Seduta n.34 del 01/10/2014 

XXXIV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Mercoledì 1 ottobre 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 23.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 agosto 2014 (31), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Luigi Lotto e Giuseppe Meloni hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 1 ottobre 2014.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Misure urgenti e modifiche della legge regionale 8 agosto 2066, n. 12 inerenti l'organizzazione dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)". (110)

(Pervenuto il 19 settembre 2014 e assegnato alla quarta Commissione.)

" Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016". (111)

(Pervenuto il 19 settembre 2014 e assegnato alla terza Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

LOTTO, COCCO Pietro, COLLU, COMANDINI, COZZOLINO, DEMONTIS, DERIU, PISCEDDA, MANCA Gavino, MORICONI, RUGGERI, SABATINI, TENDAS, MELONI: " Interventi a favore dello sviluppo della mobilità sostenibile ". (112)

(Pervenuta il 19 settembre 2014 e assegnata alla quarta Commissione.)

LOTTO - COLLU - MORICONI - RUGGERI - SABATINI - DERIU - MELONI - COCCO Pietro - DEMONTIS - MANCA Gavino - TENDAS: " Norme per la partecipazione dei cittadini all'elaborazione delle politiche pubbliche regionali e locali ". (113)

(Pervenuta il 19 settembre 2014 e assegnata alla prima Commissione.)

DESINI - COCCO Daniele Secondo - LAI - PIZZUTO - AGUS - UNALI - ZEDDA Pao-lo Flavio - MANCA Pier Mario - CHERCHI Augusto - ARBAU - AZARA - PERRA - LEDDA - OPPI - PINNA Giuseppino - SALE: " Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2 (Razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi della Regione)". (114)

(Pervenuta il 25 settembre 2014 e assegnata alla prima Commissione.)

CRISPONI - COSSA - DEDONI: " Disciplina delle attività di ittiturismo e di pescaturismo ". (115)

(Pervenuta il 25 settembre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione ARBAU sui gravi problemi determinati dai limiti alla percorrenza sulla strada provinciale n. 8". (1)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione TRUZZU sulle condizioni di lavoro dei dipendenti Abbanoa e delle ditte dell'indotto e sulle richieste di adeguamento dei contatori". (7)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo - AGUS - LAI - PIZZUTO sull'utilizzo indiscriminato, da parte dell'ANAS, di diserbanti chimici nelle operazioni di pulizia delle cunette delle strade sarde". (21)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione SALE relativa alla volontà da parte della multinazionale olandese Rijk Zwaan con base a De Lier in Olanda, ma avente una filiale anche in Italia sita a Calderara di Reno (BO), via dell'Industria n. 13, di raccogliere erbe sarde al fine di poter sviluppare nuove varietà specifiche da poter commercializzare per il mercato italiano". (53)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione COSSA sull'applicazione da parte dei consorzi di bonifica del comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale 30 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica), così come modificato dalla legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40". (65)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione CRISPONI sulla ventilata soppressione degli uffici della Motorizzazione civile di Nuoro". (91)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione RUGGERI sull'esercizio di fantasia di Abbanoa nell'attività di bollettazione". (101)

(Risposta scritta in data 19 settembre 2014.)

"Interrogazione SALE - ANEDDA - UNALI - COCCO Daniele Secondo sulle conseguenze sul processo di bonifica delle aree militari in Sardegna del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 " Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea"".(78)

(Risposta scritta in data 26 settembre 2014.)

"Interrogazione SOLINAS Antonio - TENDAS sui tagli agli stanziamenti a favore dell'Istar (Istituto storico arborense per la ricerca e la documentazione sul giudicato di Arborea)". (118)

(Risposta scritta in data 26 settembre 2014.)

"Interrogazione SOLINAS Christian - CARTA - ORRÙ sulla allarmante situazione della politica linguistica dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e sulla situazione Servizio lingua sarda. (119)

(Risposta scritta in data 26 settembre 2014.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione ARBAU, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi determinati dai limiti alla percorrenza sulla strada provinciale n. 8". (150)

"Interrogazione CRISPONI - COSSA - DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione della Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna (BITAS) in Provincia di Nuoro". (152)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata utilizzazione della nuovissima struttura edificata a Bono e da sempre inoperativa". (153)

"Interrogazione COMANDINI - COZZOLINO - LOTTO - MANCA Gavino - PINNA Rossella, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione dei percorsi di dottorato di ricerca, delle scuole di specializzazione e dei percorsi in campo artistico e musicale dalle azioni di finanziamento previste dai bandi di alta formazione del programma Master and Back". (154)

"Interrogazione MELONI, con richiesta di risposta scritta, sul piano di riorganizzazione di Enel Distribuzione e le possibili ripercussioni negative sul territorio della Provincia di Olbia-Tempio". (155)

"Interrogazione PISCEDDA - COMANDINI - COZZOLINO - DERIU - LOTTO - MORICONI - PINNA Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale". (156)

"Interrogazione PISCEDDA - MORICONI - DERIU - COMANDINI - COZZOLINO, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'Amministrazione della Provincia di Cagliari". (157)

"Interrogazione DESINI - BUSIA, con richiesta di risposta scritta, sull'affidamento dell'incarico di RUP per la costruzione dell'ospedale di San Gavino Monreale". (158)

"Interrogazione COSSA - DEDONI - CRISPONI, con richiesta di risposta scritta, sulla Fondazione Banco di Sardegna". (159)

"Interrogazione DEDONI - COSSA - CRISPONI, con richiesta di risposta scritta, su una presunta intrusione di tombaroli che si sarebbe verificata nel sito archeologico di Mont'e Prama". (160)

"Interrogazione PINNA Rossella - COCCO Pietro - COLLU - COMANDINI - COZZOLINO - PISCEDDA - TENDAS, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attivazione del Centro di riferimento per la chirurgia bariatrica presso l'AO Brotzu di Cagliari". (161)

"Interrogazione RUBIU - OPPI, con richiesta di risposta scritta, in merito al tracollo dei consumi di energia elettrica da parte delle imprese in Sardegna e alle misure di incentivazione". (162)

"Interrogazione CHERCHI Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione che affligge gli operatori agricoli nel Comune di Cabras a causa degli ingenti danni ai raccolti provocati dai gabbiani e dalle cornacchie". (163)

"Interrogazione SALE, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza di un servizio di guardiania notturna all'area degli scavi di Mont'e Prama". (164)

"Interrogazione UNALI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione della Consulta per l'emigrazione di cui alla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7". (165)

"Interrogazione ANEDDA - UNALI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione della Consulta per l'immigrazione di cui alla legge regionale 24 dicembre 1990, n. 46". (166)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza DEDONI - COSSA - CRISPONI sulla partecipazione all'EXPO 2015". (60)

"Interpellanza COSSA - DEDONI - CRISPONI sull'imposizione degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (CT2)". (61)

"Interpellanza SOLINAS Christian sull'inquietante immobilismo della Giunta regionale in ordine alle politiche culturali e linguistiche e sul progressivo depauperamento dei relativi capitoli di spesa del bilancio regionale". (62)

"Interpellanza CHERCHI Oscar sui sistemi di sorveglianza impiegati per proteggere il sito archeologico di Mont'e Prama". (63/C2.)

"Interpellanza DEDONI - COSSA - CRISPONI, sull'immediato pericolo di chiusura dei circoli degli emigrati sardi all'estero". (64)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione TRUZZU - FENU sulle sanzioni imposte dall'Unione europea alla Russia e il conseguente embargo che sta producendo gravi contraccolpi all'economia isolana". (72)

"Mozione RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - TUNIS - DEDONI - PITTALIS - FENU - TRUZZU - TEDDE - CRISPONI - CHERCHI Oscar - ORRÙ - FASOLINO - CAPPELLACCI per l'attivazione delle procedure per la ricollocazione dei lavoratori ex Rockwool, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (73)

"Mozione RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - PITTALIS - LOCCI - CHERCHI Oscar - PERU - TEDDE - FASOLINO - CRISPONI - FENU - TUNIS - COSSA - DEDONI - RANDAZZO sulla proroga del "piano casa", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (74)

"Mozione ZEDDA Alessandra - PITTALIS - DEDONI - FENU - RUBIU - TRUZZU - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO sui ricorsi per la vertenza entrate e il patto di stabilità, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (75)

"Mozione TEDDE - PITTALIS - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TOCCO - TUNIS - ZEDDA Alessandra - DEDONI - COSSA - CRISPONI - FENU - FLORIS - TRUZZU - RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - ORRÙ sulla paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (76)

"Mozione BUSIA - DESINI - ARBAU - AZARA - LEDDA - PERRA - CHERCHI Augusto - MANCA Pier Mario - USULA - ZEDDA Paolo Flavio - COCCO Daniele Secondo - LAI - AGUS - PIZZUTO - SALE sulle misure da adottare per far fronte alla crisi della compagnia aerea Meridiana e garantire la continuità territoriale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (77)

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze.

Per prima viene svolta l'interpellanza numero 61/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Cossa - Dedoni - Crisponi sull'imposizione degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (CT2).

I sottoscritti,

premesso che gli oneri di servizio pubblico che garantiscono i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (la cosiddetta CT2) impongono specifiche condizioni per lo svolgimento del servizio di trasporto aereo secondo determinati criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione sulle rotte dall'aeroporto di Cagliari verso gli aeroporti di Bologna, Torino, Verona, Firenze, Napoli e Palermo, dall'aeroporto di Olbia verso gli aeroporti di Bologna e Verona e dall'aeroporto di Alghero verso gli aeroporti di Bologna e Torino;

appreso che i ribassi d'asta ottenuti nello svolgimento delle procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione in esclusiva delle rotte in continuità territoriale dagli aeroporti sardi di Alghero, Cagliari e Olbia verso gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Linate nell'anno 2013 hanno reso disponibili per il nuovo regime di imposizione per la CT2 risorse pari ad euro 13.650.000;

constatato che in data 23 ottobre 2013 si è insediata la conferenza di servizi per la definizione del nuovo regime onerato sulle rotte minori della Sardegna, i cui lavori dovevano costituire la base tecnico-normativa per l'adozione del decreto di imposizione;

considerato che l'inizio del nuovo regime onerato era stato previsto per la stagione invernale 2014/2015;

accertato che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 2/20 del 22 gennaio 2014, ha approvato la bozza di schema di imposizione di oneri per i collegamenti aerei minori in continuità territoriale da proporre all'approvazione della competente conferenza di servizi;

rilevato che il bando per la CT2 risulta non essere stato pubblicato;

ritenuto che l'assegnazione delle rotte nei tempi stabiliti avrebbe potuto verosimilmente interessare anche la compagnia aerea Meridiana, che già opera su quelle tratte e che oggi si sarebbe trovata nell'impossibilità di abbandonare o di diminuire la frequenza dei voli, con conseguente difficoltà ad avviare una riduzione del numero di lavoratori in esubero,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quale sia lo stato del procedimento per la definizione e l'applicazione degli oneri di servizio pubblico nei collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (la cosiddetta CT2) da e per la Sardegna;

2) quali siano i motivi che hanno impedito fino ad oggi la pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea (GUCE);

3) se non ritengano di dover immediatamente attivare tutte le necessarie procedure per pervenire al più presto all'attivazione della continuità territoriale CT2 così da garantire anche in Sardegna dei collegamenti aerei funzionali allo sviluppo economico ed occupazionale dell'Isola (61).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Cossa per illustrare la sua interpellanza.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, l'oggetto dell'interrogazione attiene alla disciplina sui collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale; il tema è di stretta attualità di per se stesso ma anche in connessione alla situazione di Meridiana. Nella situazione attuale per tre giorni alla settimana, il martedì, il giovedì e il sabato, non è previsto alcun collegamento con gli aeroporti di Bologna, Torino, Verona, Firenze, Napoli e Palermo, questo fino al 26 ottobre, dal 27 ottobre i collegamenti riguarderanno solo la tratta Cagliari-Napoli, con la conseguenza che anche chi è diretto verso gli altri aeroporti dovrà fare scalo a Napoli.

Napoli, nelle intenzioni di Meridiana, evidentemente è destinato a diventare una specie di piccolo hub rispetto alle altre rotte. Naturalmente questo comporta problemi enormi soprattutto a chi si deve spostare per motivi di salute, per esempio, verso Bologna o verso Verona; Meridiana trasporta infatti un gran numero di barellati e vi lascio soltanto immaginare che cosa comporti per una persona in questa condizione affrontare un simile calvario. Il 23 ottobre del 2013 si è tenuta la Conferenza dei servizi e il nuovo regime di continuità territoriale, per gli scali cosiddetti minori, avrebbe dovuto essere operativo già per la stagione 2014-2015; il 22 gennaio la Giunta regionale ha approvato la bozza di schema di imposizione degli oneri per questi collegamenti, a oggi il bando per la CT2 non è stato ancora pubblicato.

Il problema, ripeto, investe direttamente anche la situazione di Meridiana perché è possibile che la compagnia potesse essere interessata alla CT2, dato che si tratta di rotte sulle quali Meridiana ha sempre operato; incidentalmente vorremmo chiedere pertanto all'Assessore, che ha incontrato Meridiana, se per caso Meridiana ha manifestato qualche tipo di interesse rispetto a questa partita, ma soprattutto vorremmo sapere dall'Assessore quale sia lo stato dell'arte, per quale motivo il bando non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, e che cosa conta di fare per risolvere immediatamente il problema anche in considerazione del fatto che probabilmente, la prego di chiarire anche questo punto, è necessario convocare una nuova Conferenza dei servizi con, di conseguenza, un allungamento dei tempi notevole.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Signor Presidente, come correttamente è stato ricordato la continuità territoriale con gli aeroporti minori, la cosiddetta CT2, operava dieci collegamenti, quattro dei quali nel corso di questi anni sono stati cancellati, nel senso che il Cagliari-Palermo e il Cagliari-Firenze sono stati cancellati per dodici mesi di disuso continuo, e le due rotte di Alghero sono state abbandonate dal soggetto che le aveva in carico. Quindi al momento le rotte sarebbero solamente sei, ma il regime di CT2 è sostanzialmente inesistente perché non esiste più alcuna contribuzione, neanche rispetto agli oneri di servizio previsti a suo tempo nel decreto numero 36 del 2005. La scelta quindi dell'unica compagnia che detiene alcune di queste tratte di esercitarle, per esempio, via punto intermedio su Napoli è una scelta puramente unilaterale, che non è stata minimamente né comunicata, né condivisa con la Regione, in quanto si tratta sostanzialmente di rotte ormai in libero mercato.

Per quanto riguarda la nuova procedura di CT2 quanto ricordato dall'interpellante è corretto; nel marzo di quest'anno è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto di imposizione di oneri, non ha fatto seguito a questo decreto invece la successiva procedura del bando di gara. Perché? Perché quando il bando è stato comunicato a Bruxelles Bruxelles aveva già aperto una procedura di "informazione", che poi è diventata una procedura Pilot, esattamente la procedura numero 5584/13 sull'abuso degli oneri di servizio pubblico da e per la Sardegna. Questa procedura è stata avviata sulla base di segnalazioni e denunce da parte di alcune compagnie low cost, in particolar modo di Ryanair, e anche di Meridiana che, inizialmente, aveva eccepito una serie di problematiche relative alla CT1.

L'Assessore regionale dei trasporti si è recato più volte a Bruxelles in contraddittorio sia con la DG concorrenza che con la DG trasporti, le quali hanno entrambe raccomandato di evitare, nella imposizione degli oneri di servizio pubblico della CT2, si una serie di criticità che erano state già evidenziate per la CT1 e che erano presenti anche nell'imposizione di CT2, quali per esempio nel caso di specie la sovrapposizione di rotte onerate con rotte sulle quali esistevano, e sono tuttora esistenti e persistenti, altro tipo di servizi seppure non servizi di continuità territoriale.

Nel caso di specie per esempio sono stati evidenziati nel corso di questi incontri dati che sono a nostra conoscenza; pensiamo per esempio all'area commerciale di Firenze dove abbiamo la presenza di ben due collegamenti sull'aeroporto di Pisa e di un collegamento sull'aeroporto di Firenze da parte di vettori in libero mercato che quindi fondamentalmente suggeriscono l'impossibilità di onerare queste rotte. Così anche per Torino, così anche per un'altra serie di zone, per esempio la Sicilia dove Palermo ha collegamenti in libero mercato su Trapani.

Questo insieme di situazioni quindi ci ha indotto a bloccare l'imposizione di un servizio pubblico fatta nel marzo di quest'anno cercando di individuare una situazione assestata. Purtroppo al momento la situazione non è assestata perché abbiamo una serie di collegamenti che vengono garantiti e sui quali, però, non abbiamo garanzie di permanenza per tutta l'intera stagione winter 2014-2015. Ci stiamo lavorando, stiamo soprattutto interloquendo con la Commissione europea che ritiene fondamentalmente e sostanzialmente non sussistenti le motivazioni che dovrebbero stare alla base per l'imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte minori, tra virgolette "minori", in quanto sarebbero già presidiate da vettori in libero mercato, ovviamente questa è una ricostruzione che noi contestiamo però è anche vero che purtroppo…

PRESIDENTE. Assessore, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di parlare il consigliere Cossa per dichiarare se è soddisfatto.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, evidentemente io non posso essere soddisfatto di questa risposta che mi ha dato l'Assessore. Io posso comprenderne l'impegno, ma lo stato di fatto è che il sistema è attualmente per aria e io credo che questa situazione ci imponga di rivedere completamente il sistema di continuità territoriale, anche rispetto alla cosiddetta CT1, cercando di coniugare, è una cosa che noi sosteniamo da sempre, l'esigenza di libero mercato con una continuità di collegamenti aerei da e per la Sardegna, perché altrimenti la Sardegna va inesorabilmente verso l'isolamento.

D'altra parte è evidente che non si può pensare, su questo sono d'accordo con lei, che il problema della continuità territoriale possa essere risolto mettendosi nelle mani delle compagnie low cost sulle quali forse varrebbe la pena di fare anche qualche altra considerazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 62, ma non essendo presente in Aula l'Assessore della pubblica istruzione procediamo allo svolgimento dell'interpellanza numero 7.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Tendas - Solinas Antonio - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Lotto - Moriconi - Piscedda sulla necessità di interventi di somma urgenza per la messa in sicurezza e la funzionalità del porto industriale di Oristano.

I sottoscritti,

considerato che:

- il porto industriale di Oristano, per la sue caratteristiche strutturali e funzionali, costituisce un fondamentale punto di riferimento per numerose aziende che operano all'intero dell'area industriale di Oristano;

- grazie alla sua favorevole posizione, collocato nel corpo centrale dell'agglomerato industriale di Oristano, consente di ricevere traffico di imbarco e sbarco sia per quegli insediamenti produttivi che si affacciano direttamente sul canale navigabile che per tutte le aziende che operano nella banchina commerciale;

preso atto che i prodotti movimentati da Oristano (in passato superiori anche ai 2 milioni di tonnellate e, attualmente, di circa 1,2 milioni di tonnellate/annue) sono i più variegati: cereali, alimenti zootecnici, carbone, clinker, cemento, bentonite, argilla, sabbie feldspatiche e che detti prodotti vengono utilizzati anche da numerose altre aziende che operano fuori dai confini territoriali del porto;

tenuto conto che:

- in virtù delle sue strutture dimensionali e dei volumi dei traffici movimentati il porto di Oristano, è stato classificato "scalo di rilevanza nazionale" disposto con l'articolo 36, comma 5, della legge 1° agosto 2002, n. 166, che lo ha incluso nella Categoria II, Classe II di cui all'articolo 4 della legge n. 84 del 1994 (ovvero la cosiddetta legge di riordino della legislazione in materia portuale);

- la classificazione ha avuto, tra l'altro, come effetto l'elevazione di rango dell'organismo periferico dell'autorità marittima da Ufficio circondariale marittimo a Capitaneria di porto, istituita con decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 1° febbraio 2006;

preso atto che, in oltre trent'anni di operatività, l'attività di manutenzione ordinaria e straordinaria non è assicurata da alcun ente pubblico e/o privato mentre lo Stato ha incamerato notevoli introiti sulle merci importate (dazi, tasse d'ancoraggio, tasse erariali, tasse portuali, e demaniali) che normalmente dovrebbero entrare nei fondi del porto che le ha riscosse proprio per le attività di manutenzione e rilancio della struttura operativa (si vedano al riguardo i dispositivi di legge sulle autonomie portuali);

considerato che, proprio a causa di una carente attività di manutenzione e ancor di più di una insufficiente attività di sostegno, investimento e promozione, l'intera struttura portuale e, con essa la stragrande maggioranza delle imprese che insistono nell'area, trova sempre maggiori difficoltà ad inserirsi e ritagliarsi spazi commerciali;

attestato che, dal 2003/2004 si registra un trend negativo sia del numero delle navi che delle merci movimentate;

appurato che molte delle navi movimentate negli ultimi anni, secondo stime e previsioni molto attendibili perché legate a contratti, sono destinate a subire una ulteriore contrazione anche per via dei costi di nolo, tenuto conto che non è in funzione il sistema di illuminazione e le operazioni di import-export sono limitate solo alle ore diurne;

considerato che se non si dovesse registrare nel breve-medio termine una inversione di tendenza dei traffici in entrata ed in uscita potrebbero essere messi a rischio alcuni servizi essenziali per la gestione dei traffici tra i quali il servizio rimorchiatori con grave pregiudizio per l'intera funzionalità del porto;

tenuto conto che:

- attualmente, oltre alla necessità di avviare una serie di interventi, a media-lunga scadenza (quali per esempio il piano intermodale, il piano regolatore, il dragaggio, ecc.) si ravvede la necessità di intervenire con somma urgenza per mettere in sicurezza le torri faro pericolanti, sistemare il quadro elettrico generale (danneggiato di recente) che non consente di illuminare il porto con gravi pregiudizi non solo per l'operatività, ma anche per la security portuale, sistemare ampi tratti di banchina, il manto stradale e il varco doganale;

- dalle molteplici segnalazioni e richieste di urgenti interventi da parte della Capitaneria di porto di Oristano si evince che le infrastrutture portuali versano in precarie condizioni di sicurezza, tali da rendere rischioso il lavoro degli operatori portuali e il regolare svolgimento della viabilità dei trasportatori di merci in arrivo e in partenza,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale dei lavori pubblici:

1) per sapere se siano a conoscenza della gravissima situazione che attraversa il porto industriale di Oristano;

2) per conoscere quali iniziative si intendano intraprendere per avviare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che permettano di ripristinare le normali condizioni operative del porto.(7))

PRESIDENTE. Non essendo presente il primo firmatario, il consigliere Tendas, ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas per illustrare l'interpellanza.

SOLINAS ANTONIO (PD). Il problema posto in questa interpellanza, signor Presidente e signor Assessore, con il quale tra l'altro nel frattempo abbiamo avuto anche la possibilità di visitare assieme la struttura portuale di Oristano, è che in questi anni il porto di Oristano è venuto meno, desolatamente, nelle sue articolazioni, nello svolgere il suo ruolo per quel territorio. Certamente in questi ultimi anni il traffico merci non è migliorato e il porto di Oristano, per essere rimesso nelle condizioni di poter operare e di poter svolgere per quel territorio una funzione fondamentale, ha necessità di una serie di interventi, tra i quali per esempio quelli relativi alla illuminazione per poter fornire dei servizi sia durante il giorno che durante la notte; è vero, inoltre, che sono pochi gli imprenditori che stanno finanziando direttamente alcune opere indispensabili per poter rendere il porto fruibile.

L'Assessore ha verificato di persona l'urgenza della situazione e, per quanto molte di queste competenze siano più della Capitaneria di porto che non dell'Amministrazione regionale, credo che un ruolo fattivo da parte dell'Assessorato regionale dei trasporti possa essere fondamentale per sensibilizzare il Ministero sulla necessità di dover intervenire anche per il pericolo (soprattutto a causa del crollo delle banchine) che oggi è presente all'interno del porto. Quindi noi vorremmo capire se l'Assessorato in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi, ha potuto prendere contatti con il Ministero dei trasporti per far sì che finalmente anche il porto di Oristano possa avere qualche intervento, considerato il totale menefreghismo, passatemi il termine, che negli ultimi anni abbiamo avuto nei confronti di una struttura così importante.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Presidente, la situazione del porto di Oristano mi è stata rappresentata poche settimane dopo l'insediamento in Assessorato dai consiglieri del territorio che, come hanno ricordato gli interpellanti, ha portato anche a un sopralluogo nel corso del quale si è constatata una situazione sicuramente di degrado ma anche di difficoltà operative. Parlo in particolar modo del venir meno di alcune torri-faro per l'illuminazione dei piazzali, ma soprattutto del malfunzionamento dei fanali d'ingresso che rendono quindi il porto non fruibile durante le ore notturne, questo sicuramente genera una grave diseconomia proprio nella capacità funzionale del porto.

Ho dovuto ricordare agli interpellanti tuttavia che la scelta del porto di Oristano, vista ex post, probabilmente potrebbe non risultare eccessivamente lungimirante; dopo una lunga trafila Oristano è stato classificato come porto di interesse nazionale, quindi è totalmente sottratto alle competenze di questa Regione per quanto riguarda sia la manutenzione ordinaria che quella straordinaria.

L'interpellanza è stata rivolta, infatti, sia all'Assessore dei lavori pubblici che all'Assessore dei trasporti che da questo punto di vista sono sostanzialmente incompetenti. Ciò non di meno il Comandante del porto e gli operatori locali hanno segnalato queste criticità e, personalmente, ho provveduto a interloquire con il Comandante del porto per individuare una soluzione che potrebbe essere quella di valutare la disponibilità da parte di concessionari privati di anticipare determinate spese per la manutenzione di queste strutture portuali, in particolar modo delle torri faro e dei fanali d'accesso, a valere poi sui canoni di concessione che questi devono pagare.

Ovviamente si tratta di competenze totalmente avulse da quelle della Regione e dell'Assessorato dei trasporti; noi ci siamo resi disponibili fin da subito, e abbiamo ribadito, anche recentemente, ai vertici del porto di Oristano la nostra disponibilità a favorire questa interlocuzioni, però si tratta di concessioni sul demanio marittimo gestite direttamente dal Ministero sulle quali noi, ovviamente, non abbiamo nessuna possibilità di intervenire.

Sicuramente abbiamo avuto la possibilità di intervenire e apprezziamo molto una disponibilità di massima che è stata data da alcuni operatori privati e concessionari del porto di intervenire al di fuori di quelle che sono normalmente le sfere di competenza per risolvere il problema. Ribadisco la piena disponibilità della Regione, dell'Assessorato che in questo momento coordino, per favorire questo tipo di interlocuzione e per eventualmente promuovere tutte le necessarie azioni per portarla a un risultato soddisfacente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gianmario Tendas per dichiarare se è soddisfatto.

TENDAS GIANMARIO (PD). Presidente, io sono sostanzialmente soddisfatto perché non posso negare che l'impegno da parte dell'Assessore c'è stato, è stato sul territorio e nei colloqui con il Comandante del porto, quindi fondamentalmente si è intrapresa una strada che però deve avere, ovviamente, un suo seguito. Giustamente l'Assessore ha evidenziato un aspetto non trascurabile, ovverossia il fatto che sulla base dell'articolo 36, comma 5, della legge del 1° agosto 2002, numero 166, questo porto è stato classificato come porto di rilevanza nazionale.

Questo innalzamento di rango sostanzialmente è stato determinato dal fatto che la movimentazione del traffico, in modo particolare delle rinfuse, consentiva di avere un'attività di import-export che superava abbondantemente i 2 milioni di tonnellate di prodotto. Oggi questa quantità di merce e l'attività di import-export si è sostanzialmente dimezzata. Io mi chiedo anche se, eventualmente, è possibile fare una valutazione di questo tipo perché non so quale beneficio abbiamo, tutte le imprese che lì operano fondamentalmente tra dazi marittimi, spese di ancoraggio, concessioni demaniali e quant'altro versano un qualcosa che per una stima che è stata fatta, sempre dal Comandante del porto, si attesta su quasi 2 miliardi delle vecchie lire, insomma 1 milione di introito.

Queste risorse non vengono però reimpiegate nel porto, per cui questa struttura, che è fondamentale per l'economia del nostro territorio, non solo del nostro territorio, ci tengo a precisarlo, ma dell'intero territorio regionale si trova in uno stato di degrado. Perché, ad esempio, tutte le importazioni che sono legate all'alimentazione zootecnica non avvengono nel porto di Cagliari o di Olbia, avvengono nel porto di Oristano che movimenta le cosiddette "merci povere". Ripeto, pertanto, che apprezzo tantissimo la disponibilità e anche l'immediatezza con cui l'Assessore si è occupato di questo argomento, alla cui soluzione ci terrei perché costituisce una struttura strategica per l'economia del territorio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'interpellanza numero 62/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Solinas Christian sull'inquietante immobilismo della Giunta regionale in ordine alle politiche culturali e linguistiche e sul progressivo depauperamento dei relativi capitoli di spesa del bilancio regionale.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- in data 30 luglio 2014, è stata presentata l'interrogazione n. 119/A, con richiesta di risposta scritta, sulla allarmante situazione della politica linguistica dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e sulla situazione del Servizio lingua sarda, a oggi priva di qualsiasi risposta formale o sostanziale, nella quale si rappresentava, peraltro, come numerosi operatori, intellettuali e attivisti del movimento linguistico sardo avessero denunciato con preoccupazione, a più riprese, lo stallo delle politiche linguistiche regionali e il blocco di tutte le iniziative da parte degli uffici competenti della Regione;

- in data 12 settembre 2014, su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, la Giunta regionale ha adottato il disegno di legge concernente l'assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016;

- nell'anzidetto disegno di legge, a copertura dei conseguenti nuovi e maggiori oneri, sono introdotte variazioni in diminuzione al bilancio della Regione con particolare riferimento ai seguenti capitoli di spesa:

STRATEGIA 02

S02.01.003
Interventi a favore della scuola dell'infanzia - Spese correnti
2014 euro 2.000.000

SC02.0051 euro 2.000.000

S02.01.005
Investimenti a favore dell'istruzione dell'infanzia, dell'obbligo e superiore
2014 euro 2.280.000

SC02.0085 euro 2.280.000
Interventi urgenti di edilizia scolastica - art. 4, c. 1, lett. m), LR 5 marzo 2008 e smi.

S02.04.004
Ricerca scientifica e innovazione tecnologica - spese correnti
2014 euro 12.000.000

SC02.1020 euro 5.000.000
Parco scientifico e tecnol. regionale - art. 2, LR 24 dicembre 1998, n. 37 e smi.
SC02.1022 euro 7.000.000
Ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica art. 7, LR 7 agosto 2007, n. 7 e smi.

STRATEGIA 03

S03.01.001
Contributi per il funzionamento dell'Istituto superiore regionale etnografico (ISRE)
2014 euro 1.747.000

SC03.0001 euro 1.747.000

S03.01.003
Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale - spese correnti
2014 euro 1.545.000

SC03.0015 euro 1.500.000
Gestione del patrimonio culturale della Sardegna - art. 5, c. 50, LR 23 maggio 2013, n. 12
SC03.0028 euro 45.000
Museo Biasi - art. 9, c. 10, lett. q), LR 7 agosto 2009, n. 3 e smi.

S03.01.004
Investimenti per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale
2014 euro 700.000

SC03.0053 euro 700.000

S03.02.001
Interventi per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda
2014 euro 2.760.000

SC03.0201 euro 150.000
SC03.0203 euro 45.000
SC03.0233 euro 2.065.000
SC03.0239 euro 500.000

S03.02.002
Interventi per manifestazioni tradizionali e dell'identità sarda
2014 euro 348.000

SC03.0247 euro 48.000
SC03.0248 euro 100.000
SC03.0249 euro 100.000
SC03.0250 euro 100.000

S03.02.003
Interventi per promuovere e sostenere l'editoria e l'informazione
2014 euro 160.000

SC03.0270 euro 50.000
SC03.0274 euro 80.000
Diario "Diahiò" - art. 5, c. 18, LR 19 gennaio 2011, n. 1 e smi.
SC03.0277 euro 30.000

S03.02.004
Investimenti per attività culturali
2014 euro 78.000

SC03.0304 euro 40.000
SC03.0305 euro 38.000

S03.02.005
Interventi per manifestazioni e attività culturali
2014 euro 781.000

SC03.0337 euro 380.000
SC03.0341 euro 240.000
ISR di Tempio-Ampurias - art. 28, c. 1, lett. g), LR 29 maggio 2007, n. 2 e smi.
SC03.0356 euro 143.000
SC03.0357 euro 18.000
Premio letterario "Salvatore Cambosu" - art. 5, LR 1° aprile 2010, n. 8 e smi.

STRATEGIA 05

S05.04.003
Interventi per manifestazioni e attività di spettacolo
2014 euro 1.000.000

SC05.0904 euro 1.000.000

S05.04.005
Strutture teatrali
2014 euro 300.000

SC05.0953 euro 300.000
Teatro delle Saline Cagliari - art. 5, c. 24, LR 21 gennaio 2014, n. 7

S05.04.006
Interventi a favore del cinema in Sardegna - Spese correnti
2014 euro 1.500.000

SC05.0970 euro 500.000
SC05.0971 euro 330.000
SC05.0972 euro 200.000
SC05.0975 euro 70.000
SC05.0977 euro 100.000
SC05.0982 euro 300.000

CONSIDERATO che:

- la direzione del Servizio lingua e cultura sarda presso l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport continua a restare vacante, nonostante i ripetuti solleciti da parte degli operatori del settore e gli atti di sindacato ispettivo di iniziativa consiliare;

- nonostante l'articolo 12 della legge regionale n. 26 del 1997, sulla promozione e valorizzazione della lingua sarda, preveda che la Regione approvi, entro sei mesi dalla scadenza, un piano triennale di interventi, articolato in progetti obiettivo, contenente la programmazione in materia linguistica e culturale, vincolante per ogni e qualsiasi intervento in argomento, non risulta alcun atto ufficiale in ottemperanza alle disposizioni normative, con il conseguente blocco della spesa per l'anno in corso;

- gli stanziamenti di bilancio relativi all'insegnamento del sardo nelle scuole in forma veicolare risultano pari a zero nel capitolo SC03.0232 e quindi il sardo, a partire dall'anno scolastico in corso, rischia di sparire dalle scuole sarde anche nella forma sperimentale con la quale era stato introdotto dall'anno 2009 con la legge n. 3, nonostante oltre il 40 per cento delle famiglie abbia espresso l'opzione di insegnamento della lingua madre ai propri figli in base alla legge n. 482 del 1999;

- a fronte della denuncia da parte di numerosi intellettuali, artisti, registi, operatori dello spettacolo circa il rischio di collasso dell'intero sistema culturale dell'Isola, in assenza di un intervento tempestivo e improcrastinabile della Regione, la Giunta regionale ha deciso di ridurre ulteriormente gli stanziamenti nel bilancio, azzerando in molti casi i relativi capitoli di spesa,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quale sia il progetto culturale e linguistico della Giunta regionale;

2) quali iniziative la Giunta regionale stia mettendo in atto al fine di promuovere la politica linguistica regionale attraverso l'applicazione delle leggi in materia;

3) se intendano nominare celermente il direttore del Servizio lingua e cultura sarda presso l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

4) quali siano gli intendimenti della Giunta regionale per tutelare le professionalità e la dignità degli operatori culturali sardi, consentendo loro di dare continuità alla propria arte nell'Isola senza dover alimentare una nuova ondata di emigrazione o una forzosa "riconversione" professionale con il conseguente inaridimento sociale e culturale della Sardegna;

5) se intendano dare risposta all'interrogazione n. 119/A del 30 luglio 2014.(62))

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Christian Solinas per illustrare la sua interpellanza.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az.). Presidente, questa interpellanza segue una interrogazione presentata, come Gruppo sardista, il 30 luglio scorso, la 119/A, alla quale avevamo chiesto di avere risposta scritta, che poneva una serie di quesiti da introdurre all'interno del dibattito di quest'Aula sulla questione che attiene alla lingua e alla cultura sarda. Oramai da diversi mesi il relativo servizio dell'Assessorato è privo di direttore e sulla politica linguistica si deve registrare anche, a dispetto di quanto previsto dalla legge regionale numero 26 del '97, l'assenza di approvazione del Piano triennale di interventi, che dovrebbe articolarsi in progetti e obiettivi, e l'inizio dell'anno scolastico in corso senza che vi sia copertura sul relativo capitolo per l'insegnamento del sardo veicolare nelle scuole.

Questo delinea una situazione che ancora non avevamo conosciuto, cioè una situazione di progressivo depauperamento dei risultati raggiunti in ordine all'affermazione dell'esigenza di procedere sulla lingua e cultura sarda con un impegno complessivo e corale di Giunta e Consiglio. Attenzione, non è una questione da salotto, non è una questione limitata a piccoli e ristretti circoli, si tratta di un'affermazione di principio che sta alla base di tutte le altre politiche di settore, perché se non si riesce ad affermare che l'identità e la cultura di questo popolo sono alla base di una consapevolezza comune, sarà difficile poi trovarsi e fare sintesi su tutti gli altri temi.

A tutto questo si è aggiunto, e l'interpellanza ne dà atto, una preoccupante e inquietante scelta di carattere politico sull'assestamento di bilancio, che abbiamo anche rappresentato al competente Assessore, che vede una riduzione degli stanziamenti piuttosto forte proprio in questo settore. In particolare, mi riferisco ai capitoli afferenti gli interventi per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda, che vengono azzerati; faccio un altro esempio, perché i tempi a disposizione sono pochi, lo stesso vale anche per il capitolo sulla tutela e la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, per quanto concerne le spese correnti.

Tutto questo in parallelo a una congiuntura storica nella quale Monti Prama, che è assurta agli onori della cronaca anche in altri atti di sindacato ispettivo, ci rappresenta la difficoltà di gestire scoperte di tale lignaggio, nel momento in cui i fondi sono pochi e non si riesce neanche a garantire la sicurezza. Io mi chiedo come mai si aprano mille vertenze su tutti i settori, giustamente, e non si riesca ad aprire una vertenza sul settore culturale che vede operatori di tutte le diverse realtà dello spettacolo, del teatro, del cinema, lamentare un progressivo taglio dei relativi stanziamenti e non si punti con forza alla formazione di un'economia della cultura, che può dare, come sta dando in altri contesti, risultati anche in termini occupazionali.

E io mi chiedo come invece qui troviamo il tempo per sostenere la candidatura di Cagliari a "capitale della cultura" e non so se in questa capitale vogliamo trovare, è cosa di questi giorni, registi che trasferiscono la loro sede sotto i portici di via Roma perché non possono più permettersi di mantenere il proprio teatro di riferimento; se in questa "capitale della cultura" si rinuncia a insegnare la propria lingua; se in questa "capitale della cultura", progressivamente, si riducono tutti gli stanziamenti.

PRESIDENTE. Onorevole Solinas ieri è arrivata alla Presidenza del Consiglio la risposta scritta che le sarà trasmessa.

Ha facoltà di rispondere l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, il tema della cultura, più in generale il tema della lingua sarda e della sua valorizzazione, non è un tema secondario e neanche un tema trascurato da questa Giunta. La particolare situazione in cui ci troviamo a operare, soprattutto la particolare situazione relativa al bilancio, ha avuto come conseguenza l'impossibilità di procedere per questa annualità all'elaborazione di alcuni dei piani di valorizzazione della lingua sarda.

Per quanto riguarda (parto innanzitutto dal Piano triennale), il Piano triennale che è scaduto nel 2013, nel 2013 non operava questa Giunta, non era stato avviato l'iter di adozione del Piano ed è per questo che, data anche la particolare situazione finanziaria a cui accennavo poc'anzi, per quest'anno si provvederà, nell'ambito delle possibilità offerte dal bilancio, a prorogare il Piano triennale 2011-2013 in modo da avere il tempo poi di programmare, con il giusto coinvolgimento di tutti gli operatori e seguendo l'iter previsto dalle norme, il nuovo Piano triennale.

Piano triennale che, di conseguenza, vedrà la luce nel 2015. Nelle more di questa situazione si è comunque cercato di dare alcune risposte con la realizzazione in tempi record, dato che questa Giunta era appena insediata della programmazione di "Sa die de sa Sardinia" e nei giorni scorsi si è dato inoltre mandato per il pagamento, fra i saldi del 2013 che ancora non sono stati pagati, degli stipendi degli sportellisti che, ricordo a tutti, sono una delle innovazioni e delle strutture portanti della promozione della lingua sarda sul territorio; ed è intenzione di questa Giunta, anche nella prossima programmazione della lingua sarda, di tenere in grande considerazione il loro ruolo come propulsori e coordinatori delle politiche linguistiche sul territorio.

Per quanto riguarda i presunti tagli che sono stati effettuati, non si tratta in realtà di tagli veri e propri ma di riduzioni di voci di bilancio che, in ogni caso, nel 2014 non potevano avere una conseguenza in termini di erogazione di spesa, infatti il plafond a disposizione di ciascun Assessorato impedisce di far fronte a tutte le spese previste nel bilancio, e quindi la ragione dell'assestamento è questa e non è un taglio delle spese che riguardano la cultura e, più nello specifico, la promozione della lingua sarda.

