Seduta n.290 del 01/02/2012 

CCXC Seduta

Mercoledì 1 febbraio 2012

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10.

COCCO DANIELE SECONDO, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 29 novembre 2011 (282), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Angelo Francesco Cuccureddu ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 1° febbraio 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE SECONDO, Segretario:

"Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla tassazione degli immobili, prevista all'articolo 13 (anticipazione sperimentale dell'imposta municipale propria) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 recante Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (11G0247)", relativamente ai fabbricati, capannoni, stalle e quant'altro necessario e indispensabile per lo svolgimento dell'attività agricola". (757)

"Interrogazione Espa - Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sull'inadeguatezza del finanziamento per la Casa della salute di Senorbì". (758)

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla collocazione definitiva dei Giganti di Monte Prama". (759)

"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sul proposito della ASL n. 3 di Nuoro di stipulare, per il reparto di neurochirurgia, una convenzione con un ortopedico cagliaritano del sistema privato non in possesso di particolare esperienza e competenza, con l'introito da parte del medico del 20 per cento sui DRG, per eseguire interventi di chirurgia vertebrale totalmente soddisfabili dai medici in organico, viceversa in possesso di lunga esperienza e competenze altamente specializzate". (760)

"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Uras - Zuncheddu - Capelli - Maninchedda - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Solinas Antonio - Soru, con richiesta di risposta scritta, in merito alla messa all'asta del Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini". (761)

"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla semplificazione e riordino della regolamentazione regionale vigente sulle attività extra alberghiere di bed & breakfast". (762)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla riconversione dello stabile dell'ex Ospedale Marino di Cagliari". (763)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulle possibili iniziative di autoimprenditorialità legate al percorsi di rientro del Master & back". (764)

"Interrogazione Meloni Marco - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento degli uffici della Presidenza della Giunta regionale nei locali di via Vittorio Veneto". (765)

"Interrogazione Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla modalità di attuazione del programma di voucher per tirocini in imprese a favore di soggetti disoccupati o inoccupati, previsti dalla legge regionale n. 1 del 2011, articolo 6, comma 13, e disciplinati con deliberazioni della Giunta regionale n. 27/18 del 1° giugno 2011 e n. 41/12 del 13 ottobre 2011, e successivi atti integrativi di regolamentazione". (766)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul sequestro di Rossella Urru, cooperante sarda del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (CISP)". (767)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'ampliamento della discarica di Genna Luas (Provincia di Carbonia-Iglesias) e sull'autorizzazione del sito di stoccaggio di nuovi codici di rifiuti". (768)

"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla possibilità di recupero spese mediche per ricovero extra Regione". (769)

"Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla ripresa dei lavori lungo la strada statale n. 125". (770)

"Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie". (771)

"Interrogazione Meloni Valerio - Lotto - Manca, con richiesta di risposta scritta, sulle inspiegabili motivazioni per le quali ancora non è stato firmato dal Presidente della Regione l'accordo di programma quadro relativo a "interventi finalizzati alla valorizzazione e al completamento delle opere infrastrutturali a servizio delle attività produttive, del turismo e della cultura nel Comune di Sassari". (772)

"Interrogazione Solinas Antonio - Espa - Barracciu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla vicenda dell'insegnante precaria Maddalena Calvisi". (773)

"Interrogazione Zuncheddu - Sechi - Uras - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità degli interventi di revamping dell'impianto di incenerimento di Tossilo (Macomer) e sulle gravi conseguenze che il progetto avrà in termini di impatto ambientale, rischi per la salute della popolazione, elevati costi di realizzazione e sul piano di fattibilità di un centro di riciclo basato sul sistema di trattamento a freddo dei rifiuti". (774)

"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo - Tocco - Piras - Sanna Paolo Terzo - Pitea - Gallus - Capelli - Dedoni - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla composizione del calendario venatorio". (775)

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'arresto e la paventata reclusione di un ragazzo senegalese nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa". (776)

"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione del Consorzio di bonifica del Basso Sulcis dalla ripartizione dei finanziamenti previsti nella delibera della Giunta regionale n. 52/50 del 23 dicembre 2011". (777)

"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata spendita dei fondi di cui alla legge regionale 7 febbraio 2011, n. 7 (Sistema integrato a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e istituzione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale)". (778)

"Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul perdurare e sull'aggravarsi delle condizioni di profonda crisi relative al settore dello spettacolo a causa dei reiterati tagli e del mancato recepimento da parte della Giunta regionale degli impegni contemplati nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale in data 4 maggio 2011". (779)

"Interrogazione Cuccu - Agus - Cocco Pietro - Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione degli uffici dei giudici di pace". (780)

"Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi ritardi della Giunta regionale per l'adozione del Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa e sulle conseguenze drammatiche dell'applicazione, in mancanza di una legge di settore e del Piano di dimensionamento regionale, dei parametri nazionali contenuti nella legge n. 111 del 2011". (781)

"Interrogazione Corda, con richiesta di risposta scritta, sulla deprecabile situazione in cui versa il sistema sanitario a causa dei condizionamenti della mala politica". (782)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla improvvisa chiusura da parte dell'Anas degli accessi sulla strada statale n. 554, sui possibili nuovi pericoli e sui gravissimi danni che tale decisone sta recando alle numerose aziende commerciali". (783)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assegnazione a favore delle Cooperative di produzione agricola Fiorentini di Bultei e S. Giorgio Aneletto di Anela degli incarichi per l'esecuzione dei lavori volti alla difesa e valorizzazione della zona montana di appartenenza, nonostante lo stanziamento dei fondi destinato a tal uopo". (784)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sul finanziamento di interventi a sostegno della cultura e della legalità". (785)

"Interrogazione meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula, con richiesta di risposta scritta, sul Parco di Molentargius". (786)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi denunce da parte dell'Associazione italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti in merito ai capi di bestiame abbattuti durante le esercitazioni militari con proiettili realizzati con metalli pesanti e poi macellati e serviti a civili e militari nelle mense del Poligono di Capo Frasca, e sui fondati dubbi che inducono a sospettare che le carni e altri alimenti provenienti dalle zone prossime ai poligoni di tiro in Sardegna possano non corrispondere alle prescrizioni di legge". (787)

"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'arte dell'inchiesta amministrativa relativa al bando dell'Azienda ospedaliera Brotzu, annunciata dai vertici dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale il 18 novembre 2011, per il servizio di fornitura in somministrazione di lavoro temporaneo pubblicato in data 14 settembre 2011 e scaduto il 24 ottobre 2011 e sulla dichiarata incompetenza tecnica dei membri della commissione tecnica di gara nominata dal direttore generale Garau". (788)

"Interrogazione Agus - Cuccu, con richiesta di risposta scritta, sulla perdita del fondi per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale, nella Provincia del Medio Campidano". (789)

"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta discriminatoria da parte della ASL n. 3 di Nuoro di certificati di invalidità per il rilascio dei microinfusori per insulina ai cittadini diabetici e sulla mancata approvazione da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dei reflettometri di nuova generazione, alcuni già in distribuzione nelle ASL italiane dal 2009". (790)

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla situazione della chirurgia oculistica presso il Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza e Mastino di Bosa". (791)

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione in cui versa il pronto soccorso del Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza". (792)

"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione della epidemiologia dei tumori in Sardegna". (793)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE SECONDO, Segretario:

"Interpellanza Planetta sul ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e sull'effettiva applicazione delle norme comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio alle imprese entro 60 giorni". (297/C-3.)

"Interpellanza Manca - Diana Giampaolo - Cucca - Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini sulle gravi ripercussioni che si determineranno nel tessuto del commercio della nostra Isola a seguito della liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, contenuta nell'articolo 31 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, e sulla urgente necessità che la Regione ricorra alla Corte costituzionale perché sia riconosciuto il profilo di illegittimità dello stesso provvedimento". (298)

"Interpellanza Planetta su fatti e circostanze censurabili riferiti all'uso improprio del programma di tirocini della Regione denominato Voucher TFO 2011". (299)

"Interpellanza Planetta sullo stato di abbandono, degrado ed incuria della struttura del Main conference, costruita sull'ex Arsenale di La Maddalena e sulla posizione della Regione in riferimento all'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, sulle bonifiche sottomarine previste per il mancato G8". (300/C-5.)

"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sul potenziamento dei centri regionali di sclerosi multipla operanti a Cagliari e a Sassari". (301)

"Interpellanza Planetta sul perdurante vuoto normativo in materia di produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna e sulle ragioni che hanno determinato un'evidente disparità di trattamento nei confronti dei diversi soggetti interessati alla realizzazione di impianti fotovoltaici nell'agro della Nurra". (302)

"Interpellanza Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sul progetto di adeguamento al tipo B (4 corsie) della strada Sassari-Olbia". (303)

Discussione generale congiunta del "Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF)" (21/A) e dei disegni di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012)" (332/S/A) e "Bilancio di previsione per l'anno 2012 e bilancio pluriennale per gli anni 2012-2014" (333/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione generale congiunta del documento numero 21, del disegno di legge numero 332 e del disegno di legge numero 333.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo una sospensione della seduta.

PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 34.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Fois, relatore di maggioranza.

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Presidente, la terza Commissione ha licenziato la manovra 2012 - 2014 nella seduta del 25 gennaio a maggioranza; hanno votato contro i consiglieri dei Gruppi di opposizione e si è astenuto il consigliere Capelli. La proposta della Giunta è stata messa in carico alla Commissione il 24 dello stesso mese. L'esame si è protratto per 30 sedute.

Il voto contrario dei consiglieri di opposizione marca una distinzione nota su alcuni temi considerati centrali, in particolare riguardo all'attuazione del nuovo titolo terzo e della gestione del confronto col Governo da parte della Giunta. Lo sviluppo della discussione sui contenuti attuali della finanziaria e la costruzione del testo licenziato dalla Commissione è però frutto di un proficuo lavoro comune. Il confronto, a volte serrato e fortemente dialettico, ma senza chiusura da entrambe le parti, ha portato ad una sostanziale condivisione dei passaggi fondamentali del testo della Commissione col contributo della Giunta.

Alla sua durata hanno contribuito negativamente in modo significativo vicende estranee ai lavori veri e propri della Commissione, per esempio il sopravvenire della ultima manovra Monti con la previsione di ulteriori tagli di entrata che hanno richiesto un aggiustamento degli stanziamenti per circa 160 milioni. La Commissione ha però deciso di non dare per scontata la prevista riduzione e ha lasciato aperta la via di un confronto anche conflittuale col Governo. Ha perciò ritenuto opportuno mantenere inalterata la previsione di entrata ma ha riorganizzato la spesa accantonando tali somme per evitare di gonfiare le previsioni degli stanziamenti prima di avere la certezza della loro disponibilità.

La Commissione, a tale proposito, ha sentito il Presidente della Giunta sulla attuazione del titolo terzo dello Statuto e sull'andamento del confronto col Governo. Il Presidente ha manifestato in proposito fiducia di poter giungere ad una rapida conclusione del confronto favorevole alla Regione per buona parte degli aspetti in discussione, ma a tutt'oggi la questione non risulta ancora arrivata a conclusione.

La decisione di maggioranza è stata di lasciare inalterata la previsione di entrata e la relativa ridistribuzione degli stanziamenti, ciò da un lato per ribadire la convinzione della Regione del diritto a ricevere quelle somme, dall'altro per attestare il loro ammontare in funzione del confronto con lo Stato. Su tale punto si è differenziata l'opposizione che ha ribadito la necessità di contrattare con forza una particolare disciplina del patto di stabilità che limita fortemente la possibilità di spesa della Regione anche in relazione alle entrate non contestate.

Infine, ma non da ultimo, la Commissione ha ritenuto di aprire una serie di consultazioni in considerazione della generale insoddisfazione manifestata in vari modi anche dalle più rappresentative organizzazioni sociali ed economiche. In tali audizioni si sono registrati, insieme ragioni di forte preoccupazione per la situazione economico-sociale, atteggiamenti ispirati a unità di azione ed inviti ad un forte riorientamento della spesa a finalità di sostegno all'economia e dei ceti sociali più deboli per fronteggiare gli effetti della crisi fortemente avvertita in tutti i settori.

Altre audizioni hanno avuto carattere più conoscitivo e si sono rivolte al funzionamento di alcuni ambiti del settore amministrativo della Regione: ASL, enti, società a partecipazione regionale e Uffici impegnati nell'attuazione delle politiche finanziate da risorse europee. Il lavoro della Commissione si è infatti rivolto ad un'analisi attenta delle destinazioni di spesa, all'efficacia e reale operatività delle stesse, alla possibilità di operare riduzioni su taluni voci per destinarle a interventi capaci, da un lato, di offrire sostegno ai ceti deboli e alle persone in difficoltà, dall'altro di offrire occasioni di lavoro alle imprese locali dell'intero territorio

La discussione si è così rivolta piuttosto che alla legge finanziaria al bilancio, puntando ad una rimodulazione della spesa per favorire gli interventi che consentono una rapida immissione di risorse nel sistema economico sociale. Quest'analisi di dettaglio del bilancio rappresenta un approccio nuovo, almeno per gli ultimi anni; ne è scaturita una rivisitazione che non può considerarsi completa ed anzi, per certi versi, evidenzia la necessità di una discussione più sistematica ed approfondita e di un rinnovo degli strumenti contabili da aggiornare con gli standard europei. Allo stesso tempo ha però consentito di liberare risorse, non irrilevanti, da destinare a rafforzare linee d'intervento già sperimentate e perciò di maggiore efficacia. Ad oggi si segnala la totale inadeguatezza dei sistemi contabili e l' incapacità di interloquire fra loro.

In concreto oltre i 160 milioni citati, dovuti agli effetti della manovra Monti, le modifiche apportate in Commissione hanno operato spostamenti agli stanziamenti per un totale di 145 milioni di euro. Di questi, 62 milioni circa sono frutto di tagli operati dalla Commissione attraverso la rilettura del bilancio e riguardano un ampio ventaglio di stanziamenti: spese di funzionamento e manutenzione delle dotazioni delle amministrazioni, riduzione dei costi di Uffici di collaborazione con gli organi politici, pubblicità istituzionale, spese di funzionamento degli enti di organi e comitati e la partecipazione ad associazioni di qualsiasi livello, studi e progettazione, spese per programmi informatici, divise e macchinari, formazione del personale. Queste somme sono state concentrate per alcuni significativi interventi già sperimentati ed in grado a loro volta di avere effetti immediati.

In particolare la Commissione ha proposto: incremento delle spese per i cantieri comunali e i cantieri verdi, incremento delle risorse per i consorzi Fidi per la garanzia del credito alle imprese, finanziamento pressoché integrale del progetto delle cosiddette opere cantierabili e la sua prosecuzione per l'anno 2012 e 2013, il progetto Master and Back, il rafforzamento dell'intervento per l'esenzione dell'IRAP per le piccole e medie imprese, l'orientamento di risorse non ancora impegnate a valere sui fondi comunitari, il microcredito e il finanziamento di progetti comunali per l'attuazione di imprese.

Nel contempo sono state mantenute proposte della Giunta di analoga natura, quali stanziamenti da destinare a politiche per la famiglia ed interventi per il servizio idrico integrato, risorse da destinare alla città e alle scuole e ulteriori risorse. Si sono confermate riduzioni di spesa, di finanziamenti in vari ambiti già previsti nella proposta iniziale, mirando a distribuire, per quanto possibile, il peso delle minori disponibilità.

Nel complesso ciò registra uno spostamento significativo da spese correnti e di funzionamento in senso generale a spese per investimenti o a destinazione sociale. Un altro aspetto significativo ha riguardato il miglioramento della velocità ed efficacia della spesa attraverso un ulteriore giro di vite per la riduzione dei residui di stanziamento, un miglior utilizzo degli stanziamenti a carattere pluriennale e un loro raccordo con l'effettività della spesa nonché l'introduzione di più rapidi autonomismi nell'erogazione dei trasferimenti degli locali e delle ASL per altri versi collegati anche ad effettive esigenze di cassa.

Altri accorgimenti riguardano il miglior utilizzo dei fondi destinati al cofinanziamento di programmi europei. Già in legge si è dato un indirizzo per priorità per la determinazione del plafond di impegno di spesa per il rispetto del patto di stabilità, indicando le somme da destinare agli enti locali, quelle destinate all'emergenza sociale, al contrasto alla povertà, all'istruzione, alla ricerca e all'occupazione.

Su questi aspetti il confronto pur faticoso ha consentito di raccogliere e valorizzare i contributi delle diverse parti politiche. Certamente, però, queste linee di indirizzo possono essere rafforzate e rese ancora più coerenti. In questa fase pare però urgente dare corso agli interventi individuati, permetterne la rapida operatività al fine di mettere con maggiore celerità possibile e con maggiore efficacia le risorse a disposizione del sistema economico-sociale. Si auspica, pertanto, che il testo elaborato, con grande responsabilità e collaborazione, da tutti i componenti della Commissione, incontri un rapido consenso in Aula, pur nella diversità delle posizioni politiche.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Sabatini, relatore di minoranza.

SABATINI (P.D.), relatore di minoranza. Nella relazione che ho depositato agli Uffici sono contenute le posizioni, le argomentazioni che hanno caratterizzato il lavoro in Commissione da parte delle minoranze. Riprendo qui alcune delle considerazioni che mi sembrano essere più importanti per affrontare questa finanziaria, e parto dalla constatazione di una crisi che ha colpito pesantemente la nostra Sardegna.

E' certamente una crisi che deriva da una crisi mondiale, ma di cui la Sardegna ha accusato tutti gli effetti negativi. E ne ha accusato gli effetti negativi sotto tutti i punti di vista: innanzitutto per quanto riguarda le produzioni, ma anche per quanto riguarda l'occupazione. E non sono indispensabili i dati a confermare questo stato di difficoltà della nostra Regione, basta l'esperienza quotidiana di ciascuno di noi.

Ciascuno di noi incontra le difficoltà, incontra le famiglie in difficoltà, i lavoratori che perdono il lavoro, e tanti giovani che non riescono a trovare un posto di lavoro, ma fermarci alla semplice constatazione di uno stato di crisi mi pare quantomeno superficiale. Serve un'analisi attenta dei profondi cambiamenti che stanno caratterizzando la società sarda in questi anni.

L'industria sta letteralmente scomparendo dalla nostra Isola, il mercato del lavoro è profondamente mutato (nell'ultimo triennio si sono persi 35 mila posti di lavoro) e presenta anche aspetti che lo rendono diverso da quello nazionale. Vi è, infatti, un'impennata dell'occupazione femminile che ha fatto registrare un incremento di 17 mila nuovi posti di lavoro, ma si tratta, per lo più, di lavoro precario, poco qualificato e poco pagato.

E'questo un segnale della reazione, alla crisi economica, delle donne sarde, che con il loro attivismo tentano di fronteggiare per far sopravvivere le loro famiglie. Ciò però non può bastare a contrastare la perdita dei posti di lavoro maschili, soprattutto nell'industria e nell'edilizia.

Aumenta anche l'oscillazione all'interno del mercato di lavoro, l'oscillazione dell'occupazione da un trimestre all'altro. Negli anni passati queste oscillazioni erano attorno alle 5 e 8 mila unità, oggi in un trimestre si guadagnano 60 mila posti di lavoro, nel trimestre successivo si perdono 60 mila posti di lavoro, e queste unità non riguardano solo il lavoro stagionale, ma 40 mila posti di lavoro sono posti di lavoro a tempo indeterminato. Questo la dice tutta sul dibattito che, a livello nazionale, si sta facendo ed enfatizzando attorno all'articolo 18.

Il quadro si completa con il progressivo invecchiamento della popolazione e il gravissimo problema dello spopolamento delle zone interne. Davanti a questo mutamento così importante, è sconfortante vedere una politica regionale, una Giunta regionale assente, disattenta a questi processi. In Sardegna, la mancanza di lavoro è una vera emergenza, è l'emergenza sociale. La disoccupazione, tra alti e bassi, si attesta mediamente attorno al 14 per cento. Ogni mattina in Sardegna 100 mila persone si svegliano e cercano un nuovo posto di lavoro senza trovarlo.

I dati sui livelli occupazionali odierni ricordano quelli della precedente crisi, che colpì l'Isola nel triennio '92-94. Anche allora si persero 35 mila posti di lavoro. La ripresa in quegli anni fu durissima, e quei posti sono stati riassorbiti dal sistema economico solo dopo un decennio. Infatti, solo nel 2001 si è ritornati ai livelli occupazionali antecedenti il 1992. Questo lo dico anche perché in quegli anni la dimensione della crisi economica non era della stessa entità, lo dico perché questa emergenza è gravissima e sarà difficilissimo recuperare gli effetti negativi che la Sardegna sta vivendo. E questo dimostra anche che un'emergenza di questa entità necessita di interventi strutturali.

Spesso la legge finanziaria è vista come una panacea, invece - lo sappiamo benissimo - essa non lo è e non lo può essere. E' certamente uno strumento importante nelle mani della Giunta e della maggioranza, ma sicuramente non risolutivo di tutti problemi. Ma, diciamocelo francamente, la finanziaria, così com'era predisposta dalla Giunta, non conteneva neanche il più piccolo intervento di risposta alla crisi. E altrettanto francamente lo voglio dire, l'opposizione - lo ha riconosciuto anche il Presidente della Commissione - con grande senso di responsabilità, impegno e determinazione, ha cercato fino in fondo di offrire il suo contributo, non solo allo studio, alla scrittura, ma anche all'approvazione delle misure anticrisi che questa finanziaria contiene.

Oggi questa finanziaria è una finanziaria diversa, diversa da quella che era stata presentata dalla Giunta. Contiene provvedimenti importanti con dotazioni importanti, che vanno a sostegno delle imprese, a sostegno delle persone, delle famiglie più in difficoltà. Certamente c'è un pericolo che non dobbiamo nasconderci: questi provvedimenti possono rimanere sulla carta. Questo grande sforzo profuso dalla Commissione, anche questo ritrovare il senso di unitarietà attorno ad una crisi che stringe la nostra Isola, può rimanere lettera morta, può non produrre effetti, e questa è la mia preoccupazione.

D'altronde è successo tante volte che provvedimenti approvati da questo Consiglio non abbiano poi trovato attuazione, qualche volta per i ritardi della burocrazia che ormai è diventata una palla al piede, un qualcosa che continua giornalmente a bloccare, a ritardare i processi di crescita, ma altre volte anche per irresponsabilità dei funzionari della pubblica amministrazione, e tante volte, dobbiamo dirlo, per l'inadeguatezza di chi ha la responsabilità politica di attuarli. Penso alla Giunta regionale, ma anche al sistema degli enti locali, dove alberga una quantità enorme di risorse non spese.

Cantieri di lavoro, cantieri verdi, opere immediatamente cantierabili, rafforzamento dei consorzi fidi, sono solo alcuni degli interventi urgenti contro la crisi. Nelle condizioni date sono certamente importanti interventi ma, va detto con estrema chiarezza, si tratta solo di misure tampone. Una crisi di questa portata che ha letteralmente stravolto il nostro sistema socioeconomico non la si affronta con misure emergenziali, che possono, sì, aiutare la ripresa, ma non certo risollevare le sorti del sistema produttivo.

Le responsabilità della Giunta in questo contesto sono tante, sinora le iniziative portate avanti in questa legislatura sono tutte iniziative, a parer mio, di facciata. Ancora oggi non è stato aperto un serio confronto con lo Stato. Servirebbe una Regione autorevole, documentata, capace, ma tutte queste caratteristiche, lo dico con rammarico, non appartengono all'attuale Giunta. Sono due gli aggettivi che potrebbero qualificare l'azione dell'attuale Giunta: sporadica e improvvisata.

Ieri a Roma si è aperta una discussione, un confronto che, dalle informazioni che abbiamo ricevuto dai nostri Capigruppo, ipotizza la via di un percorso unitario. Quanto tempo si è perso! Quante volte questa Assemblea ha raccomandato al Presidente della Regione: "Avviamo un confronto unitario, un percorso unitario della politica, delle forze sociali e imprenditoriali della Sardegna, un confronto che veda tutta la Sardegna unita per chiedere allo Stato quello che ci spetta". Ma sono passati tre anni in cui abbiamo atteso invano il Governo che avete definito amico e che, anziché aiutarci, ha continuato a vessarci.

Si ripartirà dal dibattito in quest'Aula (e da dove si sarebbe dovuto partire se non da quest'Aula, dalla massima Assemblea regionale?) e credo che questo dibattito, lo dico alla Presidente, lo dico all'assessore La Spisa, non debba neanche essere eccessivamente lungo. I fatti sono conosciuti, abbiamo i dati, abbiamo i percorsi, vanno solo assunte le decisioni, va deciso il percorso unitario, va deciso il modo con cui va affrontata la vertenza con lo Stato.

Quindi credo sia utile che la Giunta porti all'attenzione di quest'Aula un documento che contenga posizioni finalmente precise. Ma voglio anche dire che se l'incontro di ieri, assessore La Spisa, si fosse tenuto solo un mese fa, oggi sicuramente avremmo avuto la legge finanziaria già approvata; abbiamo perso ulteriore tempo. L'ottenimento delle risorse necessarie per avviare politiche di sviluppo passa obbligatoriamente attraverso un confronto con il Governo nazionale, oggi non più procrastinabile, e di questo ne abbiamo tutti coscienza.

