Seduta n.305 del 27/06/2018
Mercoledì 27 giugno 2018
Presidenza del Presidente GIANFRANCO GANAU
La seduta è aperta alle ore 11 e 09.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 12 giugno 2018 (301), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Angelo Carta, Gianfranco Congiu, Luca Pizzuto, Luigi Ruggeri e Gian Filippo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta del 27 giugno 2018.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disciplina della politica linguistica regionale". ( 36-167-228/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del testo unificato numero 36-167-228/A.
Siamo all'esame dell'articolo 40.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 40
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'approvazione definitiva della legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianmario Tendas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TENDAS GIANMARIO (PD). Presidente, intervengo per evidenziare il mio voto favorevole a questa proposta di legge e per dire che sicuramente il lavoro fatto in Commissione consente anche attraverso, diciamo così, gli apporti che sono venuti durante queste giornate in Consiglio, di ridefinire rispetto a quelli che erano gli obiettivi originari, però di portare avanti una proposta di legge che nel complesso consente di intervenire su quelli che erano i punti critici che peraltro sono emersi anche nel dibattito. In modo particolare tutti hanno evidenziato che l'elemento di maggiore difficoltà nel processo di valorizzazione della lingua sarda è quello legato alla trasmissione intergenerazionale… ho difficoltà… dicevo che il punto critico sostanzialmente che è stato evidenziato da più interventi è la trasmissione intergenerazionale della lingua sarda. Io credo che questo provvedimento tra i diversi obiettivi cerca di cogliere dei risultati importanti proprio in questo settore. Lo abbiamo detto e ripetuto, al momento anche nell'ambito scolastico solo il 3 per cento delle scuole si occupano della didattica della lingua sarda, in questo modo ci si pone l'obiettivo di incrementare le attività didattiche, soprattutto nel mondo scolastico facendo in modo che questo limite del 3 per cento venga nell'ambito dei prossimi quattro, cinque anni quantomeno quintuplicato e credo che ci siano tutte le ragioni per credere che questo obiettivo possa essere facilmente raggiunto. Quindi rivitalizzare il processo di apprendimento da parte delle nuove generazioni con interventi ad hoc nelle scuole, credo che sia una cosa importante. Così come credo sia importante, cosa che sul quale non ci siamo soffermati in maniera approfondita, anche ciò che riguarda la trasmissione delle arti proprie della Sardegna, elemento…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SDP). Volevo solo esprimere il compiacimento mio e del mio Gruppo per essere arrivati oggi alla fase finale, quindi all'approvazione di questa legge che ha avuto un iter diciamo così abbastanza complicato tra i lavori di Commissione e tra i lavori d'Aula, però alla fine si è raggiunta una sintesi che credo vada bene per tutti. Credo che l'approvazione di questa legge sia un passaggio importante in questa legislatura e ringrazio Paolo Zedda che sin dall'inizio ha voluto fortemente arrivare al momento in cui si arriva oggi e quindi esprimiamo grande soddisfazione per il risultato che fra poco sarà raggiunto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Intervengo solo in dichiarazione di voto perché devo ammettere che il dibattito su questa legge non mi ha coinvolto come non ha coinvolto i sardi fuori da quest'Aula. Non ho incontrato nessuno che in questi giorni mi abbia parlato di questa legge, sicuramente sarà un limite dovuto alle mie frequentazioni, ma i segnali che arrivano sono di altro interesse. Abbiamo un Governo di destra populista che sulla base di fortissime tensioni sociali, facendo leva sulla paura, sull'intolleranza, sull'odio razziale, ha persino arruolato nelle loro file ciarlatani con buona dizione della lingua italiana, pseudo difensori del popolo sardo a difesa dei padroncini lombardi-veneti. Padroncini che per decenni hanno utilizzato gli immigrati e le immigrate sarde nelle loro fabbriche e al servizio nelle loro case, le donne facevano le serve, non le domestiche. Vedo questa proposta di legge come una distrazione dai problemi del lavoro, questo sì sentito dal popolo sardo, i problemi del lavoro, i 1400 lavoratori AIAS che rischiano il posto di lavoro, l'azienda accumula ogni anno tre stipendi di debito nei loro confronti, azienda che è arrivata al debito di 10-11 stipendi accumulati. Vogliamo parlarne in Aula per dare risposte a questi lavoratori e ai pazienti che rischiano di non avere un servizio? Preferisco rispondere alla richiesta di aiuto di ex lavoratori che vogliono costituire una società cooperativa con il sostegno dell'Assessorato del lavoro e dell'industria e degli istituti di credito per far ripartire la produzione della loro fabbrica chiusa. Preferisco rispondere alle richieste delle partite IVA che sono trascurate da sempre, salvo in campagna elettorale costituire Commissioni di inchiesta. Non servono Commissioni d'inchiesta per capire che l'80 per cento delle richieste di finanziamento per migliorie aziendali sono state bocciate, domande relative al 2016. Questa è la realtà del nostro tessuto imprenditoriale, negli emendamenti alla nostra finanziaria non abbiamo mai pensato a finanziare risorse per creare cultura d'impresa, abbiamo preferito emendamenti per finanziare baroni universitari. Ripeto, oggi ci sono altre priorità, il mio voto coerentemente al mio impegno in questa legge sarà di astensione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (SDP). Io ribadisco ciò che poc'anzi ha detto il mio Capogruppo, ossia esprimiamo piena soddisfazione per l'approvazione oggi di questa legge, naturalmente il mio voto sarà positivo come quello del Gruppo a cui appartengo. Noi pensiamo che oggi si stia compiendo un passo decisamente importante, non è vero che nessuno è interessato alla lingua, è vero che viviamo in un momento storico in cui i problemi sono tanti, sono grandi, a volte sembrano anche insormontabili. Però è vero altrettanto che non esiste popolo senza lingua e lingua senza popolo. Io penso che oggi questo Consiglio regionale stia compiendo un passo importante anche per riaffermare la propria autonomia, la propria identità, andare ad approvare oggi una legge sulla lingua significa anche riappropriarci totalmente del nostro essere, del nostro agire quotidiano. E non reputo di seconda importanza il fatto che viene disciplinato all'interno della stessa normativa l'insegnamento scolastico della lingua, ossia quello che consente ai giovani del futuro, quelli che saranno la prossima classe dirigente di essere consapevoli, di conoscere, di poter tramandare la lingua e di poterla anche parlare quotidianamente.
