Seduta n.157 del 17/03/2016
CLVII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Giovedì 17 marzo 2016
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 22.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° marzo 2016 (152), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ugo Cappellacci, Gavino Manca, Giuseppe Meloni e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 17 marzo 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 689, 690, 691 e 693.
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. È stata presentata l'interpellanza numero 216.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, abbiamo appreso che domani i l'Assessore dell'industria dovrebbe presentare il Piano energetico. Allora, siccome noi abbiamo interesse alla partecipazione, chiederemo all'Assessore dell'industria di annullare la presentazione domani, perché è un appuntamento al quale noi vorremmo essere presenti, data l'importanza dell'argomento e del Piano. E' arrivata una E-Mail che i consiglieri regionali, quindi ne ho diretta informazione, altrimenti dovremo capire come procedere domani nei lavori. Lo dico soltanto per l'interesse che l'argomento rappresenta per noi consiglieri, almeno dell'opposizione. Era solo per far presente questo, Presidente, perché in giornata vorremmo sapere dall'Assessore se domani annulla questa presentazione, che formalmente è stata estesa proprio per l'importanza a tutti i consiglieri, perché non si possono fare le cose durante la finanziaria, per essere ancora più chiari, argomenti di questa importanza portarli in maniera così estemporanea all'attenzione.
Continuazione e fine della discussione generale congiunta del "Documento di economia e finanza regionale 2016". (Doc. n. 15/A), del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l'anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016) e relativi allegati" (297/S/A) e del disegno di legge: "Bilancio di previsione per l'anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018" (298/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale congiunta del documento numero 15 e dei disegni di legge numero 297 e 298.
E' iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Presidente, le riflessioni sul documento di economia e finanza regionale 2016 della Giunta regionale, fanno emergere ancora una volta la tremenda crisi economica e sociale che vive la nostra Isola, se pure alcuni indicatori confermerebbero che il ciclo negativo sia stato interrotto e che il sistema economico sia in flebile ripresa. I segnali che arrivano dalle parti sociali, però, smentiscono questa affermazione. I dati sull'occupazione falsati del credito di imposta in conto occupazione. Un tirocinante occupato è pari a un cinquantenne licenziato; è la moria di imprese strutturate pareggiate con la nascita di imprese con il microcredito. Anche se l'introduzione del bilancio armonizzato e l'abolizione dei limiti di spesa legati al patto di stabilità rappresentano una differenza qualitativa rispetto alle impostazioni e ai risultati degli anni precedenti, mi pare che si operi ancora all'interno dello schema che si è andato consolidando nel corso dei decenni, e non sempre in conseguenza di politiche virtuose. Mi sembra di poter dire che ci troviamo, come per il 2015, di fronte a un bilancio ingessato, dove le spese obbligatorie ipotecano la stragrande maggioranza delle risorse disponibili. Questo vuol dire o che non si è ancora capito quanto sia grave la situazione, ne è stata prova evidente stamani la scarsa attenzione e partecipazione al dibattito in Aula da parte della maggioranza, o che non si sappia da che parte cominciare per venirne a capo, esattamente come l'anno precedente, e questo lo rende ancora più grave. Le spese obbligatorie assorbono tutto il bilancio regionale: 50 per cento per la sanità, che nonostante il disavanzo elevato non soddisfa il fabbisogno di sanità dei cittadini. Per lo sviluppo, la crescita e l'occupazione ci sarebbero i fondi, o per meglio dire, le risorse europee, ma con un tessuto imprenditoriale disastrato come il nostro, rischiamo seriamente di non poterne usufruire in modo ottimale. Le imprese soffrono ogni giorno di più per il mancato accesso al credito, per il costo del lavoro, per l'indebitamento con l'erario e le banche, e le misure che si vogliono adottare sono insufficienti; ci vogliono scelte coraggiose per impedire la chiusura delle imprese, e deve essere la classe dirigente per prima a mostrare coraggio nel cambiare rendite di posizione di un sistema stantio che è il contrario dello sviluppo. Per lo sviluppo serve una vera politica del credito, e non quella del microcredito, che ha creato solo problemi. Si parla sempre e con maggiore insistenza di una bad bank, un istituto finalizzato a liberare le banche italiane dai costi degli incagli, che impediscono agli istituti di credito di rispondere alle domande delle imprese. Ne ho parlato già in occasione della scorsa finanziaria, riportando quanto detto dal Governatore Visco. Oggi può la Regione, per una volta, anticipare lo Stato, coinvolgendo le due principali banche regionali specialiste in incagli, a studiare una misura che consenta alle imprese ancora sane di riprendere a operare normalmente? Bisogna pensare a uno sviluppo che veda le risorse disponibili usate con intelligenza, facendo scelte coraggiose con veri piani industriali, sia nel manufatturiero che nell'agroalimentare, che sono la vera sfida produttiva per la Sardegna, e non destinate alle solite partecipate (Igea, Carbosulcis, eccetera) o a enti regionali che praticano l'agricoltura di città (Laore, Argea e simili), risorse destinate a pagare il personale di aziende che sono da anni fuori dal circuito produttivo e i dipendenti degli enti che negli anni passati hanno visto gonfiare i loro organici più per rispondere all'esigenza di fare clientela che a quella di supportare l'economia.
Sempre più spesso si sente parlare di crisi industriale, ma non di un piano di industrializzazione strategica da parte della Regione autonoma della Sardegna, nelle zone di Ottana, Porto Torres e Portovesme. Se le industrie (vedi Eurallumina e Alcoa) non riaprono è perché non ci sono più le condizioni. Bisogna dirlo ai cassintegrati che devono cambiare mestiere, magari tornare all'agricoltura e all'artigianato. Non basta dire che c'è un piano Sulcis con tante risorse. Bisogna indicare subito un programma serio e non permettere che le risorse spariscano con progetti e consulenze senza ricreare un tessuto imprenditoriale costituito di piccole e medie imprese artigiane, agricole e, perché no, anche manifatturiere.
Una riflessione va fatta sul rilancio dell'edilizia, promuovendo il ripristino e il riuso delle case abbandonate, e sullo sfruttamento del patrimonio boschivo regionale. Bisogna promuovere in tutte le sue forme la fiscalità di vantaggio attorno ai porti isolani per attirare investimenti italiani e stranieri sui porti franchi. Sono solo alcune delle misure da mettere in atto per creare sviluppo e occupazione.
Auspicavo una finanziaria di sinistra, dove lavoro, cultura e sanità fossero i veri punti cardine della manovra, invece tutto è stato lasciato agli spiccioli degli emendamenti, e stamattina ne abbiamo avuto la prova con una maggioranza più attenta a trattare emendamenti che alla discussione in Aula.
Per concludere con il lavorativo, non è quello dei call center che, seppur creando posti di lavoro, utilizzano le nostre risorse finanziarie destinate all'occupazione e quando queste si esauriscono chiudono e cambiano localizzazione, ma quello che crea occupazione stabile. Il lavorativo deve essere sempre l'obiettivo da perseguire senza cadere nell'assistenzialismo e nel clientelismo, sempre nemici di ogni processo di sviluppo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, non è facile in fase di discussione generale dare e fare una valutazione puntigliosa, definitiva ed esaustiva su questa manovra di bilancio. Non è facile per la particolarità del momento in cui ci troviamo. Siamo alla seconda manovra di questa consiliatura ed è giunto, quindi, il momento della piena responsabilità delle parti. Non possiamo trovare troppe attenuanti, né tantomeno nasconderci o addolcire eccessivamente la medicina. Rosso Mori è forza di governo, è parte integrante di questa maggioranza e con questa consapevolezza siamo i primi pronti ad assumerci quella parte di responsabilità che ci compete, ma solo quella parte, beninteso.
Dico subito che questo bilancio è povero. C'è un'evidente, clamorosa sproporzione tra disponibilità finanziaria manovrabile e obiettivi e bisogni che ci diciamo dobbiamo e vogliamo aggredire, e sottolineo in primo luogo l'insufficienza degli stanziamenti per trovare risposta al bisogno primario, quel bisogno sottolineato da frequenti manifestazioni sotto questo palazzo o sotto il palazzo di viale Trento, il bisogno lavoro. Certo, Franco Sabatini nella relazione parla di manovra che ha l'obiettivo di consolidare la crescita e ammette che questo significa solo creazione di posti di lavoro. Sottolinea anche che ci troviamo in una fase di grande difficoltà per gli investimenti privati e conclude che è necessario un maggiore impegno di investimenti pubblici. Sono assolutamente d'accordo con queste affermazioni. Ecco perché l'azione politica del mio Gruppo, di Rosso Mori, sin all'inizio della discussione su temi del bilancio ha avuto un unico, chiaro e irrinunciabile obiettivo, quello di allargare, incrementare la disponibilità finanziaria da mettere a bilancio, quello di ottenere una massa manovrabile più adeguata a trovare risposta ai bisogni di una terra esausta, sfinita dalla crisi ed evidentemente lasciata in ginocchio anche da anni di governo di centrodestra, gli anni precedenti questa consiliatura, e lo sanno e lo ricorderanno bene tutti i settori, anche gli allevatori e tutto il mondo agricolo (volevo ricordarlo, questo, all'onorevole Cherchi). Una terra, la nostra, anche oggi certamente ancora in grande difficoltà e sofferenza, malgrado quei timidi e contraddittori tentativi di ripresa che pure, ed è giusto sottolinearlo, ci sono. Ecco perché con forza e a più riprese ho chiesto di poter conoscere eventuali e per noi non solo teoriche risorse ferme in mano e gestite, per esempio, da SFIRS, che poi è lo strumento di gestione finanziaria della Regione autonoma della Sardegna. Su questo tema, insieme ad altri nove consiglieri regionali, abbiamo presentato più emendamenti, che non ritiriamo, per poter chiedere che venissero messe a bilancio somme non utilizzate e non impegnate provenienti da fondi di garanzia o fondi di rotazione o quant'altro possibile, nell'intento appunto di avere una disponibilità di bilancio più credibile e adeguata. Se questo punto abbiamo preteso venisse audita SFIRS in Commissione e successivamente ho chiesto, anche con richiesta ufficiale, una relazione scritta sullo stato dei fondi, quanto e come utilizzati, quanto rendicontati e di conseguenza quanto eventualmente ci fosse di disponibile per una messa a bilancio. Sto e stiamo aspettando ancora questa relazione, richiesta - lo ricordo - prima di metà febbraio. Con lo stesso intento abbiamo chiesto con altri consiglieri chiarimenti su eventuali risorse provenienti da società in liquidazione, come ad esempio Insar. L'intento era ed è uno solo: trovare e mettere a disposizione somme sottraendole a una gestione tecnocratica su cui sembra che come Regione nulla possiamo, ma sono soldi della Regione, sono soldi dei sardi. È lo stesso spirito costruttivo e propositivo che abbiamo dimostrato - lo ricordo anche a futura memoria - nella finanziaria del 2015 quando abbiamo proposto, con un'operazione contabile che prima è rimasta inascoltata e poi solo parzialmente ripresa - si vede che non era poi così campata per aria - l'utilizzo di una parte del mutuo, un mutuo di 700 milioni che non si capisce bene quali e quanti effetti stia realmente producendo per le nostre imprese, per le imprese sarde e per i territori. Si chiedeva di stanziarne una parte per opere pubbliche gestibili direttamente dagli enti locali. Andate a rivedervi quelle proposte perché lì c'è l'anima politica che dovrebbe ispirare questa maggioranza: agricoltura di qualità, mense scolastiche, efficientamento energetico, reddito di cittadinanza, lingua e cultura sarda, in sintesi il nuovo modello di sviluppo che ci chiede la nostra gente. Era ed è anche in quell'occasione che abbiamo fatto una proposta finalizzata a creare posti di lavoro, a creare occupazione e reddito per le famiglie, proposta tesa a incidere realmente sulle crescenti povertà. Voglio dire ancora che sono convinto che nell'intento di trovare risorse si possa e si debba fare molto di più sul versante accantonamenti e riserve erariali. Questo per noi è il più odioso patto di stabilità: 680 milioni di soldi dei sardi che non possiamo spendere. E per finire la vertenza entrate, un punto su cui forse, lo dico sommessamente, siamo stati troppo deboli. Una sentenza della Consulta certifica che noi possiamo mettere a bilancio cifre derivate che ci spettano dalla vertenza entrate, ma evidentemente bisogna anche pretenderle.
Ribadisco che Rosso Mori non può essere soddisfatto dallo stato dell'arte. Non ci sottraiamo comunque al ruolo di reale sostegno, in primo luogo ci impegniamo coerentemente a trovare risposte soluzioni ai problemi dei sardi. Occorre un piano di investimenti straordinari, adeguato e capace, anche finanziariamente, è ovvio, di aggredire le grandi, troppe criticità e situazioni irrisolte della nostra terra. Sottolineo con una particolare attenzione alle aree più disagiate e in sofferenza, alle aree rurali e le zone dell'interno che ancor di più aspettano risposte e strumenti che la politica deve individuare per riavviare davvero uno sviluppo e una ripresa economica e sociale che possa chiamarsi tale. Molte cose si stanno facendo e molte sono le cose positive che avranno plauso e sostegno pieno dei Rosso Mori.
