Seduta n.315 del 22/03/2012 

CCCXV SEDUTA

(POMERIDIANA)

Giovedì 22 Marzo 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 1° marzo 2012 (307), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianvittorio Campus, Giuseppe Luigi Cucca, Angelo Francesco Cuccureddu, Marco Espa, Rosanna Floris, Gabriella Greco, Franco Mula, Angelo Stochino e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 22 marzo 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Constatate le numerose assenze dei consiglieri, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 33, viene ripresa alle ore 16 e 45.)

Continuazione e fine della discussione congiunta delle mozioni Barracciu - Espa - Corda - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Mariani - Sechi - Zuncheddu sull'assenza di politica sanitaria, sul conseguente e grave incremento del disavanzo, sulla preoccupante situazione del Servizio sanitario della Sardegna e sull'urgente necessità di approvare i documenti di programmazione sanitaria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (171) e Cocco Daniele Secondo - SALIS - Mariani - Capelli sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla (97) abbinate alle interpellanze Manca - Bruno - Meloni Valerio - Lotto - Caria - Espa sul concorso della ASL n. 1 di Sassari per l'assunzione di collaboratori professionali sanitari-infermieri categoria D (84); Bruno - Uras - Salis - Espa - Diana Giampaolo - Caria - Mariani - Meloni Valerio - Barracciu sul continuo ricorso a lavoratori interinali da parte della ASL n. 8 e dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari in presenza di graduatorie concorsuali in vigore (166); Cocco Pietro - Bruno - Espa - Caria - Meloni Valerio sulla situazione dei servizi sanitari della Provincia del Sulcis-Iglesiente (173); Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla stabilizzazione dei lavoratori precari del servizio sanitario addetti al Servizio sanitario di urgenza ed emergenza (SSUEm 118) (252); Diana Giampaolo sulla problematica delle liste d'attesa e della carenza strutturale del personale dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari (290); Uras - Cugusi - Zuncheddu relativa al necessario rigore nella gestione e nell'utilizzo delle dotazioni finanziarie e strumentali da parte degli organi di amministrazione delle ASL della Sardegna, con particolare riferimento alla ASL n. 1 di Sassari (293)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione congiunta delle mozioni numero 171 e 97, abbinata alle interpellanze numero 84, 166, 173, 252, 290 e 293.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La mozione presentata dalla collega Barracciu offre a quest'Aula una opportunità: discutere finalmente della politica sanitaria in Sardegna. Questa opportunità avrebbe dovuto garantirla la Giunta, non lo ha fatto per scelta, e non lo ha fatto in tre anni. Ancora oggi dal dibattito, in particolare negli interventi di alcuni colleghi della maggioranza, sono emerse delle osservazioni, dei giudizi tendenti a scaricare i propri limiti sulla gestione passata.

A mio avviso, però, sarebbe stato opportuno (in effetti questo in gran parte è stato fatto anche negli interventi precedenti), data l'occasione, parlare della sanità di oggi non già dei limiti del passato. Ritengo infatti che, seppure limiti ce ne siano stati, tre anni possano essere più che sufficienti per ascrivere a chi governa la responsabilità della gestione della sanità odierna, che è quella di cui parliamo; ma, soprattutto, nella mozione c'è l'invito a parlare della sanità che vorremmo, quella che dovrebbe avere la Sardegna nei prossimi anni.

Nella sanità come è stato ricordato in molti interventi, anche della maggioranza (mi dispiace constatare la sua solitudine, Assessore, non la consideri come un qualcosa di negativo), registriamo un disavanzo fortissimo, uno splafonamento di oltre 300 milioni, non è cosa di poco conto; la spesa per la sanità impegna ormai quasi il 60 per cento della spesa totale di questa Regione. Ed è inutile sottolineare che quella spesa per la sanità, che non è ovviamente vincolata dal Patto di stabilità, poi limita la capacità di programmazione e soprattutto di investimento della Regione in tutti gli altri settori. In proposito bene ha fatto la mozione (l'hanno fatto anche i colleghi che sono intervenuti) a rimarcare l'assenza, in particolare, dell'Assessore della programmazione, perché prima o poi si deve trovare un'occasione per discutere di queste questioni.

Assessore, le vorrei chiedere innanzitutto...

(Interruzioni)

Non si preoccupi, Presidente, mi pare che l'Assessore stia ascoltando e questo è sufficiente, visto che deve replicare. Dicevo che le vorrei chiedere, Assessore, di comportarsi diversamente rispetto, per esempio, al Presidente della Regione non limitandosi quindi a delle conclusioni che non tengano conto del dibattito. So di rivolgermi a una persona sensibile e rispettosa delle opinioni altrui, perciò faccio appello a questa sua sensibilità e le chiedo di tentare di rispondere ad alcune questioni che sono state poste, a partire dalla mozione presentata dall'onorevole Barracciu.

Assessore, innanzitutto, molto semplicemente, vorrei sapere il perché dello splafonamento di circa 300 milioni di euro, e vorrei anche che oggi si spiegassero all'Aula le ragioni all'origine di questa situazione. Io dico che la ragione, Assessore, è forse funzionale a una gestione della sanità finalizzata non già a curare i sardi, o a prevenire alcune malattie, ma a guidare il consenso politico.

Mi rendo conto che è un'affermazione pesante, però diventa difficile non farla quando il primo atto di questa Giunta, di questa maggioranza, è stato quello di commissariare tutte le ASL. Avete detto, in quel momento, che il commissariamento era necessario per la riforma che vi stavate apprestando a presentare; a distanza di tre anni questa proposta di riforma non c'è. Allora io sono autorizzato a pensare che lo splafonamento, così sensibile, sia funzionale al tentativo di non fare alcuna programmazione, perché la programmazione ha un minimo di controllo politico, e non si vuole la programmazione perché si vuole lasciare le mani libere per gestire il consenso elettorale attraverso la sanità; credo che, effettivamente, si tratti di questo.

Se non è questa la ragione di questa situazione, allora vuol dire che siete incapaci di gestire la politica sanitaria in questa regione. Assessore, se nessuna di queste è la ragione corretta, la prego di dirmi qual è la terza. Comprendo che lei non sia d'accordo, per cui spero avrà qualcosa da dire rispetto a queste osservazioni. Ma è possibile, mi chiedo, che dopo tre anni la spesa cresca in maniera esponenziale? Non ho sentito una parola, non ho visto un atto di programmazione della Giunta, che in qualche maniera si muova in direzione di arginare la spesa.

Stamattina lo stesso assessore Oppi, con la franchezza che lo contraddistingue, ha denunciato alcune cose contenute anche nella mozione della collega Barracciu, e ripetute da diversi colleghi che sono intervenuti stamattina: non si comprende l'ingiustificato aumento della spesa farmaceutica. Che cosa è cambiato? C'è stata una recrudescenza? C'è un'epidemia in questa regione, un qualcosa che somiglia alla peste suina? Questa osservazione è dell'assessore Oppi che penso abbia qualche elemento di conoscenza. Assessore, la prego di dirci qualche cosa alla fine.

Politica del personale. Voi state gestendo la politica del personale senza trasparenza, e questo mi convince ancora di più che state usando la sanità per governare il vostro consenso politico, altrimenti non si comprende perché non fate i concorsi, non si comprende perché mantenete ancora in capo ai direttori generali la discrezionalità di scegliere i primari.

Assessore, io voglio ricordarle, so che non ne ha bisogno, che noi abbiamo molte realtà scoperte, mancano i primari, e sa perché mancano i primari? Perché molti direttori generali hanno tante e tali pressioni dalle diverse anime del centrodestra, da impedirgli di utilizzare ala loro discrezionalità per nominare quei primari. Non possono nominarli perché quale che sia la nomina rischia di far saltare un'alleanza fragile che si basa su queste cose.

Assessore non le chiedo di dirmi se è vero, è chiaro che mi dirà che non è vero, le chiedo di dirmi perché sono ancora scoperti tanti posti da primariato. Perché? Questa è la domanda che le rivolgo senza urlare come altre volte. E ancora, sempre in materia di personale, nello specifico personale interinale, Assessore, o lei è complice di questa situazione, oppure non capisco perché non riesca a imporre ad alcuni direttori generali di non fare un uso indiscriminato e illegale delle assunzioni attraverso le società interinali.

Anche su questo problema ha detto qualcosa l'assessore Oppi, e l'argomento è contenuto nel dispositivo finale della mozione dell'onorevole Barracciu. Assessore, la prego pertanto di dare qualche risposta; non è possibile tacere di fronte a questo, perché se continua a non esserci una risposta da parte sua vuol dire che la Giunta e l'Assessore di fatto sono d'accordo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare per la Giunta l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, al di là dell'esito della votazione finale, io credo che un primo risultato, come hanno ben detto adesso l'onorevole Diana e stamattina l'onorevole Capelli, questa mozione l'abbia già ottenuto: aver riportato dentro quest'Aula l'attenzione sulla sanità.

Una sanità che merita attenzione non certo, e non solo, perché muove il 62 per cento del bilancio regionale, ma perché parlare di sanità significa parlare di salute, una cosa che tocca da vicino tutti noi; e inoltre, lo dico a lei onorevole Diana che ha un passato illustre da esponente di spicco del sindacato sardo, la sanità eroga 50 mila buste paga che meritano certamente grande attenzione e grande rispetto. Attenzione e rispetto che evidentemente non ci sono stati nelle dimensioni che l'argomento si immaginava potesse avere, considerando che una riforma la Giunta l'ha portata, è arrivata in Commissione, la Commissione l'ha esitata, e da diverso tempo ormai questa riforma è ferma.

Allora, il messaggio forte che io voglio lanciare, come precondizione di tutti gli altri ragionamenti (le risposte da dare in merito al disavanzo, al contenimento della spesa farmaceutica, agli interinali), è la necessità credo non più rinviabile di portare in Aula la riforma. Pertanto chiedo innanzitutto al mio Capogruppo, agli altri Capigruppo, alla Presidente del Consiglio, di mettere la riforma al centro della prossima programmazione bimestrale.

Dalle considerazioni svolte questa mattina emerge che c'è tanta voglia e tanto bisogno di parlare di sanità; allora portiamo la proposta in Aula, discutiamola, emendiamola, troviamo una sintesi, cerchiamo di trovare una composizione tra le diverse anime. C'è chi sostiene che quando si parla di sanità si debba fare un ragionamento tecnico lasciando fuori la politica; c'è chi invece, come l'onorevole Campus stamattina, ha detto che la sanità è un fatto esclusivamente politico, e come tale deve essere gestita.

Al di là di queste posizioni, che mi affascinano davvero molto poco, quello che voglio dirvi è che la sensazione che si ha, forte, e la mozione ci ha richiamato anche a questo, è che non sia più possibile rinviare la riforma sanitaria. La riforma è un atto di programmazione di cui questa Regione ha assolutamente bisogno. È assolutamente ingeneroso, però, dire che la Giunta non ha fatto niente, onorevole Barracciu, questo giudizio nella mozione emerge con forza.

Abbiamo proposto una riforma che, come dicevo, in questo momento è ferma; in via preliminare abbiamo approvato in Giunta un Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera distrettuale d'emergenza, Piano che sta lentamente seguendo i passaggi di legge previsti in attesa di arrivare nella Commissione e poi in Aula. Mi riferisco alle nomine di competenza del Consiglio delle autonomie, passaggio assolutamente fondamentale senza il quale, vi ricordo, si potrebbe incorrere nella sventura in cui è incorso il Piano sanitario regionale.

Ricordo che il Piano sanitario regionale aveva tentato, evidentemente, di bypassare questo tassello, ma la conseguente presentazione di un ricorso di fatto ha fatto fare al Piano sanitario la fine che sappiamo. Piano sanitario che, dal mio personale punto di vista, ma non lo dico io che non sono un tecnico, lo dicono i tecnici che l'hanno visto e ci hanno lavorato, era un buon Piano sanitario dal quale, perché no, si potrebbe anche partire.

D'altro canto il Piano sanitario, lo sa bene l'onorevole Vargiu, non è un Piano sanitario del centrosinistra, allora forza di governo, è un Piano sanitario nato dalla sintesi forte di posizioni anche contrapposte. Onorevole Vargiu, lei ha lavorato moltissimo a quel Piano sanitario, così come vi ha lavorato moltissimo l'onorevole Pacifico, venivate da due posizioni completamente diverse, il Partito Democratico, i Riformatori, si è trovato una sintesi giusta che ha consentito di portare avanti il Piano sanitario.

Allora io dico che occorrono riforme e atti di programmazione non più derogabili, altrimenti ognuno di noi per la parte che rappresenta deve assumersi le proprie responsabilità. Guardate, io non sono innamorata della poltrona che occupo in questo momento, lo faccio con responsabilità, lo faccio anche con grande sacrificio. Mi sono messa a disposizione della causa, il Presidente mi ha chiesto di occuparmi di sanità in questo periodo e lo sto facendo ma, ugualmente, sono pronta a lasciare la poltrona, a rimettere l'incarico nelle mani del Presidente, se questo gesto dovesse servire in qualche modo a sbloccare la situazione.

Non credo però sia solo questo il punto; la sintesi per arrivare alla riforma sanitaria ritengo debba essere trovata innanzitutto tra le forze politiche di maggioranza, poi la maggioranza deve riuscire a fare sintesi con l'opposizione, perché credo che di fronte alla salute sia difficile dividersi, la salute non è di maggioranza, non è di opposizione, non è di destra, non è di sinistra.

Sul Piano di organizzazione della rete ho già detto che deve seguire un iter prima di arrivare in Commissione; un Piano di riorganizzazione della rete che ha come strategia di fondo quella di potenziare il territorio e di alleggerire l'ospedale, con tutti i costi che conosciamo benissimo, degli acuti; l'idea è quella di creare un territorio più ricco in termini di case della salute, di RSA, di hospice, e anche di potenziare l'assistenza domiciliare integrata per dare proprio la possibilità all'ospedale di gestire gli acuti e di gestirli nel tempo giusto, non un giorno di più.

Gli obiettivi dei direttori generali; è vero, in assenza di un atto di programmazione restano dei meri indirizzi, ma la Giunta un mese prima che io arrivassi, nel luglio scorso, ha approvato gli obiettivi assistenziali, organizzativi, economico-finanziari, indirizzi che responsabilmente i direttori generali stanno mettendo in pratica, proprio in assenza di un atto di programmazione, stanno cercando comunque di procedere in una certa direzione, soprattutto per quanto riguarda gli accorpamenti, quindi l'organizzazione interna delle varie strutture, siano esse ASL, aziende o aziende miste.

Quindi non è vero che non abbiamo fatto niente, manca quel tassello centrale, quella cornice di riferimento di cui parlavo prima, quindi manca la riforma; intanto stiamo facendo queste cose, l'operazione verità a cui si riferiva l'onorevole Barracciu dicendo che sperava l'Assessore non usasse toni trionfalistici nel difendere l'operazione verità, appunto. Il problema però in questa Regione è che se fai qualcosa sbagli, se non la fai sbagli comunque.

