Seduta n.226 del 14/07/2011 

CCXXVI Seduta

Giovedì 14 luglio 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 02.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di mercoledì 29 giugno 2011 (219), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Cossa, Simona De Francisci, Domenico Gallus, Gabriella Greco, Renato Lai, Marco Meloni, Pierpaolo Vargiu e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 14 luglio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Espa - Bruno - Meloni Valerio - Corda - Lotto - Manca - Cocco Pietro - Agus - Porcu - Solinas Antonio - Mariani contro la politica di tagli prevista dalla recente manovra Tremonti per le politiche sociali, per reclamare al Governo nazionale misure economiche e finanziarie in tal senso e sulla necessità inderogabile di dare attuazione al regime finanziario regionale e sull'attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato anche per promuovere adeguatamente il welfare in Sardegna". (242)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero di consiglieri presenti in aula sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 03, viene ripresa alle ore 10 e 16.)

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Gallus è rientrato dal congedo. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 71. Ieri abbiamo interrotto i lavori dopo che abbiamo votato tutti gli emendamenti soppressivi parziali all'articolo 11; oggi dobbiamo votare i sostitutivi parziali.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cocco Daniele, Locci, Pitea e Rodin sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 27 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Contu Felice - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.)

Constatata la mancanza del numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 17, viene ripresa alle ore 10 e 53.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme in materia di organizzazione e personale" (71/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 71.

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 150, sostitutivo totale dell'emendamento numero 89, per il quale il relatore si è rimesso all'Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Ieri io ho votato contro l'emendamento numero 89, a cui era - come dire - "appeso" l'emendamento numero 150. Io vorrei rivolgere un appello al collega Steri che è il presentatore di quest'emendamento, e che, al di là della approvazione o meno degli emendamenti che lui ha presentato, ha svolto un lavoro per tentare di limitare i danni di questo D.L. 71, anche se non sempre.

Su quest'emendamento numero 150, io mi appello al collega Steri ma soprattutto alla Giunta (tanto temo che verrà approvato), perché l'assessore Floris non ne faccia un uso molto intensivo perché siamo convinti che sul numero, sulla qualità e sulla diffusione all'interno degli assessorati dei dirigenti sia necessaria un'attenta riflessione. Questo emendamento che dispone fino all'espletamento dei concorsi pubblici, per l'accesso alla qualifica dirigenziale, possano essere incaricati della qualifica di dirigente i dipendenti della categoria D in possesso dei requisiti. Annuncio il voto contrario del mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io voto contro questo emendamento perché è un emendamento un po' sibillino.

Primo, con questo tipo di dicitura - ancorché nella Pubblica amministrazione regionale e negli enti, siano presenti figure dirigenziali senza incarichi - chiunque è autorizzato a conferire incarico a categorie D, indipendentemente dalla presenza nell'ambito dell'amministrazione di funzioni dirigenziali, perché, qui si dice "possono". Badate, abbiamo esperienza di altre situazioni analoghe; nella Pubblica amministrazione funziona così! Noi dobbiamo dire, se siamo leali, se mancano le figure dirigenziali nell'Amministrazione, perché nel comma successivo state abolendo la norma in base alla quale la chiamavate dall'esterno, quindi bisogna essere coerenti e non lasciare intendere qualcosa che poi tale non è.

Secondo, dove c'è scritto che la prestazione di funzioni straordinarie di supplenza, ancorché remunerate con indennità di funzione, non generi alcun diritto per il conseguimento di punteggi per l'accesso alla carriera dirigenziale? Tutte le norme, da dieci anni a questa parte, portano questa precisazione perché in passato le funzioni esercitate hanno costituito il presupposto per il riconoscimento del diritto di accesso alla carriera dirigenziale. Allora, siccome abbiamo bisogno di chiarezza e di certezza, io un emendamento con questa dicitura non lo voto perché si sta cercando per l'ennesima volta di imbrogliare e di mettere in condizioni i più furbi - quelli che hanno i soldi per permettersi gli avvocati - di farsi riconoscere dei diritti che magari a chi non ha disponibilità economica non possono essere riconosciuti.

Queste cose vanno dette prima, bisogna essere chiari e trasparenti, diversamente siamo autorizzati a pensare qualunque cosa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, assicuro l'onorevole Sanna che non ho mai avuto intenzione di imbrogliare chicchessia.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono dei giudizi non personali!

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. L'emendamento reca la mia firma, ma l'ho predisposto sulla base dei rilievi della Commissione, tant'è vero che all'onorevole Sanna, che è un attento lettore, non sarà sfuggito che, proprio per andare incontro ai rilievi della Commissione, per evitare che si possa pensare che si vogliono istituire ex novo posizioni dirigenziali per poi darle agli amici, è stato previsto solo per le posizioni dirigenziali oggi esistenti. Si tratta solo di coprire un periodo vacante.

Peraltro, per andare incontro al rilievo dell'onorevole Sanna, che ha ragione quando afferma che bisogna evitare qualsiasi ambiguità, si potrebbe, con emendamento all'emendamento orale, stabilire che nel comma 9 bis all'articolo 11 le parole da "medesimo" e fino a "vacanti" siano sostituite dalle seguenti: "di direzione di servizio a dipendenti della categoria D in possesso dei requisiti per l'accesso alla qualifica dirigenziale, nei limiti dei posti la cui copertura sia prevista nel programma triennale e in ogni caso in misura non superiore all'8 per cento delle posizioni dirigenziali istituite".

Questo potrebbe essere l'emendamento orale, però sono pronto ad accogliere qualsiasi modifica migliorativa che dovesse essere proposta. Ripeto, si tratta semplicemente di andare incontro alle esigenze dell'amministrazione, di non lasciare dei posti scoperti. Quindi sottopongo questo emendamento orale all'Aula, con la precisazione che qualora dovesse essere proposto un altro emendamento orale migliorativo saremmo pronti ad accoglierlo e ad accettarlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, è possibile chiedere all'Aula due minuti di sospensione per verificare l'emendamento orale dell'onorevole Steri?

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11, viene ripresa alle ore 11 e 04.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. La verifica avviene automaticamente con la votazione nominale dell'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, propongo le seguenti modifiche: articolo "9 bis. Al comma 4 dell'articolo 28 della legge 13 novembre 1998 n. 31 sono aggiunte le seguenti parole: "fino all'espletamento dei concorsi pubblici, e comunque non oltre i due anni, per l'accesso alla qualifica dirigenziale, per un numero non superiore alle posizioni istituite alla data di entrata in vigore della presente legge, l'Amministrazione regionale, gli enti e le agenzie regionali, in assenza di figure dirigenziali, possono attribuire le funzioni…".

L'altro periodo è il seguente: "Al dipendente incaricato spetta, per la durata dell'incarico, il trattamento accessorio del personale con qualifica dirigenziale, e comunque l'esercizio di dette funzioni non costituisce titolo valutabile ai fini dell'accesso alla carriera dirigenziale". Il resto rimane invariato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 150, nel testo modificato dall'emendamento orale.

(Segue la votazione)

Prende atto che i consiglieri Cugusi, Lotto, Manca, Sechi e Uras si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 35

astenuti 25

maggioranza 18

favorevoli 35

(Il Consiglio approva).

A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 150, decade l'emendamento numero 89.

Passiamo all'emendamento numero 112.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Dichiaro il voto favorevole e spiego l'emendamento.

Il comma 9 voleva rimediare a un problema pratico che si era rivelato all'interno della retribuzione di rendimento dei dipendenti dell'ENAS, ex EAF: nella norma, essendo antecedente, si fa riferimento all'anno 2010, quindi correggiamo l'anno al 2011 per rendere attuale la norma. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 112.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sanna Gian Valerio ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cuccu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Porcu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli - Cocco Daniele - Cucca - Cugusi - Mariani - Salis - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 50

astenuti 8

maggioranza 26

favorevoli 48

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Passiamo adesso alla votazione del testo dell'articolo, per il quale era stata chiesta la votazione per parti, e precisamente dobbiamo votare prima il comma 1, poi il comma 2, il comma sei per il quale è stato chiesto il voto segreto, il comma 8 e il comma 9. I commi 3, 4 e 7 invece sono stati già soppressi, mentre il comma 5 è stato già votato perché abbiamo approvato un emendamento sostitutivo totale.

Metto in votazione il comma 1 dell'articolo 11.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Intervengo per annunciare all'Aula che la Giunta regionale vuole eliminare il comma 6, per il quale è stata chiesta la votazione a scrutinio segreto, facendo presente che non si tratta di una norma proposta adesso, ma di una norma che risale a due anni e mezzo fa, che poi ha trovato la propria…

PRESIDENTE. Onorevole Floris, scusi, stiamo parlando del comma 1.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Sì, però, volevo annunciare alla Presidenza che, per quanto riguarda il comma 6, noi chiediamo…

PRESIDENTE. Non si può ritirare il testo, onorevole Floris, è stata chiesta la votazione a scrutinio segreto per cui si deve per forza votare.

Pregherei di intervenire sui commi che sono richiamati in votazione perché sul comma 6 è stata chiesta la votazione a scrutinio segreto per cui si può intervenire soltanto per dichiarare l'astensione.

Metto in votazione il comma 1 dell'articolo 11. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il comma 2 dell'articolo 11. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Il comma 3 e 4 erano stati soppressi, per il comma 5 abbiamo votato l'emendamento sostitutivo totale, passiamo dunque alla votazione a scrutinio segreto del comma 6.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del comma 6 dell'articolo 11.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 11

contrari 49

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.)

Il comma 7 è stato soppresso.