Io penso che si sia compiuto un passo importante e di questo va dato atto anche a quel mondo autonomista che l'onorevole Paolo Zedda rappresenta, che ha deciso di continuare il proprio impegno all'interno della maggioranza, di non confinarsi in strenue opposizioni demagogiche ma ha deciso di continuare il proprio impegno. Oggi è arrivato un grosso risultato anche per quel mondo che l'onorevole Zedda rappresenta e a lui, all'Assessore naturalmente della cultura, alla Commissione, all'onorevole Rossella Pinna, all'onorevole Deriu che si sono impegnati attivamente vanno i miei ringraziamenti, quelli del Gruppo ma penso quelli dell'intera Sardegna perché confinare una legge sulla lingua a un problema secondario secondo me non è corretto. La lingua è un elemento fondamentale di un popolo, la lingua è un elemento fondamentale dell'identità di un popolo e da questo si parte, da questo bisogna partire, dal riconoscimento del proprio io, dal riconoscimento della propria società e dal riconoscimento della Sardegna quale elemento autonomo, autonomista che è sicuramente diverso da altre regioni d'Italia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Anche secondo me possiamo dire di avere conseguito un buon risultato con questo lavoro, un buon risultato che non era scontato. Credo che sia chiaro a tutti e sia stato chiaro a tutti come il tema sia particolarmente sensibile, la sua valenza identitaria per l'intero popolo sardo e se uno va a vedere il lavoro che ha fatto la Commissione, la molteplice varietà di posizioni che sono state raccolte nelle audizioni fatte dalla Commissione stessa, capisce che il lavoro da fare era molto complesso e oggi siamo arrivati ad una soluzione che secondo me rappresenta un passo avanti rispetto a quanto fatto 12-13 anni fa dalla Giunta regionale che ha messo in moto una sperimentazione i cui frutti verranno raccolti nei prossimi mesi e nei prossimi anni per fare un ulteriore passo in avanti. Io credo che si siano create le basi perché questo passo in avanti si faccia davvero, innanzitutto per quell'obiettivo della legge nazionale che è la tutela della lingua sarda e della lingua Alghero-catalana e per procedere a mettere in piedi un processo di valorizzazione della lingua sarda e del catalano ma anche delle lingue alloglotte, gallurese, tabarchino, sassarese, le varianti di La Maddalena, l'isulanu come dice il collega Zanchetta, io credo che si siano create le condizioni perché il problema non si risolvesse oggi perché non era facile risolverlo e perché però si creassero le condizioni affinché davvero tutti coloro che guardano con attenzione al lavoro che ha fatto in questi anni la Commissione e in queste settimane il Consiglio possa essere vissuto positivamente. Serviva a creare le condizioni perché ci fosse rispetto a questa problematica la massima condivisione possibile e viste le posizioni espresse non era facile e non era scontato, però io sono fiducioso che abbiamo fatto un buon lavoro e che nell'arco dei prossimi anni si potrà registrare davvero un passo in avanti significativo di cui possiamo essere orgogliosi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Raimondo Cacciotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CACCIOTTO RAIMONDO (PD). Presidente, intervengo brevemente per esprimere l'apprezzamento per la conclusione dei lavori, dell'iter su questa proposta di legge, e rinnovare l'apprezzamento per il lavoro fatto dalla Commissione consiliare e dalla Giunta in questi anni. La discussione ampia e articolata che ha caratterizzato l'iter di questa legge è sicuramente espressa anche con diverse posizioni, è rappresentativa però della pluralità e della varietà del patrimonio linguistico della Sardegna, e questo credo che sia una ricchezza e un elemento importante per la nostra terra. Ed è perlomeno casuale e certamente curioso che proprio nei giorni e nelle settimane in cui questo Consiglio ha affrontato la discussione su questo disegno di legge anche ad Alghero è nata la Consulta civica per le politiche linguistiche del catalano di Alghero, di cui fanno parte ben undici associazioni, e anche questo credo che sia un contributo alla ricchezza e alla varietà del patrimonio linguistico della nostra terra. Credo che l'approvazione di questa legge possa offrire un ulteriore strumento, un ulteriore elemento per valorizzare il patrimonio linguistico e anche offrire nuove occasioni perché una politica culturale della nostra terra possa giovare anche del contributo del patrimonio linguistico di cui è parte ed è una parte fondamentale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (SDP). (Intervento in lingua sarda.