Seduta n.114 del 17/06/2010
CXIV Seduta
Giovedì 17 giugno 2010
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 14.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di martedì 30 marzo 2010 (107), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Renato Lai, Christian Solinas e Renato Soru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 17 giugno 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 166/A.
Constatata la scarsa presenza di consiglieri in Aula, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 16, viene ripresa alle ore 10 e 28).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore.
GRECO (P.d.L.), relatore. La prima Commissione, nella seduta del 20 maggio 2010, ha approvato, con il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza, acquisito il parere finanziario, il disegno di legge numero 166/A relativo alla proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF. Il disegno di legge si è reso necessario al fine di garantire la prosecuzione delle operazioni di chiusura relative alla gestione liquidatoria dell'ESAF.
La Commissione, a seguito dell'audizione dell'Assessore competente, preso atto che la definizione delle diverse procedure ancora in corso è subordinata al rispetto di tempi tecnici, e preso atto altresì dell'obiettiva complessità dell'intera attività della gestione liquidatoria, ha ritenuto necessaria la proroga della medesima. Nel contempo la Commissione ha evidenziato l'opportunità di individuare eventuali alternative che consentano di definire in modo adeguato ed efficace, anche da un punto di vista economico, le procedure che dovessero risultare pendenti, sottolineando altresì l'esigenza di procedere nel più breve tempo possibile alla conclusione della gestione liquidatoria al fine di evitare ulteriori proroghe.
Per le suindicate ragioni, la Commissione ha ritenuto opportuno limitare a dodici mesi anziché ventiquattro, come prevedeva il disegno di legge presentato dalla Giunta, la proroga della gestione liquidatoria, nonché la proroga dei rapporti di collaborazione coordinata stipulati per le esigenze di funzionamento della gestione stessa, precisando altresì il carattere derogatorio di tale proroga rispetto al limite percentuale stabilito dall'articolo 3 della legge regionale del 7 agosto 2009.
La Commissione inoltre, a modifica di quanto previsto nel testo del proponente, ha stabilito di stralciare la disposizione prevista al secondo comma dell'articolo 1 che prevedeva, al termine della gestione liquidatoria, l'inserimento del personale precario assunto con selezione pubblica per le esigenze della gestione nei procedimenti di stabilizzazione ex articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007, rinviando la valutazione in ordine all'opportunità di tale partecipazione all'esame del disegno di legge numero 71/A (Norme in materia di organizzazione del personale) da parte dell'Aula, sia per una considerazione di insieme con situazioni analoghe, sia per un miglior coordinamento con la normativa più generale che sarà eventualmente adottata.
Ciò premesso, l'articolo 1, al primo comma, stabilisce che il termine fissato dalla legge regionale numero 7 del 2005, all'articolo 5, secondo comma, è ulteriormente prorogato di dodici mesi. Il secondo comma dell'articolo 1 prevede che la durata dei rapporti di collaborazione coordinata, di cui all'articolo 9 della legge regionale numero 3 del 2008, può essere prorogata fino alla scadenza del termine previsto per la conclusione della gestione liquidatoria, anche in deroga all'articolo 3, comma 1, della legge regionale numero 3 del 2009, sussistendone i requisiti di legge.
Il terzo comma dell'articolo 1 autorizza, per l'anno 2010, la spesa di 4 milioni di euro per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente. L'articolo 2 prevede poi l'entrata in vigore della legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, intervengo perché questo problema è stato sollecitato come urgente dalla Giunta regionale e (come spesso avviene anche quando la Conferenza dei Capigruppo trasmette alle Commissioni competenti i provvedimenti, stabilendo la priorità di alcuni su altri) e non si è avuto il tempo di approfondire in maniera esaustiva l'argomento.
Ora, per poter esprimere un'opinione ponderata, un'opinione oggettiva, bisognerebbe leggersi il piano finanziario e lo stato di attuazione della gestione liquidatoria. Se non si leggono questi documenti, non si capisce perché sia stata presentata da parte della Giunta regionale una proroga dell'attività commissariale. C'è stata una riorganizzazione complessiva dei servizi idrici su tutto il territorio regionale, e non è stato, come sappiamo, un problema facile, un problema semplice, perché abbiamo rivoluzionato tutto il sistema idrico in Sardegna.
E' chiaro che la collaborazione tra gli enti, tra quelli che non ci sono più e quelli che hanno voluto assumere le nuove responsabilità, non è stata una collaborazione proficua, nel senso che ognuno di questi enti aveva le sue gatte da pelare, per cui la questione liquidatoria è stata vista un po' come qualcosa che disturbava il manovratore. Non c'è stato l'inquadramento del personale da parte della Regione, e quindi si è dovuti procedere in maniera improvvisata alla soluzione delle nuove problematiche.
Nella legge finanziaria del 2008 era stato previsto che il termine di scadenza sarebbe stato il 29 maggio 2008, successivamente è stato prorogato al 2010; nel collegato alla finanziaria del 2010 c'era la norma relativa alla continuazione dell'attività commissariale. Perché è stata decisa questa proroga? Questa proroga è stata decisa perché è ancora in atto la riscossione dei crediti degli utenti per oltre 11 milioni e 500 mila euro, perché è in corso un contenzioso di oltre 40 milioni di euro con l'Agenzia delle entrate, perché sono ancora aperti 160 rapporti di concessione per l'esecuzione di opere pubbliche finanziate dalla Regione (e in particolare dalla Cassa per il Mezzogiorno) perché tutti i provvedimenti devono essere emessi, e se non vengono emessi interverrà la revoca da parte degli uffici dello Stato. Per tutto ciò occorre definire le vecchie pratiche, definire le procedure di esproprio e di acquisizione delle aree.
Sono in corso gli accertamenti sulle attività pregresse dell'ente, la Regione deve mettere a disposizione i locali per tutti gli atti che sono stati raccolti; esistono diverse vertenze in atto. Ora, io ho visto - lo dico ai colleghi - alcuni emendamenti che sono stati presentati a questa legge. La Commissione è nata senza risorse, senza una sedia, senza un foglio di carta, nel presupposto che i servizi venissero espletati dagli enti che si erano sostituiti, e quindi il commissario liquidatore avrebbe dovuto apporre soltanto le firme.
Di fatto questo non è avvenuto e la gestione liquidatoria ha dovuto attrezzarsi di una struttura completamente nuova (lo dico all'Assessore per capire se stiamo andando nella giusta direzione oppure no) con 2 avvocati, 3 commercialisti, una rappresentante che opera per quanto riguarda i crediti pubblici, quindi una struttura operante abbastanza significativa. Il costo della gestione è di 500 mila euro all'anno. Basti pensare che soltanto nel 2009 gli incassi sono stati di 1 milione e 900 mila euro per rendersi conto che è una gestione che si finanzia da se. Non esiste una maggiore spesa perché gli atti sono dovuti, e quindi o li pone in essere l'ente liquidatore, o li pone in essere la Regione con altro personale. Sono in grado le strutture della Regione di provvedere alle incombenze affidate alla gestione liquidatoria? A me non sembra.
L'Assessorato dei lavori pubblici afferra esplicitamente nella sua relazione di non essere in grado di svolgere queste funzioni e che si dovrà comunque attrezzare con nuovo personale. Oltretutto ci sono problemi specifici e diverse procedure espropriative che l'ESAF quando era in funzione non aveva concluso. Cominciano pertanto a pervenire alla Regione le richieste di indennizzo da parte di coloro che si sono visti occupare i territori per le condutture. Quindi, io non so per quale ragione ci stiamo ponendo un problema che, secondo me, è abbastanza semplice. Lo dico perché il commissario liquidatore è un certo dottor Mario Sechi, che è stato direttore del centro per la programmazione, che è stato direttore dell'ufficio ispettivo della Regione, che ha collaborato prima con Cabras, poi con Palomba, quindi io non pongo problemi di natura ideologica o di natura partitica, però non capisco perché qualcosa che sta andando bene, adesso susciti tutte queste problematiche.
Credo che la richiesta che ha formulato l'Assessore sia una richiesta giusta; ecco perché ho voluto richiamare l'attenzione dei colleghi del Consiglio: per evitare che pensando di poter risolvere problemi li si complichino inutilmente..
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La gestione liquidatoria dell'ESAF ha già registrato due proroghe; dura da quando è stata approvata la legge numero 7 del 2005. La prima scadenza era stata fissata per il il 29 maggio del 2008, la seconda, stabilita sulla base di una norma finanziaria nel 2008, era stata fissata per il 29 maggio del 2010. Si propone oggi quindi la terza proroga biennale di un ente in liquidazione. L'opposizione ha votato contro questa proposta non perché vuole esprimere un giudizio sul tipo di prestazione del commissario della gestione liquidatoria, ma sostanzialmente per una considerazione puntuale della condizione nella quale si trovano oggi la Regione e le sue finanze e per l'esigenza di correlare la scelta di riformare il sistema degli enti della Regione con l'esigenza di non consentire vite parallele quando un ente è stato dichiarato estinto.
Sei anni di gestione liquidatoria sono troppi, soprattutto alla luce della prospettiva che viene indicata nei documenti, che secondo me non consente di concludere nei prossimi 2 anni; se ci va bene, si può concludere nei prossimi 10 anni, per la natura stessa delle ragioni che vengono addotte nella richiesta di proroga. Oltretutto occorre considerare l'esosità di questa gestione liquidatoria. I colleghi dovrebbero sapere che ogni proroga biennale costa alla Regione 4 milioni di euro. Se è vero, come ha detto il presidente Floris, che ci sono crediti esigibili per 11,5 milioni, se noi accordassimo questa terza proroga avremmo speso 12 milioni di euro, cioè quanto speso per la gestione liquidatoria supererebbe i crediti esigibili. Mi dovete spiegare che senso ha una gestione liquidatoria alla luce di tutto ciò.
Tra l'altro, parte di questi crediti esigibili hanno una natura singolare, cioè - dice il commissario - sono di difficilissimo recupero perché attengono a rapporti chiusi, in cui la richiesta di riscossione ritorna al mittente, perché il debitore è irreperibile. Voi capite che è un giochetto che potrebbe continuare all'infinito! Peraltro le vertenze col patrocinio dell'avvocatura dello Stato, i rapporti di concessione in esecuzione di opere pubbliche sono tutte questioni che, al di là della loro importanza, possono essere certamente trasferite, come avviene ed è avvenuto in tanti altri casi, sia per quanto riguarda le partite attive, sia per quanto riguarda le partite passive, direttamente alla gestione della Regione; basta vedere anche la natura dei rapporti concessori che sono in atto.
Ora, i rapporti concessori, che sono enumerati, sono in parte chiusi e in parte di competenza dell'Assessorato dei lavori pubblici mentre quelli di carattere generale, sono stati trasferiti ad Abbanoa. Quindi, la scelta può essere tranquillamente portata avanti in termini chiari, sia trasferendo alla Regione la risoluzione delle pendenze generali, sia, per quanto riguarda le concessioni, restituendo il bene alla titolarità di coloro che l'hanno concesso, che è la stessa Regione che quindi può tranquillamente gestirle.
Per quanto riguarda il punto dei crediti rimasti da riscuotere io non avrei riportato nella relazione questo dato, perché una gestione liquidatoria deve scrivere la parola fine anche sul 40 per cento dei crediti rimasti da riscuotere, in caso contrario resterebbero tali per sempre, considerata l'irreperibilità dei destinatari. Secondo voi, quindi, questo è un elemento che può essere invocato per prorogare la gestione liquidatoria?
Noi pensiamo che possa essere scritta una norma che definisca un punto di chiusura della gestione liquidatoria e che in questo periodo debbano essere adottati tutti gli atti necessari per il trasferimento alla Regione di tutte le incombenze. D'altra parte vorrei anche far presente che la gestione liquidatoria chiese a suo tempo alla Regione l'assunzione di 18 unità per il disbrigo delle attività liquidatorie. La Regione gli rispose nel 2006 dicendogli che sostanzialmente gli riconosceva 3 unità, non 18, proprio perché doveva esservi una proporzione tra entrate derivate dalla gestione liquidatoria e costi. Tuttavia successivamente gli Assessorati competenti autorizzarono l'assunzione di altre unità (prima dieci e poi altre) dando vita a una sorta di équipe di consulenti o di collaboratori per la gestione liquidatoria, di cui prima o poi si dovrà definire la sorte. Anche da questo punto di vista noi sosteniamo che la Commissione liquidatoria debba far presente alla Giunta, a chiusura della gestione, la natura giuridica di questi rapporti, perché noi non vogliamo assolutamente che questi lavoratori così assenti debbano essere messi in correlazione con altri soggetti che hanno lavorato presso la Regione e per i quali vigono delle norme di stabilizzazione. Per cui va precisata la natura di questi rapporti e deve essere dato mandato alla Giunta di specificare la sorte di questo personale, in maniera tale che non si faccia del gratuito populismo riguardo a rapporti professionali che probabilmente non hanno la stessa natura di quelle che abbiamo inteso stabilizzare con le norme che sono in vigore.
Quindi anche su questo problema, siccome ho visto che ci sono emendamenti che tenderebbero ad abbracciare questa soluzione, la proposta che noi avanzeremo è che venga fissato un termine immediato, che venga decisa una riduzione degli importi e che venga stabilito un trasferimento coordinato (può essere la stessa Giunta regionale che stabilisce le modalità del trasferimento delle diverse fattispecie ai soggetti alle quali dovranno essere trasferite, sia per quanto riguarda gli Assessorati sia per quanto riguarda gli uffici legali). E se proprio vogliamo dirla tutta, se si deve procedere ad assunzioni di consulenti per portare avanti la gestione liquidatoria non c'è nessun bisogno che vi proceda la Commissione liquidatoria, i può procedere direttamente la Regione.
A me sembra che questa sia l'occasione per effettuare anche una ricognizione dei carichi di lavoro all'interno delle diverse strutture regionali (perché magari c'è qualche soggetto che lavora molto meno di altri) cercando di ottimizzare anche il lavoro di molto personale regionale finalizzato a questo obiettivo. La nostra proposta è quindi quella di chiudere la gestione liquidatoria, mettere una parola fine, perché non ci possiamo più permettere come Regione (e lo vedremo nei prossimi mesi in sede di assestamento del bilancio e di nuovo bilancio) il lusso di gestioni parallele. Dobbiamo effettuare ogni tentativo per risparmiare le risorse pubbliche perché abbiamo anni difficili davanti e dobbiamo corrispondere alle aspettative reali dei cittadini e non a carrozzoni che, per quanto ben gestiti, costituiscono vite parallele di enti strumentali della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, colleghi, io sono il primo firmatario insieme ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione di tre emendamenti che confermano l'esistenza dell'ente sino al 31 dicembre 2010, prevedono a quella data il trasferimento delle funzioni alla Regione presso l'Assessorato dei lavori pubblici e riducono da 4 milioni a 2 milioni la somma posta a disposizione per il 2010 per il mantenimento in vita dell'ente.
Le considerazioni dell'onorevole Floris possono essere anche condivisibili, però faccio presente che, se noi aspettassimo il termine del procedimento, tra dieci anni saremmo ancora in piedi. Quando noi abbiamo un appalto pendente e deve essere effettuato, la pratica non si conclude con il collaudo, bisogna esaminare le riserve, poi c'è il primo grado di giudizio, il secondo e la Cassazione. Tra dieci anni saremo ancora qui, e noi siamo in crisi.
Lo Stato non ci trasferisce le risorse che ci deve in base all'accordo sulle entrate, le risorse ulteriori che ci deve in base all'articolo 13, e su questo dobbiamo intraprendere una lotta violentissima tutti insieme e, allo stesso tempo, risparmiare ove è possibile. Ora, quando parlo dell'ESAF, parlo a ragion veduta perché nella mia professione difendevo l'ESAF, so di cosa si tratta, so come si è comportata la gestione liquidatoria, sono in grado personalmente di dire che la Regione può subentrare alla Commissione senza togliere nulla, pur con la massima stima del commissario e del sub commissario che hanno lavorato benissimo e ai quali dobbiamo dire grazie per quello che hanno fatto. Ciò non toglie che la gestione liquidatoria ci porti spese, ci porti affitti, ci porti tutta una serie di oneri finanziari; parliamo di 4 milioni di euro solo per il 2010, parliamo di 20 milioni già spesi. Questo oggi non è accettabile.
Per quanto riguarda gli appalti, così come era previsto in un accordo di service tra ESAF e Abbanoa, l'accordo di service se lo farà la Regione con Abbanoa, gli pagherà l'aggio che vuole, non vedo la difficoltà di far subentrare nella trattazione di queste pratiche la Regione. I recuperi crediti: i recuperi crediti li fa l'Avvocatura dello Stato. Non volete l'Avvocatura? Avete l'Agenzia delle entrate e avete il servizio legislativo, non è una pratica che grava su un bel niente. C'è il problema semmai - di cui nessuno parla, che è più grave - delle espropriazioni, ma sono tutti problemi che possono essere risolti, sono problemi che, con un leggero aumento di carico del lavoro da parte delle strutture dell'Assessorato, possono consentirci di risparmiare 4 milioni. In questa situazione noi riteniamo che l'ente debba essere sciolto.
In effetti dovremo accelerare tutte le procedure di liquidazione. Per un ente pubblico lo possiamo fare perché, per l'ente pubblico la Regione può individuare il soggetto che subentra; il problema è più difficile, quando si tratta di una società privata a cui si deve applicare il codice civile, per cui non possiamo procedere allo stesso modo, semmai dovremmo porci il problema di accelerare le procedure anche in tutte le altre società.
