Seduta n.204 del 07/06/2011
CCIV Seduta
Martedì 7 giugno 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 4 maggio 2011 (197), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Rosanna Floris, Marco Meloni, Sergio Obinu e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 7 giugno 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interrogazione Diana Giampaolo - Espa - Corda - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui disagi degli utenti in merito alle procedure di esenzione dal ticket per redditi presso gli uffici della ASL competente per territorio". (591)
"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sui disagi della compagnia Saremar". (592)
"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di mobilità volontaria di un dipendente di ente locale". (593)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla grave situazione determinatasi a seguito del mancato funzionamento del depuratore di Illorai". (231)
PRESIDENTE. Considerato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 10.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale e rilevo (come qualcuno suggerisce), che manca anche la Giunta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappai, Diana Giampaolo, Floris Mario, Gallus, Mariani, Planetta, Uras e Zedda Alessandra sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 28 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Campus - Cappai - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Milia - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Uras - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 12, viene ripresa alle ore 10 e 44.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dessì, Floris Mario, Meloni Francesco, Mulas, Planetta e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 38 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A - Parte prima, che prosegue con l'esame dell'articolo 15 quater e dei relativi emendamenti.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 97, 98, 99, 100, 101.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 101 è stato ritirato.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Parere contrario sugli emendamenti numero 102, 103 uguale al 174, 104, 105 e 106. Gli emendamenti numero 107 e 108 sono stati ritirati. Parere contrario sugli emendamenti numero 109, 110 e 111; parere favorevole sull'emendamento numero 4. L'emendamento numero 3 va ripresentato alla Parte seconda,. Parere contrario sugli emendamenti numero 52 e 53. Parere favorevole sull'emendamento numero 66 che dovrebbe comportare la decadenza dell'emendamento numero 78. Parere contrario sull'emendamento numero 77. Si invita al ritiro degli emendamenti numero 89 e 149, uguale al 207. Parere favorevole sull'emendamento numero 206. L'emendamento numero 48 è sospeso.
PRESIDENTE. All'emendamento numero 48 è stato presentato l'emendamento numero 305. Sono sospesi entrambi?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì, perché si tratta di vedere l'emendamento all'emendamento.
Parere favorevole sugli emendamenti numero 65, 68 e 141. L'emendamento numero 79 è ritirato. L'emendamento numero 30 non ha copertura finanziaria e il parere è contrario. Parere favorevole invece sull'emendamento numero 63. L'emendamento numero 64 è sospeso, si tratta di un problema di imputazione della somma prevista. Parere contrario sull'emendamento numero 210; sull'emendamento numero 92 invito al ritiro..
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, l'emendamento numero 210 è un emendamento all'emendamento numero 288.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Non ho questo emendamento. Sugli emendamenti numero 92 e 16 si invita al ritiro altrimenti si esprime parere contrario, sull'emendamento numero 57 il parere è contrario.
L'emendamento numero 58 va ripresentato alla Parte II. Sull'emendamento numero 59 si esprime parere contrario, parere favorevole invece sull'emendamento numero 67. Ancora parere contrario sull'emendamento numero 144. Si invita al ritiro, altrimenti il parere sarebbe contrario, degli emendamenti numero 150 e 151, parere contrario sull'emendamento numero 176; sugli emendamenti numero 215 e 217 (non hanno copertura finanziaria) si invita al ritiro oppure il parere è contrario. L'emendamento numero 224 è ritirato. Si invita al ritiro, altrimenti il parere sarebbe contrario, degli emendamenti numero 227, 229, 248 e 253 (non hanno copertura finanziaria). L'emendamento numero 258 va ripresentato alla Parte II. Gli emendamenti numero 260 e 274 sono momentaneamente sospesi perché vi è un problema relativamente alla copertura finanziaria. Si esprime infine parere favorevole sull'emendamento numero 275.
PRESIDENTE. Rimangono i pareri sugli emendamenti agli emendamenti numero 288, 285, 284, 289 e 286.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Se devo esprimere il parere adesso ho bisogno di due minuti di sospensione
PRESIDENTE. Sentiamo allora il parere della Giunta, lei esprimerà il parere nel momento del loro esame.
Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore; relativamente all'emendamento numero 274, per il quale il relatore ha posto un problema di copertura finanziaria, chiedo alla Presidenza se sia possibile individuare una diversa copertura da indicare al momento della votazione. Se questo è possibile il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Dedoni, Lai, Planetta, Rodin, Solinas Antonio, Soru e Vargiu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 57 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io voglio far presente ai colleghi, visto che stiamo iniziando nuovamente l'esame del testo, un aspetto delicato. Al centro del nostro lavoro deve esserci sempre questa domanda: "che cosa stiamo facendo, perché stiamo elaborando questo documento e quali obiettivi perseguiamo?". Io ho verificato, anche dall'enunciazione degli emendamenti, che siamo di fronte a una molteplicità di follie, follie!
Questo collegato lo stiamo esaminando a giugno, a metà anno finanziario, se dovremo fare un assestamento, quando lo faremo? Quando è il momento per dare un senso alle cose? Un collegato che nasce dall'inizio dell'anno, trasformato, ma la condizione finanziaria è drammatica; io vorrei chiedere ai colleghi se hanno preso coscienza del recente richiamo del Commissario europeo sulla spendita dei fondi comunitari della Sardegna.