Lasciatemi esprimere la contrarietà del mio Gruppo ai così detti emendamenti "marchetta". Noi siamo espressione dei nostri territori, è vero, ma una volta eletti rappresentiamo l'intera Sardegna. È con questo spirito che abbiamo sempre coerentemente, oltre a quanto ricordato, presentato solo emendamenti unicamente su problemi generali, sulla lingua sarda, sulla cultura e sulla quale tra l'altro esigiamo e pretendiamo maggiore e inequivocabile attenzione. Di più ci interessa guardare avanti e mettere a fuoco le cose, le tante cose da fare e da affrontare.
Avremo occasione di discutere e intervenire settore per settore, senza un'inutile elencazione ora dei temi, delle categorie e delle singole politiche. Oggi dobbiamo dimostrare di avere piena e totale consapevolezza delle condizioni della Sardegna e dei cittadini sardi e dimostrare che ci vogliamo muovere di conseguenza. Sono convinto che questa maggioranza, questa Giunta saprà essere all'altezza di questo compito. Noi ci siamo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Signor Presidente, in effetti riuscire a intervenire su questa manovra è un po' complicato anche perché nell'esordio del titolo che la Giunta ha dato alla sua relazione "Sosteniamo la ripresa", questo significa che c'è una ripresa e che si creano gli strumenti perché questa ripresa venga sostenuta. Allora, la prima constatazione è che la ripresa non c'è, perché è inutile abbarbicarsi su numeri da zero-virgola, è inutile dire e parlare che abbiamo avuto una stagione turistica eccezionale, come che questo sia dipeso da noi, sia dipeso dalle politiche che noi abbiamo messo in campo e non da criminali che nel Nord Africa imperversano e che stanno rendendo quelle regioni assolutamente insicure per quanto riguarda i turisti. La ripresa dov'è? Non c'è. Nell'industria? Noi non facciamo che incontrare operai che hanno perso tutto, hanno perso il lavoro, hanno perso di ammortizzatori sociali e se non interveniamo rischiano di perdere anche la dignità. Nell'artigianato? Non c'è una ripresa. Abbiamo i rapporti della Confartigianato che dimostrano come siamo in piena crisi.
Il primo appunto è che già il titolo di questa finanziaria è sbagliato. "Sosteniamo" significa che abbiamo messo in campo gli strumenti e gli strumenti per sostenere da parte di una Giunta regionale sono di due tipi: le risorse finanziarie e gli strumenti normativi. Le risorse finanziarie, per ammissione stessa dell'assessore Paci, sono ridotte all'osso e probabilmente è la finanziaria più debole da questo punto di vista degli ultimi anni. Da un punto di vista normativo cosa stiamo facendo? Niente. E qui voglio ricordare l'intervento di stamattina del mio collega onorevole Orrù il quale ha tenuto a precisare che se intesa tra maggioranza e minoranza c'è sulla finanziaria non coinvolge lui, non coinvolge neanche me perché io non ho nessuna intesa, a meno che questa finanziaria non sia effettivamente, come dire, non abbiamo i soldi ma iniziamo a pensare da un punto di vista normativo quali sono gli strumenti che vogliamo darci. Quindi, primo punto: sopprimere le imposte che avete voluto aumentare, l'avete detto, riusciamo a non aumentare l'Irap, l'Irpef e l'addizionale; bene, facciamo un emendamento e cancelliamo quella legge. La zona franca, la vogliamo istituire? Prevediamo gli strumenti perché questo si possa fare. Sulla zona franca io voglio soffermarmi solo un attimo per dire che la sufficienza con la quale da parte del presidente Pigliaru da parte dell'assessore Paci è stato liquidato l'argomento dimostra che l'approccio è di tipo professoriale, non è un approccio di tipo amministratore, di qualcuno che ha comunque una responsabilità nei confronti delle persone e delle imprese, perché liquidare il discorso zona franca come un discorso demagogico credo che rappresenti un approccio del tutto accademico che niente ha a che vedere con la realtà. La zona franca, ben lungi dall'essere qualcosa che non si possa fare e ben lungi dall'essere libro dei sogni è quello strumento che consente alla Regione Sardegna di prendere in mano, o alle zone nelle quali la zona franca viene istituita di avere in mano la leva fiscale, cioè l'unica leva che può consentire a quei territori di poter essere governati da chi in quei territori ci abita, da chi quei territori amministra unitamente e insieme alla Regione. Quindi, gli strumenti non ci sono perché non stiamo assolutamente creando questo strumento per poter essere poi applicato nelle zone che riterremo di dover in qualche modo aiutare con questo strumento.
Semplificare la macchina burocratica è un altro strumento che dovrebbe servire a sostenere quella ripresa fantomatica e fantasma del titolo. Bene, quali sono i provvedimenti dentro la finanziaria che prevedono la semplificazione? Non ce n'è neanche uno. E questo è l'altro problema che io mi pongo. Ma perché non avendo i soldi almeno non cerchiamo di mettere strumenti che soldi non ne necessitano? Neanche questo.
L'accelerazione delle procedure negli appalti pubblici, questa è un'altra delle doglianze più grandi che noi abbiamo. Cosa si è fatto? Niente. Abbiamo tanti soldi, forse, grazie al mutuo, che non vanno spesi perché purtroppo le procedure sono a tutt'oggi quelle che nessuno ha voluto modificare né la scorsa legislatura ma qui a due anni di distanza neanche questa maggioranza intende o ha inteso intervenire su questi aspetti.
Nell'incontro che abbiamo fatto con il CAL io ho fatto una provocazione, ho detto che le zone interne della Sardegna, delle quali ci riempiamo la bocca, per le quali esprimiamo solidarietà, alle quali diamo tutto il sostegno, a parole, in effetti per queste zone non abbiamo mai fatto nulla di concreto e non può certo passare come un interessamento dello Stato l'aver istituito un Osservatorio sulla criminalità e sugli attentati degli amministratori. È una piccolissima cosa che lascia esattamente quei territori come noi li conosciamo, anzi, destinati a peggiorare. Quei territori hanno il problema dello spopolamento, hanno il problema di imprese che se ne stanno andando, hanno il problema di industrie che hanno fallito, hanno il problema della disoccupazione, hanno il problema dei trasporti, hanno il problema delle strade, hanno il problema della scuola, tutti i problemi possibili e immaginabili sono lì, ci aggiungeremo anche il problema della sanità con la riforma perché al peggio non c'è mai fine. Allora, io ho detto: "Cosa impedisce alla Regione di studiare, di valutare la possibilità che qualcosa da Cagliari vada via"? A Cagliari ci sono 32 mila buste paga della Regione. Io ho detto: "Facciamo una scelta coraggiosa, facciamo una scelta che dimostri che a quei territori vogliamo bene, che a quei territori diamo non solo attenzione a parole, ma facciamo qualcosa di concreto" e provocatoriamente ho detto: "Trasferiamo la sede del Consiglio regionale a Nuoro e la sede della Giunta regionale a Oristano". Cosa significa questo? Svuotare Cagliari? Vuol dire che Cagliari torna indietro? Da dove? Cagliari non torna indietro, Cagliari è qua, Cagliari ha il suo porto, Cagliari ha il suo aeroporto, Cagliari ha la sua Università, Cagliari ha il suo hinterland, Cagliari è città metropolitana e sopravvive comunque a prescindere. Se noi avessimo il coraggio di spostare le sedi istituzionali della Regione nel centro della Sardegna sicuramente non sono inquinanti, sicuramente non sono affidate a imprenditori truffaldini che prendono i contributi e scappano, sicuramente non stiamo facendo una cosa per la quale dobbiamo chiedere il permesso allo Stato, sicuramente non aspettare chi ci dichiarino l'area di crisi, sicuramente facciamo qualcosa per i territori dei quali conosciamo la difficoltà nella quale si dibattono e sicuramente la regione sarebbe più vicina a tutti i sardi perché sarebbe al centro della Sardegna, sarebbe raggiungibile, sarebbe veramente una regione vicina ai cittadini. Perché non immaginare che questa cosa si possa fare? Sicuramente rivitalizziamo le zone interne, sicuramente a quel punto le zone interne non diventano le zone interne, diventano le zone centrali ma non solo per andare a Cortes Apertas o aspettare che nevichi a Fonni ma diventano centrali nella politica, diventano centrali nella vita della Sardegna e sicuramente quei territori avrebbero la risposta che altrimenti non riusciremo a dare perché lo spopolamento è inevitabile, perché sicuramente il sottosviluppo continuerà a imperversare, sicuramente si continuerà a impoverire. Il patto con lo Stato, la cosiddetta vertenza entrate che è stata sbandierata come un risultato eccezionale, io sono d'accordo e sottoscrivo quanto ha detto l'onorevole Sabatini, bisogna riaprire il confronto con lo Stato perché è stata una scelta scellerata, è una scelta che ci stava affossando, è una zavorra che ci sta trainando verso il fondo e da quel fondo non riusciremo ad uscire se non riapriamo questo dibattito con lo Stato. Un'ultima cosa perché vedo che il tempo sta finendo: la tariffa unica sui rifiuti. Cagliari non aveva acqua, Cagliari si porta l'acqua dal centro Sardegna, tutti paghiamo la tariffa uguale in tutta la Sardegna, allora perché a Nuoro paghiamo 220 euro a tonnellata e a Cagliari pagano 90 euro? E' necessario che si decida questo Consiglio a dare un atto nel quale gli si dica alla Giunta di studiare perché la tariffa sui rifiuti deve essere unica in tutta la Sardegna come l'acqua...
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Zanchetta. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIETRO (Cristiano Popolari Socialisti). Il grido di dolore dell'onorevole Carta può trovarmi sicuramente in piena sintonia e condivisione negli intenti che ci devono indurre a considerazioni profonde nel merito di territori che subiscono situazioni pesanti di crisi ma che sono anche dimenticati. Vorrei chiederle però, onorevole Carta, se tutto è da distribuire tra Nuoro e Oristano o c'è qualcosa anche per me, nel mio territorio, nel senso che anche noi subiamo, come dire, molte dimenticanze, non per questo però andiamo a fare, come si suol dire, delle lamentele o delle oserei dire demagogiche lamentazioni che assomigliano più al lamento delle prefiche che anziché alle considerazioni di analisi stretta, analisi che ho sentito perché io cerco di seguire tutti gli interventi anche in maniera critica e forte questa mattina che mi trovano anche in condivisione sulla preoccupazione che dai banchi di quest'Aula si alza quando si parla della situazione generale della Sardegna. E' chiaro però che il lamento delle prefiche non mi può trovare d'accordo perché quando si fa troppa demagogia e populismo si rischia di scadere e di dimenticare quali sono gli obiettivi, obiettivi che noi dobbiamo tenere sempre presenti che sono quelli del benessere e della crescita del nostro popolo e della nostra Isola. Perché mi è capitato poi con due colleghi esponenti della cultura barbaricina come l'onorevole Deriu e l'onorevole Gaia di parlare di s'attitu questa mattina quando sentivo proprio le lamentazioni, ma in alcuni interventi mi è venuto in mente anche uno straordinario Totò in: "La patente", la patente dello iettatore che qualcuno anche in maniera brillante e dialetticamente affascinante ha voluto scaricare così con le responsabilità da attribuire alla Giunta e alla maggioranza sul disastro della Sardegna. Ma quando si piange e ci si strappa le vesti e si inscena un dolore, ci si dimentica anche di aver avuto la responsabilità di averlo provocato quel dolore e allora io credo che si debba prendere atto che ci sono responsabilità da condividere e come direbbe il Presidente della Commissione d'inchiesta sulla sanità: "Le analisi vanno fatte a tutto tondo almeno considerando non soltanto i cinque anni ma avendo come punto di riferimento un decennio." E allora su questo io credo che si debbano fare dei ragionamenti che investono la responsabilità di ognuno di noi nelle analisi quando si fanno catastrofismi e non si entra nel merito delle situazioni che oggi ci trovano anche ad affrontare dalle emergenze. Detto questo però io credo che già dall'analisi di ieri fatta dal presidente Sabatini siano stati inquadrati alcuni aspetti fondamentali dei quali noi non possiamo tenerne conto. Intanto che le tasse non sono state aumentate, la difficoltà certamente dettata dal momento e anche da un momento particolare come quello degli accantonamenti che non ci consente di utilizzare risorse che dobbiamo tenere ferme, immobilizzate e quindi come diceva l'onorevole Sabatini bisogna mettere in discussione l'articolo 8 dello Statuto, forzare dunque la mano anche nei confronti dello Stato. E faccio sempre delle citazioni e allora forzare la mano significa che non ci si può riferire soltanto ai momenti che sono sicuramente di grande rilevanza sotto il profilo delle scelte che noi dobbiamo fare con le regioni che ci sono vicine e con realtà che hanno la nostra stessa identità e problematica come la Corsica, ad esempio, non ci si può ispirare alla Corsica e poi essere deboli con lo Stato quando si va poi a richiamare funzioni e ruolo di quest'aula, del governo regionale nel pretendere dallo Stato il riconoscimento che quest'isola deve avere. E questo vale a tutto tondo non soltanto per l'utilizzo degli accantonamenti, delle risorse, ma vale anche nella rivendicazione del ruolo che noi dobbiamo chiedere con forza che è quello di un'insularità non riconosciuta ancora dal governo nazionale e dall'Europa. E allora credo che su questo noi possiamo fare ragionamenti che ci vedono portare avanti una prospettiva anche in funzione delle nostre risorse.