Ripeto, siamo in un momento in cui deve essere garantito il massimo risparmio. Ciò che sto dicendo costituisce l'esito di una discussione che si è svolta in prima Commissione e ha conseguito quasi l'unanimità in terza Commissione, in sede di parere finanziario. Noi riteniamo che l'ente possa e debba essere estinto, e che l'aggravio di lavoro non sia tale da costituire un ostacolo imprescindibile perché, ripeto, ci sono gli strumenti tecnici per poter evitare questo aggravio. Tra l'altro se si fa il service con Abbanoa gli si paga anche l'aggio e ciò concorre anche a ridurne il deficit. Quando l'ESAF in liquidazione è nato, è nato a seguito di un processo particolare che ha portato alla costituzione di Abbanoa, che in origine si chiamava Sidris. Proprio la situazione debitoria dell'ESAF in liquidazione ha portato a optare per la costituzione di ESAF Spa a cui è stato trasferito un ramo d'azienda, poi ESAF Spa si è fusa con tutte le altre società che gestivano questa situazione. Abbiamo tenuto in piedi l'ESAF per chiudere la liquidazione. In origine si era detto - mi corregga l'onorevole Sanna se sbaglio - che bastavano due anni per consentire di fare chiarezza e trasferire i rapporti alla Regione. Abbiamo impiegato più tempo, ora questo tempo non ce l'abbiamo più. In un momento di crisi, in un momento in cui mancano i soldi per assicurare il lavoro, per assicurare i progetti, i soldi non li possiamo spendere in affitti e quant'altro, i soldi dobbiamo spenderli per creare occasioni di lavoro e per creare ammortizzatori sociali, ove possibile. Ecco il motivo per cui anche moralmente mi sono sentito obbligato a presentare questo emendamento, ma sono sicuro (perché non può essere diversamente) che l'emendamento troverà anche l'apprezzamento della Giunta regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cari colleghi, caro Presidente, inserendomi sotto l'ombrello dello spirito del collega Sanna e anche del collega Steri, ricordo - com'è stato già accennato - che l'ESAF è stato soppresso e posto in liquidazione dall'articolo 5, comma 1, della legge regionale del 2005 a far data dal 29/7/2005 sino al 29/5/2010 in virtù di varie leggi di proroga. In data 6 aprile 2010, con delibera numero 14/11, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, d'intesa con l'Assessore dei lavori pubblici, ha proposto il disegno di legge di proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF (scaduta quindi il 29 maggio 2010) per ulteriori 24 mesi, al fine di garantire la conclusione dell'operazione di liquidazione.
In tale disegno di legge, a cui è stato assegnato il numero 166, viene prevista anche la proroga dei rapporti di collaborazione instaurati a partire dal 2007 e viene richiesta la stabilizzazione del personale precario. Infatti, per l'adempimento delle proprie attività, la gestione liquidatoria ha dovuto dotarsi di una apposita struttura, tramite selezione pubblica per titoli ed esami, in cui operano nove soggetti assunti con contratto di collaborazione, in quanto tutto il personale precedentemente in organico presso l'ente è stato trasferito ad Abbanoa e ad altri enti regionali, e la richiesta di assegnazione del personale regionale necessario - originariamente individuato in 21 unità - è stato accolto solo parzialmente con la concessione di 3 impiegati, categoria C3.
Ma può zittire almeno i colleghi Riformatori, che sono nel suo Gruppo? I rapporti di collaborazione si protraggono tuttora per effetto delle proroghe disposte sulla base delle verifiche...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ha ragione l'onorevole Ben Amara, c'è troppo brusio.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il personale impegnato nella gestione liquidatoria dell'ESAF espleta una complessa moltitudine di adempimenti, non solo di chiusura ma anche di pura gestione, quale: la chiusura di concessione e delega per l'esecuzione di opere pubbliche finanziate dalla Regione (150 opere) e dalla ex Agensud (298 opere); il riordino catastale e di titolarità della rete e impianti del servizio idrico e fognario, oltre 7 mila particelle catastali già definite; la trattazione di vertenze, circa trecento, ancora aperte, di varia origine, spesso con complicazioni e implicazioni finanziarie rilevanti e con controparti imprese di costruzioni, fornitori di servizi, ex dipendenti, Agenzia delle entrate; il completamento delle procedure espropriative ancora in corso per circa 160 opere; la gestione delle riscossioni di crediti, in particolare quelle nei confronti degli utenti.
La prima Commissione ha approvato il disegno di legge numero 166 per la parte relativa alla proroga solo per un anno e ha stralciato il secondo comma sulla stabilizzazione, indicandone le motivazioni e individuando nel disegno di legge numero 71 la sede più opportuna per tali procedure. Siamo qui arrivati alla discussione e ciò che mi preme sottolineare in questa sede è che sarebbe opportuno procedere alla stabilizzazione di queste figure professionali in quanto: primo, l'ammontare dei crediti... Sabatini, guarda che ti sento fino a qui... l'ammontare dei crediti... C'è un'atmosfera che castra, io mi fermo qui perché non serve a niente. Se il Presidente non è in grado di stabilire la serenità in questo Consiglio è meglio chiuderlo!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono le stesse persone, adesso faccio casino io!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io mi pongo spesso alcuni dubbi, cioè se la Sardegna sia realmente una regione oltre che a Statuto speciale anche con principi totalmente differenti da quelli che si praticano nel resto d'Europa e nell'ordinamento italiano. Ho cercato su Internet le diverse costituzioni dei sistemi unici delle varie autorità d'ambito italiano: da nessuna parte l'ente gestore del servizio idrico non ha preso in carico debiti e crediti. Da noi, per uno strano meccanismo, mentre Abbanoa si è assunto debiti e crediti del Govossai, debiti e crediti della Sim, debiti e crediti della Sinos, debiti e crediti della Sim di Cagliari, si è assunta crediti ma non debiti dell'ESAF. Non si comprende per quale ragione questo sia avvenuto. La Regione ha detto: costituiamo una nuova società, questa subentra nella gestione del servizio idrico in tre quarti della Sardegna (in termini di popolazione, molto meno in termini di territorio), ma per quanto riguarda l'ESAF la Regione si riserva tutte le attività legate alla liquidazione delle procedure in corso. Io ho seguito con attenzione gli interventi precedenti, anche se Ben Amara non è convinto di questo...
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ho finito il mio discorso, Ben Amara non ha parlato!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io li ho seguiti per quanto posso riuscire a seguirli e devo dire che concordo con alcune posizioni...
(Interruzione del consigliere Ben Amara)
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, per cortesia...
CUCCUREDDU (Gruppo Misto)....dell'onorevole Floris e, per altre, dell'onorevole Steri. Il problema oggi è però capire - posto che c'è stato comunque un peccato originario, che è quello di non aver seguito le procedure che nel resto d'Italia sono state seguite - perché non sono state seguite queste procedure. Perché pensavamo che Abbanoa non potesse accollarsi dei debiti. Oggi invece scopriamo che questa gestione liquidatoria addirittura avrebbe dei crediti. Tanto meglio. Abbiamo caricato Abbanoa di personale, perché è evidentemente un carrozzone politico dove c'è una gestione politica, partitica, del servizo idrico in Sardegna che sta portando allo sfascio. Ora se diamo la possibilità ad Abbanoa, utilizzando questo personale in esubero, di recuperare i crediti e di definire procedure espropriative tanto meglio.
Ricordiamoci che i beni che Abbanoa gestisce, gli appalti che Abbanoa bandisce, gli espropri che effettua su delega dell'autorità d'ambito, tutti i beni e le opere che acquisisce rimangono sempre e comunque pubbliche, di proprietà non della Regione, ma degli enti locali. Quindi, i risultati di tutte le procedure espropriative dell'ESAF (qualunque rete idrica, qualunque tratto potabilizzatore, depuratore) non vanno in capo alla Regione per legge, vanno in capo agli enti locali nei quali insiste quella infrastruttura idrica o fognaria. Quindi, è evidente che questa attività può essere svolta tranquillamente dalla Regione, può essere svolta da Abbanoa su delega dell'autorità d'ambito della Regione o può essere svolta da questa struttura che in maniera originale abbiamo voluto istituire, che è la società ESAF in liquidazione.
Ecco, io credo che qualunque soluzione si scelga vada bene purché il tempo sia molto limitato. Io sono d'accordo con l'emendamento dell'onorevole Steri. Sei mesi? Se serviranno altri sei mesi a dicembre ci porremo il problema, ma chi ha sei mesi come obiettivo in sei mesi deve definire le pratiche che possono essere definite e trasferire tutto il resto a un soggetto che oggi dobbiamo individuare. La Regione e provvisoriamente l'Assessorato ai lavori pubblici? Va bene, poi c'è un successivo passaggio. Può essere Abbanoa? Va bene lo stesso. Quello che mi sorprende - devo dire mi sorprende molto - è un emendamento presentato dai Riformatori. Io ho sempre ritenuto il gruppo dai Riformatori un gruppo - proprio perché di ispirazione liberal-democratico - estremamente rigoroso, attento alle finanze pubbliche, invece adesso vedo un emendamento che prevede che il personale assunto per liquidare un ente debba essere stabilizzato in Regione. Questo credo che sia un'aberrazione anche dal punto di vista del principio di economicità dell'azione amministrativa, perché se qualcuno viene assunto per liquidare un ente viene assunto con un contratto a tempo, che deve durare il meno possibile, poi andrà a fare altro. Non può essere stabilizzato in Regione chi è stato assunto con una funzione a termine come questa.
Quindi io sono assolutamente favorevole al fatto che si debba chiudere nei tempi più rapidi possibili questa esperienza che costituisce un'eccezione rispetto a tutto ciò che è successo nel resto d'Italia e a tutto ciò che è successo nel resto d'Europa. Normalmente, infatti, quando si istituisce un ente, chi subentra, subentra in tutti i contratti, in tutti i procedimenti, in tutti i crediti e in tutti i debiti. Non credo che sia mai successo da altre parti, neanche in settori diversi da quello idrico, che qualcuno si facesse carico solo dei debiti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Colleghi, Assessori, premetto che nell'esame del disegno di legge numero 166 effettuato in terza Commissione per quanto riguarda la parte finanziaria ci sono stati diversi distinguo. Per quanto mi riguarda in quella fase ho dichiarato la mia astensione che si trasformerà - se non dovesse intervenire la presa in considerazione e l'accettazione degli emendamenti proposti - sicuramente in un voto contrario.
Perché dico questo? Perché dall'ascolto delle tesi portate da tutti i colleghi (tutte legittime, tutte con motivazioni più o meno condivisibili) emerge questo: siamo in una fase di straordinaria necessità di far quadrare i conti delle amministrazioni pubbliche, siamo in una fase in cui si chiedono ai cittadini grandi sacrifici, siamo in una fase in cui la Giunta è impegnata nella proposta di un piano, di una nuova manovra che richiederà sacrifici anche ai sardi e tuttavia ci troviamo una regione il cui segno distintivo può essere il commissariamento. È di fatto una regione commissariato, e lo vediamo nei vari settori: lo vediamo in agricoltura, lo vediamo nella sanità, lo vediamo nei lavori pubblici, e gran parte di questi commissariamenti sono commissariamenti che si protraggono per anni, anni, decenni.
La legge italiana prevede per le società in liquidazione (parliamo di imprese, quelle poste in liquidazione attraverso l'intervento, e la nomina da parte del Tribunale competente, del commissario liquidatore) dei tempi certi, dei tempi definiti e dei costi definiti che sono in gran parte proporzionati al capitale e agli impegni finanziari delle società poste in liquidazione. Ora noi ci troviamo ad esaminare la richiesta di un'ulteriore proroga e, al di là delle persone che hanno gestito queste fasi, che hanno evidentemente risposto agli obiettivi che gli sono stati posti, ci ritroviamo con una società che inizia il suo percorso di liquidazione nel 2005. Non sto a ripetere tutto ciò che è stato correttamente illustrato dal collega Cuccureddu e che condivido, il risultato è che abbiamo cinque anni di liquidazione che gravano sul bilancio della nostra Regione.
Aggiungo che nella proposta della Giunta questo cambiamento di linea politica, di moralizzazione, di trasparenza che dovremmo portare all'attenzione dei nostri concittadini, nel comma 2 (quando si prevede che il personale assunto mediante selezione pubblica per le esigenze liquidatorie venga stabilizzato) è decisamente preso a schiaffi. Se andassimo a leggere l'articolo 36 della legge numero 2 del 2007 vedremmo che non ci sarebbero neanche i termini, neanche lo spazio temporale, neanche quella continuità della prestazione che renderebbe possibile l'eventuale stabilizzazione. Ma dico di più: nell'ultima finanziaria ci siamo espressi dicendo che questo non sarà più possibile.
Allora, siccome la politica che deve riconquistare la fiducia dei cittadini è tema di questi giorni, siccome si afferma che le operazioni di trasparenza, di meritocrazia, di correttezza nei confronti dei giovani, nei confronti dei disoccupati, saranno la bandiera di questo nuovo percorso politico, beh, noi ci ripresentiamo con un vecchio metodo. Ci ripresentiamo con il solito discorso, iniziamo col precariato, parliamo di selezione pubblica (che credo, per l'intelligenza che riconosco a tutti i colleghi, sia evidente che di selezione pubblica abbia ben poco o abbia avuto ben poco come in tante altre fasi) e stabilizziamo quelli che hanno avuto la fortuna di entrare in quella graduatoria cosiddetta pubblica. A me basta questo per bocciare tutto. Mi basta questo!
Io voglio essere conseguente a quello che dichiaro, che abbiamo dichiarato in questo mese nelle nostre campagne elettorali, a quello che andiamo dicendo per le vie, alle risposte che diamo ai nostri conterranei. Non voglio entrare nel merito di altri aspetti, per esempio, nelle aree dalle quali si è attinto per questi posti di lavoro, e mi ricollego a quello che diceva Cuccureddu; forse c'è anche una ragione perché l'ESAF non è entrato nella fase complessiva di riforma del sistema delle acque in maniera diretta come sono entrati gli altri enti di gestione, i troppi enti che avevamo prima e che forse, ahimé, qualcuno inizia a rimpiangere.
E poi ci sono i costi. Non ho capito una cosa, spero che il presidente Floris, se ne avrà possibilità, mi dia un maggior chiarimento. È possibile che una gestione che costa 500 mila euro e ricava 1 milione e nove abbia necessità di un intervento da 2 milioni l'anno? Se questi riscontri di bilancio li avesse una società (incasso 1 milione e nove e spendo 500 mila euro) perché dovremmo finanziarla? Allora, se così è (stiamo parlando di 4 milioni) siccome quei cosiddetti termini perentori fissati nella legge che commissaria l'ESAF, vengono normalmente superati con delle deroghe (siamo alla terza, e molto probabilmente ci potremo ritrovare davanti alla quarta, alla quinta e così via, come ci insegna il coro dell'SBS, che mi sembra commissariata da una vita) noi con un emendamento fissiamo il termine perentorio del 31/12/2010, e prevediamo anche la conseguenza qualora la fase liquidatoria non dovesse concludersi nei termini e nei tempi prescritti.
Nella nostra proposta non accediamo, ovviamente, a quanto previsto invece per la parte riguardante quel personale precario, occasionale, necessario per costituire il cosiddetto staff di emergenza, evitando, come succede in Italia, e come noi stiamo comunque perpetuando in Sardegna, che tutto ciò che è provvisorio venga da noi fatto diventare in qualche modo definitivo. Da quanto detto dai colleghi sarebbe interessante capire che cosa fa tutto il personale di Abbanoa, dovremmo capire che cosa fa il personale della Regione. Probabilmente qualcuno di quel personale potrebbe chiederci: "Prima di tutto giustificate che cosa fate voi". Io sono in grado di giustificare che cosa faccio, e credo che tutto il Consiglio sia in grado.
Pochi sanno, o poche volte è riportato dagli organi di informazione, che in questo Consiglio si lavora e si lavora assiduamente. Allora io devo chiedere conto dei cosiddetti carichi di lavoro. Io peraltro sono d'accordo con quella parte della popolazione che pensa che ci siano dipendenti regionali che lavorino e che lavorino bene, con grande professionalità, credo anche, però, che ci sia una parte (e non ce lo nascondiamo) che continua ad andare a fare la spesa, che continua a passare la sua giornata al computer, che continua a non produrre per ciò che è retribuita. E noi contribuiamo a questo "andazzo" perché la politica non interviene mai, perché potrebbe perdere consenso se chiedesse conto dei carichi di lavoro.
Allora chiedo alla Giunta di intraprendere una nuova via, a costo di perdere nell'immediato quel consenso che invece ognuno cerca di raccattare. E questo, ovviamente, riguarda anche il Consiglio regionale.
Ora per esempio, mi viene in mente una domanda, perché sono i cittadini che me la rivolgono, e per la quale non ho risposta, ma non ho nemmeno alcuna remora politica che mi possa condizionare nel riportarla. Perché mentre parliamo di taglio della spesa, di razionalizzazione (io preferisco il termine "razionalizzazione" a quello di "taglio") noi continuiamo, nel nostro Consiglio, a fare le spese di sempre, quelle che non servono a niente? Da poco, per esempio, c'è stato un corso di aggiornamento a Roma per i nostri dipendenti consiliari, per i commessi, che, perdonatemi, fa un po' ridere. È stata in pratica finanziata una gita a Roma, chiamiamola col suo nome, in un momento in cui forse avremmo potuto razionalizzare la spesa, facendo venire da lì qualcuno che tenesse il corso di aggiornamento presso le nostre strutture. Cosa abbia prodotto poi questo corso di aggiornamento non lo so. Anche se è previsto nel contratto, i contratti si discutono e si cambiano in fase emergenziale e straordinaria, e si rivedono le spese inutili che non producono nulla.
Perché ho portato quest'esempio? Perché noi non dobbiamo prendere a schiaffi chi non ha prospettive future, non dobbiamo prendere a schiaffi chi non ha padrini per poter oggi lavorare, dobbiamo invece prendere a schiaffi un metodo che dobbiamo rigettare. E quando non mostriamo certezza nelle nostre azioni, e pretendiamo certezza nelle azioni a chi viene delegato a compierle (leggasi commissari) non siamo, a mio avviso, persone che stanno svolgendo il loro dovere. Ecco perché l'ESAF è soltanto una punta di questo iceberg, la maggior parte di questo, come di tutti gli iceberg, è sommersa, e proprio su questa parte sommersa sarebbe stato opportuno dialogare in questa fase anche con l'assessore La Spisa, che si sta apprestando a proporci una rivisitazione della manovra finanziaria e del bilancio tesa a una migliore razionalizzazione della spesa.
