale, sia in forma di conguaglio rispetto agli importi in precedenza versati sia di adeguamenti in caso di maggiori o minori importi rispetto a quanto previsto dall'AEEGSI.

Abbanoa ha proceduto all'addebito dei depositi cauzionali secondo la formulazione dell'AEEGSI sia per i nuovi contratti sia per quelli in essere. Infatti, l'AEEGSI prevede il conguaglio tra eventuali somme versate a titolo di garanzia (ex "anticipi consumi") e l'importo del nuovo deposito cauzionale anche per contratti di somministrazione in essere al momento dell'entrata in vigore del proprio provvedimento (e quindi non solo per i nuovi clienti ma anche per le utenze preesistenti; art. 8 delle "Disposizioni transitorie e finali" della Delibera 86/2013/R/idr). Il conguaglio tra quanto già versato in precedenza e quanto dovuto potrà pertanto essere a credito o a debito per il Cliente.

Nella tabella che segue, è indicato il valore del conguaglio richiesto ai Clienti nel caso di applicazione precedente ("importo già richiesto - Regolamento SII") ai sensi del Regolamento del S.I.I. o l'importo totale nel caso di assenza ("deposito AEEGSI").

Importi Depositi AEEGSI: Categorie principali (99,7% dei clienti, valori in €)

Descrizione tipologia d'uso DEPOSITO AEEGSI Importo già richiesto Conguaglio

domestiche residenti 55,39 25,00 30,39

domestiche fam. numerose 92,25 25,00 67,25

domestiche non residenti 64,00 25,00 39,00

non domestic. senza impegno 132,24 50,00 82,24

promiscue in agricoltura 101,22 25,00 76,22

comunali 463,75 - 463,75

pubblica utilità 959,46 50,00 909,46

In applicazione delle delibere AEEGSI n. 643/2013/R/idr (Allegato A) e n. 86/2013/R/idr il deposito cauzionale è stato determinato per tutte le utenze, eccetto quelle non domestiche con impegno, sulla base del seguente criterio: "in misura pari al valore medio per tipologia di utenza dei corrispettivi unitari dovuti per un massimo di tre mensilità di consumo medio annuo", (art. 4.2, lettera b., Allegato A, delibera 643/2013).

Sono state previste delle agevolazioni per determinati soggetti in possesso di determinati requisiti: famiglie a basso reddito (esenzione totale), domiciliati bancari o postali (esenzione totale), associazioni riconosciute (riduzione dell'importo) e enti di culto (riduzione dell'importo). Sono in corso di verifica le possibilità per una ulteriore riduzione a favore dei Comuni.

Le agevolazioni hanno interessato oltre 40.000 Clienti.

La riscossione degli importi indicati in tabella sta avvenendo con modalità rateizzata; rispetto alla data di emissione (avvenuta a settembre e ottobre 2014) le scadenze sono le seguenti:

Clienti I RATA II RATA

Tutti i Comuni, eccetto CA e SS 01/12/2014 19/05/2015

Cagliari e Sassari 10/12/2014 08/06/2015

Pertanto, la richiesta di pagamento della fattura di € 55,39 per una famiglia residente è impostata su 2 rate di € 27,70 ciascuna.

Rispetto al tempo di pagamento, ciascuna famiglia residente dovrà pagare 3.7 € al mese.

c) Sulla richiesta di verificare i conteggi alla base delle richieste di conguaglio retroattivo e chiedere la sospensione della riscossione, il gestore evidenzia come i conguagli regolatori sono una componente tariffaria e pertanto parte dell'applicazione del Metodo Tariffario del servizio idrico (metodo normalizzato nazionale, che ha regolato sino al 2011 la determinazione delle tariffe idriche.

La fatturazione e riscossione dei conguagli tariffari relativi agli anni 2005-2011 avviene in attuazione e osservanza dei seguenti atti:

Nel rispetto dell'art. 31.2 dell'Allegato A della Delibera AEEGSI n. 643/2013, la tariffazione dei conguagli partite pregresse è espressa in unità di consumo, determinato secondo la seguente modalità:

- conguaglio annuo totale (stabilito dall'Ente d'Ambito) diviso per i metri cubi erogati nell'anno (a-2). Trattandosi di conguagli di una componente tariffaria del 2014, i volumi di riferimento (a-2) sono quelli del 2012.

La determinazione dell'importo espresso per unità di consumo da applicare ai Clienti è avvenuta infatti considerando i volumi di ciascun cliente del 2012 fatturati a saldo, se con utenza attiva nel 2012 e ancora attiva al 26.06.2014 (data di pubblicazione della delibera dell'Ente d'Ambito n. 18, con cui viene quantificato l'importo totale dei conguagli regolatori).

Per un principio di equità la tariffa di conguaglio è stata differenziata sulla base dei servizi utilizzati dal singolo Cliente, definendo un importo a mc per acqua, fognatura e depurazione, affinchè i clienti che non hanno utilizzato il servizio di fognatura e di depurazione non vedano addebitato questo importo anche per i conguagli regolatori. Altri gestori hanno invece individuato un'unica tariffa, non prevedendo differenziazioni.

Le prime scadenze erano previste per il 31 marzo (Comuni di Cagliari e Sassari) e 30 aprile 2015 (tutti gli altri Comuni), con una dilazione di 8 rate sino ai mesi di ottobre e novembre 2015.

A questo punto la Regione Sardegna ha richiesto all'AEEGSI, per la prima volta in Italia ed in via quindi del tutto sperimentale, la possibilità di ottenere uno strumento di anticipazione finanziaria dalla Cassa Conguaglio Settore Elettrico, al fine di consentire un posticipo delle scadenze ed un maggior numero di rate.

Con delibera n. 122/2015/R/idr del 19.03.2015 l'AEEGSl ha avviato il procedimento per l'introduzione dì misure di perequazione finanziarla e a fronte di questo procedimento, nelle more della definizione delle forme, condizioni e tempi dell'anticipazione, Abbanoa ha provveduto a posticipare a gennaio 2016 il pagamento delle bollette dei conguagli regolatori.

Con provvedimento emesso ad aprile 2015 l'AEEGSl ha autorizzato Cassa Conguagli ad anticipare al gestore idrico 90 milioni di euro di fatto dando il via ad una maxi rateizzazione sui conguagli 2005-2011 richiesti da Abbanoa e riferiti alla tariffa 2014.

Detti conguaglio, quindi, potranno essere spalmati sino al 2019 con la prima delle rate in scadenza il 10 gennaio 2016 con un importo medio di 16 euro.

La seconda scadenza è fissata al 10 luglio e al 10 gennaio per gli anni successivi. In conclusione la soluzione perseguita merita di essere sottolineata:

a) per aver innovato una procedura sino ad oggi applicata esclusivamente al settore elettrico, nel pieno rispetto del quadro normativo nazionale;

b) per aver risposto alle aspettative dei sardi che, in un momento quale quello attuale, chiedevano al gestore un rallentamento della fase impositiva;

c) per aver risposto alle aspettative del gestore garantendogli il pieno rispetto delle norme e regolamenti che regolano l'attività di emissione e riscossione delle fatture idriche.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tendas - Solinas Antonio sulla necessità di un intervento urgente in merito ai problemi determinati dall'amianto. (221)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle considerazioni della Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente, su rappresenta quanto segue.

Si evidenzia che la Regione Sardegna ha intrapreso da anni tutte le iniziative necessaire per richiedere allo stato le risorse finanziarie per le attività di bonifica dell'amianto, ma le risorse stanziate dallo Stato sono state realmente esigue e insufficienti. Si fa presente a tal proposito che il piano nazionale amianto approvato dal Governo il 21 marzo 2013 ma non è ancora operativo per la scarsità di risorse finanziarie disponibili.

Gli interventi finanziari attuati in Sardegna dal 2006 ad oggi, ampiamente descritti nel piano della bonifica dell'amianto adottato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 53/15 del 29

dicembre 2014, sono illustrati nella successiva tabella.

La tabella è agli atti del Consiglio

Dalla tabella si desume che l'importo totale erogato è di c.a. 43.200.000 € e che i finanziamenti hanno interessato, oltre alle amministrazioni provinciali (per un totale di c.a. 35.000.000 € tra pubblico e privato), l'Assessorato degli enti locali, finanze e urbanistica e l'ERSAT (per un totale di c.a. 1.200.000 €), i consorzi per la bonifica degli impianti di distribuzione dell'acqua (per un totale di c.a. 3.900.000 €) e il Comune di Arborea per il completamento della bonifica delle discariche abusive di amianto in fibre libere di Prunixedda e Masangionis (per i restanti 3.000.000 di euro). Rispetto al totale del finanziamento corrisposto alle Province per la bonifica dei siti pubblici, equivalente come detto a € 21.7811.998, nell'arco degli anni compresi tra il 2006 e il 2012, solo il 31,84% (e cioè € 6.936.324,97) sono stati effettivamente rendicontati, e quindi spesi, dalle Province.

Dalla lettura dei dati si evince come la Provincia di Sassari abbia utilizzato i finanziamenti erogati al 91,19%; è risultata inferiore, invece, la spesa da parte delle Province di Olbia-Tempio che si attesta al 32,73%, Oristano al 27,2% e Nuoro al 27%; Medio-Campidano e Carbonia-lglesias hanno invece rendicontato spese sostenute per una cifra superiore al 20% rispetto a quanto attribuito. La spendita delle risorse da parte della Provincia di Cagliari è risultata pari al 6,38%, assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze di intervento manifestate dal territorio. Allo stesso modo, anche rispetto al totale del finanziamento corrisposto alle Province per la bonifica dei siti privati (€ 11.908.030 circa), nell'arco dei sette anni compresi tra il 2006 e il 2012, il 43,42% (e cioè circa € 5.170.044,47) sono stati effettivamente rendicontati, e quindi spesi, dalle Province.

Anche in questo caso è evidente: come le Province di Cagliari (61,77%), Oristano (50,67%) e Carbonia-lglesias (42,63%) abbiano utilizzati con buoni risultati i finanziamenti erogati, mentre per le restanti Province in generale le spese rendicontate non superano il 34% del totale erogato.

Dalle analisi sopra condotte risulta evidente come l'erogazione dei finanziamenti avvenuta non abbia sempre trovato il giusto riscontro operativo.

Sono, in effetti, state individuate una serie criticità, che in parte giustificano la mancata spesa dei contributi per l'attuazione degli interventi di bonifica dall'amianto.

In primo luogo è stato riscontrato che la modalità di erogazione degli incentivi è stata tale da risultare poco appetibile: per quanto riguarda gli interventi sulle strutture pubbliche la maggiore criticità è riferita al fatto che il contributo concedibile non copriva le spese per le operazioni di ripristino dello stabile (ad esempio se viene asportato il tetto in Eternit è necessario poi provvedere alla ricopertura tramite materiale idoneo). In particolare i Comuni, maggiori beneficiari dei finanziamenti provinciali, per la maggior parte del casi non hanno dato seguito agli interventi proprio per la carenza di fondi per il ripristino degli edifici bonificati o nel peggiore dei casi per i limiti imposti dal patto di stabilità.

Per quanto concerne il finanziamento erogato ai privati per la bonifica dell'amianto dagli immobili di proprietà, una prima criticità è rappresentata dall'obbligo di cofìnanziamento da parte del beneficiario, previsto dalla Legge 22/2005. Infatti, lo stesso contributo può essere riconosciuto fino ad un massimo del 60% delle sole spese rendicontabili (dalla predisposizione del piano di lavoro da presentare alla ASL, all'organizzazione del cantiere, alle attività di bonifica dei manufatti contenenti amianto ed al trasporto per lo smaltimento in discariche autorizzate ed agli oneri per la sicurezza) non prevedendo invece gli oneri per il ponteggio e il ripristino del manufatto. Un'ulteriore criticità è rappresentata, inoltre, dalla limitatezza del contributo, mai superiore a € 5.000.

Un fattore limitante aggiuntivo nell'erogazione dei contributi ai privati è da ricercare nella scarsa pubblicità attribuita a detti incentivi: spesso, i privati non conoscendo la possibilità di usufruire dei contributi per lo rimozione di materiale contenente amianto, non hanno neppure presentato domanda per accedervi.

Ulteriore motivo di rallentamento nella spesa dei finanziamenti erogati ai privati è rappresentato dalla difficoltà di ottenere le necessarie autorizzazioni paesaggistiche da parte degli enti preposti, in particolar modo nei centri abitati.

Come detto in premessa, con Deliberazione n. 53/15 del 29 dicembre 2014 la Giunta Regionale ha adottato il Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell'ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto (PRA).

Il PRA è attualmente sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e si prevede che venga approvato in tempi brevi.

Gli obiettivi del PRA, come indicati nella suddetta deliberazione, possono essere così riassunti:

- assicurare la salute delle persone e la promozione del benessere dei cittadini;

- garantire condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza sui luoghi di lavoro, rilevando eventuali situazioni di pericolo derivanti dalla presenza dell'amianto;

- assicurare il mantenimento e la funzionalità del Centro operativo regionale per la rilevazione dei casi di mesotelioma in Sardegna, presso l'Osservatorio regionale epidemiologico;

- mantenere l'attività già in essere di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto;

- favorire l'adeguamento dei dati del censimento-mappatura dei siti con amianto presente sul territorio regionale alle Linee Guida Ministeriali e sostenerne l'aggiornamento periodico;

- definire, in funzione delle classi di priorità degli interventi, modalità e tempi per l'effettuazione delle operazioni di bonifica e smaltimento dei materiali contenenti amianto sia ad opera di soggetti pubblici che privati;

- definire modalità di gestione dei rifiuti derivanti dalle operazioni di bonifica dei materiali contenenti amianto;

- definire le modalità e l'entità delle risorse finanziarie da assegnare alle Province, ai Comuni, alle Aziende sanitarie locali e agli altri organi per assicurare la dotazione strumentale necessaria per lo svolgimento delle funzioni previste dal Piano, così come definite nell'ambito della L.R. n. 22/2005;

- regolamentare e semplificare l'attività di formazione professionale per gli addetti alle attività di rimozione e di smaltimento dell'amianto, di bonifica delle aree interessate, per il rilascio di titolo di abilitazione ex art, 10 del D.P.R. 8.8.1994;

- individuare le sinergie con le altre sezioni in cui si articola il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti al fine di garantire, soprattutto per quel che riguarda in particolare i rifiuti speciali, una gestione integrata dei rifiuti provenienti dalla bonifica dei materiali contenenti amianto;

- prevedere la realizzazione di campagne informative finalizzate alla sensibilizzazione dei cittadini sul problema amianto.

Le azioni del PRA si possono riassumere sinteticamente nelle seguenti:

a) l'implementazione del censimento dei siti da bonificare;

b) la sorveglianza sanitaria degli ex esposti;

c) l'applicazione delle corrette tecniche di bonifica e smaltimento dei rifiuti;

d) ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili;

e) la formazione degli operatori;

f) l'informazione dei pubblico interessato;

g) la semplificazione delle procedure per la rimozione di piccole quantità di amianto provenienti da civili abitazioni.

Si ricorda inoltre che in data 20 febbraio 2015 ad Oristano si è tenuta la Conferenza regionale amianto che ha permesso di fare il punto della situazione in materia.

La richiesta di un intervento finanziario da parte dello stato deve necessariamente essere preceduta da una fase di censimento più dettagliata e a tal fine è prevista l'attivazione di un'apposita gara d'appalto per il telerilevamento delle coperture in eternit in tutta la regione.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra sulla necessità di approvvigionare la Diga Maccheronis per il funzionamento delle aziende agricole e soddisfare le necessità delle abitazioni. (245)

In relazione ai contenuti dell'Interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota della Direzione Generale della Protezione Civile nota n. 1638 del 19 febbraio 2015.

Si rileva che dagli ultimi dati Pubblicati dal Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, vigilanza sui servizi idrici e gestione delle siccità della Direzione Generale Agenzia Regionale dei Distretto Idrografico della Sardegna (ADIS) in riferimento agli indicatori di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità (30 Aprile 2015) l'invaso del Maccheronis è attualmente nel livello di vigilanza.

L'Assessore

In risposta all'interrogazione in oggetto, richiesta dall'Ufficio di Gabinetto della Presidenza con nota prot. n. 323 del 21/01/2015, acquisita al protocollo generale di questa Direzione al n. 1265 del 11/02/2015, per quanto di competenza, lo scrivente circostanzia quanto segue.

Si precisa innanzitutto che ai sensi del vigente ordinamento in materia di protezione civile, la Direzione Generale della protezione civile interviene in soccorso dei Comuni esclusivamente per un primo intervento di emergenza dovuto ad eventuali guasti alla rete idrica, che dovessero comportare prolungata interruzione del servizio di erogazione di acqua potabile alla popolazione e non per finalità irrigue come richiesto.

Appare altrettanto opportuno evidenziare che le autobotti di questa Direzione, essendo idonee al trasporto di acqua potabile, sono sanificate e, pertanto, il loro approvvigionamento può avvenire esclusivamente presso i punti di prelievo ritenuti tecnicamente idonei dagli enti gestori di acquedotto pubblico preventivamente comunicati alla ASL, in quanto le cisterne delle botti e gli accessori (raccordi e bocchettoni) devono essere idonei al contatto con alimenti come previsto dalla normativa vigente.

Inoltre, in merino all'approvvigionamento della diga Maccheronis, è doveroso rilevare che la Prefettura di Nuoro, con nota n. 38795 del 5 novembre 2014, ha trasmesso gli atti del C.T.U. della Procura della Repubblica di Nuoro, riportanti le risultanze peritali delle infrastrutture idrauliche danneggiate dall'evento alluvionale del 18/11/2013, evidenziando diverse situazioni di rischio circa la stabilità strutturale delle opere danneggiate con "possibilità di grave compromissione della tenuta statica della diga".

Infine, è altrettanto doveroso ed opportuno evidenziare che la situazione meteo-climatica che si è venuta a delineare nell'intera Isola negli ultimi mesi, caratterizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni, ha determinato situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio, ma nessun Comune ha trasmesso a questa Direzione l'eventuale dichiarazione dello stato di calamità naturale con Deliberazione di Giunta Comunale.

Il Direttore Generale - Protezione Civile

Mario Graziano Nudda

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Lai - Cocco Daniele Secondo sulla riorganizzazione e razionalizzazione del lavoro all'interno dei laboratori di analisi della ASL di Cagliari. (271)

Si trasmette la risposta fornita dalla ASL di Cagliari in riscontro all'interrogazione in oggetto.

In merito alla vostra richiesta prot. n. 6189 del 9/03/2015 di pari oggetto, si comunica che la delibera n. 15 del 28/01/2015 ha disposto prime azioni di intervento nell'ambito degli obiettivi specifici assegnati ai Commissari Straordinari delle Asl della Sardegna con DGR n. 1/14 del 13.01.15.

In particolare con riferimento all'obiettivo specifico razionalizzazione e riorganizzazione delle laboratori aziendali, con la delibera n. 115/2015 è stato dato mandato alle UU.OO. coinvolte di attuare le prime azioni necessarie e indispensabili per l'avvio del processo.

Nello specifico, si precisa che, con la citata deliberazione n. 115/2015

- NON è stata disposta la soppressione del laboratorio analisi, né è stata mai formulata alcuna previsione o ipotesi di soppressione dello stesso;

- Stante la ridotta possibilità di incrementare le dotazioni risorse umane, è stato disposto che nell'ambito dello stesso siano attuate misure di articolazione dell'orario di lavoro finalizzate ad assicurare un migliore impiego delle ore di lavoro rese dal personale assegnato rendendo disponibile il servizio attivo nei giorni e nelle ore di maggiore attività e bisogno.

