Seduta n.216 del 02/02/2017
CCXVI Seduta
Giovedì 2 febbraio 2017
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 11 e 07.
FORMA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 21 dicembre 2016 (212), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Ugo Cappellacci, Angelo Carta, Luigi Crisponi, Alfonso Marras, Antonio Solinas e Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta del 2 febbraio 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Discussione della mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Carta - Orrù - Solinas Christian - Floris - Satta - Truzzu - Rubiu - Oppi - Marras - Pinna Giuseppino - Gaia sulla paventata chiusura del reparto del Centro sclerosi multipla presso l'Ospedale Binaghi di Cagliari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (278)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione 278.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Carta - Orrù - Solinas Christian - Floris - Satta - Truzzu - Rubiu - Oppi - Marras - Pinna Giuseppino - Gaia sulla paventata chiusura del reparto del Centro sclerosi multipla presso l'Ospedale Binaghi di Cagliari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Sardegna risulta essere in cima alla classifica nazionale per diffusione della sclerosi multipla;
CONSIDERATO che il Centro sclerosi multipla presso l'Ospedale Binaghi di Cagliari rappresenta un'eccellenza nazionale e non solo, tanto che offre cure e assistenza a pazienti provenienti anche dall'estero;
SOTTOLINEATO che l'attuale livello di assistenza e cura è stato raggiunto grazie all'impegno profuso e alle capacità, riconosciute a livello internazionale, della prof.ssa Maria Giovanna Marrosu, attuale direttore del centro;
CONSTATATO che il centro di Cagliari, a cui fanno capo ben 4.138 pazienti su circa 7.000 sardi affetti da sclerosi multipla, dispone di 12 posti letto e un'apparecchiatura per la risonanza magnetica;
APPRESO che la riorganizzazione della rete ospedaliera potrebbe prevedere la chiusura del reparto presso l'Ospedale Binaghi per essere trasferito al San Giovanni di Dio e trasformato in servizio ambulatoriale;
EVIDENZIATO che ciò significherebbe per i pazienti non avere più la possibilità di essere ricoverati e non poter mantenere l'attuale livello di assistenza;
TENUTO CONTO che la prof.ssa Maria Giovanna Marrosu, aveva presentato nel maggio 2016 richiesta di pensionamento anticipato ma, a seguito di forti richieste da parte della Società italiana di neurologia e delle associazioni dei malati, aveva comunicato al Magnifico Rettore la revoca della decisione;
AVUTA NOTIZIA che l'Università di Cagliari ha respinto la revoca e pertanto a febbraio la prof.ssa Marrosu dovrà lasciare la direzione del Centro, contrariamente ad altre occasioni in cui la ha invece accolta,
impegna la Giunta regionale
1) a riferire in Aula sul futuro del Centro sclerosi multipla dell'Ospedale Binaghi di Cagliari;
2) a valutare con la dovuta attenzione le conseguenze della trasformazione dell'attuale reparto in servizio ambulatoriale presso l'Ospedale San Giovanni di Dio, poiché tale decisione potrebbe vedere compromesso il diritto alle cure e all'assistenza di migliaia di sardi affetti da sclerosi multipla e potrebbe far perdere ai malati sardi le eccellenze raggiunte e riconosciute a livello internazionale;
3) a considerare la possibilità di mantenere in servizio almeno per un anno la prof.ssa Marrosu, senza retribuzione come è anche previsto dall'attuale legislazione in materia e come già verificatosi in altre occasioni, al fine di evitare che siano sempre i più deboli a pagare le conseguenze di scelte puramente ragionieristiche calate dall'alto;
4) a ponderare l'effettivo danno derivante non tanto all'immagine che al centro è oggi riconosciuta in campo internazionale, ma quanto al livello di eccellenza nella ricerca e sperimentazione e nella qualità delle prestazioni attualmente dispensate.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, io non credo di dovermi allungare nel prospettare quelle che sono le intenzioni vere, reali di questa mozione. Esiste un problema che credo l'Assessore della sanità ben conosca e vi è la necessità di tranquillizzare quantomeno coloro i quali hanno problematiche legate alla sclerosi multipla che paventano effettivamente un trasloco dal Binaghi al San Giovanni di Dio, sapendo che il San Giovanni di Dio non è l'opzione migliore per nessun tipo di attività medica, sappiamo il perché, anche per il fatto che necessiterebbe di una forte componente finanziaria per risanare gli ambienti, non è la condizione migliore per poter ospitare questo tipo di servizi. Vorrei ricordare che in Sardegna è una problematica presente con particolarità, come quasi tutte quelle specialità in cui il popolo sardo pare essersi ancorato con malattie rare e di difficile cura e riferimenti ora. Sino adesso diciamo che il nostro problema ha trovato una grande considerazione presso il centro sclerosi multipla che sta al Binaghi e il Binaghi ha ospitato questo centro che ha seguito circa 7000 pazienti. Devo anche dire che è stato un riferimento a livello nazionale per chi non lo sapesse, una delle poche cose che non si dicono, che molti pazienti dal Continente vengono in Sardegna a farsi seguire, curare e indirizzare da questo centro. Voglio anche dire che è più volte citata la persona più importante, la professoressa Marrosu, che è stata la motrice, colei che ha iniziato l'attività, colei che ha posto questo centro all'altezza di quel significativo modo di essere oggi e che vede (bisogna ricordarcelo come politica) tanti, tanti malati arrivare da Sassari verso Cagliari, da Nuoro e così via sapendo le difficoltà o di deambulazione o di altri momenti poco simpatici da ricordare, perché fanno comunque male al cuore quando si presentano questi problemi. Volevo dire che non è una difesa d'ufficio della professoressa Marrosu la quale non ha bisogno né di me né di nessuno per difendersi perché è un'autorità a livello internazionale. Forse si sono dati più premi Nobel a personaggi che lasciano anche poco gusto nella ricezione di quel premio che a scienziati come lei e come altri in Sardegna che hanno dato lustro alla medicina e hanno cercato di salvaguardare quello che era il meglio per i malati, malati che ricordo a tutta l'Aula non hanno colore politico, non hanno partiti di appartenenza, ma hanno solo la necessità di essere accuditi con affetto, con disponibilità e soprattutto con intelligenza e capacità acquisite sul campo, cosa che la dottoressa Marrosu ha dimostrato in tutti questi anni.
