Seduta n.286 del 20/12/2011 

CCLXXXVI Seduta

Martedì 20 Dicembre 2011

(POMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 3 novembre 2011 (278), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Francesco Cuccureddu, Giorgio Cugusi, Francesco Meloni, Antioco Porcu e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 20 dicembre 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che in data 19 dicembre 2011 è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale n. 328 del 22 novembre 2011 nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 1 e 2 della legge regionale 9 agosto 2002, n. 14 (Nuove norme in materia di qualificazione delle imprese per la partecipazione agli appalti pubblici che si svolgono nell'ambito territoriale regionale) e si dichiarano, altresì, inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della legge regionale n. 14 del 2002, nonché dell'art. 40, comma 3, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi ai lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), sollevate in riferimento all'art. 3, lett. e) della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) ed all'art. 117, secondo comma, lett. e) della Costituzione.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'accordo sottoscritto dalla Regione che avrebbe portato alla rinuncia di 340 milioni di fondi europei (POR 2007-2013), fondi oggi necessari alla nostra economia in gravissima crisi". (752)

"Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi conseguenze che il blocco delle esportazioni dei prodotti a base di carne suina sta causando alle aziende sane e certificate". (753)

"Interrogazione Barracciu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui requisiti relativi alla procedura ristretta per l'affidamento dei servizi relativi alla ristorazione per l'Azienda sanitaria locale di Cagliari e per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, pubblicata on line il 14 giugno 2011". (754)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul sospetto di inquinamento ambientale e del notevole intensificarsi del traffico dei mezzi da e per la discarica di Canaglia e Scala Erre nel Comune di Porto Torres". (755)

"Interrogazione Espa - Bruno - Cuccu - Cocco Pietro - Salis - Sechi, con richiesta di risposta scritta, sull'inottemperanza dell'Ersu di Cagliari dovuta al ritardo dei trasferimenti ordinari, da parte dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, circa il pagamento delle borse di studio nelle modalità previste dal bando di concorso per l'attribuzione di borse di studio e di posti alloggio anno accademico 2011/2012". (756)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Planetta sulla costituzione di una apposita società di riscossione, competente per tutto il territorio della Sardegna, che però non faccia parte del gruppo Equitalia Spa ed il cui capitale azionario sia detenuto, per la quota della maggioranza assoluta, dalla Regione autonoma della Sardegna, sul modello di quanto attualmente avviene per la Regione Sicilia, e sulla definizione della vertenza delle entrate con lo Stato italiano". (296/C-3)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis-Iglesiente con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari". (158)

PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze in aula, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 37, viene ripresa alle ore 16 e 56.)

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Nuove disposizioni a favore degli interventi di cui all'articolo 27, comma 2, lettera r), della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede, e di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), concernente la concessione di assegni di merito per gli studenti (310)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 310. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Sanjust, relatore.

SANJUST (P.d.L.), relatore. Sarà una relazione, Presidente, molto breve. Inizio innanzitutto col ringraziare i colleghi dell'ottava e della terza Commissione che, con la loro collaborazione, hanno permesso che il testo arrivasse immediatamente in discussione in Aula.

Il provvedimento, che consta di un solo articolo, ha la funzione impedire che vadano perse le risorse previste per l'anno 2011 destinate a finanziare gli assegni di merito e i contributi "fitto casa". L'esigenza è nata dal fatto che il testo novellato dell'articolo 38 della legge di contabilità impone che l'impegno di spesa sia effettuato solo nei confronti di un creditore certo, mentre nel caso in esame, poiché l'anno finanziario non coincide con l'anno accademico, i beneficiari previsti dal D.L. possono essere individuati solo in un momento successivo all'impegno di spesa. Ecco perché il D.L. propone, solo ed esclusivamente per l'anno 2011, come tra l'altro hanno richiesto i componenti della Commissione terza e ottava, la conservazione delle risorse che sono destinate al bando per lo stesso anno.

Per gli esercizi successivi, invece, quindi dal 2012 in poi, il problema verrà superato dal comma 13 dell'articolo 1 della proposta di legge finanziaria che andremo a discutere tra non molto in Aula, sempre che il Consiglio approvi tale comma.

In ultimo, per non vanificare la procedura d'urgenza che, come ho detto in premessa, grazie alla collaborazione di tutti si è riusciti a porre in essere, la Commissione sta presentando un emendamento per l'immediata esecutività della legge, altrimenti si correrebbe il rischio di dover aspettare 15 giorni dalla data odierna e di vanificare tutta la procedura che abbiamo posto in essere fino ad oggi.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Sospendo la seduta sino alle ore 17 e 05 per consentire la predisposizione di un emendamento.

(La seduta, sospesa alle ore 17, viene ripresa alle ore 17 e 02.)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:

Art. 1

Disposizioni in materia di contributi a favore degli studenti universitari

1. Per la realizzazione degli interventi previsti nell'articolo 27, comma 2, lettera r) della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede, e nell'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), in materia di concessione di assegni di merito per gli studenti, costituisce titolo di impegno, per la sola annualità 2011, entro i limiti degli stanziamenti di competenza dell'esercizio, la pubblicazione dei relativi bandi.

Emendamento aggiuntivo Sanjust - Sechi - Amadu - Biancareddu - Bruno - Dedoni - Cuccu - Rodin - Espa - Contu

Articolo 1

All'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"1 bis. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione". (1).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 1.

Poiché nessuno domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 310/A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cappai e Petrini hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 60

(Il Consiglio approva).

Sospendo la seduta per qualche minuto, in attesa che arrivi l'Assessore dell'industria.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 05 , viene ripresa alle ore 17 e 49.)

Discussione della mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis-Iglesiente con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari (158) e approvazione di ordini del giorno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 158.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis-Iglesiente con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la Sardegna attraversa uno stato di drammatica crisi occupazionale, segnata in modo particolare dall'incedere di un vero e proprio processo di desertificazione industriale che, lungi dal trovare soluzione nel moltiplicarsi degli incontri istituzionali, tende ad aggravarsi, producendo l'espulsione progressiva dal processo produttivo di decine di migliaia di lavoratori e il progressivo impoverimento delle popolazioni dei territori interessati; si valutano in circa 600 le situazioni di crisi aziendale, in gran parte destinate a dismissione, per decisione unilaterale, degli impianti e delle produzioni da parte delle rispettive proprietà;

- dal nord al sud dell'Isola, passando per la Sardegna centrale, è l'intero sistema industriale sardo a risultare colpito dal convergente impatto negativo determinato dalla finanziarizzazione della economia, dalla internazionalizzazione dei mercati, dalla loro fortissima interrelazione, dalla conseguente, e sempre più marcata, tendenza alla delocalizzazione delle produzioni;

- la normativa europea sulla libera concorrenza rischia di impedire, anche nei territori in condizioni di oggettivo svantaggio, ogni intervento, anche virtuoso di salvaguardia di produzioni capaci di reggere nel mercato, e di determinare distorsioni della leale competitività tra regioni diverse di stati membri dell'Unione europea;

- persiste perciò una inaccettabile ingiustizia: da una parte l'assenza di una valida alternativa occupazionale all'impiego nel settore industriale, dall'altra il rischio della definitiva cancellazione di importanti produzioni industriali capaci di registrare attivi anche se non profitti a livelli straordinari, dall'altra ancora l'impossibilità da parte del settore pubblico di intervenire su materie di propria pertinenza senza incorrere nel rischio di una violazione della normativa europea;

- a questo triplice intreccio di problematiche va aggiunta l'assenza pressoché totale di una rete di copertura che sia realmente in grado di contenere gli effetti sociali della crisi economica ed occupazionale; né lo Stato italiano né, in via sussidiaria, la Regione, infatti, sono dotati di una normativa adeguata, come invece accade in molti dei paesi dell'Europa continentale, volta a salvaguardare il diritto a un reddito e a un'esistenza dignitosa;

- l'alternativa, al momento progressivo dell'esaurirsi degli ammortizzatori sociali, resta quella dell'emigrazione o del rifugio nell'economia sommersa; così sta tornando ad essere per migliaia di persone, giovani lavoratori nonché persone che sempre più di frequente si trovano senza un lavoro in una fascia di età che va dai 45 ai 55 anni; attualmente, come evidenziato dai sindacati confederali della Sardegna, sono oltre 600 le imprese che hanno formalmente dichiarato lo stato di crisi, 11 mila lavoratori utilizzano gli ammortizzatori sociali in deroga, la disoccupazione reale si attesta sulle 150 mila unità e circa 350 mila persone vivono al di sotto della soglia di povertà; in particolare, il caso di alcuni territori dell'Isola è, da questo punto di vista, emblematico: le note vicende del Sulcis, ed in particolare quelle che riguardano la Rockwool, dove sono circa in 60 a rischiare la definitiva perdita dell'occupazione e del lavoro;

CONSIDERATO che:

- i predetti lavoratori sono sotto ammortizzatore sociale da circa tre anni e ormai ridotti alla sopravvivenza con un sussidio poco più alto di cinquecento euro mensili;

- si tratta di lavoratori che avrebbero maturato i requisiti professionali per l'inserimento nelle attività di bonifica assegnate ad IGEA, essendo in parte significativa provenienti dal sistema ex EMSA;

- a tal fine sono stati impegnati in specifiche attività formative in fase di conclusione;

- si tratta di situazioni di particolare drammaticità perché inserite in un contesto sociale ed economico particolarmente compromesso come quello della Provincia di Carbonia Iglesias indicata tra le più povere d'Italia;

CONSIDERATE le attività di bonifica di cui vi è certamente grande necessità in parti diverse del territorio regionale, e in quello della predetta provincia in modo particolare,

impegna la Giunta regionale

ad adottare, anche tramite corpi normativi legislativi da proporre alla approvazione del Consiglio regionale in sede di manovra finanziaria 2012, ogni necessario provvedimento per la ricollocazione occupazionale dei lavoratori ex Rockwool;

impegna inoltre l'Assessore regionale dell'industria

ad attivare le necessarie interlocuzioni per la risoluzione definitiva della vertenza in argomento con i lavoratori interessati e le loro rappresentanze sindacali territoriali e di categoria.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

URAS (Gruppo Misto). Si dà per illustrata.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, colleghi consiglieri, oggi affrontiamo sicuramente un tema particolare, difficile e di grande complessità soprattutto per il momento che attraversiamo. Credo che la situazione in cui versa la ex Rockwool sia purtroppo oggi comune non solo a gran parte delle aziende del territorio del Sulcis ma, purtroppo, anche a quelle dell'intera nostra Sardegna. Per questo ritengo che sia importante, in questo momento, esaminare la situazione e soprattutto provare a individuare delle soluzioni che spero possano essere condivise da tutti i colleghi.

Voglio ricordare che stiamo parlando di una società ex EMSA, quindi di una società che ha fatto parte del sistema minerario. Oggi la Rockwool ha cessato l'attività in Sardegna e, come è emerso anche a seguito di varie interlocuzioni dell'Assessorato con i vertici dell'azienda, il processo di delocalizzazione deve intendersi irreversibile. Tuttavia credo che, correttamente, dobbiamo in questo momento farci carico del problema, soprattutto dei lavoratori e delle famiglie legate purtroppo a questa situazione di difficoltà.

