Seduta n.252 del 22/09/2011
CCLII Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Giovedi' 22 settembre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 13 settembre 2011 (245), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gabriella Greco, Francesco Mula e Carlo Sanjust hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 settembre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Uras - Diana Mario - Bruno - Steri - Sanna Giacomo - Vargiu - Salis - Cuccureddu - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Mariano - Contu Felice - Cossa - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stochino - Tocco - Zuncheddu sul riconoscimento del valore legale del titolo acquisito dai docenti abilitati e abilitandi in Scienze della formazione primaria (infanzia e primaria), e docenti abilitati per l'insegnamento dello strumento musicale A177 nella scuola secondaria di primo grado, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (148)
PRESIDENTE. Considerata l'assenza del Presidente della Regione e di numerosi consiglieri, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 18.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, a noi interessa molto discutere questa mozione però, siccome la discussione non è un question time, vorremmo che anche la maggioranza fosse presente in aula, per cui le chiedo la verifica del numero legale
(Appoggia la richiesta la consigliera Zuncheddu.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Gallus, Planetta, Stochino, Vargiu e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 29 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappellacci - Contu Felice - Cossa - Dessì - Floris Mario - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 11 e 03.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 147.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Capelli - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'uso indiscriminato, fazioso ed ingannevole delle risorse per la pubblicità istituzionale della Regione nella congettura economica più grave dal dopoguerra in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che:
- la situazione economica e finanziaria della Sardegna è gravissima e anche alla nostra Regione è chiesto di rivedere la spesa pubblica eliminando ogni spreco ed ogni spesa parassitaria e clientelare;
- il Presidente della Regione dispone con sempre maggiore disinvoltura dei fondi per la pubblicità istituzionale con una evidente finalità di parte e di propaganda politica;
- in particolare, per quanto riguarda la pianificazione paesaggistica regionale, si è evidenziato un uso delle risorse pubbliche volte non tanto ad informare e documentare, ma ad orientare e condizionare la pubblica opinione rispetto alle proprie convinzioni ed orientamenti politici;
- l'uso della comunicazione istituzionale si affianca a quello altrettanto arbitrario della pubblicità: dagli 1,2 milioni per la Louis Vuitton Cup, agli 1,5 milioni per il Rally in Gallura, ai 100mila euro per il Meeting di Rimini, ai 180mila euro per la sfilata di "Amore e Moda" di Alghero, ai 140mila euro per la campagna contro il PPR, ecc.;
- dal contesto di tale uso delle risorse per la pubblicità istituzionale emerge peraltro un chiaro intento ingannevole dei messaggi pubblici volti a negare l'evidente stato dei fatti e peggio ad inculcare nella pubblica opinione l'idea che la convivenza civile possa fare a meno della legge e delle regole in generale,
denuncia e condanna
il sistematico uso partigiano ed ingannevole della pubblicità istituzionale della Regione, e pertanto
impegna il Presidente della Regione
1) a rendere conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale nel corso del presente esercizio;
2) a vincolare l'uso di dette risorse al solo fine di informare e documentare i cittadini sardi sulle principali questioni che attengono all'azione di governo e non già al condizionamento delle coscienze individuali. (147).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, siamo di fronte ad una Giunta regionale che si è comportata spesso come una società segreta, che non ha offerto ai cittadini (e neanche ai consiglieri regionali) la possibilità di conoscere in tempo reale le delibere che ha assunto, che subito dopo le ferie, ha fatto pubblicare nei principali quotidiani sardi due pagine alla settimana per raccontarci perché vuole stravolgere il Piano paesaggistico regionale e portare le lancette dell'orologio indietro, molto indietro.
Ho avuto modo di conoscere le delibere sulla pubblicità e sulla comunicazione istituzionale del Presidente solo grazie all'accesso agli atti e alla gentilezza della responsabile dell'ufficio a cui le ho formalmente richieste. Tornerò su quelle delibere. Ora mi preme sottolineare il momento politico che viviamo: metà mandato, due anni e mezzo dall'inizio della legislatura ed è tempo di bilanci. In America a metà mandato si chiede la fiducia sull'operato, da noi è d'uso pubblicare un primo rapporto, un bilancio di metà legislatura. Il presidente Cappellacci evidentemente non sa cosa scrivere di questi due anni e mezzo, sarebbe un rapporto vuoto.
La mancanza di autonomia, di autorevolezza, trascinatasi nell'era Cappellacci da una finanziaria all'altra, dall'annuncio di un collegato bluff all'altro, il tutto "condito" da abbondanti rimpasti, che hanno visto avvicendarsi in questi primi 30 mesi di governo oltre trenta Assessori, rischiamo di pagarla cara tutti, tutti i sardi. Quel rapporto sarebbe stata la cronaca di un fallimento, meglio non farlo, meglio spostare l'attenzione. E allora il presidente Cappellacci chiama il pubblicitario che ha gestito, che ha seguito la campagna elettorale (non quello che l'ha fatto vincere, quello che l'ha fatto vincere è un altro pubblicitario, è un uomo che fa molta propaganda e che oggi è in deriva: il presidente Berlusconi) e a quel pubblicitario affida il rilancio mediatico.
In realtà il Presidente aveva già avviato questo tentativo qualche mese fa con l'autosospensione fasulla dal partito, con la finta contestazione a Berlusconi, a Tremonti, con l'invenzione della flotta sarda che serve a far dimenticare la stagione più buia dei trasporti, del turismo, la stagione più buia dell'autonomia. Buio buio direbbe il collega Uras, parafrasando la creatività di quel pubblicitario, forse lo stesso che nel gennaio 2009 assicurava che la Sardegna sarebbe tornata a sorridere. E invece è buio buio, si piange, si piange amaramente, piangono i sardi.
E allora vai con la pubblicità, ritorniamo alla pubblicità, tanto siamo su "scherzi a parte". Che cosa poteva inventare, per esempio, un pubblicitario come Gavino Sanna, che cosa avrebbe potuto scrivere di due anni e mezzo di legislatura? Poteva parlare della legge sugli oratori, ma non siete riusciti neanche ad attivarla. Poteva parlare del "piano casa uno", del "piano casa due", affossato dai franchi tiratori, quindi dalla stessa maggioranza. Poteva parlare del G8 trasferito da La Maddalena, poteva parlare della vertenza entrate, della difesa della vertenza entrate. Non si è riusciti a fare neanche quello. Poteva parlare del fatto che vi accontentate di briciole nei fondi FAS, che non arriveranno mai. Poteva parlare del fatto che non avete bandito la gara per la continuità territoriale marittima o poteva raccontare il pasticcio della continuità territoriale aerea.
E allora da cosa partono gli annunci della seconda parte della legislatura (perché di annunci si tratta)? Partono dall'ossessione del mattone, partono dal cemento, con risposte non ai sardi ma ai costruttori, magari ben individuati, ben conosciuti. E lo fa il Presidente, insieme al suo pubblicitario, semplicemente con domande e risposte, senza contraddittorio, in maniera un po' schizofrenica. Si fanno delle domande e poi si danno delle risposte, guarda caso attraverso le pagine dei giornali più letti in Sardegna, e lo fanno con i nostri soldi, con i soldi di ciascun cittadino sardo. Si fanno delle domande, si danno delle risposte e scrivono cercando di evocare il paesaggio, quando in realtà vogliono solo costruire, hanno l'ossessione del cemento, ma cercano il modo di dirlo in maniera elegante. Parlano dei nonni, parlano di chi si deve rifare il tetto, di chi deve cercare di aggiungere una stanza nella propria casa, parlano di tutto questo.
In realtà non ci crede nessuno, presidente Cappellacci, perché l'intento è quello di cercare, stravolgere quello che si è fatto in precedenza, e non basta la delibera di domani, quella che arriverà in Giunta, perché la modifica del PPR dovete farla bene, dovete essere in sintonia con il codice della tutela del paesaggio, con il codice Urbani, con le leggi sovra ordinate. Soprattutto dovete venire qui in aula, magari anche oggi, Presidente, e dirci quale strategia avete in mente, quale idea di Sardegna avete in mente, per confrontarci sull'idea, sul progetto, se l'avete. Dovete farci capire quali lottizzazioni dovete far rivivere, cosa volete fare delle zone agricole, magari anche nella fascia costiera.
La Giunta dice di aver restituito la voce ai sindaci, ai cittadini e lo ha fatto. Lo ha fatto con incontri, tavoli, laboratori, coordinati da esperti; e dai tavoli è emersa chiara la difesa intransigente del paesaggio e dell'ambiente, della loro tutela. Proprio per questo è stato espresso un grande bisogno di progetto, progetto che non c'è, un grande bisogno di regole che vengono eliminate, un grande bisogno di pianificazione che non è esaudita con l'eliminazione delle norme di salvaguardia e con il trasferimento nel PPR di quanto sancito nel finto piano casa di Asunis.
Un processo senza scorciatoie, come invece sembrerebbe emergere dalla delibera che porterete domani in Giunta, un processo che faccia salvi un insieme di principi condivisi, come quelli emersi proprio nei cosiddetti laboratori di paesaggio svolti sul territorio. Nei tavoli, per esempio, (Presidente, mi smentisca se non è vero) è emersa l'emergenza di conservare la struttura percettiva del paesaggio agrario mantenendo inalterata la trama del tessuto agricolo. In quei tavoli, in quei laboratori, hanno consigliato di individuare le azioni utili a tale scopo, recuperare i sentieri rurali, disincentivare la frammentazione fondiaria, riconoscere, mantenere e ripristinare le caratteristiche legate alle diverse colture, definire un sistema di regole per la gestione del paesaggio in relazione ai diversi usi.
Ne avete tenuto conto di quei pareri, dell'esito di quei lavori? Non mi pare! Avete preferito la propaganda. A metà mandato Cappellacci non poteva far altro che calare un tris di cemento: legge sul golf, "piano casa tre", nuovo PPR, "condito" di parole chiave ben care agli ambientalisti e a quel pubblicitario che altre campagne elettorali aveva già seguito, anche a favore di chi nell'ambiente come vantaggio competitivo davvero ci crede.
E via con la campagna a pagamento, con la propaganda a pagamento con i soldi dei sardi e contemporaneamente via alla legge sul golf! Tra noi e voi, Presidente - e mi rivolgo direttamente a lei, anche se non mi ascolta - c'è una opposta visione del mondo. La legislatura ha avuto fin dall'inizio come tema principale proprio la materia urbanistica e quella della gestione del territorio. In tal senso abbiamo subito dovuto contrastare le iniziali ipotesi di cancellazione della pianificazione paesaggistica regionale. Non appena il Governo nazionale ha varato l'intesa con le regioni per il cosiddetto piano casa la Giunta regionale ha adottato un testo normativo che nella prima parte ha introdotto la possibilità di alcuni ampliamenti volumetrici in deroga e nella seconda ha invece tentato di superare i vincoli delle norme di attuazione del PPR che risultavano di ostacolo all'applicazione nell'agro e nella fascia costiera del piano casa.
La seconda versione è stata affossata dai franchi tiratori, ma l'ossessione urbanistica non si è placata neppure dopo tale sconfitta. Ed ecco in aula la terza versione del piano casa, dal quale è stata stralciata una proroga dei termini di applicazione. Il "piano casa tre" ha lasciato la corsia del Consiglio alla legge sul golf, un testo di legge dal quale sono stati cancellati i sostegni finanziari inizialmente previsti per la promozione di quello sport, diventando una vera e propria norma che promette la modifica del PPR per consentire l'edificazione di residenze e di alberghi nella fascia costiera con una conseguente deregulation urbanistica a vantaggio di alcune lobby immobiliari e non solo.
L'impatto potenziale di tali norme si aggira intorno ai 3 milioni di metri cubi di nuovo cemento sulle nostre coste. Se poi calcoliamo che qualora fossero localizzati campi e residenze fuori dalla fascia costiera ci sarebbe una premialità del 60 per cento delle volumetrie, si arriva molto oltre i 3 milioni, si raddoppia. Attenzione, perché le indicazioni in legge di voler modificare il PPR, e quindi ridurre la fascia costiera, modificando l'articolo 20 delle norme di attuazione, serve proprio per garantire quelle premialità.
Insomma, che Sardegna si vuole, quale idea di Sardegna si ha? E' scritto nelle pagine a pagamento: cemento. Lo stesso cemento che già vediamo nelle seconde case invendute, lo vedo in quasi diecimila case della mia città invendute, nei villaggi turistici, sempre meno frequentati. Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli? Noi abbiamo cercato di promuovere una Sardegna forse migliore anche delle altre regioni, capace di attrarre a sé il mondo perché capace di valorizzare insieme la sua bellezza, il suo paesaggio, la sua cultura, le sue tradizioni, i suoi saperi.
L'idea che emerge, l'idea del presidente Cappellacci, è di una Sardegna di retroguardia, globalizzata, una nuova Rimini, tutto questo proprio mentre nel mondo il turismo cerca le differenze, cerca la peculiarità, cerca una terra di accoglienza, cerca un paesaggio intatto. La Sardegna, nell'era dei Cappellacci, vive di propaganda, e fuori non la conosce nessuno, nessuno parla più di Sardegna, ma pagano i sardi. Ai sardi questo Governo regionale è già costato 4 miliardi in meno dei FAS nazionali, 1 miliardo e 200 dei FAS regionali (ammesso che quelli del piano del sud li vedremo davvero) 4 miliardi di compartecipazione alle entrate non pervenute dallo Stato per l'atteggiamento acquiescente della Giunta Cappellacci. Ora ci fa pagare anche gli spot pubblicitari, e lo fa in modo spudorato, vergognoso: perfino l'ordine dei giornalisti prende posizione.
Le pagine pubblicate a pagamento sui due più diffusi quotidiani sardi hanno esplicitamente preso spunto, contestandoli, da servizi e commenti della stampa isolana, e sono state presentate di fatto come una vera e propria replica, dice l'ordine dei giornalisti. A giudizio dell'organo sardo dei giornalisti, la Regione non ha tenuto conto che la replica è un diritto, che la legge italiana riconosce gratuitamente ai cittadini e alle istituzioni, gratuitamente, diritto che viene negato invece se altri fanno ricorso alla comoda scorciatoia, così viene definita, della pubblicità istituzionale a pagamento.
Per quanto riguarda i contenuti, l'ordine ha constatato che in questa occasione la comunicazione della Regione ha il carattere del messaggio politico, e sottolinea che le istituzioni democratiche hanno più di altre il dovere di non sfuggire il confronto (di non sfuggire il confronto, presidente Cappellacci) e di garantire il regolare svolgimento delle funzioni di tutti i soggetti della democrazia. Ma, in realtà, il presidente Cappellacci ci aveva già abituati a propaganda, a spot pubblicitari a pagamento per i sardi. Ricordate? Settembre 2009: convegno al Forte Village, per parlare ufficialmente di federalismo fiscale. Il tema era: "L'attuazione del federalismo fiscale: problemi e prospettive". Nomi noti tra i relatori e tra i partecipanti.
Mi chiedo (anche io le rivolgo delle domande e attendo delle risposte) chi ha pagato? Quanto è costato alla Regione? A cosa è servito? A chi è servito? Di cosa si è parlato veramente, in aula e fuori dall'aula? Oppure vogliamo parlare del milione e 400 mila euro per la Louis Vuitton Cup, del milione e 500 mila euro per il Rally di Gallura, dei 100 mila euro per il Meeting di Rimini, dei 180 mila euro per la sfilata di "Amore e Moda" di Alghero, trasmessa da Rete 4, dei 140 mila euro per la campagna contro il PPR? Interessante anche la delibera 18/29 del 5 aprile 2011, con la quale si approva il programma relativo a manifestazioni fieristiche, e workshop istituzionali per il 2011.
L'Assessore dell'agricoltura ricorda in quella delibera che le cosiddette azioni promozionali in senso lato non rientrano nel concetto di pubblicità, ma in quello di assistenza tecnica; ripeto: assistenza tecnica. E a chi facciamo l'assistenza tecnica, a chi fa l'assistenza tecnica la Regione sarda, con la partecipazione istituzionale? Per esempio al Meeting di Rimini noi abbiamo pagato l'assistenza tecnica al Tuttofood di Milano, al Fancy Food Summer di Washington, luglio 2011, all'Anuga di Colonia, all'FHC di Shangay, al Fancy Food Winter di San Francisco, nel prossimo gennaio, alla Fruit Logistica di Berlino, e poi a Mosca, Singapore, Montreal (Canada), e così via. La Regione Sardegna fa assistenza tecnica a pagamento per tutti.
La situazione economica e finanziaria della Sardegna è gravissima, come nel resto del Paese, ma forse da noi è ancora più grave, e anche la nostra Regione, Presidente, ha chiesto di rivedere la spesa pubblicitaria, eliminando ogni spreco, ogni spesa parassitaria, clientelare. La Giunta ha perfino istituito una task force. Cosa ci proporrà? Demagogia, pura demagogica. Come diciamo nella premessa della mozione, il Presidente della Regione dispone, con sempre maggiore disinvoltura, dei fondi per la pubblicità istituzionale, con una evidente finalità di parte, di propaganda politica. Nelle linee guida della manovra si è tagliato su tutti i capitoli, ma, guarda caso, i fondi per la Presidenza sono aumentati. Chissà perché? Anche noi facciamo domande e attendiamo risposte.
Emerge un chiaro intento ingannevole nei messaggi pubblici, volti a negare l'evidente stato dei fatti, e, peggio, perfino a inculcare nei cittadini, nei lettori dei giornali, negli elettori in fondo, l'idea che la convivenza civile possa fare a meno di regole, alcune volte anche di leggi. Vige ormai un sistematico uso sfacciatamente di parte e ingannevole della pubblicità istituzionale della Regione. Insomma, se volete fare propaganda, fatelo attraverso i partiti, quelli, sì, sono di parte, forse servono anche a questo.
Con questa mozione, noi chiediamo al Presidente di svolgere il suo compito, rendendo conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale. Gli chiediamo di vincolare l'uso delle risorse al solo fine di informare e documentare i cittadini sulle principali questioni che riguardano l'azione di governo, e non finalizzandole non al condizionamento delle coscienze individuali. Gli chiediamo conto di ogni euro speso.
Ho qui l'elenco dei contributi e dei beneficiari, e mi chiedo perché, a quale titolo si danno dei contributi perfino per le feste patronali. E perché non tutte le feste patronali allora? C'è un criterio? Perché solo Ussana, Villaspeciosa, Iglesias, Selegas? C'è un motivo? Perché diamo un contributo al Consolato d'Italia a New York per la festa della Repubblica italiana in America? Lo finanziamo noi. O perché finanziamo il progetto della Conferenza episcopale italiana, che si chiama, guarda caso, "progetto Sardegna"? Perché lo finanzia la Regione sarda? Che intervento di comunicazione o di pubblicità istituzionale si è svolto?
Ora, Presidente, noi le abbiamo rivolto delle domande e ci attendiamo delle risposte, poi ci sarà anche un contraddittorio, perché si usa così in democrazia. Di solito non ci si fa delle domande, e si danno delle risposte in privato. Ora deve rispondere a noi, ed è questo il senso della mozione, il senso è quello di fare in modo che ci sia trasparenza, correttezza, che si dia un nome giusto a ciò che si fa. Io mi riservo di reintervenire in discussione generale, perché naturalmente c'è abbondanza di materiale, le volevo solo illustrare il significato generale di questa mozione, che mi auguro trovi nel Consiglio regionale e in ciascuno di voi, colleghi, l'onestà intellettuale, al di là dei colori politici, e sono sicuro che ci sarà, per fissare dei paletti, per indicare una strada, per svolgere il nostro ruolo, che è quello di indirizzo e di controllo, e svolgerlo attentamente sino in fondo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Capelli, che ha a disposizione dieci minuti.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io cercherò di essere velocissimo per poter dire tutto quello che ho da dire in questi dieci minuti, ricordando che viviamo in un momento in cui alla politica è richiesta sobrietà, è richiesta onestà, come sempre dovrebbe essere. Perciò il mio intervento sarà basato sui numeri, e i numeri dicono tanto, dicono a volte più delle parole. Veda, collega Bruno, lei, mentre parlava, ha fatto vedere gli atti di riferimento sulla pubblicità istituzionale. Ho notato che ha sventolato due fogli, io ne ho circa settanta che riguardano oltre 650 provvedimenti, dal 2010 ad oggi, sulla pubblicità istituzionale, e, siccome i numeri dicono molto, è giusto che i colleghi e tutti sappiano come vengono spesi quei fondi della pubblicità istituzionale.
Io personalmente ho condotto una battaglia contro questi fondi anche tra vari sorrisi in quest'Aula, dicendo, colleghi: "Togliamo, riduciamo", perché l'occasione porta l'uomo a spendere. Ci siamo riusciti con un emendamento a voto segreto nella passata finanziaria, poi però nella manovra correttiva i fondi sono stati reintegrati. Perciò di che cosa parliamo? Parliamo di fondi che sono un'enormità rispetto a quello che noi giustamente stiamo facendo, e cioè ridurre i costi della politica, ma questi sono costi della politica (non pubblicità istituzionale) che prevedono impegni per il 2010 di 25 milioni e 737 mila euro, per il 2011 di 16 milioni e 918 mila euro, che lasciano un carico di residui notevole e un totale pagamenti notevole.
Allora come si distribuiscono questi 25 milioni più i 16 milioni? In piccoli e grandi interventi. Intanto in notevolissimi contributi distribuiti alle diverse tv private. E secondo quali criteri? Secondo il bacino di utenza? Secondo i dati di ascolto? Non sempre! Tra queste reti private è molto presente antenna 1Sardegna Srl, è presente (ne leggo alcune) AP&B S.r.l., "manifestazione capotavola", che ci ha portato ovviamente nuovi turisti che vengono in Sardegna, perché hanno conosciuto la Sardegna attraverso quella manifestazione e attraverso un investimento di 129 mila euro da parte della Regione Sardegna.
Ma andiamo anche alle piccole spese, andiamo alla produzione di 5 portali Web istituzionali, del costo di 19 mila e 200 euro; piccola cosa, se non fosse che questi 19 mila e 200 euro sono destinati all'ARPANET Srl. E qui vedo un'altra indicazione; prendete carta e penna, collegatevi sul sito e andate su www.arpanettv.com/cappellacci.html e vedete chi è ARPANET. Ribadisco che tutte queste assegnazioni non avvengono attraverso gare d'appalto. Ma andiamo anche alle piccole spese. Si comprano cinquecento calendari da tavolo nel 2010 per un totale di 1080 euro, fate la divisione: il costo è di oltre 2 euro e 56 per calendario. Io mi sono collegato con alcuni fornitori, e ho avuto un offerta (non la migliore) a 0,39 centesimi.
Seguono contributi ad altre organizzazioni di eventi e spettacolo, come l'Associazione concertistica jana project (46 mila euro), associazioni sportive non meglio definite di danza, il Life Center (40 mila euro), l'associazione "fabbrica l'evento a Villa…" (di cui non si riesce a leggere il proseguo per un difetto di stampa) 99.990 euro, fino alle associazioni sportive come Classe Sportiva Italiana (120 mila euro), Rodolfo Valentino (150 mila euro), e ad altri interventi che riguardano, come si è detto, la stampa.
Vorrei poi semplicemente leggere gli interventi previsti dall'articolo 7, comma 14, pari a 159 mila euro destinati a "beneficiari vari", oppure all'Autorità portuale di Cagliari (30 mila euro), o ancora, OTIM Spa, Ente autonomo per le fiere (300 mila euro), oppure l'acquisto delle pagine su El Pais (180 mila euro). O, ancora, Cairo pubblicità Spa, pagine su riviste turistiche per 60 mila euro, che si ripete quindi nel 2011, e altri 18 mila euro si aggiungono ai 120 che vi ho citato, collection eventi e produzioni tv, sfilata ad Alghero (180 mila euro) e vari contributi a comuni (secondo quale criterio non è ben compreso).
Ma ancora vorrei leggervi una parte interessante che riguarda l'ENIT di Roma, spazio esposizione fiere, per l'anno 2010, con un intervento pari a 1 milione 0,36 mila 590 euro. Questo poi è molto interessante: mentre noi abbiamo in corso la vertenza entrate con lo Stato, finanziamo il Ministero degli Esteri per andare a Shangai con oltre 400 mila euro. Finanziamo noi il Ministero degli Esteri, oltre a tutti gli enti fiera che qui vengono elencati: la Sipra Spa, spot promozionali, su non si sa quale rete, perché anche qui c'è un difetto di stampa (973 mila euro), Sardegna Travel, Sardegna tv Srl (oltre 500 mila euro), ma sono poche somme rispetto, per esempio, alle grandi somme che noi spendiamo sulla PBM pubblicità.
Nel 2010 sapete quanto abbiamo speso, quanto ha speso il "Bancomat regionale" del Presidente? Ha speso esattamente 491 mila euro, arrivando, solo nel 2011, a 720 mila e 200 euro. Non so se state facendo i conti e che reazione vi provochi tutto questo. Poi c'è Novas, c'è un po' di tutto qui dentro, ci sono singole persone, ci sono enti, ci sono fondazioni, ci sono fiere, come abbiamo detto, c'è il progetto Giappone, non vi dico quanto si è speso per Shangai, la RATI Srl, iniziativa etnica per 231 mila euro; 191 mila euro per affitto spazio espositivo in un forum e così via.
Voglio ora, Presidente, ricordarle alcune interpellanze: la numero 231 Ladu, Gallus, Murgioni, Floris Mario sul rally mondiale, l'interrogazione Vargiu sull'acquisto di una pagina su RCS, cioè Corriere della Sera, a 280 mila euro, la numero 572 Artizzu, Diana, Liori sulla pubblicità istituzionale. In quelle interpellanze si affermavano le stesse cose…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io non vorrei ripetere ciò che è stato già detto, soprattutto nella relazione di Capelli e Bruno, ma voglio precisare alcuni punti in relazione a questa pubblicità nella stampa, e dico che, ancora una volta, siamo in un vero cul de sac, nell'inganno totale, che continua a prevalere sui veri problemi dell'Isola.
Pubblicità: preparare i cittadini al nuovo PPR che sconvolge il vecchio Piano paesaggistico e ci coprirà di cemento; si fa tutto questo con i soldi dei cittadini, scegliendo anche i giornali dove questa pubblicità viene divulgata: è un nuovo approccio all'informazione e alla comunicazione, una nuova interpretazione della trasparenza. Si vede bene, leggendo questo comunicato, che la comunicazione è l'opposto della conoscenza, nemica dell'idea, perché è essenziale per dissolvere tutti i contenuti della verità. Questa comunicazione non è quella della scienza, né della politica, né dell'arte, ma quella della comunicazione massmedica dell'inganno, è la bacchetta magica che sembra trasformare l'inconcludenza, la ritrattazione e la confusione da fattori di debolezza in prova di forza che sostituisce l'educazione con la falsità, l'arte e la cultura con l'entertainment, il divertimento.
Questa pubblicità contro il PPR aspira ad essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. E' dunque totalitaria in una misura molto maggiore del totalitarismo politico tradizionale. Questa propaganda anti PPR è fatta così male che sembra sottrarre al linguaggio stesso la possibilità di dire alcunché di sensato. Lo dico anche come linguista. Umberto Eco chiamerebbe questa pubblicità semiosi ermetica perché pensa di detenere il segreto di ciò che significa esteticamente paesaggio o territorio. Il fatto che questo segreto sia inesprimibile lo pone al riparo da ogni verifica e da ogni controllo cittadino potenziando la sua arroganza. Ciò significa che anche nella comunicazione c'è sempre un segreto che consiste nel rendersi invisibile per eccesso di esposizione.
Anche qui, tuttavia, emerge una differenza rilevante con lo spettacolo. Buon attore è chi sa recitare molte parti di una commedia, ma buon comunicatore è chi, pur non interpretandone bene nessuna, riesce sempre a occupare la scena usando i soldi della comunità. Il presidente Cappellacci è un'artista nella subcultura della performance. In termini freudiani questo tipo di comunicazione non è orientato verso il raggiungimento del piacere ma verso il mantenimento dell'eccitazione. E' una specie di stato euforico più vicino ad una addiction, ad una dipendenza, che a un sentimento intimo di impegno politico. Qui abbiamo a che fare con un tipo di comportamento etico aberrante. E' il sottoprodotto di una razionalità politica povera che considera le classi subordinate come marionette facili prede di manipolazioni politiche.
L'idea centrale di questa pubblicità giornalistica è la demolizione di ogni tipo di logica e di razionalità in nome dell'immediatezza, della spontaneità, della creazione dal nulla. E' la reificazione del paesaggio e la cementificazione del territorio. Noi ci opponiamo a questa mistificazione dei fatti, ma soprattutto a questa mistificazione della democrazia. Chi volete convincere? Chi volete trascinare ancora dentro il vostro universo? Ed è questo voler bene alla Sardegna e ai sardi? E' questo il vostro modo di concepire l'operatività politica, voi che parlate sempre in nome del popolo sardo, della cultura sarda? Ma i sardi non saranno mai les moutons de Panurge. Mi fermo qui.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La mozione è stata proprio strappata di mano dall'ultima iniziativa del Presidente, che è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, cioè la pubblicità istituzionale apparsa nei due maggiori quotidiani sardi. Oggi quindi in Aula si affronta il problema delle somme ingenti spese per la pubblicità istituzionale. Il collega Capelli più volte ha richiamato questa vicenda e l'ha richiamata soprattutto cosiderato il momento che la società sarda attraversa, al quale le istituzioni dovrebbero guardare con maggiore attenzione. Il lungo elenco che il collega ha fatto mi porta a dire, così come ho detto altre volte, che sarebbe bene dirottare quelle somme verso leggi apposite. Non vogliamo sopprimerle.
Si fa riferimento a tutta una serie di interventi che vanno a sostenere eventi, fiere, festival, cultura, musica, teatro, sport con nomi che si ripetono puntualmente negli anni. Sono sempre i soliti noti che stranamente si trovano sempre, come dire, in sintonia con la posizione politica di chi sta al governo, oggi il centrodestra, domani il centrosinistra, dopodomani di nuovo il centrodestra, o comunque chiunque stia al potere e disponga di queste somme. Hanno una capacità straordinaria di entrare nel cuore di chi governa e di chiedere sostegno e solidarietà per le loro iniziative ed è per questo che, stranamente, vediamo eventi che si ripetono, effimeri, forse neanche accolti positivamente dall'ambiente che li ospita, però puntualmente soddisfatti da una attenzione e da una considerazione che riescono ad ottenere dal potente di turno, dall'amministrazione del momento che riesce sempre ad assecondare le richieste.
