Seduta n.104 del 06/05/2015 

CIV Seduta

(POMERIDIANA)

Mercoledì 6 maggio 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 19.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 15 aprile 2015 (100), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Deriu, Roberto Desini, Valter Piscedda, Gavino Sale e Paolo Truzzu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 6 maggio 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Discussione della mozione Pizzuto - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Anedda - Desini - Unali - Meloni - Solinas Antonio - Tocco sulle problematiche relative alla privatizzazione della Saremar (113) e approvazione di ordine del giorno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 113.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Pizzuto - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Anedda - Desini - Unali - Meloni - Solinas Antonio - Tocco sulle problematiche relative alla privatizzazione della Saremar.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- l'articolo 57 del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008 convertito in legge n. 133 del 2008 stabilisce all'articolo 1, comma 1 che "le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione relative ai servizi di cabotaggio marittimo di servizio pubblico che si svolgono all'interno di una regione sono esercitati dalla regione interessata. Per le regioni a statuto speciale il conferimento delle funzioni e dei compiti avviene nel rispetto degli statuti speciali." e al comma 3 del medesimo articolo si determina che: "Su richiesta delle regioni interessate, da effettuarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'intera partecipazione detenuta dalla Società Tirrenia di Navigazione Spa nelle società Caremar - Campania Regionale Marittima Spa, Saremar - Sardegna Regionale Marittima Spa, Toremar - Toscana Regionale Marittima Spa, Siremar - Sicilia Regionale Marittima Spa è trasferita, a titolo gratuito, rispettivamente alle regioni Campania, Sardegna, Toscana, Sicilia";

- la Giunta regionale, con la delibera n. 42/16 del 15 settembre 2009 ha definito la procedura per la "Regionalizzazione" della società Sardegna regionale marittima Spa, definendo che, anche attraverso la costituzione di una società mista pubblico privata, si sarebbe operato con una suddivisione di quote pari al 49 per cento in capo alla Regione e al 51 per cento in capo a capitale privato da ricercare attraverso procedure di gara ad evidenza pubblica;

- il 3 novembre 2009 viene firmato l'accordo di programma tra il Governo italiano e la Regione per la regolamentazione del servizio di cabotaggio marittimo regionale;

- la delibera n. 51/29 del 17 novembre 2009, con cui la Giunta regionale, modificando parzialmente la precedente delibera n. 42/16, stabilisce che si sarebbe data attuazione all'accordo di programma senza ricorrere alla costituzione di una nuova società a capitale misto pubblico privato, ma rimarcando che la quota pubblica della Saremar si sarebbe attestata nella misura del 49 per cento e che il restante 51 per cento sarebbe stato destinato al socio privato;

- con la legge 20 novembre 2009 n. 166 che converte il decreto legge n. 135 del 25 settembre 2009, viene data attuazione giuridica all'accordo di programma, attraverso la previsione della norma di legge per il trasferimento della Saremar (Sardegna regionale marittima Spa), a titolo gratuito, dallo Stato alla Regione e, specificamente, nell'articolo 19 ter dove si stabilisce, tra le altre cose, che: "la Saremar sarà privatizzata in conformità alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti in materia, attraverso procedure di gara aperte, non discriminatorie, atte a determinare un prezzo di mercato, le quali, relativamente alle privatizzazioni realizzate dalle Regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana, possono riguardare sia l'affidamento dei servizi marittimi sia l'apertura del capitale ad un socio privato";

- la Saremar è interessata da una procedura di infrazione per illegittimi aiuti di Stato che ha dato seguito alla decisione della Commissione UE (relativa al contributo ai sensi della legge regionale n. 15 del 2012, articolo 1, comma 3, per i collegamenti Sardegna-Continente e all'aumento del capitale sociale del luglio 2012) che ha imposto la restituzione di circa 11 milioni di euro; in relazione a tale decisione la Saremar ha presentato al Tribunale di Cagliari la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale secondo la legge fallimentare;

VALUTATO che:

- con delibera n. 32/50 del 15 settembre 2010, la Giunta regionale ha preso atto che il processo di privatizzazione Saremar subisce una battuta d'arresto a causa dello stato di insolvenza di Tirrenia, debitrice verso Saremar di circa 11,5 milioni di euro;

- il Consiglio regionale della Sardegna, nella legge regionale 7 agosto 2012, n. 15, ha previsto la privatizzazione dell'intero capitale azionario della Saremar con la pubblicazione della gara ad evidenza pubblica entro 60 giorni dall'entrata in vigore della stessa legge;

PRESO ATTO che:

- il regolamento n. 3577/92 del Consiglio europeo sul cabotaggio marittimo recita all'articolo 4 che "Uno Stato membro può concludere contratti di servizio pubblico, o imporre obblighi di servizio pubblico come condizione per la fornitura di servizi di cabotaggio, alle compagnie di navigazione che partecipano ai servizi regolari da, tra e verso le isole";

- la Commissione europea, in seguito alla interrogazione n. 902/2009 del 10 febbraio 2009 ha precisato con risposta scritta in data 10 marzo 2009 che l'Unione europea "permette agli Stati membri di stipulare dei contratti di servizio pubblico e/o imporre degli oneri di servizio pubblico al fine di assicurare i collegamenti con le proprie isole secondo i requisiti che essi ritengono più appropriati. Spetta in effetti agli Stati membri o ai loro Enti Regionali e Locali, in base al principio di sussidiarietà, adottare ogni decisione in merito e assumere i relativi oneri finanziari''; inoltre, in merito al mantenimento della quota pubblica in seno alle regioni, la Commissione europea afferma ancora che "sotto stringenti condizioni e in presenza di insufficienza del mercato, le autorità locali (e quindi le regioni) ben potrebbero rilevare le società regionali per far loro effettuare i servizi di cabotaggio, purché nel loro ambito territoriale di competenza (all'interno di una stessa Regione)";

- con la comunicazione della Commissione europea del 22 aprile 2014 recante la "interpretazione del regolamento (CEE) n. 3577/92 del Consiglio concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi all'interno degli Stati membri (cabotaggio marittimo)" si fornisce una interpretazione del regolamento CEE n. 3577/92 che, indicando in apertura del paragrafo 5 (Servizio pubblico) che "Il trasporto marittimo di passeggeri e merci è vitale per gli abitanti delle isole d'Europa" definisce compiutamente al successivo punto 5.2 che: "Spetta agli Stati membri (comprese, se del caso, le autorità regionali e locali) e non agli armatori determinare su quali rotte sono necessari obblighi di servizio pubblico. In particolare, gli obblighi di servizio pubblico possono essere previsti per servizi regolari (di linea) di cabotaggio con le isole in caso di fallimento del mercato con conseguente incapacità di assicurare servizi adeguati. Secondo le condizioni stabilite dal regolamento, gli Stati membri possono imporre obblighi di servizio pubblico per "garantire adeguati servizi" di trasporto marittimo regolare per una data isola (...) nei casi in cui gli armatori dell'Unione, ove considerassero il proprio interesse commerciale, non fornirebbero servizi di livello adeguato o alle stesse condizioni";

TENUTO CONTO:

- che, dalle precedenti esperienze di privatizzazioni attuate nelle Regioni Campania, Lazio, Sicilia e Toscana si traggono conclusioni prettamente sfavorevoli derivanti da disservizi, ritardi, discusse irregolarità negli appalti e, infine, licenziamenti improvvisi;

- della notizia risalente al giugno del 2014 che la gara d'appalto per Caremar (Regione Campania) è stata annullata dal TAR, preceduta da diversi disagi, soppressione delle corse e ritardi;

- dell'estromissione delle tre biglietterie di Formia da parte della nuova Laziomar (Regione Lazio) nell'aprile 2014, sebbene i contratti con la precedente gestione regionale fossero in scadenza il 30 dicembre del 2015, con evidenti rischi di licenziamento per tutti i lavoratori dei tre mandatari estromessi;

- dei forti disagi, ritardi e soppressioni ingiustificate nelle tratte di Pantelleria e Lampedusa per conto della Siremar (Regione Sicilia), cagionata dal ricorso per la gara d'appalto delle quote private della stessa;

- delle proteste nei confronti della Toremar (Regione Toscana) per i prezzi dei biglietti e per ulteriori ritardi;

VALUTATO che la privatizzazione totale di Saremar non garantirebbe un controllo pubblico e un mantenimento efficace ed efficiente dei servizi;

CONSIDERATO che:

- il servizio di trasporto per le isole minori di La Maddalena e Carloforte è un genere di trasporto fondamentale per la vita delle due popolazioni per via della sua basilare natura sociale, sanitaria e per lo sviluppo economico, turistico e commerciale delle due isole;

- il ruolo del trasporto marittimo tra la Sardegna e le isole minori garantisce parità di trattamento nella mobilità dei sardi residenti presso le isole stesse e il mutamento al rialzo delle condizioni di tariffa e o al ribasso della quantità delle corse limiterebbe sia gli spostamenti dei residenti che lo sviluppo economico e turistico delle medesime isole;

- alla luce delle esperienze pregresse nelle altre regioni, è inopinabile che la privatizzazione totale o maggioritaria esporrebbe l'utenza a disservizi inevitabili e costituirebbe un grave rischio di tagli e licenziamenti per il personale attualmente impiegato;

PRESO ATTO che:

- sulla base delle norme europee, non esiste alcun vincolo giuridico alla privatizzazione totale o maggioritaria e lo stesso non è una diretta conseguenza dell'applicazione del regolamento CEE n. 3577/92;

- il contenuto dell'accordo di programma del 3 novembre 2009 richiama solo una decisione politica del Governo centrale e non un obbligo giuridico alla privatizzazione;

- la scelta di privatizzare la totalità del capitale è pertanto ascrivibile, anch'essa, a scelte di natura meramente politica,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti atti ad evitare la privatizzazione totale della Saremar e/o a mantenere pubblica la proprietà maggioritaria, in particolare riconoscendo la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori e la necessaria permanenza del servizio in ambito pubblico o a maggioranza pubblica;

2) ad aprire un tavolo tecnico di confronto e coordinamento per agevolare lo studio della procedura di parziale privatizzazione della Saremar, evidenziando la centralità di una soluzione che tuteli l'utenza e i lavoratori;

3) a comunicare ufficialmente gli atti di cui alla successiva deliberazione regionale al Governo e all'Unione europea, unitamente ad una relazione sulle motivazioni sociali, economiche e giuridiche che sono alla base della sua adozione. (113).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

PIZZUTO LUCA (SEL). Presidente, dico in premessa che la mozione, dal momento in cui è stata depositata ad oggi, in cui inizieremo a discuterla, ha subito… come dire, i fatti hanno cambiato alcuni contenuti che erano espressi nella mozione e che quindi non sono più attuali, per cui sarà poi necessario modificare la mozione in un ordine del giorno su cui specificare ulteriori elementi nel deliberato di cui parlerò fra poco. Intanto, sempre in premessa, vorrei ringraziare pubblicamente, per questo percorso che ha portato alla discussione della mozione in Aula, il Capogruppo del PD Pietro Cocco e il consigliere Edoardo Tocco, con cui si è condivisa questa battaglia. Iniziamo col definire di che cosa parliamo e di che cosa stiamo parlando. Stiamo parlando del servizio di trasporto pubblico marittimo che fino a qualche tempo fa era garantito dalla Società Saremar e che nei fatti ancora oggi è garantito dalla Società Saremar, che è stata trasferita, a titolo gratuito, dallo Stato alla Regione Sardegna il 29 novembre del 2009 con la legge numero 166. A livello sociale stiamo parlando del diritto alla mobilità di 17.853 persone: 11.433 per quel che riguarda La Maddalena e 6.420 per quel che riguarda Carloforte. Quando parliamo di diritto alla mobilità non stiamo parlando semplicemente del diritto di spostarsi per andare a lavorare, ma stiamo parlando del diritto a curarsi, stiamo parlando del diritto all'accesso alle strutture culturali del territorio e alla vita sociale, il diritto insomma a vivere e a poter avere delle relazioni. Oltre a questo stiamo parlando di un totale complessivo di 167 lavoratori: 154 impegnati nel trasporto marittimo come lavoratori interni alle navi, e 13 di amministrativi, più l'indotto che riguarda i lavoratori delle agenzie di biglietti, più gli stagionali che non appaiono nell'organico, ma che sono un numero consistente. Cioè, si va a parlare di circa 270-280 posti di lavoro. E stiamo parlando di un servizio che, per sua natura, è in perdita, tant'è che c'è la polpa nel periodo estivo, perché le popolazioni di quelle Isole aumentano in modo esponenziale, ma nel periodo invernale solo con i residenti questo non accade, e il costo infatti, come si può vedere già oggi, dove c'è un soggetto pubblico che gestiva e gestisce il servizio delle tariffe per i non residenti, è realmente molto alto. In più stiamo parlando di una società della Regione che fino a qualche tempo fa era sana, che non ha mai dato problemi in termini di bilanci, che non ha mai dato problemi in termini di servizi e che ha rappresentato per le Isole di La Maddalena e di Carloforte un indotto di busta paga molto importante. Poi c'è stata una scelta, una scelta da noi non condivisa e che si è rivelata dannosa e purtroppo definitiva nei confronti della Saremar, e cioè la società nel 2011-2012 è stata caricata della cosiddetta flotta sarda, che ha causato un'ingiunzione da parte dell'Unione europea che ci ha multati per aiuto di Stato, causando un debito, una multa da pagare nei confronti di Saremar di 11 milioni e mezzo di euro. Tutto questo ha portato a far sì che si procedesse all'ammissione di Saremar nel concordato preventivo liquidatorio, che creerà le condizioni affinché Saremar cesserà di esistere, perché non in grado di restituire il debito. Questo è il quadro: scelte non positive hanno portato allo sfacelo e alla distruzione di una società sana, che garantiva tutto quello che dicevo prima. In più c'è un ulteriore elemento, perché quando la legge nazionale e lo Stato ci hanno dato a titolo gratuito la Saremar, ce l'hanno data a condizione che questa fosse privatizzata. Questo negli ultimi sette anni non è accaduto, e noi abbiamo continuato a pagare con i nostri soldi la gestione del servizio, di fatto rinunciando ai 13 milioni e 600 che venivano garantiti attraverso la legge. Ma ad oggi l'oggetto, che esiste in una forma decisamente molto precaria e che entro breve non esisterà più, cioè parliamo di Saremar, non mette più nelle condizioni lo Stato di poter dare realmente questi 13 milioni e 600, tant'è che diventa necessario riscrivere la norma e fare dei correttivi da questo punto di vista. In più c'è un altro tipo di problema, molto importante e significativo, che ovunque la privatizzazione è stata fatta e ovunque in Italia si sono tentate strade di questo tipo, ha avuto, nella migliore delle ipotesi, dei ricorsi che hanno bloccato i servizi e nelle altre ipotesi hanno avuto e ci sono state situazioni decisamente devastanti per i lavoratori e per gli utenti del servizio, per cui è dimostrato, si può vedere anche dalle notizie recenti, che Siremar, Caremar e Toremar non stanno portando a buoni risultati nella loro forma di privatizzazione, e le comunità locali stanno richiedendo a gran voce di poter tornare alla forma pubblica originaria. Qual è la risposta che in qualche modo si sta cercando di costruire oggi? L'Assessorato e l'Assessore, a cui io riconosco anche un elemento veramente innovativo, cioè quello di cercare di costruire un contratto di servizio con le popolazioni locali, e quindi attraverso un percorso dal basso, tentano di costruire un contratto di servizio che metta nelle condizioni di garantire la qualità e i posti di lavoro. Però, a parere nostro, questo non è sufficiente, perché le privatizzazioni fatte tout court senza mantenere una gestione del servizio pubblica hanno, come ho detto prima, causato danni. E cito anche un altro esempio: in un Paese che non è di certo bolscevico, e che è un Paese che ha inventato la Thatcher e che ha dato i natali a lei, che è il Regno Unito, oggi la privatizzazione per esempio del servizio di trasporto su rotaia ha causato un buco di più di 30 milioni di euro, che viene pagato dal pubblico, ma che viene poi gestito dal privato. Quindi quelle forme, in molti casi, non hanno portato a risultati importanti e a risultati che avrebbero dovuto sgravare di costi e di servizi i cittadini. Per cui ci siamo posti la domanda, e faccio una citazione in onore del Capogruppo del PD Pietro Cocco, che diceva al maestro: "Che fare?". Per noi la soluzione della privatizzazione tout court non è una buona soluzione, non ci mette in sicurezza per quel che pensiamo sui posti di lavoro e sulla garanzia dei servizi. Per cui la mozione prova a indicare i percorsi possibili e realizzabili, all'interno dei quali poter costruire un percorso alternativo che possa garantire una gestione pubblica del soggetto che andrà a sostituire Saremar, partendo dal presupposto che la legge va cambiata, e che quindi è necessario avviare una trattativa per far sì che lo Stato nazionale ci consenta di avere le risorse. E nel deliberato che poi proporremo - e quindi qui annuncio alcuni elementi - noi chiediamo che si crei un tavolo tecnico con tutti i parlamentari sardi ed europei per far sì che ci sia un'azione volta a modificare la norma nazionale, prevedendo anche l'inserimento delle clausole sociali che consentirebbero il riassorbimento dei lavoratori, e chiediamo che all'interno della norma non ci sia più l'obbligo di privatizzazione del servizio di trasporto marittimo. Altro punto, chiediamo che siano messe in atto tutte le azioni utili a garantire la realizzazione di un soggetto misto pubblico-privato a controllo pubblico che possa garantire il servizio, e oltre a questo noi chiediamo, nel caso in cui non si dovessero realizzare le buone condizioni previste all'inizio, di cui dicevo, di poter realizzare, prima della pubblicazione del bando del contratto di servizio, una strategia, definiamola così, di paracadute per tutti i lavoratori che consenta di valutare una precisa e puntuale ricollocazione nei confronti di quei lavoratori. Per cui siamo di fronte a una situazione in cui ci sono i margini per poter intervenire e far sì che ci sia la garanzia di un servizio gestito anche dal pubblico e che possa garantire qualità e sostegno occupazionale in questo periodo di forte e feroce crisi nel nostro territorio e nella nostra regione. L'altro elemento che noi chiediamo di inserire nella mozione è far sì che ci sia un organismo di controllo, in cui siano inseriti anche i rappresentanti delle comunità locali, che possa valutare poi il servizio, la qualità del servizio e le azioni che vengono poste in essere. Per cui ciò che si chiede, con la mozione, a questo Consiglio è di poter intervenire affinché si indirizzi un percorso, fatto insieme alla Giunta e al Presidente, che possa dare garanzie di qualità del servizio occupazionale e del servizio di trasporto.