Ricordo che attualmente gli operai della ex Rockwool da 66 sono diminuiti a 56 e che presentano anche situazioni giuridiche differenti. Alcuni, infatti provenivano da una collaborazione proprio col sistema minerario, quindi con l'ex EMSA e con la Variosarda e altri, invece, erano stati assunti direttamente dalla società Rockwool non appena questa aveva iniziato l'attività in Sardegna.

Credo che però sia importante sottolineare che la Regione Sardegna ha intenzione di farsi carico di tutti, tenendo in dovuta considerazione la diversa situazione di questi lavoratori. Ricordo, inoltre, che proprio nello scorso mese di ottobre è stata istituita l'aria di crisi di Portovesme che vedrà coinvolte numerose aziende del territorio e che sicuramente, all'interno di queste, potranno trovare una ricollocazione - e la Regione ha intenzione di muoversi proprio in questo senso - anche i lavoratori della ex Rockwool. Ci sono stati peraltro già dei contatti con aziende che operano nel territorio e che hanno come attività principale l'attività legata alla lana di roccia.

La circostanza, poi, che questi lavoratori abbiano tutti frequentato corsi di formazione professionale specifici potrebbe agevolare un loro coinvolgimentio nel settore delle bonifiche, anche se - lo ricordo - l'Assessorato competente in materia di bonifiche non è quello dell'industria ma quello della difesa dell'ambiente. Ritengo sia possibile coinvolgere le aziende, nei prossimi bandi di finanziamento di cui ho parlato e relativamente all'area di crisi, prevedendo forme di premialità per quelle che presteranno attenzione ai lavoratori in mobilità.

A questo proposito voglio sottolineare che la situazione dei lavoratori ex Rockwool è per certi aspetti molto difficile, perché non beneficiano più dell'ammortizzatore sociale della cassa integrazione e, dal primo di gennaio, si trovano in mobilità. Questo, comunque, rappresenta un elemento di fatto premiante per le aziende che intendono avvalersi di questi lavoratori. Sarà nostro impegno, comunque, studiare delle condizioni di premialità nei bandi che emaneremo nei prossimi mesi per quanto riguarda le aree di crisi.

Ovviamente è superfluo aggiungere che, in ogni caso, la Giunta si impegnerà a incontrarsi già dai prossimi giorni con i sindacati, con i lavoratori e con i rappresentanti di categoria. C'è già la disponibilità sia da parte mia, sia da parte dell'assessore Oppi, ovviamente d'intesa anche con l'Assessore del lavoro, ad esaminare la possibilità di utilizzare il sistema dell'accompagnamento alla pensione per coloro che ne avessero i titoli. Credo anche che dovremmo esaminare i curricula di tutti i 56 lavoratori in mobilità, per esplorare la possibilità che alcuni di loro possano avere anche i titoli per poter far parte attivamente di società partecipate o in house della Regione Sardegna. Sicuramente all'interno dell'ex Rockwool ci saranno delle professionalità che potranno essere prese seriamente in considerazione, proprio anche per questo aspetto specifico, in particolare per l'attività che si andrà a svolgere nei prossimi mesi in materia di bonifiche.

Questo non significa che non dobbiamo coinvolgere anche altre società private che hanno già manifestatola volontà di reinserire da subito (e per subito intendo nei mesi di gennaio e febbraio) questi lavoratori. Mi riferisco in questo senso alle cooperative che già hanno sostituito l'attività dell'ex Rockwool , come per esempio la San Lorenzo, che ha manifestato in più occasioni la disponibilità a coinvolgere i lavoratori dell'ex Rockwool. Io mi sento di poter dare la totale disponibilità, mia e dell'assessore Oppi, ad esaminare nei prossimi giorni un accordo da siglare con le organizzatrici sindacali e con gli stessi lavoratori, per definire un percorso. Poi esamineremo anche l'aspetto dell'accompagnamento alla pensione, anche se, devo dire, esaminati i titoli e la situazione professionale, ed essendo intervenuta nel frattempo anche la riforma delle pensioni (peraltro la gran parte di questi lavoratori sono giovani) forse pochissimi potranno usufruire di questo beneficio. Però, ripeto, la disponibilità da parte della Giunta è assolutamente quella di trovare delle soluzioni anche nell'immediato.

PRESIDENTE. Sono stati presentati due ordini del giorno.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Presidente, vorrei intervenire.

PRESIDENTE. No, onorevole Oppi, io avevo aperto la discussione generale, nessuno ha chiesto di intervenire… vuole dividere il tempo con l'Assessore? Va bene. Prego, onorevole Oppi, però deve intervenire dai banchi della Giunta.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. E' necessario fare alcune precisazioni. Quando il collega Uras mi ha fatto vedere la mozione ho fatto alcune osservazioni, che credo lui abbia apprezzato, e poi siamo arrivati a presentare un ordine del giorno pressoché unitario. Ma, sempre per amore della verità, siccome sono presenti, tra il pubblico, anche alcuni lavoratori della Rockwool, io ripeterò quello che ho sempre detto, anche in Commissione industria, quando altri personaggi un po' anomali e la stessa Commissione si sbilanciavano nel fare promesse, e cioè che non c'è certezza per quanto riguarda la collocazione degli operai della Rockwool presso l'IGEA. E questa stessa affermazione l'ho pronunciata anche avantieri sera, di fronte ai lavoratori. Quindi è giusto precisare.

Innanzitutto i lavoratori, e questo gli è stato rimproverato, non hanno voluto, contrariamente a quanto inizialmente garantito, consegnare i loro curricula per permettere alla società di valutare un loro utilizzo. Ma il nostro obiettivo non è solo la società IGEA, c'è la possibilità della Carbosulcis, c'è l'impossibilità nella ex Cardinet, perché assumerà soltanto 15 persone, e, ovviamente ci sono altre soluzioni.

Io sull'area di crisi ho una posizione un po' diversa da quella dell'Assessore dell'industria. Se infatti dovessimo applicare a quest'area di crisi gli stessi criteri adottati per Ottana, considerato che la maggior concentrazione delle risorse è per il Porto di Portovesme, che da vent'anni, nonostante i finanziamenti, non è stato in grado, per una serie di motivazioni, di decollare, è chiaro che le possibilità per i lavoratori ex Rockwool finirebbero per essere limitate. Noi però dobbiamo fare ogni sforzo.

Con i corsi di formazione, per i quali noi abbiamo tenuto incontri a tre, cioè l'assessore Zedda, io e l'Assessore del lavoro, abbiamo offerto delle opportunità occupazionali, ma sono state delle opportunità di sei, sette mesi. Ma perché lo sappia il Consiglio, di questi 111 milioni stanziati per le bonifiche, dal 2005 ad oggi ( di cui 45 nel solo 2011) sono decollati soltanto il 10 per cento, 10 milioni. Finalmente per alcuni di questi progetti abbiamo fatto la caratterizzazione, per altri si è andati anche oltre, e ora c'è la possibilità di inserire alcune professionalità - questo deve essere l'obiettivo - all'IGEA, e, se esiste la possibilita, anche nella Carbosulcis, e nella Portovesme S.r.l. che in questi giorni, come certamente avete potuto apprendere, ha riattivato la linea dello zinco e persino, con i 20 milioni, anche la fonderia di San Gavino.

Quindi occorre creare le condizioni perché questi lavoratori, soprattutto i 28 lavoratori che provengono dalla Sardamag e dalla SIM, che vantano quindi un'esperienza specifica, siano messi nelle condizioni di per poter riprendere il loro posto di lavoro. Questa posizione è stata accolta anche dagli stessi lavoratori non più tardi di avantieri sera, nella serata di domenica. E' evidente che dobbiamo fare ogni sforzo per evitare che questi lavoratori passino, per il terzo anno consecutivo, il Natale nelle gallerie.

Altro problema. E' chiaro che devono essere attivate le procedure di mobilità, perché ad oggi questi lavoratori con i corsi di formazione, hanno avuto soltanto l'opportunità di percepire circa 500 euro circa al mese. La mobilità, oltre a offrirgli ulteriori possibilità di occupazione grazie agli incentivi che possono essere previsti per le imprese, gli offre anche una retribuzione più alta. I lavoratori questo lo sanno, c'è l'opportunità di inserirne un congruo numero, e poi di applicare le stesse modalità utilizzate non più tardi di qualche giorno fa per l'inserimento di alcuni lavoratori nelle strutture di Furtei. Non illudiamoci, però, lo ripeto ancora, che l'area di crisi possa offrire grandi possibilità, perché le risorse sono limitate e sono concentrate soprattutto su quei comuni che ho richiamato e sulla portualità (non soltanto di Portovesme) che rappresenta il volano per il prossimo futuro.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati due ordini del giorno.

(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno numero 1 e 2:

Ordine del giorno Diana Mario - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Sanna Giacomo - Cocco Daniele Secondo - Uras sulla situazione di Eurallumina Spa.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 158 sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari,

CONSIDERATO che:

- lo scorso 20 settembre 2011, la Regione, in attuazione della riunione tenutasi il 1° settembre 2011 alla presenza del Presidente della Regione, delle rappresentanze dell'Azienda, della Confindustria e delle organizzazioni sindacali, ha individuato il percorso finalizzato a consentire la realizzazione dei nuovi investimenti, il riavvio degli impianti e la ripresa dell'attività lavorativa per gli oltre 300 dipendenti attualmente in cassa integrazione in scadenza il prossimo 31 dicembre 2011;

- l'ipotesi di cui sopra è l'unica percorribile e attiene all'investimento per la costruzione della centrale vapore/energia realizzato da una Newco appositamente costituita, con capitale sociale pubblico/privato, e la contestuale richiesta di un aiuto individuale ad hoc alla Commissione europea;

- in questa ipotesi l'investimento per la centrale vapore/energia, stimato da Eurallumina Spa in euro 102 milioni (oltre IVA), sarebbe realizzato da una Newco pubblico/privata con partecipazione al capitale sociale di Eurallumina Spa/RUSAL (per il 75 per cento), e della Regione (per il 25 per cento) attraverso la SFIRS Spa (società in house della Regione);

- il piano finanziario prevederebbe, in aggiunta al reperimento di risorse dal mercato bancario, la concessione di un contributo in conto impianti superiore ai massimali di aiuto attualmente previsti dall'Unione europea per una grande impresa promotrice di un "grande progetto di investimento", quale quella in argomento, e per la quale è, pertanto, necessario procedere con la richiesta di un aiuto individuale notificato ad hoc alla Commissione europea;

- il quadro dei fabbisogni e delle fonti di finanziamento, fermo restando la necessaria autorizzazione europea, si articolerebbe come segue:

a) contributo in conto impianti per euro 36 milioni complessivi di cui:

- euro 20 milioni di provenienza RAS reperibili attraverso l'impegno a modificare la destinazione delle somme attualmente stanziate in favore della Provincia di Carbonia Iglesias e finalizzate alla "Infrastrutturazione area industriale Portovesme per il risparmio e l'efficientamento energetico delle imprese";

- euro 16 milioni di provenienza MISE attraverso lo strumento del Contratto di programma/sviluppo;

b) capitale sociale/mezzi propri della Newco per euro 30 milioni complessivi, di cui:

- euro 22,5 milioni a carico di Eurallumina/RUSAL, pari al 75 per cento;