Ma queste risorse vanno anche programmate e vanno individuate le priorità per quanto riguarda l'infrastrutturazione, i trasporti, le politiche in materia di energia, di sviluppo e del lavoro. Purtroppo, a chiunque legga il vostro documento annuale di programmazione economico finanziaria, non sfugge e non può sfuggire l'assenza totale di pianificazione organica delle risorse e la mancanza di un progetto di sviluppo per la nostra Isola; manca un'idea di Sardegna, manca dall'inizio di questa legislatura.

La stessa finanziaria non è la conseguenza di un piano organico sviluppo; non c'è stato infatti alcuno sforzo, io non l'ho visto da parte di questa Giunta, nell'individuare nuove politiche finalizzate ad affrontare le emergenze, i temi prioritari della Sardegna. Tutto si basa su moduli conosciuti.

Basta fare qualche esempio. All'articolo 1 viene trattato il tema della vertenza entrate; tema importante, ma che non vi appartiene e che non siete neanche riusciti a portare a termine. All'articolo 2 si affronta il tema del fondo regionale per la non autosufficienza, anche questo messo a punto nella scorsa legislatura. Nell'articolo 4 viene determinato il fondo unico per gli enti locali, facente parte di una riforma strutturale realizzata nella scorsa legislatura.

Tre sono i punti su cui le finanziarie di questi anni si sono basate: regime per le entrate, fondo per la non autosufficienza, fondo unico per gli enti locali. Ne aggiungiamo un quarto, le misure anticrisi, che quest'anno abbiamo scritto, ma che ci siamo sforzati di scrivere anche nelle precedenti finanziarie, che sono state messe a punto solitamente dalla Commissione, con il forte contributo delle opposizioni. All'inizio di questa legislatura avete stanziato le risorse per il fondo dello sviluppo, quelle appartengono a voi; a cosa è servita questa azione, se le opere cantierabili che furono finanziate con la manovra del 2011 sono ancora oggi ferme e prive di qualsiasi risultato?

Permettetemi, prima di concludere, di esprimere alcune considerazioni sulla manovra finanziaria 2012. Partiamo dalle dichiarazioni della Giunta regionale sulla disponibilità finanziaria di questa manovra: 6.952 milioni di euro. E insieme a questa cifra la Giunta annuncia un incremento di risorse rispetto all'anno precedente; questa affermazione è chiaramente priva di qualsiasi significato, se si considera che per il terzo anno consecutivo iscriviamo le risorse che lo Stato ci deve, ma che lo Stato non ci accredita. E' chiaro, quindi, che le entrate sono, ancora una volta, sopravvalutate, sovrastimate.

Il secondo elemento che vorrei sottolineare è la crescita esponenziale della spesa. La spesa sanitaria, le cosiddette spese obbligatorie, assorbono la maggior parte delle risorse a nostra disposizione. Nel 2007 la spesa sanitaria, lo voglio ricordare, ammontava a 3 miliardi e 102 milioni di euro, nel 2010 ha raggiunto i 3 miliardi e 721 milioni di euro, e, sicuramente, nel 2011 e nel 2012 sappiamo già che questo trend continuerà. La sanità ormai incide per il 60 per cento sul valore complessivo dei pagamenti regionali, una spesa insostenibile e ingiustificata a cui non si vuole e non si pone nessun rimedio. Aggiungiamo poi le innumerevoli spese inutili (moltissime le abbiamo rilevate nel lavoro di verifica puntuale di ciascun capitolo di bilancio svolto in Commissione) risorse sprecate che, certamente, non servono alla crescita e allo sviluppo della nostra Regione.

Ma vorrei dire qualcosa anche sul patto di stabilità. Per quanto tempo potremo ancora andare avanti senza avviare nessuna contrattazione con lo Stato sui vincoli imposti dal patto di stabilità? E lo dico perché altre regioni lo hanno fatto. Vorrei solo ricordare un dato. Quest'anno il livello dei pagamenti dovrà attestarsi a 2 miliardi e 766 milioni di euro, nel 2007 il livello dei pagamenti era di 3 miliardi 487 milioni di euro, ben 721 milioni di euro in più; è una cifra notevole per la nostra Regione. Questo vincolo rappresenta una mannaia per la Sardegna, che rallentando la spesa manda in crisi gli enti locali e centinaia di imprese che lavorano per la pubblica amministrazione, mettendo in ulteriore difficoltà l'intero sistema economico e sociale.

Siamo di fronte a un bilancio ingessato e senza margini di manovra; aumentano le spese, ma non la nostra capacità di spendere le risorse, ad esempio quelle comunitarie. Se non si procede con una seria revisione della spesa, con un programma di riforme, con l'attivazione di un autorevole confronto con lo Stato, già dal prossimo anno potremmo trovarci in gravissime condizioni finanziarie.

Colleghi, credo che la situazione in cui si trova la nostra Sardegna non debba e non possa essere sottovalutata, né per quanto riguarda la situazione socio economica, né per quanto riguarda la situazione delle finanze regionali. Ma lo stato di grave crisi può anche essere un'opportunità, se questa vuole essere colta. Serve il coraggio di alzare la testa, di riprendere a impegnarci seriamente, altrimenti la Regione Autonoma della Sardegna rischia, anziché di aiutare la Sardegna a risollevarsi, di rivelarsi l'elemento che aiuterà ad affossarla.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 03, viene ripresa alle ore 11 e 52.)

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 11 e 53.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni e interpellanze annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla tassazione degli immobili, prevista all'articolo 13 (anticipazione sperimentale dell'imposta municipale propria) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 recante Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (11G0247)", relativamente ai fabbricati, capannoni, stalle e quant'altro necessario e indispensabile per lo svolgimento dell'attività agricola.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il Governo nazionale ha emanato il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (1160247), controfirmato dal Capo dello Stato e in discussione al Senato della Repubblica dopo esser stato approvato per la conversione in legge dalla Camera dei deputati;

- all'articolo 13, comma 4, che dispone l'anticipazione sperimentale dell'imposta municipale propria, vengono elencate tutte le categorie catastali alle quali, a decorrere dall'anno 2012, dovranno essere applicate le norme sulla tassazione;

- fra queste, le categorie classificate come C/2, C/6, C/7, inquadrate come pertinenze dell'abitazione principale, sulla base di quanto disposto dal comma 3 del suddetto articolo 13 decreto legge n. 201 del 2011, e l'intero gruppo catastale D;

evidenziato che:

- la categoria C/2 include magazzini e locali di deposito, la categoria C/6 include stalle, scuderie, rimesse e autorimesse, la categoria C/7 riguarda tettoie chiuse o aperte e nel gruppo D viene elencata la categoria D/10 per indicare fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole;

- come si evince, trattasi di strutture utili, necessarie e indispensabili per lo svolgimento dell'attività agricola, in particolare per coloro che nella campagna svolgono l'attività professionale primaria con quale sostengono la famiglia;

preso atto che:

- l'agricoltura, più che ogni altro settore imprenditoriale ed economico, sta attraversando un periodo di gravissima crisi che sta mettendo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza;

- in Sardegna, la crisi del settore primario è oltremodo accentuata soprattutto a causa dell'aumento incontrollato delle spese di gestione dei prodotti primari e che mettono a rischio il prosieguo dell'attività;

- i prodotti sardi, nonostante la genuinità riconosciuta a livello mondiale, non sarebbero più concorrenziali con gli altri, a causa dei costi di produzione impossibili dovuti sia all'aumento del costo delle materie prime, ma anche allo svantaggio determinato dall'insularità e dai prezzi sul trasporto che incidono sulle derrate;

- con l'aumento della tassazione sugli immobili adibiti all'attività imprenditoriale agricola, questo settore potrebbe vedersi decretare il colpo definivo, con l'abbandono progressivo ed esponenziale delle campagne, affossando definitivamente la nostra economia, ogni giorno sempre più labile e priva di possibili alternative occupazionali,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se non ritengano urgente e necessario avviare, con il Governo nazionale, un'azione politica di pressione, alla stregua di quanto si sta facendo per altri settori colpiti dalla mannaia imposta dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, allo scopo di tutelare il settore agricolo dagli interventi sulla tassazione degli immobili, come imposto dall'articolo 13 del decreto legge già citato in premessa. (757)

Interrogazione Espa - Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sull'inadeguatezza del finanziamento per la Casa della salute di Senorbì.

I sottoscritti,

premesso che l'Azienda sanitaria locale (ASL) n. 8 di Cagliari eroga da diversi anni prestazioni di assistenza sanitaria decentrata attraverso il poliambulatorio di Senorbì che svolge e garantisce, attraverso questa sede ospedaliera, a tutti i comuni della Trexenta un'azione decongestionante grazie ad una efficace opera di intercettazione delle necessità dei pazienti;

considerato che:

- la riforma del Sistema sanitario regionale prevede, tra i suoi obiettivi principali, la deospedalizzazione e l'aumento della disponibilità dei servizi socio-sanitari a favore degli anziani anche attraverso la realizzazione di case della salute che meglio riescono a soddisfare i bisogni dei pazienti nella loro comunità di origine;

- con deliberazione n. 32/10 del 4 giugno 2008, era stato deciso di utilizzare le risorse del POR FESR 2007-2013 per la predisposizione del Programma regionale "Case della Salute" e quel programma era stato confermato dall'attuale Amministrazione regionale con 4 successive deliberazioni: n. 26/7 del 24 maggio 2011; n. 33/47 del 10 agosto 2011; n. 39/58 del 23 settembre 2011 e n. 42/3 del 20 ottobre 2011;

- nelle prime deliberazioni questa Amministrazione regionale, inspiegabilmente, dietro proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, ha rimodulato la distribuzione delle risorse derivanti dal POR FESR 2007-2013 (deliberazione 24 maggio 2011, n. 26/27) cancellando l'intervento di realizzazione della Casa della salute di Senorbì e solo nell'ultima deliberazione di ottobre, a seguito dell'interrogazione n. 663/A del 12 agosto 2011, delle denuncie del circolo del Partito democratico di Senorbì e su pressione delle rappresentanze istituzionali e politiche del territorio che hanno spinto il presidente Cappellacci ad assumere un impegno formale a ripristinare il finanziamento, la Giunta regionale ha stanziato 600 mila euro per la Casa della salute di Senorbì;

- la struttura di Senorbì è centrale per il territorio della Trexenta e costituisce la localizzazione ideale per servire adeguatamente i servizi sanitari a un bacino d'utenza di circa 30 mila abitanti e per questo nel progetto originario era stato previsto il potenziamento dei servizi esistenti nella struttura, con l'apertura di un centro dialisi e l'ampliamento del servizio di radiologia;

- lo stanziamento di 600 mila euro appare del tutto insufficiente a raggiungere l'obiettivo e per raggiungere gli scopi previsti sarebbero necessari almeno altri 400 mila euro,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritenga necessario rimodulare il finanziamento già previsto per la Casa della salute di Senorbì, alla luce dell'analisi dei servizi socio-sanitari dei quali necessita il distretto dei comuni della Trexenta affinché venga tutelato il diritto alla salute dei cittadini del territorio attraverso la realizzazione di una struttura sanitaria fondamentale per il soddisfacimento di un servizio adeguato ad un bacino di utenza di circa 29.000 abitanti. (758)

Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla collocazione definitiva dei Giganti di Monte Prama.

I sottoscritti,

visto il comunicato della Presidenza della Regione, con il quale si annuncia l'avvenuta stipula di un protocollo d'intesa per la definizione dei programmi di valorizzazione del complesso scultoreo e del sito archeologico di Monte Prama, siglato, oltre che dalla Regione, dal Ministero per i beni e le attività culturali (Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna nella persona della dott.ssa Maria Assunta Lorrai), dalla Soprintendenza per i beni archeologici per le Province di Cagliari e Oristano (nella persona del Soprintendente dott. Marco Edoardo Minoja) e dal sindaco di Cabras, Cristiano Carrus;

evidenziato che nel comunicato stesso si parla di Sistema museale di Monte Prama, così articolato:

a) Monte Prama: archeologia e storia dell'arte tra la Sardegna e il Mediterraneo. Offre la lettura delle statue di Monte Prama all'interno del disegno complessivo dell'archeologia sarda e mediterranea. Localizzazione: Cagliari, Museo Archeologico Nazionale;

b) Monte Prama e l'archeologia del Sinis. Offre la possibilità di raccontare il contesto della scoperta, il luogo e le condizioni di rinvenimento, all'interno di un percorso che attraversa tutta l'archeologia del Sinis. Localizzazione: Cabras, Museo civico e area archeologica di Monte Prama;

c) Polo documentale del restauro di Monte Prama. Garantisce l'accesso a tutta la documentazione del restauro che ha restituito una nuova eccezionale possibilità di lettura e conoscenza l'intero complesso. Localizzazione: Sassari, Centro di restauro di Li Punti;

sottolineato che nello stesso comunicato si afferma che verrà al momento realizzata una esposizione temporanea in base alla quale solo sei statue e quattro nuraghi saranno destinati a Cabras, con analoga esposizione a Li Punti (SS) ed a Cagliari;

ricordato l'enorme successo della mostra "La pietra e gli eroi", in svolgimento presso il centro di Conservazione e restauro dei beni culturali di Li Punti (SS);

ribadito che i Giganti di Monte Prama rappresentano una straordinaria testimonianza della storia del territorio del Sinis, e che pertanto è apparso da subito a tutti naturale, ed in primis alle popolazioni interessate, il ritorno di tutte le statue a Cabras;

evidenziato il valore identitario, la potenzialità turistica, la valenza simbolica, rappresentato dai Giganti di Monte Prama;

rimarcato che una eventuale collocazione anche solo di una parte delle statue presso altre località diverse da Cabras verrebbe vissuta come uno scippo perpetrato ai danni di un territorio storicamente fragile dal punto di vista socio-economico e che punta sulla valorizzazione delle risorse storico-archeologico-ambientali per costruire validi e compatibili progetti di sviluppo,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere se non ritengano di dover assicurare il ritorno di tutti i Giganti di Monte Prama presso il Museo Civico di Cabras. (759)

Cagliari, 21 dicembre 2011

Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sul proposito della ASL n. 3 di Nuoro di stipulare, per il reparto di neurochirurgia, una convenzione con un ortopedico cagliaritano del sistema privato non in possesso di particolare esperienza e competenza, con l'introito da parte del medico del 20 per cento sui DRG, per eseguire interventi di chirurgia vertebrale totalmente soddisfabili dai medici in organico, viceversa in possesso di lunga esperienza e competenze altamente specializzate.

La sottoscritta,

premesso che:

- il reparto di neurochirurgia dell'Ospedale San Francesco di Nuoro esegue interventi sulla colonna vertebrale fin da poche settimane dopo la sua inaugurazione;

- attualmente il reparto di cui sopra esegue annualmente oltre trecento interventi di sola chirurgia vertebrale, assicura operatività 24 ore su 24 per le emergenze vertebrali e riceve pazienti da tutta la Sardegna;

- le competenze professionali in forza al reparto di neurochirurgia consentono di trattare tutte le patologie vertebrali, degenerative, traumatiche e tumorali della colonna cervicale, dorsale e lombosacrale, sia in macro sia in microchirurgia;

- ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 7, comma 6, le pubbliche amministrazioni possono conferire incarichi individuali attraverso l'affidamento di incarico professionale solo per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio e nei limiti di spesa previsti dalle norme finanziarie;

preso atto che:

- da diversi anni, a partire dal 2004, presso la ASL n. 3 prende corpo periodicamente la prospettiva (già bloccata dall'allora direttore generale) di stipulare una convenzione a favore di un medico ortopedico operante nel privato, non in possesso di particolari competenze manuali o scientifiche, per eseguire interventi di chirurgia vertebrale che venivano e vengono già svolti, con importanti riconoscimenti, dai professionisti in forza nel reparto di neurochirurgia del San Francesco;

- tale prospettiva, costruita ogni volta senza mai tenere in considerazione le istanze dell'equipe del reparto, comporta un esborso da parte del sistema pubblico del 20 per cento del valore dei DRG;

- nel mese di aprile 2011 parrebbe essere riemersa con forza la volontà da parte dell'attuale direzione generale della ASL di procedere alla stipula della convenzione di cui sopra;

- non è in alcun modo riscontrabile, stante l'attività del reparto, l'esigenza di una convenzione con esterni;

sottolineato che:

- se confermata, tale prospettiva, rappresenterebbe un grave spreco di denaro pubblico, una intollerabile diminutio per le competenze del sistema sanitario pubblico ed in particolare del reparto di neurochirurgia del San Francesco nonché un dubbio vantaggio per la qualità degli interventi e per la salute dei pazienti;

- con una più attenta programmazione dell'uso delle sale operatorie l'equipe del reparto di neurochirurgia del San Francesco potrebbe incrementare essa stessa il numero annuo di interventi chirurgici sulla colonna vertebrale;

- la Corte dei conti con la deliberazione n. 23 dell'8 aprile 2011, ha denunciato il mancato monitoraggio e controllo da parte dell'Amministrazione regionale della spesa per l'affidamento delle consulenze o incarichi professionali affidate dalle aziende sanitarie, e l'evoluzione in aumento di tali costi si pone in contrasto con i limiti (meno 10 per cento nel triennio 2006-2008 rispetto al 2005, meno 20 per cento nel 2010 rispetto al 2009) ribaditi dalla normativa rivolta al coordinamento della finanza pubblica (articolo 1, commi 56 e 57 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e articolo 6, comma 7, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge 30 luglio 2010, n. 122);

rimarcato che le osservazioni della Corte dei conti in materia di sanità dovrebbero indurre le direzioni generali delle ASL della Sardegna a comportamenti virtuosi di contenimento e limitazione della spesa sanitaria,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferiscano:

1) se corrisponda al vero che, pur vantando l'Ospedale San Francesco di Nuoro le professionalità utili a svolgere tutti gli interventi di chirurgia vertebrale, si registrino periodicamente, e da ultimo a partire dallo scorso mese di aprile, tentativi, che parrebbe stiano per diventare realtà, di favorire l'arrivo a Nuoro di un medico ortopedico cagliaritano operante nel privato, non in possesso di particolare esperienza e competenza scientifica e senza che ve ne sia l'esigenza documentata;

2) se e come intendano verificare che la direzione generale della ASL n. 3 preveda la stipula di convezione di cui si tratta nel rispetto delle professionalità già operanti al San Francesco e agisca coerentemente con i principi ricordati dalla Corte dei conti in materia di sanità;

3) se e come intendano verificare che la direzione generale della ASL n. 3 programmi le proprie attività e gestisca i bisogni di salute salvaguardando sempre gli interessi della sanità pubblica e valorizzando le sue professionalità;

4) se la ASL n. 3 di Nuoro abbia operato e stia operando nei limiti fissati dalla normativa vigente in merito alla attivazione di consulenze o incarichi professionali. (760)

Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Uras - Zuncheddu - Capelli - Maninchedda - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Solinas Antonio - Soru, con richiesta di risposta scritta, in merito alla messa all'asta del Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini.

I sottoscritti,

premesso che in data 16 novembre 2011, sul sito internet: www.guspiniperlavita.com è stata pubblicata la proposta di vendita all'asta del Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini;

considerato che la convenzione, sottoscritta tra la Fondazione Guspini per la vita, la ASL n. 6 e la Regione non è assimilabile ad un'intesa o ad un progetto di là da venire, ma è un atto formale col quale la Fondazione, su nulla osta del Comune di Guspini titolare del Centro, ha affidato una struttura sanitaria di alto profilo e rilevanza per la sanità sarda ad una amministrazione pubblica, temporaneamente ed in via propedeutica rispetto ad una totale acquisizione da parte della Regione stessa;

ritenuto che nella convenzione stessa è manifestamente espressa la congruità dell'attività del centro di cura con le politiche sanitarie regionali, rispetto alle quali il centro stesso ha sempre svolto una funzione di supporto, per quanto di competenza, erogando prestazioni richieste, anche se non riconosciute, a sostegno delle strutture ospedaliere dell'Isola;

preso atto che:

- ad un anno e mezzo di distanza la situazione che si presenta è la seguente: i ricoveri sono stati ridotti fino ai due attuali pazienti, svuotando il centro non solo fisicamente, ma anche rispetto al valore delle attrezzature, delle professionalità presenti in un centro di eccellenza per la riabilitazione ad alta intensità; oggi attrezzature di grande valore tecnico, oltre che economico, risultano inutilizzate e professionalità di alto profilo sono state disperse;

- un tale sottoutilizzo non poteva che produrre ulteriore indebitamento a fronte della possibilità di un risparmio, rispetto alla riduzione dei tempi di ricovero ospedaliero, riconosciuto dalla stessa ASL n. 6, se il centro fosse utilizzato in base alla sua potenzialità, con l'accreditamento dei 50 posti letto sempre rivendicati e mai ottenuti dalla precedente gestione, pur in presenza dell'erogazione, di fatto, delle prestazioni a 50 pazienti,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in merito a come abbia potuto essere messo all'asta il Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini in presenza di una convenzione che ha visto affidare la gestione del centro alla ASL n. 6 di Sanluri, sottoscritta dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dal commissario straordinario della ASL il 2 agosto 2010, a seguito degli accordi e degli impegni assunti di fronte al Prefetto di Cagliari, il 3 luglio 2010, con il rischio di disperdere un patrimonio edilizio, tecnologico e professionale che di fatto dovrebbe appartenere alla collettività. (761)

Cagliari, 21 dicembre 2011

Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla semplificazione e riordino della regolamentazione regionale vigente sulle attività extra alberghiere di bed & breakfast.

Il sottoscritto,

premesso che:

- l'attività di bed & breakfast nasce come valida alternativa alle attività ricettive tipiche, alternativa sia di carattere economico, in quanto agisce da calmierante sui costi delle vacanze, sia perché offre un servizio accogliente e familiare apprezzato da una gran parte del mercato delle vacanze italiano;

- l'utilizzo dei bed & breakfast è cresciuto notevolmente nonostante la forte crisi generale e settoriale e, appunto per questo, ha contribuito al prolungamento dei soggiorni di vacanza da parte dei turisti ed anche all'aumento dei viaggi e degli spostamenti dei turisti stessi;

- i tratti distintivi di questi tipo di "micro ricettività" sono caratterizzati da una profonda immersione nelle tradizioni e stili di vita che la terra che ospita i turisti offre; la Sardegna, sotto questo punto di vista, è sempre stata apprezzata per il suo fascino e la sua grande ospitalità;

rilevato che:

- l'articolo 6 della legge regionale n. 27 del 1988, esplicitato con l'atto di indirizzo applicativo ai comuni del 30 marzo 2001, prende in esame l'esercizio saltuario del servizio di alloggio e di prima colazione denominato comunemente bed & breakfast;

- il successivo intervento normativo al riguardo, ovvero la delibera di Giunta regionale n. 47/24 del 22 novembre 2007 presenta elementi di contrasto con la citata legge n. 27 del 1988 in merito alla saltuarietà piuttosto che ad un'organizzazione in forma di impresa dell'attività, sulla residenza anagrafica del titolare dell'attività nell'abitazione piuttosto che il semplice requisito di dimora, nonché l'introduzione poco chiara, con la delibera n. 47/24, di un periodo di chiusura non inferiore ai sessanta giorni;

considerato che:

- tale situazione sta comportando non pochi problemi all'intero settore, il quale non riesce ad orientarsi su quale sia la linea da seguire per non incorrere in sanzioni amministrative, in considerazione soprattutto della grave crisi del mercato turistico in Sardegna causato da una molteplicità di fattori;

- in ambito nazionale, la redazione del "Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo" comunemente denominato Codice del turismo ha contribuito a chiarire molti aspetti poco chiari per questo tipo di attività,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, per sapere se ritengano opportuno, alla luce di quanto scritto, intervenire in merito alla regolamentazione regionale e, concertando con le associazioni di categoria, porre fine a questa situazione di incertezza normativa con un'azione risolutrice che eviti una molteplicità di interpretazioni della disciplina per le attività di bed & breakfast. (762)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla riconversione dello stabile dell'ex Ospedale Marino di Cagliari.

Il sottoscritto,

considerato che:

- il litorale del Poetto è unanimemente considerato la "spiaggia urbana più bella d'Italia" e rappresenta pertanto una delle più straordinarie risorse disponibili al servizio dello sviluppo turistico ed economico dell'area cagliaritana;

- tale litorale è deturpato ormai da decenni da manufatti abbandonati e fatiscenti, come gli stabili dell'ex Ospedale Marino e dell'ex Bussola, che ne alterano il pregio ambientalistico e ne mutilano l'appeal turistico, rappresentando nel contempo un rischio reale per l'incolumità fisica dei fruitori della spiaggia del Poetto;

- la stampa quotidiana regionale riporta oggi la notizia secondo cui il Consiglio comunale di Cagliari avrebbe approvato una variante urbanistica per consentire il recupero della struttura dell'ex Ospedale Marino di Cagliari, che dovrebbe essere utilizzata per la creazione di "un centro di riabilitazione di alto livello, destinato a pazienti anziani";

- tale destinazione d'uso ad esclusivo orientamento sanitario sembrerebbe in contrasto con gli interessi generali della città e andrebbe contro il progetto di riconversione delle cubature dell'ex Ospedale con prevalente vocazione "benessere, sport e tempo libero", al servizio di complessive finalità turistiche intrinseche alla stessa ubicazione fisica del bene;

- soltanto una struttura con forte attrattività ricettiva e turistica può integrarsi nel contesto economico ed ambientale del litorale del Poetto, contribuendo alla crescita della nostra specifica offerta di settore e al consolidamento del suo posizionamento a sostegno dello sviluppo turistico dell'intera area cagliaritana,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere quali iniziative intendano intraprendere per vigilare sulla definitiva destinazione di utilizzo della struttura dell'ex Ospedale Marino di Cagliari, garantendo la sua riconversione dall'originaria funzione assistenziale a quella di "centro benessere, sport e tempo libero", funzionale alle esigenze di sviluppo turistico della città di Cagliari e del particolare contesto ambientale del Poetto in cui è inserito il bene architettonico. (763)

Cagliari, 22 dicembre 2011

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulle possibili iniziative di autoimprenditorialità legate al percorsi di rientro del Master & back.