Allora quando parliamo dei costi della politica, che certamente non sono i costi della democrazia (perché, ripeto, la democrazia non ha prezzo e non può essere quantificata) probabilmente dovremmo entrare più nel merito di argomenti come questi, dove discrezionalità, clientelismo e a volte nepotismo consentono lo sperpero di una quantità immensa di denaro che potrebbe essere utilizzata sicuramente per obiettivi più importanti, per iniziative più importanti.
Successivamente a questa mozione andremo a parlare della residenza universitaria alla quale è negata la somma necessaria per far decollare un progetto ambizioso per l'Università di Cagliari e per la Regione Sardegna. Allora, su questo io credo che sia arrivato il momento di dire basta, di dire fine, di rendere pubbliche quelle informazioni perché un consigliere regionale riesce a trovare quei dati solo grazie alla maggiore facilità di accesso che egli ha, ma sicuramente non sono pubblici e a disposizione dei cittadini sardi che dovrebbero invece essere informati da quella pubblicità che voi ingannevolmente volete fare per coprire, la vostra vera ossessione, che è mettere mano al PPR. Quel PPR che voi dite di volere cancellare perché oppressione per i sardi e che invece deve riportare la Sardegna a recuperare le sue coste, le periferie della città, i pezzi della nostra identità, della nostra storia.
Ma chi prendete in giro? Ma voi credete che i sardi, in un momento come questo, credano a queste storielle che raccontate? Semmai i sardi che sono solidali con voi, sono consapevoli che questi beni tutelati possono essere violati dalla manomissione del PPR che voi vi state preparando a fare. E chissà quando ce lo farete conoscere, dopo averlo predisposto e confezionato nel modo che la stampa ci ha anticipato. Il problema è che quel bene che voi dite di voler tutelare è stato in qualche modo tutelato da una serie di circostanze.
Mentre, infatti, in larga parte del ventesimo secolo vaste zone del paesaggio e delle coste mediterranee venivano saccheggiate e trasformate dall'aggressione edilizia immobiliare, la Sardegna in qualche modo si era salvata da questa aggressione perché era stata vista soprattutto dallo Stato italiano come luogo di pena, come luogo di detenzione, come luogo di emarginazione e d'isolamento; la gente veniva inviata in Sardegna per scontare una pena, dalla più lieve alla più grave e questo, per molti anni (oltre alla volontà dei sardi che quel patrimonio inestimabile che è il bene paesaggio hanno voluto difendere e tutelare) ha preservato le nostre coste. Poi è arrivata la scoperta dei grandi imprenditori che hanno cominciato a costruire ma fortunatamente abbiamo trovato uno strumento di governo del nostro territorio, del nostro paesaggio, col Piano paesistico regionale che oggi si vuole mettere in discussione.
Noi abbiamo denunciato da un pezzo i vostri tentativi di manomettere il piano paesistico, l'avete fatto, com'è stato ricordato prima, col piano casa presentato come progetto per dare risposte allo sviluppo e all'occupazione, poi con la proposta del turismo golfistico e oggi invece direttamente con la manomissione del PPR. Entrate pesantemente dentro la fascia costiera, rimettete mano alla distruzione dell'agro e poi continuate a chiedervi in che modo fare per salvare l'agricoltura e tutto il comparto zootecnico.
Allora, su questo punto noi naturalmente ritorneremo, ma che per tentare di ingannare i sardi usiate anche i fondi della pubblicità istituzionale questo non lo possiamo tollerare ed è per questa ragione che ci siamo visti costretti a presentare questa mozione con la quale cerchiamo di fare chiarezza sull'utilizzo di somme che dovrebbero essere destinate ad altro e non alla propaganda elettorale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Anch'io voglio soffermarmi giusto su un punto della mozione, su questo che ormai, in gergo, alcuni definiscono una forma di pubblicità anti PPR. Ebbene, io vorrei ricordare a questa maggioranza, al suo Presidente, che un pezzo della rendita, della fortuna elettorale acquisita, è figlia, è derivata sicuramente da una serie di distorsioni amministrative, a loro volta derivanti da gravi errori di gestione politica di un processo innovativo come quello del PPR.
Non ho problemi a dirlo, l'ho detto anche diversi anni fa quando ero consigliere comunale de L'Ulivo al comune di Cagliari. Tentai anche delle interlocuzioni perché la mia maggioranza regionale potesse recepire queste critiche e potesse impedire che il centrodestra attuale utilizzasse, come ha utilizzato, alcuni nostri errori. Lo ha fatto, ha fatto una razzia elettorale proprio su alcune nostre disattenzioni.
Ebbene, oggi anziché restituire a questo strumento tutta la sua valenza istituzionale, anziché restituire stimoli di concertazione per rivedere quei processi distorsivi che hanno creato sicuramente disagio (perché i processi innovativi normalmente non sono facili da interpretare, e la Sardegna forse, anche prima in assoluto, ha incontrato questa grande difficoltà) si sta facendo l'esatto contrario. Ci fate leggere una pubblicità che banalizza il processo di salvaguardia di paesaggio. E' un voler ritornare a quella sorta di guerra, di guerra politica, di guerra elettorale, che è un errore gravissimo.
Il mio auspicio è che le forze, diciamo così, più libere e riformatrici della maggioranza, impediscano che il dibattito politico degeneri in una sorta di grande guerra di religione che in questo momento non serve, non restituisce assolutamente autorevolezza. Mi rivolgo all'Assessore dell'urbanistica, persona sensibile, secondo me, affinché consenta di nobilitare un dibattito su un tema che riveste un'importanza strategica per i sardi. Un'altra guerra di religione tra cementificatori e anticementificatori è sbagliata, è banale, ci banalizza anche agli occhi di chi ci guarda fuori della Sardegna. Quindi, togliete questa secretazione da un processo.
Mi si dice che in questi due anni, due anni e mezzo abbiamo avuto interlocuzioni, avete avuto un confronto con gli enti locali; parliamone. Esiste ancora una Commissione urbanistica, pertanto anziché uscire sulla stampa in questo modo sarebbe stato molto più utile, molto più opportuno riportare nei luoghi giusti, negli organismi giusti di questa amministrazione un dialogo. Io mi aspettavo infatti che fosse offerta la possibilità a quel pezzo di Consiglio regionale che siede in quella Commissione di potersi raffrontare, di capire se veramente alcuni errori ancora presenti in PPR possono essere corretti. Io infatti gradirei poterli segnalare, anche perché penso che non si possa continuare col sistema delle casacche, non ho mai indossato una casacca. Quando esiste qualcosa che non è utile per il cittadino non dobbiamo usare le casacche, non la useremo, molti di noi non la useranno, ma non cacciateci in una ipotesi di guerra come è avvenuto, per esempio, in occasione dell'esame della legge sul golf. Usciamo da questo incubo istituzionale che non produce nulla.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, nel nostro Regolamento interno c'è scritto che se qualcuno con il suo comportamento, il suo contegno, turba la libertà della discussione lei lo deve richiamare. Allora, si dà conto che il Presidente della Regione non è un consigliere come tutti gli altri, è un consigliere in più degli altri e deve prestare attenzione e rispetto all'Aula. Se poi ha da fare commissioni al telefono, le faccia, però lei deve ascoltare noi. Ha passato tutta l'introduzione della mozione facendo altro.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ho la capacità di ascoltare; io ce l'ho.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). So che lei ha la capacità di ascoltare, però lei deve mantenere un contegno rispettoso di quest'Aula, perché lei è una parte di un'istituzione...
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. E, se permette, la posa la decido io.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certamente deve decidere lei, ma io poi decido quello che posso decidere e chiedo quello che posso chiedere. Chiedo, pertanto, al Presidente del Consiglio, di tenere conto che il contegno di ciascuno di noi è importante per onorare questa istituzione, e siccome veniamo da un precedente per il quale lei è uscito appena io ho preso la parola, se vuole le do il tempo, faccia lo stesso anche oggi tanto la situazione non cambia. E' un problema che riguarda la sua onorabilità.
La mozione di oggi sottolinea il costo ciclopico della politica. Mentre noi ci interessiamo di questioni che suscitano un grande interesse, anche mediatico (il numero di consiglieri, i costi della politica), un Presidente della Regione spende nei modi che avete sentito 25 milioni di euro in tempo di fame e di carestia. E' il più grosso e vergognoso costo della politica ascrivibile a questa Regione. Ma è pensabile che questa maggioranza sia ancora disponibile a difendere un atteggiamento così irriguardoso nei confronti della povertà di tanta gente?
Ora, è vero che Marzullo fa delle domande e dà delle risposte, però ha un motivo, perché vuole stimolare un ragionamento. Qui si tratta invece di domande e risposte nell'ambito di quella che vorrebbe essere la pubblicità istituzionale, non la sensibilizzazione istituzionale, la pubblicità. Ma la pubblicità si fa su ciò che esiste non su ciò che non esiste.
Allora parlare di un PPR che sembrerebbe essere ancora nella mente di dio, intendendo per dio (con la "d" minuscola) Cappellacci, l'assessore Rassu e forse Asunis (ma ho motivo di ritenere che sia più Asunis che Cappellacci), è assolutamente grave perché vuol dire parlare di cose che non esistono.
Vorrei inoltre aggiungere, colleghi, perché ne siate consapevoli, che in queste ore, in questi giorni, quel testo che voi non avete, perché ufficialmente non vi è stato dato, viene consegnato da sedicenti imprenditori, che circolano per i palazzi pubblici, estraendolo dalle rispettive cartelle di pelle. Ora io questo lo posso dire, lo posso dire perché l'ho visto e perché sono riuscito ad ottenerlo da quel canale...
STOCHINO (P.d.L.). Dagli Uffici!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No Angelo, quando devi difendere l'indifendibile io ti capisco anche, però in questo caso no! Allora, questo è il punto, ci sono persone non meglio identificate che girano con questo documento. E quando si obietta loro che il documento non esiste, che non lo conosce la Commissione, non lo conosce il Presidente della Commissione, non lo conosce nessuno e gli si chiede come fanno ad averlo rispondono: "Ma sai, posso."
Questa è la situazione: abbiamo un Presidente che fa pubblicità di qualcosa che non si conosce e poi ci sono i vari personaggi che girano per le stanze. In fondo non ci dobbiamo meravigliare, con la pubblicità istituzionale noi abbiamo pagato la conferenza istitutiva, tra virgolette, passatemi il termine della P3 in Sardegna, quella famigerata conferenza di cui hanno parlato tutti i mezzi di informazione; siamo stati sulle pagine di cronaca di tutti i giornali del Paese per aver fatto un sedicente convegno di cui non si capisce l'origine. Poi abbiamo capito a che cosa doveva servire quell'incontro.
Il discorso sulla pianificazione paesaggistica è analogo a quello che faceva Capelli a proposito di fondi che eroghiamo al Ministero degli esteri. La pianificazione paesaggistica è un compito dello Stato (articolo 9 della Costituzione), delegato alle Regioni. Quindi noi stiamo pagando la pubblicità per un adempimento dello Stato che ci dovrebbe semmai pagare lo Stato, e infatti ci sono anche a questo fine dei fondi statali. Ma la cosa grave è che quel tipo di pubblicità contiene un'apologia di reato, cioè inculca nel lettore l'idea che l'abbattimento per esempio delle case abusive, che è un atto conseguente a un reato, sia un qualcosa di disdicevole.
Ma scusate, se quelle case che vengono demolite sono frutto di un abuso e di una illegalità di che cosa c'è da meravigliarsi? E' una pubblicità vergognosa perché promossa da un'istituzione che dovrebbe invece invogliare alla legalità, invogliare al rispetto del territorio. Se Moody's e le agenzie di rating potessero fare una valutazione su Cappellacci secondo me non gli basterebbero le lettere dell'alfabeto, dovrebbero passare ai numeri, dai decimali a 0,0 perché ovviamente considerare che ancora oggi, con quello che sta succedendo nel mondo, il terreno, il suolo sia diventato portatore di qualcosa in termini di crediti edificatori, come si diceva un tempo, è un assurdo, è un assurdo. Perché quei crediti edificatori hanno concretato il fallimento finanziario del mondo, ecco perché c'è l'inganno, c'è l'inganno e c'è il falso.
Quando uscirà fuori il documento in maniera formale qualcuno di noi contesterà portando le prove che non è stata seguita la procedura prevista dall'articolo 144 del codice Urbani e che quella pubblicità è un abuso, è immotivata e che, non essendo neppure iniziata la procedura partecipativa, la Regione afferma conclusioni, vincoli e certezze che non ha nessun titolo e non aveva nessun titolo per portare all'attenzione di chicchessia. E siccome questo, per l'articolo 144 del codice Urbani, è un requisito indispensabile, il cui mancato rispetto, peraltro, tutti i tribunali amministrativi hanno sempre censurato, noi su questa questione vi faremo ritornare alle origini del pensiero sul Piano paesaggistico.
E allora credo che ci sarà tutto il tempo per chiedere alla Corte dei conti che insegua chi deve perseguire per aver utilizzato indebitamente i soldi della Regione. La proposta che avanzerei io, la grande riforma che potremo fare nella prossima finanziaria, è pertanto la seguente: prendiamo quei 25 milioni di euro e con coraggio decidiamo di darli a chi ne ha bisogno perché i tempi delle vacche grasse sono finiti e le gozzoviglie da prima Repubblica non si possono più fare.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Sanjust è rientrato dal congedo.
E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La lista della spesa del Presidente, esposta dai colleghi Bruno e Capelli, è davvero sorprendente, direi pure che è paradossale. E questo è un record che va a sommarsi ad altri record come quello delle assenze del Presidente ai lavori dell'Aula, come il turnover dei suoi Assessori in questi due anni e mezzo di legislatura.
Il Presidente però non è sempre assente, direi pure che è presente nei tempi e nei luoghi e con le persone giuste per trattare gli affari che riguardano la Sardegna e magari elargire i soldi, i soldi dei sardi in crisi, a una lunghissima interminabile lista di beneficiari illustrata dal collega Capelli che è davvero sorprendente. Ed è incredibile addirittura che tra i baciati dalla fortuna, Presidente, ci sia pure quel predone dello Stato italiano col suo Ministero degli Esteri diretto a Shangai. Ma qui ovviamente non si vogliono affrontare in termini concreti i costi della politica, non se ne vuole davvero parlare.
Intanto io, Presidente, le chiedo in quale dimensione sta vivendo, e dovrebbe darci delle risposte molto schiette. La sua è un'azione politica che non poggia su principi logici, quei principi che dovrebbero indurla a continuare a costruire su quelle basi ereditate dal suo predecessore; l'unico impegno su cui lei non transige è il saccheggio di quanto di buono è stato costruito dalla precedente Giunta, soprattutto relativamente al PPR, uno strumento necessario per imporre regole a salvaguardia del territorio e dell'ambiente sardo. Lei in questo ha individuato il nemico numero uno da abbattere.
Il Presidente Cappellacci è una figura da sempre virtuale in Consiglio ma, com'è stato dimostrato anche stamattina, certamente concreta e fedele. Com'è pure fedele alle sue dichiarazioni programmatiche - lì è stato veramente molto coerente - secondo le quali il volano di sviluppo economico per la Sardegna era il rilancio dell'edilizia. Questo lo dichiarò all'inizio della sua legislatura e in modo veramente coerente sta procedendo su questa linea. In nome di questo progetto strategico, freddo, ha costretto noi dell'opposizione da due anni e mezzo ad una doverosa e puntuale azione di difesa del territorio, del nostro ambiente e quindi di quello strumento di cui finalmente la Sardegna si è dotata, sia per uscire dal vecchio Far West dell'edilizia (perché dagli anni '60 in poi non si è scherzato nel nostro territorio), sia per evitare il nuovo Far West.
L'ossessione del mattone totalizzante per lei è stata scandita nel tempo da dibattiti infiniti, a partire dai cosiddetti Piano casa uno, due, tre, sino all'ingannevole nefasta legge sul golf che di istruttivo - l'abbiamo già ribadito in tante occasioni - non ha davvero nulla ma riconduce, caso strano, sempre al cemento sulle coste e sui nostri terreni agricoli. Il Presidente Cappellacci è sorprendente perché usa gli stessi metodi del suo leader Berlusconi (che, fra l'altro, ha criticato recentemente sino ad arrivare all'autosospensione dal P.d.L.) ovvero utilizzare i soldi pubblici non per fini istituzionali ma per approvare o raggiungere i suoi progetti politici di parte. Che questa cosiddetta pubblicità istituzionale sul PPR sia ingannevole e tutt'altro che istituzionale ce l'ha detto in modo molto chiaro lo stesso ordine dei giornalisti, con una pesante censura del suo metodo, Presidente, o Presidenti, perché ormai adottate gli stessi sistemi. Sistemi per nulla di pubblicità istituzionale ma di mera propaganda politica con i soldi dei contribuenti, in un momento anche particolarmente infelice.
Con la manovra di revisione del PPR che l'Assessore Rassu ha annunciato si preannuncia, in barba a tutti i codici di salvaguardia italiana ed internazionale, la cementificazione sull'ambiente costiero e la trasformazione delle zone agricole in seconde case e residence.
Ieri è avvenuto un fatto increscioso, in linea con la filosofia di sviluppo portata avanti da questa Giunta e da chi la sostiene. Mi riferisco allo spiegamento di forze dell'ordine spropositato e con una ugualmente spropositata e incomprensibile spesa di danaro pubblico, nella località in prossimità del comune di Carbonia dove è stata praticamente sfrattata una famiglia di agricoltori, rovinata dai debiti e dagli interessi legati all'applicazione di una legge regionale, è stata sfrattata con pignoramento della casa e dell'azienda, privandola di qualsiasi possibilità di reddito per la stessa sopravvivenza. La risposta alle emergenze e alla crisi del settore agropastorale sardo non è arrivata dalle istituzioni, come sarebbe normale che avvenisse (magari prevedendo un fondo di garanzia anche per le aziende già sequestrate) l'unica risposta è arrivata dalle forze dell'ordine che militarmente hanno circondato la zona, impedendo l'accesso non solo a chi era accorso per solidarietà con la famiglia che difendeva il diritto alla sopravvivenza, ma addirittura ai residenti che non hanno potuto raggiungere le proprie case.
Bene, la legge è stata applicata e sicuramente ha trionfato, la famiglia è stata sfrattata e con i soldi i beni sono stati acquisiti da approfittatori continentali, casualmente si tratta di siciliani. E' noto a tutti che da trent'anni a questa parte è presente una forte infiltrazione mafiosa nel Sulcis, con personaggi malavitosi mandati in quelle zone al confino, anche questo è stato un gradevole regalo dello Stato italiano alla Sardegna! Chiedo che il Presidente del Consiglio, che comunque è molto sensibile a certi temi, contribuisca a riportare il dibattito in aula su questi problemi che stanno attanagliando questi settori della nostra economia. Una volta per tutte si trovino, con l'aiuto di tutte le istituzioni, soluzioni reali e pratiche per questo dramma.
Certo che i soldi spesi in questa propaganda elettorale, Presidente Cappellacci (e mi si sono rizzati i capelli quando ho sentito la lista letta dal collega Capelli), se fossero finiti in un fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà, come la famiglia Saiu, o per sostenere davvero lo sviluppo del settore agropastorale, commerciale e artigiano, settori fondamentali della nostra economia, e non per il suo rilancio elettorale, Presidente, e per progetti di desertificazione del territorio per poi avviarli alla cementificazione, sarebbero stati spesi meglio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
Poiché non è presente in aula decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, benvenuto in Aula! Non lo faccio con ironia, lo faccio perché in più di un'occasione nel recente passato abbiamo auspicato la sua presenza in Aula. Credo infatti che la sua presenza in Aula sia fondamentale e necessaria e, possibilmente non una presenza passiva, ma una presenza attiva, capace di confrontarsi con il Consiglio. I nostri reiterati solleciti sono però risultati vani; lei non ama - lo dimostra la storia di questi due anni e mezzo - assolutamente il confronto con questa assemblea elettiva. Se lei fosse stato più presente in Aula, Presidente, avrebbe avuto modo di constatare che in due anni e mezzo, soprattutto in occasione della discussione delle manovre finanziarie, diversi consiglieri della maggioranza e dell'opposizione in più di un'occasione, quando si trattava di individuare il capitolo di spesa per una proposta nella manovra finanziaria, nell'assestamento o semplicemente durante la discussione di una proposta di legge o di un disegno di legge, facevano riferimento sempre al capitolo della pubblicità istituzionale.
Allora era evidente, ed è evidente, che da parte di tutto il Consiglio c'era almeno una duplice convinzione: che in quel capitolo probabilmente erano allocate troppe risorse finanziarie e che l'uso che si faceva di quelle risorse finanziarie non era un uso trasparente e verificabile da quest'Aula, perché se così fosse stato diversi consiglieri della maggioranza e dell'opposizione non avrebbero sempre indicato per la copertura finanziaria il capitolo di spesa della pubblicità istituzionale. Ripeto, se lei in quelle occasioni fosse stato presente, oggi probabilmente non si sarebbe sorpreso - ma magari non lo è, sentiremo la sua replica -, ascoltando la presentazione della mozione del collega Bruno e poi l'intervento dell'onorevole Capelli.
Io mi permetto di dirle, Presidente, che il comportamento che lei ha assunto e l'uso che ha fatto delle risorse sono deplorevoli: lei ha usato quelle risorse non sue in maniera discrezionale - e lo hanno dimostrato i colleghi che mi hanno preceduto - per propaganda elettorale. Questo è quanto di più disdicevole possa esserci nella condotta di chi ha responsabilità pubbliche nell'amministrare una Regione. Il tutto, Presidente (non c'è bisogno che glielo dica io, lo testimoniano i fatti di questa Regione) per nascondere, come è già stato ricordato, il fallimento della sua azione politica.
Siamo di fronte - direbbe il sommo poeta - a una sorta di vituperio, perché di questo si tratta, e a me farebbe piacere che lei almeno oggi rispondesse in maniera dettagliata, in maniera precisa, punto per punto, e avesse argomenti per contestare, per smentire i consiglieri che finora sono intervenuti nella discussione della mozione e che le dicono che lei ha sbagliato e che ha la grave responsabilità di avere utilizzato risorse pubbliche per fare propaganda elettorale. Io spero che lei sia nelle condizioni di dare delle spiegazioni esaurienti, Presidente, se lei non è nelle condizioni di darle, deve prendere atto di aver utilizzato risorse pubbliche in maniera impropria (e questo non è permesso a nessun amministratore pubblico, tanto meno al Presidente della Regione) e trarne le conclusioni.
Io, Presidente, le voglio citare solamente un dato, mi limito a un dato, che tra l'altro è riferito anche nella mozione. Cercherò di essere preciso, Presidente, e vorrei per cortesia una risposta altrettanto precisa. La Corte dei conti, nella delibera numero 5 del 2010, attraverso la Sezione di controllo sulla legittimità degli atti del Governo, esprime dubbi sul fatto che la manifestazione velica della Luis Vuitton rientri nella categoria dei grandi eventi - perché, come lei sa, se rientra nei grandi eventi c'è una certa fonte di finanziamento - e chiede che venga sottoposta a controllo preventivo di legittimità. La Presidenza del Consiglio dei ministri, in particolare il Presidente, recependo questa delibera della Corte dei conti, mette a disposizione comunque 2 milioni e 300 mila euro al comitato organizzatore e dice che la somma per finanziare quell'avvenimento (2 milioni e 300 mila euro) se la caricherà la Regione Sardegna, cioè la manifestazione verrà completamente pagata con soldi della Regione Sardegna. L'ufficio di Presidenza della Regione, dopo aver letto la notizia sui quotidiani nazionali, si precipita a dire che quella somma verrà reperita in sede di assestamento di bilancio per l'esercizio del 2010 attingendo dai fondi comunitari, nazionali e regionali del 2010 destinati alle bonifiche e al risanamento ambientale delle zone minerarie dismesse.
Caro Presidente, ha rimpinguato quelle somme? Sono tornati in quei fondi quei 2 milioni e 300.000 euro? Le chiedo, caro Presidente, lei che fa sorridere la Sardegna, che dice di amarla e si è dimesso dal P.d.L. per fare gli interessi dei sardi: è interesse dei sardi utilizzare le risorse destinate a risanare un territorio martoriato per finanziare la Luis Vuitton? Presidente, le chiedo una risposta, spero io sia riuscito a essere in sintonia con quella parte del suo emisfero cerebrale che riesce a fare e seguire due cose insieme.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Onorevole Diana, la domanda gliela rivolga sul giornale, e magari poi il Presidente userà i soldi della pubblicità istituzionale per risponderle sul giornale: ormai usa questo metodo, qui non risponde mai a nessuna domanda ma lo fa solo spendendo i soldi pubblici.
Onorevole Capelli, io non la posso ringraziare per il lavoro certosino che lei ha svolto per quest'Aula stamattina, anche al servizio di tutti noi, perché lei ha detto "sono di sapere che reazione ci sarà nei colleghi alla lettura di questi dati" e la reazione mia è quella della nausea profonda, e non la posso ringraziare perché non so quando mi passerà questa sensazione di nausea che ha suscitato in me l'elenco prodotto dal suo lavoro preciso sui costi della pubblicità istituzionale, che fanno il paio con i costi della politica.
Ha ragione il collega Gian Valerio Sanna: questa potrebbe essere una mozione sui costi della politica, sullo sperpero di soldi che la politica e chi amministra le istituzioni fa ogni giorno attraverso il ruolo che gli è stato assegnato dai cittadini che in quel momento gli avevano riposto fiducia. E non ha niente a che fare con la nausea che possiamo leggere nelle pagine del libro di Sartre, anche se in quel libro c'è una frase molto significativa che si attaglia benissimo al Presidente della Regione: "Ogni esistente nasce senza una ragione - e mi sembra che siamo qui -, si protrae per debolezza - e siamo proprio sul Presidente della Regione - e muore per combinazione", e io vorrei dire che il Presidente della Regione politicamente morirà della sua stessa propaganda.
Quella che avverto è proprio una nausea profonda, e credo che sarà la stessa sensazione che susciterà all'esterno questa nostra discussione, avendo riportato alla luce dei fatti che sono davvero vergognosi; una nausea che cresce anche per l'atteggiamento che il Presidente della Regione tiene in quest'Aula quando cerchiamo di affrontare i problemi o di portare alla luce fatti incresciosi che vorremmo correggere nell'interesse dei nostri cittadini. Un atteggiamento assolutamente di arroganza, di indifferenza, una mancanza di ascolto e di rispetto. E credo che su questo forse sarebbe il caso anche di intervenire più volte perché è davvero insopportabile.
Spero, tra l'altro, che le neoassessore, piano piano, nell'esercizio del loro ruolo, non prendano esempio dal Presidente della Regione, perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Spero che le Assessore neo nominate non prendano il vizio di utilizzare i soldi pubblici per farsi propaganda. Alcuni degli Assessori nominati dal presidente Cappellacci, infatti, questo vizio lo hanno già acquisito, e mi riferisco all'assessore Crisponi nei confronti del quale personalmente, non da sola, mi sto impegnando a verificare come spenda i soldi del suo Assessorato e come spenda i soldi anche l'agenzia governativa regionale "Sardegna Promozione".
L'assessore Crisponi si sta esercitando, è molto silenzioso, non fa parlare gran che di sé, ma lo si vede spesso in giro per la Sardegna e nell'esercizio di Assessore al turismo, secondo me prima di tutto ha l'obiettivo del rilancio dell'immagine turistica e dello sviluppo turistico di Oliena, che è un paese a me caro (sono della Provincia di Nuoro) è operoso, industrioso di gente che lavora, esattamente come tutti gli altri paesi della Sardegna e della Provincia di Nuoro.
Noto che ultimamente una serie di attività e di iniziative finanziate e promosse dalla Regione Sardegna, guarda caso, riguardano proprio il Comune di Oliena. Allora vorrei ricordare all'assessore Crisponi che Oliena è uno dei 365 paesi della Sardegna, che hanno necessità di attenzione e di sviluppo turistico, e anche lui deve smetterla di finanziare attività o di promuovere anche associazioni, cori, tutti del Comune di Oliena. Ecco io credo che anche questo sia un aspetto che vada sottolineato.
Dicevo questo della pubblicità istituzionale è un episodio, una situazione, una faccenda davvero vergognosa per la nostra Isola, come ha ben detto il collega Mario Bruno nell'illustrazione della sua mozione, in un momento in cui le ristrettezze economiche consiglierebbero di verificare seriamente l'appropriatezza della spesa delle risorse pubbliche. Oggi in un'intervista ad un quotidiano l'assessore De Francisci ci fa sapere che uno degli obiettivi della Regione è quello di abbassare la spesa sanitaria. E' vero che la spesa sanitaria è fuori controllo e va quindi abbassata a prescindere da quella che è la disponibilità economica della nostra Isola, però d'altra parte non è concepibile che si sprechino ingenti risorse per quella che può essere definita becera propaganda. E quando è che si parla di propaganda? Si parla di propaganda quando ciò che viene comunicato all'esterno non è supportato dalla realtà dei fatti. E questo è esattamente il caso della pubblicità che in questi giorni sta entrando nelle case dei sardi per elogiare la politica regionale e in particolare la politica ambientale.
In questi giorni, tra l'altro, chiunque abbia aperto le pagine di alcuni quotidiani, si è trovato di fronte, appunto, ad una circostanza che se non fosse drammatica per le sue implicazioni, potrebbe anche apparire comica. Da una parte, come sappiamo, c'era la famosa pagina di domande e risposte sulla quale peraltro non compariva la dicitura "pubblicità a pagamento" (e non ho capito perché non comparisse) pagata con i soldi pubblici, dall'altra un'altra pagina sulla quale invece compariva la dicitura "avviso a pagamento", commissionata da un'azienda privata, che intitola: "la risposta di Cappellacci, la stiamo ancora aspettando". Prosegue denunciando le inefficienze e soprattutto le responsabilità del Presidente della Regione, nel favorire fuori di bandi pubblici e con aggravi per il bilancio…
Io non so che cosa abbia da ridere l'assessore Crisponi, c'è poco da ridere… Io credo che ci sia poco da ridere, dovrebbe avere più rispetto. Tra l'altro non è nemmeno consigliere regionale, continua a ridere e a chiacchierare, Presidente! E' insopportabile!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Barracciu.
BARRACCIU (P.D.). E' insopportabile!
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Le risolvo il problema: glielo porto via.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Tanto esserci o non esserci è la stessa cosa.
SABATINI (P.D.). E' una vergogna! E' una vergogna!
BARRACCIU (P.D.). Abbia rispetto, non sa neanche cosa vuol dire stare in questa Aula, non ha idea, e ride. E ride. Ecco bravi, andatevene, tanto che ci siate o non ci siate è uguale, ma vattene però, vattene! Vattene!
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 31, viene ripresa alle ore 12 e 33.)
PRESIDENTE. Prego, onorevole Barracciu, ha a disposizione ancora due minuti.
