Seduta n.376 del 10/01/2013
CCCLXXVI SEDUTA
Giovedì 10 gennaio 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 31.
COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 6 dicembre 2012 (368), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Franco Bardanzellu, Mario Diana, Sergio Obinu, Teodoro Rodin e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 10 gennaio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che in data 2 gennaio 2013 è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 290 dell'11 dicembre 2012 nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8 della legge regionale 4 agosto 2011 numero 16: "Norme in materia di organizzazione del personale".
Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 28 dicembre 2012, ha fatto pervenire al Consiglio i ricorsi proposti al Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 1 comma 1 della legge regionale 12 ottobre 2012 numero 19 concernente "Norme per la continuità delle concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura" e dell'articolo 1 comma 1 della legge regionale 12 ottobre 2012 numero 20 concernente "Norme e interpretazioni autentiche in materia di beni paesaggistici."
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Soppressione dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna - Norma transitoria". (463)
(Pervenuto il 2 gennaio 2013 e assegnato alla quarta Commissione)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Uras - Steri - Salis:
"Costituzione della provvista finanziaria per il pagamento dei benefici relativi agli ammortizzatori sociali, compresi quelli in deroga, anche in anticipazione di quanto dovuto agli assistiti da parte del Fondo nazionale per l'occupazione". (464)
(Pervenuta il 4 gennaio 2013 e assegnata alla sesta Commissione)
Tocco:
"Norme urgenti in materia di promozione di attività rivolte a facilitare e supportare l'inserimento degli immigrati nel territorio regionale anche per il tramite della istituzione della nuova figura professionale di assistente all'immigrazione". (465)
(Pervenuta l'8 gennaio 2013 e assegnata alla seconda Commissione.)
Tocco:
"Norme urgenti in materia di rilancio, armonizzazione urbanistica, ambientale e paesaggistica delle energie rinnovabili ed alternative". (466)
(Pervenuta l'8 gennaio 2013 e assegnata alla sesta Commissione)
Greco - Pittalis - Stochino - Locci - Rodin - Bardanzellu - Contu Mariano Ignazio - Piras - Lunesu - Floris Rosanna - Tocco - Peru - Amadu - Petrini - Sanna Paolo Terzo - Sanjust - Lai - Murgioni - Gallus:
"Interventi preventivi in materia di abuso di sostanze alcoliche nell'età giovanile e adolescenziale". (467)
(Pervenuta l'8 gennaio 2013 e assegnata alla settima Commissione)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità circa la realizzazione di un impianto di serre con coperture fotovoltaiche in agro di Narbolia e sulle ipotesi di violazione del decreto dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 1163 DecA75 del 27 luglio 2012". (1011)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di malnutrizione dei cavallini della Giara". (1012)
"Interrogazione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'azione dell'AREA rivolta alla dismissione del proprio attuale patrimonio di edilizia abitativa e alla modernizzazione della propria azione di sostegno alla crescita delle opportunità di proprietà privata immobiliare". (1013)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo disagio arrecato alle popolazioni del Goceano a causa della soppressione dell'ufficio del Giudice di pace di Bono". (1015)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta sull'ingerenza della NATO nel procedimento giudiziario sulle attività nel Poligono di Quirra e sulla secretazione di una parte importante dell'inchiesta riguardante l'utilizzo dell'uranio impoverito". (1016)
"Interrogazione Lai - Bardanzellu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'ufficio postale di Berchiddeddu, frazione di Olbia". (1017)
"Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura degli uffici postali nella borgata di Palmadula in Comune di Sassari". (1018)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interpellanza Sanna Giacomo - Amadu - Campus - Cocco Daniele Secondo - Manca - Meloni Valerio - Peru - Planetta sul trasferimento dell'ufficio postale dalla borgata di Palmadula a quella di Campanedda nel territorio del comune di Sassari". (382)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi sulla proposta di modifica del frontespizio della carta intestata istituzionale e ufficiale del Consiglio regionale da: "Consiglio Regionale della Sardegna" in "Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna" in lingua sarda e italiana". (227)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo per ricordare, a nome del Gruppo dei riformatori, che abbiamo preso la decisione di non partecipare ai lavori fino a quando non verrà inserita all'ordine del giorno la legge sulle province. Quindi ribadiamo la richiesta di inserimento di detta legge al primo punto all'ordine del giorno, anche perché essendo trascorsi i termini per le relazioni di maggioranza e di minoranza non sussistono più i motivi formali per non farlo.
Tuttavia, considerata l'urgenza della legge oggi all'ordine del giorno, mentre insistiamo e ribadiamo la nostra richiesta perché venga inserito al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta la legge sulle province, in questo caso, per senso di responsabilità, parteciperemo ai lavori.
l'occupazione" (464)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 464, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, servono solo alcuni minuti per illustrare il contenuto della legge che ha, come noto, la finalità di prevenire, in carenza degli stanziamenti previsti a carico dello Stato, del fondo nazionale per l'occupazione, la mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione e di mobilità prevalentemente in deroga.
Questa iniziativa si rende necessaria, Presidente (e non voglio aprire polemiche con la Giunta) anche per accogliere una preoccupazione che io e tanti altri (i Presidenti dei Gruppi consiliari) abbiamo ritenuto degna di attenzione: quella espressa dalle organizzazioni sindacali già da tempo sulla, come dire, positiva relazione tra Stato-Regione soprattutto per quanto attiene fondi finalizzati ad andare incontro a situazioni di grave disagio sociale e di forte e sistematica marginalità rispetto al lavoro e alla garanzia del reddito.
Abbiamo tentato - e c'è un emendamento sostitutivo totale del primo comma, oltre a un altro emendamento che riguarda invece l'entrata in vigore della legge - di superare ogni tipo di problematica tecnica, e siamo assolutamente certi che questo intervento abbia un'utilità. Se lo Stato nel frattempo dovesse fare il proprio dovere, anche sollecitato adeguatamente dalla Giunta (che noi riteniamo debba adoperarsi al massimo in questa direzione) è chiaro che questi fondi torneranno integralmente nella disponibilità della Regione per essere destinati ad altro uso perché, come è precisato in legge, si tratta di operare in anticipazione, non di sostituirsi all'intervento statale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io ho approfittato dalla discussione di questa norma urgente per proporre un emendamento aggiuntivo di un'altra norma altrettanto urgente, che credo sia frutto di un problema, di un errore o forse di un atteggiamento ottimistico di questo Consiglio regionale. Mi riferisco alla norma sulla centrale unica di committenza.