Metto ora in votazione il comma 8.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ieri in tarda serata abbiamo ragionato intorno a questo comma, io avrei necessità di due minuti per chiarire con i colleghi il rapporto di questo comma con un altro emendamento, per poter trovare una composizione che non sia conflittuale, perché io ho un margine di dubbio e vorrei poterlo verificare.

Pertanto le chiedo due minuti di sospensione per poter verificare questo aspetto.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 13, viene ripresa alle ore 11 e 19.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, per quanto possa apparire anche abbastanza finalizzato il contenuto del comma 8, noi riteniamo più opportuno, per evitare equivoci interpretativi o applicativi, precisare, se dovesse passare la proposta che sto per avanzare, che questa opportunità è offerta al personale che è stato sottoposto al vincolo dell'articolo 3, comma 16 della legge regionale numero 3 del 2008, perché poi decorso il 31 di dicembre si è ripresa l'iscrizione e quindi è ovvio che non valga. In questo modo riusciamo a dare chiara applicazione all'intento di questo comma. Se i colleghi sono d'accordo, ovviamente.

PRESIDENTE. E' stata presentata una proposta di emendamento orale.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, non ho capito.

PRESIDENTE. Allora, l'onorevole Sanna ha chiesto di inserire al comma 8, dopo la parola "personale" le parole: "a cui è stato applicato il disposto", per meglio precisare a chi è rivolta la norma. Diciamo che è un rafforzativo.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io voterò a favore di questo comma 8, perché il comma 16 dell'articolo 3 del 2008 faceva assumere alla Giunta, al Consiglio regionale un impegno ben preciso. Il FITQ, così come è, è un privilegio che non può stare in piedi, questo si diceva in quel comma 16 dell'articolo 3 della finanziaria del 2008. Nel frattempo la riforma non è stata fatta, ma non perché la riforma non sia necessaria; la riforma è quantomeno necessaria. Oggi il FITQ se fosse un fondo pensione, per come è gestito, sarebbe già fallito, perché con gli accantonamenti del FITQ per come è gestito, prima di tutto, perché si finanziano i soggiorni termali, quelli climatici, le vacanze di studio per tutti quanti. L stessa buonuscita si calcola nel modo che sappiamo tutti.

Lo sappiamo che cosa si fa nel periodo in cui si sta per andare in pensione: si assumono degli incarichi e poi la buonuscita viene calcolata sull'ultimo incarico; un sistema che non sta in piedi, che non può stare in piedi. Bisogna che noi poniamo fine a questi privilegi. Come facciamo a dire ai pastori che non ci sono 10 milioni per loro e poi finanziamo un privilegio ogni anno; è ora che diciamo basta.

Quindi io penso che il voto al comma 8 dell'articolo 11 sia associabile con l'emendamento Rodin, mi sembra il numero 128, che cristallizza la situazione e ci pone l'obbligo, noi, di fare una riflessione per una riforma del FITQ. E' chiaro che dobbiamo tener conto di diritti acquisiti che non possiamo intaccare, ci mancherebbe altro, ma dobbiamo anche riflettere su quello che succederà nel bilancio della Regione da qui ai prossimi venti, trent'anni. Noi non possiamo far finta di niente, non possiamo infilare la testa sotto la sabbia. Sappiamo che ci sono cinque - sei mila lavoratori (non so esattamente quanti che ne stanno beneficiando, che ne dovranno beneficiare, però dobbiamo anche riflettere su quello che succederà.

Oggi il fondo ha una dotazione di 25-30 milioni, se lo chiudiamo in due anni è finito, è già in perdita, è finito. Quindi dobbiamo sapere che dobbiamo metterci le mani, che dobbiamo comunque, in ogni caso, riflettere su quello che dovrà succedere. Pertanto io penso che al comma 8 dobbiamo associare sicuramente l'emendamento numero 128.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io concordo con quanto ha detto adesso il collega Cuccu, e voglio aggiungere un elemento di riflessione. Il FITQ si divide in due parti: da una parte gli assistiti, cioè coloro che in molti casi non hanno versato quasi nulla e che rappresentano un costo pesantissimo a carico del fondo e a carico dell'amministrazione regionale, dall'altra ci sono gli iscritti, che sono i lavoratori che stanno contribuendo. Questo è un sistema che opera dal 1965, è un sistema che ha consentito, fino alla fine degli anni 90, di andare in pensione al personale regionale con 26 anni sei mesi e un giorno e prendere il 100 per cento della retribuzione in godimento. E' un sistema che attraverso l'accettazione, delle indennità di coordinamento, delle retribuzione di rendimento e di ogni altro incarico ai fine della determinazione del tetto previdenziale ha strapremiato una dirigenza pressoché inutile alla storia e alla cultura della autonomia regionale.

Di questo non ce ne accorgiamo solo oggi; io ho presentato moltissimi emendamenti, che sono sempre stati bocciati nonostante abbiamo avuto Assessori del personale puntualmente informati, anche dal sottoscritto, sulle conseguenze gravissime di questo sistema. Per cui va aprovata una norma, ma va studiata bene, perché noi a coloro che hanno contribuito e non hanno avuto nulla dobbiamo restituire i soldi altrimenti saremo obbligati dai tribunali a farlo. Il FITQ, infatti, perché quello è un fondo che si alimenta con contributi obbligatori, non volontari, obbligatori, la cui soppressione potrebbe costare diverse centinaia di milioni di euro per la incapacità, la colpevole negligenza nel porre la questione di chi ha la responsabilità di quella struttura e di quell'Assessorato nel tempo e sempre.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, colleghi, finalmente stiamo facendo un po' di chiarezza su una questione che è stata in Commissione bilancio trattata da almeno quattro - cinque anni, anche dal sottoscritto, come ricordava anche il collega Uras, con dovizia di particolari e di informazioni di cui lo ringrazio.

Il problema è, signora Presidente -sono d'accordo anche con le argomentazioni riportate dal collega Cuccu - che ho difficoltà a votare a favore al comma 8, perché il comma 16 della legge regionale numero 3 del 2008 ha avuto anche il mio voto favorevole nel 2008, quando in questo comma e in questo articolo avevamo proposto la riforma del FITQ, cogliendone già da allora le distorsioni e anche la pericolosità in termini economici per le casse della Regione. Però penso che sia un argomento importante e facciamo bene ad affrontarlo.

Ho letto con attenzione l'emendamento del collega Rodin, e lo condivido, anzi anticipo alla Presidente la richiesta di votazione a scrutinio segreto su quell'emendamento, perché riguarda un argomento assolutamente importante.

Voglio esprimere un'ultima considerazione, signora Presidente. Queste decisioni che il Consiglio regionale si appresta ad assumere sono importanti perché impongono a noi stessi una riflessione attenta sugli sprechi, sui privilegi, che noi per primi, come consiglieri regionali, dovremmo affrontare nella prossima tornata consiliare, anche per quel che riguarda, i nostri emolumenti, i nostri benefit e i nostri privilegi.

Concludo dicendo che non ho difficoltà ad assumere queste posizioni perché, già vent'anni fa, con la riforma Amato del '92, in qualità di dipendente Telecom, ho rinunciato a una gestione speciale dei fondi per i lavoratori telefonici. Nel '92 ho rinunciato, e ho rinunciato non dico con piacere, ma tenendo conto delle necessità generali di uniformare il sistema pensionistico nazionale, senza possibilità di gestioni speciali e privilegiate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Io credo davvero - e ci siamo già espressi - che bisogni assolutamente mantenere il comma 8 all'interno dell'articolato per una questione di giustizia nei confronti di una fascia di dipendenti e che, a seguito della finanziaria del 2008, si sono trovati a non poter partecipare a quello che ieri ho definito diritto, tra virgolette, ma subito dopo ho definito privilegio, rispetto ai dipendenti che invece hanno potuto continuare ad accedervi, purché assunti dopo il primo gennaio del 2009.

E' chiaro che questo emendamento, che sembrerebbe un emendamento lassista, è di fatto un emendamento di giustizia nei confronti di una piccola porzione di dipendenti regionali che, per incompletezza dell'azione legislativa, iniziata con la finanziaria, e che doveva concludersi con la revisione della legge numero 5 del '65, non ha potuto ottenere soddisfazione.

E' vero, qualcuno potrà dire che questo Consiglio interviene per tagliare su tutto eccetto che sui propri privilegi; arriverà anche quel momento (io me lo auguro) però in questo momento noi dobbiamo affrontare l'interesse della collettività. Nel '65 esisteva un sistema di calcolo retributivo, non esiste più, e ciò porterà conseguenze drammatiche per le casse regionali, e quindi per la popolazione della Sardegna, per tutti i prossimi anni.

E' assolutamente necessario intervenire, è assolutamente necessario intervenire ora, se poi la Giunta presenterà un disegno di legge che permetta, anche consentendo a chi ha versato i contributisenza raggiungere il massimo di poter recuperare quella parte di contributo obbligatorio, credo che sarà ben accetta in quest'Aula.

PRESIDENTE. Poiché è stato richiamato più volte, in vari interventi, l'argomento relativo ai costi della politica, intendo fare alcune precisazioni. Su questo argomento il Consiglio regionale, sia in questa sia nella precedente legislatura, si è dimostrato sensibile, in considerazione anche della drammatica situazione di crisi che sta attraversando la nostra Isola, e sono stati effettuati notevoli interventi, sia con riferimento alle indennità sia con riferimento ai rimborsi percepiti dai consiglieri. Alcune misure da noi adottate non hanno eguali in nessun altro Consiglio regionale d'Italia.

