Seduta n.195 del 04/10/2016
CXCV Seduta
Martedì 4 ottobre 2016
Presidenza del Vicepresidente Eugenio LAI
La seduta è aperta alle ore 11 e 39.
FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 21 settembre 2016 (191), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Carta, Raimondo Perra e Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 4 ottobre 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi, Roberto Desini e Piermario Manca hanno dichiarato di revocare la loro appartenenza al Gruppo "Sovranità, Democrazia e Lavoro" e contestualmente di aderire al nuovo Gruppo consiliare "Partito dei Sardi" costituito in data 4 ottobre 2016.
Si precisa che il Presidente del gruppo è l'onorevole Gianfranco Congiu.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del Disegno di legge numero 254/A della Giunta regionale, norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere salvatore Demontis, relatore di maggioranza.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore di maggioranza. Grazie Presidente, è un disegno di legge importante quello che stiamo discutendo perché semplifica le cose ai cittadini, alle imprese, alla stessa Pubblica amministrazione. ogni anno la Giunta regionale presenterà a questo Consiglio un disegno di legge sulla semplificazione, sulla riduzione del numero di leggi e l'approvazione di testi unici per materia, intanto già con l'approvazione di questo disegno di legge sono 390 le leggi che aboliamo. Le leggi saranno chiare, per i disegni di legge presentati alla Giunta sarà valutata l'incidenza sull'ordinamento giuridico vigente, sia regionale, sia statale, sia europea, questo attraverso lo strumento dell'analisi tecnica normativa, alla quale la Giunta sarà tenuta. Così come sarà tenuta all'analisi di impatto della regolazione, ossia alla valutazione dei benefici socio-economici, dei sacrifici socio-economici, evidentemente dovranno prevalere i benefici socio-economici ex ante, prima evidentemente della formazione della legge. Insomma, cerchiamo di incrementare la qualità delle leggi, spesso in quest'aula abbiamo fatto riferimento e stiamo cercando di inserirlo in legge, evidentemente facciamo riferimento a strumenti che non abbiamo inventato noi, ma che costituiscono la buona pratica alla quale vogliamo attenerci. Così come vorremmo che si applicasse il principio dell'open data a tutti gli atti della Regione, il principio dell'open data che, parimenti, non abbiamo inventato noi, che comunque è un ribaltamento dell'approccio Pubblica amministrazione-cittadino, perché con l'open data i cittadini possono effettuare quello che si chiama controllo diffuso sul buon andamento dell'operato della pubblica amministrazione che oggi non è previsto dall'ordinamento giuridico, i cittadini possono sì accedere agli atti ma quando ne hanno un interesse legittimo. Con il principio dell'open data le cose sono evidentemente diverse, ovviamente maggiore trasparenza ha anche un risvolto etico che ci sfugge, così come intendiamo ribaltare l'approccio Pubblica amministrazione-cittadino con il termine massimo di 30 giorni per la conclusione della maggior parte dei procedimenti amministrativi. Mi spiego meglio: ad oggi normalmente, com'è noto nella maggioranza dei casi il termine viene in realtà sforato, non viene rispettato il termine massimo. Noi stiamo prevedendo, oltre alla riduzione di tempi anche un responsabile per la celerità del procedimento chi interviene con poteri sostitutivi laddove si intravede che il procedimento non si concluda nei tempi massimi previsti, stiamo prevedendo evidentemente anche un sistema sanzionatorio, sia per il responsabile, per la celerità, ma anche per il RUP, per il responsabile del procedimento, intanto con obbligo di trasmissione all'OIV, organismo di valutazione indipendente, di tutti i casi di ritardo o con i nomi dei responsabili con le motivazioni, con la spiegazione di ritardi. Questo andrà a valere sul risultato perché inciderà nella valutazione delle performance, e saranno anche però pubblicati il report dei servizi più virtuosi e meno virtuosi proprio in relazione al rispetto di tempi stabiliti. È anche previsto un indennizzo da ritardo per tutti coloro che lo abbiano subito che ne facciano richiesta per ogni giorno di ritardo e che prescinde evidentemente dal danno da ritardo che invece può essere chiesto ugualmente dimostrando appunto il danno da ritardo. Incentiviamo l'uso della telematica, digitale, non sarà più possibile chiedere documenti formato cartaceo, qualora siano stati già prodotti in formato digitale, evidentemente sarà sempre possibile utilizzare la PEC e le conferenze di servizi si svolgeranno normalmente in modalità telematica. Questa è la parte generale, quella speciale invece riguarda l'estensione del SUAP, lo sportello digitale, anche alle pratiche di natura edilizia, oggi sappiamo che sono soggette allo sportello per l'edilizia, questo esiste, se non ricordo male, in 28 comuni su 377, un numero molto limitato, altrimenti dove questo non esiste l'edilizia è assoggettata ai singoli uffici pubblici comunali con differenze di approccio anche da un comune all'altro, da un comune limitrofo all'altro. Si tratta di un'innovazione molto importante che segue quelle altrettanto importante del mandato del centro-sinistra 2000 e quattro 2009 con l'introduzione del SUAP che è proprio su buona pratica del SUAP che intendiamo lavorare quindi estendendo anche quelle di competenza di natura edilizia, quindi per andare a costituire SUAP ci stiamo muovendo con continuità con il mandato del 2000 e quattro 2009. Tutte le pratiche edilizie saranno quindi gestite con una sola modalità telematica, con un unico schema procedurale, attraverso una sola piattaforma informatica, e con una unica modulistica per tutti i comuni della Sardegna, al contrario di quanto avviene oggi per quanto fatto cenno. Il principio, dicevo, sarà quello del SUAP. I lavori potranno quindi essere iniziati con una semplice autocertificazione, accompagnata nei casi più complessi, quelli del permesso di costruire da una relazione asseverata. e immediatamente iniziale, io pubblica amministrazione evidentemente andrò a verificare, non perché non mi fido ma perché ho da tutelare l'interesse pubblico prevalente quindi evidentemente anche con gli altri cittadini, ma tu comunque potrai iniziare. Si introduce molto importante l'obbligo delle istruttorie in parallelo e non in serie, oggi sappiamo che le pubbliche amministrazioni spesso, diversi uffici non emettono il proprio parere perché attendono quello che ritengono propedeutico di altri uffici o di altre amministrazioni, tutto questo porta ad un allungamento dei tempi che è decisamente inaccettabile, non sarà più così, ogni pubblica amministrazione dovrà rilasciare il suo parere per la propria sfera di competenza indipendentemente dagli altri, questo è anche il principio della Conferenza dei servizi in modalità sincrona, e non più le riunioni collegiali infinite dove le amministrazioni pubbliche hanno spesso difficoltà anche a partecipare e viene ripristinato in edilizia il principio del silenzio-assenso che sappiamo in Sardegna non essere più valido. Vorrei fare un esempio su questo aspetto perché lo ritengo di particolare importanza: si ridurranno ad esempio i tempi per una concessione edilizia, un permesso di costruire in area soggetta a vincolo paesaggistico, ad oggi i tempi massimi sono di 180 giorni, però come sappiamo spesso si va ben oltre i 180 giorni. Lo facciamo eliminando due passaggi: c'è un primo passaggio nella normativa vigente che deriva da una legge del '98 per cui i comuni prendono 20 giorni di tempo prima di inoltrare la pratica alla tutela del paesaggio e lo prendono per fare una verifica di coerenza urbanistica, sono 20 giorni, quando finisce l'iter, quando cioè sia ha l'autorizzazione paesaggistica i comuni prendono altri 60 giorni di tempo per rilasciare il permesso di costruire. Allora, eliminando la prima fase, 20 giorni, e l'ultima fase, 60 giorni, perché è il SUAP che rilascia il titolo abilitativo già al momento della presentazione della domanda, stiamo riducendo di 80 giorni, cioè di un terzo, il termine massimo per l'ottenimento del titolo abilitativo in caso di aree soggette a vincolo paesaggistico. Questo è l'esempio di cosa comporta un lavoro in parallelo piuttosto che un lavoro in (…).
Dicevo, la modalità del servizio è la modalità asincrona. Il SUAP, al contrario di quanto avviene oggi con lo Sportello unico per l'edilizia, dovrà chiedere la correzione degli errori formali e non invece dichiarare irricevibili pratiche che spesso possono essere semplicemente corrette, e sarà istituito, abbiamo pensato, negli enti di cui alla riforma degli enti locali, cioè presso le Unioni dei Comuni, per fare in modo che…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Demontis. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha facoltà ora di parlare il consigliere Stefano Tunis, relatore di minoranza.
TUNIS STEFANO (FI), relatore di minoranza. Arriva in questa Assemblea un provvedimento che ha avuto una gestazione piuttosto prolungata, una parte significativa del quale infatti è stata approvata nel primo scorcio di questo mandato legislativo. Tanto è vero che in quella fase, leggendo quella delibera, apparve coerente con quanto letto dal presidente Pigliaru in sede di dichiarazioni programmatiche, oltretutto all'inizio della sua relazione, quasi ad evidenziare che fare buone norme, fare delle norme che fossero trasparenti, che fossero ben scritte dal punto di vista giuridico, fare delle norme che tenessero conto dei portatori di interesse e della situazione di sfondo socio-economico con la quale andavano ad impattare fosse una reale priorità che questa Giunta intendeva dare. Ora, devo dire che il fatto che, approvata allora, giunga in Aula così tanto tempo dopo, a metà del mandato, dà viceversa la sensazione che non fosse affatto una priorità del presidente Pigliaru e della sua Giunta, perché ci troviamo già nella condizione di poter dire che numerose e importanti riforme si sono svolte e si sono approvate al di fuori di questo dettato. Viceversa sarebbe incomprensibile qual è la consultazione e la valutazione dei portatori di interessi che ha portato all'approvazione della legge numero 8, che ha sacrificato ciò che da più parti veniva richiesto, quindi la proroga del piano casa, quello che ci viene segnalato ha messo fuori dal mondo del lavoro centinaia di addetti del settore edile; viceversa, se fosse stata quella norma improntata a questi principi, non ci troveremmo ad avere tante e numerose segnalazioni da parte degli uffici tecnici dei Comuni che le devono applicare, del fatto che questa norma si colloca sotto molti aspetti tra l'enorme difficoltà di applicazione e l'assoluta impossibilità di essere applicata.