- euro 7,5 milioni a carico di RAS/SFIRS Spa, pari al 25 per cento;

c) mezzi di terzi per euro 36 milioni che Eurallumina/RUSAL dovrà reperire sul mercato bancario;

- l'intervento, come sopra delineato, ricalca uno schema operativo prossimo a quello ipotizzato in occasione dell'incontro al MISE del 4 agosto 2010, connesso all'attuazione del protocollo di intesa sottoscritto il 23 marzo 2009;

- ai fini della realizzazione degli investimenti da parte di Eurallumina Spa risulta importante procedere alla rimodulazione del contratto di programma, già in essere, del 9 maggio 2009 (investimenti previsti per euro 113 milioni, investimenti già realizzati e rendicontati euro 76 milioni circa, contributo previsto euro 27 milioni, contributo erogato euro 18 milioni circa) per consentire la modifica del progetto inizialmente autorizzato e consistente nella "sostituzione" degli investimenti destinati all'incremento della capacità produttiva con quelli funzionali all'utilizzo di una tipologia differente di bauxite, nonché autorizzare la proroga, dal 2012 al 2014, dei tempi di realizzazione degli investimenti;

- a questo scopo Eurallumina Spa ha presentato, a dicembre 2010, un'apposita domanda al competente servizio del MISE ed è, tuttora, in attesa di un riscontro;

- la RUSAL con nota ufficiale trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alcuni mesi fa, ha confermato la volontà di riattivare la produzione nel sito di Portovesme;

- in ordine alle problematiche sul credito IVA e sulle restanti relative al rispetto degli impegni assunti dal Ministero dell'economia e delle finanze con la sottoscrizione del protocollo d'intesa del 27 marzo 2009, sono già state ripetutamente formalizzate le richieste della Regione, per avere una risposta in ordine alla proposta definita il 1° settembre 2011;

- il Ministero dello sviluppo economico ha da tempo tutti gli elementi per fornire le relative e opportune risposte in ordine all'individuazione del percorso che possa portare alla definizione della situazione Eurallumina, peraltro già condivisi nei numerosi incontri svoltisi dal 2010 ad oggi;

CONDIVISE le preoccupazioni per la complessa situazione della Eurallumina Spa e per il difficile momento che l'intero territorio del Sulcis Iglesiente sta attraversando, con il susseguirsi di eventi di forte protesta e disagio sociale, che nel caso di una mancata soluzione della situazione della Eurallumina Spa potrebbero degenerare in rilevanti manifestazioni di protesta generalizzata e incontrollabile;

CONDIVISA, altresì, l'improcrastinabile esigenza di chiedere la convocazione di un incontro urgente al Ministro dello sviluppo economico, anticipando la data proposta dal Ministero per il giorno 11 gennaio 2012, così come emersa in sede di incontri convocati dall'Assessore dell'industria del 13 dicembre 2012 e, da ultimo quello, in data odierna, al quale hanno partecipato sia il Presidente del Consiglio, con una rappresentanza dell'Assemblea regionale sia una rappresentanza di parlamentari sardi,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria

1) a chiedere un incontro urgente al Ministro dello sviluppo economico, anticipando la data proposta dal Ministero per il giorno 11 gennaio 2012, al fine di poter portare a conclusione il percorso già individuato e avviato da tempo, dall'Amministrazione regionale e dal MISE;

2) a predisporre in tempi brevi una norma che autorizzi la partecipazione della società in house SFIRS SpA alla Newco, finalizzata alla realizzazione della centrale vapore/energia. (1)

Ordine del giorno Uras - Diana Mario - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Sanna Giacomo - Cocco Daniele Secondo sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 158 sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento nelle attività di bonifica assegnate a IGEA per il ripristino ambientale dei siti ex minerari,

CONSIDERATO che:

- i predetti lavoratori sono sotto ammortizzatori sociali da circa tre anni e ormai ridotti alla sopravvivenza con un sussidio poco più alto di circa 500 euro mensili;

- si tratta di lavoratori che avrebbero maturato i requisiti professionali per l'inserimento nelle aziende che operano nel settore delle bonifiche;

- parte degli stessi lavoratori (n. 28) proviene dal sistema ex Emsa (Bariosarda e Miniera Iglesiente);

- tutti i lavoratori, pari a n. 56, sono stati finora impegnati nella attività di formazione ora in fase di conclusione;

- si tratta di situazioni di particolare drammaticità, perché inserite in un contesto sociale ed economico già particolarmente compromesso come quello del Sulcis, tra le zone più povere d'Italia;

- la Regione sta predisponendo l'intera attività, in ordine alle bonifiche, da realizzarsi nell'intero territorio regionale, con particolare esigenze proprio nella Provincia del Sulcis Iglesiente,

impegna la Giunta regionale

1) ad adottare, ove occorra, anche provvedimenti normativi in materia di ricollocazione del personale ex Rockwool;

2) a definire un eventuale reinserimento del suddetto personale in società partecipate e in house della Regione, previa verifica dei requisiti di assunzione, in quanto ex dipendenti assunti dal sistema ex EMSA, e dei rispettivi titoli professionali;

3) all'attivazione immediata dei percorsi di accompagnamento all'esodo per coloro in possesso dei previsti requisiti;

4) ad attivare il reinserimento in società private, in particolare in quelle operanti nel settore delle bonifiche;

5) a prevedere, nei prossimi bandi di finanziamento delle aziende dell'area di crisi di Portovesme, criteri di premialità per le stesse aziende partecipanti che scelgano di assumere personale in mobilità,

impegna, inoltre,

l'Assessore regionale dell'industria e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente ad attivare le necessarie interlocuzioni per la risoluzione definitiva della vertenza in argomento con i lavoratori interessati e le loro rappresentanze sindacali territoriali e di categoria. (2).)

PRESIDENTE. Ovviamente la mozione numero 158 si intende ritirata. Metto in votazione per primo l'ordine del giorno numero 2..

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole alla mozione e colgo l'occasione per sottolineare - ma questo riguarda in genere tutte le situazioni nelle quali insieme abbiamo dovuto affrontare il problema delle aziende industriali in crisi - il problema delle escursioni, dall'attività produttiva, di decine, centinaia, migliaia ormai di lavoratori sardi.

La soluzione che si prospetta è una soluzione ovviamente articolata e richiede un passaggio obbligatorio di confronto operativo organizzativo con la Giunta regionale, con gli Assessorati competenti in materia di ambiente e di industria e con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, perché quest'ordine del giorno avvia a soluzione, ma concretamente non può considerarsi la soluzione. C'è bisogno di atti successivi conseguenti alle indicazioni contenute nell'ordine del giorno, che rappresenta certamente un passo in avanti, soprattutto nei punti 1), 2), 3) e 4), laddove cioè prevede sia la disponibilità ad adottare provvedimenti normativi in materia di collocazione, sia la definizione dell'eventuale reinserimento del personale in società partecipate in house della Regione sia, infine, l'attivazione dei percorsi di accompagnamento all'esodo e di reinserimento in società operanti soprattutto nel settore delle bonifiche. Quest'ultimo, a nostro avviso, rimane l'ambito su cui è più utile investire non solo nel Sulcis, ma anche nelle altre aree industriali che, come ben sappiamo, sono state compromesse anche sotto il profilo ambientale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo del P.D. all'ordine del giorno e colgo anche l'occasione della presenza dell'Assessore dell'industria e degli altri Assessori, per dire che questo è solo uno degli interventi che poniamo in essere di fronte a una situazione drammatica.

Io non voglio essere portatore di pessimismo, però non posso non ricordare a noi tutti che il 2012 è previsto come un anno terribile per il mercato del lavoro. Se si avverassero le previsioni l'Italia potrebbe perdere circa 800 mila posti di lavoro, che corrisponderebbero in Sardegna a 24, 25 mila nuovi disoccupati, e non sappiamo se questo Paese avrà risorse per gli ammortizzatori sociali.

Io dico questo, assessore Zedda, per ricordarle, anche se so bene che non ne ha bisogno, che noi saremo sempre più soli ad affrontare situazioni come queste. Allora è probabile che noi dovremo pensare - e credo sia un tema che dovremmo porci anche nella manovra finanziaria, se arriveremo a discuterla - anche a strumenti integrativi a quelli nazionali, se in qualche misura vogliamo davvero fronteggiare la situazione drammatica che ci troveremo davanti nel prossimo anno.

Però, io voglio sottolineare un altro aspetto, assessore Zedda. Lei ha fatto bene, fa bene il Consiglio regionale, ha fatto bene la Giunta a predisporre quest'ordine del giorno a seguito della mozione presentata, primo firmatario il collega Uras, però c'è un grande assente anche in questa Regione, Assessore, ed è la politica industriale. Noi non possiamo continuare a muoverci soltanto per tamponare le situazioni drammatiche che, volta per volta, ci troviamo ad affrontare. E' necessaria probabilmente anche una sessione straordinaria per discutere del modello industriale che abbiamo in questa Regione, di come si possa salvare e, soprattutto, se è opportuno scommettere ancora sull'industria in Sardegna.

Io sono tra coloro che continuano a scommettere sull'industria, vorrei però che ci fosse da parte della Giunta regionale un ruolo attivo non soltanto nel momento in cui…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per sostenere il voto favorevole a quest'ordine del giorno che, relativamente al contenuto, va bene, le azioni concordate sono quelle delle quali abbiamo discusso in tutti gli incontri che abbiamo tenuto in questi anni. Non va dimenticato però, sarebbe sbagliato non dirlo, che anche nel maggio del 2009, esattamente tre anni fa, era stato presentato un ordine del giorno che conteneva determinati impegni per la Giunta. Tra questi voglio ricordare l'impegno di mantenere in vita…

(Interruzioni)

No, però, Presidente, così non va bene, non si può discutere così. Gradirei che l'Assessore mi ascoltasse invece di parlare al telefono.

Dicevo semplicemente che nel 2009, a seguito della presentazione di una mozione, era stato approvato un ordine del giorno che conteneva degli impegni precisi in base ai quali la Giunta e il Presidente della Regione in particolare dovevano provvedere a determinate attività mai poste in essere. Di fatto non solo non abbiamo impedito che una la fabbrica chiudesse gli stabilimenti e "scappasse" da un'altra parte, ma abbiamo fatto in modo che per tre anni 60 lavoratori rimanessero sopra un ponte, chiusi in una tenda, e adesso in una galleria della zona di Iglesias.

Ora, gli impegni presi sono particolarmente importanti, sono quelli sui quali abbiamo puntato da diverso tempo. Vorremmo avere certezza che questi impegni fossero mantenuti. D'altro canto le premesse scritte nell'ordine del giorno ci sono tutte, considerato che si tratta di lavoratori che provengono tutti dalle miniere, dall'attività mineraria. Magari occorrerà prevedere nei prossimi giorni un incontro, anche per capire i tempi di inserimento nel mondo del lavoro di questi lavoratori, perché scrivere che saranno impegnati alcuni in Igea, alcuni magari a Portovesme, sperando che Portovesme possa ripartire, è abbastanza generico.