Vi pregherei di stare un attimo attenti perché in quel richiamo ci sono scritte delle cose che i giornali non rendono, i giornali cercano il colpo a effetto ma non descrivono gli elementi. Nel denunciare che noi non siamo spendendo i fondi comunitari in questa Regione, il Commissario dice che si è tenuto un incontro ad aprile, il 18 e 19 aprile qui in Sardegna, nel corso del quale non sono emersi elementi tali da consentire di individuare la fine della situazione di stallo e l'inizio di un circolo virtuoso.
Queste sono le parole del Commissario; questo stato di cose permane e non c'è via d'uscita. Sempre il Commissario dice che, al contrario, è apparso che per alcune parti della nostra amministrazione regionale il programma operativo sia considerato come cassa da cui attingere, secondo le esigenze del momento e senza la dovuta osservanza delle condizioni vigenti; ovvero la Regione sarda sta operando in conflitto con le regole come se avesse un bancomat.
Io vorrei sapere se, di fronte a queste parole, che descrivono anche le modalità con le quali si potrebbe uscire da questa situazione, vi è responsabilità del Consiglio nel riuscire a contestualizzare il lavoro che stiamo facendo adesso in questa condizione. Posto però che nella Commissione che sta esaminando gli emendamenti su moltissime questioni, come il Presidente può testimoniare, è stata chiesta una sospensiva per addivenire a un approfondimento (anche quelle norme sono confuse), chiedo se non sia il caso, responsabilmente, di fare una pausa di approfondimento.
Pausa di approfondimento in primo luogo in ordine ai fondi comunitari, onde evitare un atteggiamento di illegalità diffusa come ci viene contestato e come oggi leggiamo su tutti i giornali nazionali; e se è possibile fare anche una riflessione sul collocamento dell'assestamento al bilancio con riguardo ai debiti, di cui ormai tutti parlano, di questa Regione che noi vorremmo conoscere nei numeri e che vorremmo poter affrontare con responsabilità. Spendere infatti nella parcellizzazione quando questa Regione è indebitata sino all'osso mi pare un atteggiamento sconsiderato oltre che irresponsabile.
Prima di complicarci la strada, approvando questa sequenza interminabile di emendamenti inutili per lo sviluppo e per la crescita, io penso che dovremmo fare una pausa di riflessione per programmare meglio i nostri lavori.
PRESIDENTE. Ricordo che sulla questione pregiudiziale posta dal consigliere Sanna, ai sensi dell'articolo 82 del Regolamento, possono parlare un oratore a favore e uno contro. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo a favore perché già prima della sospensione dei lavori sul collegato, in tanti avevamo posto l'esigenza sottolineata testé dall'onorevole Gian Valerio Sanna. Noi siamo in presenza di un collegato che non affronta effettivamente i nodi e in particolare le ragioni del ritardo dell'economia in questa Regione.
In questo collegato sono disponibili circa 50 milioni di euro. Il sommo poeta direbbe: "E' una sorta di vituperio", è una vergogna che questi 50 milioni di euro a disposizione vengano utilizzati, sia nel testo originario che negli emendamenti presentati, nella maniera in cui si cerca di utilizzarli.
Prima della sospensione in tanti vi abbiamo chiesto di fermarvi un attimo. Ieri abbiamo avuto modo di sentire dalle tv locali, e anche i giornali stamane ne parlano, del vertice di maggioranza che si è svolto ieri a Villa Devoto. Io ho sentito l'intervista al Presidente della Regione, come credo l'abbiano sentita tutti, e mi è sembrato di capire, a meno che non abbia sbagliato, che la priorità in questa Regione resta il lavoro come conseguenza positiva di una politica di sviluppo. Allora, poiché stiamo discutendo in quest'Aula su un collegato che ha a disposizione 50 milioni di euro, vogliamo mettere in relazione questi 50 milioni con la necessità di doverci concentrare su due-tre direttrici che possono innescare in questa Regione un minimo di dinamica economica che abbia ricadute occupazionali di qualità?
Questo è il senso delle cose che volevo dire a sostegno dell'intervento dell'onorevole Sanna. Ritengo ci sia proprio bisogno di fermarci un attimo, di riconsiderare radicalmente il testo che stiamo discutendo, e assumerci la responsabilità di individuare uno, due o tre interventi, non credo possano essere di più, in grado di rimettere in moto l'economia di questa Regione. Perché, ripeto, sarebbe vergognoso se noi utilizzassimo 50 milioni di euro come secondo le previsioni di questo collegato.
Ma qual è la coerenza? Io chiedo ai tre Assessori presenti, lo chiedo al Vicepresidente della Regione, qual è la coerenza delle dichiarazioni del Presidente della Regione, rispetto al bisogno di lavoro e a politiche di sviluppo, con questo collegato? Spiegatemi come questo collegato in qualche maniera è consequenziale a quelle dichiarazioni, a me pare che neanche una virgola sia consequenziale. Ma, indipendentemente da quello che ha dichiarato il Presidente della Regione ieri dopo il vostro vertice, noi siamo convinti che in questa Regione ci sia bisogno innanzitutto di politiche di sviluppo che diano lavoro di qualità. Questo collegato può essere utilizzato per questo, e noi vi chiediamo, così come ha fatto l'onorevole Sanna, di riflettere con quella prospettiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, noi siamo ovviamente contrari, e non perché non vogliamo valutare con attenzione le cose dette dal collega Gian Valerio Sanna. Comunque vi do questa notizia: tra le Regioni del sud la Sardegna è quella che ha speso di più, quindi figuriamoci in quale situazione ci troviamo. Dico di più, onorevole Barracciu, non sto scherzando, le difficoltà a spendere questi fondi europei sono diffuse in tutto il territorio nazionale e in tutte le regioni d'Italia, ancora di più ovviamente nelle Regioni del Mezzogiorno.