Quindi, approcciando con serietà la questione, noi dobbiamo prendere nota del fatto che il testo ci proviene, su proposta di due componenti di questa Giunta regionale, dopo un'adeguata istruttoria, con un rapporto tra loro, la maggioranza e certamente l'opposizione corretto, di scambio di informazioni, di valutazione trasparente della formazione della volontà che quella Giunta ha portato all'interno di questa Assemblea, con le opportune differenze perché con l'assessore Demuro ci siamo confrontati in tante circostanze sul fatto che a mio modo di vedere l'iniziativa legislativa è eccessivamente sbilanciata verso la Giunta regionale, e alcuni passaggi di questa norma questo tendono a sottolinearlo. Infatti nella relazione della Giunta e sottolineato correttamente che, perché sia realmente impegnativa, e questo modo ipotizzato corretto di legiferare coinvolga realmente l'intera istituzione e in particolare l'Assemblea, occorreva a monte intervenire con legge statutaria, strumento che seppure in prima Commissione più volte sollecitato e in prima Commissione più volte considerato una soluzione a tanti problemi, non è mai stato realmente preso in considerazione dal presidente Pigliaru e dalla sua maggioranza. Questo io voglio sottolineare perché ci sono dei punti, quelli riportati all'interno di questa norma sono punti essenziali, su cui maggioranza e opposizione smettono di essere tali all'interno di questa Assemblea, e dovremmo avere una comune assunzione di responsabilità nel dire: è un fatto comune, è un fatto condiviso dover fare delle buone leggi, delle leggi che sia possibile applicare con facilità per dare delle risposte positive a chi poi si deve confrontare con il front-office, che normalmente sono gli enti locali o sono comunque gli avvisi pubblici che provengono dagli Assessorati della Regione, e su cui, do atto ancora a chi ha lavorato su questo testo, si cerca di intervenire, nella prima e nella seconda parte, quando si porta avanti un lavoro fatto mi pare in termini onesti e positivi da parte dell'Assessorato dell'industria, e che oggi arriva a fare la prima proposta, probabilmente insufficiente (se si fosse partiti prima si sarebbe potuto fare di più) però con una sperimentazione adeguata e con uno sguardo rivolto comunque alla soluzione dei problemi. E invece ci tocca sottolineare che questo è il metodo niente affatto applicato dalla Giunta in tutte le altre circostanze. Non esiste prova del fatto che sia stata fatta una valutazione tecnico-giuridica adeguata prima di proporre la ASL unica, non mi pare ci sia stata una valutazione di impatto socio economico nel proporre qualche cosa che, ancora nel momento in cui viene nominato il direttore generale, per le sue stesse parole, pare un salto nel buio; colui che ieri, invocato come capace di risolvere con lo strumento della ASL unica i problemi della sanità, dice "prima devo vedere cosa fa il Consiglio regionale con la rete ospedaliera". Mi verrebbe da dire: potevamo fare prima la rete ospedaliera e poi procedere con la decisione di una ASL unica e l'individuazione di un manager. Però, alla sostanza, ciò che noi dobbiamo sottolineare e che ciò che la Giunta predica e che ha approvato nel primo scorcio della legislatura, e oggi approverà con larghissima approvazione ritengo anche dai banchi dell'opposizione, è un metodo che poi non pratica; è un metodo che poi finisce per essere semplicemente una dichiarazione di intenti.
Ora, su quali punti ci vogliamo concentrare? Io ne segnalo uno: non ricordo in quale articolo, poi entreremo nel merito, viene abrogata integralmente la legge regionale numero 30, che di fatto "meccia" storicamente con la legge 141 del '90 in materia di trasparenza degli atti amministrativi. Ora, mi permetto di segnalare, più per pratica amministrativa che per reale convinzione, che all'interno della legge 30 esisteva l'articolo 17, mi pare, che consentiva l'accordo procedimentale, un atto pattizio tra amministrazioni e talvolta soggetti privati che è stato capace, nella pratica, di risolvere molti problemi procedimentali e superare complicati avvisi pubblici nel raggiungimento di importanti obiettivi condivisi. Mi permetto di segnalare all'Assessore, se volesse riprendere - perché mi pare di non ritrovarlo nel testo - questo articolo della legge numero 30, perché sarebbe a mio avviso una modalità da salvaguardare all'interno di questo testo.
Ora, affronteremo questa legge con lo spirito costruttivo di chi sa che si sta confrontando con qualche cosa che serve ai nostri dirigenti che serve ai nostri funzionari ma serve soprattutto ai cittadini per recuperare la sensazione che ci sia un rapporto virtuoso con la parte pubblica, perché il tentativo di semplificare il rapporto con l'amministrazione è di per sé positivo, sapremo valutarne nel tempo gli effetti, sapremo valutare nel tempo se è sufficiente quello che stiamo facendo o in quale maniera va integrato, ma rimane il principio che prima di intervenire sul procedimento siamo costretti a dire a noi stessi che le leggi vanno fatte bene, non come ha fatto questa amministrazione sino adesso ma come confido si faccia fino ad oggi. Spero di dover mettere da parte il fatto che per logiche che non appartengono a buona amministrazione e buona politica certe esperienze non proseguano, devo sottolineare però che dentro i limiti di tempo consentiti arriva in aula un testo sul quale si può dire in tanti e tutti assieme che si è fatto un passo avanti.
PRESIDENTE. Ricordo che consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, io parlo perché devo timbrare il cartellino sapendo, come ho detto altre volte, che parlare in quest'aula non è soltanto difficile ma è inutile, come nei lavori della Commissione. Oggi dico che è anche dannoso perché continuiamo a rappresentare una politica fortemente bocciata dall'elettorato un sistema di legiferazione, un sistema politico che la gente ha condannato non ci vuole più, non ci vogliono più. Perché noi continuiamo a ragionare come se non fosse successo nulla in Italia e nel mondo con i movimenti nuovi che si stanno… Ieri mi sono dimenticato di fare al Presidente della Regione e alla sua Giunta al gran completo i complimenti, altro che Giunta di tecnici, questa è una Giunta politica che insegna ai politici come si fa la politica, questa è la verità. Hanno mandato morfina dappertutto, schizzi di questa morfina hanno perfino colpito qualcuno della minoranza, è una cosa assurda. Esiste ormai ed è consolidato in Italia e in Regione un sistema, esiste una maggioranza che magari rappresenta la minoranza delle minoranze della Regione del Paese che detta le norme e gli altri devono obbedire, poi farò qualche esempio rivolto anche ai movimenti nazionalitari e autonomistici, farò qualche esempio di quello che voglio dire. All'interno della maggioranza esiste una minoranza, anzi poche persone che decidono, l'unico motivo per scalzarle è fare la guerra, una guerra che nessuno vuole e che nessuno è in grado di fare.
Perché quando noi abbiamo eletto il Presidente della Regione con l'elezione fatta dal popolo pensavamo ad un presidenzialismo temperato, un presidenzialismo che desse la possibilità ai partiti politici di partecipare alle scelte, invece qui si fa un programma elettorale che si manda a zia Maria di Pompu e poi se andiamo a vedere il programma di governo che sta venendo fuori è esattamente il contrario o comunque si sono dimenticati quei punti fondamentali che hanno fatto vincere le elezioni. Questa non è una cosa assolutamente corretta. Lo dico perché io che credo nei partiti politici e li vedo sempre più scomparire.
E vedo anche della gente che ha preso i voti indirizzando l'elettorato verso un centro certo programma di natura politica applaudire il messaggero di Roma che arriva qui e che dice che bisogna votare sì al referendum. Basta andare a leggere quanto affermato dal deputato Vacca ieri nel Corriere della Sera che ha detto ai sardi e non ai sardi dovete votare sì al referendum, perché dovete votare sì perché elimina la legislazione concorrente tra Governo e Regione. Quindi voi state votando sì al referendum, state applaudendo quelli che vengono da Roma per far scomparire l'autonomia e per far sacrificare tutta la materia concorrente tra cui quella che stiamo oggi discutendo, tra cui oggi quella che stiamo discutendo, onorevole Sabatini, dia ascolto che la superbia intellettuale non ha mai pagato. La superbia intellettuale, non lo dico per lei…
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, però, onorevole Floris, completi l'intervento senza interloquire.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Nel dibattito di alcuni giorni fa, signor Presidente, in occasione dell'esame della legge sull'agenzia dell'AREA io ho avuto modo di esprimere forti riserve su questo provvedimento già calendarizzato, riserve che confermo e che portano ad un giudizio nettamente contrario alla sua approvazione, non tanto sotto il profilo dei contenuti sui quali si potrebbe comunque discutere per portare miglioramenti e correzioni quanto su aspetti di natura prettamente legislativa e giuridica che consigliano di sospendere l'esame del provvedimento e rinviarlo in una istruttoria più puntuale e corretta che non è soltanto del legislatore sardo nel rapporto con lo Stato e che quindi di esercizio reale delle competenze proprie della Regione Sardegna. Tenendo anche conto che interferisce sullo Statuto di autonomia dal che non possiamo assolutamente prescindere. Non credo perché stiamo legiferando contro noi stessi ditelo. Non è tanto la campagna referendaria cui ho fatto riferimento al referendum che è preoccupante per quanto sto dicendo ma soprattutto la normativa sopravvenuta e ancora non del tutto definita che interessa in maniera diretta la regolazione, la semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia che non è purtroppo come tutti sappiamo di esclusiva competenza della Regione, sappiamo questo, non è di nostra esclusiva competenza e stiamo legiferando senza lo Stato.