Non si può essere troppo garbati con lo Stato, dobbiamo avere maggiore determinazione e anche un po' di arroganza, però non si può negare che gli indicatori ai quali si è fatto anche un riferimento questa mattina, vedono anche se pur timidamente segnali di ripresa sul mercato del lavoro e della produzione, non si può negare che c'è uno sforzo per il risanamento dei conti pubblici soprattutto legati alla sanità e c'è un impegno forte per la moralizzazione della spesa. Io credo che questo deve essere un riconoscimento che va fatto alla Giunta, al governo regionale, a questa maggioranza, sostenere la ripresa e quindi spendere per le politiche attive del lavoro e dei diversi settori produttivi è un impegno già indicato, è un punto fermo di una rotta già tracciata. C'è un'idea di fondo dunque per una programmazione unitaria di tutte le risorse sia regionali che statali che comunitarie, una programmazione territoriale condivisa con i soggetti principali che sono i territori, abbiamo un piano regionale delle infrastrutture che impone però un confronto serrato con il governo per il riconoscimento di quello che dicevo prima di un'insularità che ci viene negata molte volte, è una battaglia che va portata avanti con fatica, ci sono ritardi storici da colmare. Però una considerazione la voglio fare sulla crisi della politica in generale, in particolar modo quella dei partiti principali, quindi abbiamo tutti responsabilità anche se io appartengo ad un partito piccolo, ma faccio parte di quei nove che hanno sottoscritto, come diceva l'onorevole Usula, gli emendamenti che non ritirano per verificare appunto se esistono ancora risorse spendibili. Dicevo, la crisi della politica che investe i principali partiti ci porta a non avere più punti di riferimento rispetto ai problemi che noi dobbiamo affrontare perché si è in qualche modo sfilacciato il ragionamento e il rapporto tra la politica che deve incidere sulle questioni di fondo, così come sottolineava Comandini questa mattina, che la finanziaria deve avere un'anima anche politica, e allora però noi vogliamo dargliela, perché vogliamo recuperare il ruolo della politica anche negli elementi di natura fredda come quelli numerici di una finanziaria, o di una manovra finanziaria. E' stato richiamato quindi un ruolo più autorevole della politica, come la funzione che deve avere quest'Aula, dando un'anima politica alla finanziaria. Noi ci portiamo avanti un fardello pesante di una Sardegna che appare ancora arcaica dal punto di vista produttivo, che lascia sul campo morti e feriti, macerie, gente senza lavoro, disoccupati, dispersi del mondo del lavoro. Noi dobbiamo recuperare tutto ciò con politiche nuove, moderne, attive del lavoro che devono rimanere centrali nella manovra. E quando si è parlato, anche stamattina, di attrarre investitori, e com'è accaduto anche con i recenti accordi con Amazon e Huawei, questi sono elementi che danno forza all'azione di governo di questa Regione, non li si può dimenticare, non si può fare finta che non esistano, sono elementi forti che ci danno una prospettiva nuova e moderna, così come ce la dà il piano energetico approvato dalla Giunta regionale. E posso dire, visto che è stata fatta una richiesta dell'onorevole Pittalis, che la riunione di domani per il piano energetico è una riunione tecnica che investe la VAS…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, francamente io ricordo anni fa, quando si poneva al centro il dibattito della finanziaria assurgeva ad un grosso momento di riflessione, e tra l'altro un amico, componente del mio Gruppo di allora, ogni tanto si alzava e ricordava: "Ma perché dobbiamo santificare così in modo importante la finanziaria? E' una legge come un'altra!". E tutto sommato è vero, ma all'origine vi è un ragionamento, che se ci fosse stato dibattito stamattina, come non c'è stasera, perché non c'è modo di poter colloquiare con un sordo che vuole essere sordo a tutti i costi e cercare di capire quali sono le proiezioni per un domani. Io neanche mi lamento dei consiglieri che stanno a cincischiare, cercando di trovare soluzioni per La Maddalena. Il problema è che manca una filosofia di comportamento, manca l'anima di quello che è legge finanziaria, di quello che si scrive, perché si scrive e dove si vuole arrivare con la proposta di finanziaria. Vedete io avrei potuto prendere per iniziare l'intervento i titoli dei giornali: "Caos voli", "Trapianto da incubo", "Aerei a Pasqua resta l'emergenza". Non parliamo delle ferrovie, assessore! "Sanità, spesa in crescita", emodinamica e quant'altro si vuole. Non parliamo dell'agricoltura, dove c'è l'ennesima dichiarazione che ci sono i pagamenti in corso, poi sono mesi che non si pagano, e questo va tutto bene, poi il singolo Assessore, più o meno fotogenico, è puntato lì all'interno della pagina di giornale. Ma stiamo risolvendo i problemi della Sardegna? Stiamo cercando di dare uno spirito unanime e un corpo che possa essere tangibile delle genti di Sardegna, attraverso quella che è l'innervatura di una finanziaria che dovrebbe non solo essere caratterizzata da numeri. Perché i numeri parlano, come le pietre parlano! Allora bisogna veramente forse trascurare alcuni aspetti ed andare a vederne altri. Io credo che se andiamo ad analizzare il bilancio noi vedremo che le parti essenziali, i settori più importanti, anziché essere finanziati sono stati de finanziati: artigianato, commercio, lo stesso turismo, non parliamo della scuola. E a proposito si fa vanto da stasera che c'è una premialità di 28 virgola rotti milioni di euro, guarda caso però non tutti hanno letto che si fa riferimento alle analisi del 2013, quindi nessuno ci metta la firma per dichiarare che è azione propria, forse neanche quel centrodestra che governava allora, forse, ma nessuno si azzardi a scriverci sopra qualcosa perché sta sbagliando. Assessore, so che è impegnato perché deve mettere d'accordo il pranzo con la cena con i suoi della maggioranza, ma le voglio dire che probabilmente è arrivata l'ora chiederle se, e perché, e come funziona il sistema informatico regionale, parlo del SISAR, del SIBAR, della SISAL, degli affidamenti, dei danari che si sono spesi e buttati lì, delle convenzioni. Assessore, lei non mi ascolta, ma sono abbastanza importanti le cose che le sto proponendo, perché nascondono anche quelle altre danari che da un tesoretto non si capiscono, e sto parlando delle convenzioni con una altre Regioni, con istituti, con agenzie varie che contemplano mille e un problema, mille e un settore, e voglio andarci a fondo, e su quello farò un'interpellanza effettiva, se non una mozione. So che non vi interessa, va benissimo, abbiamo capito che a voi non interessa e questo è importante, comunque la gente di Sardegna, state più che certi, sta ad ascoltare. Come vorrei sapere le gare, gli affidamenti, gli uffici e le consulenze varie che si sono fatte, quali procedure si sono seguite. Quali sono i risparmi che si sono realizzati. Si chiude a Bruxelles? Era un vanto bene o male, ma colpa di chi dirige la Regione non ha funzionato perché non ci sono stati più mandati dei dirigenti e degli operatori che fossero lì incardinati a fare gli interessi della Sardegna e a seguire gli affari a Bruxelles, che certamente la Sardegna ha necessità di seguirli. Nel contempo si apre un ufficio del lavoro in Svizzera, mi dovete pur dare spiegazioni, tutto buono e tutto legittimo ma datemi spiegazioni. Io, tolto il fatto che non c'è un'idea guida, che non c'è un fondamento, una base, un indirizzo effettivo su cui poter contare, riprendendo anche alcune dichiarazioni di stamattina dove qualcuno diceva: "Ah, stanno per allocarsi nuovi investimenti, dalla Huawei a tante altre", attenzione a quello che dite perché non abbiamo costruito un sistema infrastrutturale adeguato, non abbiamo un sistema di trasporti effettivo, nessuno sviluppo si avrà mai se non ce l'infrastrutturazione adeguata! Però abbiamo ipotecato con 700 milioni l'infrastrutturazione della Sardegna attraverso un mutuo contratto l'anno scorso che ha già dato 60 milioni di investimento e non quanti quest'anno se raddoppiando raggiungeranno i 130. Ma avete contezza di quello che andate a dire? Assessore Paci, io non sto neanche più cercando niente perché altrimenti dovrei riprender un altro ragionamento di stamattina dove qualcuno diceva che introiettavamo 1 milione di euro più miliardo di euro in più all'anno da accordi fantasmagorici, forse quelli di Prodi con Soru che mai hanno fruttato niente, noi lo sappiamo bene, non abbiamo incassato niente come regione, evviva Dio esiste, resta un forte punto di frizione fra la Regione e lo Stato. Eppure si è cassato anche quello togliendo ogni possibilità di rivincita attraverso un dibattito forte, se fosse quello giudiziario. Non si può amministrare così a cuore leggero cercando di dare le 10 lire o i 30 danari a qualcuno che potrebbe tradire sul voto e non guardare quelli che sono gli interessi effettivi della Sardegna! Bisogna ripensare a quelli che sono i rapporti con i lavoratori, con gente che spende carne e sangue, che non ha più neanche da portare un tozzo di pane a casa e noi non abbiamo la contezza di fare una politica attiva del lavoro! Non abbiamo la formazione professionale! Non avete presentato nessuna riforma relativa alla scuola e alla formazione professionale, non avete posto davanti a voi nessun obiettivo serio che dia un'opportunità!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Ho la fortuna di intervenire sempre dopo il collega Dedoni, il primo invito che faccia alla Giunta è: non so sino a quando e quanto potremmo sostenerlo, la discussione in finanziaria coincide, la prossima settimana con la settimana santa, con la quaresima, ed è sempre la solita liturgia: a sinistra di quest'aula attacchi legittimi a questa proposta di legge, a destra della stessa difesa non a uomo ma a zona della stessa, credo che poi la verità stia in mezzo, questa doveva essere la nostra prima vera legge finanziaria, la legge per la ripresa e per il sostegno alla crescita. Io credo che siamo già fortunati se, rispetto all'anno scorso, quegli indicatori molto negativi siano rimasti immutati, perché ripartiamo comunque da una situazione drammatica: 175 mila famiglie e nuclei familiari sardi sotto la soglia di povertà che potrebbero corrispondere a più di 400 mila sardi, partiamo dalla disoccupazione giovanile intorno al 54 per cento, partiamo da 33 mila nostri concittadini sotto ammortizzatori sociali. Questi indicatori chiaramente ci devono far riflettere rispetto alle proposte e alle soluzioni che noi vorremmo proporre.
Io credo che in questi giorni, e devo ringraziare chi alacremente ha lavorato per cercare di migliorare la prima proposta che abbiamo visto, siamo comunque riusciti a salvare delle situazioni che secondo noi non potevano essere che accettate dalle nostre comunità, nel momento in cui siamo riusciti a salvare tutti i fondi per le politiche sociali io credo che abbiamo già fatto un passo avanti, nel momento in cui siamo riusciti a mantenere integro il fondo unico credo che abbiamo voluto mandare un segnale forte a quel processo quasi ineludibile che sta colpendo, come ben ha detto il collega Carta le zone interne e i piccoli paesi. Lo dico, sono monotono e lo ripeto, che da noi è ordinario quello che da altre parti è negativo e straordinario da noi è strutturale quello che invece è congiunturale da altre parti, noi rispetto a questo dovremmo davvero fermarci un attimo per cercare di partire con proposte di soluzioni che diano veramente le risposte. Questa legge finanziaria andiamo a discuterla dopo l'approvazione della legge sulla riforma degli enti locali, poi andremo a discutere della legge di riforma delle reti ospedaliere e della rete sanitaria, la legge di riforma sanitaria. Questo è importantissimo per quello che sarà il futuro dei nostri contesti territoriali, per i nostri contesti intendo tutti. Io credo che sia giusto quando si parla di quei fondi perequativi quel principio che noi abbiamo sancito con l'approvazione di quella legge. Chi ha avuto molto deve dare qualcosa a quelli che non hanno avuto nulla. Questo non vuol dire che Cagliari debba essere indebolita perché io sono convintissimo che se Cagliari è forte potrà essere forte tutta la Sardegna. Diceva bene prima in parte il collega Carta quando diceva che si potrebbero spostare alcuni servizi importanti da Cagliari al centro della Sardegna. Io ripropongo l'idea di qualche anno fa di cui si era a lungo parlato.
