Seduta n.209 del 02/12/2016 

CCIX Seduta

Venerdì 2 dicembre 2016

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 49.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 30 novembre 2016 (205), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Cocco, Lorenzo Cozzolino, Luigi Crisponi, Emilio Usula, Pietro Francesco Zanchetta e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 2 dicembre 2016.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Approvazione del disegno di legge: "Variazioni del bilancio per l'esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018 ai sensi dell'articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), e successive modifiche e integrazioni, e disposizioni varie". (382/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 382/A.

Siamo nella fase di votazione della legge.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Il nostro voto finale, così come è stato ben evidenziato durante gli interventi di tutto il dibattito durante i lavori dell'approvazione dell'articolato, e soprattutto in merito ad alcuni emendamenti, è sicuramente contrario, voteremo contro. Io credo che non sia più necessario neanche dover ripetere per l'ennesima volta il perché di questa nostra posizione, il perché che era legato sicuramente al fatto che questo non è, non è questo disegno di legge certamente una variazione di bilancio, ma lo abbiamo detto tutti, è un insieme di norme che per alcuni versi modificano e variano realmente il bilancio approvato ad aprile di quest'anno, ma che in alcuni punti invece, in alcuni commi esattamente, non si fa altro che inserire a pioggia alcuni finanziamenti ad hoc per soddisfare esigenze ad hoc, e in alcuni casi invece inserire modifiche come quella per esempio del BIC, queste piccole cose che chiaramente non fanno certamente parte di una variazione di bilancio, sono inserimenti che sono stati forzati all'interno della norma e che questa volta trovano spazio. Io non so quanto poi a livello nazionale il Governo non impugnerà questa variazione di bilancio, a meno che qualcuno di voi non abbia già contrattato, visto che fate parte della stessa maggioranza, un'eventuale non impugnazione da parte del Governo, ma quello che più di tutto mi preme evidenziare sono proprio alcuni finanziamenti che, ahimè, ahimè, non avranno la possibilità di essere utilizzati entro il 31 di dicembre. Basti pensare solo a quella necessità urgentissima dell'Assessorato dell'agricoltura relativamente al servizio degli usi civici, prima si smantella il servizio, si mandano via i dipendenti, e poi si chiedono 300 mila euro per eventuali consulenze esterne che probabilmente già operano, o perlomeno per adesso in forma gratuita stanno dando una mano all'Assessorato. Io credo che siano delle cose che se avessimo fatto noi, e come quelle poche cose che abbiamo fatto corrette sono state invece considerate illegittime, qualcuno è corso anche alla Procura della Repubblica per gridare scandali che noi avevamo fatto, immaginiamo…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (FI). L'unica cosa che ho avuto modo di recepire sana durante questa discussione è il riconoscimento di questa responsabilità che, da parte dell'assessore Paci, ieri che con molta onestà ha recepito anche il fatto che si sia arrivati in ritardo, che probabilmente siamo arrivati in un momento un po' complicato perché stiamo sotto campagna referendaria, e quindi magari in concomitanza con la discussione di questo documento chiaramente c'è stata anche la passerella di diversi rappresentanti del Governo nazionale, che sono venuti qui sicuramente a fare delle promesse elettorali, promesse che non saranno mantenute, come ben sapete tutti quanti, almeno al 90 percento. Semplicemente per far capire e far inghiottire ancora una volta a questa popolazione sarda, che è sempre così sofferente, così a disagio e che facilmente si fa imbrogliare e imbrigliare in momenti come questi. Momenti che hanno visto ancora una volta il deficit e delle problematiche di un Esecutivo che non è riuscito ancora una volta dare una strategia e un prospetto futuro a questa Sardegna. La carenza in questo documento, in questo dispositivo di attenzioni per l'artigianato, per il turismo, per l'agricoltura, come sosteneva Oscar Cherchi prima, e poi ancora i costi e investimenti sulla sanità. Senza riuscire ancora a capire che la sanità è diventata non un problema ma il problema in questa regione, e che probabilmente anche questi soldi non serviranno a granché. Un'altra cosa che ho riscontrato e mi dispiace, lo dico senza che me ne voglia nessuno, è che i colleghi della maggioranza, molti dei quali sono amministratori, non hanno proferito parola in questa discussione, sono stati lì ad ascoltare, magari tediati dal nostro dibattito, però avrei avuto piacere di sentire qualcuno di loro, non per altro, ma per avere anche la dimostrazione che ancora anche loro a questa Sardegna tengono particolarmente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Con l'assestamento di bilancio 2016 si preparano tutti i migliori preso posti per creare una bella atmosfera natalizia per i nostri giovani sardi, per le imprese, per i consumatori e per chi necessità di servizi fondamentali. All'alba del terzo anno di mandato, assessore Paci, la parola d'ordine del suo operato è ritardo. Ritardo nella pubblicazione di bilanci di previsione che rappresenta lo strumento di programmazione, ovvero il documento in cui vengono definite le strategie e gli obiettivi che si intendono perseguire nell'esercizio presente. Ritardo nella presentazione del documento di economia e finanza regionale, il quale deve definire le risorse necessarie per il perseguimento prova degli obiettivi programmati. Ritardo di ben sei mesi sulla pubblicazione del disegno di legge di assestamento, che è fondamentale per valutare nel concreto lo scostamento tra la strategie programmate, le risorse pianificate e gli obiettivi raggiunti, strumento con il quale si valuta quindi l'efficacia, l'economicità e l'efficienza dell'azione amministrativa. Questo comporta un ritardo nella spesa pubblica, che a sua volta provoca un ritardo degli interventi nei territori, i quali tendono a produrre ritardi per le aziende per i cittadini, che sono comunque costretti a rispettare i termini