So che a breve ci sarà un Comitato di sorveglianza e credo che la Giunta regionale si stia attivando per fare il punto della situazione con tutti gli Assessorati, la materia non è tale da sospendere il collegato, sono due materie completamente diverse, per quanto poi possano incidere sulla situazione socio-economica della Sardegna; però in questo momento noi abbiamo l'obbligo di andare avanti con il collegato, di dare anche quelle parziali risposte, piccole che siano, ma non possiamo assolutamente fermarci.
Certamente siamo molto attenti invece al problema della spendita dei fondi comunitari che, come è stato detto in quest'Aula, è in un ritardo piuttosto grave. Le procedure sono molto difficili e non è in difficoltà solo la regione Sardegna, ma lo sono tutte le regioni d'Italia. E' chiaro che dipenderà dalla nostra capacità di superare questi ostacoli, e di fare tutto il lavoro che è necessario per non incorrere in ciò successe alla Giunta Soru, quando una parte delle risorse, allora sì, ritornarono all'Unione Europea. Noi cerchiamo di evitare questo errore!
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta dell'onorevole Gian Valerio Sanna. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, chiedo una breve sospensione, perché abbiamo bisogno di verificare alcune questioni relative all'articolo 15 quater.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 07, viene ripresa alle ore 11 e 27.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, poiché vi è la necessità di fare una serie di approfondimenti relativi a molti dei commi che compongono l'articolo 15 quater chiedo, se è possibile, di sospenderne l'esame e di rinviarne la discussione in coda all'articolato
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendiamo l'esame dell'articolo 15 quater. Passiamo all'esame dell'articolo 15 quinquies. A questo articolo sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15 quinquies e dei relativi emendamenti:
Art. 15 quinquies
Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai
1. Al fine di promuovere e valorizzare la produzione culturale e artistica contemporanea, nel rispetto delle finalità e dei principi di cui alla legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), e in coerenza con gli obiettivi strategici della programmazione regionale, a decorrere dall'anno 2011, è autorizzata, a favore della Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai, la concessione di un contributo annuo di euro 80.000 per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle attività istituzionali (UPB S03.01.003).
2. Per la concessione del contributo lo statuto della fondazione prevede obbligatoriamente:
a) che nella composizione del consiglio direttivo sia previsto un rappresentante della Regione;
b) la presentazione nel mese di gennaio, all'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, di una relazione annuale, di previsione e di consuntivo, di merito e finanziaria.
3. Il contributo, di cui al comma 1, può essere sospeso per gravi e reiterate violazioni delle norme statutarie.
4. Il rappresentante della Regione è nominato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
Emendamento soppressivo totale Solinas Antonio - Cocco Pietro - Agus - Cucca - Cuccu.
Articolo15 quinquies
L'articolo 15 quinquies è soppresso. (80)
Emendamento soppressivo totale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Moriconi.
Articolo15 quinquies
L'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) è soppresso. (112)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 1 è soppresso. (113)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 2 è soppresso. (114)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 3 è soppresso. (115)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 4 è soppresso. (116)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Dedoni - Greco - Gallus.
Articolo15 quinquies
Dopo l'articolo 15 quinquies è aggiunto il seguente:
Art. 15 quinquies bis
1. Al fine di promuovere e valorizzare la ricerca scientifica e la diffusione dei risultati e la cultura della ricerca, in coerenza con gli obiettivi strategici della programmazione regionale, a decorrere dall'anno 2011, è autorizzata, a favore della Fondazione IMC Onlus Centro Marino Internazionale, la concessione di un contributo annuo di euro 150.000 per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle attività istituzionali.
2. Per la concessione del contributo lo statuto della fondazione prevede obbligatoriamente:
a) che nella composizione del consiglio direttivo sia previsto un rappresentante della Regione;
b) la presentazione nel mese di gennaio, all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, di una relazione annuale, di previsione e di consuntivo, di merito e finanziaria.
3. Il contributo, di cui al comma 1, può essere sospeso per gravi e reiterate violazioni delle norme statutarie.
4. Il rappresentante della Regione è nominato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
Copertura finanziaria
in diminuzione
UPB S08.01.003
Fondo nuovi oneri legislativi in conto capitale
2011 euro 150.000
2012 euro 150.000
2013 euro 150.000
In aumento
UPB (di nuova istituzione)
2011 euro 150.000
2012 euro 150.000
2013 euro 150.000
(138)
Emendamento all'emendamento numero 266 soppressivo parziale Cossa.
Articolo15 quinquies
Il comma 3 dell'articolo 15 quinquies bis previsto dall'emendamento 266 è soppresso.
(296)
Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.
Articolo15 quinquies
Dopo l'articolo 15 quinquies è inserito il seguente:
Art. 15 quinquies bis
Attività di sostegno al processo di riforma del Servizio idrico integrato
1. A garanzia delle azioni a sostegno del nuovo Piano industriale del gestore, quali il consolidamento dei debiti del gestore stesso in essere alla data del 30 giugno 2010, volte ad assicurare la continuità del servizio pubblico di interesse generale ed al riequilibrio, nel breve periodo, del ciclo economico e finanziario della gestione, è autorizzata, nell'anno 2011, la spesa complessiva di euro 50.000.000, per la costituzione di uno specifico fondo di garanzia presso la SFIRS.