L'inserimento, urgente, necessario, in finanziaria della norma che prevedeva non la decadenza automatica ma l'eventuale risoluzione del contratto dei direttori generali che non rispettano il budget a noi è sembrata una misura idonea a responsabilizzare il sistema, così come il divieto, anch'esso messo in finanziaria, di finanziare il deficit del Servizio sanitario regionale.

A proposito di disavanzo, questa mattina sono state date delle cifre (ne ha parlato anche l'onorevole Diana poco fa, l'onorevole Oppi ha detto alcune cose), cerchiamo pertanto di fare un po' di chiarezza. I dati che leggerò non sono dati dell'assessore De Francisci o della struttura regionale, sono dati del conto economico certificati dal Ministero della Sanità. Sono dati non ancora definitivi perché non li abbiamo ancora ricevuti definitivi dalle ASL.

Il disavanzo lordo è di 198 milioni e 311 mila euro, è un dato relativo attualmente assegnato alle aziende ma che non tiene conto del saldo 2011. E' un dato lordo.

Il dato lordo sterilizzato degli ammortamenti dà un dato netto pari a 159 milioni e 600 mila euro che è la spesa effettivamente ripianabile; il deficit reale, a cui faceva riferimento l'assessore Oppi questa mattina, è di 96 milioni di euro, ed è un dato che si ottiene integrando l'assegnazione erogata sino a oggi alle aziende. Quindi: 366 milioni di euro, 400 milioni di euro, una proiezione di 500 milioni di euro, il disavanzo con il conto economico alla mano, che poi vi farò avere, per coloro che vogliono conoscere questi risultati, è di 96 milioni di euro.

Io non sono interessata a cercare responsabilità degli anni passati, potrei leggervi i disavanzi del 2009, del 2008, del 2007, del 2006, preferisco andare avanti e concentrarmi sull'altro discorso, quello dei 14 milioni di euro persi. Questi 14 milioni di euro erano una premialità che noi non potevamo prendere, in applicazione del comma 90 della finanziaria, visti i risultati negativi del 2007-2009, periodo oggetto del piano di rientro. E' stato fatto riferimento ai 14 milioni di euro, che non abbiamo potuto avere, ma non è stato fatto alcun riferimento allo sblocco dei 54 milioni di euro concessi all'allora assessore Dirindin e che sono stati erogati, invece, dal Governo Cappellacci nel momento in cui siamo usciti dal piano di rientro. Quindi è vero che non abbiamo ottenuto la premialità dei 14 milioni di euro ma abbiamo ottenuto lo sblocco dei 54 milioni di euro, e forse sarebbe bene ricordarlo.

Farmaceutica; il contenimento e la razionalizzazione della spesa farmaceutica credo interessino qualunque maggioranza governi la Regione, sia essa di centrodestra o di centrosinistra. Noi anche sulla scia delle indagini e degli input dati dalla Corte dei conti abbiamo portato all'attenzione della Corte medesima un decalogo di azioni.

Qualcuno ha richiamato queste azioni nel corso della discussione di stamattina, azioni tra le più importanti certamente per riuscire a contenere la spesa farmaceutica: la centralizzazione delle gare, per esempio, l'aumento della distribuzione diretta dei farmaci (soprattutto quelli ad alto costo), più collaborazione con i prescrittori, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, più lavoro sulla appropriatezza prescrittiva. E' prevista un'altra serie di misure, non ultima (e qui parliamo dell'informatizzazione, quindi del Sistema informativo sanitario integrato regionale, il SISAR), quella volta a rimuovere le criticità di un Sistema informativo sanitario integrato regionale che è nato da un'intuizione certamente importante: informatizzare l'intero sistema per evitare che ogni ASL avesse un singolo sistema informatico.

C'è stata però una sottovalutazione dei tempi e del budget necessari. La realtà infatti ha dimostrato l'impossibilità che la Regione Sardegna potesse avviare e completare, in due anni, un percorso così elaborato, così complesso che la Regione Lombardia, una delle regioni più evolute nel campo della sanità, lo richiamava a questo proposito stamattina anche l'onorevole Capelli, non è riuscita a fare in dieci anni. Succede pertanto che gli applicativi siano lenti, che vi sia un sovraccarico del sistema, che non sia possibile controllare molti flussi riguardanti anche la farmacia; ecco perché, onorevole Diana, la spesa farmaceutica schizza verso l'alto. Non esiste una sola causa, le cause sono tante e, indubbiamente, tra le cause principali ci sono le criticità del SISAR.

Ma c'è un altro aspetto, perché anche questo è importante, che mi piace sottolineare. Mi riferisco al dato relativo al posizionamento della Sardegna al primo posto della classifica nazionale Aifa, relativa alla spesa farmaceutica, che deve essere letto anche in relazione al fatto che tale tabella non considera la variabile delle case di cura private. Mi spiego meglio; in quella tabella viene innanzitutto utilizzato il dato complessivo di "ospedaliera" e "territoriale", e poi viene utilizzato il dato complessivo della "ospedaliera"; ora, in una regione come la Sardegna che ha il 3 per cento di ospedalità privata e ovvio che il dato dell'"ospedaliera" incide più che nella Regione Lombardia o nella Regione Lazio. Regioni che, evidentemente, hanno un bacino di utenza completamente differente e una ospedalità privata che è al 33-35 per cento.

Come vede, onorevole Diana, non è una sola causa a far collocare la Sardegna al primo posto nella spesa farmaceutica, ma sono tante, e allora dobbiamo concentrare il lavoro per rimuoverle, certamente, ma non è possibile che lei mi chieda oggi di fare i miracoli. È possibile che ci siano degli sprechi, non è escluso, è possibile che ci sia un controllo che non è esattamente quello di cui ci sarebbe bisogno per riorganizzare un sistema complesso come la farmaceutica, ma quando avremo finalmente, e speriamo di averlo presto, un sistema informativo realmente integrato e realmente funzionante, avremo improvvisamente un calo notevole della spesa farmaceutica.

Per quanto riguarda altri aspetti, per esempio il ticket, qualcuno ha paventato il pericolo che la Giunta Cappellacci possa inserire nuovi ticket. La Giunta Soru ha innalzato d'emblée da 36 a 46 euro il ticket sulla specialistica, e anche quando una norma nazionale ha proposto di tornare indietro rispetto a quella norma, che invece aveva imposto un correttivo, la Giunta Soru, attraverso l'assessore Dirindin, è rimasta ferma sui suoi passi, quindi i sardi hanno pagato in poco tempo 10 euro di ticket in più. Il presidente Cappellacci, stimolato e provocato dall'Assessore della sanità della Regione Veneto, Coletto, che è il coordinatore degli Assessori a livello nazionale, questa estate, lo ricorderete, aveva annunciato che, se mai avessimo aumentato il ticket, lo avremmo potuto fare simbolicamente di un euro: la delibera è stata approvata ed è rimasta lì, perché riteniamo che i dieci euro siano sufficienti ancora per un po'.

Nella mozione si parla poi di protocolli scaduti. I protocolli delle Aziende miste che regolano i rapporti Regione-Università non sono scaduti, sono in piedi e così resteranno sino al 2014; richiedono un'integrazione per il riequilibrio degli emolumenti degli universitari rispetto a quelli degli ospedalieri (allo stato c'è un disequilibrio), nel frattempo però è stato varato un decreto nazionale, di cui si sta discutendo in Conferenza Stato-Regioni, del quale non possiamo non tener conto nel rivedere e rimodulare il protocollo con le Aziende miste. Quindi il ritardo, che ovviamente crea un po' di subbuglio e scompiglio tra i rettori delle Aziende miste, è determinato dal fatto che stiamo valutando le modifiche alla luce del decreto di cui ho parlato.

Liste d'attesa. La finanziaria del 2011 ha stanziato, lo sapete bene, risorse pari a 21 milioni di euro più 5, quindi 26 milioni complessivi; risorse che sono state erogate dalla ragioneria alle ASL solo a metà dicembre. Venti giorni fa ho firmato una circolare nella quale chiedo alle ASL di darmi conto di come queste risorse, ripartite per tutte le Aziende, sono state utilizzate o come le ASL intendono utilizzarle.

Per quanto riguarda il problema degli interinali, e le considerazioni anche molto forti fatte dall'onorevole Diana, le ASL hanno ricevuto più di un sollecito e stanno rispondendo alle nostre sollecitazioni, nel frattempo sono stati bloccati tutti i processi in attesa di valutare meglio la situazione complessiva. Tutto è assolutamente bloccato; abbiamo creato un file nel quale inseriamo tutti gli aggiornamenti che ci inviano le ASL. Questo file, presidente Contu, sarà a disposizione della Commissione sanità appena riusciremo a completare questa ricognizione. Una volta completata la ricognizione, considerando che il centrodestra, come il centrosinistra, non ama certamente la precarizzazione del lavoro, rivedremo le piante organiche ferme, probabilmente, al 1990.D'altra parte neanche il centrosinistra è riuscito a rivedere le piante organiche…

PRESIDENTE. Assessore, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di replicare la consigliera Barracciu.

BARRACCIU (P.D.). Intanto voglio ringraziare i colleghi per l'apprezzamento sulla mozione e per avere voluto sottolineare stamattina, seppure con diverse articolazioni, l'opportunità e la necessità di questa mozione, e ringrazio anche l'Assessore che nella sua introduzione ha fatto altrettanto. Questo riconoscimento da solo basta a dimostrare che si tratta non, come ha meschinamente affermato stamattina l'onorevole Sanjust, di una mozione frutto di una diatriba di genere, di una diatriba tra donne, ma di una mozione dai contenuti politici concreti, suffragata da dati di fatto, imperniata su problemi reali, che sono stati riaffermati ben più duramente di quanto ho fatto io anche negli interventi dei colleghi della maggioranza.

Chiedo quindi al collega Sanjust come giudica le considerazioni dell'onorevole Oppi, dell'onorevole Campus, dell'onorevole Vargiu, dell'onorevole Dedoni, le oneste, piccole ammissioni anche dell'onorevole Lai e dell'onorevole Locci che hanno fatto un ragionamento cercando di essere intellettualmente onesti, sono diatribe tra uomini e una donna, onorevole Sanjust? Sono certa che da protomaschilista, quale ha dimostrato di essere con quella sua chiusura dell'intervento stamattina, non avrà il coraggio di apostrofare i suoi colleghi maschi non le considerazioni con cui ha apostrofato la mozione stamattina, né di esprimere giudizi degradanti sulle presa di posizione dei colleghi, che sono state dure esattamente quanto le mie.

Quindi, non esistono diatribe tra donne ma questioni politiche importanti che interessano me e interessano quest'Aula, forse non interessano lei; e che non sono diatribe tra donne è dimostrato dal fatto che in questa Giunta regionale siedono tre donne grazie al mio ricorso al TAR sottoscritto da tante altre persone. Questioni politiche, quindi, e lei non ha fatto bene stamattina perché quando si presenta una mozione così cospicua, come quella che abbiamo presentato noi del centrosinistra, si riconosce che un Assessore c'è, si riconosce che è un interlocutore politico, che è l'interlocutore politico dell'opposizione in materia di sanità, e questo è il massimo del rispetto che qualcuno dell'opposizione, uomo o donna che sia, può mostrare a un Assessore; viceversa, l'assenza di mozioni, interrogazioni e interpellanze sta a dimostrare che non si dà importanza a colui o colei che ricopre un ruolo istituzionale così importante.

Per passare alle questioni decisamente più importanti che riguardano questa mozione, e alle questioni che sono state poi riprese dall'assessore De Francisci, mi rincresce dire che certamente non sono soddisfatta della replica dell'Assessore. In primo luogo perché ha voluto centrare la maggior parte del suo intervento su questa famigerata riforma sanitaria, che è stata presentata in Consiglio e che sembrerebbe essere l'atto principale di questa Giunta regionale; non sono soddisfatta e non regge il ragionamento perché, anzi, sta a dimostrare che la Giunta regionale e la sua maggioranza non si mettono d'accordo su un argomento così importante.

E soltanto questo è sufficiente a conclamare e dichiarare apertamente il fallimento non di una parte irrilevante della politica di questa Giunta, ma di una parte importantissima della politica di questa Giunta e delle questioni che riguardano la Sardegna. Per dirla in percentuali di bilancio è il 62 per cento delle questioni che attengono il bilancio, e quindi si capisce quale sia il peso. Non mettersi d'accordo su questo significa veramente non soltanto aver disatteso completamente le promesse elettorali (molta parte della sanità), sulla base delle quali siete stati eletti, ma proprio ammettere il fallimento di una coalizione che, come abbiamo sempre detto, è stata messa in piedi contro qualcuno, contro qualcosa e non per qualcosa.

Quindi tutto è centrato su questa riforma che comunque è ferma, su una rete ospedaliera che non si capisce bene che fine abbia fatto, probabilmente ferma al Consiglio delle Autonomie Locali (CAL);, certamente non sono io a dire che non è così, ma anche questa è ferma e sono passati tre anni da che, appunto, la Giunta di centrodestra governa.

Si dice che il Piano sanitario presentato precedentemente era un buon Piano; a parte il fatto che ho sentito dai colleghi della maggioranza, proprio sul Piano sanitario, considerazioni decisamente diverse (ovviamente, io considero quello che dice l'Assessore), però, se questo è un Piano sanitario buono, il punto di partenza dal quale si può lavorare per arricchirlo, che cosa costa, Assessore, anziché rifare il lavoro tutto da capo depositarlo nuovamente in Commissione, dove con un atteggiamento di collaborazione potrà essere implementato e approvato?

Perché il Piano sanitario può essere approvato indipendentemente dall'approvazione della riforma, non sono due cose che vanno insieme, non sono due cose che vanno insieme! Allora, siccome quella riforma è arenata, e abbiamo capito bene stamattina per quali motivi, poiché non credo che a due anni di distanza possano essere trovate le sintesi per superare questi problemi, si approvi il Piano sanitario. All'Assessore regionale piace, abbia il coraggio di ripresentarlo così com'è in Commissione, noi ci lavoreremo con senso di responsabilità come opposizioni.

Chiudiamo il Piano sanitario, quindi, e si farà una cosa mettendo veramente da parte la politica, così come auspica correttamente l'onorevole Vargiu, partendo da un documento che effettivamente è per larga parte un documento di ordine tecnico. Questo può essere, per esempio, un punto di partenza ma un punto di partenza importante se c'è davvero la volontà e se la preoccupazione è sincera rispetto alla situazione di "sgoverno" totale e di anarchia di questo sistema.

