Seduta n.52 del 08/10/2009 

LII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 8 ottobre 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 17.

RANDAZZO, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° ottobre 2009 (45), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Antonio Cappai, Mariano Contu, Michele Cossa e Radhouan Ben Amara hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'8 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:

"Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula. Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3. (Statuto speciale per la Sardegna)". (7/NAZ)

(Pervenuta il 6 ottobre 2009 e assegnata alla prima Commissione

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

RANDAZZO, Segretario f.f.,

"Mozione Dedoni - Vargiu - Cossa - Fois - Meloni Francesco - Mula, sulla realizzazione di un parco eolico offshore nel golfo di Is Arenas (Oristano)". (23)

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al

rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A che prosegue con l'esame dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, chiedo una sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 10 e 30.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, vorrei fare qualche riferimento alle manifestazioni di "nevrosi della fretta" che si è registrata in Aula in questi giorni; una "nevrosi della fretta" della maggioranza, come se questa fosse consapevole che tutto è già scritto, tutto è già chiuso: basta solo un'alzata di mano per chiudere l'argomento. Questo atteggiamento però è un'offesa per la democrazia; la democrazia prevede degli spazi per l'opposizione e noi intendiamo prenderceli tutti nel tentativo di dare il nostro contributo per frenare questo scempio che si sta consumando con il "Piano scellerato".

L'articolo 5, come i precedenti, a mio avviso rema contro la tendenza mondiale, che oggi appartiene anche ai Paesi del sud del mondo, al recupero, alla conservazione dell'ambiente e, non solo, anche alla conservazione della storia dei popoli. Purtroppo io lamento un grave stato di arretratezza politica, nel senso che in quest'Aula remiamo contro questa tendenza mondiale.

Da quello che ho potuto vedere, nell'articolo 5 non si parla ancora di valorizzazione delle caratteristiche tipologiche e architettoniche del patrimonio architettonico tradizionale, non si parla di introduzione di sistemi di edilizia sostenibile nelle nuove costruzioni al fine di migliorare la qualità funzionale e il benessere abitativo degli edifici, non si parla neppure di adottare strategie tecnico-fiscali per promuovere e facilitare il risparmio energetico e quello dell'acqua potabile, l'abbattimento dell'inquinamento acustico e delle emissioni nocive, l'adozione di materiali e di sistemi costruttivi esenti da sostanze tossiche e compatibili con le regole della bioedilizia, l'introduzione di incentivi per l'architettura sostenibile.

Credo che qui si parli di tutt'altro per cui, siccome i conti non tornano, io invito ancora l'Aula a cercare un dialogo per salvare il salvabile.

E con questo io concludo: è un appello.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dedoni, Dessì, Gallus, Greco, Mula, Planetta e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - BRUNO - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MARIANI - MELONI Francesco - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RODIN - SALIS - SANJUST - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - STOCHINO - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 40, viene ripresa alle ore 11 e 11.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi consiglieri, oggi riprendiamo i lavori in quest'Aula dopo che ieri sera si è verificato un fatto, secondo me, significativo. Ieri sera c'è stato un momento di riflessione che ha dimostrato in maniera chiara, Assessore, che nel momento in cui ci si siede a parlare, ad affrontare i problemi, a sentire le proposte che con serietà vengono avanzate anche da questi banchi si può trovare una possibilità di collaborazione, anche se chiaramente non su tutti i temi.

Su questo provvedimento di legge, l'abbiamo detto nel corso della discussione generale, ci sono pareri contrapposti, ci sono temi sui quali non possiamo assolutamente trovare un punto di condivisione perché abbiamo proprio filosofie diverse, ma ce ne sono anche alcuni sui quali attraverso il dialogo si possono trovare soluzioni positive che vadano a beneficio di tutti i nostri cittadini. Questo chiaramente evitando contrapposizioni inutili.

Io ribadisco quello che ho già detto nel corso sia della discussione generale che degli altri interventi: questo provvedimento di legge è nato in maniera sbagliata e, nonostante la presentazione di una proposta di legge alternativa, che probabilmente presentava soluzioni diverse rispetto alle vostre, ci siamo trovati di fronte a un muro insormontabile, un muro che non ha permesso ad alcuno di noi di aprire momenti di riflessione e di dialogo.

Non c'è stata una discussione in Commissione, non c'è stata una discussione sugli emendamenti, ci siamo trovati quindi a vivere in una situazione di non disponibilità.

Quanto è avvenuto ieri sera mi sembra sia stato invece, pur non dandogli un valore particolare, un momento importante che consente di iniziare a discutere su alcuni temi condivisi.

Nell'analizzare l'articolo 5, Assessore, troviamo subito un esempio, a conferma di questo, nel comma 1. Nel comma 1 si stabilisce infatti entro quale data devono essere state costruite le abitazioni da sottoporre a interventi di demolizione e ricostruzione. Su questo punto c'è una differenziazione tra il vostro e il nostro provvedimento di legge. Voi indicate come data ultima di costruzione quella del 31/12/1989, data di approvazione della legge numero 45; noi indichiamo invece (allungando i termini) quella del 31 marzo 2009, data dell'Intesa Stato-Regioni, per consentire una serie di interventi perché riteniamo che vi sia la necessità di dare più opportunità possibili nei casi di demolizioni e ricostruzioni.

Assessore, questo esempio è la dimostrazione che se si vuole ascoltare si evitano giornate e ore di interventi, di dibattiti ripetitivi anche in quest'Aula relativamente alla data. Noi, d'altra parte, avevamo già detto in maniera chiara che una carenza di questo vostro disegno di legge era la mancanza di una data certa che limitasse in maniera oggettiva i termini per gli interventi di ampliamento. Nella nostra proposta di legge la data, riportata nei nostri emendamenti, era quella del 31 marzo 2009.

Voi siete passati dalla mancanza di una data all'inserimento della data del 30 giugno 2009 (non so bene la motivazione); ho apprezzato molto l'emendamento orale formulato ieri dall'Assessore che individua nella data del 31 marzo 2009 (riprendendo una proposta della minoranza che aveva visto probabilmente giusto sin dall'inizio) il termine ultimo per l'accertamento della volumetria esistente, dando quindi certezza del diritto e non consentendo eventualmente a immobili, non ancora costruiti, di poter usufruire di sanatorie fuori da qualsiasi regola. E questo lo ritengo un aspetto importante.

Al comma 6, Assessore, invece, si ripropongono due temi che minano secondo me gli obiettivi che questo articolo si pone. Il primo è relativo agli interventi nei centri storici. Io, ieri, ho sottolineato il fatto che l'Intesa tra lo Stato e le Regioni prevede in maniera chiara che non si possano effettuare interventi all'interno dei centri storici; lei altrettanto chiaramente mi ha risposto che sono fatte salve comunque le prerogative costituzionali delle Regioni a Statuto speciale. Questo è vero, Assessore, però le ricordo che il combinato degli articoli 136 e 142 del Codice Urbani (un decreto legge sovraordinato anche rispetto alla nostra potestà legislativa), evidenzia in maniera chiara che i centri storici hanno una importante valenza paesaggistica e, per questo, sono tutelati.

Dico questo non per fare battaglie di principio sulla possibilità di intervenire all'interno dei centri storici, ma perché un'attenta valutazione di questo punto, Assessore, porterebbe a dire che gli interventi di demolizione e di ricostruzione all'interno dei centri storici dovrebbero essere disciplinati dai piani particolareggiati che i comuni hanno elaborato e che elaboreranno e che noi, probabilmente, finanzieremo nel senso che metteremo a disposizione risorse anche per la realizzazione dei PUC e dei piani particolareggiati. Questo sarebbe il metodo più congruo, più attento e più corretto di consentire gli interventi in questo provvedimento di legge.

L'altro aspetto che vogliamo evidenziare (lo riprenderemo anche più avanti in un emendamento) è relativo al contenuto del sesto comma dove si dice: "Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano a quegli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata negli strumenti urbanistici comunali a eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e fermo restando che gli stessi devono risultare ultimati alla data del 31 dicembre 1989". Noi su questo punto proponiamo un emendamento per definire a chi affidare la responsabilità di comprovare questo contrasto; riteniamo infatti che sia importante reinserire in questo contesto la competenza del comune, ridando così anche spazio e valore al ruolo dei consigli comunali che in questo testo di legge vengono trascurati.

Assessore, porto alla sua attenzione, e a quella dei colleghi della maggioranza, questa proposta (come quella della data) che, se accolta, può sicuramente migliorare il provvedimento perché è un aspetto (altri contenuti non li condividiamo e abbiamo posizioni diverse) sul quale con uno sforzo potremmo trovarci tutti d'accordo. Lei ieri è stato attento alle proposte serie avanzate dalla minoranza, auspico che anche su questo tema faccia altrettanto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

Onorevole Bruno, le chiedo scusa, ma c'è una richiesta dell'onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, avrei voluto porre questo problema, che interessa tutti i consiglieri regionali e non solo il sottoscritto, dall'inizio della seduta; se me lo consente, lo faccio adesso velocemente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Vorrei riportare all'attenzione del Presidente del Consiglio che ho chiesto, ai sensi dell'articolo 105 del Regolamento consiliare "Diritto all'informazione del consigliere", alla Presidenza della Giunta di avere copia della deliberazione della Giunta regionale del 15 settembre scorso sul commissariamento delle AA.SS.LL. Io vorrei chiedere se la Presidenza del Consiglio può accertare il fatto che il Presidente della Regione non abbia opposto il segreto d'ufficio.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, mi pare che il problema fosse stato già posto anche dall'onorevole Gian Valerio Sanna.

SALIS (I.d.V.). Sì, ma inutilmente.

PRESIDENTE. Mi risulta che la Presidente del Consiglio sia già intervenuta formalmente presso la Presidenza della Giunta a seguito della richiesta dell'onorevole Gian Valerio Sanna.

SALIS (I.d.V.). Presidente, io proporrei che la risposta venisse fornita, possibilmente, nella seduta odierna, perché si stanno calpestando i diritti di eventuali ricorrenti.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, ribadisco che il problema è stato già posto. La Presidente le fornirà maggiori chiarimenti; ma, ovviamente, non so se sarà possibile avere oggi la risposta.

SALIS (I.d.V.). Benissimo. Presidente, lei sa che la mia fiducia nei suoi confronti è illimitata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'articolo 5 in discussione recita: "Interventi di demolizione e ricostruzione". In linea con tutto l'impianto del disegno di legge anche questi interventi, apparentemente perequativi, soprattutto per quanto riguarda il comma 3, relativo alla fascia dei 300 metri, sono consentiti mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti come il Piano paesaggistico regionale (emanazione del Codice Urbani, col quale entrate in contrasto); superamento che, non ci stancheremo di ripetere, rende questa norma illegittima.

Io mi sono chiesto più volte, Assessore, perché abbiate preferito partire, in questa che è la prima vera legge del centrodestra nella legislatura, non da un Piano casa vero, non dalle esigenze abitative delle famiglie, non dall'analisi della situazione dei sardi, dal problema per tante giovani coppie della ricerca di una casa, non dall'inserimento, e siete ancora in tempo per farlo, di risorse (è disponibile nella finanziaria di quest'anno oltre un miliardo in più che deriva dalla riscrittura dell'articolo 8, che sarebbe possibile anche anticipare su questo disegno di legge) per favorire il recupero, la ristrutturazione, l'acquisto di una casa per chi non ha altre possibilità, e sono sempre di più, e invece siete partiti dalle esigenze di chi non ha problemi, di chi ha le risorse, di chi sta bene. Perché, in definitiva, avete favorito nella vostra prima legge i grandi costruttori?

Ora, sarebbe facile per noi dirvi di inserire le risorse disponibili in questa legge, che così diventerebbe un vero Piano casa; però vogliamo veramente capire le motivazioni che vi hanno spinto a scegliere questa strada. Io ho due risposte, naturalmente sono risposte parziali, sono le mie, attendo le vostre. La prima, ve l'ho già detta, ritengo che probabilmente dietro queste scelte ci siano cambiali elettorali da onorare, quindi voglio tralasciarla; l'altra l'ho trovata nel titolo del Programma regionale di sviluppo che, come sappiamo, indica le strategie che si intende portare avanti nel corso della legislatura, indica un percorso che ogni anno verrà verificato col DAPEF, attraverso l'inserimento delle risorse per l'attuazione appunto di questo Programma regionale di sviluppo.

Nel titolo di questo Programma regionale di sviluppo, così come si fa per gli effetti collaterali delle medicine, così come si fa per le clausole capestro, così come si fa per le avvertenze, c'è un titolo in grassetto: "La persona prima di tutto", poi ce n'è un altro, meno in evidenza: "Lo sviluppo nasce dall'io". Secondo me è questo il principio che ha ispirato questo disegno di legge e che ispirerà la vostra legislatura. "Lo sviluppo nasce dall'io", è proprio così: secondo voi lo sviluppo nasce dall'egoismo. L'io è l'individuo, mentre la persona è relazione, quindi è reciprocità, regole, socialità.

Lo sviluppo, se nasce dalla persona, se la persona è prima di tutto, non nasce dall'io, nasce dal noi, nasce da un'idea di società. Voi, invece, già da questo primo provvedimento di legge, partite dagli egoismi, dagli egoismi del privato, li mettete in evidenza, poi viene la relazione - infatti la fase due sarà il Piano casa vero - poi viene la comunità. La persona, che nella comunità è sicuramente il centro, secondo la vostra visione non realizza il bene comune ma, semplicemente, un'esigenza particolare, mentre nel bene comune, negli interessi generali trova risposta anche il soddisfacimento dei beni individuali.

D'altra parte all'io, cioè all'egoismo di pochi, avete sacrificato anche la fascia inviolabile dei 300 metri. E questa non è filosofia, è la radice, la radice sulla quale - è il titolo del Programma regionale di sviluppo - si basano le vostre leggi, si basa il vostro modo di legiferare, i contenuti del vostro modo di amministrare, che fa breccia in quella parte di egoismo (direi in quella parte di Berlusconi) che c'è negli italiani; quella parte che spero sia sempre meno, però c'è, e voi lo sapete bene e cercate, in qualche modo, di indirizzare verso queste persone i vostri obiettivi.

A voi non importa tanto che le leggi siano giuste, che osservino le regole, che vadano incontro (non in contrasto) alle leggi sovraordinate. A voi importa che il vostro modo di legiferare incontri un consenso, un consenso facile. Io credo invece che per noi, che cerchiamo di fare i legislatori, sia più importante non tanto il consenso facile quanto il cercare di fare delle leggi giuste, di fare delle leggi che abbiano delle priorità, e secondo noi, anche nella nostra proposta di legge, la priorità non è il tornaconto immediato, non è il tutto e subito, la priorità è il soddisfacimento non solo dei nostri interessi, quelli odierni, ma anche degli interessi delle generazioni future.

Per voi viene prima la democrazia del sondaggio, poi la democrazia sostanziale, autentica, e la comunità viene dopo, non vi riguardano le generazioni future, e tutto ciò lo fate in nome dello sviluppo: c'è una crisi, si risponde con lo sviluppo, lo sviluppo che nasce cercando di soddisfare l'egoismo, di creare la ricchezza per pochi.

Assessore Asunis, siamo ancora in tempo, l'approvazione della legge mi pare che non arriverà a breve termine, anzi, questo ve lo confermo. Nella nostra proposta vi abbiamo fornito un'altra visione, è una visione alternativa, vi chiediamo di prenderla in considerazione, vi chiediamo di poterci confrontare nel merito.

Noi vi proponiamo un vero Piano casa che non esclude anche aumenti di volumetria per la prima casa. Voi ci ripetete in continuazione che abbiamo perso le elezioni proprio sulla legge urbanistica. Certo, abbiamo perso le elezioni, ma riteniamo di aver salvato la coscienza, la coscienza di chi vuole lavorare per l'oggi e per il domani.

La nostra proposta di Piano casa si basa sull'idea che un Piano casa non sia un problema di quantità, perché il disagio abitativo, che esiste anche in Sardegna, non riguarda solo la casa di per sé, riguarda la città, riguarda i territori, riguarda le esigenze di mobilità, il lavoro, la vita sociale. Non si tratta solo di un problema quantitativo di aumento di volumetrie, neanche di numero di abitazioni e di vani, neanche di metri quadrati in più, ma si tratta di un problema di servizi, di servizi da realizzare all'interno di una comunità: le nostre città, i nostri comuni, i nostri paesi. Quindi il problema del disagio abitativo non attiene soltanto alle povertà estreme, è un problema che riguarda tutti.

L'adozione di un Piano casa, l'ho detto più volte ma vorrei che, in qualche modo, anche questo diventasse oggetto di dibattito e di discussione, non va contro gli altri piani che pongono in essere le amministrazioni locali: il piano urbanistico comunale, i piani strategici, i piani del traffico, i piani commerciali, i piani energetici; dobbiamo capire se sono utili, se la spendita in termini di energie, di risorse da parte delle amministrazioni comunali serva a qualcosa oppure no, se interveniamo noi, dobbiamo chiederci in primo luogo se un Piano casa serve (all'occupazione, allo sviluppo), e come inserirci nelle politiche di risanamento, di recupero, di riqualificazione, di rivitalizzazione dei quartieri e delle nostre città. Così come voi amate dire, si può recuperare anche il capitale sociale con azioni di crescita.

Io credo che occorra porre in essere una strategia che parta dalle città nel loro insieme. Questo, ve lo ricordo, è uno dei punti qualificanti delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, dalla lettura di questo articolo 5 si evince che vengono ripercorsi, anche in questo caso, gli stessi errori derivanti da, chiamiamola pure così, una cattiva interpretazione dell'Intesa Stato-Regioni-enti locali del primo aprile.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue LOTTO.). Ora, se esaminiamo il documento relativo all'Intesa emerge chiaramente che questo documento, stilato a seguito di un confronto politico serio e articolato tra un Governo, mosso dall'obiettivo di dare un segnale forte di incentivazione a un settore importante dell'economia, quello dell'edilizia, e le Regioni e gli enti locali che governano realmente il territorio, lo sviluppo (e quanto dalle azioni di governo può derivare agli equilibri del territorio) è di spessore e qualità diversi rispetto al provvedimento legislativo predisposto dalla nostra Regione.

Ci sono effettivamente alcuni aspetti (sono stati già oggetto di grande discussione negli articoli precedenti) che si differenziano fondamentalmente; tra questi vi sono gli incrementi volumetrici. Infatti il documento dell'Intesa prevede alla lettera a) un incremento pari al 20 per cento della volumetria esistente, una volumetria comunque non superiore ai 1000 metri cubi, per un incremento massimo di 200 metri cubi. Noi avremmo preferito, l'abbiamo scritto nella nostra proposta di legge, che i limiti dei volumi considerati fossero addirittura inferiori e non superiori. Nel testo di legge in discussione si è ragionato invece su volumi illimitati e, di conseguenza, anche su incrementi di volumi illimitati.

Questo è un elemento caratterizzante il testo da criticare e da non condividere assolutamente, anche perché non c'entra nulla con le esigenze dei singoli cittadini, ma può costituire un vantaggio per categorie ben definite e limitate, e senza dubbio non dà risposta a quella parte dell'Intesa in cui si dice che per favorire iniziative volte al rilancio dell'economia, e rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie, si mette in piedi tutto questo ambaradan di provvedimenti.

Nel provvedimento che sancisce l'Intesa si parla anche di disciplinare la possibilità di interventi straordinari di demolizione e ricostruzione (noi li stiamo prevedendo in questo articolo 5) entro il limite del 35 per cento della volumetria esistente; si prevede una semplificazione amministrativa, in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Questo è un dato fondamentale che noi abbiamo totalmente bypassato, ed è uno dei tratti più qualificanti di questa norma.

Ma, ciò che più mi preme mettere in evidenza in questo ragionamento sull'articolo in discussione è che lo Stato, e questo emerge con chiarezza, dice che cosa si può fare, però demanda alle regioni la possibilità di ragionare meglio sul come intervenire concretamente in considerazione delle specificità e degli equilibri del territorio di ciascuna. Noi invece facciamo il contrario, decidiamo come si interviene senza tenere conto dei gestori ultimi del territorio e cioè gli enti locali, come abbiamo più volte messo in evidenza.

Però, emerge, anche in questo caso dall'articolo 5, un problema di enorme importanza, secondo me, che è stato assolutamente tralasciato e considerato soltanto come scusa per eventuali ulteriori incrementi, ed è quello della ricostruzione, o costruzione, con caratteristiche e criteri che tengano conto della massima efficienza energetica.

Nell'Intesa si dà per scontato che se si danno premialità volumetriche almeno ci deve essere la contropartita, per cui ciò che si costruisce o si ricostruisce deve avere caratteristiche assolutamente diverse e che vanno in una ben definita direzione rispetto al passato. Io non capisco perché in questo articolo 5 si sia voluto fare questa scelta di una possibilità di incremento del 30 per cento senza alcun condizionamento; un incremento che può arrivare al 35 per cento condizionandolo alla possibilità di risparmi energetici che sono assolutamente risibili. Io non comprendo quale sia la motivazione che spinga un Consiglio regionale a non prestare l'attenzione dovuta e necessaria a questo tema.

L'onorevole Zedda ieri è stato molto incisivo nel suo intervento; ha insistito più volte nel dire che non capiva il motivo per cui non si coglieva l'occasione di fare un passo avanti nell'imporre al mondo economico dell'edilizia tecnologie che sono, non solo per l'edilizia ma per la società nel suo complesso, assolutamente necessarie. E' emerso con evidenza come i risparmi energetici previsti e imposti siano risibili, rasentino un po' anche la farsa, posto che è vero che la ricostruzione porta comunque a consumi energetici di enorme valore e, pertanto, non imporre percentuali al di sopra come minimo del 30 per cento è assolutamente inaccettabile.

Io non condivido il vostro approccio culturale e politico al tema. Emerge che l'unico obiettivo è quello di dare risposte solo ed esclusivamente alle imprese edili. Una legge non si può fare "ad gruppo", una legge deve rispondere all'intera società; e oggi dare premialità volumetriche senza chiedere nulla in cambio è inaccettabile, come è inaccettabile che alle imprese edili non si chieda neanche l'impegno ad affrontare con maggiore serietà il loro mestiere. Non è accettabile che questo maggiore impegno, questa maggiore sensibilità verso la qualità della vita di tutti debbano essere pagati da tutti. E non è accettabile che quest'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, consiglieri, vi ringrazio tutti per aver contribuito all'ulteriore miglioramento di quel clima collaborativo che ci consentirà, presumibilmente, di addivenire alla formalizzazione di un testo condiviso se non da tutti, interamente, quanto meno dalla gran parte dell'Aula, con particolare riguardo al comma 1 dell'articolo 5.

Il comma 1 dell'articolo 5 identifica gli obiettivi che sono prefissati dai commi che seguono; obiettivi finalizzati alla eliminazione e sostituzione al fine di migliorare le qualità costruttive energetiche, al fine di migliorare l'assetto di natura architettonico-compositiva, al fine di migliorare l'accessibilità degli immobili. I commi successivi, come già è stato rappresentato da più interventi, sono di fatto riferiti a contesti che comportano in gran parte un'azione degli enti locali.

Stiamo parlando non già di interventi di mero ampliamento, così come rappresentato negli articoli precedenti, ma di interventi di sostituzione del patrimonio immobiliare; stiamo parlando di ipotesi di delocalizzazione del patrimonio immobiliare e di ipotesi di riuso degli spazi resi liberi attraverso la trasformazione e il trasferimento o per utilizzazioni di natura collettiva. Stiamo parlando, quindi, di una materia che oggettivamente e inequivocabilmente rientra a pieno titolo nella sfera di competenza dell'amministrazione comunale.

Come avrete avuto modo di rilevare, in particolare della lettura del terzo comma, gli interventi di demolizione e ricostruzione o di demolizione e rilocalizzazione dovranno essere oggetto di valutazione da parte delle amministrazioni locali, con particolare riguardo vuoi alla fascia dei 300 metri dal mare, vuoi ai potenziali interventi di demolizione riferiti ad aree interessate da particolari valori di natura paesaggistica, aree poste in prossimità delle emergenze ambientali, archeologiche, architettoniche e storico-artistiche.

E' lasciata, quindi, giustamente la piena titolarità agli enti locali di entrare nel merito delle proposte dei soggetti privati; è lasciato pienamente nella titolarità dell'ente locale decidere come meglio ritiene in riferimento alle situazioni puntuali che sono presenti sul territorio, per cui anche qualsivoglia intervento all'interno dei centri storici, poiché stiamo parlando di aree storiche e artistiche, poiché stiamo parlando di aree interessate da emergenze di carattere architettonico, è subordinato alle valutazioni delle amministrazioni comunali.

In ordine agli aspetti energetici, che a me stanno molto a cuore, anche nella considerazione degli studi che l'amministrazione regionale e l'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica hanno sviluppato su questo tema, e conclusi nel 2004 dopo circa otto anni di lavori, faccio presente che il costo per ottemperare alle disposizioni previste nel presente articolo è pari al 4 per cento in media del costo complessivo degli stabili. Questo non è un dato dell'ingegnere Asunis, né dell'assessore Asunis, è un dato della Facoltà di ingegneria di Cagliari ed è desumibile anche dalle ricerche che sono state pubblicate da alcuni istituti che operano nella Silicon Valley.

Ritengo che ci siano poi da rappresentare alcuni aspetti ricollegati alla data entro la quale i manufatti devono essere stati realizzati. Noi abbiamo previsto la data del 31 dicembre del 1989 per due ordini di motivi. Il primo è dato dal fatto che l'anno coincide con l'approvazione della legge numero 45, il secondo che la prima Direttiva europea in riferimento a questa materia è del 21 dicembre del 1988, recepita dalla Nazione italiana con la legge numero 10 del 1991 che, ricordo a tutti, detta le norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

Pertanto, tutti gli immobili antecedenti a questa legge hanno un consumo annuo in termini di chilowattore/metro quadrato che oscilla fra gli 80 e i 100. Allo stato attuale, in riferimento alla legislazione vigente, hanno un consumo annuo chilowattore/metro quadrato che oscilla fra il 30 e il 50 per cento e con la riduzione ipotizzata nell'articolo 4 abbatteremo ulteriormente il consumo annuo che si attesterà su valori che oscilleranno tra il 24 e il 40 per cento. Stiamo parlando chiaramente di valori molto importanti che aiutano a comprendere quale vantaggio, per l'utilizzatore e per la collettività, deriva da questa scelta operata all'interno dell'articolo 5.

Mi permetto anche, sempre in riferimento a questi aspetti, di ricordare che le disposizioni vigenti, in particolare le linee guida di cui al decreto ministeriale del 26/6/2009, accertano che i certificatori nella Regione Sardegna allo stato attuale sono di gran lunga superiori alle 100 unità. Devo dire, quindi, che deve essere in un certo senso fugata anche la paura di formalizzare una disposizione che poi non può trovare attuazione per inesistenza di professionisti che possano svolgere questo ruolo. Così come devono essere fugate le perplessità in riferimento al CO2; si parlava di Kyoto in ordine alla convenienza assoluta, ripeto, assoluta, di un intervento di demolizione e di ricostruzione per le considerazioni che facevo poc'anzi e per il quadro comparativo in termini di consumo chilowattora-/metro quadrato.