Occorre in tempi rapidi un incontro più dettagliato per avere un'idea precisa di che cosa sottoscrivere in quell'accordo se vogliamo procedere nella giusta direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Dichiaro il voto favorevole mio e del Gruppo dei Riformatori, e pur tuttavia devo riscontrare, ancora una volta, che stiamo approvando il solito ordine del giorno. Io credo sia giustissimo, necessario, doveroso, impegnarsi per chi ha perso il posto di lavoro e si trova in una condizione come quella che vivono questi lavoratori nel Sulcis ma, come ha ricordato l'onorevole Giampaolo Diana, non bisogna dimenticare che manca una prospettiva di sviluppo industriale e che quindi, anche su questo, occorre lavorare. In particolare io ritengo che sia da rivedere l'intero indirizzo di sviluppo della Regione Sardegna; credo che, così come tutti i Gruppi si sono trovati concordi nel sostenere questa iniziativa, sia arrivata l'ora perché tutti i Gruppi vengano a trovarsi d'accordo su quattro, cinque punti importanti per la nostra Sardegna. Il Consiglio deve fare un salto di qualità; è necessario uno necessario uno scatto di reni anche nei confronti del Governo. Su questa strada io credo che dovremmo ricercare l'unitarietà del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Dichiaro il voto favorevole all'ordine del giorno e ne approfitto per esprimere alcune considerazioni cogliendo l'occasione dal fatto che si accarezzi l'idea di stabilizzazione dei lavoratori in virtù delle qualifiche acquisite durante i corsi nell'ambito delle bonifiche degli ambienti ex minerari.

Io voglio ricordare alla Giunta, e all'assessore dell'ambiente in particolare, che le aree minerarie del Sulcis Iglesiente sono contenute nel dispositivo ministeriale numero 468 sul programma nazionale delle bonifiche. Ancora oggi, infatti, noi con buona volontà stiamo investendo in bonifiche tra virgolette, perché da 12 anni non riusciamo a bonificare un metro quadro delle aree minerarie del Sulcis Iglesiente che, nella previsione di questo decreto ministeriale, avrebbero dovuto impegnare maestranze per oltre 20 anni sino alla completa bonifica. Questa potrebbe essere una risorsa importante se riuscissimo ad invertire la tendenza a continuare a intervenire con risorse regionali. Considerata, infatti, la ristrettezza di queste ultime, forse è bene rifarci all'impegno assunto dallo Stato nei confronti delle aree minerarie e quindi ridiscutere l'accordo per evitare che anche tutti i lavoratori del Geoparco vengano mantenuti al lavoro grazie alle risorse regionali.

Io credo che occorra rivedere con decisione non solo quell'intesa che firmammo quando si costituì il parco geominerario, ma anche il parco geominerario come organo, e quindi ente nazionale, che può attingere a fondi europei direttamente, senza dover fare capo ai fondi regionali. Voglio ricordare, inoltre, che il decreto ministeriale del 18 settembre 2001, numero 468, ci aveva messo a disposizione 69 miliardi che ancora non abbiamo speso a causa del dualismo, che penso l'Assessore conosca bene, tra IGEA, titolare del patrimonio, e Geoparco, chiamata a fare bonifiche che non può fare perché dovrebbe intervenire in ambito di proprietà IGEA, società per azioni.

Solo se questo problema verrà risolto riusciremmo a stabilizzare questi lavoratori nelle imprese che poi utilizzeranno gli ambiti ricostruiti e risanati; solo così si apriranno delle prospettive. Pertanto invito la Giunta a riflettere e a riaffrontare questo tema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Io francamente voterò contro questo ordine del giorno, perché voglio rimanere fuori dalla politica degli impegni, virtuale, dalla politica futurista delle promesse e delle premesse. Aggiungo che saper snervare la carne presuppone non soltanto forchetta e coltello adatti all'occasione, ma carne e non fagioli nel piatto. E anche quando il fagiolo galleggia nella scodella non deve essere succhiato dal labbro, ma agguantato discretamente per non disturbare gli altri commensali. Ed è per questa ragione, attraverso questa metafora, che voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, utilizzerò questi tre minuti per alcune integrazioni a quanto esposto precedentemente.

Intanto spiace che i colleghi, in particolar modo mi riferisco all'onorevole Diana, non abbiano potuto apprezzare l'impegno che la Giunta sta ponendo in campo soprattutto per i grandi progetti industriali. Mi riferisco al tavolo della chimica verde, su cui forse l'onorevole Oppi a breve potrà fornire più notizie di me, al progetto Sulcis per lo stoccaggio della CO2, che riteniamo sia un progetto fondamentale per il rilancio dell'intero territorio, e soprattutto alle attività che stiamo ponendo in essere per la riattivazione e il rilancio di aziende (potrei citare la Keller, come le aziende della zona di Ottana, come le stesse aziende del Sulcis e dell'area di Porto Torres di cui speriamo di poter dare a breve delle notizie positive).

L'attività della Giunta e del Presidente in prima persona è veramente continua nel caso di aziende che non ci sono più, come l'ex Rockwool, nei cui confronti la Regione si è trovata a operare in assoluta solitudine.

Volevo giusto fare queste precisazioni non di certo per trasmettere ottimismo, ma sicuramente per trasmettere un po' di realismo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Milia, Sanna Paolo e Soru hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Planetta.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 68

maggioranza 35

favorevoli 66

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Comunico che la parte successiva alle parole "il Consiglio regionale, a conclusione della discussione della mozione numero 158 sulla pesante situazione occupazionale del Sulcis Iglesiente" viene cassata non avendo alcuna attinenza con l'ordine del giorno in votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, spero stavolta di non ingenerare equivoci. Noi voteremo a favore di quest'ordine del giorno. Io intervengo soltanto, ripeto, oltre che per esprimere il voto favorevole, per valorizzare il punto 2) del dispositivo finale che è, assessore Zedda, in linea con quanto dicevo riguardo all'altro ordine del giorno.

Io guardo con favore al punto 2) del dispositivo di quest'ordine del giorno perché può essere uno strumento importante, almeno in fase di accompagnamento, per far nascere attività industriali di cui abbiamo un forte bisogno. Io nel valorizzare il punto 2) spero in una futura memoria della Giunta affinché lo utilizzi anche in casi analoghi. Per quanto ci riguarda non mancheremo di far notare questo precedente perché ritengo sia un precedente importante per consolidare soprattutto i fattori di una politica industriale.

Attraverso la Newco, infatti, si interviene sui fattori della produzione, e i fattori della produzione in Sardegna sappiamo che costituiscono una diseconomia. Allora, siccome siamo di fronte a un governo della Regione che in questi due anni e mezzo, perdonatemi questo appunto critico (forse l'assessore Zedda ha fatto anche parecchio, non lo metto in dubbio) relativamente ai fattori della produzione non ha prodotto nulla, questo è un passo importante. E' un esempio che potrebbe essere seguito anche in futuro. Spero che ci sia la stessa disponibilità anche in futuro da parte della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, considerata la situazione non utilizzerò e non potrò utilizzare tutti i minuti a disposizione, però credo che sia doveroso pronunciare due parole su questo argomento.

Intanto devo precisare che in questa vertenza - parola che vorrei evitare ma che comunque forse è più comprensibile a tutti - c'è stato veramente il coinvolgimento di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni oltre che, ovviamente, delle parti interessate, quindi l'azienda, i lavoratori e i sindacati.

Credo comunque che l'Eurallumina rappresenti per il Sulcis veramente l'azienda su cui si è deciso di dover investire per quanto riguarda la ripresa della produzione. Vorrei ricordare che tra diretti e indotto interessa circa 1000 lavoratori, e che con la legge numero 5 del 2009 sono stati destinati 20 milioni per l'infrastrutturazione del Sulcis. Pertanto, di comune accordo, anche con il coinvolgimento delle amministrazioni locali e della provincia, si è deciso proprio di realizzare insieme questo percorso per poter addivenire ad una rapida soluzione per la ripresa della società Eurallumina.

Devo anche aggiungere che il percorso sarà difficile, però in questo caso la Regione credo che abbia dato dimostrazione di chiarezza e, soprattutto, di avere le idee precise su come affrontare questa situazione. Dico anche che la Regione, attraverso la SFIRS, parteciperà al capitale della Newco, ma questa sarà una decisione esclusivamente del Consiglio regionale. Infatti la proposta dovrà essere vagliata dallo stesso Consiglio, e credo che questo sia corretto, perché in questo momento noi abbiamo un'azienda che, come sapete, è legata a una multinazionale, la Rusal, russa, che continua a sostenere di voler continuare l'attività nel territorio del Sulcis, pur essendo assalita da numerose problematiche sulle quali, peraltro, la Regione sta facendo la sua parte.

In questo momento serve assolutamente un'azione incisiva affinché il Ministero possa forniredue tipi di risposte fondamentali: la prima quella che riguarda la revisione del contratto di programma e quindi attraverso la rimodulazione...

PRESIDENTE. Assessore Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Intervengo per esprimere il parere favorevole a quest'ordine del giorno e per pronunciare alcune osservazioni delle quali ha dato conto in parte l'Assessore.

Stamattina c'è stato un incontro al quale ha partecipato anche una delegazione dei consiglieri regionali, in particolare del territorio, e alcuni parlamentari della Sardegna. La vertenza Eurallumina, Assessore, è anche l'emblema della questione industriale che ha impegnato questa Giunta regionale dal 2009 ad oggi perché, se ricordiamo bene, è da tre anni a questa parte che si è cominciato a dire che il problema dell'Euroallumina sarebbe stato risolto immediatamente. Di fatto, però, non è andata così.

Ora noi stiamo dicendo che occorre trovare il modo di utilizzare i fondi che arrivano dalla legge nazionale numero 5 del 2009, i fondi destinati all'infrastrutturazione della Sardegna: 100 milioni di euro dei quali 20 milioni destinati al Sulcis Iglesiente. Questi 20 milioni vengono quindi messi a disposizione per riaprire Eurallumina, riapertura della quale abbiamo discusso già da tempo e già molti mesi fa abbiamo detto che la strada da percorrere era la costituzione di una Newco partecipata dalla Regione Sardegna attraverso la SFIRS.

Il problema, infatti, era quello di riuscire a inserirci in una vicenda abbastanza complicata della quale tanto abbiamo parlato in tanti mesi e in tanti anni di lavoro senza incorrere in censure da parte della Commissione europea per violazione della concorrenza. Ora l'ordine del giorno così scritto va bene; anche su questo, infatti, vale il ragionamento che ho fatto per l'ordine del giorno della Rockwool, è la strada che secondo me deve essere seguita anche perché l'amministrazione provinciale, d'accordo con gli enti locali del territorio, ha fatto in modo che queste risorse potessero essere irrobustite dalla partecipazione diretta, dai fonddi destinati alla provincia per l'infrastrutturazione di quell'area.

Si stanno operando scelte precise, si sta dicendo che l'Eurallumina è una questione importante sulla quale si punta perché - e questo mi aspettavo che l'Assessore dicesse - la metallurgia in Sardegna possa riprendere piede, possa ripartire nel suo insieme. Le vertenze, infatti, non vanno affrontate esclusivamente dicendo: "mettiamo un tappo qua e un altro di là", occorre un piano industriale di ripresa economica, ed è questo che si sta dicendo.