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Augusto Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI AUGUSTO (Partito dei Sardi). Presidente, il mio intervento è per esprimere il voto naturalmente favorevole a questa proposta di legge, consapevoli che comunque promulgare una legge è sempre un atto di grande responsabilità. Questa legge è la sintesi di un percorso ispirato e condizionato da un vissuto orientato all'etica dall'ideologia e da una consapevolezza. Noi del Partito dei saldi abbiamo la consapevolezza che la Sardegna è una nazione, e come tale ha il dovere di trasferire i presupposti di unità e non di frammentazione su uno degli argomenti cardine della nostra sardità, la lingua, una lingua trasmissibile, fruibile, parte integrante di noi stessi e del nostro essere. Non ci siamo arresi di fronte all'apparente insoddisfazione del testo approdato in Aula, nessuna barricata, nessun voto segreto, nessun sotterfugio. Siamo stati irremovibili quando nella dialettica conflittuale anche tra lingua unica e lingue parlate nei territori abbiamo proposto la sintesi a nostro avviso migliore che si potesse raggiungere, la ricerca di uno standard lessicale e ortografico unico che contemplasse e considerasse le parlate locali, ma anche le culture popolari e letterarie del logudorese e del campi danese, senza mortificare l'esperienza delle norme di riferimento adottate sperimentalmente dalla Regione. Non siamo caduti nel tranello dello scontro, ci siamo ostinati a sommare piuttosto che a dividere, abbiamo sommato parlate locali, le prime esperienze di standardizzazione, le espressioni linguistiche proprie delle culture popolari e letterarie, loguderose e campidanese comprese, che ci consente di giungere alla redazione di una norma linguistica e ortografica che dia senso della nostra unità nazionale. Abbiamo fatto un primo passo decisivo e importante, per questo ripeto il nostro voto sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, intervengo innanzitutto per annunciare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico, e per dire anche che avrei voluto pronunciare questa dichiarazione di voto in lingua sarda campidanese, la mia lingua materna, ma io purtroppo appartengo a quella generazione di persone a cui è stato negato il diritto di parlare in sardo, mi è stato negato a causa di una scuola che proibiva qualsiasi interferenza linguistica considerata come possibile elemento che avrebbe impedito di apprendere la lingua italiana nella maniera più corretta possibile, ho potuto recuperare con mia nonna che di nascosto mi parlava in sardo perché aveva capito, da donna di buonsenso, anche se non aveva frequentato la scuola, e per questo mi raccomandava di studiare, aveva capito che imparare la lingua materna era importante, però purtroppo non riesco a parlarla così come vorrei. Voto favorevole ad una legge buona, ad una legge sulla quale la Commissione ha lavorato per due anni, sulla quale sono state audite tante persone, tanti enti, tante associazioni, tanti portatori di interessi. Mi dispiace dover dire anche a qualche collega della maggioranza che non trovo corretto, non condivido il "c'era qualcosa di più urgente di cui occuparsi", c'è tanto di cui occuparsi, ma questa era una materia di cui non potevamo non occuparci.
Guardate, le audizioni hanno evidenziato una richiesta unanime di un intervento legislativo urgente, un intervento che superasse la legge 26. Volevo ricordare che anche la legge numero 26 è stata una buona legge, ma una legge travagliata, una legge che comunque andava superata soprattutto per la sovrapposizione di interventi di politica linguistica e di interventi di tipo culturale. È il modo per salvaguardare e diffondere soprattutto tra le nuove generazioni l'uso della lingua sarda, un tesoro comune, che lega alla tradizione, alla nostra identità. Vedo che il tempo a disposizione sta passando velocemente, utilizzando il titolo di un interessante libro che ci invita a partire dalle conoscenze, dalla vita reale, da quello che siamo, dalla nostra identità, invito con questa legge anche gli insegnanti, i genitori, tutti coloro che possono tramandare, insegnare la lingua sarda a considerare che questo è un invito a tornare alle radici perché senza radici non si vola.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). (Intervento in lingua sarda )
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Grazie Presidente, mi pare che hanno fatto unu mazzamurru con questa legge, noi galluresi, per quanto possiamo apprezzare lo sforzo contenuto nell'articolo 9, riteniamo comunque che la nostra lingua sia stata declassata, impoverita, ci aspettavamo, come ho detto anche in un mio precedente intervento, che non si andasse verso una gerarchia linguistica ma alla ricerca delle peculiarità linguistiche. Apprezzo lo sforzo dell'articolo 9, vedremo se questo sarà capace poi, con le elaborazioni, con questa Consulta, di trovare anche per il e l'isulanu di Maddalena un riconoscimento, io mi permetto di citare due delibere del Consiglio provinciale di Olbia - Tempio, una del 19 settembre 2006, ero componente di quel Consiglio provinciale, e una del luglio del 2012 dov'era componente di quel Consiglio provinciale il mio collega e amico onorevole Meloni. Ecco in quelle due delibere la provincia, che qualcuno ha voluto sopprimere sciaguratamente, chiedeva la revisione della legge regionale numero 26, della "482", proprio perché il gallurese non veniva considerato lingua e si aprivano addirittura poi nel contempo sportelli Logudoresi a Tempio, è una forzatura, una gravità che considera quel territorio, la sua lingua, le sue lingue, minoritarie. Noi a questo non ci stiamo, non possiamo accettarlo, una glottofagia, quindi un cannibalismo linguistico che ci vede oggi declassati non ci sta bene, non può starci bene! Ecco perché