La centrale unica di committenza, in Sardegna, a seguito della nostra legge regionale 22 febbraio 2012 numero 4, articolo 3, comma 1, è entrata teoricamente in vigore il 1° gennaio di quest'anno. Nel resto d'Italia, con un decreto del Consiglio dei Ministri, convertito nella legge numero 14 del febbraio 2012, il termine è stato prorogato. Il paradosso qual è? Che la Regione Sardegna sarà l'unica regione nella quale la legge sulla centrale unica di committenza è entrata in vigore il 1° gennaio, senza però aver istituito il meccanismo per il funzionamento. Ciò significa che nessun comune della Sardegna, nessuna provincia, nessuna unioni di comuni, nessuna comunità montana, nessun ente locale della Sardegna potrà bandire una gara d'appalto, né per lavori pubblici né per forniture. Si tratta del blocco totale di tutti gli appalti in tutta la regione Sardegna.
E' necessario, pertanto, così come è stato fatto per le regioni a Statuto ordinario dal Governo Monti, procedere con una proroga. Per questa ragione mi sono permesso di presentare, sentendo anche alcuni Capigruppo, stante l'urgenza assoluta, un emendamento che proroghi anche in Sardegna l'entrata in vigore della legge sulla centrale unica di committenza, in maniera tale da consentire agli enti locali della Sardegna, comuni e province, di poter effettuare gli appalti, soprattutto quelli in scadenza dovuti alla nostra legge numero 14 e ai fondi comunitari.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Oppi, Peru, Piras, Pitea, Pittalis, Sabatini, Soru e Stochino hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 54
(Il Consiglio approva).
Sospendo la seduta sino alle ore 10 e 55 per permettere la riproduzione degli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 45, viene ripresa alle ore 11 e 02.)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame del titolo e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo del titolo e del relativo emendamento:
Costituzione della provvista finanziaria per il pagamento dei benefici relativi agli ammortizzatori sociali, compresi quelli in deroga, anche in anticipazione di quanto dovuto agli assistiti da parte del Fondo nazionale per l'occupazione.
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu
Titolo
Alla fine del titolo sono aggiunte le parole "e norme urgenti in materia di enti locali". (1).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). La modifica del titolo, naturalmente, è finalizzata soltanto a consentire la proroga per l'entrata in vigore della centrale unica di committenza della quale parlavo prima, senza la quale si verificherebbe il paradosso che si bloccherebbero tutti gli appalti in tutti i comuni della Sardegna, nonché nelle province e in tutti gli enti locali, perché, avendo noi approvato una legge regionale specifica, non si applicherebbe la disposizione nazionale che nel resto d'Italia proroga l'entrata in vigore della centrale unica di committenza.
Non avendo la Regione istituito l'apposito ufficio che avrebbe potuto o dovuto realizzare gli appalti per nome e per conto di tutti gli enti locali della Sardegna, si verificherà il blocco totale degli appalti e delle spese per lavori e per forniture in tutta la Sardegna. Quindi, la modifica del Titolo è semplicemente funzionale a consentire poi la discussione dell'articolo 2 sulla proroga, così come è avvenuto nel resto d'Italia.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 1.
PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cappai, Cucca, Espa, Floris Mario, Greco, Locci, Manca, Meloni Valerio, Oppi, Piras, Pitea, Pittalis e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 56
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 56
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Autorizzazione al pagamento
degli ammortizzatori sociali
1. Al fine di assicurare il pagamento degli ammortizzatori sociali, ivi compresi quelli in deroga, agli aventi diritto, la Regione è autorizzata alla spesa di euro 30.000.000 a valere sulle disponibilità per l'anno 2013 stanziate nel Fondo regionale per l'occupazione (UPB S06.06.004). La predetta autorizzazione, destinata a far fronte ad oneri derivanti da spesa obbligatoria, può essere esercitata per l'intera somma nei primi quattro mesi dell'esercizio in corso.
2. La Regione opera, nell'ambito della convenzione con l'Istituto nazionale di previdenza sociale, con trasferimenti a favore del medesimo istituto che provvede al pagamento dei benefici ai destinatari finali, anche a titolo di anticipazione delle somme allo scopo destinate dallo Stato.
Emendamento sostitutivo parziale Uras - Steri - Salis
Articolo 1
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1. Al fine di assicurare il pagamento degli ammortizzatori sociali, ivi compresi quelli in deroga, agli aventi diritto, è autorizzata per l'anno 2013 la spesa di euro 30.000.000 a valere sulle disponibilità sussistenti nel Fondo regionale per l'occupazione (UPB S06.06.004). Non si applica per la spesa così autorizzata il limite di cui all'articolo 1 comma 2 della legge regionale 21 dicembre 2012 numero 26 per il periodo dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione". (4)
Emendamento aggiuntivo Dessì
Articolo 1
Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:
Art. 1 bis
Integrazioni all'articolo 2 della legge regionale n. 25 del 2012
1. Al comma 2 dell'articolo 9 della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25, dopo le parole: "della legge regionale n.3 del 2008" è aggiunto il seguente periodo: "e compreso il personale professionalizzato dei CSL della provincia di Carbonia-Iglesias." (3)
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu
Articolo 1
Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 2:
"Art. 2
Proroga entrata in vigore della centrale unica di committenza
1. Il termine di cui alla legge regionale 22 febbraio 2012 n. 4, articolo 3, comma 1 è prorogato di dodici mesi. ".(2)
Emendamento aggiuntivo Uras - Cappai - Salis - Capelli
Articolo 1
Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:
Art. 1 bis
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS). (5).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 2 . Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 5.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Gallus ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 58
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 464.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Floris Mario, Gallus e Moriconi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 11 e 09.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni, interpellanza e mozione annunziate in apertura di seduta
InterrogazioneZuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità circa la realizzazione di un impianto di serre con coperture fotovoltaiche in agro di Narbolia e sulle ipotesi di violazione del decreto dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 1163 DecA75 del 27 luglio 2012.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- la ditta Enervitabio Santa Reparata società agricola Srl, con sede legale a Narbolia (OR) (ma che fa capo ad un imprenditore agricolo di Ravenna con interessi anche in Sicilia, Puglia e Basilicata) nel mese di febbraio 2012 ha avviato i lavori per la realizzazione di 3 impianti fotovoltaici, posizionati su serre agricole di nuova costruzione, con tetto a due falde costituito per il 50 per cento da pannelli fotovoltaici;
