Seduta n.279 del 03/11/2011
CCLXXIX Seduta
Giovedì 3 Novembre 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 47.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 26 ottobre 2011 (272), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Rosanna Floris, Sergio Obinu, Paolo Terzo Sanna e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 3 novembre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 decies e dei relativi emendamenti. (Si riporta il testo dell'articolo 1 decies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 decies
Modifica alla disciplina dei piani
a valenza strategica
1. All'articolo 12 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo la parola: "concorso", sono aggiunte le parole: "ovvero su proposta";
b) al comma 2, dopo le parole: "sulla valorizzazione paesaggistico-ambientale" sono aggiunte le seguenti: "e sul riassetto urbanistico".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 decies
L'articolo 1 decies è soppresso.
(76)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 decies
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 decies è soppressa.
(77)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 decies
La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 decies è soppressa.
(78)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Manca - Moriconi - Lotto - Sanna Gian Valerio - Soru.
Articolo 1 decies
Dopo l'articolo 1 decies è inserito il seguente articolo:
Art. 1 decies bis
1. Al punto 7 del comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale n. 8 del 2004 dopo le parole "della presente legge" sono aggiunte le seguenti: "e comunque preliminarmente a qualunque modifica e/o aggiornamento.".
(79)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Manca - Moriconi - Lotto - Sanna Gian Valerio - Ben Amara.
Articolo 1 decies
Dopo l'articolo 1 decies è inserito il seguente articolo:
Art. 1 decies bis
1. al comma 32 dell'articolo 18 della legge regionale n. 12 del 2011 è aggiunto il seguente comma:
"32 bis. Lo strumento attuativo si considera automaticamente variato all'atto del rilascio del reltivo permesso di costruire o di denuncia di inizio attività da parte degli aventi diritto.".
(80)
Emendamento all'Emendamento numero 136 sostitutivo parziale biancareddu - sanna matteo - steri.
Articolo 1 decies
Al comma 2 dell'emendamento 136, le parole "0,05 mc/mq" e "0,10 mc/mq" sono sostituite, rispettivamente, da "0,03 mc/mq" e "0,07 mc/mq".
(261)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 136, 261, 135, 132, 264 aggiuntivo Diana Mario - Biancareddu - Sanna Matteo - Sanna Giacomo - Meloni Francesco.
Articolo 1 decies
Dopo l'articolo 1 decies è inserito il seguente:
Art. 1 decies bis
1. Dopo l'articolo 13 della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, è inserito il seguente:
"Art. 13bis (Norme in materia tutela, salvaguardia e sviluppo delle aree destinate all'agricoltura)
1. La Regione riconosce meritevole di tutela il paesaggio rurale e persegue il primario obiettivo di salvaguardarlo, di preservarne l'identità e le peculiarità. Introduce norme volte al conseguimento ditali finalità ed individua misure volte a contrastare, anche ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, il fenomeno del frazionamento delle aree agricole finalizzato all'edificazione, in particolare nella fascia costiera e nelle aree periurbane.
2. Al fine di consentire un corretto e razionale utilizzo del territorio agricolo che miri a contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento e l'esigenza di avvalersi di infrastrutture e fabbricati adeguati per l'esercizio dell'attività agricola e delle altre attività connesse alla conduzione del fondo, nelle aree agricole trovano applicazione le disposizioni del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole).
3. Negli ambiti costieri individuati dal Piano paesaggistico regionale, la superficie minima di intervento è fissata in un ettaro incrementabile con apposita deliberazione del Consiglio comunale fino ad un massimo di 3 ettari, fermo restando che le possibilità edificatorie delle aree agricole sono subordinate alla effettiva connessione funzionale tra l'edificazione e la conduzione agricola e zootecnica del fondo, e devono, per quanto possibile, essere privilegiati gli interventi che assicurino il recupero del patrimonio edilizio esistente. L'indice massimo di fabbricabilità per le nuove residenze è pari 0,03 mc/mq per il primo ettaro, da ridurre del 50 per cento per il secondo e del 75 per cento per i successivi.
4. Le disposizioni contenute nel comma 3, dell'articolo 1, della legge regionale 4 agosto 2008, n. 13, si applicano anche alle previsioni dei commi 2 e 3.".
(271)
Emendamento aggiuntivo Biancareddu - Sanna Matteo - Steri.
Articolo 1 decies
Dopo l'articolo 1 decies è inserito il seguente articolo 1 decies bis:
Art. 1 decies bis
1. Al fine di consentire un corretto e razionale utilizzo del territorio agricolo che miri a contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento e l'esigenza di avvalersi di infrastrutture e fabbricati adeguati per l'esercizio dell'attività agricola e delle altre attività connesse alla conduzione del fondo, nelle aree agricole si applicano le disposizioni del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole).
2. In deroga alle previsioni richiamate al comma 1, nelle aree agricole per le nuove residenze è sempre prescritta la superficie minima di un ettaro e la volumetria massima dello 0,05 mc/mq, incrementabili sino a tre ettari ed a 0,10 mc/mq con deliberazione del consiglio comunale a maggioranza assoluta.
3. Nei rispetto dei parametri di cui ai commi precedenti è consentito l'adattamento all'uso del turismo rurale di strutture esistenti o il loro recupero, ruderi compresi
(136))
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, stiamo entrando in una parte della legge assai delicata, una parte che non si occupa semplicemente di stabilire integrazioni e modifiche alle previsioni di ampliamento volumetrico previste dal Piano casa, ma che cerca di intervenire sulle norme del Piano paesaggistico introducendo, in via definitiva, a prescindere dal Piano, alcune possibilità edificatorie.
E' indubbio che il percorso di questo provvedimento sia stato un percorso molto accidentato; credo che durante il dibattito siano emerse posizioni molto diverse, e credo che voi stessi vi siate resi conto che aver caricato questa norma inutilmente di nuove previsioni (come avete fatto all'articolo 1 ter, come avete fatto nel corso del dibattito, anziché limitarvi a semplificare la materia esistente) non ha certamente facilitato l'iter di questa legge, e ha segnato, credo, una differenza profonda tra le vostre politiche per la Regione Sardegna e quelle dell'opposizione.
L'opposizione ha preso, pertanto, le distanze in maniera netta da un provvedimento che esemplifica - l'abbiamo detto più volte - quello che è il vostro concetto di sviluppo, cioè un concetto di sviluppo che anziché essere trainato da politiche, da riforme organiche, è trainato da leggi che derogano ad altre leggi, dove il bene paesaggistico e ambientale diventa motore di iniziative edificatorie che non vengono incentivate all'interno di un piano di riqualificazione, ma vengono incentivate semplicemente con la promessa: "Fatelo adesso, perché poi le saracinesche si chiudono".
L'abbiamo detto, l'abbiamo esemplificato, abbiamo anche evidenziato la rozzezza di questo provvedimento, della cui portata voi stessi non vi rendete conto, e abbiamo anche spiegato che non ci preoccupa soltanto la portata potenziale del provvedimento, ma ci interessa soprattutto mettere in evidenza quanto le vostre promesse siano vane, e come questa legge debba morire a causa della sua stessa complessità. Alla fine, peraltro, anche questi 17.000 interventi, di cui abbiamo avuto la valutazione quantitativa, ma non qualitativa, sono comunque molto meno di quello che avete sbandierato in questi mesi.
Ma avvicinandoci all'articolo 1 undicies, e in particolare all'articolo 1 decies, viene fuori un altro pericolo, e il pericolo è quello di non limitarsi al Piano casa e agli incrementi volumetrici, ma a cercare…
(Interruzioni)
Presidente, io le chiedo ancora assistenza…. Allora, credo che il tentativo che viene fatto all'articolo 1 decies e al successivo sia un tentativo da respingere. Il tentativo è quello di derogare non in via transitoria (che è già contestabile e l'abbiamo già fatto, per un periodo di tempo limitato) ma di provare a intervenire in via definitiva, con una legge ordinaria, sulle norme di salvaguardia del Piano paesaggistico regionale, prevedendo non per un periodo limitato, ma in via permanente, la possibilità di edificare e di ridare vita a vecchie lottizzazioni.
L'avete fatto con la legge numero 4, lasciando di fatto efficaci tutti gli strumenti e tutte le vecchie convenzioni precedenti al Piano paesaggistico, l'avete fatto con i comuni dotati di PUC, l'avete fatto con i comuni non dotati di PUC andando a far rivivere vecchie lottizzazioni e lo fate adesso nell'articolo 1 decies dove, con l'emendamento di sintesi numero 271, la maggioranza spiega chiaramente le sue intenzioni.
E le intenzioni sono quelle di dire che nell'agro c'è una regola che in qualche modo deve essere incastonata anche dentro le norme di salvaguardia del Piano paesaggistico, cioè la regola che, a prescindere dal bene paesaggistico, a prescindere dal primo ambito costiero, il lotto minimo, che il Piano paesaggistico in vigore fissava in 3 ettari, può scendere, secondo la previsione dell'emendamento numero 271 (che riassume vari emendamenti e immagino porti come conseguenza anche la cassazione delle previsioni dell'undecies, ) fino a un ettaro. Poi prevedete una possibilità edificatoria a scalare. Sostanzialmente attribuite la facoltà ai comuni di prevedere il lotto minimo tra un ettaro e 3 ettari, con indici massimi di fabbricabilità che scendono dal primo ettaro, dove prevedete lo 0,03, con progressive riduzioni fino al 25 per cento di questa misura per l'ultimo ettaro.
Ora, al di là dell'emendamento in sé, io voglio portare all'attenzione dell'Aula la circostanza che stabilire questo in legge, e a prescindere dall'ambito in cui si applica, cioè anche nel primo ambito costiero, vuol dire introdurre una deroga permanente che prescinda da qualsiasi considerazione paesaggistica. Quindi, indipendentemente dalla circostanza che in una determinata zona ci sia già una fortissima parcellizzazione dei fondi o non ci sia, che si tratti di un territorio di grande valenza ambientale e soggetto a norme di salvaguardia, stiamo cercando di introdurre una norma che ignori qualsiasi considerazione paesaggistica e che in qualche modo deroghi in via permanente le previsioni del Piano paesaggistico.
Allora, io vi dico già che questo film lo abbiamo già visto e queste forzature - sia quelle sulle vecchie lottizzazioni, sia quelle sulle opere che vengono fatte salve, sia quelle sugli interventi che vengono fatti salvi dalla legge sul golf - saranno il chiavistello dei ricorsi che faranno saltare l'impianto del Piano paesaggistico. Non è concepibile, infatti, che un piano che affermi di voler salvaguardare e tutelare, e che per salvaguardare e tutelare si rivolge al futuro, dentro di sé incorpori tutta una serie di previsioni edificatorie che contraddicono i principi a cui il piano stesso si ispira.
Io mi auguro che almeno nell'articolo 1 undecies,col quale volete esentare le vecchie lottizzazioni dalla verifica di coerenza, abbiate la bontà, anche per evitare lunghi scontri e discussioni in Aula, di cassare quel comma che prevede che la verifica di coerenza addirittura salti. Quindi avremmo il massimo: facciamo salvo il lotto minimo, facciamo salvi gli interventi sul golf, facciamo salve le vecchie lottizzazioni addirittura a prescindere dalle verifiche di coerenza con il Piano.
Io voglio dire oggi, con chiarezza, che questo meccanismo di incastonare dentro al Piano paesaggistico (che è un Piano che dovrebbe regolare, tutelare, indirizzare, preservare e gestire il bene paesaggistico) norme che fanno a pugni con il Piano paesaggistico stesso, sarà causa di ricorso su qualsiasi intervento. Abbiamo già visto questo film, lo abbiamo già visto con i vecchi PTP. Dei vecchi PTP ne furono cassati 13 (ne sopravvisse uno solo) proprio perché contenevano previsioni di questo tipo, cioè contenevano, al loro interno, le regole e l'eccezione alle regole.
Allora, voi state imboccando una strada che, al di là dei volumi, al di là dei metri cubi, renderà vani i vostri sforzi. State di fatto mettendo i presupposti per un vizio sostanziale al Piano paesaggistico che renderà ancora più effimere, ancora più vane le promesse che non vi stancate di fare ai sardi, i quali però hanno già capito che delle vostre promesse se ne possono fare ben poco.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, con l'articolo 1 decies si intende modificare l'articolo 12 della legge numero 4 del 2009. Vorrei precisare ai colleghi che lo strumento è abbastanza singolare e le modifiche che sono previste lo rendono ancora più inquietante.
Ora, l'Assessore ricorderà che nel passaggio dalla legge numero 142 del 1990 al decreto legislativo numero 267 del 2000, uno degli interventi più qualificanti che venne effettuato fu l'abolizione del potere di'indizione di accordi di programma da parte dei privati nei confronti dei soggetti pubblici, perché il legislatore, a seguito di numerosi ricorsi nanti la Corte costituzionale, riconobbe che l'interesse di cui è portatore il soggetto privato non è in alcun modo confrontabile o gestibile pariteticamente con l'interesse pubblico. Questo indusse il legislatore a correggere il tiro e ad approvare l'articolo 34 del testo unico degli enti locali che, da una parte non prevede la prerogativa in capo al privato di attivare gli accordi di programma, dall'altra lascia impregiudicato il diritto dell'amministrazione pubblica nel suo insieme di chiamare a concorrere soggetti privati per la realizzazione di un interesse pubblico più generale.
Ora, Assessore, siccome ci sono diverse sentenze in proposito, nonché esperienze passate, perché dobbiamo tornare per forza gli anni 90? Perché, come prevede l'articolo 1 decies, dobbiamo addirittura attribuire la facoltà della proposta di attivare i programmi ai soggetti privati? Mi pare una cosa alquanto esagerata. E' chiaro che l'introduzione di questa facoltà vale per il soggetto privato, non certo per il soggetto pubblico, che non ha bisogno che gliela attribuiamo noi perché questa facoltà ce l'ha istituzionalmente. Noi pertanto ci accontenteremmo anche di votare per parti cancellando la previsione al soggetto privato e lasciando quella al soggetto pubblico.
Altra questione riguarda il secondo comma dell'articolo 12, Assessore, perché qui si parla non solo della valorizzazione paesaggistico-ambientale, ma l'articolo 1 decies prevede che alla valorizzazione paesaggistico-ambientale si sommi la funzione di riassetto urbanistico. Ora, a parte il fatto che sono delle parole che si possono usare come si vogliono, però assetto urbanistico significa, grosso modo, variante urbanistica, revisione urbanistica, e la revisione urbanistica ha le sue regole, le sue leggi e le sue procedure. E allora per quale motivo noi dobbiamo approvare degli accordi di programma, o programmi e piani a valenza strategica, in una condizione nella quale è necessaria una variazione urbanistica?
Anche perché soccorre, in questo caso, sempre l'articolo 34 del testo unico, che prevede che qualora per l'attuazione di quel programma, di quel piano, sia necessario adottare delle varianti urbanistiche, si adottino le varianti urbanistiche secondo le regole che sono dettate dalla legge in materia urbanistica e poi si chiuda l'accordo. Anzi può essere addirittura una procedura semplificata perché il decreto del Presidente della Regione che approva l'accordo di programma, approva anche in via definitiva, almeno così mi pare di ricordare, la variante urbanistica.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Ecco perché noi nutriamo delle perplessità su questa norma, perché presta il fianco a numerose situazioni di conflittualità che io eviterei volentieri.
Poniamo il caso della legge sul golf - sempre che venga resa possibile la sua attuazione - e ipotizziamo che un soggetto privato chieda al soggetto pubblico di creare le condizioni per fare un Piano a valenza strategica., L'amministrazione pubblica si presta, lo realizza in virtù di quello che c'è scritto in questa norma, e io che mi voglio dedicare alla speculazione sul golf vedo gli atti, li impugno e dico: perché lui sì ed io no? Cioè in qualche modo la risposta alla proposta del singolo individuo privato pone un problema di libera concorrenza, perché bisognerebbe perfezionare quell'accordo e quel piano strategico dopo aver emanato un bando pubblico, a seguito del quale non un soggetto, ma coloro che presentano le condizioni migliori possano accreditarsi dell'onere della proposta, e quindi della partecipazione attuativa al piano avente valenza strategica. Ecco perché è stato tolto, ed è per questo motivo che io chiedo di fare una riflessione suppletiva.
A ben vedere potrebbe essere anche uno strumento in qualche caso utile per sbloccare situazioni di importanti investimenti, da tenere eventualmente in piedi nel rispetto di tutte le altre leggi, ma come strumento aggiuntivo; messo così invece diventa uno strumento totalmente inutile. Ecco perché la nostra proposta è quella di emendare la norma o, qualora non fosse accolta questa disponibilità, di cancellarla, perché è molto meglio non avere uno strumento che appesantisce la legislazione inutilmente, piuttosto che avere una norma che sostanzialmente non produce effetti .
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Rinuncio, a grande richiesta dei miei amici.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 78 e 79, favorevole sull'emendamento numero 80 e ci si rimette all'Aula sugli emendamenti numero 77 e 271.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE.. Passiamo all'emendamento numero 77, soppressivo della lettera a) del comma 1. Metto in votazione la lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 decies, in luogo dell'emendamento numero 77.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). A scanso di equivoci le sto anticipando la richiesta di votazione a scrutinio segreto dell'emendamento numero 79. Se poi in corso d'opera si renderà necessaria una rettifica, rettificheremo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 decies.
(Segue la votazione)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Dichiaro il mio voto di astensione, prendo atto che i consiglieri Cossa e Rassu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Contu Felice - Dessi'.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Contu Mariano.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 58
Votanti 55
Astenuti 3
Maggioranza 28
Favorevoli 2
Contrari 53
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione la lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 decies, in luogo dell'emendamento numero 78.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo della lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 decies.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Dessi' ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cocco Daniele - Contu Felice.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cappai - Cocco Pietro - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 60
Votanti 58
Astenuti 2
Maggioranza 30
Favorevoli 2
Contrari 56
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 79.
(Segue la votazione)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 33
contrari 27
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 80,. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 271. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 undecies e dei relativi emendamenti. (Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 undecies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 undecies
Modifiche alla disciplina degli interventi
ammissibili nella fase di adeguamento
degli strumenti urbanistici al
Piano paesaggistico regionale
1. All'articolo 13 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera d) del comma 1, dopo le parole: "all'interno della fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia," sono aggiunte le seguenti: "e, per le isole minori, entro i 500 metri dalla linea di battigia,";
b) dopo la lettera e) del comma 1, è inserita la seguente:
"e bis) al fine di consentire un corretto e razionale utilizzo del territorio agricolo che miri a contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento e l'esigenza di avvalersi di infrastrutture e fabbricati adeguati per l'esercizio dell'attività agricola e delle altre attività connesse alla conduzione del fondo, nelle aree agricole si applicano le disposizioni del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole). Il frazionamento degli immobili destinati a residenza è ammesso nel rispetto delle medesime disposizioni;";
c) la lettera f) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
"f) nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali ai piani paesaggistici regionali, sono consentiti interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri, ove prevista, dei beni paesaggistici ed identitari, come definiti dall'articolo 1 della legge regionale 4 agosto 2008, n. 13 (Norme urgenti in materia di beni paesaggistici e delimitazione dei centri storici e dei perimetri cautelari dei beni paesaggistici e identitari); sono altresì ammessi interventi di trasformazione degli stessi beni; tali interventi qualora interessino beni paesaggistici, o ricadano all'interno della relativa fascia, sono consentiti esclusivamente a condizione che si ottenga preventivamente l'autorizzazione paesaggistica ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni; gli stessi interventi riferiti ai beni identitari, ovvero alla relativa fascia, sono ammessi esclusivamente a condizione che ottengano, in sede di rilascio del relativo titolo abilitativo da parte della competente amministrazione comunale, la positiva valutazione sulla compatibilità dell'intervento con i valori paesaggistici oggetto di tutela, ad eccezione degli interventi di cui alle lettera a), b) e c) dell'articolo 149 del decreto legislativo n. 42 del 2004, per i quali non è richiesta alcuna valutazione;";
d) alla fine del comma 2, è inserito il seguente periodo: "Tale verifica non è necessaria per gli interventi previsti nel comma 1, lettera d), primo capoverso, nell'ipotesi in cui si sia verificato un mutamento consistente ed irreversibile dello stato dei luoghi. Tale mutamento si considera prodotto qualora le opere di urbanizzazione primaria di cui allo strumento attuativo siano state realizzate per almeno il 60 per cento ovvero siano stati realizzati gli interventi edilizi per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva programmata.".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
L'articolo 1 undecies è soppresso.
(81)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
Il comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppresso.
(82)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppressa.
(83)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppressa.
(84)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
La lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppressa.
(85)
Emendamento soppressivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 undecies
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppressa.
(8)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è soppressa.
(86)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario.
Articolo 1 undecies
Nella lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 undecies, le parole "ovvero siano stati realizzati gli interventi edilizi per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva programmata" sono soppresse.
(131)
Emendamento sostitutivo parziale Campus.
Articolo 1 undecies
Nell'ultimo periodo della lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 undecies, le parole: "le opere di urbanizzazione primaria di cui allo strumento attuativo siano state realizzate per almeno il 60 per cento ovvero siano stati realizzati gli interventi edilizi per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva programmata", sono sostituite dalle parole: "le opere di urbanizzazione primaria di cui allo strumento attuativo siano state realizzare per almeno il 60 per cento e siano stati realizzati gli interventi edilizi per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva programmata",
(24)
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Matteo - Artizzu.
