Seduta n.20 del 18/06/2014
XX Seduta
Mercoledì 18 giugno 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
indi
del Vicepresidente Eugenio LAI
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana dell'11 giugno 2014 (17), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Antonello Peru ha chiesto congedo per la seduta del 18 giugno 2014.
Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
Discussione e approvazione del testo unificato: "Disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale 12 ottobre 2012, n. 19" (32-40/A) della proposta di legge: Sabatini - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda: "Disposizioni in materia di pesca nelle aree demaniali" (32) e del disegno di legge: "Disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale n. 19 del 2012" (40)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 32-40/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore.
LOTTO LUIGI (PD), relatore. Con il testo unificato della proposta di legge numero 32, presentata dall'onorevole Sabatini, come primo firmatario, e da diversi altri consiglieri del PD, e del disegno di legge numero 40, presentato dalla Giunta, mettiamo mano a una problematica che ha avuto un'evoluzione negli ultimi mesi dello scorso anno ed è legata all'attività di pesca e acquacoltura, quella relativa alle concessioni demaniali che lo scorso Consiglio regionale aveva prorogato per un anno, ovvero fino alla fine del 2015. Nel frattempo, però, a livello nazionale è stata approvata una legge che ha prorogato le concessioni demaniali fino al 2020. Si è quindi ritenuto opportuno, con queste proposte di legge, sottoporre di nuovo a questo Consiglio regionale l'esigenza di uniformare la condizione dei nostri operatori economici del mondo della pesca a quelli operanti nel resto d'Italia. Si è presentata cioè l'esigenza di prorogare anche per gli operatori della Sardegna la scadenza delle concessioni demaniali al 2020.
I due progetti di legge erano pressoché identici e il testo unificato che è stato approvato all'unanimità in Commissione è composto da un solo articolo, oltre a quello relativo all'entrata in vigore. Di fatto al primo comma si parla della necessità della proroga fino al 2020. Si tratta di mettere le attività economiche principali del mondo della pesca in questo periodo di passaggio fino al periodo di liberalizzazione complessiva, che inizierà nel 2020, nelle condizioni di poter crescere, di poter adeguare le loro strutture e quindi anche reggere all'eventuale urto di una successiva messa a bando delle concessioni. Va detto anche che la gran parte di queste attività economiche ha da attingere dai fondi europei per la pesca, ma nel momento in cui non possono avere una prospettiva di almeno cinque anni di gestione delle concessioni non hanno nemmeno, da parte della stessa agenzia ARGEA, la possibilità di ottenere, in virtù di dette concessioni, alcun finanziamento. Ovviamente questo è un vulnus che va assolutamente eliminato creando le condizioni, per chi è in grado di investire, per poter utilizzare i finanziamenti europei.
Il comma 2 riguarda invece un'altra questione: nel frattempo sono state avviate delle procedure di bando per alcune concessioni in determinate realtà della Sardegna, procedure legate alla nuova situazione che si era determinata con la scadenza prevista per il 2015. Nel momento in cui noi proroghiamo fino al 2020 si rende obbligatorio rimettere in discussione quei bandi. L' Assessorato propone, in autotutela, il ritiro della procedura di evidenza pubblica. È un dato di fatto che, non dico l'Assessore, ma la struttura dell'Assessorato sarebbe comunque tenuta a procedere in questa direzione. Noi lo stiamo mettendo in legge su proposta dell'Assessore, credo sia giusto farlo ed è oltremodo una misura condivisa dagli stessi operatori interessati a quei bandi, perché restano identiche, come per tutte le altre concessioni, anche le condizioni finanziarie.
Infine al comma 3 si parla delle concessioni per la pesca nelle acque del Golfo di Olbia. In quella realtà c'è una situazione particolarissima, che non può essere assoggettata allo stesso regime di tutte le altre concessioni, perché è impossibile che questo possa essere fatto in assenza di specifici titolari delle concessioni. Quindi da tutta questa partita governata da questa legge vengono escluse le acque dello specchio del Golfo di Olbia, che dovranno essere trattate in maniera diversa, e credo che entro l'anno in corso saranno avviate le procedure di evidenza pubblica per definire chi e come dovrà gestire quelle concessioni.
Questa è una legge che gli operatori del settore stanno aspettando da tempo e credo che sia giusto che venga approvata da questo Consiglio il prima possibile. In Commissione c'è stata una discussione abbastanza ampia che ha chiarito tutti i vari aspetti legati alle diverse questioni che sono contenute in legge, alla fine è stato approvato all'unanimità il testo unificato che chiediamo al Consiglio di approvare, se possibile, ugualmente all'unanimità, dato che c'è stata una condivisione totale nella quinta Commissione da parte della maggioranza e della minoranza.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, probabilmente non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione per l'intervento, in quanto ritengo che questa legge, che è stata approvata all'unanimità dalla Commissione, sia necessaria e doverosa, non foss'altro perché ci consente di adeguarci a quelle che sono le direttive nazionali. È però necessario, lo dico senza alcuna nota polemica, che almeno la storia venga raccontata, che si spieghi cioè quello che realmente è successo nel tempo passato. Stiamo parlando del 27 dicembre 2013, quando in quest'Aula viene proposta una norma per prorogare, così come stiamo facendo oggi, le concessioni di pesca. Nel frattempo il Parlamento approva una legge che proroga tali concessioni fino al 2020, cioè la legge a cui oggi noi ci stiamo adeguando. L'allora capogruppo Pittalis si alza in Aula e chiede, con un emendamento orale, che il testo venga adeguato a quello che nel frattempo aveva approvato il Parlamento. Ahimè l'opposizione, per il tramite del Capogruppo del Gruppo PD, che non è più consigliere regionale, quindi non lo cito neanche, rifiutò totalmente quell'emendamento orale, non accettò quella proroga, addirittura con dichiarazioni piuttosto pesanti, parlò infatti di fallimento totale dell'assessore Cherchi - ovvero io - e della Giunta regionale riguardo al servizio pesca, ma addirittura - seguite, perché credo sia importante - oppose una chiusura che oggi lascerebbe perplessi tutti, in quanto abbiamo accettato che il provvedimento entrasse in Aula con una sola condizione, ovvero che vengano espletati tutti i bandi di gara. Quindi tutte le concessioni devono essere rilasciate attraverso un bando di gara. Ma non abbiamo semplicemente acceduto all'ingresso in Aula, perché nel testo è scritto testualmente: "al fine di consentire il completamento delle procedure di evidenza pubblica". Se non fosse stata scritta questa riga, come noi abbiamo proposto, non saremmo stati d'accordo nemmeno sulla proroga di un anno.
Ho raccontato questo aspetto perché probabilmente oggi non ci sarebbe stata la necessità di tornare in Aula per approvare nuovamente un provvedimento che poteva essere esecutivo già dal 27 dicembre 2013. Perché lo dico? Perché da parte nostra, e presumo a questo punto anche da parte dell'attuale maggioranza, ci possa essere finalmente una collaborazione non legata solo ed esclusivamente alla strumentalizzazione del momento. In quel momento bisognava dire no ed è stato detto no a un semplice emendamento orale che avrebbe risolto un problema già da allora. Quindi credo che con l'approvazione di questo provvedimento inizi finalmente una nuova stagione che può aiutare una volta per tutte a dare risposte all'esterno, a chi attende fuori di qui, e a far sì che questo Consiglio regionale possa legiferare nell'interesse dei sardi, evitando di dire no solo perché in un dato momento si ricopre il ruolo di opposizione. Questo non serve assolutamente a niente.
Ritengo pertanto che questo provvedimento vada urgentemente approvato, però, Assessore, così come lei ha dichiarato in Commissione, il lavoro egregio che è stato fatto in questi ultimi anni per il servizio pesca deve comunque proseguire per concludersi, nei tempi stabiliti, con la predisposizione dei necessari bandi, perché il 2020 non è domani, ma è quasi domani. Quindi ritengo che sia davvero necessario proseguire su questa strada.