- l'impianto complessivo, sito lungo la strada provinciale n. 1, a circa un km dagli abitati di Narbolia e di San Vero Milis, è articolato in tre impianti distinti, collocati su terreni contigui, della superficie complessiva di circa 64 ettari, aventi una potenza di 9,00 MW uno e 9,99 MW gli altri due, per un totale di 28,98 MW di potenza;
- le forti criticità che stanno dietro la realizzazione di tali impianti e le presunte irregolarità sulle stesse autorizzazioni hanno suscitato forti reazioni di protesta da parte del Comitato S'Arrieddu per Narbolia, sostenuto anche dall'Associazione ambientalista Italia nostra e dall'Adiconsum Sardegna, con cui ha intrapreso diverse iniziative legali contro la realizzazione di questi progetti;
- non va dimenticato che le attività del comitato, che si è fatto fin da subito interprete dei bisogni dei singoli territori e delle popolazioni delle aree interessate dai progetti, sono state fortemente osteggiate e, in taluni casi, addirittura affrontate come un problema di ordine pubblico o di criminalità, visto che due dei suoi rappresentanti furono arrestati durante una pacifica manifestazione contro la realizzazione degli impianti nel mese di febbraio 2012; un atto antipopolare e intimidatorio gravissimo che, come già denunciato dalla sottoscritta anche a mezzo stampa, si inquadra in un clima di repressione nei confronti di tutti quei movimenti che nascono dalle necessità e criticità dei singoli territori e che in quanto tali non sono controllati né da partiti, né da sindacati istituzionali;
- atti come quello subito dal comitato di Narbolia non possono essere in alcuna maniera contemplati e tollerati, soprattutto alla luce del fatto che le popolazioni delle aree interessate si stanno battendo da tempo affinché il vento, il sole e la terra siano gestiti dalle nostre collettività e dai comuni e non dalle multinazionali con sede ad Hong Kong o in chissà quali altre parti del mondo: il business dell'energia in Sardegna ha sempre più spesso a che fare con le potenti multinazionali internazionali che non solo scippano al popolo sardo le preziosissime risorse alternative come sole, vento e terra, ma che, sempre più spesso e come già successo anche in altri casi, entrano in affari con ambienti legati alla criminalità mafiosa e camorristica senza che le amministrazioni di Regione, provincia e comuni si facciano garanti delle risorse della nostra collettività;
- negli esposti citati sopra, alla Procura generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Cagliari e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano, si chiede proprio di fare chiarezza "sui presunti responsabili (da identificare) di possibili ipotesi di reato ravvisabili all'emanazione del decreto n. 1163 DecA75 del 27 luglio 2012, in specie volto a favorire alcune società private consentendo loro il mantenimento di una posizione più favorevole rispetto ad altre nella graduatoria del Registro nazionale per l'accesso agli incentivi statali del IV conto Energia";
- inoltre, in data 13 aprile 2012, Adiconsum Sardegna, con alcuni cittadini di Narbolia, ha avviato un ricorso al TAR (numero di registro generale 245 del 2012) contro il Comune di Narbolia, nei confronti di Enervitabio Santa Reparata societa agricola Srl, impresa agricola, per l'annullamento per vizio di competenza, e previa sospensione dell'efficacia, dei provvedimenti autorizzativi;
- il decreto assessoriale citato riguarda la possibilità di convalida da parte della Regione autonoma della Sardegna di provvedimenti autorizzativi rilasciati da uffici che risultano non essere competenti in materia ai sensi di legge (SUAP e comuni), per la realizzazione di serre fotovoltaiche;
PRESO ATTO che:
- come risulta dai tre esposti citati sopra, gli impianti in oggetto risultano pubblicati nella "Graduatoria degli impianti iscritti al Registro in posizione tale da rientrare nei limiti di costo stabiliti per il periodo 1° giugno 2011/31 dicembre 2011 a norma del DM 5 maggio 2011 - aggiornamento al 31 agosto 2011" col numero identificativo di impianto: 603352, 603380, 603836, con data di iscrizione al registro rispettivamente del 14 giugno 2011 alle 19:38; 16 giugno 2011 alle 13:37; e 16 giugno 2011 alle 13:52;
- i tre impianti risultano occupare rispettivamente le posizioni 419-420-421 della graduatoria del 29 luglio 2011; 355-356-357 della graduatoria del 12 agosto 2011; 333-334-335 della graduatoria del 31 agosto 2011 e 272-273-274 della graduatoria del 15 settembre 2011, a fronte della data di rilascio del titolo autorizzativo dichiarata al 6 maggio 2009;
- da quanto si apprende dagli stessi esposti la suddetta data del 6 maggio 2009, che viene erroneamente ricondotta al conseguimento del titolo autorizzativo-abilitativo, in realtà non rappresenta la data di rilascio di autorizzazione per la realizzazione degli impianti in argomento, bensì la data del verbale della seconda conferenza dei servizi convocata ai sensi dell'articolo 1, comma 25, della legge regionale n. 3 del 2008 con procedura SUAP, e presieduta dal responsabile del servizio tecnico del Comune di Narbolia, per l'esame dei "Progetti di miglioramento fondiario realizzazione di impianti serricoli - Realizzazione impianto fotovoltaico" presentati con istanza DUAAP dalla ditta individuale Enervitabio di Paolo Magnani;
- si tratta pertanto non di titolo autorizzativo/abilitativo, "seppur di contenuto positivo, in caso di Autorizzazione Unica", ma di atto endoprocedimentale ai sensi dello stesso "Regolamento per il riconoscimento delle tariffe incentivanti previste dal D.M. 5 maggio 2011 - quarto conto energia";
- nonostante ciò, in data 11 novembre 2009 il responsabile dell'ufficio tecnico e SUAP del Comune di Narbolia, con atto unico ufficiale n. 1 autorizza la ditta Enervitabio alla realizzazione degli interventi proposti con procedura DUAAP presentata in data 4 novembre 2008 e 19 gennaio 2009;
- tale autorizzazione è indebitamente rilasciata dal SUAP, ritenendosi competente e legittimato al rilascio, in ragione dei contenuti dell'allora vigente articolo 5, comma 7, del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ovvero ai sensi dell'articolo 11, comma 3, del decreto legislativo n. 115 del 2008, equiparando arbitrariamente le strutture serricole agli edifici;
- anche ritenendo il SUAP legittimato al rilascio del provvedimento autorizzativo, si evidenzia che tale atto non può essere considerato conclusivo del procedimento in quanto carente della necessaria autorizzazione di competenza alla realizzazione delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio dell'impianto fotovoltaico, ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2003 e successive modificazioni e integrazioni, prevista dal secondo periodo dell'articolo 5, comma 7, del decreto ministeriale 19 febbraio 2007;
- infatti, solo in data 18 novembre 2010 la ditta del titolare iniziale, assorbita nel frattempo dalla ditta Enervitabio società agricola Srl, la quale poi provvede a cedere la titolarità dei progetti alla Enervitabio Santa Reparata società agricola Srl, acquisisce, sempre con procedimento SUAP, l'autorizzazione per la realizzazione di:
- linea 15kV in cavo sotterraneo e cabina di alimentazione impianto fotovoltaico denominato EnerVitaBio Orzaoniga i in località Orzaoniga del Comune di Narbolia (prot. n. 2331 del 20 aprile 2010).