Gli obiettivi dei direttori generali; certo è disarmante il modo con cui lei dà ragione alla nostra argomentazione, è disarmante, ma i direttori generali (io ne difendo pochissimi, li posso contare proprio sulle dita di una mano e me ne bastano forse una, due) hanno bisogno degli indirizzi politici e programmatici della Giunta regionale. Se questi non ci sono è evidente che la "prateria della libertà incondizionata" di fare esattamente quello che vogliono, certo non sempre in mala fede, per carità di Dio, non si giustifica se non con la inadempienza e la inefficacia politica della Giunta regionale.

Liste di attesa; lei si chiede come sono stati spesi questi soldi e se sono stati spesi; noi, Assessore, le chiediamo se i tempi delle liste d'attesa a fronte di quelle ingenti risorse si sono accorciati oppure no, se quell'investimento ha avuto buon fine oppure no. Non ci risulta, non ci risulta affatto perché l'intasamento delle liste d'attesa c'era e c'è, ma questo può essere un altro argomento che noi possiamo sollevare con gli strumenti di controllo e di monitoraggio di quello che si fa che abbiamo come opposizione, e certamente lo faremo.

Ora, che cosa è disarmante? E' disarmante proprio la sua ammissione rispetto alle questioni poste ma, allo stesso tempo, la dimostrazione anche nelle sue parole di non considerare questa mozione come una mozione approvabile. Se noi la leggiamo, se anche lo stesso onorevole Sanjust l'avesse letta, al di là delle prime parti, capirebbe che dalla seconda pagina in poi non contiene più quella critica feroce di cui si è detto, ma vi è solo proposta. Così pure il dispositivo; quel dispositivo, se noi lo riprendiamo e lo rimettiamo in ordine, corrisponde esattamente alle sue parole e a molte delle parole che sono state pronunciate in questa Aula dai colleghi dell'opposizione. Per questo motivo mi sembra quantomeno contraddittorio, irresponsabile, ma anche politicamente strumentale non votare a favore di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il consigliere Daniele Cocco.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Direi che non posso replicare perché, non avendo concluso il suo intervento l'Assessore, non ho avuto le risposte. Io non posso fare altro che ribadire quanto detto in premessa, e cioè che ci si attivi immediatamente perché anche i pazienti della Sardegna possano avere le stesse possibilità degli altri pazienti delle regioni d'Italia. Io questo lo chiedo con forza. E ancora chiedo, sempre con forza, che ci si attivi immediatamente perché i pazienti affetti da sclerosi multipla abbiano per l'accesso agli esami strumentali, diagnostici e non, un canale privilegiato, una priorità per l'esecuzione degli stessi.

PRESIDENTE. Sull'interpellanza numero 84 ha facoltà di parlare il consigliere Manca per dichiarare se è soddisfatto.

MANCA (P.D.). Non intendo intervenire.

PRESIDENTE. Sull'interpellanza numero 166 non si intende intervenire.

Sull'interpellanza numero 173 ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarare se è soddisfatto.

COCCO PIETRO (P.D.). Non intendo intervenire.

PRESIDENTE. Sull'interpellanza numero 252 ha facoltà di parlare il consigliere Steri per dichiarare se è soddisfatto.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, mio malgrado mi devo dichiarare non soddisfatto perché l'Assessore non ha avuto la possibilità di spendere una parola sul problema posto dall'interpellanza. Auspico peraltro che abbia preso buona nota del contenuto della stessa e che la Giunta provveda quanto prima a predisporre una delibera che dia pronta attuazione a una norma di legge che, ricordo, risale al luglio 2011. Quindi auspico che la Giunta provveda con immediatezza già nella prossima tornata…

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ma la norma è incostituzionale!

STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo scusa, le leggi finché non sono dichiarate incostituzionali si applicano. Il fatto che ci sia un ricorso non la blocca, e la Giunta doveva applicare questa norma dal luglio 2011. Voglio capire su che base la Giunta mi dice che una legge efficace è incostituzionale, questo me lo deve dire la Corte costituzionale. La Giunta la deve applicare. Trasformerò l'interpellanza in mozione.

Detto questo, l'Assessore ha affermato stamattina diverse cose interessanti e su molte sono d'accordo. Sono d'accordo sul fatto che la legge sulla riforma sanitaria debba essere portata immediatamente all'esame dell'Aula; è sufficiente che la Giunta partecipi alla Conferenza dei Capigruppo e chieda l'iscrizione all'ordine del giorno. Non c'è bisogno di programmazione bimestrale perché è già stata approvata dalla Commissione.

Sono d'accordo con la Giunta quando dice che bisogna fare immediatamente il Piano sanitario; ma non sono d'accordo nel fare un Piano sanitario con la stessa impostazione dell'altro Piano, dichiarato illegittimo, perché quella era un'impostazione centralistica in cui la Regione toglieva del tutto l'autonomia alle strutture sanitarie, alle aziende sanitarie e determinava punto per punto i posti letto. Noi dobbiamo fare una norma programmatica sentendo le aziende, coinvolgendo le aziende perché nel processo di adeguamento si presentano esigenze che, spesso, richiedono delle modifiche non solo anno per anno ma anche stagione per stagione. Pensiamo, in ipotesi, al reparto di ortopedia dell'ospedale di Olbia che nel periodo estivo necessita di una maggiore presenza di figure professionali rispetto ad altri periodi dell'anno.

Per quanto riguarda poi i protocolli di intesa invece non sono d'accordo con quello che dice l'Assessore. Quei protocolli di intesa sono stati illegittimamente approvati dalla Giunta quando la competenza era del Consiglio e poi sanati, ma la sanatoria è venuta meno con l'annullamento del Piano sanitario. Attenzione, lo stesso direttore generale della Presidenza ha segnalato la illegittimità. Quei protocolli di intesa hanno avuto una illegittima attuazione con l'istituzione delle aziende ospedaliere che richiedevano degli specifici protocolli di intesa, mentre invece ci si è limitati a scambiare delibere del consiglio di amministrazione e delibere della Giunta regionale. Il protocollo base va adeguato.

PRESIDENTE. Sull'interpellanza numero 290 ha facoltà di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarare se è soddisfatto.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, sul contenuto di questa interpellanza, che ho data per letta non avendo avuto il tempo di illustrarla, in parte ha svolto delle considerazioni la collega Barracciu quando ha preso in esame il problema delle liste d'attesa. In premessa, vengono richiamate le norme di legge e i finanziamenti ma nel suo replica intervento, Assessore, mi rendo conto che il tempo è tiranno, in merito non c'è stata nessuna risposta, eppure la Regione ha messo a disposizione risorse proprie importanti in base al Piano nazionale proprio per ridurre le liste d'attesa.

Io prendo atto, Assessore, non è un'accusa nei confronti di alcuno, di non essere stato messo nelle condizioni di conoscere che cosa ha fatto la Giunta regionale con queste risorse.

(Interruzioni)

Non mi sono distratto, io ho ascoltato perfettamente, allora ci siamo distratti in due, mi sono distratto io e prima di me la collega Barracciu, però può essere, siamo notoriamente persone distratte. Mi dispiace però, ripeto, non ho sentito nella sua replica nulla che riguardasse questa interpellanza. Si può sopperire a questo magari rispondendo per iscritto, sarebbe stato opportuno farlo oggi in Aula. Insisto comunque nel voler conoscere le cose, perché è un diritto; infatti, attenzione, vorrei porre una questione, e la pongo agli Assessori presenti, anche se sono pochi: a molte interpellanze e interrogazioni non viene data risposta.

Vi faccio notare che, quando non rispondete a interrogazioni di consiglieri regionali, voi costringete quei consiglieri regionali a non avere un rapporto corretto con il proprio elettorato, e contribuite volutamente a incrinare il rapporto di fiducia. Sto facendo questo discorso a tutti i colleghi, perché è una questione molto delicata, e sono convinto che riguardi anche colleghi della maggioranza, perché ci sono centinaia di interpellanze e interrogazioni a cui non si risponde: un'abitudine assurda e intollerabile. Ripeto infatti che in questo modo si costringe quei consiglieri regionali a non esercitare correttamente il proprio mandato. Io sono stato portato qui da cinque mila voti, non da quattro gatti, e ho diritto insieme agli altri settantanove consiglieri regionali di avere risposte per tempo a precise, cosa che non avviene, e non ce l'ho solo con lei, assessore De Francisci.

PRESIDENTE. Sull'interpellanza numero 293 ha facoltà di parlare il consigliere Uras che non è presente in Aula. Dichiaro chiusa la discussione.

Metto in votazione la mozione numero 171. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pitea per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITEA (P.d.L.). Io ho assistito a un dibattito appassionato e franco, che probabilmente influenzerà la mia dichiarazione di voto. La franchezza è stata determinata certamente dalla materia; stavamo parlando infatti della salute di tutti e anche nostra, non stavamo parlando della crisi dell'industria, dell'agricoltura, dei problemi occupazionali, settori sui quali interferiscono talvolta dei fattori esterni, quali per esempio la criticità delle materie prime, i costi di produzione.

In questo settore, signori, gli ingredienti ci sono tutti; ci sono le risorse, mi pare che siano abbondanti; ci sono le conoscenze sulla situazione reale, l'avete dimostrato col dibattito che oggi è stato intriso principalmente di tante manifestazioni autocritiche, ma non solo, talvolta sono state ventilate delle patologie che dovrebbero veramente indurci a riflettere. Ritengo che l'Assemblea non possa perdere questa occasione per concludere il dibattito con una conclusione unitaria, cioè con un ordine del giorno che recepisca tutte queste istanze, principalmente le patologie segnalate, ma anche quelle indicate dall'Assessore.

Non ci sono dubbi che si debba arrivare necessariamente alla discussione della riforma sanitaria, però riconosciamo gli errori, che non sono né di destra né di sinistra, sono di questo sistema politico che certamente è ammalato. Mi auguro che si arrivi all'adozione di un ordine del giorno unitario, diversamente io voterò a favore della mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Noi, pur condividendo la gran parte, con alcune modifiche che dovrebbero essere apportate, del dispositivo, non condividiamo evidentemente il testo della mozione, la parte espositiva che, nella sostanza, soprattutto nella prima parte, consiste in un attacco alla Giunta regionale, quindi non possiamo condividerla. Ritengo peraltro che si possa chiedere il ritiro della mozione e concordare un ordine del giorno che abbia solo un dispositivo, se da parte di tutti gli altri Gruppi vi è la disponibilità. In difetto, nostro malgrado, ripeto, pur condividendo molti punti del dispositivo, ci vediamo, appartenendo alla maggioranza, costretti a votare contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Avrei voluto fare un intervento organico, più completo, su questa materia, non ci sono riuscito stamattina per un equivoco, quindi mi limito a fare alcune considerazioni adesso. Voterò contro la mozione, anche se la mia onestà intellettuale mi impone di ammettere che ci sono delle cose condivisibili e che non stiamo governando bene la sanità, non certo per colpa dell'assessore De Francisci che, al massimo, avrà lo 0,5 per cento di responsabilità.

Vorrei precisare rapidamente, però, se ce la faccio, alcuni fatti, perché anche in un quadro, come ho detto, con verità, ci sono affermazioni che non possono essere lasciate passare sotto silenzio. L'onorevole Barracciu dice che i nostri deficit devono essere calcolati sulla base delle assegnazioni regionali stabilite a Roma dalla Conferenza Stato-Regioni, ma in realtà non sono calcolati bene, onorevole Barracciu. Io non so se lei conosce le modalità di calcolo, vengono calcolati con una formuletta sulla base di parametri quali l'anzianità della popolazione, cosa che sfavorisce noi e favorisce altre regioni, e di un coefficiente di solidarietà che è quanto mai sconosciuto, non si riesce a capire bene che cosa rappresenti. Quindi non è che facciano testo perché non tengono conto, ad esempio, della rarefazione della popolazione. Assistere due milioni di persone a Milano in 50 chilometri quadrati è un conto, assisterle in Sardegna è completamente diverso.

Il fallimento del riordino della rete ospedaliera; quel disegno è stato annullato per vizio di forma,ma i giudici non hanno esaminato gli altri vizi che c'erano. Le ricordo, onorevole Barracciu, che quel riordino della rete ospedaliera è stato fatto tagliando 722 posti letto per acuti, di questi 580 sono stati tagliati alle strutture private che, evidentemente, nella vostra convinzione non avrebbero reagito e avrebbero accettato il taglio. Hanno reagito, vi hanno fatto annullare la rete ospedaliera.

Il Piano sanitario regionale era fatto male, mi dispiace ma ho un'opinione diversa da quella della collega De Francisci, era fatto male, non è condivisibile, come ha detto giustamente l'onorevole Steri, perché è frutto di una visione centralistica, sovietica della sanità, con un controllo centralizzato feroce, feroce! Sovietica, colleghi, non vi piace? Sovietica lo stesso, questa è la mia opinione.

Per quanto riguarda i disavanzi, avrete un po' il mito degli anni belli; io e quelli come me abbiamo il mito degli anni belli della gioventù, non l'onorevole Diana che è giovanissimo, voi avete il mito degli anni del potere. Guardate i dati, sono sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze; nella relazione sulla situazione economica del Paese, c'è scritto che dal 2006 al 2007 la spesa è cresciuta del 2,8 per cento, dal 2007 al 2008 è cresciuta del 7,4 per cento, dal 2008 al 2009 del 5 per cento, e dal 2009 al 2010 dello 0,4 per cento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Noi voteremo a favore della mozione, sia per quel che riguarda le premesse che per la parte dispositiva, e per la richiesta che viene fatta di impegno al Presidente della Regione e all'Assessore dell'igiene e sanità, anche perché crediamo che, come ha appena finito di dire il collega Franco Meloni, se il Piano sanitario regionale della Giunta Soru era fatto male, è anche indubbio che è necessario che un Piano sanitario regionale da parte della Giunta del centrodestra venga presentato.

Noi siamo assolutamente convinti che un atto di programmazione della sanità in Sardegna non possa essere eluso ancora per troppo tempo; quindi, per quel che riguarda il punto 1) degli impegni che si chiedono al Presidente e all'Assessore, siamo assolutamente convinti che bisognerà parlare al più presto in questo Consiglio di nuovo Piano sanitario regionale, così come bisognerà parlare al più presto in questo Consiglio anche di riordino della rete ospedaliera e della definizione di una politica regionale del farmaco che eviti gli alti costi del settore, dimostrati nell'indagine giornalistica di alcuni giorni fa.

