Seduta n.74 del 09/12/2009
LXXIV SEDUTA
(POMERIDIANA)
Mercoledì 9 dicembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 17 e 11.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° dicembre 2009 (67), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Mariano Contu, Domenico Gallus, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Adriano Salis, Renato Soru e Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 9 dicembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 3 dicembre 2009, è pervenuta nota del Presidente della Regione con la quale comunica di aver nominato, con decreto numero 111 del 27 novembre 2009, il signor Sandro Angioni Assessore dell'industria.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo". (31)
"Mozione Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (32)
pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A, che prosegue con l'esame dell'emendamento numero 130 presentato all'articolo 2. Poiché devono trascorrere dieci minuti per procedere alla prima votazione dall'inizio della seduta, sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 15, viene ripresa alle ore 17 e 26.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Riprendiamo la seduta. Comunico che il consigliere Mariano Contu è presente in Aula, quindi è rientrato dal congedo.
Metto in votazione l'emendamento numero 130. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 40.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Chiedo la votazione per parti dell'emendamento numero 40.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, vi prego di prendere posto perché non si può lavorare in questo modo.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Vorrei chiedere la votazione per parti. La prima parte dall'inizio sino a "per la Sardegna", cioè "La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio al fine di dare copertura agli oneri di servizio per la continuità territoriale marittima da e per la Sardegna", che poi non è altro che l'accordo esistente; separatamente la seconda parte comprendente il periodo: "Ovvero per una partecipazione pubblica alla gestione delle linee marittime della Società Tirrenia e collegate".
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, ovviamente, lascia la copertura finanziaria che è stata individuata?
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, esprimo il voto favorevole all'emendamento numero 40. Capisco la richiesta del collega Cuccureddu, noi abbiamo paura di prenderci carico di una gestione delle linee marittime della Sardegna, lo posso anche capire, però l'emendamento ha lo scopo di far sentire un problema che c'è e che è estremamente legato anche ad aspetti di carattere economico e occupativo. Basterebbe, da un lato, mettere una dietro l'altra le sovvenzioni pubbliche che, negli ultimi anni, lo Stato ha riconosciuto alla Tirrenia e, dall'altro, il tenore e la qualità dei servizi che, in relazione a questo contributo dello Stato, sono stati resi alla Sardegna, perché di fatto è la Sardegna il principale interlocutore, per non dimenticare tutta una serie di questioni che ruota intorno alla Tirrenia, cioè appalti di servizi, catering e tutto il resto che, in qualche modo, tiene bloccata questa situazione intorno a interessi che tutto realizzano, fuorché la qualità del servizio.
Si permettono persino di sopprimere improvvisamente le linee, che passano una volta da Olbia, una volta da Cagliari, insomma noi subiamo una condizione di questo genere. Ultimamente c'è stato un interessamento della Regione Sicilia che ha avanzato un'offerta allo Stato per acquisire la società Tirrenia. Questo è il punto! Mentre noi stiamo attenti ai sofismi intorno a questo problema, senza neanche introdurre una volontà trattativistica su questo fronte, continuando sull'onda di quella che era una protesta sulla qualità del servizio, di fatto gli altri avanzano le proposte.
Ecco perché era necessario ed è necessario, al di là dell'emendamento e della copertura finanziaria, far sentire la voce del Governo regionale in questa materia, che non c'è, che è del tutto assente e che vorremmo sapere secondo quale orientamento si vuole collocare, a cominciare dal garantire quello che può essere garantito da subito, cioè una partecipazione per gli oneri di servizio pubblico per garantire qualità e servizi alla mobilità marittima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az). Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento, perché se è una provocazione sono d'accordo, l'accetto, serve a stimolare il dibattito attorno a un argomento importante come questo, ma che la prima parte, ad esempio, non si possa minimamente condividere, credo che sia un fatto naturale! Non è che lo Stato dismette e quindi io mi carico gli oneri e mi sostituisco allo Stato pagando io quello che doverosamente avrebbe dovuto fare lo Stato in modo più dignitoso. In questo caso, la dismissione e la privatizzazione non passano attraverso le casse della Regione, il tutto deve essere ragionato.
Allora, ha ragione anche il collega Gian Valerio Sanna, credo che quest'Aula abbia la necessità di fermarsi su questo argomento, sviscerarlo e non lasciare solo alla Giunta il compito delle decisioni. Non è un argomento di poco conto, è la Tirrenia che sta scomparendo! Qualcosa avverrà, il rischio vero è che avvenga sulle nostre spalle e, perché questo non accada, anche sul discorso della liberalizzazione del trasporto marittimo questa Aula ha il dovere di pronunciarsi, di fare scelte, di assumersi responsabilità, di aprire un contenzioso, se è necessario, con lo Stato italiano. Nel silenzio più assordante, questa partita non si può giocare, e non si può neanche giocare attraverso un emendamento in finanziaria. Come si può partecipare non è una cosa che decidiamo qua, stasera. Quando si mettono in votazione emendamenti, anche se per parti, come stava chiedendo il collega Cuccureddu, bisogna stare attenti, perché stiamo legiferando su qualcosa che poi può manifestarsi come una vera e propria palla al piede per le decisioni che comunque il Consiglio regionale dovrà prendere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, è chiaro, lo dico anche all'onorevole Sanna, che voler reintrodurre questo argomento in finanziaria ha anche naturalmente il senso della provocazione. Noi stiamo intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la continuità territoriale marittima e poi chiediamo che ci sia un miglioramento del servizio per quanto riguarda la qualità, la puntualità, la tecnologia e la velocità delle navi, insomma che ci sia un miglioramento del servizio per i sardi, sia per quanto riguarda i passeggeri che le merci. Ci sono stati già degli atti in passato, io ho visto una risoluzione della quarta Commissione del dicembre del 2007 sulle problematiche concernenti il prolungamento della convenzione pubblica con la società di trasporto Tirrenia.
Credo che si debba affrontare necessariamente il problema su due filoni. Il primo: la continuità territoriale via mare deve essere trattata con un meccanismo identico a quello della continuità territoriale aerea, quindi con la previsione di una conferenza di servizi promossa dalla Regione con la partecipazione naturalmente del Ministro dei trasporti, quindi lo Stato, in cui si stabiliscano i principi del bando di gara, alla quale gara pubblica partecipino le società interessate, quelle che vincono poi si assoggetteranno agli oneri di servizio.
La seconda provocazione, ma neanche tanto, è la cessione alla Sardegna del ramo d'azienda della Tirrenia, quello che cura i collegamenti con l'Isola, naturalmente blindando con una clausola la conferma di tutto il personale attualmente operativo.
Con questo emendamento riteniamo di sollevare un problema e chiediamo che la Giunta regionale, a partire da esso, esamini ed esprima anche un parere motivato che tenga conto di un Piano regionale dei trasporti, che è stato approvato in Giunta nella scorsa legislatura e che vorremmo venisse affrontato anche in questa legislatura e posto all'attenzione del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è uno dei temi ricorrenti e anche più significativi di quella che è una battaglia ormai datata, ma molto lontana dall'essere risolta favorevolmente per la Sardegna. L'emendamento, l'ha detto adesso il collega Bruno, ha la doppia funzione di conoscere prima di tutto quale sia la posizione della Giunta regionale in relazione alla garanzia della continuità territoriale marittima, e poi quella di capire come intendiamo affrontare strategicamente questo problema. Io ricordo, credo che fosse cinque o sei anni fa, di aver partecipato, lo dico ai colleghi Riformatori, a un'iniziativa promossa dall'onorevole Segni sul progetto delle autostrade del mare; autostrade del mare che, poi abbiamo scoperto, devono correre lungo le autostrade di terra perché devono sgravare di traffico le arterie stradali, per cui la Sardegna non è una destinazione tipica delle autostrade del mare in una visione di quel progetto che è assolutamente del tutto incomprensibile.
Io penso, invece, che uno dei termini necessari per pensare allo sviluppo di questa regione sia quello di garantire un trasporto marittimo di merci e persone adeguato al tempo; inoltre credo che garantire quel tipo di trasporto e pensare alla Sardegna come uno degli scali privilegiati anche della relazione commerciale possano essere un punto tale da assicurare qualche prospettiva di sviluppo. Ecco perché la partita "Tirrenia" è...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Annuncio il voto a favore dell'emendamento, però impiegherò i tre minuti per spiegare alcune ragioni di questo voto a favore, tra l'altro già fatto da chi mi ha preceduto. L'onorevole Giacomo Sanna si chiedeva se è una provocazione; forse è una positiva provocazione. La Tirrenia probabilmente è l'unica compagnia che agisce in regime di monopolio, almeno in alcune tratte, tra l'altro è il vettore che tratta peggio i sardi. Di questo certamente ne è responsabile la Tirrenia, ma i responsabili morali e politici credo siamo noi. Allora noi presentiamo un emendamento per allocare le risorse necessarie per pervenire a una gara pubblica, almeno sugli oneri di servizio, poi può anche essere che non servano, non è detto. In effetti, prendendo a riferimento quello che è successo per quanto riguarda la continuità territoriale aerea, abbiamo scoperto nel corso degli anni che i costi... scusate... però, vedete, questo è uno degli esempi in cui davvero diventa inutile anche continuare a sforzarsi per rappresentare una qualche idea… se non c'è davvero una disponibilità all'ascolto e c'è semplicemente la presunzione (a parte forse l'assessore La Spisa che ogni tanto ci degna di qualche risposta, tra l'altro accogliendo qualche idea) diventa davvero complicato discutere!
Allora, dicevo, il tema della continuità territoriale marittima, per le persone e non soltanto, è un tema che ci interessa? Io credo di sì. E' possibile che la classe politica e istituzionale regionale consenta alla Tirrenia di fare quello che vuole? Badate, se noi dovessimo indire un referendum sul gradimento della classe politica prendendo... Presidente, rinuncio a parlare, la ringrazio per l'attenzione che è riuscita a dedicare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, mi dispiace che il collega Diana non abbia concluso il suo intervento, però credo che un argomento di questo tipo, come quello introdotto dall'emendamento oggetto di discussione in questo momento, meriti, vista l'importanza e la valenza, di essere trattato innanzitutto in Commissione. Io mi permetto di intervenire come Presidente pro tempore della Commissione trasporti, la quarta Commissione, e ovviamente ritengo che un argomento come questo - ho seguito dalla mia stanza l'intervento dell'onorevole Giacomo Sanna, che condivido in pieno - meriti di essere trattato con attenzione e soprattutto meriti il coinvolgimento di tutta la Commissione competente per poi essere trasferito all'interno di quest'aula con un ordine del giorno ad hoc.
E' un tema che tocca tutti, ci tocca come amministratori, ma anche come fruitori di un servizio che, come molti hanno detto, non sempre è eccellente e spesso ha portato numerosi disagi ai sardi che viaggiano e ai sardi che lavorano. Allora, io chiedo ai firmatari di questo emendamento di ritirarlo e prendo l'impegno, all'interno di quest'aula, come Presidente di Commissione, di convocare subito una riunione con l'Assessore affinché questo tema possa essere oggetto di discussione e soprattutto di una maggiore attenzione da parte dello stesso Consiglio regionale.
Credo che sia riduttivo trattare questo tema con un emendamento, che ovviamente non contesto, lo prendo anch'io come una provocazione, ma, data la serietà del problema che voi stessi ponete, ritengo che meriti una maggiore attenzione e un più ampio coinvolgimento degli stessi consiglieri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il problema della continuità territoriale credo sia stato da sempre uno dei problemi più gravi all'attenzione del Consiglio regionale e dei vari Consigli regionali che si sono succeduti. E' chiaro che questo emendamento apre un argomento che in qualche modo il Presidente della quarta Commissione, Sanna, ha voluto evidenziare ricordando all'Aula che, nel momento in cui abbiamo esaminato la finanziaria, non abbiamo avuto il piacere di dibattere di questo e di altri argomenti con l'Assessore dei trasporti.
Di questo abbiamo avuto occasione di lamentarci, però l'emendamento proposto all'attenzione dell'Aula oggi solleva il problema. Quindi, io credo che questo emendamento abbia il merito di richiamare all'attenzione di noi tutti la drammaticità del trasporto in un settore come quello navale dove la continuità territoriale per alcuni aspetti forse è anche più salvaguardata, ma con problemi, perché non sempre viene assicurata, e soprattutto non è garantita la qualità del servizio. Quando qualche volta mi capita di viaggiare in nave, l'agenzia a cui mi rivolgo mi comunica che magari nella giornata in cui ho scelto di viaggiare, purtroppo Grimaldi non naviga, come a dire che se si vuol viaggiare in quel momento, si deve subire il trasporto Tirrenia. Questo è un aspetto di non secondaria importanza.
Poi il problema dei costi, così come lo richiamava il collega Giacomo Sanna, e la ricaduta occupativa per una realtà come la nostra che è tagliata fuori, cioè si utilizza l'insularità ancora una volta a vantaggio di chi vive nella penisola; noi non solo subiamo la qualità del servizio non garantita ma non abbiamo neanche un ritorno in termini occupativi. Mi auguro di poter discutere questo e altri problemi prima in Commissione e poi in Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io accolgo l'invito che ha fatto il Presidente della Commissione e quindi ritiro l'emendamento ma a condizione che la Commissione istruisca la pratica e magari trovi lo spazio nel prossimo collegato con una copertura finanziaria idonea e che sia assicurata la presenza in Commissione dell'Assessore competente, comunque della Giunta. Come ha detto poco fa il collega Sechi, anche io credo che sia un argomento che non possiamo sottovalutare, che sia urgente affrontare e che il Consiglio lo debba fare con tutti gli elementi a disposizione, quindi una pratica da istruire in quarta Commissione in modo che arrivi al Consiglio regionale nel prossimo collegato. Su questo vorrei sentire anche il parere della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La questione è all'attenzione della Giunta, come è stato detto più volte. C'è l'idea di riprendere la questione eventualmente nel collegato e comunque con l'attenzione a quantificare con precisione, individuare e trovare le risorse adeguate per una soluzione forte del problema, non mi resta altro che confermarla.
PRESIDENTE. Essendo stato ritirato l'emendamento, decadono le richieste di dichiarazione di voto degli onorevoli Vargiu e Lotto.
Metto in votazione gli emendamenti numero 55 e 82.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore e dei colleghi su questo emendamento sul quale è stato, ovviamente, solo per la firma, espresso un parere negativo. Non si tratta di un emendamento di impegno finanziario, ma un emendamento attraverso il quale si dà indirizzo alle strutture della Regione affinché nella composizione dei budget annuali, soprattutto quelli di fine anno, che attengono alla spesa delle singole direzioni generali, si dia un indirizzo di priorità a favore di quelle spese, che poi vengono invece tagliate, per il trasferimento dei fondi agli enti locali relativamente alle somme aventi finalità di carattere sociale e socio-assistenziale e agli interventi per favorire l'occupazione, per fare in modo che i trasferimenti agli enti locali siano integralmente trasferiti nel corso dell'anno.
Questo significa, in poche parole, decidere che la volontà delle istituzioni vale più di quella della burocrazia che prevede budget identici, magari ci accorgiamo che non è affatto urgente mandare un po' di dipendenti della Regione per delle fiere in giro a fine anno a spendere soldi della Regione o per comprare qualche scrivania che può aspettare o qualche automobile del tutto inutile, mentre è più urgente costituire dei budget che privilegiano il trasferimento a favore del sistema degli enti locali per queste finalità.
Fino a oggi la Regione predispone dei budget che praticamente sono a gentile richiesta delle direzioni generali che, ovviamente, ognuna vuole spendere per conto proprio; ma così facendo non si fa una politica, non si generano delle priorità e siccome purtroppo il patto di stabilità è quello che è, come sua ripercussione, io credo che sia giusto darci un indirizzo e dare alla burocrazia un indirizzo affinché siano tutelate entro l'esercizio alcune spese piuttosto che altre.
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 85.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, con l'emendamento numero 85 noi cerchiamo di introdurre in questa finanziaria l'estensione delle zone franche urbane in analogia con il principio e quindi con l'accordo, speriamo già attuato, tra l'Agenzia regionale delle entrate e quella statale, che prevede nell'articolo 2 il credito d'imposta. Noi crediamo che si possa analogamente introdurre l'estensione delle zone franche urbane nei quartieri delle città con maggiore degrado urbano e sociale, pertanto riteniamo che si possa integrare la dotazione di risorse per le zone franche urbane e che si possa anche procedere alla selezione di nuove zone franche urbane, quindi non solo coprire la graduatoria già ammessa sulla base dei nove comuni ritenuti idonei nella scorsa legislatura dalla Regione. Riteniamo che si possa garantire un sistema di valutazione permanente e crediamo che questo tema (che può essere affrontato benissimo in questo modo sulla base del principio che ho appena richiamato in finanziaria) possa trovare copertura anche attraverso qualche misura specifica del POR; so che, per esempio, il Bic Sardegna sta lavorando in questo senso.
Riteniamo, quindi, di dover estendere il principio che riguarda la fiscalità di vantaggio, la defiscalizzazione e la decontribuzione, non soltanto per le imprese con massimo 15 dipendenti, non soltanto per il credito d'imposta, ma analogamente anche per quei quartieri a rischio, dove forse è opportuno trovare dei modi per attrarre le imprese e fare in modo che ci sia una maggiore vitalità nelle nostre città.
Il senso di questo emendamento l'ho già spiegato. L'Assessore nella fase di replica alla discussione generale sull'articolo non ha escluso l'interesse per questa materia, ma ci ha rimandato ancora una volta magari a una sessione specifica o forse al collegato. Noi riteniamo che coraggiosamente questo Consiglio regionale debba affrontare l'argomento "zone franche" perché siano garantite in questo modo delle risposte concrete, fattibili, per le nostre popolazioni, in particolare per quelle fasce sociali che sono più deboli. Questo, insomma, è il senso dell'emendamento per il quale votiamo a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, come dicevo anche stamattina, sono convinta - ma il Capogruppo ha già esplicitato bene questo nostro intendimento - che l'istituzione delle nuove zone franche - sulle quali si è espresso in modo possibilista anche l'Assessore stamattina - costituisca davvero una concreta forma di sostegno allo sviluppo sociale ed economico della nostra Isola. Questo emendamento rappresenta, anche a dispetto delle critiche che ci vengono fatte dalla maggioranza per non aver fatto delle proposte concrete per questa finanziaria, una tra le altre proposte costruttive che vi facciamo per migliorare questa finanziaria e per renderla davvero rispondente ai bisogni del tessuto produttivo della nostra Isola e - anche affiancata all'altra norma che è stata approvata stamattina - arricchisce il ventaglio dei provvedimenti per il sostegno economico delle imprese e per i territori.
Questo strumento, Assessore, può avere una valenza davvero straordinaria per la Sardegna che può essere estesa, così come ha fatto la Francia (bisognerebbe studiare meglio il sistema che ha sperimentato la Francia), anche alle zone rurali costituite dai piccoli paesi; uno strumento che consentirebbe di dare risposte e di concretizzare anche politiche serie per le zone interne. Come si sa, infatti, la competitività e l'attrattività delle città e dei sistemi urbani è anche una delle priorità del quadro nazionale di sostegno 2007-2013, quindi della politica regionale unitaria.
Pertanto faremmo bene a perseguirla anche attraverso l'approvazione dell'emendamento sulle zone franche, comunque affrontando questo tema perché costituisce un rafforzamento proprio per le città. D'altronde lo sviluppo delle città è uno degli elementi maggiormente evidenti anche delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, sarebbe questo un modo per dare finalmente almeno una risposta concreta a quelle dichiarazioni. Presidente, annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 85 con una sottolineatura che mi accingo a esprimere molto brevemente: si tratta di legislazione nazionale all'interno della quale proviamo a estendere - non voglio dire la sovranità perché sarebbe quasi un eccesso verbale - la possibilità di autodeterminazione della Regione nell'intervenire a sostenere le proprie prospettive economiche, anche attraverso l'utilizzo di strumenti di defiscalizzazione come quelli definiti per le zone franche urbane. Questo tentativo che noi proponiamo e che abbiamo cercato di proporre e di riproporre in altre circostanze, badate, può essere uno degli strumenti attraverso il quale noi sperimentiamo un nuovo rapporto con lo Stato, al di là delle costituenti che si possono fare (sulle quali noi non abbiamo alcuna pregiudiziale) o dei percorsi interni al Consiglio che devono e possono proporre le modifiche dello Statuto.
C'è una legislazione nazionale da applicare, avuto riguardo alla nostra specialità, sulla quale vale la pena di sperimentarsi anche ricorrendo, ove sia necessario, al giudizio della Corte costituzionale, cioè a un rapporto anche conflittuale con lo Stato. Del resto perché c'è il rapporto conflittuale con lo Stato? Lo Stato deve smettere di pagare solamente i territori più forti di questo Paese che sono diventati tali grazie a una destinazione privilegiata di fondi, ma non solo, anche di energie e risorse umane. L'emigrazione sarda e, non solo, quella meridionale, in Lombardia, ha costruito un'economia forte che nasce così forte e si sviluppa così forte proprio perché ha avuto un'attenzione privilegiata da parte dello Stato, non solo dello Stato repubblicano, ma anche di quello che l'ha preceduto. Ecco perché vale la pena di una sperimentazione in questo campo anche per le zone franche urbane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Io vorrei tanto votare a favore di questo emendamento soprattutto perché il 31 luglio 2008 sollevai questo problema con l'allora assessore Rau chiedendo al Consiglio un richiamo nei confronti dell'assessore Rau, allora Assessore dell'industria, sulla delibera che individuava le nove aree che avevano beneficiato degli interventi previsti dalla normativa nazionale comunitaria sulle zone franche urbane. Quel Consiglio, lo ricordo al collega Mario Bruno che c'era, al collega Uras, non ebbe la forza per chiedere all'assessore Rau la totale rivisitazione di quella delibera; anzi, acconsentì alla sua relazione di difesa dicendo che il Governo nel 2007-2008 aveva stabilito i criteri, dimenticandosi il 5 aprile precedente, quando discutevamo dei consorzi industriali, di dirci - in questo Consiglio - che c'era una scadenza per le zone franche urbane. Credo che voi ricordiate quella discussione. Allora, io vorrei votare questo emendamento, ma noi sappiamo che non è efficace, che non può avere efficacia. E' uno di quei pacchetti all'interno della vertenza Stato-Regione in cui dobbiamo rivendicare l'autonomia decisionale necessaria per stabilire i criteri che realmente possano identificare quelle aree dove una fiscalità di vantaggio potrebbe essere utile per uno sviluppo economico, aree che non sono sicuramente quelle nove individuate dalla precedente Giunta.
Perdonatemi, non è un richiamo alla coerenza, anche a quella per certi versi perché si può sempre riconoscere di aver sbagliato, ma è un richiamo a un percorso utile e necessario sul quale ci possiamo ritrovare e ci ritroviamo che è quello di imporre al Governo centrale un certo tipo di autonomia e lo si può fare chiedendo la modifica di quei criteri stabiliti unilateralmente dal Governo italiano per destinare a noi quei 50 milioni, già previsti e inefficaci per quanto ne so, nelle aree effettivamente...
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Esprimo anticipatamente il mio voto favorevole a questo emendamento che è finalizzato a migliorare la qualità; poi le difficoltà le conosciamo, sono contenute nelle norme e quindi nella legislazione nazionale a cui facciamo riferimento. Però io credo che sia anche in questo caso doveroso riportare l'attenzione dell'Aula su un problema di grande importanza. L'emendamento infatti ha come premessa quella di contrastare i fenomeni di esclusione sociale che ben conosciamo e che sono un po' diffusi in tante città della nostra Sardegna.
Io credo che la proposta sia proprio quella di procedere a individuare e a selezionare nuove zone franche urbane nei confronti delle quali far emergere prima di tutto la possibilità e l'opportunità di sostenerle attraverso i finanziamenti possibili, io dico anche attraverso una attenzione che verrebbe richiamata da parte delle amministrazioni locali che spesso sono quelle che favoriscono l'abbandono e il degrado di certe zone che poi assumono - come dire - il titolo e i requisiti per essere prese in considerazione come zone franche urbane. E' una medaglia che ha due facce e naturalmente deve vedere gli uni e gli altri impegnati a far sì che queste cose accadano.
Naturalmente, nei luoghi interessati, bisogna intervenire con azioni in grado di stimolare anche in seconda battuta l'intervento delle amministrazioni locali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che questo emendamento vada sostenuto e votato, perché pone al centro dell'attenzione di quest'Aula un problema di grande interesse. Le periferie urbane delle nostre città sono in una situazione assolutamente di difficoltà da ogni punto di vista. Creare le condizioni, affinché in queste realtà urbane si realizzino meccanismi virtuosi di rilancio economico, di recupero delle sacche di disagio sociale, di utilizzazione di tutti gli strumenti per rendere le popolazioni, che vivono attualmente una condizione di degrado, protagoniste di una nuova stagione di rilancio economico e sociale, credo che sia assolutamente di grande interesse e anche una grande scommessa. Non si è certi di vincerla perché spesso quando si investe in queste realtà i risultati non sono sempre garantiti. Però è una scommessa doverosa sulla quale dobbiamo assolutamente concentrare l'attenzione. Credo che possa essere, qualora ci si muova in questa direzione, un nuovo inizio per molte realtà urbane che vivono in condizioni assolutamente inaccettabili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 85.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 85.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Solinas Antonio e Ben Amara hanno votato a favore e che il consigliere Planetta ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 65
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 21
contrari 44
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 167.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho già sottolineato anche in un'interlocuzione con i colleghi della maggioranza e con la Giunta il valore di questo emendamento e la disponibilità a trovare la copertura nelle somme che la Giunta aveva già proposto di conservare all'interno del fondo regionale per l'occupazione. Per cui se ci fosse una conferma...
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Se l'intenzione da parte dei proponenti è di mantenere la proposta del testo senza la richiesta di un'ulteriore copertura aggiuntiva, ma a valere sulle risorse esistenti per la politica del lavoro, che tra l'altro stiamo conservando per il bilancio del 2010, il parere contrario può essere modificato e ci si rimetterebbe alla valutazione dell'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene, visto che ha dato questa disponibilità.
PRESIDENTE. La Giunta ha dato la disponibilità e si è rimessa all'Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Non ho capito, in ragione di ciò che ha comunicato la Giunta, come viene inteso l'ultimo comma dell'emendamento. Sì, se la formulazione rimane quella che è, si parla di fondo regionale per l'occupazione, l'onorevole Uras mi corregga, si tratta di fondi regionali, sono fondi a bilancio, cioè di che cosa si parla? Perché sembra che la Giunta si sia dichiarata disponibile a cambiare il parere, purché non ci sia un aggravio di spesa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'espressione potrebbe essere, se vogliamo essere più precisi, "Al finanziamento dei progetti la Giunta concorre, a valere sulle risorse sussistenti, in capo al Fondo regionale per l'occupazione".
PRESIDENTE. E' chiaro, onorevole Maninchedda? Va bene.
Metto in votazione l'emendamento numero 167, nel testo modificato. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per illustrare l'emendamento orale al comma 4 dell'articolo 2, che è stato proposto questa mattina. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, al comma 4 dell'articolo 2 si parla del contributo "pari al 20 per cento dell'importo versato nell'anno 2009… a valere sul personale dipendente operante nell'Isola", dopo le parole "ed è maggiorato di un importo pari a euro 1500 per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato", si propone di aggiungere le parole "e di un importo pari a euro 2000 per ogni nuova assunzione di personale che abbia completato il percorso formativo all'interno del programma master and back". E' chiara la finalità, così come abbiamo illustrato stamattina, serve a completare il percorso di rientro dei giovani che partecipano al programma formativo all'interno del master and back, e quindi dare loro una ulteriore possibilità di trovare un lavoro nell'Isola, ribadendo le finalità stesse del progetto.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:
Articolo 3
Interventi per lo sviluppo delle attività produttive
1. Per la realizzazione di un programma pluriennale di infrastrutture e di servizi correlati allo sviluppo delle attività produttive, da attuarsi secondo le modalità stabilite della legge regionale n. 2 del 2007, articolo 25, comma 5 bis, è autorizzata una spesa complessiva di euro 400.000.000, in ragione di euro 100.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 (UPB S01.03.010).
2. A tal fine è istituito, per le risorse di provenienza regionale, presso l'Assessorato regionale competente in materia di programmazione, un apposito fondo da ripartirsi tra gli assessorati competenti per materia; i termini e le modalità di funzionamento del fondo sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, previo parere della competente Commissione consiliare da esprimersi entro venti giorni, trascorsi i quali il parere si dà per acquisito.
3. Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, una quota non inferiore al 20 per cento dello stanziamento per l'anno 2010 è destinata al finanziamento degli oneri di progettazione.
4. La spesa di cui al comma 1 ha carattere autorizzatorio e può essere oggetto di impegno pluriennale ai sensi della legge regionale n. 11 del 2006, articolo 6, comma 3. Gli stanziamenti di bilancio tengono conto dei suddetti impegni. La quota di stanziamento non impegnata nell'anno di riferimento, permane nel conto dei residui per essere utilizzata, per le medesime finalità, fino a suo esaurimento.
5. A valere sui fondi POR-FESR 2007-2013 una somma fino ad euro 150.000.000 è destinata ad agevolare l'accesso al credito delle imprese, ammesse ai benefici comunitari, mediante la costituzione di un fondo di garanzia. I criteri e le modalità di gestione del fondo sono individuati con apposita direttiva della Giunta regionale, emessa su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione.
6. Dopo il comma 5 ter dell'articolo 25 della legge regionale n. 2 del 2007, e successive modifiche ed integrazioni, è inserito il seguente:
"5 quater. Al fine di semplificare il procedimento amministrativo e nel contempo accelerare la spesa relativa alla concessione di agevolazioni a favore delle imprese, quando queste prevedano un utilizzo di risorse provenienti da più fonti di finanziamento in capo a diversi assessorati, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione, è individuato un unico centro di responsabilità amministrativa. L'Assessore competente in materia di bilancio è autorizzato ad apportare le conseguenti variazioni di bilancio."
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 1 è soppresso. (113)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 2 è soppresso. (114)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 3 è soppresso. (115)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 4 è soppresso. (116)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 5 è soppresso. (117)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 6 è soppresso. (118)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 per la concessione di contributi a favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, costituite in Sardegna da almeno cinque anni e che abbiano svolto attività nell'ambito della valorizzazione di diplomati e diplomandi degli Istituti di alta cultura musicale della Sardegna (Conservatorio di musica di Cagliari e di Sassari), con il fine della valorizzazione professionale, della creazione di posti di lavoro stabili e, nel contempo, lo sviluppo di attività culturali nel territorio dell'isola. Il relativo intervento è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore alla pubblica istruzione".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 2.000.000,00. (10)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente comma 6 bis
"I termini di impugnabilità ed eventuale versamento disposti dall'art. 3 della legge regionale 9 agosto 2002, n. 15, per i comuni che hanno ricevuto un finanziamento con delibera della Giunta regionale n. 28/25 del 28 agosto 2001 per i progetti di potenziamento di elettrificazione rurale ai sensi dell'art. 18 della legge regionale n. 21 del 006, sono prorogati di un ulteriore anno.". (11)
Emendamento all'emendamento numero 11 aggiuntivo Giampaolo Diana - Bruno - Uras - Salis.
Articolo 3
All'emendamento n. 11 sono aggiunte le seguenti parole :
"Inoltre i termini di presentazione dei programmi e dei progetti, compresi quelli per il potenziamento delle reti di elettrificazione rurale, finanziati con impiego di risorse di cui alla L.r. n. 37 del 24 dicembre 1999 e successive modifiche ed integrazioni e quelli dei relativi impegni sono prorogati al 31 dicembre 2010". (169)
Emendamento aggiuntivo Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"Per le finalità di cui al comma 19 della legge regionale n. 7 del 2002, relative alla concessione di contributi agli enti locali per lo smaltimento di rifiuti urbani, è autorizzata nell'anno 2010 l'ulteriore spesa di euro 3.000.000,00 (UPB S04.05.001 - Capitolo SC04.1132).
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.000.000,00. (13)
Emendamento aggiuntivo Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 per il finanziamento, degli interventi di completamento della discarica consortile per rifiuti non pericolosi di cui è titolare il Consorzio per la zona industriale di interesse regionale di Iglesias (UPB S04.05.002).
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 2.000.000,00. (14)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata la spesa di euro 150.000.000,00, di cui euro 20.000.000,00 per il 2010, euro 30.000.000,00 per il 2011, euro 50.000.000,00 per il 2012 e euro 50.000.000,00 per il 2013, per il finanziamento degli interventi di realizzazione e di adeguamento della strada statale 128.".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 20.000.000,00. (16)
Emendamento aggiuntivo Milia - Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 3.000.000,00 per il finanziamento degli interventi di scavo nella Regia Nuragica di Barru nel territorio del Comune di Guasila e Guamaggiore."
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.000.000,00. (19)
Emendamento aggiuntivo Obinu - Capelli - Cappai - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Steri.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 3.500.000,00 per il finanziamento degli interventi di completamento del banchinamento del fiume Temo.".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.500.000,00. (20)
Emendamento aggiuntivo Mula - Dedoni - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente
6 bis. è autorizzata nell'anno 2010 la spesa di € 1.500.000,00 da destinare a studi di fattibilità e di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di porti turistici
COPERTURA FINAZIARIA
In aumento
UPB S.07.04.002 investimenti nel comparto portuale, ivi compreso quello turistico
Anno 2010 € 1.500.000,00
In diminuzione
UPB S.02.03.007 trasferimento agli EE.LL. per interventi di politiche attive del lavoro investimenti Cap.SC02.0898
Anno 2010 € 1.500.000,00. (27)
Emendamento aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Cucca - Cuccu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente
6 bis. Per il mantenimento dell'occupazione e per favorire lo sviluppo economico la Regione Autonoma della Sardegna dispone a favore della SFIRS SPA un finanziamento di 50.000.000 Euro finalizzato al recupero delle aziende sarde risanabili, mediante l'aumento di capitale delle stesse.
Con le risorse derivanti dall'aumento di capitale la SFIRS SPA acquista una parte del capitale sociale della società da risanare per l'importo occorrente per l'estinzione dello scaduto della società per sofferenze, incagli bancari e per debiti verso i fornitori.
La verifica di risanabilità delle aziende verrà valutato da un apposito comitato composto dalla SFIRS SPA, dai Consorzi di garanzia e dalle Banche interessate.
FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 50.000.000. (58)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
All'art. 3 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti commi:
6 bis. Allo scopo di completare e conformare al livello nazionale, il quadro normativo regionale finalizzato al rafforzamento delle aree e dei sistemi produttivi rurali isolani, particolarmente di quelli più svantaggiati in zone interne rurali o marginali, nonché al fine di consentire la fruizione da parte delle aziende e degli operatori economico-produttivi di dette aree dei benefici e delle agevolazioni previsti a livello nazionale dalla legge 33 del 9 aprile 2009, art. 3, così come modificata dalla legge n. 99 del 23 luglio 2009 art. 1, in relazione agli obbiettivi e alle attività di cui all'art. 15 della l.r. 8 agosto 2006 n 13, la Giunta Regionale di propria iniziativa, su proposta dell'Assessore All'Agricoltura e riforma agro-pastorale, entro novanta giorni dall'approvazione della presente legge, adotta lo strumento normativo di natura regolamentaria che disciplina le modalità di individuazione, istituzione riconoscimento, gestione finanziamento, dei distretti rurali e dei distretti agro-alimentari di qualità in Sardegna.
6 ter. Con le stesse modalità di cui al precedente comma, in riferimento alla legge n. 33 del 9 aprile 2009 art. 3 e s.m.i. entro sei mesi dall'approvazione della presente legge l'Assessore all'agricoltura e riforma agro-pastorale, su delega della giunta regionale, stabilisce con propria determina le agevolazioni di competenza regionale per facilitare la costituzione sia dei distretti rurali e dei distretti agri-alimentari di qualità sia delle reti di imprese delle filiere agro-alimentari e dei servizi rurali a carattere interregionale, di particolare interesse strategico per la Sardegna. (67)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Lotto - Cocco Pietro - Bruno - Espa.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è istituito il comma 6 bis:
6 bis. Per l'attuazione degli interventi di risanamento nelle aree stagnali e nei bacini idrografici interessati è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 20.000,00.
L'attuazione degli interventi è delegata alle Province ed agli organismi pubblici di gestione dei compendi lagunari.
Copertura finanziaria
In aumento UPB S04.08.006 - capitolo SC 04.1913
In diminuzione: FNOL. (73)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente:
6 bis. Ai fini di riattivare l'utilizzo delle disponibilità di cui alla legge regionale 11 agosto 1983, n. 16, il Comitato di cui all'articolo 10 è soppresso. (131)
Emendamento aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessi' - Maninchedda.
Articolo 3
Dopo il comma 6 dell'articolo 3 è aggiunto il seguente comma:
Al fine di agevolare l'accreditamento delle Imprese di costruzione, operanti nel territorio regionale, che intendano partecipare a gare d'appalto indette da Enti Pubblici, al sistema unico nazionale di qualificazione di cui al D.P.R. 34/2000 e all'art. 40 del decreto legislativo 163/2006, è disposta la concessione di contributi a fondo perduto, nella misura del 50% del costo dell'investimento ammesso e con la previsione di un massimale di costo. Le condizioni per dette concessioni sono definite dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dei LL.PP. tenendo conto dei criteri e delle modalità del regime "de minimis": A tale fine è stanziata la somma di euro 5.000.000,00 sul bilancio regionale 2010 (UPB S01.04.001 ; cap. di n.i.). (160)
Emendamento aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessi' - Maninchedda.