2. Le garanzie nelle forme concesse attraverso il Fondo sono coperte esclusivamente dalle disponibilità finanziarie del Fondo stesso, senza alcuna possibilità d concessione di ulteriori garanzie da parte della Regione. La durata di dette garanzie non può essere superiore al periodo di ammortamento del debito consolidato. L'importo garantito è periodicamente ridotto proporzionalmente all'ammontare del debito.
3. Conseguentemente all'adozione dei provvedimenti di cui ai precedenti commi si procede:
a) all'approvazione da parte dell'Assemblea dei soci della società Abbanoa, da convocarsi entro quindici giorni dall'approvazione della presente legge, delle necessarie modifiche allo statuto tese a:
1) escludere la possibilità che il gestore possa essere amministrato da un consiglio di amministrazione;
2) prevedere di affidare le competenze gestorie esclusivamente ad un amministratore urico;
3) qualificare i quorum deliberativi dell'Assemblea del Gestore, sia ordinaria che straordinaria, alfine di rendere determinante il voto del socio Regione autonoma della Sardegna nelle materie indicate dall'Autorità d'ambito;
4) apportare tutte le modifiche ritenute necessarie dall'Autorità d'ambito per poter esercitare sul Gestore, per conto della Regione e dei comuni, un controllo di tipo analogo così come previsto dall'articolo 113, comma 5, lettera c) del decreto legislativo n. 267 del 2000;
b) all'approvazione da parte dell'Autorità d'ambito del Programma di riassetto organizzativo, contabile ed amministrativo della società, predisposto dall'amministratore unico di cui al punto a);
c) all'approvazione, da parte dell'Autorità d'ambito, del Piano industriale di cui al comma 1.
Copertura finanziaria
In diminuzione
Vedi tabella allegata
In aumento
UPB S04.03.012
Servizio idrografico - Investimenti
2011 euro 20.000.000
(266) vedere processo verbale
Capo I bis
Emendamento soppressivo totale Capelli.
Capo I bis
Il capo I bis è soppresso (171).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). All'articolo che stiamo trattando, al di là della fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai, sono stati presentati emendamenti aggiuntivi nei quali si affronta il tema della riforma del Servizio idrico integrato; e, quindi, volendo "saltare" un problema ce ne siamo ritrovati uno colossale di fronte. L'emendamento della Giunta tratta questo argomento prevedendo una sanatoria del costo di 50 milioni di euro.
Io non so se sia opportuno ribadire il concetto precedente. Ci stiamo inseguendo, in questa Regione, senza avere chiarezza sulla condizione finanziaria nella quale ci troviamo. Io, al posto vostro, piuttosto che emettere i comunicati stampa esaltanti dopo gli incontri "sediziosi" a Villa Devoto, all'indomani delle batoste elettorali per dire che tutto va bene, facendo finta che nulla sia accaduto e, soprattutto, eludendo quello che ci viene detto dalla Comunità internazionale che ha controllato gli atti che noi stiamo producendo o, meglio, che questa maggioranza ha prodotto in questi due anni, sarei molto critico.
E' chiaro che ciascuno di noi o, meglio, ciascuno di voi ha nella testa le problematiche inerenti il proprio ambito territoriale, basta vedere i diversi commi di questi articoli e gli emendamenti presentati per capire che cosa siamo diventati: siamo diventati un discount, non una sede legislativa, ma un discount di roba di marca e di roba senza marca, al punto che il Commissario europeo ci dice (al Presidente della seconda Commissione interessa ciò che ha detto il Commissario europeo) che va colta l'occasione, per una modifica del piano operativo, per incrementare il volume di risorse destinato all'economia (sono parole pesanti), e per un potenziamento delle misure che mirano a promuovere la competitività del sistema imprenditoriale.
Dopo che ci viene detto che usiamo i fondi comunitari come un bancomat, fuori dalle regole, e violando le regole del piano operativo, ci viene detto che l'occasione della revisione del piano operativo sarebbe utile per orientare quelle risorse sul fronte dello sviluppo, sulla ripresa economica; se ci viene detto questo, significa che non lo stiamo facendo q! E il contraltare di questa affermazione è questo documento vergognoso: una vergogna! Il discount a sportello delle nostre esigenze.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SANNA GIAN VALERIO). Poi c'è la legge sugli edicolanti, o sulle edicole, il piano casa sulle edicole; è così urgente che non potevamo fare a meno di inserirlo nel collegato? La gente non sa come finire la seconda quindicina del mese per sfamarsi, e noi facciamo il piano delle edicole, un po' di fondazioni qua e là, qualche altra amenità che ci può venire dalle sollecitazioni dal basso di coloro, badate, che non stanno soffrendo; e tutto questo basta per dimenticarci di quello che sta succedendo nelle fasce più bisognose, di quello che nel frattempo sta succedendo in questa Regione indebitata fino al collo.
