Seduta n.17 del 05/05/2009 

XVII Seduta

Martedì 5 maggio 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 30.

ZUNCHEDDU, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta dell'8 aprile 2009 (10), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Antonio Cappai, Gabriella Greco e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 5 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Approvazione del documento annuale di programmazione

economica e finanziaria (DAPEF 2009) (2/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'approvazione del Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009. Questo, ai sensi dell'articolo 33 bis del Regolamento interno del Consiglio regionale, deve avvenire mediante una risoluzione, la quale può contenere integrazioni e modifiche del documento stesso. L'approvazione di una risoluzione preclude le altre. Si vota per prima la risoluzione accettata dalla Giunta regionale.

Sospendo i lavori per quindici minuti. Riprenderanno alle ore 10 e 45. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 32, viene ripresa alle ore 11 e 00.)

PRESIDENTE. Sono state presentate due risoluzioni che adesso verranno consegnate a tutti i consiglieri.

(Si riporta di seguito il testo delle risoluzioni:

Risoluzione Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo sul Documento annuale di programmazione economico finanziaria 2009.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);

ATTESO CHE

- la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009 contestualmente ai disegni di legge n. 2 e n. 3, relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 e al bilancio per gli anni 2009-2012;

- sia il Documento annuale di programmazione economica che il disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 sono stati predisposti in una situazione del tutto particolare per la nuova Giunta regionale, insediatasi a seguito della recente consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna, che ha determinato un'alternanza politica alla guida della Regione;

- il mutato quadro politico rappresenta una rilevante novità che avrà inevitabili conseguenze sull'impostazione del futuro quadro di programmazione che sarà più compiutamente delineato dal Programma regionale di sviluppo (PRS) 2010-2014, che la nuova maggioranza di governo intende portare all'attenzione del Consiglio regionale entro il corrente anno 2009;

VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;

RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;

RITENUTO di condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 21 aprile 2009,

DELIBERA DI APPROVARE

il DAPEF 2009 così come approvato dalla Commissione, con le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) a pagina 10 del cap. 2 le parole da "Nel quadro delle nuove regole ...." a "rispetto alla altre Regioni italiane" sono sostituite dalle seguenti:
"La Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - potrà contare dal 2010 su un nuovo regime d'entrata che comporterà un maggior gettito di oltre 1.600 mln di euro.
L'utilizzo delle maggiori risorse derivanti dalla riforma del titolo III dello Statuto è oggi limitato dal Patto di stabilità interno che vincola la spesa pubblica delle Regioni a quella storica. La Regione avvierà da subito un confronto con il Governo nazionale per rinegoziare in via definitiva il Patto di stabilità per la Sardegna, in modo da tener conto del nuovo livello delle entrate e poter impegnare le maggiori risorse per recuperare i divari economici e infrastrutturali rispetto alle regioni italiane più dinamiche dal punto di vista produttivo ed occupazionale.
Ulteriori risorse potranno derivare - nel quadro delle nuove regole istituzionali e del patto federalista con lo Stato - dal riconoscimento delle diseconomie derivanti dall'insularità della Sardegna introducendo un principio fondamentale di riequilibrio.
Il prossimo Programma regionale di sviluppo (PRS), anche attivando le più opportune forme di collaborazione con il Governo nazionale, dovrà individuare specifiche misure volte a colmare i differenziali, materiali ed immateriali, della Sardegna rispetto ad altre regioni italiane.";

b) nel cap. 2.2, a pag. 12, le parole "inteso come creazione di un modello di coesistenza creativa tra l'uomo e la natura" sono soppresse.

Risoluzione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini sul Documento annuale di programmazione economico finanziaria 2009.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);

ATTESO CHE

- la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009 contestualmente ai disegni di legge n. 2 e n. 3 relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 e al bilancio per gli anni 2009-2012;

- il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria presentato dalla Giunta regionale necessita di alcune sostanziali modifiche ed integrazioni per renderlo un più incisivo strumento di programmazione;

VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;

RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;

RITENUTO di non condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 21 aprile 2009,

DELIBERA DI APPROVARE

il DAPEF 2009 ,come approvato dalla Commissione, con le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) a pagina 10 del cap. 2 le parole da "Nel quadro delle nuove regole…" a "rispetto alle altre Regioni italiane" sono sostituite dalle seguenti:

"La Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - potrà contare dal 2010 di un nuovo regime d'entrata che comporterà un maggior gettito di oltre 1.600 mln di euro.

L'utilizzo delle maggiori risorse derivati dalla riforma del titolo III dello Statuto è oggi limitato dal Patto di stabilità interno che vincola la spesa pubblica delle Regioni a quella storica. La Regione avvierà da subito un confronto con il Governo nazionale per rinegoziare in via definitiva il Patto di stabilità per la Sardegna in modo da tener conto del nuovo livello delle entrate e poter impegnare le maggiori risorse per recuperare i divari economici e infrastrutturali rispetto alle regioni italiane più dinamiche dal punto di vista produttivo ed occupazionale.

Ulteriori risorse potranno derivare - nel quadro delle nuove regole istituzionali e del patto federalista con lo Stato - dal riconoscimento delle diseconomie derivanti dall'insularità della Sardegna introducendo un principio fondamentale di riequilibrio.

Il prossimo programma regionale di sviluppo (PRS), anche attivando le più opportune forme di collaborazione con il Governo nazionale, dovrà individuare specifiche misure volte a colmare i differenziali, materiali ed immateriali, della Sardegna rispetto ad altre regioni italiane.";

b) nel cap. 2.2, a pag. 12, le parole "inteso come creazione di un modello di coesistenza creativa tra l'uomo e la natura" sono soppresse;

c) nel cap. 2.4, a pag. 15, le parole "L'obiettivo verrà raggiunto risolvendo due principali ordini di problemi, il primo di carattere sanitario e il secondo di carattere finanziario, in riferimento dell'imminente riforma del federalismo fiscale" sono soppresse;

d) nel cap. 2.4, a pag. 16, le parole "Le opportunità aperte dal riconoscimento da parte del Governo nazionale delle diseconomie generate dall'insularità e la loro trattazione nel quadro della riforma federale dello Stato, rappresenteranno il riferimento prioritario del programma di sviluppo per la riduzione dei nostri gap infrastrutturali rispetto alle altre Regioni del Paese." sono soppresse;

e) nel cap. 3, a pag. 17, le parole da "La recente sentenza n. 213/2008..." fino a "... e ammontante a circa 2,5 mln di euro." sono così sostituite:

"La Regione Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - può contare su un nuovo regime di entrata, che comporterà un maggiore gettito di oltre 1600 mln di euro a partire dall'anno 2010. Di seguito si riporta il quadro riepilogativo dei differenti regimi di entrata (regime vigente e nuovo regime):

Tributo

Entrate pre­riforma

Entrate post-riforma

Differenza

IRE

1.285

2.043

758

IRES

320

320

0

IVA

222

2.302

2.080

~ALTRE ENTRATE

0

323

323

TOTALE

1.827

4.988

3.161

Di contro, la Sardegna si dovrà fare carico della quota del Fondo sanitario nazionale sino al 2009 posta a carico dello Stato, del trasporto pubblico locale e della continuità territoriale (funzioni trasferite):

Funzioni Trasferite

Costi pre­riforma

Costi post-riforma

Differenza

SPESA SANITARIA

1.537

2.719

1.182

TRASPORTO E CONTINUITÀ TERRITORIALE

0

140

140

TOTALE

1.537

2.859

1.322

MAGGIORI ONERI FUNZIONI TRASFERITE

150

DIFFERENZIALE POSITIVO

1.689

La spesa sanitaria secondo il vecchio ordinamento era così finanziata: il 29% di contribuzione a carico del bilancio della Regione e per la quota restante con il gettito dell'IRAP, dell'addizionale regionale all'IRPEF e delle entrate proprie delle ASL; tale spesa nel 2008 è stata pari a 1.537 MEuro di cui: 640 MEuro: gettito IRAP; 125 MEuro: addizionale IRPEF; 772 MEuro: quota bilancio; 1.073 MEuro: Fondo Sanitario Nazionale (FSN).

Dal 2010 la quota FSN (dal 2007 erogata a titolo di compartecipazione IVA) verrà posta a carico del bilancio regionale a valere sulle maggiori entrate. Per l'anno 2009 la suddetta posta è valutata in 1.182 mln di euro. Nel calcolo delle maggior gettito relativo al nuovo regime di entrate si è tenuto conto cautelativamente anche di maggiori oneri delle funzioni trasferite - spesa sanitaria e trasporto locale e continuità territoriale - pari 150 mln euro. Il differenziale rimane nettamente positivo per 1.689 mln di euro.

La recente sentenza n. 213/2008 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la quota di anticipazione di entrate future degli anni 2013 - 2015, per complessivi euro 1.500.000.000 destinata a parziale copertura del disavanzo finanziario maturato a tutto il 31 dicembre 2006 e ammontante a circa 2,5 mln di euro.".)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per dichiarare quale risoluzione intende accettare.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Nella discussione che è stata svolta in Commissione bilancio sugli emendamenti, in particolare quelli riguardanti il DAPEF, la Giunta ha espresso parere favorevole sui primi due emendamenti presentati dall'opposizione: uno è un emendamento molto breve, soppressivo di alcune parole, l'altro riguarda un accenno alla riforma del Titolo III dello Statuto, che ha portato un incremento di entrate, alcune delle quali già inserite negli attuali bilanci, compreso quello in discussione in questi giorni, altre invece derivano da un maggiore gettito che, ovviamente, è solo presunto al momento, ma che viene in qualche modo indicato in questo emendamento.

PRESIDENTE. Scusi, assessore La Spisa. Questo brusio in aula è davvero fastidioso. Onorevole Capelli, onorevole Sanjust, grazie.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' un incremento di entrate che, qualunque sia la sua reale quantificazione, porterà un problema, perché oggi l'incremento delle risorse è comunque limitato dal Patto di stabilità interno, che vincola la spesa delle Regioni, sostanzialmente la spesa storica, con alcuni aggiustamenti. Per quest'anno, per le Regioni ordinarie si prevede la spesa storica dell'anno precedente diminuita dello 0,6 per cento. E' condivisa dalla Giunta, credo evidentemente anche dalla maggioranza, la preoccupazione per l'incidenza del Patto di stabilità sulla possibilità di utilizzare le nuove entrate. Per questo si è ritenuto, in Commissione, di poter giustamente accogliere questo emendamento aggiuntivo, che quindi si ritiene possa essere inserito nella risoluzione.

Sugli altri emendamenti, invece, il parere della Giunta è contrario, perciò tra le due risoluzioni presentate la Giunta esprime parere favorevole sulla risoluzione Diana Mario e più e parere non favorevole sulla risoluzione Porcu e più.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il consigliere regionale Nello Cappai, che aveva chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 5 maggio 2009, è presente in aula, per cui il congedo si intende revocato.

Passiamo, quindi, alla votazione della risoluzione Diana Mario e più. Prego i colleghi che vogliono intervenire per dichiarazione di voto di iscriversi. Il tempo a disposizione è di tre minuti.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, accogliamo con favore il fatto che la Giunta abbia voluto porre rimedio a una grave anomalia del Documento di programmazione economica e finanziaria, che di fatto cancellava o dimenticava nel nuovo quadro di programmazione, nel Programma regionale di sviluppo, l'esistenza di un nuovo regime di entrate dal 2010. Ci fa piacere anche che la Giunta accolga l'invito a richiamare il Patto di stabilità come vincolo all'utilizzo di quelle risorse; ci dispiace, invece, constatare che la Giunta abbia scelto di fare un'operazione a metà, che le sia mancato il coraggio di proseguire e di rendere maggiormente coerente il documento, laddove appende il futuro della Sardegna - parlo, per esempio, di tutte le opere infrastrutturali - a un nuovo quadro federale, che potrà essere completato soltanto alla fine della legislatura, secondo il percorso della legge approvata al Senato.

Ci dispiace, inoltre, che il coraggio di ammettere gli errori, in questo caso gli errori nel documento di programmazione, non abbia spinto la Giunta ad accettare anche l'emendamento numero 5, quello che più compiutamente richiama il motivo per cui il maggior gettito sarà di 1.600 milioni di euro.

Il voto della minoranza sarà quindi contrario, anche se l'accoglimento di questi due emendamenti rende possibile, se non altro, istruire e intavolare la discussione sul Programma regionale di sviluppo almeno su una base comune. Noi ribadiamo che saremo con la Giunta e saremo con il Presidente della Regione laddove si batterà per i diritti dei sardi, come quello di far "saltare" il Patto di stabilità. Certamente la Giunta dovrà fare molto di più e dimostrare di essere capace di far valere i diritti dei sardi in tutti gli ambiti, a cominciare dall'utilizzo dei fondi FAS, per proseguire con le opere che riguardano il G8, che destano in noi fortissima preoccupazione.

PRESIDENTE. Metto in un votazione la risoluzione Diana Mario e più.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della risoluzione Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Planetta ha votato a favore e che i consiglieri Manca, Moriconi e Zuncheddu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Christian - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 35

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Essendo stata approvata la risoluzione Diana e più, la risoluzione Porcu e più decade.

Sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 11 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 14, viene ripresa alle ore 11 e 25.)

PRESIDENTE. Sospendo i lavori del Consiglio e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. I lavori riprenderanno alle ore 12.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 12)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2009)" (2/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 2/A.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1
Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario

1. Ai sensi dell'articolo 30, comma 2, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), è autorizzato, nell'anno 2009, il ricorso ad uno o più mutui o in alternativa il ricorso a prestiti obbligazionari, dall'Amministrazione regionale esclusivamente garantiti, per un importo complessivo di euro 500.000.000 a copertura delle spese elencate nella tabella E.

2. Alla copertura del disavanzo a tutto il 31 dicembre 2008, stimato in euro 1.413.000.000, derivante dalla mancata contrazione dei mutui già autorizzati a pareggio dalle precedenti leggi finanziarie, si provvede mediante rinnovo, anche per quote parte, nell'anno 2009, delle predette autorizzazioni:

a) euro 165.759.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 24 febbraio 2006, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2006);

b) euro 568.000.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2005);

c) euro 389.724.782,70 ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 3 dicembre 2004, n. 9 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 - legge finanziaria 2004);

d) euro 289.516.217,30 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo).

3. La contrazione dei mutui di cui ai commi 1 e 2 è effettuata sulla base delle esigenze di cassa per una durata rispettivamente non superiore a cinque anni e a trenta anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 118.698.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2014 e in euro 87.746.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2039 (UPB S08.01.005 e UPB S08.01.006).

4. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2007), è abrogata.

5. Nelle tabelle A e B sono indicate le voci da iscrivere nei fondi speciali per il finanziamento di provvedimenti che si prevede possano essere approvati nel corso dell'esercizio 2009; i relativi stanziamenti sono determinati come segue:

a) fondo speciale per spese correnti (UPB S08.01.002)

Fondi regionali (cap. SC08.0024)

2009 euro 37.974.000

2010 euro 107.441.000

2011 euro 132.441.000

2012 euro 132.441.000

b) fondo speciale per spese in conto capitale (UPB S08.01.003)

Fondi regionali (cap. SC08.0034)

2009 euro 27.127.000

2010 euro 120.000.000

2011 euro 120.000.000

2012 euro 120.000.000

6. Le autorizzazioni di spesa per le quali le disposizioni vigenti rinviano alla legge finanziaria la loro quantificazione, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 11 del 2006, sono determinate, per gli anni 2009-2012, nella misura indicata nell'allegata tabella C.

7. Le autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera f), della legge regionale n. 11 del 2006, sono determinate, per gli anni 2009-2012, nella misura indicata nell'allegata tabella D.

8. Agli oneri persistenti in capo all'Amministrazione regionale a seguito della chiusura dei conti correnti aperti ai sensi della legge regionale 7 gennaio 1975, n. 1 (Norme per la semplificazione delle procedure amministrative e l'acceleramento della spesa), si provvede secondo le modalità e le procedure previste dall'articolo 26 della legge regionale n. 11 del 2006.

9. Per l'anno 2008 la conservazione nel conto dei residui prevista dall'articolo 60 della legge regionale n. 11 del 2006 trova applicazione nella misura necessaria al rispetto del patto di stabilità interno, al netto della maggiore spesa in conto capitale registrata per il 2008 rispetto al 2007 per gli interventi inclusi nella programmazione comunitaria e coperti con quote di cofinanziamento nazionale, dando priorità alle conservazioni diverse da quelle previste dal comma 10 del medesimo articolo. L'accertamento della posta di entrata correlata ai capitoli di spesa interessati dalle suddette conservazioni è rideterminato, in sede di consuntivo, dalla Ragioneria regionale, tenendo conto anche dell'applicazione della presente disposizione.

10. Al fine del risanamento del bilancio regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, l'Amministrazione regionale presenta al Consiglio un'analisi dei residui passivi che verifichi:

a) i residui passivi per i quali sussiste un'obbligazione giuridicamente perfezionata;

b) i residui di stanziamento correlati a finanziamenti statali e comunitari aventi specifica destinazione;

c) i residui passivi, non correlati a finanziamenti statali e comunitari aventi specifica destinazione, per i quali non sussiste un'obbligazione giuridicamente perfezionata.

11. Ai sensi del comma 10, l'obbligazione si intende giuridicamente perfezionata allorché sia determinata la somma da pagare, determinato il soggetto creditore, indicata la ragione.

12. Per l'attuazione del comma 10, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 200.000 per l'eventuale conferimento di incarichi individuali ad esperti secondo le modalità di cui all'articolo 6 bis della legge regionale n. 31 del 1998 (UPB S01.04.002).

13. Nella legge regionale n. 11 del 2006 sono introdotte le seguenti modifiche:

a) nell'articolo 69, comma 1, lettera c), e comma 3, il riferimento agli anni 2008 e 2009 è sostituito rispettivamente con 2009 e 2011;

b) nell'articolo 70, comma 2, è eliminata la parola "distintamente" e i commi 3, 4, 5 e 6 sono sostituiti come segue:
"3. Le immobilizzazioni materiali diverse da quelle rientranti nella categoria di beni immobili sono rilevate secondo un processo di inventariazione fisica finalizzato ad individuare i beni strumentali effettivamente in funzione ed impiegati nei processi gestionali e sono riportate per costo storico e quota ammortizzata. I beni mobili non strumentali sono rilevati separatamente col medesimo procedimento a nessuna valorizzazione, ad eccezione di quelli relativi ad opere di pregio artistico, storico, culturale che sono riportati al valore presente nell'ultimo conto del patrimonio. Le immobilizzazioni materiali e immateriali sono riportate, nello stato patrimoniale, al netto delle quote ammortizzate.
4. I beni immobili strumentali sono riportati al valore catastale rivalutato secondo le vigenti norme fiscali o al costo storico o valore presente nell'ultimo conto del patrimonio. I beni immobili non strumentali sono riportati al valore presente nell'ultimo conto del patrimonio.
5. Qualora il periodo intercorso fra la data di acquisto e la data di formazione dello stato patrimoniale risulti maggiore o uguale al periodo completo di ammortamento, il bene strumentale di cui al comma 3 viene valorizzato per l'importo di un centesimo.
6. I beni strumentali di valore non superiore a euro 500 sono riportati unicamente nel registro dei beni durevoli di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 2002.";

c) nell'articolo 70, comma 9, il riferimento all'anno 2007 è sostituito con quello del 2010.

14. A decorrere dal 1° gennaio 2009 il comma 4 dell'articolo 3 della legge regionale 10 dicembre 1976, n. 66 (Istituzione di un fondo per la tutela dei livelli produttivi e occupativi nel settore industriale), è abrogato.

15. Per gli oneri derivanti dalla liquidazione di società a partecipazione regionale è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 4.200.000 (UPB S01.05.001).

16. Per il funzionamento e per le attività istituzionali delle società a completa partecipazione regionale Fase 1 e delle partecipate di Sardegna ricerche, Porto Conte e CRS4, è autorizzata la spesa valutata, rispettivamente, in euro 4.000.000 e 6.500.000 annui (UPB S02.04.001).

17. Per le finalità di cui all'articolo 26 della legge regionale 24 dicembre 1998, n. 37 (Norme concernenti interventi finalizzati all'occupazione e allo sviluppo del sistema produttivo regionale e di assestamento e rimodulazione del bilancio), è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 6.000.000 (UPB S02.04.004).

18. Per la manutenzione, gestione e implementazione dei sistemi informatici in uso presso l'Amministrazione regionale è autorizzata una spesa valutata in euro 1.475.000 annui (UPB S02.04.013).

19. Per il perfezionamento, completamento ed estensione del progetto SIBAR di cui all'articolo 1, comma 40, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008), è autorizzata la spesa di euro 2.500.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 (UPB S02.04.014).

20. Per la copertura degli oneri di personale e di gestione del Centro regionale di programmazione è autorizzata una spesa valutata in euro 4.500.000 annui; la suddetta somma è riversata in conto del titolo di spesa 12.7.00 della contabilità speciale di cui alla legge 23 giugno 1994, n. 402 (Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 26 aprile 1994, n. 248, recante provvedimenti urgenti per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, in attuazione dell'articolo 13 dello statuto speciale) (UPB S08.02.003).

21. Per le finalità di cui all'articolo 5, comma 15, della legge regionale n. 3 del 2008 è autorizzata, nell'anno 2009, una spesa valutata in euro 1.600.000 annui (UPB S04.10.006).

22. Gli interventi previsti all'interno dei programmi per il recupero dei centri storici di cui alla legge regionale 13 ottobre 1998, n. 29 (Tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna), e successive modifiche e integrazioni, per i quali la Regione abbia già provveduto all'erogazione dei relativi contributi, possono essere avviati entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

23. I termini di impegno dei finanziamenti concessi ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale n. 37 del 1998 sono prorogati al 31 dicembre 2009.

24. I termini di impegno dei finanziamenti concessi ai sensi della legge regionale 6 settembre 1976, n. 45 (Finanziamenti regionali alle province, ai comuni ed ai loro Consorzi, agli Organismi comprensoriali per l'attuazione di programmi d'intervento nel settore delle opere e degli impianti di interesse pubblico), sono prorogati al 31 dicembre 2009.

25. Gli enti locali territoriali sono tenuti a comunicare entro il 15 luglio di ogni anno all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, i saldi di gestione al 31 dicembre dell'esercizio precedente distinti, per competenza e per residui, in:

a) entrate proprie, da trasferimenti e da accensione di prestiti e relativi accertamenti e riscossioni;

b) spese correnti, di investimento e per rimborso prestiti e relativi impegni e pagamenti;

nonché la consistenza del debito ed il saldo finale di cassa.

La mancata comunicazione comporta la sospensione delle erogazioni a valere sul fondo unico di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007.

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 580.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

a) a favore dei comuni euro 510.300.000 di cui il 3 per cento da destinare al finanziamento delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12 (Norme per le unioni di comuni e le comunità montane. Ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni. Misure di sostegno per i piccoli comuni));

b) a favore delle province euro 69.700.000.

27. Per la realizzazione del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo, approvato dalla Commissione europea con decisione n. C(2008) 4242 del 14 agosto 2008, l'Amministrazione regionale è autorizzata ad anticipare le spese per l'assistenza tecnica a valere sugli stanziamenti iscritti in conto dell'UPB S01.03.001 da reintegrarsi a' termini dell'articolo 21 della legge regionale n. 11 del 2006.

28. Le somme resesi disponibili sui capitoli di spesa relativi al finanziamento degli interventi inclusi nella programmazione comunitaria del periodo 2000-2006, a seguito della rendicontazione all'Unione europea di progetti coerenti, permangono nel conto dei residui del bilancio regionale per essere utilizzate entro il 30 aprile 2012, termine ultimo fissato dall'Unione europea, anche per finalità differenti da quelle per le quali sono state stanziate, purché rispondenti agli obiettivi fissati dall'Asse prioritario di riferimento. L'Assessore competente in materia di bilancio provvede, con proprio decreto, previa deliberazione della Giunta regionale assunta su proposta del medesimo, di concerto con gli Assessori competenti, alle conseguenti e necessarie variazioni di bilancio.

29. I finanziamenti concessi a favore degli enti pubblici territoriali a valere sulla programmazione comunitaria 2000-2006, non rendicontati nei termini previsti, sono garantiti sino a completamento dei relativi interventi, nel rispetto delle regole stabilite dal Quadro comunitario di sostegno 2000-2006 e dei relativi orientamenti di chiusura. Al relativo fabbisogno finanziario si fa fronte con le risorse della programmazione unica 2007-2013, qualora coerenti, e per l'eventuale quota residua con le risorse già iscritte nelle corrispondenti Misure della programmazione comunitaria 2000-2006, che per le suddette finalità permangono nel conto dei residui.

30. È autorizzata una spesa valutata in euro 1.500.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2013 per far fronte alle spese relative all'IVA sostenute da beneficiari soggetti non passivi di cui all'articolo 13, comma 1, paragrafo I, della direttiva 2006/112/CE del 28 novembre 2006 per attività od operazioni finanziate dal Programma di sviluppo rurale della Sardegna 2007/2013. La somma di cui al comma 18 dell'articolo 21 della legge regionale n. 2 del 2007 permane nelle disponibilità di AGEA che la utilizza per garantire sia il cofinanziamento della quota regionale degli aiuti relativi al Programma di sviluppo rurale per gli anni 2007-2013 che il pagamento dell'IVA a favore dei medesimi soggetti (UPB S06.04.023).

31. Al fine di eliminare il deficit di cassa dell'ESAF in liquidazione, l'Amministrazione regionale è autorizzata ad erogare all'ESAF medesimo la somma di euro 48.600.000, previa cessione alla medesima dei crediti di imposta maturati dall'ente nei confronti dell'amministrazione finanziaria dello Stato (UPB S07.07.003).

32. Dopo il comma 5 dell'articolo 21 della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), sono aggiunti i seguenti:

"5 bis. Le opere ed impianti realizzati dall'ente medesimo in regime di concessione o delega con finanziamenti pubblici si intendono acquisiti a titolo originario e gratuito al demanio idrico e fognario della Regione sarda.

5 ter. A decorrere dal 1° gennaio 2005, data di cessazione della funzione di gestore del servizio idrico e fognario, costituisce attività istituzionale dell'ESAF in liquidazione la gestione dei fondi assegnati al medesimo dalla Regione Sardegna per la realizzazione e completamento delle opere dell'anzidetto demanio regionale.

5 quater. Le opere ed impianti di cui al comma 5 bis sono trasferite al nuovo gestore unico del servizio idrico integrato appena completate; al medesimo soggetto sono trasferiti altresì tutti gli altri cespiti pertinenziali e strumentali del cessato servizio, unitamente alle relative attività documentali e d'archivio del disciolto ente.".

33. Per la realizzazione del Programma innovativo in ambito urbano denominato "Contratti di quartiere II" di cui all'articolo 145, comma 33, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2001), la Regione è autorizzata a porre in essere un'operazione di indebitamento, la cui quota capitale è da rinvenire nei limiti di impegno disposti per gli anni dal 2009 al 2017 dallo Stato con la succitata disposizione; la relativa spesa è valutata in euro 150.000 per ciascuno dei medesimi anni (UPB S08.01.005).

34. Il comma 15 dell'articolo 6, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto), è sostituito dal seguente:
"15. All'erogazione dei finanziamenti di opere delegate agli enti o delle opere da realizzarsi sulla base di specifici atti convenzionali si provvede, per la prima quota, con determinazione del dirigente regionale competente per materia. Per l'erogazione delle quote successive alla prima si provvede sulla base della dichiarazione di spesa del rappresentante legale dell'ente attuatore, previa apposita certificazione informatica rilasciata dal dirigente regionale competente per materia. Nelle more dell'attuazione del sistema informatico di certificazione l'autorizzazione è rilasciata sulla base di apposita modulistica. I fondi, assegnati con le modalità previste dalle leggi finanziarie regionali per le opere delegate, entrano a far parte del bilancio degli enti finanziati, con destinazione specifica e sono utilizzati per l'esecuzione delle opere.".

35. L'Amministrazione regionale provvede a dare copertura degli oneri derivanti dal CCNL del personale dipendente delle ex gestioni commissariali governative FdS e FMS; a tal fine è stanziata una spesa valutata in euro 8.000.000 annui (UPB S07.06.001).

36. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 9, comma 15, della legge regionale n. 3 del 2008 è rideterminata, per ciascuno degli anni dal 2009 al 2018, in euro 23.500.000 anche a favore delle aziende private (UPB S07.06.001).

37. Ai fini di quanto disposto dall'articolo 62, comma 1, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione), l'ammontare massimo delle risorse da destinare alla contrattazione collettiva relativa al personale dell'Amministrazione, degli enti e delle agenzie regionali, per il biennio economico 2008-2009, è rideterminato in euro 18.293.000, con il limite di spesa a regime di euro 9.958.000. Per l'anno 2009, una quota non inferiore ad euro 3.087.000 delle risorse complessive, è destinata alla remunerazione della produttività e del merito individuale valutati secondo criteri di premialità e selettività (UPB S01.02.003).

38. Gli enti soggetti all'applicazione della legge regionale n. 31 del 1998 i cui oneri di funzionamento gravano su risorse proprie provvedono a quantificare le risorse da destinare alla contrattazione collettiva attenendosi ai criteri ed ai parametri, anche metodologici, utilizzati per il personale di cui al comma 37.

39. Per gli anni 2009 e seguenti, le risorse del Fondo di cui all'articolo 16 della legge regionale n. 7 del 2005, sono rideterminate in euro 5.281.000. A valere su detto fondo una quota pari ad euro 160.000 è ripartita tra le direzioni generali per essere destinata ad incentivare l'incarico di consegnatario. Le risorse stanziate nel suddetto fondo e non utilizzate nell'anno sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo (UPB S01.02.001).

40. A valere sull'autorizzazione di spesa per l'anno 2008 di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 3 del 2008 per la realizzazione dei relativi programmi regionali, l'Amministrazione regionale può servirsi di una cabina di regia finalizzata al supporto dell'attività progettuale e laboratoriale delle istituzioni scolastiche (UPB S02.01.001).

41. Nel comma 2 dell'articolo 6 bis della legge regionale n. 31 del 1998 il secondo periodo è sostituito dal seguente:
"Gli incarichi disciplinati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa non possono avere durata superiore ad un anno e sono rinnovabili una sola volta nel quinquennio; per l'esecuzione di programmi o di progetti specifici e determinati, finanziati con fondi regionali o statali o comunitari, attinenti alle competenze attribuite dall'ordinamento all'Amministrazione regionale, alle agenzie e agli enti, è consentito estendere la durata dei contratti per l'intero periodo di esecuzione del programma o progetto e, comunque, per una durata non superiore a trentasei mesi rinnovabili una sola volta sino a ugual periodo.".

42. Per fronteggiare esigenze di pagamento da effettuarsi necessariamente in contanti in casi di eventi eccezionali e straordinari, individuati con apposita deliberazione della Giunta regionale, è autorizzata l'apertura di uno o più conti correnti bancari intestati alla Regione e accesi presso il Tesoriere regionale. La Giunta regionale, con propria deliberazione emessa su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, determina le modalità, i criteri e le forme di gestione e di rendicontazione del conto e nomina, su proposta dell'Assessore competente per materia, il responsabile alla tenuta del conto, da individuarsi tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale.

43. L'articolo 11 della legge regionale 7 dicembre 2005, n. 21 (Disciplina e organizzazione del trasporto pubblico locale in Sardegna), così come modificato ed integrato dall'articolo 9, comma 17, della legge regionale n. 3 del 2008 è abrogato.

44. L'Amministrazione regionale è autorizzata a rimborsare all'Agenzia regionale del lavoro gli oneri relativi al trattamento economico accessorio del personale di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2004), utilizzato presso l'Amministrazione regionale; a tal fine è stanziata una somma valutata in euro 100.000 annui (UPB S02.03.004).

45. Le somme sussistenti in conto competenza e in conto residui dei capitoli SC04.1753 (UPB S04.08.002) e SC04.1913 (UPB S04.08.006) non impegnate alla data del 31 dicembre 2008 permangono nel conto dei residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo.

46. Nel comma 9 dell'articolo 5 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 (Riordino delle funzioni in materia di aree industriali), le parole: "un collegio di liquidatori, uno dei quali indicato dalla Regione, uno indicato dalla provincia e uno indicato dal nuovo consorzio in rappresentanza dei comuni individuato tra il personale dipendente delle relative amministrazioni" sono sostituite dalle seguenti: "un commissario liquidatore per consorzio individuato tra i dottori commercialisti o gli avvocati regolarmente iscritti al rispettivo albo o tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale muniti di laurea conseguita al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni con qualifica non inferiore alla D". Nella stessa legge le parole: "collegio dei liquidatori" sono sostituite dalle seguenti: "commissario liquidatore". In attesa dell'approvazione di una nuova disciplina organica, è sospesa l'applicazione del comma 7 dell'articolo 5 della legge regionale n. 10 del 2008.

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 4 dell'art. 1 è soppresso. (52)

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 25 dell'art. 1 è soppresso. (53)

Emendamento soppressivo parziale Cuccureddu - Mulas - Fois - Vargiu - Floris Mario.

Articolo 1

Al comma 25 dell'art. 1 è cassato l'ultimo periodo:

"La mancata comunicazione comporta la sospensione delle erogazioni a valere sul fondo unico di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007". (125)

Emendamento soppressivo totale Cuccu - Sabatini - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Il comma 46 dell'art. 1 è soppresso. (13)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 1 dell'art. 1 è così sostituito:

1. È stanziata, nell'anno 2009, ai sensi dell'articolo 30, comma 7 bis, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 la somma di euro 500.000.000 a fronte delle maggiori entrate spettanti per effetto del disposto di cui all'articolo 1, commi 834 e seguenti della legge 27 dicembre 2006, n. 296, provvedendo a compensare tale stanziamento nell'ambito del bilancio pluriennale con una minore iscrizione di entrate di pari importo nell'anno 2012. Le spese di investimento nel settore pubblico correlate a tale iscrizione sono elencate nella tabella E allegata alla presente legge. (50)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 3 dell'art. 1 è così sostituito:

3. La contrazione dei mutui di cui al comma 2 è effettuata sulla base delle esigenze di cassa per una durata rispettivamente non superiore a trenta anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 87.746.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2039 (U.P.B. S08.01.005 e U.P.B. S08.01.006). (51)

Emendamento sostitutivo parziale Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Il comma 25 dell'articolo 1 è così sostituito:

"Gli Enti Locali territoriali assoggettati alla disciplina del patto di stabilità interno sono tenuti a trasmettere all'Assessorato degli Enti Locali le informazioni relative al monitoraggio del patto 2009 che vengono trasmesse alla Ragioneria Generale dello Stato. La trasmissione delle informazioni deve avvenire semestralmente, entro trenta giorni dalla fine del semestre di riferimento". (18)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 26 dell'articolo 1 è così sostituito:

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 605.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

a) a favore dei Comuni euro 520.000.000;

b) a favore delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12) euro 15.300.000;

c) a favore delle province euro 69.700.000.

Copertura finanziaria

IN DIMINUZIONE

L'incremento è ottenuto mediante riduzione delle seguenti UPB di cui alla tabella E allegata alla presente legge:

UPB S01.03.010 Fondo programmazione Negoziata euro 5.000.000

UPB S04.06.005 Valorizzazione aree minerarie euro 5.000.000

UPB S04.10.001 Programmi integrati dei centri storici euro 5.000.000

UPB S07.10.005 Fondo opere pubbliche EE.LL. euro 10.000.000 (54)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 26 dell'articolo 1 è così sostituito:

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 580.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

d) a favore dei Comuni euro 494.991.000;

e) a favore delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12) euro 15.309.000;

f) a favore delle province euro 69.700.000. (55)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario

Al comma 36, l'U.P.B. S07.06.001 è sostituita con l'U.P.B. S07.06.002

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

U.P.B. S07.06.002 Investimenti nel settore trasporti

2009 € 23.500.000

2010 € 23.500.000

2011 € 23.500.000

2012 € 23.500.000

U.P.B. S07.06.001 Trasporto pubblico locale

2009 € 23.500.000

2010 € 23.500.000

2011 € 23.500.000

2012 € 23.500.000.

(41)

Emendamento all'emendamento numero 60 sostitutivo totale Giunta regionale.

Articolo 1

Il testo dell'emendamento n. 60 è sostituito come segue:

All'articolo 1 comma 37, gli importi euro 18.293.000 euro 9.958.000 e euro 3.087.000 sono rispettivamente sostituiti come segue:

euro 19.093.000, euro 11.530.000 e euro 2.316.000. (135)

Emendamento sostitutivo parziale Cuccu - Cucca - Sabatini - Moriconi - Meloni Valerio.

Articolo 1

All'articolo 1 comma 37 le parole: "euro 18.293.000" e euro "9.958.000"

Sono sostituite rispettivamente dalle parole: "euro 26.600.000" e "euro 22.000.000". (60)

Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Il comma 46 è sostituito dal seguente:

"46. Il commissario liquidatore di cui al comma 38 dell'art. 7 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Legge finanziaria 2008) è scelto tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale, anche in quiescenza, di categoria non inferiore alla D, muniti di laurea conseguita al termine di un corso di studi universitario di durata almeno quadriennale. I Commissari liquidatori già nominati, che difettano dei predetti requisiti, decadono alla data di entrata in vigore della presente legge e sono sostituiti con decreto del Presidente della Regione. Al dipendente regionale, anche in quiescenza, nominato commissario liquidatore compete un compenso mensile pari alla retribuzione di posizione nella misura prevista per la funzione di dirigente con compiti di studio, ricerca e consulenza dall'articolo 43 del vigente Contratto Collettivo regionale per il personale con qualifica dirigenziale dell'Amministrazione Regionale e degli Enti strumentali; le risorse di cui al comma 42 del medesimo art. 7 possono essere utilizzate, nelle more del trasferimento ai Comuni delle competenze dei consorzi industriali di cui alla tabella F -parte prima, allegata alla predetta legge regionale n. 3 del 2008, anche per spese di funzionamento." (114)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Al comma 8 è aggiunto il seguente periodo: "Il termine previsto dall'articolo 58, comma 1, punto 2, della Legge regionale n. 11 del 2006 è prorogato per l'anno 2009 al 30 giugno. (40)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 16 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

comma 16 bis: per l'anno 2009 la dotazione del fondo unico per l'università diffusa nel territorio- art. 12,comma 1, lett. A), L.R. 21 aprile 2005, n. 7 e art. 8, comma 1, lett. M), L.R. 24 febbraio 2006, n. 1 e art. 23, comma 3, L.R. 11 maggio 2006, n. 4 art. 1, comma 7 e art. 27, comma 2, lettera i), L.R. 29 maggio 2007, n. 2, art. 1 comma 6 e art. 4 comma 1, lett. c), L.R. 5marzo 2008, n. 3- è pari ad euro 8.000.000.

Alla relativa spesa si fa fronte con corrispondente riduzione del FNOL. (6)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 17 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

Art, 17 bis: le parole "e prioritariamente per superare le carenze delle competenze in materie tecno-scientifiche", di cui alla lettera b), comma 1, art. 4 della L.R. 5 marzo 2008, n.3 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione-Legge Finanziaria 2008), sono soppresse. (7)

Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 19 dell'art. 1 è inserito il seguente:

"19 bis. Per l'esercizio delle funzioni di indirizzo politico, di controllo e di vigilanza sull'attività degli organi di governo e sull'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale e i suoi organi accedono al sistema informatico regionale di contabilità. L'Assessore al bilancio cura che tale diritto venga di fatto esercitato". (115)

Emendamento aggiuntivo Cuccu - Sabatini - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Dopo il comma 21 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Le parole "e prioritariamente per superare le carenze delle competenze in materie tecnico -scientifiche", di cui alla lettera b), comma 1, articolo 4 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008), sono soppresse. (23)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Cucca - Cuccu.

Articolo 1

Al comma 21 è aggiunto il seguente:

21 bis. Ai fini del rispetto dell'art. 76 del D.L. 112/2008, convertito nella Legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali Territoriali, non considerano tali, le spese di personale qualora le stesse vengano finanziate da trasferimenti regionali, quelle sostenute per:

i rapporti di lavoro a tempo determinato

i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;

la somministrazione di lavoro;

il personale di cui all'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. (31)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Cucca - Cuccu.

Articolo 1

Al comma 21 è aggiunto il seguente:

21 bis. Le Province e i Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, dal meccanismo di calcolo previsto dall'art. 77 bis della Legge 133/2008, devono escludere, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi 2009/2011 le seguenti voci: risorse provenienti dalla Regione e relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute per l'attuazione delle ordinanze emanate a seguito di dichiarazione di stato di calamità o di emergenza;

pagamenti di spese in conto capitale (spese titolo II in termini di cassa) finanziati da risorse provenienti dalla Regione. (32)

Emendamento aggiuntivo Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Le Province e i Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, dal meccanismo di calcolo previsto dall'art. 77 bis della Legge 133/2008, devono escludere, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi 2009/2011 le seguenti voci: risorse provenienti dalla Regione e relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute per l'attuazione delle ordinanze emanate a seguito di dichiarazione di stato di calamità o di emergenza, pagamenti di spese in conto capitale (spese titolo II in termini di cassa) finanziati da risorse provenienti dalla Regione. (19)

Emendamento aggiuntivo Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Ai fini del rispetto dell'art. 76 del D.L. 112/2008, convertito nella Legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali Territoriali, non considerano tali, le spese di personale qualora le stesse vengano finanziate da trasferimenti regionali, quelle sostenute per: i rapporti di lavoro a tempo determinato, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, la somministrazione di lavoro, il personale di cui all'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. (21)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Mulas - Fois - Vargiu - Floris Mario.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'art. 1 sono aggiunti i commi 25 bis e 25 ter:

25 bis. Ai fini dell'applicazione della norma contenuta nell'articolo 76 del Decreto legge 112/2008, così come convertito nella legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali non computano le spese relative ai rapporti di lavoro a tempo determinato, i rapporti di collaborazione, la somministrazione di lavoro, il personale assunto ai sensi dell'art. 110 del Testo unico 267/200, qualora le risorse per farvi fronte siano specificamente assegnate per tali finalità dalla regione.

25 ter. Le province ed i comuni assoggettati al rispetto del patto di stabilità interno, devono escludere dal meccanismo di calcolo, così come determinato dall'articolo 77 bis della legge 133/2008, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi riferiti al triennio 2009/2011, i pagamenti di spese in conto capitale finanziati con risorse assegnate dalla Regione; (124)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio.

Articolo 1

Al comma 26, lett. A) è aggiunto:

"Alla riserva finanziaria del 3% per le funzioni associate dei comuni, si applicano i requisiti ed i criteri di riparto di cui alla legge regionale 12 del 2005". (56)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Contu Mariano - Piras - Stochino - Tocco.

Articolo 1

Dopo il comma 26 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

"26 bis. A decorrere dall'anno 2009 una quota pari al 3 per cento del Fondo unico, di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), da destinare a favore delle province, è finalizzata al perseguimento degli obiettivi di cui agli articoli 11, 19, 24, 25, 26, 28, 33, 34, 35, 36 e 39 legge regionale n. 17 del 1999 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)." (2)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Contu Mariano - Piras - Stochino - Tocco.

Articolo 1

Dopo il comma 26 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

"26 ter. A decorrere dall'anno 2009 una quota pari al 2 per cento del Fondo unico, di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), da destinare a favore delle province, è finalizzata all'attuazione della legge regionale 1° giugno 1999, n. 21, per la qualificazione e rideterminazione degli organici delle strutture antinsetti provinciali. (3)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 29 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

29 bis. Ai fini della determinazione del saldo relativo al patto di stabilità degli Enti locali della Sardegna, gli stessi Enti escludono le spese in conto capitale e le corrispondenti entrate relative a programmi finanziati con risorse trasferite, a qualsiasi titolo, dalla Regione Autonoma della Sardegna. I trasferimenti di cui sopra sono conteggiati, al momento del pagamento, dalla Regione Autonoma della Sardegna ai fini del patto di stabilità di competenza. (57)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 29 è inserito il seguente:

29 bis. I comuni capofila non conteggiano ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità le risorse regionali agli stessi assegnate nell'ambito del programma PLUS (Piano locale unitario dei servizi)." (58)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Meloni Valerio.

Articolo 1

All'art. 1 dopo il comma 32 è aggiunto il seguente :

32 bis. Per il rifacimento della condotta adduttrice principale nord del sistema irriguo della Nurra, è autorizzata a favore del Consorzio di Bonifica della Nurra la spesa complessiva di Euro 12.000.000, in ragione di euro 1.000.000 per l'anno 2009, di euro 2.000.000 per l'anno 2010 e di euro 4.500.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012 (UPB S 07.07.004 )

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S 07.07.004 Interventi per lo sviluppo e la razionalizzazione del sistema idrico .

Anno 2009 euro 1.000.000

Anno 2010 euro 2.000.000

Anno 2011 euro 4.500.000

Anno 2012 euro 4.500.000

In diminuzione

UPB S 08.01.003 FNOL Investimenti

Anno 2009 euro 1.000.000

Anno 2010 euro 2.000.000

Anno 2011 euro 4.500.000

Anno 2012 euro 4.500.000

Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della tabella B allegata alla legge Finanziaria. (59)

Emendamento aggiuntivo Cuccu - Cucca - Sabatini - Moriconi - Meloni Valerio.

Articolo 1

Dopo il comma 37 è aggiunto il seguente comma:

37 bis. Per completare la classificazione del personale Agenti, Assistenti ed Ispettori prevista dal CCRL 1998-2001 e per la completa attuazione da quanto previsto dall'articolo 15 comma 6 della Legge Regionale n. 7 del 21 aprile 2005 vengono stanziati a favore della contrattazione collettiva € 1.200.000,00 per l'anno 2009 ed € 1.500.000,00. per l'anno 2010.

Agli oneri derivanti dall'Applicazione della presente disposizione si provvede con gli stanziamenti previsti nella UPB S01.02.003. (61)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 39 è inserito il seguente comma:

39 bis. Al fine di portare a compimento il processo di gara per la continuità territoriale con l'isola dell'Asinara sono stanziati euro 800000 aggiuntivi all'UPB S07.06.001 sc07.0611. (62)

Emendamento aggiuntivo Capelli - Oppi - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Meloni Francesco - Fois - Mula - Cossa.

Articolo 1

Dopo il comma 39, adde i seguenti commi:

39 bis. All'atto dell'approvazione del provvedimento annuale di riparto dei fondi di cui all'articolo 26 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, la Giunta regionale determina l'entità annua presumibile della spesa per il pagamento delle attività di cui ai contratti previsti all'art. 8 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, di ciascuna A.S.L. locale ed attribuisce il relativo finanziamento:

a) in termini di competenza alla singola A.S.L. per l'iscrizione di bilancio;

b) in termini di cassa ad un'A.S.L., sia per la quota di finanziamento di propria competenza sia per le quote relative alle altre A.S.L., individuata quale capofila competente a gestire in forma unitaria i rapporti economici relativi all'erogazione dell'assistenza di cui ai contratti richiamati al comma 1 che precede.

39 ter. La disposizione di cui al comma 41 che precede diventa efficace a seguito della sottoscrizione di un protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali di categoria avente ad oggetto la disciplina ed i limiti entro i quali opera la centralizzazione dei pagamenti di cui trattasi. In detto protocollo deve essere previsto che la presentazione di richieste di rimborso indebite comporta la decadenza della struttura convenzionata responsabile dal beneficio della centralizzazione dei pagamenti. Sono fatte salve le funzioni di controllo delle A.S.L. (111)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Barracciu - Porcu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 44 è aggiunto il seguente:

44 bis. E' autorizzata nell'anno 2009, la spesa di Euro 640.000 per il completamento delle operazioni di chiusura e di rendicontazione del Programma Leader 2000 2006 UPBS 01.04.002. La ripartizione, a favore degli otto Gal operanti, è effettuata dall'Assessorato regionale della Programmazione

Copertura finanziaria

In aumento

UPBS 01.04.002 CAP EURO 640.000

In diminuzione

FNOL EURO 640.000 (63)

Emendamento aggiuntivo Espa - Bruno - Barracciu - Porcu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 45 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:

45 bis. Presso la Presidenza della Regione è istituita la "Direzione generale della Protezione Civile della Regione Sardegna" la quale esercita le funzioni che il comma 1, lettera a) dell'articolo 108 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, conferisce alle regioni e coordina le attività di protezione civile delle strutture della Regione, delle Province, dei Comuni e delle associazioni di volontariato.

Gli indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale dei programmi di previsione e prevenzione e per l'attuazione degli interventi urgenti in caso di calamità e di quelli necessari a garantire il ritorno alle normali condizioni di vita sono emanati con decreto del Presidente della Regione.

Alla suddetta Direzione è inizialmente assegnato tutto il personale del Servizio Protezione civile e antincendio.

Per la prima costituzione degli Uffici è consentita la mobilità da altre Direzioni, Enti e Agenzie Regionali.

Entro 3 mesi dalla pubblicazione della presente legge , viene definita la dotazione organica della Direzione generale e nei successivi 3 mesi vengono attivate le procedure concorsuali necessarie per il suo completamento . (66)

Emendamento aggiuntivo Manca - Sabatini - Meloni Valerio - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Moriconi - Caria - Lotto - Bruno - Cucca.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'art. 1 è aggiunto il seguente:

"46 bis. Per l'attuazione di un piano di assunzioni di personale dirigente presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna (I.Z.S.) è autorizzata per l'anno 2009 la spesa di euro 400.000 (UPB S05.02.001).

Copertura finanziaria

in aumento

UPB S05.02.001 - Istituto zooprofilattico e osservatorio veterinario - Parte corrente

Anno 2009 400.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

In diminuzione

UPB S08.01.002 - FNOL CORRENTE

Anno 2009 400.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

mediante corrispondente riduzione della voce 1 di cui alla tabella A allegata del disegno di legge finanziaria. (33)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario Dopo il comma 46 è introdotto il seguente

46 bis. L'articolo 6 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 e così modificato:

Dopo il comma 17 è aggiunto il seguente:

17 bis. Le posizioni di livello dirigenziale dell'Ufficio Autorità di Gestione Comune del Programma operativo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo, qualora non sia possibile reperire all'interno dell'Amministrazione dirigenti in possesso dei requisiti richiesti per il raggiungimento degli obiettivi assegnati al medesimo Ufficio, possono essere attribuite:

1) a dirigenti di altre Amministrazioni o Enti pubblici, secondo quanto previsto dall'articolo 20, comma 11, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4;

2) a funzionari dell'Amministrazione regionale appartenenti alla categoria D, anche oltre il limite numerico di cui all'articolo 20, comma 11, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 come modificato dal comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2, nonché a funzionari di altre Amministrazioni o Enti pubblici in possesso dei requisiti per l'accesso alla qualifica dirigenziale e delle competenze professionali necessarie ad assolvere agli specifici compiti attribuiti all'Ufficio dell'Autorità di Gestione; l'incarico è strettamente temporaneo e la sua durata è commisurata a quella del Programma operativo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo. (42)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'art. 1 è aggiunto il seguente:

" 46 bis. Per le finalità di cui all'art. 16, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 e s.m.i, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 1000.000 per la prosecuzione del programma "Sardegna speaks English" finalizzato alla conoscenza della lingua inglese (UPB S01.04.002)"

in aumento

UPB SO 1.04.002

Anno 2009 1.000.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S01.04.002

Anno 2009 1.000.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012 (43)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

46 bis. E' autorizzata l'erogazione di contributi finanziari ai Comuni al fine del pagamento degli oneri derivati da sentenze della Magistratura relative a contenziosi per espropri di aree per causa di pubblica utilità. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore al bilancio e alla programmazione, entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, definisce l'entità del contributo e i criteri per l'assegnazione. Per la predetta finalità sono stanziati euro 20.000.000.

Copertura finanziaria

FNOL - Investimenti. (65)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Cuccu - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Dopo il comma 46 è aggiunto il seguente comma:

46 bis. "Nei Comuni capoluogo di Provincia di nuova istituzione, e nelle more di emanazione di apposita normativa regionale di riordino dell'ordinamento delle autonomie locali, non si procederà, anche nel caso in cui la segreteria si renda vacante, alla riclassificazione della sede ai fini della nomina del segretario comunale. Ai Comuni continuerà pertanto ad applicarsi la disciplina attualmente vigente, sulla base della classe di appartenenza per popolazione, o della classificazione posseduta al momento dell'istituzione del capoluogo di Provincia. (67)

Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 46 è inserito il seguente:

"46 bis. Al comma 5 bis dell'art. 20 della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura) sono soppresse le parole: ", su presentazione di fideiussione bancaria o di polizza fideiussoria assicurativa, di importo corrispondente,". (116)

Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Uras - Sechi.

Articolo 1

All'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis

Le dotazioni organiche dell'Ente foreste, categoria quadri, area tecnica, amministrativa e amministrativa contabile sono incrementate di 10 unità. In deroga all'articolo 54 della L.R. 31/1998 i posti vacanti in relazione al predetto incremento sono coperte con gli idonei del corso - concorso di cui alla deliberazione dell'Ente foreste 41 del 17 maggio 2006 di approvazione dei relativi bandi. Gli oneri derivanti dalla applicazione della presente norma sono a carico del Bilancio dell'Ente nell'ambito degli stanziamenti disponibili per le retribuzioni del personale. (101)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis - Sabatini - Diana Giampaolo - Porcu - Lotto - Sechi - Barracciu.

Articolo 1

Dopo l'articolo l è aggiunto il seguente articolo 1 bis:

Il personale dipendente delle imprese private che, alla data del 31 dicembre 2005, risultava adibito ai servizi idrici di potabilizzazione e depurazione nel territorio regionale, ferma restando la risoluzione del rapporto di lavoro è trasferito al gestore affidatario del servizio idrico integrato (Abbanoa spa) nel numero e secondo le qualifiche formalmente certificati, con le medesime modalità di cui all'articolo 173 del Dlgs 152/2006. La predetta disposizione si applica inoltre al personale che sia stato assunto, entro il 31 dicembre 2006, da imprese affidatane della gestione di nuovi impianti realizzati successivamente al 31 dicembre 2005. La predetta disposizione integra l'articolo 1 della L.R. 10 del 2005.

L'Agenzia Laore Sardegna è autorizzata ad inquadrare secondo le modalità concorsuali per soli titoli previste dall'art. 52, comma 1, lettera a) della Legge Regionale 31/98, il personale dipendente della Associazione Regionale Allevatori della Sardegna in servizio alla data del 31 Dicembre 2006. Il predetto personale può essere inquadrato, anche in sovranumero, se in possesso del requisito di 5 anni di attività lavorativa svolta presso i servizi di assistenza tecnica a favore degli allevatori della Sardegna, ivi compresa quella di laboratorio e amministrazione. All'atto dell'inquadramento è riconosciuta ai fini giuridici, economici e previdenziali l'anzianità di servizio maturata nel corso della citata attività lavorativa.

Per assicurare la continuità nelle attività dei beni culturali e delle biblioteche e archivi degli enti locali la Giunta regionale provvede alla approvazione di apposite specifiche norme per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori, anche soci di cooperative, oggetto delle previsioni di cui all'art. 2 della L.R. 17/2008.

Per assicurare la continuità delle attività del servizio beni culturali, i soggetti già impegnati in lavori socialmente utili, nell'ambito di progetti regionali e interregionali, e che tuttora prestino la loro attività, da almeno cinque anni, presso l'assessorato competente in materia di beni culturali, possono essere inquadrati a domanda nell'amministrazione regionale, purché in possesso dei requisiti posseduti per l'accesso alle categorie del personale regionale. Le domande devono essere presentate entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge con corrispondente incremento della dotazione organica. Gli oneri derivanti dalla presente disposizione, sono quantificati in euro 350.000 per l'anno 2009 (UPB S01.02.001)

Sono inoltre inquadrati nelle rispettive amministrazioni il personale già impiegato, in forme atipiche e flessibili, nelle attività di prelievo e analisi delle acque anche attraverso le procedure di cui all'articolo 52, comma 1, lettera b della L.R. 31/98, ed il personale impiegato per l'attuazione del progetto "Sfera" con le procedure di stabilizzazione di cui all'articolo 36 della legge 29 maggio 2007, n.2, purché in possesso, all'atto della approvazione della presente legge, del requisito dei 30 mesi, anche non continuativi, di attività negli ultimi cinque anni. Gli oneri relativi sono a carico dei bilanci delle rispettive amministrazioni stanziati per salari e stipendi per l'anno 2009 e successivi.

Sono confermate per un ulteriore triennio le disposizioni contenute nell'articolo 36 della L.R. 2/2007 per la predisposizione di un piano pluriennale per la stabilizzazione dei lavoratori precari del sistema pubblico regionale. A tal fine provvedono, in modo analogo e autonomamente, gli Enti e le Agenzie regionali che sono autorizzate a valutare i periodi di servizio maturati nelle strutture soppresse le cui competenze e/o il personale sia stato trasferito, in relazione a processi di riforma. Nei predetti periodi di servizio sono valutati anche quelli sostenuti da borse di studio o ricerca. Sono confermate altresì le analoghe disposizioni del piano sanitario regionale - piano per il superamento del lavoro precario 2007/2011 di cui alla deliberazione n. 22/31 del 7.6.2007, al fine di consentire l'integrazione delle stabilizzazioni previste, anche attraverso una verifica delle possibilità di incremento delle dotazioni organiche delle relative aziende.

A completamento delle azioni di stabilizzazione dei lavoratori precari nel sistema regionale, sono inquadrati a domanda presso la competente amministrazione sanitaria il personale precario assunto con contratto di lavoro a termine, o con forme contrattuali flessibili, atipiche o libero professionali, già impiegati nelle attività del laboratorio delle malattie metaboliche del bambino - Ospedale Microcitemico - purché in possesso, all'atto della approvazione della presente legge, del requisito dei 30 mesi di attività anche non continuativi negli ultimi cinque anni . Gli oneri relativi sono a carico del bilancio della amministrazione competente nell'ambito degli stanziamenti per salari e stipendi per l'anno 2009 e successivi. E' altresì inquadrato con le medesime modalità il personale precario, in possesso degli stessi requisiti, che operi presso i laboratori di analisi delle aziende sanitarie e ospedaliere.

I lavoratori di cui all'articolo 32, comma 21 della L.R. 29 maggio 2007, n.2, che abbiano sostenuto, risultando idonei, pubbliche selezioni concorsuali possono essere inquadrati nei ruoli delle rispettive amministrazioni sanitarie anche in sovranumero. A tal fine, con specifico provvedimento dell'amministrazione regionale, è assegnato su richiesta delle competente Azienda sanitaria un contributo incentivante finalizzato alla assunzione nella misura prevista per la stabilizzazione dei L.S.U., a valere sui fondi in conto residui, di cui alla lettera b), dell'articolo 6, della legge regionale 18 febbraio 2008 n. 2.

I lavoratori assunti con contratti a termine, flessibili o atipici, che abbiano prestato servizio, anche non continuativo, presso amministrazioni dello Stato, della Regione e degli Enti pubblici locali e settoriali in Sardegna per almeno trenta mesi, possono essere assunti con contratti a tempo indeterminato presso le Amministrazioni regionali e degli Enti pubblici locali, qualora abbiano superato selezioni pubbliche di tipo concorsuale e previa verifica della necessaria copertura finanziaria a carico dell'Ente procedente. A tal fine i predetti lavoratori sono iscritti in liste speciali della Provincia di residenza, avuto riguardo alle qualifiche professionali possedute, alla durata del servizio prestato, ai carichi familiari e al reddito. E' confermato il limite per le amministrazioni regionali di procedere alle stabilizzazioni occupazionali di cui alla presente norma nella misura massima del 50% delle disponibilità in organico. (102)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Diana Giampaolo - Salis.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis :

La Regione, in relazione ai necessari interventi di riordino in materia di personale, con specifico riferimento alle situazioni di anomalia normativa e contrattuale riscontrate nel sistema delle amministrazioni regionali, determinate dai rilevanti mutamenti delle disposizioni in materia di lavoro conseguenti al processo di riforma del pubblico impiego, provvede ai necessari provvedimenti ricognitivi e alla approvazione dei conseguenti atti amministrativi e disegni di legge.

Tale procedura è finalizzata al superamento di ogni possibile contenzioso e dei conseguenti eventuali danni derivanti alla Regione dal permanere delle predette anomalie nell'ordinamento. (103)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis - Diana Giampaolo - Capelli.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis:

"La Giunta regionale provvede alla ricognizione delle situazioni di anomalia normativa e contrattuale esistenti all'interno delle amministrazioni regionali a seguito dei mutamenti intervenuti nella disciplina del pubblico impiego e adotta i provvedimenti amministrativi e predispone i disegni di legge necessari al riordino della materia e a contenere il contenzioso in un'ottica di omogeneizzazione dei trattamenti e razionalizzazione degli istituti normativi". (107)

Emendamento all'emendamento numero 107 aggiuntivo Mario Diana - Uras - Capelli - Salis - Sanna Giacomo.

Articolo 1

Alla fine dell'emendamento sono aggiunti i seguenti commi:

1. l'Amministrazione regionale, a far data dall'entrata in vigore della presente legge, subentra ai soggetti di cui all'articolo 1 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37 nei rapporti giuridici ed economici con il personale di cui all'articolo 5 della medesima legge.

2. Al predetto personale che è inquadrato, anche in sovrannumero, nel ruolo unico regionale e immediatamente assegnato agli uffici, si applica il contratto di lavoro collettivo per i dipendenti del comparto dell'Amministrazione regionale e degli Enti strumentali della Regione. Al medesimo personale è riconosciuto per intero: a) il maturato economico in godimento che è mantenuto con assegno ad personam non riassorbibile; b) il servizio precedentemente prestato presso i citati soggetti di cui all'articolo 1 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37, ai fini previdenziali, economici e giuridici.

3. Al personale di cui ai commi precedenti che entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge sia collocato in quiescenza a richiesta, sono corrisposti gli incentivi nella misura prevista dal comma 2 dell'articolo 19 della legge regionale 11 maggio 2006, numero 4; al medesimo personale che sia comunque collocato in quiescenza entro 60 giorni, è riconosciuta una indennità pari a cinque mensilità della retribuzione in godimento, escluso il salario accessorio.