mi auguro che questa legge possa poi produrre gli effetti che vengono enunciati nel modificato articolo 9, perché la considerazione di un plurilinguismo reale, ispirato a principi di democrazia linguistica, è quello che noi ci auguriamo ed è per questi motivi che io non posso votare questa legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Intervengo per annunciare il mio voto contrario verso questa proposta di legge per i motivi che ho tentato di spiegare, inascoltato, nel corso del dibattito. Sono contrario per motivi opposti rispetto ai quali invece sono contrari anche diversi esponenti anche della minoranza che hanno avuto modo di esprimere le loro posizioni, oggi e nei giorni scorsi, in Aula. A mio parere, ho avuto modo di dirlo e di ribadirlo, non esiste una lingua sarda ma diverse lingue sarde, penso che con questa legge si stia perdendo un'occasione d'oro per riaprire con il legislatore nazionale un dibattito ancora teoricamente aperto a seguito dell'approvazione della legge numero 482. Alcuni articoli di quella legge sono poco chiari, l'articolo 2 fa l'elenco delle lingue storiche minoritarie da salvaguardare in Italia, terminando la dicitura con il ladino, l'occitano e il sardo, ma di quale sardo parliamo? Si tratta a mio parere di una formulazione ambigua frutto di una non conoscenza della realtà. Il Consiglio regionale però la situazione linguistica sarda la conosce e ha il dovere politico e morale di farla conoscere anche al Parlamento nazionale perché integri l'articolo 2 della "482" con l'elenco completo delle lingue storiche minoritarie che vengono parlate in Sardegna, anche nella civilissima Confederazione elvetica, le lingue ufficiali riconosciute e valorizzate con pari dignità sono quattro: il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio, è così difficile seguire l'esempio svizzero? Quando ci sono i buoni esempi bisognerebbe anche seguirli! Con questa legge stiamo ribadendo che ci sono in Sardegna lingue di serie A, quelle che tanti di voi colleghi, a mio parere, impropriamente definiscono "sardo", che merita tutela, e lingue di serie B che invece andrebbero valorizzate, occorreva osare di più, non abbiamo avuto il coraggio e per questo il mio voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Coinu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COINU STEFANO (FI). Grazie Presidente, cari colleghi, ci stanno proponendo di votare una legge che ha avuto un iter tormentato e lungo, due anni in Commissione, mi pare, di se non ricordo male, circa cento audizioni, una legge però che è stata accolta in Aula con quasi 400 emendamenti. Emendamenti per lo più tra l'altro non tipicamente ostruzionistici quindi dell'opposizione, ma emendamenti sostanziali che ha proposto la stessa maggioranza, per citarne due che valgono per tutti, quello che ha abrogato un articolo che dava una serie di definizioni che poi rappresentavano la stessa struttura, lo stesso scheletro della norma. C'è stato detto che era quasi pleonastico quell'articolo, dopo due anni che in qualche modo si è studiata la norma e si è portata in Aula, e va bene. Ma la chicca è quell'articolo 9 soprattutto quell'emendamento all'articolo 9, perché è vero che l'emendamento è forse migliorativo rispetto all'articolo originario, però è anche vero che con quell'articolo si demanda ad una assemblea, chiamiamola come vogliamo, un gruppo fatto di 28 persone, più o meno, non so come viene definita esattamente, esperti, professori, esperti di lingua, che sono stati e saranno scelti, in maniera tra l'altro con tempi molto ristretti, tenendo conto soprattutto della loro origine geografica. E, quindi, quell'emendamento, che poi è passato che è chiaramente un emendamento della minoranza, sancisce il fatto che questa norma non è neppure più quella che è stata esitata dalla Commissione, è qualcosa di diverso. Io penso che in cuor suo non sarà contento neppure chi ci ha lavorato a questa norma, in effetti abbiamo deciso, e si sta decidendo meglio, di non decidere, anche noi avevamo detto non decidiamo, ma attraverso una formula molto più lineare e coerente, che era quello di smettere di discutere di questo provvedimento. Invece, abbiamo deciso di non decidere delegando a 28 persone, o 30 o giù di lì insomma, che dovranno, in base alla loro nascita, alla loro origine decidere delle sorti della lingua sarda. Il voto è contrario perché un provvedimento di questo tipo, e lo ripeto per l'ennesima volta, deve tendere all'unità, invece qui si è recuperata l'unità della maggioranza, a discapito invece dell'unità dei sardi. Si sta praticamente disgregando il popolo sardo, semplicemente in nome di una riunione, di una riunificazione della maggioranza, è una cosa molto grave. Il voto ovviamente quindi non può che essere contrario, perché una norma che parla di lingua deve tendere all'unità, per il recupero di quella che è la dignità appunto di tutti noi sardi, grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gaetano Ledda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LEDDA GAETANO (PSd'Az-La Base). (Intervento in lingua sarda)
Annuncio il voto contrario, lo dicono in italiano in modo che lo possano registrare, il mio voto personale e quello del Gruppo di appartenenza.