Questo è anche lo spirito che ci ha mosso a sottoscrivere questi emendamenti, perché si può dialogare, si può condividere un percorso, perché fondamentalmente non siamo stati eletti per andare contro le minoranze, e le minoranze non sono state elette per andare contro le maggioranze. Noi siamo stati eletti dai nostri elettori con un mandato preciso: cercare di fare qualcosa di buono per la Sardegna, e non necessariamente per stare qui a denigrare qualcuno o qualcosa. Con questo spirito abbiamo apposto la nostra firma agli emendamenti. Diamo un mandato, diamo un mandato certo, questa liquidazione si deve chiudere, si deve chiudere a una data certa, e se questo non dovesse avvenire l'istituzione regionale ha strumenti, potere e ruoli per sopperire a un mandato che in cinque anni non è pervenuto a una conclusione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Credo che la discussione che si è appena svolta dimostri come ogni occasione sia buona, soprattutto nei periodi di crisi, per sottolineare l'impegno che deve essere posto per cercare di limitare, per quanto possibile, la spesa e per evitare sprechi. Credo che nella gestione liquidatoria della quale si sta discutendo nessuno abbia evidenziato sprechi fino ad oggi verificatisi, e c'è piuttosto il timore che questa gestione possa protrarsi, come avviene per ciò che è provvisorio, per un tempo illimitato. Quindi lo spirito degli interventi, credo unitario, mi sembra sia circoscrivibile a un'esigenza: quella di stabilire un punto fermo di una gestione liquidatoria come questa.
Io replico e ribadisco quello che ho già detto in Commissione quando se ne è discusso, quando alla proposta della Giunta sul primo comma, che prevedeva due anni, la Commissione ha contrapposto un termine di un anno e io ho detto che da parte della Giunta non c'era assolutamente nessuna contrarietà a prendere in considerazione anche questo termine di 12 mesi, come un segnale della Commissione, e eventualmente del Consiglio, verso una gestione liquidatoria che comunque deve concludersi entro 24 mesi.
In quella sede - e qui lo ribadisco - ci siamo impegnati a far sì che in questo periodo si adottassero tutte le procedure per prevedere anche il subentro da parte della Regione. Ciò nondimeno credo che la proposta ulteriormente modificativa di portare la scadenza al 31 dicembre sia impraticabile e oggettivamente difficile da realizzare, anche perché nei prossimi sei mesi, con tutta la buona volontà, non si riuscirà, per la complessità che presenta una gestione liquidatoria, a far subentrare anche la struttura regionale (individuata nell'Assessorato dei lavori pubblici) all'interno della quale mancano quelle professionalità che potrebbero consentirci la prosecuzione della gestione liquidatoria. Per cui sulla proposta modificativa rispetto al primo comma dell'articolo 1, sulla durata, la Giunta esprime parere favorevole a ridurla a 12 mesi, da 24 mesi, proprio con questo spirito, cogliendo quanto emerso dalla discussione qui in Consiglio e in Commissione, affinché in 12 mesi si riesca a chiudere una pratica lunga e complessa.
Sul secondo comma, sulla stabilizzazione che era prevista, già in Commissione la Giunta ha espresso il parere favorevole a stralciarla, e quindi a rinviarla a una discussione più generale, che prevederà sicuramente tutto quello che è stato qui sottolineato: l'analisi del rapporto giuridico che lega oggi questi collaboratori all'ESAF in liquidazione, e quindi alla Regione, e tutti gli accertamenti che saranno necessari. Quindi da parte della Giunta non c'è assolutamente nessuna contrarietà, anzi coglie tutto lo spirito della discussione, e chiede che vengano previsti dei tempi che in 12 mesi possono essere anche non sufficienti ma si farà di tutto perché bastino affinché la gestione si chiuda e possa subentrare la Regione in tutti i suoi rapporti. Senza quel minimo termine temporale che stiamo chiedendo credo che sarà anche complicato e difficile riuscire nell'obiettivo che comunque è condiviso sia dal Consiglio sia dalla Giunta.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
SALIS (IdV). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione, nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Floris Mario e Pitea hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 63
maggioranza 32
favorevoli 63
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1Proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF
1. Il termine fissato dall'articolo 5, comma 2, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005), per la conclusione delle operazioni di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF), già prorogato dell'articolo 9, comma 8, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), è ulteriormente prorogato di dodici mesi.
2. La durata dei rapporti di collaborazione coordinata di cui all'articolo 9, comma 9 della legge regionale n. 3 del 2008, può essere prorogata fino alla scadenza del termine previsto dalla presente legge per la conclusione della gestione liquidatoria, anche in deroga al limite previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), e sempre che sussistano i requisiti di legge.
3. Per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente è autorizzata, a valere sull'UPB S07.07.003, la spesa di euro 4.000.000 per l'anno 2010. Alla determinazione degli eventuali oneri per l'anno 2011 si provvede con la legge finanziaria.
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 2 bis:
"2 bis. Alla scadenza del termine di cui al comma 1 l'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF) in liquidazione è estinto e nei suoi rapporti succede la Regione attribuendosi la competenza all'Assessorato dei lavori pubblici". (1)
Emendamento sostitutivo parziale Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
"3. Per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente è autorizzata, a valere sull'UPB S07.07.003, la spesa di euro 2.000.000,00". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Al comma 1 le parole "prorogato di dodici mesi" sono sostituite dalle parole "prorogato sino al 31 dicembre 2010". (3)
Emendamento aggiuntivo Cossa - Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 1
All'articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Il personale assunto mediante selezione pubblica per le esigenze della gestione liquidatoria dell'ESAF, è ammesso, al termine della gestione, ai procedimenti di stabilizzazione di cui all'articolo 36, della legge regionale 28 maggio 2007, n. 2 (Legge finanziaria 2007) e successive modifiche ed integrazioni, anche in deroga ai requisiti ivi prescritti. (4)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Capelli - Obinu - Biancareddu - Oppi - Sanna Giacomo - Cuccu - Uras - Sanna Gian Valerio - Lotto - Rassu - Peru - Salis - Cocco Daniele - Ben Amara - Sanjust - Diana Mario - Zuncheddu
Articolo 1
Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Ai dipendenti del soppresso Ente Sardo Acquedotti e Fognature, a far data dall'inquadramento nei ruoli ordinari dell'Amministrazione, degli Enti e delle Agenzie Regionali, ai sensi del comma 3 art. 2 L.R. 12.07.2005 n.10, è riconosciuto il periodo di servizio prestato alle dipendenze ESAF S.p.A. ed Abbanoa S.p.A. come servizio effettivo di ruolo reso alle dipendenze dell'Amministrazione, degli Enti e delle Agenzie Regionali, anche ai fini degli accordi attuativi del C.C.R.L. 2006/2009 relativi alle progressioni professionali all'interno della categoria e area e delle procedure concorsuali indette ai sensi della L.R. 13.11.1998, n. 31, seppure anteriori alla data di entrata in vigore della presente legge. (5).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore.
GRECO (P.d.L.), relatore. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti numero 1, 2 e 3 e invito al ritiro dell'emendamento numero 4 per i motivi già espressi in sede di relazione. Sarà un argomento da trattare eventualmente in sede di esame del disegno di legge numero 71/A.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Il parere è conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti tranne che sul numero tre, per il quale il parere è contrario.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare metto in votazione l'emendamento numero 3. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo molto brevemente, Presidente, per richiamare l'adempimento che tutti noi ci diamo ogni volta. In questo periodo vanno molto di moda le autocertificazioni, cioè l'accelerazione, perché c'è un peso burocratico che "intoppa" e riduce la capacità di sviluppo dell'economia, della società, ma non è con le autocertificazioni che noi risolveremo in via generale il problema, a meno che non decidiamo che questo è un paese nel quale cancelliamo la funzione pubblica: ognuno di noi va in uno sportello deposita una dichiarazione con la quale si assume la responsabilità della veridicità di ciò che dichiara e di conseguenza accede ai benefici della Pubblica Amministrazione, alle procedure ecc.
Noi ci dobbiamo porre il problema di come far funzionare la macchina amministrativa e burocratica, non di come "by passarla". Perché quando manca il controllo di natura amministrativa, badate, l'unico che rimane è quello di natura penale e sistematicamente interviene l'autorità giudiziaria a cercare di porre rimedio. Questo lo dico perché noi oggi andiamo verso il superamento della gestione liquidatoria di un ente ed è giusto ridurre al minimo la funzione affidata all'esterno, perché questo problema l'avremmo potuto già originariamente risolvere organizzando un ufficio che si preoccupasse della gestione liquidatoria di quell'ente che andavamo a sciogliere.
Questo lo dico anche perché andiamo verso una fase di contenimento della spesa pubblica e dobbiamo utilizzare le risorse che possediamo. Ribadisco pertanto il mio voto a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, avendo seguito tutta la discussione sia in Commissione sia in Aula, indubbiamente fa specie che componenti della Commissione come me, come l'onorevole Steri e come l'onorevole Pittea, firmino un emendamento che modifica un testo proposto dalla Commissione, però credo che quello che ci ha detto l'Assessore, sia in Commissione sia oggi in Aula, giustifichi questo richiamo alla cogenza degli impegni. L'Assessore - a cui ho avuto modo di esprimere già in sede di Commissione la mia solidarietà per quello che gli viene "caricato di fare" - afferma che in 6 mesi l'assessorato non sarà pronto. Allora noi continuiamo a chiederci: ma è mai possibile che la Regione non si prepari a una determinata scadenza perché tanto deve chiedere la proroga? E questo è il motivo per cui onestamente, Assessore Dadea, mi sento obbligato a votare questo emendamento, prima a proporlo e ora ancor di più a votarlo, perché non è pensabile davvero che un ente pubblico fondamentale come la Regione, davanti a una scadenza che conosceva perché fissata da una legge, non si sia adoperato per tempo perché questa potesse essere rispettata. Non era certamente pensabile - è stato ribadito più volte - che la gestione liquidatoria dell'ente ESAF potesse conlcudersi nei termini, perché veramente non basteranno sei anni per chiuderla, si doveva però trovare la formula perché le funzioni della gestione liquidatoria dell'ESAF passassero in parte ad Abbanoa e in parte alla Regione. Allora io credo che questa ulteriore proposta di sei mesi rappresenti un segnale dovuto (non alla persona dell'Assessore che sa esattamente come noi giudichiamo il suo operato e come noi stimiamo la sua azione all'interno di questa Giunta) un segnale che, attraverso l'Aula, attraverso l'Assessore e attraverso la Giunta, arrivi a tutta la struttura della Regione e all'ente liquidatore che non può pensare davvero di poter andare avanti a forza di proroghe.
Quindi dichiaro il voto favorevole sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.
CONTU (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. E' lei il Capogruppo?
CONTU (P.d.L.). No.
PRESIDENTE. E comunque ci sono altri interventi.
Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signor Presidente, effettivamente i tempi che sono stati messi a disposizione del commissario liquidatore e della sua struttura sono lunghi, lunghissimi, pertanto credo che sia doveroso da parte di questo Consiglio regionale interrompere questa sorta di catena di Sant'Antonio, perché non è pensabile che questi commissariamenti non abbiano mai fine.
Io non metto sicuramente in discussione il lavoro del commissario, il lavoro della struttura, ma ritengo che per ogni commissariamento ci debba essere comunque un termine, pertanto credo che sia dovere di questo Consiglio regionale porre un termine a questa fase. In merito agli emendamenti, io sono d'accordo con l'emendamento numero 1…
(Interruzione)
No, stiamo parlando degli emendamenti e quindi li richiamo secondo l'ordine che l'impostazione del mio intervento richiede.
Per quanto riguarda la proroga della fase di commissariamento di 12 mesi, io sono d'accordo con questo emendamento anche se ritengo siano sufficienti 6 mesi. Bisognerebbe lavorare per chiudere questa fase commissariale entro l'anno, perché i tempi sono eccessivamente lunghi e questa è la terza proroga che stiamo concedendo. Se dovesse essere accolta la proroga di 6 mesi chiaramente anche i fondi da mettere a disposizione per questa fase commissariale dovrebbero essere ridotti: invece di 2 milioni di euro si potrebbe stanziare un solo milione di euro. Comunque, sottolineo ciò perché ritengo che sia doveroso da parte di questo Consiglio regionale porre fine a questa fase commissariale.
In merito all'emendamento numero 4, io concordo con il relatore, secondo me va…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ladu, le faccio presente che l'emendamento di cui stiamo parlando prevede esattamente quello che lei chiede.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, prendo la parola su tutti e tre gli emendamenti (1, 2 e 3) insieme, per dire che il Gruppo dei Riformatori voterà a favore e che naturalmente non ha nulla contro l'assessore Carta la cui personale cortesia anzi è tale che se potessimo prorogheremmo il mandato per vent'anni, però condividiamo la decisione di mettere fine a questa catena di proroghe. Ricordo d'altra parte che, quando abbiamo sostituito le ASL non le abbiamo lasciate in vita per fare l'ufficio stralcio ma le abbiamo semplicemente abolite, passando la gestione stralcio alle nuove aziende. Io penso che in sei mesi questo passaggio si possa effettuare; spero che l'Assessore e gli Uffici ce la facciano, perché a mio parere non presenta particolare difficoltà, e di pubblica amministrazione me ne intendo abbastanza.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 4, invece, debbo dire che noi lo riteniamo un emendamento sacrosanto, però accogliamo l'invito a parlarne quando parliamo del progetto di legge sul personale e, per il momento, sebbene a malincuore, lo ritiriamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo un chiarimento: siamo in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 3?
PRESIDENTE. Esattamente, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). L'ho chiesto perché ho visto che i colleghi hanno parlato anche di altri emendamenti.
PRESIDENTE. Sì, ma siamo in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 3, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Allora, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 3. Credo che le motivazioni che sono state portate dai colleghi siano motivazioni convincenti - io sono tra i firmatari di questo emendamento - e mi rivolgo anche all'Assessore: Assessore, io credo che quello che non si è riusciti a fare in 5 anni non si riuscirà a fare con 6 mesi in più e quello che si ritiene di poter fare in un anno molto probabilmente lo si può fare in 6 mesi. Quindi ritengo che prevedere il termine perentorio, fisso, del 31 dicembre 2010 sia utile, magari è utile alla stessa Amministrazione regionale per darsi delle scadenze e accogliere quelle che sono le richieste di quest'Aula di porre fine a questa annosa vicenda del commissariamento, trasferendo le funzioni residue alla Regione.
Io credo che l'emendamento numero 3 sia del tutto coerente con lo spirito degli altri due emendamenti (mi riferisco in particolare agli emendamenti numero 1 e numero 2) cioè col fatto che bisogna porre fine a questa vicenda. Quindi, non credo che questo voto debba avere particolari significati, non ce li ha, se non quello di ribadire che le forze politiche (e certamente il Partito Democratico) ritengono che ulteriori proroghe, neanche di 6 mesi, se non quelle strettamente necessarie, e 6 mesi sono certamente sufficienti…
PRESIDENTE. Scusate, state disturbando l'intervento dell'onorevole Porcu, per cortesia!
PORCU (P.D.). Presidente, la ringrazio ma stavo completando il mio intervento.
Credo che anche questo emendamento sia coerente con lo spirito di quelli per i quali lei si è rimesso alll'Aula e ci aiuti a raggiungere quell'obiettivo con maggiore celerità e compiutezza. Il voto quindi è favorevole all'emendamento numero 3.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 3, lo metto in votazione. È stato chiesto dal Capogruppo del P.d.L. la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Cossa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 66
contrari 0
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 1.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 4 è stato ritirato.
Per esprimere il parere sull'emendamento numero 5 ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore
GRECO (P.d.L.), relatore. C'è un invito al ritiro per gli stessi motivi per cui è stato chiesto il ritiro dell'emendamento numero 4, cioè perché l'argomento verrà trattato in sede di esame del disegno di legge numero 61/A.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se aderiscono alla richiesta di ritiro o insistono per la votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Presidente, alcuni anni fa presentai in quest'Aula un altro emendamento relativo al personale del consorzio ortofrutticolo che aveva due tipi di contratti: uno di natura pubblica e uno di natura privata. Mi fu promesso dalla Giunta che il problema sarebbe stato esaminato successivamente. Su questo tema potrebbe succedere la stessa cosa, quindi prima di ritirare l'emendamento chiedo che la Giunta si esprima.
Sottolineo altresì un fatto che questo emendamento è firmato da tutte le forze politiche, nessuna esclusa: è firmato dal P.d.L., è firmato dal P.D., è firmato dal centro, è firmato dalla sinistra. E' sicuramente un emendamento che si pone in favore dei lavoratori, è sicuramente un emendamento che corregge un'ingiustizia; non vedo perché non si possa esaminare nell'ambito di questa legge e si chieda di trasferirlo al disegno di legge numero 71. Non cambia niente, Assessore. Non cambia niente. Se la Giunta fornisse motivazioni convincenti io potrei anche ritirarlo. In caso contrario manterrò l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
CORONA, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Qui c'è un problema di natura contrattuale, cioè le progressioni sono stabilite da un contratto e la legge regionale non può intervenire su un rapporto di natura contrattuale come è questo. Quindi noi stiamo già studiando una modifica che tenga conto del fatto che dopo il passaggio in legge ci sarà bisogno di un rimando alle parti sociali per il contratto. Pertanto così com'è l'emendamento.
Non si può stabilire che ogni volta che un contratto firmato dai sindacati e dall'amministrazione regionale non va bene si possa intervenire per legge. Questo non è possibile. Quindi dovremo provvedere anche il successivo intervento da parte delle parti contrattuali. Ho già sentito alcune rappresentanze sindacali dell'ex ESAF e siamo rimasti d'accordo che avremmo studiato un emendamento in questo senso: lo stiamo facendo e assicuro l'onorevole Cappai che lo presenterò personalmente.
Un altro problema è sicuramente quello relativo agli effetti retroattivi nei concorsi già in atto perché ovviamente anche in questo caso, potrebbero esserci dei profili di illegittimità. Però anche questo problema lo stiamo studiando. Quindi chiedo di rimandare l'argomento di qualche settimana, in maniera da poter costruire un emendamento non censurabile sotto il profilo della illegittimità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per dichiarare che, essendo uno dei firmatari di questo emendamento, intendo mantenerlo. Questo emendamento interviene su una vicenda che è regolata con legge che è stata regolata con legge, che è il frutto della regolazione della legge. Io sono stato, nella precedente legislatura, il relatore della legge numero 10 del 2005, quella che ha stabilito, per la prima volta (e consentitemi di dire l'unica) che dei dipendenti pubblici assunti con contratto pubblico e inseriti nell'ambito del pubblico impiego, venissero in massa assegnati a una società per azioni con contratto di natura privatistica riduttivo, anche dal punto di vista della retribuzione, dei trattamenti, dei benefici, di quello che avevano in godimento. In più occasioni all'unanimità il Consiglio regionale (primi firmatari io e l'onorevole La Spisa) aveva chiesto, proprio per intervenire all'interno di strutture della Regione che necessitavano di competenze specifiche (e anche per "far dimagrire" Abbanoa, ingrassata in ragione delle assunzioni di lavoratori precari) il reinserimento nella pubblica amministrazione, previsto dalla legge numero 10, di una parte dei lavoratori. Credo che siano in tutto una settantina. Il periodo di servizio prestato presso Abbanoa, ESAF S.p.A. a questi lavoratori non viene riconosciuto, per cui sono danneggiati.