Non voglio entrare chiaramente nel merito di aspetti molto più tecnici, come quelli riferiti al life cycle assessment (LCA) che voi senz'altro , seppur in maniera non perfetta, già conoscete. Mi limito soltanto a dire che sono desumibili nei testi scientifici dati molto puntuali e significativi che dimostrano la bontà di quanto rappresentato nell'articolo 5, anche in riferimento al ciclo di vita dell'intero stabile.

Voglio inoltre rispondere all'esigenza, che mi è sembrato di cogliere nell'Aula, di avere qualche notizia anche in ordine all'azione della Giunta regionale in riferimento alle presumibili ricadute conseguenti all'ipotesi di approvazione del documento che è all'attenzione dell'Aula. Come ricordato già ieri, se non erro, si parlava di 40 mila e di 12 mila. Tengo a puntualizzare che la cifra di 40 mila attiene ai cantieri e quella di 12 mila alla forza lavoro, come è scritto negli articoli. Probabilmente è successo un qualcosa che io non conosco...

PORCU (P.D.). Sui cantieri?

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Certo, adesso arrivo anche alla esplicitazione, ci mancherebbe altro. Le attività che noi abbiamo identificato e le strategie conseguenti ci portano a dire che la maggior parte dei cantieri sono riferiti ad attività di ampliamento delle unità immobiliari, con particolare riferimento alle unità abitative, con cicli di lavorazione che vanno dai due ai tre mesi. Per cui, i 40 mila cantieri non impegnano di certo una manodopera per un arco temporale di tre anni che coincide con il tempo ordinario di realizzazione delle opere.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, colleghi, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 22, 23, 205, 533, 131, 24, 207, 132, 210, 335, 25, 211, 213, 26, 215, 27, 217, 28, 219, 133, 534,206, 535, 113, 208, 530, 342, 532, 209, 212, 526, 214, 527, 216, 218., 529, 220, 528, 531, 222 e 221.

Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 369, 372, 373. Il parere è favorevole anche sull'emendamento numero 374 al quale è stato presentato da parte della Giunta l'emendamento aggiuntivo numero 431, sul quale si esprime ugualmente parere favorevole. Parere favorevole anche sugli emendamenti numero 370 e 371.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore, con l'eccezione dell'emendamento numero 533….

PRESIDENTE. L'emendamento numero 533 è inammissibile, Assessore, quindi il problema non si pone.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Sull'emendamento numero 535, trattasi di una richiesta di implementazione del titolo dell'articolo, la Giunta si rimette alle valutazione dell'Aula.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 535, quindi, la Giunta si rimette all'Aula.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Io chiedo scusa perché quando gli emendamenti si ricollegano ad altri questo, a volte, ne rende complessa la lettura e io ho una certa difficoltà a incasellarli in maniera corretta. Faccio un esempio, l'emendamento numero 532 è emendamento al 342, ma attiene a tematiche disciplinate nell'articolo 2.

Spero nel proseguo dei lavori che si riesca a trovare un elemento di ulteriore chiarificazione.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 22.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Colleghi, è un giovedì mattina, il cammino è lungo, non dobbiamo avere fretta perché abbiamo dimostrato, anche nella giornata di ieri, che c'è spazio per migliorare un testo su cui non condivido, però, le parole dell'Assessore. Io credo che questo testo meriti soltanto di ritornare in Commissione per essere rivisto e noi auspichiamo in tutti i modi che questo testo di legge non venga approvato nella veste attuale. Non vorrei che si scambiasse per condivisione la nostra disponibilità a entrare nel merito, a portare comunque un contributo costruttivo nonostante la nostra piena contrarietà a questo testo di legge con il quale non vogliamo avere niente a che fare.

Vogliamo rendere chiaro che noi con questo testo non ci immischiamo per nulla, non è farina del nostro sacco e mi fa specie che l'Assessore possa dire che c'è una maggioranza in quest'Aula che approva qualunque cosa di questo testo. Noi non approviamo nulla, deve essere chiaro!

E' vero però che, per senso di responsabilità, non ci vogliamo sottrarre a entrare nel merito; continueremo pertanto a dare contributi che possono essere utili a limitare gli impatti e gli effetti di un provvedimento di legge che è assolutamente insensato e delirante per la vastità di interventi che potenzialmente mette in campo. Perché, Assessore, io non sono neanche soddisfatto della sua risposta sui quantitativi, ed è per questo che voterò a favore dell'emendamento soppressivo.

Se si ritiene veramente di mettere in campo 40 mila interventi perché nell'arco dei 18 mesi faccio lavoretti da 2-3 mesi, non si è letto questo testo. Io le ho fatto una domanda a cui lei non ha risposto. Io le ho chiesto: "Quante sono le unità immobiliari che potenzialmente sono toccate da questo provvedimento?". Le sto chiedendo, e glielo richiederò instancabilmente per tutta la giornata di oggi (domani magari le chiederò qualche altra cosa), se sono 200 mila, 300 mila, 500 mila.

Io dico che sono un numero molto elevato se teniamo conto soltanto delle seconde case e delle villette a schiera. E penso anche all'impatto causato da aumenti volumetrici oltre il 40 per cento che, non essendoci il limite di 100-200 metri quadrati, possono essere interventi di ampliamento di decine di migliaia di metri cubi. Allora, su che cosa ha basato la stima dei 2-3 mesi? La realtà è che non sapete neanche voi che cosa state facendo. Il mio voto pertanto è contrario e ribadisco che noi continueremo a opporci a questo disegno di legge: il nostro suggerimento, forte, è che lo riportiate in Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono favorevole all'approvazione dell'emendamento numero 22. Stamattina i giornali riportano una notizia, non molto sviluppata ma interessante, relativa al rapporto finale del Corpo forestale sul disastro di Capoterra. Il rapporto dice sostanzialmente che non è stata una fatalità, che la pioggia non c'entra niente e che la colpa è degli amministratori, dei progettisti, degli urbanisti, dei redattori dei piani urbanistici territoriali, dei legislatori e, fondamentalmente, delle deroghe; ripeto, fondamentalmente delle deroghe!

Io non provo nessuna meraviglia per questo; c'è una cultura prevalente, la vostra, che ruota ancora intorno al mito della crescita illimitata. D'altra parte questo è un provvedimento che dall'inizio non dà spiegazioni; non dà spiegazioni politiche perché il Presidente della Giunta non si presenta in quest'Aula a illustrarne i caratteri strategici, economici, non basta sostenere che è il capovolgimento del mondo.

All'inizio della discussione è stato annunciato che questo non era il Piano casa. Va bene, però fino a quel giorno sapevamo tutti che era il Piano casa. L'Assessore rilascia dichiarazioni e oggi dice il contrario, ma se la prenda con chi ha scritto l'articolo nel quale leggo testualmente: "E' prevista l'apertura di 12 mila cantieri e l'utilizzo di 40 mila addetti tra diretti e indiretti nell'arco di un anno". A che cosa ci dobbiamo affidare? L'Assessore ha fatto una correzione che non sta in piedi sul piano logico e che è ancora meno credibile perché non ci possono essere più cantieri che operatori; non è possibile!

E' un problema di carattere generale. Voi, dicevo, siete cultori della crescita illimitata, ma sarebbe stato persino banale valutare il fatto che nei prossimi trent'anni, così dice l'ISTAT, la Sardegna perderà 350 mila unità lavorative e capire come ci dovremmo attrezzare, anche sul piano dei nostri comportamenti, rispetto a un processo ineluttabile. Si tratta non di crescita illimitata, ma di come ottimizzare l'aspetto territoriale per garantirci una competitività diversa. Ma queste valutazioni voi non le potete fare perché...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io leggo il giornale esattamente come il collega Gian Valerio Sanna. Lui, bypassando diverse pagine ha letto l'articolo su Capoterra. Io a pagina 9 leggo che sull'arcipelago di La Maddalena sta accadendo quello che avevo preannunciato nelle sedute precedenti. Ecco perché il voto sarà contrario a questo emendamento. Sta accadendo infatti che quei dieci progetti di ampliamento di alberghi (sono comprese anche le isole di Caprera e Santo Stefano), ieri, non hanno avuto il benestare da parte dell'ufficio tecnico perché c'è stato un ricorso di una ottantaquattrenne al Presidente della Repubblica. Questo non toglie che la modifica del PUC in favore di quei dieci alberghi, frutto dell'Intesa (leggete l'articolo perché è un giornale che vi appassiona, oltretutto, e non averlo letto mi preoccupa perché forse quando lo fanno gli altri non vi interessa) comporti 45 mila metri cubi a Santo Stefano, il raddoppio del Club Méditerranée a Caprera; se non sono zone di pregio queste! A voi queste costruzioni non disturbano.

Però, visto e considerato che in questi giorni gli interventi vertevano su questo benedetto dieci per cento per gli alberghi che non vi piace, mi sto ponendo una domanda. Ma non vi piace perché noi vi stiamo dando 10 e voi ne avete dato 25 e quindi ci dovremmo adeguare a voi, o non vi piace perché voi lo potete dare e noi no? Le vostre zone di pregio sono diverse dalle nostre, la cubatura che voi date è diversa da quella che diamo noi, noi siamo diversi da voi solo ed esclusivamente perché? Perché avete dimenticato cinque anni di storia amministrativa e volete affrontare da zero questa su questa legge che può avere cose non condivisibili; e noi, come partito, l'abbiamo dimostrato. Non per questo bisogna dimenticare quello che è stato fatto e che sta avvenendo davanti agli occhi di tutti, però nel silenzio più assoluto. Questo silenzio mi preoccupa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ritorno invece sull'argomento all'attenzione dell'Aula, cioè la proposta di soppressione del comma 1 e dell'articolo 5 nell'emendamento in votazione. Dichiaro il nostro voto a favore non solo perché l'abbiamo presentato, ma perché siamo convinti che i sardi e la Sardegna non abbiano bisogno di ulteriori volumi. L'unica necessità che hanno semmai è quella di riqualificare il patrimonio edilizio esistente in tutte le sue diversificazioni, che in qualche modo anche lo stesso comma dell'articolo richiama, ma certamente non attraverso il meccanismo della premialità volumetrica.

Non ne abbiamo bisogno, come ho detto, in primo luogo per tutelare il bene primario rappresentato dalle nostre coste, in secondo luogo perché non c'è concretamente questa necessità. Oggi costruisce in Sardegna chi viene di là dal mare, all'interno di una logica consentita dalla legge e che a noi piace definire speculativo-immobiliare, sottraendo ai sardi la potestà e la proprietà.

Questo è quanto accadrà, dopo l'approvazione di questa legge, relativamente soprattutto ai terreni agricoli. Come ho detto ieri nel mio intervento, si consentirà infatti un maggior volume edificabile nei terreni, e quindi sarà più appetibile per i proprietari dei terreni agricoli (allettati magari da un'offerta più consistente) la vendita delle aziende agrarie anche per l'effetto, che tutti conosciamo, delle difficoltà che stanno attraversando. Noi quindi continuiamo la nostra azione di contrarietà, e utilizziamo tutti i mezzi in questo senso.

Voglio fare un richiamo soprattutto per quanto riguarda la norma sui centri storici. Io chiederei all'Assessore e alla Giunta, almeno su questo di lasciare ai comuni l'autonomia di pianificare e programmare, senza sollecitarli attraverso meccanismi di premialità. Consentire, a seguito della demolizione degli edifici che hanno meno di cinquant'anni (gli interventi fatti sappiamo quale guasto hanno già portato), un aumento volumetrico creerà un disagio forte. Almeno in quell'ambito non entriamo, scorporiamo queste piccole sezioni delle nostre città, ma così importanti e significative, lasciamo che vengano disciplinate dalle amministrazioni comunali attraverso i piani particolareggiati. È un aspetto importante. Quindi io ribadisco che sarebbe opportuno ritirare questo testo di legge per riesaminarlo, rivederlo, semplificarlo, faremmo un'opera meritoria come quella di rasserenare…

PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, noi stiamo parlando di interventi, e facciamo bene a farlo, che riguardano anche la creazione di posti di lavoro, anche di molti posti di lavoro, troppi, a leggere i numeri che si stanno dando. Ma io rispondo subito alla domanda fatta dal collega Giacomo Sanna che ci chiede: "Ma perché non vi piace il 10 per cento di volumetria in più per gli alberghi?". Ma io ho già provato a dire all'Assessore che a me non piace perché si sta parlando del 10 per cento di volumetria in più per gli alberghi e (lo aggiungo io, perché manca) per i servizi turistici di base che una industria turistica deve avere, non solo in termini volumetrici, dopo che abbiamo spalmato milioni di metri cubi sull'edilizia residenziale.

L'operazione compiuta sul Piano paesaggistico regionale era diversa, nata anche con discussioni, per quel 25 per cento che molti di noi hanno considerato eccessivo già da allora, e ci sono testimonianze agli atti del Consiglio. Non è possibile consentire il 25 per cento per gli alberghi unito al 20, 30 fino al 45 per cento di premi in volumetria per l'edilizia residenziale; caro collega Sanna, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, anche perché qui l'ubriacatura rischia di coinvolgere tutte le nostre coste.

Avremmo fatto bene, e c'è ancora lo spazio per fare questa riflessione, assessore Asunis e colleghi della maggioranza, a pensare di utilizzare, attraverso una manovra che consentisse di ridare fiato all'edilizia, anche uno strumento provvisorio per fare un qualcosa di strutturale nella direzione del potenziamento delle nostre strutture ricettive certificate, non in nero. Perché i milioni di metri cubi che abbiamo regalato all'edilizia residenziale nella città lineare, che rischia di soffocare le nostre coste, li abbiamo inseriti in un contesto…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, quando si vogliono trovare motivazioni per ostacolare i lavori dell'Aula tutte le considerazioni sono legittime, mi riferisco a quelle dell'onorevole Gian Valerio Sanna e a quelle dell'onorevole Porcu. Se l'Assessore, come io credo, ha dato alla stampa la notizia di 40 mila interventi e di 12 mila addetti, e poi la stampa ha scritto 12 mila interventi e 40 mila addetti, poiché è stato chiarito come è stato chiarito, poi non si possono fare le considerazioni che fa l'onorevole Sanna. Onorevole Gian Valerio Sanna, le presenze turistiche in Sardegna mediamente mi pare siano attorno ai 12 milioni, parliamo di 12 milioni di presenze, ma noi non abbiamo 12 milioni di posti letto in Sardegna, ergo è la stessa cosa, identica, precisa.

Perché parla di meraviglia, onorevole Sechi? Se noi avessimo la possibilità di demolire integralmente tutte le brutture che, per esempio, ci sono anche nel suo territorio e nel suo comune (che sono brutture l'ha detto lei), e ricostruire invece con caratteri architettonici diversi, con maggiori servizi, ma perché dobbiamo andare contro una norma che ci permette questo? Una norma che non abbiamo inventato noi. Basta andare in Spagna e in Portogallo per rendersi conto di che cosa è successo sulle coste: hanno azzerato tutto. Ma non è che hanno azzerato tutto e sono tornati al periodo degli aborigeni, no, hanno azzerato tutto e hanno fatto ricostruire, con criteri certamente diversi.

Ora, quello che probabilmente sfugge a molti di voi, e forse anche a molti di noi, è che l'architettura seria in Italia si è fermata proprio ai primi, primissimi anni del dopoguerra, e forse anche agli anni prima della guerra; si tratta di un periodo storico che non vogliamo certamente ricordare ma, guarda caso, tutti i più famosi studiosi di architettura si fermano a quelle esperienze, ancora oggi in Sardegna si studiano quelle edificazioni.

Questo per dire che ciò che è stato costruito nel dopoguerra spesso e volentieri è disordine, è caos, è brutto, e se riuscissimo a modificarlo forse non sarebbe un male. Sì, questo lo modifica, lo modifica sì! Il peggio lo potete stabilire solo voi, con la vostra testa, ma non lo possiamo stabilire noi. Io dico che maggiore oculatezza porta a costruire degli edifici certamente migliori di quelli che ci sono; perché vogliamo sottrarci a questa idea? Io credo che sia una cosa importantissima invece, perché se tutta la bruttura è stata costruita nel dopoguerra, e voi lo confermate, scusatemi, ma non sarà il caso di metterci riparo?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Le considerazioni che faceva in questo momento l'onorevole Diana, sono in parte veritiere; ciò che lui dice della qualità dello sviluppo delle costruzioni nell'immediato dopoguerra, fino agli anni '70, è in parte vero, ed è reale il disordine con cui sono state realizzate le nostre città in quel periodo.

Il motivo principale di questo disordine è dato dal fatto che in quel periodo l'urbanistica, i piani comunali erano tabù, non esistevano. Nei nostri comuni ognuno costruiva a piacere proprio. Oggi, dopo che per 25-30 anni siamo riusciti, anche in Sardegna, a far sì che il singolo cittadino accettasse il principio della necessità del piano urbanistico, stiamo creando le condizioni affinché questo patrimonio di crescita culturale e politica delle nostre popolazioni venga disperso.

Non è vero, onorevole Diana, che con questo provvedimento miglioreremo la situazione; io me lo auguro, le dico la verità, perché non sono così scemo da sperare che dai provvedimenti che vengono esitati da quest'Aula, che siano nostri o vostri, discendano dei danni, certamente non me lo auguro, purtroppo sono convinto però che sarà così.

Mi auguro che non succeda, vorrei essere smentito, ma non credo che noi abbiamo una classe di imprese edili particolarmente propense a non far pagare alla collettività quel 4 per cento in più di cui parlava prima l'Assessore. L'Assessore dice: "il maggior costo derivante dalle migliori qualità costruttive dei nuovi edifici è circa del 4 per cento". Signori, questo è un dato di fatto oggettivo, ma i risparmi energetici che ne derivano in questi stabili vanno a vantaggio di chi li compra e di chi li utilizza non sono mica a vantaggio solo della collettività, sono anche a vantaggio dei singoli; e, comunque, costruire con criteri migliori è un dovere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, vorrei rivolgermi all'assessore Asunis che ha detto: "gran parte di quest'Aula è d'accordo"; è una cosa ovvia, gran parte di quest'Aula è la maggioranza, il Partito Democratico invece non si ritrova su niente, su nessun aspetto di questo "Piano cemento".

Onorevole Giacomo Sanna, le vorrei dire che c'è una differenza tra gli interventi previsti in attuazione del Piano paesaggistico regionale e quelli che invece volete prevedere con questa legge. Il Piano paesaggistico regionale è nato intanto dalla legge numero 8 del 2004 che stabilisce procedure abbastanza vincolate e, poi, c'è una intesa fra lo Stato e la Regione, fra la Regione e l'Amministrazione dei beni culturali. Tra l'altro quelle intese nascono su proposta di amministrazioni comunali, incontrano il parere delle amministrazioni comunali e nascono da una procedura che ben conoscete, è una procedura che nasce da regole; Quindi, se volevate modificare il Piano paesaggistico regionale, se volevate rivedere quella intesa ne avevate gli strumenti ma avreste dovuto agire in maniera diversa, trattare con lo Stato, cercare di impostare con lo Stato una trattativa, una trattativa lunga e, devo dire, probabilmente con dubbio successo da parte vostra, però avreste potuto farlo, era quella la strada, non questa di un provvedimento d'incremento volumetrico generalizzato.

Esprimendo il voto a favore da parte del Partito Democratico su questo emendamento, ritorno al vostro Vangelo: il Programma regionale di sviluppo che, immagino, sia stato sottoposto dalla Giunta alla coalizione e condiviso dalla intera coalizione. Sul problema del soddisfacimento dei bisogni abitativi ci sono due pagine, una sessantina di righe, alla fine troviamo poche righe in cui si parla dell'edilizia, cioè di quello che state facendo adesso.

In realtà, state capovolgendo ancora una volta le vostre stesse affermazioni. Voi partite dal mattone, partite dalla cementificazione della Sardegna e poi arrivate alle sessanta righe, le due paginette sui bisogni abitativi della Sardegna, contraddicendovi ancora una volta. Per questo motivo noi votiamo a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io credo di essere stato, prima dell'onorevole Porcu, colui che ha affermato, senza ombra di dubbio, non solo di non condividere questo testo ma anche colui che, quando il testo verrà licenziato da quest'Aula, tenterà, attraverso le forme consentite dalla legge, di sostenere una battaglia di contrasto sui suoi contenuti.

Questo lo dico perché deve essere chiaro a noi tutti che ciò che noi oggi stiamo facendo in quest'Aula non è quello che molte altre volte abbiamo fatto nella precedente legislatura, ma anche in questa per quanto breve sia stato il periodo nel quale si è già sviluppata. Mi viene da citare alcune norme in materia di riorganizzazione del sistema del trasporto locale oppure alcune norme che riguardano la gestione del sistema idrico regionale, la istituzione del bacino idrografico che è l'anticipazione di una buona legge sui suoli che noi ci attendiamo di discutere e di approvare in quest'Aula. Ma così abbiamo fatto in materia di lavoro, per esempio, in materia di sicurezza sul lavoro.

Oggi mi "soffiano" - ma non ci voglio credere - che il patto di stabilità impedirebbe di dare quei 30.000 euro ai familiari dei caduti sul lavoro. Inorridisco! Non può succedere! Non ci può essere un funzionario regionale che annuncia queste cose! Bene, io sono contrario e voterò ovviamente a favore di questo emendamento, per quanto la norma in votazione sia, nella sua formulazione, nel contenuto, molto più condivisibile di altre, proprio perché la contrarietà è totale nei confronti del provvedimento in discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Presidente, io al contrario del collega Uras voterò invece contro la soppressione dell'articolo 5 perché l'articolo prevede un sistema coordinato di incentivi selettivi per il rinnovo del patrimonio edilizio della Sardegna nonché per la delocalizzazione di volumetrie incoerenti con il contesto paesaggistico.

Però, davanti alla preoccupazione espressa da più persone rispetto alle condizioni dei comuni maggiormente colpiti da eventi alluvionali, vorrei proporre all'Assessore di ricomprendere invece se è possibile in questo articolo, anche con un emendamento orale, la delocalizzazione delle volumetrie che si trovano all'interno delle fasce di esondazione dei rii e delle zone colpite da alluvioni, in maniera tale da favorire un processo di allontanamento di questi fabbricati costruiti nel tempo in maniera incoerente rispetto a zone fortemente pericolose, premiando i cittadini che lo facciano e poi magari in sede di bilancio prevedere anche dei piani di lottizzazione di iniziativa pubblica da finanziare per poter ubicare queste nuove volumetrie

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io ovviamente voterò invece a favore dell'emendamento e cercherò di spiegarne le ragioni. Voi con l'articolo 5 di fatto intervenite sulla materia della demolizione e ricostruzione. L'Assessore stamattina nella sua replica ha tentato con dovizia di informazioni, citando anche l'autorevole fonte della Facoltà di ingegneria dell'Università di Cagliari, di stabilire una stretta correlazione tra la demolizione, l'aumento di volumetria come premialità e il risparmio energetico, anche in termini di consumi per metro quadrato, per metro cubo eccetera.

Ora, a parte il fatto che sarebbe interessante trovare un luogo e un momento per discutere di questi aspetti, io insisto nel dire che la volumetria con la necessità di migliorare il rendimento energetico, la qualità dell'isolamento termico, non ha proprio nulla a che vedere, nella maniera più assoluta.

Mi sarei aspettato, anche in relazione a quanto apparso sulla stampa stamane, prendendo atto delle correzioni del Capogruppo Mario DIANA (non voglio entrare, perchè non mi interessano, in queste polemiche) in qualche parte di questo articolato un riferimento a quanto riporta oggi la stampa. Se si vuole tenere conto della qualità della prestazione lavorativa, in un articolato complesso come questo, e proporremo degli emendamenti in questa direzione, si può intervenire stabilendo qualche congruità sulla ricaduta occupazionale, sulla qualità e sui doveri dell'amministrazione pubblica per controllare che non avvenga quanto sta avvenendo in questo periodo. Perché, se si vuole intervenire, ricordiamo che sono circa 55.000 gli addetti nelle costruzioni e circa il 30 per cento in questo settore lavora in nero. Assessore, su questo aspetto (vi proporremo degli emendamenti al riguardo) la sfidiamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 22.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Randazzo e Pittalis hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - ZEDDA Massimo.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PETRINI - PIRAS - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 18

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 533, lo ricordo, è inammissibile. Sono in votazione gli emendamenti numero 23 e 205, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente il parere su questo emendamento è favorevole.

Si dicono tante cose e si danno flash di notizie che non sono mai coerenti. Un punto credo sia chiaro per cui non dobbiamo girarci troppo intorno, e cioè ci sono delle parole che per me, credo per noi, definiscono esattamente questo provvedimento: questo è un provvedimento eversivo, dal punto di vista del rapporto tra il provvedimento medesimo e le regole.

Do una spiegazione di quanto affermo. Il nostro amico Giacomo Sanna ci invita a leggere tutto l'articolo apparso sul giornale, ci mancherebbe altro che non lo facessimo, però l'unica differenza fra quello che abbiamo fatto noi e quello che state facendo voi non è sulla diversa cubatura, ma è sul fatto che noi seguiamo una regola. Una regola che è stata approvata formalmente e che ha subito persino la verifica dei tribunali dello Stato; voi questo non lo state facendo, anzi, state facendo delle regole che vogliono sovvertire quelle vigenti.

A proposito dell'esempio spagnolo (poi riferite al Capogruppo del P.d.L. che noi siamo abbastanza informati quindi non ci citi delle cose se non è sicuro di quello che dice), nel settembre 2009 il Parlamento europeo, con 349 voti a favore, 110 contrari e 114 astenuti, ha denunciato a grande maggioranza l'urbanizzazione massiccia e i comportamenti speculativi di certe amministrazioni pubbliche e di industrie spagnole, suggerendo addirittura di bloccare i finanziamenti dei fondi strutturali e di coesione già stanziati per la Spagna fino a quando questa non sarà in grado di trovare una soluzione improntata alla legittimità e al rispetto delle convenzioni internazionali ed europee, compresa quella sul paesaggio. Il rapporto sottolinea in più che il Parlamento, in quanto autorità di bilancio, può ugualmente decidere di mettere in riserva quei fondi.

Un bell'avvertimento anche per l'Italia che, con un Piano casa come quello che ha messo in piedi, si avvia ad essere coinvolta in questo tipo di sanzione, precisa, che dimostra, come è successo ieri, che la civiltà giuridica del nostro Paese dice che ci sono non solo una Costituzione e una legge da rispettare, ma anche leggi comunitarie e internazionali, trattati che bisogna riportare all'attenzione, non avendo questa inclinazione all'onnipotenza.

Quindi, non venite a citarci esempi che sono l'esempio del contrario e che comunque definiscono, lo ribadisco, questo provvedimento, nel nostro giudizio politico, un provvedimento complessivamente eversivo, perché va contro le regole e cerca di aggirarle, e lo dimostreremo e lo dimostreranno gli esiti dei ricorsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, il collega Sanna ci ha ricordato che ieri i giudici della Corte hanno ripristinato la legalità costituzionale, stabilendo che se un cittadino deve essere considerato diversamente di fronte alla giustizia questo va sancito con legge costituzionale. Io mi avventuro a dire che questo provvedimento di legge oggi in discussione è speculare al lodo Alfano; il lodo Alfano rende infatti un cittadino diverso dagli altri ponendolo in posizione diversa rispetto alla giustizia, questa legge, togliendo tutte le regole e creando il Far West selvaggio, come ritenete che possa selezionare tra i 500-600 mila interventi possibili quelle poche centinaia che alla fine si faranno?