Si precisa inoltre che il laboratorio ubicato nel P.O. San Giuseppe sarà mantenuto nella rete aziendale quale spoke del futuro laboratorio HUB di prossima istituzione nel P.O. SS Trinità di Cagliari.

Pertanto il laboratorio in questione rimarrà ubicato all'interno del presidio ospedaliero di ………. Continuerà ad erogare, come di consueto le prestazioni sanitarie laburistiche di base e d'urgenza per i degenti del presidio e gli esterni senza creare alcun disagio alla cittadinanza.

Le popolazioni pertanto continueranno a fruire del laboratorio e del punto prelievo nello spoke di cui sopra nelle stesse attuali modalità.

Si specifica inoltre che le prestazioni laboratoristiche specialistiche relative ai reparti di dialisi diabetologia e ………………… continueranno a essere erogate senza alcun disagio per l'utenza.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi sulla soppressione delle figure professionali di otto dirigenti biologici da parte dell'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari. (298)

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si trasmette, allegata alla presente, la relazione predisposta dalla ASL competente.

Inoltre, si comunica che l'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari, nelle more della riorganizzazione dei laboratori di analisi, laddove necessario per assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, sta provvedendo alla temporanea istituzione di alcuni posti di dirigente biologo mediante la trasformazione di analoghi posti dirigenziali vacanti.

Cordiali saluti.

Con riferimento alla nota citata in oggetto con la quale Codesto Assessorato chiede una relazione in merito alla soppressione di otto posti di dirigente biologo e alle iniziative adottate al riguardo, si precisa preliminarmente che non c'è stata nessuna soppressione di posti dalla dotazione organica, bensì si è trattato di contratti a tempo determinato giunti a scadenza del termine e non prorogati.

Con DGR n. 48/21 del 29.11. 2007 la RAS ha impartito direttive per la riorganizzazione della rete dei laboratori aziendali, al fine di pervenire a standard organizzativi e di personale coerenti con i processi di incremento dell'efficienza resi possibili dal ricorso a metodiche automatizzate.

Nelle more dell'attuazione delle succitate direttive regionali, stante la situazione di provvisorietà che ha caratterizzato l'assetto organizzativo della rete dei laboratori aziendali dal 2008 al 2014, le precedenti scelte aziendali sono state indirizzate a far fronte alle esigenze contingenti delle suddette Strutture con l'attivazione di contratti a tempo determinato (n. 8 Biologi di Patologia Clinica), in attesa della riorganizzazione e soprattutto nell'ottica di evitare che una volta attuate le misure di razionalizzazione potessero verificarsi situazioni sopranumerarie di dirigenti biologi rispetto alle reali esigenze dei servizi.

Per le ragioni sopra esposte, l'Azienda non ha disposto alcuna delibera di incremento di dotazione organica e, l'inserimento di procedure di mobilità/concorso per nove Dirigenti Biologi già previsto nel documento di programmazione di cui alla delibera 1457 del 09/08/2013 non è stato riproposto nel successivo documento di programmazione (delibera 420 del 03.04.2014).

Infatti alla data di adozione della delibera n. 1457 del 09/08/2013, la dotazione organica relativa alla figura in interesse era composta

- da 64 posti di Dirigenti biologo, dei quali, 53 di Patologia Clinica e n. 11 di Genetica medica posti interamente coperti da personale a tempo indeterminato, nelle corrispondenti discipline.

I provvedimenti sopraccitati sono stati adottati in attuazione di quanto disposto dalla Regione Sardegna in materia di revisione di spesa, con la Legge Regionale 7 novembre 2012, n. 21.

In particolare, attualmente per quanto concerne l'area dei Laboratori Analisi in ambito aziendale, al fine dell'attuazione del Laboratorio unico sono state revisionate alcune linee di attività, per cui si sta procedendo gradualmente a riportare la situazione entro i limiti previsti dalla dotazione organica mediante opportuna razionalizzazione delle risorse umane.

Le misure in fase di adozione sono finalizzate, oltre che al miglioramento della qualità dei servizi erogati, all'ottimizzazione delle risorse umane e materiali, nonché al contenimento dei costi entro i limiti finanziari vigenti.

Nell'ottica sopra descritta, laddove si verifichino i presupposti per l'acquisizione in pianta stabile di risorse professionali, l'Azienda disporrà affinché ciò avvenga nel pieno rispetto delle prerogative del personale a tempo determinato, assicurando, ove sussistano le condizioni, l'applicazione delle disposizioni vigenti.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Desini - Busia sullo stato di attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), relativo alla stabilizzazione dei dipendenti dell'Ente foreste aventi rapporto di lavoro semestrale. (310)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.

Con l'articolo 4 della Legge Regionale 21 gennaio 2014, n. 7 l'Ente foreste è stato "autorizzato a procedere alla stabilizzazione annuale dei propri dipendenti aventi rapporto semestrale, attraverso una graduazione triennale del contingente per un massimo di 500 unità annue, nel rispetto dell'equilibrio territoriale di provenienza del personale interessato. A tal fine il finanziamento all'Ente foreste è stato incrementato di euro 6.000.000 per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016".

Si sottolinea tuttavia che la suddetta norma non fornisce alcuna disposizione sulla procedura specifica da adottare.

Vista la rilevanza della tematica in argomento ci si è attivati attraverso lo svolgimento di ripetuti incontri con le Organizzazioni Sindacali di categoria a cui hanno preso parte anche il Commissario Straordinario dell'Ente foreste della Sardegna e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della regione.

Si sono svolti inoltre numerosi incontri tecnici per poter disporre delle necessaria informazioni al fine di definire le procedure da adottare sulla base della legislazione vigente. Dall'istruttoria è emerso che le disposizioni dell'articolo 4 della suddetta l.r. 7/2014 sono da inquadrare nell'ambito della legislazione nazionale vigente e pertanto l'Ente foreste è soggetto alle limitazioni assunzionali del turn over previste per la Pubblica Amministrazione, come peraltro disposto dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 48/23 del 11.12.2012.

La normativa nazionale di riferimento è il decreto-legge 90 del 24 giugno 2014 coordinato con la legge di conversione 11 agosto 2014, n. 114, che circoscrive la possibilità di fare assunzioni ai risparmi ottenuti dalle cessazioni degli ultimi tre anni con delle percentuali di riduzione e questo si estende alle stabilizzazioni che sono trattate come vere e proprie assunzioni.

Sulla base della normativa nazionale vigente e delle risultanze degli incontri con le Organizzazioni Sindacali di categoria, il Commissario Straordinario dell'Ente foreste con Deliberazione n. 58 dell'8 aprile 2014 ha approvato il piano triennale del fabbisogno di personale dell'ente contenente il calcolo effettuato sui limiti di spesa e sui criteri stabiliti dalla normativa nazionale.

Il succitato piano triennale contiene una proposta su differenti aspetti che riguardano l'Ente Foreste tra cui le mansioni superiori, le eventuali graduatorie vigenti, la carenza di dirigenti e quadri nonché la stabilizzazioni dei dipendenti aventi rapporto di lavoro semestrale oggetto della presente interrogazione.

La deliberazione di approvazione del piano triennale del fabbisogno di personale è stata trasmessa all'Assessore degli affari generali, personale e riforma della regione per il controllo preventivo di cui alla Legge Regionale 15 maggio 1995, n.14 modificata con Legge Regionale 28 dicembre 2009, n. 5.

Con nota prot. n. 10542 del 5.05.2015 l'Assessore del personale ha inviato al Commissario Straordinario dell'Ente foreste le osservazioni e rilievi al testo della suddetta deliberazione.

A seguito dell'adeguamento della proposta da parte del Commissario alle osservazioni dell'Assessore del personale si potrà avviare, nei limiti delle capacità assunzionali, la stabilizzazione degli operai a tempo determinato.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tocco in merito alle condizioni di criticità dei cavallini della Giara ed ai progetti di salvaguardia del patrimonio equino dell'altopiano. (315)

In relaziona ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta che in data 29 aprile 2013 è stato firmalo un protocollo d'intesa per la gestione, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio di cavallini della giara insistente sul territorio dell'altopiano della Giara tra i Comuni di Gesturi, Tuili, Setzu, Genoni, Unione di Comuni Marmilla di Villamar e la Presidenza della Giunta Regionale, l'Assessorato regionale dell'Agricoltura e Riforma agropastorale, l'Agenzia AGRIS Sardegna, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna, l'Università degli Studi di Sassari - Dipartimento di scienze veterinarie e l'Azienda Sanitaria Locale n. 6 - Sanluri.

Inoltre si ricorda che con Deliberazione della Giunta Regionale n. 21/10 del 5 giugno 2013, su proposta degl'Assessore dell'Agricoltura, è stato finanziato un programma di ricerca riguardante la gestione, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio cavallini della Giara insistente sul territorio dell'altopiano della Giara.

Ulteriori informazioni sulla tematica in oggetto possono essere reperite presso l'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma agropastorale.

Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla mancata stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste della Sardegna, prevista dall'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, e il contestuale taglio delle relative risorse. (384)

Con riferimento ai quesiti posti con l'interrogazione in oggetto, per gli aspetti di competenza di questo Assessorato si forniscono i seguenti chiarimenti.

La modalità di stabilizzazione prevista dalla Legge regionale in oggetto per il personale dell'Ente foreste della Sardegna si configura come trasformazione annuale dei rapporti di lavoro semestrali.

A riguardo si evidenzia che il Commissario straordinario dell'Ente Foreste della Sardegna, con la deliberazione n. 58 del 8 aprile 2015, ha inserito l'intervento di stabilizzazione in questione nell'ambito della programmazione triennale del fabbisogno trasmesso a questo Assessorato per il controllo preventivo ai sensi della L.R. n. 14/1995.

Il citato atto di programmazione è stato predisposto prevedendo correttamente la maggior spesa dell'inquadramento annuale dei lavoratori semestrali entro i limiti per le assunzioni a tempo indeterminato consentiti dalla normativa nazionale (comma 5 dell'art. 3 della legge 24 giugno 2014, n. 90), vincolanti anche per la Regione e per gli Enti regionali.

La predetta deliberazione n. 58/2015, tuttavia, non è ancora operativa In quanto lo scrivente Assessorato, in sede di controllo, ne ha richiesto il riesame con particolare riferimento all'attribuzione dei livelli retributivi di inquadramento delle unità lavorative da stabilizzare presso l'Ente.

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Comandini - Forma - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas - Cozzolino - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi della Regione autonoma della Sardegna nell'erogazione dei pagamenti dei progetti Lav...Ora.

I sottoscritti,

premesso che 255 progetti di inserimento lavorativo a valere sull'avviso pubblico "Lav...Ora - Progetti per l'inclusione sociale - POR FSE 2007-2013" sono a rischio prosecuzione a causa della mancata puntualità nell'erogazione dei pagamenti spettanti da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

evidenziato che l'avviso Lav...Ora finanzia progetti di inserimento lavorativo rivolti a destinatari che rientrano in particolari categorie di svantaggio/disagio socio-economico e che non riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro;

sottolineato che una importante società sarda è beneficiaria di 255 progetti Lav...Ora e la mancata puntualità nell'erogazione dei pagamenti spettanti rende impossibile per il beneficiario sostenere le successive spese relative ai progetti; la stessa società si è trovata costretta ad interrompere i pagamenti relativi ai progetti Lav...Ora, in particolare delle borse lavoro a favore dei destinatari;

rilevato che i progetti in questione hanno avuto un andamento positivo in quanto gli utenti hanno avuto modo di essere inseriti in un contesto lavorativo e maturare un'indipendenza economica; gli obiettivi sino ad oggi raggiunti purtroppo rischiano di essere compromessi da tale situazione;

detto che i destinatari appartengono a particolari categorie di svantaggio/disagio e, per loro, tale progetto rappresenta l'unica fonte di reddito, di conseguenza non ricevere puntualmente il compenso delle loro lavoro rappresenta un ostacolo alla motivazione a proseguire l'inserimento e comporta importanti ripercussioni sulla loro vita socio-economica;

evidenziato che il timore è che in questa situazione gli utenti possano rinunciare alle attività e terminare in anticipo il progetto con conseguenti ripercussioni sulle loro situazioni sociali ed economiche già delicate e precarie; un'interruzione anticipata dei progetti, oltre a danneggiare i destinatari del progetto comporta gravi danni e ripercussioni sul beneficiario e anche alla Regione in quanto determinerebbe una mancata spedita dei fondi del POR FSE 2007-2013;

posto che l'avviso Lav...Ora, gestito dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale - Direzione generale delle politiche sociali, prevede la seguente modalità di erogazione del finanziamento a favore dei beneficiari: 60 per cento all'avvio delle attività, 30 per cento in seguito alla rendicontazione del 90 per cento delle spese effettuate e il 10 per cento a conclusione delle attività;

rilevato che detta società ha avviato tutti i progetti e messo in atto i relativi adempimenti amministrativi e contabili previsti dalla normativa. In particolare, ha provveduto con estrema regolarità all'erogazione delle borse lavoro in favore dei destinatari, ed in generale alla regolare liquidazione di tutte le spese annesse alla gestione dei progetti. Inoltre ha provveduto con regolarità al caricamento delle spese sostenute sul Sistema informativo del lavoro della Sardegna (SIL Sardegna) al fine di rendicontare con regolarità le spese e richiedere il successivo finanziamento, pari al 30 per cento dell'importo dei progetti;

sottolineato che attualmente la società, a causa dei ritardi nei pagamenti delle spettanti quote di finanziamento da parte dell'Assessorato competente, non si trova più nelle condizioni di gestire con puntualità le spese relative ai progetti, in particolare i compensi delle borse lavoro dei destinatari e che è di tutta evidenza che tale situazione sia dovuta a una inadeguata e cattiva gestione delle procedure di rendicontazione e pagamento da parte degli uffici competenti;

evidenziato che, nonostante la società abbia avviato tutti i progetti, sino ad oggi non è ancora pervenuto l'anticipo relativo a 19 progetti, inoltre di 100 rendicontati non è stata avviata l'erogazione della seconda tranche di finanziamento;

detto che, nonostante le numerose sollecitazioni, non è stata riscontrata alcuna collaborazione e chiarezza nelle comunicazioni da parte degli uffici competenti, ma al contrario la società si è trovata a dover affrontare molti ostacoli e problemi relativi alla gestione del progetto senza ricevere un adeguato supporto,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza di questa situazione e quali iniziative intendano assumere affinché l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale eroghi con urgenza i pagamenti relativi ai 255 progetti di inserimento lavorativo, di cui alla presente interrogazione, a valere sull'avviso pubblico Lav...Ora - Progetti per l'inclusione sociale - POR FSE 2007-2013;

2) quali provvedimenti intendano assumere affinché tale situazione non abbia più a ripetersi, visto che Lav...Ora finanzia progetti di inserimento lavorativo rivolti a destinatari che rientrano in particolari categorie di svantaggio/disagio socio-economico e che non riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro;

3) quali misure vogliano adottare affinché in futuro gli uffici competenti forniscano con tempestività collaborazione e chiarezza nelle comunicazioni, allo scopo di affrontare eventuali ostacoli e problemi che rischiano di impedire la normale prosecuzione dei 255 progetti di inserimento lavorativo. (395)

Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla riprogrammazione di risorse già destinate al completamento e allestimento del Museo dell'identità nell'ex Mulino Guiso-Gallisai di Nuoro.

Il sottoscritto,

premesso che la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, con la deliberazione n. 23/6 del 12 maggio 2015 ha inteso riprogrammare la somma di euro 1.603.600,10 di fondi POR FESR 2007-2013, inizialmente destinati a completamento e allestimento del Museo dell'identità nell'ex Mulino Guiso-Gallisai di Nuoro, sostituiti con due differenti interventi sempre a valere sul POR FESR 2007-2013, Asse I, Obiettivo operativo 1.2.3, Linea di attività 1.2.3.a, per euro 280.000; e Asse IV, Obiettivo operativo 4.2.3, Linea di attività 4.2.3.a, per euro 1.323.600,10;

valutato che proprio per il compendio dell'ex Mulino sono state praticamente completate le procedure per l'avvio dei previsti lavori di sistemazione e ristrutturazione al fine di restituire alla città e alla Sardegna un prezioso polo di alta valenza culturale e identitaria;

considerato che la maldestra operazione ad opera dell'Assessore competente sottrae di fatto l'importante risorsa a suo tempo prevista per destinarla al Museo Tavolara di Sassari e a generici e inefficaci bandi a sportello a favore di una miriade di soggetti titolari di musei sul territorio regionale;

tenuto conto che per lo stesso Museo Tavolara la Regione negli ultimi anni aveva investito ingenti risorse per la sua ristrutturazione e rilancio;

ritenuto che l'operazione così come articolata, sia da annoverare come un offensivo esercizio di carattere ragionieristico, poco rispettoso della progettualità finora portata avanti nell'interesse del polo museale del capoluogo su cui si va costruendo una efficace azione di rilancio del comparto culturale, economico e turistico locale;

considerato che la grave e perdurante crisi economica non ha risparmiato alcun settore produttivo e la cultura pare essere uno dei rari motivi di sollievo per il vulnerabile territorio delle zone interne,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali siano i reali motivi della distrazione dei fondi destinati alla realizzazione degli allestimenti del Museo e laboratori dell'identità nell'ex Mulino Guiso Gallisai in Nuoro;

2) se non ritengano di dover immediatamente intervenire per il ripristino delle risorse tagliate;

3) se non ritengano, inoltre, di dover provvedere a individuare nel bilancio le risorse necessarie al supporto della filiera della cultura nuorese, quale unico sistema capace di contrapporsi alla perdurante crisi del territorio. (396)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata riduzione dei contributi regionali per spese di viaggio e soggiorno dell'ammalato e degli eventuali accompagnatori per ricoveri fuori del territorio regionale, come disposto dalla legge regionale 23 luglio 1991, n. 26.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la legge regionale 23 luglio 1991, n. 26 (Prestazioni di assistenza indiretta nel territorio nazionale e all'estero), all'articolo 9 stabilisce il rimborso delle spese di viaggio o di trasporto sostenute dall'assistito e dall'accompagnatore per le prestazioni sanitarie fruite al di fuori del territorio regionale;

- nel corso degli anni i fondi stanziati dalla Regione per provvedere a tale fabbisogno sono andati via assottigliandosi;

valutato che:

- nel bilancio di previsione della Regione per l'anno 2014 la Giunta regionale aveva stanziato, nell'apposito capitolo di bilancio (UPB S05.01007, SC05.0128), una cifra pari a euro 4.500.000;

- in fase di assestamento il capitolo ha subito una riduzione del 7,3 per cento, giungendo alla cifra di euro 4.170.000, integralmente impegnati;

- contestualmente la somma per il finanziamento dei ricoveri per ragioni umanitarie, ovvero per il ricovero di cittadini extracomunitari, ha conosciuto un incremento del 48 per cento, passando da euro 300.000 a euro 582.000;

dato atto che:

- con la finanziaria 2015 la Giunta regionale ha ridotto i fondi per il rimborso delle spese di viaggio o di trasporto per le prestazioni sanitarie fruite al di fuori del territorio regionale di un ulteriore 16 per cento, stanziando una cifra pari a euro 3.500.000;