4. Sono abrogati gli articoli 5 e 6 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37.

5. Prima del comma 1, dell'articolo 3 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37 è aggiunto il seguente comma:

"01. Al personale comandato ai sensi dell'articolo 2, è riconosciuto il trattamento economico previsto dai commi 4 e 5 dell'articolo 28 della legge regionale 26 agosto 1988 numero 32. L'indennità è calcolata nella misura e con le modalità previste per il personale di cui alla lett. e) del comma 1 dell'articolo 27 della medesima legge." (141)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente articolo 1 bis

Ai fini della accelerazione della spesa e il superamento delle situazioni di maggiore emergenza operativa delle strutture regionali è istituita, presso l'assessorato competente in materia di Personale, una lista speciale di personale regionale, degli enti e delle agenzie della Regione, dal quale attingere per incarichi d'urgenza, a termine e con l'indicazione degli specifici obiettivi. Al personale di tale lista, che di norma svolge il proprio servizio nella struttura di appartenenza, all'atto dell'affidamento del predetto incarico è attribuita una indennità aggiuntiva pari a quella riconosciuta al personale degli uffici di gabinetto della Giunta. Gli interventi e gli incarichi relativi sono attribuiti con deliberazione motivata della Giunta regionale su proposta dell'Assessore degli Affari generali e Personale d'intesa con l'Assessore del Bilancio. (113).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Non devo parlare.

PRESIDENTE. Risultava iscritto.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, entriamo nel vivo della sessione finanziaria con la discussione della legge finanziaria e in particolare dell'articolo 1. Credo che sia importante, entrando appunto nella discussione della finanziaria, ricordare che questa discussione avviene in quella che noi consideriamo una situazione di grande anomalia; anomalia dettata dal fatto che la Giunta, e in particolare il Presidente della Regione, ha deciso di non informare quest'Aula circa le conseguenze dello spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila.

Credo, quindi, che sia importante ricordare, proprio in apertura della discussione dell'articolo 1, che quel fatto, quell'avvenimento è, a tutti gli effetti, parte della discussione della legge finanziaria, è parte della discussione che riguarda l'emergenza, la crisi e anche le prospettive economiche e sociali non solo di La Maddalena, ma della regione tutta. Ieri, alcuni consiglieri, devo dire purtroppo con l'assenza della Giunta regionale, compresi quindi gli Assessori della Gallura, hanno scelto di dedicare una giornata a una presa d'atto, a una ricognizione sul campo della situazione in cui si ritrova, oggi, La Maddalena. Abbiamo avvertito molta preoccupazione. C'è stata un'affollatissima assemblea, in piazza, che non riguardava soltanto le opere che sono ancora in corso e che probabilmente verranno completate nell'arco di trenta giorni, ma riguardava in misura molto maggiore tutta quella massa di investimenti fatti da privati, che intorno a quell'evento avevano deciso di scommettere per il rilancio di La Maddalena, e il nuovo percorso che deve affrontare quella comunità per affrancarsi dalla dipendenza dalla presenza militare negli ultimi due secoli. Si tratta di investimenti copiosi, di contratti relativi, per esempio, a servizi di catering che adesso vengono meno o della prenotazione, per le varie delegazioni internazionali, di stanze d'albergo che rimarranno vuote per un lungo periodo, anziché portare ricadute e contribuire al rilancio di quella comunità.

Noi continuiamo a ritenere che quanto accaduto sia un fatto grave; certamente getta un'ombra sulla discussione di questa finanziaria, getta un'ombra anche nei rapporti tra maggioranza e minoranza. Credo sia grave che si sia fatto rinvio a causa di nuovi incontri, dimenticando che è nelle piene prerogative del Presidente della Regione avvalersi dell'articolo 47 dello Statuto. Certamente, riteniamo che il Presidente della Regione, prima di subire o accettare una decisione, avrebbe fatto bene a far sentire la propria voce nel Consiglio dei Ministri, così come prevede il nostro Statuto. A La Maddalena è avvenuto un vero e proprio terremoto sociale e culturale…

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, mi scusi, ma stiamo discutendo dell'articolo 1 della finanziaria, per cui la inviterei ad attenersi all'argomento all'ordine del giorno. Grazie.

PORCU (P.D.). Non si preoccupi, Presidente, ci arrivo.

PRESIDENTE. Mi preoccupo, grazie.

PORCU (P.D.). Quindi riteniamo che il fatto che questa discussione sia stata spostata e allontanata renda più difficile questo lavoro, e getti un'ombra anche sul nostro lavoro di questa giornata.

Entro nel merito, Presidente, dell'articolo 1 per ricordare che questo è un articolo che segna il ritorno dei mutui all'interno della programmazione della Regione. Segna un ritorno dei mutui non in funzione di una spesa che riteniamo possibile, ma semplicemente per una scelta ideologica, quella di contrapporre la contrazione di mutui, contrazione che avevate promesso, alla rivendicazione giusta e sacrosanta sul nuovo livello delle entrate a regime dal 2010. Anche la risoluzione che abbiamo approvato e che riguarda il DAPEF conferma che, oggi, l'autorizzazione a nuovi mutui è semplicemente una presa di posizione ideologica, perché proprio la risoluzione su cui ha dato il via libera la Giunta conferma che, senza una rivisitazione del Patto di stabilità, quelle somme non potranno essere spese. Sarà possibile spendere poco più del 50 per cento di questo bilancio, certamente non sarà possibile spendere l'intera cifra di 8 miliardi e 300 milioni, a meno di non toccare, minimamente, la massa dei residui, che è di 7 miliardi e 200 milioni. E quindi, tra la scelta di un bilancio che poteva essere anche una rivendicazione verso lo Stato di un diritto sancito dalla riforma del Titolo III dello Statuto, che noi avevamo inserito nella proposta di finanziaria licenziata a ottobre, e la scelta di ridimensionare e riportare il bilancio all'interno di quelli che sono i vincoli del Patto di stabilità, la Giunta e la maggioranza hanno scelto una terza strada, un ibrido, sapendo, nel momento in cui chiede l'autorizzazione alla contrazione di nuovi mutui per 1 miliardo e 213 milioni, che quelle somme mai potranno essere effettivamente utilizzate e mai quei mutui potranno essere effettivamente accesi. Quindi riteniamo che questo sia un fatto grave. E' una scelta che non condividiamo, rispetto alla quale, nel corso della discussione degli emendamenti, ribadiremo la nostra contrarietà.

Questo è anche l'articolo che pone, attraverso una serie di emendamenti, le conseguenze di quel Patto di stabilità non solo per la Regione, ma anche per gli enti locali, perché il rischio, nel momento in cui il Patto di stabilità della Regione… Presidente, le chiedo la cortesia di poter parlare in un'aula in cui ci sia meno brusio.

Le conseguenze di quel Patto di stabilità interno che vincola la spesa della Regione alla spesa storica, si riverberano, si trasmettono anche ai comuni. Pensiamo a tutta la partita del fondo unico, grazie al quale in questi anni sono cresciuti i trasferimenti agli enti locali; ma quei trasferimenti, che fanno già parte, a tutti gli effetti, del vincolo che subisce la Regione, nel momento in cui vengono assegnati agli enti locali vengono riconteggiati e nell'essere riconteggiati influenzano il Patto di stabilità per gli enti locali. Quindi abbiamo un doppio stop, un doppio rallentamento della spesa, e io credo che sia importante che non si aspetti la rinegoziazione complessiva del Patto di stabilità con lo Stato, ma che la Regione faccia valere la sua competenza primaria in materia di ordinamento degli enti locali e approfitti degli emendamenti che sono stati presentati - sono sei, probabilmente ce n'è qualcuno che li racchiude tutti - dalla maggioranza e dalla minoranza.

Io credo che sia importante che la Giunta da oggi, senza porre tempo al tempo, si avvalga delle proprie competenze e scelga di sbloccare la situazione per quanto riguarda il personale assunto dai comuni, legato a funzioni o finalità assegnate dalla Regione, e gli investimenti che essi fanno con risorse trasferite dalla Regione. Crediamo che quelle somme vadano sottratte ai vincoli del Patto di stabilità.

Sarebbe importante che la Giunta, anche se in Commissione non ha chiarito il suo parere, desse parere favorevole, e noi sosterremo quella scelta, la sosterremo, Assessore, anche nel caso in cui ci obbligasse a un contenzioso con lo Stato, perché crediamo che la nostra autonomia vada esercitata e vada esercitata per intero. Dobbiamo avere il coraggio, anche attraverso atti normativi, di chiarire i confini e le competenze della nostra Regione. Quindi noi vi sosterremo nel caso voi, oggi, decidiate di modificare il vincolo del Patto di stabilità per gli enti locali per quanto riguarda tutte quelle competenze e quegli investimenti che vengono fatti con risorse trasferite dalla Regione.

C'è un altro tema importante nell'articolo 1, ed è il fondo unico. Sul fondo unico possiamo discutere, interverranno altri colleghi che su questo argomento hanno competenze certamente superiori alle mie, però c'è una tendenza che vogliamo denunciare, che abbiamo richiamato anche nella discussione in Aula e in Commissione, perché questo fondo deve rimanere un fondo non vincolato, non limitato. Noi abbiamo fatto una grande scelta di federalismo interno, accorpando all'interno del fondo unico una serie di competenze trasferite da singole leggi di settore, che costringevano i comuni a una quantità elevatissima di rendicontazioni, circa tredici rendicontazioni diverse. Abbiamo cancellato quelle rendicontazioni con una riforma coraggiosa fatta nella scorsa legislatura, abbiamo assegnato agli enti locali in via definitiva le competenze su una serie di materie che riguardano il sociale, l'assistenza, i lavori pubblici, e riteniamo che quel fondo debba continuare a rimanere indistinto e non vincolato. In questa legge finanziaria, purtroppo, si inaugura la tendenza opposta, per esempio, nella tabella E, vengono vincolati 110 milioni di euro per gli investimenti. Anche su questo chiediamo una risposta e vari emendamenti da noi presentati la danno.

Per ultimo, crediamo che i comuni, lo richiamiamo in particolare con l'emendamento numero 53, soppressivo del comma 25, non debbano essere sottoposti a vincoli e adempimenti che sono già disponibili nelle banche dati. Quindi queste sono le nostre richieste, sulle quali ci auguriamo che si sviluppi la discussione e la Giunta possa darci delle risposte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, l'articolo 1 è un grande contenitore, un articolo omnibus, un calderone dove c'è tanto: sicuramente è utile per definire la finanziaria "snella" e con pochi articoli, ma, se andiamo a vedere, le materie trattate sono parecchie e ciascuna di esse avrebbe meritato sicuramente un articolo dedicato.

L'articolo 1 tratta di entrate, autorizzazione alla contrazione di mutui, copertura del disavanzo, analisi e ricognizione dei residui, attività istituzionale (che vuol dire tanto), enti locali, personale, istruzione, consorzi industriali. Insomma, le materie trattate dall'articolo 1 sono una miriade; è un grande calderone all'interno del quale c'è di tutto. Vale la pena, comunque, di soffermarsi su alcune questioni. Io penso che, ad esempio, le questioni del personale - personale della Regione e non solo - meritino particolare attenzione. Assessore, le risorse destinate al rinnovo del contratto sono, a mio avviso, insufficienti. Noi abbiamo presentato un emendamento - non ci inventiamo nulla, non prendiamo nulla - che riprende risorse che anche voi avevate previsto di stanziare, attraverso emendamenti, nella passata finanziaria. E sul personale regionale abbiamo anche presentato un emendamento che tende a distinguere un po' i comparti. Con la riforma della pubblica amministrazione, che è iniziata negli anni Novanta, si è stabilito un percorso di crescita professionale che ha interessato centinaia di migliaia di dipendenti pubblici appartenenti alla cosiddetta area della vigilanza. Per questa categoria di personale, che riguarda vigili urbani, polizia locale, corpi forestali regionali, si è realizzata una riforma che ha definito nuove competenze; è un percorso che hanno seguito tutte le Regioni a Statuto speciale, tra cui la Regione Sardegna, che ha recepito la riforma con la legge numero 31 e nei successivi accordi contrattuali. Per quanto riguarda, invece, il personale del Corpo forestale questo non è avvenuto. Io ricordo che il personale del Corpo forestale viene reclutato attraverso prove concorsuali che sono previste dalla legge numero 26 del 1985 (la riforma di questa legge era in corso, ma nella passata legislatura c'è stato un intoppo); viene reclutato dopo un apposito corso nelle scuole del Corpo forestale e con una prova finale viene sottoposto a specifiche verifiche. Il Consiglio regionale, con la legge numero 7 del 2005, ha previsto mansioni da affidare agli agenti, agli assistenti o agli ispettorati, ricondotte tutte al diploma di scuola media superiore. La conseguenza contrattuale di questa imposizione sarebbe che tutto questo personale fosse inquadrato nella categoria C, invece il personale del Corpo forestale è inquadrato nella categoria B, anche con mansioni che non vengono ben specificate e che non trovano la loro esplicazione nel calderone unico che è la contrattazione che riguarda il personale regionale.

Quello della riclassificazione del personale del Corpo forestale è un problema che non può, quindi, trovare soluzione al tavolo della trattativa, in quanto le risorse che vengono stanziate non consentono alcun margine in questa direzione. Noi riteniamo, pertanto, che sia necessario un apposito stanziamento che metta a disposizione, sul tavolo delle trattative, le risorse necessarie per riconoscere al personale del Corpo forestale sardo quanto viene riconosciuto nelle altre regioni a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono compiti o mansioni simili o addirittura identici a quelli svolti dai dipendenti del Corpo forestale della Regione.

Penso che meriti attenzione e che debba essere portato finalmente a soluzione anche il problema che attiene al personale dell'ARA. Noi, con la riforma degli enti in agricoltura e con l'istituzione delle tre agenzie, avevamo previsto che l'agenzia LAORE si occupasse di assistenza tecnica e abbiamo dato nobiltà anche all'assistenza tecnica in zootecnia, stabilendo che LAORE si dovesse occupare dell'assistenza tecnica sia per quanto riguarda le produzioni vegetali che per quanto riguarda le produzioni animali. Inizialmente, con la legge numero 13, avevamo previsto un percorso, che era quello della convenzione con l'ARA; ci siamo accorti, con l'andare del tempo, che la convenzione probabilmente non era adeguata, per cui abbiamo stabilito, nella finanziaria dell'anno scorso, un percorso concorsuale che portasse a dotare LAORE del personale necessario per fornire l'assistenza tecnica alle aziende zootecniche. Anche questo percorso, evidentemente, visto che il concorso non è stato espletato, probabilmente è impraticabile.

Penso che, a distanza di tre anni, sia giunto il momento di dotare la Regione Sardegna del personale necessario a garantire l'assistenza tecnica pubblica anche in zootecnia, come avviene per la produzione vegetale. Noi abbiamo presentato, all'interno di un emendamento complessivo sulle stabilizzazioni, una norma che consente questo percorso per tutto il personale dell'ARA che si occupa, per conto della Regione, ormai da vent'anni, di garantire l'assistenza tecnica sostituendosi a quelle che sono le funzioni regionali.

Altre questioni che noi pensiamo valga la pena di trattare e alle quali nell'articolo 1 penso che si possano dare risposte, sono le questioni attinenti all'istruzione. Nella finanziaria dell'anno scorso, e precisamente con l'articolo 4, comma 1, lettera b), fu autorizzata la spesa di 10 milioni per la concessione di assegni di merito per la durata dei corsi di studio, fino a un massimo di 6.000 euro, da erogarsi a favore di studenti figli di genitori residenti in Sardegna da almeno cinque anni, nuovi iscritti o frequentanti corsi di laurea, eccetera. Questi assegni di merito erano finalizzati prioritariamente al superamento delle carenze nelle competenze tecnico-scientifiche, quindi, considerato che è data priorità a chi è iscritto nelle facoltà scientifiche, mentre solo una volta esaurite le graduatorie degli scritti in queste facoltà potranno beneficiare degli assegni di merito anche gli iscritti in facoltà non scientifiche, io penso, unitamente ai colleghi firmatari di un emendamento che io stesso ho presentato, che questa priorità, non essendo supportata da ragioni obiettive, costituisca una discriminazione fra gli studenti delle facoltà universitarie scientifiche e quelli delle altre facoltà. Dato che tale impostazione lede il diritto di eguaglianza tra cittadini, nonché il diritto di libertà nella scelta dell'indirizzo di studio, con il rischio che incentivi di questo tipo spingano i nostri giovani, specie quelli appartenenti a ceti sociali meno abbienti, a compiere una scelta non rispondente alle proprie inclinazioni, perché è chiaro che per chi ha più difficoltà ad accedere all'università avere la possibilità di ricevere un assegno di merito di 6.000 euro può essere un incentivo a iscriversi a una facoltà scientifica piuttosto che a quella a lui più confacente, penso sia giunto il momento, anche alla luce di quello che è avvenuto in fase di prima applicazione, di eliminare questa discriminazione. Ho presentato, unitamente ad alcuni colleghi, degli emendamenti in tal senso.

Sono stati presentati emendamenti anche per quanto riguarda i consorzi industriali. Sui consorzi industriali noi abbiamo trovato sorprendente il comma 46 che sostituisce i liquidatori dei consorzi industriali con un collegio di liquidatori. Sorprendente perché? Perché il collegio dei liquidatori ha già esaurito in questi consorzi il proprio compito; la riforma è avviata, non vorremmo che dietro questo comma ci fosse un tentativo di revisione della riforma dei consorzi industriali attraverso un rallentamento del processo di riforma. Noi pensiamo che questo comma non abbia un'utilità pratica, che il collegio dei liquidatori abbia esaurito abbondantemente il suo compito e che, pertanto, del comma 46 possiamo tranquillamente farne a meno. Ecco, io penso che diversi siano gli argomenti che possono trovare accoglimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, onorevoli Assessori, sull'articolo 1 della manovra finanziaria è inutile stare qua a ripetere ciò che abbiamo già detto nel corso della discussione generale, concentriamoci su alcuni contenuti.

Io credo che anche il dibattito che si è aperto con gli interventi delle organizzazioni sindacali e del mondo della produzione attorno al tema dei temi, cioè il lavoro (come si salva, come si costruisce, come si crea), sia comunque un capitolo che non possiamo accantonare, neppure in questa manovra, diciamo, di tipo emergenziale, con tutti i limiti che ciascuno di noi ha voluto riconoscerle, quindi non con un atteggiamento di natura ideologica, ma prescindendo da questo, mantenendo solo le considerazioni anche tecniche o tecnico-politiche attorno alla manovra. L'avete detto voi: "Non abbiamo presentato il Programma regionale di sviluppo perché non c'era tempo. La nostra vera idea si vedrà nella manovra del 2010, pensiamo di presentarla nei termini che sono previsti dalla legge, pensiamo di poter procedere celermente, in questa fase, per garantire la spesa". Noi abbiamo detto che non stiamo qua a fare un'operazione politica ostruzionistica, tendente al conflitto permanente, anzi ci rendiamo disponibili per mantenere tempi di discussione e approvazione della manovra che consentano, comunque, alla Regione di operare, nei prossimi mesi, con quel tanto che è necessario, che serve, perché la crisi c'è, i dati ci sono, i lavoratori che perdono il posto di lavoro, che perdono la loro condizione di lavoratori dipendenti sono già presenti, visibilmente presenti, anche sotto i portici di questo Consiglio. E non sono invenzioni dell'ultimo momento. Lo dico perché molti di noi, sia della maggioranza che della minoranza, hanno partecipato alla grande manifestazione che è stata fatta nel Sulcis a difesa di quelle situazioni produttive.

Noi, Assessore, abbiamo presentato due emendamenti di spessore, che sono condivisi da tutto il centrosinistra, uno dei quali riguarda il precariato, le diverse situazioni di lavoro precario nel sistema pubblico e parapubblico che si sono prodotte in questi anni, io direi in questi decenni. E' un emendamento complesso, una norma molto articolata che ha dei pregi, che sicuramente ha bisogno di ulteriori apporti migliorativi, però chiediamo che non venga lasciata cadere, che non venga accantonata, che non venga archiviata, perché questo è un tema che riguarda noi che siamo all'opposizione, ma riguarda soprattutto voi che siete al governo, perché quei lavoratori sono nell'amministrazione regionale, negli enti locali, nel sistema allargato, nelle società che operano nei servizi essenziali, come quello della gestione dell'acqua e della depurazione. Quindi sono problemi veri, non sono invenzioni dell'opposizione.

Il secondo emendamento riguarda gli interventi in materia di lavoro. Chiedetemi pure un registro di autocritiche, sono disponibile a scriverlo e firmarlo. Io non ho paura di riconoscere gli errori che ho commesso io e anche quelli che hanno commesso altri. Rimane il fatto che, buona ultima, la Regione Sardegna, nel 2005, approva una legge che riguarda i servizi e le politiche del lavoro e l'occupazione, e l'approva dopo che l'hanno approvata tutte le altre Regioni d'Italia. Si tratta di una legge che definisce la predisposizione di un piano che si chiama Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione. Quel Piano deve essere approvato dal Consiglio regionale, ma nonostante la legge sia in vigore da quattro anni al Consiglio regionale non è mai stato presentato. E' una grave inadempienza della Regione, chiunque la governi, chiunque l'abbia governata, e quindi bisogna porvi rimedio. Con la finanziaria dell'anno scorso abbiamo approvato, senza neppure un voto contrario, lo voglio ricordare, l'articolo 6, che definisce il Piano, definisce delle procedure accelerate, definisce le dotazioni finanziarie, che, per quanto ne so io, non sono state spese, sono rimaste lì, magari sono somma interna ai residui, cosiddetti, passivi. Riusciamo a spiegare ai lavoratori perché quei residui devono rimanere ancora passivi e perché la risposta che noi possiamo dare, pur avendo le dotazioni finanziarie, pur essendoci le norme e un'elaborazione già fatta, deve essere invece rimandata? Riusciamo a spiegarlo a quelli che bussano alle porte di questa amministrazione per reclamare un diritto? Non parlo di privilegi, parlo di diritti! E parlo di diritti, in questa sede, e non di privilegi, perché c'è troppa attenzione ogni tanto, qua dentro, per i privilegi e poca attenzione per i diritti. Lo dico perché sia comprensibile a chi deve capire che dobbiamo fare qualcosa, almeno quello che abbiamo previsto, almeno quello che è scritto nelle norme, sennò le norme perché le approva questo Consiglio? E' possibile che qualche funzionario, qualche Assessore pro tempore decida che le leggi che noi approviamo siano buttate nel cestino, dimenticate, e non se ne risponda mai? Noi che dobbiamo rispondere di tutto, anche del respiro che esaliamo in quest'aula, noi che siamo categoria amorfa: i politici! E poi ci sono funzionari preposti ad attuare le leggi che, anziché attuarle, cioè porsi il problema di come realizzare una cosa che è già prevista ed è stata decisa dall'organo del popolo che può decidere, si inventano problemi. E ogni tanto vengono qua a chiedere che si modifichi la legge perché non riescono ad applicarla. Quei funzionari andrebbero licenziati, perché procurano un danno alla società.

A quattro anni dall'approvazione della legge numero 20 del 2005 e a oltre un anno dall'approvazione dell'articolo 6 della finanziaria del 2008, per avere un piano che intervenga in materia di lavoro, che spenda i soldi che ci sono, che utilizzi appieno quelle norme e quelle disposizioni, che esprima attenzione verso quel pezzo di società cosa dobbiamo fare? Ce lo dica la Giunta, ce lo dica l'Assessore. Cosa dobbiamo fare che non abbiamo ancora fatto? Io ho provato a dire che cosa dobbiamo fare. E faccio un esempio: sui servizi per il lavoro, per i quali ci sono dotazioni finanziarie e c'è una norma che parla anche di stabilizzazione, mi dicono che i funzionari delle province non sono d'accordo. Ho detto: troviamo l'accordo. E nell'emendamento che abbiamo proposto c'è il riferimento all'articolo 24 della legge numero 40 del '90, che è la forma pattizia per regolare un'attività da svolgere, per definire un provvedimento. Utilizziamo quella.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, mi sembra che dopo i tre interventi dell'opposizione l'incipit odierno non possa che essere un appello al ritorno a quello che è il clima di collaborazione che si è vissuto in Commissione. Mi sembra che dobbiamo guardare un attimino fuori dal Palazzo per capire le necessità urgenti che la Sardegna ha in questo momento, e quindi provare in qualche modo a trovare una soluzione pratica, veloce, che porti all'approvazione di questa legge finanziaria nel più breve tempo possibile. E credo che adesso più che mai sia necessario e fondamentale rimboccarsi le maniche e passare ai fatti, cioè passare materialmente a quei fatti che questa legge finanziaria può permettersi per dare risposte veloci, pratiche alla crisi che è in corso.

Siamo all'articolo 1, anche se poi in molti interventi si è inserito un po' di tutto, come se fossimo ancora in discussione generale, però credo che nell'articolo 1 vi sia un punto fondamentale, un punto importante che evidenzia la differente impostazione politica che questa maggioranza ha voluto dare a questa legge finanziaria. E credo che noi mettiamo fine alle entrate virtuali, di questo ne dobbiamo prendere atto. Questa è una nostra scelta, è la scelta che questa maggioranza porterà avanti fino alla fine. Noi non siamo d'accordo sui bilanci taroccati, l'abbiamo detto per quattro anni e mezzo in quest'Aula, ed è logico, naturale, e in qualche modo anche palese, che questa è la nostra scelta e questo è il percorso che noi vogliamo portare avanti. Tra l'altro, è stata chiara anche la Corte costituzionale quando, a suo tempo, ha dichiarato illegittimo il ricorso alle anticipazioni di entrate future.

Allora, torniamo ai mutui per gli investimenti nel settore pubblico: credo che questa sia l'unica scelta, la scelta più pratica, la scelta più veloce, la scelta più corretta che quest'Aula consiliare debba fare. Ritengo, inoltre, di grande valore la proposta scaturita dalla Commissione di predisporre, oltretutto, un'analisi dei residui passivi. Sappiamo anche, tra l'altro, che la situazione è piuttosto grave: ci sono oltre 7 milioni di euro di residui passivi al 31 dicembre 2008, l'abbiamo detto tutti, ovvero agli impegni di spesa praticamente non è mai corrisposta una capacità effettiva di spendere quei fondi ipotizzati. E quindi ritengo che sia doveroso, per tutti noi, a questo punto, fare chiarezza.

Ecco, credo che tutti questi elementi contribuiscano a radicare ancora di più quello che è il nostro giudizio positivo sulla manovra finanziaria che stiamo portando avanti e sul cambiamento radicale che noi facciamo rispetto al passato. Per carità, io sono certo convinto della bontà - è stato più volte sottolineato, il collega Uras lo ha appena detto - del famoso articolo 6, che passò a suo tempo con i voti di tutta l'Aula, cioè non tutto è da buttare, siamo perfettamente d'accordo, però la logica, la linea da seguire è quella di un rinnovo, ma soprattutto dell'urgenza di dare risposte alla Sardegna che è ferma oramai da troppi mesi.

Qualche esempio lo vorrei portare. Per esempio, nei confronti dei trasporti pubblici, la quarta Commissione ha espresso - leggo testualmente la sua posizione - la necessità di un "cambio di tendenza nella politica dei trasporti pubblici in Sardegna". L'Assessore ne è testimone e questo sarà il percorso che questa maggioranza dovrà seguire sia per gli interventi necessari a coprire gli oneri derivanti dai contratti collettivi del personale delle ex gestioni governative e del trasporto pubblico locale (credo che nel comma 35 sia abbastanza chiaro: 8 milioni di euro all'anno per risolvere questo problema) sia per gli investimenti necessari (23 milioni di euro) per il rinnovo del parco macchine. Credo che questo sia un aspetto importante che va sottolineato e riconosciuto come esempio dell'attenzione particolare di questa maggioranza nei confronti dei trasporti.

Si tratta chiaramente di scelte politiche ben precise in un settore che va naturalmente incentivato e sostenuto, credo sia importante sottolinearlo, per offrire ai sardi un servizio migliore in termini di qualità e soprattutto di sicurezza. Lo sappiamo tutti: mezzi vecchi, mezzi oramai obsoleti, altamente inquinanti, che hanno necessità di essere rinnovati. Sono d'accordo, tra l'altro, anche sulla soppressione della Direzione generale del trasporto pubblico locale, anche se poi l'organizzazione regionale del settore andrà ripensata e valutata successivamente in maniera più approfondita.

Io credo che un altro segnale importante - sono questi i segnali che noi dobbiamo dare all'esterno - vada praticamente verso gli enti locali. Credo che sia necessario sottolineare i commi 23 e 24, che prevedono la proroga dei termini degli impegni di spesa della legge 37/98 e della legge 45/76. Molte amministrazioni non hanno ancora speso, ed è necessario che invece lo facciano entro il 2009; si tratta di 580 milioni di euro del fondo regionale per le autonomie locali, e qui sottolineo che circa 15 milioni di euro andranno alla gestione delle funzioni associate, con un 5 per cento in più - ripeto, 5 per cento in più - rispetto all'anno scorso.

Mi sembra che siano tutti elementi degni di nota che devono essere necessariamente riconosciuti; non vi possono essere sempre e solo critiche nei confronti di una finanziaria che mira ad accelerare i tempi e a dare risposte, come ho già detto prima, nel più breve tempo possibile. Credo che sia fondamentale sottolineare, oltretutto, che questo disegno di legge, a differenza di quanto accadeva negli anni precedenti, contiene pochissime disposizioni in materia di personale. Qualcosa va bene sulle collaborazioni esterne, sul personale dei trasporti, sulla contrattazione collettiva, siamo al comma 37. Tra l'altro, per il 2009 si prevedeva una quota di circa 3 milioni di euro per la remunerazione della produttività e del merito, valutati secondo criteri di premialità e selettività. Anche questa scelta, a mio parere, è sintomatica del cambiamento e del grande senso di responsabilità che questo Esecutivo, davanti alla grande emergenza che in questo momento attraversa la nostra Isola, deve porsi, e credo che siano scelte dovute, scelte che necessariamente pagheranno.

Quindi io credo ancora nella collaborazione da parte della minoranza. Leggevo prima, con il collega Contu, alcuni emendamenti che spero la minoranza ritiri, anche perché non sono certamente accoglibili e non guardano all'emergenza e alla necessità di approvare la legge finanziaria nel più breve tempo possibile. Credo che, nel futuro, avremo la possibilità di ragionare insieme per capire se quegli emendamenti e quelle necessità possono essere inserite nelle future finanziare, magari per dare risposte differenti da quelle che in questo momento si stanno chiedendo. Abbiamo bisogno di una finanziaria per la Sardegna, approviamola dunque urgentemente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, io concordo, l'ho detto più volte intervenendo sia in discussione generale sia successivamente, sul fatto che sia giusto instaurare, in un momento come questo, un rapporto di collaborazione tra maggioranza e minoranza, in un momento in cui la crisi dell'industria non ha ancora toccato il fondo, perché corriamo il rischio che si smantelli completamente il sistema industriale. Ogni giorno che passa veniamo a conoscenza di una nuova industria che entra in crisi, che chiude i battenti o che rischia di chiudere i battenti. E vedete, anche il Presidente del Banco di Sardegna ha tenuto a dire che i risparmi nel 2008, in Sardegna, sono addirittura raddoppiati; nel nord-est, dove la crisi industriale è molto più radicata, i risparmi si sono quasi dimezzati. Noi abbiamo alle porte una stagione turistica che dà già segnali di crisi, quindi la crisi in Sardegna si aggraverà e questo ci deve preoccupare.

Allora, quello che mi chiedo è questo: se questa finanziaria deve dare una risposta importante a una situazione di crisi economica, come può restar fuori un emendamento come quello sul precariato, il numero 102, di cui hanno già parlato il collega Cuccu e il collega Uras? Abbiamo bisogno di interrompere la seduta per ragionarci, per individuare alcune parti che possono essere concordate, riviste; possiamo individuare alcune priorità, alcune procedure già avviate, come ad esempio quella riguardante i veterinari dell'ARA. Allora, se c'è la necessità di prolungare l'orario di lavoro per venire a capo di un accordo ed esaminare questo emendamento, che ci pare in questo momento importante, e se è vero che voi siete disponibili a un confronto su questi temi, io credo che questo sforzo vada fatto, e questo sforzo chiediamo alla Giunta e alla maggioranza. Discutiamo su questo emendamento, fermiamoci a riflettere, perché sarebbe un errore grave, in questo momento, non prenderne atto.

Sul Patto di stabilità sono intervenuti altri miei colleghi, ma mi pare si stia andando verso un sostanziale recepimento di alcune proposte avanzate. Voglio, però, ricordare che il decreto legislativo numero 112, poi convertito in legge, così come recita lo stesso emendamento, autorizzava le Regioni a trattare su questo tema, a patto che si arrivasse a un accordo con il Consiglio delle autonomie locali. E' vero che questo accordo non c'è stato, ma è anche vero che vi è un parere ufficiale, consegnato alla Commissione, sulla finanziaria, in cui si chiede il recepimento di due emendamenti che noi abbiamo presentato, ma che anche parte della maggioranza e altri Gruppi della minoranza hanno presentato. Ci sono più emendamenti, quindi credo che potremmo, anche qui, arrivare ad approvare l'emendamento che riterrete opportuno - mi sembrano tutti simili - o un emendamento di sintesi che porti, appunto, al recepimento di ciò che ci chiedono l'ANCI e il Consiglio delle autonomie locali.

Voglio ancora soffermarmi su un tema che è quello dei comuni capoluoghi di provincia, riferito in modo particolare alle piccole province che si trovano costrette a nominare un segretario comunale di fascia A. Lo voglio ricordare, i segretari comunali di fascia A sono quelli previsti per i comuni che hanno un numero di abitanti superiore a 265 mila o, appunto, per i capoluoghi di provincia. Ciò significa che noi mettiamo in una condizione di difficoltà i comuni che hanno 5, 10, 25, 35 mila abitanti, i quali si trovano a dover nominare un segretario comunale di fascia A, che costa il doppio. Ma non solo: segretari comunali appartenenti a questa fascia non ve ne sono in Sardegna, quindi vanno ricercati nelle altre regioni d'Italia. Credo che questo possa essere recepito. D'altro canto, quando furono istituite le nuove province, con la legge numero 10 del 2002, eravamo intervenuti derogando sia sul numero dei componenti dei consigli comunali, che altrimenti sarebbe stato superiore nei nuovi capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda le indennità degli amministratori. Quindi la Regione può intervenire. Questo è un emendamento che non comporta nessun costo aggiuntivo e credo che debba essere recepito.

L'altro emendamento su cui volevo intervenire è il numero 63, che tratta del personale dei Gruppi di azione locale. La Giunta sa che è alla conclusione ormai un programma avviato da tempo, c'è un ritardo nella pubblicazione del nuovo bando che si protrarrà ancora per alcuni mesi, quindi è necessario dare la possibilità ai Gruppi di azione locale (GAL) di tenere in piedi la propria struttura e il proprio personale in modo da garantire la continuità e la conclusione dei programmi che erano stati avviati e non disperdere le professionalità e le capacità acquisite in questi anni in cui i GAL hanno reso, credo, un buon servizio ai nostri territori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessori, il giudizio da noi espresso sulla finanziaria credo che trovi maggiori conferme nell'impostazione dell'articolo 1. Vedete, spesso in quest'Aula si evoca, in maniera retorica, la collaborazione. Collaborazione è collaborazione, c'è una dialettica, l'importante è che non sia una dialettica fra sordi o perlomeno sia una dialettica che pretenda di dire cose sensate rispetto a interventi come quello del collega Oscar Cherchi che, di fatto, non meriterebbe neanche trenta secondi di commento, per affermazioni che non stanno né in cielo né in terra e che sono ampiamente contraddette dal testo stesso che noi abbiamo qui davanti. Perlomeno non si evochino certi fantasmi; fantasmi che, per esempio, riguardano l'enfatizzazione della lotta contro i residui. Guardate i commi 22, 23 e 24: c'è la fabbrica dei residui, le proroghe sine die di finanziamenti, per esempio quello di cui al comma 23, sul Piano straordinario per il lavoro, chiuso con una legge regionale, in base alla quale i fondi residui non assegnati dovevano rispondere a un requisito di meritocrazia, cioè dovevano essere assegnati ai comuni che più di tutti avevano speso, mettendo a frutto le finalità di quella legge. No, voi questo lo dimenticate. Andiamo in proroga, altri residui, cioè la fabbrica dei residui continua ad andare avanti.

Non c'è una norma che argini questa tendenza, evidentemente chiara, neanche nel campo dei lavori pubblici! Ma vi rendete conto che noi non possiamo non porre, oggi, agli enti locali e regionali un termine entro il quale devono mettere a frutto i finanziamenti loro assegnati? Lo devono fare entro un termine! Noi abbiamo, oggi, infrastrutture di straordinaria importanza, finanziate negli anni precedenti agli enti locali, i quali oggi non dispongono né di un progetto di massima né di un luogo dove realizzarle. E teniamo fermi milioni e milioni di euro senza che niente si muova, senza che venga mandato un messaggio per l'accelerazione delle procedure autorizzative, governate dalla Regione, o comunque venga indicato un termine entro il quale chi non si adopera perde quel beneficio! Sarebbe stata una norma intelligente in un momento di crisi in cui c'è necessità di cantierare, di mettere a regime le risorse. Per cui non si invochi la lotta sfrenata contro i residui. L'articolo 1 contiene un pezzo della fabbrica dei residui, cioè la volontà di dilazionare nel tempo una formula che tiene in piedi questi finanziamenti sine die mantenendo in piedi anche il plafond dei residui.

Poi c'è il problema che riguarda l'enfatizzazione del trasporto pubblico locale. Anche qui, nel trasporto pubblico locale, si fanno figli e figliastri. Ho avuto modo di dirlo incidentalmente anche in Commissione: è stata annullata una gara per la continuità territoriale con l'Isola dell'Asinara, che è da tutti ritenuta una perla di riferimento per il nostro turismo. La gara è stata annullata perché si sostiene che mancano le risorse e non si trova qualche centinaio di migliaia di euro per implementare quel bando, portarlo a conclusione e consentire che sia gli operatori sia i turisti salvaguardino quell'isola, che è importante anche ai fini del nostro mercato turistico e degli investimenti che dovremo fare. Altro che trasporto pubblico! Il trasporto pubblico lo si fa dove si vuole, dove si devono tappare le falle di appalti che sono andati male, di imprese che non hanno funzionato come si deve e dove il sistema delle municipalizzate non sempre ha dato una risposta soddisfacente.

Detto questo, vorrei parlare un attimino del fondo unico. Badate, è palese, anche da alcuni emendamenti, che ci sia l'intenzione, neanche troppo camuffata, ma abbastanza chiara, di aggredire il principio fondamentale del fondo unico: la restituzione totale della potestà autonoma ai comuni nella programmazione, misurata sui bisogni reali che ogni comunità ha e non sulla base del dettato o del "compitino" che la Regione affida loro. Spetta a voi decidere se mantenere questo principio, che non credo sia mai stato contestato, ma che è una conquista di civiltà della Regione, non di chi l'ha fatta, badate bene, ma della Regione, della nostra autonomia, una conquista di civiltà giuridica, quella di riconoscere alle autonomie locali la capacità di misurarsi sulle scelte e risponderne ai cittadini. E in quelle risorse che noi diamo ai comuni c'è anche la capacità di far crescere amministratori sensibili nell'orientare le risorse dove queste hanno davvero bisogno di essere allocate, disponibili a fare meno viaggi di turismo amministrativo e a dedicare più risorse all'assistenza, all'ambiente, a seconda delle peculiarità di ogni comune.

In questa formulazione viene mantenuta la proposta che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura, quella cioè di mettere i comuni nelle condizioni di non dover ogni anno rinegoziare con la Regione alcun tipo di trasferimento, avendo la certezza contabile che anno per anno possono programmare certamente sulla base dello stanziamento di cui disponevano l'anno precedente. Anche questo è un elemento di certezza contabile che mette in condizione i comuni di dare una progressione e una continuità ai loro servizi e all'erogazione di servizi ai cittadini, cosa che io reputo una conquista di enorme civiltà. Questo meccanismo è stato esteso quest'anno, in questa formulazione, anche a una parte non marginale dei servizi che forniscono i comuni in forma associata. E' stato quantificato, commisurandolo al nuovo numero delle unioni e delle forme associative, un importo che dovrebbe in qualche modo essere un punto di partenza. Negli anni successivi quanto più aumenterà il fondo unico tanto più, in via proporzionale, aumenterà anche il fondo per le gestioni associate. Ma non perché vogliamo alimentare le funzioni associate in sé, ma perché le funzioni associate gestiscono forme di servizi ai cittadini che necessitano anch'esse di essere adeguate, implementate e migliorate. Questo elemento consente pertanto alle forme associative di svolgere funzioni a esse demandate dai comuni in maniera seria, stabile e concreta, anno dopo anno.

E' stato presentato un emendamento all'articolo 1, il numero 56, perché così come questo articolo è formulato sembra che ci sia l'idea che la riserva del 3 per cento sia una parte del fondo unico di cui possono beneficiare tutti. L'emendamento precisa che la riserva finanziaria destinata alle forme associative deve essere distribuita secondo i requisiti e i criteri stabiliti nella legge specifica, cioè nella legge numero 12 del 2005, che premia in base al numero dei comuni associati e al maggior numero dei servizi resi in forma associata, il che rappresenta un elemento di stabilizzazione di queste forme. Questo emendamento è importante perché i funzionari o i dirigenti non si trovino, poi, nella condizione di dover interpretare a loro uso e consumo il testo dell'articolo.

Vedo anche che il Presidente della Commissione agricoltura vuole vincolare una quota del fondo destinato alle province per il servizio antinsetti. Dico semplicemente che anche questo è un segnale di voler limitare, condizionare l'autonomia degli enti locali. E' responsabilità delle province gestire quella funzione, hanno il fondo unico, lo distribuiscano e lo programmino con responsabilità, in maniera tale che emerga che chi non lo fa evidentemente sbaglia.

L'ultima cosa la vorrei dire sulla formula del mutuo. La tabella E, in cui vengono imputati 110 milioni di euro per investimenti a valere sul fondo unico, è l'ennesima dimostrazione che il non aver accettato l'impostazione della finanziaria precedente grava di un vincolo gli enti locali. E' anche vero che se i comuni non faranno investimenti per 110 milioni di euro la Regione non potrà contrarre il mutuo per 500 milioni, ma ne dovrà contrarlo per un importo inferiore. E' chiaro che siccome quella è una tabella dimostrativa - lo dico perché resti agli atti - questo non determina un'obbligazione dei comuni a vincolare le loro risorse per investimenti. Potranno continuare liberamente a programmare, se investimenti non ce ne saranno evidentemente quel mutuo non sarà contratto per intero. E' l'ennesima dimostrazione della contraddittorietà per cui da un alto si impongono gli investimenti e dall'altro si vorrebbe l'autonomia dei comuni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signora Presidente, signori della Giunta, colleghi consiglieri, così come ha già detto qualche collega che mi ha preceduto, l'articolo 1 è, per così dire, un articolo di ampio respiro, si presta quindi a un ragionamento abbastanza ampio. Io non posso esimermi dal fare un passaggio che è stato richiamato - e mi ha anticipato sotto questo aspetto il consigliere Porcu -, nella speranza che la Presidente non mi richiami al dettato dell'articolo 1, e cioè il passaggio che riguarda il G8, il passaggio che riguarda la strada Olbia-Sassari, il passaggio che riguarda i trasporti e le linee marittime, solo per segnalare l'auspicio che, il prima possibile, il presidente Cappellacci intervenga su questi temi e chiarisca la posizione di sostegno della Giunta regionale, soprattutto alla luce della manifestazione che è stata organizzata ieri a La Maddalena, alla presenza di tanti consiglieri del centrosinistra e qualcuno anche del centrodestra, perché comunque il livello di preoccupazione è aumentato ed è tanto.

Per quanto riguarda l'articolo 1 credo che un primo passaggio lo si debba fare sul fondo unico, e non solo per segnalare un mero tecnicismo o la volontà di riappostare le risorse. E' vero che nel fondo unico c'è la previsione della divisione del finanziamento totale di 580 milioni di euro con l'inserimento del 3 per cento destinato al finanziamento delle funzioni in forma associata, così come previsto dalla legge numero 12 del 2006, ma credo che sarebbe comunque opportuno, non solo da un punto di vista tecnico, la suddivisione del fondo in tre parti: quella che spetta ai comuni, quella per le province e la parte, che secondo me va indicata, per le unioni dei comuni e le comunità montane, perché così la finalità sarebbe quella di istituzionalizzare, oltre che dal punto di vista tecnico e pratico, anche dal punto di vista finanziario, la stessa riforma introdotta dalla legge regionale numero 12.

Sull'articolo 1 sono stati presentati, così come ha detto qualcuno, molti emendamenti, di alcuni dei quali sono primo firmatario. Sono emendamenti che non sono stati proposti esclusivamente per iniziativa diretta, ma che tengono conto anche dei suggerimenti che sono venuti dal Consiglio delle autonomie locali. In particolare, questi emendamenti riguardano i commi 25 e 26, così come riformulati a seguito del passaggio in Commissione, e si riferiscono agli enti locali territoriali. Credo che quello che ci ha spinto e che spinge gli enti territoriali a proporre queste variazioni parta soprattutto da un presupposto: più volte e a più riprese anche in quest'Aula, durante i lavori della finanziaria, si è parlato di semplificazione degli atti amministrativi; più volte si è parlato di riduzione della burocrazia, di riduzione degli adempimenti, di rilancio dell'economia, di facilitazione dell'occupazione o della creazione di meccanismi che consentano, soprattutto in questo momento di difficoltà e di crisi, di facilitare l'ingresso di nuove forze nel mercato del lavoro, di immettere denaro, liquidità nell'ambito del tessuto economico al fine di creare dei volani di sviluppo. Ecco, io credo che la struttura attuale dei commi 25 e 26 non risponda a tutto questo; non è certamente una struttura che consente la semplificazione. Non si comprende, per esempio (è stato presentato l'emendamento numero 3), quale sia la finalità del comma 25. E se la finalità è quella di aumentare il livello di controllo sul rispetto del Patto di stabilità da parte degli enti territoriali, si chiede perché vengano richiesti dati diversi da quelli che attualmente vengono già forniti dagli enti territoriali, appunto nel rispetto del Patto di stabilità. Non solo, questi dati nuovi in più vengono anche richiesti con modalità e tempistiche diverse da quelle che sono le tempistiche previste per il Patto di stabilità. Io credo che sia un ulteriore aggravamento di attività per gli enti locali che si aggiunge al controllo che viene già eseguito sia dalla Corte dei conti sia dalla Ragioneria generale dello Stato sui comuni soggetti al Patto di stabilità. Ritengo che questo non vada nell'ottica della semplificazione e anzi rappresenti un'ulteriore complicazione, con in più una punizione, prevista nello stesso comma, per quei comuni che magari non effettuano la comunicazione dei dati, consistente nella sospensione della partecipazione al fondo unico.

E' stato presentato, poi, un altro emendamento, il numero 21, che propone l'inserimento di un meccanismo che consenta di spendere realmente le risorse. Nella finanziaria c'è il fondo unico, poi ci sono altri fondi, come il famoso fondo di 10 milioni per l'occupazione. Ecco, se i comuni devono assumere per i cantieri di lavoro facendo riferimento a quello che era il budget della spesa per il personale, nel 2004, con la penalizzazione addirittura dell'1 per cento in meno, se non si eliminano dal calcolo - e quindi da un punto di vista tecnico - le spese per il personale effettuate grazie ai trasferimenti regionali, credo che sarà difficile assumere personale a tempo determinato, personale per prestazioni coordinate e continuative o attraverso la somministrazione di lavoro. Di fatto, verrà vanificato così il tentativo di utilizzare queste risorse o quanto meno l'effetto verrà attenuato.

E' stato presentato, poi, un altro emendamento, il numero 19, che, a mio modo di vedere, serve per liberare risorse dei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che hanno ottenuto finanziamenti regionali a seguito di dichiarazioni di stato di calamità o di emergenza. Ci sono state delle alluvioni e alcuni di questi comuni ricadono in questo calcolo. Ora, da un punto di vista tecnico, i finanziamenti ricevuti da questi comuni da parte dello Stato vengono esclusi nel sistema di calcolo, per cui la richiesta che si avanza con questo emendamento è proprio quella di escludere anche i fondi loro assegnati dalla Regione, in modo da liberare risorse per effettuare nuovi pagamenti. Non sono emendamenti che richiedono variazioni o modifiche di spesa; sono principalmente emendamenti che richiedono, solo da un punto di vista tecnico, una disponibilità e l'accoglimento delle esigenze manifestate dalle amministrazioni comunali, anche alla luce del fatto che molto spesso gli enti locali sono già gravati da una miriade di adempimenti, di informative, e credo che questo rappresenti un ulteriore aggravio, con conseguente incremento delle spese, perché, chiaramente, a fronte di un aumento della parte burocratica devono attrezzarsi per avere chi poi predispone gli atti e li fa pervenire nei tempi previsti dalla normativa.

Chiudo, Presidente, richiamando l'attenzione della Giunta sui temi che ho citato in apertura, perché da unico consigliere regionale del centrosinistra eletto nel territorio della Gallura ribadisco la preoccupazione che ieri abbiamo potuto toccare con mano, nel momento in cui siamo stati tutto il giorno a La Maddalena a sentire le istanze portate avanti dalla popolazione locale. Lo dico soprattutto alla luce di un fatto, che è passato sinora inosservato, perché molto spesso abbiamo parlato dei finanziamenti pubblici, ma non di un fatto importante: la classe imprenditoriale, che era inesistente in quel territorio, dove per cultura non si era sviluppata una grande attività imprenditoriale, e che sulla scia del meccanismo del G8, e quindi del rilancio turistico, ha iniziato a fare investimenti importanti da un punto di vista imprenditoriale, oggi si trova a dover subire un arresto sotto l'aspetto dello sviluppo economico. Pensate agli albergatori che registravano il tutto esaurito per l'evento G8 e oggi devono cercare una soluzione differente con i tour operator per riempire gli alberghi.

Credo che questo argomento ci vedrà impegnati a breve, alla fine dell'esame della finanziaria, e auspico che ci sia, da subito, una presa di posizione forte da parte del presidente Cappellacci e di tutta la Giunta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, entriamo, come qualcuno ha già detto, nel vivo della discussione della finanziaria con l'esame dell'articolo 1, che è stato definito un grande contenitore nel quale sono stati introdotti i temi più disparati.

Debbo dire intanto che il tema che emerge immediatamente è quello di un ritorno al passato, cioè si ritorna al sistema della contrazione dei mutui. Io non rilevo scandali in questo, è una scelta che è stata fatta da questa amministrazione, debbo però oggettivamente contestare il fatto che, per quel che riguarda il passato e in particolare alcune scelte che sono state considerate virtuose da organi addetti al controllo di questo genere di attività, si parli ancora di bilanci truccati. In questo senso credo che possiamo anche chiudere definitivamente questo genere di discorso. E' una scelta politica fatta nel passato, che noi abbiamo ritenuto e riteniamo giusta, corretta, quella dell'anticipazione delle entrate, se tutti noi, come io auspico, abbiamo la certezza e la consapevolezza che quelle entrate ci saranno assegnate l'anno venturo. E in questo senso, poiché noi avevamo la certezza dei risultati che sarebbero arrivati, è stata fatta una scelta politica differente da quella che oggi sta operando questa Giunta. E' una scelta che noi non condividiamo, quella del ricorso al mutuo, ma ovviamente non abbiamo i mezzi per poterla contrastare e per sostenere, invece, la linea che avevamo appoggiato nel passato.

Si è parlato, poi, del fondo unico. Nella discussione generale io avevo già anticipato questo tema, che è stato poi ripreso dai colleghi che mi hanno preceduto. Il fondo unico è insufficiente, perché sicuramente non contiene le risorse necessarie per far fronte al trasferimento delle funzioni. Tra l'altro, debbo dire che gli enti locali, in questi anni, dopo l'approvazione della norma sul fondo unico, hanno dato oggettivamente prova di virtuosismo nella spesa, in quanto hanno un sistema di spesa sicuramente più agile di quello della Regione. Credo, quindi, che sia auspicabile la previsione di un aumento della dotazione del fondo unico per renderlo adeguato al trasferimento delle funzioni, come dicevo, e ovviamente non mi sento di condividere gli emendamenti che ne prevedono, invece, una diminuzione e soprattutto quelli che tendono a vincolarne una parte, come ha già sottolineato l'onorevole Gian Valerio Sanna, in quanto evidentemente si svilirebbe il contenuto della norma istitutiva e, tra le altre cose, si tornerebbe a quella funzione di controllo, che la Regione non può certamente esercitare, sulla capacità di spesa da parte delle province e dei comuni. Bene ha fatto l'onorevole Sanna a richiamare la necessità di una spesa virtuosa da parte degli enti locali.

Ho invece apprezzato l'emendamento numero 6, che prevede un aumento dei fondi per l'università diffusa. Credo che questo emendamento debba essere evidentemente approvato, è necessario, però, un approfondimento del tema istituendo una regola anche per la suddivisione dei fondi medesimi, in maniera tale da consentire alle sedi più virtuose e anche a quelle di maggior prestigio che si sono distinte in questi anni per l'attività svolta, di poter svolgere correttamente il proprio lavoro, la propria attività, senza dover ricorrere a continue e pressanti richieste presso gli Assessorati competenti per ottenere la liquidazione di quanto gli viene assegnato.

E' stato trattato il tema del precariato, che è un tema di emergenza, e francamente mi stupisce che non si sia inteso parlarne in maniera approfondita, perché se è vero che abbiamo parlato dell'emergenza occupazionale, credo che quello del precariato sia effettivamente un tema che fa parte dell'emergenza sulla disoccupazione e sulla inoccupazione. Credo che il compito di chi governa sia quello di assicurare comunque a tutti coloro che si affacciano al mondo del lavoro o che ne fanno già parte un futuro sereno, di stabilità. In questo senso sono stati presentati degli emendamenti che discuteremo, ovviamente, al momento delle dichiarazioni di voto, e io auspico che questo Consiglio affronti una volta per tutte il tema del precariato approvando uno degli emendamenti che sono stati presentati.

L'onorevole Gian Valerio Sanna ha inoltre parlato dell'emendamento sulla continuità territoriale. Stamattina ho appreso dalla radio - mi rifaccio ovviamente a quello che ha già detto il collega Sanna - la notizia che vi sarebbe l'intenzione, da parte del Governo centrale, di riaprire il carcere di massima sicurezza dell'Asinara. Non vorrei che il fatto che sia stata bloccata la gara per la continuità territoriale preludesse a questa scelta che non mi sento di condividere. Sappiamo quali sono state le conseguenze, nel passato, delle carceri di massima sicurezza e credo che non sia assolutamente opportuno tornare al passato riaprendo, appunto, il supercarcere dell'Asinara. Se si approvasse l'emendamento che è stato presentato sulla continuità territoriale, credo che si darebbe un grande segnale anche al Governo centrale in questo senso. Talvolta, avviare un percorso importante, come quello che si auspica venga avviato con l'approvazione eventuale di quell'emendamento, serve anche a prevenire scelte che nessuno di noi credo voglia e possa condividere, come quella, appunto, della paventata riapertura del supercarcere dell'Asinara.

Infine, voglio soffermarmi, anche se il tempo come sempre è tiranno, su un altro emendamento, è cioè l'emendamento numero 65, che prevede lo stanziamento di fondi a favore dei comuni per consentire il pagamento di oneri derivati da sentenze della magistratura per contenziosi relativi a espropri di aree per causa di pubblica utilità. Bene, questo argomento è stato trattato spesso e volentieri e ci si è sempre rifugiati, ma credo che sia stato un comodo rifugio, nell'argomento che non è possibile avere una previsione dell'entità di queste spese, non è possibile, quindi, avere l'esatto rendiconto di quanto si debba mettere a disposizione. Ma credo che sia assolutamente necessario che, una buona volta, ci si occupi di questo tema. I bilanci di molti comuni, soprattutto nell'ultimo anno, o negli ultimi due anni, stanno diventando assolutamente asfittici in quanto gravati da questi costi, che sono assolutamente esorbitanti rispetto ai loro budget complessivi. Se non ci decidiamo a dare un segnale forte a queste amministrazioni perché possano uscire da questa impasse, corriamo il rischio che da qui a breve molti dei comuni interessati non abbiano più un euro da mettere a disposizione per l'attività ordinaria. Quindi, per quanto la somma di 20 milioni di euro, ripeto, sia sicuramente insufficiente per far fronte alla spesa di ingenti risorse che devono essere corrisposte dalle amministrazioni comunali, credo che iniziare con un segnale di questo genere sia sufficiente e soprattutto costituisca un'opportunità per i comuni interessati, che talvolta, per scelte malaugurate di amministrazione, risalenti addirittura a venti o trent'anni fa, si ritrovano col bilancio ingessato, dovendo far fronte a pagamenti derivanti da scelte, come dicevo, operate da tutt'altre persone in tempi totalmente differenti, e anche per la presenza di una giurisprudenza discordante in tutto questo periodo.

Anche questo è un tema che, a mio avviso, deve essere affrontato in maniera seria da parte dell'amministrazione regionale e credo che il relativo emendamento debba essere valutato positivamente. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, questa è definita, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, una finanziaria emergenziale, finalizzata cioè ad affrontare l'emergenza. Viene usato questo neologismo abbastanza brutto. Io, al di là della bruttezza del neologismo, sono d'accordo sulla definizione. Al fine di affrontare le emergenze occorre anche tempestività nell'individuare e attuare gli strumenti di cui ci si dota. Io penso, e mi pare che questa riflessione sia condivisa anche dalla maggioranza, che per affrontare le emergenze innanzitutto sia indispensabile dare un sostegno alla domanda. E per dare un sostegno alla domanda credo che si debba intervenire su due direttrici, innanzitutto il contrasto alle povertà. Voi, a onor del vero, affrontate questo aspetto sia nella proposta della Giunta sia nel testo licenziato dalla Commissione. Di povertà ce ne sono almeno di due tipi: uno è di carattere storico - se così si può dire, sembra quasi sarcastico fare questa affermazione - e l'altro è rappresentato dalle nuove povertà, che sono state determinate anche dalla dinamica economica e soprattutto dall'andamento del mercato del lavoro in questi ultimi mesi, in particolare nell'ultimo anno. Mi voglio soffermare in particolare sulle nuove povertà. E nella fattispecie vorrei richiamare la vostra attenzione, ma non soltanto la vostra, su chi sta per perdere o a già perso il posto di lavoro e su come il Consiglio regionale intende affrontare questo problema, e quindi la lotta al precariato. Voglio ricordare a noi tutti che in Sardegna le lavoratrici e i lavoratori dipendenti sono circa 440 mila, di questi 440 mila…

Io non ho ancora capito, in questo dibattito, chi debba ascoltare, perché qualcuno credo debba trarre delle conclusioni dal dibattito. Vabbè, capisco l'ironia del presidente Maninchedda, giustamente. Comunque ha sortito l'effetto sperato!

Dicevo, i lavoratori precari in quest'Isola sono circa 105 mila; sono lavoratori, per definizione stessa, a rischio e in questi mesi stanno davvero registrando una sorta di genocidio della loro condizione lavorativa. Ebbene, io mi rivolgo in particolare al mio omonimo, l'onorevole Mario Diana, che nel suo intervento nel dibattito generale ha avvertito - mi permetto questa espressione, forse non interpreto correttamente la volontà di quell'intervento - la minoranza o le minoranze a non assumere un comportamento che, poi, provocherebbe una chiusura a riccio della maggioranza. Se ho capito male mi scuso. Ma, indipendentemente da questo, io credo che in quest'Aula tutti siamo tenuti ad affrontare il problema del precariato, quale che sia l'appartenenza geografica - intesa politicamente in questo momento -, entro la data in cui licenzieremo la finanziaria, perché credo che, come dicevo per definizione stessa, queste lavoratrici (si tratta soprattutto di donne) e questi lavoratori non si trovino nelle condizioni minime per essere rinviati a un appuntamento successivo. Allora noi, in mezzo a mille limiti, probabilmente, abbiamo presentato un emendamento. E' un emendamento complesso, me ne rendo conto. Io appartengo alla categoria delle persone che non pensano mai di avere ragione in assoluto, invece pecco di presunzione quando dico che ho avvertito in quest'Aula la preoccupazione per questo fenomeno. Ebbene, se è presente questa preoccupazione - noi abbiamo presentato un emendamento - e se c'è qualcuno, in quest'Aula, che intende affrontare in maniera differente questa questione per cortesia faccia una proposta, affrontiamo tutta la materia che riguarda il precariato, una materia complessa, vasta, e discutiamo attraverso quale strumento affrontare e risolvere il problema, ma risolverlo, ripeto, nei tempi nei quali licenzieremo la finanziaria. Rimandare a un tempo successivo vuol dire assumersi la responsabilità di non dare una risposta a gente che, tra l'altro, badate bene, non è nelle condizioni di guardare al proprio futuro con un minimo di prospettiva, perché questa è l'ansia, l'angoscia che permea i pori di queste persone. Credo che noi, se non altro per un senso etico della responsabilità, dobbiamo agire immediatamente. Tra l'altro, non capisco come si possa agire in maniera diversa da quella di cui sto parlando. Faccio due esempi banalissimi, uno dei quali sui lavoratori del servizio idrico integrato e le società che garantiscono la depurazione e la potabilizzazione di quel servizio. L'attuale maggioranza, nella passata legislatura, giustamente - in maniera non altrettanto giusta non ci fu una risposta da parte dell'allora maggioranza, cioè di questa opposizione - presentò una mozione, se non ricordo male, a firma di quasi tutti i consiglieri regionali che oggi rappresentano la maggioranza, in cui si chiedeva, di fatto, un processo di normalizzazione di quell'attività e la consequenziale stabilizzazione di quei lavoratori. Davvero non capirei, sarebbe una discrasia che non capirebbe nessuno, se oggi l'attuale maggioranza, che si fece, ripeto, in maniera lodevole promotrice di quella mozione, non fosse d'accordo a fare ciò.

L'altro esempio riguarda i servizi all'impiego CSL e CESIL. Voi scommettete parecchio sulle politiche del lavoro. Io non voglio adesso esprimere un parere mio personale sulle politiche del lavoro, credo che siano politiche importanti, ma come si può pensare di affrontare questa politica se innanzitutto non si mettono in condizioni di certezza e di garanzia i lavoratori e le lavoratrici che a loro volta devono garantire e attuare le politiche attive del lavoro? Concludendo su questa parte, se non è questa la proposta che voi ritenete migliore per affrontare e risolvere questi problemi, diteci qual è lo strumento, purché, ripeto, sia uno strumento che affronta in questi termini questi problemi.