BARRACCIU (P.D.). Guardi Presidente, io finisco qui perché la nausea si sta trasformando in conato di vomito, a seguito della dimostrazione data da Presidente e Assessore regionale. Non ha senso, non ha assolutamente senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Biancareddu, Cappai, Cherchi, Cucca, Cugusi, Manca, Meloni Francesco, Meloni Marco, Milia, Peru, Piras, Sanna Matteo e Sanna Paolo sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 68 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, poiché lei mi ha dichiarato decaduto, nonostante sia stato presente tutta la mattina e mi sia allontanato solo per pochissimi minuti per un motivo personale, considerato anche che gli interventi non sono molti e si possono senz'altro esaurire in mattinata, chiedo se sia possibile intervenire ugualmente. Ringrazierei tutti i colleghi per questa possibilità.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo? Basta dire sì o no, se c'è anche un solo no non si consente l'intervento.
SANJUST (P.d.L.). E allora varrà sempre.
PRESIDENTE. No, scusate, non è che il discorso varrà sempre. L'onorevole Porcu si è appellato all'Aula, perché altrimenti decide solo il Presidente. Siccome il Presidente ha già detto di no, l'unica possibilità è appellarsi all'Aula che è sovrana. Non può passare il concetto che se si concede una volta si farà sempre, perché allora la norma del Regolamento non vale.
Poiché non vi sono opposizioni la richiesta è accolta.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, le ho segnalato che probabilmente, come mi spiegava la dottoressa Sedda, per un accavallamento delle ultime prenotazioni alla discussione, purtroppo la mia, per qualche frazione di secondo, è andata fuori. Chiedo cortesemente all'Aula se può riammettermi per l'intervento.
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo?
BARRACCIU (P.D.). No.
PRESIDENTE. Ci sono alcuni colleghi che sono contrari, per cui la proposta non può essere accettata. Basta anche uno solo "no" e non si può procedere. Non intendo aprire una discussione su questo.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, visto che l'Aula non ha ritenuto di concedere di parlare all'onorevole Pittalis, rinuncio anche io. Mi dispiace.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, intervenire dopo questi momenti concitati è oltremodo difficile, ed è oltremodo difficile riportare la discussione sulle questioni concrete, oggetto dell'ordine del giorno. Comunque, anche quanto è accaduto è il segno dei tempi, e di un clima che rispecchia una tensione che non esiste solo qua.
Effettivamente, questa mozione, a seguito di quanto è accaduto nelle ultime settimane, non poteva essere non presentata; diciamo che il presidente Cappellacci se l'è un po' tirata dietro. La pubblicità apparsa su alcuni quotidiani sardi, sul Piano paesaggistico regionale, è sembrata inopportuna e sbagliata, è apparsa per quello che era: propaganda e non informazione. Abbiamo avuto modo di parlarne quando abbiamo discusso della legge sul golf; non l'abbiamo condivisa, perché non serviva se non a fare pubblicità a una propria idea o a una propria esigenza.
Quanto è emerso dagli interventi, dall'onorevole Capelli in poi, relativamente alle cifre che vengono impegnate nella pubblicità istituzionale, effettivamente preoccupa, preoccupa per la qualità di una rete di inutili, tra virgolette, clientele. In sostanza, assistiamo a un fiume di denaro utilizzato in maniera assolutamente fuori tempo. Io mi domando con quale coraggio, con quale forza, con quale determinazione, con quale capacità di convincere qualcuno che stiamo parlando di qualcosa di utile, affrontiamo in quest'Aula la questione dei costi della politica, delle riforme istituzionali, della riduzione del numero dei consiglieri regionali. Tutti argomenti che, secondo me, nonostante la situazione, nonostante il clima che c'è fuori da quest'Aula, sono importanti e impegnativi, che dovremmo riuscire, con la nostra capacità di affrontare seriamente le questioni, a sottrarre alle tifoserie, ad affrontare con la necessaria serietà e lucidità, perché l'esistenza del Consiglio regionale, l'esistenza delle istituzioni, la loro salvaguardia sono assolutamente necessarie, e noi ne dobbiamo essere i primi difensori.
Dobbiamo sottrarre il Consiglio regionale, la nostra azione politica, il nostro riflettere, alla pressione della piazza, una piazza che scarica sulle istituzioni e sulla politica l'insoddisfazione per come queste istituzioni stesse vengono gestite, per come (e questo è il caso) vengono spese le poche risorse disponibili. Questo che discutiamo oggi è un esempio classico di come si possa allontanare la gente dalle istituzioni, la gente dalla politica, la gente dai partiti.
L'argomento oggetto dell'ultima pubblicità istituzionale, apparsa nei giornali sardi, è quanto mai delicato: si tratta del Piano paesaggistico regionale, di uno strumento che la Regione Sardegna ha impiegato venticinque anni a mettere in piedi; si tratta di uno strumento il cui successo e la cui difesa ne va della salvaguardia della nostra identità, del nostro patrimonio paesaggistico, del nostro futuro, del futuro delle nostre generazioni. Non può essere, un argomento come questo, gestito con messaggi ingannevoli, non può essere trattato con argomenti semplicistici e superficiali, non ce lo possiamo consentire, qualcuno direbbe che non è nella nostra disponibilità.
Se del tema si vuole parlare, lo si affronti nei luoghi giusti, il Consiglio regionale innanzitutto, perché se lo si vuole cambiare, questo Consiglio dovrà pur indicare delle linee guida, e saranno diverse magari da quelle che ha approvato la volta precedente, ma dovrò pur discuterne. E poi si dovrà discutere delle questioni di merito, delle questioni concrete. E comunque, su un argomento come questo, la si smetta di fare propaganda, non serve a nessuno e fa solo danno. C'è una questione di metodo, c'è una questione di sostanza; dall'affrontare in maniera seria l'uno e l'altro tema deriverà la credibilità di questa Istituzione, che potrà essere o confermata o messa in discussione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, stavo per intervenire sull'ordine dei lavori per proporre un minuto di silenzio per la commemorazione della salvezza dell'onorevole Milanese dall'arresto, e poi per il fatto che lo spread italiano è salito a 410, tanto per tornare al merito dei problemi importanti della società italiana e al fatto che i furbi e gli imbroglioni vengono salvati dalle istituzioni. Molti ieri si sono stracciati le vesti per il pericolo dell'antipolitica, e poi la politica vera sta alimentando l'antipolitica fino a livelli addirittura insopportabili. E il caso delle votazioni alla camera di stamattina è un esempio concreto di come l'antipolitica venga alimentata da questi comportamenti.
Ma detto questo, per entrare nel tema della mozione, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione ricordo che la pubblicità ingannevole è un reato. Io non mi intendo di semiosi ermetica, come la chiama Umberto Eco, ma quella di cui stiamo oggi discutendo è sicuramente pubblicità ingannevole, soprattutto quando si utilizzano gli spazi dei giornali per tentare di orientare un'opinione pubblica su un provvedimento (la modifica del PPR) che non è stata assolutamente discussa in nessuna sede istituzionale. Si sono utilizzati fondi pubblici, e annuncio al Presidente del Consiglio (visto che il Presidente della Regione sta telefonando) che il nostro Gruppo chiederà che la Procura della Corte dei conti effettui una verifica sulla possibile distrazione di fondi, per iniziative non istituzionali e non pubbliche, legate all'ingente esborso di soldi pubblici che è stato utilizzato per questa campagna.
Una campagna, peraltro, mirata, che non ha coinvolto tutto il mondo, pur ampio, dell'informazione sarda, e che, nonostante le proteste, le giuste proteste, non solo delle opposizioni in Consiglio regionale, ma di un ampio spettro di istituzioni locali (Ordine dei giornalisti e quant'altro) ha segnato il fastidioso e ingannevole tentativo di coartare l'opinione pubblica e di orientarne le decisioni verso una soluzione che poi domani vedrà la conclusione. Sono state annunciate dalla stampa alcune proposte, ma l'Istituzione regionale non le conosce e mi dispiace che il collega Presidente della Commissione urbanistica abbia rinunciato all'intervento, perché avrei voluto sapere (il Consiglio regionale è di sapere) che cosa pensa il Presidente della Commissione urbanistica dell'esautoramento della Commissione che ha la competenza nella materia, che è stata scavalcata completamente dall'iniziativa della Giunta. Invece che un serio dibattito e coinvolgimento delle istituzioni democratiche, c'è una decisione "presa alla carbonara": con atteggiamenti più da loggia massonica, che da istituzione democratica.
Sono parole pesanti, me ne rendo conto, però siamo arrivati anche ad un punto in cui l'arroganza del potere sta ormai travalicando ogni limite, signor Presidente Cappellacci. Ha ormai travalicato ogni limite, tant'è che abbiamo segnalato che l'uso e la gestione dei fondi della pubblicità istituzionale, come è stato autorevolmente e in maniera chiara e precisa certificato oggi, in questo Consiglio regionale, sta assumendo aspetti che sono assolutamente dentro la sfera dell'interesse privato nell'uso delle risorse pubblico.
Lei, Presidente, è legittimamente impegnato in una operazione politica a livello regionale, che sta puntando a definire, sembrerebbe, un nuovo soggetto politico, sganciato dal suo ex partito, che punta all'inserimento di uomini di sua fiducia. E' certificato anche questo, nei gangli vitali del potere regionale, sia della Regione, sia degli enti strumentali della Regione. E' un'operazione legittima che lei politicamente può compiere, ma non utilizzando i soldi pubblici, non utilizzando i soldi pubblici! Lo faccia con le forze, le capacità che lei sicuramente ha, con l'aiuto delle persone che sono disponibili a questo disegno politico, ma non utilizzi le risorse dei sardi. Questo è quello che le chiediamo, questo è quello che le abbiamo chiesto prima di presentare questa mozione, prima in maniera molto ma molto soft, l'abbiamo fatto con un'interpellanza, l'abbiamo fatto con interventi in Consiglio.
Sul collegato alla finanziaria abbiamo detto che, di fronte a tagli a tutte le voci, o quasi tutte le voci del bilancio regionale, di fronte all'incombere di tagli nazionali che renderanno difficile anche la gestione e la definizione del bilancio regionale per il prossimo triennio, era un assurdo che l'unica voce in attivo o in aumento del collegato alla finanziaria fossero i 2 milioni di euro in più rispetto ai 15, 16 o 17 mila che erano già presenti nel bilancio regionale; è un'assurdità! Le pagine a pagamento, subdolamente a pagamento contro il vecchio PPR sono un ulteriore atto di arroganza…
Io avrei potuto capire, avrei probabilmente giustificato una campagna che tendesse a far comprendere ai sardi quali sono le linee del nuovo PPPR, in modo che i sardi potessero conoscerle anche in anticipo e potessero discuterle, ma non accuse assurde, inventate e al limite dell'apologia di reato.
Presidente: lei ha istituito, con l'Assessore La Spisa, una task force contro gli sprechi, perché avete già evidenziato ai sardi la difficoltà nel chiudere il bilancio per i prossimi anni. Oggi gli osservatori parlano del fatto che alle manovre di luglio e di agosto del Governo Berlusconi-Tremonti, che pure hanno falcidiato le finanze della Regione, se ne dovrà aggiungere un'altra perché l'andamento dei mercati internazionali ha già bruciato i tre quarti di quella manovra e noi continuiamo a spendere milioni di euro per propaganda. Questo, Presidente, non è assolutamente più sopportabile.
Noi le chiediamo, Presidente, che il primo punto che prende in considerazione la task force contro gli sprechi che lei ha istituito il primo punto, il primo articolo che prenda in considerazione sia il taglio all'uso disinvolto e vergognoso delle risorse pubbliche legate alla pubblicità istituzionale. Quella dovrebbe essere la prima voce. Badi, Presidente, lei ha espresso il proprio sostegno all'iniziativa della prima Commissione sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali. Quello è un segnale che la politica, a nostro avviso, deve inviare immediatamente perché deve riconquistare l'autorevolezza se vuole chiedere ai sardi i sacrifici necessari; non è risolutivo ma è importante per ridare un'autorevolezza che la politica ha perso…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in questi giorni il Consiglio regionale discute della sua riforma, ovverosia della riduzione a fini di maggiore efficienza, garantendo la rappresentatività, di questo Consiglio.
Se io avessi avuto i soldi, Presidente, che il Presidente della Regione ha da utilizzare in modo discrezionale per far conoscere tutte le cose belle e le cose grandi che fa, e anche quelle che intende fare, avrei comprato un paio di pagine di giornale perché avrei voluto che su questa materia, cioè quella della riforma, i giornali potessero dire, senza alcuna perdita di…
(Brusio in Aula)
Chiedo scusa, Presidente. Qua ascoltiamoci perché se non ci ascoltiamo vuol dire che non siamo di questo mondo, siamo di un altro mondo, siamo marziani. Qua non stiamo parlando di noccioline, non stiamo parlando dell'uso delle risorse pubbliche a beneficio di coloro che vivono una condizione di povertà. Qua stiamo parlando di utilizzo dei fondi pubblici, pagati dai cittadini con le loro tasse, a fini di propaganda partitico-politica. La Regione, cioè, prende i soldi di tutti i cittadini, anche di quelli che non la pensano come l'onorevole Cappellacci, e ne fa un uso assolutamente particolare, a sostegno delle proprie posizioni, delle proprie opinioni, non di un'azione di governo.
Stiamo parlando cioè di una operazione che, insieme a tutte le altre cose che accadono di questi tempi, a Roma come a Cagliari, rende le istituzioni pubbliche democratiche intollerabili al cittadino. Quindi è una operazione di una gravità assoluta perché con i fondi delle pubblicità istituzionali si conseguono due risultati. Il primo è quello di dire ciò che si pensa (e ha ragione l'onorevole Bruno) senza possibilità di replica utilizzando risorse di tutti. Il secondo, è che di questi fondi destinati alla pubblicità istituzionale - già il termine non ci piace perché vorremmo che fosse sostituito dalla parola comunicazione istituzionale e riguardasse l'interesse del cittadino, non di chi lo governa come in questo caso -, si fa è un uso squilibrato nell'ambito delle istituzioni.
Delle discussioni, del dibattito, delle leggi, dell'attività istituzionale di questo Consiglio non si rende conto. Si rende conto delle intenzioni di fare di una Giunta che da due anni a mezzo non fa nulla di buono. Nulla di buono! Che è una vergogna per l'autonomia! In più con i soldi della pubblicità istituzionale - lo possiamo dire tranquillamente - si rischia di influenzare coloro che fanno opinione pubblica, cioè i media. Annunciare in un comunicato pubblicitario che cosa farà la Giunta Cappellacci è già un modo sbagliato, inaccettabile di fare comunicazione. Dicano cosa fa la Regione, non la Giunta di questo, di quello o di quell'altro. Le istituzioni non appartengono alle persone, appartengono alla sovranità popolare, al popolo che paga anche quei soldi! Perché li paga il popolo, non i componenti della Giunta. E' una cosa inaccettabile sotto ogni profilo.
Dicevo, se avessi avuto i soldi che la Giunta discrezionalmente può utilizzare in modo diretto sui capitoli della pubblicità istituzionale o attraverso Sardegna Promozione, oppure Sardegna Ricerche, oppure Sardegna IT oppure Sardegna e qualche cosa che mi sono dimenticato, se ci fosse stata Abbanoa che è piena di debiti e magari fa anche pubblicità, se io avessi potuto utilizzare quei soldi avrei acquistato una pagina in tutti i quotidiani sardi, nessuno escluso - nessuno escluso! -, e avrei detto qual è la mia posizione per la riforma del Consiglio regionale perché ogni tanto ho la vaga impressione che quello che noi diciamo sia esattamente il contrario di quello che viene inteso, per cui chi ha proposto la legge di riduzione del Consiglio regionale già nel 2007 e ha aspettato la comodità di chi non la voleva finisce per essere considerato quasi quasi uno che rinuncia alla battaglia per la razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione e per rendere efficiente l'istituzione democratica.
Abbiamo diritto alla verità, siamo stanchi di sentire bugie, siamo stanchi dell'imbroglio! Questa è una cosa gravissima. Noi non saremmo dovuti venire qua in Aula per discutere di questo, cioè di pagine pagate. Non voglio citare Comunione e Liberazione, le ragazzine di Rimini, lo stand fantasma con quattro bigliettini messi lì per finanziare un'iniziativa politica di una formazione politica, non lo voglio citare. E non so neppure perché non ci sia l'Assessore del bilancio, che poi viene e ci raccomanda rigore. Non lo voglio citare quello, ma ha ragione la Corte dei conti: ci sono inefficienze, inadempienze, illegittimità che si seguono e si seguono nella gestione dell'amministrazione pubblica, che bloccano risorse.
Presidente, lei si è occupato un po' dei 31 lavoratori che stanno in mezzo alla strada a Sassari, licenziati nonostante una legge regionale, nonostante una risoluzione del Consiglio regionale, nonostante gli interventi anche della Corte dei conti. E lì sorge il dubbio della capacità derogatoria della legge regionale. Noi abbiamo soldi fermi, trasferiti alle province, che non si spendono con danno all'economia perché non trovate il tempo di intervenire come dovete intervenire per difendere i diritti! Fate qualcosa di utile, non sperperate le risorse di tutti i sardi, fate qualcosa di utile!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, colleghi consiglieri, io parto da una considerazione che ha svolto l'onorevole Bruno nel corso dell'illustrazione di questa mozione. L'onorevole Bruno ha detto una cosa, io la ripeto, l'ho virgolettata, testualmente: "Tra voi e noi c'è un'opposta visione del mondo". Almeno fosse, onorevole Bruno, almeno fosse! Glielo dico dal profondo del cuore, perché se ci fosse un'opposta visione del mondo tra noi e voi ciascuno di noi, secondo coscienza, sceglierebbe con serenità su quale mezza mela di mondo posizionarsi sapendo che in quella mezza mela ci sono tutti quelli che la pensano come lui.
Io credo che la tragedia, il dramma di questo Consiglio regionale (ne abbiamo avuto testimonianza anche nelle ore precedenti quando abbiamo discusso in maniera surreale di una proposta di legge per la riduzione del numero dei consiglieri regionali, che improvvisamente era diventata orfana di padri dopo essere arrivata in Aula coll'unanimità, quasi, della Commissione e con l'unanimità dei Capigruppo che l'avevano giudicata urgente), il dramma di questo Consiglio regionale - dicevo - sia proprio l'opposto di quello che sostiene lei, onorevole Bruno, e cioè che tra noi e voi non c'è un'opposta visione del mondo. Perché è difficilissimo capire qual è la vostra visione del mondo e devo dirlo (ammettendo la parte di responsabilità che realmente coinvolge me, il mio Gruppo, i Riformatori) è anche difficile capire qual è la visione del mondo che la nostra parte dovrebbe rappresentare.
C'è un punto che io condivido integralmente della vostra mozione ed è il primo punto del dispositivo che "Impegna il Presidente della Regione a rendere conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale". Beh, questo non solo è legittimo, è doveroso perché - ha ragione chi l'ha detto in quest'Aula, con toni spesso assolutamente non adeguati rispetto a ciò che stava dicendo - è evidente che andiamo a vivere e stiamo vivendo in questo momento una situazione ben diversa da quella che abbiamo vissuto dieci anni, cinque anni fa. Una situazione che impegna ciascuno di noi che fa parte della classe dirigente, che fa politica, che è dentro il Parlamento dei sardi, a dare conto in maniera puntuale di come vengono spese le risorse.
Un tempo forse era possibile essere come in una famiglia che di dispone un reddito molto alto ed è tollerante rispetto alle spese dei figli e quindi non presta una particolare attenzione ai canali verso i quali confluisci. Beh, oggi la situazione non è più quella, oggi noi sappiamo che qualsiasi centesimo, qualsiasi euro, qualsiasi decina di migliaia di euro che esce da questo Consiglio regionale deve avere una giustificazione, deve rispondere a un progetto (come dice lei, onorevole Bruno) cioè deve rispondere a una visione del mondo, e se abbracciamo una visione del mondo, dobbiamo condividere le spese che da quel progetto e da quella visione del mondo discendono.
Io credo che sarebbe bello se noi in quest'Aula potessimo distinguerci secondo le tradizionali distinzioni di una sinistra e di una destra moderna. Nel senso che la sinistra dovrebbe avere attenzione al meccanismo della redistribuzione delle risorse, la destra a quello della produzione e della crescita. In realtà questa distinzione è ritornata in alcuni vostri interventi. Qualcuno infatti ha proposto: "Prendiamo i 25 milioni di euro che noi usiamo per sostenere il marketing di prodotto della Sardegna e utilizziamoli per darli ai poveri". Qualcun altro ha aggiunto: "Usiamoli per fare carità alla famiglia Sairu così rilanciamo l'agricoltura". Bene, siccome noi Riformatori non siamo convinti che il rilancio dell'economia avvenga attraverso la redistribuzione, avvenga attraverso i servizi sociali, avvenga attraverso le elemosine (che pure in certi momenti diventano indispensabili per sostenere i drammi della gente) riteniamo di essere chiamati a dare una risposta diversa. Nell'ambito della risposta diversa che noi siamo chiamati a dare c'è anche la modifica del PPR, perché la modifica del PPR non è qualcosa di cui questo schieramento di governo oggi deve iniziare a vergognarsi, è uno dei punti della nostra campagna elettorale, con cui abbiamo vinto le elezioni.
E' legittimo, pertanto, che la Giunta regionale si prepari a modificare il PPR, è legittimo che la maggioranza voglia modificare il PPR, ed è legittimo che voi ci diciate quali sono i punti su cui non siete d'accordo per la modifica. Ma sarebbe anche legittimo, interessante, intelligente che quest'Aula cominciasse a ragionare insieme sulle differenze nel progetto di sviluppo della Sardegna tra noi e voi. Nel senso che sarebbe legittimo che quest'Aula cominciasse a pensare che ci sono due progetti differenti di sviluppo della Sardegna che avranno pezzi in comune e pezzi diversi e su questi progetti di sviluppo ci confrontiamo. Questo dovrebbe essere il ruolo di quest'Aula in questo momento.
Quando voi continuate a dire che noi siamo ossessionati dal cemento, sembra che l'ossessione del cemento sia un'ossessione diffusa in quest'Aula, perché qualunque intervento si faccia sullo sviluppo ha come punto cardine il cemento. Diteci allora qual è l'alternativa che voi avete rispetto ai progetti di sviluppo che raramente, ma ogni tanto succede, arrivano in quest'Aula. Diteci qual è il modo con cui avete intenzione di garantire il pasto ai sardi. Avete ragione quando sostenete che non è più il momento in cui si possono fare delle spese con i fondi della pubblicità istituzionale che non siano rispettose dei drammi sociali e umani che ci sono in Sardegna, avete ragione, ma allora ci dovete dire, ci dovete aiutare a capire qual è la differenza tra il nostro e il vostro progetto di sviluppo e qual è il modo con cui voi volete dare da mangiare nei prossimi anni ai sardi. Questo è il centro della discussione, altrimenti...
(Brusio in aula)
Presidente io ho un buon carattere, e a differenza di altri colleghi non mi dà fastidio il brusio. L'assessore Crisponi se vuole può sorridere e io vado avanti sereno nel mio intervento.
Quindi, colleghi del centrosinistra (vale anche per i colleghi del centrodestra), facciamo in modo che quello che dice l'onorevole Bruno sia vero, cioè che ci siano due diverse visioni che si confrontano in quest'Aula perché a oggi abbiamo sentito soltanto insulti con cui, a parte invertite rispetto alla scorsa legislatura - come ci ha fatto notare l'onorevole Capelli - ci stiamo dicendo cose che ci siamo già detti cinque anni fa. La vogliamo smettere? Fa impressione sentire l'onorevole Felicetto Contu che ci ricorda (viene da un altro mondo, ma mi sembra che il mondo giusto sia quello suo alla fine, non il nostro), che ci ricorda cos'era il Consiglio regionale della Sardegna. Insomma, questo Consiglio regionale sembra avere davvero poca parentela con quello che ci ha raccontato ieri l'onorevole Contu
. Vogliamo cercare di dare un senso alla nostra presenza in quest'Aula? Vogliamo cercare di dare un senso al confronto che vorremmo avere in quest'Aula? Non è attraverso l'insulto che si fa il confronto, è attraverso il ragionamento, attraverso progetti che davvero dimostrino quello che dice Mario Bruno, che cioè ci sono due visioni diverse in quest'Aula. Beh, cominciamo a palesarle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, la discussione di oggi, che poi si è estesa anche al tema del PPR, è stata caratterizzata in diversi interventi e da un richiamo ad altre aule. Consentitemi di ripetere per l'ennesima volta che la politica si fa in quest'Aula, la politica si fa nelle assemblee, non si fa nelle aule giudiziarie. Se noi riteniamo di dover sempre trasferire i contrasti politici nelle aule giudiziarie stiamo abdicando alla funzione della politica. Meglio chiudere e andarcene tutti a casa. E' un modo di delegittimare quest'Aula assolutamente e totalmente inaccettabile da chiunque venga. Se ne parla, ci si confronta in quest'Aula anche con toni accesi, ma non si rinvia tutto alle aule giudiziarie come è successo oggi.
Su questo ha ragione l'onorevole Vargiu: non sono le parole pesanti che rendono utile una discussione, sono i ragionamenti che magari sono anche più pesanti delle parole. E' quello che noi cerchiamo di fare ed è quello che ci aspettiamo da tutti i componenti di quest'Aula, maggioranza od opposizione che sia. Quindi non intendiamo accettare questo tipo di confronto, non intendiamo rispondere nella stessa maniera.
Al di là, comunque, del problema pubblicità istituzionale che è il problema di contorno di questo dibattito, il punto centrale di discussione è il più volte richiamato PPR. Come tutti sappiamo l'articolo 144 demanda il procedimento di formazione del PPR alle Regioni; la Regione Sardegna ha provveduto con la legge numero 8 del 2004 poi con la legge numero 4 del 2009 e, con l'articolo 11 di quest'ultima, ha dettato il procedimento semplificato per la revisione del PPR. Questo è il procedimento che sta seguendo la Giunta.
E' ovvio che per la predisposizione di una delibera di Giunta regionale non può che richiedere la predisposizione di bozze degli incontri con le istituzioni e con tutti i soggetti al fine di arrivare alla stesura di una delibera il più possibile compiuta che sarà portata in Giunta e che solo una volta approvata dalla Giunta diverrà un atto ufficiale. In quel momento può essere interessata la Commissione. Certo, la Giunta non può mandare una bozza informale ufficialmente alla Commissione, manderà la delibera che è stata assunta. Non è prevista dal Regolamento la trasmissione di bozze. L'onorevole Oppi mi ricorda che recentemente l'Assessore della Sanità ha trasmesso una bozza, ma in quella occasione, appunto, è stata segnalata appunto la irritualità di quel comportamento.
Quindi, sotto questo aspetto, c'è il pieno rispetto dell'articolo 11 della legge del 2009. Certo, l'articolo 11 può anche essere criticato, ma quella è la norma vigente, è la norma che deve fintanto che quella norma ha efficacia deve essere applicata come sempre ci richiede l'onorevole Uras. Tra l'altro la richiesta di intervenire per i 31 lavoratori di Sassari ci trova concordi anche noi; sicuramente è un intervento urgente e questo legittimamente la Giunta si sta adoperando. Ma se parliamo di PPR andiamo a parlare di contenuti.
Ci si accusa di essere speculatori o quant'altro. In primo luogo io ritengo che qua non ci siano speculatori, sicuramente il nostro partito non fa affari. Anche ieri siamo intervenuti pesantemente per la situazione del San Raffaele dicendo che a noi non interessa un privato qualsiasi in competizione con le strutture pubbliche, a noi interessa garantire un'offerta (che attualmente non c'è) in complementarietà col servizio pubblico. Per cui agli affari siamo contrari, chiunque li faccia, e mi sembra che l'azione di Giunta condotta dai nostri Assessori, l'onorevole Oppi, l'onorevole Milia sia esemplare sotto questo aspetto. Non c'è mai stato un provvedimento che potesse essere attaccato per affarismo.
Va da sé che anche i nostri, come tutti gli altri esponenti della Giunta, sono soggetti ad attacco, ma è il gioco delle parti anche se poi, magari all'orecchio si dice: "L'ho dovuto fare, scusami capisco tutto il resto". Sappiamo che la dialettica politica funziona anche così. Ma attenzione a parlare però di cemento accusando solo la maggioranza. Io richiamerei l'attenzione del centrosinistra che in talune occasioni non è stato immune da critiche sotto questo profilo. Basti ricordare, per esempio, la legge numero 13 del 2008 con cui è stata dettata una nuova disciplina per quanto riguarda i beni paesaggistici e la perimetrazione dei centri di antica formazione: legge palesemente incostituzionale.
Addirittura in altra occasione esponenti del centrosinistra ci hanno detto che il Governo aveva segnalato l'ipotesi di illegittimità costituzionale e che la legge non era stata impugnata perché era stato assunto un impegno ad intervenire legislativamente. Ovviamente l'impegno non è stato mantenuto. Ebbene, l'articolo 2 della legge numero 13 prevedeva che una volta riperimetrati i centri di antica formazione tornassero in vigore le disposizioni dei piani particolareggiati previgenti a prescindere dalla loro coerenza col PPR. Beh, questo che cos'è? Non affermo ovviamente che sotto ci siano affari poco chiari però dico: attenzione perché intervenendo legislativamente spesso e volentieri tutti commettono degli errori. Non ci vedo volontarietà però quest'ipotesi forse è sfuggita ai più perché nessuno ne ha mai parlato.
A correggere questo gravissimo errore, che avrebbe potuto depauperare i centri storici, è intervenuta questa Giunta del cemento e del mattone, perché con la legge numero 4 tanto criticata all'articolo 14 noi abbiamo riscritto il secondo comma dell'articolo 1 della legge numero 13 prevedendo che, sì, tornano in vigore i piani particolareggiati, ma previa verifica di coerenza col PPR, quindi abbiamo corretto quell'errore. Per cui andiamoci cauti con le accuse, con le parole che non portano a nessun risultato, discutiamo dei contenuti del PPR.
Senza entrare nel merito della bozza (che, ripeto, non ho potuto esaminare) vediamo qual è la situazione del PPR. Intanto il PPR riguarda solo l'ambito costiero, la fascia costiera (chiamatela come volete) non tutto il territorio della Regione. Il PPR era stato soggetto a più ricorsi al TAR; sapete benissimo che il problema principe che è stato sollevato è quello della natura regolamentare dello strumento alla pari di tutti gli strumenti urbanistici. Il TAR, peraltro confermato dal Consiglio di Stato, ha detto: "Attenzione che quello che conta nel PPR non sono le norme tecniche di attuazione nella parte dispositiva ma quella descrittiva, quindi non è atto regolamentare." E ciò cosa ha comportato? Che il PPR è stato fatto salvo però le norme tecniche di attuazione possono essere volta per volta oggetto di impugnazione. Così è stato annullato l'articolo 15, così è stato annullato l'articolo 103/10 che prevedeva la posizione dei segnali stradali lungo...