C'è un antico adagio che dice che comunque e sempre le scelte dei potenti ricadono poi drammaticamente sulla testa della povera gente e degli ultimi. Noi auspichiamo con questa mozione che si possa delineare un percorso virtuoso, perché no, anche innovativo rispetto al panorama nazionale, per cui questo adagio sia sconfessato e venga garantita la qualità della vita e dell'occupazione di tutti i lavoratori e di tutti cittadini di La Maddalena, di Carloforte e di tutti quei cittadini, sardi e non sardi, che vogliono godere delle bellezze di quei luoghi. Per cui noi chiediamo un voto, e speriamo che questo possa essere unitario, che dia un indirizzo, e cioè quello che la Regione si impegnerà con tutte le sue forze a garantire un servizio che sia pubblico, anche in una forma mista, e che possa continuare a garantire la qualità e la continuità del servizio che oggi è fortemente messo in discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (Sardegna). Presidente, io ovviamente ho firmato questa mozione, e quindi condivido in pieno tutto quello che ha poc'anzi elencato il collega Pizzuto, anche perché credevo che qualcosa la lasciasse anche agli altri, invece purtroppo ha esondato e ha detto tutto quanto, comunque per non essere ripetitivi svolgo giusto alcune riflessioni importanti. Anche per ricordare all'Assessore, se mi è concesso, che io da circa un anno porto avanti alcune interrogazioni, comunicazioni, interventi per Saremar e quindi credo che lui sia al corrente di quello che è stato fatto da parte mia, anche in coscienza, nei confronti di tutti questi lavoratori, di tutte queste persone, molti incontri anche istituzionali, parlo proprio dei consigli comunali, con i sindacati e le categorie, quindi è una situazione che probabilmente è andata avanti per troppo tempo. Avremmo dovuto avere in Aula questa mozione molto tempo prima onestamente, anche perché probabilmente a quest'ora non saremmo giunti al limite di questo fatidico 27 maggio che credo poi esprima a livello giudiziario sicuramente un risultato.

Ecco, io sono dell'avviso che questo problema abbia creato una sorta di isolamento delle isole nell'isola. È paradossale anche che una lotta per la continuità territoriale, per l'insularità, sia arrivata a questo punto e a questo risultato, però nulla è perduto e, condividendo proprio la mozione, mi sembra opportuno anche far sì che l'Assessore e il presidente Pigliaru, che oggi avrei voluto in aula, anche perché mi sembra che lui prima fosse d'accordo su alcune cose, poi ovviamente sono state cambiate per via magari della distorsione di questo sistema, però sono convinto che questa mozione sicuramente porterà un dibattito in quest'Aula. Adesso io non so quanti interverranno, ma l'argomento è molto interessante. Quindi credo sia il caso di tutelare in coscienza veramente tutti questi lavoratori che da tempo stanno aspettando delle risposte, ma soprattutto tener conto di quelle che sono le espressioni dei consigli comunali e di tutte le categorie che si sono mobilitate anche con degli scioperi in questo periodo. Io mi auguro, Assessore, che questa mozione veramente possa portare un risultato, un risultato che, poi vedremo, probabilmente sarà un ordine del giorno, mi auguro che sia condiviso da tutti quanti perché Saremar o un soggetto che possa ovviamente essere all'altezza di collegare le isole minori, quindi tutti i cittadini, come diceva anche il collega Pizzuto, tutti i sardi via mare, credo che questo sia un risultato importante non solo per questo Consiglio, ma per tutta la Sardegna in questo momento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, sicuramente questa è una vicenda complicata. Non si può da una parte non essere d'accordo con la mozione e con i presupposti, con il principio della mozione, ma dall'altra parte bisogna cercare anche di capire con onestà intellettuale come possiamo fare per cercare di arrivare a raggiungere gli obiettivi che ci si è posti con questa mozione. Dobbiamo prima di tutto partire da un presupposto fondamentale: noi dobbiamo ridare pari dignità a queste popolazioni. Molto spesso noi ci lamentiamo nei confronti dello Stato italiano perché non vengono rispettati i nostri diritti di sardi e veniamo trattati come popolazione di serie B. Ecco, in queste isole vivono quello che noi viviamo e che noi continuiamo a lamentare nei confronti dello Stato italiano, quando diciamo che lo Stato italiano ci tratta non come figli. Allora non facciamo in modo che queste popolazioni abbiano lo stesso risentimento nei confronti della Regione. Noi dobbiamo cercare di capire che cosa vivono. Guardate, neanche a farlo apposta io nelle scorse settimane ho potuto toccare con mano il disagio che si vive in queste popolazioni. Mi sono recato a La Maddalena perché dovevo incontrare degli amici, avevo programmato il rientro - perché devi programmarlo, non puoi decidere di rientrare quando vuoi, devi programmare il rientro e molto spesso i rientri non si possono programmare, oppure le partenze non si possono programmare, soprattutto in caso di emergenza -, io avevo programmato il rientro, per qualche secondo ho perso il traghetto, sono dovuto rimanere a La Maddalena un'altra ora, e questa per loro è la normalità. Io l'ho vissuto come un dramma perché era l'ora di cena, sarei arrivato a casa un'ora dopo, per loro è la normalità! Noi dobbiamo cercare di ragionare con la stessa mentalità con cui ragiona chi vive questo disagio quotidianamente. Allora ne ho approfittato per stare un'ora con questi amici i quali mi hanno raccontato il disagio che tutti i giorni vivono per andare a lavorare a Olbia. Stiamo parlando di gente che per andare a lavorare a Olbia alle 9 si deve alzare alle 6, alle 5 e mezza, mettersi in coda per prendere il traghetto perché ce n'è uno e se lo perde non può andare a lavorare. Di questo stiamo parlando.

Allora, dobbiamo capire che non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B, che i nostri concittadini che vivono in queste isole sono cittadini di serie A come lo siamo tutti noi. Questo deve essere il presupposto con il quale noi dobbiamo ragionare per cercare di scrivere la norma. Non si può prescindere da questo. Lei, Assessore, ha un compito difficile, gravoso. Io ho visto come lei si sta approcciando a questa cosa e questo ci può dare fiducia, però l'obiettivo deve essere questo, l'obiettivo deve essere cercare di portare a termine quelli che sono gli obiettivi della mozione: cercare di conservare e mantenere i 167 posti di lavoro, cercare di garantire un servizio possibilmente pubblico, ma soprattutto un servizio che dia dignità a queste popolazioni. Questo deve essere l'obiettivo, questo deve essere inserito in un ordine del giorno come dicevano i due colleghi che mi hanno preceduto e allora sicuramente non può non essere votato da tutta l'Aula. Questi devono essere i presupposti e per fare questo dobbiamo avere un pensiero: Saremar non è un problema di La Maddalena, non è un problema di Carloforte, ma Saremar è un problema di tutti i sardi. Questo deve essere il principio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io l'avevo chiesto informalmente, adesso chiedo formalmente ai colleghi Pizzuto e Pietro Cocco di apporre la mia firma su questa mozione. Io ritengo che sia importante che oggi torniamo a parlare di questo problema. Non è la prima volta che se ne parla, il Gruppo di cui faccio parte aveva già sollevato a più riprese il problema dei collegamenti marittimi con Carloforte e La Maddalena che, secondo noi, deve essere affrontato semplicemente applicando a queste due realtà gli stessi principi che noi Sardegna nel suo complesso chiediamo che vengano applicati dallo Stato nei nostri confronti, cioè il diritto alla continuità territoriale. Continuità territoriale che non può conoscere limitazioni del tipo di quelle di cui stiamo parlando. Da questo punto di vista io, che sono di impostazione liberaldemocratica e quindi penso che la privatizzazione dei servizi, la competizione, la concorrenza siano alla base del miglioramento anche della vita delle persone, sono altrettanto convinto che ci siano dei servizi che non possono essere privatizzati. Questo è sicuramente uno di quelli perché si tratta di collegamenti che per la maggior parte dell'anno non sono remunerativi, tanto è vero che nel caso di La Maddalena per quel pezzo dell'anno, cioè il periodo estivo, altri soggetti privati effettuano le corse e riescono a guadagnare più di quanto non guadagni la Saremar durante il resto dell'anno, quando non c'è il grande flusso di turisti che c'è durante il periodo non estivo, quindi soprattutto invernale, ma anche in periodi di bassa stagione. Ed ecco perché noi sottoscriviamo la mozione presentata dai colleghi Pizzuto e gli altri colleghi che l'hanno sottoscritta, perché siamo convinti che, primo, il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale sia un diritto inalienabile che non può essere messo in discussione da orari, da mal di pancia di Tizio, di Caio. Non è pensabile che capiti quello che diceva poco fa il collega Fasolino, cioè che arrivati a una certa ora o sei lì o ti devi accampare da qualche parte oppure devi perdere la giornata di lavoro. Primo punto. Secondo punto c'è il problema delle maestranze che vivono con preoccupazione la prospettiva che la privatizzazione possa portare alla perdita del posto di lavoro. Il terzo aspetto, naturalmente, Assessore, questo riguarda direttamente, anche tutto il resto, ma questo è un aspetto che va affrontato in maniera particolarmente attenta, quello della gestione del servizio che indubbiamente necessita di una razionalizzazione non in termini di riduzione delle corse, ma in termini di miglioramento dell'efficienza del servizio. Però questo è un aspetto secondario rispetto all'aspetto principale che è quello della salvaguardia del diritto delle popolazioni a spostarsi liberamente tra l'isola dove abitano e l'altra isola, l'isola grande.

Qui subentra l'altro problema, cioè quello della tariffa unica che credo debba far parte di questa discussione, onorevole Pizzuto e colleghi che hanno firmato la mozione e che oggi partecipano al dibattito, perché il problema della parità di diritto di accessibilità alle due isole da parte di tutti i residenti in Sardegna, ma io dico da parte di tutti, a un prezzo adeguato, implica anche un intervento forte rispetto alle prospettive di sviluppo economico di due isole che ormai da anni stanno conoscendo un lento e inesorabile declino dal punto di vista economico. Io credo che questo problema questo Consiglio regionale, caro assessore Deiana, noi ce lo dobbiamo porre perché noi abbiamo calcolato, a suo tempo, che stanziando 2 milioni di euro sulla base del traffico registrato rispetto alle due isole, si possa arrivare ad un biglietto unico che darebbe un contributo importante ad un'economia che non chiede di essere assistita, che non chiede contributi a fondo perduto, chiede di poter esplicare senza disturbi, starei per dire, da parte della Regione le potenzialità turistiche che sono insite nella bellezza stessa di queste realtà.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, mi sia consentita una premessa che è una considerazione del tutto personale rispetto al fatto che sono convinto che questa materia, quella dei trasporti, del trasporto pubblico, in questo caso il collegamento con le isole minori, debba assolutamente restare non solo sotto controllo, sotto la vigilanza ma, a mio modesto parere, dovrebbe addirittura stare sotto una gestione esclusivamente pubblica. Noi affrontiamo questo tema della mozione posto dai colleghi Cocco e Pizzuto, abbiamo condiviso anche le necessità che vengono portate da questa mozione, le abbiamo condivise anche in passato nelle riunioni con le comunità locali maggiormente coinvolte e affrontiamo questo dibattito anche alla luce invece di un'altra esigenza che viene posta davanti a questo Governo regionale che sono le procedure concorsuali che invece riguardano la compagnia di navigazione regionale. Io credo che le due vicende ormai, che pure sino a oggi sono state la medesima cosa, la compagnia regionale, l'esigenza del controllo pubblico, l'esigenza del servizio pubblico da garantire ai cittadini per una continuità territoriale come valore assoluto anche rispetto a ciò che vediamo tutti i giorni nel panorama che ci propone l'economia di mercato. Allora seppure non possiamo ignorare la questione che riguarda la compagnia, ci viene comunque da porre un ulteriore problema sul tavolo, cosa intende fare la Regione Sardegna per il futuro, cioè premesso che in un modo o nell'altro la compagnia farà la sua strada, premesso che sarà assolutamente ineluttabile un percorso di immissione nel mercato libero del servizio pubblico di trasporto del cabotaggio marittimo regionale, ma cosa intende fare questa Regione rispetto invece al controllo e alla gestione. Cioè noi veniamo chiamati anche a rispettare i regolamenti comunitari che vengono da lontano che non abbiamo per vari motivi rispettato, abbiamo sempre derogato a queste indicazioni, però questi regolamenti ci confermano che non vi è nessuna differenza tra la gestione pubblica e la gestione privata di questi servizi. Per cui credo che l'Assessore che oggi guida questo Assessorato, credo che sia forse il massimo esperto oggi riconosciuto da tutti in Sardegna in questa materia, lei è stato protagonista di tutte le vicende che hanno coinvolto le politiche dei trasporti della nostra Regione, marittima e aerea e anche ferroviaria e di trasporto pubblico locale. Quindi credo che meglio di lei nessuno conosca questa partita per cui può anche riconoscere che non vi è questa differenza nella gestione. Noi pensiamo che per andare incontro alle legittime proposte portate nella mozione che oggi vedremo di trasformare in ordine del giorno credo condiviso da tutti, quindi la tutela dei lavoratori, ma la tutela soprattutto e la garanzia della continuità vera, credo che la Regione debba dire se in futuro intende o meno occuparsi, se in futuro intende o meno, mi spiego meglio, detenere delle quote delle nuove società che magari gestiranno questo cabotaggio. Io credo che sia necessario fare chiarezza innanzitutto per tranquillizzare i cittadini, per tranquillizzare i lavoratori, ma soprattutto per affermare anche, io lo dico politicamente, che talvolta può risultare irrinunciabile non solo un controllo ma l'esercizio del servizio attraverso anche, come abbiamo fatto e facciamo per altri settori, delle società che gestiscono questi servizi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Siamo sardi, siamo isolani, una condizione alla quale nessuno di noi rinuncerebbe, è una condizione di vantaggio, forse, è una condizione di disagio, può darsi, è soprattutto una condizione di fatto e occorre prenderne atto così come occorre prendere atto di quella ancora più complicata, nel bene e nel male, dei cittadini nelle nostre isole minori che non possono per questo considerarsi cittadini minori. Hanno gli stessi diritti, è stato detto più volte già nel corso degli interventi che hanno preceduto il mio, gli stessi diritti di tutti i sardi e hanno qualche necessità in più, bisogni che in un Paese civile devono trovare soddisfazione per forza. La mobilità tra le nostre isole minori e il resto del territorio rappresenta un bisogno primario non solo dei cittadini direttamente interessati, ma di tutti i sardi e aggiungo anche degli ospiti che vengono nella nostra Isola e nelle nostre isole. Sarebbe forse semplice, facile, oppure rappresenterebbe il gioco del solito teatrino della politica di cercare responsabilità, mi sottraggo a questa ricerca perché credo che la cosa più importante sia cercare di risolvere la situazione attuale. Il passato occorre guardarlo sì, ma al fine di evitare il perpetuarsi di certi errori e omissioni che probabilmente hanno in qualche maniera agevolato la situazione difficile che viviamo attualmente. Io sono tra i firmatari della mozione e l'ho fatto in modo convinto perché ero e sono convinto che nonostante la situazione fosse e permanga tuttora molto critica la Regione avesse e abbia il dovere, vedo l'Assessore impegnato in questo senso, di mettere in campo tutte le azioni volte a scongiurare la privatizzazione totale del servizio e della gestione del trasporto marittimo con le isole minori col mantenimento della relativa proprietà pubblica. Tutto ciò al fine di assicurare in particolare la funzione sociale del trasporto marittimo, è stato detto più volte - in particolare il collega Luca Pizzuto è stato davvero esauriente nel suo intervento -, la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori con due obiettivi principali, la tutela del servizio per l'utenza e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, fissi e stagionali. E ho apprezzato, dicevo, l'intervento del collega Luca Pizzuto in particolare perché è stato esaustivo e perché è entrato nel cuore e nell'oggetto della questione che oggi affrontiamo in quest'Aula. In particolare concordo sulla necessità di attivare un tavolo che coinvolga oltre al Consiglio regionale della Sardegna tutti i parlamentari e gli europarlamentari sardi, ciò al fine di attivare un tavolo di confronto con il Governo nazionale allo scopo di ottenere l'eliminazione del vincolo di destinazione del contributo statale alla privatizzazione del servizio della gestione del trasporto marittimo infraregionale. Un altro elemento di trattativa col Governo dovrà essere, e credo che lo stabiliremo anche in quest'ordine del giorno, l'inserimento di una clausola sociale che preveda il trasferimento dei lavoratori attualmente impiegati nella Saremar SpA al nuovo soggetto gestore del servizio di trasporto marittimo infraregionale che si aggiudicherà il servizio. Gli obiettivi non possono essere persi di vista, l'obiettivo di assicurare l'utenza che deve usufruire di quel servizio e assicurare la tutela dei posti di lavoro, e credo che verrà ben assicurato in questa mozione il principio di salvaguardia di questi obiettivi.