Articolo 3
Dopo il comma 6 dell'articolo 3 sono aggiunti i seguenti commi 6 bis, 6 ter, 6 quater:
6 bis. Al fine di agevolare l'accreditamento delle Imprese di costruzione, operanti nel territorio regionale, che intendano partecipare a gare d'appalto indette da Enti Pubblici, al sistema unico nazionale di qualificazione di cui al D.P.R. 34/2000 e all'art. 40 del decreto legislativo 163/2006, è disposta la concessione di contributi a fondo perduto, nella misura del 50% del costo dell'investimento ammesso e con la previsione di un massimale di costo. Le condizioni per dette concessioni sono definite dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dei LL.PP. tenendo conto dei criteri e delle modalità del regime "de minimis". A tale fine è stanziata la somma di euro 5.000.000,00 sul bilancio regionale 2010 (UPB S01.04.001 ; cap. di n.i.)
6 ter. E' autorizzato lo stanziamento di euro 10.000.000, di cui euro 5.000.000 per l'anno 2010 e euro 5.000.000 per l'anno 2011, per la costruzione, l'ampliamento e la ristrutturazione di cimiteri, con le modalità di cui all'art. 34 della L.R. 18.01.1999 n.1, (UPB S 08.01.02 Cap. n.i. ).
6 quater. Dopo l'articolo 6 della legge regionale 24 maggio 1984 n. 24, recante "Interventi urgenti per l'esecuzione e manutenzione di opere idrauliche di terza, quarta e quinta categoria di competenza regionale" è inserito il seguente:
Art. 6 bis
1. L'Amministrazione regionale è autorizzata ad erogare alle province ed ai comuni un contributo integrativo straordinario destinato ad interventi di pulizia e di manutenzione dei corsi d'acqua naturali o inalveati ricadenti nel territorio provinciale e/o comunale di cui all'articolo 61 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9. Il finanziamento sarà erogato in una unica soluzione e costituisce per l'ente beneficiario entrata a destinazione vincolata; l'ente beneficiario è tenuto ad impegnare e a spendere le somme entro l'anno di iscrizione in bilancio, pena la revoca del contributo.
2. La spesa per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 è determinata in euro 8.000.000 da ripartirsi sulla base di direttive adottate dalla Giunta Regionale su proposta dell'Assessore dei Lavori Pubblici. (UPB S04.03.003). (156)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
Entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale si impegna a presentare un disegno di legge per la riforma del sistema delle aree industriali della Sardegna. (166)
Emendamento aggiuntivo Floris Mario - Cuccureddu - Mulas.
Articolo 3
Dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. Continuità territoriale.
Modifiche all'articolo 20, comma 1 della l.r. n. 2 del 2007.
1. Per le finalità previste dal comma 1, dell'articolo 20 della legge regionale n. 2 del 2007 (legge finanziaria 2007) è autorizzata l'ulteriore complessiva spesa di euro 40.000.000, in ragione di euro 10.000.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2013 (UPB 07.06.002).
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB S07.06.002 (Investimenti nel settore dei trasporti)
Anno 2010 euro 10.000.000
Anno 2011 euro 10.000.000
Anno 2012 euro 10.000.000
Anno 2013 euro 10.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 (FNOL - parte corrente)
Anno 2010 euro 10.000.000
Anno 2011 euro 10.000.000
Anno 2012 euro 10.000.000
Anno 2013 euro 10.000.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (8)
Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessi' - Maninchedda - Planetta.
Articolo 3
Dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente:
Articolo 3 bis.
Interventi straordinari urgenti per la delocalizzazione di immobili insistenti su aree a rischio idrogeologico.
1. Gli immobili realizzati sulla base di legittimi titoli abilitativi su aree soggette ad eventi calamitosi alluvionali ovvero classificate a rischio idrogeologico elevato sono delocalizzati.
2. A tal fine, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i competenti Servizi del Genio Civile, anche avvalendosi dei dati del sistema informativo territoriale regionale e degli studi in possesso dell'Amministrazione e degli enti regionali, provvedono alla ricognizione ed al censimento degli immobili di cui al precedente comma 1, dando priorità ai territori peri quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della Legge 24 febbraio 1992, n. 225.
3. La giunta regionale, all'esito delle attività di cui al comma 2, approva un Piano straordinario di delocalizzazione, che individua i Comuni interessati dagli interventi, la ripartizione dei fondi di cui al successivo comma 7.
4. L'assessorato competente in materia di lavori pubblici attua il piano, individuando idonee aree da acquisire per la realizzazione di appositi piani di lottizzazione di iniziativa pubblica dove delocalizzare gli immobili.
5. I proprietari degli immobili di cui al comma 1 possono optare per l'assegnazione di un immobile equivalente realizzato nei piani di lottizzazione di cui al precedente comma 4 ovvero per la corresponsione di un contributo pari ad euro 450 per metro cubo del fabbricato da delocalizzare.
6. Gli immobili di cui al comma 1 sono acquisiti al demanio regionale e demoliti. Le aree di risulta sono oggetto degli interventi di rimessa in pristino e mitigazione del rischio idrogeologico necessari alla messa in sicurezza dei territori.
7. Per gli interventi del presente articolo è autorizzata la spesa di euro 50.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012. (153)
Emendamento all'emendamento numero 153 sostitutivo parziale Espa - Bruno - Barracciu - Sabatini - Porcu - Uras - Salis.
Articolo 3
Al comma 5, le parole "un contributo pari ad euro 450" sono sostituite dalle parole "un contributo di almeno euro 450". (173)
Emendamento all'emendamento numero 153 aggiuntivo Espa - Bruno - Barracciu - Sabatini - Porcu - Uras - Salis.
Articolo 3
Al comma 5 sono aggiunte le seguenti parole:
"Le delocalizzazioni possono avvenire anche in comuni diversi dal comune di provenienza". (172)
Emendamento all'emendamento numero 144 sostitutivo totale Diana Mario - Cherchi - Dedoni - Gallus - Steri - Milia - Obinu.
Articolo 3
L'emendamento numero 144 è sostituito come segue:
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
"14 bis. E' autorizzata nell'anno 2010 la spesa complessiva di euro 10.000.000 per interventi di bonifica negli stagni di Oristano (UPB S06.05.011). L'attuazione degli interventi è delegata alle province e/o agli organismi di gestione dei compendi lagunari.".
Copertura finanziaria
In aumento
UPB S06.05.001 Interventi a tutela degli stagni
Anno 2010 10.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente
Anno 2010 10.000.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (171).)
PRESIDENTE. Ricordo che i colleghi che intendono parlare sull'articolo 3 e i suoi emendamenti devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente e colleghi, ritengo che sia arrivato il momento in quest'Aula di fare giustizia di tutta una serie di dichiarazioni che sono state fatte anche di recente sulla continuità territoriale della Sardegna. Titoloni di giornali in prima pagina che parlano di una riduzione del costo del biglietto da e per la Sardegna di 8 euro, che non sono ad appannaggio di chi dichiara queste cose, né di qualche parte politica, ma fanno parte delle norme contrattuali esistenti. Si vorrebbero approvare le mosse di un Ministro, che sappiamo benissimo che ha un occhio di riguardo per le compagnie e non certamente per i sardi.
Assessore, colleghi del Consiglio, mi riferisco soprattutto a quei colleghi che stamattina nell'andito si chiedevano perché dovremmo spendere soldi noi per la continuità territoriale, quando ormai il costo del biglietto è ridotto rispetto a quello che era in passato, si vuole cioè confondere la continuità territoriale della Sardegna, riconosciuta dallo Stato con l'articolo 36 della legge numero 44, a conclusione di un iter che è durato 13 anni nella Commissione europea, per la quale abbiamo fatto la più grande conquista della vita autonomistica della Sardegna. Siamo partiti da un regime d'imposizione degli oneri di servizio pubblico, ovvero da un regolamento che nulla ha a che vedere con la continuità territoriale e con i sardi; voglio ricordare ai colleghi - e chiederei un attimo di attenzione, non tanto per me quanto per l'argomento che stiamo trattando - che siamo arrivati dopo la Francia per la Corsica, dopo il Portogallo per le Azzorre, dopo la Spagna per le Canarie, dopo l'Irlanda, la Norvegia, l'Inghilterra, la Svezia e la Germania, e adesso stiamo annullando tutto.
Abbiamo realizzato una continuità territoriale, lo ricordo per chi non c'era, con un prezzo di biglietto "Cagliari-Roma" che era di 128 mila lire, allora c'era la lira, e 65 e 800 per i residenti, e così via per tutte le altre parti d'Italia. Da qualunque parte della Sardegna si andasse in continente, da Cagliari, da Olbia, da Alghero, a Milano, il prezzo del biglietto era sempre lo stesso. La nostra è una Regione svantaggiata e periferica, quindi i vettori devono rispondere a criteri che non si attuerebbero se non fossimo proprio una Regione svantaggiata e periferica. Essi baderebbero unicamente al loro interesse commerciale e non all'interesse specifico della Sardegna e di tutte le regioni periferiche d'Europa.
Ma il problema della continuità territoriale non è un problema soltanto di tariffe, è un problema di continuità, è un problema di regolarità, è un problema di capacità, di qualità, di orari, è un problema per il quale il popolo sardo ha combattuto 40, 50, 60 anni. La differenza tra un contratto di servizio pubblico e un altro basato sull'imposizione di un obbligo di servizio pubblico non si colloca sul piano economico, ma su quello operativo con un solo vettore quale soggetto esercente del servizio; poi si possono allargare tutte le compagnie che vogliono, e si possono adeguare a questa imposizione degli oneri, ma quello deve rimanere una cosa ferma, una pietra miliare nell'autonomia della Sardegna, l'altro è copertura dei deficit.
Mi dispiace che non sia presente l'Assessore competente per materia, ma devo dire che ora la situazione è caratterizzata da una precarietà che è pericolosissima. L'intervento pubblico nel settore dei servizi aerei è governato da un nuovo regolamento comunitario, appena entrato in vigore, che è poco conosciuto e poco testato; esso prevede condizioni più restrittive rispetto a quelle che c'erano nel 1992 per quanto riguarda l'ammissibilità degli interventi da parte dell'Unione Europea. Il Ministero dei trasporti e anche il Governo nazionale non hanno mai prestato attenzione alla questione, devo dire che l'unica persona che si è occupata allora della continuità territoriale è stato Berlusconi, che effettivamente ha messo la parola "fine" a questo discorso, un discorso iniziato con tante giunte di destra e di sinistra. Non ci sono al momento, Assessore, risorse finanziarie statali assegnate e disponibili per questi interventi. Anzi dirò di più…
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ci sono risorse nostre. Hanno trasferito la competenza.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). No, no, neanche nostre! Un momento, non hanno trasferito la competenza, lo dice Soru che hanno trasferito la competenza, non credo che l'onorevole Soru volesse questo quando ha acconsentito ad assumere il trasporto pubblico locale, le spese della sanità e della continuità territoriale. No, lo Stato continua a versare i soldi all'ENAC che, anziché usarli per la continuità territoriale della Sardegna, quindi a destinazione vincolata, li mette nel calderone unico e li utilizza per gli aeroporti di Torino e di Roma! E' chiaro che noi dobbiamo combattere questa battaglia. E' opportuno ricordare che abbiamo scadenze nel mese di marzo di quest'anno e che, se anche dovessimo fare la conferenza dei servizi fra due giorni, non saremmo in condizioni di realizzare la continuità territoriale cosiddetta minore, cioè quella tra la Sardegna e Palermo, Napoli, Firenze, Bologna.
Per quanto riguarda invece la nostra continuità territoriale, al momento attuale, dicembre 2009, noi non abbiamo una "lira"! Se è vero che Soru ha trasferito tutte le competenze, allora la Regione sarda introduca nel proprio bilancio le somme necessarie per assicurare la continuità territoriale ai sardi! Prima parlavamo della Tirrenia, quindi stavamo parlando della continuità territoriale marittima, per persone e per merci: anche in questo caso non si sa che fine abbiano fatto i 30 miliardi messi a disposizione dallo Stato! Non ce la possiamo cavare così per la continuità territoriale per le persone. La continuità minore allora valeva 10-15 milioni, che sono stati messi a disposizione dallo Stato, quest'anno non c'è una "lira" per quanto riguarda questa continuità territoriale, come non c'è una lira per quanto riguarda la continuità territoriale cosiddetta maggiore, quella tra la Sardegna e Milano e Roma.
Allora, è un sistema che non funziona! Senza compensazione economica non c'è continuità territoriale, non possiamo confondere il low cost con la continuità territoriale! La continuità territoriale, per i sardi, significa stabilire in quali orari il sardo parte dalla Sardegna per andare a Roma o a Milano e in quali orari fa ritorno. Se io devo andare a Milano o a Roma posso e devo ritornare in giornata, altrimenti sono costi. Posso fare la visita medica, posso partecipare a una conferenza, posso partecipare a qualunque tipo di riunione ma poi mi riportano in giornata: questa è continuità territoriale! Stabilire il numero, gli orari e i prezzi dei voli! Siamo passati ormai a 122 euro per il volo "Cagliari-Roma", non è possibile che facciamo finta di nulla!
Dopo la grande battaglia che il Consiglio regionale, tutto insieme, ha combattuto, riportando una vittoria straordinaria, adesso che cosa facciamo? Ci perdiamo in quattro fesserie, in quattro emendamenti, senza pensare allo sviluppo della Sardegna! Abbiamo sempre detto che i trasporti per la Sardegna sono un handicap strutturale, su questo noi dobbiamo per forza mettere mano, quindi noi abbiamo previsto 10 miliardi…
Guardate, non siamo intervenuti su niente, Assessore, siamo intervenuti sul Patto di stabilità, sul Fondo unico e sulla continuità territoriale. Riteniamo questo problema di straordinaria importanza e vale una finanziaria, per cui il nostro voto sulla finanziaria dovrà tener conto della risposta che la Giunta regionale darà su questo problema. Abbiamo anche fatto i conti: per garantire a tutti i sardi una tariffa da 40 euro occorrono 40 milioni di euro all'anno, cifra che è già grossa perché secondo noi non si dovrebbe pagare niente, si dovrebbe arrivare al costo zero: cioè il sardo deve arrivare dalle coste della Sardegna alle coste italiane a costo zero. Questo significa mettere i sardi nelle stesse condizioni economiche!
Dobbiamo aprire la grande vertenza nei confronti dello Stato, l'abbiamo sempre detto, fa parte della partita; noi ci proponevamo al popolo sardo per rivedere tutta la partita delle entrate e questo ne fa parte. Se l'Assessore dice: "Noi ci siamo presi l'onere e l'onore di pagare", allora paghiamo, ma non è possibile pensare alla Befana, cioè che le compagnie aeree attuino a fare la continuità territoriale…
PRESIDENTE. Onorevole Floris, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Floris)
PRESIDENTE. Onorevole Floris, il fatto è che le regole sono uguali per tutti, se faccio una deroga per lei, poi la devo fare per tutti. Mi dispiace.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Lei sa che io non sconfino mai, mi sembrava un argomento importante.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente. Assessori, colleghe e colleghe, mi sembra che l'articolo 3 sia uno degli articoli molto significativi nell'atto di programmazione regionale. Il sostegno alle infrastrutture è la condizione primaria per supportare il segmento delle attività produttive in Sardegna, per cui anche l'argomento poc'anzi accennato dall'onorevole Floris sulla continuità territoriale è sicuramente uno degli elementi cardine perché le nostre attività produttive possano competere al pari delle altre attività, diciamo, nazionali e quindi le nostre produzioni e i nostri servizi possano raggiungere tutti gli ambiti e i mercati possibili.
Potremmo elencare tutte le infrastrutture a supporto delle varie attività produttive regionali, ma io mi soffermerò su alcune. Ho visto che molti emendamenti sono legati alle infrastrutture rurali e credo che queste siano fondamentali per quel segmento economico al quale la Sardegna tende a guardare con particolare attenzione vista la problematicità della grande industria; con trepidazione tutti attendiamo risposte perché questa continui a produrre e quindi a essere presente in Sardegna, certo è che in quest'Aula si è anche parlato dell'agricoltura come elemento primario della produzione sarda, non foss'altro perché ultimamente, anche in questi giorni, vi sono attenzioni caratteristiche al mondo agricolo e in modo particolare verso specificità che sono tipiche dell'Isola. Quindi un elemento importante che ci permette di valorizzare quegli elementi tipici che, all'interno della globalizzazione, possano ricavarsi un settore e un segmento di mercato importante, pena l'omologazione e quindi le difficoltà anche di stare nel mercato delle nuove produzioni.
Per stare appunto nell'ambito delle attività agricole, dicevo che io mi auguro che una programmazione sulle infrastrutture guardi con attenzione verso quelle infrastrutture fondamentali alle aziende agricole perché possano esercitare la loro attività in assoluta sicurezza, in assoluto raccordo fra le stesse e con assoluta possibilità di miglioramento per raggiungere il livello delle aziende europee. Parlando di questo, abbiamo accennato alla viabilità rurale che consente alle aziende di accedere ai fondi; per esempio, anche per quanto riguarda il trasporto del latte (che è uno degli elementi caratteristici della nostra produzione che va appunto trasferito nei vari caseifici), la viabilità rurale spesso comporta disagio per il trasferimento di questa preziosa produzione.
Parlo anche dell'elettrificazione rurale: in molti ambiti ancora stenta però questa può essere sostenuta con le fonti alternative, come i pannelli fotovoltaici, ma c'è la necessità che le imprese agricole abbiano sufficiente elettrificazione (considerato il fatto che oggi sono strutturate sulla base delle norme CEE e quindi hanno bisogno di infrastrutture come le mungitrici automatiche) per tutte quelle apparecchiature tecnologiche che devono essere supportate con piena efficienza attraverso una buona e ottima rete elettrica. Parlo anche della possibilità degli strumenti che, nello sviluppo delle attività produttive, andrebbero messi in concorso, messi in relazione: si sta sviluppando l'elemento, utile anche nel territorio del Medio Campidano, di mettere in concorso le attività di allevamento zootecnico con le attività agricole produttive; molti degli allevamenti si forniscono di mangimi che hanno costi elevati e quindi non consentono la produzione a prezzi accessibili, per cui anche sotto questo profilo una infrastruttura produttiva, tra virgolette, potrebbe essere quella che continua a favorire la coltivazione delle leguminose come elemento portante dell'alimentazione animale, specie nelle aree ancora incolte. Questa è un'altra sperimentazione che si sta compiendo nel Medio Campidano e credo che abbia necessità di essere supportata proprio perché mette in concorso, all'interno delle aziende agrarie, l'attività dell'allevatore con l'attività del contadino, integrando i redditi delle due importanti e portanti attività agricole.
Per chiudere questa riflessione sul mondo agricolo, aggiungerei l'elemento dell'allargamento dell'irrigazione nei terreni, visto e considerato che oggi possiamo contare su risorse idriche abbondanti. Senza l'irrigazione si può fare un'agricoltura povera mentre per implementare e sostenere, appunto, le attività produttive in questo settore, le infrastrutture, come l'espansione della rete irrigua nel territorio della Sardegna, possono e devono contribuire senz'altro all'implementazione e alla ricchezza delle nostre aziende agricole. Ripeto aziende che devono essere sostenute e incoraggiate nella specificità, nella qualità anche nella bioproduzione, che sono quegli elementi che possono, ripeto, connotarci e quindi essere considerati utili al recupero dell'economia in Sardegna.
Siccome il tempo è breve, vorrei tornare su un tema a me caro, affrontato spesso anche dall'Aula: la valorizzazione dei beni culturali. Uno dei segmenti principali del richiamo turistico in Sardegna è sicuramente legato ad alcuni aspetti infrastrutturali come la viabilità e quindi la mobilità interna alla Regione, non solo quella aerea che, per fortuna, ci consente anzi sta incominciando a consentirci, di essere legati un po' al mondo con la possibilità di movimentazione turistica dalle aree più lontane della Sardegna. La infrastrutturazione territoriale va sostenuta in modo che raggiunga gli elementi rappresentati dai beni culturali che sono, io credo, una delle fondamentali ricchezze del patrimonio storico sardo. Patrimonio, ripeto, che al cospetto delle realtà internazionali si colloca sicuramente, se non al primo, almeno fra i primi posti per caratterizzazione, per storia, per cultura, per curiosità anche della nostra stessa cultura.
Allora il sostegno va alla valorizzazione dei beni culturali, alla ripresa degli scavi archeologici tale da consentire di aumentare la fruibilità dei monumenti presenti in Sardegna, ma non solo, anche da permettere chiaramente la conoscenza ulteriore del mondo nuragico e prenuragico, che è substrato della nostra storia, della nostra cultura. Quindi è importante riscoprirlo e sostenerlo come strumento importante delle attività produttive all'interno del quale andrebbero consolidate tutte quelle maestranze che oggi supportano la valorizzazione dei beni culturali e ancora non hanno un inquadramento preciso vivendo in situazioni di grande precarietà, che andrebbero affrontate all'interno del quadro più generale relativo all'utilità dei precari in Sardegna.
Il tema dei beni culturali credo che sia uno dei temi da affrontare al più presto perché sono tantissimi i giovani laureati e diplomati che servono questo settore produttivo isolano e che, nella situazione di precarietà, non danno certo il meglio di se stessi verso quella grande potenzialità...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico ai colleghi Christian Solinas, Pietro Pittalis, Ben Amara Radhouan, Attilio Dedoni ed Efisio Planetta che non potranno intervenire in quanto si sono iscritti oltre il termine.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, come mio solito, il mio intervento sarà estremamente breve per richiamare l'attenzione su due o tre profili che l'articolo in discussione pone all'evidenza. Si tratta di un articolo rubricato: "Interventi per lo sviluppo delle attività produttive"; al suo interno, come segnalato anche nei precedenti interventi, vengono poste una serie di norme che parlano di infrastrutture. E' evidente che, stante la configurazione, il taglio che abbiamo voluto dare a questa finanziaria è che il problema delle infrastrutture non può essere affrontato in maniera complessa. Lo abbiamo visto anche in precedenza quando si è parlato dell'emendamento sulla Tirrenia. Eppure deve essere ribadito in questa sede che questo è un elemento essenziale, perché lo sviluppo della Sardegna, che sia turistico, agricolo o culturale, può avvenire solo in quanto la Sardegna venga dotata di una rete infrastrutturale. Faccio un esempio: se noi volessimo sviluppare l'attività "golfistica" creando una serie di campi da golf nelle varie parti della Sardegna, questo sarebbe possibile in presenza di una rete stradale tale da consentire degli spostamenti rapidi e sicuri.
Sicuramente è giusta la battaglia che viene fatta sulla "Sassari-Olbia", ma è solo un aspetto particolarmente grave, particolarmente importante e urgente di un altro problema che è il problema che riguarda tutta la rete stradale e ferroviaria della Sardegna. Il fatto che in questo campo la Sardegna sia totalmente arretrata rispetto al resto dell'Italia mi sembra che sia indubitabile. Mentre si fa il ponte sullo stretto di Messina, noi stiamo a "pietire" allo Stato nazionale i finanziamenti per fare una strada a "quattro corsie", neanche un'autostrada! Eppure oggi la Regione può fare qualche cosa su questo. Nella legge numero 166, approvata nel mese di giugno scorso, il Governo ha previsto espressamente che, per quanto riguarda la rete stradale e autostradale, le Regioni possano costituire un'azienda mista con l'Anas che è destinata a verificare gli interventi. Questo è un meccanismo che deve essere utilizzato ed è estremamente importante perché ci consente di intervenire direttamente e immediatamente, non solo finanziariamente (ricordo che la Regione sarda ha pagato decine di miliardi per tutti i progetti della "131" e anche di altre strade, tipo la "125"), ma anche sulla programmazione e sulle scelte.
Infatti bisogna andare alla ricerca di meccanismi alternativi rispetto ai finanziamenti tradizionali per realizzare le infrastrutture. Il Gruppo sardista ha accennato l'altro giorno alla possibilità di utilizzare il leasing immobiliare. Sinceramente questa è un'opzione che a me sembra di difficile attuazione in quanto urterebbe contro la possibilità di configurare un privato proprietario di una strada. Sono le stesse difficoltà, per parlarci chiaro, che ha incontrato Abbanoa quando ha cercato di utilizzare il leasing immobiliare per poter realizzare gli acquedotti e ha avuto, da quello che c'è stato riferito in Commissione, un "no" secco da parte delle banche proprio per questa configurabilità.
Però se noi andiamo ad approfondire gli studi vediamo che ulteriori strumenti sono realizzabili. A titolo di esempio basti considerare gli studi che l'ANAS ha fatto due o tre anni fa, quando verificò, per quanto riguarda la "554", il tratto iniziale della "130", della "131" e, se ricordo bene, anche l'asse viario di collegamento con la città di Sassari, che il traffico era tale da essere ben configurabile e sostenibile la realizzazione di una rete autostradale. La realizzazione di una rete autostradale implicherebbe un raddoppio della possibilità di utilizzo delle strade, è questo il meccanismo che deve essere seguito, che deve essere utilizzato e devono essere effettuati ulteriori studi per verificare se nel frattempo sia aumentato il traffico veicolare su altri tratti stradali in modo che anche su di essi si possano estendere reti autostradali da realizzare con una concessione.
E' comunque un problema estremamente delicato in cui la Regione deve imporsi un atteggiamento forte di rivendicazione nei confronti dello Stato. Lo stesso atteggiamento di quando la Sardegna accettò, dopo aver chiesto e posto fine alla resistenza del Regno di Sardegna, la nascita del Regno sardo-piemontese, e questo nacque perché la Sardegna rivendicava un riparo a tutti i torti subiti per cercare di ottenere uno sviluppo. Questo non è stato. Si è cercato con lo Statuto di autonomia di porre un rimedio, rimedio che non è stato realizzato. Occorre quindi agire nei confronti dello Stato in maniera estremamente incisiva per sviluppare le reti autostradali e le reti ferroviarie.
Ulteriore profilo del problema è quello dei rapporti col continente. Per quanto riguarda la continuità territoriale, il presidente Floris ha parlato in maniera molto puntuale poco fa, ma è da approfondire il problema per quanto riguarda le merci, per poter fare questo, dobbiamo predisporre alla Comunità europea una relazione che dimostri che il traffico via mare è più costoso e più oneroso di quanto non sia il traffico via terra.
Ritengo pertanto che correttamente la Giunta abbia limitato nella sua proposta, in questa fase, alcuni interventi essenziali; però credo che il problema debba essere approfondito in seguito. In primo luogo penso che debba essere convocata la prima Commissione, considerando che si tratta dei rapporti Stato-Regione, affinché affronti analiticamente e puntualmente tutti i problemi della continuità territoriale, i problemi dei rapporti con lo Stato per lo sviluppo della rete ferroviaria e della rete stradale, e anche i problemi con la Tirrenia. Qualora ciò non dovesse avvenire, noi presenteremo una mozione perché se ne parli in Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo preliminarmente sull'ordine dei lavori perchè ho bisogno di un chiarimento sulla comprensibilità del testo. Vorrei sapere che cosa si intende per "della legge numero 2 del 2007, articolo 25, comma 5 bis", posto che il comma 5 bis in un testo approvato non dovrebbe esistere. A che cosa si riferisce? Ho bisogno di capire di che oggetto stiamo parlando.
PRESIDENTE. Non ho capito a che cosa si sta riferendo, onorevole Sanna.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi sto riferendo all'articolo 3, primo comma.
PRESIDENTE. Scusi? Non ho capito, sta parlando del testo della finanziaria?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì. Nell'articolo 3, comma 1, si parla di "comma 5 bis". Io posso controllare la legge numero 2 del 2007, ma ho difficoltà a individuare di che cosa tratta il comma 5 bis, perché non sono rubricati in questo modo, quindi vorrei sapere a che cosa si riferisce. Poi intervengo.
PRESIDENTE. Stiamo verificando, onorevole Sanna.
Onorevole Sanna, si tratta di un articolo novellato, quel comma è stato introdotto dalla legge regionale 7 agosto 2009 numero 3.
Prego, può procedere con il suo intervento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Grazie. Fondamentalmente, l'articolo 3 si suddivide in due parti: la prima, comprendente i primi quattro commi, parla di infrastrutture e servizi correlati; la seconda parte invece, comprendente i commi 5 e 6, parla di benefici, cioè di sistemi di agevolazione. Ora, l'obiezione che ne scaturisce è capire: l'articolo 25 della legge numero 2 parla di strumenti di incentivazione, che sono cose diverse dalle infrastrutture e dai servizi correlati e soggiacciono a regimi differenti. Per quanto riguarda l'articolo 25 si parla, penso che sia la stessa cosa, della creazione di un ulteriore fondo di rotazione, sostanzialmente, perché le modalità di gestione di questi fondi passano attraverso i fondi di rotazione. Quindi, dopo avere cercato di eliminarli, adesso li ricostruiamo. Suppongo pertanto che per la gestione di questo fondo bisognerà indire una gara pubblica, come prevede sempre l'articolo 25, e che si autorizzeranno appunto i diversi programmi. Per quello che dichiarate voi, con tutto il bagaglio che dovrà essere prodotto tra direttive e deliberazioni della Giunta, parere della Commissione, questa è una misura che potrebbe cominciare a produrre degli effetti tangibili iniziali tra maggio e giugno del 2010, in un momento nel quale possiamo discutere ampiamente sull'efficacia e la pertinenza di questi interventi nell'ambito della finanziaria.
Secondo aspetto. Il comma 3 prevede una cosa che a me pare strana dicendo che, al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, si fa una riserva del 20 per cento su questo fondo per le progettazioni. Ora, anche qui bisogna intendersi, cioè gli oneri normalmente pubblici riconosciuti per le progettazioni, su finanziamenti pubblici, non sono del 20 per cento, sono inferiori di molto, per cui queste questioni vanno decise. Non è che, per esempio, per quanto riguarda altre risorse pubbliche, del tipo infrastrutture di tipo pubblico, o edilizia pubblica, riconosciamo il 15 per cento e qui ne riconosciamo il 20 per cento! Ci deve essere spiegato perché si sottraggono fondi alle incentivazioni per foraggiare le progettazioni, posto che non è una somma riconosciuta, ma è sostanzialmente una modalità per accelerare la cosiddetta cantierabilità.
Ho alcuni dubbi sul fatto che sia sufficiente la progettazione per la cantierabilità, perché, a questo punto, in Regione noi avremmo poche centinaia di euro di residui, perché abbiamo progettazioni a iosa, però i quartieri non partono perché c'è bisogno di ben altro, quindi è del tutto evidente che la cantierabilità dei lavori è legata a semplificazioni e a utilizzo di strumenti di semplificazione amministrativa che non sono affatto presenti in questo contesto.
La conclusione è che non solo operativamente la norma può cominciare a produrre degli effetti a partire da maggio o giugno del 2010, ma, siccome agevoliamo la cantierabilità e conosciamo i tempi delle progettazioni, non genererà alcun tipo di spesa efficace nel 2010, concorrendo a quel dannato obiettivo, a cui si è molto dedicato il Presidente della Commissione, che è la formazione dei residui. Tanto è vera questa mia affermazione, che il sistema del legislatore previene (certo che previene!) e nel successivo comma si dice: "La spesa di cui al comma 1…" - cioè 100 milioni all'anno per 400 milioni in quattro anni - "può essere oggetto di impegno pluriennale…", e ancora: "Gli stanziamenti di bilancio tengono conto dei suddetti impegni. La quota di stanziamento non impegnata nell'anno di riferimento…" - ovviamente nel 2010 succederà questo - "permane nel conto dei residui per essere utilizzata, per le medesime finalità, fino a suo esaurimento".
A questo punto nasce il problema, cioè: vogliamo ridurre questi residui o vogliamo creare norme fatte ad hoc per incrementarli per legge? Questo è il punto! Cioè, con questo comma 4, noi stiamo già mandando un messaggio agli ipotetici beneficiari di questa norma dicendo loro di tener presente che, prima dei mesi maggio-giugno, la norma non è attiva, posto che la Giunta utilizzi proficuamente i 90 giorni per fare i suoi adempimenti, e posto che questi tempi siano rispettati persino dalla Commissione che ha altri 20 giorni di tempo. Fatevi i vostri conti e, tra feste comandate e non, arriviamo a maggio-giugno. A maggio-giugno cominceranno a poter essere erogati per la cantierabilità i fondi per la progettazione, questo è un provvedimento che, nell'esercizio 2010, non c'entra niente, e che quindi non ha l'ambizione di intervenire sull'economia della Regione Sardegna in questo anno che si apre, è un provvedimento a futura memoria.
Altro aspetto. Io credo che noi abbiamo ampiamente condiviso con molti rappresentanti del sistema degli enti locali, anche del centrodestra, il fatto che le politiche di infrastrutturazione e di creazione di condizioni di logistica competitiva per l'insediamento delle aziende, fossero un problema che dovesse via via cercare di aggregare le diverse esperienze che gli enti locali avevano formato nel tempo, attraverso i cosiddetti Piani di insediamento produttivi e, attraverso l'incentivo del sistema dell'Unione dei comuni, avevamo orientato i comuni ad assumere questa problematica su un'area territoriale più ampia, facendo in modo che questo tipo di attività portasse non solo a una razionalizzazione dei costi e delle infrastrutture, ma anche a una maggiore realizzazione delle condizioni di marketing territoriale favorevoli all'insediamento delle aziende.
Tutto questo non vale più perché, con questa impostazione, si riassume una condizione centralistica della Regione che, in qualche modo, decide dove orientare, e quindi ignora, bypassa totalmente gli enti locali che, invece di essere resi in qualche modo protagonisti e attori principali nell'individuazione di ciò che va infrastrutturato e migliorato in termini di servizio, vengono presi a uno a uno con criteri che determinerà la Giunta, che, mi permetterete, conoscendovi molto bene, so già quali saranno, non sarà certamente un criterio meritocratico, né pubblico a bando. Quindi vi lascio dedurre quale sarà il vero metodo col quale si deciderà.
Questo, fortunatamente, è, a mio parere, con molta gioia, il giorno in cui il sistema degli enti locali preannuncia di voler, come noi avevamo auspicato, impugnare queste norme di fronte ai tribunali dello Stato, per l'ingiustizia che hanno subito in ordine al mancato trasferimento del Fondo unico. Io credo che, in questo articolo, ci sia un'altra ragione per la quale i comuni che hanno investito nelle politiche territoriali per darsi una prospettiva di razionalizzazione, anche della localizzazione di impresa e dei servizi, possano fare la loro parte anche con un'ulteriore motivazione che li esclude del tutto, ripristinando la logica dei cosiddetti fondi di rotazione e così via. La seconda parte è più semplice. Sentite! Sentite! Dopo i soldi ampiamente già dati da Tremonti alle banche, noi ci preoccupiamo di mettere altri soldi per agevolare l'accesso al credito delle imprese!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'articolo 3 tratta dello sviluppo delle attività produttive, nell'ambito di questo articolo il comma 6 indica modalità di semplificazione amministrativa, dice il testo: "Al fine di semplificare il procedimento amministrativo e nel contempo accelerare la spesa relativa alla concessione di agevolazioni a favore delle imprese, quando queste prevedano un utilizzo di risorse provenienti da più fonti di finanziamento in capo a diversi Assessorati, con deliberazione della Giunta regionale… è individuato un unico centro di responsabilità amministrativa...". Io mi chiedo (me lo chiedo ormai da 19 anni, e non è roba di poco conto) per quale motivo strano noi manteniamo all'interno dell'ordinamento dell'Amministrazione regionale la legge numero 40 del 1990. La legge numero 40 del 1990 è una legge che regola i procedimenti amministrativi della Regione, individua le responsabilità di procedimento, quindi individua un titolare di quel procedimento, e gli attribuisce proprio le funzioni che il comma 6 di questo articolo 3 vorrebbe attribuire invece attraverso una deliberazione della Giunta regionale. Cioè, noi introduciamo una norma all'interno della finanziaria per regolare un procedimento amministrativo che è già regolato da 19 anni da un'altra legge, peraltro in vigore, e che noi ci ostiniamo a ignorare, e non riesco a capire perché! Fra l'altro, questa è una norma che noi abbiamo sistematicamente indicato nelle leggi successive.
Nell'ultima finanziaria, anche per sostenere le imprese c'è una dotazione (che è quella che è stata attribuita) che costituisce e alimenta il Fondo regionale per l'occupazione, che non è un Fondo destinato a dare contributi a fondo perduto a disoccupati, ma è un fondo costituito per sostenere, anche attraverso l'impresa, l'occupazione. Lo dico perché credo che ci sia in questa nostra Regione non solo una crisi industriale, ma anche una crisi nel mondo dei servizi e, apro una piccola parentesi, all'interno di questo mondo dei servizi, una crisi dell'informazione locale. Ci sono diverse persone, decine, centinaia di persone che lavorano, anche in modo precario, all'interno delle nostre piccole realtà editoriali e di informazione che, nella scorsa manovra finanziaria, abbiamo individuato essere dei soggetti destinatari di aiuti, e abbiamo anche indicato una procedura, che è quella dell'accordo procedimentale dell'articolo 24 della legge numero 40 del 1990.
Questo lo dico, Assessore, perché una delle finalità di questo comma 6 è proprio quella di dare un'accelerazione della spesa alle risorse che sono destinate principalmente alle esigenze del settore economico e alle esigenze di salvaguardia e di tutela, se è possibile di crescita, dell'occupazione. A me pare che ci sia una sorta di condanna che colpisce tutti gli Esecutivi, tutte le legislature, tutte le maggioranze, per cui bisogna necessariamente innovare anche quello che già esiste e nell'innovare quello che già esiste capita che puntualmente noi ci ritroviamo sempre davanti lo stesso identico problema; lo stesso identico problema è che noi non spendiamo neppure le risorse che abbiamo stanziato per soccorrere l'attività economica, la salvaguardia, la tutela del lavoro e la crescita dell'occupazione. A me piacerebbe che, qualche volta, anche nella predisposizione della manovra finanziaria, durante la discussione che si sviluppa in Commissione, riuscissimo ad ascoltarci un pochino di più perché non tutto deve essere interpretato necessariamente come uno scontro di natura ideologica.