Che tipo di sviluppo industriale è necessario per la Sardegna? La metallurgia ha un significato e l'Eurallumina è un pezzo importante di questo settore, per cui quanto scritto nell'ordine del giorno va assolutamente bene, però ribadisco Assessore, deve essere presentata ancora la lettera all'Unione europea per chiedere che tutto proceda in questa direzione. Poteva essere fatto molto mesi fa, lo stiamo facendo oggi, però bisogna farlo, ancora non è stato fatto. Domani mattina la richiesta va presentata.

Oltre all'incontro al ministero dell'11 al quale io credo saremo chiamati a partecipare anche come delegazione del territorio...

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole e perché non sono riuscito a trattenermi dall'intervenire davanti alla sua esposizione, Assessore, in cui ci ricordava che questo testo che stiamo approvando oggi è la risultante dello sforzo di tante parti. E' vero: c'è anche lo sforzo del presidente Berlusconi che venne in Sardegna per telefonare a Putin e assicurarci che da lì a due settimane avrebbe aperto la fabbrica.

Quindi immagino che oggi stiamo facendo questo in ottemperanza anche agli sforzi del presidente Putin e su sua indicazione. Apriamo questa fabbrica, o meglio autorizziamo la partecipazione della SFIRS al capitale della Newco che costruirà la centrale integrata capace di produrre energia e vapore. Era la soluzione di cui si parlava anche quattro anni fa e non capisco perché siano trascorsi tre anni invano. Forse Putin se ne era dimenticato e forse anche il presidente Berlusconi ha trascurato di occuparsene.

Mi domando, inoltre, come mai ci siano voluti tre anni per firmare l'accordo di programma che venne siglato da me nel 2008 con la Portovesme Srl e siamo dovuti arrivare ad oggi per essere sicuri che effettivamente quell'impianto venga realizzato. Così come non capisco perché ci siano voluti quasi tre anni per vedere riconosciuto un diritto, che i lavoratori ex EMSA hanno avuto riconosciuto in altre occasioni in questa Regione, e cioè quello di vedersi riassicurato un posto di lavoro laddove le cosiddette privatizzazioni della Regione sarda a seguito dell'EMSA non sono andate a buon fine.

Ci sono voluti tre anni, le affermazioni che ho sentito sono effettivamente fuori tono e non condivido nemmeno i suoi ragionamenti, onorevole Oppi, ma avremo altre occasioni per parlare di quei 112 milioni.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Rassu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Piras - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 63

maggioranza 32

favorevoli 60

contrari 3

(Il Consiglio approva).

Discussione generale del testo unificato: "Riforma della legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'Amministrazione regionale)". (304-328/A) della proposta di legge Steri - Diana Mario: "Disposizioni in tema di integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'Amministrazione regionale. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'Amministrazione regionale), e successive modifiche e integrazioni" (304) e del disegno di legge: "Riforma della disciplina in materia di prestazioni integrative del trattamento di quiescenza e norme per l'erogazione del trattamento di fine rapporto. Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un Fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dell'Amministrazione regionale)". (328)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato della proposta di legge numero 304 e del disegno di legge numero 328.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. L'esigenza di procedere con urgenza all'esame di questo testo unificato discende dall'approvazione, con la legge regionale numero 16 del 2011, dell'articolo 12, che aveva previsto la cristallizzazione del sistema del FITQ.

Questa norma originariamente doveva immediatamente entrare in vigore, poi, invece, con legge regionale numero 20 del 2011, si decise di differirne l'efficacia al 31 dicembre 2011. Segnalo subito che, a seguito dell'approvazione della legge numero 20, la Giunta ha ritenuto necessario procedere (sul presupposto che entrasse in vigore il 1 gennaio) a dotare gli uffici competenti della necessaria provvista finanziaria, provvedendo, all'articolo 4 comma 26 della legge finanziaria regionale, una spesa annuale di 28 milioni di euro e di 9.360.000 euro. Queste cifre ovviamente dovranno essere fortemente ridotte qualora questa legge venisse approvata . Ma il problema del FITQ qual è?

Noi, al 31 dicembre 2011, abbiamo 3077 pensionati, che comportano una spesa media di 17.800.000 euro per quanto riguarda il pagamento dell'assegno integrativo, con una curva in crescita e una media annuale di 5 milioni all'anno per quanto concerne il pagamento del TFR. A fronte di queste uscite noi abbiamo entrate ordinarie, garantite dai 3850 iscritti e dal contributo del 7,50 che paga normalmente la Regione, di 16.500.000 euro. In più ci sono: entrate straordinarie pari a 3 milioni di euro, che vengono regolarmente pagati ogni anno dalla Regione a titolo di riequilibrio; un'altra entrata straordinaria (che è valida sino al 2015) di 2.400.000 euro per quanto riguarda il personale ex Abbanoa; un'entrata a regime di 440.000 euro per quanto riguarda il personale degli ex enti turistici. Ovviamente ho dato le cifre per approssimazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue STERI.). Sostanzialmente, a fronte di una spesa quale quella che ho citato, abbiamo entrate pari a 22.340.000 euro. Per cui, considerando tutte le entrate straordinarie che già garantisce la Regione, per assicurare l'equilibrio occorre integrare annualmente questi trasferimenti con un altro milione e mezzo. Da qui l'esigenza di intervenire sulla disciplina della legge numero 15 per porre rimedio a questa situazione.

Quali le cause che hanno determinato questa situazione di deficit e di squilibrio tra entrate e uscite del FITQ? Intanto un vizio d'origine: già al momento della sua entrata in vigore, infatti, vi era un grosso problema di equilibrio dovuto all'utilizzo del sistema retributivo puro, che faceva sì che le prestazioni che venivano erogate facessero riferimento all'ultima retribuzione lorda. Ma a fronte di questo squilibrio genetico (probabilmente non molto sentito nel 65, ma che col tempo si è acuito) vi sono numerose altre disposizioni di legge che hanno aggravato questa situazione. Ne cito alcune.

1) Gli articoli 24 e 25 della stessa legge numero 15, in forza dei quali tutto il personale che era stato assunto transitando dallo Stato è stato iscritto al FITQ, con il riconoscimento di tutta l'anzianità pregressa non prestata presso la Regione.

2) La legge numero 18 del 1971 e il problema del trasferimento alla Regione del personale dell'ispettorato agrario del corpo forestale. Questa norma di legge ha portato a un deficit di 151 miliardi, pari a 79 milioni di euro.

3) La legge numero 6 del 2000, relativa al personale degli enti soppressi che è stato trasferito con una serie di norme di attuazione alla Regione sarda. In questo caso, a fronte di una previsione di 1 milione di entrate, le spese sono state calcolate in 34.400.000 di euro, quindi con uno sbilancio di 33.400.000 euro.

4) La legge regionale numero 10 del 2005, per quanto riguarda il personale ex ESAF, che era iscritto al FIP, ed è stato iscritto al FITQ, anche qui con una serie di riconoscimenti. Anche in questo caso le entrate sono risultate inferiori alle uscite, ma, non solo, la situazione di crisi di Abbanoa ha fatto sì che il FITQ vantasse e vanti nei confronti di Abbanoa un credito di 4 milioni di euro.

5) La legge regionale numero 4 del 2006, con la quale si è proceduto ad alcuni riconoscimenti di carriera in favore di personale (301 dipendenti, di cui alcuni anche già in quiescenza) che a fronte di una copertura finanziaria di 200.000 euro ha comportato uscite di 10.935.000 euro per l'assegno integrativo e di 1.720.000 per il TFR.

Ma, al di là di questi squilibri, che sono responsabilità del legislatore, vi sono anche altri squilibri determinati da altri fattori. Basti pensare a quando noi abbiamo previsto i vari passaggi e i vari inquadramenti e, negli anni 1986 e seguenti, abbiamo introdotto la qualifica dirigenziale. In quella occasione si è verificato che una serie di persone, peraltro professionalmente preparate, in precedenza inquadrate in qualifica settima e ottava, sono state inquadrate in qualifica dirigenziale, hanno versato i contributi in relazione alla qualifica dirigenziale per uno o due anni (perché la gran parte di questi dirigenti sono stati dopo un paio di anni collocati in pensione) e hanno avuto TFR e assegno integrativo calcolati sulla base dell'ultima retribuzione percepita, ancorché i contributi versati fossero riferiti ad una retribuzione ben inferiore.

In minimi termini questo problema si è poi sentito quando si è proceduto al concorso riservato con il quale sono stati inquadrati nella qualifica dirigenziale altri 75 dirigenti. Il 10 per cento di questi dirigenti è andato in pensione dopo poco tempo e un altro 15-20 per cento è previsto che vada in pensione a brevissimo. Ma potrei continuare ad enumerare tutta una serie di fenomeni che hanno determinato il forte squilibrio del FITQ a cui siamo stati chiamati a tentare di porre riparo.

In questa situazione, dopo l'approvazione, ricordo a scrutinio segreto, dell'emendamento che cristallizzava le prestazioni del FITQ alla data dell'agosto 2011, sono stati presentati una proposta di legge e un disegno di legge della Giunta regionale. Queste due proposte sono state esaminate dalla Commissione ed unificate in un unico testo con delle modifiche. Il disegno di legge della Giunta prevedeva il mantenimento in vita del FITQ anche per i nuovi iscritti, ma ridisciplinando le modalità con cui dovevano essere corrisposti i vari TFR e assegni integrativi. La proposta di legge invece aveva un'impostazione leggermente differente, perché prevedeva la chiusura immediata del FITQ e la creazione di un fondo, nel quale avrebbe dovuto transitare tutto il personale dipendente e i nuovi iscritti, in conformità alla normativa regionale.

Anche la disciplina dell'assegno integrativo si differenziava leggermente da quella della Giunta regionale, perché la proposta di legge, ricalcando la riforma Dini del '95, per il pregresso prevedeva un regime differente a seconda che i dipendenti avessero o meno 18 anni di anzianità contributiva al 95, a seconda, quindi, che avessero mantenuto il retributivo, fossero in regime misto, o fossero completamente nel regime contributivo.

La scelta della Commissione - e qua devo dare atto che la Commissione ha lavorato con la collaborazione e con l'accordo di tutte le componenti presenti, e con una fortissima collaborazione della Giunta regionale che ci ha fornito anche tutta una serie di grafici e di proiezioni molto analitiche - parte invece dal presupposto che il FITQ cessi al 31 dicembre 2011, nel senso che dal 1 gennaio 2012 nessun dipendente potrà essere più iscritto al FITQ. E' stato quindi dato mandato alla Giunta regionale di prevedere l'adesione ai fondi nazionali che sono stati creati (uno è il fondo Perseo, ma ce ne sono diversi) ed è stata lasciata alla volontà del dipendente l'accettazione dell'iscrizione o meno a questi fondi. Qualora il dipendente non accettasse l'iscrizione a uno di questi fondi, ai fini del TFR verrebbe iscritto d'ufficio alla gestione Inpdap, ciò per evitare che si alimentino ulteriori posizioni all'interno del FITQ che andrà ad esaurimento finché non chiuderà tutte le posizioni pendenti.

Per quanto riguarda poi i dipendenti iscritti al FITQ, è previsto che dal 1 gennaio 2012, in conformità anche a quanto disposto dal recente decreto legge Monti, ad essi si applichi il sistema contributivo pro rata. Le prestazioni, sono state ridisciplinate e riviste mantenendo il regime retributivo, ancorché riscritto e riformato. La Commissione ha sposato queste proposte e gli emendamenti presentati dalla Giunta regionale sono stati integralmente accettati.