(Intervento in lingua sarda)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, c'è poco tempo per poter esprimere alcune considerazioni che dovrebbero supportare quella che è l'attività legislativa del Consiglio regionale di come essa si svolga e quali risultati offra. Prendo in prestito il termine "mazzamurru" che poco fa l'onorevole Zanchetta ha utilizzato, perché in definitiva raccoglie l'insieme delle trattazioni non concluse di un lavoro non finito in Commissione, ancorché abbia avuto due anni di tempo, e certamente non trattato nel migliore dei modi da parte del Consiglio. Vedete, manca la base, la sostanza, l'essenza del perché abbiamo una lingua, è troppo facile dire siamo una nazione, è troppo facile dire tante cose che però non hanno consistenza nell'essere vero di una lingua che vuole trasportare quello che è il pensiero, quello che è l'idem sentire di una comunità, qui ci si sveglia ed è la politica odierna purtroppo che fa male, ciascuno a ragione propone la propria idea, non accetta discussione, non ha limiti nel voler porre agli altri sotto condizione di quella che è la propria esposizione alla propria idea. Quando più volte ho richiamato il fatto che la lingua sottende cultura, identità, storia, vuol dire che non c'è tutto quello che rappresenta, un lemma, una parola è identificativa di un modo di essere, di cogliere quello che è l'aspirazione, la spiritualità che racchiude all'interno di quella parola, di quel lemma. Qui non c'è, non si è voluto, si demanda chissà a chi in termini di divisione non solo per il popolo sardo, e della Nazione sarda, ma anche per quel che riguarda la lingua, cercando di frazionare ancora una volta il nostro popolo dividendolo fra nord e sud fra linguaggi…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.
SATTA GIOVANNI (PSd'Az-La Base). (Intervento in lingua sarda)
Per dirla in poche parole, adesso parliamo in italiano, che forse ci capiamo di più, stiamo continuando… io sono qua da due anni e mezzo e continuiamo sempre sullo stesso solco, la legge la facciamo tanto perché dobbiamo farla, sembra che dobbiamo accontentare qualcuno, senza esserne mai convinti. Abbiamo visto tutti i risultati che abbiamo ottenuto, abbiamo visto quello che avete fatto con la riforma sanitaria, cosa ha prodotto di buono, perché non c'era la volontà, eppure io ho fatto anche un'apertura di credito, però cosa avete prodotto di buono? Avete migliorato l'economia, risparmiato tanto, mi sembra di capire e così ha detto il nostro Assessore, avete fatto ala rete ospedaliera senza accontentare nessuno neanche voi stessi però eravate obbligati a votarlo. Avete fatto un provvedimento nel marzo del 2017 a favore delle imprese agricole che soffrivano per il prezzo del latte, vi abbiamo detto che non sarebbe servito a niente, siamo arrivati ad agosto non serviva a niente, avete fatto la stessa cosa poi quando vi siete messi qua il 2 di agosto sempre del 2017 a dire che dovevate dare questi 17 milioni ai pastori l'indomani mattina, vi abbiamo detto che non serviva a niente, che era un provvedimento sbagliato, siete usciti da quest'aula e siete andati a parlare con i pastori e vi hanno fatto cambiare idea. Siete sulla stesso solco, non avete capito, non avete più la maggioranza fuori di qua, nessuno vi sostiene, l'avete capito anche con le tornate elettorali, però volete continuare, vi state intestardendo. A noi dispiace, perché questo era un momento, come ho detto, importante per avere l'unità di tutti noi, perché la lingua non è né della destra né della sinistra è di tutto il popolo sardo. Il discorso che ha fatto il collega Coinu e quello che ha fatto anche il mio capogruppo erano da condividere, l'hanno detto anche molti esponenti della maggioranza, quindi io vi pregherei di evitarci ancora questa farsa, riportate tutto in Commissione e cercate di fare una di trovare una proposta unitaria, grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, ma il mio giudizio su questa legge non può assolutamente essere positivo. Sono intervenuto più volte durante la discussione e ho evidenziato tutte le problematiche che questa proposta di legge ha dovuto affrontare in fase di genesi e nel suo percorso legislativo in Commissione e nell'Aula. Problematiche che si possono sintetizzare estremizzando al massimo in una sorta di braccio di ferro all'interno della maggioranza parte della quale cerca di far esplodere i localismi e parte della quale invece punta ad accentrare la lingua all'interno di un unico contenitore e di un'unica fonte. Sbagliati entrambi gli atteggiamenti, atteggiamenti che poi in definitiva hanno stramato la proposta di legge e l'hanno completamente depotenziata non dandole quella forza che avrebbe dovuto avere uno strumento legislativo che punta a valorizzare le radici di un popolo, che punta a valorizzare il nostro corredo cromosomico, che punta anche, perché no, a disegnare il futuro di un popolo. Ecco nessuno di questi valori è stato tenuto nella debita considerazione dalla maggioranza che ha fatto un braccio di ferro, che ha reso questa proposta di legge del tutto inadeguata rispetto agli scopi importanti, agli obiettivi strategici che avevate e che avevamo anche noi.