Infine, sul fondo unico, come hanno già detto altri colleghi della minoranza, badate, questo fondo è permeato da due valori: autonomia e responsabilità. Sono gli stessi valori ispiratori del progetto di federalismo fiscale che è stato approvato in questi giorni dal Parlamento; federalismo fiscale che voi avete richiamato ripetutamente. Allora, io credo che affacciare delle proposte come le vostre, che riducono invece che rimpinguare quelle somme, sia negare quei valori di federalismo fiscale a cui voi stessi vi ispirate. Quindi intervengo per sostenere, così come hanno fatto altri colleghi, la necessità di salvaguardare quei valori e di incrementare quelle risorse.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Onorevoli colleghi, l'articolo 1, è stato detto, comprende diverse misure, però vorrei ricordare ai colleghi dell'opposizione che loro sanno perfettamente che sui temi della stabilizzazione del precariato prodotto dalla Regione, così come su alcuni temi sollevati su figure comunque anomale nel rapporto tra la Regione e i lavoratori, c'è un serio impegno a ragionare senza preclusioni nel collegato che verrà in Aula tra qualche giorno, subito dopo l'approvazione della finanziaria.

Noi non abbiamo sul precariato una sensibilità minore di quella di altri colleghi, anche perché l'avevamo fino a qualche mese fa, anche fino a qualche anno fa, quando si è aperta la vertenza sulle addette alla pulizia e sul personale della "42" e della "47". E' una stagione finita quella; la stagione del dogmatismo, per cui qualsiasi proposta provenisse dal Governo regionale era indiscutibile, è archiviata, ma non è che ne inauguriamo una nuova, per cui su quei problemi si revoca la consapevolezza che c'è un'attenzione generale diffusa e che si è preso l'impegno di ragionarne nel collegato. Si è preso questo impegno e per quanto riguarda gli emendamenti chiederemo ai colleghi di ritirarne alcuni, non perché non se ne condivida la natura, ma perché se ne vuole discutere organicamente in una disciplina che non sia intrecciata con le misure relative alle entrate, al risanamento finanziario, com'è invece la finanziaria. Io penso, però, che per quanto riguarda l'articolo 1 occorra fare chiarezza proprio sulla questione delle entrate, sulla questione finanziaria. Allora, vorrei mettere in chiaro una cosa: la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le anticipazioni dal futuro, è chiaro? Questo significa che quella soluzione non è praticabile; significa anche che la scelta non è tra i mutui e le anticipazioni. Le anticipazioni non sono legali, non sono legali! C'è una sentenza della Corte costituzionale che dice con chiarezza che le anticipazioni non solo legittime. Onorevole Porcu, l'annualità del bilancio richiamato dalla Corte costituzionale le dice che le anticipazioni non sono legali. Io penso che sia sempre opportuno, tra noi, dirci la verità, ma vorrei fosse chiara una cosa, per mettere un altro punto. Il primo punto è che le anticipazioni non sono legali; il secondo punto è che il disavanzo, al 31 dicembre, di 1 miliardo e 413 milioni di euro, va aumentato di 1 miliardo, derivante dai 500 milioni del 2007 di anticipazioni dal futuro e dai 500 milioni del 2008 che noi saremo costretti a iscrivere a disavanzo. Quindi, oggi, il disavanzo è di 2 miliardi e 413 milioni, cioè più o meno quello del 2006. Questo è un altro punto fermo: il disavanzo della Regione, oggi, è pari a quello del 2006. E allora c'è da porsi una domanda: come ha fatto il precedente Esecutivo a tenere costante il disavanzo e a non contrarre mutui per coprirlo? La risposta è sotto gli occhi di tutti e la sappiamo tutti: non spendendo, perché non c'era alternativa. E non intendo dire solo che la precedente amministrazione ha voluto e dovuto scientemente limitare la spesa, ma sono convinto che l'approvazione tardiva delle finanziarie, l'aver accettato il Patto di stabilità nella forma iscritta nella finanziaria 2006 dal Governo Prodi e la verticalizzazione delle decisioni abbia ingessato la spesa in modo rilevante e lo sappiamo tutti. E allora, non lo sto dicendo in via polemica, ma perché se si vuole iscrivere nuovamente nel dibattito politico l'idea che l'anticipazione sta al mutuo sullo stesso piano della legittimità io sono contrario, perché è una bugia! E' l'anticipazione che ha prodotto il risultato che oggi il disavanzo sia esattamente quello del 2006.

Allora, continuiamo a dire la verità sulle entrate. Io sono d'accordo a difendere l'ammontare complessivo che ci spetterebbe nel 2010. Sono d'accordo, però non sono d'accordo che divenga una vulgata il fatto che nel triennio 2006-2009 quell'accordo abbia già prodotto un vantaggio nelle entrate. E ve lo dimostro, con dati della Ragioneria: nel 2006, l'ammontare complessivo delle compartecipazioni è stato di 3 miliardi e 314 milioni di euro. Dentro questa cifra, però, ci sono i 500 milioni di euro riconosciuti dal Governo come saldo per le quote non versate di IVA. Cos'ha fatto la precedente amministrazione? Ha iscritto per intero, in una annualità, 500 milioni di compartecipazione al gettito IVA, nonostante il Governo ci dia 25 milioni all'anno. Cioè nella prima annualità è stata iscritta una cifra venti volte superiore a quella effettivamente erogata in quell'anno. Quindi, in questi 3 miliardi e 314 milioni ci sono 500 milioni che non sono stati realmente versati, va bene? Il che vuol dire che la quota delle compartecipazioni scende a 2 miliardi e 800 milioni, più o meno quella del 2005.

Andiamo al 2007: le compartecipazioni accertate ammontano a 4 miliardi e 800 milioni, un balzo in avanti significativo, ma noi dal 2007, formalmente, ci siamo accollati la sanità e lo Stato ci aiuta, diciamo così, fino al 2009 con la compartecipazione all'IVA aumentata di 300 milioni. Se sottraiamo alla cifra totale, 4 miliardi e 800 milioni, il quantum specificamente destinato alla sanità, cioè 1 miliardo e 23 milioni, le competenze libere scendono a 3 miliardi e 700 milioni, ma dentro questa cifra si nascondono i 500 milioni di anticipazioni dal futuro, che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime. Le compartecipazioni scendono, dunque, a 3 miliardi e 200 milioni, cioè i valori del 2006. Quindi il vantaggio, che come sappiamo è limitato al solo triennio 2007-2009, sarebbe consistito nella copertura della spesa sanitaria, ma il miliardo in più dato nel triennio non sarà in più rispetto al miliardo e 800 milioni che andrà a regime nel 2010. Non sarà in più! Per cui sappiamo già da ora che, pagandoci la sanità, il saldo attivo del 2010 sarà ragionevolmente di 800 milioni di euro, anzi sarà sicuramente inferiore, perché su questi dovremo caricare i costi del trasporto pubblico locale. Stesso discorso vale per il 2008: le compartecipazioni, depurate dalla spesa sanitaria e dalle anticipazioni dal futuro, si attestano a 3 miliardi e 600 milioni, cioè ai valori 2006.

Questo è il quadro vero e questo spiega - lo dico ai colleghi dell'opposizione, di cui molti, ne sono sicuro, non sanno queste cose - perché Macciotta su "L'Unione sarda" dica: "Forse alla Regione conviene rinunciare a un pezzo della sua specialità e imparare a risparmiare sulla sanità". Macciotta ha fatto i conti e sta dicendo, più all'opposizione che non a noi, che probabilmente occorre rinunciare al quadro normativo, non al quantum, definito nell'accordo del 2007. E a questo quadro io vorrei aggiungere due elementi all'attenzione dei colleghi, che noi dimentichiamo sempre, anche quando parliamo di precariato: il 67 per cento del PIL della Sardegna è fatto da trasferimenti pubblici; i trasferimenti pro capite che provengono dallo Stato superano di 2.800 euro la ricchezza realmente prodotta in Sardegna. Noi abbiamo un sistema regionale assistito, dipendente dallo Stato in maniera grave. E allora perché dire queste cose? Perché questo bilancio ha l'umile ambizione di non essere più sottoposto alla propaganda, di mettere in chiaro i conti, di indagare i residui anche sui programmi rispetto ai quali, vorrei ricordare all'onorevole Sanna, nella passata legislatura si autorizzavano i passaggi dai residui alla competenza, proprio per rimediare al fatto che i programmi producono residui.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

L'onorevole Bruno interverrà per ultimo nei lavori della mattinata.

BRUNO (P.D.). Onorevole Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, intanto con questo articolo 1 entriamo nel merito della finanziaria. Con l'articolo 33 bis del Regolamento abbiamo stabilito di approvare una risoluzione, senza entrare nel merito del DAPEF - lo abbiamo fatto in Commissione, lo faremo in sede di dichiarazione di voto finale -, che comunque richiama, anche sulla base degli emendamenti che noi abbiamo formulato, la vertenza entrate e i fondi FAS. Ne ha parlato adesso il collega Maninchedda. Sono argomenti che in qualche modo, direi anzi a pieno titolo, rientrano nell'articolo 1 ("Disposizioni di carattere finanziario e istituzionale") di questa finanziaria che voi avete presentato. E' venuto, dai pochi interventi della maggioranza, un invito, un richiamo alla collaborazione. Noi lo accettiamo, non condividiamo, naturalmente, il merito di una finanziaria che, l'abbiamo detto più volte, riteniamo inadeguata. Sicuramente, per quanto riguarda invece il rispetto dei tempi, l'impegno comune, che abbiamo dimostrato anche in Commissione, è quello di approvare al più presto, nei tempi stabiliti, la finanziaria e affrontare con voi l'emergenza della crisi in atto.

E' una finanziaria che, almeno sulla base dell'articolo 1, si caratterizza, a nostro avviso, per tre elementi importanti: il ricorso che voi fate all'indebitamento e anche all'utilizzo delle risorse future, quindi alla vertenza entrate, ma in qualche modo anche al rapporto tra lo Stato e la Regione; le politiche per gli enti locali, quindi il fondo unico, e - sulla base di un nostro emendamento abbastanza corposo, che caratterizza la nostra proposta politica - la soluzione dei problemi del precariato nella pubblica amministrazione, con il prosieguo del processo di stabilizzazione già avviato nella scorsa legislatura, perché riteniamo che, insomma, in una finanziaria come questa, definita di emergenza, volta ad affrontare la crisi in atto, non possano mancare le politiche del lavoro e anche la stabilizzazione dei precari. Poi, passando all'esame dell'articolo 2, entreremo nella discussione che riguarda il Piano del lavoro e anche la possibilità di estensione degli ammortizzatori sociali, con un emendamento complessivo che affronta l'argomento in maniera forse più coraggiosa di quella che, invece, avete proposto voi.

Credo che l'articolo 1, intanto, per la prima volta dal 2006, riporti indietro sulla strada del debito, autorizzando la contrazione di nuovi mutui per 1 miliardo e 213 milioni di euro: 500 milioni per nuovi investimenti e 713 per coprire il disavanzo. Devo dire che è un segnale, a mio avviso, preoccupante, perché, onorevole Maninchedda, io credo che sia legittimo, nell'ambito di un bilancio pluriennale, così come aveva fatto la Giunta Soru, iscrivere un minore importo nel 2012 e anticipare parte di quelle entrate per utilizzarle oggi sotto forma, appunto, di maggiori entrate e quindi di investimenti, così come voi avevate fatto in Giunta, anticipando 713 milioni di entrate future per coprire il disavanzo. Poi c'è stato un cambio di tendenza, dovuto probabilmente a una diversa impostazione che avete fatto emergere in Commissione. Credo, insomma, che questa maggioranza, anche in passato, abbia rivendicato il diritto legittimo di utilizzare da subito le maggiori risorse derivanti da quello che è stato un successo per l'intero Consiglio regionale, per l'intero popolo sardo, quello appunto della vertenza sulle entrate che vanno a regime dall'anno prossimo, cioè dal 2010. La vostra è una scelta politica, è una scelta che rispettiamo, ma che, a nostro avviso, ci porta indietro. Credo che la vertenza sulle entrate, con il rispetto e l'atteggiamento che abbiamo avuto nei confronti dello Stato, di aver garantiti i nostri diritti in materia di compartecipazione al gettito IVA e IRPEF, sia da sottolineare, e sia da sottolineare proprio come atteggiamento che noi dobbiamo avere come Governo regionale, come Consiglio regionale, come istituzione, come massima Assemblea sarda nei confronti dello Stato.

Prendiamo atto che in Commissione e, oggi, in Aula, con la risoluzione al DAPEF, avete accolto una parte dei nostri emendamenti, in particolare quello sui fondi FAS, che pone l'obiettivo, che adesso è comune, è l'obiettivo di questa Regione, di riconoscere la quota di riparto del 12,61 per cento, concordata tra l'allora Presidente della Regione, Soru, e l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Prodi, non solo per i fondi FAS a esclusiva disponibilità regionale, ma anche per i fondi della programmazione nazionale. Riteniamo che questo sia un passo avanti, ma bisogna intrattenere col Governo un rapporto di pari dignità, un rapporto non subalterno; bisogna agire con tutta la forza necessaria della nostra istituzione. Credo che veramente al centro delle nostre politiche, attualmente, vi sia un problema di rapporto tra lo Stato e la Regione, lo dico anche sulla base dell'incontro che si è tenuto ieri a La Maddalena. Credo, insomma, che la situazione che si è venuta a creare, dapprima con la perdita dei fondi FAS per le opere collegate al G8, mi riferisco all'ottobre scorso, e poi con la perdita, nella delibera CIPE dello scorso marzo, dei 522 milioni di euro che ci avrebbero consentito, attraverso procedure accelerate, di realizzare la quattro corsie Sassari-Olbia, per esempio, o l'antemurale di levante a Porto Torres, sia un segnale preoccupante che ci deve dare la forza di stabilire un rapporto di pari dignità con lo Stato.

Credo che il trasferimento del G8 da La Maddalena per come è avvenuto, anche in dispregio dell'articolo 47 del nostro Statuto di autonomia, che impone la presenza del Presidente della Regione alle sedute del Consiglio dei Ministri in cui si parla di Sardegna, sia un fatto gravissimo, che non possiamo sottovalutare. E allora ci aspettiamo una presa di posizione forte, a schiena dritta, da parte del presidente Cappellacci, oggi assente. Altre volte, nella precedente legislatura, sono state fatte sceneggiate per l'assenza dell'allora Presidente dall'aula. Noi riteniamo di non dover fare sceneggiate, ma di dover rimarcare questa ulteriore assenza del Presidente, il quale era assente anche ieri a un'importante occasione di confronto con la popolazione di La Maddalena.

Così come avviene per la chimica, migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Era prevedibile anche l'epilogo della vicenda Ineos-Sartor. E allora dobbiamo capire qual è il ruolo del Governo nella chimica, qual è il ruolo della Regione nella programmazione nazionale, in cui la Sardegna non può non avere una parte rilevante, non deve, insomma, chiedere con forza di essere presente tutte le volte in cui si parla di chimica, tutte le volte in cui cerchiamo di affrontare, in un confronto Stato-Regione, le problematiche della chimica e di trovare delle soluzioni che non sono più rinviabili.

Io credo che questa battaglia di popolo, che abbiamo affrontato insieme con la vertenza sulle entrate, debba continuare a essere rappresentata in tutte le forme possibili, in tutte le manifestazioni possibili di un popolo che alza la testa e a voce alta rivendica i propri diritti. Dobbiamo fare questo nei prossimi giorni e vi chiederemo, nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, che faremo, spero, nella giornata odierna, di fissare quanto prima la data della convocazione per un'informativa urgente sul trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila.

C'è, poi, il discorso sugli enti locali. Il fondo unico per gli enti locali è una conquista storica, che abbiamo attuato negli anni scorsi, sulla base di una proposta della Giunta precedente, ma che sancisce sicuramente un paletto importante. Gli enti locali, sulla base del Titolo V, sono equiordinati; in questi anni, con la legge numero 9 del 2006 sul trasferimento di funzioni, hanno assunto sicuramente maggiori competenze amministrative, ma devono avere anche maggiori poteri per poter gestire le funzioni in modo associato, così come abbiamo loro indicato con la legge numero 12 del 2005. Riteniamo che con il fondo unico si sia fatto un passo avanti. Abbiamo detto loro: "Avete i poteri, avete la discrezionalità per poter decidere con autonomia, ma anche con maggiore responsabilità, e renderete conto agli elettori e a nessun altro".

PRESIDENTE. I lavori della mattinata si concludono qui. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 16 con la replica della Giunta.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 03, viene ripresa alle ore 16 e 26.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione dell'articolo 1.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente, brevemente vorrei più che altro puntualizzare alcune cose riguardo al dibattito che c'è stato sull'articolo 1, e vorrei partire dalla precisazione riguardante l'annosa questione delle anticipazioni. Io credo che sia giusto, per un verso, dire che è opportuno lasciare al passato polemiche che possono avere origini e anche motivi obiettivi di natura più squisitamente politica; il passato è passato, adesso vediamo il presente. Ritengo che non sia più di tanto necessario dilungarmi su questo fatto che, però, nell'intervento del Presidente della Commissione è stato puntualizzato direi molto bene. Cioè la scelta fatta dal precedente Governo regionale di iscrivere nelle entrate risorse attribuibili a esercizi successivi era e rimane opinabile, ma un punto fermo è che su quelle anticipazioni sia la Corte dei conti sia la Corte costituzionale hanno dato un giudizio molto netto. Ed è altrettanto vero quanto è stato osservato, e cioè che il non ricorrere ad anticipazioni di entrate future evidentemente riporta il livello del disavanzo verso limiti molto più alti. In considerazione del fatto che l'anticipazione, per la quota di 500 milioni per anno, è stata disposta anche per gli anni 2007-2008, e che per questi anni ancora non abbiamo un giudizio definitivo, esiste però un orientamento della Corte dei conti che tutti ben conosciamo e che potrebbe portare ancora a un rilievo. Se questo rilievo dovesse portare, poi, a un ulteriore successivo giudizio della Corte costituzionale, è corretto prevedere che ci troveremmo nella necessità di riportare il livello del disavanzo verso cifre che sono esattamente quelle indicate dal Presidente della Commissione, con una conseguenza inevitabile anche sul livello di indebitamento.

Anch'io concordo sul fatto che non si può paragonare la scelta di anticipare entrate future all'autorizzazione alla contrazione di mutui; sono due modalità completamente diverse, ma certamente una è la via maestra: quando, cioè, il livello delle entrate non è sufficiente, è necessario ricorrere all'autorizzazione dei mutui. E questo ha immediate e inevitabili conseguenze sul livello di disavanzo e quindi sull'indebitamento. Riprenderemo certamente il discorso più avanti, lo dovremo riaffrontare nella sede propria, quando presenteremo la manovra finanziaria per il 2010, e lì credo potremo fare giustamente il punto della situazione.

Sulla questione delle entrate e sulla chiusura della relativa vertenza con la riforma del Titolo III, ho già detto e ribadisco che se le previsioni sono quelle che noi abbiamo ricevuto, e che rimangono in parte a livello di previsione, possiamo immaginare, per il futuro, un incremento dei trasferimenti da parte dello Stato. D'altra parte, quando è stata fatta questa riforma, ossia la modifica del Titolo III, poiché si era previsto che il nuovo regime delle entrate partisse dal 2010, sapevamo - e sappiamo ancora oggi - che possiamo, e dobbiamo, certamente tener conto che l'orientamento del Parlamento e del Governo nazionale, in coincidenza anche con provvedimenti legislativi come quelli appena approvati dal Parlamento in materia di federalismo fiscale, potrebbe comportare delle diverse valutazioni. Non dico altro, dico senz'altro che questo è un problema che abbiamo oggi, ma che si poteva prevedere anche ieri; si poteva prevedere anche ieri che una riforma concepita come modifica del sistema dei trasferimenti, con l'entrata in vigore nel 2010 potesse sostanzialmente rinviare al futuro, e cioè ad altre legislature e ad altri Governi, la soluzione di questo problema. E questo è il problema di fronte al quale ci troviamo. Abbiamo concordato sull'esigenza, adesso, all'inizio di questa legislatura, di mettere un punto fermo sul livello dei trasferimenti, con una contrattazione adeguata dei limiti che ci pone il Patto di stabilità; è un'esigenza che attiene all'interesse della Regione Sardegna. Questo Governo regionale si sta assumendo la responsabilità di avviare con il Governo nazionale una trattativa, un confronto perché possa essere rivisto il meccanismo del Patto di stabilità tenendo conto del livello dei trasferimenti che è stato modificato nel 2007. Noi crediamo che si debba mantenere, a vantaggio della Regione Sardegna, il livello di entrate che è stato allora previsto, ma siamo in una fase di confronto e questa trattativa non sarà certamente facile.

Sono state toccate altre questioni, e io vorrei trattarne velocissimamente qualcuna in particolare. La questione dei precari: è vero che nella passata legislatura il problema è stato affrontato, non possiamo però dire che sia stato risolto. Non credo, cioè, che si possa essere trionfalisti su questo punto e per chi dell'attuale opposizione vuole sostenere che il problema dei precari è stato affrontato e risolto io faccio rinvio alla lettura dell'emendamento Uras, che è la certificazione del fatto che invece non è stato risolto. E' stato affrontato e risolto in piccola parte, ma rimane una grande parte da affrontare. Non è, tuttavia, materia attinente alla legge finanziaria e noi abbiamo scelto di rinviare la trattazione di questo argomento a un disegno di legge, che abbiamo definito impropriamente collegato. Non sarà un collegato, ma un progetto di legge integrativo della manovra finanziaria, che potrà contenere anche questioni riguardanti il personale della Regione e il complesso problema del precariato. In quella sede, la questione verrà affrontata in maniera più compiuta. Credo sia davvero molto saggio che noi tutti, la Giunta, la maggioranza e la stessa opposizione abbiamo accettato concordemente di non trattare questa questione in sede di legge finanziaria, per poter avere un bilancio approvato in termini ragionevolmente brevi.

Sugli enti locali e sul fondo unico noi abbiamo mantenuto la stessa impostazione. Aggiungo che tra gli emendamenti presentati vi è l'emendamento numero 56, che prevede che la quota premiale per i comuni che privilegiano la gestione dei servizi in forma associata possa essere mantenuta nella misura del 3 per cento e che nella ripartizione di questa somma si faccia riferimento ai criteri stabiliti nella legge numero 12 del 2005. Per cui preannuncio l'intenzione di modificare il parere contrario dato in Commissione, che in questa sede credo si possa trasformare in un parere favorevole, da parte della Giunta e anche della maggioranza, al recepimento dell'emendamento numero 56, che è stato presentato dall'opposizione e che dice semplicemente: "Teniamo il sistema del fondo unico, con la premialità per quei comuni che scelgono di associarsi, secondo i criteri stabiliti dalla legge numero 12". Questo per dimostrare ulteriormente l'attenzione che sia la Giunta sia la maggioranza stanno ponendo sulle proposte emendative che arrivano da tutte le parti del Consiglio. Ci sono anche altri punti, per esempio l'emendamento che riguarda i GAL riteniamo possa essere preso in considerazione, sia pure con una rimodulazione della cifra indicata.

Direi, quindi, che l'articolo 1, con le precisazioni sull'impostazione che abbiamo dato e che vogliamo rispettare, che ha una valenza politica riguardo alla questione delle anticipazioni, è evidentemente un approccio aperto a tutti i contributi che il Consiglio ha dato e sta continuando a dare per una positiva conclusione dell'esame della finanziaria.

PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Gabriella Greco, che aveva fatto richiesta di congedo, è presente in aula, per cui il congedo si intende revocato.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, sugli emendamenti soppressivi parziali numero 52, 53, 125 e 13 il parere è contrario. Presidente, mi corregga se salto qualche emendamento, perché dalla sua lettura a me è parso di averne qualcuno in meno. Abbiamo finito i soppressivi parziali giusto?

Sugli emendamenti sostitutivi parziali numero 50, 51, 18 e 54 il parere è contrario. L'emendamento numero 55 è analogo al numero 56, di cui parlava prima l'Assessore, quindi ragionevolmente noi optiamo per il parere contrario; il parere è invece favorevole sull'emendamento numero 56, che però troviamo tra gli aggiuntivi. Sull'emendamento numero 41 il parere è favorevole; sull'emendamento numero 135, che è un emendamento all'emendamento numero 60 della Giunta, il parere è favorevole; chiaramente è contrario sull'emendamento numero 60. Sull'emendamento numero 114 il parere è favorevole.

Passo agli emendamenti aggiuntivi: sull'emendamento numero 40 il parere è favorevole; sul numero 6 è contrario. Anche se mi pare che sia stato presentato un emendamento all'emendamento, o mi sbaglio? No. Sull'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23, il parere è contrario; sull'emendamento numero 115 è favorevole.

Gli emendamenti aggiuntivi numero 31, 32, 19, 21 e 124 riguardano tutti, Presidente, il Patto di stabilità. Noi esprimiamo parere contrario sugli emendamenti numero 31, 32, 19 e 21, e ci rimettiamo all'Aula sul numero 124, chiedendo ai colleghi di valutarlo, perché è sostanzialmente un emendamento di sintesi degli altri.

PRESIDENTE. C'è solo un inciso che differisce.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì.

Prego? Non ho capito, onorevole Porcu. Certamente, sì. Capisco, sono un po' inesperto rispetto ad alcune cortesie, nel senso che invitiamo al ritiro dell'emendamento perché c'è appunto l'emendamento numero 124, se no il parere è contrario. Sull'emendamento numero 56 il parere è favorevole; invitiamo i presentatori a ritirare l'emendamento numero 2, altrimenti il parere contrario. Sull'emendamento numero 3, 59, 61 e 62 il parere è contrario; invito i presentatori a ritirare gli emendamenti numero 56 e 58, perché riteniamo che si possa rispondere a questa stessa necessità con l'emendamento numero 124, nelle forme possibili. Chiediamo che venga ritirato anche l'emendamento numero 111, se no il parere è contrario; sul numero 63 ci rimettiamo all'Aula. Si tratta dell'emendamento sul personale del GAL, su cui potremmo esprimere parere favorevole se vi è la disponibilità a una riduzione dello stanziamento. Sugli emendamenti numero 66, 33 e 65 il parere è contrario; sugli emendamenti numero 42 e 43 è favorevole. Sull'emendamento numero 67 il parere è contrario, tuttavia in sede di discussione forse riusciamo a capire perché c'è un problema anche di dettato. Sull'emendamento numero 116 il parere è favorevole; sugli emendamenti numero 101, 102 e 103 il parere è contrario. Ricordo, però, ai colleghi, che in Commissione si era invitato a ritirare questi emendamenti, perché non si è contrari a ragionare nel merito delle figure professionali e delle situazioni di precariato prodotte a vario titolo, ma si vuole soltanto ragionarne nel collegato.

Sull'emendamento numero 107 il parere è favorevole. Invitiamo a ritirare anche l'emendamento numero 113, non perché la proposta in esso contenuta sia inadeguata, ma semplicemente perché la si vorrebbe rinviare al collegato. Ho saltato qualcosa, Presidente?

PRESIDENTE. L'emendamento numero 141.

Mi ricorda il parere sull'emendamento numero 113, onorevole Maninchedda?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 113 il parere è contrario, sul numero 141 è favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è prevalentemente conforme a quello del relatore, con alcune precisazioni. In particolare, riguardo all'emendamento numero 135, che è un emendamento all'emendamento, vorrei precisare che si tratta di una rimodulazione, quindi il parere è conforme, è chiaro, a quello del relatore. La precisazione è che si tratta di un emendamento che scaturisce da un accordo tra l'Assessorato del personale, la Giunta e il sindacato, che ha rimodulato le somme da attribuire alla contrattazione collettiva.

Per quanto riguarda gli emendamenti sul Patto di stabilità, anche la Giunta, conformemente a quanto ha detto il relatore, invita al ritiro degli stessi. L'idea era che potesse essere formulato in Consiglio un emendamento di sintesi, mi sembra di capire che sostanzialmente la sintesi si possa riconoscere già effettuata dall'emendamento numero 124.

Per quanto riguarda, invece, l'emendamento numero 63 sui GAL, vorrei precisare che in Commissione la Giunta aveva chiesto di sospenderne il parere e si era rimessa all'Aula per una valutazione sull'esistenza o meno della necessità di ulteriori risorse. L'emendamento propone 640 mila euro, gli accertamenti fatti dai nostri uffici ci dicono che la somma sufficiente è di 430 mila euro, per cui il parere è favorevole, con una rimodulazione della somma.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 52.

CAPELLI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale, Presidente.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 52.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Lotto e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Francesco Meloni, Planetta e Alessandra Zedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 18

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 53.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale, Presidente.

PRESIDENTE. Posso chiedere ai colleghi, siccome c'è qualche problema nel sistema elettronico, se possiamo votare per alzata di mano e rinviare la votazione elettronica agli emendamenti successivi?

BRUNO (P.D.). Rinuncio alla richiesta di votazione nominale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 53. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 125.

Ha domandato di parlare e il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per annunciare il ritiro dell'emendamento, che sicuramente non è stato ben compreso, o forse è stato mal spiegato, nel senso che la finalità era semplicemente quella di evitare i residui, perché non è nella disponibilità di un'amministrazione comunale mandare un rendiconto che è già inserito nel sito Internet del Ministero dell'interno, ma può creare grossi problemi perché la sospensione dei pagamenti crea sicuramente dei residui.

Comunque, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 125 è ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 13.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Assessore, ho ascoltato la sua replica e l'intervento del relatore di maggioranza, mi è chiara la motivazione che vi ha spinto a sostituire l'anticipazione delle entrate con l'autorizzazione a nuovi mutui, ma io continuo, noi continuiamo a sostenere che, come ha ricordato l'Assessore e come, invece, ha dato per scontato che avvenga il relatore di maggioranza, il bilancio 2007 è ancora soggetto a giudizio di parificazione della Corte dei conti. Quindi noi continuiamo a ritenere che tra le due vie, quella del rivendicare dallo Stato pienamente le entrate che riguardano la vertenza sul passato con un'anticipazione all'interno del bilancio pluriennale e quella della contrazione di mutui, c'era una terza strada, che era quella di mettere in bilancio stanziamenti che fossero in qualche modo vicini a quei limiti del Patto di stabilità che l'Assessore stesso ha detto devono essere rinegoziati.

E' chiaro che questo è un emendamento politico, sappiamo che verrà bocciato, ma nel presentarlo abbiamo chiaramente voluto sottolineare quella che noi riteniamo una contraddizione. Ci preoccupa, poi, quanto dichiarato dal relatore di maggioranza, che stamattina in qualche modo faceva male i conti, perché noi non abbiamo mai detto che ci sono 1.600 milioni di euro di nuove entrate; le nuove entrate sono molte di più a regime, sono 3 miliardi e 100 milioni e quindi la cifra che abbiamo sempre ricordato di 1.600 milioni non si riferisce alle nuove entrate, ma è la differenza tra le nuove entrate di 3 miliardi e 100 milioni e i nuovi oneri, 1.300 milioni, derivanti dalle nuove competenze acquisite. Rimane il fatto che c'è un differenziale positivo certamente di 1.600 milioni, da cui vanno tolti 500 milioni derivanti dalle anticipazioni di entrate, perché in qualche modo abbiamo corretto quello scalino.

E' chiaro il significato di questo emendamento, è chiaro che voterete contro, ma è anche chiara la nostra posizione politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). E' assente.

PRESIDENTE. Poiché non è presente in aula, decade dal diritto alla parola.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, siamo all'emendamento numero 13? Se siamo all'emendamento numero 13, che è un emendamento soppressivo del comma 46, che riguarda i liquidatori dei consorzi industriali, posto che è stato presentato anche un emendamento, di cui è primo firmatario il Presidente della Commissione, e cioè l'emendamento numero 114, anche se non ho capito qual è il parere sull'emendamento numero 114...

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.

CUCCU (P.D.). E' favorevole. Visto che l'emendamento numero 114, se accolto dall'Aula, comunque raggiungerebbe l'obiettivo che si poneva l'emendamento numero 13, che era quello di garantire l'operatività dei collegi di commissari negli otto consorzi provinciali, posto che il lavoro è stato quasi portato a conclusione e si rischierebbe di interromperlo, ritiro l'emendamento numero 13, perché, ripeto, con l'emendamento numero 114 si raggiungerebbe comunque il risultato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 13 è stato ritirato, per cui i colleghi che si erano iscritti a parlare decadono dal diritto alla parola.

Il sistema elettronico è di nuovo operativo.

Passiamo all'emendamento numero 50. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Non intervengo. Era chiaro che la mia dichiarazione precedente era relativa a questo emendamento, quindi vale quello che ho detto prima.

Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo, Presidente, per dichiarare il voto contrario all'emendamento numero 50, ma anche per utilizzare questa occasione per fare un po' di conti. Io sarò la persona più felice di questo mondo se, quando si arriverà al regime delle nuove entrate, avremo veramente un'eccedenza di 1.600 milioni di euro. Però invito i colleghi a utilizzare i dati che al momento sono ufficialmente disponibili.

I colleghi, nell'emendamento al DAPEF che era stato sottoposto alla Commissione, prevedevano che le entrate post-riforma ammontassero a 4 miliardi e 988 milioni di euro. Lo dico a tutti i colleghi, in maniera tale che riusciamo a ragionare allo stesso modo. I colleghi dell'opposizione prevedevano nell'emendamento al DAPEF un'entrata, dopo la riforma, di 4 miliardi e 988 milioni. Chiedo all'opposizione di verificare che cosa risulta agli atti della Ragioneria sulle entrate derivanti dalle compartecipazioni accertate nel 2007: 4 miliardi e 805 milioni.

PORCU (P.D.). Guardi la parte finale!

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sto dicendo, e mi rivolgo a tutti i colleghi, che le entrate post-riforma, io dico, sono tragicamente prossime alle entrate pre-riforma, perché voi parlate di 4 miliardi e 988 milioni, mentre sono accertati 4 miliardi e 805 milioni.

Vorrei far notare, infine, ai colleghi, sulle questioni dette stamani, che quando si calcola l'IVA a nuovo regime si arriva intorno ai 2 miliardi e 300 milioni, ma i costi della sanità, solo i costi della sanità, attualmente sono di 2 miliardi e 800 milioni, e mentre col regime passato veniva coperta tutta con i 10 decimi dell'IVA più 300 milioni, qui per coprire la sanità si intacca il presunto tesoretto già di mezzo miliardo di euro.

Io penso che se siamo persone lucide e leali tra di noi, dobbiamo sederci e sui conti guardarci in faccia al di là della propaganda, perché mi sembra che da qui a qualche mese noi potremmo trovarci in grande difficoltà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è uno degli argomenti diciamo di interesse politico generale. Siamo in una fase nella quale lo Stato, o meglio la Repubblica - così come viene definita dal Titolo V riformato -, nelle sue diverse articolazioni, deve far fronte non solo a un'emergenza di natura economica e sociale, ma anche a un'emergenza di funzionamento.

Noi viviamo nell'ipocrisia totale, abbiamo regole che contraddicono le regole che ci diamo, con l'obiettivo preciso di raggiungere risultati che non siano visibili, esplicitati, compresi dalle popolazioni. Io l'ho detto all'inizio, nella discussione generale: noi abbiamo un debito pubblico e una massa di risorse finanziarie non spese che tra loro si annullano, che tra loro si annullano. E questo risultato è ottenuto attraverso un artificio contabile che permane nella legislazione italiana. Quando si è ipotizzato, e io l'ho condiviso, di introdurre alcune disposizioni innovative sotto il profilo contabile, forse lo si è fatto nella maniera sbagliata forse lo si è fatto con una forzatura di troppo, forse lo si sarebbe dovuto fare maniera più condivisa, più discussa, più riflettuta, però lo si è fatto per uscire dall'equivoco, qualcuno direbbe dall'imbroglio contabile nel quale viviamo.

Noi abbiamo annullato sostanzialmente il debito pubblico promettendo un bilancio al popolo e confezionandogliene un altro. Questa è la realtà! Ecco perché accendere mutui, o meglio autorizzare mutui che nella maggior parte dei casi non vengono attivati, significa costruire ancora una volta un'ipocrisia, un debito che non esiste, che non viene contratto, che non ha una finalità rispetto agli obiettivi che ci si propone. Ecco perché voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 50.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 18

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 51. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 18. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 54. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 55. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 41. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 135.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, io apprezzo lo sforzo della Giunta, ma mi sembra che le risorse siano ancora insufficienti. Un aumento di 700 mila euro rispetto allo stanziamento che era ritenuto necessario (26 milioni e 600 mila euro) mi sembra un piccolo sforzo rispetto a quella che è, invece, una necessità avvertita da tutto il personale della Regione. Quindi, invito la Giunta a rivedere alcuni stanziamenti, perché l'esigenza per la contrattazione collettiva del personale della Regione sicuramente non viene soddisfatta da un emendamento di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 135.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dessì e Paolo Sanna hanno votato a favore e che i consiglieri Ben Amara, Uras e Massimo Zedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Obinu - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras - Zedda Massimo.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 54

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 36

contrari 18

(Il Consiglio approva).

L'emendamento numero 60 decade. Passiamo all'emendamento numero 114. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, mi vorrei rivolgere al Presidente della Commissione. Questo emendamento in parte, come diceva il collega Cuccu, risponde ad alcune esigenze, però mantiene diverse lacune. E' molto raro verificare che in Regione le funzioni dei liquidatori siano assegnate a dipendenti di categoria D. Stiamo parlando di funzioni che normalmente sono consegnate a persone laureate e abilitate. Nella storia della Regione queste funzioni sono state svolte dai dirigenti, non a caso nell'emendamento viene previsto un compenso da dirigente.

Allora io credo sia più qualificante non aprire a dismisura per la categoria D, rivolgendosi tra l'altro anche al personale in quiescenza, quindi a un ambito molto vasto, e assegnare invece questa funzione all'interno delle figure dei dipendenti regionali con qualifica di dirigente. Credo che questa correzione possa consentire anche il nostro voto favorevole all'emendamento numero 114.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che l'osservazione fatta adesso dal collega possa avere una spiegazione. Oltre al fatto che viene stabilito il possesso del requisito di laurea conseguita al termine di un corso universitario di almeno quattro anni, e tenuto conto che c'è una riserva del 20 per cento, tra l'altro, per le funzioni superiori (riserva che è stata abbondantemente utilizzata dalla Giunta precedente, che, lo sottolineo senza spirito polemico, ha nominato a ruoli dirigenziali anche chi non aveva titolo, e lo dico con cognizione di causa), ritengo che, invece, proprio in questo caso sia estremamente definito il fatto che anche i dipendenti della categoria D, in possesso di laurea, possono assumere l'incarico di commissario liquidatore. Lo dico perché non ho realmente compreso la puntualizzazione.

Mi sembra che ci siano tutti i criteri, mi sembra che il quadro sia ben definito. Sappiamo benissimo che ci sono funzionari che possiedono i requisiti, oltre a quelli di professionalità, per poter gestire adeguatamente questo ruolo. E' in legge ed è previsto anche, al limite, nella riserva del 20 per cento, a cui ho fatto riferimento prima, sinceramente non capisco la puntualizzazione. Siccome sono in dichiarazione di voto, ovviamente noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io mi dichiaro contrario a questo emendamento. Interviene su una norma che ha avuto una discussione significativa in quest'Aula e attorno a un tema che si è più volte sviluppato anche trasversalmente. Vi è stata una riflessione comune e la conclusione, a colpi di voti più o meno trasversali, ha portato a una soluzione. A distanza di pochi mesi andiamo a rivedere una norma, ma adesso, al di là del titolo di laurea della categoria D, di cui poco importa, quello che importa è un'altra vicenda, soprattutto in riferimento alla funzione che devono svolgere questi soggetti, una funzione liquidatoria. Io ho vissuto un'esperienza difficile all'interno dell'amministrazione pubblica, in modo particolare in quella regionale, per quanto riguarda le procedure di liquidazione: sono procedure eterne, che mantengono in vita gli enti da liquidare e mantengono in vita i liquidatori degli enti in funzione del ruolo che essi devono svolgere, della risposta, qualche volta clientelare, che essi hanno avuto. Non vorrei che in alcune cose - lo vedo già in questa manovra finanziaria, Assessore - vizi antichi che non si sono mai persi rimanessero. E quando voi li avete criticati avete fatto bene, perché quelli che deludiamo, badate, sono gli stessi che una volta votano voi, una volta votano noi. E ogni volta vengono delusi, una volta da voi e qualche altra volta da noi, perché questi sono i meccanismi che prevalgono, quelli delle relazioni politiche non tra le più nobili. Ecco perché io voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, intervengo solo per chiarire ai colleghi che non si sta intervenendo - sicuramente chi ha avuto la pazienza e il modo di vedere i riferimenti normativi lo ha compreso - sui consorzi industriali neocostituiti, ma si sta intervenendo sui consorzi industriali commissariati e liquidati, che facevano parte della celebre tabella F di una finanziaria.

Qual è la ratio di questo intervento? Quella liquidazione sta comportando serissimi problemi, anche fiscali, nel trasferimento dei beni, e in quel trasferimento intervengono anche fattori - per accettare la sollecitazione dell'onorevole Sanna - che incidono su emolumenti legati proprio alla presenza in albi professionali e quant'altro.

Quindi, la ratio è semplicemente quella di ricondurre a un controllo stretto da parte dell'amministrazione regionale, anche in vista di uno studio di procedure meno onerose per la Regione, sul trasferimento dei beni dai consorzi liquidati ai consorzi neoistituiti. Non c'è nessun altro scopo, è tutto qua. Il mio voto, ovviamente, è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Ha già chiarito il collega Maninchedda. Io non comprendo di cosa debbano scandalizzarsi i colleghi dell'opposizione. Si tratta proprio di emendare e riportare a razionalità una procedura così macchinosa, così ridondante, che prevedeva addirittura un collegio di liquidatori, uno indicato dalla Regione, uno indicato dalla provincia e uno indicato dal nuovo consorzio in rappresentanza dei comuni. Si sta, in pratica, eliminando una previsione che, alla prova dei fatti, si è rivelata assolutamente fallimentare, tant'è che non risulta costituito alcun collegio di liquidatori; si tratta di affidare a personale qualificato dell'amministrazione regionale, con ciò anche ulteriormente limitando e contenendo i costi, quindi mi pare che almeno su questo, se non se ne vuole fare questione pregiudiziale, ideologica, si debba addirittura convenire. E invito, anzi, l'opposizione a votarlo con la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che su questo emendamento abbiamo fatto, negli interventi, un po' di confusione. Penso che l'emendamento presentato dall'onorevole Maninchedda e più, ripristini l'impostazione, l'impianto che era stato dato nella finanziaria dell'anno scorso alla liquidazione dei consorzi cosiddetti comunali e mantenga in piedi l'impostazione che era stata data con la legge di riforma dei consorzi industriali sulla liquidazione dei consorzi cosiddetti provinciali.

Io penso, quindi, che questo emendamento sia perfettamente in linea con il comportamento che si è tenuto nella passata legislatura per quanto riguarda il processo di liquidazione dei consorzi comunali previsto in finanziaria e quello previsto nella legge sui consorzi industriali con il collegio dei liquidatori. La perplessità dell'onorevole Sanna sulla qualifica e sul titolo che debbono avere i liquidatori penso che sia condivisibile, ma sull'impostazione penso che possiamo concordare. Abbiamo solamente una perplessità sul fatto che i liquidatori debbano essere dipendenti di categoria D e non invece dirigenti.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che l'onorevole Rassu è in aula, per cui il congedo è revocato.

Metto in votazione l'emendamento numero 114. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 40. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 6. Non è ritirato, a meno che non venga comunicato testé in aula. Onorevole Vargiu, è ritirato o no?

VARGIU (Riformatori Sardi). E' ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 6 è ritirato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Facciamo nostro l'emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 6…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, scusi, mi sono prenotato!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la prenotazione arriva leggermente in ritardo.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vada un po' a rilento anche lei, così le comunicazioni arrivano in tempo. Io mi attengo a quello che dice lei, mi prenoto quando lei chiama l'emendamento.

Condivido la scelta fatta dall'onorevole Cucca, voglio solo ricordare una cosa alla Giunta. Non appena eletto l'Assessore della pubblica istruzione è stato chiamato in molti territori, anche da consiglieri della maggioranza, per poter apprendere quali difficoltà affronta il sistema dell'università diffusa nel nostro territorio. E' vero che questa concezione ha un po' debordato, però ci stiamo riferendo ai punti essenziali dell'articolazione degli studi universitari.

E' una grande contraddizione che questo Consiglio si stia interessando, in un momento di crisi, di stabilizzare e cercare di concretizzare i posti di lavoro e noi non ci rendiamo conto che, con l'insufficienza dei finanziamenti all'università, si rischiano numerosi licenziamenti nell'ambito di questo comparto che, bene o male, sta fornendo un servizio alla Regione anche in maniera decentrata.

L'Assessore, parlo per quello che riguarda il mio territorio, è venuto e ha garantito che ci sarebbe stata un'attenzione da parte della Giunta regionale alle esigenze di questo comparto. Concretamente, l'onorevole Dedoni ha presentato l'emendamento numero 6, che noi condividiamo, perché ci sono situazioni molto chiare in tutto l'ambito regionale e credo che sia emblematico che la Giunta e la Commissione l'abbiano respinto, perché questo fornisce un chiarimento per la risposta che dobbiamo dare, nei nostri territori, alle persone che hanno avuto determinate garanzie dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Forse è utile un'informazione su questo. La materia oggetto di questo emendamento, noi l'abbiamo detto anche in Commissione, è opportuno che venga esaminata non in sede di legge finanziaria, ma nel disegno di legge integrativo della manovra finanziaria. Però, per far fronte ai rischi, che ci vengono segnalati, effettivamente di insufficienza delle risorse finanziarie, la Giunta ha presentato, prima della seduta di stamattina, un emendamento che integra lo stanziamento di 500 mila euro, rinviando la definitiva trattazione e definizione anche delle risorse finanziarie necessarie per risolvere questo problema dell'università diffusa nel territorio al disegno di legge integrativo della manovra finanziaria.

Questo emendamento è stato, però, presentato all'articolo 3, per cui probabilmente i colleghi non lo hanno potuto vedere ed esaminare. Avevamo chiesto di ritirare l'emendamento numero 6 perché comunque è previsto un intervento per l'emergenza e c'è l'impegno ad affrontare la questione più organicamente nel prossimo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Noi abbiamo fatto nostro questo emendamento proprio perché abbiamo conoscenza dei problemi nei quali si dibattono le università, in particolare l'università diffusa. Già stamattina io avevo sottoposto il problema all'attenzione dell'Aula e dell'Assessore. Evidentemente prendiamo atto dell'impegno assunto dalla Giunta di guardare con maggiore attenzione a questo problema nel passaggio successivo. Soprattutto spero che si prenderà atto del ragionamento che si faceva stamattina circa il fatto che esistono delle sedi universitarie che hanno delle peculiarità differenti rispetto ad altre sedi e che possiamo definire sicuramente più virtuose. Per cui, forse, sarà opportuno, nel momento in cui si metterà mano a questo argomento, distinguere, nella ripartizione del finanziamento alle varie sedi, a seconda delle esigenze, dei corsi in essere, eccetera, per premiare, come ho detto stamattina, quelle sedi che possiamo senz'altro definire più virtuose di altre.

Prendiamo comunque atto dell'impegno che è stato assunto in aula dall'assessore La Spisa, pertanto ritiriamo l'emendamento e attendiamo il passaggio successivo, iniziando in ogni caso a mettere mano al problema con lo stanziamento di 500 mila euro, di cui ha parlato l'Assessore stesso.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, l'emendamento è stato ritirato, per cui non può intervenire.

DIANA MARIO (P.d.L.). Non posso?

PRESIDENTE. L'emendamento non è più in essere. L'argomento sarà comunque ripreso durante l'esame dell'articolo 3, con l'emendamento presentato dalla Giunta. Grazie.

Metto in votazione l'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Intervengo sull'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23, di cui sono primo firmatario. Senz'altro l'emendamento ha la finalità di ripristinare condizioni di eguaglianza tra i nostri studenti. La priorità che viene data nell'attribuzione degli assegni di merito agli studenti iscritti alle facoltà scientifiche lede il diritto di uguaglianza tra i cittadini, nonché il diritto alla libertà di scelta dell'indirizzo di studio.

Il rischio, nel dare la priorità sugli assegni di merito agli iscritti alle facoltà scientifiche è quello di indirizzare gli studenti, specie quelli meno abbienti, verso un certo tipo di facoltà, perché diversamente non avrebbero la possibilità di proseguire gli studi. Vi parla uno che ha potuto studiare perché ha usufruito dell'assegno di merito e ha potuto scegliere liberamente la facoltà presso cui iscriversi.

Penso che non possiamo fare una cosa di questo tipo. Se approviamo questo emendamento ripristiniamo la legalità e supportiamo anche gli studenti che vogliono scegliere facoltà umanistiche o economiche nel loro diritto di scegliere la facoltà che ritengono più idonea, evitando che, per eventuali difficoltà economiche, possano indirizzarsi verso facoltà scientifiche che potrebbero non essere attinenti alle loro inclinazioni.

Penso che gli emendamenti numero 7 e 23 siano degli emendamenti che rendono giustizia e ripristinano l'uguaglianza tra gli studenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io capisco le preoccupazioni dei colleghi che hanno proposto l'emendamento, però ho qua i dati relativi agli effettivi iscritti alle facoltà di Cagliari e Sassari e anche agli studenti sardi iscritti nelle facoltà del resto della penisola. Insomma, il criterio che portò a suo tempo all'introduzione di questo finanziamento per l'attribuzione dell'assegno di merito fu il fatto che vi fossero 7 iscritti in chimica, pochissimi in matematica e quasi nessuno in fisica, tanto da costituire un problema per le imprese, in un periodo, è vero, di difficoltà del settore industriale e produttivo sardo. Però quelle poche imprese che avevano necessità di attingere dall'università giovani laureati in materie tecnico-scientifiche avevano difficoltà a individuare in Sardegna queste figure e quindi dovevano per forza usufruire di forze esterne e non di sardi.

Ora, è vero che con questo intervento c'è stato un incentivo che ha comportato un aumento delle iscrizioni ad alcune facoltà, ad esempio in chimica da 7-10 iscritti si è arrivati a 60 (questo problema vale per il primo anno di università, ovviamente), però si registrava un deficit nelle materie tecnico-scientifiche che con l'introduzione di questa norma noi abbiamo in parte sanato. Siccome usufruiscono effettivamente di questo assegno sia coloro che si iscrivono in materie tecnico-scientifiche, materie prioritarie vista la norma, ma anche coloro che si iscrivono in materie umanistiche, dai dati attuali abbiamo, sì, una crescita nelle materie tecnico-scientifiche, ma se portassimo a zero il criterio, cioè non ponessimo criteri, coloro che hanno una media del 30 in Scienze della formazione, in Lettere e in altre facoltà umanistiche sono 3, 10, 20 volte superiori rispetto a coloro che hanno quella stessa media nelle materie tecnico-scientifiche. Cioè, eliminando totalmente il criterio creeremmo una sproporzione, nel senso che potrebbero usufruire dell'assegno di merito solo gli iscritti in materie umanistiche.

Semmai la richiesta è quella di modulare diversamente l'assegnazione per quanto riguarda coloro che passano dal liceo all'università, cioè i nuovi iscritti, perché la selezione naturale avviene, ovviamente, se uno studente si iscrive in fisica per ottenere l'assegno e poi non riesce ad avere il merito e a raggiungere la soglia di crediti che gli garantisce l'assegno anche per gli anni successivi.

CAPELLI (U.D.C.). Come vota, scusi?

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La mia dichiarazione di voto è contraria a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, mi scuso col collega, ma mi interessava sapere come votava, perché il disorientamento che crea questo emendamento è profondo. Quando fu inserita nella finanziaria questa norma ci fu una grandissima discussione, sollecitata dalla minoranza, che chiedeva se fosse opportuno fare questo distinguo. Come sempre è lecito e opportuno cambiare opinione - solo le persone intelligenti la cambiano -, e oggi la ex maggioranza che ci aveva dato contro su quelle osservazioni propone che vengano riviste le condizioni, e tutto è normale, è lecito.

Io rimango convinto della mia posizione, rimango convinto che non ci debba essere una diversificazione, anche se è vero, così come dissi allora (stamattina, dopo le dichiarazioni del collega Cuccu, sono andato a rivedermi quella posizione, e io dissi che condividevo l'orientamento da dare), che oggi il mercato - che brutta parola! - chiede conoscenze tecnico-scientifiche. Ma noi abbiamo l'onere, e credo anche l'onore, di non pensare solo al mercato e quindi di tutelare anche l'indirizzo umanistico. Ci fu un'alzata di scudi! Vorrei chiedere all'onorevole Soru cosa ne pensa, ma ovviamente la domanda cade nel vuoto, come cadde nel vuoto allora. Però cadde nel vuoto perché il Presidente era un "UFO", nel senso che non lo si vedeva in aula, così come non lo si vede neanche oggi. Avrei voluto vedere se era disponibile a votare questo emendamento o a sottoscriverlo.

In conclusione, ma riprenderò la questione sull'università, il fondo unico è stato istituito dall'allora maggioranza e le disponibilità su quel capitolo sono state abbattute da quella stessa maggioranza. Prendo atto che è il caso che sull'università si apra un dibattito approfondito, per pensare seriamente ai nostri giovani e forse tagliare qualche finanziamento inutile, che i nostri rettori gestiscono in maniera molto "sportiva".

Perciò voterò contro questo emendamento, in attesa di un dibattito profondo che deve interessare prioritariamente, rispetto ad altri provvedimenti, quest'Aula, per programmare un serio indirizzo degli studi dei nostri giovani.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signor Presidente, io annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 7, però debbo richiamare alla memoria quel che accadde nella scorsa legislatura durante la discussione della scorsa finanziaria, perché le parole "e prioritariamente" furono introdotte dopo un ampio dibattito nel quale io personalmente sostenevo che non dovessero esserci differenze fra le materie umanistiche e le materie tecnico-scientifiche, e si arrivò a una soluzione di compromesso, proprio perché c'era la tendenza a favorire le materie tecnico-scientifiche.

Debbo peraltro sottolineare il fatto che, alla luce di quel che è accaduto, l'opinione che avevo manifestato allora era valida, perché l'esito della distribuzione dei fondi che erano stati stanziati con la scorsa finanziaria di fatto ha impedito a tutti gli studenti in materie umanistiche, anche quelli che hanno la media del 30, di ottenere il contributo, perché con la priorità assegnata alle competenze in materie tecnico-scientifiche si sono esauriti i fondi che erano stati stanziati.

CAPELLI (U.D.C.). Infatti avevamo previsto una ripartizione del 70 e 30 per cento, e non fu accettata.

CUCCA (P.D.). Infatti era stato previsto, poi l'Aula si era orientata in questo senso. Personalmente non condividevo questa suddivisione, non la condivido tutt'ora, credo che sia necessario rendere giustizia anche agli studenti che si iscrivono alle facoltà umanistiche seguendo le proprie inclinazioni, e quindi il mio voto è favorevole.

Debbo, peraltro, riportare alla memoria il dibattito che è già stato aperto da tempo sull'università, visto che è stato l'onorevole Capelli a richiamarlo. Io credo di aver manifestato in maniera molto chiara e aperta, anche sulla stampa, le mie idee sull'università, ritengo quindi che sia opportuno e necessario aprire il dibattito in maniera seria e approfondita, ma non credo che si possa accusare indistintamente tutti di non aver affrontato il problema dell'università in tempi non sospetti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Signor Presidente, faccio mie alcune delle osservazioni dei colleghi Capelli e Cucca, soprattutto in ordine all'esigenza di riscrivere in maniera organica il sistema di provvidenze e benefici per il diritto allo studio, che, vorrei ricordarlo, sono ancora fermi alla legge regionale numero 37 del 1987, mentre a livello nazionale l'universo di riferimento è cambiato sia con la legge quadro che con la riforma del Titolo V, che ha portato nella competenza primaria delle Regioni la materia, limitando allo Stato la sola fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni.

In verità, in ordine alla questione in discussione, gli assegni di merito vanno messi su un piano differente rispetto a quelle che sono le borse di studio ordinarie, perché tendono a soddisfare le esigenze di due categorie differenti: le borse di studio sono assegnate agli studenti capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi, quindi attengono all'articolo 34 della Costituzione, mentre con gli assegni di merito si intendeva rivolgersi a un'ulteriore fascia di utenza esclusivamente con requisiti di merito, e lì si scelse allora di dare una copertura...

Così è difficilissimo, però, riuscire a tenere il filo...

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, ha ragione. Prego i colleghi di prendere posto. Onorevole Porcu, anche lei, grazie.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Dicevo che gli assegni di merito rappresentavano un incentivo selettivo, che chiedeva come unico requisito il merito e quindi saltava i problemi di reddito cercando di indirizzare, appunto, verso le facoltà scientifiche con finalità differenti. Quindi l'assegno di merito non attiene alla possibilità delle fasce più disagiate di accedere o meno alle facoltà scientifiche o letterarie, semmai, al contrario, risultano avvantaggiati rispetto all'assegno di merito e alle borse di studio coloro i quali sono nelle fasce più disagiate, o meglio, per le borse di studio chi ha requisiti di reddito oltre che di merito risulta avvantaggiato e quindi può scegliere tutte le facoltà, mentre per quanto riguarda le facoltà scientifiche gli assegni di merito fanno esclusivo riferimento ai crediti e alla qualità dei crediti che si ottengono.

In realtà, quindi, tutto questo andrebbe ricondotto a un disegno più ampio di riforma del sistema delle provvidenze, che chiedo alla Giunta di impegnarsi a proporre nel più breve tempo possibile, in maniera tale da evitare anche che i soggetti che gestiscono queste provvidenze siano differenziati, come al tempo attuale, in cui l'Assessorato gestisce gli assegni di merito e gli enti strumentali per il diritto allo studio le borse di studio. Andrebbe tutto ricondotto a unità in modo tale da riparametrare e ricondurre a unitarietà l'intero sistema.

Per cui, il mio voto non è contrario rispetto all'esigenza di equiparazione e parità di accesso al beneficio, ma rispetto a un provvedimento che rischierebbe di porre ulteriori complicazioni al sistema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ha fatto bene chi ha ricordato che su questo tema si è discusso e, devo dire la verità, si è discusso molto anche su una politica, secondo me positiva, che è stata inaugurata nella precedente legislatura. Cioè l'attenzione che è stata data, anche con strumenti che vanno meglio testati - adesso mi dispiace che non ci sia l'onorevole Capelli -, anche con provvedimenti che vanno meglio testati, come il Master and Back e come questo assegno di merito che colpisce, diciamolo, a prescindere dal reddito, come veniva ricordato benissimo prima. Cioè noi riconosciamo alla persona, a prescindere dalla sua condizione economica, dal suo stato sociale, un contributo che lo rende autonomo nella fase di studio. Quindi la prima cosa che va detta è che è merito della precedente legislatura l'attenzione assoluta, la grande qualità che è stata messa in campo nei confronti della scuola e dell'università.

La seconda cosa che va detta è che noi abbiamo il dovere di programmare la crescita di questa nostra regione, quindi di fare scelte, anche quella di individuare priorità. Non è vero che non abbiamo il dovere di individuare priorità, lo dobbiamo fare. Non si tratta di escludere qualcuno. Badate, è stato detto: questi sono assegni che devono soccorrere chi vive in una condizione di bisogno e non può accedere all'istruzione pubblica, non ha i soldi per pagarsi i libri. Attualmente, però, questi soldi piovono anche nella tasca di chi ha molto! Allora noi dobbiamo orientare, poi si trovi il modo più utile.

Io chiederei una sospensione su questo emendamento. Ha ragione l'onorevole Capelli, occorre stabilire una percentuale, però non escludiamo un insegnamento o l'altro, lasciamoli in campo entrambi, diamo un orientamento e assumiamoci la responsabilità di costruire il futuro di questa regione. Per questo siamo qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Solo per sottolineare che il tenore, la qualità e l'intensità della discussione dimostra che la scelta fatta in Commissione di spostare tutti questi argomenti di non stretta attinenza finanziaria a un luogo e a una circostanza in cui possano essere svolti e trattati attraverso una norma organica non era una scelta campata in aria.

Il no all'emendamento non nasce dalla mancata attenzione al tema, ma dalla necessità di inserire questi argomenti, come quello sull'università diffusa, su cui forse è proprio il caso che un giorno si parli in maniera sincera, in una norma quadro. Nel merito, è chiaro che noi dovremo anche ragionare sul fatto che con il trasferimento della sostenibilità dei costi dell'università, di fatto, al sistema regionale facoltà con dodici iscritti non si reggeranno mai più, mai più! Allora se la vogliamo mettere su questo piano, cioè sul piano del mantenimento degli strumenti e dell'orientamento degli strumenti, lasciamo perdere la normativa e aumentiamo le poste di bilancio.

Nel bilancio si possono aumentare i volumi delle borse di studio, perché è paradossale che abbiamo aumentato i soldi per il cinema e li abbiamo diminuiti per le borse di studio! Io sono per fare il contrario.

Viceversa c'è un emendamento su cui richiamo l'attenzione della Giunta, ed è l'emendamento numero 70, che incide sulle cose che abbiamo già deciso nelle precedenti legislature, ma rimedia a un'ingiustizia, cioè consente la portabilità dei crediti di una persona che si iscrive, per esempio, in biologia a causa del meccanismo del numero chiuso, che è una delle cose incostituzionali di questo Paese, e poi riesce ad accedere alla facoltà a numero chiuso al secondo anno, ma pur essendo bravo perde l'assegno di merito, perde la borsa di studio.

Allora, se ragioniamo su emendamenti di questo tipo, che sono correttivi di un'ingiustizia, ma ci lasciano il tempo per ragionare sulla struttura dopo, io non ho nessuna difficoltà. Non si può, però, ragionare solo sull'emendamento numero 7, si deve parlare di politica universitaria. Questo era il senso dell'invito al ritiro. Non un no per il merito, ma per il fatto che deve essere iscritto in una disciplina sulle politiche universitarie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io mi sento di condividere l'esigenza di approfondire questo argomento anche in una sede diversa dall'Aula, se fosse possibile. Naturalmente occorre chiedere ai colleghi che hanno ben argomentato le loro motivazioni la disponibilità a farlo.

Personalmente sono tra quelli che avevano ritenuto corretta l'impostazione di stabilire una priorità, anche perché in questo caso, per la grande maggioranza di iscritti alle facoltà non scientifiche, l'assegno di merito rischiava di funzionare come un incentivo alla rovescia. Però, se non fosse possibile accedere al ritiro e rinviare la discussione della materia ad altra sede, cioè al collegato, ricordo alla Giunta che uno strumento per venire incontro alle opinioni diverse che sono state manifestate c'è, ed è quello di aumentare le risorse.