Per quanto riguarda invece - è importante sottolinearlo - il comma 3, giustamente inserito nel testo e legato alla questione Olbia, o meglio alla questione delle concessioni all'interno del porto di Olbia, siamo di fronte a un problema piuttosto delicato. Sappiamo probabilmente tutti quale sia la vera portata delle difficoltà al riguardo, sappiamo perfettamente che l'Autorità portuale sta predisponendo un nuovo piano e che le attuali concessioni, o meglio gli attuali spazi occupati dai concessionari non corrispondono esattamente a quella che è la previsione dell'Autorità portuale. Ritengo quindi più che corretto l'inserimento di questo comma al fine di aiutare a risolvere nel minor tempo possibile la questione delle concessioni nel porto di Olbia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI).Presidente, quello che ha poc'anzi rilevato il collega Cherchi mi sembra molto chiaro. Qui si tratta di tornare un po' indietro a quello che è stato avviato nell'ultima legislatura, con la collaborazione ovviamente anche di molti di voi. Lo dico anche per lei, consigliere Lotto, che credo fosse componente della Commissione di merito. Si sta percorrendo la stessa strada che avevamo già tracciato noi, e non lo dico per criticare, non è da me, lo sapete, anzi quando c'è una proposta che può essere condivisa da tutti io sono il primo, e con me molti miei colleghi, se non tutti, a condividerla. Giusto per fare un esempio, consentitemelo, non vorrei uscire fuori dal recinto, voglio rivolgermi al collega Cozzolino riguardo alla proposta di legge sulla dislessia, che avevamo concordato tutti insieme. Ho visto che ieri il collega Cozzolino ha presentato quella proposta alla stampa. Per carità, non me ne voglia, però se vogliamo collaborare, se vogliamo fare gli stessi percorsi, anche se sono stati anticipati nella legislatura precedente, credo che per il bene di tutta la Sardegna, per il bene della collettività, possiamo trovare un punto d'incontro.
Tornando al testo in discussione, il problema qual è? Probabilmente il collega Lotto non ha evidenziato abbastanza tutto quello che riguarda le concessioni relative alle strutture. Mi riferisco al territorio che mi riguarda, che probabilmente ha avuto delle difficoltà, ma anche a molte strutture della zona lagunare di Santa Gilla (vedi lo schiuditoio per l'allevamento delle vongole) che sono fatiscenti da anni, nonostante i soldi spesi dalla Regione. Sto parlando di cifre intorno ai 500 milioni delle vecchie lire. Quello che dico è questo: se volete ritrovare, attraverso un nuovo piano strategico, il percorso per andare avanti, per portare beneficio a questa categoria di lavoratori, allora, collega Lotto - se mi consente un consiglio -, vediamo di lavorare sulle strutture prima che sulle concessioni, perché è inutile rilasciare concessioni se le strutture non sono all'altezza della situazione. Io parlo della mia zona, ripeto, ma anche in altre zone della Sardegna ci sono strutture in condizioni veramente drammatiche che invece potrebbero essere strumento di una nuova strategia. L'ideale potrebbe essere metterle a disposizione di chi lavora nel settore, perché sarebbero più utili per la loro sopravvivenza. Qui infatti stiamo parlando - e io questo lo condivido, attenzione, per alcuni aspetti, mentre per altri posso anche criticarlo - di un beneficio per molte persone che stanno attraversando momenti drammatici, che vengono bloccate nella loro attività un giorno sì e un giorno no, che subiscono una disparità di trattamento continua. Parlo, per esempio, dei ricciai o di coloro che vanno a raccogliere le cozze. Vi chiedo, e credo che potremmo anche avvalerci della vostra proposta per portare avanti quest'idea tutti insieme, di rivedere prima le strutture relative a eventuali concessioni che poi verranno rilasciate, perché è inutile avere la concessione su qualcosa che non esiste. Prevediamo la possibilità di una proroga, però questi lavoratori soffriranno lo stesso. Abbiamo la necessità di valutare un ingente patrimonio immobiliare, in questo caso, che è nostro.
Credo che lei, collega Lotto, abbia intercettato il mio messaggio. Molto modestamente sto cercando di far percepire a lei, che è il proponente, e a tutti voi colleghi, il messaggio di portare avanti un certo tipo di strategia, non foss'altro perché è solo migliorativa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, credo che per amore della verità sia necessario tornare un po' indietro. Non è che nella scorsa legislatura la minoranza fosse maggioranza e decidesse lei cosa fare e cosa non fare. La proroga fino al 2020 - lo dico all'amico Cherchi in modo particolare - venne decisa dalla Commissione agricoltura e arrivò in Aula con mille difficoltà da parte dell'allora minoranza, ma anche da parte di molti della maggioranza, altrimenti non si riuscirebbe a capire perché non venga approvata, se la maggioranza attuale ne fosse così convinta. Quindi fu un errore che il Consiglio fece in quel momento, perché c'erano altri problemi che si volevano verificare. Credo che bene avrebbe fatto nella passata legislatura il Consiglio regionale ad approvare la proposta di legge che venne licenziata dalla quinta Commissione, che affrontava, dove oltre ad altri argomenti, anche il problema delle concessioni, le quali venivano regolamentate senza prevedere proroghe. Oggi la proroga è indispensabile, perché le pratiche di molte aziende del settore acquacoltura, in modo particolare, relative ai finanziamenti comunitari sono bloccate presso l'Argea perché manca il requisito della concessione. La concessione minima per poter accedere ai finanziamenti è di cinque anni.
Credo, Assessore, che questa proroga sia importante, visto il caos che si è creato per quanto riguarda le concessioni, perché ci consente, se non altro, di avere un po' più di tempo a disposizione per programmare meglio gli interventi. Vorrei ricordare a lei, ma anche a tutto il Consiglio, che per cinque anni c'è stato un tira e molla sui finanziamenti (anche per i risanamenti ambientali, in modo particolare delle acque interne), che la stragrande maggioranza delle somme stanziate sono andate in perenzione mentre altre sono state stanziate dalle province e mai spese.
La invito, Assessore, a non trascurare un problema molto importante presente ormai in tutti i compendi ittici. Mi riferisco in particolare ai compendi di Santa Gilla e Cabras, dove la situazione, anche dal punto di vista sociale, sta diventando molto pesante e pericolosa. Non c'è notte in cui non si verifichi un incidente e sino a quando non ci scappa il morto probabilmente stiamo tutti sereni e tranquilli. Per quanto riguarda le concessioni, però, credo sia importante che l'Assessorato attui il monitoraggio delle attività che vengono svolte e anche della manutenzione ordinaria e straordinaria, che spetta ai concessionari, ma che non viene effettuata - abbiamo abituato così i concessionari da decenni - se non c'è il contributo straordinario. Ecco che allora le morie di pesci e quant'altro diventano incontrollabili.
Soprattutto a Santa Gilla e Cabras c'è un problema di verifica della produttività, che è alta e non equivale ad altrettanta forza lavoro che potrebbe essere impiegata all'interno di quei compendi. È una polemica che ormai dura da alcuni anni, perché a Santa Gilla potrebbe lavorare un centinaio di persone e invece ci lavorano in pochi; a Cabras potrebbero lavorare 200 o 300 pescatori e invece sono solo 50. E non è che gli altri non vogliano pescare nello stagno, ma c'è una chiusura da parte del concessionario nei confronti dei soci di cooperative della pesca. Invito l'Assessore, con forza, prima che si verifichi un danno irreparabile, a farsi carico dal punto di vista politico di questa situazione e a convocare i concessionari per mettere in chiaro quello che prevede la concessione, in modo che le norme sulla concessione vengano rispettate in tutto e per tutto. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Confermo che il lavoro che è stato portato avanti presso la competente Commissione è stato abbastanza rapido e si è arrivati a un incontro con l'assessore Falchi. Certo, si tratta di un'attività particolarmente delicata e abbiamo voluto immaginare un percorso che fosse contiguo a quello delle concessioni demaniali in ambito turistico. Bene si è fatto, perché una semplice concessione è un atto amministrativo rognosissimo. Pensate che nell'ambito della concessione per le attività turistiche ci sono oltre otto enti che compartecipano all'autorizzazione: dal genio civile al demanio marittimo, all'agenzia delle dogane, ai vigili del fuoco, alla ASL. È un sistema proprio all'italiana che frena e vanifica un percorso dietro il quale c'è molta produttività, molta buona economia. Nel comparto delle concessioni demaniali turistiche si calcolano oltre 900 attività d'impresa, con 4.500 occupati, 1.500 dei quali operano quotidianamente, con un lavoro stabile, proprio per consentire la pulizia, il mantenimento, le proiezioni del marketing e tutte le attività che vengono fatte contestualmente. Di conseguenza è un'attività che ben si avvicina a quella del comparto della pesca, nell'ambito della quale vengono esercitate tante attività d'impresa che vanno ovviamente protette con provvedimenti di valore e qualità.
