Seduta n.84 del 20/03/2015 

LXXXIV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Venerdì 20 marzo 2015

Presidenza del Vicepresidente Eugenio LAI

indi

del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 11 e 00.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 18 marzo 2015 (81), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu, Roberto Desini, Modesto Fenu, Gaetano Ledda, Pier Mario Manca e Gavino Sale hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 20 marzo 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla discriminazione alimentare ai danni della Sardegna, con il divieto di esportazione delle carni suine e impedimento alla degustazione del tradizionale maialetto sardo, in occasione di Expo 2015". (322)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito ai nuovi esuberi della compagnia Meridiana in seguito ai tagli delle basi di Malpensa e Verona". (325)

"Interrogazione Fasolino, con richiesta di risposta scritta, sulla ratifica, da parte del Ministro dell'ambiente, delle nomine della Comunità del Parco nazionale di La Maddalena, in rappresentanza degli enti che la costituiscono". (326)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Agus - Lai - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Unali - Zedda Paolo Flavio - Usula - Moriconi - Ledda - Perra - Azara - Pinna Rossella - Cozzolino - Lotto - Cocco Pietro - Demontis - Collu - Tendas - Comandini - Deriu - Solinas Antonio - Sale per la salvaguardia dell'Osservatorio astronomico di Cagliari come struttura di II livello dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF)". (124)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia". (130/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 130/A che prosegue con la discussione sull'articolo 3 e i relativi emendamenti.

Comunico che l'esame dell'ordine del giorno sull'IMU agricola, presentato dall'onorevole Dedoni, è spostato a fine seduta per l'interlocuzione in atto tra i diversi Gruppi.

Metto in votazione l'emendamento numero 207.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Anche il comma 5 dell'articolo 3, a nostro avviso, presenta qualche deficit perché è contenuto in esso il dovere dell'organo che accerta l'abuso di trasmettere il verbale all'autorità giudiziaria e all'Assessorato regionale degli enti locali, ma deve...

(Interruzione)

Come? Appunto, abbiamo presentato un emendamento proprio per correggere qualche profilo. Quello che mi interessa evidenziare qui è che è nel momento in cui viene accertato l'abuso che deve essere trasmesso d'obbligo all'autorità giudiziaria, non nel momento in cui viene accertata l'inottemperanza a demolire. Questo aspetto, noi lo comprendiamo, si inserisce anche perché l'autorità penale, nel momento in cui definisce un processo, deve disporre la demolizione, salvo che non sia stata disposta dall'autorità amministrativa. Mi pare incongruente che ci sia un richiamo espresso in una fase che è, per così dire, conclusiva di un procedimento e nulla si dica invece nella fase iniziale. Lo dico solo per evidenziare questo aspetto. È vero che sono tutte norme mutuate da quello che già esiste, però creano anche problemi interpretativi.

Per quanto riguarda la trascrizione nei registri immobiliari, si dice che deve essere eseguita gratuitamente. Ma avete valutato se si tratta di un tributo regionale o statale? Da questo punto di vista, stiamo intervenendo su materia che probabilmente può creare qualche aspetto di conflittualità. Sono problemi che noi vi segnaliamo perché, almeno da questo punto di vista, il nostro contributo vuole essere perché le leggi siano scritte in maniera chiara, intellegibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, la disposizione è mutuata dal Testo unico per l'edilizia, quindi in sé non rappresenta una novità, credo però che sarebbe utile, prima di approvare una norma che praticamente è la riproposizione della norma del Testo unico dell'edilizia, valutare qual è stato il grado di attuazione di questa norma. Questa è una cosa molto bella, tra virgolette, nel senso che io ritengo, come ho già detto ieri, che la sanzione più efficace e anche quella di maggiore impatto sociale sia l'acquisizione al patrimonio del Comune del bene e del sedime dove si trova l'opera abusiva, quindi va bene, nessuna questione. Le norme però devono essere applicabili, per cui credo che sarebbe stato utile capire (non so se l'Assessorato regionale degli enti locali abbia dei dati in questo senso), visto che non è una norma nuova, qual è stato il grado di applicazione di questa norma. Altrimenti, come spesso capita, scriviamo delle "grida manzoniane" che rimangono così, sono belle da sentire, però poi rimangono lettera morta. Tutti quanti abbiamo ben presente l'acquisizione al patrimonio pubblico dei beni dei condannati per delitti di mafia, è una cosa bella che però è rimasta inattuata o, peggio ancora, i beni sono tornati nelle stesse mani da cui provenivano. Primo aspetto.

Il secondo aspetto, quello che ha sollevato il collega Pittalis nell'ultimo intervento, riguarda la competenza della Regione a stabilire la gratuità dell'iscrizione nei registri immobiliari; credo che questo problema si risolverebbe con un rinvio al Testo unico che è norma di rango nazionale e che quindi può ben disporre in materia, aiutandoci a risolvere questo aspetto anche dal punto di vista tributario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, dall'alto della loro saggezza e della loro competenza, i colleghi Pittalis e Cossa hanno illustrato ciò che io avrei voluto in qualche modo rilevare e cioè la questione relativa alla titolarità di questa tassa, di questo tributo. È difficile che la Regione Sardegna possa legiferare in questa materia e quindi imporre una trascrizione nei registri immobiliari gratuita, credo che sia molto, ma molto difficile. Detto questo però una considerazione lapidaria sotto il profilo della struttura della norma, una considerazione che ho già fatto ieri: di solito è buona tecnica normativa mettere le sanzioni alla fine perché altrimenti, inserendole all'inizio o a metà, si crea confusione. Già questa legge è una legge plurimateria, è una legge che contiene disposizioni di vario titolo e ordine, con molti temi come semplificazione, urbanistica, edilizia, efficientamento energetico, norme procedurali, cioè è un coacervo di norme che sicuramente non facilita il compito dell'interprete, di colui che deve poi applicare in concreto la legge.

Allora, perché non fare una pausa di tre secondi e, con un emendamento orale del nostro collega Antonio Solinas, verificare se è possibile mettere queste sanzioni alla fine in modo da semplificare il lavoro dell'interprete? Credo che non ci voglia molto. Questa legge, così come noi la stiamo discutendo, è evidente che necessita di un'azione di riordino e di riqualificazione dell'impianto. È un impianto confuso, è strutturato male, perché? Perché magari la fretta o le contraddizioni interne alla maggioranza hanno costretto gli estensori ad adeguare man mano l'impianto alle dinamiche della maggioranza. Però, al di là delle dinamiche della maggioranza, dei problemi della maggioranza, c'è il cittadino sardo, c'è il funzionario, c'è il dirigente del Comune che deve applicare queste norme e che ha necessità di leggerle e di applicarle senza andare presso uno studio di un amministrativista o di un tributarista. Quindi riflettete su questo punto, non esitiamo una norma farraginosa, contraddittoria, difficilmente comprensibile, facciamo norme semplici!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, annuncio che l'emendamento numero 207 avrà sicuramente il mio voto favorevole. Vorrei aggiungere soltanto alcune considerazioni generali a quanto già detto dai colleghi sul comma. Preoccupa la sequenza nella gestione della procedura reale che bisogna mettere in campo nel momento in cui (dopo aver accertato ufficialmente la difformità eventuale del permesso di costruire o magari la totale assenza, quindi l'abuso commesso nel bene che si sta contestando) il dirigente competente, chiaramente, colui che ha in mano la procedura, trasmette all'Assessorato regionale degli enti locali, dopo averli trasmessi all'autorità giudiziaria (glieli ha già trasmessi prima e dovrà continuare a trasmettere), tutti gli atti che si vanno a comporre.

Il problema nasce per la predisposizione della presa di possesso e dello stato di consistenza. È questo il punto che mi lascia perplesso perché, per il verbale dello stato di consistenza, come tutti ben sanno, si tratta solo ed esclusivamente di relazionare sulla situazione del bene che si sta prendendo in possesso. Nel momento in cui si procede alla trascrizione (sappiamo benissimo che la trascrizione non viene fatta in automatico con una semplice relazione e con un semplice verbale dello stato di consistenza bensì ha necessità di altre procedure, per esempio nel caso in cui il fabbricato non sia stato accatastato perché chiaramente non esiste ancora, perché è di totale nuova costruzione), chi procede per poter realizzare tutta la procedura di iscrizione all'ex Conservatoria dei registri immobiliari? Questo è l'aspetto che credo importante.