Articolo 1 undecies
Prima della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è inserita la seguente lettera;
0a) alla lettera h) del comma 1 le parole "limitatamente alla funzione commerciale" sono soppresse.
(115)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 undecies
Prima della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è inserita la seguente lettera;
0a) nel punto 2) della lettera b) del comma 1, le parole "limitatamente alla funzione commerciale," sono soppresse.
(144)
Emendamento aggiuntivo Porcu - Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
Prima della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è inserita la seguente lettera;
0a) la lettera c) dell'articolo 13 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppressa.
(148)
Emendamento aggiuntivo Porcu - Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 undecies
Dopo la lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 undecies è inserita la seguente lettera;
a bis) la lettera a) dell'articolo 13 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppressa.
(149)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 1 undecies
Alla lettera b) del comma 1 dopo le parole "(Direttive agricole)" sono inserite le seguenti: ", eventualmente prevedendo misure di contenimento dell'edificazione residenziale nella fascia costiera.".
(122)
Emendamento aggiuntivo Biancareddu - Sanna Matteo - Steri.
Articolo 1 undecies
Nella lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 undecies dopo le parole "(Direttive per le zone agricole)" è aggiunto il seguente periodo: "Per le nuove costruzioni, il lotto minimo non può essere superiore ad 1 ettaro.".
(135)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 1 undecies
Dopo la lettera c) del comma 1 è introdotta la seguente:
c bis) dopo la lettera f) è introdotta la seguente:
"f bis) individuare eventuali contesti o sistemi caratterizzati da particolari valenze paesaggistiche, edifici o manufatti di particolare pregio storico identitario o singolarità naturali, da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia e utilizzazione, eventualmente prevedendo idonee fasce di rispetto;"
(123)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 undecies
Dopo la lettera d) del primo comma dell'articolo 1 undecies, è aggiunta la seguente lettera:
d bis) dopo il comma 2 è inserito il seguente comma:
"2 bis). La presente norma ha carattere straordinario ed efficacia temporale limitata per la durata del periodo di vigenza del Capo II e tali previsioni prevalgono sulle disposizioni eventualmente discordanti, contenute negli strumenti urbanistici comunali.".
(145)
Emendamento all'Emendamento numero 132 aggiuntivo Meloni - Sanna Gian Valerio - Moriconi - Lotto.
Articolo 1 undecies
All'emendamento 132 è aggiunto il seguente:
È consentito il cambio di destinazione d'uso da turistico a residenza per quelle strutture realizzate antecedentemente al gennaio 1995 in virtù del decreto assessoriale del 22 dicembre 1983, n. 2266/U - decreto Floris - insistenti in zone omogenee E. non è ammesso il frazionamento dell'unità immobiliare al di sotto dei 200 metri quadri.
(264)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Campus.
Articolo 1 undecies
Dopo l'articolo 1 undecies è inserito il seguente:
Articolo 1 undecies bis
1. Dopo l'articolo 13 della legge regionale n. 4 del 2009, è inserito il seguente:
"Art. 13 bis (Norme in materia di aree agricole e di tutela del paesaggio rurale)
1. La Regione .riconosce meritevole di tutela il paesaggio rurale e persegue l'obiettivo di salvaguardare le aree agricole da un utilizzo improprio, di preservarne l'identità e le peculiarità e introduce norme volte al conseguimento di tali finalità.
2. La Regione indirizza la pianificazione locale verso una disciplina delle aree agricole che, nel rispetto delle direttive emanate ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 22 dicembre 1989, n 45, persegua l'obiettivo di cui al comma 1, ed individua misure volte a contrastare, anche ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n 380, il fenomeno del frazionamento delle aree agricole finalizzato all'edificazione, in particolare nella fascia costiera e nelle aree periurbane.".
(132).)
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti numero 81 e 82 non si votano perché gli emendamenti successivi configurano una votazione per parti. Comunico inoltre che, in luogo degli emendamenti numero 83, 84 e 85, verrà posto in votazione direttamente il testo dell'articolo e che sono dichiarati decaduti gli emendamenti numero 131, 24, 115 e 144 (di identico contenuto) 148 e 149.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
PORCU (P.D.). Presidente, capisco che i colleghi siano presi da quella frenesia che caratterizza la fase conclusiva di una legge, però credo che, considerato il buon lavoro che abbiamo svolto (che grazie anche ad alcune semplificazioni del testo ha eliminato autentici obbrobri legislativi che avrebbero rischiato, nel peggiore dei casi, di aggiungere danni al danno, e nel migliore di rendere la legge inapplicabile) non possiamo accelerare i lavori proprio adesso. Non si capirebbe altrimenti perché, infatti, dopo aver svolto un'azione di opposizione e di critica così importante per giorni, adesso, proprio sul cuore della legge, su quella parte dove più forte avremmo dovuto sottolineare le nostre ragioni, improvvisamente ci arrendiamo. Mi chiedo che senso abbia la richiesta avanzata nei giorni scorsi se poi, quando arriviamo ai due articoli cardine e critici che riguardano proprio il Piano paesaggistico e il tentativo di sabotarlo, ci mettiamo a correre.
Innanzitutto accolgo con grande sollievo il voto testè espresso a scrutinio segreto perché con esso quest'Aula si riappropria di una sua prerogativa fondamentale: quella di approvare linee guida, non soltanto nella fase di redazione iniziale del Piano paesaggistico, ma anche in occasione di ogni modifica e aggiornamento. Io credo che sia un fatto politicamente importantissimo perché sgombra il campo da tutte quelle difficoltà interpretative che avremmo incontrato nel decidere cos'è aggiornamento, cos'è adeguamento e cos'è nuovo Piano paesaggistico. Le future modifiche avrebbero rischiato di essere approvate senza che quest'Aula avesse possibilità di esprimersi.
Io ritengo che abbiamo fatto chiarezza; credo che le linee guida debbano passare addirittura in aula (e non solo in Commissione) e che quindi l'emendamento che abbiamo approvato sia chiarissimo. Sono dell'avviso che averlo approvato ci consentirà di tornare in aula per verificare se il Piano paesaggistico si limiterà a impartire degli indirizzi sulla gestione del bene e dell'ambito che tratta (in particolare stiamo parlando ancora di un Piano paesaggistico che si limita al primo ambito costiero) o se deve dare invece il via libera ad interventi già previsti. Perché se la bozza del Piano fosse quella che è circolata nei giorni scorsi conterrebbe il tentativo infelice di incorporare dentro detto Piano tutti i "fatti salvi" delle leggi che avete approvato e che sapete essere illegittime.
Quindi cosa diventerebbe il Piano paesaggistico? Diventerebbe il suggello di un percorso legislativo che ha camminato in maniera estemporanea. Allora credo che sia importantissimo quello che abbiamo fatto poco fa decidendo di riappropriarci, come Consiglio regionale, del potere di impartire indirizzi, di decidere e spiegare che cosa il Piano paesaggistico debba prevedere e cosa non debba prevedere.
Io credo che, proprio per quello che abbiamo già fatto, sarebbe certamente un segnale importante se, non solo ritirassimo da questo articolo la lettera b) - che mi sembra sia di fatto decaduta, se ho ben capito Presidente, per effetto dell'emendamento di sintesi sul l'agro che abbiamo approvato - ma se ritirassimo anche quelle parti, in particolare la lettera c) e la lettera d), che di fatto anticipano elementi che sono di pertinenza del Piano paesaggistico.
Per esempio, alla lettera d) si stabilisce che non è più necessaria la verifica di coerenza per quelle lottizzazioni dei comuni dotati di PUC dove si sia verificato un mutamento consistente e irreversibile dello stato dei luoghi che qui viene misurato percentualmente. Tra l'altro è un iter la cui percorribilità effettiva è tutta da dimostrare, perché noi sappiamo che dal 10 agosto 2004 anche per i comuni dotati di PUC si è bloccata la possibilità edificatoria, quindi attualmente non può essere più buttato giù nulla, possono andare avanti (anche se devono essere a loro volta ridimensionati) soltanto gli interventi strettamente convenzionati. Pertanto gli interventi non convenzionati, nel caso non fossero stati già allora modificati irreversibilmente i luoghi, sono cassati per sempre, devono comunque ripassare attraverso il Piano paesaggistico.
Io credo che, anche alla luce dell'emendamento approvato poc'anzi (dove come Consiglio ci siamo riappropriati della nostra potestà di intervento sul piano paesaggistico) cercare perlomeno di prevenire danni futuri sarebbe un fatto ulteriormente positivo e conferirebbe un senso ulteriore al percorso che abbiamo compiuto queste settimane. Liberare infatti le nuove lottizzazioni - come si cerca di fare anche intervenendo ulteriormente sulle norme di salvaguardia del Piano paesaggistico - vorrebbe dire prorogare gli effetti nefasti di quelle scelte per i decenni a venire, vorrebbe dire avere una specie di patrimonio, avere una sorta di riserva di cubature sulla cui consistenza non si mette mai la parola fine. Di fatto ciò sarebbe di impedimento anche ad una pianificazione locale sostenibile, che segni il superamento di quella stagione dove l'unico modello di sviluppo era quello basato sul mattone costiero.
Quindi io spero veramente che gli emendamenti soppressivi vengano accolti dalla maggioranza, in particolare quelli relativi alle lettere c) e d) del comma 1, e che le modifiche al piano casa si limitino a quelle che abbiamo già approvato e che avrebbero già dovuto essere proposte dalla maggioranza, cioè modifiche legate ad adeguamento e semplificazione, non modifiche che con protervia e con pesantezza introducono ancora nuove previsioni edificatorie.
Se questo mio auspicio si realizzasse, la nostra discussione potrebbe essere rinviata alle modifiche del PPR, e in quella sede potremmo finalmente uscire dall'emergenza, uscire dal contingente, uscire anche dalle promesse ventilate, dalle aspettative che abbiamo creato su questa legge, per provare a tracciare delle linee guida, degli adeguamenti e aggiornamenti del Piano paesaggistico regionale che non abbiano l'esigenza di incorporare dentro di sé tutte le norme che avete approvato nel frattempo (e che cercate di legittimare incastrandole nel PPR) ma che abbiano la capacità di guardare un po' più lontano, non soltanto alle leggi di oggi ma anche a quelle di domani.
Lo sviluppo della Sardegna non può esaurirsi in questi mesi e in questi anni e la responsabilità fortissima che abbiamo è quella di tenere uno sguardo lungo, per capire che se troppo facciamo oggi poco potremmo far domani. Nel contesto in cui siamo il valore ambientale, paesaggistico, turistico, economico della Sardegna tutta, ma in particolare della fascia costiera, è destinato soltanto a crescere; noi abbiamo pertanto anche la grande responsabilità di preservare questo bene per una funzione futura di cui non possiamo ancora definire tutti i contorni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Credo anch'io che sia giusto, così come ha fatto il collega Porcu, soffermarsi su questo articolo 1 undecies, perché tutta la discussione che si è svolta in quest'Aula relativamente a questo disegno di legge ha avuto come convitato di pietra il Piano paesaggistico regionale.
Si sono tenute lunghissime discussioni, si è riflettuto a lungo sull'opportunità o meno che, con una legge ordinaria come questa, si mettesse mano a una legge come il Piano paesaggistico regionale, che ha avuto un suo iter, un suo percorso concertato con il Ministero, e quindi, per le stesse caratteristiche che aveva, non poteva essere (come si è cercato di fare con la legge numero 4 del 2009 e come si cerca di fare con questa) corretto con una procedura ordinaria come questa.
Pertanto, pur comprendendo l'esigenza (che più di uno ormai manifesta) che questa discussione abbia un epilogo e che questa legge venga in un modo o nell'altro approvata, credo che bene abbia fatto il collega Porcu a richiamare l'attenzione sull'importanza di questo tema, su quanto questo argomento abbia influito (in quanto presente in questa proposta di legge) anche sul resto della discussione della legge stessa.
Io credo che, se per ipotesi non avessimo avuto questo articolo 1 undecies e non avessimo avuto nella legge numero 4 tutto il Titolo II, la discussione avrebbe avuto un altro taglio, cioè questo disegno di legge non l'avremmo ugualmente condiviso in tante parti, però la discussione sarebbe stata molto più concreta, su norme che potevano essere considerate più o meno opportune ma che comunque non avrebbero inficiato la validità di uno dei principali strumenti legislativi approvati nella scorsa legislatura.
Ci sono voluti, infatti, trent'anni di battaglie politiche in Sardegna per approvare prima i PTP, i Piani territoriali paesistici, e poi, finalmente, un piano unico per l'intera regione. Ora ci ritroviamo, dopo aver anche ridimensionato il carattere peggiorativo di questa legge nei confronti della "4", a discutere di questo articolo, della pretesa della maggioranza, manifestata fin dall'inizio, di voler incidere sulle zone più delicate dal punto di vista paesaggistico della nostra Isola.
E'evidente che, a parte la lettera a) che può anche essere presa in considerazione (quella dove si fa riferimento ai 2000 metri, o 1000 nelle isole minori) il resto dell'articolo andrebbe soppresso per intero. E quello che è contenuto nella lettera d), e cioè il fatto che si possa soprassedere sull'ipotesi della verifica, la dice lunga su quanto sia importante per le sorti delle nostre coste essere coerenti con un ragionamento di salvaguardia che impedisca la riesumazione di tanti spettri che si sono aggirati per le coste dell'Isola negli ultimi dieci anni.
Ecco perché io chiedo che su questo articolo la maggioranza trovi un momento di coerenza con quello che, anche durante la discussione in questi giorni, c'è stato tra tutti noi, e arrivi alla conclusione che quell'ipotesi di lavoro più volte avanzata - che prevedeva la soppressione di gran parte di questo articolo, a parte la lettera a) - debba essere confermata. Se ne avvantaggerebbe il prosieguo della discussione sulla legge e se ne avvantaggerebbe la qualità complessiva, che non potrà mai essere eccelsa ma che comunque, se si dovesse arrivare alla soluzione da noi indicata con i vari emendamenti soppressivi, potrebbe non peggiorare ulteriormente.
Ecco perché io insisto nel richiamare l'attenzione di quest'Aula, e della maggioranza in particolare, affinché su questa materia e su questo articolo il Consiglio abbia un sussulto di dignità e metta rimedio ad un possibile guasto che il popolo sardo non merita, così come non lo meritano le nostre coste e non lo merita neanche il piano casa, la cui filosofia iniziale non si spingeva fino a questi eccessi. Io faccio appello all'intero Consiglio perché questo intero articolo venga soppresso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Io stamattina, assessore Rassu, ho avuto modo di dire che, per quanto riguardava il comma 7 dell'articolo 10 della legge numero 4, l'Assessorato non aveva - ed era un fatto che ovviamente ci lasciava un po' perplessi - svolto l'attività che avrebbe dovuto svolgere, in modo particolare per quanto riguarda la definizione delle direttive applicative previste proprio dal comma testè citato.
Questo lo ricordo perché è vero che la Giunta regionale ha deliberato, ma non ha deliberato direttive, ha deliberato una circolare contenente indirizzi applicativi della legge numero 4.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue URAS.) Stamattina io ho avuto una piccola polemica con l'Assessore, perché avevo rimproverato alla Giunta regionale, ancora una volta, di non aver adempiuto ad una legge.
Come è noto il comma 7 dell'articolo 10 recita: "ai fini del monitoraggio degli interventi di cui alla legge numero 4 e delle conseguenti trasformazioni urbanistiche, i comuni trasmettono all'Assessorato regionale competente in materia di governo del territorio i relativi dati tecnici e amministrativi secondo direttive emanate dalla Giunta regionale". Cosa diversa è, invece, una circolare contenente indirizzi applicativi della legge 23 ottobre numero 4 relativi a tutto il capo primo. Questa non è una direttiva, è una circolare che contiene indirizzi applicativi.
Orbene, il punto 10.5 della circolare recita: "il comma settimo dell'articolo 10 prevede che le amministrazioni comunali trasmettano allo scrivente Assessorato i dati tecnici e amministrativi relativi alle trasformazioni urbanistiche ed edilizie del territorio originate dall'applicazione del capo primo della legge. La Giunta regionale emanerà al riguardo apposite direttive anche al fine di uniformare e comporre le informazioni provenienti dalle diverse amministrazioni comunali".
Allora io mi chiedo, se le emanerà vorrà dire che non le aveva emanate con la delibera che l'Assessore ci ha citato e non le ha emanate neanche con altre delibere, perché io le ho cercate nella selva oscura che organizza la Giunta regionale in materia di applicazione delle leggi, ma non le ho trovato. E allora le suggerisco, Assessore, di raccomandare ai funzionari che le forniscono le notizie per rispondere, (perché lei non c'era, se no ne avrebbe avuto memoria) di fornire notizie che consentano risposte adeguate alle domande del Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale incomincia ad avere veramente poca pazienza per sopportare anche la sufficienza delle risposte che riceve.
Questa norma rimane appesa, i comuni non sono responsabili di ciò che non ha fatto la Regione, che non ha fatto l'Assessorato degli enti locali, che non ha fatto il servizio amministrativo di quell'Assessorato, che aveva il compito di organizzare le direttive che sarebbero dovute essere approvate dalla Giunta regionale.
In questa confusione, con tutti che trattano temi che non c'entrano niente con l'argomento in discussione, abbiamo partecipato ad una conferenza di Presidenti di Gruppo, Presidente, nella quale abbiamo anche cercato di renderci disponibili a capire come possiamo al meglio utilizzare anche il nostro tempo, ma se non ci ascoltiamo rischiamo di approvare, ancora una volta, norme dei cui effetti non abbiamo neppure consapevolezza. Dobbiamo ricominciare con l'ostruzionismo? Dobbiamo richiedere la verifica del numero legale ogni cinque secondi? Dobbiamo intervenire con dichiarazioni di voto a raffica? Possiamo avere una risposta degna di questo nome? E quando si sbaglia possiamo anche ricevere le scuse?
Noi stiamo discutendo una disposizione che cambierà, anzi non cambierà, confermerà questo malcostume, questo pessimo costume del non rispettare le regole, del non approvare le leggi avendo riguardo agli interessi della comunità.
Questa è una sorta di mosaico, non è una legge manifesto, è una legge mosaico. Ogni tassello corrisponde a un nome e a un cognome e a un interesse: o è quello di un progettista o di un gruppo di progettisti o è quello di un'impresa o di un gruppo di imprese o è quello di una persona o di un gruppo di persone. Non è una legge fatta per la generalità di questa popolazione, è una legge mosaico, dove, tassello per tassello, ognuno ha il suo. E c'è quello che deve trasformare i sottotetti, e c'è quello che invece è più interessato ai sottoscala, e c'è quello che deve rendere abitabile ciò che non è abitabile! Insomma, si trasforma una letteratura giuridica che ha sempre regolato in modo positivo la gestione del territorio in una sorta di Far West delle non regole, del duello da mezzogiorno di fuoco davanti al saloon.
Si fa notare che la legge che stiamo cambiando anche la Giunta, che propone di cambiarla, non l'ha applicata. Io credo che non faremo molti passi in avanti, ci aspetta un autunno difficile, la Giunta regionale è inadeguata a fronteggiare la crisi, la sua azione non ha il senso che deve avere in assenza di risorse, risorse dei sardi, colpevolmente lasciate in mano al Governo nazionale. E continua a giocare con questi provvedimenti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, sull'articolo 13 della legge numero 4 siamo già intervenuti. Adesso siamo chiamati ad esprimere una valutazione sulle intenzioni della maggioranza e della Giunta di modificarlo. In alcuni casi si tratterebbe di semplici aggiunte, in altri casi di vere e proprie modifiche. Una modifica che proprio non è possibile accettare, Assessore, è quella che ritroviamo alla lettera b) dell'articolo 1 undecies .
In questa lettera voi, cercando di prendere, come fanno gli incantatori di serpenti, un piffero e suonarlo in maniera ondulatoria, vorreste dare ad intendere che sarebbe vostra intenzione - riporto testualmente - "tutelare il territorio agricolo, e contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento, e l'esigenza di avvalersi di infrastrutture e fabbricati adeguati per l'esercizio dell'attività agricola". Adesso, io non capisco che cosa abbiate nella testa quando parlate di un improprio sfruttamento, perché secondo me l'improprio sfruttamento è esattamente il vostro obiettivo, perché il normale sfruttamento del suolo agricolo è l'attività agricola. E quando parlate di rimuovere le norme di salvaguardia per applicare le direttive per le zone agricole, che costituiscono norma ordinaria, dite una cosa che non è possibile.
La rimozione delle norme di salvaguardia non comporta, infatti, il declassamento di quelle aree da aree vincolate a aree non vincolate. Il tribunale amministrativo regionale, quando prese in esame un ricorso corposo sulle norme che tutelavano le aree agricole (che prevedevano l'estensione minima del lotto di 3 o 5 ettari, a seconda che si svolgessero attività agricole intensive o estensive) si pronunciò sostanzialmente in questi termini: "E' ovvio che noi non vogliamo mettere in discussione l'applicazione della norma a regime, ma la norma che vincola la misura minima del lotto ai 3 ettari o ai 5 ettari costituisce a tutti gli effetti norma di salvaguardia, e ha una vigenza fino a quando quel comune non adeguerà il suo strumento urbanistico alle norme del PPR".