Il risultato di questa operazione è, stando a tutti grafici e a tutti i calcoli che ci ha presentato la Giunta regionale, una riduzione, in prospettiva, di circa 10 milioni di spesa all'anno. Faccio un esempio: per quanto riguarda la spesa per i dirigenti che andranno in pensione con un'anzianità maturata dal 1986 al 2020 è previsto, col nuovo sistema, un risparmio del 12,93 per cento; per quanto riguarda la spesa per coloro che andranno in pensione con un'anzianità maturata dal 1996 al 2030 è previsto un risparmio del 41,40 per cento; per quanto riguarda, infine, la spesa per i dirigenti che andranno in pensione con un'anzianità maturata dal 2006 al 2040 è previsto un risparmio del 61,52 per cento. Sono calcoli effettuati senza tener conto dell'allungamento dell'età per il pensionamento introdotta dal decreto Monti.

Potrei proseguire leggendo tutti i dati però preferisco fare rinvio a quanto ha analiticamente, e con tutta una serie di grafici, prodotto la Giunta regionale per dimostrarci che queste norme che la Commissione ha approvato e che la Giunta ha proposto sono delle norme che producono a regime un risparmio.

Sono state anche disciplinate le prestazioni facoltative. C'è stata una prestazione facoltativa che è stata soppressa perché il decreto Monti, come sapete, ha cancellato l'istituto della causa di servizio e il riconoscimento dell'equo indennizzo, quindi non ci potranno più essere le pensioni privilegiate. Si è provveduto poi ad introdurre una norma sulla omogeneizzazione dei comparti perché vi erano delle forti differenze. Pensate che all'interno di AGRIS, in cui sono confluiti diversi enti, la percentuale a carico dell'ente variava, in un caso al 7,5, in un altro caso al 5, in un altro caso ancora al 7, a seconda dell'ente di provenienza, per cui non solo tra Regione ed enti ma all'interno dello stesso ente vi erano differenze.

Peraltro questo è stato fatto con una cautela: si è ritenuto di mantenere ferme le percentuali che venivano corrisposte in base alla legge numero15, per cui vi è un onere del 5 per cento a carico del dipendente e uno del 7,5 per cento a carico della Regione. Ma attenzione, queste non sono percentuali fisse, sono percentuali minime che potranno essere e dovranno essere modificate con i contratti collettivi. Va da se che nel momento in cui si dovesse, per esempio, aderire al fondo Sirio, in cui la percentuale a carico della Pubblica amministrazione è dell'1 per cento, anche nel restante comparto la percentuale a carico dell'amministrazione dovrà essere adeguata.

Inoltre, per consentire di verificare con calma i meccanismi di adeguamento, è stato previsto che dovrà essere la Giunta regionale, con una propria delibera, a determinare le modalità e tempi di questo adeguamento che ben potranno coincidere anche con il contratto collettivo. Per cui, ove la scelta dei lavoratori fosse quella di mantenere percentuali anche notevolmente più elevate questo è un risultato raggiungibile.

Ho cercato brevemente di riassumere la storia che ci ha portato a questa norma di legge. Ho letto i dati che la Giunta ci ha fornito: in base a calcoli e proiezioni questa è una norma di legge che consentirà, quando entrerà a regime, un forte risparmio economico. Sicuramente il legislatore deve prestare più attenzione quando introduce norme di legge che comportano spese ingenti a fronte (richiamavo la legge del 2006 che prevedeva solo una copertura di 200 mila euro) di cifre di copertura irrisorie. Sicuramente l'esigenza di rispettare la parità di bilancio ci richiama, non solo in questi casi ma in tutti i casi, ad una maggior prudenza e ad una maggiore attenzione.

La situazione di crisi in cui versiamo ha reso indifferibile questo intervento; forse sarebbe stato opportuno intervenire già negli anni '90-'93, quando le indennità dirigenziali, le indennità di coordinamento di settore vennero considerate utili ai fini del calcolo delle prestazioni erogate dal FITQ. Va da sé, infatti, che, essendo applicabile il sistema retributivo puro, questa sia stata un'altra causa che ha determinato lo sfondamento dei conti del FITQ.

Detto questo, io ritengo comunque di dover ribadire che, aldilà di questa legge che non ha nessun intento punitivo, vi è una elevata stima della professionalità e dell'attività che viene garantita dall'apparato amministrativo. Le lamentele che frequentemente si levano derivano, verosimilmente, al di là delle eccezioni che ovunque ci sono, dalla circostanza che il sistema legislativo è tale da creare una macchina burocratica elefantiaca che non consente di rispondere con la dovuta tempestività a tutte le istanze e a tutte le necessità che vengono avanzate. Anche sotto questo profilo la riforma della legge numero 31 è quanto mai urgente.

Auspico che la Commissione, non appena avrà provveduto a esaminare le norme sulla riforma statutaria e elettorale, possa prendere in esame anche la riforma della legge numero 31.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Sarei tentato davvero di non intervenire, perché questo è un argomento che personalmente ho già affrontato due volte, subendo anche l'ira di gran parte, per non dire della totalità, dei dipendenti della Regione, in particolare dei loro sindacati. Mi sono trovato in contrasto anche con la Giunta e in particolare con l'assessore Floris, nei cui confronti ho più volte espresso pubblicamente massima stima.

Però credo che, per quanto l'Aula ancora una volta si dimostri su questo argomento totalmente distratta, dovremmo far mente locale perché proprio la distrazione, la sciatteria - consentitemi di dirlo - della classe politica ha portato ad una situazione come questa. Una situazione in cui per anni, dal '65 ad oggi, alcuni consiglieri regionali più attenti (però completamente in malafede) hanno usato il loro potere per concedere senza badare a spese, forti del fatto che mancava negli altri colleghi quella attenzione che gli argomenti che venivano trattati (tutti gli argomenti che vengono trattati, ma in particolare quelli riguardano i soldi della collettività) avrebbero richiesto.

Grazie alla votazione a scrutinio segreto (che molti criticano e che viene spesso giudicata una aberrazione della democrazia) è stato possibile, di fatto, portare alla luce, sbattere in faccia alla classe politica che sta governando adesso, un problema che altrimenti, per sciatteria, sarebbe rimasto trascurato e che francamente, ribadisco, credo si possa davvero risolvere molto rapidamente, una volta che si è preso coscienza di quello che è successo(e che sarebbe continuato a succedere) in tutti questi anni .

Certo, per risolvere questo problema dobbiamo tutti prestare un attimo di attenzione (poca attenzione) a quello che è il nostro dovere, cioè quello di rispondere realmente alla collettività dei sardi e non cercare di acquisire consenso attraverso la possibilità di approvare delle leggi, o di modificare delle leggi, per elargire dei regali a piccoli settori della nostra società, sperando di ricavarne dei vantaggi elettorali. Ecco la malafede, ecco la sciatteria di chi non si oppone a questa pratica!

E allora, rapidamente vi dico - una parte delle cose le ha già ricordate egregiamente il relatore - che non è vero che il Consiglio non si è mai interessato del FITQ: altroché se se n'è interessato! L'ha ricordato il relatore: l'ha fatto nel 2006 (quindi non agli albori della Regione, non nel '65 o nel '66) con la legge regionale n. 4 dell'11 maggio 2006 che, in maniera quasi provocatoria, recita nel titolo "legge per la riqualificazione della spesa e per le politiche sociali e di sviluppo".

Il comma 35 dell'articolo 20 prevede che al personale cessato dal servizio nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2004 - quindi sono cinque anni interi - che rientri (o meglio che rientrasse perché sono già andati in pensione, alcuni già da cinque anni) nei parametri di cui all'accordo contrattuale per le progressioni professionali sottoscritto nel giugno 2005 (si trattava per alcuni di un accordo sottoscritto ben cinque anni dopo il loro collocamento in quiescenza), venga riconosciuto ai fini economici il livello economico superiore a quello di appartenenza, cioè a quello con cui sono andati in pensione, a decorrere dal primo giorno del mese antecedente la data di collocamento in quiescenza.

L'Aula avrà pensato "va beh, dai, gli stiamo dando qualche soldino, qualcosa in più, gli stiamo riconoscendo un mese di anzianità in più in un livello superiore", tant'è che il legislatore aveva previsto, a copertura finanziaria di questa norma per il 2006, la somma di 200 mila euro. Sta di fatto che questo passaggio, di persone che erano già in pensione, ad un livello retributivo che è stato riconosciuto solo dopo cinque anni nel contratto collettivo, è costato la bellezza di 10 milioni e 935 mila euro, perché l'assegno integrativo si calcolava sulla base dell'ultimo stipendio goduto, magari solo per un mese, magari solo per un giorno.

Quel regalino che sembrava una fesseria è costato 10 milioni alla collettività. Chi l'ha fatto quel regalino? L'ha fatto la classe politica, e l'ha fatto alla bellezza di 301 dipendenti. Magari qualcuno ha pensato: "sono 301 famiglie che mi votano". Però sono anche 301 famiglie che si stanno prendendo i soldi dei sardi. E non è colpa dei dipendenti, non ce l'ho con i dipendenti, ce l'ho con una classe politica vergognosa!

E che il sistema retributivo porti a queste anomalie ce lo dicono i dati: i dirigenti, cioè quelli che vanno in pensione con lo stipendio più alto, con 2588 assegni integrativi di pensione che sono stati distribuiti ad agosto 2011, rappresentano il 17 per cento del totale che riceve questo assegno, però rappresentano ben il 26 per cento della spesa. Cioè, siccome sono andati in pensione, magari anche solo per un giorno, con uno stipendio molto alto, ricevono un assegno integrativo che vale esattamente il doppio della loro presenza all'interno del monte pensionati del FITQ.

Così per quanto riguarda la categoria D che, a fronte di un 31 per cento di presenze, rappresenta il 36 per cento della spesa, mentre le categorie inferiori, quelle che vanno in pensione con lo stipendio più basso, la categoria B ad esempio, a fronte del 29 per cento di presenze nel monte pensionati, rappresenta solo il 20 per cento della spesa. Ebbene, questo è il fondo che viene difeso come un diritto acquisito, come una conquista di libertà e di democrazia, un fondo che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Le categorie inferiori sono quelle che prendono meno e le categorie superiori sono quelle che prendono di più.

Qualcuno dirà " sì, ma sono anche quelle che versano di più", e allora vediamo - con questo chiudo, Presidente, perché vedo che l'Aula è già annoiata - vediamo quanto versano (prendo sempre il dato di agosto 2011): la spesa per gli assegni integrativi (non sto parlando di TFR, cioè di liquidazioni, per usare il termine che tutti conosciamo), per erogare quei 2588 assegni integrativi è pari a 1 milione 303 mila 562 euro, arrotondando 1 milione e 300 mila euro. Quanto ha incassato il Fondo in quel mese? Il Fondo in quel mese di fatto ha incassato, tra quote versate dalla Regione (quote ufficiali, previste dalla legge del '65) e contributi dei dipendenti, 1 milione e 28 mila euro.