Ancora una volta, in mancanza di regole che indirizzino verso l'edilizia sociale, verso la famiglia, verso chi ha più bisogno, in un mercato che non ha risorse economiche perché i risparmi delle famiglie sono ormai ridotti, in un mercato che non ha capitali, in un mercato che non ha mano d'opera, prevarrà il più forte, prevarrà chi ha imprese, prevarrà chi ha interessi più forti, prevarrà chi deve fare operazioni patrimoniali e immobiliari che possono avere delle prospettive. In un caso, quindi, mettiamo delle regole per pochi, e in un caso togliamo le regole a vantaggio dei pochi che, senza regole, possono far valere la forza del denaro, la forza della loro posizione sociale, la forza dei loro interessi economici.

Questa legge è socialmente ingiusta, questa legge ci riporta al caos e al Far West; e io la invito ancora, Assessore, la invito con pacatezza, a rispondere alla domanda su quanti interventi sono potenzialmente ammissibili sul milione di unità abitative, io ho fatto un calcolo e voglio che lei, nel caso, mi smentisca.

In questa legge, che riguarda tutto e il contrario di tutto: alberghi, residenze, fascia costiera, fascia dei 2000 metri, zone extraurbane, zone urbane, villette a schiera, villette singole, tipologie multipiano, centri storici, ricostruzioni, patrimonio edilizio pubblico (centinaia di migliaia di unità abitative), se fosse vero che riguarda potenzialmente la gran parte del nostro patrimonio, è possibile che voi spariate con un bazooka per fare 40 mila interventi? Possibile che non inseriate un criterio selettivo che possa avvantaggiare chi ha più bisogno? Voi state creando un Far West: questa legge è socialmente ingiusta e va respinta. Riportatela in Commissione per il bene dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.).Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento numero 23.

Io vorrei fare una proposta all'amico Chicco Porcu, non la posso fare alle altre componenti della maggioranza perché sono i rappresentanti della legge eversiva, cementificatori e quant'altro. C'è una donna di 84 anni che ha presentato ricorso al Presidente della Repubblica per bloccare un obbrobrio che si sta per compiere o si sarebbe già compiuto nelle isole minori, compresa La Maddalena, e siccome non si può lasciarla da sola, le forze politiche dell'opposizione e il Partito Sardo d'Azione perché non ricorrono, nello stesso modo in cui è ricorsa questa donna, per impedire questo obbrobrio?

Si può fare questo invece di non volerne parlare, invece di voler stare zitti, invece di non voler combattere anche sulle leggi legittime, che dite di aver fatto voi, che però presentano delle storture, come questa, sulla quale non volete intervenire, della quale non volete parlare, della quale fate finta di non interessarvi.

Allora, poiché parliamo di isole minori e stiamo parlando, ripeto, di Santo Stefano e di Caprera, su queste due isole vogliamo cementificare, vogliamo raddoppiare le cubature da una parte e insediarle dall'altra, oppure pensiamo che questa donna, a 84 anni, stia facendo una battaglia giusta e la possiamo appoggiare per non lasciarla sola, perché questa battaglia si possa vincere? Perché a La Maddalena, invece di adeguare i progetti al PUC, si è adeguato il PUC ai progetti, e questo non scandalizza nessuno. Allora, se vogliamo fare questo, lo facciamo assieme, ma bisogna farlo, non bisogna stare zitti, non bisogna essere complici in un silenzio che non piace a nessuno, manco a voi, però il fatto che restiate zitti non vi assolve.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io rispondo a titolo personale: sono della partita, onorevole Sanna, io ci sono, ho letto adesso l'articolo da cui nasce la sua proposta per cui non ho avuto modo di parlarne col Gruppo; eventualmente formalizzeremo in seguito l'adesione del Gruppo dell'Italia dei Valori a questa proposta. Però noi ci siamo, ma ci siamo non perché vogliamo rimangiarci una scelta fatta due anni fa, un anno mezzo fa, ma perché questo provvedimento di legge, se approvato, cambierà totalmente i presupposti su cui anche l'iniziativa di creazione di un polo turistico di eccellenza mondiale era stata pensata.

La creazione di un polo turistico di eccellenza mondiale nello straordinario paradiso dell'arcipelago di La Maddalena era stata pensata in un'ottica in cui era ancora vigente la legge salvacoste. Era vigente l'idea, la filosofia del Piano paesaggistico regionale. Quindi quell'idea presupponeva quello che io ho chiesto invano finora di poter fare in questa Aula, su questo benedetto o maledetto provvedimento, cioè facciamo una riflessione veramente sul potenziamento delle strutture ricettive alberghiere, sul tessuto dell'industria alberghiera.

Perché stiamo parlando di industria alberghiera in linea con quello che voi avete proposto anche nel Piano di sviluppo regionale e che segue le linee del programma della coalizione "Insieme per la Sardegna" o "Sardegna insieme" di sei o sette anni fa. Voglio dire che sono presupposti di un ragionamento che va oltre la contingenza di sei mesi di cantieri aperti, ben vengano 10, 20, 30 40.000 posti di lavoro; ma mi è venuta un'idea, Assessore, gliela voglio sottoporre.

Supponiamo che si chiedesse alla Sardegna di realizzare delle fabbriche per costruire lampadine ad incandescenza; ora, noi sappiamo che le lampadine ad incandescenza stanno per essere, giustamente, espulse dal mercato dei prodotti dell'elettricità in quanto hanno un consumo elevato a fronte di un rendimento assolutamente insufficiente. Ebbene, costruendo queste fabbriche noi creeremmo dei posti di lavoro, ma con quali prospettive? Uguale discorso potrebbe essere fatto se volessimo creare delle fabbriche per realizzare modelli di macchine da scrivere Olivetti di trent'anni fa. Cioè stiamo chiedendo ai sardi, che hanno soldi da investire, di investirli in un settore che non ha futuro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Io da diversi giorni sento fare una riflessione dall'onorevole, e amico mio sassarese, Giacomo Sanna, il quale richiama all'attenzione di questa Aula una procedura utilizzata in questi ultimi anni, una volta adottato il Piano paesistico regionale e in attesa che nelle varie realtà si ultimassero i piani urbanistici comunali.

L'onorevole Sanna ha criticato alcune situazioni specifiche e su questo nulla quaestio; tra l'altro ognuno vede e giudica una situazione specifica dopo che la conosce bene e, allora, dà il proprio personale giudizio che può essere positivo o negativo.

Il problema che io affronto è un problema di fondo. La Regione Sardegna, con le procedure previste dallo Stato italiano, ha predisposto un Piano paesistico regionale, condiviso o non condiviso dai singoli ha poca importanza, che è stato condiviso da un'Assemblea eletta, questa, qualche anno fa, in attesa che i piani urbanistici comunali venissero predisposti per dare la possibilità di fare comunque delle cose che potessero rientrare nei futuri disegni di sviluppo dei comuni, e c'era la possibilità di stipulare queste intese.

Queste intese, però, se io non ricordo male, coinvolgevano dei singoli, gli amministratori locali di quel territorio e la Regione. Ora il singolo intervento si può condividere o meno, non ci voglio entrare, per carità su certe cose magari mi troverò d'accordo con l'onorevole Sanna, però non si può contestare, a mio modestissimo parere dato che non ero presente in quest'Aula sei mesi fa, la possibilità comunque data ai comuni di effettuare proposte di intesa (il Comune di Sassari avrà richiesto minimo 50 proposte di intesa su singole questioni) fino alla approvazione del PUC, non si può contestare quel principio che è sacrosanto.

Come non si può contestare il principio che i PUC vanno approvati per non andare avanti a forza di intese; e noi invece con questo provvedimento stiamo dicendo che i PUC non servono e stiamo disincentivando le amministrazioni comunali a mettere in piedi degli strumenti che consentono, solo essi, di evitare quegli scempi di cui si è parlato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Devo dire che anche questa mattina per la verità se ne stanno sentendo di tutti i colori, con argomentazioni che non hanno attinenza con il testo dell'articolo in esame. E'stato detto, addirittura, con il richiamo alla sentenza dei giudici della Corte costituzionale, che è stata ripristinata la legalità; ma io avrei voluto vedere l'onorevole Porcu puntare l'indice nella scorsa legislatura (e fra qualche giorno qualche vicenda giudiziaria sarà chiamata all'esame dei giudici dei tribunali cagliaritani) e dire: vogliamo che venga ripristinata la legalità. Ma di che cosa stiamo parlando? Ma faccia un esame di coscienza, lei, e lo faccia anche la sua parte politica!

Stiamo parlando di cose serie, non stiamo affrontando i piani della finanza virtuale di qualcuno assente anche stamattina, stiamo parlando del Piano casa che interessa non alcuni, ma i sardi.

E allora io invito pacatamente qualcuno a guardare anche in casa propria e a valutare se è davvero nelle condizioni di dare lezioni ad altri su questi temi, e qui mi fermo. Con questa opposizione talebana, intransigente, fondamentalista noi non dialoghiamo e non ci interessa dialogare; noi continueremo a dialogare con quella parte di opposizione che, come è successo ieri, ha dato un contributo fattivo, con quella parte di opposizione vogliamo continuare a confrontarci perché qui davvero si utilizza tutto e il contrario di tutto pur di non entrare nel merito delle questioni.

Questioni sulle quali apprezziamo gli interventi, sui quali possiamo anche non essere d'accordo ma comunque lucidi, dei colleghi della sinistra che forse hanno capito finalmente l'importanza di questo disegno di legge che è atteso dai sardi e che, dal nostro punto di vista, rilancerà il comparto edilizio che anni di legislazione vincolistica e di divieti, che voi avete introdotto, hanno messo sul lastrico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Si è fatto un richiamo a un principio, sacrosanto e fondamentale, secondo cui i progetti devono adeguarsi agli strumenti di pianificazione, agli strumenti urbanistici, ai piani urbanistici comunali. Spesso, però, succede che proprio i piani urbanistici e gli strumenti di pianificazione non vengono posti in essere perché cercano di dare soddisfazione alle progettazioni, ai progetti e alle idee; e penso ancora una volta al "caso Alghero" il cui piano urbanistico comunale, pur essendo pronto dal '98, ancora non è stato approvato perché tenta di inseguire e dare le risposte ai progetti in cammino.

Questa considerazione attiene anche a questo provvedimento di legge che, a nostro avviso, cerca proprio di percorrere questa strada; una strada che non è richiesta dai sardi, se non forse da una minima parte, perché la maggior parte dei sardi sarà esclusa dalle disposizioni di questa legge. Penso soprattutto a quei sardi che aspettano con preoccupazione, e vivendo situazioni drammatiche, una risposta per la prima casa, e invece si trovano di fronte un provvedimento che a loro non darà soddisfazione. Magari, così come ci hanno detto la Giunta regionale e l'Assessore, un provvedimento in questa direzione si farà, si farà successivamente quando la situazione sarà sicuramente molto più compromessa.

Questa legge, nonostante il tentativo fatto in quest'Aula di trovare indicazioni precise in merito alle date (ieri sera in qualche modo si è raggiunto un accordo su questo), continua a rimanere vaga, vaga sull'intervento a favore del patrimonio esistente. Io ancora una volta quindi insisto nel dire che sarebbe opportuno certificare quello che sta accadendo oggi in Sardegna, quello che si sta mettendo in movimento oggi in Sardegna, per le aspettative che questa legge sta creando.

Sarebbe un modo di fare giustizia in ogni caso e comunque attraverso un testo di legge che noi non condividiamo, che noi avversiamo, ma che vorremmo e cercheremo di rendere almeno un po' più equo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io, ovviamente, mi candido nella categoria dei lucidi di testa che ci ha rappresentato poc'anzi l'onorevole Pittalis. Io mi rivolgo soprattutto a lui per dire, per l'ennesima volta, che mi rendo conto che può essere un tedio da parte di chi ascolta, non è che non si capisca che può apparire tale (penso che tutti quanti abbiamo gli strumenti minimi per comprenderlo), e tuttavia io eviterei, non credo che tra noi ci siano coloro i quali vogliano scimmiottare le pratiche talebane, per quanto in un'Assemblea elettiva o altro.

Il problema è un altro, onorevole Pittalis; noi abbiamo presentato una proposta di legge, l'abbiamo presentata perché riteniamo, dal nostro punto di vista, che la vostra proposta non risponda agli interessi che noi pensiamo di dover rappresentare, molto semplicemente. Ognuno di noi è espressione di interessi, ognuno di noi è più rispondente a un insediamento sociale. Noi siamo convinti di interpretare i bisogni, le attese, le ansie, le paure del nostro insediamento sociale.

Abbiamo studiato con attenzione il vostro testo, a partire dai nostri colleghi che fanno parte della Commissione, non ci sembra, onestamente, un testo che risponda agli interessi che noi rappresentiamo. Per questo abbiamo presentato una nostra proposta, quella proposta non è stata minimamente presa in considerazione. La ritenete, ovviamente, non rispondente agli interessi che voi rappresentate, e che rappresentate bene nel testo di legge che avete proposto. Non vi si può dire che non li rappresentate, però, comprendete, siamo su posizioni diametralmente opposte.

Ma che cosa vorreste che facessimo in una situazione come questa? Dopo che presentiamo una proposta di legge, poiché non siamo d'accordo sulla vostra, vorreste forse che restassimo a guardare? Noi, sino alla fine, caro onorevole Pittalis, eserciteremo tutte le nostre funzioni per tentare di rimettere in discussione, in qualche maniera, quel vostro dispositivo. Mi riferisco in particolare all'articolo 5, dove si rimette mano anche ai palazzi concedendo un aumento di volumetria sino al 45 per cento. Con questa norma voi, sì, rispondete ad interessi; rispondete ad interessi di pochi costruttori, ed è uno schiaffo a chi invece attende interventi per la prima casa. Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 23 e 205, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Marco e Uras hanno votato a favore e che i consiglieri Capelli, Dedoni e Murgioni hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: BARRACCIU - CARIA - COCCO Pietro - CUCCU - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - SABATINI - SALIS - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 54

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 15

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 131.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' mia ferma intenzione riconquistare la fiducia del collega Pittalis, e quindi intervengo nel merito dei problemi. Il comma 1 è un esempio illuminante di propaganda a costo zero, nel senso che "la Regione", si dice, "promuove". Uno si attenderebbe, dopo un termine di questo genere, la individuazione degli strumenti attraverso i quali questa promozione viene fatta, cioè la promozione individua un'azione diretta della Regione, non indiretta. E la Regione, infatti, parla ma non individua in che cosa consiste la promozione, se non nell'affermazione che non c'è una lira.

In questo comma non si dice neanche "attraverso che cosa". Mentre nelle altre parti avete esplicitato, questo è un comma abbastanza sibillino, perché poi continua dicendo: "Su tutte le infrastrutture che necessitino di essere adeguate in relazione ai requisiti". Io sono proprietario di una casa, viene l'Assessore regionale e mi dice: "La sua casa necessita", e io gli rispondo: "No, non necessita", e possiamo andare in giudizio, perché uno dice che necessita e l'altro che non necessita. Chi determina la necessità?

Per altri casi avete deciso che lo stabilisce questa fantomatica Commissione di esperti che in teoria, per coerenza, sarebbe dovuta entrare anche in questo campo, per il semplice fatto che entriamo negli ambiti vincolati; perché (così come entro i 300 metri) i centri storici della Sardegna, oggi, sono tutti zone di interesse paesaggistico. Pertanto questa Commissione, a cui non si fa cenno in questo articolo, dovrebbe entrare nel merito anche di questo problema, per quanto ci sarebbe da impazzire, lo capisco, se tre persone dovessero far fronte a tutto questo carico di lavoro.

Però non è coerente, è contraddittorio, perché ci vuole un'autorità che decida e dia priorità, ma è anche vero che questa priorità, seppure fosse data, rimarrebbe rimessa alla buona volontà del proprietario che, se non ha nessuna intenzione, nonostante la premialità volumetrica, quell'immobile lo lascia così come'è.

Ora, il termine "promuovere" nella sua formulazione legislativa implicava un qualcosa di più che mettesse in moto questo processo; e questa è la dimostrazione che il dispositivo rimane una buona intenzione, perché la Regione non collabora in maniera strutturale a far sì che questa demolizione e ricostruzione dell'incongruo avvenga con una vera incentivazione che non è quella volumetrica, è quella di reperire le aree, è quella di fare le permute, è quella di fare altre cose.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sono in votazione gli emendamenti numero 24 e 207, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Effettivamente, come dicevo prima, questo tipo di articolo è anche abbastanza pericoloso e sperequativo. Supponiamo infatti che uno aderisca per cui possa costruire con premialità; si troverà in una condizione per cui gli verrà dato un terreno in zona B, quindi si sposterà da zona A a zona B o, peggio, da zona B a zona C, ma vale lo stesso. A questo punto, si deve confrontare con quelli che hanno già costruito, ma ai quali è stato concesso un incremento volumetrico del 20 per cento; si trovano pertanto nella stessa zona, a fianco, cittadini che hanno usufruito del 20 per cento, e altri, solo perché provenienti da un'altra zona, che usufruiscono del 40 per cento.

Che cosa succede? A parte l'ingiusta sperequazione fra cittadino e cittadino, succede che se io sono in zona B e sono abilitato a costruire il 40 per cento in più, mentre ho una casa a un piano sia da un lato che dall'altro, posso fare tutto quello che mi pare distruggendo quell'altra parte di tessuto connettivo urbanistico di zona B che in qualche modo dev'essere salvaguardato. E questo avverrà per il semplice fatto che non c'è nessun controllo, perché questa azione presuppone la non vigenza e la non applicazione dei piani particolareggiati.

Se voi aveste disposto che l'intervento rientrava comunque nella logica e nella linea data dai piani particolareggiati, che hanno disegnato una modalità di ricostruzione del tessuto urbanistico, io l'avrei capito, ma questo non c'è, e non c'è neanche una autorità terza, cosiddetta, di esperti che dia delle indicazioni. Vi rendete conto che questo implica la giungla? E che quello che noi vorremmo fare in futuro, cioè recuperare le zone B dell'edificato per connetterle meglio alle zone A, diventa l'anticamera della distruzione di quel minimo di tessuto ancora di buona qualità che rimane nelle zone B? Un tessuto che spesso non viene inserito nelle zone A perché altrimenti diventa troppo larga la maglia all'interno della quale anche gli incentivi che la Regione ha voluto dare con la legge numero 29/98 devono essere distribuiti; questa è la realtà dei fatti.

Ho svolto queste considerazioni per sottolineare che questo è un articolo molto pericoloso, molto anarchico, da un certo punto di vista, e molto ingiusto rispetto ai singoli cittadini.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta di eliminazione di questo comma nasce dal fatto che noi continuiamo a vedere una pericolosità soprattutto nell'intervento previsto a giustificazione di una serie di considerazioni quali il miglioramento della qualità e degli aspetti architettonici. Io mi chiedo se voi tutti siete consapevoli di quello che è accaduto in questi anni nelle nostre città, dove sono state introdotte numerose sollecitazioni per tentare di migliorare la qualità architettonica del costruito di qualità pessima, senza una linea, e l'esempio lo vediamo tutti i giorni.

Io credo che non sia il caso di ritornare ai modelli del ventennio che, qualitativamente, sono stati sicuramente in grado di esprimere cose importanti e significative; stiamo conducendo una battaglia a favore di Fertilia e delle altre città di fondazione, ma di Fertilia in modo particolare anche per la posizione che occupa nel territorio di Alghero, fronte mare. Credo sia un patrimonio della collettività sul quale noi aspettiamo ancora un segno di attenzione da parte della stessa Giunta regionale per mettere in moto il meccanismo di recupero di quel patrimonio.

Non è stato previsto, però, nessun aumento volumetrico, anche perché noi continuiamo a sostenere che i miglioramenti architettonici debbano avvenire senza quella premialità volumetrica che creerà comunque conflitti soprattutto nei confronti di chi, magari, non sarà nelle condizioni di porre in essere l'intervento che gli consentirebbe di realizzare quei volumi.

Nei casi specifici, poi, all'interno delle zone B, Alghero nelle zone B1 e B2 consente la demolizione, dopo aver, badate, approvato un piano particolareggiato di dettaglio (esaminato isolato per isolato, edificio per edificio), costato fior di denari all'amministrazione comunale, nel quale si dice che a seguito di abbattimento si può costruire con il massimo della volumetria consentita indicata dagli indici; e oggi invece questa norma che cosa introduce? Introduce la possibilità anche di aumenti volumetrici in un'area già satura, congestionata, super congestionata, e credo voi tutti comprendiate che la situazione all'interno delle aree urbane consentirà una premialità solo in termini di quantità, ma sicuramente non di qualità. E' per questa ragione che noi ci opponiamo a qualsiasi ipotesi di questo genere.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 24 e 207, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 132, 210 e 335, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La buona intenzione contenuta in questo articolo, secondo me, ma capisco che voi non possiate contraddire tutto il resto dell'impianto, avrebbe avuto bisogno, anzi, è quasi una necessità, dell'intervento dell'autorità comunale. L'autorità comunale, di fatto, non può intervenire se non dal punto di vista perimetrale. Ma, secondo voi, il comune dovrebbe deliberare una deroga all'indice di fabbricabilità e di altezza sapendo che è in vigore la legge numero 45/89 che lo vincola a un piano? Dovete scrivere che i comuni possono derogare alla pianificazione urbanistica comunale, perché l'ufficio tecnico altrimenti non autorizza, perché un pubblico dipendente, in questo caso dell'ufficio tecnico, ha il dovere di sottostare a determinati regimi.

Assessore, vi do un suggerimento (voi non l'avete voluto fare, però, sostanzialmente, siete ancora in tempo) che, se accolto, vi permetterebbe un atteggiamento più nitido, perché vi assumereste le responsabilità relative: perché non rescindete in via unilaterale l'accordo con lo Stato? Andate in Giunta e revocate il Piano paesaggistico, assumetevi questa responsabilità, fatelo! Pur con tutto quello che, io capisco, potrebbe derivarne, sarebbe un atto di serietà, un atto di lealtà nei confronti del popolo.

Perché dovete imbrogliarlo con questo provvedimento? Perché, quando vi stiamo dimostrando che a ogni angolo e a ogni tornante di questa strada tortuosa vi schiantate contro la legalità? Ma fate la cosa più giusta, più lineare e più semplice: ritirate il disegno di legge, fate una rescissione unilaterale, si può sempre fare, dell'Intesa con lo Stato, glielo comunicate e poi revocate il Piano paesaggistico.

Ci affronteremo poi nei territori della Sardegna per scontrarci sul merito di questa scelta politica, ma siate leali nei confronti dei sardi, non vi chiediamo di esserlo con noi, perché noi siamo oggetto della disputa e del contenzioso politico, ma siatelo almeno nei confronti di coloro a nome dei quali parlate, come ogni tanto sento dire in quest'Aula: "In nome del popolo sardo", ma quale nome del popolo sardo! Nessuno ci ha dato questa qualifica se non ce la guadagniamo ogni giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, io ho ascoltato prima con attenzione l'intervento dell'onorevole Pittalis e sono rimasto interdetto quando ha parlato di "opposizione talebana" in riferimento alle modalità con le quali questo sparuto gruppo di consiglieri regionali cerca di condurre una battaglia politica per evitare che venga approvato in Regione un provvedimento che, a ragione o a torto, non condivide, ma in politica nulla è oggettivo.

Poi ho ascoltato con attenzione, senza intervenire, gli interventi dell'onorevole Gian Valerio Sanna e dell'onorevole Carlo Sechi; sinceramente non credo si possano definire "talebane"le riflessioni con cui si cerca di mandare un messaggio di non condivisione di un provvedimento di legge e se ne mettono in evidenza, con serietà e con ricchezza di argomentazioni, i limiti e i danni che possono derivarne dal punto di vista politico e culturale e, dal punto di vista concreto, al paesaggio e ai centri storici. Io continuo ad insistere sul fatto che non sarà mai messo in evidenza a sufficienza il danno che dal punto di vista delle coscienze viene prodotto da un provvedimento di legge di questo genere.

Credo pertanto che sia assolutamente ingiusto non riconoscere, invece (però è nei diritti di chi lo fa e, quindi, anche dell'onorevole Pittalis), che questa opposizione si sta confrontando in maniera concreta su un testo di legge che non condivide, della cui responsabilità si vuole scaricare per lasciarla tutta alla maggioranza che l'ha proposto e che lo porterà avanti. L'opposizione non si sottrae però al dovere, oltre che all'obbligo, di contribuire, ove possibile, a migliorarlo per limitare i danni; il provvedimento di legge si presenta infatti in alcuni punti pessimo e in altri assolutamente inaccettabile. L'opposizione lavora perciò perché quei punti assolutamente inaccettabili vengano soppressi, e questo in alcuni casi si è anche riusciti a farlo. Speriamo, cammin facendo, che si ottenga qualche altro risultato. Questo non vuol dire che voteremo a favore di uno provvedimento che, comunque, non condividiamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io vorrei riprendere una riflessione che facevo con l'Assessore sempre relativamente alle demolizioni, ricostruzioni di alberghi, di case, eccetera. Noi tendiamo sempre alla fiducia e alla speranza, ma io non so quanto i nostri appelli e le nostre richieste possano essere accolti per il livello di discussione che si sta avendo in quest'Aula su un provvedimento che è importante per la Sardegna, importante in termini positivi quanto in termini negativi se non viene corretto.

Io voglio tornare sui problemi dell'occupazione, egregi Assessori e colleghi consiglieri. Questo provvedimento può essere uno strumento, insieme agli altri provvedimenti, utile per gestire l'emergenza sociale che la Sardegna sta vivendo, perché la Sardegna sta vivendo una grave emergenza sociale a cui, come legislatori, dobbiamo cercare di dare una risposta sia nell'immediato che in una visione di prospettiva.

Allora, legando la proposta che è stata fatta di sostenere il ricorso di una privata cittadina sarda contro un eccesso di volumetria che potrebbe rischiare di compromettere dei gioielli ambientali che il mondo ci invidia, al fatto che tutte, dico tutte, nessuna esclusa, le forze politiche concordano nel dire che finora in Sardegna, al di là delle eccezionali opportunità ambientali, storiche, gastronomiche, vinicole, tutto quello che vogliamo, che si possono mettere in campo come una straordinaria opportunità di valorizzazione dell'industria turistica, si continua a fare l'errore di pensare…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione gli emendamenti numero 132, 210 e 335, uguali. Chi li approva alzi la mano. Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 25, 211 e 213, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Parlavamo prima del comma 3, a proposito del quale si è cercato stamattina di enfatizzare con termini molto tecnici la questione della riduzione dell'indice di prestazione energetica. Io non sono un esperto che vi può dire le cose al millimetro, ma grosso modo il 10 per cento di risparmio energetico si ottiene cambiando gli infissi e mettendo il vetro camera. Non è un grande risultato; eppure su questo sta passando l'idea che noi faremo un risparmio energetico. Ma lo sappiamo come funziona, lo sappiamo benissimo.