Nell'ultima graduatoria pubblicata - mi rivolgo all'Assessore - il 27 gennaio 2009, su 840 beneficiari dell'assegno di merito, 540 erano iscritti a facoltà scientifiche e 300 a facoltà non scientifiche. Il che dimostra che la norma, così come è scritta, non preclude l'accesso ai benefici agli studenti in materie non scientifiche, semplicemente evita che si tratti di un incentivo alla rovescia che, se non differenziato con una priorità, rischierebbe addirittura di sottrarre alle facoltà scientifiche allievi che, per ottenere l'assegno di merito con maggiore facilità, per la maggiore facilità d'accesso alle facoltà umanistiche, per le problematiche legate al numero chiuso, per le maggiori difficoltà a mantenere la media necessaria per avere l'assegno di merito, potrebbero essere portati a deviare da corsi importanti come quelli tecnico-scientifici.

Tutti noi siamo d'accordo che il capitale umano di una comunità è dato dalla varietà, quindi se si mantiene l'emendamento voterò contro, però chiedo sia ritirato oppure la Giunta intervenga con maggiori risorse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Se c'è una diversità di vedute così evidente tra l'onorevole Cuccu e l'onorevole Porcu, che fanno parte dello stesso Gruppo...

PORCU (P.D.). Non abbiamo Berlusconi che ci mette d'accordo!

PITTALIS (P.d.L.). Se l'onorevole Porcu ritiene che l'impostazione originaria sia quella più corretta, immaginiamoci, lo dico per noi colleghi della maggioranza, se dobbiamo fare lo stesso errore che hanno fatto i colleghi che oggi siedono all'opposizione!

Cioè, io ritengo che non si debba né prendere le cose alla leggera né fare interventi così, tanto per farli, senza avere un quadro compiuto, organico. E dunque questa non è la sedes materiae. Sono d'accordo con chi dice che il tutto deve essere visto in un quadro più razionale, organico e completo, però intervengo, assessore La Spisa, perché, mentre noi stiamo tranquillamente parlando della questione, da sei mesi, dico da sei mesi, per precise responsabilità politiche di chi l'ha preceduta, i dipendenti dell'AILUN di Nuoro non ricevono lo stipendio. Non sono stati ancora accreditati i fondi del 2008 e ancora stiamo qui a discutere dell'avverbio "prioritariamente" per le materie scientifiche.

Quindi, assessore La Spisa, io la prego di intervenire urgentemente, non domani ma stasera, perché mi pare che ci sia anche qualche problema in Ragioneria, per sopperire, questo sì, a gravi, gravissime lacune verso quel settore. Qui si parla di aumentare le risorse, ma si deve parlare di dare le risorse che già spettano di diritto, prima di incanalarsi in discussioni che davvero mi pare portino lontano rispetto all'obiettivo che io mi auguro in una discussione sull'argomento possa vedere tutti d'accordo, affinché non si creino situazioni come quelle a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, soprattutto in questi ultimi mesi, perché l'università nuorese è alla fame grazie a precise responsabilità politiche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Ho colto con estremo piacere il fatto che si sia aperto un dibattito così ampio e articolato e che si sia potuto dibattere da posizioni diverse anche in maniera contrastante, in maniera trasversale. Credo che questo significhi che l'argomento attrae attenzione, che c'è qualcosa che non va bene e anche che non c'è un arroccamento su posizioni pregiudiziali né da una parte né dall'altra, e che oggi ci troviamo a dover discutere di un argomento che, in positivo per il futuro, dovrà essere visto con quella massima attenzione che l'università in Sardegna merita.

Detto questo, vorrei ricordare a chi usa in maniera anche arrogante le statistiche, che vengono tirate in ballo da destra o da manca a seconda delle circostanze, e a chi sostiene che la politica sin qui svolta dalla precedente maggioranza ha fruttato qualcosa di positivo, che vi sono degli idonei che ancora non hanno potuto ottenere la borsa di studio perché mancano i denari. Io credo che sia una delle cose su cui bisogna riflettere. Penso che siano da implementare eventualmente quelle risorse, perché giustamente siano dati i benefici a chi ne ha bisogno, onorevole Porcu. Quindi pochi trionfalismi, perché per quel che riguarda l'università credo che qualche errore sia stato compiuto da quella parte.

Apprezzo tutto quello che sin qui si è detto per ricercare una nuova via verso un'università che non discrimini, anche attraverso le incentivazioni. E l'incentivazione migliore è che ci siano buoni docenti, che ci sia un servizio adeguato e che gli studenti possano frequentare doverosamente e proficuamente l'università, non già perché si dà loro un semplice sussidio che consente di scegliere questo o quell'indirizzo nel primo anno. Io me ne guarderei molto bene dal fare certe affermazioni. Ma poiché è giusto restare nell'alveo che si è creato, ritiro questo emendamento, confidando sul fatto che d'ora in poi si discuterà seriamente di diritto allo studio, di università e di prospettiva post-universitaria per i giovani della Sardegna.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lei ritira l'emendamento numero 7, ma rimane in piedi l'emendamento numero 23, a meno che i presentatori non lo ritirino.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Io credo che, com'è stato appena ricordato, la discussione di questi ultimi emendamenti abbia dimostrato che bisogna fermarsi. L'ha detto anche l'Assessore, bisogna fermarsi, fare il punto, valutare se quello che è stato fatto sino a oggi era un qualcosa di corretto.

Noi abbiamo visto una frammentazione degli atenei, che il mondo, non solo il ministro Gelmini, ha considerato un errore. Abbiamo visto gemmazioni di corsi del tutto autoreferenziali nelle università; autoreferenziali spesso per i docenti, ma molto più spesso per alcuni politici locali, che attraverso queste gemmazioni pensavano di aumentare i loro consensi. Abbiamo visto finanziamenti regionali concessi solo per scelte della politica e non concordati con le università, con motivazioni spesso certamente non coerenti con le capacità reali dei nostri atenei di offrire formazione e preparazione agli studenti. Abbiamo visto nascere, ripeto, corsi fantasiosi e abbiamo visto spendere risorse secondo gli umori del momento, secondo la voglia di qualcuno di apparire più o meno progressista.

Bisogna fare il punto, bisogna fermarsi, usare i soldi per mantenere vivi i nostri atenei, per mantenerli aperti, perché siamo vicini al collasso finanziario di entrambi gli atenei della Sardegna. E allora, più che spese propagandistiche da parte della politica, investimenti più o meno fantasiosi, con nomi più o meno esotici, credo che serva un reale confronto tra la politica e le due università della nostra regione; un confronto che serva, ribadisco, per tenere aperti e funzionali quelli che sono i cardini della nostra presentazione al futuro. Certamente, però, deve essere messo un punto fermo.

Ho sentito argomenti che mi hanno un po' impressionato da parte di alcuni colleghi, e non può essere certamente la politica a decidere la programmazione universitaria. La Regione, Consiglio regionale e Giunta, non è onnisciente, non è totipotente. Ci sono gli atenei, con i loro organi, i docenti, i loro organi collegiali, composti da studenti e personale docente e non docente, che sono deputati a fare la programmazione universitaria. La Regione e la politica devono servire per dare loro quel supporto che nei prossimi anni sarà sempre più piccolo da parte dello Stato e sarà sempre maggiormente richiesto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Velocemente, signor Presidente. Purtroppo stamani ero assente e non ho potuto seguire il dibattito se non da un certo punto, essendo arrivato a fine mattinata.

Io ritengo che sia necessario e indispensabile quanto hanno appena detto il collega Campus e il collega Pittalis. Perché? Prima di individuare spese prioritarie per determinati indirizzi, non solo nel campo dell'istruzione, ma in tutti i campi, credo sia necessario creare il substrato, quindi la struttura che possa reggere. Parlo, in questo caso, di struttura universitaria, struttura riferita all'insegnamento e all'apprendimento, che possa reggere l'investimento. Faccio un esempio: quando, con la scorsa finanziaria, è stato approvato il dispositivo che dava un indirizzo affinché si potessero superare prioritariamente le carenze nelle competenze in materie tecnico-scientifiche si è nuociuto, e non poco, sia al mondo universitario sia ai ragazzi che avevano intrapreso corsi di laurea in materie diverse da quelle tecnico-scientifiche, perché quella era una forzatura evidente. Su questo argomento, anche in campagna elettorale, abbiamo ricevuto molte segnalazioni affinché tutti gli studenti e tutte le facoltà avessero pari dignità. Prima di destinare i sussidi prioritariamente verso la competenza scientifica è necessario, quindi, creare i presupposti affinché in Sardegna ci sia quel substrato di cui dicevo poc'anzi, che possa orientare i corsi di studio dei nostri studenti e quindi anche determinate facoltà scientifiche in quella direzione.

L'esempio che ho fatto quando abbiamo discusso questa norma nella scorsa legislatura è un esempio da riportare, cioè lì dove è stato creato un distretto industriale è stata creata una realtà a sé stante che ha dato sviluppo e benessere alla nazione. All'interno di quel distretto sono state create le facoltà scientifiche che possono orientare, giustamente, gli studenti in quella direzione. Prima, però, si è creato il substrato, prima si è creata la condizione affinché le università potessero orientare prioritariamente gli indirizzi scolastici in quella direzione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 23.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Caria - Cucca - Cuccu - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Mula.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 49

astenuti 3

maggioranza 25

favorevoli 12

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 115.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi, perché penso sarebbe positivo che questo emendamento passasse con il voto favorevole di tutti. Si tratta di consentire al Consiglio regionale di accedere direttamente al Sistema informativo di base dell'amministrazione regionale (SIBAR) e quindi di poter accertare direttamente lo stato delle UPB e in generale lo stato della spesa e tutte le statistiche connesse.

Per adesso il Consiglio non può accedere a queste informazioni e dipende, per averle, dagli Uffici della Giunta. Questo emendamento consente - chiaramente occorrerà, poi, che la Presidenza del Consiglio ne attivi l'attuazione - finalmente al Consiglio regionale di poter accedere direttamente alle informazioni che sono indispensabili per lo svolgimento serio di questa funzione. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi accogliamo la richiesta del relatore di maggioranza. Già in Commissione ci eravamo dichiarati favorevoli all'emendamento e ne condividiamo le finalità. Il Consiglio ha bisogno di accedere ai dati, di avere informazioni, direi non soltanto quelli del SIBAR, in realtà avrebbe bisogno di un accesso molto maggiore alle banche dati.

Crediamo che questo emendamento vada nella direzione giusta, quindi chiediamo di apporre anche le nostre firme e dichiariamo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole. A titolo di precisazione, perché la discussione si è fatta, secondo me, anche in modo corretto in Commissione, quando si dice "il Consiglio regionale" si intende, ovviamente, "i consiglieri regionali", perché l'accesso deve essere il più diffuso e il più completo possibile.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 115.

PITTALIS (P.d.L.). Con questa precisazione?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Se ho ben capito, l'onorevole Uras chiede che le parole "il Consiglio regionale" siano sostituite con "i consiglieri regionali". Oppure intende scrivere: "il Consiglio regionale, i suoi organi e i singoli consiglieri regionali"? Oppure, ancora, chiedo scusa: "il Consiglio regionale e suoi componenti", anziché organi?

Allora, Presidente, se tutto il Consiglio è d'accordo, andrebbe emendato così: "il Consiglio regionale e i suoi componenti". Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale .

PRESIDENTE. E' andato in tilt il sistema elettronico. Se siete d'accordo votiamo per alzata di mano, tanto mi sembra che ci sia il consenso unanime su questo emendamento.

Metto in votazione l'emendamento numero 115. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 31, 32, 19 e 21, sui quali c'era un invito al ritiro. I presentatori intendono mantenerli? L'emendamento numero 31 è uguale al numero 21, l'emendamento numero 32 è uguale al numero 19.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Stavo giusto controllando gli emendamenti che parlano tutti della stessa materia, cioè del Patto di stabilità per gli enti locali. Accogliamo la disponibilità della Giunta, che in Commissione si era dichiarata, invece, contraria e ritiriamo gli emendamenti numero 31, 32, 19, 21 e 57, che trattano tutti lo stesso argomento che può essere ricompreso nell'emendamento numero 124, a cui vanno aggiunte, evidentemente, le firme dei presentatori degli emendamenti che stiamo ritirando.

Voglio aggiungere che accogliamo con piacere non solo la disponibilità, ma anche la decisione della Giunta a non rimandare l'argomento e a far valere una nostra prerogativa. Da questo punto di vista, come ho già dichiarato durante la discussione dell'articolo, l'Assessore può contare sul nostro sostegno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Chiedo di aggiungere all'emendamento numero 124 la firma mia e dei colleghi che hanno presentato gli emendamenti ritirati. Credo che sia positivo il fatto che non rinviamo questo emendamento, come diceva giustamente l'Assessore, al collegato alla finanziaria, ma a un prossimo disegno di legge. Come si chiamerà? Manovra bis? Così come abbiamo fatto per altri emendamenti, forse per troppi emendamenti, stiamo giocando al rinvio.

Volevo preannunciare che, sull'emendamento numero 102, che riguarda il precariato, chiederemo una sospensione della seduta per poterci confrontare con la Giunta, perché fosse stato un collegato ne avremmo conosciuto il testo, avremmo potuto dare un giudizio, ma siccome si fa rinvio a un nuovo disegno di legge, chiediamo almeno un minimo di confronto per avere le giuste garanzie su quali saranno i temi e la materia oggetto del prossimo disegno di legge.

PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, le firme da lei indicate sono state aggiunte all'emendamento numero 124.

Metto in votazione l'emendamento numero 124. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 56. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Signor Presidente, sicuramente accoglierò l'invito al ritiro di questo emendamento, anche perché mi pare che ci sia l'orientamento, in quest'Aula, a ritrattare organicamente alcune norme, in particolare alcune leggi di settore che hanno manifestato delle carenze.

Vorrei, però, sottolineare che il vincolo del 3 per cento del fondo unico per l'attività sportiva, competenza che di fatto è stata trasferita, con la legge numero 9 del 2006, alle province, riserva risorse assolutamente scarse, ogni anno, da quando questo è avvenuto, per le manifestazioni sportive, per l'impiantistica sportiva, per la gestione degli impianti e tutta una serie di manifestazioni che di fatto devono essere sostenute dagli enti locali. Ecco, io vorrei, posto che in questo emendamento è contenuta anche la tutela sanitaria per l'attività sportiva, che non è da sottovalutare, che ci fosse un impegno da parte della Giunta per trattare subito dopo questo argomento e poterlo, poi, riprendere nel collegato, perché non trascorra un altro anno senza alcuna risorsa o perlomeno con risorse non adeguate. Grazie.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 2 è ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 57 è stato ritirato. Anche sull'emendamento numero 58 c'è un invito al ritiro.

CUCCA (P.D.). E' ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 59. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico ai colleghi che il sistema elettronico è di nuovo operativo.

Passiamo all'emendamento numero 61.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Il senso di questo emendamento è quello di sollevare una questione. Nella discussione della finanziaria scorsa avevamo posto questo argomento, poi c'era stato l'impegno - mantenuto - della Giunta di presentare un disegno di legge organico di riorganizzazione del Corpo forestale. Poiché comprendo che trattare una materia di questo tipo in finanziaria richiederebbe un approfondimento maggiore, vorrei sapere se la Giunta ha intenzione di intervenire sulla riorganizzazione del Corpo forestale, diversamente sono costretto a mantenere in piedi questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Rinuncia, grazie.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intendo rispondere all'onorevole Cuccu. E' evidente che questa non è materia da finanziaria, così come altre proposte su cui, al limite, potevamo esprimere un'opinione favorevole. Cerchiamo di tenere il più possibile questa linea, per cui si affronterà questa materia successivamente.

Credo di poter dire, sicuramente a nome di tutta la Giunta, che la si affronterà o con un provvedimento specifico che riguarderà il Corpo forestale o, se necessario, nel disegno di legge integrativo della manovra finanziaria. Ritengo che la via maestra sia, però, quella di un disegno di legge ad hoc per questo importantissimo settore dell'amministrazione regionale. In quella sede si affronteranno tutti i problemi collegati alle qualifiche, al riconoscimento delle carriere, al riconoscimento anche delle condizioni particolari in cui viene svolta questa funzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che sia opportuno, in questa fase, dare credito agli impegni della Giunta. La Giunta è agli inizi e avremo modo di tornare su questo argomento.

Prendo atto dell'impegno della Giunta di presentare un disegno di legge organico o di trattare comunque la materia, per cui ritiro l'emendamento numero 61.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 62. Chi è favorevole?

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 62, Assessore, riguarda la continuità territoriale con l'isola dell'Asinara. Ci siamo lasciati, in Commissione, con un impegno a verificare. Non credo, comunque, che possa essere richiamata in nessun modo una improcedibilità del diritto alla continuità con l'Asinara dopo i problemi che abbiamo sollevato anche in ordine al fabbisogno finanziario. Si era detto che era stata fatta una gara; la gara è stata sospesa dall'attuale Giunta e sembrerebbe che le ragioni siano dovute alla carenza di finanziamenti. La Giunta ha presentato degli emendamenti integrativi, anche spostando ingenti risorse dai capitoli del trasporto pubblico a quelli degli investimenti nel campo dei trasporti.

Noi vorremmo sapere, anche perché dovremo dare conto alle popolazioni del nord Sardegna che su questo punto hanno sollevato grossi problemi, come la Giunta intende procedere. Sarà garantita, sarà proseguita la gara, ci sono i fondi, non ci sono? Per noi è essenziale che si spenda una parola di chiarezza su questa questione, anche perché saremo obbligatoriamente conseguenti quando si parlerà, ovviamente, di progetti di sviluppo, turistici e d'altro genere, così come abbiamo sentito anche nei giorni scorsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore dellaprogrammazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Un attimo solo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, vorrei collegarmi al discorso appena ultimato dal collega Gian Valerio Sanna, per richiamare l'attenzione della Giunta su un fatto importantissimo. Quando si parla di continuità territoriale con l'Asinara, si parla solo ed esclusivamente di Porto Torres, tralasciando il fatto obiettivo che la maggior parte dei passeggeri e il 90 per cento dei servizi, tutto compreso intendo, quindi dai rifiuti a quanto serve per l'Asinara, passano per l'abitato di Stintino, per essere chiari. Quindi è indispensabile che, nel momento in cui la Giunta regionale verifica e manda avanti le iniziative per l'espletamento della gara d'appalto per il collegamento tra l'Asinara e l'isola madre, che è la Sardegna, si tenga in massima considerazione quanto ho appena detto.

Se si fa una verifica, si scopre che il 90 per cento del traffico passa per Stintino, che attualmente non ha un porto agibile atto a sopperire a quel traffico. Tanto più che su Stintino, come ho detto poc'anzi, viene a cadere tutto l'onere inerente ai rifiuti solidi urbani e a quanto compete ai servizi da e per l'Asinara. Si parla di Stintino come di un'isola felice del turismo, però mi sembra, almeno da quanto posso constatare, che invece sia figlia di un dio minore, benché sia uno dei posti più belli e rinomati del Mediterraneo.

Quindi prego la Giunta - ho colto l'occasione di questo emendamento per intervenire in merito - di tenere nel debito conto quanto ho appena segnalato e, riguardo a ciò che ha detto il collega Sanna, aspetto di sentire ciò che la Giunta avrà da dire in merito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie. Le notizie che posso dare sono queste: nel capitolo, complessivamente, lo stanziamento passa quest'anno da 5 milioni 500 mila euro a 6 milioni 600 mila. C'è quindi un incremento di stanziamento. Per quanto riguarda questo specifico problema dell'Asinara, la disponibilità di fondi specificamente destinati a questo scopo è sicuramente di 300 mila euro, che possono garantire il servizio della continuità territoriale per le merci, che si ritiene essere l'aspetto più preoccupante, e quindi più urgente da affrontare. Per il trasporto passeggeri, la prima sperimentazione che è stata fatta - risulta agli uffici e mi viene riferito in questo momento - non è stata utile, perché c'è stato sostanzialmente un dispendio di risorse sproporzionato rispetto all'effettivo utilizzo da parte dei passeggeri. Quindi questa prima sperimentazione può essere proseguita sicuramente, con l'espletamento della gara per la continuità territoriale per le merci, con la somma di 300 mila euro, al resto si può far fronte, prevedendo una riduzione delle corse, con le somme che ci sono già.

I dati che noi abbiamo ci dicono, al momento, che queste risorse sono sufficienti. Ovviamente, considerando l'obiettiva e comprensibile necessità o interesse ad approfondire la questione, mi riservo di fare successivamente un ulteriore approfondimento per verificare, con l'Assessorato competente, se le notizie che vi ho potuto dare adesso, in maniera sicuramente molto sintetica, corrispondano alla natura del problema e alla possibilità effettiva di dare una risposta. Al momento, credo ci dobbiamo attestare su questi dati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'assessore La Spisa ha perfettamente ragione quando fa riferimento alla tratta Porto Torres-Stintino per le merci e non per i passeggeri. Il problema è che il costo passeggeri consiste in una cifra elevata, quindi i visitatori dell'Asinara seguono naturalmente la tratta più breve e più economica, e cioè Stintino-Asinara. Su questo, secondo me, va fatta una valutazione. E' un problema da porre all'attenzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Onorevole Sanna, lei è già intervenuto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ho posto una questione, mi è stata data una risposta, adesso vorrei dichiarare il voto.

PRESIDENTE. E no! Prima eravamo in dichiarazione di voto, onorevole Sanna, è una procedura irrituale, non è possibile.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, è irrituale quando si ritiene, quando non si ritiene, a seconda delle persone, lei la ritiene rituale. L'ha fatto anche poco fa, nei confronti di altri colleghi.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, scusi, eravamo in dichiarazione di voto, lei ha chiesto una precisazione e la Giunta l'ha data. O lei ritira l'emendamento o altrimenti non può reintervenire per dichiarazione di voto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, l'emendamento non lo ritiro.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

Ha domandato di parlare il consigliere Mulas. Ne ha facoltà.

MULAS (Misto). Apprezzo il fatto che l'emendamento non sia stato ritirato, perché effettivamente, per quanto attiene all'Asinara e al discorso della continuità è normale che vi siano difficoltà a realizzare una qualche economia da quel tipo di tratta, perché è evidente che il tratto di mare da percorrere è più distante. Salvaguardare le merci e non salvaguardare la tratta per quanto concerne i passeggeri significa annullare la tratta stessa, perché l'Asinara, vorrei ricordarlo, oltre a essere un'isola, è un parco, e comunque è la metà esatta del territorio di Porto Torres. Togliendo queste risorse e non garantendo la fruibilità di quella tratta marittima ai cittadini, principalmente, e ai turisti che vogliono visitare l'isola, di fatto creiamo un danno e non garantiamo una continuità territoriale compiuta.

Dunque, a mio avviso, l'emendamento è da votare favorevolmente, se non vi è un impegno preciso da parte della Giunta di incrementare il relativo fondo, non foss'altro perché non tutto deve fare economia. In questo caso deve essere garantita la continuità territoriale a una cittadinanza che ha diritto di avere libero accesso, a prezzi modici, a una porzione importante del proprio territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bardanzellu. Ne ha facoltà.

BARDANZELLU (P.d.L.). Signor Presidente, visti gli interventi, credo che ci sia lo spunto per poter affrontare una discussione molto più ampia per quanto riguarda il trasporto pubblico da e per le isole minori. Il che vuol dire pensare anche alla continuità territoriale da e per La Maddalena, non solo per le merci, ma anche e soprattutto per i passeggeri, sicuramente a costo sociale; costo sociale che garantisce la fruibilità del territorio e consente di rendere queste isole minori sicuramente più produttive.

Noi dobbiamo garantire agli abitanti di queste isole la possibilità di viaggiare, così come facciamo noi, da un comune all'altro con la propria macchina o con mezzi pubblici, e quindi i relativi oneri di servizio devono essere sostenuti direttamente dalla Regione.

Di questo ce ne dovremo far carico, a mio avviso, e su questo dovremo affrontare a breve, Assessore, io ritengo, una discussione molto più ampia nella Commissione competente. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 62. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 111.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). E' ritirato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 63, su cui il relatore si è rimesso all'Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Ci siamo rimessi all'Aula, però propongo un emendamento orale per ridurre lo stanziamento da 640 a 430 mila euro. Se i colleghi presentatori accettano questa correzione, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, c'è la disponibilità all'accoglimento dell'emendamento con una rimodulazione della disponibilità finanziaria.

BRUNO (P.D.). Accolgo la correzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo perché vorrei cortesemente chiedere ai presentatori cosa intendano per "operazioni di chiusura e di rendicontazione", non perché non conosca i termini, ma perché mi sembra che si stiano destinando risorse pubbliche così, in maniera non so se volutamente generica, e ho necessità, prima di votare questo emendamento, di…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, siamo in sede di dichiarazioni di voto. Questi problemi vanno affrontati in sede di discussione sull'articolo e sugli emendamenti. Poiché siamo in fase di votazione, deve dichiarare il suo voto.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, chiarisco meglio il senso del mio intervento. Così com'è formulato io non voterò l'emendamento, perché non so esattamente dove debbano andare le risorse. Non so se servano a pagare amministratori dei GAL, a pagare consulenti esterni o a ripianare passività create non so per quale scopo.

Quindi, se non mi si dà una spiegazione e non mi si convince del contrario, siccome non ho certezze, ma molti dubbi, in questa situazione il mio sarà un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Onorevole Pittalis, questo emendamento non sarebbe stato necessario se si fosse provveduto a pubblicare un bando e si fosse quindi dato seguito ai Gruppi di azione locale, così come doveva essere, nei tempi che erano stati previsti.

I GAL si trovano adesso nella condizione di non poter pagare il personale perché sono privi di fondi. L'emendamento è tale e quale a quello che è stato approvato nella precedente finanziaria, quindi serve solo a tenere in piedi la struttura, cioè il personale che attualmente opera presso i GAL, e a consentire di portare a termine la rendicontazione e alcune azioni che non si sono ancora completate. Quindi questa cifra copre il solo costo del personale.

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto, onorevole Sabatini.

SABATINI (P.D.). Naturalmente è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Faccio una precisazione, perché è pienamente giustificabile che il Consiglio voglia conoscere esattamente, per quanto possibile, tutti i dettagli della questione.

Dall'approfondimento che mi ero impegnato a fare in Commissione, risulta esattamente questo, e cioè che l'amministrazione regionale, così come per altri procedimenti che riguardano l'utilizzo delle risorse comunitarie, si avvale della collaborazione esterna attraverso contratti di collaborazione, contratti normalmente atipici. Così come in un'altra parte della finanziaria abbiamo previsto la prosecuzione di questi contratti di lavoro per permettere il completamento e, soprattutto, la rendicontazione di queste risorse, per non perderle e non andare incontro a quello che nessuno di noi vuole - disimpegno automatico, perdita delle risorse e così via -, responsabilmente la Giunta ha ritenuto, in questa finanziaria, tra le norme urgenti per il personale, che non possono essere rinviate a un altro provvedimento, di inserire proprio la norma sulla prosecuzione di questi contratti di lavoro.

In questo caso, per quanto riguarda i GAL, ci si è resi conto, a seguito anche della presentazione di questo emendamento e grazie ad alcune sollecitazioni, che non c'erano le risorse per continuare il rapporto di lavoro, ed è per questo che si è ritenuto, correggendo la previsione iniziale di questo emendamento, e indicando la cifra che gli Uffici hanno accertato, di inserire questo stanziamento e di accogliere l'emendamento. Questo è il motivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L). Rinuncio. Le spiegazioni della Giunta sono state più che sufficienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non vorrei essere frainteso, però è giusto che ognuno eserciti il suo ruolo in quest'Aula. Io sono favorevole all'emendamento, per tutte le operazioni di rendicontazione che sono dovute alla chiusura dei programmi Leader, però sarebbe stata opportuna la presenza dell'Assessore dell'agricoltura.

I GAL attualmente, per usare i termini più corretti possibili, non sono operativi; c'è una sorta di blocco, un momento di stasi, che sarebbe opportuno superare velocemente. Dico sarebbe opportuno, perché diversamente noi dovremmo rendicontare delle azioni precedenti e niente di quello che è in itinere da qui al 31 dicembre, cioè rischiamo di aggiungere delle cifre su una mission che non si completa, e di questo al momento abbiamo piena responsabilità.

Per cui colgo l'occasione per mettermi al servizio della Giunta e suggerire un'immediata ripresa dell'operatività dei GAL, per non tornare qui a discuterne, magari fra qualche mese, come è successo in passato. Ricordo per tutti che questo era uno degli argomenti che noi inserimmo nella richiesta di sfiducia sull'azione del precedente Assessore dell'agricoltura, Foddis. Riteniamo che si possa operare meglio e celermente anche per non disperdere fondi che stiamo ulteriormente inserendo nel capitolo relativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo solo per esplicitare le ragioni per cui già in Commissione su questo emendamento si era aperta una discussione.

L'obiettivo minimo della manovra finanziaria è non mettere in discussione nessun rapporto di lavoro, neanche di tipo precario. Attualmente non c'è un corridoio di transizione tra chi ha collaborato nelle forme irrituali, che ormai le amministrazioni pubbliche producono quando creano domanda di lavoro, quindi tra chi ha collaborato o ha lavorato nei vecchi GAL e chi ha lavorato nei nuovi GAL. Sui nuovi GAL è aperta un'interlocuzione anche all'interno di importanti forze politiche che la vedono in maniera differente. Il tentativo è quello di creare una minima dotazione finanziaria che consenta il mantenimento di quel minimo di attività che è connessa a vecchi GAL in attesa della possibilità, non della certezza, di una transizione nei nuovi. Poi, se per maggiore tranquillità si vuole esplicitare "per i costi del personale impegnato nelle procedure", credo che non sia un problema esplicitarlo, forse è anche opportuno farlo.

Rispetto all'accelerazione che si vuol dare nella costituzione dei nuovi GAL è chiaro che c'è una discussione in corso, perché attiene a una parte sensibile del Programma di sviluppo rurale (PSR), quindi non a una materia di poca rilevanza. Non so se la Giunta possa condividere, se serve per fugare ogni dubbio, che si inserisca "per i costi del personale impegnato nelle procedure per il completamento delle operazioni di chiusura e di rendicontazione".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Molto rapidamente. Mi era più chiaro prima della discussione che queste risorse servono solo ed esclusivamente per chiudere quelle operazioni, che per i GAL c'è un bando in corso (sarà probabilmente prorogato, ma il bando c'è), che non ci deve essere nessuna inversione di rotta e quindi non ci può essere nessuna transizione di personale da un GAL all'altro. Se così è, e questa mi pare la lettera dell'emendamento, il mio voto è naturalmente favorevole.

Se dietro questo emendamento si celano, invece, tentativi di spendere in continuità le risorse dei GAL o di ipotecare il nuovo bando, allora chiaramente il mio voto non potrà essere favorevole. Quindi mi attengo alla lettera dell'emendamento: chiusura di un'esperienza che certamente non è stata positiva per l'agricoltura della Sardegna e apertura di un nuovo capitolo in assoluta discontinuità con il passato.

PRESIDENTE. L'intervento dell'onorevole Cuccureddu chiarisce che non può essere ammesso nessun emendamento orale, visto che non c'è l'unanimità dell'Aula.

(Interruzione)

No, si riferiva alla proposta dell'onorevole Maninchedda di modificare ed esplicitare meglio il testo dell'emendamento. Non penso che l'onorevole Cuccureddu si riferisse anche alla modifica dell'importo.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Posso illustrare l'emendamento orale? Perché secondo me è stato frainteso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. La proposta sarebbe: "è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 430 mila" - mi diceva la Giunta, prima, che è preferibile dirlo in questi termini - "per i costi di esercizio e del personale impegnato nelle procedure per il completamento delle operazioni di chiusura", eccetera, eccetera. Questo non comporta nessun automatismo tra vecchi e nuovi GAL. Nessuno! Se siamo tutti d'accordo…

Ripeto, perché così gli Uffici possano prenderne nota?

PRESIDENTE. Gli Uffici ne hanno già preso nota. Bisogna vedere se c'è l'unanimità dell'Aula ad accogliere questo emendamento orale.

Se tutti sono d'accordo, metto in votazione l'emendamento numero 63 nella nuova formulazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, credo che sia fondamentale ciò che ha testé illustrato il collega Maninchedda. Vorrei anch'io che rimanesse agli atti ciò che stiamo dicendo, perché non sono estremamente convinto di votare questo emendamento. Lo faccio perché c'è il parere dell'Assessore e quindi debbo doverosamente prendere per buono ciò che gli Uffici hanno trasmesso all'assessore La Spisa.

Certo è che, in un momento come questo, in cui milioni di euro debbono essere investiti e spesi in Sardegna, la concessione di ulteriori risorse a otto GAL, che di fatto hanno cessato ogni e qualsiasi attività, per le modalità e le necessità che essi non sono riusciti a superare, desta tanta preoccupazione. E la preoccupazione nasce anche dal fatto che sono stati chiesti 800 mila euro e che oggi siamo qui venuti a conoscenza che sono sufficienti 430 mila euro.

Questo è un invito che faccio anche ai colleghi della minoranza. Mi verrebbe da dire che dobbiamo essere seri. Io sono sicuro che di serietà in quest'Aula ce n'è tantissima, però vorrei veramente che risultasse dagli atti parlamentari che queste risorse vanno spese in un'unica direzione e in nessun'altra, né di preparazione, né di predisposizione di successivi studi per i nuovi GAL.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'assessore La Spisa vorrei pregare i colleghi di silenziare i telefonini.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Un'ulteriore precisazione per la giusta richiesta dell'onorevole Diana. La precisazione è questa: è vero che una fase si è esaurita, però c'è stata una proroga di sei mesi, per cui la scadenza è per giugno. C'è ancora una fase di completamento e di prosecuzione, dopodiché la questione verrà chiusa e affidata, invece, ai programmi successivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo per una precisazione sulla presentazione degli emendamenti, anche perché, da quello che mi risulta, queste risorse sono necessarie per far arrivare fino a dicembre il personale che a tutt'oggi lavora nei GAL. Quindi chiedo che ci sia chiarezza anche nella presentazione degli emendamenti, perché, da quanto mi risulta, la chiusura delle rendicontazioni è più o meno ultimata. Mi pare che questi 640 mila euro servano per tenere il personale fino a dicembre. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Stochino, esprima il suo voto, perché non poteva fare un intervento per chiedere una precisazione, ma per dichiarare il suo voto sull'emendamento.

STOCHINO (P.d.L.). In questi termini, se serve per tenere il personale fino a dicembre, come diceva prima l'onorevole Maninchedda, cioè non mandare nessuno a casa, dichiaro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 63, nella nuova formulazione proposta oralmente dall'onorevole Maninchedda e con la modifica della disponibilità finanziaria. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 66.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 66.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Dessì - Sanjust.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Murgioni.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 38

votanti 36

astenuti 2

maggioranza 19

favorevoli 2

contrari 33

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti. I lavori riprenderanno alle ore 19 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 47, viene ripresa alle ore 19 e 36.)

PRESIDENTE. Eravamo in fase di votazione dell'emendamento numero 66. La richiesta di votazione nominale non è confermata.

Metto in votazione l'emendamento numero 66. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 33.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signor Presidente, l'emendamento numero 33 tende a dare attuazione e risposta a un percorso che è stato iniziato con la scorsa finanziaria, che era quello della stabilizzazione all'interno dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna e che aveva visto in una prima fase la stabilizzazione di una parte del comparto, ovvero periti chimici, agenti tecnici, tecnici di laboratorio e così via.

Si è verificata, chiaramente, un'anomalia rispetto a un istituto, tengo a precisare, che negli anni ha sicuramente aumentato, anzi raddoppiato il proprio bilancio per le tematiche sanitarie che esso segue. Anche le ultime vicende che riguardano il Messico lo hanno visto impegnato in analisi e verifiche. In questo senso si è verificato, però, che all'interno dell'istituto ormai da anni mancano figure dirigenziali, ovvero c'è una classe dirigenziale molto anziana che nel giro di otto anni porterà quasi tutti al pensionamento. Ci sono condizioni di bilancio difficoltose, per cui l'emendamento tende a stanziare risorse per valorizzare una nostra struttura, valorizzarla rispetto a quello che è il suo ruolo di ricerca, di analisi delle tematiche e dei problemi di sanità animale e vegetale, e in questo senso si chiede di reperire queste risorse all'interno del relativo capitolo.

Chiaramente è un punto fondamentale, importante. Ribadisco che si tratta di un istituto che negli ultimi otto anni ha raddoppiato il proprio bilancio, tendenzialmente con risorse che sono trasferite direttamente dallo Stato e dal Ministero della salute, di conseguenza l'impegno economico che la Regione sarda sostiene rispetto a questo istituto è esclusivamente di un milione di euro all'anno a fronte di una serie di servizi e anche di un livello occupazionale di grandissima rilevanza.

Ecco, io chiedo alla Giunta e ai colleghi della maggioranza di valutare attentamente questo emendamento. Dichiaro il mio voto favorevole, chiaramente.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 42. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 43. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

(Interruzione del consigliere Porcu)

PRESIDENTE. Ho controllato, ma la prenotazione arriva in ritardo. Interverrà sul prossimo emendamento, onorevole Porcu.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Assessore, io intendevo votare a favore, ho perso un'occasione.

Vorrei che motivasse lo stanziamento di un milione di euro, perché ho visto che nel capitolo per questo programma ci sono dei piccoli residui. Vorrei capire se questo stanziamento è tale da consentire di mettere in piedi un programma comparabile a quello degli anni precedenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Abbiamo destinato questa somma perché abbiamo verificato che ci sono molti residui. Per cui, valutiamo positivamente l'intervento e il programma, però per questa annualità riteniamo che sia sufficiente questa somma. Preciso anche che la copertura è a valere sul fondo nuovi oneri legislativi, parte corrente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 65.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Questo emendamento tratta il tema degli oneri che derivano per gli enti locali da sentenze della magistratura per espropri di aree effettuati per causa di pubblica utilità. E' un tema che ricorre in quest'Aula; la maggioranza attuale quando era minoranza lo presentò e ci pose il problema e io credo che sia un problema che in qualche modo merita attenzione. Ne abbiamo discusso anche in Commissione, sono situazioni eccezionali che tra l'altro arrivano nei bilanci delle amministrazioni come imprevisti, perché le sentenze divengono esecutive molti anni dopo l'inizio dei contenziosi e i conseguenti oneri non sono quindi in alcun modo preventivati.

La Giunta regionale magari sta chiamando in questo momento per verificare il problema. Aspetto la fine della telefonata, perché sono fiducioso che arrivi un parere favorevole. E quindi rinnovo l'invito all'assessore La Spisa ad affrontare un problema che esiste e tra l'altro ha le caratteristiche dell'imprevisto per i bilanci comunali, anche se con gli emendamenti sul Patto di stabilità in qualche modo siamo venuti incontro alle maggiori possibilità di spesa. Rimane il fatto che si tratta di casi importanti che vengono a maturazione dopo molti anni. Quindi chiederei perlomeno una risposta e il parere della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Anche in Commissione è stato detto, da parte della Giunta ma anche di altri colleghi della maggioranza, che si tratta di un problema sicuramente grave, che in qualche modo dovremo cercare di affrontare, ma debbo anche sottolineare, e l'abbiamo detto, che nella mole dei debiti che la Regione Sardegna sta pagando, debiti contro cui tante volte ci scagliamo tutti, è compresa la somma di 100 milioni di euro per un mutuo contratto con la finanziaria del 2000 proprio per far fronte agli oneri altissimi che gravavano sui comuni per questo problema dei contenziosi successivi agli espropri di aree per causa di pubblica utilità.

Si tratta di un problema complesso che richiede interventi finanziari molto forti, ma non è certamente questa finanziaria la sede utile e opportuna per affrontarlo. Occorrerà intanto una ricognizione su quanti e quali sono gli oneri, quanto gravano, su quali comuni e per quali cause per fare una quantificazione un po' più precisa. Direi che anche i proponenti di questo emendamento hanno indicato una cifra del tutto orientativa. Credo sia utile che da parte del Consiglio regionale questo problema venga affrontato d'intesa con le associazioni degli enti locali in maniera molto più seria e approfondita di quanto si possa fare in una finanziaria di emergenza come questa. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Questo è un argomento che ritorna annualmente in Consiglio regionale. Voglio aggiungere, alle ovvie e opportune considerazioni che ha fatto l'Assessore, un altro problema: individuare esattamente da dove nascono queste passività per le amministrazioni comunali. Ricordo che molti di questi espropri sono dovuti a problemi di edilizia residenziale. Io posso confermare che esistono città dove sono sorti dei quartieri a fronte di espropri su aree agricole, diventati poi oggetto di contenziosi, e che i proprietari non hanno ancora oggi l'atto definitivo di proprietà del terreno e per averlo dovrebbero necessariamente, perché così era stabilito nel contratto in origine, versare nelle casse dell'amministrazione comunale di riferimento, delle cifre piuttosto importanti, importanti non singolarmente, ma numericamente. Ecco, è possibile fare una ricognizione di questo genere? E' possibile invitare le amministrazioni locali a far pervenire alla Regione Sardegna le motivazioni precise che portano a questo? Ci sono città che probabilmente, se facessero pagare gli oneri ancora dovuti, e quindi avessero la possibilità di cedere definitivamente l'area nella quale sono state edificate, per esempio, delle abitazioni, potrebbero ridurre le loro passività. Vi assicuro che ci sono città che avranno migliaia di problemi di questo genere.

Allora è necessario capire per quale motivo in quel momento le amministrazioni hanno ritenuto di espropriare senza cercare un accordo con i proprietari. Ma ancora di più occorre capire, e secondo me la Corte dei conti su questo potrebbe anche un domani chiedere veramente i conti, per quale motivo le amministrazioni non chiedono ai proprietari di queste costruzioni il pagamento di quanto dovuto per fare l'atto definitivo di proprietà dell'area.

Ecco, se non si stabilisce questo, allora è abbastanza difficile affrontare la situazione. Nel 2000 erano stati stanziati 100 milioni di euro, probabilmente questi 20 milioni non risolvono il problema e fra quattro o cinque anni ci troveremo a dover stanziare altri 100 milioni di euro per poter risolvere forse, mai definitivamente, questo problema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). In parte è come ha detto ora il collega Diana, che ha chiarito la storia della proprietà dell'area, però bisogna chiarire contestualmente, a mio avviso, tutta la situazione, altrimenti questo sarà un problema irrisolvibile.

Io credo che chiunque abbia fatto l'amministratore locale si sia trovato di fronte a questi problemi: espropri fatti con carattere d'urgenza, a volte motivata altre volte no, tanto qualcuno domani pagherà, e quasi sempre pagano le amministrazioni che seguono quelle che hanno praticato l'esproprio. Quindi credo che questa questione debba essere in qualche modo ricondotta a un fatto logico, e cioè insieme al costo dell'opera, penso per esempio agli espropri per la realizzazione di scuole, deve essere individuato il costo dell'area. E così per qualsiasi altro intervento da farsi su aree che devono essere espropriate, ospedali e quant'altro, la gamma degli interventi è immensa. Abbiamo sentito, nella riunione fatta a Oristano, una voce che gridava aiuto perché il comune si trova in una situazione di disagio, ma è un problema che attraversano tutte le amministrazioni locali che, poi, si trovano a dover far fronte alla loro programmazione spesso con indebitamenti fuori bilancio che le paralizzano.

Io credo che questo sia un problema serio, che però in parte può essere risolto, intanto facendo pagare l'area quando si tratta di residenze e quando si tratta di opere pubbliche quantificando l'importo complessivo, almeno laddove è possibile, compreso l'esproprio dell'area che deve essere pagato, perché ci sono proprietari che a distanza di decenni non hanno ancora percepito il corrispettivo di quanto gli è stato espropriato con carattere d'urgenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, l'approccio che ha manifestato l'Assessore mi convince, in un certo senso, perché questo tema riguarda principalmente pratiche molto vecchie, di cui si stanno facendo carico gli amministratori attuali. Oggi non è più possibile creare per il futuro condizioni di questo tipo, perché la legge non consente che vengano realizzate opere pubbliche se non c'è la copertura finanziaria per l'esproprio. Quindi il problema di venire incontro agli amministratori locali per chiudere partite vecchie, relative a periodi in cui era possibile realizzare opere senza fare gli espropri, dovremo comunque affrontarlo. Se l'Assessore dice: "Facciamocene carico nei prossimi mesi, affrontiamo seriamente il problema, facciamo il punto della situazione e vediamo di risolverlo", io sono d'accordo. Non sarei d'accordo per lasciare il tutto sulla testa degli amministratori attuali che, in alcuni casi, con sentenze che arrivano a pronunciamento definitivo, si troverebbero assolutamente nella impossibilità di continuare ad amministrare.

E' un problema di cui ci dobbiamo far carico, però sono convinto che non sia un problema che sta maturando adesso, perché adesso, a meno che qualcuno non agisca illegalmente, è impossibile che questo problema possa essere incrementato.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, può intervenire solo per ritirare l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi volevamo porre un problema. Mi sembra che nelle parole dell'Assessore, ma anche dell'onorevole Diana, la consapevolezza di questo problema ci sia. Mi sembra che ci sia anche la disponibilità a un approfondimento, a uno studio. Valuteremo, quindi, se nei prossimi provvedimenti, nel collegato o nella prossima finanziaria, con la quale magari avremo qualche risposta sul Patto di stabilità, ci saranno le condizioni per affrontare questo problema. Vista questa disponibilità ritiriamo volentieri l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 66 è ritirato, passiamo all'emendamento numero 67.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.),relatore di maggioranza. L'emendamento pone una questione vera, che comporta un costo per i comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione, perché li obbliga a classificare il segretario comunale seecondo una classificazione che, in ragione delle dimensioni dei nuovi capoluoghi di provincia, è particolarmente onerosa. Allora, per logica, una materia del genere va spostata al collegato, per le ragioni che sappiamo, perché stiamo escludendo tutte le materie non di stretta attinenza finanziaria, però è anche vero, lo sottopongo all'attenzione della Giunta, che qualora i capoluoghi di provincia provvedano a sostituire il segretario lo devono fare secondo una disciplina per loro particolarmente onerosa. Invece, la disciplina proposta è legittima, ma sostanzialmente produce meno oneri.

Allora, io non sono convintissimo del dettato, nel senso che probabilmente andrebbe rivisto. Se vogliamo possiamo sospenderlo un attimo, per vedere se sia una cosa che può aver senso, e andare avanti con gli altri emendamenti, se no si proceda diversamente. Oggettivamente l'emendamento produce un vantaggio di minori spese per questi centri.

PRESIDENTE. C'è una proposta di sospensione.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io distinguerei, anche in questo caso, tra questioni di emergenza e questioni che invece possiamo esaminare con molta più attenzione e calma.

Credo che questo emendamento, ragionevolmente, possa essere visto meglio nel collegato o nel disegno di legge integrativo. Da un certo punto di vista posso anche rimettermi all'Aula, se si ritiene la questione estremamente urgente, questo lo valuti il Consiglio. Io ritengo che sia più prudente e più coerente l'impostazione che abbiamo dato noi, cioè la scelta di non riempire la legge finanziaria di tante disposizioni che possono essere, invece, affrontate successivamente e meglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo anche per rafforzare quanto detto adesso dall'assessore La Spisa, anche perché la situazione è un po' complicata, come diceva l'onorevole Maninchedda.

Io credo che ci siano delle necessità e la prima fra tutte è quella di regionalizzare l'Agenzia dei segretari comunali, anche perché abbiamo delle difficoltà nei comuni cosiddetti di classe 1/B, quindi ci ritroviamo ad avere delle carenze di organico nei comuni invece di classe A.

Quindi chiedo all'assessore La Spisa se ci può essere la disponibilità, da parte della Giunta, a presentare un disegno di legge per la regionalizzazione dell'Agenzia dei segretari comunali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Assessore, io sarei anche disponibile a ritirare l'emendamento, ma ci sono delle situazioni davvero di urgenza, situazioni di difficoltà per cui questi piccoli comuni che sono diventati capoluoghi non solo devono farsi carico di un onere maggiore per l'assunzione dei segretari, ma hanno difficoltà a trovare segretari di fascia A. Quindi c'è un'urgenza che è dettata appunto dall'esigenza di coprire questi posti che sono necessari per la gestione di questi comuni.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato, quindi?

SABATINI (P.D.). No.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non avendo avuto modo di consultarmi con il mio Gruppo, devo necessariamente esprimere un parere contrario a titolo personale, ma per una motivazione: sono contrario a qualsiasi cosa contribuisca alla costruzione, al radicamento, alla formazione di organigrammi o regolamenti per le nuove province, in quanto sono totalmente contrario alle nuove province e auspico che questo Consiglio e questa maggioranza abbiano la volontà, il coraggio, la voglia di abrogarle.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Molto rapidamente, Presidente. Questo emendamento, sul quale non credo che ci siano problemi da parte della Giunta, perché non prevede incrementi di spesa e tutti gli oneri sono a carico degli enti locali, va proprio nel senso che diceva l'onorevole Capelli, cioè evitare che capoluoghi di provincia di 5.000 abitanti, come Lanusei, siano costretti, per via di una norma nazionale, a radicare la struttura organica con un segretario che ha gli stessi requisiti di quello del comune di Roma o di Milano. Quindi lasciamo che Lanusei abbia un segretario di fascia corrispondente alla classe demografica del comune.

Mi sembra un emendamento di buon senso, anche perché i segretari non si trovano, c'è il rischio che le amministrazioni si paralizzino, se vogliamo accelerarne la funzionalità credo che sia opportuno lasciare le cose come stanno, in attesa di una rivisitazione organica dell'ordinamento degli enti locali. Se non c'è il parere contrario della Giunta, l'emendamento mi sembra assolutamente di buon senso e quindi il mio voto sarebbe favorevole qualora lo si dovesse votare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Dico subito che il mio voto sarà favorevole non foss'altro perché sono il secondo firmatario, quindi per coerenza mantengo la posizione che avevo quando ho firmato l'emendamento, che è coerente con l'impostazione che ci siamo dati nella nostra architettura istituzionale. Poi l'onorevole Capelli potrà essere contrario alle nuove province, io spero che sia una sua opinione personale non suffragata da tutto il centrodestra. Avrei piacere di sentire quali sono le opinioni dei suoi colleghi di centrodestra.

Io penso che l'autodeterminazione del territorio sia ormai una cosa acquisita dalla nostra autonomia, che sia acquisita nella nostra architettura istituzionale e se abbiamo deciso autonomamente di dotarci di otto province dobbiamo essere conseguenti. Abbiamo deciso di dotarci anche di capoluoghi che abbiano questa dimensione demografica e penso che coerenza e conseguenza vogliano che decidiamo autonomamente che questi capoluoghi di provincia non siano gravati da oneri dovuti alla nuova dimensione amministrativa. Ritengo che, oltre al buon senso, come richiamava il collega Cuccureddu, qui ci sia anche coerenza con tutta la procedura legislativa che è stata seguita nel corso degli anni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, anch'io parlo a titolo personale, quindi la mia posizione non può essere espressione del Gruppo a cui appartengo, però credo di dover invitare l'onorevole Capelli, proprio perché è così convintamente contrario alle nuove province, come lo sono io, riconoscendo solo...

CUCCU (P.D.). Aboliamole tutte, anche quella di Sassari!

CAPELLI (U.D.C.). Non possiamo farlo perché sono nazionali.

CAMPUS (P.d.L.). Se sei così cortese ed educato da lasciarmi parlare mi spiego. Io sono contrario alle nuove province, e lo giustifico solo con una motivazione che è di natura elettorale, non in termini negativi, ma in termini positivi. Cioè, effettivamente, io avrei fatto una rilettura dei collegi e delle circoscrizioni provinciali in termini elettorali, perché, sì, molti territori della Sardegna erano penalizzati, però queste province, così come sono nate, con questo emendamento siete voi che le state umiliando, in quanto se devono essere pari alle province storiche allora è giusto che abbiano un personale qualificato esattamente come quello di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano. Voi dite: "Siccome siamo province di serie B" - perché questo state dicendo - "dateci dei segretari di serie B".

E allora, proprio perché sono assolutamente convinto che sia necessaria una rilettura dell'ordinamento delle autonomie locali di questa regione, credo che consentire ai capoluoghi delle nuove province di mantenere il segretario che compete loro in base alla popolazione e alle competenze che devono gestire sia corretto e quindi voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, anch'io manifesto il mio assenso a questo emendamento e mi meraviglia un po' la posizione della Giunta. Vorrei far osservare all'Assessore - a dire il vero dovremmo farlo osservare all'Assessore competente per materia, ma non c'è e comunque lo facciamo osservare alla parte della Giunta che è presente - che questo è un atto assolutamente coerente con altre discipline già approvate dal Consiglio regionale della Sardegna e che va nella direzione di trattare in maniera diversa la composizione dei consigli comunali dei capoluoghi delle province che hanno il doppio capoluogo. Avevamo valutato che il numero dei componenti era sproporzionato poiché si era fatta la scelta del doppio capoluogo, che quei consigli comunali dovessero assumere, diciamo, la consistenza prevista per i comuni capoluogo di provincia e quindi abbiamo modificato, con una legge, la loro composizione riportandoli alla loro consistenza su base demografica.

Mi pare che questo sia un atto assolutamente coerente con questa linea. Si sta dicendo: le province di nuova istituzione, cioè quelle con doppio capoluogo, avranno la segreteria comunale che la disciplina prevede nei casi di semplice comune non capoluogo, che è un atto assolutamente coerente con tutto quello che abbiamo fatto finora. La norma è anche urgente, perché quando le sedi sono vacanti non si sa neanche bene se sia corretto adottare un sistema di supplenza che in qualche modo sia difforme da quello che la legge prevede.

Poiché l'emendamento non comporta nessun onere finanziario e non dà nessun disturbo dal punto di vista della coerenza normativa con quello che il Consiglio regionale ha fin qui inteso dire in materia di doppi capoluoghi, lo si può, credo, accettare in questo senso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario a questo emendamento a nome del P.d.L., perché bisogna essere estremamente chiari, colleghi, quando si parla di architettura. Se c'è una parola nel vocabolario italiano che dovrebbe evocare la perfezione questa è la parola architettura, e allora tutta la vostra architettura istituzionale, che ha portato anche all'istituzione delle nuove province, e io non metto in discussione questo, non lo voglio assolutamente mettere in questo momento in discussione, avrebbe dovuto prevedere anche questa norma.

C'è una legge dello Stato, non ricordo chi ha detto che noi dobbiamo sottostare alla norma dello Stato. No! C'è una norma dello Stato, che è la legge Bassanini, che prevede la regionalizzazione dell'Agenzia dei segretari comunali. Allora cosa costa? Bastano due articoli per fare una leggina, senza tempi lunghi, senza aspettare neanche il problema della successiva parte della finanziaria. Si fa una legge ad hoc e si dicono esattamente le cose che si vogliono fare. Ma approvare, oggi, una norma di questo genere, secondo me, per i pareri che ho assunto, perché ho avuto tempo per documentarmi, è assolutamente illegittimo. Il Consiglio regionale e la Giunta regionale non possono prendere una decisione di questo genere se non con una legge che recepisca la norma dello Stato.

Per cui, capisco quali sono i problemi, e li conosco tutti, perché è chiaro che un piccolo capoluogo di provincia non può sostenere gli oneri di un segretario generale di fascia A. A momenti diventa difficile per certe province storiche, figuriamoci per le nuove! Bene, troviamo la soluzione, ma troviamola giuridicamente, nel modo più corretto, e non inserendola nella finanziaria, dove la presenza di questa norma non ha assolutamente nessun senso. Per cui confermo il voto contrario del Gruppo del P.d.L.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Diana, io voterò a favore di questo emendamento, non perché sia convinto che l'articolazione istituzionale che abbiamo posto in essere con qualche legge di troppo in materia di ordinamento degli enti locali sia la migliore che potevamo mettere in campo, ma semplicemente perché adesso queste province ci sono e devono pur funzionare, per quel poco che abbiamo dato loro da fare. Nonostante i rallentamenti che ci sono nelle procedure di riforma e anche nei contenuti del trasferimento delle competenze stabilite dalla legge numero 9, qua si tratta semplicemente di dire: a quei comuni capoluoghi di provincia, a cui di fatto non riconosciamo la dignità di capoluoghi di provincia, perché questo vuol dire, lasciamo esattamente il segretario comunale che fino a oggi hanno avuto. Cioè per i comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione non si procede alla riclassificazione della sede ai fini della nomina del segretario comunale, così possono funzionare.

Questo è il tema, cioè noi qua stiamo introducendo, lo dico per chi sosteneva a spada tratta il valore delle nuove province, una sorta di riconoscimento giuridico della nuova provincia come una subprovincia, come una provincia minore. Da questo ne deriverà, io penso inevitabilmente, una riflessione su come è organizzato il sistema istituzionale locale in questa Regione a Statuto speciale, nonché sulla utilità della sopravvivenza delle articolazioni provinciali così come sono.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). E' già intervenuto il Capogruppo, che ha rappresentato molto bene la posizione del Gruppo, intervengo però solo perché io non ho neanche su questa materia certezze. Inviterei i colleghi presentatori dell'emendamento a valutare la norma proprio su un piano di stretta legittimità, perché mi pare che si possa anche ipotizzare l'invasione di competenze che propriamente non sono nostre.

Allora, siccome anche questa disciplina andrebbe vista in maniera organica, io ripeto l'invito formulato dall'assessore La Spisa a riconsiderare la questione in un'altra sede - che non è questo intervento isolato in finanziaria - che possa probabilmente dare opportunità, occasione a tutti di una maggiore riflessione sull'argomento, anche perché non vedo le questioni di urgenza.

Onorevole Sanna, se urgenza si avverte oggi, non si capisce perché, essendo le nuove province istituite ormai da diversi lustri, non la si sia avvertita neanche l'anno scorso, tanto per rimanere ai tempi d'oggi, e non riusciamo a capire perché questa esigenza non si sia presentata, per esempio, nel corso dell'anno 2008. Quindi mi pare che ragioni di questa natura non ve ne siano seriamente e la questione possa essere vista e valutata in altra sede, con un approfondimento anche delle tematiche relative a ciò che questa Regione può fare e a ciò che, invece, spetta all'esclusiva competenza dello Stato. Quindi, il nostro voto, come ha preannunciato il Capogruppo, sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io inviterei ancora i colleghi a una riflessione. L'emendamento tende solo ad andare incontro ai problemi dei comuni diventati capoluogo per effetto dell'istituzione delle nuove province, sulle quali però io rinvierei ad altra sede il dibattito, perché ci porta probabilmente a dividerci e a togliere l'attenzione dal problema posto dall'emendamento. Personalmente ho sempre manifestato parere contrario all'istituzione delle nuove province, continuo a mantenere questa convinzione, era l'ultima delle cose da fare in un momento come quello che viviamo oggi in Sardegna, però il problema ce l'hanno i comuni diventati capoluoghi di provincia che non riescono a far fronte alle nuove spese che sono chiamati a sostenere. Fra l'altro, con l'istituzione del doppio capoluogo il problema per qualche comune si è anche raddoppiato.

Quindi questo è un problema che riguarda i comuni capoluogo di provincia e se lo si deve risolvere io continuo a sperare che questo emendamento possa essere sostenuto.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 67. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 116. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 101. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione per un confronto con la Giunta su questo emendamento.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti, i lavori riprenderanno alle ore 20 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 14, viene ripresa alle ore 20 e 18.)

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, già in Commissione era emerso l'orientamento unitario a trattare questa materia in un apposito provvedimento di legge da discutersi nei prossimi mesi.

Noi saremmo disponibili al ritiro, però vorremmo che attorno a questo impegno ci fosse un'espressione, in Aula, da parte della Giunta, proprio perché è una materia molto sentita. Lo diceva anche l'Assessore nella replica questa mattina: il sistema pubblico è caratterizzato dalla presenza di un precariato diffuso e su questo tema è necessario un intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Noi abbiamo previsto che il disegno di legge integrativo della manovra finanziaria possa essere presentato, e quindi inoltrato al Consiglio regionale, subito dopo l'approvazione della finanziaria; non vorrei dire il giorno esatto, ma sicuramente in tempi abbastanza brevi. Gli Assessorati particolarmente interessati alle problematiche che saranno oggetto di questo disegno di legge integrativo, tra i quali sicuramente l'Assessorato del personale, stanno già lavorando su questo tema. E' qui presente l'Assessore che conferma l'impegno da parte di tutta la Giunta, per cui il disegno di legge verrà presentato entro tempi ragionevolmente rapidi. L'obiettivo è quello di approvarlo in Aula sicuramente prima dell'interruzione per la pausa estiva, quindi stiamo parlando di tempi abbastanza brevi.

Sul contenuto, l'impegno che può assumere la Giunta non è evidentemente quello di trattare tutti gli argomenti contenuti in questo emendamento. Alcune questioni riteniamo che non attengano alla competenza della Regione, sicuramente, però, le questioni complessivamente riguardanti il personale e in particolare le questioni riguardanti il problema del precariato, che è un problema complesso, verranno affrontate in questa proposta, con le valutazioni che farà la Giunta e che poi la Commissioni, o meglio, le Commissioni approfondiranno e conseguentemente l'Aula. Questo è l'impegno che può prendere la Giunta.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, mantiene l'emendamento o lo ritira?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Per cui, onorevole Artizzu, onorevole Diana…

ARTIZZU (P.d.L.). Va bene.

DIANA MARIO (P.d.L.). Va bene.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 107. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 113.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intendevo parlare sull'emendamento numero 107.

PRESIDENTE. E' già stato approvato.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene, va bene. Per quanto riguarda l'emendamento numero 113, invece, Assessore, noi potremmo anche ritirarlo se si assumesse che il tema dell'accelerazione della spesa, e quindi anche dell'individuazione di strumenti operativi e organizzativi e di gestione del personale in funzione di quella accelerazione, fossero contenuti nel provvedimento che prima citava.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 113. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 24.



Allegati seduta

XVII Seduta

Martedì 5 maggio 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 30.

ZUNCHEDDU, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta dell'8 aprile 2009 (10), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Antonio Cappai, Gabriella Greco e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 5 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Approvazione del documento annuale di programmazione

economica e finanziaria (DAPEF 2009) (2/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'approvazione del Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009. Questo, ai sensi dell'articolo 33 bis del Regolamento interno del Consiglio regionale, deve avvenire mediante una risoluzione, la quale può contenere integrazioni e modifiche del documento stesso. L'approvazione di una risoluzione preclude le altre. Si vota per prima la risoluzione accettata dalla Giunta regionale.