Il provvedimento in esame naturalmente segue una linea già segnata dalla Giunta precedente, da una buona attività svolta dall'ex assessore Cherchi che, in quel caso, aveva praticamente portato alla definizione di un provvedimento similare. In quella fase c'erano anche altre questioni cogenti e a livello nazionale e anche europeo si discuteva della possibilità di estensione delle concessioni demaniali al 2020. Quindi c'era un grande subbuglio, un tormento particolarmente vivace in Italia, come al solito. E mentre in Italia si discuteva, in Spagna, pensate, stavano conquistando il diritto a una concessione demaniale prorogata addirittura, come di fatto è avvenuto col benestare della Commissione europea, di ben settantacinque anni. Quindi in riferimento a quelle scadenze che in Sardegna sono state oggetto, in questa stessa Aula e nel Parlamento nazionale, di una serie di bracci di ferro tra deputati e senatori che hanno espresso una serie di posizioni contrastanti, qualcuno in altre parti d'Europa adottava delle misure proprio ai sensi della direttiva Bolkenstein, che è la matrice di tutte le concessioni demaniali. In quel caso una buona azione sinergica del Paese spagnolo ha portato a questo tipo di concessioni, salvaguardando, pensate, oltre 23 mila concessionari demaniali che insistevano sul demanio marittimo con strutture rigide, costruite con cemento. Noi abbiamo fatto una discussione che probabilmente non doveva neanche essere fatta, anzi sono fortemente convinto che vada semplificato il sistema di rilascio delle concessioni. Preferirei, per esempio, a un intervento dell'Aula, un intervento di carattere puramente amministrativo da parte dell'Assessorato competente. Naturalmente noi su questo tipo di iniziative siamo d'accordo e quindi non abbiamo alcuna difficoltà a dare il nostro benestare.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Credo che in questo caso l'opposizione abbia chiarito qual è il suo ruolo costruttivo in quest'Aula e in Commissione. Avremmo potuto sollevare qualche problema, ma non l'abbiamo fatto perché ritenevamo indispensabile che il provvedimento di legge fosse esitato in brevissimo tempo. Era necessario armonizzare la normativa regionale con quella nazionale ed era comunque necessario dare alle concessioni demaniali dei nostri operatori lo stesso respiro temporale delle concessioni degli operatori della Penisola. Era anche indispensabile assumere, in autotutela, il conseguente provvedimento di revoca dei bandi avviati per affidare le nuove concessioni. Tra le altre cose, questo arco temporale nuovo, questo nuovo ordine cronologico consentirà agli operatori di rientrare dagli investimenti e quindi di avere un po' di ossigeno in un momento molto difficile per chi investe e rischia tutti i giorni sul mercato.
Non posso comunque non rilevare che in questo testo di legge c'è un punto che suscita qualche perplessità, ed è il comma 3 dell'articolo 1, proprio quello in cui si discute delle concessioni di Olbia. Perché suscita qualche perplessità? Se il Consiglio regionale non ha competenza in tema di concessioni olbiesi non riesco a capire perché venga inserita una norma che dice che non abbiamo competenza e quindi questa gestione è affidata all'Autorità portuale di Olbia. Se non abbiamo competenza è inutile inserire questa norma.
Colgo l'occasione pure per evidenziare un elemento apparentemente intruso alla discussione, e mi rivolgo all'Assessore dell'agricoltura. Siccome parliamo di concessioni, parliamo di pesca, credo che sia indispensabile, signor Assessore, così come ebbi modo di riferirle, che lei assuma una decisione netta, chiara e definitiva sulla pesca del corallo, perché i nostri operatori sono in attesa di sapere se vi sono oppure no possibilità di operare in questa stagione. Nell'ipotesi negativa molti di loro potrebbero riconvertire la loro attività oppure andare a lavorare in altre zone, per esempio nel Nord Africa. Però è necessario che questo provvedimento lo chiarisca o comunque che una presa di posizione netta e chiara da parte dell'Assessore sia rappresentata in modo definitivo a questi operatori. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianmario Tendas. Ne ha facoltà.
TENDAS GIANMARIO (PD). Signor Presidente, intervengo solo per fare alcune brevi considerazioni soprattutto in merito al lavoro svolto dalla Commissione, che peraltro è giunta a sintesi con un testo unificato che comprende anche le proposte avanzate dall'Assessore dell'agricoltura. Credo di poter dire che nell'ambito dei lavori in Commissione, oltre a un elemento forte di condivisione tra maggioranza e minoranza, che ritengo qualifichi molto il senso della proposta, sono scaturite delle indicazioni che vale la pena evidenziare, se non altro perché la stessa Commissione ha avuto modo di relazionarsi con la funzionaria dell'Assessorato, la dottoressa Marinelli. Si è trattato di un confronto abbastanza interessante, dal quale sono emersi diversi elementi che sicuramente meritano di essere ripresi in termini di prospettiva.
Credo cioè che la proposta, che mi auguro oggi venga approvata con il consenso unanime del Consiglio, possa essere vista non tanto come un punto di arrivo quanto come un punto di partenza. E qui mi riallaccio a molte considerazioni che sono state fatte in precedenza, in modo particolare dal collega Tocco, nel senso che siamo i primi a riconoscere che serve, al momento, una ricognizione precisa e sistematica di tutti i beni demaniali destinati alla pesca, con particolare riguardo ai compendi ittici, e una definizione delle procedure più idonee per la ricostruzione di un quadro coerente e formalmente corretto della gestione del patrimonio demaniale. C'è la necessità, ovviamente, di rendere maggiormente produttivi i compendi, occorre però prima ridefinire il quadro d'insieme, al fine di consentire la creazione di una vera e propria filiera produttiva del comparto. Credo peraltro che da questo punto di vista ci sia la condivisione piena anche e soprattutto da parte delle cooperative e dei consorzi che operano nel settore e quindi c'è l'esigenza di portare a sintesi una legge di riordino complessiva del settore.
È ovvio che su questi temi la Commissione avrà già assunto l'impegno di rivedere e studiare più in dettaglio la situazione esistente, proprio per cercare di portare avanti una legge di riordino complessiva che consenta di rendere maggiormente produttivo il settore. Credo peraltro che questo testo di legge unificato sia un qualcosa di assolutamente importante, non foss'altro perché crea prospettive immediate e concrete per un rilancio del settore della pesca, tant'è che molte imprese, cooperative e consorzi si sono già attivati per la definizione di progetti che mirano a sfruttare al meglio i fondi del FEP, vale a dire del Fondo europeo per la pesca.
Quindi credo che l'approvazione di questo di testo unificato costituisca un atto dovuto per creare, se non altro, un minimo di prospettiva in un settore che al momento attraversa, diciamo così, una situazione di grave difficoltà. È ovvio tuttavia, ribadisco questo aspetto, che per un progetto di rilancio più complessivo sarà necessario rimettere mano a una legge organica che consenta di disciplinare meglio l'intero settore. Credo comunque che quello odierno rappresenti, in tal senso, un primo importante passo in una prospettiva più complessiva, che sicuramente avremo modo di riprendere quanto prima.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Buongiorno a tutti, ringrazio il Consiglio per il dibattito propositivo e positivo che si è svolto questa mattina sull'analisi della proposta di legge passata anche in Commissione. Riteniamo, come è stato detto in diversi interventi, anche da parte dei consiglieri, che questo non debba essere considerato come un punto di arrivo, ma veramente come un punto di partenza per rilanciare il comparto in un'ottica di analisi complessiva dello stato delle attuali concessioni.
Come accennato dall'ex assessore Cherchi, l'Assessorato dell'agricoltura ha avviato, già dalla metà dello scorso anno, un'attenta ricognizione dei compendi che dovremo mandare a bando al più presto. Quindi questa analisi dettagliata dello stato di fatto ci deve servire proprio per valutare quali dovranno essere le politiche da attuare nei prossimi anni.
Io domani presenzierò, a Roma, alla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni per approfondire e valutare quelle che saranno per i prossimi anni le politiche sulla pesca in riferimento al FEP. Questo passaggio ritengo che possa essere essenziale, perché ci consentirà di fare quel ragionamento che qui in Aula oggi mi viene chiesto, ovvero che cosa fare per un comparto che ha delle potenzialità incredibili per la nostra regione e al quale fino adesso proprio la mancanza di una norma certa, che consentirebbe anche alle attuali ditte concessionarie di progettare in prospettiva, ha impedito un discorso di rilancio.