Concludo dicendo che vedo anche con estremo favore, da amministratore locale ancora di più, la previsione, così come ha annunciato il collega ancora Luca Pizzuto, di istituire un apposito organismo di controllo in cui siano presenti anche rappresentanti delle comunità locali interessate al fine di monitorare probabilmente quello che non è stato fatto nel corso degli anni, la gestione del servizio di trasporto marittimo infraregionale con un occhio vigile da parte di coloro che vivono quotidianamente, quindi coloro che vivono le realtà locali, che vivono quotidianamente i problemi attinenti a questo disagio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Vorrei ringraziare prima di tutto il collega Pizzuto per aver presentato insieme agli altri firmatari questa mozione perché dà l'opportunità anche di affrontare questo tema a chi come me ha sempre ritenuto di dubbio gusto gli interventi degli ex. Invece mi pare che il problema sia prospettato in tutta la sua complessità in questa mozione e in particolare sia ben rappresentato come ci sia una stratificazione di interessi e di problematiche differenti. Da un lato è stato rimarcato da tutti i colleghi il problema e l'interesse alla tutela di un diritto sacrosanto che è quello alla mobilità e alla libertà delle popolazioni che devono uscire dalle isole o raggiungere le isole e quindi un problema di continuità territoriale e di oneri di servizio pubblico. Dall'altro un altro problema gigantesco in questo momento che è quello di preservare i livelli occupazionali di tutti coloro i quali, all'interno di questo sistema di continuità territoriale marittima minore, hanno nel tempo sviluppato capacità, professionalità e impostato anche la loro esperienza di vita. Dall'altro il problema di contemperare queste due esigenze principali con un sistema normativo, che l'Assessore conosce bene, che ha generato non poca confusione, e allora io vorrei in questo clima, e vorrò poter votare l'ordine del giorno condiviso, consentitemi ristabilire anche un ordine corretto di questi problemi. E cioè il problema della privatizzazione è un problema che prescinde dalla sperimentazione che la Regione Sardegna ha fatto negli anni passati. Perché nel tema stesso della mozione si ricordano le esperienze negative, io sono d'accordo perché il servizio sia pubblico, si badi bene, però si ricordano le esperienze della Sicilia, della Toscana, del Lazio, della Campania. Ebbene, signori, tutte queste Regioni hanno privatizzato senza che in quelle stesse Regioni sia stata sperimentata alcuna flotta campana, alcuna flotta siciliana, alcuna flotta laziale. Si è privatizzato il sistema delle regionali marittime e la Tirrenia, che è ugualmente stata privatizzata, per una scelta che noi abbiamo fortemente contestato, da parte dello Stato italiano di concerto con l'Unione Europea, perché il percorso, e cioè l'exit strategy rispetto al problema gigantesco delle compensazioni date al sistema delle regionali marittime, fosse quello di ideare il sistema della cosiddetta gara a doppio oggetto, e cioè privatizzo la società, o le società in questo caso, con all'interno un contratto di servizio pubblico. Quindi l'esperienza di collegamento marittimo con la penisola non incide sull'an della privatizzazione, e cioè sul se questa dovesse essere lo strumento, quanto invece incide sulle modalità perché chiaramente una società che è in concordato preventivo ha delle modalità differenti per poter arrivare a tutto quello. Questo per ripristinare un corretto ordine delle problematiche. Ora ciò premesso è chiaro che il problema resta, e il problema resta perché è vero che esiste un insieme di regolamenti ai quali spesso e volentieri il nostro stato e la nostra Regione ha derogato, esiste un complesso di norme, però, signori miei, l'applicazione dei regolamenti e delle norme, che giustamente dal punto di vista tecnico sono il vangelo di riferimento, è il talento della tecnica, non è talento della politica. Noi dobbiamo avere anche il coraggio di cambiare le leggi o i regolamenti che riteniamo che non siano corretti o coerenti con le esigenze della gente, è il nostro ruolo, è la funzione della politica, quella di capire che laddove vi siano strumenti normativi inadeguati questi devono e possono essere cambiati. È chiaro, e ben venga il tavolo che è stato proposto, che nella nostra potestà legislativa vi sono dei limiti, e che quindi nessuno di noi pensa di poter cambiare autonomamente e unilateralmente regolamenti di rango superiore, però possiamo senz'altro mettere in campo e attivare tutte quelle forme di attività politica di pressione, di moral suasion anche rispetto agli organi sovraordinati perché queste regole cambino. E allora qui si ripropone uno scenario piuttosto ampio che abbiamo cercato di sviluppare. Quest'Aula anche nella scorsa legislatura, me ne daranno atto anche i colleghi, ha discusso più volte e lungamente di tutto questo. Si deve ritenere il sistema di continuità territoriale verso le isole minori un sistema di cabotaggio marittimo, o lo si deve far rientrare nel trasporto pubblico locale per quanto riguarda la Sardegna? Si deve interpretare il ruolo di una società che collega le isole minori con l'isola madre come una in house providing, o si deve interpretare come un'attività assolutamente distaccata dal servizio pubblico e quindi privata? Vedo che il tempo sta terminando, ma l'argomento necessiterebbe di ampi spazi di discussione che sono sicuramente più di quelli che ci offre questa opportunità. Per esempio andrebbe anche visto, e io credo sia uno spunto che dovremmo cercare di seguire, quello che viene proposto anche da altre parti, e cioè se come direttamente si gestisce il trasporto pubblico locale su gomma o su ferro non si possa gestire quello marittimo, il perché questo non sia possibile, perché questa strada non possa essere sviluppata. Ecco io credo…