Noi votiamo a favore della mozione anche, e soprattutto, per quel che riguarda il punto 2), assessore De Francisci, cioè la necessità (la richiesta è avanzata con forza nella mozione) del controllo degli accessi del personale della sanità, e anche la necessità che il reclutamento del personale avvenga finalmente con procedure concorsuali e di mobilità, e non più con il ricorso selvaggio, così lo definisco, alle agenzie interinali, con tutto quel che ne consegue, con tutte le distorsioni che avvengono in questo settore e, soprattutto, con tutti gli interessi, diretti e indiretti, che sono legati a queste procedure. Ecco perché esprimiamo in modo convinto il voto favorevole a questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il voto favorevole alla mozione con una piccola precisazione che riguarda il punto 1), soprattutto l'impegno relativo al miglioramento del sistema di monitoraggio dei fattori di spesa completando il sistema informativo sanitario regionale. Questo completamento, Presidente, lo dico all'assessore De Francisci, cioè il completamento del sistema informativo sanitario, dovrebbe essere fatto appurando che non si stiano regalando soldi a qualcuno per non fare nulla, perché i sistemi informativi regionali, Presidente, tra cui anche quello sanitario, e non è l'unico, da questo punto di vista sono avvolti dalle nebbie, non si capisce che cosa producano, nessuno lo sa.

Noi abbiamo fatto una seduta in Commissione bilancio, non siamo riusciti a cavarne il cosiddetto ragno dal buco. E dirò ancora di più, chiedo scusa, perché parliamo di soldi che vengono sprecati, ma onorevole Meloni sapete che cos'è un anagrafico sanitario regionale? Un anagrafico sanitario regionale vuol dire le informazioni che riguardano ciascuno di noi, ciascuno degli abitanti di questa Isola, gli affari nostri, tutti, organizzati in un archivio. Qual è il controllo democratico di questi file, di questi archivi, di queste banche dati?

Perché i consiglieri regionali, Presidente, a prescindere dalla funzione che esercitano, non possono accedere a nessuno di quei file, né a quelli in materia di contabilità, né a quelli in materia sanitaria, né a quelli in materia di pianificazione territoriale, né a quelli in materia ambientale e così via; si faccia finalmente luce su questa nebbia che colpisce questo settore, questo segmento delicatissimo, e si faccia luce, soprattutto, sulla tutela della riservatezza dei dati. Io voterò per tutti e due i punti, con questa precisazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, dichiaro il voto favorevole alla mozione, perché nel dispositivo ci sono comunque dei punti che mi sembrano condivisibili. Dagli interventi di stamattina, ma anche dagli interventi dell'Assessore, mi pare sia emersa, al di là della posizione di partenza, la disponibilità a intervenire sul Piano sanitario regionale.

Parlerei pertanto di un'apertura, al di là dell'impostazione che credo possa essere rivista in una discussione seria, pacata all'interno della Commissione. Un obiettivo raggiungibile per questa maggioranza, ma penso per tutti noi, perché stiamo parlando di salute delle nostre comunità, un tema importante ed estremamente delicato, sul quale credo si attenda da tempo una proposta risolutiva.

La definizione della rete ospedaliera è uno degli elementi che dovrebbe allinearci con i dispositivi ministeriali con la compensazione per tutte quelle attività extra ospedaliere conseguenti al post-acuto, che è uno dei fattori determinanti, perché presta particolare attenzione al rapporto umano con il malato. Io credo che questa possibilità di interloquire, di avere un maggiore rapporto con i propri cari abbatta enormemente anche il costo farmaceutico.

La piccola esperienza che io ho potuto fare, quella di aprire le porte all'ospedale, tra virgolette, 24 ore su 24, decisamente contribuisce ad avere una visione prospettica dell'attività ospedaliera; attività che forse non deve essere così rigida da non consentire il rapporto con i familiari e con le persone care, perché l'affetto vale molto più di farmaci rilassanti e tranquillanti.

Anche altri punti mi sembrano importanti, e da questi banchi si è data disponibilità ad affrontarli: parliamo del potenziamento dell'attività di prevenzione, ma anche dei distretti che, mi sembra, ci sia la volontà di non mantenere; questo cambierebbe il rapporto anche con gli enti locali e non sarebbe cosa giusta e opportuna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io manifesto l'intenzione di votare a favore di questa mozione che, già nel testo, ma ancor di più nell'illustrazione della collega Barracciu, dà uno spaccato purtroppo drammaticamente veritiero dello stato della sanità in questa Regione. E quando lo stato della sanità è quello che è stato descritto, c'è poco da discutere, c'è solo la colpa di aver interrotto un percorso virtuoso che era stato iniziato qualche anno fa, purtroppo spesso l'alternanza politica porta all'interruzione di processi e porta anche alla sofferenza della gente; è un prezzo che paga la società, e oggi ne stiamo evidenziando il prezzo pagato dai sardi in questo settore.

Credo che sia il punto 1) che il punto 2) richiamino con precisione cosa debba essere fatto; mi auguro che questa maggioranza comprenda quale responsabilità si sta accollando nel momento in cui non riesce ad affrontare seriamente e con puntualità questo argomento. Ecco perché mi accingo a votare favorevolmente questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario del Gruppo del Popolo della Libertà e per assicurare l'Assessore che c'è l'impegno, perlomeno del nostro Gruppo, ma credo anche degli altri Gruppi di maggioranza, per portare in Aula, al più presto, la legge di riforma sanitaria. Comunico inoltre, anche all'Assessore, che nella seduta pomeridiana la Conferenza dei Capigruppo ha inserito al primo punto all'ordine del giorno della settima Commissione la legge sul contributo per le malattie rare, e a questo ha aggiunto il provvedimento di legge sulla famiglia. Quindi l'attenzione su questa materia c'è tutta, adesso l'attenzione deve essere spostata magari in un'altra direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io annuncio il voto ovviamente favorevole alla mozione presentata dalla collega Barracciu. Ne approfitto per dire che l'Assessore nella sua replica ha sfiorato brevemente questo argomento che, invece, è contenuto nella mozione in maniera precisa e avrebbe meritato una disamina più attenta. Vede, Assessore, anche questo è riconducibile a quel "terreno" cui accennavo, che lei ha definito abbastanza ruvido per come l'ho rappresentato.

Purtroppo, insisto, la sanità è un terreno, e lo abbiamo dimostrato, lo avete dimostrato anche in questo dibattito, a voi favorevole per governare le vostre dinamiche per il consenso elettorale. Allora c'è un rapporto tra sanità pubblica e privata che andrebbe esaminato meglio, che andrebbe portato all'esame di quest'Aula, non soltanto in Commissione.

Nella mozione si fa riferimento ai tetti di spesa e soprattutto agli standard qualitativi. A me, oggi, sarebbe piaciuto che l'Assessore si soffermasse in quest'Aula sui tetti di spesa (oddio, si possono ricavare), ma soprattutto sulla qualità delle prestazioni. Ma non solo. Noi assistiamo, soprattutto in alcuni settori della sanità privata, all'assenza di un minimo di controllo democratico e mi pare che sul rapporto che si crea anche attraverso gli accreditamenti voi volutamente evitiate che vi sia un minimo di controllo democratico, per cui l'Assessorato della sanità è costretto a intervenire per spese non autorizzate preventivamente.

Io voglio porre questa questione perché mi rendo conto che è un terreno sensibile, ma per quanto mi riguarda abbastanza grave. Non ho sentito nulla, mi sarebbe piaciuto sentire qualcosa da parte dell'Assessore e della Giunta. Anche per queste ragioni io credo che sulla mozione non sia possibile tentare un accordo unitario perché siamo lontani anni luce. Riconfermo il voto favorevole alla mozione da parte nostra e nessuna disponibilità ad annacquarla con il tentativo di un ordine del giorno unitario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, io intervengo per dichiarare il voto contrario rispetto alla mozione in discussione in Aula e per fare alcune precisazioni, sono fondamentalmente tre, che penso possano essere utili. La prima, ringrazio l'assessore De Francisci che mi attribuisce delle responsabilità positive nel suo ragionamento sul Piano sanitario regionale 2006-2008, ma le declino tutte.

Era infatti un Piano sanitario figlio della politica, un Piano sanitario che si prefiggeva 900 obiettivi; vorrei chiedere ai colleghi del centrosinistra di calcolare quanti di quei 900 obiettivi enunciati dal Piano sono stati raggiunti. Un Piano sanitario regionale triennale, approvato però nel corso del secondo dei tre anni previsti, forse se avesse avuto quindici obiettivi poteva essere realistico e, soprattutto, poteva essere svincolato da quelle centomila pressioni che fanno scrivere un libro di trecento pagine che si sa essere un "libro dei sogni".

Colleghi, sulla riforma sanitaria, io vi vorrei dire che una riforma sanitaria l'abbiamo, perchè nel 2006 è stata varata una riforma sanitaria. Se ne viene proposta un'altra è perché ci siamo resi conto che la riforma sanitaria del 2006 purtroppo non ha riformato niente. Quindi, dal nostro punto di vista, non vorremmo fare gli stessi errori e vorremmo una riforma sanitaria che abbia come idea guida quella di incidere sulla situazione attuale, che tutti quanti conosciamo, della sanità sarda. Fermiamoci un attimo, pertanto, e ragioniamo sui possibili ritorni concreti di qualsiasi tipo di riforma sanitaria, altrimenti avremo un'altra riforma sanitaria, tipo quella del 2006, che aggiunge burocrazia e ritarda la fornitura dei servizi in sanità.

Terza e ultima cosa, rapporto sanità pubblica - sanità privata. Io vorrei suggerirvi di pensare alla sanità come si pensa alla scuola; cioè noi abbiamo due sanità: una sanità pubblica statale e una sanità pubblica non statale, entrambe vincolate dal regime dell'accreditamento, ed è interesse dello Stato se noi siamo lo Stato, della Regione se noi siamo la Regione, individuare quali prestazioni è più utile, più intelligente, più razionale, più economico, più funzionale alle esigenze del paziente assegnare alla sanità pubblica non statale accreditata. E' una cosa intelligente farlo, che serve a tutti, a chi governa perché risparmia e a chi deve fruire dei servizi perché fruisce di migliori servizi, quindi non ci può essere scontro ideologico neanche su questo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 171.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni Marco ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Pitea - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Gallus - Lai - Locci - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 24

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione la mozione numero 197.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, annuncio il voto contrario perché dopo che Zamboni, nel 2009, ha avanzato questa ipotesi sono stati condotti degli studi da parte di ricercatori non collegati agli assertori della predetta tesi, e nessuno degli studi ha riprodotto i risultati ottenuti da Zamboni. In altre parole, utilizzando metodiche analoghe o differenti da quelle usate da Zamboni non è stata osservata tra gli affetti da sclerosi multipla un'incidenza di stenosi a carico delle vene cervicali profonde più alta rispetto a quella osservata nei sani.

Sono studi che sono stati sviluppati nella quasi totalità dei Paesi. Non solo. Da ultimo i rappresentanti delle maggiori società…

(Brusio in aula)

Presidente, capisco che a nessuno interessi, però almeno un po' di cortesia!

Dicevo, da ultimo i rappresentanti delle maggiori società di neurologia d'Europa hanno sottolineato l'assenza di qualsiasi base scientifica per la pratica delle procedure di liberazione nei pazienti con sclerosi multipla a fronte dei rischi che le stesse procedure comportano. Quindi ribadisco il voto contrario e segnalo che, in questa situazione, qualsiasi studio dovesse essere effettuato si presenterebbe a responsabilità amministrativa di chi lo delibera.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Per dire che penso esattamente il contrario di quanto appena affermato dall'onorevole Steri; la casistica dei pazienti che si sono sottoposti alla disostruzione del sistema venoso profondo dimostra che tutti hanno tratto grandissimi benefici da questo tipo di intervento. Tra l'altro qui non si chiede altro che avviare anche in Sardegna la sperimentazione che è stata avviata in altre regioni d'Italia e già all'estero viene praticata.

Lo dimostra anche il fatto che tantissimi fra i 2500 pazienti affetti da sclerosi multipla, come dicevamo in premessa, tramite viaggi costosissimi all'estero si sottopongono a questi trattamenti; quindi io chiedo all'Aula di votare a favore della mozione, perché credo che questo lo dobbiamo alle tante sofferenze di tutti questi pazienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Presidente, stupisce non poco l'asserzione di poco fa del consigliere Steri perché ci sarebbe da pensare che regioni come il Lazio, le Marche, l'Emilia-Romagna, la Sicilia, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte abbiano preso un abbaglio enorme. Quindi io consiglierei approfondimenti ulteriori perché fra l'altro è un protocollo di bassissimo costo, sono interventi di basso costo. Mi è capitato, in questi giorni, di parlare con alcune di queste associazioni, e ho paura che nasca la convinzione sull'esistenza di qualche complotto, per cui si dica che sicuramente la Regione Sardegna vuole impedire che, con bassissimi costi, si possa tentare di salvare qualche vita umana.

Io penso che anche la stampa riporterà questa considerazione, e cioè che dopo che sette Regioni italiane hanno iniziato con un protocollo a bassissimo costo, con degli esiti anche positivi, noi diciamo no. C'è quasi da pensare, è detto in alcuni punti della premessa della mozione della Barracciu, che l'indotto della sanità possa avere risvolti di mala politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Intervengo per annunciare il mio voto favorevole alla mozione. Favorevole perché ritengo che sia assolutamente corretto e giusto entrare nella fase di sperimentazione nazionale e, quindi, che la Regione sarda possa partecipare con i suoi centri di eccellenza e dire la sua anche da un punto di vista scientifico.

Non entro tecnicamente nel merito perché se uno analizza i dati della letteratura scientifica sull'argomento, troverà tanti dati in zona bianca e tanti dati in zona grigia. Però è altrettanto vero che c'è fior di letteratura dove sono descritti degli effetti positivi. Io non trovo niente di scandaloso a votare a favore di una mozione che in fondo sta chiedendo di iniziare una sperimentazione: non sta facendo un'affermazione di merito sulla validità della terapia. Credo che per dovere, di fronte all'evidenza scientifica, che deve essere validata dagli studi scientifici, noi possiamo votare tranquillamente a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Esprimo il nostro voto a favore senza aggiungere altro perché, a suo tempo, in un convegno a Tempio, al quale abbiamo partecipato, e in una nostra interpellanza, abbiamo sviscerato tutti i problemi riguardanti il metodo Zamboni. Pertanto non mi ripeto e non ripeto ciò che è stato detto dai colleghi che votano a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, giusto il 15 marzo di quest'anno, l'azienda ospedaliera Sant'Anna di Ferrara ha avviato una sperimentazione, che riguarderà 685 pazienti, del cosiddetto, genericamente, metodo Zamboni. Io credo che sarebbe anacronistico, inopportuno, incivile non poter aprire a una fase di sperimentazione. Oggi la comunità scientifica è divisa, come sempre quando si presenta qualcosa di nuovo, in favorevoli e contrari, ognuno con le sue giustificazioni, con le sue motivazioni.