Vorrei anche ricordare - e non lo faccio per polemica anzi, lo faccio per distinguere due postazioni - la dottoressa Marrosu ha chiesto, anche per problemi familiari che conosciamo, di andare in prepensionamento. Siccome molti hanno avuto paura, le famiglie stesse di questi malati di sclerosi, che ella potesse mancare subito così senza aver organizzato una probabile successione, cosa ottima perché sono quasi tutte sue allieve dall'inizio alla fine come percorso universitario, ma ha fatto domanda di andare in prepensionamento. Una settimana dopo ha chiesto che non andasse più in pensionamento, cosa che poteva essere fatta e che gli è stata rifiutata dalla dirigenza della Università di Cagliari, ed è una vergogna perché non si licenzia chi ha la capacità che ha questa scienziata, questa persona che si è dedicata anima e corpo, forse conoscendola sulla carne viva sua, quelle che erano le necessità di chi soffre di sclerosi multipla. Allora io mi chiedo e spero: perché non recuperarla? Perché lei stessa poi si è fatta carico di essere disponibile gratis, di seguire ancora un percorso all'interno di quel centro cosa a cui non le è stato risposto se non l'altro giorno in cui il direttore generale della sanità e in questo caso dovrei ringraziare l'Assessore che ha avuto la sensibilità, ma dopo che comunque il direttore generale già conosceva da tempo e purtroppo l'avrebbe dovuto fare già da un bel po', di una delibera della regione Emilia Romagna che consentiva questo passaggio. Ora io apprezzo quest'atto perché è importante, dà la possibilità di fare un transito leggero tra chi c'è e chi ci sarà, ma è importante quello che si lascia per i malati, e quelle che sono le competenze che una persona che ha dato e continua a dare può in questo transito offrire. E allora io credo e sono sicuro che l'Assessore e spero l'intera Giunta per cui però ho qualche altra preoccupazione, perché se ascoltasse con attenzione le proposte che vengono dalla minoranza qualche volta, si sbaglierebbe poco poco di meno e forse farebbe qualcosa in più per la società sarda.
Io spero e mi auguro che l'Assessore voglia capire che questa non è una mozione contro nessuno ma accolga il fatto che quel Binaghi che qualcuno voleva destinare giustamente sotto una vista di personaggio finanziario, economico, interessato piuttosto al turismo di farne un albergo in qualche altra circostanza non ci siamo dimenticati di queste cose. Io mi auguro e spero che l'Assessore possa trovare in quell'ambito la possibilità di mettere un grande centro non solo che curi la sclerosi multipla ma altre condizioni di malattie che sono particolari, chiamiamole così, e che vengono monitorate in Sardegna e che certamente un ambito con dotazione meno ospedaliera nel senso di immagine e di prospettiva anche di vista dalle camere dove sono alloggiati i pazienti, può risollevare l'animo di chi ha invece il corpo tormentato. Credo che questi siano i punti di inizio di un dibattito, di un dialogo su cui si è in condizione di disponibilità e di positività possiamo dare con certezza una risposta all'altezza del compito alla medicina per poter curare queste particolarità ad iniziare dai pazienti della sclerosi multipla che lì potrebbero trovare un centro veramente efficace, efficiente e che richiami non solo quelli che oggi richiama dalla Sardegna, ma come abbiamo detto ed è dimostrato, pazienti che vengono dal continente e dall'estero. Vorrei dire che è una delle eccellenze della sanità sarda e certamente non è, come ci darà i dati l'Assessore, quello che spesso si spreca all'interno di strutture sanitarie a cui dai 100 e ne escono fuori 150 di danari creando passività, non dando servizi, offrendo l'inverso di quello che invece deve essere una medicina, un sistema sanitario all'altezza dei tempi e conforme a quelle che sono le esigenze dei cittadini e dei pazienti.
Per cui Assessore io spero che avrò dalla sua risposta un segno positivo e che si impegnerà lei direttamente di fronte alla Giunta e insieme alla Giunta per poter dare una speranza, una possibilità e un avvenire a questo centro importantissimo ma soprattutto a quelli che sono i pazienti che lo frequentano.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPINO (UDC Sardegna). Purtroppo per esperienza personale avendo gestito la mia povera moglie per 32 anni con questa patologia, molti dei quali trascorsi ahinoi in sedia a rotelle, so bene cosa significhi combattere le difficoltà in cui i pazienti e i familiari devono affrontare e combattere la quotidianità. Come già ampiamente riconosciuto a livello mondiale, purtroppo l'incidenza che questa malattia ha in Sardegna è superiore a qualsiasi altra parte del mondo, ce lo combattiamo quasi ad armi pari solo con la Scozia questo triste primato. Ho voluto fare questa breve premessa e significare l'eventuale chiusura paventata del reparto presso l'ospedale Binaghi di Cagliari diretto autorevolmente dalla professoressa Marisa Marrosu. Dopo il ridimensionamento del centro di Sassari già diretto anche questo autorevolmente dal defunto professor Giulio Rosati, avrebbe tutto questo effetti devastanti per i numerosissimi pazienti sardi affetti da questa malattia.
Mi unisco quindi con tanta determinazione a sostegno dei pazienti e dei familiari in questa battaglia mirata a scongiurare qualsiasi altra azione contro la chiusura o il ridimensionamento di strutture neurologiche legate alla sclerosi multipla che andrebbero invece potenziate e forse anche migliorate.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Gaia. Ne ha facoltà.
GAIA ANTONIO (Cristiano Popolari Socialisti). Solo per motivare la mia adesione alla mozione perché il problema è particolarmente delicato per chi come tanti e come il sottoscritto ha parenti e amici colpiti da questa patologia. L'appello, chiaramente mi rivolgo all'Assessore e a tutto il Consiglio, è che il Binaghi ormai è diventato per questi pazienti purtroppo la loro casa ed è difficile pensare sotto l'aspetto logistico ed è importante perché dislocato vicinissimo all'asse mediano, per chi viene da fuori recarsi all'ospedale San Giovanni di Dio. Ecco perché ho voluto sostenere con forza questa mozione, ritengo che uno sforzo soprattutto ed in particolare per chi viene da fuori Cagliari, logisticamente la posizione è molto felice e in particolare non voglio dimenticare e che va sottolineato che chiaramente spostando quel servizio che è veramente di primissimo rilievo, non voglio fare le difese né della Marrosu ma di nessuno, ma la struttura chi purtroppo la frequenta sa quanto sia importante per chi soffre di questa patologia ma ripeto e ribadisco è importante anche garantire il servizio parcheggi che altrimenti se si dovesse spostare al San Giovanni di Dio si rischierebbe di non avere neanche questo servizio per chi già fa tanti chilometri 100-200 chilometri da parte di tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Angelo Carta è rientrato dal congedo.