Ecco perché, quando scriviamo una norma, dobbiamo stare attenti perché dopo ci impattiamo e si impatta, all'interno della prosecuzione della procedura, su aspetti che sono tecnici e che comunque vanno valutati. Chi segue la procedura? Il dirigente dell'area tecnica, chi ha comunque il procedimento in mano oppure deve essere affidata a esterni? Credo che questo sia un aspetto da approfondire, è per questo che, da ieri, vi diciamo di fermarci un attimo sull'articolo 3 e valutare punto per punto, non sono considerazioni campate in aria e tanto per dire o per prenderci l'Oscar del numero degli interventi da aula, realmente esistono delle difficoltà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Rinuncio, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (Psd'Az). Presidente, rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppino Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA GIUSEPPINO (Area Popolare Sarda). Presidente, Assessore, colleghe e colleghi, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 207 a nome mio e del Gruppo Area Popolare Sarda ma intervengo anche per ribadire che il nostro obiettivo, Presidente…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Scusate, colleghi!

PINNA GIUSEPPINO (Area Popolare Sarda). Dicevo che intervengo anche per ribadire che il nostro obiettivo non è quello di ostacolare l'approvazione di questo disegno di legge numero 130/A ma di contribuire a migliorarlo, soprattutto sulla base delle osservazioni e indicazioni della gente comune, delle associazioni di categoria, ambientalisti e sindacati, vedi il disappunto manifestato dalla Confindustria regionale. Colleghi! "Mamma gatta dalla fretta ha partorito i gattini ciechi"! Quindi, vi rinnoviamo l'invito a riconsiderare la proroga sul Piano casa (ripeto come suggerito anche da Confindustria), resettando tutto e riproponendo un nuovo provvedimento di legge che tenga conto delle reali necessità di tutta la Sardegna. Questo è l'invito vero che vi rivolgiamo. A novembre avete perso una prima occasione, non vanificate anche la seconda.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Ne ha facoltà.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze e urbanistica. Intervengo solo per dare risposta all'onorevole Cossa. Si tratta ovviamente di una norma ampiamente attuata, tra l'altro - mi dicono gli Uffici - è anche in corso proprio in queste ore un'azione di inottemperanza riguardante un immobile a Quartu, una piscina a Quartu, quindi rientriamo all'interno della normalità dell'azione amministrativa dell'Assessorato.

All'onorevole Tedde direi che l'articolo 6 va a modificare la legge numero 23 del 1985 e quindi si inserisce all'interno dell'impianto normativo. Le necessarie azioni di coordinamento, pure indispensabili, come è stato detto, per una lettura più coordinata, sono previste nel secondo comma dell'articolo 32 (che invito l'onorevole Tedde a leggere); il che comporterà, entro 60 giorni, a fini conoscitivi e su proposta dell'Assessore degli enti locali, la pubblicazione di un testo coordinato delle leggi regionali modificate, in modo tale da dare un impianto e un coordinamento generale delle norme per una loro lettura e applicazione più efficace.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 207.

(Interruzione)

È stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 207.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Alessandra Zedda ha votato a favore e che i consiglieri Demontis e Piscedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Demontis - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 47

maggioranza 24

favorevoli 20

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 208.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Questo comma è davvero una delle perle dove si è sicuramente sbizzarrita la fantasia di chi ha materialmente scritto, soprattutto perché c'è una sorta di furore nei confronti dei dirigenti e dei responsabili degli uffici tecnici, i quali, oltre al peso e alla funzione che devono logicamente assolvere senza tutele da parte dell'amministrazione, sono chiamati a risponderne da un punto di vista disciplinare, non solo, ma anche amministrativo-contabile se per caso commettono una qualche omissione in relazione al procedimento sanzionatorio.

Assessore, innanzitutto, penso che, per quello che avete scritto a proposito dei funzionari (e io colgo anche il silenzio dei sindacati della funzione pubblica su un aspetto come questo, un silenzio che veramente mi sorprende), dobbiamo assumerci noi, in questa fase, il compito di tutelare i responsabili dell'amministrazione pubblica; il tutto si sta caricando di un significato antipatico, che è quello di evidenziare non tanto la responsabilità di chi compie l'abuso, ma semmai di colui che è chiamato al controllo. Nell'ordinamento generale sono presenti numerose norme che sanzionano le omissioni (ove ve ne fossero), sono rilevanti per l'ordinamento penale, per l'ordinamento amministrativo e sono rilevanti sotto il profilo contabile qualora si verifichi un danno erariale. Mi pare davvero che non risponda a una questione di riconoscimento del ruolo svolto dai funzionari e dai responsabili degli uffici tecnici comunali quello di evidenziare in questo modo l'eventuale loro responsabilità disciplinare. Io vi invito…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, proseguo il ragionamento e le considerazioni del mio Capogruppo, onorevole Pittalis, e annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 208. Effettivamente è un comma che non può lasciare perplessi soltanto noi, perchè chiaramente credo che, all'interno della pubblica amministrazione, dare anche una responsabilità di questo tipo sia fuori da ogni logica. A prescindere dal fatto che si stabilisce che il dirigente o comunque il responsabile del servizio debba addirittura quantificare la sanzione amministrativa! Sanzione che varia, così come ben specificato, da un importo di 2000 euro a uno di 20000 euro, a seconda del danno o perlomeno dell'abuso che viene valutato, probabilmente in "forma sentimentale", dal dirigente o dal responsabile del servizio, perché solo così si può determinare una sanzione di questo tipo. Poi la seconda parte (per arrivare alla terza) eleva al massimo la sanzione nel momento in cui si va a edificare (ed eventualmente quindi a commettere l'abuso) all'interno di aree soggette a rischio idrogeologico o altre aree, così come previsto dalla "380". Questo è il concetto!

In più, l'aspetto più simpatico, ma oserei quasi dire assurdo, è che la responsabilità ricade poi eventualmente sul dirigente, perché il suo operato è oggetto di valutazione. Credo che questa sia la cosa più assurda che si possa inserire all'interno di una norma regionale e che veramente non sia da accettare, anche perché nel Testo unico, come leggevo prima, nell'articolo 31 (L), riferito agli interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, viene demandata al segretario comunale tutta questa parte di procedura perché spetta al segretario comunale redigere, pubblicare, mediante affissione nell'albo comunale, e trasmettere i dati su suggerimento del dirigente del servizio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, certamente sposo le considerazioni dell'onorevole Pittalis e vorrei anche rafforzarle con un aspetto. Credo che veramente, in quest'Aula, trattando questa normativa tutti quanti stiamo dimenticando, e mi fa specie per i sindaci presenti, quali siano le strutture dei nostri comuni e quali siano i funzionari e i dirigenti che dovranno veramente applicare questa norma. Ritengo che ci sia superficialità nell'esaminare questi aspetti. Colleghi, sarà veramente difficilissimo che, nei più piccoli comuni, si possa accusare un funzionario di alcune attività, dico questo perché concordo con il mio collega Cherchi quando vi fa osservare che ci sono degli aspetti che riguardano la responsabilità dirigenziale contenuti nei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi degli enti locali, quindi mi sembra in questo momento superfluo doverlo normare.

L'invito quindi è a voler soprassedere e a cassare davvero, ecco perché il nostro voto sarà favorevole, questo comma 6, che tra l'altro è partito anche con un vizio di forma iniziale che poi abbiamo corretto specificando l'autorità competente. Credo che chi ha scritto questo comma sia stato offuscato dalla voglia di sanzionare e basta, semplicemente di sanzionare. Noi siamo contro gli abusi e contro quei dipendenti che non fanno il loro dovere, ma da qui a metter loro immediatamente le manette ce ne passa!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). È nota la mia avversione agli sceriffi, tra l'altro poco seguita anche dai banchi dell'opposizione, perché nei giorni scorsi ho sentito molte solidarietà verso gli sceriffi, al punto che qualche mio compagno di Gruppo più briccone di me ha già nominato il vice sceriffo e così via. Comunque, ritornando all'argomento, credo che dobbiamo leggere il Testo unico in materia di edilizia, in particolare il comma 4 bis dell'articolo 31 (L), dove sono precisate le stesse cose che sono previste nel nostro comma in discussione. Ritengo che gli argomenti che sono addotti non sono, onestamente, quelli che avete portato voi, perché non è questa maggioranza che vuole punire qualcuno, ma c'è una riproposizione di quello che è previsto dal Testo unico.