Io sto a questo, voi invece qui state dicendo, presupponendo di poter esercitare un potere che non avete: "No, caro TAR, voi avete detto un sacco di fandonie. Per me, il limite dei 3 e 5 ettari non esiste perché io le norme di salvaguardia le ho rimosse e voglio che si applichi sul territorio agricolo la norma ordinaria". Questo che state facendo oggi equivale esattamente a quello- e speriamo che gli uffici del Ministero ci ascoltino - cioè a un declassamento unilaterale da parte della Regione di un bene che, insieme con lo Stato, abbiamo deciso di classificare come meritevole di tutela.
Peraltro voglio ricordare che noi avevamo comunque consentito, nelle more dell'adeguamento dei PUC al PPR, agli operatori agricoli a titolo principale, la possibilità di costruirsi la casa. Voi pronunciate delle affermazioni che non corrispondono al vero, noi non eravamo contro gli agricoltori, noi avevamo previsto che fino all'adeguamento dei PUC al PPR gli agricoltori potessero costruire le case, subordinatamente al raggiungimento dell'intesa, perché l'intesa era il luogo nel quale verificavamo la sussistenza dei requisiti, non ci fidavamo della mera documentazione cartacea, come fate voi, perché tanto non ve ne importa niente di controllarla.
Noi abbiamo detto: "se c'è una regola la si rispetta, e, se c'è un agricoltore a titolo principale, può costruire, purché dimostri di essere tale". Tant'è che in quella sede bloccammo diverse edificazioni nell'agro per mancanza di requisiti. Io mi ricordo molto bene quelle che riguardavano la mia zona, Arborea: "casettine" di abitazione di 450 metri quadri per l'agricoltore a titolo principale! Una piccola costruzione, giusto per ospitare la famiglia, per la trasformazione del formaggio! Ma stiamo scherzando?
Secondo aspetto: la lettera c). La lettera c) riguarda le modalità di costruzione all'interno dei cosiddetti perimetri cautelari. Noi abbiamo detto che quando il comune identifica un bene identitario, fino a quando non ne descrive la portata all'interno del centro storico, o all'esterno, quindi in sede di PUC, noi assicuriamo una soglia di garanzia di 100 metri intorno, poi spetta al comune decidere se sono 100 metri o 50. Voi invece adesso dite: "100 metri, ma quando mai, è un limite esagerato, insopportabile, quando mai dobbiamo adeguare il PUC al PPR!" e decidete che si può costruire dentro i 100 metri.
Quindi quel limite, che era nato come limite cautelare - lo dice la parola stessa, cauteliamoci dal produrre danni edificatori, fino a quando non abbiamo studiato in termini particolareggiati quell'area - che costituisce proprio applicazione, del principio contenuto nell'articolo 9 della Costituzione, quello della conservazione del patrimonio prezioso che ci è stato tramandato, noi lo rimuoviamo, e in più aggiungiamo una norma che recita: "In queste zone sono altresì ammessi interventi di trasformazione degli stessi beni". Cioè gli interventi di trasformazione ammessi non riguardano l'intorno del bene identitario ma lo stesso bene identitario che posso persino trasformare. Cosa volete che vi dica, più di così? Inoltre stabilite: "Possono essere realizzati gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica".
Ci siamo tanto lamentati, ne ha parlato il collega Campus, quando a Sassari, per una distrazione o per mancanza di strumenti giuridici, è stata autorizzata la demolizione di un palazzotto di pregio nell'ambito del centro storico, e qui diamo la possibilità di costruire nuovi corpi di fabbrica a ridosso di beni identitari e all'interno della fascia cautelare? Cosa volete che vi dica? Volete lasciare questa norma? Lasciatela. Io comunque la sottolineo, così chissà che qualcuno non se la segni e se ne avvalga in sede di impugnativa.
Infine, Assessore, volevo ricordarle la posizione del ministro Galan in materia di pianificazione paesaggistica, perché ritengo che le possa essere utile in futuro. Il ministro Galan ha assunto una posizione precisa, che mi pare coerente: afferma che la pianificazione paesaggistica è nata con la convenzione europea del paesaggio ratificata dall'Italia, che prevede che la tutela del paesaggio avvenga attraverso un sistema di copianificazione fra Stato e Regione.
Galan dice: "La copianificazione Stato-Regione dà origine alla pianificazione paesaggistica e all'attuazione dell'articolo 9. Qualunque variazione in più, in meno o alla pari di questo progetto paesaggistico deve avvenire con la copianificazione". Voi invece avete avviato un procedimento unilaterale, (così come la Regione Lazio che per questo motivo si è dovuta fermare) e il Ministro, al quale non importa niente delle ragioni degli altri, dice: "Io mi attengo al rispetto della Costituzione", e fa bene.
Evidentemente dimostra di avere memoria di ciò che è avvenuto in questi anni, dei morti che abbiamo subito anche noi sardi, e di voler guardare un più in alto piuttosto che guardarsi la punta delle scarpe, come spesso facciamo noi anche in questa materia .
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo su questo articolo importante, anzi importantissimo, che cerca di apportare almeno qualche modifica all'articolo 13 della legge numero 4. Purtroppo non siamo riusciti ad approvare gli emendamenti che avrebbero permesso di cancellare finalmente quanto previsto da questo articolo, un articolo che è servito molto alla propaganda e che è rimasto in massima parte inattuato, perché non poteva derogare a quanto previsto da una legge di ordine superiore (in quanto approvata in attuazione alla legge nazionale e concordata quindi col Ministero dei Beni Culturali) come il Piano paesaggistico regionale.
Non siamo riusciti a cancellare l'articolo 13 in Aula ma confido che lo farà cancellare il ministro Galan, un Ministro che in queste ultime settimane, oltre che con i fatti e con le azioni che gli competono per il suo ruolo, anche con le dichiarazioni riportate ieri in una intervista ne "Il Sole 24 ore", ha chiarito che terrà un comportamento diverso rispetto al comportamento disattento del suo predecessore, il ministro Biondi. Quindi sono non certo, certissimo, che impugnerà davanti alla Corte costituzionale questa legge che stiamo approvando.
Però questa discussione, seppur inutile nei risultati futuri, credo sia stata molto utile a chi l'ha seguita in quest'Aula e a chi l'ha seguita anche da fuori, magari utilizzando gli strumenti nuovi che la Presidenza del Consiglio regionale ha messo a disposizione. E' stata, infatti, quasi un seminario di studi sulla vostra precedente legge e sul Piano casa, come c'è stato propagandato fino a oggi. Ci avete detto che il piano casa sarebbe stato utile alle famiglie sarde che intendessero effettuare dei piccoli interventi (magari ricavare una nuova stanza o chiudere una veranda) che sarebbe stato utile alle piccole imprese artigiane della Sardegna per rimettere in moto l'economia (anche se nel frattempo avete dimenticato gli interventi pubblici nei centri storici dei paesi, che nel passato hanno portato in pochi anni oltre 400 milioni di euro di investimenti).
Il Piano casa, dicevate, avrebbe dovuto servire una pluralità di interventi, misurati in una media di 60 metri cubi ciascuno; invece così non è stato, e questo articolo 13, che vorreste aggiornare, ci dimostra esattamente a che cosa è servito effettivamente il Piano casa. E' servito a rimettere in vita le lottizzazioni bloccate nel 2004 nei comuni non aventi un Piano urbanistico comunale in vigore e le lottizzazioni, bloccate al 2006, nei comuni che nel 2004 avevano invece un Piano urbanistico comunale in vigore.
L'essenza vera, assessore Rassu, del Piano casa precedentemente approvato e di cui ancora oggi parliamo, non dico per peggiorarlo, ma per provare a mantenerlo in vita, era questa: resuscitare i morti, resuscitare un'idea di Piano paesaggistico regionale, un'idea di Sardegna basata sul ricostruire, ristrutturare, risanare, migliorare, purché non si continuasse a consumare territorio.
Voi, a parole, affermate di condividere questo principio, anzi acquistate persino pagine nei quotidiani sardi per convincere l'opinione pubblica che siete più ambientalisti degli altri, che, anzi, volete persino eliminare le intese che sanciscono arbitrarietà, però, nei fatti in questo articolo 13 affermate di voler risuscitare le lottizzazioni in zona F.
Ma di che cosa parlate quando affermate che volete far resuscitare queste lottizzazioni? Delle lottizzazioni entro 300 metri dalla battigia? Di quelle oltre i 300 metri? Di quelle nei comuni con il PUC approvato? Di quelle nei comuni col PUC non approvato? Delle lottizzazioni solamente adottate il cui procedimento può essere ultimato e convenzionato successivamente? Delle lottizzazioni convenzionate i cui lavori non sono stati avviati? Delle lottizzazioni convenzionate ma i cui lavori sono stati avviati e eventualmente realizzati fino al 60 per cento? E' tutto un articolo studiato per rilegittimare il consumo del territorio in aree nelle quali finalmente era passata, d'intesa con lo Stato, l'idea che potessero essere tutelate e restituite alle future generazioni.
E allora io sono fortemente convinto che quello che stiamo approvando oggi non produrrà l'unico effetto di chiarire che dietro parole vuote c'è solamente il vostro desiderio di ingannare e di mistificare la realtà; credo che questo effetto, questa discussione lo stia sortendo. Spero ne sia consapevole, assessore Rassu. Affermare che sono approvabili le lottizzazioni nei comuni non aventi il Piano urbanistico comunale approvato, né ora né, tanto meno, nell'agosto del 2004 e poi nell'autunno del 2004, significa permettere tutte le lottizzazioni presenti in zona F lungo l'intera costa della Sardegna. Vi assicuro che non c'è un tratto di costa della Sardegna dove non ci sia una zona F e una lottizzazione in qualche modo avviata sopra, qualche volta solamente adottata, qualche volta adottata e convenzionata, qualche volta con opere legittimamente avviate.
Legittimamente avviate ma altrettanto legittimamente bloccate, come 1007 procedimenti vinti presso il Tar e il Consiglio di Stato dimostrano; altrettanto legittimamente sospese, bloccate, cancellate nell'idea di un nuovo uso del territorio e di una diversa idea di sviluppo della Sardegna.
Se del paesaggio non ve ne importa nulla, ma vi interessa almeno qualcosa dell'industria turistica in Sardegna, pensate che quello che serva per far crescere il turismo in Sardegna, e quindi posti di lavoro legati al turismo in Sardegna, sia altro consumo del territorio? Pensate che quello che serva sia qualche altro villaggio di seconde case vuote o qualche altro villaggio turistico che possa riempirsi o lavorare due mesi all'anno? O non serve rafforzare e migliorare l'esistente?
Ma se è così, voi non state facendo qualcosa in favore del turismo, state facendo qualcosa contro l'industria turistica che già esiste. E mentre trascurate di occuparvi di continuità territoriale marittima, trascurate di occuparvi di continuità territoriale via mare, trascurate di occuparvi di tutto quello che potrebbe servire al turismo, oggi, in Aula, vi occupate di distruggere una caratteristica fondamentale del turismo in Sardegna, assessore Rassu: la qualità ambientale.
Quando voi cancellate qualità ambientale, cancellate una ragione forte di crescita e di mantenimento del turismo in Sardegna, ed è bene che ne siate consapevoli. Ma sembra che non vi interessi.
Spendo gli ultimi minuti per un problema che mi sta particolarmente a cuore: quello del consumo del territorio agricolo. E anche qui iniziate con una prosa letteraria in cui dite: "Al fine di consentire un corretto e razionale utilizzo del territorio agricolo, che miri a contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento". Al fine di tutto questo scrivete delle norme per cancellare la tutela esistente e per facilitare, anzi, per incentivare, per spingere la costruzione in agro. E allora rinunciate almeno alle parole che servono per prendere in giro la gente disattenta, rinunciate almeno alle parole che servono proprio per dare un motivo in più alla gente di delegittimarci, perché sembra che il nostro unico scopo sia quello di imbrogliare. Se non credete alla qualità del paesaggio, se non credete…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Io ritengo che il Capo II di questa legge, più l'articolo 10 del Capo I, contengano solo norme intruse e che nulla abbiano a che fare con il Piano casa, talmente intruse che hanno creato alcune contraddizioni quasi di natura schizofrenica. Gli articoli intrusi sono quelli che vanno dal 10 al 14, e non c'entrano assolutamente niente con questo tema.
L'articolo 10 addirittura tentava (è stato corretto) di obbligare il cittadino a fornire una comunicazione al Comune anche per piccoli interventi domestici come la sostituzione di un rubinetto. Tutti sappiamo che quando si deve sostituire un rubinetto di casa o risolvere un problema idraulico di questo tipo si chiama l'idraulico, pertanto coinvolgere i nostri servizi tecnici relativamente alle opere della lettera a), articolo 31 della legge numero 457 del 1978, sarebbe stata una manifestazione di schizofrenia normativa.
Ho visto tanti colleghi cadere in questo tranello, pensare che le opere di ordinaria manutenzione fossero chissà che. Invece se leggiamo attentamente l'articolo 31, lettera a), capiamo subito che riguarda qualche opera di rifinitura interna all'abitazione e tutto ciò che normalmente facciamo senza coinvolgere gli uffici tecnici. Quando noi introduciamo devianze su una legge capita anche di cadere in questi tipi di errore.
L'articolo 14, poi, ha addirittura innescato un meccanismo perverso. L'articolo 14 di un anno fa sapete cosa ha determinato? Ha determinato l'arresto improvviso di tutto il processo di copianificazione Regione-comuni. Io non so che effetto abbia prodotto negli altri centri ma so per certo che nella città di Cagliari questo articolo anziché agevolare, ha rappresentato un freno, nel senso che ha bloccato tutta la copianificazione legata a 15 beni paesaggistici, che non sono stati disciplinati. Solo l'altro ieri è ripresa, fortunatamente, la copianificazione su Tuvixeddu,.
Questo significa che in questi 15 luoghi, anche il banale spostamento di una finestra crea tante di quelle problematiche autorizzative che scoraggiano ovviamente l'utenza a realizzare qualsiasi intervento. Quindi, ribadisco, tutto l'articolato del Capo II non c'entra niente con questa legge.
Io mi sarei aspettato che, per esempio, l'articolo 13 costituisse il "cappello" del prossimo adeguamento del Piano paesaggistico, soprattutto laddove prevede che il Piano paesaggistico - e ci sta in punta di diritto - ogni biennio sia soggetto a revisione, con tutte le modalità che vengono elencate. Quindi ritengo che introdurre in questa legge "diversivi", esterni dal punto di vista del diritto urbanistico, sia sbagliato. E' come se, con essi, volessimo conferirle un tocco di decoro, tra virgolette, soprattutto quando si parla di liberalizzazione, quando si parla di semplificazione.
Del resto è sempre stato così. Pensate che le prime semplificazioni al sistema delle autorizzazioni amministrative sono nate proprio da leggi di condono, che da un lato dicevano di voler reprimere fortemente l'abuso e dall'altro dicevano: "Bada che da ora in poi non dovrai formalizzare più di tanto se vuoi eseguire delle opere interne a casa tua, quindi puoi semplicemente comunicare l'attività con un'asseverazione da parte di un direttore dei lavori", commettendo anche in quel caso un errore perché prevedevano un'asseverazione ma non una direzione dei lavori, altra lacuna di quella forma semplificativa.
Comunque ribadisco che sono d'accordo con l'emendamento; riempire la legge di argomenti che non c'entrano nulla è pericoloso. Anche perché se un domani, fra uno, due o tre anni, un cittadino volesse cercare una norma che ha a che fare con la semplificazione, non gli verrebbe certo in mente di cercarla sul Piano casa. Questo, pero, purtroppo è un vizio che si sta piano piano radicando nella legislazione, ed è veramente penoso che, per trovare una norma squisitamente urbanistica il cittadino, il tecnico, debba andare a frugare tutti i collegati alle finanziarie.
Quindi dobbiamo ricominciare a ragionare per temi e anche la legislazione deve essere fatta per temi, perché non è destinata solo agli addetti ai lavori, è destinata anche al cittadino che quando vede il Piano casa non può capire cosa c'entrino in quel testo le modifiche al PPR.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, siccome circolano notizie circa dimissioni anticipate dell'Esecutivo, sarebbe opportuno che il Presidente ci informasse se è ancora in carica o se non lo è più.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anche io le chiedo, Presidente, di sospendere la seduta per cinque minuti per accertare cosa sta avvenendo…
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue DIANA GIAMPAOLO.) E' arrivata anche la Presidente. Signora Presidente ci comunichi se è ancora in carica il Presidente della Regione oppure se ha rassegnato le dimissioni. Se fosse vera la seconda ipotesi ovviamente da questa parte partirebbe un applauso molto sentito.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, possiamo proseguire perché non sono pervenute le dimissioni del Presidente della Regione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza. Comunico che l'emendamento numero 84 è decaduto.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 83, 85, 8 e 86 ( di identico contenuto) e 24; ci si rimette all'Aula sull'emendamento numero 131; è favorevole sugli emendamenti numero 115 e 144 (di identico contenuto) 122 e 123.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del Relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti. Anziché votare l'emendamento numero 83 votiamo direttamente il testo del comma 1, lettera a).
Metto in votazione il comma 1, lettera a) dell'articolo 1 undecies. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Anziché votare l'emendamento numero 85 votiamo direttamente il testo del comma 1, lettera c).
ESPA (P.D.). Chiedo la votazione nominale
(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 1, lettera c), dell'articolo 1 undecies.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che la consigliera Barracciu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 68
Votanti 65
Astenuti 3
Maggioranza 33
Favorevoli 40
Contrari 25
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione gli emendamenti numero 8 e 86, di identico contenuto.
No, scusate colleghi. No, basta, io mi rifiuto di proseguire. O si ascolta quello che dice la Presidenza, o altrimenti interrompo qui i lavori!
CAMPUS (P.d.L.). L'emendamento numero 8 è ritirato.
PRESIDENTE. Però rimane in piedi l'emendamento numero 86, a firma Lotto e più.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale
(Interruzione)
Sospendo i lavori! La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 15 viene ripresa alle ore 18 e 24.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Comunico che l'emendamento numero 8 è stato ritirato. Metto in votazione l' emendamento numero 86
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.) Intervengo per dichiarare il voto favorevole sull' emendamento numero 86 , e per segnalare che era stato assunto un impegno preciso anche ad accettare questo emendamento soppressivo, perché la lettera d) fa una cosa a nostro avviso grave, cioè di fatto detta le condizioni per venir meno alle verifiche di coerenza col piano paesaggistico. Si tratta di una norma che rischia di legittimare interventi su Comuni non dotati di PUC conforme neanche alla legge 45 dell'89, che possono avere trasformato i territori anche in quella fase delicata tra il decreto del 10 agosto del 2004 e l'approvazione del piano paesaggistico.
Rischiamo, in sostanza, di legittimare ex-post o trasformazioni per le quali non c'era bisogno di questa norma, o trasformazioni realizzate in periodi nei quali non potevano essere realizzate. Credo che questo sia un errore grande, e credo che così facendo si venga anche meno ad un impegno, che era stato quello di non intervenire così pesantemente sulle norme di salvaguardia del PPR. Dispiace dover constatare che questo impegno non sia stato mantenuto, e non è affatto positivo, non solo per questa legge, ma anche per i rapporti tra la maggioranza e la minoranza consiliare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza.Presidente, io non posso che ribadire quanto già affermato dal collega Porcu. Il contenuto di questa lettera d) costituisce uno dei passaggi più delicati di tutta questa legge. C'era sembrato di capire da tempo che ci fosse l'interesse e l'intenzione della maggioranza di venire incontro a questa proposta di cancellare questa norma che riteniamo estremamente negativa; non possiamo che ribadire l'esigenza e l'opportunità che venga votato positivamente questo emendamento affinché si cancelli una delle parti peggiori di questo disegno di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Io voglio sottolineare l'originalità di questo modo di legiferare. Per consentire una determinata attività non scriviamo "è consentito fare così", ma costruiamo una norma che impedisca di controllare se ciò che non si doveva fare è stato invece fatto. E' una logica analoga a quella delle direttive del comma 7. Noi non abbiamo scritto, come avremmo dovuto, che sono approvate direttive; no, abbiamo scritto che si approvano "modalità operative per il monitoraggio degli interventi". Continuando così, e chiudo Presidente, noi finiamo nel marasma normativo. I benefici che voi pensate di realizzare con questo provvedimento saranno malefici, e di questo dovrete rendere conto.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 86.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 67
(Il Consiglio approva).
A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 86 decadono gli emendamenti numero 131 e 24.
Metto ora in votazione gli emendamenti numero 115 e 144, di identico contenuto. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Gli emendamenti numero 148 e 149 sono decaduti.
Metto in votazione l'emendamento numero 122.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sanna Gian Valerio. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore, lei, nell'emendamento numero 122 scrive: "eventualmente prevedendo misure di contenimento dell'edificazione residenziale nella fascia costiera". Dovrebbe invece sapere che nella fascia costiera nessuno dispone misure di contenimento perché le misure di contenimento esistono già e sono assolute, il che vuol dire che lei disconosce anche il regime giuridico vigente in quella fascia. Lei non può scrivere queste cose; è un atto gravissimo che la Giunta regionale scriva e proponga queste cose.