Sospendo i lavori per quindici minuti. Riprenderanno alle ore 10 e 45. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 32, viene ripresa alle ore 11 e 00.)

PRESIDENTE. Sono state presentate due risoluzioni che adesso verranno consegnate a tutti i consiglieri.

(Si riporta di seguito il testo delle risoluzioni:

Risoluzione Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo sul Documento annuale di programmazione economico finanziaria 2009.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);

ATTESO CHE

- la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009 contestualmente ai disegni di legge n. 2 e n. 3, relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 e al bilancio per gli anni 2009-2012;

- sia il Documento annuale di programmazione economica che il disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 sono stati predisposti in una situazione del tutto particolare per la nuova Giunta regionale, insediatasi a seguito della recente consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna, che ha determinato un'alternanza politica alla guida della Regione;

- il mutato quadro politico rappresenta una rilevante novità che avrà inevitabili conseguenze sull'impostazione del futuro quadro di programmazione che sarà più compiutamente delineato dal Programma regionale di sviluppo (PRS) 2010-2014, che la nuova maggioranza di governo intende portare all'attenzione del Consiglio regionale entro il corrente anno 2009;

VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;

RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;

RITENUTO di condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 21 aprile 2009,

DELIBERA DI APPROVARE

il DAPEF 2009 così come approvato dalla Commissione, con le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) a pagina 10 del cap. 2 le parole da "Nel quadro delle nuove regole ...." a "rispetto alla altre Regioni italiane" sono sostituite dalle seguenti:
"La Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - potrà contare dal 2010 su un nuovo regime d'entrata che comporterà un maggior gettito di oltre 1.600 mln di euro.
L'utilizzo delle maggiori risorse derivanti dalla riforma del titolo III dello Statuto è oggi limitato dal Patto di stabilità interno che vincola la spesa pubblica delle Regioni a quella storica. La Regione avvierà da subito un confronto con il Governo nazionale per rinegoziare in via definitiva il Patto di stabilità per la Sardegna, in modo da tener conto del nuovo livello delle entrate e poter impegnare le maggiori risorse per recuperare i divari economici e infrastrutturali rispetto alle regioni italiane più dinamiche dal punto di vista produttivo ed occupazionale.
Ulteriori risorse potranno derivare - nel quadro delle nuove regole istituzionali e del patto federalista con lo Stato - dal riconoscimento delle diseconomie derivanti dall'insularità della Sardegna introducendo un principio fondamentale di riequilibrio.
Il prossimo Programma regionale di sviluppo (PRS), anche attivando le più opportune forme di collaborazione con il Governo nazionale, dovrà individuare specifiche misure volte a colmare i differenziali, materiali ed immateriali, della Sardegna rispetto ad altre regioni italiane.";

b) nel cap. 2.2, a pag. 12, le parole "inteso come creazione di un modello di coesistenza creativa tra l'uomo e la natura" sono soppresse.

Risoluzione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini sul Documento annuale di programmazione economico finanziaria 2009.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);

ATTESO CHE

- la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2009 contestualmente ai disegni di legge n. 2 e n. 3 relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2009 e al bilancio per gli anni 2009-2012;

- il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria presentato dalla Giunta regionale necessita di alcune sostanziali modifiche ed integrazioni per renderlo un più incisivo strumento di programmazione;

VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;

RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;

RITENUTO di non condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 21 aprile 2009,

DELIBERA DI APPROVARE

il DAPEF 2009 ,come approvato dalla Commissione, con le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) a pagina 10 del cap. 2 le parole da "Nel quadro delle nuove regole…" a "rispetto alle altre Regioni italiane" sono sostituite dalle seguenti:

"La Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - potrà contare dal 2010 di un nuovo regime d'entrata che comporterà un maggior gettito di oltre 1.600 mln di euro.

L'utilizzo delle maggiori risorse derivati dalla riforma del titolo III dello Statuto è oggi limitato dal Patto di stabilità interno che vincola la spesa pubblica delle Regioni a quella storica. La Regione avvierà da subito un confronto con il Governo nazionale per rinegoziare in via definitiva il Patto di stabilità per la Sardegna in modo da tener conto del nuovo livello delle entrate e poter impegnare le maggiori risorse per recuperare i divari economici e infrastrutturali rispetto alle regioni italiane più dinamiche dal punto di vista produttivo ed occupazionale.

Ulteriori risorse potranno derivare - nel quadro delle nuove regole istituzionali e del patto federalista con lo Stato - dal riconoscimento delle diseconomie derivanti dall'insularità della Sardegna introducendo un principio fondamentale di riequilibrio.

Il prossimo programma regionale di sviluppo (PRS), anche attivando le più opportune forme di collaborazione con il Governo nazionale, dovrà individuare specifiche misure volte a colmare i differenziali, materiali ed immateriali, della Sardegna rispetto ad altre regioni italiane.";

b) nel cap. 2.2, a pag. 12, le parole "inteso come creazione di un modello di coesistenza creativa tra l'uomo e la natura" sono soppresse;

c) nel cap. 2.4, a pag. 15, le parole "L'obiettivo verrà raggiunto risolvendo due principali ordini di problemi, il primo di carattere sanitario e il secondo di carattere finanziario, in riferimento dell'imminente riforma del federalismo fiscale" sono soppresse;

d) nel cap. 2.4, a pag. 16, le parole "Le opportunità aperte dal riconoscimento da parte del Governo nazionale delle diseconomie generate dall'insularità e la loro trattazione nel quadro della riforma federale dello Stato, rappresenteranno il riferimento prioritario del programma di sviluppo per la riduzione dei nostri gap infrastrutturali rispetto alle altre Regioni del Paese." sono soppresse;

e) nel cap. 3, a pag. 17, le parole da "La recente sentenza n. 213/2008..." fino a "... e ammontante a circa 2,5 mln di euro." sono così sostituite:

"La Regione Sardegna - a seguito della riforma del titolo III dello Statuto - può contare su un nuovo regime di entrata, che comporterà un maggiore gettito di oltre 1600 mln di euro a partire dall'anno 2010. Di seguito si riporta il quadro riepilogativo dei differenti regimi di entrata (regime vigente e nuovo regime):

Tributo

Entrate pre­riforma

Entrate post-riforma

Differenza

IRE

1.285

2.043

758

IRES

320

320

0

IVA

222

2.302

2.080

~ALTRE ENTRATE

0

323

323

TOTALE

1.827

4.988

3.161

Di contro, la Sardegna si dovrà fare carico della quota del Fondo sanitario nazionale sino al 2009 posta a carico dello Stato, del trasporto pubblico locale e della continuità territoriale (funzioni trasferite):

Funzioni Trasferite

Costi pre­riforma

Costi post-riforma

Differenza

SPESA SANITARIA

1.537

2.719

1.182

TRASPORTO E CONTINUITÀ TERRITORIALE

0

140

140

TOTALE

1.537

2.859

1.322

MAGGIORI ONERI FUNZIONI TRASFERITE

150

DIFFERENZIALE POSITIVO

1.689

La spesa sanitaria secondo il vecchio ordinamento era così finanziata: il 29% di contribuzione a carico del bilancio della Regione e per la quota restante con il gettito dell'IRAP, dell'addizionale regionale all'IRPEF e delle entrate proprie delle ASL; tale spesa nel 2008 è stata pari a 1.537 MEuro di cui: 640 MEuro: gettito IRAP; 125 MEuro: addizionale IRPEF; 772 MEuro: quota bilancio; 1.073 MEuro: Fondo Sanitario Nazionale (FSN).

Dal 2010 la quota FSN (dal 2007 erogata a titolo di compartecipazione IVA) verrà posta a carico del bilancio regionale a valere sulle maggiori entrate. Per l'anno 2009 la suddetta posta è valutata in 1.182 mln di euro. Nel calcolo delle maggior gettito relativo al nuovo regime di entrate si è tenuto conto cautelativamente anche di maggiori oneri delle funzioni trasferite - spesa sanitaria e trasporto locale e continuità territoriale - pari 150 mln euro. Il differenziale rimane nettamente positivo per 1.689 mln di euro.

La recente sentenza n. 213/2008 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la quota di anticipazione di entrate future degli anni 2013 - 2015, per complessivi euro 1.500.000.000 destinata a parziale copertura del disavanzo finanziario maturato a tutto il 31 dicembre 2006 e ammontante a circa 2,5 mln di euro.".)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per dichiarare quale risoluzione intende accettare.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Nella discussione che è stata svolta in Commissione bilancio sugli emendamenti, in particolare quelli riguardanti il DAPEF, la Giunta ha espresso parere favorevole sui primi due emendamenti presentati dall'opposizione: uno è un emendamento molto breve, soppressivo di alcune parole, l'altro riguarda un accenno alla riforma del Titolo III dello Statuto, che ha portato un incremento di entrate, alcune delle quali già inserite negli attuali bilanci, compreso quello in discussione in questi giorni, altre invece derivano da un maggiore gettito che, ovviamente, è solo presunto al momento, ma che viene in qualche modo indicato in questo emendamento.

PRESIDENTE. Scusi, assessore La Spisa. Questo brusio in aula è davvero fastidioso. Onorevole Capelli, onorevole Sanjust, grazie.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' un incremento di entrate che, qualunque sia la sua reale quantificazione, porterà un problema, perché oggi l'incremento delle risorse è comunque limitato dal Patto di stabilità interno, che vincola la spesa delle Regioni, sostanzialmente la spesa storica, con alcuni aggiustamenti. Per quest'anno, per le Regioni ordinarie si prevede la spesa storica dell'anno precedente diminuita dello 0,6 per cento. E' condivisa dalla Giunta, credo evidentemente anche dalla maggioranza, la preoccupazione per l'incidenza del Patto di stabilità sulla possibilità di utilizzare le nuove entrate. Per questo si è ritenuto, in Commissione, di poter giustamente accogliere questo emendamento aggiuntivo, che quindi si ritiene possa essere inserito nella risoluzione.

Sugli altri emendamenti, invece, il parere della Giunta è contrario, perciò tra le due risoluzioni presentate la Giunta esprime parere favorevole sulla risoluzione Diana Mario e più e parere non favorevole sulla risoluzione Porcu e più.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il consigliere regionale Nello Cappai, che aveva chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 5 maggio 2009, è presente in aula, per cui il congedo si intende revocato.

Passiamo, quindi, alla votazione della risoluzione Diana Mario e più. Prego i colleghi che vogliono intervenire per dichiarazione di voto di iscriversi. Il tempo a disposizione è di tre minuti.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, accogliamo con favore il fatto che la Giunta abbia voluto porre rimedio a una grave anomalia del Documento di programmazione economica e finanziaria, che di fatto cancellava o dimenticava nel nuovo quadro di programmazione, nel Programma regionale di sviluppo, l'esistenza di un nuovo regime di entrate dal 2010. Ci fa piacere anche che la Giunta accolga l'invito a richiamare il Patto di stabilità come vincolo all'utilizzo di quelle risorse; ci dispiace, invece, constatare che la Giunta abbia scelto di fare un'operazione a metà, che le sia mancato il coraggio di proseguire e di rendere maggiormente coerente il documento, laddove appende il futuro della Sardegna - parlo, per esempio, di tutte le opere infrastrutturali - a un nuovo quadro federale, che potrà essere completato soltanto alla fine della legislatura, secondo il percorso della legge approvata al Senato.

Ci dispiace, inoltre, che il coraggio di ammettere gli errori, in questo caso gli errori nel documento di programmazione, non abbia spinto la Giunta ad accettare anche l'emendamento numero 5, quello che più compiutamente richiama il motivo per cui il maggior gettito sarà di 1.600 milioni di euro.

Il voto della minoranza sarà quindi contrario, anche se l'accoglimento di questi due emendamenti rende possibile, se non altro, istruire e intavolare la discussione sul Programma regionale di sviluppo almeno su una base comune. Noi ribadiamo che saremo con la Giunta e saremo con il Presidente della Regione laddove si batterà per i diritti dei sardi, come quello di far "saltare" il Patto di stabilità. Certamente la Giunta dovrà fare molto di più e dimostrare di essere capace di far valere i diritti dei sardi in tutti gli ambiti, a cominciare dall'utilizzo dei fondi FAS, per proseguire con le opere che riguardano il G8, che destano in noi fortissima preoccupazione.

PRESIDENTE. Metto in un votazione la risoluzione Diana Mario e più.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della risoluzione Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Planetta ha votato a favore e che i consiglieri Manca, Moriconi e Zuncheddu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Christian - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 35

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Essendo stata approvata la risoluzione Diana e più, la risoluzione Porcu e più decade.

Sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 11 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 14, viene ripresa alle ore 11 e 25.)

PRESIDENTE. Sospendo i lavori del Consiglio e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. I lavori riprenderanno alle ore 12.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 12)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2009)" (2/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 2/A.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1
Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario

1. Ai sensi dell'articolo 30, comma 2, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), è autorizzato, nell'anno 2009, il ricorso ad uno o più mutui o in alternativa il ricorso a prestiti obbligazionari, dall'Amministrazione regionale esclusivamente garantiti, per un importo complessivo di euro 500.000.000 a copertura delle spese elencate nella tabella E.

2. Alla copertura del disavanzo a tutto il 31 dicembre 2008, stimato in euro 1.413.000.000, derivante dalla mancata contrazione dei mutui già autorizzati a pareggio dalle precedenti leggi finanziarie, si provvede mediante rinnovo, anche per quote parte, nell'anno 2009, delle predette autorizzazioni:

a) euro 165.759.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 24 febbraio 2006, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2006);

b) euro 568.000.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2005);

c) euro 389.724.782,70 ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 3 dicembre 2004, n. 9 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 - legge finanziaria 2004);

d) euro 289.516.217,30 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo).

3. La contrazione dei mutui di cui ai commi 1 e 2 è effettuata sulla base delle esigenze di cassa per una durata rispettivamente non superiore a cinque anni e a trenta anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 118.698.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2014 e in euro 87.746.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2039 (UPB S08.01.005 e UPB S08.01.006).

4. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2007), è abrogata.

5. Nelle tabelle A e B sono indicate le voci da iscrivere nei fondi speciali per il finanziamento di provvedimenti che si prevede possano essere approvati nel corso dell'esercizio 2009; i relativi stanziamenti sono determinati come segue:

a) fondo speciale per spese correnti (UPB S08.01.002)

Fondi regionali (cap. SC08.0024)

2009 euro 37.974.000

2010 euro 107.441.000

2011 euro 132.441.000

2012 euro 132.441.000

b) fondo speciale per spese in conto capitale (UPB S08.01.003)

Fondi regionali (cap. SC08.0034)

2009 euro 27.127.000

2010 euro 120.000.000

2011 euro 120.000.000

2012 euro 120.000.000

6. Le autorizzazioni di spesa per le quali le disposizioni vigenti rinviano alla legge finanziaria la loro quantificazione, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 11 del 2006, sono determinate, per gli anni 2009-2012, nella misura indicata nell'allegata tabella C.

7. Le autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera f), della legge regionale n. 11 del 2006, sono determinate, per gli anni 2009-2012, nella misura indicata nell'allegata tabella D.

8. Agli oneri persistenti in capo all'Amministrazione regionale a seguito della chiusura dei conti correnti aperti ai sensi della legge regionale 7 gennaio 1975, n. 1 (Norme per la semplificazione delle procedure amministrative e l'acceleramento della spesa), si provvede secondo le modalità e le procedure previste dall'articolo 26 della legge regionale n. 11 del 2006.

9. Per l'anno 2008 la conservazione nel conto dei residui prevista dall'articolo 60 della legge regionale n. 11 del 2006 trova applicazione nella misura necessaria al rispetto del patto di stabilità interno, al netto della maggiore spesa in conto capitale registrata per il 2008 rispetto al 2007 per gli interventi inclusi nella programmazione comunitaria e coperti con quote di cofinanziamento nazionale, dando priorità alle conservazioni diverse da quelle previste dal comma 10 del medesimo articolo. L'accertamento della posta di entrata correlata ai capitoli di spesa interessati dalle suddette conservazioni è rideterminato, in sede di consuntivo, dalla Ragioneria regionale, tenendo conto anche dell'applicazione della presente disposizione.

10. Al fine del risanamento del bilancio regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, l'Amministrazione regionale presenta al Consiglio un'analisi dei residui passivi che verifichi:

a) i residui passivi per i quali sussiste un'obbligazione giuridicamente perfezionata;

b) i residui di stanziamento correlati a finanziamenti statali e comunitari aventi specifica destinazione;

c) i residui passivi, non correlati a finanziamenti statali e comunitari aventi specifica destinazione, per i quali non sussiste un'obbligazione giuridicamente perfezionata.

11. Ai sensi del comma 10, l'obbligazione si intende giuridicamente perfezionata allorché sia determinata la somma da pagare, determinato il soggetto creditore, indicata la ragione.

12. Per l'attuazione del comma 10, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 200.000 per l'eventuale conferimento di incarichi individuali ad esperti secondo le modalità di cui all'articolo 6 bis della legge regionale n. 31 del 1998 (UPB S01.04.002).

13. Nella legge regionale n. 11 del 2006 sono introdotte le seguenti modifiche:

a) nell'articolo 69, comma 1, lettera c), e comma 3, il riferimento agli anni 2008 e 2009 è sostituito rispettivamente con 2009 e 2011;

b) nell'articolo 70, comma 2, è eliminata la parola "distintamente" e i commi 3, 4, 5 e 6 sono sostituiti come segue:
"3. Le immobilizzazioni materiali diverse da quelle rientranti nella categoria di beni immobili sono rilevate secondo un processo di inventariazione fisica finalizzato ad individuare i beni strumentali effettivamente in funzione ed impiegati nei processi gestionali e sono riportate per costo storico e quota ammortizzata. I beni mobili non strumentali sono rilevati separatamente col medesimo procedimento a nessuna valorizzazione, ad eccezione di quelli relativi ad opere di pregio artistico, storico, culturale che sono riportati al valore presente nell'ultimo conto del patrimonio. Le immobilizzazioni materiali e immateriali sono riportate, nello stato patrimoniale, al netto delle quote ammortizzate.
4. I beni immobili strumentali sono riportati al valore catastale rivalutato secondo le vigenti norme fiscali o al costo storico o valore presente nell'ultimo conto del patrimonio. I beni immobili non strumentali sono riportati al valore presente nell'ultimo conto del patrimonio.
5. Qualora il periodo intercorso fra la data di acquisto e la data di formazione dello stato patrimoniale risulti maggiore o uguale al periodo completo di ammortamento, il bene strumentale di cui al comma 3 viene valorizzato per l'importo di un centesimo.
6. I beni strumentali di valore non superiore a euro 500 sono riportati unicamente nel registro dei beni durevoli di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 2002.";

c) nell'articolo 70, comma 9, il riferimento all'anno 2007 è sostituito con quello del 2010.

14. A decorrere dal 1° gennaio 2009 il comma 4 dell'articolo 3 della legge regionale 10 dicembre 1976, n. 66 (Istituzione di un fondo per la tutela dei livelli produttivi e occupativi nel settore industriale), è abrogato.

15. Per gli oneri derivanti dalla liquidazione di società a partecipazione regionale è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 4.200.000 (UPB S01.05.001).

16. Per il funzionamento e per le attività istituzionali delle società a completa partecipazione regionale Fase 1 e delle partecipate di Sardegna ricerche, Porto Conte e CRS4, è autorizzata la spesa valutata, rispettivamente, in euro 4.000.000 e 6.500.000 annui (UPB S02.04.001).

17. Per le finalità di cui all'articolo 26 della legge regionale 24 dicembre 1998, n. 37 (Norme concernenti interventi finalizzati all'occupazione e allo sviluppo del sistema produttivo regionale e di assestamento e rimodulazione del bilancio), è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 6.000.000 (UPB S02.04.004).

18. Per la manutenzione, gestione e implementazione dei sistemi informatici in uso presso l'Amministrazione regionale è autorizzata una spesa valutata in euro 1.475.000 annui (UPB S02.04.013).

19. Per il perfezionamento, completamento ed estensione del progetto SIBAR di cui all'articolo 1, comma 40, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008), è autorizzata la spesa di euro 2.500.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 (UPB S02.04.014).

20. Per la copertura degli oneri di personale e di gestione del Centro regionale di programmazione è autorizzata una spesa valutata in euro 4.500.000 annui; la suddetta somma è riversata in conto del titolo di spesa 12.7.00 della contabilità speciale di cui alla legge 23 giugno 1994, n. 402 (Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 26 aprile 1994, n. 248, recante provvedimenti urgenti per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, in attuazione dell'articolo 13 dello statuto speciale) (UPB S08.02.003).

21. Per le finalità di cui all'articolo 5, comma 15, della legge regionale n. 3 del 2008 è autorizzata, nell'anno 2009, una spesa valutata in euro 1.600.000 annui (UPB S04.10.006).

22. Gli interventi previsti all'interno dei programmi per il recupero dei centri storici di cui alla legge regionale 13 ottobre 1998, n. 29 (Tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna), e successive modifiche e integrazioni, per i quali la Regione abbia già provveduto all'erogazione dei relativi contributi, possono essere avviati entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

23. I termini di impegno dei finanziamenti concessi ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale n. 37 del 1998 sono prorogati al 31 dicembre 2009.

24. I termini di impegno dei finanziamenti concessi ai sensi della legge regionale 6 settembre 1976, n. 45 (Finanziamenti regionali alle province, ai comuni ed ai loro Consorzi, agli Organismi comprensoriali per l'attuazione di programmi d'intervento nel settore delle opere e degli impianti di interesse pubblico), sono prorogati al 31 dicembre 2009.

25. Gli enti locali territoriali sono tenuti a comunicare entro il 15 luglio di ogni anno all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, i saldi di gestione al 31 dicembre dell'esercizio precedente distinti, per competenza e per residui, in:

a) entrate proprie, da trasferimenti e da accensione di prestiti e relativi accertamenti e riscossioni;

b) spese correnti, di investimento e per rimborso prestiti e relativi impegni e pagamenti;

nonché la consistenza del debito ed il saldo finale di cassa.

La mancata comunicazione comporta la sospensione delle erogazioni a valere sul fondo unico di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007.

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 580.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

a) a favore dei comuni euro 510.300.000 di cui il 3 per cento da destinare al finanziamento delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12 (Norme per le unioni di comuni e le comunità montane. Ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni. Misure di sostegno per i piccoli comuni));

b) a favore delle province euro 69.700.000.

27. Per la realizzazione del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo, approvato dalla Commissione europea con decisione n. C(2008) 4242 del 14 agosto 2008, l'Amministrazione regionale è autorizzata ad anticipare le spese per l'assistenza tecnica a valere sugli stanziamenti iscritti in conto dell'UPB S01.03.001 da reintegrarsi a' termini dell'articolo 21 della legge regionale n. 11 del 2006.

28. Le somme resesi disponibili sui capitoli di spesa relativi al finanziamento degli interventi inclusi nella programmazione comunitaria del periodo 2000-2006, a seguito della rendicontazione all'Unione europea di progetti coerenti, permangono nel conto dei residui del bilancio regionale per essere utilizzate entro il 30 aprile 2012, termine ultimo fissato dall'Unione europea, anche per finalità differenti da quelle per le quali sono state stanziate, purché rispondenti agli obiettivi fissati dall'Asse prioritario di riferimento. L'Assessore competente in materia di bilancio provvede, con proprio decreto, previa deliberazione della Giunta regionale assunta su proposta del medesimo, di concerto con gli Assessori competenti, alle conseguenti e necessarie variazioni di bilancio.

29. I finanziamenti concessi a favore degli enti pubblici territoriali a valere sulla programmazione comunitaria 2000-2006, non rendicontati nei termini previsti, sono garantiti sino a completamento dei relativi interventi, nel rispetto delle regole stabilite dal Quadro comunitario di sostegno 2000-2006 e dei relativi orientamenti di chiusura. Al relativo fabbisogno finanziario si fa fronte con le risorse della programmazione unica 2007-2013, qualora coerenti, e per l'eventuale quota residua con le risorse già iscritte nelle corrispondenti Misure della programmazione comunitaria 2000-2006, che per le suddette finalità permangono nel conto dei residui.

30. È autorizzata una spesa valutata in euro 1.500.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2013 per far fronte alle spese relative all'IVA sostenute da beneficiari soggetti non passivi di cui all'articolo 13, comma 1, paragrafo I, della direttiva 2006/112/CE del 28 novembre 2006 per attività od operazioni finanziate dal Programma di sviluppo rurale della Sardegna 2007/2013. La somma di cui al comma 18 dell'articolo 21 della legge regionale n. 2 del 2007 permane nelle disponibilità di AGEA che la utilizza per garantire sia il cofinanziamento della quota regionale degli aiuti relativi al Programma di sviluppo rurale per gli anni 2007-2013 che il pagamento dell'IVA a favore dei medesimi soggetti (UPB S06.04.023).

31. Al fine di eliminare il deficit di cassa dell'ESAF in liquidazione, l'Amministrazione regionale è autorizzata ad erogare all'ESAF medesimo la somma di euro 48.600.000, previa cessione alla medesima dei crediti di imposta maturati dall'ente nei confronti dell'amministrazione finanziaria dello Stato (UPB S07.07.003).

32. Dopo il comma 5 dell'articolo 21 della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), sono aggiunti i seguenti:

"5 bis. Le opere ed impianti realizzati dall'ente medesimo in regime di concessione o delega con finanziamenti pubblici si intendono acquisiti a titolo originario e gratuito al demanio idrico e fognario della Regione sarda.

5 ter. A decorrere dal 1° gennaio 2005, data di cessazione della funzione di gestore del servizio idrico e fognario, costituisce attività istituzionale dell'ESAF in liquidazione la gestione dei fondi assegnati al medesimo dalla Regione Sardegna per la realizzazione e completamento delle opere dell'anzidetto demanio regionale.

5 quater. Le opere ed impianti di cui al comma 5 bis sono trasferite al nuovo gestore unico del servizio idrico integrato appena completate; al medesimo soggetto sono trasferiti altresì tutti gli altri cespiti pertinenziali e strumentali del cessato servizio, unitamente alle relative attività documentali e d'archivio del disciolto ente.".

33. Per la realizzazione del Programma innovativo in ambito urbano denominato "Contratti di quartiere II" di cui all'articolo 145, comma 33, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2001), la Regione è autorizzata a porre in essere un'operazione di indebitamento, la cui quota capitale è da rinvenire nei limiti di impegno disposti per gli anni dal 2009 al 2017 dallo Stato con la succitata disposizione; la relativa spesa è valutata in euro 150.000 per ciascuno dei medesimi anni (UPB S08.01.005).

34. Il comma 15 dell'articolo 6, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto), è sostituito dal seguente:
"15. All'erogazione dei finanziamenti di opere delegate agli enti o delle opere da realizzarsi sulla base di specifici atti convenzionali si provvede, per la prima quota, con determinazione del dirigente regionale competente per materia. Per l'erogazione delle quote successive alla prima si provvede sulla base della dichiarazione di spesa del rappresentante legale dell'ente attuatore, previa apposita certificazione informatica rilasciata dal dirigente regionale competente per materia. Nelle more dell'attuazione del sistema informatico di certificazione l'autorizzazione è rilasciata sulla base di apposita modulistica. I fondi, assegnati con le modalità previste dalle leggi finanziarie regionali per le opere delegate, entrano a far parte del bilancio degli enti finanziati, con destinazione specifica e sono utilizzati per l'esecuzione delle opere.".

35. L'Amministrazione regionale provvede a dare copertura degli oneri derivanti dal CCNL del personale dipendente delle ex gestioni commissariali governative FdS e FMS; a tal fine è stanziata una spesa valutata in euro 8.000.000 annui (UPB S07.06.001).

36. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 9, comma 15, della legge regionale n. 3 del 2008 è rideterminata, per ciascuno degli anni dal 2009 al 2018, in euro 23.500.000 anche a favore delle aziende private (UPB S07.06.001).

37. Ai fini di quanto disposto dall'articolo 62, comma 1, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione), l'ammontare massimo delle risorse da destinare alla contrattazione collettiva relativa al personale dell'Amministrazione, degli enti e delle agenzie regionali, per il biennio economico 2008-2009, è rideterminato in euro 18.293.000, con il limite di spesa a regime di euro 9.958.000. Per l'anno 2009, una quota non inferiore ad euro 3.087.000 delle risorse complessive, è destinata alla remunerazione della produttività e del merito individuale valutati secondo criteri di premialità e selettività (UPB S01.02.003).

38. Gli enti soggetti all'applicazione della legge regionale n. 31 del 1998 i cui oneri di funzionamento gravano su risorse proprie provvedono a quantificare le risorse da destinare alla contrattazione collettiva attenendosi ai criteri ed ai parametri, anche metodologici, utilizzati per il personale di cui al comma 37.

39. Per gli anni 2009 e seguenti, le risorse del Fondo di cui all'articolo 16 della legge regionale n. 7 del 2005, sono rideterminate in euro 5.281.000. A valere su detto fondo una quota pari ad euro 160.000 è ripartita tra le direzioni generali per essere destinata ad incentivare l'incarico di consegnatario. Le risorse stanziate nel suddetto fondo e non utilizzate nell'anno sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo (UPB S01.02.001).

40. A valere sull'autorizzazione di spesa per l'anno 2008 di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 3 del 2008 per la realizzazione dei relativi programmi regionali, l'Amministrazione regionale può servirsi di una cabina di regia finalizzata al supporto dell'attività progettuale e laboratoriale delle istituzioni scolastiche (UPB S02.01.001).

41. Nel comma 2 dell'articolo 6 bis della legge regionale n. 31 del 1998 il secondo periodo è sostituito dal seguente:
"Gli incarichi disciplinati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa non possono avere durata superiore ad un anno e sono rinnovabili una sola volta nel quinquennio; per l'esecuzione di programmi o di progetti specifici e determinati, finanziati con fondi regionali o statali o comunitari, attinenti alle competenze attribuite dall'ordinamento all'Amministrazione regionale, alle agenzie e agli enti, è consentito estendere la durata dei contratti per l'intero periodo di esecuzione del programma o progetto e, comunque, per una durata non superiore a trentasei mesi rinnovabili una sola volta sino a ugual periodo.".

42. Per fronteggiare esigenze di pagamento da effettuarsi necessariamente in contanti in casi di eventi eccezionali e straordinari, individuati con apposita deliberazione della Giunta regionale, è autorizzata l'apertura di uno o più conti correnti bancari intestati alla Regione e accesi presso il Tesoriere regionale. La Giunta regionale, con propria deliberazione emessa su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, determina le modalità, i criteri e le forme di gestione e di rendicontazione del conto e nomina, su proposta dell'Assessore competente per materia, il responsabile alla tenuta del conto, da individuarsi tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale.

43. L'articolo 11 della legge regionale 7 dicembre 2005, n. 21 (Disciplina e organizzazione del trasporto pubblico locale in Sardegna), così come modificato ed integrato dall'articolo 9, comma 17, della legge regionale n. 3 del 2008 è abrogato.

44. L'Amministrazione regionale è autorizzata a rimborsare all'Agenzia regionale del lavoro gli oneri relativi al trattamento economico accessorio del personale di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2004, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2004), utilizzato presso l'Amministrazione regionale; a tal fine è stanziata una somma valutata in euro 100.000 annui (UPB S02.03.004).

45. Le somme sussistenti in conto competenza e in conto residui dei capitoli SC04.1753 (UPB S04.08.002) e SC04.1913 (UPB S04.08.006) non impegnate alla data del 31 dicembre 2008 permangono nel conto dei residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo.

46. Nel comma 9 dell'articolo 5 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 (Riordino delle funzioni in materia di aree industriali), le parole: "un collegio di liquidatori, uno dei quali indicato dalla Regione, uno indicato dalla provincia e uno indicato dal nuovo consorzio in rappresentanza dei comuni individuato tra il personale dipendente delle relative amministrazioni" sono sostituite dalle seguenti: "un commissario liquidatore per consorzio individuato tra i dottori commercialisti o gli avvocati regolarmente iscritti al rispettivo albo o tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale muniti di laurea conseguita al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni con qualifica non inferiore alla D". Nella stessa legge le parole: "collegio dei liquidatori" sono sostituite dalle seguenti: "commissario liquidatore". In attesa dell'approvazione di una nuova disciplina organica, è sospesa l'applicazione del comma 7 dell'articolo 5 della legge regionale n. 10 del 2008.

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 4 dell'art. 1 è soppresso. (52)

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 25 dell'art. 1 è soppresso. (53)

Emendamento soppressivo parziale Cuccureddu - Mulas - Fois - Vargiu - Floris Mario.

Articolo 1

Al comma 25 dell'art. 1 è cassato l'ultimo periodo:

"La mancata comunicazione comporta la sospensione delle erogazioni a valere sul fondo unico di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007". (125)

Emendamento soppressivo totale Cuccu - Sabatini - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Il comma 46 dell'art. 1 è soppresso. (13)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 1 dell'art. 1 è così sostituito:

1. È stanziata, nell'anno 2009, ai sensi dell'articolo 30, comma 7 bis, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 la somma di euro 500.000.000 a fronte delle maggiori entrate spettanti per effetto del disposto di cui all'articolo 1, commi 834 e seguenti della legge 27 dicembre 2006, n. 296, provvedendo a compensare tale stanziamento nell'ambito del bilancio pluriennale con una minore iscrizione di entrate di pari importo nell'anno 2012. Le spese di investimento nel settore pubblico correlate a tale iscrizione sono elencate nella tabella E allegata alla presente legge. (50)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 3 dell'art. 1 è così sostituito:

3. La contrazione dei mutui di cui al comma 2 è effettuata sulla base delle esigenze di cassa per una durata rispettivamente non superiore a trenta anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 87.746.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2039 (U.P.B. S08.01.005 e U.P.B. S08.01.006). (51)

Emendamento sostitutivo parziale Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Il comma 25 dell'articolo 1 è così sostituito:

"Gli Enti Locali territoriali assoggettati alla disciplina del patto di stabilità interno sono tenuti a trasmettere all'Assessorato degli Enti Locali le informazioni relative al monitoraggio del patto 2009 che vengono trasmesse alla Ragioneria Generale dello Stato. La trasmissione delle informazioni deve avvenire semestralmente, entro trenta giorni dalla fine del semestre di riferimento". (18)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 26 dell'articolo 1 è così sostituito:

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 605.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

a) a favore dei Comuni euro 520.000.000;

b) a favore delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12) euro 15.300.000;

c) a favore delle province euro 69.700.000.

Copertura finanziaria

IN DIMINUZIONE

L'incremento è ottenuto mediante riduzione delle seguenti UPB di cui alla tabella E allegata alla presente legge:

UPB S01.03.010 Fondo programmazione Negoziata euro 5.000.000

UPB S04.06.005 Valorizzazione aree minerarie euro 5.000.000

UPB S04.10.001 Programmi integrati dei centri storici euro 5.000.000

UPB S07.10.005 Fondo opere pubbliche EE.LL. euro 10.000.000 (54)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Il comma 26 dell'articolo 1 è così sostituito:

26. Per l'anno 2009, il fondo di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è determinato in euro 580.000.000 ed è ripartito come segue (UPB S01.06.001):

d) a favore dei Comuni euro 494.991.000;

e) a favore delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo (legge regionale 2 agosto 2005, n. 12) euro 15.309.000;

f) a favore delle province euro 69.700.000. (55)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario

Al comma 36, l'U.P.B. S07.06.001 è sostituita con l'U.P.B. S07.06.002

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

U.P.B. S07.06.002 Investimenti nel settore trasporti

2009 € 23.500.000

2010 € 23.500.000

2011 € 23.500.000

2012 € 23.500.000

U.P.B. S07.06.001 Trasporto pubblico locale

2009 € 23.500.000

2010 € 23.500.000

2011 € 23.500.000

2012 € 23.500.000.

(41)

Emendamento all'emendamento numero 60 sostitutivo totale Giunta regionale.

Articolo 1

Il testo dell'emendamento n. 60 è sostituito come segue:

All'articolo 1 comma 37, gli importi euro 18.293.000 euro 9.958.000 e euro 3.087.000 sono rispettivamente sostituiti come segue:

euro 19.093.000, euro 11.530.000 e euro 2.316.000. (135)

Emendamento sostitutivo parziale Cuccu - Cucca - Sabatini - Moriconi - Meloni Valerio.

Articolo 1

All'articolo 1 comma 37 le parole: "euro 18.293.000" e euro "9.958.000"

Sono sostituite rispettivamente dalle parole: "euro 26.600.000" e "euro 22.000.000". (60)

Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Il comma 46 è sostituito dal seguente:

"46. Il commissario liquidatore di cui al comma 38 dell'art. 7 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Legge finanziaria 2008) è scelto tra i dipendenti dell'Amministrazione regionale, anche in quiescenza, di categoria non inferiore alla D, muniti di laurea conseguita al termine di un corso di studi universitario di durata almeno quadriennale. I Commissari liquidatori già nominati, che difettano dei predetti requisiti, decadono alla data di entrata in vigore della presente legge e sono sostituiti con decreto del Presidente della Regione. Al dipendente regionale, anche in quiescenza, nominato commissario liquidatore compete un compenso mensile pari alla retribuzione di posizione nella misura prevista per la funzione di dirigente con compiti di studio, ricerca e consulenza dall'articolo 43 del vigente Contratto Collettivo regionale per il personale con qualifica dirigenziale dell'Amministrazione Regionale e degli Enti strumentali; le risorse di cui al comma 42 del medesimo art. 7 possono essere utilizzate, nelle more del trasferimento ai Comuni delle competenze dei consorzi industriali di cui alla tabella F -parte prima, allegata alla predetta legge regionale n. 3 del 2008, anche per spese di funzionamento." (114)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Al comma 8 è aggiunto il seguente periodo: "Il termine previsto dall'articolo 58, comma 1, punto 2, della Legge regionale n. 11 del 2006 è prorogato per l'anno 2009 al 30 giugno. (40)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 16 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

comma 16 bis: per l'anno 2009 la dotazione del fondo unico per l'università diffusa nel territorio- art. 12,comma 1, lett. A), L.R. 21 aprile 2005, n. 7 e art. 8, comma 1, lett. M), L.R. 24 febbraio 2006, n. 1 e art. 23, comma 3, L.R. 11 maggio 2006, n. 4 art. 1, comma 7 e art. 27, comma 2, lettera i), L.R. 29 maggio 2007, n. 2, art. 1 comma 6 e art. 4 comma 1, lett. c), L.R. 5marzo 2008, n. 3- è pari ad euro 8.000.000.

Alla relativa spesa si fa fronte con corrispondente riduzione del FNOL. (6)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 17 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

Art, 17 bis: le parole "e prioritariamente per superare le carenze delle competenze in materie tecno-scientifiche", di cui alla lettera b), comma 1, art. 4 della L.R. 5 marzo 2008, n.3 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione-Legge Finanziaria 2008), sono soppresse. (7)

Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 19 dell'art. 1 è inserito il seguente:

"19 bis. Per l'esercizio delle funzioni di indirizzo politico, di controllo e di vigilanza sull'attività degli organi di governo e sull'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale e i suoi organi accedono al sistema informatico regionale di contabilità. L'Assessore al bilancio cura che tale diritto venga di fatto esercitato". (115)

Emendamento aggiuntivo Cuccu - Sabatini - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Dopo il comma 21 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Le parole "e prioritariamente per superare le carenze delle competenze in materie tecnico -scientifiche", di cui alla lettera b), comma 1, articolo 4 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008), sono soppresse. (23)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Cucca - Cuccu.

Articolo 1

Al comma 21 è aggiunto il seguente:

21 bis. Ai fini del rispetto dell'art. 76 del D.L. 112/2008, convertito nella Legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali Territoriali, non considerano tali, le spese di personale qualora le stesse vengano finanziate da trasferimenti regionali, quelle sostenute per:

i rapporti di lavoro a tempo determinato

i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;

la somministrazione di lavoro;

il personale di cui all'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. (31)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Cucca - Cuccu.

Articolo 1

Al comma 21 è aggiunto il seguente:

21 bis. Le Province e i Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, dal meccanismo di calcolo previsto dall'art. 77 bis della Legge 133/2008, devono escludere, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi 2009/2011 le seguenti voci: risorse provenienti dalla Regione e relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute per l'attuazione delle ordinanze emanate a seguito di dichiarazione di stato di calamità o di emergenza;

pagamenti di spese in conto capitale (spese titolo II in termini di cassa) finanziati da risorse provenienti dalla Regione. (32)

Emendamento aggiuntivo Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Le Province e i Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, dal meccanismo di calcolo previsto dall'art. 77 bis della Legge 133/2008, devono escludere, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi 2009/2011 le seguenti voci: risorse provenienti dalla Regione e relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute per l'attuazione delle ordinanze emanate a seguito di dichiarazione di stato di calamità o di emergenza, pagamenti di spese in conto capitale (spese titolo II in termini di cassa) finanziati da risorse provenienti dalla Regione. (19)

Emendamento aggiuntivo Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio - Manca.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente comma:

Ai fini del rispetto dell'art. 76 del D.L. 112/2008, convertito nella Legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali Territoriali, non considerano tali, le spese di personale qualora le stesse vengano finanziate da trasferimenti regionali, quelle sostenute per: i rapporti di lavoro a tempo determinato, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, la somministrazione di lavoro, il personale di cui all'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. (21)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Mulas - Fois - Vargiu - Floris Mario.

Articolo 1

Dopo il comma 25 dell'art. 1 sono aggiunti i commi 25 bis e 25 ter:

25 bis. Ai fini dell'applicazione della norma contenuta nell'articolo 76 del Decreto legge 112/2008, così come convertito nella legge 133/2008, nella determinazione della spesa di personale, gli Enti Locali non computano le spese relative ai rapporti di lavoro a tempo determinato, i rapporti di collaborazione, la somministrazione di lavoro, il personale assunto ai sensi dell'art. 110 del Testo unico 267/200, qualora le risorse per farvi fronte siano specificamente assegnate per tali finalità dalla regione.

25 ter. Le province ed i comuni assoggettati al rispetto del patto di stabilità interno, devono escludere dal meccanismo di calcolo, così come determinato dall'articolo 77 bis della legge 133/2008, sia dal saldo finanziario considerato quale base di riferimento, sia dai saldi riferiti al triennio 2009/2011, i pagamenti di spese in conto capitale finanziati con risorse assegnate dalla Regione; (124)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio.

Articolo 1

Al comma 26, lett. A) è aggiunto:

"Alla riserva finanziaria del 3% per le funzioni associate dei comuni, si applicano i requisiti ed i criteri di riparto di cui alla legge regionale 12 del 2005". (56)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Contu Mariano - Piras - Stochino - Tocco.

Articolo 1

Dopo il comma 26 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

"26 bis. A decorrere dall'anno 2009 una quota pari al 3 per cento del Fondo unico, di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), da destinare a favore delle province, è finalizzata al perseguimento degli obiettivi di cui agli articoli 11, 19, 24, 25, 26, 28, 33, 34, 35, 36 e 39 legge regionale n. 17 del 1999 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)." (2)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Contu Mariano - Piras - Stochino - Tocco.

Articolo 1

Dopo il comma 26 dell'articolo 1, è aggiunto il seguente:

"26 ter. A decorrere dall'anno 2009 una quota pari al 2 per cento del Fondo unico, di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), da destinare a favore delle province, è finalizzata all'attuazione della legge regionale 1° giugno 1999, n. 21, per la qualificazione e rideterminazione degli organici delle strutture antinsetti provinciali. (3)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 29 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

29 bis. Ai fini della determinazione del saldo relativo al patto di stabilità degli Enti locali della Sardegna, gli stessi Enti escludono le spese in conto capitale e le corrispondenti entrate relative a programmi finanziati con risorse trasferite, a qualsiasi titolo, dalla Regione Autonoma della Sardegna. I trasferimenti di cui sopra sono conteggiati, al momento del pagamento, dalla Regione Autonoma della Sardegna ai fini del patto di stabilità di competenza. (57)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 29 è inserito il seguente:

29 bis. I comuni capofila non conteggiano ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità le risorse regionali agli stessi assegnate nell'ambito del programma PLUS (Piano locale unitario dei servizi)." (58)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Meloni Valerio.

Articolo 1

All'art. 1 dopo il comma 32 è aggiunto il seguente :

32 bis. Per il rifacimento della condotta adduttrice principale nord del sistema irriguo della Nurra, è autorizzata a favore del Consorzio di Bonifica della Nurra la spesa complessiva di Euro 12.000.000, in ragione di euro 1.000.000 per l'anno 2009, di euro 2.000.000 per l'anno 2010 e di euro 4.500.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012 (UPB S 07.07.004 )

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S 07.07.004 Interventi per lo sviluppo e la razionalizzazione del sistema idrico .

Anno 2009 euro 1.000.000

Anno 2010 euro 2.000.000

Anno 2011 euro 4.500.000

Anno 2012 euro 4.500.000

In diminuzione

UPB S 08.01.003 FNOL Investimenti

Anno 2009 euro 1.000.000

Anno 2010 euro 2.000.000

Anno 2011 euro 4.500.000

Anno 2012 euro 4.500.000

Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della tabella B allegata alla legge Finanziaria. (59)

Emendamento aggiuntivo Cuccu - Cucca - Sabatini - Moriconi - Meloni Valerio.

Articolo 1

Dopo il comma 37 è aggiunto il seguente comma:

37 bis. Per completare la classificazione del personale Agenti, Assistenti ed Ispettori prevista dal CCRL 1998-2001 e per la completa attuazione da quanto previsto dall'articolo 15 comma 6 della Legge Regionale n. 7 del 21 aprile 2005 vengono stanziati a favore della contrattazione collettiva € 1.200.000,00 per l'anno 2009 ed € 1.500.000,00. per l'anno 2010.

Agli oneri derivanti dall'Applicazione della presente disposizione si provvede con gli stanziamenti previsti nella UPB S01.02.003. (61)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 39 è inserito il seguente comma:

39 bis. Al fine di portare a compimento il processo di gara per la continuità territoriale con l'isola dell'Asinara sono stanziati euro 800000 aggiuntivi all'UPB S07.06.001 sc07.0611. (62)

Emendamento aggiuntivo Capelli - Oppi - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Meloni Francesco - Fois - Mula - Cossa.

Articolo 1

Dopo il comma 39, adde i seguenti commi:

39 bis. All'atto dell'approvazione del provvedimento annuale di riparto dei fondi di cui all'articolo 26 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, la Giunta regionale determina l'entità annua presumibile della spesa per il pagamento delle attività di cui ai contratti previsti all'art. 8 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, di ciascuna A.S.L. locale ed attribuisce il relativo finanziamento:

a) in termini di competenza alla singola A.S.L. per l'iscrizione di bilancio;

b) in termini di cassa ad un'A.S.L., sia per la quota di finanziamento di propria competenza sia per le quote relative alle altre A.S.L., individuata quale capofila competente a gestire in forma unitaria i rapporti economici relativi all'erogazione dell'assistenza di cui ai contratti richiamati al comma 1 che precede.

39 ter. La disposizione di cui al comma 41 che precede diventa efficace a seguito della sottoscrizione di un protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali di categoria avente ad oggetto la disciplina ed i limiti entro i quali opera la centralizzazione dei pagamenti di cui trattasi. In detto protocollo deve essere previsto che la presentazione di richieste di rimborso indebite comporta la decadenza della struttura convenzionata responsabile dal beneficio della centralizzazione dei pagamenti. Sono fatte salve le funzioni di controllo delle A.S.L. (111)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Barracciu - Porcu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 44 è aggiunto il seguente:

44 bis. E' autorizzata nell'anno 2009, la spesa di Euro 640.000 per il completamento delle operazioni di chiusura e di rendicontazione del Programma Leader 2000 2006 UPBS 01.04.002. La ripartizione, a favore degli otto Gal operanti, è effettuata dall'Assessorato regionale della Programmazione

Copertura finanziaria

In aumento

UPBS 01.04.002 CAP EURO 640.000

In diminuzione

FNOL EURO 640.000 (63)

Emendamento aggiuntivo Espa - Bruno - Barracciu - Porcu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 45 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:

45 bis. Presso la Presidenza della Regione è istituita la "Direzione generale della Protezione Civile della Regione Sardegna" la quale esercita le funzioni che il comma 1, lettera a) dell'articolo 108 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, conferisce alle regioni e coordina le attività di protezione civile delle strutture della Regione, delle Province, dei Comuni e delle associazioni di volontariato.

Gli indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale dei programmi di previsione e prevenzione e per l'attuazione degli interventi urgenti in caso di calamità e di quelli necessari a garantire il ritorno alle normali condizioni di vita sono emanati con decreto del Presidente della Regione.

Alla suddetta Direzione è inizialmente assegnato tutto il personale del Servizio Protezione civile e antincendio.

Per la prima costituzione degli Uffici è consentita la mobilità da altre Direzioni, Enti e Agenzie Regionali.

Entro 3 mesi dalla pubblicazione della presente legge , viene definita la dotazione organica della Direzione generale e nei successivi 3 mesi vengono attivate le procedure concorsuali necessarie per il suo completamento . (66)

Emendamento aggiuntivo Manca - Sabatini - Meloni Valerio - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Moriconi - Caria - Lotto - Bruno - Cucca.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'art. 1 è aggiunto il seguente:

"46 bis. Per l'attuazione di un piano di assunzioni di personale dirigente presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna (I.Z.S.) è autorizzata per l'anno 2009 la spesa di euro 400.000 (UPB S05.02.001).

Copertura finanziaria

in aumento

UPB S05.02.001 - Istituto zooprofilattico e osservatorio veterinario - Parte corrente

Anno 2009 400.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

In diminuzione

UPB S08.01.002 - FNOL CORRENTE

Anno 2009 400.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

mediante corrispondente riduzione della voce 1 di cui alla tabella A allegata del disegno di legge finanziaria. (33)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Disposizioni di carattere istituzionale e finanziario Dopo il comma 46 è introdotto il seguente

46 bis. L'articolo 6 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 e così modificato:

Dopo il comma 17 è aggiunto il seguente:

17 bis. Le posizioni di livello dirigenziale dell'Ufficio Autorità di Gestione Comune del Programma operativo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo, qualora non sia possibile reperire all'interno dell'Amministrazione dirigenti in possesso dei requisiti richiesti per il raggiungimento degli obiettivi assegnati al medesimo Ufficio, possono essere attribuite:

1) a dirigenti di altre Amministrazioni o Enti pubblici, secondo quanto previsto dall'articolo 20, comma 11, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4;

2) a funzionari dell'Amministrazione regionale appartenenti alla categoria D, anche oltre il limite numerico di cui all'articolo 20, comma 11, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 come modificato dal comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2, nonché a funzionari di altre Amministrazioni o Enti pubblici in possesso dei requisiti per l'accesso alla qualifica dirigenziale e delle competenze professionali necessarie ad assolvere agli specifici compiti attribuiti all'Ufficio dell'Autorità di Gestione; l'incarico è strettamente temporaneo e la sua durata è commisurata a quella del Programma operativo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo. (42)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'art. 1 è aggiunto il seguente:

" 46 bis. Per le finalità di cui all'art. 16, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 e s.m.i, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 1000.000 per la prosecuzione del programma "Sardegna speaks English" finalizzato alla conoscenza della lingua inglese (UPB S01.04.002)"

in aumento

UPB SO 1.04.002

Anno 2009 1.000.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S01.04.002

Anno 2009 1.000.000

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012 (43)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 1

Dopo il comma 46 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

46 bis. E' autorizzata l'erogazione di contributi finanziari ai Comuni al fine del pagamento degli oneri derivati da sentenze della Magistratura relative a contenziosi per espropri di aree per causa di pubblica utilità. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore al bilancio e alla programmazione, entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, definisce l'entità del contributo e i criteri per l'assegnazione. Per la predetta finalità sono stanziati euro 20.000.000.

Copertura finanziaria

FNOL - Investimenti. (65)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Cuccu - Solinas Antonio - Manca - Cucca - Moriconi - Meloni Valerio - Caria.

Articolo 1

Dopo il comma 46 è aggiunto il seguente comma:

46 bis. "Nei Comuni capoluogo di Provincia di nuova istituzione, e nelle more di emanazione di apposita normativa regionale di riordino dell'ordinamento delle autonomie locali, non si procederà, anche nel caso in cui la segreteria si renda vacante, alla riclassificazione della sede ai fini della nomina del segretario comunale. Ai Comuni continuerà pertanto ad applicarsi la disciplina attualmente vigente, sulla base della classe di appartenenza per popolazione, o della classificazione posseduta al momento dell'istituzione del capoluogo di Provincia. (67)

Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Lai - Capelli - Diana Mario - Locci - Oppi - Pittalis - Sanjust - Vargiu.

Articolo 1

Dopo il comma 46 è inserito il seguente:

"46 bis. Al comma 5 bis dell'art. 20 della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura) sono soppresse le parole: ", su presentazione di fideiussione bancaria o di polizza fideiussoria assicurativa, di importo corrispondente,". (116)

Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Uras - Sechi.

Articolo 1

All'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis

Le dotazioni organiche dell'Ente foreste, categoria quadri, area tecnica, amministrativa e amministrativa contabile sono incrementate di 10 unità. In deroga all'articolo 54 della L.R. 31/1998 i posti vacanti in relazione al predetto incremento sono coperte con gli idonei del corso - concorso di cui alla deliberazione dell'Ente foreste 41 del 17 maggio 2006 di approvazione dei relativi bandi. Gli oneri derivanti dalla applicazione della presente norma sono a carico del Bilancio dell'Ente nell'ambito degli stanziamenti disponibili per le retribuzioni del personale. (101)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis - Sabatini - Diana Giampaolo - Porcu - Lotto - Sechi - Barracciu.

Articolo 1

Dopo l'articolo l è aggiunto il seguente articolo 1 bis:

Il personale dipendente delle imprese private che, alla data del 31 dicembre 2005, risultava adibito ai servizi idrici di potabilizzazione e depurazione nel territorio regionale, ferma restando la risoluzione del rapporto di lavoro è trasferito al gestore affidatario del servizio idrico integrato (Abbanoa spa) nel numero e secondo le qualifiche formalmente certificati, con le medesime modalità di cui all'articolo 173 del Dlgs 152/2006. La predetta disposizione si applica inoltre al personale che sia stato assunto, entro il 31 dicembre 2006, da imprese affidatane della gestione di nuovi impianti realizzati successivamente al 31 dicembre 2005. La predetta disposizione integra l'articolo 1 della L.R. 10 del 2005.

L'Agenzia Laore Sardegna è autorizzata ad inquadrare secondo le modalità concorsuali per soli titoli previste dall'art. 52, comma 1, lettera a) della Legge Regionale 31/98, il personale dipendente della Associazione Regionale Allevatori della Sardegna in servizio alla data del 31 Dicembre 2006. Il predetto personale può essere inquadrato, anche in sovranumero, se in possesso del requisito di 5 anni di attività lavorativa svolta presso i servizi di assistenza tecnica a favore degli allevatori della Sardegna, ivi compresa quella di laboratorio e amministrazione. All'atto dell'inquadramento è riconosciuta ai fini giuridici, economici e previdenziali l'anzianità di servizio maturata nel corso della citata attività lavorativa.

Per assicurare la continuità nelle attività dei beni culturali e delle biblioteche e archivi degli enti locali la Giunta regionale provvede alla approvazione di apposite specifiche norme per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori, anche soci di cooperative, oggetto delle previsioni di cui all'art. 2 della L.R. 17/2008.

Per assicurare la continuità delle attività del servizio beni culturali, i soggetti già impegnati in lavori socialmente utili, nell'ambito di progetti regionali e interregionali, e che tuttora prestino la loro attività, da almeno cinque anni, presso l'assessorato competente in materia di beni culturali, possono essere inquadrati a domanda nell'amministrazione regionale, purché in possesso dei requisiti posseduti per l'accesso alle categorie del personale regionale. Le domande devono essere presentate entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge con corrispondente incremento della dotazione organica. Gli oneri derivanti dalla presente disposizione, sono quantificati in euro 350.000 per l'anno 2009 (UPB S01.02.001)

Sono inoltre inquadrati nelle rispettive amministrazioni il personale già impiegato, in forme atipiche e flessibili, nelle attività di prelievo e analisi delle acque anche attraverso le procedure di cui all'articolo 52, comma 1, lettera b della L.R. 31/98, ed il personale impiegato per l'attuazione del progetto "Sfera" con le procedure di stabilizzazione di cui all'articolo 36 della legge 29 maggio 2007, n.2, purché in possesso, all'atto della approvazione della presente legge, del requisito dei 30 mesi, anche non continuativi, di attività negli ultimi cinque anni. Gli oneri relativi sono a carico dei bilanci delle rispettive amministrazioni stanziati per salari e stipendi per l'anno 2009 e successivi.

Sono confermate per un ulteriore triennio le disposizioni contenute nell'articolo 36 della L.R. 2/2007 per la predisposizione di un piano pluriennale per la stabilizzazione dei lavoratori precari del sistema pubblico regionale. A tal fine provvedono, in modo analogo e autonomamente, gli Enti e le Agenzie regionali che sono autorizzate a valutare i periodi di servizio maturati nelle strutture soppresse le cui competenze e/o il personale sia stato trasferito, in relazione a processi di riforma. Nei predetti periodi di servizio sono valutati anche quelli sostenuti da borse di studio o ricerca. Sono confermate altresì le analoghe disposizioni del piano sanitario regionale - piano per il superamento del lavoro precario 2007/2011 di cui alla deliberazione n. 22/31 del 7.6.2007, al fine di consentire l'integrazione delle stabilizzazioni previste, anche attraverso una verifica delle possibilità di incremento delle dotazioni organiche delle relative aziende.

A completamento delle azioni di stabilizzazione dei lavoratori precari nel sistema regionale, sono inquadrati a domanda presso la competente amministrazione sanitaria il personale precario assunto con contratto di lavoro a termine, o con forme contrattuali flessibili, atipiche o libero professionali, già impiegati nelle attività del laboratorio delle malattie metaboliche del bambino - Ospedale Microcitemico - purché in possesso, all'atto della approvazione della presente legge, del requisito dei 30 mesi di attività anche non continuativi negli ultimi cinque anni . Gli oneri relativi sono a carico del bilancio della amministrazione competente nell'ambito degli stanziamenti per salari e stipendi per l'anno 2009 e successivi. E' altresì inquadrato con le medesime modalità il personale precario, in possesso degli stessi requisiti, che operi presso i laboratori di analisi delle aziende sanitarie e ospedaliere.

I lavoratori di cui all'articolo 32, comma 21 della L.R. 29 maggio 2007, n.2, che abbiano sostenuto, risultando idonei, pubbliche selezioni concorsuali possono essere inquadrati nei ruoli delle rispettive amministrazioni sanitarie anche in sovranumero. A tal fine, con specifico provvedimento dell'amministrazione regionale, è assegnato su richiesta delle competente Azienda sanitaria un contributo incentivante finalizzato alla assunzione nella misura prevista per la stabilizzazione dei L.S.U., a valere sui fondi in conto residui, di cui alla lettera b), dell'articolo 6, della legge regionale 18 febbraio 2008 n. 2.

I lavoratori assunti con contratti a termine, flessibili o atipici, che abbiano prestato servizio, anche non continuativo, presso amministrazioni dello Stato, della Regione e degli Enti pubblici locali e settoriali in Sardegna per almeno trenta mesi, possono essere assunti con contratti a tempo indeterminato presso le Amministrazioni regionali e degli Enti pubblici locali, qualora abbiano superato selezioni pubbliche di tipo concorsuale e previa verifica della necessaria copertura finanziaria a carico dell'Ente procedente. A tal fine i predetti lavoratori sono iscritti in liste speciali della Provincia di residenza, avuto riguardo alle qualifiche professionali possedute, alla durata del servizio prestato, ai carichi familiari e al reddito. E' confermato il limite per le amministrazioni regionali di procedere alle stabilizzazioni occupazionali di cui alla presente norma nella misura massima del 50% delle disponibilità in organico. (102)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Diana Giampaolo - Salis.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis :

La Regione, in relazione ai necessari interventi di riordino in materia di personale, con specifico riferimento alle situazioni di anomalia normativa e contrattuale riscontrate nel sistema delle amministrazioni regionali, determinate dai rilevanti mutamenti delle disposizioni in materia di lavoro conseguenti al processo di riforma del pubblico impiego, provvede ai necessari provvedimenti ricognitivi e alla approvazione dei conseguenti atti amministrativi e disegni di legge.

Tale procedura è finalizzata al superamento di ogni possibile contenzioso e dei conseguenti eventuali danni derivanti alla Regione dal permanere delle predette anomalie nell'ordinamento. (103)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis - Diana Giampaolo - Capelli.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis:

"La Giunta regionale provvede alla ricognizione delle situazioni di anomalia normativa e contrattuale esistenti all'interno delle amministrazioni regionali a seguito dei mutamenti intervenuti nella disciplina del pubblico impiego e adotta i provvedimenti amministrativi e predispone i disegni di legge necessari al riordino della materia e a contenere il contenzioso in un'ottica di omogeneizzazione dei trattamenti e razionalizzazione degli istituti normativi". (107)

Emendamento all'emendamento numero 107 aggiuntivo Mario Diana - Uras - Capelli - Salis - Sanna Giacomo.

Articolo 1

Alla fine dell'emendamento sono aggiunti i seguenti commi:

1. l'Amministrazione regionale, a far data dall'entrata in vigore della presente legge, subentra ai soggetti di cui all'articolo 1 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37 nei rapporti giuridici ed economici con il personale di cui all'articolo 5 della medesima legge.

2. Al predetto personale che è inquadrato, anche in sovrannumero, nel ruolo unico regionale e immediatamente assegnato agli uffici, si applica il contratto di lavoro collettivo per i dipendenti del comparto dell'Amministrazione regionale e degli Enti strumentali della Regione. Al medesimo personale è riconosciuto per intero: a) il maturato economico in godimento che è mantenuto con assegno ad personam non riassorbibile; b) il servizio precedentemente prestato presso i citati soggetti di cui all'articolo 1 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37, ai fini previdenziali, economici e giuridici.

3. Al personale di cui ai commi precedenti che entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge sia collocato in quiescenza a richiesta, sono corrisposti gli incentivi nella misura prevista dal comma 2 dell'articolo 19 della legge regionale 11 maggio 2006, numero 4; al medesimo personale che sia comunque collocato in quiescenza entro 60 giorni, è riconosciuta una indennità pari a cinque mensilità della retribuzione in godimento, escluso il salario accessorio.