Ricordo per tutti la percentuale di trattenuta dallo stipendio del consigliere regionale per ottenere il vitalizio: siamo passati dall'8,6 per cento al 15 per cento, percentuale che non viene applicata in nessun Consiglio regionale d'Italia. Così come siamo notevolmente intervenuti sui costi della politica in genere, anche con riferimento all'istituzione Consiglio. Ho già avuto modo di ricordare, in una lettera che ho inviato a due Capigruppo (che ne avevano inviato a loro volta una a me) che è intenzione della Presidenza portare nel più breve tempo possibile all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza ulteriori iniziative in merito. Quindi il Consiglio, sull'argomento, intende ulteriormente intervenire rispetto a quanto è già stato fatto e, ci tengo a dirlo, che abbiamo fatto già molto, non siamo stati insensibili.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Da più parti sono arrivate sollecitazioni che già erano inserite in legge, allorquando nel 2008 si è creato quel "buco" di cui stiamo parlando. Quando si è creato il buco, si era scritto testualmente: "In attesa della riforma del FITQ".

Nel 2008 si è cristallizzata una certa situazione. Quindi, già da allora, c'era l'esigenza di rivedere e di presentare una legge organica per riformare questo strumento, forse unico al mondo, o comunque unico sicuramente nelle regioni italiane. Qui bisogna sciogliere un nodo: dobbiamo mantenere in vita o non dobbiamo mantenere in vita questo statuto? Se deve rimanere in vita, deve necessariamente fare i conti con le novità che sono avvenute a livello nazionale, ovverosia erogare la pensione con il sistema contributivo e non retributivo, adeguandosi anche ai criteri di calcolo nazionale della pensione di reversibilità.

Poi c'è un problema anche di numeri, perché oggi c'è chi paga 100 e chi riceve 200. E' chiaro, pertanto, che è un meccanismo che non può andare avanti, per cui la Giunta regionale si è impegnata a presentare urgentemente al Consiglio un disegno di legge che riveda questa materia.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del comma 8, secondo la proposta di emendamento orale dell'onorevole Sanna.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale palese.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 8 con le modifiche proposte dell'emendamento orale.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dedoni, Dessì e Salis hanno votato a favore e che il consigliere Milia si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Cappai - Milia - Obinu - Oppi - Steri.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 56

astenuti 6

maggioranza 29

favorevoli 56

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il comma 9. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Gli emendamenti aggiuntivi numeri 8 e 72 sono stati ritirati, i numeri 59 e 61 sono decaduti a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 110, per cui passiamo all'emendamento numero 130.

Ha domandato di parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per annunciare, come da ordine di scuderia, il ritiro dell'emendamento, non prima, però, di aver chiarito alcuni punti, perché mi sembra che questa questione sia stata sottovalutata, e io ci tengo a riportarla in Aula.

So che l'Assessore dell'ambiente Oppi è stato sensibilizzato a dovere e conosce bene la situazione, però io vorrei ricordare all'Aula - l'avevo fatto l'altra volta, forse in modo sbagliato e non del tutto chiaro - che con la finanziaria del 2007 era stato previsto il blocco del turn-over all'interno dei cantieri forestali per consentire le famose stabilizzazioni che avevano come obiettivo primario quello di eliminare il precariato.

A proposito di questo, e in riferimento proprio ai cantieri forestali, vorrei aggiungere che tempo addietro alcune amministrazioni comunali, che avevano ceduto i loro territori in cambio di occupazione, avevano deciso di inserire il maggior numero di persone possibili all'interno dei cantieri forestali. Vi faccio un esempio banale: il Comune di Gairo, che poteva avere 100 operai in pianta stabile, oppure 200 semestrali, decise allora di averne 200 semestrali. Sui semestrali era intervenuta la legge finanziaria del 2007, che però non aveva tenuto conto dei comuni che avevano deciso di avere solamente lavoratori a tempo pieno. Così, a causa del turn-over di allora, i comuni che avevano deciso di avere solo lavorato a tempo pieno, oggi, con la legge Brunetta, si ritrovano con un numero minimo di lavoratori. Comuni come Baltei o Arzana, oggi si trovano, pertanto, ad avere 50 lavoratori piuttosto che 100, la metà dei quali, peraltro, nel giro di due anni andranno. Di conseguenza si determinerà la situazione che l'Assessore Oppi conosce bene, e che condurrà all'impossibilità di gestire questi cantieri.

Ecco perché io credo che sia importante che questo Consiglio regionale si mostri sensibile alla richiesta di questi comuni.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore dell'ambiente. Sono state poste delle domande, vorrei rispondere.

PRESIDENTE. Assessore Oppi, non è possibile, l'emendamento numero 130 è stato ritirato.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore dell'ambiente. Se l'emendamento è stato ritirato, si poteva anche non dare la parola a chi ha parlato.

PRESIDENTE. No, chi ritira un emendamento ha la possibilità di esporre le proprie ragioni per tre minuti, che è lo stesso tempo concesso per le dichiarazioni di voto. E' una facoltà che attribuisce il nostro Regolamento; mentre si ritira l'emendamento si spiega il perché del ritiro.

Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 3, 64, 113, 5, 6 e 7 sono stati ritirati. Sono stati ritirati anche gli emendamenti numero 5, numero 6 e numero 7. Metto in votazione l'emendamento numero 9.

Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Volevo precisare che a me risulta che questo emendamento abbia copertura finanziaria, in quanto è stato predisposto con la collaborazione dell'Assessorato della programmazione, che ha verificato ieri e mi ha assicurato che ha la copertura.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Locci, nessuno ha detto che non ha la copertura.

LOCCI (P.d.L.). E' un emendamento che nasce per cercare di risolvere un problema di alcuni dipendenti della Porto Terminal Mediterraneo (P.T.M.) che avevano un contratto a tempo indeterminato. Nel 2005 la società è stata messa in liquidazione con un accordo sindacale che prevedeva la possibilità di integrare questo personale nell'ambito delle strutture regionali, quattro dipendenti sono stati integrati mentre due sono rimasti tagliati fuori e non si sa bene per quale motivo. Oggi questa è la situazione. Questo è un emendamento che serve per colmare un'ingiustizia che ha colpito tre persone di cui una invalida. Tutto qui. Però, la copertura economica esiste, quindi io chiedo al mio Capogruppo di mettere in votazione l'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Locci, se lei non lo ritira, l'emendamento è in votazione, quindi non c'è bisogno di chiedere niente al suo Capogruppo, e questa Presidenza non ha fatto rilevare minimamente la mancanza di copertura finanziaria.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io parlo di questo argomento perché ho cercato di capirne di più. Se ci fosse stato il presidente Soru probabilmente avrebbe fornito qualche risposta, anche se, in questo caso, non ha responsabilità. Le responsabilità sono da imputare, invece, certamente a un componente della Giunta regionale del presidente Soru, nella fattispecie all'Assessore dei trasporti. Quando, infatti, la PTM venne soppressa, questa, avendo due soci (il CASIC e la Regione Sardegna) strinse con questi un accordo verbale (non esiste da nessuna parte un accordo diverso) col quale il CASIC si impegnò ad assumere due dipendenti, una società collegata al CASIC ne assunse altri due, e nella stessa sede l'Assessore Broccia si impegnò ad assumere presso la Regione i restanti due che invece non sono stati assunti e che quindi si sono trovati senza lavoro.

Questa è la realtà dei fatti; non è intervenuta la Regione per sistemare queste sei persone, sono intervenuti due soggetti: uno era il CASIC l'altro era una società a lui collegata. La Regione non ha ottemperato a un impegno che era però, esclusivamente verbale. Alla domanda di uno dei ricorrenti (ricorrenti che peraltro hanno perso il ricorso) la risposta del presidente Soru fuche non aveva mai autorizzato l'assessore Broccia a prendere un'iniziativa di questo genere. I lavoratori hanno fatto ricorso e, come tutti possono andare a verificare, lo hanno perso e ora si ritrovano senza posto di lavoro.

E' possibile sanare questa situazione con questa norma? Beh, questo non spetta a me dirlo. Io dico comunque che è un caso di giustizia. Sono due persone che hanno lavorato per tanti anni una soluzione bisogna pur trovarla. Non so quale, non so se l'Assessore possa fornire garanzie, certamente bisogna intervenire. Per il resto è chiaro che il Gruppo del P.d.L. voterà a favore dell'emendamento, ma non ho la certezza che, pur votando a favore, quest'emendamento sani la situazione. Questo non lo so.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, è una questione esclusivamente di stile: parlare di accordi verbali tra persone che non sono in quest'Aula è assolutamente fuori luogo. Ci sono la maggioranza e la Giunta che hanno espresso parere negativo all'approvazione di questo emendamento. Noi prendiamo atto della volontà espressa su questo emendamento dalla maggioranza e voteremo contro quest'emendamento. Tutte le altre considerazioni legate ad accordi personali, a cose dette e non dette, a voci confermate e non confermabili sono assolutamente fuori luogo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 9.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Pitea e Pittalis hanno votato a favore e che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

(Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Mario - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Obinu - Oppi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli - Manca - Rassu.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 57

astenuti 4

maggioranza 29

favorevoli 20

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 12.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Ritiro l'emendamento numero 12.

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 18, 19, 20, 21 e 22 sono stati ritirati. Metto in votazione l'emendamento numero 138.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, mi pare che sia la giornata sbagliata per pensare di aggiustare al rialzo gli stipendi dei manager della sanità considerato che oggi è apparsa sui giornali la notizia che è stato riammesso il ticket sanitario per un'esigenza di equilibrio nazionale. Mi sembra che questa sia proprio la prova di quanto siamo fuori misura. Io non capisco. Ci saranno delle ingiustizie, degli squilibri, ma oggi, di fronte alla notizia che lo Stato è costretto a reintrodurre i ticket sanitari, noi trattiamo la materia dell'adeguamento delle indennità dei manager?