Nella fascia costiera, che è bene paesaggistico di insieme, l'edificazione residenziale è proibita del tutto! Lei dà quindi dimostrazione di ignorare una norma, perché potrebbe scrivere: "si intende modificata" ma non far finta che non ci sia. Ecco perché noi voteremo contro l'emendamento numero 122.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, dichiaro che voterò contro l'emendamento numero 122 e ne approfitto anche per concludere un discorso su questo tema. Assessore Rassu, mi rivolgo a lei che, come me, viene da un paese dell'interno, da un paese che nel passato ha avuto una grande vocazione agricola. Mi rivolgo a lei che si è interessato di agricoltura, che è cresciuto grazie all'agricoltura e che cerca di trovare una logica in questa legge, io una logica veramente non la posso trovare.
Ma per quale motivo stiamo tornando indietro di anni nell'idea di consumo del suolo agricolo? Perché stiamo tornando a delle norme vecchie di trent'anni, superando l'idea che il suolo agricolo vada tutelato e preservato nella sua vocazione? Assessore Rassu, le chiedo se non la convince l'idea del paesaggio, se non la convince quello che il mondo sta predicando, che avremo bisogno di più agricoltura e non di meno agricoltura, se non la convince l'idea che vadano incentivati i riordini fondiari e non le case che si opporranno al riordino fondiario. Si è almeno domandato cosa ne sarà dei comuni dove stanno proliferando le case in agro? Quanti costi dovrà sopportare quella piccola comunità per garantire il ritiro dei rifiuti, per garantire lo scuolabus, per garantire la consegna delle lettere, per garantire un minimo di sicurezza? Come vivranno quelle famiglie da sole in campagna? Chi le garantirà un po' di sicurezza?
Se qualche famiglia pensa di spendere meno costruendo in campagna, utilizzando magari un pezzo di terreno lasciatogli dai genitori, sappia che alla fine spenderà di più perché dovrà costruirsi una fossa asettica, perché dovrà spendere 10 volte tanto per fare l'allaccio della luce, perché non riuscirà ad avere un allaccio del telefono, non riuscirà ad avere la banda larga, non riuscirà ad avere niente! Ma perché allora continuiamo a muoverci su questa linea di degrado della campagna e di sottosviluppo?
Assessore Rassu lo so che non le interessa e ormai ho perso la speranza che possa interessarle, ma a Sanluri non c'è un agricoltore che sta costruendo delle case in campagna, lo vuole capire sì o no?
PRESIDENTE. Chiedo scusa all'Aula, ma a seguito di un esame più attento abbiamo accertato che decade anche l'emendamento numero 122.
Rimane quindi l'emendamento numero 123.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Per aiutarci a capire, decade anche la lettera d) della legge per intero? Non solo l'emendamento.
PRESIDENTE. Sì, l'avevo già comunicato.
Ha domandato di parlare l'assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Onorevole Soru e onorevole Sanna, ricordo che in fascia costiera non è proibito in assoluto edificare, perché anche nella zona agricola, a partire dai 3 ettari …
PRESIDENTE. Assessore Rassu, mi scusi, l'emendamento numero 122 è dichiarato decaduto quindi ora siamo sull'emendamento numero 123.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 123.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Milia ha votato a favore e che il consigliere Cocco Daniele ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Capelli - Salis.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 70
votanti 66
astenuti 4
maggioranza 34
favorevoli 41
contrari 25
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 duodecies e dei relativi emendamenti..
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 duodecies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 duodecies
Norma transitoria
1. Sono fatte salve le richieste di titoli abilitativi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009, prorogata dalla legge regionale 20 aprile 2011, n. 11 (Proroga dei termini di cui alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo)), già presentate alla data di entrata in vigore della presente legge. Qualora i soggetti richiedenti intendano usufruire delle modifiche introdotte con la presente legge, ove più favorevoli, presentano esclusivamente le integrazioni o modificazioni alla documentazione già presentata.
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 duodecies
L'articolo 1 duodecies è soppresso.
(87)
Emendamento All'emendamento numero 116 aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 1 duodecies
All'emendamento n. 116 è aggiunto in principio il seguente comma:
01 bis. Le istanze volte all'ottenimento del titolo abilitativo presentate ai sensi del comma 1 conservano la loro validità e non è necessario procedere ad una nuova presentazione.
(275)
Emendamento all'emendamento numero 116 aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 1 duodecies
All'emendamento n. 116 è aggiunto il seguente comma:
1 ter. Sono comunque fatte salve e, pertanto, sono da considerarsi valide per gli effetti di cui alla presente legge, le richieste di titoli abilitativi presentate nel periodo intercorrente tra il 2 novembre 2011 e la data di entrata in vigore della presente legge.
(276)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 275 e 276 sostitutivo totale Giunta Regionale.
Articolo 1 duodecies
Gli emendamenti numero 275 e 276 sono sostituiti dal seguente:
All'emendamento numero 116 è aggiunto il seguente comma:
"Sono fatte salve le domande presentate precedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge e successivamente alla scadenza dei termini previsti dall'art. 10, comma 4, della Legge Regionale L.R. 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore dell'edilizia e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo), come prorogati dall'art. 1 Legge Regionale 20 aprile 2011, n. 11 (Proroga dei termini di cui alla Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4). In ordine a tali domande resta validamente compiuta anche l'attività eventualmente svolta e gli atti adottati dagli uffici pubblici statali, regionali o comunali".
(281)
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Matteo - Artizzu.
Articolo 1 duodecies
Dopo il comma 1 dell'articolo duodecime è aggiunto il seguente:
1 bis. I soggetti, già presentatori di istanza di rilascio di titolo abilitativo rigettata dall'amministrazione comunale con provvedimento non definitivo, in quanto o impugnato o per il quale non siano decorsi i termini di impugnativa, possono presentare, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, richiesta di riesame dell'istanza. L'amministrazione comunale competente, entro i successivi sessanta giorni, riesamina la documentazione già presentata alla luce delle modifiche introdotte dalla presente legge, richiede esclusivamente le eventuali integrazioni e deliberazione sul rilascio del titolo abilitativo richiesto.
(116).)
PRESIDENTE. Ricordo che i colleghi che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Sanna Gian Valerio. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io credo che quest'articolo complichi un po' la strada alla legge. E' vero che pare che in questi giorni i comuni abbiano persino lasciato aperti i protocolli per registrare le domande perché non si sapeva bene che fine avrebbe fatto la Commissione, però la norma transitoria fa salva "la richiesta di titoli abilitativi di cui alla legge regionale numero 4, prorogata dalla legge 20 aprile 2011, numero 11, già presentati alla data di entrata in vigore della presente legge".
Allora cosa accade? Accade che queste domande che verranno prese in considerazione, cioè tutte quelle presentate dal 31 al giorno in cui approveremo definitivamente questa legge, sono domande prive di riferimento normativo, perché di fatto sono domande presentate sulla base di una legge inesistente. Noi le facciamo validare: vi sembra una cosa corretta? Seconde me bisognerebbe fare una cosa diversa. E' vero che quest'articolo voi l'avete inserito a valle di quel comma 2 dell'articolo precedente dove avete previsto la proroga, posso capire la logica, ma quella proroga non era una proroga, era un termine di vigenza del disegno di legge numero 265, non della legge numero 4. Se fosse stata una proroga della legge numero 4 allora anche questa norma transitoria avrebbe avuto ragione di stare in piedi. Invece non sta in piedi perché avete approvato una norma che sancisce la discontinuità.
Quindi voi potreste prevedere che alle domande che si riferiscono alla "265" si applichi la norma della legge numero 4, attuando una sorta di "reviviscenza normativa", ma non potete considerare ancora valide delle domande presentate in un momento in cui la legge numero 4 non esiste più E' lo stesso problema di prima, per cui io mi appello a quelli che hanno capito quel problema, al Presidente della Commissione nella quale abbiamo trattato l'argomento, e suggerirei, a questo punto, di eliminare direttamente l'articolo 1 duodecies, perché sarà sufficiente quello che avete deciso di fare dopo per rimettere in piedi una legge. E' chiaro questo?
Voi state dicendo di trascinare la validità di una legge che non esiste più, e questo non è possibile. Dovete prendere atto che abbiamo intrapreso una strada diversa in questa legge e che quindi questo articolo non ha più nessun senso. Mi fermo qua perché è talmente evidente che è così che non c'è nient'altro da dire. PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 282 è stato ritirato. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 87 il parere è contrario mentre è favorevole sull'emendamento aggiuntivo numero 116. Per quanto concerne gli emendamenti della Giunta il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Anche sull'emendamento di sintesi numero 281?
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Sì, anche sul numero 281.
PRESIDENTE. Per esprimere parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(E' approvato)
(Proteste del consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Onorevole Giampaolo Diana, io ho guardato il monitor e non ho visto nessun iscritto a parlare..
Metto ora in votazione l'emendamento numero 281.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 281.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Petrini e Stochino hanno votato a favore e che i consiglieri Cugusi e Lotto hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 66
astenuti 3
maggioranza 34
favorevoli 40
contrari 26
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 116. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Colleghi, l'emendamento numero 282 è stato ritirato; l'emendamento numero 281 era l'emendamento di sintesi degli emendamenti numero 275 e 276, quindi rimane in piedi l'emendamento numero 216 che stiamo votando.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi stiamo cercando di ottemperare con ragionevolezza e attenzione al nostro compito, pertanto le chiedo di rallentare un po' il ritmo dei lavori altrimenti saremmo costretti a riprendere l'atteggiamento di prima perché con quel ritmo avevamo il tempo di esaminare le norme. Adesso io non voglio sottilizzare ma lei, quando ha messo in votazione l'emendamento, ha citato anche l'emendamento numero 116…
PRESIDENTE. Però gli Uffici mi hanno fatto presente che…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ho capito, è dovuto alla fretta, non credo alla malafede, quindi lavoriamo con calma perché abbiamo bisogno di capire.
PRESIDENTE. Onorevole Gian Valerio Sanna, non c'è nessuna malafede.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'ho detto, l'ho affermato, Presidente, ma è la fretta che poi alla fine…
PRESIDENTE. No, non è la fretta, è soltanto che dagli Uffici mi era stata data un'indicazione differente.
Siamo all'emendamento numero 116. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Vorrei chiedere al presidente Matteo Sanna che ha presentato l'emendamento la ratio di questa proposta: "I soggetti già presentatori di istanza di rilascio di titolo abilitativo rigettata dall'Amministrazione comunale con procedimento non definitivo, in quanto o impugnato o per il quale non siano decorsi i termini di impugnativa, possono presentare, entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, richiesta di riesame dell'istanza".
Che senso ha se non è chiuso il procedimento di impugnativa? Non lo so, mi sembra un pasticcio, perché se c'è un ricorso contro il rigetto di una concessione edilizia, bisognerà aspettare l'esito del ricorso, non dare la possibilità di ripresentare l'istanza se il ricorso non è stato portato a compimento. Può essere che non capisca io o che abbia interpretato male, ma non ha senso concedere la possibilità di ripresentare la stessa istanza che è oggetto di ricorso prima che il ricorso sia arrivato a compimento. Sarebbe doveroso, da parte dei presentatori, ritirare l'emendamento.
STERI (U.D.C.-FLI). Ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 terdecies e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 terdecies e del relativo emendamento:
Art. 1 terdecies
Modifiche alla rubrica del capo III
1. La rubrica del capo III della legge regionale n. 4 del 2009 è così sostituita:
"Norme per il recupero del patrimonio edilizio esistente".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 terdecies
L'articolo 1 terdecies è soppresso.
(88)).
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento, ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo dell'articolo 1 terdecies.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Vargiu e Rodin hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Cugusi - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 65
astenuti 3
maggioranza 33
favorevoli 40
contrari 25
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 quaterdecies e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 quaterdecies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 quaterdecies
Modifiche alle disposizioni in materia di recupero dei sottotetti
1. All'articolo 15 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 5 dopo le parole "dei sottotetti", sono aggiunte le parole: "anche ottenuti mediante la realizzazione di un solaio intermedio";
b) dopo le parole: "per accessori e servizi", sono aggiunte le seguenti: "nel caso specifico di sottotetto ottenuto con solaio intermedio sono rispettate tali altezze.";
c) alla fine del comma 6, è inserito il seguente periodo: "Il recupero abitativo dei sottotetti nelle sole zone territoriali omogenee B è ammesso anche in deroga ai limiti ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali vigenti. In ogni caso l'altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente in 3,50 metri e in 1,30 metri.";
d) dopo il comma 6, è aggiunto il seguente:
"6 bis. La realizzazione delle modifiche dell'altezza di colmo, della realizzazione di lucernai, abbaini e terrazzi, della modifica di pendenza delle falde, nei limiti massimi delle altezze stabilite, comporta la deroga al superamento dell'indice volumetrico previsto dallo strumento urbanistico vigente.".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
L'articolo 1 quaterdecies è soppresso.
(89)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
Il comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppresso.
(90)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppressa.
(91)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppressa.
(92)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
La lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppressa.
(93)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quaterdecies
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppressa.
(94)
Emendamento soppressivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 1 quaterdecies
La lettera) del comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è soppressa.
(124)
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 quaterdecies
Nella lettera c) del primo comma dell'articolo 1 quaterdecies le parole "In ogni caso l'altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente in 3,50 metri e in 1,30 metri" sono sostituite dalle parole "In ogni caso l'altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente in 3,50 metri e in 2,20 metri".
(146)
Emendamento all'Emendamento numero 117 sostitutivo parziale Steri - Diana Mario - Meloni Francesco - Sanna Giacomo.
Articolo
All'emendamento numero 117 le parole "in deroga alle" sono sostituite dalle parole "nel rispetto delle".
(269)
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Matteo - Artizzu.
Articolo 1 quaterdecies
Al comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è aggiunto il seguente comma:
1 bis. al comma 5 dopo le parole "è consentito", sono aggiunte le parole: "in deroga alle prescrizioni igienico-sanitarie".
(117)).
PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 117 è stato ritirato, per cui decade anche l'emendamento all'emendamento numero 269. Comunico inoltre che gli emendamenti numero 89 e 90 non verranno messi in votazione perché successivamente si configura una votazione per parti
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 91, 92 e 93. Sugli emendamenti numero 146 e 94, che è uguale al numero 124 della Giunta regionale, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare è il consigliere Campus. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi entro la fine dell'intervento dell'onorevole Campus che a disposizione dieci minuti.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, colleghi, qua si tocca il problema delle norme igienico sanitarie relative alle abitazioni, problema che abbiamo già affrontato in sede di discussione generale facendo riferimento alla legge primigenia, la numero 4 del 2009. Io mi limito a ricordarvi che i requisiti igienico-sanitari stabiliti con decreto del Ministero della Sanità ai fini dell'abitabilità degli edifici prevedono un'altezza minima di 2 metri e 70, e di 2 metri e 40 per bagni, disimpegni, ripostigli.
Ora noi, con questa norma, quelli che per dimensioni in base alle norme igienico sanitarie del Ministero della Sanità potrebbero essere solo bagni, disimpegni e ripostigli, li stiamo riclassificando come superficie abitabile, a vantaggio, come abbiamo avuto modo più volte di affermare, esclusivamente di chi quei locali vuole vendere. Chi, infatti, sfortunatamente deve abitarli perché non ha alternativa, del riconoscimento dell'abitabilità non se ne fa niente. Probabilmente vorrebbe solo una casa più grande o un ambiente più ampio o più igienico dal punto di vista sanitario e abitativo.
Bene, noi stiamo facendo un ulteriore regalo a chi, su quei metri quadri, vuole speculare, vuole guadagnare. Inoltre, con il testo novellato a seguito dell'approvazione del disegno di legge in esame, diventano sottotetti anche quei locali ottenuti mediante la realizzazione di un solaio intermedio. Non ci basta, cioè, sorvolare sulle norme igienico sanitarie per i sottotetti esistenti ma autorizziamo anche la realizzazione di nuovi sottotetti. In sostanza diciamo: vi fate un bel solaio intermedio e dopodiché quella superficie la potete vendere come superficie abitabile ancorché per il Ministero della Sanità possa essere solo un bagno, un disimpegno, un ripostiglio.
Io credo davvero che questo articolo faccia parte di quelle norme, come quelle all'articolo 1 opties, che la maggioranza ha voluto approvare, in cui di fatto si dice a chi ha commesso degli abusi edilizi non ancora sanati che addirittura può fare ampliamenti non solo della superficie regolare, ma anche di quella abusiva, o addirittura può demolire e ricostruire l'abuso con un 45 per cento di cubatura in più.
Allora io credo davvero che questa Aula nel legiferare debba porre un'attenzione un po' superiore, forse stiamo correndo troppo, forse siamo stati stressati - mi consenta, collega Sanna - da un'eccessiva lentezza nelle fasi preparatorie, non lo so, ma sta di fatto che stanno uscendo davvero dall'Aula delle norme che mi rendono davvero difficile votare a favore non solo di questo articolo ma dell'intera legge.
E nel leggere il testo, così come sta nascendo, davvero mi viene da ricordare l'emozione che provai nello sfogliare un catalogo di Piero Manzoni, un artista molto giovane - è morto a trent'anni di infarto - che tra le sue opere principali ne annovera una che colpisce l'osservatore in maniera violenta, esattamente come colpisce questo testo. Bene, il titolo dato da Piero Manzoni a quell'opera era "merda d'artista."
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io credo che almeno un merito ci debba essere riconosciuto come opposizione: che anche se con qualche fatica vi abbiamo, tra virgolette, costretto in queste ultime settimane a fare, parallelamente all'esame di questa legge, un ripasso della legge numero 4.
Io credo che questo sia stato un esercizio utile, perché molte volte, di fronte alle proposte emendative, leggere e commentare la "legge madre" dà l'idea dell'obiettivo che si aveva e del cambiamento di indirizzo che si sta effettuando. Per noi era abbastanza chiaro che sarebbe stato difficile che quella legge trovasse applicazione, però non voglio strumentalizzare, ma dobbiamo lavorare per migliorare non per peggiorare, sapendo che spesso peggioriamo quando ci facciamo prendere dalla forsennata idea che dobbiamo portare a casa qualche risultato.
Si racconta in uno spot apparso in questi giorni per una pubblicità del Corriere della Sera, che De Gasperi affermò: i politici pensano alle prossime elezioni, gli statisti pensano alle nuove generazioni. Cioè noi non siamo qua per guardare quello che accadde domani o per governare l'aspettativa, per far fronte al piccolo intervento che ci viene chiesto con insistenza, noi siamo qui per fare ben altre cose. Quindi quando permettiamo la costruzione di soppalchi in cemento armato per ricavare un solaio senza neppure prevedere la condizione di compatibilità con uno studio di stabilità statica, siamo degli irresponsabili, siamo delle persone che concorrono a mettere in non sicurezza i cittadini, che li invogliano a compiere atti illegittimi. Non c'è nessuna visione, nessuna funzione educatrice della legge, no, si abbraccia la pratica del "fai quello che vuoi".
Ci sono tante persone che chiamano un'impresa artigiana, gli fanno realizzare soppalchi e nessuno ne controlla la staticità. Qualche giorno fa in Puglia sono morte alcune donne perché qualcuno ha commesso degli errori di calcolo nel demolire alcune infrastrutture. Quando si tratta di strutture esistenti, e anche datate, questa è un'operazione estremamente delicata e un errore di calcolo può essere fatale. Del resto voi pensate davvero che i destinatari di questa norma siano persone che abbiano necessità abitative? Se così fosse io avrei previsto misure diverse per consentire a queste persone di avere dei locali idonei.
Io sono comunque d'accordo con il collega Campus: non possiamo derogare ai requisiti igienico-sanitari delle abitazioni e alla loro classificazione, non lo possiamo fare, non lo possiamo fare neanche in nome del piano casa, non lo possiamo fare neanche in nome di questa invalsa abitudine a sfidare le leggi che l'epopea berlusconiana ci ha inculcato. E' arrivato il momento di invertire la rotta e considerare che le leggi hanno una funzione diversa da quella di assecondare e compiacere. La legge indica una regola ed è normale che una regola, come tutte le prescrizioni, possa suscitare discussioni e difficoltà ad essere accettata. Allora sì che è una regola!
Ecco perché io sono del tutto d'accordo con chi afferma che stiamo facendo delle cose assurde, come sanare le pratiche di chi sta chiedendo la sanatoria per aver commesso già un abuso. Cioè saniamo prima quello che fa dopo di quello che fa prima. Allora la domanda è: ma così facendo è sanato tutto o è sanato solo quello che ha fatto dopo? Sono norme che fanno impazzire; e poi chiedete agli Uffici tecnici di applicare queste norme! Hanno ragione di dire: ma questa Regione è composta da un branco di matti! Altro che semplificazione normativa! Guardate le norme alla luce della loro applicazione!
E comunque sia, Assessore, ostruzionismo o non ostruzionismo, noi rivendichiamo il merito di avere offerto, a noi prima di tutto e anche a voi, la possibilità di rileggere questa legge, di esaminarla bene e di capire per intero il fallimento della vostra maggioranza e della vostra esperienza che si riassume dentro questa legge. E' un grande fallimento di obiettivi e di programmi di sviluppo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Le nostre città, almeno quelle dove si registra una maggiore pressione edilizia di seconde case e di seconde residenze, sono zeppe di sottotetti che attendono l'opportunità di essere scorporati dall'abitazione principale e essere messi in vendita, non messi a disposizione di chi non ha casa, di chi ha problemi di abitazione, ma messi nelle condizioni di essere venduti come unità immobiliari autonome. Quindi, questa è un'operazione che va decisamente ed esclusivamente a vantaggio della speculazione, del mondo dei costruttori, non certo di chi la casa non la possiede.