Ritengo quindi che questa proroga, essenziale per poter far lavorare nei prossimi cinque anni gli attuali concessionari in tranquillità, sia davvero un primo punto di partenza perché ci consentirà, grazie anche alle valutazioni che verranno fatte nei prossimi mesi sulla programmazione dei fondi FEP, di programmare una nuova politica della pesca, cosa che riteniamo assolutamente non più procrastinabile.
Come è stato detto da più parti veramente pensiamo che da oggi si debba iniziare una nuova stagione ed è proprio per questo motivo che ritengo essenziale affrontare anche l'aspetto relativo al rispetto delle norme contenute nelle attuali concessioni. Troppo spesso i concessionari non sono stati ligi al rispetto del regolamento e di quanto previsto dalla concessione, e questo probabilmente non ha consentito uno sfruttamento ottimale delle nostre risorse. Quindi accetto con soddisfazione i vari spunti che sono stati portati in Aula oggi e mi impegnerò affinché gli Uffici, durante la fase di ricognizione delle aree e l'approfondimento che sarà propedeutico al rilascio delle prossime concessioni dal 2020, facciano anche un'attenta analisi dello sfruttamento della risorsa in maniera allineata a quanto previsto dalla concessione. Per questo motivo, ho intenzione di convocare immediatamente i vari concessionari per avviare con loro questo discorso di verifica. Ritengo, ripeto, assolutamente propositiva e positiva la discussione di oggi così come è stata impostata.
Per quanto riguarda la questione delle concessioni per la pesca nel Golfo di Olbia, abbiamo visto che ci sono due emendamenti. Noi confermiamo assolutamente la volontà di avviare le procedure ad evidenza pubblica entro il 31 dicembre del 2014, come peraltro previsto dalla legge del 2012. Riteniamo inoltre valido e utile, per meglio specificare la questione, l'emendamento al comma 3, con cui vengono aggiunte alcune righe che servono ulteriormente a specificare il fatto che, anche per quanto riguarda l'area di Olbia, si procederà ad avviare le procedure ad evidenza pubblica, senza che debbano esserci problemi particolari. Grazie.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e
acquacoltura
1. Al fine di armonizzare la disciplina regionale con le previsioni del legislatore statale in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura, in coerenza con l'articolo 1, comma 291, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2014), al comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 19 (Norme per la continuità delle concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura), come modificato dall'articolo 5 della legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40 (Norme urgenti in materia di agricoltura, di previdenza integrativa del comparto regionale e disposizioni varie), le parole "al 31 dicembre 2014" sono sostituite dalle seguenti: "al 31 dicembre 2020".
2. Tenuto conto del termine di durata delle concessioni stabilito al comma 1, l'Amministrazione regionale revoca in autotutela le procedure a evidenza pubblica già avviate ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale n. 19 del 2012, relative a concessioni ai fini di pesca e acquacoltura prorogate dalla presente legge.
3. La norma di cui al comma 1 non si applica per le concessioni di specchi acquei ai fini di pesca e acquacoltura nel mare territoriale del Golfo interno di Olbia, la cui gestione amministrativa si svolge nel rispetto delle funzioni proprie della competente Autorità portuale.
Emendamento soppressivo parziale Meloni - Lotto - Cocco Pietro
Articolo 1
All'articolo 1, comma 3, dopo le parole "Golfo interno del comune di Olbia", le parole "la cui gestione amministrativa si svolge nel rispetto delle funzioni proprie della competente Autorità portuale" sono soppresse. (2)
Emendamento aggiuntivo Meloni - Fasolino - Solinas Christian - Lotto
Articolo 1
All'articolo 1, dopo il comma 3, si aggiunge il seguente comma:
4. Le concessioni di cui al comma 3 dovranno essere assentite mediante procedura di evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2014. (1).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD), relatore. Faccio delle brevissime considerazioni, perché la discussione generale ha già messo in evidenza quello che è accaduto durante la scorsa legislatura. Io tenderei ora a evidenziare quello che purtroppo non è accaduto durante la scorsa legislatura. Mi dispiace molto che nella Commissione agricoltura e ambiente di allora abbiamo discusso per mesi - il collega Oscar Cherchi lo sa - una legge che trattava di distretti e concessioni, che è stata esitata ma è rimasta bloccata alle soglie dell'ordine del giorno del Consiglio per almeno un anno e soltanto l'ultimo giorno utile del 2013 siamo riusciti quantomeno ad affrontare il mero tema delle concessioni. Dire che un emendamento che non è passato, che qualsiasi consigliere poteva bocciare, sia stato il vero vulnus di quella stagione mi sembra eccessivo. Al settore della pesca, a mio parere, non nella scorsa legislatura ma negli ultimi trent'anni, non si è dedicata l'attenzione che invece meritava e merita.
C'è un impegno che possiamo prendere insieme, maggioranza e minoranza: quello di lavorare affinché questo settore diventi, e ne ha tutte le potenzialità, un vero volano dell'economia della nostra Isola. Serve una legge che riordini diverse questioni, che affronti diverse situazioni rimaste in sospeso, serve prestare l'attenzione dovuta. Io credo, senza scendere in polemica su quell'ultima giornata dello scorso mandato amministrativo, in cui non tutto è stato fatto bene, ma per fortuna qualcosa è stata fatta, che da oggi possiamo affrontare questo tema con occhi diversi e con un'attenzione diversa. Per quanto mi riguarda, la Commissione quinta farà questo lavoro, contando anche sulla possibile collaborazione, che fino ad oggi c'è stata, dell'opposizione e credo che se lavoreremo seriamente sulle cose concrete riusciremo ad approvare qualcosa di importante per gli operatori del settore. Grazie.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore.
LOTTO LUIGI (PD), relatore. Sugli emendamenti numero 1 e 2 esprimo parere favorevole. Sono emendamenti concordati per migliorare una norma che diversamente non sarebbe stata perfetta.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti.
DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Gli emendamenti sono stati condivisi dalla Giunta e hanno due finalità differenti. L'emendamento soppressivo serve - come è stato evidenziato peraltro da alcuni degli intervenuti, da ultimo l'onorevole Tedde - per evitare di prendere posizione su una possibile controversia tra la Regione e l'Autorità portuale di Olbia. Ovviamente, siccome ci possono essere delle diversità o difformità di interpretazioni sulla competenza per l'assentimento di concessioni in determinati ambiti, è meglio evitare di ribadire in un provvedimento legislativo che la gestione è affidata all'Autorità portuale di Olbia. Questo è il senso, solamente in termini pratici, dell'emendamento soppressivo.
Per quanto riguarda invece l'emendamento aggiuntivo, in cui si parla di concessione da assentire mediante procedura ad evidenza pubblica, va segnalato che nell'area portuale di Olbia per quanto riguarda i concessionari esistono situazioni differenti, in alcuni casi non regolari o al limite dell'abusivismo. In questo caso è evidente che la concessione non può essere prorogata fino al 2020, ma va regolamentata quanto prima e assentita mediante procedura ordinaria entro il 2014.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Il senso dell'emendamento numero 1, come è stato già detto, è quello di evitare che la diversità di trattamento per quanto riguarda le concessioni assentite nel Golfo di Olbia possa determinare un pregiudizio. Ci si è posti il dubbio cioè se tali concessioni avrebbero potuto poi accedere al rinnovo fino a 2020, un rinnovo che difficilmente si sarebbe potuto prevedere, in quanto, come sottolineato anche dalla Giunta, si tratta di una situazione che va avanti da trent'anni, di cui questo Consiglio regionale si è occupato anche più volte attraverso mozioni e interrogazioni. Ci sono stati anche dei disegni e proposte di legge in merito, in quanto in particolare quella che è una realtà produttiva principale e storica a Olbia, la mitilicoltura, ha vissuto fasi difficili, rispetto alle quali, anche nei rapporti con la Regione sarda, ci sono state nel tempo grosse irregolarità che non permettono, per esempio, neanche l'accesso ai contributi, come si è verificato anche recentemente, in caso di moria di pesci o danni causati da alluvione. È emersa nel passato, e oggi in maniera ancora più forte, l'esigenza di regolarizzare il tutto e questa è l'occasione giusta, attraverso la quale, con questo emendamento, scriviamo una specifica di quella che dovrebbe essere una condizione naturale, ma che è meglio precisare, ossia che entro il 31 dicembre 2014 le concessioni per tutte quelle aree dovranno essere poste a bando.