E se volete sapere come io interpreto la mia responsabilità, è esattamente in questo modo. Siccome ambisco a governare nuovamente questa Regione perché ho da spendere alcune idee, e questo è legittimo, lo vorrei fare senza ereditare dall'impegno del presente una mole di debiti che risulterà impossibile onorare per i prossimi anni da qualunque amministrazione di destra e di sinistra, se non guardiamo con attenzione quello che stiamo facendo.
Perché dietro quei debiti ci sono problemi che riguardano piccole e medie imprese, fornitori, famiglie, gente che deve incassare denari e che non li incassa in attesa che la pubblica amministrazione provveda. Cosa facciamo? Andiamo avanti continuando a usare il bancomat e magari dovendo restituire ciò che si prende? Poi si fa della facile demagogia come quella del vostro Capogruppo, ma l'amministrazione Soru non ha mai ricevuto una lettera di questo genere dalla Commissione europea.
La Commissione europea non ha denunciato pubblicamente chiamando in causa il ministro Fitto, responsabile di queste partite, perché "la politica del bancomat" non riguarda solo la Sardegna ma riguarda una montagna di altre Regioni, quasi tutte quelle del Mezzogiorno dove evidentemente mancano indirizzi, mancano idee, mancano prospettive.
Altro che risolvere i problemi mettendo delle pezze! E' il caso di SBS, se n'è parlato prima, se ne parlerà dopo, come qualcuno di voi sa bene, perché ne abbiamo parlato in Commissione. Noi non intendiamo contemplare i disavanzi progressivi in continuità, ma vogliamo analizzare il perché di quei disavanzi e provvedere in maniera tombale; l'amministrazione regionale non può più permettersi, infatti, di inseguire il debito dei cattivi amministratori: non lo può più fare. Non lo può più fare nel suo entourage di enti strumentali, non lo può più fare nella sanità dove, con un emendamento, si ingloba una realtà, per carità degnissima, ma si omette di dire che questo ci costerà a una partita di 20 milioni di euro, a regime, in più. Siccome adesso non viene detto ce lo ritroveremo come deficit in bilancio più avanti, posto che la gestione della sanità avviene in deficit.
Perché non dire che l'efficienza della sanità è dimostrata da quello che in questi giorni sta avvenendo all'interno delle ASL, dove sono scaduti i termini del mandato dei direttori sanitario e amministrativo, perché questi nostri colleghi della maggioranza hanno trovato un accordo tra di in base al quale, preferibilmente, si vorrebbe un monocolore di appartenenza (direttore generale, direttore sanitario e amministrativo) all'interno dei vertici di ogni azienda sanitaria.
Però non si sono messi d'accordo sul monocolore, quindi nelle aziende sanitarie le delibere sono ferme perché, in virtù di questo impegno che non è stato ancora assolto, non sono state effettuate le nomine.
Ditemi voi che livello di responsabilità dimostriamo anteponendo gli interessi della politica di bottega agli interessi sanitari, agli interessi della salute, e poi anche gli interessi contabili che sono micidiali; noi, con questo livello di debito, non finiremo l'anno se non saremo in grado di "mettere una riga" di azzeramento e di consapevolezza. Chiedetevi a quanto ammonta il debito della Regione (non chiedetelo a noi che potremmo anche non saperlo, ma voi avete il diritto di saperlo dalla vostra Giunta) nel comparto della sanità, degli enti strumentali e di tutto quello che ruota intorno; se avete la considerazione di quel debito potete permettervi di fare un collegato di questo genere, potete aprire il discount, se non avete questa consapevolezza, non avete nessuna dignità...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Ho seguito l'intervento del collega Gian Valerio Sanna che credo abbia fatto bene a ricordare i limiti di questo provvedimento. E' certamente un provvedimento disorganico che appare del tutto inadeguato, specie in questo momento di crisi economica e sociale in cui le politiche pubbliche della Sardegna non sembrano essere all'altezza delle emergenze dell'Isola.
Io però nel mio intervento, oltre che richiamare l'insoddisfazione, la delusione per un collegato che è molto lontano (pur nel tentativo, credo lodevole, di "asciugarlo" degli ultimi giorni), dall'essere accettabile nella forma in cui è stato esitato dalla Commissione, vorrei riprendere l'argomento specifico dell'articolo 15 quinquies.
Riprendo l'argomento dicendo che io ho dato la disponibilità, e ritengo che lei, Presidente, l'abbia registrata, a ritirare gli emendamenti soppressivi dell'articolo e dei commi dell'articolo. L'ho fatto di buon grado, però annuncio che mi asterrò su questo articolo per un motivo molto semplice; io sono tra coloro che ritengono che la materia delle fondazioni andrebbe normata in maniera omogenea all'interno di una legge organica, perché facciamo male continuando a inserire questi argomenti all'interno di norme che parlano di tutto. Nello stesso tempo non vorrei che questa posizione fosse interpretata come una indisponibilità a valutare la possibilità di finanziare comunque una fondazione che può avere anche aspetti meritevoli.
Pertanto, il problema che io pongo, che pongo all'Aula, è un problema più generale; noi siamo partiti con un disegno di legge che doveva fare pochissime cose: rifinanziare alcune società regionali, creare strumenti di coordinamento di piani di sviluppo, intervenire su alcune emergenze (alcune le dobbiamo ancora affrontare come quella di Abbanoa), e ci ritroviamo con un testo di legge che tratta di tutto, che tra l'altro abbiamo iniziato a discutere a metà febbraio, come i colleghi sanno, in Commissione, praticamente a metà giugno siamo ancora in Aula e, dal numero degli emendamenti , saremo in Aula ancora per parecchi giorni, oppure dovremo tornare in Commissione perché ci sono argomenti di cui non abbiamo discusso.