Che il sottotetto, che è nato come tale perché deve svolgere una sua funzione nel palazzo, nell'abitazione, nell'edificio, venga anche utilizzato come porzione della residenza principale, lo sappiamo; sappiamo che simili situazioni sono diffuse, anche nelle costruzioni più antiche. Oggi il discorso è completamente cambiato, e da qui nasce la vostra attenzione morbosa nei confronti di un'opportunità che viene garantita agli imprenditori, quelli che certamente non si pongono altro problema, se non quello di aumentare il proprio guadagno e il proprio ricavo.
E' pensabile che nel 2011 un Consiglio regionale teorizzi e pensi di compiere un passo indietro nel trapassato remoto per rendere abitabili locali che un tempo non erano neanche considerate tali? Noi veramente siamo delle persone che stanno fuori da qualsiasi realtà.
E' un discorso che poi implica tutta un'altra serie di aspetti. Uno lo citava il collega Sanna, la sicurezza, perché gli interventi di "Sant'Arrangiati", creano situazioni di pericolosità per tutti, oltre al sempre richiamato peggioramento dell'aspetto urbanistico e architettonico.
Un ultimo problema che io credo valga la pena sempre richiamare e ricordare, considerata la condizione delle nostre strade e delle nostre aree pubbliche, è quello della necessità di garantire il posto auto. Questo è un altro aspetto sul quale voi avete sorvolato, e dal quale, invece, non si poteva prescindere, considerata la disastrosa situazione della viabilità nelle nostre città dovuta alla difficoltà di reperire posti auto e parcheggi. Quindi, non ci stancheremo mai di sottolineare l'inadeguatezza di questa norma, l'inopportunità di questo articolo, l'inopportunità di una scelta come questa che va totalmente a discapito della vivibilità e della sostenibilità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, abbiamo in tanti già avuto modo di intervenire su questo argomento, sull'utilizzo dei sottotetti. Siamo intervenuti quando abbiamo cercato di approvare alcuni commi che avrebbero cancellato l'articolo 15 della legge regionale numero 4. Ora ci troviamo invece a discutere su ulteriori peggioramenti o modifiche dell'articolo 15.
Io non so se "una macchia più una macchia" sia una seconda macchia, o sia solo una macchia più grossa, certamente questa norma è una macchia in questa legge inutile che sono certo verrà cassata dalla Corte costituzionale nelle sue parti che cercano di annullare il Piano paesaggistico regionale. E' certamente una macchia, io direi, nel comportamento di questa maggioranza e di questa Giunta regionale, ma è coerente con quello che la Giunta ha fatto fino adesso e con le norme che abbiamo discusso fino ad ora.
Perché fino ad ora abbiamo discusso, assessore Rassu, negli stessi giorni in cui accadevano le calamità naturali a cui abbiamo assistito in Liguria, negli stessi giorni in cui ricorrevano tre anni dai fatti di Capoterra, e poi successivamente i fatti di Orosei, i fatti qui nel Campidano di Cagliari, negli stessi giorni abbiamo discusso non su norme che prevedono una maggiore attenzione, un maggior impegno a studiare, analizzare, a verificare prima di costruire dissennatamente, abbiamo discusso su tutta una serie di azioni volte a evitare le regole, a derogare dalle regole esistenti, a continuare a promuovere il vivere e costruire senza regole. Abbiamo approvato norme che continuano a disinteressarsi della sicurezza dei cittadini, abbiamo discusso norme che hanno mostrato di disinteressarsi non solo della sicurezza dei cittadini, ma anche della salute dei cittadini.
Cos'altro sono altrimenti le norme che consentono di costruire in agro, ancora oggi, nel 2011, senza allacci alle fogne, lontano dai sistemi di raccolta dei rifiuti urbani. E adesso andiamo avanti, come ci ha spiegato anche il collega Campus, con norme che sono totalmente contrarie a un minimo di decenza in materia igienico-sanitaria. Estendiamo gli standard minimi che dovrebbero essere limitati ai bagni e ai ripostigli, ai luoghi di civile abitazione, dove soggiorniamo per dormirci. Abbiamo fatto strali di tutto, di regole, di sicurezza, di salute, attraverso l'utilizzo sbagliato della campagna, attraverso l'utilizzo dei sottotetti.
Ma, se non vi interessa nulla della qualità del vivere dei cittadini, che cosa vi interessa? Che cosa c'è dietro questa legge, alla fine? Solamente la necessità di permettere la realizzazione di qualche metro cubo in più? Questa è la sostanza di quello che stiamo discutendo? E' tutto un susseguirsi di norme che mettono da parte le regole, derogano dalle regole, derogano dal principio di sicurezza pubblica, derogano dal principio di salute pubblica e ci fanno tornare indietro di anni. Ci fanno tornare indietro di anni, agli anni 60 ma anche 70, quando gran parte delle abitazioni della Sardegna non era allacciata alle fogne, quando gran parte delle abitazioni della Sardegna non aveva dei bagni decenti.
Noi con le regole di oggi stiamo riportando molti cittadini a vivere in quelle condizioni, con le regole di oggi state riportando molti cittadini a dormire nei locali che sarebbero meglio adibiti a bagni o a ripostigli, e tutto questo per premiare qualcuno che sogna di lucrare maggiori profitti vendendo anche i sottotetti o realizzando sottotetti più alti per poi dividerli. Tutto ciò in un mondo in cui in questi giorni ci stiamo dicendo che forse non saremo strapieni di risorse da continuare a spendere in seconde o terze case, non saremo strapieni di risorse da continuare a spendere per andare a rimediare i danni che l'incuria ha generato, non saremo strapieni di risorse per continuare a costruire migliaia di case e di vani che rimarranno vuoti.
Lo abbiamo già detto: nei paesi dell'interno ci sono migliaia di case vuote, e noi ci preoccupiamo che possano sanare il sottotetto! Provi ad andare a Desulo, dove ci sono almeno 4 mila appartamenti vuoti; provi ad andare in qualunque paese e veda se hanno bisogno di risanare il sottotetto. Provi a pensare se sia giusto, per qualcuno, in città, avere le possibilità che state offrendo. Nella nostra fascia costiera rimarranno migliaia di seconde case inutilizzate, per cui alla fine di tutto questo costruire non resterà altro da fare che contemplare il costruito e l'invenduto, e lamentarsi dei danni laddove qualcuno pensava forse di realizzare maggiori profitti.
A che cosa serve allora tornare indietro? Girarsi rispetto al corso della storia? Il corso della storia è quello di creare condizioni di vita migliori; voi, invece, in tutta questa discussione, state discutendo su come creare delle condizioni di vita peggiori nei servizi pubblici essenziali, nella qualità dei luoghi in cui andiamo a dormire e mandiamo a dormire i bambini; questo qui è indegno del lavoro che stiamo facendo in quest'Aula. Continui a telefonare, intanto.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 10, viene ripresa alle ore 19 e 21.)
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, abbiamo qualche problema col sistema di votazione elettronico. Io direi, in attesa di risolvere il problema, di proseguire con la discussione generale, poi, se riusciremo a risolverlo continueremo con i lavori, altrimenti saremo costretti ad aggiornare a domani.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). L'approvazione o meno di questo articolo della legge cosiddetta "Piano casa" misura, a mio modo di vedere, la qualità delle decisioni di questo Consiglio regionale. Poco fa, a voto segreto, il Consiglio ha sostanzialmente deciso che le linee guida di modifica del PPR debbano passare attraverso il Consiglio regionale, e mi chiedo se questa decisione possa essere migliorativa o meno, perché se poi è questo Consiglio regionale che dovrà assumere le decisioni, se è questo Consiglio regionale che può approvare un articolo come questo, mi chiedo se effettivamente, rispetto alla Giunta, possa costituire un argine, oppure se è semplicemente l'indirizzo che questa maggioranza vuole dare ai nostri lavori, soprattutto in materia urbanistica.
Io credo che l'appello che ha lanciato l'onorevole Campus sia da accogliere, e lo debba accogliere prima di tutto la maggioranza; è un appello credo giusto. Questo articolo è un articolo "manifesto", è un articolo emblema di tutta la legge che stiamo discutendo, questo articolo dimostra che questa è una legge pensata per gli speculatori, che è una legge pensata per i costruttori, che non è vero che è una legge pensata per tutelare gli interessi dei cittadini sardi. Questo articolo lo dice in maniera chiara, inequivocabile.
Onorevole Rassu, questo articolo non è fatto per coloro che non hanno casa, è fatto per creare ricchezza aggiuntiva per coloro che sono già ricchi, è fatto per speculare; i sottotetti, nuovamente, i lucernari, gli abbaini, le terrazze, è tutto in deroga: in deroga agli indici, in deroga agli standard, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti. E' una legge, un articolo sbagliato, diseducativo, che tutela gli abusivi, che rende, in maniera ingiusta, un favore a coloro che di favori proprio non ne hanno bisogno.
Allora, io credo che bisogni accogliere l'appello dell'onorevole Campus e ritirare, bocciare questo articolo. Questa è una legge che nasce, nella prima intuizione, anche da parte della Giunta regionale, da un'intesa tra il Presidente del Consiglio e le regioni e aveva tutt'altra finalità. Noi abbiamo cercato di rappresentarvi un'idea diversa anche di Piano casa, abbiamo cercato di illustrarvi con una proposta di legge, che è agli atti, che ci può essere un piano di edilizia residenziale pubblica, che ci possono essere misure per venire incontro alle famiglie che non hanno una casa, anche ripristinando i tassi a interesse zero, magari sotto forma di acconto per chi vuole accendere un mutuo a condizioni migliori di quelle previste dalla legge numero 32.
Vi abbiamo indicato alcune misure che riguardano la famiglia, famiglia che oggi è in crisi; vi abbiamo detto che ci potrebbero essere delle misure che potrebbero elevare i contributi per il fitto-casa per le famiglie indigenti; vi abbiamo indicato un'alternativa a questa legge.
Io la faccio breve. Io credo che questo sia un articolo emblematico, sia il manifesto degli obiettivi che intendete conseguire con la legge oggi in discussione. E' emblematico dell'idea che probabilmente qualcuno ha - non so se sia la sua idea, assessore Rassu - anche della modifica del PPR e delle norme tecniche di attuazione (vada a rivedersi quello che sta scritto nella prima bozza) con l'eliminazione della fascia costiera come bene paesaggistico di insieme e con tutte le storture evidenti che ciò porta, come abbiamo avuto modo di verificare in questa legge. Bisogna entrare nel merito, bisogna entrarci punto per punto, non fidarsi di chi dà consigli, magari anche dal punto di vista tecnico, da chi dall'esterno anche di questo Consiglio regionale offre consigli e non è disinteressato.
Questo è un articolo veramente da cancellare, è un articolo che in qualche modo vi caratterizzerebbe e caratterizzerebbe anche questa legge. E quindi è un appello, quello dell'onorevole Campus, da accogliere e noi lo accogliamo e voteremo naturalmente contro questo articolo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, credo che la discussione sul merito dell'articolo ci permetta di sperimentare la differenza tra un approccio apocalittico e un approccio riformistico. Nella proposta di legge presentata dagli amici del centrosinistra, la numero 316, c'è una norma che disciplina, infatti, l'abitabilità dei sottotetti, e ciò testimonia che l'argomento non è necessariamente scabroso, e che si tratti, semmai, di decidere quali procedure adottare.
E allora l'approccio riformista è presentare gli emendamenti anche nella direzione proposta dall'onorevole Campus, l'approccio apocalittico è bandire l'argomento, nonostante lo si sia inserito in una propria proposta di legge. E' un buon esempio della complessità di questi argomenti.
Ma l'onorevole Campus ha posto una questione che forse è il caso - lo dico al relatore di maggioranza - di tenere in adeguata considerazione. Il Partito Sardo d'Azione non è disponibile a garantire incrementi volumetrici a chi abbia commesso degli abusi. Questa posizione è stata rappresentata in tutte le sedi di maggioranza ed è stata fortemente sostenuta in quelle sedi anche da altri autorevoli partiti della coalizione.
Nelle modalità con cui si è proceduto a votare l'articolo 1 octies non è stato rispettato un accordo di maggioranza che prevedeva la modifica di quell'articolo, e in questo momento è vigente, qualora la legge venisse approvata, un articolo che consente incrementi volumetrici a chi ha commesso abusi. La questione era stata sollevata, in maniera molto chiara, anche dall'onorevole Steri, e noi chiediamo venia per non essere stati adeguatamente presenti nel momento in cui questa questione è stata esaminata, però il relatore di maggioranza è consapevole che questo era argomento di un accordo.
Il Regolamento del Consiglio consente di sottoporre alla Presidenza, ai termini dell'articolo 89, con il consenso del Consiglio, la revisione di emendamenti o testi approvati che vadano contro lo spirito della legge. Io chiederei pertanto al relatore di maggioranza di tenere in adeguata considerazione l'opportunità che, prima che si voti la legge, questo argomento trovi una sede di approfondimento perché, stando così le cose, creerebbe un grande imbarazzo a non pochi di noi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). "Usare meno, vivere meglio". Queste sono le parole d'ordine che sono state pronunciate da Giulia Maria Crispi, Presidente onorario del FAI, sabato scorso a Cassinetta di Lugagnano nel milanese, dove è stato presentato il Forum nazionale "Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori". Io penso che sia appropriato questo slogan e sia anche appropriato parlarne adesso sull'articolo 1 quaterdecies, perché qui, invece, stiamo usando di più quello che è costruito e secondo me così non aiutiamo i nostri cittadini a vivere meglio.
Perché questo? Noi un ragionamento di questo tipo lo abbiamo fatto già quando abbiamo presentato gli emendamenti soppressivi e modificativi dell'articolo 15 della legge numero 4 nelle scorse settimane, e qui voi state intervenendo sull'articolo 15, in particolar modo sul comma 5 che riguarda i sottotetti. La pietra dello scandalo è quello, è l'articolo 15 (non tanto l'articolo 1 quaterdecies di questa legge, che peggiora, se è possibile, quell'articolo 15) la pietra dello scandalo è quella, perché è lì che sono presenti tutti quanti i limiti che abbiamo sottolineato, e che sono proprio contro quello spirito di cui parlavo prima, quello di usare meno e vivere meglio.
Quel comma 5, infatti, viola tutte le norme che riguardano la salubrità degli edifici - è stato sottolineato più volte in quest'Aula - perché comunque prevede altezze che non sono adeguate ad ospitare delle famiglie. Non si tiene conto degli standard di natura urbanistica (perché abbiamo delle zone dove aumenta la popolazione, una popolazione che non era prevista quando sono stati stabiliti e sono stati pensati gli standard) e si viola anche l'autonomia dei comuni, quell'autonomia di cui godono nella pianificazione urbanistica dei loro territori.
Ecco, sono tutte norme, queste, che non possono essere pensate come degli appesantimenti di cui potere fare a meno, perché così io interpreto la volontà che sta dietro a ciò che si scrive. Nell'articolo 1 quaterdecies, poi, se è possibile si fa peggio. Nella lettera a) del comma 1 si fa riferimento anche a "sottotetti anche ottenuti mediante la realizzazione di un solaio intermedio". Quindi è evidente che in questi due anni qualcuno vi ha chiamato e vi ha detto: "Io ho un sottotetto, ma è molto alto. Se utilizzo quello non ho niente di più di ciò che voi volete dare con questa legge numero 4, ma se costruisco un solaio intermedio poi quello lo posso utilizzare? E no, dobbiamo fare una modifica, allora approviamo il Piano casa 2 e lo inseriamo lì dentro. E' evidente che si risponde a domande di tipo particolare.
E nelle lettere c) e d) abbiamo ancora dei peggioramenti, addirittura si procede in deroga agli strumenti urbanistici. Nella lettera d) addirittura gli interventi per la modifica dell'altezza del collo, per la realizzazione di lucernari, abbaini, terrazzi, pendenza delle falde, costituiscono interventi in deroga alle prescrizioni e agli indici volumetrici previsti dagli strumenti urbanistici.
Ecco, colleghi, le regole e le leggi non sono degli appesantimenti, sono una garanzia per i cittadini. Quei cittadini che hanno costruito le loro case, per esempio, nei gretti dei fiumi non erano consapevoli dei rischi che correvano, erano cittadini che avevano bisogno di una casa, che qualche politico inetto, o qualche amministratore spregiudicato, o qualche imprenditore spregiudicato gli ha consentito di realizzare lì.
Analogamente nel caso in esame: se noi chiediamo ad un cittadino se vuole realizzare un'abitazione aggiuntiva, un'unità immobiliare aggiuntiva nel sottotetto, la camera per i figli, è chiaro che risponderà di sì, ci mancherebbe altro, ma è altrettanto chiaro che quel cittadino non è consapevole di quello che sta succedendo, non è consapevole che quell'edificio, quel sottotetto così riadattato, non risponde alle norme sulla salubrità degli edifici, non è consapevole del fatto che il suo intervento, se moltiplicato a dismisura in quella zona, pregiudicherebbe comunque le modalità di vivere di quel territorio, di quel quartiere.
Ecco che quindi, colleghi, io su questo articolo non penso che ci sia da dire altro, però credo che il nostro dovere non sia quello di assecondare comunque la volontà dei cittadini, ma di consentirgli in questo caso, visto che stiamo parlando di Piano casa in materia urbanistica, di costruirsi la casa, di viverci bene, di viverci in sicurezza, e se possiamo - e l'abbiamo chiesto più di una volta - di mettergli a disposizione anche le risorse, perché la maggior parte delle nostre famiglie non ha la disponibilità finanziaria per costruirsela. Il nostro dovere non è quello di fare in modo che ci siano altre unità immobiliari.
Io non dico che la norma sia stata voluta per soddisfare interessi di chicchessia, dico solo che queste abitazioni realizzate così, nei sottotetti, sono comunque un insulto al rispetto delle regole, e non aiutano comunque i nostri cittadini a vivere meglio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, questo è un altro articolo che farebbe impallidire Cetto La Qualunque. Io lo richiamo costantemente perché effettivamente è uno degli articoli che nel Piano "casa delle libertà" dà più libertà, anzi non la dà completamente perché ho visto che negli emendamenti numero 117 e 118 vi siete trovati nella necessità di dover inserire un'ulteriore precisazione. Infatti l'emendamento numero 117, che è stato presentato autorevolmente anche del Presidente della Commissione, recita: "al comma 1 dell'articolo 1 quaterdecies è inserito il seguente comma. 1 bis. al comma 5, dopo le parole "è consentito", sono aggiunte le parole "in deroga alle prescrizioni igienico sanitarie"".
Abbiamo aggiunto un'altra perla. Dopo le deroghe agli strumenti urbanistici, al piano paesaggistico regionale…
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Questo emendamento è stato ritirato.
SALIS (I.d.V.). No, io leggo gli emendamenti, e vedo negli emendamenti le volontà, se poi la nostra discussione, presidente Sanna, è riuscita a farvi capire che stavate esagerando allora tanto meglio, però è nostro dovere segnalare che in questa volontà cementificatoria era presente anche la possibilità di deroga alle prescrizioni igienico sanitarie.
Allora, piani seminterrati, piani pilotis e locali al piano terra; siamo di fronte ad una volontà deregolatrice che comprende tutte le zone più importanti dal punto di vista residenziale: le zone B, le zone C di espansione residenziale, le zone agricole, addirittura con l'obiettivo (udite udite!) di contenere il consumo di nuovo territorio. Addirittura!
Badate, noi siamo convinti che sia necessario continuare, e lo faremo, la nostra battaglia per cercare di impedire il peggioramento sostanziale della legge numero 4 del 2009. Siamo anche coscienti del fatto che alcuni significativi ripensamenti, importanti anche dal punto di vista politico, stanno avvenendo in quest'Aula, e non disperiamo che fino alla discussione conclusiva e all'approvazione conclusiva di questa legge possano essere ottenuti ulteriori miglioramenti alla legge stessa, come è avvenuto - lo voglio sottolineare perché politicamente è importantissimo - con l'approvazione dell'emendamento all'articolo precedente, che consentirà a questo Consiglio regionale di poter intervenire (possibilmente per modificarle e migliorarle) anche sulle norme relative al Piano paesaggistico regionale, quando la Giunta regionale si degnerà di presentarle e di definirle.
Quindi questo è un articolo tra i peggiori rispetto all'economia pur pessima della legge, e il fatto che si consenta di intervenire anche su solai intermedi in zone B e in zone C, dove in un precedente articolo è stato consentito ai proprietari degli immobili oggetto di intervento addirittura di non richiedere la concessione edilizia, significa che questi interventi potranno essere fatti solamente sotto la responsabilità dei privati e dei loro progettisti.