A prescindere dal fatto che l'adeguamento si riferisce alla base stipendiale e non al complesso delle loro spettanze (quindi esclude lavoro straordinario, reperibilità, attività libero professionale) mi pare che non sia corretto e soprattutto non sia di buon gusto introdurre questo tema. Non nego che ci sia l'esigenza di porvi mano, ma se dovessimo mettere in fila una dietro l'altra le esigenze di equiparare le indennità credo che proprio la sanità sia quella che dovrebbe venire per ultima, considerati i soldi che drena dai bilanci pubblici. Ci sarebbe bisogno di una razionalizzazione prima di parlare di adeguamenti.

Quindi io credo che noi non potremo che essere contrari a questo emendamento proprio per il rispetto che portiamo nei confronti dei cittadini che da lunedì dovranno pagare i ticket per avere accesso a un diritto che fino a oggi abbiamo cercato di tutelare tutti al massimo livello.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ieri c'è stata una garbata e amichevole polemica tra me e l'onorevole Uras sul "movimento dei forconi" e io sono convinto che una norma di questo genere richiami i forconi. Nessuno li vuole, però una norma di questo genere richiama il movimento dei forconi perché non è possibile che in un momento di disastro economico e sociale di questo genere i Capigruppo della maggioranza consiliare in Consiglio regionale pensino di aumentare del 20 per cento il già ricco bottino del trattamento economico dei direttori generali delle aziende sanitarie e amministrative. E' uno scandalo!

Io chiederei sommessamente, prima che veramente entriamo in rotta di collisione con le difficoltà in cui vive la gran parte dell'opinione pubblica sarda, di ritirare questo emendamento, perché non è possibile che si possano o si debbano stilare graduatorie stipendiali tra direttori sanitari, direttori generali e amministrativi e primari dei reparti ospedalieri.

Ma è possibile che si debba pensare ancora a queste cose in questo momento? Questi emolumenti sono da abbassare, non da incrementare, da limitare, da abbassare perché sono stipendi per larga parte assurdi e spesso, non sempre ma spesso, anche immeritati, perché legati strettamente a nomine di carattere politico e quindi anche essi ascrivibili ai costi della politica. Vi preghiamo vivamente di ritirare questo emendamento scandaloso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io capisco che siano stati raggiunti degli importanti accordi per cui il relatore, di cui noi abbiamo il massimo rispetto, ha espresso a nome della Commissione il parere favorevole, però vorrei chiedere alla maggioranza di considerare che, al di là delle questioni anche di equilibrio, forse è il caso di ripensare questo argomento in un quadro differente, che è quello del contenimento della spesa sanitaria e della ristrutturazione. Per cui chiederei ai colleghi della maggioranza di considerare se tenere l'argomento all'ordine del giorno o se non sia meglio rinviarne l'esame ad un'altra occasione. L'emendamento metterebbe in difficoltà molti di noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, io ho molto apprezzato l'intervento dell'onorevole Maninchedda che è scevro da ogni tono di demagogia che, invece, ho sentito risuonare in precedenza, e non mi riferisco tanto al'onorevole Sanna che ha pronunciato un discorso, anche lui, abbastanza condivisibile.

(Interruzione del consigliere Salis)

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Adriano, abbi pazienza, ognuno ha diritto di esprimere la sua opinione, tu hai detto la tua, io dico la mia, quindi se volete intervenire di nuovo poi reintervengo io.

I ticket ci sono già, onorevole Sanna. Lei sa qual è la percentuale degli esenti da ticket? Il 67 per cento. Quindi, prevedere il ticket su una ricetta di visita specialistica, considerato che il 67 per cento della popolazione è esente da ticket e non ne paga, non mi pare davvero uno sforzo così grande. Per quanto riguarda lo stipendio dei direttori generali, noi non possiamo pretendere di avere dei direttori generali che "chiudano la porta" e riconoscergli uno stipendio che, in qualche caso, è inferiore a quello dei primari...

SALIS (I.d.V.). Quant'è?

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Te lo dico io dopo quant'è!

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Glielo posso dire anche io, ma lascio il piacere all'onorevole Oppi di dirti quant'è. Non è uno stipendio da nababbi, è uno stipendio... vabbè, lasciamo dire all'onorevole Oppi. Non è da nababbi, e se il dirigente incorresse per caso in una causa penale o contabile o civile e per caso la perde (come può succedere anche in buona fede, anche non per colpa grave) dovrebbe pagarsi le spese legali e ci rimetterebbe un anno di stipendio. Allora, vogliamo avere persone preparate, "decenti" a dirigere le AA.SS.LL. e vogliamo pagarle?

Guardate, questo emendamento non è per niente scandaloso, prevede che si riconosca ai direttori generali il 20 per cento in più dei primari. Quindi, non stiamo parlando di uno stipendio da nababbi. Voi considerate che oggi un infermiere del Servizio sanitario nazionale guadagna 1800-2000 euro, un primari ne guadagna 4000-4500 e può arrivare a 5000 in casi di particolare anzianità, sto parlando di stipendi netti.

Quindi, non è un emendamento scandaloso, non è un emendamento vergognoso, è un emendamento che fa giustizia, è equo perché i lavoratori non sono solo i minatori. Io sono nato in una città mineraria e ci ho vissuto fino a diciotto anni, me li ricordo ancora passare sotto casa mia con le biciclette e col tronchetto di legno che faceva parte della paga tutti i giorni, quindi so bene di cosa sto parlando, però anche i direttori generali, i direttori sanitari e i direttori amministrativi sono lavoratori, si fanno un "mazzo bestiale" se mi si passa l'espressione poco parlamentare...

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, anch'io sfido, come prima, l'impopolarità con questo intervento. Si è parlato di forconi e li lascerei stare, si è parlato più correttamente di non convenienza temporale o di inopportunità temporale di un emendamento come questo. Io ci tengo a precisare (l'ha già fatto bene l'onorevole Meloni) che il senso dell'emendamento era quello semplicemente di fare giustizia nella gerarchia delle professioni.

Gli emolumenti dei direttori generali, come dei direttori sanitari e amministrativi, sono stati sottoposti a un taglio da parte di una legge dello Stato, che nell'ambito degli stipendi della sanità ha toccato solo queste tre figure. Un taglio perché i "forconi" chiedevano che si facesse qualcosa. Bisognava bruciare qualche strega e in questo caso le streghe erano coloro che guadagnavano di più nel mondo della sanità. Però, davvero, al di là di quella che può essere una inopportunità temporale, al di là della possibilità reale di poter affrontare questo discorso in sede di riforma sanitaria (tutti discorsi assolutamente accettabile e condivisibili) non è giusto penalizzare delle figure professionali solo perché così vuole la piazza. Questo non è giusto e non si può demagogicamente parlare di riduzione delle spese della sanità, perché non è pensabile che con aziende sanitarie che contano centinaia di milioni di debito, di splafonamenti in un anno finanziario, qualche migliaio di euro in più per gli stipendi dei loro manager possa modificare la situazione? E' palesemente demagogia.

Qualcuno mi può dire: è un simbolo, è un segnale. E io dico è un segnale di giustizia far sì che chi ha la massima responsabilità di un'azienda, di qualsiasi azienda guadagni di più. Abbiamo parlato della scuola, è normale che un preside, con la responsabilità che ha nel gestire il complesso scolastico, guadagni meno di un maestro o di un professore? No, esiste una gerarchia di stipendi. Noi stiamo semplicemente proponendo al Consiglio di ripristinare una gerarchia stipendiale legata a una gerarchia di funzioni e quindi riteniamo giusto l'emendamento.

Mi permetto di correggere brevemente il collega Sanna: quando si dice di "esclusi i proventi da lavoro straordinario, reperibilità ed attività libero professionale" ci si riferisce allo stipendio dei primari, perché il direttore generale non può fare né libera professione né lavoro straordinario né avere reperibilità. E' proprio per capire che stiamo parlando degli stipendi tabellari, quindi escluse quelle che sono le indennità che si possono...

PRESIDENTE. Onorevole Campus, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, io credo (parlo a titolo personale) che la posizione più equilibrata sia quella di ritirare questo emendamento sul quale noi voteremo sicuramente contro. Le posizioni più moderate del vostro schieramento esprimono la loro perplessità.

Io credo che non sia il momento di avanzare queste proposte, mi sembra talmente evidente, talmente lapalissiano, noi non possiamo (senza nessuna retorica, sia chiaro) in questo momento in cui vengono messe in discussione le indennità dei politici, le indennità di tante altre alte cariche dello Stato, soprattutto in un momento così difficile anche per la Sardegna votare un emendamento del genere; è proprio fuori luogo! Inviterei pertanto i colleghi a riproporre questo emendamento quando parleremo di quella che noi chiamiamo pseudo riforma sanitaria. Probabilmente la riforma non la volete neanche portare in Aula, probabilmente siete talmente in difficoltà e talmente spaccati sul fronte della sanità che volete cercare di chiudere adesso questa partita.Però mi sembra un'operazione assolutamente fuori luogo.

La parola giustizia io veramente la abbinerei - con tutto il rispetto per i direttori generali della ASL - la abbinerei ai diritti dei lavoratori. Non è un problema di gerarchia, credo che il problema sia quello di utilizzare la parola giustizia relativamente all'emergenza lavoro che c'è oggi in Sardegna. Non userei la parola giustizia legandola alle retribuzioni delle figure apicali. Quindi, secondo me, questo emendamento va assolutamente ritirato. Non so se sia una provocazione (non riesco a capirlo ancora) dirvi di proporlo come emendamento al testo della pseudo riforma sanitaria che già di per sé continua altri sprechi, come voi sapete. Basti pensare alla famosa barzelletta del cambio del nome che avete previsto nella legge di riforma (da ASL ad ASP) che comporterà una bella spesa di centinaia di migliaia di euro per sostituire nomi, targhe, carta intestata pur non cambiando nessuna funzione.