Chiarito quindi che non c'è una parte che vuole parteggiare per le persone e un'altra che le vuole invece punire, c'è un argomento principale. Mi riferisco in particolare all'intervento dell'onorevole Pittalis, gli riconosco di aver fatto, e di continuare a fare anche in questo scorcio di mandato, una battaglia molto importante relativa alla mancata attuazione di una norma, quella sulla stabilizzazione del personale ARAS. L'onorevole Pittalis, in modo chiaro, ha detto che i dirigenti che ostacolavano questo percorso dovevano essere puniti perché ci sono degli estremi di responsabilità molto importanti. Giustamente l'onorevole Pittalis sottolineava questo aspetto perché il male principale del corpo burocratico, e a volte anche del corpo politico, è di non assumersi responsabilità; quindi sostanzialmente questa norma, che riprende - come dicevo - il Testo unico, è utilissima per richiamare l'attenzione sul punire gli abusi; le responsabilità ce le dobbiamo prendere tutti, e tempestivamente. Credo che questo sia il richiamo serio fatto da questa legge.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che si sta intervenendo per dichiarazione di voto, quindi bisogna esprimersi in merito alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, annuncio il voto ovviamente favorevole su questo emendamento e sottolineo che, se è vero com'è vero che l'articolo 31 del Testo unico numero 380 contiene determinati passaggi che vengono trasposti in questo "tentativo" di norma, è anche vero che noi molto spesso, o sempre, ci riempiamo la bocca di termini quali "specialità", "singolarità", "peculiarità" dell'Isola, alcuni parlano anche di "sovranità", e poi, nel momento in cui dobbiamo normare delle fattispecie astratte, andiamo a ricopiare pedissequamente ciò che dice il legislatore statale. Quindi credo che le argomentazioni del bravissimo collega Arbau debbano essere in qualche modo "asciugate" da questi riferimenti forti alla legge nazionale.

Detto questo, è evidente che questa norma (che questo emendamento cerca di stralciare, di espungere) è una norma che, più che punire gli abusivisti, punisce i dipendenti dell'amministrazione che debbono, in mezzo a tanti problemi e a tanta confusione amministrativa, attuare il disposto normativo e non sempre sono in grado di attuarlo per deficienze che non sono le loro. Quindi questo accento, questa focalizzazione nettamente punitiva nei confronti dei dipendenti dei comuni sicuramente caratterizza questo disposto normativo. Ed è un peccato, è un peccato che questa norma venga caratterizzata in questo modo.

Mi sento anche di dover rispondere all'Assessore. È vero che l'articolo 32 detta norme al fine di creare un testo unico, però a fini conoscitivi, Assessore, non a fini cogenti, il che vuol dire che i pasticci, se pasticci ci sono all'interno della norma, non possono essere corretti dai funzionari; il testo, fatto a fini conoscitivi, serve per fini conoscitivi, quindi non risolviamo il problema. E poi, tra le altre cose, per quale motivo rinviare? È giusto farlo, ma noi non possiamo assolutamente utilizzare il rinvio ai funzionari (che devono redigere un testo a fini conoscitivi) come scusante, come motivazione per non fare le cose bene fin dall'origine. Ecco, facciamo le cose bene fin dall'origine e poi si fanno collimare i testi, si assemblano i testi, ma facciamo le cose bene fin dall'origine! Non le stiamo facendo! Questo articolato non è fatto bene, ha dei difetti veramente gravi, che tutti abbiamo visto, maggioranza e opposizione, ma che soltanto l'opposizione sta cercando di far focalizzare all'Assessore, mentre invece la maggioranza, per motivi che sono ben comprensibili, tace!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, devo essere onesto, mi sarei aspettato, in pieno stile del collega Demontis, che fosse lui a sostenere in maniera irriducibile il valore strategico di questo punto, perché ritrovo molto, anche per il lavoro che abbiamo fatto all'interno di questa Amministrazione, il tentativo di ricollegare un aspetto pecuniario (che sia "premiario", che sia sanzionatorio) al fatto di eseguire piuttosto che non eseguire una prestazione. Il tema è che, in sede giurisdizionale, ciò che riempirà le aule dei Tribunali amministrativi sarà esattamente la "indefinizione" attraverso la quale la responsabilità in capo ai diversi soggetti coinvolti in questa procedura si manifesterà, perché se già facciamo un passo indietro al punto precedente, ci rendiamo conto che una cosa elementare come mettere il carro davanti ai buoi è risultata difficile a chi ha fatto questa proposta, perché mette in coda al punto un adempimento che invece deve essere predisposto prima.

Adesso, il fatto di accertare qual è la consistenza dei beni da sottoporre eventualmente a pignoramento, da sottoporre successivamente e da dimensionare per quello che riguarda una sanzione, viene messo dopo, e a carico di chi? E quanto, rispetto ai 90 giorni che sono graziosamente concessi prima di essere spogliati del bene, deve essere dimensionato questo periodo? E' stato calcolato quanto incide e con quali strumenti deve essere fatta la valutazione di consistenza? E' stato valutato se questa dovesse eventualmente influire nel momento in cui il dirigente piuttosto che, ne dubito, il funzionario dovesse essere poi sanzionato o, spero, non premiato per aver portato a termine questo procedimento amministrativo? Credo che, a cavallo tra questi due punti, si trovi molta dell'approssimazione con la quale questa maggioranza ha immaginato questa norma; ha voluto dare un senso, ha voluto dare un'impronta, chiaramente sanzionatoria, non ha voluto spendere un minuto per immaginare come semplificare l'approccio alla materia e alle procedure attuative. Ha voluto, come abbiamo rimarcato, e credo dovremo sottolineare ancora a lungo all'interno di questo dibattito…

PRESIDENTE. Onorevole Tunis, il tempo a sua disposizione è terminato.

(Interruzione del consigliere Tunis)

PRESIDENTE. Onorevole Tunis, lo riprenderà dopo e le ricordo anche di dichiarare il voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

(Interruzione del consigliere Tunis)

CARTA ANGELO (PSd'Az). Onorevole Tunis, per cortesia, mi faccia svolgere l'intervento! In effetti, sembra che noi ci mettiamo d'accordo, capita sempre Tunis e poi Carta, no, noi non ci mettiamo d'accordo, succede, è una cosa ancestrale che capita che avvenga. Naturalmente è complicato intervenire dopo i dotti interventi dell'onorevole Tunis, quindi riduco il mio intervento a quelli che sono i minimi termini ai quali sono abituato, cioè poter in qualche maniera identificare in questa norma quello che poi dovremo utilizzare e dovranno utilizzare.

Ricordo che siamo al Capo II: "Modifiche alla legge regionale numero 23 del 1985". Allora, torno a quello che avevo detto, cioè alle sanzioni, stiamo parlando di sanzioni! Dal mio punto di vista, quello che ho già espresso come riserva rispetto al posizionamento proprio in ordine cronologico degli articoli, secondo me è sbagliato, perché non si può pensare di "infilare" le sanzioni all'articolo 3 senza dedicare loro, invece, una giusta evidenza che poi deve essere facilmente leggibile e facilmente rintracciabile. In questo articolo vi sono responsabilità in capo ai cittadini, in capo a chi ha fatto abusi e in capo, come stiamo discutendo in questo punto 6, ai dirigenti.

Parliamo dei dirigenti di un piccolo comune, perché questo è un caso che, nei nostri 377 comuni, si verifica molto, ma molto spesso: che cosa sono costretti a fare? A rintracciarsi la norma sanzionatoria, il che è difficile onestamente. Poi, già hanno in capo responsabilità, ma in questo caso stiamo prevedendo che "la mancata o tardiva emanazione del provvedimento sanzionatorio, fatte salve le responsabilità penali, costituisce elemento di valutazione della performance individuale nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente".

Voglio ricordare che, dopo la Bassanini, c'è stato un rallentamento complessivo dell'attività negli enti. Perché? Perché prima, chi è stato amministratore ante Bassanini lo sa, il Sindaco e la Giunta intervenivano e si assumevano responsabilità di tutti i generi per consentire di smuovere, di modificare e di far andare avanti la attività amministrativa; dopo la Bassanini, si è venuta a creare una situazione per cui un dirigente non si assume una responsabilità politica. Quindi il dirigente non ha lo stimolo di far partire il lavoro tre giorni prima o due mesi dopo, stimolo che gli viene dall'organo politico che lo fa muovere e che lo fa accelerare. Nel momento in cui poniamo delle sanzioni, degli ostacoli, che sono necessari, che sono già previsti, ma…