E' quindi una ulteriore deregolamentazione, una cancellazione del ruolo anche dei Comuni e delle loro potestà di controllo soprattutto sulla sicurezza degli edifici, che non fa presagire nulla di buono rispetto alle migliaia di interventi che l'Assessore ha già preventivato verranno presentati. Quindi noi voteremo contro l'articolo 1 quaterdecies e gli emendamenti presentati, e riteniamo che farebbe bene la maggioranza ad ascoltare le preoccupate e responsabili parole dette dal collega Campus, e non ultime anche le riflessioni importanti pronunciate dal presidente Maninchedda a nome del P.S.d'Az.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, sottotetti, sottoscala, sono i temi all'ordine del giorno, perché a leggere le interviste di questi giorni, le ricordava anche il collega Salis, a sentire i ragionamenti che sono stati fatti anche in quest'Aula, sembrerebbe ovvio, assolutamente naturale, che alcuni provvedimenti di sanatoria anticipata, di abusi che sono già un premio in via di fatto, debbano essere assolutamente evitati.
Assessore, stamattina ho visto una signora che abbandonava la sua casa, come è avvenuto per molte abitazioni, e come si rischia che avvenga anche in queste ore, che diceva: "ma io non lo sapevo che costruendo in questo luogo avrei rischiato di trovarmi in una condizione come questa, che avrei rischiato addirittura la vita, come è successo a altri. Me l'avrebbe dovuto dire la Pubblica amministrazione, me l'avrebbe dovuto dire il Comune, me l'avrebbe dovuto dire la Regione e io non sarei venuta a costruire qui, non avrei costruito dove non era possibile costruire!".
Perché ci sono due modi sostanzialmente di governare. Il primo è quello a cui assistiamo ogni tanto qua dentro, quando i colleghi ci dicono: "ma ce l'hanno chiesto, ma tu non hai idea di quanti ce lo chiedano, e anche se è una cosa sbagliata noi ci sentiamo in dovere di farla!". Il consenso, del resto si raccoglie anche così, dicendo di sì anche quando bisogna dire di no.
Il secondo, invece, è quello che consiste non solo nell'ascoltare ma anche nel decidere, dopo aver ascoltato, di fare la cosa giusta, che non è sempre quella che ci viene chiesta.
Cosa dire della crisi economica in atto? Del disastro economico finanziario che abbiamo di fronte? Se noi ascoltassimo quello che ci dicono i nostri concittadini dovremmo avanzare tante richieste da svuotare le casse dello Stato, dovremmo chiedere che l'indebitamento cresca perché sono tante lenecessità a cui occorrerebbe dare risposta! Qualcun altro ci dice che non è giusto dilapidare tutto; rimanere senza niente è molto più pesante, molto più grave in prospettiva, anche per quelli che ci chiedono, e ce lo chiedono insistentemente, di fare di più e di ascoltare di più le loro esigenze, di trasferire più risorse per il soddisfacimento dei loro bisogni. Quindi non quello che si chiede bisogna fare, ma quello che è giusto fare.
Allora non è giusto, per esempio, che un impianto normativo stabilisca che alcuni vani in un edificio destinati a magazzino, a locali di sgombero, diventino invece residenze, cioè ambienti abitabili e, in quanto abitabili, anche commerciabili. Questo non è giusto per i sottotetti, non è giusto neppure per i seminterrati, e fare una sanatoria oggi vuol dire semplicemente rispondere all'esigenza di soddisfare appetiti anche finanziari consistenti, che sono perfettamente individuabili in persone fisiche, in società, in persone giuridiche.
Quando noi permettiamo la sanatoria di sottotetti che non sono stati venduti ma possono essere venduti, stiamo attribuendo un premio finanziario senza nessuna contropartita per l'economia. Non ci sarà nessuna impresa che lavorerà, perché hanno già lavorato e hanno lavorato per costruire l'abitazione principale, per realizzare un seminterrato, per costruire un sottotetto che aveva lo scopo di proteggere l'abitazione principale e al limite recuperare uno spazio dal magazzino. Renderlo abitabile e quindi commerciabile significa concedere un premio a coloro che si sono fatti furbi, che hanno previsto che prima o poi qualcuno a loro vicino avrebbe dato una risposta positiva all'esigenza di ottenere uno spazio commerciabile in più.
Quindi tutto ciò determina maggiore pericolo per le condizioni di vita nonché un superamento dei parametri urbanistici previsti per quella zona, per quel quartiere, perché la presenza di popolazione, l'incidenza degli abitanti è calcolata in ragione degli ambienti effettivamente abitabili, e quindi è un disagio in più nel sistema urbano. Nessuna iniziativa di lavoro, nessun cantiere nuovo aperto, anzi, al contrario un'aggiunta, un sostegno finanziario maggiore in ragione di un costruito per finalità diverse. In più pericoli per coloro che ci vivono, discriminazione, perché vivono in una condizione di salubrità considerata non sufficiente, non adeguata in ragione ai parametri che sono stati definiti nel momento in cui si costruiva, parametri che non possono essere modificati solo in forza di disposizioni normative.
Per questo motivo, Assessore, noi gradiremmo che lei si sollevasse da quella poltrona e chiedesse a tutta la sua maggioranza di sopprimere questo articolo e di sopprimere anche il successivo, di sopprimerli tutti e due, perché sono due articoli che non fanno onore né a lei né alla sua Giunta, né alla sua maggioranza.
PRESIDENTE E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore Rassu, è stato richiamato alla fine dell'intervento anche del collega Uras: noi stiamo discutendo con quest'articolo, o meglio ci costringete a discutere, attraverso quest'articolo, di sottotetti, anche ottenuti, dove l'altezza lo permettesse, mediante la costruzione di solai intermedi.
Assessore, io vorrei dirle questo: il dettato di questo articolo, se fosse una macchina fotografica, scatterebbe la fotografia di quanto siete "piccolini". Perché "piccolini" Assessore? Perché con quest'articolo voi continuate a dimostrare ciò che avete dimostrato fin dal febbraio del 2009, e cioè che avete rinunciato a svolgere una funzione politica, avete rinunciato a svolgere una funzione politica relativamente al bisogno di pianificazione, avete rinunciato a svolgere una funzione politica relativamente al bisogno di programmazione, avete rinunciato a svolgere una funzione politica relativamente alla tutela del paesaggio, se vogliamo restare nell'ambito delle materie di cui stiamo discutendo e, nella fattispecie di questo articolo, anche relativamente alla sicurezza dei cittadini, perché anche di questo si tratta. Avete rinunciato, Assessore, a vivere la funzione politica come un servizio ai cittadini anche se una funzione al servizio di qualcuno volete svolgerla, e la svolgete al servizio di chi vi detta, vi chiede e vi impone cosa fare; la svolgete al servizio di chi detta l'agenda politica di questa maggioranza.
Relativamente alla discussione di questo articolo - lo hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto e nella fattispecie si è soffermato con qualche esempio specifico anche il collega Giuseppe Cuccu - voi rispondete al bisogno di una politica al servizio, ma al servizio di chi vi detta le cose da fare, al servizio degli speculatori, perché di questo stiamo parlando.
Guardi, Assessore, arrivati a questo punto, dopo una quindicina di giorni di dibattito, diventa anche per noi difficile essere originali, quindi lei deve sopportare questa sorta di tedio però dovrebbe in qualche maniera tentare - lei può farlo, non tanti altri colleghi della sua Giunta sono nelle condizioni di farlo - di sollevarsi cinque centimetri dalla miseria, dalla povertà, dalla piccolezza anche del dettato di questo articolo, dovrebbe sollevarsi cinque centimetri e cercare di rappresentare interessi di carattere generale.
Lei può farlo, Assessore, ha ancora qualche ora di tempo per riscattare una figuraccia che sta rimediando anche lei al servizio di chi, purtroppo, dietro il palcoscenico vi muove con i fili. Altrimenti non si spiega diversamente il dettato dell'articolo di cui stiamo discutendo in questo momento che, ripeto, non tutela gli interessi di chi ha bisogno di una casa, tutela gli interessi di chi vuole speculare anche in questa situazione, mettendo a rischio la sicurezza degli stessi cittadini, che tra l'altro continuate ad abituare alle illiceità e ovviamente non si rendono conto di cosa rischiano.
Io faccio mio l'appello che ha lanciato una persona di buon senso in quest'Aula aprendo la discussione su questo articolo. Io non credo che l'abbia fatto con chissà quale interesse volto a mettere in difficoltà la maggioranza, non credo, credo che sia stato fatto…
(Interruzione)
Dicevo, Assessore - e finisco - non sono stato il primo a rivolgerle questo appello, il primo è stato un suo collega di maggioranza, mi pare anche di poter dire un autorevole rappresentante della maggioranza (non lo dico io, è la qualità del dibattito che si svolge in quest'Aula che, ahinoi, stila una graduatoria) che le ha rivolto questo appello come persona di buon senso che guarda agli effetti che potrebbero produrre alcune norme del testo che stiamo discutendo.
Allora, Assessore, io sono convinto che lei, tolta la giacchetta di Assessore alla quale sono collegati quei fili mossi da chi vi ha dettato l'agenda di questo disegno di legge numero 265 e della legge 4 del 2009, saprà riconoscere la fondatezza delle nostre argomentazioni. Almeno su questa parte, del resto, non è solo l'opposizione che vi invita al buon senso.
La prego, Assessore, rivolga un appello a se stesso, alla sua coscienza e almeno su questo punto operi la scelta giusta. Se rimuoverà questo articolo io sono convinto che incontrerà il plauso convinto non soltanto nell'opposizione ma anche di gran parte della maggioranza, almeno di quella parte che sa guardare con occhi obiettivi e senza avere la giacca collegata ai fili che vi muovono da dietro il palcoscenico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Sarò velocissimo. Veda, onorevole Diana - lei sa che la stima è ricambiata - in ogni mia azione tento di essere obiettivo e coerente con me stesso, e se propongo una norma non vado a dire, ad altri che ne propongono una analoga, "quella norma devi toglierla". Lo dico per lei e lo dico per altri, se vogliono sentire.
Preciso subito che non ho subito sollecitazioni da nessuno, come credo nessuno abbia esercitato pressioni su di lei quando ha sottoscritto la proposta di legge numero 316 dove, all'articolo 40, si parla di "utilizzo del patrimonio edilizio e recupero dei sottotetti": è la nuova legge urbanistica che propone il centrosinistra.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ma non i solai intermedi.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Lasciamo perdere, sto parlando del principio. Qui si parla di sottotetti che devono essere per forza oggetto di speculazione e di sollecitazioni da parte di suggeritori o non so che cosa.
Io credo che lo spirito che ha animato i presentatori della proposta di legge numero 316 - che manco a farlo apposta in parte sono intervenuti in quest'Aula, così come il presentatore di un'altra proposta di legge - sia quello, non di far speculare qualcuno ma di offrire la possibilità a coloro i quali possono utilizzare i sottotetti nel rispetto delle norme edilizie di utilizzarli e metterli anche a disposizione della loro famiglia. Perché l'articolo 40 della proposta di legge numero 316 e quello di un'altra proposta di legge presente agli atti del Consiglio, riportano esattamente quanto contenuto in questo benedetto articolo che stiamo discutendo.
Allora, se sono stato tentato io dal demonio - e mi tenta ogni giorno, in altre cose ma non in questa - credo che siano stati tentati anche gli altri. Io però non credo che sia stato tentato nessuno, ritengo invece che la norma sia stata voluta da chi ha presentato quella proposta di legge e questo disegno di legge, proprio per venire incontro a determinate esigenze, ma non di carattere speculativo.
Perché non cerchiamo di vederla sotto un altro punto di vista? Io non entro nel merito della norma sui piani ammezzati o su altre, sono norme che sono state aggiunte, possiamo al limite presentare un emendamento orale affinché possa essere impedita la speculazione, affinché questo intervento possa essere rivolto solo a coloro i quali effettivamente abitano una casa e hanno necessità di un piano in più sottotetto. Si tratterebbe, peraltro, di un piano che rispecchierebbe le norme igieniche e sanitarie, perché l'altezza ponderale di 2 metri e 40 rientra nei limiti previsti dalle norme igieniche
Si tratta, inoltre, di una possibilità presente, credetemi, a partire dal Veneto, in quasi tutte le Regioni italiane che hanno adottato la norma Se c'è il vulnus che potrebbe favorire l'ingresso della speculazione vediamo, interveniamo, ma non possiamo impedire a quelle famiglie che potrebbero avere la possibilità di recuperare il sottotetto di potersi ricavare un piano abitativo in più, evitando così di bruciare altro territorio, come è detto giustamente anche nella proposta di legge .
Tentiamo di ovviare alla speculazione ma non di togliere alla legge quello spirito che veramente, a mio parere, la anima. Non possiamo vedere tutto da un punto di vista negativo, come ho detto all'inizio del dibattito di questa legge, tentiamo di osservare le questioni obiettivamente.
Poc'anzi il collega Uras mi ha rimproverato dicendo che avevo fornito delle informazioni non veritiere al Consiglio. Gli ho dimostrato che quella delibera di Giunta esiste, che esistono le direttive della Giunta che sono state inviate ai comuni, che esiste tutto e che non abbiamo risposte. Molte volte si parte dal presupposto che tutto è fatto rispondendo a chissà quali interessi, a chissà quali obiettivi. L'obiettivo invece è, credete, principalmente, quello di offrire la possibilità di sbloccare l'attività edilizia, contenendola negli ampliamenti, come è stato detto, senza bruciare territorio, dando speranza di lavoro a migliaia e migliaia di persone. E' ciò è dimostrato dal fatto che in questi due giorni sono state presentate, per paura che non passi la proroga, migliaia e migliaia di domande.
Allora io dico questo: tentiamo di vedere la situazione da un punto d vista positivo e propositivo. L'ho chiesto in ogni mio intervento. E non è giusto neanche dire che l'opposizione non è stata ascoltata, perché molti articoli sono stati migliorati durante il dibattito, e ciò per merito dell'opposizione e, soprattutto, del confronto che c'è stato. Quindi partiamo da un presupposto obiettivo, perché io sono sicuro che ciò che è riportato nell'articolo 40 della proposta di legge numero 316 è giusto. Ne c'è nessun attentatore, non ci sono fini speculativi, si vuole venire incontro a coloro i quali giustamente hanno necessità di fare del sottotetto, praticabile e igienicamente utilizzabile, un piano da poter utilizzare per le esigenze della famiglia.
Attenzione, non stiamo parlando di nuovi volumi, stiamo parlando di recuperi di sottotetti esistenti che rispondono a determinate caratteristiche volumetriche e di altezza. Stiamo parlando di sottotetti esistenti alla data di entrata in vigore della legge.
Non è possibile vedere in ogni articolo, in ogni comma un obiettivo speculativo; sapete quanto noi che non è così. Dove è possibile migliorare la legge la miglioriamo, siamo qui per questo, l'ho sempre detto, è il Consiglio che legifera. Possiamo presentare un emendamento orale, con emendamento orale possiamo indirizzare questi interventi solo a coloro i quali possono utilizzare il sottotetto per soddisfare esigenze familiari, affinché non venga giustamente favorito nessun tipo di speculazione o, comunque sia, possiamo prevedere che legittimato a presentare domanda sia solo chi abita in quello stabile e non il solito imprenditore, se questa è la paura.
Ripeto ancora: stiamo parlando di sottotetti esistenti non di aumento volumetrico. Stiamo parlando di sottotetti esistenti che abbiano una altezza ponderale di 2 e 40 (l'altezza ponderale è ottenuta dividendo il volume del vano per la superficie del pavimento, sempre che non ci sia un'altezza inferiore ad 1 metro e 50), quindi di sottotetti praticabili, che rispondono a norme igieniche precise. Altro è permettere volumetrie in più per ricavare sottotetti; non è il caso del disegno di legge in esame, come non è il caso della proposta di legge numero 316.
Allora io credo che basti essere anche un po' più obiettivi per comprendere che - e lo dico da tecnico, non da politico - quando si costruisce con intenti speculativi si tenta di realizzare le abitazioni e i fabbricati con il minor dispendio possibile di superficie coperta e di volumi. Trovare un sottotetto che abbia le caratteristiche previste in questo disegno di legge penso che sia quasi impossibile. Se si realizza un solaio intermedio vuol dire che quel vano ha un'altezza minimo di 4 metri e 50. Ma che nei villaggi turistici costieri si possa trovare un imprenditore che realizzi quei complessi con dispendio di volumi, e cioè che costruisca dei sottotetti con altezza ponderale almeno di 2 metri e 40, sinceramente è un po' difficile da credere. Assolutamente ci credo poco.
Ripeto, la norma è fatta con gli stessi scopi e con gli stessi obiettivi per il quale è stato presentato il progetto di legge numero 316, che non ho presentato io ma lo ha presentato l'opposizione. E credo che nessuno stesse dietro a suggerire …
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. L'emendamento numero 89 non si vota perché si configura i una votazione per parti e lo stesso vale per l'emendamento numero 90. L'emendamento numero 91 e numero 92 sono stati ritirati, così come l'emendamento numero 117, quindi decade anche l'emendamento numero 269. Rimangono in piedi gli emendamenti soppressivi parziali numero 93, 94 e 124 (di identico contenuto) e il sostitutivo parziale numero 146.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sull'emendamento numero 93 , favorevole sui restanti
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Poiché il sistema di votazione elettronico non funziona procederemo con le votazioni per alzata di mano. Per cui coloro i quali intendono intervenire per dichiarazione di voto sono pregati di sollevare la mano e di richiamare l'attenzione del Presidente. Metto in votazione l'emendamento numero 93 .
Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole e per interloquire con l'Assessore di cui ho ascoltato l'intervento.
La differenza tra il centrosinistra e la maggioranza, che si appresta ad approvare anche questo articolo, eventualmente, consiste nel fatto che il centrosinistra ha presentato una proposta che sarebbe stata portata all'attenzione di una Commissione e, successivamente, del Consiglio regionale, e che quindi era una proposta ancora da discutere e da approfondire. Il centrosinistra oggi le sta dicendo che quella proposta non va più bene, le sta dicendo di sopprimere questo articolo. Mi scusi…
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La proposta di legge è stata presentata il 10 di ottobre.
SORU (P.D.). Esatto, e poiché siamo qui per discutere e cerchiamo di fare il nostro lavoro, il centrosinistra - e non si può quindi rivolgere al centrosinistra in quel modo - le sta dicendo di cancellare quell'articolo, e il motivo è stato ribadito anche in quest' aula.
Lei si è detto disponibile a migliorare la norma con un emendamento orale: bene, proviamo. Io le suggerisco di limitare la possibilità di recupero dei sottotetti agli edifici storici, cioè a quegli edifici i cui sottotetti sono alti ed eventualmente suscettibili di un ulteriore utilizzo, quindi a tutti gli edifici che abbiano almeno 50 anni di età (50 le va bene? altrimenti si può decidere un limite di 40, 30 anni) ma se non accetta neanche questa precisazione vuol dire che state parlando dei sottotetti realizzati l'altro ieri, confermando la fondatezza dei nostri sospetti. Dopo parleremo anche di cantine.
Evidentemente state pensando a quelle case dove si parte dalla cubatura di un piano, per aggiungere poi quella del sottotetto e del seminterrato, moltiplicando, così, la superficie abitabile per due, se non per 2,5. Quindi l'emendamento, che sarei favorevole a votare, è un emendamento che limita le previsioni di questa legge ai sottotetti di edifici realizzati da almeno trent'anni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Io voterò a favore dell'emendamento numero 93. Mi corre però l'obbligo di precisare che, le direttive, Assessore, devono avere una configurazione specifica.
Io ho recuperato la deliberazione 16/17 del 20 aprile 2010, con la quale si stabilisce di approvare la modalità operativa per il monitoraggio, di approvare le specifiche tecniche allegate alla presente deliberazione e di dare mandato alla direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia di supportare il processo di monitoraggio degli interventi.
Le direttive, perché i comuni adempiano, devono avere una forma tipica di natura espositiva, che la Giunta regionale ha avuto un po' di difficoltà ad adottare, per cui sono state trasmesse non direttive, ma regole tecniche, così come sono intitolate nell'allegato alla delibera da lei citata; le direttive non sono state emanate.
Seconda questione: i sottotetti. Poi parleremo, come qualcuno dice, dei sottoscala. Intanto io non ho presentato nessun provvedimento di legge che contenesse articoli su sottotetti o sottoscala. Sono contrario, l'ho detto in più circostanze in questi anni, a una modalità che inciti alla violazione delle norme. Quando una persona costruisce una casa, lo fa sotto la vigenza di determinate regole, e in quelle regole non c'è scritto che è abitabile il sottotetto e che è abitabile il sottoscala. Dopodiché interviene una norma che permette di operare determinate trasformazioni offrendo un vantaggio a chi, magari, ha sollecitato tale vantaggio andando dal politico di turno. In questo modo non si fa altro che perpetrare un costume in cui la politica fa mercanzia di se stessa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la prego di concedermi un attimo di attenzione, perché è giusto dire le cose come stanno.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge nel settembre del 2009, la numero 67. E' una proposta di legge sul Piano casa, perché noi, contrariamente a voi, abbiamo veramente presentato una proposta di legge per il Piano casa. A un certo punto della legge noi scriviamo: "Per superficie utile lorda si intende la somma delle superfici delimitate dal perimetro esterno di ciascun piano, il cui volume sia collocato esclusivamente fuori dalla terra. Nel computo di detta superficie sono comprese le scale, i vani ascensore, le logge e le porzioni di sottotetto delimitate da strutture orizzontali praticabili, con altezza libera media superiore ai 2 metri e 40, mentre sono esclusi i volumi tecnici, i balconi, i terrazzi, gli spazi scoperti interni al perimetro dell'edificio".