Sotto questo aspetto il mio intervento vuole essere breve dirimente e pregherei di tendere l'orecchio qualche volta, perché questo sistema che si vada nelle Commissioni e non si voglia correggere neanche gli errori di ortografia, perché così ha detto il capo, è una cosa che non è tipica e non è certamente un richiamo storico alla prerogativa della nostra autonomia. Quindi il nostro non è un atteggiamento di supponenza e di alterizia, che qualcuno potrebbe pensare, ma lo stiamo facendo soltanto perché è importante sollevare queste eccezioni. Nella stessa relazione della Giunta regionale e in quella della prima Commissione si fa esplicito riferimento alla cosiddetta legge Madia con deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Orbene i decreti attuativi sono circa 20, signor Assessore e signori Assessori, parte sono stati approvati dallo Stato e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale alcuni di recente tra il 7 e il 13 settembre 2016 di rilevanza su materie che non possiamo ignorare come per esempio il testo unico sulle società a partecipazione pubblica, il codice dell'amministrazione digitale e altri decreti sono stati licenziati ma ancora non pubblicati come quello per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi e altri ancora sono in fase di approvazione ma nemmeno conosciuti. Come si colloca allora, mi domando e ci domandiamo, colleghi del consiglio, la nostra competenza legislativa in rapporto a quella concorrenziale dello Stato su tutti i decreti delegati che la legge al nostro esame avrebbe dovuto contemplare? Il provvedimento non può darci queste risposte e non ce ne può dare positivamente, anche perché è stato licenziato dalla Commissione per l'Aula senza che si siano conosciute le norme statali intervenute. Quindi noi ne consigliamo la sospensione e la ripresa dell'istruttoria non solo, è stato del tutto ignorato all'articolo 22 della legge Madia ovvero l'unica clausola di salvaguardia che testualmente prescrivere "le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle Regione a Statuto speciale compatibilmente con i rispettivi Statuti e le relative norme di attuazione anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001 numero 3". Ce n'è a sufficienza credo per formulare dubbi sul percorso del disegno di legge numero 254 che potrebbe trovare ostacoli governativi insuperabili e quindi io rinnovo la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento in esame per una verifica puntuale ed esaustiva.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Personalmente ritengo che il provvedimento in esame quest'oggi sia altamente qualificante per la nostra attività legislativa e anche per la capacità di proposta della Giunta Pigliaru, in questo caso dell'Assessore dell'industria e l'Assessore degli affari generali. Quindi un provvedimento di semplificazione dei procedimenti amministrativi che intercetta in pieno gli obiettivi programmatici di mandato che ci siamo posti, con i quali ci siamo anche presentati agli elettori nel febbraio del 2014 e che finalmente contribuisce a dare risposte ai cittadini, ai tecnici, alle imprese, che si ritrovano a dover interagire con il sistema Regione, con il sistema degli enti locali per avere da questi risposte certe e in tempi certi, quella che ad oggi in alcuni casi risulta una vera e propria impresa. Allora, ben venga, Presidente, ben venga, colleghi, un provvedimento siffatto, che da una parte inizia a mettere un po' di ordine, prevedendo l'abrogazione di oltre 300 leggi regionali datate, ormai superate, e dall'altra inizia ad introdurre meccanismi di semplificazione che si pongono come obiettivo quello di ridurre i tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi e di rendere un po' più semplice la vita di cittadini ed imprese, continuamente chiamati a fornire integrazioni istruttorie, prima di vedersi riconosciuti un'autorizzazione. Quindi il cittadino e le imprese sono posti al centro della nostra attività legislativa quest'oggi, e sono posti al centro della nostra azione politica ed istituzionale. Ed è importante che questo non risulti un fatto isolato, ma che venga strutturato prevedendo, come stiamo facendo annualmente, un'implementazione della nostra azione di semplificazione. Così pure risulta importante sul fronte normativo proseguire nel solco che oggi stiamo tracciando, perché se da un lato risulta qualificante e rispondente all'esigenza di individuazione delle priorità normative l'elaborazione e la stesura dell'analisi tecnico-normativa e dell'analisi di impatto di regolazione, dall'altro sarebbe importante arrivare anche ad una valutazione ex post della nuova normativa che esitiamo, e dei reali impatti che questa produce sulla società sarda rispetto a quelli previsti e attesi. Risulta centrale, a mio avviso, la parte relativa alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, che si pone come obiettivi di ridurre le fasi procedimentali, di individuare un termine certo per la conclusione dei procedimenti amministrativi, che, ordinariamente, è dato in trenta giorni. E ancora quello di rendere uniformi i procedimenti su tutto il territorio regionale, questione a mio avviso non di poco conto questa, date le continue lamentele legate alla disomogeneità nell'applicazione delle norme, in particolare dei vari uffici tecnici comunali. E a garantire questa uniformità che si inserisce nel solco delle previsioni contenute anche nella legge di riordino degli enti locali con il potenziamento dei servizi offerti dalle unioni dei comuni, contribuisce anche la previsione dell'istituzione del SUAP, appunto dello sportello unico per le attività produttive per l'edilizia abitativa presso le unioni dei comuni, le città medie e i comuni della città metropolitana di Cagliari. Questo consentirà anche di formare in maniera più mirata il personale, quindi di renderlo quanto più specializzato possibile.
Quindi, concludo sottolineando ancora una volta l'importanza di un provvedimento che interferisce finalmente in maniera positiva nella vita dei cittadini e delle imprese sarde. Ringrazio l'Assessore dell'industria, l'Assessore degli affari generali per aver fortemente richiesto l'inserimento di questo provvedimento nel calendario dei lavori dell'Aula, cosa non di poco conto, e ringrazio anche la prima Commissione per il lavoro di perfezionamento del testo, che personalmente condivido, è stato fatto un ottimo lavoro. L'auspicio ora è quello che la struttura regionale e il sistema degli enti locali rispondano con generosità alla richiesta di maggiore impegno e celerità sotteso alla piena funzionalità di questo provvedimento normativo, sentendosi parte integrante e protagonisti di questo processo virtuoso a cui tutti noi, quindi anche la parte legislativa, siamo chiamati, e per questo sarà necessario non solo approvare questo provvedimento, questo disegno di legge, ma soprattutto sarà importante accompagnare l'attuazione di questo provvedimento. Questo, a mio avviso, sarà una delle sfide più importanti che impegnerà la seconda parte della nostra legislatura. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Io, chiaramente, non farò i ringraziamenti dell'onorevole Forma, mi augurerei che i ringraziamenti li facessero magari i cittadini e le imprese rispetto alla presunta rivoluzione nel procedimento e processo amministrativo, o meglio provvedimento amministrativo che questa legge si propone. Rispetto ai principi, ovviamente non possiamo che condividerli, riteniamo che di questi tempi siano principi universali non esclusivamente da declamare, così come è stato fatto soprattutto nel primo titolo di questa proposta di legge, che, al suo interno, tra principi, testi unici, programmi di delegificazione, o meglio di riduzione e di sfoltimento delle leggi regionali, per come sono state scritte sono ovviamente una pura enunciazione di principio che non obbliga nessuno a mettere poi le mani, effettivamente, nel mare magnum della legislazione regionale. Per entrare invece nelle cose che più forse interessano i cittadini e le imprese, e cioè il rapporto nuovo che dovrebbe andare a crearsi con l'unificazione dello sportello unico per le attività produttive, quindi anche dello sportello unico per l'edilizia, io francamente devo dire che non ho trovato una grande semplicità nel leggere questa proposta di legge, perché, in qualche modo, prova a ricalcare ovviamente la legge sul provvedimento amministrativo con le sue modifiche, cercando anche di mettere insieme le esigenze, vivaddio, degli uffici comunali per tentare di comprimere i tempi dei procedimenti amministrativi, soprattutto legati all'edilizia e alle attività produttive. Con un però, mi consentirà il collega Demontis, se richiamiamo l'esempio che ha fatto lui sull'eliminazione dei tempi che sono dati agli uffici a tutela del paesaggio della Regione per istruire la sopraintendenza per i beni culturali, di fatto le pratiche che devono tradursi poi in nullaosta paesaggistici, che talvolta sono gli atti presupposti per ogni tipo di intervento in questa materia, rischiamo paradossalmente di trovarci non in una semplificazione, ma in una scusa che verrà accampata dalla soprintendenza per dire purtroppo siamo intasati di lavoro, la Regione non ci fa più quella scrematura e quel lavoro di istruttoria in questa materia, per cui i tempi saranno quelli che saranno, anche perché sul silenzio assenso, invece, in quell'altra materia che è tutta competenza dello Stato e su cui non si riesce evidentemente a cavarne piede, i tempi con questa norma non si accorceranno di certo. Quindi, ci sono dei dubbi che ci restano, e credo che bene abbia fatto il presidente Floris a indicare puntualmente la situazione in cui ci troviamo, cioè di norme che sono in pieno divenire, anche in queste settimane, come quella della SCIA 2, con tutte le sue tabelle, eccetera, quindi tutto l'aggiornamento a cui sta provvedendo il Ministero della funzione pubblica col rischio che le due normative non siano qualche volta in piena sintonia. Allora, oltre a questo c'è un altro aspetto che invece non viene trattato da questa norma e difficilmente potremo farlo, che è quello del materiale umano che c'è dall'altra parte a gestire questi software e a gestire il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Io vorrei ricordare che nonostante SUAP e SUE, che oggi proviamo a unificare, dal 2008 a oggi, e anche la recente norma sull'edilizia, la numero 8 del 2015, ci sono ancora tantissimi comuni in Sardegna che non utilizzano quelle piattaforme, ci sono comuni in Sardegna che non sono in grado ancora di rispondere con tempi umani ai cittadini e alle imprese. Vorrei poi, ancora per stare invece nel campo più ampio del procedimento amministrativo, ricordare che ci sono per esempio le agenzie e gli enti per l'agricoltura sardi che hanno tempi di gestione del rapporto con