Per quanto riguarda poi l'altro tema dell'interpellanza, ossia la promozione della lingua sarda nelle scuole, io ricordo che nella finanziaria 2014 il capitolo relativo alle scuole non è stato finanziato, e questo è a mio parere un elemento molto grave, anche perché è intenzione di questa Giunta promuovere la lingua sarda soprattutto all'interno delle scuole, perché è evidente che la lingua rimane viva solamente se saranno le nuove generazioni a farsi carico della stessa. Proprio per questo abbiamo inserito nel Piano regionale di sviluppo la promozione della lingua sarda nelle scuole come primo e più importante punto caratterizzante della politica linguistica, tramite l'insegnamento del sardo nella prima infanzia e nella prosecuzione della sperimentazione dell'uso veicolare del sardo nelle lingue, nell'ottica di un contesto educativo plurilingue dove il sardo ha la stessa dignità delle altre lingue insegnate nella scuola.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarare se è soddisfatto.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, ringrazio l'Assessore che non se ne avrà a male se non posso considerarmi soddisfatto dalla risposta, perché non ho colto nel suo intervento l'intenzione della Giunta di procedere in tempi rapidi alla nomina del direttore del Servizio presso l'Assessorato. Questa interpellanza e anche l'interrogazione non sono fatte contro qualcosa o qualcuno ma servono a portare all'attenzione di quest'Aula e della Giunta regionale un tema che, ahinoi, viene troppo spesso sacrificato sul tophet delle esigenze di bilancio. Quando lei dice che la particolare situazione di bilancio non ha consentito di finanziare i progetti sulla lingua è come se si dicesse che, siccome la condizione di bilancio dello Stato italiano è particolarmente grave, non si riesce a insegnare l'italiano nelle scuole di ogni ordine e grado.

Noi riteniamo che la vera parità sia proprio quella di partire da elementi che sono fondamentali, e per noi la lingua sarda e la cultura lo sono. E' vero che nel bilancio 2014 il capitolo sul sardo veicolare era "a zero" (noi sardisti eravamo all'opposizione allora quando è stato approvato questo bilancio e lo siamo oggi), vorrei ricordare però che la Giunta regionale ha approvato l'assestamento di bilancio che, al netto della contrazione dei mutui a copertura del disavanzo 2013, stabilisce una serie di variazioni sul bilancio del 2014 in corso per altri 200 e passa milioni di euro: nelle scelte di priorità di quei 200 milioni si sarebbe potuta dare copertura al sardo veicolare, si sono fatte invece scelte di natura diversa, tutte naturalmente rispettabili ma che noi però non condividiamo.

Non condividiamo neppure la scelta fatta sul cinema, sul teatro, e sulle altre parti che riguardano la cultura in generale e lo spettacolo, perché ciò aprirà una vertenza che metterà in grandissima difficoltà tutto il sistema degli operatori culturali in ogni settore e che rischia o di fare emigrare verso altri lidi questi operatori, e quindi di perdere un valore civico e culturale in Sardegna, oppure di riconvertirli professionalmente avendo un depauperamento della vita culturale di quest'Isola.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 31/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza

Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Dedoni - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Solinas Christian - Carta - Orrù - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sulle scuole dell'infanzia paritarie.

I sottoscritti,

preso atto dei seguenti riferimenti normativi e amministrativi in materia:

- legge regionale 25 giugno 1984, n. 31 (Nuove norme sul diritto allo studio e sull'esercizio delle competenze delegate);

- legge 10 marzo 2000, n. 62 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione);

- circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2012), articolo 3, comma 32;

- delibera della Giunta regionale n. 38/21 del 18 settembre 2012 (Criteri e modalità di concessione e rendicontazione dei contributi per spese di gestione e fun­zionamento a partire dall'anno scolastico 2012/2013);

- delibera della Giunta regionale n. 15/1 del 29 aprile 2014 (Patto di stabilità interno 2014. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo concernenti l'obbiettivo di competenza eurocompatibile);

- decreto dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport n. 18/18848 del 12 novembre 2013;

- programma degli interventi per l'anno scolastico 2013/2014. Euro 20.000.000;

rilevato che:

- il numero delle scuole dell'infanzia paritarie è in Sardegna di 264, con un numero complessivo di 570 sezioni ed un numero stimato di oltre 10.000 bambini iscritti;

- la legge regionale n. 31 del 1984, all'articolo 3 prevede degli interventi straordinari regionali per le scuole dell'infanzia (ex scuole materne) fino al 75 per cento delle spese di gestione sostenute;

- tale contributo deve, di norma, essere erogato in una tranche di acconto pari all'80 per cento del contributo e in una tranche del 20 per cento a rendiconto delle spese sostenute durante l'anno scolastico;

dato atto che:

- attualmente il contributo complessivo previsto dalla Regione per l'anno scolastico in corso è pari al 40 per cento circa delle spese di gestione preventivate dalle scuole;

- l'acconto previsto per l'anno scolastico in corso è stato finora erogato per una percentuale del 63 per cento;

considerato che:

- risulta pertanto in forte ritardo l'erogazione della seconda parte dell'acconto (siamo a giugno) relativo all'anno scolastico 2013/2014;

- risulta in ritardo l'erogazione del saldo, relativo all'anno scolastico 2012/2013, già rendicontato dalle scuole entro dicembre 2013;

- tali ritardi ed inadempienze derivanti dalla trascuratezza da parte delle istituzioni pubbliche, gravano sulle spalle di 264 scuole, 570 sezioni, tremila e oltre lavoratori dipendenti (in altissima percentuale lavoratrici donne), su un sistema scolastico paritario che fornisce istruzione a più di 10.000 bambini, che sopperisce alla carenza di strutture pubbliche adeguate, che offre un servizio di qualità in conformità alle norme previste del MIUR, e che non ha finalità di lucro;

ritenuto che a causa dell'emergenza alluvione sono rimaste escluse dagli aiuti le scuole paritarie di Olbia (alcune hanno perso tutto), le quali hanno potuto riaprire grazie alla solidarietà delle altre scuole, ma ora ancora più delle altre non possono veramente sostenere i costi del servizio;

dato atto che la spesa per le scuole dell'infanzia paritaria non risulta tra nessuna delle tipologie prioritarie indicate nella delibera n. 15/1 del 2014 relativa all'utilizzo del plafond sul patto di stabilità,

chiedono di interpellare il Presidente dalla Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

2) quale impegno certo sia previsto sulle somme impegnate in bilancio, al fine di poter determinare con trasparenza il costo finale per la famiglia;

3) quali tempi si sia in grado di garantire nelle erogazioni;

4) quali modifiche si abbia intenzione di porre in essere al fine di adeguare le norme in materia, oramai non al passo con le attuali esigenze delle stesse scuole paritarie;

5) quali interventi e controlli siano previsti al fine di migliorare la qualità dei servizi resi dalle citate scuole. (31/A) )

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda per illustrare la sua interpellanza.

ZEDDA ALESSANDRA (F I). Presidente, in effetti questa interpellanza è stata presentata nel mese di giugno ma purtroppo, ahinoi, risulta ancora attuale. Con la finanziaria del 2014 pensavamo, avendo stanziato cospicue risorse in bilancio, di aver risolto il problema delle scuole paritarie, che ogni anno, soprattutto da quando è in vigore il blocco imposto dal Patto di stabilità, doveva essere affrontato. Invece ci troviamo ancora oggi ad affrontare l'argomento, e forse in maniera ancora più drammatica.

Io vorrei fare una premessa dicendo che non esiste una istruzione di seria A e una istruzione di serie B, e che l'attività delle scuole paritarie non statali è di gran lunga tra le più importanti in tema di istruzione, anche perché per gran parte riguarda l'infanzia, ma soprattutto per la qualità dell'istruzione che viene offerta ai nostri bambini. Io purtroppo devo evidenziare che a oggi non abbiamo avuto la possibilità di sostenere, così come dice la legge numero 31/1984, per i motivi già indicati, le scuole paritarie; inoltre faccio rilevare che anche nella manovra di assestamento c'è la proposta di ridurre di 2 milioni di euro lo stanziamento previsto nel capitolo di spesa che riguarda proprio le scuole paritarie.

Oggi abbiamo però ben altro da sottolineare; intanto che la legge numero 31 non copre assolutamente l'intero costo di gestione e che quindi tali scuole sono obbligate ad attivare mutui e anticipazioni bancarie, ma al momento non possono neanche più farlo perché mancano quelle certificazioni che danno loro diritto al credito. Noi come Regione siamo fortemente in ritardo e, a questo proposito, voglio segnalare che con la delibera 15/1 del 2014 le spese relative alle scuole paritarie non sono state inserite, come correttamente avrebbero dovuto essere, tra le spese obbligatorie, capendo tutti gli aspetti sul Patto di stabilità, ma soprattutto, a fronte di 9 milioni circa di residui, ne sono stati pagati 3 milioni e 408 mila. Capite bene che sto parlando del conto residui, conto residui che incide ancora sull'anno scolastico 2012-2013; per il 2013-2014 neanche a parlarne, anche perché dei 20 milioni stanziati in finanziaria 2014 non è stato né impegnato né erogato alcun euro.

Assessore, io ritengo pertanto che si debba fare tutti uno sforzo di buona volontà per cercare di chiudere definitivamente il conto residui, perché sono delle somme che le scuole hanno anticipato anche indebitandosi. Una gran parte delle scuole inoltre, parlo di quelle della provincia di Olbia, essendo state penalizzate dall'alluvione, eventi di certo non voluti da noi, hanno una situazione veramente particolare.

Vorrei poi ricordare che le scuole sono 264 in tutta la Sardegna, ma i bambini coinvolti sono circa 10 mila, e quindi non credo di parlare a nome di una piccolissima parte dato che è coinvolta una bella fetta di infanzia. Ricordo ancora che noi dovremmo aver già dovuto erogare gli acconti anche per l'anno 2014, invece come ho segnalato in precedenza questo non è avvenuto.

A mio parere sulla legge dovremo ritornare, magari insieme a una proposta del Consiglio regionale, perché ci sono degli aspetti che riguardano le manutenzioni ordinarie, il coinvolgimento per le attività sportive in particolare, che non vedono coinvolte, oltre la parte del contributo ordinario, le scuole paritarie. Ultimamente, proprio a causa dei ritardi delle erogazioni regionali queste scuole sono state anche costrette a sostenere esosi interessi passivi. E, Assessore, il grido d'allarme è proprio che moltissime stanno per chiudere.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, il tema delle scuole complessivamente inteso, compreso quello delle scuole paritarie, non è mai stato sottovalutato da questa Giunta e questo è dimostrato dal fatto che nel momento in cui è stato possibile queste erogazioni sono state tempestivamente concesse nei limiti espressi dalla delibera che lei ha citato ma anche dal plafond in generale a disposizione di questo Assessorato e della Giunta.

Infatti nel luglio di quest'anno è stato saldato il pagamento per l'anno scolastico 2012-2013, il contributo residuo era quello del 20 per cento, per quanto riguarda invece l'anno 2013-2014 è stato erogato il primo acconto per complessivi 12 milioni di euro, per l'esattezza 12.600.000 euro pari al 63 per cento del contributo assegnato e attualmente la Direzione generale della pubblica istruzione sta predisponendo l'erogazione di un ulteriore anticipazione per un totale di 3.388.000 euro e cioè il 17 per cento del contributo per l'anno scolastico 2013-2014.

In merito invece al contributo del corrente anno scolastico la normativa prevede che entro il 30 settembre 2014 vengano trasmesse da parte delle scuole le dichiarazioni di riapertura e, solo a seguito della fine dell'istruttoria di queste dichiarazioni, possa essere erogato l'anticipo relativo all'anno 2014; poi, compatibilmente con le esigenze di bilancio, si prevede l'erogazione entro pochissimi giorni di una prima anticipazione del 30 per cento sul contributo assegnato.

Per quanto riguarda il contributo alle scuole paritarie previsto dall'assestamento di bilancio parlo di un presunto taglio su cifre che, in ogni caso, non potranno essere erogate quest'anno e verranno regolarmente iscritte nel bilancio dell'anno prossimo. E infatti le norme prevedono un'anticipazione per l'anno scolastico in corso e la decurtazione di quel capitolo non tange in alcun modo l'anticipazione prevista dalla legge per le scuole paritarie. Quindi non c'è assolutamente un taglio e neanche una messa in difficoltà del sistema scolastico delle paritarie; su questo tema, infine, in un contesto di revisione generale della normativa in materia di diritto allo studio, è alla valutazione di questo Assessorato e della Giunta l'opportunità di un aggiornamento dei criteri di erogazione alle scuole paritarie in un'ottica ovviamente di miglioramento del servizio offerto ai ragazzi che queste scuole frequentano.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarare se è soddisfatta.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, sono soddisfatta solo relativamente alla parte degli annunci e delle promesse dell'Assessore che, mi auguro, possano concretizzarsi a breve. Il 30 settembre era appena ieri, vedremo nel prossimo mese quello che riusciremo a mettere in campo. Assessore, a questo proposito le do anche un consiglio, visto che si deve riparlare di modifiche delle norme riceva i rappresentanti delle scuole paritarie, non deleghi ad altri questo aspetto perché è importante che, appunto, possano confrontarsi con lei.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 13/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza :

Interpellanza Demontis - Comandini - Deriu - Forma - Lotto - Piscedda - Tendas sul pericolo di inquinamento ambientale derivante dal fallimento della Società Vinyls ubicata nella zona industriale di Porto Torres.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Tribunale di Venezia ha dichiarato il fallimento della Società Vinyls l'8 luglio del 2013, a seguito di un periodo di gestione straordinaria; la Vinyls è ubicata nella zona industriale di Porto Torres e l'impianto è classificato dalla normativa del settore quale "a rischio di incidente rilevante";

- il termine dell'esercizio provvisorio concesso dal tribunale scade tra pochi mesi e nell'impianto in argomento sono ancora presenti quantità elevate (450 ton) di VCM (composto clorurato altamente tossico); peraltro il VCM è contenuto in serbatoi che se dovessero cedere, liberando il VCM, creerebbero un problema davvero insormontabile;

- la presenza di VCM rende la situazione di Porto Torres decisamente più critica di quella di Marghera dove, al contrario, il VCM è stato rimosso;

- il curatore fallimentare ha dichiarato, in diversi incontri ufficiali promossi dalla Prefettura di Sassari ed alla presenza di tutti gli organi competenti al controllo, di essere in grado di smaltire il VCM entro il mese di giugno 2014, ma ha escluso la possibilità di procedere alla bonifica del sito per insufficienza di risorse economiche; in altri termini, nella migliore delle ipotesi procederebbe alla sola messa in sicurezza di massima degli impianti prima della definitiva chiusura;

- lo smaltimento del VCM starebbe avvenendo mediante il carico su autobotti; alcuni giorni orsono sembrerebbe che si sia verificato un fuori servizio ad un macchinario utilizzato nelle operazioni di trasferimento dai serbatoi alle accennate autobotti; fuori servizio che, ad oggi, non sarebbe stato ancora ripristinato, essendo la Vinyls in stato di fallimento e quindi con carenza di personale; le operazioni di smaltimento sarebbero quindi interrotte;

- trattandosi di un sito d'interesse nazionale la competenza è del Ministero dell'ambiente; certo il decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che debba bonificare il responsabile dell'inquinamento, ma qualora questo non vi provveda, come nel caso in esame, è il Ministero a doversi occupare della caratterizzazione e della successiva bonifica, rivalendosi successivamente sul responsabile;

- la Prefettura di Sassari ha già sollecitato diverse volte sia il Ministero dell'ambiente sia la Regione autonoma della Sardegna, da ultimo nei primi giorni del febbraio 2014,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente sulla possibilità della costituzione di un tavolo di protezione civile regionale, con richiesta d'intervento al Ministero dell'ambiente. (13) .)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis per illustrare la sua interpellanza.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, questa interpellanza, datata, però è in realtà quanto mai attuale, non certo per responsabilità della Giunta o dell'Assessore ma per le condizioni di contorno che non sono esattamente favorevoli. L'interpellanza nasceva da due ordini di problemi; intanto la Vinyls che operava sia nella zona industriale di Porto Torres che a Porto Marghera è stata dichiarata fallita dal tribunale di Venezia già dal luglio del 2013 ed è oggi in esercizio provvisorio sino al 7 dicembre 2014, dopodiché terminerà ogni sua attività.

Al momento della presentazione dell'interpellanza nei serbatoi erano stoccate 450 tonnellate di VCM che aspettavano di essere smaltite. Lo smaltimento andava molto a rilento al punto tale che si dubitava che la società riuscisse a effettuarlo come invece aveva fatto nello stabilimento di Marghera. Dato il quantitativo di VCM contenuto nei serbatoi vi era la preoccupazione di cedimenti degli stessi, per cui i versamenti di VCM avrebbero comportato conseguenze ovviamente molto importanti. Sono poi venuto a conoscenza del fatto che il VCM sia stato trasferito in altri siti e che l'ARPAS abbia anche effettuato un sopralluogo, quindi per quanto riguarda il VCM la situazione è tranquilla.

Rimane un problema principale perché il curatore fallimentare, con nota del 17 settembre del corrente anno (per questo dico che l'interpellanza è ancora attuale), dichiara e ribadisce di non avere le risorse né per la messa in sicurezza del sito né ovviamente per la bonifica dello stesso sito. Tutto questo varrebbe dal 7 dicembre del 2014. Dichiara chiaramente che dal 7 dicembre procederà col licenziamento collettivo dei dipendenti e quindi anche con la cessazione di qualsivoglia attività inerente alla messa in sicurezza del sito. Questo è quello che dichiara il curatore fallimentare.

Ora il decreto legislativo numero 152 del 2006 dispone che sia il responsabile dell'inquinamento a bonificare e anche a procedere alla messa in sicurezza, qualora costui non provveda dovranno essere gli enti pubblici (a seconda del caso, il Comune, la provincia, la Regione) a occuparsene. Essendo questo un sito di interesse nazionale (SIN) ritengo sia del Ministero dell'ambiente la competenza sulla approvazione dei piani di caratterizzazione e sulle successive bonifiche.

Non voglio ovviamente addentrarmi in questioni di competenze ma, Assessore, il punto secondo me è che occorrerebbe promuovere un tavolo alla presenza del Ministero e riuscire a capire "chi fa che cosa" in tempi rapidi perché se questo signore curatore fallimentare ci dice che dal 7 dicembre quel sito non è nemmeno in sicurezza io sono veramente molto preoccupato.

Lei come me conosce la realtà di quella zona industriale; dobbiamo cercare di evitare che, come è successo altre volte in passato, i responsabili dell'inquinamento se ne vadano e l'inquinamento rimanga. Io preferirei che se ne vada l'inquinamento e che invece i responsabili rimangano.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, l'occasione offerta da questa interpellanza è ottima per rispondere e per fare "cartello comune" nei confronti del Ministero; vale la pena, dato l'oggetto e i punti sollevati nell'interpellanza, dare alcuni dettagli sullo stato dei siti e della situazione. Come già messo in evidenza, il Tribunale di Venezia ha dichiarato il fallimento della società l'8 luglio del 2013 e, dopo un periodo di gestione straordinaria, durante la quale non vi è stata alcuna offerta di subentro nella produzione, si sarebbero dovuti apporre i sigilli e chiudere l'impianto. Per motivi di sicurezza però alcuni impianti sono stati mantenuti attivi, appunto per ovviare a rischi esistenti.

Nei mesi scorsi, è stato ricordato negli interventi, è stata evidenziata la situazione di grave criticità ambientale, legata allo stoccaggio di elevate quantità sia di cloruro di vinile sia degli altri prodotti. Il 29 maggio del 2014, l'ARPAS di Sassari, dopo idoneo sopralluogo, ha comunicato che il cloruro di vinile stoccato nelle tre sfere era stato rimosso e spedito tramite autobotti in Belgio, i serbatoi di stoccaggio, una volta svuotati, sono stati bonificati, e al momento risultano saturati sotto una leggera pressione di azoto.

Per quanto riguarda il dicloroetano, circa cinquecento tonnellate sono state inviate tramite mezzi gommati ad Assemini nella zona industriale di Macchiareddu. I sottoprodotti clorurati sono stati conferiti alla SADI e inviati a Grugliasco, in provincia di Torino, e in seguito smaltiti in Francia. Per quanto riguarda il dicloroetano e i clorurati, i serbatoi sono stati svuotati e, poiché al loro interno è rimasto solo il non estraibile, devono essere bonificati. L'opera di bonifica è affidata alla società americana ITT, che ha acquisito l'impianto per il loro smontaggio.

Per quanto riguarda invece il termocombustore, questo è stato fermato a seguito dell'ultimazione delle operazioni di svuotamento e bonifica delle linee dei serbatoi. Durante il sopralluogo, nell'area di stoccaggio sono stati visionati i tre serbatoi, cioè le tre grandi sfere, e su quest'ultima è stata verificata la pressione della valvola di spurgo, di sfondo, confermando l'assenza del prodotto.

Per quanto riguarda le azioni che sono state messe in atto dall'Assessorato, vorrei segnalare che nel giugno scorso, con nota del 20 giugno 2014, è stato richiesto al Ministero dell'ambiente un incontro per la ricerca della soluzione delle problematiche più urgenti, evidenziando in particolare l'attivazione delle procedure di sostituzione in danno del responsabile dell'inquinamento da parte del Ministero medesimo. Questo è il punto fondamentale anche in risposta all'interpellanza. Ancora, il 21 luglio 2014, è stata inviata una ulteriore richiesta al Ministero per l'attivazione delle procedure sostitutive in danno, con la nomina di un responsabile unico del procedimento tenuto alla redazione dell'analisi di "rischio sito" specifica e del progetto di bonifica relativo alle aree.

Inoltre, nella stessa nota, la Regione ha messo in evidenza (questo è stato anche rilevato poc'anzi) che, nonostante l'assenza di risorse nel fondo di rotazione istituito per gli interventi sostitutivi di bonifica, possono essere rimodulabili, quindi riutilizzabili per gli interventi di bonifica, 250 mila euro stanziati in quegli accordi di programma per il SIN di Porto Torres.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarare se è soddisfatto.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, sono certamente soddisfatto perché la strada è quella indicata nella mia interpellanza ed è quella che l'Assessore ci ha assicurato di seguire. La mia preoccupazione, che immagino abbia anche l'Assessore, è che essendo la competenza del Ministero dell'ambiente, perché è un SIN, un sito di bonifica di interesse nazionale, del Ministero conosciamo i tempi e l'inerzia, quantomeno era così quando lo frequentavo io. Quindi, Assessore, sollecitiamo il più possibile, perché il Ministero dell'ambiente spesso è un muro di gomma, dal mio punto di vista.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della interpellanza numero 50/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, sulla deliberazione della Giunta regionale n. 28/17 del 17 luglio 2014, in tema di sospensione dell'efficacia degli atti aziendali, nonché di atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, e sulle ingerenze indebite del governo regionale e dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale nell'attività di gestione delle aziende sanitarie e ospedaliere di competenza dei direttori generali.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- le aziende sanitarie e le aziende ospedaliero-universitarie hanno rispettivamente il compito di garantire e tutelare la salute della popolazione e di erogare e sviluppare assistenza polispecialistica, ricerca e formazione, nel rispetto di alcuni basilari principi, non ultimo quello della economicità nell'impiego delle risorse;

- i direttori generali delle due aziende sono i responsabili della loro gestione complessiva, sia sotto il profilo dell'ordinaria, che sotto quello della straordinaria amministrazione, governano il livello gestionale-operativo e ne assicurano l'unitarietà in coerenza agli obbiettivi, indirizzi e direttive di programmazione dell'organo politico;

ACCLARATO che:

- il programma di governo del Presidente Pigliaru, nel capo che tratta del sistema sanitario, prevede espressamente "L'indipendenza della gestione della sanità dalla politica" e la necessità di "adottare gli strumenti ed interventi necessari per proteggere il servizio sanitario regionale (SSR) dalle indebite pressioni ed ingerenze politiche nelle scelte gestionali ed operative";

- tali condivisibili principi sono stati riproposti nelle Dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru, ove sono stati corroborati da propositi di interventi per evitare "frequenti sovrapposizioni di competenze" che generano inefficienza, moltiplicazioni dei costi, sfiducia da parte dei cittadini e mortificano la dedizione di chi lavora onestamente e con grande senso di responsabilità" e per rinforzare il ruolo di programmazione e di indirizzo della Regione riducendo, invece, "...quello della gestione diretta dei processi";

EVIDENZIATO che ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli n. 3, comma 1 bis, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, n. 9, commi 1 e 3, della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, n. 13, comma 3, della legge regionale 7 novembre 2012, n. 21:

1. l'organizzazione e il funzionamento delle ASL, dell'azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende ospedaliero-universitarie sono disciplinati con atto aziendale di diritto privato adottato o modificato dal Direttore generale, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria, entro sessanta giorni dall'emanazione dei relativi indirizzi della Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente;

2. il direttore generale è tenuto a trasmettere l'atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità ai suddetti indirizzi e, decorsi trenta giorni, la verifica si intende positiva;

3. gli atti aziendali si applicano fino all'approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009;

APPRESO che disattendendo detti fondamentali impegni politici e principi normativi la Giunta regionale, con deliberazione n. 28/17 del 17 luglio 2014, ha imposto ai direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere di deliberare la sospensione dell'efficacia, con effetto immediato, degli atti aziendali e di non adottare atti eccedenti l'ordinaria amministrazione in difetto di preventiva "valutazione ad opera dell'Assessorato", mortificando le loro competenze istituzionali e precludendo loro la possibilità di gestire efficacemente le aziende e garantire la tempestiva tutela della salute pubblica;

SOTTOLINEATO che l'atto adottato è illegittimo perché affetto da palese violazione di legge, nonché da eccesso di potere per contraddittoria e insufficiente motivazione, atteso che violenta l'iter procedimentale consacrato dalle precise norme statali e regionali sopra menzionate;

OSSERVATO che l'improbabile intervento, oltre che schiaffeggiare violentemente gli ineccepibili propositi elettorali e di governo del Presidente Pigliaru, rappresenta un'inammissibile e illegittimo tentativo di ingerenza della politica nei compiti e obbiettivi istituzionali dei direttori generali facendo indebite commistioni fra poteri di indirizzo e programmatori e compiti di gestione;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di ritirare l'atto illegittimo, ristabilendo il diritto violato e attuando i propositi manifestati in campagna elettorale di evitare indebite ingerenze e pressioni nelle scelte gestionali e operative. (50).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Marco Tedde per illustrare la sua interpellanza.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, debbo dire che fra i pochi passaggi che abbiamo apprezzato del programma del presidente Pigliaru e delle dichiarazioni programmatiche, ci sono quelli che riguardano la sanità. Ci sono dei riferimenti chiari sia nel programma di governo che nelle dichiarazioni programmatiche sull'esigenza di mantenere l'indipendenza della gestione della sanità dalla politica e la necessità di adottare tutti gli strumenti ed interventi necessari per proteggere, è questo il verbo che viene utilizzato, il Servizio sanitario regionale dalle indebite pressioni e ingerenze nelle scelte gestionali e operative.

Nelle dichiarazioni programmatiche questi elementi di protezione nei confronti del Sistema sanitario regionale vengono rimodulati, riformulati e ulteriormente arricchiti per evitare frequenti sovrapposizioni di competenze, che generano inefficienza, moltiplicazione dei costi, sfiducia da parte dei cittadini e mortificano la dedizione di chi lavora onestamente e con grande senso di responsabilità. Tutto questo per rinforzare il ruolo di programmazione che è in capo alla Giunta, riducendo invece in capo alla Giunta i compiti di gestione diretta dei processi.

Ai sensi di una serie di norme nazionali e regionali, quindi ai sensi delle norme vigenti, noi sappiamo che l'organizzazione e il funzionamento delle ASL è disciplinato dall'Atto aziendale, atti aziendali che sono atti di diritto privato, adottati e modificati dal direttore generale sulla base di indirizzi della Giunta, indirizzi che vengono impartiti dopo aver ricevuto il parere della Commissione sanità.

Sappiamo che questi atti aziendali possono essere adottati o modificati; sappiamo però anche, purtroppo, che la Giunta nel mese di luglio di quest'anno, disattendendo questi principi, che sono non soltanto principi giuridici, ma anche principi di civiltà che mirano a separare in modo netto la gestione dagli indirizzi della programmazione, ha invece adottato una delibera forte, molto forte, con la quale ha deciso la sospensione dell'efficacia con effetto immediato degli atti aziendali, ha deciso di non consentire ai dirigenti o ai direttori generali atti eccedenti l'ordinaria amministrazione in difetto di preventiva valutazione da parte dell'Assessorato, quindi attua un'ingerenza forte nell'attività dei direttori generali. Questo mortifica le competenze istituzionali dei direttori generali, e preclude anche loro la possibilità di gestire, così come da indirizzi che erano stati forniti in modo del tutto coerente con il nostro ordinamento.

Questo intervento, ovviamente, contraddice gli ineccepibili propositi del presidente Pigliaru, rappresenta un tentativo di ingerenza della politica nei compiti gestionali dei direttori generali, e attua quelle commistioni fra potere politico e potere dei dirigenti, potere gestorio, che il programma e le dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru avevano detto di voler evitare.

Allora, l'interpellanza chiede al Presidente della Regione e all'Assessore regionale se intendano proseguire nell'attuazione di questa delibera, se abbiano apprezzato la contraddizione forte fra i propositi del Presidente e questo atto amministrativo, e cosa intendano fare per il futuro, al fine di evitare queste pressioni obiettive e queste ingerenze che non riteniamo dovute nei confronti della dirigenza delle ASL.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale

ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, gli atti aziendali disciplinano il funzionamento e l'organizzazione delle aziende sanitarie e, in particolare, individuano le strutture operative dotate di autonomia gestionale e/o tecnico professionale. Gli atti aziendali sono stati definiti nel 2007 però, con la legge numero135 del 2012, la spending review, lo Stato ha definito alcuni criteri di riordino della rete ospedaliera, in particolare portando la dotazione dei posti letto da 4 per 1000 abitanti nel 2009, a 3,7 per 1000, di cui 0,7 per post acuti, e ha individuato nella riduzione delle strutture complesse, semplici e dipartimentali, uno strumento per ridurre i doppioni delle dotazioni di posti letto della rete ospedaliera.

La Regione autonoma della Sardegna ha recepito in parte le disposizioni della spending review emanando la legge regionale numero 21 del 7 novembre 2012, che prevedeva, all'articolo 7, comma 1, che l'Assessore regionale della sanità, entro 30 giorni dall'approvazione della legge, dovesse impartire le direttive alle aziende sanitarie per attuazione di interventi di ristrutturazione della rete ospedaliera. Questi termini sono stati successivamente posticipati dalla delibera della Giunta regionale 3/16 del 22 gennaio 2013, che ha disposto di attendere l'adozione di standard qualitativi e strutturali, tecnologici e quantitativi in discussione in sede di Conferenza Stato-Regione.

Parallelamente, con delibera della Giunta regionale 43/12 del 12 ottobre 2012, la Regione ha emanato le linee guida per l'approvazione di nuovi atti aziendali, che non prendevano in considerazione standard e criteri di ristrutturazione della rete ospedaliera secondo la legge numero 135. Questi standard sono stati recentemente adottati a livello nazionale, agosto 2014, ma non ancora definiti a livello regionale. E' palese, invece, che bisogna assicurare un equilibrio tra processo di ristrutturazione della rete ospedaliera e le scelte organizzative contenute negli atti aziendali, pertanto il percorso di analisi e approvazione degli atti aziendali, avviato con la delibera di Giunta 15/34 del marzo 2013, non poteva e non può essere portato a termine nell'attuale contesto di riferimento in assenza di riorganizzazione della rete ospedaliera.

Con successive delibere emanate dalla Giunta dal gennaio al febbraio 2014; è stata adottata una serie di provvedimenti contenenti indirizzi a diverse aziende sanitarie in merito agli atti aziendali da presentare. Non tutti gli atti aziendali furono presentati: Cagliari, Olbia e Lanusei non li presentarono. Per evitare aggravi e oneri finanziari e incombenze organizzative, conseguenti a modifiche di assetti non definitivi, si è ritenuto necessario, nell'esercizio delle nostre funzioni di coordinamento e nelle more di definizione degli standard e delle linee guida della stessa legge regionale numero 21, legge di riorganizzazione della rete ospedaliera, disporre l'interruzione dell'esecutività degli atti aziendali presentati, e di provvedere entro 120 giorni a proporre alla Giunta regionale l'approvazione di linee di indirizzo contenenti standard qualitativi e quantitativi per la definizione della rete ospedaliera regionale e nuove disposizioni alle aziende sanitarie circa l'eventuale rimodulazione degli atti aziendali, in conformità del nuovo quadro di riferimento.

Si richiama, infine, il comma 3 dell'articolo 16 della legge regionale 28 luglio 2006, che attribuisce alla Regione la funzione di coordinamento delle politiche del personale e delle politiche finalizzate all'acquisto di beni e servizi, e allo sviluppo delle innovazioni tecnologiche e del sistema informativo sanitario regionale, nonché l'obiettivo di perseguire l'unitarietà, l'uniformità e il coordinamento delle funzioni del Servizio sanitario regionale nel promuovere l'integrazione e la cooperazione fra le aziende sanitarie. Si richiama, da ultimo, l'articolo 3 della legge regionale 15 marzo 2012, numero 6, che stabilisce che "il Servizio sanitario regionale non è finanziabile in deficit" e che "la Regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del Direttore generale che non raggiunga la percentuale minima, preventivamente fissata secondo criteri omogenei, predefiniti e uniformi nel territorio regionale, degli obiettivi definiti dall'amministrazione regionale per il periodo considerato nel quadro di programmazione regionale, con particolare riferimento all'efficienza, efficacia e funzionalità dei servizi sanitari, e l'equilibrio economico finanziario di bilancio rispetto alla preventiva assegnazione delle risorse finanziarie".

Serve precisare, inoltre, che ieri, nella seduta del 30 settembre 2014, la Giunta regionale ha deliberato l'istituzione di un comitato permanente di monitoraggio dell'andamento della gestione delle aziende sanitarie e della qualità dei livelli essenziali di assistenza erogati, con l'incarico di verificare l'attuazione delle azioni necessarie per assicurare il raggiungimento degli obiettivi assistenziali ed economico-finanziari; di valutare le modalità applicative delle misure nazionali e regionali di razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria, e di monitorare la qualità dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza. In conclusione, la DGR 28/17 del 17 luglio è in linea con le funzioni di governo che sono attribuite dalla normativa regionale nazionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarare se è soddisfatto.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, è evidente che non posso essere soddisfatto delle dichiarazioni dell'Assessore che spara a pallini, in buona sostanza, mettendo in campo una serie di leggi e provvedimenti amministrativi che, in estrema sintesi, secondo il suo modo di vedere, dovrebbero consentire una commistione fra la gestione, gli indirizzi e la programmazione.

Non è così, Assessore; se c'è una spending review, se ci sono delle norme nazionali che impongono la riduzione della spesa, anche i direttori generali sono tenuti ad applicarle . Non soltanto gli Assessori e coloro che fanno parte dei governi regionali hanno il dovere di applicare quelle norme, anche i direttori generali le devono applicare immediatamente. Le norme prevedono l'adozione degli atti aziendali, prevedono la modifica, ma non prevedono il potere di sospensione da parte della Giunta regionale. Ci sono dei procedimenti tipizzati che devono essere osservati attentamente anche dalla Giunta regionale.

In ultimo, signor Assessore, mi preoccupa non poco questa Commissione per il monitoraggio della spesa, che all'apparenza è una grande novità, una straordinaria novità, ma non è assolutamente una novità, perché comunque esistono delle norme, e la Giunta le deve osservare, che prevedono che deve essere attentamente monitorata e controllata l'efficienza della gestione e della spesa effettuata dai direttori generali, sotto pena della loro decadenza, quindi stiamo parlando di cose vecchie.

Oggi, però, questo provvedimento, questa decisione della Giunta mi preoccupa, perché è comunque un messaggio non perfettamente "rettilineo" nei confronti dei direttori generali; quindi questa decisione fa il paio con la decisione di sospendere gli atti aziendali. Sappiamo quali sono i problemi, sappiamo quali sono le discussioni in seno alla maggioranza, sappiamo qual è il ruolo della sanità in Sardegna, sia sotto il profilo della tutela della salute pubblica, sia sotto il profilo della gestione del potere politico, quindi ne prendiamo atto; non saremo soltanto attenti osservatori, non vigileremo soltanto, ma continueremo, invece, a esercitare un ruolo attivo.

Discussione della mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Truzzu - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Orrù sulla paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (76) abbinata all' interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sul fondato pericolo di chiusura della Corte d'appello di Sassari e di alcuni importanti tribunali sardi. (57/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 57 che, per omogeneità di argomento, viene abbinata alla discussione della mozione numero 76.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza e della mozione:

Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sul fondato pericolo di chiusura della Corte d'appello di Sassari e di alcuni importanti tribunali sardi.

I sottoscritti,

premesso che:

- il progetto di riforma del Ministero della giustizia potrebbe mettere in pericolo il futuro della sede distaccata della Corte d'appello di Sassari, (Sezione distaccata di Cagliari), mentre appare purtroppo certa la soppressione di alcuni importanti tribunali e numerosi uffici giudiziari, ancora una volta vittime sacrificali sull'altare di una presunta razionalizzazione e riduzione delle spese;

- la Corte d'appello di Sassari ha giurisdizione sui tribunali di Sassari, Nuoro e Olbia-Tempio, e sul tribunale per i minorenni, con competenza territoriale e funzionale sulle tre province, per un bacino di utenza residente di oltre 650 mila persone, che quasi raddoppia con l'afflusso turistico nel periodo estivo;

- dal Tribunale di sorveglianza di Sassari dipendono gli uffici del Magistrato di sorveglianza di Sassari e Nuoro, le Case circondariali di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania e le Case di reclusione di Alghero e Mamone;

- da Sassari dipendono inoltre le sedi distaccate dei tribunali di Alghero, Olbia e La Maddalena e ben 33 uffici del Giudice di pace;

considerato che da diversi anni dal territorio si chiede con forza che il Ministero della giustizia proceda alla costituzione di una corte d'appello di Sassari autonoma e che l'autonomia contribuirebbe nell'immediato a ridurre i costi attualmente necessari per garantire il funzionamento del Consiglio giudiziario e la gestione degli esami di abilitazione alla professione forense, oltre a consentire una notevole semplificazione e una conseguente riduzione dei tempi e delle spese di funzionamento del sistema giudiziario del territorio, con prevedibili ricadute positive per le popolazioni interessate;

sottolineato:

- che il Governo nazionale da troppo tempo, anche nell'amministrazione del sistema giudiziario, mira al perseguimento di intenti di razionalizzazione e riduzione dei costi, tramite la soppressione o l'accorpamento dei presidi giudiziari, sulla base di criteri esclusivamente economici e numerici;

- che tempi ed efficienza delle sedi giudiziarie sono spesso conseguenti ad ataviche scelte effettuate dallo stesso Ministero, prima fra tutte la cronica insufficienza degli organici assegnati ai tribunali sardi, e non certo alla mancanza di professionalità o di procedimenti processuali;

- come le stesse inadempienze del Governo siano la causa prima di quei dati statistici non aderenti ai canoni previsti dal Ministero e che vengono poi utilizzate dallo stesso per giustificare la chiusura degli uffici mascherata da esigenze di razionalizzazione e riduzione delle spesa;

rimarcato che la paventata chiusura degli uffici giudiziari ed in particolare della Corte d'appello costituirebbe un atto assolutamente inopportuno con riflessi ed effetti concreti e pesanti sull'amministrazione della giustizia, considerata la legittima preoccupazione degli amministratori locali, del mondo forense e delle popolazioni interessate,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali concrete iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere presso il Governo nazionale per evitare la chiusura della Corte d'appello di Sassari e degli uffici giudiziari sardi, presidi che lo Stato dovrebbe semmai doverosamente rafforzare ed efficientare, per porre rimedio ad una gestione poco attenta alle esigenze ed alle peculiarità della nostra Regione;

2) se non ritenga che i paventati nuovi tagli al sistema giudiziario sardo rischino di appesantire ulteriormente le dinamiche sociali in un contesto di gravissima crisi sociale ed economica;

3) se non ritenga altresì legittimo ed opportuno porsi alla "guida" di azioni di "sensibilizzazione" verso il Governo italiano per una riconsiderazione delle ipotesi di riduzione al sistema giudiziario isolano, per evitare un ulteriore disimpegno dello Stato dai nostri territori e l'ennesimo sopruso alla specialità della Sardegna.

Mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Truzzu - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Orrù sulla paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- nel 1992, lo straordinario impegno di rappresentanti politici e istituzionali del nord dell'Isola, supportato dal sostegno degli operatori della giustizia e dal mondo delle imprese e della società civile in tutte le sue articolazioni, ha condotto all'istituzione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, con competenza territoriale comprendente i circondari dei tribunali di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania;

- un'ispezione disposta dal Ministro della giustizia, eseguita tra febbraio e marzo del 2011, nel sottolineare come la dipendenza di Sassari da Cagliari, soprattutto per quanto riguardava l'ufficio contabile, rendesse difficoltose anche le più banali spese di cancelleria, conduceva gli ispettori di via Arenula ad auspicare che "il legislatore prendesse in considerazione l'ipotesi di istituire una Corte d'appello autonoma a Sassari", circostanza che avrebbe consentito "una migliore organizzazione complessiva della sezione che sconta la particolare lontananza dalla sede principale posta all'altro capo dell'isola";

- nel 2011 si costituì un comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, rinnovato il 5 settembre 2014, formato da rappresentanti di enti locali, istituzioni, ordini forensi e parlamentari sardi che, tra te altre cose, partendo dalla premessa che, nel nuovo carcere sassarese di Bancali, sarebbero arrivati un centinaio di detenuti sottoposti al regime ex 41 bis, con conseguente oggettivo rischio di infiltrazione di associazioni criminali mafiose nel nord e centro Sardegna, chiese l'istituzione di una sezione autonoma di Corte d'appello, in sostituzione dell'attuale sezione staccata, che consentirebbe l'apertura di una direzione investigativa antimafia;

- nella consapevolezza che la trasformazione in sezione autonoma sarebbe stata una vera conquista sociale ed economica, al comitato aderirono le tre province di Sassari, Nuoro e Olbia-Tempio e circa cento comuni;

APPRESO che:

- nell'ambito del complessivo progetto di innovazione organizzativa del sistema giustizia, in data 13 agosto 2014, la relazione governativa, recante la rubrica "Misure per l'ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria. Riforma della geografia giudiziaria delle corti di appello", partendo dal manifestato proposito di "portare a compimento il processo di razionalizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, realizzato, con riguardo ai soli uffici giudiziari di primo grado, con i decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012, progetta di "ridefinire l'assetto territoriale dei distretti delle corti di appello, posto che gli uffici di secondo grado sono attualmente quelli che versano in condizione di maggiore sofferenza e che, pertanto, necessitano di tempestivi interventi sul piano organizzativo e strutturale";

- in particolare, il Governo si propone di procedere alla revisione della distribuzione sul territorio delle corti di appello, anche attraverso l'eventuale soppressione delle sezioni distaccate, fatto salvo il rispetto dei vincoli costituzionali che riguardano la sezione distaccata di Bolzano, nei casi in cui ciò si riveli necessario per garantire il perseguimento di un tasso di efficienza in linea con quello degli uffici virtuosi;

ACCERTATO che il Ministro della giustizia, con proprio atto di indirizzo politico - istituzionale del 5 settembre 2014, in relazione all'attuazione generale della riforma, evidenziava che "l'assetto della nuova geografia giudiziaria risulta oramai in grandissima parte definito" e che "potrà procedersi all'apertura di una seconda fase della revisione dell'assetto territoriale degli uffici giudiziari, con l'obiettivo primario di procedere anche alla razionalizzazione della geografia dei distretti delle corti d'appello e di incidere su ulteriori assetti della originaria geografia giudiziaria", e ciò anche "in funzione di un ulteriore contenimento della spesa pubblica";

SOTTOLINEATO che:

- la programmazione riorganizzativa territoriale del Ministero della giustizia, così come delineata negli atti menzionati, fa legittimamente temere la soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, già in sede di legge delega per la riorganizzazione della giustizia che a breve verrà proposta in parlamento;

- in questo momento di straordinaria crisi economica e sociale detta paventata soppressione, oltreché determinare un pericoloso arretramento dello Stato nel centro nord dell'isola e un impoverimento istituzionale con pesanti riflessi sociali ed economici sulla Sardegna intera, porterebbe con sé anche la scomparsa del Tribunale per i minorenni e il Tribunale di sorveglianza, con una avvilente derubricazione dei servizi di giustizia a danno non soltanto di un amplissimo bacino di utenza, composto da una popolazione residente di circa 654 mila persone che quasi raddoppia nel periodo estivo per l'alta vocazione turistica del territorio, del popolo sardo;

- è invece necessario, in questo momento di crisi delle istituzioni, sempre più lontane dai bisogni e dalle attese del popolo sardo, e di scarsa considerazione verso le specificità della nostra isola che si consuma all'interno della più pesante crisi economica degli ultimi sessanta anni, difendere e rafforzare la conquista della sezione staccata, lavorando per ottenerne la piena autonomia come auspicato dagli ispettori del Ministero della giustizia e chiesto con vigore dal comitato nel 2011,

impegna il Presidente della Regione a

1) costituire un tavolo, con la partecipazione di tutti i parlamentari sardi, al fine di sostenere presso le competenti sedi istituzionali, compresa quella parlamentare, le istanze del Comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

2) intervenire con urgenza presso il Ministro della giustizia, rappresentando in maniera puntuale e forte le ragioni che stanno alla base della necessità della autonomia per la Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

3) promuovere, con la collaborazione del Consiglio regionale, tutte le iniziative politiche e culturali che riterrà utili per il raggiungimento dell'obbiettivo.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di parlare il consigliere Efisio Arbau per illustrare la sua interpellanza.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, intervengo brevemente per lasciare poi spazio anche al collega Tedde che ha posto, con una mozione, una questione che è molto importante per il nostro sistema giudiziario regionale. La questione è molto semplice, ed è quella relativa alla paventata chiusura, o comunque ai problemi inerenti al sistema giudiziario sardo. La sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari ha un ruolo molto importante, innanzitutto perché è determinante per poter pensare di tenere in piedi le strutture dei tribunali adesso in funzione; e, in seconda battuta, perché fornisce un servizio che è essenziale sul territorio. Il disegno di accorpamenti e di tagli al settore giudiziario è una sciagura per il nostro sistema per il verificarsi di quelle condizioni quali l'aumento dei contributi unificati e con tutte quelle iniziative che tendono a negare giustizia sul territorio.

Io posso parlare per quanto riguarda il mio territorio e relativamente alla provincia di Nuoro su cui, appunto, in quanto circondario del tribunale di Nuoro, è competente la sezione distaccata di Sassari. Senza la presenza delle istituzioni nel territorio sempre di più la giustizia non viene garantita ai cittadini. Ritengo importante che ci sia un intervento da parte del Presidente della Regione affinché faccia propria questa battaglia e chieda al Governo di prendere atto che siamo una Regione che ha un'estensione molto importante, che abbiamo degli indici di criminalità da osservare attentamente e da valutare nel contesto in cui siamo. L'interpellanza a suo tempo è stata presentata proprio per avere un coinvolgimento immediato della Giunta sulla questione.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 76 ha facoltà di illustrarla.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, nel 1992 molti rappresentanti politici e istituzionali del territorio del sassarese, supportati dagli operatori della giustizia, del mondo delle imprese, da tutto il territorio, dalla società civile, ha condotto alla istituzione della sezione staccata della Corte di appello di Cagliari che ha competenza territoriale sui tribunali di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania. Già da allora, e successivamente, durante le ispezioni del Ministero della giustizia, fu evidenziato dagli ispettori che per una migliore organizzazione dei lavori della sezione, che sconta comunque una lontananza pesante rispetto a Cagliari, sarebbe stato meglio istituire una Corte d'appello autonoma. Questo lo dicevano già ispettori del Ministero della giustizia.

Nel 2011 si costituì un Comitato per l'autonomia della sezione distaccata, formato da rappresentanti di enti locali, istituzioni, ordini forensi, parlamentari, che partendo dalla premessa che nel nuovo carcere di Bancali sarebbero arrivati molti detenuti sottoposti a regime di vigilanza speciale, il 41 bis, con il rischio quindi di infiltrazioni mafiose, chiese l'istituzione della sezione autonoma della Corte d'appello in sostituzione dell'attuale sezione staccata.

Ora apprendiamo, leggiamo e sentiamo che il Ministero sta seguendo altre strade, altri percorsi. La relazione governativa del 13 agosto di quest'anno purtroppo prevede delle maglie che sembrano fatte apposta per la soppressione della sezione distaccata di Sassari, questo per portare avanti un processo di razionalizzazione, di spending review, di riduzione dei costi. Nella giustizia, così come nella sanità, c'è questo intento di riduzione dei costi, a volte con tagli lineari e a volte con tagli, invece, mirati. Ecco, in questo caso è sicuramente un taglio linearissimo, non è mirato, perché questa revisione della distribuzione sul territorio delle corti d'appello deve necessariamente tenere conto anche delle difficoltà legate ai deficit infrastrutturali di questa regione, e così invece la riforma che pare il Governo voglia mettere in atto non prevede.

C'è da temere in modo forte la soppressione della sezione distaccata. Quindi noi puntiamo all'autonomia della sezione distaccata, mentre invece il Governo punta alla soppressione della medesima. È necessario alzare la guardia perché in questo momento di crisi economica e sociale la soppressione sicuramente determina un arretramento dello Stato nei confronti della nostra isola, uno Stato che sta arretrando in modo eccessivo. C'è una sorta di desertificazione istituzionale che pian piano arranca e provoca dei buchi che determinano insicurezza e problemi, anche economici, e non soltanto sociali. Invece in questo momento di crisi è indispensabile che le istituzioni guardino con grande attenzione alla specificità della nostra isola e ai problemi che l'insularità comporta, anche in tema di giustizia.

La mozione va, quindi, nella direzione di impegnare il Presidente affinché costituisca un tavolo con tutti i parlamentari sardi, che sono poi coloro che andranno a votare. La legge delega verrà votata dai parlamentari, e quindi anche dai parlamentari sardi, che devono essere sensibilizzati, noi riteniamo, dal Presidente, attraverso la convocazione di un tavolo al quale far partecipare tutti coloro che si impegneranno in Parlamento, e che debbono vigilare affinché la sezione staccata in primo luogo non venga soppressa, ma debbono anche lavorare affinché, invece, questa sezione distaccata diventi una sezione autonoma.

Ancora chiediamo con questa mozione che il presidente Pigliaru intervenga con grande urgenza presso il Ministro della giustizia rappresentando in maniera forte le ragioni che stanno alla base della necessità dell'autonomia della sezione distaccata rispetto alla Corte d'appello di Cagliari e chiediamo ancora che il Presidente promuova, con la collaborazione del Consiglio regionale, e quindi di tutte le forze politiche che fanno parte di questo Consiglio, tutte le iniziative politiche e anche culturali che riterrà utili per il raggiungimento dell'obiettivo che interessa un territorio che conta 645 mila utenti della giustizia.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, la mozione del consigliere Tedde, così come l'interpellanza del consigliere Arbau, sono assolutamente condivisibili sia nelle premesse che nelle conclusioni. Anche a me sfuggono i vantaggi economici, sociali, politici della soppressione della sezione distaccata della Corte d'appello di Sassari, soppressione che, come si diceva, è molto probabile anche se non ancora certa, altrimenti la mozione e l'interpellanza oggi non avrebbero senso.

Non mi sfuggono, invece, gli svantaggi della soppressione della Corte d'appello, che sono chiarissimi, e ne citerò alcuni non evidenziati dai colleghi che mi hanno preceduto. Ripeto, non posso citare i vantaggi perché non riesco a vederli. Fra gli svantaggi, oltre, ripeto, a quelli che già sono stati evidenziati, porrei il dover reperire locali idonei nella città di Cagliari, probabilmente in locazione, quindi stiamo parlando di costi ulteriori. Dubito che i magistrati in servizio presso la Corte d'appello di Sassari, presso il Tribunale dei minori o ancora il Tribunale di sorveglianza accettino il trasferimento in blocco a Cagliari, quindi ci sarebbe comunque un periodo di inefficienza della Corte d'appello di Cagliari inevitabile, così come dubito che i 250 dipendenti amministrativi possano anch'essi seguire le funzioni trasferite a Cagliari, e anche questo, quindi, con disagi non di secondo piano.

Anche il trasferimento dei detenuti dal carcere di Sassari, dal carcere di Tempio, dal carcere di Nuoro evidentemente sarebbe costoso e difficoltoso, e voglio evidenziare che il nuovo carcere di Bancali, di dimensioni notevoli, forse eccessive, ospiterà detenuti in regime di 41 bis, quindi non stiamo parlando di un carcere qualunque. Come diceva il consigliere Tedde, sarà soppresso anche il Tribunale dei minori, la cui struttura è costata circa 10 milioni di euro, se non ricordo male, e se non ricordo male l'ente appaltante allora era proprio il Comune di Sassari. Trattandosi di minori non voglio nemmeno evidenziare, sono chiari a tutti, i disagi che sono ancora più gravi, così come crea disagio la soppressione del Tribunale di sorveglianza. Diciamo che stiamo moltiplicando per tre gli svantaggi derivanti dalla soppressione della Corte d'appello distaccata.

È stato ricordato anche l'indotto che gravita intorno ai tribunali; evidentemente è un indotto che verrebbe a mancare per un'area, quella del Nord Sardegna, ma anche del Centro, particolarmente provata dalla crisi economica e strutturale che stiamo vivendo (non che il resto della Sardegna non lo sia, conosco la realtà della quale parlo e la conosciamo tutti, è di crisi molto grave). Sono d'accordo, quindi, che non solo si debba proporre di non sopprimere la sezione staccata della Corte d'appello di Sassari, ma che si debba proporre l'istituzione della Corte d'appello autonoma a Sassari.

Come ricordava il consigliere Tedde, questa rivendicazione, questa battaglia (la possiamo definire così) dal 2011 coinvolge le istituzioni, gli enti locali di qualunque livello, lo stesso Comune di Sassari, l'attuale Presidente del Consiglio regionale ne è stato parte, gli ordini forensi, ma coinvolge i cittadini perché lo svantaggio principalmente sarebbe per i cittadini, altrimenti io non sosterrei in questa sede, con questa convinzione, la necessità di una sezione autonoma della Corte d'appello a Sassari. Ripeto, coinvolge i cittadini che subirebbero svantaggi pesanti. Non riesco a capire invece quali siano i vantaggi, probabilmente è solo un'economia virtuale, ma di fatto non lo sarebbe realmente.

Io credo che sia la mozione del consigliere Tedde che l'interpellanza del consigliere Arbau sarebbero entrambe più efficaci se votate all'unanimità da questo Consiglio regionale, lo dico in particolar modo al consigliere Tedde perché so che è sensibile a questo argomento; e posso anche dire che se non ci fosse stato un fraintendimento sui tempi io sarei stato firmatario della mozione del consigliere Tedde e, come me, credo tutti i consiglieri del centrosinistra. Quindi, consigliere, se si potesse definire oggi un ordine del giorno unitario su questo aspetto così importante, cioè quello che non siamo riusciti a fare sinora, non per sua responsabilità, perché devo riconoscere di essere stato sollecitato, ma probabilmente per mia responsabilità, credo che potremmo raggiungere una efficacia certamente maggiore.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, io vorrei approfittare di questa mozione e di questa interpellanza, caro presidente Pigliaru, per sollecitarla a occuparsi di una questione che è molto importante e in generale di tutte le questioni relative alla giustizia in Sardegna. Vorrei che questa fosse l'occasione perché certamente non è pensabile - questo è anche il mio convincimento - che possa essere soppressa la sezione distaccata di Sassari e portata a Cagliari. Non è pensabile per una serie di ragioni, non per una semplice ragione numerica che, comunque, è piuttosto importante perché il carico andrebbe a riversarsi tutto su Cagliari, non solo per le questioni relative ai trasporti dei detenuti e quant'altro, ma per le ricadute importanti che questa decisione, assolutamente scellerata, avrebbe sull'organizzazione della giustizia in Sardegna.

Mi riferisco in particolar modo al fatto che sarebbero soppressi il Tribunale di sorveglianza di Sassari e il Tribunale dei minori. Per quanto riguarda il Tribunale di sorveglianza vorrei sottolineare alcuni aspetti che sono di grande importanza e sono quelli che, a mio parere, lei Presidente dovrebbe utilizzare per riproporre questo importante tema con i componenti del Governo.

La popolazione carceraria sarda è in crescente aumento, non soltanto da un punto di vista quantitativo per il numero degli istituti penitenziari che sono stati costruiti e hanno trasformato la nostra isola in una Cayenna, in un'isola di detenuti, come ho avuto in diverse occasioni modo di dire, ma anche dal punto di vista qualitativo perchè si rischia, ancora non diamo per scontato che questo debba avvenire, e a mio parere lo si può ancora contrastare, di portare in Sardegna un gran numero di detenuti che qualitativamente sono molto pericolosi.

Perché faccio questo riferimento in questo momento? Perché un crescente aumento di detenuti, soprattutto qualitativamente di quella portata, comporta un aumento di lavoro per i tribunali di sorveglianza perché maggiore è il numero di detenuti e maggiore è ovviamente la richiesta da parte di costoro. Non solo, quei detenuti - faccio riferimento al 41 bis - che si paventa siano in arrivo da un momento all'altro e per cui lei, Presidente, deve chiedere chiarimenti al Governo nazionale, dal punto di vista qualitativo sono diversi perché statisticamente (chiunque frequenta le aule di giustizia bene lo sa) presentano un maggior numero di istanze.

Questo significa che il carico di lavoro del Tribunale di sorveglianza di Sassari, già piuttosto importante, diventerà ancora maggiore ma graverà sul tribunale di sorveglianza di Cagliari che, a seguito delle ultime riforme che sono state apportate e che riguardano l'esecuzione della pena, subisce un carico di lavoro notevole. Ricordiamo adesso che con gli ultimi provvedimenti legislativi sono stati incrementati tutti i sistemi di esecuzione penale esterna, e che tutti questi provvedimenti sono oggetto di analisi e di ratifica da parte dei tribunali di sorveglianza.

Quindi, riassumo: aumento del carico di lavoro notevole già in virtù di queste modifiche legislative; aumento per il numero dei detenuti sempre crescente in Sardegna; aumento per la qualità di detenuti che richiede un intervento dei tribunali di sorveglianza maggiore rispetto ai detenuti ordinari. A questo punto la cancellazione della sezione distaccata di Sassari con la conseguente cancellazione dei tribunali di sorveglianza di Sassari porterebbe a un collasso del sistema con tutte le conseguenze che sono prevedibili.

Per questo dichiaro il mio voto a favore di questa mozione importantissima, ma ritengo che debba essere l'occasione per ridiscutere tutta una serie di questioni che riguardano il sistema giustizia in Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA GIUSEPPINO (UDC). Presidente, voglio aggiungere alcune considerazioni rispetto a quanto già detto. In riferimento alla sezione distaccata della Corte d'appello di Sassari, alla soppressione su tutto il territorio nazionale di due Corti d'appello distaccate, esattamente Sassari e Taranto, dal momento che a noi interessa Sassari, va detto che non si risparmierebbe un bel niente dal momento che sarebbe tutto a costo zero. Anzi, dal mantenimento della sede di Sassari si avrebbero ulteriori vantaggi quali nessun costo ulteriore a carico dell'utenza. Immaginate invece il costo per un utente che da La Maddalena debba recarsi a Cagliari, i detenuti che dalle carceri di Sassari, Tempio e Alghero devono essere accompagnati a Cagliari, ma aggiungiamo anche il trasferimento delle maestranze del Tribunale dei minori, del Tribunale di sorveglianza, eccetera.

C'è da aggiungere inoltre che la normativa prevede che la distanza di una Corte d'appello dall'altra non può superare i 150 chilometri e Sassari e Cagliari sono ben più distanti. La permanenza della sezione distaccata comporterebbe anche il vantaggio della sburocratizzazione dalla Corte d'appello di Cagliari. A questo punto mi associo alla richiesta di chi mi ha preceduto rafforzando la richiesta della istituzione a Sassari di una sezione non distaccata, bensì autonoma.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, innanzitutto io vorrei ringraziare l'onorevole Marco Tedde e l'onorevole Efisio Arbau per la sensibilità dimostrata che li ha portati, puntualmente, a presentare la mozione e l'interpellanza in riferimento alla più che paventata chiusura della sezione distaccata della Corte di appello di Sassari. Io volentieri avrei firmato queste istanze, anche perché il 1° agosto del 2011 io presentai un'interrogazione in cui rappresentavo la necessità della trasformazione della sezione distaccata della Corte d'appello di Sassari in distretto autonomo.

Credo che le ragioni, che hanno indotto i colleghi a chiedere l'impegno formale del Presidente della Giunta affinché queste ipotesi non si avverino, siano state rappresentate benissimo per cui non mi dilungo oltre. Io dico solo che non è possibile, non è più sopportabile il fatto che la spending review colpisca in maniera così pesante la Sardegna e, in questo caso, tutto ciò che rappresenta la legalità, non ci stiamo. Ormai è uno stillicidio quotidiano di atti perpetrati contro la nostra Regione, si parla di chiusura dei tribunali, si parla di chiusura di caserme dei carabinieri, si parla di chiusura di scuola di polizia, non si parla altro che di "chiusura".

Quindi io sottoscrivo, credo che alla fine si arriverà a un ordine del giorno forte e condiviso da tutto il Consiglio, che la Presidenza della Giunta e il presidente Pigliaru si facciano carico di rappresentare, con forza e determinazione, questo che non è un lamento ma è una richiesta di mantenimento dei diritti per la nostra Regione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Presidente, su questo tema rispondo brevemente perché la Giunta condivide molte delle considerazioni che sono state svolte in questa discussione dell'interpellanza e della mozione. Siamo tutti d'accordo sul fatto che quando si ha a che fare con tagli lineari dei costi, si ha sempre la percezione di trovarsi di fronte a dei tagli particolarmente miopi. È successo di recente per il carcere di Macomer, siamo andati davanti al Ministro e il Ministro ha dovuto ammettere che i calcoli fatti dai funzionari erano palesemente sbagliati e quindi ha dovuto subito fare retromarcia su quel punto.

Io credo che nel caso della sezione staccata della Corte d'appello le cose dette siano molto ragionevoli, anche per un motivo banale: si è detto dei 220 chilometri di distanza tra Sassari e Cagliari ma questi 220 chilometri tra Sassari e Cagliari in realtà sarebbero tali se avessimo dei treni normali, ma con i treni che abbiamo adesso questi chilometri equivalgono almeno a 600 chilometri. Infatti, per percorrere una distanza tra Milano e Roma pari a 560 chilometri bastano due ore e 55 minuti mentre noi, per percorrerne 220, con i nostri treni impieghiamo almeno tre ore e mezza.

Tagli lineari vuol dire essere miopi di fronte a queste caratteristiche di un territorio, caratteristiche infrastrutturali. Tagli lineari significa essere ciechi rispetto alle esigenze di un territorio. Tutte le argomentazioni avanzate ci inducono a dire che noi siamo pronti a fare la nostra parte, evidenziando i numeri di cui stiamo parlando, la morfologia della Sardegna che è diversa da quella di altre regioni, lo stato attuale delle nostre infrastrutture a significare che una chiusura della sezione distaccata della Corte d'appello sarebbe un probabile disastro dal punto di vista dell'efficienza del sistema giudiziario stesso.

Stiamo parlando di un'Italia che fa fatica ad attrarre investimenti dall'estero a causa di un sistema giudiziario che funziona male, allora qual è il senso di fare tagli lineari così miopi che fanno risparmiare qualche costo immediatamente visibile, ma che poi impongono al nostro territorio, ma persino all'Italia nel suo complesso, dei costi solo apparentemente nascosti che sono molto più alti? Quindi da parte della Giunta vi è la totale disponibilità a portare avanti l'istanza che qui viene auspicata, a maggior ragione se ci sarà poi un ordine del giorno del Consiglio che renderà ancora più forte la nostra azione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarare se è soddisfatto.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, io ho molto apprezzato gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, anche gli interventi dei colleghi della maggioranza; effettivamente soltanto per alcuni disguidi agostani questa mozione non è stata sottoscritta da tutti i Gruppi perché la cifra stilistica, tra virgolette, della mozione era proprio diretta a ottenere la sottoscrizione di tutti. Abbiamo risolto il problema oggi perché comunque faremo un ordine del giorno che coinvolgerà tutte le forze politiche che siedono in quest'Assemblea e, in relazione a questo, chiediamo anche un rinvio alla sessione pomeridiana per articolare meglio l'ordine del giorno.

Vorrei sottolineare che vi è una serie impressionante di dati numerici quantitativi e qualitativi che depone a favore della Corte d'appello di Sassari. Teniamo conto del fatto che il numero dei magistrati in pianta organica della Corte d'appello di Cagliari è 21, 21 magistrati, a Sassari ne abbiamo 11. Ebbene gli indici di produttività sono tutti a favore della sezione staccata di Sassari. Per esempio il carico dei fascicoli definiti dal luglio 2011 al giugno 2012, per magistrato è di 184 per i magistrati sassaresi e di 174 per i magistrati cagliaritani. Idem per quanto riguarda l'anno precedente: 171 fascicoli a carico di ciascun magistrato sassarese, 163 a carico di ciascun magistrato cagliaritano.

Teniamo conto che la sezione staccata dalla Corte d'appello di Sassari gestisce la giustizia per 651 mila abitanti che rappresentano il 64 per cento degli amministrati dalla Corte d'appello di Cagliari. Ma, nonostante questa percentuale, i numeri vanno sempre a favore della sezione staccata anche in termini di fascicoli iscritti non soltanto di fascicoli esauriti. I fascicoli iscritti sono 200 per ciascun magistrato sassarese nell'anno che va dal giugno 2011 al giugno 2012, 200 quindi per ciascun magistrato sassarese, 144 per ciascun magistrato cagliaritano e questo si è verificato anche l'anno precedente. Da questi dati si evidenzia quindi una grande efficienza della sezione staccata della Corte d'appello di Sassari che merita il riconoscimento dell'autonomia.

Presidente, mi consenta di sottolineare anche che i magistrati della sezione staccata della Corte d'appello di Sassari hanno in qualche modo individuato un escamotage normativo che deve essere formulato sotto forma di emendamento alla legge delega e che io ritengo opportuno sia rappresentato dai magistrati, nel modo più compiuto e più autorevole, direttamente al Presidente, in modo che il Presidente, allorché aprirà il tavolo con i parlamentari, possa indicare questa strada.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la votazione della mozione che sarà ripresa a fine mattinata dopo la chiusura della discussione su Meridiana. Invito a lavorare per stilare l'ordine del giorno unitario.

Discussione e approvazione della mozione Busia - Desini - Arbau - Azara - Ledda - Perra - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Usula - Zedda Paolo Flavio - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus - Pizzuto - Sale sulle misure da adottare per far fronte alla crisi della compagnia aerea Meridiana e garantire la continuità territoriale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (77) abbinata all' interpellanza Arbau - Ledda - Azara - Perra sulla vertenza Meridiana e sulla necessità di costituire un sistema aeroportuale della Sardegna. (52/A)

Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 77 alla quale, per omogeneità di argomento, viene abbinata l'interpellanza numero 52/A.

(Si riporta di seguito il testo della mozione e dell'interpellanza:

Mozione Busia - Desini - Arbau - Azara - Ledda - Perra - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Usula - Zedda Paolo Flavio - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus - Pizzuto - Sale sulle misure da adottare per far fronte alla crisi della compagnia aerea Meridiana e garantire la continuità territoriale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- le compagnie Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, il 15 settembre 2014, hanno inviato al Ministero delle infrastrutture e trasporti, alle organizzazioni sindacali, alle direzioni regionali e territoriali del lavoro e ai centri per l'impiego, una nota in cui annunciavano l'avvio dell'imminente procedura di licenziamento collettivo e di collocazione in mobilità per circa 1.600 lavoratori; già nel febbraio del 2011 la compagnia aveva avviato la procedura di cui sopra per circa 910 dipendenti e, all'esito della prevista fase di consultazioni con le organizzazioni sindacali, nel 2012 è stato raggiunto un accordo in forza del quale si è convenuto di utilizzare tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale e dunque di far ricorso alla cassa integrazione per la durata massima di 48 mesi e alla successiva mobilità per altri 36 mesi;

- all'avvio di tale procedura è poi seguita una nuova richiesta di ridimensionamento della struttura che ha portato all'estensione della cassa integrazione a ben 1.350 lavoratori, procedura quest'ultima che si concluderà il prossimo 26 giugno 2015 con l'inevitabile conseguenza dell'avvio della seconda fase prevista dagli accordi e cioè il licenziamento collettivo e la conseguente collocazione in mobilità per il personale in esubero;

- il trasporto aereo, pur rivestendo una rilevanza strategica nell'ambito del sistema dei trasporti sia interno che internazionale, è al centro di una profonda crisi aziendale; l'evoluzione delle crisi aziendali di Alitalia-CAI e Meridiana, attualmente oggetto di procedure di riorganizzazione e ristrutturazione, potrebbe determinare incertezza su puntualità, qualità e numero dei collegamenti aerei e impone una riflessione urgente e conseguenti iniziative di pianificazione;

- la sopravvivenza della compagnia aerea Meridiana è di fondamentale importanza per una Regione come la Sardegna nella quale il principio della continuità territoriale potrebbe essere ulteriormente compromesso, dal momento che in atto vi sono anche nuovi ridimensionamenti che riguardano il trasporto marittimo, con inevitabili ripercussioni sulla già precaria economia dell'Isola;

- la continuità territoriale deve essere intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti e si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea;

- la vicenda è già stata portata all'attenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti attraverso una lettera inviatagli dai deputati sardi il 3 luglio 2014, con successivo sollecito del 23 luglio 2014, e diverse interrogazioni e interpellanze dagli stessi presentate;

TENUTO CONTO:

- delle preoccupazioni dei diversi lavoratori interessati, sfociate nella mattinata del 19 settembre 2014 in una manifestazione di fronte al Consiglio regionale in cui si sono riuniti più di cento dipendenti;

- che i lavoratori ritengono che sia in atto una precisa strategia volta a trasferire la maggior parte delle tratte su Air Italy cui si punterebbe per il rilancio della compagnia, ma con nuovo personale e con base a Napoli;

- del clima di tensione venutosi a creare tra azienda e lavoratori dovuto anche alla decisione di Meridiana di proteggere con lastre di acciaio e filo spinato il perimetro dell'azienda con l'intento di proteggere i dirigenti che giornalmente la raggiungono,

impegna il Presidente della Regione e Giunta regionale

a richiedere al Governo nazionale l'immediata istituzione di un tavolo di crisi per l'esame della grave situazione in cui versa il sistema dei trasporti, persone e merci, da e per la Sardegna e per definire, in particolare, tutte le iniziative utili a garantire:

1) i livelli occupazionali di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance;

2) la continuità di impegno e presenza in Sardegna di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance invitando le suddette società alla presentazione di un nuovo piano industriale;

3) l'attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna, anche proponendo di rivedere, se del caso, le norme statutarie. (77)

Interpellanza Arbau - Ledda - Azara - Perra sulla vertenza Meridiana e sulla necessità di costituire un sistema aeroportuale della Sardegna.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la gravissima crisi economica ha travolto il trasporto aereo, con i vettori con attività nazionale che non riescono più a fare utili;

- in Italia l'industria del trasporto aereo ha, peraltro, sperimentato a proprie spese la liberalizzazione introdotta "allegramente" senza, cioè, la consapevolezza della necessità di un importante accompagnamento regolatorio del processo. La politica italiana ha guardato alla faccia positiva della medaglia della liberalizzazione del settore e, a differenza di ciò che è accaduto nel resto d'Europa, non ha introdotto né agevolato una rete di protezione formale o sostanziale, della propria industria. Le crisi aziendali e l'incapacità a competere hanno molte radici, alcune importanti, nell'assenza di una politica generale dei trasporti al cui interno inserire quella del settore;

- in Sardegna il sistema non risponde a una "logica-regione" e non deriva da un ordinato processo di programmazione di sviluppo economico del territorio. Piuttosto, è effetto di una vera e propria patologia: "il localismo". Abbiamo strutture aeroportuali, ma non abbiamo un "sistema aeroportuale". Sarebbe necessario ordinare le infrastrutture esistenti, classificarle per importanza relativa a dimensioni, capacità di attrarre traffico originante ed investimenti sostenuti;

- viceversa, la gestione dei servizi low cost ha evidenziato, ulteriormente, la mancanza di una strategia regionale e la rincorsa ad avere un passeggero in più che ha posto i nostri aeroporti nelle condizioni di farsi una guerra tra poveri a favore dei soggetti che sfruttano questa condizione per imporre i propri interessi;

CONSIDERATO che:

- in questo scenario la compagnia "sarda" Meridiana, fondata con il nome di Alisarda il 29 marzo del 1963 dal Principe KarTm al-Hussayn Aga Khan, con l'intento di promuovere il turismo in Sardegna, non fa parte di nessuna strategia regionale;

- la presenza di Meridiana Fly nel territorio regionale, nonché gallurese, ha contribuito nel tempo a rafforzare il sistema economico, non solo per la consistenza dell'azienda in termini di occupazione, circa 2800 dipendenti, ma per le caratteristiche stesse della Compagnia che ha contribuito e contribuisce ad abbattere la condizione di isolamento della comunità regionale e concorre a realizzare la mobilità e la continuità territoriale dei sardi;

RIMARCATO che:

- la compagnia Meridiana, tuttavia, è in crisi, con 1350 dipendenti in cassa integrazione che rischiano di impattare sulla già precaria situazione economica del territorio. In un'azienda fiorente come Meridiana, la curva decrescente ha avuto inizio con il picco negativo nel 2010, anno in cui l'allora amministratore delegato Gianni Rossi decise di integrare la vecchia Meridiana con la controllata Eurofly dando vita all'odierna Meridiana Fly;

- per il rilancio della Compagnia si lavora al completamento del programma di riduzione dei costi, attraverso l'ottimizzazione del network operativo, l'aumento dell'utilizzo della flotta, l'incremento del load factor, la revisione di tutti i contratti con i fornitori e la riduzione del costo del lavoro tramite un più consistente uso della CIGS. Inoltre, la Società prevede di rilanciare commercialmente il brand, anche attraverso lo sviluppo di partnership, che tramite una grande alleanza permetta alla compagnia di rigenerare traffico a tutela dei lavoratori posti in CIGS;

- la continuità territoriale in essere non agevola di certo i sardi, in quanto per poter garantire la tariffa unica anche a chi non risiede nella nostra isola vengono utilizzate le risorse stanziate a discapito delle tratte minori, contenute nei precedenti bandi, CT2, penalizzando i sardi. La rinuncia alla partecipazione per lo scalo di Cagliari da parte di Meridiana, suscita non poche perplessità per tutti i lavoratori operanti presso la base di armamento; questo potrebbe essere il preludio alla possibile dismissione della compagnia dal territorio sardo. Sembrerebbe che Meridiana non abbia una visione industriale che guardi a lungo termine.

- è necessario istituire un tavolo di crisi permanente, in quanto parliamo della vertenza più importante, in termini numerici, che la Regione abbia mai avuto sul proprio territorio. È facile comprendere, infatti, che ci sono professionalità specializzate di altissimo valore in possesso di certificazioni, brevetti e abilitazioni che rischiano di perdere, insieme all'allenamento che rimane un'assoluta necessità per rimanere idonei. Esempio eclatante sono i piloti, ma lo stesso discorso vale, ad esempio, per i tecnici aeronautici. Queste professionalità necessitano di interventi straordinari per non vedere depauperato un patrimonio professionale di enorme valore per l'industria italiana del trasporto aereo;

- mentre su Alitalia il governo si è impegnato per trovare le soluzioni meno impattanti possibili, sulla vertenza Meridiana vige un sostanziale silenzio istituzionale e non è più accettabile che Meridiana Fly spa faccia volare su molte rotte del proprio network, oltre ad aeromobili ed equipaggi della società Air Italy, controllata dalla holding Meridiana spa, anche altre società dell'est europeo tra le quali Blu Air (rumena) e Air Explore (slovacca), non utilizzando il proprio personale. Inoltre con queste ultime due società sono stati definiti dei contratti di Wet Lease, vale a dire noleggio con equipaggio; la cosa bizzarra è che la società ha annunciato il licenziamento a partire dal 2015 di 1.350 dipendenti, già in cassa integrazione guadagni straordinaria e appartenenti alle categorie del personale di terra, degli assistenti di volo e dei piloti, oltre ai dipendenti della società controllata Meridiana Maintenance spa. La maggiore causa degli esuberi del personale risulta essere il travaso di attività da Meridiana Fly verso altri vettori,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quali siano gli intendimenti e le azioni già poste in essere in ordine alla vertenza "Meridiana";

2) se non ritengano necessario procedere con urgenza alla costituzione di un sistema aeroportuale della Sardegna che coinvolga il vettore "sardo" in una strategia di medio-lungo periodo. (52).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il consigliere Efisio Arbau per illustrare la sua interpellanza.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, quando con i colleghi Ledda, Azara e Perra abbiamo presentato l'interpellanza, il 1° settembre del 2014, era nostro intento chiedere alla Giunta di adoperarsi immediatamente per attivare il famoso tavolo nazionale. Questo, grazie a Dio, è stato fatto e diciamo che l'Assessore e la Giunta tutta si sono impegnati sulla vertenza immediatamente. L'interpellanza, lo dico anche per correttezza, è il frutto di una collaborazione tra il Gruppo consiliare e i lavoratori che assistono in tribuna e che hanno sottolineato e posto alcune questioni che sono fondamentali.

Sulla questione Meridiana faccio una piccola premessa sotto forma di aneddoto ma che inquadra un po' la situazione. Qualche anno fa mi trovavo in Campania, in visita presso uno dei tanti parenti figli della diaspora, proprio nei giorni in cui veniva rinnovata la convenzione di Tirrenia; il TG regionale della Campania diede, come prima notizia, questa del rinnovo della convenzione Tirrenia annunciando a caratteri cubitali e con grande entusiasmo che finalmente era stata risolta la vertenza dei lavoratori della Tirrenia Noi chiaramente non dobbiamo fare come la Campania che utilizza i nostri soldi per risolvere i suoi problemi occupazionali, ma cercare di fare ogni tanto delle battaglie che si prendono carico di 600-700 famiglie che lavorano qui in Sardegna, tutti gli operatori di Meridiana che sono migliaia, per partire dal presupposto che prima vengono le persone e poi i numeri.

Detto questo, lo sapete, in quest'Aula non faccio demagogia spicciola, noi abbiamo un'altra questione da affrontare che è quella del sistema aeroportuale. L'interpellanza affronta due questioni: la questione relativa ai dipendenti, e quindi le risposte che deve dare la Giunta, che deve attivare un tavolo necessario; e la questione del sistema aeroportuale. Premesso che Meridiana va richiamata alle sue responsabilità perché non può utilizzare dei contratti con altre compagnie (slovacche, rumene), per cercare di spostare la sua attività su altre società per questioni di semplice convenienza, noi dovremo costruire poi, e questo è il compito che questo Consiglio dovrebbe attuare nei prossimi mesi ma nel medio-lungo periodo, un nostro sistema aeroportuale.

Noi non abbiamo solo gli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, abbiamo anche gli aeroporti di Tortolì e di Oristano che oggi, purtroppo, sono gestiti tutti in chiave localistica perché siamo divisi in mille campanili; però, se questi cinque aeroporti fossero inseriti in un sistema aeroportuale sardo, che specializzerebbe i porti e gli aeroporti per determinate destinazioni, io credo che si potrebbero raggiungere importanti risultati. Tutti viaggiamo e sappiamo come sono organizzati anche gli aeroporti nel resto dell'Europa: si dice che si atterra a Parigi e poi si atterra in un aeroporto che dista anche 100 chilometri da quella città, per esempio.

Credo che sia un'azione intelligente organizzare il sistema come sistema Sardegna, con idee concrete che possono portare alla risoluzione del problema. E questi signori che lavorano in Meridiana sono una professionalità che assolutamente noi non possiamo disperdere. Partiamo dalle persone perché come abbiamo detto sempre, e il Presidente Pigliaru è il più grande interprete di questa linea di pensiero, noi partiamo dal capitale umano: il capitale umano sono i dipendenti di Meridiana.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, noi abbiamo presentato questa mozione e nel momento in cui è stata messa in calendario io speravo che non fosse più tempestiva, nel senso che l'istituzione del tavolo con il Governo avesse consentito, così sembrava, una risoluzione della questione Meridiana come illustrata nella mozione stessa. Noi abbiamo fatto riferimento sia alla situazione attuale sia a una situazione precedente perchè abbiamo ricordato che la crisi che adesso emerge in tutta la sua ampiezza era già emersa nel 2011, quando c'era stato già il tentativo di ridimensionamento dell'azienda con la necessità da parte del management del licenziamento di 910 dipendenti.

Abbiamo sperato quindi che l'istituzione del tavolo di confronto con il Ministro fosse stato risolutivo e quindi fosse intempestiva la nostra mozione. Così non è, nel senso che la presa di visione del Piano industriale presentato da Meridiana e la constatazione della sua pochezza, della sua semplicità, ci induce invece a sollecitare l'Assessore dei trasporti perché continui e perché proponga le questioni che abbiamo posto nella mozione: e cioè sollecitare a far sì che vengano garantiti i livelli occupazionali in Meridiana; che ci sia continuità di impegno e presenza in Sardegna di Meridiana invitando la società alla presentazione di un nuovo Piano industriale che sia credibile, che sia risolutivo e che non faccia ricadere sulle spalle dei dipendenti un errore nella gestione; e l'attuazione del principio diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna anche proponendo di rivedere nel caso le norme statutarie.

Perché è vero che si fa spesso un parallelismo tra la situazione di crisi di Meridiana e quella di Alitalia e si dice che Meridiana è società completamente privata e quindi è diverso l'approccio che deve essere dato, è diverso l'interesse che deve essere posto dalle istituzioni, ma noi ricordiamo che non è alla compagine sociale che bisogna fare riferimento, quanto piuttosto all'interesse generale che sottende all'attività che da queste società viene svolta. E allora non si può dimenticare che Meridiana garantisce quella mobilità dei cittadini sardi, principio alla mobilità sancito dalla Costituzione all'articolo 16 e all'articolo 120, e quindi deve rispettare determinati riferimenti e determinate conseguenze che da quei principi discendono.

Occorre dunque sollecitare, ripeto, perché si proponga un Piano diverso. Certamente non è la soluzione proposta che ci deve accontentare che può far sì che ci riteniamo soddisfatti, semmai questo Piano industriale sollecita un dubbio, un dubbio che nasce già dal 2011 e che ci ha accompagnato in questi anni, e cioè che dietro in realtà ci siano ben altre intenzioni da parte della società e del suo management: precisamente favorire l'altra società che si sostiene avere costi diversi e che può garantire lo stesso servizio con costi differenti.

Io vorrei ricordare che anche da questo punto di vista da parte dei dipendenti Meridiana c'è stato un grande sforzo perché hanno spiegato, nel corso di questo mese di proteste e di rivendicazioni, che ci sarebbe da parte loro la disponibilità anche ad addivenire a una diversa organizzazione del lavoro, e anche a un ridimensionamento degli emolumenti e quindi dei costi conseguenti che affronta la società. Quindi dobbiamo necessariamente chiedere che venga chiarito questo punto e cioè la ragione vera che porta Meridiana a proporre un licenziamento con numeri così importanti, che riguarda soprattutto i dipendenti sardi e che non trova giustificazione in cause di ordine economico per le ragioni che ho spiegato. Quindi sollecitiamo, come già detto nella presentazione della mozione, l'istituzione e la ripresa del tavolo di confronto per portare avanti esattamente quelle richieste che abbiamo indicato.