- linea 15kV in cavo sotterraneo e cabina di alimentazione impianto fotovoltaico denominato EnerVitaBio Orzaoniga 2 in località Orzaoniga del Comune di Narbolia (prot. n. 2330 del 20 aprile 2010).
- linea 15kV in cavo sotterraneo e cabina di alimentazione impianto fotovoltaico denominato EnerVitaBio S'Arrieddu in località S'Arrieddu del Comune di Narbolia (prot. n. 2332 del 20 aprile 2010);
- l'iter amministrativo della vicenda si conclude in data 12 gennaio 2012 con "Determinazione di conclusione del procedimento unico finale n. 4 del 12 gennaio 2012 del responsabile del Servizio dell'area tecnica del Comune di Narbolia" (Allegato 4), che approva la variante al progetto presentato con DUAAP n. prot. 6166 del 4 novembre 2008 - prot. n. 6167 del 4 novembre 2008 - prot. n. 0343 del 19 gennaio 2009; tale provvedimento si era reso necessario per l'adeguamento dell'originario progetto alla mutata normativa in materia di incentivazione definita dal decreto ministeriale 5 maggio 2011;
- l'amministratore unico e titolare delle autorizzazioni di cui sopra, in qualità di imprenditore agricolo, non risulta più appartenente alla Enervitabio Santa Reparata società agricola Srl e a capo della stessa società ora vi è infatti un rappresentante legale cinese e residente in Belgio; tale aspetto, venendo a mancare il soggetto che con la propria qualifica di imprenditore agricolo professionale consentiva alla ditta Enervitabio Santa Reparata di poter godere della qualità di società agricola, potrebbe comportare il venir meno dei requisiti stabiliti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 1° giugno 2011 che limita agli imprenditori agricoli professionali (IAP) e/o alle società agricole la realizzazione di serre fotovoltaiche (allegato A5 alla deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 2011),
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:
1) siano a conoscenza dei fatti espressi in premessa e se abbiano eventualmente intrapreso iniziative atte a fare chiarezza sulle criticità emerse in merito ai progetti degli impianti in oggetto;
2) non ritengano che la dichiarazione di conseguimento del titolo autorizzativo alla data del 6 maggio 2009 abbia evidentemente determinato una più favorevole, ma indebita posizione nella graduatoria degli impianti iscritti al registro per l'accesso agli incentivi;
3) non ritengano doveroso rimettere in discussione la gurduatoria, qualora si riconosca come titolo abilitativo quello relativo alle autorizzazioni alla realizzazione delle linee elettriche e cabine di alimentazione degli impianti fotovoltaici datato 18 novembre 2010; sarebbe così verosimile supporre l'esclusione dei tre impianti in questione dalla stessa graduatoria; infatti l'ultima posizione delle graduatorie sopra richiamate è attribuita ad impianti aventi data di acquisizione del titolo sempre antecedente alla data del 18 novembre 2010, conclusiva del procedimento autorizzativo in questione; nel caso in cui si dovesse far riferimento all'atto conclusivo del procedimento, comprensivo degli adeguamenti degli impianti ai requisiti del IV conto energia, datato 12 gennaio 2012, è palese l'automatica esclusione per decorrenza dei termini;
4) abbiano provveduto a verificare, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 21 del decreto ministeriale 5 maggio 2011 e dell'articolo 44 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, la veridicità di dati e documenti resi dalla società Enervitabio Santa Reparata società agricola Sr1, ai fini dell'ottenimento delle tariffe incentivanti. (2011)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di malnutrizione dei cavallini della Giara.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- in questi mesi la stampa sarda e internazionale ha denunciato insistentemente una forte preoccupazione per le condizioni di salute dei cavallini della Giara, condannati a morire per malnutrizione; i cavallini della Giara fanno parte delle biodiversità che costituiscono per la Sardegna un patrimonio identitario di inestimabile valore, non solo generico, ambientale e storico, ma anche economico;
- l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, Oscar Cherchi, a seguito di un sopralluogo sull'altopiano della Giara, teso a verificare in prima persona le condizioni di salute dei cavallini, ha dichiarato che l'Agenzia Agris "non denuncia alcuna emergenza sanitaria ne alimentare, visto che le scorte di foraggio messe a disposizione dai comuni e dalla stessa Agris risulterebbero addirittura eccessive, anche perché grazie alle ultime piogge si sarebbero ristabilite le stesse riserve erbivore naturali";
PRESO ATTO delle dichiarazioni dell'Assessore Cherchi: "Non possiamo far nulla però sul corso della natura. Purtroppo anche i cavallini subiscono una selezione che, per quanto crudele, è inevitabile. Succede così che la sopravvivenza degli esemplari più forti vada a discapito dei più deboli e malati. In questo caso sarebbe un peccato di presunzione pensare che l'uomo possa modificare il corso degli eventi naturali. Diverso è ovviamente, intervenire con la dovuta discrezione, così come stiamo facendo, per salvaguardare la salute di questi splendidi animali",
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali siano le competenze in medicina veterinaria dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale che l'hanno indotto a diagnosticare come causa di morte dei cavallini "la crudele selezione naturale", ignorando in modo contradditorio la malnutrizione, constatata e diagnosticata dagli esperti, come causa di disagio e di morte di questi animali;
2) per quale ragione l'Agenzia agricola Agris (commissariata dal 2010), che vanta sul territorio della Giara un presidio permanente per il sostegno alimentare di circa 200 cavallini, solo oggi si rende disponibile per un intervento urgente impegnandosi "a portare immediato sostegno alimentare agli animali in difficoltà";
3) secondo quale logica l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, nonostante abbia dichiarato che Agris "non denuncia alcuna emergenza sanitaria nè alimentare", abbia immediatamente dato mandato all'Agenzia regionale Agris, a tutt'oggi rappresentata dal commissario straordinario Efisio Floris (nominato per volontà del Presidente Cappellacci e dell'ex Assessore all'Agricoltura Prato, circa tre anni fa, benché si trattasse di un incarico per non oltre tre mesi) per la proposta di un progetto di collaborazione permanente; si tratta di una ennesima convenzione, ignorando che un presidio dell'Agenzia Agris sulla Giara è già esistente e del cui operato ben poco è dato sapere e che solamente dopo le denunce sulla stampa e delle popolazioni locali, ha preso atto del dramma dei cavallini e quindi della necessità d'intervento;