Le motivazioni che hanno portato all'emendamento soppressivo, con riferimento alla gestione amministrativa dell'Autorità portuale di Olbia, le ha esplicitate bene l'Assessore e ovviamente non dobbiamo, con questa norma, appesantire una situazione che probabilmente si risolverà nei prossimi mesi, onde evitare anche che si possano creare equivoci rispetto alle competenze proprie dell'Autorità portuale e a quelle della Regione (quesito posto, se non ho compreso male, anche dall'onorevole Tedde nella discussione generale sulla legge).
Colgo quindi con molto favore l'occasione per poter finalmente creare le condizioni affinché venga regolarizzata la situazione generale presso il Golfo di Olbia, tenendo conto che non dobbiamo perdere di vista l'esigenza di salvaguardare l'attività produttiva principale di quel Golfo, ossia la mitilicoltura.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Considerato che siamo in fase di discussione dell'articolo 1, ma mettiamo tutto insieme perché credo che sia fondamentale, devo dire onestamente all'Aula che questi emendamenti non li capisco tantissimo. Se l'Aula li vuole approvare, va bene, ma se andiamo a leggere testualmente il comma 3 dell'articolo 1 tutto quello che viene riportato negli emendamenti è già chiarissimo nel comma. L'emendamento numero 1 recita: "Le concessioni di cui al comma 3 dovranno essere assentite mediante procedura di evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2014". Ma questo è già scritto nella legge numero 19 del 12 ottobre 2012, quindi non stiamo dicendo niente di più. Lo stesso vale per la proroga del 27 dicembre 2013, cioè la legge - se non ricordo male la numero 40 - già lo prevede, se lo si vuole aggiungere per dare forza maggiore a questo comma, facciamolo, ma francamente è inutile.
Per quanto riguarda invece il comma 2, Assessore, lei ha perfettamente ragione, e come consulente ci ha aiutato molto al servizio pesca, anche se bisogna dire che la gestione amministrativa dell'Autorità portuale rimane sua, quindi noi non possiamo dire no. Che lo scriviamo o che non lo scriviamo, la gestione rimane quella, quindi dobbiamo sempre necessariamente rapportarci con loro nel momento in cui si predisporranno i bandi, ma non dobbiamo naturalmente disciplinare in difformità rispetto al piano di attuazione dell'Autorità portuale.
Se l'Aula vuole approvare questi emendamenti, ben venga l'approvazione, ma francamente entrambi risultano abbastanza inutili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Busia, Dedoni, Desini, Pinna Giuseppino, Tatti, Truzzu e Unali hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Zedda Alessandra.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 51
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(È approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 32-40/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Truzzu e Usula hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 52
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 43.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Carta - Orrù - Cossa - Crisponi sulla possibilità di ricorrere al frazionamento degli appalti al fine di favorire le piccole-medie imprese, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- anche l'Unione europea ha riconosciuto le piccole-medie imprese (PMI) spina dorsale dell'economia del vecchio continente, e pertanto ha deciso di puntare sulla loro competitività e flessibilità per raggiungere gli obiettivi di crescita e occupazione prefissati dalla Strategia Europa 2020;
- l'affidamento e l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, ai sensi del Codice dei contratti pubblici, deve garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza;
- la legge di conversione del decreto legge n. 69 del 2013 (cosiddetto Decreto del fare) potenzia le misure previste nell'articolo 2 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese alle gare d'appalto;
- in particolare il comma 1 bis dell'articolo 2 del Codice dei contratti pubblici, così come modificato dall'articolo 26 bis del decreto legge n. 69 del 2013, prevede che nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti pubblici, al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti devono, ove possibile ed economicamente conveniente, suddividere gli appalti in lotti funzionali, stabilendo inoltre che nella determina a contrarre le stazioni appaltanti indichino la motivazione circa la mancata suddivisione dell'appalto in lotti;
VALUTATO che la suddivisione in lotti funzionali di un appalto deve peraltro essere vagliata sulla capacità del singolo lotto di assolvere autonomamente all'esigenza dell'amministrazione;
APPURATO che la suddivisione o la scelta della gestione unitaria degli appalti deve in ogni caso essere comunicata all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), nell'ambito delle informazioni relative alle procedure di aggiudicazione previste dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 163 del 2006;
PRECISATO che la suddivisione in lotti degli appalti rende più accessibile la partecipazione alle imprese di ridotte dimensioni, che tra l'altro la dimensione media delle aziende in Sardegna è pari a 2,7 addetti e che le PMI costituiscono oltre il 99 per cento del complessivo tessuto produttivo isolano,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici
a inviare apposito atto di indirizzo ai direttori generali degli assessorati della Regione, nonché ai direttori generali di tutte le società, agenzie, aziende ed enti controllati dalla Regione, affinché prendano in considerazione le indicazioni contenute nel decreto legge n. 69 del 2013 per rilanciare l'economia e attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici, piccoli compresi, e in ogni caso affinché indichino nei futuri bandi le ragioni che hanno determinato la gestione unitaria.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Signor Presidente, la mozione che abbiamo presentato oggi nasce da un ragionamento molto semplice: le piccole e medie imprese, cioè quelle fino a 99 dipendenti, costituiscono la spina dorsale del sistema economico regionale e di quello europeo. Sino ad oggi, o meglio sino all'anno scorso, nella gestione e organizzazione degli appalti le norme tendevano a favorire le grosse imprese, quindi quelle con più di 99 dipendenti, e soprattutto a livello europeo le disposizioni tendevano a favorire i cosiddetti global services o comunque appalti che permettevano la partecipazione in prevalenza di chi aveva classi di fatturato notevoli. Questo faceva sì che le imprese sarde gran parte delle volte rimanessero escluse o comunque impossibilitate a partecipare.
Questa situazione negli ultimi anni è parzialmente cambiata in virtù del riconoscimento di alcune nuove norme, ma anche di un cambiamento di strategia a livello europeo. Infatti la Strategia Europa 2020 riconosce le PMI come elemento fondamentale per garantire il raggiungimento di quegli obiettivi di flessibilità e crescita occupazionale che la stessa Strategia si è data. Per questo motivo nel corso del 2013 è stato approvato in Parlamento un decreto legge, il cosiddetto "decreto del fare", che ha apportato delle modifiche al Codice dei contratti pubblici, modifiche che consentono oggi la partecipazione anche delle PMI. In particolare l'articolo 2 del Codice dei contratti, che è stato modificato, stabilisce che al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese le stazioni appaltanti devono, ove possibile ed economicamente conveniente, suddividere gli appalti in lotti funzionali, stabilendo inoltre che nella determina a contrarre le stazioni appaltanti indicano la motivazione circa l'eventuale mancata suddivisione degli appalti in lotti. Ovviamente questo non significa che gli enti locali, la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni possono ricorrere a un frazionamento artificioso degli appalti, ma sicuramente possono invece suddividere l'appalto in lotti funzionali, e laddove non lo vogliano fare devono comunque darne comunicazione. In particolare, nella determina a contrarre il dirigente deve stabilire i motivi per cui ha preferito ricorrere al lotto unitario.
Queste sono le ragioni che ci hanno portato a presentare oggi questa mozione che cerca di andare incontro alle imprese sarde. Faccio presente che in Sardegna oltre il 99 per cento delle imprese è sotto il limite di 99 dipendenti, anzi diciamo che la media è di 2,7 dipendenti, quindi la mozione riguarda gran parte delle imprese oggi operanti nel territorio regionale. Quello che noi chiediamo, sostanzialmente, è che la Giunta e il Presidente della Regione in particolare inviino un apposito atto di indirizzo - atto ovviamente non amministrativo, ma politico - ai direttori generali degli Assessorati, degli enti regionali, delle agenzie e di tutte le società controllate dalla Regione affinché prendano in considerazione le novità apportate dal decreto legge numero 69 del 2013 per rilanciare l'economia e attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Signor Presidente, la mozione è nel merito condivisibile - sottolineo nel merito - perché nel 2013 il Governo Monti, se non ricordo male, con il "decreto del fare" cambiò radicalmente la linea in ordine alla possibilità di frazionamento degli appalti. Fino ad allora tale possibilità era espressamente vietata, da allora in poi divenne invece consigliata, purché ovviamente si trattasse di lotti che avessero di per sé la possibilità di essere funzionali e funzionanti. Tant'è che, per quanto mi è dato sapere, i dirigenti degli enti locali - io allora ero amministratore di un ente locale - la applicarono da subito, non ci fu quindi inerzia, anzi fu accolta con grande favore questa novità introdotta al Testo unico degli appalti. Il punto è proprio questo, perciò dicevo che sono d'accordo nel merito, bisogna forse sfumare un po' alcuni passaggi.