Il sottoscritto,

considerato che:

- nei giorni scorsi il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha incontrato una delegazione dei giovani professionisti sardi che partecipano al programma Master & back impegnandosi a garantire il raddoppio dei fondi stanziati per i percorsi di rientro (da 9 a 18 milioni di euro), raddoppiando (da 150 a 300) il potenziale numero dei fruitori;

- tale scelta appare decisamente apprezzabile in quanto consente di ampliare le possibilità di completamento del ciclo formativo previsto dal Master & back e moltiplica per i giovani interessati le opportunità di inserimento nel mondo produttivo isolano;

- tale scelta rischia però di essere insufficiente a risolvere i problemi strutturali del Master & back e, in particolare, non sembra capace di incidere direttamente sulla prassi consolidata di consentire i percorsi di inserimento del "back" all'interno degli enti pubblici, che assai poche opportunità possono offrire ai giovani professionisti ultra specializzati al termine del percorso di rientro;

- a tal proposito, serve di insegnamento l'esperienza dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (ARPAS) riportata proprio in questi giorni dalla stampa quotidiana sarda: dieci giovani laureati (ingegneri, biologi, chimici) che hanno terminato il percorso triennale di rientro presso l'ARPAS chiedono di poter continuare la propria esperienza lavorativa presso l'ente (che è invece obbligato ad espletare i concorsi per le assunzioni), che verrebbe altrimenti privato di figure professionali diventate assai utili nel contesto lavorativo;

- appare a tutti evidente come i percorsi di rientro dovrebbero invece essere prevalentemente indirizzati verso il settore privato, l'unico in grado di poter apprezzare, valorizzare e stabilizzare all'interno della propria struttura aziendale le giovani professionalità offerte uscite dai master;

- appare però altrettanto evidente come nell'attuale situazione di drammatica crisi del mondo della produzione isolana sia davvero difficile prevedere un numero di percorsi di rientro e di successive assunzioni all'interno delle aziende private sarde in grado di soddisfare la domanda proveniente dai master;

- diventa pertanto fondamentale indirizzare i master verso settori ad elevato contenuto di innovazione e di autoimprenditorialità che consentano ai giovani di portare in Sardegna il valore aggiunto economico correlato alla loro stessa capacità di sviluppare impresa;

- diventa altrettanto importante prevedere una stretta integrazione tra i percorsi di rientro e le iniziative di sostegno all'imprenditorialità giovanile e femminile già oggi sostenute dalla Regione,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se:

ritengano utile inserire nei bandi per il Master & back una particolare premialità per i percorsi dl specializzazione tesi a sviluppare forme di autoimprenditorialità ad elevato valore aggiunto di tecnologia, innovazione e contenuti di conoscenza;

ritengano possibile introdurre garanzie di riserva o di premialità collegate ai percorsi di rientro del Master & back in tutte le iniziative a sostegno dell'imprenditorialità giovanile e femminile che la Regione già mette in campo;

ritengano possibile e utile trasferire una parte della provvista economica dei percorsi di rientro in un bando a sostegno dell'autoimprenditorialità ad alto contenuto innovativo riservato ai giovani professionisti provenienti dai master finanziati dalla Regione. (764)

Interrogazione Meloni Marco - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento degli uffici della Presidenza della Giunta regionale nei locali di via Vittorio Veneto.

I sottoscritti,

premesso che:

- con deliberazione n. 44/47 del 14 dicembre 2010 la Giunta regionale ha deliberato, nell'ambito di un più ampio programma di riorganizzazione degli uffici regionali, lo spostamento della Presidenza nei locali siti in via Vittorio Veneto;

- l'atto adottato dalla Giunta è di difficile interpretazione sotto il profilo sia della economicità sia dell'efficienza, comportando costi significativi in un momento di forte depressione delle risorse pubbliche senza produrre alcun tipo di miglioramento nel funzionamento della macchina amministrativa regionale;

- lo spostamento della Direzione generale della Presidenza negli stabili di via Vittorio Veneto è in assoluta controtendenza rispetto al processo di riorganizzazione volto a concentrare gli uffici regionali nella cittadella amministrativa creata tra viale Trento, viale Trieste e via Cesare Battisti; l'esistenza di questo polo amministrativo trova la sua ragion d'essere nell'esigenza della struttura regionale e, specularmente anche degli utenti, di operare, nell'erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese, come un corpo organico caratterizzato da forti interrelazioni e non come un insieme di articolazioni amministrative sostanzialmente slegate le une dalle altre;

- appare illogico, sotto il profilo logistico e funzionale, che nel momento in cui questa cittadella amministrativa inizia a trovare realizzazione, la Presidenza sia dislocata in una zona decentrata e fisicamente distante dal resto degli uffici;

considerato che:

- l'affermazione di una forma di governo presidenziale nell'ordinamento regionale rafforza la necessità che la Direzione della Presidenza svolga un ruolo di coordinamento rispetto alle altre direzioni, esercitando di fatto le funzioni di un segretariato generale;

- le funzioni di coordinamento e di raccordo che diversi atti di indirizzo della Giunta ascrivono alla Presidenza contrastano fortemente con una disposizione logistica che, sul piano operativo, rende difficoltosa l'interlocuzione diretta della Presidenza con gli altri uffici della Regione e lo svolgimento di un'azione amministrativa coordinata e congiunta rispetto alle altre direzioni;

- la distanza fisica della Presidenza dal restante corpo amministrativo non potrà che rendere più macchinosa e più lenta l'ordinaria attività amministrativa, con tutto ciò che consegue in termini di maggiori costi e disservizi all'utenza finale;

- tali disagi sarebbero ulteriormente amplificati dal fatto che la zona di via Vittorio Veneto è priva di collegamenti con i mezzi di trasporto pubblico, fatto che, oltre a costituire un ulteriore aggravio per quanti non dispongono di mezzi propri, determinerebbe una situazione di estremo disagio per gli utenti, in particolare i portatori di disabilità, che si recano presso gli uffici per definire le pratiche relative ad attività poste in capo alla direzione;

osservato che:

- gli spazi di via Vittorio Veneto potrebbero essere utilizzati per finalità di interesse pubblico, come avvenne dal 2004 al 2009, quando la Giunta regionale teneva le sue riunioni nel palazzo regionale di viale Trento e, per una scelta di sobrietà, decise di adattare la villa ad altre destinazioni d'uso (tra le quali si cita quella di trasformare la villa in asilo nido e di aprire il parco al pubblico);

- alternativamente, i citati spazi potrebbero essere destinati ad un utilizzo specifico per enti o apparati della Regione;

- in considerazione dello stato delle finanze regionali e del momento economico e finanziario estremamente grave che la Sardegna attraversa, è censurabile destinare risorse ad una diversa disposizione logistica degli uffici che non solo non tiene conto delle criticità, ma crea notevoli difficoltà allo svolgimento dell'attività lavorativa ordinaria;

- lo stabile di via Vittorio Veneto non è idoneo a ospitare l'intera Direzione generale della Presidenza, la cui struttura amministrativa sarebbe smembrata e divisa, determinando un inutile aggravio dei tempi nell'espletamento delle più comuni procedure interne;

- l'antieconomicità e l'irrazionalità della citata procedura in questione disattende qualunque principio di razionalizzazione della spesa pubblica ed efficienza nella amministrazione regionale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere:

1) quale sia lo stato di avanzamento della procedura finalizzata allo spostamento degli uffici della Presidenza dalla struttura sita in viale Trieste a quella di via Vittorio Veneto;

2) se intendano non dare corso alla stessa o sospenderla nel caso in cui fosse stata già avviata. (765)

Interrogazione Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla modalità di attuazione del programma di voucher per tirocini in imprese a favore di soggetti disoccupati o inoccupati, previsti dalla legge regionale n. 1 del 2011, articolo 6, comma 13, e disciplinati con deliberazioni della Giunta regionale n. 27/18 del 1° giugno 2011 e n. 41/12 del 13 ottobre 2011, e successivi atti integrativi di regolamentazione.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Tirocinio formativo e di orientamento (TFO) è una figura contrattuale che permette di vivere le dinamiche del mondo del lavoro prevedendo una serie di tutele nei confronti del soggetto tirocinante il quale, trascorrendo un periodo di tempo presso un'azienda pubblica o privata, può arrivare ad acquisire l'esperienza pratica utile a completare la propria formazione teorica;

- la sua applicazione è regolamentata a livello nazionale dalla legge n. 196 del 1997 e dal decreto ministeriale n. 142 del 1998, nonché dall'articolo 11 del decreto legge n. 138 del 2011, convertito nella legge n. 148 del 2011;

- per quanto riguarda il citato istituto, la Regione Sardegna ha emanato la normativa di dettaglio all'interno della deliberazione della Giunta regionale n. 27/18 del 1° giugno 2011 recante "Legge regionale n. 1/2011, art. 6, comma 13. Voucher per tirocini in imprese a favore di soggetti disoccupati o inoccupati. Modalità attuative";

- nell'ambito della suddetta normativa è stato adottato il voucher TFO 2011, che la Giunta ha dotato di un finanziamento pari a circa10 milioni di euro, utili a finanziare circa 3.200 tirocini sul territorio;

- si apprende che ciascuno di essi sarà promosso dall'Agenzia regionale per il lavoro, avrà una durata di sei mesi con un impegno di 32 ore settimanali e potrà essere svolto solo da persone maggiori di 26 anni e di 30 anni se laureati;

considerato che:

- il citato articolo 11 del decreto legge n. 138 del 2011, convertito nella legge n. 148 del 2011, modificando sostanzialmente l'istituto de quo, ha introdotto livelli di tutela essenziali per la sua applicazione, limitando il ricorso allo strumento del tirocinio formativo e di orientamento "unicamente a favore di neo diplomati e neo laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento del relativo titolo di studio";

- tale articolo è stato impugnato recentemente dalla Regione Toscana, e ora la sua la sua costituzionalità è al vaglio dei giudici della Corte costituzionale;

- in data 12 settembre 2011, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha emanato una circolare con la quale forniva gli indirizzi interpretativi dell'articolo 11 del citato decreto legge n. 138 del 2011;

- all'interno di suddetta circolare, è stata operata una distinzione tra la figura dei tirocini formativi e di orientamento ed i "tirocini di cosiddetto reinserimento/inserimento" svolti principalmente a favore di soggetti disoccupati;

- il contenuto di tale circolare è da tempo oggetto di forti critiche da parte di numerosi esponenti di istituzioni regionali, in quanto appare discutibile che una circolare, emanata per dare indirizzi interpretativi, finisca di fatto per innovare in modo così inappropriato nell'ordinamento, determinando nuove figure giuridiche;

- peraltro, in seguito ai citati interventi normativi, la Giunta regionale, con delibera n. 41/12 del 13 ottobre 2011, ha ritenuto che il piano da essa prospettato con la succitata deliberazione del giugno 2011 fosse ancora coerente con le modificazioni intervenute successivamente, affermando che "alla luce della interpretazione della circolare 24/2011 del Ministero del Lavoro, (…) le modalità attuative dei Tirocini con Voucher di cui alla L.R. 1/2011 possono essere riconfermate", subordinando ciò alla mera "revisione della regolamentazione interna adottata dalla stessa Agenzia regionale per il lavoro";

- anche a voler tacere della superficialità con cui la citata delibera affronta le rilevanti modificazioni operate in ordine all'istituto del tirocinio, appare censurabile il successivo modus operandi dell'amministrazione preposta: infatti, nonostante venisse espressamente riconosciuta la necessità di una revisione della regolamentazione interna, nulla è mutato in questo senso; ne è un esempio palese la circostanza che all'interno del sito sardegnatirocini.it, il portale predisposto dall'Agenzia regionale per il lavoro, quest'ultima ha predisposto delle linee guida titolate espressamente "Tirocini formativi e di orientamento";

- si aggiunga che, sempre all'interno delle linee guida, viene fatto riferimento al "Tirocinio regolamentato dalla L.196/1997", con ciò contraddicendo palesemente la delibera del 13 ottobre 2011, nella quale si valutava corretto "uniformarsi all'indirizzo interpretativo di cui alla circolare ministeriale 24/2011, considerando i tirocini a favore dei disoccupati/inoccupati fuori dalla disciplina di cui alla legge 196/1997";

- per tutti questi motivi desta numerosi interrogativi la decisione dell'Amministrazione regionale, che ha operato la scelta di recedere dall'utilizzo dell'istituto del tirocinio per la formazione e l'occupazione, idoneo ad un utilizzo nei confronti di soggetti giovani e, per questo, maggiormente idonei e bisognosi dello strumento normativo in oggetto, per adottare invece un istituto nato con una discussa circolare ministeriale, senza predisporre alcuna modalità attuativa, ma modificando unicamente il nome alla natura dell'intervento prescelto;

- appare poco comprensibile, e ancor meno condivisibile, l'obiettivo di privilegiare persone già in età adulta, per le quali il tirocinio potrebbe in realtà costituire la reiterazione di esperienze lavorative già vissute e non, come correttamente dovrebbe essere, uno strumento di completamento del proprio percorso di istruzione e formazione, in previsione di un inserimento nel mondo del lavoro;

osservato che:

- sebbene possano esistere altre iniziative rivolte alla fascia di età inferiore, ciò non giustifica la decisione di riservare un così grande numero di tirocini alla fascia di età alla quale questi sono rivolti, in quanto il tirocinio formativo e di orientamento, secondo la legge n. 148 del 2011, deve essere riservato ai soggetti neodiplomati e neolaureati da meno di 12 mesi, mentre il tirocinio di inserimento/reinserimento lavorativo, destinato a inoccupati, disoccupati e altre categorie svantaggiate, dovrebbe invece avere carattere di eccezionalità e non di sistema;

- a ciò si aggiunga il fatto che l'importo erogato ai tirocinanti, pari a 500 euro lordi, è sensibilmente inferiore ai minimi retributivi previsti per lo svolgimento delle medesime mansioni dai CCNL di categoria: il contratto nazionale dei dipendenti da aziende del commercio, dei servizi e del terziario, contratto applicabile alla stragrande maggioranza delle figure richieste in stage nel sito della Regione, prevede un salario, per un VII livello, di 995 euro, oltre a tredicesima e quattordicesima;

- inoltre perde coerenza, in questo contesto, la presenza di altre iniziative di sostegno all'occupazione giovanile, come i Piani di inserimento professionale (PIP);

- i tirocini infatti, dovrebbero costituire una misura complementare ai citati PIP; peraltro, questi ultimi prevedono che quasi la metà degli importi percepiti dai beneficiari siano pagati dall'azienda e il restante dall'Agenzia del lavoro;

- i tirocini invece sono interamente pagati dalla Regione Sardegna, con l'immaginabile conseguenza che qualsiasi azienda preferirà attivare un tirocinio, con evidente ulteriore pregiudizio per i soggetti più giovani;

- l'aspetto più grave della vicenda è costituito dal fatto che i suddetti tirocini sono per la stragrande maggioranza previsti per mansioni di basso profilo, in settori commerciali e d'impresa nei quali la formazione necessaria è assai rapida;

- questa misura, oltre a sostanziarsi nei profili di dubbia legittimità sinora citati, rischia oggettivamente di essere, per le imprese, unicamente uno strumento finalizzato all'assunzione di personale sfruttando le agevolazioni concesse dalla Regione, senza alcun intento formativo nei confronti dei tirocinanti;

- del resto, l'inesistente qualità formativa e la durata standard di tutti i 3.200 stage, pari a 6 mesi, è assolutamente disconnessa dalle reali tempistiche formative della stragrande maggioranza delle offerte;

- il controllo sugli annunci da parte dei soggetti responsabili di tale procedimento appare del tutto inconsistente, se non inesistente, col risultato che su un sito ufficiale della Regione appaiono annunci con profili di illegalità (in quanto destinati solo a persone di un solo sesso o con limiti di età);

- da ultimo, è lecito domandarsi quali saranno i soggetti chiamati a controllare gli esiti occupazionali di questo progetto, che appare sostanziarsi in una mera fornitura di manodopera gratuita a centinaia di imprese, le quali potranno giovarsi dell'apporto di personale per ben 6 mesi senza doverli pagare e senza essere vincolate ad assumerne nemmeno una parte,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere:

1) quali iniziative la Giunta regionale intenda intraprendere per ricondurre lo strumento del tirocinio alla sua originale ratio, che è quella di insegnare ad un giovane un mestiere, nella prospettiva di un suo inserimento nel mondo lavorativo;

2) quali correttivi, nel brevissimo tempo, si intendano mettere in atto per riportare a profili di equità il citato programma di tirocini denominato "Voucher TFO 2011", il quale ictu oculi presenta i profili di illegalità in precedenza citati;

3) quali azioni intenda intraprendere la presente Giunta per dare risposte serie e concrete alle problematiche legate alla carenza di occupazione giovanile in Sardegna. (766)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul sequestro di Rossella Urru, cooperante sarda del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (CISP).

La sottoscritta,

premesso che da oltre due mesi, tra il 22 e il 23 ottobre 2012, Rossella Urru, la cooperante sarda del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (CISP), veniva sequestrata nel campo profughi, per rifugiati saharawi, a Tindouf, in Algeria;

considerato che:

- dopo la missione ufficiale della Farnesina, con la visita lampo dell'inviato speciale Margherita Boniver, a Bamako, in Mali e in Burkina Faso, sul rapimento della cittadina sarda, ufficialmente, non si è saputo più niente;

- le uniche notizie ufficiose sono quelle già trapelate, prima della visita della Boniver, da fonti maliane e seguite successivamente dalle immagini trasmesse il 12 dicembre 2012 dall'emittente francese France Press che attestano che la ragazza, con i due colleghi spagnoli, sarebbe nelle mani di aderenti, o presunti tali, ad un gruppo scissionista di Al Qaeda per il Magreb islamico.

visto che, mentre in Sardegna e in diverse sedi europee, si registrano grandi mobilitazioni popolari, a tutt'oggi da parte delle istituzioni regionali c'è un incomprensibile e preoccupante silenzio,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

se sia a conoscenza di fatti, a noi preclusi, che possano in qualche modo interessare e rassicurare la famiglia e l'opinione pubblica sarda sulla buona salute e la sorte di Rossella Urru e degli altri cooperanti rapiti;

quali siano le iniziative messe in campo dalla Regione, sia rispetto al Governo italiano che a tutti i governi degli stati interessati a questa vicenda, per tutelare l'incolumità dei rapiti e accelerare la loro liberazione;

quali siano le iniziative messe in atto con gli organismi internazionali (Cooperazione internazionale, ONG presenti sui luoghi, ONU, ecc…) affinché l'opinione pubblica mondiale eserciti una pressione mediatica, sia sui rapitori che sugli stati interessati, tale da accelerare il processo di ricongiungimento dei rapiti con i familiari. (767)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'ampliamento della discarica di Genna Luas (Provincia di Carbonia-Iglesias) e sull'autorizzazione del sito di stoccaggio di nuovi codici di rifiuti.

La sottoscritta,

premesso che:

- la discarica di Genna Luas, sita nella Provincia di Carbonia-Iglesias, è nota per essere stata realizzata a seguito di un alquanto travagliato iter del procedimento di valutazione di impatto ambientale;

- il sito ha ricevuto il benestare tramite decreto del Ministero dell'ambiente n. DEC/VIA/2671 del 2 dicembre 1996 nonostante le 34 prescrizioni vincolanti segnalate, per le quali il progetto della discarica fu sottoposto ad una revisione pressoché integrale;

- si tratta di discarica di rifiuti tossico-nocivi di origine industriale proveniente dalla vicina Portovesme Srl, distante poche decine di metri da terreni destinati alla coltivazione e al pascolo;

- la stessa discarica è stata oggetto recentemente dell'attenzione della stampa in merito al caso dell'allarme inquinamento per la presenza di liquami rossastri nelle acque del Rio Santa Barbara, che lambisce la discarica prima di riversarsi nel Rio Cixerri;

- sono state e continuano ad essere particolarmente forti le preoccupazioni dei residenti e degli operatori della zona per le segnalazioni della presenza nelle acque del fiume di percolato (uno dei peggiori liquami da trattare e che è contenuto nei vasconi della discarica della Portovesme Srl);

- lo stesso fiume attraversa un'area del Medio-Campidano a forte vocazione agricola e nel cui raggio di 10 Km sono situati diversi centri abitati: frazione di Barega, Iglesias, Villamassargia, Domusnovas, Musei, Gonnesa, Bacu Abis e Cortoghiana;

- in tali territori è sufficiente anche una leggera brezza per trasportare, attraverso l'aria, le polveri e gli inquinanti della discarica fino ai campi e nei paesi limitrofi nel giro di pochi minuti;

sottolineato che:

- nel 2011 è stato avviato un nuovo procedimento di VIA, finalizzato all'aumento quantitativo di materiale abbancabile, conclusosi con provvedimento positivo condizionato (deliberazione della Giunta regionale n. 46/37 del 16 novembre 2011);

- nel novembre 2011 è stato richiesto il rilascio della relativa autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla Provincia di Carbonia-Iglesias e in data 13 gennaio 2012 è stata convocata in merito una conferenza di servizi, tra le competenti Amministrazioni regionale, provinciale e quelle dei comuni delle aree coinvolte per procedere al rilascio delle autorizzazioni di cui sopra,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

se siano state previste adeguate e mirate misure di tutela nei confronti degli agricoltori e delle persone che operano e vivono nell'area;

se sia stato attivato un monitoraggio delle polveri tossico-nocive che vengono sollevate nell'aria con i venti e trasportate nei territori circostanti;

per quale ragione non sia stato predisposto un portale radiometrico che verifichi le scorie in ingresso;

se siano stati predisposti ed eseguiti tutti i necessari e adeguati controlli per verificate se in questa discarica in passato o in tempi recenti siano state smaltite scorie radioattive. (768)

Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla possibilità di recupero spese mediche per ricovero extra Regione.

Il sottoscritto,

premesso che trattasi di un caso sanitario che nella sua evoluzione é incappato in una situazione sanitaria anomala; un giovane di Guspini, a seguito di incidente stradale viene ricoverato, nel mese di febbraio 2011, presso il Centro di neurochirurgia all'Ospedale Brotzu di Cagliari, dove viene seguito sino alla sua dimissione per essere inserito nel Centro di riabilitazione di Guspini;

considerato che in quei giorni di ricovero l'attività del Centro riabilitativo di Guspini è stata trasferita all'Azienda sanitaria locale n. 6 di Sanluri che, per ragioni legate alla propria programmazione, ridusse progressivamente l'attività, con il trasferimento di numerosi pazienti e di conseguenza le prestazioni;

preso atto che:

- i genitori, preoccupati della situazione creatasi, con diverse manifestazioni sindacali che paventavano non solo la riduzione del personale ma addirittura la chiusura, chiesero il trasferimento in altro centro del continente, ed in particolare al Santa Lucia di Roma, con il quale erano in contatto prima del trasferimento a Guspini;

- a seguito delle ripetute rimostranze dei familiari sulla scarsa attenzione per il paziente, in un momento in cui sembravano manifestarsi indizi di una, anche se minima, ripresa neurologica, vennero disposte, dal direttore del Centro riabilitativo, le dimissioni senza prevedere alcun trasferimento in altro centro riabilitativo, per avviare i trattamenti necessari, e tanto meno verso il Centro Santa Lucia di Roma;

ritenuto che vi fossero reali possibilità di recupero, in maniera autonoma i genitori trasferirono il paziente a Roma, temporaneamente presso la Casa di cura Villa Verde, dove viene effettuata, il 3 settembre 2011, una visita neuroriabilitativa, nell'attesa di un trasferimento al Santa Lucia; trasferimento mai avvenuto per la mancata autorizzazione da parte dell'Azienda sanitaria locale; oggi il paziente è a casa, seguito esclusivamente in ADI, mentre forse avrebbe bisogno di trattamenti più puntuali; infatti la relazione a firma della prof. Anna Mazzucchi che lo ha seguito a Roma, così concludeva: "Infine, visto che il ragazzo non é mai stato di fatto sottoposto a riabilitazione intensiva, suggerirei di provare un periodo di almeno un mese in ambiente specializzato nella riabilitazione delle gravi cerebrolesioni prima di programmare il rientro a casa.",

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) non ritenga opportuno, vista la situazione anomala in cui si sono trovati i genitori del paziente, almeno il riconoscimento delle spese vive, trasporto, viaggi e visite, sostenute nella trasferta romana e che ammontano a 8,5 mila euro;

2) alla luce delle vicissitudini brevemente ripercorse, non ritenga opportuno rilanciare il Centro di Guspini come unico centro pubblico della riabilitazione ad alta intensità per le "Gravi patologie ad alto rischio invalidante". (769)

Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla ripresa dei lavori lungo la strada statale n. 125.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la strada statale n. 125 ha una valenza strategica per l'intera Provincia dell'Ogliastra e con la sua completa realizzazione sarà possibile garantire un più agevole collegamento tra Tortolì e il capoluogo isolano, rompendo lo stato di isolamento delle zone interne della Sardegna;

- la nuova orientale sarda rientra tra le opere di primario interesse regionale ed è oggetto dell'intesa generale quadro per la viabilità della Sardegna firmata il 2 ottobre 2009 tra il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione e l'Anas;

- dei 122 Km previsti solo 78 sono stati completati;

- tra i lotti ancora da realizzare figurano il 1° lotto, 1° e 2° stralcio, dopo la variante per Tertenia e il 4° lotto, 2° stralcio, bivio di Cea-Tortolì;

- per i due stralci del tratto Tertenia-San Giorgio sono necessari 160 milioni di euro, 70 milioni per il primo e 90 milioni per il secondo, mentre per il completamento del tratto bivio di Cea-Tortolì servono 33 milioni di euro, per un totale di 190 milioni di euro;

- così come confermato in data 2 marzo 2011, anche dal Capo dipartimento dell'Anas, dott. Oriele Fagioli, nella sede della Commissione lavori pubblici alla presenza dell'allora Assessore regionale dei lavori pubblici, Sebastiano Sannitu, l'Anas non ha a disposizione le risorse necessarie per poter procedere all'appalto del lavori;

preso atto che:

- in data 3 agosto 2011 con delibera CIPE n. 62/2011 sono stati stanziati i fondi FAS 2007/2013 da destinare alle infrastrutture e reti di servizio in Sardegna;

- tra le opere immediatamente cantierabili è stata inserita anche la nuova strada statale n. 125;

appreso che tale delibera è stata registrata alla Corte dei conti il 21 dicembre 2011 e pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 304 del 31 dicembre 2011;

evidenziato che, nello schema riportato dalla Gazzetta, 19 milioni di euro sono stati destinati al completamento del tratto bivio Cea-Tortolì (4° lotto, 2° stralcio), per il quale risultano già disponibili circa 13 milioni di euro, e ulteriori 90 milioni di euro sono stati stanziati per il tronco Tertenia-San Priamo, di cui 40 milioni per il 1° lotto, 1° stralcio, e 50 milioni per il 1° lotto, 2° stralcio;

considerato che l'intera provincia attende da decenni il completamento dell'infrastruttura non solo per rilanciare la crescita del territorio, ma anche per garantire ai cittadini condizioni di viabilità più sicure,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

se la Regione consideri realmente la strada statale n. 125 un'infrastruttura viaria di primaria importanza per la Sardegna;

come la Regione intenda procedere per accelerare la spesa delle risorse stanziate;

quali siano i tempi previsti per la cantierabilità dei lavori lungo la strada statale n. 125. (770)

Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie.