Questo, a mio avviso, è un modo di legiferare disorganico e non utile né alla maggioranza né alla minoranza; quest'ultima ha molte difficoltà a fare il suo lavoro perché si vorrebbe fare un'opposizione non sul tutto e il di più, ma concentrata su alcuni grandi temi.
Quindi io ribadisco che ritengo inopportuno che questi argomenti vengano trattati in finanziaria, ma mi rendo conto che questa maggioranza non discute in Commissione, non riesce a produrre leggi e riforme, non porta in Consiglio norme organiche perché in questi anni, e credo che il risultato elettorale anche dei giorni scorsi sia stato un campanello d'allarme per la vostra maggioranza, ha prodotto una sola norma che è simbolica della sua visione della Sardegna: il Piano casa.
Sostanzialmente è una legge che delegifica, una legge che elimina autorizzazioni, una legge che scambia un bene prezioso, l'ambiente, e lo fa diventare incentivo per l'economia; noi su quella legge avremmo potuto fare una discussione relativamente ad alcuni aspetti, per esempio di riqualificazione dell'esistente nelle aree urbane, sui quali potevamo essere d'accordo, ma questo non vi è bastato e avete voluto estendere quel Piano, quel finto Piano casa facendolo diventare un Piano villetta, un Piano che si occupa d'altro.
Mi rendo conto che si è consapevoli della vostra inerzia, delle difficoltà che avete a riunire le Commissioni, a essere presenti in Commissione, a portare altre norme, ripeto, oltre al Piano casa. Non c'è una norma, degna di questo nome, che abbia un carattere di organicità: non c'è sulla cultura, non c'è sull'istruzione, non c'è un riordino delle leggi di incentivazione al settore industriale, non c'è in materia energetica (siamo ancora in attesa del Piano energetico ambientale), non c'è nel settore dei servizi sanitari dove con squilli di trombe, quasi due anni fa, avete annunciato una riforma che non arriva mai, che si limita soltanto a sistemare le cose in casa vostra senza neanche riuscirci.
L'esito di questa consultazione elettorale conferma infatti che la maggioranza è sfilacciata, che non tiene, che non è d'accordo, che si rifugia anche nel voto disgiunto, o addirittura in spaccature ancora più palesi, dimostrando di non essere certamente in salute.
Io, pertanto, non sento di poter esprimere, come ho fatto con gli emendamenti soppressivi, una posizione contraria a qualcosa che magari, anche se piccola, può avere un senso, una logica; certamente non avrebbe un senso una legge di questo tipo quando le Commissioni sono in stato di paralisi, quando in questa legislatura non arrivano riforme organiche di nessun tipo.
Dobbiamo quindi sopravvivere giorno per giorno, accontentarci, accettare anche che si proceda a spizzichi e bocconi; ma, certamente, nel fare questo non si risolvono i nodi strutturali per cui la Sardegna non avanza, non recupera posizioni, non diventa più competitiva. Io, nel dire che ritiro gli emendamenti e che mi asterrò su questo articolo (alla fine o si vota a favore, e qualcuno lo farà, o si cancella l'articolo) mi auguro, me lo auguro per la Sardegna, che ci sia ancora spazio per voi, perché ritroviate una vostra ragione di intenti, mostrando la capacità di non di far diventare questo collegato l'arca di Noè, dove caricare tutte le esigenze, seppure in maniera disorganica, accontentando l'uno e l'altro, per poter affrontare il mare. Le arche, infatti, quando si appesantiscono, a volte, invece che procedere speditamente, tendono a rullare, tendono a imbarcare acqua, possono anche affondare.
Io non riesco ad augurare una lunga agonia per la Sardegna, non riesco ad augurarla, io spero che voi abbiate la capacità di scuotervi, di trovare unità di intenti, di fare qualcosa di positivo, di prendere decisioni importanti, non frutto di "favorini", per accontentare, non frutto di tante piccole leggine che magari mettete insieme in maniera confusa in un collegato, ma frutto di scelte anche coraggiose su cui magari potremmo non concordare, ma che darebbero il segno di una maggioranza che è viva e che c'è.
Oggi come oggi date l'idea di una maggioranza che vuole solo sopravvivere, e la Sardegna non ha bisogno di una maggioranza e di una Giunta che sopravvivano, la Sardegna ha bisogno certamente di una svolta, ha bisogno di riforme coraggiose, e fino a questo momento voi, e lo hanno capito anche gli elettori, non siete stati capaci di portarle avanti.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera De Francisci. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.). Presidente, sostanzialmente ringrazio l'onorevole Porcu perché, pur annunciando il voto di astensione, ha compreso e apprezzato la ratio dell'articolo 15 quinquies. Perché, onorevole Porcu, la "Stazione dell'Arte" è uno di quegli esempi che lei ha definito un "provvedimento piccolo", in attesa di gestire la "questione fondazione" all'interno di un provvedimento organico.
Non è però così piccolo come lei pensa, perché è una dimostrazione di come, coniugando arte, cultura e tradizione, si possa dare a una realtà locale una linfa vitale, una chance vera per l'inversione della tendenza che vede le aree interne soffrire la competizione con gli altri territori, siano essi regionali che mondiali. Ulassai è, oggi, la prova dello straordinario successo ottenuto da una scommessa fatta trent'anni fa, che pareva persa in partenza, in cui nessuno credeva.