Le competenze, lo sappiamo, sono assolutamente gestionali, non derivano da un indirizzo politico. Sono infatti i direttori generali o i dirigenti di settore o di servizio che decidono se un dato appalto va suddiviso in più appalti e lotti funzionali e funzionanti oppure no, non è una competenza della politica. Si tratta prevalentemente di una disposizione che interviene sugli appalti di natura edilizia, cioè di opere pubbliche, tant'è che più che l'aspetto dei 99 dipendenti essa riguarda la certificazione SOA, cioè il fatto che possono partecipare a quegli appalti imprese con certificazione SOA inferiore rispetto a quella richiesta invece per l'appalto se fosse inteso complessivamente.
Questa modifica dà la possibilità - ma questo i direttori generali evidentemente lo sanno già - di andare avanti con le procedure negoziate, il che è ancora meglio. Si può invitare un numero "limitato" di imprese (in genere si considera un numero superiore a 11, per non andare al massimo ribasso, ma stare nella media). Possono quindi essere invitate imprese locali che abbiano dato affidabilità nel tempo, perché non si invita evidentemente qualcuno che abbia instaurato contenziosi con l'amministrazione pubblica o non abbia concluso delle opere.
Ripeto, io sono molto d'accordo sulla modifica del Testo unico degli appalti, cioè condivido la modifica introdotta dal Governo Monti, condivido nel merito anche questa mozione, ma vorrei che fosse un po' più sfumato l'indirizzo ai direttori generali, perché più che un indirizzo possiamo dare un'informazione, cioè non può passare il principio che il Consiglio regionale dice alla parte gestionale: "Guarda che devi frazionare gli appalti", perché questa è competenza loro. Noi possiamo solo dire che sarebbe opportuno che fosse così o qualcosa del genere.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). L'occasione che ci pongono l'onorevole Truzzu e gli altri colleghi che hanno proposto la mozione è per ragionare su un tema che riguarda molto il tessuto delle nostre imprese, in particolare quelle medio-piccole, che sono la maggior parte, com'è stato già ricordato, e che soffrono una crisi devastante. È inutile che continuiamo a ripetercelo, sapete tutti che la situazione delle nostre imprese è sempre più difficile.
Il "decreto del fare", e in particolare la legge di conversione del decreto legislativo numero 69 del 2013, ovvero la legge 9 agosto 2013, numero 98, effettivamente, come sottolinea nella mozione l'onorevole Truzzu, apporta tre modifiche principali all'articolo 26 bis, che sono quelle dell'articolo 2, comma 1 bis, del Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo numero 163 del 2006), nel quale appunto è detto che nella determina a contrarre le stazioni appaltanti indicano le motivazioni circa la mancata suddivisione dell'appalto in lotti. C'è poi il riferimento all'articolo 6, comma 5, sempre del decreto legislativo numero 163 del 2006, relativo alla tutela delle piccole e medie imprese attraverso adeguata suddivisione degli affidamenti in lotti funzionali, e successivamente all'articolo 7, comma 8, lettera a), che, per quanto riguarda l'istituto del controllo degli appalti, precisa che deve essere specificata l'eventuale suddivisione in lotti. Questa modifica legislativa sostanzialmente va incontro alle piccole e medie imprese, rovesciando un ragionamento generalizzato sulla difficoltà a suddividere in lotti i diversi appalti, e consente quindi di creare dei lotti funzionali, naturalmente ove ciò sia possibile, come dice la legge, per rendere l'accesso al sistema degli appalti pubblici da parte delle imprese molto più facile.
Questa novella legislativa dal nostro punto di vista è molto importante perché non ha solo l'effetto di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti, ma incide anche su un aspetto che è cronaca di questi giorni: il sistema di corruttela che purtroppo affligge le grandi opere. La suddivisione in piccoli e medi appalti di lotti funzionali ha il pregio, innanzitutto, di consentire un maggiore controllo della situazione relativa ai lavoratori e anche all'esecuzione a regola d'arte delle opere oggetto d'appalto.
Da parte nostra, quindi, c'è un parere favorevole alla mozione presentata dall'onorevole Truzzu e anche l'impegno, per il quale ci stiamo attivando in questi momenti, a redigere un ordine del giorno congiunto. Al riguardo, Presidente, anche per venire incontro alla sua giusta raccomandazione, rappresentatoci ieri in Conferenza dei Capigruppo, di depositare un ordine del giorno in tempi ragionevoli per evitare di perdere ulteriormente tempo, se non ci sono altri interventi chiederei, terminata la discussione, una sospensione di soli cinque minuti, perché l'ordine del giorno è stato concordato, c'è già il testo scritto, al quale dobbiamo apportare alcune piccole modifiche.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Modesto Fenu. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che a volte si ha la tendenza, quando una norma non c'è, a lamentarsi della sua assenza e a impegnarsi per crearla. Nel momento in cui invece la norma c'è, ci si impegna per ostacolarla. Io mi auguro che non sia questa l'occasione per esercitarci nella volontà di creare ostacoli rispetto all'attuazione di una norma prevista dal Governo Monti e che per la Sardegna, per l'economia della Sardegna e per le imprese è di fondamentale importanza.
Relativamente all'intervento dell'onorevole Demontis, che giustamente parla da amministratore locale, vorrei semplicemente evidenziare che è lungi dalla volontà dei firmatari indurre gli uffici tecnici o gli uffici preposti alla predisposizione dei progetti a frazionare forzatamente la realizzazione delle opere o i progetti. Semplicemente si voleva - e mi sembra giusto che questo Consiglio e la politica si facciano carico di questa esigenza - dare un atto di indirizzo politico forte in ordine a questa procedura che ovviamente avvantaggia le piccole e le medie imprese, di cui il nostro tessuto economico è ricco. Questo per favorire ovviamente l'economia locale.
In questo non c'è niente di illegittimo, non c'è niente di illegale, anzi c'è qualcosa, a mio avviso, di doveroso. Non so se sia necessario predisporre un altro ordine del giorno. Pensavo si potesse votare anche questo, ma se si riesce a trovare la quadra affinché ci sia un voto unanime su una modifica dell'ordine del giorno già predisposto e se il primo firmatario della mozione è d'accordo nulla osta da parte mia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, condivido in pieno la mozione e rinuncio all'intervento per consentire la soluzione richiesta dall'onorevole Arbau sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, colleghi e colleghe, il mio intervento in merito alla mozione in oggetto non può che trarre spunto dall'articolo 2 del decreto legislativo numero 163, introdotto dalla legge 9 agosto 2013, numero 98, che prescrive testualmente: "Nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti pubblici, al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti devono, ove possibile ed economicamente conveniente, suddividere gli appalti in lotti funzionali". E specifica che "nella determina a contrarre le stazioni appaltanti indicano la motivazione circa la mancata suddivisione dell'appalto in lotti".
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAI
(Segue RUBIU GIANLUIGI.) L'esigenza di fondo è quella di assicurare la massima trasparenza nella scelta del contraente e la concorrenza tra le diverse imprese. Conclude precisando: "I criteri di partecipazione alle gare devono essere tali da non escludere le piccole e medie imprese". In particolare, senza dover offrire una nota ridondante alla determinazione numero 5, l'Autorità di vigilanza dei lavori pubblici ha precisato la nozione di lotto funzionale, con riferimento alla materia dei lavori pubblici, definendolo come quella parte di un lavoro la cui progettazione e realizzazione sia tale da assicurare funzionalità, fruibilità, fattibilità, indipendentemente dalla realizzazione di altre parti. Per tale via si riduce il rischio di inutile dispendio di denaro pubblico in caso di mancata realizzazione della restante parte di intervento.