Il sottoscritto,

premesso che:

- l'endometriosi è una malattia uterina cronica e complessa, che colpisce circa tre milioni di donne italiane, originata dalla presenza anomala dell'endometrio, il tessuto che riveste la parete interna dell'utero, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino;

- l'endometriosi agisce in modo progressivo ed è di difficile individuazione, motivo per il quale si calcola che sia diagnosticata in media nove anni dopo il suo emergere, quando circa il 75-80 per cento delle donne da essa colpite sono ormai soggette a numerosi sintomi e quando la malattia ha raggiunto una considerevole gravità e cronicizzazione;

- la sintomatologia è la provocazione di sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze, infertilità, dolore addominale e pelvico cronico, affaticamento cronico, aumento dell'infiammazione a carico delle mucose, colite, forte incidenza di aborti spontanei ed altro;

considerato che:

- l'endometriosi rappresenta una malattia quasi sempre dell'età feconda e delle giovani donne, che si verifica eccezionalmente prima della pubertà e tende a regredire nella menopausa;

- la scarsa informazione porta spesso le stesse donne a sottovalutare tale patologia imputandola ad una esagerazione dei sintomi;

verificato che:

- un'anamnesi approfondita della paziente può concorrere ad effettuare una prima diagnosi, seppur non definitiva,

- la diagnosi di endometriosi può essere effettuata con certezza solo attraverso la laparoscopia, un esame chirurgico esplorativo in anestesia totale;

- altri esami che possono fare sospettare la presenza di endometriosi sono l'ecografia ovarica trans vaginale, il dosaggio dal Ca125 (esame aspecifico) e la visita manuale;

- diverse teorie sono state formulate per spiegare le cause dell'endometriosi, ma nessuna di tali teorie sembra riuscire a fornire una risposta definitiva al problema;

preso atto che:

- il decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, come integrato e modificato dal decreto ministeriale 21 maggio 2001, n. 296, non include l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n.124;

- il Parlamento europeo in data 19 aprile 2004 ha adottato la delibera n. 30/2004 con cui, riconosce l'endometriosi come uno stato clinico che, nell'Unione europea, colpisce una donna su dieci;

- la stessa deliberazione rileva come nell'Unione europea l'onere annuale dei congedi per malattia dovuti a tale affezione viene stimato in 22,5 miliardi di euro;

- per questi motivi, l'Unione europea ha invitato i governi nazionali degli stati membri a promuovere giornate nazionali dell'endometriosi, e la Commissione europea a inserire la prevenzione dell'endometriosi nei futuri programmi d'azione comunitari per la salute pubblica, in modo da incrementarne la ricerca delle cause, la prevenzione e la cura;

tenuto conto che il 18 gennaio 2006 la Commissione affari sociali, igiene e sanità del Senato ha approvato la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'endometriosi come malattia sociale, nella quale sono stati individuati, quali obiettivi prioritari di intervento per il prossimo quadriennio, l'attuazione di percorsi di esenzione per la fruizione di trattamenti farmacologici in particolare per le terapie croniche (contraccettivi orali, GnRH-analoghi e farmaci sintomatici), e la creazione di un pacchetto di sostegno per le donne con forme particolarmente severe o recidivanti, che preveda indagini diagnostiche di controllo gratuite; farmaci e presidi necessari esentati; tutela generale della donna affetta dalla patologia e del suo desiderio di maternità e un grado di invalidità rientrante nella legge n. 104 del 1989 nei casi di grave compromissione dello stato di salute psico-fisica della paziente pluritrattata chirurgicamente, in presenza di recidive di rilevo e con dolore pelvico cronico resistente,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali misure vogliano adottare al fine di sostenere e tutelare le donne affette da tale patologia, soprattutto in termini di spese necessarie durante il decorso della malattia e se non si ritenga prioritario attivarsi con le istituzioni preposte, quali ad esempio il Ministero della salute, al fine di includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie correlate ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999, e successive integrazioni e modificazioni;

2) quali azioni intendano intraprendere per porre rimedio alle eventuali ripercussioni negative sull'attività lavorativa delle donne che siano affette dalla suddetta patologia che può, appunto provocare effetti invalidanti;

3) quali iniziative intendano assumere al fine di dare attuazione alle esigenze di incrementare l'attività di ricerca, prevenzione, assistenza relativamente alla malattia dell'endometriosi. (771)

Interrogazione Meloni Valerio - Lotto - Manca, con richiesta di risposta scritta, sulle inspiegabili motivazioni per le quali ancora non è stato firmato dal Presidente della Regione l'accordo di programma quadro relativo a "interventi finalizzati alla valorizzazione e al completamento delle opere infrastrutturali a servizio delle attività produttive, del turismo e della cultura nel Comune di Sassari.

I sottoscritti,

preso atto che alla data odierna non risulta che il Presidente della Regione abbia apposto la sua firma all'accordo di programma quadro concernente "Interventi finalizzati alla valorizzazione e al completamento di opere infrastrutturali a servizio delle attività produttive, del turismo e della cultura nel Comune di Sassari", accordo definito al sensi delle leggi regionali 28 dicembre 2009, n. 5, e 19 gennaio 2011, n. 1;

considerato che la Giunta regionale, con proprie deliberazioni, vista la proposta progettuale presentata con nota del 20 dicembre 2010 dal Comune di Sassari inerente "la realizzazione di interventi finalizzati alla valorizzazione e al completamento di opere infrastrutturali a servizio delle attività produttive, del turismo e della cultura nel comune di Sassari", ha individuato tale programma per un importo complessivo pari a euro 6.500.000 e ha dato mandato agli assessori competenti di procedere all'adozione dei provvedimenti necessari all'esecuzione del programma stesso;

considerato che in data 23 settembre 2011 si è tenuto il tavolo di partenariato istituzionale che ha condiviso lo schema di accordo di programma quadro;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 41/19 del 13 ottobre 2011 che approva definitivamente il programma degli interventi;

considerato che l'importanza degli interventi e delle risorse, previste nel programma e finalizzate a spazi e attività di promozione multifunzionale a supporto del nuovo mercato civico nel centro storico, a completamento nuovo mattatoio consortile a Truncu Reale, ai lavori di completamento del distretto della musica e della creatività, alla realizzazione della pista ciclabile sulla Buddi-Buddi a servizio dell'area turistica di Platamona, in un momento di profonda crisi economica, oltre che utili all'intera comunità della città di Sassari, rappresentano, sebbene temporaneamente, un consistente aiuto alla soluzione delle problematiche occupazionali di quel territorio,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali motivazioni hanno impedito fino ad oggi la firma dell'accordo di programma quadro e se non ritenga, per le motivazioni su esposte, che lo stesso accordo debba essere urgentemente firmato e messo in condizioni di essere immediatamente esecutivo. (772)

Interrogazione Solinas Antonio - Espa - Barracciu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla vicenda dell'insegnante precaria Maddalena Calvisi.

I sottoscritti,

appresa l'incredibile vicenda riguardante l'insegnante precaria Maddalena Calvisi, in servizio presso l'Istituto Tecnico "Sergio Atzeni" di Oristano, la quale, non ricevendo lo stipendio dal mese di ottobre 2011, ha dato avvio ad una civile forma di protesta stabilendosi, con una tenda, presso gli spazi verdi antistanti l'ingresso della stessa scuola;

evidenziato che quello della prof.ssa Calvisi non è un caso isolato, trovandosi nella stessa situazione numerosi altri insegnanti;

rilevato che la causa di tale situazione è da rintracciarsi nel mancato trasferimento da parte del Ministero della pubblica istruzione dei fondi per le supplenze;

ritenuta tale vicenda gravemente lesiva dei diritti dei lavoratori interessati, ed emblematica riguardo le condizioni nelle quali è precipitata la scuola pubblica in Italia ed in Sardegna;

espressa preoccupazione per i possibili ulteriori ridimensionamenti all'offerta scolastica isolana, alla luce di nuovi probabili tagli agli organici ed alle risorse per il sistema scolastico isolano,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere:

1) quali iniziative intendano assumere nei confronti del Ministero della pubblica istruzione per contribuire alla risoluzione del problema della prof.ssa Calvisi e degli altri insegnanti precari senza stipendio a causa delle inadempienze ministeriali;

2) quale atteggiamento intendano tenere rispetto al possibile nuovo attacco al sistema scolastico isolano, in termini di ridimensionamento di organici e di risorse. (773)

Interrogazione Zuncheddu - Sechi - Uras - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità degli interventi di revamping dell'impianto di incenerimento di Tossilo (Macomer) e sulle gravi conseguenze che il progetto avrà in termini di impatto ambientale, rischi per la salute della popolazione, elevati costi di realizzazione e sul piano di fattibilità di un centro di riciclo basato sul sistema di trattamento a freddo dei rifiuti.

I sottoscritti,

premesso che:

- la stampa recente ha riportato le forti preoccupazioni e i dubbi delle persone che risiedono ed operano nella zona industriale di Macomer, a causa del progetto di revamping dell'inceneritore di Tossilo, che prevede interventi di revamping dell'impianto di termovalorizzazione per una potenzialità termica di 25 Gcal/h e potenzialità massica di circa 60.000 t/a, tema già sottoposto all'attenzione dei competenti assessorati regionali attraverso l'interpellanza n. 200/A Sechi - Zedda Massimo - Uras - Zuncheddu sul Piano regionale dei rifiuti e sull'impianto di incenerimento di Macomer - Tossilo depositata nel mese di febbraio 2011;

- dall'autorizzazione ambientale integrata (AIA) della Provincia di Nuoro del 25 giugno 2010 si apprende che nel caso in cui si opti per un impianto a 3 poli energetici, è prevista anche la realizzazione di una discarica per scorie-ceneri per una volumetria di circa 60.000-70.000 mc a copertura del fabbisogno decennale, localizzata preferibilmente entro un raggio di 40 km ( da sottolineare inoltre che la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), in questo caso non è stata ritenuta necessaria in quanto si tratta di una riconversione e non di realizzazione di un nuovo impianto);

- da ciò le preoccupazioni sempre più insistenti e giustificate dei residenti e dei lavoratori che operano in quell'area, supportate fra l'altro dalle dichiarazioni ufficiali rilasciate dalla ASL n. 3, che infatti, tramite il proprio ufficio stampa, ha pubblicamente confermato di aver "approvato il progetto di ricerca sull'incidenza dei tumori della popolazione del Distretto sanitario di Macomer dov'è presente un grosso inceneritore";

- dal suddetto comunicato stampa della ASL n. 3 si legge inoltre "Lo studio, che andrà avanti per 24 mesi, ha come primo obiettivo la verifica dell'impatto sulla salute che le attività dell'area industriale di Macomer, dove tra gli altri insiste un grosso inceneritore, potrebbero aver determinato sia nella popolazione residente, sia in quella che ha lavorato in quella zona. In particolare, il fine è quello di conoscere l'eventuale relazione tra esposizione a fattori cancerogeni (diossine soprattutto, la cui presenza, in elevate concentrazioni, è già stata accertata) e l'insorgenza di neoplasie maligne, tenendo conto del fatto che possono manifestarsi anche a distanza di molti anni dall'esposizione al rischio";

- l'indagine conoscitiva della ASL di Nuoro, avviata in collaborazione con l'Azienda sanitaria di Sassari, sull'incidenza dei tumori maligni nel Distretto sanitario di Macomer dal 2003 al 2010, aveva ufficialmente ricevuto l'approvazione definitiva dell'allora commissario straordinario della ASL di Nuoro che, tra l'altro, aveva pubblicamente dichiarato in sede istituzionale che le diossine sono già presenti nel territorio in questione a livelli del 75 per cento del limite massimo consentito (considerato un livello di pre-allarme dai tecnici dell'ARPAS);

- la validità scientifica era stata inoltre riscontrata (come è scritto testualmente sullo stesso comunicato stampa di cui sopra) "in considerazione dell'alta incidenza che la patologia oggetto di studio ha in Provincia di Nuoro e in Sardegna in generale";

preso atto che:

- il 14 novembre 2011 si è tenuto un tavolo tecnico, al quale hanno preso parte oltre che i segretari confederali di CGIL e CISL, rappresentanti della UGL e della UIL, anche i tecnici del Centro riciclo di Vedelago, esempio di centro di smaltimento di rifiuti a minimo impatto ambientale, già sperimentato sia in Italia che in altri paesi dell'Unione europea;

- il piano di fattibilità esposto propone un centro di riciclo basato sul sistema di trattamento a freddo dei rifiuti, che ad oggi permette di rimettere in circolo sino al 95 per cento di tutti i materiali trattati: carta, vetro, acciaio, alluminio, plastica, pannoloni e pannolini, oli, batterie, ingombranti, secco residuo;

- tale proposta può essere operativa nel giro di 6 mesi dal rilascio delle autorizzazioni e prevede un totale di 100 addetti; l'impegno finanziario complessivo per i nuovi impianti non supera 9 milioni di euro (a fronte dei 42 milioni previsti per il revamping), finanziabili dall'Unione europea al 70 per cento: il tutto senza alcun danno per l'ambiente e per la salute di cittadini e lavoratori;

- per tali ragioni tale proposta risulta essere, anche per esperti del settore una valida alternativa a quella del revamping dell'impianto di incenerimento di Tossilo sia in termini di economicità, in quanto quest'ultimo progetto presuppone finanziamenti per un totale di 42 milioni di euro, ma soprattutto di occupazione e di rispetto dell'ambiente e della salute della popolazione;

- il progetto di revamping, oneroso sul piano economico e pericoloso per i rischi a cui continuerebbero ad essere esposti sia i lavoratori che la popolazione residente nella zona, sarebbe paradossalmente realizzato per un periodo stimato intorno ai 5-8 anni di attività, durante i quali, nel frattempo, si avvierebbero i lavori per costruire un nuovo e più potente impianto nell'area di Sassari o di Olbia;

- pare alquanto contraddittoria la posizione assunta dell'attuale Giunta rispetto all'attuazione del progetto di revamping dell'impianto di incenerimento di Tossilo, soprattutto alla luce della tanto propagandata "politica verde" voluta dall'attuale Presidente delle Regione che, mentre sostiene di volersi impegnare a fondo nel sostegno alle autorità locali nell'attuazione di piani per l'abbattimento delle emissioni inquinanti e per la produzione di energie rinnovabili, trasferire i consumi energetici da fonti tradizionali a quelle rinnovabili, ridurre le emissioni di CO2 potenziando la produzione di energia pulita per superare, entro il 2030, la soglia record del 35 per cento, non si preoccupa di intraprendere iniziative adeguate finalizzate alla realizzazione del centro di riciclo sul modello Vedelago proposto in alternativa a quello dell'inceneritore;

- sarebbe alquanto opportuno e doveroso, sotto il profilo della tutela dell'ambiente e del territorio e della lotta ai cambiamenti climatici, che le istituzioni regionali intraprendessero tutte le necessarie misure al fine di sostituire progressivamente gli impianti di incenerimento, che rappresentano oramai un modello di smaltimento dei rifiuti alquanto obsoleto e a forte impatto ambientale e che, purtroppo, continuano ad essere in Sardegna il modello prevalente;

- a tal proposito non è da sottovalutare il fatto che in termini di efficienza l'impianto di incenerimento, al termine del processo di smaltimento, lascia nell'ambiente il 25 per cento di residui non riutilizzabili rispetto invece a quelli prodotti a fine processo dalle più avanzate tecnologie bio meccaniche che permettono di ridurre tale quantità fino al 3 per cento (che in casi eccezionali può arrivare al massimo intorno al 14 per cento),

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

come intendano conciliare la politica di rispetto ambientale, dichiarata dal Presidente della Regione, con la decisione di attuare progetti come quello di revamping dell'impianto di incenerimento di Tossilo, soprattutto di fronte alla possibilità di alternative concrete, attuabili e molto vantaggiose in termini di costi di realizzazione, occupazione, eco-compatibilità, e che salvaguardano la salute dei cittadini;

se l'ARPAS abbia fornito i dati in suo possesso in merito alle dichiarazioni e ai dati allarmanti della ASL n. 3;

se tali dati siano stati fatti eventualmente valutare da tecnici esperti;

se siano stati sottoposti all'attenzione dei cittadini e delle amministrazioni comunali dell'area interessata;

se corrisponda a verità che l'indagine approvata dalla ASL n. 3, citata in premessa, sia stata inspiegabilmente bloccata e, nel caso ciò corrispondesse al vero, quali siano state le ragioni dettagliate che abbiano portato a tale decisione;

se ai sindaci dei comuni interessati siano stati comunicati dall'Istituto zooprofilattico di Sassari i controlli del livello delle diossine negli alimenti di origine animale, per tutelare la salute dei loro concittadini;

se abbiano preventivamente avviato uno studio che certifichi ed accerti che il progetto di revamping dell'inceneritore di Tossilo sia la soluzione più opportuna per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, rispetto all'alternativa proposta dai tecnici del centro di riciclo di Vedelago e quali siano le circostanze che renderebbero tale progetto meno attuabile dell'ampliamento dell'inceneritore;

se siano state intraprese e previste tutte le misure necessarie a tutelare l'unica ricchezza del nostro territorio che è oggi rappresentata dalla presenza di numerose aziende che producono carne e latticini apprezzati ovunque, alcune delle quali operano nel raggio di 20 Km dall'inceneritore di Tossilo; queste aziende non possono accedere alla certificazione biologica di qualità dei loro prodotti, che ne garantirebbe la sicurezza per i consumatori;

se sia disponibile ed in loro possesso tutta la documentazione sulla realizzazione del progetto di realizzazione di revamping e i dati della ASL n. 3 sui quali è stata avviata l'indagine di cui in premessa;

se abbiano predisposto, o intendano predisporre, uno studio in sinergia con esperti tecnici del settore, dell'università, della ASL e preventivamente consultando la popolazione, i comitati di cittadini attivi sul territorio, uno studio finalizzato a determinare quale sia il progetto più indicato in termini di costi di realizzazione, minore impatto ambientale, rischi per salute della popolazione e sbocchi occupazionali. (774)

Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo - Tocco - Piras - Sanna Paolo Terzo - Pitea - Gallus - Capelli - Dedoni - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla composizione del calendario venatorio.

I sottoscritti,

considerato che:

- il Comitato regionale faunistico, riunitosi in data 23 dicembre 2011, ha determinato una modifica dei calendario venatorio regionale fortemente penalizzante per i cacciatori sardi;

- in particolare, appare del tutto incomprensibile la decisione di anticipare all'8 gennaio 2012 la chiusura della caccia al tordo, alla beccaccia e ad altri migratori, che vengono abbattuti in tutte le altre regioni italiane fino all'ultimo giorno di gennaio, e a febbraio in molti paesi europei;

- la decisione assunta dal Comitato faunistico appare evidentemente in contrasto con i documenti europei relativi ai Key concepts e alla guida interpretativa della direttiva "Uccelli", fonti che rivelano in modo inequivocabile che è consentito l'abbattimento di molti selvatici migratori, e quindi la prosecuzione della stagione di caccia, ben oltre il mese di gennaio, in particolare al tordo, al colombaccio, a numerosi acquatici;

- altre regioni italiane, prima tra tutte il Lazio, proprio in virtù dei Key concepts e della guida interpretativa della direttiva "Uccelli", hanno esteso il calendario venatorio almeno alla prima decade di febbraio;

- le decisioni del Comitato regionale faunistico appaiono come un inutile e gratuito, oltre che infondato, danno ai giusti diritti dei cacciatori sardi, i quali contribuiscono non solo economicamente alla salvaguardia dell'ambiente e della fauna sarda e chiedono di vedere rispettati i propri diritti,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se ritenga rispondente ai documenti europei relativi ai Key concepts e alla guida interpretativa della direttiva "Uccelli" la soluzione adottata dal Comitato regionale faunistico nella seduta del 23 dicembre 2011;

2) come intenda provvedere per fare in modo che si ponga rimedio ad un evidente clamoroso errore compiuto, che ha determinato la giusta e comprensibile irritazione del mondo venatorio sardo, il quale ha percepito le decisioni adottate dal Comitato come una ennesima penalizzazione nei confronti di una attività rispettabile e meritevole di ben maggiori attenzioni da parte della Regione;

3) come intenda procedere per assicurare che la Regione abbia finalmente a disposizione un organismo tecnico-scientifico che possa produrre la documentazione adeguata per poter assumere in Sardegna, senza più dipendere da organismi esterni, tutte le decisioni necessarie per il governo, la gestione e lo sviluppo del patrimonio ambientale, della fauna e della caccia. (775)

Interrogazione Sanna Gian Valerio - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'arresto e la paventata reclusione di un ragazzo senegalese nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.

I sottoscritti,

premesso che il 16 dicembre 2011 un ragazzo senegalese Abdou Lahat Diop di 30 anni, in una strada fra Abbasanta e Ghilarza è stato avvicinato da un maresciallo dei carabinieri preoccupato che avesse bisogno di aiuto e che a seguito delle insistenze del militare la situazione è degenerata;

preso atto che:

- a seguito di questi fatti il ragazzo senegalese è stato arrestato per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e il tribunale di Oristano ha disposto una perizia psichiatrica che si è conclusa con una dichiarazione di incapacità di intendere e di volere e la conseguente pericolosità sociale;

- Abdou Lahat Diop è ora ristretto nel carcere di Oristano in attesa di essere trasferito nell'Ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) di Aversa su disposizione dello stesso tribunale e in attesa del processo;

considerato che:

- appare sorprendente non solo la rapidità delle conclusioni peritali fatte sul ragazzo senegalese senza alcun supporto di mediatori culturali in grado di meglio comprendere le circostanze e i comportamenti che sono stati posti alla base di questi accadimenti e ancor di più appare preoccupante che le strutture pubbliche abbiano previsto l'internamento in struttura ospedaliera psichiatrica invece che disporre un trattamento sanitario adeguato e nel contesto territoriale nel quale il ragazzo si trovava ad abitare;

- il giovane Abdou vuole poter dimostrare la sua innocenza e spiegare che gli eventi a lui addebitati sono frutto di un profondo malinteso in relazione allo stato in cui si sono determinati i fatti e le comunità locali di Abbasanta e Ghilarza possono agevolmente testimoniare la pacifica e normale convivenza di Abdou finora dimostrata;

rilevato che si pone in maniera urgente l'esigenza di una presa di posizione della Giunta regionale affinché si dichiari alla magistratura interessata una immediata disponibilità della struttura sanitaria della ASL di Oristano ad avviare un trattamento specifico su Abdou Lahat Diop e allo stesso tempo si ponga a disposizione del tribunale una valida alternativa di struttura residenziale, idonea ad ospitare il ragazzo senegalese, in subordine all'internamento nell'OPG, il tutto in attesa dell'avvio delle fasi processuali,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

quali azioni intendano intraprendere affinché venga immediatamente dato mandato alla struttura sanitaria di Oristano di offrire la propria disponibilità per un trattamento sanitario adeguato su Abdou Lahat Diop in alternativa al paventato internamento nell'OPG di Aversa;

se non ritengano opportuno mostrare una concreta solidarietà operando congiuntamente con tutte le organizzazioni ed istituzioni locali interessate per la ricerca di una struttura residenziale adeguata ad ospitare il giovane senegalese in attesa dell'avvio delle fasi processuali;

se non ritengano oramai indispensabile ed urgente istituire, a carico della Regione, per ogni sede di tribunale in Sardegna, una lista di mediatori culturali e sociali in grado di essere investiti con immediatezza di ogni possibile intervento a tutela dei diritti inviolabili di ogni uomo e nel rispetto delle tradizioni, religioni e linguaggi di ogni cittadino, anche se straniero, in terra sarda. (776)

Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione del Consorzio di bonifica del Basso Sulcis dalla ripartizione dei finanziamenti previsti nella delibera della Giunta regionale n. 52/50 del 23 dicembre 2011.