Un successo costruito sulla caparbia volontà di una donna, una nostra artista, un'artista universale che negli anni, con la stessa caparbietà, ha occupato spazi di rilievo a livello internazionale. Parliamo naturalmente di Maria Lai; un'artista che, nonostante l'età avanzata, ha avuto, ha la capacità di raccontare la Sardegna anche attraverso altri artisti straordinari, come Nivola, come Dessì, come lo stesso Gramsci. La "Stazione dell'Arte" è un punto di arrivo del suo ambizioso progetto, ma è anche certamente frutto di una volontà e di un'azione corale di tutta la comunità ulassese e della sua amministrazione, come sanno bene i colleghi Stochino e Sabatini.
Ulassai, da paese simbolo dell'isolamento della regione ogliastrina, è così diventato uno dei centri di aggregazione culturale dell'isola, e questo è certamente innegabile. La Fondazione oggi occupa un luogo simbolo: i caseggiati della vecchia stazione ferroviaria costruita, poco lontano dal paese, sul piano che domina la vallata sottostante e che si affaccia su suggestivi tornanti che portano a Jerzu, quindi un luogo straordinario anche dal punto di vista paesaggistico. Un luogo simbolo i cui binari, che rappresentavano la via principale di comunicazione col resto del mondo, sono stati oggi sostituiti in questa funzione ideale di collegamento dall'arte e dalla cultura.
La vecchia stazione, colleghi, oggi è diventata un moderno museo dell'arte contemporanea, che non si limita a ospitare le opere che, con grande generosità, Maria Lai ha donato alla comunità locale, ma si apre ad altre discipline artistiche, come la musica e il teatro, e in particolare si impegna in un importante lavoro di educazione alla lettura delle opere d'arte. L'intervento previsto in questo articolo ha quindi il fine di sostenere e incoraggiare una realtà che può diventare un esempio per le comunità locali delle aree interne; quelle aree che sono state appena sfiorate dallo sviluppo industriale o dal turismo costiero, quando non penalizzate a seguito del crescente divario e del conseguente spopolamento. Ma è qualcosa di più, realtà come questa possono realmente fungere da elementi integrativi dello sviluppo tra coste e aree interne, e diventare porte della Sardegna in Europa e nel mondo.
Quindi non è affatto un provvedimento piccolo, ma è un provvedimento di grande importanza, soprattutto per l'Ogliastra, ma direi, non solo, anche per l'intera Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, devo dire che durante la discussione di questo collegato l'imbarazzo, le domande e anche il dissenso, rispetto a quello che stiamo facendo, aumentano di giorno in giorno, perché da quando abbiamo iniziato a discutere questo collegato (se non sbaglio era fine gennaio- inizi di febbraio), a oggi, sono passati alcuni mesi e sono successe diverse cose.
Ci sono stati gli eventi elettorali che hanno messo in evidenza come questa Giunta regionale, questo centrodestra, pur mantenendo ancora in quest'Aula una maggioranza, non esattamente solida, non hanno più il consenso della maggioranza dei cittadini.
Contemporaneamente altri fatti hanno aggravato la situazione economica di quest'isola, tant'è che in questi giorni e in queste settimane stanno ritornando prepotentemente alla ribalta, dopo un breve lasso di tempo in cui non si sono sentiti,i richiami dei sindacati, i richiami della Chiesa, le proteste dei lavoratori per cercare di portare l'attenzione della Giunta regionale e del Consiglio regionale sui temi importanti.
Noi invece continuiamo come se niente fosse, assolutamente noncuranti di ciò che sta succedendo fuori da quest'Aula, a discutere questa legge che, solo per i suoi contenuti, è veramente uno schiaffo dato ai problemi della Sardegna. Stiamo manovrando 50 milioni di euro e, mentre si perde tempo a discutere in che modo e in quali commi suddividerli, emerge invece in tutta la sua gravità che nelle casse della Regione sono fermi 222 milioni di euro di fondi europei.
Sono fondi bloccati che potrebbero effettivamente soddisfare le esigenze dell'isola se la Giunta regionale avesse avuto la capacità di declinare un progetto per l'isola e di declinarlo anche secondo le possibilità offerte appunto ai programmi comunitari, ma questo non è stato.
L'onorevole Diana diceva nel suo intervento che la Sardegna, d'altronde, non è l'unica regione che ha difficoltà a spendere i fondi europei, le procedure sono difficili, la burocrazia è "tanta" e i meccanismi sono complessi. Intanto noi non siamo per il "mal comune mezzo gaudio", le disgrazie delle altre regioni non ci consolano e vorremmo, invece, che la Sardegna si distinguesse per l'esatto contrario, perché distinguersi nella spesa dei fondi pubblici significa che c'è una classe dirigente, in questo caso anche una Giunta regionale, che ha la coscienza e la consapevolezza dei gravi problemi che stanno all'esterno di quest'Aula. Ma non è così.
L'onorevole Diana dice che la Giunta sta cercando di porre rimedio. Allora io chiederei anche all'onorevole Diana, ma soprattutto alla maggioranza e all'onorevole La Spisa qui presente, se le risposte per affrontare i problemi della programmazione dei fondi europei in Sardegna stanno nella delibera numero 25/33 approvata il 19 maggio scorso. In quella delibera il problema della spesa dei fondi comunitari viene affrontato sostanzialmente sottraendo all'assessore La Spisa le competenze sulla programmazione e replicando, con spreco di risorse pubbliche e umane, uno pseudo Centro regionale di programmazione presso la Presidenza della Regione.