Noi, infatti, abbiamo proposto una quantità minima un po' diversa da questa, perché impegni a entrare nel merito sulle tecniche costruttive che implicano davvero una considerazione del tutto diversa. Però l'articolo è abbastanza singolare perché voi trattate in esso questioni contraddittorie. Al comma 3 infatti parlate prima degli immobili in aree di particolare valore paesaggistico - e insisto nel dire che tra queste aree ci sono i centri storici, i 370 centri storici della nostra isola sono beni paesaggistici oggi, a legislazione vigente - e poi dite che, a eccezione di quelli aventi meno di 50 anni, nelle zone A si fa un ragionamento del tutto analogo a quelli di cui al comma 2. Dobbiamo decidere; se le aree che sono nel centro storico sono beni paesaggistici soggiacciono al comma 3, se rientrano nel comma 6 sostanzialmente sono sottoposte a un regime diverso e quindi bisogna combinarli. Soprattutto bisogna creare delle condizioni egualitarie nelle disposizioni che si propongono ai cittadini perché diversamente c'è una sperequazione e una sperequazione genera, anche nel nostro contesto sociale, una sostanziale impraticabilità della norma, se incentivo si vuole dare.

Il non stare attenti al fatto che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, oltre che gli stessi doveri, è una cosa sbagliata dal punto di vista del legislatore, perché la perequazione delle opportunità è un dovere, nostro, quotidiano. Non possiamo distinguere fra albergatori che stanno in riva al mare, che già hanno quella fortuna, e quelli che stanno più indietro e che magari sono stati più virtuosi, e così via.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Anche questo è un comma del quale noi proponiamo all'Aula la soppressione in riferimento al fatto che suscita più di una perplessità. Se noi cerchiamo di comprendere la filosofia e la ragione della proposta contenuta nel comma diremmo che è quella di sgomberare la fascia dei 300 metri dal mare o di alleggerirla o, prendendola in considerazione particolare, di cercare di introdurre un meccanismo che tenti di spostare, attraverso una premialità, mi sembra anche molto consistente e considerevole, i fabbricati oltre i 300 metri dal mare.

Allora, io in questo provvedimento vedo soprattutto la vostra contraddizione quando si concede una premialità anche ai volumi che rimarranno all'interno dei 300 metri dal mare. Non trovate voi in questo provvedimento, come dire, una vostra preoccupazione legittima che noi naturalmente condividiamo e apprezziamo anche se non l'avremmo proposta in questo modo? Perché la preoccupazione di edificare dentro la fascia dei 300 metri dal mare è da voi avvertita ed è avvertita soprattutto e messa in evidenza in questo comma che suggerisce, si preoccupa, cerca di trovare delle possibilità per sgomberare e liberare una fascia di grande interesse.

Nello stesso tempo però, è qui la contraddizione, nelle altre parti della legge si trovano comunque criteri e formule di premialità per chi, in ogni caso, rimarrà all'interno di quell'area. Diverso sarebbe stato l'intervento di riqualificazione e miglioramento architettonico della struttura senza premialità; ma allora perché insistere comunque su una norma laddove, e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza, non c'è una condivisione piena all'interno della maggioranza stessa? Quindi su questo problema dovevamo riflettere e ne abbiamo ancora la possibilità.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 25, 211 e 213, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 26 e 215, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche quella di cui parlerò è una forma di demolizione e in parte di ricostruzione. Noi ve l'abbiamo suggerita, Assessore, nella nostra proposta di legge, ma ovviamente come tutte le cose che hanno una firma scivolano via senza essere neanche lette. Noi abbiamo, non nelle grandi città ovviamente, ma nella stragrande maggioranza delle nostre comunità, un assetto urbanistico delle zone B molto particolare che alcuni chiamano "effetto ciambella". Che cosa significa? Molta parte del tessuto urbanistico già completato nei nostri paesi contiene all'interno dei perimetri vuoti. Perché?

Perché nel momento in cui nei nostri paesi venivano realizzate le case, quando non c'erano ancora i Piani urbanistici o i Piani regolatori generali, si configuravano le strade e si chiudevano gli isolati mantenendo al centro l'orto, spazi ampi derivanti dal frazionamento della proprietà. Poi sono entrate in vigore le lottizzazioni e le zone C e, quindi, questo assetto si è andato consolidando.

Ora, uno dei suggerimenti che noi davamo, proprio per ottimizzare gli spazi, prevedeva che i comuni individuassero degli immobili, magari fatiscenti, da espropriare e acquisire per entrare dentro queste ciambelle. In questo caso io avrei dato ai proprietari un incremento volumetrico per intensificare la densità abitativa nelle zone B portando gli indici, magari, dal 3 al 3 e mezzo. In questi contesti infatti i rapporti di densità volumetrica sono sotto il limite e spesso i rapporti di copertura rispetto al lotto sono ampiamente al di sotto dello 0,50 di quei limiti che vengono imposti.

Ottimizzare quelle aree sarebbe stata un'attività di grande pregio, di grande diffusione nelle nostre piccole comunità, che avrebbe concorso anche alla valorizzazione dei centri storici svolgendo un'azione complementare di rivitalizzazione. Azione che aveva bisogno, appunto, di uno strumento straordinario che, in questo caso, si sposava molto bene con un incentivo straordinario all'edificazione, risolvendo anche molti problemi di tante famiglie che avrebbero potuto costruire la casa ai propri figli.

Questa patologia esiste perché gli studi sono stati fatti, ci siamo permessi di suggerire questo intervento ma, come sempre ovviamente, gli si dà un valore negativo (non si legge neanche la proposta), non perché abbia un valore negativo in sé, ma perché l'ha proposto l'opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intervengo al fine di sottolineare che, per esempio, non si è presa in considerazione l'opportunità di valorizzare il patrimonio edilizio esistente al di fuori della fascia E. Io ho letto con molta attenzione (a me è servito) l'articolo che poi, Assessore, anche pubblicamente le ho, tra virgolette, consigliato (non mi permetto di consigliare niente) di leggere con attenzione; si tratta della relazione finale sul disastro di Capoterra e rimaniamo pertanto in tema rispetto a demolizioni, volumi, eccetera.

L'articolo de "La Nuova" su Capoterra è veramente raccapricciante perché, se quello che scrive il giornalista è vero, possiamo dire che nel 2008 noi siamo stati a un pelo da un disastro di dimensioni epocali e non ci siamo arrivati perché magari è piovuto venti minuti in meno rispetto alla soglia "x". Però, quel disastro micidiale può ricapitare a Capoterra, a Budoni, può capitare a Muravera e a Villaputzu, nelle fasce che vengono utilizzate normalmente per costruire e che sono invece gli spazi che la natura si è costruita in millenni di storia e che poi si riprende, prima o poi se li riprende!

Mia figlia andava a giocare al Tennis club "Poggio dei Pini" da bambina. Il Tennis club "Poggio dei Pini" è stato spazzato via completamente. Perché? Perché quella struttura sportiva era stata ubicata nell'alveo di un fiume. Perché dico queste cose? Perché è giusto porsi il problema, ed è un problema serio, di liberare quello che, storicamente, è definibile come un carico antropico illegale o, definiamolo meglio, innaturale. Diamo degli incentivi per poter demolire e ricostruire? In merito io sostengo quanto detto adesso dal collega Gian Valerio Sanna relativamente agli incentivi nelle aree urbanistiche B dei nostri comuni; lo sostengo completamente perché veramente una riflessione su questo punto potrebbe aiutarci, a dare risposte ai problemi dell'edilizia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, nel leggere il comma 4, e quindi nel dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 26 che lo sopprime, si percepisce chiaramente la questione della concessione edilizia. Approfitto di questo intervento, Assessore, per riportare all'attenzione, sua e dei colleghi della maggioranza, il problema della considerazione e del rispetto delle autonomie locali in questo disegno di legge. Lo ripropongo, forse in maniera ripetuta, anzi sicuramente in maniera ripetuta, perché rimanga agli atti che in questo disegno di legge le amministrazioni comunali sono superate, sono sorpassate, sono trascurate rispetto al loro ruolo più importante, quello della pianificazione.

Se deroghiamo agli strumenti urbanistici, questo significa che consentiamo deroghe rispetto agli strumenti che le amministrazioni comunali utilizzano per la pianificazione del proprio territorio e lo facciamo, a mio avviso, senza considerare gli effetti che possono derivarne. Questo lo dico con serietà, lo ripeto, a seguito della disponibilità manifestata ieri in quest'Aula dall'Assessore nel recepire alcuni suggerimenti positivi provenienti da questi banchi, pur nella diversità di opinioni che abbiamo su questo progetto di legge.

Assessore, questa delle autonomie locali, secondo me, è una questione che va affrontata, va recuperato un passaggio di tutti questi interventi, così come avviene anche nelle altre regioni, nelle delibere del consiglio comunale. Va recuperato nel momento in cui questo ci viene chiesto con grande forza dall'ANCI, ci viene chiesto con grande forza dal Consiglio delle autonomie locali.

Nella scorsa legislatura, io dico giustamente, siamo stati richiamati ripetutamente perchè venivano trascurati sia il Consiglio delle autonomie locali che l'ANCI. Mi riaggancio a questo comma proprio per dire che questa è un'opportunità, per ripristinare alcune regole, importanti, che non ci consentiranno chiaramente di votare assolutamente a favore di questo disegno di legge perché non ne condividiamo la filosofia, tant'è vero che ne abbiamo presentato un altro, però sicuramente aiuteranno a far sì che venga esitato da quest'Aula un provvedimento di legge che crei i minori danni possibili ma anche, eventualmente, quei vantaggi anche di natura economica che vi ponete come fine.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 26 215, uguali. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 26 e 215, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che i consiglieri Capelli, Dessì, Gallus, Piras e Sanna Paolo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: BRUNO - MARIANI.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 38

votanti 37

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 2

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Sono in votazione gli emendamenti numero 27 e 217, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento sopprime il comma 5 che disciplina la rimozione ma stabilisce di non applicarla nei 300 metri perché, coerentemente con la ripresa dell'attività edilizia nei 300 metri, zone vincolate, i volumi nei 300 metri bisogna mantenerli. Cioè dove sarebbe più necessario magari fare una valutazione dell'incongruo, li manteniamo.

Questo dice il comma 5 perché non si applica nelle zone extraurbane, cioè dove sono nati gli insediamenti abusivi sui quali sta lavorando la magistratura e dove incombono peraltro tutte quelle istanze di demolizione che, seppure tardivamente, stanno arrivando.

Consentitemi una domanda genuina e anche un po' infantile: ma questo provvedimento interessa i cittadini? Io penso di no, io penso di no, e la dimostrazione sta nel fatto che da qualunque parte si analizzi questo strumento, sembra davvero, mi perdoni Assessore, dettato da qualcuno esterno, dettato, letteralmente dettato perché non rispetta neppure i criteri minimi della composizione normativa e giuridica. Cioè se uno ci pensa e dice: devo fare l'interesse pubblico, ho detto quello che ho detto sul fatto che la fascia dei 300 metri è nelle condizioni in cui è, ho gli insediamenti abusivi, ci sono dei manufatti incongrui a maggior ragione lì dove il paesaggio e lo skyline è più delicato e dove veniamo apprezzati, lì non si può fare la demolizione e lo spostamento e forse sarebbe perfino anche auspicabile proprio in quei casi, lì non si tocca, perché?

E' ovvio il perché. Perché non è il cittadino in quanto tale l'oggetto, non è la visione urbanistica, cioè ormai l'urbanistica sta diventando secondo questa lettura una sorta di ammucchiata, ammucchiamo tutte le cose possibili mentre invece l'urbanistica è disegno, è tratto, è concezione, è riflessione, è tutta un'altra cosa.

Questa è un'ammucchiata, la deroga crea ammucchiata. E allora mi domando: perché non provvediamo visto che ci siamo a eliminare la concessione edilizia? Perché la concessione edilizia concede qualcosa rispetto a qualcosa. Individua una regola perché il pubblico concede, qui non ci sarà più bisogno di concessione, siamo in regime di dittatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Prima di tutto esprimo il voto contrario all'emendamento numero 27. Visto e considerato che non ho ricevuto risposta, e non dico neanche che non avevo dubbi, devo cambiare interlocutore e mi devo rivolgere all'assessore Asunis. Assessore Asunis, in merito a questa vicenda, parlo sempre di La Maddalena (per qualcuno che non ha buona memoria) e del ricorso della signora di 84 anni, ce ne fossero altre!, non posso pretendere che lei abbia letto il ricorso e non lo pretendo, ma nel momento in cui lei, dopo aver letto il ricorso, dovesse ritenere più che reale la situazione che su quell'isola e sulle isole minori si vive, le chiedo: "In merito a quel ricorso, qualora lei dovesse ritenerlo valido come Regione, perché la Regione Sardegna non interviene in sede di autotutela a ritirare gli atti e a porre nel nulla le intese?" Le intese sono undici, non è una, non è cosa di poco conto.

Io credo che questa sia una valutazione che debba essere fatta in modo ponderato, credo che debba essere valutata attentamente la validità di quel ricorso, ma dopo aver fatto questa valutazione, qualora la Regione avesse un interesse valido a quel ricorso, io credo che la Regione stessa per prima, visto e considerato che questa Aula non trova un riscontro, debba essere in grado di tutelare gli interessi dei sardi nel migliore dei modi.

Questa è una valutazione che deve essere fatta con serenità, con calma, ma deve essere fatta in modo approfondito perché quel ricorso merita attenzione; quell'attenzione che ha portato il comitato tecnico a sospendere momentaneamente quegli atti, ma davanti al TAR la signora, a parer mio, qualora quel ricorso fosse valido, non ci dovrebbe certamente andare da sola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine al ricorso della signora ultraottantenne (il riferimento è a La Maddalena), io vi devo dire sinceramente che non ho avuto modo di leggere il ricorso e quindi non ne conosco i contenuti. Qualora dalla lettura dei contenuti emergano degli elementi che non sono stati oggetto di preventiva valutazione e che abbiano una straordinarietà rispetto all'intero processo, ricordandoci sempre che l'atto sottoscritto dall'amministrazione regionale è anche sottoscritto dall'amministrazione provinciale e dall'amministrazione comunale, mi farò parte attiva nei confronti degli altri due sottoscrittori per una valutazione ulteriore congiunta, al fine di identificare i percorsi, qualora ce ne siano le condizioni, che superino alcune censure reali che allo stato attuale, però, non so se sussistono nel caso di specie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non voglio interloquire con il collega Giacomo Sanna, ma mi serve per entrare nel merito dell'emendamento. La signora ottantaquattrenne, alla quale auguriamo ancora lunga vita per poter continuare nella sua azione, io credo abbia fatto bene a presentare il ricorso se si è sentita lesa in un suo diritto, così come fanno bene tutti coloro che ricorrono. Però quell'accordo, che io personalmente non condivido perchè non condivido quel genere di interventi, è stato ricondotto comunque all'interno di un quadro normativo che consentiva di prevedere quell'intervento.

Quindi questo è un aspetto che però deve riportarci all'interno del discorso che abbiamo ora in quest'Aula, e cioè che tutte le pianificazioni e gli strumenti approvati devono essere rispettati, mentre invece il tenore di questa norma che abbiamo in discussione fa saltare tutti i criteri di programmazione. Io penso sempre a che cosa accadrà con tutti quegli strumenti che sono stati frutto di esami, di analisi, di richiese di documenti, di scontri politici, di mediazioni, e che alla fine, dopo lunghissimi iter, perché così accade in tutte le realtà della pianificazione urbanistica in Sardegna e non solo in Sardegna, sono arrivati ad una conclusione. Gli equilibri, i pesi e le misure sottoposti a un esame, valutati attentamente, che dovevano essere contenuti all'interno dello strumento definitivo, oggi saltano, e saltano attraverso un meccanismo che sembra far giustizia e distribuire a tutti in parte uguale percentualmente un volume, ma così non è.

E ritorniamo intanto al discorso che non tutti i sardi potranno accedere a questi interventi, e quindi al fatto che il principio informatore della legge crea una ingiustizia perché divide i sardi tra coloro che hanno e coloro che non hanno, coloro che hanno avranno ancora di più e coloro che non hanno avranno in qualche modo ancora di meno, perché la loro povertà si misurerà sulla ricchezza che gli altri accresceranno attraverso questo strumento di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, rinuncio.

PRESIIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Sul merito dell'emendamento e per riprendere l'argomento invece che ha sollevato l'onorevole Sanna, dico che non conosco il caso concreto (e non credo che sia obbligatorio nella nostra funzione di legislatori conoscerlo), quindi posso solo dire che, avendo spesso identità di vedute con l'onorevole Sanna, probabilmente il suo giudizio su questo fatto potrebbe anche coincidere con il mio, non do per scontato un parere diverso. Però questo intervento(lo diceva l'Assessore poco fa se non ricordo male) sembrerebbe essere frutto di un'intesa tra la Regione, il comune, la provincia, e i privati. Si è stilato un documento, si è concretizzato un progetto, si è detto che si poteva andare avanti, c'è qualcuno che viene danneggiato, e questo qualcuno sa a chi si deve rivolgere, il TAR, e contro chi deve eventualmente fare ricorso.

Noi oggi stiamo invece mettendo in moto un meccanismo che, di fatto, ho la sensazione tolga ad eventuali singoli cittadini, che potrebbero essere danneggiati da eventuali interventi decisi da imprenditori privati, con le modalità che stiamo approvando, la possibilità di fare ricorso. In altre parole può succedere che il percorso di un eventuale ricorso, possa essere, invece che facilitato per difendere gli interessi dei terzi danneggiati, osteggiato. Questo è un dato di fatto. Oggi noi, caro onorevole Giacomo Sanna, stiamo creando le condizioni affinché quella situazione che lei giustamente oggi difende, domani non possa essere difesa.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 27 e 217, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 28 e 219, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi pare che su questa questione di La Maddalena si stia discutendo in modo persino eccessivo. Assessore, il principio ispiratore delle intese prevede che se un soggetto, dei tre istituzionali, non è d'accordo l'intesa non si fa; per cui se la Regione ritira unilateralmente il suo assenso l'intesa decade. Quindi, siccome noi le abbiamo ratificate in Giunta regionale, lei vada in Giunta regionale e revochi l'intesa. Però poi bisogna vedere che cosa succede.

Io in linea di massima posso solamente accertare che nel campo delle cose che potevano essere legittimamente fatte, noi abbiamo stipulato l'intesa, e quelli che in quel momento la proposero erano legittimati a farlo dall'articolo 90 delle norme tecniche di attuazione, che consente la trasformazione delle doppie case, e qui si tratta di villaggi comunque residenziali, in strutture ricettive. In questo quadro si è fatta l'operazione. Poi oggi "andato via" anche il G8 ci interessa ancora meno.

Il ricorso fondamentalmente, per quello che si capisce, è infondato, perché quell'intesa non è in violazione del PUC, ma è subordinata alla realizzazione delle varianti necessarie per poter fare un albergo. Perché un albergo non si fa in una zonizzazione sbagliata, ma si fa in una zonizzazione appropriata, e quindi il comune avrebbe dovuto dimostrare, attraverso una variante apposita, che non so se sia stata fatta, di possedere ancora standard di zone G adeguate per ospitare gli alberghi. Se e dopo che questa variante sia stata approvata legittimamente il ricorso non ha più nessuna ragione d'essere.

Quindi l'intesa non è stata fatta in violazione, ma è stata fatta subordinando la realizzazione di quell'intervento alle varianti urbanistiche, legittimamente approvate, che possano essere realizzate. Quindi decidete voi, non mi sembra che ci sia uno scandalo, c'è poca informazione e c'è anche una sottile vena polemica su cose che bisognerebbe approfondire come sono avvenute. Da questo punto di vista, pertanto, se sono cambiate le condizioni per costruire alberghi in questa zona, io sono persino d'accordo che la Regione esprima la sua valutazione, però si metterà contro il comune, contro la provincia, contro gli utenti che ne hanno fatto istanza. Perché non è che la Regione ha deciso di farlo, ha risposto a un'istanza che proveniva da quel territorio, e quindi si farà carico anche di questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Esprimo il voto favorevole sull'emendamento in votazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, un'ulteriore riflessione su questo punto, già l'ho fatto altre volte, prima di tutto per dichiarare il voto favorevole ma anche per ricordare che l'elemento particolare del comma in questione riguarda gli edifici che hanno meno di cinquant'anni all'interno delle zone A.

Chi conosce i piani particolareggiati delle zone A sa benissimo che ogni edificio viene classificato, viene definito nei suoi aspetti architettonici e per ognuno viene anche stabilita all'interno del piano stesso la possibilità di incremento volumetrico. Molti di questi strumenti urbanistici, va detto, sono inficiati da elementi architettonici posticci rispetto al tessuto urbano dei centri storici che praticamente vengono così snaturati e resi non omogenei.

Credo di non dire nulla a quei sindaci che nei loro comuni hanno individuato la zona A, perché non tutti i comuni hanno delimitato il centro storico, e questo bisognerebbe che la Regione lo caldeggiasse proprio per tutelare, come più volte ho detto, la nostra identità, la caratteristica urbana che ci appartiene ed è quasi similare in tutta la Sardegna. Ebbene, questi edifici che non hanno nulla di pregevole sono quelli nati negli anni '50 con l'avvento del mattone, e il conseguente abbandono de su ladiri, i mattoni di fango, e delle pietre. Queste case oltrepassano solitamente gli indici e i limiti stabiliti dal Piano particolareggiato e si invita addirittura alla loro demolizione.

Noi in questo caso invece li premiamo e li facciamo ancora crescere, in altezza, perché essendo stretti all'interno del centro storico cresceranno sicuramente non in larghezza ma in altezza. Quindi, rendendo ancora più vano l'impegno e lo studio analitico e puntuale portato avanti dalle amministrazioni comunali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Intervengo innanzitutto per dichiarare il voto favorevole all'emendamento soppressivo e anche per ricordare all'Assessore il tema dei centri storici che abbiamo citato poco fa. Assessore, relativamente alla mia considerazione che nell'Intesa Stato-Regioni non è previsto l'intervento sui centri storici, lei mi ha risposto che sono fatte salve comunque le prerogative delle Regioni a Statuto speciale.

Ora io le ripropongo nuovamente il mio ragionamento: secondo me il centro storico (proprio come filosofia di intervento della legge) sarebbe dovuto essere uno di quegli elementi del tessuto della città sul quale non avremmo dovuto cimentarci con alcun tipo di intervento, per demandarne la disciplina ai piani particolareggiati. Avremmo avuto l'opportunità, lasciando questa tipologia di intervento alla pianificazione comunale, di affidare responsabilità ai comuni e di andare incontro alle loro esigenze.

In ogni caso, se non dovesse passare la proposta contenuta nell'emendamento di soppressione del comma 6, le dico un ulteriore aspetto secondo me importante. Quando noi facciamo riferimento ai beni immobili aventi meno di cinquant'anni, parliamo di contrasto con i caratteri architettonici e tipologici. Questo contrasto, Assessore, chi lo valuta? Io propongo, con l'emendamento numero 222, di inserire anche in questo caso la deliberazione del Consiglio comunale il quale ha la facoltà di verificare quali sono i caratteri di contrasto che vanno evidenziati.

Questo elemento, secondo me, sempre nel rispetto delle posizioni che noi esprimiamo in quest'Aula, consentirebbe di rendere il comma un po' più leggibile, un po' più plausibile rispetto alle sue finalità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Neanche io ho letto tutto il ricorso, comunque il voto è contrario all'emendamento, non v'è dubbio. Ma ciò che mi dispiace da parte dei colleghi, dei quali ho anche grande stima, è che si continui a far finta di nulla. Mi rivolgo all'ultimo collega che ha parlato, non me ne voglia, collega Manca, per sottolineare che delle intese su La Maddalena una si ripete su Caprera.

A Caprera dei bungalow di legno e paglia vengono trasformati, con l'aumento di cubatura del 25 per cento, in 300 unità abitative in muratura. Per voi questo è un fatto normale? Solo perché il PPR prevede le intese e lascia poi la discrezionalità al padrone di casa, per voi è normale che su Caprera ci siano trasformazioni di questo genere?

Nel contesto di un discorso che più ambientalista di così non può essere continuo a chiedervi: è pensabile questo tipo di trasformazione? O vogliamo dargli il senso, il modo più giusto, il termine più appropriato? E' normale che si insedino sull'isola di Santo Stefano, dopo che gli americani sono andati via, 45.000 metri cubi quando niente c'era? E noi subito, con una intesa, posizioniamo 45.000 metri cubi in un'isola minore? Ne vogliamo parlare? E' un fatto normale? Ci può interessare? O ci scandalizziamo, forse a ragion veduta, di un 10 per cento in più posizionato sui 300 metri, dove ce n'è? Ma dove non ce n'è e lo stiamo facendo ex novo, a me questo preoccupa, a voi no?

Proviamo a star zitti? Noi zitti non resteremo, io ho il ricorso davanti e continuerò a leggerlo e a informarmi fin quando voi stessi non avrete copia del ricorso e, leggendolo per intero, riuscirete anche a scandalizzarvi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Il ragionamento dell'onorevole Sanna, che stimo e quindi ascolto sempre con attenzione, sta a certificare esattamente quello che diciamo noi, e cioè che è necessario porre molta attenzione rispetto agli strumenti urbanistici che si mettono in campo, rispetto alle norme o rispetto alla sregolatezza delle norme che superano le norme esistenti.

Il rischio, onorevole Sanna, è esattamente quello che lei testimonia con questa notizia del ricorso della ultraottantenne. E poi le chiedo - molto sommessamente e sempre con stima e rispetto - se il ragionamento che fa lei ora non strida rispetto alla sua posizione favorevole alle costruzioni a ridosso della spiaggia, cioè all'interno della fascia dei 300 metri.

Non lo dico provocatoriamente, lo dico perché io condividevo con lei alcune perplessità su questo modo di procedere, sul tentativo di questo "decreto casa" di consentire colate di cemento e quant'altro. Io, però, credo molto nelle regole e le regole sono quelle proprie dello strumento dell'intesa; uno strumento che non piace molto neanche a me, in verità, l'ho criticato anch'io, però questa intesa parte dalla proposta del privato che trova accoglimento a seguito di una istruttoria degli uffici tecnici, di un esame delle varie commissioni competenti, dei consigli comunali di riferimento, per arrivare a chiudere presso l'istituto che la Regione ha creato per valutare il passaggio finale.

Io credo che questo sia un processo articolato che comunque garantisce una legittimità di procedure e garantisce anche la bontà dell'esito, posto che poi non sempre tutti possono essere accontentati. Ma se la regola in qualche modo crea difficoltà, non crea maggior difficoltà andare contro la regola con un provvedimento come questo, emergenziale, che non consente a tutti di verificare e di monitorare? Questo è l'interrogativo, questa è la preoccupazione che tutti noi segnaliamo e continuiamo a segnalare rispetto a questa fattispecie, ma anche rispetto al pacchetto complessivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 28 e 219, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Il Consiglio è riconvocato per questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 59.