4) quale sia stato l'operato dell'Agenzia Agris, in questi anni di commissariamento, a tutela delle biodiversità del Parco della Giara e in particolar modo dei cavallini autoctoni;
5) quale sia la quantità di foraggio messo a disposizione dall'Agris e dai comuni per il sostegno dei cavallini, a chi venga affidato e chi sia deputato al controllo e alla verifica che l'alimentazione arrivi nei luoghi e venga equamente garantita ai cavallini autoctoni;
6) se sia stato riscontrato lo stesso stato di malnutrizione tra gli allevamenti privati presenti nell'altopiano (cavalli e bovini);
7) quali siano le iniziative concrete intraprese dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, o che intenda intraprendere, per la conservazione e la tutela dell'altopiano della Giara: un unicum, a detta di esperti di tutto il mondo, quindi, una "ricchezza identitaria irriproducibile" per le sue caratteristiche geologiche e per la grande ricchezza, peculiarità e diversità della flora e della fauna;
8) in cosa consistano gli "interventi strutturali" promessi dall'Assessore "per creare una condizione stabile per la protezione della specie";
9) cosa intenda l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale quando dichiara che "la Giunta e l'Assessorato sono pronti a stabilire i passi successivi con le istituzioni locali";
10)se la Regione, come ogni regione virtuosa farebbe, intenda promuovere con le amministrazioni e comunità locali un "parco naturale condiviso", in modo tale non solo da proteggere tutte le biodiversità animali, arboree e lo stesso paesaggio ambientale e archeologico, ma grazie ad esse, come volano, promuovere le stesse economie locali legate alla sostenibilità del territorio e al suo sviluppo occupazionale agro-pastorale e turistico. (2012)
Interrogazione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'azione di AREA rivolta alla dismissione del proprio attuale patrimonio di edilizia abitativa e alla modernizzazione della propria azione di sostegno alla crescita delle opportunità di proprietà privata immobiliare.
I sottoscritti,
CONSIDERATO che:
- la legge n. 560 del 1993 detta norme di dismissione del patrimonio immobiliare di edilizia economica e popolare, che consentono di interpretare in modo univoco la volontà statale di procedere senza esitazioni in tale direzione;
- tale volontà risponde sicuramente alla necessità di "fare cassa" attraverso le dismissioni, nel contempo contenendo le spese indispensabili per la gestione e per le manutenzioni dell'immenso patrimonio edilizio in possesso;
- la volontà di dismissione di tali abitazioni, a prezzi decisamente inferiori rispetto alle ordinarie quotazioni del mercato immobiliare, appare oggi ulteriormente rafforzata dai principi ispiratori delle politiche nazionali di spending review;
- la scelta della dismissione appare ancor più rispondere al generale principio ispiratore legislativo che tende a garantire il pieno diritto alla abitazione di proprietà da parte delle fasce sociali più deboli, che più hanno difficoltà a disporre delle ingenti somme comunque necessarie per l'acquisto della prima casa;
- in Sardegna, la complessiva gestione del patrimonio immobiliare di edilizia popolare, precedentemente in carico agli IACP provinciali, è ora affidata all'ente unico AREA;
- raccogliendo le indicazioni legislative statali, la Regione ha approvato proprie norme che vanno nella stessa direzione della legislazione nazionale, sino al disposto dell'articolo 8 della legge regionale n. 1 del 2011 (legge finanziaria 2011) che, al comma 6, introduce condizioni particolarmente favorevoli per gli assegnatari, relativamente alla cessione dei beni da parte di AREA e stabilisce altresì che la quota del patrimonio immobiliare di AREA destinata all'alienazione rappresenti addirittura il 90 per cento del totale;
- dall'esame del bilancio 2012 di AREA si riscontra invece la previsione, apparentemente incoerente rispetto alla volontà di dismissione del patrimonio immobiliare di AREA da parte del legislatore, della cessione di sole 600 abitazioni, su una consistenza patrimoniale complessiva che è stimabile intorno alle 25.000 unità abitative;
- il prezzo di cessione degli alloggi, in attuazione del vigente disposto legislativo, discende dalla rendita catastale e domenicale, nonché dal grado di vetustà per cui, preliminarmente all'attivazione delle procedure di vendita, si rende indispensabile l'acquisizione della visura catastale di ciascun immobile;
- alla luce di tale considerazione, la discrasia tra l'entità delle alienazioni disposte dalla legge n. 1 del 2011 e quelle realmente previste da AREA, potrebbe essere parzialmente spiegata dal recente bando pubblico emesso dall'Ente, che esternalizza i servizi di accatastamento per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro;
- il contenuto di tale bando induce infatti ad ipotizzare che una parte importante degli immobili di edilizia abitativa posseduti da AREA manchi dei requisiti indispensabili per la stipula di regolari contratti di trasferimento della proprietà;
- l'importo totale dell'appalto dei servizi di accatastamento consente di stimare che siano circa 10.000 (più di un terzo del totale!) gli immobili di AREA sprovvisti di tale requisito;
- se tale considerazione rispondesse al vero, basterebbe da sola a rendere impossibile la previsione cogente dell'alienazione del 90 per cento del patrimonio di AREA, contenuta all'interno della legge finanziaria regionale del 2011;
- contemporaneamente, sembrerebbe che una parte delle proprietà di edilizia abitativa di AREA (ad esempio quelle nel quartiere di Sant'Elia, a Cagliari) insistano su terreni per i quali non sono stati perfezionati gli atti di cessione ad AREA della proprietà (in questo caso afferente al Comune di Cagliari), con la immediata conseguenza di rendere, anche in questo caso, al momento "invendibili" tali alloggi;
- indipendentemente dalla volontà stessa di AREA, sembrerebbe pertanto del tutto evidente che, in assenza dei passaggi propedeutici (accatastamenti, acquisizione della piena disponibilità delle aree), l'ente non sarebbe immediatamente in grado di avviare il rapido piano di dismissioni edilizie fortemente voluto dal legislatore nazionale e regionale;