- allo stesso tempo gli stanziamenti per i ricoveri per ragioni umanitarie hanno conosciuto, con la finanziaria 2015, un ulteriore incremento del 47 per cento giungendo a una cifra pari a euro 1.100.000;

- nel corso dei dibattito per l'approvazione della finanziaria 2015, tanto in Commissione bilancio quanto in Aula, diversi consiglieri regionali hanno manifestato l'inadeguatezza degli stanziamenti per i ricoveri extra-Regione, segnalando la continua riduzione degli stessi;

considerato che:

- appare quanto meno singolare che nel corso dell'ultimo anno, a fronte di una riduzione dei fondi per i ricoveri extra-regione pari al 23 per cento, stante la continua contrazione delle disponibilità finanziarie della Regione, nonché la necessità di provvedere a una riduzione delle spese in campo sanitario che gravano per quasi il 50 per cento sul bilancio regionale, le spese per i ricoveri umanitari abbiano conosciuto invece un incremento del 272 per cento;

- si è diffusa tra gli operatori sanitari la notizia che nel corso di una recente riunione presso gli uffici dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, i commissari delle ASL abbiano ricevuto mandato per ridurre ulteriormente i contributi per le spese di viaggio e soggiorno dell'ammalato e degli eventuali accompagnatori per i ricoveri fuori del territorio regionale;

- un'ulteriore riduzione finirebbe per rendere ancora più difficile l'assistenza sanitaria soprattutto per i ceti sociali più poveri, mettendo talvolta a rischio la stessa possibilità, stante la grave crisi economica, di poter ricorrere alle cure fuori Regione e andando così a ledere il principio di pari opportunità sancito dall'articolo 3 della Costituzione italiana,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) si sia effettivamente svolta presso gli uffici dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale la riunione sopraccitata;

2) quale mandato sia stato conferito ai commissari in merito ai fondi per il rimborso delle spese di viaggio o di trasporto sostenute dall'assistito e dagli accompagnatori, per le prestazioni sanitarie fruite al di fuori del territorio regionale e chi l'abbia eventualmente conferito;

3) se vi siano da parte dell'Assessore o da parte degli uffici atti in tal senso ed eventualmente quali siano;

4) quali azioni inoltre l'Assessore intenda intraprendere per proporre al Consiglio regionale di compensare lo squilibrio generatosi nel corso del 2015 tra i notevoli incrementi dei fondi per i ricoveri per ragioni umanitarie e la contestuale riduzione per i ricoveri extra-Regione. (397)

Interrogazione Cappellacci - Locci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sull'emergenza ebola in Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che in data 8 ottobre 2014 l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha diffuso un comunicato stampa in cui affermava che: "La Sardegna è in grado di fare fronte a un eventuale caso di sospetta infezione del virus dell'ebola"; nella nota l'Assessore aggiungeva le seguenti parole: "Abbiamo subito dettato le linee di lavoro e attivato tutte le misure preventive, pratiche e operative, compresi corsi di sensibilizzazione al trattamento della materia, testando la reattività di risposta che reputo molto buona. In Sardegna abbiamo tutte le competenze e siamo accreditati per ricevere e distinguere un eventuale soggetto portatore del virus dell'ebola, e fare così fronte al problema";

rilevato che:

- il 31 ottobre 2014 lo stesso Assessore ha annunciato alla stampa, con un comunicato che nel titolo recava l'espressione "Sardegna pronta ad ogni emergenza", l'approvazione di un protocollo operativo e l'istituzione di tre unità di crisi, una regionale a Sassari e due locali a Cagliari, per la gestione di eventuali casi sospetti di persone potenzialmente contagiate dal virus ebola; "Le unità di crisi - ha dichiarato l'Assessore - rappresentano i tre organismi di riferimento attraverso i quali si dovranno articolare le possibili azioni di risposta ed è di particolare rilievo la sinergia prevista con la Prefettura, grazie alla quale si potrà assicurare il completo monitoraggio di eventuali situazioni di emergenza";

- il 13 novembre 2014 la Giunta regionale ha presentato alla stampa il protocollo, ribadendo i concetti precedentemente espressi;

- l'11 maggio 2015, in seguito al ricovero del primo paziente affetto dal virus, l'Assessorato dichiarava pubblicamente che "sono state rispettate tutte le procedure di sicurezza previste dai protocolli nazionali e regionali da parte del personale del 118 e del personale del reparto di malattie infettive che ha utilizzato maschera, occhiali e scafandro per evitare qualunque contatto diretto"; in tale occasione l'Assessore ha espressamente dichiarato che: "La situazione è sotto controllo, e le nostre Unità di crisi hanno funzionato perfettamente". Lo stesso Assessore rassicurava: "Non ci sono motivi per avere alcun timore: il virus diventa contagioso solo nel momento in cui compare la febbre, il che è avvenuto oggi quando il paziente non ha avuto contatti con nessuno";

- il 13 maggio 2015 l'Assessore ha dichiarato: "La macchina operativa ha funzionato secondo i tempi e nei modi previsti dall'Unità di crisi avviata a novembre";

- il 15 maggio 2015, dopo una polemica riguardo al trasporto del paziente e alle fotografie scattate da alcuni presenti, emerge la mancanza di una barella di biocontenimento, che viene così minimizzata dall'Assessore: "La mancanza della barella a biocontenimento non ha condizionato le operazioni di soccorso. Abbiamo però deciso di dotarci comunque di due barelle, una a Cagliari e l'altra a Sassari, per ulteriore prudenza";

considerato che:

- il 17 maggio 2015 la stampa regionale riporta le dichiarazioni del sindacato, secondo il quale la barella di biocontentimento giunta dallo "Spallanzani" di Roma non poteva entrare nella stanza in cui era ricoverato il paziente, che pertanto era inadeguata, e quest'ultimo sarebbe stato costretto ad uscire per poi adagiarsi sulla biobag;

- il sindacato denuncia altresì che il laboratorio di analisi non era autorizzato né attrezzato per gestire i campioni del virus, che il sangue infetto è stato trattato alla stregua del plasma normale e da tecnici ignari dei rischi e che è stata contaminata la centrifuga;

- il 18 maggio 2015 altri quattro, tra sanitari e tecnici, del laboratorio di analisi dell'ASL n. 1 di via Monte Grappa si aggiungono agli altri due sotto sorveglianza speciale; salgono quindi a diciassette le persone che sono in isolamento perché venute a contatto direttamente o indirettamente con il paziente;

- in seguito alle sopracitate denunce del sindacato, la ASL n. 1 avrebbe aperto un'inchiesta interna per accertare eventuali falle nei rigorosi protocolli previsti in caso di presenza di virus altamente infettivi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione emersa da gravi carenze, come quella relativa alle biobag, e se abbiano verificato le questioni denunciate dal sindacato;

2) quali azioni intendano porre in essere al fine di affrontare l'emergenza relativa al virus ebola e rimediare ad eventuali falle ed omissioni;

3) quali azioni intendano porre in essere al fine di accertare eventuali responsabilità nei casi segnalati dai sindacati ed evidenziati dalla stampa regionale;

4) se l'Assessorato abbia già avviato i controlli sul rispetto della procedura e del protocollo. (398)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione generata dal mancato aggiornamento del tariffario regionale delle prestazioni di diagnostica radiologica.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il tariffario regionale delle prestazioni di diagnostica appare non essere al passo con i tempi;

- esso, invero, è carente di moltissime voci corrispondenti a prestazioni richieste dagli specialisti e, dunque, non risulta essere aggiornato rispetto alle nuove tecnologie ed alle nuove metodiche di indagine;

- per esempio "l'angio TC circolo cerebrale", prestazione molto richiesta dagli specialisti, non figura nel tariffario regionale;

- pertanto, quando il paziente prenota la prestazione, gli operatori del centro unico prenotazioni (CUP) si ritrovano nella difficoltosa situazione di registrare la prestazione sotto falso nome, ossia con riferimento ad una prestazione similare presente nel tariffario;

- tali carenze sono foriere di moltissimi problemi gestionali organizzativi delle varie strutture ospedaliere interessate, inevitabilmente, dalla problematica;

evidenziato che:

- tale modus operandi incide negativamente sulla gestione delle prestazioni rimborsabili nonché sulla valutazione qualitativa del reparto radiologico interessato;

- infatti, moltissime prestazioni, anche di elevato valore di rimborso, a causa della loro assenza dal tariffario regionale, vengono omesse oppure banalizzate con voci non corrispondenti alla prestazione effettivamente resa;

- la mancata tracciabilità, anche ai fini statistici, delle prestazioni effettivamente eseguite dalla struttura, come facilmente desumibile, può avere delle ripercussioni negative all'atto della valutazione dell'operatività di un determinato reparto anche in termini di permanenza in funzione dello stesso;

- inoltre, non può sfuggire la ripercussione negativa di carattere economico determinata dal mancato introito, in termini di rimborso, di prestazioni rese ma non tracciabili per mancato aggiornamento del tariffario regionale;

preso atto che è necessario ed improcrastinabile procedere all'aggiornamento del tariffario regionale delle prestazioni di diagnostica radiologica,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale:

1) per sapere se siano a conoscenza della questione evidenziata;

2) per sapere quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di far sì che l'aggiornamento del tariffario avvenga in tempi brevi, onde evitare di pregiudicare gli interessi delle strutture regionali coinvolte dalla problematica;

3) per conoscere le eventuali tempistiche necessarie per fornire una soluzione al suindicato e delicato problema. (399)

Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Zedda Alessandra - Randazzo - Tedde - Peru - Locci - Tocco - Fasolino - Tunis, con richiesta di risposta scritta, sulla costituzione e il funzionamento delle Destination management organization (DMO) e del Destination management system (DMS).

I sottoscritti,

tenuto conto dell'importanza che rappresenta per la nostra Isola il settore turistico e dell'esigenza di sviluppare un sistema turistico integrato che possa essere all'altezza dei livelli qualitativi offerti dalle mete turistiche più importanti del Mediterraneo e che abbia un carattere innovativo necessario per poter presentare l'offerta turistica della Sardegna anche nel "nuovo mercato" costituitosi nel web;

ricordato che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 11/6 del 26 febbraio 2013, approvava le Linee guida strategiche triennali del turismo 2013-2015, nelle quali figurano (capitolo 8) le Destination management organization (DMO), ossia le agenzie per la governance dei sistemi turistici legati al turismo in Sardegna e il Destination management system (DMS), ossia un sistema tecnologico che faciliti la commercializzazione dell'offerta turistica da parte degli operatori privati;

richiamata la deliberazione n. 17/13 del 16 aprile 2013 con la quale veniva approvata dalla Giunta regionale l'istituzione delle DMO e del DMS e veniva delegato l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio a:

- costituire le Destination management organization (DMO);

- delegare l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio a istituire, con proprio decreto, i tavoli istituzionali operativi delle Destination management organization (DMO);

- delegare l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio ad adottare, con proprio decreto, le linee guida che regoleranno ruoli e responsabilità dei soggetti facenti parte del sistema DMO e DMS;

- avviare, in collaborazione con Sardegna ricerche, la realizzazione del Destination Management System (DMS);

appurato che il 24 aprile 2014, avveniva un incontro istituzionale presso l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio per la costituzione delle DMO alla presenza delle agenzie Sardegna ricerche e Sardegna promozione, dei rappresentanti delle autorità aeroportuali, autorità portuali e associazioni di categoria (Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e Confapi), Unioncamere, Anci e consorzi turistici,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per conoscere:

1) quali attività siano state poste in essere dal 24 aprile 2013 a oggi per portare a compimento la costituzione delle DMO e del DMS, con particolare riguardo a ulteriori incontri istituzionali, firme di protocolli, approvazione di linee guida, bandi di gara per affidamento di servizi necessari alla costituzione degli stessi, realizzazione piattaforma web, ecc.;

2) se sia stato realizzato l'innovativo sistema DSM, quale sia la sua operatività e se sia stata verificata l'integrazione con il DMS regionale e quelli gestiti da privati che, oramai da anni, operano nel settore. (400)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione dell'emergenza ebola in Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che in più di un'occasione l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha dichiarato, a mezzo stampa, che la Sardegna era pronta ad affrontare qualsiasi tipo di emergenza, tra cui quella relativa al pericolo di diffusione del virus ebola

considerato che:

- tali dichiarazioni, a partire dall'ottobre 2014 ad oggi, sono state più volte rilasciate dallo stesso Assessore e riprese dagli organi di stampa, in seguito all'allarme suscitato dal diffondersi del virus nel continente africano, anche con l'evidente obbiettivo di evitare la psicosi di una possibile propagazione del virus in Italia e in Europa;

- sia forze politiche che sindacali hanno allo stesso tempo chiesto, tramite stampa e non solo, rassicurazioni e interventi adeguati, tempestivi ed efficaci per affrontare l'eventuale presenza nell'Isola di uno o più soggetti potenziali portatori del virus ebola;

visto che:

- è stato presentato alla stampa, in data 13 novembre 2014, il protocollo operativo della Regione sulle unità di crisi da attivare in Sardegna per il virus ebola che prevedeva la piena operatività di due unità dislocate nel Reparto di malattie infettive dell'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari e nelle cliniche universitarie di Sassari, con l'attivazione di tre stanze nel capoluogo sardo e due a Sassari;

- il protocollo prevedeva inoltre, nel caso in cui fosse stata riscontrata l'infezione, il trasferimento immediato dei pazienti al centro malattie infettive dell'Ospedale Spallanzani di Roma;

- si è dichiarato, inoltre, che il personale medico e infermieristico stava terminando, in quei giorni, la fase di formazione per la gestione dell'emergenza, e che l'Assessorato aveva elaborato una scala di codici di emergenza-urgenza idonea ad individuare le concrete modalità di intervento in caso di sospetta presenza del virus;

considerato che l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, in quella stessa occasione ha dichiarato testualmente "La probabilità che arrivi un immigrato infetto è remota, a meno che non giunga clandestinamente e senza essere intercettato in Italia dai militari. Chi invece arriva da clandestino ma viene soccorso, è sottoposto immediatamente a un primo screening. I passeggeri che arrivano dai Paesi a rischio vengono controllati nell'aeroporto europeo in cui fanno scalo. Dunque si agisce in maniera preventiva e eventualmente si apre la strada per la quarantena di 21 giorni per le persone ritenute a rischio, che sono anche gli operatori sanitari che lavorano nell'Africa Occidentale: Liberia, Sierra Leone, Guinea e Mali.";

visto che:

- in Sardegna si è conclamato nei giorni scorsi il primo caso di ebola che, oltre al contagiato, ha portato all'isolamento 19 persone che, per varie ragioni, sono entrate in contatto con il malato, tra cui diversi operatori e tecnici sanitari;

- si sono susseguite le dichiarazioni, più o meno pertinenti e autorevoli, da parte di vari esponenti del mondo politico, istituzionale, ma anche partitico appartenenti all'area di centrosinistra e della maggioranza, sull'adeguato funzionamento dell'unità di crisi, la corretta esecuzioni dei protocolli e delle procedure da adottare in questi casi;

considerato che:

- oltre al materiale fotografico pubblicato da diversi organi di stampa che testimonia che un numero elevato di soggetti sono entrati in contatto con l'infetto senza gli adeguati dispositivi di protezione individuali, il continuo incremento delle persone tenute in isolamento e in stretta osservazione evidenzia un chiaro corto circuito dell'intera procedura di sicurezza;

- un sindacato denuncia le falle nella macchina organizzativa, parlando di una pessima e superficiale gestione di un'emergenza sanitaria che la città non aveva prima d'ora affrontato e forse non pensava nemmeno di affrontare;

- si è appreso che la stanza di decontaminazione individuata dall'Azienda sanitaria era inutilizzabile, tanto che gli operatori del 118 si sono dovuti cambiare in uno stanzino della centrale operativa;

- il trasporto del soggetto infetto dall'ospedale all'aeroporto è avvenuto ad opera del personale della Croce Rossa e non degli operatori del 118 all'uopo formati;

- alcuni operatori delle centrali operative del 118 di Cagliari e Sassari dovranno partecipare lunedì 25 maggio 2015 a un corso di formazione, organizzato in tutta fretta dal Ministero della salute, per l'utilizzo della "Bio-Bag";

- al di là delle sterili accuse di sciacallaggio che alcuni esponenti del centrosinistra locale hanno avanzato, la vicenda pone un generale problema di sicurezza per i cittadini, nonché costituisce un duro colpo all'immagine della Sardegna in campo nazionale e internazionale proprio in prossimità della stagione turistica,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano informati sul reale svolgimento della gestione dell'emergenza del virus ebola presso l'ospedale di Sassari;

2) se siano state rispettate tutte le procedure previste dal protocollo d'emergenza;

3) se il personale coinvolto nella gestione dell'emergenza abbia ricevuto in questi mesi l'adeguata formazione per poter affrontare concretamente un caso simile;

4) se il personale coinvolto nella gestione dell'emergenza sia stato adeguatamente informato durante lo svolgimento delle operazioni di soccorso, primo intervento ed elaborazione delle provette di sangue del soggetto infetto;

5) se la stanza di decontaminazione all'uopo individuata presso la struttura sanitaria sia utilizzabile e sia stata utilizzata da parte degli operatori sanitari;

6) se risponda a verità la notizia per cui il trasporto del soggetto infetto dall'ospedale di Sassari all'aeroporto sia avvenuto sui mezzi e con la collaborazione del personale della Croce Rossa italiana, non dotato degli adeguati dispositivi di protezione individuali;

7) se risponda a verità la notizia per cui gli operatori delle centrali del 118 di Cagliari e Sassari parteciperanno a un corso di formazione sull'utilizzo della "Bio-Bag" solo nei prossimi giorni;

8) chi, e in quali termini, risponderà dell'eventuale danno d'immagine subito dalla Sardegna in seguito alla gestione dell'emergenza ebola. (401)

Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione della nuova strada statale Sassari-Olbia, con particolare riguardo alle strade complanari.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la realizzazione della strada statale Sassari-Olbia è da anni una priorità regionale, attese le numerose vittime imputabili alla pericolosità dell'itinerario esistente, alle porte di Olbia si stanno, dunque, realizzando i lavori relativi al tratto compreso tra Monti e Olbia, ovvero i lotti 7, 8 e 9, i cui cantieri risultano attualmente in stato avanzato e la conclusione dei lavori è prevista per la fine dell'anno in corso, mentre per giugno 2016 e marzo 2017 è prevista rispettivamente l'ultimazione dei lotti 5 e 6 (nei territori di Berchidda, Monti, Tetti);

- occorre ricordare che il nuovo collegamento tra Sassari e Olbia, che si sviluppa per complessivi 80 km circa e comporta l'adeguamento a 4 corsie della rete esistente, costituita dalle strade statali 199 e 597, rappresenta la principale arteria di collegamento est-ovest del nord della Sardegna e il costo complessivo previsto ammonta a circa 930 milioni di euro, numeri che fanno di quest'intervento una delle opere pubbliche più importanti mai realizzate in Sardegna;

- non si può, tuttavia, non rilevare che, nonostante questi numeri, riguardo le strade complanari e di servizio a quella principale, non risulta prevista in progetto, quantomeno per i lotti in argomento, la loro rifinitura mediante la bitumatura; ciò evidentemente, oltre che comportare in futuro la necessità di una manutenzione pesante e continua a carico dei comuni cui fanno capo, potrebbe provocare pericolo per la stessa nuova arteria a seguito delle polveri spinte dal vento che, come noto, è una costante nella nostra regione;

ciò posto, richiamando ancora il costo complessivo dell'opera (930 milioni di euro) e il conseguente costo per km (11,60 milioni di euro), considerato che l'opera non può ritenersi effettivamente conclusa senza la necessaria rifinitura delle strade complanari,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere:

1) se si stiano predisponendo, anche eventualmente a cura dell'ANAS, le necessarie varianti al fine di portare a reale compimento le opere in argomento, ivi compresa la bitumatura delle strade complanari, prima della chiusura dei cantieri;

2) se così non fosse, quale sia l'intendimento dell'esecutivo regionale in merito e se non sia il caso di imporre all'ANAS, anche eventualmente con l'utilizzo dei ribassi d'asta, la rifinitura mediante bitumatura delle strade complanari posto che, sebbene la Sassari-Olbia sia considerata tra le strade di competenza dell'Azienda di Stato, la massa dei finanziamenti disponibili per la sua realizzazione deriva da somme, comunque, assegnate alla Regione e non da finanziamenti propri dell'ANAS. (402)

Interrogazione Piscedda - Forma - Moriconi - Cozzolino - Pinna Rossella - Lotto - Comandini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione degli adempimenti stabiliti nella legge regionale n. 23 del 2005 sul Sistema integrato dei servizi alla persona e con riferimento alle richieste delle organizzazioni del terzo settore della Sardegna contenute nella lettera dello scorso 15 gennaio 2015.