le imprese agricole che sono da quarto-quinto mondo, che quando ti dicono… perché noi qualche volta siamo chiamati anche a sollecitare qualche pratica, perché succede che i cittadini ci chiedano: "Ma io ho questa pratica da 10 anni e non si riesce…", e il funzionario di dice "l'ho presa in mano 6 mesi fa e non ho ancora finito". Oppure ancora, vogliamo parlare degli accertamenti di conformità su cui a breve cadrà probabilmente… materia edilizia… beh, Assessore, qui c'è un tentativo, però guardi, io le assicuro che probabilmente oltre che il taglia leggi ci sarebbe da tagliare qualche testa, forse, o da rinfondere uno spirito più da cittadini nei funzionari e dirigenti regionali e comunali, perché gran parte delle responsabilità non sono certamente da attribuire alla norma, ma semmai a come questa viene trattata e come spesso viene interpretata, di come il cittadino e l'impresa viene quasi mal sopportato di fronte al tentativo di partecipazione di rendere anche più agevole il lavoro della pubblica amministrazione, che ha invece un atteggiamento padrone, o direi addirittura proprietario di ogni singola pratica e di ogni singolo procedimento. Quindi qui c'è, oltre al lavoro che noi tutti auspichiamo in un Paese che cammini a velocità, in una Regione che cammini a velocità più accettabile, magari non, come ha detto ieri il Presidente, come dire, noi ci accontenteremo anche senza banda larga di camminare magari rispettando i limiti di velocità, però non possiamo camminare col freno a mano tirato. Ma questo freno a mano tirato, è un freno a mano tirato che è indotto talvolta dal comportamento della pubblica amministrazione. Quindi, noi lo riteniamo francamente un tentativo insufficiente, che via via, come andremo avanti, potremo anche mettere in luce e mettere in risalto come questa scrittura di questa norma abbia in realtà tutta una serie di complicazioni e anche potenzialità di creazione di nuove complicanze rispetto alla gestione più della quotidianità degli uffici pubblici, e in particolare mi riferisco al nuovo sportello unico per l'edilizia e le attività produttive. Quindi non è un lavoro finito, e non sarà certo la programmazione annuale di riduzione del numero di leggi o la costruzione qui di testi unici che potrà risolvere questo problema. C'è necessità di un cambio di marcia nella realtà, forse davvero quella riqualificazione e il portafoglio delle competenze che l'Assessore Demuro ha anche recentemente messo in luce, forse va non solo reso, conosciuto e conoscibile, ma va anche in qualche modo rimotivato, perché veramente mi pare che ci siano alcuni problemi rispetto all'interpretazione del ruolo. Detto questo, insomma, andiamo avanti passo per passo, e proveremo magari a dare anche un contributo a questo disegno di legge. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). E' certamente lodevole l'iniziativa con la quale si vuole in qualche modo non fare un favore alla politica nella sua semplificazione, è un tentativo che definisco lodevole proprio perché l'avvicinamento semmai degli aspetti burocratici, amministrativi ai cittadini e alle imprese va inquadrato come un'iniziativa lodevole, che naturalmente deve semplificare al massimo tutti quegli aspetti fastidiosi che avvelenano quotidianamente il fare e il muoversi da parte di imprese e dei cittadini. Naturalmente abbiamo anche un dovere, o soprattutto il dovere in questo momento è in capo a chi presenta il proprio disegno di legge, che è quello di far sì che quando gli argomenti si fanno complessi, deve essere reso naturalmente plausibile, accettabile tutto ciò che in termini di tempistica e di comprensione, tutto ciò che riguarda una qualunque attività che riguarda la propria famiglia o la propria azienda deve trovare uno sbocco che naturalmente lo faciliti. Insomma, quello di avvicinare il mondo della burocrazia e della pubblica amministrazione, un mondo spesso inaccessibile o incomprensibile, rompendone i suoi schemi aridi che distanziano naturalmente tutti coloro che ne sono fruitori, è il benvenuto, e quindi la salutiamo con piacere, quindi una scelta decisamente condivisibile quella che va a scavare un sistema nuovo e un approccio nuovo. Però dobbiamo anche dire che abbiamo qualche perplessità, e le perplessità derivano dai suoi modelli, dalle modalità di applicazione, dalle difficoltà ben conosciute, perché il fatto stesso che un testo che vuole innovare sia costituito da 53 articoli, evidentemente sta creando di nuovo un mare e una montagna di problemi. Forse anche perché la lettura non è semplice di un articolato che deve essere messo nella disponibilità di un cittadino e non di un consulente, di un padre di famiglia e non esattamente di un commercialista, di un avvocato, di chi ha conoscenze tecnico giuridiche commerciali. Purtroppo le leggi sembra ogni volta che debbano essere fatte in modo obbligatorio a favore e a vantaggio della via di mezzo, del cittadino di mezzo, che è quello che interpreta le leggi e i suoi regolamenti, e invece quando si tratta di metterlo nella disponibilità non solo del padre di famiglia o del giovane, o anche dello stesso imprenditore, spesso ci si scontra con questo inaccessibile muro, quasi un vallo che non si riesce mai a demolire e a mettere nelle condizioni semmai di fare un sistema che possa essere quanto più trasparente e quanto più semplificato. E allora qualcuno tempo fa chiamava il sistema della burocrazia come una sorta di piramide appuntita, difficile da scalfire, una burocrazia che naturalmente osteggia e ostacola tutto quello che dovrebbe essere magari salutato come il benvenuto. Ecco perché abbiamo alcune perplessità. Ci pare che manchino tutta una serie di progetti, di processi, che possano assicurare esattamente quello che è il richiamo che è stato fatto dai colleghi in precedenza, che naturalmente mi accingo a fare con assoluta modestia anch'io. E proprio per dimostrare questo cito un esempio davvero semplificativo, un po' perché è una materia a me cara, un po' perché la conosco molto bene, un po' perché la stessa quinta Commissione se ne sta occupando abbondantemente in questi giorni, proprio con un complesso testo unico proprio sulla legislazione turistica. Lei, Assessore, vedrà che dall'articolo 48 fino al 51 ci sono tutta una serie di richiami che, in qualche modo, dovrebbero affiancarsi al testo attualmente in discussione presso la quinta commissione, in altri momenti dovrebbe semmai cercare di spianarlo e di semplificarlo. Questo non sta avvenendo, glielo posso dire, se volesse avere un convincimento ulteriore per quello che le sto raccontando, l'articolo 51 in qualche modo si fa beffa della sua volontà è della volontà del testo di disciplina. Glielo spiego in brevissime parole. In definitiva si dice che se un individuo, che non può essere certamente un individuo casuale, perché trattandosi di una disciplina dello strumento del lusso e quindi di un complesso ricettivo del mondo del lusso, lei vedrà Assessore che è stato richiamato dai suoi bravi burocrati estensori della norma, che si fa riferimento addirittura ad un parere obbligatorio della Regione ove in autocertificazione il cittadino o l'imprenditore, in questo caso, che ha dichiarato di voler aprire una struttura ricettiva 5 stelle lusso. Quindi starebbe a significare che il parere obbligatorio della Regione, in questo caso dell'Assessorato del turismo, fa sorridere rispetto a quello che sta accadendo in tutto il mondo, un'autocertificazione vale molto di più di un burocrate della Regione che decide quando e come venire, perché valutare e perché intervenire e che addirittura dovrebbe dare lezione di capacità e di conoscenza non solo della legislazione, ma delle esigenze dei diritti dei cittadini nella scelta di una struttura che si vuole avvicinare ad un determinato mondo che in realtà non è quello della burocrazia, è quello dei vari siti Internet, di Booking.com, di Tripadvisor che sono quelli che rilasciano il messaggio non suggestivo, ma terribile e senza campionato di ritorno dove ti dice se effettivamente tu hai colto con le tue prerogative, con i tuoi requisiti nel segno di quello che il mercato e l'utenza vuole. Allora, io sotto questo profilo ritengo che ci sia naturalmente il tempo e la possibilità di intervenire perché sono modelli che vanno certamente da un lato messi in armonia con l'attuale testo unico in esame presso la quinta Commissione e dall'altro l'irrinunciabile scelta di guardare verso il futuro, l'irrinunciabile scelta di non affidare ancora dove si sta sburocratizzando alla burocrazia la possibilità di dire no o comunque di dire sì secondo i suoi tempi, secondo le sue ragioni, secondo le esperienze e conoscenze. Addirittura un burocrate che magari di quel mondo non ha assoluta conoscenza dovrebbe in modo ineffabile intervenire a gamba tesa per vincolare un'intrapresa che è, oserei dire, legittima e oserei anche dire auspicabile, invece si ritroverebbe con un signore che interviene solo in funzione di una norma che oggi, scritta nel 2016, avrebbe la pretesa di poter spalancare alle porte del modernismo, magari con una semplice APP o con una semplice autocertificazione a quello che oggi invece, come dicevamo, in uno solo degli articoli fra i 53 che compongono questa legge oggi alimentano ancora una volta quelle mie perplessità di cui ho parlato in premessa.
Per concludere, io credo che sia necessario, non solo auspicabile, addivenire ad una riarmonizzazione di tutto ciò che riguarda la quotidiana difficoltà di famiglie e di imprese. Io credo che questo sia non solo nei loro sacrosanti diritti, ma sia anche un sistema per affiancarlo ad una modernizzazione che va talmente veloce che credo che questa legge che parla spessissimo di provincia anche nell'articolo 49 dove si richiama ancora una volta un ente che di fatto è stato soppresso, probabilmente una rimodulazione questo articolato, Assessore, ne avrà certamente bisogno. Ove questo dovesse avvenire e veramente si guardasse in faccia la realtà dei fatti, le esigenze di quella quotidianità severa, a ostacoli che è fatta proprio per cittadini e imprese, allora inevitabilmente potremmo dire che si è raggiunto lo scopo. Però spesso accade che il primato della burocrazia, addirittura sulla stessa politica, che davvero tante ne fa e tante ne disfa, talvolta la mano destra sappiamo non sa quello che fa la sinistra, in questo caso io credo che mettendo mano a tutta una serie di testi, di regole, di articoli, di leggi che servono per rendere facile la vita e l'esistenza di tutti quelli che ne dovrebbero essere primi fruitori di un testo così maldestramente articolato, io credo che non faremo buona cosa, non faremo un buon servizio pubblico portato alla sua legittima aspirazione. Allora, azzerando le cose probabilmente, ripartendo da zero, probabilmente sono sicuro che si potrebbe individuare la strada giusta.