Stamattina ho avuto modo di dire: "Badate, stiamo attenti su questo articolo 2, sugli interventi di defiscalizzazione, di contributo attraverso la riduzione degli oneri previdenziali, a orientare questo contributo principalmente all'attività economica". Abbiamo aggiunto la sezione S - l'ho detto - che è destinata prevalentemente all'associazionismo sindacale, politico e delle categorie professionali e delle imprese. Che cosa è? Mi è stato risposto che sono servizi alla persona. La realtà è che sono comprese le agenzie di pompe funebri e i manicure e, insieme a loro, le associazioni politiche, quelle sindacali e quelle delle imprese. Quindi che cosa succederà? Se non interverrà la Giunta a dire almeno che questi gruppi sono vasti, ampi, ma la priorità, nell'utilizzo di quei 50 milioni di euro, deve essere intesa per il settore manifatturiero e io posso dire anche al settore delle costruzioni e poi al commercio e poi - se esistono - ai servizi alla persona (cioè se esiste l'associazionismo del volontariato, del terzo settore, che potrebbe essere ricompreso in alcuni punti della sezione S), ma pure, all'ultimo stadio, se non le vogliamo proprio escludere, le associazioni politiche, sindacali, quelle delle categorie professionali e delle imprese, succederà che le risorse andranno a quelli più attrezzati che sono proprio quei soggetti che non sono soggetti economici attivi, che non sostengono in modo decisivo l'economia. Quindi quei 50 milioni di euro finirebbero (già il sistema è molto complicato e il funzionamento è molto difficile) per approdare verso soggetti che non sono esattamente quelli che magari noi, approvando quell'articolo, avevamo in mente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'articolo in esame dovrebbe rappresentare, se non la parte più significativa, certamente una delle parti più significative del testo che abbiamo in discussione. Poiché non voglio tediare nessuno, come è avvenuto nel precedente intervento, richiamando gli indicatori economici e quelli del mercato del lavoro, vado oltre. Non voglio nemmeno richiamare le difficoltà finanziarie del sistema delle piccole e medie imprese in particolare, che è il sistema verso il quale la Regione ha delle competenze proprie di intervento, di sostegno e di promozione. Credo, invece, possa essere utile in questi minuti, scusate la presunzione, soffermarmi brevemente su tre o quattro questioni che hanno, ripeto, la presunzione di esaminare alcuni fattori di criticità del nostro sistema economico.
Il primo: noi abbiamo alcune tipologie di criticità. Una è quella riferita al sistema industriale, in particolare ai grossi poli industriali (Porto Torres, Ottana, Portovesme, Cagliari, Macchiareddu, Sarroch) che soffrono di alcuni fattori alla produzione che sono oggetto di questa Regione da tanti anni; certamente l'energia, nelle sue tipologie, i trasporti, sui quali si è soffermato poc'anzi il presidente Floris, temi, ahinoi, ancora irrisolti, che sono la palla al piede non solo per lo sviluppo, ma per il mantenimento di quelle attività produttive.
Un altro aspetto critico è il continuo depauperamento in particolare delle zone interne; una delle ragioni di questo depauperamento demografico risiede proprio nel fatto che insistono serie difficoltà in quei territori ad allocare iniziative produttive ed economiche, soprattutto ovviamente di piccole e medie imprese.
C'è poi un'altra tipologia di criticità che riguarda parecchie imprese, sono davvero tante, sottocapitalizzate e che, per effetto di questa sottocapitalizzazione, spesso sono preda del cinismo del sistema bancario che noi continuiamo a foraggiare, anche con questa finanziaria, banche che non si pongono scrupoli a far fallire anche imprese che hanno mercato perché hanno un prodotto capace di conquistarselo. Badate, uno degli ultimi esempi di questi giorni - lo conoscerà l'onorevole La Spisa - è quello dell'IMPREDIL, un'impresa che ha sede vicino a Cagliari, che ha un buon prodotto, un buon mercato, eppure, perché affetta da debiti, ha un'ingiunzione di fallimento e, se non riusciremo a intervenire, vedremo distrutta un'altra attività produttiva che crea manufatti che si vendono e che, ripeto, ha un mercato perché non ha un chilo di prodotto stoccato in magazzino.
Altra tipologia di criticità è quella relativa a imprese che, grazie agli investimenti innovativi effettuati negli anni passati, con capitale proprio ma anche con il contributo della Regione (dovremmo prestarvi attenzione, ne abbiamo tante in Sardegna e l'onorevole Maninchedda conosce bene questi problemi, così come penso tanti di noi), oggi hanno un prodotto che sta sul mercato non solo nazionale, non solo europeo, ma anche extra europeo. Queste imprese soffrono di altre due criticità: una è quella relativa al trasporto delle merci, l'altra al cambio sfavorevole dollaro-euro.
Allora, io ho voluto richiamare soltanto quattro tipologie (poi ce ne sono tante altre, per carità, mi sono limitato a queste quattro) perché spero, essendo poche, che vengano affrontate. In mezzo a questo clima, che non comprendo se sia festaiolo, di disinteresse, di una accettazione del fatto che non si vuol discutere perché vengono proposte da irresponsabili, (non l'ho capito davvero, non lo capisco e me ne dispiace perché sono tra quelli che stanno seduti dall'inizio fino alla fine ad ascoltare tutti, tutti, nessuno escluso), non capisco perché non si vogliano affrontare queste questioni.
Ebbene, in considerazione delle tipologie di criticità, delle quali soffre il nostro sistema produttivo, ripeto, non solo dal febbraio di quest'anno, sempre per rispetto di quella onestà intellettuale di cui dovremmo essere pervasi tutti, nessuno escluso, noi abbiamo fatto alcune proposte, ne avete fatto anche voi a onor del vero, la finanziaria ne è un esempio evidente.
Ebbene, per esempio, in questa finanziaria, lo dicevo prima, voi allocate circa, anzi senza circa, 400 milioni di euro in quattro anni, quindi 100 milioni all'anno per interventi infrastrutturali. Costituite un fondo ad hoc e lo destinate ai vari Assessorati. Quando si parla di infrastrutture si parla di opere che hanno una valenza generale, non ci può essere una regia di un singolo Assessorato perché una infrastruttura ha valenza per tutte le attività, quindi ci deve essere un'indicazione chiara, in particolare dalla Presidenza o dalla cabina di regia che avete istituito o altro; però indipendentemente da questo, con un ordine del giorno, a seguito di una mozione che presentammo qualche tempo fa, noi abbiamo chiesto di utilizzare 500 milioni delle nuove entrate proprio per rafforzare e sviluppare il sistema produttivo di quest'Isola a partire dalla dotazione infrastrutturale. Siete disponibili a riesaminare le risorse, io credo, insufficienti e inadeguate ad affrontare la drammaticità della crisi del sistema economico e produttivo di questa Regione, rivedendo queste quote? Credo che sarebbe importante se ci fosse da parte vostra la disponibilità a rimpinguare quelle somme, non stiamo chiedendo qualcosa di nuovo.
(Interruzione)
Ci avete pensato voi? Siete stati i primi? Bravissimi! Noi vi chiediamo soltanto di rimpinguare quelle somme perché sono del tutto insufficienti se vogliamo dare qualche risposta come Regione al problema infrastrutturale che resta una sorta di barriera architettonica per il mantenimento e lo sviluppo delle attività produttive ed economiche di quest'Isola.
Ancora, abbiamo presentato un emendamento che riguarda la SFIRS e io spero davvero che ci sia almeno la disponibilità di leggerlo. Abbiamo chiesto la dotazione finanziaria di 50 milioni di euro in ragione d'anno; la SFIRS attraverso quella disponibilità, cambiando un pochino anche pelle, dovrebbe incrociare le difficoltà delle aziende. Prima ho citato l'esempio (ne potrei fare tantissimi e anche voi siete in grado di farne tanti, in particolare l'assessore La Spisa) di una delle imprese che si trovano in difficoltà economiche, ma che hanno anche un conto economico tutto sommato sano, molte di queste sono sottocapitalizzate, quindi non hanno possibilità di accesso al credito e soprattutto, ripeto, sono esposte al rischio di pignoramento da parte del sistema bancario.
La SFIRS potrebbe acquistare una parte di capitale sociale (almeno per la quota relativa all'esposizione bancaria di queste imprese) di imprese che hanno un prodotto che conquista il mercato e che hanno mercato. Hanno dignità di essere affrontate queste proposte? Badate, se non hanno dignità nemmeno queste, francamente non capisco davvero che ruolo vogliamo attribuire a quest'Aula. A me davvero farebbe specie - quando arriveremo all'esame di quell'emendamento - se ci fosse il solito atteggiamento di negazione da parte della maggioranza, semplicemente perché è stato presentato dall'opposizione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, pronuncerò poche parole, iniziando dalla conclusione dell'intervento dell'onorevole Diana. In quest'Aula, il problema del senso delle nostre discussioni, che echeggia già dalla scorsa legislatura, ritorna perché il gioco di maggioranza e opposizione sembra negare la ragionevolezza delle analisi delle proposte in campo. Qual è il problema di partenza? Dobbiamo riuscire a svestire i panni dei ruoli che rivestiamo ed entrare nel merito della ragionevolezza delle cose.
Allora, io credo che il primo punto di un ragionamento tra di noi debba essere questo: una manovra sul sistema produttivo della Sardegna non inizia e non finisce quando si inizia e si conclude la discussione di una legge, ma ha un'origine prima e ha uno sviluppo dopo. Quindi non è che oggi discutiamo dell'articolo 3 della legge finanziaria e stiamo facendo la politica dello sviluppo della Regione in questo momento. Non è così! Bisogna riepilogare alcuni fatti.
Allora, partiamo per esempio dal ruolo della SFIRS. Una delle prime iniziative prese dalle leggi emanate da quest'Aula nel 2009 è stata proprio quella di trasformare la SFIRS, acquisendo le quote dei privati, in una forma di agenzia in house, strappandola alla logica che sia una banca come le altre, cioè controllata dal Tesoro, e consentendole quell'azione di Agenzia di sviluppo che l'onorevole Diana proprio stava indicando. Abbiamo messo all'interno della SFIRS una serie di poste di bilancio per capitalizzarla, rispetto agli obiettivi che lei citava, perché, per esempio, quando noi abbiamo previsto, nella scorsa finanziaria, i soldi per consentire alla SFIRS di acquisire capannoni industriali, l'abbiamo fatto per lo sviluppo delle imprese, abbiamo messo la SFIRS nelle condizioni di valutare piani aziendali, compartecipazioni che hanno anche quello strumento per andare incontro a imprese che stiano soffrendo la crisi del mercato. Non solo, stiamo trasformando la SFIRS in vista di una sua maggiore presenza rispetto alle micro imprese perché è in capo alla SFIRS un plafond, ormai di circa 30 milioni di euro, cosa che prima non c'era, perché gestisca il micro credito fino a 50 mila euro.
Ancora, il Bic è divenuto una struttura di sostegno, anche in questo caso, per l'erogazione delle misure che stanno al di sotto del de minimis, è diventato sostanzialmente un'Agenzia in house, quindi abbiamo un altro strumento che va incontro alle micro imprese che sono il tessuto più diffuso in Sardegna.
Abbiamo modificato poi i meccanismi della programmazione negoziata in maniera tale che, quando si attiva un accordo di programma, in alcune aree di crisi, non solo riusciamo a intercettare il bisogno di infrastrutture che viene dagli enti locali, per esempio, e dalle imprese, ma riusciamo anche a premiare, in forme compatibili con l'Unione Europea, le imprese che si allocano e mantengono gli investimenti nelle aree di crisi.
Abbiamo modificato il welfare per consentire che gli accordi di programma disciplinino meccanismi di utilizzo del fondo sociale europeo per la nuova formazione di cassintegrati e disoccupati. Il bando era stato fatto male prima (anche l'onorevole Uras aveva sollevato il problema in questa sede) poi è stato corretto nella forma del voucher.
Non è una politica che sta nascendo oggi, è una politica che si sta costruendo. Il problema è che stiamo rischiando di creare cumuli di carta di stanziamenti a monte senza riuscire a far sì che questo denaro arrivi alle imprese. Questo deve essere il nostro compito. Quando noi abbiamo residui per un ammontare pari al bilancio di stanziamento, il primo problema è riuscire ad attuare le misure. In questo la politica dovrebbe cimentarsi, per fare in modo che ciò che noi decidiamo venga realmente realizzato. Oggi lo strumentario è a disposizione, quindi la competizione non dovrebbe essere sull'aumento degli enti, come diceva Aristotele, che complicano talvolta la realtà, ma sul loro rapido utilizzo. Noi siamo deficitari in questo e, anche nell'utilizzo rapido delle cose che già si possono fare (perché io sulla continuità territoriale sottoscrivo ciò che ha detto l'onorevole Floris), penso che serva non solo un pronunciamento in una finanziaria ma una seduta seria della Commissione competente e un Consiglio regionale che realizzi.
Però, nel frattempo (perché non dirlo?) tante aziende, come la Keller, o Equipolymers, sono in difficoltà perché i i nostri trasporti marittimi sono in regime di monopolio e negli ultimi quattro mesi le tariffe sono aumentate del 20 per cento; il monopolista ha un nome, si chiama Moby. Chi ha prodotto il monopolio delle rotte marittime? Chi l'ha prodotto? Sto esemplificando per dimostrare che non è vero che non ci si ascolta, il problema è se il ruolo delle parti porta a complicare la discussione sullo strumento più utile quando ce ne sono in campo diversi. E' chiaro che nasce quell'atteggiamento, come dire, di sconforto, perché si presume che ci sia un gioco delle parti. Se invece scendiamo a parlare delle cose, probabilmente la capacità di intenderci aumenta.
Come la mettiamo per esempio con la grande industria? Tutta la grande industria, a Portovesme, Ottana, Porto Torres, ci dice: "Va bene, non facciamo più produzioni, però fateci fare energia rinnovabile.". Ce lo dicono tutti. Noi che facciamo? Vogliamo lavorare sul manifatturiero di qualità, come dice l'onorevole Diana? Siamo d'accordissimo su questo ma dobbiamo avere la capacità di decidere come ci dobbiamo rapportare alle emergenze sociali che vengono prodotte dalle grandi industrie! Se usiamo strumentalmente l'emergenza sociale, la grande industria è ancora capace di un potere di ricatto sulle istituzioni che nessuno di noi è in grado di fronteggiare.
Quando una Giunta regionale mette a "correre" 100 milioni di euro su un programma di infrastrutture (che è regolato esattamente come diceva lei, onorevole Diana, perché se lei nota c'è un coordinamento dell'Assessorato della programmazione con gli Assessorati competenti), che cosa significa? Significa che si vuole vedere una visione strategica delle infrastrutture. Significa questo. Coordinati! Allora il problema vero è la capacità di individuare le infrastrutture strategiche, la capacità di non dividerci. Noi ci stiamo concentrando sulla "Sassari-Olbia" con tante ragioni, definiremo la questione e la porteremo a casa come risultato. Ma se ci chiediamo che visione abbiamo sulla struttura delle infrastrutture in Sardegna, io credo che su questo ci sia una notevole arretratezza del sistema politico che è qualcosa di notevole, notevole, notevole!
Allora il problema è, lo dice spesso l'onorevole Uras, quanto questo Consiglio regionale, che ha il senso della sua decadenza, decide di rinunciare a un abuso di parola per scegliere quattro o cinque temi su cui le discussioni non sono pregiudiziali. Decidiamoli! Però se lo si fa, lo si faccia definitivamente, non alternativamente, o non lo si faccia, come dire, quando c'è un momento di forte pressione e poi ci si rinuncia quando invece questo momento viene meno.
Se c'è una caratteristica che voi spesso avete contestato è quella di essere "aideologica" a questa alleanza, è la migliore condizione per il dialogo perché vuol dire che non ci sono pregiudizi. Dialoghiamo ma su aspetti sostanziali senza pensare che stiamo iniziando oggi a fare qualcosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Giampaolo Diana e Daniele Cocco sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Non è presente in aula, quindi decade.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Vorrei fare alcune brevi precisazioni considerando che la discussione su questo articolo si è diffusa sia sul tema complessivo e generale, che l'articolo 3 tocca, sia sul tema specifico di una delle infrastrutture. L'articolo riguarda le infrastrutture per lo sviluppo locale, cioè il sostegno all'impresa attraverso le infrastrutture. Un obiettivo strategico importante che è stato sottolineato. Ritengo che sia una scelta molto chiara, molto netta e importante perché stiamo in questo modo decidendo di concentrare le risorse e non disperderle. Mi sembra che il Consiglio l'abbia colto, lo stia cogliendo e di questo ringrazio tutti. Concentrarsi dunque su obiettivi strategici ponendoci evidentemente alcune domande di fondo, cioè, com'è stato detto anche poco fa dal relatore di maggioranza, quali infrastrutture fare?
Secondo l'onorevole Diana Giampaolo è troppo poco quello che stiamo mettendo per questo obiettivo e si chiedeva poi perché disperderlo nei vari settori produttivi. L'intenzione è abbastanza chiara, cioè è quella di individuare alcuni obiettivi strategici settoriali o intersettoriali e poi interessare della gestione i diversi Assessorati; lo sforzo che stiamo facendo è quello di individuare su tutto il territorio regionale (e qui veramente si verifica la capacità di governo, non solo della Giunta regionale ma di tutto il sistema politico, anche del sistema politico locale che dovrà partecipare) chi e con quale metodo saranno individuate le infrastrutture strategiche di un territorio. Ancora: chi, in un'area a vocazione agricola, stabilirà se sono più importanti interventi sulla viabilità o quelli sull'irrigazione, oppure su un altro tipo di infrastrutture o di servizio. Perché abbiamo detto che si tratta di infrastrutture e servizi. Chi è più indicato delle amministrazioni locali? Di quegli stessi enti locali che ci chiedono di voler essere corresponsabili, di avere più autonomia? In questo modo noi vorremmo rendere le amministrazioni locali da una parte e il mondo dell'impresa dall'altra parte compartecipi di una capacità propositiva perché un territorio, come dicevo prima, a vocazione agricola, individuerà alcuni obiettivi, un altro a vocazione turistica ne individuerà altri. Si tratta di decidere bene che cosa voler perseguire responsabilmente, cercando tutti di far fare un passo avanti di maturità a tutto il sistema istituzionale e imprenditoriale della Sardegna.
Questa è veramente una sfida, perché la concentrazione delle risorse è anche in termini di annualità di bilancio e perché questo tesoretto, di cui si è parlato, derivante dall'incremento delle entrate potrebbe andare a individuare, in alcune aree territoriali, alcuni settori, penso per esempio ai distretti industriali (ne abbiamo quattro: sughero, granito, tappeto, marmo), o agli altri sistemi produttivi locali individuati con leggi successive, o potremmo parlare di farmaceutica; individuando veramente ciò di cui c'è bisogno, queste sono alcune risorse disponibili progettabili già da adesso. La riserva del 20 per cento sulla progettazione è evidente che riguarda non ciò che è spendibile e progettabile in un anno, ma esattamente in proiezione pluriennale. Anche qui mi sembra che sia stata fatta una scelta responsabile, cioè si individua un fondo per le progettazioni, a cui tutti possono attingere dai diversi Assessorati a seconda delle scelte strategiche che si fanno. E' una sfida, è uno strumento innovativo, credo che possa funzionare se ben utilizzato. Ci saranno pertanto dei criteri che la Commissione consiliare, il Consiglio, potranno da subito verificare, monitorare, anno per anno.
Mi stupisce invece che l'altro intervento, quello dei 150 milioni di euro, venga considerato come un qualcosa di aggiuntivo, inutile. Si tratta di 150 milioni di euro contenuti in un fondo di garanzia che lavorerà prevalentemente con il sistema dei consorzi fidi, con il sistema delle imprese, ma non solo, è ossigeno puro per un organismo che sta soffrendo, ossigeno puro che le imprese stanno aspettando; aspettano veramente che si possa approvare la finanziaria, che venga costituito il fondo, per il quale abbiamo reso tra l'altro la SFIRS società in house, che quindi potrà da subito agire per operare interventi di facilitazione all'accesso al credito, magari per società che soffrono, come quella che ha citato l'onorevole Diana, in modo da favorire operazioni di ristrutturazione dei debiti, o agevolare imprese che rischiano in questo momento in quanto si trovano in situazione debitoria. E' uno strumento credo importantissimo, utilizzato anche da altre regioni, e tra l'altro giudicato molto positivamente dall'Unione Europea.
Infine per quanto riguarda la continuità territoriale, l'analisi fatta dall'onorevole Floris è lucidissima, io credo che tutta la maggioranza e tutto il Governo regionale siano indirizzati esattamente nella direzione di attuarla finalmente e pienamente, riequilibrando alcune distorsioni che nel frattempo si sono verificate a seguito della prima sperimentazione fatta quando l'onorevole Floris era Presidente della Regione. L'Assessorato dei trasporti sta lavorando al tavolo governativo a palazzo Chigi e questo è uno dei temi centrali di confronto. Debbo confermare che la Regione si è purtroppo "trovata addosso" la continuità territoriale, dobbiamo riconoscerlo, perché la legge numero 296 del 2006, che ha modificato il sistema dei trasferimenti, dice che alla Regione Sardegna sono trasferite le funzioni relative al trasporto pubblico locale e le funzioni relative alla continuità territoriale. Questo è, che ci piaccia o non ci piaccia, io non sto qui a discutere se fosse giusto o non fosse giusto che ci accollassimo gli oneri relativi alla spesa sanitaria e alla spesa per i trasporti, ma ce li abbiamo! Dobbiamo ormai far fronte noi, perché in quella legge si dice che la nuova compartecipazione regionale della Sardegna al gettito erariale entrerà a regime dall'anno 2010 e sono interamente a carico della Regione tutti gli oneri delle funzioni trasferite.
Vorrei però tranquillizzarvi sul versante della dotazione finanziaria. Per l'anno 2010, noi abbiamo già stanziato, per l'Assessorato dei trasporti, 22 milioni di euro per la continuità territoriale; risultano poi sul fondo della programmazione negoziata, già a partire dagli anni precedenti, somme non spese che possiamo utilizzare, 7 milioni di euro; abbiamo ancora disponibili sulla contabilità speciale del vecchio piano di rinascita, legge numero 402, altri 10 milioni di euro, in totale si tratta di 39 milioni. Io credo che la dotazione sia sufficiente per iniziare l'anno e concordare con lo Stato (scusate non è una materia che io seguo direttamente) gli adempimenti da fare insieme tra Regione, Stato, ENAC; tale dotazione finanziaria per ora è sufficiente, ma assolutamente allargabile e rimpolpabile, nel momento in cui fosse necessario, con il collegato, anche attraverso trasferimenti dello stesso fondo alla programmazione negoziata, che all'occorrenza noi possiamo sicuramente mettere a disposizione per questo che è un grande obiettivo strategico per tutta la Sardegna e non solo per la politica locale.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario per gli emendamenti numero 113, 114, 115, 116, 117 e 118; per quanto riguarda l'emendamento numero 10 si invita al ritiro, altrimenti si esprime parere contrario. Sugli emendamenti numero 11 e 169 si esprime parere favorevole. C'è un invito al ritiro sugli emendamenti numero 13 e 14, però mi risulta che si voglia chiedere di trasferirli all'articolo 5.
PRESIDENTE. Non ci è pervenuta ancora nessuna richiesta in tal senso.
STERI (U.D.C.). Avanziamo la richiesta.
PRESIDENTE. Di spostare gli emendamenti numero 13 e 14 all'articolo 5? Per cui gli emendamenti numero 13 e 14 vengono spostati all'articolo 5.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 16, qualora abbia la copertura finanziaria necessaria (perché rientrava tra quelli su cui era stato pronunciato un giudizio di inammissibilità per difetto di copertura finanziaria), c'è un invito al ritiro, oppure il parere è contrario. Anche per gli emendamenti numero 19 e 20, si invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Si invita al ritiro degli emendamenti numero 27 e 58, per i quali c'è un difetto di copertura finanziaria, qualora sia stata reperita, parere contrario; sull'emendamento numero 67 si esprime parere contrario; mentre sugli emendamenti numero 73, 171 e 144, che provengono dall'articolo 3, mi corregga la Presidenza se sto sbagliando…
PRESIDENTE. No, non si sta sbagliando, però l'ordine è: emendamento numero 73 e 131.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Dovrebbe essere presentato un emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171.
PRESIDENTE. Quindi mi preannuncia la presentazione di un emendamento di sintesi?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì, spero che i colleghi lo presentino.
Sull'emendamento numero 131 il parere è favorevole. Sull'emendamento numero 160 si invita al ritiro, altrimenti si esprime parere contrario. L'emendamento numero 166 viene spostato all'articolo 5.
Gli emendamenti numero 43 e 48, entrambi provenienti dall'articolo 1, erano sospesi per il giudizio della Giunta. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 135 e 136, il parere è favorevole, entrambi però sono da coordinare con l'emendamento numero 43, presentato dall'opposizione. L'emendamento numero 48 invece, proveniente dall'articolo 1, si riteneva che potesse essere emendato in Aula dall'onorevole Gian Valerio Sanna; in Commissione, l'emendamento che il consigliere aveva proposto poteva apparire ragionevole, quindi ci aspettiamo delle precisazioni su di esso. Sull'emendamento numero 8 c'è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è negativo, così come per l'emendamento numero 153. Sugli emendamenti, numero 172 e 173, il parere è contrario per entrambi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Per l'emendamento numero 58, indichiamo la copertura di 50 milioni sul FNOL, però non essendovi tale capienza aggiungerei alla dizione il punto 2. Quindi diventerebbe "di cui ai punti 2, 3 e 4 della tabella A", così manteniamo i 50 milioni.
PRESIDENTE. Va bene, grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Al fine del parere, Assessore, per quanto riguarda l'emendamento numero 48, si tratta di riconoscere la possibilità che la Regione riversi ai comuni i canoni concessori percepiti per strutture di proprietà regionale che producano reddito, adibite ad attività imprenditoriale. Si richiamava l'esigenza di una copertura finanziaria, questa è un'esigenza che l'assessore Asunis ha fatto emergere in una interlocuzione per un caso specifico dicendo che mancava la norma di legge che autorizzasse formalmente il riversamento di questi canoni a favore dei comuni, anche dove ci sono condizioni per le quali la Regione non ha finanziato le opere compensative, quindi la finalità è quella di riconoscere formalmente ciò che ho detto. Non c'è l'esigenza di variazione del bilancio, prima di tutto perché deve essere concretato il contratto di concessione, quindi previsto il canone, e, quando verrà fatto, verrà prevista anche questa formula, e poi in ogni caso non c'è aumento di spesa perché equivarrebbe all'entrata e a una destinazione diversa della spesa.
Io mi permetto di precisare oralmente che, dopo le parole "La Regione è autorizzata", si aggiungano le parole "previa delibera della Giunta e conseguente variazione di bilancio", in maniera tale che sia chiaro che, a una decisione della Giunta in quel senso, possa corrispondere un'adeguata variazione di bilancio. Questa è una necessità di ordine legislativo e non contabile. Nel caso specifico di Fordongianus (per il quale c'era stato l'impegno di riversare al Comune i canoni percepiti dall'azienda termale, in quanto modificato l'atto concessorio) era una cosa sostanzialmente acquisita, però l'Assessore aveva bisogno di avere una norma di copertura che potesse autorizzare a fare queste cose, non essendo mai state di fatto attuate forme di questo genere. Si tratta di una modalità di cooperazione eventuale e tutta da decidere da parte della Giunta regionale laddove ricorrono le condizioni perché questo avvenga.
Questo è lo spirito della norma e con l'eventuale introduzione di questa aggiunta, "previa delibera della Giunta e conseguente variazione di bilancio", si salva anche l'aspetto di tipo finanziario e si dà questa autorizzazione eventuale.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore, con alcune precisazioni, anche riguardo agli emendamenti che vengono trasferiti ad altri articoli. In particolare vorrei motivare la richiesta di ritiro per quanto riguarda gli emendamenti numero 8 e 160. Per l'emendamento numero 8, io invito al ritiro sulla base delle motivazioni che ho espresso nella replica in sede di discussione sull'articolo: sulla continuità territoriale credo che non ci sia, in questo momento, la necessità di un'ulteriore copertura finanziaria e di una immobilizzazione ulteriore di risorse, qualora fosse necessario, abbiamo tutti gli strumenti per compensare le necessità.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 160, (questione trattata anche dal "156") è un'esigenza riconoscibile e comprensibile ma su cui, prima di effettuare ulteriori stanziamenti, occorre un approfondimento anche per capire se si possa trovare uno strumento di compensazione per queste imprese; per cui direi che è un argomento che si può affrontare meglio, studiando bene la questione, in sede di disegno di legge collegato alla finanziaria.
Per quanto riguarda invece l'emendamento numero 48, si esprime parere favorevole, con le precisazioni fatte dall'onorevole Sanna.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 115.
Ha domandato di parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 115.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 49
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 15
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto ora in votazione l'articolo 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 10, in seguito all'invito al ritiro, viene ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 169. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Sull'emendamento numero 11 appena approvato verrà corretto un errore materiale di battitura.
Gli emendamenti numero 13 e 14 sono spostati all'articolo 5.
L'emendamento numero 16 risultava ed è senza copertura in quanto non mi è stata indicata. Inoltre c'è l'invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Non è privo di copertura perché attualmente ci sarebbe la disponibilità nel FNOL di 20 milioni di euro per il 2010, 30 per il 2011, 50 per il 2012 e 50 per il 2013. Se vogliamo appurarlo.
PRESIDENTE. In seguito a una verifica, poiché la copertura è stata trovata, metto in votazione l'emendamento numero 16 per il quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, l'emendamento proposto intendeva sollevare il problema rilevante della realizzazione e dell'adeguamento della Strada statale 128. Sappiamo e comprendiamo che non può essere trovata una soluzione in finanziaria ma vorremmo che si presti massima attenzione per questa importante infrastruttura viaria. Potremmo parlare di infrastrutture viarie, è un tema ricorrente e anche abbastanza attuale, si potrebbe e si dovrà sicuramente discutere in quest'aula dell'infrastrutturazione di tutta la Sardegna, oggi il tema all'ordine del giorno è la "Sassari-Olbia", ma non va dimenticata la "128" e la trasversale sarda che ha fatto parte dei programmi di infrastrutturazione viaria di tutte le Giunte che si sono succedute. Diciamo che volevamo fare memoria, per cui l'emendamento è ritirato ma rimane comunque argomento che spero prossimamente possa essere all'ordine del giorno di una discussione d'aula.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 16 è stato pertanto ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 19. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). E' ritirato.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20, per il quale c'è l'invito al ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). E' ritirato.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 27 è privo di copertura finanziaria per cui non può essere votato.
Metto in votazione l'emendamento numero 58.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Per la copertura inseriamo il punto 2 della tabella A…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, la copertura era già stato indicata. Sto mettendo in votazione l'emendamento numero 58.
SABATINI (P.D.). Grazie. Intervengo stamattina per la prima volta in Aula, per dire che ritengo questo emendamento degno di essere preso in considerazione, e che non ha niente a che vedere con quanto previsto dal punto 5 dell'articolo 3. Si tratta qui di venire incontro ad aziende che sono in stato di sofferenza o di incaglio e che quindi non possono usufruire dei sostegni che già voi state prevedendo in questo articolo. Quando le aziende non sono in bonis, le banche le tagliano fuori da ogni possibilità di intervento e di aiuto. Noi crediamo che questo intervento previsto con l'emendamento numero 58, non lo sia stato dall'articolo 3 e quindi debba essere preso in considerazione perchè abbiamo tantissime aziende che oggi si trovano in questa situazione e a cui bisogna andare in soccorso. Ora se voi ci dite che siete pronti a dialogare, a discutere almeno su alcuni punti che riteniamo degni di attenzione, bene, altrimenti quello che dite non risulta essere vero.
Pertanto attendiamo da voi anche un'interruzione della seduta per una presa in considerazione di questo emendamento che viene incontro, ripeto, a situazioni di difficoltà che caratterizzano il momento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Proprio questo è uno dei temi principali…
(Interruzione del consigliere Murgioni)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori).Ti spiego subito, Murgioni, perché ritengo di dover intervenire! Tutti quanti noi diciamo "la crisi", "la crisi"! Dopo di che ogni intervento che facciamo è per sostenere coloro che in crisi non ci vanno! Mi si obietterà allora che tali interventi sono per prevenire che ci vadano anche loro. Badate, se vogliamo salvaguardare l'occupazione, sostenere che l'occupazione cresca attraverso finanziamenti alle imprese o aiuti di questo tipo, io lo trovo assolutamente acrobatico: in genere gli aiuti alle imprese non hanno l'effetto di produrre occupazione.
(Interruzioni)
Parliamo domani? Ma di che cosa stiamo trattando? Io ho finito!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Non so se avrò miglior fortuna di Luciano Uras, però, Assessore, le chiedo se lei è in grado di dimostrarci, così come qualche collega della maggioranza ha tentato di fare, che la SFIRS, o chi per essa, intervenga nella tipologia indicata dall'emendamento numero 58. Se è così ovviamente solleviamo le braccia e non diciamo più nulla; però ho paura che, anche se non per sua volontà, non sia nelle condizioni di affermare quanto appena detto. Prima, io ho citato l'esempio di un'impresa, ho fatto il nome e me ne dispiace, ma potrei fare almeno un'altra decina di esempi - soltanto in provincia di Cagliari, per restare nelle aree limitrofe a questa Aula - di casi in cui il conto economico, fatta salva la criticità del costo energetico, è un conto che chiude in pareggio e talvolta anche con qualche utile; oppure di imprese che hanno debiti pregressi (anche di gestioni passate) che sono stati cartolarizzati e che oggi sono ricattate e messe probabilmente sul lastrico, attraverso l'ingiunzione, dal tribunale anche con un occhio attento e cinico per l'area in cui insistono quelle imprese, cioè si vogliono cancellare più attività produttive per fare altro.
Allora noi chiediamo un intervento della SFIRS, c'è la copertura finanziaria, davvero, colleghi della maggioranza, non capirei l'assenza di una disponibilità a discutere seriamente su questo emendamento. Soprattutto mi rivolgo a lei, assessore La Spisa, e sommessamente chiederei anche una risposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La risposta c'è, sicuramente, volentieri, ma è di questo tipo: è vero che noi stiamo affrontando una situazione di crisi tremenda da parte delle imprese, ma è vero anche che noi dobbiamo stare, nelle risposte che approntiamo, a un metodo, a un modello, che ci permetta da un lato di stare a fianco alle aziende, ma dall'altro di non sostituirci a esse col bilancio regionale.
Il ruolo della SFIRS è quello di un sostegno della partecipazione al capitale per un miglioramento, per investimenti, per un sostegno anche, in alcuni casi di difficoltà e di sottocapitalizzazione, orientato allo sviluppo. La SFIRS è una società per lo sviluppo. In questo momento di crisi è consentito in qualche modo derogare in parte a questo scopo, ma non possiamo fare, della SFIRS, una nuova… volete che vi faccia il nome? Potremmo farne tanti, evito. Noi non possiamo costituire una nuova holding regionale questa volta, e non nazionale, che opera salvataggi indiscriminati. Io capisco l'intento, è lodevole, ma non è possibile che, in ogni situazione debitoria, la Regione intervenga sollevando la situazione, mentre la SFIRS, attraverso anche lo strumento contenuto nel quinto comma di questo articolo, può intervenire attraverso un fondo di garanzia che frapponga la Regione fra le imprese e le banche, per sostenere l'accesso al credito, per sostenere una ristrutturazione dei debiti da breve a medio o lungo termine, al limite anche per intervenire con alcune azioni, prestiti partecipativi, che supportino iniziative di questo genere, ma non può certamente intervenire in maniera così massiccia, perché io credo che snatureremmo il ruolo della SFIRS e non otterremmo un effettivo risanamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Assessore, questo è uno degli emendamenti che noi riteniamo qualificanti della nostra proposta. In particolare, ci siamo dedicati agli enti locali, abbiamo fatto una proposta emendativa sull'articolo 2 che riguarda le zone franche. Ora, noi riteniamo che questo emendamento vada in continuità con quello che avete già fatto con la finanziaria precedente, quindi la costituzione, per esempio, di un comitato di crisi che, tra l'altro, lo dico tra parentesi, non deve sostituire quelli delle aree di crisi che già funzionano e sono un'interfaccia istituzionale nelle province. Avete costituito il fondo di garanzia, è vero, c'è il comma 5 di questo articolo; avete individuato la SFIRS come soggetto gestore, SFIRS che diventa una società in house.
Io credo che con questo emendamento entriamo intanto nel cuore del sistema economico regionale, che è fatto di tante piccole e medie imprese, e purtroppo di tante piccole e medie imprese sottocapitalizzate che, in questi anni, anche a causa di una crisi congiunturale, non solo strutturale, hanno perso gran parte del loro capitale, e che si trovano in condizioni di insolvenza e, di fronte al sistema bancario, magari di incagli, di sofferenze.