Quindi, io chiedo, anche per una questione etica (non parlo di morale) il ritiro di questo emendamento. Comunque il mio voto sarà sicuramente contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Non so se sia scandaloso, sicuramente però questo è un emendamento fuori luogo, per cui anch'io invito i presentatori a ritirarlo. Tra l'altro, in un momento difficilissimo, è singolare che si trovi l'accordo della maggioranza su questo emendamento e non sulla riforma complessiva della sanità, onorevole Meloni. Io credo che bisognerà prima o poi rimettere al centro della sanità i malati e non i direttori generali.

E' chiaro, Presidente, che io ritengo fuori luogo questo emendamento mentre ritengo opportuna quella sua presa di posizione, quella sua dichiarazioni sui costi della politica, perché è ovvio che dobbiamo partire da noi. C'è un aspetto che riguarda l'ufficio di presidenza che evidentemente presenterà una proposta è c'è invece un altro aspetto che magari può riguardare una sessione che quest'Aula può decidere di dedicare ai costi della politica.

Ci sono varie proposte di legge, c'è un'ultima proposta di legge presentata dal mio Gruppo, primo firmatario Giuseppe Cucca sull'eliminazione del vitalizio, su un'unica indennità per i consiglieri regionali, c'è una proposta che mi pare abbastanza condivisa dal Consiglio regionale di portare aa 60 il numero dei consiglieri regionali e ritengo che, complessivamente, dovremo occuparcene e anche a breve. Credo, per quanto riguarda quest'emendamento, che sia invece opportuno il ritiro, così come per i successivi che sono più o meno dello stesso tenore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI),Assessore della difesa dell'ambiente. Anche oggi, come solitamente faccio, parlerò dai banchi del Consiglio. Ognuno di voi ha il brutto difetto di dimenticarsi del passato; se noi analizzassimo bene tutto forse ci accorgeremmo che ci sono quattro dipendenti dei Gruppi che prendono più di 100 mila euro, forse vi accorgerete - e vi sareste dovuti accorgere, onorevole Salis - che io e Capelli vi avevamno presentato per due anni (e voi scappavate via) una proposta per poter eliminare le indennità. Ci pregavate in ginocchio di non metterla in votazione! Questa è una verità, il resto sono frottole.

Peraltro avete certamente protestato quando, per esempio, il direttore generale della Regione riceveva un'indennità straordinaria che poteva essergli concessa direttamente dal Presidente della Regione, e non mi sembra vi scandalizzi che nella stragrande maggioranza degli enti regionali vengano corrisposti emolumenti certamente molto elevati che sono vergognosi.

Noi (non voi) abbiamo ridotto a suo tempo del 20 per cento le indennità dei direttori generali, sanitari e amministrativi portandole da 300 milioni di lire di allora a 260-220.

Quanto prende un direttore generale? Prende poco più di 100 mila euro all'anno, che vuol dire 5000 euro al mese; chiaro questo? Allora che il momento contingente sia particolare lo posso capire, il ticket l'avevo attivato io a suo tempo come deterrente, e ha dato risultati positivi. Non volevamo che penalizzasse le fasce più deboli, infatti noi le avevamo esentate però non è corretto che un medico, un primario percepisca uno stipendio superiore a quello di un direttore generale che ha delle grosse responsabilità e gestisce enti che hanno bilanci di 500-600 milioni di euro. A questo punto credo che sia opportuno fare una valutazione, ma facciamola a tutto campo però, per evitare le storture che ci sono e delle quali molte volte fate finta di non accorgervi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Dopo aver sentito forcaioli che si attrezzano nell'ipotesi di un prossimo periodo del terrore, dopo aver sentito dispensatori di carità pelosa, dopo aver valutato l'insieme di tutta questa bella condizione per cui ciascuno si sente puro e angelico e vorrebbe far cadere sugli altri le responsabilità che sono tutte intiere, spesso e volentieri, dalla parte di chi le attribuisce, io vorrei ricordare una cosa: se c'è un fatto scandaloso in questo emendamento è che non prevede che deve essere cacciato a calci nel di dietro il direttore generale che non riduce le spese secondo mandato, che non si comporta coerentemente con il mandato di dare assistenza ai malati nella misura giusta, che fa clientelismo (e vi ricordo che il clientelismo proviene dalla sinistra come dalla destra).

In questa circostanza, probabilmente, qualcuno avrebbe la possibilità di puntare il dito su qualcun altro (vero onorevole Bruno?) per tutto quello che riguarda gli emolumenti dei consiglieri regionali, perché se si gioca la sfida al ribasso non c'è nessuno che si ferma. Peraltro dubito molto che azzerando o abbassando di molto le indennità dei consiglieri regionali si possa lavorare per una sana amministrazione nell'interesse del popolo sardo di cui molti si riempiono la bocca!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io penso che questa proposta sia una proposta fuori da ogni dimensione spazio temporale. Non facciamo i "vergini": io dico che siamo tutti politicamente deflorati. Forse l'onorevole Meloni confonde i due concetti, non sa la differenza tra giustizia e giustezza. Sa, onorevole Meloni quanto guadagna un ricercatore con un dottorato di ricerca e un'anzianità di 8 anni? Sa che la didattica all'Università è tenuta poi il 70% dai ricercatori? Un insegnante della scuola superiore quanto guadagna? 1200 euro dopo vent'anni di carriera. Sa quanto guadagna un preside che di solito non fa niente, che ha quattro collaboratori insegnanti e che non ricevono niente dalla loro collaborazione? Dunque vi prego di ritirare questa proposta incolore e inodore.

PRESIDENTE. Comunico che le colleghe De Francisci e Zuncheddu sono rientrate dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Io, Presidente, vorrei che non si andasse e non si sconfinasse nella demagogia e nel populismo. Ho sentito dei colleghi oggi qui richiamare i costi della politica, che però nel momento in cui sono stati chiamati a votare per ridurre i costi della politica hanno votato contro, parlo del vitalizio, della non cumulabilità del vitalizio, non dell'annullabilità, della non cumulabilità. Si portano argomenti sbagliando la parametrizzazione. Noi abbiamo direttori generali o commissari di enti liquidatori che sfiorano e superano i 200 mila euro di stipendio, e questi badate non seguono il parametro dei ricercatori, hanno un'indennità superiore a quella di Obama, perché 240 mila euro sono un'indennità superiore a quella che percepisce il Presidente degli Stati uniti. Perciò se quelli costituiscono il nostro faro è chiaro che i direttori generali delle AA.SS.LL. prendono poco (e chiedo scusa a coloro che guadagnano 700, 800 o 1200 euro se dico che guadagnare 110 mila euro è poco) ma va tutto parametrizzato.

Se io prendo come termine di paragone il direttore generale di un ente, che percepisce 220 mila euro, è chiaro che il direttore generale della ASL prende poco, tra virgolette. Allora dobbiamo partire dagli stipendi dei direttori degli enti per diminuirli, ma prima di diminuirli dobbiamo avere la patente della nostra coscienza che ristabilisce l'equità e la giustizia per i nostri privilegi. Fare ciò mi darebbe la forza di intervenire, e continuo a insistere su questo.

L'altro giorno (racconto un aneddoto) ero in una barca ospite di un imprenditore, una barca di circa 30 metri. Parlava della situazione economica e diceva: "Sono costretto a licenziare, stiamo andando male, qua là". E parlava su una barca di 30 metri! Poi così concludeva: "Sì, ma sai, adesso ci riprendiamo, in ogni caso questa barca la vendo, ne sto ordinando una da 52 metri". Questa è l'Italia! Questo è parlare dei problemi degli altri. Questo è è aver perso il metro, la misura dell'equità e della giustizia.

Forse è inopportuno parlare di questo emendamento in questo momento ma sarà opportuno parlarne. Decidete come e quando e se magari l'emendamento verrà ritirato probabilmente avremo un'occasione più proficua per approfondire questi argomenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Io ho compreso una cosa oggi, l'avevo anche immaginata, però credo che occorra precisare per iscritto cosa si intenda per "costi della politica". Io prendo atto che i colleghi del centrosinistra hanno accomunato nei costi della politica tutto quello che ruota attorno alle amministrazioni pubbliche: quelli sono i costi della politica. Benissimo! Quando saremo nelle condizioni di poter discutere questo problema, onorevole Capelli, stia tranquillo che ci faremo sentire se confermerete che i costi della politica sono questi.

Su questo emendamento hanno ampiamente argomentato il collega Meloni, il collega Oppi, il collega Campus. Questo emendamento è stato da me sottoscritto in un momento particolare, prima ancora che la Commissione sanità esitasse la proposta di legge sul riordino della sanità in Sardegna. Vorrei però ricordare che esiste ancora e viene confermata quella norma - che nessuno ricorda - che chi sfora il budget del 5 per cento deve essere cacciato via, e non è stato mai fatto! E non è stato mai fatto né da noi - che ancora non siamo nella condizione di farlo - ma nemmeno da voi.