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che alla Presidenza è pervenuta la seguente comunicazione: "Il sottoscritto Alessandro Unali, consigliere questore componente del Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro dichiara di voler aderire al Gruppo Misto a decorrere dalla data odierna".
E' iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, vorrei approfittare della discussione generale per un focus su due punti essenziali che ho sfiorato in sede di relazione. Il primo è quello che riguarda l'iniziativa legislativa perché mi domando se a metà mandato sia una sensibilità mia o di pochi oppure sia presente a tutti i colleghi e alla Giunta regionale che vi è stata per il combinato disposto di diverse ragioni una distorsione di questo fondamentale elemento del nostro mandato. L'iniziativa legislativa è stata quasi esclusivamente, nel corso di questi primi due anni e mezzo, in capo alla Giunta regionale che sì ha la responsabilità in capo a sè del mandato elettorale e dell'indirizzo politico, ma mi pare abbia abusato in una serie di circostanze di questa responsabilità e di questo ruolo. Quante volte è successo - mi verrebbe da dire tutte - che la Giunta regionale ha proposto una riforma o una norma, il Consiglio regionale rispettosamente ha evitato di proporre ulteriori proposte di legge su quel tema, ha discusso la proposta della Giunta in Commissione, l'ha sovranamente emendata per poi trovare un norma integralmente modificata da emendamenti sostitutivi totali che scrivevano una nuova proposta della Giunta regionale. Questo è un tema su cui se noi abbiamo a cuore l'istituzione ci dobbiamo confrontare ed è un tema che si trova collocato su un piano più alto rispetto a quello che noi oggi stiamo andando ad affrontare, ma inevitabilmente lo coinvolge. Anche perché la corretta modalità con cui la Giunta regionale si propone di affrontare il tema della iniziativa legislativa divarica ulteriormente proprio per la differenza di mezzi che sono a disposizione l'Esecutivo dall'organo legislativo. Parliamo di una struttura dell'Esecutivo che ha a disposizione per quantità e qualità una quantità di collaboratori che non sono neppure nei sogni più nascosti di chi invece dovrebbe avere l'iniziativa legislativa all'interno delle nostre istituzioni. Questa divaricazione mette nel nulla la capacità di rispettare l'iter legislativo e la formazione della decisione legislativa, quando poi si unisce a una caratteristica biunivoca del mandato elettorale, quando c'è un Presidente depositario di un tipo di mandato elettorale e il Consiglio regionale di un altro tipo di mandato elettorale, quando si è in presenza di un Presidente che interpreta in chiave quasi autoritaria il potere di scioglimento che gli è concesso e di conseguenza una maggioranza ostaggio di questo potere di scioglimento, quando mettiamo in fila tutte queste cose, ci troviamo a constatare che una delle cose più importanti tra quelle che dobbiamo fare, quindi pensare buone leggi e realizzarle, è resa totalmente impossibile. Ora, mi sottraggo alla facilità del dire sì, comunque va così, adeguiamoci alla situazione, utilizziamo la capacità di contrattazione, utilizziamo il nostro peso elettorale per ottenere un riequilibrio. Non è così, l'equilibrio deve essere in sé nel nostro meccanismo istituzionale e il randagismo del sindacato ispettivo piuttosto che delle proposte di legge velleitarie cui sono costretti tanti colleghi e dal quale personalmente mi sottraggo perché preferisco lavorare sul testo che è in grado di essere approvato in aula, sono una cosa che noi dobbiamo lasciarci alle spalle.
Assessore, componenti della Giunta, chiudo un pezzo delle argomentazioni e salto integralmente dall'altra parte perché in ogni caso questo testo va affrontato in maniera ripartita per sottolineare un punto, prendiamo atto in autocertificazione da parte della struttura e dell'Assessore dell'industria e siamo disponibili a crederlo che in questo momento questa riforma è a costo zero in termini di risorse finanziarie e in termini di risorse umane per la parte che è a carico degli enti locali.
Riteniamo che ci sia stata una sufficiente sperimentazione della quale non abbiamo la totale evidenza ma abbiamo fiducia nella struttura, però abbiamo anche nella fase istruttoria raccolto tante, tantissime obiezioni da parte di chi a brevissimo si troverà ad applicare con questi nuovi termini determinate norme. Ora io mi domando: "Siamo realmente nella condizione di impegnare e chiedere quest'impegno agli enti locali da subito o vale la pena immaginare e prendere in considerazione a loro salvaguardia una moratoria che consenta di adattare le loro strutture organizzative nel tempo ed eventualmente anche la loro organizzazione materiale degli uffici?" Io sono convinto che il passo è quello giusto, ma a mio avviso un supplemento di sperimentazione o comunque concedere a chi non si sente pronto la possibilità di traslare nel tempo l'applicazione, sia un fatto che difficilmente noi oggi possiamo negare ai nostri comuni perché d'accordo chiedergli collaborazione, ma con una riforma degli enti locali come quella che è stata approvata da questa maggioranza, la capacità di adattamento da parte delle strutture amministrative e dei consigli comunali è stata messa fortemente sotto pressione. Vi sono ancora in corso numerose fasi di perequazione del personale, vi sono numerose azioni in corso rivolte ad attuare quella riforma, portare gli uffici immediatamente a un salto di qualità su un tema così delicato come quello dell'edilizia ad adattarsi a questo nuovo sistema è un fatto del quale francamente conservo qualche dubbio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Apprezzo questo inizio di discussione e sono convinto che questi giorni che ci vedranno impegnati nella discussione di questo DL ambizioso saranno in grado di migliorare ulteriormente un testo la cui base è stata frutto di un lavoro corale da parte della Giunta e delle direzioni generali e che ha visto poi nei lavori della Commissione un momento di ulteriore approfondimento con la reale partecipazione attiva anche dei componenti della Giunta che mi sento in questo passaggio di ringraziare anche per la disponibilità data alla Commissione, disponibilità anche di entrare nel merito delle singole parti normate da questo testo. Sono convinto come ho già detto che i lavori dell'aula saranno in grado di migliorare ulteriormente il testo e a questo proposito invito le forze d'opposizione che hanno suggerito in maniera puntuale eventuali parti che possono essere oggetto di modifica, di predisporre gli emendamenti e fare in modo che domani i lavori della Commissione siano facilitati nel migliorare un testo che sicuramente può oggi centrare uno dei problemi principali con cui dobbiamo fare i conti. Il problema principale con cui dobbiamo fare i conti è il rapporto logorato tra cittadino e burocrazia, sulla base di questo logoramento oggi scontiamo una perdita di consenso dell'autonomia regionale come forse non aveva mai avuto prima.
L'autonomia perde colpi, perde punti, è sempre meno popolare in parte per un deficit della classe politica, in parte per una mancanza di adattamento che l'apparato burocratico amministrativo della nostra Regione è stata in grado di mettere in campo negli ultimi anni. La Regione è meno capace di fornire servizi adeguati, di rispondere adeguatamente alle sollecitazioni dall'esterno, di adeguarsi al cambiamento. Ebbene, io non sono convinto che dal giorno dopo l'approvazione di questa legge tutto cambi e improvvisamente la Regione faccia quei 10 anni in avanti nel tempo di cui necessita, non ne sono convinto perché non penso sia possibile. Credo però che l'unico modo per mangiare un elefante sia quello di iniziare un boccone alla volta, per cui sono fermamente convinto del fatto che non sia questa la legge che ci consenta di finire il pasto, sono convinto anche che grazie al lavoro corale di Giunta e Consiglio con questa legge qualche boccone all'elefante questo Consiglio sia in grado di dare. La legge è un punto di partenza, non può essere uno spot né può essere frutto né può portare a illusioni, illuderci, sottovalutare le difficoltà che abbiamo in campo sarebbe un gravissimo errore anche perché da una parte c'è l'atto legislativo proprio di questo Consiglio, dall'altra c'è una difficoltà che stiamo scontando anche durante questa legislatura, quella di far rispettare e applicare bene le leggi che questo Consiglio fa. Ne cito una, la legge numero 24 del 2014 ugualmente frutto di un lavoro corale tra Giunta e Consiglio è in parte inapplicata, è inapplicata per esempio per quello che ha riguardato l'introduzione del ciclo delle performance nella Regione. La giusta retribuzione legata giustamente ai risultati ancora non è stata pienamente applicata nonostante sia stata frutto di un lavoro corale e unitario di questo Consiglio perché ricordo a tutti che gli emendamenti che introdussero finalmente nella nostra Regione il ciclo delle performance furono votati unitariamente in Commissione e furono discussi dal Consiglio che unanimamente considerò quell'intervento prioritario, eppure scontiamo uno scollamento che in alcuni casi diventa incomprensibile per i cittadini che ci guardano all'esterno e che dall'esterno rivendicano con forza l'esigenza di avere diritto a servizi pubblici migliori. La legge in oggetto, poi nella discussione degli articoli entrerò più dettagliatamente nei singoli punti, tratta essenzialmente due temi, da un lato la semplificazione normativa introducendo lo strumento del taglia leggi atto a semplificare un sistema di norme ormai incontrollabile e in alcuni casi superato dal tempo, introduce strumenti per la regolazione e in questo non posso che essere d'accordo con quanto detto dall'onorevole Tunis in merito ad una difficoltà che il Consiglio sta scontando nel fare propria l'azione legislativa che è propria del Consiglio, in questa fase scontiamo il non avere i mezzi adeguati a legiferare e ad essere pienamente titolari di questa funzione, mezzi sicuramente molto inferiori a quelli che oggi sono in mano dell'esecutivo. Sicuramente su questo tema occorrerà proseguire un processo di autoriforma che l'istituzione consiliare ha attivato nelle scorse legislature ma che ancora non è finito, non è finito soprattutto nella parte in cui si deve sostituire quello che è stato cancellato negli anni scorsi. Quel sistema è stato superato, a quel sistema ne va contrapposto un altro che metta il Consiglio nelle condizioni di portare avanti il suo ruolo, quindi la semplificazione normativa e gli strumenti per la regolazione e l'utilizzo di testi coordinati. Oggi è faticosissimo per chi è alle prese con la legislazione regionale entrare