(Interruzioni)
L'articolo 110 è stato abrogato dal TAR, vai tranquillo. Ci sono dieci ricorsi presentati contro l'ANAS e contro il Comune di Cagliari e il TAR ha annullato l'articolo 110. Guarda, difendevo io L'ANAS quindi sono sicuro di quello che sto dicendo poi ti faccio sapere gli estremi.
Quindi le norme abrogate sono tantissime, ci sono stati numerosi ricorsi che volta per volta hanno caducato una parte di queste disposizioni di attuazione, non tutte per carità. Però c'è un altro passaggio che è sfuggito ai più in una delle tante sentenze del TAR Sardegna, perché il PPR, pur avendo delimitato solo certi ambiti, ha ritenuto di imporre una serie di vincoli su tutto il territorio della Regione, correttamente per carità, perché c'è un'esigenza generalizzata, però il TAR ha detto: questo non si può applicare al di fuori dagli ambiti costieri perché non avete sentito il parere degli enti locali interessati non li avete sentiti, il che mi porta a dire che non vi è solo un'esigenza di revisione del PPR ma vi è anche un esigenza di fare ex novo il PPR per tutte le zone interne.
Fare la revisione del PPR non vuol dire consentire indiscriminatamente di costruire, vuol dire individuare dove si può fare. Sempre con la legge numero 13 del 2008 avete previsto che i beni paesaggistici sono solo quelli specificamente perimetrati nel PPR dalla cartografia, ma sappiamo tutti che i beni paesaggistici perimetrati sono un numero estremamente limitato e per lo più coincidono con quelli vincolati dallo Stato. Allora, siccome tutti gli altri beni paesaggistici genericamente perimetrati non sono vincolati, noi abbiamo la necessità di individuare questi beni per tutelarli. Noi non stiamo dicendo che revisioniamo il PPR per andare a consentire la cementificazione delle coste, siamo assolutamente contrari, vogliamo tutelare il paesaggio ma con razionalità, non con preconcetti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Onorevole Uras (che non vedo) cercherò di fare qualcosa che possa essere utile per quest'Aula ma che, soprattutto, possa essere utile per i cittadini sardi a cui l'onorevole Uras si è appellato facendo riferimento all'utilizzo di risorse per la pubblicità istituzionale che sarebbero state sottratte alle necessità presenti nel nostro territorio.
Il collega Capelli ha fatto in proposito un'analisi certosina ma, probabilmente se avesse studiato di più e meglio, avrebbe potuto essere ancora più certosino e darci un'altra serie di notizie. Per esempio, avrebbe potuto fare un'analisi delle ultime due legislature per esaminare come la Regione Sardegna ha speso le somme per la pubblicità istituzionale. Dico la Regione Sardegna ma, tutti quanti sappiamo che le risorse da impegnare vengono decise da questo Consiglio nella manovra finanziaria e nel bilancio e che la Giunta opera, spende, più o meno con criterio ma comunque sulla base delle risorse impegnate dal Consiglio.
Per memoria vostra, 2004-2009, prima e unica legislatura - spero l'unica - di Soru: nella finanziaria del 2004 sono stati impegnati 9 milioni di euro; nella finanziaria del 2005 10 milioni e mezzo di euro; nella finanziaria del 2006 11 milioni e 750 mila euro; nella finanziaria del 2007 26 milioni di euro; nella finanziaria del 2008 14 milioni di euro. Totale: 71 milioni e 250 mila euro. Questo è l'ammontare delle risorse che questo Consiglio regionale, su richiesta del Presidente Soru, ha impegnato in quella legislatura. L'ammontare dei residui è stato di circa 10 milioni di euro; il presidente Soru, in 4 anni e mezzo di legislatura ha quindi utilizzato circa 60 milioni di euro, 61 milioni e rotti di euro, per la pubblicità istituzionale.
Veniamo agli anni che ci riguardano maggiormente, alla mozione, poi nel merito entrerò successivamente. Prima finanziaria Cappellacci: 7 milioni e 447 mila euro (abbiamo operato un taglio drastico); seconda finanziaria: 8 milioni e 700 mila euro; terza finanziaria, che è l'oggetto di alcune considerazioni espresse dal collega Giampaolo Diana, che non vedo presente in aula: 6 milioni e 425 mila euro (3 milioni e 200 mila euro, integrati poi, in sede di assestamento di bilancio con altri 2 milioni e 400 mila euro). Totale 25 milioni e 572 mila euro, pari a 7 milioni e 524 mila euro all'anno. Se consideriamo che ci sono circa 7 milioni di euro di residui, così come c'erano i famosi 10 milioni e mezzo del Presidente Soru, i conti li potete fare voi tranquillamente. Il Presidente Soru ha speso una media di 14 milioni di euro all'anno nella sua legislatura; se quindi dobbiamo andare a fare i conti in maniera certosina diciamo tutto! Pertanto il merito nostro, non voglio neanche dire del centrodestra, il merito di questo Consiglio regionale è di aver notevolmente ridotto i fondi per la pubblicità istituzionale.
Devo però anche aggiungere che mai sono arrivate in sede di predisposizione di finanziaria richieste di fondi per 26 milioni di euro! Mai! E' vero che abbiamo tagliato e ha tagliato questo Consiglio regionale, forse dobbiamo tagliare ancora, ma non alla luce delle considerazioni che state facendo voi, perché quelle considerazioni sono assolutamente ininfluenti. Non è possibile che un grido d'allarme come quello che voi avete lanciato possa ridurre l'impegno che è necessario per la pubblicità o la comunicazione istituzionale, come l'ha definita il collega Uras. Può darsi che dobbiamo ancora tagliare, ma la realtà è - i sardi lo devono sapere - che in una legislatura questa Regione Sardegna, questa amministrazione regionale ha restituito circa 35 milioni di euro alla disponibilità dei sardi per altri interventi, non per la pubblicità istituzionale! Questi conti sono accessibili a tutti, ciascuno di voi può prenderne visione, sono contenuti nel bilancio della Regione, queste sono le cifre. Si dice che l'onorevole Diana voglia difendere la Giunta a tutti i costi; no, l'onorevole Diana ama la verità e dice le cose come stanno!
Sul merito ci può essere anche qualche forma di dissenso. Ho letto l'altro giorno, Presidente Cappellacci, un'intervista che non mi è piaciuta affatto e che per quanto mi riguarda aveva tutti i presupposti per una rescissione del contratto con il pubblicitario che ha preparato questo tipo di pubblicità. Nessuno vuole mettere in dubbio le sue capacità, non le avete messe in dubbio voi quando vi ha fatto la campagna elettorale e ve l'ha studiata, non lo voglio mettere in dubbio io. Sicuramente può essere definito un padre nobile, un santone della comunicazione, pertanto è ammesso tutto, ma non è ammesso ciò che lei ha detto nella sua intervista. Perché le frasi contenute nei comunicati, lessicalmente certamente pongono qualche problema. Io aspetto le puntate successive perché voglio conoscere meglio ciò che si vuole dire ai sardi, che cosa vorremmo dire ai sardi oltre quello che i sardi già sanno e sapevano il giorno che sono andati a votare. Perché, veda onorevole Salis, non è il PPR che vogliamo noi, è il PPR che vogliono i sardi, questa è la considerazione che lei deve fare.
Voi avete perso una campagna elettorale su questo argomento e su qualche altro, ma su questo vi siete giocati tutto. I sardi l'hanno detto a chiare lettere che questo PPR così com'è non va bene! Forse noi abbiamo tardato a metterci mano, in ogni caso - lo diceva il collega Steri - noi non vogliamo cementificare le coste della Sardegna, e staremo ben attenti, noi quanto voi. Certo è, però, che c'erano dei vincoli e dei divieti che erano assolutamente insostenibili per una Regione che vuole anche svilupparsi, per una Regione che ha certamente al centro dell'attenzione la persona umana, poiché non è possibile che l'uomo debba dipendere dall'ambiente! Non è tollerabile in nessuna parte del mondo! Noi vogliamo tutelare l'ambiente, vogliamo che sia a misura nostra! Non può essere l'individuo a misura dell'ambiente!
Io ho avuto modo di cominciare a vedere che cosa la Giunta, con grande serietà, ha proposto relativamente all'adeguamento del PPR e non mi pare che ci siano grandi stravolgimenti. Una cosa però ho notato: le sollecitazioni che mi sono arrivate durante la vostra legislatura e durante la campagna elettorale e ancora oggi. Allora, questo Consiglio regionale deve ascoltare la gente o non la deve ascoltare? Dobbiamo fare noi da soli il PPR come avete fatto voi? Anzi, voi non l'avete affatto fatto, ve l'hanno fatto! Ve l'hanno cucinato e ve l'hanno fatto digerire! Perché mai c'è stato un ascolto, una consultazione come c'è stata in questa legislatura. Tutte le fasi di preparazione per l'adeguamento del PPR (per quello che conosciamo, ma non ho dubbi su questo) sono adeguatamente registrate. E' stata la comunicazione massima che si potesse dare, sugli intendimenti che la Giunta aveva e sugli intendimenti nostri.
Adesso sollevato il problema della pubblicità istituzionale. Ora io capisco la vostra difficoltà: siete preoccupati perché se noi adeguiamo il PPR in maniera coerente con quelle che sono le richieste che cittadini sardi…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi, l'ho fatto malgrado qualcuno l'abbia messo in dubbio e credo che le pose o le espressioni del viso, se consentite, ciascuno decide quali assumere e come atteggiarsi, e questo non modifica la capacità di ascolto e di attenzione. Credo che ci sia spesso magari qualche presenza che invece sostanzialmente è un'assenza, io ho ascoltato con attenzione.
Si è detto in molti interventi (anzi in pochi interventi) che questo dibattito sulla comunicazione istituzionale in realtà è un corollario, qualche cosa di accessorio rispetto a un tema più sostanziale che è quello della modifica del PPR. Intanto non si tratta di modifica del PPR, com'è stato detto correttamente, si tratta della revisione del PPR, si tratta di un passaggio obbligatorio per legge, e quindi gridare allo scandalo per l'adempimento a un obbligo normativo è qualche cosa che veramente lascia sorpresi e allibiti. Così come lasciano sorpresi e allibiti molti interventi carichi di insulto, dileggio, di un tentativo di mistificare e di delegittimare l'avversario.
Purtroppo questo è un fenomeno dei nostri tempi, purtroppo la politica spesso viene interpretata non come confronto di sostanza sui problemi o sulle differenti proposte ma come un tentativo, portato talvolta allo spasimo, semplicemente di delegittimare l'avversario e di farlo con ogni mezzo possibile e immaginabile, e quello dell'insulto è molto praticato. Ed è forse anche per questa ragione che i cittadini mostrano sempre di più oggigiorno - e lo dimostrano anche sondaggi che mettono noi, rappresentanti della politica, agli ultimi posti nel gradimento da parte degli italiani - un allontanamento dalla politica, forse è per questo che nasce, anche quando non dovrebbe, il sentimento dell'antipolitica, forse è per questo che ci troviamo poi costretti a fare salti mortali per cercare di porre rimedi o di giustificare una nostra presenza mentre sarebbe semplicissimo farlo partendo da un confronto serio e provando a lavorare seriamente.
Però probabilmente la mistificazione, il tentativo di mistificazione trova una logica e una ragione fondata rispetto a un percorso, a un processo che ha un difetto dal vostro punto di vista, ha il difetto di essere un processo corretto, trasparente e virtuoso. E' stato detto che in altri momenti qualcuno, evidentemente convinto o pensando di far credere di avere la verità, il Verbo nelle proprie mani, scriveva, disegnava, trasferiva e calava dall'alto. Questa Giunta ha un atteggiamento, ha un metodo diverso. La revisione del PPR che noi stiamo facendo passa attraverso un procedimento virtuoso, un procedimento che prima di tutto prevede il confronto e l'ascolto. E questo è il risultato di "Sardegna nuove idee", un risultato importante e profondo che ha visto l'80 per cento dei Comuni partecipare.
I territori, le associazioni, le categorie professionali, l'universo mondo degli attori di questo sistema hanno avuto la possibilità di venire, di parlare, di confrontarsi, di sollevare problematiche e criticità. La revisione del Piano è passata attraverso una procedura di VAS, di valutazione ambientale strategica, che noi abbiamo effettuato e che voi non avevate fatto, è passata attraverso l'intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali, che voi non avevate fatto e avete dovuto fare semplicemente a posteriori; è passata cioè attraverso un processo che è assolutamente coerente, trasparente, un processo virtuoso: è questo che dà fastidio.
Io credo che sia giusto ascoltare i cittadini nella fase precedente la revisione e altrettanto giusto e doveroso coinvolgerli, dare la consapevolezza nella fase successiva, cercando di far capire quello che vogliamo fare. E qua vengo al tema della comunicazione istituzionale, ma veramente intendo dedicare pochissime parole a questo tema perché credo veramente che gran parte di quello che è stato detto sia assolutamente strumentale.
Prima di tutto voglio dire che questa campagna pubblicitaria è stata predisposta dai tecnici, è stata esaminata puntualmente dagli Uffici, è stata ponderata (si è giocato anche su quello negli equivoci e nella mistificazione), c'è stata un'attività degli Uffici che ha valutato, ha espresso pareri, talvolta ha chiesto modifiche, e le modifiche sono state regolarmente apportate in piena e leale collaborazione tra il livello politico e il livello organizzativo, lasciando al livello amministrativo il pieno e totale esercizio delle proprie funzioni, quando in linea teorica - ma non sono avvezzo e non uso questo tipo di sistemi - si poteva, attraverso la delibera o l'avocazione alla Direzione generale o attraverso un ordine della parte politica, imporre anche l'impostazione dal punto di vista amministrativo.
Io questo non l'ho pensato neanche per un attimo, ho chiesto e voluto che la struttura facesse il suo dovere, facesse il suo mestiere, esprimesse le sue valutazioni, cosa che è stata fatta, e tutto quello che è stato pubblicato è stato attentamente valutato e ponderato, e chi è preposto a questo tipo di attività ha dato l'OK in piena serenità, in coscienza, sapendo che si trattava di comunicazione istituzionale.
Ringrazio l'onorevole Diana perché mi risparmia il richiamo che avrei voluto fare sui numeri, perché poi alla fine credo che anche questo contino, e ciò mi consente di smontare un'accusa (ma poi ne voglio smontare anche un'altra) contenute nell'intervento di illustrazione della mozione.
L'altra che voglio contestare, onorevole Bruno, è quella di non averle fornito la documentazione richiesta. Lei dice di aver formulato una richiesta di accesso agli atti e, solo attraverso la richiesta e poi attraverso la cortesia e la collaborazione del funzionario, ha avuto accesso alle segrete stanze dove si decidono le segrete cose, dove tutto è nascosto, tutto è avvolto da una nebbia perché c'è da nascondere evidentemente qualcosa. Ebbene, onorevole Bruno, lei sa bene che la risposta che le è pervenuta dalla dirigente è una risposta nella quale ci si limita a dire esattamente questo: "Con riferimento alla nota di cui all'oggetto, si comunica che lo scrivente Servizio provvederà a fornire copia di tutti gli atti richiesti. Posta l'urgenza rappresentata, si ritiene di dover per intanto fornire i riferimenti occorrenti per accedere alle informazioni già presenti sul sito istituzionale, inerenti ai contributi, alle delibere…", e le viene fornito l'elenco di tutti i link del sito istituzionale dove lei ha potuto estrarre copia dei documenti di cui stiamo parlando.
Queste sono le segrete stanze, questo è quello che succede, e tutte le spese che riguardano la comunicazione istituzionale di questa Giunta sono state fatte in modo molto trasparente, attraverso delibere di Giunta - prima non era così, oggi passano attraverso delibere di Giunta: la comunicazione istituzionale così funziona - e quelle delibere si trovano sul sito, e quelle delibere spiegano a chi vengono assegnati i contributi, per cosa vengono spese quelle risorse pubbliche, spiegano le motivazioni, le ragioni e quindi anche la logica. Allora è tutto trasparente, è già tutto dentro il sito, non ci sono segrete stanze, è tutto liberamente accessibile.
W allora tutto il resto diventa, ahimè, spesso bugie e insulti gratuiti, e credo di non avere bisogno di lezioni da parte di nessuno sul corretto utilizzo dei fondi pubblici. Certamente, onorevole Salis, mi permetta, non ho bisogno di lezioni da lei sull'utilizzo dei fondi.
Detto questo, non voglio affrontare gli altri temi che sono stati toccati e che riguardano profili che rientrano nella logica dell'insulto e della mistificazione, percché credo di aver adempiuto al mio dovere.
Mi sono autosospeso dal P.d.L., è vero, e permettermi di lasciare la valutazione alla mia parte politica e alla mia coscienza, però colgo l'occasione oggi per fare un'altra autosospensione: mi autosospendo dalle polemiche, che siano da voi rivolte o talvolta anche rivolte dalla mia parte, perché ho poco tempo e preferisco dedicarlo ad altro, spero che anche chi sino a oggi ha utilizzato il proprio tempo in polemiche possa decidere di farne un uso migliore.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intanto rispondo che il tema dei fondi per la pubblicità istituzionale non è un tema accessorio, per quello che mi riguarda, perché, anche rispetto a quanto ha comunicato l'onorevole Diana (lei non ne ha fatto cenno perché ne aveva già parlato il suo ex Capogruppo) bisogna tener conto nel bilancio di vari capitoli, di varie UPB. Io le confermo che la spesa effettuata dalla Regione negli anni 2010-2011, nei vari capitoli (che non riguardano evidentemente solo quello citato dall'onorevole Diana) per circa 650 provvedimenti è di 42 milioni di euro. Glielo confermo: può andare a verificare.
Le dico anche che, per esempio, soltanto una delibera, quella del 5 aprile del 2011, quella che riguarda l'agricoltura, l'assistenza tecnica per il meeting di Rimini eccetera solo lì, ci sono 4 milioni di euro che vengono spesi per andare a Washington, a Colonia, a Torino, Verona, Shangai, Milano, Rimini, San Francisco, Berlino, Mosca, Singapore, Montreal, di nuovo a Washington, a Parigi, Shangai, a Milano. Quindi altri 4 milioni di euro. Aggiungo che mentre fino al 2008, per i fondi per la pubblicità che passavano tramite l'Assessorato dell'agricoltura occorreva il parere della Commissione competente consiliare, con legge 7 agosto 2009 numero 3 avete cancellato quel parere, non è più obbligatorio, avete delegato interamente la Giunta.
Si parla di altre cifre, si parla di altre procedure, si parla di altri contesti. Quarantadue milioni di euro, 25 milioni all'anno sono quelli che mancano alla legge numero 162 per assicurare l'assistenza personalizzata a tutti i disabili gravi, presidente Cappellacci. Quindi non è un fatto accessorio, per noi non è un fatto accessorio. Noi abbiamo cercato, insomma, di dimostrare che la politica si fa in quest'Aula e che è bene essere sempre trasparenti, al di là delle polemiche. Occorre fare veramente in modo che quando si utilizzano alcuni argomenti, attraverso la comunicazione istituzionale, questi siano attinenti a ciò che istituzionalmente la Regione intende fare o ha fatto, in modo che i cittadini siano protagonisti, siano informati. Non si fa propaganda politica a pagamento con i soldi dei sardi; è sbagliato, è profondamente sbagliato! Ci sono altri sistemi, altri mezzi. Capisco che lei sia in difficoltà perché non ha più un partito, però non si possono utilizzare i fondi della Regione.
Per quanto riguarda il Piano paesaggistico regionale in modo particolare è vero che avete attivato i laboratori, i tavoli tematici, che avete ascoltato sindaci, cittadini, ma le assicuro che se lei legge attentamente, come penso abbia fatto, il report conclusivo di quei tavoli, si renderà conto che da questo emerge una visione che è molto diversa da quella che abbiamo potuto capire ispirerà ciò che accadrà domani in Giunta. Emerge una richiesta di maggiore tutela del paesaggio, una richiesta di valorizzazione, anche per esempio delle zone agricole. Insomma, dovete tener conto alla fine anche di quello che i sindaci dicono, di quello che i cittadini dicono, non prendere soltanto la parte che vi torna comodo. Dovete seguire fino in fondo un processo, e magari venire in Aula (so che non è dovuto per quanto riguarda la revisione obbligatoria del PPR) a raccontarci che tipo di idea avete sulla Sardegna, raccontarci che cosa vi hanno detto i sindaci, gli attori istituzionali, le associazioni di categoria e capire come avete recepito, visto che la consultazione e la partecipazione è il nuovo modo di fare politica in questa Regione. In realtà non è così.
Allora, Presidente, anche noi vogliamo un confronto di sostanza, e mi auguro di non averla insultata. Vogliamo un confronto di sostanza e vogliamo un confronto trasparente sulle politiche che questa Giunta regionale mette in campo. Quello che ho detto in apertura illustrando la mozione lo confermo. Io in realtà vedo, Presidente, un vuoto assoluto in questi due anni e mezzo, e vedo, e dal suo punto di vista la capisco, il tentativo di un rilancio mediatico. Ora questo rilancio mediatico si può ottenere, magari lavorando di più, lavorando di più anche con il Consiglio, partecipando a queste riunioni che non sono una perdita di tempo, partecipando, ascoltando di più i consiglieri, migliorando anche il rapporto tra la maggioranza e la Giunta, forse cercando insomma di rendere il suo servizio alla Sardegna (e lei è il rappresentante politico e legale della Sardegna) cercando veramente di rendere conto anche in questo Consiglio delle cose che fa.
Sono tante, infatti, le cose che non sono state fatte, e l'elenco che le ho fatto delle risorse che mancano alla Sardegna (dalla vertenza entrate, ai fondi FAS, ai fondi non spesi per la programmazione comunitaria, i soldi che effettivamente dobbiamo mettere a carico di questa Giunta regionale, che non è stata così autorevole da ottenere nel rapporto con lo Stato quanto spetta alla Sardegna) beh, insomma, è sotto gli occhi di tutti.
Allora noi le chiediamo semplicemente di non pagare anche gli spot e la propaganda elettorale del Presidente della Regione. Ho la presunzione di dire che glielo chiedono i sardi. Quindi le chiederei, al di là dei pareri tecnici che può ricevere, al di là di pareri tecnici che le può dare l'ufficio chiamato guarda caso "ufficio trasparenza", che lei si faccia garante di questa attenzione nei confronti dei sardi.
E' vero che ho ricevuto quella lettera; ieri la posta elettronica dell'ufficio trasparenza non funzionava, per cui la funzionaria non avendomi potuto inviare le delibere, mi ha mandato una lettera dicendo: per ora puoi recuperare queste delibere dal sito Internet della Regione, le altre ve le manderò magari dopo il dibattito. Per fortuna siamo riusciti in altro modo ad avere quegli atti, quelle delibere. Per cui la gentilezza era anche un modo per far sapere agli Uffici che, insomma, si poteva agire in maniera anche diversa, magari far funzionare la posta elettronica.
Insomma, presidente Cappellacci, non siamo soddisfatti, non siamo soddisfatti, credo che occorra nel nostro rapporto forse più serietà reciproca, più serietà; noi non vogliamo insultare nessuno, noi non vogliamo semplicemente sollevare polemiche, vogliamo che questa Regione serva ai sardi, vogliamo cercare insieme il bene comune. E il bene comune non lo si persegue spendendo "a pioggia" 42 milioni di euro per la pubblicità istituzionale, lo si persegue attraverso un progetto, quello che voi ancora non avete, o per lo meno non avete manifestato, lo si persegue passo dopo passo attuando quel progetto.
L'onorevole Vargiu diceva: confrontiamoci su due opposte visioni, io ho difficoltà a capire veramente la vostra visione. La nostra è scritta, è in un programma elettorale, è in un progetto, è probabilmente nella prosecuzione di una legislatura già avviata. La vostra non la capisco, non la capisco, non capisco gli spot continui, non capisco la demagogia continua che il Presidente della Regione ogni giorno sui giornali, visto che non viene in Aula, ci propina. Non la capisco e non la condivido. Credo che sottolineare questi aspetti sia il dovere di un'opposizione che, guarda caso, Presidente, in un'articolazione democratica come il Consiglio regionale ha la sua ragione d'essere.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Per fatto personale, Presidente, in riferimento all'intervento del collega Diana. Io vorrei ringraziare il collega Diana…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Capelli, prima deve dire in che cosa consiste il fatto personale e poi il Presidente decide se concederle o meno la facoltà di parlare.
CAPELLI (Gruppo Misto). L'onorevole Diana nel suo intervento mi ha citato richiamandomi a studiare meglio, e citare i fatti in modo veritiero e a manipolarli. Io volevo ringraziarlo pertanto di avermi citato e di avermi invitato a studiare meglio e di più e lo farò, seguirò il suo consiglio.
Mi dispiace che non abbia fatto onore all'impegno, che comunque pongo nel leggere e riportare atti e delibere, che non ho commentato. Mi fa anche piacere che sia riuscito a leggere i giornali, perché quei dati che lei ha letto, e poi richiamati dal Presidente, li ho pubblicati ad agosto sui quotidiani sardi. In quell'occasione ricordai che i fondi della pubblicità istituzionale erano stati diminuiti grazie ad una votazione a scrutinio segreto, e ribadii che nella passata legislatura (è tutto giusto quello che ha detto il collega Diana, o qualcuno le ha scritto bene l'intervento) il collega Diana era stato firmatario della interrogazione numero 572 su "Sardegna fatti bella", con la quale si chiedeva giustamente (perché noi abbiamo vinto le elezioni su questi temi, non può sicuramente venire a insegnare a me come stata fatta l'opposizione sulla spendita dei fondi della pubblicità istituzionale nella passata legislatura, questo almeno non me lo insegna) con la quale chiedeva al Presidente: "E' stata la Saatchi and Saatchi consulente di Tiscali?" - l'ha chiesto lui, io non l'ho chiesto - "Esistono in Sardegna società all'altezza di svolgere il compito?".
Queste sono le domande del collega Diana, mica le mie, e le ho rivolte a Soru. Perciò, anche oggi stiamo chiedendo: è opportuno, in un momento in cui la politica dovrebbe essere sobria, impegnare 42 milioni di euro in quasi due anni? Secondo: è corretto che tutti questi fondi vadano oltre la Sardegna, oltre le società della Sardegna, oltre le società di comunicazione?
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, non dobbiamo riaprire una discussione. Io le ho concesso la parola sul fatto personale, si limiti al fatto personale.
CAPELLI (Gruppo Misto). Ha ragione, Presidente, ha assolutamente ragione. Perciò, fondamentalmente mi scuso con l'onorevole Diana per non avere ulteriormente approfondito, e mi riservo di farlo nei prossimi giorni fornendo copia a lui e alla stampa della prova cartacea di tutta la trasparenza di questa Giunta regionale, e del Presidente in primo luogo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sull'ordine dei lavori, Presidente, perché vorrei conoscere quando si procede con il voto sulla mozione presentata.
PRESIDENTE. Il pomeriggio. Dopo le iscrizioni a parlare che ci sono, che presumo siano su ulteriori fatti personali, si concludono i lavori, che poi riprenderanno alle ore 16 e 30.
Onorevole Diana, si può calmare per cortesia? Ho già visto che è iscritto, ho dato prima la parola all'onorevole Uras perché era iscritto prima di lei.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
MARIO DIANA (P.d.L.). Presidente, non volevo essere scortese né nei suoi confronti né nei confronti dell'Aula. Siccome mi era sembrato di capire che il fatto personale si discutesse al termine della seduta, ero convinto che dopo l'intervento per fatto personale del collega Capelli ci potesse essere il mio intervento per fatto personale.
Per il resto, onorevole Capelli, le assicuro che già da quando ero in prima elementare nessuno mi ha mai scritto qualcosa, per cui mi sono affidato esclusivamente a questo documento cartaceo, che non è scritto certamente né da lei né da altri. La prego comunque, se avessi sbagliato nei suoi confronti, di scusarmi, ma le assicuro che non mi deve però indurre a iniziare una querelle sulla pubblicità istituzionale relativamente anche alle annate precedenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Una precisazione per fatto personale, Presidente.
PRESIDENTE. In che cosa consiste il fatto personale?
SALIS (I.d.V.). Il fatto personale è che… abbiate pazienza, se volete andare via andate via, non c'è problema…
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, i lavori non sono finiti. Chi vuole lasciare l'aula, perlomeno lo faccia col dovuto rispetto nei confronti di chi sta parlando.
SALIS (I.d.V.). Il presidente Cappellacci, in sede di replica, ha detto letteralmente: "Dall'onorevole Salis, soprattutto dall'onorevole Salis non posso prendere lezioni sull'uso dei fondi". Vorrei precisare, Presidente - lo dico al Presidente dell'Aula, ai colleghi e al presidente Cappellacci - che il sottoscritto, e anche altri consiglieri, mai e poi mai hanno pensato di fare riferimento, nelle loro anche pur dure riflessioni in Consiglio regionale nel dibattito politico, a fatti che devono essere ancora oggetto di verifiche, soprattutto sull'uso dei fondi regionali. Questo è un tema che interessa tutto il Consiglio regionale, anche se in questa fattispecie interessa me personalmente.
Sto cercando di difendermi difendendo le mie prerogative, la mia onestà, e l'onestà di questo Consiglio nelle sedi deputate, così come sta facendo lei per altre vicende, presidente Cappellacci. Per cui io la pregherei, per le prossime volte, siccome non possiamo esimerci dalla polemica politica, perché noi facciamo politica e non possiamo assolutamente cercare di liberarci dal nostro compito anche istituzionale, di aspettare possibilmente le pronunce degli organismi a cui io mi sono rivolto per difendere la mia onorabilità. E' chiaro, presidente Cappellacci, che qualora queste vicende dovessero concludersi con pronunce - io auspico di no per me e per gli altri colleghi - che dichiarassero la contrarietà del mio comportamento ai regolamenti consiliari e alle leggi, sarò il primo a trarne le conseguenze, non aspetterò certo i suoi richiami.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per fatto personale. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, solo per dire all'onorevole Salis che se ha inteso nelle mie parole un richiamo ad altre vicende, le chiedo scusa, non era mia intenzione, anche perché non rientra nel mio modo di essere, di intendere, e non rientra nella mia cultura. Quindi, se è stata interpretata in questo senso, mi spiace, le chiedo scusa. Il riferimento era a tutti, nel senso che non accetto su questi temi lezioni da nessuno, e da lei in particolare, perché l'80 per cento del suo intervento era declinato su questo tipo di aspetto. Quindi, evidentemente, a questo mi volevo riferire.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 14 e 02.