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, ma io credo che abbiamo fatto bene a presentare questa mozione, credo che dopo qualche mese ci consente di arrivare in aula e ridiscutere del problema del collegamento delle isole minori con la Sardegna. Al 31 dicembre di quest'anno credo che ci sarà un dato di fatto, che sarà quello che la società Saremar che tutti quanti abbiamo conosciuto non esisterà più. E però allo stesso tempo, è già stato detto, io credo l'obiettivo che dobbiamo raggiungere, il lavoro che noi dobbiamo svolgere da oggi in poi, ma bene sta facendo l'Assessore dei trasporti e la Giunta regionale già da qualche mese a seguire con attenzione questo problema, l'obiettivo deve essere quello di garantire il diritto alla mobilità innanzitutto ai residenti dell'isola di La Maddalena e di Carloforte, e a tutti quei cittadini che volessero raggiungere quelle isole, non ultimi i turisti, per poter in qualche modo usufruire delle bellezze di quei territori. E quindi non possiamo comportarci così come spesso, o quasi sempre, ha fatto lo Stato nei confronti della Regione Sardegna sulla continuità territoriale fra la Regione e il continente. Quindi dobbiamo avere la capacità di scrivere regole certe, regole che vengano rispettate e soprattutto che possono essere in ogni momento verificate. All'interno di queste regole certe credo che non possa che essere messo se non al primo almeno al secondo posto, così come più volte in Commissione è stato detto all'Assessore, va salvaguardata la posizione lavorativa che le 180 persone che lavorano con la Saremar debbano essere tutelati. Non inizia certamente oggi il problema della Saremar, inizia da qualche anno, in modo particolare credo che la legge 15 del 2012 abbia segnato a mio avviso il primo momento negativo della gestione della Saremar. Se noi dovessimo andare a fare un conto veloce dal 2012 ad oggi la Saremar è costata ai cittadini sardi la bellezza di 50 milioni di euro. Noi dobbiamo fare di tutto perché il contributo annuale dello Stato nei confronti della Sardegna per garantire il trasporto tra la Sardegna e le isole minori venga continuato ad essere percepito dalla nostra Regione. E dicevo prima che dobbiamo garantire non solo il servizio, ma che sia anche un servizio di qualità. La forma che può essere individuata può essere certamente più di una. C'è uno scontro pubblico o privato? Io credo che la normativa nazionale ed europea molto probabilmente sul pubblico ci crea qualche problema, però credo che lavorare ad una gestione pubblico-privato, magari anche con qualche forma organizzata da parte dei dipendenti dell'attuale Saremar, credo che possa essere la soluzione migliore, sapendo tutti quanti che non è un servizio economicamente valido, che è un servizio sociale, è un servizio che forniamo ai cittadini, e quindi non possiamo ipotizzare, che sia pubblico o privato, che il servizio possa essere vantaggioso dal punto di vista economico. E credo in ultimo, è già stato sollevato dal collega Pizzuto molto meglio di me, che sia necessario, lo dico in modo particolare in questo momento all'Assessore, che un organismo di controllo che verifichi anche il rispetto delle regole che vengono date sia necessario. Credo che non è questo il momento, ma ci sarà una sede in cui potremmo anche affrontare la gestione che di questi anni ne ha fatto la Saremar, ed in modo particolare le figure apicali. Io mi auguro che chiunque vada al governo della società che andrà gestire il trasporto tra la Sardegna e le isole minori non venga scelto, come è successo negli ultimi cinque anni, con una semplice spartizione all'interno dei partiti della maggioranza, anche perché poi con una semplice spartizione si va a scegliere certamente non il meglio che la nostra Regione può offrire. I risultati credo che siano sotto gli occhi di tutti, nessuno di noi può svolgere qualsiasi ruolo, ognuno può e deve svolgere il ruolo in base alle proprie capacità.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Presidente, colleghe, colleghi, Assessore, per noi sardi, e quando dico sardi ovviamente mi riferisco anche a tutti quegli amici che risiedono nelle isole minori, il problema del trasporto è la madre di tutti problemi perché la crisi della Sardegna, crisi economica, la crisi che in qualche modo attanaglia le nostre comunità, per gran parte la causa sono i trasporti, che siano questi da Cagliari a Civitavecchia, che siano questi da Calasetta a Carloforte, siano questi da Palau a La Maddalena, giusto per citare qualche esempio. Noi abbiamo qui, Assessore, tre problemi urgenti. Il primo fra tutti sono i 167 posti di lavoro, le 167 famiglie che noi dobbiamo assolutamente salvaguardare e tutelare. Questo è il nostro primo obiettivo. Il secondo obiettivo è che tipo di servizio dare ai residenti di queste isole, l'altro servizio che non possiamo trascurare, che un po' richiama anche gli argomenti di stamattina sono i nostri utenti, cioè turisti, il servizio che noi dobbiamo dare ai turisti per garantire a noi sardi, alle nostre famiglie, alla nostra economia che in qualche modo la Sardegna e quelle parti della Sardegna, mi riferisco alle isole minori, possano in qualche modo cercare di migliorare la qualità della loro vita. Assessore, io ho letto la sua proposta di legge, la numero 198, è una proposta di legge che porterà in aula mi auguro appena possibile, è del 13 aprile 2015, la proposta di legge della Giunta, e onestamente mi sono venuti i brividi leggendo "nelle more del perfezionamento della procedura di privatizzazione", leggere questo, Assessore, mi preoccupa moltissimo, ma preoccupa soprattutto quella gran parte di sardi che risiedono nelle isole minori perché il pensiero che il trasporto pubblico possa essere affidato ai privati è per quanto mi riguarda una fortissima preoccupazione che dobbiamo assolutamente cercare di risolvere e cercare di tamponare. Ho letto la legge anche se ho avuto modo di vederla stamattina perché la Commissione l'ha esitata qualche giorno fa, c'è scritto nella legge che è prorogato il servizio sino al 31 dicembre 2015, però la prima domanda che mi pongo, ma soprattutto che pongo a lei, Assessore, è cosa faremo da qui al 27 maggio, data di scadenza del concordato preventivo, cioè la Regione Sardegna ha la capacità economica per andare di fronte al giudice per sanare questo tipo situazione? Questa è la prima domanda, non è una domanda secondaria o banale, è anche questa una domanda che è determinante per il prosieguo di questa trattativa. Ora io ho capito il senso, la Regione deve affidarsi a questo consulente, lei usa un termine inglese che a me non piace, questo advisor, in italiano si dice consulente è più semplice scrivere consulente anche perché poi rientra nel nostro linguaggio comune, noi dobbiamo adesso investire con questo consulente 150 mila euro, è scritto in legge, che dovrà tutelarci per quel supporto tecnico specialistico economico e finanziario per predisporre la gara e per predisporre l'assegnazione delle rotte marittime, questo è scritto in legge. Assessore, mi auguro che questi soldi siano spesi bene, ma soprattutto mi auguro che portino i frutti sperati perché la Sardegna, non Carloforte e non La Maddalena, ha bisogno di certezze, in realtà le confesso Assessore, lei sa bene perché, io ho aspettato per anni questo momento. Da frequentatore di Carloforte ho aspettato per anni questo momento per potermi finalmente sfogare con qualcuno perché è assurdo che chi risiede in Sardegna solo a pochi chilometri da Carloforte debba pagare il biglietto da persona non residente, questa è una vergogna pubblica, è una di quelle cose, Assessore, che dobbiamo risolvere, lei deve risolvere perché non è possibile che si debba andare a Carloforte e spendere 20 euro, marito, moglie e due bambini, è vergognoso! Ho assistito ad una scena, qui la metto in termini di battuta, un inglese chiedeva di partire da Portoscuso, marito, moglie, un camper e due bambini, il prezzo era 90 euro. Ha guardato la signora e ha detto: "Non ha capito, Carloforte non Civitavecchia", perché il prezzo era talmente assurdo che per lui era impossibile pensare di dover pagare 90 euro per recarsi a Carloforte. Assessore mettiamo mano, così come dobbiamo una volta per tutte definire anche l'approdo unico, è necessario? La popolazione lo gradisce? Serve per economizzare e cercare di trovare una soluzione? Ci ragioniamo, non può essere calato dall'alto, è una discussione che deve essere fatta tutti insieme, ma su questo argomento, sull'argomento dei trasporti, la Regione Sardegna, noi come Consiglio regionale che rappresentiamo tutti i sardi non possiamo in nessun modo tacere o svalutare questo argomento come se fosse un problema secondario.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, Assessori, colleghi, io credo che quando si parla di trasporti in generale e di servizi e quando si parla di trasporti in modo particolare per le isole minori sia necessario cominciare con affermazioni di principio che il diritto alla mobilità è un diritto inalienabile così com'è inalienabile il diritto al lavoro, per cui messi insieme i due pezzi principali dei quali dobbiamo discutere e su cui abbiamo discusso e scritto sulla mozione presentata con i colleghi firmatari, io credo che il tema sia questo, poi naturalmente ci sono le barche, i mezzi di trasporto e l'utilizzo che se ne fa e il gestore dei mezzi di trasporto. Questo è il tema del quale discutere e su cui concentriamo l'attenzione proprio perché il tema dei trasporti è un tema sensibile ed è necessario fare chiarezza, anche l'ultimo intervento del collega Rubiu che dice che non vedeva l'ora di discutere dei prezzi dei biglietti, mi dà la possibilità discutere, non sono aumentati dell'ultimo anno i biglietti, è un tema vecchio nel tempo e su cui è necessario ovviamente discutere, fare chiarezza, fare in modo che prezzi siano più abbordabili perché questo influisce e interessa soprattutto l'economia dei luoghi nei quali per poter arrivare è necessario utilizzare i mezzi di trasporto su mare. Però non è superfluo e neanche banale fare cenno all'origine del problema, non è irrilevante riprendere la procedura di infrazione di Saremar perché la mozione è costruita poi su questo procedimento, perché gli aiuti di Stato cosiddetti illegittimi hanno generato la decisione della Comunità europea che ha imposto la restituzione di circa 11 milioni e mezzo di euro che hanno generato quello che è capitato, che è all'origine di tutti problemi che Saremar ha avuto e per la quale Saremar adesso ha in piedi la procedura di concordato liquidatorio e anche questo per fortuna si è arrivati a metterlo in piedi fino al 31 dicembre, tempo che ci serve per ragionare anche e soprattutto di questa mozione nella quale noi chiediamo delle cose precise che devono essere valutate e devono essere considerate, perché su Saremar sono stati fatti degli errori rilevanti, ancora ribadisco e riprendo l'intervento precedente che mi dà la possibilità di dire che errori nella gestione del trasporto delle tratte con il continente della cosiddetta flotta sarda sono all'origine del credito maturato da Saremar che hanno fatto maturare 11 milioni e mezzo di euro di debiti e che hanno causato questo problema gigantesco sul quale adesso dobbiamo naturalmente intervenire. È un tema che seguo e che ho seguito anche nella precedente legislatura tant'è vero che nella precedente legislatura avevo presentato un'interrogazione che ho qua sotto mano, è datata Cagliari 15 ottobre 2013, nella quale chiedevo l'utilizzo di risorse finanziarie sul contratto di servizio che erano state indebitamente trasferite dal conto corrente finanziario della Saremar nei confronti della flotta sarda di 550 mila euro, come se avessimo una condizione tale da consentirci di fare operazioni di questo tipo, per cui le cose non nascono mai per caso e io non sono molto d'accordo, anche se questo un fondo di verità ce l'ha, sul fatto, come ho sentito dire dal collega precedentemente, che più che scelte scellerate del Governo italiano, anche quelle, ci sono le scelte scellerate di alcuni governanti anche della Regione Sardegna che non hanno certamente brillato dal punto di vista dell'utilizzo delle risorse e delle possibilità che ci sono state date per governare la nostra Isola. Il tema è questo, che fare? Perché poi dobbiamo anche decidere come procedere; che cosa fare per garantire il servizio di trasporto nelle isole minori; che cosa fare per garantire tutti i posti di lavoro, uno per uno, tutti quelli che ci sono, da quelli che lavorano sulle barche a quelli che non lavorano sulle barche; che cosa fare per garantire ai cittadini di La Maddalena e di Carloforte il trasporto come diritto inalienabile alla mobilità e a prezzi naturalmente accessibili, perché possano essere considerati cittadini al pari di tutti gli altri con diritti e naturalmente anche con doveri così come tutti ne hanno. Noi abbiamo predisposto una mozione che, dagli interventi che si sono susseguiti durante il dibattito in quest'Aula, più o meno siamo tutti concordi sull'idea che dobbiamo procedere verso questa strada. Il primo punto è quello di mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti finalizzati a evitare la privatizzazione totale del servizio e della gestione di trasporto marittimo. Noi abbiamo fatto una proposta, abbiamo detto che la gestione del servizio si darà attraverso una gara d'appalto, perché questo è nelle cose, ma che la Regione si debba dotare anche della possibilità di mettere in piedi una gestione mista di sistema di trasporto pubblico privato e che la Regione Sardegna potrebbe anche mettere di suo, attraverso una società già esistente, per la gestione del servizio di trasporto marittimo, così come lo fa su ruota. Ad aprire un tavolo tecnico di confronto e coordinamento regionale insieme ai parlamentari - il tempo sta concludendo, vado veloce -, a costruire una conseguente azione congiunta del Consiglio regionale per arrivare a questo risultato e avviare tutte le procedure formali per la ricerca di un partner privato da inserire nell'eventuale società mista, che possa partecipare alla procedura di gara per l'affidamento del servizio di trasporto marittimo infraregionale e totale. E garantire tutte le unità lavorative. Lo diremo meglio durante la lettura dell'ordine del giorno, se sarà condiviso io spero in maniera unanime, e credo che questo Consiglio regionale, se dovesse approvare quest'ordine del giorno, stasera farà un ottimo servizio alle comunità interessate ma farà un ottimo servizio alla Sardegna. E noi tutti faremo un ottimo lavoro nel tentativo di dare un futuro a quel servizio di trasporto, prendendo esempio da luoghi nei quali questo tipo di servizio privatizzato senza un accompagnamento non ha dato buoni risultati.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Signori consiglieri, saluto con grande soddisfazione questo momento di confronto che riconosco particolarmente utile, opportuno, tempestivo e anche molto serio per i modi e per i toni con i quali si è svolto, tutti indirizzati a individuare le soluzioni, non certamente indirizzati a far valere più o meno sterili posizioni di rendite di posizione. Innanzitutto mi consentiranno di specificare un equivoco lessicale che però può essere fonte anche di gravi fraintendimenti contenutistici: si parla di privatizzazione, perché storicamente c'è stato un problema di privatizzazione imposta da delle norme e da degli accordi di privatizzazione del soggetto che esercitava il servizio e, nel caso di specie, di Saremar. Questo problema, ahimè, ahinoi, è superato. Privatizzazione in questo senso significava cessione di una parte del pacchetto di controllo della società che era completamente pubblica. Questo è un profilo che in qualche misura ritengo sia superato dagli eventi. Però lo abbiamo conservato, il termine privatizzazione, e lo applichiamo invece non al soggetto che eroga il servizio ma al servizio stesso, il quale non è un servizio privatizzabile per il semplice motivo che il servizio in quanto tale è e rimane un servizio pubblico. Qualcuno di loro, più di alcuni di loro, ha segnalato che si tratta di un servizio in perdita, nel senso che non è un servizio che consegnato alle normali dialettiche di mercato potrebbe rimanere in piedi. È vero. Tanto è vero che si ovvia in questi casi con l'intervento di una precisa disposizione del regolamento 3577/92, proprio sulla liberalizzazione del traffico marittimo infracomunitario, che prevede all'articolo 4 proprio che nei casi in cui ci sia un servizio che non è remunerativo a questo punto si interviene con l'imposizione di obblighi di servizio pubblico. Quindi, il servizio in quanto tale, nel momento in cui esiste come servizio, non può essere né privatizzato e né privatizzabile perché è un servizio pubblico e viene pagato e viene sostenuto con risorse pubbliche. Tanto è vero che, a prescindere che queste risorse siano statali o regionali, comunque pubbliche, è uno dei pochi casi in cui viene riconosciuta la possibilità di sostenere un'attività economica che dovrebbe essere libera e che invece viene indirizzata a delle finalità pubbliche mediante un intervento economico pubblico. Quindi, se noi ci liberiamo da questo equivoco, capiamo che siccome non possiamo parlare più di privatizzazione o meno di Saremar perché ahimè, lo ribadisco, ahinoi, non è più un problema attuale per il motivo che spiegherò, anzi è stato ampiamente sviscerato ma comunque ci tornerò fra un istante, il problema non è parlare della privatizzazione o meno di un servizio, perché il servizio è e rimane un servizio pubblico. Quindi, a prescindere da chi lo esercita il servizio è pubblico e viene costruito un capitolato di servizi che è l'insieme dei servizi e delle modalità secondo le quali si chiede che venga erogato servizio. Ebbene signori, noi non abbiamo mai avuto la possibilità in questa nostra regione di disegnare un capitolato di servizio pubblico per quanto riguarda i collegamenti marittimi con le nostre isole minori. Abbiamo avuto una opportunità di disegnare il tipo di servizio di cui avevamo bisogno in occasione della indizione della gara per l'affidamento di servizi notturni marittimi con le isole minori, ma per quanto riguarda i servizi diurni o per quanto riguarda, a maggior ragione, i servizi marittimi per esempio attualmente esercitati della Tirrenia, noi non abbiamo mai avuto la possibilità di disegnarli secondo le nostre esigenze. Come invece è capitato dal 2001 in poi, vedo l'allora presidente Floris che ricorda sicuramente un'opera in qualche misura pionieristica in quel momento, perché non c'era stato nessun esempio ancora in Italia, poi pian piano si è intervenuti altre volte, per esempio per disegnare gli oneri di servizio pubblico nel servizio aereo. Ebbene, che cosa stiamo facendo? Io l'ho detto e lo ribadisco, io credo che a volte dalle crisi e dalle difficoltà possano nascere anche delle opportunità, in questo caso l'opportunità è quella che per la prima volta le comunità locali, quindi i principali fruitori del servizio di collegamento, hanno la possibilità, l'opportunità di scriversi le regole più funzionali alle proprie esigenze. Il consigliere Locci giustamente si è posto, ma anche altri, ma quindi che si fa? Noi stiamo lavorando con grande determinazione e grande serietà e anche usufruendo della grande collaborazione di tutti, a questo tema, abbiamo per esempio chiesto alle comunità locali di Carloforte e di La Maddalena di raccogliere, cosa che hanno fatto con grande serietà e grande attenzione, le esigenze delle loro comunità e di rappresentarcele. Abbiamo fatto una seduta di lavoro la scorsa settimana con i sindaci e con le amministrazioni di La Maddalena e di Carloforte, poi abbiamo chiamato le autorità marittime, quindi la guardia costiera di Palau e di La Maddalena e di Carloforte, Calasetta e Portovesme. Abbiamo intenzione di audire per esempio gli operatori di Saremar e dei servizi, quindi per esempio i comandanti, per capire quali sono le esigenze tecniche, le esigenze sociali, le esigenze degli orari, eccetera. Mi permetterete in questa fase di non potere approfondire l'annoso problema per esempio della cosiddetta tariffa unica, che è stata oggetto di un provvedimento legislativo che, è stato ricordato, stanziava anche delle somme e che noi abbiamo provveduto a comunicare notificandolo come era previsto a Bruxelles. Bruxelles ci ha ovviamente fatto delle osservazioni perché come dissi e ribadisco, ahimè, anche in questo caso l'applicazione di una tariffa a soggetti diversi dai residenti nella comunità periferica viene considerata una discriminazione positiva, non consentita dal Trattato; noi abbiamo insistito mandando le nostre controdeduzioni ma il file, come lo chiamano a Bruxelles, il file è aperto; quindi, da questo punto di vista è un'attività in esecuzione però, ci tengo a dirlo, nel momento in cui stiamo scrivendo le nuove regole stiamo scrivendo anche delle nuove ipotesi anche di livelli tariffari, che per esempio possano prevedere non una tariffa per i residenti in Sardegna, che come tale sarebbe discriminatoria, ma una tariffa per dei soggetti che per esempio abbiano un particolare interesse nelle realtà periferiche servite, penso per esempio ai soggetti che pagano delle tasse nelle comunità servite, quindi per esempio i proprietari di abitazioni, o altre ipotesi di questo genere. Il tutto va ovviamente vagliato in termini di sostenibilità normativa e comunitaria.

Che cosa stiamo facendo, quindi, lo state sentendo, ne approfitto anche perché è stato sottolineato questo aspetto: dobbiamo affidare il servizio? Sì, lo dobbiamo affidare, perché il nostro principale obiettivo è ovviamente non lasciare queste comunità, ma anche la Sardegna, priva di un importante servizio. E allora, chi può partecipare alla gara per effettuare questo servizio, chi si può candidare ad effettuare questo servizio? Si può candidare qualunque armatore comunitario, il che vuol dire che il requisito necessario è essere armatori comunitari, e si può essere armatori comunitari pubblici o privati, questo non è il problema, il problema è che per partecipare alla gara bisogna essere degli armatori comunitari; ahimè, e ribadisco, ahinoi, non potrà partecipare a questa gara Saremar, la quale, com'è stato ricordato, si trova in concordato preventivo liquidatorio, e quindi, a meno di clamorose e gradite sorprese, non potrebbe assolutamente essere operativa oltre il 31 dicembre 2015. Perché? Perché Saremar è gravata da un obbligo di restituzione di un aiuto, obbligo al quale avrebbe dovuto ottemperare entro quattro mesi dalla notifica, quindi entro maggio 2014 avrebbe dovuto restituire le somme dovute, non le ha potute restituire e quindi, essendo una SpA, aveva due strade, o chiedere il fallimento oppure chiedere un concordato preventivo, la qualcosa, ci terrei che fosse chiaro e riconosciuto da tutti, ha consentito, grazie anche alla collaborazione del Consiglio che all'unanimità ha votato le leggi di proroga del finanziamento, la prosecuzione del servizio per tutto il 2014 ma anche per tutto il 2015, il vero problema è che oltre il 2015 ovviamente non possiamo andare. Perché ho detto "salve clamorose e positive sorprese"? Perché in effetti Saremar potrebbe essere salvata solo a una condizione, che un soggetto totalmente privato potesse intervenire per ripianare il debito di restituzione, ma non può essere certo la Regione che può dare un aiuto per ripianare un obbligo di restituzione di un aiuto, perché sarebbe un aiuto sull'aiuto e come tale ovviamente ampiamente vietato. Il consigliere Solinas si è posto un delicato problema e cioè se quello di Saremar è un servizio pubblico di trasporto pubblico locale: certo che lo è, tanto è vero che noi siamo competenti alla sua gestione, ma è comunque un servizio che risponde alle norme sul cabotaggio marittimo insulare intracomunitario, che prevedono che deve essere affidato mediante una procedura di evidenza pubblica, trasparente, aperta e non discriminatoria.

Il secondo grande problema, ma non per importanza, che è stato posto è quello della salvaguardia dei livelli occupazionali. Anche in questo caso noi ci stiamo muovendo sulla base di due strade, una è quella che tiene conto della situazione normativa attuale, che nel settore dei trasporti conosce un divieto della cosiddetta clausola sociale, quindi della clausola che obbliga al riassorbimento del personale, che invece è presente in diverse altre forme di servizi più o meno pubblici. La clausola sociale al momento non è consentita ma noi stiamo lavorando per individuare delle forme di premialità per i soggetti che liberamente vorranno, o potranno assorbire i lavoratori in precedenza occupati da Saremar. Nel contempo, anche la mozione di cui si è discusso quest'oggi, sta prevedendo la possibilità di valutare il riconoscimento di una deroga per la specifica situazione dei trasporti nelle realtà ultraperiferiche insulari, come sono quelle di Carloforte e La Maddalena, con il riconoscimento della possibilità di una clausola sociale. Si tratta però di una misura de iure condendo, cioè di una misura non ancora presente, ci lavoriamo tutti, con un tavolo interistituzionale con i parlamentari e gli europarlamentari, però al momento noi non lo possiamo introdurre perché se la introducessimo decreteremmo ovviamente l'illegittimità di tutto il nostro bando.