I sottoscritti,

premesso che:

- le associazioni Confcooperative con Federsolidarietà Sardegna, LegaCoopsociali Sardegna, AGCI Solidarietà, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), le Acli della Sardegna, FISH Sardegna, Arci, UISP, AIAS Cagliari, Fondazione Stefania Randazzo, più volte e con diversi mezzi hanno richiesto da tempo di veder riconosciuto il loro lavoro attraverso l'attuazione di alcune leggi che fanno riferimento alla legge regionale n. 23 del 2005;

- le associazioni sopra elencate si occupano principalmente di servizi rivolti alla persona e con le loro realtà sono presenti in tutto il territorio regionale e con la loro attività coinvolgono molti utenti, le loro famiglie e decine di migliaia di lavoratori;

considerato che:

- il sistema di integrazione delle politiche sanitarie e sociali è regolato dalla legge regionale n. 23 del 2005 (Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge regionale n. 4 del 1988 (Riordino delle funzioni socio-assistenziali) che dà attuazione alla legge quadro nazionale n. 328 del 2000 e si prefigge, tramite un modello di governo partecipato, di creare un sistema integrato di servizi alla persona che valorizza la programmazione in funzione dei bisogni, in particolare nella dimensione locale;

- il livello locale risulta essere il perno del sistema e che il livello regionale avrebbe dovuto fare sintesi, guidare e controllare e in qualche modo farsi carico di armonizzare le regole;

- nel corso di questi 10 anni, si può affermare che permangono ritardi attuativi, atti incoerenti, un rifluire verso azioni parcellizzate che mal si conciliano con la logica di integrazione dei servizi alla persona; di fatto solo nel 2008 sono stati emanati il regolamento attuativo previsto dall'articolo 43 della succitata legge (decreto del Presidente della Regione n. 4/2008) ed il regolamento attuativo dell'articolo 44 (decreto del Presidente della Regione n. 3/2008); solo nel 2011, con deliberazione della Giunta regionale n. 40/32, sono state emanate le linee guida dei Piani locali unitari dei servizi (PLUS), mentre il regolamento attuativo (decreto del Presidente della Regione n. 4/2008) è essenzialmente rimasto lettera morta;

- in questi anni la Regione praticamente, ha continuato a occuparsi di gestione attraverso interventi settoriali, dimenticandosi del suo ruolo istituzionale e molti degli interventi settoriali sono caratterizzati da situazioni non uniformi nelle modalità di accesso che ne amplificano la frammentarietà e la mancanza di coordinamento, prediligendo nei fatti la scelta di fermarsi alla pura e semplice erogazione di sussidi e/o non accompagnandoli da reali e uniformi processi di verifica. Un insieme di elementi che negli anni hanno favorito fenomeni distorsivi e iniquità.

- la tendenza della Regione ad occuparsi di gestione ha di fatto rappresentato un ostacolo alla concreta attuazione e sviluppo del welfare locale, in quanto lo schema di programmazione è stato compromesso dal permanere di interventi definiti attraverso trasferimenti diretti ai singoli comuni, accentuati dal moltiplicarsi di metodologie di erogazione personalizzate gestite direttamente dalla Regione;

- lo schema basato sull'integrazione delle politiche è stato di fatto disatteso e compromesso dal perdurare di pratiche nello sviluppo delle politiche (vedasi socio sanitario) centrate sulla spesa della singola istituzione, piuttosto che su effettivi percorsi/processi di condivisione progettuale basati sulla centralità della persona;

sottolineato:

- il ruolo dei soggetti sociali solidali (articolo 10 della legge regionale n. 23 del 2005), a cui il legislatore ha attribuito il compito determinante di protagonisti fattivi (co-progettazione) e non meramente esecutivi delle richieste dell'ente locale, tale da consentire il moltiplicarsi delle risorse;

- che, al contempo, è determinante considerare il potenziamento degli strumenti di incentivazione e sostegno a tutti gli attori del terzo settore, nessuno escluso (cooperazione sociale, associazioni di promozione sociale, volontariato, oltre alle forme organizzative richiamate dal citato articolo 10);

- che al terzo settore, che garantisce importanti ricadute occupazionali, deve essere affiancato un quadro organico delle professioni sociali al fine di evitare nell'indeterminatezza dei profili, che in esso si possa nascondere una scarsa qualità del lavoro e il motivo per il suo non riconoscimento economico;

precisato, infine, che:

- è di fondamentale importanza realizzare e attuare tutti gli strumenti che la stessa legge regionale n. 23 del 2005 prevede: la Consulta regionale sulle politiche sociali (articolo 24) l'Osservatorio regionale sulle povertà (articolo 34), l'Osservatorio regionale degli appalti (articolo 35), gli accordi contrattuali (articolo 42), i requisiti specifici sulle strutture sociali (già approvati con delibera regionale n. 33/36 dell'8 agosto 2013, ma non ancora operativi) e le strutture integrate (ancora non definita e posta all'attenzione dell'Assessore da appena insediato da codeste associazioni) con le relative tariffe;

- i ritardi nell'attuare il descritto percorso stanno implicando condizioni di indeterminatezza per cui molti comuni non concedono nessun tipo di autorizzazione alle nuove strutture motivandola con la scarsa chiarezza normativa; questo a cascata sta impedendo investimenti sui servizi alla persona, con conseguenze sulle risposte ai bisogni emergenti e sulla creazione di nuova occupazione (ad esempio: sui minori, poiché non esiste una regolamentazione sulle strutture integrate per minori; sul socio-sanitario - disturbi comportamentali gravi, le ASL e i comuni sostengono costi onerosi inviando i soggetti in altre regioni dove esistono strutture adeguate; per quanto riguarda le strutture integrate per anziani o soggetti non autosufficienti, è da tempo che si sta chiedendo di rivedere le tariffe che riguardano le integrazioni sanitarie in Sardegna dove, per esempio, l'UVT l'integrazione sanitaria per strutture integrate per anziani, è di euro 10,40, mentre la media dell'integrazione sul territorio nazionale è di euro 30);

tutto quanto sopra richiamato, di fatto, determina una complessiva incertezza che si trasferisce sulle condizioni di maggiore disagio in cui si trovano i soggetti deboli che usufruiscono del sistema dei servizi e sulla precarietà nell'operare dei tanti professionisti (in particolare lavoratori del terzo settore) che quotidianamente sostengono il lavoro di cura a supporto diretto dell'utenza e delle loro famiglie;

considerato che:

- lo scorso 27 aprile 2015 l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha voluto incontrare i rappresentanti delle organizzazioni sopra richiamate per fare insieme il punto sulle loro richieste anche assumendo precisi impegni sui contenuti e sui tempi di attuazione;

- altresì, con nota dello scorso 6 maggio 2015, la stessa ANCI della Sardegna è voluta intervenire nel merito in particolare del percorso di definizione delle tariffe per le strutture integrate e per le strutture sociali,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:

1) quale percorso abbia definito in merito l'assessorato per far fronte alle richieste;

2) quali indirizzi stia definendo per le ASL sui percorsi di integrazione socio-sanitaria sui livelli locali della programmazione;

3) in che tempi intende attivare gli organismi di concertazione stabili dalla legge regionale n. 23 del 2005;

4) in che tempi intenda definire e adottare i regolamenti in materia di strutture integrate (requisiti strutturali e organizzativi) e relative tariffe. (403)

Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui rimborsi delle spese di viaggio e di soggiorno per l'erogazione di cure climatiche, soggiorni terapeutici e cure idrotermali agli invalidi per causa di guerra e di servizio.

Il sottoscritto,

premesso che la legge 23 dicembre 1978, n. 833 prevede, all'articolo 57, comma 3, l'erogazione di determinate prestazioni sanitarie a favore degli invalidi per causa di guerra e di servizio, dei ciechi, dei sordomuti e degli invalidi civili;

considerato che il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, con cui sono stati definiti i Livelli essenziali di assistenza (LEA), ha escluso dagli oneri a carico del Fondo sanitario nazionale i contributi economici per spese di viaggio e soggiorno connesse a cure climatiche, soggiorni terapeutici ed idrotermali a favore di invalidi per causa di guerra e di servizio;

evidenziato che la Regione, con la deliberazione della Giunta regionale n. 43/9 del 20 dicembre 2002, in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, ha interrotto l'erogazione di contributi a copertura delle spese di viaggio e soggiorno connesse alle prestazioni sanitarie in oggetto;

constatato, tuttavia, che l'articolo 4, comma 15, della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 ha disposto lo stanziamento di 300.000 euro per prestazioni sanitarie integrative, ai sensi dell'articolo 57 della legge n. 833 del 1978, garantendo l'erogazione di contributi economici per spese di viaggio e soggiorno;

sottolineato che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 39/22 del 23 settembre 2011, ha approvato la ripartizione del fondo alle aziende sanitarie e gli indirizzi applicativi della norma regionale, riconoscendo il diritto al rimborso per le sole cure che non possono essere effettuate in Sardegna, escludendo la possibilità di rimborsi per soggiorni termali effettuati nell'Isola;

valutato che detta esclusione del rimborso per le cure effettuate nelle strutture termali della Sardegna limita notevolmente la possibilità di accesso per le categorie sopra richiamate, giacché sovente si tratta di persone in precarie condizioni di salute;

evidenziato che le strutture termali presenti in Sardegna si trovano in una condizione di pesante svantaggio rispetto a quelle del continente, in quanto l'insularità rende assai difficile il loro raggiungimento da parte dei potenziali fruitori residenti fuori dall'isola, con ripercussioni economiche negative sull'economia regionale, già sofferente per la perdurante crisi planetaria,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza della problematica sopra descritta;

2) se non ritengano di dover attivare le necessarie procedure per rimuovere una limitazione pregiudizievo, sia per gli aventi diritto alla prestazione sia per un settore che negli ultimi anni ha registrato, a livello nazionale e internazionale, un trend positivo;

3) se, di conseguenza, non ritengano di disporre lo stanziamento delle somme necessarie, in quanto la loro attuale entità appare assai contenuta rispetto alle ricadute sociali ed economiche che potrebbe determinare. (404)

Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa il ritardo nell'erogazione dei fondi destinati alle scuole paritarie della Regione ed al conseguente mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori.

I sottoscritti,

premesso che:

- la Regione, in ossequio a quanto previsto dagli articoli 3 e 34 della Costituzione, dall'articolo 5 dello Statuto e dalla legge regionale n. 31 del 1984, deve assicurare agli alunni che frequentano le scuole paritarie, un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali;

- altresì, la Regione ha progressivamente ridotto, negli anni, il trasferimento dei finanziamenti destinati alle scuole paritarie operanti in Sardegna, portando gli stessi dai 22.000.000 di euro stanziato nell'annualità 2012-2013 ai 18.000.000 di euro stanziati nell'annualità 2014-15, con un taglio di 4.000.000 di euro;

rilevato, altresì, che la Regione ha modificato le modalità di trasferimento dei fondi alle scuole che, sino al 2013-2014, avvenivano conferendo il 75 per cento dei finanziamenti in un'unica soluzione trasferita nel mese di ottobre, mentre il restante 25 per cento veniva assegnato immediatamente dopo la rendicontazione delle spese sostenute, permettendo così un agevole funzionamento delle attività amministrativo-didattiche ed il puntuale pagamento degli stipendi dei dipendenti;

considerato che, a partire dall'anno scolastico 2014-2015, la Regione non solo non ha erogato l'acconto del 75 per cento ad ottobre dell'anno scorso, ma lo ha addirittura frazionato in quattro rate, conferendo il 25 per cento del totale dovuto a dicembre 2014, il 24 per cento a febbraio 2015 ed il 12 per cento ai primi di aprile del 2015 mentre la quarta rata, pari al 14 per cento, risulta addirittura tuttora non ancora trasferita;

rilevato, altresì, che tale nuova modalità di erogazione determina un aggravio ingiustificato di lavoro sia per gli uffici dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport che delle segreterie delle scuole in oggetto, oltre che determinare un gravissimo ritardo nel pagamento dei dipendenti ed un contestuale rallentamento dell'attività gestionale ordinaria;

considerato, inoltre, che la Regione deve tuttora erogare il saldo relativo all'annualità 2013/2014, nonostante le scuole paritarie abbiano regolarmente e puntualmente rendicontato le spese sostenute entro dicembre 2014;

rilevato altresì che il Ministero della pubblica istruzione, per il tramite dell'Ufficio scolastico regionale, ha trasferito i fondi ministeriali destinati alle scuole paritarie, relativi all'annualità 2013/2014, all'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, ma gli stessi risultano ancora inspiegabilmente bloccati in detto Assessorato;

osservato che a seguito dei tagli delle risorse, dei gravi ritardi nel trasferimento dei fondi, dell'inspiegabile frazionamento degli stessi e del mancato trasferimento di quelli ministeriali, le scuole paritarie operanti in Sardegna incontrano gravissime difficoltà nel portare a compimento non solo le attività ordinarie, ma addirittura risulta pregiudicato anche il pagamento dei lavoratori che, infatti, non percepiscono lo stipendio da diversi mesi;

evidenziato che le inspiegabili ed insensate decisioni assunte al riguardo dall'Amministrazione regionale delineano un quadro caratterizzato da un drastico ridimensionamento nel trasferimento dei fondi e da una totale inadeguatezza nella gestione di quelli comunque stanziati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere quali siano:

1) gli intendimenti dell'Amministrazione regionale in ordine alla implementazione dei fondi attualmente destinati alle scuole paritarie operanti in Sardegna, considerati i gravissimi tagli effettuati;

2) nell'immediato futuro, le iniziative che la Giunta regionale intende intraprendere al fine di ripristinare il regolare trasferimento delle risorse destinate alle scuole paritarie, anche al fine di salvaguardare il fondamentale diritto dei lavoratori a percepire regolarmente gli stipendi e gli arretrati maturati alla data attuale, oltre che per garantire il regolare funzionamento delle scuole paritarie operanti in Sardegna. (405)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul bando di selezione per la partecipazione al percorso integrato di politiche attive del lavoro per "Operatore tecnico subacqueo".

Il sottoscritto,

premesso che:

- in data 19 maggio 2015 è stato pubblicato sul sito web della Regione l'avviso pubblico per la selezione per la partecipazione al percorso integrato di politiche attive del lavoro per "Operatore tecnico subacqueo", relativo al programma Maciste - Por Fse Sardegna 2007/2013 Asse II - Occupabilità Obiettivo specifico e) - Linea di attività e.1.1;

- della pubblicazione è stata data comunicazione sulla home page del sito web della Regione, specificando che nell'ambito del programma Maciste (MAreCIeloSoleTErra), veniva offerto un progetto integrato di politiche attive del lavoro al quale potevano partecipare 12 allievi, disoccupati/inoccupati residenti in Sardegna, che avessero compiuto la maggiore età, assolto l'obbligo di istruzione e interessati a sviluppare o rafforzare le proprie competenze a fronte di processi di trasformazione e innovazione del lavoro, conseguendo la qualifica di operatore tecnico subacqueo, al termine di un percorso di formazione della durata di 800 ore;

rilevato che:

- sul sito della Regione è possibile accedere esclusivamente a un documento pdf del "Consorzio Edugov", riportante il bando di selezione relativo al percorso integrato di politiche attive del lavoro per "Operatore tecnico subacqueo" ;

- dal sito della Regione si apprende che le domande di partecipazione al corso dovevano essere presentate tassativamente entro le ore 12 del giorno 21 maggio 2015, concedendo, pertanto, appena 1 giorno e mezzo per la predisposizione dei documenti;

- le stesse domande potevano essere presentate via pec (posta elettronica certificata), direttamente a mano presso la sede del Consorzio Edugov a Sassari, oppure per raccomandata con ricevuta di ritorno, per la quale non avrebbe fatto fede il timbro postale, ma la data di ricevimento e non quella di spedizione;

dato atto che:

- sul sito della Regione non erano disponibili i moduli per la presentazione della domanda di iscrizione e per la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà;

- i moduli in oggetto erano invece recuperabili grazie alla professionalità e disponibilità del personale dell'URP della Presidenza che rimandava al link http://www.macisteots.edugov.it/news/index, dal quale era possibile scaricare il moduli in oggetto;

- dai documenti presenti sul sito del Consorzio Edugov e dallo stesso bando si evince che era possibile presentare le domande a partire dal giorno 11 maggio 2015,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) se, a loro avviso, sono stati rispettati i principi di trasparenza, pubblicità e pari opportunità nella pubblicazione del bando in oggetto;

2) se due giorni e mezzo dalla data di pubblicazione, siano il termine congruo per consentire al più ampio numero di cittadini interessati la partecipazione a un bando;

3) se, per poter presentare la domanda di partecipazione, i soggetti interessati debbano essere dotati di particolari doti di preveggenza e/o di una naturale predisposizione a compiere operazioni a velocità supersonica;

4) quali azioni intendano intraprendere per garantire la massima pubblicità al bando e, contestualmente, la possibilità di partecipazione più ampia possibile a tutti i cittadini interessati. (406)

Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravi danni causati dagli attacchi di lepidotteri defogliatori al patrimonio boschivo.