Allegati seduta

LII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 8 ottobre 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 17.

RANDAZZO, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° ottobre 2009 (45), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Antonio Cappai, Mariano Contu, Michele Cossa e Radhouan Ben Amara hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'8 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:

"Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula. Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3. (Statuto speciale per la Sardegna)". (7/NAZ)

(Pervenuta il 6 ottobre 2009 e assegnata alla prima Commissione

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

RANDAZZO, Segretario f.f.,

"Mozione Dedoni - Vargiu - Cossa - Fois - Meloni Francesco - Mula, sulla realizzazione di un parco eolico offshore nel golfo di Is Arenas (Oristano)". (23)

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al

rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A che prosegue con l'esame dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, chiedo una sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 10 e 30.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, vorrei fare qualche riferimento alle manifestazioni di "nevrosi della fretta" che si è registrata in Aula in questi giorni; una "nevrosi della fretta" della maggioranza, come se questa fosse consapevole che tutto è già scritto, tutto è già chiuso: basta solo un'alzata di mano per chiudere l'argomento. Questo atteggiamento però è un'offesa per la democrazia; la democrazia prevede degli spazi per l'opposizione e noi intendiamo prenderceli tutti nel tentativo di dare il nostro contributo per frenare questo scempio che si sta consumando con il "Piano scellerato".

L'articolo 5, come i precedenti, a mio avviso rema contro la tendenza mondiale, che oggi appartiene anche ai Paesi del sud del mondo, al recupero, alla conservazione dell'ambiente e, non solo, anche alla conservazione della storia dei popoli. Purtroppo io lamento un grave stato di arretratezza politica, nel senso che in quest'Aula remiamo contro questa tendenza mondiale.

Da quello che ho potuto vedere, nell'articolo 5 non si parla ancora di valorizzazione delle caratteristiche tipologiche e architettoniche del patrimonio architettonico tradizionale, non si parla di introduzione di sistemi di edilizia sostenibile nelle nuove costruzioni al fine di migliorare la qualità funzionale e il benessere abitativo degli edifici, non si parla neppure di adottare strategie tecnico-fiscali per promuovere e facilitare il risparmio energetico e quello dell'acqua potabile, l'abbattimento dell'inquinamento acustico e delle emissioni nocive, l'adozione di materiali e di sistemi costruttivi esenti da sostanze tossiche e compatibili con le regole della bioedilizia, l'introduzione di incentivi per l'architettura sostenibile.

Credo che qui si parli di tutt'altro per cui, siccome i conti non tornano, io invito ancora l'Aula a cercare un dialogo per salvare il salvabile.

E con questo io concludo: è un appello.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dedoni, Dessì, Gallus, Greco, Mula, Planetta e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - BRUNO - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MARIANI - MELONI Francesco - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RODIN - SALIS - SANJUST - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - STOCHINO - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 40, viene ripresa alle ore 11 e 11.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi consiglieri, oggi riprendiamo i lavori in quest'Aula dopo che ieri sera si è verificato un fatto, secondo me, significativo. Ieri sera c'è stato un momento di riflessione che ha dimostrato in maniera chiara, Assessore, che nel momento in cui ci si siede a parlare, ad affrontare i problemi, a sentire le proposte che con serietà vengono avanzate anche da questi banchi si può trovare una possibilità di collaborazione, anche se chiaramente non su tutti i temi.

Su questo provvedimento di legge, l'abbiamo detto nel corso della discussione generale, ci sono pareri contrapposti, ci sono temi sui quali non possiamo assolutamente trovare un punto di condivisione perché abbiamo proprio filosofie diverse, ma ce ne sono anche alcuni sui quali attraverso il dialogo si possono trovare soluzioni positive che vadano a beneficio di tutti i nostri cittadini. Questo chiaramente evitando contrapposizioni inutili.

Io ribadisco quello che ho già detto nel corso sia della discussione generale che degli altri interventi: questo provvedimento di legge è nato in maniera sbagliata e, nonostante la presentazione di una proposta di legge alternativa, che probabilmente presentava soluzioni diverse rispetto alle vostre, ci siamo trovati di fronte a un muro insormontabile, un muro che non ha permesso ad alcuno di noi di aprire momenti di riflessione e di dialogo.

Non c'è stata una discussione in Commissione, non c'è stata una discussione sugli emendamenti, ci siamo trovati quindi a vivere in una situazione di non disponibilità.

Quanto è avvenuto ieri sera mi sembra sia stato invece, pur non dandogli un valore particolare, un momento importante che consente di iniziare a discutere su alcuni temi condivisi.

Nell'analizzare l'articolo 5, Assessore, troviamo subito un esempio, a conferma di questo, nel comma 1. Nel comma 1 si stabilisce infatti entro quale data devono essere state costruite le abitazioni da sottoporre a interventi di demolizione e ricostruzione. Su questo punto c'è una differenziazione tra il vostro e il nostro provvedimento di legge. Voi indicate come data ultima di costruzione quella del 31/12/1989, data di approvazione della legge numero 45; noi indichiamo invece (allungando i termini) quella del 31 marzo 2009, data dell'Intesa Stato-Regioni, per consentire una serie di interventi perché riteniamo che vi sia la necessità di dare più opportunità possibili nei casi di demolizioni e ricostruzioni.

Assessore, questo esempio è la dimostrazione che se si vuole ascoltare si evitano giornate e ore di interventi, di dibattiti ripetitivi anche in quest'Aula relativamente alla data. Noi, d'altra parte, avevamo già detto in maniera chiara che una carenza di questo vostro disegno di legge era la mancanza di una data certa che limitasse in maniera oggettiva i termini per gli interventi di ampliamento. Nella nostra proposta di legge la data, riportata nei nostri emendamenti, era quella del 31 marzo 2009.

Voi siete passati dalla mancanza di una data all'inserimento della data del 30 giugno 2009 (non so bene la motivazione); ho apprezzato molto l'emendamento orale formulato ieri dall'Assessore che individua nella data del 31 marzo 2009 (riprendendo una proposta della minoranza che aveva visto probabilmente giusto sin dall'inizio) il termine ultimo per l'accertamento della volumetria esistente, dando quindi certezza del diritto e non consentendo eventualmente a immobili, non ancora costruiti, di poter usufruire di sanatorie fuori da qualsiasi regola. E questo lo ritengo un aspetto importante.

Al comma 6, Assessore, invece, si ripropongono due temi che minano secondo me gli obiettivi che questo articolo si pone. Il primo è relativo agli interventi nei centri storici. Io, ieri, ho sottolineato il fatto che l'Intesa tra lo Stato e le Regioni prevede in maniera chiara che non si possano effettuare interventi all'interno dei centri storici; lei altrettanto chiaramente mi ha risposto che sono fatte salve comunque le prerogative costituzionali delle Regioni a Statuto speciale. Questo è vero, Assessore, però le ricordo che il combinato degli articoli 136 e 142 del Codice Urbani (un decreto legge sovraordinato anche rispetto alla nostra potestà legislativa), evidenzia in maniera chiara che i centri storici hanno una importante valenza paesaggistica e, per questo, sono tutelati.

Dico questo non per fare battaglie di principio sulla possibilità di intervenire all'interno dei centri storici, ma perché un'attenta valutazione di questo punto, Assessore, porterebbe a dire che gli interventi di demolizione e di ricostruzione all'interno dei centri storici dovrebbero essere disciplinati dai piani particolareggiati che i comuni hanno elaborato e che elaboreranno e che noi, probabilmente, finanzieremo nel senso che metteremo a disposizione risorse anche per la realizzazione dei PUC e dei piani particolareggiati. Questo sarebbe il metodo più congruo, più attento e più corretto di consentire gli interventi in questo provvedimento di legge.

L'altro aspetto che vogliamo evidenziare (lo riprenderemo anche più avanti in un emendamento) è relativo al contenuto del sesto comma dove si dice: "Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano a quegli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata negli strumenti urbanistici comunali a eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e fermo restando che gli stessi devono risultare ultimati alla data del 31 dicembre 1989". Noi su questo punto proponiamo un emendamento per definire a chi affidare la responsabilità di comprovare questo contrasto; riteniamo infatti che sia importante reinserire in questo contesto la competenza del comune, ridando così anche spazio e valore al ruolo dei consigli comunali che in questo testo di legge vengono trascurati.

Assessore, porto alla sua attenzione, e a quella dei colleghi della maggioranza, questa proposta (come quella della data) che, se accolta, può sicuramente migliorare il provvedimento perché è un aspetto (altri contenuti non li condividiamo e abbiamo posizioni diverse) sul quale con uno sforzo potremmo trovarci tutti d'accordo. Lei ieri è stato attento alle proposte serie avanzate dalla minoranza, auspico che anche su questo tema faccia altrettanto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

Onorevole Bruno, le chiedo scusa, ma c'è una richiesta dell'onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, avrei voluto porre questo problema, che interessa tutti i consiglieri regionali e non solo il sottoscritto, dall'inizio della seduta; se me lo consente, lo faccio adesso velocemente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Vorrei riportare all'attenzione del Presidente del Consiglio che ho chiesto, ai sensi dell'articolo 105 del Regolamento consiliare "Diritto all'informazione del consigliere", alla Presidenza della Giunta di avere copia della deliberazione della Giunta regionale del 15 settembre scorso sul commissariamento delle AA.SS.LL. Io vorrei chiedere se la Presidenza del Consiglio può accertare il fatto che il Presidente della Regione non abbia opposto il segreto d'ufficio.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, mi pare che il problema fosse stato già posto anche dall'onorevole Gian Valerio Sanna.

SALIS (I.d.V.). Sì, ma inutilmente.

PRESIDENTE. Mi risulta che la Presidente del Consiglio sia già intervenuta formalmente presso la Presidenza della Giunta a seguito della richiesta dell'onorevole Gian Valerio Sanna.

SALIS (I.d.V.). Presidente, io proporrei che la risposta venisse fornita, possibilmente, nella seduta odierna, perché si stanno calpestando i diritti di eventuali ricorrenti.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, ribadisco che il problema è stato già posto. La Presidente le fornirà maggiori chiarimenti; ma, ovviamente, non so se sarà possibile avere oggi la risposta.

SALIS (I.d.V.). Benissimo. Presidente, lei sa che la mia fiducia nei suoi confronti è illimitata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'articolo 5 in discussione recita: "Interventi di demolizione e ricostruzione". In linea con tutto l'impianto del disegno di legge anche questi interventi, apparentemente perequativi, soprattutto per quanto riguarda il comma 3, relativo alla fascia dei 300 metri, sono consentiti mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti come il Piano paesaggistico regionale (emanazione del Codice Urbani, col quale entrate in contrasto); superamento che, non ci stancheremo di ripetere, rende questa norma illegittima.

Io mi sono chiesto più volte, Assessore, perché abbiate preferito partire, in questa che è la prima vera legge del centrodestra nella legislatura, non da un Piano casa vero, non dalle esigenze abitative delle famiglie, non dall'analisi della situazione dei sardi, dal problema per tante giovani coppie della ricerca di una casa, non dall'inserimento, e siete ancora in tempo per farlo, di risorse (è disponibile nella finanziaria di quest'anno oltre un miliardo in più che deriva dalla riscrittura dell'articolo 8, che sarebbe possibile anche anticipare su questo disegno di legge) per favorire il recupero, la ristrutturazione, l'acquisto di una casa per chi non ha altre possibilità, e sono sempre di più, e invece siete partiti dalle esigenze di chi non ha problemi, di chi ha le risorse, di chi sta bene. Perché, in definitiva, avete favorito nella vostra prima legge i grandi costruttori?

Ora, sarebbe facile per noi dirvi di inserire le risorse disponibili in questa legge, che così diventerebbe un vero Piano casa; però vogliamo veramente capire le motivazioni che vi hanno spinto a scegliere questa strada. Io ho due risposte, naturalmente sono risposte parziali, sono le mie, attendo le vostre. La prima, ve l'ho già detta, ritengo che probabilmente dietro queste scelte ci siano cambiali elettorali da onorare, quindi voglio tralasciarla; l'altra l'ho trovata nel titolo del Programma regionale di sviluppo che, come sappiamo, indica le strategie che si intende portare avanti nel corso della legislatura, indica un percorso che ogni anno verrà verificato col DAPEF, attraverso l'inserimento delle risorse per l'attuazione appunto di questo Programma regionale di sviluppo.

Nel titolo di questo Programma regionale di sviluppo, così come si fa per gli effetti collaterali delle medicine, così come si fa per le clausole capestro, così come si fa per le avvertenze, c'è un titolo in grassetto: "La persona prima di tutto", poi ce n'è un altro, meno in evidenza: "Lo sviluppo nasce dall'io". Secondo me è questo il principio che ha ispirato questo disegno di legge e che ispirerà la vostra legislatura. "Lo sviluppo nasce dall'io", è proprio così: secondo voi lo sviluppo nasce dall'egoismo. L'io è l'individuo, mentre la persona è relazione, quindi è reciprocità, regole, socialità.

Lo sviluppo, se nasce dalla persona, se la persona è prima di tutto, non nasce dall'io, nasce dal noi, nasce da un'idea di società. Voi, invece, già da questo primo provvedimento di legge, partite dagli egoismi, dagli egoismi del privato, li mettete in evidenza, poi viene la relazione - infatti la fase due sarà il Piano casa vero - poi viene la comunità. La persona, che nella comunità è sicuramente il centro, secondo la vostra visione non realizza il bene comune ma, semplicemente, un'esigenza particolare, mentre nel bene comune, negli interessi generali trova risposta anche il soddisfacimento dei beni individuali.

D'altra parte all'io, cioè all'egoismo di pochi, avete sacrificato anche la fascia inviolabile dei 300 metri. E questa non è filosofia, è la radice, la radice sulla quale - è il titolo del Programma regionale di sviluppo - si basano le vostre leggi, si basa il vostro modo di legiferare, i contenuti del vostro modo di amministrare, che fa breccia in quella parte di egoismo (direi in quella parte di Berlusconi) che c'è negli italiani; quella parte che spero sia sempre meno, però c'è, e voi lo sapete bene e cercate, in qualche modo, di indirizzare verso queste persone i vostri obiettivi.

A voi non importa tanto che le leggi siano giuste, che osservino le regole, che vadano incontro (non in contrasto) alle leggi sovraordinate. A voi importa che il vostro modo di legiferare incontri un consenso, un consenso facile. Io credo invece che per noi, che cerchiamo di fare i legislatori, sia più importante non tanto il consenso facile quanto il cercare di fare delle leggi giuste, di fare delle leggi che abbiano delle priorità, e secondo noi, anche nella nostra proposta di legge, la priorità non è il tornaconto immediato, non è il tutto e subito, la priorità è il soddisfacimento non solo dei nostri interessi, quelli odierni, ma anche degli interessi delle generazioni future.

Per voi viene prima la democrazia del sondaggio, poi la democrazia sostanziale, autentica, e la comunità viene dopo, non vi riguardano le generazioni future, e tutto ciò lo fate in nome dello sviluppo: c'è una crisi, si risponde con lo sviluppo, lo sviluppo che nasce cercando di soddisfare l'egoismo, di creare la ricchezza per pochi.

Assessore Asunis, siamo ancora in tempo, l'approvazione della legge mi pare che non arriverà a breve termine, anzi, questo ve lo confermo. Nella nostra proposta vi abbiamo fornito un'altra visione, è una visione alternativa, vi chiediamo di prenderla in considerazione, vi chiediamo di poterci confrontare nel merito.

Noi vi proponiamo un vero Piano casa che non esclude anche aumenti di volumetria per la prima casa. Voi ci ripetete in continuazione che abbiamo perso le elezioni proprio sulla legge urbanistica. Certo, abbiamo perso le elezioni, ma riteniamo di aver salvato la coscienza, la coscienza di chi vuole lavorare per l'oggi e per il domani.

La nostra proposta di Piano casa si basa sull'idea che un Piano casa non sia un problema di quantità, perché il disagio abitativo, che esiste anche in Sardegna, non riguarda solo la casa di per sé, riguarda la città, riguarda i territori, riguarda le esigenze di mobilità, il lavoro, la vita sociale. Non si tratta solo di un problema quantitativo di aumento di volumetrie, neanche di numero di abitazioni e di vani, neanche di metri quadrati in più, ma si tratta di un problema di servizi, di servizi da realizzare all'interno di una comunità: le nostre città, i nostri comuni, i nostri paesi. Quindi il problema del disagio abitativo non attiene soltanto alle povertà estreme, è un problema che riguarda tutti.

L'adozione di un Piano casa, l'ho detto più volte ma vorrei che, in qualche modo, anche questo diventasse oggetto di dibattito e di discussione, non va contro gli altri piani che pongono in essere le amministrazioni locali: il piano urbanistico comunale, i piani strategici, i piani del traffico, i piani commerciali, i piani energetici; dobbiamo capire se sono utili, se la spendita in termini di energie, di risorse da parte delle amministrazioni comunali serva a qualcosa oppure no, se interveniamo noi, dobbiamo chiederci in primo luogo se un Piano casa serve (all'occupazione, allo sviluppo), e come inserirci nelle politiche di risanamento, di recupero, di riqualificazione, di rivitalizzazione dei quartieri e delle nostre città. Così come voi amate dire, si può recuperare anche il capitale sociale con azioni di crescita.

Io credo che occorra porre in essere una strategia che parta dalle città nel loro insieme. Questo, ve lo ricordo, è uno dei punti qualificanti delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, dalla lettura di questo articolo 5 si evince che vengono ripercorsi, anche in questo caso, gli stessi errori derivanti da, chiamiamola pure così, una cattiva interpretazione dell'Intesa Stato-Regioni-enti locali del primo aprile.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue LOTTO.). Ora, se esaminiamo il documento relativo all'Intesa emerge chiaramente che questo documento, stilato a seguito di un confronto politico serio e articolato tra un Governo, mosso dall'obiettivo di dare un segnale forte di incentivazione a un settore importante dell'economia, quello dell'edilizia, e le Regioni e gli enti locali che governano realmente il territorio, lo sviluppo (e quanto dalle azioni di governo può derivare agli equilibri del territorio) è di spessore e qualità diversi rispetto al provvedimento legislativo predisposto dalla nostra Regione.

Ci sono effettivamente alcuni aspetti (sono stati già oggetto di grande discussione negli articoli precedenti) che si differenziano fondamentalmente; tra questi vi sono gli incrementi volumetrici. Infatti il documento dell'Intesa prevede alla lettera a) un incremento pari al 20 per cento della volumetria esistente, una volumetria comunque non superiore ai 1000 metri cubi, per un incremento massimo di 200 metri cubi. Noi avremmo preferito, l'abbiamo scritto nella nostra proposta di legge, che i limiti dei volumi considerati fossero addirittura inferiori e non superiori. Nel testo di legge in discussione si è ragionato invece su volumi illimitati e, di conseguenza, anche su incrementi di volumi illimitati.

Questo è un elemento caratterizzante il testo da criticare e da non condividere assolutamente, anche perché non c'entra nulla con le esigenze dei singoli cittadini, ma può costituire un vantaggio per categorie ben definite e limitate, e senza dubbio non dà risposta a quella parte dell'Intesa in cui si dice che per favorire iniziative volte al rilancio dell'economia, e rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie, si mette in piedi tutto questo ambaradan di provvedimenti.

Nel provvedimento che sancisce l'Intesa si parla anche di disciplinare la possibilità di interventi straordinari di demolizione e ricostruzione (noi li stiamo prevedendo in questo articolo 5) entro il limite del 35 per cento della volumetria esistente; si prevede una semplificazione amministrativa, in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Questo è un dato fondamentale che noi abbiamo totalmente bypassato, ed è uno dei tratti più qualificanti di questa norma.

Ma, ciò che più mi preme mettere in evidenza in questo ragionamento sull'articolo in discussione è che lo Stato, e questo emerge con chiarezza, dice che cosa si può fare, però demanda alle regioni la possibilità di ragionare meglio sul come intervenire concretamente in considerazione delle specificità e degli equilibri del territorio di ciascuna. Noi invece facciamo il contrario, decidiamo come si interviene senza tenere conto dei gestori ultimi del territorio e cioè gli enti locali, come abbiamo più volte messo in evidenza.

Però, emerge, anche in questo caso dall'articolo 5, un problema di enorme importanza, secondo me, che è stato assolutamente tralasciato e considerato soltanto come scusa per eventuali ulteriori incrementi, ed è quello della ricostruzione, o costruzione, con caratteristiche e criteri che tengano conto della massima efficienza energetica.

Nell'Intesa si dà per scontato che se si danno premialità volumetriche almeno ci deve essere la contropartita, per cui ciò che si costruisce o si ricostruisce deve avere caratteristiche assolutamente diverse e che vanno in una ben definita direzione rispetto al passato. Io non capisco perché in questo articolo 5 si sia voluto fare questa scelta di una possibilità di incremento del 30 per cento senza alcun condizionamento; un incremento che può arrivare al 35 per cento condizionandolo alla possibilità di risparmi energetici che sono assolutamente risibili. Io non comprendo quale sia la motivazione che spinga un Consiglio regionale a non prestare l'attenzione dovuta e necessaria a questo tema.

L'onorevole Zedda ieri è stato molto incisivo nel suo intervento; ha insistito più volte nel dire che non capiva il motivo per cui non si coglieva l'occasione di fare un passo avanti nell'imporre al mondo economico dell'edilizia tecnologie che sono, non solo per l'edilizia ma per la società nel suo complesso, assolutamente necessarie. E' emerso con evidenza come i risparmi energetici previsti e imposti siano risibili, rasentino un po' anche la farsa, posto che è vero che la ricostruzione porta comunque a consumi energetici di enorme valore e, pertanto, non imporre percentuali al di sopra come minimo del 30 per cento è assolutamente inaccettabile.

Io non condivido il vostro approccio culturale e politico al tema. Emerge che l'unico obiettivo è quello di dare risposte solo ed esclusivamente alle imprese edili. Una legge non si può fare "ad gruppo", una legge deve rispondere all'intera società; e oggi dare premialità volumetriche senza chiedere nulla in cambio è inaccettabile, come è inaccettabile che alle imprese edili non si chieda neanche l'impegno ad affrontare con maggiore serietà il loro mestiere. Non è accettabile che questo maggiore impegno, questa maggiore sensibilità verso la qualità della vita di tutti debbano essere pagati da tutti. E non è accettabile che quest'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, consiglieri, vi ringrazio tutti per aver contribuito all'ulteriore miglioramento di quel clima collaborativo che ci consentirà, presumibilmente, di addivenire alla formalizzazione di un testo condiviso se non da tutti, interamente, quanto meno dalla gran parte dell'Aula, con particolare riguardo al comma 1 dell'articolo 5.

Il comma 1 dell'articolo 5 identifica gli obiettivi che sono prefissati dai commi che seguono; obiettivi finalizzati alla eliminazione e sostituzione al fine di migliorare le qualità costruttive energetiche, al fine di migliorare l'assetto di natura architettonico-compositiva, al fine di migliorare l'accessibilità degli immobili. I commi successivi, come già è stato rappresentato da più interventi, sono di fatto riferiti a contesti che comportano in gran parte un'azione degli enti locali.

Stiamo parlando non già di interventi di mero ampliamento, così come rappresentato negli articoli precedenti, ma di interventi di sostituzione del patrimonio immobiliare; stiamo parlando di ipotesi di delocalizzazione del patrimonio immobiliare e di ipotesi di riuso degli spazi resi liberi attraverso la trasformazione e il trasferimento o per utilizzazioni di natura collettiva. Stiamo parlando, quindi, di una materia che oggettivamente e inequivocabilmente rientra a pieno titolo nella sfera di competenza dell'amministrazione comunale.

Come avrete avuto modo di rilevare, in particolare della lettura del terzo comma, gli interventi di demolizione e ricostruzione o di demolizione e rilocalizzazione dovranno essere oggetto di valutazione da parte delle amministrazioni locali, con particolare riguardo vuoi alla fascia dei 300 metri dal mare, vuoi ai potenziali interventi di demolizione riferiti ad aree interessate da particolari valori di natura paesaggistica, aree poste in prossimità delle emergenze ambientali, archeologiche, architettoniche e storico-artistiche.

E' lasciata, quindi, giustamente la piena titolarità agli enti locali di entrare nel merito delle proposte dei soggetti privati; è lasciato pienamente nella titolarità dell'ente locale decidere come meglio ritiene in riferimento alle situazioni puntuali che sono presenti sul territorio, per cui anche qualsivoglia intervento all'interno dei centri storici, poiché stiamo parlando di aree storiche e artistiche, poiché stiamo parlando di aree interessate da emergenze di carattere architettonico, è subordinato alle valutazioni delle amministrazioni comunali.

In ordine agli aspetti energetici, che a me stanno molto a cuore, anche nella considerazione degli studi che l'amministrazione regionale e l'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica hanno sviluppato su questo tema, e conclusi nel 2004 dopo circa otto anni di lavori, faccio presente che il costo per ottemperare alle disposizioni previste nel presente articolo è pari al 4 per cento in media del costo complessivo degli stabili. Questo non è un dato dell'ingegnere Asunis, né dell'assessore Asunis, è un dato della Facoltà di ingegneria di Cagliari ed è desumibile anche dalle ricerche che sono state pubblicate da alcuni istituti che operano nella Silicon Valley.

Ritengo che ci siano poi da rappresentare alcuni aspetti ricollegati alla data entro la quale i manufatti devono essere stati realizzati. Noi abbiamo previsto la data del 31 dicembre del 1989 per due ordini di motivi. Il primo è dato dal fatto che l'anno coincide con l'approvazione della legge numero 45, il secondo che la prima Direttiva europea in riferimento a questa materia è del 21 dicembre del 1988, recepita dalla Nazione italiana con la legge numero 10 del 1991 che, ricordo a tutti, detta le norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

Pertanto, tutti gli immobili antecedenti a questa legge hanno un consumo annuo in termini di chilowattore/metro quadrato che oscilla fra gli 80 e i 100. Allo stato attuale, in riferimento alla legislazione vigente, hanno un consumo annuo chilowattore/metro quadrato che oscilla fra il 30 e il 50 per cento e con la riduzione ipotizzata nell'articolo 4 abbatteremo ulteriormente il consumo annuo che si attesterà su valori che oscilleranno tra il 24 e il 40 per cento. Stiamo parlando chiaramente di valori molto importanti che aiutano a comprendere quale vantaggio, per l'utilizzatore e per la collettività, deriva da questa scelta operata all'interno dell'articolo 5.

Mi permetto anche, sempre in riferimento a questi aspetti, di ricordare che le disposizioni vigenti, in particolare le linee guida di cui al decreto ministeriale del 26/6/2009, accertano che i certificatori nella Regione Sardegna allo stato attuale sono di gran lunga superiori alle 100 unità. Devo dire, quindi, che deve essere in un certo senso fugata anche la paura di formalizzare una disposizione che poi non può trovare attuazione per inesistenza di professionisti che possano svolgere questo ruolo. Così come devono essere fugate le perplessità in riferimento al CO2; si parlava di Kyoto in ordine alla convenienza assoluta, ripeto, assoluta, di un intervento di demolizione e di ricostruzione per le considerazioni che facevo poc'anzi e per il quadro comparativo in termini di consumo chilowattora-/metro quadrato.