Allegati seduta
CCLII Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Giovedi' 22 settembre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 13 settembre 2011 (245), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gabriella Greco, Francesco Mula e Carlo Sanjust hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 settembre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Uras - Diana Mario - Bruno - Steri - Sanna Giacomo - Vargiu - Salis - Cuccureddu - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Mariano - Contu Felice - Cossa - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stochino - Tocco - Zuncheddu sul riconoscimento del valore legale del titolo acquisito dai docenti abilitati e abilitandi in Scienze della formazione primaria (infanzia e primaria), e docenti abilitati per l'insegnamento dello strumento musicale A177 nella scuola secondaria di primo grado, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (148)
PRESIDENTE. Considerata l'assenza del Presidente della Regione e di numerosi consiglieri, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 18.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, a noi interessa molto discutere questa mozione però, siccome la discussione non è un question time, vorremmo che anche la maggioranza fosse presente in aula, per cui le chiedo la verifica del numero legale
(Appoggia la richiesta la consigliera Zuncheddu.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Gallus, Planetta, Stochino, Vargiu e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 29 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappellacci - Contu Felice - Cossa - Dessì - Floris Mario - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 11 e 03.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 147.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Capelli - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'uso indiscriminato, fazioso ed ingannevole delle risorse per la pubblicità istituzionale della Regione nella congettura economica più grave dal dopoguerra in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che:
- la situazione economica e finanziaria della Sardegna è gravissima e anche alla nostra Regione è chiesto di rivedere la spesa pubblica eliminando ogni spreco ed ogni spesa parassitaria e clientelare;
- il Presidente della Regione dispone con sempre maggiore disinvoltura dei fondi per la pubblicità istituzionale con una evidente finalità di parte e di propaganda politica;
- in particolare, per quanto riguarda la pianificazione paesaggistica regionale, si è evidenziato un uso delle risorse pubbliche volte non tanto ad informare e documentare, ma ad orientare e condizionare la pubblica opinione rispetto alle proprie convinzioni ed orientamenti politici;
- l'uso della comunicazione istituzionale si affianca a quello altrettanto arbitrario della pubblicità: dagli 1,2 milioni per la Louis Vuitton Cup, agli 1,5 milioni per il Rally in Gallura, ai 100mila euro per il Meeting di Rimini, ai 180mila euro per la sfilata di "Amore e Moda" di Alghero, ai 140mila euro per la campagna contro il PPR, ecc.;
- dal contesto di tale uso delle risorse per la pubblicità istituzionale emerge peraltro un chiaro intento ingannevole dei messaggi pubblici volti a negare l'evidente stato dei fatti e peggio ad inculcare nella pubblica opinione l'idea che la convivenza civile possa fare a meno della legge e delle regole in generale,
denuncia e condanna
il sistematico uso partigiano ed ingannevole della pubblicità istituzionale della Regione, e pertanto
impegna il Presidente della Regione
1) a rendere conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale nel corso del presente esercizio;
2) a vincolare l'uso di dette risorse al solo fine di informare e documentare i cittadini sardi sulle principali questioni che attengono all'azione di governo e non già al condizionamento delle coscienze individuali. (147).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, siamo di fronte ad una Giunta regionale che si è comportata spesso come una società segreta, che non ha offerto ai cittadini (e neanche ai consiglieri regionali) la possibilità di conoscere in tempo reale le delibere che ha assunto, che subito dopo le ferie, ha fatto pubblicare nei principali quotidiani sardi due pagine alla settimana per raccontarci perché vuole stravolgere il Piano paesaggistico regionale e portare le lancette dell'orologio indietro, molto indietro.
Ho avuto modo di conoscere le delibere sulla pubblicità e sulla comunicazione istituzionale del Presidente solo grazie all'accesso agli atti e alla gentilezza della responsabile dell'ufficio a cui le ho formalmente richieste. Tornerò su quelle delibere. Ora mi preme sottolineare il momento politico che viviamo: metà mandato, due anni e mezzo dall'inizio della legislatura ed è tempo di bilanci. In America a metà mandato si chiede la fiducia sull'operato, da noi è d'uso pubblicare un primo rapporto, un bilancio di metà legislatura. Il presidente Cappellacci evidentemente non sa cosa scrivere di questi due anni e mezzo, sarebbe un rapporto vuoto.
La mancanza di autonomia, di autorevolezza, trascinatasi nell'era Cappellacci da una finanziaria all'altra, dall'annuncio di un collegato bluff all'altro, il tutto "condito" da abbondanti rimpasti, che hanno visto avvicendarsi in questi primi 30 mesi di governo oltre trenta Assessori, rischiamo di pagarla cara tutti, tutti i sardi. Quel rapporto sarebbe stata la cronaca di un fallimento, meglio non farlo, meglio spostare l'attenzione. E allora il presidente Cappellacci chiama il pubblicitario che ha gestito, che ha seguito la campagna elettorale (non quello che l'ha fatto vincere, quello che l'ha fatto vincere è un altro pubblicitario, è un uomo che fa molta propaganda e che oggi è in deriva: il presidente Berlusconi) e a quel pubblicitario affida il rilancio mediatico.
In realtà il Presidente aveva già avviato questo tentativo qualche mese fa con l'autosospensione fasulla dal partito, con la finta contestazione a Berlusconi, a Tremonti, con l'invenzione della flotta sarda che serve a far dimenticare la stagione più buia dei trasporti, del turismo, la stagione più buia dell'autonomia. Buio buio direbbe il collega Uras, parafrasando la creatività di quel pubblicitario, forse lo stesso che nel gennaio 2009 assicurava che la Sardegna sarebbe tornata a sorridere. E invece è buio buio, si piange, si piange amaramente, piangono i sardi.
E allora vai con la pubblicità, ritorniamo alla pubblicità, tanto siamo su "scherzi a parte". Che cosa poteva inventare, per esempio, un pubblicitario come Gavino Sanna, che cosa avrebbe potuto scrivere di due anni e mezzo di legislatura? Poteva parlare della legge sugli oratori, ma non siete riusciti neanche ad attivarla. Poteva parlare del "piano casa uno", del "piano casa due", affossato dai franchi tiratori, quindi dalla stessa maggioranza. Poteva parlare del G8 trasferito da La Maddalena, poteva parlare della vertenza entrate, della difesa della vertenza entrate. Non si è riusciti a fare neanche quello. Poteva parlare del fatto che vi accontentate di briciole nei fondi FAS, che non arriveranno mai. Poteva parlare del fatto che non avete bandito la gara per la continuità territoriale marittima o poteva raccontare il pasticcio della continuità territoriale aerea.
E allora da cosa partono gli annunci della seconda parte della legislatura (perché di annunci si tratta)? Partono dall'ossessione del mattone, partono dal cemento, con risposte non ai sardi ma ai costruttori, magari ben individuati, ben conosciuti. E lo fa il Presidente, insieme al suo pubblicitario, semplicemente con domande e risposte, senza contraddittorio, in maniera un po' schizofrenica. Si fanno delle domande e poi si danno delle risposte, guarda caso attraverso le pagine dei giornali più letti in Sardegna, e lo fanno con i nostri soldi, con i soldi di ciascun cittadino sardo. Si fanno delle domande, si danno delle risposte e scrivono cercando di evocare il paesaggio, quando in realtà vogliono solo costruire, hanno l'ossessione del cemento, ma cercano il modo di dirlo in maniera elegante. Parlano dei nonni, parlano di chi si deve rifare il tetto, di chi deve cercare di aggiungere una stanza nella propria casa, parlano di tutto questo.
In realtà non ci crede nessuno, presidente Cappellacci, perché l'intento è quello di cercare, stravolgere quello che si è fatto in precedenza, e non basta la delibera di domani, quella che arriverà in Giunta, perché la modifica del PPR dovete farla bene, dovete essere in sintonia con il codice della tutela del paesaggio, con il codice Urbani, con le leggi sovra ordinate. Soprattutto dovete venire qui in aula, magari anche oggi, Presidente, e dirci quale strategia avete in mente, quale idea di Sardegna avete in mente, per confrontarci sull'idea, sul progetto, se l'avete. Dovete farci capire quali lottizzazioni dovete far rivivere, cosa volete fare delle zone agricole, magari anche nella fascia costiera.
La Giunta dice di aver restituito la voce ai sindaci, ai cittadini e lo ha fatto. Lo ha fatto con incontri, tavoli, laboratori, coordinati da esperti; e dai tavoli è emersa chiara la difesa intransigente del paesaggio e dell'ambiente, della loro tutela. Proprio per questo è stato espresso un grande bisogno di progetto, progetto che non c'è, un grande bisogno di regole che vengono eliminate, un grande bisogno di pianificazione che non è esaudita con l'eliminazione delle norme di salvaguardia e con il trasferimento nel PPR di quanto sancito nel finto piano casa di Asunis.
Un processo senza scorciatoie, come invece sembrerebbe emergere dalla delibera che porterete domani in Giunta, un processo che faccia salvi un insieme di principi condivisi, come quelli emersi proprio nei cosiddetti laboratori di paesaggio svolti sul territorio. Nei tavoli, per esempio, (Presidente, mi smentisca se non è vero) è emersa l'emergenza di conservare la struttura percettiva del paesaggio agrario mantenendo inalterata la trama del tessuto agricolo. In quei tavoli, in quei laboratori, hanno consigliato di individuare le azioni utili a tale scopo, recuperare i sentieri rurali, disincentivare la frammentazione fondiaria, riconoscere, mantenere e ripristinare le caratteristiche legate alle diverse colture, definire un sistema di regole per la gestione del paesaggio in relazione ai diversi usi.
Ne avete tenuto conto di quei pareri, dell'esito di quei lavori? Non mi pare! Avete preferito la propaganda. A metà mandato Cappellacci non poteva far altro che calare un tris di cemento: legge sul golf, "piano casa tre", nuovo PPR, "condito" di parole chiave ben care agli ambientalisti e a quel pubblicitario che altre campagne elettorali aveva già seguito, anche a favore di chi nell'ambiente come vantaggio competitivo davvero ci crede.
E via con la campagna a pagamento, con la propaganda a pagamento con i soldi dei sardi e contemporaneamente via alla legge sul golf! Tra noi e voi, Presidente - e mi rivolgo direttamente a lei, anche se non mi ascolta - c'è una opposta visione del mondo. La legislatura ha avuto fin dall'inizio come tema principale proprio la materia urbanistica e quella della gestione del territorio. In tal senso abbiamo subito dovuto contrastare le iniziali ipotesi di cancellazione della pianificazione paesaggistica regionale. Non appena il Governo nazionale ha varato l'intesa con le regioni per il cosiddetto piano casa la Giunta regionale ha adottato un testo normativo che nella prima parte ha introdotto la possibilità di alcuni ampliamenti volumetrici in deroga e nella seconda ha invece tentato di superare i vincoli delle norme di attuazione del PPR che risultavano di ostacolo all'applicazione nell'agro e nella fascia costiera del piano casa.
La seconda versione è stata affossata dai franchi tiratori, ma l'ossessione urbanistica non si è placata neppure dopo tale sconfitta. Ed ecco in aula la terza versione del piano casa, dal quale è stata stralciata una proroga dei termini di applicazione. Il "piano casa tre" ha lasciato la corsia del Consiglio alla legge sul golf, un testo di legge dal quale sono stati cancellati i sostegni finanziari inizialmente previsti per la promozione di quello sport, diventando una vera e propria norma che promette la modifica del PPR per consentire l'edificazione di residenze e di alberghi nella fascia costiera con una conseguente deregulation urbanistica a vantaggio di alcune lobby immobiliari e non solo.
L'impatto potenziale di tali norme si aggira intorno ai 3 milioni di metri cubi di nuovo cemento sulle nostre coste. Se poi calcoliamo che qualora fossero localizzati campi e residenze fuori dalla fascia costiera ci sarebbe una premialità del 60 per cento delle volumetrie, si arriva molto oltre i 3 milioni, si raddoppia. Attenzione, perché le indicazioni in legge di voler modificare il PPR, e quindi ridurre la fascia costiera, modificando l'articolo 20 delle norme di attuazione, serve proprio per garantire quelle premialità.
Insomma, che Sardegna si vuole, quale idea di Sardegna si ha? E' scritto nelle pagine a pagamento: cemento. Lo stesso cemento che già vediamo nelle seconde case invendute, lo vedo in quasi diecimila case della mia città invendute, nei villaggi turistici, sempre meno frequentati. Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli? Noi abbiamo cercato di promuovere una Sardegna forse migliore anche delle altre regioni, capace di attrarre a sé il mondo perché capace di valorizzare insieme la sua bellezza, il suo paesaggio, la sua cultura, le sue tradizioni, i suoi saperi.
L'idea che emerge, l'idea del presidente Cappellacci, è di una Sardegna di retroguardia, globalizzata, una nuova Rimini, tutto questo proprio mentre nel mondo il turismo cerca le differenze, cerca la peculiarità, cerca una terra di accoglienza, cerca un paesaggio intatto. La Sardegna, nell'era dei Cappellacci, vive di propaganda, e fuori non la conosce nessuno, nessuno parla più di Sardegna, ma pagano i sardi. Ai sardi questo Governo regionale è già costato 4 miliardi in meno dei FAS nazionali, 1 miliardo e 200 dei FAS regionali (ammesso che quelli del piano del sud li vedremo davvero) 4 miliardi di compartecipazione alle entrate non pervenute dallo Stato per l'atteggiamento acquiescente della Giunta Cappellacci. Ora ci fa pagare anche gli spot pubblicitari, e lo fa in modo spudorato, vergognoso: perfino l'ordine dei giornalisti prende posizione.
Le pagine pubblicate a pagamento sui due più diffusi quotidiani sardi hanno esplicitamente preso spunto, contestandoli, da servizi e commenti della stampa isolana, e sono state presentate di fatto come una vera e propria replica, dice l'ordine dei giornalisti. A giudizio dell'organo sardo dei giornalisti, la Regione non ha tenuto conto che la replica è un diritto, che la legge italiana riconosce gratuitamente ai cittadini e alle istituzioni, gratuitamente, diritto che viene negato invece se altri fanno ricorso alla comoda scorciatoia, così viene definita, della pubblicità istituzionale a pagamento.
Per quanto riguarda i contenuti, l'ordine ha constatato che in questa occasione la comunicazione della Regione ha il carattere del messaggio politico, e sottolinea che le istituzioni democratiche hanno più di altre il dovere di non sfuggire il confronto (di non sfuggire il confronto, presidente Cappellacci) e di garantire il regolare svolgimento delle funzioni di tutti i soggetti della democrazia. Ma, in realtà, il presidente Cappellacci ci aveva già abituati a propaganda, a spot pubblicitari a pagamento per i sardi. Ricordate? Settembre 2009: convegno al Forte Village, per parlare ufficialmente di federalismo fiscale. Il tema era: "L'attuazione del federalismo fiscale: problemi e prospettive". Nomi noti tra i relatori e tra i partecipanti.
Mi chiedo (anche io le rivolgo delle domande e attendo delle risposte) chi ha pagato? Quanto è costato alla Regione? A cosa è servito? A chi è servito? Di cosa si è parlato veramente, in aula e fuori dall'aula? Oppure vogliamo parlare del milione e 400 mila euro per la Louis Vuitton Cup, del milione e 500 mila euro per il Rally di Gallura, dei 100 mila euro per il Meeting di Rimini, dei 180 mila euro per la sfilata di "Amore e Moda" di Alghero, trasmessa da Rete 4, dei 140 mila euro per la campagna contro il PPR? Interessante anche la delibera 18/29 del 5 aprile 2011, con la quale si approva il programma relativo a manifestazioni fieristiche, e workshop istituzionali per il 2011.
L'Assessore dell'agricoltura ricorda in quella delibera che le cosiddette azioni promozionali in senso lato non rientrano nel concetto di pubblicità, ma in quello di assistenza tecnica; ripeto: assistenza tecnica. E a chi facciamo l'assistenza tecnica, a chi fa l'assistenza tecnica la Regione sarda, con la partecipazione istituzionale? Per esempio al Meeting di Rimini noi abbiamo pagato l'assistenza tecnica al Tuttofood di Milano, al Fancy Food Summer di Washington, luglio 2011, all'Anuga di Colonia, all'FHC di Shangay, al Fancy Food Winter di San Francisco, nel prossimo gennaio, alla Fruit Logistica di Berlino, e poi a Mosca, Singapore, Montreal (Canada), e così via. La Regione Sardegna fa assistenza tecnica a pagamento per tutti.
La situazione economica e finanziaria della Sardegna è gravissima, come nel resto del Paese, ma forse da noi è ancora più grave, e anche la nostra Regione, Presidente, ha chiesto di rivedere la spesa pubblicitaria, eliminando ogni spreco, ogni spesa parassitaria, clientelare. La Giunta ha perfino istituito una task force. Cosa ci proporrà? Demagogia, pura demagogica. Come diciamo nella premessa della mozione, il Presidente della Regione dispone, con sempre maggiore disinvoltura, dei fondi per la pubblicità istituzionale, con una evidente finalità di parte, di propaganda politica. Nelle linee guida della manovra si è tagliato su tutti i capitoli, ma, guarda caso, i fondi per la Presidenza sono aumentati. Chissà perché? Anche noi facciamo domande e attendiamo risposte.
Emerge un chiaro intento ingannevole nei messaggi pubblici, volti a negare l'evidente stato dei fatti, e, peggio, perfino a inculcare nei cittadini, nei lettori dei giornali, negli elettori in fondo, l'idea che la convivenza civile possa fare a meno di regole, alcune volte anche di leggi. Vige ormai un sistematico uso sfacciatamente di parte e ingannevole della pubblicità istituzionale della Regione. Insomma, se volete fare propaganda, fatelo attraverso i partiti, quelli, sì, sono di parte, forse servono anche a questo.
Con questa mozione, noi chiediamo al Presidente di svolgere il suo compito, rendendo conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale. Gli chiediamo di vincolare l'uso delle risorse al solo fine di informare e documentare i cittadini sulle principali questioni che riguardano l'azione di governo, e non finalizzandole non al condizionamento delle coscienze individuali. Gli chiediamo conto di ogni euro speso.
Ho qui l'elenco dei contributi e dei beneficiari, e mi chiedo perché, a quale titolo si danno dei contributi perfino per le feste patronali. E perché non tutte le feste patronali allora? C'è un criterio? Perché solo Ussana, Villaspeciosa, Iglesias, Selegas? C'è un motivo? Perché diamo un contributo al Consolato d'Italia a New York per la festa della Repubblica italiana in America? Lo finanziamo noi. O perché finanziamo il progetto della Conferenza episcopale italiana, che si chiama, guarda caso, "progetto Sardegna"? Perché lo finanzia la Regione sarda? Che intervento di comunicazione o di pubblicità istituzionale si è svolto?
Ora, Presidente, noi le abbiamo rivolto delle domande e ci attendiamo delle risposte, poi ci sarà anche un contraddittorio, perché si usa così in democrazia. Di solito non ci si fa delle domande, e si danno delle risposte in privato. Ora deve rispondere a noi, ed è questo il senso della mozione, il senso è quello di fare in modo che ci sia trasparenza, correttezza, che si dia un nome giusto a ciò che si fa. Io mi riservo di reintervenire in discussione generale, perché naturalmente c'è abbondanza di materiale, le volevo solo illustrare il significato generale di questa mozione, che mi auguro trovi nel Consiglio regionale e in ciascuno di voi, colleghi, l'onestà intellettuale, al di là dei colori politici, e sono sicuro che ci sarà, per fissare dei paletti, per indicare una strada, per svolgere il nostro ruolo, che è quello di indirizzo e di controllo, e svolgerlo attentamente sino in fondo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Capelli, che ha a disposizione dieci minuti.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io cercherò di essere velocissimo per poter dire tutto quello che ho da dire in questi dieci minuti, ricordando che viviamo in un momento in cui alla politica è richiesta sobrietà, è richiesta onestà, come sempre dovrebbe essere. Perciò il mio intervento sarà basato sui numeri, e i numeri dicono tanto, dicono a volte più delle parole. Veda, collega Bruno, lei, mentre parlava, ha fatto vedere gli atti di riferimento sulla pubblicità istituzionale. Ho notato che ha sventolato due fogli, io ne ho circa settanta che riguardano oltre 650 provvedimenti, dal 2010 ad oggi, sulla pubblicità istituzionale, e, siccome i numeri dicono molto, è giusto che i colleghi e tutti sappiano come vengono spesi quei fondi della pubblicità istituzionale.
Io personalmente ho condotto una battaglia contro questi fondi anche tra vari sorrisi in quest'Aula, dicendo, colleghi: "Togliamo, riduciamo", perché l'occasione porta l'uomo a spendere. Ci siamo riusciti con un emendamento a voto segreto nella passata finanziaria, poi però nella manovra correttiva i fondi sono stati reintegrati. Perciò di che cosa parliamo? Parliamo di fondi che sono un'enormità rispetto a quello che noi giustamente stiamo facendo, e cioè ridurre i costi della politica, ma questi sono costi della politica (non pubblicità istituzionale) che prevedono impegni per il 2010 di 25 milioni e 737 mila euro, per il 2011 di 16 milioni e 918 mila euro, che lasciano un carico di residui notevole e un totale pagamenti notevole.
Allora come si distribuiscono questi 25 milioni più i 16 milioni? In piccoli e grandi interventi. Intanto in notevolissimi contributi distribuiti alle diverse tv private. E secondo quali criteri? Secondo il bacino di utenza? Secondo i dati di ascolto? Non sempre! Tra queste reti private è molto presente antenna 1Sardegna Srl, è presente (ne leggo alcune) AP&B S.r.l., "manifestazione capotavola", che ci ha portato ovviamente nuovi turisti che vengono in Sardegna, perché hanno conosciuto la Sardegna attraverso quella manifestazione e attraverso un investimento di 129 mila euro da parte della Regione Sardegna.
Ma andiamo anche alle piccole spese, andiamo alla produzione di 5 portali Web istituzionali, del costo di 19 mila e 200 euro; piccola cosa, se non fosse che questi 19 mila e 200 euro sono destinati all'ARPANET Srl. E qui vedo un'altra indicazione; prendete carta e penna, collegatevi sul sito e andate su www.arpanettv.com/cappellacci.html e vedete chi è ARPANET. Ribadisco che tutte queste assegnazioni non avvengono attraverso gare d'appalto. Ma andiamo anche alle piccole spese. Si comprano cinquecento calendari da tavolo nel 2010 per un totale di 1080 euro, fate la divisione: il costo è di oltre 2 euro e 56 per calendario. Io mi sono collegato con alcuni fornitori, e ho avuto un offerta (non la migliore) a 0,39 centesimi.
Seguono contributi ad altre organizzazioni di eventi e spettacolo, come l'Associazione concertistica jana project (46 mila euro), associazioni sportive non meglio definite di danza, il Life Center (40 mila euro), l'associazione "fabbrica l'evento a Villa…" (di cui non si riesce a leggere il proseguo per un difetto di stampa) 99.990 euro, fino alle associazioni sportive come Classe Sportiva Italiana (120 mila euro), Rodolfo Valentino (150 mila euro), e ad altri interventi che riguardano, come si è detto, la stampa.
Vorrei poi semplicemente leggere gli interventi previsti dall'articolo 7, comma 14, pari a 159 mila euro destinati a "beneficiari vari", oppure all'Autorità portuale di Cagliari (30 mila euro), o ancora, OTIM Spa, Ente autonomo per le fiere (300 mila euro), oppure l'acquisto delle pagine su El Pais (180 mila euro). O, ancora, Cairo pubblicità Spa, pagine su riviste turistiche per 60 mila euro, che si ripete quindi nel 2011, e altri 18 mila euro si aggiungono ai 120 che vi ho citato, collection eventi e produzioni tv, sfilata ad Alghero (180 mila euro) e vari contributi a comuni (secondo quale criterio non è ben compreso).
Ma ancora vorrei leggervi una parte interessante che riguarda l'ENIT di Roma, spazio esposizione fiere, per l'anno 2010, con un intervento pari a 1 milione 0,36 mila 590 euro. Questo poi è molto interessante: mentre noi abbiamo in corso la vertenza entrate con lo Stato, finanziamo il Ministero degli Esteri per andare a Shangai con oltre 400 mila euro. Finanziamo noi il Ministero degli Esteri, oltre a tutti gli enti fiera che qui vengono elencati: la Sipra Spa, spot promozionali, su non si sa quale rete, perché anche qui c'è un difetto di stampa (973 mila euro), Sardegna Travel, Sardegna tv Srl (oltre 500 mila euro), ma sono poche somme rispetto, per esempio, alle grandi somme che noi spendiamo sulla PBM pubblicità.
Nel 2010 sapete quanto abbiamo speso, quanto ha speso il "Bancomat regionale" del Presidente? Ha speso esattamente 491 mila euro, arrivando, solo nel 2011, a 720 mila e 200 euro. Non so se state facendo i conti e che reazione vi provochi tutto questo. Poi c'è Novas, c'è un po' di tutto qui dentro, ci sono singole persone, ci sono enti, ci sono fondazioni, ci sono fiere, come abbiamo detto, c'è il progetto Giappone, non vi dico quanto si è speso per Shangai, la RATI Srl, iniziativa etnica per 231 mila euro; 191 mila euro per affitto spazio espositivo in un forum e così via.
Voglio ora, Presidente, ricordarle alcune interpellanze: la numero 231 Ladu, Gallus, Murgioni, Floris Mario sul rally mondiale, l'interrogazione Vargiu sull'acquisto di una pagina su RCS, cioè Corriere della Sera, a 280 mila euro, la numero 572 Artizzu, Diana, Liori sulla pubblicità istituzionale. In quelle interpellanze si affermavano le stesse cose…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io non vorrei ripetere ciò che è stato già detto, soprattutto nella relazione di Capelli e Bruno, ma voglio precisare alcuni punti in relazione a questa pubblicità nella stampa, e dico che, ancora una volta, siamo in un vero cul de sac, nell'inganno totale, che continua a prevalere sui veri problemi dell'Isola.
Pubblicità: preparare i cittadini al nuovo PPR che sconvolge il vecchio Piano paesaggistico e ci coprirà di cemento; si fa tutto questo con i soldi dei cittadini, scegliendo anche i giornali dove questa pubblicità viene divulgata: è un nuovo approccio all'informazione e alla comunicazione, una nuova interpretazione della trasparenza. Si vede bene, leggendo questo comunicato, che la comunicazione è l'opposto della conoscenza, nemica dell'idea, perché è essenziale per dissolvere tutti i contenuti della verità. Questa comunicazione non è quella della scienza, né della politica, né dell'arte, ma quella della comunicazione massmedica dell'inganno, è la bacchetta magica che sembra trasformare l'inconcludenza, la ritrattazione e la confusione da fattori di debolezza in prova di forza che sostituisce l'educazione con la falsità, l'arte e la cultura con l'entertainment, il divertimento.
Questa pubblicità contro il PPR aspira ad essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. E' dunque totalitaria in una misura molto maggiore del totalitarismo politico tradizionale. Questa propaganda anti PPR è fatta così male che sembra sottrarre al linguaggio stesso la possibilità di dire alcunché di sensato. Lo dico anche come linguista. Umberto Eco chiamerebbe questa pubblicità semiosi ermetica perché pensa di detenere il segreto di ciò che significa esteticamente paesaggio o territorio. Il fatto che questo segreto sia inesprimibile lo pone al riparo da ogni verifica e da ogni controllo cittadino potenziando la sua arroganza. Ciò significa che anche nella comunicazione c'è sempre un segreto che consiste nel rendersi invisibile per eccesso di esposizione.
Anche qui, tuttavia, emerge una differenza rilevante con lo spettacolo. Buon attore è chi sa recitare molte parti di una commedia, ma buon comunicatore è chi, pur non interpretandone bene nessuna, riesce sempre a occupare la scena usando i soldi della comunità. Il presidente Cappellacci è un'artista nella subcultura della performance. In termini freudiani questo tipo di comunicazione non è orientato verso il raggiungimento del piacere ma verso il mantenimento dell'eccitazione. E' una specie di stato euforico più vicino ad una addiction, ad una dipendenza, che a un sentimento intimo di impegno politico. Qui abbiamo a che fare con un tipo di comportamento etico aberrante. E' il sottoprodotto di una razionalità politica povera che considera le classi subordinate come marionette facili prede di manipolazioni politiche.
L'idea centrale di questa pubblicità giornalistica è la demolizione di ogni tipo di logica e di razionalità in nome dell'immediatezza, della spontaneità, della creazione dal nulla. E' la reificazione del paesaggio e la cementificazione del territorio. Noi ci opponiamo a questa mistificazione dei fatti, ma soprattutto a questa mistificazione della democrazia. Chi volete convincere? Chi volete trascinare ancora dentro il vostro universo? Ed è questo voler bene alla Sardegna e ai sardi? E' questo il vostro modo di concepire l'operatività politica, voi che parlate sempre in nome del popolo sardo, della cultura sarda? Ma i sardi non saranno mai les moutons de Panurge. Mi fermo qui.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La mozione è stata proprio strappata di mano dall'ultima iniziativa del Presidente, che è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, cioè la pubblicità istituzionale apparsa nei due maggiori quotidiani sardi. Oggi quindi in Aula si affronta il problema delle somme ingenti spese per la pubblicità istituzionale. Il collega Capelli più volte ha richiamato questa vicenda e l'ha richiamata soprattutto cosiderato il momento che la società sarda attraversa, al quale le istituzioni dovrebbero guardare con maggiore attenzione. Il lungo elenco che il collega ha fatto mi porta a dire, così come ho detto altre volte, che sarebbe bene dirottare quelle somme verso leggi apposite. Non vogliamo sopprimerle.
Si fa riferimento a tutta una serie di interventi che vanno a sostenere eventi, fiere, festival, cultura, musica, teatro, sport con nomi che si ripetono puntualmente negli anni. Sono sempre i soliti noti che stranamente si trovano sempre, come dire, in sintonia con la posizione politica di chi sta al governo, oggi il centrodestra, domani il centrosinistra, dopodomani di nuovo il centrodestra, o comunque chiunque stia al potere e disponga di queste somme. Hanno una capacità straordinaria di entrare nel cuore di chi governa e di chiedere sostegno e solidarietà per le loro iniziative ed è per questo che, stranamente, vediamo eventi che si ripetono, effimeri, forse neanche accolti positivamente dall'ambiente che li ospita, però puntualmente soddisfatti da una attenzione e da una considerazione che riescono ad ottenere dal potente di turno, dall'amministrazione del momento che riesce sempre ad assecondare le richieste.
Allora quando parliamo dei costi della politica, che certamente non sono i costi della democrazia (perché, ripeto, la democrazia non ha prezzo e non può essere quantificata) probabilmente dovremmo entrare più nel merito di argomenti come questi, dove discrezionalità, clientelismo e a volte nepotismo consentono lo sperpero di una quantità immensa di denaro che potrebbe essere utilizzata sicuramente per obiettivi più importanti, per iniziative più importanti.