E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Voglio partire dall'ultimo concetto espresso dall'onorevole Dedoni sul fatto che su questo argomento noi auspichiamo che si possa arrivare ad un'unione comune e quindi anche ad un ordine del giorno e ci auguriamo che l'Assessore sulla base delle motivazioni che stiamo mettendo in campo possa essere d'accordo con noi. Intanto Assessore io mi rivolgo un po' all'aspetto finanziario, noi sosteniamo e dico ahinoi totalmente il bilancio sanitario della regione Sardegna e credo che quindi a maggior ragione dovremmo avere la libertà di potenziare quei centri che ci rendono eccellenza, ma che soprattutto vanno ad incidere su quelle patologie per le quali proprio il nostro bilancio è sempre aumentato in ragione delle decisioni CIPE.
E questo lo dico proprio perché l'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna sappiamo tutti essere elevatissima. Allora, il centro per la sclerosi multipla di Cagliari ma ovviamente sono operativi anche altri centri adesso, l'importante è puntare l'attenzione su questo centro che rappresenta oggi l'eccellenza, è nato nel 1989, è una grande soddisfazione questo centro per tutti pazienti. E non dobbiamo dimenticare che è veramente il loro gradimento la nostra stella polare. Quindi un centro che oggi è in grado di avere due ambulatori neurologici con circa 7000 visite, due ambulatori di neuro fisiopatologia, un ambulatorio di fisiatria con l'annessa palestra e il day hospital. Il tutto poi supportato da quattro posti letto. Ma ciò che mi piace sottolineare, perché credo che sia un pensiero comune, è che proprio il paziente affetto da sclerosi multipla dichiara di avere un'assistenza dedicata in questo centro. Cosa vuol dire assistenza dedicata? Vuol dire che vengono evitate tutte le file, le perdite di tempo, ma soprattutto un'assistenza non mirata nelle visite, nei ricoveri, nel post ricovero, nei certificati e nella riabilitazione che invece viene loro proprio dedicata nel centro sclerosi attualmente ancora aperto al Binaghi. Poi ovviamente tutti riconosciamo l'enorme lavoro, anzi chi come la professoressa Marrosu è stata proprio l'artefice della brillantezza e dell'efficacia di questo centro, ma insieme a lei voglio ricordare che lavora un'équipe che, a detta proprio delle associazioni e dei pazienti, è un équipe valida di qualità, che addirittura effettua una ricerca in loco, che è di grande supporto, perché sappiamo tutti quale valore ha la ricerca nel settore proprio della medicina, e in particolar modo noi crediamo di questa malattia che purtroppo annovera più spesso e più frequentemente casi anche molto gravi, anche appunto di sla, molto frequenti in Sardegna. Quindi, Assessore, qual è il nostro proposito? Noi siamo ovviamente a suo sostegno quando si parla di razionalizzazione, di riduzione dei costi e soprattutto evitare di dare più di quanto si produce, questo in tutti i settori, però in questo caso, nella sanità, noi partiamo da un centro di eccellenza, e quindi la nostra principale preoccupazione, l'hanno detto anche i colleghi, è che proprio gli scompensi vanno ad incidere in questa malattia più di altre, e quindi la parte neuro fisica deve essere salvaguardata. E allora anche la logistica diventa crocevia, diventa appunto fondamentale per evitare che ci possano essere ancora delle complicazioni. Assessore, per noi il Binaghi è un centro di eccellenza che vale la pena di mantenere, però siamo con lei per valutare qualsiasi altra alternativa che sia nella direzione però che le stiamo sottolineando. Quindi insieme troviamo una soluzione affinché davvero il centro di Cagliari, che poi è però un centro di riferimento di tutta la Sardegna, e anzi come hanno detto i colleghi dovremmo fare in modo che possa diventarlo anche per il resto del mondo, punto di riferimento. Quindi noi vorremmo trovare insieme, attraverso un ordine del giorno, un percorso che porti a rendere ancora più eccellenza, e soprattutto eccellente, l'attenzione verso questi pazienti che sono veramente affetti da una malattia che non lascia purtroppo scampo. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Presidente, di norma non sono un sostenitore di ragionamenti spezzettati nel campo dei servizi sanitari, specie in una stagione di riforme, come quella che da troppo tempo attendiamo, credo sia più corretto ragionare di un contorno piuttosto che dei singoli aspetti. Di un contorno che parta dai rapporti tra Aziende sanitarie diverse, come quelle che insistono nel capoluogo e i cui servizi più volte si sovrappongono, ma che lasciano tanti campi bui tra i servizi offerti da ciascuna azienda sanitaria. Queste è un tema che credo che sia meritevole di un confronto successivo molto approfondito. Dicevo non sono normalmente d'accordo, ma in questo caso non posso che condividere la scelta della Conferenza dei Capigruppo di portare questo tema all'ordine del giorno dell'aula e consentirci quindi una discussione pubblica, anche allo scopo di rassicurare i tanti pazienti sardi che in questi giorni ci hanno fatto capire le loro preoccupazioni e ci hanno sottoposto i loro dubbi. La sclerosi multipla, lo hanno ricordato i colleghi, vede in Sardegna oltre 7000 casi diagnosticati, 4000 sono quelli in cura nel centro regionale per le sclerosi multiple, un centro la cui importanza va quindi al di là della semplice, che semplice non è, cura dei pazienti sardi. Perché i numeri fanno di questo centro un'avanguardia a livello nazionale ed europeo, per numero di casi trattati e per varietà di casi trattati. Un'eccellenza che quindi non possiamo permetterci di far degradare. La proposta paventata dai firmatari della mozione, quella del trasferimento del centro dal Binaghi al San Giovanni di Dio, genera quindi giustificabili perplessità, che sono certo sarà cura dell'Assessore in questa sede pubblica chiarire e precisare. Non entro poi nel merito dei ragionamenti aziendali, credo che questa sia piena competenza dell'Assessorato e dei direttori delle aziende. Credo però che in questo caso non sarebbe utile un ragionamento che non tenga conto delle regioni operative. Centri di questo tipo che vantano una storia, che vantano rapporti consolidati tra il personale che vi opera, che hanno un rapporto stretto con i pazienti che vedono in quel centro un punto di riferimento, quasi una parte della propria famiglia, non possono essere trattati come pezzi di costruzioni lego che è possibile spostare da un centro all'altro, da un'azienda all'altra, da un reparto all'altro, devono essere parte di un ragionamento complessivo, e sono certo che in questa sede l'Assessore darà ampia rassicurazione a noi, ma soprattutto a chi soffre di una grave patologia che non può essere in alcun modo acuita da problemi burocratici e tecnici. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Augusto Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI AUGUSTO (Partito dei Sardi). Presidente, io voglio intanto fare i complimenti al primo firmatario e a tutti gli altri firmatari per l'argomento portato in aula, che naturalmente è un argomento importante, pesante, per quanto riguarda la sanità sarda. Stiamo parlando di pazienti fragili e di una malattia cronica che colpisce migliaia di famiglie. Sono d'accordo e naturalmente condivido la mozione per questo motivo. Ho, pur riconoscendo l'importanza dell'argomento e la particolarità dell'argomento, qualche perplessità, lo devo dire in maniera molto semplice, soprattutto per quanto riguarda la sede in cui si discute di questo argomento. E faccio un appello al presidente della Commissione sanità, l'onorevole Perra, perché è un argomento da riportare sicuramente in Commissione sanità, è un argomento sicuramente da affrontare in discussione di quella rete Ospedaliera, paventata, come modifica della struttura anche del centro del Microcitemico, paventata chiusura. Io non lo so, non conosco questi argomenti, quindi voglio conoscerli e voglio sviscerarli in una seduta di Commissione, avere la contezza di quello che sta succedendo, di quelle che sono all'interno della rete ospedaliera le problematica legate a questo centro, e di quello che è il futuro prospettato. Quindi mi sembra togliere importanza a questo argomento liquidarlo con una mozione, non lo voglio fare. Così come a me non piacciono i personalismi, onorevole Dedoni, per quanto riguarda la sanità. Io riconosco l'impegno e la professionalità non solo della dottoressa Marrosu, che naturalmente è un impegno forte e una professionalità elevata, ma di molti altri professionisti nella sanità sarda. Ridurre a personalizzare un reparto su questo argomento, mi sembra un po'… sicuramente esistono dei professionisti che sapranno… non voglio discutere sulla messa in quiescenza della dottoressa, perché non mi sembra questo la sede, però mi sembra un po' togliere importanza al centro stesso. Naturalmente di queste problematiche ne dovremo affrontare a decine, a migliaia. E oggi sui giornali ad esempio c'è la notizia che a breve il reparto di neurochirugia dell'ospedale di Nuoro si troverà in difficoltà perché il primario andrà in pensione e i medici non sono più in grado di supportare il carico di lavoro, forse figli anche di quel blocco del turn-over, scellerato a mio parere, che ha bloccato le assunzioni in sanità per oltre due anni, quindi voglio dire che esistono situazioni che dovremmo andare a vedere, dovremmo comunque verificare perché non è legato al singolo reparto, naturalmente auspico che l'Assemblea, sono d'accordo con l'onorevole Zedda, possa produrre anche un ordine del giorno, ma di indirizzo, io sono curioso di sapere e verificare queste cose nella sede opportuna, prima di tutto con il passaggio importante anche in Commissione, in sede di discussione della riorganizzazione della rete ospedaliera e per verificare qual è l'atteggiamento dell'assessorato, in questo caso stiamo parlando di programmazione sanitaria, di programmazione sanitaria importante, stiamo parlando di ricerca, stiamo parlando di terapia e di cura di una patologia molto importante in Sardegna.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, in questi anni in Consiglio abbiamo avuto più volte occasione di occuparci di sanità, anche perché è uno dei temi portanti dell'attività della Regione Sardegna per i problemi e le questioni che ben conosciamo riferite al bilancio, ce ne siamo sempre occupati avendo come obiettivo e come punto di riferimento, come raggio di ragionamento la questione dell'organizzazione sanitaria, abbiamo sempre un po' trascurato in qualche modo, perché poi nel tentativo di trovare soluzioni per razionalizzare si trascura, uno dei problemi fondamentali, anzi il problema fondamentale della sanità, che è quello della tutela della salute dei cittadini e dei malati, ecco oggi invece affrontiamo un tema che è prettamente un tema di tutela della salute, perché anch'io condivido quello che hanno detto alcuni colleghi, sono convinto che non sia nostro compito ovviamente individuare soluzioni organizzative, nemmeno trattare argomenti che possono sembrare di piccolo cabotaggio, comunque di riferimento ristretto nel mare magnum delle questioni sanitarie, però dobbiamo cercare anche di capire come noi, come Consiglio regionale, possiamo garantire serenità a soggetti che affrontano una malattia complicata, a soggetti che hanno una aspettativa nell'arco della loro vita di qualità della vita sicuramente differente rispetto a quello che può avere qualsiasi altro soggetto. Allora se teniamo come punto di riferimento queste questioni, se cerchiamo di restare nell'ambito di quelle che sono le nostre funzioni delle cose che possiamo fare, io credo che noi dovremmo lavorare su alcuni piccoli concetti e tenerli ben presenti come Consiglio per poter fornire l'indirizzo corretto all'Assessore, che penso conosca benissimo il problema e anche a chi poi in sanità si occupa di queste cose. Quali sono le due cose importanti? Uno che si mantenga il centro come centro regionale di riferimento perché il centro regionale, il centro che c'è oggi al Binaghi, ha garantito la tutela della salute per quasi la metà dei soggetti che soffrono di sclerosi multipla in Sardegna. Sarebbe una follia non individuarla ancora come Centro regionale di riferimento capace non solo di continuare ad assistere tutte le persone che soffrono di questa patologia e che a questo centro si sono rivolte ma anche, come diceva la collega Zedda, cercare di migliorarlo e di farlo crescere anche in termini di ricerca. L'altro obiettivo che dobbiamo avere come Consiglio, come obiettivo di indirizzo, come diceva anche giustamente il collega Cherchi, e come ha anche individuato bene anche il collega Dedoni, è non focalizzarci sulla figura dei soggetti che a mio parere lavorano all'interno della struttura, nel senso che non possiamo essere noi a valutare le questioni relative a chi deve essere