I sottoscritti,

premesso che ogni anno, fra la metà di maggio e giugno, larve di lepidotteri (farfalle allo stato di larva) defogliatori, in particolare la "Lymantria dispar" e la "Malacosoma", creano gravi danni al patrimonio boschivo isolano, determinando spesso, nelle zone colpite, l'eliminazione totale dell'apparato fogliare delle specie quercine, con particolare riferimento alle "Quercus suber" delle cui foglie le larve si nutrono;

evidenziato che la defogliazione, totale o parziale, provoca sulle piante colpite uno stress fisiologico notevole in quanto nell'apparato fogliare avvengono i maggiori processi legati al metabolismo per cui in assenza delle foglie la pianta non può più svolgere il processo di fotosintesi clorofilliana né elaborare la linfa grezza, per cui è costretta ad utilizzare tutte le sostanze di riserva immagazzinate e disponibili per ricostruire il fogliame e quanto necessario per lo svolgimento delle sue normali funzioni;

considerato che:

- sono capaci di infestare e defoliare intere foreste, provocando disturbi anche alla salute di chi risiede nei dintorni;

- le infestazioni che si ripetono ciclicamente, provocano una defogliazione totale e le foglie che si riformano sono più piccole, determinando un ulteriore rallentamento nei processi del metabolismo;

rilevato che è conseguenza inevitabile dei fenomeni descritti una limitazione nella formazione delle produzioni forestali e, nel caso particolare della quercia da sughero, nell'anno in cui la pianta subisce gli attacchi parassitari, l'accrescimento radiale del sughero subisce una diminuzione del prodotto intorno al 30 per cento e la minore crescita del prodotto si manifesta per almeno altri due anni successivi;

appurato che:

- il danno all'apparato fogliare non si manifesta solo nella minore produzione di sughero, aspetto di immediata rilevanza economica, ma anche in una quasi certa diminuzione degli anni della vita media della pianta, con evidenti ulteriori danni economici ed ambientali, gravi ed irreparabili;

- gli attacchi portati dai defogliatori si ripetono anche dopo due o tre anni e spesso anche l'anno successivo con ripetuti e gravissimi danni economici a carico del patrimonio subericolo regionale;

preso atto che attualmente in Italia, solo nelle foreste, è consentito l'uso di alcuni formulati a base del batterio Bacillus thuringiensis che, consentendo di effettuare una selezione mirata, risulta poco nocivo ai cosidetti insetti utili;

evidenziato che l'infestazione ha raggiunto la fase di massima recrudescenza, tanto da essere visibile anche ai passeggeri che transitano sulle strade adiacenti, rendendo quindi urgentissimo l'intervento per la soluzione del problema, in particolare nei territori del Goceano, Monte Acuto e Logudoro,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se non ritengano necessario abbattere nel più breve tempo buona parte della popolazione di lepidotteri;

2) quali provvedimenti urgenti intendano adottare per un tempestivo intervento, al fine di porre in essere questi importanti mezzi di lotta che presuppongono un'azione sinergica e di coordinamento di tutti i soggetti pubblici interessati (Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, province, ispettorati forestali, istituti di ricerca, ecc.) affinché si possano prevenire futuri attacchi;

3) quali altri mezzi ritengano opportuno attivare al fine di evitare ulteriori danni al patrimonio subericolo sardo, con le evidenti ripercussioni negative in termini di calo economico ed occupazionale nel comparto della raccolta e lavorazione del sughero, che rappresenta una voce determinante nell'economia della Sardegna, purtroppo già gravata da gravi crisi e difficoltà in quasi tutti i settori;

4) se intendano verificare, con gli stessi enti, la possibilità di utilizzare nuovi mezzi di lotta ai lepidotteri defogliatori, basati sulla lotta biologica sicuramente più costosa, ma più specifica e selettiva, per esempio mediante ricerca ed eliminazione delle femmine, lotta che può essere protratta anche dopo la fecondazione delle uova individuando le stesse ed eliminandole, e al contempo non arrecando danni ad altre specie rispettando quindi l'equilibrio ambientale. (407)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina del responsabile della trasparenza e della prevenzione anticorruzione presso l'Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Sassari.

I sottoscritti,

premesso che la legge n. 190 del 6 novembre 2012, recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", prevede la nomina nell'ambito delle pubbliche amministrazioni del responsabile della prevenzione della corruzione;

premesso, altresì, che la mancata nomina del responsabile della prevenzione della corruzione, prevista dall'articolo 1, comma 7, della legge n. 190 del 6 novembre 2012, comporta gravissime responsabilità e conseguenze in capo all'organo di indirizzo politico o di vertice su cui incombe l'obbligo di individuazione e nomina della suddetta figura;

dato atto che, con deliberazione del Direttore Generale n. 372 del 20 maggio 2013, l'AOU di Sassari nominava il proprio responsabile della corruzione al quale, con deliberazione dello stesso direttore generale n. 508 del 5 luglio 2013, veniva affidato anche l'incarico di responsabile della trasparenza dell' AOU di Sassari;

dato atto, altresì, che con deliberazione n. 139 del 13 aprile 2015, a firma del commissario straordinario dell'AOU, veniva affidata la direzione del Servizio economato e provveditorato al medesimo dirigente, incaricato, rispettivamente, con deliberazioni nn. 372 e 508 del 2013, di ricoprire il ruolo di responsabile della corruzione e della trasparenza;

considerato che, con il medesimo provvedimento il commissario straordinario dell'AOU di Sassari deliberava, altresì, che il dirigente in questione "non potrà più proseguire in tale funzione", riferendosi a quella da quest'ultimo svolta in qualità di responsabile della corruzione e della trasparenza e che con immediato e separato provvedimento sarebbe stato individuato il nuovo responsabile;

considerato, pertanto, che l'atto commissariale n. 139 del 13 aprile 2015 dispone la revoca dell'incarico di responsabile della corruzione e trasparenza, rinviandone il nuovo conferimento ad altro e successivo atto;

accertato che, dal 13 aprile scorso a oggi, contrariamente a quanto previsto dalla richiamata deliberazione n. 139 del 2015, non è stato adottato il provvedimento di nomina del nuovo responsabile della corruzione e della trasparenza dell'AOU di Sassari, ragione per cui, attualmente, l'importante istituzione sanitaria è priva della principale figura prevista dalla legge n. 190 del 6 novembre 2012, circostanza che integra una gravissima violazione degli obblighi posti a carico degli organi di vertice e non consente l'espletamento delle verifiche e dei controlli a scopo preventivo e repressivo, ai fini delle trasparenza e del contrasto alla corruzione;

osservato che, anche nell'ipotesi in cui la deliberazione n. 139 del 13 aprile 2015 sia intesa, con vistosa evidente forzatura interpretativa, come atto finalizzato al conferimento di un nuovo incarico aggiuntivo a quello di responsabile della corruzione e della trasparenza, emergerebbero gravissimi profili di incompatibilità disciplinati dalla legge n. 190 del 2012, che vieta l'assunzione di funzioni gestionali da parte del responsabile della corruzione e trasparenza, nel caso specifico ancor più gravi e preoccupanti trattandosi della direzione del Servizio economato e provveditorato,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali siano le ragioni alla base della preoccupante violazione delle norme di contrasto alla corruzione e ai crimini contro la pubblica amministrazione;

2) per quali ragioni gli uffici regionali deputati a esercitare il controllo sul funzionamento delle AOU non abbiano rilevato la grave omissione rappresentata e denunciata con la presente interrogazione;

3) quali interventi porrà in essere presso il commissario straordinario dell'AOU di Sassari, recentemente nominato dalla Giunta regionale, affinché provveda alla nomina del responsabile della corruzione e della trasparenza, rimuovendo gli effetti delle gravi violazioni agli obblighi e alle prescrizioni previste dalla legge n. 190 del 2012;

4) quali iniziative l'Amministrazione regionale intraprenderà per scongiurare il ripetersi di simili gravi violazioni. (408)

Interrogazione Azara - Arbau - Ledda - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di istituire il servizio di Guardia medica nell'Isola dell'Asinara.

I sottoscritti,

premesso che:

- da tempo vengono segnalati, dai cittadini di Porto Torres e del suo territorio, numerosi disagi a causa di inefficienze e carenze del sistema sanitario, tra cui in particolare si evidenziano le criticità relative alla mancanza del centro di primo soccorso sull'Isola dell'Asinara, parco nazionale che rappresenta il 50 per cento del territorio del Comune di Porto Torres, con una superficie di 51,23 kmq ed uno sviluppo costiero di 110 km;

- l'accesso al parco nazionale è possibile grazie al collegamento marittimo tramite imbarcazioni specifiche, con due porti di partenza: quello di Porto Torres, con un tempo di percorrenza pari a un ora e un quarto, e un porticciolo secondario, quello di Stintino, più vicino all'Isola dell'Asinara, con una percorrenza pari a 20 minuti; tali percorsi via mare possono essere ostacolati dalle condizioni climatiche;

- le oltre sessanta persone che attualmente lavorano nell'isola presso l'Ente parco, anche nei casi di urgenza sono costrette a raggiungere i centri di Stintino o di Porto Torres per ricevere cure e soccorso, con i comprensibili disagi connessi alla necessità di effettuare la traversata con il traghetto o con barche passeggeri, possibilità resa spesso estremamente difficoltosa e talvolta impraticabile specie nella stagione invernale e con le condizioni di mare avverse;

rilevato che:

- appare ingiustificato ed ingiustificabile negare il diritto ad un servizio medico essenziale a dei lavoratori che prestano la propria opera a favore di un territorio che soffre condizioni di oggettive difficoltà connesse all'insularità e all'isolamento geografico;

- la presenza di un centro di primo soccorso avrebbe peraltro ricadute positive per lo sviluppo del territorio e delle attività connesse al parco, posto che la certezza di un presidio sanitario stabile incentiverebbe gli arrivi per tutto l'arco dell'anno;

- tanto più risulta intollerabile la volontà di privare l'Isola dell'Asinara dell'assistenza sanitaria primaria mentre da diversi anni è in funzione un servizio di guardia medica all'interno del Consiglio regionale della Sardegna, in una realtà urbana come Cagliari dove sono garantiti e facilmente raggiungibili tutti i livelli di assistenza sanitaria,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali urgenti iniziative intenda intraprendere per dare risposte alle legittime aspettative di un territorio privato di un servizio medico essenziale, promuovendo l'istituzione del centro di prima assistenza all'interno del Parco nazionale dell'Asinara in considerazione delle oggettive difficoltà a raggiungere dall'isola le strutture sanitarie più vicine in tempi medi di percorrenza adeguati alla necessità di primo soccorso;

2) se non ritenga necessario garantire il diritto fondamentale alla salute tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità del territorio regionale, nel rispetto del principio costituzionale previsto dall'articolo 32 della Costituzione, che non può certo giustificare scelte discriminatorie e, al contrario, sostiene e tutela l'accesso alla sanità per le fasce più deboli della popolazione. (409)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del Consorzio ZIR di Ozieri e della sua partecipata.

I sottoscritti,

premesso che l'articolo 7, comma 38, della legge regionale n. 3 del 2008 (legge finanziaria 2008) ha disposto la soppressione, tra gli altri, del Consorzio per la zona di sviluppo industriale di Chilivani-Ozieri e ha, contestualmente, previsto lo scioglimento dei relativi organi consortili e la nomina di un commissario liquidatore;

premesso, altresì, che con deliberazione della Giunta regionale n. 23/17 del 16 aprile 2008, in esecuzione di quanto disposto dall'articolo 7, comma 38, della legge regionale n. 3 del 2008, la Giunta regionale deliberava, tra l'altro, di sciogliere gli organi del Consorzio industriale di Chilivani-Ozieri, soppresso dalla predetta norma regionale, e di nominare contestualmente il commissario liquidatore proponendone il nominativo;

considerato che, con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 52 del 2 maggio 2008, veniva nominato il commissario liquidatore del Consorzio industriale di Chilivani-Ozieri, in ossequio a quanto previsto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 23/17 del 16 aprile 2008;

considerato, altresì, che, con successiva deliberazione della Giunta regionale n. 25/22 del 26 maggio 2009, la Giunta regionale prendeva atto delle cause di decadenza dell'incarico del commissario liquidatore nominato con propria deliberazione n. 23/17 del 16 aprile 2008, provvedendo a deliberare la nomina di un nuovo commissario in possesso dei requisiti di legge;

dato atto che, in ottemperanza alla deliberazione della Giunta regionale n. 25/22 del 26 maggio 2009, il Presidente della Giunta regionale procedeva, con proprio decreto n. 19 del 10 giugno 2009, a nominare il nuovo commissario liquidatore del Consorzio industriale Chilivani-Ozieri;

rilevato che, dal 2008, anno di approvazione della legge finanziaria che ha disposto la soppressione di tutti i consorzi industriali compreso quello di Chilivani-Ozieri, a oggi, dopo circa 7 anni, la procedura di scioglimento, liquidazione e cessazione del consorzio è ancora in corso di svolgimento;

osservato che, senza eccezione alcuna, la messa in stato di liquidazione e l'attivazione delle relative procedure di un'impresa si sviluppano sempre con finalità liquidatorie e in un ottica di mancanza di continuità aziendale di prospettive di prosecuzione dell'attività; ciò anche quando l'impresa viene esercitata attraverso lo strumento consortile;

osservato, altresì, che anche nei consorzi la logica sottostante alla procedura di liquidazione, al compimento delle relative operazioni ed alla redazione dei principali documenti contabili che ne rilevano la gestione, è la circostanza che l'impresa "non è più tale", ovvero non è più un insieme di beni e di attività organizzate dall'imprenditore per perseguire le finalità per le quali essa è nata, bensì si riduce a un insieme di beni da liquidare e di debiti e crediti, rispettivamente, da pagare e incassare;

dato atto, pertanto, che l'attività del commissario liquidatore deve essere caratterizzata da atti finalizzati alla liquidazione dell'impresa e non alla prosecuzione dell'attività che, al contrario, si porrebbe in contrasto con le finalità liquidatorie;

preso atto della nota del 16 febbraio 2015, a firma del Commissario liquidatore del Consorzio industriale Chilivani-Ozieri, con la quale viene chiesta all'Assessore regionale dell'industria l'autorizzazione alla gestione in economia diretta dell'impianto di selezione RSU, stabilizzazione della sostanza organica e produzione compost di qualità, nell'ambito del sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, costituito anche dalla discarica per rifiuti urbani a servizio dei comuni ricadenti nei territori del Meilogu, Logudoro e Goceano;

considerato che la richiesta s'inquadra, inequivocabilmente, in un ottica di prosecuzione dell'attività del Consorzio, ponendosi in grave contrasto con le finalità liquidatorie proprie della procedura di soppressione e scioglimento della ZIR Chilivani-Ozieri, prevista dall'articolo 7, comma 38, della legge regionale n. 3 del 2008;

tenuto conto, inoltre, che dal 2008 a oggi sono trascorsi circa 7 anni e che la ZIR Chilivani-Ozieri non solo non è stata soppressa, ma il suo commissario straordinario chiede l'autorizzazione ad assumere le gestione in economia di un servizio di smaltimento rifiuti importante, segno che il consorzio di fatto non è in liquidazione, ma che la sua attività viene svolta in un ottica di prosecuzione aziendale, in violazione della legge regionale n. 3 del 2008;

accertato che il Commissario liquidatore della ZIR Chilivani-Ozieri, eccedendo rispetto alle proprie prerogative, esercita i poteri propri di un amministratore senza esserne legittimato;

ritenuto che il quadro generale appare ancor più grave in considerazione della preoccupante situazione in cui versa la Chilivani Ambiente, società partecipata dal Consorzio della ZIR di Chilivani-Ozieri, che svolge importanti servizi di utilità pubblica, quali la depurazione delle acque reflue e la gestione del sistema di smaltimento dei rifiuti e che, negli ultimi esercizi, ha conseguito pesanti perdite d'esercizio imputabili al calo di fatturato cui ha fatto seguito, di contro, l' inspiegabile e ingiustificato aumento delle spese del personale;

osservato che la gestione del Consorzio e quella della società Chilivani Ambiente sono, per ovvie ragioni, fortemente interrelate e traggono ispirazione dalla medesima strategia aziendale;

osservato, altresì, che, nell'ambito di una logica con finalità liquidatorie del Consorzio, gli atti di gestione dovrebbero limitarsi all'ordinaria amministrazione e non anche a decisioni con effetti sul medio e lungo periodo come l'assunzione di personale e l'acquisizione di servizi;

considerato, infine, che il Consorzio della ZIR di Chilivani-Ozieri ha beneficiato nel luglio scorso di un finanziamento regionale di 2.582.879 euro, finalizzato al contenimento dei continui aumenti tariffari dipendenti dall'incapacità del soggetto gestore di generare un ritorno sugli investimenti sufficiente a consentirne l'ammortamento, attraverso l'ordinaria gestione,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) quali siano le ragioni che a oggi impediscono il completamento della procedura di liquidazione del Consorzio della ZIR di Ozieri-Chilivani previsto dalla legge regionale n. 3 del 2008;

2) quali siano gli intendimenti dell'Amministrazione regionale in ordine alla richiesta di autorizzazione presentata dal commissario liquidatore alla gestione in economia diretta dell'impianto di selezione RSU, stabilizzazione della sostanza organica e produzione compost di qualità, nell'ambito del sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani costituito anche dalla discarica per rifiuti urbani a servizio dei comuni ricadenti nei territori del Meilogu, Logudoro e Goceano;

3) quali controlli la Regione effettua sulla gestione del Consorzio ZIR Ozieri-Chilivani e sulle sue partecipate e quali interventi l'Amministrazione regionale porrà in essere, nell'ipotesi in cui dalle verifiche emergessero condotte poco conformi ai principi di economicità, efficacia, efficienza e di equilibrio finanziario. (410)

Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Piscedda - Sabatini - Tendas - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla persistente situazione che grava all'interno degli organi di indirizzo politico-amministrativo della Camera di commercio di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che:

- da tempo si apprendono dalla stampa, da contatti diretti con i vertici delle associazioni di categoria, espressione dei comparti produttivi, rappresentate in seno al consiglio della Camera di commercio di Cagliari e dalle sigle sindacali, preposte alla tutela dei lavoratoti dell'ente e delle sue aziende speciali, informazioni in merito alla grave condizione di impasse in cui versano il consiglio camerale e l'ente stesso:

- il giorno 31 marzo 2015, presso la Camera di commercio di Cagliari, si è tenuta una seduta del consiglio camerale dove è stata approvata, con 21 voti su un totale di 32 consiglieri, una mozione di sfiducia nei confronti del presidente, dott. Deidda;

- nel corso della seduta il presidente Deidda ha convocato il consiglio a domicilio dichiarando chiusa la seduta;

- 21 consiglieri, ritenendo invalido tale atto, hanno proseguito la seduta sotto la presidenza del vice presidente Tizzano che ha illustrato la mozione di sfiducia nei confronti del dott. Deidda, la quale è stata votata e approvata all'unanimità;

- il giorno 8 aprile 2015 il consiglio camerale, convocato con all'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente, proclama eletto quale presidente della Camera di commercio di Cagliari, il vice presidente Vitangelo Tizzano;

considerato che:

- la legge 29 dicembre 1993, n. 580, norma il funzionamento delle camere di commercio quali "enti autonomi di diritto pubblico" e proprio l'articolo 5 attribuisce alle regioni la vigilanza sul corretto funzionamento degli organi ed, in particolare, il potere estremo di vigilanza costituito dalla possibilità di sciogliere il consiglio, con provvedimento del Presidente della Regione, quando non ne possa essere assicurato il normale funzionamento;

- il decreto legislativo n. 112 del 1998, conferisce alle camere di commercio piena autonomia per le materie di propria competenza, affidando alle regioni il controllo sugli organi camerali, anche in riferimento al loro mancato funzionamento;

- la legge n. 59 del 1997, cosiddetta "legge Bassanini", ai fini del decentramento amministrativo, ha abrogato i controlli del Ministero per lo sviluppo economico nei confronti degli enti camerali;

rilevato che:

- il Ministero dello sviluppo economico, dicastero di riferimento per il sistema camerale, l'Unione italiana delle camere di commercio industria, agricoltura ed artigianato (Unioncamere), organo di direzione ed indirizzo delle camere d'Italia hanno suggerito, con apposite note, al presidente della camera di convocare il consiglio camerale per poter permettere, a norma di statuto, la discussione e votazione della mozione di sfiducia nei confronti dello stesso presidente, presentata e motivata da un congruo numero di consiglieri;

- il Presidente della Regione ha, con apposita nota, intimato al presidente della Camera di convocare nell'immediatezza il consiglio camerale per la discussione e votazione della mozione di sfiducia entro l'8 maggio 2015;

alla luce anche dell'importante agenda nazionale dettata dalla riforma della pubblica amministrazione e dell'obbligo, pena l'intervento nazionale, di procedere all'autoriforma del sistema camerale regionale (in Sardegna non ancora attuata);

tenuto conto che oltre alle funzioni strettamente anagrafico-amministrative (iscrizione obbligatoria nei registri camerali di tutte le imprese e società), le camere di commercio svolgono un importante ruolo dì supporto e promozione degli interessi delle imprese, importante per lo sviluppo delle aree produttive del territorio;

vista la persistente situazione che mette a rischio le normali condizioni operative della Camera di commercio a discapito della puntuale e precisa erogazione dei servizi alle imprese, nonché le difficoltà che potrebbero nascere nei rapporti istituzionali tra enti ed organizzazioni d'impresa,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, per sapere se:

1) sia a conoscenza della grave situazione che persiste all'interno degli organi di indirizzo politico-amministrativo della Camera di commercio di Cagliari;

2) non ritenga opportuno, per quanto di propria competenza, intervenire al fine di fare chiarezza, assicurando la legittimità degli atti e consentendo la ripresa dell'attività dell'ente, a tutela dell'ente camerale stesso e delle imprese. (411)

Interrogazione Agus - Pizzuto - Lai - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure per la dismissione della società Fase 1 Srl.