legislativi per il pagamento dei contributi. Tutto ciò ci consente di riassumere l'operato di questo Governo regionale nei primi, e speriamo ultimi, tre anni di legislatura con una sola parola: incapaci. Incapaci di programmare e intraprendere azioni che minimamente possano agevolare la condizione economica di erogazioni dei servizi in Sardegna. Incapaci di rispettare i termini legislativi per la redazione dei documenti di gestione economica. Incapaci di trattare con il Governo amico per una delle questioni più importanti per la nostra autonomia e per la nostra dignità ovvero: la vertenza entrate, che continua ad essere in gran parte irrisolta a danno delle Regioni che voi vorreste governate. Incapaci di riformare la sanità, che ancora oggi soffra di liste d'attesa improponibili, insostenibili per i cittadini, di servizi e di strutture inadeguate, di chiusure delle eccellenze esistenti e soprattutto di contenere la spesa, dato che chiudiamo i conti con un disavanzo. La vostra azione politica si è contraddistinta per la creazione di piccoli interventi che non riescono ad affrontare i grandi problemi regionali, che non sono capaci di guardare al futuro e che…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Stiamo molto attenti al tema delle povertà destinando risorse ma soprattutto badando ad ottenere risultati. Queste sono le parole del presidente Francesco Pigliaru nel suo saluto alla presentazione del rapporto sulle povertà e sull'esclusione sociale in Sardegna, curato dalla Caritas, che è stata ospitata il 30 novembre a Villa Devoto. Credo che questo la dica lunga su quello che dovrebbe fare la Giunta su quello che dovrebbe essere fatto a vantaggio dei sardi in un momento nel quale, come è stato ben chiarito anche dall'assessore Paci, c'è una crisi che attanaglia la Sardegna e dove le povertà sono sicuramente aumentate e dove la necessità di interventi a sostegno di chi è in difficoltà sono ormai improrogabili. Io voglio fare un esempio di come questa maggioranza invece fa altro. Un lavoratore socialmente utile che presta servizio in un comune lavora per 350 euro al mese. E viene chiamato a lavorare per circa tre mesi. Se noi prendessimo solo l'ultimo emendamento di ieri sera che regala 200 mila euro alle associazioni datoriali, e li dividiamo per 350 euro si assicurerebbe un sussidio per 571 mensilità con una media di tre mesi di lavoro, praticamente questo avrebbe consentito a 191 persone, in difficoltà, di avere un aiuto soprattutto in vista del Natale. Avete preferito invece convenzionarvi con chi dovrebbe supportare l'attività della Giunta credo che questo sia uno schiaffo e una smentita dell'attenzione che invece professa, a parole, il presidente Pigliaru per la povertà da parte di questa Giunta. Potrei continuare con altri esempi, ma mi fermo semplicemente a dire che i 2.100.000 euro dati alla provincia di Nuoro sono una cosa della quale io, come appartenente a quel territorio, sono contento, ma avrei preferito invece una battaglia di questa amministrazione per far restituire i 45 milioni sottratti a quel territorio dello Stato. Tutto questo non lo avete fatto e avete lasciato invece che lo Stato continuasse a infierire sui sardi, come ha fatto dall'inizio alla fine. Per cui su questo provvedimento non potrà che esserci un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Siamo arrivati al termine di questo disegno di legge che ovviamente sarà approvato dalla vostra maggioranza perché il voto nostro è sicuramente negativo, che è forzato sicuramente da una normativa nuova, ma moltissimo anche dalla vostra incapacità, assessore Paci, una programmazione sbagliata, ci saremmo aspettati che invece arrivassero le correzioni di quella finanziaria del 2016 che, anche quella, nata male è arrivata a destinazione ancora peggio, servivano dei correttivi, avete deciso di non farli, vi siete limitati a mascherare un assestamento di bilancio con delle variazioni assolutamente a tratti anche ininfluenti. Anche perché se andiamo a pensare ad alcune di queste sono proprio ad personam e quindi tutto ciò che non va bene con ciò che riguarda invece sviluppo, sostegno alla crisi e quant'altro. Ancora, sono rimaste insolute le parti più importanti, cioè la partita delle entrate, Assessore, oltre il dramma del passato ci troviamo anche a dover affrontare il problema della cassa che da Roma non arriva, ma noi questo che glielo abbiamo sempre detto, soprattutto da appena lei è arrivato, non può dire che purtroppo non abbiamo visto lungo sui comportamenti del Governo. Ancora ci limitiamo a intervenire in un disavanzo della sanità, tra l'altro accollandoci anche 25 milioni per il discorso dei farmaci, che sarebbero dovuti essere invece arrivare direttamente dallo Stato italiano, ma sono sempre scelte vostre, per noi assolutamente scelte che non porteranno davvero a risolvere alcun problema o a creare benessere per i sardi.

Ancora questo disegno di legge è veramente viziato da norme intruse, noi anche questo presidente Ganau lo abbiamo detto dall'inizio, ne cito alcune i movimenti tra BIC e SFIRS o addirittura la analisi dei debiti fuori bilancio che per noi sono assolutamente anche di dubbia applicazione. Ancora, Assessore, questo glielo dico con auspicio per il futuro anche perché le dobbiamo riconoscere che lei ha avuto il coraggio di venire qui è certamente l'Assessore proponente, ma di certo ha preso in carico anche le incapacità dei suoi colleghi, propri gli errori dei suoi colleghi oramai dall'inizio della legislatura ma in particolare di questa finanziaria 2016. Sui fondi comunitari se lei davvero è convinto, come che ha sempre detto, che dovevano essere l'elemento in più, lo strumento in più per affrontare da un lato i momenti difficilissimi della crisi ma soprattutto per creare le condizioni dello sviluppo per la nostra terra, nelle materie strategiche, io credo che lei debba darsi una mossa egli lo dico ora o veramente poi…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, così come abbiamo avuto modo di ribadire più volte noi avremmo gradito iniziare a discutere e discutere e approvare la finanziaria, siamo qui paralizzati, bloccati con un assestamento di bilancio, con una serie di variazioni che di sicuro non sono positive per quanto riguarda l'agire finanziaria di questa Giunta.