Io credo che di fronte alla drammaticità della crisi bisogna intervenire anche con misure che sono straordinarie e che, mi rendo conto, non appartengono compiutamente alle finalità né della SFIRS né della Regione, probabilmente. Però, ci troviamo di fronte a una situazione drammatica e straordinaria, quindi bisogna anche assumere delle misure che siano adatte allo scopo; noi puntiamo a risanare quelle aziende che sono ancora risanabili mediante l'aumento di capitale delle stesse. Crediamo che questo emendamento possa essere approvato da questo Consiglio regionale, perché rientra nelle stesse finalità che ci siamo dati, che vi siete dati, con la finanziaria del 2009 e con questa finanziaria. Per cui lo ripropongo all'attenzione della Giunta regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, l'onorevole Sabatini solleva una questione non banale, perché è esattamente la fotografia di alcune situazioni di crisi. Peraltro, il Presidente della SFIRS, quando è stato audito in Commissione bilancio, con grande interesse dei commissari e con proficuo vantaggio per il Consiglio regionale, perché ha dato tutta una serie di informazioni, ha svelato un profilo di conduzione della finanziaria regionale che mi pare sia proprio nella direzione auspicata dai colleghi. Come Presidente della Commissione, mi impegno a convocare il Presidente della SFIRS per ragionare con lui di questi temi, perché sono temi molto importanti.
Il problema che pone l'emendamento è un problema che però riguarda la compatibilità col regime degli aiuti, perché quando noi entriamo nel capitale e dichiariamo di entrarvi per l'estinzione dello scaduto e del debito, si configura chiaramente un aiuto di Stato. Questo pone una difficoltà. Noi possiamo intervenire, viceversa, sulla ristrutturazione del debito, allora i meccanismi messi in capo, per esempio, all'Assessorato della programmazione, per mediare la soluzione del debito delle imprese ex legge 28, sono meccanismi che noi possiamo riproporre su un sistema di aziende in crisi di cui definiamo il profilo. Sul prestito partecipativo, noi siamo tutti interessati a cercare il modo di aiutare le imprese sarde che hanno questa difficoltà, dobbiamo stare attenti a farlo senza incorrere in procedure di infrazione, perché anche il prestito partecipativo è esposto a quella procedura.
Per cui, io chiederei all'onorevole Sabatini, se lui può valutare il ritiro dell'emendamento, dinanzi a un impegno formale - che viene assunto - di approfondire col Presidente della SFIRS in Commissione - cioè non in un rapporto bilaterale, ma proprio in una sede collegiale - questi argomenti per vedere se e come uno strumento legislativo può essere utilizzato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Io credo che sia stato detto molto, ma soprattutto l'ultimo passaggio dell'onorevole Maninchedda richiama l'impossibilità di poter applicare l'emendamento per contrasto con l'attuale filosofia che sottende il mondo dell'industria e del sostegno all'industria da parte dell'Unione Europea, in cui siamo liberamente entrati, di cui abbiamo avuto vantaggi e svantaggi; ormai è noto, questa polemica è passata. Vorrei sottolineare che indubbiamente è interessante il fatto che la situazione drammatica in cui versa questa nostra Sardegna porti anche un Consiglio regionale, in cui esiste una maggioranza di centrodestra, quindi una maggioranza che si ispira a valori liberali in economia, a dover comunque discutere e trovare soluzione rispetto a una proposta che invece nasce con uno spirito, diciamo, totalmente diverso, uno spirito della socializzazione del lavoro; questo rende la drammaticità della nostra situazione.
Voi da un lato accettate le nostre proposte in senso liberista, noi ci poniamo il problema di dover accettare le vostre proposte in senso socialista. Credo che, da questo punto di vista, il lavoro della Giunta sia indubbiamente un lavoro estremamente difficile. Però allo stesso tempo abbiamo accettato di subire dei vincoli da parte dell'evoluzione che è avvenuta nel mercato europeo, che non ci consente nemmeno di intervenire su quelli che sono i veri vincoli, è stato appena ricordato che molte di queste attività produttive soffrono per un problema di prezzo dell'energia, prezzo dell'energia che, come abbiamo visto, non è possibile risolvere in sede locale, ha bisogno di un confronto nazionale ed europeo, e che chiaramente non è possibile risolvere nemmeno con i soldi della SFIRS, che perderebbe tutto il suo significato, non può essere una finanziaria di surroga dell'imprenditorialità privata.
Per cui, davvero, un invito al ritiro credo che sia quanto di meglio si possa fare, perché è comunque accettata la voglia in questo Consiglio regionale di far fronte a queste necessità, però nella maniera che sia realmente realizzabile, e non finirla in un confronto o in uno scontro tra liberisti e socialisti.
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, le posso dare la parola solo se ritira l'emendamento.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Onorevole Campus, io non sono un socialista, si tratta solo di prendere atto di una situazione in cui versano molte aziende che si trovano in incaglio o in sofferenza e che quindi dalle banche non vengono tenute in considerazione. Tutti i provvedimenti che sono contenuti in questa finanziaria e in altre finanziarie non sono utilizzabili da queste aziende. Siccome il numero di queste aziende è sempre più elevato in Sardegna, si tratta di prenderne atto e di trovare delle soluzioni. Ora, siccome ci sono delle discussioni e anche delle incertezze sulla validità dell'emendamento, nel senso che ci sono norme comunitarie che renderebbero inapplicabile l'emendamento, io ritiro l'emendamento numero 58, visto l'impegno del Presidente della Commissione di trattare in Commissione questo tema, che rimane urgente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 67.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'emendamento riguarda "il rafforzamento delle aree e dei sistemi produttivi rurali isolani". Mi viene in mente esattamente l'emendamento precedente, ma anche il contenuto del comma 5 di questo articolo 3. Al Presidente del Consiglio, ma anche ai colleghi, dico che noi non ci stiamo attaccando alle forme, qualche volta…
(Interruzione)
Chiedo scusa, non si sente niente! Se non abbiamo voglia di affrontare le norme della finanziaria, perché le riteniamo poco significative, ognuno di noi può andare a fare quello che vuole! E' la seconda volta, Presidente... chiedo scusa! Sto tentando di dire qualche cosa che è giusto che ascoltino tutti! Tanto per incominciare che al comma 5 ci sono grossi problemi di legittimità! Cioè attribuire la gestione di questa partita a una direttiva della Giunta, pone problemi di legittimità, perché i contenuti che vengono così tracciati nel comma 5, sono contenuti tipici di un atto regolamentare di competenza del Consiglio regionale! Nessuno di noi si vuole attaccare alle forme, se almeno si ascolta poco poco e si tenta di rendersi conto delle cose che si trattano. Domani, tutto quello che viene messo in campo, può essere messo a rischio di qualunque ricorso. Ma siccome non interessa e ogni volta che uno tenta di parlare qua c'è la confusione più totale, allora le cose sfuggono.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 67 è stato presentato per cercare di porre rimedio o, meglio, di accelerare il recepimento di una norma nazionale che in Sardegna non esiste. Ho partecipato, qualche settimana fa, a un incontro delle associazioni di categoria con i gruppi di azione locale e da quel dibattito è scaturita la necessità che anche la Sardegna recepisse la legge nazionale del 2001. Quindi, mi ha stupito il parere negativo da parte della Commissione, anche perché non necessita di nessun incremento finanziario, l'obiettivo che ci si pone con i distretti rurali è l'integrazione tra l'attività agricola e l'attività locale. Lo stesso Assessore dell'agricoltura, durante una audizione in Commissione agricoltura, ritenne urgente la predisposizione di un articolato che recepisse la legge nazionale. Capisco che molto probabilmente con una legge più completa si sarebbe fatto un lavoro meglio definito, però si tratta di porre quei territori più marginali della nostra Isola, in condizioni di poter accedere ai benefici e alle agevolazioni dal punto di vista finanziario, risorse nazionali e non risorse regionali. Per questo dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, ho ascoltato attentamente l'invito del Presidente della Commissione quando ci richiamava tutti a spogliarci dei vestiti di parte politica e a mettere in campo proposte che stessero dentro la ragionevolezza. Credo che questo sia un emendamento che sta esattamente dentro l'invito dell'onorevole Maninchedda; mi sembra un emendamento assolutamente ragionevole. Peraltro, come diceva anche il collega Solinas, è un emendamento che non comporta impiego di risorse finanziarie, pertanto appare davvero strano che possa essere stato respinto probabilmente senza approfondirlo attentamente. Si tratta di un emendamento che vuole recepire, come si diceva, la legge nazionale sull'istituzione dei distretti rurali, ma è anche un emendamento che darebbe risposte alle esigenze diffuse nei territori rurali, soprattutto fra coloro che in quei territori costituiscono la rete delle produzioni locali e che, attraverso la costituzione dei distretti rurali, avrebbero una possibilità concreta, uno strumento concreto per mettere finalmente in campo un lavoro di sviluppo economico, imprenditoriale, organico e, soprattutto, integrato. Si tratta semplicemente di questo.
Direi anche che l'accettazione di questo emendamento soddisferebbe, almeno in parte, anche il titolo ambizioso di questo articolo, che vuole mettere in campo interventi per lo sviluppo dei comparti produttivi. Bene, questo emendamento consente di mettere in moto lo sviluppo dei comparti produttivi delle zone rurali, comparti dei quali spesso si parla e per i quali raramente si fa davvero qualcosa di concreto. D'altronde lo spazio rurale rappresenta tra l'altro in Sardegna il sistema territoriale più esteso, quindi è necessario riflettere sugli strumenti da mettere in campo. Questo per noi è uno strumento che rientra nella ragionevolezza, non è uno strumento che ha un colore politico, chiediamo che venga valutato più attentamente dall'Assessore e dalla maggioranza. Annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Signor Presidente, a mio avviso, questo emendamento non può essere accolto perché attribuisce alla Giunta, espressamente, al di là di ogni altra considerazione, poteri regolamentari di competenza del Consiglio regionale. Per cui, così come è formulato, è inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Al di là del fatto che questo emendamento venga o meno approvato dall'Aula, credo che esso sollevi un problema di grande rilevanza in quanto lo strumento dei distretti rurali e dei distretti agro-alimentari di qualità per la Sardegna costituisce un'ulteriore opportunità di crescita e di sviluppo del settore agro-alimentare;per cui ritengo che sia assolutamente necessario metterci mano.
Anche se questa occasione, che ha voluto porre il centrosinistra per avviare questo percorso, non verrà colta, il problema non può essere lasciato cadere, comunque più avanti se ne dovrà riparlare. Voterò a favore dell'emendamento.
(Non è approvato)
E' stato presentato l'emendamento numero 174, emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento numero 174, emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171:
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73-144-171 Diana Mario - Obinu - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Dedoni - Greco - Cherchi.
Articolo 3
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
"14 bis. E' autorizzata per gli anni 2010/2011/2012 la spesa di euro 5.000.000 per interventi di bonifica negli stagni della Provincia di Oristano (UPB S06.05.011). Gli interventi sono attuati dall'Assessorato della Difesa dell'Ambiente.
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB S06.05.001 Interventi a tutela degli stagni
Anno 2010 5.000.000
Anno 2011 5.000.000
Anno 2012 5.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL- parte corrente
Anno 2010 5.000.000
Anno 2011 5.000.000
Anno 2012 5.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (174).)
Per esprimere il parere sull'emendamento, ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 174. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 131. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 160, sul quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Voglio dire alcune parole in merito al nostro emendamento. Questo emendamento rappresenta per noi un'opportunità di coerenza. Va a beneficio delle piccole e medie imprese di costruzioni, parte consistente di questo settore è letteralmente sospinta e sprofondata nell'indeterminatezza, nello sconforto e ancora non vede prospettive reali di risalita. La stessa legislazione nazionale e regionale in materia si è spesso rivelata piuttosto scarna e inadeguata. Colleghi della maggioranza, dell'opposizione, noi oggi perdiamo l'occasione di essere davvero conseguenti ai nostri discorsi di solidarietà e anche di prospettiva.
Arrivo subito al punto per spiegarlo. Ai sensi del DPR numero 34 del 2000, che disciplina il sistema unico di qualificazione, la qualificazione è obbligatoria per chiunque esegua lavori pubblici di importo superiore ai 150 mila euro. L'attestazione di qualificazione costituisce condizione necessaria e sufficiente per la dimostrazione dell'esistenza dei requisiti di capacità tecnica e finanziaria ai fini dell'affidamento dei lavori pubblici e supera la vecchia dichiarazione sostitutiva. Le stazioni appaltanti non possono richiedere a chi concorre la dimostrazione della qualificazione con modalità, procedure e contenuti diversi dall'attestazione di qualificazione. La Regione Sardegna, che aveva istituito l'albo regionale degli appaltatori con la legge regionale numero 14 del 2002, ha successivamente equiparato, con la legge regionale numero 5 del 2007, l'albo regionale degli appaltatori alla SOA. Cosa significa SOA? Per SOA si intendono gli organismi di attestazione, forme di società per azioni. Ora, a causa della sentenza della Corte costituzionale numero 411/2008, la parte dell'articolato della legge numero 5 del 2007 che equiparava l'ARA alla SOA è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo; al riguardo mi risulta sia stata emanata pure una direttiva regionale che richiamava la legge regionale numero 14, quella, per intenderci, che istituiva l'albo regionale degli appaltatori. In una recente gara, in cui la stazione appaltante era il CTM di Cagliari, la seconda impresa qualificata, che era certificata SOA, ha fatto ricorso al Tar, vincendolo, solo perché la prima era iscritta all'albo degli appaltatori...
PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Ciò che stava dicendo l'onorevole Planetta non è una questione banale. L'emendamento ha uno studio dietro e merita forse l'attenzione dell'Aula. Noi ci troviamo ormai di fronte a un crollo della legge sugli appalti che sta determinando una difficoltà enorme delle imprese sarde ad accedere agli appalti pubblici. La misura che è stata proposta è una misura che intende (stando all'interno del regime de minimis, quindi non con procedure di infrazione) favorire una rapida iscrizione di imprese, come sappiamo, fortemente sottocapitalizzate, per ottenere, appunto, l'attestazione di qualificazione necessaria per partecipare a questi appalti.
Ora, noi comprendiamo ciò che la Giunta sta dicendo, però abbiamo l'obbligo, anche dinanzi all'invito al ritiro da parte della Giunta, di ricordare che sono fatti molto urgenti e che la valutazione che ne fanno anche le articolazioni del Governo regionale (che di questi argomenti hanno maggiore coscienza di quella che hanno ordinariamente i consiglieri regionali) parla di una grande urgenza di questo provvedimento.
Per cui noi ritiriamo l'emendamento numero 160, certamente, dicendo però con chiarezza che, rispetto all'urgenza dell'argomento, non ci assumiamo responsabilità.
PRESIDENTE. Era stato preannunciato che l'emendamento numero 43 dovesse essere combinato con gli emendamenti numero 135 e 136, su cui c'è il parere favorevole. In che termini deve essere collegato, onorevole Maninchedda?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. I termini della questione sono visibili dal testo stesso. Gli emendamenti della Giunta hanno una differente dimensione finanziaria, in primo luogo, però hanno ugualmente lo stesso obiettivo rispetto a quello che è stato presentato dall'opposizione, quindi proporrei ai colleghi dell'opposizione di sottoscrivere gli emendamenti della Giunta, di votarli all'unanimità come emendamenti che condividiamo tutti e come primo intervento sul sistema idrico della Regione Sardegna; qualora gli emendamenti numero 135 e 136 non siano soddisfacenti dello spirito dell'emendamento numero 43, proporrei di lavorare comunque in termini molto rapidi a partire dagli emendamenti numero 135 e 136.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io chiederei, se è possibile, un intervento della Giunta in questo senso. Noi abbiamo molto chiaro, penso tutti, il problema che riguarda Abbanoa e la situazione che necessita di una ricapitalizzazione. Tra l'altro dal primo gennaio rischiamo di rientrare nei meccanismi del decreto Ronchi, il che vuol dire privatizzazione dell'acqua, il venir meno (questo credo che interessi soprattutto i sardi) della tariffa unica (che era l'obiettivo vero per la nascita di Abbanoa) e delle fasce sociali agevolate per le bollette dell'acqua.
Allora, secondo me, dobbiamo intervenire in maniera energica. Noi abbiamo presentato un emendamento che propone 40 milioni a favore dei comuni, quindi degli azionisti di Abbanoa, per la ricapitalizzazione indiretta di Abbanoa; la Giunta regionale ha indicato un'altra prospettiva con altri due emendamenti. Noi vogliamo arrivare alla soluzione del problema, quindi al cuore del problema, poi la soluzione tecnica è secondaria. Quella che abbiamo avanzato ci sembra la proposta migliore e va in continuità con quanto fatto nella finanziaria del 2009 con interventi ridotti. Per cui chiediamo intanto qual è lo stato dell'arte, lo chiederei alla Giunta, e come è possibile intervenire tenendo conto che l'obiettivo è quello di non arrivare alla privatizzazione dell'acqua.
Approfitto di questo intervento per chiedere anche che si ponga fine alla gestione commissariale dell'autorità di ambito. C'era un impegno, mi pare assunto nella finanziaria o nel collegato, non ricordo, di un disegno di legge che riordinasse la materia. Io credo che quella misura, che abbiamo sanato e che aveva, per come è stata impostata dalla Giunta regionale a inizio di legislatura, dei vizi palesi di legittimità, debba essere portata a compimento con una riforma del settore, perché l'autorità d'ambito è un consorzio di enti locali, non è né un'agenzia né un ente della Regione, affronteremo poi anche questo argomento.
Credo che ora la soluzione che noi vogliamo dare in finanziaria sia una soluzione al problema "acqua" e ad Abbanoa, per cui chiederei alla Giunta di intervenire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La situazione del gestore unico del servizio idrico integrato è una situazione molto, molto, difficile, e il fatto che il Consiglio - sia da parte della maggioranza sia da parte dell'opposizione - e poi evidentemente anche la stessa Giunta stiano affrontando la questione, cercando di destinare una quantità notevole di risorse finanziarie regionali, dimostra il fatto che siamo di fronte a una gestione che presenta concreti rischi di "precipitazione", non voglio usare altre parole eccessivamente allarmanti. Comunque la situazione è veramente difficile.
L'emendamento presentato dall'opposizione (quantitativamente, tende a destinare una quantità di risorse intorno ai 40 milioni di euro al Gestore) e i nostri emendamenti, complessivamente, arrivano sostanzialmente allo stesso risultato, con la differenza però, che rendendoci conto della situazione davvero critica, noi abbiamo anche colto la richiesta pressante da parte del Gestore di intervenire da subito sul conto economico 2009, in modo tale da non attivare un meccanismo che, anche a noi, a me personalmente, poteva sembrare quello più giusto, più regolare, più logico, quello che è contenuto nella proposta dell'opposizione; per intervenire su Abbanoa, è giusto passare per la via maestra e cioè la Regione finanzia gli enti locali per la ricapitalizzazione a seguito di perdite che obbligano evidentemente la ricostituzione del capitale ai sensi del Codice civile. Questa è la via maestra.
Abbiamo però il problema di una situazione critica che incide già sul conto economico del 2009 con un forte appesantimento anche nei confronti del sistema finanziario e quindi delle banche. Occorre intervenire subito perchè nessuno di noi vuole, lo dico sinceramente, la privatizzazione selvaggia della gestione del servizio idrico, però ci sono alcune prospettive che la legge impone che dovremmo comunque tenere in considerazione. Credo che sia opportuno che il Consiglio sia informato. Non si può affrontare quel problema, che è un problema di rispetto della legge e di come andare a questo appuntamento, se poi la situazione economica e finanziaria è compromessa; allora si rischia davvero di non avere più un servizio pubblico.
Per mantenere ancora il timone dritto verso questa direzione interveniamo destinando 15 milioni di euro per il 2010 all'ENAS, in modo tale che il costo dell'acqua grezza da parte del Gestore venga già abbattuto da subito, a valere già dal 2009, perché in questo modo, sostanzialmente, si riduce un suo debito. Peraltro, riguardo al finanziamento da destinare al sistema degli enti locali, noi interveniamo da subito, attraverso l'emendamento numero 135, destinando 2 milioni di euro previsti per il 2010 per compensare spese già contratte nel 2009 che si aggiungono ai 7 milioni di euro già disponibili che verranno trasferiti all'Autorità d'ambito in modo tale che possa intervenire anche in questo caso sul conto economico. Quindi, stiamo agendo sul conto economico di Abbanoa per 15 più 7 più 2, mentre rimangono già stanziati, a valere sul 2010, 2011 e 2012, 7 milioni per anno che quindi complessivamente arrivano alla somma di 21 milioni di euro. In questo modo raggiungiamo lo stesso risultato, ma incidendo direttamente sull'attuale gestione.
Concludo chiedendo anche di accettare un emendamento orale al "136" che cassa le parole "al Gestore unico del servizio idrico integrato regionale", per motivi abbastanza evidenti, cioè per evitare possibili censure.
(Interruzione del consigliere Maninchedda)
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Non ho capito.
PRESIDENTE. Scusate un attimo.
(Interruzione del consigliere Maninchedda)
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. "Per l'abbattimento del costo dell'acqua grezza fornita", sì, anche quelle parole, è meglio.
PRESIDENTE. Scusi, Assessore, non ho capito io.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il testo, dopo la modifica, risulterebbe: "E' autorizzata, per l'anno 2010, la spesa di euro 15.000.000 quale contributo straordinario a favore dell'Ente Acque Sardegna (ENAS) a tutto il 31 dicembre 2009".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Assessore, nel computare e quindi inserire i 40 milioni nell'emendamento, noi abbiamo tenuto conto chiaramente della finanziaria del 2009 che prevede i 7 milioni per il 2009, 2010 e 2011 e poi anche un ulteriore stanziamento di 8 milioni per il 2009 e di 10 milioni per il 2010 a favore di ENAS. Quindi, c'erano già questi interventi. Quello che le voglio chiedere è se i 24 milioni, di fatto sono 24 milioni, di cui soltanto 17 per il 2010, sono sufficienti. Io posso capire anche la formula, mi chiedo se con questo intervento finanziario risolviamo il problema oppure se è semplicemente un provvedimento tampone che non risolve la situazione.
Assessore, il Parlamento ha approvato il D.L. numero 135 del 2009, il cosiddetto decreto Ronchi, che all'articolo 15, comma 3, prevede una possibilità di deroga per alcune Regioni. Io credo che, tenuto conto della specificità della Sardegna, noi possiamo chiedere come Giunta regionale intanto di non rientrare nelle previsioni del decreto Ronchi e poi, secondo aspetto, chiedo se la Giunta regionale ha valutato, così come hanno fatto altre Regioni, di impugnare quel decreto.
PRESIDENTE. Quindi ritira l'emendamento numero 43?
BRUNO (P.D.). No, io chiedo alla Giunta se ha fatto questa valutazione perché sono 24 milioni. I 7 milioni li conoscevamo già per il 2009, 2010 e 2011 e anche gli altri 8 milioni per ENAS già previsti.
PRESIDENTE. Però, onorevole Bruno, non si può andare avanti...
BRUNO (P.D.). Mi chiedo se così risolviamo. E' questa la domanda che pongo.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, se mantiene l'emendamento, noi proseguiamo con la discussione dell'emendamento e non lo abbiniamo agli emendamenti numero 135 e 136, perché dobbiamo proseguire con ordine.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, possiamo sospendere due minuti in aula?
PRESIDENTE. Sospendiamo i lavori in aula per due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 36, viene ripresa alle ore 20 e 44.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Onorevole Bruno, mantiene l'emendamento?
BRUNO (P.D.). Sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io credo che sia meglio mantenere l'emendamento, lo dico pur riconoscendo uno sforzo da parte della Giunta, ma serve una consistenza diversa sotto il profilo del principio oltre che sotto il profilo del metodo. Badate, il principio è uno. Noi stiamo affidando la gestione di beni comuni cioè di quelli che sono essenziali per la vita, non stiamo parlando di un contributo a fondo perduto per mettere in piedi un porto turistico, stiamo parlando dell'acqua! Se togli l'acqua all'essere umano, muore, se non beve, muore, se non si lava, muore, se non può gestire la propria esistenza con almeno la garanzia dell'acqua, muore! Quindi non stiamo parlando di una "cosa" così, stiamo parlando di un bene comune, di una necessità vitale; e la gestione pubblica di questa necessità, e quindi della risposta a questa necessità, è una gestione doverosa, pertanto è un principio da salvaguardare.
Perché noi proponiamo un contributo che va ai soggetti che costituiscono il capitale sociale del gestore unico? Noi abbiamo scelto, sulla base della legge, che sia un soggetto costituito dagli enti locali, quindi un soggetto in house, piuttosto che ricorrere a una gara, così come peraltro in altre regioni d'Italia ha funzionato male, pessimamente, con conseguenze pesantissime per la popolazione, con costi enormi, con tariffe ballerine che certamente non garantiscono l'unicità della tariffa e quindi la salvaguardia delle categorie sociali più deboli.
La risposta della Giunta (non dà garanzie forti, probabilmente poi ci saranno anche altri strumenti per ottenerle) è che si agisce attraverso uno dei creditori e attraverso un sistema di sostegni finanziari che vanno a sorreggere o meglio a limitare i danni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Parliamo di acqua potabile non di acqua salata, quindi con i porti non c'entra nulla. Allora, io credo che questa vicenda di Abbanoa, insieme sicuramente alla sanità, sulla quale si è approfondito, insieme ai consorzi di bonifica, sono tre spese assolutamente fuori controllo. In questa sede, in questa aula, qualche consigliere regionale, Capogruppo, mi ha detto che era una "stupidata" il debito di 305 milioni di euro perché c'erano 400 milioni di crediti. Se fosse stata realmente una "stupidata" probabilmente la Giunta non sarebbe intervenuta nuovamente dopo che già lo scorso anno aveva proposto emendamenti di questo genere. Evidentemente dobbiamo prendere atto che quei 400 milioni sono crediti né liquidi né esigibili. Sono crediti per i quali assolutamente c'è l'inesigibilità totale. Quindi abbiamo solamente 305 milioni di debito.
Io credo che, con questa politica che continuiamo a portare avanti (aveva iniziato la Giunta precedente, Soru, continua la Giunta Cappellacci), probabilmente siamo nelle condizioni per cui arriveremo - e in tempi anche relativamente rapidi continuando a fatturare bollette che mai verranno pagate - a non avere garantito il servizio idrico nei nostri comuni e nelle nostre case, perderemo probabilmente anche tutti quei posti di lavoro, circa 1800, di stabilizzazioni imposte all'Assemblea.
Io preannuncio il mio voto di astensione su questo provvedimento. Vorrei anche ricordare che fui l'unico a votare contro la costituzione di questo mostro giuridico, con un affidamento in house, che non ha peraltro neppure la stessa compartecipazione tra affidanti e affidatario in termini di quote societarie, quindi abbiamo una procedura di infrazione aperta da parte dell'Authority, stiamo ripercorrendo pari pari i passi che sono stati compiuti per la legge numero 44, andremo incontro a sanzioni della Comunità europea, a sanzioni dell'Authority per la concorrenza, e ci stiamo imbucando in un tunnel senza affrontare realmente il problema. Il problema è che la tariffa non la stabilisce l'atto, è stabilita da un piano d'ambito, la tariffa sarebbe in equilibrio se si riuscisse a far pagare le bollette, e noi continuiamo a intervenire per coprire inefficienze gestionali di Abbanoa. Questo ce lo dobbiamo dire chiaramente, sino a quando la politica non lascerà Abbanoa a gente che ha la capacità per poterla gestire, continueremo a produrre buchi di questo genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri, non essendo presente in Aula, decade.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Onorevole Cuccureddu, io credo che ci sia davvero una preoccupazione, però dobbiamo anche stare attenti a come gestiamo questa preoccupazione. Sicuramente lei ha visto, anche recentemente in TV, un servizio molto approfondito su questo tema della privatizzazione, per la quale credo che noi presenteremo un ordine del giorno che, in qualche modo, cerchi di anticipare dei tempi che sembra la Giunta non abbia molto chiari davanti, e che riguardano anche l'impugnativa della legge e tutto il resto. Il pericolo imminente che noi abbiamo è che, se dovesse fallire Abbanoa, in ragione delle condizioni che esponeva il collega Cuccureddu, dovremmo obbligatoriamente indire una gara pubblica, obbligatoriamente, con la reale prospettiva che i padroni e i gestori dell'acqua in Sardegna possano diventare i francesi, se non gli spagnoli, che verranno a gestirci l'acqua, come avviene già in altre realtà dove quella sperimentazione purtroppo è stata fatta.
Io invece credo che l'ordine del giorno debba circoscrivere il problema e forse impegnarci maggiormente a vedere come, nella condizione data, anche tenendo conto di alcuni presupposti inviolabili della pubblicità di un bene, si possa realizzare un assetto di tipo imprenditoriale manageriale, che sopperisca in qualche modo a questa condizione. Non è che poi i problemi, solo perché interviene un gestore privato, si risolvono, si risolvono perché ci sono degli strumenti che li risolvono. Allora io credo che l'obiettivo che noi ci vogliamo proporre sia in qualche modo quello di impegnare il Consiglio, di impegnarci noi tutti, a ricercare questa soluzione e scongiurare nel frattempo la possibilità che l'acqua della Sardegna non solo non sia più dei sardi, ma venga gestita con criteri che vengono persino da fuori del nostro Paese. E' una cosa che dovremmo in qualche modo proprio scongiurare.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 43, lo metto in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 43.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore, i consiglieri Cappai, Ladu, Milia, Mula, Petrini e Planetta hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Barracciiu - Bruno - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 15
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 135.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Riprendo un attimo il ragionamento che facevamo prima. L'emendamento numero 135, che abbiamo sospeso e che era stato presentato all'articolo 1, è proprio uno degli emendamenti destinati a intervenire su Abbanoa. Onorevole Cuccureddu, proprio di acqua potabile parlavamo, non di acqua salata, altrimenti ce ne saremmo preoccupati di meno, perché acqua salata ne abbiamo a sufficienza. Ma poiché di acqua potabile spesso è proprio capitato di non avere neppure quella necessaria, vi posso far immaginare che cosa potrebbe succedere in un periodo…
PRESIDENTE. Colleghi! Vi prego di silenziare i telefonini! Grazie.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io chiedo la cortesia di poter intervenire un attimo, perché veramente tra musica, lotteria del "sistemone" e ognuno che si fa gli affari suoi, questo non è un Consiglio regionale! Per incominciare a far nutrire dubbi forti sulla utilità di mantenere un'istituzione di questo genere al popolo sardo, basterebbe scattare una fotografia di quello che stava succedendo 30 secondi fa!
Posso avere il diritto ai tre minuti spettanti per la dichiarazione di voto, al netto delle canzoni e della musica di sottofondo?
Stavamo parlando dell'acqua, cioè del diritto di accesso all'acqua, all'acqua potabile, a quella che si deve bere, a quella che deve andare anche alle famiglie numerose, per cui non valgono i criteri che si pongono spesso e volentieri alla base degli interventi. Certo si possono esigere, anzi si devono esigere, ha ragione l'onorevole Cuccureddu, il pagamento delle bollette, ma bisogna capire come e soprattutto bisogna capire qual è l'indebitamento trascinato da Abbanoa, bisogna capire tutte le stabilizzazioni, la gente che lavorava prima è esattamente quella che lavora adesso, anzi se vogliamo qualcuno in meno. E non si capisce perché, passati dal sistema pubblico, degli enti pubblici, al sistema delle società per azioni, di colpo tutto diventa fallimentare. Se fosse così fallimentare, perché il Governo di centrodestra fornisce questo pacchetto gratuitamente alla speculazione privata?
La cosa che a noi interessa è capire dove si pone la Giunta: se sulla linea del decreto Ronchi, oppure in opposizione al decreto Ronchi.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, le concedo altri 50 secondi perché è stato interrotto.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Se è disponibile all'impugnativa, oppure se segue la corrente, perché in questo caso si deve sapere quali saranno le conseguenze. Questo è uno di quegli argomenti dove si fondano le battaglie di principio e di scontro politico, quello vero. Noi non consentiremo di mettere le nostre risorse idriche nella disponibilità di qualche invasore speculativo che viene anche d'oltralpe, non lo consentiremo! Se ci sono formazioni politiche di questa maggioranza che lo vogliono consentire, sappiano che da questa parte ci sarà una forte battaglia di indipendenza rispetto a un provvedimento del Governo nazionale che mette a repentaglio soprattutto una regione come questa che è una regione a grave rischio di siccità.
Voterò contro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, ritengo che, in questa fase, come Consiglio regionale, si debba decidere un indirizzo anche sulla gestione dell'acqua e sull'eventuale privatizzazione. E' per questo che noi proporremo un ordine del giorno alla conclusione dei lavori di questa finanziaria. Ritengo però che la Giunta ci debba rispondere anche sull'eventuale deroga da richiedere ai sensi del comma 3 dell'articolo 15 del decreto legge numero 135 del 25 settembre 2009 che dice: "In deroga alle modalità di affidamento ordinario…, per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta 'in house' e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano", e nel caso in cui si scelga, o perlomeno si chieda, una deroga sulla base di questi requisiti, il successivo comma prevede: "l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione…" eccetera.
Ecco, io chiedo alla Giunta regionale, se intende, come Giunta, deliberare in merito e quindi chiedere al Governo di poter ottenere una deroga, deroga che - secondo me - rientra nelle facoltà del su citato comma 3.
Su questo noi torneremo alla conclusione dei lavori, proponendo un ordine del giorno.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 136, con la modifica proposta oralmente dall'assessore La Spisa, cioè si cassa il periodo dalle parole "per l'abbattimento" sino alle parole "integrato regionale".
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, prima di tutto devo verificare se c'è accordo per la proposta avanzata oralmente dall'assessore La Spisa. Poiché tutti sono d'accordo, posso mettere in votazione l'emendamento numero 136 nella versione emendata.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 136, nel testo modificato.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 43
votanti 40
astenuti 3
maggioranza 21
favorevoli 31
contrari 9
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 8, per il quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Noi ritiriamo questo emendamento, accogliendo l'invito della Giunta e della Commissione, anche a seguito dell'intervento dell'Assessore che ha manifestato interesse per il problema e soprattutto ha dato garanzie su una congrua dotazione finanziaria, ammontante complessivamente al quadruplo dell'importo da noi previsto per l'annualità, quindi circa 38 milioni di euro, se non ho capito male.
Siamo peraltro persuasi che in questo Consiglio regionale (ebbi modo di dirlo a Nuoro) sia difficilissimo che possano essere approvate, a breve, riforme di iniziativa consiliare su materie così complesse; quest'anno batteremo il record. La Presidente mi smentì, ma basta prendere le statistiche che sono pubblicate dal 1960 in poi per constatare che mai ci sono state così poche leggi come quest'anno; un anno particolare, come tanti anni particolari con le elezioni ci sono stati, forse arriveremo alla legge numero 6 o alla legge numero 7. Quindi, molto difficilmente riusciremo a spostare sulla legislazione ordinaria di proposta assembleare tutte quelle materie che stiamo rinviando.
Peraltro ci auguriamo che il problema della continuità territoriale finalmente possa essere visto anche in termini differenti. Io sono convinto, come il presidente Floris, che dovremmo tendere a fare in modo - per essere uguali al resto degli italiani - di poter arrivare alle coste italiane gratis o quasi. Ma il "low cost" ha cambiato il modo di viaggiare in Europa; non dobbiamo essere noi a finanziare gli europei, perché allora non i messicani o i cinesi? Se transitano a Roma, perché non dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri? Quindi, io credo che vada fatta chiarezza sulle azioni da intraprendere per il turismo in Sardegna e su quali siano invece i diritti per la mobilità dei sardi. Ritengo che una riflessione vada fatta, mi auguro che sia la Giunta a farla rapidamente e coscienziosamente, perché ho molta poca fiducia che la possa fare il Consiglio in tempi rapidi.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, forse le sfugge la natura delle leggi che sono state emanate da questo Consiglio in neanche…
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Ho parlato di numeri.
PRESIDENTE. Ma non bisogna valutare soltanto i numeri: sono due finanziarie, un collegato alla finanziaria e poi anche una legge per il rilancio del settore edilizio.
Metto in votazione l'emendamento numero 172.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, ho sentito il parere della Giunta rispetto a questo emendamento all'emendamento e anche in realtà all'intero emendamento. Stiamo trattando un argomento molto delicato che è quello delle delocalizzazioni dei territori e delle case dei privati. In seguito agli studi, verranno eliminate delle abitazioni che ostacolano il deflusso delle acque verso i fiumi, stiamo parlando di case ovviamente regolari. Parlando dell'emendamento numero 172, riteniamo che le delocalizzazioni possano avvenire anche in comuni diversi dal comune di provenienza, nel senso che alcuni territori sono talmente ingolfati di residenzialità e di case che sarebbe assurdo che le stesse case possano devastare territori già gravemente provati.
Per quanto riguarda il successivo emendamento, approfitto di questo intervento così rubo meno tempo, la questione contestabile è che si parla di un contributo di 450 euro a metro cubo in caso di delocalizzazione di privati, ci sembra che questo non sia adeguato, infatti noi abbiamo sostituito il testo originale con le parole "un contributo di almeno". In realtà la parola "almeno" non è la parola giusta in quanto riteniamo che il contributo debba essere determinato dalla cifra di 450 euro in su, quindi il limite minimo dovrebbe essere questo.
Però non so se i proponenti dell'emendamento numero 153 intendano ritiralo, in tal caso anche i subemendamenti non hanno senso.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 153, per il quale c'è un invito al ritiro.
L'emendamento numero 153 viene ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo se domani, visto che mi pare sia convocata la Giunta regionale ancora una volta negli Uffici del Consiglio regionale, è prevista la presenza del presidente Cappellacci e se può riferire su quanto previsto dall'ordine del giorno unitario.
PRESIDENTE. Ho fatto presente la richiesta al presidente Cappellacci che attualmente è a Roma. Mi ha fatto sapere che non appena possibile interverrà ai lavori d'Aula per riferire sulla "Sassari-Olbia".
Il Consiglio è riconvocato domani mattina, giovedì 10 dicembre, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 21 e 09.