I sottoscritti,

premesso che:

- con la deliberazione della Giunta regionale n. 45/32 del 7 novembre 2006, è stata costituita Fase uno Srl, società pubblica interamente partecipata dalla Regione, che si prefigge di promuovere e sviluppare progetti farmaceutici e biotecnologici, dalle ultime fasi dell'attività di ricerca preclinica, tossicologica e farmacologica sino alle iniziali sperimentazioni cliniche sull'uomo e di identificare, mediante studi clinici dedicati, nuovi farmaci e nuove indicazioni terapeutiche per farmaci esistenti;

- con la deliberazione della Giunta regionale n. 25/9 del 26 maggio 2015, è stato dato mandato all'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per l'espletamento degli adempimenti relativi alla dismissione della società Fase 1 Srl, anche avvalendosi, laddove sussistano i presupposti di legge, del supporto della Società finanziaria industriale rinascita Sardegna Spa (SFIRS) ed è stato conferito l'incarico di amministratore unico della società alla dottoressa Monica Pilloni, già membro del collegio sindacale di Sardegna ricerche, con mandato di dismetterla entro il 31 dicembre 2015;

considerato che:

- con la deliberazione n. 37/2 del 26 settembre 2014, la Giunta regionale ha approvato un atto di indirizzo per la riorganizzazione del Consorzio per l'assistenza alle piccole e medie imprese "Sardegna ricerche", dando mandato all'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio di predisporre un disegno di legge regionale finalizzato a:

a) ridefinire la natura giuridica di Sardegna ricerche;

b) ridisegnare la missione prioritaria dell'ente, rivalutando i settori di ricerca ritenuti strategici dall'Amministrazione regionale;

c) analizzare la rispondenza dell'attuale articolazione del sistema delle collegate strutture di ricerca (CRS4, Porto Conte ricerche, Fase 1, Centro marino internazionale);

d) razionalizzare la composizione degli organi di gestione in linea con gli indirizzi della Giunta regionale, finalizzati a contenere i costi di gestione gravanti sui bilanci degli enti regionali e, indirettamente, sul bilancio della Regione;

- con la legge regionale 17 novembre 2014, n. 23, è stato avviato il processo di incorporazione dell'Azienda ospedaliera di rilievo nazionale G. Brotzu, con cui Fase 1 Srl ha in essere delle convenzioni aventi a oggetto la conduzione di sperimentazioni cliniche, con i presidi ospedalieri Microcitemico e Oncologico;

- a seguito di tale incorporazione, sarà dato avvio a uno specifico piano di valorizzazione e sviluppo delle attività di ricerca sanitaria, al fine di verificare il possibile riconoscimento del nuovo polo ospedaliero universitario, o di parte dei suoi presidi, quali istituto di ricovero e cura di carattere scientifico IRCCS;

- come disposto dalla cosiddetta legge di stabilità (legge del 21 dicembre 2014, n. 190, articolo 1, commi 611 e 612), l'Amministrazione regionale ha avviato un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015 e assicurare il coordinamento della finanza pubblica, il contenimento della spesa, il buon andamento dell'azione amministrativa, la tutela della concorrenza e del mercato;

- con la deliberazione n. 9/15 del 10 marzo 2015, la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge concernente "Disciplina della partecipazione della Regione, degli enti regionali e degli enti locali a società di capitali e consortili", intervento legislativo organico di riordino della materia delle società partecipate dalla Regione e dagli enti regionali, che dovrà fornire all'Amministrazione un efficace e uniforme sistema di gestione e controllo delle partecipazioni e, nel contempo, contribuire al perseguimento di obiettivi di contenimento della spesa pubblica e stabilizzazione finanziaria;

- il 31 marzo 2015, il Piano di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie (anno 2015) è stato inviato alla Sezione di controllo della Corte dei conti e, dal 1° aprile, è pubblicato sul sito istituzionale della Regione, nella sezione Amministrazione trasparente/società partecipate, a disposizione di tutti i cittadini;

- secondo quanto riportato nel Piano di razionalizzazione, la società Fase 1 srl e le sue attività sono state oggetto di una approfondita analisi e riflessione da parte dell'Amministrazione regionale, anche alla luce della deliberazione della Giunta regionale n. 37/2 del 26 settembre 2014, ed è stata valutata la possibilità di procedere a una dismissione;

tenuto conto che:

- con deliberazione n. 16/8 del 14 aprile 2015, è stato approvato il disegno di legge concernente la "Trasformazione in Agenzia del Consorzio per l'assistenza alle piccole e medie imprese "Sardegna Ricerche" istituito con la legge regionale 23 agosto 1985, n. 21 (Istituzione di un fondo per l'assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell'articolo 12 della legge 24 giugno 1974, n. 268)";

- tale disegno di legge è finalizzato alla trasformazione di Sardegna ricerche, al riordino della missione prioritaria dell'ente stesso e del sistema delle strutture di ricerca a esso collegate, sulla base di quanto disposto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 37/2 del 26 settembre 2014; a tal fine, propone che Sardegna Ricerche e gli "Enti di Ricerca a carattere regionale" (CRS4, Porto Conte ricerche e Centro marino internazionale) facciano parte del sistema regionale del parco scientifico e tecnologico a supporto della ricerca e innovazione;

- a differenza di quanto prevedeva l'atto di indirizzo approvato dalla Giunta regionale con deliberazione del 26 settembre 2014, n. 37/2, il "disegno di legge Sardegna ricerche" non fa alcun riferimento né richiamo a Fase 1 Srl, nonostante:

a) il mandato affidato dalla Giunta regionale all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio implicasse un processo complessivo di riordino e ridefinizione degli organismi di ricerca della Regione, inclusa la società Fase 1 Srl;

b) il Piano di razionalizzazione confermasse che il mandato affidato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 37/2 del 26 settembre 2014 dovesse riguardare la riorganizzazione di Sardegna ricerche e delle collegate strutture di ricerca, compresa Fase 1 Srl;

evidenziato che:

- la deliberazione del Comitato tecnico di gestione di Sardegna ricerche n. 05/25/15 del 29 aprile 2015, avente a oggetto "Convenzione operativa di collaborazione Sardegna ricerche - Fase 1 Srl per la progettazione e gestione dei programmi di attività previsti dalla scheda progetto Integrazione e sviluppo della filiera biomed", ha autorizzato la definizione di un protocollo operativo di collaborazione tra Sardegna ricerche e Fase 1 Srl finalizzato alla progettazione e gestione del progetto "Integrazione e vviluppo della filiera biomed" e di ulteriori programmi nell'ambito della Strategia di specializzazione intelligente (S3) biomed, a valere sui fondi del POR-FESR 2014-2020, ancora in fase di negoziazione con la Commissione europea;

- detta deliberazione è stata adottata sulla base della convenzione di collaborazione tra Sardegna ricerche e Fase 1 Srl del 14 febbraio 2009 e in seguito alla verifica della:

a) non completa disponibilità all'interno dell'organico di Sardegna ricerche di risorse umane necessarie per la progettazione e gestione di singole azioni in relazione al settore biomed;

b) disponibilità all'interno dell'organico dell'unità operativa linea sviluppo di Fase 1 Srl delle professionalità necessarie per l'organizzazione delle attività istruttorie connesse con i programmi di attività previsti nel settore biomedicina;

considerato, inoltre, che:

- il 19 maggio 2015, il POR FESR Sardegna 2014-2020, completo di tutti gli allegati tra i quali è presente la S3, è stato trasmesso ufficialmente alla Commissione europea;

- la politica di coesione 2014-2020 attribuisce un ruolo fondante all'elaborazione di S3 nazionali/regionali, finalizzate a identificare le eccellenze territoriali in termini di ricerca e innovazione e a individuarne le potenzialità di crescita;

- attraverso un percorso di razionalizzazione delle esperienze maturate nel contesto regionale nell'ultimo decennio, la S3 della Regione ha individuato, insieme ad altri ambiti specialistici sui quali convogliare le risorse derivanti dalle politiche regionali di ricerca e innovazione, la biomedicina, per la quale sono state ulteriormente specificate le seguenti traiettorie tecnologiche:

a) tecnologie genomiche per lo sviluppo di metodi di prevenzione, diagnosi e cura personalizzata e associate tecnologie di analisi bioinformatica ed automazione del processo;

b) filiera integrata di sviluppo di nuovi farmaci e diagnostici;

c) medicina veterinaria;

d) e-health, tracciabilità e ottimizzazione dei processi sanitari;

posto che:

- la società Fase 1 Srl è stata costituita con lo scopo di promuovere e sviluppare progetti farmaceutici e biotecnologici dalle ultime fasi dell'attività di ricerca preclinica, tossicologica e farmacologica, sino alle iniziali sperimentazioni cliniche sull'uomo e di identificare, mediante studi clinici dedicati, nuovi farmaci e nuove indicazioni terapeutiche per farmaci esistenti;

- Fase 1 Srl opera attraverso due unità operative, l'Unità di ricerca clinica e la linea sviluppo;

- attraverso l'unità di ricerca clinica, la società offre servizi di sperimentazione clinica a società farmaceutiche e clinical research organizations, in condizioni di libero mercato e supporta l'Azienda ospedaliera Brotzu e le altre aziende del sistema sanitario regionale, con le quali sono state attivate apposite convenzioni, nella gestione e conduzione delle sperimentazioni cliniche;

- apposite convenzioni, oltre che con l'Azienda ospedaliera Brotzu, sono state stipulate da Fase 1 Srl con il Microcitemico e l'Ospedale oncologico "Businco";

- servendosi della linea sviluppo, Fase 1 Srl eroga finanziamenti per attività di ricerca e sviluppo a favore di università, enti pubblici di ricerca e piccole imprese e mette a disposizione degli stessi soggetti servizi di assistenza tecnica, scientifica, regolatoria, brevettuale ed economica su progetti di sviluppo di nuovi farmaci e nuovi agenti diagnostici;

- appositi accordi sono stati stipulati con l'Istituto superiore di sanità, istituti nazionali e regionali del Consiglio nazionale delle ricerche, con dipartimenti dell'Università di Cagliari e con piccole imprese regionali;

rilevato che:

- Sardegna ricerche e la Linea sviluppo di Fase 1 Srl svolgono attività analoghe nell'ambito del settore biomedicina, anche attraverso la progettazione e gestione di programmi di finanziamento a supporto e incentivo delle attività di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico e la messa a disposizione di servizi di supporto tecnico-regolatorio-brevettuale-economico a ricercatori;

- la Linea sviluppo, forte dell'esperienza diretta nel settore e della conoscenza delle potenzialità della biomedicina in Sardegna, maturate dalla costituzione di Fase 1 Srl a oggi, grazie alle continue e ripetute relazioni con gli attori del sistema della ricerca regionale e con società farmaceutiche ed enti regolatori nazionali, può essere uno degli strumenti a disposizione della Regione per operare in concreto al fine di realizzare quei livelli di integrazione tra sistema locale e comunità extraregionale richiamati e auspicati nella S3 biomedicina.

- le attività dell'unità di ricerca clinica, invece, sono integrate con il sistema sanitario regionale grazie alla stretta collaborazione con l'Azienda ospedaliera Brotzu, con cui Fase 1 Srl ha in essere due convenzioni aventi a oggetto la localizzazione all'interno della struttura ospedaliera dell'Unità di ricerca clinica e la conduzione di sperimentazioni cliniche, anche con la definizione di convenzioni con altre strutture sanitarie regionali, ad esempio Microcitemico e Businco;

- secondo gli indirizzi della deliberazione n. 32/26 del 24 luglio 2012, le attività di Fase 1 Srl devono integrarsi con il Sistema sanitario regionale, mirare a un suo rafforzamento e privilegiare lo sviluppo di studi clinici relativi a patologie complesse, con riferimento specifico a quelle ad alta incidenza e impatto sanitario regionale, proseguendo secondo le linee programmatiche delineate della ricerca e della sperimentazione clinica e sviluppo di nuovi ritrovati, in maniera tale da consentire di perseguire evidenti finalità di interesse generale per la comunità regionale nel suo complesso;

- in passato, sono state fatte delle ipotesi di accorpamento dell'intera Società con l'Azienda ospedaliera Brotzu e Sardegna ricerche; la prima ha manifestato direttamente alla Regione un suo interesse all'acquisizione, nella prospettiva di riconoscimento dell'Azienda ospedaliera quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico IRCCS (deliberazione della Giunta regionale n. 6/5 del 14 febbraio 2014); mentre la seconda ha manifestato il suo interesse ad acquisire la totalità delle quote al fine di divenire la holding della Regione nei temi della ricerca e innovazione (Piano strategico di Sardegna ricerche 2013-2015, approvato con deliberazione del Comitato tecnico di gestione di Sardegna ricerche n. 2/17 del 27 febbraio 2013 e deliberazione della Giunta regionale n. 33/39 dell'8 agosto 2013);

ritenuto che:

- con la dismissione di Fase 1 Srl a un soggetto privato, potrebbe essere garantita e migliorata solo una delle attività della società, ossia quella esercitata dall'Unità di ricerca clinica avente a oggetto la vendita di servizi di sperimentazione clinica su volontari sani direttamente a società farmaceutiche e clinical research organizations in condizioni di libero mercato;

- le altre due tipologie di attività, ossia il supporto alle strutture del sistema sanitario regionale, sempre condotta dall'Unità di ricerca clinica e il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo e contestuale supporto tecnico-regolatorio-brevettuale-economico a università, enti di ricerca e piccole e medie imprese, garantito sinora dalla Linea sviluppo, difficilmente potrebbero trovare sul libero mercato dei soggetti privati interessati a portarle avanti con propri investimenti;

- queste due tipologie di attività, con forte connotazione pubblica e prevalenti rispetto a quella di carattere maggiormente commerciale, possono essere meglio condotte all'interno di contesti organizzativi quali Sardegna ricerche e l'Azienda ospedaliera Brotzu, più adatti e strutturati di quanto sia la stessa Fase 1 Srl, al fine di non disperdere il contributo di queste attività alle opportunità di sviluppo e crescita della nostra Regione nel campo della ricerca scientifica nei settori della farmacologia e della biotecnologia;

evidenziato, infine, che:

- relativamente agli aspetti finanziari e patrimoniali, la società, secondo quanto riportato nell'ultimo bilancio approvato (31 dicembre 2013), ha un capitale sociale di 120 mila euro e un valore dello stato patrimoniale pari a 6.660.523 euro (7.843.168 euro al 31 dicembre 2012), di cui all'attivo risultano 6.556.394 euro alla voce disponibilità liquide (7.285.574 euro al 31 dicembre 2012), mentre al passivo euro 6.116.392 sono contabilizzati sotto ratei e risconti (7.257.306 euro al 31 dicembre 2012);

- tali risorse, erogate dalla Regione a Fase 1 Srl a titolo di contributo di funzionamento e attività istituzionali, sono rimaste in gran parte inutilizzate a causa dell'incapacità degli organi di amministrazione e indirizzo strategico, mentre sarebbero dovute essere messe a disposizione della comunità scientifica e tecnologica locale per attività di sostegno, supporto e incentivo della ricerca e sviluppo in Sardegna;

- una procedura di incorporazione, attraverso processi di fusione o internalizzazione delle funzioni proprie della Linea sviluppo e dell'unità di ricerca clinica, consentirebbe ai sistemi della ricerca e della sanità regionali di avere a disposizione, oltre che le competenze e le professionalità, anche i residui dei contributi erogati dalla Regione a Fase 1 Srl, in maniera complementare rispetto ai fondi della legge regionale n. 7/2007 e del POR-FESR 2014-2020 e nella prospettiva del riconoscimento dell'IRCCS;

- nelle more della dismissione della Società occorre ragionare sulle due unità operative (Linea sviluppo - unità di ricerca clinica) in maniera distinta, in ragione del criterio di cui alla legge di stabilità, articolo 1, comma 611, lettera a), richiamato dalla deliberazione n. 25/9 del 26 maggio 2015, che ha dato l'avvio alle procedure di dismissione, e lettera c), che prevede l'eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni;

- attraverso un'incorporazione della Linea sviluppo in Sardegna ricerche e dell'Unità di ricerca clinica nell'Azienda ospedaliera Brotzu, si garantirebbe, da una parte, la messa a disposizione delle esperienze e professionalità maturate in seno a Fase 1 Srl nei percorsi e nelle opportunità individuate dalla Regione nella S3 biomedicina e nel costituendo polo ospedaliero-universitario Brotzu-Businco-Microcitemico, dall'altra, si garantirebbe la tutela dei posti di lavoro,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per comprendere:

1) le ragioni per le quali si sia deciso di procedere con la dismissione della società Fase 1 Srl e si sia dato mandato all'amministratore unico, in caso di assenza di offerte, per la messa in liquidazione della Società e la nomina del commissario liquidatore;

2) che tipo di procedure di evidenza pubblica si intenda porre in atto;

3) se è stata fatta una valutazione su quali potrebbero essere i soggetti privati presenti nel mercato interessati all'acquisizione;

4) se, considerati gli aspetti patrimoniali e finanziari della società, questa procedura non possa generare delle dinamiche di tipo speculativo;

5) quali forme di tutela siano state previste per i dipendenti della società Fase 1 Srl;

6) se siano state valutate ipotesi alternative che prevedano l'incorporazione, attraverso processi di fusione o internalizzazione delle funzioni proprie delle due unità operative, con altri enti regionali, quali Sardegna ricerche (per quanto riguarda la Linea sviluppo) e l'Azienda ospedaliera Brotzu (per quanto riguarda l'Unità di ricerca clinica);

6) perché l'atto di indirizzo approvato dalla Giunta regionale, con deliberazione del 26 settembre 2014, n. 37/2, disegno di legge Sardegna ricerche, non faccia alcun riferimento né richiamo a Fase 1 Srl, nonostante il mandato affidato dalla Giunta regionale all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio implicasse un processo complessivo di riordino e ridefinizione degli organismi di ricerca della Regione, inclusa la società Fase 1 Srl e il Piano di razionalizzazione confermasse che il mandato affidato dalla Giunta regionale con delibera n. 37/2 del 26 settembre 2014 dovesse riguardare la riorganizzazione di Sardegna ricerche e delle collegate strutture di ricerca, compresa Fase 1 Srl. (412)

Interrogazione Busia - Desini, con richiesta di risposta scritta, per sollecitare informazioni in merito alla procedura adottata dalla ASL di Cagliari per eseguire l'esame di scintigrafia miocardica.