PRESIDENTE. Onorevole Carta, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, anch'io vorrei esprimere le mie riserve su questa norma che, onestamente, trovo piena di profili discutibili. La prima cosa che vorrei evidenziare è che, ancora una volta, si evita di individuare con chiarezza chi deve applicare le sanzioni, si scrive "l'autorità competente". Se è l'ufficio tecnico, che cosa ci impedisce di scrivere che è l'ufficio tecnico? Onestamente non riesco a capire perché non si scrivono le cose chiare. Questo è il primo aspetto. Per quanto riguarda il secondo aspetto, mi pare che una forbice di discrezionalità così ampia nell'applicazione della sanzione, da 2.000 a 20.000 euro, sganciata da un minimo di parametro, sia un pochettino eccessiva. Terza cosa: concordo con le osservazioni avanzate praticamente da tutti i colleghi che sono intervenuti sulla opportunità di mettere una norma di tipo disciplinare in una legge, per tanti motivi, a me sembra onestamente inopportuno. Nel momento in cui tra l'altro le amministrazioni sono nel mirino, anche di atti violenti, esplicitare una disposizione di questo genere mi sembra francamente che si potrebbe tranquillamente evitare senza alcuna ricaduta pratica, perché mi pare che poi, in sede di valutazione disciplinare, alcune inadempienze - se esistono - vengono applicate o dovrebbero essere applicate motu proprio, quindi mi sembra incongruo metterlo qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, a me sembra evidente, e lo è anche all'occhio meno attento, che ci sia un ribaltamento delle posizioni e che noi stiamo legiferando in maniera decisionista e autoritaria facendo esattamente il contrario di quello che abbiamo detto in quest'Aula in questi ultimi decenni. Forse la presenza di troppi sindaci, forse l'esperienza di troppi sindaci che cercano di scaricare queste responsabilità altrove, ma non è questo il modo di scaricare le responsabilità. Si è sempre detto che bisognava che la politica si riappropriasse di certe funzioni e di certe responsabilità, che non contavamo nulla, che i sindaci non contavano nulla, che gli assessori non contavano nulla, che erano i funzionari quelli che decidevano in tutto e per tutto, stiamo facendo la stessa cosa che, in maniera contraddittoria, abbiamo detto in questi anni. È evidente che dobbiamo fare una legge che sia la più possibile chiara. Lasciare questo ampio risalto e l'ampia discrezionalità da 2.000 a 20.000 euro, mi sembra una cosa eccessiva! Questo richiamo continuo all'azione penale, quando noi dobbiamo prevenire! E poi diciamo che arriviamo in ritardo! È un richiamo che veramente non sta né in cielo, né in terra!

Ora, vorrei dire che, quando stiamo legiferando, dobbiamo guardare ai sindaci allo stesso modo con cui guardiamo ai dirigenti, uguale! Dobbiamo fare una cosa equilibrata e dobbiamo pensare che il territorio, l'edilizia, le costruzioni non sono soltanto case per viverci, ma sono infrastrutture, sono costruzioni, sono chiese, ospedali, attività economiche, ovunque, all'interno dell'isola, nei litorali, in pianura, in montagna! L'edilizia, in tutte le sue componenti e sfaccettature, è l'essenza di ogni attività civile, culturale, di innovazione, di progresso e così potremmo andare all'infinito, mentre a me pare che ci stiamo limitando in alcune cose semplicemente per raggiungere determinati obiettivi. Questo non è il modo serio di legiferare! Queste non sono materie che si discutono così, una per una. Bisogna che ci fermiamo un attimo e ragioniamo tutti insieme. Lo possiamo fare in attesa della legge organica urbanistica. Ormai il Piano casa è passato, è passata tutta questa roba qui, ma non legiferiamo in questo modo perché anche tzia Maria di Pompu capisce che è quello che stiamo facendo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento. Questo comma, come già dichiarato da qualche collega che mi ha preceduto, è in termini assoluti il comma più sanzionatorio, più punitivo, sia nei confronti del trasgressore, sia nei confronti del funzionario dirigente. Però, lasciamo al funzionario, al dirigente, troppa discrezionalità! Non lo dico in termini negativi, lo dico in termini di preoccupazione. Ritengo che, lasciare al dirigente la scelta della sanzione da 2.000 a 20.000 euro (al di là dell'aspetto di chi ha costruito in siti ad alto rischio idrogeologico, su questo ovviamente siamo tutti d'accordo), non sia corretto e soprattutto crei quelle storture e quelle difficoltà che poi le amministrazioni comunali e i dirigenti spesso si ritrovano in qualche modo a dover affrontare. Quindi dobbiamo scrivere delle regole più precise e questa è l'occasione, è l'occasione per capire qual è l'unità di misura, perché si deve applicare la sanzione di 5.000, 10.000 o 20.000 e in quali condizioni, cioè non lasciare troppa discrezionalità, e responsabilità soprattutto, al dirigente.

Altro aspetto non trascurabile è che, ancora una volta, non viene in alcun modo menzionata la parte prevenzione. Prevenzione: che cosa vuol dire? Vuol dire che noi dobbiamo fornire gli uffici tecnici comunali di un programma, un portale regionale, del quale siamo già in possesso, per cui le amministrazioni comunali non devono spendere niente; mi riferisco per esempio al portale SIAR, attraverso il quale, con le aerofotogrammetrie, possono verificare quotidianamente gli eventuali abusi. Questo è un modo per incentivare il cittadino a evitare eventuali abusi, ma soprattutto mettere in condizioni le amministrazioni comunali di controllare in modo tranquillo e sereno, senza dover infierire nei confronti di chi, anche involontariamente, può commettere un abuso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO LUIGI (PD). Chiedo scusa alla maggioranza se anch'io mi prendo tre minuti per dire, prima di tutto, che sono contrario a questo emendamento, e poi anche per rilevare che, come ho avuto modo di dire ieri o avantieri, c'era un elevato tasso di strumentalità nel lavoro che sta facendo la minoranza. Prima di affrontare con due parole l'argomento del comma 6, ritorno sul comma 4 e sulle parole di un collega della minoranza, che riporto: "Perché 10 volte tanto? Poteva essere 5, poteva essere 20". Non fosse solo che quel "10 volte" è contenuto nel "380" (e già questo potrebbe chiarire), ma anche…

(Interruzione del consigliere Pittalis)

LOTTO LUIGI (PD). Onorevole Pittalis, mi sta costringendo ad alzare la voce per farmi ascoltare, mi consenta un secondo! È contenuto esattamente anche nel disegno di legge numero 613 da voi proposto durante lo scorso mandato. Allora, è inutile che il collega Antonello Peru dica in Aula: "Avreste fatto meglio a recepire con due parole il ?380'!", devo dirvi che sono d'accordo con lui, ma nel momento in cui si mette in piedi il provvedimento, articolo per articolo, comma per comma, e dove eventualmente è necessario fare qualche precisazione, il vostro obiettivo, utilizzando questo fatto anche di responsabilità della maggioranza, di voler comunque copiare pedissequamente e integralmente, ve lo ripeto con il sorriso sulle labbra, è perdere tempo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, il collega Lotto ha perfettamente ragione. Ha perfettamente ragione per un dato di fatto. Il "380" del 2001 mica inizia a occuparsi di procedimento sanzionatorio. Il procedimento sanzionatorio deriva dalla "23" del 1985 a livello regionale e dalla "47" del 1985 a livello nazionale. Stiamo parlando di dieci volte la dimensione dell'area, tutti gli altri aspetti sono disciplinati non solo dalla legge nazionale ma da "chili, chili e chili" di librerie di sentenze. Allora, che cosa fa il "380"? Il "380" recepisce una giurisprudenza infinita su questi aspetti e arriva a utilizzare dimensioni delle aree o sanzioni o responsabilità o competenze (in capo a chi?) dopo l'applicazione di quindici anni (e poi ne sono passati altri quindici) di procedure sanzionatorie. Quindi la minoranza vuole farci passare come quelli che iniziano a sanzionare, ma non è nemmeno verosimile questa cosa! Quindici anni fa c'era il "380", quindici anni ancora prima, cioè trent'anni fa, da trent'anni, viene fuori questo procedimento sanzionatorio, da trent'anni, ed è, ovviamente, a tutela della pianificazione urbanistica. Il procedimento sanzionatorio è a tutela della pianificazione urbanistica e noi ci teniamo molto. Non c'è dubbio che ci teniamo alla pianificazione urbanistica, ma che si possa dire che il centrosinistra oggi sta introducendo sanzioni su cittadini o su dirigenti o su funzionari è la cosa più assurda che si possa sostenere! Ripeto, perché ci sono librerie di sentenze che parlano di queste cose, librerie, non un testo! Librerie che contengono rassegne, grandi librerie che contengono grandi rassegne!

Da ultimo. Nel comma in questione non c'è alcun atteggiamento disciplinare nei confronti dei dirigenti o del responsabile. Si sta parlando di valutazione delle performance, per questo mi chiamava in causa prima il consigliere Tunis. Valutazione delle performance. Dato atto che la distinzione fra funzioni politiche e gestionali è cosa fatta ed è, per altro, non nella nostra disponibilità modificarla evidentemente, ed è anche molto chiaro quali siano le funzioni politiche e quelle gestionali, l'unico modo che si ha per riuscire a misurare il raggiungimento dell'obiettivo, misurarlo, non sanzionarlo, è quello della valutazione delle performance.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Volevo ricordare che siamo in sede di dichiarazione di voto. Io ho sentito soltanto esposizioni dotte dai colleghi della maggioranza, soprattutto su ciò che hanno saputo - e neanche tanto bene - copiare e non ho sentito una dichiarazione di voto. Io prego il Presidente di richiamare i colleghi ad attenersi scrupolosamente al Regolamento!