Quell'idea che era stata pensata e su cui si stava lavorando perché almeno l'ente strumentale più importante della Regione Sardegna venisse spostato a Nuoro, questa è una idea ancora attuale che deve essere assolutamente presa in considerazione perché l'Ente foreste, per una serie di motivazioni, di argomentazioni validissime, può benissimo essere dislocata nella città di Nuoro. Daremo già un primo segnale di quella che vuol essere l'idea che noi abbiamo di Sardegna, non è vero che non abbiamo l'idea, purtroppo dobbiamo fare i conti con la coperta che è sempre più corta, però questo ci deve portare anche ad alzare la voce, a sfidare lo Stato, uno Stato che è sempre più patrigno, io mi chiedo se sbaglio io o sono ignorante nel sapere che alcune regioni d'Italia utilizzano i fondi erariali. Chiedo se lo Stato possa continuare ad essere così sordo e a non metterci in condizioni, anche rispetto a quello che ha deciso questo Consiglio regionale, di utilizzare almeno una parte degli accantonamenti, staremo sicuramente molto meglio, non è possibile che non sia più procrastinabile che noi andiamo ad illudere le nostre persone, le nostre genti che stanno male, per mille problemi che ben conosciamo, se poi non abbiamo gli strumenti per poter dare le risposte che loro si aspettano. Gli strumenti ce li deve dare lo Stato, sono d'accordo sul contenuto degli interventi di alcuni colleghi che mi hanno preceduto, mi riferisco l'onorevole Usula, all'onorevole Zanchetta. Quando l'onorevole Usula parla di controlli su eventuali tesoretti, questi sì che potrebbero essere allocati in alcuni fondi di garanzia, alla Sfirs o in altre parti, io credo che questo lo facciamo perché noi tutti abbiamo davvero voglia di voler dare risposte esaurienti, risposte veramente che migliorino le condizioni di vita dei nostri concittadini. Siamo qui per questo. Dicevo prima che su quei processi virtuosi di perequazione, noi dovremmo lavorare a lungo, ma credo che li abbiamo praticamente sanciti con una legge e d'ora in poi dobbiamo davvero attivarci perché questo tutto questo possa avvenire. Noi vorremmo dei cittadini che siano equiparati, che possano prenotare una risonanza magnetica con gli stessi tempi di attesa da Castelsardo a Villacidro, questo oggi purtroppo non avviene. E non avviene anche perché qualche responsabilità in questo ce l'abbiamo anche noi, perché credo che tutto il sistema sanitario davvero abbia necessità immediata di una revisione, perché è chiaro, è sotto gli occhi di tutti, che non si può continuare a sostenere una situazione del genere. Io mi auguro che quello che ha detto l'onorevole Dedoni, anche qualche altro collega, su convenzioni, su consulenze, su spese inutili queste situazioni vengano davvero denunciate perché noi siamo contrari a che si continui a sperperare del denaro pubblico per poi non risolvere situazioni. Fa rabbia anche a me quando vedo che qualche ASL si permette di convenzionarsi con alcuni consulenti, non credo più bravi dei nostri, della Sicilia per proporre soluzioni a problemi e la soluzione ai problemi non è la riduzione dei costi ma è l'aumento dei costi, perché quando questi signori vengono qua dalla Sicilia e ci propongono anziché un centro di igiene mentale se ne facciano due o tre, credo che siamo davvero fuori strada. Su questo la pensiamo allo stesso modo e continuiamo a pensare allo stesso modo. Il tempo sta finendo, purtroppo quando si parla di legge finanziaria si parla di tutto e potremmo per ore parlare di troppe cose rispetto alle quali vorremmo parlare e vorremmo impegnarci a proporre soluzioni che siano davvero in grado di dare le risposte che ci attendono i nostri concittadini e che ci attendiamo anche nomi. Ma avremmo occasione in questi giorni di approfondire alcuni di questi problemi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Siamo finalmente giunti alla discussione del livello di legge sulle disposizioni per la formazione del bilancio, quella che è stata correttamente denominate legge di stabilità per l'anno 2016. La prima legge finanziaria della giunta Pigliaru. Credo, in modo convinto, che già nell'appellativo del testo ci sia il giusto riassunto di quanto contenuto nei 12 articoli, e negli allegati tecnici in quanto è evidente che la Giunta regionale e l'Assessore abbiano tra i loro obiettivi e tra le loro priorità proprio la stabilità finanziaria, ma soprattutto, la stabilità della politica di questa maggioranza della giunta Pigliaru. Attualmente, grazie alle società di rating, ai dettami BCE e alle istituzioni europee la stabilità è diventata il primo parametro di valutazione della qualità amministrativa di un ente, non si è infatti dovuto attendere a lungo affinché l'amministrazione sarda abbia ottenuto elogi da una delle più autorevoli società internazionali di valutazione economica; mi preme però sottolineare ed evidenziare che gli indicatori sui quali si basano gli organi di valutazione sono esclusivamente le variabili finanziarie e nominali, sottovalutando, troppo spesso, l'importanza dell'economia reale, quella che in realtà sfugge a noi ma soprattutto sfugge a voi. Quella cioè che si fonda sulla quantità di beni e servizi prodotti, sull'andamento dei consumi, degli investimenti ovvero sull'economia che i cittadini, i lavoratori e le imprese avvertono quotidianamente e su cui si fonda la speranza di vita dei sardi e della Sardegna intera. Questa premessa è utile per sottolineare che, malgrado si sia fatto qualche passo in avanti sotto profilo della stabilità, la crescita economica ancora è troppo debole e non è ancora motivo di soddisfazione per l'Amministrazione regionale. Le principali cause sono la disoccupazione, la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, a cui si collega la crescita dei flussi migratori, la fuga di cervelli sardi, unica risorsa che potrebbe permetterci di sperare in un nuovo futuro. Per arrestare queste dinamiche risulta quindi necessario basare le proprie strategie economiche innanzitutto sul lavoro, sulla produzione, la produzione vera non virtuale, affinché si attivino tutti i meccanismi di macroeconomia e cioè quella che Keynes definiva il moltiplicatore. Dal 2011 a oggi in Italia si stanno adottando strategie di austerità che mirano a ridurre la spesa pubblica, ad aumentare la pressione fiscale e soprattutto ad annullare l'accesso al credito. Ovviamente è un'economia che sta dando alla società una valutazione se davvero nella nostra regione un obiettivo fondamentale a scapito dell'economia partecipata e vissuta dalle persone, dai cittadini e dalle imprese, che con vero coraggio provano a sopravvivere malgrado la grande austerità, questa è la motivazione per cui ho dedicato gli emendamenti sulla politica attiva, sui lavoratori in utilizzo, sugli operatori dell'artigianato, alle imprese dell'agro-alimentare, alle cooperative giovanili, ai lavoratori esclusi dal mondo del lavoro, altro grande problema del quale ci dobbiamo far carico, ai lavoratori della sanità, della sanità intera e su questo ovviamente caliamo un velo pietoso, avremo modo, quando troveremo l'articolo, poi di entrare nello specifico, e settori trainanti come l'agricoltura. Ricordiamoci inoltre che le grandi problematiche della nostra Regione dipendono in maniera importante dalle decisioni dello Stato italiano e mi riferisco alla vertenza entrate e agli accantonamenti, che ci rendono difficile l'applicazione della nostra autonomia statutaria. Per questo motivo viviamo costantemente la minaccia di un possibile aumento della posizione tributaria, per ora sospeso, o comunque non abbiamo libertà decisionale sulla gestione della spesa pubblica. Ieri il presidente Sabatini ha enunciato una serie di opere infrastrutturali e di cantieri di prossima apertura e credo che ciò sia assolutamente necessario per la Sardegna, ma altresì se riuscissimo a rivendicare meglio la nostra autonomia, da una parte, e la presenza di aree economicamente svantaggiate, dall'altra, potremmo pretendere dallo Stato italiano: una rimodulazione degli accantonamenti sulle compartecipazioni erariali; maggiore potere di spesa; e soprattutto intraprendere quel percorso che oggi è solo un sogno per i sardi, ovvero: la realizzazione di un'area del Mediterraneo con fiscalità di vantaggio. Con queste linee guida si può dare speranza di un futuro credibile fatto di lavoro, di opportunità e di imprese, valorizzando quindi la parte viva e dinamica della Sardegna, quella che può proiettare sui nuovi sentieri la crescita innovativa, sostenibile e soprattutto quella voluta dai sardi. Concludo dicendo che questo è il bilancio della quaresima, quaresima significa 40 giorni prima della Pasqua, la Pasqua però significa anche in qualche modo digiuno, restrizioni, astinenza ecco questo bilancio rappresenta degnamente il periodo religioso che stiamo vivendo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Discutiamo la legge finanziaria che è il momento politico più importante dell'Assemblea elettiva, di un Governo, e se mi si chiede se è la legge finanziaria che avrei voluto, dico tranquillamente di no; sicuramente è una finanziaria che avrei voluto diversa nei contenuti, nei numeri e nelle entità economiche e finanziarie, però respingo con forza e con determinazione le accuse che vengono dai colleghi dell'opposizione nel momento in cui ci dicono che è una finanziaria senz'anima, nel momento in cui ci dicono che siamo arroccati nel fortino aristocratico, nel momento in cui ci dicono che non è stato fatto niente e che rappresentiamo il nulla.
Vorrei ricordare ai presenti, e non solo, che se è vero che alla fine del 2015 per mettere in sicurezza il bilancio della Regione Sardegna avevamo deciso di introdurre l'aumento dell'Irpef e dell'Irap, dopo che giustamente e correttamente, a seguito di un confronto serrato per cercare delle soluzioni, non abbiamo applicato questi aumenti, noi abbiamo cercato di fare una finanziaria reale, anche perché non ci dobbiamo dimenticare che la metà del bilancio regionale purtroppo viene assorbito e destinato per la spesa sanitaria. Io penso che la vera sfida sia sul tema della sanità, perché noi dobbiamo mettere in campo tutte le azioni, tutti i provvedimenti, e soprattutto non è più rinviabile la riforma della rete territoriale, e soprattutto non possiamo proseguire una gestione sanitaria così come è stata gestita negli ultimi anni, dove abbiamo tutti delle responsabilità, centrodestra e centrosinistra, tutti i governi che si sono succeduti alla guida della Regione, anche perché il trend di aumento della spesa sanitaria non fa altro che diminuire le disponibilità economiche per fare altro, così come dicevano i colleghi, soprattutto sul lavoro. Allora io rigetto con forza quando ci viene detto che questa è una finanziaria senz'anima, perché dico questo? Ieri qualcuno ha fatto dei proclami dicendo che stavamo facendo dei tagli agli enti locali, ricordo invece che il fondo unico è rimasto intonso, non è stato tolto un solo euro, vorrei ricordare anche ai colleghi che i vari governi degli anni scorsi hanno fatto dei progressivi tagli dei trasferimenti nei confronti degli enti locali e invece questo Governo regionale, la nostra coalizione, la nostra maggioranza di centrosinistra e sovranista sta dimostrando di andare incontro agli enti locali, perché nel momento in cui non viene toccato un euro dal fondo unico è un chiaro disegno politico che la nostra maggioranza vuole fare, vuole salvaguardare prima di tutto gli enti locali che sono l'asse portante, l'anima e la spina dorsale istituzionale. Anche perché i cittadini trovano negli enti locali, e nei Comuni soprattutto, la prima porta dove andare a bussare per cercare di trovare le loro soluzione. Ma visti anche i tempi che stiamo vivendo, così come nell'era della globalizzazione dove la tecnologia la fa da padrona, dove si è in continua evoluzione, in progress, io dico all'assessore e vicepresidente Paci che noi abbiamo necessità di una finanziaria flessibile. La nostra deve essere una finanziaria flessibile perché ci sono in campo delle partite aperte, soprattutto con il Governo centrale, sulle quali noi non possiamo arretrare di mezzo metro, e mi riferisco in particolar modo alla rivisitazione degli accantonamenti; una partita che ci deve vedere ancor più determinati, che ci deve vedere nei confronti dello Stato e del Governo in un atteggiamento non certo remissivo, anzi tutt'altro, perché l'accantonamento di circa 680 milioni è una cifra spropositata. Così come bisogna chiudere una volta per tutte la partita delle norme di attuazione. Io penso che queste due grosse partite, se noi riusciamo a portare a casa dei risultati come mi auguro positivi, possiamo mettere in campo una serie di provvedimenti soprattutto rivolti al mondo del lavoro e di politiche del lavoro attive. Io vorrei ricordare anche ai pessimisti che sono presenti in quest'Aula, ma anche fuori da quest'Aula, che cercano di far passare che questo Governo regionale è inattivo e non sta producendo, che noi l'anno scorso abbiamo contratto il mutuo di 700 milioni di euro, che, come dicono coloro i quali hanno cognizioni e conoscenze economico-finanziarie, quando si mettono in circolazione dei danari si rimette in moto l'economia e si rimette in moto il mondo del lavoro. Il presidente Pigliaru in questi giorni ha concluso un importante accordo con Huawei e viene qui quasi deriso per un'azione così importante che porterà dei benefici tangibili per i nostri giovani.