Ma siamo, appunto, in una fase di sperimentazione che sta inducendo molti nostri conterranei e molti connazionali ad andare all'estero per verificare una possibile speranza, per chi speranze ne ha poche, in termini di miglioramento della vita. E' un segnale che costa poco, ma è un segnale di grandissima apertura e di grandissima civiltà accedere a questa fase di sperimentazione e, in generale, alle fasi di sperimentazione.

Non dimentichiamo che la Sardegna, è scritto anche nel suo programma, si vorrebbe contraddistinguere per gli incentivi alla ricerca. Allora, se un po' di coerenza vogliamo dimostrare, anche nei confronti di quei cittadini che ci chiedono di poter accedere alla sperimentazione, senza un'aggiunta di costi che graverebbe sulle singole famiglie, sulle singole persone, credo che questa mozione meriti l'attenzione e l'approvazione, possibilmente unitaria, da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, noi esprimiamo il voto a favore di questa mozione, ben comprendendo le ragioni che potrebbero indurre a non votare a favore. E voglio soffermarmi un attimo su queste ragioni che sono, fondamentalmente, due. La sperimentazione, in primo luogo, normalmente viene decisa in consessi scientifici e quindi viene proposta anche a un'aula, come il Consiglio regionale, da consessi scientifici, perché è ben presente a tutti il rischio del metodo Di Bella, la cui sperimentazione costò soldi e non servì a niente.

Voglio ricordare a tutti i colleghi, inoltre, che i soldi che eventualmente la Sardegna metterà, e secondo me farà bene a metterli, in questa sperimentazione verranno sottratti a qualcos'altro. La coperta della sanità sarda non è una coperta sterminata che copre tutto molto bene, è una coperta che lascia continuamente scoperto qualche pezzo di corpo che sta al freddo. Per cui dobbiamo avere ben chiaro in testa che le risorse che saranno destinate alla sperimentazione del metodo Zamboni verranno sottratte a qualche altro malato sardo, non verranno scontate da altro. Quindi ogni volta che noi diciamo "si dovrebbe fare questo", dobbiamo capire che "fare questo" comporta "non fare quello", succede sempre così nella sanità sarda.

D'altra parte, vista l'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna, vista la pressione psicologica che c'è per la sperimentazione su questo metodo, vista la fuga fuori Sardegna di tanta gente che spera in un metodo che, comunque, ha una sua strada scientifica sperimentale attuata da altre Regioni italiane, sarebbe sconsiderato se noi, in questo caso, non facessimo uno sforzo in questa direzione. L'Assessore regionale della sanità, pertanto, farà bene a interpretare una vocazione unanime del Consiglio in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Con grande convinzione io voterò a favore di questa mozione, anche perché il 5 novembre 2010 presentai sull'argomento un'interrogazione e l'Assessore di allora rispose, il 20 giugno 2011, che non c'erano i margini per attuare la sperimentazione stessa. Ora, spero che col voto favorevole che l'Aula, mi pare di aver capito, esprimerà su questa mozione, questi margini vengano ridotti e invito lei, Assessore, a fare di tutto perché questo avvenga e al più presto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo il voto favorevole a questa mozione. Vorrei sottolineare, però, che avrei gradito che alla discussione odierna fosse abbinata anche un'interrogazione, presentata il 9 dicembre 2011, nella quale sollevavo dei dubbi e delle perplessità a cui avrei preferito che l'Assessore rispondesse. Perché nel momento in cui è ancora in corso uno studio da parte dell'Amministrazione regionale, l'Assessorato della programmazione, non l'Assessorato della sanità, apre un bando di 500 mila euro per lo studio del metodo Zamboni.

La mia interrogazione è agli atti (questo bando è stato pubblicato subito dopo l'estate del 2011), chiedevo notizie e chiedevo soprattutto di capire quale era il risultato della sperimentazione che aveva in corso l'Amministrazione regionale e come mai, contemporaneamente, l'Assessorato della programmazione finanziava con 500 mila euro un nuovo bando. Io ritengo che sia necessario anche un minimo di coerenza perché i malati di sclerosi multipla, come tutti i malati gravi, si aggrappano a qualsiasi possibile soluzione, ma occorre dare loro anche certezze.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole alla mozione coerentemente con la posizione espressa a un convegno, al quale erano presenti diversi consiglieri regionali, tenutosi un anno fa a Tempio. La posizione odierna non può essere certamente in contraddizione con la posizione espressa, e formulata sulla base di un necessario approfondimento, a quel convegno, peraltro molto impegnativo, al quale hanno partecipato anche persone che, specificamente, dedicano la loro professionalità alla cura di questa malattia.

Certamente le aspettative legittime che questo metodo ha suscitato, aspettative intense, devono essere guidate dal rigore della ricerca e dalle persone a cui la ricerca stessa anche nella nostra Regione verrà affidata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare la mia perplessità e per ricordare un fatto. In Sardegna esiste una società pubblica denominata Fase 1, costituita nella passata legislatura, che ha proprio il compito di promuovere l'uso di nuovi farmaci attraverso la sperimentazione di prima fase sulle persone. Questa sperimentazione è stata già avviata per diverse molecole e quindi anche per diverse modalità di cura.

E' stata anche avviata tra gli altri nell'ospedale Brotzu e per decidere se è giusto o sbagliato, per definire se una sperimentazione possa essere fatta o non possa essere fatta è stata persino costituita "una cosa" che si chiama Comitato etico composto dalle massime capacità scientifiche che abbiamo nei più diversi campi. Io non so sostituirmi a loro, non capisco a che titolo questo Consiglio regionale si sostituisca a loro, non capisco con quale coscienza noi possiamo votare per un modo o per l'altro. Per questo, solo per questo, mi asterrò.

(Interruzione del consigliere Locci)

PRESIDENTE. Onorevole Locci non è consentito interloquire.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Specifico che Fase 1 si occupa delle sperimentazioni cliniche, non chirurgiche e quindi non potrebbe occuparsi di questa materia. Il Comitato etico è presente in tutti gli ospedali, però bisogna che qualcuno porti il programma di questo genere, che è un programma chirurgico, all'attenzione dell'amministrazione ospedaliera che poi lo porterà all'attenzione del Comitato etico; questa è la procedura.

Dal punto di vista pratico io condivido quello che dice il mio Capogruppo, penso che voterò a favore perché non mi sento di togliere una speranza a chi in questa terapia vede la possibilità di guarire da un male terribile, ma ho molte, molte perplessità perché non mi pare che i dati di letteratura incoraggino questo esperimento. Però ho altre perplessità perché siccome le risorse sono limitate, e lo sono per definizione, se diamo dei soldi per fare questa sperimentazione li stiamo togliendo da qualche altra cosa e alla fine della catena qualcuno rinuncerà alla sua quota.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Dichiaro il mio voto favorevole alla mozione anche perché le mozioni del Consiglio regionale, onorevole Meloni, lo rammento a tutti noi, non hanno il potere di stanziare somme e non neppure il potere di bypassare procedure, come lei giustamente ricordava; procedure che sono codificate ai fini dell'operatività di ciò che si chiede.

Le mozioni hanno però il potere di sottoporre questioni all'attenzione della Giunta e di impegnare la Giunta a fare le valutazioni necessarie perché attraverso quelle valutazioni, gli organi competenti chiamati a decidere decidano per il meglio. Per questo motivo noi votiamo a favore, ringraziando i colleghi che hanno avuto la sensibilità di proporre all'attenzione del Consiglio regionale questo argomento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Io annuncio il voto favorevole, associandomi alle considerazioni svolte dai colleghi Vargiu, Locci, Franco Meloni e altri. Ricordo però che nel secondo punto si dice: "a favorire in tempi brevi anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari".

Ora gli strumenti necessari per questo tipo di sperimentazione sono già stati acquistati per Sassari dall'Assessorato della sanità con l'assessore Liori; quindi mi pare che siamo leggermente in ritardo ed è normale che siamo in ritardo perché la mozione è datata 9 novembre 2010, ma dal 9 novembre del 2010 è passato un anno e mezzo, quindi l'Assessorato è già intervenuto.

Io non so se si debba intervenire ulteriormente, relativamente alle risorse però, onorevole Vargiu, non ci sono solo le risorse della sanità, ci sono anche le risorse della ricerca che credo possano essere impegnate adeguatamente senza intaccare quelle della sanità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io intervengo senza timore di manifestare un disagio personale di fronte a questa mozione; invidio i colleghi che hanno avuto l'opportunità anche forse per una sensibilità più attenta della mia a questi problemi, o anche per deformazione professionale, di poter esprimere un giudizio di merito. Nulla osta da parte mia, quindi certamente non voterò contro la mozione, dico pubblicamente senza timore di essere giudicato negativamente, che non mi sento nelle condizioni di esprimere un parere convinto, cioè frutto di una capacità di analisi, di approfondimento.

Colgo però l'occasione per dire che non capisco francamente perché debba essere coinvolto il Consiglio regionale su queste questioni. Mi pare sia una materia che poteva essere esaustivamente conclusa dalla Giunta regionale, probabilmente anche dall'Assessorato della sanità. Non comprendo, scusate, lo dico soprattutto per il futuro.

Non mi metterò certamente di traverso, non è mia intenzione ostacolare l'obiettivo di questa mozione. Mi asterrò perché non sono nelle condizioni di esprimere un parere di merito però mi dispiace e lamento questo, ho letto attentamente la mozione, ahimè, non sono riuscito a formarmi un'idea che mi consenta di esprimermi con un sì o con un no, pertanto mi asterrò, però non comprendo perché una materia come questa arrivi in Consiglio regionale. Mi pare sia una materia, Assessore, che poteva essere risolta tranquillamente dalla Giunta, tranquillamente dall'Assessorato competente, forse dalla stessa Azienda ospedaliera.

Che cosa ha impedito che l'Assessore della sanità, l'Azienda ospedaliera si muovessero nella direzione indicata dalla mozione? Cioè, almeno questa domanda consentitemi di porla e mi farebbe piacere avere anche una risposta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI). Colleghi consiglieri, io condivido i dubbi e le perplessità che avete manifestato riguardo a questo argomento, ma intervengo perché purtroppo ho diversi amici e amiche che soffrono di questa patologia e anche perché ho partecipato in prima persona a un convegno che si è tenuto a Tempio.

Capisco anche che questo Consiglio non è l'Organizzazione mondiale della sanità per poter sentenziare se una terapia può essere idonea o meno per sanare una patologia. Una cosa è certa: ho visto con i miei occhi alcune persone che sottopostesi a questa terapia hanno avuto delle complicazioni, ma ho visto anche una persona che, già costretta in sedia a rotelle, ora cammina. Quindi, anche i più scettici devono porsi il dubbio che la terapia deve essere sperimentata. In questo caso più che da tecnico, che non sono, parlo da essere umano sensibile, e il voto è più un voto di coscienza che non un voto espresso con cognizione di causa. Pertanto voterò a favore.

PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 97.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Soru si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Capelli - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Cappai - Contu Felice - Obinu - Steri.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Meloni Marco - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Soru.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 46

astenuti 10

maggioranza 24

favorevoli 42

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione della mozione Sanna Giacomo - Steri - Diana Giampaolo - Uras - Dedoni - Salis sulla realizzazione di impianti fotovoltaici nel Comune di Porto Torres da parte della società E.ON Climate & Renewables Italia Solar (173) abbinata all'interpellanza Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solinas Christian sull'autorizzazione agli impianti fotovoltaici, costruzione gruppo 5 alimentato a carbone e dismissione gruppi 1 e 2 alimentati ad olio combustibile, in località Fiumesanto nel Comune di Sassari, da parte della società E.ON. (151)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 173 abbinata alla interpellanza numero 151/A.

(Si riporta di seguito il testo della mozione e della interpellanza:

MOZIONE SANNA Giacomo - STERI - DIANA Giampaolo - URAS - DEDONI - SALIS sulla realizzazione di impianti fotovoltaici nel Comune di Porto Torres da parte della società E.ON Climate & Renewables Italia Solar.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- la società E.ON Climate & Renewables Italia Solar ha realizzato nel territorio del Comune di Porto Torres due impianti fotovoltaici: il primo della potenza di 24,22 MWp, denominato "Fiume Santo 2", su un'area di circa 38 ettari; il secondo della potenza di 11,587 MWp, denominato "Fiume Santo 5", in un'area di circa 22,80 ettari;

- a breve la società tedesca realizzerà due ulteriori impianti fotovoltaici denominati "Fiume Santo 3" e "Fiume Santo 4", rispettivamente della potenza di 4,69 MWp e di 10,75 MWp, entrambi nel territorio del Comune di Sassari;

- le autorizzazioni alla realizzazione dei su citati impianti fotovoltaici sono state subordinate alla definizione degli atti, delle procedure e degli impegni previsti nell'intesa stipulata tra il Consorzio industriale provinciale di Sassari e le società E.ON Italia ed E.ON Climate & Renewables Italia Solar il 13 aprile 2010 ed in quella sottoscritta, dalle medesime società, con la Giunta regionale nell'agosto 2010;

- a seguito degli accordi sanciti, il Consorzio industriale provinciale di Sassari ha provveduto a dare corso alle modifiche urbanistiche propedeutiche all'ampliamento della superficie idonea alla realizzazione di impianti fotovoltaici, consentendo alla multinazionale tedesca di utilizzare tutti i 100 ettari derogabili a tale scopo, riservandole una "sorta" di esclusiva senza bandi pubblici o quant'altro;

- l'articolo 1 dell'intesa sancisce che le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale della stessa;

- all'articolo 3 della suddetta intesa si ribadiscono gli impegni a carico della società E.ON e della società E.ON Climate & Renewables;

TENUTO CONTO che:

- per consentire la realizzazione dei su menzionati quattro impianti fotovoltaici i Comuni di Sassari e Porto Torres hanno dovuto variare le norme di attuazione dei vigenti piani regolatori;

- i gruppi 1 e 2 della centrale di Fiume Santo, obsoleti ed inquinanti, continuano a produrre energia utilizzando la deroga rilasciata dal Ministero dell'ambiente;

- nell'accordo del giugno 2009 si prevedeva la loro demolizione con la conseguente restituzione di una importante porzione di spiaggia alla collettività sarda;

- sono sempre più insistenti le voci sulla vendita delle centrali di Fiume Santo da parte di E.ON, che terrebbe per sé gli impianti fotovoltaici, autorizzati, tra l'altro, per gli impegni assunti sulla costruzione del V gruppo a carbone;

- in data 13 giugno 2011 E.ON ha chiesto al Ministero dello sviluppo economico la proroga per la costruzione del V gruppo a carbone a Fiume Santo;

- solo due mesi prima dell'inoltro della richiesta di proroga al Ministero, l'Assessorato regionale dell'industria ha indetto le conferenze di servizi per il rilascio dell'autorizzazione unica di 3 impianti fotovoltaici della società tedesca;