La discussione è malata, discussione di questo disegno di legge è sicuramente malato, costellato da errori, costellato da lacune. Il primo errore che fa la Giunta è non far partecipare a questa seduta o queste sedute il Presidente. Il presidente Pigliaru che è molto solerte nella campagna referendaria, ma non è altrettanto solerte per partecipare alle sedute del Consiglio in cui si discute del futuro della Sardegna. Il secondo errore è la mancata partecipazione al dibattito della maggioranza, maggioranza che così facendo ha impoverito questo disegno di legge ma ha impoverito ahimè anche i rapporti tra maggioranza e opposizione, perché non sono stati mantenuti i patti. I patti che sono stati stretti all'inizio della discussione erano altri, l'opposizione li ha mantenuti, la maggioranza li ha disattesi. Credo che questo gesto negativo peserà in futuro nei rapporti tra maggioranza e opposizione. E ci troviamo comunque a discutere, ad approvare un disegno di legge fatto di pezze, un disegno di legge fatto di rattoppi, un disegno di legge fatto di cascami di variazioni di bilancio, pezzi di bilancio che vengono messi assieme, vengono intessuti con un filo stramato e producono una tela bucata, una sorta di gruviera, non abbiamo affrontato uno dei problemi cardine della nostra isola, non abbiamo avuto il coraggio di prorogare la legge edilizia, avete fatto delle marchette di dimensioni bibliche con la casa di riposo di Iglesias, con i 200.000 euro dati ad associazioni datoriali. E ricordo che la casa di riposo di Alghero ha chiesto 2.600.000 euro, non le è stato detto alcunché, 500.000 a Iglesias. E ancora siamo qui a riparare i danni fatti dai reucci della sanità in questo anno a mezzo, in quest'ultimo anno. Reucci della sanità che hanno proceduto senza ascoltare le direttive dell'Assessorato o ascoltandole troppo perché noi siamo convinti che noi oggi la sanità abbia una gestione…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (Gruppo Misto). Grazie Presidente, allora abbiamo assistito in questi giorni a un teatrino con la minoranza che chiude a riccio che non vuole colorare ma non abbiamo dall'altra parte grande collaborazione, abbiamo visto quasi il silenzio imposto dalla Giunta ai consiglieri di minoranza se non quando sono stati sollecitati e questa la dice lunga anche su quanto sta imponendo questa Giunta che si chiude a riccio, non accetta il dibattito, lo abbiamo visto quando si è parlato di sanità, di riforma sanitaria. Poi noi capiamo anche le difficoltà nel governare, perché governare non è facile, non è facile governare oggi in Sardegna la sanità, io faccio anche un'apertura di credito perché la riforma è stata fatta, quindi sicuramente questa riforma dovrà essere messa alla prova, vediamo cosa riuscirà a produrre. Ciò non toglie che stiamo comunque incrementando i capitoli di spesa della sanità e sicuramente saremo chiamati anche a farlo per l'anno prossimo, anche perché si prospetta un rinnovo dei commissariamenti. Va bene programmare l'elisoccorso, poi è chiaro che non è questa la sede cui entrare nel merito per verificare se questa sarà efficace o meno. Va bene anche il discorso Forestas per fortuna si vuole portare la stabilizzazione di tanti operai che da tanto tempo aspettavano risposte. Ovviamente non mi sembrava il caso di inserire nella legge dei debiti fuori bilancio e soprattutto i finanziamenti ad hoc, li ha citati poc'anzi il collega Marco Tedde. È vergognoso finanziare una struttura come la casa serena di Iglesias dimenticando gli altri, chiaramente questo è un piccolo contentino che viene dato a qualche consigliere regionale di minoranza in cambio del suo silenzio, così come è vergognoso dare 200.000 euro alle associazioni di categoria ed è altrettanto vergognoso non dare risposte a quella che è stata una voce fuori dal coro che è quella della collega Daniela Forma dove si chiedeva, appunto, di dare un po' di contributo anche alle famiglie bisognose e ai poveri. Quindi una distanza epocale tra quello che pensa la Giunta e quello che succede fuori di qua. Per questo motivo nonostante riconosciamo alcune parti buone di questa legge il voto mio e del UDS sarà sicuramente contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD). Grazie Presidente, non si può che esprimere un giudizio positivo su questo provvedimento che è partito come provvedimento prettamente tecnico di adeguamento al "118" e quindi alle norme del bilancio armonizzato è cammin facendo nella discussione anche che si è avuta in Commissione ha raccolto delle emergenze sul sociale, sul precariato, sui servizi, è andata a risanare una parte del disavanzo della sanità. Quindi una serie di provvedimenti urgenti cui abbiamo inteso dare immediatamente risposta. Quindi da questo punto di vista credo che sia positivo il lavoro che abbiamo fatto e lo abbiamo potuto fare perché le risorse a disposizione della Regione sono in questi anni aumentate. E il tema credo che sia proprio questo il tema centrale cioè la discussione, il dibattito se aver abbandonato il patto di stabilità attraverso un accordo ed esserci assoggettati alle regole del bilancio armonizzato e all'equilibrio di bilancio è stato positivo per la nostra Regione oppure è stato un fatto negativo. Ebbene i dati ci dicono che i risultati sono estremamente positivi e io quando vado ad analizzare il bilancio vado a verificare lo stato dei pagamenti e lo stato dei pagamenti è andato aumentando, il trend è positivo, è stato positivo nel 2014, positivo nel 2015 dove abbiamo raggiunto la cifra di 7 miliardi 811 milioni di pagamenti in competenza e residui, il che significa che abbiamo superato i pagamenti nonostante nel 2013, abbiamo superato i pagamenti del 2013 nonostante nel 2013 fosse nettizzata la spesa sul fondo unico degli enti locali. Quindi abbiamo 800 