Successivamente a questa mozione andremo a parlare della residenza universitaria alla quale è negata la somma necessaria per far decollare un progetto ambizioso per l'Università di Cagliari e per la Regione Sardegna. Allora, su questo io credo che sia arrivato il momento di dire basta, di dire fine, di rendere pubbliche quelle informazioni perché un consigliere regionale riesce a trovare quei dati solo grazie alla maggiore facilità di accesso che egli ha, ma sicuramente non sono pubblici e a disposizione dei cittadini sardi che dovrebbero invece essere informati da quella pubblicità che voi ingannevolmente volete fare per coprire, la vostra vera ossessione, che è mettere mano al PPR. Quel PPR che voi dite di volere cancellare perché oppressione per i sardi e che invece deve riportare la Sardegna a recuperare le sue coste, le periferie della città, i pezzi della nostra identità, della nostra storia.
Ma chi prendete in giro? Ma voi credete che i sardi, in un momento come questo, credano a queste storielle che raccontate? Semmai i sardi che sono solidali con voi, sono consapevoli che questi beni tutelati possono essere violati dalla manomissione del PPR che voi vi state preparando a fare. E chissà quando ce lo farete conoscere, dopo averlo predisposto e confezionato nel modo che la stampa ci ha anticipato. Il problema è che quel bene che voi dite di voler tutelare è stato in qualche modo tutelato da una serie di circostanze.
Mentre, infatti, in larga parte del ventesimo secolo vaste zone del paesaggio e delle coste mediterranee venivano saccheggiate e trasformate dall'aggressione edilizia immobiliare, la Sardegna in qualche modo si era salvata da questa aggressione perché era stata vista soprattutto dallo Stato italiano come luogo di pena, come luogo di detenzione, come luogo di emarginazione e d'isolamento; la gente veniva inviata in Sardegna per scontare una pena, dalla più lieve alla più grave e questo, per molti anni (oltre alla volontà dei sardi che quel patrimonio inestimabile che è il bene paesaggio hanno voluto difendere e tutelare) ha preservato le nostre coste. Poi è arrivata la scoperta dei grandi imprenditori che hanno cominciato a costruire ma fortunatamente abbiamo trovato uno strumento di governo del nostro territorio, del nostro paesaggio, col Piano paesistico regionale che oggi si vuole mettere in discussione.
Noi abbiamo denunciato da un pezzo i vostri tentativi di manomettere il piano paesistico, l'avete fatto, com'è stato ricordato prima, col piano casa presentato come progetto per dare risposte allo sviluppo e all'occupazione, poi con la proposta del turismo golfistico e oggi invece direttamente con la manomissione del PPR. Entrate pesantemente dentro la fascia costiera, rimettete mano alla distruzione dell'agro e poi continuate a chiedervi in che modo fare per salvare l'agricoltura e tutto il comparto zootecnico.
Allora, su questo punto noi naturalmente ritorneremo, ma che per tentare di ingannare i sardi usiate anche i fondi della pubblicità istituzionale questo non lo possiamo tollerare ed è per questa ragione che ci siamo visti costretti a presentare questa mozione con la quale cerchiamo di fare chiarezza sull'utilizzo di somme che dovrebbero essere destinate ad altro e non alla propaganda elettorale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Anch'io voglio soffermarmi giusto su un punto della mozione, su questo che ormai, in gergo, alcuni definiscono una forma di pubblicità anti PPR. Ebbene, io vorrei ricordare a questa maggioranza, al suo Presidente, che un pezzo della rendita, della fortuna elettorale acquisita, è figlia, è derivata sicuramente da una serie di distorsioni amministrative, a loro volta derivanti da gravi errori di gestione politica di un processo innovativo come quello del PPR.
Non ho problemi a dirlo, l'ho detto anche diversi anni fa quando ero consigliere comunale de L'Ulivo al comune di Cagliari. Tentai anche delle interlocuzioni perché la mia maggioranza regionale potesse recepire queste critiche e potesse impedire che il centrodestra attuale utilizzasse, come ha utilizzato, alcuni nostri errori. Lo ha fatto, ha fatto una razzia elettorale proprio su alcune nostre disattenzioni.
Ebbene, oggi anziché restituire a questo strumento tutta la sua valenza istituzionale, anziché restituire stimoli di concertazione per rivedere quei processi distorsivi che hanno creato sicuramente disagio (perché i processi innovativi normalmente non sono facili da interpretare, e la Sardegna forse, anche prima in assoluto, ha incontrato questa grande difficoltà) si sta facendo l'esatto contrario. Ci fate leggere una pubblicità che banalizza il processo di salvaguardia di paesaggio. E' un voler ritornare a quella sorta di guerra, di guerra politica, di guerra elettorale, che è un errore gravissimo.
Il mio auspicio è che le forze, diciamo così, più libere e riformatrici della maggioranza, impediscano che il dibattito politico degeneri in una sorta di grande guerra di religione che in questo momento non serve, non restituisce assolutamente autorevolezza. Mi rivolgo all'Assessore dell'urbanistica, persona sensibile, secondo me, affinché consenta di nobilitare un dibattito su un tema che riveste un'importanza strategica per i sardi. Un'altra guerra di religione tra cementificatori e anticementificatori è sbagliata, è banale, ci banalizza anche agli occhi di chi ci guarda fuori della Sardegna. Quindi, togliete questa secretazione da un processo.
Mi si dice che in questi due anni, due anni e mezzo abbiamo avuto interlocuzioni, avete avuto un confronto con gli enti locali; parliamone. Esiste ancora una Commissione urbanistica, pertanto anziché uscire sulla stampa in questo modo sarebbe stato molto più utile, molto più opportuno riportare nei luoghi giusti, negli organismi giusti di questa amministrazione un dialogo. Io mi aspettavo infatti che fosse offerta la possibilità a quel pezzo di Consiglio regionale che siede in quella Commissione di potersi raffrontare, di capire se veramente alcuni errori ancora presenti in PPR possono essere corretti. Io infatti gradirei poterli segnalare, anche perché penso che non si possa continuare col sistema delle casacche, non ho mai indossato una casacca. Quando esiste qualcosa che non è utile per il cittadino non dobbiamo usare le casacche, non la useremo, molti di noi non la useranno, ma non cacciateci in una ipotesi di guerra come è avvenuto, per esempio, in occasione dell'esame della legge sul golf. Usciamo da questo incubo istituzionale che non produce nulla.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, nel nostro Regolamento interno c'è scritto che se qualcuno con il suo comportamento, il suo contegno, turba la libertà della discussione lei lo deve richiamare. Allora, si dà conto che il Presidente della Regione non è un consigliere come tutti gli altri, è un consigliere in più degli altri e deve prestare attenzione e rispetto all'Aula. Se poi ha da fare commissioni al telefono, le faccia, però lei deve ascoltare noi. Ha passato tutta l'introduzione della mozione facendo altro.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ho la capacità di ascoltare; io ce l'ho.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). So che lei ha la capacità di ascoltare, però lei deve mantenere un contegno rispettoso di quest'Aula, perché lei è una parte di un'istituzione...
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. E, se permette, la posa la decido io.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certamente deve decidere lei, ma io poi decido quello che posso decidere e chiedo quello che posso chiedere. Chiedo, pertanto, al Presidente del Consiglio, di tenere conto che il contegno di ciascuno di noi è importante per onorare questa istituzione, e siccome veniamo da un precedente per il quale lei è uscito appena io ho preso la parola, se vuole le do il tempo, faccia lo stesso anche oggi tanto la situazione non cambia. E' un problema che riguarda la sua onorabilità.
La mozione di oggi sottolinea il costo ciclopico della politica. Mentre noi ci interessiamo di questioni che suscitano un grande interesse, anche mediatico (il numero di consiglieri, i costi della politica), un Presidente della Regione spende nei modi che avete sentito 25 milioni di euro in tempo di fame e di carestia. E' il più grosso e vergognoso costo della politica ascrivibile a questa Regione. Ma è pensabile che questa maggioranza sia ancora disponibile a difendere un atteggiamento così irriguardoso nei confronti della povertà di tanta gente?
Ora, è vero che Marzullo fa delle domande e dà delle risposte, però ha un motivo, perché vuole stimolare un ragionamento. Qui si tratta invece di domande e risposte nell'ambito di quella che vorrebbe essere la pubblicità istituzionale, non la sensibilizzazione istituzionale, la pubblicità. Ma la pubblicità si fa su ciò che esiste non su ciò che non esiste.
Allora parlare di un PPR che sembrerebbe essere ancora nella mente di dio, intendendo per dio (con la "d" minuscola) Cappellacci, l'assessore Rassu e forse Asunis (ma ho motivo di ritenere che sia più Asunis che Cappellacci), è assolutamente grave perché vuol dire parlare di cose che non esistono.
Vorrei inoltre aggiungere, colleghi, perché ne siate consapevoli, che in queste ore, in questi giorni, quel testo che voi non avete, perché ufficialmente non vi è stato dato, viene consegnato da sedicenti imprenditori, che circolano per i palazzi pubblici, estraendolo dalle rispettive cartelle di pelle. Ora io questo lo posso dire, lo posso dire perché l'ho visto e perché sono riuscito ad ottenerlo da quel canale...
STOCHINO (P.d.L.). Dagli Uffici!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No Angelo, quando devi difendere l'indifendibile io ti capisco anche, però in questo caso no! Allora, questo è il punto, ci sono persone non meglio identificate che girano con questo documento. E quando si obietta loro che il documento non esiste, che non lo conosce la Commissione, non lo conosce il Presidente della Commissione, non lo conosce nessuno e gli si chiede come fanno ad averlo rispondono: "Ma sai, posso."
Questa è la situazione: abbiamo un Presidente che fa pubblicità di qualcosa che non si conosce e poi ci sono i vari personaggi che girano per le stanze. In fondo non ci dobbiamo meravigliare, con la pubblicità istituzionale noi abbiamo pagato la conferenza istitutiva, tra virgolette, passatemi il termine della P3 in Sardegna, quella famigerata conferenza di cui hanno parlato tutti i mezzi di informazione; siamo stati sulle pagine di cronaca di tutti i giornali del Paese per aver fatto un sedicente convegno di cui non si capisce l'origine. Poi abbiamo capito a che cosa doveva servire quell'incontro.
Il discorso sulla pianificazione paesaggistica è analogo a quello che faceva Capelli a proposito di fondi che eroghiamo al Ministero degli esteri. La pianificazione paesaggistica è un compito dello Stato (articolo 9 della Costituzione), delegato alle Regioni. Quindi noi stiamo pagando la pubblicità per un adempimento dello Stato che ci dovrebbe semmai pagare lo Stato, e infatti ci sono anche a questo fine dei fondi statali. Ma la cosa grave è che quel tipo di pubblicità contiene un'apologia di reato, cioè inculca nel lettore l'idea che l'abbattimento per esempio delle case abusive, che è un atto conseguente a un reato, sia un qualcosa di disdicevole.
Ma scusate, se quelle case che vengono demolite sono frutto di un abuso e di una illegalità di che cosa c'è da meravigliarsi? E' una pubblicità vergognosa perché promossa da un'istituzione che dovrebbe invece invogliare alla legalità, invogliare al rispetto del territorio. Se Moody's e le agenzie di rating potessero fare una valutazione su Cappellacci secondo me non gli basterebbero le lettere dell'alfabeto, dovrebbero passare ai numeri, dai decimali a 0,0 perché ovviamente considerare che ancora oggi, con quello che sta succedendo nel mondo, il terreno, il suolo sia diventato portatore di qualcosa in termini di crediti edificatori, come si diceva un tempo, è un assurdo, è un assurdo. Perché quei crediti edificatori hanno concretato il fallimento finanziario del mondo, ecco perché c'è l'inganno, c'è l'inganno e c'è il falso.
Quando uscirà fuori il documento in maniera formale qualcuno di noi contesterà portando le prove che non è stata seguita la procedura prevista dall'articolo 144 del codice Urbani e che quella pubblicità è un abuso, è immotivata e che, non essendo neppure iniziata la procedura partecipativa, la Regione afferma conclusioni, vincoli e certezze che non ha nessun titolo e non aveva nessun titolo per portare all'attenzione di chicchessia. E siccome questo, per l'articolo 144 del codice Urbani, è un requisito indispensabile, il cui mancato rispetto, peraltro, tutti i tribunali amministrativi hanno sempre censurato, noi su questa questione vi faremo ritornare alle origini del pensiero sul Piano paesaggistico.
E allora credo che ci sarà tutto il tempo per chiedere alla Corte dei conti che insegua chi deve perseguire per aver utilizzato indebitamente i soldi della Regione. La proposta che avanzerei io, la grande riforma che potremo fare nella prossima finanziaria, è pertanto la seguente: prendiamo quei 25 milioni di euro e con coraggio decidiamo di darli a chi ne ha bisogno perché i tempi delle vacche grasse sono finiti e le gozzoviglie da prima Repubblica non si possono più fare.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Sanjust è rientrato dal congedo.
E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La lista della spesa del Presidente, esposta dai colleghi Bruno e Capelli, è davvero sorprendente, direi pure che è paradossale. E questo è un record che va a sommarsi ad altri record come quello delle assenze del Presidente ai lavori dell'Aula, come il turnover dei suoi Assessori in questi due anni e mezzo di legislatura.
Il Presidente però non è sempre assente, direi pure che è presente nei tempi e nei luoghi e con le persone giuste per trattare gli affari che riguardano la Sardegna e magari elargire i soldi, i soldi dei sardi in crisi, a una lunghissima interminabile lista di beneficiari illustrata dal collega Capelli che è davvero sorprendente. Ed è incredibile addirittura che tra i baciati dalla fortuna, Presidente, ci sia pure quel predone dello Stato italiano col suo Ministero degli Esteri diretto a Shangai. Ma qui ovviamente non si vogliono affrontare in termini concreti i costi della politica, non se ne vuole davvero parlare.
Intanto io, Presidente, le chiedo in quale dimensione sta vivendo, e dovrebbe darci delle risposte molto schiette. La sua è un'azione politica che non poggia su principi logici, quei principi che dovrebbero indurla a continuare a costruire su quelle basi ereditate dal suo predecessore; l'unico impegno su cui lei non transige è il saccheggio di quanto di buono è stato costruito dalla precedente Giunta, soprattutto relativamente al PPR, uno strumento necessario per imporre regole a salvaguardia del territorio e dell'ambiente sardo. Lei in questo ha individuato il nemico numero uno da abbattere.
Il Presidente Cappellacci è una figura da sempre virtuale in Consiglio ma, com'è stato dimostrato anche stamattina, certamente concreta e fedele. Com'è pure fedele alle sue dichiarazioni programmatiche - lì è stato veramente molto coerente - secondo le quali il volano di sviluppo economico per la Sardegna era il rilancio dell'edilizia. Questo lo dichiarò all'inizio della sua legislatura e in modo veramente coerente sta procedendo su questa linea. In nome di questo progetto strategico, freddo, ha costretto noi dell'opposizione da due anni e mezzo ad una doverosa e puntuale azione di difesa del territorio, del nostro ambiente e quindi di quello strumento di cui finalmente la Sardegna si è dotata, sia per uscire dal vecchio Far West dell'edilizia (perché dagli anni '60 in poi non si è scherzato nel nostro territorio), sia per evitare il nuovo Far West.
L'ossessione del mattone totalizzante per lei è stata scandita nel tempo da dibattiti infiniti, a partire dai cosiddetti Piano casa uno, due, tre, sino all'ingannevole nefasta legge sul golf che di istruttivo - l'abbiamo già ribadito in tante occasioni - non ha davvero nulla ma riconduce, caso strano, sempre al cemento sulle coste e sui nostri terreni agricoli. Il Presidente Cappellacci è sorprendente perché usa gli stessi metodi del suo leader Berlusconi (che, fra l'altro, ha criticato recentemente sino ad arrivare all'autosospensione dal P.d.L.) ovvero utilizzare i soldi pubblici non per fini istituzionali ma per approvare o raggiungere i suoi progetti politici di parte. Che questa cosiddetta pubblicità istituzionale sul PPR sia ingannevole e tutt'altro che istituzionale ce l'ha detto in modo molto chiaro lo stesso ordine dei giornalisti, con una pesante censura del suo metodo, Presidente, o Presidenti, perché ormai adottate gli stessi sistemi. Sistemi per nulla di pubblicità istituzionale ma di mera propaganda politica con i soldi dei contribuenti, in un momento anche particolarmente infelice.
Con la manovra di revisione del PPR che l'Assessore Rassu ha annunciato si preannuncia, in barba a tutti i codici di salvaguardia italiana ed internazionale, la cementificazione sull'ambiente costiero e la trasformazione delle zone agricole in seconde case e residence.
Ieri è avvenuto un fatto increscioso, in linea con la filosofia di sviluppo portata avanti da questa Giunta e da chi la sostiene. Mi riferisco allo spiegamento di forze dell'ordine spropositato e con una ugualmente spropositata e incomprensibile spesa di danaro pubblico, nella località in prossimità del comune di Carbonia dove è stata praticamente sfrattata una famiglia di agricoltori, rovinata dai debiti e dagli interessi legati all'applicazione di una legge regionale, è stata sfrattata con pignoramento della casa e dell'azienda, privandola di qualsiasi possibilità di reddito per la stessa sopravvivenza. La risposta alle emergenze e alla crisi del settore agropastorale sardo non è arrivata dalle istituzioni, come sarebbe normale che avvenisse (magari prevedendo un fondo di garanzia anche per le aziende già sequestrate) l'unica risposta è arrivata dalle forze dell'ordine che militarmente hanno circondato la zona, impedendo l'accesso non solo a chi era accorso per solidarietà con la famiglia che difendeva il diritto alla sopravvivenza, ma addirittura ai residenti che non hanno potuto raggiungere le proprie case.
Bene, la legge è stata applicata e sicuramente ha trionfato, la famiglia è stata sfrattata e con i soldi i beni sono stati acquisiti da approfittatori continentali, casualmente si tratta di siciliani. E' noto a tutti che da trent'anni a questa parte è presente una forte infiltrazione mafiosa nel Sulcis, con personaggi malavitosi mandati in quelle zone al confino, anche questo è stato un gradevole regalo dello Stato italiano alla Sardegna! Chiedo che il Presidente del Consiglio, che comunque è molto sensibile a certi temi, contribuisca a riportare il dibattito in aula su questi problemi che stanno attanagliando questi settori della nostra economia. Una volta per tutte si trovino, con l'aiuto di tutte le istituzioni, soluzioni reali e pratiche per questo dramma.
Certo che i soldi spesi in questa propaganda elettorale, Presidente Cappellacci (e mi si sono rizzati i capelli quando ho sentito la lista letta dal collega Capelli), se fossero finiti in un fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà, come la famiglia Saiu, o per sostenere davvero lo sviluppo del settore agropastorale, commerciale e artigiano, settori fondamentali della nostra economia, e non per il suo rilancio elettorale, Presidente, e per progetti di desertificazione del territorio per poi avviarli alla cementificazione, sarebbero stati spesi meglio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
Poiché non è presente in aula decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, benvenuto in Aula! Non lo faccio con ironia, lo faccio perché in più di un'occasione nel recente passato abbiamo auspicato la sua presenza in Aula. Credo infatti che la sua presenza in Aula sia fondamentale e necessaria e, possibilmente non una presenza passiva, ma una presenza attiva, capace di confrontarsi con il Consiglio. I nostri reiterati solleciti sono però risultati vani; lei non ama - lo dimostra la storia di questi due anni e mezzo - assolutamente il confronto con questa assemblea elettiva. Se lei fosse stato più presente in Aula, Presidente, avrebbe avuto modo di constatare che in due anni e mezzo, soprattutto in occasione della discussione delle manovre finanziarie, diversi consiglieri della maggioranza e dell'opposizione in più di un'occasione, quando si trattava di individuare il capitolo di spesa per una proposta nella manovra finanziaria, nell'assestamento o semplicemente durante la discussione di una proposta di legge o di un disegno di legge, facevano riferimento sempre al capitolo della pubblicità istituzionale.
Allora era evidente, ed è evidente, che da parte di tutto il Consiglio c'era almeno una duplice convinzione: che in quel capitolo probabilmente erano allocate troppe risorse finanziarie e che l'uso che si faceva di quelle risorse finanziarie non era un uso trasparente e verificabile da quest'Aula, perché se così fosse stato diversi consiglieri della maggioranza e dell'opposizione non avrebbero sempre indicato per la copertura finanziaria il capitolo di spesa della pubblicità istituzionale. Ripeto, se lei in quelle occasioni fosse stato presente, oggi probabilmente non si sarebbe sorpreso - ma magari non lo è, sentiremo la sua replica -, ascoltando la presentazione della mozione del collega Bruno e poi l'intervento dell'onorevole Capelli.
Io mi permetto di dirle, Presidente, che il comportamento che lei ha assunto e l'uso che ha fatto delle risorse sono deplorevoli: lei ha usato quelle risorse non sue in maniera discrezionale - e lo hanno dimostrato i colleghi che mi hanno preceduto - per propaganda elettorale. Questo è quanto di più disdicevole possa esserci nella condotta di chi ha responsabilità pubbliche nell'amministrare una Regione. Il tutto, Presidente (non c'è bisogno che glielo dica io, lo testimoniano i fatti di questa Regione) per nascondere, come è già stato ricordato, il fallimento della sua azione politica.
Siamo di fronte - direbbe il sommo poeta - a una sorta di vituperio, perché di questo si tratta, e a me farebbe piacere che lei almeno oggi rispondesse in maniera dettagliata, in maniera precisa, punto per punto, e avesse argomenti per contestare, per smentire i consiglieri che finora sono intervenuti nella discussione della mozione e che le dicono che lei ha sbagliato e che ha la grave responsabilità di avere utilizzato risorse pubbliche per fare propaganda elettorale. Io spero che lei sia nelle condizioni di dare delle spiegazioni esaurienti, Presidente, se lei non è nelle condizioni di darle, deve prendere atto di aver utilizzato risorse pubbliche in maniera impropria (e questo non è permesso a nessun amministratore pubblico, tanto meno al Presidente della Regione) e trarne le conclusioni.
Io, Presidente, le voglio citare solamente un dato, mi limito a un dato, che tra l'altro è riferito anche nella mozione. Cercherò di essere preciso, Presidente, e vorrei per cortesia una risposta altrettanto precisa. La Corte dei conti, nella delibera numero 5 del 2010, attraverso la Sezione di controllo sulla legittimità degli atti del Governo, esprime dubbi sul fatto che la manifestazione velica della Luis Vuitton rientri nella categoria dei grandi eventi - perché, come lei sa, se rientra nei grandi eventi c'è una certa fonte di finanziamento - e chiede che venga sottoposta a controllo preventivo di legittimità. La Presidenza del Consiglio dei ministri, in particolare il Presidente, recependo questa delibera della Corte dei conti, mette a disposizione comunque 2 milioni e 300 mila euro al comitato organizzatore e dice che la somma per finanziare quell'avvenimento (2 milioni e 300 mila euro) se la caricherà la Regione Sardegna, cioè la manifestazione verrà completamente pagata con soldi della Regione Sardegna. L'ufficio di Presidenza della Regione, dopo aver letto la notizia sui quotidiani nazionali, si precipita a dire che quella somma verrà reperita in sede di assestamento di bilancio per l'esercizio del 2010 attingendo dai fondi comunitari, nazionali e regionali del 2010 destinati alle bonifiche e al risanamento ambientale delle zone minerarie dismesse.
Caro Presidente, ha rimpinguato quelle somme? Sono tornati in quei fondi quei 2 milioni e 300.000 euro? Le chiedo, caro Presidente, lei che fa sorridere la Sardegna, che dice di amarla e si è dimesso dal P.d.L. per fare gli interessi dei sardi: è interesse dei sardi utilizzare le risorse destinate a risanare un territorio martoriato per finanziare la Luis Vuitton? Presidente, le chiedo una risposta, spero io sia riuscito a essere in sintonia con quella parte del suo emisfero cerebrale che riesce a fare e seguire due cose insieme.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Onorevole Diana, la domanda gliela rivolga sul giornale, e magari poi il Presidente userà i soldi della pubblicità istituzionale per risponderle sul giornale: ormai usa questo metodo, qui non risponde mai a nessuna domanda ma lo fa solo spendendo i soldi pubblici.
Onorevole Capelli, io non la posso ringraziare per il lavoro certosino che lei ha svolto per quest'Aula stamattina, anche al servizio di tutti noi, perché lei ha detto "sono di sapere che reazione ci sarà nei colleghi alla lettura di questi dati" e la reazione mia è quella della nausea profonda, e non la posso ringraziare perché non so quando mi passerà questa sensazione di nausea che ha suscitato in me l'elenco prodotto dal suo lavoro preciso sui costi della pubblicità istituzionale, che fanno il paio con i costi della politica.
Ha ragione il collega Gian Valerio Sanna: questa potrebbe essere una mozione sui costi della politica, sullo sperpero di soldi che la politica e chi amministra le istituzioni fa ogni giorno attraverso il ruolo che gli è stato assegnato dai cittadini che in quel momento gli avevano riposto fiducia. E non ha niente a che fare con la nausea che possiamo leggere nelle pagine del libro di Sartre, anche se in quel libro c'è una frase molto significativa che si attaglia benissimo al Presidente della Regione: "Ogni esistente nasce senza una ragione - e mi sembra che siamo qui -, si protrae per debolezza - e siamo proprio sul Presidente della Regione - e muore per combinazione", e io vorrei dire che il Presidente della Regione politicamente morirà della sua stessa propaganda.
Quella che avverto è proprio una nausea profonda, e credo che sarà la stessa sensazione che susciterà all'esterno questa nostra discussione, avendo riportato alla luce dei fatti che sono davvero vergognosi; una nausea che cresce anche per l'atteggiamento che il Presidente della Regione tiene in quest'Aula quando cerchiamo di affrontare i problemi o di portare alla luce fatti incresciosi che vorremmo correggere nell'interesse dei nostri cittadini. Un atteggiamento assolutamente di arroganza, di indifferenza, una mancanza di ascolto e di rispetto. E credo che su questo forse sarebbe il caso anche di intervenire più volte perché è davvero insopportabile.
Spero, tra l'altro, che le neoassessore, piano piano, nell'esercizio del loro ruolo, non prendano esempio dal Presidente della Regione, perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Spero che le Assessore neo nominate non prendano il vizio di utilizzare i soldi pubblici per farsi propaganda. Alcuni degli Assessori nominati dal presidente Cappellacci, infatti, questo vizio lo hanno già acquisito, e mi riferisco all'assessore Crisponi nei confronti del quale personalmente, non da sola, mi sto impegnando a verificare come spenda i soldi del suo Assessorato e come spenda i soldi anche l'agenzia governativa regionale "Sardegna Promozione".
L'assessore Crisponi si sta esercitando, è molto silenzioso, non fa parlare gran che di sé, ma lo si vede spesso in giro per la Sardegna e nell'esercizio di Assessore al turismo, secondo me prima di tutto ha l'obiettivo del rilancio dell'immagine turistica e dello sviluppo turistico di Oliena, che è un paese a me caro (sono della Provincia di Nuoro) è operoso, industrioso di gente che lavora, esattamente come tutti gli altri paesi della Sardegna e della Provincia di Nuoro.
Noto che ultimamente una serie di attività e di iniziative finanziate e promosse dalla Regione Sardegna, guarda caso, riguardano proprio il Comune di Oliena. Allora vorrei ricordare all'assessore Crisponi che Oliena è uno dei 365 paesi della Sardegna, che hanno necessità di attenzione e di sviluppo turistico, e anche lui deve smetterla di finanziare attività o di promuovere anche associazioni, cori, tutti del Comune di Oliena. Ecco io credo che anche questo sia un aspetto che vada sottolineato.
Dicevo questo della pubblicità istituzionale è un episodio, una situazione, una faccenda davvero vergognosa per la nostra Isola, come ha ben detto il collega Mario Bruno nell'illustrazione della sua mozione, in un momento in cui le ristrettezze economiche consiglierebbero di verificare seriamente l'appropriatezza della spesa delle risorse pubbliche. Oggi in un'intervista ad un quotidiano l'assessore De Francisci ci fa sapere che uno degli obiettivi della Regione è quello di abbassare la spesa sanitaria. E' vero che la spesa sanitaria è fuori controllo e va quindi abbassata a prescindere da quella che è la disponibilità economica della nostra Isola, però d'altra parte non è concepibile che si sprechino ingenti risorse per quella che può essere definita becera propaganda. E quando è che si parla di propaganda? Si parla di propaganda quando ciò che viene comunicato all'esterno non è supportato dalla realtà dei fatti. E questo è esattamente il caso della pubblicità che in questi giorni sta entrando nelle case dei sardi per elogiare la politica regionale e in particolare la politica ambientale.
In questi giorni, tra l'altro, chiunque abbia aperto le pagine di alcuni quotidiani, si è trovato di fronte, appunto, ad una circostanza che se non fosse drammatica per le sue implicazioni, potrebbe anche apparire comica. Da una parte, come sappiamo, c'era la famosa pagina di domande e risposte sulla quale peraltro non compariva la dicitura "pubblicità a pagamento" (e non ho capito perché non comparisse) pagata con i soldi pubblici, dall'altra un'altra pagina sulla quale invece compariva la dicitura "avviso a pagamento", commissionata da un'azienda privata, che intitola: "la risposta di Cappellacci, la stiamo ancora aspettando". Prosegue denunciando le inefficienze e soprattutto le responsabilità del Presidente della Regione, nel favorire fuori di bandi pubblici e con aggravi per il bilancio…
Io non so che cosa abbia da ridere l'assessore Crisponi, c'è poco da ridere… Io credo che ci sia poco da ridere, dovrebbe avere più rispetto. Tra l'altro non è nemmeno consigliere regionale, continua a ridere e a chiacchierare, Presidente! E' insopportabile!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Barracciu.
BARRACCIU (P.D.). E' insopportabile!
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Le risolvo il problema: glielo porto via.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Tanto esserci o non esserci è la stessa cosa.
SABATINI (P.D.). E' una vergogna! E' una vergogna!
BARRACCIU (P.D.). Abbia rispetto, non sa neanche cosa vuol dire stare in questa Aula, non ha idea, e ride. E ride. Ecco bravi, andatevene, tanto che ci siate o non ci siate è uguale, ma vattene però, vattene! Vattene!
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 31, viene ripresa alle ore 12 e 33.)
PRESIDENTE. Prego, onorevole Barracciu, ha a disposizione ancora due minuti.