nel merito delle leggi e capire a che punto sia la legislazione, questo per la semplice assenza di testi coordinati che sulla base di leggi d'Italia, degli altri database su cui si lavora per quanto riguarda le leggi nazionali mettono a sistema la legislazione sinora vigente. Credo che questa sia una modifica facile. Probabilmente non sarà possibile direttamente con questa legge, ma occorrerà uno specifico stanziamento in finanziaria, perché sappiamo che questo tipo di operazioni non è mai a costo zero, non può essere a costo zero. Credo però sia urgente, perché il primo requisito della legge è la conoscibilità a tutti. A volte noi che dovremmo intervenire migliorando la legislazione in essere ci troviamo in difficoltà perché non siamo certi dello stato della legge attuale, perché le modifiche a volte anche circostanziate di singoli commi rendono difficile la ricostruzione normativa. È difficile per noi, io immagino quanto sia difficile per chi da fuori cittadino o impresa vede legata all'attuazione di una legge regionale il futuro della propria attività imprenditoriale o della propria condizione. Quindi questo è un qualcosa che è già contenuto nel testo ma che può essere ulteriormente migliorato. La seconda parte riguarda invece la modifica alla burocrazia in particolar modo con la creazione del SUAPE, quindi lo sportello unico delle attività produttive, dell'edilizia e abbiamo aggiunto, con emendamenti che appunto possono essere ulteriormente modificati, anche le competenze in materia di spettacolo e sport. Perché è assurdo che un imprenditore che voglia fare nella sua impresa anche delle attività connesse con lo spettacolo e con lo sport debba fare allo stesso Comune tre domande diverse. A questo proposito la creazione di uno sportello che sia realmente la porta che unisce le amministrazioni comunali e i cittadini è la soluzione che ci è sembrata più appropriata. Certo è che occorrerà anche in quest'Aula fare i conti con la realtà. Oggi i Comuni scontano una difficoltà, e la difficoltà principale si chiama pratiche arretrate. E' inutile pensare di risolvere i problemi tra edilizia privata e cittadinanza senza attaccare quello che oggi è il principale problema. I condoni edilizi dei decenni passati, i piani casa, hanno oggi provocato un aumento considerevole di pratiche che i Comuni con l'ordinaria amministrazione non sono in grado di portar avanti. Questa è una richiesta che ci viene da più parti, e che credo che questo Consiglio regionale debba impegnarsi per risolvere. Non è tanto…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, sicuramente è questo della semplificazione amministrativa un tema molto stimolante, è probabilmente il tema dei temi in ordine all'azione della PA, ed è poi la vera frontiera dell'attività della pubblica amministrazione, la semplificazione amministrativa, una volta superata questa frontiera poi c'è sicuramente il riscontro di un'attività amministrativa efficiente, economica ed efficace. Però per superare questa frontiera bisogna attraversare delle praterie, bisogna attraversarle per il verso giusto, e non mi pare che questo che noi stiamo utilizzando sia il verso giusto, per i motivi che diceva l'onorevole Floris, per i motivi che ha spiegato qualche altro collega di opposizione. Ma io credo che la semplificazione comunque, anche se messa in campo con strumenti legislativi adeguati, diventa non dico inutile ma scarsamente produttiva se non si lavora anche verso una sburocratizzazione vera, verso sostegno alle imprese, verso una riduzione del carico fiscale, sono queste le cose che servono per far crescere la Sardegna, oltre ovviamente al solito tema dei trasporti, dei costi dell'insularità. Quindi semplificazione, sburocratizzazione, riduzione del carico fiscale, sostegno alle imprese e riduzione dei costi dell'insularità con politiche dei trasporti vere, che oggi questa Giunta, questo Governo regionale, questa maggioranza non riescono a mettere in campo per i motivi più disparati, per l'inadeguatezza della Giunta, perché non c'è l'attenzione sufficiente da parte della maggioranza dei consiglieri di maggioranza. Perché credo che se ci fosse stato un altro tipo di attenzione verso le politiche dei trasporti inesistenti dal 2014 ad oggi di questa Giunta probabilmente non saremmo ridotti in braghe di tela, così come purtroppo siamo ridotti, e mi dispiace dirlo ma così è. Quindi ben venga la semplificazione, ma non una semplificazione come questa, frettolosa, una semplificazione ad ogni costo. Io credo che stiamo rischiando veramente di impattare contro un muro, perché i decreti legislativi attuativi della legge Madia alcuni sono dell'altro giorno, io non credo che la Commissione abbia avuto il tempo di trasfonderli in questo testo legislativo. Ecco allora che corriamo il rischio veramente di dover ritornare sul tema. E' il solito problema, o meglio questo è un aspetto del solito problema della tecnica legislativa che si utilizza in questa legislatura, viene fatto un disegno di legge, o tardivo o frettoloso, il disegno di legge passa in Commissione, arriva in Aula, viene rivoluzionato totalmente da emendamenti della Giunta o della maggioranza, e non si consente ai poveri i consiglieri di opposizione di poter studiare, approfondire, e di poter portare contributi. Ecco oggi invece siamo in un altro versante dei problemi della tecnica normativa, il versante della frettolosità, e per la fretta la gatta fece i gattini ciechi. E probabilmente è paradigmatico di questo modo di procedere l'articolo 52, se non ricordo male, del disegno di legge, che è un articolo per certi versi singolare, e per certi versi preoccupante. Articolo 52 che attribuisce evidentemente ai regolamenti una forza che essi non hanno. L'articolo 52 ahimé, non so per quale motivo, prevede che i regolamenti agli atti amministrativi regionali non possono contenere norme in contrasto con la legge. Ma, colleghi, ma stiamo scherzando? Colleghi, abbiamo letto questa norma? Colleghi, che cosa sta accadendo? Io non sapevo che fossero stati abrogati quegli articoli delle preleggi che disciplinano questa fattispecie. I regolamenti non possono assolutamente violare le leggi, non possono assolutamente nelle gerarchia delle fonti sopravanzare una legge. E allora perché le scriviamo queste cose? Per il quale motivo dobbiamo dare modo al cittadino di guardarci con sospetto? Perché il cittadino quando legge queste norme guarda il legislatore regionale con sospetto, con molto sospetto, con forte sospetto, sicuramente viene sminuito in qualche modo il ruolo del Consigliere regionale. Ecco, se allora questa norma, questo articolo è paradigmatico, credo che il percorso di questa legge e in quest'Aula, e nel procedimento che probabilmente la porterà davanti al Governo e quindi alla Corte costituzionale, questo percorso sarà molto accidentato. Quindi riflettiamo, ascoltiamo ciò che dice il nostro faro, faro dell'opposizione ma farò anche di tutto il Consiglio regionale, il presidente Floris. Fermiamoci un attimo, riflettiamo su queste cose che avete scritto e ci chiedete di approvare, riflettiamo su queste cose che a volte rasentano i confini della bizzarria. Riportiamo il testo in Commissione, vediamo quali sono questi decreti legislativi attuativi che sono stati emanati qualche giorno fa e che verosimilmente non sono stati ricompresi in questo testo normativo, sono decreti attuativi che sono entrati in vigore qualche giorno fa! Non mi pare che siano stati previsti i contenuti di questi decreti legislativi attuativi all'interno di questo testo di legge. Fermiamoci un attimo, vediamo che cosa dicono questi decreti attuativi, e espungiamo da questo articolato queste norme bizzarre di cui parlavo poc'anzi e andiamo a fare una legge che veramente punti l'obiettivo e lo possa raggiungere perché questa legge punta all'obiettivo ma non lo può raggiungere, cioè facciamo una legge che consenta alla Pubblica amministrazione di raggiungere quelle vette di efficacia, efficienza ed economicità che devono stare alla base dell'agire dell'amministrazione regionale e non solo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io credo che a tutti sia noto che abbiamo come riformatori da sempre sostenuto e presentato proposte di legge sulla semplificazione amministrativa. Abbiamo partecipato con piacere tra l'altro ad una delle manifestazioni tenutesi qui in Consiglio regionale che parlava di semplificazione e di come scrivere le leggi, cose non di poco conto, cose però che ancora restano nel vago e ancora non sono attuate nella loro necessaria opportunità per i cittadini che devono approcciarsi alle norme per capirle, per interpretarle, per gestire quello che le stesse leggi ci prospettano. È un problema serio perché come ricordava il collega sono 52 articoli, un mazzo tanto diceva quello di fogli da sfogliare, in una condizione non facile neanche di lettura così come è, messo insieme, non hanno riscontrato, avendo anche partecipato a qualche seduta di quella commissione, della Prima commissione, un lavoro di cesello per poter eliminare ed espungere tutte quelle che sono le condizioni ancora presenti nella farraginosa legislazione di questa Regione autonoma della Sardegna. Ora se si ha il compito o si ha l'ambizione di voler semplificare le norme la semplificazione va fatta in modo serio, continuativo, attuale e fattuale, non si può stare in un limbo disperso, non si può restare appesi a condizionamenti che arrivano magari da un lavoro che la Giunta ha fatto e che per sua natura, senza fare dei rimproveri particolari, ha voluto intessere secondo quello che è un programma specifico della stessa Giunta e quindi anche un'esigenza sentita fortemente da quell'organo e rappresentato quindi nella realizzazione della norma in discussione. Io credo che il buon legislatore debba essere astratto, fuori da quelli che sono i condizionamenti dell'oggi, del qui ed essere invece posto al di sopra delle condizioni dell'oggi e proiettato verso non dico la perennità ma certamente verso una lunga direzione che possa valere la nuova normativa, se questo io non faccio, se a questo non mi approccio, io continuo a mantenere i piedi, tutto quell'insieme di norme più o meno legate o slegate che esistono e non fanno vivere bene il sistema imprenditoriale, il sistema a tutto campo del cittadino. Se questo non si ha noi non stiamo facendo i buoni amministratori e non ci stiamo comportando come buoni padri di famiglia che cercano i dati positivi da offrire alla famiglia, se il codice civile civile cita questo fatto è perché ciascuno di noi dovrebbe portare quanto di più e meglio per poter far sentire tanto di più e meglio coloro i quali hanno a dover impattare con la legislazione, non mi pare che questa proposta che