Io capisco benissimo il gioco delle parti, che ci sia chi attacca e chi difende, però ieri la partita della Juve contro il Bayern Monaco ne è stata la testimonianza: le partite si concludono - lo dico purtroppo da juventino - quando l'arbitro fischia, e la partita per far ripartire la Sardegna ancora non si è conclusa, siamo ancora al primo tempo, ci sono margini di miglioramento e cercheremo di mettere in campo tutte le energie… consigliere Dedoni, non mi interrompa. Adesso mi ha fatto perdere il filo, l'ha fatto apposta. Dicevo che la partita è ancora aperta, la stiamo giocando e metteremo tutte le energie possibili e immaginabili per portare a casa un risultato positivo. Sicuramente possiamo e dobbiamo fare di più, senza ombra di dubbio, dobbiamo fare di più e dobbiamo soprattutto, come diceva qualche collega, vedere dove ci sono delle poste di bilancio che sicuramente non sono più adeguate ai tempi che stiamo vivendo, che abbiamo ereditato dal passato e che forse non hanno più ragione di esistere. Da questo punto di vista dobbiamo lavorare e migliorare ma convintamente il nostro Gruppo sostiene e condivide questa manovra finanziari, e daremo tutto il nostro supporto e apporto perché la possiamo migliorare nel corso dell'anno finanziario e dell'anno solare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Quando si presenta la finanziaria si pensa di poter discutere della panacea per la Sardegna: attraverso la finanziaria si risolve ogni questione. In realtà la finanziaria dell'esercizio in corso non è altro che la conseguenza delle finanziarie precedenti, siano esse presentate dal centrosinistra siano essere presentate al centrodestra, per cui fa specie molte volte, nonostante la questione naturalmente non mi crei nessun imbarazzo conoscendo i colleghi, però un minimo di imbarazzo dovrebbero provarlo loro, sentire ad esempio la collega Zedda che interviene e dice "sui fondi europei avete fatto un disastro". In realtà noi abbiamo fatto il possibile per spendere i fondi europei del settennio 2007-2013, e li abbiamo spesi quasi tutti, cercando di rincorrere errori commessi precedentemente, cercando di recuperare il tempo perso da chi ha amministrato precedentemente, per cui la memoria della storia ha un senso e un significato che ognuno dovrebbe saper cogliere, almeno con se stessi per evitare di raccontare anche se stessi cose non vere. Per cui fa specie sentire il collega Michele Cossa intervenire e dire "sugli enti locali la riforma che avete fatto è una roba che non sta né in cielo e in terra", io credo che così non sia, ovviamente, tutto può essere migliorabile perché nessuno di noi ha la presunzione di dire che abbiamo la verità in tasca e che le soluzioni della Sardegna arrivano attraverso questa finanziaria, la cosa è completamente diversa, io rilevo piuttosto che abbiamo fatto una riforma sugli enti locali, che può essere migliorata, che può essere emendata e sulla quale si può intervenire ancora, ma certo noi siamo intervenuti a fare una riforma degli enti locali nonostante un referendum del 2012 è il tempo di governo che c'è stato, da parte di chi ha governato precedentemente, che potrebbe intervenire per fare la soppressione delle province e cosa che non è avvenuta che abbiamo previsto noi nel testo di legge.
E allora cosa dire per stare sulla finanziaria, noi interveniamo sulla finanziaria in senso stretto con alcune questioni che riguardano le modifiche concordate con il Governo sul pareggio di bilancio, il superamento del patto di stabilità, strettoie di cui abbiamo già detto in altre occasioni che ci impedivano di utilizzare tutte le risorse e in questo caso le risorse che abbiamo a disposizione sono quelle regionali, sono quelle nazionali e quelle europee che possono essere tutte utilizzate in questa finanziaria. Abbiamo detto, abbiamo fatto delle riforme per cui ci siamo presentati come una coalizione che fa della sua azione di governo le riforme della Sardegna. Siamo intervenuti, come ho detto prima, sulla riforma degli enti locali perché crediamo che ci debba essere un rapporto diretto con il superamento degli enti intermedi tra comuni e regione, abbiamo scritto che attraverso le associazioni dei comuni, attraverso le città medie e le reti urbane e attraverso la città metropolitana di Cagliari, un'occasione straordinaria che non poteva essere tralasciata, avremmo ridisegnato l'assetto organizzativo istituzionale della nostra Isola. Questo è fatto bene? Io credo che può essere migliorato certamente, l'esperienza e quello che ci accadrà ci dirà se il risultato che otterremo sarà quello che abbiamo previsto e se così non sarà naturalmente lavoreremo perché possa essere migliorato. Certo è che l'abbiamo fatto concertandolo, lo abbiamo fatto con gli enti locali, lo abbiamo fatto con le associazioni di categoria, lo abbiamo fatto con i rappresentanti sindacali, l'abbiamo fatto con tutti coloro che potevano dare una mano concreta nel trovare soluzioni per migliorare le sorti della nostra Isola. L'accusa principale che viene mossa generalmente è quella di dire che si crea un'Isola nella quale ci sono territori che rimangono fuori dalle decisioni complessive: cagliaricentrica nella quale le scelte vengono tralasciate. Questo non è assolutamente così, non è così perché questo è quello che viene raccontato nella sostanza sono cose totalmente differenti perché gli strumenti vengono forniti. L'alternativa quale è, quella che ci hanno dato come esempio chi è amministrato prima di noi non far nulla. Per cui da una parte il tentativo di fare delle riforme che possono essere migliorate se non vanno bene e dall'altra il nulla.
Sulla sanità, altro intervento che abbiamo fatto, la riforma della rete sanitaria, per la prima volta, badate bene, dopo vent'anni abbiamo un piano regionale di servizi sanitari con cui si dettano regole certe per la sanità sarda che riorganizza l'assistenza sanitaria e la rete ospedaliera. Questo è quello che abbiamo presentato. Quindi da una parte la necessità di riformare la sanità, dall'altra niente, fermi. Se questa è la soluzione, badate bene, non credo che ci sia bisogno di eleggere dei consigli regionali, di nominare un esecutivo, è sufficiente qualcuno che si occupa delle questioni. La sanità, lo abbiamo detto, che sul bilancio c'entra molto, perché la sanità incide sul bilancio della Regione Sardegna per il 50 per cento, 3.400.000.000 di euro è una cifra strabiliante, straordinaria sulla quale non si può non intervenire. Per cui da una parte far finta per cinque anni di non avere questo problema e costruire conti, bilanci attraverso i quali si solleva il tappeto e si mette sotto il tappeto il problema evitando di far vedere com'erano i conti reali della sanità, dall'altra noi ci ritroviamo neanche il tappeto perché non possiamo sollevare più nulla e la difficoltà è quella di dire cosa dobbiamo fare, allora si interviene. Si interviene cercando di invertire la rotta, cercando di riorganizzare la rete ospedaliera, cercando di dire che bisogna risparmiare pur mantenendo i servizi e garantendo i presidii in ogni luogo della Sardegna senza lasciare nessun territorio scoperto, perché non ce lo possiamo permettere, perché la sanità è un diritto di tutti che non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, ci abbiamo messo la faccia, andiamo nei luoghi, nei territori a difendere nostre ragioni e anche in questo caso, guardate bene, la verità non è questa, non sarà questa ma certamente c'è un tentativo di dire qualcosa, c'è una storia che viene raccontata, c'è la volontà di trovare risorse per mettere mano alle cose e modificare questo sistema che così come è non va bene. Dall'altro che cosa è, nulla, fermi, non solo coloro che rimangono fermi fanno i reazionari perché questo è quello che accade, la reazione. Se non stiamo attenti, Assessori, Presidente del Consiglio, la reazione prende il sopravvento e questo lo racconta la storia. Perché le forze della reazione sono sempre lì a brigare, a tentare di modificare gli assetti, a cercare di ripristinare lo stato delle cose per controllare il sistema in modo tale che le cose possano mai cambiare, perché il progresso, il tentativo di riformare delle cose viene ostacolato in tutti i modi e lo si fa in 1000 maniere, attraverso 1000 persone, attraverso le formazioni politiche, attraverso tutti coloro che anche nelle formazioni politiche delle volte progressiste cercano di frenare le riforme e il progresso che deve essere portato avanti.
E ancora sulle riforme abbiamo tentato di dire che sulla scuola bisogna mettere mani e abbiamo presentato progetti importanti chiamato Iskola, un progetto che guarda non solo alla ristrutturazione e al miglioramento dei plessi scolastici mettendo risorse importanti, iniettando denari consistenti per un piano di rivitalizzazione dei plessi scolastici per consentire ai nostri ragazzi di studiare in aule decorose. Dall'altro la critica, nulla, perché questo è quello su cui noi dobbiamo poggiare il nostro ragionamento, da una parte nulla, le critiche, dall'altra il tentativo di riformare non solo i plessi scolastici ma anche gli indirizzi formativi, anche il tentativo di dire che la dispersione scolastica va combattuta e ci metti risorse importanti dandole direttamente ai dirigenti scolastici perché possano presentare progetti che loro conoscono e per intervenire direttamente sulla modifica delle cose. Questo è quello che noi stiamo facendo, è fatto bene, non è fatto bene, siamo disposti a migliorarlo, sentire tutti perché sappiamo che noi non abbiamo per forza la verità sacrosanta su tutte le questioni, però noi cerchiamo di migliorare, cerchiamo andare avanti, cerchiamo di dire che esiste un progetto di visione della società che può essere anche in questo caso emendato, modificato, riascoltato.
Il tema vero, badate, poi lo sappiamo tutti qual è, è la grande difficoltà che esiste nel mondo del lavoro, la disoccupazione feroce che abbraccia tantissima gioventù e tanti uomini che non sono più tanto giovani che non hanno mai conosciuto un posto di lavoro ed esistono tanti genitori e padri di famiglia che sono disoccupati di ritorno perché il lavoro ce l'avevano e oggi l'hanno perso. Perché se questo problema non esistesse nella dimensione con cui oggi lo conosciamo è evidente che non avremmo questi problemi perché nessuno starebbe a sentire le chiacchiere, il termine di raffronto per ogni questione con quelli che vivono fuori di qui è questo, sono i posti di lavoro. E allora noi dobbiamo intervenire per fare in modo che i posti di lavoro si possano modificare, c'è una timida ripresa, molto piccola in Italia, ancora più piccola in Sardegna, 30.000 nuovi posti di lavoro, ho sentito da alcuni rappresentanti sindacali che ieri hanno manifestato sotto il Consiglio che 30.000 posti di lavoro sono nulla e che occorre fare di più. E chi dice di no. Io potrei dire di no, ma certo che dico di sì, ovviamente dico di sì, noi abbiamo il dovere di intervenire per dire di sì.