Per troppi anni avete sopportato manager che hanno sforato non del 5, ma del 10, del 15 e del 20 per cento, e hanno percepito anche l'indennità di rendimento, il famoso 20 per cento. Beh, è questa la situazione che ci siamo trovati, non l'abbiamo creata noi, noi ci vogliamo mettere una pezza. Le ingiustizie vanno sanate, e questa, in questo momento particolare, mi sembra un'ingiustizia. Avete detto quali sono i costi della politica, e io mi adeguo a quello che avete detto e ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Diana, ritira anche l'emendamento numero 82?

DIANA MARIO (P.d.L.). Sì.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, lei ritira l'emendamento numero 46?

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). No, e non ritiro nemmeno l'emendamento numero 138.

PRESIDENTE. Quindi rimane l'emendamento numero 138.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 138.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca e Mariani hanno votato contro e che i consiglieri Cappai e Floris Mario si sono astenuti.

(Rispondono sì i consiglieri: Contu Felice - Dedoni - Meloni Francesco - Mula - Mulas.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Murgioni - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Biancareddu - Capelli - Cappai - Floris Mario - Milia - Obinu - Oppi - Peru - Steri.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 54

astenuti 10

maggioranza 28

favorevoli 5

contrari 49

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 82, 46, 49,

57, 60, 65, 66 e 67 sono ritirati. L'emendamento numero 65 è inammissibile. Metto in votazione l'emendamento numero 56. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 55. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Comunico che i consiglieri Gian Valerio Sanna, Lotto, Cocco e Corda hanno ritirato le firme dall'emendamento numero 68. Rimane quindi la firma di Antonio Solinas.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, mi sembra sia la terza o la quarta volta che questo emendamento viene presentato. L'intento è quello di sanare un'ingiustizia subita da cinque lavoratori all'atto dell'approvazione della legge regionale numero 6 sulla modifica dei consorzi di bonifica. Da quel momento l'ENAS non ha più potuto assumere neanche un lavoratore per poter svolgere il compito di vigilanza e di manutenzione delle infrastrutture dell'invaso di Busachi. Nonostante queste valutazioni, avendo scoperto che esiste una disciplina di gruppo, mi adeguo e quindi anch'io ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 68 è stato ritirato.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Grazie Presidente, io faccio mio l'emendamento del collega Gallus. Credo che tutte le questioni sollevate dal collega Solinas abbiano un forte fondamento, per cui chiedo che questo emendamento venga messo in discussione e in votazione e annuncio il voto favorevole del Gruppo del P.d.L..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io capisco le finalità dell'emendamento, noi nell'emendamento che seguirà, un emendamento generale, di principio, vogliamo stabilizzare il personale sulla base di regole ben precise. Quando si parla di 180 giornate lavorative nei 3 anni riteniamo che ciò non rientri nei parametri che noi ci siamo dati per stabilizzare il personale; noi riteniamo che su questa materia complessiva debbano essere pronunciate parole chiare e magari stabiliti i punti fermi, ed è per questo che il collega Solinas ha ritirato l'emendamento, sulla base di una regola che il Gruppo si è dato e che vuole in qualche modo portare avanti.

Noi vogliamo che alla Pubblica amministrazione complessivamente si acceda attraverso i concorsi, e diciamo in maniera molto chiara, con l'emendamento che seguirà, che nella Pubblica amministrazione si può assumere con contratti di lavoro precario solo per esigenze eccezionali e documentate nei limiti del 3 per cento dell'organico e attraverso prove selettive, e che occorre mettere una parola fine a questa spirale. Per queste ragioni noi non possiamo votare a favore di questo emendamento. Credo che dobbiamo tutti darci delle regole perché altrimenti ogni volta, ogni pochi mesi, saremo chiamati a sanare situazioni di cui, inevitabilmente, se continua questa spirale, dovremmo occuparci. Per cui il nostro parere su questo emendamento, fatto proprio dall'onorevole Diana, è contrario.

PRESIDENTE. Poiché non ho altri iscritti a parlare metto in votazione l'emendamento numero 68.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 68.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore e che il consigliere Cuccu ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Ladu - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli - Corda - Locci - Mula - Randazzo - Rassu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 50

astenuti 7

maggioranza 26

favorevoli 29

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 69. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti 70 e 71 sono stati ritirati.

Metto in votazione l'emendamento numero 151. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 80.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Intervengo solo per precisare che a questo emendamento presento un emendamento orale. Dopo le parole "per il personale" aggiungere "per la retribuzione del personale", per evitare interpretazioni equivoche.

PRESIDENTE. Alla retribuzione del personale in servizio?

STERI (U.D.C.-FLI), relatore semplice. Sì.

PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo su questa proposta di emendamento orale? Sì.

Poiché non ci sono opposizioni all'emendamento orale metto in votazione l'emendamento numero 80 con le modifiche proposte. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 81 è ritirato.

Passiamo all'emendamento numero 136.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con questo emendamento, per una ristrettissima categoria di dipendenti, evidentemente fortunati e ben accompagnati, il Consiglio regionale si sostituisce al tavolo della contrattazione e stabilisce la loro retribuzione. Noi abbiamo detto che questo tipo di materia deve essere affrontata nelle sedi precise ed opportune perché si possano fare le perequazioni, se necessario, ma anche i dovuti confronti.

Perché questi lavoratori devono avere un riconoscimento retributivo stabilito per legge ancorché meritato (nessuno vuole discutere) mentre per tutti gli altri lavoratori si deve ricorrere al tavolo della contrattazione? Se in questa Regione è stato stabilito che la materia contrattuale non è materia legislativa ed è sottratta al potere legislativo perché in qualche caso il principio si applica e in qualche altro caso no?

Io sono convinto che questo sia uno di quei tipici emendamenti che, volendo perseguire un atto di giustizia, commette un'ingiustizia più grande di quella che vorrebbe in qualche modo ripristinare. Il nostro parere è negativo, e suggeriamo alla maggioranza e al relatore di compiere un'ulteriore verifica sull'opportunità di mantenerlo o meno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo per richiamare la necessità che anche questo emendamento possa essere ritirato, anche se ho dubbi che questa richiesta possa essere accolta. E' il solito modo di definire e predefinire a tavolino, con contatti con i consiglieri regionali o i Gruppi consiliari, promozioni sul campo che sono assolutamente da ascrivere alla sfera della contrattazione regionale. E' un andazzo che assolutamente crea disparità di trattamento, che crea problemi di natura normativa e di giustizia all'interno delle categorie. Ma dire queste cose sembra un po' ululare al vento, perché non si trova ascolto in quest'Aula. Del resto, si vedono gli ultimi emendamenti sui consorzi di bonifica: anch'essi danno il senso del potere che alcuni settori, che elettoralmente contano possono esercitare su alcuni di noi in quest'Aula.

Quello che è successo in Parlamento relativamente all'eliminazione degli ordini professionali avviene qui in questo Consiglio regionale per quel che riguarda i Consorzi di bonifica: è deprimente ammetterlo, lo so, però purtroppo è la realtà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, l'emendamento numero 136 - lo dico all'onorevole Diana - inserito nell'emendamento 84 rende contraddittorio il testo dell'emendamento 84, perché dire "ai dipendenti regionali e/o attualmente", vuol dire che tutti i dipendenti regionali, a prescindere dal fatto che abbiano i requisiti, possono essere promossi al livello superiore.

DIANA MARIO (P.d.L.). Ritiro l'emendamento numero 136.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.

L'emendamento numero 141 è inammissibile. Passiamo all'emendamento numero 84.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La bellezza di questo emendamento consiste nel fatto che, volendo aiutare questi dipendenti che hanno una certa anzianità di servizio gli si dice in sostanza: insomma, noi siamo costretti a sottoporvi a delle prove selettive, ce lo impone la giurisprudenza della Corte costituzionale, e quindi dovrete superare un corso-concorso di formazione professionale". Poi, andando al vertice della fantasia, in legge stabiliamo già in che cosa consiste l'esame, perché scriviamo: "con una prova sulle materie oggetto del corso". Cioè, non rinviamo alla legislazione fare alla legislatura corrente per capire quali siano le materie che saranno oggetto della selezione ma, stabilendo che si concluderà con una prova sulle materie oggetto del corso, diciamo anche ciò che dovremmo non dire, perché io oggi non so se, per esempio, al di là delle materie affrontate nel corso, sia necessario verificare i rudimenti essenziali delle materie di conoscenza di base nella pubblica amministrazione.

Tutti i concorsi prevedono la valutazione su materie specifiche, il fatto che io bandisca un corso-concorso non supera gli obblighi di legge relativi all'accesso alle cariche pubbliche. Quindi, siccome si sta trattando di una materia piuttosto delicata, o eliminiamo del tutto questo riferimento, perché è già disciplinato dalla legge, oppure scriviamo anche quali domande gli facciamo così si sa già tutto subito. Dobbiamo capire che non dobbiamo rassicurare nessuno, che le leggi ci sono e sono scritte per tutti: questo modo di legiferare denuncia già il fatto che dobbiamo mandare dei messaggi rassicuranti chissà a chi.

Io, di fronte a questi emendamenti, penso che un sano voto contrario sia l'unico strumento che ci metta al riparo da discriminazioni e altre ingiustizie, oltre che da illegalità perché, tra l'altro, questo emendamento pone a carico dei bilanci degli enti la copertura finanziaria: una furbizia che di fatto dimostra che questo emendamento non ha copertura finanziaria. In alcuni casi gli emendamenti senza copertura non vengono ammessi, in questo caso, con questa furbizia, li ammettiamo.

DIANA MARIO (P.d.L.). Ritiro l'emendamento numero 84.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.