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo a tutta l'Aula di dichiarare il voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Brevemente, Presidente, a me lascia perplesso il fatto che vogliate insistere nell'introdurre un nuovo parametro, un ulteriore parametro, che va ad appesantire semplicemente l'azione amministrativa dei dirigenti, facendo vedere loro da dietro una specie di trabocchetto, di trappola tale da indurre da un lato ad avere un potere esagerato (perché, poter applicare una sanzione che arriva sino a dieci volte tanto alla minima, è un'aberrazione), e poi a essere perseguiti sino addirittura, richiamandola, all'azione penale.

Tutto questo ha prodotto da tempo immemore, quindi dall'introduzione della Bassanini, un rallentamento dell'attività amministrativo-burocratica esclusivamente perché c'è il timore, da parte del dirigente, di procedere in una determinata direzione che, anziché alleggerire, sveltire, l'azione burocratica, va a frenarla per la volontà di vedere chiaro centomila volte evitando così che alla fine apponga quella famosa e benedetta firma tanto attesa dalla pubblica amministrazione.

Tutto ciò è già perfettamente normato: in Sardegna, abbiamo la "31" e abbiamo il Testo unico del pubblico impiego, che è un "malloppone" straordinario nel quale ci sono tutte le mille possibilità alle quali il dirigente o comunque il funzionario pubblico si deve riferire. Quindi mi chiedo perché introdurre oggi questo articolato, che voi volete in modo quasi insolente sostenere davanti alla realtà, con il quale in effetti stiamo rallentando l'azione amministrativa, non stiamo dando risposta al cittadino che attende, una volta che avrà fornito tutte le sue documentazioni al funzionario, che va a inseguire un eventuale accertamento di responsabilità di qualunque tipo, e dietro si vorrebbe pensare che il politico conceda al dirigente tutte le sue responsabilità e alla fine lo stesso dirigente dovrebbe fare marcia indietro ogni volta che gli viene insinuata la possibilità di un'azione penale nei suoi confronti.

Vi rendete conto che questa è un'aberrazione? Vi rendete conto che tutto questo serve semplicemente a confondere le idee all'interno degli uffici comunali, a delegittimare il politico, nelle sue possibilità e nelle sue potenzialità, e soprattutto porterebbe il dirigente a tirare il freno a mano ogni qualvolta dovesse definire la sua sfera amministrativa perché la norma, che avete scritto in questo modo così poco chiaro, andrebbe a inficiare quella che invece il cittadino attende come chiara e limpida attività amministrativa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, l'onorevole Lotto significativamente ha detto che l'esatta sovrapposizione della norma nazionale nella Regione Sardegna va più che bene, forse non avendo sentito quanto affermato dall'onorevole Peru prima. Per non andare molto lontano, l'onorevole Demontis, presumo con una non chiara esposizione, ha pensato di dire che non è tutto normato e che quindi non ci sono vie sanzionatorie. Invece vorrei ricordarle che, nell'ultima parte del punto 6, si dice "nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente", e finisce lì! Capisco che chi ha scritto presume che sia come pensava, ma se non l'ha scritto è rimasto nel pensiero. Non solo, devo dire ancora di più, e cioè che mi fa ripensare a quell'uomo solo che ritiene di scrivere da buon legislatore quello che ritiene opportuno e che nella sua cervice passa. Non è così! E non è neanche che "scaffaloni di bibliotecone", che contengono grossi volumi di sentenze, possano fare la norma. Ritengo che, casomai, quello grida vendetta nei confronti dell'apparato politico che non è stato capace di normare bene perché ha lasciato la disciplina effettiva al potere giudiziario.

Al potere giudiziario si deve lasciare il minimo spazio di intervento perché la norma deve essere la più chiara possibile; se così non è, non si fa l'interesse della gente, degli utenti, che vivono sulla propria pelle questi grovigli normativi. E, per dirla ancora sulla capacità normativa che è stata dimostrata, si mettono prima le sanzioni e dopo si argomenta. Scusatemi, ma se si fa il bastione di plexiglass a Cagliari, che sanzione dobbiamo dare? Cioè io devo prima verificare che cosa contemplano le varie ipotesi di lavoro che mi vengono proposte da geometri, ingegneri, dall'utenza ultima che è il cittadino, e poi eventualmente qualificare l'intervento giuridico che deve essere "sentenzioso" in prima istanza prima che arrivi al potere giudiziario? Ma siamo capaci di fare leggi, sì o no? Se non siamo capaci, andiamocene a casa!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Intanto annuncio il voto favorevole all'emendamento. Credo che l'onorevole Lotto sappia molto bene come funziona il procedimento di approvazione di una legge e buttare su questo campo il disegno di legge numero 613 che prevede la stessa dicitura delle "10 volte", perché si richiamava anch'esso al Testo unico sull'edilizia, appare quantomeno simpatico perché, come sa bene, le norme devono venire in quest'Aula e niente vieta a maggioranza e opposizione di dare contributi per la loro modifica e variazione. Non è sempre vero che le norme proposte dal Governo regionale siano comunque il Vangelo, come non è vero che siano il Vangelo anche le norme nazionali. Quindi, sul comma 4, secondo noi, potevamo sfruttare la nostra potestà primaria in questa materia e rideterminare in un ragionamento più aperto anche questi limiti; sarebbe stata comunque una nostra facoltà che non avrebbe leso assolutamente alcuna norma nazionale, semmai avrebbe potuto creare un'ipotesi di trattamento differente comunque consentita dalla nostra legge, dal nostro ordinamento.

Quindi, onorevole Lotto, ci muoviamo su due binari, da una parte - forse sì - un atteggiamento strumentale che fa parte del dibattito consiliare, ma ci muoviamo anche sul binario del contributo nel merito delle norme. La dimostrazione è che già in questo articolo avete dovuto in qualche modo riconoscere l'utilità delle nostre proposte dando parere favorevole all'assunzione delle nostre proposte di modifica all'interno di questo testo, proprio perché la funzione è duplice nel dibattito politico; la responsabilità di costruire una norma migliore va legata anche alla responsabilità che si ha di fare un dibattito parlamentare vero, nel confronto anche qualche volta scomodo, ma non fa male neanche la strumentalità del dibattito proprio alla purezza di questo. Quindi non ci dobbiamo scandalizzare. È per questo che possiamo...

PRESIDENTE. Onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, prima di tutto voglio ringraziare il Presidente del Consiglio (anche se ancora non c'è) perché stamattina, uscito dalla mia stanza qui al quinto piano, mi sono trovato un bel tappeto rosso per arrivare in Consiglio, siete stati troppo gentili, non ce n'era bisogno, questo in effetti mi ha addolcito perchè... onorevole Busia, la vedo… ma era per lei? Mi scusi, ecco, non avevo capito! Questo, comunque, mi ha addolcito lo stesso, avete visto, oggi sono intervenuto poco!

Non vi devo far leggere nessun messaggio, volevo solo ribadire all'onorevole Lotto che bene ha fatto il mio collega Peru a sollecitarvi a lasciare direttamente il "380" per evitare di tornare nuovamente in Aula ogni volta che ci sarà una modifica, perché così poi dovremo fare, recepire magari direttamente quello e poi eventualmente valutare le nuove modifiche e non rischiare di perdere tempo. Poi, guardi, sono andato a vedere l'approvazione della "4" del 2009, la "4" del 2009 è entrata il 26 settembre ed è stata approvata il 16 ottobre. Che cosa ho fatto dopo? Sono andato a leggere gli interventi, a proposito di perdita di tempo, le dico la verità che non li ho trovati tutti con grandi contenuti e lei era uno di quelli che (mi sembra)interveniva molto. Quindi evitiamo di parlare di ostruzionismo degli altri e guardiamo un attimino che cosa abbiamo fatto negli anni precedenti; questo forse fa parte del gioco però quello dell'ultimo giorno in particolare mi sembra che voglia essere un contributo, l'abbiamo visto anche stamattina quando con il Presidente della Commissione si è cercato di capire come poter migliorare questo articolo, quindi vuol essere un ulteriore contributo per cercare di fare una norma che possa essere la migliore possibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, mi pare che, da tutti gli interventi, emerga come di fatto si stia incrementando una ipertrofia normativa della nostra Regione, cioè questa forma ipertrofica di normazione su tutto, sulle virgole, sui punti, anche laddove di fatto non vi è una necessità di riempire pagine di leggi nuove. E' stato ripetuto da più parti: questo comma rappresenta per larga parte la trascrizione del comma 4 bis dell'articolo 31 del DPR numero 380. L'articolo 57 del nostro Statuto già prevede ampiamente che queste norme facciano ingresso nel nostro ordinamento senza bisogno di essere trascritte, allora mi chiedo per quale motivo questa Aula si debba intrattenere giornate intere a discutere di norme che già esistono per trascriverle semplicemente all'interno del nostro ordinamento. Diverso sarebbe stato se avessimo deciso di modificare, di sfruttare, quindi di fare esercizio della nostra sovranità prevedendo eventualmente altre disposizioni. Però così è e ancora, nel proseguo, vedremo che questo patchwork (come l'ho definito nella seduta di ieri) normativo procede senza farci arrivare poi ai temi veri che sono quelli, più volte ripetuti e dibattuti, della riorganizzazione, del riordino, della semplificazione del sistema normativo sia in materia edilizia, in materia urbanistica oltre che in materia di legge casa, così com'è stata definita. Per tutte queste considerazioni certamente posso annunciare il mio voto favorevole all'emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 208.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 208.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Forma - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Demontis - Lai - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 48