Tanto è vero che uno dei temi principali per la ripresa industriale, ad esempio, è un piano energetico regionale da una parte nulla, dall'altra domani mattina il piano energetico regionale viene presentato da questa Giunta regionale che dice che cosa pensa, che cosa pensa questa maggioranza in termini di rilancio del sistema energetico, perché il costo dell'energia è quello che fa vivere le grandi industrie e dobbiamo dire che cosa pensiamo dell'industria, dobbiamo dire che cosa dobbiamo mettere in piedi per fare le cose sul campo delle energie alternative. Questi sono i progetti che noi abbiamo in parte adesso di cui discuteremo durante questi giorni di discussione della finanziaria. Da una parte il tentativo di frenare, legittimo certamente io non è che sto a criticare i colleghi che intervengono ognuno per rappresentare la sua parte, ma certo lasciate a noi il dovere di difendere quelle cose, poche, piccole cose che abbiamo fatte ma le abbiamo fatte e abbiamo il dovere di dirvi in un fondo quali sono i progetti che noi vogliamo portare avanti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Intanto l'onorevole Cocco, che ha chiamato in causa l'onorevole Alessandra Zedda, dovrebbe avere il buon garbo di chiederle scusa e anzi di ringraziare l'onorevole Zedda perché le cito soltanto un dato, se Cagliari città capoluogo ha aperto 19 cantieri e proprio grazie all'azione dell'onorevole Alessandra Zedda, Assessore del bilancio e della programmazione che ha reso possibile che la città di Cagliari possa oggi vedere il risultato di un'azione intelligente di cui i governi di centro sinistra prima e quello attuale si sognano di porre in essere. Quindi si parli a ragione e con dati quando si vuole chiamare sul banco degli accusati qualcuno poi avrà altre responsabilità sempre politiche nella gestione di un Assessorato difficile ma viva Dio voi che incensate il sindaco di Cagliari che nulla c'entra con i lavori che sono in cantiere a Cagliari almeno su questo aspetto lasciate che i meriti se li prenda chi se li deve prendere e cioè Alessandra Zedda e la Giunta regionale di cui faceva parte e la maggioranza che allora la sosteneva. E io capisco l'imbarazzo dall'onorevole Pietro Cocco, perché un comunista DOC di questa variegata maggioranza, come l'onorevole Anedda prima, e il rappresentante del sovranismo identitario come l'onorevole Emilio Usula, hanno messo in evidenza perché c'è imbarazzo, perché c'è silenzio in questa maggioranza, perché non si interviene… perché? Perché hanno preso le distanze, assessore Paci! Io fossi in lei mi sarei alzato e avrei rassegnato le dimissioni. È venuto un segno di sfiducia politica! Ma queste cose esistono ancora? Hanno un senso nella cultura politica? Altrimenti che senso ha prendere le distanze rispetto all'impianto di un'impostazione di manovra finanziaria e di bilancio. E non ve le ha mandate a dire, pur nel suo edulcorato intervento, l'onorevole Zanchetta, che mette in evidenza lo sfilacciamento dei rapporti tra le forze minori e il maggior partito. Ma io allora, colleghi, vi dico che i casi sono due: o voi non contate nulla in questa maggioranza, e allora siete un'appendice semplicemente del maggior partito, e non siete neanche in grado di inserirvi nel momento in cui alta è la confusione e la lacerazione all'interno di questo partito, o altrimenti davvero qui non si capisce chi e come governa i processi all'interno di questa maggioranza. È una cosa incredibile, prendetene atto! Perché non è sufficiente soltanto dire: "Non va bene, non siamo d'accordo!", traetene le conseguenze se contate almeno qualcosa. Ma la verità è, ed è un giudizio politico, che voi non contate nulla in questa maggioranza; l'unico che conta, e l'ho detto e lo ripeto in questa occasione solenne, è che c'è un presidente ombra, che è l'onorevole Paolo Maninchedda, il resto è affidato soltanto all'improvvisazione, all'occasionalità di una Giunta che ha perso anche l'orientamento, che non ha assolutamente una linea, una via maestra, e lo dimostra questa finanziaria, questa finanziaria che avete voi stesso criticato. E allora perché, assessore Paci, pensare di cullarsi su quell'enfasi che alcuni hanno cercato nell'evidente imbarazzo di dimostrare che effettivamente c'è una ripresa? Perché c'è uno zero virgola qualcosa che segna un cambiamento di rotta. Anzi, assessore Paci, io la invito, perché si sta perpetrando un falso nella comunicazione, a eliminare dal sito ufficiale della Presidenza della Regione Sardegna un comunicato dell'Agenzia Fitch Ratings dove si dice impropriamente che sulla base di elementi falsi le iniziative poste in essere dalla Giunta regionale per portare fuori dalla crisi, sono evidenti con il taglio permanente dell'Irap e la totale esenzione per le imprese. Questo ancora appare sul sito, voi state in questo modo ingannando il sistema economico e produttivo sardo, state ingannando i cittadini con una falsa comunicazione, e vorrei capire questa Agenzia prezzolata quanto la state pagando, se la state pagando per dire il falso! Questo non è ammissibile, non è ammissibile che si ipotizzino dati di miglioramento sulla base di elementi che di fatto non esistono, perché voi i benefici dell'Irap li avete totalmente eliminati, avete reintrodotto l'Irap nella misura piena per il sistema produttivo, e avete fatto l'operazione di mettervi a posto la coscienza, di sospendere momentaneamente l'addizionale che avete creato e che entrerà in vigore per il prossimo esercizio, perché sia chiaro questo, perché non l'avete eliminata, l'avete soltanto sospesa, avete soltanto congelato per questo esercizio l'addizionale Irpef. E allora io vorrei invitare quei colleghi che hanno messo in evidenza un dato, il dato delle 14.000 unità di occupati in più; ma voi sapete questi 14.000 occupati in più da dove arrivano? In quali settori? Ve lo siete chiesti? Vi siete chiesti, invece, che ci sono 5000 occupati in meno nell'industria? Vi siete chiesti che ci sono 9000 occupati in meno nel settore delle costruzioni? Vi siete chiesti che vi sono 16.000 unità in meno nel settore del commercio e delle attività alberghiere? Che sono questi i settori trainanti, non l'effetto di politiche falsate del Governo Renzi, delle Garanzie giovani, del Jobs Act, che sono soltanto dei palliativi, che sono solo delle fictio, che danno soltanto la parvenza della soluzione di un problema, che sono a tempo determinato, non nella prospettiva media e lunga. E allora ecco perché, attenzione a leggere anche i dati, i dati vanno letti per quello che sono, non per quello che una certa comunicazione di regime si vorrebbe far apparire. E allora, colleghi, noi dell'opposizione continueremo a fare il nostro lavoro di controllo, di verifica, continueremo a mettere a nudo quelle che sono le vostre debolezze, non perché a noi ci faccia piacere che il problema del lavoro sia assente dalla vostra agenda. Mi dite quali politiche attive del lavoro? Una sola iniziativa in questo settore che voi mettete in campo in questa finanziaria? Ma il problema della disoccupazione c'è o non c'è? Chi lo vive fuori da quest'Aula? Il problema delle povertà estreme pari ad oltre il 24 per cento esiste o no, o sono dati così, campati in aria, che la chiesa, la Caritas, le organizzazioni sindacali ci portano all'attenzione? O bisogna sempre giustificarsi con quello che hanno fatto altri 10, 15 vent'anni fa? E' questa la soluzione ad un problema? Siamo al terzo anno della legislatura, è ora il tempo, assessore Paci, di un redde rationem di quello che avete fatto e di quello che non siete stati capaci di fare, perché chi si esalta perché il Pil nella previsione del 2016 deve crescere dello 0,5 per cento… ma io mi vergogno anche a dire una cosa di questo genere! Perché i fattori sono tutti ancora negativi, la crisi è pesante, i consumi stagnano, ma ce lo deve dire chi? Basta l'esperienza che viviamo. E poi, non citate lo Stato, quando vi rivolgete ad oltre tirreno…
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. È sempre difficile intervenire con 10 minuti a disposizione e cercare di tracciare i termini di una manovra finanziaria della Giunta e anche rispondere al dibattito, ai tanti interventi che ci sono stati, tutti ricchi di spunti, anche molti interventi critici da parte della minoranza. Cercherò quindi di tracciare molto rapidamente le linee più importanti della manovra, e lo dico da subito, non c'è alcun trionfalismo, però è falso dimenticare i segnali positivi che ci sono. Io penso che sia meglio uno 0,5 in più, piuttosto che un meno 1 per cento, oppure preferiamo un aumento della disoccupazione o una riduzione della disoccupazione? Pensiamo che sia meglio avere anche qualche migliaio di occupati in più o invece auspichiamo di avere una riduzione dell'occupazione? Cioè i termini sono questi. Iniziamo a vedere alcuni segnali di ripresa. Questo è trionfalismo o è guardare la realtà? E questo ovviamente si abbina alla consapevolezza assoluta da parte di questa Giunta che i problemi non sono tutti risolti, perché quando abbiamo il 16 per cento della disoccupazione, certo sono contento che si sia ridotto dal 19 al 16, ma sono contento che sia al 16 per cento? Ovviamente no, e quindi ci dobbiamo adoperare affinché si riduca ancora. Ci dobbiamo adoperare affinché venga data risposta a quelle migliaia e migliaia di persone che cercano ancora lavoro. Allora, io penso che si riesca ad avere una sintesi che non sia trionfalismo, ma neanche essere lì a dire che tutto quanto va male. Ci sono dei segnali di ripresa, ahimè, in un'Italia che in questi anni, dalla crisi economica al 2014 - ultimo dato pubblicato da Eurostat qualche giorno fa -, è un'Italia che va indietro, un'Italia che oggi è sotto la media europea, noi che eravamo uno dei Paesi leader dell'Unione europea. Questi sono i dati drammatici, e l'altro dato drammatico è vedere che la Sardegna, che aveva un livello, fatto 100 il PIL pro capite dell'Unione europea, Unione Europea a 28 Paesi, eravamo al 78 per cento, adesso siamo al 72 per cento. Ci stanno superando Paesi dell'Est, regioni di nuova entrata. Sto guardando un periodo che va dal 2008 al 2014 e non sto certo dando le colpe di questo alla Giunta che c'è stata prima perché sarebbe ridicolo pensare che una azione di una Giunta possa cambiare il ciclo macroeconomico di una regione quando abbiamo una nazione che si è fermata e che va indietro. Allora quello che io dico è che è importante iniziare a vedere che l'Italia è riuscita a cambiare verso, a iniziare a mettere qualche segno più e noi ancora una volta ribadiamo il concetto di avere finalmente in Sardegna una ripresa del PIL, una ripresa dell'occupazione, una riduzione della disoccupazione. Non è trionfalismo, è guardare la realtà. E allora ecco che noi ci poniamo il problema di sostenere questi segnali di ripresa, anche con la nostra manovra finanziaria, che non risolve tutto. Ogni giorno si fanno azioni; le fa la Giunta, le fa il Consiglio, non è che si chiude tutta la politica con la manovra finanziaria, che certamente rappresenta un punto importante. Accompagnare lo sviluppo e contemporaneamente risanare la sanità: è un tema, questo, che non riguarda ugualmente la Giunta del presidente Pigliaru, che non riguarda la nostra maggioranza, ma riguarda tutti quanti. Di chi è la colpa, l'ho già detto in quest'Aula, non m'interessa. Abbiamo un problema, lo dobbiamo affrontare.
Stanziamo 330 milioni in più rispetto al precedente 2015 per accompagnare il piano di risanamento della sanità, sanità che viaggia su 350-400 milioni di spesa oltre il fabbisogno CIPE; la dobbiamo portare dentro livelli di efficienza. È convenienza di tutti. C'è un piano di rientro, c'è una proposta di rete ospedaliera. Basta, non basta, cambiamola, facciamo le modifiche necessarie, ma questa è la strada, e ancora una volta è una strada che deve coinvolgere tutti quanti. O risaniamo il problema del costo eccessivo della sanità oppure stiamo continuando a mettere da una parte 300 milioni in più e li sottraiamo da altre politiche di intervento.
Come si fa a sostenere il risanamento della sanità? Noi abbiamo detto: abbiamo un ciclo economico che cresce, infatti le nostre entrate crescono, 250 milioni di entrate in più, lo trovate scritto nel bilancio; vuol dire che l'economia sta andando meglio. Le nostre entrate, che sono in gran parte legate al pagamento delle entrate erariali, aumentano, però abbiamo detto che non è sufficiente. Non siamo certi che sia sufficiente e abbiamo proposto la norma nel 2015 di aumento temporaneo dell'IRPEF e dell'IRAP come clausole di salvaguardia per mettere le cose in sicurezza, perché non volevamo non avere poi le risorse per fare il risanamento. Dopodiché, fatto il preconsuntivo, si è evidenziato un miglioramento nei conti del 2015 della Regione e questo ci ha permesso di liberare le risorse e di annullare quell'aumento di tasse. È già presente in Commissione, onorevole Pittalis, lo abbiamo già votato in Commissione, è qui nel testo. È stato bloccato l'aumento dell'IRAP che rimane al 2,9 per cento, è la più bassa in Italia, non c'è altra regione in Italia dove le imprese pagano meno IRAP. Questo è un dato di fatto che non si può smentire. È un dato di fatto che c'è un azzeramento dell'IRAP per cinque anni per le nuove imprese che si localizzano.
(Interruzione del consigliere Attilio Dedoni)
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Per le nuove imprese che si aprono, che si localizzano, l'IRAP è azzerata. Questi sono dati di fatto. Poi se Fitch li analizza e dà un giudizio positivo la convenzione con Fitch non l'ho fatta io, l'ho trovata, probabilmente l'ha fatta la maggioranza precedente o quella ancora precedente, non l'ho fatta io. Fitch è un'agenzia internazionale, fa la sua analisi e ha detto che si nota una certa ripresa in Sardegna, non c'è niente di falso. Riusciamo, quindi, a non aumentare le tasse, lo abbiamo già deliberato in Commissione. Riusciamo a destinare 330 milioni in più alla sanità e riusciamo a fare questo mantenendo tutte le politiche finanziate con fondi regionali. C'era un problema sulle politiche sociali, siamo già intervenuti in Commissione, abbiamo trovato 35 milioni che sono stati messi, già deliberati in Commissione, e le politiche sociali hanno tutti i fondi necessari per portare avanti importanti politiche. Ma non solo, stiamo aumentando alcune cose.
Io vedo già che il tempo sta per scadere. Per carità, io conosco il Regolamento: tutti hanno possibilità di intervenire per dieci minuti, la Giunta ha i suoi dieci minuti. Se è possibile…
(Interruzione del consigliere Pietro Pittalis)
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Perfetto, allora finisco nei tempi dovuti.