milioni di pagamenti in più rispetto al 2014, 424 milioni in più di pagamenti nel 2013. Questo è il fatto, questi sono i dati, e questi sono i dati che ci danno ragione, che la scelta è stata corretta, e che anche nel 2016 confermeremo questo dato dimostrando che essere entrati nelle regole del 118, ed essere usciti dal patto di stabilità, ha significato avere più risorse e avere la possibilità di spendere tutte le risorse a disposizione, così come dicemmo a suo tempo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, siamo arrivati alla fine di questo iter che ci ha visto analizzare in maniera davvero sintetica questa legge. E abbiamo visto, analizzando per bene questa legge, i peggiori difetti che la politica non deve avere. Il modo di amministrare di questa maggioranza, il modo di amministrare dopo due anni e mezzo di questa Giunta è sicuramente da bocciare; da bocciare perché rispecchia quelli che sono i maggiori difetti che la politica non deve avere, cioè non lavorare secondo un programma, ma lavorare secondo il consenso. Ecco questo è quello che la politica non deve avere. Non c'è un programma di Sardegna forse figlia della politica del governo nazionale. L'abbiamo visto durante questo referendum, in Sardegna siamo diventati ricchi. Se fosse durato un altro mese la scadenza del referendum avrebbero portato i diamanti in Sardegna pur di arrivare ad un consenso. Allora figlia di questa politica nazionale voi avete fatto una legge che ha come obiettivo quello del consenso, più che quello di un programma di Sardegna. Non c'è una politica sul lavoro, non c'è una politica sull'occupazione, non c'è una politica sulla povertà, non c'è una politica sull'urbanistica, non c'è una politica. E quindi il voto non può essere altro che un voto contrario a questa legge, che non è un voto contrario solo alla legge, ma è un voto contrario a questi due anni e mezzo di governo di questa maggioranza. È una bocciatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Presidente, ma io voto sì in maniera convinta a questo disegno di legge, voto sì in maniera ancora più convinta domenica su una riforma costituzionale che probabilmente molti esponenti del centrodestra avrebbero voluto firmare. E ricordo che c'è chi ha portato i ministri in queste settimane di campagna elettorale ad occuparsi dei problemi, e chi portava i ministri a fare footing a Villa Certosa. Noi abbiamo preferito portarli laddove c'erano i problemi ad occuparsi dei problemi. Ma io entrando nel merito della dichiarazione di voto relativamente al disegno di legge proposto, voglio ricordare che siamo di fronte ad una variazione di bilancio che in qualche modo doveva ed è intervenuta in maniera concreta ed efficace in tre o quattro settori che dovevano sicuramente trovare una risposta con la rimodulazione di alcuni finanziamenti per portare avanti una delle azioni principali di governo di questa maggioranza. Una è sicuramente la sanità, dando la possibilità di sviluppare una delle iniziative più importanti per dare gambe a quella che è la riforma stessa che è l'elisoccorso. E' sicuramente quindi un intervento che permetterà di dare efficacia alla riforma. Per quanto riguarda i punti della riforma della rete ospedaliera, rete territoriale, ed elisoccorso, possiamo in qualche modo garantire l'assistenza sanitaria a tutti i territori. Ma se c'è un tema che a mio avviso può qualificare questa manovra è sicuramente la risposta al mondo del precariato. Noi abbiamo vissuto in queste settimane con la presenza dei precari delle province, dei consorzi di bonifica, delle cooperative, del sistema museale e archeologico. E io credo che con questa manovra, garantendo e liberando le risorse necessarie per poter dare risposta a queste situazioni, noi sicuramente abbiamo risolto un problema e permesso di fare il Natale in maniera sicuramente più serena. E' chiaro ci sono sempre luci e ombre, c'è molto da fare ancora, però viviamo una situazione economica difficile che non è sicuramente additata a questa maggioranza. Situazione economica che non appartiene al centrosinistra o al centrodestra, e solo con opere efficienti di collaborazione, di revisione del bilancio e della spesa possiamo rispondere non demagogicamente a quelle che sono le richieste, ma con opere concrete a sostegno dell'occupazione e dello sviluppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Presidente, voto "no" consapevole del no, e al referendum voto no perché conosco anche io gli articoli della Costituzione, forse ha letto gli articoli sbagliati il collega Comandini. E anzi mi ha quasi convinto lo spot che c'è su "La Nuova Sardegna", oggi dice: "Per una sanità uguale e giusta per tutta l'Italia, vota sì". Evidentemente il collega Comandini non ha letto neanche gli slogan che pubblicizza il PD nella stampa nazionale e regionale. Collega Comandini, io sono d'accordo, mi va bene l'istituzione dell'elisoccorso, ma mi sarei aspettato un sussulto da parte della maggioranza, visto che va tutto bene, per incentivare quello che è l'abbattimento delle liste d'attesa. Se lei ha letto il programma con cui vi siete presentati alle elezioni regionali, che hanno fatto vincere il Presidente ma non i consiglieri di maggioranza, come già detto in quest'aula, nota che "ci batteremo e spenderemo le energie per far sì che i nostri concittadini non soffrono dei disagi dell'attesa per una semplice visita". Se lei guarda le liste medie pubblicate non da me ma dall'assessorato di questa Regione abbiamo mammografie sei mesi, per una TAC le è capitato, collega Comandini, che per sbaglio qualche cittadino la chiami e lei dica sono stato ricoverato quattro giorni, ad esempio al Brotzu, su presunta ischemia, e mi hanno dovuto trasportare in ambulanza perché funzionava, coincidenza, quella del policlinico. Abbiamo cinque