Quindi esiste già uno squilibrio in partenza, che colpisce subito, tra quote in uscita e quote in entrata, di oltre 300 mila euro. Però, attenzione, in quel milione che è entrato, più della metà è quota che va accantonata per il TFR, quindi di fatto lo squilibrio, solo nel mese di agosto 2011, e di oltre 800 mila euro. E' uno squilibrio che pesa sulla collettività: si toglie ai poveri per dare ai ricchi! Ebbene, credo che se questa volta non ci mettiamo mano davvero, siamo davvero criminali e colpevoli.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 18 e 58.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni e dell'interpellanza annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'accordo sottoscritto dalla Regione che avrebbe portato alla rinuncia di 340 milioni di fondi europei (POR 2007-2013), fondi oggi necessari alla nostra economia in gravissima crisi.

La sottoscritta,

PREMESSO che apprendiamo dalla stampa dell'accordo sottoscritto dalla Regione Sardegna che avrebbe portato alla rinuncia di 340 milioni di fondi europei (POR 2007-2013);

CONSIDERATO che questi fondi, sicuramente, oggi sarebbero stati necessari alla nostra economia in gravissima crisi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) se questi fatti pubblicati dalla stampa siano reali;

2) se sia a conoscenza dei fatti sopracitati;

3) che cosa eventualmente gli uffici preposti abbiano fatto per rimediare a questo danno subito dalla nostra collettività e dalla nostra economia;

4) se, in questo caso, siano state accertate le responsabilità politiche e tecniche di questa scelta;

5) se eventualmente siano stati presi provvedimenti per individuare le responsabilità, anche personali, di chi avrebbe voluto, avvallato, firmato e autorizzato quest'ennesimo misfatto ai danni dei sardi. (752)

Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi conseguenze che il blocco delle esportazioni dei prodotti a base di carne suina sta causando alle aziende sane e certificate.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- i nuovi focolai di peste suina africana registrati nel territorio sardo hanno portato al blocco delle esportazioni dei prodotti a base di carne di suino;

- tale decisione sta mettendo in ginocchio l'intero comparto suinicolo e soprattutto sta causando il fallimento di numerose aziende virtuose che hanno investito nella tutela dei loro allevamenti ma che ora sono in quarantena poiché si trovano a qualche chilometro dal punto in cui è scoppiato il focolaio;

- la peste suina dalla fine degli anni 70 ad oggi compare periodicamente in Sardegna, causando notevoli danni non solo economici, ma anche di immagine;

CONSIDERATO che una delle cause principali della sua diffusione è la pratica del pascolo brado;

PRESO ATTO che gli allevatori e tutti gli operatori del settore chiedono l'intervento immediato delle istituzioni per risolvere tale gravosa situazione;

RITENUTO che per debellare la peste suina è necessario mettere in atto una serie di interventi che mirino da un lato a porre fine al pascolo brado, dall'altro a definire controlli e sanzioni più severe per tutte le aziende che non rispettano le norme sanitarie previste,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) quali iniziative siano state messe in campo per salvaguardare il settore suinicolo e per debellare definitivamente la piaga delle peste suina africana;

2) quali azioni la Regione intenda portare avanti per tutelare gli interessi delle aziende virtuose che nonostante abbiano messo in atto tutte le azioni per tutelare i loro allevamenti dalla peste suina hanno subito il blocco delle esportazioni con gravi danni economici;

3) quali siano le procedure che la Regione intende avviare per rafforzare i controlli sugli allevamenti presenti nel territorio sardo e per garantire la tracciabilità dei prodotti. (753)

Interrogazione Barracciu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui requisiti relativi alla procedura ristretta per l'affidamento dei servizi relativi alla ristorazione per l'Azienda sanitaria locale di Cagliari e per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, pubblicata on line il 14 giugno 2011.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- l'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari ha indetto una gara d'appalto in procedura ristretta per l'affidamento dei servizi relativi alla ristorazione per l'Azienda sanitaria locale di Cagliari e per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. S111 in data 10 giugno 2011;

- l'appalto ha per oggetto la conduzione e la gestione del servizio di ristorazione per i degenti, per il personale degli ospedali e per tutte le altre utenze nominativamente autorizzate presso le strutture gestite dall'Azienda sanitaria locale di Cagliari e dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in unione d'acquisto, tramite uno o più centri di cottura esterni alle strutture delle amministrazioni contraenti, comprensivo della manutenzione ordinaria e straordinaria, dell'adeguamento funzionale e eventuale messa a norma, degli arredi, delle attrezzature, delle strutture e degli impianti dei locali mensa, laddove presenti;

- per i due lotti in gara, l'importo complessivo/valore stimato triennale per l'esecuzione dei servizi in appalto è determinato in 9.600.000 euro IVA esclusa per il 1° lotto e 5.580.000 euro IVA esclusa per il 2° lotto, corrispondente ad un importo quinquennale complessivo stimato (comprensivo dell'opzione di rinnovo per ulteriori 2 anni) pari a 25.300.000 euro, IVA esclusa;

CONSIDERATO che:

- la gara d'appalto prevedrebbe la chiusura delle cucine dei Presidi ospedalieri del San Giovanni di Dio e del Businco per motivi di sicurezza, in seguito alla quale il vitto per i degenti e per i dipendenti dovrà essere cucinato in strutture esterne e successivamente trasportato nei presidi ospedalieri compromettendo la qualità del cibo somministrato;

- la gara d'appalto non garantisce, così come formulata, la continuità lavorativa dei 40 addetti attualmente impiegati come previsto dal CNL;

- valutate le forti preoccupazioni espresse dalle lavoratrici e dai lavoratori che operano negli appalti ospedalieri della ASL n. 8 e Azienda mista universitaria del San Giovanni di Dio che hanno indotto le segreterie della Filcams CGIL, UILTUCS, Funzione pubblica CGIL e UIL e Confederale CGIL Cagliari a richiedere, il 24 novembre 2011, un incontro urgente con la Direzione generale della ASL n. 8 e azienda mista universitaria, ad oggi ancora inevaso,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) sia a conoscenza della situazione sopra descritta;

2) abbia riscontro di concretezza l'ipotesi di chiudere le cucine interne ai Presidi ospedalieri del San Giovanni di Dio e del Businco e, nel caso, quali ragioni giustifichino tale provvedimento e quali valutazioni siano state compiute per assicurarsi che non esistano valide alternative alla chiusura;

3) non ritenga opportuno verificare la disponibilità di altri locali interni alle strutture ospedaliere che, per requisiti funzionali e di sicurezza, siano idonei ad ospitare le cucine;

4) sia stata adeguatamente prevista la corrispondenza tra il bando di gara e le disposizioni previste dal CNL in merito alla continuità lavorativa;

5) non ritenga opportuno sospendere le procedure di gara per verificare nel dettaglio le questioni su esposte. (754)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul sospetto di inquinamento ambientale e del notevole intensificarsi del traffico dei mezzi da e per la discarica di Canaglia e Scala Erre nel Comune di Porto Torres.

La sottoscritta,

PREMESSO che:

- in questi ultimi mesi sono pervenute testimonianze sempre più frequenti e allarmanti da parte degli abitanti residenti nell'area intorno alla discarica di Canaglia, nel Comune di Porto Torres, con particolare riferimento alla zona "Montiferru", a causa dell'intensificarsi del traffico di camion diretti alla discarica;

- è stato infatti appurato dalle popolazioni residenti che ormai da qualche mese il traffico da e per la discarica è aumentato enormemente: i mezzi transitano nell'area a ogni ora del giorno, fra l'altro a velocità sostenuta, creando pericoli non indifferenti alle persone che transitano nella zona e, soprattutto, rischiando incidenti con conseguente perdita di materiali pericolosi;

- recentemente, verosimilmente nella notte compresa fra giovedì 24 e venerdì 25 novembre 2011, uno degli automezzi che operavano nell'area, ha perso materiale nel tratto di strada compreso tra la discarica di Scala Erre e Canaglia;

- la mattina di sabato 26 novembre 2011, diverse persone residenti nella zona hanno segnalato la presenza, lungo quelle stesse strade, di operai muniti di tute, guanti e maschere, che bonificavano il terreno a bordo strada;

- alla richiesta di spiegazioni da parte dei residenti circa l'accaduto e soprattutto sulla pericolosità del materiale, gli operai si sono mostrati da principio piuttosto reticenti e hanno minimizzato;

- solo dopo ulteriori richieste questi hanno ammesso che il materiale caduto dal mezzo erano fanghi di depurazione che, a detta degli operai, non costituivano pericolo per le persone che potevano essere esposte al contatto;

PRESO ATTO che:

- in base alle testimonianze riportate dai residenti è stata fatta una segnalazione circa l'incidente ai carabinieri del NOE, i quali hanno effettuato dei rilievi sui fanghi in questione;

- ciò nonostante, la popolazione non ha mai ricevuto ulteriori informazioni sul'accaduto, né tantomeno sulla effettiva natura del materiale smarrito dal mezzo (non è da sottovalutare il fatto che le discariche in oggetto, infatti, siano spesso balzate agli onori della stampa per sospetti su sostanze e materiali tossici e nocivi sia per la salute dei cittadini che per l'ambiente);

- le preoccupazioni dei residenti sono giustificate visti i frequenti allarmi circa le attività ancora poco chiare emerse a seguito delle denunce sulle irregolarità con cui sono state effettuate le operazioni di trasporto e smaltimento materiali e rifiuti dell'ex Arsenale di la Maddalena e diretti alle discariche di Scala Erre e Canaglia (operazioni che hanno fatto emergere la presenza di sostanze quali amianto, mercurio, idrocarburi, arsenico, cadmio, piombo, rame: elementi fortemente inquinanti per l'ambiente e incompatibili con la salute delle popolazioni);

- inoltre, nella zona in cui è avvenuto l'incidente risiedono diverse famiglie, compresi bambini, per i quali sarebbe doveroso e opportuno da parte di chi ha effettuato i rilievi e delle istituzioni locali provvedere ad informare la popolazione, anche per capire quali siano i comportamenti da seguire a seguito del contatto con materiali potenzialmente pericolosi, irritanti e simili e al fine di evitare allarmismi inutili fra i residenti e in generale chi opera in quell'area;

CONSTATATO che già precedentemente si sarebbero verificati altri episodi di smaltimento di rifiuti tossici, tutti riportati dalla stampa (non solo locale e regionale) come per esempio quello accaduto nell'autunno del 2007, quando un carico di polveri contenti isotopi di cesio 137 stava per sbarcare a Porto Torres con un traghetto proveniente da Genova, oppure quello risalente al 2008, quando furono bloccati duecento carichi di detriti e rifiuti provenienti dalle demolizioni dell'Arsenale de La Maddalena e destinati proprio alle discariche di Scala Erre e Canaglia (ancora, la stampa più recente ha portato alla ribalta lo scandalo dello sbarco a Portovesme di tre camion carichi di scorie provenienti da Brescia: 70 tonnellate di rifiuti radioattivi bloccati prima di entrare in lavorazione),

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

2) perché la popolazione non sia stata opportunamente informata circa l'accaduto e soprattutto perché non siano state date informazioni chiare circa la natura e la provenienza del materiale smarrito dal mezzo;

3) se corrisponda al vero che si tratti di fanghi, così come comunicato dai carabinieri ai residenti della zona;

4) nel caso questo corrisponda al vero, che origine abbiano questi fanghi e da dove provengano;

5) quali siano le iniziative che hanno intrapreso o intendono intraprendere per provvedere ad informare sull'accaduto le persone che risiedono ed operano nell'area interessata;

6) quali modalità abbiano predisposto per l'informazione ordinaria dei residenti, ovvero se via sia un ufficio competente sul territorio al quale questi possano rivolgersi per avere e/o chiedere tutte le informazioni che ritengano opportune sulle attività delle discariche e per denunciare le eventuali irregolarità o incidenti come quello accaduto fra la notte del 24 e 25 novembre 2011. (755)

Interrogazione Espa - Bruno - Cuccu - Cocco Pietro - Salis - Sechi, con richiesta di risposta scritta, sull'inottemperanza dell'Ersu di Cagliari dovuta al ritardo dei trasferimenti ordinari, da parte dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, circa il pagamento delle borse di studio nelle modalità previste dal bando di concorso per l'attribuzione di borse di studio e di posti alloggio anno accademico 2011/2012.