La norma del Codice degli appalti pubblici è diretta a favorire l'accesso alle piccole e medie imprese e al contempo costituisce un monito per gli Stati membri e per le relative amministrazioni aggiudicatrici a sfruttare al meglio le potenzialità delle direttive dell'Unione europea in materia di appalti pubblici, al fine di garantire condizioni di parità per tutti gli operatori economici che desiderino partecipare concretamente a una gara d'appalto.
A voler essere più precisi sulla ratio della norma, la suddivisione degli appalti in lotti faciliterebbe l'accesso al mercato delle piccole e medie imprese sia dal punto di vista quantitativo (la dimensione dei lotti può corrispondere meglio alla capacità produttiva della piccola e medie imprese), sia da un punto di vista qualitativo. Il contenuto dei lotti può corrispondere maggiormente al settore specializzato delle piccole e medie imprese. Ciò determina l'ulteriore e auspicata apertura alle gare d'appalto delle piccole e medie imprese e di conseguenza amplia la concorrenza attraverso l'accesso degli stessi operatori economici a tutte le procedure, sia quelle di evidenza pubblica che quelle in economia.
Questo sintetico quadro d'esame e l'auspicato atto di indirizzo politico consentirebbero di valorizzare la natura funzionale del lotto, favorendo l'efficienza e l'economicità dello stesso appalto, favorendo al contempo l'ingresso nelle procedure di appalto delle piccole e medie imprese, al fine di contribuire alla rinascita dell'economia della nostra regione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.
DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. La Giunta esprime parere favorevole sull'ordine del giorno che dovrà essere presentato a breve.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, ringrazio l'onorevole Demontis che ogni volta viene qua, ci fa la sua lezioncina e poi scompare. Quella odierna non è infatti la prima volta, è successo anche per altre mozioni. Voglio tranquillizzare il collega Demontis: nessuno di noi si sogna di sostituirsi agli amministrativi e ai tecnici e personalmente non voglio assolutamente fare il lavoro degli altri, ma solamente il mio. Il lavoro del politico è quello di dare un indirizzo e l'indirizzo è assolutamente politico, poi gli Uffici sono chiamati ad applicarlo.
Vorrei anche chiarire all'onorevole Demontis e agli altri colleghi consiglieri che negli enti locali e in molti uffici regionali non c'è tutta questa propensione ad applicare le disposizioni di questo nuovo decreto legge, ovvero la modifica dell'articolo 2 del Codice degli appalti, quindi la mozione nasceva con questa motivazione. Devo dire che la mozione è anche frutto di una mozione similare che è stata presentata nel consiglio comunale di Cagliari dal consigliere Pierluigi Mannino, dove ha ottenuto il consenso unanime. Sinceramente, quindi, non comprendo quali siano le difficoltà. Poi, ripeto, se avete letto bene il testo della mozione e l'impegno finale avrete capito che si chiede semplicemente di fare un atto di indirizzo ai direttori generali affinché applichino l'articolo e prendano in considerazione le indicazioni contenute nel decreto legge numero 69 del 2013 e in ogni caso, laddove non vogliano ricorrere al lotto frazionato e funzionale, indichino nella determina a contrarre i motivi che hanno portato alla scelta della gestione unitaria. Non stiamo chiedendo niente di strano.
Aggiungo che il lotto funzionale avrebbe, come ha ben detto l'onorevole Rubiu, la capacità e la forza di aumentare la trasparenza dell'amministrazione pubblica e anche la concorrenza, perché non vale solo per gli appalti dei lavori pubblici. Vorrei fare un semplicissimo esempio, per il quale l'Unione europea ha più volte richiamato l'Italia: pensiamo agli appalti per la raccolta differenziata. Noi oggi siamo abituati a fare appalti unitari, che comprendono la raccolta, lo smaltimento e quant'altro. Invece potremmo tranquillamente dividere l'appalto in lotti funzionali, per esempio raccolta e smaltimento. Questo darebbe la possibilità a più imprese di lavorare e quindi avremmo la possibilità di aumentare la concorrenza, il numero delle persone occupate e probabilmente ridurremmo i costi dell'amministrazione pubblica.
Detto questo, visto che ci sono queste resistenze da parte dei colleghi della maggioranza, non ho alcuna difficoltà, sulla base anche delle conversazioni intrattenute con l'onorevole Arbau, ad aderire a un ordine del giorno unitario.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 59, viene ripresa alle ore 12 e 15.)
PRESIDENTE. È stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine Del Giorno Truzzu - Arbau - Demontis - Cocco Pietro - Pittalis - Anedda - Cocco Daniele Secondo - Dedoni - Desini - Fenu - Rubiu - Solinas Christian - Usula sull'opportunità, ai sensi del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, così come modificato dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, di favorire l'accesso delle piccole-medie imprese al sistema degli appalti pubblici.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 43 sulla possibilità di ricorrere al frazionamento degli appalti al fine di favorire le piccole-medie imprese,
PREMESSO che con legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione, con modificazioni, del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69 (Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia), sono state introdotte importanti modifiche al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nel senso di favorire l'accesso delle piccole-medie imprese al sistema degli appalti pubblici;
CONSIDERATO che le piccole e medie imprese sono la spina dorsale del sistema economico della nostra comunità regionale e la loro competitività è la base per garantire la crescita dell'occupazione;
EVIDENZIATO che in Sardegna le imprese operanti nel campo edilizio sopportano una crisi senza precedenti e che risulta necessario consentire alle stesse di poter partecipare al sistema degli appalti pubblici;
PRESO ATTO che, alla luce delle importanti modifiche legislative in questione, appare opportuno avviare una importante campagna di informazione a tutte la stazioni appaltanti operanti nell'Isola al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese sarde al sistema degli appalti pubblici;
CONSIDERATO, peraltro, che il sistema degli appalti a lotti funzionali consente di avere un maggiore controllo sul dilagante fenomeno corruttivo, attraverso una maggiore trasparenza sulle compagini sociali e sulle condizioni di lavoro delle imprese che operano localmente,
impegna la Giunta regionale
1) a favorire l'accesso delle piccole-medie imprese al sistema degli appalti pubblici, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, così come modificato dalla legge n. 98 del 2013;
2) a inviare apposita comunicazione ai direttori generali degli assessorati della Regione, nonché ai direttori generali di tutte le società, agenzie, aziende ed enti controllati dalla Regione, affinché prendano in considerazione le indicazioni contenute nella legge n. 98 del 2013 per rilanciare l'economia e attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici, piccoli compresi, e in ogni caso affinché indichino nei futuri bandi le ragioni che hanno determinato la gestione unitaria;
3) a predisporre apposite iniziative informative indirizzate a tutte le stazioni appaltanti operanti nell'Isola nel comparto degli enti locali.
4) a riferire al Consiglio regionale, entro sei mesi dall'adozione del presente ordine del giorno, sullo stato di attuazione delle iniziative informative alle stazioni appaltanti dei comparti regionali e degli enti locali. (1).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Ne approfitto per chiarire alcune cose al consigliere Truzzu, il quale mi ha accusato, secondo me in maniera inopportuna e non ne capisco il motivo, di dare lezioncine e poi sparire.
Consigliere Truzzu, anche lei avrà qualche volta necessità di natura fisiologica, a meno che non sia attrezzato diversamente, ma non mi sembra. Nessuna lezioncina, semplicemente ho ribadito e voglio continuare a ribadire la distinzione di funzioni tra l'organo politico e l'organo gestionale. Io ho ben chiara questa distinzione di funzioni, mi auguro che l'abbia ben chiara anche lei.
Io non voterò mai documenti di questo Consiglio regionale che possano apparire in qualunque modo - non voglio usare un termine più forte - risibili, perché riguardano sfere di competenza altrui. Nella mozione leggo: "impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici a inviare apposito atto di indirizzo ai direttori generali degli Assessorati (…) affinché indichino nei futuri bandi le ragioni che hanno determinato la gestione unitaria". Insomma, la politica non emana atti di indirizzo su sfere di competenza di altri; la politica fa leggi e allora facciamo leggi, non atti di indirizzo. Gli atti di indirizzo in questo caso non possono essere dati, secondo me, al direttore generale in merito all'applicazione di una legge. Se il direttore generale ritiene di applicarla, la applica altrimenti non la applica. Diverso è l'ordine del giorno che abbiamo formulato, che è molto più sfumato, non invade sfere di competenza altrui, ma fa capire che cosa vuole il Consiglio regionale, senza rischiare di essere letto come interferenza indebita.