il punto di riferimento di quel centro, dobbiamo avere la capacità e la forza di garantire la piena funzionalità di quel centro, dobbiamo avere la capacità e la forza di dare gli indirizzi all'Assessore, alla Giunta, di chiedere un impegno concreto perché quella struttura continui ad avere le risorse e le professionalità per ben operare e per garantire quell'eccellente servizio che sta garantendo ai pazienti e, possibilmente, per farla ulteriormente crescere. Dobbiamo anche garantire, quindi non solo un'adeguata soluzione organizzativa ma, come ha già evidenziato qualche altro collega, l'adeguata soluzione logistica perché non possiamo permetterci di creare situazioni per cui un livello di assistenza che oggi è considerato soddisfacente per soggetti che hanno una patologia degenerativa possa peggiorare nella sua qualità, noi dobbiamo anzi puntare affinché questa qualità migliori per garantire un servizio migliore per tutti è una vera tutela della salute.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC Sardegna). Io dico questo, io sono stato contattato dalla dottoressa Marrosu, peraltro credo di essere quello che la conosce meglio perché quando ho rinunciato a fare l'Assessore il mio gruppo ha nominato la professoressa Marrosu, assessore regionale alla sanità, per chi non si ricordasse e non lo sapesse. In Sardegna noi abbiamo alcune malattie che sono malattie particolari: una è - siccome ho sentito qualcosa di impreciso - è la sclerosi multipla, che parte praticamente da paesi del Nord Europa, scende e scende fino ad arrivare poi ad un top che è la Sardegna, altrettanto dicasi per quanto riguarda il diabete. È chiaro che l'azione svolta dalla professoressa Marrosu è molto importante, però stiamo sbagliando nel concentrare le attenzioni sull'assessore, la competenza è del rettore dell'università di Cagliari, perché la stessa Marrosu ha presentato le dimissioni, le dimissioni sono state accolte, poi attraverso interferenze, intercessioni con il ministero, il ministero ha detto che potevano essere anche riviste, rigettate e quindi poteva prendere il suo posto. Il rettorato praticamente ha detto no, quindi l'impegno deve essere quello dell'assessore di cercare di sollecitare la professoressa Del Zompo e la struttura dell'università se esiste la possibilità perché lei possa riprendere questo posto, ci ha riflettuto, e anche pressata dai suoi assistiti ha chiesto di riprendere l'attività che ha sempre svolto. Va detto subito che la Sardegna è stato un punto di riferimento, è praticamente senz'altro un fiore all'occhiello per avere due figure molto carismatiche, la prima Giulio Rosati, che è stato praticamente il padre di questa malattia, e poi la professoressa Marrosu, sui numeri si gioca, sta di fatto però che 3700-3600 persone di fatto vengono assistite, quindi non sono poche, vengono assistite con molto amore, tant'è che la professoressa Marrosu e il professor Rosati hanno sempre avuto questo grande rapporto. La cosa che è strana è un'altra però, io l'ho chiesto all'Assessore in Commissione, mi sembra che Cherchi ne abbia fatto cenno, è fattibile che praticamente dal Binaghi che appartiene alla struttura e alla ASL unica, si possa prendere praticamente una struttura e portarla praticamente in una posizione diversa, perché c'è l'Università di mezzo, così come sembra strano, lei è un ematologo, sa perfettamente che c'è anche un tentativo di prendere l'ematologia che sta al Binaghi e trasferirla all'oncologico, ma l'oncologico è passato al Brotzu, io gli ho fatto una domanda l'altro giorno in Commissione: è possibile che pratichiamo una struttura e quindi un personale che è stato assunto da una ASL possa essere portato ad un'altra ASL? Questo va chiarito, l'altro giorno non ha concluso ma va valutato attentamente dal punto di vista di diritto se è possibile che uno che viene assunto dopo quindici, vent'anni in una struttura possa essere trasferito in un'altra struttura, ci vorrà almeno la disponibilità penso della persona, però per quanto riguarda il problema specifico bisogna dire che la Sardegna in questo campo è stata sempre all'avanguardia, quindi la professoressa Marrosu ha svolto un ruolo importantissimo e quindi sia giusto che si cerchi in tutti in modo che questa struttura possa essere operativa anche perché gli abbiamo fatto un'altra domanda l'altro giorno, non l'ho fatta io credo che l'abbia fatta Cherchi, perché stanno per trasferire anche una struttura dal Marino lo stesso al Brotzu e anche Marino fa parte della ASL unica e quindi ci sono più casi. Il tutto, com'è stato detto dai colleghi, sarà oggetto di particolare attenzione e di decisioni da prendere nell'ambito della discussione ovviamente della rete ospedaliera. Solo in quel momento avremo un quadro di riferimento e solo in quel momento avremo potremo arrivare per le conclusioni che potrebbe essere… Comunque l'impegno che io chiedo questo che sia la struttura e che si l'Assessore a farsi carico di avere questo rapporto con l'unversità, perché solo l'università può sbloccare questa situazione quindi rendere giustizia alla professoressa Marrosu per il lavoro che ha svolto, la sua competenza e professionalità e al tempo stesso rendere più sereni e tranquilli gli utenti. Perché il creare, annullare una struttura di alto livello e farne un ambulatorio credo che sia una cosa che sia veramente deprimente non soltanto per gli assistiti ma soprattutto per la Sardegna.
PRESIDENTE. In qualità di Capogruppo.
È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Grazie Presidente, io intervengo anche per farmi portavoce per certi versi dell'allarme che è stato lanciato da alcune associazioni tra le quali il capofila la (fish) chi già ai primi di settembre lanciavano, appunto, la mobilitazione a difesa del centro regionale della sclerosi multipla contro un paventato trasferimento della struttura al San Giovanni di Dio. Chiaramente la preoccupazione è relativa al depotenziamento, o al pericolo del depotenziamento, al fatto che venga scorporato il servizio con la perdita delle preziose professionalità, con l'abbandono della strumentazione tecnologica, tra l'altro acquistata con la compartecipazione anche da parte dei pazienti e delle associazioni. Credo che bene facciamo a discuterne e lo facciamo anche per dare la possibilità all'assessore Arru di spiegare quali sono effettivamente i progetti e i programmi della Regione relativamente alla sclerosi multipla.