4. Sono abrogati gli articoli 5 e 6 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37.

5. Prima del comma 1, dell'articolo 3 della legge regionale 18 dicembre 1995, numero 37 è aggiunto il seguente comma:

"01. Al personale comandato ai sensi dell'articolo 2, è riconosciuto il trattamento economico previsto dai commi 4 e 5 dell'articolo 28 della legge regionale 26 agosto 1988 numero 32. L'indennità è calcolata nella misura e con le modalità previste per il personale di cui alla lett. e) del comma 1 dell'articolo 27 della medesima legge." (141)

Emendamento aggiuntivo Uras - Bruno - Salis.

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente articolo 1 bis

Ai fini della accelerazione della spesa e il superamento delle situazioni di maggiore emergenza operativa delle strutture regionali è istituita, presso l'assessorato competente in materia di Personale, una lista speciale di personale regionale, degli enti e delle agenzie della Regione, dal quale attingere per incarichi d'urgenza, a termine e con l'indicazione degli specifici obiettivi. Al personale di tale lista, che di norma svolge il proprio servizio nella struttura di appartenenza, all'atto dell'affidamento del predetto incarico è attribuita una indennità aggiuntiva pari a quella riconosciuta al personale degli uffici di gabinetto della Giunta. Gli interventi e gli incarichi relativi sono attribuiti con deliberazione motivata della Giunta regionale su proposta dell'Assessore degli Affari generali e Personale d'intesa con l'Assessore del Bilancio. (113).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Non devo parlare.

PRESIDENTE. Risultava iscritto.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, entriamo nel vivo della sessione finanziaria con la discussione della legge finanziaria e in particolare dell'articolo 1. Credo che sia importante, entrando appunto nella discussione della finanziaria, ricordare che questa discussione avviene in quella che noi consideriamo una situazione di grande anomalia; anomalia dettata dal fatto che la Giunta, e in particolare il Presidente della Regione, ha deciso di non informare quest'Aula circa le conseguenze dello spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila.

Credo, quindi, che sia importante ricordare, proprio in apertura della discussione dell'articolo 1, che quel fatto, quell'avvenimento è, a tutti gli effetti, parte della discussione della legge finanziaria, è parte della discussione che riguarda l'emergenza, la crisi e anche le prospettive economiche e sociali non solo di La Maddalena, ma della regione tutta. Ieri, alcuni consiglieri, devo dire purtroppo con l'assenza della Giunta regionale, compresi quindi gli Assessori della Gallura, hanno scelto di dedicare una giornata a una presa d'atto, a una ricognizione sul campo della situazione in cui si ritrova, oggi, La Maddalena. Abbiamo avvertito molta preoccupazione. C'è stata un'affollatissima assemblea, in piazza, che non riguardava soltanto le opere che sono ancora in corso e che probabilmente verranno completate nell'arco di trenta giorni, ma riguardava in misura molto maggiore tutta quella massa di investimenti fatti da privati, che intorno a quell'evento avevano deciso di scommettere per il rilancio di La Maddalena, e il nuovo percorso che deve affrontare quella comunità per affrancarsi dalla dipendenza dalla presenza militare negli ultimi due secoli. Si tratta di investimenti copiosi, di contratti relativi, per esempio, a servizi di catering che adesso vengono meno o della prenotazione, per le varie delegazioni internazionali, di stanze d'albergo che rimarranno vuote per un lungo periodo, anziché portare ricadute e contribuire al rilancio di quella comunità.

Noi continuiamo a ritenere che quanto accaduto sia un fatto grave; certamente getta un'ombra sulla discussione di questa finanziaria, getta un'ombra anche nei rapporti tra maggioranza e minoranza. Credo sia grave che si sia fatto rinvio a causa di nuovi incontri, dimenticando che è nelle piene prerogative del Presidente della Regione avvalersi dell'articolo 47 dello Statuto. Certamente, riteniamo che il Presidente della Regione, prima di subire o accettare una decisione, avrebbe fatto bene a far sentire la propria voce nel Consiglio dei Ministri, così come prevede il nostro Statuto. A La Maddalena è avvenuto un vero e proprio terremoto sociale e culturale…

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, mi scusi, ma stiamo discutendo dell'articolo 1 della finanziaria, per cui la inviterei ad attenersi all'argomento all'ordine del giorno. Grazie.

PORCU (P.D.). Non si preoccupi, Presidente, ci arrivo.

PRESIDENTE. Mi preoccupo, grazie.

PORCU (P.D.). Quindi riteniamo che il fatto che questa discussione sia stata spostata e allontanata renda più difficile questo lavoro, e getti un'ombra anche sul nostro lavoro di questa giornata.

Entro nel merito, Presidente, dell'articolo 1 per ricordare che questo è un articolo che segna il ritorno dei mutui all'interno della programmazione della Regione. Segna un ritorno dei mutui non in funzione di una spesa che riteniamo possibile, ma semplicemente per una scelta ideologica, quella di contrapporre la contrazione di mutui, contrazione che avevate promesso, alla rivendicazione giusta e sacrosanta sul nuovo livello delle entrate a regime dal 2010. Anche la risoluzione che abbiamo approvato e che riguarda il DAPEF conferma che, oggi, l'autorizzazione a nuovi mutui è semplicemente una presa di posizione ideologica, perché proprio la risoluzione su cui ha dato il via libera la Giunta conferma che, senza una rivisitazione del Patto di stabilità, quelle somme non potranno essere spese. Sarà possibile spendere poco più del 50 per cento di questo bilancio, certamente non sarà possibile spendere l'intera cifra di 8 miliardi e 300 milioni, a meno di non toccare, minimamente, la massa dei residui, che è di 7 miliardi e 200 milioni. E quindi, tra la scelta di un bilancio che poteva essere anche una rivendicazione verso lo Stato di un diritto sancito dalla riforma del Titolo III dello Statuto, che noi avevamo inserito nella proposta di finanziaria licenziata a ottobre, e la scelta di ridimensionare e riportare il bilancio all'interno di quelli che sono i vincoli del Patto di stabilità, la Giunta e la maggioranza hanno scelto una terza strada, un ibrido, sapendo, nel momento in cui chiede l'autorizzazione alla contrazione di nuovi mutui per 1 miliardo e 213 milioni, che quelle somme mai potranno essere effettivamente utilizzate e mai quei mutui potranno essere effettivamente accesi. Quindi riteniamo che questo sia un fatto grave. E' una scelta che non condividiamo, rispetto alla quale, nel corso della discussione degli emendamenti, ribadiremo la nostra contrarietà.

Questo è anche l'articolo che pone, attraverso una serie di emendamenti, le conseguenze di quel Patto di stabilità non solo per la Regione, ma anche per gli enti locali, perché il rischio, nel momento in cui il Patto di stabilità della Regione… Presidente, le chiedo la cortesia di poter parlare in un'aula in cui ci sia meno brusio.

Le conseguenze di quel Patto di stabilità interno che vincola la spesa della Regione alla spesa storica, si riverberano, si trasmettono anche ai comuni. Pensiamo a tutta la partita del fondo unico, grazie al quale in questi anni sono cresciuti i trasferimenti agli enti locali; ma quei trasferimenti, che fanno già parte, a tutti gli effetti, del vincolo che subisce la Regione, nel momento in cui vengono assegnati agli enti locali vengono riconteggiati e nell'essere riconteggiati influenzano il Patto di stabilità per gli enti locali. Quindi abbiamo un doppio stop, un doppio rallentamento della spesa, e io credo che sia importante che non si aspetti la rinegoziazione complessiva del Patto di stabilità con lo Stato, ma che la Regione faccia valere la sua competenza primaria in materia di ordinamento degli enti locali e approfitti degli emendamenti che sono stati presentati - sono sei, probabilmente ce n'è qualcuno che li racchiude tutti - dalla maggioranza e dalla minoranza.

Io credo che sia importante che la Giunta da oggi, senza porre tempo al tempo, si avvalga delle proprie competenze e scelga di sbloccare la situazione per quanto riguarda il personale assunto dai comuni, legato a funzioni o finalità assegnate dalla Regione, e gli investimenti che essi fanno con risorse trasferite dalla Regione. Crediamo che quelle somme vadano sottratte ai vincoli del Patto di stabilità.

Sarebbe importante che la Giunta, anche se in Commissione non ha chiarito il suo parere, desse parere favorevole, e noi sosterremo quella scelta, la sosterremo, Assessore, anche nel caso in cui ci obbligasse a un contenzioso con lo Stato, perché crediamo che la nostra autonomia vada esercitata e vada esercitata per intero. Dobbiamo avere il coraggio, anche attraverso atti normativi, di chiarire i confini e le competenze della nostra Regione. Quindi noi vi sosterremo nel caso voi, oggi, decidiate di modificare il vincolo del Patto di stabilità per gli enti locali per quanto riguarda tutte quelle competenze e quegli investimenti che vengono fatti con risorse trasferite dalla Regione.

C'è un altro tema importante nell'articolo 1, ed è il fondo unico. Sul fondo unico possiamo discutere, interverranno altri colleghi che su questo argomento hanno competenze certamente superiori alle mie, però c'è una tendenza che vogliamo denunciare, che abbiamo richiamato anche nella discussione in Aula e in Commissione, perché questo fondo deve rimanere un fondo non vincolato, non limitato. Noi abbiamo fatto una grande scelta di federalismo interno, accorpando all'interno del fondo unico una serie di competenze trasferite da singole leggi di settore, che costringevano i comuni a una quantità elevatissima di rendicontazioni, circa tredici rendicontazioni diverse. Abbiamo cancellato quelle rendicontazioni con una riforma coraggiosa fatta nella scorsa legislatura, abbiamo assegnato agli enti locali in via definitiva le competenze su una serie di materie che riguardano il sociale, l'assistenza, i lavori pubblici, e riteniamo che quel fondo debba continuare a rimanere indistinto e non vincolato. In questa legge finanziaria, purtroppo, si inaugura la tendenza opposta, per esempio, nella tabella E, vengono vincolati 110 milioni di euro per gli investimenti. Anche su questo chiediamo una risposta e vari emendamenti da noi presentati la danno.

Per ultimo, crediamo che i comuni, lo richiamiamo in particolare con l'emendamento numero 53, soppressivo del comma 25, non debbano essere sottoposti a vincoli e adempimenti che sono già disponibili nelle banche dati. Quindi queste sono le nostre richieste, sulle quali ci auguriamo che si sviluppi la discussione e la Giunta possa darci delle risposte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, l'articolo 1 è un grande contenitore, un articolo omnibus, un calderone dove c'è tanto: sicuramente è utile per definire la finanziaria "snella" e con pochi articoli, ma, se andiamo a vedere, le materie trattate sono parecchie e ciascuna di esse avrebbe meritato sicuramente un articolo dedicato.

L'articolo 1 tratta di entrate, autorizzazione alla contrazione di mutui, copertura del disavanzo, analisi e ricognizione dei residui, attività istituzionale (che vuol dire tanto), enti locali, personale, istruzione, consorzi industriali. Insomma, le materie trattate dall'articolo 1 sono una miriade; è un grande calderone all'interno del quale c'è di tutto. Vale la pena, comunque, di soffermarsi su alcune questioni. Io penso che, ad esempio, le questioni del personale - personale della Regione e non solo - meritino particolare attenzione. Assessore, le risorse destinate al rinnovo del contratto sono, a mio avviso, insufficienti. Noi abbiamo presentato un emendamento - non ci inventiamo nulla, non prendiamo nulla - che riprende risorse che anche voi avevate previsto di stanziare, attraverso emendamenti, nella passata finanziaria. E sul personale regionale abbiamo anche presentato un emendamento che tende a distinguere un po' i comparti. Con la riforma della pubblica amministrazione, che è iniziata negli anni Novanta, si è stabilito un percorso di crescita professionale che ha interessato centinaia di migliaia di dipendenti pubblici appartenenti alla cosiddetta area della vigilanza. Per questa categoria di personale, che riguarda vigili urbani, polizia locale, corpi forestali regionali, si è realizzata una riforma che ha definito nuove competenze; è un percorso che hanno seguito tutte le Regioni a Statuto speciale, tra cui la Regione Sardegna, che ha recepito la riforma con la legge numero 31 e nei successivi accordi contrattuali. Per quanto riguarda, invece, il personale del Corpo forestale questo non è avvenuto. Io ricordo che il personale del Corpo forestale viene reclutato attraverso prove concorsuali che sono previste dalla legge numero 26 del 1985 (la riforma di questa legge era in corso, ma nella passata legislatura c'è stato un intoppo); viene reclutato dopo un apposito corso nelle scuole del Corpo forestale e con una prova finale viene sottoposto a specifiche verifiche. Il Consiglio regionale, con la legge numero 7 del 2005, ha previsto mansioni da affidare agli agenti, agli assistenti o agli ispettorati, ricondotte tutte al diploma di scuola media superiore. La conseguenza contrattuale di questa imposizione sarebbe che tutto questo personale fosse inquadrato nella categoria C, invece il personale del Corpo forestale è inquadrato nella categoria B, anche con mansioni che non vengono ben specificate e che non trovano la loro esplicazione nel calderone unico che è la contrattazione che riguarda il personale regionale.

Quello della riclassificazione del personale del Corpo forestale è un problema che non può, quindi, trovare soluzione al tavolo della trattativa, in quanto le risorse che vengono stanziate non consentono alcun margine in questa direzione. Noi riteniamo, pertanto, che sia necessario un apposito stanziamento che metta a disposizione, sul tavolo delle trattative, le risorse necessarie per riconoscere al personale del Corpo forestale sardo quanto viene riconosciuto nelle altre regioni a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono compiti o mansioni simili o addirittura identici a quelli svolti dai dipendenti del Corpo forestale della Regione.

Penso che meriti attenzione e che debba essere portato finalmente a soluzione anche il problema che attiene al personale dell'ARA. Noi, con la riforma degli enti in agricoltura e con l'istituzione delle tre agenzie, avevamo previsto che l'agenzia LAORE si occupasse di assistenza tecnica e abbiamo dato nobiltà anche all'assistenza tecnica in zootecnia, stabilendo che LAORE si dovesse occupare dell'assistenza tecnica sia per quanto riguarda le produzioni vegetali che per quanto riguarda le produzioni animali. Inizialmente, con la legge numero 13, avevamo previsto un percorso, che era quello della convenzione con l'ARA; ci siamo accorti, con l'andare del tempo, che la convenzione probabilmente non era adeguata, per cui abbiamo stabilito, nella finanziaria dell'anno scorso, un percorso concorsuale che portasse a dotare LAORE del personale necessario per fornire l'assistenza tecnica alle aziende zootecniche. Anche questo percorso, evidentemente, visto che il concorso non è stato espletato, probabilmente è impraticabile.

Penso che, a distanza di tre anni, sia giunto il momento di dotare la Regione Sardegna del personale necessario a garantire l'assistenza tecnica pubblica anche in zootecnia, come avviene per la produzione vegetale. Noi abbiamo presentato, all'interno di un emendamento complessivo sulle stabilizzazioni, una norma che consente questo percorso per tutto il personale dell'ARA che si occupa, per conto della Regione, ormai da vent'anni, di garantire l'assistenza tecnica sostituendosi a quelle che sono le funzioni regionali.

Altre questioni che noi pensiamo valga la pena di trattare e alle quali nell'articolo 1 penso che si possano dare risposte, sono le questioni attinenti all'istruzione. Nella finanziaria dell'anno scorso, e precisamente con l'articolo 4, comma 1, lettera b), fu autorizzata la spesa di 10 milioni per la concessione di assegni di merito per la durata dei corsi di studio, fino a un massimo di 6.000 euro, da erogarsi a favore di studenti figli di genitori residenti in Sardegna da almeno cinque anni, nuovi iscritti o frequentanti corsi di laurea, eccetera. Questi assegni di merito erano finalizzati prioritariamente al superamento delle carenze nelle competenze tecnico-scientifiche, quindi, considerato che è data priorità a chi è iscritto nelle facoltà scientifiche, mentre solo una volta esaurite le graduatorie degli scritti in queste facoltà potranno beneficiare degli assegni di merito anche gli iscritti in facoltà non scientifiche, io penso, unitamente ai colleghi firmatari di un emendamento che io stesso ho presentato, che questa priorità, non essendo supportata da ragioni obiettive, costituisca una discriminazione fra gli studenti delle facoltà universitarie scientifiche e quelli delle altre facoltà. Dato che tale impostazione lede il diritto di eguaglianza tra cittadini, nonché il diritto di libertà nella scelta dell'indirizzo di studio, con il rischio che incentivi di questo tipo spingano i nostri giovani, specie quelli appartenenti a ceti sociali meno abbienti, a compiere una scelta non rispondente alle proprie inclinazioni, perché è chiaro che per chi ha più difficoltà ad accedere all'università avere la possibilità di ricevere un assegno di merito di 6.000 euro può essere un incentivo a iscriversi a una facoltà scientifica piuttosto che a quella a lui più confacente, penso sia giunto il momento, anche alla luce di quello che è avvenuto in fase di prima applicazione, di eliminare questa discriminazione. Ho presentato, unitamente ad alcuni colleghi, degli emendamenti in tal senso.

Sono stati presentati emendamenti anche per quanto riguarda i consorzi industriali. Sui consorzi industriali noi abbiamo trovato sorprendente il comma 46 che sostituisce i liquidatori dei consorzi industriali con un collegio di liquidatori. Sorprendente perché? Perché il collegio dei liquidatori ha già esaurito in questi consorzi il proprio compito; la riforma è avviata, non vorremmo che dietro questo comma ci fosse un tentativo di revisione della riforma dei consorzi industriali attraverso un rallentamento del processo di riforma. Noi pensiamo che questo comma non abbia un'utilità pratica, che il collegio dei liquidatori abbia esaurito abbondantemente il suo compito e che, pertanto, del comma 46 possiamo tranquillamente farne a meno. Ecco, io penso che diversi siano gli argomenti che possono trovare accoglimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, onorevoli Assessori, sull'articolo 1 della manovra finanziaria è inutile stare qua a ripetere ciò che abbiamo già detto nel corso della discussione generale, concentriamoci su alcuni contenuti.

Io credo che anche il dibattito che si è aperto con gli interventi delle organizzazioni sindacali e del mondo della produzione attorno al tema dei temi, cioè il lavoro (come si salva, come si costruisce, come si crea), sia comunque un capitolo che non possiamo accantonare, neppure in questa manovra, diciamo, di tipo emergenziale, con tutti i limiti che ciascuno di noi ha voluto riconoscerle, quindi non con un atteggiamento di natura ideologica, ma prescindendo da questo, mantenendo solo le considerazioni anche tecniche o tecnico-politiche attorno alla manovra. L'avete detto voi: "Non abbiamo presentato il Programma regionale di sviluppo perché non c'era tempo. La nostra vera idea si vedrà nella manovra del 2010, pensiamo di presentarla nei termini che sono previsti dalla legge, pensiamo di poter procedere celermente, in questa fase, per garantire la spesa". Noi abbiamo detto che non stiamo qua a fare un'operazione politica ostruzionistica, tendente al conflitto permanente, anzi ci rendiamo disponibili per mantenere tempi di discussione e approvazione della manovra che consentano, comunque, alla Regione di operare, nei prossimi mesi, con quel tanto che è necessario, che serve, perché la crisi c'è, i dati ci sono, i lavoratori che perdono il posto di lavoro, che perdono la loro condizione di lavoratori dipendenti sono già presenti, visibilmente presenti, anche sotto i portici di questo Consiglio. E non sono invenzioni dell'ultimo momento. Lo dico perché molti di noi, sia della maggioranza che della minoranza, hanno partecipato alla grande manifestazione che è stata fatta nel Sulcis a difesa di quelle situazioni produttive.

Noi, Assessore, abbiamo presentato due emendamenti di spessore, che sono condivisi da tutto il centrosinistra, uno dei quali riguarda il precariato, le diverse situazioni di lavoro precario nel sistema pubblico e parapubblico che si sono prodotte in questi anni, io direi in questi decenni. E' un emendamento complesso, una norma molto articolata che ha dei pregi, che sicuramente ha bisogno di ulteriori apporti migliorativi, però chiediamo che non venga lasciata cadere, che non venga accantonata, che non venga archiviata, perché questo è un tema che riguarda noi che siamo all'opposizione, ma riguarda soprattutto voi che siete al governo, perché quei lavoratori sono nell'amministrazione regionale, negli enti locali, nel sistema allargato, nelle società che operano nei servizi essenziali, come quello della gestione dell'acqua e della depurazione. Quindi sono problemi veri, non sono invenzioni dell'opposizione.

Il secondo emendamento riguarda gli interventi in materia di lavoro. Chiedetemi pure un registro di autocritiche, sono disponibile a scriverlo e firmarlo. Io non ho paura di riconoscere gli errori che ho commesso io e anche quelli che hanno commesso altri. Rimane il fatto che, buona ultima, la Regione Sardegna, nel 2005, approva una legge che riguarda i servizi e le politiche del lavoro e l'occupazione, e l'approva dopo che l'hanno approvata tutte le altre Regioni d'Italia. Si tratta di una legge che definisce la predisposizione di un piano che si chiama Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione. Quel Piano deve essere approvato dal Consiglio regionale, ma nonostante la legge sia in vigore da quattro anni al Consiglio regionale non è mai stato presentato. E' una grave inadempienza della Regione, chiunque la governi, chiunque l'abbia governata, e quindi bisogna porvi rimedio. Con la finanziaria dell'anno scorso abbiamo approvato, senza neppure un voto contrario, lo voglio ricordare, l'articolo 6, che definisce il Piano, definisce delle procedure accelerate, definisce le dotazioni finanziarie, che, per quanto ne so io, non sono state spese, sono rimaste lì, magari sono somma interna ai residui, cosiddetti, passivi. Riusciamo a spiegare ai lavoratori perché quei residui devono rimanere ancora passivi e perché la risposta che noi possiamo dare, pur avendo le dotazioni finanziarie, pur essendoci le norme e un'elaborazione già fatta, deve essere invece rimandata? Riusciamo a spiegarlo a quelli che bussano alle porte di questa amministrazione per reclamare un diritto? Non parlo di privilegi, parlo di diritti! E parlo di diritti, in questa sede, e non di privilegi, perché c'è troppa attenzione ogni tanto, qua dentro, per i privilegi e poca attenzione per i diritti. Lo dico perché sia comprensibile a chi deve capire che dobbiamo fare qualcosa, almeno quello che abbiamo previsto, almeno quello che è scritto nelle norme, sennò le norme perché le approva questo Consiglio? E' possibile che qualche funzionario, qualche Assessore pro tempore decida che le leggi che noi approviamo siano buttate nel cestino, dimenticate, e non se ne risponda mai? Noi che dobbiamo rispondere di tutto, anche del respiro che esaliamo in quest'aula, noi che siamo categoria amorfa: i politici! E poi ci sono funzionari preposti ad attuare le leggi che, anziché attuarle, cioè porsi il problema di come realizzare una cosa che è già prevista ed è stata decisa dall'organo del popolo che può decidere, si inventano problemi. E ogni tanto vengono qua a chiedere che si modifichi la legge perché non riescono ad applicarla. Quei funzionari andrebbero licenziati, perché procurano un danno alla società.

A quattro anni dall'approvazione della legge numero 20 del 2005 e a oltre un anno dall'approvazione dell'articolo 6 della finanziaria del 2008, per avere un piano che intervenga in materia di lavoro, che spenda i soldi che ci sono, che utilizzi appieno quelle norme e quelle disposizioni, che esprima attenzione verso quel pezzo di società cosa dobbiamo fare? Ce lo dica la Giunta, ce lo dica l'Assessore. Cosa dobbiamo fare che non abbiamo ancora fatto? Io ho provato a dire che cosa dobbiamo fare. E faccio un esempio: sui servizi per il lavoro, per i quali ci sono dotazioni finanziarie e c'è una norma che parla anche di stabilizzazione, mi dicono che i funzionari delle province non sono d'accordo. Ho detto: troviamo l'accordo. E nell'emendamento che abbiamo proposto c'è il riferimento all'articolo 24 della legge numero 40 del '90, che è la forma pattizia per regolare un'attività da svolgere, per definire un provvedimento. Utilizziamo quella.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, mi sembra che dopo i tre interventi dell'opposizione l'incipit odierno non possa che essere un appello al ritorno a quello che è il clima di collaborazione che si è vissuto in Commissione. Mi sembra che dobbiamo guardare un attimino fuori dal Palazzo per capire le necessità urgenti che la Sardegna ha in questo momento, e quindi provare in qualche modo a trovare una soluzione pratica, veloce, che porti all'approvazione di questa legge finanziaria nel più breve tempo possibile. E credo che adesso più che mai sia necessario e fondamentale rimboccarsi le maniche e passare ai fatti, cioè passare materialmente a quei fatti che questa legge finanziaria può permettersi per dare risposte veloci, pratiche alla crisi che è in corso.

Siamo all'articolo 1, anche se poi in molti interventi si è inserito un po' di tutto, come se fossimo ancora in discussione generale, però credo che nell'articolo 1 vi sia un punto fondamentale, un punto importante che evidenzia la differente impostazione politica che questa maggioranza ha voluto dare a questa legge finanziaria. E credo che noi mettiamo fine alle entrate virtuali, di questo ne dobbiamo prendere atto. Questa è una nostra scelta, è la scelta che questa maggioranza porterà avanti fino alla fine. Noi non siamo d'accordo sui bilanci taroccati, l'abbiamo detto per quattro anni e mezzo in quest'Aula, ed è logico, naturale, e in qualche modo anche palese, che questa è la nostra scelta e questo è il percorso che noi vogliamo portare avanti. Tra l'altro, è stata chiara anche la Corte costituzionale quando, a suo tempo, ha dichiarato illegittimo il ricorso alle anticipazioni di entrate future.

Allora, torniamo ai mutui per gli investimenti nel settore pubblico: credo che questa sia l'unica scelta, la scelta più pratica, la scelta più veloce, la scelta più corretta che quest'Aula consiliare debba fare. Ritengo, inoltre, di grande valore la proposta scaturita dalla Commissione di predisporre, oltretutto, un'analisi dei residui passivi. Sappiamo anche, tra l'altro, che la situazione è piuttosto grave: ci sono oltre 7 milioni di euro di residui passivi al 31 dicembre 2008, l'abbiamo detto tutti, ovvero agli impegni di spesa praticamente non è mai corrisposta una capacità effettiva di spendere quei fondi ipotizzati. E quindi ritengo che sia doveroso, per tutti noi, a questo punto, fare chiarezza.

Ecco, credo che tutti questi elementi contribuiscano a radicare ancora di più quello che è il nostro giudizio positivo sulla manovra finanziaria che stiamo portando avanti e sul cambiamento radicale che noi facciamo rispetto al passato. Per carità, io sono certo convinto della bontà - è stato più volte sottolineato, il collega Uras lo ha appena detto - del famoso articolo 6, che passò a suo tempo con i voti di tutta l'Aula, cioè non tutto è da buttare, siamo perfettamente d'accordo, però la logica, la linea da seguire è quella di un rinnovo, ma soprattutto dell'urgenza di dare risposte alla Sardegna che è ferma oramai da troppi mesi.

Qualche esempio lo vorrei portare. Per esempio, nei confronti dei trasporti pubblici, la quarta Commissione ha espresso - leggo testualmente la sua posizione - la necessità di un "cambio di tendenza nella politica dei trasporti pubblici in Sardegna". L'Assessore ne è testimone e questo sarà il percorso che questa maggioranza dovrà seguire sia per gli interventi necessari a coprire gli oneri derivanti dai contratti collettivi del personale delle ex gestioni governative e del trasporto pubblico locale (credo che nel comma 35 sia abbastanza chiaro: 8 milioni di euro all'anno per risolvere questo problema) sia per gli investimenti necessari (23 milioni di euro) per il rinnovo del parco macchine. Credo che questo sia un aspetto importante che va sottolineato e riconosciuto come esempio dell'attenzione particolare di questa maggioranza nei confronti dei trasporti.

Si tratta chiaramente di scelte politiche ben precise in un settore che va naturalmente incentivato e sostenuto, credo sia importante sottolinearlo, per offrire ai sardi un servizio migliore in termini di qualità e soprattutto di sicurezza. Lo sappiamo tutti: mezzi vecchi, mezzi oramai obsoleti, altamente inquinanti, che hanno necessità di essere rinnovati. Sono d'accordo, tra l'altro, anche sulla soppressione della Direzione generale del trasporto pubblico locale, anche se poi l'organizzazione regionale del settore andrà ripensata e valutata successivamente in maniera più approfondita.

Io credo che un altro segnale importante - sono questi i segnali che noi dobbiamo dare all'esterno - vada praticamente verso gli enti locali. Credo che sia necessario sottolineare i commi 23 e 24, che prevedono la proroga dei termini degli impegni di spesa della legge 37/98 e della legge 45/76. Molte amministrazioni non hanno ancora speso, ed è necessario che invece lo facciano entro il 2009; si tratta di 580 milioni di euro del fondo regionale per le autonomie locali, e qui sottolineo che circa 15 milioni di euro andranno alla gestione delle funzioni associate, con un 5 per cento in più - ripeto, 5 per cento in più - rispetto all'anno scorso.

Mi sembra che siano tutti elementi degni di nota che devono essere necessariamente riconosciuti; non vi possono essere sempre e solo critiche nei confronti di una finanziaria che mira ad accelerare i tempi e a dare risposte, come ho già detto prima, nel più breve tempo possibile. Credo che sia fondamentale sottolineare, oltretutto, che questo disegno di legge, a differenza di quanto accadeva negli anni precedenti, contiene pochissime disposizioni in materia di personale. Qualcosa va bene sulle collaborazioni esterne, sul personale dei trasporti, sulla contrattazione collettiva, siamo al comma 37. Tra l'altro, per il 2009 si prevedeva una quota di circa 3 milioni di euro per la remunerazione della produttività e del merito, valutati secondo criteri di premialità e selettività. Anche questa scelta, a mio parere, è sintomatica del cambiamento e del grande senso di responsabilità che questo Esecutivo, davanti alla grande emergenza che in questo momento attraversa la nostra Isola, deve porsi, e credo che siano scelte dovute, scelte che necessariamente pagheranno.

Quindi io credo ancora nella collaborazione da parte della minoranza. Leggevo prima, con il collega Contu, alcuni emendamenti che spero la minoranza ritiri, anche perché non sono certamente accoglibili e non guardano all'emergenza e alla necessità di approvare la legge finanziaria nel più breve tempo possibile. Credo che, nel futuro, avremo la possibilità di ragionare insieme per capire se quegli emendamenti e quelle necessità possono essere inserite nelle future finanziare, magari per dare risposte differenti da quelle che in questo momento si stanno chiedendo. Abbiamo bisogno di una finanziaria per la Sardegna, approviamola dunque urgentemente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, io concordo, l'ho detto più volte intervenendo sia in discussione generale sia successivamente, sul fatto che sia giusto instaurare, in un momento come questo, un rapporto di collaborazione tra maggioranza e minoranza, in un momento in cui la crisi dell'industria non ha ancora toccato il fondo, perché corriamo il rischio che si smantelli completamente il sistema industriale. Ogni giorno che passa veniamo a conoscenza di una nuova industria che entra in crisi, che chiude i battenti o che rischia di chiudere i battenti. E vedete, anche il Presidente del Banco di Sardegna ha tenuto a dire che i risparmi nel 2008, in Sardegna, sono addirittura raddoppiati; nel nord-est, dove la crisi industriale è molto più radicata, i risparmi si sono quasi dimezzati. Noi abbiamo alle porte una stagione turistica che dà già segnali di crisi, quindi la crisi in Sardegna si aggraverà e questo ci deve preoccupare.

Allora, quello che mi chiedo è questo: se questa finanziaria deve dare una risposta importante a una situazione di crisi economica, come può restar fuori un emendamento come quello sul precariato, il numero 102, di cui hanno già parlato il collega Cuccu e il collega Uras? Abbiamo bisogno di interrompere la seduta per ragionarci, per individuare alcune parti che possono essere concordate, riviste; possiamo individuare alcune priorità, alcune procedure già avviate, come ad esempio quella riguardante i veterinari dell'ARA. Allora, se c'è la necessità di prolungare l'orario di lavoro per venire a capo di un accordo ed esaminare questo emendamento, che ci pare in questo momento importante, e se è vero che voi siete disponibili a un confronto su questi temi, io credo che questo sforzo vada fatto, e questo sforzo chiediamo alla Giunta e alla maggioranza. Discutiamo su questo emendamento, fermiamoci a riflettere, perché sarebbe un errore grave, in questo momento, non prenderne atto.

Sul Patto di stabilità sono intervenuti altri miei colleghi, ma mi pare si stia andando verso un sostanziale recepimento di alcune proposte avanzate. Voglio, però, ricordare che il decreto legislativo numero 112, poi convertito in legge, così come recita lo stesso emendamento, autorizzava le Regioni a trattare su questo tema, a patto che si arrivasse a un accordo con il Consiglio delle autonomie locali. E' vero che questo accordo non c'è stato, ma è anche vero che vi è un parere ufficiale, consegnato alla Commissione, sulla finanziaria, in cui si chiede il recepimento di due emendamenti che noi abbiamo presentato, ma che anche parte della maggioranza e altri Gruppi della minoranza hanno presentato. Ci sono più emendamenti, quindi credo che potremmo, anche qui, arrivare ad approvare l'emendamento che riterrete opportuno - mi sembrano tutti simili - o un emendamento di sintesi che porti, appunto, al recepimento di ciò che ci chiedono l'ANCI e il Consiglio delle autonomie locali.

Voglio ancora soffermarmi su un tema che è quello dei comuni capoluoghi di provincia, riferito in modo particolare alle piccole province che si trovano costrette a nominare un segretario comunale di fascia A. Lo voglio ricordare, i segretari comunali di fascia A sono quelli previsti per i comuni che hanno un numero di abitanti superiore a 265 mila o, appunto, per i capoluoghi di provincia. Ciò significa che noi mettiamo in una condizione di difficoltà i comuni che hanno 5, 10, 25, 35 mila abitanti, i quali si trovano a dover nominare un segretario comunale di fascia A, che costa il doppio. Ma non solo: segretari comunali appartenenti a questa fascia non ve ne sono in Sardegna, quindi vanno ricercati nelle altre regioni d'Italia. Credo che questo possa essere recepito. D'altro canto, quando furono istituite le nuove province, con la legge numero 10 del 2002, eravamo intervenuti derogando sia sul numero dei componenti dei consigli comunali, che altrimenti sarebbe stato superiore nei nuovi capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda le indennità degli amministratori. Quindi la Regione può intervenire. Questo è un emendamento che non comporta nessun costo aggiuntivo e credo che debba essere recepito.

L'altro emendamento su cui volevo intervenire è il numero 63, che tratta del personale dei Gruppi di azione locale. La Giunta sa che è alla conclusione ormai un programma avviato da tempo, c'è un ritardo nella pubblicazione del nuovo bando che si protrarrà ancora per alcuni mesi, quindi è necessario dare la possibilità ai Gruppi di azione locale (GAL) di tenere in piedi la propria struttura e il proprio personale in modo da garantire la continuità e la conclusione dei programmi che erano stati avviati e non disperdere le professionalità e le capacità acquisite in questi anni in cui i GAL hanno reso, credo, un buon servizio ai nostri territori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessori, il giudizio da noi espresso sulla finanziaria credo che trovi maggiori conferme nell'impostazione dell'articolo 1. Vedete, spesso in quest'Aula si evoca, in maniera retorica, la collaborazione. Collaborazione è collaborazione, c'è una dialettica, l'importante è che non sia una dialettica fra sordi o perlomeno sia una dialettica che pretenda di dire cose sensate rispetto a interventi come quello del collega Oscar Cherchi che, di fatto, non meriterebbe neanche trenta secondi di commento, per affermazioni che non stanno né in cielo né in terra e che sono ampiamente contraddette dal testo stesso che noi abbiamo qui davanti. Perlomeno non si evochino certi fantasmi; fantasmi che, per esempio, riguardano l'enfatizzazione della lotta contro i residui. Guardate i commi 22, 23 e 24: c'è la fabbrica dei residui, le proroghe sine die di finanziamenti, per esempio quello di cui al comma 23, sul Piano straordinario per il lavoro, chiuso con una legge regionale, in base alla quale i fondi residui non assegnati dovevano rispondere a un requisito di meritocrazia, cioè dovevano essere assegnati ai comuni che più di tutti avevano speso, mettendo a frutto le finalità di quella legge. No, voi questo lo dimenticate. Andiamo in proroga, altri residui, cioè la fabbrica dei residui continua ad andare avanti.

Non c'è una norma che argini questa tendenza, evidentemente chiara, neanche nel campo dei lavori pubblici! Ma vi rendete conto che noi non possiamo non porre, oggi, agli enti locali e regionali un termine entro il quale devono mettere a frutto i finanziamenti loro assegnati? Lo devono fare entro un termine! Noi abbiamo, oggi, infrastrutture di straordinaria importanza, finanziate negli anni precedenti agli enti locali, i quali oggi non dispongono né di un progetto di massima né di un luogo dove realizzarle. E teniamo fermi milioni e milioni di euro senza che niente si muova, senza che venga mandato un messaggio per l'accelerazione delle procedure autorizzative, governate dalla Regione, o comunque venga indicato un termine entro il quale chi non si adopera perde quel beneficio! Sarebbe stata una norma intelligente in un momento di crisi in cui c'è necessità di cantierare, di mettere a regime le risorse. Per cui non si invochi la lotta sfrenata contro i residui. L'articolo 1 contiene un pezzo della fabbrica dei residui, cioè la volontà di dilazionare nel tempo una formula che tiene in piedi questi finanziamenti sine die mantenendo in piedi anche il plafond dei residui.

Poi c'è il problema che riguarda l'enfatizzazione del trasporto pubblico locale. Anche qui, nel trasporto pubblico locale, si fanno figli e figliastri. Ho avuto modo di dirlo incidentalmente anche in Commissione: è stata annullata una gara per la continuità territoriale con l'Isola dell'Asinara, che è da tutti ritenuta una perla di riferimento per il nostro turismo. La gara è stata annullata perché si sostiene che mancano le risorse e non si trova qualche centinaio di migliaia di euro per implementare quel bando, portarlo a conclusione e consentire che sia gli operatori sia i turisti salvaguardino quell'isola, che è importante anche ai fini del nostro mercato turistico e degli investimenti che dovremo fare. Altro che trasporto pubblico! Il trasporto pubblico lo si fa dove si vuole, dove si devono tappare le falle di appalti che sono andati male, di imprese che non hanno funzionato come si deve e dove il sistema delle municipalizzate non sempre ha dato una risposta soddisfacente.

Detto questo, vorrei parlare un attimino del fondo unico. Badate, è palese, anche da alcuni emendamenti, che ci sia l'intenzione, neanche troppo camuffata, ma abbastanza chiara, di aggredire il principio fondamentale del fondo unico: la restituzione totale della potestà autonoma ai comuni nella programmazione, misurata sui bisogni reali che ogni comunità ha e non sulla base del dettato o del "compitino" che la Regione affida loro. Spetta a voi decidere se mantenere questo principio, che non credo sia mai stato contestato, ma che è una conquista di civiltà della Regione, non di chi l'ha fatta, badate bene, ma della Regione, della nostra autonomia, una conquista di civiltà giuridica, quella di riconoscere alle autonomie locali la capacità di misurarsi sulle scelte e risponderne ai cittadini. E in quelle risorse che noi diamo ai comuni c'è anche la capacità di far crescere amministratori sensibili nell'orientare le risorse dove queste hanno davvero bisogno di essere allocate, disponibili a fare meno viaggi di turismo amministrativo e a dedicare più risorse all'assistenza, all'ambiente, a seconda delle peculiarità di ogni comune.

In questa formulazione viene mantenuta la proposta che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura, quella cioè di mettere i comuni nelle condizioni di non dover ogni anno rinegoziare con la Regione alcun tipo di trasferimento, avendo la certezza contabile che anno per anno possono programmare certamente sulla base dello stanziamento di cui disponevano l'anno precedente. Anche questo è un elemento di certezza contabile che mette in condizione i comuni di dare una progressione e una continuità ai loro servizi e all'erogazione di servizi ai cittadini, cosa che io reputo una conquista di enorme civiltà. Questo meccanismo è stato esteso quest'anno, in questa formulazione, anche a una parte non marginale dei servizi che forniscono i comuni in forma associata. E' stato quantificato, commisurandolo al nuovo numero delle unioni e delle forme associative, un importo che dovrebbe in qualche modo essere un punto di partenza. Negli anni successivi quanto più aumenterà il fondo unico tanto più, in via proporzionale, aumenterà anche il fondo per le gestioni associate. Ma non perché vogliamo alimentare le funzioni associate in sé, ma perché le funzioni associate gestiscono forme di servizi ai cittadini che necessitano anch'esse di essere adeguate, implementate e migliorate. Questo elemento consente pertanto alle forme associative di svolgere funzioni a esse demandate dai comuni in maniera seria, stabile e concreta, anno dopo anno.

E' stato presentato un emendamento all'articolo 1, il numero 56, perché così come questo articolo è formulato sembra che ci sia l'idea che la riserva del 3 per cento sia una parte del fondo unico di cui possono beneficiare tutti. L'emendamento precisa che la riserva finanziaria destinata alle forme associative deve essere distribuita secondo i requisiti e i criteri stabiliti nella legge specifica, cioè nella legge numero 12 del 2005, che premia in base al numero dei comuni associati e al maggior numero dei servizi resi in forma associata, il che rappresenta un elemento di stabilizzazione di queste forme. Questo emendamento è importante perché i funzionari o i dirigenti non si trovino, poi, nella condizione di dover interpretare a loro uso e consumo il testo dell'articolo.

Vedo anche che il Presidente della Commissione agricoltura vuole vincolare una quota del fondo destinato alle province per il servizio antinsetti. Dico semplicemente che anche questo è un segnale di voler limitare, condizionare l'autonomia degli enti locali. E' responsabilità delle province gestire quella funzione, hanno il fondo unico, lo distribuiscano e lo programmino con responsabilità, in maniera tale che emerga che chi non lo fa evidentemente sbaglia.

L'ultima cosa la vorrei dire sulla formula del mutuo. La tabella E, in cui vengono imputati 110 milioni di euro per investimenti a valere sul fondo unico, è l'ennesima dimostrazione che il non aver accettato l'impostazione della finanziaria precedente grava di un vincolo gli enti locali. E' anche vero che se i comuni non faranno investimenti per 110 milioni di euro la Regione non potrà contrarre il mutuo per 500 milioni, ma ne dovrà contrarlo per un importo inferiore. E' chiaro che siccome quella è una tabella dimostrativa - lo dico perché resti agli atti - questo non determina un'obbligazione dei comuni a vincolare le loro risorse per investimenti. Potranno continuare liberamente a programmare, se investimenti non ce ne saranno evidentemente quel mutuo non sarà contratto per intero. E' l'ennesima dimostrazione della contraddittorietà per cui da un alto si impongono gli investimenti e dall'altro si vorrebbe l'autonomia dei comuni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signora Presidente, signori della Giunta, colleghi consiglieri, così come ha già detto qualche collega che mi ha preceduto, l'articolo 1 è, per così dire, un articolo di ampio respiro, si presta quindi a un ragionamento abbastanza ampio. Io non posso esimermi dal fare un passaggio che è stato richiamato - e mi ha anticipato sotto questo aspetto il consigliere Porcu -, nella speranza che la Presidente non mi richiami al dettato dell'articolo 1, e cioè il passaggio che riguarda il G8, il passaggio che riguarda la strada Olbia-Sassari, il passaggio che riguarda i trasporti e le linee marittime, solo per segnalare l'auspicio che, il prima possibile, il presidente Cappellacci intervenga su questi temi e chiarisca la posizione di sostegno della Giunta regionale, soprattutto alla luce della manifestazione che è stata organizzata ieri a La Maddalena, alla presenza di tanti consiglieri del centrosinistra e qualcuno anche del centrodestra, perché comunque il livello di preoccupazione è aumentato ed è tanto.

Per quanto riguarda l'articolo 1 credo che un primo passaggio lo si debba fare sul fondo unico, e non solo per segnalare un mero tecnicismo o la volontà di riappostare le risorse. E' vero che nel fondo unico c'è la previsione della divisione del finanziamento totale di 580 milioni di euro con l'inserimento del 3 per cento destinato al finanziamento delle funzioni in forma associata, così come previsto dalla legge numero 12 del 2006, ma credo che sarebbe comunque opportuno, non solo da un punto di vista tecnico, la suddivisione del fondo in tre parti: quella che spetta ai comuni, quella per le province e la parte, che secondo me va indicata, per le unioni dei comuni e le comunità montane, perché così la finalità sarebbe quella di istituzionalizzare, oltre che dal punto di vista tecnico e pratico, anche dal punto di vista finanziario, la stessa riforma introdotta dalla legge regionale numero 12.

Sull'articolo 1 sono stati presentati, così come ha detto qualcuno, molti emendamenti, di alcuni dei quali sono primo firmatario. Sono emendamenti che non sono stati proposti esclusivamente per iniziativa diretta, ma che tengono conto anche dei suggerimenti che sono venuti dal Consiglio delle autonomie locali. In particolare, questi emendamenti riguardano i commi 25 e 26, così come riformulati a seguito del passaggio in Commissione, e si riferiscono agli enti locali territoriali. Credo che quello che ci ha spinto e che spinge gli enti territoriali a proporre queste variazioni parta soprattutto da un presupposto: più volte e a più riprese anche in quest'Aula, durante i lavori della finanziaria, si è parlato di semplificazione degli atti amministrativi; più volte si è parlato di riduzione della burocrazia, di riduzione degli adempimenti, di rilancio dell'economia, di facilitazione dell'occupazione o della creazione di meccanismi che consentano, soprattutto in questo momento di difficoltà e di crisi, di facilitare l'ingresso di nuove forze nel mercato del lavoro, di immettere denaro, liquidità nell'ambito del tessuto economico al fine di creare dei volani di sviluppo. Ecco, io credo che la struttura attuale dei commi 25 e 26 non risponda a tutto questo; non è certamente una struttura che consente la semplificazione. Non si comprende, per esempio (è stato presentato l'emendamento numero 3), quale sia la finalità del comma 25. E se la finalità è quella di aumentare il livello di controllo sul rispetto del Patto di stabilità da parte degli enti territoriali, si chiede perché vengano richiesti dati diversi da quelli che attualmente vengono già forniti dagli enti territoriali, appunto nel rispetto del Patto di stabilità. Non solo, questi dati nuovi in più vengono anche richiesti con modalità e tempistiche diverse da quelle che sono le tempistiche previste per il Patto di stabilità. Io credo che sia un ulteriore aggravamento di attività per gli enti locali che si aggiunge al controllo che viene già eseguito sia dalla Corte dei conti sia dalla Ragioneria generale dello Stato sui comuni soggetti al Patto di stabilità. Ritengo che questo non vada nell'ottica della semplificazione e anzi rappresenti un'ulteriore complicazione, con in più una punizione, prevista nello stesso comma, per quei comuni che magari non effettuano la comunicazione dei dati, consistente nella sospensione della partecipazione al fondo unico.

E' stato presentato, poi, un altro emendamento, il numero 21, che propone l'inserimento di un meccanismo che consenta di spendere realmente le risorse. Nella finanziaria c'è il fondo unico, poi ci sono altri fondi, come il famoso fondo di 10 milioni per l'occupazione. Ecco, se i comuni devono assumere per i cantieri di lavoro facendo riferimento a quello che era il budget della spesa per il personale, nel 2004, con la penalizzazione addirittura dell'1 per cento in meno, se non si eliminano dal calcolo - e quindi da un punto di vista tecnico - le spese per il personale effettuate grazie ai trasferimenti regionali, credo che sarà difficile assumere personale a tempo determinato, personale per prestazioni coordinate e continuative o attraverso la somministrazione di lavoro. Di fatto, verrà vanificato così il tentativo di utilizzare queste risorse o quanto meno l'effetto verrà attenuato.

E' stato presentato, poi, un altro emendamento, il numero 19, che, a mio modo di vedere, serve per liberare risorse dei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che hanno ottenuto finanziamenti regionali a seguito di dichiarazioni di stato di calamità o di emergenza. Ci sono state delle alluvioni e alcuni di questi comuni ricadono in questo calcolo. Ora, da un punto di vista tecnico, i finanziamenti ricevuti da questi comuni da parte dello Stato vengono esclusi nel sistema di calcolo, per cui la richiesta che si avanza con questo emendamento è proprio quella di escludere anche i fondi loro assegnati dalla Regione, in modo da liberare risorse per effettuare nuovi pagamenti. Non sono emendamenti che richiedono variazioni o modifiche di spesa; sono principalmente emendamenti che richiedono, solo da un punto di vista tecnico, una disponibilità e l'accoglimento delle esigenze manifestate dalle amministrazioni comunali, anche alla luce del fatto che molto spesso gli enti locali sono già gravati da una miriade di adempimenti, di informative, e credo che questo rappresenti un ulteriore aggravio, con conseguente incremento delle spese, perché, chiaramente, a fronte di un aumento della parte burocratica devono attrezzarsi per avere chi poi predispone gli atti e li fa pervenire nei tempi previsti dalla normativa.

Chiudo, Presidente, richiamando l'attenzione della Giunta sui temi che ho citato in apertura, perché da unico consigliere regionale del centrosinistra eletto nel territorio della Gallura ribadisco la preoccupazione che ieri abbiamo potuto toccare con mano, nel momento in cui siamo stati tutto il giorno a La Maddalena a sentire le istanze portate avanti dalla popolazione locale. Lo dico soprattutto alla luce di un fatto, che è passato sinora inosservato, perché molto spesso abbiamo parlato dei finanziamenti pubblici, ma non di un fatto importante: la classe imprenditoriale, che era inesistente in quel territorio, dove per cultura non si era sviluppata una grande attività imprenditoriale, e che sulla scia del meccanismo del G8, e quindi del rilancio turistico, ha iniziato a fare investimenti importanti da un punto di vista imprenditoriale, oggi si trova a dover subire un arresto sotto l'aspetto dello sviluppo economico. Pensate agli albergatori che registravano il tutto esaurito per l'evento G8 e oggi devono cercare una soluzione differente con i tour operator per riempire gli alberghi.

Credo che questo argomento ci vedrà impegnati a breve, alla fine dell'esame della finanziaria, e auspico che ci sia, da subito, una presa di posizione forte da parte del presidente Cappellacci e di tutta la Giunta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, entriamo, come qualcuno ha già detto, nel vivo della discussione della finanziaria con l'esame dell'articolo 1, che è stato definito un grande contenitore nel quale sono stati introdotti i temi più disparati.

Debbo dire intanto che il tema che emerge immediatamente è quello di un ritorno al passato, cioè si ritorna al sistema della contrazione dei mutui. Io non rilevo scandali in questo, è una scelta che è stata fatta da questa amministrazione, debbo però oggettivamente contestare il fatto che, per quel che riguarda il passato e in particolare alcune scelte che sono state considerate virtuose da organi addetti al controllo di questo genere di attività, si parli ancora di bilanci truccati. In questo senso credo che possiamo anche chiudere definitivamente questo genere di discorso. E' una scelta politica fatta nel passato, che noi abbiamo ritenuto e riteniamo giusta, corretta, quella dell'anticipazione delle entrate, se tutti noi, come io auspico, abbiamo la certezza e la consapevolezza che quelle entrate ci saranno assegnate l'anno venturo. E in questo senso, poiché noi avevamo la certezza dei risultati che sarebbero arrivati, è stata fatta una scelta politica differente da quella che oggi sta operando questa Giunta. E' una scelta che noi non condividiamo, quella del ricorso al mutuo, ma ovviamente non abbiamo i mezzi per poterla contrastare e per sostenere, invece, la linea che avevamo appoggiato nel passato.

Si è parlato, poi, del fondo unico. Nella discussione generale io avevo già anticipato questo tema, che è stato poi ripreso dai colleghi che mi hanno preceduto. Il fondo unico è insufficiente, perché sicuramente non contiene le risorse necessarie per far fronte al trasferimento delle funzioni. Tra l'altro, debbo dire che gli enti locali, in questi anni, dopo l'approvazione della norma sul fondo unico, hanno dato oggettivamente prova di virtuosismo nella spesa, in quanto hanno un sistema di spesa sicuramente più agile di quello della Regione. Credo, quindi, che sia auspicabile la previsione di un aumento della dotazione del fondo unico per renderlo adeguato al trasferimento delle funzioni, come dicevo, e ovviamente non mi sento di condividere gli emendamenti che ne prevedono, invece, una diminuzione e soprattutto quelli che tendono a vincolarne una parte, come ha già sottolineato l'onorevole Gian Valerio Sanna, in quanto evidentemente si svilirebbe il contenuto della norma istitutiva e, tra le altre cose, si tornerebbe a quella funzione di controllo, che la Regione non può certamente esercitare, sulla capacità di spesa da parte delle province e dei comuni. Bene ha fatto l'onorevole Sanna a richiamare la necessità di una spesa virtuosa da parte degli enti locali.

Ho invece apprezzato l'emendamento numero 6, che prevede un aumento dei fondi per l'università diffusa. Credo che questo emendamento debba essere evidentemente approvato, è necessario, però, un approfondimento del tema istituendo una regola anche per la suddivisione dei fondi medesimi, in maniera tale da consentire alle sedi più virtuose e anche a quelle di maggior prestigio che si sono distinte in questi anni per l'attività svolta, di poter svolgere correttamente il proprio lavoro, la propria attività, senza dover ricorrere a continue e pressanti richieste presso gli Assessorati competenti per ottenere la liquidazione di quanto gli viene assegnato.

E' stato trattato il tema del precariato, che è un tema di emergenza, e francamente mi stupisce che non si sia inteso parlarne in maniera approfondita, perché se è vero che abbiamo parlato dell'emergenza occupazionale, credo che quello del precariato sia effettivamente un tema che fa parte dell'emergenza sulla disoccupazione e sulla inoccupazione. Credo che il compito di chi governa sia quello di assicurare comunque a tutti coloro che si affacciano al mondo del lavoro o che ne fanno già parte un futuro sereno, di stabilità. In questo senso sono stati presentati degli emendamenti che discuteremo, ovviamente, al momento delle dichiarazioni di voto, e io auspico che questo Consiglio affronti una volta per tutte il tema del precariato approvando uno degli emendamenti che sono stati presentati.

L'onorevole Gian Valerio Sanna ha inoltre parlato dell'emendamento sulla continuità territoriale. Stamattina ho appreso dalla radio - mi rifaccio ovviamente a quello che ha già detto il collega Sanna - la notizia che vi sarebbe l'intenzione, da parte del Governo centrale, di riaprire il carcere di massima sicurezza dell'Asinara. Non vorrei che il fatto che sia stata bloccata la gara per la continuità territoriale preludesse a questa scelta che non mi sento di condividere. Sappiamo quali sono state le conseguenze, nel passato, delle carceri di massima sicurezza e credo che non sia assolutamente opportuno tornare al passato riaprendo, appunto, il supercarcere dell'Asinara. Se si approvasse l'emendamento che è stato presentato sulla continuità territoriale, credo che si darebbe un grande segnale anche al Governo centrale in questo senso. Talvolta, avviare un percorso importante, come quello che si auspica venga avviato con l'approvazione eventuale di quell'emendamento, serve anche a prevenire scelte che nessuno di noi credo voglia e possa condividere, come quella, appunto, della paventata riapertura del supercarcere dell'Asinara.

Infine, voglio soffermarmi, anche se il tempo come sempre è tiranno, su un altro emendamento, è cioè l'emendamento numero 65, che prevede lo stanziamento di fondi a favore dei comuni per consentire il pagamento di oneri derivati da sentenze della magistratura per contenziosi relativi a espropri di aree per causa di pubblica utilità. Bene, questo argomento è stato trattato spesso e volentieri e ci si è sempre rifugiati, ma credo che sia stato un comodo rifugio, nell'argomento che non è possibile avere una previsione dell'entità di queste spese, non è possibile, quindi, avere l'esatto rendiconto di quanto si debba mettere a disposizione. Ma credo che sia assolutamente necessario che, una buona volta, ci si occupi di questo tema. I bilanci di molti comuni, soprattutto nell'ultimo anno, o negli ultimi due anni, stanno diventando assolutamente asfittici in quanto gravati da questi costi, che sono assolutamente esorbitanti rispetto ai loro budget complessivi. Se non ci decidiamo a dare un segnale forte a queste amministrazioni perché possano uscire da questa impasse, corriamo il rischio che da qui a breve molti dei comuni interessati non abbiano più un euro da mettere a disposizione per l'attività ordinaria. Quindi, per quanto la somma di 20 milioni di euro, ripeto, sia sicuramente insufficiente per far fronte alla spesa di ingenti risorse che devono essere corrisposte dalle amministrazioni comunali, credo che iniziare con un segnale di questo genere sia sufficiente e soprattutto costituisca un'opportunità per i comuni interessati, che talvolta, per scelte malaugurate di amministrazione, risalenti addirittura a venti o trent'anni fa, si ritrovano col bilancio ingessato, dovendo far fronte a pagamenti derivanti da scelte, come dicevo, operate da tutt'altre persone in tempi totalmente differenti, e anche per la presenza di una giurisprudenza discordante in tutto questo periodo.

Anche questo è un tema che, a mio avviso, deve essere affrontato in maniera seria da parte dell'amministrazione regionale e credo che il relativo emendamento debba essere valutato positivamente. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, questa è definita, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, una finanziaria emergenziale, finalizzata cioè ad affrontare l'emergenza. Viene usato questo neologismo abbastanza brutto. Io, al di là della bruttezza del neologismo, sono d'accordo sulla definizione. Al fine di affrontare le emergenze occorre anche tempestività nell'individuare e attuare gli strumenti di cui ci si dota. Io penso, e mi pare che questa riflessione sia condivisa anche dalla maggioranza, che per affrontare le emergenze innanzitutto sia indispensabile dare un sostegno alla domanda. E per dare un sostegno alla domanda credo che si debba intervenire su due direttrici, innanzitutto il contrasto alle povertà. Voi, a onor del vero, affrontate questo aspetto sia nella proposta della Giunta sia nel testo licenziato dalla Commissione. Di povertà ce ne sono almeno di due tipi: uno è di carattere storico - se così si può dire, sembra quasi sarcastico fare questa affermazione - e l'altro è rappresentato dalle nuove povertà, che sono state determinate anche dalla dinamica economica e soprattutto dall'andamento del mercato del lavoro in questi ultimi mesi, in particolare nell'ultimo anno. Mi voglio soffermare in particolare sulle nuove povertà. E nella fattispecie vorrei richiamare la vostra attenzione, ma non soltanto la vostra, su chi sta per perdere o a già perso il posto di lavoro e su come il Consiglio regionale intende affrontare questo problema, e quindi la lotta al precariato. Voglio ricordare a noi tutti che in Sardegna le lavoratrici e i lavoratori dipendenti sono circa 440 mila, di questi 440 mila…

Io non ho ancora capito, in questo dibattito, chi debba ascoltare, perché qualcuno credo debba trarre delle conclusioni dal dibattito. Vabbè, capisco l'ironia del presidente Maninchedda, giustamente. Comunque ha sortito l'effetto sperato!

Dicevo, i lavoratori precari in quest'Isola sono circa 105 mila; sono lavoratori, per definizione stessa, a rischio e in questi mesi stanno davvero registrando una sorta di genocidio della loro condizione lavorativa. Ebbene, io mi rivolgo in particolare al mio omonimo, l'onorevole Mario Diana, che nel suo intervento nel dibattito generale ha avvertito - mi permetto questa espressione, forse non interpreto correttamente la volontà di quell'intervento - la minoranza o le minoranze a non assumere un comportamento che, poi, provocherebbe una chiusura a riccio della maggioranza. Se ho capito male mi scuso. Ma, indipendentemente da questo, io credo che in quest'Aula tutti siamo tenuti ad affrontare il problema del precariato, quale che sia l'appartenenza geografica - intesa politicamente in questo momento -, entro la data in cui licenzieremo la finanziaria, perché credo che, come dicevo per definizione stessa, queste lavoratrici (si tratta soprattutto di donne) e questi lavoratori non si trovino nelle condizioni minime per essere rinviati a un appuntamento successivo. Allora noi, in mezzo a mille limiti, probabilmente, abbiamo presentato un emendamento. E' un emendamento complesso, me ne rendo conto. Io appartengo alla categoria delle persone che non pensano mai di avere ragione in assoluto, invece pecco di presunzione quando dico che ho avvertito in quest'Aula la preoccupazione per questo fenomeno. Ebbene, se è presente questa preoccupazione - noi abbiamo presentato un emendamento - e se c'è qualcuno, in quest'Aula, che intende affrontare in maniera differente questa questione per cortesia faccia una proposta, affrontiamo tutta la materia che riguarda il precariato, una materia complessa, vasta, e discutiamo attraverso quale strumento affrontare e risolvere il problema, ma risolverlo, ripeto, nei tempi nei quali licenzieremo la finanziaria. Rimandare a un tempo successivo vuol dire assumersi la responsabilità di non dare una risposta a gente che, tra l'altro, badate bene, non è nelle condizioni di guardare al proprio futuro con un minimo di prospettiva, perché questa è l'ansia, l'angoscia che permea i pori di queste persone. Credo che noi, se non altro per un senso etico della responsabilità, dobbiamo agire immediatamente. Tra l'altro, non capisco come si possa agire in maniera diversa da quella di cui sto parlando. Faccio due esempi banalissimi, uno dei quali sui lavoratori del servizio idrico integrato e le società che garantiscono la depurazione e la potabilizzazione di quel servizio. L'attuale maggioranza, nella passata legislatura, giustamente - in maniera non altrettanto giusta non ci fu una risposta da parte dell'allora maggioranza, cioè di questa opposizione - presentò una mozione, se non ricordo male, a firma di quasi tutti i consiglieri regionali che oggi rappresentano la maggioranza, in cui si chiedeva, di fatto, un processo di normalizzazione di quell'attività e la consequenziale stabilizzazione di quei lavoratori. Davvero non capirei, sarebbe una discrasia che non capirebbe nessuno, se oggi l'attuale maggioranza, che si fece, ripeto, in maniera lodevole promotrice di quella mozione, non fosse d'accordo a fare ciò.

L'altro esempio riguarda i servizi all'impiego CSL e CESIL. Voi scommettete parecchio sulle politiche del lavoro. Io non voglio adesso esprimere un parere mio personale sulle politiche del lavoro, credo che siano politiche importanti, ma come si può pensare di affrontare questa politica se innanzitutto non si mettono in condizioni di certezza e di garanzia i lavoratori e le lavoratrici che a loro volta devono garantire e attuare le politiche attive del lavoro? Concludendo su questa parte, se non è questa la proposta che voi ritenete migliore per affrontare e risolvere questi problemi, diteci qual è lo strumento, purché, ripeto, sia uno strumento che affronta in questi termini questi problemi.