TAC nella mia provincia, perché io sono stato eletto nella provincia di Cagliari, anche se quando siamo qua rappresentiamo tutta la Sardegna, avrei gradito che tutti quegli investimenti in più, e che ben vengano nel settore sanitario, servissero per risolvere davvero i problemi della gente, ma non nostri. Non c'è un settore che stiamo migliorando. Dobbiamo fare le eccellenze, abbiamo a oggi i viaggi della speranza. I viaggi oncologici sa a quanto risalgono, collega Comandi?Abbiamo più del 30 per cento rispetto all'anno precedente. E' una scelta della gente, evidentemente perché non trova risposte in questa Regione. Io avrei votato sì se mi avessero convinto non molto, almeno in un passaggio di tutto quello che hanno scritto; è una somma di norme intruse, l'ha detto anche l'assessore Paci indirettamente, nasce con un buon principio, si vota tutto e niente, si danno piccole risposte, zuccherini alle prebende come ha detto il collega Comandini, Regione, Provincia, tutti enti strumentali che vengono chiamati, e non c'è la prospettiva di incentivare i soldi alle imprese, non alle associazioni che rappresentano i lavoratori, alle imprese che fanno il lavoro vero, che investono e che fanno quelle assunzioni che rimangono definitive. Perché non esiste solo il lavoro in Regione, Provincia, enti locali, in house, partecipate, perché bellissime quelle voci. Tutto quello che ci ha richiamato la Corte dei conti nell'ultima relazione, compreso il 40 per cento in più nelle partecipate dalla Regione, il 20 per cento in più sulle consulenze. Colleghi, non regge più la teoria che è colpa dell'opposizione quando governava, ci sette tre anni e tutte le consulenze che avete fatto..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Presidente, questa non è una manovra puramente tecnica, il bilancio non è tecnicismo, la variazione al bilancio non è un riequilibrio dei saldi entrate e spesa, questa è una manovra che va letta in un'ottica di immettere nel circuito economico una quota significativa di risorsa finanziaria, per favorire tutti gli interventi dei quali abbiamo parlato in tre giorni. Tre giorni di durissimo lavoro, animati dal fatto che, prendendoci la relativa quota di rischio, animati dal fatto che siamo a dicembre, e a dicembre vogliamo accelerare sul fronte della spesa, perché sappiamo perfettamente quali sono le conseguenze favorevoli che discendono per l'economia, per la salubrità degli enti locali, per tutto il sistema sardo. Questa variazione di bilancio sarebbe stata perfetta se si fosse fermata qua, viceversa assistiamo anche a delle impostazioni o delle importazioni puramente politiche, e ci riferiamo ad esempio a tutto il ragionamento che è stato innestato forzatamente sull'elisoccorso, dove abbiamo detto e motivato che forse non era questo il momento, forse non era questo il momento di impattare sul fronte della spesa in una maniera così significativa, ma soprattutto questo non era il momento di calare una decisione altamente politica come quella, in un momento in cui non è partita neanche l'AREUS. Allora, senza ripercorrere le tappe del ragionamento che è stato fatto in Aula, diciamo che diamo pieno sostegno a questa manovra, diamo pieno sostegno a tutta l'attività di favorire l'immissione nel circuito comico delle risorse economiche, siamo soddisfatti di questa manovra, vi è stata una grande risposta degli uffici assessoriali dell'Assessore al bilancio presente, è una manovra assolutamente etica e politica, con i distinguo per quanto riguarda invece le parti sulla politica sanitaria delle quali abbiamo già parlato durante il discorso. In ogni caso il nostro Gruppo vota a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Io voterò no in maniera convinta, ma soprattutto voterò no domenica, perché, come è avvenuto tante altre volte, questa riforma sta passando senza nessuna interlocuzione con la nostra Regione, Regione materasso, sia per il governo Renzi, sia per la giunta Pigliaru; evidentemente né l'uno né l'altro hanno nel loro DNA i principi dei valori della specialità autonomistica, dei quali noi siamo portatori, custodi e difensori. C'è stato un momento di … istituzionale e di rispetto delle regole costituzionali e statutarie, quando il Consiglio regionale è stato chiamato ad esprimere il proprio parere nell'ottobre del 2015 su due proposte di legge costituzionali, poi silenzio, silenzio assoluto del Governo, della Giunta regionale e della Commissione paritetica Stato-Regione, degli organismi tutti a gestione e regia della sinistra. Con la riforma della Costituzione l'obiettivo è quello di cancellare la specialità autonomistica, di ridimensionare il regionalismo, di accentrare i poteri nello Stato sul Governo; su questo mi pare che non ci piove, e non capiscono che più il mondo diventa grande, più c'è il villaggio globale e più ci deve essere il decentramento, perché maggiore è la distanza, minore deve essere quella tra il cittadino e la politica. Lo fa la legge Renzi, senza rispetto di quelle pur minime interlocuzioni previste e obbligatorie della Costituzione dal nostro Statuto autonomistico, ovvero il Presidente. Quando io parlavo di garbo istituzionale, parlavo di questo, dei rapporti. Io ho scritto una lettera a lei, ho scritto una lettera al Presidente della Regione, chiedendole di invitare qui l'europeista e l'autonomista convinto, il Presidente della Repubblica, che oggi viene chiamato in tutte le piazze d'Italia; questa è l'unica Regione speciale che non si è riunita. Abbiamo presentato, hanno presentato i partiti della sinistra una mozione già da 4-5 mesi fa, ho presentato io, insieme ad altri colleghi, una mozione per aprire un dibattito, ma come fa un Presidente di Regione ad andare a dire: "Io voto sì", o andare a dire "votate si, perché tanto la vostra autonomia è salva". Ma