Allegati seduta
LXXIV SEDUTA
(POMERIDIANA)
Mercoledì 9 dicembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 17 e 11.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° dicembre 2009 (67), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Mariano Contu, Domenico Gallus, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Adriano Salis, Renato Soru e Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 9 dicembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 3 dicembre 2009, è pervenuta nota del Presidente della Regione con la quale comunica di aver nominato, con decreto numero 111 del 27 novembre 2009, il signor Sandro Angioni Assessore dell'industria.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo". (31)
"Mozione Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (32)
pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A, che prosegue con l'esame dell'emendamento numero 130 presentato all'articolo 2. Poiché devono trascorrere dieci minuti per procedere alla prima votazione dall'inizio della seduta, sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 15, viene ripresa alle ore 17 e 26.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Riprendiamo la seduta. Comunico che il consigliere Mariano Contu è presente in Aula, quindi è rientrato dal congedo.
Metto in votazione l'emendamento numero 130. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 40.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Chiedo la votazione per parti dell'emendamento numero 40.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, vi prego di prendere posto perché non si può lavorare in questo modo.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Vorrei chiedere la votazione per parti. La prima parte dall'inizio sino a "per la Sardegna", cioè "La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio al fine di dare copertura agli oneri di servizio per la continuità territoriale marittima da e per la Sardegna", che poi non è altro che l'accordo esistente; separatamente la seconda parte comprendente il periodo: "Ovvero per una partecipazione pubblica alla gestione delle linee marittime della Società Tirrenia e collegate".
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, ovviamente, lascia la copertura finanziaria che è stata individuata?
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, esprimo il voto favorevole all'emendamento numero 40. Capisco la richiesta del collega Cuccureddu, noi abbiamo paura di prenderci carico di una gestione delle linee marittime della Sardegna, lo posso anche capire, però l'emendamento ha lo scopo di far sentire un problema che c'è e che è estremamente legato anche ad aspetti di carattere economico e occupativo. Basterebbe, da un lato, mettere una dietro l'altra le sovvenzioni pubbliche che, negli ultimi anni, lo Stato ha riconosciuto alla Tirrenia e, dall'altro, il tenore e la qualità dei servizi che, in relazione a questo contributo dello Stato, sono stati resi alla Sardegna, perché di fatto è la Sardegna il principale interlocutore, per non dimenticare tutta una serie di questioni che ruota intorno alla Tirrenia, cioè appalti di servizi, catering e tutto il resto che, in qualche modo, tiene bloccata questa situazione intorno a interessi che tutto realizzano, fuorché la qualità del servizio.
Si permettono persino di sopprimere improvvisamente le linee, che passano una volta da Olbia, una volta da Cagliari, insomma noi subiamo una condizione di questo genere. Ultimamente c'è stato un interessamento della Regione Sicilia che ha avanzato un'offerta allo Stato per acquisire la società Tirrenia. Questo è il punto! Mentre noi stiamo attenti ai sofismi intorno a questo problema, senza neanche introdurre una volontà trattativistica su questo fronte, continuando sull'onda di quella che era una protesta sulla qualità del servizio, di fatto gli altri avanzano le proposte.
Ecco perché era necessario ed è necessario, al di là dell'emendamento e della copertura finanziaria, far sentire la voce del Governo regionale in questa materia, che non c'è, che è del tutto assente e che vorremmo sapere secondo quale orientamento si vuole collocare, a cominciare dal garantire quello che può essere garantito da subito, cioè una partecipazione per gli oneri di servizio pubblico per garantire qualità e servizi alla mobilità marittima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az). Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento, perché se è una provocazione sono d'accordo, l'accetto, serve a stimolare il dibattito attorno a un argomento importante come questo, ma che la prima parte, ad esempio, non si possa minimamente condividere, credo che sia un fatto naturale! Non è che lo Stato dismette e quindi io mi carico gli oneri e mi sostituisco allo Stato pagando io quello che doverosamente avrebbe dovuto fare lo Stato in modo più dignitoso. In questo caso, la dismissione e la privatizzazione non passano attraverso le casse della Regione, il tutto deve essere ragionato.
Allora, ha ragione anche il collega Gian Valerio Sanna, credo che quest'Aula abbia la necessità di fermarsi su questo argomento, sviscerarlo e non lasciare solo alla Giunta il compito delle decisioni. Non è un argomento di poco conto, è la Tirrenia che sta scomparendo! Qualcosa avverrà, il rischio vero è che avvenga sulle nostre spalle e, perché questo non accada, anche sul discorso della liberalizzazione del trasporto marittimo questa Aula ha il dovere di pronunciarsi, di fare scelte, di assumersi responsabilità, di aprire un contenzioso, se è necessario, con lo Stato italiano. Nel silenzio più assordante, questa partita non si può giocare, e non si può neanche giocare attraverso un emendamento in finanziaria. Come si può partecipare non è una cosa che decidiamo qua, stasera. Quando si mettono in votazione emendamenti, anche se per parti, come stava chiedendo il collega Cuccureddu, bisogna stare attenti, perché stiamo legiferando su qualcosa che poi può manifestarsi come una vera e propria palla al piede per le decisioni che comunque il Consiglio regionale dovrà prendere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, è chiaro, lo dico anche all'onorevole Sanna, che voler reintrodurre questo argomento in finanziaria ha anche naturalmente il senso della provocazione. Noi stiamo intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la continuità territoriale marittima e poi chiediamo che ci sia un miglioramento del servizio per quanto riguarda la qualità, la puntualità, la tecnologia e la velocità delle navi, insomma che ci sia un miglioramento del servizio per i sardi, sia per quanto riguarda i passeggeri che le merci. Ci sono stati già degli atti in passato, io ho visto una risoluzione della quarta Commissione del dicembre del 2007 sulle problematiche concernenti il prolungamento della convenzione pubblica con la società di trasporto Tirrenia.
Credo che si debba affrontare necessariamente il problema su due filoni. Il primo: la continuità territoriale via mare deve essere trattata con un meccanismo identico a quello della continuità territoriale aerea, quindi con la previsione di una conferenza di servizi promossa dalla Regione con la partecipazione naturalmente del Ministro dei trasporti, quindi lo Stato, in cui si stabiliscano i principi del bando di gara, alla quale gara pubblica partecipino le società interessate, quelle che vincono poi si assoggetteranno agli oneri di servizio.
La seconda provocazione, ma neanche tanto, è la cessione alla Sardegna del ramo d'azienda della Tirrenia, quello che cura i collegamenti con l'Isola, naturalmente blindando con una clausola la conferma di tutto il personale attualmente operativo.
Con questo emendamento riteniamo di sollevare un problema e chiediamo che la Giunta regionale, a partire da esso, esamini ed esprima anche un parere motivato che tenga conto di un Piano regionale dei trasporti, che è stato approvato in Giunta nella scorsa legislatura e che vorremmo venisse affrontato anche in questa legislatura e posto all'attenzione del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è uno dei temi ricorrenti e anche più significativi di quella che è una battaglia ormai datata, ma molto lontana dall'essere risolta favorevolmente per la Sardegna. L'emendamento, l'ha detto adesso il collega Bruno, ha la doppia funzione di conoscere prima di tutto quale sia la posizione della Giunta regionale in relazione alla garanzia della continuità territoriale marittima, e poi quella di capire come intendiamo affrontare strategicamente questo problema. Io ricordo, credo che fosse cinque o sei anni fa, di aver partecipato, lo dico ai colleghi Riformatori, a un'iniziativa promossa dall'onorevole Segni sul progetto delle autostrade del mare; autostrade del mare che, poi abbiamo scoperto, devono correre lungo le autostrade di terra perché devono sgravare di traffico le arterie stradali, per cui la Sardegna non è una destinazione tipica delle autostrade del mare in una visione di quel progetto che è assolutamente del tutto incomprensibile.
Io penso, invece, che uno dei termini necessari per pensare allo sviluppo di questa regione sia quello di garantire un trasporto marittimo di merci e persone adeguato al tempo; inoltre credo che garantire quel tipo di trasporto e pensare alla Sardegna come uno degli scali privilegiati anche della relazione commerciale possano essere un punto tale da assicurare qualche prospettiva di sviluppo. Ecco perché la partita "Tirrenia" è...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Annuncio il voto a favore dell'emendamento, però impiegherò i tre minuti per spiegare alcune ragioni di questo voto a favore, tra l'altro già fatto da chi mi ha preceduto. L'onorevole Giacomo Sanna si chiedeva se è una provocazione; forse è una positiva provocazione. La Tirrenia probabilmente è l'unica compagnia che agisce in regime di monopolio, almeno in alcune tratte, tra l'altro è il vettore che tratta peggio i sardi. Di questo certamente ne è responsabile la Tirrenia, ma i responsabili morali e politici credo siamo noi. Allora noi presentiamo un emendamento per allocare le risorse necessarie per pervenire a una gara pubblica, almeno sugli oneri di servizio, poi può anche essere che non servano, non è detto. In effetti, prendendo a riferimento quello che è successo per quanto riguarda la continuità territoriale aerea, abbiamo scoperto nel corso degli anni che i costi... scusate... però, vedete, questo è uno degli esempi in cui davvero diventa inutile anche continuare a sforzarsi per rappresentare una qualche idea… se non c'è davvero una disponibilità all'ascolto e c'è semplicemente la presunzione (a parte forse l'assessore La Spisa che ogni tanto ci degna di qualche risposta, tra l'altro accogliendo qualche idea) diventa davvero complicato discutere!
Allora, dicevo, il tema della continuità territoriale marittima, per le persone e non soltanto, è un tema che ci interessa? Io credo di sì. E' possibile che la classe politica e istituzionale regionale consenta alla Tirrenia di fare quello che vuole? Badate, se noi dovessimo indire un referendum sul gradimento della classe politica prendendo... Presidente, rinuncio a parlare, la ringrazio per l'attenzione che è riuscita a dedicare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, mi dispiace che il collega Diana non abbia concluso il suo intervento, però credo che un argomento di questo tipo, come quello introdotto dall'emendamento oggetto di discussione in questo momento, meriti, vista l'importanza e la valenza, di essere trattato innanzitutto in Commissione. Io mi permetto di intervenire come Presidente pro tempore della Commissione trasporti, la quarta Commissione, e ovviamente ritengo che un argomento come questo - ho seguito dalla mia stanza l'intervento dell'onorevole Giacomo Sanna, che condivido in pieno - meriti di essere trattato con attenzione e soprattutto meriti il coinvolgimento di tutta la Commissione competente per poi essere trasferito all'interno di quest'aula con un ordine del giorno ad hoc.
E' un tema che tocca tutti, ci tocca come amministratori, ma anche come fruitori di un servizio che, come molti hanno detto, non sempre è eccellente e spesso ha portato numerosi disagi ai sardi che viaggiano e ai sardi che lavorano. Allora, io chiedo ai firmatari di questo emendamento di ritirarlo e prendo l'impegno, all'interno di quest'aula, come Presidente di Commissione, di convocare subito una riunione con l'Assessore affinché questo tema possa essere oggetto di discussione e soprattutto di una maggiore attenzione da parte dello stesso Consiglio regionale.
Credo che sia riduttivo trattare questo tema con un emendamento, che ovviamente non contesto, lo prendo anch'io come una provocazione, ma, data la serietà del problema che voi stessi ponete, ritengo che meriti una maggiore attenzione e un più ampio coinvolgimento degli stessi consiglieri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il problema della continuità territoriale credo sia stato da sempre uno dei problemi più gravi all'attenzione del Consiglio regionale e dei vari Consigli regionali che si sono succeduti. E' chiaro che questo emendamento apre un argomento che in qualche modo il Presidente della quarta Commissione, Sanna, ha voluto evidenziare ricordando all'Aula che, nel momento in cui abbiamo esaminato la finanziaria, non abbiamo avuto il piacere di dibattere di questo e di altri argomenti con l'Assessore dei trasporti.
Di questo abbiamo avuto occasione di lamentarci, però l'emendamento proposto all'attenzione dell'Aula oggi solleva il problema. Quindi, io credo che questo emendamento abbia il merito di richiamare all'attenzione di noi tutti la drammaticità del trasporto in un settore come quello navale dove la continuità territoriale per alcuni aspetti forse è anche più salvaguardata, ma con problemi, perché non sempre viene assicurata, e soprattutto non è garantita la qualità del servizio. Quando qualche volta mi capita di viaggiare in nave, l'agenzia a cui mi rivolgo mi comunica che magari nella giornata in cui ho scelto di viaggiare, purtroppo Grimaldi non naviga, come a dire che se si vuol viaggiare in quel momento, si deve subire il trasporto Tirrenia. Questo è un aspetto di non secondaria importanza.
Poi il problema dei costi, così come lo richiamava il collega Giacomo Sanna, e la ricaduta occupativa per una realtà come la nostra che è tagliata fuori, cioè si utilizza l'insularità ancora una volta a vantaggio di chi vive nella penisola; noi non solo subiamo la qualità del servizio non garantita ma non abbiamo neanche un ritorno in termini occupativi. Mi auguro di poter discutere questo e altri problemi prima in Commissione e poi in Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io accolgo l'invito che ha fatto il Presidente della Commissione e quindi ritiro l'emendamento ma a condizione che la Commissione istruisca la pratica e magari trovi lo spazio nel prossimo collegato con una copertura finanziaria idonea e che sia assicurata la presenza in Commissione dell'Assessore competente, comunque della Giunta. Come ha detto poco fa il collega Sechi, anche io credo che sia un argomento che non possiamo sottovalutare, che sia urgente affrontare e che il Consiglio lo debba fare con tutti gli elementi a disposizione, quindi una pratica da istruire in quarta Commissione in modo che arrivi al Consiglio regionale nel prossimo collegato. Su questo vorrei sentire anche il parere della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La questione è all'attenzione della Giunta, come è stato detto più volte. C'è l'idea di riprendere la questione eventualmente nel collegato e comunque con l'attenzione a quantificare con precisione, individuare e trovare le risorse adeguate per una soluzione forte del problema, non mi resta altro che confermarla.
PRESIDENTE. Essendo stato ritirato l'emendamento, decadono le richieste di dichiarazione di voto degli onorevoli Vargiu e Lotto.
Metto in votazione gli emendamenti numero 55 e 82.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore e dei colleghi su questo emendamento sul quale è stato, ovviamente, solo per la firma, espresso un parere negativo. Non si tratta di un emendamento di impegno finanziario, ma un emendamento attraverso il quale si dà indirizzo alle strutture della Regione affinché nella composizione dei budget annuali, soprattutto quelli di fine anno, che attengono alla spesa delle singole direzioni generali, si dia un indirizzo di priorità a favore di quelle spese, che poi vengono invece tagliate, per il trasferimento dei fondi agli enti locali relativamente alle somme aventi finalità di carattere sociale e socio-assistenziale e agli interventi per favorire l'occupazione, per fare in modo che i trasferimenti agli enti locali siano integralmente trasferiti nel corso dell'anno.
Questo significa, in poche parole, decidere che la volontà delle istituzioni vale più di quella della burocrazia che prevede budget identici, magari ci accorgiamo che non è affatto urgente mandare un po' di dipendenti della Regione per delle fiere in giro a fine anno a spendere soldi della Regione o per comprare qualche scrivania che può aspettare o qualche automobile del tutto inutile, mentre è più urgente costituire dei budget che privilegiano il trasferimento a favore del sistema degli enti locali per queste finalità.
Fino a oggi la Regione predispone dei budget che praticamente sono a gentile richiesta delle direzioni generali che, ovviamente, ognuna vuole spendere per conto proprio; ma così facendo non si fa una politica, non si generano delle priorità e siccome purtroppo il patto di stabilità è quello che è, come sua ripercussione, io credo che sia giusto darci un indirizzo e dare alla burocrazia un indirizzo affinché siano tutelate entro l'esercizio alcune spese piuttosto che altre.
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 85.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, con l'emendamento numero 85 noi cerchiamo di introdurre in questa finanziaria l'estensione delle zone franche urbane in analogia con il principio e quindi con l'accordo, speriamo già attuato, tra l'Agenzia regionale delle entrate e quella statale, che prevede nell'articolo 2 il credito d'imposta. Noi crediamo che si possa analogamente introdurre l'estensione delle zone franche urbane nei quartieri delle città con maggiore degrado urbano e sociale, pertanto riteniamo che si possa integrare la dotazione di risorse per le zone franche urbane e che si possa anche procedere alla selezione di nuove zone franche urbane, quindi non solo coprire la graduatoria già ammessa sulla base dei nove comuni ritenuti idonei nella scorsa legislatura dalla Regione. Riteniamo che si possa garantire un sistema di valutazione permanente e crediamo che questo tema (che può essere affrontato benissimo in questo modo sulla base del principio che ho appena richiamato in finanziaria) possa trovare copertura anche attraverso qualche misura specifica del POR; so che, per esempio, il Bic Sardegna sta lavorando in questo senso.
Riteniamo, quindi, di dover estendere il principio che riguarda la fiscalità di vantaggio, la defiscalizzazione e la decontribuzione, non soltanto per le imprese con massimo 15 dipendenti, non soltanto per il credito d'imposta, ma analogamente anche per quei quartieri a rischio, dove forse è opportuno trovare dei modi per attrarre le imprese e fare in modo che ci sia una maggiore vitalità nelle nostre città.
Il senso di questo emendamento l'ho già spiegato. L'Assessore nella fase di replica alla discussione generale sull'articolo non ha escluso l'interesse per questa materia, ma ci ha rimandato ancora una volta magari a una sessione specifica o forse al collegato. Noi riteniamo che coraggiosamente questo Consiglio regionale debba affrontare l'argomento "zone franche" perché siano garantite in questo modo delle risposte concrete, fattibili, per le nostre popolazioni, in particolare per quelle fasce sociali che sono più deboli. Questo, insomma, è il senso dell'emendamento per il quale votiamo a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, come dicevo anche stamattina, sono convinta - ma il Capogruppo ha già esplicitato bene questo nostro intendimento - che l'istituzione delle nuove zone franche - sulle quali si è espresso in modo possibilista anche l'Assessore stamattina - costituisca davvero una concreta forma di sostegno allo sviluppo sociale ed economico della nostra Isola. Questo emendamento rappresenta, anche a dispetto delle critiche che ci vengono fatte dalla maggioranza per non aver fatto delle proposte concrete per questa finanziaria, una tra le altre proposte costruttive che vi facciamo per migliorare questa finanziaria e per renderla davvero rispondente ai bisogni del tessuto produttivo della nostra Isola e - anche affiancata all'altra norma che è stata approvata stamattina - arricchisce il ventaglio dei provvedimenti per il sostegno economico delle imprese e per i territori.
Questo strumento, Assessore, può avere una valenza davvero straordinaria per la Sardegna che può essere estesa, così come ha fatto la Francia (bisognerebbe studiare meglio il sistema che ha sperimentato la Francia), anche alle zone rurali costituite dai piccoli paesi; uno strumento che consentirebbe di dare risposte e di concretizzare anche politiche serie per le zone interne. Come si sa, infatti, la competitività e l'attrattività delle città e dei sistemi urbani è anche una delle priorità del quadro nazionale di sostegno 2007-2013, quindi della politica regionale unitaria.
Pertanto faremmo bene a perseguirla anche attraverso l'approvazione dell'emendamento sulle zone franche, comunque affrontando questo tema perché costituisce un rafforzamento proprio per le città. D'altronde lo sviluppo delle città è uno degli elementi maggiormente evidenti anche delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, sarebbe questo un modo per dare finalmente almeno una risposta concreta a quelle dichiarazioni. Presidente, annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 85 con una sottolineatura che mi accingo a esprimere molto brevemente: si tratta di legislazione nazionale all'interno della quale proviamo a estendere - non voglio dire la sovranità perché sarebbe quasi un eccesso verbale - la possibilità di autodeterminazione della Regione nell'intervenire a sostenere le proprie prospettive economiche, anche attraverso l'utilizzo di strumenti di defiscalizzazione come quelli definiti per le zone franche urbane. Questo tentativo che noi proponiamo e che abbiamo cercato di proporre e di riproporre in altre circostanze, badate, può essere uno degli strumenti attraverso il quale noi sperimentiamo un nuovo rapporto con lo Stato, al di là delle costituenti che si possono fare (sulle quali noi non abbiamo alcuna pregiudiziale) o dei percorsi interni al Consiglio che devono e possono proporre le modifiche dello Statuto.
C'è una legislazione nazionale da applicare, avuto riguardo alla nostra specialità, sulla quale vale la pena di sperimentarsi anche ricorrendo, ove sia necessario, al giudizio della Corte costituzionale, cioè a un rapporto anche conflittuale con lo Stato. Del resto perché c'è il rapporto conflittuale con lo Stato? Lo Stato deve smettere di pagare solamente i territori più forti di questo Paese che sono diventati tali grazie a una destinazione privilegiata di fondi, ma non solo, anche di energie e risorse umane. L'emigrazione sarda e, non solo, quella meridionale, in Lombardia, ha costruito un'economia forte che nasce così forte e si sviluppa così forte proprio perché ha avuto un'attenzione privilegiata da parte dello Stato, non solo dello Stato repubblicano, ma anche di quello che l'ha preceduto. Ecco perché vale la pena di una sperimentazione in questo campo anche per le zone franche urbane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Io vorrei tanto votare a favore di questo emendamento soprattutto perché il 31 luglio 2008 sollevai questo problema con l'allora assessore Rau chiedendo al Consiglio un richiamo nei confronti dell'assessore Rau, allora Assessore dell'industria, sulla delibera che individuava le nove aree che avevano beneficiato degli interventi previsti dalla normativa nazionale comunitaria sulle zone franche urbane. Quel Consiglio, lo ricordo al collega Mario Bruno che c'era, al collega Uras, non ebbe la forza per chiedere all'assessore Rau la totale rivisitazione di quella delibera; anzi, acconsentì alla sua relazione di difesa dicendo che il Governo nel 2007-2008 aveva stabilito i criteri, dimenticandosi il 5 aprile precedente, quando discutevamo dei consorzi industriali, di dirci - in questo Consiglio - che c'era una scadenza per le zone franche urbane. Credo che voi ricordiate quella discussione. Allora, io vorrei votare questo emendamento, ma noi sappiamo che non è efficace, che non può avere efficacia. E' uno di quei pacchetti all'interno della vertenza Stato-Regione in cui dobbiamo rivendicare l'autonomia decisionale necessaria per stabilire i criteri che realmente possano identificare quelle aree dove una fiscalità di vantaggio potrebbe essere utile per uno sviluppo economico, aree che non sono sicuramente quelle nove individuate dalla precedente Giunta.
Perdonatemi, non è un richiamo alla coerenza, anche a quella per certi versi perché si può sempre riconoscere di aver sbagliato, ma è un richiamo a un percorso utile e necessario sul quale ci possiamo ritrovare e ci ritroviamo che è quello di imporre al Governo centrale un certo tipo di autonomia e lo si può fare chiedendo la modifica di quei criteri stabiliti unilateralmente dal Governo italiano per destinare a noi quei 50 milioni, già previsti e inefficaci per quanto ne so, nelle aree effettivamente...
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Esprimo anticipatamente il mio voto favorevole a questo emendamento che è finalizzato a migliorare la qualità; poi le difficoltà le conosciamo, sono contenute nelle norme e quindi nella legislazione nazionale a cui facciamo riferimento. Però io credo che sia anche in questo caso doveroso riportare l'attenzione dell'Aula su un problema di grande importanza. L'emendamento infatti ha come premessa quella di contrastare i fenomeni di esclusione sociale che ben conosciamo e che sono un po' diffusi in tante città della nostra Sardegna.
Io credo che la proposta sia proprio quella di procedere a individuare e a selezionare nuove zone franche urbane nei confronti delle quali far emergere prima di tutto la possibilità e l'opportunità di sostenerle attraverso i finanziamenti possibili, io dico anche attraverso una attenzione che verrebbe richiamata da parte delle amministrazioni locali che spesso sono quelle che favoriscono l'abbandono e il degrado di certe zone che poi assumono - come dire - il titolo e i requisiti per essere prese in considerazione come zone franche urbane. E' una medaglia che ha due facce e naturalmente deve vedere gli uni e gli altri impegnati a far sì che queste cose accadano.
Naturalmente, nei luoghi interessati, bisogna intervenire con azioni in grado di stimolare anche in seconda battuta l'intervento delle amministrazioni locali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che questo emendamento vada sostenuto e votato, perché pone al centro dell'attenzione di quest'Aula un problema di grande interesse. Le periferie urbane delle nostre città sono in una situazione assolutamente di difficoltà da ogni punto di vista. Creare le condizioni, affinché in queste realtà urbane si realizzino meccanismi virtuosi di rilancio economico, di recupero delle sacche di disagio sociale, di utilizzazione di tutti gli strumenti per rendere le popolazioni, che vivono attualmente una condizione di degrado, protagoniste di una nuova stagione di rilancio economico e sociale, credo che sia assolutamente di grande interesse e anche una grande scommessa. Non si è certi di vincerla perché spesso quando si investe in queste realtà i risultati non sono sempre garantiti. Però è una scommessa doverosa sulla quale dobbiamo assolutamente concentrare l'attenzione. Credo che possa essere, qualora ci si muova in questa direzione, un nuovo inizio per molte realtà urbane che vivono in condizioni assolutamente inaccettabili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 85.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 85.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Solinas Antonio e Ben Amara hanno votato a favore e che il consigliere Planetta ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 65
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 21
contrari 44
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 167.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho già sottolineato anche in un'interlocuzione con i colleghi della maggioranza e con la Giunta il valore di questo emendamento e la disponibilità a trovare la copertura nelle somme che la Giunta aveva già proposto di conservare all'interno del fondo regionale per l'occupazione. Per cui se ci fosse una conferma...
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Se l'intenzione da parte dei proponenti è di mantenere la proposta del testo senza la richiesta di un'ulteriore copertura aggiuntiva, ma a valere sulle risorse esistenti per la politica del lavoro, che tra l'altro stiamo conservando per il bilancio del 2010, il parere contrario può essere modificato e ci si rimetterebbe alla valutazione dell'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene, visto che ha dato questa disponibilità.
PRESIDENTE. La Giunta ha dato la disponibilità e si è rimessa all'Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Non ho capito, in ragione di ciò che ha comunicato la Giunta, come viene inteso l'ultimo comma dell'emendamento. Sì, se la formulazione rimane quella che è, si parla di fondo regionale per l'occupazione, l'onorevole Uras mi corregga, si tratta di fondi regionali, sono fondi a bilancio, cioè di che cosa si parla? Perché sembra che la Giunta si sia dichiarata disponibile a cambiare il parere, purché non ci sia un aggravio di spesa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'espressione potrebbe essere, se vogliamo essere più precisi, "Al finanziamento dei progetti la Giunta concorre, a valere sulle risorse sussistenti, in capo al Fondo regionale per l'occupazione".
PRESIDENTE. E' chiaro, onorevole Maninchedda? Va bene.
Metto in votazione l'emendamento numero 167, nel testo modificato. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per illustrare l'emendamento orale al comma 4 dell'articolo 2, che è stato proposto questa mattina. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, al comma 4 dell'articolo 2 si parla del contributo "pari al 20 per cento dell'importo versato nell'anno 2009… a valere sul personale dipendente operante nell'Isola", dopo le parole "ed è maggiorato di un importo pari a euro 1500 per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato", si propone di aggiungere le parole "e di un importo pari a euro 2000 per ogni nuova assunzione di personale che abbia completato il percorso formativo all'interno del programma master and back". E' chiara la finalità, così come abbiamo illustrato stamattina, serve a completare il percorso di rientro dei giovani che partecipano al programma formativo all'interno del master and back, e quindi dare loro una ulteriore possibilità di trovare un lavoro nell'Isola, ribadendo le finalità stesse del progetto.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:
Articolo 3
Interventi per lo sviluppo delle attività produttive
1. Per la realizzazione di un programma pluriennale di infrastrutture e di servizi correlati allo sviluppo delle attività produttive, da attuarsi secondo le modalità stabilite della legge regionale n. 2 del 2007, articolo 25, comma 5 bis, è autorizzata una spesa complessiva di euro 400.000.000, in ragione di euro 100.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 (UPB S01.03.010).
2. A tal fine è istituito, per le risorse di provenienza regionale, presso l'Assessorato regionale competente in materia di programmazione, un apposito fondo da ripartirsi tra gli assessorati competenti per materia; i termini e le modalità di funzionamento del fondo sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, previo parere della competente Commissione consiliare da esprimersi entro venti giorni, trascorsi i quali il parere si dà per acquisito.
3. Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, una quota non inferiore al 20 per cento dello stanziamento per l'anno 2010 è destinata al finanziamento degli oneri di progettazione.
4. La spesa di cui al comma 1 ha carattere autorizzatorio e può essere oggetto di impegno pluriennale ai sensi della legge regionale n. 11 del 2006, articolo 6, comma 3. Gli stanziamenti di bilancio tengono conto dei suddetti impegni. La quota di stanziamento non impegnata nell'anno di riferimento, permane nel conto dei residui per essere utilizzata, per le medesime finalità, fino a suo esaurimento.
5. A valere sui fondi POR-FESR 2007-2013 una somma fino ad euro 150.000.000 è destinata ad agevolare l'accesso al credito delle imprese, ammesse ai benefici comunitari, mediante la costituzione di un fondo di garanzia. I criteri e le modalità di gestione del fondo sono individuati con apposita direttiva della Giunta regionale, emessa su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione.
6. Dopo il comma 5 ter dell'articolo 25 della legge regionale n. 2 del 2007, e successive modifiche ed integrazioni, è inserito il seguente:
"5 quater. Al fine di semplificare il procedimento amministrativo e nel contempo accelerare la spesa relativa alla concessione di agevolazioni a favore delle imprese, quando queste prevedano un utilizzo di risorse provenienti da più fonti di finanziamento in capo a diversi assessorati, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione, è individuato un unico centro di responsabilità amministrativa. L'Assessore competente in materia di bilancio è autorizzato ad apportare le conseguenti variazioni di bilancio."
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 1 è soppresso. (113)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 2 è soppresso. (114)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 3 è soppresso. (115)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 4 è soppresso. (116)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 5 è soppresso. (117)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
Il comma 6 è soppresso. (118)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 per la concessione di contributi a favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, costituite in Sardegna da almeno cinque anni e che abbiano svolto attività nell'ambito della valorizzazione di diplomati e diplomandi degli Istituti di alta cultura musicale della Sardegna (Conservatorio di musica di Cagliari e di Sassari), con il fine della valorizzazione professionale, della creazione di posti di lavoro stabili e, nel contempo, lo sviluppo di attività culturali nel territorio dell'isola. Il relativo intervento è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore alla pubblica istruzione".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 2.000.000,00. (10)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente comma 6 bis
"I termini di impugnabilità ed eventuale versamento disposti dall'art. 3 della legge regionale 9 agosto 2002, n. 15, per i comuni che hanno ricevuto un finanziamento con delibera della Giunta regionale n. 28/25 del 28 agosto 2001 per i progetti di potenziamento di elettrificazione rurale ai sensi dell'art. 18 della legge regionale n. 21 del 006, sono prorogati di un ulteriore anno.". (11)
Emendamento all'emendamento numero 11 aggiuntivo Giampaolo Diana - Bruno - Uras - Salis.
Articolo 3
All'emendamento n. 11 sono aggiunte le seguenti parole :
"Inoltre i termini di presentazione dei programmi e dei progetti, compresi quelli per il potenziamento delle reti di elettrificazione rurale, finanziati con impiego di risorse di cui alla L.r. n. 37 del 24 dicembre 1999 e successive modifiche ed integrazioni e quelli dei relativi impegni sono prorogati al 31 dicembre 2010". (169)
Emendamento aggiuntivo Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"Per le finalità di cui al comma 19 della legge regionale n. 7 del 2002, relative alla concessione di contributi agli enti locali per lo smaltimento di rifiuti urbani, è autorizzata nell'anno 2010 l'ulteriore spesa di euro 3.000.000,00 (UPB S04.05.001 - Capitolo SC04.1132).
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.000.000,00. (13)
Emendamento aggiuntivo Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 per il finanziamento, degli interventi di completamento della discarica consortile per rifiuti non pericolosi di cui è titolare il Consorzio per la zona industriale di interesse regionale di Iglesias (UPB S04.05.002).
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 2.000.000,00. (14)
Emendamento aggiuntivo Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata la spesa di euro 150.000.000,00, di cui euro 20.000.000,00 per il 2010, euro 30.000.000,00 per il 2011, euro 50.000.000,00 per il 2012 e euro 50.000.000,00 per il 2013, per il finanziamento degli interventi di realizzazione e di adeguamento della strada statale 128.".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 20.000.000,00. (16)
Emendamento aggiuntivo Milia - Cappai - Steri - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Obinu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 3.000.000,00 per il finanziamento degli interventi di scavo nella Regia Nuragica di Barru nel territorio del Comune di Guasila e Guamaggiore."
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.000.000,00. (19)
Emendamento aggiuntivo Obinu - Capelli - Cappai - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Steri.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
"È autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 3.500.000,00 per il finanziamento degli interventi di completamento del banchinamento del fiume Temo.".
Copertura finanziaria
In diminuzione
UPB S08.02.002
2010 € 3.500.000,00. (20)
Emendamento aggiuntivo Mula - Dedoni - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente
6 bis. è autorizzata nell'anno 2010 la spesa di € 1.500.000,00 da destinare a studi di fattibilità e di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di porti turistici
COPERTURA FINAZIARIA
In aumento
UPB S.07.04.002 investimenti nel comparto portuale, ivi compreso quello turistico
Anno 2010 € 1.500.000,00
In diminuzione
UPB S.02.03.007 trasferimento agli EE.LL. per interventi di politiche attive del lavoro investimenti Cap.SC02.0898
Anno 2010 € 1.500.000,00. (27)
Emendamento aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Cucca - Cuccu.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente
6 bis. Per il mantenimento dell'occupazione e per favorire lo sviluppo economico la Regione Autonoma della Sardegna dispone a favore della SFIRS SPA un finanziamento di 50.000.000 Euro finalizzato al recupero delle aziende sarde risanabili, mediante l'aumento di capitale delle stesse.
Con le risorse derivanti dall'aumento di capitale la SFIRS SPA acquista una parte del capitale sociale della società da risanare per l'importo occorrente per l'estinzione dello scaduto della società per sofferenze, incagli bancari e per debiti verso i fornitori.
La verifica di risanabilità delle aziende verrà valutato da un apposito comitato composto dalla SFIRS SPA, dai Consorzi di garanzia e dalle Banche interessate.
FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 50.000.000. (58)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini.
Articolo 3
All'art. 3 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti commi:
6 bis. Allo scopo di completare e conformare al livello nazionale, il quadro normativo regionale finalizzato al rafforzamento delle aree e dei sistemi produttivi rurali isolani, particolarmente di quelli più svantaggiati in zone interne rurali o marginali, nonché al fine di consentire la fruizione da parte delle aziende e degli operatori economico-produttivi di dette aree dei benefici e delle agevolazioni previsti a livello nazionale dalla legge 33 del 9 aprile 2009, art. 3, così come modificata dalla legge n. 99 del 23 luglio 2009 art. 1, in relazione agli obbiettivi e alle attività di cui all'art. 15 della l.r. 8 agosto 2006 n 13, la Giunta Regionale di propria iniziativa, su proposta dell'Assessore All'Agricoltura e riforma agro-pastorale, entro novanta giorni dall'approvazione della presente legge, adotta lo strumento normativo di natura regolamentaria che disciplina le modalità di individuazione, istituzione riconoscimento, gestione finanziamento, dei distretti rurali e dei distretti agro-alimentari di qualità in Sardegna.
6 ter. Con le stesse modalità di cui al precedente comma, in riferimento alla legge n. 33 del 9 aprile 2009 art. 3 e s.m.i. entro sei mesi dall'approvazione della presente legge l'Assessore all'agricoltura e riforma agro-pastorale, su delega della giunta regionale, stabilisce con propria determina le agevolazioni di competenza regionale per facilitare la costituzione sia dei distretti rurali e dei distretti agri-alimentari di qualità sia delle reti di imprese delle filiere agro-alimentari e dei servizi rurali a carattere interregionale, di particolare interesse strategico per la Sardegna. (67)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Lotto - Cocco Pietro - Bruno - Espa.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è istituito il comma 6 bis:
6 bis. Per l'attuazione degli interventi di risanamento nelle aree stagnali e nei bacini idrografici interessati è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 20.000,00.
L'attuazione degli interventi è delegata alle Province ed agli organismi pubblici di gestione dei compendi lagunari.
Copertura finanziaria
In aumento UPB S04.08.006 - capitolo SC 04.1913
In diminuzione: FNOL. (73)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è inserito il seguente:
6 bis. Ai fini di riattivare l'utilizzo delle disponibilità di cui alla legge regionale 11 agosto 1983, n. 16, il Comitato di cui all'articolo 10 è soppresso. (131)
Emendamento aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessi' - Maninchedda.
Articolo 3
Dopo il comma 6 dell'articolo 3 è aggiunto il seguente comma:
Al fine di agevolare l'accreditamento delle Imprese di costruzione, operanti nel territorio regionale, che intendano partecipare a gare d'appalto indette da Enti Pubblici, al sistema unico nazionale di qualificazione di cui al D.P.R. 34/2000 e all'art. 40 del decreto legislativo 163/2006, è disposta la concessione di contributi a fondo perduto, nella misura del 50% del costo dell'investimento ammesso e con la previsione di un massimale di costo. Le condizioni per dette concessioni sono definite dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dei LL.PP. tenendo conto dei criteri e delle modalità del regime "de minimis": A tale fine è stanziata la somma di euro 5.000.000,00 sul bilancio regionale 2010 (UPB S01.04.001 ; cap. di n.i.). (160)
Emendamento aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessi' - Maninchedda.