Questa crisi della compagnia Meridiana non può ricadere esclusivamente sui lavoratori e quindi deve essere proposto un diverso piano industriale che sia innovativo e che scarichi diversamente le responsabilità; responsabilità che sono, nella migliore delle ipotesi, frutto di una gestione sbagliata ma anche, siccome preferisco pensare all'ipotesi alternativa, invece frutto di una scelta che volge lo sguardo altrove.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, anch'io come l'onorevole Busia avevo preparato una mozione che speravo di non dover protocollare fidando nel fatto che nei giorni successivi agli incontri che ci sono stati, anche dopo la seduta del Consiglio comunale svoltasi a Olbia, si riuscisse a trovare una soluzione diversa. Invece avrei fatto bene a protocollare la mozione perché purtroppo la situazione è ancora difficile e rischiamo che diventi drammatica.

Colleghi, è sufficiente pronunciare la parola "Meridiana" per suscitare in ognuno di noi molteplici riflessioni, sensazioni, apprensioni e motivate preoccupazioni; Meridiana è l'evoluzione di quel vettore che più di cinquant'anni fa ha permesso alla Sardegna e ai sardi di avere un peso diverso nello scenario nazionale e internazionale. È la più importante azienda della Sardegna, è un piccolo grande gioiello forgiato tanti anni fa da un lungimirante Aga Khan. È la sintesi dell'impegno dei suoi lavoratori che sono parte di una storia di successo che vede un'azienda nata con un obiettivo specifico diventare negli anni una grande realtà internazionale. Meridiana è l'emblema, più o meno occulto, che sottende a una delle più grandi battaglie dei sardi: la continuità territoriale. Il trasporto aereo ha infatti consentito che si concretizzasse, almeno in parte, uno dei più grandi assilli dei governi regionali: la rottura dell'isolamento e l'internazionalizzazione dell'isola e delle sue specificità.

Certo con i suoi limiti, con le sue carenze, ma anche con i suoi risultati, con la possibilità non sempre pienamente sfruttata, di avere una compagnia aerea con base in Sardegna. Inutile nasconderlo, è vero, i collegamenti da e per la Sardegna, le tariffe aeree, le rotte praticate, le frequenze delle entrate restano ancora grandi nodi da sciogliere, ma la funzione svolta da Alisarda prima e da Meridiana poi, è sotto gli occhi di tutti. Meridiana è anche oggi più che mai l'ennesimo segnale di un sistema in crisi, una crisi che è inutile ripetercelo ha fatto sentire nell'isola più duramente i suoi effetti sull'economia, vuoi per la natura insulare, voi per la fragilità del sistema produttivo, vuoi per il ritardo conclamato del sistema infrastrutturale.

La crisi che interessa attualmente la società Meridiana e le sue prospettive di riorganizzazione, lo sappiamo tutti, colleghi, compromette il futuro di oltre 1600 lavoratori con gravissime ripercussioni occupazionali, sociali ed economiche per l'intera Sardegna coinvolgendo il comparto trasportistico e tutta la filiera turistica. Oggi un'azienda che licenzia i suoi dipendenti in Sardegna non farebbe quasi più notizia nella devastante crisi di questi anni, ma la vertenza Meridiana ha caratteristiche tali da farne un caso simbolo. È vero, presidente Pigliaru, che ogni crisi è diversa e ogni crisi sottintende situazioni complesse che vanno affrontate nelle singole specificità, ma Meridiana è un patrimonio di tutti i sardi.

Non vogliamo ora analizzare, nello specifico, tutte le cause che hanno concorso allo stato di crisi di questa grande azienda, è certo però che non si possono da un lato sostenere politiche incentivanti a favore di alcune compagnie low cost e pensare che un vettore aereo di linea possa farcela da solo. La Regione, Presidente e assessore Deiana, ha l'obbligo di fare qualsiasi tentativo affinché non vi sia un depotenziamento dell'attività della compagnia in Sardegna, affinché garantisca l'occupazione. Qui non si tratta di salvaguardare posti di lavoro tout court ma di evitare un collasso sociale ed economico, serve un asfissiante pressing sull'azienda affinché il tanto ambito Piano industriale sia credibile e abbia come obiettivo primario il mantenimento dei livelli occupazionali complessivi.

A noi non sfuggono l'andamento e l'evoluzione del mercato ma se mantenere la competitività significa abbandonare al loro destino 1.634 famiglie, se significa abbandonare la Sardegna, allora noi non ci stiamo! Siamo consapevoli del particolare momento che il sistema di trasporto aereo nazionale e internazionale sta vivendo, ma se questo vuol dire avallare sistematicamente un'operazione per falcidiare migliaia di posti di lavoro allora non ci stiamo! Un'azienda come Meridiana deve essere in grado di trovare delle soluzioni alternative che vadano oltre la scientifica logica dei numeri. È inutile trincerarsi esclusivamente dietro la generalizzata crisi economica, l'aumento del costo del carburante, le perdite di esercizio, la concorrenza tra i vettori, il costo del lavoro, le politiche del low cost, bisogna sempre avere presente che l'andamento negativo del mercato non può ricadere esclusivamente sulle spalle di quei lavoratori che con il loro impegno, con la loro esperienza e con la loro costanza hanno fatto grande questa compagnia.

Occorre percorrere tutte le strade, Presidente Pigliaru e assessore Deiana, per scongiurare anche l'allontanamento di questo nuovo dramma lavorativo. Sarebbe forse auspicabile da parte sua e del Presidente Renzi coinvolgere direttamente anche l'azionista di riferimento di Meridiana, colui che soprattutto in questi anni ha elargito risorse economiche importanti per far quadrare i numeri della compagnia. È un tentativo…

PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (Sardegna). Presidente, intervengo con una mia riflessione di cui l'assessore Deiana è al corrente, avendo più volte inviato delle interrogazioni sull'argomento; l'ultima riflessione è contenuta in un'interpellanza che è stata protocollata proprio ieri perché, come per tutti, mi sembra il caso di tutelare e di difendere per quanto possiamo la nostra compagnia di bandiera di trasporto aereo. Da sempre, sia nei cieli sardi, ma anche nei cieli oltremare, l'aereo Meridiana per chi lo vede volare è sinonimo di Sardegna, Meridiana viaggia per la Sardegna, porta la gente dalla Sardegna e la porta fuori dalla Sardegna.

In questo preciso momento, uno storico momento per i trasporti sardi, ci troviamo a dibattere, a discutere e a combattere per risolvere questo problema serio, un problema che riguarda tante famiglie, molte delle quali sono nate come Meridiana, cresciute con Meridiana, lavorato con Meridiana e, probabilmente, anche sofferto per Meridiana! Questo produrrà degli effetti devastanti e, pur non volendo essere troppo pessimista, mi rendo conto che la situazione non è facile perché quella "famosa" scadenza del 21 ottobre è domani, perché da parte dell'azienda non sembra esserci un grande ottimismo e, forse, neanche la voglia di fare un dietrofront perché, probabilmente, guardano con molta attenzione al loro conto economico.

Si tratta di un insieme di problemi aziendali, per cui possiamo dire che l'azienda è stata gestita male negli anni, possiamo dire che non c'è stata una strategia, possiamo dire tutto e il contrario di tutto sull'azienda, però "alla fine della fiera", parliamoci chiaro, quello che conta è che qui tantissime persone stanno per andare a casa, anzi, forse sono già a casa, scusate. A questo punto, stando alle ultime stime, servirebbero nell'arco dei prossimi tre anni, quindi una media scadenza, circa 110, 120 milioni all'anno per cercare di tamponare la questa situazione di crisi del trasporto sardo. Non so fino a che punto questa crisi possa essere tamponata nell'immediato, però in questo momento sento di poter dire la mia riflessione.

Io credo, lo dico all'Assessore con il quale ho discusso anche qualche ora fa sul problema Meridiana, per cui ritengo debba almeno riconoscere il mio interessamento, che sia opportuno in questo momento che la Regione, in questo caso, facendosi portatore della richiesta con il Governo, debba valutare l'eventualità di una partnership, scelta già effettuata per Alitalia. Non vedo perché non possa essere accettato un discorso di questo tipo, visto che in qualche modo i soldi devono arrivare e purtroppo non ci sono o è difficile reperirli, io credo che sia importante valutare un flusso esterno.

Dico questo perché purtroppo la realtà che abbiamo davanti non è delle più felici. Non si può continuare ad avere a carico dello Stato delle persone, che hanno lavorato tanti anni, senza una prospettiva, perché probabilmente non esisterebbe più nemmeno un futuro. Quindi io credo che sia il momento veramente che tutti insieme (e sono certo matematicamente che in quest'Aula nessuno è contrario), la Regione, il Presidente, l'Assessore si facciano portatori di questa proposta che, secondo me, potrebbe risolvere anche nel medio e lungo termine la problematica dell'occupazione.

Bisogna avere l'accortezza, il coraggio, quando è il momento, di affrontare una strategia differente. Non possiamo pensare di sopportare sempre noi Regione, di bussare alla cassa dello Stato con il cappello in mano e continuare a chiedere l'elemosina, se c'è la necessità di avere dei flussi esterni dobbiamo avere il coraggio di chiederli, dobbiamo avere il coraggio di sederci e capire effettivamente che in quel momento l'urgenza è molto più dell'emergenza. Quindi, è importante in questo momento, valutare questa opportunità.

Assessore, lei sa bene che io con lei ho parlato diverse volte di questo problema, che sento perché tutti noi, quelli almeno nati in quegli anni, negli anni '60, abbiamo visto crescere la compagnia Meridiana, abbiamo volato con Meridiana, quindi è anche una questione di sentimento nei confronti della nostra compagnia di bandiera. Perché è giusto che la Sardegna mantenga il simbolo che ha sempre rappresentato il vettore unico e forse mi risulta anche il secondo in Italia per numero di voli. Mi parlano, nell'ultimo passaggio, di circa quattro milioni di passeggeri, cioè non stiamo parlando di roba da poco, stiamo parlando di numeri importanti e di una società che probabilmente avrebbe dovuto adottare una strategia differente, una gestione diversa. Secondo me è il momento di farlo sedendoci tutti intorno a un tavolo, ovviamente con i nostri rappresentanti. È il momento veramente di farlo...

PRESIDENTE. Onorevole Tocco, il tempo a sua disposizione è terminato. È iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, la situazione di Meridiana è complicata, sicuramente risente della crisi dell'intero comparto aereo, ma sconta anche responsabilità gestionali. Compagnia amica della Sardegna, non si è sempre comportata da amica della Sardegna facendo anche scelte strane, come quella, per esempio, di non partecipare alla CT1 per quanto riguarda Cagliari-Alghero. E continua a fare scelte strane, che di sicuro non valorizzano il grande patrimonio di professionalità di cui è dotata. Anzi, Assessore, a questo proposito le segnalo un problema importante anche sotto il profilo della sicurezza, cioè il full leasing che spesso Meridiana fa utilizzando gli aerei della compagnia Blu Air che impiega equipaggi bulgari e sui quali, per rispettare le prescrizioni normative, magari si inserisce un assistente di volo che parla italiano; il comandante, però, a malapena parla l'inglese e se si dovesse verificare una situazione di emergenza tutti quanti ci rendiamo conto di cosa comportano gli avvisi dati dal comandante, che devono essere tradotti dall'assistente di volo in italiano… non ci voglio neanche pensare, però questo è quello che succede.

La Giunta, da questo punto di vista ritengo possa fare poco. Una cosa avrebbe potuto fare, ed è quella che ho segnalato nella mia interrogazione che ha aperto questa seduta del Consiglio: accelerare la CT2 e, visto che siamo arrivati a questo momento, sbloccare questa situazione perché da una parte potrebbe rappresentare per Meridiana una opportunità, per la CT2 ci sono disponibili 13 milioni e mezzo di euro, dall'altra se Meridiana partecipa e si aggiudica queste rotte, si crea in qualche maniera un vincolo più difficile per la compagnia da rompere, quindi maggiori opportunità anche per i lavoratori. Tuttavia io ritengo che la strada maestra passi attraverso un impegno deciso da parte del Governo e che il Governo non possa accettare un impoverimento così drammatico, come quello dell'offerta anche sul piano del trasporto aereo, che deriverebbe dal venir meno di Meridiana.

È stato detto che la logica che è stata applicata ad Alitalia non si può applicare a Meridiana, l'assessore Deiana ha parlato anche dei vincoli della Unione europea, io credo invece che sia difficile non applicare a Meridiana le stesse logiche che sono state applicate ad Alitalia. Su Alitalia il Governo ha buttato letteralmente cifre enormi, io mi chiedo se senza sprecare non si possano stanziare delle risorse, trovare delle soluzioni che possano salvare i posti di lavoro a dare delle prospettive a una compagnia che però deve cominciare forse a ragionare con maggiore serietà sulle proprie prospettive, sul ruolo che ha e sulle prospettive di lavoro dei suoi operatori.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, se non fosse che dietro tutta questa vicenda c'è la preoccupazione, il dolore dei 1600 lavoratori, delle loro famiglie, ma anche della stessa azienda, potremmo parlare tranquillamente di una situazione grottesca e inquietante. È davvero strano, tutto strano; pensate che nel 2004 Meridiana trasportava tre milioni e mezzo di passeggeri, oggi la Sardegna, che ha invertito una tendenza generale, superando di gran lunga il movimento del passeggero trasportato con le linee navali, trasporta sette milioni e centomila passeggeri.

Un autentico gigante, Meridiana, il fiore all'occhiello per il nostro territorio che i lavoratori, l'organizzazione complessiva e quello stesso gigante che era certamente l'Aga Khan illuminavano; un territorio quindi che ha da sempre potuto contare su una compagnia di casa, la nostra compagnia di bandiera. È tutto grottesco però, è davvero tutto strano: tre aeroporti internazionali, un gioiello, la Sardegna, incastonato nel Mediterraneo che diventa addirittura terreno di scontro per tutte le compagnie che decidono di presidiare i luoghi e i territori dove poter fare cassa. Hanno fatto cassa, hanno fatto ricavi, hanno fatto utili tutti quanti, tutti: dall'Alitalia alla Tirrenia, dalla Moby alla Grimaldi e la stessa Meridiana. Poi però bisogna dire le cose come stanno; evidentemente l'Aga Khan, pur essendo un gigante, un errore l'ha fatto nella scelta del suo management, qualche nano è stato inserito nei meccanismi organizzativi della compagnia aerea.

Non vanno certamente dimenticati i personaggi che sono passati compiendo scelte cervellotiche, dimostrate dai fatti attuali, scelte non solo cervellotiche ma anche sbagliate sotto il profilo della organizzazione della compagnia aerea, anche sotto il profilo delle previsioni di ciò che sarebbe stato il volo aereo in Italia e nel mondo. Hanno sbagliato esattamente tutto. Hanno fatto delle scelte stranissime, e qui diventa tutto inquietante, quando hanno deciso di acquistare Eurofly e hanno fatto errori quando hanno acquistato Air Italy e sono andati via tutti con un pacco di quattrini fatti grazie a un territorio meraviglioso qual è quello regionale, sicuramente anche grazie a un intervento importante sotto il profilo della qualità professionale dei suoi lavoratori.

È mancato tutto, è mancata davvero una organizzazione complessiva, c'è stata la presenza di personaggi che in modo grifagno hanno preso la cassa e sono, in questo caso è davvero il caso di dirlo, volati via dal nostro territorio. E ricordo che questo management, è stato quello che ha fatto ricorso al Tar contro il nuovo bando della continuità territoriale, perché non si assegnassero in via definitiva i lavori della commissione a questo incaricato. Insomma saltano tutti quei principi fondamentali che sono alla base di una buona, seria, pratica organizzazione manageriale di un'azienda che deve essere e deve ritornare a essere il fiore all'occhiello per questo territorio.

In Sardegna, soprattutto le imprese della filiera turistica, hanno bisogno di Meridiana ma hanno anche bisogno che siano conservati e consentiti la tranquillità e il mantenimento dei posti di lavoro di un'organizzazione seria e professionale qual è quella dei nostri 1600 fratelli che in questo momento soffrono e sono certamente preoccupati per quello che sta accadendo a Olbia e su tutto il territorio nazionale. Ma abbiamo anche il dovere di immaginare che, con la riorganizzazione e con l'intervento pronto e organizzato dalla stessa Giunta regionale nei confronti del Ministero e del comparto sindacale, si salvaguardi anche quella libertà di organizzazione delle filiere economiche della nostra terra e soprattutto la libertà di movimento dei cittadini della Sardegna. Libertà di circolazione fornita naturalmente con puntualità, con correttezza, con mezzi nuovi, con mezzi che ricevono una buona manutenzione e che sappiano assicurare non solo libertà di circolazione ma anche sicurezza per tutti coloro i quali scelgono di utilizzare uno strumento che ha disegnato pagine importantissime, orgogliose della nostra economia regionale ma anche della nostra storia autonomistica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, ci troviamo davanti a mio avviso a una vicenda societaria, una vicenda di politica industriale di un'azienda che però assume, per la morfologia del personale coinvolto, anche le caratteristiche di una grandissima vicenda umana e di popolo. Raramente una crisi aziendale ha coinvolto tutti assieme e con queste proporzioni una tale quantità di professionalità, tutte radicate all'interno della stessa terra. E questo naturalmente è riconducibile alla vita di Meridiana, alla sua genesi, al suo sviluppo, al fatto che questa terra ha dato a una prospettiva industriale, a una prospettiva imprenditoriale, e successivamente al management che l'ha rappresentata, la possibilità di attingere dal nostro territorio il valore, il capitale umano che è servito per proiettare questa esperienza industriale in tutta Europa, in tutto il mondo per molto tempo, per decenni.

Che cosa accade oggi? Accade che nella nostra Europa, nel nostro sistema economico purtroppo non esistono gli anticorpi per poter gestire situazioni con questa tipologia ma anche assai meno complesse. Perché dalle carte relative a questa vicenda appare chiaro che il sistema della concorrenza, cui pure Meridiana è assoggettata, ha finito per fagocitare la vicenda professionale di queste risorse umane che, a loro volta, subiscono la concorrenza professionale, che avviene volgarmente sul piano del prezzo, da parte di capitale umano proveniente da nazioni dell'Unione europea che hanno per loro caratteristica in questo momento il vantaggio competitivo del valore del capitale umano.

Ora, qual è il ruolo alto che deve cercare di avere un'istituzione come la nostra? Una istituzione che deve cercare di mettere al centro del dibattito questo elemento, cioè il fatto che il valore della prestazione di questi operatori va al di là del valore strategico e di mercato della prestazione del vettore. È evidente che se il vettore, da solo, si deve confrontare con un sistema internazionale nel quale non solo lui ma tutti gli operatori interessati possono attingere a professionalità apparentemente uguali seppure non "schillate" allo stesso modo, se pure non con la stessa esperienza ma che comunque rappresentano la concorrenza, deve comunque soccombere.

Allora è qui che vorrei vedere la nostra vocazione autonomista e sovranista, è qui che vorrei vedere emergere le nostre competenze, certo è una vertenza di livello nazionale, ma è una vertenza che coinvolge in maniera principale le nostre istituzioni, le nostre professionalità. Esistono anche nel nostro Assessorato, esistono anche all'interno della nostra struttura regionale, delle competenze in grado di affrontare una vertenza come questa, coinvolgiamole tutte, non laviamoci le mani trasferendo su un altro livello istituzionale il problema della vertenza, perché rischierebbe di non essere trattato con la stessa attenzione con cui tratteremmo noi la, forse, più importante vertenza su risorse umane che ha mai coinvolto la nostra Regione.

Di conseguenza individuiamo, cerchiamo, Presidente, di trovare un gruppo di lavoro e di costituirlo, un gruppo di lavoro che possa seguire anche sul piano tecnico non soltanto sul piano politico questa vertenza e, certamente spostato sul livello nazionale, perché la partita è di livello nazionale, sia garanzia che la nostra istituzione è presente al tavolo con competenza e serietà. Perché è inammissibile che non esista una relazione tra il volume di italiani che volano, tra il volume di sardi che volano e il volume delle risorse umane, italiane e sarde, che vengono impiegate nel sistema dei trasporti nazionali e internazionali.

Perché se è vero che nel corso dei decenni l'Italia, la Sardegna ha speso danaro, impegnato risorse per "schillare" risorse umane, ha impegnato risorse per coinvolgere importanti vettori imprenditoriali su questo settore, è anche vero che adesso, soltanto per banali regole di mercato internazionale, queste non possono essere disperse. Quindi questo è il richiamo che vorrei fare al Consiglio, troviamoci uniti, condividiamo una mozione che però certifichi che questa è una vertenza della quale noi non ci disfiamo coinvolgendo il livello nazionale, ma che viviamo in prima persona coinvolgendo le nostre migliori professionalità perché deve essere chiaro che questo capitale umano ha un valore e questo capitale umano non deve essere risarcito con misure di welfare ma deve essere messo in condizioni di operare con misure di welfare.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, come hanno detto diversi colleghi la situazione sarebbe grottesca se non fosse tragica, perché penso che nel corso degli anni la Sardegna, le istituzioni regionali, il Consiglio, la Regione tutta hanno contribuito sicuramente in vario modo alla storia e alla vita della compagnia che, come diceva qualche collega, non è forse la compagnia di bandiera nazionale ma è sicuramente identificata da tutti noi come la compagnia di bandiera dei sardi.

E voglio ringraziare anche i colleghi che hanno presentato la mozione, cito l'onorevole Busia e il collega Arbau che ha presentato l'interpellanza, cito loro per tutti, perché ci permettono oggi di affrontare il tema, sicuramente importante, delle persone che stanno lottando per la difesa di un posto di lavoro che non è solo la difesa di un posto di lavoro ma è la difesa di una professionalità. Siamo infatti davanti a delle persone che nel corso degli anni hanno imparato un mestiere e vogliono continuare a farlo.

È vero, a mio parere, che la Regione e la politica non debbono fare impresa, questo sicuramente penso che lo si condivida tutti; però è anche vero che il compito della politica, e quindi delle istituzioni regionali in questo caso, è quello di creare quel clima favorevole per consentire alle aziende di poter fare impresa concretamente, di creare sviluppo e quindi posti di lavoro; allo stesso tempo il compito della politica è quello di controllare che le imprese rispettino le norme e che operino in un regime di leale collaborazione e, soprattutto, controllare per evitare che si creino situazioni, come questa, che sono dovute indubbiamente a errori gestionali che poi tutti noi siamo chiamati oggi a discutere e, in qualche modo, anche a pagare con la fiscalità collettiva.

Quello che succede, ormai troppo spesso, è che davanti a scelte "brillanti" degli imprenditori si privatizzano, come dire, gli utili e si socializzano le perdite; perché oggi purtroppo di questo stiamo parlando, stiamo parlando di una situazione in cui l'azienda vuole espellere dal processo produttivo professionale gran parte del personale. Perché se uno oggi apre i giornali e legge i numeri vede che non siamo davanti a una crisi industriale, siamo davanti alla chiusura di un'azienda e dobbiamo dirlo chiaramente. Chiusura di un'azienda che poi è dovuta, indubbiamente, a un mondo che cambia, le l'ha appena detto brillantemente il collega Tunis, agli errori che sono stati fatti in questi anni dall'azienda in termini di strategia,

Dobbiamo ricordare tutto quello che è successo, gli aerei acquistati, gli aerei diversi, le otto mila soluzioni che sicuramente a una compagnia, che nel panorama internazionale è una compagnia piccola, non consentivano di fare quelle economie che le avrebbero potuto consentire di stare sul mercato. Erano note le questioni, era noto il mondo che cambiava, era nota la strategia sbagliata che quantomeno l'azienda oggi sta cercando di cambiare.

Le intenzioni dell'azienda però non sono apparse in questi giorni, erano note, erano note da tempo perché il processo di mobilità è incominciato quattro anni fa, in questi quattro anni potevano essere individuate delle soluzioni, si potevano fare delle trattative che probabilmente avrebbero portato a una soluzione meno drastica; e devo dire che anche la politica poteva avere maggiore tempestività, perché di questa questione se ne sta parlando, parlo per il sottoscritto, dall'inizio di questa consiliatura, e stiamo arrivando oggi a discuterne in quest'Aula quando sembra che non ci sia più tempo.

Visto che il tempo è poco, io penso che il compito che dovrà coinvolgere tutti noi sia quello di individuare le soluzioni per tutelare il personale sardo, e lo ribadisco, e su questo sono d'accordo con il collega Tunis, noi non dobbiamo portare su un altro livello la crisi, dobbiamo pensare a gestirla anche noi come Regione a livello istituzionale, ma relativamente ai dipendenti che vivono e lavorano in Sardegna. Io, lo dico onestamente, non mi voglio accollare con le nostre risorse, con le nostre soluzioni, con le nostre competenze, le situazioni che riguardano i dipendenti che vivono in altre regioni. Sarà un discorso, come dire, localistico, ma sono persone che hanno ben altra forza e ben altre condizioni per trovare tutela e soluzioni. Su questo condivido anche la proposta del collega Arbau sull'idea di pensare un sistema di trasporto, o meglio un sistema aeroportuale isolano.

Cito un caso, che non appartiene sicuramente alla mia condizione, alla mia storia politica, e non è vicinanza politica, ma cito il caso della Puglia: in Puglia esiste un sistema aeroportuale che prevede una gestione unica di tutti gli scali. Possiamo noi oggi permetterci, Regione autonoma della Sardegna, di avere cinque aeroporti e cinque gestioni differenziate? Penso che su questo il Consiglio debba incominciare a interrogarsi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, inizio ringraziando quest'Aula. Finalmente, era ora che si parlasse e si discutesse di un argomento così importante e così fondamentale. Alisarda: chi non ricorda quei giorni e quei momenti importanti e fondamentali nei quali si dette vita a una compagnia tutta sarda, oggi Meridiana? Ancora oggi quella compagnia parla solo ed esclusivamente sardo, è una compagnia che dà visibilità in tutti i sensi alla nostra Sardegna. Per questo noi siamo grati, siamo grati a chi ebbe il coraggio di costituirla, ma soprattutto siamo grati anche nei confronti di chi poi ha seguito comunque quel percorso.

Alcuni dei colleghi che mi hanno preceduto, effettivamente non danno un giudizio positivo sulla gestione della compagnia stessa. Ciò non toglie però che con questa compagnia abbiamo potuto lavorare, abbiamo potuto avere momenti di confronto soprattutto sul piano della continuità territoriale, quando quella continuità territoriale, nata con il presidente Floris negli anni '99-2000, ebbe un grande risultato e grandi risposte.

Poi, è vero, il tempo passa, le cose cambiano, la situazione economica generale non ci ha certamente permesso di vivere ancora momenti così felici. La concorrenza ha creato gravissime difficoltà e sta creando ancora oggi una situazione difficile da gestire da parte della compagnia, però noi rivolgiamo il nostro pensiero, e questo credo che sia l'obiettivo di tutta l'Aula consiliare, e a tutti i lavoratori, agli oltre 1600 occupati della compagnia, perché riteniamo che la tutela dei lavoratori sia l'obiettivo fondamentale che noi, come Aula consiliare, dobbiamo necessariamente raggiungere.

Il collega Tunis ha parlato di morfologia del personale coinvolto, è un termine particolare, diverso, che chiaramente però ci porta a indicare esattamente il nostro obiettivo, quello legato alla salvaguardia e alla tutela dei posti di lavoro. Perché Meridiana è di tutti, Meridiana è di tutta la Sardegna, non è solo ed esclusivamente di chi oggi mantiene le quote azionarie, ma bensì di tutti noi, di tutti i sardi. E allora credo che la Regione, da questo punto di vista, debba essere presente, la Regione deve attivare tutte le sinergie, deve avere il coraggio di portare avanti ogni azione possibile per risolvere il problema.

Sappiamo che non è un problema di livello regionale, è stato detto più volte nel corso degli interventi precedenti, è sicuramente un problema di livello nazionale, ma noi siamo sardi e come tali dobbiamo necessariamente, da questo punto di vista, difendere la nostra specialità, la nostra autonomia.

Turismo, termine utilizzato spesso, per noi significa economia, e questo noi lo sappiamo, la parola trasporti per noi è fondamentale, è vita, perché siamo un'isola e questo non dobbiamo dimenticarlo mai. Però noi in quest'ultimo periodo stiamo perdendo la nostra credibilità, la nostra credibilità nell'azione proprio di difesa della nostra autonomia e della nostra specificità.

Noi, Assessore, non ci stiamo, non possiamo in qualche modo abbandonare una battaglia così importante e così fondamentale. Mi rivolgo a lei, Assessore, non perché è un'accusa diretta, ma perché aspettiamo una risposta da lei e dal presidente Pigliaru perché ci sia un percorso chiaro su come noi possiamo intervenire per risolvere definitivamente questo problema. Noi attendiamo quella risposta perché non possiamo permetterci di perdere una bandiera che, possiamo dire, ha volato in tutto il resto dell'Italia, ha volato in tutto il resto d'Europa, ha volato in tutto il resto del mondo.

Noi non possiamo davvero permetterci di chiudere oggi la mozione semplicemente ribadendo la necessità di attivare un tavolo, un tavolo che onestamente bisogna riconoscere è un po' in ritardo, e questo bisogna che tutti insieme lo riconosciamo, siamo eccessivamente in ritardo nel tentativo di aprire il confronto con lo Stato, col Governo, con chi poi realmente governa e gestisce questo percorso. Però noi chiediamo a questa Giunta, e quindi lo chiediamo all'interno della mozione stessa, l'attivazione urgente di un tavolo che porti velocemente a una soluzione del problema.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, a conclusione delle discussioni, e tenendo a mente tutto quello che è stato detto dai relatori e anche da tutti gli intervenuti da cui posso attingere alcune particolarità, vorrei dire che probabilmente, ancora una volta, come Regione autonoma della Sardegna e come Esecutivo, siamo lontani da quei momenti decisionali che invece ci dovrebbero vedere puntualmente presenti e attenti. Ieri, il Governo nazionale ha deliberato il Piano aeroporti. Ho letto tutto quello che si doveva leggere, ma ho sottolineato quanto concesso alla Regione Sicilia, a Catania, per la parte orientale, e a Palermo, per la parte occidentale.

Pochi attimi fa il presidente della Giunta è intervenuto dicendo: "Da Sassari a Cagliari ci vogliono tre ore e passa in treno, da Olbia anche di più". Come è valido per la Regione Sicilia che siano portati all'attenzione nazionale due aeroporti, non capisco perché nella Regione autonoma della Sardegna non possano esserci due aeroporti, uno per il Nord e uno per il Sud, anziché solo Cagliari, che diano testimonianza dell'inizio di un piano gestionale, ma legato questa volta alla Sardegna, di un piano aeroportuale serio e che dia risposta all'esigenza di mobilità della gente. È vergognoso che nessuno consideri che il 75 per cento degli 80 milioni di presenze annue delle isole Baleari utilizzi il mezzo aereo. Sfido chiunque a dirmi il contrario di quello che sto affermando.

La Sardegna a me pare sia un'Isola, forse da altri ancora non è riconosciuto, che ha la necessità di una mobilità eccezionale, mobilità che non viene soddisfatta da parte del sistema navale, anzi, paghiamo lo scotto che altri vengano qui; ma, Assessore, tra poco vorrò discutere di alcune cose legate anche alla venuta in Sardegna della Tirrenia come posizionamento, ma è un altro discorso per un'altra occasione. Oggi stiamo parlando del sistema aereo e del fatto che 1600 persone sono messe sulla graticola in attesa di trovare un senso di vita per loro e per le loro famiglie.

L'onorevole Tunis ha richiamato alle capacità che possono consentire una gestione anche regionale del sistema delle condizioni che oggi vive Meridiana, ma io credo che non si sia fatto complessivamente attenzione al rapporto che si deve avere a livello nazionale. Io invito l'Assessore del lavoro ad aprire una ulteriore iniziativa di conoscenza, di approfondimento, perchè il tavolo certamente deve essere aperto anche a livello regionale, ma prima devono essere esaurite tutte le incombenze a livello nazionale.

E a uno Stato, che spesso si manifesta patrigno nei confronti della nostra Isola, dobbiamo chiedere quella solidarietà che giammai ci dà in tutte le occasioni in cui dobbiamo aprire verso l'esterno la nostra insularità, e questa è una delle occasioni da considerare pienamente. L'onorevole Cherchi giustamente ha richiamato Alisarda, da cui poi è nata Meridiana. Ora, è una compagnia che è nata, si è sviluppata, ha intessuto rapporti in Sardegna, vogliamo affossare anche questo? Vogliamo perdere anche questa circostanza, come dirò stasera, del Banco di Sardegna?

Questo è il mondo che dovrebbe rappresentare il popolo sardo, questo il momento più alto delle istituzioni autonomistiche in Sardegna, e si deve far carico delle pene di questi prossimi disoccupati e dobbiamo farci carico dello sviluppo e del potenziamento delle possibilità di sviluppo attraverso i collegamenti della nostra Regione. Su questo ci sarà e ci dovrà essere un confronto sempre più serrato con lo Stato e con chi ci rappresenta ma, soprattutto, l'attenzione di questo Governo regionale, che certamente non deve essere debole nei confronti di uno Stato che non ci dà niente, che non ci riconosce quello che ci deve riconoscere. Ribadisco comunque che dobbiamo salvare a tutti i costi questa compagnia aerea.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, tutte le volte che l'onorevole Dedoni parla, mi dà l'impressione che sia una matricola di questo Consiglio. Qualcuno ha definito questa vicenda quasi grottesca, una vicenda che ha del grottesco nella sua drammaticità, e in effetti possiamo vederla anche in questa maniera. Però noi dobbiamo partire da un presupposto che è imprescindibile, e cioè che qui non stiamo parlando di numeri, stiamo parlando di persone in carne e ossa e stiamo parlando di famiglie, stiamo parlando di progetti di vita che rischiano di saltare in aria da un momento all'altro.

Io sono ottimista sulla possibilità che il nostro Presidente e il nostro Esecutivo possano interagire in maniera forte e determinata con quel tavolo intorno al quale devono sedere competenze, intelligenze e autorevolezze che possono davvero rappresentare le ragioni che in questo Consiglio, anche in maniera variegata, tutti stiamo cercando di sostenere. Avete fatto la storia di Meridiana, io devo dire che un po' mi sono perso, perché ho visto che ci sono stati dei racconti un po' diversi fra loro, però è inutile fare dietrologia che (anche in questa vicenda, mi sembra ogni tanto la si voglia fare) mi sembra un fatto quasi anacronistico quando parliamo del problema vero, che è la perdita di posti di lavoro.

Questa maggioranza, quando si è presentata agli elettori, ha sempre detto che la priorità era il lavoro, lavoro e lavoro, e da questo noi ripartiamo non solo per creare posti di lavoro, ma per mantenere anche quelli che stiamo perdendo. Certo noi, onorevole Dedoni, cercheremo di farlo, ce la metteremo tutta per cercare di dare quelle risposte che i dipendenti di Meridiana, qui presenti, ci chiedono. Credo che loro non abbiano bisogno della nostra solidarietà, non se ne fanno niente, hanno necessità che quello che stiamo dicendo sia tradotto a breve termine in atti concreti, e noi cercheremo di mettercela tutta. Ma già l'onorevole Pigliaru ha espresso questo concetto nella replica alla mozione che è stata presentata prima quando, parlando di altro, ha detto che lui voleva un ordine del giorno, possibilmente unitario, per avere ancora più forza contrattuale ai tavoli istituzionali dove rappresentare le istanze e le ragioni della Sardegna.

Presenteremo quindi un ordine del giorno, che sicuramente condivideremo tutti, ma che non deve essere fine a se stesso perché, come ripetiamo sempre, un ordine del giorno non si nega a nessuno. Io sottoscrivo quello che ha detto l'onorevole Tunis, e cioè che questa vertenza deve coinvolgere tutti, tutti i livelli istituzionali e non solo, perché è una vertenza che riguarda il popolo sardo, perché i dipendenti che stanno per essere licenziati sono una parte importante del popolo della Sardegna. Diceva qualcuno che la Sardegna ha già dato in termini di professionalità e di management, e come sempre la risposta che sta arrivando è questa: e noi, a questa risposta, dobbiamo dire con forza no, con tutte le nostre forze e con tutti gli strumenti che abbiamo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, i colleghi hanno già ampiamente trattato, discusso e analizzato lo stato di fatto, la situazione, gli antefatti dinanzi ai quali ci troviamo oggi. È vero, oggi si paga il conto, si paga il conto di una politica sbagliata da parte dell'Azienda, non dimentichiamoci, però, che di questa Azienda noi siamo in più occasioni soci e partner; senz'altro non devo qui richiamare la Meridiana Maintenance, non devo richiamare l'aeroporto di Olbia, la Geasar, la società di gestione, che peraltro fa addirittura utili. E' chiaro che, a mio avviso, questo problema va affrontato analizzando non solo la situazione di fatto ma, soprattutto, le prospettive percorribili per dare concretamente un segnale a questi lavoratori.

Partiamo allora dall'Azienda. Voi sapete, è stato detto, che un posto a sedere su Meridiana alla società costa 180 euro, ad Alitalia, che è una delle società maggiormente compromesse sullo scenario internazionale, costa 153 euro, questo significa che la situazione societaria di Meridiana è davvero complicata. Una flotta esistente vecchia, quindi una scelta manageriale sbagliata senz'altro, l'introduzione dei McDonnell Douglas, gli MD, come aeromobili risale al '74, una progressiva mancata diversificazione ha comportato quindi anche il limite della difficoltà di riconversione e riposizionamento degli equipaggi che sono a bordo di MD e non per esempio di Airbus; qualcuno adesso, con l'acquisizione di Air Italy si sta formando sui Boeing 737, 400 e 700, però è una rete internazionale sottodimensionata.

Io ricordo che qualche anno fa, discutendo proprio con i vertici di Meridiana, avevamo chiesto di invertire il rapporto proporzionale tra il mercato interno e il mercato internazionale, perché se l'84 per cento del mercato di Meridiana è nazionale chiaramente l'impatto della concorrenza delle low cost è molto maggiore. Voi pensate, sempre sul raffronto con Alitalia, che Alitalia ha ridotto al 43 per cento la dipendenza dal mercato interno. Ebbene, tutto questo però ci rappresenta un altro problema: tutte le compagnie aeree tradizionali, chiamiamole di linea o di bandiera, sono in crisi. La stessa Lufthansa, che è la seconda compagnia al mondo, chiede al Governo di Berlino un aiuto perché la competitività internazionale non può essere garantita davanti a compagnie emergenti di Stati sovrani, spesso e volentieri provenienti dal Golfo Persico, che hanno due ordini di vantaggi competitivi: tipologie di contratti assolutamente differenti e costi di jet fuel pressoché zero. Allora, questo ha fatto sì - per fare un esempio parallelo - che una società come Etihad oggi sia in grado di comprarsi Alitalia e che tutti chiedano che questa società acquisti la compagnia.

Ma voi avete visto i numeri del confronto Alitalia-Etihad? Noi stiamo assistendo alla svendita di una compagnia, Alitalia, che ha 105 destinazioni e 183 rotte contro le 86 di Etihad, che ha 23,9 milioni di passeggeri contro 12 milioni; cioè Alitalia è una compagnia molto più grande di Etihad e viene acquistata da una compagnia molto più piccola, che ha solo due indicatori migliori, e cioè il numero dei dipendenti, inferiore, 10 mila su 14 mila, e il fatturato 4,8 miliardi contro 2,7.

Perché ho fatto questa digressione? Questa digressione è per dire che la grande vertenza da aprire, Assessore, Presidente, ha un solo nome e riguarda la DG COMP e la DG MOVE della Unione europea; perché se noi continuiamo ad affermare che la soluzione dei problemi di continuità territoriale di isole come la Sardegna, ma come le Canarie o le Baleari, si può affrontare esclusivamente sotto un'ottica di mercato, noi di aziende ne chiuderemo molte, perché la Sardegna è l'esempio lampante di quello che chiamano a livello comunitario il market failure, cioè il mercato qui ha fallito. Peraltro se noi ci affidiamo soltanto all'economia e al mercato - e il professor Pigliaru, Presidente, ce lo può insegnare - noi sappiamo che quelle realtà sono procicliche e in quei cicli prima o poi arriverà un momento in cui il privato, l'imprenditore, non avrà i danari da investire e allora l'unica garanzia per un servizio pubblico come questo è che possa intervenire il pubblico per garantire i servizi essenziali.

Riprendendo il discorso su Meridiana, la svolta su Meridiana passa attraverso una rappresentazione corretta, a Bruxelles, dell'esigenza di trasporto della Sardegna che ci consenta di intervenire con strumenti finanziari, perché solo ed esclusivamente affrontando in quei termini e migliorando chiaramente l'approccio gestorio della società possiamo garantire lo sviluppo, per esempio, ne avevamo parlato, di rotte verso i medi aeroporti, non solo europei, ma di tutto il Maghreb; con Meridiana c'era un progetto che era stato fatto per aumentare le rotte internazionali e liberarci dalla dipendenza dal mercato interno.

Assessore, Presidente, riprendete questi discorsi e avrete al vostro fianco questa parte politica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, credo che molte cose siano già state dette. Credo di poter dire che la crisi che oggi attraversa la compagnia Meridiana non è una crisi dell'ultimo momento, è una crisi che arriva da lontano purtroppo. Evito di fare la cronistoria, anche per evitare le ripetizioni, e soprattutto evito di cercare le motivazioni e le responsabilità che ci hanno portato sino a questo punto.

La realtà credo che sia purtroppo quella che ieri Meridiana ha annunciato al tavolo romano, e cioè quella dei numeri, e ha dichiarato, dimostrandolo sempre con i numeri, di avere a oggi 1630 esuberi su 2500 dipendenti. Credo che sia sbagliato oggi chiedere, come qualcuno suggerisce, e certamente sarebbe un fatto anche positivo ma molto limitato, magari di ridurre di qualche decina di unità il numero degli esuberi che vengono dichiarati dalla compagnia Meridiana, ma non credo che questa sia la soluzione migliore.