Il sottoscritto,

premesso che:

- in data 23 dicembre 2011 è stata adottata la delibera n. 52/50 sui finanziamenti ai consorzi di bonifica per le spese sostenute dagli stessi;

- le somme così programmate per la copertura di oneri relativi ad interventi di manutenzione sono destinate in favore dei consorzi che hanno registrato economie durante la fase di adozione del Piano regionale di bonifica;

considerato che i consorzi, durante la fase di impossibilità di ricevere un contributo pubblico per i ritardi inerenti l'adozione del Piano regionale di bonifica, hanno comunque contribuito per le finalità previste dall'articolo 5, comma 4, della legge regionale n. 6 del 2008, a sostenere i costi di gestione per poter perseguire i propri fini istituzionali;

verificato che tra i consorzi di bonifica esclusi dai finanziamenti figura quello del Basso Sulcis, nonostante abbia sempre perseguito le finalità istituzionali previste dalla legge;

preso atto che i lavoratori non percepiscono le retribuzioni da diversi mesi e si trovano in uno stato di estrema precarietà che pone in serio pericolo il loro futuro lavorativo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se intendano integrare fra i beneficiari individuati nella delibera in oggetto il Consorzio di bonifica del Basso Sulcis;

2) quali atti intendano adottare per mantenere i livelli occupativi vitali per il prosieguo dell'attività istituzionale del Consorzio del Basso Sulcis. (777)

Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata spendita dei fondi di cui alla legge regionale 7 febbraio 2011, n. 7 (Sistema integrato a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e istituzione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale).

Il sottoscritto,

premesso che:

- gli scopi della legge regionale n. 7 del 2011 sono quelli di assicurare condizioni di pari dignità alle persone sottoposte a restrizioni nella libertà personale rispetto agli individui in stato di libertà e garantire, nel limite delle proprie competenze, che le pene tendano alla rieducazione del condannato, così come previsto dall'articolo 27 della Costituzione italiana;

- in particolare l'articolo 7 della legge regionale n. 7 del 2011 prevede che la Regione, in collaborazione con il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, promuova e sostenga interventi per l'avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti attraverso progetti sperimentali diretti a incentivare nuove professionalità e nuove forme imprenditoriali anche attraverso la creazione di cooperative sociali;

considerato che, ai sensi della legge regionale n. 7 del 2011, è stato istituito il tavolo tecnico costituito da funzionari regionali, rappresentanti del Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria e i responsabili del Centro per la giustizia minorile, che ha provveduto alla predisposizione di un piano di intervento da realizzare sia nei diversi istituti penitenziari presenti in Sardegna, sia in aziende agricole sarde attraverso progetti sperimentali, garantendo che le azioni d'inserimento lavorativo contemplino il requisito della continuità del percorso di inclusione sia durante il periodo detentivo che post-detentivo;

preso atto che nelle disponibilità del bilancio del 2011 era stata prevista la spesa di euro 1.900.000,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere i motivi per i quali la Giunta regionale non abbia approvato il piano d'intervento predisposto dal tavolo tecnico costituito presso l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, e quali azioni la Giunta regionale intenda attuare affinché possano essere comunque spese le risorse previste nel bilancio 2011 e, soprattutto, non vengano meno le aspettative che si sono create all'interno del mondo penitenziario della Sardegna. (778)

Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul perdurare e sull'aggravarsi delle condizioni di profonda crisi relative al settore dello spettacolo a causa dei reiterati tagli e del mancato recepimento da parte della Giunta regionale degli impegni contemplati nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale in data 4 maggio 2011.

I sottoscritti,

premesso che a conclusione della discussione sulla mozione n. 117/A relativa alla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, il Consiglio regionale ha approvato, il 4 maggio 2011, l'ordine del giorno n. 56 che impegna la Giunta regionale:

a) a predisporre entro giugno 2011 le proposte di modifica della legge regionale n. 18 del 2006 affinché sia effettivamente corrispondente alla complessità della realtà sarda dello spettacolo, agevolmente operativa, e sottragga dalla costante precarietà economica e programmatoria le imprese del settore;

b) ad orientare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo per incoraggiare la creazione artistica e l'innovazione, sostenere l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto;

c) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

d) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo;

constato che:

- dopo oltre sette mesi, la Giunta ancora non ha recepito gli impegni scaturiti dall'ordine del giorno, eccezion fatta per una proposta di modifica della legge regionale n. 18 del 2006 che però, nel concreto, non contiene norme per riorganizzare e modificare le disposizioni normative esistenti come indicato dal Consiglio regionale e dagli operatori;

- manca tuttora un programma istituzionale regionale per qualsiasi intervento organico sulla creazione di modelli miranti a ingenerare un virtuoso processo teso alla qualità artistica, all'inclusione e alla condivisione ed elaborato a partire dalle specificità della Sardegna;

- nel 2011 sono stati pesantissimi i tagli a livello nazionale, regionale e locale, nonostante i fondi regionali siano stati recuperati nel collegato alla finanziaria 2011;

- la finanziaria 2012 attualmente in discussione comporterebbe un ulteriore taglio di oltre il 60 per cento alla cultura e allo spettacolo, settore che riguarda all'incirca circa 3.000 lavoratori, tale da mettere sul lastrico gran parte degli operatori;

- gran parte dei fondi POR per il settore sono stati destinati ad altri settori, non avendo l'Assessorato competente provveduto alla programmazione e spendita dei fondi comunitari disponibili;

verificato che:

- permangono, nella pubblica amministrazione regionale, comportamenti discrezionali ed ingiustificati quali l'eccessiva burocratizzazione, ritardi nelle istruttorie e nelle verifiche per l'accesso e l'utilizzo dei contributi che mettono in seria difficoltà la programmazione delle compagnie e scelte discrezionali nella applicazione delle regole;

- la Presidenza continua ad assumere decisioni all'insegna dello spreco, quale la scelta di "omaggiare" con ben 150.000 euro 4 repliche di uno spettacolo teatrale offerto gratuitamente alla cittadinanza di Cagliari in realtà pagato con soldi pubblici;

- i dati elaborati dall'Osservatorio regionale sullo spettacolo non sono stati resi ancora pubblici e gli operatori si vedono negato il diritto ad accedervi;

- è urgente la notifica da parte dell'Amministrazione regionale all'Unione europea della legge regionale n. 18 del 2006 sullo spettacolo, in vigore dal 2006 e tuttora non applicata,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali siano le ragioni che hanno indotto l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport a reiterare le già riscontrate gravi inadempienze denunciate dagli operatori e dal Consiglio regionale con l'ordine del giorno n. 56 del 4 maggio 2011;

2) in che maniera intendano porre in essere con urgenza interventi di programmazione regionale, coordinamento ed indirizzo come previsto dalla legge regionale n. 18 del 2006;

3) per quali ragioni si continui a negare la pubblicità dei dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

4) quale sia il dettaglio delle risorse proveniente dal fondi POR per lo spettacolo, POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo e, nello specifico, quante risorse siano state spese e per quali azioni e quante risorse previste originariamente siano state perdute o destinate ad altro e per quali ragioni. (779)

Interrogazione Cuccu - Agus - Cocco Pietro - Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione degli uffici dei Giudici di Pace.

I sottoscritti,

premesso che:

- con il decreto legge n. 138 del 2011 recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, convertito in seguito nella legge 14 settembre 2011, n. 148, è stata conferita al Governo la delega ad adottare, entro dodici mesi, uno o più decreti legislativi con l'obiettivo di riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari;

- il Consiglio del ministri, in data 16 dicembre 2011, ha approvato, in prima lettura, lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, riferito in particolar modo agli uffici dei giudici di pace;

- solo in Sardegna, secondo quanto riportato nella tabella A allegata al decreto, è prevista la soppressione di 42 uffici di giudici di pace;

considerato che:

- la soppressione degli uffici dei giudici di pace comporterebbe in alcune province, quali il Medio Campidano e il Sulcis, la totale assenza di questi importanti presidi di amministrazione della giustizia che, pur occupandosi di questioni minori, costituiscono comunque un insostituibile punto di riferimento per la collettività;

- inoltre, tale eventualità oltre a indebolire ulteriormente i territori marginali dell'Isola che negli anni hanno perso servizi essenziali per la comunità, priva i cittadini di un'adeguata tutela giudiziaria e li costringe a sopportare maggiori costi sia in termini di tempo sia in termini economici;

- la soppressione degli uffici dei giudici di pace non garantirebbe un'accelerazione dei tempi giudiziari, anzi causerebbe un rallentamento delle attività dei presidi giudiziari più grandi, costretti ad assumere il nuovo carico di lavoro proveniente dagli uffici soppressi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali iniziative abbia adottato o intenda adottare nei confronti del Governo centrale al fine di scongiurare la prevista soppressione degli uffici del giudice di pace, che seguirebbe ad altre azioni, già consumate nel recente passato, che hanno impoverito tali territori con la soppressione di importanti uffici pubblici. (780)

Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi ritardi della Giunta regionale per l'adozione del Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa e sulle conseguenze drammatiche dell'applicazione, in mancanza di una legge di settore e del Piano di dimensionamento regionale, dei parametri nazionali contenuti nella legge n. 111 del 2011.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, prevede la riorganizzazione dell'intero sistema scolastico in funzione dell'autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche;

- il decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, ha approvato il Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche a norma dell'articolo 21 della legge n. 59 del 1997 ed in particolare l'articolo 3 che determina iter, tempi di applicazione e attuazione del piano regionale di dimensionamento;

- il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, all'articolo 138, delega alle regioni, in materia di istruzione scolastica, la programmazione regionale della rete scolastica sulla base dei piani provinciali, e all'articolo 139 trasferisce alle province ed ai comuni, a seguito di linee guida definite dalle regioni, rispettivamente per l'istruzione secondaria superiore e per gli altri gradi inferiori di scuola, i compiti e le funzioni concernenti l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in attuazione degli strumenti di programmazione e la redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche;

constatato che:

- la legge 15 luglio 2011, n. 111, prevede all'articolo 19 (Razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica) l'aggregazione della scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado in istituti comprensivi, e tra questi acquistano l'autonomia solo quelli costituiti da almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;

- le istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado sono di conseguenza soppresse;

- il medesimo articolo della legge di cui sopra prevede inoltre che alle istituzioni scolastiche autonome costituite da un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non saranno assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato ma le medesime saranno "conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome";

- in Sardegna l'applicazione dei parametri nazionali contenuti nella legge n. 111 del 2011 comporterebbe la soppressione del 43 per cento delle autonomie scolastiche, corrispondente a 166 presidenze sulle 386 oggi esistenti;

ricordato che:

- il Consiglio regionale ha approvato il 17 novembre 2010 l'ordine del giorno n. 39 sulla situazione del sistema scolastico regionale, impegnando la Giunta regionale, tra l'altro, all'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione e per il riconoscimento del carattere speciale dei territori interni, montani e delle aree urbane a rischio di emarginazione e, attraverso la Commissione paritetica di cui all'articolo 56 dello Statuto, alla predisposizione di specifiche norme di attuazione in materia di istruzione con le corrispondenti risorse economiche;

- la Corte costituzionale nella sentenza n. 2 del 2 luglio 2009 sottolinea la competenza esclusiva regionale in materia di programmazione della rete scolastica e sancisce l'obbligo per lo Stato di astenersi dall'adottare atti normativi che incidano sulla programmazione della rete scolastica in sede regionale;

sottolineato che entro il 31 gennaio 2012 la Giunta regionale è tenuta a formalizzare al Governo la sua proposta di piano di dimensionamento scolastico regionale, frutto dell'integrazione degli otto piani provinciali di riorganizzazione della rete scolastica e preceduto dalla delibera di approvazione delle linee guida a tutt'oggi inesistente;

verificato che:

- i reiterati ritardi da parte della Giunta regionale, nella more di una legge organica di settore, impoveriscono oltremodo il sistema regionale dell'istruzione già tartassato negli ultimi dalla sequela dei tagli e dimensionamenti del Governo nazionale, condannandolo a un'offerta formativa di molto inferiore rispetto alla aspettative ed alle potenzialità, all'insuccesso degli auspicabili obiettivi di integrazione, di riequilibrio settoriale, territoriale e di uguaglianza nell'accesso alle diverse opportunità educative;

- l'inerzia della Giunta regionale implica la rinuncia ad ogni rivendicazione con lo Stato circa criteri, parametri e risorse corrispondenti alle peculiarità della Sardegna, impedendo di ottenere provvedimenti e deroghe capaci di garantire, ad esempio, la sopravvivenza di autonomie scolastiche sottodimensionate ma indispensabili in quanto operano in realtà territorialmente e/o socialmente svantaggiate,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) per quali ragioni, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione del Piano di dimensionamento scolastico, la Giunta regionale non abbia già approvato le linee guida che devono precederlo, e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e non abbia ancora attivato il tavolo di confronto interistituzionale per la riorganizzazione della rete scolastica e dell'offerta formativa regionale previsto dal decreto 21 ottobre 2008, n. 60;

2) quando l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport intenda dare inizio agli incontri, oltre che con gli amministratori locali, con i sindacati e con i referenti del mondo dell'istruzione;

3) con quale tempestività intendano aprire la vertenza con lo Stato, pretendendo il riconoscimento delle specificità territoriali e le deroghe alla normativa nazionale come obbligati dall'ordine del giorno approvato nel novembre 2010 dal Consiglio regionale della Sardegna. (781)

Interrogazione Corda, con richiesta di risposta scritta, sulla deprecabile situazione in cui versa il sistema sanitario a causa dei condizionamenti della mala politica.

Il sottoscritto,

premesso che:

- in Sardegna, com'è noto, il sistema sanitario assorbe oltre la metà dell'intero bilancio regionale e rappresenta un impegno finanziario enorme che non sempre, però, produce qualità ed efficienza del servizio commisurati alla spesa;

- si registrano, da sempre, sprechi e sperpero del denaro pubblico a causa della cattiva gestione dovuta qualche volta a incapacità manageriali ma, più spesso, ai condizionamenti esercitati dalla cattiva politica; perché accade che i manager, anche bravi (vedi Olbia) nominati ai vertici delle ASL, che dovrebbero agire in assoluta autonomia per poi rendere conto e rispondere, alla fine dell'anno, del loro operato, subiscano, sovente, forti condizionamenti dal potente politico di turno;

- è opinione diffusa infatti, che sempre più spesso i concorsi costituiscano un pro forma, e la selezione del personale non avvenga tanto per merito quanto per influenti segnalazioni, così come l'assegnazione di posizioni organizzative, promozioni e premialità di vario genere;

- gli uffici delle ASL sono spesso popolati di sorelle, cognate, nipoti ecc, del senatore Tizio, del deputato Caio, dell'onorevole Sempronio, del consigliere Mevio ecc.;

- parte del personale del settore amministrativo, così selezionato, è spesso sottoutilizzata;

- proprio perché il sistema è così peccaminosamente intrecciato con la politica si verifica la paradossale situazione per cui all'aumento della spesa corrisponde uno dei più alti tassi di inefficienza che pone la Sardegna al secondo posto, tra le regioni, dopo la Sicilia;

ritenuto che, al fine del contenimento del costi, oltre all'eliminazione degli sprechi per acquisti e spese farmaceutiche non sempre giustificate, anziché procedere all'espletamento di nuovi concorsi, si potrebbe attingere, così come in altre regioni, alle graduatorie vigenti scaturite dagli ultimi concorsi;

considerato che:

- i disservizi e le inefficienze del sistema sanitario sono imputabili esclusivamente alla mala politica che, anziché esercitare il ruolo di indirizzo e di controllo in modo serio, severo e puntuale, si interessa, perché politicamente più redditizio, quasi esclusivamente della gestione;

- il possibile recupero della credibilità, della rispettabilità e della dignità della politica, passa attraverso la garanzia di imparzialità della pubblica amministrazione ed il rispetto della legalità, in primo luogo da parte dei soggetti preposti alla formazione delle leggi stesse;

nella convinzione che l'Assessore sia seriamente interessata e voglia profondere il massimo impegno per il miglioramento della qualità dell'offerta sanitaria e condivida, quindi, l'esigenza di affrancare il sistema sanitario regionale, relativamente all'aspetto gestionale, dai condizionamenti di cui sopra,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

se non ritengano opportuno, al fine del contenimento dei costi, qualora dovesse ricorrere l'esigenza di adeguamento degli organici, attingere alle graduatorie in essere degli ultimi concorsi, così come avvenuto in altre regioni (Emilia Romagna);

quali iniziative intendano adottare al fine di affrancare un servizio vitale come la sanità dai condizionamenti della cattiva politica. (782)

Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla improvvisa chiusura da parte dell'Anas degli accessi sulla strada statale n. 554, sui possibili nuovi pericoli e sui gravissimi danni che tale decisone sta recando alle numerose aziende commerciali.

Il sottoscritto,

premesso che, come più volte è stato ribadito, la messa in sicurezza della strada statale n. 554 deve essere obiettivo preminente in una politica di potenziamento, adeguamento e funzionalità del sistema viario che interessa tutta l'area vasta di Cagliari;

considerato che:

- in ragione di tale obiettivo il sottoscritto ha sollecitato più volte la Giunta regionale ad agire senza indugi alla spendita delle risorse disponibili per la strada statale n. 554, risorse che non sarebbero più sufficienti a coprire il fabbisogno attuale stimato in una cifra superiore a 251 milioni di euro;

- in ragione della importanza strategica della strada statale n. 554 nell'hinterland cagliaritano come asse viario di collegamento con la strada statale n. 125 e la strada statale n. 131, sono numerosissime le aziende di diversa tipologia commerciale che nel tempo si sono allocate ai margini di questa strada;

avuta notizia che l'Anas, alla stregua di un vero blitz, ha chiuso e continuerà a chiudere gli accessi alle aziende a ridosso della strada statale n. 554 ritenendoli irregolari perché non conformi alle norme del codice della strada, e ritenuto che tale provvedimento rischia di aggravare le condizioni di pericolo in cui versa la stessa strada per il fatto che il traffico diretto o proveniente da queste numerose attività si concentra nella stretta via di accesso al quartiere di Baracca Manna, svincolo privo di spazi di accelerazione e decelerazione, a parziale differenza della situazione esistente sino a qualche giorno fa;

ritenuto inoltre che a tale improvvisa e improvvida decisone dell'Anas consegue anche un rilevante danno per le attività produttive e i commerci delle aziende e che tale fatto in un momento di crisi economica generale, è sicuramente da scongiurare;

preso atto inoltre che l'Anas avrebbe agito in piena autonomia senza preavvertire sia le aziende, sia l'amministrazione del Comune di Selargius e tale fatto appare lesivo, oltreché dannoso, nei confronti dei soggetti citati;

considerato inoltre che è inspiegabile l'anticipazione della chiusura di tali accessi che, come ribadito, va fatta contestualmente al compimento dei lavori di sistemazione del cavalcavia e della messa in sicurezza dello svincolo di Is Corrias,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere quali provvedimenti urgenti la Giunta regionale intenda adottare per accelerare l'iter di messa in sicurezza la strada statale n. 554 e per conoscere le ragioni per le quali l'Anas avrebbe agito nella chiusura degli accessi alle aziende senza una preliminare intesa perlomeno con l'amministrazione del Comune di Selargius. (783)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assegnazione a favore delle Cooperative di produzione agricola Fiorentini di Bultei e S. Giorgio Aneletto di Anela degli incarichi per l'esecuzione dei lavori volti alla difesa e valorizzazione della zona montana di appartenenza, nonostante lo stanziamento dei fondi destinato a tal uopo.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la legge 31 gennaio 1994, n. 97, all'articolo 17, comma 2, prevede che "Le cooperative di produzione agricola e di lavoro agricolo-forestale che abbiano sede ed esercitino prevalentemente le loro attività nei comuni montani e che, conformemente alle disposizioni del proprio statuto, esercitino attività di sistemazione e manutenzione agraria, forestale e, in genere, del territorio e degli ambienti rurali, possono ricevere in affidamento dagli enti locali e dagli altri enti di diritto pubblico, in deroga alle vigenti disposizioni di legge ed anche tramite apposite convenzioni, l'esecuzione di lavori e di servizi attinenti alla difesa e alla valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, quali la forestazione, il riassetto idrogeologico e la sistemazione idraulica, a condizione che l'importo dei lavori o servizi non sia superiore a lire 300.000.000 per anno";

- l'Ente foreste della Sardegna, con determina del direttore generale n. 83 del 22 aprile 2008 ha dato attuazione a quanto normato nel suindicato precetto, stabilendo che "l'Ente foreste della Sardegna può affidare direttamente a cooperative di produzione agricola e di lavoro agricolo-forestale, tramite apposite convenzioni, l'esecuzione di lavori e di servizi per importi non superiori ad euro 190.000 per anno";

- nel rispetto di quanto imposto dal legislatore attraverso la promulgazione della legge n. 97 del 1994, l'Ente foreste ha provveduto ad istituire un apposito albo per le cooperative dal quale attingere per il conferimento degli incarichi;

- l'iscrizione a tale albo impone in capo alle cooperative il rispetto di rigide regole, quale la regolarità dal punto di vista contributivo e fiscale in capo ai singoli membri delle stesse, pena l'esclusione dall'albo stesso;

considerato che:

- a seguito di quanto sopra esposto e stante la precarietà che ha sempre caratterizzato il personale dell'Ente foreste, molti disoccupati, spinti anche dai consigli del personale addetto all'ente, nonché dalla disperazione, hanno provveduto a costituire delle cooperative al fine di poter usufruire dei vantaggi di cui alla legge n. 97 del 1994;

- anche i disoccupati delle zone montane di Anela e Bultei, si sono raggruppati in cooperative, al fine di assicurarsi un minimo con il quale potersi sostentare;

- pertanto a Bultei 15 disoccupati si sono raggruppati nella Cooperativa Fiorentini e ad Anela 10 disoccupati si sono raggruppati nella Cooperativa S. Giorgio Aneletto;

- la costituzione delle cooperative ha generato in capo ai soci partecipanti elevati costi non solo per la fase di start up, ma anche per quella successiva; invero, al fine di poter consentire annualmente alle stesse di rinnovare la presenza nell'albo istituito dall'ente foreste, i soci devono essere in regola con il versamento di tutti i contributi e oneri fiscali, affinché l'INPS consegni loro il DURC con parere positivo, documento quest'ultimo richiesto dall'ente per consentire la presenza nell'albo ed il conferimento degli incarichi;

rilevato che:

- il bando per le cooperative agricole per il 2010 prevedeva per le zone montane di Bultei ed Anela lo stanziamento di fondi volti alla difesa e valorizzazione dell'ambiente per 60.000 euro;

- le cooperative di Bultei ed Anela, inserite nell'albo ed in regola con gli adempimenti per ottenere l'appalto dei lavori, nonostante innumerevoli promesse, ad oggi non hanno ancora ricevuto l'incarico per l'esecuzione delle opere;

- a causa del lassismo ed inerzia dell'Ente foreste i soci delle Cooperative Fiorentini e S. Giorgio Aneletto non lavorano e non percepiscono emolumento alcuno dall'ottobre del 2010, nonostante i fondi siano stati dichiarati spendibili;

- la superficialità e l'indifferenza con la quale si sta procrastinando il conferimento degli appalti alle suddette cooperative, sta contribuendo a gettare in uno stato di indigenza 25 famiglie di lavoratori sardi, i quali non hanno altra possibilità lavorativa se non nell'ambito agricolo nel quale hanno sempre operato con la convinzione, animata dai rappresentanti dell'Ente foreste, di ottenere una meritata stabilizzazione;

- la situazione appare ancora più critica se solo si considera che tale incresciosa situazione si sta verificando in un ambito territoriale già gravemente compromesso e disagiato, privo di sbocchi lavorativi ulteriori rispetto a quello agro-pastorale;

- il comportamento dell'Ente foreste, nonostante le continue promesse formulate all'indirizzo delle suddette cooperative, appare essere, soprattutto in questo particolare momento storico, altamente lesivo dei diritti dei singoli soci i quali, stante l'avvenuto stanziamento dei fondi, hanno diritto ad ottenere l'appalto dei lavori, ergo il corrispettivo per lo stesso;

- a detta dei soci delle cooperative, l'atteggiamento ultimo dell'Ente foreste, forse stanco delle continue richieste di chiarimenti da parte di padri di famiglia disperati, è quello di assoluta chiusura, rifiutandosi di interloquire con le cooperative, adottando comportamenti che lungi dal confortare, come sarebbe suo dovere fare, butta maggiormente nello sconforto questi lavoratori, abbandonati a loro stessi, impossibilitati a far valere le loro ragioni, stanchi di inseguire un loro legittimo diritto;

- tale situazione appare ancora più incresciosa se solo si considera che il presidente dell'Ente foreste, di concerto con il direttore generale, pubblicamente ed alla presenza del sottoscritto, nonché dei sindaci di Anela e Bultei, ha preso impegni specifici in merito alla risoluzione della vicenda,

chiede di interrogare la Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere se:

sia a conoscenza della situazione incresciosa su esposta,

non ritenga opportuno intervenire in tempi brevissimi al fine di sbloccare questo stato di cose e consentire ai soci delle cooperative di ottenere ciò che è loro dovuto ossia l'appalto dei lavori ed il relativo corrispettivo. (784)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sul finanziamento di interventi a sostegno della cultura e della legalità.