In conclusione mi preme ricordare che la scrittura delle regole del gioco, e la previsione per esempio, com'è stato richiesto dalla mozione, di un comitato di monitoraggio è già stata prevista nella griglia generale del contratto di servizio, abbiamo già chiesto alle comunità servite da questo servizio di partecipare ad un comitato paritetico di monitoraggio, del quale fa parte ovviamente la Regione, il soggetto che eroga il servizio e la comunità che fruisce di quel servizio; comitato di monitoraggio che serve per due cose, per controllare…

PRESIDENTE. Assessore Deiana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di replicare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (SEL). Sono chiaramente molto soddisfatto della discussione che si è sviluppata e del fatto che i contenuti della relazione che ho fatto prima e della mozione siano pienamente accolti dall'Aula e dall'Esecutivo, in particolare dall'Assessore. Vi ringrazio per aver accolto tutte le proposte che noi abbiamo portato all'interno alla mozione, stabilendo dei principi, e il principio base è che prima vengono le persone e poi vengono i soldi, e che quindi in questo percorso che la mozione sta delineando noi ci vincoliamo a realizzare delle azioni che mettano prima di tutto al centro la vita delle persone e poi i profitti eventuali di privati che potrebbero venire a concorrere alla gestione del servizio. Dopodiché noi oggi di fatto apriamo quella che è una vertenza nazionale, perché nei contenuti della mozione noi chiediamo di aprire un tavolo di discussione col Governo per cambiare la norma che ci impone la privatizzazione e che ci assegna i soldi, quindi noi nazionalmente stiamo andando a dire che tutti i cittadini, anche quelli che vivono nelle isole minori, hanno pari dignità di fronte allo Stato italiano e all'interno della Regione Sardegna, ed è una vertenza nazionale che, se la mozione sarà approvata in modo unitario come io spero e auspico, ci impegna tutti ad un'azione concreta, perché noi chiediamo che il tavolo si formi con tutti i parlamentari nazionali ed europei, quindi siamo coinvolti tutti, maggioranza e opposizione, e l'impegno si dovrà dimostrare poi con le azioni e i fatti che verranno prodotti.

Mettiamo un'altra clausola importante che riguarda i posti di lavoro, diciamo "non uno di meno", non solo per quel che riguarda i 167 ma anche per quelli che sono stagionali e che lavorano nelle biglietterie. Insomma stiamo dicendo alle nostre comunità che nessuno sarà lasciato solo, perché le persone che vivono nelle isole minori spesso sono state lasciate sole, e oggi noi prendiamo un impegno solenne di fronte a loro con questa mozione nel dire che questo non accadrà più, stiamo dicendo a chi ha affetti ed è residente fuori dalle isole che potranno rientrare in quell'isola alle giuste condizioni tariffarie, alle giuste condizioni di trasporto. Stiamo dicendo alle persone che hanno problemi di salute e che magari hanno la sfortuna di sentirsi male di notte che non saranno lasciate in una banchina ad aspettare il traghetto e che avranno anche loro diritto a un trasporto sicuro verso l'ospedale più vicino alla struttura sanitaria adeguata al loro problema. E stiamo dicendo a quei lavoratori che hanno investito la loro vita dentro Saremar e che rischiano di trovarsi senza nulla che non sono soli e che verranno garantiti i loro posti di lavoro e il loro diritto al futuro. Perché lì c'è gente che ha fatto mutui, che si è messa nelle condizioni di investire nelle comunità isolane che spesso soffrono dello spopolamento e della sofferenza di dover emigrare.

Per cui noi oggi qua stiamo prendendo un impegno solenne di fronte a quelle comunità e a quelle persone, un impegno solenne che deve essere garantito prima di tutto nelle azioni del Presidente, dall'Assessore, che ribadisco continuo a ringraziare, dove noi stiamo mettendo una centralità nell'azione e cioè quella che il servizio deve rimanere pubblico e anche la gestione del servizio. E stiamo mettendo un punto fermo e un obiettivo fermo che tutti dobbiamo perseguire con forza e intensità, perché spesso si ha l'abitudine di approvare le mozioni che poi però non realizzano i fatti. Mentre invece io sono convinto che qui c'è la determinazione da parte di tutti Presidente, Giunta e Consiglio di far sì che ogni pezzo del percorso della mozione diventi una concreta realtà. Per cui stiamo dicendo alle nostre comunità che non sono sole e che alla vita e al loro diritto alla mobilità stiamo dando un senso di dignità e di diritto al futuro per cui non dimentichiamocelo una volta approvata questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

È pervenuto un ordine del giorno. Immagino che…

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Per chiedere qualche minuto di sospensione per scrivere un ordine del giorno e metterlo in votazione a seguito della discussione raccogliendo tutto quello che è emerso nel dibattito.

PRESIDENTE. Sospendiamo allora la seduta in attesa…

COCCO PIETRO (PD). Presidente, chiedo anche, ovviamente, che siano lasciati in aula anche gli spettatori.

PRESIDENTE. Possiamo anche non sgombrare l'Aula perché è una sospensione temporanea, raccogliamo le firme e procediamo.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 42, viene ripresa alle ore 18 e 30.)

PRESIDENTE. Riapriamo la seduta. Comunico che è pervenuto un ordine del giorno firmato Pizzuto, Cocco, Pittalis, Desini, Fenu e più.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Pizzuto - Cocco Pietro - Pittalis - Desini - Fenu - Arbau - Usula - Rubiu - Anedda - Carta - Dedoni - Cocco Daniele Secondo - Tocco - Meloni - Agus - Lai - Zedda Paolo Flavio - Solinas Antonio - Unali - Cossa sulle problematiche relative al servizio e alla gestione del trasporto marittimo infraregionale.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 113 sulle problematiche relative alla privatizzazione della Saremar,

PREMESSO che:

- l'articolo 57 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge n. 133 del 2008, stabilisce all'articolo 1, comma 1 che "Le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione relative ai servizi di cabotaggio marittimo di servizio pubblico che si svolgono all'interno di una regione sono esercitati dalla regione interessata. Per le regioni a statuto speciale il conferimento delle funzioni e dei compiti avviene nel rispetto degli statuti speciali." e che al comma 3 del medesimo articolo si determina che: "Su richiesta delle regioni interessate, da effettuarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'intera partecipazione detenuta dalla Società Tirrenia di Navigazione S.p.A. nelle società Caremar - Campania Regionale Marittima S.p.A., Saremar - Sardegna Regionale Marittima S.p.A., Toremar - Toscana Regionale Marittima S.p.A., Siremar - Sicilia Regionale Marittima S.p.A. è trasferita, a titolo gratuito, rispettivamente alle regioni Campania, Sardegna, Toscana, Sicilia";

- la Giunta regionale, con la deliberazione n. 42/16 del 15 settembre 2009, ha definito la procedura per la "regionalizzazione" della società Sardegna regionale marittima Spa, definendo che, anche attraverso la costituzione di una società mista pubblico privata, si sarebbe operato con una suddivisione di quote pari al 49 per cento in capo alla Regione e al 51 per cento in capo a capitale privato da ricercare attraverso procedure di gara ad evidenza pubblica;

- il 3 novembre 2009 viene firmato l'accordo di programma tra il Governo italiano e la Regione per la regolamentazione del servizio di cabotaggio marittimo regionale;

- con la deliberazione n. 51/29 del 17 novembre 2009, la Giunta regionale, modificando parzialmente la precedente deliberazione n. 42/16, stabilisce che si sarebbe dato attuazione all'accordo di programma senza ricorrere alla costituzione di una nuova società a capitale misto pubblico privato, ma rimarcando che la quota pubblica della Saremar si sarebbe attestata nella misura del 49 per cento e che il restante 51 per cento sarebbe stato destinato al socio privato;

- con la legge 20 novembre 2009, n. 166, che converte il decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, viene dato attuazione giuridica all'accordo di programma, attraverso la previsione della norma di legge per il trasferimento della Sardegna regionale marittima (Saremar) Spa, a titolo gratuito, dallo Stato alla Regione e, specificamente, nell'articolo 19 ter dove si stabilisce, tra le altre cose, che: "La Saremar sarà privatizzata in conformità alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti in materia, attraverso procedure di gara aperte, non discriminatorie, atte a determinare un prezzo di mercato, le quali, relativamente alle privatizzazioni realizzate dalle Regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana, possono riguardare sia l'affidamento dei servizi marittimi sia l'apertura del capitale ad un socio privato";

- la Saremar è interessata da una procedura di infrazione per illegittimi aiuti di Stato che ha dato seguito alla decisione della Commissione europea (relativa al contributo ex legge regionale n. 15 del 2012, articolo 1, comma 3, per i collegamenti Sardegna-Continente e all'aumento del capitale sociale del luglio 2012) che ha imposto la restituzione di circa 11 milioni di euro; in relazione a tale decisione la Saremar ha presentato al Tribunale di Cagliari la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale secondo la legge fallimentare;

- la Saremar, in data 15 gennaio 2015, è stata ammessa dal Tribunale di Cagliari al concordato preventivo liquidatorio;

- la situazione in cui la Saremar Spa versa attualmente è in gran parte determinata dalla scelta di procedere alla costituzione della Flotta sarda negli anni 2011-2012, che ha generato non solo perdite di gestione, ma ha anche dato avvio alla procedura di infrazione per illegittimi aiuti di Stato;

VALUTATO che:

- con deliberazione n. 32/50 del 15 settembre 2010, la Giunta regionale ha preso atto che il processo di privatizzazione Saremar subisce una battuta d'arresto a causa dello stato di insolvenza di Tirrenia, debitrice verso Saremar di circa 11,5 milioni di euro;

- il Consiglio regionale della Sardegna nella legge regionale 7 agosto 2012, n. 15, ha previsto la privatizzazione dell'intero capitale azionario della Saremar con la pubblicazione della gara ad evidenza pubblica entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della stessa legge;

PRESO ATTO che:

- il regolamento n. 3577/92 del Consiglio europeo, sul cabotaggio marittimo recita all'articolo 4 che "Uno Stato membro può concludere contratti di servizio pubblico, o imporre obblighi di servizio pubblico come condizione per la fornitura di servizi di cabotaggio, alle compagnie di navigazione che partecipano ai servizi regolari da, tra e verso le isole";

- la Commissione europea, in seguito alla interrogazione n. 902/2009 del 10 febbraio 2009, ha precisato con risposta scritta in data 10 marzo 2009 che l'Unione europea "permette agli Stati membri di stipulare dei contratti di servizio pubblico e/o imporre degli oneri di servizio pubblico al fine di assicurare i collegamenti con le proprie isole secondo i requisiti che essi ritengono più appropriati. Spetta in effetti agli Stati membri o ai loro enti regionali e locali, in base al principio di sussidiarietà, adottare ogni decisione in merito e assumere i relativi oneri finanziari"; inoltre, in merito al mantenimento della quota pubblica in seno alle regioni, la Commissione europea afferma ancora che "sotto stringenti condizioni e in presenza di insufficienza del mercato, le autorità locali (e quindi le Regioni) ben potrebbero rilevare le società regionali per far loro effettuare i servizi di cabotaggio, purché nel loro ambito territoriale di competenza (all'interno di una stessa Regione)";

- con la comunicazione della Commissione europea del 22 aprile 2014 recante la "interpretazione del regolamento (CEE) n. 3577/92 del Consiglio concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi all'interno degli Stati membri (cabotaggio marittimo)" si fornisce una interpretazione del regolamento CEE n. 3577/92 che, indicando in apertura del paragrafo 5 (Servizio pubblico) che "Il trasporto marittimo di passeggeri e merci è vitale per gli abitanti delle isole d'Europa" definisce compiutamente al successivo punto 5.2 che: "Spetta agli Stati membri (comprese, se del caso, le autorità regionali e locali) e non agli armatori determinare su quali rotte sono necessari obblighi di servizio pubblico. In particolare, gli obblighi di servizio pubblico possono essere previsti per servizi regolari (di linea) di cabotaggio con le isole in caso di fallimento del mercato con conseguente incapacità di assicurare servizi adeguati. Secondo le condizioni stabilite dal regolamento, gli Stati membri possono imporre obblighi di servizio pubblico per "garantire adeguati servizi" di trasporto marittimo regolare per una data isola (...) nei casi in cui gli armatori dell'Unione, ove considerassero il proprio interesse commerciale, non fornissero servizi di livello adeguato o alle stesse condizioni";

TENUTO CONTO:

- che, dalle precedenti esperienze di privatizzazioni attuate nelle Regioni Campania, Lazio, Sicilia e Toscana si traggono conclusioni prettamente sfavorevoli derivanti da disservizi, ritardi, discusse irregolarità negli appalti e, infine, licenziamenti improvvisi;

- della notizia risalente al giugno del 2014 che la gara d'appalto per Caremar (Regione Campania) è stata annullata dal TAR, preceduta da diversi disagi, soppressione delle corse e ritardi;

- dell'estromissione delle tre biglietterie di Formia da parte della nuova Laziomar (Regione Lazio) nell'aprile 2014, sebbene i contratti con la precedente gestione regionale fossero in scadenza il 30 dicembre dello stesso anno, con evidenti rischi di licenziamento per tutti i lavoratori dei tre mandatari estromessi;

- dei forti disagi, ritardi e soppressioni ingiustificate nelle tratte di Pantelleria e Lampedusa per conto della Siremar (Regione Sicilia), cagionata dal ricorso per la gara d'appalto delle quote private della stessa;

- delle proteste nei confronti della Toremar (Regione Toscana) per i prezzi dei biglietti e per ulteriori ritardi;

VALUTATO che la privatizzazione totale del servizio di trasporto marittimo infraregionale rischia di non garantire un adeguato controllo pubblico e un mantenimento efficace ed efficiente dei servizi;

CONSIDERATO che:

- il servizio di trasporto per le isole minori di La Maddalena e Carloforte è un genere di trasporto fondamentale per la vita delle due popolazioni per via della sua basilare natura sociale, sanitaria e per lo sviluppo economico, turistico e commerciale delle due isole;

- il ruolo del trasporto marittimo tra la Sardegna e le isole minori garantisce parità di trattamento nella mobilità dei sardi residenti presso le isole stesse;

- alla luce delle esperienze pregresse nelle altre regioni, sussiste il potenziale rischio che la privatizzazione totale o maggioritaria esponga l'utenza al rischio di disservizi e generi tagli e licenziamenti per il personale attualmente impiegato;

PRESO ATTO che:

- sulla base delle norme europee, non esiste alcun vincolo giuridico alla privatizzazione totale o maggioritaria e che lo stesso non è una diretta conseguenza dell'applicazione del regolamento CEE n. 3577/92;

- il contenuto dell'accordo di programma del 3 novembre 2009 richiama solo una decisione politica del Governo centrale e non un obbligo giuridico alla privatizzazione,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti finalizzati ad evitare la privatizzazione totale del servizio e della gestione del trasporto marittimo infraregionale e/o mantenere pubblica la proprietà, in particolare riconoscendo la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori e la necessaria permanenza del servizio in ambito pubblico evidenziando la centralità di una soluzione che tuteli l'utenza e tutti i posti di lavoro fissi e stagionali;

2) a comunicare ufficialmente tutti gli atti della Giunta regionale, relativi al tema oggetto del presente ordine del giorno, al Governo e alla Commissione europea, unitamente alla relazione sulle motivazioni sociali, economiche e giuridiche che sono alla base della sua adozione;

3) a costruire, inoltre, una conseguente azione congiunta del Consiglio regionale della Sardegna, di tutti i parlamentari e gli europarlamentari sardi, al fine di aprire un tavolo di confronto con il Governo nazionale:

a) volto a non vincolare l'erogazione del contributo statale alla privatizzazione del servizio e della gestione del trasporto marittimo infraregionale;

b) finalizzato ad inserire nella modifica dell'articolo 19 ter della legge n. 166 del 2009, una clausola sociale, che preveda il trasferimento dei lavoratori attualmente impiegati da Saremar Spa al nuovo soggetto gestore del servizio di trasporto marittimo infraregionale;

4) a verificare ed avviare ogni utile iniziativa presso il Governo nazionale se ci siano le condizioni per ottenere il contributo statale annuo di euro 13.686.441 e che lo stesso possa essere ancora erogato per dodici anni;

5) ad avviare le procedure pubbliche formali per la ricerca del partner privato da inserire nella eventuale società mista pubblica/privata che possa partecipare alle procedure di gara per l'affidamento del servizio di trasporto marittimo infraregionale;

6) a programmare e rendere operativa, prima delle procedure di gara per il contratto di servizio, una soluzione di tutela di tutti i posti di lavoro attualmente attivi (a tempo indeterminato, determinato, stagionale e dei servizi connessi) anche attraverso il collocamento mirato dei lavoratori, eventualmente in esubero, presso altre aziende preliminarmente individuate;

7) a istituire un apposito organismo di controllo, in cui siano presenti anche rappresentanti delle comunità locali interessate, al fine di monitorare la gestione del servizio di trasporto marittimo infraregionale. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Il parere della Giunta è positivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Non ho dichiarazioni di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Forma - Ganau - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il consigliere Floris.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 49

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 49

(Il Consiglio approva).