Io credo che sarebbe assolutamente irragionevole pensare di mandare avanti, di percorrere una strada del depotenziamento, del fallimento totale di questo centro davanti ad un trend che anche la professoressa Marrosu definisce in continuo aumento e che definisce una vera e propria epidemia. Abbiamo detto, lo hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, la patologia in Sardegna molto diffusa che merita e che necessità di essere ulteriormente studiata e approfondita. È evidente che il Consiglio regionale non può e non deve limitarsi al qui e ora, quindi a pensare a ragionare solo ed esclusivamente sugli aspetti logistici ma deve anche più ragionevolmente pensare ad avere uno sguardo più lungo, al futuro del centro regionale della sclerosi multipla e in maniera particolare il Consiglio regionale potrebbe e dovrebbe meglio affrontare e discutere la proposta di legge che porta la firma come primo firmatario del collega Mario Tendas, della sottoscritta e di molti colleghi della maggioranza, la proposta numero 263 dell'8 ottobre 2015, che prevede una sorta di rivoluzione all'interno dello studio e della ricerca scientifica sulla sclerosi multipla. Prevede l'istituzione di una Rete regionale per il superamento della frammentarietà dell'intervento sanitario, dei percorsi diagnostici e terapeutici, per elaborare progetti di ricerca scientifica e collaborare alla piena riuscita degli interventi sociali a sostegno degli ammalati. Ora dunque termino questo intervento dicendo che più che preoccuparci di un mero trasferimento di un centro noi dobbiamo preoccuparci che il centro funzioni, che sia effettivamente centro di riferimento regionale, che migliori la qualità della vita e migliori la salute dei tanti ammalati e che venga visto in un'ottica più complessiva non soltanto all'interno della rete ospedaliera ma in generale nell'ambito di un sistema complessivo della sanità sarda. E noi ci aspettiamo sicuramente dall'Assessore che le sue risposte corrispondono alle aspettative degli ammalati e anche alle nostre aspettative in quanto firmatari di quella proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Comunico che è rientrata dal congedo l'onorevole Busia.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie Presidente, buongiorno onorevoli consiglieri. Ringrazio l'onorevole Dedoni e i firmatari, perché mi offre l'opportunità di presentare un ragionamento e la politica che questa Giunta sta cercando di fare sul problema della sclerosi multipla il prossimo 7 febbraio presenteremo il primo elaborato pratico di quello che si chiama PDTA, percorso diagnostico terapeutico e assistenziale sulla sclerosi multipla quindi ci siamo messi il problema di affrontare una malattia rilevante per la nostra Sardegna e posso dire con una precisione quasi al 98 per cento posso darvi i dati, dati che richiedono una riflessione a più livelli, riflessione sociale, riflessione sanitaria, la riflessione economica anche aprendo un ragionamento con il Ministero della salute e cercherò di spiegare rapidamente perché. Quindi noi abbiamo attivato un tavolo, 28 persone della Sardegna con le associazioni dei malati la AISM si riuniscono nell'Assessorato per presentare una rete assistenziale in cui c'è un nodo, il Binaghi che mai nessun atto della Giunta si è proposto di sminuire, mai. Si posto un ragionamento su quale fosse la sede fisica ma dal punto di vista del ruolo, di conduzione di riordino di una rete il punto non è mai stato messo in discussione. Così come mai è stato messo in discussione il ruolo della professoressa Marrosu. Giustamente ha ricordato l'onorevole Oppi il lavoro straordinario fatto nel passato da tantissimi professionisti la cui il professor Rosati che ha avuto un ruolo importante nello studio scientifico però qui andiamo al di là dello studio scientifico. Primo documentiamo per la prima volta numericamente la prevalenza della malattia che ci mette tra le prime regioni del mondo, non è un problema solo della Regione Sardegna italiana per X motivi che saranno da studiare, la Regione Sardegna è la prima regione nel mondo con una prevalenza che arriva a 340 casi per 100.000 abitanti e a questo tipo di problematica non si dà solo una risposta sanitaria di ricerca ma si dà una risposta socio sanitaria integrativa. Noi dobbiamo dare una risposta alla rete perché i dati che emergono le diverse aree della Sardegna ci dimostra che ci sono alcune enclave tipo l'Ogliastra che hanno una prevalenza ancora più alta. Allora dobbiamo avere una capacità programmatoria individuando dei centri di ricerca che facciano ricerca per cercare di capire quali sono le cause e trovare soluzioni innovative. Come è stato nella strada della Sardegna purtroppo per altre malattie, ricordo dell'ospedale Antonio Cao, mi pregio di aver proposto questo nome in memoria di colui che ha identificato il centro Microcitemico di Cagliari riconosciuto dall'organizzazione mondiale della sanità come punto di riferimento internazionale. Ora di fronte ad una patologia di questo rilievo noi dobbiamo avere il coraggio di identificare il Binaghi non solo come nodo della Regione Sardegna ma aprire un tavolo di valenza nazionale, io dico internazionale, per attirare le migliori intelligenze e professioni oltre quelle sarde per cercare di debellare questa situazione. A fianco a questa problematica che l'organizzazione in rete, perché queste persone qui hanno bisogno di diagnosi precisa, diagnosi tempestiva, di un percorso di presa in carico assistenziale. Quindi stiamo cercando di fare con l'aiuto dei professionisti e dell'AISM questo lavoro qui. Ho già dato una copia al Presidente del Consiglio di questo documento qui, che non è un lavoro, però ci mette drammaticamente in evidenza i dati della situazione della sclerosi multipla in Sardegna. Deve corrispondere rapidamente un'azione con una rete che garantisca la prossimità nei territori quando è necessario e possibile dare una risposta nei territori, e allo stesso tempo individui punti di alta specialità che diano delle risposte di terzo livello quando è necessario. Per quanto riguarda la professoressa Marrosu, io ho riconosciuto il suo ruolo, e indipendentemente dal fatto che lei sia andata in quiescenza, che non riguarda l'amministrazione regionale, ma, come ha riconosciuto l'onorevole Oppi, è un aspetto legato all'amministrazione dell'università, ho riconosciuto il ruolo, ho chiesto, ho invitato la professoressa Marrosu a rimanere nel tavolo lo stesso, e ho chiesto fortemente che sia presente anche il 7 febbraio quando verrà presentato questo documento, così come cercheremo, ho avuto la segnalazione di un caso simile che è avvenuto in un'altra regione, capire se dal punto di vista amministrativo è possibile trovare una soluzione per chi è già in quiescenza. Detto questo, quindi, c'è il massimo impegno per creare una rete assistenziale, si chiama PDTA, io spero che il 2017 porti operativamente a identificare dei percorsi per cui visivamente