BARRACCIU (P.D.). Guardi Presidente, io finisco qui perché la nausea si sta trasformando in conato di vomito, a seguito della dimostrazione data da Presidente e Assessore regionale. Non ha senso, non ha assolutamente senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Biancareddu, Cappai, Cherchi, Cucca, Cugusi, Manca, Meloni Francesco, Meloni Marco, Milia, Peru, Piras, Sanna Matteo e Sanna Paolo sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 68 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, poiché lei mi ha dichiarato decaduto, nonostante sia stato presente tutta la mattina e mi sia allontanato solo per pochissimi minuti per un motivo personale, considerato anche che gli interventi non sono molti e si possono senz'altro esaurire in mattinata, chiedo se sia possibile intervenire ugualmente. Ringrazierei tutti i colleghi per questa possibilità.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo? Basta dire sì o no, se c'è anche un solo no non si consente l'intervento.
SANJUST (P.d.L.). E allora varrà sempre.
PRESIDENTE. No, scusate, non è che il discorso varrà sempre. L'onorevole Porcu si è appellato all'Aula, perché altrimenti decide solo il Presidente. Siccome il Presidente ha già detto di no, l'unica possibilità è appellarsi all'Aula che è sovrana. Non può passare il concetto che se si concede una volta si farà sempre, perché allora la norma del Regolamento non vale.
Poiché non vi sono opposizioni la richiesta è accolta.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, le ho segnalato che probabilmente, come mi spiegava la dottoressa Sedda, per un accavallamento delle ultime prenotazioni alla discussione, purtroppo la mia, per qualche frazione di secondo, è andata fuori. Chiedo cortesemente all'Aula se può riammettermi per l'intervento.
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo?
BARRACCIU (P.D.). No.
PRESIDENTE. Ci sono alcuni colleghi che sono contrari, per cui la proposta non può essere accettata. Basta anche uno solo "no" e non si può procedere. Non intendo aprire una discussione su questo.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, visto che l'Aula non ha ritenuto di concedere di parlare all'onorevole Pittalis, rinuncio anche io. Mi dispiace.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, intervenire dopo questi momenti concitati è oltremodo difficile, ed è oltremodo difficile riportare la discussione sulle questioni concrete, oggetto dell'ordine del giorno. Comunque, anche quanto è accaduto è il segno dei tempi, e di un clima che rispecchia una tensione che non esiste solo qua.
Effettivamente, questa mozione, a seguito di quanto è accaduto nelle ultime settimane, non poteva essere non presentata; diciamo che il presidente Cappellacci se l'è un po' tirata dietro. La pubblicità apparsa su alcuni quotidiani sardi, sul Piano paesaggistico regionale, è sembrata inopportuna e sbagliata, è apparsa per quello che era: propaganda e non informazione. Abbiamo avuto modo di parlarne quando abbiamo discusso della legge sul golf; non l'abbiamo condivisa, perché non serviva se non a fare pubblicità a una propria idea o a una propria esigenza.
Quanto è emerso dagli interventi, dall'onorevole Capelli in poi, relativamente alle cifre che vengono impegnate nella pubblicità istituzionale, effettivamente preoccupa, preoccupa per la qualità di una rete di inutili, tra virgolette, clientele. In sostanza, assistiamo a un fiume di denaro utilizzato in maniera assolutamente fuori tempo. Io mi domando con quale coraggio, con quale forza, con quale determinazione, con quale capacità di convincere qualcuno che stiamo parlando di qualcosa di utile, affrontiamo in quest'Aula la questione dei costi della politica, delle riforme istituzionali, della riduzione del numero dei consiglieri regionali. Tutti argomenti che, secondo me, nonostante la situazione, nonostante il clima che c'è fuori da quest'Aula, sono importanti e impegnativi, che dovremmo riuscire, con la nostra capacità di affrontare seriamente le questioni, a sottrarre alle tifoserie, ad affrontare con la necessaria serietà e lucidità, perché l'esistenza del Consiglio regionale, l'esistenza delle istituzioni, la loro salvaguardia sono assolutamente necessarie, e noi ne dobbiamo essere i primi difensori.
Dobbiamo sottrarre il Consiglio regionale, la nostra azione politica, il nostro riflettere, alla pressione della piazza, una piazza che scarica sulle istituzioni e sulla politica l'insoddisfazione per come queste istituzioni stesse vengono gestite, per come (e questo è il caso) vengono spese le poche risorse disponibili. Questo che discutiamo oggi è un esempio classico di come si possa allontanare la gente dalle istituzioni, la gente dalla politica, la gente dai partiti.
L'argomento oggetto dell'ultima pubblicità istituzionale, apparsa nei giornali sardi, è quanto mai delicato: si tratta del Piano paesaggistico regionale, di uno strumento che la Regione Sardegna ha impiegato venticinque anni a mettere in piedi; si tratta di uno strumento il cui successo e la cui difesa ne va della salvaguardia della nostra identità, del nostro patrimonio paesaggistico, del nostro futuro, del futuro delle nostre generazioni. Non può essere, un argomento come questo, gestito con messaggi ingannevoli, non può essere trattato con argomenti semplicistici e superficiali, non ce lo possiamo consentire, qualcuno direbbe che non è nella nostra disponibilità.
Se del tema si vuole parlare, lo si affronti nei luoghi giusti, il Consiglio regionale innanzitutto, perché se lo si vuole cambiare, questo Consiglio dovrà pur indicare delle linee guida, e saranno diverse magari da quelle che ha approvato la volta precedente, ma dovrò pur discuterne. E poi si dovrà discutere delle questioni di merito, delle questioni concrete. E comunque, su un argomento come questo, la si smetta di fare propaganda, non serve a nessuno e fa solo danno. C'è una questione di metodo, c'è una questione di sostanza; dall'affrontare in maniera seria l'uno e l'altro tema deriverà la credibilità di questa Istituzione, che potrà essere o confermata o messa in discussione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, stavo per intervenire sull'ordine dei lavori per proporre un minuto di silenzio per la commemorazione della salvezza dell'onorevole Milanese dall'arresto, e poi per il fatto che lo spread italiano è salito a 410, tanto per tornare al merito dei problemi importanti della società italiana e al fatto che i furbi e gli imbroglioni vengono salvati dalle istituzioni. Molti ieri si sono stracciati le vesti per il pericolo dell'antipolitica, e poi la politica vera sta alimentando l'antipolitica fino a livelli addirittura insopportabili. E il caso delle votazioni alla camera di stamattina è un esempio concreto di come l'antipolitica venga alimentata da questi comportamenti.
Ma detto questo, per entrare nel tema della mozione, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione ricordo che la pubblicità ingannevole è un reato. Io non mi intendo di semiosi ermetica, come la chiama Umberto Eco, ma quella di cui stiamo oggi discutendo è sicuramente pubblicità ingannevole, soprattutto quando si utilizzano gli spazi dei giornali per tentare di orientare un'opinione pubblica su un provvedimento (la modifica del PPR) che non è stata assolutamente discussa in nessuna sede istituzionale. Si sono utilizzati fondi pubblici, e annuncio al Presidente del Consiglio (visto che il Presidente della Regione sta telefonando) che il nostro Gruppo chiederà che la Procura della Corte dei conti effettui una verifica sulla possibile distrazione di fondi, per iniziative non istituzionali e non pubbliche, legate all'ingente esborso di soldi pubblici che è stato utilizzato per questa campagna.
Una campagna, peraltro, mirata, che non ha coinvolto tutto il mondo, pur ampio, dell'informazione sarda, e che, nonostante le proteste, le giuste proteste, non solo delle opposizioni in Consiglio regionale, ma di un ampio spettro di istituzioni locali (Ordine dei giornalisti e quant'altro) ha segnato il fastidioso e ingannevole tentativo di coartare l'opinione pubblica e di orientarne le decisioni verso una soluzione che poi domani vedrà la conclusione. Sono state annunciate dalla stampa alcune proposte, ma l'Istituzione regionale non le conosce e mi dispiace che il collega Presidente della Commissione urbanistica abbia rinunciato all'intervento, perché avrei voluto sapere (il Consiglio regionale è di sapere) che cosa pensa il Presidente della Commissione urbanistica dell'esautoramento della Commissione che ha la competenza nella materia, che è stata scavalcata completamente dall'iniziativa della Giunta. Invece che un serio dibattito e coinvolgimento delle istituzioni democratiche, c'è una decisione "presa alla carbonara": con atteggiamenti più da loggia massonica, che da istituzione democratica.
Sono parole pesanti, me ne rendo conto, però siamo arrivati anche ad un punto in cui l'arroganza del potere sta ormai travalicando ogni limite, signor Presidente Cappellacci. Ha ormai travalicato ogni limite, tant'è che abbiamo segnalato che l'uso e la gestione dei fondi della pubblicità istituzionale, come è stato autorevolmente e in maniera chiara e precisa certificato oggi, in questo Consiglio regionale, sta assumendo aspetti che sono assolutamente dentro la sfera dell'interesse privato nell'uso delle risorse pubblico.
Lei, Presidente, è legittimamente impegnato in una operazione politica a livello regionale, che sta puntando a definire, sembrerebbe, un nuovo soggetto politico, sganciato dal suo ex partito, che punta all'inserimento di uomini di sua fiducia. E' certificato anche questo, nei gangli vitali del potere regionale, sia della Regione, sia degli enti strumentali della Regione. E' un'operazione legittima che lei politicamente può compiere, ma non utilizzando i soldi pubblici, non utilizzando i soldi pubblici! Lo faccia con le forze, le capacità che lei sicuramente ha, con l'aiuto delle persone che sono disponibili a questo disegno politico, ma non utilizzi le risorse dei sardi. Questo è quello che le chiediamo, questo è quello che le abbiamo chiesto prima di presentare questa mozione, prima in maniera molto ma molto soft, l'abbiamo fatto con un'interpellanza, l'abbiamo fatto con interventi in Consiglio.
Sul collegato alla finanziaria abbiamo detto che, di fronte a tagli a tutte le voci, o quasi tutte le voci del bilancio regionale, di fronte all'incombere di tagli nazionali che renderanno difficile anche la gestione e la definizione del bilancio regionale per il prossimo triennio, era un assurdo che l'unica voce in attivo o in aumento del collegato alla finanziaria fossero i 2 milioni di euro in più rispetto ai 15, 16 o 17 mila che erano già presenti nel bilancio regionale; è un'assurdità! Le pagine a pagamento, subdolamente a pagamento contro il vecchio PPR sono un ulteriore atto di arroganza…
Io avrei potuto capire, avrei probabilmente giustificato una campagna che tendesse a far comprendere ai sardi quali sono le linee del nuovo PPPR, in modo che i sardi potessero conoscerle anche in anticipo e potessero discuterle, ma non accuse assurde, inventate e al limite dell'apologia di reato.
Presidente: lei ha istituito, con l'Assessore La Spisa, una task force contro gli sprechi, perché avete già evidenziato ai sardi la difficoltà nel chiudere il bilancio per i prossimi anni. Oggi gli osservatori parlano del fatto che alle manovre di luglio e di agosto del Governo Berlusconi-Tremonti, che pure hanno falcidiato le finanze della Regione, se ne dovrà aggiungere un'altra perché l'andamento dei mercati internazionali ha già bruciato i tre quarti di quella manovra e noi continuiamo a spendere milioni di euro per propaganda. Questo, Presidente, non è assolutamente più sopportabile.
Noi le chiediamo, Presidente, che il primo punto che prende in considerazione la task force contro gli sprechi che lei ha istituito il primo punto, il primo articolo che prenda in considerazione sia il taglio all'uso disinvolto e vergognoso delle risorse pubbliche legate alla pubblicità istituzionale. Quella dovrebbe essere la prima voce. Badi, Presidente, lei ha espresso il proprio sostegno all'iniziativa della prima Commissione sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali. Quello è un segnale che la politica, a nostro avviso, deve inviare immediatamente perché deve riconquistare l'autorevolezza se vuole chiedere ai sardi i sacrifici necessari; non è risolutivo ma è importante per ridare un'autorevolezza che la politica ha perso…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in questi giorni il Consiglio regionale discute della sua riforma, ovverosia della riduzione a fini di maggiore efficienza, garantendo la rappresentatività, di questo Consiglio.
Se io avessi avuto i soldi, Presidente, che il Presidente della Regione ha da utilizzare in modo discrezionale per far conoscere tutte le cose belle e le cose grandi che fa, e anche quelle che intende fare, avrei comprato un paio di pagine di giornale perché avrei voluto che su questa materia, cioè quella della riforma, i giornali potessero dire, senza alcuna perdita di…
(Brusio in Aula)
Chiedo scusa, Presidente. Qua ascoltiamoci perché se non ci ascoltiamo vuol dire che non siamo di questo mondo, siamo di un altro mondo, siamo marziani. Qua non stiamo parlando di noccioline, non stiamo parlando dell'uso delle risorse pubbliche a beneficio di coloro che vivono una condizione di povertà. Qua stiamo parlando di utilizzo dei fondi pubblici, pagati dai cittadini con le loro tasse, a fini di propaganda partitico-politica. La Regione, cioè, prende i soldi di tutti i cittadini, anche di quelli che non la pensano come l'onorevole Cappellacci, e ne fa un uso assolutamente particolare, a sostegno delle proprie posizioni, delle proprie opinioni, non di un'azione di governo.
Stiamo parlando cioè di una operazione che, insieme a tutte le altre cose che accadono di questi tempi, a Roma come a Cagliari, rende le istituzioni pubbliche democratiche intollerabili al cittadino. Quindi è una operazione di una gravità assoluta perché con i fondi delle pubblicità istituzionali si conseguono due risultati. Il primo è quello di dire ciò che si pensa (e ha ragione l'onorevole Bruno) senza possibilità di replica utilizzando risorse di tutti. Il secondo, è che di questi fondi destinati alla pubblicità istituzionale - già il termine non ci piace perché vorremmo che fosse sostituito dalla parola comunicazione istituzionale e riguardasse l'interesse del cittadino, non di chi lo governa come in questo caso -, si fa è un uso squilibrato nell'ambito delle istituzioni.
Delle discussioni, del dibattito, delle leggi, dell'attività istituzionale di questo Consiglio non si rende conto. Si rende conto delle intenzioni di fare di una Giunta che da due anni a mezzo non fa nulla di buono. Nulla di buono! Che è una vergogna per l'autonomia! In più con i soldi della pubblicità istituzionale - lo possiamo dire tranquillamente - si rischia di influenzare coloro che fanno opinione pubblica, cioè i media. Annunciare in un comunicato pubblicitario che cosa farà la Giunta Cappellacci è già un modo sbagliato, inaccettabile di fare comunicazione. Dicano cosa fa la Regione, non la Giunta di questo, di quello o di quell'altro. Le istituzioni non appartengono alle persone, appartengono alla sovranità popolare, al popolo che paga anche quei soldi! Perché li paga il popolo, non i componenti della Giunta. E' una cosa inaccettabile sotto ogni profilo.
Dicevo, se avessi avuto i soldi che la Giunta discrezionalmente può utilizzare in modo diretto sui capitoli della pubblicità istituzionale o attraverso Sardegna Promozione, oppure Sardegna Ricerche, oppure Sardegna IT oppure Sardegna e qualche cosa che mi sono dimenticato, se ci fosse stata Abbanoa che è piena di debiti e magari fa anche pubblicità, se io avessi potuto utilizzare quei soldi avrei acquistato una pagina in tutti i quotidiani sardi, nessuno escluso - nessuno escluso! -, e avrei detto qual è la mia posizione per la riforma del Consiglio regionale perché ogni tanto ho la vaga impressione che quello che noi diciamo sia esattamente il contrario di quello che viene inteso, per cui chi ha proposto la legge di riduzione del Consiglio regionale già nel 2007 e ha aspettato la comodità di chi non la voleva finisce per essere considerato quasi quasi uno che rinuncia alla battaglia per la razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione e per rendere efficiente l'istituzione democratica.
Abbiamo diritto alla verità, siamo stanchi di sentire bugie, siamo stanchi dell'imbroglio! Questa è una cosa gravissima. Noi non saremmo dovuti venire qua in Aula per discutere di questo, cioè di pagine pagate. Non voglio citare Comunione e Liberazione, le ragazzine di Rimini, lo stand fantasma con quattro bigliettini messi lì per finanziare un'iniziativa politica di una formazione politica, non lo voglio citare. E non so neppure perché non ci sia l'Assessore del bilancio, che poi viene e ci raccomanda rigore. Non lo voglio citare quello, ma ha ragione la Corte dei conti: ci sono inefficienze, inadempienze, illegittimità che si seguono e si seguono nella gestione dell'amministrazione pubblica, che bloccano risorse.
Presidente, lei si è occupato un po' dei 31 lavoratori che stanno in mezzo alla strada a Sassari, licenziati nonostante una legge regionale, nonostante una risoluzione del Consiglio regionale, nonostante gli interventi anche della Corte dei conti. E lì sorge il dubbio della capacità derogatoria della legge regionale. Noi abbiamo soldi fermi, trasferiti alle province, che non si spendono con danno all'economia perché non trovate il tempo di intervenire come dovete intervenire per difendere i diritti! Fate qualcosa di utile, non sperperate le risorse di tutti i sardi, fate qualcosa di utile!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, colleghi consiglieri, io parto da una considerazione che ha svolto l'onorevole Bruno nel corso dell'illustrazione di questa mozione. L'onorevole Bruno ha detto una cosa, io la ripeto, l'ho virgolettata, testualmente: "Tra voi e noi c'è un'opposta visione del mondo". Almeno fosse, onorevole Bruno, almeno fosse! Glielo dico dal profondo del cuore, perché se ci fosse un'opposta visione del mondo tra noi e voi ciascuno di noi, secondo coscienza, sceglierebbe con serenità su quale mezza mela di mondo posizionarsi sapendo che in quella mezza mela ci sono tutti quelli che la pensano come lui.
Io credo che la tragedia, il dramma di questo Consiglio regionale (ne abbiamo avuto testimonianza anche nelle ore precedenti quando abbiamo discusso in maniera surreale di una proposta di legge per la riduzione del numero dei consiglieri regionali, che improvvisamente era diventata orfana di padri dopo essere arrivata in Aula coll'unanimità, quasi, della Commissione e con l'unanimità dei Capigruppo che l'avevano giudicata urgente), il dramma di questo Consiglio regionale - dicevo - sia proprio l'opposto di quello che sostiene lei, onorevole Bruno, e cioè che tra noi e voi non c'è un'opposta visione del mondo. Perché è difficilissimo capire qual è la vostra visione del mondo e devo dirlo (ammettendo la parte di responsabilità che realmente coinvolge me, il mio Gruppo, i Riformatori) è anche difficile capire qual è la visione del mondo che la nostra parte dovrebbe rappresentare.
C'è un punto che io condivido integralmente della vostra mozione ed è il primo punto del dispositivo che "Impegna il Presidente della Regione a rendere conto al Consiglio regionale del complessivo uso dei fondi per la pubblicità istituzionale". Beh, questo non solo è legittimo, è doveroso perché - ha ragione chi l'ha detto in quest'Aula, con toni spesso assolutamente non adeguati rispetto a ciò che stava dicendo - è evidente che andiamo a vivere e stiamo vivendo in questo momento una situazione ben diversa da quella che abbiamo vissuto dieci anni, cinque anni fa. Una situazione che impegna ciascuno di noi che fa parte della classe dirigente, che fa politica, che è dentro il Parlamento dei sardi, a dare conto in maniera puntuale di come vengono spese le risorse.
Un tempo forse era possibile essere come in una famiglia che di dispone un reddito molto alto ed è tollerante rispetto alle spese dei figli e quindi non presta una particolare attenzione ai canali verso i quali confluisci. Beh, oggi la situazione non è più quella, oggi noi sappiamo che qualsiasi centesimo, qualsiasi euro, qualsiasi decina di migliaia di euro che esce da questo Consiglio regionale deve avere una giustificazione, deve rispondere a un progetto (come dice lei, onorevole Bruno) cioè deve rispondere a una visione del mondo, e se abbracciamo una visione del mondo, dobbiamo condividere le spese che da quel progetto e da quella visione del mondo discendono.
Io credo che sarebbe bello se noi in quest'Aula potessimo distinguerci secondo le tradizionali distinzioni di una sinistra e di una destra moderna. Nel senso che la sinistra dovrebbe avere attenzione al meccanismo della redistribuzione delle risorse, la destra a quello della produzione e della crescita. In realtà questa distinzione è ritornata in alcuni vostri interventi. Qualcuno infatti ha proposto: "Prendiamo i 25 milioni di euro che noi usiamo per sostenere il marketing di prodotto della Sardegna e utilizziamoli per darli ai poveri". Qualcun altro ha aggiunto: "Usiamoli per fare carità alla famiglia Sairu così rilanciamo l'agricoltura". Bene, siccome noi Riformatori non siamo convinti che il rilancio dell'economia avvenga attraverso la redistribuzione, avvenga attraverso i servizi sociali, avvenga attraverso le elemosine (che pure in certi momenti diventano indispensabili per sostenere i drammi della gente) riteniamo di essere chiamati a dare una risposta diversa. Nell'ambito della risposta diversa che noi siamo chiamati a dare c'è anche la modifica del PPR, perché la modifica del PPR non è qualcosa di cui questo schieramento di governo oggi deve iniziare a vergognarsi, è uno dei punti della nostra campagna elettorale, con cui abbiamo vinto le elezioni.
E' legittimo, pertanto, che la Giunta regionale si prepari a modificare il PPR, è legittimo che la maggioranza voglia modificare il PPR, ed è legittimo che voi ci diciate quali sono i punti su cui non siete d'accordo per la modifica. Ma sarebbe anche legittimo, interessante, intelligente che quest'Aula cominciasse a ragionare insieme sulle differenze nel progetto di sviluppo della Sardegna tra noi e voi. Nel senso che sarebbe legittimo che quest'Aula cominciasse a pensare che ci sono due progetti differenti di sviluppo della Sardegna che avranno pezzi in comune e pezzi diversi e su questi progetti di sviluppo ci confrontiamo. Questo dovrebbe essere il ruolo di quest'Aula in questo momento.
Quando voi continuate a dire che noi siamo ossessionati dal cemento, sembra che l'ossessione del cemento sia un'ossessione diffusa in quest'Aula, perché qualunque intervento si faccia sullo sviluppo ha come punto cardine il cemento. Diteci allora qual è l'alternativa che voi avete rispetto ai progetti di sviluppo che raramente, ma ogni tanto succede, arrivano in quest'Aula. Diteci qual è il modo con cui avete intenzione di garantire il pasto ai sardi. Avete ragione quando sostenete che non è più il momento in cui si possono fare delle spese con i fondi della pubblicità istituzionale che non siano rispettose dei drammi sociali e umani che ci sono in Sardegna, avete ragione, ma allora ci dovete dire, ci dovete aiutare a capire qual è la differenza tra il nostro e il vostro progetto di sviluppo e qual è il modo con cui voi volete dare da mangiare nei prossimi anni ai sardi. Questo è il centro della discussione, altrimenti...
(Brusio in aula)
Presidente io ho un buon carattere, e a differenza di altri colleghi non mi dà fastidio il brusio. L'assessore Crisponi se vuole può sorridere e io vado avanti sereno nel mio intervento.
Quindi, colleghi del centrosinistra (vale anche per i colleghi del centrodestra), facciamo in modo che quello che dice l'onorevole Bruno sia vero, cioè che ci siano due diverse visioni che si confrontano in quest'Aula perché a oggi abbiamo sentito soltanto insulti con cui, a parte invertite rispetto alla scorsa legislatura - come ci ha fatto notare l'onorevole Capelli - ci stiamo dicendo cose che ci siamo già detti cinque anni fa. La vogliamo smettere? Fa impressione sentire l'onorevole Felicetto Contu che ci ricorda (viene da un altro mondo, ma mi sembra che il mondo giusto sia quello suo alla fine, non il nostro), che ci ricorda cos'era il Consiglio regionale della Sardegna. Insomma, questo Consiglio regionale sembra avere davvero poca parentela con quello che ci ha raccontato ieri l'onorevole Contu
. Vogliamo cercare di dare un senso alla nostra presenza in quest'Aula? Vogliamo cercare di dare un senso al confronto che vorremmo avere in quest'Aula? Non è attraverso l'insulto che si fa il confronto, è attraverso il ragionamento, attraverso progetti che davvero dimostrino quello che dice Mario Bruno, che cioè ci sono due visioni diverse in quest'Aula. Beh, cominciamo a palesarle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, la discussione di oggi, che poi si è estesa anche al tema del PPR, è stata caratterizzata in diversi interventi e da un richiamo ad altre aule. Consentitemi di ripetere per l'ennesima volta che la politica si fa in quest'Aula, la politica si fa nelle assemblee, non si fa nelle aule giudiziarie. Se noi riteniamo di dover sempre trasferire i contrasti politici nelle aule giudiziarie stiamo abdicando alla funzione della politica. Meglio chiudere e andarcene tutti a casa. E' un modo di delegittimare quest'Aula assolutamente e totalmente inaccettabile da chiunque venga. Se ne parla, ci si confronta in quest'Aula anche con toni accesi, ma non si rinvia tutto alle aule giudiziarie come è successo oggi.
Su questo ha ragione l'onorevole Vargiu: non sono le parole pesanti che rendono utile una discussione, sono i ragionamenti che magari sono anche più pesanti delle parole. E' quello che noi cerchiamo di fare ed è quello che ci aspettiamo da tutti i componenti di quest'Aula, maggioranza od opposizione che sia. Quindi non intendiamo accettare questo tipo di confronto, non intendiamo rispondere nella stessa maniera.
Al di là, comunque, del problema pubblicità istituzionale che è il problema di contorno di questo dibattito, il punto centrale di discussione è il più volte richiamato PPR. Come tutti sappiamo l'articolo 144 demanda il procedimento di formazione del PPR alle Regioni; la Regione Sardegna ha provveduto con la legge numero 8 del 2004 poi con la legge numero 4 del 2009 e, con l'articolo 11 di quest'ultima, ha dettato il procedimento semplificato per la revisione del PPR. Questo è il procedimento che sta seguendo la Giunta.
E' ovvio che per la predisposizione di una delibera di Giunta regionale non può che richiedere la predisposizione di bozze degli incontri con le istituzioni e con tutti i soggetti al fine di arrivare alla stesura di una delibera il più possibile compiuta che sarà portata in Giunta e che solo una volta approvata dalla Giunta diverrà un atto ufficiale. In quel momento può essere interessata la Commissione. Certo, la Giunta non può mandare una bozza informale ufficialmente alla Commissione, manderà la delibera che è stata assunta. Non è prevista dal Regolamento la trasmissione di bozze. L'onorevole Oppi mi ricorda che recentemente l'Assessore della Sanità ha trasmesso una bozza, ma in quella occasione, appunto, è stata segnalata appunto la irritualità di quel comportamento.
Quindi, sotto questo aspetto, c'è il pieno rispetto dell'articolo 11 della legge del 2009. Certo, l'articolo 11 può anche essere criticato, ma quella è la norma vigente, è la norma che deve fintanto che quella norma ha efficacia deve essere applicata come sempre ci richiede l'onorevole Uras. Tra l'altro la richiesta di intervenire per i 31 lavoratori di Sassari ci trova concordi anche noi; sicuramente è un intervento urgente e questo legittimamente la Giunta si sta adoperando. Ma se parliamo di PPR andiamo a parlare di contenuti.
Ci si accusa di essere speculatori o quant'altro. In primo luogo io ritengo che qua non ci siano speculatori, sicuramente il nostro partito non fa affari. Anche ieri siamo intervenuti pesantemente per la situazione del San Raffaele dicendo che a noi non interessa un privato qualsiasi in competizione con le strutture pubbliche, a noi interessa garantire un'offerta (che attualmente non c'è) in complementarietà col servizio pubblico. Per cui agli affari siamo contrari, chiunque li faccia, e mi sembra che l'azione di Giunta condotta dai nostri Assessori, l'onorevole Oppi, l'onorevole Milia sia esemplare sotto questo aspetto. Non c'è mai stato un provvedimento che potesse essere attaccato per affarismo.
Va da sé che anche i nostri, come tutti gli altri esponenti della Giunta, sono soggetti ad attacco, ma è il gioco delle parti anche se poi, magari all'orecchio si dice: "L'ho dovuto fare, scusami capisco tutto il resto". Sappiamo che la dialettica politica funziona anche così. Ma attenzione a parlare però di cemento accusando solo la maggioranza. Io richiamerei l'attenzione del centrosinistra che in talune occasioni non è stato immune da critiche sotto questo profilo. Basti ricordare, per esempio, la legge numero 13 del 2008 con cui è stata dettata una nuova disciplina per quanto riguarda i beni paesaggistici e la perimetrazione dei centri di antica formazione: legge palesemente incostituzionale.
Addirittura in altra occasione esponenti del centrosinistra ci hanno detto che il Governo aveva segnalato l'ipotesi di illegittimità costituzionale e che la legge non era stata impugnata perché era stato assunto un impegno ad intervenire legislativamente. Ovviamente l'impegno non è stato mantenuto. Ebbene, l'articolo 2 della legge numero 13 prevedeva che una volta riperimetrati i centri di antica formazione tornassero in vigore le disposizioni dei piani particolareggiati previgenti a prescindere dalla loro coerenza col PPR. Beh, questo che cos'è? Non affermo ovviamente che sotto ci siano affari poco chiari però dico: attenzione perché intervenendo legislativamente spesso e volentieri tutti commettono degli errori. Non ci vedo volontarietà però quest'ipotesi forse è sfuggita ai più perché nessuno ne ha mai parlato.
A correggere questo gravissimo errore, che avrebbe potuto depauperare i centri storici, è intervenuta questa Giunta del cemento e del mattone, perché con la legge numero 4 tanto criticata all'articolo 14 noi abbiamo riscritto il secondo comma dell'articolo 1 della legge numero 13 prevedendo che, sì, tornano in vigore i piani particolareggiati, ma previa verifica di coerenza col PPR, quindi abbiamo corretto quell'errore. Per cui andiamoci cauti con le accuse, con le parole che non portano a nessun risultato, discutiamo dei contenuti del PPR.
Senza entrare nel merito della bozza (che, ripeto, non ho potuto esaminare) vediamo qual è la situazione del PPR. Intanto il PPR riguarda solo l'ambito costiero, la fascia costiera (chiamatela come volete) non tutto il territorio della Regione. Il PPR era stato soggetto a più ricorsi al TAR; sapete benissimo che il problema principe che è stato sollevato è quello della natura regolamentare dello strumento alla pari di tutti gli strumenti urbanistici. Il TAR, peraltro confermato dal Consiglio di Stato, ha detto: "Attenzione che quello che conta nel PPR non sono le norme tecniche di attuazione nella parte dispositiva ma quella descrittiva, quindi non è atto regolamentare." E ciò cosa ha comportato? Che il PPR è stato fatto salvo però le norme tecniche di attuazione possono essere volta per volta oggetto di impugnazione. Così è stato annullato l'articolo 15, così è stato annullato l'articolo 103/10 che prevedeva la posizione dei segnali stradali lungo...