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale e abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998". (58-79-107-115-121-122/A) delle proposte di legge Crisponi - Cossa - Dedoni: "Classificazione delle aziende agrituristiche" (58), Lotto - Comandini - Moriconi - Tendas - Collu - Cozzolino - Deriu - Forma - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini: "Modifiche alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18, recante 'Nuove norme per l'esercizio dell'agriturismo'" (79), Usula - Zedda Paolo Flavio - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Anedda - Sale - Unali - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai - Agus - Arbau - Perra - Ledda - Azara: "Modifica alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l'esercizio degli agriturismo) e nuove norme sulle fattorie didattiche e sociali". (107), Crisponi - Cossa - Dedoni: "Disciplina delle attività di ittiturismo e di pesca turismo" (115), Lotto - Cocco Pietro - Comandini - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas: "Norme in materia di ittiturismo e pesca turismo" (121), Rubiu Gianluigi - Fenu - Carta: "Sull'attività agrituristica in Sardegna". (122)

PRESIDENTE. Procediamo adesso con il successivo punto dell'ordine del giorno, ritorniamo al testo unificato numero 58-79-107-115-121-122/A. Avevamo lasciato in sospeso gli articoli 9, 18 e 32.

Passiamo all'esame dell'articolo 9. All'articolo 9, ricordo, sono stati presentati gli emendamenti sostitutivi totali numero 11, 15 e 14, a sua volta emendato dal numero 62, i sostitutivi parziali numero 42 e 22 che è uguale al 31 e l'aggiuntivo numero 58.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e dei relativi emendamenti:

Art. 9

Macellazione

1. La macellazione di ungulati domestici (bovini, equini, suini, ovini e caprini) e di avi-cunicoli per volumi di macellazione eccedenti le 50 UBE/anno (una Unità Bovina Equivalente = 200 polli = 125 conigli, o combinazioni), è consentita esclusivamente negli impianti che abbiano ottenuto il riconoscimento comunitario di cui al Regolamento (CE) 29 aprile 2004, n. 853/2004 (Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale).

2. Non rientra nel campo di applicazione del regolamento (CE) n. 853/2004 e può essere effettuata in strutture non esclusivamente dedicate, anche mediante l'utilizzo del locale polivalente di cui all'articolo 8 comma 1, purché idonee allo scopo e appositamente registrate, la macellazione di avi-cunicoli provenienti dall'allevamento dell'azienda, quali volatili da cortile e di piccola selvaggina da penna (polli, tacchini, faraone, oche, anatre, piccioni, quaglie) e lagomorfi (conigli e lepri allevate) destinati alla ristorazione agrituristica o alla vendita diretta al consumatore finale per un quantitativo consentito di capi macellabili, tenendo conto del dimensionamento dell'impianto, sino a un massimo di 50 UBE/anno.

3. Al fine di salvaguardare la sostenibilità dei sistemi produttivi tradizionali della Regione, nelle aziende agrituristiche con allevamenti annessi è consentita la macellazione di alcune categorie di suini e di piccoli ruminanti sino a un massimo di 24 UBE/anno (una Unità Bovina Equivalente = 10 ovini o caprini adulti = 7 suini o cinghiali di peso tra 15 e 100 kg = 20 agnelli o capretti o suinetti di peso inferiore a 15 kg, o combinazioni), destinati esclusivamente alla ristorazione agrituristica o alla vendita diretta al consumatore finale, in impianti posti all'interno dell'azienda agricola e di limitate dimensioni per i quali, fermo restando l'obbligatorietà del riconoscimento comunitario ai sensi del regolamento (CE) n. 853/2004 e del rispetto di quanto previsto in materia di benessere animale dal Regolamento (CE) 29 aprile 2004, n. 1099/2009 (Regolamento del Consiglio relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento), sia previsto il soddisfacimento di requisiti minimi commisurati a una produzione limitata nel rispetto del concetto di "marginalità", purché sia assicurata la presenza delle attrezzature essenziali per il contenimento degli animali e di mezzi, anche manuali, di sollevamento tali da permettere lo svolgimento delle operazioni sull'animale sospeso e in condizioni igieniche appropriate.

4. Nel rispetto del concetto di "marginalità" e al fine di promuovere a "sistema" la rete agrituristica regionale, un'azienda agrituristica che non disponga di un proprio impianto di macellazione può usufruire dell'impianto di un'altra azienda agrituristica riconosciuto ai sensi del comma 3, nei limiti di macellazione dello stesso e, nel caso del trasporto di propri animali per una distanza inferiore a 50 km dalla propria azienda, nel rispetto del regolamento (CE) 22 dicembre 2004, n. 1/2005 (Regolamento del Consiglio sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97).

5. I sottoprodotti della macellazione sono smaltiti ai sensi del regolamento (CE) 21 ottobre 2009, n. 1069/2009 (Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002 regolamento sui sottoprodotti di origine animale). Qualora il ritiro di tali sottoprodotti, anche in considerazione delle limitate quantità prodotte, non avvenga nella stessa giornata di macellazione, il loro conferimento può essere differito oltre le ventiquattro ore a condizione che la conservazione degli stessi avvenga in appositi imballi a perdere, completi della data di produzione e riposti in apposito congelatore utilizzato esclusivamente per tale scopo.

Emendamento sostitutivo totale Arbau - Azara - Ledda - Perra

Articolo 9

L'articolo 9 è sostituto dal seguente:

"1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale provvede ad emanare le direttive attuative relative alla macellazione effettuata in impianti all'interno dell'azienda agricola". (11)

Emendamento sostitutivo totale Forma

Articolo 9

L'articolo 9 è così sostituito:

"1. La macellazione di ungulati domestici (bovini, equini, suini, ovini e caprini) è consentita esclusivamente negli impianti che abbiano ottenuto il riconoscimento comunitario di cui al Regolamento (CE) 29 aprile 2004, n. 853/2004.

2. Non rientra nel campo di applicazione del regolamento (CE) n. 853/2004 e può essere effettuata in strutture non esclusivamente dedicate, anche mediante l'utilizzo del locale polivalente di cui all'articolo 8 comma 1, purché idonee allo scopo e appositamente registrate, la macellazione di avi-cunicoli provenienti dall'allevamento dell'azienda, quali volatili da cortile e di piccola selvaggina da penna (polli, tacchini, faraone, oche, anatre, piccioni, quaglie) e lagomorfi (conigli e lepri allevate) destinati alla ristorazione agrituristica per un quantitativo di capi macellabili, commisurato alle dimensioni dell'impianto, sino a un massimo di 24 UBE/anno.

3. I sottoprodotti della macellazione sono smaltiti ai sensi del regolamento (CE) 21 ottobre 2009, n. 1069/2009.

4. Per le procedure di registrazione, i requisiti di idoneità dei locali e le modalità di svolgimento dell'attività di macellazione di cui al secondo comma gli operatori del settore agrituristico faranno riferimento alle direttive di attuazione di cui all'articolo 32 della presente legge;". (15)

Emendamento all'emendamento numero 14 sostitutivo totale Forma - Tocco - Pietro Cocco

Articolo 9

L'emendamento n. 14 è così integralmente sostituito:

"Il comma 1 dell'art. 9, è così sostituito:

1. La macellazione di avi-cunicoli per volumi di macellazione eccedenti le 50 UBE/anno (Unità Bovina Equivalente 0 200 polli 125 conigli o combinazioni) e di ungulati domestici (bovini, equini, suini, ovini e caprini) è consentita esclusivamente negli impianti che abbiano ottenuto il riconoscimento comunitario di cui al Regolamento (CE) 29 aprile 2004, n. 853 (regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale)". (62)

Emendamento sostitutivo totale Forma

Articolo 9

L'articolo 9 è così sostituito:

"1. La macellazione di ungulati domestici (bovini, equini, suini, ovini e caprini) è consentita esclusivamente negli impianti che abbiano ottenuto il riconoscimento comunitario di cui al Regolamento (CE) 29 aprile 2004, n. 853/2004.

2. Non rientra nel campo di applicazione del regolamento (CE) n 853/2004 e può essere effettuata in strutture non esclusivamente dedicate, anche mediante l'utilizzo del locale polivalente di cui all'articolo 8 comma 1, purché idonee allo scopo e appositamente registrate, la macellazione di animali delle specie di cui al comma precedente purché destinati esclusivamente alla ristorazione agrituristica per un quantitativo da capi macellabili, commisurati alle dimensioni dell'impianto, sino a un massimo di 24 UBE/anno.

3. I sottoprodotti della macellazione sono smaltiti ai sensi del regolamento (CE) 21 ottobre 2009, n. 1069/2009.

4. Per le procedure di registrazione, i requisiti di idoneità dei locali e le modalità di svolgimento dell'attività di macellazione di cui al secondo comma gli operatori del settore agrituristico faranno riferimento alle direttive di attuazione di cui all'articolo 32 della presente legge;". (14)

Emendamento sostitutivo parziale Rubiu - Oppi - Tatti - Giuseppino Pinna

Articolo 9

Nel comma 3 dell'articolo 9 le parole "24 UBE/anno" sono sostituite dalle parole "42 UBE/anno". (42)

Emendamento sostitutivo parziale Lotto - Comandini - Ledda - Piermario Manca - Moriconi - Tendas - Unali

Articolo 9

Nel comma 3 dell'articolo 9 le parole "24 UBE/anno" sono sostituite dalle parole "30 UBE/anno". (22)

Emendamento sostitutivo parziale Cossa - Crisponi

Articolo 9

Nel comma 3 dell'art. 9 le parole "24 UBE/anno sono sostituite dalle parole "30 UBE/anno). (31)

Emendamento all'emendamento numero 58 sostitutivo totale Forma - Tocco - Pietro Cocco

Articolo 9

L'emendamento numero 58 è così integralmente sostituito:

All'art 9, dopo il comma 4. è aggiunto il seguente:

"4 bis. E' inoltre consentita la macellazione in azienda di animali di specie suina, ovina e caprina, con il limite massimo di 3UBE/anno, secondo le modalità previste per la macellazione per il consumo privato delle carni, conformemente alle direttive di attuazione regionali di cui all'art. 32 della presente legge". (61)

Emendamento aggiuntivo Lotto

Articolo 9

All'art. 9, dopo il comma 5, è aggiunto il seguente:

"5 bis. E' consentita la macellazione delle carcasse di cinghiale presso i macelli degli agriturismo regolarmente autorizzati; in deroga a quanto previsto dall'art. 66 della legge regionale n 23 del 1998, è consentita la commercializzazione per fini alimentari, nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, della fauna selvatica abbattuta nei piani di controllo o eradicazione regolarmente autorizzati". (58).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore di maggioranza.

LOTTO LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Per quanto riguarda il numero 11 c'è l'invito al ritiro, così anche per il numero 15; c'è un parere positivo sul sostitutivo del numero 14, il numero 62, l'emendamento all'emendamento; c'è un invio al ritiro sul numero 42; c'è il parere positivo sul "22" che è uguale al "31"; e c'è il parere positivo sull'emendamento all'emendamento numero 58, il numero 61.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Esprimo parere conforme al quello della Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Per annunciare il ritiro dell'emendamento numero 11.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 11 è ritirato. Grazie.

È iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.

FORMA DANIELA (PD). L'articolo 9 è un emendamento molto tecnico che riguarda la possibilità per gli agriturismi di macellare i propri capi in azienda. Centrale nella quantificazione dei volumi da macellare risulta la UBE, l'unità bovina equivalente, che riconduce ad un criterio di valutazione omogeneo le diverse specie animali. Abbiamo visto che un'UBE equivale a un bovino adulto, oppure a 200 polli, a 125 conigli, a 10 ovini-caprini adulti, a 7 suini fra i 15 e i 100 chili, quindi dai porchettoni ai magroni, a 20 agnelli e capretti. Mentre fino a una decina di anni fa esisteva un doppio binario con la possibilità di autorizzare mattatoi a capacità limitata, aventi requisiti minori, con l'introduzione del pacchetto igiene nel 2004 questa possibilità è venuta meno. L'attuale normativa comunitaria prevede che la macellazione degli ungulati, quindi dei bovini, degli equini, dei suini, degli ovini e dei caprini possa avvenire esclusivamente all'interno di un mattatoio riconosciuto, e tale riconoscimento è legato al possesso di specifici e dettagliati requisiti tecnici. Il terzo comma dell'articolo 9 dovrebbe aprire alla possibilità di macellare in azienda, e questo lo consentirebbe per alcune categorie di suini che non sono meglio specificate e di piccoli ruminanti, fino ad un massimo di 24 UBE all'anno, in impianti che siano posti all'interno dell'azienda e che rispettino il soddisfacimento di requisiti minimi, così viene detto in norma, dettati dal Regolamento 853 del 2004. Ora, questa formulazione un po' mi ha preoccupato, proprio relativamente al raggiungimento del nostro obiettivo, che è quello di consentire le macellazioni negli agriturismi, e preoccupa anche gli operatori turistici, come è emerso più volte nel corso della discussione in quest'aula, perché, e lo ha ricordato la responsabile del settore igiene alimenti dell'Assessorato regionale della sanità, audita nella quinta Commissione, non esistono per il Regolamento 853 requisiti di serie A e di serie B, quindi non esistono requisiti minimi e requisiti massimi, i requisiti per l'ottenimento del riconoscimento o si hanno perché vengono fatti investimenti ingenti, oppure non si hanno. Quindi non è possibile ritornare alla tipologia dei macelli a capacità limitata precedenti al pacchetto igiene, e poiché i requisiti necessari al riconoscimento sarebbero comunque troppo onerosi, moltissime aziende agrituristiche che macellano piccole quantità e che non hanno un giro d'affari importante non sarebbero messe nelle condizioni anche con questa formulazione di poter sostenere appunto un tale investimento e quindi di avere il riconoscimento e la possibilità di poter macellare nelle loro aziende. Quindi, da qui, la necessità di essere coraggiosi dal punto di vista politico, e di trovare una previsione normativa che consenta effettivamente per quantitativi limitati di ottenere un'autorizzazione alla macellazione degli animali allevati in azienda ai fini della fornitura diretta all'utente dell'agriturismo, e questo praticamente esulando dal Regolamento 853 del 2004. Poi ben venga se grandi aziende agrituristiche riescono poi a sostenere gli investimenti per poter usufruire dell'apertura data dal comma terzo dell'articolo 9, apertura però che non è universale, nel senso che non raggiunge tutti gli agriturismi e soprattutto non arriva agli agriturismi medi, ossia quelli di più piccole dimensioni. Quindi, gli emendamenti che andremo ad approvare consentiranno, se non troveranno ostacoli, a tutti piccoli agriturismi di macellare i propri capi in azienda.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO LUGI (PD), relatore di maggioranza. Solo per dire questo, noi abbiamo sospeso la discussione di questo articolo per trovare una soluzione che fosse condivisa da tutti, l'abbiamo trovata grazie anche al concorso dei tecnici e dell'Assessorato alla sanità e dei diversi consiglieri che ci hanno messo mano, e per dire anche che le forze politiche di minoranza mi hanno chiesto di includere nella firma di questi emendamenti tutti quanti. Per cui si considerino questi emendamenti a firma di tutto il Consiglio.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. È stato ritirato l'emendamento numero 11. C'era un invito al ritiro dell'emendamento numero 15 dell'onorevole Forma. È ritirato. Grazie.