Questo vuol dire che nella nostra proposta, caro Assessore, e nell'atteggiamento, in quello che stiamo dicendo oggi, c'è coerenza con quello che abbiamo proposto nel 2009, e noi nel 2009 non vi abbiamo chiesto di costruire dei piani intermedi, perché vi abbiamo indicato i sottotetti, perché ci rendiamo conto che ci sono edifici storici che hanno queste condizioni, e si possono utilizzare, come diciamo noi, se già esistono dei piani orizzontali; di questo stiamo parlando. Se vuol discutere di questo, la materia c'è, ma non può essere la condizione che indicate voi in questo obbrobrio che ci avete presentato.
Lei si renda disponibile, visto l'appello anche della sua maggioranza, espunga dal testo almeno la norma relativa ai piani intermedi, limiti la ricuperabilità dei sottotetti agli edifici storici, vediamo di trovare una soluzione, ma questa schifezza, abbiate pazienza, è inaccettabile. Possono essere utili anche cinque minuti di sospensione, Presidente, e mi pare che l'Assessore sia disponibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Collega Diana, più che di sospensione si tratta di buon senso, e credo che l'abbiamo spiegato in mille modi.
L'assessore Rassu ci ha detto anche che viene tentato tutti i giorni dal demonio. Lei, assessore Rassu, che è buon cattolico, rinunci a Satana, così come più volte avrà dichiarato, e in questo caso Satana è rappresentato dall'ossessione della deroga, che voi continuate a introdurre ad ogni passo di questa norma. E' un meccanismo che ha scombinato i normali criteri di progettazione e realizzazione delle abitazioni, perché chiudere verande, chiudere terrazzi, e poi sopra i terrazzi costruire soffitte e renderle abitabili, vuol dire attivare un meccanismo che porta alla continua amplificazione dei volumi.
Il sottotetto una volta si chiamava soffitta e svolgeva la sua funzione in quanto soffitta, come ripostiglio, come luogo di protezione della salute dell'edificio e del manufatto; fra l'altro, come vi ho spiegato l'altro giorno, le condizioni in questa nostra Sardegna stanno cambiando, i nostri ragazzi oggi superano il metro e 80, ci sono tanti che arrivano a 1 metro e 90, 2 metri. Allora, il buon senso dovrebbe suggerirvi che si tratti di un'operazione errata. Perché guardi, assessore Rassu, il caso del collega Daniele Cocco è l'eccezione, non è la norma in Sardegna. Noi lo ringraziamo per lo spunto che ci ha offerto, ma dobbiamo tenerlo presente come un caso particolare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signor Presidente, colleghi, il nostro voto su questo emendamento è contrario per tutte quelle considerazioni che l'assessore Rassu nel suo intervento di replica ha evidenziato. L'assessore Rassu si è soffermato anche sulla proposta di legge numero 316, che dà la dimensione e dà l'idea di quello che voi realmente pensate dei sottotetti.
La verità è che a molti di voi quei sottotetti piacciono, e piacciono talmente tanto che anche durante questa legislatura li avete inseriti in una proposta di legge per il governo del territorio. Quindi, evidentemente, sui sottotetti la pensate come noi. Noi non abbiamo avuto, però, il coraggio, collega Sechi, (che è anche componente della Commissione, ha partecipato al Piano casa 1, al Piano casa 2, e devo dire anche in maniera propositiva) di fare come avete fatto voi che, nei comuni montani, proponete addirittura un'altezza minima di 2 metri per le abitazioni. Voi dite: "Nei comuni montani, così come individuati dalla legge regionale numero 12 del 2006, è consentita rispettivamente la riduzione a metri 2,20 e a metri 2".
Quindi, collega Sechi, dite una cosa e poi ne fate un'altra, o meglio, ne fanno un'altra. Per tutti questi motivi, su questo tema non siete credibili. Poi smettetela di dire che dietro ogni comma, dietro ogni singolo articolo, ogni virgola c'è chissà quale committente speculatore; ma basta! Io sarei curioso di verificare, fra qualche mese o fra qualche anno, se qualcuno di voi magari utilizzerà questa norma per abitare quei sottotetti, sarei proprio curioso di verificare questo, o se qualcuno, magari, non l'ha già fatto, o se qualcuno magari non rientri in questa fattispecie.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 94 e 124, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Ne approfitto solamente per dire che noi potremmo anche essere colpevoli di far parte del centrosinistra, però non siamo colpevoli, collega Sanna, di aver sottoscritto alcun provvedimento o proposta legislativa che contenga sanatoria di sottotetti o sottoscala. Questa è una cosa che riguarda altre formazioni politiche del centrosinistra, che non siamo noi, che siamo Sinistra Ecologia e Libertà, e ecologia per noi è un fatto di coerenza, che non abbiamo mai intenzione di violare né nei comportamenti personali né, tanto meno, in quelli politico-istituzionali.
(Sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 146. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione il testo dell'articolo. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 quinquiesdecies e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo quinquiesdecies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 quinquiesdecies
Riutilizzo dei piani seminterrati, dei piani pilotis e dei locali al piano terra
1. Dopo l'articolo 15 della legge regionale n. 4 del 2009, è aggiunto il seguente:
"Art. 15 bis (Riutilizzo dei piani seminterrati, dei piani pilotis e dei locali al piano terra)
1. La Regione promuove il recupero a fini abitativi dei seminterrati localizzati nelle zone territoriali omogenee B (completamento residenziale), C (espansione residenziale) ed E (agricole) con l'obiettivo di contenere il consumo di nuovo territorio e favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici.
2. Il recupero a fini abitativi dei piani e locali di cui al presente articolo è comunque vietato nelle aree dichiarate, ai sensi del vigente Piano stralcio per l'assetto idrogeologico, di pericolosità elevata o molto elevata ovvero in aree di pericolosità da frana elevata o molto elevata.
3. II recupero a fini abitativi dei seminterrati esistenti è consentito a condizione che abbiano, alla data di entrata in vigore della presente legge, un'altezza minima non inferiore a metri 2,40, previo ottenimento di idoneo titolo abilitativo e nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) aperture per la ventilazione naturale non inferiori ad 1/8 della superficie del pavimento, ovvero realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica per un ricambio d'aria almeno pari a quello richiesto per la ventilazione naturale;
b) adeguati livelli di illuminazione raggiungibili anche mediante sistemi artificiali.
4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche agli interventi di recupero ai fini abitativi dei piani pilotis e dei locali siti al piano terra a condizione che siano rispettate le prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti l'agibilità previste dai vigenti regolamenti.
5. Gli interventi previsti nel presente articolo ricadenti nelle zone classificate B e C e quelli di cui all'articolo 15 sono subordinati al reperimento degli spazi per parcheggi di cui all'articolo 41 sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica), e successive modificazioni ed integrazioni. Qualora sia dimostrata l'impossibilità dovuta alla mancanza di spazi idonei da destinare al soddisfacimento di tale obbligo, gli interventi sono consentiti previo pagamento di una somma equivalente alla monetizzazione delle aree per parcheggi, da determinarsi con deliberazione del Consiglio comunale. I relativi introiti sono destinati alla realizzazione di nuove aree da adibire a parcheggio.".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
L'articolo 1 quinquiesdecies è soppresso.
(95)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
Il comma 1 dell'articolo 1 quinquiesdecies è soppresso.
(96)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
Il comma 2 dell'articolo1 quinquiesdecies è soppresso.
(97)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
Il comma 3 dell'articolo1 quinquiesdecies è soppresso.
(98)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
La lettera a) del comma 3 dell'articolo 1 quinquiesdecies è soppressa.
(99)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
La lettera b) del comma 3 dell'articolo 1 quinquiesdecies è soppressa.
(100)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
Il comma 4 dell'articolo1 quinquiesdecies è soppresso.
(101)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 1 quinquiesdecies
Il comma 5 dell'articolo1 quinquiesdecies è soppresso.
(102)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 quinquiesdecies
All'articolo 1 quinquiesdecies le lettere a) e b) del comma 3 dell'articolo 15 bis introdotto dal comma 1 sono sostituite dalla seguente:
"a) siano dotati di una superficie finestrata apribile non inferiore a 1/8 della superficie del pavimento, fatta eccezione per disimpegni, corridoi, vani-scala e ripostigli. I servizi igienici possono essere dotati, in alternativa, di impianto di aspirazione meccanica e illuminazione artificiale. Nel caso di locali seminterrati, i muri contro terra devono essere provvisti di intercapedini ventilate con larghezza non inferiore a 60 centimetri ovvero, in caso di inesistenza, alloro esterno devono essere realizzate intercapedini ventilate con larghezza non inferiore a 60 centimetri e non superiore ad un metro;"
(9)
Emendamento all'Emendamento numero 118 sostitutivo parziale Steri - Diana Mario - Meloni Francesco - Sanna Giacomo.
Articolo
All'emendamento n. 118 le parole "in deroga alle" sono sostituite dalle parole "nel rispetto delle".
(268)
Emendamento aggiuntivo Steri - Sanna Matteo - Artizzu.
Articolo 1 quinquiesdecies
Al comma 3 dell'articolo 15 bis, introdotto dal comma 1, dopo le parole "è consentito" sono aggiunte le parole "in deroga alle prescrizioni igienico-sanitarie".
(118)
Emendamento aggiuntivo Cossa - Meloni Francesco - Fois - Vargiu - Dedoni - Mula.
Articolo 1 quinquiesdecies
Nell'articolo 1 quinquiesdecies, al comma 5 dell'articolo 15 bis, introdotto dal comma 1, dopo le parole "qualora sia dimostrata l'impossibilità dovuta alla mancanza di spazi idonei da destinare al soddisfacimento di tale obbligo", è aggiunta la frase "o nel caso di spazi da destinare allo scopo di superficie inferiore a 10 mq".
(150).)
PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 95 non sarà posto in votazione, configurandosi successivamente una votazione per parti, e che sono stati ritirati gli emendamenti numero 96, 97, 101 e 102, e l'emendamento numero 118, per cui decade l'emendamento numero 268.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, in commissione hanno inventato delle cose strabilianti, ma anche la denominazione di questo articolo è straordinaria, è uno scioglilingua.
Quello che salta all'occhio, Assessore, è che l'idea del riutilizzo dei piani seminterrati, dei piani pilotis e dei locali al piano terra ha del suggestivo. I piani pilotis nascono per i parcheggi, e voi dite: quando non ci sono li possiamo chiudere, li possiamo trasformare in locali da adibire in vario modo. E questo può andar bene forse in zona C, ma in zona B già è difficoltoso. Forse i parcheggi potrebbero servire in zona B, ma il vostro capolavoro è che prevedete di applicare la norma anche in zona agricola.
Mi dovete allora spiegare a cosa serva riutilizzare i seminterrati in zona agricola, se non per stagionare formaggi. Non capisco il senso di questo articolo. Siccome è un recupero a fini abitativi, ed è necessario che i fini abitativi rispettino le norme igienico-sanitarie, bisogna anche precisare cosa intendiamo per seminterrati, perché bisogna capire quanto è l'altezza fuori terra, se l'altezza fuori terra prevede l'areazione dei locali o non la prevede e se l'agibilità dei seminterrati è garantita attraverso bocche di lupo, per esempio. In quest'ultimo caso il discorso cambia totalmente, perché allora entra in gioco un problema di illuminazione.
I mezzi di informazione hanno redatto dei servizi scandalistici per denunciare alcune situazioni in cui dei cinesi lavoravano in scantinati con bocche di lupo e senza luce (sono state anche chiuse fabbriche per questo motivo) e noi vogliamo invece elevare questi locali a elementi di residenza. Insomma, ha ragione il collega Maninchedda quando afferma che bisogna tornare un po' a ripensare se noi stiamo facendo un Piano casa o una sanatoria, o un condono edilizio, perché uno degli elementi che genererà un grosso problema sul piano della legittimità sarà il rapporto fra coloro che possono utilizzare più di una volta il beneficio, quelli che non lo potranno fare e - scusatemi, ma questo lo voglio dire - quei cittadini "deficienti", che sono la stragrande maggioranza, che hanno rispettato le regole.
Io voglio dire che, al di là dello scenario che voi dipingete in questo provvedimento, la stragrande maggioranza dei sardi sono persone per bene, che hanno rispettato le regole, e voi state facendo un provvedimento per sanare una minoranza di abusi e di abusivi che vogliono approfittare, e questo non lo dice nessuno. Perché dobbiamo penalizzare due volte chi ha rispettato le regole, chi non ha costruito i sottotetti per poterseli poi recuperare, chi non ha realizzato i seminterrati imbrogliando, per poi fare il cambio di destinazione d'uso? E per di più ci mettete le zone agricole! Ma che cosa ci dovete fare nelle zone agricole? Cosa ci dovete fare nei seminterrati?
(Interruzione del consigliere Manca)
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, non lo sto dicendo a lei. Ecco perché io credo che sinceramente abbiamo raggiunto ogni limite. Bene farebbe la maggioranza a rientrare sulle sue posizioni per quanto riguarda quello che abbiamo approvato all'articolo 1 octies, che è una vergogna. E' una vergogna! Quello passerà a livello nazionale come un condono edilizio - passerà così perché quella è la lettura - un condono edilizio che interviene persino su ciò che si sta giudicando essere o no un abuso, sana anche quello senza entrare neppure nel merito, gli passa sopra e spazza tutto.
Vi rendete conto che il Governo nazionale si è dovuto fermare di fronte alle lobbies che chiedevano un'altra passata di condoni e noi invece ritorniamo all'unica cosa che sappiamo fare?
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Davvero voi pensate che questi siano gli strumenti capaci di generare sviluppo, di rimettere in piedi l'impresa edilizia? Chi li tutela coloro che hanno rispettato le norme, coloro che hanno costruito quello che dovevano costruire, che non hanno compiuto abusi, che mettono i letti a castello per tenere i figli dentro una stanza perché non possono averne altre? Chi tutela coloro che hanno già giocato l'unica chance che avevano di contrarre un mutuo per la prima casa e ne stanno pagando salatamente le rate? Ci pensate voi a tutelare i diritti di queste persone o queste sono persone che non contano nella società, che la legge regionale non deve considerare? E andiamo persino nell'agro! Chiudiamo i piani pilotis!
Questo è il paesaggio che abbiamo di fronte, ma questo è anche il paesaggio politico che abbiamo di fronte, quello che sta sfracellandosi sul piano nazionale e che sta perdendo i suoi colpi anche sul piano regionale. Il fatto stesso che manchi politicamente una coesione, che il Presidente della Regione non sia qui a guidare la sua maggioranza e a convincerla della bontà delle sue proposte, è il segno della mancanza di punti cardinali. La politica ha bisogno di valori, ha bisogno di idee, ma ha anche bisogno di punti cardinali, cioè di uomini guida che portino avanti delle idee, che aiutino a comprendere la coerenza e la necessità della coerenza.
A voi manca tutto e quindi dobbiamo, per forza di cose, esercitare questo ruolo che per noi è anche limitante, perché noi avremmo preferito entrare nel merito delle proposte, rilanciare le proposte programmatiche piuttosto che stare qui a lavorare per censurare qualcosa che davvero qualcuno chiede dall'esterno.
Coloro che hanno rispettato le regole ci chiedono di fare presente che quella maggioranza silenziosa chiede giustizia rispetto a una minoranza che chiede, invece, le norme per abusare di questi poteri.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Assessore, la prego, non si adombri se mi permetto di criticare la legge. Io credo davvero - è stato già detto - che ogni buon cristiano non debba solo rifuggire il diavolo, ma debba anche rinnegarlo quando si presenta, per cui, a volte, correggere le proprie convinzioni può essere un momento di merito e francamente su questo articolo, dove si parla di seminterrati, di pilotis e di locali al piano terra, ci sono alcuni passaggi fondamentali che contribuiscono a completare l'opera di Manzoni, quella che ho già citato, la famosa Merda d'autore del 1961.
Faccio riferimento al passaggio in cui si parla, nei seminterrati, di "aperture per la ventilazione naturale non inferiori ad 1/8 della superficie del pavimento" - cosa correttissima, spiegherò dopo - "ovvero realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica per un ricambio d'aria almeno pari a quello richiesto per la ventilazione naturale", in più "adeguati livelli di illuminazione raggiungibili anche mediante sistemi artificiali".
Ora, il diavolo sta proprio in queste paroline: "ovvero realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica" o ancora "mediante sistemi artificiali di illuminazione". Perché? Perché ricordo che nelle prescrizioni igienico-sanitarie si dice che "tutti i locali degli alloggi, eccettuati quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani scala e ripostigli, devono fruire di illuminazione naturale diretta adeguata alla destinazione d'uso. Per ciascun locale di abitazione l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo tale da assicurare un valore di fattore luce diurna media non inferiore al 2 per cento e comunque la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore a un ottavo della superficie del pavimento".
Queste sono le condizioni di agibilità, queste sono le condizioni per dichiarare abitabile un locale ancorché solo con 2 metri e 40 di altezza, ma non si parla assolutamente della possibilità di poter rendere fruibili come spazi abitativi, quindi come stanze da letto, ad esempio, quelli che altrimenti sarebbero solo servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani scala e ripostigli.
Ora io credo davvero che, se non vogliamo contribuire ancora a ricordare Piero Manzoni, almeno questo debba essere corretto. Perché è vero, possiamo discutere su tutto, possiamo discutere sulla difficoltà urbanistica che questi nuovi volumi possono determinare da un punto di vista del rispetto degli standard, e quindi della qualità della vita nei nostri centri (e che siano nuovi volumi abitabili lo ammette proprio il punto 5 che recita "qualora non si possano rinvenire spazi per i parcheggi"- cioè uno standard fondamentale per poter avere dei volumi abitabili- "gli interventi sono consentiti previo pagamento di una somma equivalente alla monetizzazione delle aree per parcheggi") però davvero quello che ritengo debba essere rigettato, per una questione morale, per una questione di salubrità, per una questione di correttezza nei confronti di una norma che è legge, è la norma che consente la sostituzione delle obbligatorie aperture per l'illuminazione e la ventilazione con sistemi di illuminazione e di ventilazione forzati.
Le dirò di più: io ho presentato su questo punto l'emendamento numero 9, che in Commissione è stato rimesso all'Aula. Ebbene, in quest'emendamento - che più che altro riproduce quanto avevo inserito in una proposta di legge che ho successivamente ritirato per dare spazio alla proposta della Giunta - prevedo che questi locali debbano essere dotati di una superficie finestrata apribile non inferiore a un ottavo della superficie del pavimento, fatta eccezione per corridoi, vani scala e ripostigli, così come ripropongono le norme igienico-sanitarie, e che i servizi igienici possano essere dotati, in alternativa, di un impianto di aspirazione meccanica e di illuminazione artificiale, come già previsto, peraltro, nelle norme igieniche.
Per quanto riguarda i locali seminterrati prevedo che questi locali, per poter essere agibili e abitabili - e quindi perché, per esempio, un sottoscala possa diventare una stanza da letto - siano dotati di intercapedini ventilate. Questa è una questione igienica, di salubrità della qualità di vita all'interno della stanza a cui non si può derogare. Non si può derogare soprattutto in una legge, e chiudo, che parla di disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio. Cioè si è cercato di forzare regolamenti urbanistici, piani particolareggiati per un'esigenza prioritaria, quella di far ripartire l'edilizia.
Ribadisco e pongo ancora la domanda: qualcuno mi deve spiegare che rilancio edilizio si può avere nel rendere abitabili sottotetti destinati ad essere solo dei ripostigli, perché chi è costretto a vivere in un sottoscala di avere l'abitabilità dal Comune "se ne frega", spera invece di avere una casa migliore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' ancora una volta il buonsenso che ci porta ad evidenziare tutte le contraddizioni che sono contenute in questa legge, e parto dalla considerazione ultima che faceva il collega Campus.
Voi pensate che il rilancio dell'economia e dell'occupazione e una forte boccata d'ossigeno al settore dell'edilizia si possano ottenere attraverso questi sotterfugi e questi meccanismi. Io credo che questo sia veramente un modo di trattare miseramente la situazione, dovuto al fatto che probabilmente non avete altre chance in mano, ed è per questo che stiamo consumando questa legislatura intorno ad una vicenda di cui oggi possiamo dire che non ne possiamo più.
Il vostro orientamento è quello di estendere questa concezione di recupero dell'abitabilità a tutto il territorio: dalle zone B, che sono le città, quelle votate alla residenza, alle zone C, che sono quelle di espansione (e mi chiedo allora perché, per esempio non prevedere anche in queste ultime, attraverso progetti adeguati, il rispetto delle norme e degli standard, dei servizi e di tutto quello che consentirebbe condizioni di vita ottimali) sino alle zone E, che sono zone individuate come agricole, e che la speculazione vorrebbe utilizzare per seconde case e residenze.