- le mancate dismissioni e il notevole impegno per la gestione dell'attuale patrimonio immobiliare, distolgono inoltre le risorse umane e tecniche di AREA dalla prevalente mission emergente dell'Ente, rappresentata dai moderni interventi di iniziativa edilizia, e in particolare dal "social housing", finalizzati all'ampliamento della platea dei possibili destinatari delle unità abitative;
- le stesse risorse economiche impegnate da AREA per il pagamento dell'IMU (per una cifra che sembrerebbe aggirarsi intorno ai 4 milioni di euro!) appaiono sottratte alla creazione virtuosa di nuove opportunità abitative e rappresentano un ulteriore stimolo all'accelerazione dei percorsi di dismissione dell'attuale patrimonio;
- appare del tutto evidente come l'attività futura di AREA debba dunque abbandonare il ruolo di "gestore dell'esistente", per concentrarsi nel tentativo di dare moderne risposte di edilizia abitativa ad una fascia di popolazione anagrafica con esigenze emergenti, favorendo gli obiettivi di sviluppo demografico e di coesione sociale, sempre presenti nella filosofia ispiratrice del legislatore nazionale e regionale,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:
1) esista una stima precisa del complessivo patrimonio immobiliare di edilizia abitativa attualmente gestito da AREA e teoricamente oggetto della previsione di dismissione di cui alla legge regionale n. 1 del 2011;
2) in particolare, sia disponibile il quadro complessivo dell'anagrafe immobiliare degli alloggi di proprietà di AREA, con l'indicazione specifica dei comuni nei quali ricadono, dell'anno di accatastamento di ciascuno, anche ai fini dell'applicazione della riduzione percentuale del prezzo di cessione in rapporto alla vetustà dell'immobile, nonché dei lavori di manutenzione straordinaria intervenuti su di essi dalla realizzazione ad oggi;
3) non ritengano indispensabile che AREA avvii comunque immediatamente un progetto interno per la realizzazione di un sistema informatico che consenta di pervenire in tempi brevissimi alla anagrafe unitaria degli immobili;
4) esista una definizione precisa del numero di unità abitative in possesso di AREA che risultano prive dell'accatastamento e siano pertanto oggetto dell'intervento previsto da AREA con il recente bando, dotato di provvista economica di 4 milioni di euro;
5) attraverso l'affidamento a terzi dell'azione di accatastamento degli immobili prevista dall'attuale bando, AREA abbia la certezza di sanare l'intero proprio patrimonio sprovvisto di tale requisito;
6) risponda al vero che una parte degli immobili residenziali di proprietà di AREA (ad esempio quelli ricompresi nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia) sorgano su aree per le quali non è mai stata perfezionata la proprietà e quali siano in tal caso le azioni e i tempi previsti per la regolarizzazione delle situazioni eventualmente pendenti;
7) nel frattempo, AREA stia progettando la realizzazione o stia direttamente realizzando nuovi interventi (ad esempio nel social housing) rivolti ad ampliare l'offerta di edilizia abitativa, modernamente rivolta a determinate fasce sociali ed anagrafiche e ad esigenze e disponibilità in parte differenti rispetto a quelle classiche del passato. (1013)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo disagio arrecato alle popolazioni del Goceano a causa della soppressione dell'ufficio del Giudice di pace di Bono.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- il decreto legislativo n. 156 del 2012, entrato in vigore il 13 settembre 2012, emesso al fine di revisionare le circoscrizioni giudiziarie, ha disposto in merito alla soppressione dell'ufficio del Giudice di pace di Bono;
- le disposizioni di tale decreto hanno determinato, quale conseguenza, la privazione dei cittadini del Goceano di un importante presidio di legalità, prevedendo lo spostamento di tutta l'attività all'ufficio unico del Giudice di pace di Nuoro;
- l'attuazione del disposto di cui al decreto legislativo n. 156 del 2012 determinerà un inevitabile aggravio dei costi dei giudizi e la dilatazione dei tempi di risposta alla domanda di giustizia proveniente dalle popolazioni del Goceano;
- inoltre tale scelta normativa va a gravare su un territorio molto problematico ove, a causa di scelte poco ragionate, sempre di più si viene a creare il divario tra la popolazione e le istituzioni, con ripercussioni di difficile gestione per le amministrazioni locali;
- la soppressione dell'ufficio del Giudice di pace di Bono costituisce un grave ostacolo all'accesso alla giustizia da parte degli abitanti del Goceano, con gravissima lesione dei loro diritti garantiti costituzionalmente;
- invero, gli abitanti del territorio sono costretti, al fine di tutelare i loro diritti, a spostarsi nel centro nuorese, con aggravio di costi;
- non può sfuggire, che lo spostamento per gli abitanti della zona appare essere ancora più gravoso a causa dello stato di isolamento geografico in cui versano e della somma difficoltà nell'effettuare gli spostamenti, anche, minimi, soprattutto nel periodo invernale allorquando le strade sono interessate da ghiaccio e/o neve;
- la presenza, all'interno del paese di Bono, dell'ufficio del Giudice di pace ha sempre costituito per le popolazioni locali un importante e rassicurante punto di riferimento;
- invero, all'interno dei piccoli centri la presenza del Giudice di pace costituisce un filtro per l'accesso alla giustizia ordinaria, posto che maggiormente incisiva è la funzione mediatoria e compositiva delle liti ante causam;
- le decisioni del Governo nazionale, ancora una volta, rispondono ad astratti criteri statistici e numerici che mal si attagliano ai casi specifici, i quali sarebbero meritevoli di valutazioni differenti;
- la soppressione dell'ufficio del Giudice di pace di Bono ha gettato nello sconforto tutta la popolazione del Goceano, andando a sommarsi a tanti altri soprusi subiti nel corso degli ultimi anni,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se sia suo intendimento interloquire con il Governo nazionale al fine di rappresentare la particolarità del territorio sardo e la necessità che i presidi di legalità rappresentati dalla presenza degli uffici dei giudici di pace, abbiano una maggiore capillarità, al fine di consentire il diritto di accesso alla giustizia a tutti i cittadini;
2) quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al tal fine. (1015)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta sull'ingerenza della NATO nel procedimento giudiziario sulle attività nel Poligono di Quirra e sulla secretazione di una parte importante dell'inchiesta riguardante l'utilizzo dell'uranio impoverito.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- nel corso del procedimento giudiziario sulle attività militari nel Poligono di Quirra, alla richiesta del pubblico ministero dott. Fiordalisi della Procura di Lanusei, al giudice dell'udienza preliminare, "di far luce sugli appalti commissionati per la realizzazione di opere e manufatti all'interno della base militare", l'unica risposta è giunta dalla NATO, con il suo intervento di secretazione di una parte importante dell'inchiesta, e cioè quella riguardante l'utilizzo dell'uranio impoverito; l'ingerenza della NATO nel processo giudiziario sarebbe stata possibile sulla base degli attuali trattati internazionali;
- probabilmente ci troviamo di fronte a un ennesimo abuso, oggi si parla di "segreto NATO" così come negli anni scorsi, si è parlato di "segreto libico". Un segreto che fu un escamotage per coprire l'attività clandestina dell'addestramento degli aerei MIG libici nella base di San Lorenzo (un aeroporto improprio, camuffato da eliporto; aeroporto improprio perché non dotato di torre di controllo e non registrato come tale, infatti per il controllo veniva usata la torre di Decimomannu);
VISTO che:
- inoltre il "segreto libico" è servito anche a coprire le reali attività del complesso militare industriale sviluppatosi a Salto di Quirra (Vitrociset e altri), non permettendone la conoscenza sia alla Regione autonoma della Sardegna che alle collettività direttamente interessate, con l'uso di generali in pensione messi a capo della struttura del complesso militare industriale;
- sul Poligono di Quirra non esiste alcuna condizione di sovranazionalità come quella per le basi italiane di Vincenza, Sigonella, Bagnoli ecc.;
CONSIDERANDO che:
- non sono contemplati presupposti per secretazioni connesse con la sovranazionalità delle basi e ancor meno segreti NATO;
- il segreto può essere imposto solamente dall'Autorità nazionale di sicurezza (ANS) e quindi dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso 1'Ufficio centrale di sicurezza/segretezza (UCSI-UCSE);
- qualora ci fossero stati atti di secretazione, sulla questione in oggetto, il Parlamento italiano avrebbe dovuto essere stato messo a conoscenza e conseguentemente la Regione autonoma della Sardegna;
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se sia a conoscenza di eventuali trattati che hanno imposto delle secretazioni legate alla Nato;
2) se il Governo italiano l'abbia informato di eventuali secretazioni;
3) quali azioni intenda mettere in atto per far chiarezza sull'ingerenza e sull'atto di prevaricazione della NATO nel procedimento giudiziario in corso;
4) quali misure intenda adottare per garantire al pubblico ministero della Procura di Lanusei di avere risposte certe "sugli appalti commissionati per la realizzazione di opere e manufatti all'interno della base militare", in modo tale da metterlo nella condizione di poter procedere nel migliore dei modi, per la difesa della legalità, della trasparenza, dei diritti del Popolo sardo, del suo territorio, del suo ambiente, dei civili e dei militari che operano all'interno del Poligono del Salto di Quirra;
5) se non ritenga che l'apposizione del "segreto NATO" sia da intendersi come una "prosecuzione del segreto in altre forme", che si è verificata già precedentemente nel poligono di Salto di Quirra;
6) se non ritenga che l'uso del segreto, prima "libico" e poi "NATO" per tutto ciò che esso ha consentito e consente, non sia l'alibi per non permettere alle istituzioni sarde di conoscere la verità su ciò che avviene, in una parte vasta del proprio territorio, e le sue ripercussioni sulla vita dei sardi abitanti quelle aree. (1016)
Interrogazione Lai - Bardanzellu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'ufficio postale di Berchiddeddu, frazione di Olbia.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'ufficio postale di Berchiddeddu, frazione di Olbia, risulta chiuso dal primo giorno di quest'anno;
- è stata anche rimossa la cassetta rossa delle lettere nella quale s'imbucava la corrispondenza;
- tale ufficio postale esiste dal 1930, quindi storicamente radicato nella comunità;
- già cinque anni fa era stata manifestata l'intenzione di chiudere questo ufficio, poi rientrata per le proteste degli abitanti;
- la soppressione di tale ufficio postale risulta inaccettabile perché non può essere decisa sulla base di mere logiche aziendali e strategie organizzative di Poste italiane senza tener conto delle specificità delle località servite;
CONSIDERATO che:
- per i circa 700 abitanti della frazione di Berchiddeddu, più gli altri 400 delle frazioni vicine (Sa Castanza, Su Trainu, Moltu, Battista, Mamusi) risulta vitale la presenza di un presidio di Poste italiane sia per i pagamenti che per l'invio, il ricevimento e lo smistamento della corrispondenza destinata ad una frazione che già paga, sotto altri aspetti, il limite della sua lontananza dal centro di Olbia;
- gli abitanti della frazione di Berchiddeddu e sub frazioni hanno pieno diritto, come quelli degli altri comuni dell'Isola, di poter usufruire dei servizi essenziali, come quello postale, che concorrono a mantenere in vita una piccola comunità;
PRESO ATTO che:
- sono state adottate iniziative per opporsi a questo provvedimento da parte del Comune di Olbia, che tra l'altro ha messo a disposizione di Poste italiane alcuni locali per eliminare le spese di affitto;
- se la chiusura dell'ufficio postale fosse confermata, gli abitanti sarebbero costretti, con grave disagio, a spostarsi a Loiri o ad Olbia per il disbrigo dei pagamenti e l'invio della corrispondenza;
- anche con l'affidamento a privati del servizio di poste resterebbe il problema relativo alla distribuzione della corrispondenza,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere se:
1) esista la possibilità che la Regione possa svolgere un ruolo di mediazione, insieme al Comune di Olbia che sta già operando in tal senso, per far sì che Poste italiane riveda la decisione di chiudere l'ufficio postale di Berchiddeddu, garantendo almeno un'apertura, due o tre volte alla settimana, per dare agli abitanti la possibilità di avvalersi di questo servizio senza doversi spostare a Loiri o ad Olbia;
2) non ritengano indispensabile che la Regione svolga un ruolo importante e incisivo di vigilanza nel salvaguardare le infrastrutture essenziali presenti nelle frazioni, tutelando queste ultime per far crescere e sviluppare i territori. (1017)
Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura degli uffici postali nella borgata di Palmadula in Comune di Sassari.