I sottoscritti,

premesso che:

- la sicurezza e la legalità sono due elementi essenziali per agevolare la realizzazione di programmi e progetti di sviluppo sociale ed economico;

- nei piccoli centri urbani dell'entroterra sardo l'isolamento contribuisce ad accentuare le conseguenze della crisi globale e la criminalità raggiunge alti livelli di pericolo, non solo per la comunità in generale e per le istituzioni più in particolare, ma soprattutto per i loro rappresentanti e per le figure coinvolte nella gestione della cosa pubblica;

- la Regione, in linea con quanto sopra esposto, con determinazione n. 10043/1424 del 24 novembre 2011, ha reso nota la possibilità di accedere a finanziamenti per interventi a sostegno della cultura e della legalità;

- dall'analisi della determinazione n. 10043/1424 emerge che tra i comuni della Provincia di Sassari considerati quali territori a rischio, e quindi ammessi a beneficiare dei finanziamenti, non figura il Comune di Benetutti;

considerato che:

- la cronaca dell'ultimo anno evidenzia come Benetutti sia area a rischio criminalità elevata;

- il territorio di Benetutti, invero, è stato teatro di molti atti di criminalità sia a danno di privati ed aziende (furti in aziende agricole, furti di bestiame, rapine a danno di privati cittadini, uccisione di capi di bestiame, incendi a danno di strutture agricole, ecc.), ma soprattutto a danno delle persone;

- infatti, nel Comune di Benetutti è stato commesso un omicidio e due atti intimidatori nei confronti del primo cittadino;

- gli atti intimidatori nei confronti del primo cittadino sono palesemente sintomatici di una netta opposizione di parte della popolazione locale a ciò che rappresenta le istituzioni ed il rispetto delle regole;

rilevato che:

- gli episodi di criminalità sopra evidenziati si sono verificati nel corso dell'anno 2011, ma preme evidenziare che anche gli anni 2009 e 2010 sono stati caratterizzati da forti tensioni sociali, poi sfociate negli atti criminosi di cui sopra;

- il quadro delineato, ergo gli episodi criminosi che direttamente o indirettamente condizionano la vita e l'operato dei soggetti che dovrebbero guidare la comunità locale con autonomia, libertà di pensiero, terzietà, costituisce un elemento di valutazione idoneo a rivedere l'elenco di cui alla determinazione n. 10043/1424 ed includere il Comune di Benetutti tra quelli autorizzati a ricevere il finanziamento per la messa in atto di interventi a sostegno della cultura e della legalità,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica al fine di conoscere quali azioni intenda porre in essere al fine di garantire che anche il Comune di Benetutti venga inserito all'interno dell'elenco dei territori con diritto a ricevere il finanziamento per gli interventi a sostegno della cultura e della legalità. (785)

Interrogazione Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula, con richiesta di risposta scritta, sul Parco di Molentargius.

I sottoscritti,

preso atto che il 13 gennaio 2012 è stato presentato, dalle autorità e dai tecnici competenti, l'avvio del procedimento di approvazione del Piano del Parco di Molentargius e che in tale occasione è stato detto che verrà avviata una fase di verifica e ascolto, denominata "Costruiamo il futuro del parco", sottotitolo "Iter piano del parco", delle osservazioni offerte dalle comunità locali;

atteso che il presidente Contini ha ribadito, cosa che del resto la stampa comunica ormai da almeno un anno, che la Regione ha stanziato 20 milioni di euro per la ripresa della produzione delle saline all'interno del Parco di Molentargius;

preso atto che il Parco di Molentargius rappresenta uno dei cardini indispensabili per lo sviluppo urbano ed economico delle comunità interessate e che lo stesso ancora oggi rappresenta un'incompiuta rispetto alle tante opportunità che potrebbe offrire;

considerato che:

- alla realizzazione del progetto di bonifica del 1997, assolutamente necessario, è seguito un lungo periodo d'inerzia burocratica e di carenza di decisioni politiche e dalla conclusione dei lavori il compendio appare come congelato, con il conseguente rischio, per il territorio, di un'involuzione verso il degrado originario;

- è necessario creare le condizioni affinché il parco sia maggiormente fruito dai cittadini, partendo dalla condivisione di due concetti fondamentali secondo cui la tutela dell'ambiente non deve confliggere con la presenza dell'uomo e, per quanto possibile, l'Ente parco si auto sostenga;

atteso che la Giunta regionale, attraverso il finanziamento del Piano di interventi per lo sviluppo delle attività produttive, previsto dall'articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5, ha previsto, con delibera n. 46/12 del 27 dicembre 2010, per il progetto area vasta di Cagliari/litorali (Molentargius-Saline-Poetto), un finanziamento di 20 milioni di euro, di cui 7 milioni a valere sull'annualità 2011, 7 milioni sull'annualità 2012 e 6 milioni sull'annualità 2013;

considerato che:

- appare quanto mai concreta, in assenza del Piano del parco e di una puntuale progettazione, la possibilità di vanificare gli interventi e ridurne sensibilmente i benefici, così come purtroppo l'esperienza ha dimostrato essere avvenuto;

- l'attivazione del parco ha prodotto anche conseguenze negative tra le quali, per esempio, la chiusura delle, non poche, attività agricole e pastorali che preesistevano;

atteso che i consumi dell'energia elettrica (2,5 GWh ) oggi rappresentano un costo importante per l'Ente parco ed invece potrebbero essere prodotti da fonti rinnovabili ed utilizzando gli incentivi statali;

considerato che:

- per una gestione efficiente del parco sono necessarie risorse ingenti che difficilmente potranno essere garantite totalmente da finanziamenti pubblici e inoltre le attività capaci di produrre reddito passano anche attraverso il riavvio dell'attività estrattiva del sale, ed allo scopo l'apporto di capitali privati ed una forma di gestione mista pubblico/privato sembra essere la giusta soluzione;

- è pertanto necessario reperire risorse di carattere imprenditoriale in possesso dell'indispensabile patrimonio di conoscenze progettuali ed esperienze gestionali, interessate a dare corpo all'iniziativa;

atteso infine che, in passato, diversi soggetti privati hanno proposto progetti per la produzione del sale o per la realizzazione delle terme-centro benessere o per la realizzazione di semplici strutture in cui affittare canoe o biciclette, ma che a tutto ciò l'amministrazione non si è mostrata, nella giusta misura, disponibile;

ritenuto che appare assolutamente anacronistico pensare di poter riprendere un'attività di tipo industriale per la produzione del sale attraverso una gestione diretta da parte dell'Ente parco, privo delle competenze e delle professionalità necessarie, così come appare altrettanto velleitario pensare che l'evocata SPA - centro benessere - possa nascere senza l'apporto dei privati;

vista:

- la legge regionale 26 febbraio 1999, n. 5;

- la Convenzione istitutiva del Consorzio per la gestione del parco naturale regionale "Molentargius-Saline",

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

quale sia lo stato dell'arte del Piano del parco;

che tipo di destinazione avranno i 20 milioni di euro finanziati dalla Regione;

se tali fondi saranno impegnati immediatamente o solo dopo l'approvazione del Piano del parco;

se sia utile che si avvii l'iter di approvazione del Piano del parco ed il procedimento di ascolto in assenza di una proposta meglio definita;

chi garantirà e attraverso quali processi, il corretto sviluppo del procedimento e di individuazione delle scelte per la definizione del Piano del parco. (786)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi denunce da parte dell'Associazione italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti in merito ai capi di bestiame abbattuti durante le esercitazioni militari con proiettili realizzati con metalli pesanti e poi macellati e serviti a civili e militari nelle mense del Poligono di Capo Frasca, e sui fondati dubbi che inducono a sospettare che le carni e altri alimenti provenienti dalle zone prossime ai poligoni di tiro in Sardegna possano non corrispondere alle prescrizioni di legge.

La sottoscritta,

premesso che:

- da quanto si apprende dalla stampa del 13 gennaio 2012 e dalle dichiarazioni del Presidente dell'Associazione italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti (Anavaf), attendibili testimonianze avrebbero riportato che capi di bestiame colpiti durante esercitazioni militari presso il Poligono di Capo Frasca (cavalli, pecore e buoi) che sconfinavano dal loro pascolo per finire nelle aree dove si stavano tenendo esercitazioni militari, dopo essere stati abbattuti durante le operazioni, venivano poi "caricati sui mezzi, portati nella mensa per essere infine sezionati, cucinati e distribuiti nel pasti giornalieri";

- si tratta ovviamente di carni potenzialmente nocive per la salute delle persone a cui sono state somministrate, in quanto gli animali venivano recuperati in zone tristemente note per essere luogo in cui si fa uso di armamentario di vario tipo e di proiettili realizzati con metalli pesanti, altamente pericolosi per la salute dell'ambiente e dell'uomo;

- inoltre, non va trascurato il fatto che a tutt'oggi sono in corso inchieste giudiziarie (come quella aperta dalla Procura della Repubblica di Lanusei sull'inquinamento ambientale del Poligono interforze del Salto di Quirra proprio a seguito del rapporto shock redatto dai veterinari di Cagliari e Lanusei) che interessano aree dove in passato è stato fatto uso di uranio impoverito e in cui è stata rilevata la presenza di nanoparticelle anche nelle carcasse di animali ritrovate presso le aree dove si svolgono i cosiddetti "giochi di guerra" (che, fra l'altro, continuano a svolgersi nonostante già nel dicembre 2011 la Commissione paritetica regionale sulle servitù militari si sia opposta al piano semestrale di esercitazioni);

- da quanto denunciato dall'Anavaf, l'attività di macelleria delle suddette carni potrebbe non essere stata autorizzata o, ancora peggio, è possibile che la ASL non abbia mai effettuato tutti i dovuti controlli al fine del rilascio delle certificazioni necessarie prima di finire sulle tavole della mensa del Poligono di Capo Frasca (gli stessi mezzi che avrebbero trasportato il bestiame sarebbero esenti dalle autorizzazione sanitarie e dall'idoneità per il trasporto di alimenti);

preso atto che:

- le testimonianze acquisite sarebbero state segnalate dall'Anavaf alla competente Commissione d'inchiesta del Senato che si occupa proprio nello specifico della correlazione fra determinate patologie tumorali rilevate nelle aree presso i poligoni e la presenza di metalli pesanti o altre sostanze patogene riscontrate negli stessi;

- tale Commissione, nel mese di dicembre 2011, ha effettuato dei sopralluoghi, oltre che nei Poligoni del Salto di Quirra e di Teulada, proprio in quello di Capo Frasca, ma dai rapporti presentati non è emersa alcuna denuncia o segnalazione in merito a tale problema;

- quella della salute del personale che opera all'interno dei poligoni di tiro (non solo militari, ma anche numerosi civili) è una questione che non può essere trascurata né dalle gerarchie militari, né tantomeno dalle autorità locali e regionali;

- appare altresì alquanto vergognoso il fatto che il segreto imposto sulle attività che si svolgono all'interno dei poligoni sia imposto anche su questioni che non sono di tipo prettamente militare e che, come in questo caso specifico, possono mettere a rischio ed in serio pericolo la salute del personale e delle rispettive famiglie;

- questi tristi episodi non dovrebbero verificarsi e potrebbero essersi ripetuti anche presso le mense degli altri poligoni presenti in Sardegna all'insaputa delle persone (civili e militari) che operano all'interno di questi, trasgredendo le normali regole di igiene e violando leggi e regolamenti sull'origine e la tracciabilità degli animali,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, ognuno per propria competenza, per sapere:

1) se siano al corrente dei fatti denunciati in premessa;

2) se abbiano intrapreso tutte le iniziative necessarie per fare chiarezza in merito;

3) quali siano le modalità di esecuzione di controlli degli alimenti somministrati all'interno del Poligono di Capo Frasca, di Quirra e di Teulada e se questi vengano effettuati con regolarità, e quale sia la tempistica seguita;

4) se vengano eseguiti e monitorati periodicamente campioni per le analisi di laboratorio per accertare e reprimere le infrazioni alla normativa vigente in materia di macellazione e somministrazione di carni, soprattutto alla luce dei fondati elementi che inducono a sospettare che le carni, e probabilmente anche altri alimenti provenienti dalle zone prossime ai Poligoni di tiro, con particolare riferimento a quella del Salto di Quirra, possano non corrispondere alle prescrizioni di legge (e in tal caso se sia disposto o se se siano riscontrati casi di sequestro dei prodotti non conformi);

5) se abbiano richiesto o siano in possesso del certificato di origine delle carni somministrate, autorizzazioni della ASL veterinaria competente e dei documenti di tracciabilità delle stesse;

6) se siano in possesso o abbiano richiesto tutta la documentazione attestante lo smaltimento delle carcasse degli animali ritrovati presso le aree dei Poligoni di Capo Frasca, Salto di Quirra e Teulada a seguito a seguito di esercitazioni militari;

7) se abbiano interpellato la competente Commissione d'inchiesta del Senato per avere riscontro ufficiale sul fatto che la questione verrà adeguatamente affrontata e che le testimonianze segnalate dall'Anavaf siano debitamente prese in considerazione e messe agli atti;

8) se abbiano intrapreso tutte le misure necessarie per scongiurare anche il minimo rischio che sulla questione della salute del personale (non solo militare, ma anche civile) operante all'interno dei poligoni sardi sia imposto il segreto militare;

9) se, in nome della trasparenza e del rispetto del diritto alla salute dei cittadini sardi, abbiano intenzione di rendere pubbliche tutte le informazioni e la documentazione in loro possesso al fine di informare in primis le persone direttamente interessate, ma anche l'opinione pubblica, anche per evitare eventuali allarmismi e preoccupazioni sia per chi opera all'interno dei poligoni militari sia per le loro famiglie. (787)

Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'arte dell'inchiesta amministrativa relativa al bando dell'Azienda ospedaliera Brotzu, annunciata dai vertici dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale il 18 novembre 2011, per il servizio di fornitura in somministrazione di lavoro temporaneo pubblicato in data 14 settembre 2011 e scaduto il 24 ottobre 2011 e sulla dichiarata incompetenza tecnica dei membri della commissione tecnica di gara nominata dal direttore generale Garau.

La sottoscritta,

premesso che:

- in data 17 novembre 2011, a seguito del bando pubblicato dell'Azienda ospedaliera (AO) Brotzu in data 14 settembre 2011 per il servizio di fornitura in somministrazione di lavoro temporaneo, del valore di 18 milioni di euro, la sottoscritta ha presentato l'interrogazione n. 736/A cui tuttora non è stata ancora data risposta e nella quale si chiede conto al Presidente della Regione e all'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale del bando pubblico della portata straordinaria di 18 milioni di euro, predisposto dalla Direzione generale dell'AO Brotzu e finalizzato al reclutamento di personale tramite agenzie interinali, nonostante ciò comporti ingiustificati oneri finanziari aggiuntivi per l'amministrazione pubblica e violi la normativa nazionale in quanto in contestuale presenza di graduatorie di lavoratori idonei risultanti da selezioni pubbliche;

- il giorno successivo l'interrogazione, venerdì 18 novembre 2011, rispondendo agli operatori socio sanitari in agitazione contro il succitato bando, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale nonostante le disposizioni dell'articolo 17 della legge regionale n. 5 del 2007 che prevedono l'obbligatorio benestare dell'Assessorato sugli gli appalti di importo pari o superiore a 5 milioni di euro, dichiara di non essere informata sulla gara d'appalto in corso e il direttore generale dell'Assessorato annuncia l'apertura di un'inchiesta amministrativa;

sottolineato che:

- entro il termine della scadenza del bando di cui sopra, fissato al 24 ottobre 2011, sono pervenuti plichi di n. 10 ditte di agenzie di lavoro interinale;

- dal 18 novembre ad oggi, trascorsi due mesi, non si ha notizia degli esiti dell'inchiesta amministrativa annunciata dal direttore generale nè è pervenuta alla sottoscritta alcuna risposta all'interrogazione consiliare;

- viceversa, è assodato che il direttore generale dell'AO Brotzu ha proceduto, in maniera evidentemente indisturbata, a mandare avanti la gara oggetto di dubbi e contestazioni tant'è che dalla deliberazione n. 8 dell'11 gennaio 2012 si evince che la commissione tecnica nominata si è insediata e ha già predisposto la graduatoria;

- non solo la commissione tecnica di gara si è insediata e sta lavorando, dalla stessa deliberazione n. 8 si evince inoltre che la stessa ha ritenuto di dover verificare la serietà dell'offerta della ditta vincitrice, la Ditta Tempor, in quanto di gran lunga inferiore alla media di tutte le offerte pervenute quindi, presumibilmente anomala;

- ancora, dalla deliberazione n. 8 si apprende che, avendo la commissione tecnica di gara, emblematicamente, comunicato l'assenza al proprio interno di competenze in grado di valutare adeguatamente la presunta anomalia di cui sopra e, come da nota del 29 dicembre 2011 allegata alla deliberazione, il dott. Enrico Mulas, dottore commercialista e revisore contabile viene incaricato quale esperto al fine di verificare le anomalie dell'offerta su citata, dietro compenso di euro 1.000 più IVA,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

se sia stata avviata, con quali tempi e modalità e a quali risultati abbia condotto l'inchiesta amministrativa annunciata in data 18 novembre 2011 dal direttore generale Tonino Dessì;

qualora l'inchiesta fosse stata avviata e conclusa, per quale motivo non sia stata data risposta all'interrogazione consiliare presentata dalla sottoscritta il 17 novembre 2011;

qualora l'inchiesta amministrativa fosse stata avviata ma non conclusa, se siano al corrente che il direttore generale Garau non ha bloccato la gara di che trattasi e che il procedimento è in fase avanzata;

se siano al corrente che, come dichiarato nella deliberazione n. 8 dell'11 gennaio 12, la commissione tecnica nominata da direttore generale non è in grado di far fronte ai problemi tecnici riscontrati nella gara e, pertanto, si chiede di sapere su quali basi, se non sul possesso delle competenze ed esperienze tecniche specifiche, Garau nomini i commissari delle gare d'appalto;

se siano al corrente che, per far fronte alla dichiarata incompetenza dei commissari da lui nominati per la gara d'appalto, il direttore generale Garau con la deliberazione n. 8 ha incaricato il dott. Enrico Mulas quale esperto esterno col compito di risolvere i problemi tecnici che la commissione tecnica non è in grado di risolvere;

se alla luce di questi nuovi elementi che acclarano spudoratamente l'incompetenza dei membri della commissione di gara e aggravandone oltremodo il profilo di illegittimità già evidenziato con l'interrogazione del 17 novembre 2011, non ritengano necessario intervenire con urgenza per intimare al direttore generale, non solo di bloccare, ma di annullare il procedimento;

quali siano i nominativi dei membri della commissione e di quali esperienze e competenze siano in possesso. (788)

Interrogazione Agus - Cuccu, con richiesta di risposta scritta, sulla perdita del fondi per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale, nella Provincia del Medio Campidano.

I sottoscritti,

premesso che ormai da anni il territorio del Medio Campidano, dopo la delibera n. 71/17 del 16 dicembre 2008, ove si definirono i programmi di investimento del Servizio sanitario regionale sulla base della ripartizione dell'ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, si batte per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di San Gavino Monreale, sancito peraltro dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome in data 18 settembre 2008;

considerato che:

- a più riprese la Regione, tramite l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, ha, se pur a fronte della riduzione del finanziamento, garantito l'interesse per la realizzazione dell'importante opera, in sostituzione dell'attuale ospedale, ormai vetusto di oltre 50 anni e con gravi carenze strutturali e di sicurezza;

- con l'ultimo atto, deliberazione n. 3/13 del 26 gennaio 2011, la Giunta regionale disponeva di "approvare l'allegato studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino e altresì di dare mandato all'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale di promuovere un'azione presso il competente Ministero della salute, finalizzata alla sottoscrizione, nelle more dell'approvazione del Nuovo piano regionale del servizi sanitari, di uno "stralcio" dell'Accordo di programma ex art. 20 legge n. 67/1988 avente ad oggetto la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino", sembravano superate tutte le difficoltà e resistenze;

preso atto che:

- il Ministero della salute, con decreto del 28 settembre 2011 del Dipartimento della qualità, revocava i 42.902.608,21 euro per la realizzazione del nuovo ospedale (pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 290 del 14 dicembre 2011), in quanto terminata la fase di aggiudicazione;

- questo ultimo atto è significativo delle false comunicazioni fatte alle istituzioni locali e del fatto che, dal settembre 2011, pur a conoscenza del decreto, la Regione ha evitato, nonostante i richiami e l'invito a prender parte alle iniziative territoriali promosse dalle organizzazioni sindacali e dagli enti locali, di darne formale comunicazione al territorio,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se:

1) sia ancora intendimento della Giunta e dell'Assessorato mantenere l'impegno a suo tempo assunto;

2) non reputino urgente ed opportuno convocare una riunione di servizi che programmi, con atti concreti e calendarizzati, un piano sanitario territoriale che, in virtù della delibera della Conferenza sanitaria provinciale, fatta propria e di intesa con la ASL n. 6 di Sanluri, ponga in essere e dia attuazione certa al sistema integrato socio-sanitario elaborato e partecipato in concorso diretto con gli enti locali e che vedeva la costruzione del nuovo ospedale, il rilancio del Centro riabilitativo ad alta intensità di Guspini, già attribuito alla ASL n. 6 dal 9 agosto 2010, il Centro di riabilitazione cardiologica di Villamar e la RSA di Villacidro. (789)

Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta discriminatoria da parte della ASL n. 3 di Nuoro di certificati di invalidità per il rilascio dei microinfusori per insulina ai cittadini diabetici e sulla mancata approvazione da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dei reflettometri di nuova generazione, alcuni già in distribuzione nelle ASL italiane dal 2009.

La sottoscritta,

premesso che:

- la Sardegna è la regione che presenta il più alto numero di nuovi casi di diabete di tipo 1 (infanto giovanile) con un numero totale di diabetici (di tipo 1 e 2) di circa 80.000 persone, e pertanto il diabete rappresenta una concreta emergenza socio-sanitaria;

- il Piano sanitario regionale 2006/2008 riconosce il diabete quale patologia ad alta incidenza e specificità, in un contesto epidemiologico caratterizzato dall'aumento delle patologie croniche e dalla conseguente modifica della domanda assistenziale;

- l'articolo 3 della legge n. 115 del 1987 prevede l'erogazione gratuita da parte del Servizio sanitario regionale (SSR) dei presidi per l'autocontrollo glicemico, ricompresa nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001;

- la legge n. 115 del 1987, all'articolo 8, prevede che "La malattia diabetica priva di complicanze invalidanti non costituisce motivo ostativo al rilascio del certificato di idoneità fisica per la iscrizione nelle scuole di ogni ordine e grado, per lo svolgimento di attività sportive a carattere non agonistico e per l'accesso ai posti di lavoro pubblico e privato, salvo i casi per i quali si richiedano specifici, particolari requisiti attitudinali";

- la Giunta regionale con delibera n. 56/24 del 29 dicembre 2009 ha adottato, prima Regione in Italia, il "Manifesto per i diritti della persona con diabete" elaborato a partire dal rapporto DAWN Italia e sottoscritto il 9 luglio 2009 dall'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione e dall'associazione Diabete Italia quale strumento di riferimento per pianificare, gestire e verificare nel tempo l'assistenza alle persone con diabete, sia in ambito ospedaliero che territoriale, anche attraverso il coinvolgimento dei pazienti e delle loro associazioni;

- nella call for action relativa al progetto DAWN, tra i cinque obiettivi individuati al fine di definire le strategie concrete da attuare a livello locale, nazionale e internazionale, rientrano: la promozione dell'autogestione attiva del diabete e la riduzione degli ostacoli all'utilizzo di terapie efficaci;

- tra i presidi per l'autocontrollo glicemico, sono diffusi dal 2009 nel resto d'Italia alcuni reflettometri di nuova generazione senza variazione di costo rispetto ai vecchi e con prestazioni molto maggiori, ed aghi penna da insulina, che contribuiscono ad attuare una somministrazione della terapia insulinica efficace e indolore migliorando sensibilmente la compliance e l'adesione alla cura del paziente;

appurato che:

- da alcuni mesi, assurdamente, la ASL n. 3 di Nuoro distribuisce i microinfusori per insulina (presidi che permettono ai diabetici la possibilità di autogestire in maniera ottimale la propria giornata) presso l'ufficio protesi pretendendo dai diabetici il certificato di invalidità civile e valutando quindi non sufficiente la prescrizione del presidio da parte dello specialista diabetologo;

- simile richiesta è del tutto ingiustificata, contraria alle disposizioni della legge n. 115 del 1987 di cui sopra, e non trova riscontro in nessun'alcun altra ASL della Sardegna o d'Italia;

- nonostante le sollecitazioni delle associazioni dei malati di diabete, la Regione non distribuisce ancora i reflettometri che rappresentano l'ultimo ritrovato tecnologico e sono diffusi dal 2009 nel resto d'Italia, giustificando il ritardo con la motivazione di essere in attesa di ulteriori verifiche, né altri presidi di ultima generazione, frutto di tecnologie innovative come l'ago penna 32G nelle diverse lunghezze (4,6 e 8 mm);

ritenuto che:

- la pretesa di certificazione di invalidità per i malati di diabete al fine del rilascio dei presidi demolisce anni di lavoro dedicati a combattere i pregiudizi che riguardano il diabete stesso e le aspettative e speranze di migliaia di ragazzi e dei sardi che hanno invece il diritto a non essere discriminati e ad essere considerati uguali agli altri;

- la pretesa di cui sopra rappresenta inoltre un paradosso ancora più inaccettabile dal momento in cui è avanzata dalla ASL che dovrebbe, viceversa, conoscere perfettamente le disposizioni vigenti e agevolare l'esercizio del diritto alla salute per tutti;

- per i cittadini diabetici e per le loro famiglie, avere la disponibilità dei migliori presidi per l'autocontrollo glicemico è indispensabile al fine di poter organizzare in maniera autonoma la propria vita quotidiana e prevenire eventuali complicanze;

sottolineato che è rimasta priva di risposta la richiesta inviata dall'associazione "Diabete infantile giovanile e adulto" in data 9 gennaio 2012 all'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché si attivasse con urgenza contro la discriminazione dei giovani con diabete attuata dalla ASL n. 3 di Nuoro che richiede l'iscrizione quali invalidi civili dei cittadini diabetici per l'assegnazione del microinfusore, non accontentandosi, come per legge, dalla prescrizione dello specialista diabetologo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se non ritengano fortemente discriminatoria, socialmente inaccettabile e umanamente insostenibile la pretesa, avanzata dalla ASL n. 3 di Nuoro, del certificato di invalidità civile per avere diritto ai presidi;

2) quali misure urgenti intendano adottare perché la ASL n. 3 di Nuoro ponga immediatamente termine a tale pretesa, che pare rasentare l'abuso in quanto fortemente discriminatoria e contraria alle disposizioni di legge;

3) quali ragioni impediscano l'adozione dei più avanzati ed efficaci presidi per l'autocontrollo glicemico come i reflettometri di ultima generazione, alcuni già diffusi dal 2009 nelle altre regioni d'Italia in quanto considerati sicuri, attendibili e dotati di migliori prestazioni, tenuto contro inoltre che sono fomiti al medesimo costo degli apparecchi più datati;

4) con quale tempistica intendano adottare e mettere a disposizione dei cittadini sardi i più moderni presidi a disposizione, tra cui i reflettometri e gli aghi penna da insulina già in distribuzione da anni nelle altre ASL delle regioni d'Italia. (790)

Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla situazione della chirurgia oculistica presso il Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza e Mastino di Bosa.