Nello specifico poi entriamo nel merito di quegli spazi originariamente destinati a funzioni diverse da quella abitativa. Il seminterrato, infatti, nasce come cantina, come ripostiglio, come locale dove conservare gli oggetti di uso non quotidiano della famiglia. Lo stesso vale per i box, o i vani pilotis destinati al ricovero della macchina. Allora io credo che oggi, se facessimo tutti una riflessione, dovremmo veramente arrivare a concludere che dovremmo soprattutto puntare a recuperare posti auto in spazi pilotis. Perché il vecchio garage, o box auto, come veniva chiamato, è sempre più spesso sottratto alla sua destinazione originaria. In molti spazi originariamente destinati a box auto oggi si registra la presenza di attività artigianali, di attività di altro genere, mentre le auto alle quali era stato garantito lo spazio vengono lasciate sulle strade congestionandole ulteriormente
E' se la situazione è questa, nonostante esista una legge dello Stato che preveda che ogni unità abitativa abbia almeno un posto auto, (considerate, oltretutto, che oggi molte famiglie hanno due se non addirittura tre macchine) cosa succederebbe se noi consentissimo di chiudere i piani pilotis, e di destinarli, addirittura, a spazi abitabili?. Per creare una possibilità di residenza in locali dove non c'è luce stiamo ritornando indietro di cinquant'anni! E' pensabile che oggi, nel 2011, si pensi a residenze dove non c'è luce naturale? Lo stesso discorso vale per quegli ambienti in cui l'aria è insufficiente, perché non sono nati come vani abitabili.
Io credo che sarebbe opportuno approvare una norma che proibisca di costruire bagni senza finestre, dove c'è solo la luce elettrica e la areazione forzata. Ma che paese civile è questo, che ricorre ancora a meccanismi del passato? Guardate, nei primi anni 50, quando io frequentavo le elementari, una delle malattie più diffusa tra i bambini era il tracoma, e colpiva soprattutto quei bambini che vivevano nei sottani, i più poveri. Oggi noi stiamo ritornando a quei tempi.
Fortunatamente agli inizi degli anni sessanta, a seguito di numerosi interventi di edilizia economica e popolare, le famiglie che vivevano nei sottani, alcune delle quali, magari, avevano anche perso la casa a seguito dei bombardamenti, vennero trasferite in residenze luminose, arieggiate, con le volte alte 3.20 metri. Si trattava quindi di abitazioni che garantivano una condizione di vivibilità straordinaria, i bagni erano spaziosi e c'erano le finestre che permettevano di ricambiare l'aria e fare entrare la luce naturale. Ecco, invece oggi, siccome vogliamo offrire un contributo di modernità, ritorniamo al tempo antico, ritorniamo ai sottani, ai seminterrati, agli scantinati.
Ora non voglio entrare nel merito dell'aspetto - che più volte ha richiamato Luciano Uras - relativo alle vittime delle alluvioni e di quei disastri che noi attribuiamo ai cambiamenti climatici, ma che, guarda caso, sono dovuti, in larga parte anche a nostre scelte errate, se non addirittura demenziali, di gestione del territorio. E' ormai pacifico che molti cambiamenti climatici e disastri ambientali sono conseguenti agli interventi dell'uomo.
Allora io concludo l'intervento ultimo, auspicando un ritorno ai tempi in cui si stava decisamente meglio, e chiedendo il ritiro di un provvedimento che non è possibile proprio accettare. È sempre il discorso della deroga. Noi possiamo pensare di progettare un futuro per le future generazioni attraverso le deroghe? Io credo che sia un modo indegno, e per questo noi continueremo ad opporci a questa legge infame.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Se l'unico mezzo per impedire l'approvazione di questi articoli fosse impedire l'approvazione della legge, io penso andrebbe utilizzato senza paura. Perché, badate, questi due articoli, quello sui sottotetti e quello sui sottoscala (così li chiamo io per semplificare, perché qualche volta anche la comunicazione ha una sua funzione, e quanto più è semplice, più è diretta) sono diretti a modificare, di fatto, disposizioni che sono state volute a tutela della salute e della incolumità delle persone.
Io, onorevole Cuccureddu, onorevole Steri, onorevole Diana, onorevole Felicetto Contu, mi rivolgo a voi perché voi siete coloro che rappresentano, nell'immaginario collettivo, il legame più stretto con la fede cattolica, e quindi con la cultura cosiddetta "della vita", che non consiste solo nell'essere contrari all'aborto, badate, ma consiste anche nel salvare la vita non compromettendo una esistenza giusta, serena, dignitosa.
Come si può, allora, alla luce di questa cultura, pensare di relegare un pezzo della popolazione a vivere in un seminterrato con l'aerazione forzata, con finestre inadeguate a consentire luce e aerazione degli ambienti. Come si può, una volta realizzata una cubatura con una certa destinazione, come per esempio quella di ricovero merci, dire che con una norma noi rendiamo quel magazzino la casa di una famiglia? La vita bisogna difenderla sempre, con grande coerenza, bisogna difendere la salute delle famiglie che devono vivere nel modo più sereno possibile, e la casa è il luogo dove meglio si realizza questa serenità.
Noi invece a che cosa pensiamo? Pensiamo a cose atroci, pensiamo, per esempio, di chiudere i vani pilotis. E perché pensiamo di chiuderli? Per realizzare dei garage? No, perché essendo nel piano terra o nel piano seminterrato, ricadono nell'articolo quinquedecies e pertanto possono essere utilizzati come un'abitazione, e non c'è neanche più bisogno che tutto il condominio sia d'accordo. L'unica cosa che poi facciamo salva sono le norme sul condominio, non la vita delle persone: le norme sul condominio! Perché noi consentiamo questa operazione di chiusura, e quindi di recupero di cubatura finalizzata alla commercializzazione per uso abitativo, a ciascuno dei proprietari dei pilotis, per cui ci saranno abitazioni che al piano terra si ritroveranno una sorta di labirinto.
Come si può essere così perversi? Pensare che una persona debba vivere in un seminterrato è una perversione, si potrebbe essere arrestati per una perversione del genere. Presidente, noi stiamo parlando di norme che condizioneranno la vita di esseri umani e sembra che a nessuno importi niente! Assessore, perché lei vuole fare una legge che porterà le famiglie più bisognose a finire in un sottano? Perché vuole autorizzare qualcuno ad affittare un sottoscala? Questa è una ingiustizia sociale inaccettabile!
A Capoterra , anche nell'ultimo disastro, alcuni vecchi che vivevano nei seminterrati sono morti. Che cosa bisogna fare per portarvi alla ragionevolezza? Cosa bisogna inventarsi?
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue URAS.) Una cosa è certa, voi probabilmente vi augurerete di rimanere in sella alla politica regionale per i prossimi 50 anni, ma a giudicare da quello che sta succedendo al "Mister Massimo" che è alla vostra guida culturale e politica, io penso che i tempi ormai siano contati, e come voi vi siete applicati ad aggredire le norme che noi avevamo approvato e che finalmente facevano giustizia in materia di gestione del territorio, la stessa cosa faremo noi con le vostre. Appena torneremo al governo della Regione le cancelleremo; e questo bisogna saperlo, bisogna dirlo e con coraggio.
Bisogna dire a coloro che vogliono le norme che condanneranno famiglie intere a vivere nei sottoscala, che votino voi, non votino noi, perché noi saremo impegnati ad abrogarle, ad abrogarle con tutti gli effetti dall'origine, perché sono profondamente ingiuste e le cose ingiuste non si fanno neppure se si chiedono.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 98, 99 e 100 il parere è contrario; sull'emendamento numero 9 ci rimettiamo all'Aula. L'emendamento numero 118 è stato ritirato, mentre sull'emendamento numero 150 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU, (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 100.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Ovviamente io voterò a favore ma mi chiedo, Presidente, che cosa succederebbe se qualcuno di noi volesse utilizzare una prerogativa, cioè quella di richiedere la votazione a scrutinio segreto? Come finiremo con un sistemane elettronico come questo che non funziona?
Lo dico ma non ho intenzione di farlo, però il fatto che perdoni questa volta non vuol dire che perdonerò anche le prossime volte. Questo sistemone non funziona da sempre, l'ho detto e ripetuto spessissimo in passato, ormai è chiaro a tutti che non funzioni, cambiate il fornitore!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Mi sono iscritto per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento che intende cancellare la lettera b) del comma 3 dell'articolo in esame, che prevede che i seminterrati siano considerati abitabili laddove vengano raggiunti elevati livelli di illuminazione, eventualmente anche mediante sistemi artificiali.
Assessore Rassu, noi sostanzialmente stiamo affermando che cittadini della Sardegna possano benissimo abitare nei seminterrati, nell'umidità, nel pericolo, anche nel buio: ma che differenza c'è con le galere di una volta? State mandando la gente ad abitare al buio; questo è quello che state dicendo. E' una vergogna!
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto ora in votazione il testo dell'articolo 1 quinquiesdecies.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Io voterò contro questo articolo per i motivi che ho illustrato in sede di discussione e di dichiarazione di voto dell'articolo precedente. Voterò convintamente contro e mi chiedo come si possa stare sereni sapendo che, facendo un'operazione di questo genere, permetteremo a vigliacchi e speculatori di utilizzare locali di sgombero per locarli esosamente a studenti o a famiglie intere, o ad anziani pensionati al minimo che, oltre l'affronto di non avere un reddito che garantisca loro una vita civile, subiranno quello di dover vivere in un'abitazione che non garantisce loro una esistenza civile!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, oltre l'aspetto che ha ricordato ora il collega Uras, volevo sottolineare che gran parte di questi spazi verranno immessi nel mercato turistico immobiliare. Immaginate il livello del turismo che stiamo proponendo, con scantinati e seminterrati resi abitabili in seguito a cambio di destinazione d'uso e immessi sul mercato delle seconde case per essere affittati d'estate o venduti: questa è la qualità del turismo a cui stiamo puntando.
Mi dispiace che non ci sia l'assessore Crisponi perché avrebbe potuto darci lumi sulla tendenza della promozione turistica per gli anni futuri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA (Riformatori Sardi). Intendo solo dichiarare il mio voto contrario a questo articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Vorrei solo che rimanesse agli atti che, coerentemente con quanto ho detto, voterò convintamente contro questo articolo, perché non si sono volute espungere dal testo quelle piccole parti la cui cancellazione avrebbe potuto rendere molto più morale questa nostra votazione e questa legge. PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anch'io nutro molte perplessità su questo articolo, per cui dichiaro il voto di astensione mio e dell'onorevole Mulas.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo solamente per dichiarare che voterò contro questo articolo e che, come abbiamo auspicato nell'intervento precedente, si stanno appalesando vistosamente alcuni distinguo di carattere politico che confermano l'inefficacia e l'assoluta impresentabilità non solo di questo articolo ma di tutta la legge.
Questa legge, quindi - e lo assumiamo come merito nostro e dell'opposizione che abbiamo condotto - sta cominciando ad essere vista come effettivamente l'abbiamo definita dall'inizio, cioè un peggioramento assolutamente insopportabile della già pessima legge numero 4 del 2009.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 150. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti:
Art. 2 bis
Norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia
e paesaggistica
1. Alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348), sono apportate le modificazioni di cui agli articoli 2 ter e 2 quater.
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 2 bis
L'articolo 2 bis è soppresso.
(103)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2 bis
Al capo II, dopo l'articolo 2 bis, è aggiunto il seguente:
Art. 2 bis bis
1. All'articolo 3 della legge regionale 12 agosto 1998, n. 28, la lettera c) del comma1 è così sostituita:
"e) gli interventi previsti negli strumenti di attuazione di cui all'articolo 21 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45 (Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale), approvati ai sensi dell'articolo 9, comma 5, della presente legge;".
(133)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2 bis
Al capo II, dopo l'articolo 2 bis, è aggiunto il seguente:
Art. 2 bis bis
1. All'articolo 3 della legge regionale n. 28 del 1998, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo la lettera h) del comma 1, è aggiunta la seguente:
"h bis) gli interventi di lieve entità soggetti al procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 139 del 2010;";
b) dopo il comma 2, è inserito il seguente:
"2 bis. I provvedimenti di accertamento di compatibilità paesaggistica di cui all'articolo 167 commi 4 e 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137), e successive modificazioni ed integrazioni, compresi i provvedimenti di irrogazione delle relative sanzioni, che hanno per oggetto le opere e i lavori previsti dal comma 1, sono rilasciati dall'organo comunale.".
(134)
Emendamento all'emendamento numero 134 soppressivo parziale STERI - Diana Mario - Meloni Francesco - Sanna Giacomo.
Articolo 2 bis
All'emendamento n. 134 è soppressa la lettera b).
(270)
Emendamento all'emendamento numero 273 sostitutivo totale Giunta Regionale
Articolo2 bis
L'emendamento 273 è sostituito dal seguente:
Al Capo II, dopo l'articolo 2 bis, è aggiunto il seguente:
Art. 2 bis bis
1. All'articolo 3 della legge regionale 12agosto 1998, n. 28 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1 il periodo "Sono rilasciate dall'organo comunale competente per territorio, secondo la procedura di cui ai successivi articoli 4 e 5, le autorizzazioni di cui all'articolo 7 della legge n. 1497 del 1939, relative a:" è sostituito dal seguente: "Sono rilasciate dall'organo comunale competente per territorio, nel rispetto del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni, le autorizzazioni paesaggistiche relative a:"
b) dopo la lettera h) del comma1, è aggiunta la seguente:
"h bis) gli interventi di lieve entità soggetti al procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica di cui al DPR 139/2010;";
c) al comma 2 dell'articolo 3 le parole "con la stessa procedura" sono soppresse;
d) dopo il comma 2, è inserito il seguente:
"2 bis, I provvedimenti di accertamento di compatibilità paesaggistica di cui all'articolo 167 commi 4 e 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137), e successive modificazioni ed integrazioni, compresi i provvedimenti di irrogazione delle relative sanzioni, che hanno per oggetto le opere e i lavori previsti dal comma 1, sono rilasciati dall'organo comunale.
2. I commi 2, 3, 4 e 5 dell'articolo 4 e l'articolo 5 della 12 agosto 1998, n. 28 sono soppressi."
(277)
EMENDAMENTO all'Emendamento numero 134 sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.
Articolo 2 bis
L'emendamento 134 è così sostituito:
Al Capo II, dopo l'articolo 2 bis, è aggiunto il seguente:
Art. 2 bis bis
1. All'articolo 3 della legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma i il periodo "Sono rilasciate dall'organo comunale competente per territorio, secondo la procedura di cui ai successivi articoli 4 e 5, le autorizzazioni di cui all'articolo 7 della legge n. 1497 del 1939, relative a:" è sostituito dal seguente: "Sono rilasciate dall'organo comunale competente per territorio, nel rispetto del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni, le autorizzazioni paesaggistiche relative a:"
b) dopo la lettera h) del comma 1, è aggiunta la seguente:
"h bis) gli interventi di lieve entità soggetti al procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica di cui al DPR 139/201 0;";
c) dopo il comma 2, è inserito il seguente:
"2 bis. I provvedimenti di accertamento di compatibilità paesaggistica di cui all'articolo 167 commi 4 e 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137), e successive modificazioni ed integrazioni, compresi i provvedimenti di irrogazione delle relative sanzioni, che hanno per oggetto le opere e i lavori previsti dal comma 1, sono rilasciati dall'organo comunale.".
(273).)
PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 103 è stato ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Volevo conoscere le decisioni assunte in sede di Conferenza dei Capigruppo circa l'orario di chiusura dei lavori di stasera.
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di arrivare sino all'approvazione dell'articolo 2 ter.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole su tutti gli emendamenti
PRESIDENTE. Per esprimere parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione il testo dell'articolo 2 bis. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 133. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 277. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Decadono pertanto gli emendamenti numero 134, 270 e 273.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 ter e dei relativi emendamenti.(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 ter e dei relativi emendamenti:
Art. 2 ter
Semplificazione delle procedure
1. Dopo l'articolo 5 della legge regionale n. 28 del 1998, è inserito il seguente:
"5 bis (Semplificazione delle procedure di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità)
1. In sede di prima applicazione, gli interventi di lieve entità da realizzarsi su aree o immobili sottoposti alle norme di tutela di cui alla parte III del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modificazioni, ed indicati nell'elenco allegato al decreto del Presidente della Repubblica 9 luglio 2010, n. 139 (Regolamento recante procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità, a norma dell'articolo 146, comma 9, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni), sempre che comportino un'alterazione dei luoghi e dell'aspetto esteriore degli edifici, sono assoggettati al procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica così come disciplinato nel regolamento emanato con il citato decreto presidenziale.
2. La Giunta regionale, con direttiva da adottarsi mediante deliberazione, individua i casi e disciplina il procedimento di autorizzazione paesaggistica semplificata in conformità ai principi contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica n. 139 del 2010.".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 2 ter
L'articolo 2 ter è soppresso.
(104)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 2 ter
Il comma 1 dell'articolo 2 ter è soppresso.
(105)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca.
Articolo 2 ter
Il comma 2 dell'articolo 2 ter è soppresso.
(106)
Emendamento all'emendamento numero 120 aggiuntivo DIANA Giampaolo - URAS - STERI - DIANA Mario - MELONI Francesco - SANNA Giacomo - SALIS.
Articolo 2 ter
All'emendamento numero 120 è aggiunto il seguente comma:
1 bis) Dopo l'articolo 2 ter è aggiunto il seguente:
2 ter bis
1. I commi 2, 3 e 4 dell'articolo 7 della L.R. n. 4/2009 sono così sostituiti:
2. La commissione di cui al presente articolo è costituita ai sensi e per le finalità dell'articolo 137 del D.Lvo n. 42/2004 e svolge altresì le funzioni di cui al comma 1.
3. La Giunta regionale provvede entro 30 gg. Dall'entrata in vigore della presente legge alla nomina e all'insediamento della Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. La Commissione opera come collegio imperfetto.
(280)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 2 ter
Il comma 2 dell'articolo 5 bis introdotto dal comma 1 è così sostituito:
"2. La Giunta regionale, con apposita direttiva da adottarsi mediante specifica deliberazione, può individuare ulteriori forme di semplificazione del procedimento di autorizzazione paesaggistica in conformità ai principi contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica 9 luglio 2010, n. 139 (Regolamento recante procedimento di semplificato di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità, a norma dell'art. 146, comma 9, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni).".
(120).)
Comunico che sono stati ritirati gli emendamenti numero 104, 105 e 106. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Gian Valerio Sanna. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi entro il termine dell'intervento dell'onorevole Sanna che a disposizione dieci minuti.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). In questo articolo 2 ter si effettua un'operazione che non è assolutamente congrua; in pratica si richiama, Assessore, i il D.P.R. del 9 luglio 2010, n. 139, che reca norme per la procedura semplificata dall'autorizzazione paesaggistica.
A dire la verità state arrivando con un po' di ritardo, perché l'articolo 6 di questo D.P.R. prevede che le Regioni a Statuto speciale abbiano tempo 180 giorni per eventualmente intervenire in difetto della regolamentazione. Centottanta giorni sono già decorsi quindi non abbiamo nessun recepimento da fare e non possiamo nemmeno parlare di prima applicazione o di seconda applicazione: questa è applicazione, non c'è prima applicazione, perché i termini sono decorsi.
Recita infatti l'articolo 6 del D.P.R.: "ai sensi dell'articolo 131 comma 3 del Codice, queste disposizioni trovano immediata applicazione nelle Regioni a statuto ordinario. In ragione dell'attinenza delle disposizioni del presente decreto ai livelli essenziali delle prestazioni amministrative e della natura di riforma economico-sociale del Codice e delle norme di semplificazione procedimentale in esso previste, le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, in conformità agli statuti e alle relative norme di attuazione, adottano entro 180 giorni le norme necessarie a disciplinare il procedimento di autorizzazione". Noi non abbiamo avuto l'accortezza di fare questo e dobbiamo applicare i principi generali.
Qui non c'è un recepimento, ci può essere solo un rimando, e lei non può accettare che ci siano queste limitazioni: "sempre che comportino un'alterazione del luogo e dell'aspetto esteriore degli edifici sono assoggettabili al procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica come disciplinato nel regolamento emanato con il citato decreto". Al comma secondo voi dite che la Giunta regionale, con direttiva, individua i casi e disciplina il procedimento. Non è così, il procedimento è già disciplinato ed è disciplinato all'interno di questo DPR, quindi voi non dovete ulteriormente disciplinarlo perché i casi di applicazione, Assessore, sono già contenuti in questo DPR, e sono decorsi i termini perché voi possiate farlo.
Ecco perché secondo me questo articolo 2 ter è del tutto inutile. Così come è inutile fare riferimento alla cessione della autorizzazione paesaggistica ai comuni, come vedremo più avanti, senza che lei abbia provveduto a disgiungere la funzione paesaggistica da quella urbanistica, come è espressamente previsto dal Codice. Quindi non possiamo assegnare al Comune questa competenza senza dare allo stesso la possibilità di disgiungere la competenza paesaggistica da quella urbanistica. A questo dovevate dare una risposta e a questo non avete dato una risposta. Ecco perché questo è un articolo praticamente volto a cercare la semplificazione e poi demandare alla Giunta (arbitrariamente, secondo me, a questo punto, perché sono decorsi i termini per l'attuazione) i casi nei quali applicare o non applicare la semplificazione. Mi pare un articolo abbastanza aperto, che non disciplina e che invece di aiutare creerà problemi applicativi non di poco conto.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore semplice. Sull'emendamento numero 120 il parere è positivo; sull'emendamento numero 280 ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 280. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 120. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Per effetto della votazione dell'emendamento numero 280 decadono l'articolo 1 septies e tutti gli emendamenti.
Metto in votazione il testo dell'articolo 2 ter. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 8 novembre alle ore 16. Sempre per martedì 8 novembre alle ore 11 è convocata la Commissione d'inchiesta.
La seduta è tolta alle ore 21 e 18.