I sottoscritti,

premesso che:

- la scintigrafia miocardica è un esame per l'esecuzione del quale è necessaria la contemporanea presenza di due specialisti di due diverse branche specialistiche, il medico nucleare e il medico cardiologo;

- il presidio ospedaliero SS. Trinità di Cagliari esegue da più di 20 anni le scintigrafie miocardiche in collaborazione tra i reparti di cardiologia e medicina nucleare, avendo concordato con l'amministrazione aziendale di utilizzare un'unica impegnativa per le quattro prestazioni richieste e pagare un unico ticket sanitario;

- gli altri presidi ospedalieri che eseguono lo stesso esame in Sardegna operano attraverso le modalità descritte dal presidio SS. Trinità di Cagliari;

- in coincidenza con il cambiamento del programma informatico dell'ufficio ticket, il competente ufficio amministrativo della ASL n. 8 ha comunicato che la procedura descritta non è più ritenuta valida, essendo necessario presentare due impegnative e pagare, conseguentemente, due ticket;

rilevato che:

- nonostante l'ufficio amministrativo della ASL n. 8 abbia chiarito che non è in discussione il pagamento di un unico ticket, ma solamente la necessità di richiedere due prescrizioni, ai sensi dell'articolo 35 della legge n. 449 del 1997, risulta invece che per l'esame in oggetto i pazienti debbano attualmente pagare due ticket;

- le strutture complesse di medicina nucleare e di cardiologia del presidio ospedaliero SS. Trinità ribadiscono la necessità di ripristinare la possibilità di prescrivere le prestazioni sanitarie richieste per la scintigrafia miocardica con un'unica prescrizione e conseguentemente con un il pagamento di un unico ticket, come risulta espressamente dal nomenclatore tariffario regionale;

preso atto che:

- l'azienda ospedaliera di Cagliari ha richiesto, con nota prot. n. 12542 del 2 febbraio 2015, uno specifico parere all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

- con nota prot. n. 12268 del 14 maggio 2015, la Direzione generale della sanità ha fornito una risposta in merito alla problematica segnalata;

- nonostante l'interpretazione fornita, favorevole all'interpretazione auspicata dal presidio ospedaliero SS. Trinità, risulta agli scriventi che l'ufficio amministrativo della ASL n. 8 continui a richiedere la presentazione di una doppia impegnativa e il pagamento del doppio ticket, creando condizioni di disagio per l'utenza e i presupposti di un potenziale contenzioso per l'azienda,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se abbia ricevuto informazioni o segnalazioni in merito alla procedura attualmente richiesta dalla ASL di Cagliari per eseguire l'esame di scintigrafia miocardica, per conoscere la corretta interpretazione della procedura che il presidio ospedaliero SS. Trinità di Cagliari dovrebbe seguire e per avere spiegazioni in merito alla perseverante interpretazione fornita dalla ASL di Cagliari. (413)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancata erogazione degli ammortizzatori sociali in base alla legge regionale 11 maggio 2015, n. 12.

Il sottoscritto,

premesso che con la legge regionale 11 maggio 2015, n. 12 (Modifiche all'articolo 2 della legge regionale n. 17 del 2013 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale). Autorizzazione di spesa per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga) sono state approvate le modifiche all'articolo 2 della legge regionale 26 luglio 2013, n. 17 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), con l'autorizzazione di spesa;

accertato che l'autorizzazione di spesa per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga di cui all'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 17 del 2013, e successive modifiche ed integrazioni, è destinata alla copertura dei medesimi interventi riferiti all'anno 2015 per le spettanze maturate dai beneficiari a decorrere dal 2014 e per interventi di politica attiva del lavoro;

rilevato che le somme giacenti presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale e quelle riversate dal medesimo istituto e compensate sulla base delle assegnazioni statali per il pagamento dei trattamenti concessi ai sensi della normativa sugli ammortizzatori sociali in deroga sono utilizzate per le finalità previste dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 17 del 2013, e successive modifiche ed integrazioni, e dalla legge regionale 9 dicembre 2013, n. 34 (Misure urgenti in materia di anticipazione degli ammortizzatori sociali), e secondo le disposizioni contenute nell'articolo 1, comma 4, della legge regionale n. 34 del 2013, e successive modifiche ed integrazioni, e per interventi di politica attiva del lavoro;

valutato che con il provvedimento si sarebbe dovuto procedere all'anticipazione della mobilità in deroga, con una soluzione che avrebbe consentito il pagamento delle retribuzioni a circa 14 mila beneficiari e che il disegno avrebbe assicurato la corresponsione della mobilità in deroga;

esaminato che, per tale obiettivo, il Governo ha assegnato alla Regione, per il pagamento degli ammortizzatori, 55 milioni di euro;

annotato che secondo un accordo sindacale siglato lo scorso 18 maggio la grande fetta di risorse finanziarie, circa 49 milioni di euro, sarebbero state dirottate alle politiche attive per il lavoro;

dato atto che con tale intesa si priverebbero centinaia di famiglie dei necessari sostegni finanziari per il pagamento di diversi arretrati;

appreso che, dunque, si tendono a danneggiare ancora una volta i lavoratori usciti dal mercato del lavoro, che solo grazie a tali ammortizzatori sociali trovano un sostegno al reddito;

constatato che sarebbe quindi necessario il rispetto della legge regionale n. 12 del 2015, con l'anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga;

osservato che la situazione di crisi di tantissime aziende isolane richiede un intervento urgente per garantire ai dipendenti di molte realtà il necessario sostentamento;

sottolineato, peraltro, che le risorse sarebbero utili a ridare dignità ai lavoratori ed alle loro famiglie,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale:

1) per sapere le modalità in cui si intende far applicare il dettato della legge regionale n. 12 del 2015 con cui sono state approvate le modifiche all'articolo 2 della legge regionale n. 17 del 2013 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale). Autorizzazione di spesa per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga;

2) per valutare se il provvedimento, adottato per procedere all'anticipazione della mobilità in deroga, ha poi assicurato il pagamento delle retribuzioni a circa 14 mila beneficiari;

3) per conoscere gli aspetti derivanti dall'accordo sindacale siglato lo scorso 18 maggio, con il quale le risorse finanziarie sarebbero state dirottate alle politiche attive per il lavoro, lasciando, così, senza i necessari sostegni di reddito i lavoratori. (414)

Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata previsione in finanziaria dei fondi per le borse di studio necessarie per l'accesso alle scuole di specializzazione medica ai neo laureati sardi.

Il sottoscritto,

appreso che:

- a decorrere dall'anno accademico 2006/2007, a seguito dell'entrata in vigore della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e a parziale modifica del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, è stata prevista all'articolo 1, comma 300, della predetta legge l'istituzione del "contratto di formazione specialistica" per la formazione post lauream dei dottori in medicina e chirurgia; destinatari del provvedimento sono i soggetti in possesso della laurea in medicina e chirurgia e dell'abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo, conseguita in data antecedente alla scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso, che risultino ammessi al primo anno di corso per la frequenza delle scuole di specializzazione in quanto collocati in posizione utile nella relativa graduatoria; la vigente normativa consente inoltre alle università di acquisire nei propri bilanci risorse finanziarie aggiuntive, rispetto al finanziamento ministeriale, per l'attivazione di contratti di formazione specialistica, al fine di permettere, secondo le esigenze sanitarie di ciascuna regione l'accesso di un ulteriore numero di giovani medici alla frequenza delle scuole di specializzazione di cui trattasi;

- la legge regionale 31 marzo 1992, n. 5, e successive modifiche ed integrazioni, autorizza l'Amministrazione regionale all'erogazione di contributi annuali a carico del bilancio regionale per l'istituzione di borse di studio, oggi contratti di formazione, per la frequenza delle scuole di specializzazione delle Facoltà di medicina e chirurgia delle Università di Cagliari e di Sassari; ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale citata, così come modificato dall'articolo 5, comma 46, della legge regionale 23 maggio 2013, n. 12, e dall'articolo 1 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9, possono accedere ai contributi i medici abilitati all'esercizio della professione in possesso di almeno uno tra i seguenti requisiti: siano nati nel territorio della Regione; siano figli di emigrati sardi; siano residenti nel territorio della Regione da almeno cinque anni alla data della richiesta di assegnazione del contratto di formazione specialistica o abbiano conseguito il diploma di laurea in medicina e chirurgia in un uno degli atenei presenti in Sardegna, ovvero Sassari o Cagliari; i beneficiari devono mantenere la residenza in Sardegna per tutto il periodo di frequenza;

ricordato che il decreto ministeriale 21 maggio 2015, n. 307, all'articolo 4, comma 1, prevede che: "I contratti aggiuntivi finanziati dalle Regioni e dalle Province autonome saranno assegnati con successivo provvedimento, purché comunicati al Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, all'indirizzo dgsinfs@postacert.istruzione.it, in tempo utile per l'emanazione del bando, ovvero entro le ore 15.00 di lunedì 25 maggio 2015";

accertato che la scadenza imposta dall'articolo 4, comma 1, del decreto ministeriale n. 307 del 2015 non è stata rispettata dalla Regione che non ha comunicato al MIUR il numero di contratti aggiuntivi finanziati dalle università regionali, tanto che nel decreto ministeriale 26 maggio 2015, n. 315, nell'allegato n. 2 (tabella riparto contratti formazione specialistica medici A.A. 2014-2015) sono presenti i soli contratti regionali di Puglia, Calabria, Campania, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Trento, Friuli Venezia Giulia, ma mancano quelli della Sardegna;

ricordato l'accordo tra l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e il Rettore dell'Università di Cagliari che prevede che la Regione, vista l'urgenza del problema e non potendo stanziare un immediato finanziamento diretto delle borse, assegni un milione di euro aggiuntivo per attività che comunque l'Università deve garantire in modo tale da consentire all'Ateneo di liberare risorse per un importo pari, che lo stesso può destinare alle borse di studio per gli specializzandi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:

1) per quale motivo non siano state previste adeguate coperture in finanziaria e perché la comunicazione al MIUR non sia stata fatta entro i termini previsti dal decreto ministeriale n. 307 del 2015, articolo 4;

2) se le risorse stanziate siano sufficienti a garantire un adeguato numero di borse di studio per consentire ai neo laureati sardi l'accesso alle scuole di specializzazione dato che negli anni scorsi i fondi stanziati erano ben più alti: 2,5 milioni;

3) se siano intercorsi adeguati contatti col MIUR per capire se lo stesso recepirà il finanziamento tardivo dato che il decreto ministeriale n. 307 del 2015 ha già disposto quali finanziamenti regionali sono ammessi. (415)

Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla revoca dei fondi per la realizzazione di un progetto pilota per il riuso turistico della borgata marina di San Giovanni di Sinis nel comune di Cabras attraverso la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria.

Il sottoscritto,

premesso che il comune di Cabras si estende per una notevole ampiezza, superiore alla media dei comuni sardi, racchiudendo entro i suoi confini aree profondamente diverse per caratteristiche geomorfologiche. I valori naturali, ambientali, storico-archeologici del territorio hanno una rilevanza culturale e scientifica obiettiva. A ciò va aggiunta la vocazione agricola tale d'aver consentito, fin dai tempi più lontani, colture e attività specializzate che hanno creato tradizioni produttive di consistente livello economico. L'estensione e la purezza del suo litorale poi richiamano un gran numero di bagnanti e di cultori degli sport acquatici. Panorami naturali, monumenti, edilizia spontanea, folklore e risorse produttive si alternano e si integrano a costituire un patrimonio vasto e diversificato, di valore inestimabile, che si può senz'altro ritenere unico in Sardegna e che trova rari equivalenti in tutto il mondo. In questo contesto è situata la borgata marina di San Giovanni di Sinis che, pur essendo un nucleo di notevole dimensione, non gode di caratteristiche edilizie appropriate. Essa rappresenta una fra le più importanti mete turistiche dell'oristanese e della costa ovest in quanto consente ai visitatori di godere delle bellezze naturalistiche della vicina Oasi di Seu, delle emergenze archeologiche di Tharros e delle acque del suo mare. Va ricordato che l'area archeologica di Tharros è da anni una delle più visitate della Sardegna e con i circa 80.000 turisti all'anno è, secondo il Mibact, il secondo sito isolano per numero di visite. A San Giovanni è presente, inoltre, la sede dell'Area marina protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre". Nonostante la rilevanza della meta turistica la borgata è priva di alcuni servizi essenziali quali, appunto, la presenza di un adeguato impianto fognario;

ricordato che:

- in data 28 novembre 2008 è stato siglato il protocollo d'intesa tra Comune di Cabras e Regione autonoma della Sardegna per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria a San Giovanni;

- per la realizzazione dei lavori sono stati stanziati 2 milioni di euro dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica;

- il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale 24 ottobre 2014, n. 19 che, all'articolo 2, dispone il definanziamento di numerose opere tra le quali anche quelle del Comune di Cabras relative alla realizzazione degli impianti di urbanizzazione primaria a San Giovanni di Sinis e prevede la costituzione di un fondo destinato al rifinanziamento degli interventi di cui al comma 3;

- con decreto dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio n. 441 del 22 dicembre 2014, è stato costituito il fondo da 30 milioni per rifinanziare le opere immediatamente cantierabili, riservato esclusivamente ai comuni le cui opere delegate sono state definanziate ai sensi della legge regionale n. 19 del 2014 e potevano accedervi i comuni della Sardegna in grado di bandire le gare entro il 31 marzo 2015, mentre i comuni che non fossero riusciti ad andare a gara entro il 31 marzo non avrebbero dovuto restituire le somme già anticipate dalla Regione;

- con la deliberazione n. 53/23 del 29 dicembre 2014, la Giunta regionale ha reso pubblica la costituzione del fondo ex articolo 2 della legge regionale n. 19 del 2014, con una dotazione di 30 milioni di euro e stabiliva che ogni comune doveva presentare istanza per ottenere il rifinanziamento entro il 30 marzo 2015;

- l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio comunicava, con un avviso pubblico, per il rifinanziamento degli interventi interessati dal definanziamento previsto dall'articolo 2 della legge regionale n. 19 del 2014, che l'istanza di rifinanziamento andava inoltrata esclusivamente all'Assessorato regionale che ha disposto il definanziamento (per il comune di Cabras è l'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica), il quale potrà provvedere al rifinanziamento dell'intervento nei limiti dello stanziamento sotto indicato:

Assessorato regionale dei lavori pubblici

25.553.000

Assessorato regionale della difesa dell'ambiente

1.990.580

Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica

1.580.180

Centro regionale di programmazione

667.700

Assessorato regionale dei trasporti

170.930

Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport

37.610

Totale

30.000.000

- il Comune di Cabras, in data 18 marzo 2015, presentava istanza per il rifinanziamento, ottenendo una risposta negativa, solo in seguito alle dichiarazioni circa la revoca del finanziamento rilasciate alla stampa regionale il 20 maggio, da parte del Direttore generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia della Regione,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:

1) con quali fondi si intenda rifinanziare la realizzazione del progetto pilota per il riuso turistico della borgata marina di San Giovanni di Sinis, dato che la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria appare necessaria per consentire il miglioramento delle condizioni urbanistico-edilizie dell'insediamento costiero;

2) se sia opportuno che il Direttore generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia della Regione rilasci dichiarazioni alla stampa circa l'esito di un procedimento di cui ha la responsabilità, senza che il Comune interessato sia stato informato in via ufficiale circa il cattivo esito dello stesso. (416)

Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi delle erogazioni degli indennizzi ai pescatori di Santa Giusta.

Il sottoscritto,

premesso che nel mese di luglio del 2013 una grave moria di pesci ha interessato lo stagno di Santa Giusta causando gravi danni all'economia locale e agli operatori ittici;

ricordato che con decreto n. 130/DecA/8 dell'11 febbraio 2014 dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale è stata dichiarata l'eccezionalità dell'evento, che ha causato un danno consistente all'economia locale e soprattutto agli operatori e addetti alla pesca nello stagno di Santa Giusta;

considerato che con la direttiva citata sono state stabilite le modalità per la concessione di un contributo a titolo di indennizzo a favore della società cooperativa pescatori di Santa Giusta per far fronte ai danni causati dalla moria ittica che ha interessato lo stagno di Santa Giusta nel mese di luglio 2013;

constatato che da parte della cooperativa pescatori di Santa Giusta sono stati espletati tempestivamente tutti gli adempimenti previsti dalla legge per l'accesso all'indennizzo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:

1) perché, nonostante siano trascorsi circa 22 mesi dalla moria e 15 mesi dal decreto assessoriale che stabiliva la legittimità della richiesta e i termini e le modalità di accesso all'indennizzo, a tutt'oggi gli stessi non sono stati ancora erogati agli aventi diritto;

2) se le somme destinate all'indennizzo siano già disponibili;

3) i motivi per i quali ancora l'indennizzo non sia stato erogato ai pescatori di Santa Giusta;

4) le responsabilità di questo ritardo. (417)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla condizione di precarietà lavorativa degli operatori "senza titolo" impiegati nei servizi sociali.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 (Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge regionale n. 4 del 1988 (Riordino delle funzioni socio-assistenziali)) attribuisce alla Regione la realizzazione del sistema integrato dei servizi alla persona, volto a promuovere il libero sviluppo della persona umana e la sua partecipazione sociale, culturale, politica ed economica alla vita della comunità locale;

- scopo del sistema integrato è la promozione dei diritti di cittadinanza e l'inclusione sociale delle persone e delle famiglie, attraverso la realizzazione di azioni di prevenzione e riduzione del disagio individuale e familiare;

- accedono prioritariamente al sistema integrato i soggetti in condizioni di povertà o con limitato reddito, con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico;

considerato che:

- la Regione e gli enti locali, per la realizzazione delle suddette finalità, promuovono la partecipazione degli altri soggetti pubblici, del terzo settore, degli organismi della cooperazione;

- particolare importanza nel raggiungimento delle finalità e degli obiettivi della legge è riconosciuta alla cooperazione sociale di cui alla legge regionale n. 16 del 1997;

- punto centrale delle politiche sociali rivolte ai soggetti in condizioni di deprivazione materiale e affettiva è la garanzia della continuità del percorso educativo intrapreso;

rilevato che la gestione degli interventi e servizi sociali richiede una notevole competenza sociale e umana, che sono una concausa del necessario rapporto fiduciario tra utenza e operatore interessati;

constatato che:

- le specifiche caratteristiche richieste per gli operatori comportano per le cooperative sociali richiamate dalla legge la difficoltà nel reperire operatori sociali per lo svolgimento dei servizi territoriali;

- per tale motivo le stesse cooperative fanno ricorso a operatori senza titolo, individuati in base alla sussistenza di caratteristiche e competenze umane non direttamente riconducibili a uno specifico percorso didattico;

- tale scelta ha, comunque, dato un considerevole impulso all'occupazione di operatori, che solo in provincia di Cagliari sono stimati in diverse centinaia;

preso atto che:

- la questione degli educatori senza titolo non risulta ancora effettivamente risolta nonostante le due sanatorie applicate in merito negli anni passati;

- allo stato attuale, gli operatori sociali senza titolo si trovano nella condizione soggettiva di dovere gestire dei servizi sociali basando la loro attività su rapporti fiduciari da un lato con l'utenza, dall'altro con le cooperative sociali di riferimento;

- la loro dismissione potrebbe comportare notevoli difficoltà nel reperimento di figure professionali adeguate, considerata la penuria di operatori professionali disponibili nel mercato;

- allo stesso tempo, la cessazione del rapporto con l'utenza priverebbe gli stessi utenti della "continuità educativa", presupposto base per lo svolgimento di un lavoro proficuo nel tempo,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) è a conoscenza della condizione in cui versano i servizi sociali territoriali riguardo la carenza di operatori sociali;

2) non ritenga opportuno convalidare le esperienze professionali e formative maturate dagli operatori sociali senza titolo specifico che lavorano da tempo nel campo dei servizi sociali ed educativi per sopperire a tale insufficienza;

3) non ritenga appropriato garantire la continuità educativa di tanti utenti interessati tramite il riconoscimento dell'esperienza e professionalità degli operatori sociali senza titolo;

4) non ritenga opportuno sviluppare protocolli d'intesa con l'Università e altri enti di formazione professionale per definire tempi, strumenti e modalità dedicati al riconoscimento dell'esperienza e professionalità degli operatori sociali senza titolo, nel rispetto del rapporto tra il tempo da destinare allo studio e quello da dedicare al lavoro;

5) non ritenga opportuno valutare la portata occupazionale di tale scelta, che permetterebbe a diverse centinaia di operatori sociali di vedersi riconosciuto il lavoro svolto di fatto nell'ambito dei servizi sociali. (418)

Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sull'annunciata sospensione della programmazione delle corse turistiche del "trenino verde" per la stagione estiva 2015.