Questo è un emendamento che corregge una ingiustizia, riconosce il servizio prestato, dà continuità a questi lavoratori ed è urgente perché altrimenti rischiano di subire ancora una volta una penitenza che non meritano.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, gli Uffici mi fanno rilevare che manca la copertura finanziaria.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non c'è copertura finanziaria, non ci sono costi, è a costo zero. Mettiamo 100 euro. La copertura finanziaria manca alla Regione, al suo bilancio, manca perché i soldi dello Stato...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, sospendo la seduta per 5 minuti per integrare l'emendamento.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 54, viene ripresa alle ore 12 e 02.)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento aggiuntivo numero 5, per il quale è stata individuata la copertura finanziaria di 150 mila euro, a valere sul fondo "Nuovi oneri legislativi".
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, avremmo necessità di altri due minuti di sospensione prima del voto.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendo la seduta per altri due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 03, viene ripresa alle ore 12 e 14.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 5.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Presidente, propongo ai colleghi cofirmatari del presente emendamento di cassare le ultime righe dell'emendamento fermandosi alle parole: "degli enti e delle agenzie regionali". Per invitare i colleghi che hanno firmato assieme a me l'emendamento a condividere questa mia impostazione.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la proposta mi sembra chiara.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Non ho capito nulla, perché, Presidente, c'è confusione… e quando c'è confusione io non capisco, e se non capisco rimango esattamente a ciò che formalmente…
PRESIDENTE. La proposta è di stralciare le ultime tre righe, di fermarsi a "delle agenzie regionali".
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, sto dicendo che siccome io non capisco, io ho firmato l'emendamento, quello è l'emendamento che conosco, non ce ne sono altri, non sono disponibile a nessuna modifica, non sono disponibile a mettere la firma su altro.
PRESIDENTE. Benissimo. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 5.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: Artizzu - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 42
astenuti 21
maggioranza 22
favorevoli 42
contrari 0
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art.1 bis Finalità
1. La Regione autonoma della Sardegna, nell'ambito delle proprie competenze, nel rispetto dei principi della Costituzione, dei Trattati dell'Unione Europea, dello Statuto, delle procedure stabilite con legge statale e sulla base dei principi di attribuzione, sussidiarietà, proporzionalità, efficienza e partecipazione democratica:
a) partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti dell'Unione Europea e provvede all'attuazione ed esecuzione degli atti dell'Unione Europea e degli accordi internazionali;
b) realizza un efficace sistema di relazioni con le istituzioni dell'Unione Europea nelle materie di competenza regionale e sulle questioni di interesse regionale facendo valere le specificità del territorio regionale con particolare riferimento alla condizione di insularità;
c) promuove accordi con le altre regioni, e con regioni appartenenti a stati esteri, al fine di attivare forme di collaborazione e di partenariato, finalizzate allo sviluppo e alla promozione sociale, culturale ed economica della Regione;
d) favorisce la partecipazione al processo di integrazione europea degli enti locali, delle università e delle altre autonomie funzionali, dei soggetti rappresentativi di istanze suscettibili di interesse e di tutela, delle imprese e dei cittadini.
2. La Regione garantisce la massima diffusione delle informazioni relative all'adozione e attuazione degli atti europei, con particolare attenzione a quelli che conferiscono diritti ai cittadini o ne agevolano l'esercizio, sia mediante la pubblicazione delle notizie nel sito istituzionale della Regione, che con ogni altra iniziativa utile a tale scopo.)
(E' approvato)
Passiamo al voto finale sul provvedimento.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 166/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 64
astenuti 0
maggioranza 33
favorevoli 64
contrari 0
(Il Consiglio approva).
comunitari" (106)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge e del disegno di legge numero 73 e 103-106/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signor Presidente, Assessori e colleghi, il testo unificato numero 73, 103 e 106, "Disciplina delle attività europee di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna", è un testo importante, una legge importante che riscrive in maniera nuova le relazioni con l'Unione Europea al fine di poterne cogliere le opportunità e incidere maggiormente sulle questioni di interesse regionale. Obiettivo è quello di dotare la Sardegna, al pari delle altre regioni, di una legge completa e organica in materia di attività europee ed internazionali, consentire alla Regione di giocare un ruolo da protagonista nel processo decisionale ed europeo.
In considerazione delle conseguenze spesso rilevanti che tali decisioni hanno, noi siamo consapevoli Presidente, Assessore, della necessità che intervenga su questi temi la revisione dello Statuto speciale che consentirebbe alla Regione di riscrivere in termini autonomistici il rapporto con l'Unione Europea, prevedendo modalità dirette a rappresentare tempestivamente e con la forza necessaria, presso le istituzioni europee, le questioni che riguardano la nostra Isola. In attesa, però, della riforma dello Statuto, noi, come Consiglio regionale, abbiamo l'obbligo di sfruttare appieno, con una legge regionale specifica, gli spazi riservati alla Regione dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.
Il testo è stato esitato all'unanimità dalla Commissione seconda dopo un attento e approfondito esame dei tre progetti di legge originali, due di iniziativa consiliare e uno della Giunta regionale, che grazie all'apporto di tutte le parti politiche e alla partecipazione anche dell'Assessore competente, ha portato all'elaborazione di un testo unificato che sintetizza le varie proposte. Durante la discussione, la Commissione ha ritenuto di acquisire il contributo di diversi soggetti interessati a vario titolo alle attività europee della Regione - quali gli enti locali, le forze economiche e sociali, le università - che sono stati sentiti in audizione.
La Commissione, inoltre, ha acquisito il parere della prima e della terza Commissione per le parti di rispettiva competenza, e soprattutto la prima Commissione ha dato un contributo importante per il completamento della legge. Probabilmente ci sarà ancora da rivedere qualche passaggio, ma mi pare che, almeno nella prima fase, la seconda Commissione abbia preso in attenta considerazione le proposte avanzate dalla prima Commissione.
Il quadro normativo della legge in discussione si colloca in uno scenario abbastanza definito a livello costituzionale, perché l'articolo 117 della Costituzione prevede che le Regioni, nelle parti di loro competenza, partecipino alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedano alla loro attuazione, nel rispetto delle norme di procedura stabilite dalle leggi di Stato. Dispone altresì che, nelle materie di propria competenza, la Regione possa concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei limiti delle norme di procedura stabilite dalla legge dello Stato. Quindi questo dell'applicazione dell'articolo 117 della Costituzione è un passaggio fondamentale.
Anche a livello statale noi abbiamo come riferimento la legge numero 11 del 2005, la cosiddetta "legge Buttiglione" (la cui modifica adesso è in fase di discussione al Senato, però la prima stesura è stata confrontata con l'attuale legge che noi stiamo approvando, ed è in linea con le nuove disposizioni che sta predisponendo il Parlamento) e la legge numero 131 del 2003, la cosiddetta "legge La Loggia" che contiene norme sulla partecipazione delle regioni all'attività europea e disciplina l'attività internazionale delle regioni.
Le parti più importanti di queste leggi sono state recepite nel testo che stiamo esaminando che contiene anche alcune innovazioni da noi proposte per meglio tener conto della specialità della Sardegna.
Un ulteriore riferimento è il quadro normativo europeo e, nel caso specifico, il trattato di Lisbona, che è entrato in vigore il primo dicembre del 2009 e che riconosce, in capo ai parlamenti nazionali e a quelli regionali, il compito di verificare che i progetti di atto europeo siano adottati nel rispetto del principio di sussidiarietà. Quindi anche questo è un passaggio importante che abbiamo voluto inserire in legge.
Infine, c'è il riferimento anche regionale. Noi abbiamo ancora in piedi la legge numero 20 del 98 che disciplina la materia europea; devo dire che, all'epoca, quando è stata approvata questa legge, stiamo parlando prima della riforma del Titolo V della Costituzione, questa era una legge innovativa e importante, ma tale legge, duole dirlo, è stata applicata solo in parte, e proprio sull'esperienza della legge numero 20 del 98, partendo dalle criticità di questa legge, abbiamo cercato di costruire un modello diverso, più funzionale ed efficiente, immediatamente operativo, con procedure, tempi, competenze ed obblighi ben definiti in capo ai soggetti regionali responsabili della sua attuazione.
La legge contiene novità importanti. La prima è la partecipazione alla formazione del diritto europeo, la cosiddetta fase ascendente, cioè disciplina le procedure per la partecipazione della Regione alla formazione degli atti europei. La stessa legge numero 11 del 2005, la "legge Buttiglione", infatti consente ai Consigli regionali, alle Giunte regionali che ricevono periodicamente progetti di atti europei, di formulare osservazioni in merito a una proposta di atto su questioni di rilievo regionale. E questo è un aspetto che dobbiamo tenere presente in questa legge. Vorrei che l'Assemblea prestasse attenzione al ruolo che deve avere il Consiglio regionale, sia in base alle nuove disposizioni del trattato di Lisbona, sia anche a quanto contenuto nella "legge Buttiglione" e a quello che sta avvenendo in questo momento a livello nazionale, dove il ruolo del Consiglio regionale è tenuto ben presente, cosa che non si verifica oggi. Noi sappiamo, infatti, che il Consiglio regionale è totalmente o quasi escluso dalla discussione, dalla programmazione delle risorse comunitarie.
Allora, la novità di questa legge è quella di disegnare un ruolo diverso da parte del Consiglio regionale, che deve partecipare alla formazione degli atti, ma anche all'attuazione degli atti, agli indirizzi veri, quindi quella che vuole scrivere questo Consiglio regionale con questa legge è una pagina nuova. Il modello prescelto è stato dunque quello del doppio canale, che stimola l'iniziativa autonoma di entrambe le istituzioni, cioè del consiglio e della Giunta regionale, che si raccordano per convergere in una posizione unitaria.
Un'altra novità importante riguarda il principio di sussidiarietà. Come è stato detto in precedenza, il trattato Lisbona ha riconosciuto alle Assemblee legislative il compito di verificare il rispetto del principio di sussidiarietà. Guardate che questo principio è in capo soprattutto ai Consigli regionali, non alla Giunta regionale, e questo deve essere tenuto presente anche nel dibattito che terremo in aula. La legge in discussione prevede che il Consiglio regionale partecipi a tale verifica, e che in questa verifica coinvolga a sua volta i soggetti rappresentativi delle comunità locali. Il trattato di Lisbona affida infatti un ruolo importante anche agli enti locali, che devono essere coinvolti costantemente nell'applicazione della legge.
Un altro punto importante è quello relativo ai rapporti tra la Giunta e il Consiglio regionale, che devono dar vita a un vero meccanismo di collaborazione. C'è, infine, un quarto punto della legge, che è quello relativo all'attuazione della normativa europea, cioè la cosiddetta fase discendente. È noto, infatti, che la nostra Regione manifesti grosse difficoltà nel recepimento della normativa europea; ci sono decine e decine di procedure di infrazione nei confronti dello Stato italiano per alcune inadempienze della Regione sarda. La Commissione e questo Consiglio si augurano che dopo l'approvazione di questa legge le procedure siano più spedite e si eviti di incorrere spesso in procedure di infrazione, come sta succedendo.
Un'altra parte importante della legge riguarda la sessione europea. Partendo dalla necessità che il Consiglio regionale riacquisti un ruolo centrale nelle questioni europee, svolgendo appieno le proprie prerogative di indirizzo e di controllo, è stata prevista un'apposita sessione dei lavori consiliari dedicata all'attività europea internazionale nella quale viene approvata la legge europea annuale e appositi indirizzi alla Giunta. Su questo io devo sottolineare che c'è stata qualche discussione con la prima Commissione, poiché sull'individuazione dei tempi pare che ci sia un'invasione delle competenze del Regolamento del Consiglio o della Presidenza. Noi abbiamo dovuto superare questa fase perché anche la legge numero 20 prevedeva la sessione europea, ma non stabiliva scadenze, e ciò ha portato alla sua non applicazione. Quindi noi non abbiamo mai approvato una legge comunitaria europea, non abbiamo fatto assolutamente. Non si vogliono quindi invadere le prerogative di nessuno, si vuole solo far sì che la legge possa avere un suo percorso ed essere in grado di rispettare i termini stabiliti. Poi viene disciplinata la partecipazione degli enti locali e delle forze economiche e sociali. Ecco, anche questo è un aspetto importante previsto dal trattato di Lisbona. La legge si propone di favorire la partecipazione degli enti locali, delle università, delle imprese, dei cittadini e di tutti i soggetti rappresentativi delle istanze suscettibili di interesse e di tutela al processo di integrazione europea. Infatti, ai sensi dell'articolo 14 della legge, il Consiglio e la Giunta regionale rendono effettiva la partecipazione degli enti attraverso adeguate forme di consultazione all'interno della sessione europea. Ecco, il momento di discussione della sessione europea è il momento di confronto vero con le parti sociali, economiche, con le università, con gli enti locali.
Una delle osservazioni espresse dal Consiglio delle autonomie locali è quella relativa alla necessità di individuare in modo chiaro e preciso il momento di confronto e di partecipazione degli enti locali alla formazione della legge europea. Infatti la legge in esame prevede, sulla legge europea, il parere obbligatorio da parte del Consiglio delle autonomie locali. Questo è un altro punto importante che sancisce il vero contributo delle autonomie locali alla formazione della legge: un contributo che parte dal basso e che si inserisce all'interno del processo normativo europeo.
Relativamente alla programmazione delle politiche europee, la principale novità in costituita dalla previsione del ruolo del Consiglio regionale in merito agli atti fondanti di programmazione cofinanziati e finanziati con risorse europee. Il Consiglio deve impartire indirizzi alla Giunta regionale, la quale Giunta regionale rimane responsabile della sua gestione e attuazione. Sia chiaro, i ruoli sono distinti, sono diversi. Il ruolo della Giunta deve essere un ruolo autonomo, di gestione e di attuazione delle risorse comunitarie. Si tratta di una norma importante che riporta in Consiglio regionale la discussione in merito ai programmi e alle politiche europee. In particolare è importante per quanto riguarda le politiche di bilancio, anche perché noi sappiamo quanta è oggi la parte del bilancio della Regione che riguarda i fondi comunitari, una parte importantissima che, come dicevo prima, praticamente in questo Consiglio regionale non è mai stata discussa.
Noi vorremmo che da ora in poi questo Consiglio si rendesse partecipe nella programmazione di queste risorse e che soprattutto potesse rendersi conto di come vengono spese, quando è che le risorse vengono spese bene, quando non vengono spese, quando i fondi vengono modificati. Abbiamo visto, infatti, che molte volte i fondi comunitari vengono modificati integralmente senza che il Consiglio regionale ne sa assolutamente nulla. È quindi un discorso nuovo, un modo diverso di coinvolgimento del Consiglio regionale. La norma è importante e riporta in Consiglio la discussione in merito ai programmi e alle politiche europee che sono, come dicevo, importantissime. E' ovvio che la Giunta regionale in questa fase deve garantire, in materia, un'informazione costante, che è fondamentale per poter esercitare la funzione di controllo sull'attuazione dei principi e dei programmi europei.
C'è inoltre un altro punto innovativo nella legge, relativo alla cooperazione territoriale. Infatti la Regione sarda deve rafforzare la coesione e l'integrazione europea attivando tutti gli strumenti di cooperazione territoriale incentivando tra i vari Stati interessi comuni in campo economico, in campo culturale, sociale e turistico. In particolare in questo ambito la Regione si impegna a promuovere forme di partenariato e di associazionismo (quali le euro regioni) con l'obiettivo di sfruttare al massimo la sua posizione centrale nel Mediterraneo e offrire maggiori opportunità legate alla creazione dell'area di libero scambio.
C'è poi un capitolo importante che riguarda le attività di rilievo internazionale della Regione. Anche queste sono contemplate dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che prevede espressamente la possibilità che le regioni possano svolgere attività di rilievo internazionale.
Infine c'è lo sportello informativo. La legge prevede, infatti, che ci deve essere l'impegno della Regione affinché le informazione e le opportunità provenienti dall'Unione Europea abbiano la massima diffusione e per questo è previsto uno sportello informativo per i cittadini. Anche questo è frutto di una richiesta avanzata dagli enti locali.
Allora, per concludere, la legge potrà offrire un contributo fondamentale alla politica di sviluppo della nostra Regione nella misura in cui consentirà alla Sardegna di contare di più in Europa, dove vengono prese delle decisioni che hanno ripercussioni dirette e indirette sul nostro territorio.
L'Unione europea ha una grandissima importanza nella politica di coesione ed è fondamentale, ma nello stesso tempo può rappresentare un limite nella misura in cui il sistema di regole comuni (quale ad esempio il patto di stabilità) ci penalizza, in quanto non tiene in giusta considerazione la nostra specificità. Ecco perché risulta cruciale incidere sul processo decisionale europeo attraverso una presenza costante.
In questo momento stanno adottando a livello europeo decisioni strategiche per il futuro dell'Europa, sia dell'Italia sia della Sardegna, e c'è la strategia per il prossimo decennio, che è la strategia 2020, dove si sta riprogrammando la spendita delle risorse comunitarie...
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, la autorizzo a depositare il testo scritto.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, questo è un tema talmente importante che è veramente assurdo che la relazione del Presidente della seconda Commissione e il dibattito possano avvenire in un'aula semivuota, con metà dei consiglieri circa che non sono in aula. Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiedo scusa per l'interferenza in questo dibattito, però mi sono dimenticato di chiedere, relativamente al provvedimento precedente, che gli Uffici tengano conto che la copertura all'emendamento numero 5 è da riferirsi ai dipendenti dell'amministrazione regionale ed è del tutto conseguente che, per ciò che riguarda gli enti e le agenzie regionali, provvederanno gli stessi. Quindi, in sede di coordinamento, probabilmente va precisato questo elemento perché non si faccia riferimento alla stessa copertura.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Salis, Uras, Diana Mario, Piras e Dessì risultano presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori del Consiglio riprenderanno direttamente questo pomeriggio alle ore 16. Il primo intervento sarà quello dell'onorevole Rodin.
La seduta è tolta alle ore 12 e 43.
Allegati seduta
CXIV Seduta
Giovedì 17 giugno 2010
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 14.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di martedì 30 marzo 2010 (107), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Renato Lai, Christian Solinas e Renato Soru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 17 giugno 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 166/A.