il cittadino e i suoi familiari siano facilitati nel loro percorso, nella loro richiesta di assistenza. Sono state fatte numerose osservazioni, io mi permetto di fare un appello, noi abbiamo un sistema ospedaliero che attualmente consuma 1 miliardo e 600 milioni. Noi dobbiamo avere il coraggio di differenziare, nessuno vuol tagliare, nessuno vuole chiudere i piccoli ospedali, ma dobbiamo avere il coraggio di differenziare rispetto ai nuovi bisogni, questa è la scommessa che per tutta la Sardegna e per la Giunta sarà necessario sviluppare per il 2017. Dal punto di vista amministrativo, rispondo ad alcune osservazioni, noi siamo attenti al fatto che ci debba essere continuità, penso alla neurochirurgia di Nuoro che è stata scelta, rimarrà, e bisogna dare una garanzia anche di trasmissione dei saperi e delle competenze, che non incentri solo in una persona, ma in una squadra, in un team, così come stiamo facendo scelte per ottimizzare la neurochirurgia nell'area metropolitana di Cagliari, studiando gli aspetti amministrativi nell'ambito degli accordi e dei protocolli d'intesa dell'università, così come stiamo studiando la possibilità, come previsto dal DM numero 70, di efficientare alcune strutture che sono ridondanti in termini gestionali. Quindi stiamo cercando di adottare le misure che permettono di dare la migliore risposta ai cittadini alzando anche il tasso e il volume di persone assistite che, come oramai è acclarato, ha uno stretto rapporto con gli Esiti. Venerdì scorso abbiamo presentato il Piano Nazionale Esiti in Sardegna, e quello che emerge è che ancora c'è un'assistenza che è eccessivamente frammentata e non permette di raggiungere soglie che sono consigliate dal mondo scientifico. In sintesi, quindi, c'è il massimo impegno per identificare anche fisicamente il Binaghi come centro di una rete, questo è il concetto che deve passare, in cui si ha la capacità per gradi di complessità di dare una risposta ai cittadini e alle loro famiglie per semplificargli la vita.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Intanto ringrazio molto l'Assessore perché ha centrato tutti i temi che sono stati presentati con la mozione, l'intento della mozione era quello di mettere in rilievo il momento grave di passaggio che si ha quando si riorganizza la sanità. Siccome è una tematica così importante, credo che sia stata dibattuta da tutte le forze politiche con serietà. Mi resta solo di puntualizzare alcune cose. All'inizio della mia presentazione ho detto che non mi permettevo di fare l'avvocato difensore della dottoressa Marrosu, né è mia intenzione questa, perché non ha bisogno certo di me, l'avete tra l'altro fatto bene, sia l'onorevole Oppi che l'Assessore nel precisare qual è il ruolo quali sono le cose. A qualcuno che non coglie spesso, come ho detto avantieri al rettore dell'Università di Cagliari, che lamentava alcune posizioni non chiare della Regione nei confronti dell'AOU, che probabilmente era bene scegliere i docenti perché sono coloro che devono fare scuola, ma non basta che facciano scuola dove si insegna all'interno dell'università, si fa scuola anche nei reparti di ciascun ospedale. E se uno non è capace di fare scuola all'interno di quegli ospedali, non sta facendo il bene della sanità. Questo lo voglio dire perché, quando si parla della Marrosu, è un docente che fa scuola perché chi dovrebbe sostituirla mi pare sia la dottoressa Cocco, che è una sua allieva dall'università. Però nella continuazione, una che è stata messa in condizioni di andare via solo perché forse non andavano bene i rapporti interni del sistema universitario, non bisogna colpire il sistema sanitario, che è ben altra cosa, che riguarda questa Regione, gli interessi soprattutto dei più deboli che sono i malati, e soprattutto questo tipo di malati, e quando si parla anche forse a vanvera, lo dico con chiarezza, la dottoressa Marrosu, è una delle prime, insieme a Rosati, che ha studiato il tema, che ha aperto questo centro, e che comunque ha fatto e fa scuola. E se noi riteniamo di dover licenziare quelli che fanno scuola, io ricordo Rocca Rossetti per l'urologia a Cagliari, che ha fatto scuola e da cui sono usciti i medici urologi migliori che ancora abbiamo e probabilmente non ce ne saranno più, che veniva da fuori, portato anche da fuori, ma ha fatto scuola. Allora, io ringrazio l'Assessore che mi ha dato questa opportunità, perché fare servizio sanitario vuol dire ben altro, quello solo di razionalizzare, di chiudere o di sperperare, ma quello di concentrarsi unanimemente, al di là dei colori, della politica delle parti, nel cercare di rendere al meglio quello che è il sistema che possa essere proficuo per chi ha bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Raimondo Perra per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PERRA RAIMONDO (Cristiano Popolari Socialisti). Per dire che l'argomento che si tratta stamattina con questa mozione è un argomento di grandissima importanza. Ed ecco la ragione per cui raccolgo l'invito di diversi colleghi a portare l'argomento all'interno della Commissione per essere dibattuto e per essere sviluppato nel migliore dei modi possibili. Quando si parla di chiusura, io credo che si usi un termine improprio, perché non si sta chiudendo nulla, si sta soltanto trasferendo semmai, e questo è opera dal rettore, la struttura dal Binaghi al San Giovanni di Dio. E qui io vorrei aggiungere una cosa, anche nel trasferimento, nel cercare di venire incontro a quelle che sono le necessità dei cittadini, guardando la logistica, il San Giovanni di Dio dal punto di vista logistico è un po' infelice rispetto a tutti quei pazienti che arrivano dall'hinterland cagliaritano e non solo, e quindi forse sarebbe meglio, visto che si tratta di una struttura che fa parte dell'azienda mista, che il trasferimento venga fatta direttamente alla cittadella di Monserrato. Sarà argomento anche questo di discussione all'interno della Commissione, era questo lo scopo del mo intervento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Raccogliamo in particolare le rassicurazioni dell'Assessore, soprattutto l'attenzione che c'è verso questa patologia e tutto ciò che comporta. Abbiamo anche colto che c'è la volontà da parte dei colleghi di approfondire tutti insieme, e quindi la proposta è quella di lavorare in Commissione, presidente Perra, e portarlo come primo argomento, in modo tale che si possa addivenire ad un ordine del giorno unitario, a delle linee di indirizzo unitarie, e che possono supportare anche l'attività dell'Assessore. Però, volevo fare alcune precisazioni, il centro è della ASL numero 8, non dell'Azienda mista, Presidente Perra quindi dobbiamo trovare una soluzione che comunque tenga conto che ormai stiamo parlando della ASL unica, della ASL numero 8, e quindi forse, da questo punto di vista, può essere anche più facile potenziare il centro. L'altro aspetto, Assessore, su cui vogliamo soffermarci, è che non si parli di