Le soluzioni che vengono proposte da Meridiana e dal Ministero sono quelle di concedere una mobilità media o lunga che magari consenta di poter far arrivare una parte del personale all'età pensionabile. Credo anche che la decisione assunta dal tribunale di Tempio, che ha stabilizzato 1400 dipendenti allora stagionali, abbia certamente risolto un problema di stabilizzazione del personale, ma sicuramente ha aggravato la situazione che già Meridiana stava attraversando. I costi che oggi sopporta l'organizzazione di Meridiana non ritengo che siano più compatibili all'interno di un'azienda economicamente valida. I costi sono già stati ricordati, per esempio il costo per passeggero che oggi ha Meridiana è quasi il doppio di quello di altre compagnie.

La compagnia utilizza mezzi vettore ormai datati e questo porta ad avere spese notevoli di funzionamento, di manutenzione e di altro, quindi credo che sia indispensabile procedere a una ristrutturazione profonda dell'azienda. Però, al di là dei problemi dell'azienda, io credo che il problema che dobbiamo porci noi come consiglieri regionali, come Consiglio regionale, è quali possano essere le ricadute sui collegamenti che la Sardegna rischia di perdere con il venire meno di un'attività come quella di Meridiana. Su questo punto il lavoro che sta facendo la Giunta, il lavoro e l'impegno dell'Assessore regionale dei trasporti in queste settimane credo siano da apprezzare e l'invito che faccio a nome mio, ma anche del Gruppo e credo dell'intera maggioranza, è quello di proseguire su questa strada (pensando soprattutto a quello che è il territorio della Sardegna), cercando di fare una volta per tutte gli interessi dei sardi, purtroppo anche privilegiandoli nei confronti di altri territori.

Io credo che in una ristrutturazione seria, ma ristrutturazione seria anche di organizzazione del trasporto, debba rientrare la ventilata possibilità che Meridiana possa in qualche modo trasferire rami di attività o principali rami di attività in altri territori della Sardegna. Credo che questo lo possiamo fare e lo possiamo continuare a fare anche con il Ministero, e soprattutto credo che noi non possiamo, come Giunta regionale e come maggioranza che oggi governa la Sardegna, non chiedere che ci sia un piano serio di ristrutturazione, un piano credibile, un piano definitivo che porti soprattutto alla stabilità del personale, ma anche, nell'interesse della Sardegna, ad avere un collegamento sempre più serio e credibile tra la Sardegna e il continente.

Su queste basi, nei limiti delle competenze che noi abbiamo, perché dobbiamo dircelo, il ruolo che noi possiamo svolgere è un ruolo politico, possiamo creare le condizioni affinché la Giunta e l'Assessorato possano svolgere un ruolo anche di mediazione tra le parti, perché dalle cose che ci risultano non è semplice neanche riuscire a mettere attorno a un tavolo i soggetti interessati. Per questo credo di poterle dire, Assessore, di proseguire su questa strada, credo che su questa strada ci sarà la maggioranza che la sostiene, ma credo anche la minoranza che oggi è presente in Consiglio regionale perché, ricordo, come spesso qualcuno ci ricordava, siamo qui per fare gli interessi dell'intera Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io intervengo brevemente perché mi pare che non sia emerso il senso di questo dibattito. Siamo tutti d'accordo, da sinistra a destra, passando per il centro, che si debba fare ogni sforzo perché non venga perso neppure un solo posto di lavoro, ma io direi che il problema è un altro: il problema vero è chiederci, tra le forze politiche, ma chiederlo soprattutto anche alla Giunta, all'Assessore e al Presidente, se di fronte a un atteggiamento che non esitiamo a definire irresponsabile, oltreché ambiguo da parte della compagnia Meridiana, vi sia la consapevolezza di rispondere senza quel - mi consenta assessore Deiana - atteggiamento quasi accondiscendente che abbiamo rilevato non più tardi di ieri nella Commissione trasporti. La Giunta deve dire se intende porsi non come la stampella del management di Meridiana, ma come l'interlocutore del sistema, soprattutto in questo caso dei dipendenti per la salvaguardia da un lato dei posti di lavoro, dall'altro delle prospettive future che può avere la Compagnia.

Lei ieri in Commissione, mi riferiscono, a precisa domanda avrebbe allargato le braccia come dire: noi non possiamo fare niente. Se questo è l'atteggiamento, io vorrei che questo venisse oggi chiarito, se questo è l'atteggiamento che cosa ci stiamo a parlare? Sembra quasi che ci stiamo solo parlando addosso.

SOLINAS ANTONIO (PD). Ti hanno riferito male, Pietro.

PITTALIS PIETRO (FI). Allora, se invece esiste, come io mi auguro, l'opposizione, la mia parte politica è disponibile a sostenere azioni concrete della Giunta e sue, Assessore, non mandando come avete fatto ieri però al tavolo col Ministro il suo Capo di Gabinetto, no, Assessore, i tecnici vanno bene per altri incontri, però ci deve essere lei, ci deve essere lei in quel tavolo se vuole e se vogliamo far sentire la nostra voce. Questo è il problema.

Assessore e Presidente, noi dobbiamo capire una cosa che in questo dibattito non è emersa: non si può pensare soltanto di giustificare un atteggiamento dei vertici della Compagnia con la necessità che il sistema impone la riduzione dei costi, che Meridiana rischia di non essere da questo punto di vista competitiva, però dimenticando un aspetto che è importante, che ai lavoratori i costi sono stati richiesti e loro li hanno sopportati, perché nel 2011 i dipendenti si sono ridotti lo stipendio, lo vogliamo ricordare questo? Lo vogliamo ricordare questo nelle interlocuzioni al tavolo ministeriale?

E poi, presidente Pigliaru, un consiglio veramente, questa non è una vertenza da tenere nel chiuso di una stanza del Ministero, questa è una vertenza da portare a Palazzo Chigi. Io le chiedo che di questa questione lei investa il Presidente del Governo, Matteo Renzi. È una vertenza che riguarda 1600 persone, non è una vertenza qualunque; è una vertenza che non possiamo relegare a una delle tantissime vertenze, ahimè, tutte importanti; è una vertenza che, per il significato che questa azienda e i lavoratori, non solo per la qualità, ma anche per il numero, rappresentano, non solo in un territorio, quello del Nord Sardegna, ma per tutta l'isola, deve avere la giusta valenza nazionale.

Allora, noi siamo pronti, lo dimostriamo anche con la richiesta ai presentatori sia della mozione che dell'interpellanza di stilare un ordine del giorno unitario perché la politica su questo deve avere una sola voce; una sola voce per dare forza e maggiore autorevolezza alla vostra azione, non però ponendo le questioni al ribasso, non per salvaguardare solo interessi pur legittimi anche della Compagnia, ma perché la Compagnia sopravviva soprattutto, e con il futuro dell'azienda anche la stabilità dei 1600 posti di lavoro che si vorrebbero cancellare con un colpo di spugna, cosa che la politica sarda non può assolutamente permettere.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Presidente, iniziamo dalla fine, anche perché bisogna rendere giustizia di alcune imprecisioni. È stato un dibattito molto ampio e interessante, in cauda venenum! Qui non si giustifica un bel niente, onorevole Pittalis, forse è stato informato in maniera incompleta. Io ho risposto solamente che c'erano stati dati dei numeri e di fronte a questi numeri noi ci stavamo mettendo in una posizione di studio, valutazione e analisi e ho detto: "Se i numeri sono questi siamo in una situazione molto difficile". Ho detto "se i numeri sono questi", anche perché nessuno ha la possibilità ovviamente di entrare nel merito di numeri dati da un'azienda se non a seguito di una valutazione.

Le è stato anche riferito male relativamente al tavolo tecnico, quindi entriamo nel merito di quello che sta facendo la Regione. La Regione sta giocando pienamente tutto il suo ruolo e, escludendo me, con tutta la sua autorevolezza, l'autorevolezza ai suoi massimi vertici. In ragione di ciò è stato raggiunto un primo risultato importante che evidentemente deve essere sfuggito. Tenete conto che negli ultimi tre anni le uniche due volte in cui l'azienda e i sindacati si sono seduti a parlare al medesimo tavolo lo hanno fatto perché sono stati chiamati il 29 maggio di quest'anno presso l'Assessorato dei trasporti e la scorsa settimana, il 22 settembre, quando è stato convocato il tavolo interistituzionale con i Ministri dei traporti e del lavoro, Lupi e Poletti, al quale, lo ricordo, fatto non usuale, era presente non solo il Presidente della Regione, ma anche l'Assessore del lavoro e, buon ultimo, anche io.

È stata questa presenza istituzionale, così forte e autorevole, insieme a quella dei Ministri in prima persona che ha consentito di raggiungere un traguardo che è assolutamente interlocutorio, mi rendo conto, ma è di grandissima importanza perché senza questo non avremmo potuto aprire nessun tipo di interlocuzione, ed è stato quello di convincere l'azienda non a sospendere, ma a revocare le lettere di licenziamento che possono, ovviamente, come noi sappiamo, essere rispedite quanto prima. Però la revoca vuol dire iniziare, di nuovo e completamente, tutta la procedura con anche, apro virgolette, ovviamente, dei costi perché noi sappiamo poi quanto costano le indennità di mancato preavviso.

L'autorevolezza della Regione presente con i suoi massimi vertici, l'autorevolezza dei Ministri, ha convinto l'azienda a sedersi al tavolo con una pistola momentaneamente scaricata, in cambio è stato ottenuto dalle organizzazioni sindacali di cercare in questo breve periodo, in questo mese che è stato destinato alle interlocuzioni, ovviamente di sospendere nei limiti del possibile tutte le iniziative ostili unilaterali, questi sono stati i termini utilizzati. Dopodiché, e ci tengo a dirlo per chiarezza perché è giusto, evidentemente non è passata l'informazione, (va bene che è stato calendarizzato tutto ieri), è stato stabilito che in data di ieri, in data del 3, del 7 e del 9 si tengano degli incontri tecnici che non sono gestiti dai Ministri, onorevole Pittalis, ma dai funzionari del Ministero e ai quali noi partecipiamo con i nostri funzionari.

In particolar modo l'incontro di ieri era limitato alla presentazione della documentazione, che noi abbiamo subito recepito, e che ha dato luogo a una discussione che è stata prontamente aggiornata (mi è stato mandato il verbale proprio poche ore fa) al giorno 3, poi ce ne sarà un'altra il giorno 7, un'altra il giorno 9. Inoltre abbiamo già previsto un incontro con i Ministri per il giorno 14, al quale sicuramente parteciperò, in cui ci sarà una sorta di controllo dello stato delle trattative; poi ci sarà un incontro finale, il 21, a cui parteciperanno ovviamente anche i Ministri e speriamo con un esito positivo. Questo è il calendario che ci siamo dati in un tavolo nel quale, ripeto, c'è stata una presenza non formale sia della Regione che dei Ministri, questo per ristabilire la verità delle cose.

Per entrare nel merito, io credo che ovviamente il primo importante risultato sia stato quello di sbloccare una procedura contro la quale noi cercheremo di opporre tutte le nostre più efficaci energie, però occorre dire alcune cose. Innanzitutto noi siamo pronti a sostenere tutte le azioni per garantire la continuità aziendale, perché stiamo parlando di rischio di continuità aziendale; siamo pronti a fare tutto quanto è in nostro potere per garantire che ci siano delle prospettive di sviluppo e non di liquidazione.

In un contesto del genere noi siamo ovviamente pronti a giocare fino in fondo un ruolo da protagonisti con la chiarezza del fatto che la Regione non redige piani industriali di una impresa privata, tuttavia è disponibile ad affiancarla o anche a proporle unilateralmente percorsi di individuazione di partner internazionali in grado di rafforzare l'azienda e di garantirne la presenza in Sardegna, assicurando la piena occupazione e lo sviluppo. Questo è il nostro obiettivo che, è evidente, si può sviluppare solamente facendo delle azioni di sostegno, di accompagnamento e di facilitazione sulle quali siamo già fin d'ora impegnati; stiamo anche cercando di attivare delle interlocuzioni e, sulla base dei dati che ci sono stati forniti, di capire se esistono delle condizioni che possano consentire all'azienda di sopravvivere.

Ieri in Commissione trasporti ho dovuto dare conto del fatto che l'azienda ha presentato dei numeri impressionanti, dei numeri che impongono una riflessione, che impongono una valutazione, che impongono semmai una contestazione ove ne ricorra la possibilità. Di fronte a questi numeri sicuramente sulle soluzioni previste dall'azienda apriremo un dibattito, non è un caso che appunto abbiamo calendarizzato questi incontri uno ogni due giorni. Sul punto voglio rassicurare il Consiglio, ne abbiamo già parlato con i Ministri ovviamente sperando che non siano necessari, ma relativamente al caso Meridiana abbiamo chiesto con forza, e ricevuto delle ragionevoli rassicurazioni, che siano estesi gli ammortizzatori sociali utilizzati per il caso Alitalia. Teniamo conto che si tratta di ammortizzatori sociali e quindi di strumenti che entrerebbero in funzione una volta che ci sia l'espulsione dal perimetro aziendale dei lavoratori. Ricordo che stiamo parlando di ammortizzatori sociali che potrebbero avere la durata eccezionale di 3, 4 o 5 anni a seconda dell'anzianità del lavoratore.

Mi si permetta infine di sollevare sommessamente alcune perplessità sulla diffusa associazione del problema Meridiana con il problema della continuità territoriale e queste sommesse perplessità derivano da due profili: uno sostanziale e uno formale non meno importante. Sostanzialmente, ahimè, anche l'intera continuità territoriale non sarebbe in grado che di mettere in gioco 3, 4 o forse 5 aerei e quindi, fondamentalmente, stiamo parlando di non più di un centinaio di unità lavorative. Non è stata una scelta operata dalla Regione sarda quella di non partecipare alle gare sulla continuità territoriale, come noi ben sappiamo, comunque sia è stata una scelta del management sulla quale è stato già detto in lungo e in largo quello che doveva essere detto.

Il problema è un altro; il problema è che, anche ammesso e non concesso che Meridiana avesse partecipato e potesse partecipare a tutte le gare di continuità territoriale vincendole, ovviamente tutto ciò non sposterebbe in maniera significativa il problema. Ma poi c'è un aspetto formale che credo non sfugga a nessuno; la continuità territoriale è un processo a evidenza pubblica che avviene con gare e quindi è quantomeno opportuno, prudente e corretto, diciamo così, decontestualizzarle da questo tipo di discorso perché ovviamente alle gare si può partecipare, non si può partecipare, si può partecipare e le si può vincere ma le si può anche perdere e se le si perde a questo punto poi si è completamente fuori dal mercato.

Il nostro lavoro continuerà, e di questo posso fin d'ora dare la più ampia rassicurazione, garantendo non solo la nostra presenza nei tavoli e nelle forme in cui sarà necessario e in cui ci sia ovviamente una reciprocità, ai tavoli tecnici partecipano i tecnici, ai tavoli politici partecipano le rappresentanze istituzionali, ma sarà orientato soprattutto a questo, cioè al sostegno di tutte le azioni necessarie per garantire una ripresa e uno sviluppo dell'azienda in maniera tale da non lasciare a casa nessuno di questi dipendenti. Il risultato finale, come è ovvio non dipende solamente dal nostro impegno e non dipende neanche solo dall'impegno del tavolo, ma dipende anche ovviamente da tutta una serie di variabili che risiedono nella volontà del management e della proprietà dell'azienda.

Da ultimo ci tengo a precisare, poiché qualcuno ha parlato di un tavolo tecnico o di un gruppo di lavoro tecnico, che un gruppo di lavoro tecnico è al lavoro non da oggi; i numeri di Meridiana in parte per noi erano noti, in parte abbiamo avuto delle conferme e in parte abbiano avuto delle sgradite sorprese. Il problema di Meridiana, leggendo i numeri, non è solo un problema di costo del lavoro ma è un problema di costo industriale, di costo di produzione. Ieri ci è stato dato un parametro, e con questo concludo, particolarmente inquietante, che assume l'acronimo di CASK che sarebbe il costo medio di sedile per chilometro.

Ebbene, il costo medio di sedile per chilometro, quindi il costo di produzione industriale di Meridiana è attualmente, per una serie di fattori che non sono solamente il costo del lavoro ma sono gli aeromobili, il consumo di carburante, la manutenzione, assolutamente al di fuori da qualunque media europea; se poi valutiamo il costo dei principali competitori ci troviamo sicuramente in una grande difficoltà. Su questo noi ovviamente abbiamo molta poca possibilità di incidere se non creando le condizioni più favorevoli perché si possa competere, però è anche vero che in questo momento la capacità competitiva dell'azienda è sicuramente fortemente menomata.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarare se è soddisfatto.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, una replica veloce per dire formalmente di essere soddisfatto della risposta dell'Assessore, ma di essere molto insoddisfatto della situazione che abbiamo, perché la situazione che abbiamo è una situazione drammatica che va affrontata credo in modo unanime e tutti assieme. Ho sentito qualche strumentalizzazione e credo che debba essere bandita immediatamente per cercare di pervenire a un ordine del giorno unitario. Credo inoltre, nonostante sia tutto vero e anche molto documentato quello che dice l'onorevole Christian Solinas, che la parola chiave della nostra azione deve essere: "mercato" e di nuovo "mercato", perché attraverso l'attivazione delle strutture tipiche del mercato noi possiamo arrivare alla soluzione delle vertenze come questa.

Spiego molto velocemente, dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista, è una questione su cui abbiamo studiato e abbiamo fatto anche delle proposte, che l'idea di questa continuità territoriale che va a bando e che è incardinata su dei singoli vettori è un qualcosa che non funziona, non funzionerà e continuerà a non funzionare, mentre secondo noi bisogna ragionare in termini di sistema aeroportuale (è mancata l'occasione forse per l'Assessore di citarlo ed entrare nel merito della questione), costruire quindi il nostro sistema aeroportuale e poi stare sul mercato per cercare di attrarre i vettori.

Sottolineo, e lo hanno detto sia Solinas che anche Crisponi, che noi abbiamo da e per la Sardegna, questo vale per gli aerei come anche per il marittimo, un traffico di milioni di persone .Venire in Sardegna a lavorare è qualcosa di appetibile, facciamo sistema, mettiamoci sul mercato con un sistema che sia coordinato, e non andiamo a rincorrere dei soggetti che giocano a fare quello che hanno fatto con Meridiana, distruggere una società e crearsi le condizioni per poter fare dell'utile, ma un utile del momento e non che duri nel tempo. Pensiamo come comunità e troveremo le soluzioni anche per stare sul mercato in modo competitivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, non replico e chiedo una sospensione della discussione per poter addivenire a un ordine del giorno condiviso. Mi pare che sia stata anche la proposta dell'onorevole Arbau.

PRESIDENTE. Non essendo ancora pervenuto un ordine del giorno relativo alla precedente mozione, possiamo procedere alla votazione della stessa, nel frattempo si può preparare l'ordine del giorno relativo a questa mozione.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 42, viene ripresa alle ore 13 e 52.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione della mozione numero 76. Dichiaro chiusa la discussione. È pervenuto un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

ORDINE DEL GIORNO COCCO Pietro - PITTALIS - ARBAU - COCCO Daniele Secondo - DESINI - FENU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - TEDDE - DEMONTIS - PINNA Giuseppino sulla necessità di scongiurare la paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 76 e dell'interpellanza n. 57/A sulla paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma,

PREMESSOche:

- la programmazione riorganizzativa territoriale del Ministero della giustizia, così come delineata nell'atto di indirizzo politico-istituzionale del 5 settembre 2014, fa legittimamente temere la soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, già in sede di legge delega per la riorganizzazione della giustizia che a breve verrà proposta in Parlamento;

- in questo momento di straordinaria crisi economica e sociale tale paventata soppressione, oltreché determinare un pericoloso arretramento dello Stato nel centro nord dell'Isola ed un impoverimento istituzionale con pesanti riflessi sociali ed economici sulla Sardegna intera, porterebbe con sé anche la scomparsa del Tribunale per i minorenni e del Tribunale di sorveglianza, con una avvilente derubricazione dei servizi di giustizia a danno non soltanto di un amplissimo bacino di utenza, composto da una popolazione residente di circa 654 mila persone che quasi raddoppia nel periodo estivo per l'alta vocazione turistica del territorio, ma di tutto il popolo sardo;

- è invece necessario, in questo momento di crisi delle istituzioni, sempre più lontane dai bisogni e dalle attese del popolo sardo, e di scarsa considerazione verso le specificità della nostra Isola che si consuma all'interno della più pesante crisi economica degli ultimi sessant'anni, difendere e rafforzare la conquista della sezione staccata, lavorando per ottenerne la piena autonomia come auspicato dagli ispettori del Ministero della giustizia e chiesto con vigore dal Comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari nel 2011,

impegna il Presidente della Regione

1) a costituire un tavolo, con la partecipazione di tutti i parlamentari sardi, al fine di sostenere presso le competenti sedi istituzionali, compresa quella parlamentare, le istanze del Comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

2) a intervenire con urgenza presso il Ministro della giustizia, rappresentando in maniera puntuale e forte le ragioni che stanno alla base della necessità della autonomia per la Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

3) a promuovere, con la collaborazione del Consiglio regionale, tutte le iniziative politiche e culturali che riterrà utili per il raggiungimento dell'obbiettivo;


4) a porsi alla guida di azioni di sensibilizzazione verso il Governo italiano per una riconsiderazione delle ipotesi di riduzione al sistema giudiziario isolano, ivi comprese le questioni relative all'organizzazione del sistema penitenziario, per evitare un ulteriore disimpegno dello Stato dai nostri territori e l'ennesimo sopruso alla specialità della Sardegna.)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

PIGLIARU FRANCESCO, Presidente della Regione. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA GIUSEPPINO (UDC). Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale con procedimento elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri DESINI, LOCCI, PIZZUTO, TATTI e TEDDE hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ANEDDA - ARBAU - AZARA - BUSIA - CAPPELLACCI - CARTA - CHERCHI Augusto - CHERCHI Oscar - COCCO Daniele - COCCO Pietro - COLLU - COMANDINI - COSSA - COZZOLINO - CRISPONI - DEDONI - DEMONTIS - DERIU - DESINI - FASOLINO - FENU - FLORIS - LAI - LEDDA - LOCCI - MANCA Gavino - MANCA Pier Mario - MORICONI - OPPI - PERRA - PERU - PIGLIARU - PINNA Giuseppino - PINNA Rossella - PISCEDDA - PITTALIS - PIZZUTO - RANDAZZO - RUBIU - RUGGERI - SABATINI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - TATTI - TEDDE - TENDAS - TOCCO - TRUZZU - TUNIS - ZEDDA Alessandra.

Si è astenuto il Presidente GANAU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 52

Votanti 51

Astenuti 1

Maggioranza 26

Favorevoli 51

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 57.



Allegati seduta

isposta scritta ad interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dei trasporti all'interrogazione ARBAU sui gravi problemi determinati dai limiti alla percorrenza sulla strada provinciale n. 8.

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si evidenzia si rileva che l'argomento trattato non è di competenza di questo Assessorato. (1)

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione TRUZZU sulle condizioni di lavoro dei dipendenti Abbanoa e delle ditte dell'indotto e sulle richieste di adeguamento dei contatori.

In risposta all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue. L'interrogazione è rivolta a sapere:

a) ". . .se si intenda convocare urgentemente l'UGL chimici e tutte LE organizzazioni sindacali di categoria in un unico tavolo di confronto per ascoltare le giuste rivendicazioni di chi opera all'interno della SpA in crisi...".

Occorre prioritariamente chiarire che i rapporti sindacali dei quali si fa cenno nell'interrogazione attengono alle relazioni che Intercorrono tra società Abbanoa e organizzazioni sindacali rispetto alle quali la Società comunica che tali relazioni sono in corso nel pieno rispetto delle previsioni del CCNL.

Ciò posto, sì ricorda che la Regione, in qualità di azionista, sta dando attuazione alla capitalizzazione della Società, seguendo il Piano di Ristrutturazione notificato alla C.E. ed autorizzato con decisione del 31.07.2013. In questo quadro la Regione ha acquisito azioni per complessivi € 42.000.000,00,

Tale intervento intende contribuire in maniera significativa ad attenuare la crisi finanziaria della Società (mai capitalizzata prima, se non parzialmente e in modo insufficiente) che è stata causa, anche recentemente, dei ritardi nel pagamento delle retribuzioni, dei rimborsi spese e dello straordinario.

b) "... Quali provvedimenti intendano prendere per riformare il settore del servizio idrico... "

La Giunta presenterà al Consiglio Regionale entro il mese di settembre il disegno di legge di riordino del servizio idrico.

e) "... Quali provvedimento sì intenda adottare, alla luce delle recenti sentenze del tribunale di Cagliari nei confronti della dirigenza di Abbanoa affinchè non ponga in essere azioni vessatorie nei confronti delle famiglie con inutili esose ed anacronistiche operazioni di slaccio e riallaccio dell'acqua, nonché azioni irragionevoli e intimidatorie nei confronti delle stesse famiglie ed esclusivamente volte a garantire, in tempi eccessivamente rapide e a totale carico delle spese, il trasferimento del contatore all'esterno dell'abitazione...".

Con riferimento a tale quesito la società Abbanoa ha fornito i seguenti elementi di chiarimento.

La società precisa anzitutto che gli utenti che hanno ricevuto la nota di "impianto non a norma - trasmissione autolettura" sono esclusivamente quelli rispetto ai quali, per oltre un anno, non è stato possibile accedere al contatore e quindi rilevare i consumi che dovranno essere poi fatturati. A ciascuno di loro è stata fornita specifica informativa.

In particolare, durante ogni giro lettura, gli operatori incaricati, hanno depositato presso il domicilio degli utenti di cui sopra, ai sensi dell'art. B.35.1 del regolamento del servizio idrico integrato (s.i.i.) vigente, la cartolina per l'autolettura, ma gli utenti pur essendo obbligati alla compilazione ai sensi del medesimo articolo, non l'hanno restituita compilata.

È dì tutta evidenza come tale fatto impedisca la corretta e regolare fatturazione dei consumi effettivi.

I comuni oggetto di tale campagna sono quelli tra i quali è stato rilevato l'indice di criticità più elevato, ossia i comuni nei quali è emersa la presenza del maggior numero di contatori inaccessibili. Gli impianti e le "anagrafiche clienti" sono stati acquisti da Abbanoa, in ottemperanza alle disposizioni dell'Ente d'Ambito, nelle condizioni in cui si trovavano.

Nell'ultimo anno, proprio su tali comuni, al fine di fornire agli utenti un servizio migliore e una corretta fatturazione, è stato eseguito il censimento di tutte le posizioni con il sistema del "porta a porta" ed effettuata successivamente la sostituzione massiva del parco contatori, risultato particolarmente vetusto.

Per quanto riguarda le campagne massive di sostituzione contatori per i comuni di cui sopra, la società evidenzia che hanno avuto un indice di successo di gran lunga inferiore alla media, cioè intorno al 60%, proprio a causa del fatto che i contatori all'interno della proprietà privata non sono risultati accessibili.

Stante "la situazione "descritta, il gestore, in riferimento alle sole posizioni che hanno rappresentato maggiore criticità (pari a circa 5.000 utenze non lette da oltre un anno, su un campione di sette Comuni), ha attivato, in applicazione di quanto stabilito dall'art. B.35.1, la procedura prevista dall'art. B.21 lett. f) del regolamento del s.i.i..

In forza di tale ultima disposizione, il Gestore ha facoltà di procedere alla sospensione della fornitura previo preavviso da inviarsi con raccomandata a/r e da ripetersi, con le medesime modalità, almeno 10 gg. prima dell'effettiva sospensione.

In tale avviso si evidenzia che, perdurando l'inadempienza, si procederà alla sospensione.

Nel caso di specie, l'inadempienza è rappresentata dal rifiuto o dall'impossibilità all'accesso degli incaricati per la lettura dei contatori e la verifica degli impianti.

L'attivazione della suddetta procedura prevede che il gestore addebiti all'utente le spese del preavviso, della sospensione e dell'eventuale riattivazione.

Da quanto rappresentato emerge come Abbanoa intendesse procedere alla sospensione della fornitura soltanto laddove permanesse l'assenza di autolettura e l'impossibilità all'accesso, non anche laddove non si procedesse alla modificazione dell'impianto.

Nella nota di diffida, a tutela dell'utente, si è inteso anche preavvertirlo che, in caso di sospensione della fornitura e, quindi, in caso di permanenza nell'inadempienza sopra descritta, la stessa avrebbe potuto essere ripresa soltanto attraverso un collegamento nel limite tra la proprietà pubblica e privata (essendo in tali casi conclamata per fatti concludenti l'impossibilità per il gestore ad accedere alla proprietà privata).

Quanto rappresentato nella nota, alla luce di quanto poi accaduto, evidentemente non è risultato chiaro per l'utente, e pertanto la società provvederà a modificarlo.

Si rappresenta che, allo stato, non è stata conclusa per nessun utente la procedura di messa in mora e, pertanto, che a nessun utente tra quelli diffidati è stata sospesa la fornitura.

L'art. B. 32 del regolamento dei s.i.i. relativo agli apparecchi di misura prevede che il gestore ha facoltà di procedere, in caso di inadempienza da parte dell'utente, secondo quanto previsto al Titolo B.V, ossia, attivando la procedura descritta nel superiore punto 2. Ed è ciò che Abbanoa ha fatto.

Alla luce di quanto rappresentato, non risultava necessaria nessuna comunicazione in ordine alla parte dell'art. B. 32 citata dall'Associazione Altroconsumo, perché non pertinente al caso che ci occupa.

La fattispecie di cui si discute, infatti, riguarda la riattivazione di una fornitura sospesa in ragione della reiterata inadempienza dell'utente e non il diverso caso del Gestore che procede, di propria iniziativa ed al fine di efficientare il servizio, al cambiamento dell'ubicazione del contatore (pur collocato nel limite tra la proprietà privata e pubblica) qualora lo stesso risulti essere posizionato in luogo non idoneo per le verifiche, la sua conservazione e manutenzione.

Per maggiore chiarezza e completezza, si precisa che l'art, B.32 del regolamento del s.i.i. dispone che i contatori devono essere posizionati in luogo idoneo, di norma al limite tra la proprietà privata e quella pubblica, che una loro diversa ubicazione deve essere autorizzata dal Gestore previa verifica tecnica, che devono essere collocati all'interno di cassette fornite dal Gestore ma posate in opera a cura e spese dell'utente, che, in ogni caso (sostituzione o spostamento del contatore), "restano a carico dell'utente gli eventuali adeguamenti dell'impianto interno" e che "l'utente ha l'obbligo di mantenere accessibile, sgombro e pulito l'alloggiamento del contatore assumendosi l'onere delle relative manutenzioni".

Da ciò si evince che l'eventuale riattivazione della fornitura in caso di sospensione della stessa per le ragioni di inadempienza sopra evidenziate, non potrà che avvenire nel limite tra la proprietà privata e pubblica con oneri a carico dell'utente sia per le opere da eseguire all'interno della proprietà privata sia per la posa in opera delle cassette che devono contenere i contatori. (7)

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione COCCO Daniele Secondo - AGUS - LAI - PIZZUTO sull'utilizzo indiscriminato, da parte dell'ANAS, di diserbanti chimici nelle operazioni di pulizia delle cunette delle strade sarde.

In riferimento a quanto segnalato con l'interrogazione di cui all'oggetto, si precisa che nella scorsa legislatura c'è già stata una procedura di interpellanza identica nel contenuto (Interpellanza n. 402/A del 12.03.2013), a cui l'Assessorato della difesa dell'ambiente aveva dato seguito con l'invio della nota n. 592 del 03.04.2013, in cui l'ANAS veniva invitato a sospendere immediatamente l'utilizzo del diserbante chimico in argomento per la pulitura delle cunette stradali.

L'Assessore, con nota n. 1636/GAB del 09.07.2014, ha sollecitato l'ANAS a sospendere l'utilizzo del suddetto diserbante, richiedendo il ripristino dell'esecuzione degli interventi di pulitura con il ricorso alla falciatura manuale o meccanica.

La comunicazione inviata all'ANAS (prot n. 1636/GAB) è agli atti del Consiglio. (21)

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione SALE relativa alla volontà da parte della multinazionale olandese Rijk Zwaan con base a De Lier in Olanda, ma avente una filiale anche in Italia sita a Calderara di Reno (BO), via dell'Industria n. 13, di raccogliere erbe sarde al fine di poter sviluppare nuove varietà specifiche da poter commercializzare per il mercato italiano.

In riferimento a quanto segnalato con l'interrogazione di cui all'oggetto, si precisa che, presso gli uffici di questo Assessorato non risulta pervenuta alcuna richiesta in merito da parte della multinazionale citata nell'interrogazione.

Essendo tale competenza in capo all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, è stata inviata al suddetto Assessorato una richiesta per valutare le azioni e le iniziative da intraprendere al fine della difesa della biodiversità.

In relazione a quanto appreso dalla mozione n.41 del 5 giugno 2014 si deve evidenziare che nella lista delle specie vegetali richieste dalla multinazionale Rijk Zwaan sono presenti per la gran parte specie ascrivibile alla diversità agricola. Risultano inserite tuttavia due specie endemiche (ascrivibili alla biodiversità biologica) esclusive della Sardegna: Lactuca longidentata Moris e Brassica tyrrena Grotta, Piccitto et Arrigoni; una terza, Brassica insularis Moris (anche questa ascrivibile alla biodiversità biologica), per quanto endemica non esclusiva della Sardegna, è elencata nell'allegato II della direttiva Habitat e può essere prelevata per le finalità stabilite all'art. 11 (Deroghe), lett. a), b), c) d), e) del D.P.R. n. 357/97 e s.m.i., previa autorizzazione in deroga rilasciata dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a condizione che non esista un'altra soluzione valida al prelievo e che non sia pregiudicato il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie nella sua area di ripartizione naturale. Conseguentemente, occorre verificare se la Rijk Zwaan è in possesso di tale deroga. Riguardo alle due endemiche esclusive della Sardegna, le informazioni che si riportano derivano da un apposito studio finanziato dal Servizio Tutela della natura che, avvalendosi del Centro Conservazione Biodiversità (CCB) dell'Università degli Studi di Cagliari, struttura di ricerca autorizzata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad operare sul territorio regionale per quanto riguarda la raccolta e la conservazione delle specie vegetali incluse negli allegati della Direttiva 92/43/CEE, ha acquisito il ranking di ben 169 specie con tali caratteristiche. Esse costituiscono un patrimonio inestimabile che individua la Sardegna come fulcro della biodiversità a livello europeo.

L'iniziativa della Rijk Zwaan desta forte preoccupazione in quanto si pone in netto contrasto con le molteplici iniziative promosse dall'Assessorato della difesa dell'Ambiente per la salvaguardia della biodiversità, in merito alle quali ha assunto l'impegno istituzionale ad attuare nel proprio territorio la Strategia Nazionale per la Biodiversità, strumento cardine che l'Italia si è data al fine di corrispondere agli obiettivi stabiliti dall'Unione europea in materia.

Si ricorda che, con deliberazione n. 45/27 del 12.11.2012. la Giunta regionale ha istituito l'Osservatorio regionale permanente per la biodiversità, il paesaggio rurale e lo sviluppo sostenibile" all'interno del Servizio tutela della natura dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, che ha tra i suoi compiti il coordinamento e l'incentivazione di politiche di conservazione del patrimonio vegetale in situ ed ex situ allo scopo di proteggere le specie vegetali della flora sarda. (53)

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione COSSA sull'applicazione da parte dei consorzi di bonifica del comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale 30 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica), così come modificato dalla legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40.

L'Assessore dell'Agricoltura è a conoscenza delle differenti situazioni dei Consorzi di Bonifica in merito alla materia del personale. Come è noto, i consorzi di Bonifica, ai sensi dell'art. 862 cc, sono delle persone giuridiche pubbliche a carattere associativo che hanno, tra gli altri, il compito di promuovere la razionale utilizzazione delle risorse idriche per uso agricolo ad un costo compatibile con l'economia agricola regionale, ai fini dello sviluppo di una agricoltura moderna e razionale, nell'ambito di un ordinato assetto del territorio e della salvaguardia dell'ambiente rurale. Tale attività viene disciplinata nel quadro della legislazione e programmazione regionale, in coerenza con le disposizione dell'UE.

La LR 6/2008 accentua il mutamento del ruolo dei Consorzi verso finalità di interesse pubblico, quali la difesa del territorio e delle sue risorse. Parallelamente si evidenzia l'esigenza da parte del mondo agricolo, che i Consorzi rappresentano, del contenimento dei costi di gestione dei servizi consortili.

La disposizione di cui all'art. 4 comma 1 della L.R. 30/12//2013 n.40 modifica l'art.34 comma 11 della L.R.6/2008. L'articolo, predisposto dalla precedente Giunta e approvato dal Consiglio Regionale della legislatura passata, prevede che le assunzioni degli avventizi debbano avere la durata di almeno 8 mesi. Parallelamente, la stessa Giunta e lo stesso Consiglio Regionale, nel formulare il Bilancio di Previsione della Regione per l'anno 2014 (L.R. 21 gennaio 2014 n.8 ), non prevedono le risorse necessarie per assolvere, non solo a quanto legiferato con l'integrazione normativa citata, ma neppure a quanto già previsto dalla norma modificata..

I provvedimenti commissariali del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale citati nell'interrogazione, risalgono al gennaio 2014, periodo in cui si aveva già certezza dell'inadeguatezza finanziaria necessaria a fronteggiare gli oneri per la retribuzione del personale stagionale.

Infatti, come si è detto, nel Bilancio di Previsione della Regione per l'anno 2014 e in quello pluriennale 2014/2016, nella UPB S04.02.003 - Contributi per la gestione della risorsa idrica nel settore agricolo, Cap SC 04.0201 Assegnazioni Statali per i contributi annui ai Consorzi di Bonifica per la copertura dei maggiori oneri relativi al personale avventizio (art.22 LR 17.11.2010 n 15) - non sono previste risorse sino al 2016.

Questi dati, puramente oggettivi, possono stimolare una riflessione sulla opportunità politica di confezionare una norma che in concreto risulta inapplicabile dal momento che non è dotata di risorse.

Si segnala a conforto di quanto riportato che la Giunta con Deliberazione n. 18/18 del 20.05.2014 dispone, ai sensi degli art.34 comma 2 e 37 comma 1 della LR 6/2008, in considerazione della difficile situazione finanziaria dell'intero comparto dei Consorzi di Bonifica della Sardegna, della diminuzione delle risorse stanziate dalla Regione nel bilancio di previsione per l'anno 2014 a favore di codesti Enti ed in analogia con i provvedimenti sino ad ora adottati in materia di razionalizzazione e contenimento della spesa, sia a livello statale che regionale, che i Consorzi di Bonifica non procedano all'assunzione di nuovo personale o alla promozione del personale dipendente attraverso lo strumento del giudizio per merito comparativo.

La funzione degli operai avventizi è strettamente legata al programma di attività che il Consorzio decide di attivare per la stagione irrigua, anche sulla base degli esiti gestionali ottenuti dalla precedente. Pertanto per motivi legati all'ottimizzazione del servizio irriguo, dette unità vengono assunte gradualmente e tenendo conto dell'esigenza di mano d'opera sul territorio, determinata soprattutto dalla stagionalità delle colture. Sovente non si riscontra un volume costante di attività che tenga effettivamente impegnato l'operaio, continuativamente per un periodo di otto mesi, a fronte di una stagione irrigua che ha una durata di circa quattro mesi.

Ne consegue che ogni Consorzio, nell'ambito della discrezionalità e autonomia gestionale, possa differentemente prevedere l'assunzione, durante la stagione irrigua, del personale avventizio per una durata temporale compatibile con le proprie ed autonome risorse finanziarie disponibili.

Si segnala infine che l'Assessorato dell'Agricoltura, in attuazione a quanto disposto dalla Giunta con Deliberazione n. 18/18 del 20.05.2014, nell'ambito dell'azione di Controllo di legittimità degli atti prodotti dai Consorzi, in relazione al programma delle assunzioni, verifica preliminarmente che i lavoratori assunti per otto mesi non superino i limiti imposti dalle disposizioni di cui all'art. 34 comma 11 della LR 6/2008, modificato dall' art. 4 comma 1 della LR 40/2013, che stabilisce, oltre un certo numero di giornate lavorative, la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, come contemplato dall'art. 151 del CCNL vigente dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica.

Tutto ciò premesso, si ritiene che i consorzi possano autonomamente e differentemente procedere alle assunzioni degli avventizi, oltre i sei mesi, sulla base delle proprie risorse finanziarie. Per quanto concerne la possibilità della stabilizzazione a copertura dei posti vacanti si reputa, come premesso, che in periodi di sensibile razionalizzazione della spesa pubblica, anche in vista di ulteriori azioni volte al riordino degli Enti, si debba, come peraltro si sta facendo, intervenire presso i Consorzi affinchè l'applicazione della legge tenga conto di tutto il quadro normativo sulla materia. (65)

Risposta scritta dell'Assessore dei trasporti all'interrogazione CRISPONI sulla ventilata soppressione degli uffici della Motorizzazione civile di Nuoro.

Su interessamento dell'Assessore Massimo Deiana, l'architetto Maurizio Vitelli, Direttore Generale per la motorizzazione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha effettuato una visita alle sedi regionali della motorizzazione e partecipato ad un incontro convocato in data 28 luglio scorso, presso gli Uffici dell'Assessorato alla presenza dei consiglieri regionali Daniela Forma, Anna Maria Busia e Luigi Crisponi.