Passiamo all'emendamento numero 4.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Non ritiro l'emendamento poi può essere giusto o sbagliato ma siccome ho votato contro il passaggio all'esame degli articoli di questo disegno di legge, e ho fatto presente in più di una circostanza che spesso in nome della giustizia si fa l'"ingiustezza" - se si passa il neologismo - non posso disconoscere molti che hanno lavorato all'interno dell'istituzione regionale, spesso e volentieri, in tante circostanze, non hanno mai avuto quello che avrebbero dovuto avere, e questa è una di quelle circostanze.

Questo emendamento intende assicurare il giusto riconoscimento economico nei confronti dei dipendenti regionali (sono circa 170) i quali, vincitori della selezione interna per esami e per titoli approvata in data 18.5.2001, che li inquadra dalla categoria C nel primo livello economico della categoria D con effetto dal 2005, non hanno di fatto ottenuto alcun miglioramento economico. Infatti la retribuzione tabellare della categoria C di provenienza, dello stesso contratto, nell'ultimo livello, e quella iniziale D1, categoria immediatamente superiore, risultano di pari importo, e quindi l'accesso alla categoria D è avvenuto per l'Amministrazione a costo zero. E poiché le norme contrattuali non prevedono, nella fattispecie, l'automatica attribuzione di un livello superiore a quello iniziale della nuova categoria, tale inquadramento si è concretizzato, sotto l'aspetto economico in un nulla di fatto, contrariamente a tanti passaggi di categoria avvenuti nell'ultima legislatura e in questa legislatura.

Pertanto io credo che questo emendamento ancora una volta rappresenti non tanto un atto di giustizia quanto di "giustezza" se andiamo a verificare quelli che sono i termini. E vorrei ricordare che, spesso e volentieri, ci dimentichiamo anche dell'istituzione regionale in senso lato, cioè anche di chi lavora per gli enti della Regione, di coloro che lavorano come operatori per la terra e nella terra (parlo di chi effettivamente va ad aprire o chiudere una saracinesca, di chi va a pulire un fosso piuttosto che un altro).

Voglio dire, onorevole Bruno, che 103 giornate fanno giustizia in un discorso complessivo di un anno di lavoro come è qualificato in agricoltura. Forse ci siamo dimenticati del bracciantato agricolo e di tutto quello che ha portato …

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io sono già abbastanza tranquillizzato dal parere contrario, però c'è ancora chi fa finta di credere che siamo tutti fasciati e continua a sostenere ragionamenti che non hanno niente a che vedere, con quello che si vuole dimostrare portando avanti emendamenti sconclusionati come l'emendamento che stiamo esaminando. Emendamento che, tra l'altro, in sostanza dice: "attenzione, vi riconosciamo un aumento, ma se qualcuno di voi nel frattempo è andato in pensione, può tornare perché a seguito delle modifiche intervenute potete beneficiare di un riconoscimento economico. Cioè si prevede un effetto retroattivo anche per chi è andato in quiescenza: una cosa assurda, come se fossimo il paese di Bengodi!

Insomma, io credo che davvero in alcuni ambienti riformatori…

DEDONI (Riformatori Sardi). Proviamo ad andare a vedere altri enti molto più vicini!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ma guardate tutto quello che volete, tutti quelli che volete, il problema è che questa materia non è materia di competenza dell'Aula, questa materia è una materia di contrattazione, e, ripeto, se fossimo tutti tesi a un ragionamento di giustizia e di equità e non di "sponsorizzazione" di singole categorie, rimetteremo tutto ai tavoli neutri. La contrattazione, infatti, è nata per cercare, in un luogo neutrale, di conseguire una posizione identica per tutti.

Io sfiderò prima o poi la Giunta a portare in Aula l'elenco di quanti tipi di contratto e di condizioni di lavoro ci sono in questa Regione, ci sarà da impazzire, perché abbiamo generato un labirinto di rapporti di lavoro enorme e complicato, che determina innumerevoli. Persone che svolgono lo stesso lavoro o che sono "dirimpettai d'ufficio" hanno trattamenti retributivi diversi a causa di questo nostro modo di procedere. Ecco perché siamo contrari a questo emendamento e chiederei all'onorevole Dedoni di non guardare troppo al passato, altrimenti rischia il torcicollo prima o poi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, io voterò contro questo emendamento per ragioni diciamo anche ovvie. Nella pubblica amministrazione le promozioni avvengono nell'interesse della stessa pubblica amministrazione. Così è stabilito dalla legge, dai principi della nostra Costituzione.

A me capitò tanti anni fa quando svolgevo attività sindacale, di seguire una procedura di "mobilità verticale", una procedura molto confusa, pasticciata, che portò ad attribuire una posizione giuridica in modo illegittimo, senza istituire formalmente la Commissione che avrebbe dovuto esaminare titoli e requisiti per l'accesso alla qualifica superiore. Ciò determinò disparità di trattamento e numerose pronunce da parte degli organi giudiziari.

Perché nascono queste vicende? Perché arriviamo ad avere provvedimenti dove addirittura si decide non l'attribuzione di una qualifica superiore, ma addirittura di un livello retributivo intermedio? Perché ci arriviamo? Poniamoci questa domanda. Perché noi siamo sempre, Assessore (al di là del quadro politico, degli Assessori di turno) sistematicamente così pasticciati e pasticcioni nella gestione del personale? Ci sarà un motivo? Ci sarà, è colpa nostra, è colpa di quello che passa per caso per strada? Ci sarà un motivo se noi abbiamo una struttura gigantesca e questi sono gli effetti dal punto di vista della gestione del personale?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo per condividere il voto contrario sull'emendamento numero 4, proprio perché ha effetti retroattivi com'è stato detto dall'onorevole Sanna. Però è anche vero che la Commissione ha espresso parere favorevole sull'emendamento numero 145, che interviene sempre su funzioni esercitate nel passato su cui c'è, tra l'altro, in corso un contenzioso legale. La Commissione bilancio si era espressa negativamente su un emendamento che interveniva rispetto alla possibilità transativa, per cui credo che i colleghi debbano essere coerenti nel dire no all'emendamento numero 4 ma allo stesso tempo debbano dire no agli emendamenti numero 145 e numero 137, che disciplinano materie con la stessa intenzione materie diverse. Per cui dichiaro il mio voto contrario sull'emendamento numero 4 e preannuncio il voto contrario all'emendamento numero 145.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, in effetti, come diceva l'onorevole Maninchedda, su questa materia regna un po' di confusione anche perché si sono create, nel corso anche degli ultimi interventi normativi delle disparità di trattamento. A questa confusione si voleva porre rimedio, attraverso, appunto, l'istituzione del corso-concorso, che è comunque una formula di progressione che è riconosciuta in tutte le istituzioni italiane.

Bene facciamo a fare delle ulteriori riflessioni, però chiedo ai colleghi che ci possa essere veramente nella sessione di riforma, della legge numero 31, un approfondimento su tutta questa tematica proprio perché le ingiustizie che sono state commesse (tra l'altro con concorsi che non hanno portato all'assunzione neanche di tutti i vincitori) sono numerose e non possono essere tollerate da questa amministrazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 4.

(Segue la votazione)

Prendo atto che l'onorevole Randazzo ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Dedoni - Meloni Francesco - Mula - Mulas.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Gallus - Locci - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 58

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 4

contrari 54

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 45 è privo di copertura finanziaria. Gli emendamenti numero 58, 62, 117, 114, 115 e 116 sono ritirati.

Passiamo all'esame dell'emendamento numero 90.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo chiedere sei presentatori insistono sull'emendamento; so che sono pochi euro, me ne rendo conto.

DIANA MARIO (P.d.L.). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Diana. Oggi è molto persuasivo, onorevole Sanna.

Passiamo agli emendamenti numero 14 e numero 15 che sono privi di copertura finanziaria.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Sugli emendamenti numero 14 e 15 la copertura va individuata nei fondi per la pubblicità istituzionale. E così abbiamo trovato la copertura! Ma approfitto, Presidente, un secondo per chiedere, perché non mi risulta il parere della Giunta…

PRESIDENTE. Contrario.

CAPELLI (Gruppo Misto). Su tutti e due?

PRESIDENTE. Sì, era stato espresso parere conforme a quello del relatore fatta eccezione per l'emendamento numero…

CAPELLI (Gruppo Misto). Va bene, allora intervengo in fase di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Capelli, mi fanno giustamente osservare gli Uffici che qui non vi è solo un problema di mancanza di copertura finanziaria ma bisogna anche individuare i costi.

CAPELLI (Gruppo Misto). Sul primo i costi non ci sono e non ci devono essere, e non ci dovrebbe essere neanche bisogno di copertura finanziaria, sul secondo posso individuare i costi ed eventualmente la copertura, come già preannunciato. Per intenderci: l'istituzione della scuola forestale non ha costi perché è demandato tutto a delibere e determinazioni successive. E tra l'altro, visto che abbiamo votato tempo fa un impegno unanime del Consiglio regionale con un ordine del giorno, non capisco come mai la Giunta esprima parere contrario.

In ogni caso posso dare copertura e determinare i costi. Dell'una e dell'altro. Poi ovviamente sull'emendamento numero 14 chiederò come mai non si dia seguito ad un ordine del giorno unitario del Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, l'individuazione dei costi ci deve essere, quindi ce li deve indicare, per cortesia.

CAPELLI (Gruppo Misto). Chiedo due minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per due minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 13, viene ripresa alle ore 13 e 04.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). I costi sono di un milione per l'emendamento numero 14, con copertura a valere sui fondi della pubblicità istituzionale, e per le annualità successive ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge numero 11 del 2006. Per l'emendamento numero 15, i costi sono 4 milioni, sempre a valere sui fondi della pubblicità però non so se ci sia qualche variazione nel giudizio da parte della Giunta e del relatore sugli emendamenti.