- resta incomprensibile il fatto che la multinazionale tedesca, negli otto mesi che sono trascorsi dalla firma dell'intesa al rilascio delle autorizzazioni uniche per gli impianti fotovoltaici, non abbia lasciato intendere che avrebbe deciso di procrastinare nel tempo la realizzazione del V gruppo a Fiume Santo;

CONSTATATO che:

- la multinazionale tedesca sta disattendendo il comma 3 dell'intesa, ove si sancisce che il Gruppo E.ON si impegna a sviluppare la realizzazione degli impianti di produzione di energia rinnovabile in aggiunta all'investimento sul gruppo a carbone di 410 Mw; il fotovoltaico lo si sta realizzando, la centrale a carbone no;

- E.ON Climate & Renewables Italia Solar non sta osservando il comma 1 dell'articolo 3 dell'intesa sottoscritta, in merito all'utilizzo di mano d'opera locale, come meglio esplicitato nell'allegato 2 della delibera della Giunta regionale n. 30/30 del 3 agosto 2010; di fatto tutta la carpenteria impiegata negli impianti realizzati é arrivata già assemblata; le maestranze locali si sono limitate ad installarla;

- il Gruppo E.ON non ha ancora provveduto a creare il "centro ricerche" su 4 ettari destinati alla costruzione di impianti solari con "particolari contenuti innovativi"; così come previsto nel comma 4 dell'articolo 3 dell'intesa;

- nonostante i due impianti fotovoltaici siano in produzione dal novembre 2011, non è stato ancora dato corso alle prescrizioni del servizio SAVI in materia di "interventi di mitigazione visiva con la piantumazione di specie arboree e arbustive autoctone";

- in altre regioni italiane la società E.ON ha riservato, alle realtà locali, un trattamento nettamente superiore a quello esercitato nei confronti dei sardi;

PREOCCUPATI:

- per le continue denunce delle organizzazioni sindacali sulle previsioni di ridimensionamento degli organici nella centrale di Fiume Santo, che comporterebbero gravi conseguenze sulla già compromessa situazione economica ed occupazionale della Sardegna;

- per le notizie apparse sulla stampa locale inerenti la possibilità che E.ON utilizzi, per la gestione degli impianti fotovoltaici, società che hanno la sede fiscale fuori dal territorio nazionale, che, pertanto, pagheranno le imposte per i loro lauti profitti in paesi stranieri,

impegna il Presidente della Regione

1) ad una verifica puntuale sullo stato dell'arte dell'attuazione dell'intesa stipulata con E.ON nell'agosto 2010;

2) a chiedere ad E.ON che proceda alla demolizione dei gruppi 1 e 2 ad olio combustibile, in quanto dichiarati fuori norma e ad attivare immediatamente la costruzione del V gruppo e vincolare ad esso le restanti concessioni del fotovoltaico;

3) ad intervenire nei confronti della società tedesca nel chiedere una tempistica certa nel porre rimedio alle inadempienze segnalate;

4) a procedere nella revoca dell'intesa sottoscritta, ed a tutti gli atti conseguenti ad essa, qualora venissero riscontrate gravi ed irrimediabili danni alla collettività sarda;

5) a verificare se il vero obiettivo di E.ON sia quello di vendere l'intero impianto, come già divulgato da diversi giornali. (173)

INTERPELLANZA SANNA Giacomo - DESSÌ - MANINCHEDDA - PLANETTA - SOLINAS Christian sull'autorizzazione agli impianti fotovoltaici, costruzione gruppo 5 alimentato a carbone e dismissione gruppi 1 e 2 alimentati ad olio combustibile, in località Fiumesanto nel Comune di Sassari, da parte della società E.ON.

I sottoscritti,

premesso che:

- nel territorio della Sardegna nord occidentale insiste un polo di produzione di energia di proprietà della società tedesca E.ON, che è composto da due gruppi (denominati 1 e 2) alimentati ad olio combustibile da 160 MW ciascuno, da due gruppi (denominati 3 e 4) alimentati a carbone da 320 MW ciascuno e da due gruppi "turbogas" alimentati a gasolio da 40 MW ciascuno, per un totale complessivo di 1040 MW di potenza;

- i due gruppi alimentati ad olio combustibile 1 e 2 a basso tenore di zolfo agiscono dal 1° gennaio 2008, in virtù della recente autorizzazione integrata ambientale (AIA), rilasciata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in deroga a tutte le leggi nazionali e comunitarie in tema di superamento dei limiti alle immissioni in aria dei principali inquinanti atmosferici quali SOx, NOx, polveri ecc., superamenti dovuti alla tecnologia ampiamente vetusta, all'assenza di impianti di ambientalizzazione ed allo stato obsoleto degli impianti;

- i gruppi 1 e 2 sono autorizzati all'esercizio per un numero di ore per ciascun anno limitato fino all'anno 2013, anno in cui, costruita o meno la nuova centrale da 410 MW dovranno essere spenti;

- la Regione Sardegna ed E.ON hanno sottoscritto il 22 giugno 2009 un protocollo di intesa nel quale si confermano gli impegni, a suo tempo intrapresi tra Endesa Italia ed il Governo regionale sardo, sul reciproco interesse alla realizzazione di un nuovo gruppo di produzione di energia alimentato a carbone da 410 MW presso la centrale in località Fiumesanto nel Comune di Sassari;

- detto accordo prevede che, con il nuovo impianto, che utilizza una tecnologia definita "ultrasupercritica" per l'utilizzo di carbone pulito, si consentirà un significativo miglioramento ambientale sia in termini di qualità dell'aria che di impatto visivo;

- E.ON è in possesso di tutte le autorizzazioni per la costruzione e l'esercizio del nuovo impianto (si è in attesa solo della firma per l'autorizzazione unica da parte del Ministero dello sviluppo economico);

- con la realizzazione del nuovo gruppo di 410 MW è prevista la demolizione dei gruppi ad olio combustibile, liberando un consistente tratto di spiaggia da restituire alla fruibilità della collettività locale;

considerato che:

- per la costruzione dell'opera saranno necessari circa sei anni di lavoro con l'impiego di non meno di un migliaio di addetti e che, pertanto, si darà una importante risposta alle aspettative occupazionali di un territorio che sta vivendo un periodo di criticità senza precedenti sotto il profilo economico ed occupazionale;

- la risposta occupazionale proseguirà con i lavori occorrenti alla demolizione dei gruppi ad olio combustibile ed alla conseguente bonifica dell'area dove insiste attualmente l'impianto;

- la Giunta regionale, in data 3 agosto 2010, con la deliberazione n. 30/30 ha approvato lo schema di una ulteriore intesa tra la Regione autonoma della Sardegna, E.ON Italia ed E.ON climate & renewables che dà mandato al Presidente della Regione sarda alla sottoscrizione dell'accordo;

- l'intesa prevede che la società E.ON, o chi per lei, realizzi nel territorio di Fiumesanto una centrale di produzione di energia fotovoltaica di circa 100 MW suddivisi in 5 distinti progetti;

- la società E.ON durante le ultime riunioni, comunicati, convegni ed incontri con i rappresentanti delle amministrazioni lamenta che, in virtù della grave crisi economica globale, è diminuita la richiesta di energia, che la finanziaria tedesca prevede ulteriori entrate fiscali e per tutta una serie di altri motivi l'accantierabilità dei lavori dovrà essere ulteriormente procrastinata nel tempo;

- in tutti gli accordi stipulati negli ultimi anni tra Endesa prima ed E.ON adesso, la Regione autonoma della Sardegna ha sempre onorato gli impegni presi in tempi molto rapidi;

- la costruzione e l'esercizio di circa 100 MW di impianti alimentati da fonte solare nel territorio della Nurra consentono alla società importanti ricadute economiche;

- il ricavo economico per l'azienda E.ON dovuto alla costruzione delle centrali fotovoltaiche è dell'ordine dei 100.000.000 di euro all'anno per venti anni;

- il sistema di promozione dell'energia rinnovabile in Italia, inizialmente incentivato con il provvedimento noto come CIP6, è stato profondamente riformato con il decreto legislativo n. 79 del 1999, che ha introdotto l'obbligo per le imprese che producono o importano elettricità da fonti fossili a immettere in rete una quota prodotta da impianti nuovi o ripotenziati alimentati da fonti di energia rinnovabili; tale quota era stata fissata inizialmente al 2 per cento dell'energia eccedente i 100 GWh; successivamente, con il decreto n. 387 del 2003, era stato stabilito di incrementarla annualmente dello 0,35 per cento fino al 2006;

- tutti gli operatori soggetti all'obbligo possono provvedere autonomamente alla produzione della quota di energia rinnovabile che devono immettere in rete, o comperare tale quota da terzi attraverso un meccanismo di mercato che prevede la cessione dei cosiddetti Certificati verdi (CV); si tratta di titoli attribuibili annualmente dal Gestore rete trasmissione nazionale (GRTN) all'energia prodotta da fonti rinnovabili; tali titoli hanno una taglia di 100 MWh e possono essere vantaggiosamente negoziati, tramite contratti bilaterali tra detentori di CV e gli operatori soggetti all'obbligo o nella piattaforma di negoziazione nel Gestore mercato elettrico (GME);

- la società E.ON dunque non solo non dovrà andare nel mercato ad acquisire certificati verdi, ma usufruirà anche delle tariffe incentivanti previste per i KWh prodotti dalle sue centrali fotovoltaiche ed oltretutto riuscirà ad evitare le pesanti sanzioni che tuttora è costretta a pagare;

- le centrali fotovoltaiche costruite in Sardegna riusciranno inoltre ad estendere tutti i suddetti benefici a tutto il parco MW che E.ON possiede in Italia con i legittimi guadagni che si possono immaginare,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se sia possibile:

1) in sede di autorizzazione unica regionale, subordinare l'inizio dei lavori delle centrali fotovoltaiche al contestuale inizio dei lavori per lo smantellamento dei gruppi 1 e 2 e la costruzione del nuovo gruppo 5;

2) vista la inadempienza della società E.ON, salvaguardare la salute dei nostri cittadini e spegnere i gruppi 1 e 2 che continuano ad inquinare la nostra aria. (151))

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, nei giorni scorsi ho avuto modo di apprendere dalla stampa (e, senza niente levare all'assessore Zedda, per questo avrei preferito la presenza del presidente Cappellacci, avendo egli incontrato i responsabili della E.ON), che si è pervenuti a un'ulteriore proroga di un anno e mezzo su un'intesa stipulata a suo tempo e che ha una sua storia, come cercherò molto brevemente di raccontare. Quando succedono queste cose ci si distrae, ma c'è un problema certamente di inquinamento ambientale, vista la carenza della legislazione italiana che prevede sulla materia l'unica legge del 1965, la legge 615, e allora l'abbattimento dei fumi e i forni necessari non erano previsti.

Siamo però in difficoltà perché a E.ON, nell'intesa sottoscritta prima con il Consorzio industriale di Sassari e, successivamente, nell'agosto del 2010, con la Regione, era riconosciuta la possibilità di installare impianti fotovoltaici su una superficie di 100 ettari ricadenti in parte in area industriale, e in parte in area non industriale ma agricola. A oggi ne hanno realizzato una sessantina di ettari, ma ciò che è rilevante è il fatto che il Comune di Sassari e il Comune di Porto Torres, sul cui territorio insistono le aree in questione, hanno dovuto apportare delle varianti ai loro Piani regolatori per trasformare il terreno da agricolo in industriale, riservando inoltre a E.ON. una "sorta" di esclusiva, senza bandi pubblici e quant'altro.

Siamo a mio avviso in difficoltà sull'intesa stessa, Assessore, lei conosce bene il problema. In primo luogo va detto che, a differenza di altre realtà, alle imprese locali è stato riconosciuto il 30 per cento di questi lavori, nell'intesa con la Regione Umbria è stato riconosciuto invece il 50 per cento. Hanno ottenuto suppergiù le stesse cose, ma la cosa più divertente, se così la vogliamo chiamare, è che la carpenteria impiegata in Sardegna è arrivata già assemblata, mentre in Umbria è stata assemblata sul posto, quindi con una ricaduta piuttosto consistente per le imprese che hanno lavorato in Umbria, senz'altro meno consistente per le imprese della Sardegna, che hanno fatto un lavoro di montaggio e basta.

Che cosa prevedeva l'intesa? Prevedeva la necessità di sviluppare con l'Università di Sassari un programma triennale di ricerca. Il costo era a carico di E.ON che avrebbe assicurato all'Università un contributo pari a 5 mila euro per ogni megawatt realizzato. Su questo punto non si ha notizia, Assessore. E lo stesso vale per gli impianti solari con "particolari contenuti innovativi" che E.ON doveva costruire, sempre nell'ambito del programma triennale di ricerca, sui 4 ettari nelle immediate vicinanze della centrale di Fiume Santo.

La realizzazione di questo programma era stato legato, come tutti sanno, alla realizzazione di un quinto gruppo a carbone. Un quinto gruppo a carbone, però, con tutte queste deroghe e questi rinvii, non è stato mai realizzato e continuerà a non essere realizzato. Si sta bruciando olio combustibile, lo si sta facendo nel peggiore dei modi.

Io credo che per non commettere errori, che si sono commessi in altre parti della nostra isola, sia necessario capire che il "dio lavoro" non può essere l'alternativa alla vita e alla salute di chi lavora e vive in prossimità di questi impianti. Se capiamo questo forse riusciremo anche a capire che non è solo un problema di carattere economico, ma è soprattutto un problema di carattere ambientale, di salvaguardia dei nostri territori, di salvaguardia della salute. Su questo credo che ci sia una carenza difficile da superare.

Ecco perché credo sia necessario, Assessore, richiamare E.ON; e io gradirei che lo si facesse anche in tempi piuttosto brevi per capire, sino all'ultimo momento, quali sono i presupposti di quell'intesa, che cosa è stato realizzato, che cosa deve essere realizzato, come può essere messa in mora E.ON per impedire che alla fin fine, questa è la verità che tutti raccontano, E.ON costruisca i suoi 100 ettari di fotovoltaico, ma poi non realizzi il quinto gruppo e che, in alternativa, pensi soltanto a disfarsene. La centrale è passata dagli spagnoli ai tedeschi, e poi vedremo a chi toccherà, lasciando una eredità con aspetti negativi, costruiti nel tempo, che credo debba pagare non chi comprerà, ma chi quei danni ha provocato, e quegli impegni presi e non mantenuti sino a questo momento ha portato avanti.

Assessore, penso che il tutto possa essere chiuso stabilendo alcuni punti e assumendo necessariamente alcuni impegni; primo fra tutti, impegnarsi affinchè tutto ciò che è stato scritto sia rispettato, definendo il modo in cui questo deve avvenire. Noi abbiamo scritto che sin dall'inizio era necessario legare la realizzazione dei 100 ettari di impianto fotovoltaico alla realizzazione del quinto gruppo, doveva avvenire in contemporanea. La contemporaneità non c'è stata, continua a non esserci, stiamo arrivando quasi alla fine di questa storia e gli aspetti negativi stanno iniziando a emergere.