Manteniamo intatto il fondo unico per gli enti locali, portiamo avanti il piano regionale delle infrastrutture, molti non ci credevano e lo abbiamo fatto. Abbiamo a disposizione 1 miliardo di fondi dell'Unione europea del FSC che ci permettono di fare le politiche che stiamo già facendo. Abbiamo approvato in Commissione le direttive per le imprese, stanno uscendo i bandi, le imprese lo sanno, il partenariato è consapevole, ci sono molti fondi per le micro imprese, per l'artigianato, con metodi semplificati con procedure a sportello. Altri interventi saranno fatti adesso in Aula. C'è una serie di emendamenti che porteranno nuove risorse per il lavoro, per la cultura, per l'università, per le attività produttive, che sono le priorità discusse in Commissione. Finisco dicendo…
PRESIDENTE. Assessore Paci, il tempo a sua disposizione è terminato.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, mi sembra doveroso che si intervenga in dichiarazione di voto in una occasione così importante. Tra le altre cose abbiamo avuto degli spunti molto interessanti nell'arco di questo ampio dibattito. Io credo che questa finanziaria e l'atteggiamento complessivo della maggioranza siano in qualche modo condizionati o viziati da tutto ciò che sta accadendo all'interno del PD. I rapporti fra i Gruppi minori della maggioranza e il PD sono in qualche modo stramati, ma non lo diciamo noi, lo dicono autorevoli esponenti della maggioranza o meglio della minoranza della maggioranza, lo dicono loro. Dicono loro che la cornice politica è annebbiata, lo dicono loro che comunque ci sono difficoltà grossissime, lo dicono loro che questa finanziaria non va bene, non lo diciamo noi, lo dicono i partiti minori della maggioranza. È evidente che i problemi ci sono, che ci sono problemi politici però e non sono problemi legati a piccole marchette, sono problemi legati a situazioni di fondo che minano una maggioranza composita, fatta di gruppi disomogenei, fatta di sensibilità che non riescono a fondersi, a collegarsi. Quando i Rosso Mori ci dicono che esigono una relazione sullo stato dell'arte e lo dicono con quei toni, è evidente che questa relazione è stata chiesta e non è stata fornita, è evidente che ci sono delle voragini fra questo partito e la Giunta, fra questo partito e la maggioranza. Così come quando qualcuno della maggioranza respinge le accuse del centrodestra, virgolettando ovviamente le accuse del centrodestra, e punta il dito contro le discrepanze e le contraddizioni della maggioranza stessa del centrosinistra è evidente che ci sono dei problemi e questi problemi credo che nei prossimi giorni emergeranno nel modo più chiaro. Ha ragione comunque, mi sento di dargli ragione, di condividere ciò che dice il Capogruppo del PD, dobbiamo provare imbarazzo, noi proviamo imbarazzo, proviamo imbarazzo per come viene governata questa Regione, proviamo imbarazzo per come viene gestita...
PRESIDENTE. Onorevole Tedde, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Presidente, con la fretta di passare agli articoli per entrare nel vivo della finanziaria e quindi annunciando un voto favorevole, vorrei completare uno degli aspetti che non è stato possibile, per il tempo, all'assessore Paci di definire. A differenza del collega vicepresidente Tedde che la butta in politica vorrei buttarla in politiche. Noi intendiamo dare un segnale fortissimo, non forte, fortissimo in questa finanziaria a favore dell'università e degli studenti quindi utilizzeremo tutti i modi possibili per arrivare a questo risultato e sarà una delle politiche caratterizzanti del centrosinistra. Questo sappiate, cari colleghi del centrodestra, che lo facciamo non contra la Giunta o indifferentemente dalla Giunta, ma in pieno accordo con la Giunta, interpretando lo spirito del programma che ha portato all'elezione del presidente Pigliaru, per buttarla finalmente in politiche perché è anche ora che questo Consiglio faccia sentire alla Sardegna che qua si fanno politiche e non soltanto bega politica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Ha ragione l'onorevole Deriu, ci interessa poco il loro logoramento, o meglio, il logoramento posto in essere dagli indipendentisti del centrosinistra. Ci interessa invece molto che non si faccia, non si viva la politica solo a seconda della stagione o meglio della buona stagione se arriva o meno e quindi la congiuntura internazionale, noi siamo per le politiche, per l'azione efficace della politica anche se viene da un Governo che in questo momento non sosteniamo. Quando l'assessore Paci parla degli indicatori, dei timidi segnali di ripresa che noi non vediamo, io vorrei anche richiamarlo a quanto lui scrive nei suoi documenti e in particolare la situazione in cui si trova la questione dei servizi per il lavoro, che è un altra di quelle direttrici che voi prendete per risolvere il problema, cioè il riordino del settore, ma è un riordino che comunque non avete ancora nemmeno cominciato. Quindi, mancano proprio i presupposti per poter contrastare quei numeri, anche se in maniera flebile e naturale arrivano segnali dalla società.
L'altra questione è tutta la promozione delle misure di politiche attive che si collegano con la crisi dell'industria, sarebbe curioso intervistare tutto quel mondo, tutti quegli operai e lavoratori che sono stati espulsi anche dagli ammortizzatori sociali, ma questo è solo un tema che viene utilizzato come etichetta di questo centrosinistra. Noi ovviamente non possiamo votare favorevolmente al passaggio agli articoli perché per adesso non è assolutamente ravvisabile nell'atteggiamento in questo dibattito nemmeno di una possibilità di apertura e di sguardo anche a politiche alternative nel senso in cui ha proposto l'opposizione, cioè sulla famiglia, sul lavoro e sulla semplificazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, mi rendo conto che parlare in quest'Aula non è difficile, è inutile. Mi dispiace molto che l'assessore Paci non abbia raccolto le proposte che sono state formulate dal Presidente della Commissione bilancio, dal sottoscritto e da altri intervenuti a proposito delle entrate della Regione e si sia limitato anche lui a trattare quei problemini spiccioli che si fanno solitamente durante queste discussioni. O noi ci mettiamo in testa che bisogna aprire e riaprire la vertenza con lo Stato per fare in modo che in Sardegna rimangano tutte le aliquote delle produzioni e non soltanto di quello che avviene o noi non ne usciremo mai e continueremo a parlare di numeretti che non rappresentano quello che la Sardegna deve avere. Io ho cercato di portare gli elementi stamattina che ci dicono che la Sardegna non sta andando a chiedere niente e nulla di più di quanto gli sia dovuto. Non ha parlato della vertenza entrate, io volevo capire dalla Giunta che idea ha su questo argomento che è l'argomento principale sennò la politica non esiste, sennò qui, caro Assessore, sa cosa avviene? Avviene che io stupito guardo i colleghi che fanno riferimento a partiti politici nazionali che sono e che esprimono il loro dissenso sulla specialità e che vogliono annullare la specialità della Sardegna e vogliono annullare la Sardegna. Come si può appartenere regionalmente a partiti nazionali che la pensano in questo modo? È una cosa veramente vergognosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, approfitto della possibilità della dichiarazione di voto per ribadire e per chiedere davvero che nessuno cerchi di strumentalizzare le posizioni espresse in quest'Aula. Abbiamo sostenuto e abbiamo ripetuto chiaramente che Rosso Mori fa parte di questa coalizione, in questa coalizione porta avanti la propria dialettica, è una coalizione democratica che quindi accetta anche le critiche, però abbiamo sostenuto e ho sostenuto nel mio intervento più volte che siamo forza di governo e a questo governo partecipiamo e cerchiamo di dare il nostro contributo. Ho finito anche l'intervento ricordando che sono convinto, lo ribadisco ancora una volta, che questa maggioranza e questa Giunta saprà essere all'altezza del compito che si prefigge e che si è prefisso, nessuno cerchi di strumentalizzare le posizioni nostre perché è un tentativo miserevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Certo, diventa tutto difficile e per certi aspetti imbarazzante, si dice tutto e il contrario di tutto, si individuano strade che non sono certamente convergenti e non è nemmeno comprensibile che una parte della maggioranza si distacchi dalle linee che vengono enunciate dal resto dei partiti che la compongono o addirittura dagli stessi componenti della Giunta. Le direzioni sono decisamente divergenti, ma non si capisce nemmeno dove cari colleghi vogliate approdare con le vostre specificazioni che sono davvero risibili e inutili anche alla luce di quella che già abbiamo definito in tanti un'autentica mistificazione dei fatti, della realtà di cui tutti siamo a conoscenza altrimenti non sappiamo leggere i numeri o non sappiamo interpretare quelli che sono i rapporti che sono stati peraltro scritti e rappresentati da voi altri membri di questa Giunta regionale che davvero dimostra il peggio di sé proprio in occasione della finanziaria che non si discosta assolutamente da quella dello scorso anno. Chi appena appena ha un po' di memoria, io credo che il ricordo sia altrettanto vivo nel censurare frasi che allora erano state riportate in continuazione per affermare dei concetti e dei principi che andavano verso una direzione che sembrava davvero salvifica verso l'intero territorio regionale, la nostra gente, i giovani studenti universitari, tutti si accapigliano e rincorrono invece il niente perché poi alla fine questa finanziaria è davvero vuota e tutto quello che si richiama in continuazione da questi banchi viene clamorosamente smentito proprio da quei fatti perché poi nel momento stesso in cui entreremo a discutere degli articoli andremo a verificare puntualmente punto per punto, articolo per articolo emergeranno due sole cose: la mistificazione della realtà e dall'altro lato invece quell'atteggiamento che nasconde un consueto tripudio della vostra politica che è quella della marchetta, del poter accontentare qualche amico o i tanti amici, i tanti gruppuscoli che inseguono voi altri fin nelle vostre stanze, nei vostri uffici personali.
Quindi se tutto viene fatto per una politica del tornaconto questa è la politica peggiore e certamente non abbiamo intenzione di confrontarci con questo ma non esiteremo chiaramente a censurare ogni atto che vada proprio in quella direzione e non esiteremo nemmeno a richiamare quali sono invece gli atti di cui questa terra ha bisogno, i settori e i comparti, tutto ciò di cui naturalmente abbiamo fatto menzione abbondantemente questa mattina, ma lo facciamo da tempo immemore oramai. Lo scorso anno sono stati richiamati i disagi e tutto quello che poi è stato il frutto...
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Voterò in modo molto convinto contro il passaggio agli articoli di questa legge finanziaria. Dopo l'intervento dell'Assessore la dimostrazione che è totale assenza di un progetto politico per lo sviluppo del nostro territorio, si è limitato semplicemente a parlare di numeri ma chiaramente questo è il suo ruolo per il lavoro che svolge fuori da quest'Aula. Le altre due considerazioni che voglio fare a voce alta sono per l'onorevole Usula, prima considerazione è che nessuno la vuole strumentalizzare, nessuno ha strumentalizzato il suo intervento tanto è però che in modo chiaro all'interno di quest'Aula è stato detto che siete insignificanti all'interno della maggioranza quindi prendetene atto perché questa è la realtà dei fatti. In seconda considerazione invece in risposta all'onorevole Deriu, onorevole Deriu è vero, con molta attenzione con un segnale fortissimo si è data attenzione all'università ma forse con un altro genere di significato cioè non certamente quello guardando agli studenti anche perché poi soprattutto le università periferiche urlano all'abbandono e al disinteresse, probabilmente perché la Giunta è fatta in maggioranza di professori universitari e forse molto probabilmente l'interesse è diretto non certamente nei confronti di quello del sistema universitario o meglio degli studenti stessi. Quindi io penso che le malelingue sono in qualche modo autorizzate a proseguire in questo percorso e in queste considerazioni e per le considerazioni stesse che ho fatto stamattina davanti a quest'Aula soprattutto il riferimento che è stato l'unico esempio che ho potuto fare per quei pochi minuti che avevo a disposizione, nei confronti dell'Assessore e dell'Assessorato dell'agricoltura che ha fallito completamente in questi due anni, tale è la stessa considerazione nei confronti degli altri Assessorati che non hanno fatto niente di più rispetto a quello che invece avevano dichiarato all'inizio del loro mandato. Abbiamo necessità di politici, non di tecnici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere ovviamente il mio voto contrario per il passaggio agli articoli e per dire e ribadire in parte quanto ho affermato stamattina, credo che noi anche stasera abbiamo perso un occasione perché ho risentito il solito rimpallo di responsabilità tra il centrodestra e il centrosinistra e ho sentito poche proposte politiche, la prima forse appena arrivata a conclusione del dibattito nelle dichiarazioni di voto da parte dell'onorevole Deriu. Forse dobbiamo prendere una decisione, o eliminiamo la sessione di bilancio per ridurla a queste discussioni sulle mance che rimangono e ci concentriamo su altro, oppure la trasformiamo in una vera e propria discussione politica sulle scelte e sul coraggio delle scelte politiche. Allora, per stare alle parole dell'onorevole Deriu e per parlare di politiche ed evitare la bega politica, la sfida che io lancio politica alla maggioranza è questa: io sono assolutamente d'accordo con quello che ha detto il collega Deriu sul fatto che bisogna investire sulla cultura, l'istruzione e sui giovani studenti universitari, però c'è un problema di fondo, a breve noi non avremo più studenti universitari perché non abbiamo più figli, non abbiamo più bambini. Allora la sfida che io faccio al centrosinistra è di investire anche in maniera forte sulla natalità per invertire l'inverno demografico di fronte al quale stiamo andando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Politiche. Nella manovra 2016 non è presente alcun intervento straordinario né sulle politiche attive del lavoro né sulla formazione professionale, strumenti più che mai necessari per facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro sia sul versante dipendenti sia su quello dell'auto impiego e costruire un sistema di competenze sempre più rispondente ai fabbisogni professionali delle imprese. Politiche. Nella manovra regionale manca un indirizzo preciso sul capitale umano e sulla formazione professionale in termini sia finanziari, sia di costruzione di una reale filiera del capitale umano, dove scuola, formazione e università siano realmente ed efficacemente collegate con il sistema delle imprese. Questa è la CISL sarda che scrive queste cose.