Unico lato positivo di questa legge è l'inserimento nello strumento legislativo della valorizzazione della promozione della lingua catalana di Alghero che ha una dignità pari a quella della lingua sarda che era stata completamente dimenticata in origine, colpevolmente dimenticata. Pian piano grazie al lavoro del collega Cacciotto e di chi vi parla questa lingua minoritaria, che ha la stessa dignità della lingua sarda, ha avuto il proprio ruolo all'interno della legge che voi state andando ad approvare. Ciò non toglie però che il giudizio non può essere positivo, perché se è vero come è vero che la lingua catalana è riuscita ad avere un qualche rilievo all'interno dello strumento legislativo è altrettanto vero che nel suo complesso questa proposta di legge…
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto non c'è una prevalenza dei Capigruppo sull'ordine iscrizione.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Grazie Presidente, ma non so se sono una voce fuori dal coro ma sicuramente per me oggi è una pagina triste come legislatore, perché non ho potuto dare alcun contributo su un argomento che è nato, deve esistere per unire il popolo sardo e non per dividerlo. Quindi il rammarico è ancora maggiore; è ancora maggiore perché in questo momento probabilmente è un argomento, questo sì, appunto, della nostra identità ma tanti altri argomenti sono fuori dalla porta e affliggono tanti nostri concittadini e meritano di essere portati in quest'Aula. Tuttavia si è lavorato su questo tema, io credo con un metodo, non ho partecipato alle Commissioni, ma dal risultato che è arrivato in quest'Aula sicuramente non è stato un metodo rispettoso dei canoni di formazione di una legge, l'ho detto nel corso di tutto il dibattito. Un contributo che è avvenuto in uno stato di banalità, di menefreghismo, di distanza e consentitemelo anche di ignoranza la mia per prima, ma non ho mai pensato di poter avere il verbo e quindi la lingua che è tanto cara a tutti i Sardi. Concordo con l'onorevole Meloni quando dice che le lingue sono più d'una e tra l'altro dico anche che le ricerche scientifiche dimostrano che le lingue campidanese e logudorese non sono varianti letterarie del sardo ma due varietà neolatine della lingua sarda. E su questi principi credo che avremmo dovuto invece impregnare tutta la nostra azione. Mi fa un po' di speranza quell'articolo, quell'emendamento portato dalla collega Pinna che non è risolutore ma quantomeno forse apre uno spiraglio per il futuro, ma mi chiedo tutte quelle persone non avrebbero potuto darlo prima il contributo e saremmo potuti arrivare in quest'Aula quando vi abbiamo chiesto di soprassedere, invece no anche questa, una legge che doveva essere per i sardi l'avete realizzata come una condizione di soddisfazione per alcune fette della maggioranza, di pochissime, di pochissime. Perché in quest'Aula il ritornello è stato: ma io non ne so niente, no ma di che cosa stanno parlando. E si è visto, si è visto! Non solo dico anche che, caro collega Pierfranco Zanchetta, il Mazzamurru è un valore della nostra sovranità alimentare e quindi io lo dico in italiano è un pastrocchio! Il Mazzamurru è un elemento distintivo, un cibo che ci riconosce in tutto il mondo, per chi lo apprezza ovviamente. Quindi per me questo…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Grazie Presidente, colleghi e colleghe, siamo giunti alle battute finali nel percorso di approvazione della legge sulla lingua sarda. Pertanto vorrei esprimere alcune considerazioni conclusive. Presidente… noi manifestiamo pieno consenso all'approvazione di un testo unificato sulla lingua sarda, ma critichiamo aspramente la legge che oggi è in votazione. I tempi di approvazione sono sbagliati, i contenuti del provvedimento non sono pienamente condivisibili. Questa mi pare si possa definire una legge bandierina, che genera l'incremento della percentuale dell'attività legislativa del Consiglio regionale ma che di fatto non produrrà effetti positivi per la Sardegna. Primo quanto alla tempistica, riconfermo quanto già rilevato nelle precedenti sedute in Aula, questa maggioranza ha sprecato ben tre settimane del proprio mandato per approvare un testo di legge che porterà ben pochi benefici concreti ai cittadini sardi. Pur riconoscendo l'importanza, anzi la necessità direi, di riconoscere mediante un testo ufficiale una lingua sarda comune, ritengo non fosse questo il momento giusto per affrontare questo argomento, altri sono i problemi urgenti che attanagliano l'Isola e la politica è chiamata ad affrontare e risolvere… mi dica se devo urlare di più Presidente… devo urlare di più o è sufficiente chiedere ai colleghi di abbassare il tono di voce? Non possiamo ignorare il momento storico particolarmente critico per la Sardegna, come per l'Italia e l'Europa intera. È notizia di questa mattina l'incremento della povertà in Sardegna, è stato rilevato il 3,3 per cento di aumento, sono note a tutti le permanenti criticità nel settore economico sardo, sono 2615 le aziende che in Sardegna hanno chiuso i battenti nel 2017. Il tasso di disoccupazione dei giovani sardi ha raggiunto il 54 per cento, la dispersione scolastica in Sardegna ha raggiunto un tasso del 33,3 per cento, con uno studente su tre che ha abbandonato durante il percorso scolastico statale. I sardi, per la maggior parte giovani che lasciano l'isola alla ricerca di un futuro all'estero, sono oggi oltre 112.000, una fuga di cervelli, ci