Io ritengo che questo debba essere uno dei punti sui quali focalizzare l'attenzione, non per ricattare o per cercare in tutti i modi di vincolare al rispetto degli impegni; io credo però che la Giunta (lei per prima, Assessore) abbia gli strumenti per fare in modo che questi impegni siano mantenuti e rispettati. C'è la necessità di ripristinare i territori; io dopo,Assessore, le consegnerò delle fotografie, perché lei possa vedere che quel ripristino nonostante la realizzazione degli impianti fotovoltaici non è mai avvenuto! Non sono mai stati fatti i muretti, non è stata fatta la piantumazione, sono passati gli escavatori ma i terreni sono stati recintati e basta!

Sembra che questa sia terra di conquista, io credo che a questo ci si debba ribellare; altrimenti, i ancora una volta, i responsabili non sono quelli che vengono, prendono e sporcano, ma i responsabili principali siamo noi, noi che abbiamo sottoscritto gli accordi, noi che dobbiamo farli rispettare, noi che dobbiamo controllare che l'ambiente venga salvaguardato e, soprattutto, venga salvaguardata la salute di chi lavora all'interno di questi impianti e, in generale, dei sardi.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, quando il gruppo E.ON presentò il progetto alla sede dell'associazione industriale di Sassari per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, quindi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ci fu una discussione in merito alla questione. I punti di fondo erano due: da una parte si consentiva di realizzare questo impianto a patto di prendere l'impegno di demolire i gruppi 1 e 2 sostituendoli con il gruppo 5, affinché il nuovo gruppo di produzione di energia fosse adeguato dal punto di vista ambientale, affinché quindi non funzionassero più dei gruppi che invece, come ha detto il collega Sanna poco fa, adeguati non erano e, tuttora, non sono.

Però in quell'occasione emerse anche un altro problema, e io mi permetto di richiamarlo qui oggi: noi in Sardegna non avevamo e non abbiamo bisogno di grandi campi di produzione di energia fotovoltaica, avevamo, e abbiamo, l'esigenza che questo strumento di produzione di energia da fonti rinnovabili venisse promosso per essere utilizzato in tutta la Sardegna dalle piccole e grandi imprese artigiane e agricole per realizzare un grande investimento complessivo, diffuso tra tutte le imprese e che rappresentasse per ognuna di queste una utile, e oggi particolarmente indispensabile, fonte di reddito.

La Regione, e devo dire anche gli enti locali, che su questo fronte non hanno a mio parere prestato la giusta attenzione, hanno invece dato un assenso in condizioni oggettive di difficoltà, lo capisco, per cui se qualcuno voleva investire, qualunque cosa fosse, comunque gli si consentiva di farla, perché a qualcosa sarebbe servita e comunque un po' di lavoro si sarebbe creato, così è stato! Però mentre si è stati molto solerti nel cercare di venire incontro a questa impresa, senza legare questa solerzia a degli impegni precisi per mantenere in piedi gli accordi a suo tempo stipulati, realizzando l'impianto fotovoltaico, nulla si sa su cosa succederà del quinto gruppo (molto probabilmente non succederà nulla nel senso che continueranno a restare in funzione i gruppi 1 e 2 e il quinto irrealizzato), e niente si è fatto, Assessore, né nel comparto dell'economia diffusa del settore artigianale, né nel comparto del settore agricolo affinché questi impianti venissero realizzati.

Questa secondo me è una grave colpa, è una grave responsabilità perché non si è collaborato affinché l'economia sarda, il sistema delle imprese diffuse, cogliesse uno dei pochi strumenti in grado di agevolarne non dico il rilancio quanto la sopravvivenza. Non l'abbiamo fatto nel settore artigianale, non l'abbiamo fatto nel settore agricolo, nonostante questo Consiglio regionale, con l'articolo 12 della legge numero 15/2010, abbia in maniera chiara espresso la volontà di agevolare questo processo, di coinvolgere la Sfirs nel garantire gli investimenti in quel settore. A oggi neanche una pratica è stata ancora istruita e licenziata! Di fatto non si è fatto niente!

E questo a fronte di un investimento che, Assessore, la invito ad andare a Stintino per vedere quello che è stato realizzato. La fotografia che ha mostrato il collega Sanna non basta! Stintino è una delle più belle zone turistiche della Sardegna, per arrivarci si passa in mezzo a questa grande finta serra che non serve a nulla per l'economia regionale. E.ON ricava una bella "manciata" di quattrini dall'incentivo per questo investimento, mentre al territorio di Sassari resta lo scempio di un paesaggio< deturpato! Allora, Assessore, Presidente della Regione, vogliamo prestare una attenzione più puntuale su quello che accade in questo settore, affinché si riesca a fare in modo che su questa Regione martoriata ci sia una ricaduta seria in termini di benefici visto che finora a guadagnarci sono stati solo altri e non il nostro territorio?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue LOTTO.) La discussione di questa mozione è quanto mai tardiva, onorevole Sanna, ho letto la data, mi sembra che sia del 2010.

SANNA GIACOMO. (P.S.d'Az.). La mozione, ma l'interpellanza è di ieri!

LOTTO (P.D.). Comunque il problema è stato sollevato due anni fa per cui poteva benissimo essere affrontato allora, questo intendevo dire, prestandogli la giusta attenzione! Non si può oggi negare quella autorizzazione, come si diceva allora, alla realizzazione del quinto gruppo, ma non si può neanche lasciare che scappino i buoi e poi non pensarci più! Bisogna "prendere in mano", questa politica energetica, in Sardegna e bisogna farlo con serietà, rigore e fermezza. Noi non possiamo accettare che nelle campagne sarde continui a svilupparsi, con una frequenza sempre maggiore, una serie di investimenti che nulla hanno a che fare con l'economia di questi territori, ma che molto hanno a che fare con un paesaggio che viene così deturpato e nessuno ci guadagna, se non chi viene da fuori e si porta via i quattrini!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Questo è un argomento che ci mette di fronte a un confronto, importante, tra un'istituzione a sovranità limitata come la Regione Sardegna e una grande multinazionale a sovranità illimitata come E.ON; quindi ripropone un tema, su cui noi ci stiamo confrontati anche ieri, sulla nuova cultura della sovranità. E non ce ne vorrà l'onorevole Diana che, lo dico per inciso, come fece De Mita a suo tempo, in televisione taccia di separatismo la nostra cultura perché non la capisce!

Noi capiamo che le cose nuove difficilmente entrano nel bagaglio culturale di chi ripete sempre le vecchie, però questo è un caso in cui si sono confrontate due culture. Perché, vedete, a proposito del tempismo a cui ci richiamava l'onorevole Lotto, il Partito Sardo d'Azione presentò al consiglio comunale di Sassari, poi al consiglio provinciale e infine al consiglio comunale di Porto Torres una mozione in cui invitava a non fare le modifiche urbanistiche funzionali alla realizzazione del campo fotovoltaico, se la società non avesse realizzato il quinto gruppo.

Altre forze politiche, viceversa, che ci tacciano di separatismo, non semplicemente di buon senso, e il consiglio comunale di Sassari hanno consentito a E.ON, a questa dimensione impersonale che però si comporta come se fosse a casa sua perché trova sempre persone con un complesso di inferiorità rispetto a questi gruppi, di comprare terreno agricolo e installarci i pannelli fotovoltaici, senza alcuna garanzia, niente, zero! E hanno respinto la mozione da noi presentata che poneva una condizione.

Allora il problema è che per affrontare queste situazioni, che sono inedite, che sono del nostro tempo, che presentano realtà che vanno oltre i nostri confini e quindi non sono condizionabili, se non veramente con una forte coesione, dai poteri territoriali, occorre, trovandosi di fronte a questi grandi gruppi, oltre a un repertorio culturale, avere chiaro anche quali sono gli strumenti per condizionarli.

Che cosa ha di pregio E.ON nel suo bagaglio? E.ON nel suo bagaglio ha di pregio il progetto del quinto gruppo, una delle poche autorizzazioni che nasce dall'accordo di programma firmato dall'onorevole Soru. Ora, questo pregio comporta degli investimenti, E.ON sceglie però una strada differente: fa l'investimento a più alta resa (ma non paragonabile a quello che deve fare per il quinto gruppo), a più alto impatto ma a minor vantaggio per i sardi perché quei campi producono un vantaggio che nasce dalle nostre bollette. Non bisognava fare le varianti urbanistiche se loro non chiudevano i gruppi 1 e 2, come era previsto nell'accordo firmato dall'allora presidente Soru, non bisognava permetterglielo!

Per farla breve, quali strumenti abbiamo ancora? Gli accordi di programma, quando uno dei due viola sostanzialmente i patti, possono essere revocati. Non solo, nella fattispecie il presidente Soru non ha firmato un accordo di programma casualmente, perché sappiamo perfettamente che i primi due gruppi sono inquinanti, sono fuori legge, e se un Presidente di Regione fa un accordo per superare una situazione critica senza creare disoccupazione, poi tu controparte non ti adagi sulla situazione critica: loro si sono adagiati sulla situazione critica, e si sono adagiati sulla situazione critica perché, diciamolo pure, la Regione è stata eccessivamente attendista.

Fine dell'attendismo, per cui in primo luogo che cosa deve fare la Regione? Iniziare le procedure di verifica per la revoca, in danno, dell'accordo di programma; in secondo luogo l'ARPAS, che non è un'agenzia "per caso", vada e verifichi; terzo, la Commissione ambiente del Consiglio vada e verifichi. Questi grandi gruppi rispettano solo chi sa usare i pochi strumenti che ha, bisogna farli valere; l'accordo di programma è un grandissimo strumento e bisogna farlo valere, anche revocandolo qualora ricorrano le condizioni. E.ON vuole andare via? Venda! E chi viene rispetti i patti.

Il problema è se schieriamo la Giunta regionale su queste posizioni, oppure se la "corichiamo" sulle posizioni del consiglio comunale di Sassari: noi siamo per una Giunta regionale che sia un hombre vertical.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Questa mozione, secondo me, richiama un tema non strettamente politico e, indirettamente, anche la lunga storia dei fallimenti di industrie più o meno innovative, ma richiama anche il fatto che gli interventi debbono essere sempre a monte, come per esempio nel caso della verifica sul rispetto delle norme contrattuali. Quindi, nel votare a favore di questa mozione, auspico che queste forme di controllo in prospettiva non debbano essere svolte dalla istituzione, anche perché spesso quando la politica arriva, arriva a valle, quando ormai c'è da quantificare il danno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo inizialmente che venga aggiunta la mia firma alla mozione, e non perché condivida totalmente le considerazioni che ho sentito fino adesso. Benché il Consiglio appaia poco interessato a un argomento di questo genere, vorrei che l'attenzione fosse maggiore perché stiamo parlando di una delle prime aziende al mondo.

Stiamo parlando di un'azienda che ha circa 90 mila dipendenti, di un'azienda che fattura circa 100 miliardi di euro all'anno, stiamo parlando di un'azienda che paga le tasse in Sardegna, e ne paga tante, onorevole Maninchedda, e le versa interamente in Sardegna; E.ON Italia paga circa 70 milioni di euro all'anno di tasse: mi verrebbe da pensare che se l'Enel in Sardegna facesse la stessa cosa probabilmente non avremmo i problemi di Alcoa.

Perché faccio questo discorso? Perché non è poca cosa dire che non concediamo autorizzazioni a E.ON se prima non dismette i gruppi 1 e 2 e poi realizza la nuova centrale, cioè il gruppo 5 per intenderci, per il quale è necessario un investimento di circa 700 milioni di euro. Certo, per un colosso che fattura 90 miliardi di euro all'anno 700 milioni possono sembrare poco, ma magari qualcuno dovrebbe rivolgersi a chi materialmente sottoscrive i bilanci di E.ON e saprebbe così che E.ON ha anche una esposizione bancaria di circa 45 miliardi di euro: una situazione non delle migliori.

Peraltro E.ON in Sardegna ha circa 1500-2000 dipendenti, tra diretti e indiretti, che insistono totalmente nel territorio della provincia di Sassari, in particolare nell'area industriale di Porto Torres, perciò dobbiamo stare molto attenti. Dobbiamo stare molto attenti, ma come? Dobbiamo ricattare E.ON? Dobbiamo essere fermi con E.ON? Oppure nel momento in cui si discute con E.ON bisogna veramente avere in mente le strategie da adottare per far sì che E.ON stia in Sardegna e in Sardegna realizzi ciò che deve realizzare dando soddisfazione sotto tutti i punti di vista, ambientale, economico ed energetico?

Io non so (poiché non ero presente) che cosa è stato detto nell'incontro che c'è stato (l'ha menzionato l'onorevole Giacomo Sanna) tra Antogñanzas e il presidente Cappellacci. L'onorevole Giacomo Sanna ci dice che sarebbero state concesse ulteriori proroghe (c'è l'Assessore che potrà adeguatamente rispondere); ciò che è certo è che la presenza di E.ON in Sardegna è fondamentale, non la voglio definire indispensabile ma quasi in un momento in cui abbiamo difficoltà a collocare sul mercato internazionale aziende come Alcoa.

Sono state ventilate ipotesi di vendita e, forse, ci sono state trattative anche a livello internazionale tra l'Energy de France ed E.ON per esempio; E.ON ha comprato da Endesa facendo forse il peggiore degli acquisti che potesse fare nella sua storia e ne sta pagando ancora le conseguenze. Endesa a suo tempo fece un pessimo acquisto dall'Enel, ma questa è la storia di quelle centrali. Oggi però ci siamo noi, oggi bisogna fare chiarezza e credo che fare chiarezza sia proprio il pregio di questa mozione.

Ritengo che nei confronti di E.ON si debba usare una certa fermezza perché non credo che vogliano andare via dalla Sardegna; ormai l'investimento si presume lo abbiano abbondantemente ammortizzato, ma è a mio avviso indispensabile che quel territorio goda ancora del privilegio di avere un'azienda che comunque fino adesso ha sempre pagato tutti, stiamo attenti pertanto a quello che facciamo.

Io sono ottimista per natura e penso di doverlo essere anche in questa circostanza, credo però che questo Consiglio regionale bene farebbe a votare questa mozione o un documento analogo, che inchiodi alle proprie responsabilità E.ON Italia, perché di E.ON Italia parliamo, e che ognuno di noi si assuma in quest'Aula le proprie responsabilità, perché solo in questo modo con un gruppo importante come quello si possono ottenere risultati importanti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, questa mozione che condivido apre una finestra per consentire a questa Aula di discutere di politica energetica. Dispiace che questo avvenga, non certamente per responsabilità dei presentatori della mozione, in un'Aula semivuota. Noi siamo, e questa mozione lo dichiara, in assenza di uno strumento di programmazione e di pianificazione energetica. Credo che una delle ragioni per cui E.ON si può permettere di attuare la politica che sta attuando, censurata dalla mozione, sia anche questa.