PRESIDENTE. Comunico che nell'emendamento numero 15 decadono i commi 2, 3, 4 e 5 per effetto dell'approvazione dell'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Noi non siamo assolutamente contrari, in linea di principio, al contenuto degli emendamenti numero 14 e 15. Però, mi pare che questi emendamenti affrontino una parte soltanto del problema generale. Già nella riforma della legge numero 31 noi abbiamo inserito una contrattazione separata per quanto riguarda tutto il corpo forestale, quindi è già compreso e ricompreso nella legge di riforma. Per questi motivi invito i presentatori al ritiro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Mi sembra di capire che l'Assessore rivolge un invito al ritiro dell'emendamento numero 15, essendo decaduti i commi 2, 3, 4 e 5, rinviando tutto a un disegno di legge della Giunta. Perciò, a questo punto, se questa è la posizione, ritiro l'emendamento numero 15 riconoscendo comunque la validità della proposta. Sull'emendamento numero 14 mi sembra che si sia raggiunta l'intesa perché possa essere cambiato il parere anche della Giunta e della maggioranza, perciò non posso che esprimere il mio voto a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il collega Capelli ha anticipato una mia domanda, perché mi sembrava strano che sull'emendamento numero 14 non potesse esserci l'assenso, visto che tutti i Gruppi, compreso il mio, hanno sottoscritto la mozione che era propedeutica alla presentazione di questo emendamento. Prendo atto con favore che si è pervenuti al parere favorevole e annuncio il voto favorevole del Gruppo dell'Italia dei Valori sull'emendamento numero 14.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Mi sembra un modo di procedere un po' schizofrenico. Perché prima c'era un parere negativo, ragione per la quale il sottoscritto non ha presentato un simile emendamento, quindi chiedo la cortesia di aggiungere anche il mio nome a quello dei presentatori dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Chiedo di aggiungere il mio nome a quella del collega Cucca a quelli dei presentatori dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). A nome del collega Mariani, che è impegnatissimo nel ruolo di Segretario, chiedo di aggiungere il suo nome a quelli dei presentatori dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io non ho compreso quale copertura è stata data per l'emendamento numero 14.

PRESIDENTE. Un milione di euro dai fondi per la pubblicità istituzionale.

DIANA MARIO (P.d.L.). Se questa è la copertura finanziaria, il Gruppo del P.d.L. è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Qualora fosse necessario per il 2011 (ma siccome tutto questo partirà dal 2012) la copertura è data ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge numero 11 del 2006, che non risponde la pubblicità istituzionale. Perciò, possiamo non dare copertura al 2011.

PRESIDENTE. Quindi, a partire dal 2012, secondo la legge che ha indicato.

CAPELLI (Gruppo Misto). Dal 2012, esatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Io non riesco a capire perché noi dobbiamo parlare di copertura finanziaria. Noi abbiamo approvato un ordine del giorno, quando si è parlato di istituzione della struttura preposta a Nuoro, e sul quale c'è stata una convergenza unanime. Si tratta invece di una struttura del corpo forestale, per cui l'indicazione della copertura finanziaria è superflua, perché è individuabile nelle risorse finanziarie che sono assegnate al corpo forestale. Quindi approviamo l'istituzione e prescindiamo dalla copertura che può creare problemi e può portare anche a non approvare l'emendamento numero14, sul quale c'è la massima convergenza per le finalità stesse.

PRESIDENTE. Onorevole Oppi, la copertura finanziaria deve essere indicata, perché comunque configura una nuova spesa e il rinvio che ha indicato l'onorevole Capelli va bene per dare copertura finanziaria all'emendamento. Metto in votazione l'emendamento numero 14.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 14.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Lotto, Oppi e Piras hanno votato a favore e che il consigliere Espa si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Ladu - Locci - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Bruno - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Meloni Valerio - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

presenti 62

votanti 53

astenuti 9

maggioranza 27

favorevoli 53

(Il Consiglio approva).

I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 12.



Allegati seduta

Testo dell'interpellanza annunziata in apertura di seduta

Interpellanza Espa - Bruno - Meloni Valerio - Corda - Lotto - Manca - Cocco Pietro - Agus - Porcu - Solinas Antonio - Mariani contro la politica di tagli prevista dalla recente manovra Tremonti per le politiche sociali, per reclamare al Governo nazionale misure economiche e finanziarie in tal senso e sulla necessità inderogabile di dare attuazione al regime finanziario regionale e sull'attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato anche per promuovere adeguatamente il welfare in Sardegna.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il drastico ridimensionamento dei fondi statali di carattere sociale deciso da questo Governo ha comportato l'agonia nonché la fine di importanti politiche socio-assistenziali;

- la stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha espresso, in data 5 maggio 2011, in un documento ufficiale molta preoccupazione e disagio "per l'andamento che hanno assunto i finanziamenti nazionali a favore delle politiche sociali e della famiglia, a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per le non autosufficienze, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo nazionale politiche sociali (FNPS), già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza regionale del 2010, che ha subito una ulteriore decurtazione di 55 milioni di euro, rendendolo pari al 47 per cento di quanto è stato erogato nel 2010, a sua volta già molto decurtato rispetto alle precedenti annualità. Stessa sorte hanno subito i fondi per la famiglia, già dimezzati rispetto al 2010, ed ora ulteriormente ridotti di 25 milioni di euro. Anche per le politiche giovanili, a fronte di un accordo quadro che doveva garantire un triennio (2010/2012), i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili nel bilancio statale. Anche se tecnicamente i "tagli" citati, sono considerati accantonamenti, è certo che oggi tali finanziamenti non sono disponibili e non possono essere erogati alle regioni e da queste ai comuni. Ciò provoca gravi disagi alle amministrazioni ma, soprattutto, ridurrà le prestazioni a favore delle fasce deboli, in un momento dove non è difficile osservare che i problemi sociali e delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione";

- il taglio più significativo riguarda il FNPS di cui all'articolo 20 della legge n. 328 del 2000, passato da 2,5 miliardi del 2008 ai 538 milioni di quest'anno: un taglio dell'80 per cento;

- le risorse del FNPS, che rappresenta la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali;

CONSIDERATO che la manovra di bilancio per il 2011 ha cancellato, poi, ogni stanziamento per il fondo per la non autosufficienza istituito dall'articolo 1, comma 1264, della legge finanziaria per il 2007 finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti: passiamo dai 400 milioni di euro nel 2010 a zero euro nel 2011;

RILEVATO che per l'invalidità paesi come la Svezia (4,5 per cento), la Danimarca (4,2 per cento), l'Olanda (2,3 per cento), il Regno Unito (2,2 per cento), il Portogallo (2,4 per cento), la Polonia (1,7 per cento), la Slovenia (1,9 per cento), l'Ungheria (2,15 per cento), la Francia (81,8 per cento), la Germania (81,7 per cento), il Belgio (1,8 per cento) stanziano una percentuale maggiore del proprio PIL rispetto all'Italia (1 per cento), che si colloca sotto la media dell'Unione Europea (2 per cento); (fonte: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, Ministero dell'economia, 2010);

CONSIDERATO che:

- tutti i fondi di carattere sociale sono stati tagliati: il fondo politiche per la famiglia, per le politiche giovanili, per il piano nidi, per l'affitto, per il servizio civile, per l'infanzia e l'adolescenza, per l'inclusione sociale degli immigrati, per le pari opportunità;

- sul tema del rispetto dei ruoli fra livelli istituzionali e sussidiarietà orizzontale, per quanto riguarda la sperimentazione della social card, non vengono rispettate le competenze, "bypassando" la programmazione regionale e il principio di "leale collaborazione" tra livelli istituzionali, già introdotto dalle modifiche del titolo V della Costituzione e maggiormente sottolineato dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale e amministrativo;

- la Regione con fondi propri stanzia per il solo fondo per la non autosufficienza più di 160 milioni di euro con risorse proprie, e che lo Stato in virtù degli accordi a seguito della notoria vertenza entrate ha ancora un grave debito con la Regione di oltre 1.500 milioni di euro, che impediscono lo sviluppo di politiche sociali adeguate e realmente rispondenti ai bisogni dei sardi,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se ritengano inderogabile dare attuazione al regime finanziario regionale e sull'attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato, ed aprire una vertenza perché il Governo:

1) assuma misure economiche e finanziarie affinché le politiche sociali nel loro complesso tornino ad essere una priorità per questo Governo ed i fondi sociali precedentemente decurtati abbiano le risorse economiche e finanziarie adeguate ad una reale e concreta politica di inserimento sociale delle fasce più bisognose;

2) definisca in tempi rapidi, in collaborazione con la Regione sarda, le altre regioni e con gli altri enti interessati, "livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali", come previsto dalla nostra Costituzione (articolo 117), al fine di poter offrire ai cittadini più vulnerabili le risposte dovute ai loro bisogni per una partecipazione vera ed attiva alla società civile, garantendo diritti di cittadinanza omogenei in tutto il territorio nazionale;

3) assuma misure precise ed urgenti (il ripristino del fondo) in relazione alla problematica della non autosufficienza considerato che il Governo italiano ha azzerato il fondo nazionale con un taglio di ben 400 milioni di euro, mentre la Regione, di risorse proprie, stanzia oltre 160 milioni di euro, ma si vede comunque privata delle dovute assegnazioni statali;

4) attivi un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all'educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali;

5) dia una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (articolo 118), che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile;

6) metta in campo una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale;

7) ponga in essere la definizione del Piano nazionale per la famiglia e il suo adeguato finanziamento;

8) dia attuazione al rilancio del Servizio civile nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti. (242)

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