(Interruzioni)
L'articolo 110 è stato abrogato dal TAR, vai tranquillo. Ci sono dieci ricorsi presentati contro l'ANAS e contro il Comune di Cagliari e il TAR ha annullato l'articolo 110. Guarda, difendevo io L'ANAS quindi sono sicuro di quello che sto dicendo poi ti faccio sapere gli estremi.
Quindi le norme abrogate sono tantissime, ci sono stati numerosi ricorsi che volta per volta hanno caducato una parte di queste disposizioni di attuazione, non tutte per carità. Però c'è un altro passaggio che è sfuggito ai più in una delle tante sentenze del TAR Sardegna, perché il PPR, pur avendo delimitato solo certi ambiti, ha ritenuto di imporre una serie di vincoli su tutto il territorio della Regione, correttamente per carità, perché c'è un'esigenza generalizzata, però il TAR ha detto: questo non si può applicare al di fuori dagli ambiti costieri perché non avete sentito il parere degli enti locali interessati non li avete sentiti, il che mi porta a dire che non vi è solo un'esigenza di revisione del PPR ma vi è anche un esigenza di fare ex novo il PPR per tutte le zone interne.
Fare la revisione del PPR non vuol dire consentire indiscriminatamente di costruire, vuol dire individuare dove si può fare. Sempre con la legge numero 13 del 2008 avete previsto che i beni paesaggistici sono solo quelli specificamente perimetrati nel PPR dalla cartografia, ma sappiamo tutti che i beni paesaggistici perimetrati sono un numero estremamente limitato e per lo più coincidono con quelli vincolati dallo Stato. Allora, siccome tutti gli altri beni paesaggistici genericamente perimetrati non sono vincolati, noi abbiamo la necessità di individuare questi beni per tutelarli. Noi non stiamo dicendo che revisioniamo il PPR per andare a consentire la cementificazione delle coste, siamo assolutamente contrari, vogliamo tutelare il paesaggio ma con razionalità, non con preconcetti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Onorevole Uras (che non vedo) cercherò di fare qualcosa che possa essere utile per quest'Aula ma che, soprattutto, possa essere utile per i cittadini sardi a cui l'onorevole Uras si è appellato facendo riferimento all'utilizzo di risorse per la pubblicità istituzionale che sarebbero state sottratte alle necessità presenti nel nostro territorio.
Il collega Capelli ha fatto in proposito un'analisi certosina ma, probabilmente se avesse studiato di più e meglio, avrebbe potuto essere ancora più certosino e darci un'altra serie di notizie. Per esempio, avrebbe potuto fare un'analisi delle ultime due legislature per esaminare come la Regione Sardegna ha speso le somme per la pubblicità istituzionale. Dico la Regione Sardegna ma, tutti quanti sappiamo che le risorse da impegnare vengono decise da questo Consiglio nella manovra finanziaria e nel bilancio e che la Giunta opera, spende, più o meno con criterio ma comunque sulla base delle risorse impegnate dal Consiglio.
Per memoria vostra, 2004-2009, prima e unica legislatura - spero l'unica - di Soru: nella finanziaria del 2004 sono stati impegnati 9 milioni di euro; nella finanziaria del 2005 10 milioni e mezzo di euro; nella finanziaria del 2006 11 milioni e 750 mila euro; nella finanziaria del 2007 26 milioni di euro; nella finanziaria del 2008 14 milioni di euro. Totale: 71 milioni e 250 mila euro. Questo è l'ammontare delle risorse che questo Consiglio regionale, su richiesta del Presidente Soru, ha impegnato in quella legislatura. L'ammontare dei residui è stato di circa 10 milioni di euro; il presidente Soru, in 4 anni e mezzo di legislatura ha quindi utilizzato circa 60 milioni di euro, 61 milioni e rotti di euro, per la pubblicità istituzionale.
Veniamo agli anni che ci riguardano maggiormente, alla mozione, poi nel merito entrerò successivamente. Prima finanziaria Cappellacci: 7 milioni e 447 mila euro (abbiamo operato un taglio drastico); seconda finanziaria: 8 milioni e 700 mila euro; terza finanziaria, che è l'oggetto di alcune considerazioni espresse dal collega Giampaolo Diana, che non vedo presente in aula: 6 milioni e 425 mila euro (3 milioni e 200 mila euro, integrati poi, in sede di assestamento di bilancio con altri 2 milioni e 400 mila euro). Totale 25 milioni e 572 mila euro, pari a 7 milioni e 524 mila euro all'anno. Se consideriamo che ci sono circa 7 milioni di euro di residui, così come c'erano i famosi 10 milioni e mezzo del Presidente Soru, i conti li potete fare voi tranquillamente. Il Presidente Soru ha speso una media di 14 milioni di euro all'anno nella sua legislatura; se quindi dobbiamo andare a fare i conti in maniera certosina diciamo tutto! Pertanto il merito nostro, non voglio neanche dire del centrodestra, il merito di questo Consiglio regionale è di aver notevolmente ridotto i fondi per la pubblicità istituzionale.
Devo però anche aggiungere che mai sono arrivate in sede di predisposizione di finanziaria richieste di fondi per 26 milioni di euro! Mai! E' vero che abbiamo tagliato e ha tagliato questo Consiglio regionale, forse dobbiamo tagliare ancora, ma non alla luce delle considerazioni che state facendo voi, perché quelle considerazioni sono assolutamente ininfluenti. Non è possibile che un grido d'allarme come quello che voi avete lanciato possa ridurre l'impegno che è necessario per la pubblicità o la comunicazione istituzionale, come l'ha definita il collega Uras. Può darsi che dobbiamo ancora tagliare, ma la realtà è - i sardi lo devono sapere - che in una legislatura questa Regione Sardegna, questa amministrazione regionale ha restituito circa 35 milioni di euro alla disponibilità dei sardi per altri interventi, non per la pubblicità istituzionale! Questi conti sono accessibili a tutti, ciascuno di voi può prenderne visione, sono contenuti nel bilancio della Regione, queste sono le cifre. Si dice che l'onorevole Diana voglia difendere la Giunta a tutti i costi; no, l'onorevole Diana ama la verità e dice le cose come stanno!
Sul merito ci può essere anche qualche forma di dissenso. Ho letto l'altro giorno, Presidente Cappellacci, un'intervista che non mi è piaciuta affatto e che per quanto mi riguarda aveva tutti i presupposti per una rescissione del contratto con il pubblicitario che ha preparato questo tipo di pubblicità. Nessuno vuole mettere in dubbio le sue capacità, non le avete messe in dubbio voi quando vi ha fatto la campagna elettorale e ve l'ha studiata, non lo voglio mettere in dubbio io. Sicuramente può essere definito un padre nobile, un santone della comunicazione, pertanto è ammesso tutto, ma non è ammesso ciò che lei ha detto nella sua intervista. Perché le frasi contenute nei comunicati, lessicalmente certamente pongono qualche problema. Io aspetto le puntate successive perché voglio conoscere meglio ciò che si vuole dire ai sardi, che cosa vorremmo dire ai sardi oltre quello che i sardi già sanno e sapevano il giorno che sono andati a votare. Perché, veda onorevole Salis, non è il PPR che vogliamo noi, è il PPR che vogliono i sardi, questa è la considerazione che lei deve fare.
Voi avete perso una campagna elettorale su questo argomento e su qualche altro, ma su questo vi siete giocati tutto. I sardi l'hanno detto a chiare lettere che questo PPR così com'è non va bene! Forse noi abbiamo tardato a metterci mano, in ogni caso - lo diceva il collega Steri - noi non vogliamo cementificare le coste della Sardegna, e staremo ben attenti, noi quanto voi. Certo è, però, che c'erano dei vincoli e dei divieti che erano assolutamente insostenibili per una Regione che vuole anche svilupparsi, per una Regione che ha certamente al centro dell'attenzione la persona umana, poiché non è possibile che l'uomo debba dipendere dall'ambiente! Non è tollerabile in nessuna parte del mondo! Noi vogliamo tutelare l'ambiente, vogliamo che sia a misura nostra! Non può essere l'individuo a misura dell'ambiente!
Io ho avuto modo di cominciare a vedere che cosa la Giunta, con grande serietà, ha proposto relativamente all'adeguamento del PPR e non mi pare che ci siano grandi stravolgimenti. Una cosa però ho notato: le sollecitazioni che mi sono arrivate durante la vostra legislatura e durante la campagna elettorale e ancora oggi. Allora, questo Consiglio regionale deve ascoltare la gente o non la deve ascoltare? Dobbiamo fare noi da soli il PPR come avete fatto voi? Anzi, voi non l'avete affatto fatto, ve l'hanno fatto! Ve l'hanno cucinato e ve l'hanno fatto digerire! Perché mai c'è stato un ascolto, una consultazione come c'è stata in questa legislatura. Tutte le fasi di preparazione per l'adeguamento del PPR (per quello che conosciamo, ma non ho dubbi su questo) sono adeguatamente registrate. E' stata la comunicazione massima che si potesse dare, sugli intendimenti che la Giunta aveva e sugli intendimenti nostri.
Adesso sollevato il problema della pubblicità istituzionale. Ora io capisco la vostra difficoltà: siete preoccupati perché se noi adeguiamo il PPR in maniera coerente con quelle che sono le richieste che cittadini sardi…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi, l'ho fatto malgrado qualcuno l'abbia messo in dubbio e credo che le pose o le espressioni del viso, se consentite, ciascuno decide quali assumere e come atteggiarsi, e questo non modifica la capacità di ascolto e di attenzione. Credo che ci sia spesso magari qualche presenza che invece sostanzialmente è un'assenza, io ho ascoltato con attenzione.
Si è detto in molti interventi (anzi in pochi interventi) che questo dibattito sulla comunicazione istituzionale in realtà è un corollario, qualche cosa di accessorio rispetto a un tema più sostanziale che è quello della modifica del PPR. Intanto non si tratta di modifica del PPR, com'è stato detto correttamente, si tratta della revisione del PPR, si tratta di un passaggio obbligatorio per legge, e quindi gridare allo scandalo per l'adempimento a un obbligo normativo è qualche cosa che veramente lascia sorpresi e allibiti. Così come lasciano sorpresi e allibiti molti interventi carichi di insulto, dileggio, di un tentativo di mistificare e di delegittimare l'avversario.
Purtroppo questo è un fenomeno dei nostri tempi, purtroppo la politica spesso viene interpretata non come confronto di sostanza sui problemi o sulle differenti proposte ma come un tentativo, portato talvolta allo spasimo, semplicemente di delegittimare l'avversario e di farlo con ogni mezzo possibile e immaginabile, e quello dell'insulto è molto praticato. Ed è forse anche per questa ragione che i cittadini mostrano sempre di più oggigiorno - e lo dimostrano anche sondaggi che mettono noi, rappresentanti della politica, agli ultimi posti nel gradimento da parte degli italiani - un allontanamento dalla politica, forse è per questo che nasce, anche quando non dovrebbe, il sentimento dell'antipolitica, forse è per questo che ci troviamo poi costretti a fare salti mortali per cercare di porre rimedi o di giustificare una nostra presenza mentre sarebbe semplicissimo farlo partendo da un confronto serio e provando a lavorare seriamente.
Però probabilmente la mistificazione, il tentativo di mistificazione trova una logica e una ragione fondata rispetto a un percorso, a un processo che ha un difetto dal vostro punto di vista, ha il difetto di essere un processo corretto, trasparente e virtuoso. E' stato detto che in altri momenti qualcuno, evidentemente convinto o pensando di far credere di avere la verità, il Verbo nelle proprie mani, scriveva, disegnava, trasferiva e calava dall'alto. Questa Giunta ha un atteggiamento, ha un metodo diverso. La revisione del PPR che noi stiamo facendo passa attraverso un procedimento virtuoso, un procedimento che prima di tutto prevede il confronto e l'ascolto. E questo è il risultato di "Sardegna nuove idee", un risultato importante e profondo che ha visto l'80 per cento dei Comuni partecipare.
I territori, le associazioni, le categorie professionali, l'universo mondo degli attori di questo sistema hanno avuto la possibilità di venire, di parlare, di confrontarsi, di sollevare problematiche e criticità. La revisione del Piano è passata attraverso una procedura di VAS, di valutazione ambientale strategica, che noi abbiamo effettuato e che voi non avevate fatto, è passata attraverso l'intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali, che voi non avevate fatto e avete dovuto fare semplicemente a posteriori; è passata cioè attraverso un processo che è assolutamente coerente, trasparente, un processo virtuoso: è questo che dà fastidio.
Io credo che sia giusto ascoltare i cittadini nella fase precedente la revisione e altrettanto giusto e doveroso coinvolgerli, dare la consapevolezza nella fase successiva, cercando di far capire quello che vogliamo fare. E qua vengo al tema della comunicazione istituzionale, ma veramente intendo dedicare pochissime parole a questo tema perché credo veramente che gran parte di quello che è stato detto sia assolutamente strumentale.
Prima di tutto voglio dire che questa campagna pubblicitaria è stata predisposta dai tecnici, è stata esaminata puntualmente dagli Uffici, è stata ponderata (si è giocato anche su quello negli equivoci e nella mistificazione), c'è stata un'attività degli Uffici che ha valutato, ha espresso pareri, talvolta ha chiesto modifiche, e le modifiche sono state regolarmente apportate in piena e leale collaborazione tra il livello politico e il livello organizzativo, lasciando al livello amministrativo il pieno e totale esercizio delle proprie funzioni, quando in linea teorica - ma non sono avvezzo e non uso questo tipo di sistemi - si poteva, attraverso la delibera o l'avocazione alla Direzione generale o attraverso un ordine della parte politica, imporre anche l'impostazione dal punto di vista amministrativo.
Io questo non l'ho pensato neanche per un attimo, ho chiesto e voluto che la struttura facesse il suo dovere, facesse il suo mestiere, esprimesse le sue valutazioni, cosa che è stata fatta, e tutto quello che è stato pubblicato è stato attentamente valutato e ponderato, e chi è preposto a questo tipo di attività ha dato l'OK in piena serenità, in coscienza, sapendo che si trattava di comunicazione istituzionale.
Ringrazio l'onorevole Diana perché mi risparmia il richiamo che avrei voluto fare sui numeri, perché poi alla fine credo che anche questo contino, e ciò mi consente di smontare un'accusa (ma poi ne voglio smontare anche un'altra) contenute nell'intervento di illustrazione della mozione.
L'altra che voglio contestare, onorevole Bruno, è quella di non averle fornito la documentazione richiesta. Lei dice di aver formulato una richiesta di accesso agli atti e, solo attraverso la richiesta e poi attraverso la cortesia e la collaborazione del funzionario, ha avuto accesso alle segrete stanze dove si decidono le segrete cose, dove tutto è nascosto, tutto è avvolto da una nebbia perché c'è da nascondere evidentemente qualcosa. Ebbene, onorevole Bruno, lei sa bene che la risposta che le è pervenuta dalla dirigente è una risposta nella quale ci si limita a dire esattamente questo: "Con riferimento alla nota di cui all'oggetto, si comunica che lo scrivente Servizio provvederà a fornire copia di tutti gli atti richiesti. Posta l'urgenza rappresentata, si ritiene di dover per intanto fornire i riferimenti occorrenti per accedere alle informazioni già presenti sul sito istituzionale, inerenti ai contributi, alle delibere…", e le viene fornito l'elenco di tutti i link del sito istituzionale dove lei ha potuto estrarre copia dei documenti di cui stiamo parlando.
Queste sono le segrete stanze, questo è quello che succede, e tutte le spese che riguardano la comunicazione istituzionale di questa Giunta sono state fatte in modo molto trasparente, attraverso delibere di Giunta - prima non era così, oggi passano attraverso delibere di Giunta: la comunicazione istituzionale così funziona - e quelle delibere si trovano sul sito, e quelle delibere spiegano a chi vengono assegnati i contributi, per cosa vengono spese quelle risorse pubbliche, spiegano le motivazioni, le ragioni e quindi anche la logica. Allora è tutto trasparente, è già tutto dentro il sito, non ci sono segrete stanze, è tutto liberamente accessibile.
W allora tutto il resto diventa, ahimè, spesso bugie e insulti gratuiti, e credo di non avere bisogno di lezioni da parte di nessuno sul corretto utilizzo dei fondi pubblici. Certamente, onorevole Salis, mi permetta, non ho bisogno di lezioni da lei sull'utilizzo dei fondi.
Detto questo, non voglio affrontare gli altri temi che sono stati toccati e che riguardano profili che rientrano nella logica dell'insulto e della mistificazione, percché credo di aver adempiuto al mio dovere.
Mi sono autosospeso dal P.d.L., è vero, e permettermi di lasciare la valutazione alla mia parte politica e alla mia coscienza, però colgo l'occasione oggi per fare un'altra autosospensione: mi autosospendo dalle polemiche, che siano da voi rivolte o talvolta anche rivolte dalla mia parte, perché ho poco tempo e preferisco dedicarlo ad altro, spero che anche chi sino a oggi ha utilizzato il proprio tempo in polemiche possa decidere di farne un uso migliore.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intanto rispondo che il tema dei fondi per la pubblicità istituzionale non è un tema accessorio, per quello che mi riguarda, perché, anche rispetto a quanto ha comunicato l'onorevole Diana (lei non ne ha fatto cenno perché ne aveva già parlato il suo ex Capogruppo) bisogna tener conto nel bilancio di vari capitoli, di varie UPB. Io le confermo che la spesa effettuata dalla Regione negli anni 2010-2011, nei vari capitoli (che non riguardano evidentemente solo quello citato dall'onorevole Diana) per circa 650 provvedimenti è di 42 milioni di euro. Glielo confermo: può andare a verificare.
Le dico anche che, per esempio, soltanto una delibera, quella del 5 aprile del 2011, quella che riguarda l'agricoltura, l'assistenza tecnica per il meeting di Rimini eccetera solo lì, ci sono 4 milioni di euro che vengono spesi per andare a Washington, a Colonia, a Torino, Verona, Shangai, Milano, Rimini, San Francisco, Berlino, Mosca, Singapore, Montreal, di nuovo a Washington, a Parigi, Shangai, a Milano. Quindi altri 4 milioni di euro. Aggiungo che mentre fino al 2008, per i fondi per la pubblicità che passavano tramite l'Assessorato dell'agricoltura occorreva il parere della Commissione competente consiliare, con legge 7 agosto 2009 numero 3 avete cancellato quel parere, non è più obbligatorio, avete delegato interamente la Giunta.
Si parla di altre cifre, si parla di altre procedure, si parla di altri contesti. Quarantadue milioni di euro, 25 milioni all'anno sono quelli che mancano alla legge numero 162 per assicurare l'assistenza personalizzata a tutti i disabili gravi, presidente Cappellacci. Quindi non è un fatto accessorio, per noi non è un fatto accessorio. Noi abbiamo cercato, insomma, di dimostrare che la politica si fa in quest'Aula e che è bene essere sempre trasparenti, al di là delle polemiche. Occorre fare veramente in modo che quando si utilizzano alcuni argomenti, attraverso la comunicazione istituzionale, questi siano attinenti a ciò che istituzionalmente la Regione intende fare o ha fatto, in modo che i cittadini siano protagonisti, siano informati. Non si fa propaganda politica a pagamento con i soldi dei sardi; è sbagliato, è profondamente sbagliato! Ci sono altri sistemi, altri mezzi. Capisco che lei sia in difficoltà perché non ha più un partito, però non si possono utilizzare i fondi della Regione.
Per quanto riguarda il Piano paesaggistico regionale in modo particolare è vero che avete attivato i laboratori, i tavoli tematici, che avete ascoltato sindaci, cittadini, ma le assicuro che se lei legge attentamente, come penso abbia fatto, il report conclusivo di quei tavoli, si renderà conto che da questo emerge una visione che è molto diversa da quella che abbiamo potuto capire ispirerà ciò che accadrà domani in Giunta. Emerge una richiesta di maggiore tutela del paesaggio, una richiesta di valorizzazione, anche per esempio delle zone agricole. Insomma, dovete tener conto alla fine anche di quello che i sindaci dicono, di quello che i cittadini dicono, non prendere soltanto la parte che vi torna comodo. Dovete seguire fino in fondo un processo, e magari venire in Aula (so che non è dovuto per quanto riguarda la revisione obbligatoria del PPR) a raccontarci che tipo di idea avete sulla Sardegna, raccontarci che cosa vi hanno detto i sindaci, gli attori istituzionali, le associazioni di categoria e capire come avete recepito, visto che la consultazione e la partecipazione è il nuovo modo di fare politica in questa Regione. In realtà non è così.
Allora, Presidente, anche noi vogliamo un confronto di sostanza, e mi auguro di non averla insultata. Vogliamo un confronto di sostanza e vogliamo un confronto trasparente sulle politiche che questa Giunta regionale mette in campo. Quello che ho detto in apertura illustrando la mozione lo confermo. Io in realtà vedo, Presidente, un vuoto assoluto in questi due anni e mezzo, e vedo, e dal suo punto di vista la capisco, il tentativo di un rilancio mediatico. Ora questo rilancio mediatico si può ottenere, magari lavorando di più, lavorando di più anche con il Consiglio, partecipando a queste riunioni che non sono una perdita di tempo, partecipando, ascoltando di più i consiglieri, migliorando anche il rapporto tra la maggioranza e la Giunta, forse cercando insomma di rendere il suo servizio alla Sardegna (e lei è il rappresentante politico e legale della Sardegna) cercando veramente di rendere conto anche in questo Consiglio delle cose che fa.
Sono tante, infatti, le cose che non sono state fatte, e l'elenco che le ho fatto delle risorse che mancano alla Sardegna (dalla vertenza entrate, ai fondi FAS, ai fondi non spesi per la programmazione comunitaria, i soldi che effettivamente dobbiamo mettere a carico di questa Giunta regionale, che non è stata così autorevole da ottenere nel rapporto con lo Stato quanto spetta alla Sardegna) beh, insomma, è sotto gli occhi di tutti.
Allora noi le chiediamo semplicemente di non pagare anche gli spot e la propaganda elettorale del Presidente della Regione. Ho la presunzione di dire che glielo chiedono i sardi. Quindi le chiederei, al di là dei pareri tecnici che può ricevere, al di là di pareri tecnici che le può dare l'ufficio chiamato guarda caso "ufficio trasparenza", che lei si faccia garante di questa attenzione nei confronti dei sardi.
E' vero che ho ricevuto quella lettera; ieri la posta elettronica dell'ufficio trasparenza non funzionava, per cui la funzionaria non avendomi potuto inviare le delibere, mi ha mandato una lettera dicendo: per ora puoi recuperare queste delibere dal sito Internet della Regione, le altre ve le manderò magari dopo il dibattito. Per fortuna siamo riusciti in altro modo ad avere quegli atti, quelle delibere. Per cui la gentilezza era anche un modo per far sapere agli Uffici che, insomma, si poteva agire in maniera anche diversa, magari far funzionare la posta elettronica.
Insomma, presidente Cappellacci, non siamo soddisfatti, non siamo soddisfatti, credo che occorra nel nostro rapporto forse più serietà reciproca, più serietà; noi non vogliamo insultare nessuno, noi non vogliamo semplicemente sollevare polemiche, vogliamo che questa Regione serva ai sardi, vogliamo cercare insieme il bene comune. E il bene comune non lo si persegue spendendo "a pioggia" 42 milioni di euro per la pubblicità istituzionale, lo si persegue attraverso un progetto, quello che voi ancora non avete, o per lo meno non avete manifestato, lo si persegue passo dopo passo attuando quel progetto.
L'onorevole Vargiu diceva: confrontiamoci su due opposte visioni, io ho difficoltà a capire veramente la vostra visione. La nostra è scritta, è in un programma elettorale, è in un progetto, è probabilmente nella prosecuzione di una legislatura già avviata. La vostra non la capisco, non la capisco, non capisco gli spot continui, non capisco la demagogia continua che il Presidente della Regione ogni giorno sui giornali, visto che non viene in Aula, ci propina. Non la capisco e non la condivido. Credo che sottolineare questi aspetti sia il dovere di un'opposizione che, guarda caso, Presidente, in un'articolazione democratica come il Consiglio regionale ha la sua ragione d'essere.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Per fatto personale, Presidente, in riferimento all'intervento del collega Diana. Io vorrei ringraziare il collega Diana…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Capelli, prima deve dire in che cosa consiste il fatto personale e poi il Presidente decide se concederle o meno la facoltà di parlare.
CAPELLI (Gruppo Misto). L'onorevole Diana nel suo intervento mi ha citato richiamandomi a studiare meglio, e citare i fatti in modo veritiero e a manipolarli. Io volevo ringraziarlo pertanto di avermi citato e di avermi invitato a studiare meglio e di più e lo farò, seguirò il suo consiglio.
Mi dispiace che non abbia fatto onore all'impegno, che comunque pongo nel leggere e riportare atti e delibere, che non ho commentato. Mi fa anche piacere che sia riuscito a leggere i giornali, perché quei dati che lei ha letto, e poi richiamati dal Presidente, li ho pubblicati ad agosto sui quotidiani sardi. In quell'occasione ricordai che i fondi della pubblicità istituzionale erano stati diminuiti grazie ad una votazione a scrutinio segreto, e ribadii che nella passata legislatura (è tutto giusto quello che ha detto il collega Diana, o qualcuno le ha scritto bene l'intervento) il collega Diana era stato firmatario della interrogazione numero 572 su "Sardegna fatti bella", con la quale si chiedeva giustamente (perché noi abbiamo vinto le elezioni su questi temi, non può sicuramente venire a insegnare a me come stata fatta l'opposizione sulla spendita dei fondi della pubblicità istituzionale nella passata legislatura, questo almeno non me lo insegna) con la quale chiedeva al Presidente: "E' stata la Saatchi and Saatchi consulente di Tiscali?" - l'ha chiesto lui, io non l'ho chiesto - "Esistono in Sardegna società all'altezza di svolgere il compito?".
Queste sono le domande del collega Diana, mica le mie, e le ho rivolte a Soru. Perciò, anche oggi stiamo chiedendo: è opportuno, in un momento in cui la politica dovrebbe essere sobria, impegnare 42 milioni di euro in quasi due anni? Secondo: è corretto che tutti questi fondi vadano oltre la Sardegna, oltre le società della Sardegna, oltre le società di comunicazione?
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, non dobbiamo riaprire una discussione. Io le ho concesso la parola sul fatto personale, si limiti al fatto personale.
CAPELLI (Gruppo Misto). Ha ragione, Presidente, ha assolutamente ragione. Perciò, fondamentalmente mi scuso con l'onorevole Diana per non avere ulteriormente approfondito, e mi riservo di farlo nei prossimi giorni fornendo copia a lui e alla stampa della prova cartacea di tutta la trasparenza di questa Giunta regionale, e del Presidente in primo luogo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sull'ordine dei lavori, Presidente, perché vorrei conoscere quando si procede con il voto sulla mozione presentata.
PRESIDENTE. Il pomeriggio. Dopo le iscrizioni a parlare che ci sono, che presumo siano su ulteriori fatti personali, si concludono i lavori, che poi riprenderanno alle ore 16 e 30.
Onorevole Diana, si può calmare per cortesia? Ho già visto che è iscritto, ho dato prima la parola all'onorevole Uras perché era iscritto prima di lei.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
MARIO DIANA (P.d.L.). Presidente, non volevo essere scortese né nei suoi confronti né nei confronti dell'Aula. Siccome mi era sembrato di capire che il fatto personale si discutesse al termine della seduta, ero convinto che dopo l'intervento per fatto personale del collega Capelli ci potesse essere il mio intervento per fatto personale.
Per il resto, onorevole Capelli, le assicuro che già da quando ero in prima elementare nessuno mi ha mai scritto qualcosa, per cui mi sono affidato esclusivamente a questo documento cartaceo, che non è scritto certamente né da lei né da altri. La prego comunque, se avessi sbagliato nei suoi confronti, di scusarmi, ma le assicuro che non mi deve però indurre a iniziare una querelle sulla pubblicità istituzionale relativamente anche alle annate precedenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Una precisazione per fatto personale, Presidente.
PRESIDENTE. In che cosa consiste il fatto personale?
SALIS (I.d.V.). Il fatto personale è che… abbiate pazienza, se volete andare via andate via, non c'è problema…
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, i lavori non sono finiti. Chi vuole lasciare l'aula, perlomeno lo faccia col dovuto rispetto nei confronti di chi sta parlando.
SALIS (I.d.V.). Il presidente Cappellacci, in sede di replica, ha detto letteralmente: "Dall'onorevole Salis, soprattutto dall'onorevole Salis non posso prendere lezioni sull'uso dei fondi". Vorrei precisare, Presidente - lo dico al Presidente dell'Aula, ai colleghi e al presidente Cappellacci - che il sottoscritto, e anche altri consiglieri, mai e poi mai hanno pensato di fare riferimento, nelle loro anche pur dure riflessioni in Consiglio regionale nel dibattito politico, a fatti che devono essere ancora oggetto di verifiche, soprattutto sull'uso dei fondi regionali. Questo è un tema che interessa tutto il Consiglio regionale, anche se in questa fattispecie interessa me personalmente.
Sto cercando di difendermi difendendo le mie prerogative, la mia onestà, e l'onestà di questo Consiglio nelle sedi deputate, così come sta facendo lei per altre vicende, presidente Cappellacci. Per cui io la pregherei, per le prossime volte, siccome non possiamo esimerci dalla polemica politica, perché noi facciamo politica e non possiamo assolutamente cercare di liberarci dal nostro compito anche istituzionale, di aspettare possibilmente le pronunce degli organismi a cui io mi sono rivolto per difendere la mia onorabilità. E' chiaro, presidente Cappellacci, che qualora queste vicende dovessero concludersi con pronunce - io auspico di no per me e per gli altri colleghi - che dichiarassero la contrarietà del mio comportamento ai regolamenti consiliari e alle leggi, sarò il primo a trarne le conseguenze, non aspetterò certo i suoi richiami.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per fatto personale. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, solo per dire all'onorevole Salis che se ha inteso nelle mie parole un richiamo ad altre vicende, le chiedo scusa, non era mia intenzione, anche perché non rientra nel mio modo di essere, di intendere, e non rientra nella mia cultura. Quindi, se è stata interpretata in questo senso, mi spiace, le chiedo scusa. Il riferimento era a tutti, nel senso che non accetto su questi temi lezioni da nessuno, e da lei in particolare, perché l'80 per cento del suo intervento era declinato su questo tipo di aspetto. Quindi, evidentemente, a questo mi volevo riferire.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 14 e 02.