Non voglio entrare chiaramente nel merito di aspetti molto più tecnici, come quelli riferiti al life cycle assessment (LCA) che voi senz'altro , seppur in maniera non perfetta, già conoscete. Mi limito soltanto a dire che sono desumibili nei testi scientifici dati molto puntuali e significativi che dimostrano la bontà di quanto rappresentato nell'articolo 5, anche in riferimento al ciclo di vita dell'intero stabile.

Voglio inoltre rispondere all'esigenza, che mi è sembrato di cogliere nell'Aula, di avere qualche notizia anche in ordine all'azione della Giunta regionale in riferimento alle presumibili ricadute conseguenti all'ipotesi di approvazione del documento che è all'attenzione dell'Aula. Come ricordato già ieri, se non erro, si parlava di 40 mila e di 12 mila. Tengo a puntualizzare che la cifra di 40 mila attiene ai cantieri e quella di 12 mila alla forza lavoro, come è scritto negli articoli. Probabilmente è successo un qualcosa che io non conosco...

PORCU (P.D.). Sui cantieri?

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Certo, adesso arrivo anche alla esplicitazione, ci mancherebbe altro. Le attività che noi abbiamo identificato e le strategie conseguenti ci portano a dire che la maggior parte dei cantieri sono riferiti ad attività di ampliamento delle unità immobiliari, con particolare riferimento alle unità abitative, con cicli di lavorazione che vanno dai due ai tre mesi. Per cui, i 40 mila cantieri non impegnano di certo una manodopera per un arco temporale di tre anni che coincide con il tempo ordinario di realizzazione delle opere.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, colleghi, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 22, 23, 205, 533, 131, 24, 207, 132, 210, 335, 25, 211, 213, 26, 215, 27, 217, 28, 219, 133, 534,206, 535, 113, 208, 530, 342, 532, 209, 212, 526, 214, 527, 216, 218., 529, 220, 528, 531, 222 e 221.

Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 369, 372, 373. Il parere è favorevole anche sull'emendamento numero 374 al quale è stato presentato da parte della Giunta l'emendamento aggiuntivo numero 431, sul quale si esprime ugualmente parere favorevole. Parere favorevole anche sugli emendamenti numero 370 e 371.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore, con l'eccezione dell'emendamento numero 533….

PRESIDENTE. L'emendamento numero 533 è inammissibile, Assessore, quindi il problema non si pone.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Sull'emendamento numero 535, trattasi di una richiesta di implementazione del titolo dell'articolo, la Giunta si rimette alle valutazione dell'Aula.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 535, quindi, la Giunta si rimette all'Aula.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Io chiedo scusa perché quando gli emendamenti si ricollegano ad altri questo, a volte, ne rende complessa la lettura e io ho una certa difficoltà a incasellarli in maniera corretta. Faccio un esempio, l'emendamento numero 532 è emendamento al 342, ma attiene a tematiche disciplinate nell'articolo 2.

Spero nel proseguo dei lavori che si riesca a trovare un elemento di ulteriore chiarificazione.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 22.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Colleghi, è un giovedì mattina, il cammino è lungo, non dobbiamo avere fretta perché abbiamo dimostrato, anche nella giornata di ieri, che c'è spazio per migliorare un testo su cui non condivido, però, le parole dell'Assessore. Io credo che questo testo meriti soltanto di ritornare in Commissione per essere rivisto e noi auspichiamo in tutti i modi che questo testo di legge non venga approvato nella veste attuale. Non vorrei che si scambiasse per condivisione la nostra disponibilità a entrare nel merito, a portare comunque un contributo costruttivo nonostante la nostra piena contrarietà a questo testo di legge con il quale non vogliamo avere niente a che fare.

Vogliamo rendere chiaro che noi con questo testo non ci immischiamo per nulla, non è farina del nostro sacco e mi fa specie che l'Assessore possa dire che c'è una maggioranza in quest'Aula che approva qualunque cosa di questo testo. Noi non approviamo nulla, deve essere chiaro!

E' vero però che, per senso di responsabilità, non ci vogliamo sottrarre a entrare nel merito; continueremo pertanto a dare contributi che possono essere utili a limitare gli impatti e gli effetti di un provvedimento di legge che è assolutamente insensato e delirante per la vastità di interventi che potenzialmente mette in campo. Perché, Assessore, io non sono neanche soddisfatto della sua risposta sui quantitativi, ed è per questo che voterò a favore dell'emendamento soppressivo.

Se si ritiene veramente di mettere in campo 40 mila interventi perché nell'arco dei 18 mesi faccio lavoretti da 2-3 mesi, non si è letto questo testo. Io le ho fatto una domanda a cui lei non ha risposto. Io le ho chiesto: "Quante sono le unità immobiliari che potenzialmente sono toccate da questo provvedimento?". Le sto chiedendo, e glielo richiederò instancabilmente per tutta la giornata di oggi (domani magari le chiederò qualche altra cosa), se sono 200 mila, 300 mila, 500 mila.

Io dico che sono un numero molto elevato se teniamo conto soltanto delle seconde case e delle villette a schiera. E penso anche all'impatto causato da aumenti volumetrici oltre il 40 per cento che, non essendoci il limite di 100-200 metri quadrati, possono essere interventi di ampliamento di decine di migliaia di metri cubi. Allora, su che cosa ha basato la stima dei 2-3 mesi? La realtà è che non sapete neanche voi che cosa state facendo. Il mio voto pertanto è contrario e ribadisco che noi continueremo a opporci a questo disegno di legge: il nostro suggerimento, forte, è che lo riportiate in Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono favorevole all'approvazione dell'emendamento numero 22. Stamattina i giornali riportano una notizia, non molto sviluppata ma interessante, relativa al rapporto finale del Corpo forestale sul disastro di Capoterra. Il rapporto dice sostanzialmente che non è stata una fatalità, che la pioggia non c'entra niente e che la colpa è degli amministratori, dei progettisti, degli urbanisti, dei redattori dei piani urbanistici territoriali, dei legislatori e, fondamentalmente, delle deroghe; ripeto, fondamentalmente delle deroghe!

Io non provo nessuna meraviglia per questo; c'è una cultura prevalente, la vostra, che ruota ancora intorno al mito della crescita illimitata. D'altra parte questo è un provvedimento che dall'inizio non dà spiegazioni; non dà spiegazioni politiche perché il Presidente della Giunta non si presenta in quest'Aula a illustrarne i caratteri strategici, economici, non basta sostenere che è il capovolgimento del mondo.

All'inizio della discussione è stato annunciato che questo non era il Piano casa. Va bene, però fino a quel giorno sapevamo tutti che era il Piano casa. L'Assessore rilascia dichiarazioni e oggi dice il contrario, ma se la prenda con chi ha scritto l'articolo nel quale leggo testualmente: "E' prevista l'apertura di 12 mila cantieri e l'utilizzo di 40 mila addetti tra diretti e indiretti nell'arco di un anno". A che cosa ci dobbiamo affidare? L'Assessore ha fatto una correzione che non sta in piedi sul piano logico e che è ancora meno credibile perché non ci possono essere più cantieri che operatori; non è possibile!

E' un problema di carattere generale. Voi, dicevo, siete cultori della crescita illimitata, ma sarebbe stato persino banale valutare il fatto che nei prossimi trent'anni, così dice l'ISTAT, la Sardegna perderà 350 mila unità lavorative e capire come ci dovremmo attrezzare, anche sul piano dei nostri comportamenti, rispetto a un processo ineluttabile. Si tratta non di crescita illimitata, ma di come ottimizzare l'aspetto territoriale per garantirci una competitività diversa. Ma queste valutazioni voi non le potete fare perché...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io leggo il giornale esattamente come il collega Gian Valerio Sanna. Lui, bypassando diverse pagine ha letto l'articolo su Capoterra. Io a pagina 9 leggo che sull'arcipelago di La Maddalena sta accadendo quello che avevo preannunciato nelle sedute precedenti. Ecco perché il voto sarà contrario a questo emendamento. Sta accadendo infatti che quei dieci progetti di ampliamento di alberghi (sono comprese anche le isole di Caprera e Santo Stefano), ieri, non hanno avuto il benestare da parte dell'ufficio tecnico perché c'è stato un ricorso di una ottantaquattrenne al Presidente della Repubblica. Questo non toglie che la modifica del PUC in favore di quei dieci alberghi, frutto dell'Intesa (leggete l'articolo perché è un giornale che vi appassiona, oltretutto, e non averlo letto mi preoccupa perché forse quando lo fanno gli altri non vi interessa) comporti 45 mila metri cubi a Santo Stefano, il raddoppio del Club Méditerranée a Caprera; se non sono zone di pregio queste! A voi queste costruzioni non disturbano.

Però, visto e considerato che in questi giorni gli interventi vertevano su questo benedetto dieci per cento per gli alberghi che non vi piace, mi sto ponendo una domanda. Ma non vi piace perché noi vi stiamo dando 10 e voi ne avete dato 25 e quindi ci dovremmo adeguare a voi, o non vi piace perché voi lo potete dare e noi no? Le vostre zone di pregio sono diverse dalle nostre, la cubatura che voi date è diversa da quella che diamo noi, noi siamo diversi da voi solo ed esclusivamente perché? Perché avete dimenticato cinque anni di storia amministrativa e volete affrontare da zero questa su questa legge che può avere cose non condivisibili; e noi, come partito, l'abbiamo dimostrato. Non per questo bisogna dimenticare quello che è stato fatto e che sta avvenendo davanti agli occhi di tutti, però nel silenzio più assoluto. Questo silenzio mi preoccupa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ritorno invece sull'argomento all'attenzione dell'Aula, cioè la proposta di soppressione del comma 1 e dell'articolo 5 nell'emendamento in votazione. Dichiaro il nostro voto a favore non solo perché l'abbiamo presentato, ma perché siamo convinti che i sardi e la Sardegna non abbiano bisogno di ulteriori volumi. L'unica necessità che hanno semmai è quella di riqualificare il patrimonio edilizio esistente in tutte le sue diversificazioni, che in qualche modo anche lo stesso comma dell'articolo richiama, ma certamente non attraverso il meccanismo della premialità volumetrica.

Non ne abbiamo bisogno, come ho detto, in primo luogo per tutelare il bene primario rappresentato dalle nostre coste, in secondo luogo perché non c'è concretamente questa necessità. Oggi costruisce in Sardegna chi viene di là dal mare, all'interno di una logica consentita dalla legge e che a noi piace definire speculativo-immobiliare, sottraendo ai sardi la potestà e la proprietà.

Questo è quanto accadrà, dopo l'approvazione di questa legge, relativamente soprattutto ai terreni agricoli. Come ho detto ieri nel mio intervento, si consentirà infatti un maggior volume edificabile nei terreni, e quindi sarà più appetibile per i proprietari dei terreni agricoli (allettati magari da un'offerta più consistente) la vendita delle aziende agrarie anche per l'effetto, che tutti conosciamo, delle difficoltà che stanno attraversando. Noi quindi continuiamo la nostra azione di contrarietà, e utilizziamo tutti i mezzi in questo senso.

Voglio fare un richiamo soprattutto per quanto riguarda la norma sui centri storici. Io chiederei all'Assessore e alla Giunta, almeno su questo di lasciare ai comuni l'autonomia di pianificare e programmare, senza sollecitarli attraverso meccanismi di premialità. Consentire, a seguito della demolizione degli edifici che hanno meno di cinquant'anni (gli interventi fatti sappiamo quale guasto hanno già portato), un aumento volumetrico creerà un disagio forte. Almeno in quell'ambito non entriamo, scorporiamo queste piccole sezioni delle nostre città, ma così importanti e significative, lasciamo che vengano disciplinate dalle amministrazioni comunali attraverso i piani particolareggiati. È un aspetto importante. Quindi io ribadisco che sarebbe opportuno ritirare questo testo di legge per riesaminarlo, rivederlo, semplificarlo, faremmo un'opera meritoria come quella di rasserenare…

PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, noi stiamo parlando di interventi, e facciamo bene a farlo, che riguardano anche la creazione di posti di lavoro, anche di molti posti di lavoro, troppi, a leggere i numeri che si stanno dando. Ma io rispondo subito alla domanda fatta dal collega Giacomo Sanna che ci chiede: "Ma perché non vi piace il 10 per cento di volumetria in più per gli alberghi?". Ma io ho già provato a dire all'Assessore che a me non piace perché si sta parlando del 10 per cento di volumetria in più per gli alberghi e (lo aggiungo io, perché manca) per i servizi turistici di base che una industria turistica deve avere, non solo in termini volumetrici, dopo che abbiamo spalmato milioni di metri cubi sull'edilizia residenziale.

L'operazione compiuta sul Piano paesaggistico regionale era diversa, nata anche con discussioni, per quel 25 per cento che molti di noi hanno considerato eccessivo già da allora, e ci sono testimonianze agli atti del Consiglio. Non è possibile consentire il 25 per cento per gli alberghi unito al 20, 30 fino al 45 per cento di premi in volumetria per l'edilizia residenziale; caro collega Sanna, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, anche perché qui l'ubriacatura rischia di coinvolgere tutte le nostre coste.

Avremmo fatto bene, e c'è ancora lo spazio per fare questa riflessione, assessore Asunis e colleghi della maggioranza, a pensare di utilizzare, attraverso una manovra che consentisse di ridare fiato all'edilizia, anche uno strumento provvisorio per fare un qualcosa di strutturale nella direzione del potenziamento delle nostre strutture ricettive certificate, non in nero. Perché i milioni di metri cubi che abbiamo regalato all'edilizia residenziale nella città lineare, che rischia di soffocare le nostre coste, li abbiamo inseriti in un contesto…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, quando si vogliono trovare motivazioni per ostacolare i lavori dell'Aula tutte le considerazioni sono legittime, mi riferisco a quelle dell'onorevole Gian Valerio Sanna e a quelle dell'onorevole Porcu. Se l'Assessore, come io credo, ha dato alla stampa la notizia di 40 mila interventi e di 12 mila addetti, e poi la stampa ha scritto 12 mila interventi e 40 mila addetti, poiché è stato chiarito come è stato chiarito, poi non si possono fare le considerazioni che fa l'onorevole Sanna. Onorevole Gian Valerio Sanna, le presenze turistiche in Sardegna mediamente mi pare siano attorno ai 12 milioni, parliamo di 12 milioni di presenze, ma noi non abbiamo 12 milioni di posti letto in Sardegna, ergo è la stessa cosa, identica, precisa.

Perché parla di meraviglia, onorevole Sechi? Se noi avessimo la possibilità di demolire integralmente tutte le brutture che, per esempio, ci sono anche nel suo territorio e nel suo comune (che sono brutture l'ha detto lei), e ricostruire invece con caratteri architettonici diversi, con maggiori servizi, ma perché dobbiamo andare contro una norma che ci permette questo? Una norma che non abbiamo inventato noi. Basta andare in Spagna e in Portogallo per rendersi conto di che cosa è successo sulle coste: hanno azzerato tutto. Ma non è che hanno azzerato tutto e sono tornati al periodo degli aborigeni, no, hanno azzerato tutto e hanno fatto ricostruire, con criteri certamente diversi.

Ora, quello che probabilmente sfugge a molti di voi, e forse anche a molti di noi, è che l'architettura seria in Italia si è fermata proprio ai primi, primissimi anni del dopoguerra, e forse anche agli anni prima della guerra; si tratta di un periodo storico che non vogliamo certamente ricordare ma, guarda caso, tutti i più famosi studiosi di architettura si fermano a quelle esperienze, ancora oggi in Sardegna si studiano quelle edificazioni.

Questo per dire che ciò che è stato costruito nel dopoguerra spesso e volentieri è disordine, è caos, è brutto, e se riuscissimo a modificarlo forse non sarebbe un male. Sì, questo lo modifica, lo modifica sì! Il peggio lo potete stabilire solo voi, con la vostra testa, ma non lo possiamo stabilire noi. Io dico che maggiore oculatezza porta a costruire degli edifici certamente migliori di quelli che ci sono; perché vogliamo sottrarci a questa idea? Io credo che sia una cosa importantissima invece, perché se tutta la bruttura è stata costruita nel dopoguerra, e voi lo confermate, scusatemi, ma non sarà il caso di metterci riparo?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Le considerazioni che faceva in questo momento l'onorevole Diana, sono in parte veritiere; ciò che lui dice della qualità dello sviluppo delle costruzioni nell'immediato dopoguerra, fino agli anni '70, è in parte vero, ed è reale il disordine con cui sono state realizzate le nostre città in quel periodo.

Il motivo principale di questo disordine è dato dal fatto che in quel periodo l'urbanistica, i piani comunali erano tabù, non esistevano. Nei nostri comuni ognuno costruiva a piacere proprio. Oggi, dopo che per 25-30 anni siamo riusciti, anche in Sardegna, a far sì che il singolo cittadino accettasse il principio della necessità del piano urbanistico, stiamo creando le condizioni affinché questo patrimonio di crescita culturale e politica delle nostre popolazioni venga disperso.

Non è vero, onorevole Diana, che con questo provvedimento miglioreremo la situazione; io me lo auguro, le dico la verità, perché non sono così scemo da sperare che dai provvedimenti che vengono esitati da quest'Aula, che siano nostri o vostri, discendano dei danni, certamente non me lo auguro, purtroppo sono convinto però che sarà così.

Mi auguro che non succeda, vorrei essere smentito, ma non credo che noi abbiamo una classe di imprese edili particolarmente propense a non far pagare alla collettività quel 4 per cento in più di cui parlava prima l'Assessore. L'Assessore dice: "il maggior costo derivante dalle migliori qualità costruttive dei nuovi edifici è circa del 4 per cento". Signori, questo è un dato di fatto oggettivo, ma i risparmi energetici che ne derivano in questi stabili vanno a vantaggio di chi li compra e di chi li utilizza non sono mica a vantaggio solo della collettività, sono anche a vantaggio dei singoli; e, comunque, costruire con criteri migliori è un dovere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, vorrei rivolgermi all'assessore Asunis che ha detto: "gran parte di quest'Aula è d'accordo"; è una cosa ovvia, gran parte di quest'Aula è la maggioranza, il Partito Democratico invece non si ritrova su niente, su nessun aspetto di questo "Piano cemento".

Onorevole Giacomo Sanna, le vorrei dire che c'è una differenza tra gli interventi previsti in attuazione del Piano paesaggistico regionale e quelli che invece volete prevedere con questa legge. Il Piano paesaggistico regionale è nato intanto dalla legge numero 8 del 2004 che stabilisce procedure abbastanza vincolate e, poi, c'è una intesa fra lo Stato e la Regione, fra la Regione e l'Amministrazione dei beni culturali. Tra l'altro quelle intese nascono su proposta di amministrazioni comunali, incontrano il parere delle amministrazioni comunali e nascono da una procedura che ben conoscete, è una procedura che nasce da regole; Quindi, se volevate modificare il Piano paesaggistico regionale, se volevate rivedere quella intesa ne avevate gli strumenti ma avreste dovuto agire in maniera diversa, trattare con lo Stato, cercare di impostare con lo Stato una trattativa, una trattativa lunga e, devo dire, probabilmente con dubbio successo da parte vostra, però avreste potuto farlo, era quella la strada, non questa di un provvedimento d'incremento volumetrico generalizzato.

Esprimendo il voto a favore da parte del Partito Democratico su questo emendamento, ritorno al vostro Vangelo: il Programma regionale di sviluppo che, immagino, sia stato sottoposto dalla Giunta alla coalizione e condiviso dalla intera coalizione. Sul problema del soddisfacimento dei bisogni abitativi ci sono due pagine, una sessantina di righe, alla fine troviamo poche righe in cui si parla dell'edilizia, cioè di quello che state facendo adesso.

In realtà, state capovolgendo ancora una volta le vostre stesse affermazioni. Voi partite dal mattone, partite dalla cementificazione della Sardegna e poi arrivate alle sessanta righe, le due paginette sui bisogni abitativi della Sardegna, contraddicendovi ancora una volta. Per questo motivo noi votiamo a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io credo di essere stato, prima dell'onorevole Porcu, colui che ha affermato, senza ombra di dubbio, non solo di non condividere questo testo ma anche colui che, quando il testo verrà licenziato da quest'Aula, tenterà, attraverso le forme consentite dalla legge, di sostenere una battaglia di contrasto sui suoi contenuti.

Questo lo dico perché deve essere chiaro a noi tutti che ciò che noi oggi stiamo facendo in quest'Aula non è quello che molte altre volte abbiamo fatto nella precedente legislatura, ma anche in questa per quanto breve sia stato il periodo nel quale si è già sviluppata. Mi viene da citare alcune norme in materia di riorganizzazione del sistema del trasporto locale oppure alcune norme che riguardano la gestione del sistema idrico regionale, la istituzione del bacino idrografico che è l'anticipazione di una buona legge sui suoli che noi ci attendiamo di discutere e di approvare in quest'Aula. Ma così abbiamo fatto in materia di lavoro, per esempio, in materia di sicurezza sul lavoro.

Oggi mi "soffiano" - ma non ci voglio credere - che il patto di stabilità impedirebbe di dare quei 30.000 euro ai familiari dei caduti sul lavoro. Inorridisco! Non può succedere! Non ci può essere un funzionario regionale che annuncia queste cose! Bene, io sono contrario e voterò ovviamente a favore di questo emendamento, per quanto la norma in votazione sia, nella sua formulazione, nel contenuto, molto più condivisibile di altre, proprio perché la contrarietà è totale nei confronti del provvedimento in discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Presidente, io al contrario del collega Uras voterò invece contro la soppressione dell'articolo 5 perché l'articolo prevede un sistema coordinato di incentivi selettivi per il rinnovo del patrimonio edilizio della Sardegna nonché per la delocalizzazione di volumetrie incoerenti con il contesto paesaggistico.

Però, davanti alla preoccupazione espressa da più persone rispetto alle condizioni dei comuni maggiormente colpiti da eventi alluvionali, vorrei proporre all'Assessore di ricomprendere invece se è possibile in questo articolo, anche con un emendamento orale, la delocalizzazione delle volumetrie che si trovano all'interno delle fasce di esondazione dei rii e delle zone colpite da alluvioni, in maniera tale da favorire un processo di allontanamento di questi fabbricati costruiti nel tempo in maniera incoerente rispetto a zone fortemente pericolose, premiando i cittadini che lo facciano e poi magari in sede di bilancio prevedere anche dei piani di lottizzazione di iniziativa pubblica da finanziare per poter ubicare queste nuove volumetrie

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io ovviamente voterò invece a favore dell'emendamento e cercherò di spiegarne le ragioni. Voi con l'articolo 5 di fatto intervenite sulla materia della demolizione e ricostruzione. L'Assessore stamattina nella sua replica ha tentato con dovizia di informazioni, citando anche l'autorevole fonte della Facoltà di ingegneria dell'Università di Cagliari, di stabilire una stretta correlazione tra la demolizione, l'aumento di volumetria come premialità e il risparmio energetico, anche in termini di consumi per metro quadrato, per metro cubo eccetera.

Ora, a parte il fatto che sarebbe interessante trovare un luogo e un momento per discutere di questi aspetti, io insisto nel dire che la volumetria con la necessità di migliorare il rendimento energetico, la qualità dell'isolamento termico, non ha proprio nulla a che vedere, nella maniera più assoluta.

Mi sarei aspettato, anche in relazione a quanto apparso sulla stampa stamane, prendendo atto delle correzioni del Capogruppo Mario DIANA (non voglio entrare, perchè non mi interessano, in queste polemiche) in qualche parte di questo articolato un riferimento a quanto riporta oggi la stampa. Se si vuole tenere conto della qualità della prestazione lavorativa, in un articolato complesso come questo, e proporremo degli emendamenti in questa direzione, si può intervenire stabilendo qualche congruità sulla ricaduta occupazionale, sulla qualità e sui doveri dell'amministrazione pubblica per controllare che non avvenga quanto sta avvenendo in questo periodo. Perché, se si vuole intervenire, ricordiamo che sono circa 55.000 gli addetti nelle costruzioni e circa il 30 per cento in questo settore lavora in nero. Assessore, su questo aspetto (vi proporremo degli emendamenti al riguardo) la sfidiamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 22.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Randazzo e Pittalis hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - ZEDDA Massimo.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PETRINI - PIRAS - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 18

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 533, lo ricordo, è inammissibile. Sono in votazione gli emendamenti numero 23 e 205, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente il parere su questo emendamento è favorevole.

Si dicono tante cose e si danno flash di notizie che non sono mai coerenti. Un punto credo sia chiaro per cui non dobbiamo girarci troppo intorno, e cioè ci sono delle parole che per me, credo per noi, definiscono esattamente questo provvedimento: questo è un provvedimento eversivo, dal punto di vista del rapporto tra il provvedimento medesimo e le regole.

Do una spiegazione di quanto affermo. Il nostro amico Giacomo Sanna ci invita a leggere tutto l'articolo apparso sul giornale, ci mancherebbe altro che non lo facessimo, però l'unica differenza fra quello che abbiamo fatto noi e quello che state facendo voi non è sulla diversa cubatura, ma è sul fatto che noi seguiamo una regola. Una regola che è stata approvata formalmente e che ha subito persino la verifica dei tribunali dello Stato; voi questo non lo state facendo, anzi, state facendo delle regole che vogliono sovvertire quelle vigenti.

A proposito dell'esempio spagnolo (poi riferite al Capogruppo del P.d.L. che noi siamo abbastanza informati quindi non ci citi delle cose se non è sicuro di quello che dice), nel settembre 2009 il Parlamento europeo, con 349 voti a favore, 110 contrari e 114 astenuti, ha denunciato a grande maggioranza l'urbanizzazione massiccia e i comportamenti speculativi di certe amministrazioni pubbliche e di industrie spagnole, suggerendo addirittura di bloccare i finanziamenti dei fondi strutturali e di coesione già stanziati per la Spagna fino a quando questa non sarà in grado di trovare una soluzione improntata alla legittimità e al rispetto delle convenzioni internazionali ed europee, compresa quella sul paesaggio. Il rapporto sottolinea in più che il Parlamento, in quanto autorità di bilancio, può ugualmente decidere di mettere in riserva quei fondi.

Un bell'avvertimento anche per l'Italia che, con un Piano casa come quello che ha messo in piedi, si avvia ad essere coinvolta in questo tipo di sanzione, precisa, che dimostra, come è successo ieri, che la civiltà giuridica del nostro Paese dice che ci sono non solo una Costituzione e una legge da rispettare, ma anche leggi comunitarie e internazionali, trattati che bisogna riportare all'attenzione, non avendo questa inclinazione all'onnipotenza.

Quindi, non venite a citarci esempi che sono l'esempio del contrario e che comunque definiscono, lo ribadisco, questo provvedimento, nel nostro giudizio politico, un provvedimento complessivamente eversivo, perché va contro le regole e cerca di aggirarle, e lo dimostreremo e lo dimostreranno gli esiti dei ricorsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, il collega Sanna ci ha ricordato che ieri i giudici della Corte hanno ripristinato la legalità costituzionale, stabilendo che se un cittadino deve essere considerato diversamente di fronte alla giustizia questo va sancito con legge costituzionale. Io mi avventuro a dire che questo provvedimento di legge oggi in discussione è speculare al lodo Alfano; il lodo Alfano rende infatti un cittadino diverso dagli altri ponendolo in posizione diversa rispetto alla giustizia, questa legge, togliendo tutte le regole e creando il Far West selvaggio, come ritenete che possa selezionare tra i 500-600 mila interventi possibili quelle poche centinaia che alla fine si faranno?