Nel corso dei suddetto incontro l'architetto Maurizio Vitelli, al fine di evitare la chiusura dell'Ufficio provinciale della Motorizzazione di Nuoro con accorpamento a quella di Sassari, sì è impegnato a disporre il trasferimento di un'unità di personale dalla Regione Lombardia alla sede di Nuoro. Si è, inoltre, deciso di attivare corsi di aggiornamento e abilitazione per la riqualificazione del personale in carico all'ufficio della motorizzazione civile nuorese. (91)

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione RUGGERI sull'esercizio di fantasia di Abbanoa nell'attività di bollettazione.

Si constata l'utilizzo inconsueto della parola "fantasia" nel titolo dell'interrogazione.

Tale fortunata circostanza, significativa dell'avvenuta acquisizione nel lessico politico di concetti e immagini ordinariamente propri di altri campi semantici (ovviamente sempre declinabili nell'elasticità tegumentosa dell'oratoria politica) costringe a contestualizzare il termine rispetto a un soggetto come Abbanoa, così concreto da apparire antitetico rispetto a ogni altra attività immaginifica.

Si è perciò intuitivamente ritenuto che l'interrogante abbia a mente il sommo poeta laddove scrisse "Poi piovve dentro a l'alta fantasia", glossato magistralmente da Italo Calvino in "La fantasia è un luogo dove ci piove dentro" e che quindi abbia a cuore che niente vada perduto, non solo quanto all'acqua ma anche quanto alla ragione.

Tutto ciò premesso, l'interrogazione è rivolta a sapere:

1. "... se si sia a conoscenza del fatto che Abbanoa sta distribuendo in tutta la Sardegna delle bollette che, per importi, appaiono palesemente incongrue rispetto ai possibili consumi dell'utente e, in particolare, a Quartu Sant'Elena..."

La società afferma che non esistono casi di bollette "palesemente incongrue" rispetto ai consumi reali in particolare nel Comune di Quartu Sant'Elena.

Si tratta di normale attività di bollettazione che Abbanoa effettua garantendo il servizio e la continuità aziendale.

La società Abbanoa comunica che ha investito nel tempo, sul ciclo attivo, su quattro obiettivi chiave che sono poi il riflesso di alcune delle gravi criticità che ha ereditato:

- ricostruzione della banca dati clienti (completezza e aggiornamento);

- ricostruzione del parco contatori (sostituzione contatori obsoleti e sigillatura);

- certificazione delle letture (fotografia e georeferenziazione);

- adozione di uno strumento gestionale informatico (unico, integrato e idoneo a gestire la complessità delle esigenze; in corso).

L'adozione di queste azioni strategiche ha avuto tra i suoi effetti quello di far emergere il sommerso (abusivismi e comportamenti fraudolenti) e garantire emissioni periodiche di fatture a saldo. Sono pertanto state portate a regime e regolarizzate situazioni che nel tempo sfuggivano alla bollettazione ordinaria, totalmente (con assenza di fatturazione, come nel caso degli abusivi) o parzialmente (come nel caso di emissioni solo in acconto per le posizioni clienti non aggiornate o con contatore bloccato, non funzionante, o con contatore non rilevato perché inaccessibile).

La situazione del comune di Quartu Sant'Elena viene considerata dalla società rappresentativa di tale situazione.

La società afferma che l'anagrafica clienti non è mai stata consegnata dal Comune.

Abbanoa ha comunque garantito il servizio, anticipando i costi operativi per diversi anni (e quindi in assoluta perdita) e ha dovuto procedere per vie giudiziali nei confronti della società incaricata dal Comune della gestione delle anagrafiche (soc. IPE), ottenendo tramite una esecuzione forzata il sequestro del cartaceo. Ha quindi ricostruito con importanti sforzi economici il database con gli atti disponibili e avviato da dicembre 2008 le prime emissioni in acconto sino al 2011.

Il primo censimento realizzato nel 2011 ha consentito una parziale ricostruzione dei dati mancanti e il rilievo delle letture, consentendo la prima emissione a saldo e il primo importante risultato economico.

Sono nel frattempo proseguite le operazioni di verifica sul territorio con sopralluoghi mirati (attualmente è in corso il censimento dei Condomini), sono state rilevate a ottobre 2013 le letture dei consumi con certificazione ed è in programma un nuovo censimento per completare la banca dati e portare a regime le situazioni che potrebbero essere sfuggite al primo censimento per la complessità dei dati da verificare e la vastità dell'area.

La fatturazione contestata è quella che riguarda l'emissione a saldo del 30.04.2014, basata sulle letture certificate da fotografia e georeferenziazione, rilevate tra ottobre e novembre 2013, Per numerosi clienti si è trattato del primo saldo.

Da dicembre 2008 ad aprile 2014 Abbanoa ha emesso per il Comune di Quartu Sant'Elena fatture per una media assoluta di € 219 (totale importo fatturato in rapporto al numero di fatture).

Relativamente all'ultima emissione di aprile 2014, oggetto di contestazione, la società ha fornito le seguenti informazioni:

- il 43% delle fatture è stato di importo inferiore a € 100;

- la fattura media è stata di € 505 a cliente;

- il 2% delle fatture ha interessato clienti residenti in condizioni reddituali particolari (dichiarate con certificazione ISEE) e aventi una incidenza dello 0,8% rispetto al valore totale fatturato;

- il 56% delle fatture ha riguardato la fatturazione di consumi tra i 2 e i 3 anni, con una incidenza sul fatturato totale del 41%; il 15% delle fatture, periodi uguali o superiori ai 5 anni per una incidenza sul fatturato del 43%.

Distribuzione del numero fatture e degli importi fatturati in base alla tipologia di cliente

N° Fatture Totale fatturato

Clienti con situaz. Reddit. particolari dichiarate 2,0% 0,8%

Clienti non domestici 7,8% 12,8%

Clienti domestici non residenti 12,8% 11,2%

Clienti domestici residenti 77,4% 75,2%

Di cui Condomini 0,6% 5%

Distribuzione del numero di fatture e degli importi fattura in base al periodo di consumo addebitato

CONSUMO

Fatturato % Fatture % Importo Valore medio fattura

< 1 anno 18% 6% €171

> 1 anno < 2 anni 8% 4% €278

>2 anni < 3 anni 56% 41% €372

> 3 anni < 4 anni 3% 4% €639

> 4 anni < 5 anni 1% 2% €936

>"5 anni 15% 43% €1.451

Totale complessivo 100% 100% €505

Dai dati rappresentati è evidente come la fatturazione più significativa (43%) abbia riguardato il 15% delle fatture emesse per periodi di consumo uguali o superiori a 5 anni. Si tratta pertanto del primo saldo ricevuto dai clienti in quanto mai letti in precedenza per ragioni diverse (assenza della posizione nel DB sin dall'origine, dati non aggiornati con impossibilità a lettura, dati errati ricostruiti, contatore bloccato e consumi ricostruiti successivamente a monitoraggio).

Con le fatture emesse a saldo ad aprile 2014 e basate sulle letture di ottobre 2013 è stato portato pertanto a regime un numero significativo di posizioni (il 19%), disallineato sotto il profilo del consumo fatturato a oltre 3 anni, in attuazione degli indirizzi formulati dagli azionisti e degli organi di controllo.

Per n.45 Clienti che avevano fatture in emissione di importo medio pari a € 7.000 si è disposto il blocco nelle more di approfondimenti. La lettura acquisita da IPE al 31.12.2005 pari a "zero" è risultata infatti fortemente sospetta e anomala, considerato che in alcuni casi la IPE attribuiva "consumi a forfait" non legati a reali letture. Per questi casi Abbanoa sta procedendo a ricostruzione dei dati, sulla base delle letture intermedie disponibili.

È chiaro che i clienti che hanno ricevuto fatture con importi significativi stanno scontando le inefficienze di un sistema non adeguato, che non nasce tuttavia con Abbanoa, ma che ha radici più lontane. Abbanoa sta quindi procedendo a sanare e normalizzare le irregolarità, portando a regime il sistema.

Per gestire questo tipo di situazioni senza pesanti conseguenze sulla capacità di pagamento delle famiglie e delle imprese sono stati adottati piani di dilazione degli importi già nella fattura, posticipando nel tempo significativi flussi di incasso. Restano confermate tutte le altre possibilità di rateizzazione ulteriore della fattura, in base anche ai recenti accordi con le Associazioni dei Consumatori (sino a 60 rate).

Legenda tabella:

IN VERTICALE: gg scadenza ultima rata

IN ORIZZONTALE (nell'ordine): n° rate (mensili o bimestraii) gg per il pagamento %FT % importo importo medio al giorno importo medio al mese

FT<€100 1 30 43% -5% <2€ <€50

05/07/2014 2 60 0,3% 0,4% € 12 € 368

04/08/2014 3 90 1% 1% € 8 € 227

03/09/2014 4 120 8% 5% € 3 € 78

01/01/2015 8 240 3% 5% € 3 € 86

31/01/2015 10 360 32% 43% € 2 € 57

30/08/2015 10 480 2% 5% € 3 € 87

27/12/2015 10 600 11% 47% € 3 € 105

Totale

complessivo 100% 100%

Se si analizzano i dati alla luce dei tempi concessi per i pagamenti si rileva come:

- il 43% delle fatture sia pagabile in 30 gg. per importi mensili inferiori a € 50;

- il 45% delle fatture con importo pari al 94% del totale fatturato sia pagabile in oltre 1 anno dalla data di emissione e con valori mensili medi non superiori a € 105.

Piano dei pagamenti in base a dilazioni concesse in fattura.

La società Abbanoa comunica di aver fornito 3 tipi di assistenza ai clienti che hanno ricevuto fatture di importo rilevante:

- anticipazione della fattura in emissione con una comunicazione in cui illustra metodo e dati utilizzati, fornisce indicazioni operative per il controllo autonomo dei dati e consigli su come rilevare eventuali fatti che possano aver influenzato o alterato il corretto rilievo dei consumi (ad esempio, una dispersione occulta) e indica i canali a cui rivolgersi per assistenza e verifica dei consumi fatturati e ottenere eventuali riduzioni;

- contatto telefonico per anticipare quanto sopra;

- attivazione di un canale dedicato per trattare queste situazioni in via di urgenza e con priorità.

I casi principali di alto consumo che Abbanoa sta riscontrando, sono riconducibili a 4 principali fattispecie-, in ordine di numerosità:

1. consumo effettivo e assenza di errori nella rilevazione dei dati

2. esistenza dì una perdita idrica occulta

3. contatore starato/mal funzionante

4. lettura iniziale utilizzata (e acquisita) da Abbanoa nella prima fattura diversa da lettura finale utilizzata da Comune o dall'ex Gestore prima del passaggio ad Abbanoa.

Per ciascuna di queste fattispecie esistono apposite procedure che in alcuni casi sfociano nella riduzione degli importi fatturati, se ne ricorrono i requisiti.

E' chiaro che nel caso in cui gli importi vengono rettificati per riduzioni a seguito di perdite idriche riparate o altri elementi oggettivi che evidenzino la possibilità di riduzioni (non rilevabili precedentemente all'emissione della fattura) questi importi non generano crediti, se non per la parte di importo non rettificata.

Per quanto riguarda nello specifico il caso di Sant'Anastasia, la società Abbanoa comunica che nel data base clienti acquisito l'utenza non risulta. Viene fatta emergere con il censimento del 2011 e regolarmente e tempestivamente fatturata, nonché sollecitata con modalità ben più garantiste di quanto previsto dal codice civile. Il credito quindi è esigibile e non soggetto a prescrizione. Nel tempo si è accumulato un debito di 906.000 € a fronte di pagamenti irrisori. Lo slaccio, prosegue la società, era azione dovuta. Le richieste dei singoli utilizzatori di avere un allaccio individuale non erano e non sono ricevibili, dato che le reti interne non sono mai state cedute dal Comune e dunque Abbanoa agirebbe sine titulo, oltre che violare le norme del Regolamento che impongono il saldo della morosità prima di procedere a frazionamenti.

2. In merito al punto 2 della interrogazione rispetto alla frase "...ingoiano soldi pubblici e dissipano crediti altrimenti incessabili avviandoli alla prescrizione..."

Sul tema della prescrizione, si rammenta che questa va eccepita dall'interessato che non deve aver determinato, con suoi comportamenti, l'impossibilità della interruzione, In ogni caso le attività poste in essere e descritte nel precedente punto 1) hanno anche lo scopo di evitare che i crediti vantati dalla società per la fornitura dei servizi erogati vadano in prescrizione.

3. Sulla richiesta che l'Assessore ai LL.PP. "...riferisca sul fatto che il bilancio Abbanoa approvato "in positivo", si regge sull'esposizione di crediti non credibili poiché legati alle bollettazioni di cui sopra..."

Il bilancio consuntivo 2013, il primo che nella storia di Abbanoa si chiude con un importante utile di esercizio, è stato sottoposto alla approvazione della Assemblea degli azionisti, che si rammenta, sono rappresentati dalla maggior parte dei comuni della Sardegna oltre che dalla Regione. Prima di essere sottoposto alla Assemblea dei soci il bilancio viene sottoposto all'esame del revisore legale (soggetto indipendente) per il parere previsto per legge e viene accompagnato dalla relazione del collegio dei revisori.

Ebbene, sia il revisore che il collegio dei revisori hanno certificato la correttezza del bilancio 2013.

Inoltre, con riferimento ai crediti vantati dalla società si rappresenta che Abbanoa ha affidato alla società di revisione KPMG l'attività di certificazione dei crediti. Tale attività alla data odierna risulta in parte completata (relativamente ai crediti di' valore superiore ai 20.000 €) ed è in itinere per i crediti di entità inferiore.

Per il primo gruppo, i crediti sono risultati certificati ed esigibili per il 93% del totale.

4. irca le "... responsabilità della dirigenza aziendale..." e di "... conoscere quali garanzie di riforma della struttura dirigente siano state assunte a fronte del contributo erogato da Ras..."

La responsabilità dirigenziale è quella di presidiare i processi ed eseguire le procedure in ragione del ruolo rivestito, sulla base degli indirizzi e delle disposizioni fornite dagli organi sociali. Nel tempo, sul tema commerciale, la dirigenza ha fornito significative evidenze sul reale stato del sistema idrico integrato nei singoli comuni. Soprattutto ha fornito le evidenze sul reale stato delle basi dati sulle quali i comuni hanno svolto attività di bollettazione antecedente alla nascita del gestore unico.

Su quelle basi dati Abbanoa ha lavorato così come evidenziato nel punto 1.

La Regione ha peraltro aderito totalmente al piano di ristrutturazione della società elaborato e proposto dall'advisor Deloitte & Touche.

Inoltre la Regione ha provveduto a proporre all'assemblea degli azionisti, un nuovo amministratore unico per la cui individuazione si è avvalsa di una primaria società che opera in campo nazionale specializzata nell'individuazione e nel reclutamento di figure manageriali di alto profilo professionale.

Tra le attività che certamente il nuovo amministratore unico dovrà porre in essere ci sarà anche quella di una valutazione sull'adeguatezza della dirigenza aziendale alla mission che Abbanoa deve svolgere con efficienza e trasparenza massime. (101)

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione SALE - ANEDDA - UNALI - COCCO Daniele Secondo sulle conseguenze sul processo di bonifica delle aree militari in Sardegna del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 " Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea".

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.

In merito alle conseguenze sul processo di bonifica delle aree militari in Sardegna del DL 24 giugno 2014 n. 91, si ribadisce, per quanto di competenza, che questo Assessorato ha valutato negativamente le ricadute del DL n. 91/14, con una netta presa di posizione già nell'ambito della Conferenza Stato Regioni, nella quale la Regione Sardegna - sia in sede tecnica che in sede politica - ha chiesto l'eliminazione dalla legge di ogni riferimento ai limiti validi per l'ambito industriale, ribadendo che, prima di introdurre principi normativi specifici, dovesse essere ridefinita con lo Stato, e notevolmente ridimensionata, la consistenza delle aree militari comprensiva dell'identificazione delle sub-aree ad alta intensità militare all'interno di tutti i poligoni del territorio regionale.

L'introduzione di soglie più alte di quelle ad uso residenziale comporta infatti: 1) la non necessità di procedere alla caratterizzazione ambientale a valle di un'indagine preliminare nella quale non siano riscontrati superamenti delle soglie previste per i suoli dei siti industriali; 2) la non necessità di procedere alla valutazione del rischio e alla bonifica, anche a valle della caratterizzazione, laddove i livelli di contaminazione riscontrati non siano superiori alle suddette soglie.

Attualmente nell'area del Poligono di Quirra sono in corso di esecuzione le indagini ambientali previste dai Piani di caratterizzazione di alcune delle aree definite "ad alta intensità militare". E' altresì in corso un tavolo tecnico con la partecipazione, oltre all'Amministrazione Militare e alla Regione, dell'Istituto Superiore di Sanità, di Ispra, delle Province competenti e dell'ARPAS, con l'obiettivo di definire le metodiche per la determinazione dei valori di fondo naturale (ossia le concentrazioni dei contaminanti non attribuibili a fonte antropica), in particolare per quanto riguarda i metalli, e di definire le concentrazioni soglia relative ai composti non normati dal D.Lgs. 152/06. Considerata, dunque, come base la relazione dell'ARPAS citata nell'interrogazione che si riscontra, e vista la complessità della materia, poiché tali approfondimenti sono in corso- di esecuzione secondo specifiche concordate tra gli Enti coinvolti nei procedimenti di bonifica, si ritiene prematura ogni considerazione riguardante gli esiti di studi non ricompresi all'interno delle indagini in questione. (78)

Risposta scritta dell'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport all'interrogazione SOLINAS Antonio - TENDAS sui tagli agli stanziamenti a favore dell'Istar (Istituto storico arborense per la ricerca e la documentazione sul giudicato di Arborea).

L'Assessore regionale della Pubblica istruzione Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, con riferimento all'interrogazione in oggetto, in merito ai tagli degli stanziamenti a favore dell'ISTAR (Istituto Storico Arborense per la ricerca e la documentazione sul Giudicato d'Arborea e il Marchesato dì Oristano) comunica che l'ufficio competente non ha potuto provvedere all'impegno di spesa in quanto detta spesa non rientrava nel plafond di competenza finanziaria rilevante ai fini del Patto di stabilità 2013, come prescritto con direttiva assessoriale n. 723/Gab del 21.06.2013 e con nota n. 10238 del 21.06.2013 della Direzione Generale dell'Assessorato.

Si evidenzia, inoltre, che non vi è relazione tra il mancato impegno sull'esercizio finanziario 2013, causa limiti dovuti al Patto di stabilità, e il mancato stanziamento sul corrispondente capitolo del bilancio regionale 2014, approvato con LR. 21 gennaio 2014, n. 8. (118)

Risposta scritta dell'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport all'interrogazione SOLINAS Christian - CARTA - ORRÙ sulla allarmante situazione della politica linguistica dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e sulla situazione Servizio lingua sarda.

Con riferimento all'interrogazione consiliare n. 119/A "sulla allarmante situazione della politica linguistica dell'Assessorato regionale della Pubblica istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e sulla situazione del Servizio Lingua Sarda" si riferisce quanto segue:

L'art. 12 della legge regionale n. 26 del 1997 prevede che la Regione elabori un Piano triennale di interventi che consenta l'attuazione di progetti e programmi finalizzati agli obiettivi della legge sulla promozione e valorizzazione della cultura e lingua sarda. Le penalizzazioni patite dalla Sardegna a causa della notevole riduzione degli spazi finanziari assegnati alla Regione hanno determinato un'insufficiente capacità di spesa che non consente di assicurare gli interventi programmati. I forti limiti imposti dal Patto di stabilità non hanno consentito finora di predisporre un piano organico e strutturale, coerente con altri interventi di politica culturale previsti dalla vigente legislazione.

Per quanto riguarda invece le voci finanziarie relative all'insegnamento del sardo nelle scuole in forma veicolare, non sono state stanziate le risorse in sede di approvazione di bilancio 2014; si renderebbe necessario approvare una specifica norma, per la disciplina dell'attività.

Compatibilmente con i forti limiti imposti dal Patto di stabilità, l'Assessorato monitora costantemente i progetti di tutela delle minoranze linguistiche storiche finanziati ai sensi della legge 482 del 1999 e con i fondi integrativi previsti dalla legge regionale n. 6 del 2012, adottando i relativi provvedimenti di liquidazione, nel rispetto delle procedure di legge, tenendo conto anche delle gravi difficoltà in cui versano molte amministrazioni comunali e provinciali che sempre più spesso lamentano di non riuscire ad attivare e rendicontare puntualmente i progetti finanziati, sempre a causa dei limiti del Patto di stabilità e della nuova legge di contabilità e finanza pubblica.

Relativamente alle conferenze annuali previste dalla L.R. 26/1997 all'art. 11, generalmente sono organizzate dall'Assessorato a cadenza annuale per presentare un report sull'attività svolta nell'anno in corso e attivare l'opportuno confronto con le categorie interessate, ma in questa congiuntura economica sfavorevole, ancora una volta i limiti dovuti al Patto di stabilità non hanno consentito di portare avanti le ordinarie attività, nonché la conferenza sui risultati delle stesse. (119)

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

INTERROGAZIONE TOCCO, con richiesta di risposta scritta, sull'annunciato piano di ristrutturazione della società Meridiana e sulle prospettive del trasporto aereo in Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che, come di recente emerso, la società di trasporto aereo Meridiana intende metter mano al piano di ristrutturazione aziendale annunciato, attivando la procedura per la messa in mobilità di oltre 1.600 dipendenti in esubero strutturale e, contemporaneamente, procedere al rinnovo della flotta aerea, che porterà la compagnia a mettere in servizio aerei tipo Boeing entro la fine del 2015;

considerato che tale strategia aziendale, annunciata dai Consigli di amministrazione di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, oltre a comportare una gravissima perdita sotto il profilo occupazionale e sociale, potrebbe indurre problemi di natura quantitativa e qualitativa al servizio di trasporto aereo svolto in Sardegna, con particolare riferimento allo scalo di Olbia (dove sarebbero a rischio oltre 600 unità lavorative);

considerato, altresì, che per la Regione risulta di fondamentale importanza il perseguimento di una puntuale programmazione e la corretta gestione, in termini di efficienza ed efficacia, dell'intero sistema di trasporto aereo negli scali sardi, al fine di attuare una strategia che, accanto alle rotte in continuità territoriale, incorpori l'apporto provvidenziale di vettori esterni, sia in termini di compagnie "low cost" che di partnership mirate;

rilevato che, le pur legittime logiche aziendali di ristrutturazione, secondo le intenzioni del management intese a perseguire la continuità operativa, l'ottimale dimensionamento e il rinnovo della flotta nell'ottica di competere su un mercato difficile, non possono in alcun modo determinare un disagio sociale di così vaste proporzioni e dai risvolti imprevedibili per le centinaia di famiglie messe di fronte allo spettro della disoccupazione e le inevitabili ripercussioni in termini di agitazioni sindacali e disservizi conseguenti;

preso atto della richiesta dell'Assessore regionale dei trasporti Massimo Deiana circa l'apertura di un tavolo di crisi nazionale sul caso Meridiana, al Ministro dei trasporti Maurizio Lupi, che veda coinvolte le parti in causa e la Regione stessa, per scongiurare i cospicui tagli occupazionali annunciati,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti sull'opportunità di:

a) riferire in Aula su ogni iniziativa e azione che il governo regionale intende intraprendere per porre rimedio alle difficoltà che investono la società di trasporto aereo Meridiana, con particolare riferimento alla tutela dei livelli occupazionali, oggi seriamente minacciati;

b) attivarsi affinché la crisi in atto, come accaduto per altre grandi aziende italiane, venga considerata prioritaria dal governo, con interventi tempestivi e sostanziali (non ultimo l'apertura a partnership e capitali esterni), tesi a salvaguardare i lavoratori e la continuità aziendale, nonché l'operatività, i livelli di servizio e l'utenza che ne beneficia, considerando l'importante e storico ruolo svolto da Meridiana nel servizio di trasporto aereo sardo. (150)

INTERROGAZIONE CRISPONI - COSSA - DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione della Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna (BITAS) in Provincia di Nuoro.

I sottoscritti,

premesso che, ai fini delle politiche di diversificazione e destagionalizzazione dell'offerta turistica regionale, fin dal 2010 l'Agenzia Sardegna promozione aveva avviato il potenziamento dello specifico settore del turismo attivo, dal trekking al cicloturismo, attraverso l'organizzazione della BITAS (Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna), con la formula del workshop, dei seminari e degli educational tours;

evidenziato l'ampio coinvolgimento, per detta iniziativa, delle attività imprenditoriali e professionali del territorio regionale (più di 1500 le imprese coinvolte) messe in relazione e contatto con importanti tour operators nazionali e internazionali (oltre 500 nel quinquennio) e del conseguente interesse e successo riportato;

considerata l'importanza oramai raggiunta dal segmento del turismo attivo, che mostra fra i più alti indici di crescita a livello internazionale, che ha consentito, fra l'altro, la valorizzazione del territorio con rilevanti positivi effetti sul piano economico anche dei comparti dell'agro-alimentare e dell'artigianato di eccellenza;

rilevato che, a seguito di specifico avviso pubblico da parte dell' Agenzia Sardegna promozione, è stata a suo tempo individuata nella cittadina di Cala Gonone (gemellata con varie altre località per la parte degli educational tours), la sede presso la quale tenersi, dal 1° al 5 ottobre 2014 prossimi, la quinta edizione della BITAS, dopo quelle svoltesi a Olbia, Pula, Nuoro e Bosa;

tenuto conto che la Giunta regionale con specifici atti volti alla soppressione dell'Agenzia Sardegna promozione e, in particolare, con la deliberazione n. 21/35 del 13 giugno 2014 individua "l'Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio per la prosecuzione delle attività di promozione, individuate come prioritarie" e, con il disegno di legge n. 98, intende attribuire a una nuova struttura istituita presso la Presidenza della Regione le competenze fin qui svolte dalla stessa Agenzia;

constatato che pare calato un preoccupante silenzio sull'organizzazione, nei tempi previsti, dell'edizione 2014 della BITAS a Cala Gonone, dove, peraltro, si paventa lo scippo dell'iniziativa a favore di altra località e non risulta chiaro se la successione nelle competenze organizzative della BITAS sia passata all'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio o alla predetta nuova struttura,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo artigianato e commercio per sapere:

a) quali siano gli intendimenti relativi all'organizzazione della quinta edizione della Borsa internazionale del turismo attivo e sportivo (BITAS), inizialmente prevista dal 1° al 5 ottobre 2014 a Dorgali - Cala Gonone;

b) se la BITAS, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale sia stata "individuata e confermata fra le attività prioritarie con l'adozione dei provvedimenti specifici, inclusa la copertura finanziaria";

c) quale soggetto, in conseguenza della soppressione dell'Agenzia Sardegna promozione, sia succeduto, per la diretta organizzazione della BITAS 2014, e se siano stati posti in essere gli atti di programmazione;

d) quali e quante risorse economiche siano state allo scopo assegnate;

e) se siano a conoscenza delle situazioni di disagio e preoccupazione in capo agli operatori del comparto turistico e alle amministrazioni direttamente e indirettamente coinvolte, a causa dell'incertezza sull'effettivo svolgimento dell'evento. (152)

INTERROGAZIONE COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata utilizzazione della nuovissima struttura edificata a Bono e da sempre inoperativa.

Il sottoscritto,

premesso che:

- già nella precedente legislatura era stata presentata una interrogazione a cui non è stata data alcuna risposta;

- nel paese di Bono, piccolo paese del Goceano, è stata edificata da tempo una grande struttura, completata in tutte le sue parti e, da ciò che emerge all'osservatore, perfettamente agibile;

- tale struttura, dal momento della sua ultimazione, non è mai stata adibita ad alcuna attività produttiva;

- la struttura è sempre chiusa e l'unica cosa che balza all'occhio è che la stessa è giornalmente illuminata;

evidenziato che:

- durante l'edificazione della struttura si vociferava che la stessa sarebbe stata destinata ad accogliere i pazienti e dipendenti dell'AIAS;

- invero, l'Associazione è già presente sul territorio con una struttura la quale presenta, però, alcune criticità;

- l'attuale sede dell'associazione, infatti, ha necessità di importanti interventi manutentivi, di talché il compito degli operatori, stante la presenza di tali impedimenti, risulta essere più difficile e gravoso;

- in particolare ne risente la qualità del servizio offerto ai pazienti i quali, con uno stato di salute già altamente compromesso, si ritrovano a convivere all'interno di una struttura che giornalmente presenta problemi;

rilevato che:

- come si apprende da informazioni assunte in loco sembrerebbe che quella struttura sia stata edificata dalla Fondazione Randazzo proprio per ospitare l'associazione ed i suoi pazienti;

- la struttura allo stato attuale è perfettamente funzionante, ma non viene utilizzata;

- la presenza di tale struttura chiusa ed inutilizzata appare essere, in virtù della necessità della stessa per le esigenze del territorio, un ingiustificabile spreco di risorse economiche e non solo;

- invero, oltre a generare dei costi determinati dalla somministrazione giornaliera di energia elettrica, volti ad illuminare le mura bianche, si sottopone ad uno stato di deperimento determinato dal mancato uso;

preso atto che la Fondazione Randazzo e l'AIAS, a vario titolo, hanno rapporti con la Regione,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) siano a conoscenza dell'esistenza di questa struttura inutilizzata;

2) siano a conoscenza delle necessità manutentive della struttura dove ha sede l'AIAS a Bono;

3) sia loro interesse intervenire al fine di consentire ai pazienti AIAS la permanenza in una struttura confortevole e dignitosa;

4) intendano intervenire al fine di fare chiarezza su questa vicenda. (153)

INTERROGAZIONE COMANDINI - COZZOLINO - LOTTO - MANCA Gavino - PINNA Rossella, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione dei percorsi di dottorato di ricerca, delle scuole di specializzazione e dei percorsi in campo artistico e musicale dalle azioni di finanziamento previste dai bandi di alta formazione del programma Master and Back.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Master and Back nasce come programma mirato a incentivare la formazione dei giovani laureati residenti in Sardegna, consentendo loro di realizzare percorsi di alta formazione post-lauream presso università e organismi operanti fuori dal territorio regionale, di reputazione riconosciuta a livello internazionale e di favorire il loro rientro nell'isola e l'inserimento nel mondo del lavoro;

- gli obiettivi del programma Maser and Back perseguono le strategie dell'Unione europea che si propone di diventare "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale" (Consiglio europeo di Lisbona, marzo 2000);

ricordato che per le finalità di cui in premessa, riguardo la formazione post-lauream attraverso lo strumento del Master and Back, dal principio della sua attuazione la Regione prevedeva l'erogazione di contributi individuali a fondo perduto (voucher) per i seguenti corsi di studio:

a) dottorati di ricerca;

b) corsi di specializzazione universitari italiani;

c) Master universitari di 2° livello in Italia o master universitari all'estero - Master di alta professionalizzazione presso istituzioni non universitarie;

d) diplomi accademici di specializzazione e di formazione alla ricerca in campo artistico e musicale;

rilevato che le azioni finanziabili sopra ricordate, a partire dall'avviso pubblico 2010 dell'alta formazione, sono state ridimensionate alla sola partecipazione per i master universitari e dottorati di ricerca e, ancora, a partire dal bando 2012, tali azioni sono state ristrette ulteriormente perla frequenza dei soli master universitari;

evidenziato che:

- sia i corsi di specializzazione universitaria, sia quelli del dottorato di ricerca, sono oggi i titoli richiesti dalle leggi dello Stato per l'accesso a determinati concorsi nella pubblica amministrazione, così come sono, altresì, richiesti nel mondo del lavoro privato in specifici campi di applicazione del tipo di disciplina professionale ricercata;

- la formazione didattica e pratica che si rileva dalla frequenza di una scuola di specializzazione o di un dottorato di ricerca, non è mai la stessa di quella offerta da un qualsiasi master universitario, se pur di alta formazione;

- a titolo di esempio, anche per la carriera in ricerca, il regolamento per il conferimento degli assegni di ricerca ai sensi della legge n. 240 del 2011 dei due atenei di Cagliari e di Sassari richiede il titolo di dottore di ricerca o di quello di specializzazione di area medica come requisito preferenziale per l'attribuzione dell'assegno;

riscontrato che:

- per il funzionamento e sostentamento delle scuole civiche di musica, presenti nelle varie province dell'isola e per quelle di nuova istituzione, la Giunta regionale, nella scorsa legislatura, ha stanziato circa un milione e cinquecentomila euro all'anno per consentire la formazione di chi vuole studiare discipline musicali a scopo professionale, con ricadute sia occupazionali, sia di crescita culturale ed educative per la collettività del territorio;

- paradossalmente a quanto sopra accennato, dal 2010 la Giunta regionale ha escluso i percorsi di alta formazione in campo artistico e musicale dalle azioni finanziabili attraverso lo strumento del Master and Back, ambiti da chi conclude un corso di studi nelle suddette scuole civiche di musica e nei conservatori e che si trova, quindi, a essere discriminato da un sostegno economico per il tipo di disciplina professionale intrapresa;

sottolineato che, in linea con gli orientamenti comunitari, è obiettivo della Regione quello di portare gli indicatori dei livelli di istruzione e formazione, iniziale e superiore, della popolazione sarda ai livelli medi europei,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se:

a) intendano rivedere le disposizioni e azioni di finanziamento previste dai bandi dell'alta formazione del programma Master and Back, indetti in questi ultimi anni, perché vengano ripristinati e incentivati, attraverso l'assegnazione di borse di studio, anche i percorsi di formazione del dottorato di ricerca e delle scuole di specializzazione che non prevedono alcuna copertura finanziaria per la frequenza del corso;

b) intendano intervenire sull'esclusione degli indirizzi relativi ai percorsi di specializzazione e di formazione in ricerca nel campo artistico e musicale, perché anche chi studia in tale settore professionale possa accedere ai finanziamenti europei destinati ad alzare il livello di formazione e della conoscenza, assegnati col programma Master and Back. (154)

INTERROGAZIONE MELONI, con richiesta di risposta scritta, sul piano di riorganizzazione di Enel Distribuzione e le possibili ripercussioni negative sul territorio della Provincia di Olbia-Tempio.

Il sottoscritto,

premesso che:

- nel piano di riorganizzazione recentemente presentato da Enel Distribuzione ai sindacati, è prevista l'ipotesi di suddividere la Regione in tre zone, per cui l'area di Olbia verrebbe accorpata con quella di Sassari e diventerebbe una delle aree più vaste d'Italia, unitamente alle altre due aree della Sardegna;

- tuttavia il numero di cabine primarie e secondarie per kmq previsto nell'istituenda area di Sassari-Olbia risulta nettamente inferiore alla media nazionale, ponendo in evidenza, pertanto, un grave arretramento strutturale rispetto ad altre aree della Penisola;

- nonostante le assicurazioni della società elettrica, fornite anche a mezzo stampa, l'accorpamento di cui sopra potrebbe preludere al ridimensionamento delle strutture amministrative, tecniche e commerciali presenti attualmente nel territorio, con la conseguente riduzione della qualità del servizio e presenza adeguata di personale qualificato in loco;

- considerato che il territorio della Provincia di Olbia-Tempio è allo stato attuale la zona dell'Isola che, più di tutte, è in grado di attrarre forti investimenti anche stranieri che, per consolidarsi, necessitano tuttavia di servizi adeguati, tra i quali la distribuzione di energia elettrica assume importanza fondamentale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'industria per conoscere:

1) se la Regione sia a conoscenza del piano di riorganizzazione in parola;

2) se siano state rilevate le criticità sopra descritte e quali azioni siano state eventualmente intraprese, o si intendano intraprendere, al fine di evitare che, dietro la prospettata riorganizzazione, possa celarsi un effettivo ridimensionamento delle attività di Enel Distribuzione nell'area di Olbia e in altre aree della Sardegna. (155)

INTERROGAZIONE PISCEDDA - COMANDINI - COZZOLINO - DERIU - LOTTO - MORICONI - PINNA Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale.