Constatata la scarsa presenza di consiglieri in Aula, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 16, viene ripresa alle ore 10 e 28).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore.
GRECO (P.d.L.), relatore. La prima Commissione, nella seduta del 20 maggio 2010, ha approvato, con il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza, acquisito il parere finanziario, il disegno di legge numero 166/A relativo alla proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF. Il disegno di legge si è reso necessario al fine di garantire la prosecuzione delle operazioni di chiusura relative alla gestione liquidatoria dell'ESAF.
La Commissione, a seguito dell'audizione dell'Assessore competente, preso atto che la definizione delle diverse procedure ancora in corso è subordinata al rispetto di tempi tecnici, e preso atto altresì dell'obiettiva complessità dell'intera attività della gestione liquidatoria, ha ritenuto necessaria la proroga della medesima. Nel contempo la Commissione ha evidenziato l'opportunità di individuare eventuali alternative che consentano di definire in modo adeguato ed efficace, anche da un punto di vista economico, le procedure che dovessero risultare pendenti, sottolineando altresì l'esigenza di procedere nel più breve tempo possibile alla conclusione della gestione liquidatoria al fine di evitare ulteriori proroghe.
Per le suindicate ragioni, la Commissione ha ritenuto opportuno limitare a dodici mesi anziché ventiquattro, come prevedeva il disegno di legge presentato dalla Giunta, la proroga della gestione liquidatoria, nonché la proroga dei rapporti di collaborazione coordinata stipulati per le esigenze di funzionamento della gestione stessa, precisando altresì il carattere derogatorio di tale proroga rispetto al limite percentuale stabilito dall'articolo 3 della legge regionale del 7 agosto 2009.
La Commissione inoltre, a modifica di quanto previsto nel testo del proponente, ha stabilito di stralciare la disposizione prevista al secondo comma dell'articolo 1 che prevedeva, al termine della gestione liquidatoria, l'inserimento del personale precario assunto con selezione pubblica per le esigenze della gestione nei procedimenti di stabilizzazione ex articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007, rinviando la valutazione in ordine all'opportunità di tale partecipazione all'esame del disegno di legge numero 71/A (Norme in materia di organizzazione del personale) da parte dell'Aula, sia per una considerazione di insieme con situazioni analoghe, sia per un miglior coordinamento con la normativa più generale che sarà eventualmente adottata.
Ciò premesso, l'articolo 1, al primo comma, stabilisce che il termine fissato dalla legge regionale numero 7 del 2005, all'articolo 5, secondo comma, è ulteriormente prorogato di dodici mesi. Il secondo comma dell'articolo 1 prevede che la durata dei rapporti di collaborazione coordinata, di cui all'articolo 9 della legge regionale numero 3 del 2008, può essere prorogata fino alla scadenza del termine previsto per la conclusione della gestione liquidatoria, anche in deroga all'articolo 3, comma 1, della legge regionale numero 3 del 2009, sussistendone i requisiti di legge.
Il terzo comma dell'articolo 1 autorizza, per l'anno 2010, la spesa di 4 milioni di euro per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente. L'articolo 2 prevede poi l'entrata in vigore della legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, intervengo perché questo problema è stato sollecitato come urgente dalla Giunta regionale e (come spesso avviene anche quando la Conferenza dei Capigruppo trasmette alle Commissioni competenti i provvedimenti, stabilendo la priorità di alcuni su altri) e non si è avuto il tempo di approfondire in maniera esaustiva l'argomento.
Ora, per poter esprimere un'opinione ponderata, un'opinione oggettiva, bisognerebbe leggersi il piano finanziario e lo stato di attuazione della gestione liquidatoria. Se non si leggono questi documenti, non si capisce perché sia stata presentata da parte della Giunta regionale una proroga dell'attività commissariale. C'è stata una riorganizzazione complessiva dei servizi idrici su tutto il territorio regionale, e non è stato, come sappiamo, un problema facile, un problema semplice, perché abbiamo rivoluzionato tutto il sistema idrico in Sardegna.
E' chiaro che la collaborazione tra gli enti, tra quelli che non ci sono più e quelli che hanno voluto assumere le nuove responsabilità, non è stata una collaborazione proficua, nel senso che ognuno di questi enti aveva le sue gatte da pelare, per cui la questione liquidatoria è stata vista un po' come qualcosa che disturbava il manovratore. Non c'è stato l'inquadramento del personale da parte della Regione, e quindi si è dovuti procedere in maniera improvvisata alla soluzione delle nuove problematiche.
Nella legge finanziaria del 2008 era stato previsto che il termine di scadenza sarebbe stato il 29 maggio 2008, successivamente è stato prorogato al 2010; nel collegato alla finanziaria del 2010 c'era la norma relativa alla continuazione dell'attività commissariale. Perché è stata decisa questa proroga? Questa proroga è stata decisa perché è ancora in atto la riscossione dei crediti degli utenti per oltre 11 milioni e 500 mila euro, perché è in corso un contenzioso di oltre 40 milioni di euro con l'Agenzia delle entrate, perché sono ancora aperti 160 rapporti di concessione per l'esecuzione di opere pubbliche finanziate dalla Regione (e in particolare dalla Cassa per il Mezzogiorno) perché tutti i provvedimenti devono essere emessi, e se non vengono emessi interverrà la revoca da parte degli uffici dello Stato. Per tutto ciò occorre definire le vecchie pratiche, definire le procedure di esproprio e di acquisizione delle aree.
Sono in corso gli accertamenti sulle attività pregresse dell'ente, la Regione deve mettere a disposizione i locali per tutti gli atti che sono stati raccolti; esistono diverse vertenze in atto. Ora, io ho visto - lo dico ai colleghi - alcuni emendamenti che sono stati presentati a questa legge. La Commissione è nata senza risorse, senza una sedia, senza un foglio di carta, nel presupposto che i servizi venissero espletati dagli enti che si erano sostituiti, e quindi il commissario liquidatore avrebbe dovuto apporre soltanto le firme.
Di fatto questo non è avvenuto e la gestione liquidatoria ha dovuto attrezzarsi di una struttura completamente nuova (lo dico all'Assessore per capire se stiamo andando nella giusta direzione oppure no) con 2 avvocati, 3 commercialisti, una rappresentante che opera per quanto riguarda i crediti pubblici, quindi una struttura operante abbastanza significativa. Il costo della gestione è di 500 mila euro all'anno. Basti pensare che soltanto nel 2009 gli incassi sono stati di 1 milione e 900 mila euro per rendersi conto che è una gestione che si finanzia da se. Non esiste una maggiore spesa perché gli atti sono dovuti, e quindi o li pone in essere l'ente liquidatore, o li pone in essere la Regione con altro personale. Sono in grado le strutture della Regione di provvedere alle incombenze affidate alla gestione liquidatoria? A me non sembra.
L'Assessorato dei lavori pubblici afferra esplicitamente nella sua relazione di non essere in grado di svolgere queste funzioni e che si dovrà comunque attrezzare con nuovo personale. Oltretutto ci sono problemi specifici e diverse procedure espropriative che l'ESAF quando era in funzione non aveva concluso. Cominciano pertanto a pervenire alla Regione le richieste di indennizzo da parte di coloro che si sono visti occupare i territori per le condutture. Quindi, io non so per quale ragione ci stiamo ponendo un problema che, secondo me, è abbastanza semplice. Lo dico perché il commissario liquidatore è un certo dottor Mario Sechi, che è stato direttore del centro per la programmazione, che è stato direttore dell'ufficio ispettivo della Regione, che ha collaborato prima con Cabras, poi con Palomba, quindi io non pongo problemi di natura ideologica o di natura partitica, però non capisco perché qualcosa che sta andando bene, adesso susciti tutte queste problematiche.
Credo che la richiesta che ha formulato l'Assessore sia una richiesta giusta; ecco perché ho voluto richiamare l'attenzione dei colleghi del Consiglio: per evitare che pensando di poter risolvere problemi li si complichino inutilmente..
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La gestione liquidatoria dell'ESAF ha già registrato due proroghe; dura da quando è stata approvata la legge numero 7 del 2005. La prima scadenza era stata fissata per il il 29 maggio del 2008, la seconda, stabilita sulla base di una norma finanziaria nel 2008, era stata fissata per il 29 maggio del 2010. Si propone oggi quindi la terza proroga biennale di un ente in liquidazione. L'opposizione ha votato contro questa proposta non perché vuole esprimere un giudizio sul tipo di prestazione del commissario della gestione liquidatoria, ma sostanzialmente per una considerazione puntuale della condizione nella quale si trovano oggi la Regione e le sue finanze e per l'esigenza di correlare la scelta di riformare il sistema degli enti della Regione con l'esigenza di non consentire vite parallele quando un ente è stato dichiarato estinto.
Sei anni di gestione liquidatoria sono troppi, soprattutto alla luce della prospettiva che viene indicata nei documenti, che secondo me non consente di concludere nei prossimi 2 anni; se ci va bene, si può concludere nei prossimi 10 anni, per la natura stessa delle ragioni che vengono addotte nella richiesta di proroga. Oltretutto occorre considerare l'esosità di questa gestione liquidatoria. I colleghi dovrebbero sapere che ogni proroga biennale costa alla Regione 4 milioni di euro. Se è vero, come ha detto il presidente Floris, che ci sono crediti esigibili per 11,5 milioni, se noi accordassimo questa terza proroga avremmo speso 12 milioni di euro, cioè quanto speso per la gestione liquidatoria supererebbe i crediti esigibili. Mi dovete spiegare che senso ha una gestione liquidatoria alla luce di tutto ciò.
Tra l'altro, parte di questi crediti esigibili hanno una natura singolare, cioè - dice il commissario - sono di difficilissimo recupero perché attengono a rapporti chiusi, in cui la richiesta di riscossione ritorna al mittente, perché il debitore è irreperibile. Voi capite che è un giochetto che potrebbe continuare all'infinito! Peraltro le vertenze col patrocinio dell'avvocatura dello Stato, i rapporti di concessione in esecuzione di opere pubbliche sono tutte questioni che, al di là della loro importanza, possono essere certamente trasferite, come avviene ed è avvenuto in tanti altri casi, sia per quanto riguarda le partite attive, sia per quanto riguarda le partite passive, direttamente alla gestione della Regione; basta vedere anche la natura dei rapporti concessori che sono in atto.
Ora, i rapporti concessori, che sono enumerati, sono in parte chiusi e in parte di competenza dell'Assessorato dei lavori pubblici mentre quelli di carattere generale, sono stati trasferiti ad Abbanoa. Quindi, la scelta può essere tranquillamente portata avanti in termini chiari, sia trasferendo alla Regione la risoluzione delle pendenze generali, sia, per quanto riguarda le concessioni, restituendo il bene alla titolarità di coloro che l'hanno concesso, che è la stessa Regione che quindi può tranquillamente gestirle.
Per quanto riguarda il punto dei crediti rimasti da riscuotere io non avrei riportato nella relazione questo dato, perché una gestione liquidatoria deve scrivere la parola fine anche sul 40 per cento dei crediti rimasti da riscuotere, in caso contrario resterebbero tali per sempre, considerata l'irreperibilità dei destinatari. Secondo voi, quindi, questo è un elemento che può essere invocato per prorogare la gestione liquidatoria?
Noi pensiamo che possa essere scritta una norma che definisca un punto di chiusura della gestione liquidatoria e che in questo periodo debbano essere adottati tutti gli atti necessari per il trasferimento alla Regione di tutte le incombenze. D'altra parte vorrei anche far presente che la gestione liquidatoria chiese a suo tempo alla Regione l'assunzione di 18 unità per il disbrigo delle attività liquidatorie. La Regione gli rispose nel 2006 dicendogli che sostanzialmente gli riconosceva 3 unità, non 18, proprio perché doveva esservi una proporzione tra entrate derivate dalla gestione liquidatoria e costi. Tuttavia successivamente gli Assessorati competenti autorizzarono l'assunzione di altre unità (prima dieci e poi altre) dando vita a una sorta di équipe di consulenti o di collaboratori per la gestione liquidatoria, di cui prima o poi si dovrà definire la sorte. Anche da questo punto di vista noi sosteniamo che la Commissione liquidatoria debba far presente alla Giunta, a chiusura della gestione, la natura giuridica di questi rapporti, perché noi non vogliamo assolutamente che questi lavoratori così assenti debbano essere messi in correlazione con altri soggetti che hanno lavorato presso la Regione e per i quali vigono delle norme di stabilizzazione. Per cui va precisata la natura di questi rapporti e deve essere dato mandato alla Giunta di specificare la sorte di questo personale, in maniera tale che non si faccia del gratuito populismo riguardo a rapporti professionali che probabilmente non hanno la stessa natura di quelle che abbiamo inteso stabilizzare con le norme che sono in vigore.
Quindi anche su questo problema, siccome ho visto che ci sono emendamenti che tenderebbero ad abbracciare questa soluzione, la proposta che noi avanzeremo è che venga fissato un termine immediato, che venga decisa una riduzione degli importi e che venga stabilito un trasferimento coordinato (può essere la stessa Giunta regionale che stabilisce le modalità del trasferimento delle diverse fattispecie ai soggetti alle quali dovranno essere trasferite, sia per quanto riguarda gli Assessorati sia per quanto riguarda gli uffici legali). E se proprio vogliamo dirla tutta, se si deve procedere ad assunzioni di consulenti per portare avanti la gestione liquidatoria non c'è nessun bisogno che vi proceda la Commissione liquidatoria, i può procedere direttamente la Regione.
A me sembra che questa sia l'occasione per effettuare anche una ricognizione dei carichi di lavoro all'interno delle diverse strutture regionali (perché magari c'è qualche soggetto che lavora molto meno di altri) cercando di ottimizzare anche il lavoro di molto personale regionale finalizzato a questo obiettivo. La nostra proposta è quindi quella di chiudere la gestione liquidatoria, mettere una parola fine, perché non ci possiamo più permettere come Regione (e lo vedremo nei prossimi mesi in sede di assestamento del bilancio e di nuovo bilancio) il lusso di gestioni parallele. Dobbiamo effettuare ogni tentativo per risparmiare le risorse pubbliche perché abbiamo anni difficili davanti e dobbiamo corrispondere alle aspettative reali dei cittadini e non a carrozzoni che, per quanto ben gestiti, costituiscono vite parallele di enti strumentali della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, colleghi, io sono il primo firmatario insieme ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione di tre emendamenti che confermano l'esistenza dell'ente sino al 31 dicembre 2010, prevedono a quella data il trasferimento delle funzioni alla Regione presso l'Assessorato dei lavori pubblici e riducono da 4 milioni a 2 milioni la somma posta a disposizione per il 2010 per il mantenimento in vita dell'ente.
Le considerazioni dell'onorevole Floris possono essere anche condivisibili, però faccio presente che, se noi aspettassimo il termine del procedimento, tra dieci anni saremmo ancora in piedi. Quando noi abbiamo un appalto pendente e deve essere effettuato, la pratica non si conclude con il collaudo, bisogna esaminare le riserve, poi c'è il primo grado di giudizio, il secondo e la Cassazione. Tra dieci anni saremo ancora qui, e noi siamo in crisi.
Lo Stato non ci trasferisce le risorse che ci deve in base all'accordo sulle entrate, le risorse ulteriori che ci deve in base all'articolo 13, e su questo dobbiamo intraprendere una lotta violentissima tutti insieme e, allo stesso tempo, risparmiare ove è possibile. Ora, quando parlo dell'ESAF, parlo a ragion veduta perché nella mia professione difendevo l'ESAF, so di cosa si tratta, so come si è comportata la gestione liquidatoria, sono in grado personalmente di dire che la Regione può subentrare alla Commissione senza togliere nulla, pur con la massima stima del commissario e del sub commissario che hanno lavorato benissimo e ai quali dobbiamo dire grazie per quello che hanno fatto. Ciò non toglie che la gestione liquidatoria ci porti spese, ci porti affitti, ci porti tutta una serie di oneri finanziari; parliamo di 4 milioni di euro solo per il 2010, parliamo di 20 milioni già spesi. Questo oggi non è accettabile.
Per quanto riguarda gli appalti, così come era previsto in un accordo di service tra ESAF e Abbanoa, l'accordo di service se lo farà la Regione con Abbanoa, gli pagherà l'aggio che vuole, non vedo la difficoltà di far subentrare nella trattazione di queste pratiche la Regione. I recuperi crediti: i recuperi crediti li fa l'Avvocatura dello Stato. Non volete l'Avvocatura? Avete l'Agenzia delle entrate e avete il servizio legislativo, non è una pratica che grava su un bel niente. C'è il problema semmai - di cui nessuno parla, che è più grave - delle espropriazioni, ma sono tutti problemi che possono essere risolti, sono problemi che, con un leggero aumento di carico del lavoro da parte delle strutture dell'Assessorato, possono consentirci di risparmiare 4 milioni. In questa situazione noi riteniamo che l'ente debba essere sciolto.
In effetti dovremo accelerare tutte le procedure di liquidazione. Per un ente pubblico lo possiamo fare perché, per l'ente pubblico la Regione può individuare il soggetto che subentra; il problema è più difficile, quando si tratta di una società privata a cui si deve applicare il codice civile, per cui non possiamo procedere allo stesso modo, semmai dovremmo porci il problema di accelerare le procedure anche in tutte le altre società.