Articolo 3
Dopo il comma 6 dell'articolo 3 sono aggiunti i seguenti commi 6 bis, 6 ter, 6 quater:
6 bis. Al fine di agevolare l'accreditamento delle Imprese di costruzione, operanti nel territorio regionale, che intendano partecipare a gare d'appalto indette da Enti Pubblici, al sistema unico nazionale di qualificazione di cui al D.P.R. 34/2000 e all'art. 40 del decreto legislativo 163/2006, è disposta la concessione di contributi a fondo perduto, nella misura del 50% del costo dell'investimento ammesso e con la previsione di un massimale di costo. Le condizioni per dette concessioni sono definite dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dei LL.PP. tenendo conto dei criteri e delle modalità del regime "de minimis". A tale fine è stanziata la somma di euro 5.000.000,00 sul bilancio regionale 2010 (UPB S01.04.001 ; cap. di n.i.)
6 ter. E' autorizzato lo stanziamento di euro 10.000.000, di cui euro 5.000.000 per l'anno 2010 e euro 5.000.000 per l'anno 2011, per la costruzione, l'ampliamento e la ristrutturazione di cimiteri, con le modalità di cui all'art. 34 della L.R. 18.01.1999 n.1, (UPB S 08.01.02 Cap. n.i. ).
6 quater. Dopo l'articolo 6 della legge regionale 24 maggio 1984 n. 24, recante "Interventi urgenti per l'esecuzione e manutenzione di opere idrauliche di terza, quarta e quinta categoria di competenza regionale" è inserito il seguente:
Art. 6 bis
1. L'Amministrazione regionale è autorizzata ad erogare alle province ed ai comuni un contributo integrativo straordinario destinato ad interventi di pulizia e di manutenzione dei corsi d'acqua naturali o inalveati ricadenti nel territorio provinciale e/o comunale di cui all'articolo 61 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9. Il finanziamento sarà erogato in una unica soluzione e costituisce per l'ente beneficiario entrata a destinazione vincolata; l'ente beneficiario è tenuto ad impegnare e a spendere le somme entro l'anno di iscrizione in bilancio, pena la revoca del contributo.
2. La spesa per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 è determinata in euro 8.000.000 da ripartirsi sulla base di direttive adottate dalla Giunta Regionale su proposta dell'Assessore dei Lavori Pubblici. (UPB S04.03.003). (156)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 3
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
Entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale si impegna a presentare un disegno di legge per la riforma del sistema delle aree industriali della Sardegna. (166)
Emendamento aggiuntivo Floris Mario - Cuccureddu - Mulas.
Articolo 3
Dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. Continuità territoriale.
Modifiche all'articolo 20, comma 1 della l.r. n. 2 del 2007.
1. Per le finalità previste dal comma 1, dell'articolo 20 della legge regionale n. 2 del 2007 (legge finanziaria 2007) è autorizzata l'ulteriore complessiva spesa di euro 40.000.000, in ragione di euro 10.000.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2013 (UPB 07.06.002).
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB S07.06.002 (Investimenti nel settore dei trasporti)
Anno 2010 euro 10.000.000
Anno 2011 euro 10.000.000
Anno 2012 euro 10.000.000
Anno 2013 euro 10.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 (FNOL - parte corrente)
Anno 2010 euro 10.000.000
Anno 2011 euro 10.000.000
Anno 2012 euro 10.000.000
Anno 2013 euro 10.000.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (8)
Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessi' - Maninchedda - Planetta.
Articolo 3
Dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente:
Articolo 3 bis.
Interventi straordinari urgenti per la delocalizzazione di immobili insistenti su aree a rischio idrogeologico.
1. Gli immobili realizzati sulla base di legittimi titoli abilitativi su aree soggette ad eventi calamitosi alluvionali ovvero classificate a rischio idrogeologico elevato sono delocalizzati.
2. A tal fine, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i competenti Servizi del Genio Civile, anche avvalendosi dei dati del sistema informativo territoriale regionale e degli studi in possesso dell'Amministrazione e degli enti regionali, provvedono alla ricognizione ed al censimento degli immobili di cui al precedente comma 1, dando priorità ai territori peri quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della Legge 24 febbraio 1992, n. 225.
3. La giunta regionale, all'esito delle attività di cui al comma 2, approva un Piano straordinario di delocalizzazione, che individua i Comuni interessati dagli interventi, la ripartizione dei fondi di cui al successivo comma 7.
4. L'assessorato competente in materia di lavori pubblici attua il piano, individuando idonee aree da acquisire per la realizzazione di appositi piani di lottizzazione di iniziativa pubblica dove delocalizzare gli immobili.
5. I proprietari degli immobili di cui al comma 1 possono optare per l'assegnazione di un immobile equivalente realizzato nei piani di lottizzazione di cui al precedente comma 4 ovvero per la corresponsione di un contributo pari ad euro 450 per metro cubo del fabbricato da delocalizzare.
6. Gli immobili di cui al comma 1 sono acquisiti al demanio regionale e demoliti. Le aree di risulta sono oggetto degli interventi di rimessa in pristino e mitigazione del rischio idrogeologico necessari alla messa in sicurezza dei territori.
7. Per gli interventi del presente articolo è autorizzata la spesa di euro 50.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012. (153)
Emendamento all'emendamento numero 153 sostitutivo parziale Espa - Bruno - Barracciu - Sabatini - Porcu - Uras - Salis.
Articolo 3
Al comma 5, le parole "un contributo pari ad euro 450" sono sostituite dalle parole "un contributo di almeno euro 450". (173)
Emendamento all'emendamento numero 153 aggiuntivo Espa - Bruno - Barracciu - Sabatini - Porcu - Uras - Salis.
Articolo 3
Al comma 5 sono aggiunte le seguenti parole:
"Le delocalizzazioni possono avvenire anche in comuni diversi dal comune di provenienza". (172)
Emendamento all'emendamento numero 144 sostitutivo totale Diana Mario - Cherchi - Dedoni - Gallus - Steri - Milia - Obinu.
Articolo 3
L'emendamento numero 144 è sostituito come segue:
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
"14 bis. E' autorizzata nell'anno 2010 la spesa complessiva di euro 10.000.000 per interventi di bonifica negli stagni di Oristano (UPB S06.05.011). L'attuazione degli interventi è delegata alle province e/o agli organismi di gestione dei compendi lagunari.".
Copertura finanziaria
In aumento
UPB S06.05.001 Interventi a tutela degli stagni
Anno 2010 10.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente
Anno 2010 10.000.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (171).)
PRESIDENTE. Ricordo che i colleghi che intendono parlare sull'articolo 3 e i suoi emendamenti devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente e colleghi, ritengo che sia arrivato il momento in quest'Aula di fare giustizia di tutta una serie di dichiarazioni che sono state fatte anche di recente sulla continuità territoriale della Sardegna. Titoloni di giornali in prima pagina che parlano di una riduzione del costo del biglietto da e per la Sardegna di 8 euro, che non sono ad appannaggio di chi dichiara queste cose, né di qualche parte politica, ma fanno parte delle norme contrattuali esistenti. Si vorrebbero approvare le mosse di un Ministro, che sappiamo benissimo che ha un occhio di riguardo per le compagnie e non certamente per i sardi.
Assessore, colleghi del Consiglio, mi riferisco soprattutto a quei colleghi che stamattina nell'andito si chiedevano perché dovremmo spendere soldi noi per la continuità territoriale, quando ormai il costo del biglietto è ridotto rispetto a quello che era in passato, si vuole cioè confondere la continuità territoriale della Sardegna, riconosciuta dallo Stato con l'articolo 36 della legge numero 44, a conclusione di un iter che è durato 13 anni nella Commissione europea, per la quale abbiamo fatto la più grande conquista della vita autonomistica della Sardegna. Siamo partiti da un regime d'imposizione degli oneri di servizio pubblico, ovvero da un regolamento che nulla ha a che vedere con la continuità territoriale e con i sardi; voglio ricordare ai colleghi - e chiederei un attimo di attenzione, non tanto per me quanto per l'argomento che stiamo trattando - che siamo arrivati dopo la Francia per la Corsica, dopo il Portogallo per le Azzorre, dopo la Spagna per le Canarie, dopo l'Irlanda, la Norvegia, l'Inghilterra, la Svezia e la Germania, e adesso stiamo annullando tutto.
Abbiamo realizzato una continuità territoriale, lo ricordo per chi non c'era, con un prezzo di biglietto "Cagliari-Roma" che era di 128 mila lire, allora c'era la lira, e 65 e 800 per i residenti, e così via per tutte le altre parti d'Italia. Da qualunque parte della Sardegna si andasse in continente, da Cagliari, da Olbia, da Alghero, a Milano, il prezzo del biglietto era sempre lo stesso. La nostra è una Regione svantaggiata e periferica, quindi i vettori devono rispondere a criteri che non si attuerebbero se non fossimo proprio una Regione svantaggiata e periferica. Essi baderebbero unicamente al loro interesse commerciale e non all'interesse specifico della Sardegna e di tutte le regioni periferiche d'Europa.
Ma il problema della continuità territoriale non è un problema soltanto di tariffe, è un problema di continuità, è un problema di regolarità, è un problema di capacità, di qualità, di orari, è un problema per il quale il popolo sardo ha combattuto 40, 50, 60 anni. La differenza tra un contratto di servizio pubblico e un altro basato sull'imposizione di un obbligo di servizio pubblico non si colloca sul piano economico, ma su quello operativo con un solo vettore quale soggetto esercente del servizio; poi si possono allargare tutte le compagnie che vogliono, e si possono adeguare a questa imposizione degli oneri, ma quello deve rimanere una cosa ferma, una pietra miliare nell'autonomia della Sardegna, l'altro è copertura dei deficit.
Mi dispiace che non sia presente l'Assessore competente per materia, ma devo dire che ora la situazione è caratterizzata da una precarietà che è pericolosissima. L'intervento pubblico nel settore dei servizi aerei è governato da un nuovo regolamento comunitario, appena entrato in vigore, che è poco conosciuto e poco testato; esso prevede condizioni più restrittive rispetto a quelle che c'erano nel 1992 per quanto riguarda l'ammissibilità degli interventi da parte dell'Unione Europea. Il Ministero dei trasporti e anche il Governo nazionale non hanno mai prestato attenzione alla questione, devo dire che l'unica persona che si è occupata allora della continuità territoriale è stato Berlusconi, che effettivamente ha messo la parola "fine" a questo discorso, un discorso iniziato con tante giunte di destra e di sinistra. Non ci sono al momento, Assessore, risorse finanziarie statali assegnate e disponibili per questi interventi. Anzi dirò di più…
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ci sono risorse nostre. Hanno trasferito la competenza.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). No, no, neanche nostre! Un momento, non hanno trasferito la competenza, lo dice Soru che hanno trasferito la competenza, non credo che l'onorevole Soru volesse questo quando ha acconsentito ad assumere il trasporto pubblico locale, le spese della sanità e della continuità territoriale. No, lo Stato continua a versare i soldi all'ENAC che, anziché usarli per la continuità territoriale della Sardegna, quindi a destinazione vincolata, li mette nel calderone unico e li utilizza per gli aeroporti di Torino e di Roma! E' chiaro che noi dobbiamo combattere questa battaglia. E' opportuno ricordare che abbiamo scadenze nel mese di marzo di quest'anno e che, se anche dovessimo fare la conferenza dei servizi fra due giorni, non saremmo in condizioni di realizzare la continuità territoriale cosiddetta minore, cioè quella tra la Sardegna e Palermo, Napoli, Firenze, Bologna.
Per quanto riguarda invece la nostra continuità territoriale, al momento attuale, dicembre 2009, noi non abbiamo una "lira"! Se è vero che Soru ha trasferito tutte le competenze, allora la Regione sarda introduca nel proprio bilancio le somme necessarie per assicurare la continuità territoriale ai sardi! Prima parlavamo della Tirrenia, quindi stavamo parlando della continuità territoriale marittima, per persone e per merci: anche in questo caso non si sa che fine abbiano fatto i 30 miliardi messi a disposizione dallo Stato! Non ce la possiamo cavare così per la continuità territoriale per le persone. La continuità minore allora valeva 10-15 milioni, che sono stati messi a disposizione dallo Stato, quest'anno non c'è una "lira" per quanto riguarda questa continuità territoriale, come non c'è una lira per quanto riguarda la continuità territoriale cosiddetta maggiore, quella tra la Sardegna e Milano e Roma.
Allora, è un sistema che non funziona! Senza compensazione economica non c'è continuità territoriale, non possiamo confondere il low cost con la continuità territoriale! La continuità territoriale, per i sardi, significa stabilire in quali orari il sardo parte dalla Sardegna per andare a Roma o a Milano e in quali orari fa ritorno. Se io devo andare a Milano o a Roma posso e devo ritornare in giornata, altrimenti sono costi. Posso fare la visita medica, posso partecipare a una conferenza, posso partecipare a qualunque tipo di riunione ma poi mi riportano in giornata: questa è continuità territoriale! Stabilire il numero, gli orari e i prezzi dei voli! Siamo passati ormai a 122 euro per il volo "Cagliari-Roma", non è possibile che facciamo finta di nulla!
Dopo la grande battaglia che il Consiglio regionale, tutto insieme, ha combattuto, riportando una vittoria straordinaria, adesso che cosa facciamo? Ci perdiamo in quattro fesserie, in quattro emendamenti, senza pensare allo sviluppo della Sardegna! Abbiamo sempre detto che i trasporti per la Sardegna sono un handicap strutturale, su questo noi dobbiamo per forza mettere mano, quindi noi abbiamo previsto 10 miliardi…
Guardate, non siamo intervenuti su niente, Assessore, siamo intervenuti sul Patto di stabilità, sul Fondo unico e sulla continuità territoriale. Riteniamo questo problema di straordinaria importanza e vale una finanziaria, per cui il nostro voto sulla finanziaria dovrà tener conto della risposta che la Giunta regionale darà su questo problema. Abbiamo anche fatto i conti: per garantire a tutti i sardi una tariffa da 40 euro occorrono 40 milioni di euro all'anno, cifra che è già grossa perché secondo noi non si dovrebbe pagare niente, si dovrebbe arrivare al costo zero: cioè il sardo deve arrivare dalle coste della Sardegna alle coste italiane a costo zero. Questo significa mettere i sardi nelle stesse condizioni economiche!
Dobbiamo aprire la grande vertenza nei confronti dello Stato, l'abbiamo sempre detto, fa parte della partita; noi ci proponevamo al popolo sardo per rivedere tutta la partita delle entrate e questo ne fa parte. Se l'Assessore dice: "Noi ci siamo presi l'onere e l'onore di pagare", allora paghiamo, ma non è possibile pensare alla Befana, cioè che le compagnie aeree attuino a fare la continuità territoriale…
PRESIDENTE. Onorevole Floris, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Floris)
PRESIDENTE. Onorevole Floris, il fatto è che le regole sono uguali per tutti, se faccio una deroga per lei, poi la devo fare per tutti. Mi dispiace.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Lei sa che io non sconfino mai, mi sembrava un argomento importante.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente. Assessori, colleghe e colleghe, mi sembra che l'articolo 3 sia uno degli articoli molto significativi nell'atto di programmazione regionale. Il sostegno alle infrastrutture è la condizione primaria per supportare il segmento delle attività produttive in Sardegna, per cui anche l'argomento poc'anzi accennato dall'onorevole Floris sulla continuità territoriale è sicuramente uno degli elementi cardine perché le nostre attività produttive possano competere al pari delle altre attività, diciamo, nazionali e quindi le nostre produzioni e i nostri servizi possano raggiungere tutti gli ambiti e i mercati possibili.
Potremmo elencare tutte le infrastrutture a supporto delle varie attività produttive regionali, ma io mi soffermerò su alcune. Ho visto che molti emendamenti sono legati alle infrastrutture rurali e credo che queste siano fondamentali per quel segmento economico al quale la Sardegna tende a guardare con particolare attenzione vista la problematicità della grande industria; con trepidazione tutti attendiamo risposte perché questa continui a produrre e quindi a essere presente in Sardegna, certo è che in quest'Aula si è anche parlato dell'agricoltura come elemento primario della produzione sarda, non foss'altro perché ultimamente, anche in questi giorni, vi sono attenzioni caratteristiche al mondo agricolo e in modo particolare verso specificità che sono tipiche dell'Isola. Quindi un elemento importante che ci permette di valorizzare quegli elementi tipici che, all'interno della globalizzazione, possano ricavarsi un settore e un segmento di mercato importante, pena l'omologazione e quindi le difficoltà anche di stare nel mercato delle nuove produzioni.
Per stare appunto nell'ambito delle attività agricole, dicevo che io mi auguro che una programmazione sulle infrastrutture guardi con attenzione verso quelle infrastrutture fondamentali alle aziende agricole perché possano esercitare la loro attività in assoluta sicurezza, in assoluto raccordo fra le stesse e con assoluta possibilità di miglioramento per raggiungere il livello delle aziende europee. Parlando di questo, abbiamo accennato alla viabilità rurale che consente alle aziende di accedere ai fondi; per esempio, anche per quanto riguarda il trasporto del latte (che è uno degli elementi caratteristici della nostra produzione che va appunto trasferito nei vari caseifici), la viabilità rurale spesso comporta disagio per il trasferimento di questa preziosa produzione.
Parlo anche dell'elettrificazione rurale: in molti ambiti ancora stenta però questa può essere sostenuta con le fonti alternative, come i pannelli fotovoltaici, ma c'è la necessità che le imprese agricole abbiano sufficiente elettrificazione (considerato il fatto che oggi sono strutturate sulla base delle norme CEE e quindi hanno bisogno di infrastrutture come le mungitrici automatiche) per tutte quelle apparecchiature tecnologiche che devono essere supportate con piena efficienza attraverso una buona e ottima rete elettrica. Parlo anche della possibilità degli strumenti che, nello sviluppo delle attività produttive, andrebbero messi in concorso, messi in relazione: si sta sviluppando l'elemento, utile anche nel territorio del Medio Campidano, di mettere in concorso le attività di allevamento zootecnico con le attività agricole produttive; molti degli allevamenti si forniscono di mangimi che hanno costi elevati e quindi non consentono la produzione a prezzi accessibili, per cui anche sotto questo profilo una infrastruttura produttiva, tra virgolette, potrebbe essere quella che continua a favorire la coltivazione delle leguminose come elemento portante dell'alimentazione animale, specie nelle aree ancora incolte. Questa è un'altra sperimentazione che si sta compiendo nel Medio Campidano e credo che abbia necessità di essere supportata proprio perché mette in concorso, all'interno delle aziende agrarie, l'attività dell'allevatore con l'attività del contadino, integrando i redditi delle due importanti e portanti attività agricole.
Per chiudere questa riflessione sul mondo agricolo, aggiungerei l'elemento dell'allargamento dell'irrigazione nei terreni, visto e considerato che oggi possiamo contare su risorse idriche abbondanti. Senza l'irrigazione si può fare un'agricoltura povera mentre per implementare e sostenere, appunto, le attività produttive in questo settore, le infrastrutture, come l'espansione della rete irrigua nel territorio della Sardegna, possono e devono contribuire senz'altro all'implementazione e alla ricchezza delle nostre aziende agricole. Ripeto aziende che devono essere sostenute e incoraggiate nella specificità, nella qualità anche nella bioproduzione, che sono quegli elementi che possono, ripeto, connotarci e quindi essere considerati utili al recupero dell'economia in Sardegna.
Siccome il tempo è breve, vorrei tornare su un tema a me caro, affrontato spesso anche dall'Aula: la valorizzazione dei beni culturali. Uno dei segmenti principali del richiamo turistico in Sardegna è sicuramente legato ad alcuni aspetti infrastrutturali come la viabilità e quindi la mobilità interna alla Regione, non solo quella aerea che, per fortuna, ci consente anzi sta incominciando a consentirci, di essere legati un po' al mondo con la possibilità di movimentazione turistica dalle aree più lontane della Sardegna. La infrastrutturazione territoriale va sostenuta in modo che raggiunga gli elementi rappresentati dai beni culturali che sono, io credo, una delle fondamentali ricchezze del patrimonio storico sardo. Patrimonio, ripeto, che al cospetto delle realtà internazionali si colloca sicuramente, se non al primo, almeno fra i primi posti per caratterizzazione, per storia, per cultura, per curiosità anche della nostra stessa cultura.
Allora il sostegno va alla valorizzazione dei beni culturali, alla ripresa degli scavi archeologici tale da consentire di aumentare la fruibilità dei monumenti presenti in Sardegna, ma non solo, anche da permettere chiaramente la conoscenza ulteriore del mondo nuragico e prenuragico, che è substrato della nostra storia, della nostra cultura. Quindi è importante riscoprirlo e sostenerlo come strumento importante delle attività produttive all'interno del quale andrebbero consolidate tutte quelle maestranze che oggi supportano la valorizzazione dei beni culturali e ancora non hanno un inquadramento preciso vivendo in situazioni di grande precarietà, che andrebbero affrontate all'interno del quadro più generale relativo all'utilità dei precari in Sardegna.
Il tema dei beni culturali credo che sia uno dei temi da affrontare al più presto perché sono tantissimi i giovani laureati e diplomati che servono questo settore produttivo isolano e che, nella situazione di precarietà, non danno certo il meglio di se stessi verso quella grande potenzialità...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico ai colleghi Christian Solinas, Pietro Pittalis, Ben Amara Radhouan, Attilio Dedoni ed Efisio Planetta che non potranno intervenire in quanto si sono iscritti oltre il termine.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, come mio solito, il mio intervento sarà estremamente breve per richiamare l'attenzione su due o tre profili che l'articolo in discussione pone all'evidenza. Si tratta di un articolo rubricato: "Interventi per lo sviluppo delle attività produttive"; al suo interno, come segnalato anche nei precedenti interventi, vengono poste una serie di norme che parlano di infrastrutture. E' evidente che, stante la configurazione, il taglio che abbiamo voluto dare a questa finanziaria è che il problema delle infrastrutture non può essere affrontato in maniera complessa. Lo abbiamo visto anche in precedenza quando si è parlato dell'emendamento sulla Tirrenia. Eppure deve essere ribadito in questa sede che questo è un elemento essenziale, perché lo sviluppo della Sardegna, che sia turistico, agricolo o culturale, può avvenire solo in quanto la Sardegna venga dotata di una rete infrastrutturale. Faccio un esempio: se noi volessimo sviluppare l'attività "golfistica" creando una serie di campi da golf nelle varie parti della Sardegna, questo sarebbe possibile in presenza di una rete stradale tale da consentire degli spostamenti rapidi e sicuri.
Sicuramente è giusta la battaglia che viene fatta sulla "Sassari-Olbia", ma è solo un aspetto particolarmente grave, particolarmente importante e urgente di un altro problema che è il problema che riguarda tutta la rete stradale e ferroviaria della Sardegna. Il fatto che in questo campo la Sardegna sia totalmente arretrata rispetto al resto dell'Italia mi sembra che sia indubitabile. Mentre si fa il ponte sullo stretto di Messina, noi stiamo a "pietire" allo Stato nazionale i finanziamenti per fare una strada a "quattro corsie", neanche un'autostrada! Eppure oggi la Regione può fare qualche cosa su questo. Nella legge numero 166, approvata nel mese di giugno scorso, il Governo ha previsto espressamente che, per quanto riguarda la rete stradale e autostradale, le Regioni possano costituire un'azienda mista con l'Anas che è destinata a verificare gli interventi. Questo è un meccanismo che deve essere utilizzato ed è estremamente importante perché ci consente di intervenire direttamente e immediatamente, non solo finanziariamente (ricordo che la Regione sarda ha pagato decine di miliardi per tutti i progetti della "131" e anche di altre strade, tipo la "125"), ma anche sulla programmazione e sulle scelte.
Infatti bisogna andare alla ricerca di meccanismi alternativi rispetto ai finanziamenti tradizionali per realizzare le infrastrutture. Il Gruppo sardista ha accennato l'altro giorno alla possibilità di utilizzare il leasing immobiliare. Sinceramente questa è un'opzione che a me sembra di difficile attuazione in quanto urterebbe contro la possibilità di configurare un privato proprietario di una strada. Sono le stesse difficoltà, per parlarci chiaro, che ha incontrato Abbanoa quando ha cercato di utilizzare il leasing immobiliare per poter realizzare gli acquedotti e ha avuto, da quello che c'è stato riferito in Commissione, un "no" secco da parte delle banche proprio per questa configurabilità.
Però se noi andiamo ad approfondire gli studi vediamo che ulteriori strumenti sono realizzabili. A titolo di esempio basti considerare gli studi che l'ANAS ha fatto due o tre anni fa, quando verificò, per quanto riguarda la "554", il tratto iniziale della "130", della "131" e, se ricordo bene, anche l'asse viario di collegamento con la città di Sassari, che il traffico era tale da essere ben configurabile e sostenibile la realizzazione di una rete autostradale. La realizzazione di una rete autostradale implicherebbe un raddoppio della possibilità di utilizzo delle strade, è questo il meccanismo che deve essere seguito, che deve essere utilizzato e devono essere effettuati ulteriori studi per verificare se nel frattempo sia aumentato il traffico veicolare su altri tratti stradali in modo che anche su di essi si possano estendere reti autostradali da realizzare con una concessione.
E' comunque un problema estremamente delicato in cui la Regione deve imporsi un atteggiamento forte di rivendicazione nei confronti dello Stato. Lo stesso atteggiamento di quando la Sardegna accettò, dopo aver chiesto e posto fine alla resistenza del Regno di Sardegna, la nascita del Regno sardo-piemontese, e questo nacque perché la Sardegna rivendicava un riparo a tutti i torti subiti per cercare di ottenere uno sviluppo. Questo non è stato. Si è cercato con lo Statuto di autonomia di porre un rimedio, rimedio che non è stato realizzato. Occorre quindi agire nei confronti dello Stato in maniera estremamente incisiva per sviluppare le reti autostradali e le reti ferroviarie.
Ulteriore profilo del problema è quello dei rapporti col continente. Per quanto riguarda la continuità territoriale, il presidente Floris ha parlato in maniera molto puntuale poco fa, ma è da approfondire il problema per quanto riguarda le merci, per poter fare questo, dobbiamo predisporre alla Comunità europea una relazione che dimostri che il traffico via mare è più costoso e più oneroso di quanto non sia il traffico via terra.
Ritengo pertanto che correttamente la Giunta abbia limitato nella sua proposta, in questa fase, alcuni interventi essenziali; però credo che il problema debba essere approfondito in seguito. In primo luogo penso che debba essere convocata la prima Commissione, considerando che si tratta dei rapporti Stato-Regione, affinché affronti analiticamente e puntualmente tutti i problemi della continuità territoriale, i problemi dei rapporti con lo Stato per lo sviluppo della rete ferroviaria e della rete stradale, e anche i problemi con la Tirrenia. Qualora ciò non dovesse avvenire, noi presenteremo una mozione perché se ne parli in Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo preliminarmente sull'ordine dei lavori perchè ho bisogno di un chiarimento sulla comprensibilità del testo. Vorrei sapere che cosa si intende per "della legge numero 2 del 2007, articolo 25, comma 5 bis", posto che il comma 5 bis in un testo approvato non dovrebbe esistere. A che cosa si riferisce? Ho bisogno di capire di che oggetto stiamo parlando.
PRESIDENTE. Non ho capito a che cosa si sta riferendo, onorevole Sanna.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi sto riferendo all'articolo 3, primo comma.
PRESIDENTE. Scusi? Non ho capito, sta parlando del testo della finanziaria?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì. Nell'articolo 3, comma 1, si parla di "comma 5 bis". Io posso controllare la legge numero 2 del 2007, ma ho difficoltà a individuare di che cosa tratta il comma 5 bis, perché non sono rubricati in questo modo, quindi vorrei sapere a che cosa si riferisce. Poi intervengo.
PRESIDENTE. Stiamo verificando, onorevole Sanna.
Onorevole Sanna, si tratta di un articolo novellato, quel comma è stato introdotto dalla legge regionale 7 agosto 2009 numero 3.
Prego, può procedere con il suo intervento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Grazie. Fondamentalmente, l'articolo 3 si suddivide in due parti: la prima, comprendente i primi quattro commi, parla di infrastrutture e servizi correlati; la seconda parte invece, comprendente i commi 5 e 6, parla di benefici, cioè di sistemi di agevolazione. Ora, l'obiezione che ne scaturisce è capire: l'articolo 25 della legge numero 2 parla di strumenti di incentivazione, che sono cose diverse dalle infrastrutture e dai servizi correlati e soggiacciono a regimi differenti. Per quanto riguarda l'articolo 25 si parla, penso che sia la stessa cosa, della creazione di un ulteriore fondo di rotazione, sostanzialmente, perché le modalità di gestione di questi fondi passano attraverso i fondi di rotazione. Quindi, dopo avere cercato di eliminarli, adesso li ricostruiamo. Suppongo pertanto che per la gestione di questo fondo bisognerà indire una gara pubblica, come prevede sempre l'articolo 25, e che si autorizzeranno appunto i diversi programmi. Per quello che dichiarate voi, con tutto il bagaglio che dovrà essere prodotto tra direttive e deliberazioni della Giunta, parere della Commissione, questa è una misura che potrebbe cominciare a produrre degli effetti tangibili iniziali tra maggio e giugno del 2010, in un momento nel quale possiamo discutere ampiamente sull'efficacia e la pertinenza di questi interventi nell'ambito della finanziaria.
Secondo aspetto. Il comma 3 prevede una cosa che a me pare strana dicendo che, al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, si fa una riserva del 20 per cento su questo fondo per le progettazioni. Ora, anche qui bisogna intendersi, cioè gli oneri normalmente pubblici riconosciuti per le progettazioni, su finanziamenti pubblici, non sono del 20 per cento, sono inferiori di molto, per cui queste questioni vanno decise. Non è che, per esempio, per quanto riguarda altre risorse pubbliche, del tipo infrastrutture di tipo pubblico, o edilizia pubblica, riconosciamo il 15 per cento e qui ne riconosciamo il 20 per cento! Ci deve essere spiegato perché si sottraggono fondi alle incentivazioni per foraggiare le progettazioni, posto che non è una somma riconosciuta, ma è sostanzialmente una modalità per accelerare la cosiddetta cantierabilità.
Ho alcuni dubbi sul fatto che sia sufficiente la progettazione per la cantierabilità, perché, a questo punto, in Regione noi avremmo poche centinaia di euro di residui, perché abbiamo progettazioni a iosa, però i quartieri non partono perché c'è bisogno di ben altro, quindi è del tutto evidente che la cantierabilità dei lavori è legata a semplificazioni e a utilizzo di strumenti di semplificazione amministrativa che non sono affatto presenti in questo contesto.
La conclusione è che non solo operativamente la norma può cominciare a produrre degli effetti a partire da maggio o giugno del 2010, ma, siccome agevoliamo la cantierabilità e conosciamo i tempi delle progettazioni, non genererà alcun tipo di spesa efficace nel 2010, concorrendo a quel dannato obiettivo, a cui si è molto dedicato il Presidente della Commissione, che è la formazione dei residui. Tanto è vera questa mia affermazione, che il sistema del legislatore previene (certo che previene!) e nel successivo comma si dice: "La spesa di cui al comma 1…" - cioè 100 milioni all'anno per 400 milioni in quattro anni - "può essere oggetto di impegno pluriennale…", e ancora: "Gli stanziamenti di bilancio tengono conto dei suddetti impegni. La quota di stanziamento non impegnata nell'anno di riferimento…" - ovviamente nel 2010 succederà questo - "permane nel conto dei residui per essere utilizzata, per le medesime finalità, fino a suo esaurimento".
A questo punto nasce il problema, cioè: vogliamo ridurre questi residui o vogliamo creare norme fatte ad hoc per incrementarli per legge? Questo è il punto! Cioè, con questo comma 4, noi stiamo già mandando un messaggio agli ipotetici beneficiari di questa norma dicendo loro di tener presente che, prima dei mesi maggio-giugno, la norma non è attiva, posto che la Giunta utilizzi proficuamente i 90 giorni per fare i suoi adempimenti, e posto che questi tempi siano rispettati persino dalla Commissione che ha altri 20 giorni di tempo. Fatevi i vostri conti e, tra feste comandate e non, arriviamo a maggio-giugno. A maggio-giugno cominceranno a poter essere erogati per la cantierabilità i fondi per la progettazione, questo è un provvedimento che, nell'esercizio 2010, non c'entra niente, e che quindi non ha l'ambizione di intervenire sull'economia della Regione Sardegna in questo anno che si apre, è un provvedimento a futura memoria.
Altro aspetto. Io credo che noi abbiamo ampiamente condiviso con molti rappresentanti del sistema degli enti locali, anche del centrodestra, il fatto che le politiche di infrastrutturazione e di creazione di condizioni di logistica competitiva per l'insediamento delle aziende, fossero un problema che dovesse via via cercare di aggregare le diverse esperienze che gli enti locali avevano formato nel tempo, attraverso i cosiddetti Piani di insediamento produttivi e, attraverso l'incentivo del sistema dell'Unione dei comuni, avevamo orientato i comuni ad assumere questa problematica su un'area territoriale più ampia, facendo in modo che questo tipo di attività portasse non solo a una razionalizzazione dei costi e delle infrastrutture, ma anche a una maggiore realizzazione delle condizioni di marketing territoriale favorevoli all'insediamento delle aziende.
Tutto questo non vale più perché, con questa impostazione, si riassume una condizione centralistica della Regione che, in qualche modo, decide dove orientare, e quindi ignora, bypassa totalmente gli enti locali che, invece di essere resi in qualche modo protagonisti e attori principali nell'individuazione di ciò che va infrastrutturato e migliorato in termini di servizio, vengono presi a uno a uno con criteri che determinerà la Giunta, che, mi permetterete, conoscendovi molto bene, so già quali saranno, non sarà certamente un criterio meritocratico, né pubblico a bando. Quindi vi lascio dedurre quale sarà il vero metodo col quale si deciderà.
Questo, fortunatamente, è, a mio parere, con molta gioia, il giorno in cui il sistema degli enti locali preannuncia di voler, come noi avevamo auspicato, impugnare queste norme di fronte ai tribunali dello Stato, per l'ingiustizia che hanno subito in ordine al mancato trasferimento del Fondo unico. Io credo che, in questo articolo, ci sia un'altra ragione per la quale i comuni che hanno investito nelle politiche territoriali per darsi una prospettiva di razionalizzazione, anche della localizzazione di impresa e dei servizi, possano fare la loro parte anche con un'ulteriore motivazione che li esclude del tutto, ripristinando la logica dei cosiddetti fondi di rotazione e così via. La seconda parte è più semplice. Sentite! Sentite! Dopo i soldi ampiamente già dati da Tremonti alle banche, noi ci preoccupiamo di mettere altri soldi per agevolare l'accesso al credito delle imprese!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'articolo 3 tratta dello sviluppo delle attività produttive, nell'ambito di questo articolo il comma 6 indica modalità di semplificazione amministrativa, dice il testo: "Al fine di semplificare il procedimento amministrativo e nel contempo accelerare la spesa relativa alla concessione di agevolazioni a favore delle imprese, quando queste prevedano un utilizzo di risorse provenienti da più fonti di finanziamento in capo a diversi Assessorati, con deliberazione della Giunta regionale… è individuato un unico centro di responsabilità amministrativa...". Io mi chiedo (me lo chiedo ormai da 19 anni, e non è roba di poco conto) per quale motivo strano noi manteniamo all'interno dell'ordinamento dell'Amministrazione regionale la legge numero 40 del 1990. La legge numero 40 del 1990 è una legge che regola i procedimenti amministrativi della Regione, individua le responsabilità di procedimento, quindi individua un titolare di quel procedimento, e gli attribuisce proprio le funzioni che il comma 6 di questo articolo 3 vorrebbe attribuire invece attraverso una deliberazione della Giunta regionale. Cioè, noi introduciamo una norma all'interno della finanziaria per regolare un procedimento amministrativo che è già regolato da 19 anni da un'altra legge, peraltro in vigore, e che noi ci ostiniamo a ignorare, e non riesco a capire perché! Fra l'altro, questa è una norma che noi abbiamo sistematicamente indicato nelle leggi successive.
Nell'ultima finanziaria, anche per sostenere le imprese c'è una dotazione (che è quella che è stata attribuita) che costituisce e alimenta il Fondo regionale per l'occupazione, che non è un Fondo destinato a dare contributi a fondo perduto a disoccupati, ma è un fondo costituito per sostenere, anche attraverso l'impresa, l'occupazione. Lo dico perché credo che ci sia in questa nostra Regione non solo una crisi industriale, ma anche una crisi nel mondo dei servizi e, apro una piccola parentesi, all'interno di questo mondo dei servizi, una crisi dell'informazione locale. Ci sono diverse persone, decine, centinaia di persone che lavorano, anche in modo precario, all'interno delle nostre piccole realtà editoriali e di informazione che, nella scorsa manovra finanziaria, abbiamo individuato essere dei soggetti destinatari di aiuti, e abbiamo anche indicato una procedura, che è quella dell'accordo procedimentale dell'articolo 24 della legge numero 40 del 1990.
Questo lo dico, Assessore, perché una delle finalità di questo comma 6 è proprio quella di dare un'accelerazione della spesa alle risorse che sono destinate principalmente alle esigenze del settore economico e alle esigenze di salvaguardia e di tutela, se è possibile di crescita, dell'occupazione. A me pare che ci sia una sorta di condanna che colpisce tutti gli Esecutivi, tutte le legislature, tutte le maggioranze, per cui bisogna necessariamente innovare anche quello che già esiste e nell'innovare quello che già esiste capita che puntualmente noi ci ritroviamo sempre davanti lo stesso identico problema; lo stesso identico problema è che noi non spendiamo neppure le risorse che abbiamo stanziato per soccorrere l'attività economica, la salvaguardia, la tutela del lavoro e la crescita dell'occupazione. A me piacerebbe che, qualche volta, anche nella predisposizione della manovra finanziaria, durante la discussione che si sviluppa in Commissione, riuscissimo ad ascoltarci un pochino di più perché non tutto deve essere interpretato necessariamente come uno scontro di natura ideologica.