I sottoscritti,

premesso che, dal 2002 a tutt'oggi, la Regione, i suoi enti e le sue agenzie, per sopperire alle carenze in organico e far fronte alle nuove competenze e ai servizi in capo alla stessa, ha dovuto ricorrere all'utilizzo di lavoratori precari utilizzando prevalentemente contratti di co.co.co.;

considerato che la legge finanziaria nazionale del 2007 (commi 519 e 558 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296) consentiva alle amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale precario non dirigenziale che fosse stato in servizio a tempo determinato da almeno tre anni (anche non continuativi) alla data del 29 settembre 2006;

visto l'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007 che ha previsto che il "Piano per il superamento del precariato" andava disposto sulla base di una ricognizione del personale non dirigente che avesse maturato trenta mesi di precariato nel quinquennio 2002-2007, il personale, il cui rapporto di lavoro fosse stato instaurato sulla base di procedure selettive di natura concorsuale, andava stabilizzato a domanda; il restante personale, doveva essere sottoposto a prove selettive concorsuali pubbliche, con il riconoscimento di una premialità riferita al servizio prestato; nel 2007 il quadro dei lavoratori aventi il requisito di anzianità necessario vedeva coinvolte 178 unità, di cui 68 nell'Amministrazione regionale e 110 negli enti/agenzie;

considerato che il comma 5 dell'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, ha visto la Regione riconoscere il precariato come piaga sociale e come problematica condivisa e riconosciuta dall'opinione pubblica generale e ha previsto il prolungamento del piano di stabilizzazione, al fine di comprendere anche i lavoratori che avessero raggiunto, alla data del 18 agosto 2009, il periodo minimo di trenta mesi di lavoro;

preso atto che nessun lavoratore venne stabilizzato a domanda perché trattandosi di personale precario costituito prevalentemente da co.co.co. e reclutato tramite tirocini e/o short list regionali o ministeriali, l'Assessorato del personale ritenne di non poter riconoscere questo tipo di selezioni nel novero delle selezioni di natura concorsuale rifiutando la stabilizzazione a domanda, quindi, nelle more dell'espletamento di selezioni per l'accesso dei precari nei ruoli e ai fini della tutela dei posti di lavoro, il comma 7 dell'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2009 ha previsto la proroga dei contratti a termine, atipici o flessibili, in essere alla data del 28 febbraio 2009, fino alla conclusione dei programmi di stabilizzazione;

considerato che:

- tra il 2009 e il 2011 sono state prodotte tutta una serie di norme volte a sbloccare la situazione prevedendo riserve di posti, concorsi riservati e allungamento dei termini, per includere anche coloro che, nel frattempo, avessero maturato l'anzianità di servizio necessaria alla stabilizzazione;

- le norme sopravvissute riguardano solo ambiti settoriali e per specifici lavoratori provenienti dal Consiglio regionale o da società controllate e poi assorbite dalla Regione, mentre le altre sono state tutte dichiarate incostituzionali;

- anche il giudice del lavoro ha bloccato l'espletamento del concorso pubblico programmato proprio perché non sono state effettuate le stabilizzazioni nel rispetto degli accordi sindacali;

vista la deliberazione n. 20/23 del 15 maggio 2012, confermata pochi giorni prima delle ultime elezioni con deliberazione n. 6/19 del 14 febbraio 2014, che dispone anche la stabilizzazione del personale impiegato con partita iva;

visto anche l'articolo 4 della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 che, nel tentativo di ricondurre le selezioni effettuate dai precari nel novero delle procedure selettive pubbliche utili per la stabilizzazione a domanda, ha specificato alcune selezioni da considerare valide ai fini della stabilizzazione a domanda e in particolare: i tirocini formativi ministeriali denominati "sfera" e le selezioni tramite short list e banche dati per l'assistenza tecnica sui fondi POR, ma solo per le misure del Programma operativo nazionale 2000-2006 - PON ATAS (misure 1.1, 1.2 e 2.2) e dell'Accordo di programma quadro - APQ e pertanto escludeva tutti coloro i quali svolgono assistenza tecnica, ma su fondi europei diversi da quelli elencati e i precari selezionati per il tramite dei tirocini regionali;

considerato quindi che la norma precedentemente citata creava gravi discriminazioni fra precari che, a parità di selezione e a fronte di una maggiore anzianità, rimanevano esclusi è stato approvato l'articolo 2 della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 che ricomprendeva anche i precari che erano stati esclusi;

visto che l'articolo 2 della legge regionale 26 giugno 2012 n. 13 modificativo della legge regionale n. 12 del 2012 cosi dispone: "Alla fine del comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Disposizioni urgenti e integrazioni alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative e ulteriori misure di contenimento della spesa pubblica), sono aggiunte le parole: "e le selezioni effettuate con modalità analoghe attestate dai relativi dirigenti di servizio o generali per le figure professionali aventi i requisiti dei trenta mesi maturati entro i termini stabiliti dall'articolo 6, comma 2, della legge regionale n. 16 del 2011";

considerato che:

- tale articolo, che aveva mera finalità integrativa, è stato oggetto di impugnativa e di dichiarazione di incostituzionalità;

- di fatto 164 lavoratori in categoria D e 29 di categoria C a parità di condizioni di accesso, rimangono esclusi e solo 70 verranno stabilizzati a domanda;

appurato che l'articolo 4 della legge regionale n 12 del 2012, al comma 3 stabilisce che "il Piano pluriennale per il superamento del precariato è prorogato fino al completo assorbimento degli aventi diritto alla stabilizzazione e, comunque, non oltre due anni, ai sensi del comma 2 dell'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007, e successive modifiche e integrazioni";

considerato che:

- l'Amministrazione regionale non ha mai attivato procedure concorsuali volte alla stabilizzazione e che se non si modifica il quadro normativo attuale, si va incontro alla scadenza del piano di stabilizzazione fissato al 30 giugno 2014, col rischio di non rinnovare più i contratti e mandare a casa i lavoratori già esclusi dalle ultime graduatorie per le stabilizzazioni;

- in particolare, l'ultima legge 27 dicembre 2013, n. 147, articolo 1, comma 529, (legge di stabilità) recita: "Le regioni che alla data dell'ultima ricognizione effettuata al 31 dicembre 2012 non si trovino in situazioni di eccedenza di personale in rapporto alla dotazione organica sia complessiva, sia relativa alla categoria/qualifica interessata, e che, ai sensi dell'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stiano assolvendo alla carenza della dotazione organica attraverso il ricorso e l'impiego di personale assunto con procedure a evidenza pubblica, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato della durata di 36 mesi e i cui contratti di lavoro siano stati oggetto, negli ultimi cinque anni, di una serie continua e costante di rinnovi e proroghe anche con soluzione di continuità, purché con il medesimo datore di lavoro, e ove le predette deroghe ai limiti contrattuali imposti dalla normativa vigente e dal contratto stesso siano state oggetto di apposita contrattazione decentrata tra le organizzazioni sindacali abilitate e l'ente interessato ai sensi dell'articolo 5, comma 4-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, e successive modificazioni possono procedere, con risorse proprie, alla stabilizzazione a domanda del personale interessato";

- un principio immanente di derivazione comunitaria è il principio di non discriminazione; quest'ultimo è un principio comunitario, reso oggetto, peraltro, nell'ordinamento interno, dei decreti di disciplina dei rapporti di lavoro a tempo determinato e a tempo parziale (decreto legislativo n. 368 del 2001 e decreto legislativo n. 61 del 2000), in forza del quale non è consentita discriminazione alcuna tra diverse tipologie di lavoratori ancorché precari, quella non discriminazione che, ponendosi nel solco del principio di uguaglianza, certamente non conosce e non può conoscere limitazioni di ordine territoriale a presidio dell'unitarietà dell'ordinamento,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione:

a) per conoscere quali misure ritenga opportuno adottare, nel più breve tempo possibile, per procedere alla stabilizzazione di tutti i precari che hanno maturato i requisiti temporali necessari per poterne usufruire, consentendo l'assorbimento nel ruolo unico, ed evitando così un trattamento del personale precario che si trova nella medesima situazione;

b) per sapere se intenda, quindi, iniziare e completare le procedure di stabilizzazione secondo anche la predetta legge di stabilità (legge 27 dicembre 2013, n. 147) per chi ha superato i 36 mesi di precariato;

c) per sapere se intenda, quindi, provvedere a una ricognizione del personale, che alla data del 31 dicembre 2012, è assunto con procedure a evidenza pubblica, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato per la carenza di dotazione organica, con i requisiti di 36 mesi di precariato, così come indicato dalla legge di stabilità;

d) per sapere se intenda, quindi, provvedere al rinnovo a tempo determinato sino alla sua conversione in tempo indeterminato per tutti i soggetti interessati dal processo di trasformazione. (156)

INTERROGAZIONE PISCEDDA - MORICONI - DERIU - COMANDINI - COZZOLINO, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'Amministrazione della Provincia di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che la legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 del (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) ha previsto di trasferire alle province una serie di nuove funzioni e di compiti, con conseguente aumento del carico di lavoro dei dipendenti;

considerato che dal 2000 al 2006 la Provincia di Cagliari, per sopperire alle carenze in organico e far fronte alle competenze e servizi in capo alla stessa, ha dovuto ricorrere all'utilizzo di lavoratori precari per un numero complessivo di circa 140 precari, che ad oggi sono diventati circa 86; le forme contrattuali utilizzate erano per lo più contratti di Co.Co.Co, Co.Co.Pro e qualche tempo determinato;

vista la legge finanziaria nazionale del 2007 (commi 519 e 558 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296) che consentiva alle amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale precario non dirigenziale che fosse stato in servizio a tempo determinato da almeno tre anni (anche non continuativi) alla data del 29 settembre 2006;

considerato che:

- la Provincia di Cagliari, avendo utilizzato prevalentemente tipologie contrattuali quali Co.Co.Co, Co.Co.Pro, interinali e somministrazione, non ha potuto utilizzare la finanziaria 2007 e procedere con la stabilizzazione del personale precario in capo all'ente;

- la Regione, riconoscendo il precariato all'interno di comuni e province come piaga sociale e come problematica condivisa e riconosciuta dall'opinione pubblica generale, ha promulgato la legge regionale n. 3 del 2009 recante "Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale", con cui ha fornito disposizioni per il superamento del precariato ai comuni e alle province, invitandoli a realizzare piani di stabilizzazione in favore dei quali la Regione stessa ha previsto degli stanziamenti economici ad hoc;

- la Provincia di Cagliari, riconoscendo nella legge regionale n. 3 del 2009 una possibilità concreta di risoluzione del precariato all'interno dell'ente, ha avviato la relativa procedura, svolgendo nel novembre 2009 delle selezioni atte a stabilizzare i lavoratori precari in capo all'ente, riconoscendo l'esistenza di 140 precari all'interno dello stesso e prevedendo di effettuare la loro immissione a ruolo a tempo indeterminato entro il 16 dicembre 2009;

- con delibera di Giunta provinciale n. 331 del 16 novembre 2009 avente ad oggetto "Approvazione programma di stabilizzazione dei lavoratori precari ai sensi della legge regionale n. 3 del 07/08/2009" è stato approvato il programma di stabilizzazione, contenente la previsione dell'elenco degli aventi diritto, il relativo piano di spesa ed i tempi di attuazione, dando mandato agli uffici competenti di porre in essere tutti gli atti consequenziali in relazione alla stabilizzazione di che trattasi, provvedendo, con successivo atto, all'assunzione a tempo indeterminato ed al relativo impegno di spesa; alla suddetta delibera veniva allegato un elenco di 140 candidati con l'indicazione dell'inquadramento contrattuale da applicare, del settore di destinazione e della decorrenza della data di assunzione (fissata, per tutti i candidati, al 16 dicembre 2009);

- inoltre, successivamente, la Regione ha approvato il programma di stabilizzazione redatto dalla Provincia e ha stanziato circa euro 1.600.000 al fine di procedere con l'attuazione di quest'ultimo;

preso atto che a seguito di ricorso presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri, nel luglio 2010, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2009;

rilevato che la Regione, con la finanziaria 2011, ha tentato di correggere i precedenti errori rilevati dalla Corte costituzionale all'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2009; infatti, l'articolo 7 della legge regionale n. 1 del 2011 (finanziaria 2011), prevedeva che la Regione potesse finanziare programmi pluriennali di stabilizzazione, previo superamento di una selezione concorsuale, volta a verificare la idoneità allo svolgimento delle mansioni connesse alla qualifica di inquadramento dei lavoratori precari delle amministrazioni locali stabilendo i criteri per la individuazione dei lavoratori che potevano accedere ai programmi di stabilizzazione realizzati da comuni e province;

considerato che:

- il Presidente del Consiglio dei ministri, con ricorso depositato in cancelleria il 24 marzo 2011 ed iscritto al n. 28 del registro ricorsi 2011, ha impugnato anche l'articolo 7 della legge finanziaria regionale n. 1 del 2011;

- la Corte costituzionale, con sentenza depositata il 23 febbraio 2012, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 7 della legge regionale n. 1 del 2011,

chiedono di interrogare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere quale sia l'ipotesi di lavoro che la Giunta regionale intende attuare per risolvere la problematica relativa agli 86 precari presenti nell'Amministrazione della Provincia di Cagliari. (157)

INTERROGAZIONE DESINI - BUSIA, con richiesta di risposta scritta, sull'affidamento dell'incarico di RUP per la costruzione dell'ospedale di San Gavino Monreale.

I sottoscritti,

premesso che:

- con deliberazione n. 32/26 del 7 agosto 2014, la Giunta regionale ha disposto il finanziamento per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale per un importo pari a euro 68.400.000;

- la data di sottoscrizione dei contratti con soggetti terzi dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2015;

- la ASL di Sanluri ha proceduto, conseguentemente, alla nomina del responsabile unico del procedimento (di seguito RUP), così come richiesto dall'articolo 10 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici);

- l'articolo 10 prevede che il RUP debba essere in possesso di titolo di studio e competenza adeguati, debba essere un dipendente di ruolo e, in caso di lavori e servizi attinenti all'ingegneria e architettura, un tecnico;

- l'articolo 7 ter introdotto dalla legge 11 agosto 2014 prevede che una parte delle risorse finanziarie del fondo per la progettazione e l'innovazione sia ripartito, con le modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata, tra il responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione lavori, del collaudo nonché dei loro collaboratori;

- tale disposizione non si applica al personale con qualifica dirigenziale;

- la quota incentivante per il RUP, nel progetto in oggetto, dovrebbe essere pari a euro 207.360 e la quota spettante ai supporto del RUP pari a euro 76.800; il comma 5 del'articolo 10 del decreto legislativo n. 163 del 2006 stabilisce che il RUP possa essere nominato tra i propri dipendenti in servizio solo in caso di accertata carenza di personale di ruolo;

- con deliberazione n. 640 dell'11 settembre 2014, il Direttore generale della ASL di Sanluri ha nominato RUP un funzionario tecnico non di ruolo, ma in posizione di comando e un geometra quale supporto del RUP;

- la deliberazione giustifica la nomina di personale non di ruolo con l'accertata carenza, nel personale tecnico di ruolo, di figure aventi titolo di studio e professionalità adeguate a ricoprire l'incarico;

- risulta, per contro, agli odierni interroganti, la presenza, all'interno della Asl di Sanluri di diversi ingegneri in possesso di professionalità adeguata e in posizione dirigenziale;

- l'importanza dell'opera giustificherebbe l'individuazione, quale supporto al RUP, di figure maggiormente qualificate rispetto a quella di geometra;

rilevata la possibile violazione di legge e, conseguentemente, l'esborso ingiustificato di denaro pubblico in presenza di personale di ruolo qualificato e appartenente alla categoria dei dirigenti,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per avere informazioni precise in merito all'affidamento dell'incarico di RUP a un funzionario tecnico non di ruolo in presenza, all'interno dell'Azienda sanitaria, di figure dirigenziali adeguatamente preparate e ai provvedimenti che, nell'ambito dei suoi poteri, intende adottare in caso di accertata violazione di legge. (158)

INTERROGAZIONE COSSA - DEDONI - CRISPONI, con richiesta di risposta scritta, sulla Fondazione Banco di Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che la Regione, eventualmente anche in intesa con le altre realtà istituzionali coinvolte, possa e debba richiedere alla Fondazione Banco di Sardegna, in persona del suo organo di rappresentanza istituzionale e legale, di dover rispondere, con opportune, necessarie e tempestive informazioni, del proprio operato e delle scelte effettuate, considerato anche il fatto che il Consiglio regionale sceglie una terna sulla base della quale il comitato di indirizzo nomina un componente del comitato stesso;

ritenuto che vada verificato se quanto messo in atto dalla Fondazione, anche recentemente, sia stato effettuato nell'interesse generale dell'intera comunità sarda in modo imparziale e senza particolarismi partitici, nel rispetto di quei principi di trasparenza, di pubblicità e di obiettività dell'operato, che sono degli attributi imprescindibili nell'ambito dei quali deve essere esercitata l'autonomia operativa;

considerato che il comitato di indirizzo della Fondazione Banco di Sardegna è formato da 18 componenti, cinque dei quali scelti direttamente dal comitato e gli altri 13 sulla base di terne fornite da diversi soggetti (Consiglio regionale, consigli provinciali, università e camere di commercio), lasciando dunque ampia discrezionalità al comitato di indirizzo che decide con un sistema medievale di autonomine sia i propri successori sia i componenti del consiglio di amministrazione;

avendo appreso che, in questi giorni, la direzione regionale di un partito politico avrebbe suggerito di aumentare di due componenti il consiglio di amministrazione della Fondazione per "fare posto" ai due candidati che risulteranno sconfitti nelle imminenti elezioni primarie per la scelta del segretario;

valutato che sia da ritenere inammissibile, e pertanto debba essere assolutamente impedito, che un partito politico possa appropriarsi di risorse destinate alla collettività sarda per utilizzarle in maniera spregiudicata al solo fine di offrire una collocazione ai "trombati" nelle consultazioni interne,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere se:

1) sia a conoscenza di quanto su esposto;

2) non ritenga di dover immediatamente intervenire presso i vertici della Fondazione Banco di Sardegna perché sia garantita la più netta separazione tra finanza e politica, rispondente a valori morali ed etici, oggi fortemente sentiti;

3) non ritenga, altresì, che la Fondazione Banco di Sardegna debba essere chiamata a rispondere alla comunità dei sardi del proprio operato, assicurando ai cittadini sardi di aver agito nel pieno rispetto dei principi ricordati;

4) la Fondazione abbia messo in atto tutti gli strumenti opportuni e necessari per ottenere un profondo cambiamento delle regole di governance, finalizzato alla trasparenza della rappresentatività negli organi e alla garanzia di ricambio dei componenti. (159)

INTERROGAZIONE DEDONI - COSSA - CRISPONI, con richiesta di risposta scritta, su una presunta intrusione di tombaroli che si sarebbe verificata nel sito archeologico di Mont'e Prama.

I sottoscritti,

premesso che sono di recente ripresi gli scavi, fermi dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, nella necropoli di Mont'e Prama, nel territorio di Cabras, probabilmente il più importante sito archeologico dell'area mediterranea in quanto sede del ritrovamento dei celebri Giganti, esempio unico e preziosissimo di una statuaria che, secondo alcuni studiosi, potrebbe aver ispirato l'intera produzione artistica successiva dell'area, compresa quella greca;

considerato che, nella giornata di ieri, la Sovrintendenza ai beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano ha reso noto, con un comunicato stampa, che nello scorsa fine settimana, si sarebbe verificata un'intrusione di tombaroli nel sito;

verificato che i responsabili degli scavi, interpellati dagli organi di informazione, indicano come abbastanza probabile che l'intrusione sia avvenuta, mentre non si ha alcuna certezza del fatto che siano stati asportati dei reperti, dal momento che l'intrusione avrebbe riguardato una sepoltura non ancora indagata;

valutato che i responsabili degli scavi hanno dichiarato agli organi di informazione di aver disposto per l'immediato un servizio di guardiania del sito, fornendo garanzie con risorse proprie in attesa dell'erogazione di finanziamenti pubblici;

preso atto che, a seguito del comunicato stampa della Sovrintendenza, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport è intervenuto annunciando l'attivazione, in tempi brevi, di un bando di gara per l'affidamento del servizio di sorveglianza su tutti i siti archeologici ritenuti sensibili;

sottolineato che lo stato generale di conservazione e fruibilità dei numerosi siti archeologici presenti in Sardegna è palesemente insufficiente, quand'anche non scandaloso per un'Isola che ha visto fiorire una delle più sviluppate civiltà di epoca protostorica e dalla quale ci si aspetta ben altra considerazione nel preservare e promuovere i retaggi di un passato che è patrimonio universale (e non soltanto regionale), nonché potenziale volano di sviluppo turistico oggi pressoché totalmente trascurato;

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

a) per quali ragioni, su un sito archeologico dell'importanza della necropoli di Mont'e Prama, non è attiva alcuna forma di sorveglianza negli orari in cui il cantiere di scavo non è presidiato;

b) se ritiene che i tempi dell'attivazione di un bando di gara, per l'affidamento del servizio di sorveglianza su tutti i siti archeologici ritenuti sensibili, siano compatibili con la campagna di scavi attualmente in corso nel sito di Mont'e Prama;

c) se non ritiene più utile intervenire con la massima urgenza nel sito di Mont'e Prama, alla luce del grave e immediato pericolo che corre un patrimonio storico e culturale dal valore inestimabile, rinviando ad un secondo momento una trattazione organica della materia;

d) per quale ragione ha ritenuto di dover annunciare, conseguentemente alla notizia dell'intrusione di tombaroli a Mont'e Prama, un'accelerazione nel progetto per l'affidamento del servizio di sorveglianza sui siti archeologici in tutta la Sardegna;

e) se il bando di cui sopra riguarderà la sorveglianza di ogni singolo sito archeologico presente in Sardegna o se saranno fissate delle priorità, anche in ragione delle risorse finanziarie disponibili, e, in tal caso, quali saranno i soggetti deputati a stabilire su quali siti debba essere attivato il servizio di sorveglianza e sulla base di quali criteri;

f) se non ritiene che l'affidamento del servizio di sorveglianza debba essere inserito in un più generale intervento normativo che comprenda anche misure efficaci, adeguatamente finanziate, per consentire la necessaria conservazione e un'adeguata fruizione dell'immenso patrimonio archeologico regionale. (160)

INTERROGAZIONE PINNA Rossella - COCCO Pietro - COLLU - COMANDINI - COZZOLINO - PISCEDDA - TENDAS, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attivazione del Centro di riferimento per la chirurgia bariatrica presso l'AO Brotzu di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'obesità è stata definita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come una patologia cronica che si caratterizza per l'eccesso di grasso corporeo che può causare problemi fisici, psicologici, sociali ed economici, le cui cause sono di tipo genetico, endocrino, metabolico ed ambientale;

- l'OMS calcola la prevalenza dell'obesità in Europa tra il 10 e il 25 per cento della popolazione, e in Italia un adulto su tre è in sovrappeso, mentre il 10 per cento circa della popolazione adulta è affetto da obesità patologica (soggetti apparentemente in buona salute, ma in realtà ad elevato rischio di malattia e di complicanze);

- l'obesità aumenta il rischio di molte altre patologie fisiche e mentali, con importanti ripercussioni sull'intero sistema dell'assistenza sanitaria, inoltre riduce la qualità della vita e conduce a morte prematura;

considerato che:

- nei casi di obesità grave la terapia medica basata su diete ipocaloriche, programmi di esercizio fisico e somministrazione di farmaci deve essere sostituita dal trattamento chirurgico ritenuto più efficace e duraturo;

- l'attività di chirurgia bariatrica iniziata nel 1999, è svolta in Sardegna da un unico centro accreditato dalla Società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche (SICOB) che fino al mese di dicembre 2013 era operante preso l'Ospedale marino di Cagliari e dal mese di gennaio è stato trasferito presso l'AO Brotzu;

- nella nuova sede della AO Brotzu l'attività di chirurgia bariatrica non ha mai iniziato a funzionare e il perdurare di tale situazione sta provocando non poche difficoltà alle diverse centinaia di pazienti in attesa del trattamento chirurgico;

- molti pazienti sono stati costretti, loro malgrado, a rivolgersi ad altri centri specializzati (SICOB) della Penisola;

- la chiusura dell'unico centro di riferimento (SICOB) in Sardegna sta provocando, oltre alla sofferenza dei pazienti, un aumento del fenomeno della emigrazione sanitaria e il conseguente aggravio dei costi sia individuali che collettivi, come quelli sostenuti dalla Regione;

- in Sardegna opera da diversi anni l'ASCOP (un'associazione che tutela le persone affette da obesità patologica), la quale nei giorni scorsi ha denunciato con forza la situazione di grave disagio venutasi a creare con l'interruzione dell'attività di chirurgia bariatrica in Sardegna,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali siano le ragioni che hanno impedito finora l'apertura dell'attività di chirurgia bariatrica presso l'AO Brotzu di Cagliari;

2) quali iniziative intendano porre in essere per garantire l'accesso alle cure ai numerosi pazienti sardi affetti da obesità grave. (161)

INTERROGAZIONE RUBIU - OPPI, con richiesta di risposta scritta, in merito al tracollo dei consumi di energia elettrica da parte delle imprese in Sardegna e alle misure di incentivazione.

I sottoscritti,

premesso che, secondo un dossier stilato dalla Confartigianato Sardegna, i consumi di energia elettrica delle imprese sarde si sono ridotti al minimo; in particolare, nel 2013 si è registrato un calo del 24,5 per cento rispetto all'anno precedente, segno ulteriore, questo, della crisi che attanaglia il settore produttivo; il crollo maggiore, secondo le statistiche, si è avuto nella provincia di Carbonia-Iglesias con uno spaventoso -61,8 per cento;

accertato che l'erogazione dell'energia elettrica alle imprese appare come uno strumento di sviluppo per le aziende isolane che hanno scelto di insediare i propri stabilimenti nei diversi territori, la crisi in Sardegna si legge anche dai consumi dell'energia elettrica da parte delle imprese. Nella nostra Isola, infatti, nel 2013 il calo è stato del 24,5 per cento rispetto al 2012, segnando così la peggior performance a livello nazionale, dove la media si è attestata al - 3,2 per cento. A rilevare questi dati davvero preoccupanti un'elaborazione dell'Ufficio studi di Confartigianato relativa alla domanda di energia elettrica delle imprese, su dati Tema del 2012 e 2013. La crisi si è, dunque, declinata in una caduta dei consumi generata dal crollo dei livelli produttivi con un ciclo perverso sui dati dell'occupazione e con un'incidenza negativa sui margini delle imprese. Praticamente una tempesta perfetta che si è ricalcata sull'economia generale della Sardegna e contribuisce ad aggravare la situazione di deflazione in cui versa l'isola;

rilevato che le statistiche riportano che in un anno, a livello regionale si è passati da 7.383 a 5.573 gigawatt/ore, con una perdita secca di 1.810 gwh. Tra le province segno positivo (leggero) solo per il Medio Campidano, in crescita del 0,5 per cento (da 153 gwh del 2012 a 153,5 gwh del 2013), si annota invece un segno negativo per tutte le altre: Olbia-Tempio -2,7 per cento (da 477 a 464), Sassari -3,6 per cento (da 738 a 711), Oristano-3,9 per cento (da 290 a 279), Ogliastra -4,0 per cento (da 94 a 90), Nuoro -6,3 per cento (da 541 a 507), Cagliari -8,9 per cento (da 3.452 a 3.144), chiude Carbonia- Iglesias, ultimo posto in Italia, con uno sprofondo del -61,8 per cento (da 2.296 a 878). Dati che dovrebbero produrre una profonda riflessione da parte della classe politica isolana, il calo della domanda è sicuramente dato dal tracollo dell'economia, con la riduzione ulteriore dell'occupazione, il contenimento dei costi da parte delle imprese, il calo della redditività delle aziende;

valutato che la discesa dei consumi va rapportata anche agli alti costi di consumo, il rapporto segnala come una piccola impresa tipo arrivi a pagare una bolletta elettrica annua di 14.408 euro, di cui il 35,3 per cento è determinato dagli oneri generali di sistema e il 6,1 per cento da oneri fiscali; oltre agli oneri generali di sistema, a "gonfiare" la bolletta elettrica delle piccole imprese c'è anche la componente fiscale, tra le più gravose d'Europa: la tassazione dell'energia è pari al 2,3 per cento del Pil ed è superiore di 0,6 punti rispetto alla media dell'Eurozona;

annotato che si indica una discordanza rispetto al resto della Penisola, visto che l'indagine della Confartigianato isolana rivela anche come le imprese artigiane subiscano un doppio "spread elettrico": queste pagano il kwh (kilowattora) il 31 per cento in più rispetto ai competitor europei e 1'89 per cento in più rispetto alle grandi imprese italiane (quelle con maggior consumo di energia), dati che, dunque, mettono in evidenza l'impossibilità delle aziende isolane a confrontarsi con le altre realtà oltre Tirreno, che godono di maggiori benefici;

dato atto che, dunque, la situazione in Sardegna è ancora più complicata per il costo esorbitante dell'energia elettrica, è necessario ricordare che nel 2012 (ultimo paragone disponibile) le imprese sarde pagavano ben 2.708 euro in più rispetto alle altre aziende europee e 932 euro in più rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane ovvero 1,03 per cento del valore aggiunto svaniva in maggiori oneri energetici;

constatato che i suddetti dati generano una grande preoccupazione riguardante il futuro delle imprese in Sardegna, con una fuga delle grandi realtà che è ormai in atto da tempo viste le cifre esagerate da pagare per il consumo dell'energia elettrica, occorre percorrere due strade parallele, con il continuo e forte intervento del Governo regionale verso quello nazionale, per tagliare i costi, con la direzione puntata sugli investimenti infrastrutturali perché si apra all'utilizzo anche di fonti alternative;

esaminato che il mondo dell'energia elettrica è stato sconvolto, altresì, dalla coincidenza di due fattori: la crisi della domanda e, contemporaneamente, l'incremento violento della produzione da fonti rinnovabili nuove (in particolare, fotovoltaico ed eolico) e la loro dislocazione, appare chiaro che occorre regolamentare il settore con una strategia che tenga conto di queste nuove dinamiche al fine di favorire lo sviluppo delle attività produttive isolane;

assodato che é essenziale consolidare gli impianti di produzione termoelettrica presenti nella Regione, orientando le aziende proprietarie ad un continuo miglioramento degli aspetti ambientali, non possiamo, infatti, pensare che un patrimonio industriale, forse unico in Italia, possa essere lasciato decadere, preda degli effetti del mercato o delle politiche finanziarie di aziende multinazionali, per cui i pochi impianti termoelettrici della nostra Regione (Fiumesanto, Sulcis, Ottana), che hanno garantito la produzione di energia elettrica e la regolazione della rete (aspetto fortemente tecnico spesso tralasciato dal dibattito pubblico), devono essere difesi dalla politica regionale, non si può permettere un loro lento e graduale smembramento, ma si deve puntare ad ottenerne un consolidamento ed una riconversione ambientale che possa garantire agli stessi impianti, e ai lavoratori che vi operano, di avere ancora un ruolo produttivo in Sardegna,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per:

a) valutare la possibilità di adottare un Piano energetico regionale che possa contribuire a un rilancio del settore con la ripresa dei consumi;

b) sapere se non si ritenga opportuno ottenere un confronto ed una trattativa con il Governo e l'Enel al fine di assicurare costi più vantaggiosi per le aziende isolane;

c) conoscere la situazione riguardo al settore delle fonti ad energia rinnovabile, con possibilità di arrivare ad uno sviluppo controllato delle stesse;

d) verificare la possibilità di istituire una cabina di regia a livello regionale, collocata presso l'Assessorato dell'industria, in cui, con la partecipazione delle istituzioni locali, delle imprese, delle forze sociali e dei rappresentanti dei consumatori, si governi il mondo dell'energia della nostra regione, all'interno di un quadro regolatorio definito e facendo in modo che le singole scelte, siano esse concessioni, autorizzazioni, piani di sviluppo o altro, siano concertate tra il livello regionale e quello territoriale evitando inutili contrapposizioni. (162)

INTERROGAZIONE CHERCHI Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione che affligge gli operatori agricoli nel Comune di Cabras a causa degli ingenti danni ai raccolti provocati dai gabbiani e dalle cornacchie.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il Comune di Cabras, e più in generale l'intera Provincia di Oristano, costituisce una frazione di territorio a forte vocazione agricola, caratterizzata da un numero assai elevato di aziende dedite alla coltivazione;

- il settore agricolo rappresenta la principale fonte di reddito per gli abitanti delle zone sopracitate, la cui efficienza si riflette in maniera incisiva sull'economia locale e sull'occupazione;

- da diversi anni ormai, il comparto agricolo versa in uno stato di profondo disagio a causa della crisi economica, la quale sta ponendo a dura prova la sopravvivenza di numerose aziende e sta disincentivando gli investimenti, a scapito della produttività e dell'occupazione giovanile;

rilevato che negli ultimi mesi sono pervenute numerose segnalazioni relative alla presenza di volatili, in particolare gabbiani e cornacchie, che stanno arrecando danni ingenti ai raccolti, in particolare cocomeri e meloni, le cui conseguenze si traducono in una significativa contrazione dei bilanci aziendali;

preso atto di quanto disposto dal decreto ministeriale n. 24335 dell'8 dicembre 2013, recante disposizioni in materia di copertura assicurativa per i rischi agricoli, in cui non rientrano i danni derivanti da fauna selvatica, nel caso di specie, da gabbiani e cornacchie,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere quali misure intendano adottare al fine di contrastare il fenomeno sopra descritto e garantire un congruo indennizzo agli imprenditori e ai coltivatori diretti danneggiati. (163)

INTERROGAZIONE SALE, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza di un servizio di guardiania notturna all'area degli scavi di Mont'e Prama.

Il sottoscritto,

premesso che l'articolo 5 detto Statuto autonomo della Sardegna prevede che "Salva la competenza prevista nei due precedenti articoli, la Regione ha facoltà di adattare, alle sue particolari esigenze, le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione, sulle seguenti materie:

a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi;

b) lavoro, previdenza ed assistenza sociale;

c) antichità e belle arti;

d) nelle altre materie previste da leggi dello Stato";

valutato che:

- i giganti di Mont'e Prama rappresentano un patrimonio storico, artistico e culturale della nazione sarda, la cui eccezionalità archeologica è di caratura scientifica internazionale;

- lo scavo archeologico rappresenta un lavoro di inestimabile importanza per definire in maniera ancora più precisa le caratteristiche dei giganti;

preso atto che l'area dello scavo attrae numerosi turisti e curiosi in numero tale per cui è molto facile avere accesso all'area;

considerato che l'area perimetrale dello scavo risulta priva di una guardiania notturna utile alla tutela degli oggetti scoperti durante lo scavo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se, alla luce di quanto sopra esposto e degli episodi di furto avvenuti durante la notte negli scavi, intendano utilizzare il Corpo forestale della Regione per la protezione dell'area degli scavi di Mont'e Prama. (164)

INTERROGAZIONE UNALI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione della Consulta per l'emigrazione di cui alla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7.

Il sottoscritto,

richiamata la legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7 (L'emigrazione);

riportate alcune finalità all'articolo 1:

"La Regione Sardegna, in armonia con la legislazione statale vigente e nell'ambito delle proprie competenze statutarie, al fine di rafforzare i legami con le comunità sarde situate fuori dall'isola:
1) garantisce la parità di trattamento tra sardi residenti e non residenti;
2) promuove - coerentemente con gli indirizzi dello Stato e nel quadro della programmazione regionale - forme di partecipazione e di solidarietà tra lavoratori emigrati;
3) promuove pari opportunità di elevazione morale e materiale per coloro che rientrano o che comunque mantengono contatti con la terra d'origine;
4) promuove ogni iniziativa rivolta a tutelare e sviluppare i legami di identità tra la Sardegna e le comunità sarde extra isolane";

richiamato il titolo III (Consulta regionale per l'emigrazione) che:

- prevede all'articolo 24 l'istituzione e i compiti della Consulta per l'emigrazione, tra cui:

a) proporre, agli organismi competenti, iniziative su tutte le materie di cui alla succitata legge;

b) formulare proposte in merito al Piano triennale e il programma annuale di intervento da presentare per l'approvazione alla Giunta regionale;

c) esprimere pareri su tutte le materie relative al fenomeno dell'emigrazione;

- prevede all'articolo 25 la composizione e la modalità di costituzione: "La Consulta è composta dall'Assessore regionale del lavoro, da un rappresentante per ogni federazione dei circoli degli emigrati, da 6 rappresentanti designati dalle associazioni di tutela degli emigrati a carattere nazionale, da 3 rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali, da un rappresentante designato dal Ministero per gli affari esteri, da tre esperti in materia di emigrazione, nominati dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, da un funzionario dell'Assessorato regionale del lavoro.
La Consulta è costituita con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, su proposta dell'Assessore del lavoro entro 90 giorni dall'inizio della legislatura regionale";

considerata l'importanza determinante dei pareri della Consulta nella fase di programmazione degli interventi per l'emigrazione e per quanto contemplato nella legge regionale succitata,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per:

1) conoscere le motivazioni che hanno portato alla mancata istituzione della Consulta per l'emigrazione entro i tempi (90 giorni dall'insediamento della Giunta ) previsti dalla legge regionale in argomento;

2) sapere quali urgenti provvedimenti intendano intraprendere al fine dell'istituzione della Consulta e i tempi della programmazione degli interventi in materia di emigrazione. (165)

INTERROGAZIONE ANEDDA - UNALI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione della Consulta per l'immigrazione di cui alla legge regionale 24 dicembre 1990, n. 46.

I sottoscritti,

richiamata la legge regionale 24 dicembre 1990, n. 46 (Norme di tutela di promozione delle condizioni di vita dei lavoratori extracomunitari in Sardegna);

riportati i principi ispiratori contemplati all'articolo 2:

1) la legislazione regionale in materia di lavoratori extracomunitari è ispirata ai principi fondamentali della uguaglianza, della solidarietà sociale e della cooperazione;

2) l'intervento regionale è volto ad assicurare ai soggetti destinatari lo stesso trattamento applicato ai cittadini italiani che siano emigrati all'estero per libera scelta o per necessità economiche;

richiamato il titolo III (Consulta per l'immigrazione) che prevede:

- all'articolo 10 "Istituzione e compiti della Consulta per l'immigrazione"; rientra tra i compiti della stessa:

a) proporre, agli organismi competenti, iniziative su tutte le materie di cui alla succitata legge;

b) formulare il programma annuale di intervento da presentare per l'approvazione alla Giunta regionale;

c) esprimere pareri su tutte le materie relative al fenomeno dell'immigrazione;

- all'articolo 11 la composizione e la modalità di costituzione:

- la Consulta è composta dall'Assessore regionale del lavoro, da 6 rappresentanti dei lavoratori extracomunitari designati dalle associazioni rappresentative di cittadini extracomunitari operanti in Sardegna, da 3 rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, da tre rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, da tre esperti in materia di immigrazione, nominati dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore del lavoro, da tre rappresentanti designati dalle associazioni che operano nel campo dell'assistenza all'emigrazione ed all'immigrazione, da un funzionario dell'Assessorato regionale del lavoro;

- la Consulta è costituita con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, su proposta dell'Assessore del lavoro entro 90 giorni dall'inizio della legislatura regionale;

richiamata, inoltre, la deliberazione della Giunta regionale n. 43/90 dell'11 ottobre 2006, di approvazione delle linee guida per l'immigrazione che dettano le indicazioni per la stesura dei piani annuali provinciali ed in particolare l'operatività degli sportelli di mediazione linguistico-culturali;

constatata l'importanza di tali sportelli consolidati ed operanti negli otto territori provinciali che sono diventati negli anni uno strumento fondamentale e imprescindibile grazie al ruolo fondamentale svolto dai mediatori linguistico-culturali;

constatato, inoltre, che ad oggi le province non hanno ancora ricevuto la comunicazione delle risorse finanziarie necessarie per l'annualità 2014 al fine di poter dare prosieguo all'operatività degli sportelli;

considerata l'importanza determinante dei pareri della Consulta nella fase di programmazione degli interventi per l'immigrazione anche in riferimento alle succitate linee guida e alle indicazioni per la stesura dei piani provinciali ed in particolare per l'operatività degli sportelli di mediazione linguistico- culturali,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale:

1) per conoscere le motivazioni che hanno portato alla mancata istituzione della Consulta per l'immigrazione entro i tempi (90 giorni dall'insediamento della Giunta regionale) previsti dalla legge regionale in argomento;

2) per sapere quali urgenti provvedimenti intendano intraprendere al fine dell'istituzione della Consulta, i tempi della programmazione degli interventi in materia di immigrazione ed in particolare le direttive alle province per l'approvazione dei piani annuali per il proseguimento delle attività degli sportelli di mediazione linguistico-culturali. (166)

INTERPELLANZA DEDONI - COSSA - CRISPONI sulla partecipazione all'EXPO 2015.

I sottoscritti,

premesso che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 23/10 del 25 giugno 2014, ha approvato l'atto di indirizzo per la partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

evidenziato che l'EXPO 2015 prevede sei mesi di esposizione (da maggio a ottobre 2015), 130 nazioni partecipanti, 30 milioni di visitatori attesi;

considerato che la manifestazione rappresenta un'imperdibile occasione di promozione nazionale e internazionale della Sardegna come destinazione turistica e delle produzioni tipiche di qualità per una più ampia valorizzazione delle eccellenze ambientali, culturali e identitarie;

constatato che la deliberazione n. 23/10 ha individuato tre fasi operative:

- una fase di tipo propedeutico (aprile 2013-aprile 2014) per definire i rapporti con gli organizzatori della manifestazione e per istituire e coordinare un tavolo di partenariato fra i soggetti regionali interessati;

- una fase di perfezionamento (maggio 2014-aprile 2015) per la progettazione esecutiva delle attività preliminari all'evento;

- una fase di partecipazione in senso stretto (maggio-ottobre 2015) durante i mesi dell'esposizione;

valutato che negli incontri del partenariato regionale, coordinati dall'Agenzia Sardegna promozione, è stata preannunciata l'organizzazione nell'Isola, nel mese di ottobre 2014, di una conferenza internazionale sul tema della longevità, tema peraltro individuato "per rappresentare l'essenza e l'immagine unica e distintiva della Sardegna";

rilevato che nel provvedimento adottato nello scorso mese di giugno l'esecutivo regionale ha disposto il subentro dell'Assessorato del turismo, artigianato e commercio all'Agenzia Sardegna promozione, in qualità di soggetto preposto all'attivazione delle procedure necessarie ed all'avviamento delle attività di promozione unitaria, coordinata e integrata, legata alla partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) se siano state trasferite all'Assessorato del turismo, artigianato e commercio le risorse già assegnate all'Agenzia Sardegna promozione per l'attuazione dei progetti e delle azioni preliminari alla partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

2) se sia stato istituito il tavolo tecnico di coordinamento presso la Direzione generale della Presidenza;

3) se l'Assessorato del turismo, artigianato e commercio abbia elaborato la bozza di progetto di partecipazione strategica della Regione alla manifestazione, al fine di costituire l'indirizzo operativo per il tavolo tecnico di coordinamento;

4) se, conseguentemente, il tavolo tecnico di coordinamento abbia predisposto quanto necessario per il completamento e la chiusura delle iniziative avviate nella fase propedeutica e per la realizzazione delle iniziative programmate per le fasi successive;

5) se siano state avviate le procedure a evidenza pubblica per l'individuazione dei prodotti e dei servizi necessari alla produzione, all'allestimento e alla gestione degli spazi espositivi;

6) se sia in via di completamento l'organizzazione del simposio internazionale sulla longevità, previsto per il prossimo mese di ottobre;

7) se non ritengano, infine, di dover prevedere tutte le azioni possibili per dare la giusta rilevanza alle realtà economiche, sociali e culturali presenti nell'Isola e per non perdere la grande opportunità di esposizione nazionale e internazionale che l'EXPO 2015 può rappresentare per la Sardegna e i sardi. (60)

COSSA - DEDONI - CRISPONI sull'imposizione degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (CT2).

I sottoscritti,

premesso che gli oneri di servizio pubblico che garantiscono i collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (la cosiddetta CT2) impongono specifiche condizioni per lo svolgimento del servizio di trasporto aereo secondo determinati criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione sulle rotte dall'aeroporto di Cagliari verso gli aeroporti di Bologna, Torino, Verona, Firenze, Napoli e Palermo, dall'aeroporto di Olbia verso gli aeroporti di Bologna e Verona e dall'aeroporto di Alghero verso gli aeroporti di Bologna e Torino;

appreso che i ribassi d'asta ottenuti nello svolgimento delle procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione in esclusiva delle rotte in continuità territoriale dagli aeroporti sardi di Alghero, Cagliari e Olbia verso gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Linate nell'anno 2013 hanno reso disponibili per il nuovo regime di imposizione per la CT2 risorse pari ad euro 13.650.000;

constatato che in data 23 ottobre 2013 si è insediata la conferenza di servizi per la definizione del nuovo regime onerato sulle rotte minori della Sardegna, i cui lavori dovevano costituire la base tecnico-normativa per l'adozione del decreto di imposizione;

considerato che l'inizio del nuovo regime onerato era stato previsto per la stagione invernale 2014/2015;

accertato che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 2/20 del 22 gennaio 2014, ha approvato la bozza di schema di imposizione di oneri per i collegamenti aerei minori in continuità territoriale da proporre all'approvazione della competente conferenza di servizi;

rilevato che il bando per la CT2 risulta non essere stato pubblicato;

ritenuto che l'assegnazione delle rotte nei tempi stabiliti avrebbe potuto verosimilmente interessare anche la compagnia aerea Meridiana, che già opera su quelle tratte e che oggi si sarebbe trovata nell'impossibilità di abbandonare o di diminuire la frequenza dei voli, con conseguente difficoltà ad avviare una riduzione del numero di lavoratori in esubero,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quale sia lo stato del procedimento per la definizione e l'applicazione degli oneri di servizio pubblico nei collegamenti aerei minori in regime di continuità territoriale (la cosiddetta CT2) da e per la Sardegna;

2) quali siano i motivi che hanno impedito fino ad oggi la pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea (GUCE);

3) se non ritengano di dover immediatamente attivare tutte le necessarie procedure per pervenire al più presto all'attivazione della continuità territoriale CT2 così da garantire anche in Sardegna dei collegamenti aerei funzionali allo sviluppo economico ed occupazionale dell'Isola. (61)

INTERPELLANZA SOLINAS Christian sull'inquietante immobilismo della Giunta regionale in ordine alle politiche culturali e linguistiche e sul progressivo depauperamento dei relativi capitoli di spesa del bilancio regionale.

Il sottoscritto,

premesso che:

- in data 30 luglio 2014, è stata presentata l'interrogazione n. 119/A, con richiesta di risposta scritta, sulla allarmante situazione della politica linguistica dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e sulla situazione del Servizio lingua sarda, a oggi priva di qualsiasi risposta formale o sostanziale, nella quale si rappresentava, peraltro, come numerosi operatori, intellettuali e attivisti del movimento linguistico sardo avessero denunciato con preoccupazione, a più riprese, lo stallo delle politiche linguistiche regionali e il blocco di tutte le iniziative da parte degli uffici competenti della Regione;

- in data 12 settembre 2014, su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, la Giunta regionale ha adottato il disegno di legge concernente l'assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016;

- nell'anzidetto disegno di legge, a copertura dei conseguenti nuovi e maggiori oneri, sono introdotte variazioni in diminuzione al bilancio della Regione con particolare riferimento ai seguenti capitoli di spesa:

STRATEGIA 02

S02.01.003
Interventi a favore della scuola dell'infanzia - Spese correnti
2014 euro 2.000.000

SC02.0051 euro 2.000.000

S02.01.005
Investimenti a favore dell'istruzione dell'infanzia, dell'obbligo e superiore
2014 euro 2.280.000

SC02.0085 euro 2.280.000
Interventi urgenti di edilizia scolastica - art. 4, c. 1, lett. m), LR 5 marzo 2008 e smi.