Ripeto, siamo in un momento in cui deve essere garantito il massimo risparmio. Ciò che sto dicendo costituisce l'esito di una discussione che si è svolta in prima Commissione e ha conseguito quasi l'unanimità in terza Commissione, in sede di parere finanziario. Noi riteniamo che l'ente possa e debba essere estinto, e che l'aggravio di lavoro non sia tale da costituire un ostacolo imprescindibile perché, ripeto, ci sono gli strumenti tecnici per poter evitare questo aggravio. Tra l'altro se si fa il service con Abbanoa gli si paga anche l'aggio e ciò concorre anche a ridurne il deficit. Quando l'ESAF in liquidazione è nato, è nato a seguito di un processo particolare che ha portato alla costituzione di Abbanoa, che in origine si chiamava Sidris. Proprio la situazione debitoria dell'ESAF in liquidazione ha portato a optare per la costituzione di ESAF Spa a cui è stato trasferito un ramo d'azienda, poi ESAF Spa si è fusa con tutte le altre società che gestivano questa situazione. Abbiamo tenuto in piedi l'ESAF per chiudere la liquidazione. In origine si era detto - mi corregga l'onorevole Sanna se sbaglio - che bastavano due anni per consentire di fare chiarezza e trasferire i rapporti alla Regione. Abbiamo impiegato più tempo, ora questo tempo non ce l'abbiamo più. In un momento di crisi, in un momento in cui mancano i soldi per assicurare il lavoro, per assicurare i progetti, i soldi non li possiamo spendere in affitti e quant'altro, i soldi dobbiamo spenderli per creare occasioni di lavoro e per creare ammortizzatori sociali, ove possibile. Ecco il motivo per cui anche moralmente mi sono sentito obbligato a presentare questo emendamento, ma sono sicuro (perché non può essere diversamente) che l'emendamento troverà anche l'apprezzamento della Giunta regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cari colleghi, caro Presidente, inserendomi sotto l'ombrello dello spirito del collega Sanna e anche del collega Steri, ricordo - com'è stato già accennato - che l'ESAF è stato soppresso e posto in liquidazione dall'articolo 5, comma 1, della legge regionale del 2005 a far data dal 29/7/2005 sino al 29/5/2010 in virtù di varie leggi di proroga. In data 6 aprile 2010, con delibera numero 14/11, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, d'intesa con l'Assessore dei lavori pubblici, ha proposto il disegno di legge di proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF (scaduta quindi il 29 maggio 2010) per ulteriori 24 mesi, al fine di garantire la conclusione dell'operazione di liquidazione.
In tale disegno di legge, a cui è stato assegnato il numero 166, viene prevista anche la proroga dei rapporti di collaborazione instaurati a partire dal 2007 e viene richiesta la stabilizzazione del personale precario. Infatti, per l'adempimento delle proprie attività, la gestione liquidatoria ha dovuto dotarsi di una apposita struttura, tramite selezione pubblica per titoli ed esami, in cui operano nove soggetti assunti con contratto di collaborazione, in quanto tutto il personale precedentemente in organico presso l'ente è stato trasferito ad Abbanoa e ad altri enti regionali, e la richiesta di assegnazione del personale regionale necessario - originariamente individuato in 21 unità - è stato accolto solo parzialmente con la concessione di 3 impiegati, categoria C3.
Ma può zittire almeno i colleghi Riformatori, che sono nel suo Gruppo? I rapporti di collaborazione si protraggono tuttora per effetto delle proroghe disposte sulla base delle verifiche...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ha ragione l'onorevole Ben Amara, c'è troppo brusio.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il personale impegnato nella gestione liquidatoria dell'ESAF espleta una complessa moltitudine di adempimenti, non solo di chiusura ma anche di pura gestione, quale: la chiusura di concessione e delega per l'esecuzione di opere pubbliche finanziate dalla Regione (150 opere) e dalla ex Agensud (298 opere); il riordino catastale e di titolarità della rete e impianti del servizio idrico e fognario, oltre 7 mila particelle catastali già definite; la trattazione di vertenze, circa trecento, ancora aperte, di varia origine, spesso con complicazioni e implicazioni finanziarie rilevanti e con controparti imprese di costruzioni, fornitori di servizi, ex dipendenti, Agenzia delle entrate; il completamento delle procedure espropriative ancora in corso per circa 160 opere; la gestione delle riscossioni di crediti, in particolare quelle nei confronti degli utenti.
La prima Commissione ha approvato il disegno di legge numero 166 per la parte relativa alla proroga solo per un anno e ha stralciato il secondo comma sulla stabilizzazione, indicandone le motivazioni e individuando nel disegno di legge numero 71 la sede più opportuna per tali procedure. Siamo qui arrivati alla discussione e ciò che mi preme sottolineare in questa sede è che sarebbe opportuno procedere alla stabilizzazione di queste figure professionali in quanto: primo, l'ammontare dei crediti... Sabatini, guarda che ti sento fino a qui... l'ammontare dei crediti... C'è un'atmosfera che castra, io mi fermo qui perché non serve a niente. Se il Presidente non è in grado di stabilire la serenità in questo Consiglio è meglio chiuderlo!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono le stesse persone, adesso faccio casino io!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io mi pongo spesso alcuni dubbi, cioè se la Sardegna sia realmente una regione oltre che a Statuto speciale anche con principi totalmente differenti da quelli che si praticano nel resto d'Europa e nell'ordinamento italiano. Ho cercato su Internet le diverse costituzioni dei sistemi unici delle varie autorità d'ambito italiano: da nessuna parte l'ente gestore del servizio idrico non ha preso in carico debiti e crediti. Da noi, per uno strano meccanismo, mentre Abbanoa si è assunto debiti e crediti del Govossai, debiti e crediti della Sim, debiti e crediti della Sinos, debiti e crediti della Sim di Cagliari, si è assunta crediti ma non debiti dell'ESAF. Non si comprende per quale ragione questo sia avvenuto. La Regione ha detto: costituiamo una nuova società, questa subentra nella gestione del servizio idrico in tre quarti della Sardegna (in termini di popolazione, molto meno in termini di territorio), ma per quanto riguarda l'ESAF la Regione si riserva tutte le attività legate alla liquidazione delle procedure in corso. Io ho seguito con attenzione gli interventi precedenti, anche se Ben Amara non è convinto di questo...
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ho finito il mio discorso, Ben Amara non ha parlato!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io li ho seguiti per quanto posso riuscire a seguirli e devo dire che concordo con alcune posizioni...
(Interruzione del consigliere Ben Amara)
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, per cortesia...
CUCCUREDDU (Gruppo Misto)....dell'onorevole Floris e, per altre, dell'onorevole Steri. Il problema oggi è però capire - posto che c'è stato comunque un peccato originario, che è quello di non aver seguito le procedure che nel resto d'Italia sono state seguite - perché non sono state seguite queste procedure. Perché pensavamo che Abbanoa non potesse accollarsi dei debiti. Oggi invece scopriamo che questa gestione liquidatoria addirittura avrebbe dei crediti. Tanto meglio. Abbiamo caricato Abbanoa di personale, perché è evidentemente un carrozzone politico dove c'è una gestione politica, partitica, del servizo idrico in Sardegna che sta portando allo sfascio. Ora se diamo la possibilità ad Abbanoa, utilizzando questo personale in esubero, di recuperare i crediti e di definire procedure espropriative tanto meglio.
Ricordiamoci che i beni che Abbanoa gestisce, gli appalti che Abbanoa bandisce, gli espropri che effettua su delega dell'autorità d'ambito, tutti i beni e le opere che acquisisce rimangono sempre e comunque pubbliche, di proprietà non della Regione, ma degli enti locali. Quindi, i risultati di tutte le procedure espropriative dell'ESAF (qualunque rete idrica, qualunque tratto potabilizzatore, depuratore) non vanno in capo alla Regione per legge, vanno in capo agli enti locali nei quali insiste quella infrastruttura idrica o fognaria. Quindi, è evidente che questa attività può essere svolta tranquillamente dalla Regione, può essere svolta da Abbanoa su delega dell'autorità d'ambito della Regione o può essere svolta da questa struttura che in maniera originale abbiamo voluto istituire, che è la società ESAF in liquidazione.
Ecco, io credo che qualunque soluzione si scelga vada bene purché il tempo sia molto limitato. Io sono d'accordo con l'emendamento dell'onorevole Steri. Sei mesi? Se serviranno altri sei mesi a dicembre ci porremo il problema, ma chi ha sei mesi come obiettivo in sei mesi deve definire le pratiche che possono essere definite e trasferire tutto il resto a un soggetto che oggi dobbiamo individuare. La Regione e provvisoriamente l'Assessorato ai lavori pubblici? Va bene, poi c'è un successivo passaggio. Può essere Abbanoa? Va bene lo stesso. Quello che mi sorprende - devo dire mi sorprende molto - è un emendamento presentato dai Riformatori. Io ho sempre ritenuto il gruppo dai Riformatori un gruppo - proprio perché di ispirazione liberal-democratico - estremamente rigoroso, attento alle finanze pubbliche, invece adesso vedo un emendamento che prevede che il personale assunto per liquidare un ente debba essere stabilizzato in Regione. Questo credo che sia un'aberrazione anche dal punto di vista del principio di economicità dell'azione amministrativa, perché se qualcuno viene assunto per liquidare un ente viene assunto con un contratto a tempo, che deve durare il meno possibile, poi andrà a fare altro. Non può essere stabilizzato in Regione chi è stato assunto con una funzione a termine come questa.
Quindi io sono assolutamente favorevole al fatto che si debba chiudere nei tempi più rapidi possibili questa esperienza che costituisce un'eccezione rispetto a tutto ciò che è successo nel resto d'Italia e a tutto ciò che è successo nel resto d'Europa. Normalmente, infatti, quando si istituisce un ente, chi subentra, subentra in tutti i contratti, in tutti i procedimenti, in tutti i crediti e in tutti i debiti. Non credo che sia mai successo da altre parti, neanche in settori diversi da quello idrico, che qualcuno si facesse carico solo dei debiti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Colleghi, Assessori, premetto che nell'esame del disegno di legge numero 166 effettuato in terza Commissione per quanto riguarda la parte finanziaria ci sono stati diversi distinguo. Per quanto mi riguarda in quella fase ho dichiarato la mia astensione che si trasformerà - se non dovesse intervenire la presa in considerazione e l'accettazione degli emendamenti proposti - sicuramente in un voto contrario.
Perché dico questo? Perché dall'ascolto delle tesi portate da tutti i colleghi (tutte legittime, tutte con motivazioni più o meno condivisibili) emerge questo: siamo in una fase di straordinaria necessità di far quadrare i conti delle amministrazioni pubbliche, siamo in una fase in cui si chiedono ai cittadini grandi sacrifici, siamo in una fase in cui la Giunta è impegnata nella proposta di un piano, di una nuova manovra che richiederà sacrifici anche ai sardi e tuttavia ci troviamo una regione il cui segno distintivo può essere il commissariamento. È di fatto una regione commissariato, e lo vediamo nei vari settori: lo vediamo in agricoltura, lo vediamo nella sanità, lo vediamo nei lavori pubblici, e gran parte di questi commissariamenti sono commissariamenti che si protraggono per anni, anni, decenni.
La legge italiana prevede per le società in liquidazione (parliamo di imprese, quelle poste in liquidazione attraverso l'intervento, e la nomina da parte del Tribunale competente, del commissario liquidatore) dei tempi certi, dei tempi definiti e dei costi definiti che sono in gran parte proporzionati al capitale e agli impegni finanziari delle società poste in liquidazione. Ora noi ci troviamo ad esaminare la richiesta di un'ulteriore proroga e, al di là delle persone che hanno gestito queste fasi, che hanno evidentemente risposto agli obiettivi che gli sono stati posti, ci ritroviamo con una società che inizia il suo percorso di liquidazione nel 2005. Non sto a ripetere tutto ciò che è stato correttamente illustrato dal collega Cuccureddu e che condivido, il risultato è che abbiamo cinque anni di liquidazione che gravano sul bilancio della nostra Regione.
Aggiungo che nella proposta della Giunta questo cambiamento di linea politica, di moralizzazione, di trasparenza che dovremmo portare all'attenzione dei nostri concittadini, nel comma 2 (quando si prevede che il personale assunto mediante selezione pubblica per le esigenze liquidatorie venga stabilizzato) è decisamente preso a schiaffi. Se andassimo a leggere l'articolo 36 della legge numero 2 del 2007 vedremmo che non ci sarebbero neanche i termini, neanche lo spazio temporale, neanche quella continuità della prestazione che renderebbe possibile l'eventuale stabilizzazione. Ma dico di più: nell'ultima finanziaria ci siamo espressi dicendo che questo non sarà più possibile.
Allora, siccome la politica che deve riconquistare la fiducia dei cittadini è tema di questi giorni, siccome si afferma che le operazioni di trasparenza, di meritocrazia, di correttezza nei confronti dei giovani, nei confronti dei disoccupati, saranno la bandiera di questo nuovo percorso politico, beh, noi ci ripresentiamo con un vecchio metodo. Ci ripresentiamo con il solito discorso, iniziamo col precariato, parliamo di selezione pubblica (che credo, per l'intelligenza che riconosco a tutti i colleghi, sia evidente che di selezione pubblica abbia ben poco o abbia avuto ben poco come in tante altre fasi) e stabilizziamo quelli che hanno avuto la fortuna di entrare in quella graduatoria cosiddetta pubblica. A me basta questo per bocciare tutto. Mi basta questo!
Io voglio essere conseguente a quello che dichiaro, che abbiamo dichiarato in questo mese nelle nostre campagne elettorali, a quello che andiamo dicendo per le vie, alle risposte che diamo ai nostri conterranei. Non voglio entrare nel merito di altri aspetti, per esempio, nelle aree dalle quali si è attinto per questi posti di lavoro, e mi ricollego a quello che diceva Cuccureddu; forse c'è anche una ragione perché l'ESAF non è entrato nella fase complessiva di riforma del sistema delle acque in maniera diretta come sono entrati gli altri enti di gestione, i troppi enti che avevamo prima e che forse, ahimé, qualcuno inizia a rimpiangere.
E poi ci sono i costi. Non ho capito una cosa, spero che il presidente Floris, se ne avrà possibilità, mi dia un maggior chiarimento. È possibile che una gestione che costa 500 mila euro e ricava 1 milione e nove abbia necessità di un intervento da 2 milioni l'anno? Se questi riscontri di bilancio li avesse una società (incasso 1 milione e nove e spendo 500 mila euro) perché dovremmo finanziarla? Allora, se così è (stiamo parlando di 4 milioni) siccome quei cosiddetti termini perentori fissati nella legge che commissaria l'ESAF, vengono normalmente superati con delle deroghe (siamo alla terza, e molto probabilmente ci potremo ritrovare davanti alla quarta, alla quinta e così via, come ci insegna il coro dell'SBS, che mi sembra commissariata da una vita) noi con un emendamento fissiamo il termine perentorio del 31/12/2010, e prevediamo anche la conseguenza qualora la fase liquidatoria non dovesse concludersi nei termini e nei tempi prescritti.
Nella nostra proposta non accediamo, ovviamente, a quanto previsto invece per la parte riguardante quel personale precario, occasionale, necessario per costituire il cosiddetto staff di emergenza, evitando, come succede in Italia, e come noi stiamo comunque perpetuando in Sardegna, che tutto ciò che è provvisorio venga da noi fatto diventare in qualche modo definitivo. Da quanto detto dai colleghi sarebbe interessante capire che cosa fa tutto il personale di Abbanoa, dovremmo capire che cosa fa il personale della Regione. Probabilmente qualcuno di quel personale potrebbe chiederci: "Prima di tutto giustificate che cosa fate voi". Io sono in grado di giustificare che cosa faccio, e credo che tutto il Consiglio sia in grado.
Pochi sanno, o poche volte è riportato dagli organi di informazione, che in questo Consiglio si lavora e si lavora assiduamente. Allora io devo chiedere conto dei cosiddetti carichi di lavoro. Io peraltro sono d'accordo con quella parte della popolazione che pensa che ci siano dipendenti regionali che lavorino e che lavorino bene, con grande professionalità, credo anche, però, che ci sia una parte (e non ce lo nascondiamo) che continua ad andare a fare la spesa, che continua a passare la sua giornata al computer, che continua a non produrre per ciò che è retribuita. E noi contribuiamo a questo "andazzo" perché la politica non interviene mai, perché potrebbe perdere consenso se chiedesse conto dei carichi di lavoro.
Allora chiedo alla Giunta di intraprendere una nuova via, a costo di perdere nell'immediato quel consenso che invece ognuno cerca di raccattare. E questo, ovviamente, riguarda anche il Consiglio regionale.
Ora per esempio, mi viene in mente una domanda, perché sono i cittadini che me la rivolgono, e per la quale non ho risposta, ma non ho nemmeno alcuna remora politica che mi possa condizionare nel riportarla. Perché mentre parliamo di taglio della spesa, di razionalizzazione (io preferisco il termine "razionalizzazione" a quello di "taglio") noi continuiamo, nel nostro Consiglio, a fare le spese di sempre, quelle che non servono a niente? Da poco, per esempio, c'è stato un corso di aggiornamento a Roma per i nostri dipendenti consiliari, per i commessi, che, perdonatemi, fa un po' ridere. È stata in pratica finanziata una gita a Roma, chiamiamola col suo nome, in un momento in cui forse avremmo potuto razionalizzare la spesa, facendo venire da lì qualcuno che tenesse il corso di aggiornamento presso le nostre strutture. Cosa abbia prodotto poi questo corso di aggiornamento non lo so. Anche se è previsto nel contratto, i contratti si discutono e si cambiano in fase emergenziale e straordinaria, e si rivedono le spese inutili che non producono nulla.
Perché ho portato quest'esempio? Perché noi non dobbiamo prendere a schiaffi chi non ha prospettive future, non dobbiamo prendere a schiaffi chi non ha padrini per poter oggi lavorare, dobbiamo invece prendere a schiaffi un metodo che dobbiamo rigettare. E quando non mostriamo certezza nelle nostre azioni, e pretendiamo certezza nelle azioni a chi viene delegato a compierle (leggasi commissari) non siamo, a mio avviso, persone che stanno svolgendo il loro dovere. Ecco perché l'ESAF è soltanto una punta di questo iceberg, la maggior parte di questo, come di tutti gli iceberg, è sommersa, e proprio su questa parte sommersa sarebbe stato opportuno dialogare in questa fase anche con l'assessore La Spisa, che si sta apprestando a proporci una rivisitazione della manovra finanziaria e del bilancio tesa a una migliore razionalizzazione della spesa.
Questo è anche lo spirito che ci ha mosso a sottoscrivere questi emendamenti, perché si può dialogare, si può condividere un percorso, perché fondamentalmente non siamo stati eletti per andare contro le minoranze, e le minoranze non sono state elette per andare contro le maggioranze. Noi siamo stati eletti dai nostri elettori con un mandato preciso: cercare di fare qualcosa di buono per la Sardegna, e non necessariamente per stare qui a denigrare qualcuno o qualcosa. Con questo spirito abbiamo apposto la nostra firma agli emendamenti. Diamo un mandato, diamo un mandato certo, questa liquidazione si deve chiudere, si deve chiudere a una data certa, e se questo non dovesse avvenire l'istituzione regionale ha strumenti, potere e ruoli per sopperire a un mandato che in cinque anni non è pervenuto a una conclusione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Credo che la discussione che si è appena svolta dimostri come ogni occasione sia buona, soprattutto nei periodi di crisi, per sottolineare l'impegno che deve essere posto per cercare di limitare, per quanto possibile, la spesa e per evitare sprechi. Credo che nella gestione liquidatoria della quale si sta discutendo nessuno abbia evidenziato sprechi fino ad oggi verificatisi, e c'è piuttosto il timore che questa gestione possa protrarsi, come avviene per ciò che è provvisorio, per un tempo illimitato. Quindi lo spirito degli interventi, credo unitario, mi sembra sia circoscrivibile a un'esigenza: quella di stabilire un punto fermo di una gestione liquidatoria come questa.