Questo è il punto, però non capisco la sua reazione, consigliere Truzzu. Io ho fatto un intervento molto pacato e non ho inteso dare lezioni a nessuno. L'ordine del giorno in questo caso va bene e quindi noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Intervengo per annunciare il mio voto favorevole e soprattutto per sottolineare che la mozione che ha dato vita a questo ordine del giorno era comunque opportuna. È vero che i dirigenti adottano atti gestionali, è vero che la politica deve approvare atti di indirizzo, ma è anche vero che comunque un atto politico di questo tipo serve anche, unitamente all'ordine del giorno, a stimolare un'attività che non sempre viene svolta dai dirigenti conformemente alla legge e soprattutto alle necessità delle piccole imprese che, com'è stato sottolineato più volte in quest'Aula, costituiscono la vera ossatura del nostro sistema economico. Se non funzionano le piccole imprese casca l'economia. In Sardegna l'occupazione non la creano il Consiglio regionale o gli enti locali, la creano le piccole imprese, che investendo i loro capitali creano ricchezza e occupazione. Quindi bene fa comunque il Consiglio regionale a intervenire non con un atto gestionale, ma con un atto politico nei confronti delle strutture assessoriali, le quali devono prestare molta attenzione nell'osservare il dettato della legge, al fine di consentire alle piccole imprese di partecipare alle gare d'appalto dalle quali di solito sono escluse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). L'ordine del giorno unitario che è stato sottoscritto da tutti i Capigruppo, oltre che dai presentatori, segna un atto politico importante con il quale questo Consiglio comunica all'esterno, alle proprie strutture e al comparto degli enti locali che all'interno delle cornici previste dalla legge - nessuno vuole fare cose illegittime naturalmente - viene data priorità o è consentito l'accesso alle piccole e medie imprese. Si tratta di creare una pari condizione che oggi non esiste; non esiste concretamente, perché il sistema degli appalti è diventato farraginoso e costoso e persino la possibilità di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale è fuori della portata delle piccole e medie imprese. Quindi l'ordine del giorno unitario del Consiglio regionale dà il segnale che questo consesso è vicino alle imprese sarde. È un segnale importante, certamente non salvifico, in quanto non risolverà i problemi che ci sono in Sardegna, ma che indica che siamo schierati dalla parte giusta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Chiedo scusa all'onorevole Demontis, non volevo disturbarlo nelle sue funzioni fisiologiche, su questo non c'è dubbio, però siccome non era la prima volta che succedeva il fatto da me descritto ho ritenuto di fare quella osservazione, anche perché per certi aspetti, ripeto, alcune considerazioni che lui ha fatto nel suo intervento non mi sembravano corrette. Dopodiché chiedo scusa, mi cospargo il capo di cenere e cercherò di stare in linea con le indicazioni che ci darà l'onorevole Demontis.
La mozione nasceva da un'esigenza che è diffusa, perché chiunque di noi abbia contatti con la pubblica amministrazione, chiunque lavori negli uffici pubblici o vi abbia lavorato, di fronte a una proposta di questo tipo sa che la prima reazione è: "Ma come, gli appalti non si possono frazionare!". Questa è la realtà e allora, partendo da qui, noi oggi abbiamo fatto una buona cosa, un piccolo ordine del giorno che aiuta sicuramente le amministrazioni, gli enti regionali, la Regione, le società partecipate dalla Regione e gli altri enti locali a conoscere questa norma che, ripeto, molti non conoscono o talvolta non vogliono applicare e a far sì che venga applicata per dare una fiammella di speranza in più alle PMI, che costituiscono il tessuto fondamentale della nostra Isola e sono la vera base della ripartenza economica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). L'ultima versione di questo punto dell'ordine del giorno, seppure edulcorato rispetto alla versione originaria, merita il nostro voto favorevole, non foss'altro, come ha detto l'onorevole Arbau, per dare un segnale importante alle imprese e al nostro tessuto economico del fatto che comunque questo Consiglio regionale presta attenzione alle problematiche delle piccole e medie imprese della Sardegna.
Vorrei però fare una precisazione, sempre riferendomi all'onorevole Demontis: il Governo Monti, sostenuto anche dalla sua compagine politica , nel momento in cui ha votato questa legge ha approvato un atto di indirizzo politico, perché la legge è un atto di indirizzo politico. Questa mozione voleva essere semplicemente un atto di indirizzo politico e un suggerimento agli uffici regionali a valutare questa norma di legge. Non aveva nessun'altra funzione e tanto meno quella di forzare norme di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, credo che questo ordine del giorno unitario, che ritengo quantomeno importante in un momento particolare di crisi - ma è una crisi che vive tutto il mondo, mi pare - per dare linfa, respiro alle piccole e medie imprese, sia il minimo che possiamo fare. Vorrei ricordarvi che dividere in lotti un appalto non è un delitto; rendere funzionale attraverso lotti una progettazione generale è ordinarietà. Vedi, Demontis, il problema non è la differenziazione tra organo politico e dirigenza, la legge Bassanini è stata chiarissima in questo. Il problema è che spesso molti amministratori non riescono a essere tali, cioè non hanno la capacità di imporre una logica e allora rovinano il sistema e compromettono tale differenziazione.
Vorrei anche ricordare, a me stesso e ai colleghi, che in Sardegna stiamo pagando per questa condizione. Penso alla strada Sassari-Olbia, a quante imprese sarde hanno vinto gli appalti, a quante piccole imprese sarde lavorano in subappalto e spesso alla mercé di imprese che hanno operato, sotto certi aspetti, in modo poco chiaro - lo dico con franchezza - e che provengono da alcune zone ben distinte. Questo avviene spesso in Sardegna, dove non riusciamo a soddisfare le aspettative dei sardi che lavorano e che attraverso un sistema di piccole imprese, anche artigiane, riescono a sopperire alle difficoltà di un momento di crisi.
Credo che sia l'inizio di un ragionamento da portare avanti, anche quando nelle ASL si affidano gli appalti a imprese che vengono dalla Sicilia o dalla Calabria e che subappaltano a imprese sarde. Su questo dovremo marciare uniti per far capire che esiste non solo un'esigenza di tutela, ma anche la necessità per la Sardegna di riprendere virtualmente un progresso che è stato bloccato e creare quella occupazione che manca.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Come dice il mio omonimo Cocco, siamo d'accordo su questo ordine del giorno unitario ed esprimiamo per questo soddisfazione. Ringrazio l'onorevole Truzzu che comunque ha posto un problema serio. Succede anche in Sardegna, purtroppo, che alcune stazioni appaltanti già facciano la suddivisione in lotti, altre no.
Io sono sempre stato contrario agli ordini del giorno. Da troppo tempo qui si dice che un ordine del giorno non si nega a nessuno, perché probabilmente non serve a molto, però in questo caso serve davvero a mandare un messaggio serio. Il fatto che fra sei mesi dovrebbe essere fatta una ricognizione di quello che è successo rispetto ai messaggi che devono essere mandati e alle indicazioni che devono essere date, credo possa mettere in condizioni noi, che comunque rappresentiamo anche il popolo delle piccole imprese, che sono numerosissime in Sardegna e sono in grandissima sofferenza, di contribuire a dare loro una boccata d'ossigeno. Credo anche che, dopo l'approvazione avvenuta ieri della legge sull'edilizia sanitaria, con questo piccolo messaggio che noi vogliamo mandare a tutte le stazioni appaltanti qualche boccata di ossigeno davvero potrebbe arrivare alle PMI.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Anche noi Sardisti voteremo convintamente a favore dell'ordine del giorno presentato. Raccolgo l'ultimo intervento dell'onorevole Daniele Cocco per chiedere alla Giunta di dare seguito a questo ordine del giorno, perché non rientri nel novero dei tanti che quest'Aula adotta e che non trovano seguito, in considerazione del fatto che la legge regionale numero 31 del 1998 prevede esplicitamente e disciplina il potere di indirizzo politico sia della Giunta che dei singoli Assessori.
Chiederei, quindi, in questo senso alla Giunta regionale di dare, con apposita deliberazione, ai sensi della "31", un indirizzo generale a tutti i rami dell'amministrazione perché quest'ordine del giorno trovi concreta applicazione.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ledda e Truzzu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fenu - Forma - Ledda - Locci - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il consigliere: Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 46
votanti 45
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 45
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio sarà riconvocato domicilio.
La seduta è tolta alle ore 12 e 33.