S02.04.004
Ricerca scientifica e innovazione tecnologica - spese correnti
2014 euro 12.000.000

SC02.1020 euro 5.000.000
Parco scientifico e tecnol. regionale - art. 2, LR 24 dicembre 1998, n. 37 e smi.
SC02.1022 euro 7.000.000
Ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica art. 7, LR 7 agosto 2007, n. 7 e smi.

STRATEGIA 03

S03.01.001
Contributi per il funzionamento dell'Istituto superiore regionale etnografico (ISRE)
2014 euro 1.747.000

SC03.0001 euro 1.747.000

S03.01.003
Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale - spese correnti
2014 euro 1.545.000

SC03.0015 euro 1.500.000
Gestione del patrimonio culturale della Sardegna - art. 5, c. 50, LR 23 maggio 2013, n. 12
SC03.0028 euro 45.000
Museo Biasi - art. 9, c. 10, lett. q), LR 7 agosto 2009, n. 3 e smi.

S03.01.004
Investimenti per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale
2014 euro 700.000

SC03.0053 euro 700.000

S03.02.001
Interventi per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda
2014 euro 2.760.000

SC03.0201 euro 150.000
SC03.0203 euro 45.000
SC03.0233 euro 2.065.000
SC03.0239 euro 500.000

S03.02.002
Interventi per manifestazioni tradizionali e dell'identità sarda
2014 euro 348.000

SC03.0247 euro 48.000
SC03.0248 euro 100.000
SC03.0249 euro 100.000
SC03.0250 euro 100.000

S03.02.003
Interventi per promuovere e sostenere l'editoria e l'informazione
2014 euro 160.000

SC03.0270 euro 50.000
SC03.0274 euro 80.000
Diario "Diahiò" - art. 5, c. 18, LR 19 gennaio 2011, n. 1 e smi.
SC03.0277 euro 30.000

S03.02.004
Investimenti per attività culturali
2014 euro 78.000

SC03.0304 euro 40.000
SC03.0305 euro 38.000

S03.02.005
Interventi per manifestazioni e attività culturali
2014 euro 781.000

SC03.0337 euro 380.000
SC03.0341 euro 240.000
ISR di Tempio-Ampurias - art. 28, c. 1, lett. g), LR 29 maggio 2007, n. 2 e smi.
SC03.0356 euro 143.000
SC03.0357 euro 18.000
Premio letterario "Salvatore Cambosu" - art. 5, LR 1° aprile 2010, n. 8 e smi.

STRATEGIA 05

S05.04.003
Interventi per manifestazioni e attività di spettacolo
2014 euro 1.000.000

SC05.0904 euro 1.000.000

S05.04.005
Strutture teatrali
2014 euro 300.000

SC05.0953 euro 300.000
Teatro delle Saline Cagliari - art. 5, c. 24, LR 21 gennaio 2014, n. 7

S05.04.006
Interventi a favore del cinema in Sardegna -Spese correnti
2014 euro 1.500.000

SC05.0970 euro 500.000
SC05.0971 euro 330.000
SC05.0972 euro 200.000
SC05.0975 euro 70.000
SC05.0977 euro 100.000
SC05.0982 euro 300.000

considerato che:

- la direzione del Servizio lingua e cultura sarda presso l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport continua a restare vacante, nonostante i ripetuti solleciti da parte degli operatori del settore e gli atti di sindacato ispettivo di iniziativa consiliare;

- nonostante l'articolo 12 della legge regionale n. 26 del 1997, sulla promozione e valorizzazione della lingua sarda, preveda che la Regione approvi, entro sei mesi dalla scadenza, un piano triennale di interventi, articolato in progetti obiettivo, contenente la programmazione in materia linguistica e culturale, vincolante per ogni e qualsiasi intervento in argomento, non risulta alcun atto ufficiale in ottemperanza alle disposizioni normative, con il conseguente blocco della spesa per l'anno in corso;

- gli stanziamenti di bilancio relativi all'insegnamento del sardo nelle scuole in forma veicolare risultano pari a zero nel capitolo SC03.0232 e quindi il sardo, a partire dall'anno scolastico in corso, rischia di sparire dalle scuole sarde anche nella forma sperimentale con la quale era stato introdotto dall'anno 2009 con la legge n. 3, nonostante oltre il 40 per cento delle famiglie abbia espresso l'opzione di insegnamento della lingua madre ai propri figli in base alla legge n. 482 del 1999;

- a fronte della denuncia da parte di numerosi intellettuali, artisti, registi, operatori dello spettacolo circa il rischio di collasso dell'intero sistema culturale dell'Isola, in assenza di un intervento tempestivo e improcrastinabile della Regione, la Giunta regionale ha deciso di ridurre ulteriormente gli stanziamenti nel bilancio, azzerando in molti casi i relativi capitoli di spesa,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quale sia il progetto culturale e linguistico della Giunta regionale;

2) quali iniziative la Giunta regionale stia mettendo in atto al fine di promuovere la politica linguistica regionale attraverso l'applicazione delle leggi in materia;

3) se intendano nominare celermente il direttore del Servizio lingua e cultura sarda presso l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

4) quali siano gli intendimenti della Giunta regionale per tutelare le professionalità e la dignità degli operatori culturali sardi, consentendo loro di dare continuità alla propria arte nell'Isola senza dover alimentare una nuova ondata di emigrazione o una forzosa "riconversione" professionale con il conseguente inaridimento sociale e culturale della Sardegna;

5) se intendano dare risposta all'interrogazione n. 119/A del 30 luglio 2014. (62)

INTERPELLANZA CHERCHI Oscar sui sistemi di sorveglianza impiegati per proteggere il sito archeologico di Mont'e Prama.

Il sottoscritto,

premesso che nel mese di maggio 2014 è ripresa la campagna di scavi presso il sito archeologico di Mont'e Prama nel Comune di Cabras;

considerato che il sito archeologico in questione è uno dei più importanti a livello internazionale, tenuto conto del rinvenimento 40 anni fa, presso lo stesso, del complesso statuario denominato Giganti di Mont'e Prama, scoperta che è considerata dalla comunità scientifica come la più importante degli ultimi 50 anni insieme al rinvenimento dell'esercito di terracotta di Xi'an;

visti i nuovi ed interessanti reperti rinvenuti ad opera degli archeologi nella campagna di scavi tutt'ora in corso;

preso atto che nella notte del 21 settembre 2014 alcuni ignoti sono entrati nel sito archeologico danneggiando alcuni reperti (una tomba è stata scavata a colpi di piccone e uno scheletro è stato ridotto in frantumi) e non è dato sapere se siano riusciti a trafugarne altri,

chiede di interpellare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e il Presidente della Regione affinché riferiscano:

1) sul perché nelle ore notturne il sito era incustodito e fossero assenti un servizio di guardiania, un servizio di videosorveglianza e un'adeguata illuminazione;

2) su quali misure permanenti si intenda adottare per scongiurare altre intrusioni nel sito e quanto tempo è necessario affinché queste siano pienamente operative. (63)

INTERPELLANZA DEDONI - COSSA - CRISPONI, sull'immediato pericolo di chiusura dei circoli degli emigrati sardi all'estero.

I sottoscritti,

premesso che i circoli e le organizzazioni degli emigrati sardi rappresentano 800 mila cittadini isolani residenti all'estero e almeno 1,5 milioni di emigrati di seconda e terza generazione;

considerato che:

- i circoli degli emigrati sardi nel mondo hanno raggiunto un numero massimo di 130 unità sparse nei vari continenti;

- in tempi recenti, hanno cessato le attività alcuni circoli tra i più importanti, come quelli di Parigi, Bruxelles, Toronto e L'Aia, e che è prevista la chiusura di numerosi altri circoli nel corso dell'anno;

- a oltre sei mesi dal suo insediamento, la Giunta regionale non ha ancora provveduto a nominare i componenti la Consulta dell'emigrazione ai sensi della legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

- non è stato adottato un Piano annuale per l'assegnazione delle risorse;

- è previsto uno stanziamento di euro 2.000.000 contro gli euro 4.500.000 stanziati nel 2011;

- ancora non risulta essere stato versato il saldo del 30 per cento, relativo ai contributi per l'annualità 2013 e non è stato erogato alcun anticipo per quella del 2014;

attestato che i circoli degli emigrati hanno provveduto ad anticipare per dieci mesi, con risorse proprie, le spese per la locazione e la gestione delle sedi;

appreso che il presidente della Federazione dei circoli sardi in Germania ha scritto, nei giorni scorsi, al Presidente della Regione chiedendo istruzioni su come procedere alla chiusura dei quattordici circoli federati e alla restituzione alla Regione degli arredi di sua proprietà, stante l'impossibilità a continuare ad anticipare le spese di gestione in assenza di qualsiasi contributo regionale;

valutato che i circoli degli emigrati sardi costituiscono un formidabile veicolo promozionale per le produzioni e per le località turistiche dell'Isola, oltre a essere un naturale luogo di rappresentanza per il popolo sardo, per le sue tradizioni e per la sua cultura e hanno sostenuto, nel corso degli anni, l'economia regionale con le rimesse frutto dei risparmi dei nostri corregionali che lavorano all'estero;

sottolineato che, a causa del perdurare della gravissima crisi economica che interessa la Sardegna, il fenomeno dell'emigrazione di massa, mai del tutto scomparso, è di nuovo in forte incremento, tanto che alcuni comuni sardi stanno incentivando economicamente i giovani che intendono emigrare in cerca di occupazione e, pertanto, è necessaria una maggiore presenza dell'associativismo sardo nei territori di destinazione dei nuovi emigrati, affinché questi possano trovare un'accoglienza dignitosa oltre all'assistenza di cui possono aver bisogno, dal disbrigo delle pratiche burocratiche alla ricerca di un lavoro, e non sentirsi così abbandonati a se stessi,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio affinché riferisca quali misure la Giunta regionale intende adottare:

1) al fine di nominare nel più breve tempo possibile i componenti la Consulta dell'emigrazione;

2) al fine di dotarsi nel più breve tempo possibile di un piano annuale per l'assegnazione delle risorse spettanti ai circoli degli emigrati sardi;

3) al fine di corrispondere ai circoli degli emigrati e alle loro federazioni il saldo dei contributi relativo all'annualità 2013;

4) al fine di erogare una congrua anticipazione a valere sui contributi per l'annualità 2014;

5) nelle more dell'approvazione dell'assestamento del bilancio 2014, al fine di incrementare lo stanziamento previsto a favore dei circoli degli emigrati e delle loro federazioni di una somma non inferiore a euro 1.500.000;

6) affinché sia possibile riaprire i circoli degli emigrati di Parigi, Bruxelles, Toronto e L'Aia;

7) al fine di presentare un disegno di legge di riordino del sistema dei circoli degli emigrati, che riconosca a questi ultimi un ruolo attivo nella promozione e nella rappresentanza della Sardegna nel mondo. (64)

MOZIONE TRUZZU - FENU sulle sanzioni imposte dall'Unione europea alla Russia e il conseguente embargo che sta producendo gravi contraccolpi all'economia isolana.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la nostra economia è già provata dalla crisi economica e sociale che coinvolge l'Italia e tutti gli altri Paesi dell'Europa mediterranea a causa delle politiche di austerity e sanzioni imposte dalla troika dell'Unione europea;

CONSIDERATO che:

- il nostro mercato è già fiaccato dalla forte concorrenza proveniente dai Paesi extraeuropei che immettono nel mercato interno prodotti similari a quelli locali, con costi di produzione assolutamente inferiori ai nostri, pertanto con prezzi notevolmente ribassati, ma anche con qualità di livello decisamente inferiore;

- con una popolazione di oltre 140 milioni di potenziali consumatori, un ceto medio in sistematica espansione e un immenso fabbisogno infrastrutturale, la Russia rappresenta uno dei mercati più interessanti per le imprese italiane sia dal punto di vista commerciale, che sotto il profilo degli investimenti diretti esteri;

APPURATO che:

- la Sardegna, dai dati ufficiali dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internalizzazione delle imprese italiane, ha un fatturato determinato dalle esportazioni verso la Russia di 22 milioni di euro nel 2010 e di 8 milioni nel 2011;

- il sistema istituzionale italiano al servizio delle imprese è ben ramificato e opera in una logica unitaria e di stretta collaborazione. Dal 2013 è stata realizzata l'integrazione logistica fra Agenzia ICE, Enit, Confindustria Russia e Sace. In stretto raccordo con l'Ambasciata d'Italia operano, inoltre, la Camera di commercio italo-russa, che ha recentemente compiuto i cinquant'anni della sua fondazione, Promos, e Finest;

- alla luce dell'importanza del fenomeno turistico, anche dal punto di vista dell'indotto, nel corso del vertice bilaterale di Trieste è stato lanciato "l'Anno Incrociato del Turismo 2013-2014" (www.italiagodturisma.com), un programma di iniziative volto a incrementare i flussi turistici nelle due direzioni. Il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell'Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (9 per cento della produzione nazionale) e il settore impiega 2,2 milioni di addetti (un lavoratore su dieci). Le presenze russe in Italia sono quasi raddoppiate dal 2009 a oggi e l'indotto nel 2013 ha toccato la cifra di 1,3 miliardi di euro (un livello secondo solo a quello del turismo statunitense e pari a tre volte l'indotto della Cina e del Brasile) secondo i dati del Ministero degli esteri italiano;

VISTO che:

- la Regione, a partire dal 2011, ha intrapreso positive azioni per aumentare la presenza delle nostre imprese nel mercato russo e delle nazioni affini (vedi Bielorussia) tra cui si ricordano la missione, in collaborazione con il Centro estero e Unioncamere Sardegna e con il supporto dell'ICE di San Pietroburgo e della Camera di commercio italo russa, a San Pietroburgo dal 28 al 31 maggio 2013;

- è terminata, solo da qualche giorno, l'iniziativa promossa dall'Ambasciata italiana a Mosca assieme a Enit, allo scopo di rilevare i servizi turistici orientati al mercato russo, denominata Russian Friendly e divulgata dalla nostra Regione, tramite il portale Sardegna Turismo

- è del 10 maggio scorso l'incontro, organizzato dalla Camera di commercio del nord Sardegna, insieme a diverse autorità istituzioni russe, teso ad aumentare il flusso turistico verso la nostra isola, ipotizzando l'apertura di una tratta diretta Alghero-Mosca.

CONSIDERATO che:

- altre Regioni, come il Piemonte e l'Emilia Romagna, hanno già da tempo avviato confronti con il competente Ministero per veder compensati, nella giusta misura, i danni provocati agli imprenditori dalle scellerate sanzioni verso la Russia;

- i nostri produttori di pecorino, tramite gli organi di stampa, hanno lanciato l'allarme che circa 1700 quintali di prodotto che già si trovano in territorio russo rischiano di rimanere invenduti, nonostante siano già stati sostenuti i costi di spedizione e di dogana;

- la Regione, tramite l'Assessorato competente e le Agenzie, ha avviato, in maniera un po' tardiva rispetto ad altre Regioni che avevano da tempo iniziato a fare la conta dei danni, le procedure per un regime eccezionale e temporaneo di aiuto all'ammasso privato dei formaggi;

- gli aiuti, se saranno confermate le cifre annunciate in sede di Unione europea, potrebbero non essere sufficienti se queste dannose sanzioni non saranno revocate;

VISTO che dalle notizie che apprendiamo sulla stampa le sanzioni sono state estese ad altre categorie produttive che interessano da vicino la nostra Regione, vedi gli idrocarburi e la società Rosnef, socio della Saras s.p.a.,

impegna il Presidente della Regione

a inoltrare formale richiesta nei confronti del Governo affinché l'Italia chieda all'Unione europea la revoca immediata delle sanzioni verso la Russia e a inoltrare una richiesta di ritirare qualsiasi sostegno dell'Italia a misure che danneggiano gli interessi dell'Italia e della Sardegna;

impegna, altresì,

l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale a convocare un tavolo con i produttori di pecorino e formaggi per quantificare i danni reali, oltre quelli da dichiarare nelle domande di aiuto Ue, e a intraprendere qualsiasi iniziativa utile per compensare i danni arrecati ad un comparto fondamentale per la nostra economia ed elaborare nuove misure. (72)

MOZIONE RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - TUNIS - DEDONI - PITTALIS - FENU - TRUZZU - TEDDE - CRISPONI - CHERCHI Oscar - ORRÙ - FASOLINO - CAPPELLACCI per l'attivazione delle procedure per la ricollocazione dei lavoratori ex Rockwool, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che con l'ordine del giorno n. 72 del 20 dicembre 2011, il Consiglio regionale ha approvato un documento unitario riguardante la pesante situazione occupazionale del Sulcis Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, che allora si trovavano in regime di cassa integrazione e che furono impegnati in percorsi formativi, al fine di essere preparati per un nuovo inserimento nelle attività di bonifica, assegnate all'IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari; il documento ha impegnato la Giunta a: adottare provvedimenti normativi per la loro ricollocazione; definire un eventuale reinserimento in società partecipate e in house della Regione o un percorso di accompagnamento all'esodo; attivare l'assunzione nelle società private che operano nel settore delle bonifiche; prevedere criteri di premialità per un loro eventuale impiego nelle imprese interessate ad investire nell'area di crisi di Portovesme; l'ordine del giorno ha altresì impegnato gli Assessori dell'industria e della difesa dell'ambiente ad attivare il confronto con i lavoratori e con i sindacati per la risoluzione definitiva della vertenza;

CONSIDERATO che, in data 22 dicembre 2011, si sono incontrati, presso l'Assessorato dell'industria, la Presidenza del Consiglio, gli Assessori regionali dell'industria e della difesa dell'ambiente e le organizzazioni sindacali, per discutere della situazione sulla vertenza riguardante i lavoratori Rockwool in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi, per i fini citati in premessa, secondo gli indirizzi contenuti nel suddetto ordine del giorno; in particolare, tale accordo prevedeva il reinserimento dei lavoratori ex Rockwool all'interno di due società gestite dalla Regione entro un anno;

RICORDATO che nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 2014 una pattuglia di tredici lavoratori della ex Rockwool si è asserragliata nella galleria Villamarina della miniera di piombo e zinco di Monteponi a Iglesias; gli operai sono finiti in cassa integrazione dal 2010, ma lo scorso 31 dicembre è scaduta la mobilità (percepivano appena 480 euro) e hanno perso anche quel minimo sostegno economico; pertanto si ritrovano senza nessuno strumento di integrazione al reddito e nessuna forma di ammortizzatore sociale;

APPURATO che i lavoratori della fabbrica di lana di roccia protestano per il loro mancato inserimento nella società Ati-Ifras della Regione, nella quale invece hanno trovato sistemazione altri 54 lavoratori in base al suddetto accordo firmato il 22 dicembre 2011; per questo motivo, questi operai sono stati ribattezzati "Gli invisibili", proprio perché della loro vicenda, a quanto pare, nessuno se ne vuole occupare;

CONSTATATO che la Regione, a differenza di quanto avvenuto per i 54 lavoratori diretti assunti nella società Ati-Ifras (ma solo dopo un'estenuante battaglia che li ha portati ad occupare per ben due volte la stessa galleria), per gli interinali non ha trovato alcuna soluzione;

PRESO ATTO che i lavoratori interinali, a suo tempo impiegati in attività collaterali e di supporto alle più importanti realtà industriali del territorio (occupati dell'indotto), sono stati esclusi da qualsiasi forma di ammortizzatore sociale e in questo momento si trovano in una condizione drammaticamente precaria; gli ex interinali Rockwool non possono essere pertanto discriminati, ma devono essere considerati come i colleghi diretti assunti nell'Ati-Ifras;

VERIFICATO che in un documento i dipendenti della vecchia fabbrica ricostruiscono la loro vicenda che li ha visti operare con continuità nell'ultimo decennio prima della chiusura dello stabilimento di Iglesias; nel 2010 gli operai sono stati collocati in mobilità in base ad un accordo istituzionale firmato il 6 ottobre 2009 e quindi inseriti nella linea di intervento 2 della Regione (ovvero "azioni di formazione per le iniziative del territorio"), il cui obiettivo primario era finalizzato alla riqualificazione ed al reinserimento lavorativo, con un processo volto ad una loro ricollocazione nel mondo del lavoro; tuttora però, nessun provvedimento in materia di riqualificazione e ricollocamento è stato attuato;

ANALIZZATO che i lavoratori in questione ritengono di avere diritto ad un reinserimento lavorativo in virtù degli accordi sottoscritti anno per anno in cui si specifica (articoli 2 e 3, accordo istituzionale 6 ottobre 2009) che la Regione e le organizzazioni firmatarie degli accordi si impegnano alla gestione dei lavoratori attraverso percorsi di riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo, sia in prospettiva dell'attuazione dei singoli piani industriali, sia per le altre iniziative di investimento previste nei diversi territori;

ESAMINATO che lo stabilimento è stato realizzato con gli incentivi statali previsti dalla legge di riconversione mineraria, poi acquisito nel 1999 dalla Rockwool, dunque, appare opportuno un intervento urgente della Regione per recuperare gli interinali della stessa società;

CONDIVISE le preoccupazioni per la complessa situazione della vertenza portata avanti dagli operai e per il difficile momento che l'intero territorio del Sulcis Iglesiente sta attraversando, con il susseguirsi di eventi di forte protesta e disagio sociale, che nel caso di una mancata soluzione della vertenza potrebbero sfociare in drammatiche manifestazioni di dissenso generalizzato su tutto il distretto del Sulcis Iglesiente;

VISTO che ad oggi si sono susseguiti numerosi inconcludenti rinvii, senza alcuna reale azione per la risoluzione della vicenda riguardante i tredici "invisibili", che continuano a stare per troppo tempo rinchiusi in una miniera, diventata tristemente famosa per essere stata la scena di altre dure battaglie per la difesa del diritto al lavoro;

CONSTATATO che l'impegno della Regione per salvaguardare tali posti di lavoro è da ritenersi, non sufficiente, inefficiente ed inadeguato,

impegna il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale

1) a convocare immediatamente un tavolo di confronto volto a salvaguardare i posti di lavoro, con il reinserimento nel processo dell'occupazione dei tredici operai interinali della ex Rockwool, in base anche agli accordi suddetti;

2) a predisporre in tempi certi soluzioni alla vertenza, con il riconoscimento di un sostegno al reddito ai lavoratori;

3) ad esprimere la dovuta vicinanza ai lavoratori ed alle loro famiglie, mediante la convocazione urgente del Consiglio regionale. (73)

MOZIONE RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - PITTALIS - LOCCI - CHERCHI Oscar - PERU - TEDDE - FASOLINO - CRISPONI - FENU - TUNIS - COSSA - DEDONI - RANDAZZO sulla proroga del "piano casa", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che, in data 29 novembre 2014, è prevista la scadenza del cosiddetto "piano casa" della Sardegna, malgrado diverse associazioni di categoria abbiano rinnovato l'appello alla Giunta e al Consiglio per una sua proroga, in considerazione delle enormi difficoltà in cui si imbatte da tempo il settore, bloccato dalla crisi economica e da numerosi divieti e visto che il PPR è in corso di revisione e, inoltre, necessita di una rimodulazione la legge urbanistica, pertanto il piano casa rimane l'unico strumento urbanistico certo;

ACCERTATO che lo strumento del "piano casa" consente di usufruire dell'opportunità di ampliare la propria abitazione, o un qualsiasi altro immobile, presentando la DIA o richiedendo la concessione edilizia al relativo comune di appartenenza;

RILEVATO che:

- secondo gli studi resi noti dalla Confartigianato Sardegna, si registra un boom di ristrutturazioni, ci sono stati infatti 100 mila interventi per 54 milioni di euro detratti che hanno generato un valore aggiunto del 3,7 per cento;

- il programma produce, inoltre, uno strumento normativo certo per il lavoro;

VALUTATO che la proroga del "piano casa" è stata già attuata in molte altre regioni italiane e si tratta, inoltre, di un provvedimento a costo zero che potrebbe rappresentare un'importante opportunità per le casse dei comuni e per le imprese dell'edilizia;

ANNOTATO che il "piano casa" è al momento, in assenza del Piano paesaggistico, l'unica certezza normativa che permette ancora la possibilità di realizzare qualche opera edilizia, per cui, alla scadenza del 29 novembre, tantissime imprese del comparto, potrebbero risentire l'impossibilità di poter operare sui piccoli incrementi volumetrici previsti;

PRESO NOTA che le analisi delle associazioni di categoria convergono sulla chiusura o modifica del piano, a condizione che vengano previsti ulteriori strumenti normativi certi, capaci di permettere alle aziende di continuare a operare e alle famiglie di programmare gli interventi strutturali nel tempo, viste le attuali condizioni economiche, da questa analisi, emerge che il "piano casa" apre opportunità reali di lavoro;

DATO ATTO che i dati relativi a giugno 2013, riportano un numero di istanze relative al "piano casa"pari a 21.853 nei comuni direttamente censiti, mentre si arriverebbe a 35.180 pratiche per i comuni non direttamente censiti, con un incremento di 2.553 istanze, tra dicembre 2012 e giugno 2013;

APPRESO che:

- nel contempo, Confartigianato imprese Sardegna evidenzia il boom che nel 2012 (ultimi dati disponibili) ha portato quasi 100mila sardi a usufruire delle detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio e per il risparmio energetico, generando per il settore un valore aggiunto del 3,7 per cento e per i contribuenti un risparmio di 54 milioni di euro;

- secondo il dossier elaborato dall'Ufficio studi di Confartigianato nel 2011, le detrazioni hanno superato i 42 milioni, i contribuenti sono stati 82.600 e l'incidenza sul valore aggiunto sulle costruzioni è arrivato al 2,4 per cento; se ne deduce che sono stati 77.559 i contribuenti sardi (il 7,2 per cento dei residenti) che nel 2012 anno portato in detrazione circa 34 milioni euro per il recupero del patrimonio edilizio, contribuendo così a generare un valore aggiunto sulle costruzioni del 2,3 per cento (nel 2011 furono 67mila per oltre 29 milioni) e, pertanto, questi dati rendono chiara l'incidenza del "piano casa" sul sistema edilizio ed economico della Sardegna;

CONSTATATO che il sistema fiscale, la macchina burocratica e il blocco del credito hanno prodotto gravissimi ostacoli che scoraggiano, e talvolta impediscono, coloro i quali vorrebbero effettuare gli interventi nella propria abitazione, rallentando così gravemente, i benefici potenziali del "piano casa";

OSSERVATO che, quindi, il "piano casa" incrocia le necessità, fortemente ribadite dalle associazioni di categoria, di rendere stabili e permanenti gli incentivi e le detrazioni per raggiungere più obiettivi quali: rilancio delle imprese, degli studi tecnici, di tutto l'indotto, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio energetico e difesa dell'ambiente, emersione di attività irregolari,

impegna il Presidente della Regione
e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica

1) a osservare il disegno di programmazione di un nuovo rilancio del settore che ruota attorno all'edilizia, mediante la proroga del "piano casa";

2) a valutare la possibilità, visti gli effetti positivi determinati dal "piano casa" sul sistema economico isolano, di una proroga immediata dello strumento al fine di incentivare anche i piccoli interventi nei centri abitati isolani;

3) a conoscere ulteriori progetti e programmazioni sul settore, in grado di rilanciare effettivamente un concreto sviluppo economico per un settore trainante dell'economia della Sardegna. (74)

MOZIONE ZEDDA Alessandra - PITTALIS - DEDONI - FENU - RUBIU - TRUZZU - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO sui ricorsi per la vertenza entrate e il patto di stabilità, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSOche:

- la riforma dell'articolo 8 dello Statuto, che ha determinato il riconoscimento di maggiori entrate per la Regione autonoma della Sardegna, non è stata accompagnata da un contestuale adeguamento dei parametri del patto di stabilità;

- tale carenza ha causato ogni anno un'ingiusta compressione per la Regione della possibilità di utilizzare le risorse a propria disposizione;

- l'anomalia è stata più volte rilevata dalla Corte dei conti;

- la Corte costituzionale, con sentenza n. 118 del 7 maggio 2012, ha sostanzialmente riconosciuto la necessità che il patto di stabilità della Sardegna dovesse essere armonizzato con le maggiori entrate derivanti dall'applicazione del nuovo regime finanziario;

- l'articolo 11, comma 5 bis, del decreto legge n. 35 del 2013, convertito nella legge 6 giugno 2013, n. 64, impegnava il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare le dovute modifiche al patto di stabilità interno della Sardegna, concordando con la Regione, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, l'adeguamento finanziario spettante alla Regione, tenuto conto della finanza pubblica isolana, delle funzioni esercitate e dei relativi oneri della Regione, degli svantaggi strutturali permanenti e dei costi dell'insularità della Sardegna;

- il successivo pronunciamento della Corte costituzionale (sentenza n. 95 del 20 maggio 2013) ha rimarcato con fermezza che "Indubbiamente l'inerzia statale troppo a lungo ha fatto permanere uno stato di incertezza che determina conseguenze negative sulle finanze regionali, alle quali occorre tempestivamente porre rimedio, trasferendo, senza ulteriore indugio, le risorse determinate a norma dello Statuto" e che "il ritardo accumulato sta determinando una emergenza finanziaria in Sardegna";

CONSIDERATOche:

- il 21 luglio 2014 il Presidente Pigliaru ha sottoscritto con il Ministro Padoan un accordo in materia di finanza pubblica, riguardante la questione del patto di stabilità;

- detto accordo prevede un obiettivo programmatico per l'anno 2014 in 2.696 milioni, riducendo il complesso delle spese finali, espresse in termini di competenza eurocompatibile, desumibile dal consuntivo 2011 rilevanti per il patto di stabilità interno, pari a 3.340 milioni, del contributo di 964 milioni per l'anno 2014 posto a carico della Regione dalla normativa vigente e incrementando lo stesso di 320 milioni a seguito del presente accordo;

- le previsioni contenute nell'accordo sono state successivamente formalizzate nel decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, cosiddetto decreto "Sblocca Italia";

- il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze n. 215 del 16 settembre 2014 ha stabilito che le nuove e maggiori entrate erariali derivanti dal decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono riservate all'Erario, per un periodo di cinque anni a decorrere dal 1° gennaio 2014, per essere interamente destinate alla copertura degli oneri per il servizio del debito pubblico, al fine di garantire la riduzione del debito pubblico;

- tale previsione normativa rischia di ridurre drasticamente le compartecipazioni della Regione al - gettito erariale;

- detto decreto attua le disposizioni previste nella legge 27 dicembre 2013, n. 147, già impugnata dalla Giunta Cappellacci;

- già con il decreto n. 154 del 5 luglio 2014 il Ministero dell'economia e delle finanze stabiliva il "Riparto del contributo alla finanza pubblica previsto dall'articolo 16, comma 3, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, tra le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano. Determinazione dell'accantonamento";

- il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, è stato impugnato dalla Giunta Cappellacci;

- il decreto 5 luglio 2014, n. 154, è stato impugnato dalla Regione Valle d'Aosta;

- poiché sono già trascorsi 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto, la Giunta si è pregiudicata la possibilità di impugnare l'atto;

- tale circostanza rende pertanto irrinunciabile il ricorso avverso il decreto n. 95 del 2012, da cui discende quello non più impugnabile;

- il sopracitato accordo siglato dal Presidente Pigliaru recita: "La Regione si impegna a ritirare, entro il 16 settembre 2014, tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o atti consequenziali in materia di finanza pubblica, promossi prima del presente accordo, o, comunque, a rinunciare per gli anni 2014-17 agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento";

- l'attuazione di tale accordo lascerebbe le rivendicazioni della Regione prive della benché minima difesa dalle continue, perduranti e sistematiche aggressioni del Governo all'autonomia e soprattutto alle risorse spettanti alla Sardegna e potrebbe cagionare una rinuncia quantificabile in centinaia di milioni di euro ogni anno per la Regione,

impegna il Presidente della Regione

1) a non ritirare i ricorsi presentati nella legislatura precedente;

2) a promuovere un ulteriore ricorso per dichiarare l'illegittimità per violazione dello Statuto per la Regione autonoma della Sardegna rispettivamente:

a) del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 (cosiddetto "Sblocca Italia");

b) del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 16 settembre 2014, n. 215. (75)

MOZIONE TEDDE - PITTALIS - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TOCCO - TUNIS - ZEDDA Alessandra - DEDONI - COSSA - CRISPONI - FENU - FLORIS - TRUZZU - RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - ORRÙ sulla paventata soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari e sulla necessità di trasformarla in sezione autonoma, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- nel 1992, lo straordinario impegno di rappresentanti politici e istituzionali del nord dell'Isola, supportato dal sostegno degli operatori della giustizia e dal mondo delle imprese e della società civile in tutte le sue articolazioni, ha condotto all'istituzione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, con competenza territoriale comprendente i circondari dei tribunali di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania;

- un'ispezione disposta dal Ministro della giustizia, eseguita tra febbraio e marzo del 2011, nel sottolineare come la dipendenza di Sassari da Cagliari, soprattutto per quanto riguardava l'ufficio contabile, rendesse difficoltose anche le più banali spese di cancelleria, conduceva gli ispettori di via Arenula ad auspicare che "il legislatore prendesse in considerazione l'ipotesi di istituire una Corte d'appello autonoma a Sassari", circostanza che avrebbe consentito "una migliore organizzazione complessiva della sezione che sconta la particolare lontananza dalla sede principale posta all'altro capo dell'isola";

- nel 2011 si costituì un comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, rinnovato il 5 settembre 2014, formato da rappresentanti di enti locali, istituzioni, ordini forensi e parlamentari sardi che, tra te altre cose, partendo dalla premessa che, nel nuovo carcere sassarese di Bancali, sarebbero arrivati un centinaio di detenuti sottoposti al regime ex 41 bis, con conseguente oggettivo rischio di infiltrazione di associazioni criminali mafiose nel nord e centro Sardegna, chiese l'istituzione di una sezione autonoma di Corte d'appello, in sostituzione dell'attuale sezione staccata, che consentirebbe l'apertura di una direzione investigativa antimafia;

- nella consapevolezza che la trasformazione in sezione autonoma sarebbe stata una vera conquista sociale ed economica, al comitato aderirono le tre province di Sassari, Nuoro e Olbia-Tempio e circa cento comuni;

APPRESO che:

- nell'ambito del complessivo progetto di innovazione organizzativa del sistema giustizia, in data 13 agosto 2014, la relazione governativa, recante la rubrica "Misure per l'ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria. Riforma della geografia giudiziaria delle corti di appello", partendo dal manifestato proposito di "portare a compimento il processo di razionalizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, realizzato, con riguardo ai soli uffici giudiziari di primo grado, con i decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012, progetta di "ridefinire l'assetto territoriale dei distretti delle corti di appello, posto che gli uffici di secondo grado sono attualmente quelli che versano in condizione di maggiore sofferenza e che, pertanto, necessitano di tempestivi interventi sul piano organizzativo e strutturale";

- in particolare, il Governo si propone di procedere alla revisione della distribuzione sul territorio delle corti di appello, anche attraverso l'eventuale soppressione delle sezioni distaccate, fatto salvo il rispetto dei vincoli costituzionali che riguardano la sezione distaccata di Bolzano, nei casi in cui ciò si riveli necessario per garantire il perseguimento di un tasso di efficienza in linea con quello degli uffici virtuosi;

ACCERTATO che il Ministro della giustizia, con proprio atto di indirizzo politico - istituzionale del 5 settembre 2014, in relazione all'attuazione generale della riforma, evidenziava che "l'assetto della nuova geografia giudiziaria risulta oramai in grandissima parte definito" e che "potrà procedersi all'apertura di una seconda fase della revisione dell'assetto territoriale degli uffici giudiziari, con l'obiettivo primario di procedere anche alla razionalizzazione della geografia dei distretti delle corti d'appello e di incidere su ulteriori assetti della originaria geografia giudiziaria", e ciò anche "in funzione di un ulteriore contenimento della spesa pubblica";

SOTTOLINEATO che:

- la programmazione riorganizzativa territoriale del Ministero della giustizia, così come delineata negli atti menzionati, fa legittimamente temere la soppressione della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, già in sede di legge delega per la riorganizzazione della giustizia che a breve verrà proposta in parlamento;

- in questo momento di straordinaria crisi economica e sociale detta paventata soppressione, oltreché determinare un pericoloso arretramento dello Stato nel centro nord dell'isola e un impoverimento istituzionale con pesanti riflessi sociali ed economici sulla Sardegna intera, porterebbe con sé anche la scomparsa del Tribunale per i minorenni e il Tribunale di sorveglianza, con una avvilente derubricazione dei servizi di giustizia a danno non soltanto di un amplissimo bacino di utenza, composto da una popolazione residente di circa 654 mila persone che quasi raddoppia nel periodo estivo per l'alta vocazione turistica del territorio, del popolo sardo;

- è invece necessario, in questo momento di crisi delle istituzioni, sempre più lontane dai bisogni e dalle attese del popolo sardo, e di scarsa considerazione verso le specificità della nostra isola che si consuma all'interno della più pesante crisi economica degli ultimi sessanta anni, difendere e rafforzare la conquista della sezione staccata, lavorando per ottenerne la piena autonomia come auspicato dagli ispettori del Ministero della giustizia e chiesto con vigore dal comitato nel 2011,

impegna il Presidente della Regione a

1) costituire un tavolo, con la partecipazione di tutti i parlamentari sardi, al fine di sostenere presso le competenti sedi istituzionali, compresa quella parlamentare, le istanze del Comitato per l'autonomia della Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

2) intervenire con urgenza presso il Ministro della giustizia, rappresentando in maniera puntuale e forte le ragioni che stanno alla base della necessità della autonomia per la Sezione distaccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari;

3) promuovere, con la collaborazione del Consiglio regionale, tutte le iniziative politiche e culturali che riterrà utili per il raggiungimento dell'obbiettivo. (76)

MOZIONE BUSIA - DESINI - ARBAU - AZARA - LEDDA - PERRA - CHERCHI Augusto - MANCA Pier Mario - USULA - ZEDDA Paolo Flavio - COCCO Daniele Secondo - LAI - AGUS - PIZZUTO - SALE sulle misure da adottare per far fronte alla crisi della compagnia aerea Meridiana e garantire la continuità territoriale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSOche:

- le compagnie Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, il 15 settembre 2014, hanno inviato al Ministero delle infrastrutture e trasporti, alle organizzazioni sindacali, alle direzioni regionali e territoriali del lavoro e ai centri per l'impiego, una nota in cui annunciavano l'avvio dell'imminente procedura di licenziamento collettivo e di collocazione in mobilità per circa 1.600 lavoratori; già nel febbraio del 2011 la compagnia aveva avviato la procedura di cui sopra per circa 910 dipendenti e, all'esito della prevista fase di consultazioni con le organizzazioni sindacali, nel 2012 è stato raggiunto un accordo in forza del quale si è convenuto di utilizzare tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale e dunque di far ricorso alla cassa integrazione per la durata massima di 48 mesi e alla successiva mobilità per altri 36 mesi;

- all'avvio di tale procedura è poi seguita una nuova richiesta di ridimensionamento della struttura che ha portato all'estensione della cassa integrazione a ben 1.350 lavoratori, procedura quest'ultima che si concluderà il prossimo 26 giugno 2015 con l'inevitabile conseguenza dell'avvio della seconda fase prevista dagli accordi e cioè il licenziamento collettivo e la conseguente collocazione in mobilità per il personale in esubero;

- il trasporto aereo, pur rivestendo una rilevanza strategica nell'ambito del sistema dei trasporti sia interno che internazionale, è al centro di una profonda crisi aziendale; l'evoluzione delle crisi aziendali di Alitalia-CAI e Meridiana, attualmente oggetto di procedure di riorganizzazione e ristrutturazione, potrebbe determinare incertezza su puntualità, qualità e numero dei collegamenti aerei e impone una riflessione urgente e conseguenti iniziative di pianificazione;

- la sopravvivenza della compagnia aerea Meridiana è di fondamentale importanza per una Regione come la Sardegna nella quale il principio della continuità territoriale potrebbe essere ulteriormente compromesso, dal momento che in atto vi sono anche nuovi ridimensionamenti che riguardano il trasporto marittimo, con inevitabili ripercussioni sulla già precaria economia dell'Isola;

- la continuità territoriale deve essere intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti e si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea;

- la vicenda è già stata portata all'attenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti attraverso una lettera inviatagli dai deputati sardi il 3 luglio 2014, con successivo sollecito del 23 luglio 2014, e diverse interrogazioni e interpellanze dagli stessi presentate;

TENUTO CONTO:

- delle preoccupazioni dei diversi lavoratori interessati, sfociate nella mattinata del 19 settembre 2014 in una manifestazione di fronte al Consiglio regionale in cui si sono riuniti più di cento dipendenti;

- che i lavoratori ritengono che sia in atto una precisa strategia volta a trasferire la maggior parte delle tratte su Air Italy cui si punterebbe per il rilancio della compagnia, ma con nuovo personale e con base a Napoli;

- del clima di tensione venutosi a creare tra azienda e lavoratori dovuto anche alla decisione di Meridiana di proteggere con lastre di acciaio e filo spinato il perimetro dell'azienda con l'intento di proteggere i dirigenti che giornalmente la raggiungono,

impegna il Presidente della Regione e Giunta regionale

a richiedere al Governo nazionale l'immediata istituzione di un tavolo di crisi per l'esame della grave situazione in cui versa il sistema dei trasporti, persone e merci, da e per la Sardegna e per definire, in particolare, tutte le iniziative utili a garantire:

1) i livelli occupazionali di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance;

2) la continuità di impegno e presenza in Sardegna di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance invitando le suddette società alla presentazione di un nuovo piano industriale;

3) l'attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna, anche proponendo di rivedere, se del caso, le norme statutarie. (77)