I sottoscritti,

premesso che nella home page del sito istituzionale dell'ARST, nella pagina dedicata al "trenino verde", è stato pubblicato l'avviso, con caratteri in bianco su sfondo verde, che recita "in attesa di disposizioni da parte del competente assessorato regionale la programmazione dei treni turistici a calendario è sospesa" e che quindi in maniera grave e inaudita annuncia per la stagione estiva 2015 la sospensione delle corse turistiche del "trenino verde" che costituisce una delle poche azioni politico-economiche di reale sviluppo delle zone interne della Sardegna;

considerato che il grido d'allarme dell'ARST, contenuto nel citato avviso, denuncia la mancata assunzione di impegni da parte della Giunta regionale in ordine al reperimento e alla erogazione effettiva delle risorse necessarie per garantire l'esercizio delle tratte turistiche del "trenino verde";

sottolineato che la contraddizione nelle politiche di programmazione della Giunta regionale è evidente anche nel sito dell'azienda regionale che, al di sotto del banner riportante l'avviso di sospensione delle corse, paradossalmente definisce il servizio del trenino verde come "uno dei modi migliori per attraversare e conoscere i diversi aspetti del paesaggio dell'isola, soprattutto dell'interno. Il treno attraversa un territorio ricco di vegetazione dove la linea ferrata, i ponti, le stazioni, le case cantoniere sembrano far parte da sempre del paesaggio perfettamente inseriti in un contesto ambientale a volte raggiungibile solo con la ferrovia. E il treno si sposta alla giusta velocità, consentendo al viaggiatore di osservare e conoscere al meglio il paesaggio, la vegetazione, che lentamente cambiano così come si procede sulla linea";

accertato che si tratta di un film già visto, se si considera che anche nella trascorsa stagione estiva 2014 il dibattito politico regionale fu riscaldato dall'analogo problema della ventilata ipotesi di sospensione del servizio del trenino verde e che in quella occasione il Presidente Pigliaru, in un post che pubblicò sul suo profilo Facebook, assicurò che non ci sarebbe stato alcuno stop o soppressione da parte della Giunta regionale, e che "il trenino verde è un mezzo straordinario per viaggiare dentro il nostro paesaggio e per portare il turismo verso l'interno, le risorse le troviamo e le corse proseguiranno" e che l'unico problema che ostava a garantire la continuità del servizio turistico era derivato dalla vigenza della norma sul patto di stabilità;

ritenuto che oggi non possa più essere invocata la giustificazione dei rispetto delle norme sul patto di stabilità,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessori regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) se siano a conoscenza di quanto su esposto;

2) quali siano i motivi che hanno determinato questo grave stato di inefficienza e incoscienza nella programmazione dei servizi ritenuti prioritari ed essenziali per lo sviluppo della Sardegna e specificatamente nel sostegno reale delle politiche dello sviluppo delle zone interne, partendo dalla valorizzazione degli attrattori;

3) quali provvedimenti intendano adottare con urgenza per scongiurare la sospensione del servizio turistico del "trenino verde" durante la stagione estiva 2015. (419)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla vessazione provocata da Equitalia Spa mediante l'attuale sistema di controlli e imposizioni sulle imprese.

Il sottoscritto,

premesso che Equitalia Spa è una società italiana a totale controllo pubblico, incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio;

accertato che

- la configurazione dell'ente di riscossione è avvenuta con la legge n. 248 del 2005, con la costituzione di Riscossione Spa, divenuta nel 2007 Equitalia;

- sino al 30 settembre 2006 la riscossione era affidata in concessione ai privati (in prevalenza le banche), e che con il decreto legge n. 223 del 2006 si autorizza Equitalia all'utilizzo dei dati mediante l'Agenzia delle entrate;

rilevato che tra i numerosi documenti è stato introdotto il Durc: un certificato unico che attesta la regolarità contributiva di un'impresa nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, nonché in tutti gli obblighi previsti dalla normativa vigente nei confronti di Inps, Inail e Casse edili. In questo modo, le imprese effettuano un'unica richiesta di rilascio della regolarità contributiva a uno degli enti citati, anziché tre (ciascuna per ogni ente) come avveniva in passato. In particolare, attraverso l'articolo 31 del decreto legge n. 69 del 2013 convertito nella legge n. 98 del 2013 si prevede che, a decorrere dal 21 agosto 2013 è entrata in vigore la legge n. 98 del 2013, vengano apportate una serie di modifiche alla disciplina del Durc, con particolare riferimento ai contratti pubblici;

valutato che una delle novità più rilevanti riguarda il periodo di validità del Durc che è ora di centoventi giorni dall'emissione, per i certificati rilasciati: a) per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (articolo 31, comma 5, primo periodo); b) ai fini della fruizione dei benefici normativi e contributivi in materia di lavoro e legislazione sociale e per finanziamenti e sovvenzioni previsti dalla normativa dell'Unione europea, statale e regionale (articolo 31, comma 8 ter); c) per i lavori edili tra soggetti privati, fino al 31 dicembre 2014 (articolo 31, comma 8 sexies). Con riguardo ai contratti pubblici, nella circolare ministeriale n. 36/2013 è stato precisato, inoltre, che la validità di centoventi giorni dei Durc acquisiti dalle stazioni appaltanti per la verifica della dichiarazione sostitutiva relativa alla sussistenza del requisito di ordine generale previsto dall'articolo 38, comma 1, lettera i), del decreto legislativo. n. 163 del 2006, decorre dalla data indicata nel certificato di verifica della dichiarazione sostitutiva, anziché dalla data di rilascio;

esaminato che il Durc era stato peraltro introdotto per validi motivi, con la finalità di controllo dei la-vori non in regola, ma è diventato con il passare del tempo un grosso freno allo sviluppo delle imprese, strumento che, di fatto, vista la crisi mondiale, è il catenaccio delle aziende in difficoltà e, di conse-guenza, dei suoi lavoratori;

annotato che da tempo artigiani e piccoli imprenditori si lamentano contro le vessazioni stringenti dell'agenzia di riscossione crediti, per l'aumento spropositato delle cartelle esattoriali dovute a sanzio-ni e spese (il fermo amministrativo degli automezzi di lavoro ritenuto incostituzionale; gli abusivi pi-gnoramenti dei beni strumentali; le illegittime iscrizioni ipotecarie; la pretesa di tributi prescritti; la vendita all'asta di immobili a prezzi irrisori), di fatto, un modello impositivo e fiscale stringente e sof-focante che va senza dubbio rivisitato, in quanto si è rivelato una rovina per molte delle imprese dei settori dall'edilizia sino all'artigianato ed al commercio;

dato atto che sembra essere messa in atto una persecuzione finanziaria per le imprese che hanno lavorato per gli enti pubblici, molte di queste infatti pur eseguendo lavori non sono state pagate a causa della man-canza di fondi e per i ripetuti errori da parte della pubblica amministrazione, così le imprese si sono viste più volte negare i pagamenti da direttori dei lavori o responsabili del procedimento, quindi, l'unica arma a loro disposizione è il giudizio civile che comunque adotta tempi interminabili - 10 anni per da-re una risposta e sbloccare i pagamenti;

constatato che, di fronte a questa complicata ed ingiusta situazione le imprese si sono viste costrette a non pagare i tributi assicurativi ed erariali trovandosi, per l'appunto, nell'impossibilità a farlo e, a ogni modo, per trovarsi comunque in regola con le leggi, hanno denunciato i pagamenti non avvenuti, con-vinti di un repentino sblocco e di una risoluzione dei problemi;

appreso che l'agenzia Equitalia si rivale sui mancati pagamenti autodenunciati che, infatti, comporta-no due provvedimenti immediati: il fallito rilascio del Durc che ha bloccato l'attività che, quindi, si è trovata impossibilitata ad auto produrre le risorse per pagare i suddetti tributi e l'intervento di Equitalia che ha moltiplicato per due i tributi non pagati ed ha pignorato le somme;

osservato che la crisi congiunturale ha portato molte imprese alla serrata, proprio a causa dei metodi di riscossione, stringenti e pressanti, di Equitalia, con le cifre sempre più esorbitanti delle cartelle di pa-gamento;

sottolineato che Equitalia, con queste modalità, si è praticamente trovata nelle mani il tesoretto di mol-te delle aziende, che si sono viste annullare le loro risorse economiche a causa dei metodi vessatori delle imposizioni, con il risultato disastroso che molte imprese, avendo tutto bloccato in termini di conti bancari e impossibilità di accedere al loro patrimonio, hanno dovuto cessare l'attività e, in tantissimi casi poi, è arrivato il colpo di grazia, con la società di riscossione che ha sollecitato il fallimento dell'azienda;

rimarcato che la situazione si è tradotta in vessazioni ed angherie nei confronti di tantissimi proprietari delle attività economiche in settori strategici dell'economia isolana,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se ritenga opportuno:

1) valutare la possibilità di chiedere un immediato tavolo di confronto con il Governo finalizzato a mettere fine ai metodi oppressivi di Equitalia nei confronti di tantissime aziende sarde;

2) verificare lo stato di salute dell'economia isolana, anche in seguito al ciclone Equitalia;

3) proporre un freno alle cartelle di riscossione, vista la crisi economica che ha colpito i settori strategici dell'economia isolana;

4) esaminare un nuovo soggetto in grado di portare avanti il ruolo di Equitalia a livello regionale. (420)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla drastica riduzione delle risorse destinate a finanziare progetti di ricerca e innovazione tecnologica proposti e predisposti dall'università nell'ambito delle azioni promosse dalla legge regionale 7 agosto 2007, n. 7.

I sottoscritti,

premesso che:

- con la legge regionale 7 agosto 2007, n. 7, la Regione autonoma della Sardegna ha avviato un processo teso a promuovere, rafforzare e diffondere la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica, prevedendo, in particolare, il finanziamento o il cofinanziamento di progetti di ricerca fondamentale o di base di significativo valore conoscitivo, di ricerca applicata e di sviluppo precompetitivo che trovino in Sardegna ottimali condizioni per la loro esecuzione e che abbiano avuto accesso a programmi di ricerca internazionali, comunitari e nazionali, presentati da università, imprese ed enti pubblici di ricerca;

- altresì, con legge regionale n. 3 del 2008 (legge finanziaria 2008), erano state stanziate le prime risorse previste dall'articolo 17 della legge regionale n. 7 del 2007, destinate a finanziare il bando 2008;

rilevato che:

- negli anni a seguire gli stanziamenti della Regione a valere sulla legge regionale n. 7 del 2007 hanno consentito l'emanazione di ulteriori bandi per le annualità 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013;

- altresì, una parte cospicua delle suddette risorse è stata intercettata dall'università con gli atenei di Cagliari e Sassari che hanno complessivamente presentato progetti per circa 49.000.000 di euro nelle annualità in cui la Regione ha finanziato la legge regionale n. 7 del 2007;

dato atto che:

- l'ultimo bando, finanziato dalla Giunta Cappellacci, risale al 2013, annualità per la quale gli atti amministrativi definitivi sono stati adottati solo nello scorso mese di maggio e per la quale, inspiegabilmente, le risorse destinate risultano sensibilmente inferiori a quelle previste per le annualità precedenti;

- altresì, oltre ai tagli sopra menzionati, non è stato previsto il finanziamento dei bandi per le annualità 2014 e 2015, il che farebbe ritenere, stando agli atti fino ad oggi adottati, che vi sia la ferma volontà dell'Amministrazione regionale di non sostenere le azioni di promozione e sviluppo della ricerca ed innovazione tecnologica previste dalla legge regionale n. 7 del 2007, nonostante i formidabili risultati ed i produttivi effetti conseguiti attraverso la realizzazione dei progetti finanziati;

osservato che la Giunta Cappellacci aveva messo a disposizione cospicue risorse, come testimoniano le parole pronunciate del Presidente Pigliaru, allora Prorettore delegato alla ricerca dell'Università di Cagliari, in occasione della presentazione dei dati e delle analisi relative alle attribuzioni per l'anno 2012 della dotazione ordinaria ai nuovi dipartimenti "Tra il 2009 e il 2012 le risorse per i dipartimenti sono aumentate in valore assoluto del 97 per cento e in valore pro-capite del 114 per cento. Per quanto concerne il fondo Car (Contributo di ateneo per la ricerca), sempre tra il 2009 e il 2012, le risorse sono aumentate rispettivamente in valore assoluto e procapite del 146 per cento e del 167 per cento);

sottolineato che il programma di governo del Presidente Pigliaru recita che "La Sardegna investe troppo poco nella ricerca, nello sviluppo organizzativo dei processi produttivi; appena lo 0,67 per cento del proprio PIL, meno dell'obbiettivo UE fissato all'1,5 per cento per l'Italia e appena un quinto dello sfidante obbiettivo dell'intera Unione Europea fissato al 3 per cento. ... la legge regionale sulla ricerca è un tassello importante in quanto può garantire il sostegno alla ricerca di base.";

evidenziato che nello stesso programma di governo si legge che "Per raggiungere questi risultati è necessario: migliorare la L.R. 7 sulla ricerca per garantire più profonde e diffuse ricadute sul sistema economico e sociale sardo....";

osservato, invece, che colui che ricopriva "ieri" l'incarico di Prorettore delegato alla ricerca dell'Università di Cagliari, oggi, da Presidente della Regione cancella in maniera inspiegabile e sconcertante le risorse a sostegno della ricerca e dello sviluppo tecnologico, ovvero proprio in quei settori in cui l'attuale Presidente allora Prorettore si era impegnato, segno dell'importanza che da accademico ad essi riconosceva,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) quali siano le ragioni che hanno indotto l'Amministrazione regionale a cancellare le risorse che negli anni del governo di centro-destra erano state destinate al finanziamento delle azioni finalizzate al sostegno alla ricerca ed allo sviluppo tecnologico, previste dalla legge regionale n. 7 del 2007;

2) quali siano gli intendimenti dell'Amministrazione regionale in ordine all'ipotesi di ripristinare le suddette risorse;

3) quali siano le iniziative che in attuazione del programma di governo l'Amministrazione regionale intende intraprendere al fine di favorire e sostenere l'attività di ricerca, specie in ambito universitario al quale storicamente si devono i risultati più brillanti ed ambiziosi. (421)

Interrogazione Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Unali - Busia - Desini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei pagamenti PSR 2007/2013, in previsione del disimpegno automatico.

I sottoscritti,

premesso che mancano poco più di sei mesi alla chiusura definitiva della vecchia programmazione agricola PSR 2007/2013 e dai dati pubblicati sul sito ufficiale AGEA l'avanzamento della spesa effettivamente sostenuta dalla Regione al 29 maggio 2015 è pari ad euro 1.260.196.273 (80,53 per cento) e rimangono da spendere entro il 31 dicembre 2015 euro 249.327.713,03 (19,41 per cento);

considerato che:

- dai dati ufficiali pubblicati da AGEA, dal 1° marzo 2015 al 29 maggio 2015 sono stati decretati pagamenti per soli euro 12.601.962,73 e che a tutt'oggi non risultano incoraggianti aumenti del livello di spesa sono sempre più consistenti le possibilità di un disimpegno automatico, nell'ordine di decine di milioni di euro, delle somme FEASR;

- da un semplice calcolo, sempre basato sui dati ufficiali AGEA si evince che per recuperare il notevole ritardo della spesa e conseguentemente evitare il disimpegno automatico al 31 dicembre 2015 la Regione (Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e ARGEA) dovrebbe spendere nei duecento giorni che mancano alla fine dell'anno mediamente euro 1.246.638,56 al giorno lavorando sette giorni su sette, Natale compreso;

- è evidente che si sconta una situazione di crisi finanziaria del comparto primario che si protrae da alcuni anni, ma è altrettanto vero che da mesi i sindacati di categoria e parte della classe politica hanno segnalato la stagnazione della spesa e le difficoltà ad incrementarla;

- da più parti si è posta in evidenza la difficoltà di gestione della spesa legata all'estrema burocratizzazione dei bandi e alla mancanza di una puntuale riprogrammazione delle risorse ovvero della mancanza di una linea politica capace di saper leggere dati e tabelle per rilanciare la spesa e l'economia del settore primario;

- sicuramente si avrà, si spera, un aumento dei livelli di spesa prima della scadenza del ciclo di programmazione 2007/2013, ma difficilmente si potranno raggiungere livelli tali da scongiurare il disimpegno automatico entro il 31 dicembre 2015;

- in mancanza di notizie diverse, se entro il mese di giugno la situazione non si sblocca, ci si potrebbe trovare nella situazione reale di sperpero di denaro pubblico con l'inevitabile condanna a restituire ingenti somme di denaro alla Comunità europea;

- il 31 dicembre 2015 è prevista la chiusura finanziaria del ciclo di programmazione PSR 2007/2013;

verificato che rimangono da decretare entro il 31 dicembre 2015 euro 249.327.713,03;

accertato che la mancata realizzazione della spesa porterebbe al disimpegno di decine di milioni di euro (quota FEARS del finanziamento);

rilevato che la Giunta regionale nel suo programma politico ha espresso la volontà di utilizzare al meglio le risorse europee e in particolare i fondi legati al piano di sviluppo rurale (PSR),

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se sia a conoscenza della situazione dei pagamenti e delle rendicontazioni di spesa PSR 2007/2013 della Regione;

2) se corrisponda al vero che, con gli attuali livelli di impegni di pagamento, si è a rischio di disimpegno automatico per decine di milioni di euro;

3) quali siano le misure prese, a tutti i livelli organizzativi (assessorato e agenzie regionali) per incrementare la spesa entro il 31 dicembre 2015;

4) se sia stata prevista una riprogrammazione delle somme non impegnate per accelerare i livelli di spesa;

5) da ultimo, ma non ultimo, se il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020 preveda una semplificazione degli iter burocratici e una gestione univoca dei bandi. (422)