deve preoccupare anche per il fenomeno di spopolamento che sta colpendo molti comuni dell'isola. Questi, cari colleghi, sono alcuni dati che però fotografano situazione catastrofica. Mi domando allora, e vi domando, quale urgenza potesse rivestire una legge sulla lingua sarda rispetto ad iniziative volte a cercare soluzioni serie e condivise ai gravi problemi che interessano la Sardegna e la popolazione…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Purtroppo, e mi dispiace anche dirlo, a volte vedo che questo Consiglio sembra estraneo alla realtà, vedo che questo Consiglio è estraneo a quelli che sono i veri problemi che stanno colpendo la nostra isola, e il fatto che dedichiamo così tanto tempo per fare, come bene ha detto la mia collega Alessandra Zedda, un pasticcio, mi conferma che realmente siamo distanti da quella che è la realtà che il popolo sardo sta vivendo. Negli interventi che mi hanno preceduto, alcuni consiglieri hanno parlato in lingua sarda. Questo Consiglio ha stabilito in maniera politica chi dei consiglieri che sono intervenuti nelle diverse lingue sarde non ha la dignità di appartenere alla lingua sarda, a un'unica lingua sarda, e siccome molto spesso a noi della Gallura ci additano come quelli che vogliono portare avanti sempre solo ed esclusivamente gli interessi di quella zona, allora voglio fare un altro esempio legato al campidanese: chi è che ha stabilito che il campidanese non è una lingua sarda? Come abbiamo stabilito che il campidanese non è una lingua sarda? Il Consiglio, in maniera politica, non in maniera tecnica, non con uno studio, il Consiglio regionale siccome ha portato questa legge in Consiglio e nonostante si è capito, si è compreso durante il percorso di questa legge in aula che questa legge era sbagliata, doveva assolutamente approvare questa legge per mettere la bandierina. Allora, quando si capisce che una cosa è sbagliata bisogna tornare indietro, bisogna avere la capacità, l'onestà intellettuale di tornare indietro e cercare di migliorarla, questo non abbiamo avuto il coraggio di farlo, non è di questo che ha bisogno la Sardegna. Il Consiglio regionale ha stabilito che ci sono alcune zone della Sardegna che non sono uguali alle altre, questo abbiamo portato con questa legge…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Intervengo per dire che voterò a favore di questa legge, naturalmente ognuno di noi si interroga quando fa dei provvedimenti normativi, il percorso che ha portato ad approvare un provvedimento come questo, e naturalmente ti fai un'opinione, un'idea, e non è come tutte le leggi, molte volte, la legge migliore che tu speravi si potesse tirare fuori, anche perché è un problema ostico, complicato, difficile, non facile, e anche gli interventi dei colleghi ne sono la testimonianza diretta, i colleghi che adesso sono intervenuti per demolire questo testo di legge da parte dell'opposizione testimonia proprio la superficialità che c'è in mezzo a un tema come questo. In realtà, questo testo di legge ha avuto un iter lunghissimo in Commissione, più di due anni di lavoro, un sacco di persone competenti che sono state audite, e naturalmente fra di loro gli stessi competenti non hanno lo stesso punto di vista, anzi ci sono punti di vista differenti, notevolmente differenti fra coloro che hanno esperienza e hanno competenza su una materia come questa. Allora, il tema era: proviamo comunque a fare una legge sulla lingua sarda che non esiste? Ma non per mettere una bandierina, ma certamente non è per questo che si fa una legge, non per mettere una bandierina, si fa una legge perché una legge serve per dire che su un tema come questo, e certamente non è il tema dei temi che interessano i sardi, come dicono i colleghi del centrodestra, no, perché ci rimproverano di non avere sentimento nell'ascoltare il popolo che invece loro ascoltano e sentono molto bene, loro sono capaci, i colleghi del centrodestra, di rappresentare molto bene gli interessi popolari, loro hanno cuore, hanno sentimento e ascoltano molto bene. Noi siamo insensibili, incapaci di capire quello che accade nel mondo, evidentemente hanno antenne più lunghe delle nostre e sono capaci di sentire meglio di noi. E tuttavia una legge sulla lingua andava fatta, e naturalmente, quando una legge sulla lingua come tutte le altre leggi vogliono essere migliorate, possono essere migliorate e potranno essere migliorate. Ma intanto noi approviamola questa legge, è necessario farlo, diamo alla Sardegna una legge sulla lingua sarda, mettiamo il comitato dei tecnici e delle persone competenti a lavorare per affinare meglio questa legge che noi stiamo ponendo all'Aula perché possa essere approvata, e magari poi ritorneremo a discutere di lingua sarda e apriamo il dibattito nella società perché possa contribuire ancora di più a migliorare questo testo. Esistono dei provvedimenti normativi già fatti o dei provvedimenti deliberativi già fatti da amministrazioni regionali precedenti, ecco noi oggi stiamo colmando il fatto che non esiste una legge con questa proposta, che diventerà, se l'Aula lo vorrà, legge della Regione Sardegna. Credo che sia una giornata importante checché uno ne pensi di questo testo nello specifico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Solo per chiederle se è cambiata la prassi in quest'aula sull'ordine degli interventi, sia sugli argomenti in generale che sulle dichiarazioni di voto, perché mi pare che non la stiamo più seguendo.