maggioranza 25

favorevoli 21

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, a me pareva di aver capito che (non so se è un problema mio, oppure sono cambiate nel frattempo le decisioni) alle ore 12 dovessero concludersi i lavori d'Aula, proprio perché c'è la visita della Presidente Boldrini. Mi pareva di aver capito che, in coda ai lavori della mattinata, dovesse essere discusso l'ordine del giorno presentato dall'onorevole Attilio Dedoni, di questo passo però mi pare che i tempi rischino di allungarsi. Solo per capire come dobbiamo andare avanti.

(Interruzione)

No, no, non è questione di finire l'articolo 3, l'articolo 4 o l'articolo 5, si tratta di capire per l'orario. Io sono uno di quelli che questo pomeriggio deve intervenire, ho la necessità di scrivermi due righe, se mi consentite! Non è presente né il presidente Pigliaru, né il presidente Ganau (che vedo ora rientrare in Aula), io sono sempre qui, avete notato, ho necessità anch'io di avere dieci minuti per poter preparare qualcosa da dire a nome dell'opposizione alla Presidente Boldrini.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 12, viene ripresa alle ore 12 e 32.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia". (130/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, invito i consiglieri a prendere posto. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di esaminare oggi l'ordine del giorno, presentato dall'onorevole Dedoni e sottoscritto da tutti i Capigruppo, sull'IMU agricola. Ricordo che sarà possibile intervenire soltanto per dichiarazioni di voto.

E' stato presentato l'ordine del giorno numero 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine Del Giorno Dedoni - Cocco Pietro - Pittalis - Desini - Fenu - Arbau - Usula - Anedda - Solinas Christian - Cocco Daniele Secondo - Rubiu - Floris - Truzzu sulla disciplina delle esenzioni dall'Imposta municipale unica sui terreni agricoli.

IL CONSIGLIO REGIONALE

nel corso della discussione del disegno di legge n. 130/A (Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia),

PREMESSO che con decreto legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito nella legge 23 giugno 2014, n. 89, è stata prevista, con riferimento ai terreni agricoli, la revisione delle esenzioni dall'Imposta municipale unica (IMU);

CONSIDERATO che le novità riguardano l'esenzione totale solo nei comuni con sede legale posta oltre i 600 metri sul livello del mare, esenzione limitata per i comuni con sede fra i 281 e 600 metri, nessuna esenzione nei comuni con sede legale sotto i 280 metri sul livello del mare;

EVIDENZIATO che, con decreto interministeriale del 28 novembre 2014, il fondo di solidarietà comunale è stato decurtato di un ammontare complessivo di euro 350.000.000, mettendo la maggior parte dei comuni sardi nella condizione di impossibilità di incassare il gettito IMU corrispondente e, conseguentemente, nell'impossibilità di approvare il conto consuntivo 2014 in pareggio;

PRESO ATTO che, in data odierna, la Camera dei deputati ha convertito in legge il decreto legge n. 4 del 2015, che modifica le esenzioni di cui alla legge n. 89 del 2014 e nel quale non sono state recepite le istanze provenienti dalla Sardegna, mantenendo di fatto l'impianto della normativa precedente, estremamente penalizzante per l'Isola dal momento che un'ampia parte della sua superficie agricola meno produttiva, ed in modo particolare di quella montana e collinare, ricade in comuni esclusi dal regime di esenzione;

RICORDATA la legge regionale 26 marzo 2012, n. 8, non impugnata dal Governo nazionale, la quale attribuisce alla Giunta regionale l'individuazione, con propria deliberazione, dei territori agricoli ricadenti in aree montane, di collina o svantaggiate,

da mandato al Presidente della Regione e alla Giunta regionale

di attivarsi immediatamente al fine di ricorrere nelle opportune sedi contro la legge approvata oggi, in cui è stato convertito il decreto legge n. 4 del 2015. (1).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, credo che non si debbano aggiungere parole perché i consiglieri ben sanno di che cosa si sta trattando, si è letto in questo momento l'ordine del giorno. Mi corre l'obbligo di dire anche che l'Assessorato dell'agricoltura sensibilmente si sta muovendo in questa direzione e credo che sia coscienza da parte di tutti i consiglieri (come d'altronde è stato assicurato con la firma di tutti i Capigruppo) dare un segno preciso e puntuale alla Giunta per difendere gli interessi dei sardi. Finisco dicendo che spesso i territori di cui si parla sono quelli più deboli e che hanno problemi seri di economia e di povertà latente, quindi credo che sia un discorso di equità e di giustizia. Basti questo e non di più!

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Si esprime parere favorevole.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cossa e Sabatini hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Forma - Ganau - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 46

maggioranza 24

favorevoli 46

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato questo pomeriggio alle ore 16. Invito alla massima puntualità.

La seduta è tolta alle ore 12 e 39.



Allegati seduta

esto delle interrogazioni e della mozione annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla discriminazione alimentare ai danni della Sardegna, con il divieto di esportazione delle carni suine e impedimento alla degustazione del tradizionale maialetto sardo, in occasione di Expo 2015.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, si terrà a Milano la rassegna Expo 2015, l'Esposizione universale, che l'Italia ospiterà, con un richiamo di turisti da tutto il mondo;

- il tema portante della grande manifestazione è "Nutrire il pianeta. Energia per la vita";

- sarà il più grande evento mai realizzato sull'alimentazione e sulla nutrizione;

- per sei mesi, Milano diventerà la vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare risposta a un'esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del pianeta e dei suoi equilibri; una piattaforma sull'alimentazione, che metterà a confronto centinaia di realtà diverse tra di loro con le proprie tradizioni e tipicità;

ACCERTATO che, in coincidenza dell'occasione, sarà possibile importare, in accordo con le specifiche procedure che verranno messe in atto dall'Italia, alimenti di origine animale provenienti da Paesi extra-Ue, anche se non conformi con i requisiti sanitari europei, a condizione che quegli alimenti siano destinati a essere consumati esclusivamente nell'ambito dell'Expo;

RILEVATO che:

- dunque, all'Expo di Milano, dove il cibo sarà protagonista, si rischia di assistere a un paradosso senza nessuna logica: si potranno, infatti, degustare i piatti a base di coccodrillo dello Zimbabwe, ma non la carne di maiale made in Sardinia;

- tutto è legato al morbo della peste suina che, da decenni, limita fortemente la circolazione di carni suine fuori dall'Isola, portando a divieti connessi alla polizia sanitaria;

- il Ministero della salute ha, infatti, disposto il divieto di importazione di maialetti e salumi sardi;

- sarebbe un "danno" per l'Isola, se il Ministero della salute continuasse a vietare il suino sardo ai milioni di visitatori che, dal prossimo primo maggio, sbarcheranno a Milano all'Expo;

- si tratterebbe dell'ennesimo schiaffo all'identità e alle tradizioni isolane, visto che, nel corso del meeting, dedicato principalmente al cibo, sarà possibile assaggiare persino piatti con leccornie come scarafaggi o altri insetti;

VALUTATO che:

- peraltro, la peste suina africana (PSA) è una malattia altamente contagiosa dei suini domestici e selvatici, non trasmissibile all'uomo, provocata da un virus a DNA, genere asfavirus, appartenente alla famiglia degli asfaviridae;

- la direttiva 2002/99/CE del Consiglio del 16 dicembre 2002 stabilisce che, relativamente alla peste suina africana, un trattamento di fermentazione e di stagionatura naturali di almeno 190 giorni per i prosciutti sia sufficiente per eliminare qualsiasi rischio specifico derivante dalla malattia;

- la disposizione succitata, dunque, permette che prosciutti così trattati possano essere prodotti, trasformati e distribuiti anche se provenienti da un territorio, come attualmente è quello della Sardegna, soggetto a restrizioni per motivi di polizia sanitaria;

ANNOTATO che:

- con la direttiva 2005/363/CE del 2 maggio 2005 e con le modifiche apportatevi dalla decisione 2011/852/UE del 15 dicembre 2011 si è modificata la situazione, con un inasprimento non giustificato da chiare evidenze scientifiche;