Ancora una volta, in mancanza di regole che indirizzino verso l'edilizia sociale, verso la famiglia, verso chi ha più bisogno, in un mercato che non ha risorse economiche perché i risparmi delle famiglie sono ormai ridotti, in un mercato che non ha capitali, in un mercato che non ha mano d'opera, prevarrà il più forte, prevarrà chi ha imprese, prevarrà chi ha interessi più forti, prevarrà chi deve fare operazioni patrimoniali e immobiliari che possono avere delle prospettive. In un caso, quindi, mettiamo delle regole per pochi, e in un caso togliamo le regole a vantaggio dei pochi che, senza regole, possono far valere la forza del denaro, la forza della loro posizione sociale, la forza dei loro interessi economici.

Questa legge è socialmente ingiusta, questa legge ci riporta al caos e al Far West; e io la invito ancora, Assessore, la invito con pacatezza, a rispondere alla domanda su quanti interventi sono potenzialmente ammissibili sul milione di unità abitative, io ho fatto un calcolo e voglio che lei, nel caso, mi smentisca.

In questa legge, che riguarda tutto e il contrario di tutto: alberghi, residenze, fascia costiera, fascia dei 2000 metri, zone extraurbane, zone urbane, villette a schiera, villette singole, tipologie multipiano, centri storici, ricostruzioni, patrimonio edilizio pubblico (centinaia di migliaia di unità abitative), se fosse vero che riguarda potenzialmente la gran parte del nostro patrimonio, è possibile che voi spariate con un bazooka per fare 40 mila interventi? Possibile che non inseriate un criterio selettivo che possa avvantaggiare chi ha più bisogno? Voi state creando un Far West: questa legge è socialmente ingiusta e va respinta. Riportatela in Commissione per il bene dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.).Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento numero 23.

Io vorrei fare una proposta all'amico Chicco Porcu, non la posso fare alle altre componenti della maggioranza perché sono i rappresentanti della legge eversiva, cementificatori e quant'altro. C'è una donna di 84 anni che ha presentato ricorso al Presidente della Repubblica per bloccare un obbrobrio che si sta per compiere o si sarebbe già compiuto nelle isole minori, compresa La Maddalena, e siccome non si può lasciarla da sola, le forze politiche dell'opposizione e il Partito Sardo d'Azione perché non ricorrono, nello stesso modo in cui è ricorsa questa donna, per impedire questo obbrobrio?

Si può fare questo invece di non volerne parlare, invece di voler stare zitti, invece di non voler combattere anche sulle leggi legittime, che dite di aver fatto voi, che però presentano delle storture, come questa, sulla quale non volete intervenire, della quale non volete parlare, della quale fate finta di non interessarvi.

Allora, poiché parliamo di isole minori e stiamo parlando, ripeto, di Santo Stefano e di Caprera, su queste due isole vogliamo cementificare, vogliamo raddoppiare le cubature da una parte e insediarle dall'altra, oppure pensiamo che questa donna, a 84 anni, stia facendo una battaglia giusta e la possiamo appoggiare per non lasciarla sola, perché questa battaglia si possa vincere? Perché a La Maddalena, invece di adeguare i progetti al PUC, si è adeguato il PUC ai progetti, e questo non scandalizza nessuno. Allora, se vogliamo fare questo, lo facciamo assieme, ma bisogna farlo, non bisogna stare zitti, non bisogna essere complici in un silenzio che non piace a nessuno, manco a voi, però il fatto che restiate zitti non vi assolve.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io rispondo a titolo personale: sono della partita, onorevole Sanna, io ci sono, ho letto adesso l'articolo da cui nasce la sua proposta per cui non ho avuto modo di parlarne col Gruppo; eventualmente formalizzeremo in seguito l'adesione del Gruppo dell'Italia dei Valori a questa proposta. Però noi ci siamo, ma ci siamo non perché vogliamo rimangiarci una scelta fatta due anni fa, un anno mezzo fa, ma perché questo provvedimento di legge, se approvato, cambierà totalmente i presupposti su cui anche l'iniziativa di creazione di un polo turistico di eccellenza mondiale era stata pensata.

La creazione di un polo turistico di eccellenza mondiale nello straordinario paradiso dell'arcipelago di La Maddalena era stata pensata in un'ottica in cui era ancora vigente la legge salvacoste. Era vigente l'idea, la filosofia del Piano paesaggistico regionale. Quindi quell'idea presupponeva quello che io ho chiesto invano finora di poter fare in questa Aula, su questo benedetto o maledetto provvedimento, cioè facciamo una riflessione veramente sul potenziamento delle strutture ricettive alberghiere, sul tessuto dell'industria alberghiera.

Perché stiamo parlando di industria alberghiera in linea con quello che voi avete proposto anche nel Piano di sviluppo regionale e che segue le linee del programma della coalizione "Insieme per la Sardegna" o "Sardegna insieme" di sei o sette anni fa. Voglio dire che sono presupposti di un ragionamento che va oltre la contingenza di sei mesi di cantieri aperti, ben vengano 10, 20, 30 40.000 posti di lavoro; ma mi è venuta un'idea, Assessore, gliela voglio sottoporre.

Supponiamo che si chiedesse alla Sardegna di realizzare delle fabbriche per costruire lampadine ad incandescenza; ora, noi sappiamo che le lampadine ad incandescenza stanno per essere, giustamente, espulse dal mercato dei prodotti dell'elettricità in quanto hanno un consumo elevato a fronte di un rendimento assolutamente insufficiente. Ebbene, costruendo queste fabbriche noi creeremmo dei posti di lavoro, ma con quali prospettive? Uguale discorso potrebbe essere fatto se volessimo creare delle fabbriche per realizzare modelli di macchine da scrivere Olivetti di trent'anni fa. Cioè stiamo chiedendo ai sardi, che hanno soldi da investire, di investirli in un settore che non ha futuro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Io da diversi giorni sento fare una riflessione dall'onorevole, e amico mio sassarese, Giacomo Sanna, il quale richiama all'attenzione di questa Aula una procedura utilizzata in questi ultimi anni, una volta adottato il Piano paesistico regionale e in attesa che nelle varie realtà si ultimassero i piani urbanistici comunali.

L'onorevole Sanna ha criticato alcune situazioni specifiche e su questo nulla quaestio; tra l'altro ognuno vede e giudica una situazione specifica dopo che la conosce bene e, allora, dà il proprio personale giudizio che può essere positivo o negativo.

Il problema che io affronto è un problema di fondo. La Regione Sardegna, con le procedure previste dallo Stato italiano, ha predisposto un Piano paesistico regionale, condiviso o non condiviso dai singoli ha poca importanza, che è stato condiviso da un'Assemblea eletta, questa, qualche anno fa, in attesa che i piani urbanistici comunali venissero predisposti per dare la possibilità di fare comunque delle cose che potessero rientrare nei futuri disegni di sviluppo dei comuni, e c'era la possibilità di stipulare queste intese.

Queste intese, però, se io non ricordo male, coinvolgevano dei singoli, gli amministratori locali di quel territorio e la Regione. Ora il singolo intervento si può condividere o meno, non ci voglio entrare, per carità su certe cose magari mi troverò d'accordo con l'onorevole Sanna, però non si può contestare, a mio modestissimo parere dato che non ero presente in quest'Aula sei mesi fa, la possibilità comunque data ai comuni di effettuare proposte di intesa (il Comune di Sassari avrà richiesto minimo 50 proposte di intesa su singole questioni) fino alla approvazione del PUC, non si può contestare quel principio che è sacrosanto.

Come non si può contestare il principio che i PUC vanno approvati per non andare avanti a forza di intese; e noi invece con questo provvedimento stiamo dicendo che i PUC non servono e stiamo disincentivando le amministrazioni comunali a mettere in piedi degli strumenti che consentono, solo essi, di evitare quegli scempi di cui si è parlato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Devo dire che anche questa mattina per la verità se ne stanno sentendo di tutti i colori, con argomentazioni che non hanno attinenza con il testo dell'articolo in esame. E'stato detto, addirittura, con il richiamo alla sentenza dei giudici della Corte costituzionale, che è stata ripristinata la legalità; ma io avrei voluto vedere l'onorevole Porcu puntare l'indice nella scorsa legislatura (e fra qualche giorno qualche vicenda giudiziaria sarà chiamata all'esame dei giudici dei tribunali cagliaritani) e dire: vogliamo che venga ripristinata la legalità. Ma di che cosa stiamo parlando? Ma faccia un esame di coscienza, lei, e lo faccia anche la sua parte politica!

Stiamo parlando di cose serie, non stiamo affrontando i piani della finanza virtuale di qualcuno assente anche stamattina, stiamo parlando del Piano casa che interessa non alcuni, ma i sardi.

E allora io invito pacatamente qualcuno a guardare anche in casa propria e a valutare se è davvero nelle condizioni di dare lezioni ad altri su questi temi, e qui mi fermo. Con questa opposizione talebana, intransigente, fondamentalista noi non dialoghiamo e non ci interessa dialogare; noi continueremo a dialogare con quella parte di opposizione che, come è successo ieri, ha dato un contributo fattivo, con quella parte di opposizione vogliamo continuare a confrontarci perché qui davvero si utilizza tutto e il contrario di tutto pur di non entrare nel merito delle questioni.

Questioni sulle quali apprezziamo gli interventi, sui quali possiamo anche non essere d'accordo ma comunque lucidi, dei colleghi della sinistra che forse hanno capito finalmente l'importanza di questo disegno di legge che è atteso dai sardi e che, dal nostro punto di vista, rilancerà il comparto edilizio che anni di legislazione vincolistica e di divieti, che voi avete introdotto, hanno messo sul lastrico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Si è fatto un richiamo a un principio, sacrosanto e fondamentale, secondo cui i progetti devono adeguarsi agli strumenti di pianificazione, agli strumenti urbanistici, ai piani urbanistici comunali. Spesso, però, succede che proprio i piani urbanistici e gli strumenti di pianificazione non vengono posti in essere perché cercano di dare soddisfazione alle progettazioni, ai progetti e alle idee; e penso ancora una volta al "caso Alghero" il cui piano urbanistico comunale, pur essendo pronto dal '98, ancora non è stato approvato perché tenta di inseguire e dare le risposte ai progetti in cammino.

Questa considerazione attiene anche a questo provvedimento di legge che, a nostro avviso, cerca proprio di percorrere questa strada; una strada che non è richiesta dai sardi, se non forse da una minima parte, perché la maggior parte dei sardi sarà esclusa dalle disposizioni di questa legge. Penso soprattutto a quei sardi che aspettano con preoccupazione, e vivendo situazioni drammatiche, una risposta per la prima casa, e invece si trovano di fronte un provvedimento che a loro non darà soddisfazione. Magari, così come ci hanno detto la Giunta regionale e l'Assessore, un provvedimento in questa direzione si farà, si farà successivamente quando la situazione sarà sicuramente molto più compromessa.

Questa legge, nonostante il tentativo fatto in quest'Aula di trovare indicazioni precise in merito alle date (ieri sera in qualche modo si è raggiunto un accordo su questo), continua a rimanere vaga, vaga sull'intervento a favore del patrimonio esistente. Io ancora una volta quindi insisto nel dire che sarebbe opportuno certificare quello che sta accadendo oggi in Sardegna, quello che si sta mettendo in movimento oggi in Sardegna, per le aspettative che questa legge sta creando.

Sarebbe un modo di fare giustizia in ogni caso e comunque attraverso un testo di legge che noi non condividiamo, che noi avversiamo, ma che vorremmo e cercheremo di rendere almeno un po' più equo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io, ovviamente, mi candido nella categoria dei lucidi di testa che ci ha rappresentato poc'anzi l'onorevole Pittalis. Io mi rivolgo soprattutto a lui per dire, per l'ennesima volta, che mi rendo conto che può essere un tedio da parte di chi ascolta, non è che non si capisca che può apparire tale (penso che tutti quanti abbiamo gli strumenti minimi per comprenderlo), e tuttavia io eviterei, non credo che tra noi ci siano coloro i quali vogliano scimmiottare le pratiche talebane, per quanto in un'Assemblea elettiva o altro.

Il problema è un altro, onorevole Pittalis; noi abbiamo presentato una proposta di legge, l'abbiamo presentata perché riteniamo, dal nostro punto di vista, che la vostra proposta non risponda agli interessi che noi pensiamo di dover rappresentare, molto semplicemente. Ognuno di noi è espressione di interessi, ognuno di noi è più rispondente a un insediamento sociale. Noi siamo convinti di interpretare i bisogni, le attese, le ansie, le paure del nostro insediamento sociale.

Abbiamo studiato con attenzione il vostro testo, a partire dai nostri colleghi che fanno parte della Commissione, non ci sembra, onestamente, un testo che risponda agli interessi che noi rappresentiamo. Per questo abbiamo presentato una nostra proposta, quella proposta non è stata minimamente presa in considerazione. La ritenete, ovviamente, non rispondente agli interessi che voi rappresentate, e che rappresentate bene nel testo di legge che avete proposto. Non vi si può dire che non li rappresentate, però, comprendete, siamo su posizioni diametralmente opposte.

Ma che cosa vorreste che facessimo in una situazione come questa? Dopo che presentiamo una proposta di legge, poiché non siamo d'accordo sulla vostra, vorreste forse che restassimo a guardare? Noi, sino alla fine, caro onorevole Pittalis, eserciteremo tutte le nostre funzioni per tentare di rimettere in discussione, in qualche maniera, quel vostro dispositivo. Mi riferisco in particolare all'articolo 5, dove si rimette mano anche ai palazzi concedendo un aumento di volumetria sino al 45 per cento. Con questa norma voi, sì, rispondete ad interessi; rispondete ad interessi di pochi costruttori, ed è uno schiaffo a chi invece attende interventi per la prima casa. Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 23 e 205, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Marco e Uras hanno votato a favore e che i consiglieri Capelli, Dedoni e Murgioni hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: BARRACCIU - CARIA - COCCO Pietro - CUCCU - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - SABATINI - SALIS - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 54

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 15

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 131.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' mia ferma intenzione riconquistare la fiducia del collega Pittalis, e quindi intervengo nel merito dei problemi. Il comma 1 è un esempio illuminante di propaganda a costo zero, nel senso che "la Regione", si dice, "promuove". Uno si attenderebbe, dopo un termine di questo genere, la individuazione degli strumenti attraverso i quali questa promozione viene fatta, cioè la promozione individua un'azione diretta della Regione, non indiretta. E la Regione, infatti, parla ma non individua in che cosa consiste la promozione, se non nell'affermazione che non c'è una lira.

In questo comma non si dice neanche "attraverso che cosa". Mentre nelle altre parti avete esplicitato, questo è un comma abbastanza sibillino, perché poi continua dicendo: "Su tutte le infrastrutture che necessitino di essere adeguate in relazione ai requisiti". Io sono proprietario di una casa, viene l'Assessore regionale e mi dice: "La sua casa necessita", e io gli rispondo: "No, non necessita", e possiamo andare in giudizio, perché uno dice che necessita e l'altro che non necessita. Chi determina la necessità?

Per altri casi avete deciso che lo stabilisce questa fantomatica Commissione di esperti che in teoria, per coerenza, sarebbe dovuta entrare anche in questo campo, per il semplice fatto che entriamo negli ambiti vincolati; perché (così come entro i 300 metri) i centri storici della Sardegna, oggi, sono tutti zone di interesse paesaggistico. Pertanto questa Commissione, a cui non si fa cenno in questo articolo, dovrebbe entrare nel merito anche di questo problema, per quanto ci sarebbe da impazzire, lo capisco, se tre persone dovessero far fronte a tutto questo carico di lavoro.

Però non è coerente, è contraddittorio, perché ci vuole un'autorità che decida e dia priorità, ma è anche vero che questa priorità, seppure fosse data, rimarrebbe rimessa alla buona volontà del proprietario che, se non ha nessuna intenzione, nonostante la premialità volumetrica, quell'immobile lo lascia così come'è.

Ora, il termine "promuovere" nella sua formulazione legislativa implicava un qualcosa di più che mettesse in moto questo processo; e questa è la dimostrazione che il dispositivo rimane una buona intenzione, perché la Regione non collabora in maniera strutturale a far sì che questa demolizione e ricostruzione dell'incongruo avvenga con una vera incentivazione che non è quella volumetrica, è quella di reperire le aree, è quella di fare le permute, è quella di fare altre cose.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sono in votazione gli emendamenti numero 24 e 207, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Effettivamente, come dicevo prima, questo tipo di articolo è anche abbastanza pericoloso e sperequativo. Supponiamo infatti che uno aderisca per cui possa costruire con premialità; si troverà in una condizione per cui gli verrà dato un terreno in zona B, quindi si sposterà da zona A a zona B o, peggio, da zona B a zona C, ma vale lo stesso. A questo punto, si deve confrontare con quelli che hanno già costruito, ma ai quali è stato concesso un incremento volumetrico del 20 per cento; si trovano pertanto nella stessa zona, a fianco, cittadini che hanno usufruito del 20 per cento, e altri, solo perché provenienti da un'altra zona, che usufruiscono del 40 per cento.

Che cosa succede? A parte l'ingiusta sperequazione fra cittadino e cittadino, succede che se io sono in zona B e sono abilitato a costruire il 40 per cento in più, mentre ho una casa a un piano sia da un lato che dall'altro, posso fare tutto quello che mi pare distruggendo quell'altra parte di tessuto connettivo urbanistico di zona B che in qualche modo dev'essere salvaguardato. E questo avverrà per il semplice fatto che non c'è nessun controllo, perché questa azione presuppone la non vigenza e la non applicazione dei piani particolareggiati.

Se voi aveste disposto che l'intervento rientrava comunque nella logica e nella linea data dai piani particolareggiati, che hanno disegnato una modalità di ricostruzione del tessuto urbanistico, io l'avrei capito, ma questo non c'è, e non c'è neanche una autorità terza, cosiddetta, di esperti che dia delle indicazioni. Vi rendete conto che questo implica la giungla? E che quello che noi vorremmo fare in futuro, cioè recuperare le zone B dell'edificato per connetterle meglio alle zone A, diventa l'anticamera della distruzione di quel minimo di tessuto ancora di buona qualità che rimane nelle zone B? Un tessuto che spesso non viene inserito nelle zone A perché altrimenti diventa troppo larga la maglia all'interno della quale anche gli incentivi che la Regione ha voluto dare con la legge numero 29/98 devono essere distribuiti; questa è la realtà dei fatti.

Ho svolto queste considerazioni per sottolineare che questo è un articolo molto pericoloso, molto anarchico, da un certo punto di vista, e molto ingiusto rispetto ai singoli cittadini.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta di eliminazione di questo comma nasce dal fatto che noi continuiamo a vedere una pericolosità soprattutto nell'intervento previsto a giustificazione di una serie di considerazioni quali il miglioramento della qualità e degli aspetti architettonici. Io mi chiedo se voi tutti siete consapevoli di quello che è accaduto in questi anni nelle nostre città, dove sono state introdotte numerose sollecitazioni per tentare di migliorare la qualità architettonica del costruito di qualità pessima, senza una linea, e l'esempio lo vediamo tutti i giorni.

Io credo che non sia il caso di ritornare ai modelli del ventennio che, qualitativamente, sono stati sicuramente in grado di esprimere cose importanti e significative; stiamo conducendo una battaglia a favore di Fertilia e delle altre città di fondazione, ma di Fertilia in modo particolare anche per la posizione che occupa nel territorio di Alghero, fronte mare. Credo sia un patrimonio della collettività sul quale noi aspettiamo ancora un segno di attenzione da parte della stessa Giunta regionale per mettere in moto il meccanismo di recupero di quel patrimonio.

Non è stato previsto, però, nessun aumento volumetrico, anche perché noi continuiamo a sostenere che i miglioramenti architettonici debbano avvenire senza quella premialità volumetrica che creerà comunque conflitti soprattutto nei confronti di chi, magari, non sarà nelle condizioni di porre in essere l'intervento che gli consentirebbe di realizzare quei volumi.

Nei casi specifici, poi, all'interno delle zone B, Alghero nelle zone B1 e B2 consente la demolizione, dopo aver, badate, approvato un piano particolareggiato di dettaglio (esaminato isolato per isolato, edificio per edificio), costato fior di denari all'amministrazione comunale, nel quale si dice che a seguito di abbattimento si può costruire con il massimo della volumetria consentita indicata dagli indici; e oggi invece questa norma che cosa introduce? Introduce la possibilità anche di aumenti volumetrici in un'area già satura, congestionata, super congestionata, e credo voi tutti comprendiate che la situazione all'interno delle aree urbane consentirà una premialità solo in termini di quantità, ma sicuramente non di qualità. E' per questa ragione che noi ci opponiamo a qualsiasi ipotesi di questo genere.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 24 e 207, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 132, 210 e 335, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La buona intenzione contenuta in questo articolo, secondo me, ma capisco che voi non possiate contraddire tutto il resto dell'impianto, avrebbe avuto bisogno, anzi, è quasi una necessità, dell'intervento dell'autorità comunale. L'autorità comunale, di fatto, non può intervenire se non dal punto di vista perimetrale. Ma, secondo voi, il comune dovrebbe deliberare una deroga all'indice di fabbricabilità e di altezza sapendo che è in vigore la legge numero 45/89 che lo vincola a un piano? Dovete scrivere che i comuni possono derogare alla pianificazione urbanistica comunale, perché l'ufficio tecnico altrimenti non autorizza, perché un pubblico dipendente, in questo caso dell'ufficio tecnico, ha il dovere di sottostare a determinati regimi.

Assessore, vi do un suggerimento (voi non l'avete voluto fare, però, sostanzialmente, siete ancora in tempo) che, se accolto, vi permetterebbe un atteggiamento più nitido, perché vi assumereste le responsabilità relative: perché non rescindete in via unilaterale l'accordo con lo Stato? Andate in Giunta e revocate il Piano paesaggistico, assumetevi questa responsabilità, fatelo! Pur con tutto quello che, io capisco, potrebbe derivarne, sarebbe un atto di serietà, un atto di lealtà nei confronti del popolo.

Perché dovete imbrogliarlo con questo provvedimento? Perché, quando vi stiamo dimostrando che a ogni angolo e a ogni tornante di questa strada tortuosa vi schiantate contro la legalità? Ma fate la cosa più giusta, più lineare e più semplice: ritirate il disegno di legge, fate una rescissione unilaterale, si può sempre fare, dell'Intesa con lo Stato, glielo comunicate e poi revocate il Piano paesaggistico.

Ci affronteremo poi nei territori della Sardegna per scontrarci sul merito di questa scelta politica, ma siate leali nei confronti dei sardi, non vi chiediamo di esserlo con noi, perché noi siamo oggetto della disputa e del contenzioso politico, ma siatelo almeno nei confronti di coloro a nome dei quali parlate, come ogni tanto sento dire in quest'Aula: "In nome del popolo sardo", ma quale nome del popolo sardo! Nessuno ci ha dato questa qualifica se non ce la guadagniamo ogni giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, io ho ascoltato prima con attenzione l'intervento dell'onorevole Pittalis e sono rimasto interdetto quando ha parlato di "opposizione talebana" in riferimento alle modalità con le quali questo sparuto gruppo di consiglieri regionali cerca di condurre una battaglia politica per evitare che venga approvato in Regione un provvedimento che, a ragione o a torto, non condivide, ma in politica nulla è oggettivo.

Poi ho ascoltato con attenzione, senza intervenire, gli interventi dell'onorevole Gian Valerio Sanna e dell'onorevole Carlo Sechi; sinceramente non credo si possano definire "talebane"le riflessioni con cui si cerca di mandare un messaggio di non condivisione di un provvedimento di legge e se ne mettono in evidenza, con serietà e con ricchezza di argomentazioni, i limiti e i danni che possono derivarne dal punto di vista politico e culturale e, dal punto di vista concreto, al paesaggio e ai centri storici. Io continuo ad insistere sul fatto che non sarà mai messo in evidenza a sufficienza il danno che dal punto di vista delle coscienze viene prodotto da un provvedimento di legge di questo genere.

Credo pertanto che sia assolutamente ingiusto non riconoscere, invece (però è nei diritti di chi lo fa e, quindi, anche dell'onorevole Pittalis), che questa opposizione si sta confrontando in maniera concreta su un testo di legge che non condivide, della cui responsabilità si vuole scaricare per lasciarla tutta alla maggioranza che l'ha proposto e che lo porterà avanti. L'opposizione non si sottrae però al dovere, oltre che all'obbligo, di contribuire, ove possibile, a migliorarlo per limitare i danni; il provvedimento di legge si presenta infatti in alcuni punti pessimo e in altri assolutamente inaccettabile. L'opposizione lavora perciò perché quei punti assolutamente inaccettabili vengano soppressi, e questo in alcuni casi si è anche riusciti a farlo. Speriamo, cammin facendo, che si ottenga qualche altro risultato. Questo non vuol dire che voteremo a favore di uno provvedimento che, comunque, non condividiamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io vorrei riprendere una riflessione che facevo con l'Assessore sempre relativamente alle demolizioni, ricostruzioni di alberghi, di case, eccetera. Noi tendiamo sempre alla fiducia e alla speranza, ma io non so quanto i nostri appelli e le nostre richieste possano essere accolti per il livello di discussione che si sta avendo in quest'Aula su un provvedimento che è importante per la Sardegna, importante in termini positivi quanto in termini negativi se non viene corretto.

Io voglio tornare sui problemi dell'occupazione, egregi Assessori e colleghi consiglieri. Questo provvedimento può essere uno strumento, insieme agli altri provvedimenti, utile per gestire l'emergenza sociale che la Sardegna sta vivendo, perché la Sardegna sta vivendo una grave emergenza sociale a cui, come legislatori, dobbiamo cercare di dare una risposta sia nell'immediato che in una visione di prospettiva.

Allora, legando la proposta che è stata fatta di sostenere il ricorso di una privata cittadina sarda contro un eccesso di volumetria che potrebbe rischiare di compromettere dei gioielli ambientali che il mondo ci invidia, al fatto che tutte, dico tutte, nessuna esclusa, le forze politiche concordano nel dire che finora in Sardegna, al di là delle eccezionali opportunità ambientali, storiche, gastronomiche, vinicole, tutto quello che vogliamo, che si possono mettere in campo come una straordinaria opportunità di valorizzazione dell'industria turistica, si continua a fare l'errore di pensare…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione gli emendamenti numero 132, 210 e 335, uguali. Chi li approva alzi la mano. Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 25, 211 e 213, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Parlavamo prima del comma 3, a proposito del quale si è cercato stamattina di enfatizzare con termini molto tecnici la questione della riduzione dell'indice di prestazione energetica. Io non sono un esperto che vi può dire le cose al millimetro, ma grosso modo il 10 per cento di risparmio energetico si ottiene cambiando gli infissi e mettendo il vetro camera. Non è un grande risultato; eppure su questo sta passando l'idea che noi faremo un risparmio energetico. Ma lo sappiamo come funziona, lo sappiamo benissimo.