Metto in votazione l'emendamento all'emendamento numero 62 sostitutivo totale, come presentato adesso dall'onorevole Lotto, parere favorevole della Commissione. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 42. C'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Ritirato.

PRESIDENTE. È ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 22 che è uguale al numero 31, con parere favorevole della Commissione. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo, perché l'emendamento sostitutivo numero 62 era soltanto modificativo del comma 1. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'emendamento sostitutivo numero 61 che emenda l'emendamento aggiuntivo numero 58, con parere favorevole della Commissione. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Andiamo all'articolo 18 che avevamo lasciato in sospeso. È stato presentato un emendamento orale. Se ne dà lettura.

"Articolo 18. 1. Per attività di fattoria sociale si intende l'esercizio da parte degli imprenditori agricoli, degli imprenditori ittici e degli acquacoltori di un insieme di pratiche assistenziali, educative e formative di supporto alle famiglie e alle istituzioni, finalizzate all'inclusione sociale, all'inserimento lavorativo a favore di persone che presentano forme di fragilità, di disabilità o di svantaggio psicofisico o sociale.

2. Le fattorie sociali, mediante intese o accordi con i titolari di specifici servizi pubblici o privati accreditati, realizzano interventi di: a) politiche attive di inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati; b) iniziative educative, assistenziali e formative, nonché azioni volte a favorire forme di benessere personale e relazionale in tutte le fasce d'età, compresa la prima infanzia, anche attraverso attività di Pet therapy; c) progetti di reinserimento e reintegrazione sociale di minori e adulti, in collaborazione con l'autorità giudiziaria, l'ente locale e la ASL.".

Non ci sono osservazioni sull'emendamento orale, quindi lo diamo per acquisito. Metto in votazione l'articolo 18 con l'emendamento orale testé presentato. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'articolo 32. L'articolo 32 era accompagnato dai seguenti emendamenti: il sostitutivo parziale numero 17, che è emendato dall'emendamento numero 60, e gli aggiuntivi numero 27, che è uguale al numero 36 che è uguale al numero 49.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore di maggioranza.

LOTTO LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole sia sull'emendamento numero 60, che come voglio ricordare anche in questo caso è a firma di tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza, e il parere è positivo sull'emendamento aggiuntivo numero 27, che è uguale agli emendamenti numero 36 e 49.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 60 lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 32. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione gli emendamenti aggiuntivi numero 27, 36 e 49, che sono uguali. Chi li approva alzi la mano.

(Sono approvati)

Passiamo alla votazione finale del testo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 58-79-107-115-121-122/A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca Gavino e Solinas Antonio hanno votato a favore e che il consigliere Dedoni si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Risponde no il consigliere: Crisponi.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Floris - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 29

astenuti 20

maggioranza 15

favorevoli 28

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Discussione del disegno di legge: "Sostituzione della tabella E allegata alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015)". (205/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 205/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, solo per ringraziare l'opposizione che ha consentito, dopo l'approvazione in Commissione, di portare all'attenzione dell'Aula l'approvazione di questo provvedimento che ci consente di avviare subito e di attivare subito la contrazione del mutuo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda, relatrice di minoranza.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), relatrice di minoranza. Devo dire che c'è da evidenziare intanto una discrasia nel sistema informatico nel Sibar che consente ai consiglieri regionali, ma io credo a tutti coloro che hanno a che fare con il bilancio della Regione, di non essere in grado ad oggi di avere i dati certi corretti. Mi spiego meglio. Abbiamo tentato in questi giorni, proprio per poter dare anche un lavoro compiuto e soprattutto per intervenire con cognizione di causa sugli interventi modificativi, perché stiamo parlando… Presidente! Credo di dire delle cose che forse possono interessare anche i colleghi, se prestano attenzione, perché non sono cose banali… allora, in questi giorni è impossibile intervenire per poter avere e rilevare i dati sul bilancio della Regione, o meglio, non siamo in grado di sapere quale sia lo stato di attuazione della spesa, in termini di pagamenti, anzi, di impegni e di pagamenti, così come non siamo in grado di conoscere l'entrata in termini di accertamenti e riscossioni; il sistema è bloccato. Allora, io credo che questo sia un fatto grave, l'abbiamo anche evidenziato all'Assessore durante i lavori della Commissione comprendendo, e lo voglio risottolineare, che l'armonizzazione dei bilanci è un metodo innovativo che applichiamo per la prima volta, ma, Assessore, ci consenta però di denunciare lo stato di inefficienza assoluta del suo Assessorato da questo punto di vista, perché almeno dateci dei dati manuali, dateceli con il vecchio sistema, non vi stiamo chiedendo di essere efficienti sull'armonizzazione del bilancio, perché ne comprendiamo tutte le specificità, però noi dobbiamo intervenire sulla legge, in una variazione di bilancio che, vorrei ricordare ai colleghi, contempla i 700 milioni del mutuo, e non solo è un procedimento formale, perché se non facciamo questa variazione, poi entrerò nello specifico, non si possono attivare i canali del mutuo, ma perché c'è un movimento che riguarda gli oramai 415 milioni di investimenti di opere pubbliche. Quindi, colleghi, credo che questa minoranza, così come forse anche al pari vostro, e qualcheduno si è anche lamentato di non avere conoscenza di questo, abbia il diritto di conoscere per quali motivi stiamo facendo le variazioni sul mutuo, abbiamo appreso dall'Assessore che le variazioni sono di carattere tecnico e nel merito condividiamo che non si debba commettere l'errore che avete fatto voi, però, lo vorrei ricordare, sia approvandovi la finanziaria e sia predisponendola, perché non possiamo di fatto destinare il finanziamento dell'ARST perché è un'azienda privata, così come pure non possiamo attivare col mutuo gli interventi nei confronti delle chiese e quindi delle parrocchie, perché sono organismi privati. In questo noi condividiamo che non si debba rischiare certamente in un secondo momento, però per esempio, Assessore, noi dobbiamo fidarci della sua parola, delle sue intenzioni, delle sue promesse, quando dice che i 23 milioni relativi al movimento dell'ARST, esattamente i 23 milioni 320, il leasing sarà assolto, perché interverremo con dei fondi regionali. Assessore, qual è la pezza giustificativa, l'atto normativo che ci fa capire che lei assolverà a questa incombenza? Noi oggi non siamo in grado, se non di fidarci, ma noi non siamo neanche la sua maggioranza, ci consenta, quindi da questo punto di vista un altro elemento. Stiamo trasferendo un finanziamento, perché l'altro intervento riguarda esattamente la parte del cofinanziamento dei fondi comunitari, colleghi, vi informo, perché forse qualcuno è talmente distratto e anche poco interessato, ma noi stiamo finanziando il cofinanziamento per la quota regionale con una parte di mutuo. Io spero, credo che nessuno abbia da obiettare da questo punto di vista, ma comunque sono dei fondi che noi ancora non abbiamo, e anche questa è una promessa finanziaria, passatemi il termine, e quindi si tratta di fondi che dovrebbero essere spesi subito, anche per dichiarazione dell'Assessore quando ha presentato la finanziaria, ma ad oggi non siamo in grado assolutamente di darne contezza. Per di più vorrei anche dire che certamente per voi l'edilizia universitaria, l'edilizia scolastica, che giustamente viene adesso suddivisa in tre capitoli di bilancio dite per più chiarezza. Ma quale chiarezza? Ma ci fate capire ancora il progetto Iscol@ dove è fermo, Assessore? Ma dei 40 milioni che avete stanziato inizialmente, state continuando a fare il gioco delle tre carte con questa Iscol@, con tutta la materia dell'edilizia scolastica! Sembra il vostro bancomat! Sembra un capitolo di bilancio, adesso tre, nel quale intervenite quando ci sono le esigenze. Pare - pare, perché anche questo è un dato che dovremo acquisire correttamente - abbiate speso quasi 22 milioni di euro. Dove sono finiti gli altri programmati? Non ci è dato saperlo, proprio perché non abbiamo neanche la possibilità quanto meno di andarcelo a guardare. Ecco, Assessore, glielo abbiamo detto in tutti i modi, nel merito noi, anche velocizzando i lavori della Commissione, non abbiamo voluto interrompere le vostre procedure per ottenere il mutuo, però, mi creda, questi movimenti nel merito sono veramente scellerati. Io vorrei tra qualche mese veramente non aver anticipato dei temi sui quali poi dovremo ritornare. Quindi da questo punto di vista credo - e questo glielo chiediamo proprio con forza - ci si debba mettere in condizioni di capire se questa variazione di bilancio che oggi vi approverete veramente sarà rispettosa anche dei principi contabili.

Per di più voglio anche anticipare un tema che riguarda proprio le alienazioni di immobili. Assessore, lo dico a lei, anche se non è l'Assessore di riferimento: spero davvero che quanto avevamo già denunciato in ordine alle alienazioni di immobili nulla abbia che fare con movimenti di edilizia universitaria e soprattutto di acquisizione di patrimonio da parte delle università. Credo che stiate destinando abbastanza. Ci auguriamo, e lo pretenderemo con un'interrogazione se l'assessore Firino non ci darà delle spiegazioni, di riuscire a capire cosa sta avvenendo negli investimenti del settore scolastico perché sinceramente questo blocco, anche del sistema, non ci consente di capire come stiamo procedendo. Quindi, Assessore, io rinnovo le osservazioni che ho fatto in ordine al fatto che di certo questo ritardo sul mutuo non è di nessuna responsabilità di questo Consiglio, e in particolare di questa minoranza. La invito veramente, d'ora in poi, a voler farsi dare anche l'elenco delle opere pubbliche quando viene a parlare di movimenti finanziari perché sa, noi tecnicamente possiamo anche condividere il suo percorso, però certamente non è pensabile che ad oggi non ci sia un programma chiaro di investimenti e stiamo parlando di un mutuo da 700 milioni di euro.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché io insisto per avere contezza sul prosieguo. Intanto le dico con franchezza che pensavo si dovesse esitare immediatamente il provvedimento sugli ammortizzatori sociali in deroga che ritengo dovesse avere la precedenza anche rispetto al provvedimento che stiamo ora trattando che, in ordine di tempo, è arrivato qualche minuto fa in Aula. Ma sulla mozione Tossilo vorremmo capire, Presidente, con assoluta chiarezza e senza che si segua questa sorta di giochino all'inseguimento, perché abbiamo notizia che… ditelo! Se il centrosinistra non la vuole discutere, perché ha problemi al proprio interno oppure perché ritiene che debba approfondire il tema, o non la vuole discutere la Giunta e ci dite che è la Giunta che non la vuole discutere, però si tratta di un'iniziativa dell'opposizione, abbiate almeno il riguardo e il rispetto per un tema posto dall'opposizione. Allora noi vorremmo sapere, non che si rinvia a domani, per ipotesi, e domani poi non si fa niente perché all'ultimo momento l'Assessore o il Presidente o l'incaricato non è disponibile, perché se così fosse, Presidente, domani noi assumeremo un'azione clamorosa in quest'Aula perché non possiamo assolutamente, rispetto a una delle poche iniziative dell'opposizione, rimanere in questo stato di cose. Allora, siccome ognuno di noi deve programmare il proprio tempo, Presidente, vorremmo sapere se questo argomento è, come è, all'ordine del giorno, se verrà posto in discussione stasera, domani o in quale data la Giunta o la maggioranza ci fa sapere che debba essere posto in discussione. Quindi su questo, Presidente, perché tutti dobbiamo anche organizzarci, le chiedo, se è necessario, anche una breve Conferenza dei Capigruppo perché si possa organizzare al meglio il prosieguo dei lavori d'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori relativamente alle osservazioni fatte dal collega Pittalis. Vorrei dire che noi ieri abbiamo fatto una Conferenza dei Capigruppo informale, perché l'abbiamo fatta qua in aula al banco della Presidenza, e durante quell'incontro abbiamo concordato una serie di cose. Forse lo abbiamo fatto in una maniera che evidentemente non ha trovato… noi abbiamo detto che avremmo continuato con la discussione sulla legge che stiamo discutendo adesso, che è quella degli agriturismi, che avremmo inserito, nel caso in cui non avessimo finito durante la mattina la discussione di quella legge, la mozione Saremar dalle ore 16, cosa che abbiamo fatto, e rinviato a una discussione, come primo punto dell'ordine del giorno del prossimo Consiglio, la mozione su Tossilo. Questo abbiamo detto.

(Interruzioni)

Io ricordo questo, ve lo dico in assoluta…

(Interruzioni)

Tuttavia, Presidente, non c'è problema alcuno. In virtù delle osservazioni formulate sulla questione di Tossilo, voglio dire che è un tema che dobbiamo affrontare, nessuno vuole eludere il problema, tanto meno noi lo vogliamo fare, né annullare le prerogative dell'opposizione, non è certamente questo, anzi è un'occasione nella quale discutere del problema. Credo sia utile farlo perché è utile per tutti, maggioranza e opposizione, fare una discussione su questo, tanto è vero che noi avevamo chiesto, come è normale che sia, il Presidente del Consiglio lo ha fatto, la disponibilità dell'Assessore dell'ambiente per la giornata di oggi per essere presente a discutere sulla mozione. Ciò non avviene, non è presente perché la abbiamo liberata, diciamo così che ci sono state delle incomprensioni, non lo so… io ricordo…

(Interruzioni)

Infatti la abbiamo liberata sulla base della decisione presa ieri di rinviare il tema e non discuterlo oggi. E tuttavia, Presidente, io credo che, non so se la prossima settimana il Consiglio può essere convocato per discutere sulla mozione, una giornata della prossima settimana la si può utilizzare per discutere della mozione. Il centrosinistra non ha difficoltà alcuna a farlo. E anche sull'altra questione relativa a problemi del centrosinistra, il centrosinistra su questo tema non ha problema alcuno. Ci sono posizioni differenti e lo diciamo chiaramente, come è normale che sia su un tema complesso che riguarda la sensibilità della gente e che riguarda un tema delicato come quello del termovalorizzatore, quindi è un'occasione per discutere, per dibattere alla luce del sole, ognuno si esprimerà liberamente come sempre accade, dopodiché decideremo come procedere, molto semplicemente, senza problema alcuno. Per cui, Presidente, da parte nostra c'è la disponibilità totale a discutere la prossima settimana del tema e chiedere all'Assessore la sua ovvia disponibilità per affrontare il problema.

PRESIDENTE. Sì, quindi, in merito ai lavori stiamo seguendo semplicemente l'ordine del giorno. L'ordine del giorno prevedeva il disegno di legge numero 205, che è quello che stiamo discutendo adesso, e successivamente il numero 209, così recita l'ordine del giorno. Sulla mozione numero 126, che riguarda il termovalorizzatore di Tossilo, ieri avevamo deciso di non discuterla oggi. Era già prevista una Conferenza dei Capigruppo per definire quando, se la prossima settimana e in che data perché è un argomento che altrimenti ci saremmo trascinati, come ci siamo detti ieri informalmente, quindi faremo una Conferenza dei Capigruppo appena finiti i lavori e comunicheremo all'Aula quando ci sarà la riunione per la discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, anche in qualità di primo firmatario della mozione Tossilo. Se quest'Aula non interviene con una sana e serena discussione corriamo il rischio che presso gli uffici che si occupano dell'AIA, del rilascio dell'autorizzazione in Provincia di Nuoro, renderebbe vano qualunque tipo di discussione. Quindi pregherei, viste anche le pressioni che ci sono in questo momento da parte della pubblica opinione, che si fissi (appena finisce questa discussione sulle leggi all'ordine del giorno) esattamente quale può essere la data nella quale affrontare questa benedetta discussione. Mi permetto di ricordare che domani tranquillamente la minoranza, l'opposizione è a disposizione per una sessione nella quale poter discutere questa famosa, benedetta mozione.

PRESIDENTE. Va bene, mi pare che siamo d'accordo su come procedere.