nessuna chiusura, né temporanea né per dopo, ma che si possa continuare il servizio e nel momento in cui si è pronti si possa offrire la soluzione alternativa corretta, in termini di razionalizzazione, ma soprattutto di assistenza ai pazienti, perché noi non abbiamo assolutamente nessun altro retropensiero se non il loro bene e il loro benessere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). Credo che si possa raccogliere l'invito della collega Zedda a comporre un ordine del giorno unitario, anche per evitare un equivoco rischioso, quello di pensare che si possano affrontare temi del genere in una sorta di affettamento, di spezzatino, per cui si possa vedere l'intero sistema assistenziale che è incentrato su questo particolare problema in termini del tutto parziali e localistici. E dico anche che bisogna uscire, in generale, da un sistema che ci porta a vedere la medicina in modo paternalistico. Noi non abbiamo bisogno necessariamente di guide illuminate, nel senso che l'esperienza va mantenuta, l'Assessorato avrà il compito di valorizzare al meglio, al di là delle ristrettezze che le regole propongono ai pensionamenti, quale sia con l'esperienza che possa essere utile alla collaborazione e alla costruzione delle nuovo modello clinico, abbiamo bisogno di modelli che rispondano a logiche non paternalistiche, ma a logiche di efficienza misurabile, a logiche di rete, di risultato. Su questi è del tutto indifferente dove sia la sede del centro, è del tutto indifferente chi li guiderà, il dato vero sul quale noi dobbiamo dare risposte, che in un centro ci deve essere, perché è un centro che ha prodotto il dipanarsi di conoscenze, intorno a questo centro, intorno a questo nodo va costruita una rete, usando anche tutti gli altri strumenti della legislazione che abbiamo provato a mettere in campo e stiamo mettendo in campo. Su questo direi che se l'ordine del giorno che andiamo a costruire entra un po' più nel dettagliare questi aspetti, mantenendo il dato di riferimento dell'importanza di continuare ad avere un centro che culturalmente e dal punto di vista assistenziale sia adeguato alla specificità della Sardegna, credo che si possa fare un percorso del tutto unitario e utile per i nostri malati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianmario Tendas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TENDAS GIANMARIO (PD). Solo per fare alcune segnalazioni, che spero possano risultare utili, e in modo particolare rivolte ai componenti della Commissione sanità. Io ho sentito parlare in modo particolare l'onorevole Oppi, che vantava le conoscenze della dottoressa Marrosu e che esprimeva giustamente anche dei grossi apprezzamenti sotto il profilo medico e scientifico, per le indubbie capacità che ha avuto la dottoressa Marrosu rispetto all'attività di ricerca della sclerosi multipla. Credo che sia importante evidenziare una cosa, che il sottoscritto, in qualità di primo firmatario, ha presentato una proposta di legge, la numero 263, che recita: "Disposizioni, diagnosi e riconoscimento della rilevanza sociale della sclerosi multipla". Questa proposta di legge, che non è certamente frutto delle capacità medico-scientifiche del sottoscritto, vede tra gli altri proprio la dottoressa Marrosu, che ci ha dato una mano nella stesura e quindi che a più riprese si è dedicata e si è resa disponibile a dare un contributo di tipo scientifico perché la proposta di legge fosse coerente e rispondente anche agli obiettivi che ha prima evidenziato anche l'Assessore, in modo particolare il riferimento ai PDTA, i percorsi diagnostici e terapeutici a cui ha fatto riferimento l'Assessore, e credo che sia importante dire che questa è la prima proposta di legge organica e strutturata che esiste a livello nazionale, tant'è che lo stesso Assessore è stato presente al congresso nazionale dell'Associazione italiana sclerosi multipla e questa proposta è stata vista come una proposta organica, meritevole di essere esitata e resa operativa. Siccome io non ho le conoscenze e le competenze mediche, però all'interno di questo Consiglio grazie a Dio i medici sono presenti anche in misura massiccia, credo che potrebbe risultare utile riprendere l'argomento e discuterlo, affrontarlo seriamente all'interno della Commissione sesta, e fare in modo che, al di là dell'ordine del giorno che può avere ovviamente la sua rilevanza e la sua importanza, si discuta concretamente facendo in modo che la Sardegna sia la prima Regione a essere dotata, vista la rilevanza e visti i numeri che purtroppo sono presenti rispetto a questa patologia…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Sarò molto breve, Presidente. Per dire che sono d'accordo sulla proposta che ha fatto la collega Zedda; sarebbe il caso che si torni in Commissione per predisporre poi insieme un ordine del giorno unitario che ricomprenda tutti gli interventi che si sono succeduti. Tra l'altro vorrei rammentare all'Assessore, ne abbiamo già parlato in altre occasioni, che occorre assolutamente intervenire sulle liste di attesa dei pazienti che hanno la patologia della SM, perché ci risulta che le prenotazioni soprattutto per le risonanze magnetiche abbiano dei tempi ancora troppo lunghi; io credo che sia davvero il caso che si istituisca una lista, un canale prioritario, che dia la priorità a questi pazienti di poter fare gli esami in tempi certi, quando questi vengono prescritti dagli specialisti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io volevo dire che posso ritirare benissimo la mozione se c'è un ordine del giorno che manda tutto in discussione in Commissione, e vorrei che all'interno di quell'ordine del giorno figurasse anche la proposta di legge dell'onorevole Tendas, perché se si affronta un argomento va sublimato con tutte le potenzialità, e siccome è necessario che un Consiglio regionale abbia contezza di quello che fa per la prospettiva della sanità, non c'è personalismo, non c'è interesse di gruppo, c'è interesse di fare, com'è nostro solito, l'interesse del popolo sardo, soprattutto quando si tratta di sensibilità verso i più deboli e che deve essere aiutata come quelli che hanno malattie spesso incurabili. Per cui non ho nessuna difficoltà a ritirarla, purché ci sia, se i Capigruppo ritengono, un ordine del giorno in cui si passi tutto alla Commissione sanità, con la discussione anche della proposta di legge dell'onorevole Tendas.
PRESIDENTE. E necessaria una sospensione?
Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, si ritiene mi pare utile da parte di tutti i Gruppi non predisporre alcun ordine del giorno ma portarlo direttamente tutto in Commissione, e io ho aggiunto non solo quelli che erano i temi evidenziati nella discussione, ma anche in particolare la proposta di legge dell'onorevole Tendas.
PRESIDENTE. La mozione quindi è ritirata, si trasmette tutto alla Commissione per approfondimenti del caso. La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 12 e 14.