I sottoscritti,

PREMESSO che l'Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Ersu) di Cagliari dovrebbe erogare agli studenti assegnatari, entro il 31 dicembre 2011, l'intero importo della prima rata semestrale delle borse di studio, come disposto dall'articolo 10 del relativo bando di concorso per l'attribuzione di borse di studio e di posti alloggio anno accademico 2011/2012;

PRESO ATTO che giovedì 15 dicembre 2011, l'Ersu di Cagliari ha pubblicato un avviso sul proprio sito istituzionale con cui certifica di essere impossibilitato a dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 10 del bando, comunicando che "in data 15.12.2011 sono stati emessi i mandati di pagamento relativi alla prima parte della rata semestrale della borsa di studio A.A.2011/12; la seconda parte della rata semestrale sarà erogata entro il mese di febbraio 2012";

APPRESO che l'impossibilità dell'Ersu di Cagliari ad attuare l'articolo 10 del bando deriva dalla deficitaria situazione di cassa, causata dai mancati trasferimenti del contributo di funzionamento regionale previsto per il 2011, sui quali gli organi dell'ente hanno provveduto in diverse occasioni a richiamare l'attenzione dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della stessa Presidenza della Regione;

RILEVATO che solo nel corrente mese di dicembre 2011 il competente Assessore regionale della pubblica istruzione, ha provveduto a trasferire all'Ersu di Cagliari la prima rata quadrimestrale del finanziamento regionale spettante all'ente per il 2011, essendo stata disposta la relativa determinazione dirigenziale soltanto in data 28 novembre 2011;

CONSTATATO che il gravissimo ritardo nell'erogazione dei trasferimenti ordinari dovuti all'Ersu di Cagliari è ormai prassi consolidata da parte dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

CONSIDERATO che:

- tale prassi anche nel 2010 ha impedito all'Ersu di Cagliari di fare fronte alle spese di funzionamento obbligatorie e improrogabili, costringendolo a ricorrere ad un'anticipazione bancaria che ha comportato l'esborso di oneri finanziari sopportati dall'ente stesso;

- anche le circostanze che costrinsero l'Ersu di Cagliari a ricorrere a un'anticipazione bancaria furono oggetto di attenzione da parte dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio che, con una comunicazione del 21 settembre 2010, prot. n. 6646, sottolineò l'inadeguatezza dell'azione svolta dall'Assessorato regionale della pubblica istruzione in merito sia alla programmazione dei trasferimenti, sia all'individuazione delle priorità di spesa; in quella comunicazione, l'Assessore della programmazione ritenne, tra l'altro, di dover far presente all'Assessorato regionale della pubblica istruzione che "nella programmazione annua delle spese, ciascun assessorato dovrebbe valutare preliminarmente le reali esigenze di cassa dei soggetti destinatari di eventuali trasferimenti, tenendo anche conto del fatto che la mancata erogazione delle risorse spettanti potrebbe comportare, come nel caso in esame, l'inderogabile necessità di liquidità e la conseguente necessità di ricorrere ad un'anticipazione che comporta l'esborso di oneri finanziari a carico del soggetto richiedente e conseguentemente dell'Amministrazione regionale",

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali siano le ragioni che hanno indotto l'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport a reiterare, anche nel corrente anno, le già riscontrate gravi inadempienze in tema di trasferimenti all'Ersu di Cagliari, disattendendo così le precise raccomandazioni formulate a suo tempo in questa materia dallo stesso Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio;

2) quali siano gli interventi correttivi che intendono porre in essere con urgenza per consentire all'Ersu di Cagliari di erogare il contributo per le borse di studio nella misura ed entro i termini temporali previsti dal relativo bando, evitando gravi disagi agli studenti assegnatari, destinati altrimenti a essere vittime delle ripetute inefficienze di questa Amministrazione regionale. (756)

Interpellanza Planetta sulla costituzione di una apposita società di riscossione, competente per tutto il territorio della Sardegna, che però non faccia parte del gruppo Equitalia Spa ed il cui capitale azionario sia detenuto, per la quota della maggioranza assoluta, dalla Regione autonoma della Sardegna, sul modello di quanto attualmente avviene per la Regione Sicilia, e sulla definizione della vertenza delle entrate con lo Stato italiano.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- Equitalia Sardegna è una società per azioni con sede legale e direzione generale in Sassari, controllata al 100 per cento da Equitalia Spa (Agenzia delle entrate 51 per cento e Inps 49 per cento) che dal 1° ottobre 2006 svolge l'attività di riscossione dei tributi e contributi per conto dello Stato e di altri enti per la Regione;

- le operazioni societarie infragruppo del 1° luglio, 1° ottobre e 10 novembre 2011 di Equitalia Spa hanno comportato cessioni di rami d'azienda e fusioni per incorporazione di alcuni agenti della riscossione nelle tre nuove società Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud ed il nuovo assetto del Gruppo, con il passaggio definitivo alle tre società, terminerà il 31 dicembre 2011;

- Equitalia Centro è una delle tre società nate dal progetto di riordino del Gruppo Equitalia approvato a novembre 2010, che prevede il passaggio da 16 a 3 agenti della riscossione: Equitalia Centro, Equitalia Nord ed Equitalia Sud, che comprende, per la Regione Sicilia, la società Serit Sicilia Spa controllata dalla Riscossione Sicilia Spa, che dal 1° gennaio 2007 esercita il sevizio di riscossione tributi per tutto il territorio regionale della Sicilia e che però non fa parte del gruppo Equitalia Spa, ma è per il 60 per cento della Regione siciliana e per il rimanente 40 per cento dell'Agenzia delle entrate competente;

- l'obiettivo del progetto di riorganizzazione del Gruppo, secondo Equitalia Spa sarebbe quello di garantire maggiore efficacia del sistema di riscossione e allineare le strutture di Equitalia all'attuale sistema di governance degli azionisti, Agenzia delle entrate e Inps attraverso l'istituzione delle direzioni regionali (col compito di pianificare e monitorare l'attività di riscossione all'interno della regione di riferimento, con particolare attenzione alle morosità rilevanti, organizzare le attività amministrative e gestire il servizio ai contribuenti e agli enti) e delle aree territoriali (col compito di concorrere alla realizzazione degli obiettivi di riscossione e di qualità dei servizi agli enti e ai contribuenti, con particolare riferimento ai servizi di front-office, declinando le linee di azione fissate dalla direzione regionale);

CONSIDERATO che:

- dal 1° luglio 2011 Equitalia Centro svolge la funzione di agente della riscossione nelle Regioni Toscana e Umbria e nelle Province di Bologna, Modena e L'Aquila (dal 1° ottobre la società ha acquisito competenza in tutta la Regione Emilia Romagna mentre l'acquisizione degli ambiti di competenza ha portato alla parallela attivazione delle Direzioni regionali in Abruzzo, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna;

- le operazioni societarie che hanno portato Equitalia Centro a diventare agente della riscossione nei territori attuali hanno implicato fusioni per incorporazione o cessioni di rami d'azienda all'interno del Gruppo Equitalia:

a) in Abruzzo Equitalia Centro ha acquisito il ramo d'azienda de L'Aquila da Equitalia Gerit;

b) in Toscana la nuova società ha incorporato Equitalia Cerit e ha acquisito il ramo d'azienda costituito dagli ambiti provinciali di Siena, Livorno e Grosseto da Equitalia Gerit;

c) in Umbria Equitalia Centro ha incorporato Equitalia Umbria;

d) in Emilia Romagna i rami d'azienda di Bologna e Modena sono stati acquisiti rispettivamente da Equitalia Polis ed Equitalia Nomos, mentre le Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini sono state acquisite incorporando Equitalia Romagna e le Province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara si sono aggiunte con l'incorporazione di Equitalia Emilia Nord,

RILEVATO che:

- il progetto di creazione di Equitalia Centro si completerà entro il 31 dicembre 2011 con l'incorporazione di Equitalia Pragma, Equitalia Marche ed Equitalia Sardegna; contestualmente, si perfezionerà la direzione regionale dell'Abruzzo e verranno istituite le direzioni regionali delle Marche e della Sardegna;

- complessivamente, al termine delle operazioni societarie, saranno 6 le regioni servite da Equitalia Centro, 33 le province, quasi 2 mila le persone addette, oltre 13 milioni e mezzo gli abitanti residenti nel territorio di competenza;

- infine, il Consiglio regionale della Sardegna ha recentemente approvato un ordine del giorno unitario (il n. 68 approvato il 17 novembre 2011) scaturito dopo una discussione in Aula su sei mozioni proposte da entrambi gli schieramenti, che impegna la Giunta regionale a trasmettere al nuovo Governo un disegno di legge costituzionale avente per oggetto la modifica dell'articolo 9 dello Statuto e funzionale ad assicurare la riscossione dei tributi, anche in forma compartecipata;

- ciò consentirebbe anche di riscuotere i tributi direttamente in Sardegna attraverso una apposita agenzia regionale e di trasferirli solo in un secondo momento allo Stato in base alle quote di compartecipazione al fine di adeguare i meccanismi della riscossione alla gravità delle difficoltà economiche in cui si dibattono le famiglie sarde e le imprese (complessivamente, al 2010, sono 64.104 su 160.000 le aziende sarde indebitate con il fisco per oltre 3,5 miliardi di euro, mentre sono 2.351 le imprese isolane che non sono riuscite a fronteggiare la pressione fiscale e hanno dichiarato fallimento, mentre per il 2011 le previsioni sono in salita del 22 per cento: 70.430 imprese indebitate con Equitalia per circa 4,27 miliardi di euro),

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere se e in quali termini questa Amministrazione ritenga:

1) opportuno intraprendere tutte quelle iniziative idonee tali da favorire l'apertura di un tavolo di confronto con lo Stato italiano ed Equitalia Spa al fine di addivenire alla costituzione di una apposita società di riscossione compartecipata, competente per tutto il territorio della Sardegna, che però non faccia parte del gruppo Equitalia Spa ed il cui capitale azionario sia detenuto, per la quota della maggioranza assoluta, dalla Regione autonoma della Sardegna, sul modello di quanto attualmente avviene per la Regione Sicilia;

2) di dover definire con urgenza la vertenza delle entrate tra la Regione Sardegna e lo Stato italiano, anche attraverso apposito ricorso presso la Corte costituzionale. (296/C-3)