Io non sono d'accordo per regalare fette del nostro territorio a chi vuole speculare e fare solo profitti. Noi stiamo diventando, in assenza di uno strumento di pianificazione energetica, lo dico a lei, assessore Zedda, perché oggi è la responsabile di questa politica, una diligenza a cui si dà l'assalto da parte di avventurieri.

La mozione ricorda, voglio sottolinearlo, gli accordi che portarono a concedere a Endesa la possibilità di costruire 100 megawatt di fotovoltaico; lo dico brutalmente: fu uno scambio, uno scambio io credo conveniente in quel momento per la Regione Sardegna, perché quello scambio, così come è stato ricordato puntualmente dalla mozione, prevedeva sostanzialmente tre cose.

Prima di continuare consentitemi di ricordare che il fotovoltaico, per come è normato ancora oggi, non è una fabbrica di kilowattora ma è una fabbrica di soldi. Una fabbrica di soldi che non produce alcuna ricaduta sul territorio; e non comprendo perché di fronte a questo la Giunta regionale resti inerme.

Ancora, lo ricordo all'assessore Zedda, so che non ne ha bisogno ma per rinfrescare la memoria a tutti, negli anni passati quegli scambi ci portarono anche due accordi bilaterali che consentirono di salvare l'industria energetica del settore metallifero nel Sulcis; e se fosse stato attuato l'accordo bilaterale stipulato con Endesa probabilmente avrebbe riportato delle ricadute interessantissime anche per i settori produttivi e per l'economia del Nord della Sardegna. Non voglio qui per ragioni di tempo ricordare dal mio punto di vista le cause per cui non venne applicato quell'accordo bilaterale.

Sappiamo tutti, assessore Zedda, non so se qualcosa verrà detta la prossima settimana, che c'è una difficoltà grossissima anche da parte del Governo per indicare una soluzione sull'industria energivora del Sulcis a partire da Alcoa. Semplicemente perché, lo voglio ricordare agli estensori di questa mozione, l'Enel che è proprietaria di quella centrale a letto fluido nel Sulcis nei giorni scorsi, nella sede del Ministero delle attività produttive, perdonatemi se lo chiamo ancora così, ci ha dimostrato, certificato, confermato dal gestore della rete, che il costo del kilowattora ai morsetti è di 94 euro al megawattora, quindi fuuori mercato, quasi il doppio di quello che tutti quanti noi ci aspettavamo.

Io non so che soluzioni avete, Assessore, non lo so, spero che una soluzione ci sia; io vedo ancora nell'accordo bilaterale, soprattutto a seguito di queste difficoltà, una delle possibili uscite per affrontare e risolvere quel problema. Chiusa parentesi.

Dicevo, quindi, che l'accordo sul fotovoltaico nell'area del Polo energetico di Fiume Santo conteneva questo scambio: ti concedo di costruire 100 megawatt di fotovoltaico che, ripeto, sono una fabbrica di soldi non di kilowattora, di profitti perché non c'è nessuna ricaduta sul territorio, a condizione che tu smantelli i gruppi 1 e 2, e costruisca un gruppo alimentato a carbone.

E vorrei dire in questa Aula che purtroppo in Sardegna, anche tra le forze politiche, anche in questo Consiglio regionale, c'è un pregiudizio, caro Paolo Maninchedda, un pregiudizio che deriva da totale ignoranza sull'uso del carbone.

Il carbone ha infatti un impatto ambientale sensibilmente inferiore a quello dell'olio combustibile con cui vengono alimentati i gruppi 1 e 2 di Fiume Santo. E allora, assessore Zedda, se il presidente Cappellacci ha concesso un ulteriore anno a mezzo di proroga è stato un errore gravissimo; io spero non sia così. Se l'ha fatto è un errore gravissimo, spero che lei oggi ci convinca e ci dimostri che ciò non risponde al vero.

Assessore, io credo però che questa mozione autorizzi e consenta a lei in replica di dirci, almeno per quanto riguarda Fiume Santo, quali sono i programmi della Regione. I programmi della Regione non possono essere condizionati dagli interessi dei produttori e dai generatori di energia elettrica. Io voglio anche ricordare un'altra cosa; oggi, nel mondo, lo dico in una Regione che soffre soprattutto nel mercato del lavoro, produrre 1 chilowattora da carbone costa meno per l'utilizzatore, produce meno danni ambientali, e ha una ricaduta occupazionale maggiore rispetto a qualsiasi altra fonte di produzione di energia elettrica. Lo voglio sottolineare perché a me sembra un fatto di straordinaria importanza.

Per concludere, presidente Maninchedda, ho iniziato dicendo che condivido questa mozione perché mi dispiace che lei, se non si condividono le sue idee, dica chi non le condivide non capisce. Adesso che le condivido, perché le assicuro che condivido da almeno venticinque anni queste idee, sono diventato qualcuno che capisce qualcosa almeno in queste materie, o continuo a essere uno che non capisce?

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Dico subito che probabilmente oggi renderemo un buon servizio sia a coloro che sono direttamente interessati, quindi a coloro che risiedono nel territorio sassarese, ma soprattutto a tutta la Sardegna perché, come diceva l'onorevole Mario Diana, stiamo parlando di una grossa multinazionale che ha fatto degli investimenti importanti in Sardegna. Ma le preoccupazioni manifestate da tutti i colleghi intervenuti le condivido io ma non solo, le condivide, e da più tempo rispetto a me, il presidente Cappellacci.

Più volte E' stato sottolineato l'incontro del Presidente con i rappresentanti di E.ON. Ebbene, questo incontro si è tenuto il giorno 14. Giustamente, onorevole Sanna, io non ero presente, ma sono informata dell'andamento della riunione; pertanto posso dirvi che i contenuti più importanti, che possono rassicurarci tutti, sono rappresentati nelle dichiarazioni rilasciate l'indomani dal presidente Cappellacci, che riportano sostanzialmente gli accordi con E.ON ai contenuti della mozione. Il presidente Cappellacci ha anche parlato di una verifica entro i prossimi venti giorni.

Io, non intendo fare dietrologia, anche perché sulla storia di E.ON, dal 2006 a oggi, avete più o meno detto tutto, ma vorrei aggiornarvi sulle ultime novità. In primo luogo, onorevole Diana, debbo smentirla, ma non ne sono felice, perché comunque il problema rimane, sulla concessione della proroga: è stata data dal Ministero dello sviluppo economico e non dalla Regione Sardegna.

Il presidente Cappellacci ha semplicemente preso atto, così come tutti noi, che in data 19 dicembre 2011 il MISE risponde alle richieste di proroga della società E.ON con una comunicazione ostativa, concedendo cioè diciotto mesi di proroga a fronte dei trentasei richiesti; la nuova scadenza risulta fissata al il 3 settembre 2013. Ovviamente, è stato autorizzato l'impianto denominato "Fiume Santo 3", mentre l'impianto "Fiume Santo 4", l'ultimo, è ancora in fase di autorizzazione.

Oggi c'è stata la conferenza di servizi, presenti tutti gli enti coinvolti, e sono state manifestate delle osservazioni e delle integrazioni richieste anche dal Comune di Sassari. Perché cito il Comune di Sassari? Perché in data 24 febbraio 2012 è stata emessa l'ordinanza da parte della Provincia di Sassari nei confronti di E.ON finalizzata alla messa a disposizione dell'area in favore della società Verde Italia Srl, perché possa, in deroga all'articolo 208 del decreto legislativo numero 152 del 2006, attivarsi al ricondizionamento dei rifiuti relativi al MISE, conseguenti allo sversamento di oli combustibili da nave E.ON dell'11 gennaio 2011, e la scadenza dell'ordinanza è il 23 maggio 2012. Pertanto, oggi la conferenza si è aggiornata alla data del 20 aprile 2012.

Questa mozione, come ho detto in apertura, è condivisa dalla Giunta, io vorrei solo fare alcune osservazioni, che richiederanno un approfondimento, per cui chiedo già da adesso una sospensione alla fine del mio intervento. Colleghi, le perplessità e le preoccupazioni ci sono tutte. E.ON, è vero, è una grande multinazionale, ma in questo momento, onorevole Diana, devo dirle che non sta sostanzialmente rispettando quantomeno i tempi previsti negli accordi. Ritengo, pertanto, che sia nostro dovere vigilare e riportare E.ON all'adempimento di quanto sottoscritto.

Secondo me occorre affrontare la questione del perché E.ON non sia stata in grado di partire da subito con la realizzazione della centrale; pertanto, sulle ragioni nei prossimi giorni dovremo trovare con E.ON dei momenti di confronto. L'Assessorato, in quest'ultimo periodo, ha attivato un tavolo con i sindacati appunto per affrontare il problema. Nel territorio si percepiscono minacce, ci sono perplessità, e sicuramente c'è la paura dei licenziamenti, ne sono stati già annunciati ventiquattro a partire dal 2013.

Queste preoccupazioni devono essere fugate al più presto; e soprattutto, sono d'accordo con lei, onorevole Diana, dobbiamo trovare la sintesi o per correggere quell'accordo che abbiamo stipulato, oppure per revocarlo nel caso in cui E.ON non sia in grado di portare avanti quanto sottoscritto, sempre nell'interesse e nella salvaguardia dell'occupazione e anche dello sviluppo di quel territorio. Ricordo inoltre che la dismissione dei primi due gruppi è prevista per il 2013, quindi, da questo punto di vista, noi possiamo approfondire gli aspetti di carattere ambientale, e magari verificare i tempi entro i quali E.ON vuole adempiere alla dismissione dei due gruppi.

Aggiungo che nella mozione, proprio stando alle ultime notizie di stamattina della Conferenza dei servizi, c'è un'imprecisione circa il rapporto con l'Università, perché stamattina è stato dichiarato, e nessuno l'ha smentito, che il rapporto di ricerca ha avuto inizio. Ovviamente quel punto lo rivedrei, perché la mozione riporta come non ancora attivato il rapporto di ricerca del quale, invece, viene dato anche conto nel verbale di stamattina, ecco perché lo porto alla vostra attenzione.

Per quanto riguarda i prossimi incontri, col presidente Cappellacci abbiamo attivato un accordo con gli enti locali, soprattutto con le rappresentanze sindacali, per tenere un incontro con E.ON sul territorio. Quindi, oltre l'attività di verifica e di approfondimento che la Giunta deve fare, ci saranno anche questi risvolti nel territorio.

Presidente, i punti indicati nella mozione sono condivisibili. Io vorrei proporre delle osservazioni sul punto 2), anche per quanto è emerso in Aula, sulla necessità di una eventuale rimodulazione dell'accordo. Ribadisco quindi la richiesta di una breve sospensione per poter rivedere questo punto.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 10, viene ripresa alle ore 19 e 21.)

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, chiedo la votazione per parti della mozione, separando i punti 1, 3, 4 e 5 dal punto 2.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione i punti 1, 3, 4 e 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Dichiaro, naturalmente, il nostro voto favorevole però ricordo che chi vi sta parlando, insieme ad altri colleghi della Commissione agricoltura e ambiente, già da tempo ha chiesto al presidente della Commissione, che si è già attivato in tal senso, che la Commissione ambiente possa effettuare un sopralluogo a Porto Torres e discutere di questo problema con i responsabili di E.ON. Io chiedo qui ufficialmente a lei, Presidente, il supporto su questa proposta, in modo che questo sopralluogo possa essere effettuato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole al primo punto della mozione, e preciso, in merito a quanto ho sentito nella discussione in Aula poc'anzi, che i famosi 100 megawatt di eolico di cui tratta, sono stati autorizzati non nel primo accordo di programma, quello che io ho firmato nella precedente legislatura, ma nel nuovo accordo di programma di questa legislatura, siglato da questo Presidente nel 2010.

Concordo chiaramente sulla necessità di condizionare la realizzazione di questi 100 megawatt al preventivo revamping dei gruppi 1 e 2, perché penso, ed è questo il motivo principale per cui sono intervenuto, che in realtà E.ON non abbia più interesse a costruire, a fare il revamping dei gruppi 1 e 2, perché in questi ultimi anni in Sardegna sono stati installati impianti eolici per circa 1500 megawatt, verranno installati pannelli solari per circa 500 megawatt, e questa energia va smaltita, visto che in Sardegna il consumo di energia non è aumentato.

Per alcuni operatori, allora, c'è un altro business, che è estremamente più importante, anzi, il più importante di tutti: tenere le centrali così come sono e tenerle ferme, si chiamano "riserva calda", e vengono pagate dal gestore della rete proprio per stare lì a garantire la possibilità di utilizzo, laddove non ci fosse vento, non ci fosse sole o, comunque, nel caso di improvvisa necessità di stabilizzazione della rete.

L'interesse originario di cambiare tecnologie, di aumentare l'efficienza elettrica di quelle centrali, è superato da un interesse invece emerso ora: tenere le centrali come sono e lucrare sul business della riserva calda; e questi ulteriori 100 megawatt non fanno altro che amplificare il problema, perché ci saranno ulteriori 100 megawatt da smaltire e 100 megawatt di produzione in meno necessaria in Sardegna. Per finire: non c'è più bisogno di quei gruppi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dei punti 1, 3, 4 e 5 della mozione numero 173.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 50

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il punto 2 della mozione.

Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, dichiaro il mio voto di astensione sul punto 2. pur condividendone i contenuti, mi ferma una posizione di carattere giuridico, nel senso che ricordo ai colleghi che in assenza di accordi le autorizzazioni uniche non possono essere vincolate da nulla, e, pertanto, si dovrebbe rivedere l'accordo. Questo non significa che non rimanga fermo il concetto di condivisione e, soprattutto, la necessità, da parte della Giunta, di approfondire e verificare realmente il rispetto di quell'accordo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 2 della mozione numero 173.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Moriconi ha votato a favore e che il consigliere Cocco Pietro si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Pitea - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras.

Risponde no il consigliere: Cuccu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Bardanzellu - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Diana Mario - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Tocco - Vargiu - Zedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 25

astenuti 24

maggioranza 13

favorevoli 24

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Programmazione bimestrale dei lavori

PRESIDENTE. Comunico il programma bimestrale dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni permanenti predisposto, ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento, a seguito della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, tenutasi il 22 marzo 2012, sentita la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni permanenti. E' stato deliberato di dedicare la prossima settimana e tutto il mese di aprile ai lavori delle Commissioni, salvo argomenti urgenti che potrebbero essere portati all'attenzione dell'Aula.

Sono stati individuati gli argomenti prioritari che le Commissioni esamineranno, il cui elenco è a disposizione dei colleghi.

(Lo schema della programmazione bimestrale dei lavori è agli atti del Consiglio.)

Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 19 e 31.