PRSIDENTE. Assolutamente no, sulle dichiarazioni di voto si procede in base all'ordine dell'iscrizione da sempre, da sempre così sulle dichiarazioni di voto. Sull'iscrizione generale, eccetera, è prevista la riserva per i Capigruppo, e dovrebbero iscriversi comunque nei tempi del primo intervento anche i Capigruppo, lo ricordo ancora. Se si iscrive per ultimo interviene per ultimo. Scusate, in dichiarazione di voto il Regolamento prevede che sia aperta l'iscrizione, che si intervenga in ordine di iscrizione, è quello che abbiamo sempre fatto, sempre fatto, per il resto funziona come abbiamo sempre fatto. I Capigruppo intervengono e il Capogruppo di minoranza chiude.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Solo per informare lei e il Consiglio che ho ricevuto la comunicazione che è mancato l'onorevole Raffaele Farigu, che era un ex consigliere regionale, stamane, era solo per questo.
Commemorazione di ex consigliere.
PRESIDENTE. Invito tutti a un minuto di silenzio e di raccoglimento in onore dell'onorevole Farigu.
(I consiglieri osservano un minuto di silenzio)
Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Disciplina della politica linguistica regionale". ( 36-167-228/A).
PRESIDENTE. Procediamo, metto in votazione la legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 36-167-228.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Discussione e approvazione del Rendiconto generale del Consiglio regionale per l'anno 2017.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del rendiconto generale del Consiglio per l'anno 2017; relatori i Questori Fabrizio Anedda e Alessandro Unali.
Invito i consiglieri questori a prendere posto nei banchi della Giunta.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Fabrizio Anedda, Questore.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto), Questore. Buongiorno a tutti. Sulla relazione del rendiconto del 2017; io direi che è inutile che ve la legga, è una relazione che anche noi abbiamo ricevuto e accettato così com'è come Questori, e rimetto alla vostra attenzione il rendiconto che avete in mano. Una cosa volevo farla notare, però, e cioè che a presentare in questa sessione siamo sempre due Questori, manca sempre il terzo. È una cosa che a me personalmente sta infastidendo, e volevo farla notare all'Aula. Il nostro parere sul rendiconto è positivo.
PRESIDENTE Chiedo all'Aula se ci sono interventi.
È iscritto a parlare il consigliere Gianni Lampis. Ne ha facoltà.
LAMPIS GIANNI (Fratelli d'Italia). Sì, Presidente, colgo l'occasione di questa discussione, visto che il collega Anedda ha parlato di atteggiamento di Consiglieri infastiditi, colgo l'occasione, come lei ben sa, penso abbia ricevuto una lettera da parte del mio Capogruppo, con la quale veniva informato su una situazione che ormai si protrae da quasi tre mesi, che mi vede coinvolto come Consigliere, quindi io oggi mi limito solo a fare questa comunicazione ai colleghi Questori presenti, che anch'io mi ritengo molto infastidito per l'atteggiamento che il Collegio ha assunto e sta assumendo ancora nei miei confronti, quindi per questo motivo io non voterò favorevolmente a questo punto all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il problema dell'attribuzione della stanza all'onorevole Lampis è comunque all'attenzione dei Questori, anche su sollecitazione mia. Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'elenco degli allegati del rendiconto, redatti ai sensi dell'articolo 11, comma 4, e dell'allegato numero 10 del decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118 e successive modifiche e integrazioni.
(Segue lettura)
Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Metto in votazione il rendiconto dei Gruppi politici dell'anno 2017.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del rendiconto dei Gruppi politici dell'anno 2017.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cherchi Augusto e Unali hanno votato a favore e che il consigliere Ledda si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Cacciotto - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Deriu - Desini - Forma - Gallus - Ganau - Lai - Lotto - Meloni Giuseppe - Meloni Valerio - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Satta - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta.
Si sono astenuti: Coinu - Dessì - Fasolino - Fuoco - Lampis - Lancioni - Ledda - Manca Pier Mario - Marras - Peru - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 46
Votanti 30
Astenuti 16
Maggioranza 16
Favorevoli 30
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione il resoconto sull'attività del Corecom Sardegna 2017.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del resoconto sull'attività del Corecom Sardegna 2017.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Unali ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Cacciotto - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ganau - Lai - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni Giuseppe - Meloni Valerio - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta.
Risponde no il consigliere: Dedoni.
Si sono astenuti: Coinu - Crisponi - Dessì - Fasolino - Fuoco - Gallus - Lampis - Lancioni - Ledda - Marras - Peru - Rubiu - Satta - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 46
Votanti 28
Astenuti 18
Maggioranza 15
Favorevoli 27
Contrari 1
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del rendiconto così come presentato e approvato nelle sue parti.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Unali ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Cacciotto - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ganau - Lai - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni Giuseppe - Meloni Valerio - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta.
Rispondono no i consiglieri: Dedoni - Tocco.
Si sono astenuti: Coinu - Crisponi - Dessì - Fasolino - Fuoco - Gallus - Lampis - Lancioni - Ledda - Marras - Peru - Rubiu - Satta - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 46
votanti 29
astenuti 17
maggioranza 15
favorevoli 27
contrari 2
(Il Consiglio approva).
La seduta è tolta, è convocata la seduta della Conferenza dei Capigruppo qua nell'aula a fianco. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 12 e 25.