Il sottoscritto,

premesso che a tutt'oggi non si hanno notizie riguardo la prosecuzione degli interventi di chirurgia oculistica presso il Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza e Mastino di Bosa e che sono state già sospese le prenotazioni;

considerato che nell'anno 2011 sono stati effettuati 560 interventi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza e 300 interventi presso il Presidio ospedaliero di Bosa, con notevoli ricadute positive sui pazienti e quindi sul territorio, con aumento anche della mobilità attiva;

messo in evidenza che i suindicati servizi sono importanti per la prosecuzione delle attività ospedaliere dei piccoli presidi, come il Delogu di Ghilarza e il Mastino di Bosa;

considerato, infine, che a decorrere da febbraio 2012 cessa l'autorizzazione agli interventi succitati,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali siano i motivi che impediscono la prosecuzione del servizio, e quali iniziative intendano mettere in atto per il mantenimento del servizio stesso. (791)

Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione in cui versa il pronto soccorso del Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza.

Il sottoscritto,

evidenziato che il Presidio ospedaliero di Ghilarza è un punto di riferimento essenziale per le popolazioni dell'alto oristanese;

considerato che vi è una carenza di personale medico nel pronto soccorso del presidio ospedaliero stesso;

rilevato che si vorrebbe ovviare a tale carenza utilizzando il personale medico dei reparti di medicina e chirurgia, distraendo lo stesso dall'assistenza ai pazienti ricoverati nonché alle eventuali emergenze che si dovessero verificare nei reparti stessi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali iniziative intendano avviare sia per evitare i disagi ai degenti dei reparti succitati e, soprattutto, per garantire personale medico proprio dedicato esclusivamente al pronto soccorso. (792)

Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione della epidemiologia dei tumori in Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che:

- i tumori maligni rappresentano nel mondo occidentale, in Italia e in Sardegna, la seconda causa di morte; tutte le fasce di età sono interessate da questa patologia, da quelle pediatriche a quelle più avanzate; sono poco frequenti nei soggetti giovani, ma dopo i 40 anni aumentano rapidamente e progressivamente raggiungendo il picco di frequenza più alto nelle fasce di età oltre i 60 anni;

- ogni anno in Sardegna sono attesi circa 8.500 casi di tumore maligno di nuova insorgenza (circa 23 casi al giorno) e nella nostra Regione circa 3.300 pazienti muoiono ogni anno per tumore maligno (circa 10 casi al giorno) con interessamento di tutte le età per quanto in prevalenza di quelle più avanzate;

- diventa quindi fondamentale potenziare le procedure per il monitoraggio della reale incidenza degli specifici tipi di tumore all'interno di ogni singolo territorio; appare pertanto indispensabile creare in Sardegna strutture operative che da un lato consentano la conoscenza dettagliata della realtà della patologia neoplastica nel territorio relativamente alla incidenza, prevalenza, mortalità, e sopravvivenza per tumori maligni (Registro dei tumori), e dall'altro lato offrano la possibilità di applicare alla pratica clinica, in termini di prevenzione, le metodologie diagnostiche attuali comprese anche le recenti acquisizioni della genomica con il coinvolgimento di medici, chirurghi, patologi, oncologi, radiologi, radioterapisti, epidemiologi e genetisti nonché di diversi operatori dei laboratori di biologia molecolare (biologi, tecnici, ecc.);

- tali strutture potrebbero inoltre curare un sistema di monitoraggio per le neoplasie legate a rischio ambientale nelle aree industriali e negli ambienti a rischio professionale; il flusso di informazioni proveniente da tale monitoraggio appare inoltre in questo momento particolarmente prezioso per dirimere le problematiche inerenti l'insediamento militare di Quirra;

considerato che i dati di mortalità indicano che il tasso di mortalità per tumore in Sardegna mostra una tendenza all'aumento, passando da circa 20 decessi/10.000 ab. del 1990 a 24 decessi/10.000 ab. del 2002;

ritenuto che sia necessario istituire il Registro tumori della Regione, così come previsto dal Piano regionale dei servizi sanitari;

preso atto che in Sardegna risultano al momento operativi i Registri tumori di Sassari e di Nuoro;

considerato che appare opportuno evitare di disperdere quanto già in essere e che una analoga attività epidemiologica venga avviata nel sud dell'Isola, al fine di monitorare l'intera popolazione sarda e di facilitare la raccolta dei dati del Registro regionale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché co­munichi:

1) quali iniziative siano state al momento adottate per l'istituzione formale del Registro tumori della Regione;

2) se non ritenga opportuno valorizzare le realtà al momento già operative a Sassari e Nuoro con il riconoscimento formale del Registro tumori di Sassari e del Registro tumori di Nuoro;

3) se non ritenga opportuno istituire il Registro tumori di Cagliari al fine di stabilire una sinergia operativa con i registri di Sassari e di Nuoro e di facilitare la possibilità di raccogliere i dati dell'intera popolazione nel Registro tumori regionale. (793)

Interpellanza Planetta sul ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazionee sull'effettiva applicazione delle norme comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio alle imprese entro 60 giorni.

Il sottoscritto,

premesso che:

- in Sardegna, ma in generale su tutto il territorio nazionale, il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione sembra ormai essere diventato un problema cronico;

- le stesse imprese coinvolte sono numerose e per molte di esse è a rischio la stessa sopravvivenza, poiché in molti casi, infatti, vengono segnalate le conseguenze finanziarie e fiscali dei frequenti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni per lavori eseguiti, determinando il serio pericolo di mettere a rischio posti di lavoro certi;

- il ritardo nei pagamenti impedisce la programmazione aziendale e dunque è uno dei fattori principali che limita la capacità di crescita delle aziende in particolar modo delle piccole e medie imprese che, nella maggior parte dei casi, soffrono particolarmente i ritardi dei pagamenti a causa di un modesto potere d'acquisto delle materie prime;

- la legislazione nazionale italiana risulta essere la meno severa d'Europa in materia di ritardati pagamenti nel settore dei lavori pubblici, con sanzioni da 3 a 4 volte inferiori rispetto agli altri paesi europei; inoltre, si valuta che sarebbe necessario allentare i vincoli fissati per gli enti locali, rivedendo gli obiettivi dei vari comparti della pubblica amministrazione, che risentono di un patto di stabilità nazionale troppo rigido, con una spesa in conto capitale degli enti locali inferiore del 18,5 per cento rispetto allo scorso anno;

considerato che:

- a causa di questa lentezza nei pagamenti, che spesso si protrae addirittura oltre i 12 mesi, e costituisce di fatto un finanziamento con costi insopportabili da parte delle nostre imprese dell'attività pubblica, le stesse imprese vengono a trovarsi in situazioni di difficoltà finanziaria, non sempre risolvibile con il ricorso al credito che comunque genera un aumento di costi, che possono provocare ritardi nell'adempimento dei versamenti dovuti all'erario;

- a fronte di tali ritardi, però, le imprese si vedono negare il pagamento dei crediti vantati nei confronti delle amministrazioni debitrici, per via di quanto disposto dal decreto ministeriale n. 40 del 2008, secondo il quale le pubbliche amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, pagamenti di importo superiore a euro 10.000, devono verificare presso Equitalia se il beneficiario è inadempiente verso l'erario per somme complessivamente superiori a euro 10.000 derivanti da cartelle esattoriali ed in caso affermativo bloccano il pagamento fino alla concorrenza del debito segnalato, in attesa che Equitalia provveda all'intimazione e al recupero delle somme che risultano esposte, subendo un danno ulteriore da parte delle pubblica amministrazione;

rilevato che:

- dai dati raccolti dall'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni, è emerso che i ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione richiedono tempi ancor più lunghi nel secondo semestre 2011 ed infatti il tempo medio di attesa è di 8 mesi, 45 giorni in più di maggio 2011 (l'aumento registrato tra maggio e settembre è del 40 per cento, con punte di ritardi che possono superare i 24 mesi);

- se nelle precedenti indagini i ritardi riguardavano solo alcune imprese di costruzioni impegnate in determinati contratti, già a partire da settembre il problema si è diffuso alla maggior parte dei contratti, e la conseguenza è che le imprese si trovano costrette a sospendere i lavori; la causa principale dei disagi si indica nel patto di stabilità interno e nell'inefficienza della pubblica amministrazione, secondo il parere del 66 per cento delle imprese edili che ha partecipato alle indagini dell'Osservatorio;

- anche per quanto riguarda la Sardegna, nel 2011 i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione alle imprese sarde sono raddoppiati rispetto al 2010, anno in cui il ritardo dei pagamenti del settore pubblico era di 86 giorni, oltre il doppio di quello del settore privato, pari a 30 giorni (la media europea per il pubblico è di 27 giorni);

- sempre nel 2011 l'entità temporale del ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione nel 72 per cento dei casi è almeno pari a 4-7 mesi, con punte di 10-12 mesi;

considerato ancora che:

- il sostanziale blocco nell'erogazione del credito alle imprese da parte del sistema bancario ed il perdurante e aggravato fenomeno dei ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, che appesantiscono ulteriormente la già difficile situazione dell'economia della Sardegna ed anche di quella nazionale, devono obbligatoriamente costituire una priorità per l'azione del Governo della Regione e vanno affrontati con la massima tempestività e risolutezza;

- si tratta di una situazione intollerabile, un vero e proprio problema finanziario e non di mercato che, in aggiunta al blocco di linee di credito da parte delle banche, sta realmente mettendo in ginocchio le aziende che non sanno più come fare per andare avanti e rischiano la chiusura;

atteso che:

- vi sono difficoltà oggettive da parte della pubblica amministrazione, come una burocrazia che spesso non esercita una funzione di servizio, bensì un potere quasi sostitutivo dinanzi al quale imprese e cittadini si trovano in posizione impari, e come i vincoli del patto di stabilità, e dunque la soluzione andrebbe trovata allargando proprio le maglie troppo strette del patto di stabilità interno e consentendo alle imprese di compensare, nel quadro di procedure rapide certe e verificate, i crediti maturati verso tutte le pubbliche amministrazioni con quanto dovuto al fisco e agli enti previdenziali;

- è necessario sia data effettiva applicazione alle norme comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio entro 60 giorni, prevedendo meccanismi snelli e quasi automatici per i pagamenti stessi, un continuo monitoraggio dell'attività amministrativa, nonché diverse forme di sanzione amministrativa e civile a favore delle imprese,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se questa Amministrazione intenda:

1) mettere in atto tutte le azioni opportune e utilizzare tutti gli strumenti necessari per addivenire celermente alla soluzione del problema esposto anche attraverso la revisione del patto di stabilità e favorendo inoltre la effettiva applicazione alle norme comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio entro 60 giorni, con meccanismi snelli e quasi automatici, nonché forme di sanzione a favore delle imprese;

2) richiamare, per quanto di propria competenza, tutte le pubbliche amministrazioni, che fra l'altro debbono assicurare condizioni ideali di crescita economica nel più generale interesse pubblico, affinché ottemperino fedelmente ai contratti rispettando i tempi di pagamento alla luce del fatto che se i lavori vengono appaltati la copertura della spesa è già prevista nel bilancio, e posto che in assenza di misure adeguate il sistema imprenditoriale sardo corre il serio rischio di una grave recessione generale, con ricadute drammatiche sull'occupazione e sulle tutele sociali. (29/C-3)

Interpellanza Manca - Diana Giampaolo - Cucca - Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini sulle gravi ripercussioni che si determineranno nel tessuto del commercio della nostra Isola a seguito della liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, contenuta nell'articolo 31 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, e sulla urgente necessità che la Regione ricorra alla Corte costituzionale perché sia riconosciuto il profilo di illegittimità dello stesso provvedimento.

I sottoscritti,

considerato che:

- l'entrata in vigore del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni in legge n. 214 del 22 dicembre 2011, ha di fatto stabilito, nelle disposizioni contenute nell'articolo 31, l'apertura no stop per negozi, centri commerciali, bar e ristoranti, dando l'opportunità a questi ultimi di tenere aperti i propri esercizi commerciali 24 ore su 24, per 365 giorni l'anno;

- la norma su citata, mascherata come liberalizzazione, lede la competenza in materia posta in capo alle Regioni, oltre che rendere la liberalizzazione stessa un evento senza regole di alcun tipo, non rispettosa dei diritti dei lavoratori e soprattutto capace di determinare la fine del piccolo commercio;

- la legge regionale n. 5 del 2006 è stata emanata nel rispetto della libera concorrenza e la sua attuazione è affidata ad un tavolo di concertazione comunale che nel caso di alcuni importanti comuni della Sardegna ha operato in modo differente ma in base alle effettive necessità del proprio ambito;

- anche alcune recenti pronunce della Corte costituzionale hanno specificato che in materia di orari è comunque necessario valutare se la disciplina regionale determini o meno un vulnus alla tutela della concorrenza, posto che resta sempre possibile per le regioni dettare norme che indirettamente producano effetti pro-concorrenziali;

preso atto che il risultato di tale liberalizzazione, come prontamente hanno denunciato importanti associazioni di categoria, quali la Confesercenti e la Confcommercio, sarà certamente l'indebolimento del piccolo commercio con immancabile e conseguente chiusura di un notevole numero di esercizi commerciali e un'impressionante perdita di posti di lavoro;

ribadito che il Governo, per mezzo di tale disposizione, si appropria di competenze costituzionali attribuite alle regioni italiane e preso atto che alcune di queste hanno prontamente già deciso di ricorrere alla Corte costituzionale contro il provvedimento emanato;

constatato inoltre che ad oggi non risulta ai sottoscritti essere adottata alcuna iniziativa da parte della Giunta regionale,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per conoscere quali provvedimenti si intendano adottare perché venga data piena attuazione alla legge regionale n. 5 del 2006 e per sapere se ritengano urgente e improcrastinabile determinare tutti gli atti necessari affinché si sollevi dinnanzi alla Corte costituzionale il profilo di illegittimità dell'articolo 33 del decreto legge 6 dicembre 2011, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici". (298)

Interpellanza Planetta su fatti e circostanze censurabili riferiti all'uso improprio del programma di tirocini della Regione denominato Voucher TFO 2011.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il programma di tirocini della Regione, denominato Voucher TFO 2011, che la Giunta ha dotato di un finanziamento molto significativo, quasi 10 milioni di euro, ha l'obiettivo di finanziare circa 3.000 assegni per "Tirocini di formazione e orientamento" che consentono ad ogni tirocinante di avere diritto a sei stipendi da 500 euro lordi al mese, per una settimana di lavoro da 32 ore, ciascuno dei quali viene promosso dall'Agenzia regionale per il lavoro, che potrà essere svolto solo da persone non giovani, cioè di età "maggiori di 26 anni" e "di 30 anni se laureati";

- alla presentazione dell'iniziativa è stato affermato che "i voucher da un lato offrono l'opportunità di maturare esperienza in un'azienda a chi oggi è escluso dal mondo del lavoro e dall'altro consentono all'impresa di verificare sul campo le capacità di chi svolge il tirocinio, che rappresenta una nuova porta di ingresso verso l'occupazione";

considerato che:

- a vederla nel dettaglio, questa porta d'ingresso verso l'occupazione non sembra troppo promettente ed anzi, sembra solo manodopera regalata alle aziende ad alto tasso di sfruttamento poiché tra gli annunci consultabili sul sito di Sardegna Tirocini (che risponde all'Agenzia regionale del lavoro) si possono infatti trovare richieste di ogni genere: per imprese di pulizie, per fare i magazzinieri, per servire in mensa e in pizzeria o per fare il commesso al supermercato;

- scorrendo una per una le 38 pagine di annunci pubblicati sull'agenzia Sardegna Tirocini si scopre che i più richiesti sono i commessi per supermercati, discount, negozi, seguiti da molteplici annunci per magazzinieri (anche con mansioni di "carico e scarico") e panettieri, senza dimenticare ovviamente il settore turistico, con banconisti in agenzie di viaggio, receptionist e portinai negli alberghi o addirittura casi in cui le imprese sono alla ricerca di un operaio con diploma per il quale il tirocinio sarebbe finalizzato "all'apprendimento di base per quanto riguarda le varie procedure di intervento del servizio di pulizia mediante l'illustrazione dei seguenti argomenti: principi della detergenza; uso dei detergenti; metodi di lavaggio (sistemi manuali e meccanizzati); pulizia e sanitizzazione dei servizi igienici";

- altri esempi di annunci sono: un tirocinio in una stazione di servizio, per imparare alternativamente a fare il benzinaio e il tabaccaio (annuncio n. 76), uno per fare l'operatore di raccolta differenziata (annuncio n. 211) occupandosi tra le altre cose di "svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria su impianti", "imballare materiali" e "pulire gli ambienti o i locali", un tirocinio per fare l'idraulico presso una ASL, un altro per fare l'autista (sempre per la stessa ASL), uno addirittura per imparare il mestiere di camionista: "il tirocinante effettuerà attività di trasporto, con sede operativa nella Provincia di Nuoro e raggio operativo in tutta la Sardegna" (a questo annuncio fa eco quello di un'azienda di trasporti e montaggi che cerca un autista-montatore che "svolgerà attività di trasporto e spostamento merci e montaggio arredamento");

- ci sono anche offerte per aspiranti muratori (annuncio n. 583: "progetto formativo riguardante pulizia delle aree verdi e piccoli interventi di muratura e idraulica"),edicolanti (annuncio n. 476),operai, mentre alcuni caseifici propongono percorsi di stage per "addetto alla produzione di formaggi e ricotte"; vi sono addirittura una cooperativa agricola che offre un tirocinio per il profilo professionale del "bracciante agricolo" e una lavanderia che cerca una "stiratrice", seguiti da una vera e propria pioggia di tirocini per fare i camerieri in bar, pizzerie, ristoranti (vedasi a riguardo l'annuncio n. 910, in cui una pizzeria propone sei mesi di stage per imparare a fare "l'inserviente di cucina" oppure l'annuncio n. 453 che recita testualmente che "la formazione e l'orientamento saranno finalizzati all'acquisizione di capacità teorico/pratiche nella produzione, preparazione e vendita di gelati, nella preparazione di crepe e snack, nella caffetteria e nella gestione sala/clienti");

- non mancano gli annunci in cui i datori di lavoro si dichiarano esplicitamente alla ricerca di persone "esperte" - come nel caso dell'annuncio n. 556, che cerca una "ragazza esperta in caffetteria", o dell'annuncio n. 544 che recita "è richiesta esperienza in contabilità, gestione aziendale e paghe, familiarità con il web e software gestionale";

rilevato che:

- se il livello degli annunci è già sufficiente a porre qualche interrogativo, basta poi leggere il bando dei voucher per peggiorare la propria opinione sull'iniziativa giacché nel documento è infatti specificato, tra le altre cose, che "il Soggetto ospitante (cioè l'azienda) ha facoltà di stipulare un contratto di lavoro con il Tirocinante al termine dell'esperienza, pur non avendo alcun obbligo in tal senso", da cui consegue che le società possono prendere per sei mesi un lavoratore, non pagarlo, senza alcun obbligo di successiva assunzione e d'altra parte il tirocinante si vede pagato 500 euro lordi per un lavoro che, da contratto nazionale, può valerne anche il doppio, con la consapevolezza di stare utilizzando anche dei fondi pubblici;

- l'elenco di annunci avvilenti è però piuttosto lungo, con categorie come camerieri e commessi a guidare la classifica e non sono da meno le ricerche di magazzinieri a cui viene richiesta "gestione magazzino attrezzature e mezzi, riordino attrezzature. Possibilmente capace utilizzo muletto";

considerato ancora che:

- la beffa di questo sistema è però la definizione che lo stesso bando dà del tirocinio, individuato come "un'opportunità per i Tirocinanti di acquisire competenze e conoscenze specifiche, tecniche, relazionali e trasversali tali da agevolare le scelte professionali e favorire l'ingresso o il reingresso nel mercato del lavoro", configurando dunque implicitamente che "imparare i principi della detergenza", sia anch'essa, nel 2012 un'appetibile opportunità occupazionale;

- questi fatti e circostanze censurabili, riferite ai tirocini formativi promossi dalla Regione, hanno trovato evidente rilevanza anche in alcuni fra i maggiori mezzi di comunicazione nazionali quali Vanity Fair e l'Espresso, che hanno pubblicato articoli che parlano del progetto per il quale la Regione ha stanziato dieci milioni di euro e che dovrebbe invece essere, secondo quanto dichiarato dal Presidente della Regione, "un'opportunità per i Tirocinanti di acquisire competenze e conoscenze specifiche, tecniche, relazionali e trasversali tali da agevolare le scelte professionali e favorire l'ingresso o il reingresso nel mercato del lavoro";

atteso che:

- i tirocini a torto o a ragione, sono universalmente considerati buoni strumenti non solo per la formazione, ma anche per l'inserimento lavorativo, solo se fatti con criterio, operando un controllo serrato sulla qualità dei percorsi formativi e sull'esito occupazionale, ma nel caso della Sardegna sfugge in tutta evidenza quale sia l'aspetto formativo che la Regione finanzia, visti soprattutto questo genere di annunci, a metà strada tra il ridicolo e l'offensivo, rivolti ai giovani diplomati e laureati sardi che vogliano approfittare dei voucher sponsorizzati dalla Regione,

chiede di interpellare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se:

1) questa Amministrazione ritenga che i mestieri di magazzinieri, stiratrici, commesse, addetti alle pulizie, muratori, inservienti, operai, camerieri e perfino braccianti agricoli, e per i quali vengono proposti stage a 500 euro al mese, richiedano una formazione lunga sei mesi ovvero si tratti di una sorta di sfruttamento di manodopera mascherato da tirocinio formativo, mortificando inoltreogni barlume di speranza dei tanti giovani sardi in cerca di prima occupazione;

2) il fatto che i tirocini possano essere svolti solo da persone non giovani rappresenti una mera confusione (riferita all'età) fra "maggiori di 26 anni" e "di 30 anni se laureati" con la parola "minore", ovvero ci si trovi di fronte ad un caso più unico che raro, in cui un'amministrazione sceglie di incentivare l'utilizzo dello stage per la formazione e l'occupazione non dei giovani, bensì degli adulti (che di stage non avrebbero probabilmente bisogno);

3) questa Amministrazione intenda mettere in atto tutte le azioni opportune e utilizzare tutti gli strumenti necessari per addivenire celermente alla soluzione del problema esposto ed in tal caso quali siano i provvedimenti che intende adottare nel merito di quanto premesso al fine di impedire che nell'ambito di detti tirocini si arrivi adumiliare la persona che ha studiato e che magari dopo anni di contratti a progetto è costretto ad accettare queste condizioni da sfruttamento. (299/C-6)

Interpellanza Planetta sullo stato di abbandono, degrado ed incuria della struttura del Main conference, costruita sull'ex Arsenale di La Maddalena e sulla posizione della Regione in riferimento all'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, sulle bonifiche sottomarine previste per il mancato G8.