Io replico e ribadisco quello che ho già detto in Commissione quando se ne è discusso, quando alla proposta della Giunta sul primo comma, che prevedeva due anni, la Commissione ha contrapposto un termine di un anno e io ho detto che da parte della Giunta non c'era assolutamente nessuna contrarietà a prendere in considerazione anche questo termine di 12 mesi, come un segnale della Commissione, e eventualmente del Consiglio, verso una gestione liquidatoria che comunque deve concludersi entro 24 mesi.
In quella sede - e qui lo ribadisco - ci siamo impegnati a far sì che in questo periodo si adottassero tutte le procedure per prevedere anche il subentro da parte della Regione. Ciò nondimeno credo che la proposta ulteriormente modificativa di portare la scadenza al 31 dicembre sia impraticabile e oggettivamente difficile da realizzare, anche perché nei prossimi sei mesi, con tutta la buona volontà, non si riuscirà, per la complessità che presenta una gestione liquidatoria, a far subentrare anche la struttura regionale (individuata nell'Assessorato dei lavori pubblici) all'interno della quale mancano quelle professionalità che potrebbero consentirci la prosecuzione della gestione liquidatoria. Per cui sulla proposta modificativa rispetto al primo comma dell'articolo 1, sulla durata, la Giunta esprime parere favorevole a ridurla a 12 mesi, da 24 mesi, proprio con questo spirito, cogliendo quanto emerso dalla discussione qui in Consiglio e in Commissione, affinché in 12 mesi si riesca a chiudere una pratica lunga e complessa.
Sul secondo comma, sulla stabilizzazione che era prevista, già in Commissione la Giunta ha espresso il parere favorevole a stralciarla, e quindi a rinviarla a una discussione più generale, che prevederà sicuramente tutto quello che è stato qui sottolineato: l'analisi del rapporto giuridico che lega oggi questi collaboratori all'ESAF in liquidazione, e quindi alla Regione, e tutti gli accertamenti che saranno necessari. Quindi da parte della Giunta non c'è assolutamente nessuna contrarietà, anzi coglie tutto lo spirito della discussione, e chiede che vengano previsti dei tempi che in 12 mesi possono essere anche non sufficienti ma si farà di tutto perché bastino affinché la gestione si chiuda e possa subentrare la Regione in tutti i suoi rapporti. Senza quel minimo termine temporale che stiamo chiedendo credo che sarà anche complicato e difficile riuscire nell'obiettivo che comunque è condiviso sia dal Consiglio sia dalla Giunta.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
SALIS (IdV). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione, nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Floris Mario e Pitea hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 63
maggioranza 32
favorevoli 63
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1Proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF
1. Il termine fissato dall'articolo 5, comma 2, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005), per la conclusione delle operazioni di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF), già prorogato dell'articolo 9, comma 8, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), è ulteriormente prorogato di dodici mesi.
2. La durata dei rapporti di collaborazione coordinata di cui all'articolo 9, comma 9 della legge regionale n. 3 del 2008, può essere prorogata fino alla scadenza del termine previsto dalla presente legge per la conclusione della gestione liquidatoria, anche in deroga al limite previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), e sempre che sussistano i requisiti di legge.
3. Per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente è autorizzata, a valere sull'UPB S07.07.003, la spesa di euro 4.000.000 per l'anno 2010. Alla determinazione degli eventuali oneri per l'anno 2011 si provvede con la legge finanziaria.
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 2 bis:
"2 bis. Alla scadenza del termine di cui al comma 1 l'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF) in liquidazione è estinto e nei suoi rapporti succede la Regione attribuendosi la competenza all'Assessorato dei lavori pubblici". (1)
Emendamento sostitutivo parziale Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
"3. Per gli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'Ente è autorizzata, a valere sull'UPB S07.07.003, la spesa di euro 2.000.000,00". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Steri - Sanna Gian Valerio - Sanna Giacomo - Meloni Francesco - Uras - Milia - Vargiu - Campus - Agus - Capelli - Porcu - Cappai - Maninchedda - Rassu - Pitea
Articolo 1
Al comma 1 le parole "prorogato di dodici mesi" sono sostituite dalle parole "prorogato sino al 31 dicembre 2010". (3)
Emendamento aggiuntivo Cossa - Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 1
All'articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Il personale assunto mediante selezione pubblica per le esigenze della gestione liquidatoria dell'ESAF, è ammesso, al termine della gestione, ai procedimenti di stabilizzazione di cui all'articolo 36, della legge regionale 28 maggio 2007, n. 2 (Legge finanziaria 2007) e successive modifiche ed integrazioni, anche in deroga ai requisiti ivi prescritti. (4)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Capelli - Obinu - Biancareddu - Oppi - Sanna Giacomo - Cuccu - Uras - Sanna Gian Valerio - Lotto - Rassu - Peru - Salis - Cocco Daniele - Ben Amara - Sanjust - Diana Mario - Zuncheddu
Articolo 1
Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Ai dipendenti del soppresso Ente Sardo Acquedotti e Fognature, a far data dall'inquadramento nei ruoli ordinari dell'Amministrazione, degli Enti e delle Agenzie Regionali, ai sensi del comma 3 art. 2 L.R. 12.07.2005 n.10, è riconosciuto il periodo di servizio prestato alle dipendenze ESAF S.p.A. ed Abbanoa S.p.A. come servizio effettivo di ruolo reso alle dipendenze dell'Amministrazione, degli Enti e delle Agenzie Regionali, anche ai fini degli accordi attuativi del C.C.R.L. 2006/2009 relativi alle progressioni professionali all'interno della categoria e area e delle procedure concorsuali indette ai sensi della L.R. 13.11.1998, n. 31, seppure anteriori alla data di entrata in vigore della presente legge. (5).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore.
GRECO (P.d.L.), relatore. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti numero 1, 2 e 3 e invito al ritiro dell'emendamento numero 4 per i motivi già espressi in sede di relazione. Sarà un argomento da trattare eventualmente in sede di esame del disegno di legge numero 71/A.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Il parere è conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti tranne che sul numero tre, per il quale il parere è contrario.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare metto in votazione l'emendamento numero 3. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo molto brevemente, Presidente, per richiamare l'adempimento che tutti noi ci diamo ogni volta. In questo periodo vanno molto di moda le autocertificazioni, cioè l'accelerazione, perché c'è un peso burocratico che "intoppa" e riduce la capacità di sviluppo dell'economia, della società, ma non è con le autocertificazioni che noi risolveremo in via generale il problema, a meno che non decidiamo che questo è un paese nel quale cancelliamo la funzione pubblica: ognuno di noi va in uno sportello deposita una dichiarazione con la quale si assume la responsabilità della veridicità di ciò che dichiara e di conseguenza accede ai benefici della Pubblica Amministrazione, alle procedure ecc.
Noi ci dobbiamo porre il problema di come far funzionare la macchina amministrativa e burocratica, non di come "by passarla". Perché quando manca il controllo di natura amministrativa, badate, l'unico che rimane è quello di natura penale e sistematicamente interviene l'autorità giudiziaria a cercare di porre rimedio. Questo lo dico perché noi oggi andiamo verso il superamento della gestione liquidatoria di un ente ed è giusto ridurre al minimo la funzione affidata all'esterno, perché questo problema l'avremmo potuto già originariamente risolvere organizzando un ufficio che si preoccupasse della gestione liquidatoria di quell'ente che andavamo a sciogliere.
Questo lo dico anche perché andiamo verso una fase di contenimento della spesa pubblica e dobbiamo utilizzare le risorse che possediamo. Ribadisco pertanto il mio voto a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, avendo seguito tutta la discussione sia in Commissione sia in Aula, indubbiamente fa specie che componenti della Commissione come me, come l'onorevole Steri e come l'onorevole Pittea, firmino un emendamento che modifica un testo proposto dalla Commissione, però credo che quello che ci ha detto l'Assessore, sia in Commissione sia oggi in Aula, giustifichi questo richiamo alla cogenza degli impegni. L'Assessore - a cui ho avuto modo di esprimere già in sede di Commissione la mia solidarietà per quello che gli viene "caricato di fare" - afferma che in 6 mesi l'assessorato non sarà pronto. Allora noi continuiamo a chiederci: ma è mai possibile che la Regione non si prepari a una determinata scadenza perché tanto deve chiedere la proroga? E questo è il motivo per cui onestamente, Assessore Dadea, mi sento obbligato a votare questo emendamento, prima a proporlo e ora ancor di più a votarlo, perché non è pensabile davvero che un ente pubblico fondamentale come la Regione, davanti a una scadenza che conosceva perché fissata da una legge, non si sia adoperato per tempo perché questa potesse essere rispettata. Non era certamente pensabile - è stato ribadito più volte - che la gestione liquidatoria dell'ente ESAF potesse conlcudersi nei termini, perché veramente non basteranno sei anni per chiuderla, si doveva però trovare la formula perché le funzioni della gestione liquidatoria dell'ESAF passassero in parte ad Abbanoa e in parte alla Regione. Allora io credo che questa ulteriore proposta di sei mesi rappresenti un segnale dovuto (non alla persona dell'Assessore che sa esattamente come noi giudichiamo il suo operato e come noi stimiamo la sua azione all'interno di questa Giunta) un segnale che, attraverso l'Aula, attraverso l'Assessore e attraverso la Giunta, arrivi a tutta la struttura della Regione e all'ente liquidatore che non può pensare davvero di poter andare avanti a forza di proroghe.
Quindi dichiaro il voto favorevole sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.
CONTU (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. E' lei il Capogruppo?
CONTU (P.d.L.). No.
PRESIDENTE. E comunque ci sono altri interventi.
Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signor Presidente, effettivamente i tempi che sono stati messi a disposizione del commissario liquidatore e della sua struttura sono lunghi, lunghissimi, pertanto credo che sia doveroso da parte di questo Consiglio regionale interrompere questa sorta di catena di Sant'Antonio, perché non è pensabile che questi commissariamenti non abbiano mai fine.
Io non metto sicuramente in discussione il lavoro del commissario, il lavoro della struttura, ma ritengo che per ogni commissariamento ci debba essere comunque un termine, pertanto credo che sia dovere di questo Consiglio regionale porre un termine a questa fase. In merito agli emendamenti, io sono d'accordo con l'emendamento numero 1…
(Interruzione)
No, stiamo parlando degli emendamenti e quindi li richiamo secondo l'ordine che l'impostazione del mio intervento richiede.
Per quanto riguarda la proroga della fase di commissariamento di 12 mesi, io sono d'accordo con questo emendamento anche se ritengo siano sufficienti 6 mesi. Bisognerebbe lavorare per chiudere questa fase commissariale entro l'anno, perché i tempi sono eccessivamente lunghi e questa è la terza proroga che stiamo concedendo. Se dovesse essere accolta la proroga di 6 mesi chiaramente anche i fondi da mettere a disposizione per questa fase commissariale dovrebbero essere ridotti: invece di 2 milioni di euro si potrebbe stanziare un solo milione di euro. Comunque, sottolineo ciò perché ritengo che sia doveroso da parte di questo Consiglio regionale porre fine a questa fase commissariale.
In merito all'emendamento numero 4, io concordo con il relatore, secondo me va…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ladu, le faccio presente che l'emendamento di cui stiamo parlando prevede esattamente quello che lei chiede.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, prendo la parola su tutti e tre gli emendamenti (1, 2 e 3) insieme, per dire che il Gruppo dei Riformatori voterà a favore e che naturalmente non ha nulla contro l'assessore Carta la cui personale cortesia anzi è tale che se potessimo prorogheremmo il mandato per vent'anni, però condividiamo la decisione di mettere fine a questa catena di proroghe. Ricordo d'altra parte che, quando abbiamo sostituito le ASL non le abbiamo lasciate in vita per fare l'ufficio stralcio ma le abbiamo semplicemente abolite, passando la gestione stralcio alle nuove aziende. Io penso che in sei mesi questo passaggio si possa effettuare; spero che l'Assessore e gli Uffici ce la facciano, perché a mio parere non presenta particolare difficoltà, e di pubblica amministrazione me ne intendo abbastanza.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 4, invece, debbo dire che noi lo riteniamo un emendamento sacrosanto, però accogliamo l'invito a parlarne quando parliamo del progetto di legge sul personale e, per il momento, sebbene a malincuore, lo ritiriamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo un chiarimento: siamo in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 3?
PRESIDENTE. Esattamente, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). L'ho chiesto perché ho visto che i colleghi hanno parlato anche di altri emendamenti.
PRESIDENTE. Sì, ma siamo in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 3, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Allora, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 3. Credo che le motivazioni che sono state portate dai colleghi siano motivazioni convincenti - io sono tra i firmatari di questo emendamento - e mi rivolgo anche all'Assessore: Assessore, io credo che quello che non si è riusciti a fare in 5 anni non si riuscirà a fare con 6 mesi in più e quello che si ritiene di poter fare in un anno molto probabilmente lo si può fare in 6 mesi. Quindi ritengo che prevedere il termine perentorio, fisso, del 31 dicembre 2010 sia utile, magari è utile alla stessa Amministrazione regionale per darsi delle scadenze e accogliere quelle che sono le richieste di quest'Aula di porre fine a questa annosa vicenda del commissariamento, trasferendo le funzioni residue alla Regione.
Io credo che l'emendamento numero 3 sia del tutto coerente con lo spirito degli altri due emendamenti (mi riferisco in particolare agli emendamenti numero 1 e numero 2) cioè col fatto che bisogna porre fine a questa vicenda. Quindi, non credo che questo voto debba avere particolari significati, non ce li ha, se non quello di ribadire che le forze politiche (e certamente il Partito Democratico) ritengono che ulteriori proroghe, neanche di 6 mesi, se non quelle strettamente necessarie, e 6 mesi sono certamente sufficienti…
PRESIDENTE. Scusate, state disturbando l'intervento dell'onorevole Porcu, per cortesia!
PORCU (P.D.). Presidente, la ringrazio ma stavo completando il mio intervento.
Credo che anche questo emendamento sia coerente con lo spirito di quelli per i quali lei si è rimesso alll'Aula e ci aiuti a raggiungere quell'obiettivo con maggiore celerità e compiutezza. Il voto quindi è favorevole all'emendamento numero 3.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 3, lo metto in votazione. È stato chiesto dal Capogruppo del P.d.L. la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Cossa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 66
contrari 0
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 1.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 4 è stato ritirato.
Per esprimere il parere sull'emendamento numero 5 ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatore
GRECO (P.d.L.), relatore. C'è un invito al ritiro per gli stessi motivi per cui è stato chiesto il ritiro dell'emendamento numero 4, cioè perché l'argomento verrà trattato in sede di esame del disegno di legge numero 61/A.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.
CARTA, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se aderiscono alla richiesta di ritiro o insistono per la votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Presidente, alcuni anni fa presentai in quest'Aula un altro emendamento relativo al personale del consorzio ortofrutticolo che aveva due tipi di contratti: uno di natura pubblica e uno di natura privata. Mi fu promesso dalla Giunta che il problema sarebbe stato esaminato successivamente. Su questo tema potrebbe succedere la stessa cosa, quindi prima di ritirare l'emendamento chiedo che la Giunta si esprima.
Sottolineo altresì un fatto che questo emendamento è firmato da tutte le forze politiche, nessuna esclusa: è firmato dal P.d.L., è firmato dal P.D., è firmato dal centro, è firmato dalla sinistra. E' sicuramente un emendamento che si pone in favore dei lavoratori, è sicuramente un emendamento che corregge un'ingiustizia; non vedo perché non si possa esaminare nell'ambito di questa legge e si chieda di trasferirlo al disegno di legge numero 71. Non cambia niente, Assessore. Non cambia niente. Se la Giunta fornisse motivazioni convincenti io potrei anche ritirarlo. In caso contrario manterrò l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
CORONA, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Qui c'è un problema di natura contrattuale, cioè le progressioni sono stabilite da un contratto e la legge regionale non può intervenire su un rapporto di natura contrattuale come è questo. Quindi noi stiamo già studiando una modifica che tenga conto del fatto che dopo il passaggio in legge ci sarà bisogno di un rimando alle parti sociali per il contratto. Pertanto così com'è l'emendamento.
Non si può stabilire che ogni volta che un contratto firmato dai sindacati e dall'amministrazione regionale non va bene si possa intervenire per legge. Questo non è possibile. Quindi dovremo provvedere anche il successivo intervento da parte delle parti contrattuali. Ho già sentito alcune rappresentanze sindacali dell'ex ESAF e siamo rimasti d'accordo che avremmo studiato un emendamento in questo senso: lo stiamo facendo e assicuro l'onorevole Cappai che lo presenterò personalmente.
Un altro problema è sicuramente quello relativo agli effetti retroattivi nei concorsi già in atto perché ovviamente anche in questo caso, potrebbero esserci dei profili di illegittimità. Però anche questo problema lo stiamo studiando. Quindi chiedo di rimandare l'argomento di qualche settimana, in maniera da poter costruire un emendamento non censurabile sotto il profilo della illegittimità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per dichiarare che, essendo uno dei firmatari di questo emendamento, intendo mantenerlo. Questo emendamento interviene su una vicenda che è regolata con legge che è stata regolata con legge, che è il frutto della regolazione della legge. Io sono stato, nella precedente legislatura, il relatore della legge numero 10 del 2005, quella che ha stabilito, per la prima volta (e consentitemi di dire l'unica) che dei dipendenti pubblici assunti con contratto pubblico e inseriti nell'ambito del pubblico impiego, venissero in massa assegnati a una società per azioni con contratto di natura privatistica riduttivo, anche dal punto di vista della retribuzione, dei trattamenti, dei benefici, di quello che avevano in godimento. In più occasioni all'unanimità il Consiglio regionale (primi firmatari io e l'onorevole La Spisa) aveva chiesto, proprio per intervenire all'interno di strutture della Regione che necessitavano di competenze specifiche (e anche per "far dimagrire" Abbanoa, ingrassata in ragione delle assunzioni di lavoratori precari) il reinserimento nella pubblica amministrazione, previsto dalla legge numero 10, di una parte dei lavoratori. Credo che siano in tutto una settantina. Il periodo di servizio prestato presso Abbanoa, ESAF S.p.A. a questi lavoratori non viene riconosciuto, per cui sono danneggiati.