abbiamo in discussione pur facendo qualche avanzamento non sia quello che è possibile avere, sono convinto certamente che il Consiglio potrà apportare delle innovazioni su questo testo, che potrà renderlo più snello, ma non è sufficiente, io credo che andrebbe rivisitato lo stesso impianto della normativa perché è in sofferenza, vedete, ne parlo per la prima volta oggi, il caos che si vive nel sistema legislativo, il caos che poi viene proiettato all'interno di quella convivenza civile che non riesce a districarsi, fa migliaia di norme, obbliga i cittadini a fare salti mortali, a non capire, a perdere le opportunità che possono essere poste in campo, se non ho una possibilità di avere chiarezza, di avere quindi la possibilità, ripeto, di leggere bene, in modo aperto e chiaro quello che la legge dice e il fatto per esempio che non ci siano più rimandi, le ottusità che si riscontrano quando la pubblica amministrazione ha un cittadino che va e chiede di presentare la documentazione che è in mano a quell'amministrazione, magari è lo stesso certificato di nascita di residenza e di famiglia, oserei dire, con tutto quello che ne comporta, diceva il mio collega che l'autocertificazione basta e avanza, perché ha rilevanza penale qualora ci siano i fattori di falsità e c'è la possibilità più chiara e netta di essere perseguiti, ma non si può assolutamente pretendere che i cittadini siano versati in continuazione e che ci sia un ritardo delle pratiche in modo così eccessivo che non si capisce. Assessore all'industria, siccome lei è intelligente e conosce bene quelle che sono le condizioni date nel panorama mondiale sa meglio di me che in Svizzera, in una settimana si apre una fabbrica! In Sardegna se ti va bene dopo due anni! Ma quale imprenditore viene qui? Questo dobbiamo dirci, qual è l'imprenditore che rischia anni si impantana nella Pubblica amministrazione, perde soldi, perde delle opportunità che quel settore le offriva se queste cose non le consideriamo che leggi facciamo? Che meriti ha avuto quel corso di formazione che si è avuto in Consiglio regionale sul come scrivere meglio le leggi e come far sì che fossero comprese dalla gente. La semplificazione è questa, le altre sono chiacchiere, le tutele diverse non ci sono, la competitività è quella tra la Svizzera e la Sardegna, tra la Sardegna e magari la stessa Lombardia! Ecco perché siamo arretrati, ecco perché non potremo mai essere indipendenti, e anticipo questo - cari indipendentisti - la prima indipendenza è quella economica, se non c'è e indipendenza economica non ci potrà essere mai indipendenza politica, e su questi presupposti noi stiamo distruggendo anche quelle potenzialità che potremmo avere qualora vi fossero delle leggi adeguate, leggibili e applicabili nel mentre. Tutto il resto è chiacchiera, continuate a dormire in questa palude che si sta manifestando questo Consiglio regionale! Vi ho già detto ieri che arriverà qualche altro a svegliarvi in maniera forse un po' troppo brusca.
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che è rientrato dal congedo il consigliere Raimondo Perra.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIAN LUIGI (UDC Sardegna). Indubbiamente l'idea della maggioranza di presentare un disegno di legge sulla semplificazione è un'ottima idea, la Sardegna ne aveva sicuramente bisogno, e un'idea che in qualche modo avvicina la Sardegna al resto d'Europa, una legge che in qualche modo, almeno nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto portare quella semplificazione indispensabile per la vita dei nostri concittadini e soprattutto per la vita delle nostre imprese. Questo era l'intendimento della legge, lo spirito, e vi confesso che ci siamo battuti anche in questi due anni e mezzo nelle Commissioni, e in alcuni casi anche in Consiglio, per cercare di rendere più semplici le leggi che scriviamo, più comprensibili e soprattutto delle leggi cosiddette umane, che siano vicine ai sardi e vicine alla realtà economica che viviamo. Però poi, Assessore, siamo andati ai contenuti della legge e onestamente qui nascono alcune perplessità, alcuni dubbi. È chiaro che all'articolo 5, dove parliamo di abrogazione tacita di leggi, diviene difficile capire quale sia il criterio di un'abrogazione tacita; è veramente difficile, soprattutto da parte dei funzionari, dei dirigenti, di chi deve interpretare queste leggi. Sfogliando i vari articoli e arriviamo all'articolo 7, dove si parla di testi unici, ma quando parliamo di testi unici dov'e la sburocratizzazione delle nostre leggi? O addirittura l'articolo 9, dove si prevede l'analisi di impatto della regolazione, AIR: qui non stiamo semplificando, qui stiamo complicando, stiamo creando ulteriori disagi alle nostre imprese, ulteriori disagi ai cittadini.
Quindi, questa legge che nasce sicuramente con uno spirito nobile, importantissimo, Assessore va però rivista, e questo costringerà soprattutto le opposizioni a doversi trattenere stasera a fare magari le ore piccole per scrivere gli emendamenti e tentare ove possibile di correggerla. Così come abbiamo detto per altre leggi, l'invito che faccio io è quello di riportarla in Commissione. Tutte le leggi in realtà arrivano in aula e sono delle leggi che poi, riviste e corrette, potranno in qualche modo intravedere la luce, però non si può assolutamente presentare una legge che non è altro che complicare la vita delle imprese, e non solo la vita delle imprese, qui noi stiamo creando un imbuto nei Comuni, e quando si arriva al collo dell'imbuto dove non transita più niente perché è saturo di attività, è chiaro che i Comuni con i loro bilanci che ormai sono ridotti all'osso e con il personale che spesso è in prestito dal Comune affianco, avranno difficoltà. Noi potremmo chiamarlo SUAP, potremmo chiamarlo SUAPE ma ai Comuni dobbiamo andare, quei Comuni che comunque non riusciranno in nessun modo a liquidare le pratiche che noi vorremmo. E addirittura, per quanto su questo potrei essere anche d'accordo, sanzioniamo quei funzionari che non rispettano la tempistica (ancora una volta questo tema a voi molto caro, di punire il cittadino, che sia questo un dipendente dell'ente pubblico o che sia questo un semplice utente), in ogni caso andiamo a creare disagi alla macchina amministrativa comunale.
Quindi, tutto questo non porterà quello che è il vostro grande obiettivo, cioè l'obiettivo della semplificazione, ma il vostro concetto di semplificazione voi l'avete già dimostrato in questi due anni e mezzo, quando avete parlato della ASL unica regionale, quando avete parlato della riforma degli enti locali, quando abbiamo parlato della legge sull'edilizia, ecco quello è il vostro concetto di semplificazione: vedere il concittadino, il nostro utente sardo come una controparte e non qualcuno che dobbiamo aiutare e del quale in qualche modo dobbiamo essere al servizio.
Quindi in realtà la preoccupazione è che tutto questo si riduca in un appesantimento delle leggi, in un'ulteriore complicazione e non andrà sicuramente a vantaggio delle imprese e non creerà quella crescita e quello sviluppo che noi tutti ci attendiamo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (F.I.). Assessore Demuro, mi consenta una valutazione di carattere politico innanzitutto, che è relativa a quelle voci, che non sono tanto di corridoio perché riportate anche da qualche organo di informazione, nel senso che lei sarebbe uno di quegli Assessori destinati ad essere sostituiti; probabilmente non ha padrini politici tali da consentirle di conservare il suo ruolo e la sua funzione, e probabilmente non conta nulla il suo curriculum professionale. lo dico perché paradossalmente in questa Giunta regionale che io ho più volte valutato negativamente come una Giunta fallimentare, però nel distinguere tra il merito e il demerito io non ho nessuna difficoltà, professor Demuro, a riconoscerle competenza e a riconoscerle soprattutto quell'iniziativa che è stata sempre assente in questa Giunta sul piano dell'innovazione. Quanto meno lei si cimenta con un provvedimento che tenta di avviare un nuovo corso. E quindi segnalo veramente questa situazione paradossale: uno tra quelli che forse nella graduatoria del demerito non è all'apice, deve lasciare la sua funzione per vicende rispetto alle quali io non metto assolutamente becco, questo però lo voglio evidenziare in premessa perché credo che sia una situazione davvero paradossale.
Quindi, su questo provvedimento, professor Demuro, assessore Demuro, oggi noi valutiamo la capacità della Regione di darsi regole nuove, ma c'è un punto dal quale secondo me non si doveva e non si deve prescindere, e lo dico proprio a lei innanzitutto che conosce la materia: senza una riforma del sistema Regione, senza una riforma del sistema delle articolazioni della Regione, ad iniziare dagli Assessorati, io ho paura che ogni sforzo rischi di naufragare. Perché noi conserviamo ancora una Regione con una struttura che è ormai superata con funzioni che ancora sono gravemente e inutilmente accentrate presso la Regione perché anche l'attività che è stata posta in essere in questi ultimi anni dimostra che c'è sempre quella tentazione al centralismo regionale e quella cultura che vede il sistema delle autonomie locali come enti che possono essere utilizzati alla bisogna ma non come i protagonisti in un nuovo rapporto interno sempre all'insegna di quel principio sbandierato della sussidiarietà che però, abbiamo visto in concreto, è un esempio ne è la riforma del sistema delle autonomie locali dove dal nostro punto di vista c'è stata più una mortificazione che una esaltazione del sistema delle autonomie locali.
Quindi questo è il primo punto che noi richiamiamo. La mancanza della riforma del sistema Regione e del superamento del centralismo regionale ma una buona legge di semplificazione non può, Assessore, prescindere anche da un altro aspetto che è quello di introdurre anche una cultura della buona amministrazione; perché giustamente si richiama il peso che ricade sui cittadini ma dobbiamo porci il problema di cosa si è fatto, non si è fatto e di cosa probabilmente anche è carente in questa legge sul piano della formazione di una classe amministrativa di impiegati, dirigenti, funzionari che siano quindi in grado poi di svolgere adeguatamente il loro lavoro, la loro funzione perché li si metta effettivamente in grado di svolgerla, perché non debbono patire inefficienze che nascono dalla mala organizzazione e dall'assenza, appunto, di quell'attività che riteniamo sia assolutamente indispensabile sempre per forgiare una nuova classe dirigente amministrativa e perché rappresenti davvero la carta di identità dell'amministrazione regionale nel rapporto, la buona carta d'identità, nel rapporto con i cittadini.