come si può ignorare il Consiglio regionale? Ma come si è potuto non fare un dibattito qui, nella Sede più alta della Sardegna, per dibattere questo problema e per dire perché noi dobbiamo votare no, e non certamente per ragioni degli altri, ma per le nostre ragioni. Io non ho tempo, ovviamente, perché non abbiamo il tempo, se no direi quali sono i motivi per cui la Regione Sardegna a Statuto speciale deve votare no, i motivi nostri, insiti nel nostro statuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Grazie, Presidente. Giudizio positivo sul provvedimento, quindi un sì convinto, un sì convinto oggi e un sì convinto domenica. Un provvedimento, questo, che non è solo di natura tecnica, ma che dà a soluzioni politiche a tutta una serie di situazioni problematiche. Ne cito soltanto alcune: i lavoratori dei cantieri verdi, il ripiano del disavanzo sanitario, il riconoscimento di debiti fuori bilancio, di cui responsabilmente ci facciamo carico, molti dei quali sono ereditati, il servizio di elisoccorso che prende l'avvio. Certo, tutti noi avremmo voluto trovare e dare delle risposte anche ad altre emergenze, come quelle legate al sistema dei beni culturali, o quelle del mondo delle associazioni, ma si sa, le risorse non sono infinite, sono limitate, e ci stiamo lavorando; così come Dio ha creato il mondo in 7 giorni lasciando per ultimo l'uomo e la donna, anche noi chiaramente abbiamo bisogno di tempo per riuscire a risolvere tutti problemi. In questi giorni, in questi due giorni, due giorni e mezzo abbiamo sentito prevalentemente parole forti che venivano dalle opposizioni, toni sopra le righe, la parola utilizzata frequentemente è stata la parola "schifezza", per chi avesse voglia di leggere i resoconti, spesso riferita alla sanità sarda. A questo proposito, approfittando chiaramente dei pochi minuti a disposizione, io voglio segnalare che poiché le bufale che sono circolate a proposito della riforma costituzionale evidentemente hanno fatto scuola e hanno fatto moda, invito i colleghi dell'opposizione ad andare a leggere la verifica e il parere della Corte dei conti a proposito del rendiconto della Regione Autonoma della Sardegna del 2015, in maniera particolare soltanto le prime righe a pagina 239 dove, non lo scrivo io, ma lo scrive la Corte dei conti, dice che la spesa del comparto sanità, che incide in misura particolarmente rilevante sul bilancio regionale, era in continua crescita nel quinquennio 2010-2014 e invece registra un considerevole decremento nell'esercizio 2015, in maniera particolare…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Siamo arrivati alla conclusione di questo percorso legislativo, con finalmente alcuni interventi della maggioranza, di alcuni colleghi, che non me ne vorranno se osservo che si sta cercando di fare una eroicizzazione degli atti normali. Si sta facendo, collega Congiu, una variazione di bilancio, forse più variazioni di bilancio, un atto normale che, è vero, all'interno di una veste tecnica ha poi introdotto una serie di scelte politiche, scelte tardive, anche discutibili, se vogliamo. E sono atti ricchi di criticità che abbiamo evidenziato nell'arco del percorso normativo. Poi celebrate l'applicazione di un decreto legislativo che sancisce l'avvio non solo e non tanto di una armonizzazione della finanza pubblica, ma l'avvio della trasformazione di questo Parlamento in un consiglio comunale. Costringe i parlamenti regionali a riconoscere debiti fuori bilancio, costringe le regioni ad avere revisori dei conti, e molti che hanno citato questo referendum forse non colgono il fatto che al netto di tutte le altre considerazioni il progetto di fondo è ben chiaro, è il superamento del potere legislativo in capo alle regioni, con una trasformazione forte dell'assetto istituzionale di questo Stato in uno Stato fortemente neocentralista. Non c'è niente di cui andare fieri, cari colleghi, nel fatto che questi giorni abbiano visto la discesa dei Lanzichenecchi in quest'Isola per portare le ragioni non dei problemi del territorio, ma per andare a sostenere una riforma costituzionale che potrebbe essere prerogativa del Parlamento da un lato e scelta libera dei cittadini dall'altro al momento del referendum confermativo. Tutto questo iperattivismo di questi giorni invece è un'entrata piuttosto forte, pesante sulle dinamiche democratiche di questo Paese. Quindi il voto definitivo non potrà che essere in termini negativi sia sul provvedimento che per quanto riguarda il referendum, ma è un no che non significa accedere ad una forma di conservatorismo, ma indica piuttosto un percorso di riaffermazione della coscienza nazionale sarda.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Presidente, mi scuso per non essere riuscito a seguire il dibattito e gli interventi dei colleghi ma un problema familiare mi ha costretto ad essere assente, però ci tenevo ad intervenire perché ho l'impressione che questa variazione di bilancio sia iniziata in un certo modo e stia finendo peggio. Nel senso che siamo partiti con un disegno di legge che sicuramente non aveva un valore positivo, che conteneva alcune questioni che abbiamo evidenziato negli interventi dei giorni scorsi e anche nella relazione al disegno di legge e poi purtroppo abbiamo proseguito su quella strada non positiva peggiorandolo con alcune scelte che sono state fatte anche nella giornata di ieri. Credo che in un disegno di legge in cui si trovano risorse per tante esigenze che poco hanno a che fare con gli interessi collettivi, non sia sicuramente positivo, anzi penso sia un gravissimo errore non riconoscere il valore invece che avrebbe avuto il sostegno di 3 milioni di euro, le risorse che sono state previste negli ultimi anni e che questo Consiglio si è sempre impegnato a trovare per le famiglie numerose.