- con questi mutamenti in Sardegna non è attualmente possibile, in nessun caso, lavorare e esportare prosciutti di carne suina proveniente da allevamenti sardi, anche se sottoposti a un trattamento di fermentazione e di stagionatura naturali di almeno 190 giorni;

- una condizione di embargo che sta provocando ingenti danni economici ai singoli operatori e all'economia della nostra Isola;

DATO ATTO che la Sardegna sta fronteggiando, con misure mirate, la situazione che impone di prevenire la peste suina africana, con l'eradicazione del virus, anche mediante una collaborazione con il Ministero della salute;

APPRESO che:

- è scientificamente provato che il virus non è presente nelle carni suine trattate termicamente (i cosiddetti "suini termizzati") e in quelle sottoposte a trattamento di fermentazione e stagionatura naturali di almeno 190 giorni;

- appare, quindi, davvero assurdo che il divieto riguardi anche la presenza dei prodotti suinicoli sardi all'Expo di Milano dove, invece, grazie a una deroga specifica, saranno presenti prodotti provenienti da aree extra europee che, normalmente, non si possono importare in Europa, in quanto i Paesi di provenienza hanno normative ritenute non in linea con i requisiti sanitari richiesti dalle nostre legislazioni;

CONSTATATO che, dunque, le carni suine trattate termicamente ("suini termizzati") non presentano pericoli connessi alla peste suina africana;

OSSERVATO che, peraltro, esistono già gli strumenti per rispondere alle garanzie di tipo igienico sanitario, tutelando la sicurezza alimentare, visto che si compiono già controlli rigorosi e si possono adottare modalità tali, già previste, per trasportare e movimentare i prodotti e non farli mancare in una vetrina così importante di rilievo internazionale;

SOTTOLINEATO che:

- le stesse associazioni di categoria del settore agricolo si sono ribellate contro questo possibile divieto, considerato che appare del tutto illogico che per l'Expo venga concessa una deroga al divieto di importare carni extra europee da Paesi con normative ritenute non in linea con i requisiti sanitari richiesti dall'Europa e, allo stesso tempo, si neghi alle carni suine sarde trattate termicamente (i cosiddetti " suini termizzati") di arrivare nel Padiglione Italia a Milano;

- è, dunque, opportuno un intervento del Ministro della salute atto a togliere l'embargo verso le carni suine isolane;

RIMARCATO che:

- quindi, la discriminazione suddetta, con il divieto della degustazione di maialetti e salsiccia sarda, appare ingiusta e assurda;

- occorre, quindi, rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono la movimentazione delle carni suine dall'Isola, in occasione di un evento di richiamo internazionale, perché si scongiuri l'ennesima beffa ai danni delle tradizioni isolane durante l'Expo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione:

1) per valutare la possibilità, attraverso l'immediato confronto con il Ministero della salute, di una limitazione alla circolazione di carni suine fuori dall'Isola, consentendo l'esportazione in concomitanza dell'Expo;

2) per assicurare che i prodotti a base di carni suine sarde, trattati termicamente, vengano introdotti e consumati nell'ambito dell'Esposizione universale, utilizzando, peraltro, lo stesso sistema sopra ricordato anche nel rispetto delle normative;

3) se non si intenda attivare una concertazione con il Ministro per attivare procedure simili a quelle previste per i prodotti alimentari dei Paesi extra Unione europea;

4) per evitare l'ennesimo schiaffo alle tradizioni e all'identità della Sardegna, che verrebbe messa da parte nel rappresentare i suoi usi e costumi agroalimentari, a differenza di altri Paesi extra europei che potranno portare, perfino, insetti per alcune degustazioni;

5) per rimuovere una discriminazione che appare illogica e produrrebbe danni enormi verso le oltre 8 mila aziende sarde che rispettano i requisiti di biosicurezza. (322)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito ai nuovi esuberi della compagnia Meridiana in seguito ai tagli delle basi di Malpensa e Verona.

Il sottoscritto,

PREMESSO che gli scorsi giorni si è tenuta una protesta dei lavoratori della compagnia aerea Meridiana, davanti alla sede di Olbia, per contestare la possibile decisione dell'azienda di lasciare un esercito di 800 lavoratori, che attualmente operano all'interno del sodalizio, già con orario ridotto, in cassa integrazione a zero ore;

ACCERTATO che la preoccupazione dei dipendenti scaturisce dal taglio delle basi operative di Malpensa e Verona, due avamposti sinora strategici e che si sono rivelati utili allo sviluppo della compagnia in ambito internazionale; l'azienda ha infatti soppresso dal manuale operativo le suddette basi, con il rischio che a questo provvedimento possa seguire un drastico ridimensionamento del personale;

RILEVATO che peraltro gli scorsi giorni era previsto un summit a Roma - tra rappresentanti del Governo, azienda e sindacati - per discutere della situazione della vertenza Meridiana, che sinora ha portato ad una serie di esuberi e provvedimenti tesi alla riduzione dell'organico della compagnia, anche attraverso situazioni che hanno favorito l'uscita dei dipendenti dal mercato del lavoro; tale incontro è saltato in quanto i vertici della compagnia non si sono presentati al tavolo delle trattative; un segnale che lascia presagire ulteriori scelte per lo smantellamento dell'azienda, in quanto i dipendenti - già con orario ridotto - sono stati messi in cassa integrazione a zero ore, senza il necessario confronto con le parti sociali e senza una concertazione; un atto unilaterale che pare solo l'inizio di un nuovo braccio di ferro con l'azienda;

VALUTATO che appare necessario salvaguardare la compagnia Meridiana, che rappresenta un simbolo della Sardegna nel mondo dei trasporti, con interventi tesi a tutelare e salvaguardare i posti di lavoro ancora esistenti all'interno del sodalizio;

ANNOTATO che la situazione necessita di ulteriori approfondimenti anche da parte della Regione; sullo sfondo c'è peraltro il dualismo Meridiana/Air Italy, una delle cause principali della crisi della compagnia isolana, con una serie di leziosi meccanismi economici - finanziari che hanno esasperato ed acuito il crollo dell'azienda isolana;

DATO ATTO che, peraltro, una grande fetta della flotta aerea della compagnia è stata già venduta e ceduta, con una drastica riduzione dei mezzi che appartenevano all'azienda, portando dunque ad un ridimensionamento dei velivoli della società, che ora ha una flotta ridotta al minimo ed un organico troppo grande per poter lavorare all'interno della stessa compagnia;

APPRESO che la compagnia vanta ancora due basi operative come Cagliari ed Olbia, ma il timore - in seguito alla cancellazione di Malpensa e Verona - è che si possa andare verso un ulteriore cancellazione degli avamposti vista la crisi infinita che attanaglia la società di bandiera isolana;

CONSTATATO che i dipendenti, con le magliette rosse dei cassintegrati che hanno ripreso la loro protesta davanti alla sede dell'azienda a Olbia, sono preoccupati per lo stallo di una vertenza che appare senza via d'uscita, considerato che il taglio delle due basi sembra presagire ulteriori sforbiciate; non verrà effettuata infatti nessuna attività a Malpensa e Verona; la decisione appare l'anticamera per la chiusura definitiva delle due basi dove gravitano 800 dipendenti;

OSSERVATO che la stagione turistica è ormai alle porte, senza una certezza per l'esercito dei vacanzieri che si accingono a viaggiare sulle rotte della compagnia e senza una garanzia per la salvaguardia dei posti di lavoro all'interno dell'azienda; il rischio è di una stagione che si possa aprire con forti malumori dei dipendenti ed una crisi strisciante nel pieno della stagione turistica, che si rifletterebbe negativamente sui viaggiatori che arrivano nell'Isola;

SOTTOLINEATO che appare opportuno un intervento immediato da parte della Regione per evitare un nuovo disastro sui cieli sardi, con il definitivo disfacimento della compagnia aerea che rappresenta la Sardegna,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per:

1) sapere se risulti sicura e definitiva la cancellazione, da parte della compagnia Meridiana, delle basi operative di Malpensa e Verona;

2) valutare la possibilità salvaguardare e tutelare i dipendenti dell'azienda con provvedimenti tesi a tenere in vita gli avamposti della compagnia;

3) sollecitare un'immediata convocazione di un tavolo di concertazione tra Governo, azienda e sindacati per evitare un nuovo disastro economico-sociale che avrebbe riflessi negativi sulla nostra Isola;

4) verificare la possibilità di trovare un partner che possa favorire la ripresa economica della compagnia, con il mantenimento delle attuali basi operative ed il rilancio del mercato anche in ambito internazionale. (325)