Questo è un emendamento che corregge una ingiustizia, riconosce il servizio prestato, dà continuità a questi lavoratori ed è urgente perché altrimenti rischiano di subire ancora una volta una penitenza che non meritano.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, gli Uffici mi fanno rilevare che manca la copertura finanziaria.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non c'è copertura finanziaria, non ci sono costi, è a costo zero. Mettiamo 100 euro. La copertura finanziaria manca alla Regione, al suo bilancio, manca perché i soldi dello Stato...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, sospendo la seduta per 5 minuti per integrare l'emendamento.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 54, viene ripresa alle ore 12 e 02.)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento aggiuntivo numero 5, per il quale è stata individuata la copertura finanziaria di 150 mila euro, a valere sul fondo "Nuovi oneri legislativi".
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, avremmo necessità di altri due minuti di sospensione prima del voto.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendo la seduta per altri due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 03, viene ripresa alle ore 12 e 14.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 5.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Presidente, propongo ai colleghi cofirmatari del presente emendamento di cassare le ultime righe dell'emendamento fermandosi alle parole: "degli enti e delle agenzie regionali". Per invitare i colleghi che hanno firmato assieme a me l'emendamento a condividere questa mia impostazione.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la proposta mi sembra chiara.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Non ho capito nulla, perché, Presidente, c'è confusione… e quando c'è confusione io non capisco, e se non capisco rimango esattamente a ciò che formalmente…
PRESIDENTE. La proposta è di stralciare le ultime tre righe, di fermarsi a "delle agenzie regionali".
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, sto dicendo che siccome io non capisco, io ho firmato l'emendamento, quello è l'emendamento che conosco, non ce ne sono altri, non sono disponibile a nessuna modifica, non sono disponibile a mettere la firma su altro.
PRESIDENTE. Benissimo. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 5.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: Artizzu - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 42
astenuti 21
maggioranza 22
favorevoli 42
contrari 0
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art.1 bis Finalità
1. La Regione autonoma della Sardegna, nell'ambito delle proprie competenze, nel rispetto dei principi della Costituzione, dei Trattati dell'Unione Europea, dello Statuto, delle procedure stabilite con legge statale e sulla base dei principi di attribuzione, sussidiarietà, proporzionalità, efficienza e partecipazione democratica:
a) partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti dell'Unione Europea e provvede all'attuazione ed esecuzione degli atti dell'Unione Europea e degli accordi internazionali;
b) realizza un efficace sistema di relazioni con le istituzioni dell'Unione Europea nelle materie di competenza regionale e sulle questioni di interesse regionale facendo valere le specificità del territorio regionale con particolare riferimento alla condizione di insularità;
c) promuove accordi con le altre regioni, e con regioni appartenenti a stati esteri, al fine di attivare forme di collaborazione e di partenariato, finalizzate allo sviluppo e alla promozione sociale, culturale ed economica della Regione;
d) favorisce la partecipazione al processo di integrazione europea degli enti locali, delle università e delle altre autonomie funzionali, dei soggetti rappresentativi di istanze suscettibili di interesse e di tutela, delle imprese e dei cittadini.
2. La Regione garantisce la massima diffusione delle informazioni relative all'adozione e attuazione degli atti europei, con particolare attenzione a quelli che conferiscono diritti ai cittadini o ne agevolano l'esercizio, sia mediante la pubblicazione delle notizie nel sito istituzionale della Regione, che con ogni altra iniziativa utile a tale scopo.)
(E' approvato)
Passiamo al voto finale sul provvedimento.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 166/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 64
astenuti 0
maggioranza 33
favorevoli 64
contrari 0
(Il Consiglio approva).
comunitari" (106)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge e del disegno di legge numero 73 e 103-106/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signor Presidente, Assessori e colleghi, il testo unificato numero 73, 103 e 106, "Disciplina delle attività europee di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna", è un testo importante, una legge importante che riscrive in maniera nuova le relazioni con l'Unione Europea al fine di poterne cogliere le opportunità e incidere maggiormente sulle questioni di interesse regionale. Obiettivo è quello di dotare la Sardegna, al pari delle altre regioni, di una legge completa e organica in materia di attività europee ed internazionali, consentire alla Regione di giocare un ruolo da protagonista nel processo decisionale ed europeo.
In considerazione delle conseguenze spesso rilevanti che tali decisioni hanno, noi siamo consapevoli Presidente, Assessore, della necessità che intervenga su questi temi la revisione dello Statuto speciale che consentirebbe alla Regione di riscrivere in termini autonomistici il rapporto con l'Unione Europea, prevedendo modalità dirette a rappresentare tempestivamente e con la forza necessaria, presso le istituzioni europee, le questioni che riguardano la nostra Isola. In attesa, però, della riforma dello Statuto, noi, come Consiglio regionale, abbiamo l'obbligo di sfruttare appieno, con una legge regionale specifica, gli spazi riservati alla Regione dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.
Il testo è stato esitato all'unanimità dalla Commissione seconda dopo un attento e approfondito esame dei tre progetti di legge originali, due di iniziativa consiliare e uno della Giunta regionale, che grazie all'apporto di tutte le parti politiche e alla partecipazione anche dell'Assessore competente, ha portato all'elaborazione di un testo unificato che sintetizza le varie proposte. Durante la discussione, la Commissione ha ritenuto di acquisire il contributo di diversi soggetti interessati a vario titolo alle attività europee della Regione - quali gli enti locali, le forze economiche e sociali, le università - che sono stati sentiti in audizione.
La Commissione, inoltre, ha acquisito il parere della prima e della terza Commissione per le parti di rispettiva competenza, e soprattutto la prima Commissione ha dato un contributo importante per il completamento della legge. Probabilmente ci sarà ancora da rivedere qualche passaggio, ma mi pare che, almeno nella prima fase, la seconda Commissione abbia preso in attenta considerazione le proposte avanzate dalla prima Commissione.
Il quadro normativo della legge in discussione si colloca in uno scenario abbastanza definito a livello costituzionale, perché l'articolo 117 della Costituzione prevede che le Regioni, nelle parti di loro competenza, partecipino alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedano alla loro attuazione, nel rispetto delle norme di procedura stabilite dalle leggi di Stato. Dispone altresì che, nelle materie di propria competenza, la Regione possa concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei limiti delle norme di procedura stabilite dalla legge dello Stato. Quindi questo dell'applicazione dell'articolo 117 della Costituzione è un passaggio fondamentale.
Anche a livello statale noi abbiamo come riferimento la legge numero 11 del 2005, la cosiddetta "legge Buttiglione" (la cui modifica adesso è in fase di discussione al Senato, però la prima stesura è stata confrontata con l'attuale legge che noi stiamo approvando, ed è in linea con le nuove disposizioni che sta predisponendo il Parlamento) e la legge numero 131 del 2003, la cosiddetta "legge La Loggia" che contiene norme sulla partecipazione delle regioni all'attività europea e disciplina l'attività internazionale delle regioni.
Le parti più importanti di queste leggi sono state recepite nel testo che stiamo esaminando che contiene anche alcune innovazioni da noi proposte per meglio tener conto della specialità della Sardegna.
Un ulteriore riferimento è il quadro normativo europeo e, nel caso specifico, il trattato di Lisbona, che è entrato in vigore il primo dicembre del 2009 e che riconosce, in capo ai parlamenti nazionali e a quelli regionali, il compito di verificare che i progetti di atto europeo siano adottati nel rispetto del principio di sussidiarietà. Quindi anche questo è un passaggio importante che abbiamo voluto inserire in legge.
Infine, c'è il riferimento anche regionale. Noi abbiamo ancora in piedi la legge numero 20 del 98 che disciplina la materia europea; devo dire che, all'epoca, quando è stata approvata questa legge, stiamo parlando prima della riforma del Titolo V della Costituzione, questa era una legge innovativa e importante, ma tale legge, duole dirlo, è stata applicata solo in parte, e proprio sull'esperienza della legge numero 20 del 98, partendo dalle criticità di questa legge, abbiamo cercato di costruire un modello diverso, più funzionale ed efficiente, immediatamente operativo, con procedure, tempi, competenze ed obblighi ben definiti in capo ai soggetti regionali responsabili della sua attuazione.
La legge contiene novità importanti. La prima è la partecipazione alla formazione del diritto europeo, la cosiddetta fase ascendente, cioè disciplina le procedure per la partecipazione della Regione alla formazione degli atti europei. La stessa legge numero 11 del 2005, la "legge Buttiglione", infatti consente ai Consigli regionali, alle Giunte regionali che ricevono periodicamente progetti di atti europei, di formulare osservazioni in merito a una proposta di atto su questioni di rilievo regionale. E questo è un aspetto che dobbiamo tenere presente in questa legge. Vorrei che l'Assemblea prestasse attenzione al ruolo che deve avere il Consiglio regionale, sia in base alle nuove disposizioni del trattato di Lisbona, sia anche a quanto contenuto nella "legge Buttiglione" e a quello che sta avvenendo in questo momento a livello nazionale, dove il ruolo del Consiglio regionale è tenuto ben presente, cosa che non si verifica oggi. Noi sappiamo, infatti, che il Consiglio regionale è totalmente o quasi escluso dalla discussione, dalla programmazione delle risorse comunitarie.
Allora, la novità di questa legge è quella di disegnare un ruolo diverso da parte del Consiglio regionale, che deve partecipare alla formazione degli atti, ma anche all'attuazione degli atti, agli indirizzi veri, quindi quella che vuole scrivere questo Consiglio regionale con questa legge è una pagina nuova. Il modello prescelto è stato dunque quello del doppio canale, che stimola l'iniziativa autonoma di entrambe le istituzioni, cioè del consiglio e della Giunta regionale, che si raccordano per convergere in una posizione unitaria.
Un'altra novità importante riguarda il principio di sussidiarietà. Come è stato detto in precedenza, il trattato Lisbona ha riconosciuto alle Assemblee legislative il compito di verificare il rispetto del principio di sussidiarietà. Guardate che questo principio è in capo soprattutto ai Consigli regionali, non alla Giunta regionale, e questo deve essere tenuto presente anche nel dibattito che terremo in aula. La legge in discussione prevede che il Consiglio regionale partecipi a tale verifica, e che in questa verifica coinvolga a sua volta i soggetti rappresentativi delle comunità locali. Il trattato di Lisbona affida infatti un ruolo importante anche agli enti locali, che devono essere coinvolti costantemente nell'applicazione della legge.
Un altro punto importante è quello relativo ai rapporti tra la Giunta e il Consiglio regionale, che devono dar vita a un vero meccanismo di collaborazione. C'è, infine, un quarto punto della legge, che è quello relativo all'attuazione della normativa europea, cioè la cosiddetta fase discendente. È noto, infatti, che la nostra Regione manifesti grosse difficoltà nel recepimento della normativa europea; ci sono decine e decine di procedure di infrazione nei confronti dello Stato italiano per alcune inadempienze della Regione sarda. La Commissione e questo Consiglio si augurano che dopo l'approvazione di questa legge le procedure siano più spedite e si eviti di incorrere spesso in procedure di infrazione, come sta succedendo.
Un'altra parte importante della legge riguarda la sessione europea. Partendo dalla necessità che il Consiglio regionale riacquisti un ruolo centrale nelle questioni europee, svolgendo appieno le proprie prerogative di indirizzo e di controllo, è stata prevista un'apposita sessione dei lavori consiliari dedicata all'attività europea internazionale nella quale viene approvata la legge europea annuale e appositi indirizzi alla Giunta. Su questo io devo sottolineare che c'è stata qualche discussione con la prima Commissione, poiché sull'individuazione dei tempi pare che ci sia un'invasione delle competenze del Regolamento del Consiglio o della Presidenza. Noi abbiamo dovuto superare questa fase perché anche la legge numero 20 prevedeva la sessione europea, ma non stabiliva scadenze, e ciò ha portato alla sua non applicazione. Quindi noi non abbiamo mai approvato una legge comunitaria europea, non abbiamo fatto assolutamente. Non si vogliono quindi invadere le prerogative di nessuno, si vuole solo far sì che la legge possa avere un suo percorso ed essere in grado di rispettare i termini stabiliti. Poi viene disciplinata la partecipazione degli enti locali e delle forze economiche e sociali. Ecco, anche questo è un aspetto importante previsto dal trattato di Lisbona. La legge si propone di favorire la partecipazione degli enti locali, delle università, delle imprese, dei cittadini e di tutti i soggetti rappresentativi delle istanze suscettibili di interesse e di tutela al processo di integrazione europea. Infatti, ai sensi dell'articolo 14 della legge, il Consiglio e la Giunta regionale rendono effettiva la partecipazione degli enti attraverso adeguate forme di consultazione all'interno della sessione europea. Ecco, il momento di discussione della sessione europea è il momento di confronto vero con le parti sociali, economiche, con le università, con gli enti locali.
Una delle osservazioni espresse dal Consiglio delle autonomie locali è quella relativa alla necessità di individuare in modo chiaro e preciso il momento di confronto e di partecipazione degli enti locali alla formazione della legge europea. Infatti la legge in esame prevede, sulla legge europea, il parere obbligatorio da parte del Consiglio delle autonomie locali. Questo è un altro punto importante che sancisce il vero contributo delle autonomie locali alla formazione della legge: un contributo che parte dal basso e che si inserisce all'interno del processo normativo europeo.
Relativamente alla programmazione delle politiche europee, la principale novità in costituita dalla previsione del ruolo del Consiglio regionale in merito agli atti fondanti di programmazione cofinanziati e finanziati con risorse europee. Il Consiglio deve impartire indirizzi alla Giunta regionale, la quale Giunta regionale rimane responsabile della sua gestione e attuazione. Sia chiaro, i ruoli sono distinti, sono diversi. Il ruolo della Giunta deve essere un ruolo autonomo, di gestione e di attuazione delle risorse comunitarie. Si tratta di una norma importante che riporta in Consiglio regionale la discussione in merito ai programmi e alle politiche europee. In particolare è importante per quanto riguarda le politiche di bilancio, anche perché noi sappiamo quanta è oggi la parte del bilancio della Regione che riguarda i fondi comunitari, una parte importantissima che, come dicevo prima, praticamente in questo Consiglio regionale non è mai stata discussa.
Noi vorremmo che da ora in poi questo Consiglio si rendesse partecipe nella programmazione di queste risorse e che soprattutto potesse rendersi conto di come vengono spese, quando è che le risorse vengono spese bene, quando non vengono spese, quando i fondi vengono modificati. Abbiamo visto, infatti, che molte volte i fondi comunitari vengono modificati integralmente senza che il Consiglio regionale ne sa assolutamente nulla. È quindi un discorso nuovo, un modo diverso di coinvolgimento del Consiglio regionale. La norma è importante e riporta in Consiglio la discussione in merito ai programmi e alle politiche europee che sono, come dicevo, importantissime. E' ovvio che la Giunta regionale in questa fase deve garantire, in materia, un'informazione costante, che è fondamentale per poter esercitare la funzione di controllo sull'attuazione dei principi e dei programmi europei.
C'è inoltre un altro punto innovativo nella legge, relativo alla cooperazione territoriale. Infatti la Regione sarda deve rafforzare la coesione e l'integrazione europea attivando tutti gli strumenti di cooperazione territoriale incentivando tra i vari Stati interessi comuni in campo economico, in campo culturale, sociale e turistico. In particolare in questo ambito la Regione si impegna a promuovere forme di partenariato e di associazionismo (quali le euro regioni) con l'obiettivo di sfruttare al massimo la sua posizione centrale nel Mediterraneo e offrire maggiori opportunità legate alla creazione dell'area di libero scambio.
C'è poi un capitolo importante che riguarda le attività di rilievo internazionale della Regione. Anche queste sono contemplate dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che prevede espressamente la possibilità che le regioni possano svolgere attività di rilievo internazionale.
Infine c'è lo sportello informativo. La legge prevede, infatti, che ci deve essere l'impegno della Regione affinché le informazione e le opportunità provenienti dall'Unione Europea abbiano la massima diffusione e per questo è previsto uno sportello informativo per i cittadini. Anche questo è frutto di una richiesta avanzata dagli enti locali.
Allora, per concludere, la legge potrà offrire un contributo fondamentale alla politica di sviluppo della nostra Regione nella misura in cui consentirà alla Sardegna di contare di più in Europa, dove vengono prese delle decisioni che hanno ripercussioni dirette e indirette sul nostro territorio.
L'Unione europea ha una grandissima importanza nella politica di coesione ed è fondamentale, ma nello stesso tempo può rappresentare un limite nella misura in cui il sistema di regole comuni (quale ad esempio il patto di stabilità) ci penalizza, in quanto non tiene in giusta considerazione la nostra specificità. Ecco perché risulta cruciale incidere sul processo decisionale europeo attraverso una presenza costante.
In questo momento stanno adottando a livello europeo decisioni strategiche per il futuro dell'Europa, sia dell'Italia sia della Sardegna, e c'è la strategia per il prossimo decennio, che è la strategia 2020, dove si sta riprogrammando la spendita delle risorse comunitarie...
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, la autorizzo a depositare il testo scritto.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, questo è un tema talmente importante che è veramente assurdo che la relazione del Presidente della seconda Commissione e il dibattito possano avvenire in un'aula semivuota, con metà dei consiglieri circa che non sono in aula. Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiedo scusa per l'interferenza in questo dibattito, però mi sono dimenticato di chiedere, relativamente al provvedimento precedente, che gli Uffici tengano conto che la copertura all'emendamento numero 5 è da riferirsi ai dipendenti dell'amministrazione regionale ed è del tutto conseguente che, per ciò che riguarda gli enti e le agenzie regionali, provvederanno gli stessi. Quindi, in sede di coordinamento, probabilmente va precisato questo elemento perché non si faccia riferimento alla stessa copertura.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Salis, Uras, Diana Mario, Piras e Dessì risultano presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori del Consiglio riprenderanno direttamente questo pomeriggio alle ore 16. Il primo intervento sarà quello dell'onorevole Rodin.
La seduta è tolta alle ore 12 e 43.