Infine, sul fondo unico, come hanno già detto altri colleghi della minoranza, badate, questo fondo è permeato da due valori: autonomia e responsabilità. Sono gli stessi valori ispiratori del progetto di federalismo fiscale che è stato approvato in questi giorni dal Parlamento; federalismo fiscale che voi avete richiamato ripetutamente. Allora, io credo che affacciare delle proposte come le vostre, che riducono invece che rimpinguare quelle somme, sia negare quei valori di federalismo fiscale a cui voi stessi vi ispirate. Quindi intervengo per sostenere, così come hanno fatto altri colleghi, la necessità di salvaguardare quei valori e di incrementare quelle risorse.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Onorevoli colleghi, l'articolo 1, è stato detto, comprende diverse misure, però vorrei ricordare ai colleghi dell'opposizione che loro sanno perfettamente che sui temi della stabilizzazione del precariato prodotto dalla Regione, così come su alcuni temi sollevati su figure comunque anomale nel rapporto tra la Regione e i lavoratori, c'è un serio impegno a ragionare senza preclusioni nel collegato che verrà in Aula tra qualche giorno, subito dopo l'approvazione della finanziaria.

Noi non abbiamo sul precariato una sensibilità minore di quella di altri colleghi, anche perché l'avevamo fino a qualche mese fa, anche fino a qualche anno fa, quando si è aperta la vertenza sulle addette alla pulizia e sul personale della "42" e della "47". E' una stagione finita quella; la stagione del dogmatismo, per cui qualsiasi proposta provenisse dal Governo regionale era indiscutibile, è archiviata, ma non è che ne inauguriamo una nuova, per cui su quei problemi si revoca la consapevolezza che c'è un'attenzione generale diffusa e che si è preso l'impegno di ragionarne nel collegato. Si è preso questo impegno e per quanto riguarda gli emendamenti chiederemo ai colleghi di ritirarne alcuni, non perché non se ne condivida la natura, ma perché se ne vuole discutere organicamente in una disciplina che non sia intrecciata con le misure relative alle entrate, al risanamento finanziario, com'è invece la finanziaria. Io penso, però, che per quanto riguarda l'articolo 1 occorra fare chiarezza proprio sulla questione delle entrate, sulla questione finanziaria. Allora, vorrei mettere in chiaro una cosa: la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le anticipazioni dal futuro, è chiaro? Questo significa che quella soluzione non è praticabile; significa anche che la scelta non è tra i mutui e le anticipazioni. Le anticipazioni non sono legali, non sono legali! C'è una sentenza della Corte costituzionale che dice con chiarezza che le anticipazioni non solo legittime. Onorevole Porcu, l'annualità del bilancio richiamato dalla Corte costituzionale le dice che le anticipazioni non sono legali. Io penso che sia sempre opportuno, tra noi, dirci la verità, ma vorrei fosse chiara una cosa, per mettere un altro punto. Il primo punto è che le anticipazioni non sono legali; il secondo punto è che il disavanzo, al 31 dicembre, di 1 miliardo e 413 milioni di euro, va aumentato di 1 miliardo, derivante dai 500 milioni del 2007 di anticipazioni dal futuro e dai 500 milioni del 2008 che noi saremo costretti a iscrivere a disavanzo. Quindi, oggi, il disavanzo è di 2 miliardi e 413 milioni, cioè più o meno quello del 2006. Questo è un altro punto fermo: il disavanzo della Regione, oggi, è pari a quello del 2006. E allora c'è da porsi una domanda: come ha fatto il precedente Esecutivo a tenere costante il disavanzo e a non contrarre mutui per coprirlo? La risposta è sotto gli occhi di tutti e la sappiamo tutti: non spendendo, perché non c'era alternativa. E non intendo dire solo che la precedente amministrazione ha voluto e dovuto scientemente limitare la spesa, ma sono convinto che l'approvazione tardiva delle finanziarie, l'aver accettato il Patto di stabilità nella forma iscritta nella finanziaria 2006 dal Governo Prodi e la verticalizzazione delle decisioni abbia ingessato la spesa in modo rilevante e lo sappiamo tutti. E allora, non lo sto dicendo in via polemica, ma perché se si vuole iscrivere nuovamente nel dibattito politico l'idea che l'anticipazione sta al mutuo sullo stesso piano della legittimità io sono contrario, perché è una bugia! E' l'anticipazione che ha prodotto il risultato che oggi il disavanzo sia esattamente quello del 2006.

Allora, continuiamo a dire la verità sulle entrate. Io sono d'accordo a difendere l'ammontare complessivo che ci spetterebbe nel 2010. Sono d'accordo, però non sono d'accordo che divenga una vulgata il fatto che nel triennio 2006-2009 quell'accordo abbia già prodotto un vantaggio nelle entrate. E ve lo dimostro, con dati della Ragioneria: nel 2006, l'ammontare complessivo delle compartecipazioni è stato di 3 miliardi e 314 milioni di euro. Dentro questa cifra, però, ci sono i 500 milioni di euro riconosciuti dal Governo come saldo per le quote non versate di IVA. Cos'ha fatto la precedente amministrazione? Ha iscritto per intero, in una annualità, 500 milioni di compartecipazione al gettito IVA, nonostante il Governo ci dia 25 milioni all'anno. Cioè nella prima annualità è stata iscritta una cifra venti volte superiore a quella effettivamente erogata in quell'anno. Quindi, in questi 3 miliardi e 314 milioni ci sono 500 milioni che non sono stati realmente versati, va bene? Il che vuol dire che la quota delle compartecipazioni scende a 2 miliardi e 800 milioni, più o meno quella del 2005.

Andiamo al 2007: le compartecipazioni accertate ammontano a 4 miliardi e 800 milioni, un balzo in avanti significativo, ma noi dal 2007, formalmente, ci siamo accollati la sanità e lo Stato ci aiuta, diciamo così, fino al 2009 con la compartecipazione all'IVA aumentata di 300 milioni. Se sottraiamo alla cifra totale, 4 miliardi e 800 milioni, il quantum specificamente destinato alla sanità, cioè 1 miliardo e 23 milioni, le competenze libere scendono a 3 miliardi e 700 milioni, ma dentro questa cifra si nascondono i 500 milioni di anticipazioni dal futuro, che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime. Le compartecipazioni scendono, dunque, a 3 miliardi e 200 milioni, cioè i valori del 2006. Quindi il vantaggio, che come sappiamo è limitato al solo triennio 2007-2009, sarebbe consistito nella copertura della spesa sanitaria, ma il miliardo in più dato nel triennio non sarà in più rispetto al miliardo e 800 milioni che andrà a regime nel 2010. Non sarà in più! Per cui sappiamo già da ora che, pagandoci la sanità, il saldo attivo del 2010 sarà ragionevolmente di 800 milioni di euro, anzi sarà sicuramente inferiore, perché su questi dovremo caricare i costi del trasporto pubblico locale. Stesso discorso vale per il 2008: le compartecipazioni, depurate dalla spesa sanitaria e dalle anticipazioni dal futuro, si attestano a 3 miliardi e 600 milioni, cioè ai valori 2006.

Questo è il quadro vero e questo spiega - lo dico ai colleghi dell'opposizione, di cui molti, ne sono sicuro, non sanno queste cose - perché Macciotta su "L'Unione sarda" dica: "Forse alla Regione conviene rinunciare a un pezzo della sua specialità e imparare a risparmiare sulla sanità". Macciotta ha fatto i conti e sta dicendo, più all'opposizione che non a noi, che probabilmente occorre rinunciare al quadro normativo, non al quantum, definito nell'accordo del 2007. E a questo quadro io vorrei aggiungere due elementi all'attenzione dei colleghi, che noi dimentichiamo sempre, anche quando parliamo di precariato: il 67 per cento del PIL della Sardegna è fatto da trasferimenti pubblici; i trasferimenti pro capite che provengono dallo Stato superano di 2.800 euro la ricchezza realmente prodotta in Sardegna. Noi abbiamo un sistema regionale assistito, dipendente dallo Stato in maniera grave. E allora perché dire queste cose? Perché questo bilancio ha l'umile ambizione di non essere più sottoposto alla propaganda, di mettere in chiaro i conti, di indagare i residui anche sui programmi rispetto ai quali, vorrei ricordare all'onorevole Sanna, nella passata legislatura si autorizzavano i passaggi dai residui alla competenza, proprio per rimediare al fatto che i programmi producono residui.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

L'onorevole Bruno interverrà per ultimo nei lavori della mattinata.

BRUNO (P.D.). Onorevole Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, intanto con questo articolo 1 entriamo nel merito della finanziaria. Con l'articolo 33 bis del Regolamento abbiamo stabilito di approvare una risoluzione, senza entrare nel merito del DAPEF - lo abbiamo fatto in Commissione, lo faremo in sede di dichiarazione di voto finale -, che comunque richiama, anche sulla base degli emendamenti che noi abbiamo formulato, la vertenza entrate e i fondi FAS. Ne ha parlato adesso il collega Maninchedda. Sono argomenti che in qualche modo, direi anzi a pieno titolo, rientrano nell'articolo 1 ("Disposizioni di carattere finanziario e istituzionale") di questa finanziaria che voi avete presentato. E' venuto, dai pochi interventi della maggioranza, un invito, un richiamo alla collaborazione. Noi lo accettiamo, non condividiamo, naturalmente, il merito di una finanziaria che, l'abbiamo detto più volte, riteniamo inadeguata. Sicuramente, per quanto riguarda invece il rispetto dei tempi, l'impegno comune, che abbiamo dimostrato anche in Commissione, è quello di approvare al più presto, nei tempi stabiliti, la finanziaria e affrontare con voi l'emergenza della crisi in atto.

E' una finanziaria che, almeno sulla base dell'articolo 1, si caratterizza, a nostro avviso, per tre elementi importanti: il ricorso che voi fate all'indebitamento e anche all'utilizzo delle risorse future, quindi alla vertenza entrate, ma in qualche modo anche al rapporto tra lo Stato e la Regione; le politiche per gli enti locali, quindi il fondo unico, e - sulla base di un nostro emendamento abbastanza corposo, che caratterizza la nostra proposta politica - la soluzione dei problemi del precariato nella pubblica amministrazione, con il prosieguo del processo di stabilizzazione già avviato nella scorsa legislatura, perché riteniamo che, insomma, in una finanziaria come questa, definita di emergenza, volta ad affrontare la crisi in atto, non possano mancare le politiche del lavoro e anche la stabilizzazione dei precari. Poi, passando all'esame dell'articolo 2, entreremo nella discussione che riguarda il Piano del lavoro e anche la possibilità di estensione degli ammortizzatori sociali, con un emendamento complessivo che affronta l'argomento in maniera forse più coraggiosa di quella che, invece, avete proposto voi.

Credo che l'articolo 1, intanto, per la prima volta dal 2006, riporti indietro sulla strada del debito, autorizzando la contrazione di nuovi mutui per 1 miliardo e 213 milioni di euro: 500 milioni per nuovi investimenti e 713 per coprire il disavanzo. Devo dire che è un segnale, a mio avviso, preoccupante, perché, onorevole Maninchedda, io credo che sia legittimo, nell'ambito di un bilancio pluriennale, così come aveva fatto la Giunta Soru, iscrivere un minore importo nel 2012 e anticipare parte di quelle entrate per utilizzarle oggi sotto forma, appunto, di maggiori entrate e quindi di investimenti, così come voi avevate fatto in Giunta, anticipando 713 milioni di entrate future per coprire il disavanzo. Poi c'è stato un cambio di tendenza, dovuto probabilmente a una diversa impostazione che avete fatto emergere in Commissione. Credo, insomma, che questa maggioranza, anche in passato, abbia rivendicato il diritto legittimo di utilizzare da subito le maggiori risorse derivanti da quello che è stato un successo per l'intero Consiglio regionale, per l'intero popolo sardo, quello appunto della vertenza sulle entrate che vanno a regime dall'anno prossimo, cioè dal 2010. La vostra è una scelta politica, è una scelta che rispettiamo, ma che, a nostro avviso, ci porta indietro. Credo che la vertenza sulle entrate, con il rispetto e l'atteggiamento che abbiamo avuto nei confronti dello Stato, di aver garantiti i nostri diritti in materia di compartecipazione al gettito IVA e IRPEF, sia da sottolineare, e sia da sottolineare proprio come atteggiamento che noi dobbiamo avere come Governo regionale, come Consiglio regionale, come istituzione, come massima Assemblea sarda nei confronti dello Stato.

Prendiamo atto che in Commissione e, oggi, in Aula, con la risoluzione al DAPEF, avete accolto una parte dei nostri emendamenti, in particolare quello sui fondi FAS, che pone l'obiettivo, che adesso è comune, è l'obiettivo di questa Regione, di riconoscere la quota di riparto del 12,61 per cento, concordata tra l'allora Presidente della Regione, Soru, e l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Prodi, non solo per i fondi FAS a esclusiva disponibilità regionale, ma anche per i fondi della programmazione nazionale. Riteniamo che questo sia un passo avanti, ma bisogna intrattenere col Governo un rapporto di pari dignità, un rapporto non subalterno; bisogna agire con tutta la forza necessaria della nostra istituzione. Credo che veramente al centro delle nostre politiche, attualmente, vi sia un problema di rapporto tra lo Stato e la Regione, lo dico anche sulla base dell'incontro che si è tenuto ieri a La Maddalena. Credo, insomma, che la situazione che si è venuta a creare, dapprima con la perdita dei fondi FAS per le opere collegate al G8, mi riferisco all'ottobre scorso, e poi con la perdita, nella delibera CIPE dello scorso marzo, dei 522 milioni di euro che ci avrebbero consentito, attraverso procedure accelerate, di realizzare la quattro corsie Sassari-Olbia, per esempio, o l'antemurale di levante a Porto Torres, sia un segnale preoccupante che ci deve dare la forza di stabilire un rapporto di pari dignità con lo Stato.

Credo che il trasferimento del G8 da La Maddalena per come è avvenuto, anche in dispregio dell'articolo 47 del nostro Statuto di autonomia, che impone la presenza del Presidente della Regione alle sedute del Consiglio dei Ministri in cui si parla di Sardegna, sia un fatto gravissimo, che non possiamo sottovalutare. E allora ci aspettiamo una presa di posizione forte, a schiena dritta, da parte del presidente Cappellacci, oggi assente. Altre volte, nella precedente legislatura, sono state fatte sceneggiate per l'assenza dell'allora Presidente dall'aula. Noi riteniamo di non dover fare sceneggiate, ma di dover rimarcare questa ulteriore assenza del Presidente, il quale era assente anche ieri a un'importante occasione di confronto con la popolazione di La Maddalena.

Così come avviene per la chimica, migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Era prevedibile anche l'epilogo della vicenda Ineos-Sartor. E allora dobbiamo capire qual è il ruolo del Governo nella chimica, qual è il ruolo della Regione nella programmazione nazionale, in cui la Sardegna non può non avere una parte rilevante, non deve, insomma, chiedere con forza di essere presente tutte le volte in cui si parla di chimica, tutte le volte in cui cerchiamo di affrontare, in un confronto Stato-Regione, le problematiche della chimica e di trovare delle soluzioni che non sono più rinviabili.

Io credo che questa battaglia di popolo, che abbiamo affrontato insieme con la vertenza sulle entrate, debba continuare a essere rappresentata in tutte le forme possibili, in tutte le manifestazioni possibili di un popolo che alza la testa e a voce alta rivendica i propri diritti. Dobbiamo fare questo nei prossimi giorni e vi chiederemo, nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, che faremo, spero, nella giornata odierna, di fissare quanto prima la data della convocazione per un'informativa urgente sul trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila.

C'è, poi, il discorso sugli enti locali. Il fondo unico per gli enti locali è una conquista storica, che abbiamo attuato negli anni scorsi, sulla base di una proposta della Giunta precedente, ma che sancisce sicuramente un paletto importante. Gli enti locali, sulla base del Titolo V, sono equiordinati; in questi anni, con la legge numero 9 del 2006 sul trasferimento di funzioni, hanno assunto sicuramente maggiori competenze amministrative, ma devono avere anche maggiori poteri per poter gestire le funzioni in modo associato, così come abbiamo loro indicato con la legge numero 12 del 2005. Riteniamo che con il fondo unico si sia fatto un passo avanti. Abbiamo detto loro: "Avete i poteri, avete la discrezionalità per poter decidere con autonomia, ma anche con maggiore responsabilità, e renderete conto agli elettori e a nessun altro".

PRESIDENTE. I lavori della mattinata si concludono qui. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 16 con la replica della Giunta.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 03, viene ripresa alle ore 16 e 26.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione dell'articolo 1.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente, brevemente vorrei più che altro puntualizzare alcune cose riguardo al dibattito che c'è stato sull'articolo 1, e vorrei partire dalla precisazione riguardante l'annosa questione delle anticipazioni. Io credo che sia giusto, per un verso, dire che è opportuno lasciare al passato polemiche che possono avere origini e anche motivi obiettivi di natura più squisitamente politica; il passato è passato, adesso vediamo il presente. Ritengo che non sia più di tanto necessario dilungarmi su questo fatto che, però, nell'intervento del Presidente della Commissione è stato puntualizzato direi molto bene. Cioè la scelta fatta dal precedente Governo regionale di iscrivere nelle entrate risorse attribuibili a esercizi successivi era e rimane opinabile, ma un punto fermo è che su quelle anticipazioni sia la Corte dei conti sia la Corte costituzionale hanno dato un giudizio molto netto. Ed è altrettanto vero quanto è stato osservato, e cioè che il non ricorrere ad anticipazioni di entrate future evidentemente riporta il livello del disavanzo verso limiti molto più alti. In considerazione del fatto che l'anticipazione, per la quota di 500 milioni per anno, è stata disposta anche per gli anni 2007-2008, e che per questi anni ancora non abbiamo un giudizio definitivo, esiste però un orientamento della Corte dei conti che tutti ben conosciamo e che potrebbe portare ancora a un rilievo. Se questo rilievo dovesse portare, poi, a un ulteriore successivo giudizio della Corte costituzionale, è corretto prevedere che ci troveremmo nella necessità di riportare il livello del disavanzo verso cifre che sono esattamente quelle indicate dal Presidente della Commissione, con una conseguenza inevitabile anche sul livello di indebitamento.

Anch'io concordo sul fatto che non si può paragonare la scelta di anticipare entrate future all'autorizzazione alla contrazione di mutui; sono due modalità completamente diverse, ma certamente una è la via maestra: quando, cioè, il livello delle entrate non è sufficiente, è necessario ricorrere all'autorizzazione dei mutui. E questo ha immediate e inevitabili conseguenze sul livello di disavanzo e quindi sull'indebitamento. Riprenderemo certamente il discorso più avanti, lo dovremo riaffrontare nella sede propria, quando presenteremo la manovra finanziaria per il 2010, e lì credo potremo fare giustamente il punto della situazione.

Sulla questione delle entrate e sulla chiusura della relativa vertenza con la riforma del Titolo III, ho già detto e ribadisco che se le previsioni sono quelle che noi abbiamo ricevuto, e che rimangono in parte a livello di previsione, possiamo immaginare, per il futuro, un incremento dei trasferimenti da parte dello Stato. D'altra parte, quando è stata fatta questa riforma, ossia la modifica del Titolo III, poiché si era previsto che il nuovo regime delle entrate partisse dal 2010, sapevamo - e sappiamo ancora oggi - che possiamo, e dobbiamo, certamente tener conto che l'orientamento del Parlamento e del Governo nazionale, in coincidenza anche con provvedimenti legislativi come quelli appena approvati dal Parlamento in materia di federalismo fiscale, potrebbe comportare delle diverse valutazioni. Non dico altro, dico senz'altro che questo è un problema che abbiamo oggi, ma che si poteva prevedere anche ieri; si poteva prevedere anche ieri che una riforma concepita come modifica del sistema dei trasferimenti, con l'entrata in vigore nel 2010 potesse sostanzialmente rinviare al futuro, e cioè ad altre legislature e ad altri Governi, la soluzione di questo problema. E questo è il problema di fronte al quale ci troviamo. Abbiamo concordato sull'esigenza, adesso, all'inizio di questa legislatura, di mettere un punto fermo sul livello dei trasferimenti, con una contrattazione adeguata dei limiti che ci pone il Patto di stabilità; è un'esigenza che attiene all'interesse della Regione Sardegna. Questo Governo regionale si sta assumendo la responsabilità di avviare con il Governo nazionale una trattativa, un confronto perché possa essere rivisto il meccanismo del Patto di stabilità tenendo conto del livello dei trasferimenti che è stato modificato nel 2007. Noi crediamo che si debba mantenere, a vantaggio della Regione Sardegna, il livello di entrate che è stato allora previsto, ma siamo in una fase di confronto e questa trattativa non sarà certamente facile.

Sono state toccate altre questioni, e io vorrei trattarne velocissimamente qualcuna in particolare. La questione dei precari: è vero che nella passata legislatura il problema è stato affrontato, non possiamo però dire che sia stato risolto. Non credo, cioè, che si possa essere trionfalisti su questo punto e per chi dell'attuale opposizione vuole sostenere che il problema dei precari è stato affrontato e risolto io faccio rinvio alla lettura dell'emendamento Uras, che è la certificazione del fatto che invece non è stato risolto. E' stato affrontato e risolto in piccola parte, ma rimane una grande parte da affrontare. Non è, tuttavia, materia attinente alla legge finanziaria e noi abbiamo scelto di rinviare la trattazione di questo argomento a un disegno di legge, che abbiamo definito impropriamente collegato. Non sarà un collegato, ma un progetto di legge integrativo della manovra finanziaria, che potrà contenere anche questioni riguardanti il personale della Regione e il complesso problema del precariato. In quella sede, la questione verrà affrontata in maniera più compiuta. Credo sia davvero molto saggio che noi tutti, la Giunta, la maggioranza e la stessa opposizione abbiamo accettato concordemente di non trattare questa questione in sede di legge finanziaria, per poter avere un bilancio approvato in termini ragionevolmente brevi.

Sugli enti locali e sul fondo unico noi abbiamo mantenuto la stessa impostazione. Aggiungo che tra gli emendamenti presentati vi è l'emendamento numero 56, che prevede che la quota premiale per i comuni che privilegiano la gestione dei servizi in forma associata possa essere mantenuta nella misura del 3 per cento e che nella ripartizione di questa somma si faccia riferimento ai criteri stabiliti nella legge numero 12 del 2005. Per cui preannuncio l'intenzione di modificare il parere contrario dato in Commissione, che in questa sede credo si possa trasformare in un parere favorevole, da parte della Giunta e anche della maggioranza, al recepimento dell'emendamento numero 56, che è stato presentato dall'opposizione e che dice semplicemente: "Teniamo il sistema del fondo unico, con la premialità per quei comuni che scelgono di associarsi, secondo i criteri stabiliti dalla legge numero 12". Questo per dimostrare ulteriormente l'attenzione che sia la Giunta sia la maggioranza stanno ponendo sulle proposte emendative che arrivano da tutte le parti del Consiglio. Ci sono anche altri punti, per esempio l'emendamento che riguarda i GAL riteniamo possa essere preso in considerazione, sia pure con una rimodulazione della cifra indicata.

Direi, quindi, che l'articolo 1, con le precisazioni sull'impostazione che abbiamo dato e che vogliamo rispettare, che ha una valenza politica riguardo alla questione delle anticipazioni, è evidentemente un approccio aperto a tutti i contributi che il Consiglio ha dato e sta continuando a dare per una positiva conclusione dell'esame della finanziaria.

PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Gabriella Greco, che aveva fatto richiesta di congedo, è presente in aula, per cui il congedo si intende revocato.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, sugli emendamenti soppressivi parziali numero 52, 53, 125 e 13 il parere è contrario. Presidente, mi corregga se salto qualche emendamento, perché dalla sua lettura a me è parso di averne qualcuno in meno. Abbiamo finito i soppressivi parziali giusto?

Sugli emendamenti sostitutivi parziali numero 50, 51, 18 e 54 il parere è contrario. L'emendamento numero 55 è analogo al numero 56, di cui parlava prima l'Assessore, quindi ragionevolmente noi optiamo per il parere contrario; il parere è invece favorevole sull'emendamento numero 56, che però troviamo tra gli aggiuntivi. Sull'emendamento numero 41 il parere è favorevole; sull'emendamento numero 135, che è un emendamento all'emendamento numero 60 della Giunta, il parere è favorevole; chiaramente è contrario sull'emendamento numero 60. Sull'emendamento numero 114 il parere è favorevole.

Passo agli emendamenti aggiuntivi: sull'emendamento numero 40 il parere è favorevole; sul numero 6 è contrario. Anche se mi pare che sia stato presentato un emendamento all'emendamento, o mi sbaglio? No. Sull'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23, il parere è contrario; sull'emendamento numero 115 è favorevole.

Gli emendamenti aggiuntivi numero 31, 32, 19, 21 e 124 riguardano tutti, Presidente, il Patto di stabilità. Noi esprimiamo parere contrario sugli emendamenti numero 31, 32, 19 e 21, e ci rimettiamo all'Aula sul numero 124, chiedendo ai colleghi di valutarlo, perché è sostanzialmente un emendamento di sintesi degli altri.

PRESIDENTE. C'è solo un inciso che differisce.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì.

Prego? Non ho capito, onorevole Porcu. Certamente, sì. Capisco, sono un po' inesperto rispetto ad alcune cortesie, nel senso che invitiamo al ritiro dell'emendamento perché c'è appunto l'emendamento numero 124, se no il parere è contrario. Sull'emendamento numero 56 il parere è favorevole; invitiamo i presentatori a ritirare l'emendamento numero 2, altrimenti il parere contrario. Sull'emendamento numero 3, 59, 61 e 62 il parere è contrario; invito i presentatori a ritirare gli emendamenti numero 56 e 58, perché riteniamo che si possa rispondere a questa stessa necessità con l'emendamento numero 124, nelle forme possibili. Chiediamo che venga ritirato anche l'emendamento numero 111, se no il parere è contrario; sul numero 63 ci rimettiamo all'Aula. Si tratta dell'emendamento sul personale del GAL, su cui potremmo esprimere parere favorevole se vi è la disponibilità a una riduzione dello stanziamento. Sugli emendamenti numero 66, 33 e 65 il parere è contrario; sugli emendamenti numero 42 e 43 è favorevole. Sull'emendamento numero 67 il parere è contrario, tuttavia in sede di discussione forse riusciamo a capire perché c'è un problema anche di dettato. Sull'emendamento numero 116 il parere è favorevole; sugli emendamenti numero 101, 102 e 103 il parere è contrario. Ricordo, però, ai colleghi, che in Commissione si era invitato a ritirare questi emendamenti, perché non si è contrari a ragionare nel merito delle figure professionali e delle situazioni di precariato prodotte a vario titolo, ma si vuole soltanto ragionarne nel collegato.

Sull'emendamento numero 107 il parere è favorevole. Invitiamo a ritirare anche l'emendamento numero 113, non perché la proposta in esso contenuta sia inadeguata, ma semplicemente perché la si vorrebbe rinviare al collegato. Ho saltato qualcosa, Presidente?

PRESIDENTE. L'emendamento numero 141.

Mi ricorda il parere sull'emendamento numero 113, onorevole Maninchedda?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 113 il parere è contrario, sul numero 141 è favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è prevalentemente conforme a quello del relatore, con alcune precisazioni. In particolare, riguardo all'emendamento numero 135, che è un emendamento all'emendamento, vorrei precisare che si tratta di una rimodulazione, quindi il parere è conforme, è chiaro, a quello del relatore. La precisazione è che si tratta di un emendamento che scaturisce da un accordo tra l'Assessorato del personale, la Giunta e il sindacato, che ha rimodulato le somme da attribuire alla contrattazione collettiva.

Per quanto riguarda gli emendamenti sul Patto di stabilità, anche la Giunta, conformemente a quanto ha detto il relatore, invita al ritiro degli stessi. L'idea era che potesse essere formulato in Consiglio un emendamento di sintesi, mi sembra di capire che sostanzialmente la sintesi si possa riconoscere già effettuata dall'emendamento numero 124.

Per quanto riguarda, invece, l'emendamento numero 63 sui GAL, vorrei precisare che in Commissione la Giunta aveva chiesto di sospenderne il parere e si era rimessa all'Aula per una valutazione sull'esistenza o meno della necessità di ulteriori risorse. L'emendamento propone 640 mila euro, gli accertamenti fatti dai nostri uffici ci dicono che la somma sufficiente è di 430 mila euro, per cui il parere è favorevole, con una rimodulazione della somma.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 52.

CAPELLI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale, Presidente.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 52.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Lotto e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Francesco Meloni, Planetta e Alessandra Zedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 18

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 53.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale, Presidente.

PRESIDENTE. Posso chiedere ai colleghi, siccome c'è qualche problema nel sistema elettronico, se possiamo votare per alzata di mano e rinviare la votazione elettronica agli emendamenti successivi?

BRUNO (P.D.). Rinuncio alla richiesta di votazione nominale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 53. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 125.

Ha domandato di parlare e il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per annunciare il ritiro dell'emendamento, che sicuramente non è stato ben compreso, o forse è stato mal spiegato, nel senso che la finalità era semplicemente quella di evitare i residui, perché non è nella disponibilità di un'amministrazione comunale mandare un rendiconto che è già inserito nel sito Internet del Ministero dell'interno, ma può creare grossi problemi perché la sospensione dei pagamenti crea sicuramente dei residui.

Comunque, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 125 è ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 13.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Assessore, ho ascoltato la sua replica e l'intervento del relatore di maggioranza, mi è chiara la motivazione che vi ha spinto a sostituire l'anticipazione delle entrate con l'autorizzazione a nuovi mutui, ma io continuo, noi continuiamo a sostenere che, come ha ricordato l'Assessore e come, invece, ha dato per scontato che avvenga il relatore di maggioranza, il bilancio 2007 è ancora soggetto a giudizio di parificazione della Corte dei conti. Quindi noi continuiamo a ritenere che tra le due vie, quella del rivendicare dallo Stato pienamente le entrate che riguardano la vertenza sul passato con un'anticipazione all'interno del bilancio pluriennale e quella della contrazione di mutui, c'era una terza strada, che era quella di mettere in bilancio stanziamenti che fossero in qualche modo vicini a quei limiti del Patto di stabilità che l'Assessore stesso ha detto devono essere rinegoziati.

E' chiaro che questo è un emendamento politico, sappiamo che verrà bocciato, ma nel presentarlo abbiamo chiaramente voluto sottolineare quella che noi riteniamo una contraddizione. Ci preoccupa, poi, quanto dichiarato dal relatore di maggioranza, che stamattina in qualche modo faceva male i conti, perché noi non abbiamo mai detto che ci sono 1.600 milioni di euro di nuove entrate; le nuove entrate sono molte di più a regime, sono 3 miliardi e 100 milioni e quindi la cifra che abbiamo sempre ricordato di 1.600 milioni non si riferisce alle nuove entrate, ma è la differenza tra le nuove entrate di 3 miliardi e 100 milioni e i nuovi oneri, 1.300 milioni, derivanti dalle nuove competenze acquisite. Rimane il fatto che c'è un differenziale positivo certamente di 1.600 milioni, da cui vanno tolti 500 milioni derivanti dalle anticipazioni di entrate, perché in qualche modo abbiamo corretto quello scalino.

E' chiaro il significato di questo emendamento, è chiaro che voterete contro, ma è anche chiara la nostra posizione politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). E' assente.

PRESIDENTE. Poiché non è presente in aula, decade dal diritto alla parola.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, siamo all'emendamento numero 13? Se siamo all'emendamento numero 13, che è un emendamento soppressivo del comma 46, che riguarda i liquidatori dei consorzi industriali, posto che è stato presentato anche un emendamento, di cui è primo firmatario il Presidente della Commissione, e cioè l'emendamento numero 114, anche se non ho capito qual è il parere sull'emendamento numero 114...

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.

CUCCU (P.D.). E' favorevole. Visto che l'emendamento numero 114, se accolto dall'Aula, comunque raggiungerebbe l'obiettivo che si poneva l'emendamento numero 13, che era quello di garantire l'operatività dei collegi di commissari negli otto consorzi provinciali, posto che il lavoro è stato quasi portato a conclusione e si rischierebbe di interromperlo, ritiro l'emendamento numero 13, perché, ripeto, con l'emendamento numero 114 si raggiungerebbe comunque il risultato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 13 è stato ritirato, per cui i colleghi che si erano iscritti a parlare decadono dal diritto alla parola.

Il sistema elettronico è di nuovo operativo.

Passiamo all'emendamento numero 50. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Non intervengo. Era chiaro che la mia dichiarazione precedente era relativa a questo emendamento, quindi vale quello che ho detto prima.

Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo, Presidente, per dichiarare il voto contrario all'emendamento numero 50, ma anche per utilizzare questa occasione per fare un po' di conti. Io sarò la persona più felice di questo mondo se, quando si arriverà al regime delle nuove entrate, avremo veramente un'eccedenza di 1.600 milioni di euro. Però invito i colleghi a utilizzare i dati che al momento sono ufficialmente disponibili.

I colleghi, nell'emendamento al DAPEF che era stato sottoposto alla Commissione, prevedevano che le entrate post-riforma ammontassero a 4 miliardi e 988 milioni di euro. Lo dico a tutti i colleghi, in maniera tale che riusciamo a ragionare allo stesso modo. I colleghi dell'opposizione prevedevano nell'emendamento al DAPEF un'entrata, dopo la riforma, di 4 miliardi e 988 milioni. Chiedo all'opposizione di verificare che cosa risulta agli atti della Ragioneria sulle entrate derivanti dalle compartecipazioni accertate nel 2007: 4 miliardi e 805 milioni.

PORCU (P.D.). Guardi la parte finale!

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sto dicendo, e mi rivolgo a tutti i colleghi, che le entrate post-riforma, io dico, sono tragicamente prossime alle entrate pre-riforma, perché voi parlate di 4 miliardi e 988 milioni, mentre sono accertati 4 miliardi e 805 milioni.

Vorrei far notare, infine, ai colleghi, sulle questioni dette stamani, che quando si calcola l'IVA a nuovo regime si arriva intorno ai 2 miliardi e 300 milioni, ma i costi della sanità, solo i costi della sanità, attualmente sono di 2 miliardi e 800 milioni, e mentre col regime passato veniva coperta tutta con i 10 decimi dell'IVA più 300 milioni, qui per coprire la sanità si intacca il presunto tesoretto già di mezzo miliardo di euro.

Io penso che se siamo persone lucide e leali tra di noi, dobbiamo sederci e sui conti guardarci in faccia al di là della propaganda, perché mi sembra che da qui a qualche mese noi potremmo trovarci in grande difficoltà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è uno degli argomenti diciamo di interesse politico generale. Siamo in una fase nella quale lo Stato, o meglio la Repubblica - così come viene definita dal Titolo V riformato -, nelle sue diverse articolazioni, deve far fronte non solo a un'emergenza di natura economica e sociale, ma anche a un'emergenza di funzionamento.

Noi viviamo nell'ipocrisia totale, abbiamo regole che contraddicono le regole che ci diamo, con l'obiettivo preciso di raggiungere risultati che non siano visibili, esplicitati, compresi dalle popolazioni. Io l'ho detto all'inizio, nella discussione generale: noi abbiamo un debito pubblico e una massa di risorse finanziarie non spese che tra loro si annullano, che tra loro si annullano. E questo risultato è ottenuto attraverso un artificio contabile che permane nella legislazione italiana. Quando si è ipotizzato, e io l'ho condiviso, di introdurre alcune disposizioni innovative sotto il profilo contabile, forse lo si è fatto nella maniera sbagliata forse lo si è fatto con una forzatura di troppo, forse lo si sarebbe dovuto fare maniera più condivisa, più discussa, più riflettuta, però lo si è fatto per uscire dall'equivoco, qualcuno direbbe dall'imbroglio contabile nel quale viviamo.

Noi abbiamo annullato sostanzialmente il debito pubblico promettendo un bilancio al popolo e confezionandogliene un altro. Questa è la realtà! Ecco perché accendere mutui, o meglio autorizzare mutui che nella maggior parte dei casi non vengono attivati, significa costruire ancora una volta un'ipocrisia, un debito che non esiste, che non viene contratto, che non ha una finalità rispetto agli obiettivi che ci si propone. Ecco perché voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 50.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 18

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 51. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 18. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 54. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 55. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 41. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 135.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, io apprezzo lo sforzo della Giunta, ma mi sembra che le risorse siano ancora insufficienti. Un aumento di 700 mila euro rispetto allo stanziamento che era ritenuto necessario (26 milioni e 600 mila euro) mi sembra un piccolo sforzo rispetto a quella che è, invece, una necessità avvertita da tutto il personale della Regione. Quindi, invito la Giunta a rivedere alcuni stanziamenti, perché l'esigenza per la contrattazione collettiva del personale della Regione sicuramente non viene soddisfatta da un emendamento di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 135.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dessì e Paolo Sanna hanno votato a favore e che i consiglieri Ben Amara, Uras e Massimo Zedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Obinu - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras - Zedda Massimo.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 54

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 36

contrari 18

(Il Consiglio approva).

L'emendamento numero 60 decade. Passiamo all'emendamento numero 114. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, mi vorrei rivolgere al Presidente della Commissione. Questo emendamento in parte, come diceva il collega Cuccu, risponde ad alcune esigenze, però mantiene diverse lacune. E' molto raro verificare che in Regione le funzioni dei liquidatori siano assegnate a dipendenti di categoria D. Stiamo parlando di funzioni che normalmente sono consegnate a persone laureate e abilitate. Nella storia della Regione queste funzioni sono state svolte dai dirigenti, non a caso nell'emendamento viene previsto un compenso da dirigente.

Allora io credo sia più qualificante non aprire a dismisura per la categoria D, rivolgendosi tra l'altro anche al personale in quiescenza, quindi a un ambito molto vasto, e assegnare invece questa funzione all'interno delle figure dei dipendenti regionali con qualifica di dirigente. Credo che questa correzione possa consentire anche il nostro voto favorevole all'emendamento numero 114.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che l'osservazione fatta adesso dal collega possa avere una spiegazione. Oltre al fatto che viene stabilito il possesso del requisito di laurea conseguita al termine di un corso universitario di almeno quattro anni, e tenuto conto che c'è una riserva del 20 per cento, tra l'altro, per le funzioni superiori (riserva che è stata abbondantemente utilizzata dalla Giunta precedente, che, lo sottolineo senza spirito polemico, ha nominato a ruoli dirigenziali anche chi non aveva titolo, e lo dico con cognizione di causa), ritengo che, invece, proprio in questo caso sia estremamente definito il fatto che anche i dipendenti della categoria D, in possesso di laurea, possono assumere l'incarico di commissario liquidatore. Lo dico perché non ho realmente compreso la puntualizzazione.

Mi sembra che ci siano tutti i criteri, mi sembra che il quadro sia ben definito. Sappiamo benissimo che ci sono funzionari che possiedono i requisiti, oltre a quelli di professionalità, per poter gestire adeguatamente questo ruolo. E' in legge ed è previsto anche, al limite, nella riserva del 20 per cento, a cui ho fatto riferimento prima, sinceramente non capisco la puntualizzazione. Siccome sono in dichiarazione di voto, ovviamente noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io mi dichiaro contrario a questo emendamento. Interviene su una norma che ha avuto una discussione significativa in quest'Aula e attorno a un tema che si è più volte sviluppato anche trasversalmente. Vi è stata una riflessione comune e la conclusione, a colpi di voti più o meno trasversali, ha portato a una soluzione. A distanza di pochi mesi andiamo a rivedere una norma, ma adesso, al di là del titolo di laurea della categoria D, di cui poco importa, quello che importa è un'altra vicenda, soprattutto in riferimento alla funzione che devono svolgere questi soggetti, una funzione liquidatoria. Io ho vissuto un'esperienza difficile all'interno dell'amministrazione pubblica, in modo particolare in quella regionale, per quanto riguarda le procedure di liquidazione: sono procedure eterne, che mantengono in vita gli enti da liquidare e mantengono in vita i liquidatori degli enti in funzione del ruolo che essi devono svolgere, della risposta, qualche volta clientelare, che essi hanno avuto. Non vorrei che in alcune cose - lo vedo già in questa manovra finanziaria, Assessore - vizi antichi che non si sono mai persi rimanessero. E quando voi li avete criticati avete fatto bene, perché quelli che deludiamo, badate, sono gli stessi che una volta votano voi, una volta votano noi. E ogni volta vengono delusi, una volta da voi e qualche altra volta da noi, perché questi sono i meccanismi che prevalgono, quelli delle relazioni politiche non tra le più nobili. Ecco perché io voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, intervengo solo per chiarire ai colleghi che non si sta intervenendo - sicuramente chi ha avuto la pazienza e il modo di vedere i riferimenti normativi lo ha compreso - sui consorzi industriali neocostituiti, ma si sta intervenendo sui consorzi industriali commissariati e liquidati, che facevano parte della celebre tabella F di una finanziaria.

Qual è la ratio di questo intervento? Quella liquidazione sta comportando serissimi problemi, anche fiscali, nel trasferimento dei beni, e in quel trasferimento intervengono anche fattori - per accettare la sollecitazione dell'onorevole Sanna - che incidono su emolumenti legati proprio alla presenza in albi professionali e quant'altro.

Quindi, la ratio è semplicemente quella di ricondurre a un controllo stretto da parte dell'amministrazione regionale, anche in vista di uno studio di procedure meno onerose per la Regione, sul trasferimento dei beni dai consorzi liquidati ai consorzi neoistituiti. Non c'è nessun altro scopo, è tutto qua. Il mio voto, ovviamente, è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Ha già chiarito il collega Maninchedda. Io non comprendo di cosa debbano scandalizzarsi i colleghi dell'opposizione. Si tratta proprio di emendare e riportare a razionalità una procedura così macchinosa, così ridondante, che prevedeva addirittura un collegio di liquidatori, uno indicato dalla Regione, uno indicato dalla provincia e uno indicato dal nuovo consorzio in rappresentanza dei comuni. Si sta, in pratica, eliminando una previsione che, alla prova dei fatti, si è rivelata assolutamente fallimentare, tant'è che non risulta costituito alcun collegio di liquidatori; si tratta di affidare a personale qualificato dell'amministrazione regionale, con ciò anche ulteriormente limitando e contenendo i costi, quindi mi pare che almeno su questo, se non se ne vuole fare questione pregiudiziale, ideologica, si debba addirittura convenire. E invito, anzi, l'opposizione a votarlo con la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che su questo emendamento abbiamo fatto, negli interventi, un po' di confusione. Penso che l'emendamento presentato dall'onorevole Maninchedda e più, ripristini l'impostazione, l'impianto che era stato dato nella finanziaria dell'anno scorso alla liquidazione dei consorzi cosiddetti comunali e mantenga in piedi l'impostazione che era stata data con la legge di riforma dei consorzi industriali sulla liquidazione dei consorzi cosiddetti provinciali.

Io penso, quindi, che questo emendamento sia perfettamente in linea con il comportamento che si è tenuto nella passata legislatura per quanto riguarda il processo di liquidazione dei consorzi comunali previsto in finanziaria e quello previsto nella legge sui consorzi industriali con il collegio dei liquidatori. La perplessità dell'onorevole Sanna sulla qualifica e sul titolo che debbono avere i liquidatori penso che sia condivisibile, ma sull'impostazione penso che possiamo concordare. Abbiamo solamente una perplessità sul fatto che i liquidatori debbano essere dipendenti di categoria D e non invece dirigenti.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che l'onorevole Rassu è in aula, per cui il congedo è revocato.

Metto in votazione l'emendamento numero 114. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 40. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 6. Non è ritirato, a meno che non venga comunicato testé in aula. Onorevole Vargiu, è ritirato o no?

VARGIU (Riformatori Sardi). E' ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 6 è ritirato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Facciamo nostro l'emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 6…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, scusi, mi sono prenotato!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la prenotazione arriva leggermente in ritardo.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vada un po' a rilento anche lei, così le comunicazioni arrivano in tempo. Io mi attengo a quello che dice lei, mi prenoto quando lei chiama l'emendamento.

Condivido la scelta fatta dall'onorevole Cucca, voglio solo ricordare una cosa alla Giunta. Non appena eletto l'Assessore della pubblica istruzione è stato chiamato in molti territori, anche da consiglieri della maggioranza, per poter apprendere quali difficoltà affronta il sistema dell'università diffusa nel nostro territorio. E' vero che questa concezione ha un po' debordato, però ci stiamo riferendo ai punti essenziali dell'articolazione degli studi universitari.

E' una grande contraddizione che questo Consiglio si stia interessando, in un momento di crisi, di stabilizzare e cercare di concretizzare i posti di lavoro e noi non ci rendiamo conto che, con l'insufficienza dei finanziamenti all'università, si rischiano numerosi licenziamenti nell'ambito di questo comparto che, bene o male, sta fornendo un servizio alla Regione anche in maniera decentrata.

L'Assessore, parlo per quello che riguarda il mio territorio, è venuto e ha garantito che ci sarebbe stata un'attenzione da parte della Giunta regionale alle esigenze di questo comparto. Concretamente, l'onorevole Dedoni ha presentato l'emendamento numero 6, che noi condividiamo, perché ci sono situazioni molto chiare in tutto l'ambito regionale e credo che sia emblematico che la Giunta e la Commissione l'abbiano respinto, perché questo fornisce un chiarimento per la risposta che dobbiamo dare, nei nostri territori, alle persone che hanno avuto determinate garanzie dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Forse è utile un'informazione su questo. La materia oggetto di questo emendamento, noi l'abbiamo detto anche in Commissione, è opportuno che venga esaminata non in sede di legge finanziaria, ma nel disegno di legge integrativo della manovra finanziaria. Però, per far fronte ai rischi, che ci vengono segnalati, effettivamente di insufficienza delle risorse finanziarie, la Giunta ha presentato, prima della seduta di stamattina, un emendamento che integra lo stanziamento di 500 mila euro, rinviando la definitiva trattazione e definizione anche delle risorse finanziarie necessarie per risolvere questo problema dell'università diffusa nel territorio al disegno di legge integrativo della manovra finanziaria.

Questo emendamento è stato, però, presentato all'articolo 3, per cui probabilmente i colleghi non lo hanno potuto vedere ed esaminare. Avevamo chiesto di ritirare l'emendamento numero 6 perché comunque è previsto un intervento per l'emergenza e c'è l'impegno ad affrontare la questione più organicamente nel prossimo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Noi abbiamo fatto nostro questo emendamento proprio perché abbiamo conoscenza dei problemi nei quali si dibattono le università, in particolare l'università diffusa. Già stamattina io avevo sottoposto il problema all'attenzione dell'Aula e dell'Assessore. Evidentemente prendiamo atto dell'impegno assunto dalla Giunta di guardare con maggiore attenzione a questo problema nel passaggio successivo. Soprattutto spero che si prenderà atto del ragionamento che si faceva stamattina circa il fatto che esistono delle sedi universitarie che hanno delle peculiarità differenti rispetto ad altre sedi e che possiamo definire sicuramente più virtuose. Per cui, forse, sarà opportuno, nel momento in cui si metterà mano a questo argomento, distinguere, nella ripartizione del finanziamento alle varie sedi, a seconda delle esigenze, dei corsi in essere, eccetera, per premiare, come ho detto stamattina, quelle sedi che possiamo senz'altro definire più virtuose di altre.

Prendiamo comunque atto dell'impegno che è stato assunto in aula dall'assessore La Spisa, pertanto ritiriamo l'emendamento e attendiamo il passaggio successivo, iniziando in ogni caso a mettere mano al problema con lo stanziamento di 500 mila euro, di cui ha parlato l'Assessore stesso.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, l'emendamento è stato ritirato, per cui non può intervenire.

DIANA MARIO (P.d.L.). Non posso?

PRESIDENTE. L'emendamento non è più in essere. L'argomento sarà comunque ripreso durante l'esame dell'articolo 3, con l'emendamento presentato dalla Giunta. Grazie.

Metto in votazione l'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Intervengo sull'emendamento numero 7, che è uguale all'emendamento numero 23, di cui sono primo firmatario. Senz'altro l'emendamento ha la finalità di ripristinare condizioni di eguaglianza tra i nostri studenti. La priorità che viene data nell'attribuzione degli assegni di merito agli studenti iscritti alle facoltà scientifiche lede il diritto di uguaglianza tra i cittadini, nonché il diritto alla libertà di scelta dell'indirizzo di studio.

Il rischio, nel dare la priorità sugli assegni di merito agli iscritti alle facoltà scientifiche è quello di indirizzare gli studenti, specie quelli meno abbienti, verso un certo tipo di facoltà, perché diversamente non avrebbero la possibilità di proseguire gli studi. Vi parla uno che ha potuto studiare perché ha usufruito dell'assegno di merito e ha potuto scegliere liberamente la facoltà presso cui iscriversi.

Penso che non possiamo fare una cosa di questo tipo. Se approviamo questo emendamento ripristiniamo la legalità e supportiamo anche gli studenti che vogliono scegliere facoltà umanistiche o economiche nel loro diritto di scegliere la facoltà che ritengono più idonea, evitando che, per eventuali difficoltà economiche, possano indirizzarsi verso facoltà scientifiche che potrebbero non essere attinenti alle loro inclinazioni.

Penso che gli emendamenti numero 7 e 23 siano degli emendamenti che rendono giustizia e ripristinano l'uguaglianza tra gli studenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io capisco le preoccupazioni dei colleghi che hanno proposto l'emendamento, però ho qua i dati relativi agli effettivi iscritti alle facoltà di Cagliari e Sassari e anche agli studenti sardi iscritti nelle facoltà del resto della penisola. Insomma, il criterio che portò a suo tempo all'introduzione di questo finanziamento per l'attribuzione dell'assegno di merito fu il fatto che vi fossero 7 iscritti in chimica, pochissimi in matematica e quasi nessuno in fisica, tanto da costituire un problema per le imprese, in un periodo, è vero, di difficoltà del settore industriale e produttivo sardo. Però quelle poche imprese che avevano necessità di attingere dall'università giovani laureati in materie tecnico-scientifiche avevano difficoltà a individuare in Sardegna queste figure e quindi dovevano per forza usufruire di forze esterne e non di sardi.

Ora, è vero che con questo intervento c'è stato un incentivo che ha comportato un aumento delle iscrizioni ad alcune facoltà, ad esempio in chimica da 7-10 iscritti si è arrivati a 60 (questo problema vale per il primo anno di università, ovviamente), però si registrava un deficit nelle materie tecnico-scientifiche che con l'introduzione di questa norma noi abbiamo in parte sanato. Siccome usufruiscono effettivamente di questo assegno sia coloro che si iscrivono in materie tecnico-scientifiche, materie prioritarie vista la norma, ma anche coloro che si iscrivono in materie umanistiche, dai dati attuali abbiamo, sì, una crescita nelle materie tecnico-scientifiche, ma se portassimo a zero il criterio, cioè non ponessimo criteri, coloro che hanno una media del 30 in Scienze della formazione, in Lettere e in altre facoltà umanistiche sono 3, 10, 20 volte superiori rispetto a coloro che hanno quella stessa media nelle materie tecnico-scientifiche. Cioè, eliminando totalmente il criterio creeremmo una sproporzione, nel senso che potrebbero usufruire dell'assegno di merito solo gli iscritti in materie umanistiche.

Semmai la richiesta è quella di modulare diversamente l'assegnazione per quanto riguarda coloro che passano dal liceo all'università, cioè i nuovi iscritti, perché la selezione naturale avviene, ovviamente, se uno studente si iscrive in fisica per ottenere l'assegno e poi non riesce ad avere il merito e a raggiungere la soglia di crediti che gli garantisce l'assegno anche per gli anni successivi.

CAPELLI (U.D.C.). Come vota, scusi?

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La mia dichiarazione di voto è contraria a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, mi scuso col collega, ma mi interessava sapere come votava, perché il disorientamento che crea questo emendamento è profondo. Quando fu inserita nella finanziaria questa norma ci fu una grandissima discussione, sollecitata dalla minoranza, che chiedeva se fosse opportuno fare questo distinguo. Come sempre è lecito e opportuno cambiare opinione - solo le persone intelligenti la cambiano -, e oggi la ex maggioranza che ci aveva dato contro su quelle osservazioni propone che vengano riviste le condizioni, e tutto è normale, è lecito.

Io rimango convinto della mia posizione, rimango convinto che non ci debba essere una diversificazione, anche se è vero, così come dissi allora (stamattina, dopo le dichiarazioni del collega Cuccu, sono andato a rivedermi quella posizione, e io dissi che condividevo l'orientamento da dare), che oggi il mercato - che brutta parola! - chiede conoscenze tecnico-scientifiche. Ma noi abbiamo l'onere, e credo anche l'onore, di non pensare solo al mercato e quindi di tutelare anche l'indirizzo umanistico. Ci fu un'alzata di scudi! Vorrei chiedere all'onorevole Soru cosa ne pensa, ma ovviamente la domanda cade nel vuoto, come cadde nel vuoto allora. Però cadde nel vuoto perché il Presidente era un "UFO", nel senso che non lo si vedeva in aula, così come non lo si vede neanche oggi. Avrei voluto vedere se era disponibile a votare questo emendamento o a sottoscriverlo.

In conclusione, ma riprenderò la questione sull'università, il fondo unico è stato istituito dall'allora maggioranza e le disponibilità su quel capitolo sono state abbattute da quella stessa maggioranza. Prendo atto che è il caso che sull'università si apra un dibattito approfondito, per pensare seriamente ai nostri giovani e forse tagliare qualche finanziamento inutile, che i nostri rettori gestiscono in maniera molto "sportiva".

Perciò voterò contro questo emendamento, in attesa di un dibattito profondo che deve interessare prioritariamente, rispetto ad altri provvedimenti, quest'Aula, per programmare un serio indirizzo degli studi dei nostri giovani.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signor Presidente, io annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 7, però debbo richiamare alla memoria quel che accadde nella scorsa legislatura durante la discussione della scorsa finanziaria, perché le parole "e prioritariamente" furono introdotte dopo un ampio dibattito nel quale io personalmente sostenevo che non dovessero esserci differenze fra le materie umanistiche e le materie tecnico-scientifiche, e si arrivò a una soluzione di compromesso, proprio perché c'era la tendenza a favorire le materie tecnico-scientifiche.

Debbo peraltro sottolineare il fatto che, alla luce di quel che è accaduto, l'opinione che avevo manifestato allora era valida, perché l'esito della distribuzione dei fondi che erano stati stanziati con la scorsa finanziaria di fatto ha impedito a tutti gli studenti in materie umanistiche, anche quelli che hanno la media del 30, di ottenere il contributo, perché con la priorità assegnata alle competenze in materie tecnico-scientifiche si sono esauriti i fondi che erano stati stanziati.

CAPELLI (U.D.C.). Infatti avevamo previsto una ripartizione del 70 e 30 per cento, e non fu accettata.

CUCCA (P.D.). Infatti era stato previsto, poi l'Aula si era orientata in questo senso. Personalmente non condividevo questa suddivisione, non la condivido tutt'ora, credo che sia necessario rendere giustizia anche agli studenti che si iscrivono alle facoltà umanistiche seguendo le proprie inclinazioni, e quindi il mio voto è favorevole.

Debbo, peraltro, riportare alla memoria il dibattito che è già stato aperto da tempo sull'università, visto che è stato l'onorevole Capelli a richiamarlo. Io credo di aver manifestato in maniera molto chiara e aperta, anche sulla stampa, le mie idee sull'università, ritengo quindi che sia opportuno e necessario aprire il dibattito in maniera seria e approfondita, ma non credo che si possa accusare indistintamente tutti di non aver affrontato il problema dell'università in tempi non sospetti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Signor Presidente, faccio mie alcune delle osservazioni dei colleghi Capelli e Cucca, soprattutto in ordine all'esigenza di riscrivere in maniera organica il sistema di provvidenze e benefici per il diritto allo studio, che, vorrei ricordarlo, sono ancora fermi alla legge regionale numero 37 del 1987, mentre a livello nazionale l'universo di riferimento è cambiato sia con la legge quadro che con la riforma del Titolo V, che ha portato nella competenza primaria delle Regioni la materia, limitando allo Stato la sola fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni.

In verità, in ordine alla questione in discussione, gli assegni di merito vanno messi su un piano differente rispetto a quelle che sono le borse di studio ordinarie, perché tendono a soddisfare le esigenze di due categorie differenti: le borse di studio sono assegnate agli studenti capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi, quindi attengono all'articolo 34 della Costituzione, mentre con gli assegni di merito si intendeva rivolgersi a un'ulteriore fascia di utenza esclusivamente con requisiti di merito, e lì si scelse allora di dare una copertura...

Così è difficilissimo, però, riuscire a tenere il filo...

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, ha ragione. Prego i colleghi di prendere posto. Onorevole Porcu, anche lei, grazie.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Dicevo che gli assegni di merito rappresentavano un incentivo selettivo, che chiedeva come unico requisito il merito e quindi saltava i problemi di reddito cercando di indirizzare, appunto, verso le facoltà scientifiche con finalità differenti. Quindi l'assegno di merito non attiene alla possibilità delle fasce più disagiate di accedere o meno alle facoltà scientifiche o letterarie, semmai, al contrario, risultano avvantaggiati rispetto all'assegno di merito e alle borse di studio coloro i quali sono nelle fasce più disagiate, o meglio, per le borse di studio chi ha requisiti di reddito oltre che di merito risulta avvantaggiato e quindi può scegliere tutte le facoltà, mentre per quanto riguarda le facoltà scientifiche gli assegni di merito fanno esclusivo riferimento ai crediti e alla qualità dei crediti che si ottengono.

In realtà, quindi, tutto questo andrebbe ricondotto a un disegno più ampio di riforma del sistema delle provvidenze, che chiedo alla Giunta di impegnarsi a proporre nel più breve tempo possibile, in maniera tale da evitare anche che i soggetti che gestiscono queste provvidenze siano differenziati, come al tempo attuale, in cui l'Assessorato gestisce gli assegni di merito e gli enti strumentali per il diritto allo studio le borse di studio. Andrebbe tutto ricondotto a unità in modo tale da riparametrare e ricondurre a unitarietà l'intero sistema.

Per cui, il mio voto non è contrario rispetto all'esigenza di equiparazione e parità di accesso al beneficio, ma rispetto a un provvedimento che rischierebbe di porre ulteriori complicazioni al sistema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ha fatto bene chi ha ricordato che su questo tema si è discusso e, devo dire la verità, si è discusso molto anche su una politica, secondo me positiva, che è stata inaugurata nella precedente legislatura. Cioè l'attenzione che è stata data, anche con strumenti che vanno meglio testati - adesso mi dispiace che non ci sia l'onorevole Capelli -, anche con provvedimenti che vanno meglio testati, come il Master and Back e come questo assegno di merito che colpisce, diciamolo, a prescindere dal reddito, come veniva ricordato benissimo prima. Cioè noi riconosciamo alla persona, a prescindere dalla sua condizione economica, dal suo stato sociale, un contributo che lo rende autonomo nella fase di studio. Quindi la prima cosa che va detta è che è merito della precedente legislatura l'attenzione assoluta, la grande qualità che è stata messa in campo nei confronti della scuola e dell'università.

La seconda cosa che va detta è che noi abbiamo il dovere di programmare la crescita di questa nostra regione, quindi di fare scelte, anche quella di individuare priorità. Non è vero che non abbiamo il dovere di individuare priorità, lo dobbiamo fare. Non si tratta di escludere qualcuno. Badate, è stato detto: questi sono assegni che devono soccorrere chi vive in una condizione di bisogno e non può accedere all'istruzione pubblica, non ha i soldi per pagarsi i libri. Attualmente, però, questi soldi piovono anche nella tasca di chi ha molto! Allora noi dobbiamo orientare, poi si trovi il modo più utile.

Io chiederei una sospensione su questo emendamento. Ha ragione l'onorevole Capelli, occorre stabilire una percentuale, però non escludiamo un insegnamento o l'altro, lasciamoli in campo entrambi, diamo un orientamento e assumiamoci la responsabilità di costruire il futuro di questa regione. Per questo siamo qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Solo per sottolineare che il tenore, la qualità e l'intensità della discussione dimostra che la scelta fatta in Commissione di spostare tutti questi argomenti di non stretta attinenza finanziaria a un luogo e a una circostanza in cui possano essere svolti e trattati attraverso una norma organica non era una scelta campata in aria.

Il no all'emendamento non nasce dalla mancata attenzione al tema, ma dalla necessità di inserire questi argomenti, come quello sull'università diffusa, su cui forse è proprio il caso che un giorno si parli in maniera sincera, in una norma quadro. Nel merito, è chiaro che noi dovremo anche ragionare sul fatto che con il trasferimento della sostenibilità dei costi dell'università, di fatto, al sistema regionale facoltà con dodici iscritti non si reggeranno mai più, mai più! Allora se la vogliamo mettere su questo piano, cioè sul piano del mantenimento degli strumenti e dell'orientamento degli strumenti, lasciamo perdere la normativa e aumentiamo le poste di bilancio.

Nel bilancio si possono aumentare i volumi delle borse di studio, perché è paradossale che abbiamo aumentato i soldi per il cinema e li abbiamo diminuiti per le borse di studio! Io sono per fare il contrario.

Viceversa c'è un emendamento su cui richiamo l'attenzione della Giunta, ed è l'emendamento numero 70, che incide sulle cose che abbiamo già deciso nelle precedenti legislature, ma rimedia a un'ingiustizia, cioè consente la portabilità dei crediti di una persona che si iscrive, per esempio, in biologia a causa del meccanismo del numero chiuso, che è una delle cose incostituzionali di questo Paese, e poi riesce ad accedere alla facoltà a numero chiuso al secondo anno, ma pur essendo bravo perde l'assegno di merito, perde la borsa di studio.

Allora, se ragioniamo su emendamenti di questo tipo, che sono correttivi di un'ingiustizia, ma ci lasciano il tempo per ragionare sulla struttura dopo, io non ho nessuna difficoltà. Non si può, però, ragionare solo sull'emendamento numero 7, si deve parlare di politica universitaria. Questo era il senso dell'invito al ritiro. Non un no per il merito, ma per il fatto che deve essere iscritto in una disciplina sulle politiche universitarie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io mi sento di condividere l'esigenza di approfondire questo argomento anche in una sede diversa dall'Aula, se fosse possibile. Naturalmente occorre chiedere ai colleghi che hanno ben argomentato le loro motivazioni la disponibilità a farlo.