Stamattina ho avuto modo di dire: "Badate, stiamo attenti su questo articolo 2, sugli interventi di defiscalizzazione, di contributo attraverso la riduzione degli oneri previdenziali, a orientare questo contributo principalmente all'attività economica". Abbiamo aggiunto la sezione S - l'ho detto - che è destinata prevalentemente all'associazionismo sindacale, politico e delle categorie professionali e delle imprese. Che cosa è? Mi è stato risposto che sono servizi alla persona. La realtà è che sono comprese le agenzie di pompe funebri e i manicure e, insieme a loro, le associazioni politiche, quelle sindacali e quelle delle imprese. Quindi che cosa succederà? Se non interverrà la Giunta a dire almeno che questi gruppi sono vasti, ampi, ma la priorità, nell'utilizzo di quei 50 milioni di euro, deve essere intesa per il settore manifatturiero e io posso dire anche al settore delle costruzioni e poi al commercio e poi - se esistono - ai servizi alla persona (cioè se esiste l'associazionismo del volontariato, del terzo settore, che potrebbe essere ricompreso in alcuni punti della sezione S), ma pure, all'ultimo stadio, se non le vogliamo proprio escludere, le associazioni politiche, sindacali, quelle delle categorie professionali e delle imprese, succederà che le risorse andranno a quelli più attrezzati che sono proprio quei soggetti che non sono soggetti economici attivi, che non sostengono in modo decisivo l'economia. Quindi quei 50 milioni di euro finirebbero (già il sistema è molto complicato e il funzionamento è molto difficile) per approdare verso soggetti che non sono esattamente quelli che magari noi, approvando quell'articolo, avevamo in mente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'articolo in esame dovrebbe rappresentare, se non la parte più significativa, certamente una delle parti più significative del testo che abbiamo in discussione. Poiché non voglio tediare nessuno, come è avvenuto nel precedente intervento, richiamando gli indicatori economici e quelli del mercato del lavoro, vado oltre. Non voglio nemmeno richiamare le difficoltà finanziarie del sistema delle piccole e medie imprese in particolare, che è il sistema verso il quale la Regione ha delle competenze proprie di intervento, di sostegno e di promozione. Credo, invece, possa essere utile in questi minuti, scusate la presunzione, soffermarmi brevemente su tre o quattro questioni che hanno, ripeto, la presunzione di esaminare alcuni fattori di criticità del nostro sistema economico.
Il primo: noi abbiamo alcune tipologie di criticità. Una è quella riferita al sistema industriale, in particolare ai grossi poli industriali (Porto Torres, Ottana, Portovesme, Cagliari, Macchiareddu, Sarroch) che soffrono di alcuni fattori alla produzione che sono oggetto di questa Regione da tanti anni; certamente l'energia, nelle sue tipologie, i trasporti, sui quali si è soffermato poc'anzi il presidente Floris, temi, ahinoi, ancora irrisolti, che sono la palla al piede non solo per lo sviluppo, ma per il mantenimento di quelle attività produttive.
Un altro aspetto critico è il continuo depauperamento in particolare delle zone interne; una delle ragioni di questo depauperamento demografico risiede proprio nel fatto che insistono serie difficoltà in quei territori ad allocare iniziative produttive ed economiche, soprattutto ovviamente di piccole e medie imprese.
C'è poi un'altra tipologia di criticità che riguarda parecchie imprese, sono davvero tante, sottocapitalizzate e che, per effetto di questa sottocapitalizzazione, spesso sono preda del cinismo del sistema bancario che noi continuiamo a foraggiare, anche con questa finanziaria, banche che non si pongono scrupoli a far fallire anche imprese che hanno mercato perché hanno un prodotto capace di conquistarselo. Badate, uno degli ultimi esempi di questi giorni - lo conoscerà l'onorevole La Spisa - è quello dell'IMPREDIL, un'impresa che ha sede vicino a Cagliari, che ha un buon prodotto, un buon mercato, eppure, perché affetta da debiti, ha un'ingiunzione di fallimento e, se non riusciremo a intervenire, vedremo distrutta un'altra attività produttiva che crea manufatti che si vendono e che, ripeto, ha un mercato perché non ha un chilo di prodotto stoccato in magazzino.
Altra tipologia di criticità è quella relativa a imprese che, grazie agli investimenti innovativi effettuati negli anni passati, con capitale proprio ma anche con il contributo della Regione (dovremmo prestarvi attenzione, ne abbiamo tante in Sardegna e l'onorevole Maninchedda conosce bene questi problemi, così come penso tanti di noi), oggi hanno un prodotto che sta sul mercato non solo nazionale, non solo europeo, ma anche extra europeo. Queste imprese soffrono di altre due criticità: una è quella relativa al trasporto delle merci, l'altra al cambio sfavorevole dollaro-euro.
Allora, io ho voluto richiamare soltanto quattro tipologie (poi ce ne sono tante altre, per carità, mi sono limitato a queste quattro) perché spero, essendo poche, che vengano affrontate. In mezzo a questo clima, che non comprendo se sia festaiolo, di disinteresse, di una accettazione del fatto che non si vuol discutere perché vengono proposte da irresponsabili, (non l'ho capito davvero, non lo capisco e me ne dispiace perché sono tra quelli che stanno seduti dall'inizio fino alla fine ad ascoltare tutti, tutti, nessuno escluso), non capisco perché non si vogliano affrontare queste questioni.
Ebbene, in considerazione delle tipologie di criticità, delle quali soffre il nostro sistema produttivo, ripeto, non solo dal febbraio di quest'anno, sempre per rispetto di quella onestà intellettuale di cui dovremmo essere pervasi tutti, nessuno escluso, noi abbiamo fatto alcune proposte, ne avete fatto anche voi a onor del vero, la finanziaria ne è un esempio evidente.
Ebbene, per esempio, in questa finanziaria, lo dicevo prima, voi allocate circa, anzi senza circa, 400 milioni di euro in quattro anni, quindi 100 milioni all'anno per interventi infrastrutturali. Costituite un fondo ad hoc e lo destinate ai vari Assessorati. Quando si parla di infrastrutture si parla di opere che hanno una valenza generale, non ci può essere una regia di un singolo Assessorato perché una infrastruttura ha valenza per tutte le attività, quindi ci deve essere un'indicazione chiara, in particolare dalla Presidenza o dalla cabina di regia che avete istituito o altro; però indipendentemente da questo, con un ordine del giorno, a seguito di una mozione che presentammo qualche tempo fa, noi abbiamo chiesto di utilizzare 500 milioni delle nuove entrate proprio per rafforzare e sviluppare il sistema produttivo di quest'Isola a partire dalla dotazione infrastrutturale. Siete disponibili a riesaminare le risorse, io credo, insufficienti e inadeguate ad affrontare la drammaticità della crisi del sistema economico e produttivo di questa Regione, rivedendo queste quote? Credo che sarebbe importante se ci fosse da parte vostra la disponibilità a rimpinguare quelle somme, non stiamo chiedendo qualcosa di nuovo.
(Interruzione)
Ci avete pensato voi? Siete stati i primi? Bravissimi! Noi vi chiediamo soltanto di rimpinguare quelle somme perché sono del tutto insufficienti se vogliamo dare qualche risposta come Regione al problema infrastrutturale che resta una sorta di barriera architettonica per il mantenimento e lo sviluppo delle attività produttive ed economiche di quest'Isola.
Ancora, abbiamo presentato un emendamento che riguarda la SFIRS e io spero davvero che ci sia almeno la disponibilità di leggerlo. Abbiamo chiesto la dotazione finanziaria di 50 milioni di euro in ragione d'anno; la SFIRS attraverso quella disponibilità, cambiando un pochino anche pelle, dovrebbe incrociare le difficoltà delle aziende. Prima ho citato l'esempio (ne potrei fare tantissimi e anche voi siete in grado di farne tanti, in particolare l'assessore La Spisa) di una delle imprese che si trovano in difficoltà economiche, ma che hanno anche un conto economico tutto sommato sano, molte di queste sono sottocapitalizzate, quindi non hanno possibilità di accesso al credito e soprattutto, ripeto, sono esposte al rischio di pignoramento da parte del sistema bancario.
La SFIRS potrebbe acquistare una parte di capitale sociale (almeno per la quota relativa all'esposizione bancaria di queste imprese) di imprese che hanno un prodotto che conquista il mercato e che hanno mercato. Hanno dignità di essere affrontate queste proposte? Badate, se non hanno dignità nemmeno queste, francamente non capisco davvero che ruolo vogliamo attribuire a quest'Aula. A me davvero farebbe specie - quando arriveremo all'esame di quell'emendamento - se ci fosse il solito atteggiamento di negazione da parte della maggioranza, semplicemente perché è stato presentato dall'opposizione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, pronuncerò poche parole, iniziando dalla conclusione dell'intervento dell'onorevole Diana. In quest'Aula, il problema del senso delle nostre discussioni, che echeggia già dalla scorsa legislatura, ritorna perché il gioco di maggioranza e opposizione sembra negare la ragionevolezza delle analisi delle proposte in campo. Qual è il problema di partenza? Dobbiamo riuscire a svestire i panni dei ruoli che rivestiamo ed entrare nel merito della ragionevolezza delle cose.
Allora, io credo che il primo punto di un ragionamento tra di noi debba essere questo: una manovra sul sistema produttivo della Sardegna non inizia e non finisce quando si inizia e si conclude la discussione di una legge, ma ha un'origine prima e ha uno sviluppo dopo. Quindi non è che oggi discutiamo dell'articolo 3 della legge finanziaria e stiamo facendo la politica dello sviluppo della Regione in questo momento. Non è così! Bisogna riepilogare alcuni fatti.
Allora, partiamo per esempio dal ruolo della SFIRS. Una delle prime iniziative prese dalle leggi emanate da quest'Aula nel 2009 è stata proprio quella di trasformare la SFIRS, acquisendo le quote dei privati, in una forma di agenzia in house, strappandola alla logica che sia una banca come le altre, cioè controllata dal Tesoro, e consentendole quell'azione di Agenzia di sviluppo che l'onorevole Diana proprio stava indicando. Abbiamo messo all'interno della SFIRS una serie di poste di bilancio per capitalizzarla, rispetto agli obiettivi che lei citava, perché, per esempio, quando noi abbiamo previsto, nella scorsa finanziaria, i soldi per consentire alla SFIRS di acquisire capannoni industriali, l'abbiamo fatto per lo sviluppo delle imprese, abbiamo messo la SFIRS nelle condizioni di valutare piani aziendali, compartecipazioni che hanno anche quello strumento per andare incontro a imprese che stiano soffrendo la crisi del mercato. Non solo, stiamo trasformando la SFIRS in vista di una sua maggiore presenza rispetto alle micro imprese perché è in capo alla SFIRS un plafond, ormai di circa 30 milioni di euro, cosa che prima non c'era, perché gestisca il micro credito fino a 50 mila euro.
Ancora, il Bic è divenuto una struttura di sostegno, anche in questo caso, per l'erogazione delle misure che stanno al di sotto del de minimis, è diventato sostanzialmente un'Agenzia in house, quindi abbiamo un altro strumento che va incontro alle micro imprese che sono il tessuto più diffuso in Sardegna.
Abbiamo modificato poi i meccanismi della programmazione negoziata in maniera tale che, quando si attiva un accordo di programma, in alcune aree di crisi, non solo riusciamo a intercettare il bisogno di infrastrutture che viene dagli enti locali, per esempio, e dalle imprese, ma riusciamo anche a premiare, in forme compatibili con l'Unione Europea, le imprese che si allocano e mantengono gli investimenti nelle aree di crisi.
Abbiamo modificato il welfare per consentire che gli accordi di programma disciplinino meccanismi di utilizzo del fondo sociale europeo per la nuova formazione di cassintegrati e disoccupati. Il bando era stato fatto male prima (anche l'onorevole Uras aveva sollevato il problema in questa sede) poi è stato corretto nella forma del voucher.
Non è una politica che sta nascendo oggi, è una politica che si sta costruendo. Il problema è che stiamo rischiando di creare cumuli di carta di stanziamenti a monte senza riuscire a far sì che questo denaro arrivi alle imprese. Questo deve essere il nostro compito. Quando noi abbiamo residui per un ammontare pari al bilancio di stanziamento, il primo problema è riuscire ad attuare le misure. In questo la politica dovrebbe cimentarsi, per fare in modo che ciò che noi decidiamo venga realmente realizzato. Oggi lo strumentario è a disposizione, quindi la competizione non dovrebbe essere sull'aumento degli enti, come diceva Aristotele, che complicano talvolta la realtà, ma sul loro rapido utilizzo. Noi siamo deficitari in questo e, anche nell'utilizzo rapido delle cose che già si possono fare (perché io sulla continuità territoriale sottoscrivo ciò che ha detto l'onorevole Floris), penso che serva non solo un pronunciamento in una finanziaria ma una seduta seria della Commissione competente e un Consiglio regionale che realizzi.
Però, nel frattempo (perché non dirlo?) tante aziende, come la Keller, o Equipolymers, sono in difficoltà perché i i nostri trasporti marittimi sono in regime di monopolio e negli ultimi quattro mesi le tariffe sono aumentate del 20 per cento; il monopolista ha un nome, si chiama Moby. Chi ha prodotto il monopolio delle rotte marittime? Chi l'ha prodotto? Sto esemplificando per dimostrare che non è vero che non ci si ascolta, il problema è se il ruolo delle parti porta a complicare la discussione sullo strumento più utile quando ce ne sono in campo diversi. E' chiaro che nasce quell'atteggiamento, come dire, di sconforto, perché si presume che ci sia un gioco delle parti. Se invece scendiamo a parlare delle cose, probabilmente la capacità di intenderci aumenta.
Come la mettiamo per esempio con la grande industria? Tutta la grande industria, a Portovesme, Ottana, Porto Torres, ci dice: "Va bene, non facciamo più produzioni, però fateci fare energia rinnovabile.". Ce lo dicono tutti. Noi che facciamo? Vogliamo lavorare sul manifatturiero di qualità, come dice l'onorevole Diana? Siamo d'accordissimo su questo ma dobbiamo avere la capacità di decidere come ci dobbiamo rapportare alle emergenze sociali che vengono prodotte dalle grandi industrie! Se usiamo strumentalmente l'emergenza sociale, la grande industria è ancora capace di un potere di ricatto sulle istituzioni che nessuno di noi è in grado di fronteggiare.
Quando una Giunta regionale mette a "correre" 100 milioni di euro su un programma di infrastrutture (che è regolato esattamente come diceva lei, onorevole Diana, perché se lei nota c'è un coordinamento dell'Assessorato della programmazione con gli Assessorati competenti), che cosa significa? Significa che si vuole vedere una visione strategica delle infrastrutture. Significa questo. Coordinati! Allora il problema vero è la capacità di individuare le infrastrutture strategiche, la capacità di non dividerci. Noi ci stiamo concentrando sulla "Sassari-Olbia" con tante ragioni, definiremo la questione e la porteremo a casa come risultato. Ma se ci chiediamo che visione abbiamo sulla struttura delle infrastrutture in Sardegna, io credo che su questo ci sia una notevole arretratezza del sistema politico che è qualcosa di notevole, notevole, notevole!
Allora il problema è, lo dice spesso l'onorevole Uras, quanto questo Consiglio regionale, che ha il senso della sua decadenza, decide di rinunciare a un abuso di parola per scegliere quattro o cinque temi su cui le discussioni non sono pregiudiziali. Decidiamoli! Però se lo si fa, lo si faccia definitivamente, non alternativamente, o non lo si faccia, come dire, quando c'è un momento di forte pressione e poi ci si rinuncia quando invece questo momento viene meno.
Se c'è una caratteristica che voi spesso avete contestato è quella di essere "aideologica" a questa alleanza, è la migliore condizione per il dialogo perché vuol dire che non ci sono pregiudizi. Dialoghiamo ma su aspetti sostanziali senza pensare che stiamo iniziando oggi a fare qualcosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Giampaolo Diana e Daniele Cocco sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Non è presente in aula, quindi decade.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Vorrei fare alcune brevi precisazioni considerando che la discussione su questo articolo si è diffusa sia sul tema complessivo e generale, che l'articolo 3 tocca, sia sul tema specifico di una delle infrastrutture. L'articolo riguarda le infrastrutture per lo sviluppo locale, cioè il sostegno all'impresa attraverso le infrastrutture. Un obiettivo strategico importante che è stato sottolineato. Ritengo che sia una scelta molto chiara, molto netta e importante perché stiamo in questo modo decidendo di concentrare le risorse e non disperderle. Mi sembra che il Consiglio l'abbia colto, lo stia cogliendo e di questo ringrazio tutti. Concentrarsi dunque su obiettivi strategici ponendoci evidentemente alcune domande di fondo, cioè, com'è stato detto anche poco fa dal relatore di maggioranza, quali infrastrutture fare?
Secondo l'onorevole Diana Giampaolo è troppo poco quello che stiamo mettendo per questo obiettivo e si chiedeva poi perché disperderlo nei vari settori produttivi. L'intenzione è abbastanza chiara, cioè è quella di individuare alcuni obiettivi strategici settoriali o intersettoriali e poi interessare della gestione i diversi Assessorati; lo sforzo che stiamo facendo è quello di individuare su tutto il territorio regionale (e qui veramente si verifica la capacità di governo, non solo della Giunta regionale ma di tutto il sistema politico, anche del sistema politico locale che dovrà partecipare) chi e con quale metodo saranno individuate le infrastrutture strategiche di un territorio. Ancora: chi, in un'area a vocazione agricola, stabilirà se sono più importanti interventi sulla viabilità o quelli sull'irrigazione, oppure su un altro tipo di infrastrutture o di servizio. Perché abbiamo detto che si tratta di infrastrutture e servizi. Chi è più indicato delle amministrazioni locali? Di quegli stessi enti locali che ci chiedono di voler essere corresponsabili, di avere più autonomia? In questo modo noi vorremmo rendere le amministrazioni locali da una parte e il mondo dell'impresa dall'altra parte compartecipi di una capacità propositiva perché un territorio, come dicevo prima, a vocazione agricola, individuerà alcuni obiettivi, un altro a vocazione turistica ne individuerà altri. Si tratta di decidere bene che cosa voler perseguire responsabilmente, cercando tutti di far fare un passo avanti di maturità a tutto il sistema istituzionale e imprenditoriale della Sardegna.
Questa è veramente una sfida, perché la concentrazione delle risorse è anche in termini di annualità di bilancio e perché questo tesoretto, di cui si è parlato, derivante dall'incremento delle entrate potrebbe andare a individuare, in alcune aree territoriali, alcuni settori, penso per esempio ai distretti industriali (ne abbiamo quattro: sughero, granito, tappeto, marmo), o agli altri sistemi produttivi locali individuati con leggi successive, o potremmo parlare di farmaceutica; individuando veramente ciò di cui c'è bisogno, queste sono alcune risorse disponibili progettabili già da adesso. La riserva del 20 per cento sulla progettazione è evidente che riguarda non ciò che è spendibile e progettabile in un anno, ma esattamente in proiezione pluriennale. Anche qui mi sembra che sia stata fatta una scelta responsabile, cioè si individua un fondo per le progettazioni, a cui tutti possono attingere dai diversi Assessorati a seconda delle scelte strategiche che si fanno. E' una sfida, è uno strumento innovativo, credo che possa funzionare se ben utilizzato. Ci saranno pertanto dei criteri che la Commissione consiliare, il Consiglio, potranno da subito verificare, monitorare, anno per anno.
Mi stupisce invece che l'altro intervento, quello dei 150 milioni di euro, venga considerato come un qualcosa di aggiuntivo, inutile. Si tratta di 150 milioni di euro contenuti in un fondo di garanzia che lavorerà prevalentemente con il sistema dei consorzi fidi, con il sistema delle imprese, ma non solo, è ossigeno puro per un organismo che sta soffrendo, ossigeno puro che le imprese stanno aspettando; aspettano veramente che si possa approvare la finanziaria, che venga costituito il fondo, per il quale abbiamo reso tra l'altro la SFIRS società in house, che quindi potrà da subito agire per operare interventi di facilitazione all'accesso al credito, magari per società che soffrono, come quella che ha citato l'onorevole Diana, in modo da favorire operazioni di ristrutturazione dei debiti, o agevolare imprese che rischiano in questo momento in quanto si trovano in situazione debitoria. E' uno strumento credo importantissimo, utilizzato anche da altre regioni, e tra l'altro giudicato molto positivamente dall'Unione Europea.
Infine per quanto riguarda la continuità territoriale, l'analisi fatta dall'onorevole Floris è lucidissima, io credo che tutta la maggioranza e tutto il Governo regionale siano indirizzati esattamente nella direzione di attuarla finalmente e pienamente, riequilibrando alcune distorsioni che nel frattempo si sono verificate a seguito della prima sperimentazione fatta quando l'onorevole Floris era Presidente della Regione. L'Assessorato dei trasporti sta lavorando al tavolo governativo a palazzo Chigi e questo è uno dei temi centrali di confronto. Debbo confermare che la Regione si è purtroppo "trovata addosso" la continuità territoriale, dobbiamo riconoscerlo, perché la legge numero 296 del 2006, che ha modificato il sistema dei trasferimenti, dice che alla Regione Sardegna sono trasferite le funzioni relative al trasporto pubblico locale e le funzioni relative alla continuità territoriale. Questo è, che ci piaccia o non ci piaccia, io non sto qui a discutere se fosse giusto o non fosse giusto che ci accollassimo gli oneri relativi alla spesa sanitaria e alla spesa per i trasporti, ma ce li abbiamo! Dobbiamo ormai far fronte noi, perché in quella legge si dice che la nuova compartecipazione regionale della Sardegna al gettito erariale entrerà a regime dall'anno 2010 e sono interamente a carico della Regione tutti gli oneri delle funzioni trasferite.
Vorrei però tranquillizzarvi sul versante della dotazione finanziaria. Per l'anno 2010, noi abbiamo già stanziato, per l'Assessorato dei trasporti, 22 milioni di euro per la continuità territoriale; risultano poi sul fondo della programmazione negoziata, già a partire dagli anni precedenti, somme non spese che possiamo utilizzare, 7 milioni di euro; abbiamo ancora disponibili sulla contabilità speciale del vecchio piano di rinascita, legge numero 402, altri 10 milioni di euro, in totale si tratta di 39 milioni. Io credo che la dotazione sia sufficiente per iniziare l'anno e concordare con lo Stato (scusate non è una materia che io seguo direttamente) gli adempimenti da fare insieme tra Regione, Stato, ENAC; tale dotazione finanziaria per ora è sufficiente, ma assolutamente allargabile e rimpolpabile, nel momento in cui fosse necessario, con il collegato, anche attraverso trasferimenti dello stesso fondo alla programmazione negoziata, che all'occorrenza noi possiamo sicuramente mettere a disposizione per questo che è un grande obiettivo strategico per tutta la Sardegna e non solo per la politica locale.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario per gli emendamenti numero 113, 114, 115, 116, 117 e 118; per quanto riguarda l'emendamento numero 10 si invita al ritiro, altrimenti si esprime parere contrario. Sugli emendamenti numero 11 e 169 si esprime parere favorevole. C'è un invito al ritiro sugli emendamenti numero 13 e 14, però mi risulta che si voglia chiedere di trasferirli all'articolo 5.
PRESIDENTE. Non ci è pervenuta ancora nessuna richiesta in tal senso.
STERI (U.D.C.). Avanziamo la richiesta.
PRESIDENTE. Di spostare gli emendamenti numero 13 e 14 all'articolo 5? Per cui gli emendamenti numero 13 e 14 vengono spostati all'articolo 5.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 16, qualora abbia la copertura finanziaria necessaria (perché rientrava tra quelli su cui era stato pronunciato un giudizio di inammissibilità per difetto di copertura finanziaria), c'è un invito al ritiro, oppure il parere è contrario. Anche per gli emendamenti numero 19 e 20, si invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Si invita al ritiro degli emendamenti numero 27 e 58, per i quali c'è un difetto di copertura finanziaria, qualora sia stata reperita, parere contrario; sull'emendamento numero 67 si esprime parere contrario; mentre sugli emendamenti numero 73, 171 e 144, che provengono dall'articolo 3, mi corregga la Presidenza se sto sbagliando…
PRESIDENTE. No, non si sta sbagliando, però l'ordine è: emendamento numero 73 e 131.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Dovrebbe essere presentato un emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171.
PRESIDENTE. Quindi mi preannuncia la presentazione di un emendamento di sintesi?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì, spero che i colleghi lo presentino.
Sull'emendamento numero 131 il parere è favorevole. Sull'emendamento numero 160 si invita al ritiro, altrimenti si esprime parere contrario. L'emendamento numero 166 viene spostato all'articolo 5.
Gli emendamenti numero 43 e 48, entrambi provenienti dall'articolo 1, erano sospesi per il giudizio della Giunta. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 135 e 136, il parere è favorevole, entrambi però sono da coordinare con l'emendamento numero 43, presentato dall'opposizione. L'emendamento numero 48 invece, proveniente dall'articolo 1, si riteneva che potesse essere emendato in Aula dall'onorevole Gian Valerio Sanna; in Commissione, l'emendamento che il consigliere aveva proposto poteva apparire ragionevole, quindi ci aspettiamo delle precisazioni su di esso. Sull'emendamento numero 8 c'è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è negativo, così come per l'emendamento numero 153. Sugli emendamenti, numero 172 e 173, il parere è contrario per entrambi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Per l'emendamento numero 58, indichiamo la copertura di 50 milioni sul FNOL, però non essendovi tale capienza aggiungerei alla dizione il punto 2. Quindi diventerebbe "di cui ai punti 2, 3 e 4 della tabella A", così manteniamo i 50 milioni.
PRESIDENTE. Va bene, grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Al fine del parere, Assessore, per quanto riguarda l'emendamento numero 48, si tratta di riconoscere la possibilità che la Regione riversi ai comuni i canoni concessori percepiti per strutture di proprietà regionale che producano reddito, adibite ad attività imprenditoriale. Si richiamava l'esigenza di una copertura finanziaria, questa è un'esigenza che l'assessore Asunis ha fatto emergere in una interlocuzione per un caso specifico dicendo che mancava la norma di legge che autorizzasse formalmente il riversamento di questi canoni a favore dei comuni, anche dove ci sono condizioni per le quali la Regione non ha finanziato le opere compensative, quindi la finalità è quella di riconoscere formalmente ciò che ho detto. Non c'è l'esigenza di variazione del bilancio, prima di tutto perché deve essere concretato il contratto di concessione, quindi previsto il canone, e, quando verrà fatto, verrà prevista anche questa formula, e poi in ogni caso non c'è aumento di spesa perché equivarrebbe all'entrata e a una destinazione diversa della spesa.
Io mi permetto di precisare oralmente che, dopo le parole "La Regione è autorizzata", si aggiungano le parole "previa delibera della Giunta e conseguente variazione di bilancio", in maniera tale che sia chiaro che, a una decisione della Giunta in quel senso, possa corrispondere un'adeguata variazione di bilancio. Questa è una necessità di ordine legislativo e non contabile. Nel caso specifico di Fordongianus (per il quale c'era stato l'impegno di riversare al Comune i canoni percepiti dall'azienda termale, in quanto modificato l'atto concessorio) era una cosa sostanzialmente acquisita, però l'Assessore aveva bisogno di avere una norma di copertura che potesse autorizzare a fare queste cose, non essendo mai state di fatto attuate forme di questo genere. Si tratta di una modalità di cooperazione eventuale e tutta da decidere da parte della Giunta regionale laddove ricorrono le condizioni perché questo avvenga.
Questo è lo spirito della norma e con l'eventuale introduzione di questa aggiunta, "previa delibera della Giunta e conseguente variazione di bilancio", si salva anche l'aspetto di tipo finanziario e si dà questa autorizzazione eventuale.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore, con alcune precisazioni, anche riguardo agli emendamenti che vengono trasferiti ad altri articoli. In particolare vorrei motivare la richiesta di ritiro per quanto riguarda gli emendamenti numero 8 e 160. Per l'emendamento numero 8, io invito al ritiro sulla base delle motivazioni che ho espresso nella replica in sede di discussione sull'articolo: sulla continuità territoriale credo che non ci sia, in questo momento, la necessità di un'ulteriore copertura finanziaria e di una immobilizzazione ulteriore di risorse, qualora fosse necessario, abbiamo tutti gli strumenti per compensare le necessità.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 160, (questione trattata anche dal "156") è un'esigenza riconoscibile e comprensibile ma su cui, prima di effettuare ulteriori stanziamenti, occorre un approfondimento anche per capire se si possa trovare uno strumento di compensazione per queste imprese; per cui direi che è un argomento che si può affrontare meglio, studiando bene la questione, in sede di disegno di legge collegato alla finanziaria.
Per quanto riguarda invece l'emendamento numero 48, si esprime parere favorevole, con le precisazioni fatte dall'onorevole Sanna.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 115.
Ha domandato di parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 115.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 49
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 15
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto ora in votazione l'articolo 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 10, in seguito all'invito al ritiro, viene ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 169. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Sull'emendamento numero 11 appena approvato verrà corretto un errore materiale di battitura.
Gli emendamenti numero 13 e 14 sono spostati all'articolo 5.
L'emendamento numero 16 risultava ed è senza copertura in quanto non mi è stata indicata. Inoltre c'è l'invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Non è privo di copertura perché attualmente ci sarebbe la disponibilità nel FNOL di 20 milioni di euro per il 2010, 30 per il 2011, 50 per il 2012 e 50 per il 2013. Se vogliamo appurarlo.
PRESIDENTE. In seguito a una verifica, poiché la copertura è stata trovata, metto in votazione l'emendamento numero 16 per il quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, l'emendamento proposto intendeva sollevare il problema rilevante della realizzazione e dell'adeguamento della Strada statale 128. Sappiamo e comprendiamo che non può essere trovata una soluzione in finanziaria ma vorremmo che si presti massima attenzione per questa importante infrastruttura viaria. Potremmo parlare di infrastrutture viarie, è un tema ricorrente e anche abbastanza attuale, si potrebbe e si dovrà sicuramente discutere in quest'aula dell'infrastrutturazione di tutta la Sardegna, oggi il tema all'ordine del giorno è la "Sassari-Olbia", ma non va dimenticata la "128" e la trasversale sarda che ha fatto parte dei programmi di infrastrutturazione viaria di tutte le Giunte che si sono succedute. Diciamo che volevamo fare memoria, per cui l'emendamento è ritirato ma rimane comunque argomento che spero prossimamente possa essere all'ordine del giorno di una discussione d'aula.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 16 è stato pertanto ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 19. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). E' ritirato.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20, per il quale c'è l'invito al ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). E' ritirato.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 27 è privo di copertura finanziaria per cui non può essere votato.
Metto in votazione l'emendamento numero 58.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Per la copertura inseriamo il punto 2 della tabella A…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, la copertura era già stato indicata. Sto mettendo in votazione l'emendamento numero 58.
SABATINI (P.D.). Grazie. Intervengo stamattina per la prima volta in Aula, per dire che ritengo questo emendamento degno di essere preso in considerazione, e che non ha niente a che vedere con quanto previsto dal punto 5 dell'articolo 3. Si tratta qui di venire incontro ad aziende che sono in stato di sofferenza o di incaglio e che quindi non possono usufruire dei sostegni che già voi state prevedendo in questo articolo. Quando le aziende non sono in bonis, le banche le tagliano fuori da ogni possibilità di intervento e di aiuto. Noi crediamo che questo intervento previsto con l'emendamento numero 58, non lo sia stato dall'articolo 3 e quindi debba essere preso in considerazione perchè abbiamo tantissime aziende che oggi si trovano in questa situazione e a cui bisogna andare in soccorso. Ora se voi ci dite che siete pronti a dialogare, a discutere almeno su alcuni punti che riteniamo degni di attenzione, bene, altrimenti quello che dite non risulta essere vero.
Pertanto attendiamo da voi anche un'interruzione della seduta per una presa in considerazione di questo emendamento che viene incontro, ripeto, a situazioni di difficoltà che caratterizzano il momento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Proprio questo è uno dei temi principali…
(Interruzione del consigliere Murgioni)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori).Ti spiego subito, Murgioni, perché ritengo di dover intervenire! Tutti quanti noi diciamo "la crisi", "la crisi"! Dopo di che ogni intervento che facciamo è per sostenere coloro che in crisi non ci vanno! Mi si obietterà allora che tali interventi sono per prevenire che ci vadano anche loro. Badate, se vogliamo salvaguardare l'occupazione, sostenere che l'occupazione cresca attraverso finanziamenti alle imprese o aiuti di questo tipo, io lo trovo assolutamente acrobatico: in genere gli aiuti alle imprese non hanno l'effetto di produrre occupazione.
(Interruzioni)
Parliamo domani? Ma di che cosa stiamo trattando? Io ho finito!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Non so se avrò miglior fortuna di Luciano Uras, però, Assessore, le chiedo se lei è in grado di dimostrarci, così come qualche collega della maggioranza ha tentato di fare, che la SFIRS, o chi per essa, intervenga nella tipologia indicata dall'emendamento numero 58. Se è così ovviamente solleviamo le braccia e non diciamo più nulla; però ho paura che, anche se non per sua volontà, non sia nelle condizioni di affermare quanto appena detto. Prima, io ho citato l'esempio di un'impresa, ho fatto il nome e me ne dispiace, ma potrei fare almeno un'altra decina di esempi - soltanto in provincia di Cagliari, per restare nelle aree limitrofe a questa Aula - di casi in cui il conto economico, fatta salva la criticità del costo energetico, è un conto che chiude in pareggio e talvolta anche con qualche utile; oppure di imprese che hanno debiti pregressi (anche di gestioni passate) che sono stati cartolarizzati e che oggi sono ricattate e messe probabilmente sul lastrico, attraverso l'ingiunzione, dal tribunale anche con un occhio attento e cinico per l'area in cui insistono quelle imprese, cioè si vogliono cancellare più attività produttive per fare altro.
Allora noi chiediamo un intervento della SFIRS, c'è la copertura finanziaria, davvero, colleghi della maggioranza, non capirei l'assenza di una disponibilità a discutere seriamente su questo emendamento. Soprattutto mi rivolgo a lei, assessore La Spisa, e sommessamente chiederei anche una risposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La risposta c'è, sicuramente, volentieri, ma è di questo tipo: è vero che noi stiamo affrontando una situazione di crisi tremenda da parte delle imprese, ma è vero anche che noi dobbiamo stare, nelle risposte che approntiamo, a un metodo, a un modello, che ci permetta da un lato di stare a fianco alle aziende, ma dall'altro di non sostituirci a esse col bilancio regionale.
Il ruolo della SFIRS è quello di un sostegno della partecipazione al capitale per un miglioramento, per investimenti, per un sostegno anche, in alcuni casi di difficoltà e di sottocapitalizzazione, orientato allo sviluppo. La SFIRS è una società per lo sviluppo. In questo momento di crisi è consentito in qualche modo derogare in parte a questo scopo, ma non possiamo fare, della SFIRS, una nuova… volete che vi faccia il nome? Potremmo farne tanti, evito. Noi non possiamo costituire una nuova holding regionale questa volta, e non nazionale, che opera salvataggi indiscriminati. Io capisco l'intento, è lodevole, ma non è possibile che, in ogni situazione debitoria, la Regione intervenga sollevando la situazione, mentre la SFIRS, attraverso anche lo strumento contenuto nel quinto comma di questo articolo, può intervenire attraverso un fondo di garanzia che frapponga la Regione fra le imprese e le banche, per sostenere l'accesso al credito, per sostenere una ristrutturazione dei debiti da breve a medio o lungo termine, al limite anche per intervenire con alcune azioni, prestiti partecipativi, che supportino iniziative di questo genere, ma non può certamente intervenire in maniera così massiccia, perché io credo che snatureremmo il ruolo della SFIRS e non otterremmo un effettivo risanamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Assessore, questo è uno degli emendamenti che noi riteniamo qualificanti della nostra proposta. In particolare, ci siamo dedicati agli enti locali, abbiamo fatto una proposta emendativa sull'articolo 2 che riguarda le zone franche. Ora, noi riteniamo che questo emendamento vada in continuità con quello che avete già fatto con la finanziaria precedente, quindi la costituzione, per esempio, di un comitato di crisi che, tra l'altro, lo dico tra parentesi, non deve sostituire quelli delle aree di crisi che già funzionano e sono un'interfaccia istituzionale nelle province. Avete costituito il fondo di garanzia, è vero, c'è il comma 5 di questo articolo; avete individuato la SFIRS come soggetto gestore, SFIRS che diventa una società in house.
Io credo che con questo emendamento entriamo intanto nel cuore del sistema economico regionale, che è fatto di tante piccole e medie imprese, e purtroppo di tante piccole e medie imprese sottocapitalizzate che, in questi anni, anche a causa di una crisi congiunturale, non solo strutturale, hanno perso gran parte del loro capitale, e che si trovano in condizioni di insolvenza e, di fronte al sistema bancario, magari di incagli, di sofferenze.