Noi, infatti, abbiamo proposto una quantità minima un po' diversa da questa, perché impegni a entrare nel merito sulle tecniche costruttive che implicano davvero una considerazione del tutto diversa. Però l'articolo è abbastanza singolare perché voi trattate in esso questioni contraddittorie. Al comma 3 infatti parlate prima degli immobili in aree di particolare valore paesaggistico - e insisto nel dire che tra queste aree ci sono i centri storici, i 370 centri storici della nostra isola sono beni paesaggistici oggi, a legislazione vigente - e poi dite che, a eccezione di quelli aventi meno di 50 anni, nelle zone A si fa un ragionamento del tutto analogo a quelli di cui al comma 2. Dobbiamo decidere; se le aree che sono nel centro storico sono beni paesaggistici soggiacciono al comma 3, se rientrano nel comma 6 sostanzialmente sono sottoposte a un regime diverso e quindi bisogna combinarli. Soprattutto bisogna creare delle condizioni egualitarie nelle disposizioni che si propongono ai cittadini perché diversamente c'è una sperequazione e una sperequazione genera, anche nel nostro contesto sociale, una sostanziale impraticabilità della norma, se incentivo si vuole dare.

Il non stare attenti al fatto che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, oltre che gli stessi doveri, è una cosa sbagliata dal punto di vista del legislatore, perché la perequazione delle opportunità è un dovere, nostro, quotidiano. Non possiamo distinguere fra albergatori che stanno in riva al mare, che già hanno quella fortuna, e quelli che stanno più indietro e che magari sono stati più virtuosi, e così via.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Anche questo è un comma del quale noi proponiamo all'Aula la soppressione in riferimento al fatto che suscita più di una perplessità. Se noi cerchiamo di comprendere la filosofia e la ragione della proposta contenuta nel comma diremmo che è quella di sgomberare la fascia dei 300 metri dal mare o di alleggerirla o, prendendola in considerazione particolare, di cercare di introdurre un meccanismo che tenti di spostare, attraverso una premialità, mi sembra anche molto consistente e considerevole, i fabbricati oltre i 300 metri dal mare.

Allora, io in questo provvedimento vedo soprattutto la vostra contraddizione quando si concede una premialità anche ai volumi che rimarranno all'interno dei 300 metri dal mare. Non trovate voi in questo provvedimento, come dire, una vostra preoccupazione legittima che noi naturalmente condividiamo e apprezziamo anche se non l'avremmo proposta in questo modo? Perché la preoccupazione di edificare dentro la fascia dei 300 metri dal mare è da voi avvertita ed è avvertita soprattutto e messa in evidenza in questo comma che suggerisce, si preoccupa, cerca di trovare delle possibilità per sgomberare e liberare una fascia di grande interesse.

Nello stesso tempo però, è qui la contraddizione, nelle altre parti della legge si trovano comunque criteri e formule di premialità per chi, in ogni caso, rimarrà all'interno di quell'area. Diverso sarebbe stato l'intervento di riqualificazione e miglioramento architettonico della struttura senza premialità; ma allora perché insistere comunque su una norma laddove, e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza, non c'è una condivisione piena all'interno della maggioranza stessa? Quindi su questo problema dovevamo riflettere e ne abbiamo ancora la possibilità.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 25, 211 e 213, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 26 e 215, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche quella di cui parlerò è una forma di demolizione e in parte di ricostruzione. Noi ve l'abbiamo suggerita, Assessore, nella nostra proposta di legge, ma ovviamente come tutte le cose che hanno una firma scivolano via senza essere neanche lette. Noi abbiamo, non nelle grandi città ovviamente, ma nella stragrande maggioranza delle nostre comunità, un assetto urbanistico delle zone B molto particolare che alcuni chiamano "effetto ciambella". Che cosa significa? Molta parte del tessuto urbanistico già completato nei nostri paesi contiene all'interno dei perimetri vuoti. Perché?

Perché nel momento in cui nei nostri paesi venivano realizzate le case, quando non c'erano ancora i Piani urbanistici o i Piani regolatori generali, si configuravano le strade e si chiudevano gli isolati mantenendo al centro l'orto, spazi ampi derivanti dal frazionamento della proprietà. Poi sono entrate in vigore le lottizzazioni e le zone C e, quindi, questo assetto si è andato consolidando.

Ora, uno dei suggerimenti che noi davamo, proprio per ottimizzare gli spazi, prevedeva che i comuni individuassero degli immobili, magari fatiscenti, da espropriare e acquisire per entrare dentro queste ciambelle. In questo caso io avrei dato ai proprietari un incremento volumetrico per intensificare la densità abitativa nelle zone B portando gli indici, magari, dal 3 al 3 e mezzo. In questi contesti infatti i rapporti di densità volumetrica sono sotto il limite e spesso i rapporti di copertura rispetto al lotto sono ampiamente al di sotto dello 0,50 di quei limiti che vengono imposti.

Ottimizzare quelle aree sarebbe stata un'attività di grande pregio, di grande diffusione nelle nostre piccole comunità, che avrebbe concorso anche alla valorizzazione dei centri storici svolgendo un'azione complementare di rivitalizzazione. Azione che aveva bisogno, appunto, di uno strumento straordinario che, in questo caso, si sposava molto bene con un incentivo straordinario all'edificazione, risolvendo anche molti problemi di tante famiglie che avrebbero potuto costruire la casa ai propri figli.

Questa patologia esiste perché gli studi sono stati fatti, ci siamo permessi di suggerire questo intervento ma, come sempre ovviamente, gli si dà un valore negativo (non si legge neanche la proposta), non perché abbia un valore negativo in sé, ma perché l'ha proposto l'opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intervengo al fine di sottolineare che, per esempio, non si è presa in considerazione l'opportunità di valorizzare il patrimonio edilizio esistente al di fuori della fascia E. Io ho letto con molta attenzione (a me è servito) l'articolo che poi, Assessore, anche pubblicamente le ho, tra virgolette, consigliato (non mi permetto di consigliare niente) di leggere con attenzione; si tratta della relazione finale sul disastro di Capoterra e rimaniamo pertanto in tema rispetto a demolizioni, volumi, eccetera.

L'articolo de "La Nuova" su Capoterra è veramente raccapricciante perché, se quello che scrive il giornalista è vero, possiamo dire che nel 2008 noi siamo stati a un pelo da un disastro di dimensioni epocali e non ci siamo arrivati perché magari è piovuto venti minuti in meno rispetto alla soglia "x". Però, quel disastro micidiale può ricapitare a Capoterra, a Budoni, può capitare a Muravera e a Villaputzu, nelle fasce che vengono utilizzate normalmente per costruire e che sono invece gli spazi che la natura si è costruita in millenni di storia e che poi si riprende, prima o poi se li riprende!

Mia figlia andava a giocare al Tennis club "Poggio dei Pini" da bambina. Il Tennis club "Poggio dei Pini" è stato spazzato via completamente. Perché? Perché quella struttura sportiva era stata ubicata nell'alveo di un fiume. Perché dico queste cose? Perché è giusto porsi il problema, ed è un problema serio, di liberare quello che, storicamente, è definibile come un carico antropico illegale o, definiamolo meglio, innaturale. Diamo degli incentivi per poter demolire e ricostruire? In merito io sostengo quanto detto adesso dal collega Gian Valerio Sanna relativamente agli incentivi nelle aree urbanistiche B dei nostri comuni; lo sostengo completamente perché veramente una riflessione su questo punto potrebbe aiutarci, a dare risposte ai problemi dell'edilizia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, nel leggere il comma 4, e quindi nel dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 26 che lo sopprime, si percepisce chiaramente la questione della concessione edilizia. Approfitto di questo intervento, Assessore, per riportare all'attenzione, sua e dei colleghi della maggioranza, il problema della considerazione e del rispetto delle autonomie locali in questo disegno di legge. Lo ripropongo, forse in maniera ripetuta, anzi sicuramente in maniera ripetuta, perché rimanga agli atti che in questo disegno di legge le amministrazioni comunali sono superate, sono sorpassate, sono trascurate rispetto al loro ruolo più importante, quello della pianificazione.

Se deroghiamo agli strumenti urbanistici, questo significa che consentiamo deroghe rispetto agli strumenti che le amministrazioni comunali utilizzano per la pianificazione del proprio territorio e lo facciamo, a mio avviso, senza considerare gli effetti che possono derivarne. Questo lo dico con serietà, lo ripeto, a seguito della disponibilità manifestata ieri in quest'Aula dall'Assessore nel recepire alcuni suggerimenti positivi provenienti da questi banchi, pur nella diversità di opinioni che abbiamo su questo progetto di legge.

Assessore, questa delle autonomie locali, secondo me, è una questione che va affrontata, va recuperato un passaggio di tutti questi interventi, così come avviene anche nelle altre regioni, nelle delibere del consiglio comunale. Va recuperato nel momento in cui questo ci viene chiesto con grande forza dall'ANCI, ci viene chiesto con grande forza dal Consiglio delle autonomie locali.

Nella scorsa legislatura, io dico giustamente, siamo stati richiamati ripetutamente perchè venivano trascurati sia il Consiglio delle autonomie locali che l'ANCI. Mi riaggancio a questo comma proprio per dire che questa è un'opportunità, per ripristinare alcune regole, importanti, che non ci consentiranno chiaramente di votare assolutamente a favore di questo disegno di legge perché non ne condividiamo la filosofia, tant'è vero che ne abbiamo presentato un altro, però sicuramente aiuteranno a far sì che venga esitato da quest'Aula un provvedimento di legge che crei i minori danni possibili ma anche, eventualmente, quei vantaggi anche di natura economica che vi ponete come fine.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 26 215, uguali. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 26 e 215, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che i consiglieri Capelli, Dessì, Gallus, Piras e Sanna Paolo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: BRUNO - MARIANI.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - VARGIU - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 38

votanti 37

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 2

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Sono in votazione gli emendamenti numero 27 e 217, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento sopprime il comma 5 che disciplina la rimozione ma stabilisce di non applicarla nei 300 metri perché, coerentemente con la ripresa dell'attività edilizia nei 300 metri, zone vincolate, i volumi nei 300 metri bisogna mantenerli. Cioè dove sarebbe più necessario magari fare una valutazione dell'incongruo, li manteniamo.

Questo dice il comma 5 perché non si applica nelle zone extraurbane, cioè dove sono nati gli insediamenti abusivi sui quali sta lavorando la magistratura e dove incombono peraltro tutte quelle istanze di demolizione che, seppure tardivamente, stanno arrivando.

Consentitemi una domanda genuina e anche un po' infantile: ma questo provvedimento interessa i cittadini? Io penso di no, io penso di no, e la dimostrazione sta nel fatto che da qualunque parte si analizzi questo strumento, sembra davvero, mi perdoni Assessore, dettato da qualcuno esterno, dettato, letteralmente dettato perché non rispetta neppure i criteri minimi della composizione normativa e giuridica. Cioè se uno ci pensa e dice: devo fare l'interesse pubblico, ho detto quello che ho detto sul fatto che la fascia dei 300 metri è nelle condizioni in cui è, ho gli insediamenti abusivi, ci sono dei manufatti incongrui a maggior ragione lì dove il paesaggio e lo skyline è più delicato e dove veniamo apprezzati, lì non si può fare la demolizione e lo spostamento e forse sarebbe perfino anche auspicabile proprio in quei casi, lì non si tocca, perché?

E' ovvio il perché. Perché non è il cittadino in quanto tale l'oggetto, non è la visione urbanistica, cioè ormai l'urbanistica sta diventando secondo questa lettura una sorta di ammucchiata, ammucchiamo tutte le cose possibili mentre invece l'urbanistica è disegno, è tratto, è concezione, è riflessione, è tutta un'altra cosa.

Questa è un'ammucchiata, la deroga crea ammucchiata. E allora mi domando: perché non provvediamo visto che ci siamo a eliminare la concessione edilizia? Perché la concessione edilizia concede qualcosa rispetto a qualcosa. Individua una regola perché il pubblico concede, qui non ci sarà più bisogno di concessione, siamo in regime di dittatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Prima di tutto esprimo il voto contrario all'emendamento numero 27. Visto e considerato che non ho ricevuto risposta, e non dico neanche che non avevo dubbi, devo cambiare interlocutore e mi devo rivolgere all'assessore Asunis. Assessore Asunis, in merito a questa vicenda, parlo sempre di La Maddalena (per qualcuno che non ha buona memoria) e del ricorso della signora di 84 anni, ce ne fossero altre!, non posso pretendere che lei abbia letto il ricorso e non lo pretendo, ma nel momento in cui lei, dopo aver letto il ricorso, dovesse ritenere più che reale la situazione che su quell'isola e sulle isole minori si vive, le chiedo: "In merito a quel ricorso, qualora lei dovesse ritenerlo valido come Regione, perché la Regione Sardegna non interviene in sede di autotutela a ritirare gli atti e a porre nel nulla le intese?" Le intese sono undici, non è una, non è cosa di poco conto.

Io credo che questa sia una valutazione che debba essere fatta in modo ponderato, credo che debba essere valutata attentamente la validità di quel ricorso, ma dopo aver fatto questa valutazione, qualora la Regione avesse un interesse valido a quel ricorso, io credo che la Regione stessa per prima, visto e considerato che questa Aula non trova un riscontro, debba essere in grado di tutelare gli interessi dei sardi nel migliore dei modi.

Questa è una valutazione che deve essere fatta con serenità, con calma, ma deve essere fatta in modo approfondito perché quel ricorso merita attenzione; quell'attenzione che ha portato il comitato tecnico a sospendere momentaneamente quegli atti, ma davanti al TAR la signora, a parer mio, qualora quel ricorso fosse valido, non ci dovrebbe certamente andare da sola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine al ricorso della signora ultraottantenne (il riferimento è a La Maddalena), io vi devo dire sinceramente che non ho avuto modo di leggere il ricorso e quindi non ne conosco i contenuti. Qualora dalla lettura dei contenuti emergano degli elementi che non sono stati oggetto di preventiva valutazione e che abbiano una straordinarietà rispetto all'intero processo, ricordandoci sempre che l'atto sottoscritto dall'amministrazione regionale è anche sottoscritto dall'amministrazione provinciale e dall'amministrazione comunale, mi farò parte attiva nei confronti degli altri due sottoscrittori per una valutazione ulteriore congiunta, al fine di identificare i percorsi, qualora ce ne siano le condizioni, che superino alcune censure reali che allo stato attuale, però, non so se sussistono nel caso di specie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non voglio interloquire con il collega Giacomo Sanna, ma mi serve per entrare nel merito dell'emendamento. La signora ottantaquattrenne, alla quale auguriamo ancora lunga vita per poter continuare nella sua azione, io credo abbia fatto bene a presentare il ricorso se si è sentita lesa in un suo diritto, così come fanno bene tutti coloro che ricorrono. Però quell'accordo, che io personalmente non condivido perchè non condivido quel genere di interventi, è stato ricondotto comunque all'interno di un quadro normativo che consentiva di prevedere quell'intervento.

Quindi questo è un aspetto che però deve riportarci all'interno del discorso che abbiamo ora in quest'Aula, e cioè che tutte le pianificazioni e gli strumenti approvati devono essere rispettati, mentre invece il tenore di questa norma che abbiamo in discussione fa saltare tutti i criteri di programmazione. Io penso sempre a che cosa accadrà con tutti quegli strumenti che sono stati frutto di esami, di analisi, di richiese di documenti, di scontri politici, di mediazioni, e che alla fine, dopo lunghissimi iter, perché così accade in tutte le realtà della pianificazione urbanistica in Sardegna e non solo in Sardegna, sono arrivati ad una conclusione. Gli equilibri, i pesi e le misure sottoposti a un esame, valutati attentamente, che dovevano essere contenuti all'interno dello strumento definitivo, oggi saltano, e saltano attraverso un meccanismo che sembra far giustizia e distribuire a tutti in parte uguale percentualmente un volume, ma così non è.

E ritorniamo intanto al discorso che non tutti i sardi potranno accedere a questi interventi, e quindi al fatto che il principio informatore della legge crea una ingiustizia perché divide i sardi tra coloro che hanno e coloro che non hanno, coloro che hanno avranno ancora di più e coloro che non hanno avranno in qualche modo ancora di meno, perché la loro povertà si misurerà sulla ricchezza che gli altri accresceranno attraverso questo strumento di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, rinuncio.

PRESIIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Sul merito dell'emendamento e per riprendere l'argomento invece che ha sollevato l'onorevole Sanna, dico che non conosco il caso concreto (e non credo che sia obbligatorio nella nostra funzione di legislatori conoscerlo), quindi posso solo dire che, avendo spesso identità di vedute con l'onorevole Sanna, probabilmente il suo giudizio su questo fatto potrebbe anche coincidere con il mio, non do per scontato un parere diverso. Però questo intervento(lo diceva l'Assessore poco fa se non ricordo male) sembrerebbe essere frutto di un'intesa tra la Regione, il comune, la provincia, e i privati. Si è stilato un documento, si è concretizzato un progetto, si è detto che si poteva andare avanti, c'è qualcuno che viene danneggiato, e questo qualcuno sa a chi si deve rivolgere, il TAR, e contro chi deve eventualmente fare ricorso.

Noi oggi stiamo invece mettendo in moto un meccanismo che, di fatto, ho la sensazione tolga ad eventuali singoli cittadini, che potrebbero essere danneggiati da eventuali interventi decisi da imprenditori privati, con le modalità che stiamo approvando, la possibilità di fare ricorso. In altre parole può succedere che il percorso di un eventuale ricorso, possa essere, invece che facilitato per difendere gli interessi dei terzi danneggiati, osteggiato. Questo è un dato di fatto. Oggi noi, caro onorevole Giacomo Sanna, stiamo creando le condizioni affinché quella situazione che lei giustamente oggi difende, domani non possa essere difesa.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 27 e 217, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Sono in votazione gli emendamenti numero 28 e 219, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi pare che su questa questione di La Maddalena si stia discutendo in modo persino eccessivo. Assessore, il principio ispiratore delle intese prevede che se un soggetto, dei tre istituzionali, non è d'accordo l'intesa non si fa; per cui se la Regione ritira unilateralmente il suo assenso l'intesa decade. Quindi, siccome noi le abbiamo ratificate in Giunta regionale, lei vada in Giunta regionale e revochi l'intesa. Però poi bisogna vedere che cosa succede.

Io in linea di massima posso solamente accertare che nel campo delle cose che potevano essere legittimamente fatte, noi abbiamo stipulato l'intesa, e quelli che in quel momento la proposero erano legittimati a farlo dall'articolo 90 delle norme tecniche di attuazione, che consente la trasformazione delle doppie case, e qui si tratta di villaggi comunque residenziali, in strutture ricettive. In questo quadro si è fatta l'operazione. Poi oggi "andato via" anche il G8 ci interessa ancora meno.

Il ricorso fondamentalmente, per quello che si capisce, è infondato, perché quell'intesa non è in violazione del PUC, ma è subordinata alla realizzazione delle varianti necessarie per poter fare un albergo. Perché un albergo non si fa in una zonizzazione sbagliata, ma si fa in una zonizzazione appropriata, e quindi il comune avrebbe dovuto dimostrare, attraverso una variante apposita, che non so se sia stata fatta, di possedere ancora standard di zone G adeguate per ospitare gli alberghi. Se e dopo che questa variante sia stata approvata legittimamente il ricorso non ha più nessuna ragione d'essere.

Quindi l'intesa non è stata fatta in violazione, ma è stata fatta subordinando la realizzazione di quell'intervento alle varianti urbanistiche, legittimamente approvate, che possano essere realizzate. Quindi decidete voi, non mi sembra che ci sia uno scandalo, c'è poca informazione e c'è anche una sottile vena polemica su cose che bisognerebbe approfondire come sono avvenute. Da questo punto di vista, pertanto, se sono cambiate le condizioni per costruire alberghi in questa zona, io sono persino d'accordo che la Regione esprima la sua valutazione, però si metterà contro il comune, contro la provincia, contro gli utenti che ne hanno fatto istanza. Perché non è che la Regione ha deciso di farlo, ha risposto a un'istanza che proveniva da quel territorio, e quindi si farà carico anche di questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Esprimo il voto favorevole sull'emendamento in votazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, un'ulteriore riflessione su questo punto, già l'ho fatto altre volte, prima di tutto per dichiarare il voto favorevole ma anche per ricordare che l'elemento particolare del comma in questione riguarda gli edifici che hanno meno di cinquant'anni all'interno delle zone A.

Chi conosce i piani particolareggiati delle zone A sa benissimo che ogni edificio viene classificato, viene definito nei suoi aspetti architettonici e per ognuno viene anche stabilita all'interno del piano stesso la possibilità di incremento volumetrico. Molti di questi strumenti urbanistici, va detto, sono inficiati da elementi architettonici posticci rispetto al tessuto urbano dei centri storici che praticamente vengono così snaturati e resi non omogenei.

Credo di non dire nulla a quei sindaci che nei loro comuni hanno individuato la zona A, perché non tutti i comuni hanno delimitato il centro storico, e questo bisognerebbe che la Regione lo caldeggiasse proprio per tutelare, come più volte ho detto, la nostra identità, la caratteristica urbana che ci appartiene ed è quasi similare in tutta la Sardegna. Ebbene, questi edifici che non hanno nulla di pregevole sono quelli nati negli anni '50 con l'avvento del mattone, e il conseguente abbandono de su ladiri, i mattoni di fango, e delle pietre. Queste case oltrepassano solitamente gli indici e i limiti stabiliti dal Piano particolareggiato e si invita addirittura alla loro demolizione.

Noi in questo caso invece li premiamo e li facciamo ancora crescere, in altezza, perché essendo stretti all'interno del centro storico cresceranno sicuramente non in larghezza ma in altezza. Quindi, rendendo ancora più vano l'impegno e lo studio analitico e puntuale portato avanti dalle amministrazioni comunali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Intervengo innanzitutto per dichiarare il voto favorevole all'emendamento soppressivo e anche per ricordare all'Assessore il tema dei centri storici che abbiamo citato poco fa. Assessore, relativamente alla mia considerazione che nell'Intesa Stato-Regioni non è previsto l'intervento sui centri storici, lei mi ha risposto che sono fatte salve comunque le prerogative delle Regioni a Statuto speciale.

Ora io le ripropongo nuovamente il mio ragionamento: secondo me il centro storico (proprio come filosofia di intervento della legge) sarebbe dovuto essere uno di quegli elementi del tessuto della città sul quale non avremmo dovuto cimentarci con alcun tipo di intervento, per demandarne la disciplina ai piani particolareggiati. Avremmo avuto l'opportunità, lasciando questa tipologia di intervento alla pianificazione comunale, di affidare responsabilità ai comuni e di andare incontro alle loro esigenze.

In ogni caso, se non dovesse passare la proposta contenuta nell'emendamento di soppressione del comma 6, le dico un ulteriore aspetto secondo me importante. Quando noi facciamo riferimento ai beni immobili aventi meno di cinquant'anni, parliamo di contrasto con i caratteri architettonici e tipologici. Questo contrasto, Assessore, chi lo valuta? Io propongo, con l'emendamento numero 222, di inserire anche in questo caso la deliberazione del Consiglio comunale il quale ha la facoltà di verificare quali sono i caratteri di contrasto che vanno evidenziati.

Questo elemento, secondo me, sempre nel rispetto delle posizioni che noi esprimiamo in quest'Aula, consentirebbe di rendere il comma un po' più leggibile, un po' più plausibile rispetto alle sue finalità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Neanche io ho letto tutto il ricorso, comunque il voto è contrario all'emendamento, non v'è dubbio. Ma ciò che mi dispiace da parte dei colleghi, dei quali ho anche grande stima, è che si continui a far finta di nulla. Mi rivolgo all'ultimo collega che ha parlato, non me ne voglia, collega Manca, per sottolineare che delle intese su La Maddalena una si ripete su Caprera.

A Caprera dei bungalow di legno e paglia vengono trasformati, con l'aumento di cubatura del 25 per cento, in 300 unità abitative in muratura. Per voi questo è un fatto normale? Solo perché il PPR prevede le intese e lascia poi la discrezionalità al padrone di casa, per voi è normale che su Caprera ci siano trasformazioni di questo genere?

Nel contesto di un discorso che più ambientalista di così non può essere continuo a chiedervi: è pensabile questo tipo di trasformazione? O vogliamo dargli il senso, il modo più giusto, il termine più appropriato? E' normale che si insedino sull'isola di Santo Stefano, dopo che gli americani sono andati via, 45.000 metri cubi quando niente c'era? E noi subito, con una intesa, posizioniamo 45.000 metri cubi in un'isola minore? Ne vogliamo parlare? E' un fatto normale? Ci può interessare? O ci scandalizziamo, forse a ragion veduta, di un 10 per cento in più posizionato sui 300 metri, dove ce n'è? Ma dove non ce n'è e lo stiamo facendo ex novo, a me questo preoccupa, a voi no?

Proviamo a star zitti? Noi zitti non resteremo, io ho il ricorso davanti e continuerò a leggerlo e a informarmi fin quando voi stessi non avrete copia del ricorso e, leggendolo per intero, riuscirete anche a scandalizzarvi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Il ragionamento dell'onorevole Sanna, che stimo e quindi ascolto sempre con attenzione, sta a certificare esattamente quello che diciamo noi, e cioè che è necessario porre molta attenzione rispetto agli strumenti urbanistici che si mettono in campo, rispetto alle norme o rispetto alla sregolatezza delle norme che superano le norme esistenti.

Il rischio, onorevole Sanna, è esattamente quello che lei testimonia con questa notizia del ricorso della ultraottantenne. E poi le chiedo - molto sommessamente e sempre con stima e rispetto - se il ragionamento che fa lei ora non strida rispetto alla sua posizione favorevole alle costruzioni a ridosso della spiaggia, cioè all'interno della fascia dei 300 metri.

Non lo dico provocatoriamente, lo dico perché io condividevo con lei alcune perplessità su questo modo di procedere, sul tentativo di questo "decreto casa" di consentire colate di cemento e quant'altro. Io, però, credo molto nelle regole e le regole sono quelle proprie dello strumento dell'intesa; uno strumento che non piace molto neanche a me, in verità, l'ho criticato anch'io, però questa intesa parte dalla proposta del privato che trova accoglimento a seguito di una istruttoria degli uffici tecnici, di un esame delle varie commissioni competenti, dei consigli comunali di riferimento, per arrivare a chiudere presso l'istituto che la Regione ha creato per valutare il passaggio finale.

Io credo che questo sia un processo articolato che comunque garantisce una legittimità di procedure e garantisce anche la bontà dell'esito, posto che poi non sempre tutti possono essere accontentati. Ma se la regola in qualche modo crea difficoltà, non crea maggior difficoltà andare contro la regola con un provvedimento come questo, emergenziale, che non consente a tutti di verificare e di monitorare? Questo è l'interrogativo, questa è la preoccupazione che tutti noi segnaliamo e continuiamo a segnalare rispetto a questa fattispecie, ma anche rispetto al pacchetto complessivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 28 e 219, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Il Consiglio è riconvocato per questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 59.