Il sottoscritto,
VISTE:
- la comunicazione del 20 dicembre 2012, con cui le Poste italiane informavano il sindaco di Sassari della chiusura dell'ufficio di Palmadula e del loro spostamento provvisorio presso i locali di Campanedda, a partire dal 31 dicembre 2012;
- la reazione forte e convinta degli abitanti di Palmadula e delle altre borgate con la partecipazione alle manifestazioni e presidi permanenti che dimostra quanto sia sentito il problema nella borgata;
- le risposte del sindaco di Sassari, 21 dicembre 2012 e 3 gennaio 2013, con cui si rappresentava la necessità di scongiurare qualsiasi ipotesi di soppressione o trasferimento dell'ufficio postale in parola dalla borgata di Palmadula e allo scopo si offriva la massima disponibilità dell'amministrazione comunale, ad ogni sforzo congiunto indirizzato ad individuare una soluzione in termini logistici;
CONSIDERATO che:
- le dinamiche demografiche testimoniano che la Sardegna sta attraversando un profondo stato di crisi, che necessita di interventi urgenti e straordinari che consentano alle zone interne dell'Isola e alle realtà territoriali più periferiche, di superare indenni la difficile congiuntura;
- con la crisi nelle campagne si aggrava ulteriormente la situazione degli assetti civili nelle zone interne e nella aree più periferiche del territorio sardo;
- ogni provvedimento tendente a sopprimere servizi essenziali in questi territori, si traduce in un ulteriore colpo alle prospettive di sopravivenza delle comunità insediate nel territorio;
VERIFICATO che:
- la legge regionale 26 marzo 2012, n. 8, all'articolo 1 prevede che la Giunta regionale, individua con propria deliberazione i territori agricoli ricadenti in aree montane, di collina o svantaggiate;
- in data 12 luglio 2012 veniva emanato il decreto n 1056/decA/62 del 2012 a cui veniva allegato l'elenco dei comuni ricadenti in aree svantaggiate di cui alla legge regionale n. 8 del 2012;
- nello stesso elenco di comuni non veniva ricompreso il Comune di Sassari e quindi neanche tutte quelle aree della Nurra particolarmente meritorie di questo riconoscimento;
- nessuna risposta è stata data all'interrogazione a riguardo presentata dal sottoscritto in data 1° ottobre 2012,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali passi intenda effettuare per sostenere l'azione del sindaco di Sassari e degli abitanti della borgata della Nurra per indurre la direzione nazionale di Poste italiane a desistere dai propositi di chiudere gli uffici di Palmadula;
2) quali passi siano stati compiuti per includere nell'elenco delle aree svantaggiate anche i terreni agrari del Comune di Sassari che, come noto, rappresentano una delle più ampie e importanti, ma non certo ricche, zone agricole della regione Sardegna. (1018)
Interpellanza Sanna Giacomo - Amadu - Campus - Cocco Daniele Secondo - Manca - Meloni Valerio - Peru - Planetta sul trasferimento dell'ufficio postale dalla borgata di Palmadula a quella di Campanedda nel territorio del comune di Sassari.
I sottoscritti,
PREMESSO che è stato disposto il trasferimento dell'ufficio postale dalla borgata di Palmadula a quella di Campanedda, distanti tra loro circa 20 chilometri, senza che sia emersa una motivazione plausibile per la decisione assunta unilateralmente dall'amministrazione postale e che ha registrato le proteste dei circa duemila residenti e degli operatori che gravitano nell'area ricompresa tra Palmadula e l'Argentiera;
ATTESO che l'ufficio postale è ritenuto indispensabile nell'intero circondano e completa l'offerta dei servizi già presenti a Palmadula che può contare sugli uffici della delegazione comunale, su uno sportello bancario oltreché sulla stazione dei carabinieri e sulla farmacia;
CONSTATATO che la borgata di Palmadula è la più distante dal centro urbano di Sassari (circa 40 chilometri) e insieme con l'altra borgata costiera dell'Argentiera è indicata nel piano urbanistico comunale e nel piano strategico del Comune di Sassari come zona di sviluppo turistico;
RILEVATO che il trasferimento dell'ufficio postale da Palmadula a Campanedda è causa di disagio anche per gli abitanti delle altre borgate del circondano ad incominciare da quelli di Biancareddu che per raggiungere Palmadula percorrono 17 chilometri contro i 52 chilometri per Campanedda, da quelli dell'Argentiera che raggiungono Palmadula percorrendo 12 chilometri mentre Campanedda è distante 48 chilometri, da quelli dell'Eremitu distante da Palmadula 8 chilometri e da Campanedda 26, dagli abitanti di Canaglia che dista 12 chilometri da Palmadula e 36 da Campanedda,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione perché:
1) intervengano con sollecitudine presso i responsabili di Poste italiane Spa in Sardegna per conoscere quali siano i motivi che hanno portato al trasferimento degli uffici postali di Palmadula a Campanedda;
2) intraprendano al più presto tutte le azioni necessarie per scongiurare la chiusura degli uffici postali nella borgata di Palmadula. (382)
Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi sulla proposta di modifica del frontespizio della carta intestata istituzionale e ufficiale del Consiglio regionale da: "Consiglio Regionale della Sardegna" in "Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna" in lingua sarda e italiana.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che "la Sardegna con le sue isole è costituita in Regione autonoma fornita di personalità giuridica", come recita l'articolo 1 dello Statuto speciale;
VISTI i tentativi sempre più aggressivi, da parte del Governo italiano di disconoscere la nostra specificità, nascondendo il chiaro obiettivo di omologare la Sardegna alle regioni d'Italia a statuto ordinario, perdendo di fatto lo status di Regione autonoma;
VISTO che il Consiglio regionale, in quanto massima Assemblea del popolo sardo, è preposto a rappresentare e a difendere la dignità giuridica della Sardegna, a partire dal riconoscimento della sua specificità di Regione autonoma, anche in tutti gli atti inerenti le attività istituzionali e burocratiche,
impegna il Consiglio regionale e la Presidente Claudia Lombardo
1) ad adottare i provvedimenti necessari per contrastare ogni tentativo di limitare e/o disconoscere la nostra specificità, sancita dallo Statuto speciale e dalla stessa Costituzione italiana, da parte del Governo italiano;
2) a mettere in atto tutte le misure possibili per salvaguardare, nella sostanza e nella forma, il nostro status di Regione autonoma della Sardegna incominciando dall'interno delle stesse istituzioni sarde, in ogni atto politico-burocratico, con l'uso per esteso della dicitura: "Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna", modificando l'attuale intestazione (della stessa carta istituzionale): "Consiglio Regionale della Sardegna" in "Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna" in lingua sarda e italiana. (227)