Personalmente sono tra quelli che avevano ritenuto corretta l'impostazione di stabilire una priorità, anche perché in questo caso, per la grande maggioranza di iscritti alle facoltà non scientifiche, l'assegno di merito rischiava di funzionare come un incentivo alla rovescia. Però, se non fosse possibile accedere al ritiro e rinviare la discussione della materia ad altra sede, cioè al collegato, ricordo alla Giunta che uno strumento per venire incontro alle opinioni diverse che sono state manifestate c'è, ed è quello di aumentare le risorse.

Nell'ultima graduatoria pubblicata - mi rivolgo all'Assessore - il 27 gennaio 2009, su 840 beneficiari dell'assegno di merito, 540 erano iscritti a facoltà scientifiche e 300 a facoltà non scientifiche. Il che dimostra che la norma, così come è scritta, non preclude l'accesso ai benefici agli studenti in materie non scientifiche, semplicemente evita che si tratti di un incentivo alla rovescia che, se non differenziato con una priorità, rischierebbe addirittura di sottrarre alle facoltà scientifiche allievi che, per ottenere l'assegno di merito con maggiore facilità, per la maggiore facilità d'accesso alle facoltà umanistiche, per le problematiche legate al numero chiuso, per le maggiori difficoltà a mantenere la media necessaria per avere l'assegno di merito, potrebbero essere portati a deviare da corsi importanti come quelli tecnico-scientifici.

Tutti noi siamo d'accordo che il capitale umano di una comunità è dato dalla varietà, quindi se si mantiene l'emendamento voterò contro, però chiedo sia ritirato oppure la Giunta intervenga con maggiori risorse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Se c'è una diversità di vedute così evidente tra l'onorevole Cuccu e l'onorevole Porcu, che fanno parte dello stesso Gruppo...

PORCU (P.D.). Non abbiamo Berlusconi che ci mette d'accordo!

PITTALIS (P.d.L.). Se l'onorevole Porcu ritiene che l'impostazione originaria sia quella più corretta, immaginiamoci, lo dico per noi colleghi della maggioranza, se dobbiamo fare lo stesso errore che hanno fatto i colleghi che oggi siedono all'opposizione!

Cioè, io ritengo che non si debba né prendere le cose alla leggera né fare interventi così, tanto per farli, senza avere un quadro compiuto, organico. E dunque questa non è la sedes materiae. Sono d'accordo con chi dice che il tutto deve essere visto in un quadro più razionale, organico e completo, però intervengo, assessore La Spisa, perché, mentre noi stiamo tranquillamente parlando della questione, da sei mesi, dico da sei mesi, per precise responsabilità politiche di chi l'ha preceduta, i dipendenti dell'AILUN di Nuoro non ricevono lo stipendio. Non sono stati ancora accreditati i fondi del 2008 e ancora stiamo qui a discutere dell'avverbio "prioritariamente" per le materie scientifiche.

Quindi, assessore La Spisa, io la prego di intervenire urgentemente, non domani ma stasera, perché mi pare che ci sia anche qualche problema in Ragioneria, per sopperire, questo sì, a gravi, gravissime lacune verso quel settore. Qui si parla di aumentare le risorse, ma si deve parlare di dare le risorse che già spettano di diritto, prima di incanalarsi in discussioni che davvero mi pare portino lontano rispetto all'obiettivo che io mi auguro in una discussione sull'argomento possa vedere tutti d'accordo, affinché non si creino situazioni come quelle a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, soprattutto in questi ultimi mesi, perché l'università nuorese è alla fame grazie a precise responsabilità politiche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Ho colto con estremo piacere il fatto che si sia aperto un dibattito così ampio e articolato e che si sia potuto dibattere da posizioni diverse anche in maniera contrastante, in maniera trasversale. Credo che questo significhi che l'argomento attrae attenzione, che c'è qualcosa che non va bene e anche che non c'è un arroccamento su posizioni pregiudiziali né da una parte né dall'altra, e che oggi ci troviamo a dover discutere di un argomento che, in positivo per il futuro, dovrà essere visto con quella massima attenzione che l'università in Sardegna merita.

Detto questo, vorrei ricordare a chi usa in maniera anche arrogante le statistiche, che vengono tirate in ballo da destra o da manca a seconda delle circostanze, e a chi sostiene che la politica sin qui svolta dalla precedente maggioranza ha fruttato qualcosa di positivo, che vi sono degli idonei che ancora non hanno potuto ottenere la borsa di studio perché mancano i denari. Io credo che sia una delle cose su cui bisogna riflettere. Penso che siano da implementare eventualmente quelle risorse, perché giustamente siano dati i benefici a chi ne ha bisogno, onorevole Porcu. Quindi pochi trionfalismi, perché per quel che riguarda l'università credo che qualche errore sia stato compiuto da quella parte.

Apprezzo tutto quello che sin qui si è detto per ricercare una nuova via verso un'università che non discrimini, anche attraverso le incentivazioni. E l'incentivazione migliore è che ci siano buoni docenti, che ci sia un servizio adeguato e che gli studenti possano frequentare doverosamente e proficuamente l'università, non già perché si dà loro un semplice sussidio che consente di scegliere questo o quell'indirizzo nel primo anno. Io me ne guarderei molto bene dal fare certe affermazioni. Ma poiché è giusto restare nell'alveo che si è creato, ritiro questo emendamento, confidando sul fatto che d'ora in poi si discuterà seriamente di diritto allo studio, di università e di prospettiva post-universitaria per i giovani della Sardegna.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lei ritira l'emendamento numero 7, ma rimane in piedi l'emendamento numero 23, a meno che i presentatori non lo ritirino.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Io credo che, com'è stato appena ricordato, la discussione di questi ultimi emendamenti abbia dimostrato che bisogna fermarsi. L'ha detto anche l'Assessore, bisogna fermarsi, fare il punto, valutare se quello che è stato fatto sino a oggi era un qualcosa di corretto.

Noi abbiamo visto una frammentazione degli atenei, che il mondo, non solo il ministro Gelmini, ha considerato un errore. Abbiamo visto gemmazioni di corsi del tutto autoreferenziali nelle università; autoreferenziali spesso per i docenti, ma molto più spesso per alcuni politici locali, che attraverso queste gemmazioni pensavano di aumentare i loro consensi. Abbiamo visto finanziamenti regionali concessi solo per scelte della politica e non concordati con le università, con motivazioni spesso certamente non coerenti con le capacità reali dei nostri atenei di offrire formazione e preparazione agli studenti. Abbiamo visto nascere, ripeto, corsi fantasiosi e abbiamo visto spendere risorse secondo gli umori del momento, secondo la voglia di qualcuno di apparire più o meno progressista.

Bisogna fare il punto, bisogna fermarsi, usare i soldi per mantenere vivi i nostri atenei, per mantenerli aperti, perché siamo vicini al collasso finanziario di entrambi gli atenei della Sardegna. E allora, più che spese propagandistiche da parte della politica, investimenti più o meno fantasiosi, con nomi più o meno esotici, credo che serva un reale confronto tra la politica e le due università della nostra regione; un confronto che serva, ribadisco, per tenere aperti e funzionali quelli che sono i cardini della nostra presentazione al futuro. Certamente, però, deve essere messo un punto fermo.

Ho sentito argomenti che mi hanno un po' impressionato da parte di alcuni colleghi, e non può essere certamente la politica a decidere la programmazione universitaria. La Regione, Consiglio regionale e Giunta, non è onnisciente, non è totipotente. Ci sono gli atenei, con i loro organi, i docenti, i loro organi collegiali, composti da studenti e personale docente e non docente, che sono deputati a fare la programmazione universitaria. La Regione e la politica devono servire per dare loro quel supporto che nei prossimi anni sarà sempre più piccolo da parte dello Stato e sarà sempre maggiormente richiesto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Velocemente, signor Presidente. Purtroppo stamani ero assente e non ho potuto seguire il dibattito se non da un certo punto, essendo arrivato a fine mattinata.

Io ritengo che sia necessario e indispensabile quanto hanno appena detto il collega Campus e il collega Pittalis. Perché? Prima di individuare spese prioritarie per determinati indirizzi, non solo nel campo dell'istruzione, ma in tutti i campi, credo sia necessario creare il substrato, quindi la struttura che possa reggere. Parlo, in questo caso, di struttura universitaria, struttura riferita all'insegnamento e all'apprendimento, che possa reggere l'investimento. Faccio un esempio: quando, con la scorsa finanziaria, è stato approvato il dispositivo che dava un indirizzo affinché si potessero superare prioritariamente le carenze nelle competenze in materie tecnico-scientifiche si è nuociuto, e non poco, sia al mondo universitario sia ai ragazzi che avevano intrapreso corsi di laurea in materie diverse da quelle tecnico-scientifiche, perché quella era una forzatura evidente. Su questo argomento, anche in campagna elettorale, abbiamo ricevuto molte segnalazioni affinché tutti gli studenti e tutte le facoltà avessero pari dignità. Prima di destinare i sussidi prioritariamente verso la competenza scientifica è necessario, quindi, creare i presupposti affinché in Sardegna ci sia quel substrato di cui dicevo poc'anzi, che possa orientare i corsi di studio dei nostri studenti e quindi anche determinate facoltà scientifiche in quella direzione.

L'esempio che ho fatto quando abbiamo discusso questa norma nella scorsa legislatura è un esempio da riportare, cioè lì dove è stato creato un distretto industriale è stata creata una realtà a sé stante che ha dato sviluppo e benessere alla nazione. All'interno di quel distretto sono state create le facoltà scientifiche che possono orientare, giustamente, gli studenti in quella direzione. Prima, però, si è creato il substrato, prima si è creata la condizione affinché le università potessero orientare prioritariamente gli indirizzi scolastici in quella direzione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 23.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Caria - Cucca - Cuccu - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Mula.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 49

astenuti 3

maggioranza 25

favorevoli 12

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 115.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi, perché penso sarebbe positivo che questo emendamento passasse con il voto favorevole di tutti. Si tratta di consentire al Consiglio regionale di accedere direttamente al Sistema informativo di base dell'amministrazione regionale (SIBAR) e quindi di poter accertare direttamente lo stato delle UPB e in generale lo stato della spesa e tutte le statistiche connesse.

Per adesso il Consiglio non può accedere a queste informazioni e dipende, per averle, dagli Uffici della Giunta. Questo emendamento consente - chiaramente occorrerà, poi, che la Presidenza del Consiglio ne attivi l'attuazione - finalmente al Consiglio regionale di poter accedere direttamente alle informazioni che sono indispensabili per lo svolgimento serio di questa funzione. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi accogliamo la richiesta del relatore di maggioranza. Già in Commissione ci eravamo dichiarati favorevoli all'emendamento e ne condividiamo le finalità. Il Consiglio ha bisogno di accedere ai dati, di avere informazioni, direi non soltanto quelli del SIBAR, in realtà avrebbe bisogno di un accesso molto maggiore alle banche dati.

Crediamo che questo emendamento vada nella direzione giusta, quindi chiediamo di apporre anche le nostre firme e dichiariamo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole. A titolo di precisazione, perché la discussione si è fatta, secondo me, anche in modo corretto in Commissione, quando si dice "il Consiglio regionale" si intende, ovviamente, "i consiglieri regionali", perché l'accesso deve essere il più diffuso e il più completo possibile.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 115.

PITTALIS (P.d.L.). Con questa precisazione?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Se ho ben capito, l'onorevole Uras chiede che le parole "il Consiglio regionale" siano sostituite con "i consiglieri regionali". Oppure intende scrivere: "il Consiglio regionale, i suoi organi e i singoli consiglieri regionali"? Oppure, ancora, chiedo scusa: "il Consiglio regionale e suoi componenti", anziché organi?

Allora, Presidente, se tutto il Consiglio è d'accordo, andrebbe emendato così: "il Consiglio regionale e i suoi componenti". Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale .

PRESIDENTE. E' andato in tilt il sistema elettronico. Se siete d'accordo votiamo per alzata di mano, tanto mi sembra che ci sia il consenso unanime su questo emendamento.

Metto in votazione l'emendamento numero 115. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 31, 32, 19 e 21, sui quali c'era un invito al ritiro. I presentatori intendono mantenerli? L'emendamento numero 31 è uguale al numero 21, l'emendamento numero 32 è uguale al numero 19.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Stavo giusto controllando gli emendamenti che parlano tutti della stessa materia, cioè del Patto di stabilità per gli enti locali. Accogliamo la disponibilità della Giunta, che in Commissione si era dichiarata, invece, contraria e ritiriamo gli emendamenti numero 31, 32, 19, 21 e 57, che trattano tutti lo stesso argomento che può essere ricompreso nell'emendamento numero 124, a cui vanno aggiunte, evidentemente, le firme dei presentatori degli emendamenti che stiamo ritirando.

Voglio aggiungere che accogliamo con piacere non solo la disponibilità, ma anche la decisione della Giunta a non rimandare l'argomento e a far valere una nostra prerogativa. Da questo punto di vista, come ho già dichiarato durante la discussione dell'articolo, l'Assessore può contare sul nostro sostegno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Chiedo di aggiungere all'emendamento numero 124 la firma mia e dei colleghi che hanno presentato gli emendamenti ritirati. Credo che sia positivo il fatto che non rinviamo questo emendamento, come diceva giustamente l'Assessore, al collegato alla finanziaria, ma a un prossimo disegno di legge. Come si chiamerà? Manovra bis? Così come abbiamo fatto per altri emendamenti, forse per troppi emendamenti, stiamo giocando al rinvio.

Volevo preannunciare che, sull'emendamento numero 102, che riguarda il precariato, chiederemo una sospensione della seduta per poterci confrontare con la Giunta, perché fosse stato un collegato ne avremmo conosciuto il testo, avremmo potuto dare un giudizio, ma siccome si fa rinvio a un nuovo disegno di legge, chiediamo almeno un minimo di confronto per avere le giuste garanzie su quali saranno i temi e la materia oggetto del prossimo disegno di legge.

PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, le firme da lei indicate sono state aggiunte all'emendamento numero 124.

Metto in votazione l'emendamento numero 124. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 56. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Signor Presidente, sicuramente accoglierò l'invito al ritiro di questo emendamento, anche perché mi pare che ci sia l'orientamento, in quest'Aula, a ritrattare organicamente alcune norme, in particolare alcune leggi di settore che hanno manifestato delle carenze.

Vorrei, però, sottolineare che il vincolo del 3 per cento del fondo unico per l'attività sportiva, competenza che di fatto è stata trasferita, con la legge numero 9 del 2006, alle province, riserva risorse assolutamente scarse, ogni anno, da quando questo è avvenuto, per le manifestazioni sportive, per l'impiantistica sportiva, per la gestione degli impianti e tutta una serie di manifestazioni che di fatto devono essere sostenute dagli enti locali. Ecco, io vorrei, posto che in questo emendamento è contenuta anche la tutela sanitaria per l'attività sportiva, che non è da sottovalutare, che ci fosse un impegno da parte della Giunta per trattare subito dopo questo argomento e poterlo, poi, riprendere nel collegato, perché non trascorra un altro anno senza alcuna risorsa o perlomeno con risorse non adeguate. Grazie.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 2 è ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 57 è stato ritirato. Anche sull'emendamento numero 58 c'è un invito al ritiro.

CUCCA (P.D.). E' ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 59. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico ai colleghi che il sistema elettronico è di nuovo operativo.

Passiamo all'emendamento numero 61.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Il senso di questo emendamento è quello di sollevare una questione. Nella discussione della finanziaria scorsa avevamo posto questo argomento, poi c'era stato l'impegno - mantenuto - della Giunta di presentare un disegno di legge organico di riorganizzazione del Corpo forestale. Poiché comprendo che trattare una materia di questo tipo in finanziaria richiederebbe un approfondimento maggiore, vorrei sapere se la Giunta ha intenzione di intervenire sulla riorganizzazione del Corpo forestale, diversamente sono costretto a mantenere in piedi questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Rinuncia, grazie.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intendo rispondere all'onorevole Cuccu. E' evidente che questa non è materia da finanziaria, così come altre proposte su cui, al limite, potevamo esprimere un'opinione favorevole. Cerchiamo di tenere il più possibile questa linea, per cui si affronterà questa materia successivamente.

Credo di poter dire, sicuramente a nome di tutta la Giunta, che la si affronterà o con un provvedimento specifico che riguarderà il Corpo forestale o, se necessario, nel disegno di legge integrativo della manovra finanziaria. Ritengo che la via maestra sia, però, quella di un disegno di legge ad hoc per questo importantissimo settore dell'amministrazione regionale. In quella sede si affronteranno tutti i problemi collegati alle qualifiche, al riconoscimento delle carriere, al riconoscimento anche delle condizioni particolari in cui viene svolta questa funzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che sia opportuno, in questa fase, dare credito agli impegni della Giunta. La Giunta è agli inizi e avremo modo di tornare su questo argomento.

Prendo atto dell'impegno della Giunta di presentare un disegno di legge organico o di trattare comunque la materia, per cui ritiro l'emendamento numero 61.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 62. Chi è favorevole?

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 62, Assessore, riguarda la continuità territoriale con l'isola dell'Asinara. Ci siamo lasciati, in Commissione, con un impegno a verificare. Non credo, comunque, che possa essere richiamata in nessun modo una improcedibilità del diritto alla continuità con l'Asinara dopo i problemi che abbiamo sollevato anche in ordine al fabbisogno finanziario. Si era detto che era stata fatta una gara; la gara è stata sospesa dall'attuale Giunta e sembrerebbe che le ragioni siano dovute alla carenza di finanziamenti. La Giunta ha presentato degli emendamenti integrativi, anche spostando ingenti risorse dai capitoli del trasporto pubblico a quelli degli investimenti nel campo dei trasporti.

Noi vorremmo sapere, anche perché dovremo dare conto alle popolazioni del nord Sardegna che su questo punto hanno sollevato grossi problemi, come la Giunta intende procedere. Sarà garantita, sarà proseguita la gara, ci sono i fondi, non ci sono? Per noi è essenziale che si spenda una parola di chiarezza su questa questione, anche perché saremo obbligatoriamente conseguenti quando si parlerà, ovviamente, di progetti di sviluppo, turistici e d'altro genere, così come abbiamo sentito anche nei giorni scorsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore dellaprogrammazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Un attimo solo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, vorrei collegarmi al discorso appena ultimato dal collega Gian Valerio Sanna, per richiamare l'attenzione della Giunta su un fatto importantissimo. Quando si parla di continuità territoriale con l'Asinara, si parla solo ed esclusivamente di Porto Torres, tralasciando il fatto obiettivo che la maggior parte dei passeggeri e il 90 per cento dei servizi, tutto compreso intendo, quindi dai rifiuti a quanto serve per l'Asinara, passano per l'abitato di Stintino, per essere chiari. Quindi è indispensabile che, nel momento in cui la Giunta regionale verifica e manda avanti le iniziative per l'espletamento della gara d'appalto per il collegamento tra l'Asinara e l'isola madre, che è la Sardegna, si tenga in massima considerazione quanto ho appena detto.

Se si fa una verifica, si scopre che il 90 per cento del traffico passa per Stintino, che attualmente non ha un porto agibile atto a sopperire a quel traffico. Tanto più che su Stintino, come ho detto poc'anzi, viene a cadere tutto l'onere inerente ai rifiuti solidi urbani e a quanto compete ai servizi da e per l'Asinara. Si parla di Stintino come di un'isola felice del turismo, però mi sembra, almeno da quanto posso constatare, che invece sia figlia di un dio minore, benché sia uno dei posti più belli e rinomati del Mediterraneo.

Quindi prego la Giunta - ho colto l'occasione di questo emendamento per intervenire in merito - di tenere nel debito conto quanto ho appena segnalato e, riguardo a ciò che ha detto il collega Sanna, aspetto di sentire ciò che la Giunta avrà da dire in merito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie. Le notizie che posso dare sono queste: nel capitolo, complessivamente, lo stanziamento passa quest'anno da 5 milioni 500 mila euro a 6 milioni 600 mila. C'è quindi un incremento di stanziamento. Per quanto riguarda questo specifico problema dell'Asinara, la disponibilità di fondi specificamente destinati a questo scopo è sicuramente di 300 mila euro, che possono garantire il servizio della continuità territoriale per le merci, che si ritiene essere l'aspetto più preoccupante, e quindi più urgente da affrontare. Per il trasporto passeggeri, la prima sperimentazione che è stata fatta - risulta agli uffici e mi viene riferito in questo momento - non è stata utile, perché c'è stato sostanzialmente un dispendio di risorse sproporzionato rispetto all'effettivo utilizzo da parte dei passeggeri. Quindi questa prima sperimentazione può essere proseguita sicuramente, con l'espletamento della gara per la continuità territoriale per le merci, con la somma di 300 mila euro, al resto si può far fronte, prevedendo una riduzione delle corse, con le somme che ci sono già.

I dati che noi abbiamo ci dicono, al momento, che queste risorse sono sufficienti. Ovviamente, considerando l'obiettiva e comprensibile necessità o interesse ad approfondire la questione, mi riservo di fare successivamente un ulteriore approfondimento per verificare, con l'Assessorato competente, se le notizie che vi ho potuto dare adesso, in maniera sicuramente molto sintetica, corrispondano alla natura del problema e alla possibilità effettiva di dare una risposta. Al momento, credo ci dobbiamo attestare su questi dati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'assessore La Spisa ha perfettamente ragione quando fa riferimento alla tratta Porto Torres-Stintino per le merci e non per i passeggeri. Il problema è che il costo passeggeri consiste in una cifra elevata, quindi i visitatori dell'Asinara seguono naturalmente la tratta più breve e più economica, e cioè Stintino-Asinara. Su questo, secondo me, va fatta una valutazione. E' un problema da porre all'attenzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Onorevole Sanna, lei è già intervenuto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ho posto una questione, mi è stata data una risposta, adesso vorrei dichiarare il voto.

PRESIDENTE. E no! Prima eravamo in dichiarazione di voto, onorevole Sanna, è una procedura irrituale, non è possibile.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, è irrituale quando si ritiene, quando non si ritiene, a seconda delle persone, lei la ritiene rituale. L'ha fatto anche poco fa, nei confronti di altri colleghi.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, scusi, eravamo in dichiarazione di voto, lei ha chiesto una precisazione e la Giunta l'ha data. O lei ritira l'emendamento o altrimenti non può reintervenire per dichiarazione di voto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, l'emendamento non lo ritiro.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

Ha domandato di parlare il consigliere Mulas. Ne ha facoltà.

MULAS (Misto). Apprezzo il fatto che l'emendamento non sia stato ritirato, perché effettivamente, per quanto attiene all'Asinara e al discorso della continuità è normale che vi siano difficoltà a realizzare una qualche economia da quel tipo di tratta, perché è evidente che il tratto di mare da percorrere è più distante. Salvaguardare le merci e non salvaguardare la tratta per quanto concerne i passeggeri significa annullare la tratta stessa, perché l'Asinara, vorrei ricordarlo, oltre a essere un'isola, è un parco, e comunque è la metà esatta del territorio di Porto Torres. Togliendo queste risorse e non garantendo la fruibilità di quella tratta marittima ai cittadini, principalmente, e ai turisti che vogliono visitare l'isola, di fatto creiamo un danno e non garantiamo una continuità territoriale compiuta.

Dunque, a mio avviso, l'emendamento è da votare favorevolmente, se non vi è un impegno preciso da parte della Giunta di incrementare il relativo fondo, non foss'altro perché non tutto deve fare economia. In questo caso deve essere garantita la continuità territoriale a una cittadinanza che ha diritto di avere libero accesso, a prezzi modici, a una porzione importante del proprio territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bardanzellu. Ne ha facoltà.

BARDANZELLU (P.d.L.). Signor Presidente, visti gli interventi, credo che ci sia lo spunto per poter affrontare una discussione molto più ampia per quanto riguarda il trasporto pubblico da e per le isole minori. Il che vuol dire pensare anche alla continuità territoriale da e per La Maddalena, non solo per le merci, ma anche e soprattutto per i passeggeri, sicuramente a costo sociale; costo sociale che garantisce la fruibilità del territorio e consente di rendere queste isole minori sicuramente più produttive.

Noi dobbiamo garantire agli abitanti di queste isole la possibilità di viaggiare, così come facciamo noi, da un comune all'altro con la propria macchina o con mezzi pubblici, e quindi i relativi oneri di servizio devono essere sostenuti direttamente dalla Regione.

Di questo ce ne dovremo far carico, a mio avviso, e su questo dovremo affrontare a breve, Assessore, io ritengo, una discussione molto più ampia nella Commissione competente. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 62. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 111.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). E' ritirato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 63, su cui il relatore si è rimesso all'Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Ci siamo rimessi all'Aula, però propongo un emendamento orale per ridurre lo stanziamento da 640 a 430 mila euro. Se i colleghi presentatori accettano questa correzione, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, c'è la disponibilità all'accoglimento dell'emendamento con una rimodulazione della disponibilità finanziaria.

BRUNO (P.D.). Accolgo la correzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo perché vorrei cortesemente chiedere ai presentatori cosa intendano per "operazioni di chiusura e di rendicontazione", non perché non conosca i termini, ma perché mi sembra che si stiano destinando risorse pubbliche così, in maniera non so se volutamente generica, e ho necessità, prima di votare questo emendamento, di…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, siamo in sede di dichiarazioni di voto. Questi problemi vanno affrontati in sede di discussione sull'articolo e sugli emendamenti. Poiché siamo in fase di votazione, deve dichiarare il suo voto.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, chiarisco meglio il senso del mio intervento. Così com'è formulato io non voterò l'emendamento, perché non so esattamente dove debbano andare le risorse. Non so se servano a pagare amministratori dei GAL, a pagare consulenti esterni o a ripianare passività create non so per quale scopo.

Quindi, se non mi si dà una spiegazione e non mi si convince del contrario, siccome non ho certezze, ma molti dubbi, in questa situazione il mio sarà un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Onorevole Pittalis, questo emendamento non sarebbe stato necessario se si fosse provveduto a pubblicare un bando e si fosse quindi dato seguito ai Gruppi di azione locale, così come doveva essere, nei tempi che erano stati previsti.

I GAL si trovano adesso nella condizione di non poter pagare il personale perché sono privi di fondi. L'emendamento è tale e quale a quello che è stato approvato nella precedente finanziaria, quindi serve solo a tenere in piedi la struttura, cioè il personale che attualmente opera presso i GAL, e a consentire di portare a termine la rendicontazione e alcune azioni che non si sono ancora completate. Quindi questa cifra copre il solo costo del personale.

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto, onorevole Sabatini.

SABATINI (P.D.). Naturalmente è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Faccio una precisazione, perché è pienamente giustificabile che il Consiglio voglia conoscere esattamente, per quanto possibile, tutti i dettagli della questione.

Dall'approfondimento che mi ero impegnato a fare in Commissione, risulta esattamente questo, e cioè che l'amministrazione regionale, così come per altri procedimenti che riguardano l'utilizzo delle risorse comunitarie, si avvale della collaborazione esterna attraverso contratti di collaborazione, contratti normalmente atipici. Così come in un'altra parte della finanziaria abbiamo previsto la prosecuzione di questi contratti di lavoro per permettere il completamento e, soprattutto, la rendicontazione di queste risorse, per non perderle e non andare incontro a quello che nessuno di noi vuole - disimpegno automatico, perdita delle risorse e così via -, responsabilmente la Giunta ha ritenuto, in questa finanziaria, tra le norme urgenti per il personale, che non possono essere rinviate a un altro provvedimento, di inserire proprio la norma sulla prosecuzione di questi contratti di lavoro.

In questo caso, per quanto riguarda i GAL, ci si è resi conto, a seguito anche della presentazione di questo emendamento e grazie ad alcune sollecitazioni, che non c'erano le risorse per continuare il rapporto di lavoro, ed è per questo che si è ritenuto, correggendo la previsione iniziale di questo emendamento, e indicando la cifra che gli Uffici hanno accertato, di inserire questo stanziamento e di accogliere l'emendamento. Questo è il motivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L). Rinuncio. Le spiegazioni della Giunta sono state più che sufficienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non vorrei essere frainteso, però è giusto che ognuno eserciti il suo ruolo in quest'Aula. Io sono favorevole all'emendamento, per tutte le operazioni di rendicontazione che sono dovute alla chiusura dei programmi Leader, però sarebbe stata opportuna la presenza dell'Assessore dell'agricoltura.

I GAL attualmente, per usare i termini più corretti possibili, non sono operativi; c'è una sorta di blocco, un momento di stasi, che sarebbe opportuno superare velocemente. Dico sarebbe opportuno, perché diversamente noi dovremmo rendicontare delle azioni precedenti e niente di quello che è in itinere da qui al 31 dicembre, cioè rischiamo di aggiungere delle cifre su una mission che non si completa, e di questo al momento abbiamo piena responsabilità.

Per cui colgo l'occasione per mettermi al servizio della Giunta e suggerire un'immediata ripresa dell'operatività dei GAL, per non tornare qui a discuterne, magari fra qualche mese, come è successo in passato. Ricordo per tutti che questo era uno degli argomenti che noi inserimmo nella richiesta di sfiducia sull'azione del precedente Assessore dell'agricoltura, Foddis. Riteniamo che si possa operare meglio e celermente anche per non disperdere fondi che stiamo ulteriormente inserendo nel capitolo relativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo solo per esplicitare le ragioni per cui già in Commissione su questo emendamento si era aperta una discussione.

L'obiettivo minimo della manovra finanziaria è non mettere in discussione nessun rapporto di lavoro, neanche di tipo precario. Attualmente non c'è un corridoio di transizione tra chi ha collaborato nelle forme irrituali, che ormai le amministrazioni pubbliche producono quando creano domanda di lavoro, quindi tra chi ha collaborato o ha lavorato nei vecchi GAL e chi ha lavorato nei nuovi GAL. Sui nuovi GAL è aperta un'interlocuzione anche all'interno di importanti forze politiche che la vedono in maniera differente. Il tentativo è quello di creare una minima dotazione finanziaria che consenta il mantenimento di quel minimo di attività che è connessa a vecchi GAL in attesa della possibilità, non della certezza, di una transizione nei nuovi. Poi, se per maggiore tranquillità si vuole esplicitare "per i costi del personale impegnato nelle procedure", credo che non sia un problema esplicitarlo, forse è anche opportuno farlo.

Rispetto all'accelerazione che si vuol dare nella costituzione dei nuovi GAL è chiaro che c'è una discussione in corso, perché attiene a una parte sensibile del Programma di sviluppo rurale (PSR), quindi non a una materia di poca rilevanza. Non so se la Giunta possa condividere, se serve per fugare ogni dubbio, che si inserisca "per i costi del personale impegnato nelle procedure per il completamento delle operazioni di chiusura e di rendicontazione".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Molto rapidamente. Mi era più chiaro prima della discussione che queste risorse servono solo ed esclusivamente per chiudere quelle operazioni, che per i GAL c'è un bando in corso (sarà probabilmente prorogato, ma il bando c'è), che non ci deve essere nessuna inversione di rotta e quindi non ci può essere nessuna transizione di personale da un GAL all'altro. Se così è, e questa mi pare la lettera dell'emendamento, il mio voto è naturalmente favorevole.

Se dietro questo emendamento si celano, invece, tentativi di spendere in continuità le risorse dei GAL o di ipotecare il nuovo bando, allora chiaramente il mio voto non potrà essere favorevole. Quindi mi attengo alla lettera dell'emendamento: chiusura di un'esperienza che certamente non è stata positiva per l'agricoltura della Sardegna e apertura di un nuovo capitolo in assoluta discontinuità con il passato.

PRESIDENTE. L'intervento dell'onorevole Cuccureddu chiarisce che non può essere ammesso nessun emendamento orale, visto che non c'è l'unanimità dell'Aula.

(Interruzione)

No, si riferiva alla proposta dell'onorevole Maninchedda di modificare ed esplicitare meglio il testo dell'emendamento. Non penso che l'onorevole Cuccureddu si riferisse anche alla modifica dell'importo.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Posso illustrare l'emendamento orale? Perché secondo me è stato frainteso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. La proposta sarebbe: "è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 430 mila" - mi diceva la Giunta, prima, che è preferibile dirlo in questi termini - "per i costi di esercizio e del personale impegnato nelle procedure per il completamento delle operazioni di chiusura", eccetera, eccetera. Questo non comporta nessun automatismo tra vecchi e nuovi GAL. Nessuno! Se siamo tutti d'accordo…

Ripeto, perché così gli Uffici possano prenderne nota?

PRESIDENTE. Gli Uffici ne hanno già preso nota. Bisogna vedere se c'è l'unanimità dell'Aula ad accogliere questo emendamento orale.

Se tutti sono d'accordo, metto in votazione l'emendamento numero 63 nella nuova formulazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, credo che sia fondamentale ciò che ha testé illustrato il collega Maninchedda. Vorrei anch'io che rimanesse agli atti ciò che stiamo dicendo, perché non sono estremamente convinto di votare questo emendamento. Lo faccio perché c'è il parere dell'Assessore e quindi debbo doverosamente prendere per buono ciò che gli Uffici hanno trasmesso all'assessore La Spisa.

Certo è che, in un momento come questo, in cui milioni di euro debbono essere investiti e spesi in Sardegna, la concessione di ulteriori risorse a otto GAL, che di fatto hanno cessato ogni e qualsiasi attività, per le modalità e le necessità che essi non sono riusciti a superare, desta tanta preoccupazione. E la preoccupazione nasce anche dal fatto che sono stati chiesti 800 mila euro e che oggi siamo qui venuti a conoscenza che sono sufficienti 430 mila euro.

Questo è un invito che faccio anche ai colleghi della minoranza. Mi verrebbe da dire che dobbiamo essere seri. Io sono sicuro che di serietà in quest'Aula ce n'è tantissima, però vorrei veramente che risultasse dagli atti parlamentari che queste risorse vanno spese in un'unica direzione e in nessun'altra, né di preparazione, né di predisposizione di successivi studi per i nuovi GAL.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'assessore La Spisa vorrei pregare i colleghi di silenziare i telefonini.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Un'ulteriore precisazione per la giusta richiesta dell'onorevole Diana. La precisazione è questa: è vero che una fase si è esaurita, però c'è stata una proroga di sei mesi, per cui la scadenza è per giugno. C'è ancora una fase di completamento e di prosecuzione, dopodiché la questione verrà chiusa e affidata, invece, ai programmi successivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo per una precisazione sulla presentazione degli emendamenti, anche perché, da quello che mi risulta, queste risorse sono necessarie per far arrivare fino a dicembre il personale che a tutt'oggi lavora nei GAL. Quindi chiedo che ci sia chiarezza anche nella presentazione degli emendamenti, perché, da quanto mi risulta, la chiusura delle rendicontazioni è più o meno ultimata. Mi pare che questi 640 mila euro servano per tenere il personale fino a dicembre. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Stochino, esprima il suo voto, perché non poteva fare un intervento per chiedere una precisazione, ma per dichiarare il suo voto sull'emendamento.

STOCHINO (P.d.L.). In questi termini, se serve per tenere il personale fino a dicembre, come diceva prima l'onorevole Maninchedda, cioè non mandare nessuno a casa, dichiaro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 63, nella nuova formulazione proposta oralmente dall'onorevole Maninchedda e con la modifica della disponibilità finanziaria. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 66.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 66.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Dessì - Sanjust.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Murgioni.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 38

votanti 36

astenuti 2

maggioranza 19

favorevoli 2

contrari 33

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti. I lavori riprenderanno alle ore 19 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 47, viene ripresa alle ore 19 e 36.)

PRESIDENTE. Eravamo in fase di votazione dell'emendamento numero 66. La richiesta di votazione nominale non è confermata.

Metto in votazione l'emendamento numero 66. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 33.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signor Presidente, l'emendamento numero 33 tende a dare attuazione e risposta a un percorso che è stato iniziato con la scorsa finanziaria, che era quello della stabilizzazione all'interno dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna e che aveva visto in una prima fase la stabilizzazione di una parte del comparto, ovvero periti chimici, agenti tecnici, tecnici di laboratorio e così via.

Si è verificata, chiaramente, un'anomalia rispetto a un istituto, tengo a precisare, che negli anni ha sicuramente aumentato, anzi raddoppiato il proprio bilancio per le tematiche sanitarie che esso segue. Anche le ultime vicende che riguardano il Messico lo hanno visto impegnato in analisi e verifiche. In questo senso si è verificato, però, che all'interno dell'istituto ormai da anni mancano figure dirigenziali, ovvero c'è una classe dirigenziale molto anziana che nel giro di otto anni porterà quasi tutti al pensionamento. Ci sono condizioni di bilancio difficoltose, per cui l'emendamento tende a stanziare risorse per valorizzare una nostra struttura, valorizzarla rispetto a quello che è il suo ruolo di ricerca, di analisi delle tematiche e dei problemi di sanità animale e vegetale, e in questo senso si chiede di reperire queste risorse all'interno del relativo capitolo.

Chiaramente è un punto fondamentale, importante. Ribadisco che si tratta di un istituto che negli ultimi otto anni ha raddoppiato il proprio bilancio, tendenzialmente con risorse che sono trasferite direttamente dallo Stato e dal Ministero della salute, di conseguenza l'impegno economico che la Regione sarda sostiene rispetto a questo istituto è esclusivamente di un milione di euro all'anno a fronte di una serie di servizi e anche di un livello occupazionale di grandissima rilevanza.

Ecco, io chiedo alla Giunta e ai colleghi della maggioranza di valutare attentamente questo emendamento. Dichiaro il mio voto favorevole, chiaramente.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 42. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 43. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

(Interruzione del consigliere Porcu)

PRESIDENTE. Ho controllato, ma la prenotazione arriva in ritardo. Interverrà sul prossimo emendamento, onorevole Porcu.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Assessore, io intendevo votare a favore, ho perso un'occasione.

Vorrei che motivasse lo stanziamento di un milione di euro, perché ho visto che nel capitolo per questo programma ci sono dei piccoli residui. Vorrei capire se questo stanziamento è tale da consentire di mettere in piedi un programma comparabile a quello degli anni precedenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Abbiamo destinato questa somma perché abbiamo verificato che ci sono molti residui. Per cui, valutiamo positivamente l'intervento e il programma, però per questa annualità riteniamo che sia sufficiente questa somma. Preciso anche che la copertura è a valere sul fondo nuovi oneri legislativi, parte corrente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 65.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Questo emendamento tratta il tema degli oneri che derivano per gli enti locali da sentenze della magistratura per espropri di aree effettuati per causa di pubblica utilità. E' un tema che ricorre in quest'Aula; la maggioranza attuale quando era minoranza lo presentò e ci pose il problema e io credo che sia un problema che in qualche modo merita attenzione. Ne abbiamo discusso anche in Commissione, sono situazioni eccezionali che tra l'altro arrivano nei bilanci delle amministrazioni come imprevisti, perché le sentenze divengono esecutive molti anni dopo l'inizio dei contenziosi e i conseguenti oneri non sono quindi in alcun modo preventivati.

La Giunta regionale magari sta chiamando in questo momento per verificare il problema. Aspetto la fine della telefonata, perché sono fiducioso che arrivi un parere favorevole. E quindi rinnovo l'invito all'assessore La Spisa ad affrontare un problema che esiste e tra l'altro ha le caratteristiche dell'imprevisto per i bilanci comunali, anche se con gli emendamenti sul Patto di stabilità in qualche modo siamo venuti incontro alle maggiori possibilità di spesa. Rimane il fatto che si tratta di casi importanti che vengono a maturazione dopo molti anni. Quindi chiederei perlomeno una risposta e il parere della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Anche in Commissione è stato detto, da parte della Giunta ma anche di altri colleghi della maggioranza, che si tratta di un problema sicuramente grave, che in qualche modo dovremo cercare di affrontare, ma debbo anche sottolineare, e l'abbiamo detto, che nella mole dei debiti che la Regione Sardegna sta pagando, debiti contro cui tante volte ci scagliamo tutti, è compresa la somma di 100 milioni di euro per un mutuo contratto con la finanziaria del 2000 proprio per far fronte agli oneri altissimi che gravavano sui comuni per questo problema dei contenziosi successivi agli espropri di aree per causa di pubblica utilità.

Si tratta di un problema complesso che richiede interventi finanziari molto forti, ma non è certamente questa finanziaria la sede utile e opportuna per affrontarlo. Occorrerà intanto una ricognizione su quanti e quali sono gli oneri, quanto gravano, su quali comuni e per quali cause per fare una quantificazione un po' più precisa. Direi che anche i proponenti di questo emendamento hanno indicato una cifra del tutto orientativa. Credo sia utile che da parte del Consiglio regionale questo problema venga affrontato d'intesa con le associazioni degli enti locali in maniera molto più seria e approfondita di quanto si possa fare in una finanziaria di emergenza come questa. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Questo è un argomento che ritorna annualmente in Consiglio regionale. Voglio aggiungere, alle ovvie e opportune considerazioni che ha fatto l'Assessore, un altro problema: individuare esattamente da dove nascono queste passività per le amministrazioni comunali. Ricordo che molti di questi espropri sono dovuti a problemi di edilizia residenziale. Io posso confermare che esistono città dove sono sorti dei quartieri a fronte di espropri su aree agricole, diventati poi oggetto di contenziosi, e che i proprietari non hanno ancora oggi l'atto definitivo di proprietà del terreno e per averlo dovrebbero necessariamente, perché così era stabilito nel contratto in origine, versare nelle casse dell'amministrazione comunale di riferimento, delle cifre piuttosto importanti, importanti non singolarmente, ma numericamente. Ecco, è possibile fare una ricognizione di questo genere? E' possibile invitare le amministrazioni locali a far pervenire alla Regione Sardegna le motivazioni precise che portano a questo? Ci sono città che probabilmente, se facessero pagare gli oneri ancora dovuti, e quindi avessero la possibilità di cedere definitivamente l'area nella quale sono state edificate, per esempio, delle abitazioni, potrebbero ridurre le loro passività. Vi assicuro che ci sono città che avranno migliaia di problemi di questo genere.

Allora è necessario capire per quale motivo in quel momento le amministrazioni hanno ritenuto di espropriare senza cercare un accordo con i proprietari. Ma ancora di più occorre capire, e secondo me la Corte dei conti su questo potrebbe anche un domani chiedere veramente i conti, per quale motivo le amministrazioni non chiedono ai proprietari di queste costruzioni il pagamento di quanto dovuto per fare l'atto definitivo di proprietà dell'area.

Ecco, se non si stabilisce questo, allora è abbastanza difficile affrontare la situazione. Nel 2000 erano stati stanziati 100 milioni di euro, probabilmente questi 20 milioni non risolvono il problema e fra quattro o cinque anni ci troveremo a dover stanziare altri 100 milioni di euro per poter risolvere forse, mai definitivamente, questo problema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). In parte è come ha detto ora il collega Diana, che ha chiarito la storia della proprietà dell'area, però bisogna chiarire contestualmente, a mio avviso, tutta la situazione, altrimenti questo sarà un problema irrisolvibile.

Io credo che chiunque abbia fatto l'amministratore locale si sia trovato di fronte a questi problemi: espropri fatti con carattere d'urgenza, a volte motivata altre volte no, tanto qualcuno domani pagherà, e quasi sempre pagano le amministrazioni che seguono quelle che hanno praticato l'esproprio. Quindi credo che questa questione debba essere in qualche modo ricondotta a un fatto logico, e cioè insieme al costo dell'opera, penso per esempio agli espropri per la realizzazione di scuole, deve essere individuato il costo dell'area. E così per qualsiasi altro intervento da farsi su aree che devono essere espropriate, ospedali e quant'altro, la gamma degli interventi è immensa. Abbiamo sentito, nella riunione fatta a Oristano, una voce che gridava aiuto perché il comune si trova in una situazione di disagio, ma è un problema che attraversano tutte le amministrazioni locali che, poi, si trovano a dover far fronte alla loro programmazione spesso con indebitamenti fuori bilancio che le paralizzano.

Io credo che questo sia un problema serio, che però in parte può essere risolto, intanto facendo pagare l'area quando si tratta di residenze e quando si tratta di opere pubbliche quantificando l'importo complessivo, almeno laddove è possibile, compreso l'esproprio dell'area che deve essere pagato, perché ci sono proprietari che a distanza di decenni non hanno ancora percepito il corrispettivo di quanto gli è stato espropriato con carattere d'urgenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, l'approccio che ha manifestato l'Assessore mi convince, in un certo senso, perché questo tema riguarda principalmente pratiche molto vecchie, di cui si stanno facendo carico gli amministratori attuali. Oggi non è più possibile creare per il futuro condizioni di questo tipo, perché la legge non consente che vengano realizzate opere pubbliche se non c'è la copertura finanziaria per l'esproprio. Quindi il problema di venire incontro agli amministratori locali per chiudere partite vecchie, relative a periodi in cui era possibile realizzare opere senza fare gli espropri, dovremo comunque affrontarlo. Se l'Assessore dice: "Facciamocene carico nei prossimi mesi, affrontiamo seriamente il problema, facciamo il punto della situazione e vediamo di risolverlo", io sono d'accordo. Non sarei d'accordo per lasciare il tutto sulla testa degli amministratori attuali che, in alcuni casi, con sentenze che arrivano a pronunciamento definitivo, si troverebbero assolutamente nella impossibilità di continuare ad amministrare.

E' un problema di cui ci dobbiamo far carico, però sono convinto che non sia un problema che sta maturando adesso, perché adesso, a meno che qualcuno non agisca illegalmente, è impossibile che questo problema possa essere incrementato.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, può intervenire solo per ritirare l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi volevamo porre un problema. Mi sembra che nelle parole dell'Assessore, ma anche dell'onorevole Diana, la consapevolezza di questo problema ci sia. Mi sembra che ci sia anche la disponibilità a un approfondimento, a uno studio. Valuteremo, quindi, se nei prossimi provvedimenti, nel collegato o nella prossima finanziaria, con la quale magari avremo qualche risposta sul Patto di stabilità, ci saranno le condizioni per affrontare questo problema. Vista questa disponibilità ritiriamo volentieri l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 66 è ritirato, passiamo all'emendamento numero 67.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.),relatore di maggioranza. L'emendamento pone una questione vera, che comporta un costo per i comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione, perché li obbliga a classificare il segretario comunale seecondo una classificazione che, in ragione delle dimensioni dei nuovi capoluoghi di provincia, è particolarmente onerosa. Allora, per logica, una materia del genere va spostata al collegato, per le ragioni che sappiamo, perché stiamo escludendo tutte le materie non di stretta attinenza finanziaria, però è anche vero, lo sottopongo all'attenzione della Giunta, che qualora i capoluoghi di provincia provvedano a sostituire il segretario lo devono fare secondo una disciplina per loro particolarmente onerosa. Invece, la disciplina proposta è legittima, ma sostanzialmente produce meno oneri.

Allora, io non sono convintissimo del dettato, nel senso che probabilmente andrebbe rivisto. Se vogliamo possiamo sospenderlo un attimo, per vedere se sia una cosa che può aver senso, e andare avanti con gli altri emendamenti, se no si proceda diversamente. Oggettivamente l'emendamento produce un vantaggio di minori spese per questi centri.

PRESIDENTE. C'è una proposta di sospensione.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io distinguerei, anche in questo caso, tra questioni di emergenza e questioni che invece possiamo esaminare con molta più attenzione e calma.

Credo che questo emendamento, ragionevolmente, possa essere visto meglio nel collegato o nel disegno di legge integrativo. Da un certo punto di vista posso anche rimettermi all'Aula, se si ritiene la questione estremamente urgente, questo lo valuti il Consiglio. Io ritengo che sia più prudente e più coerente l'impostazione che abbiamo dato noi, cioè la scelta di non riempire la legge finanziaria di tante disposizioni che possono essere, invece, affrontate successivamente e meglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo anche per rafforzare quanto detto adesso dall'assessore La Spisa, anche perché la situazione è un po' complicata, come diceva l'onorevole Maninchedda.

Io credo che ci siano delle necessità e la prima fra tutte è quella di regionalizzare l'Agenzia dei segretari comunali, anche perché abbiamo delle difficoltà nei comuni cosiddetti di classe 1/B, quindi ci ritroviamo ad avere delle carenze di organico nei comuni invece di classe A.

Quindi chiedo all'assessore La Spisa se ci può essere la disponibilità, da parte della Giunta, a presentare un disegno di legge per la regionalizzazione dell'Agenzia dei segretari comunali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Assessore, io sarei anche disponibile a ritirare l'emendamento, ma ci sono delle situazioni davvero di urgenza, situazioni di difficoltà per cui questi piccoli comuni che sono diventati capoluoghi non solo devono farsi carico di un onere maggiore per l'assunzione dei segretari, ma hanno difficoltà a trovare segretari di fascia A. Quindi c'è un'urgenza che è dettata appunto dall'esigenza di coprire questi posti che sono necessari per la gestione di questi comuni.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato, quindi?

SABATINI (P.D.). No.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non avendo avuto modo di consultarmi con il mio Gruppo, devo necessariamente esprimere un parere contrario a titolo personale, ma per una motivazione: sono contrario a qualsiasi cosa contribuisca alla costruzione, al radicamento, alla formazione di organigrammi o regolamenti per le nuove province, in quanto sono totalmente contrario alle nuove province e auspico che questo Consiglio e questa maggioranza abbiano la volontà, il coraggio, la voglia di abrogarle.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Molto rapidamente, Presidente. Questo emendamento, sul quale non credo che ci siano problemi da parte della Giunta, perché non prevede incrementi di spesa e tutti gli oneri sono a carico degli enti locali, va proprio nel senso che diceva l'onorevole Capelli, cioè evitare che capoluoghi di provincia di 5.000 abitanti, come Lanusei, siano costretti, per via di una norma nazionale, a radicare la struttura organica con un segretario che ha gli stessi requisiti di quello del comune di Roma o di Milano. Quindi lasciamo che Lanusei abbia un segretario di fascia corrispondente alla classe demografica del comune.

Mi sembra un emendamento di buon senso, anche perché i segretari non si trovano, c'è il rischio che le amministrazioni si paralizzino, se vogliamo accelerarne la funzionalità credo che sia opportuno lasciare le cose come stanno, in attesa di una rivisitazione organica dell'ordinamento degli enti locali. Se non c'è il parere contrario della Giunta, l'emendamento mi sembra assolutamente di buon senso e quindi il mio voto sarebbe favorevole qualora lo si dovesse votare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Dico subito che il mio voto sarà favorevole non foss'altro perché sono il secondo firmatario, quindi per coerenza mantengo la posizione che avevo quando ho firmato l'emendamento, che è coerente con l'impostazione che ci siamo dati nella nostra architettura istituzionale. Poi l'onorevole Capelli potrà essere contrario alle nuove province, io spero che sia una sua opinione personale non suffragata da tutto il centrodestra. Avrei piacere di sentire quali sono le opinioni dei suoi colleghi di centrodestra.

Io penso che l'autodeterminazione del territorio sia ormai una cosa acquisita dalla nostra autonomia, che sia acquisita nella nostra architettura istituzionale e se abbiamo deciso autonomamente di dotarci di otto province dobbiamo essere conseguenti. Abbiamo deciso di dotarci anche di capoluoghi che abbiano questa dimensione demografica e penso che coerenza e conseguenza vogliano che decidiamo autonomamente che questi capoluoghi di provincia non siano gravati da oneri dovuti alla nuova dimensione amministrativa. Ritengo che, oltre al buon senso, come richiamava il collega Cuccureddu, qui ci sia anche coerenza con tutta la procedura legislativa che è stata seguita nel corso degli anni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, anch'io parlo a titolo personale, quindi la mia posizione non può essere espressione del Gruppo a cui appartengo, però credo di dover invitare l'onorevole Capelli, proprio perché è così convintamente contrario alle nuove province, come lo sono io, riconoscendo solo...

CUCCU (P.D.). Aboliamole tutte, anche quella di Sassari!

CAPELLI (U.D.C.). Non possiamo farlo perché sono nazionali.

CAMPUS (P.d.L.). Se sei così cortese ed educato da lasciarmi parlare mi spiego. Io sono contrario alle nuove province, e lo giustifico solo con una motivazione che è di natura elettorale, non in termini negativi, ma in termini positivi. Cioè, effettivamente, io avrei fatto una rilettura dei collegi e delle circoscrizioni provinciali in termini elettorali, perché, sì, molti territori della Sardegna erano penalizzati, però queste province, così come sono nate, con questo emendamento siete voi che le state umiliando, in quanto se devono essere pari alle province storiche allora è giusto che abbiano un personale qualificato esattamente come quello di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano. Voi dite: "Siccome siamo province di serie B" - perché questo state dicendo - "dateci dei segretari di serie B".

E allora, proprio perché sono assolutamente convinto che sia necessaria una rilettura dell'ordinamento delle autonomie locali di questa regione, credo che consentire ai capoluoghi delle nuove province di mantenere il segretario che compete loro in base alla popolazione e alle competenze che devono gestire sia corretto e quindi voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, anch'io manifesto il mio assenso a questo emendamento e mi meraviglia un po' la posizione della Giunta. Vorrei far osservare all'Assessore - a dire il vero dovremmo farlo osservare all'Assessore competente per materia, ma non c'è e comunque lo facciamo osservare alla parte della Giunta che è presente - che questo è un atto assolutamente coerente con altre discipline già approvate dal Consiglio regionale della Sardegna e che va nella direzione di trattare in maniera diversa la composizione dei consigli comunali dei capoluoghi delle province che hanno il doppio capoluogo. Avevamo valutato che il numero dei componenti era sproporzionato poiché si era fatta la scelta del doppio capoluogo, che quei consigli comunali dovessero assumere, diciamo, la consistenza prevista per i comuni capoluogo di provincia e quindi abbiamo modificato, con una legge, la loro composizione riportandoli alla loro consistenza su base demografica.

Mi pare che questo sia un atto assolutamente coerente con questa linea. Si sta dicendo: le province di nuova istituzione, cioè quelle con doppio capoluogo, avranno la segreteria comunale che la disciplina prevede nei casi di semplice comune non capoluogo, che è un atto assolutamente coerente con tutto quello che abbiamo fatto finora. La norma è anche urgente, perché quando le sedi sono vacanti non si sa neanche bene se sia corretto adottare un sistema di supplenza che in qualche modo sia difforme da quello che la legge prevede.

Poiché l'emendamento non comporta nessun onere finanziario e non dà nessun disturbo dal punto di vista della coerenza normativa con quello che il Consiglio regionale ha fin qui inteso dire in materia di doppi capoluoghi, lo si può, credo, accettare in questo senso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario a questo emendamento a nome del P.d.L., perché bisogna essere estremamente chiari, colleghi, quando si parla di architettura. Se c'è una parola nel vocabolario italiano che dovrebbe evocare la perfezione questa è la parola architettura, e allora tutta la vostra architettura istituzionale, che ha portato anche all'istituzione delle nuove province, e io non metto in discussione questo, non lo voglio assolutamente mettere in questo momento in discussione, avrebbe dovuto prevedere anche questa norma.

C'è una legge dello Stato, non ricordo chi ha detto che noi dobbiamo sottostare alla norma dello Stato. No! C'è una norma dello Stato, che è la legge Bassanini, che prevede la regionalizzazione dell'Agenzia dei segretari comunali. Allora cosa costa? Bastano due articoli per fare una leggina, senza tempi lunghi, senza aspettare neanche il problema della successiva parte della finanziaria. Si fa una legge ad hoc e si dicono esattamente le cose che si vogliono fare. Ma approvare, oggi, una norma di questo genere, secondo me, per i pareri che ho assunto, perché ho avuto tempo per documentarmi, è assolutamente illegittimo. Il Consiglio regionale e la Giunta regionale non possono prendere una decisione di questo genere se non con una legge che recepisca la norma dello Stato.

Per cui, capisco quali sono i problemi, e li conosco tutti, perché è chiaro che un piccolo capoluogo di provincia non può sostenere gli oneri di un segretario generale di fascia A. A momenti diventa difficile per certe province storiche, figuriamoci per le nuove! Bene, troviamo la soluzione, ma troviamola giuridicamente, nel modo più corretto, e non inserendola nella finanziaria, dove la presenza di questa norma non ha assolutamente nessun senso. Per cui confermo il voto contrario del Gruppo del P.d.L.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Diana, io voterò a favore di questo emendamento, non perché sia convinto che l'articolazione istituzionale che abbiamo posto in essere con qualche legge di troppo in materia di ordinamento degli enti locali sia la migliore che potevamo mettere in campo, ma semplicemente perché adesso queste province ci sono e devono pur funzionare, per quel poco che abbiamo dato loro da fare. Nonostante i rallentamenti che ci sono nelle procedure di riforma e anche nei contenuti del trasferimento delle competenze stabilite dalla legge numero 9, qua si tratta semplicemente di dire: a quei comuni capoluoghi di provincia, a cui di fatto non riconosciamo la dignità di capoluoghi di provincia, perché questo vuol dire, lasciamo esattamente il segretario comunale che fino a oggi hanno avuto. Cioè per i comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione non si procede alla riclassificazione della sede ai fini della nomina del segretario comunale, così possono funzionare.

Questo è il tema, cioè noi qua stiamo introducendo, lo dico per chi sosteneva a spada tratta il valore delle nuove province, una sorta di riconoscimento giuridico della nuova provincia come una subprovincia, come una provincia minore. Da questo ne deriverà, io penso inevitabilmente, una riflessione su come è organizzato il sistema istituzionale locale in questa Regione a Statuto speciale, nonché sulla utilità della sopravvivenza delle articolazioni provinciali così come sono.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). E' già intervenuto il Capogruppo, che ha rappresentato molto bene la posizione del Gruppo, intervengo però solo perché io non ho neanche su questa materia certezze. Inviterei i colleghi presentatori dell'emendamento a valutare la norma proprio su un piano di stretta legittimità, perché mi pare che si possa anche ipotizzare l'invasione di competenze che propriamente non sono nostre.

Allora, siccome anche questa disciplina andrebbe vista in maniera organica, io ripeto l'invito formulato dall'assessore La Spisa a riconsiderare la questione in un'altra sede - che non è questo intervento isolato in finanziaria - che possa probabilmente dare opportunità, occasione a tutti di una maggiore riflessione sull'argomento, anche perché non vedo le questioni di urgenza.

Onorevole Sanna, se urgenza si avverte oggi, non si capisce perché, essendo le nuove province istituite ormai da diversi lustri, non la si sia avvertita neanche l'anno scorso, tanto per rimanere ai tempi d'oggi, e non riusciamo a capire perché questa esigenza non si sia presentata, per esempio, nel corso dell'anno 2008. Quindi mi pare che ragioni di questa natura non ve ne siano seriamente e la questione possa essere vista e valutata in altra sede, con un approfondimento anche delle tematiche relative a ciò che questa Regione può fare e a ciò che, invece, spetta all'esclusiva competenza dello Stato. Quindi, il nostro voto, come ha preannunciato il Capogruppo, sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io inviterei ancora i colleghi a una riflessione. L'emendamento tende solo ad andare incontro ai problemi dei comuni diventati capoluogo per effetto dell'istituzione delle nuove province, sulle quali però io rinvierei ad altra sede il dibattito, perché ci porta probabilmente a dividerci e a togliere l'attenzione dal problema posto dall'emendamento. Personalmente ho sempre manifestato parere contrario all'istituzione delle nuove province, continuo a mantenere questa convinzione, era l'ultima delle cose da fare in un momento come quello che viviamo oggi in Sardegna, però il problema ce l'hanno i comuni diventati capoluoghi di provincia che non riescono a far fronte alle nuove spese che sono chiamati a sostenere. Fra l'altro, con l'istituzione del doppio capoluogo il problema per qualche comune si è anche raddoppiato.

Quindi questo è un problema che riguarda i comuni capoluogo di provincia e se lo si deve risolvere io continuo a sperare che questo emendamento possa essere sostenuto.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 67. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 116. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 101. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione per un confronto con la Giunta su questo emendamento.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti, i lavori riprenderanno alle ore 20 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 14, viene ripresa alle ore 20 e 18.)

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, già in Commissione era emerso l'orientamento unitario a trattare questa materia in un apposito provvedimento di legge da discutersi nei prossimi mesi.

Noi saremmo disponibili al ritiro, però vorremmo che attorno a questo impegno ci fosse un'espressione, in Aula, da parte della Giunta, proprio perché è una materia molto sentita. Lo diceva anche l'Assessore nella replica questa mattina: il sistema pubblico è caratterizzato dalla presenza di un precariato diffuso e su questo tema è necessario un intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Noi abbiamo previsto che il disegno di legge integrativo della manovra finanziaria possa essere presentato, e quindi inoltrato al Consiglio regionale, subito dopo l'approvazione della finanziaria; non vorrei dire il giorno esatto, ma sicuramente in tempi abbastanza brevi. Gli Assessorati particolarmente interessati alle problematiche che saranno oggetto di questo disegno di legge integrativo, tra i quali sicuramente l'Assessorato del personale, stanno già lavorando su questo tema. E' qui presente l'Assessore che conferma l'impegno da parte di tutta la Giunta, per cui il disegno di legge verrà presentato entro tempi ragionevolmente rapidi. L'obiettivo è quello di approvarlo in Aula sicuramente prima dell'interruzione per la pausa estiva, quindi stiamo parlando di tempi abbastanza brevi.

Sul contenuto, l'impegno che può assumere la Giunta non è evidentemente quello di trattare tutti gli argomenti contenuti in questo emendamento. Alcune questioni riteniamo che non attengano alla competenza della Regione, sicuramente, però, le questioni complessivamente riguardanti il personale e in particolare le questioni riguardanti il problema del precariato, che è un problema complesso, verranno affrontate in questa proposta, con le valutazioni che farà la Giunta e che poi la Commissioni, o meglio, le Commissioni approfondiranno e conseguentemente l'Aula. Questo è l'impegno che può prendere la Giunta.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, mantiene l'emendamento o lo ritira?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Per cui, onorevole Artizzu, onorevole Diana…

ARTIZZU (P.d.L.). Va bene.

DIANA MARIO (P.d.L.). Va bene.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 107. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 113.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intendevo parlare sull'emendamento numero 107.

PRESIDENTE. E' già stato approvato.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene, va bene. Per quanto riguarda l'emendamento numero 113, invece, Assessore, noi potremmo anche ritirarlo se si assumesse che il tema dell'accelerazione della spesa, e quindi anche dell'individuazione di strumenti operativi e organizzativi e di gestione del personale in funzione di quella accelerazione, fossero contenuti nel provvedimento che prima citava.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 113. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 24.