Al di là di questo, la cosa che mi preoccupa, ricontrollando un po' i dati è che sostanzialmente c'è una totale incapacità di controllare quella che è la spesa sanitaria, perché veramente se il disavanzo del 2015 è considerato intorno ai 340 milioni, quello poi certificato anche dalla Corte dei conti, quello che mi preoccupa è che questo disavanzo è determinato anche dal fatto che non ci fossero state inizialmente le risorse previste. Nel 2016 invece abbiamo messo 350 milioni in più, ne stiamo aggiungendo altri 120 milioni e nonostante questo non si riesce a garantire una sanità di qualità. Penso quindi che questa sia stata l'ennesima occasione persa anche perché quest'anno avevamo in variazione un po' di risorse da poter utilizzare, risorse che arrivano dagli anni futuri e quello che succederà continuando col sistema delle mancette, delle richieste, dei clientes è che non solo abbiamo mal utilizzato i soldi per quest'anno, ma abbiamo anche in qualche modo messo a rischio le risorse per gli anni prossimi. Invece proprio quest'anno che c'era la possibilità di utilizzare in variazione questi 300 milioni, Assessore, forse la logica doveva essere un'altra, quella di utilizzarli veramente sì per rispondere a esigenze collettive che meritavano, ma anche...

PRESIDENTE. Onorevole Truzzu, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, una delle cose che è accaduta durante questo dibattito è che noi della maggioranza abbiamo fatto pochi interventi. Una scelta, evidentemente, una scelta perché si tratta di una variazione - anche su questo concordo con il collega Solinas - semplice di bilancio, l'ultima dell'anno su cui si interviene, quindi non un bilancio di previsione, non le scelte politiche che devono essere effettuate, tuttavia una variazione su cui ci sono provvedimenti importantissimi dei quali abbiamo detto nei pochi interventi che abbiamo fatto. Perché abbiamo fatto pochi interventi? Per velocizzare l'iter, consentire che i denari da trasferire alla sanità vengano dati subito, che gli ammortizzatori sociali vengano consegnati subito, per i lavoratori in utilizzo vengano trasferiti immediatamente, per le politiche sociali soprattutto da rivolgere ai comuni e le tante procedure che devono essere messe in piedi possano essere trasferite il prima possibile. Noi abbiamo detto questo sommessamente alla minoranza, evitiamo di intralciare i lavori perché questa è la ragione. Abbiamo anche detto che siamo arrivati un po' in ritardo in Aula rispetto ai tempi in cui questo provvedimento avrebbe potuto arrivare e le cause sono da ricercare in modo particolare sulle tecniche di contabilità che sono cambiate nel corso di questo periodo e quindi bisogna aggiornare la tecnologia rispetto alle cose nuove che sono accadute. Ciononostante abbiamo lavorato, la minoranza ha fatto il suo lavoro, ha cercato di rafforzare le proprie ragioni. Io dico questo sommariamente, lo dico e prendo come esempio questa cosa della spesa sanitaria su cui gran parte degli interventi dei colleghi hanno cercato di infilare il coltello. Io credo che sia sbagliato profondamente, non lo dico io, lo dicono i numeri, la collega diceva prima che la spesa sanitaria è il rapporto tra la spesa complessiva della Regione Sardegna e la spesa sostenuta dalla sanità, incide nel 2013 per il 43,95 per cento, questo è il costo, nel 2015 il 34,17 per cento, un rapporto nettamente modificato rispetto a quello di allora che racconta nei numeri e non con la fantasia come vanno le questioni nel tentativo forte che noi stiamo facendo di modificare la spesa sulla sanità. Questo perché in gran parte accadeva allora e meno adesso? L'incidenza maggiore era data dalle consulenze allora, e dicono a noi che utilizziamo la sanità per fare cose diverse! Noi stiamo cercando di lavorare sapendo bene di non avere la soluzione ai problemi immediatamente, ma certo ci stiamo provando e lo stiamo facendo attraverso anche atti importanti come l'azienda unica regionale di cui tanti hanno parlato per tanto tempo e tanti non hanno mai risolto le cose. Noi lo stiamo facendo. Questa è una variazione importante che ha bisogno di essere approvata, ci arriviamo oggi dopo un lavoro importante, ringraziando i colleghi della maggioranza che sono rimasti qua in questi giorni, anche a tarda sera, è il nostro mestiere, lo devono fare però non è semplice per tutti garantire la partecipazione...