Io vorrei invece parlare di politica e a proposito di università ricordare l'espropriazione che è stata fatta al territorio sulla competenza ultima e sola che era rimasta per il consorzio Sebastiano Satta, per il MAN e per l'università che con un blitz qui in quest'Aula con la legge di riordino è stata totalmente trasferita alla regione. Questa è politica, buona o cattiva, vedremo poi i risultati che produrrà, ma credo che né la politica, né le politiche siano quelle necessarie per la Sardegna in questo momento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). La mia non è una dichiarazione di voto perché è scontato che il mio voto è favorevole in relazione al passaggio agli articoli, è una preghiera che io rivolgo ai colleghi nel rispetto di quest'Aula e nel rispetto delle donne che sono presenti, e vorrei che si evitasse da oggi in poi, l'avevo già detto, lo ripeto e lo ribadisco, che ci si astenga dall'utilizzo di certi termini quali "marchette" che trovo gravemente offensivi, si ripeto per il ruolo che rivestiamo, sia come donne, sia come cittadini e come sardi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, volevo solo precisare due cose. All'onorevole Desini, non c'è anima lo ribadisco nella finanziaria, se vuole che glielo dica in greco è "pneuma" come spirito, cioè non c'è l'individuazione di quello che dovrebbe raccogliere e di quello che dovrebbe dare come interesse al Popolo sardo. Do atto all'assessore Paci che è stato fermo nei rapporti con l'Università, non si è largheggiato, piuttosto va riverificato il rapporto fra Regione sarda e Università nel suo insieme, perché troppi rivoli, dalla 26 ai singoli Assessorati, distribuiscono risorse all'Università; e va rivisitato perché credo un discorso di unitarietà vada certamente incentivato. Piuttosto io trovo carente l'aspetto della ricerca, sia di base che specialistica. So che si vuole fare attraverso la legge 7 qualcosa, ma è insufficiente per quello che è la competitività che la Regione deve assumere, quando effettivamente le migliori menti, le persone che hanno più talento vanno fuori perché trovano disponibilità in altre università e all'estero per fare ricerca e dare magari apporti significativi a quelle industrie, anziché creare opportunità nella nostra Sardegna. E a tal proposito introduco adesso il problema del DASS. Io credo che non si possa astrarre da parte della Regione e non trovare qualche cifra ulteriore per poter consentire che il DASS, se è vero che si deve inserire in quel di Oristano, apporti nella ricerca e nella operatività qualcosa di più. Io ho presentato una proposta di emendamento di 1 milione e 500 mila euro, credo che l'Assessore bene farebbe a trovare una soluzione che però non sono quelle 400 mila euro che si potrebbero dare, perché non sono sufficienti a dare respiro anche per quello che è il momento particolare.
Un'ultima cosa, quando si parla di dati statistici, fra interpolazioni, estrapolazioni ed altre considerazioni sulla statistica, io direi che bisogna stare attenti a come si usano i numeri sia in termini generali, che in modo particolare. Attenzione, perché non è vero che uno ha ragione perché lo legge da Fitch, o perché quell'altro ne dice un'altra, vanno attentamente verificate. Su questo avrò modo e occasione di rintervenire…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, ma credo che l'onestà intellettuale che questa minoranza ha dimostrato più volte, e alcuni fatti ne sono la prova, considerato anche quello che avete fatto per quanto riguarda l'imposizione fiscale, ve l'avevamo detto, così come tante altre volte, senza suscitare atti di permalosità da parte vostra come quello che poi ha citato l'onorevole Cocco. Da parte nostra c'è sempre una volontà positiva di farvi capire che non siete i primi della classe e che spesso volentieri avete sbagliato, e quando invece dimostrate disponibilità a ragionare, a confrontarci, probabilmente riusciamo a fare anche dei provvedimenti migliori. Quello che abbiamo detto oggi è l'assoluta verità, perché volete disconoscere che ci siano stati dei percorsi corretti nel metodo di legiferare, non credo, che non siete più rintervenuti sulle norme che avete approvato. Onorevole Cocco, io ringrazio l'onorevole Pittalis perché ha raccontato la verità, anzi lo nominò anche il mio avvocato per qualsiasi altra evenienza, onorevole Pittalis, però ha detto la verità. E un'altra verità è quella della difficoltà nella spesa dei fondi comunitari, c'è tutta. Ma è una bugia forse che ad oggi abbiamo iniziato la programmazione 2014 - 2020 e che non è stato ancora attivato un progetto che riguardi questa programmazione? E mi sto limitando a dire "attivato un progetto di questa programmazione". E che ci sia stata una difficoltà dal 2007 al 2013 è evidente, però non possiamo assolutamente sempre fare dietrologia. Quindi io dico, provate ad ascoltare ogni tanto anche qualche mite consiglio che vi arriva da questa parte e di evitare di inseguire cento lepri e non acchiapparne neanche una.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Molto brevemente, intanto lo dico pienamente convinto, che bisognerebbe utilizzare un linguaggio consono anche alla funzione e il ruolo di quest'Aula, e quindi non ho nessuna difficoltà ad esprimere piena e convinta solidarietà alla collega Busia. Anche se la questione, collega Busia sa benissimo purtroppo non riguarda solo il genere femminile, ormai quel termine è anche, ahimé, perché si dice che, me lo consenta, anche spesso ci sono i "marchettari", quindi non è solo un problema di genere. Detto questo però voglio, Presidente Ganau, richiamare alla sua attenzione un aspetto. Mi risulta da informazioni che mi pare siano attendibili che dal lato delle entrate e in quella manovrina dei 33 milioni e rotti che la Giunta dovrebbe utilizzare per compensare un po' le istanze, esigenze, prebende, chiamatele come volete, della maggioranza, vi è anche l'importo di 1.800.000 euro che erano i fondi che i Gruppi avevano restituito in chiusura della scorsa legislatura. E allora lì avevamo chiaramente assunto anche una decisione sulla utilizzazione di quei fondi e sulla destinazione; che rientrino nel calderone, Presidente, perché qualche Assessore se li utilizzi a modo proprio, o che vadano a compensare le prebende e le istanze, e l'auri sacra fames che pervade questa maggioranza, io non ci sto e non è consentito. Questo 1.800.000 deve tornare nelle casse del Consiglio, sia chiaro, perché la destinazione, Presidente, non la deve dare qualche Assessore, non la deve dare qualche consigliere della maggioranza, ma devono essere finalizzate per quegli obiettivi che io ricordo ci siamo dati. Quindi io mi auguro che non ci sia nessun emendamento che preveda il rientro, nel calderone di quei 33 milioni, del milione e 800 mila che i Gruppi legittimamente, onestamente, correttamente hanno restituito al Consiglio perché non utilizzati. Io su questo Presidente tornerò e ne farò una questione davvero di principio.
PRESIDENTE. Sì, non so se serve un chiarimento. Il milione e 800 era fermo in uscita da due anni, andava a residuo, abbiamo pensato con l'Ufficio di Presidenza e votato all'unanimità la dismissione a favore della Regione, che tra l'altro come è noto deve ripianare i fondi per il funzionamento del Consiglio pari a 4.200.000 euro. Quindi l'Ufficio di Presidenza all'unanimità, con parere favorevole anche dei Questori, ha deliberato che questi fondi venissero sbloccati dalla situazione di stallo in cui erano e venissero messi a disposizione della Regione per ritornare poi al Consiglio per la parte che gli spetta.
Non ho altri iscritti per dichiarazione di voto, quindi possiamo passare alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, per capire come andremo avanti con i lavori, sicuramente ci sono gli emendamenti che la Commissione dovrà esaminare, io so che domani noi dovremmo lavorare tutto il giorno, così era stato deciso nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, non si è tenuto conto però che la Commissione bilancio dovrà anche riunirsi, quindi se l'assemblaggio degli emendamenti è un lavoro già pronto, se siamo in condizione domani, come aula, di lavorare… giusto per capire esattamente, anche per i colleghi che si devono organizzare per la giornata di domani.
PRESIDENTE. Sì, l'avrei detto al termine di questo passaggio, è un passaggio di approvazione della risoluzione, poi spiego un attimino come procederemo con i lavori.
Approvazione del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2016. (Doc. n. 15/A)
PRESIDENTE. È stata presentata una risoluzione in merito all'approvazione del documento di economia e finanza regionale.
(Si riporta di seguito il testo della risoluzione numero 1:
Risoluzione Cocco Pietro - Desini - Anedda - Zanchetta - Usula - Cocco Daniele Secondo sul Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2016.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO l'articolo 36, comma 3, del decreto legislativo n. 118 del 2011 relativo ai contenuti e alla disciplina del Documento di economia e finanza regionale (DEFR);
ATTESO che la Giunta regionale ha presentato il Documento di economia e finanza regionale 2016 in data 11 gennaio 2016;
VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio e ritenuto opportuno utilizzarne la disciplina prevista per l'approvazione del Documento di economia e finanza regionale;
RITENUTO di condividere i contenuti del Documento di economia e finanza regionale, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 3 marzo 2016,
DELIBERA DI APPROVARE
il Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2016 così come approvato dalla Commissione, quale strumento principale per la programmazione finanziaria ed economica regionale, nel periodo dell'intera legislatura, avente la finalità di definire le strategie di azione e di coordinamento dei progetti attuativi nei diversi settori del sistema economico. (1).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Per esprimere il voto contrario sull'approvazione del documento di economia e finanza regionale su cui abbiamo lavorato per provare a discutere, almeno sulle linee generali di questa legge finanziaria. Dobbiamo dire che abbiamo trovato una certa incoerenza tra ciò che è scritto nel DEFR che oggi si vuole approvare, poi l'intero articolato e tutte le tabelle allegate. Noi, Assessore, dovrà comunque riconoscere che abbiamo provato ad interloquire e provato anche a capire quale potesse essere la strategia complessiva che avete in campo su questa azione di governo. Le devo dire francamente in tutta umiltà che in considerazione del fatto che rileviamo una certa incoerenza fra i documenti che vedremo e il DEFR, non si capisce appunto esista davvero una strategia, se sapete veramente dove volete portare la Sardegna perché non importa se noi non siamo d'accordo, non importa se noi contestiamo l'azione di governo ma è importante capire dove intendete portare i sardi perché comunque, attraverso la bussola della direzione e della strategia quanto meno ci facciamo un'idea su quello che potrebbe essere il futuro. Riteniamo invece che ci sia una certa approssimazione, che ci sia una certa gestione della contingenza e della quotidianità che non ha però dei contenuti precisi rispetto ad una impronta di governo che deve dare, sia pure di centro sinistra, che in questo momento sta governando la Sardegna. Quindi anche per questo non possiamo aderire favorevolmente alla risoluzione dei colleghi capigruppo del centro sinistra che invece continuano a fare atto di fede rispetto ad un documento che non rispecchia, secondo noi, le reali esigenze e la direzione che deve prendere la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Io mi chiedo come si possa votare favorevolmente quest'ordine del giorno sul DEFR, posto che a fra le colonne portanti, forse sfuggito, forse è sfuggito, forse è stato consegnato un DEFR errato, fra le colonne portanti prevede l'aumento dell'addizionale regionale Irpef approvata a dicembre dal Consiglio regionale, questo lo prevede il DEFR. Ma se l'assessore Paci ci dice, e così è, che la proposta del disegno di legge che è arrivato in aula chiede la sospensione degli aumenti addizionali, se ci dite questo, se questo è negli atti, il DEFR invece contiene ancora l'aumento dell'addizionale, come facciamo a votare quest'ordine del giorno che peraltro poi contiene delle affermazioni sul tema di risanamento della sanità che sono completamente destituiti di fondamento, risanamento della sanità, spending review, ma che spending review! Quando i commissari straordinari stanno fungendo da general manager, da direttori generali, stanno istituendo primariati, stanno declassando altri primariati, stava facendo spese pazze, chiamano consulenti della Sicilia, ma quale spending review! Ma quale spending review! C'è un aumento dei costi della sanità, non c'è un atteggiamento morigerato così come la situazione imporrebbe, assolutamente!
Stiamo vivendo un momento in cui la sanità ha necessità di un intervento del Governo regionale, non è possibile che gli amministratori straordinari continuino, tutti i giorni e tutte le settimane, ad assumere determinazioni, delibere, decisioni che vanno contro una situazione molto difficile, che vanno contro situazioni ragionevoli, che vanno contro le norme, che vanno contro le direttive imposte dal governo regionale, ebbene il governo regionale finge di non accorgersi di tutto questo. L'altro importante elemento che ci lascia del tutto stupiti è questa valorizzazione del piano regionale delle infrastrutture, del quale noi conosciamo le caratteristiche di capacità di indebitare la Regione, però non ne conosciamo gli effetti, forse fra qualche anno si inizierà a spendere 120 milioni su 600-700 milioni, non sappiamo quali saranno gli effetti e le ricadute economiche di queste spese, è un tassello, una colonna di questo DEFR, ecco concludo che non è possibile votare a favore.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sulla risoluzione numero 1, la metto in votazione. Chi la approva alzi la mano.
(È approvata)
Domani mattina alle 9 e 30 è convocata la Commissione, l'Aula è convocata alle ore 11. I lavori proseguiranno sino alle ore 14 e nel pomeriggio dalle 16 alle 20.
La seduta è tolta alle ore 18 e 49.
Allegati seduta