Siamo d'accordo che la semplificazione è essenziale, è essenziale perché contribuisce a superare il ritardo competitivo che si registra in tantissimi settori e non solo in quello produttivo, come è stato richiamato, quello dell'edilizia, quello del turismo ma anche semplicemente nei settori del welfare, della salute tanto per citarne alcuni. Perché le file, le attese estenuanti, lunghe sono fattori che complicano la vita del cittadino, che rappresentano e si traducono in un costo sociale, in un costo umano e quindi anche in un costo economico. E allora ecco perché su questo testo la nostra attenzione è massima, come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto. Perché è importante che la pubblica amministrazione recuperi la sua funzione ma, lo diceva bene anche il Presidente della prima Commissione, le norme non devono rimanere una sorta di lettera morta perché nel sistema Regione noi abbiamo un problema che è il problema dell'attuazione, il problema dell'applicazione, il problema cioè di norme che benché chiare, Assessore, trovano un'assoluta difficoltà nella fase attuativa perché non si traduce il deliberato del Consiglio regionale, non si attua, ma lo si traduce sempre o lo si frena in operazioni ermeneutiche di interpretazione che ne sviliscono il significato, le finalità per cui quelle norme sono state create. Ecco perché è importante che venga recuperato in questo senso il discorso sulla formazione.
E allora le norme da sole, io penso, che non bastino se non cambia, appunto, il modo di gestire i processi amministrativi, non basta dire che facciamo una norma sulla semplificazione se poi quelle norme in concreto non c'è qualcuno che controlli effettivamente l'attuazione e l'applicazione e che tutto questo debba ridursi in una contrazione dei tempi e dei costi siamo assolutamente d'accordo… Continueremo nelle altre fasi della discussione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare il Assessore dell'industria.
PIRAS MARIA GRAZIA, Assessore tecnico dell'industria. Grazie Presidente, onorevoli consigliere e onorevoli consiglieri, io invece sono molto orgogliosa oggi di portare in discussione questa legge, sono molto orgogliosa perché più volte in quest'aula voi per primi, ieri l'ultima volta, ci avete richiamato tutti quanti all'esigenza di accelerare la spesa, la spesa pubblica, accelerare comunque l'intervento economica e questa legge nasce principalmente per questa esigenza, nasce principalmente per questa esigenza. Certo condivido, qualcuno lo ha detto, noi stiamo parlando di una pubblica amministrazione come di un elefante e l'elefante non lo possiamo mangiare tutto insieme, lo dobbiamo mangiare a morsi. Quindi questa non è una legge che si propone di risolvere definitivamente il problema della pubblica amministrazione, è una legge che si propone di cominciare a risolvere alcuni problemi della pubblica amministrazione.
C'è scritto anche Piras, onorevole Pittalis, su quella proposta di legge le è sfuggito? No! C'è scritto Piras perché chi sente più di tutti, tutti i giorni il problema dell'economia di questa Sardegna è ahimè l'Assessore dell'industria, insieme naturalmente a tutti i colleghi della Giunta, il Presidente, lo sentiamo tutti, ma io tutti i giorni sento la difficoltà di far nascere, di far ripartire le attività economiche e lo sento, l'ho sentito quando mi occupavo di altro, mi occupavo di industria nella vecchia mia vita, in una vita molto lontana precedente e lo sento ancora di più oggi che mi occupo di industria attivamente in questo ruolo. Superare, sa cosa ci dicono e mi dicono le multinazionali quando decidono di non investire non in Sardegna in Italia in generale, ci dicono il gap Italia, Assessore, è il gap in Italia che ci spinge ad andare fuori. Allora noi, la Giunta, l'Assessore dell'industria, l'Assessore degli affari generali abbiamo voluto incominciare ad eliminare questo gap e io credo che la legge per quanto migliorabile per carità gli apporti io credo che siano tutti utili, miri a questo. Noi abbiamo dato, stiamo dando finalmente a tutti i comuni le opportunità attraverso lo sportello unico che ricordo lo sportello unico è già operativo in tutti i comuni della Sardegna, ma stiamo dando anche modo a tutti i comuni o alla maggior parte dei comuni di poter utilizzare, invece di unire, anche lo sportello unico per l'edilizia, perché consideriamo che questo sia uno dei blocchi principali per lo sviluppo della nostra economia. Non ci sono intoppi, non ci sono imbuti, perché noi abbiamo fatto una sperimentazione, abbiamo iniziato nel 2014 con una sperimentazione in dieci comuni per il SUAPE, successivamente l'abbiamo fatta, abbiamo iniziato dalle grandi città, Oristano, Nuoro, Olbia, Quartu, grandi città, grandi paesi, e poi l'abbiamo estesa ad altri quarantasei comuni che ne hanno fatto richiesta, Porto Torres, Sassari, Monserrato, Valledoria, Capoterra, e ogni giorno pervengono queste richieste e richieste di ulteriori inserimenti. Quindi, vuol dire che i comuni hanno la percezione dell'importanza di questo, certo, condivido, condivido che tutto questo non avverrà, non sarà così semplice e così indolore, ma stiamo dando intanto tempi per adeguare, abbiamo previsto che alcune norme, per alcune norme abbiamo dato centottanta giorni, daremo centottanta giorni, centoventi, anche tre anni per l'unione dei comuni, quindi stiamo dando i tempi perché tutti i comuni si organizzino. Ma credetemi, bisogna iniziare, è fondamentale iniziare, è fondamentale, e io credo che su questo, anche sull'autocertificazione, poi possiamo migliorare, ma tutte le norme che stiamo introducendo, forse ha ragione l'onorevole Crisponi che, mentre parliamo nell'articolo precedente di autocertificazione, possiamo anche per la categoria lusso introdurlo, lo vedremo, ma sicuramente noi stiamo parlando in gran parte del riconoscimento al cittadino di poter fare, di poter arrivare e iniziare un'attività solo per autocertificazione, poi ci saranno i controlli, ma io inizio un'attività per autocertificazione, dopo ci saranno i controlli, e tutto andrà liscio se io ho rispettato le norme di questo, le ho rispettate per costruire una casa, le ho rispettate per aprire un'azienda, le ho rispettate per qualsiasi attività. Questo mi sembra che sia la vera rivoluzione, così come la rivoluzione è il fatto che tutti i cittadini nel sito della Regione trovino tutte le informazioni possibili. Io sto dando a tutti i cittadini l'opportunità di vedere le leggi, di avere leggi, non l'elenco delle leggi che si riferiscono a quel procedimento, ma l'ultima, perfettamente adeguata, questa è semplificazione, questa è la vera rivoluzione. Mi piacerebbe, come avete detto, che questo fosse interpretato da maggioranza e da opposizione come la vera rivoluzione, e insieme questa rivoluzione la portiamo in questa nostra Sardegna, se vogliamo accelerare la spesa, se vogliamo accelerare l'economia e se vogliamo rendere la vita dei nostri cittadini davvero semplice nell'attività. Questo è quello che è un sogno mio, di Assessore dell'industria, ma anche il sogno di questa Giunta e di questa maggioranza, per la nostra maggioranza di adesso, ma di quello anche che ci dovesse essere domani, è un passo avanti che abbiamo fatto. Io credo molto in questo, onorevoli consiglieri, disposta a migliorare dove è possibile, ma sicuramente la legge parte con i migliori auspici. È vero, c'è la formazione, ma per carità, di formazione ne abbiamo bisogno, i nostri funzionari, i nostri dirigenti hanno bisogno di formazione, ma quello di cui hanno bisogno è di avere certezze delle regole. Chi ha tempo non deve lasciare tempo, il funzionario deve sapere che ha tempo trenta giorni per dare una risposta ai cittadini, e se non risponde ha anche le sanzioni una volta tanto, questo non vuol dire vessare, vuol dire dare certezze comportamentali. Con questo noi riusciremo a cambiare la vita della nostra amministrazione, ma permettetemi di dire veramente la vita di tutti i cittadini e delle imprese sarde. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie Assessore, non ci sono altri iscritti a parlare. Comunico, come da accordo con i Capigruppo, che la presentazione degli emendamenti scade domani alle ore 12 e la prima Commissione è convocata domani alle ore 13.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Vorrei che fosse chiaro, Assessore, non è che l'ho volutamente ignorata, è che svolgevo una parte che riguardava l'assessore Demuro, pensavo proprio la seconda parte di svolgerla con riferimento a lei, ho ben presente che è un testo di legge presentato di concerto tra lei e l'assessore Demuro, volevo soltanto darne atto, non è per scortesia.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis. Pongo quindi in votazione il passaggio all'esame degli articoli. È stata chiesta la votazione elettronica.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Comunico che la seduta della seconda Commissione già convocata avrà inizio alle ore 14 e 45. Al termine dei lavori è convocata la Conferenza dei Capigruppo nella saletta qui a fianco.
La seduta è tolta. Il Consiglio è convocato domani alle ore 16.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, sulla riconvocazione del Consiglio, perché ha un senso se ci stiamo riunendo come Capigruppo, quindi per organizzare i lavori, perché se è già scontato che domani ci dobbiamo rivedere che senso ha? Quindi, io la pregherei, se i colleghi sono d'accordo, poi può darsi che sia anche domani la riunione, vorrei che il tema venisse approfondito organizzativamente in seno alla Conferenza dei Capigruppo e poi darà lei la comunicazione ufficiale della rifissazione.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Pittalis, quindi al termine della seduta dei Capigruppo sarà cura della Presidenza mandare il messaggio per la convocazione del Consiglio di domani. Comunico anche per la Commissione quinta che è confermata la riunione per domani.
La seduta è tolta alle ore 13 e 37.
Allegati seduta