Io credo che di fronte alla drammaticità della crisi bisogna intervenire anche con misure che sono straordinarie e che, mi rendo conto, non appartengono compiutamente alle finalità né della SFIRS né della Regione, probabilmente. Però, ci troviamo di fronte a una situazione drammatica e straordinaria, quindi bisogna anche assumere delle misure che siano adatte allo scopo; noi puntiamo a risanare quelle aziende che sono ancora risanabili mediante l'aumento di capitale delle stesse. Crediamo che questo emendamento possa essere approvato da questo Consiglio regionale, perché rientra nelle stesse finalità che ci siamo dati, che vi siete dati, con la finanziaria del 2009 e con questa finanziaria. Per cui lo ripropongo all'attenzione della Giunta regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, l'onorevole Sabatini solleva una questione non banale, perché è esattamente la fotografia di alcune situazioni di crisi. Peraltro, il Presidente della SFIRS, quando è stato audito in Commissione bilancio, con grande interesse dei commissari e con proficuo vantaggio per il Consiglio regionale, perché ha dato tutta una serie di informazioni, ha svelato un profilo di conduzione della finanziaria regionale che mi pare sia proprio nella direzione auspicata dai colleghi. Come Presidente della Commissione, mi impegno a convocare il Presidente della SFIRS per ragionare con lui di questi temi, perché sono temi molto importanti.
Il problema che pone l'emendamento è un problema che però riguarda la compatibilità col regime degli aiuti, perché quando noi entriamo nel capitale e dichiariamo di entrarvi per l'estinzione dello scaduto e del debito, si configura chiaramente un aiuto di Stato. Questo pone una difficoltà. Noi possiamo intervenire, viceversa, sulla ristrutturazione del debito, allora i meccanismi messi in capo, per esempio, all'Assessorato della programmazione, per mediare la soluzione del debito delle imprese ex legge 28, sono meccanismi che noi possiamo riproporre su un sistema di aziende in crisi di cui definiamo il profilo. Sul prestito partecipativo, noi siamo tutti interessati a cercare il modo di aiutare le imprese sarde che hanno questa difficoltà, dobbiamo stare attenti a farlo senza incorrere in procedure di infrazione, perché anche il prestito partecipativo è esposto a quella procedura.
Per cui, io chiederei all'onorevole Sabatini, se lui può valutare il ritiro dell'emendamento, dinanzi a un impegno formale - che viene assunto - di approfondire col Presidente della SFIRS in Commissione - cioè non in un rapporto bilaterale, ma proprio in una sede collegiale - questi argomenti per vedere se e come uno strumento legislativo può essere utilizzato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Io credo che sia stato detto molto, ma soprattutto l'ultimo passaggio dell'onorevole Maninchedda richiama l'impossibilità di poter applicare l'emendamento per contrasto con l'attuale filosofia che sottende il mondo dell'industria e del sostegno all'industria da parte dell'Unione Europea, in cui siamo liberamente entrati, di cui abbiamo avuto vantaggi e svantaggi; ormai è noto, questa polemica è passata. Vorrei sottolineare che indubbiamente è interessante il fatto che la situazione drammatica in cui versa questa nostra Sardegna porti anche un Consiglio regionale, in cui esiste una maggioranza di centrodestra, quindi una maggioranza che si ispira a valori liberali in economia, a dover comunque discutere e trovare soluzione rispetto a una proposta che invece nasce con uno spirito, diciamo, totalmente diverso, uno spirito della socializzazione del lavoro; questo rende la drammaticità della nostra situazione.
Voi da un lato accettate le nostre proposte in senso liberista, noi ci poniamo il problema di dover accettare le vostre proposte in senso socialista. Credo che, da questo punto di vista, il lavoro della Giunta sia indubbiamente un lavoro estremamente difficile. Però allo stesso tempo abbiamo accettato di subire dei vincoli da parte dell'evoluzione che è avvenuta nel mercato europeo, che non ci consente nemmeno di intervenire su quelli che sono i veri vincoli, è stato appena ricordato che molte di queste attività produttive soffrono per un problema di prezzo dell'energia, prezzo dell'energia che, come abbiamo visto, non è possibile risolvere in sede locale, ha bisogno di un confronto nazionale ed europeo, e che chiaramente non è possibile risolvere nemmeno con i soldi della SFIRS, che perderebbe tutto il suo significato, non può essere una finanziaria di surroga dell'imprenditorialità privata.
Per cui, davvero, un invito al ritiro credo che sia quanto di meglio si possa fare, perché è comunque accettata la voglia in questo Consiglio regionale di far fronte a queste necessità, però nella maniera che sia realmente realizzabile, e non finirla in un confronto o in uno scontro tra liberisti e socialisti.
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, le posso dare la parola solo se ritira l'emendamento.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Onorevole Campus, io non sono un socialista, si tratta solo di prendere atto di una situazione in cui versano molte aziende che si trovano in incaglio o in sofferenza e che quindi dalle banche non vengono tenute in considerazione. Tutti i provvedimenti che sono contenuti in questa finanziaria e in altre finanziarie non sono utilizzabili da queste aziende. Siccome il numero di queste aziende è sempre più elevato in Sardegna, si tratta di prenderne atto e di trovare delle soluzioni. Ora, siccome ci sono delle discussioni e anche delle incertezze sulla validità dell'emendamento, nel senso che ci sono norme comunitarie che renderebbero inapplicabile l'emendamento, io ritiro l'emendamento numero 58, visto l'impegno del Presidente della Commissione di trattare in Commissione questo tema, che rimane urgente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 67.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'emendamento riguarda "il rafforzamento delle aree e dei sistemi produttivi rurali isolani". Mi viene in mente esattamente l'emendamento precedente, ma anche il contenuto del comma 5 di questo articolo 3. Al Presidente del Consiglio, ma anche ai colleghi, dico che noi non ci stiamo attaccando alle forme, qualche volta…
(Interruzione)
Chiedo scusa, non si sente niente! Se non abbiamo voglia di affrontare le norme della finanziaria, perché le riteniamo poco significative, ognuno di noi può andare a fare quello che vuole! E' la seconda volta, Presidente... chiedo scusa! Sto tentando di dire qualche cosa che è giusto che ascoltino tutti! Tanto per incominciare che al comma 5 ci sono grossi problemi di legittimità! Cioè attribuire la gestione di questa partita a una direttiva della Giunta, pone problemi di legittimità, perché i contenuti che vengono così tracciati nel comma 5, sono contenuti tipici di un atto regolamentare di competenza del Consiglio regionale! Nessuno di noi si vuole attaccare alle forme, se almeno si ascolta poco poco e si tenta di rendersi conto delle cose che si trattano. Domani, tutto quello che viene messo in campo, può essere messo a rischio di qualunque ricorso. Ma siccome non interessa e ogni volta che uno tenta di parlare qua c'è la confusione più totale, allora le cose sfuggono.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 67 è stato presentato per cercare di porre rimedio o, meglio, di accelerare il recepimento di una norma nazionale che in Sardegna non esiste. Ho partecipato, qualche settimana fa, a un incontro delle associazioni di categoria con i gruppi di azione locale e da quel dibattito è scaturita la necessità che anche la Sardegna recepisse la legge nazionale del 2001. Quindi, mi ha stupito il parere negativo da parte della Commissione, anche perché non necessita di nessun incremento finanziario, l'obiettivo che ci si pone con i distretti rurali è l'integrazione tra l'attività agricola e l'attività locale. Lo stesso Assessore dell'agricoltura, durante una audizione in Commissione agricoltura, ritenne urgente la predisposizione di un articolato che recepisse la legge nazionale. Capisco che molto probabilmente con una legge più completa si sarebbe fatto un lavoro meglio definito, però si tratta di porre quei territori più marginali della nostra Isola, in condizioni di poter accedere ai benefici e alle agevolazioni dal punto di vista finanziario, risorse nazionali e non risorse regionali. Per questo dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, ho ascoltato attentamente l'invito del Presidente della Commissione quando ci richiamava tutti a spogliarci dei vestiti di parte politica e a mettere in campo proposte che stessero dentro la ragionevolezza. Credo che questo sia un emendamento che sta esattamente dentro l'invito dell'onorevole Maninchedda; mi sembra un emendamento assolutamente ragionevole. Peraltro, come diceva anche il collega Solinas, è un emendamento che non comporta impiego di risorse finanziarie, pertanto appare davvero strano che possa essere stato respinto probabilmente senza approfondirlo attentamente. Si tratta di un emendamento che vuole recepire, come si diceva, la legge nazionale sull'istituzione dei distretti rurali, ma è anche un emendamento che darebbe risposte alle esigenze diffuse nei territori rurali, soprattutto fra coloro che in quei territori costituiscono la rete delle produzioni locali e che, attraverso la costituzione dei distretti rurali, avrebbero una possibilità concreta, uno strumento concreto per mettere finalmente in campo un lavoro di sviluppo economico, imprenditoriale, organico e, soprattutto, integrato. Si tratta semplicemente di questo.
Direi anche che l'accettazione di questo emendamento soddisferebbe, almeno in parte, anche il titolo ambizioso di questo articolo, che vuole mettere in campo interventi per lo sviluppo dei comparti produttivi. Bene, questo emendamento consente di mettere in moto lo sviluppo dei comparti produttivi delle zone rurali, comparti dei quali spesso si parla e per i quali raramente si fa davvero qualcosa di concreto. D'altronde lo spazio rurale rappresenta tra l'altro in Sardegna il sistema territoriale più esteso, quindi è necessario riflettere sugli strumenti da mettere in campo. Questo per noi è uno strumento che rientra nella ragionevolezza, non è uno strumento che ha un colore politico, chiediamo che venga valutato più attentamente dall'Assessore e dalla maggioranza. Annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Signor Presidente, a mio avviso, questo emendamento non può essere accolto perché attribuisce alla Giunta, espressamente, al di là di ogni altra considerazione, poteri regolamentari di competenza del Consiglio regionale. Per cui, così come è formulato, è inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Al di là del fatto che questo emendamento venga o meno approvato dall'Aula, credo che esso sollevi un problema di grande rilevanza in quanto lo strumento dei distretti rurali e dei distretti agro-alimentari di qualità per la Sardegna costituisce un'ulteriore opportunità di crescita e di sviluppo del settore agro-alimentare;per cui ritengo che sia assolutamente necessario metterci mano.
Anche se questa occasione, che ha voluto porre il centrosinistra per avviare questo percorso, non verrà colta, il problema non può essere lasciato cadere, comunque più avanti se ne dovrà riparlare. Voterò a favore dell'emendamento.
(Non è approvato)
E' stato presentato l'emendamento numero 174, emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento numero 174, emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73, 144 e 171:
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 73-144-171 Diana Mario - Obinu - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Dedoni - Greco - Cherchi.
Articolo 3
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
"14 bis. E' autorizzata per gli anni 2010/2011/2012 la spesa di euro 5.000.000 per interventi di bonifica negli stagni della Provincia di Oristano (UPB S06.05.011). Gli interventi sono attuati dall'Assessorato della Difesa dell'Ambiente.
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB S06.05.001 Interventi a tutela degli stagni
Anno 2010 5.000.000
Anno 2011 5.000.000
Anno 2012 5.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL- parte corrente
Anno 2010 5.000.000
Anno 2011 5.000.000
Anno 2012 5.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (174).)
Per esprimere il parere sull'emendamento, ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 174. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 131. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 160, sul quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Voglio dire alcune parole in merito al nostro emendamento. Questo emendamento rappresenta per noi un'opportunità di coerenza. Va a beneficio delle piccole e medie imprese di costruzioni, parte consistente di questo settore è letteralmente sospinta e sprofondata nell'indeterminatezza, nello sconforto e ancora non vede prospettive reali di risalita. La stessa legislazione nazionale e regionale in materia si è spesso rivelata piuttosto scarna e inadeguata. Colleghi della maggioranza, dell'opposizione, noi oggi perdiamo l'occasione di essere davvero conseguenti ai nostri discorsi di solidarietà e anche di prospettiva.
Arrivo subito al punto per spiegarlo. Ai sensi del DPR numero 34 del 2000, che disciplina il sistema unico di qualificazione, la qualificazione è obbligatoria per chiunque esegua lavori pubblici di importo superiore ai 150 mila euro. L'attestazione di qualificazione costituisce condizione necessaria e sufficiente per la dimostrazione dell'esistenza dei requisiti di capacità tecnica e finanziaria ai fini dell'affidamento dei lavori pubblici e supera la vecchia dichiarazione sostitutiva. Le stazioni appaltanti non possono richiedere a chi concorre la dimostrazione della qualificazione con modalità, procedure e contenuti diversi dall'attestazione di qualificazione. La Regione Sardegna, che aveva istituito l'albo regionale degli appaltatori con la legge regionale numero 14 del 2002, ha successivamente equiparato, con la legge regionale numero 5 del 2007, l'albo regionale degli appaltatori alla SOA. Cosa significa SOA? Per SOA si intendono gli organismi di attestazione, forme di società per azioni. Ora, a causa della sentenza della Corte costituzionale numero 411/2008, la parte dell'articolato della legge numero 5 del 2007 che equiparava l'ARA alla SOA è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo; al riguardo mi risulta sia stata emanata pure una direttiva regionale che richiamava la legge regionale numero 14, quella, per intenderci, che istituiva l'albo regionale degli appaltatori. In una recente gara, in cui la stazione appaltante era il CTM di Cagliari, la seconda impresa qualificata, che era certificata SOA, ha fatto ricorso al Tar, vincendolo, solo perché la prima era iscritta all'albo degli appaltatori...
PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Ciò che stava dicendo l'onorevole Planetta non è una questione banale. L'emendamento ha uno studio dietro e merita forse l'attenzione dell'Aula. Noi ci troviamo ormai di fronte a un crollo della legge sugli appalti che sta determinando una difficoltà enorme delle imprese sarde ad accedere agli appalti pubblici. La misura che è stata proposta è una misura che intende (stando all'interno del regime de minimis, quindi non con procedure di infrazione) favorire una rapida iscrizione di imprese, come sappiamo, fortemente sottocapitalizzate, per ottenere, appunto, l'attestazione di qualificazione necessaria per partecipare a questi appalti.
Ora, noi comprendiamo ciò che la Giunta sta dicendo, però abbiamo l'obbligo, anche dinanzi all'invito al ritiro da parte della Giunta, di ricordare che sono fatti molto urgenti e che la valutazione che ne fanno anche le articolazioni del Governo regionale (che di questi argomenti hanno maggiore coscienza di quella che hanno ordinariamente i consiglieri regionali) parla di una grande urgenza di questo provvedimento.
Per cui noi ritiriamo l'emendamento numero 160, certamente, dicendo però con chiarezza che, rispetto all'urgenza dell'argomento, non ci assumiamo responsabilità.
PRESIDENTE. Era stato preannunciato che l'emendamento numero 43 dovesse essere combinato con gli emendamenti numero 135 e 136, su cui c'è il parere favorevole. In che termini deve essere collegato, onorevole Maninchedda?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. I termini della questione sono visibili dal testo stesso. Gli emendamenti della Giunta hanno una differente dimensione finanziaria, in primo luogo, però hanno ugualmente lo stesso obiettivo rispetto a quello che è stato presentato dall'opposizione, quindi proporrei ai colleghi dell'opposizione di sottoscrivere gli emendamenti della Giunta, di votarli all'unanimità come emendamenti che condividiamo tutti e come primo intervento sul sistema idrico della Regione Sardegna; qualora gli emendamenti numero 135 e 136 non siano soddisfacenti dello spirito dell'emendamento numero 43, proporrei di lavorare comunque in termini molto rapidi a partire dagli emendamenti numero 135 e 136.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io chiederei, se è possibile, un intervento della Giunta in questo senso. Noi abbiamo molto chiaro, penso tutti, il problema che riguarda Abbanoa e la situazione che necessita di una ricapitalizzazione. Tra l'altro dal primo gennaio rischiamo di rientrare nei meccanismi del decreto Ronchi, il che vuol dire privatizzazione dell'acqua, il venir meno (questo credo che interessi soprattutto i sardi) della tariffa unica (che era l'obiettivo vero per la nascita di Abbanoa) e delle fasce sociali agevolate per le bollette dell'acqua.
Allora, secondo me, dobbiamo intervenire in maniera energica. Noi abbiamo presentato un emendamento che propone 40 milioni a favore dei comuni, quindi degli azionisti di Abbanoa, per la ricapitalizzazione indiretta di Abbanoa; la Giunta regionale ha indicato un'altra prospettiva con altri due emendamenti. Noi vogliamo arrivare alla soluzione del problema, quindi al cuore del problema, poi la soluzione tecnica è secondaria. Quella che abbiamo avanzato ci sembra la proposta migliore e va in continuità con quanto fatto nella finanziaria del 2009 con interventi ridotti. Per cui chiediamo intanto qual è lo stato dell'arte, lo chiederei alla Giunta, e come è possibile intervenire tenendo conto che l'obiettivo è quello di non arrivare alla privatizzazione dell'acqua.
Approfitto di questo intervento per chiedere anche che si ponga fine alla gestione commissariale dell'autorità di ambito. C'era un impegno, mi pare assunto nella finanziaria o nel collegato, non ricordo, di un disegno di legge che riordinasse la materia. Io credo che quella misura, che abbiamo sanato e che aveva, per come è stata impostata dalla Giunta regionale a inizio di legislatura, dei vizi palesi di legittimità, debba essere portata a compimento con una riforma del settore, perché l'autorità d'ambito è un consorzio di enti locali, non è né un'agenzia né un ente della Regione, affronteremo poi anche questo argomento.
Credo che ora la soluzione che noi vogliamo dare in finanziaria sia una soluzione al problema "acqua" e ad Abbanoa, per cui chiederei alla Giunta di intervenire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La situazione del gestore unico del servizio idrico integrato è una situazione molto, molto, difficile, e il fatto che il Consiglio - sia da parte della maggioranza sia da parte dell'opposizione - e poi evidentemente anche la stessa Giunta stiano affrontando la questione, cercando di destinare una quantità notevole di risorse finanziarie regionali, dimostra il fatto che siamo di fronte a una gestione che presenta concreti rischi di "precipitazione", non voglio usare altre parole eccessivamente allarmanti. Comunque la situazione è veramente difficile.
L'emendamento presentato dall'opposizione (quantitativamente, tende a destinare una quantità di risorse intorno ai 40 milioni di euro al Gestore) e i nostri emendamenti, complessivamente, arrivano sostanzialmente allo stesso risultato, con la differenza però, che rendendoci conto della situazione davvero critica, noi abbiamo anche colto la richiesta pressante da parte del Gestore di intervenire da subito sul conto economico 2009, in modo tale da non attivare un meccanismo che, anche a noi, a me personalmente, poteva sembrare quello più giusto, più regolare, più logico, quello che è contenuto nella proposta dell'opposizione; per intervenire su Abbanoa, è giusto passare per la via maestra e cioè la Regione finanzia gli enti locali per la ricapitalizzazione a seguito di perdite che obbligano evidentemente la ricostituzione del capitale ai sensi del Codice civile. Questa è la via maestra.
Abbiamo però il problema di una situazione critica che incide già sul conto economico del 2009 con un forte appesantimento anche nei confronti del sistema finanziario e quindi delle banche. Occorre intervenire subito perchè nessuno di noi vuole, lo dico sinceramente, la privatizzazione selvaggia della gestione del servizio idrico, però ci sono alcune prospettive che la legge impone che dovremmo comunque tenere in considerazione. Credo che sia opportuno che il Consiglio sia informato. Non si può affrontare quel problema, che è un problema di rispetto della legge e di come andare a questo appuntamento, se poi la situazione economica e finanziaria è compromessa; allora si rischia davvero di non avere più un servizio pubblico.
Per mantenere ancora il timone dritto verso questa direzione interveniamo destinando 15 milioni di euro per il 2010 all'ENAS, in modo tale che il costo dell'acqua grezza da parte del Gestore venga già abbattuto da subito, a valere già dal 2009, perché in questo modo, sostanzialmente, si riduce un suo debito. Peraltro, riguardo al finanziamento da destinare al sistema degli enti locali, noi interveniamo da subito, attraverso l'emendamento numero 135, destinando 2 milioni di euro previsti per il 2010 per compensare spese già contratte nel 2009 che si aggiungono ai 7 milioni di euro già disponibili che verranno trasferiti all'Autorità d'ambito in modo tale che possa intervenire anche in questo caso sul conto economico. Quindi, stiamo agendo sul conto economico di Abbanoa per 15 più 7 più 2, mentre rimangono già stanziati, a valere sul 2010, 2011 e 2012, 7 milioni per anno che quindi complessivamente arrivano alla somma di 21 milioni di euro. In questo modo raggiungiamo lo stesso risultato, ma incidendo direttamente sull'attuale gestione.
Concludo chiedendo anche di accettare un emendamento orale al "136" che cassa le parole "al Gestore unico del servizio idrico integrato regionale", per motivi abbastanza evidenti, cioè per evitare possibili censure.
(Interruzione del consigliere Maninchedda)
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Non ho capito.
PRESIDENTE. Scusate un attimo.
(Interruzione del consigliere Maninchedda)
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. "Per l'abbattimento del costo dell'acqua grezza fornita", sì, anche quelle parole, è meglio.
PRESIDENTE. Scusi, Assessore, non ho capito io.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il testo, dopo la modifica, risulterebbe: "E' autorizzata, per l'anno 2010, la spesa di euro 15.000.000 quale contributo straordinario a favore dell'Ente Acque Sardegna (ENAS) a tutto il 31 dicembre 2009".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Assessore, nel computare e quindi inserire i 40 milioni nell'emendamento, noi abbiamo tenuto conto chiaramente della finanziaria del 2009 che prevede i 7 milioni per il 2009, 2010 e 2011 e poi anche un ulteriore stanziamento di 8 milioni per il 2009 e di 10 milioni per il 2010 a favore di ENAS. Quindi, c'erano già questi interventi. Quello che le voglio chiedere è se i 24 milioni, di fatto sono 24 milioni, di cui soltanto 17 per il 2010, sono sufficienti. Io posso capire anche la formula, mi chiedo se con questo intervento finanziario risolviamo il problema oppure se è semplicemente un provvedimento tampone che non risolve la situazione.
Assessore, il Parlamento ha approvato il D.L. numero 135 del 2009, il cosiddetto decreto Ronchi, che all'articolo 15, comma 3, prevede una possibilità di deroga per alcune Regioni. Io credo che, tenuto conto della specificità della Sardegna, noi possiamo chiedere come Giunta regionale intanto di non rientrare nelle previsioni del decreto Ronchi e poi, secondo aspetto, chiedo se la Giunta regionale ha valutato, così come hanno fatto altre Regioni, di impugnare quel decreto.
PRESIDENTE. Quindi ritira l'emendamento numero 43?
BRUNO (P.D.). No, io chiedo alla Giunta se ha fatto questa valutazione perché sono 24 milioni. I 7 milioni li conoscevamo già per il 2009, 2010 e 2011 e anche gli altri 8 milioni per ENAS già previsti.
PRESIDENTE. Però, onorevole Bruno, non si può andare avanti...
BRUNO (P.D.). Mi chiedo se così risolviamo. E' questa la domanda che pongo.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, se mantiene l'emendamento, noi proseguiamo con la discussione dell'emendamento e non lo abbiniamo agli emendamenti numero 135 e 136, perché dobbiamo proseguire con ordine.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, possiamo sospendere due minuti in aula?
PRESIDENTE. Sospendiamo i lavori in aula per due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 36, viene ripresa alle ore 20 e 44.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Onorevole Bruno, mantiene l'emendamento?
BRUNO (P.D.). Sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io credo che sia meglio mantenere l'emendamento, lo dico pur riconoscendo uno sforzo da parte della Giunta, ma serve una consistenza diversa sotto il profilo del principio oltre che sotto il profilo del metodo. Badate, il principio è uno. Noi stiamo affidando la gestione di beni comuni cioè di quelli che sono essenziali per la vita, non stiamo parlando di un contributo a fondo perduto per mettere in piedi un porto turistico, stiamo parlando dell'acqua! Se togli l'acqua all'essere umano, muore, se non beve, muore, se non si lava, muore, se non può gestire la propria esistenza con almeno la garanzia dell'acqua, muore! Quindi non stiamo parlando di una "cosa" così, stiamo parlando di un bene comune, di una necessità vitale; e la gestione pubblica di questa necessità, e quindi della risposta a questa necessità, è una gestione doverosa, pertanto è un principio da salvaguardare.
Perché noi proponiamo un contributo che va ai soggetti che costituiscono il capitale sociale del gestore unico? Noi abbiamo scelto, sulla base della legge, che sia un soggetto costituito dagli enti locali, quindi un soggetto in house, piuttosto che ricorrere a una gara, così come peraltro in altre regioni d'Italia ha funzionato male, pessimamente, con conseguenze pesantissime per la popolazione, con costi enormi, con tariffe ballerine che certamente non garantiscono l'unicità della tariffa e quindi la salvaguardia delle categorie sociali più deboli.
La risposta della Giunta (non dà garanzie forti, probabilmente poi ci saranno anche altri strumenti per ottenerle) è che si agisce attraverso uno dei creditori e attraverso un sistema di sostegni finanziari che vanno a sorreggere o meglio a limitare i danni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Parliamo di acqua potabile non di acqua salata, quindi con i porti non c'entra nulla. Allora, io credo che questa vicenda di Abbanoa, insieme sicuramente alla sanità, sulla quale si è approfondito, insieme ai consorzi di bonifica, sono tre spese assolutamente fuori controllo. In questa sede, in questa aula, qualche consigliere regionale, Capogruppo, mi ha detto che era una "stupidata" il debito di 305 milioni di euro perché c'erano 400 milioni di crediti. Se fosse stata realmente una "stupidata" probabilmente la Giunta non sarebbe intervenuta nuovamente dopo che già lo scorso anno aveva proposto emendamenti di questo genere. Evidentemente dobbiamo prendere atto che quei 400 milioni sono crediti né liquidi né esigibili. Sono crediti per i quali assolutamente c'è l'inesigibilità totale. Quindi abbiamo solamente 305 milioni di debito.
Io credo che, con questa politica che continuiamo a portare avanti (aveva iniziato la Giunta precedente, Soru, continua la Giunta Cappellacci), probabilmente siamo nelle condizioni per cui arriveremo - e in tempi anche relativamente rapidi continuando a fatturare bollette che mai verranno pagate - a non avere garantito il servizio idrico nei nostri comuni e nelle nostre case, perderemo probabilmente anche tutti quei posti di lavoro, circa 1800, di stabilizzazioni imposte all'Assemblea.
Io preannuncio il mio voto di astensione su questo provvedimento. Vorrei anche ricordare che fui l'unico a votare contro la costituzione di questo mostro giuridico, con un affidamento in house, che non ha peraltro neppure la stessa compartecipazione tra affidanti e affidatario in termini di quote societarie, quindi abbiamo una procedura di infrazione aperta da parte dell'Authority, stiamo ripercorrendo pari pari i passi che sono stati compiuti per la legge numero 44, andremo incontro a sanzioni della Comunità europea, a sanzioni dell'Authority per la concorrenza, e ci stiamo imbucando in un tunnel senza affrontare realmente il problema. Il problema è che la tariffa non la stabilisce l'atto, è stabilita da un piano d'ambito, la tariffa sarebbe in equilibrio se si riuscisse a far pagare le bollette, e noi continuiamo a intervenire per coprire inefficienze gestionali di Abbanoa. Questo ce lo dobbiamo dire chiaramente, sino a quando la politica non lascerà Abbanoa a gente che ha la capacità per poterla gestire, continueremo a produrre buchi di questo genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri, non essendo presente in Aula, decade.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Onorevole Cuccureddu, io credo che ci sia davvero una preoccupazione, però dobbiamo anche stare attenti a come gestiamo questa preoccupazione. Sicuramente lei ha visto, anche recentemente in TV, un servizio molto approfondito su questo tema della privatizzazione, per la quale credo che noi presenteremo un ordine del giorno che, in qualche modo, cerchi di anticipare dei tempi che sembra la Giunta non abbia molto chiari davanti, e che riguardano anche l'impugnativa della legge e tutto il resto. Il pericolo imminente che noi abbiamo è che, se dovesse fallire Abbanoa, in ragione delle condizioni che esponeva il collega Cuccureddu, dovremmo obbligatoriamente indire una gara pubblica, obbligatoriamente, con la reale prospettiva che i padroni e i gestori dell'acqua in Sardegna possano diventare i francesi, se non gli spagnoli, che verranno a gestirci l'acqua, come avviene già in altre realtà dove quella sperimentazione purtroppo è stata fatta.
Io invece credo che l'ordine del giorno debba circoscrivere il problema e forse impegnarci maggiormente a vedere come, nella condizione data, anche tenendo conto di alcuni presupposti inviolabili della pubblicità di un bene, si possa realizzare un assetto di tipo imprenditoriale manageriale, che sopperisca in qualche modo a questa condizione. Non è che poi i problemi, solo perché interviene un gestore privato, si risolvono, si risolvono perché ci sono degli strumenti che li risolvono. Allora io credo che l'obiettivo che noi ci vogliamo proporre sia in qualche modo quello di impegnare il Consiglio, di impegnarci noi tutti, a ricercare questa soluzione e scongiurare nel frattempo la possibilità che l'acqua della Sardegna non solo non sia più dei sardi, ma venga gestita con criteri che vengono persino da fuori del nostro Paese. E' una cosa che dovremmo in qualche modo proprio scongiurare.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 43, lo metto in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 43.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore, i consiglieri Cappai, Ladu, Milia, Mula, Petrini e Planetta hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Barracciiu - Bruno - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 15
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 135.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Riprendo un attimo il ragionamento che facevamo prima. L'emendamento numero 135, che abbiamo sospeso e che era stato presentato all'articolo 1, è proprio uno degli emendamenti destinati a intervenire su Abbanoa. Onorevole Cuccureddu, proprio di acqua potabile parlavamo, non di acqua salata, altrimenti ce ne saremmo preoccupati di meno, perché acqua salata ne abbiamo a sufficienza. Ma poiché di acqua potabile spesso è proprio capitato di non avere neppure quella necessaria, vi posso far immaginare che cosa potrebbe succedere in un periodo…
PRESIDENTE. Colleghi! Vi prego di silenziare i telefonini! Grazie.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io chiedo la cortesia di poter intervenire un attimo, perché veramente tra musica, lotteria del "sistemone" e ognuno che si fa gli affari suoi, questo non è un Consiglio regionale! Per incominciare a far nutrire dubbi forti sulla utilità di mantenere un'istituzione di questo genere al popolo sardo, basterebbe scattare una fotografia di quello che stava succedendo 30 secondi fa!
Posso avere il diritto ai tre minuti spettanti per la dichiarazione di voto, al netto delle canzoni e della musica di sottofondo?
Stavamo parlando dell'acqua, cioè del diritto di accesso all'acqua, all'acqua potabile, a quella che si deve bere, a quella che deve andare anche alle famiglie numerose, per cui non valgono i criteri che si pongono spesso e volentieri alla base degli interventi. Certo si possono esigere, anzi si devono esigere, ha ragione l'onorevole Cuccureddu, il pagamento delle bollette, ma bisogna capire come e soprattutto bisogna capire qual è l'indebitamento trascinato da Abbanoa, bisogna capire tutte le stabilizzazioni, la gente che lavorava prima è esattamente quella che lavora adesso, anzi se vogliamo qualcuno in meno. E non si capisce perché, passati dal sistema pubblico, degli enti pubblici, al sistema delle società per azioni, di colpo tutto diventa fallimentare. Se fosse così fallimentare, perché il Governo di centrodestra fornisce questo pacchetto gratuitamente alla speculazione privata?
La cosa che a noi interessa è capire dove si pone la Giunta: se sulla linea del decreto Ronchi, oppure in opposizione al decreto Ronchi.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, le concedo altri 50 secondi perché è stato interrotto.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Se è disponibile all'impugnativa, oppure se segue la corrente, perché in questo caso si deve sapere quali saranno le conseguenze. Questo è uno di quegli argomenti dove si fondano le battaglie di principio e di scontro politico, quello vero. Noi non consentiremo di mettere le nostre risorse idriche nella disponibilità di qualche invasore speculativo che viene anche d'oltralpe, non lo consentiremo! Se ci sono formazioni politiche di questa maggioranza che lo vogliono consentire, sappiano che da questa parte ci sarà una forte battaglia di indipendenza rispetto a un provvedimento del Governo nazionale che mette a repentaglio soprattutto una regione come questa che è una regione a grave rischio di siccità.
Voterò contro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, ritengo che, in questa fase, come Consiglio regionale, si debba decidere un indirizzo anche sulla gestione dell'acqua e sull'eventuale privatizzazione. E' per questo che noi proporremo un ordine del giorno alla conclusione dei lavori di questa finanziaria. Ritengo però che la Giunta ci debba rispondere anche sull'eventuale deroga da richiedere ai sensi del comma 3 dell'articolo 15 del decreto legge numero 135 del 25 settembre 2009 che dice: "In deroga alle modalità di affidamento ordinario…, per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta 'in house' e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano", e nel caso in cui si scelga, o perlomeno si chieda, una deroga sulla base di questi requisiti, il successivo comma prevede: "l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione…" eccetera.
Ecco, io chiedo alla Giunta regionale, se intende, come Giunta, deliberare in merito e quindi chiedere al Governo di poter ottenere una deroga, deroga che - secondo me - rientra nelle facoltà del su citato comma 3.
Su questo noi torneremo alla conclusione dei lavori, proponendo un ordine del giorno.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 136, con la modifica proposta oralmente dall'assessore La Spisa, cioè si cassa il periodo dalle parole "per l'abbattimento" sino alle parole "integrato regionale".
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, prima di tutto devo verificare se c'è accordo per la proposta avanzata oralmente dall'assessore La Spisa. Poiché tutti sono d'accordo, posso mettere in votazione l'emendamento numero 136 nella versione emendata.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 136, nel testo modificato.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 43
votanti 40
astenuti 3
maggioranza 21
favorevoli 31
contrari 9
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 8, per il quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Noi ritiriamo questo emendamento, accogliendo l'invito della Giunta e della Commissione, anche a seguito dell'intervento dell'Assessore che ha manifestato interesse per il problema e soprattutto ha dato garanzie su una congrua dotazione finanziaria, ammontante complessivamente al quadruplo dell'importo da noi previsto per l'annualità, quindi circa 38 milioni di euro, se non ho capito male.
Siamo peraltro persuasi che in questo Consiglio regionale (ebbi modo di dirlo a Nuoro) sia difficilissimo che possano essere approvate, a breve, riforme di iniziativa consiliare su materie così complesse; quest'anno batteremo il record. La Presidente mi smentì, ma basta prendere le statistiche che sono pubblicate dal 1960 in poi per constatare che mai ci sono state così poche leggi come quest'anno; un anno particolare, come tanti anni particolari con le elezioni ci sono stati, forse arriveremo alla legge numero 6 o alla legge numero 7. Quindi, molto difficilmente riusciremo a spostare sulla legislazione ordinaria di proposta assembleare tutte quelle materie che stiamo rinviando.
Peraltro ci auguriamo che il problema della continuità territoriale finalmente possa essere visto anche in termini differenti. Io sono convinto, come il presidente Floris, che dovremmo tendere a fare in modo - per essere uguali al resto degli italiani - di poter arrivare alle coste italiane gratis o quasi. Ma il "low cost" ha cambiato il modo di viaggiare in Europa; non dobbiamo essere noi a finanziare gli europei, perché allora non i messicani o i cinesi? Se transitano a Roma, perché non dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri? Quindi, io credo che vada fatta chiarezza sulle azioni da intraprendere per il turismo in Sardegna e su quali siano invece i diritti per la mobilità dei sardi. Ritengo che una riflessione vada fatta, mi auguro che sia la Giunta a farla rapidamente e coscienziosamente, perché ho molta poca fiducia che la possa fare il Consiglio in tempi rapidi.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, forse le sfugge la natura delle leggi che sono state emanate da questo Consiglio in neanche…
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Ho parlato di numeri.
PRESIDENTE. Ma non bisogna valutare soltanto i numeri: sono due finanziarie, un collegato alla finanziaria e poi anche una legge per il rilancio del settore edilizio.
Metto in votazione l'emendamento numero 172.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, ho sentito il parere della Giunta rispetto a questo emendamento all'emendamento e anche in realtà all'intero emendamento. Stiamo trattando un argomento molto delicato che è quello delle delocalizzazioni dei territori e delle case dei privati. In seguito agli studi, verranno eliminate delle abitazioni che ostacolano il deflusso delle acque verso i fiumi, stiamo parlando di case ovviamente regolari. Parlando dell'emendamento numero 172, riteniamo che le delocalizzazioni possano avvenire anche in comuni diversi dal comune di provenienza, nel senso che alcuni territori sono talmente ingolfati di residenzialità e di case che sarebbe assurdo che le stesse case possano devastare territori già gravemente provati.
Per quanto riguarda il successivo emendamento, approfitto di questo intervento così rubo meno tempo, la questione contestabile è che si parla di un contributo di 450 euro a metro cubo in caso di delocalizzazione di privati, ci sembra che questo non sia adeguato, infatti noi abbiamo sostituito il testo originale con le parole "un contributo di almeno". In realtà la parola "almeno" non è la parola giusta in quanto riteniamo che il contributo debba essere determinato dalla cifra di 450 euro in su, quindi il limite minimo dovrebbe essere questo.
Però non so se i proponenti dell'emendamento numero 153 intendano ritiralo, in tal caso anche i subemendamenti non hanno senso.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 153, per il quale c'è un invito al ritiro.
L'emendamento numero 153 viene ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo se domani, visto che mi pare sia convocata la Giunta regionale ancora una volta negli Uffici del Consiglio regionale, è prevista la presenza del presidente Cappellacci e se può riferire su quanto previsto dall'ordine del giorno unitario.
PRESIDENTE. Ho fatto presente la richiesta al presidente Cappellacci che attualmente è a Roma. Mi ha fatto sapere che non appena possibile interverrà ai lavori d'Aula per riferire sulla "Sassari-Olbia".
Il Consiglio è riconvocato domani mattina, giovedì 10 dicembre, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 21 e 09.