Interrogazione Fasolino, con richiesta di risposta scritta, sulla ratifica, da parte del Ministro dell'ambiente, delle nomine della Comunità del Parco nazionale di La Maddalena, in rappresentanza degli enti che la costituiscono.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- il decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1996, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 13 settembre 1996, n. 215, istituisce l'ente Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette);

- l'Ente parco ha personalità di diritto pubblico, è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e ne sono organi: il presidente, il consiglio direttivo, la giunta esecutiva, il collegio dei revisori dei conti e la comunità del parco;

- il decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 73 (Regolamento recante riordino degli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a norma dell'articolo 26, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133), ha modificato la normativa in materia dettata dalla succitata legge quadro n. 394 del 1991 e ha ridotto il numero dei componenti del consiglio direttivo da dodici a otto (articolo 1, comma 1);

- l'articolo 1 dello statuto dell'Ente parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena - secondo quanto disposto dall'articolo 9, comma 8 bis e seguenti della legge n. 394 del 1991 - assegna alla Comunità del parco un ruolo consultivo e propositivo ed attribuisce alla stessa il compito di deliberarne il piano pluriennale economico e sociale;

- la Comunità del parco è a sua volta costituita da tre enti: la Regione autonoma della Sardegna, la Provincia di Olbia Tempio ed il Comune di La Maddalena;

- ogni cinque anni, la Regione nomina i quattro componenti della Comunità del parco (uno in quota alla stessa Regione, uno in quota alla Provincia di Olbia Tempo e due in quota al Comune di La Maddalena) e li trasmette al Ministro dell'ambiente per la ratifica del decreto di nomina;

- in seguito alle consultazioni per l'elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale della Sardegna del 16 febbraio 2014, l'attuale Giunta regionale non ha confermato i quattro componenti della Comunità del parco nominati dalla precedente Giunta uscente poiché designazioni non più confacenti alle direttrici di sviluppo politico/economico del nuovo governo regionale ed ha conseguentemente provveduto a designarne altri quattro,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere se non ritenga:

1) per la stessa linea di principio politico, che sia alquanto inopportuno che il sindaco di La Maddalena, a due mesi dal termine del suo mandato, abbia indicato nei nominativi persona attigua ed incardinata alle dirette dipendenze funzionali del sindaco, come da determina del Comune di La Maddalena registro generale n. 1669 e registro settore n. 312 del 23 dicembre 2014, che lo inquadra con contratto determinato nello "staff dirette dipendenze del sindaco";

2) istituzionalmente corretto, oltre che politicamente opportuno, attendere l'espletamento delle prossime elezioni amministrative di maggio 2015 affinché, come avvenuto per le elezioni regionali, il nuovo sindaco, chiunque egli sia, possa designare i nominativi che dovranno collaborare per lo sviluppo del proprio paese per i prossimi cinque anni;

3) che alcune designazioni possano apparire viziate da incompatibilità familiare considerato il voto unanime per le designazioni e vista la designazione del marito di un assessore in forza all'attuale sindaco di La Maddalena il cui mandato termina fra poco meno di due mesi;

4) opportuno attendere il delinearsi della situazione inerente le province evidenziato che il commissario della Provincia di Olbia Tempio, che ha partecipato alla designazione delle nomine, sarà a breve sostituito da un amministratore straordinario secondo quanto previsto dalla legge regionale approvata lo scorso 10 marzo 2015;

5) istituzionalmente corretto bloccare la ratifica dei nomi citati fino alla conclusione della tornata amministrativa di maggio 2015, così da avere una reale aderenza con il progetto amministrativo di chi andrà a guidare l'amministrazione comunale di La Maddalena che si dovrà confrontare quotidianamente con il sistema parco nazionale, essendovi coincidenza totale del territorio. (326)

Mozione Agus - Lai - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Unali - Zedda Paolo Flavio - Usula - Moriconi - Ledda - Perra - Azara - Pinna Rossella - Cozzolino - Lotto - Cocco Pietro - Demontis - Collu - Tendas - Comandini - Deriu - Solinas Antonio - Sale per la salvaguardia dell'Osservatorio astronomico di Cagliari come struttura di II livello dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF).

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la Sardegna dispone di un importante osservatorio astronomico - l'osservatorio Astronomico di Cagliari - che da settembre 2012 è stato trasferito da Poggio dei Pini alla nuova sede logistico- amministrativa di Selargius;

- la nuova sede è un modernissimo centro, dotato di laboratori specializzati, spazi per la didattica, planetario, museo della scienza, auditorium e biblioteca, realizzato con fondi FAS e un investimento regionale di 10 milioni di euro;

- la storia dell'astronomia in Sardegna risale alla fine del XIX secolo e la Regione ha sempre investito ingenti risorse per una continua crescita dell'integrazione fra astronomia e realtà locale, favorendo lo studio della disciplina attraverso la creazione della cattedra di astronomia e poi di astrofisica nell'Ateneo cagliaritano, ma anche con il supporto alla creazione di strumenti di eccellenza quali il grande Sardinia radio telescope (SRT), finanziato nel 1997 dal Ministero nell'ambito dei piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse, a disposizione della comunità internazionale;

- nel 2002 la stazione astronomica, ribattezzata Osservatorio astronomico di Cagliari, è confluita, insieme agli altri undici osservatori astronomici italiani, nell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF);

- l'Osservatorio attualmente ricopre all'interno della struttura organizzativa dell'INAF un ruolo di II livello - al pari di Bologna, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma (dove ha sede anche la sede centrale), Teramo, Torino, Trieste - e insieme a Bologna costituisce la maggiore struttura che si occupa di radioastronomia in Italia;

CONSIDERATO che:

- il Sardinia radio telescope è un'opera strategica per la quale sono stati fatti importanti investimenti;

- la Regione ha fatto dell'Osservatorio uno dei punti strategici dello sviluppo del sistema del sapere nell'Isola finanziando non soltanto le opere edilizie connesse alla realizzazione del radiotelescopio, circa 5.5 milioni di euro, ma favorendo un vero e proprio piano strategico di sviluppo dell'astrofisica e delle tecnologie di riferimento attraverso (a titolo di esempio):

- l'inserimento di SRT e della sede cittadina dell'Osservatorio astronomico nella rete regionale di supercalcolo CyberSAR;

- il finanziamento di una dozzina di percorsi di alta formazione in astrofisica e tecnologie relative nell'ambito del programma Master & Back;

- il finanziamento con un milione e mezzo di euro, di un progetto di sviluppo delle apparecchiature accessorie di SRT;

- sono stati, inoltre, investiti un milione per la ricerca e 3 milioni per un progetto di ricerca con la Lombardia;

- il centro di ricerca scientifica e tecnologica ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo e una crescita notevoli e l'età media del personale è passata in due anni da 58 a 38 anni; a titolo di esempio, proprio la scorsa settimana una delle sue giovani ricercatrici, Marta Burgay, nota alla comunità scientifica (e non solo) internazionale per aver scoperto nel 2003 l'unica doppia pulsar che si conosca attualmente, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di "Donna sarda dell'anno" da parte del Lioness Club di Cagliari;

RILEVATO che:

- l'INAF sta procedendo a una "ristrutturazione" del comparto della radioastronomia italiana e, a tal fine, il CDA ha nominato un visiting committee con il compito di fornire indicazioni e suggerimenti in merito;

- il visiting committee ha suggerito di accorpare le due maggiori strutture che si occupano di radioastronomia in Italia (Bologna e Cagliari), suggerimento accolto dal CDA dell'INAF che ha avviato, in data 19 febbraio 2015, le procedure per l'accorpamento e sta ora bruciando le tappe formalmente previste per finalizzare la procedura;

- nel momento in cui la struttura dovesse essere accorpata all'Istituto di radioastronomia di Bologna - con il trasferimento fuori regione della sua direzione scientifica - non sarebbe chiaro il suo futuro ruolo, si determinerebbe un indebolimento del rapporto con il mondo universitario e con il territorio sardo, lo svilimento di un luogo primario per lo svolgimento della ricerca scientifica in Sardegna e un effettivo declassamento dell'Osservatorio a puro "avamposto osservativo";

- la fusione programmata non è l'unica opzione per rispondere a necessità di coordinamento, né a logiche dettate dal taglio della spesa,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a salvaguardare l'Osservatorio di Cagliari come struttura di II livello dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), intervenendo perché:

1) si eviti l'accorpamento dell'Osservatorio di Cagliari all'Istituto di radioastronomia di Bologna;

2) venga rapidamente attivato un dialogo con la presidenza dell'INAF al fine di esaminare la situazione e trovare le soluzioni alternative che tutelino e valorizzino una realtà così importante per la Sardegna;

3) venga costituito un coordinamento con la struttura INAF di Bologna per sfruttare le rispettive competenze, fare sinergia e ottenere i migliori risultati possibili e valorizzare le eccellenze esistenti. (124)