Continuazione della discussione e approvazione del disegno di legge: "Sostituzione della tabella E allegata alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015)". (205/A)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, volevo anzitutto ringraziare il Presidente e l'Aula, in particolare la minoranza, per aver acconsentito di mettere in discussione questo disegno di legge di modifica della tabella E in tempi molto ristretti. Come ho avuto modo di illustrare ieri in Commissione, si tratta di una modifica che ci siamo sentiti di proporre in via del tutto prudenziale perché c'erano delle interpretazioni da parte della Cassa depositi e prestiti sulla non ammissibilità all'utilizzo del mutuo della rata di leasing dei mezzi di trasporto ARST che avevamo messo per 23 milioni e anche dei dubbi sull'ammissibilità del milione e rotti per la ristrutturazione degli edifici di culto. Allora, piuttosto che andare avanti ed eventualmente trovarci poi in sede di firma del contratto a riscontrare queste difficoltà abbiamo preferito, proprio perché ci teniamo a quegli interventi, portarli sul finanziamento regionale e quindi sostituirli nella tabella con i 24 milioni di parte del cofinanziamento regionale del FESR che, trattandosi di interventi di tipo infrastrutturale, possono essere finanziati col mutuo. Quindi, si tratta semplicemente di questo.

Dato che sto intervenendo mi sembra anche corretto però rispondere ad alcune delle osservazioni che l'onorevole Zedda ha fatto e che mi ha posto già ieri in Commissione. Innanzitutto il malfunzionamento del sistema Sibar, ne ho parlato ieri stesso con il direttore generale al quale non risulta dalle interrogazioni che vengono fatte all'interno degli Assessorati questa impossibilità. Ci si domandava, ed è una cosa che verificheremo al più presto, se ci sono dei malfunzionamenti nel momento in cui viene interrogato dai consiglieri, perché voi sapete che le credenziali di ingresso sono diverse e quindi chiaramente faremo le prove al più presto perché è ovvio che i consiglieri hanno il pieno, assoluto, totale diritto di avere una piena disponibilità. Effettivamente siamo in una fase di modifica dei codici CDR dovuta al passaggio al bilancio armonizzato e quindi è un tema importante che vedremo subito perché, ripeto, è un ovvio diritto da parte di tutti i consiglieri avere il pieno accesso.

Approfitto anche per dire che proprio oggi in Giunta regionale abbiamo approvato le tabelle del bilancio armonizzato così come previsto dalla legge finanziaria. Ci siamo arrivati con qualche settimana di ritardo rispetto ai 30 giorni e quindi immediatamente sarà trasmesso al Consiglio, ma come sapete sono delle semplici concordanze tra la vecchia classificazione e la nuova classificazione del "118". Tengo anche a ricordare che il piano delle infrastrutture, i 417 milioni della parte ancora da individuare del piano delle infrastrutture, sarà a breve presentato all'approvazione della Giunta regionale e quindi come previsto dalla stessa legge finanziaria arriverà all'attenzione della Commissione consiliare che deve esprimere il proprio parere e quindi il Consiglio sarà pienamente coinvolto come previsto dalla legge stessa. Quindi, stiamo andando avanti con le norme di applicazione della finanziaria, non so se avete visto ma è già uscita la manifestazione di interesse che riguarda i 700 milioni di mutuo, scade l'11, quindi vedremo quali sono gli istituti bancari che hanno accolto e aderito a questa manifestazione di interesse, dopodiché nel giro di qualche giorno provvederemo a contattare gli istituti che hanno aderito e quindi andare alla fase di presentazione delle offerte. Contiamo di poter chiudere questa fase per fine maggio e quindi le prime settimane di giugno scrivere il contratto, firmare il contratto e avere la disponibilità piena del mutuo e quindi iniziare subito le operazioni. Diciamo che stiamo andando con una tabella di marcia molto stretta.

Ho dato queste informazioni perché sono di contorno rispetto al tema che stiamo trattando, ricordo la tabella E è una modifica di quelle due voci che vi ho detto per essere sicuri che poi trovino un pieno finanziamento.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi Oscar, Oppi, Tatti e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 27

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Sostituzione della tabella E allegata alla legge regionale n. 5 del 2015 (Elenco opere
infrastrutturali di interesse regionale)

1. La tabella E allegata alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), è sostituita dalla seguente:

TABELLA E

Dimostrazione del rispetto del vincolo del ricorso al credito
(art. 30, c. 7 ter, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 e art. 3, commi 16/21 della legge n. 350 del 2003)

(migliaia di euro)

UPB

INTERVENTO

2015

AMBITO DEGLI INTERVENTI

S01.03.010

Fondo unico programmazione comunitaria 2014/2020

24.670

Acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria di beni immobili costituiti da fabbricati residenziali e non da parte della P.A.

S02.01.010

S02.01.012

S01.01.005

Edilizia universitaria, universitaria residenziale e scolastica

52.441

Acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria di beni immobili costituiti da fabbricati residenziali e non da parte della P.A.

S02.02.004

Realizzazione della scuola di formazione del C.F.V.A.

9.664

Acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria di beni immobili costituiti da fabbricati residenziali e non da parte della P.A.

S04.03.004

Opere previste dal piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico

40.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S04.03.004

Interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico

36.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S05.03.010

Costruzione e recupero alloggi edilizia abitativa

14.500

Acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria di beni immobili costituiti da fabbricati residenziali e non da parte della P.A.

S04.10.004

Programmi di riqualificazione di edilizia residenziale pubblica

11.000

Acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria di beni immobili costituiti da fabbricati residenziali e non da parte della P.A.

S04.10.005

Ampliamento e costruzione di cimiteri

3.600

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P A.

S06.04.021

Opere e impianti nel settore agricolo

10.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P A

S07.01.002

Opere nel settore viario

1.575

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.04.002

Realizzazione dello scavo di alaggio del polo nautico del "Polo nautico del Nord Ovest della Sardegna"

2.250

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.07.004

Costruzione e completamento di invasi e opere idriche

10.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.07.004

Opere di sbarramento

5.300

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.10.005

Realizzazione del piano di opere infrastrutturali

417.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.10.005

Realizzazione opere di interesse locale

40.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

S07.10.005

Investimenti nelle aree di crisi delle province di Sassari, Nuoro e Ogliastra

22.000

Costruzione, demolizione, ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti da parte della P.A.

TOTALE

700.000

2. Conseguentemente nel bilancio della Regione per l'anno 2015 è incrementato di euro 37.761.000 lo stanziamento dell'UPB S02.01.005 finalizzato agli interventi di cui alla legge regionale 20 giugno 2014, n. 13 (Disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa), con pari riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 13, della legge regionale n. 5 del 2015 (UPB S07.10.005).

3. L'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio è autorizzato, con proprio decreto, ad apportare le variazioni compensative tra le UPB S02.01.005 (edilizia scolastica), UPB S02.01.010 (edilizia universitaria) e UPB S02.01.012 (edilizia universitaria residenziale) a seguito della rimodulazione dei relativi programmi di spesa effettuata con deliberazione della Giunta regionale adottata su proposta dell'assessore competente in materia.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo.

È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non ho fatto in tempo a intervenire perché si sono frapposti altri argomenti e probabilmente è saltata la mia richiesta. Come ben sa l'assessore Paci, io ho posto alcuni argomenti nella Commissione terza che però alla fine, nonostante la disponibilità manifestata dall'Assessore, non convincono e restano ancora tutti in piedi, nel senso che la scuola viene finanziata e sembra la cassa da dove si prende tutto. Se dicessi solo l'Assessorato della cultura direi una bugia, l'altro Assessorato che funge da cassa è l'Assessorato dei trasporti dove si dichiarano alcune cose poi vai a verificare e non ci sono i danari in cassa. Io credo che sia auspicabile che ci sia una chiarezza e siccome di chiarezza ne vogliamo tutti c'era un ordine del giorno previsto in maniera unitaria che, per esempio, sul programma - mi fa piacere che ci sia l'assessore Maninchedda - da stilarsi sul mutuo fosse rimandato in Consiglio il programma per esaminarlo. Mi risulta che la maggioranza ha voluto brevi manu in un tête-à-tête con l'Assessore, se questo è vero, avere ricognizione di quelli che sono i programmi. Siccome l'opposizione questa fortuna non ce l'ha, noi chiediamo e ribadiamo ancora che sia da trasmettere in Aula e che il Consiglio nella sua completezza abbia contezza di quelli che sono i programmi che si debbono sviluppare su 700 milioni di mutuo. Io dico che forse è bene che ciò si faccia aldilà di tutte le considerazioni, ripeto, è una cosa per cui era trasversale, ed era una decisione unanime questa alla fine della discussione del bilancio. Mi resta anche sempre e ancora più forte il dubbio sull'utilizzo di quei fondi che già la collega Zedda ha citato relativamente all'utilizzo nel leasing per l'acquisto dei mezzi dell'ARST se sia possibile o no, difatti vengono utilizzati, vengono posti in questo cofinanziamento 24 milioni e 670 come cofinanziamento da parte del mutuo e 56 milioni e 330 con fondi regionali. Effettivamente resta un dubbio sulla bontà e possibilità di tale operazione perché non si hanno, ancorché ci sia l'autorizzazione a contrarre il mutuo, materialmente non si hanno anche perché è in fase, è in itinere la procedura relativa addirittura all'individuazione della banca che dovrebbe fornire il servizio. Ora, io credo che su queste cose ci si mediti e comunque restano tutti i dubbi, ma quello che ancor più mi infastidisce è il fatto che vengano definanziati alcuni comuni o comuni comunque perché c'è un discorso sulla scuola che non riusciamo a capire. È possibile che l'evanescente Assessore della cultura possa essere presente in Aula a specificare quali sono le attività poste in campo? Quali sono i denari effettivamente impegnati ed evidenziati a spendere da che si è partiti con Iscol@? Si può sapere cosa è stato definanziato e cosa no e dove si sono utilizzati e per che cosa si sono utilizzati alcuni fondi all'interno dell'Assessorato della cultura? Beh, io credo che una serie di questi problemi dovrebbero venire fuori anche perché non mi stanco di ricordare un esempio per cui si è finanziata una scuola che era chiusa e che non so cosa se ne facesse di un'aula in più quella scuola chiusa dopo che si è fatta una razionalizzazione del sistema scolastico certamente non di quelli più teneri né disponibili verso i comuni, soprattutto quelli della periferia e quelli più bistrattati sotto tutti i punti di vista. Per questi motivi viene (...) il dubbio poter accedere ad un voto favorevole ancorché siamo stati più che disponibili a discutere l'argomento perché ritenevamo che sia giusto offrire a chi amministra tutte le opportunità.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Solo per portare un chiarimento all'Aula. Io vorrei che fosse chiaro che oggi non stiamo dando seguito a quanto previsto dal comma 13 dell'articolo 5 della finanziaria, oggi stiamo approvando alcune modifiche che sono state necessarie perché si sono appurate delle condizioni diverse e inapplicabili e quindi si è resa necessaria la modifica della tabella E. Mentre il comma 13 dell'articolo 5, cioè quanto abbiamo approvato in finanziaria, lo leggo perché sia chiaro, prevede che "la quota di finanziamento individuata nella tabella E allegata alla presente legge è finalizzata a finanziare il Piano regionale delle infrastrutture così come individuato nel programma regionale di sviluppo nell'ambito dei settori della viabilità, delle infrastrutture portuali, idrico multisettoriale, irriguo, idrico integrato e per la viabilità, edilizia scolastica, difesa del suolo, riassetto idrogeologico. La Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di lavori pubblici, acquisito il parere della competente Commissione consiliare da rendere entro il termine di 20 giorni oltre il quale si intende tacitamente acquisito, individua le priorità degli interventi da realizzare". Quindi il programma delle infrastrutture dovrà tornare in Consiglio, dovrà essere esaminato dalla Commissione competente che recepirà anche i pareri delle Commissioni competenti.

Quindi noi dobbiamo ancora attuare quanto previsto dal comma 13 dell'articolo 5, quindi noi avremo modo di visionare il programma delle infrastrutture.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Anche io vorrei fare due chiarimenti, il primo all'Assessore.

Con estrema sincerità, Assessore, le abbiamo detto che capiamo le difficoltà però a ieri mattina questo Consiglio regionale era impossibilitato ad entrare nel sistema e non c'erano i dati del 2015 esattamente, quindi quello che io ho detto può essere anche confermato dagli Uffici, poi se si metterà a posto siamo tutti più contenti. Un chiarimento anche al collega, all'amico Franco Sabatini.

È tutto vero quello che lei ha appena detto, però Presidente della Commissione terza deve anche osservare che sui 454 milioni e 761 c'è una manovra finanziaria, c'è una variazione di bilancio. È pur vero che non stiamo dando corso all'articolo 5, ma i significativi 37 milioni e 761 li stiamo... ecco però ci faccia osservare, onorevole Sabatini, che comunque sta avvenendo un'altra variazione di bilancio, non è quindi solo la parte che riguarda l'ARST e di cui abbiamo anche fatto osservare che non abbiamo contezza di come si dà adempimento contabile al leasing con fondi regionali, ma stiamo anche intervenendo dicendo che una parte di quegli investimenti, di quel fondo sarà destinato a edilizia universitaria, residenziale e scolastica per amore della verità assoluta. Quindi la manovra contempla tutto quello che sto dicendo, compreso il fatto che stiamo finanziando la parte di fondi regionali comunitari col mutuo, quindi non sono più fondi regionali immediatamente disponibili, ma sono vincolati all'ottenimento del mutuo e questo credo che sia assolutamente chiaro a tutti che hanno letto e valutato questo provvedimento. Il nostro voto comunque sarà ovviamente contrario.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Busia ha votato a favore e che il consigliere Oppi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 28

contrari 18

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il testo definitivo della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 205/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 28

contrari 18

(Il Consiglio approva).

Discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, e approvazione del disegno di legge: "Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 26 luglio 2013, n. 17 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale). Autorizzazione di spesa per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga" (209)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 209, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Non c'è il relatore, quindi passiamo direttamente alla discussione della legge.

È iscritto a parlare il consigliere Gavino Manca. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (PD). Presidente, per dire che ringrazio innanzitutto i colleghi tutti del Consiglio regionale e specialmente quelli dell'opposizione che hanno consentito l'inserimento all'ordine del giorno di questo importante disegno di legge, che specifico serve soltanto ad autorizzare un aspetto importante, 50 milioni di euro per l'anticipazione dei bilanci dei soldi della Regione per gli ammortizzatori sociali. Quindi dico che c'è soltanto un emendamento che riguarda l'entrata in vigore. Quindi ringrazio i colleghi.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

È stato presentato un emendamento che costituisce l'articolo 1 bis, che riguarda l'entrata in vigore che non era prevista nella legge: "La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna".

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato l'emendamento numero 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:

Art. 1

Modifiche all'articolo 2 della legge regionale n. 17 del 2013 (Interventi urgenti in materia di ammortizzatori sociali)

1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 luglio 2013, n. 17 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), come modificato dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale 26 settembre 2013, n. 27 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 17 del 2013 in materia di ammortizzatori sociali) è destinata alla copertura dei medesimi, interventi riferiti all'anno 2015 per le spettanze maturate dai beneficiari a decorrere dal 2014 e per interventi di politica attiva del lavoro.

2. Le somme giacenti presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale e quelle riversate dal medesimo istituto e compensate sulla base delle assegnazioni statali per il pagamento dei trattamenti concessi ai sensi della normativa sugli ammortizzatori sociali in deroga, sono utilizzate per le finalità previste dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 17 del 2013 come modificato dalla legge regionale n. 27 del 2013 e dalla legge regionale 9 dicembre 2013, n. 34 (Misure urgenti in materia di anticipazione degli ammortizzatori sociali), e secondo le disposizioni contenute nell'articolo 1, comma 4, della legge regionale n. 34 del 2013, come sostituito dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale 15 gennaio 2014, n. 3 (Modifiche alla legge regionale 9 dicembre 2013, n. 34 (Misure urgenti in materia di anticipazione degli ammortizzatori sociali) e alla legge regionale n. 16 del 2013 in materia di procedimento elettorale), e per interventi di politica attiva del lavoro.

Emendamento aggiuntivo Gavino Manca - Pietro Cocco - Daniele Cocco - Pizzuto

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:

"Art. 1 bis

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS). (1).)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Usula ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 48

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Tocco ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 47

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 47

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 209.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Busia ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 47

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 47

(Il Consiglio approva).

Sospendo la seduta per la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 29, viene ripresa alle ore 19 e 36.)

PRESIDENTE. Riapro la seduta per comunicare l'esito della Conferenza dei Capigruppo. Il Consiglio è convocato mercoledì prossimo alle ore 15, all'ordine del giorno la mozione sul Tossilo e la votazione per il reintegro della Commissione pari opportunità.

La seduta è tolta alle ore 19 e 37.