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io vorrei invitare la maggioranza, l'intero Consiglio regionale da più parti, la stessa Giunta a essere più morigerati e non pensare di poter attivare momenti trionfalistici nell'approvazione di questa, a detta di qualcuno, semplice variazioni dall'altro che è un adeguamento al 118. Solo per esempi le variazioni di bilancio sono un'invenzione per chi nel bilancio complessivo dell'annualità o del triennio viene a mancare qualche momento dove c'è carenza di finanza all'atto dell'approvazione, quindi sostanzialmente uno stanziamento deficitario ovvero c'è un esubero da un'altra parte dove tutto è riconducibile esclusivamente non per fattori meramente tecnici, ma motivazioni politiche quindi di individuazione di quello che è stato l'indirizzo programmatico posto in essere che è fallace. Quindi devo ricordare a tutti che non è stato presentato entro il mese di giugno il DFR, entro il 30 di giugno non è stato depositato l'assestamento di bilancio, entro il 30 luglio non è stato approvato il rendiconto. Oggi trionfalmente si dice che si approva questo disegno di legge. Io me ne guarderei bene e a chi - non mi ricordo chi, ma lo ricordo anche - ha detto che era un adeguamento al 118 vorrei ricordargli l'articolo 72 e l'articolo 73 inattuati e quindi impossibilitati ad essere in Aula a far sì che questo venga approvato ovvero che abbia tutti i requisiti previsti dalla legge perché passi all'interno dell'Aula per essere esitato... allora stiamo bene attenti a quello che facciamo. Io chiederei che non si arrivi all'ultimo momento né per questo né per altro, ma che si guardi con attenzione e l'arroganza che spesso si usa nell'introduzione di alcuni argomenti in discussione in Aula vada ad essere calmata seriamente e guardare quello che è l'interesse vero del popolo sardo al di là delle cose che si vanno a fare. Vorrei anche ricordare che le istituzioni dovrebbero stare lontane dai referendum, non solo l'istituzione ma i partiti politici, perché è una cosa che riguarda i cittadini, e la frequentazione dei cittadini va incoraggiata affinché vadano a votare…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Il nostro è un no convinto, altrettanto convinto, ma anche preoccupato però, ed è una preoccupazione perché, se dopo tre anni di Governo tutti gli indicatori economici, disoccupazione che si sta avvicinando al 20 per cento, occupazione, che sta diminuendo, consumi, che sono ridotti rispetto alla media delle regioni del Mezzogiorno, PIL, che è aumentato dello 0,2 in Sardegna rispetto all'1 per cento che si registra nelle regioni del Mezzogiorno, signori della Giunta, lo dico a lei, assessore Paci, lo dico al presidente Pigliaru, che siete fini economisti, ma vi state rendendo conto che avete in questi tre anni fatto una politica che è assolutamente inadeguata rispetto ai problemi e alle emergenze? Lo ricordava qualcuno dai banchi della maggioranza, ma non basta ricordarlo a parole che la povertà è in aumento, che sono aumentate le famiglie, i poveri, la gente che soprattutto vive in una situazione di disagio, e tutto questo nell'assoluta insensibilità. Se non anche di proporre un provvedimento che state, come qualcuno ha già detto, pomposamente enfatizzando come se con questo provvedimento tutti i problemi trovano soluzione. Ma è l'operazione di disinformazione alla quale avete ormai abituato anche qui in Sardegna, dopo il vostro gran maestro, cioè il presidente Renzi e i suoi ministri che vengono in Sardegna non a proporre misure di sostegno, ma semplicemente pensando che in Sardegna siamo così, con l'anello al naso, disposti a credere a tutto quello che propinano. Qui ci sarà un'operazione verità il 5 di dicembre, perché al presidente Pigliaru, che si è fatto fautore e promotore delle ragioni del sì, allora sì che chiederemo se i sardi per caso, come noi ci auguriamo e auspichiamo, voteranno in massa no, perché allora si aprirà un problema politico, perché allora vuol dire che è la certificazione di un grande scollamento con la realtà, soprattutto di chi non sa difendere l'autonomia, le ragioni della specialità. Ecco perché allora il dibattito…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). In questi giorni si è spesso criticata la cattiva gestione di alcuni apparati della pubblica amministrazione, ma allo stesso tempo la si rifinanzia pur di salvaguardare la continuità economica ai dipendenti, agli amministratori e peggio ancora ai controllori, anche se non controllano, cedendo alle pressioni di chi ha interesse affinché tutto proceda nel solito sistema affaristico clientelare. Doveva essere un assestamento di emergenza per la sanità, per i precari di Forestas, per le politiche sociali dei comuni, ma in finale c'è stato un piccolo elenco di prebende che poteva essere evitato, per rispetto di chi prebende non ne ha chiesto, ma dà comunque la sua disponibilità ai lavori consiliari anche quando proseguono ad oltranza. C'è stato un dibattito per l'ex IPAB, San Giovanni Battista di Ploaghe, conosciuto come un contenitore vuoto con centosessanta dipendenti che produceva e produce solo debiti. Tutto il Consiglio si pronunciò a favore del salvataggio dei centosessanta posti di lavoro, forse una sola astensione, senza un piano industriale al rilancio aziendale, e oggi ci lamentiamo che continua ad avere perdite. Consorzio di bonifica: in attesa di controllare i controllori, risaniamo perdite continue, vedi Oristano, nel 2015, 10 milioni di debiti. Diamo ulteriori risorse alle camere di commercio, sistema ormai incancrenito che non brilla certo per buona gestione. Una prebenda per le associazioni datoriali, le associazioni datoriali, nate come momento organizzativo per le imprese, negli anni sono diventate degli apparati con tanti dipendenti che hanno gestito formazione professionale, confidi, contabilità aziendale, trascurando il rapporto organizzativo delle imprese. Prendiamole le associazioni datoriali, se contribuiscono ad organizzare le imprese, a creare sviluppo, ma non possono essere destinatarie di risorse pubbliche togliendole ai capitoli per lo sviluppo economico, sviluppo per mantenere un sistema ormai nella maggior parte dei casi improduttivo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione il disegno di legge numero 382.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 382.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta, il Consiglio è convocato martedì alle ore 16.

(Interruzioni del consigliere Oppi)

Era fuori quando abbiamo votato, gli altri sono entrati in una votazione palese. Non è così, non è così.

È convocata adesso la Conferenza dei Capigruppo qua al piano.

La seduta è tolta alle ore 11 e 51.