Il sottoscritto,

premesso che:

- come anche riportato di recente dai mezzi di comunicazione, l'avveniristica struttura di granito, ferro e cristallo del Main conference, costruita sull'ex Arsenale di La Maddalena, ed ideata dall'architetto Stefano Boeri, a suo tempo destinata ad ospitare i grandi della terra nel G8, mostra evidenti segni di abbandono, degrado ed incuria, evidenziati anche dalla ruggine e dalle transenne che il gruppo Mita Resort Srl, che ha preso in gestione gli edifici con l'obiettivo dichiarato di trasformarli in un centro turistico di eccellenza, ha provveduto a posizionare attorno all'intera area;

- il degrado della struttura a nido d'ape sospesa sull'acqua è reso ancor più evidente dalla caduta di alcuni pannelli dai tetti e dai vetri in frantumi delle porte laterali mentre i capannoni destinati alla nautica, perfetti per rilanciare un settore che nell'Isola ha professionalità di eccellenza, restano sigillati e abbandonati senza alcuna prospettiva di imminente utilizzo se non quella della perdita certa dell'opportunità di veder partire iniziative di rilancio dell'economia maddalenina come quella del polo nautico d'eccellenza che a questo punto rischia verosimilmente di non trovare un riscontro concreto per il prossimo futuro;

considerato che:

- le indagini della magistratura che hanno da tempo coinvolto i vertici della Protezione civile e ancora prima alcune inchieste della stampa nazionale, in particolare del quotidiano La Repubblica, riprese da tutta la stampa sarda, avevano già richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sarda e nazionale sullo stato dei lavori, sui relativi costi e sulle modalità di aggiudicazione degli appalti per le opere connesse al programmato vertice del G8 nel luglio dal 2008 nell'Isola di La Maddalena, vertice successivamente trasferito nella sede de L'Aquila;

- coerentemente con tali obiettivi, negli stessi mesi fu predisposta dalla struttura di missione la base di gara per l'assegnazione della gestione delle strutture ricettive nell'area dell'ex Arsenale, consistente in un albergo a 5 stelle, un centro congressi e un porto turistico;

- come noto, alla gara per la gestione dell'ex Arsenale partecipò una sola società, la Mita Resort Srl del gruppo Marcegaglia, mentre altre due società presentarono ricorso sulle modalità di organizzazione del bando stesso che sarebbe risultato, come si può evincere dagli atti, privo della formale intesa con la Regione, intesa formalmente necessaria per la regolarità del bando stesso;

- il capitolato tecnico pubblicato in data 13 febbraio 2009 disposto per la gara di appalto riporta infatti che il soggetto gestore delle strutture ricettive nell'area suddetta avrebbe gestito la struttura per 30 anni e dovuto pagare una quota minima una tantum da corrispondere alla struttura di missione oltre ad un canone annuale di concessione destinato alla Regione, come si legge nell'articolo 3 del capitolato tecnico: "Il corrispettivo per l'Amministrazione consisterà in una somma una tantum, indicata nell'offerta economica, da versare in tre rate di pari importo sulla contabilità speciale n. 5123 aperta a nome del soggetto attuatore ex articolo 4 dell'ordinanza dal Presidente del Consiglio dei ministri 13 giugno 2008, n. 3684 presso la Banca d'Italia, Tesoreria provinciale dello Stato di Roma, con la tempistica di seguito indicata: a) la prima rata entro il 31 maggio 2009; b) la seconda rata entro il 31 agosto 2009; c) la terza rata entro il 31 ottobre 2009; detta somma sarà destinata agli interventi relativi allo svolgimento del vertice G8; in un canone annuo di concessione, a decorrere dal 1° gennaio 2010, in favore della Regione autonoma della Sardegna, indicato nell'offerta economica. Detto canone dovrà essere versato in rate semestrali posticipate con le modalità che saranno successivamente comunicate dalla Regione autonoma della Sardegna. Il canone di concessione è soggetto ad IVA nella misura di legge e a rivalutazione, a decorrere dai quarto anno di concessione, nella misura pari al 75 per cento della variazione accertata dall'ISTAT dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati verificatasi nell'anno precedente, in opere ed arredi da fornirsi secondo quanto richiesto nel presente capitolato e specificato nell'offerta tecnica";

- a seguito dello spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila, in conseguenza del presunto danno economico ed alla indubitabile perdita di immagine nel mercato turistico internazionale del sito di La Maddalena, risulta che sulla base di una nuova convenzione stipulata il 9 maggio 2009 tra la struttura di missione e il gruppo Mita Resort Srl che la concessione sia stata ampliata a 40 anni e praticato uno sconto ulteriore sul canone da corrispondere alla Regione;

appreso che:

- nell'ambito dell'inchiesta sulle bonifiche sottomarine previste per il mancato G8 che aveva portato al sequestro dei 60 mila metri quadrati nel mare dell'ex Arsenale ancora da bonificare, i periti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania hanno depositato le loro relazioni da cui risulterebbe un inquinamento marino e dei fondali da idrocarburi, metalli pesanti e arsenico ben superiore ai parametri previsti dalla legislazione nazionale con la conseguenza di un danno ambientale esteso ben oltre la fascia di mare campionata;

- i risultati delle analisi compiute dal capitano di fregata Fabio Poletto, già comandante della Capitaneria di porto di La Maddalena e esperto in geologia, e dal biochimico e geologo marino Sandro De Muro, dell'Università di Cagliari, hanno evidenziato lo stato di estrema pericolosità dello specchio d'acqua davanti al Main Conference e la ricaduta di materiali inquinanti in un'area sottomarina che si estende ben oltre i nuovi pontili, verso l'Isola di Santo Stefano;

- l'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, Riccardo Rossi, è stata portata avanti dal capitano Umberto Rivetti, del NOE provinciale di Sassari, ha tenuto impegnati i carabinieri per oltre due anni e ha evidenziato la presenza in mare e nei fondali di quantità industriali di idrocarburi, piombo, arsenico, zinco, rame e mercurio che pregiudicano e rendono pericolosa non soltanto la balneazione, ma anche la pesca e il transito nell'intera area, che si estende per una decina di ettari;

- nell'indagine risultano indagati, per inquinamento ambientale, falso (per le fatturazioni in eccesso) e altri reati, i rappresentanti legali della Cidonio Spa, l'impresa alla quale la struttura di missione della Protezione civile guidata da Guido Bertolaso, affidò l'incarico di bonificare il tratto di mare dell'ex Arsenale, e le ditte subappaltanti che lavorarono nella realizzazione del mancato G8 del 2009,;

considerato ancora che:

- lo stesso magistrato inquirente ha già aperto una seconda inchiesta, riguardante le bonifiche ambientali effettuate a terra, nel Main Conference, l'ex Arsenale e l'ex ospedale della Marina Militare, e sui costi che per questa intrapresa sono stati sostenuti a carico dello Stato e, a breve, dopo un ultimo carotaggio affidato ai carabinieri del nucleo subacquei di Cagliari, darà il via libera alla Protezione civile per completare le bonifiche a mare quantunque sia notorio che l'intera area sia inquinata di almeno il doppio rispetto alle analisi chimico-batteriologiche effettuate dall'Arpa regionale poco prima dell'avvio dei lavori del G8;

- dopo le diverse immersioni effettuate dai carabinieri del nucleo sommozzatori, e l'insorgere di dermatiti negli operatori, le mute utilizzate per i lavori subacquei sono state sigillate e messe a disposizione della Procura della Repubblica quale ulteriore prova del gravissimo inquinamento ambientale della zona che, stando alle promesse della struttura di missione affidata da Guido Bertolaso a Mauro della Giovampaola e alla "combriccola della Ferratella", guidata da Angelo Balducci e Fabio De Santis, del Dipartimento per lo sviluppo, incaricati della gestione dei grandi eventi compreso il G8 maddalenino, avrebbe dovuto diventare il polo turistico di eccellenza del Mediterraneo;

atteso che le operazioni di bonifica, che saranno a carico della Protezione civile, avranno questa volta un supervisore della Procura della Repubblica, il quale utilizzerà le mappature del fondali e le analisi dei periti d'ufficio per individuare le zone con la maggior concentrazione di agenti inquinanti,

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

se le notizie riportate sullo stato di abbandono, degrado ed incuria della struttura del Main conference costruita sull'ex Arsenale di La Maddalena, sui costi eccessivi della loro messa in opera, sul fatto che il bando di gara per la gestione dall'area dell'ex Arsenale sia stato indetto con la necessaria intesa della Regione, sulla presumibile non idoneità ad essere pienamente funzionali per futuri avvenimenti e vertici internazionali corrispondano al vero ed in tal caso quali siano le azioni e gli strumenti che questa amministrazione intende adottare a riguardo al fine di addivenire celermente alla soluzione del problema esposto;

se la Giunta regionale intenda adottare tutti provvedimenti necessari per la costituzione di parte civile della Regione nell'ambito dell'inchiesta sulle bonifiche sottomarine previste per il mancato G8 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania;

quanto abbia già versato il gruppo Mita Resort Srl alla Regione e a titolo di una tantum alla struttura di missione secondo quanto previsto dal bando di gara per la gestione della struttura alberghiera, del porto e del centro congressi sita nell'area dell'ex Arsenale e quanto e per quanto tempo il soggetto gestore di tali strutture è tenuto a corrispondere alla Regione come canone di locazione mensile per l'utilizzo delle stesse strutture ai sensi della convenzione del 9 maggio 2009 tra la struttura di missione e la Mita Resort Srl. (300/C-5)

Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sul potenziamento dei centri regionali di sclerosi multipla operanti a Cagliari e a Sassari.

I sottoscritti,

premesso che:

- nel 2009 il prof. Zamboni ed altri avanzarono l'ipotesi che un'insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI) svolgesse un ruolo importante nella patogenesi della sclerosi multipla e che il trattamento endovascolare della CCSVI rappresentasse un'efficace terapia contro la malattia;

- detta tesi richiamò l'attenzione della comunità scientifica e, nonostante lo scetticismo della maggioranza dei neurologi (tra le persone affette da malattie certamente causate dalla CCSVI, come l'amnesia globale transitoria o l'ipertensione endocranica idiopatica, non era stato osservato un aumento del rischio per la sclerosi multipla), vari gruppi di ricerca nazionali e stranieri organizzarono studi "controllati" per verificare se i pazienti con sclerosi multipla presentassero una maggior frequenza di patologie venose rispetto alla popolazione normale;

- nessuno degli studi condotti da ricercatori "non collegati" agli assertori della predetta tesi ha riprodotto i risultati ottenuti da Zamboni; in altre parole, utilizzando metodiche analoghe o differenti da quelle usate da Zamboni, non è stata osservata tra gli affetti da sclerosi multipla un'incidenza di stenosi a carico delle vene cervicali profonde più alta rispetto a quella osservata nei controlli sani; invero, la quasi totalità degli studi condotti in vari paesi e pubblicati sulle più prestigiose riviste di neurologia hanno escluso che la CCSVI sia un fattore causale della sclerosi multipla;

- tra i tanti si cita il significativo studio condotto da Centonze ed altri del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Tor Vergata in collaborazione con il Dipartimento di diagnostica per immagini della stessa Università diretto dal prof. Giovanni Simonetti; questo studio ha utilizzato il cosiddetto Metodo Zamboni per l'identificazione della CCSVI ed ha messo a confronto 84 soggetti con sclerosi multipla e 56 soggetti sani: i risultati hanno chiaramente indicato che la CCSVI non influenza né il rischio di sclerosi multipla né la severità della malattia;

- gli studi in materia che hanno concluso nel senso indicato sono oramai innumerevoli; si citano:

Krogias C. et al. (2010): CCSVI and MS: Critical analysis and fast observation in an unselected color of MS patients. Nervenarzt 81: 740-746;

Sundstrom et al. (2010): Venous and cerebrospinal fluid flow in MS. A case-control study. Annals of Neurology 68: 255-259;

Yamout et al. (2010): Extracranial venous stenosis is an unlikely cause of multiple sclerosis. Multiple Sclerosis 16: 1341-1348;

Worthington V. et al. (2010): Normal CSF ferritin levels in MS suggest against etiologic role of CCSVI. Neurology 75: 1617-1622;

Doepp F. et al. (2010): No cerebrovascular venous congestion in patients with MS. Annals of Neurology 68: 173-183;

Baracchini C. et al. (2011): No evidence of CCSVI at multiple sclerosis onset. Annals of Neurology 60: 90-99;

Doepp F. et al. (2011): Venous drainage in multiple sclerosis. A combined MRI and ultrasound study. Neurology 77: 1745-1751;

Wattjes MP et al. (2011): No association of abnormal cranial venous drainage with multiple sclerosis. A magnetic resonance venography and flow-quantification study. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry 82: 429-435;

Mayer CA et al. (2011): The perfect crime? CCSVI not leaving a trace in MS. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry 82: 436-440;

Amer M. et al. (2011): Multiple Sclerosis and CCSVI: a critical review. Therapeutic Advances in Neurological Disorders 4141: 231-235;

Baracchini C. et al. (2011): Progressive MS is not associated with CCSVI. Neurology 77: 844-850;

Tsivgoulis G. et al. (2011): Extracranial venous hemodynamics in MS: a case control study. Neurology 77: 1241-1245;

Centonze D. et al. (2011): Proposed CCSVI criteria do not predict MS risk or severity. Annals of Neurology 70:51-58;

- infine, da ultimo i rappresentanti delle maggiori società di neurologia d'Europa (EFNS, ENS) e l'Ectrims hanno sottolineato l'assenza di qualsiasi base scientifica per la pratica di "procedure di liberazione" nei pazienti con sclerosi multipla, a fronte dei rischi che le stesse procedure comportano (EFNS Newsletter n. 2-2011);

rilevato che:

- con determinazione del Centro regionale di programmazione n. 10452 rep. n. 1470 del 5 dicembre 2011, è stato ritenuto, tra gli altri, ammissibile dal punto di vista formale il progetto di ricerca avente il titolo "Studio controllato e randomizzato in doppio cieco per la valutazione dell'efficacia del trattamento endovascolare della CCSVI nei pazienti affetti da sclerosi multipla con disabilità compresa fra 2 e 6 nella scala EDSS di Kurtzke";

- le risultanze scientifiche richiamate in premessa, peraltro, consentono di ritenere che detto progetto non potrà condurre ad alcun utile risultato, con conseguente non condivisibile utilizzo di risorse pubbliche;

considerato che i centri regionali di sclerosi multipla operanti sia a Cagliari che a Sassari versano in grave difficoltà in considerazione della totale inadeguatezza degli strumenti posti a loro disposizione (es. risonanza magnetica), difficoltà tanto più criticabili atteso che trattasi di centri a direzione universitaria che devono anche assicurare la formazione degli studenti e degli specializzandi,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, rispettivamente, per conoscere:

1) quali iniziative si intenda porre in essere per evitare il finanziamento di progetti che di dubbia utilità, così evitando l'inutile dispendio di risorse pubbliche;

2) quali iniziative si intenda porre in essere per consentire il potenziamento dei centri regionali di sclerosi multipla operanti a Cagliari e a Sassari. (301)

Interpellanza Planetta sul perdurante vuoto normativo in materia di produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna e sulle ragioni che hanno determinato un'evidente disparità di trattamento nei confronti dei diversi soggetti interessati alla realizzazione di impianti fotovoltaici nell'agro della Nurra.

Il sottoscritto,

premesso che la Sardegna dipende, per il proprio approvvigionamento energetico, per il 77 per cento da prodotti petroliferi e per il 19 per cento da combustibili fossili, contro una dipendenza su scala nazionale, rispettivamente, del 43 e del 9 per cento, cui si aggiunge un 36 per cento relativo al gas naturale mentre, per quanto concerne il campo del fotovoltaico, malgrado le condizioni climatiche ottimali e i generosi contributi europei e regionali, che vanno a sommarsi a quelli del conto energia, la situazione non è ancora del tutto soddisfacente poiché, secondo dati ufficiali resi pubblici dal gestore dei servizi elettrici (GSE), l'Isola, con poco più di 397,7 MW di potenza installata, è ben lontana dalla Puglia che guida la classifica con 2.173,9 MW, ma anche paradossalmente da regioni del nord come Piemonte (1.067,9 MW), Lombardia (1.313,7 MW), Veneto (1.157,1 MW) ed Emilia Romagna (1.313,7 MW);

considerato che:

- le esperienze compiute in altre regioni italiane mostrano quanto possa essere difficile regolare la materia per mezzo di leggi regionali poiché tutti gli interventi normativi promossi a livello regionale sono stati oggetto di rilievi di incostituzionalità da parte del Consiglio dei ministri, con la Corte costituzionale che ha sancito una sostanziale impossibilità, per le regioni, di intervenire sulla materia;

- nel caso specifico della Sardegna, i cui poteri legislativi in materia urbanistica sono sanciti dall'articolo 3, lettera f), della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), la materia della produzione energetica da fonti rinnovabili presenta un sostanziale vuoto normativo di riferimento, per nulla colmato sia dal Piano energetico ambientale regionale (PEARS) che dalle poche deliberazioni adottate dalla Giunta regionale in materia;

rilevato che:

- l'assenza di un'apposita normativa di settore consente, purtroppo, il perdurare di un approccio restrittivo e anche punitivo in materia, che ha avuto origine soprattutto durante tutta la trascorsa legislatura, come pure testimoniato da ben due sentenze del Tribunale amministrativo regionale, rispettivamente del Lazio e della Sardegna, che hanno annullato atti della precedente Giunta regionale in materia di energia eolica e fotovoltaica con la significativa motivazione, tra le altre, che negli atti adottati vi sarebbe stata l'incompatibilità tra le limitazioni imposte allo sviluppo delle fonti rinnovabili e gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti secondo quanto stabilito nell'accordo di Kyoto;

- più precisamente, il TAR del Lazio ha bocciato l'accordo sottoscritto tra la Regione e l'Enel che subordinava un incremento della quota massima di energia da produrre da fonte eolica all'affidamento in esclusiva all'ex monopolista dell'intera quota eccedente il precedente limite, mentre il TAR della Sardegna ha invece dichiarato irregolare la deliberazione 23 maggio 2008, n. 30/2 (Linee guida per l'individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio), nella parte che imponeva limitazioni alla produzione di energia da fonte fotovoltaica da parte delle aziende agricole, fissando un tetto pari all'autoproduzione per il soddisfacimento delle esigenze aziendali incrementato del 30 per cento;

considerato ancora che:

- a differenza delle altre regioni, i possibili benefici che la Sardegna avrebbe potuto trarre dal "Conto Energia", il decreto che stabilisce un incentivo per 20 anni proporzionale all'energia elettrica prodotta, a beneficio di soggetti privati, imprese ed enti pubblici che installano un impianto solare fotovoltaico connesso alla rete elettrica (che però gravano indistintamente su tutte le bollette elettriche e dunque anche su quelle dei sardi che col loro contributo comunque contribuiscono a finanziare l'incentivazione a favore delle altre regioni), sono allo stato delle cose ben al di sotto delle potenzialità e delle stesse esigenze di tutta l'Isola, soprattutto in considerazione della grave crisi sociale ed economica in atto;

- nel frattempo, arrivato alla versione n. 4, il nuovo decreto denominato Quarto Conto Energia, fissa i nuovi incentivi per il fotovoltaico dal 2011 al 2013, con un compromesso raggiunto tra il Ministero dello sviluppo economico e quello dell'ambiente, ed i relativi incentivi partiranno dal momento in cui i nuovi impianti fotovoltaici saranno allacciati alla rete elettrica, ma in caso di ritardi nella connessione sarà previsto un indennizzo ai proprietari degli impianti;

- uno degli aspetti principali del nuovo decreto riguarda le diverse riduzioni tariffarie che si succederanno nel corso del periodo di validità e che si sono rese necessarie in quanto il costo degli stessi pannelli fotovoltaici si è ormai ridotto rispetto agli anni scorsi ma, nonostante i tagli in programma, il livello delle tariffe resterà buono e garantirà sicuramente la convenienza degli investimenti negli impianti, siano essi residenziali o industriali;

atteso che:

- con censurabile ritardo la Regione ha individuato le aree non idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, in attuazione delle disposizioni delle linee guida nazionali con deliberazione della Giunta regionale 1° giugno 2011, n. 27/16, e le nuove indicazioni sul fotovoltaico hanno così abrogato le precedenti norme di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 30/2 del 2008 e n. 59/12 del 2008, nonché le disposizioni sul fotovoltaico della deliberazione della Giunta regionale n. 28/56 del 2007;

- con altrettanto ritardo sono state fissate dalla deliberazione della Giunta regionale 1° giugno 2011, n. 27/16, in attuazione delle linee guida nazionali e del decreto legislativo n. 28 del 2011, le linee guida regionali in materia di autorizzazione unica che hanno abrogato le precedenti disposizioni varate con deliberazione della Giunta regionale n. 25/40 del 2010;

- emblematico il caso di diverse proprietà terriere ubicate nella Nurra, alcune delle quali confinanti con l'area industriale Turritana, vicino al sito di bonifica di interesse nazionale, non distante dalla mega discarica di Scala Erre, che accoglie anche rifiuti speciali e da quella mai bonificata di Monte Rosé, che ospita trent'anni di rifiuti del Comune di Porto Torres, relativamente alle quali alcuni proprietari parteciparono ai bandi del Conto Energia, aggiudicandosi le autorizzazioni per realizzare un "condominio fotovoltaico" che avrebbe prodotto 17 MW di energia pulita (progetto di Valcerasa Srl);

- il condominio si componeva di circa 170 soggetti, tra singoli ed associati, titolari di autorizzazioni del GRTN per impianti fotovoltaici di circa 49 KW ma la precedente Giunta Soru si mostrò da subito nettamente contraria a quella iniziativa, motivando tale scelta con l'esigenza di una tutela dell'ambiente circostante, con l'esito che due sentenze del TAR ed una del Consiglio di Stato diedero torto al Presidente Soru ed ai suoi collaboratori mentre, nel contempo, il noto De Benedetti ebbe trattamenti ben più riguardosi per i suoi progetti da parte della Giunta Soru, come pure la società MPR, per gli impianti fotovoltaici su terreni contigui alle proprietà alle quali era stata impedita analoga realizzazione (progetto di Valcerasa Srl);

- l'attuale Amministrazione regionale ha autorizzato la produzione di energia da fotovoltaico al gruppo E.ON in un area che dista non più di 10 metri da uno dei terreni interessati all'intervento proposto da Valcerasa Srl bocciando, invece, definitivamente il 27 dicembre 2010 la valutazione di impatto ambientale dei progetti di quest'ultima con la motivazione che i terreni sui quali sarebbero dovuti sorgere gli impianti avrebbero un grande pregio agricolo e che l'area interessata ai progetti di Valcerasa Srl ricade nei pressi di realtà nuragiche (un impianto autorizzato ad E.ON e quello di MPR distano dal nuraghe Biunisi non più di 150 metri);

- l'11 ottobre 2011 il TAR Sardegna ha pubblicato 4 sentenze che annullano le delibere n. 46/19, n. 46/20, n. 46/21 e n. 46/22 del 27 dicembre 2010 che esprimevano un giudizio negativo sulla compatibilità ambientale degli interventi proposti dalla società Valcerasa Srl;

- la Regione non possiede a tutt'oggi nessuna adeguata normativa di riferimento in materia di produzione energetica da fonti rinnovabili,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:

se questa Amministrazione intenda mettere in atto tutte le azioni opportune e utilizzare tutti gli strumenti necessari per addivenire celermente alla soluzione del problema esposto attraverso la esitazione di apposita norma in materia di produzione energetica da fonti rinnovabili;

quali siano le ragioni che hanno determinato l'idoneità delle aree nelle quali sono stati realizzati gli impianti di E.ON e di MPR che hanno le stesse identiche qualità di quelli interessati ai progetti di Valcerasa Srl, ovvero se esistano motivazioni ancora sconosciute per le quali possa consentirsi una così evidente disparità di trattamento nei confronti dei diversi soggetti sopra richiamati;

se questa Amministrazione intenda dar corso alle 4 sentenze del TAR Sardegna dell'11 ottobre 2011 mettendo definitivamente la parola fine a questa incresciosa vicenda che ha solo prodotto gravi danni, economici e morali, a chi, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, ha creduto in un progetto innovativo e di grande valenza sociale ed ambientale. (302/C-4/C-6)

Interpellanza Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sul progetto di adeguamento al tipo B (4 corsie) della strada Sassari-Olbia.

I sottoscritti,

appurato che:

- il progetto della strada Sassari-Olbia dell'unità tecnica missione - 2008 programmata in occasione del G8, prevedeva un importo complessivo pari a euro 700.000.000, cifra che a quei tempi era già particolarmente elevata;

- il progetto attualmente in corso, che è andato in appalto con soggetto attuatore l'ANAS, prevede un importo complessivo ancora più elevato del precedente, pari a euro 1.091.253.950,66;

- la differenza degli importi dei due progetti è di circa euro 400.000.000;

rilevato altresì che:

- nelle procedure di gara si utilizzano criteri che variano nei singoli lotti;

- non sono chiari i criteri di nomina e di trasparenza con i quali sono stati individuati i componenti della commissione aggiudicatrice,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere quali siano i criteri e le modalità che sono state adottati per:

1) variare di centinaia di migliaia di euro l'importo complessivo del progetto;

2) variare i criteri di aggiudicazione dei singoli lotti;

3) nominare i componenti la commissione aggiudicatrice. (303)