Questo è il modo attraverso il quale la Giunta regionale si è attrezzata per spendere quei 222 milioni di euro che gridano vendetta? Cioè il problema è l'Assessore regionale della programmazione che non sa gestire il Centro regionale di programmazione, per cui gli sottraiamo le competenze e le affidiamo al dottor Gabriele Asunis perché è decisamente più adeguato e più competente a spendere queste risorse? Ci chiediamo anche se questo è un atto di sfiducia da parte del presidente Cappellacci nei confronti dell'Assessore regionale della programmazione che sta seguendo questo collegato, e quindi quale sostanza politica e supporto politico ha questo collegato da parte vostra e della Giunta.
Noi ce lo chiediamo perché veramente siamo di fronte a una situazione che sa di circo equestre, di "dilettanti allo sbaraglio"; purtroppo questo circo fa le sue rappresentazioni mentre all'esterno la gente non ride ma piange e la soluzione proposta è questa: la replica di strutture che il Presidente della Regione pensa bene di sottrarre al Vicepresidente della Regione per controllarle direttamente. Se questa è la ratio noi vorremmo avere delle risposte, anche perché quella delibera è stata adottata illegittimamente perché non c'è una norma che la sorregga.
Ci sono pertanto profili di illegittimità e poi, certamente, ci sono i problemi politici che credo debbano essere, anche questi, in qualche modo spiegati in quest'Aula. Va spiegato il perché di questa delibera e se il Centro regionale della programmazione, con le sue risorse umane, con le risorse che si spendono ogni giorno per farlo funzionare, esiste o non esiste, ha ancora le sue competenze o non le ha più.
Noi vorremmo avere risposte sulle strutture che si occupano in questo caso di coordinare la programmazione unitaria; la nuova riorganizzazione, paradossalmente, è giustificata dal fatto che si vuole riportare la programmazione al concetto di unitarietà, ma di fatto, sottraendo al Centro regionale di programmazione tutte quelle competenze, proprio il concetto di unitarietà viene a cadere originando una replica di direzioni, una replica di risorse umane che, forse, faranno la stessa cosa.
Onorevole Diana, altro che spendere, proprio con questa delibera, i 222 milioni di euro, credo che adesso, nel conflitto che certamente si creerà fra questa nuova direzione creata presso la Presidenza della Regione e il Centro regionale di programmazione, il plafond delle risorse europee non spese sia destinato ad aumentare. E noi siamo qui, come attori senza una regia, evidentemente, a discutere su come spendere questi 50 milioni di euro.
Siamo veramente al ridicolo e noi non ci stiamo a essere coinvolti in una rappresentazione ridicola perché siamo qui responsabilmente a volere, invece, contribuire, laddove è possibile, a migliorare le leggi che si discutono, ma soprattutto a riportarvi a un senso di responsabilità che è decisamente mancato, anzi non c'è mai stato ed è ulteriormente scomparso in questi mesi, la responsabilità di occuparci delle priorità della Sardegna. Questo non è.
Vorremmo anche delle risposte nel merito di che cosa sta succedendo nel Centro regionale di programmazione perché evidentemente quelle risorse sono sacrosante per dare risposte alla Sardegna; e, mentre ci arrabattiamo ancora per spendere questi 50 milioni di euro, in un rivolo di provvedimenti assolutamente sconnessi e scollegati da qualsiasi logica e da qualsiasi politica, ci chiediamo che fine abbiano fatto le cosiddette norme di attuazione, che per noi non erano necessarie, che dovrebbero portare nelle casse della Regione i fondi della famosa vertenza entrate. Non c'è traccia di quelle risorse, non c'è traccia di quale sia il punto della situazione e chiediamo all'Assessore della programmazione anche risposte in questo senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Quarta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cuccureddu e Mariani sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 41 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, intervengo per fare alcune considerazioni in generale sul disegno di legge numero 222/A, Parte prima, per poi scendere nei dettagli dell'articolo 15 quinquies che riguarda la fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai. Capisco bene quello che prima l'onorevole Barracciu diceva sulle problematiche generali della Sardegna, sulle priorità che si dovrebbero stabilire, per cui potrebbe sembrare superfluo inserire all'interno di questo collegato un articolo riguardante questa fondazione.
Io voglio però riflettere su queste due questioni e distinguerle. Alcune cose importanti e prioritarie, infatti, che riguardano la Sardegna in generale sono state inserite e, forse, altre verranno inserite nel corso della discussione attraverso degli emendamenti. Ritengo però importante dare un piccolo riconoscimento alla Provincia dell'Ogliastra che, a differenza delle altre province, non ha artisti e neanche persone di grande caratura, conosciute sia a livello regionale, che nazionale e internazionale.
Oggi è Maria Lai ad avere, per noi, queste caratteristiche. Una persona di 91 anni, che è riuscita a portare al di fuori della Sardegna l'immagine dell'Ogliastra, ma credo di tutta la Sardegna; una persona che ha fatto conoscere i nostri telai, le nostre tele e i nostri libri, una persona che in questo momento storico in Ogliastra credo sia un "simbolo da spendere". Perché? Perché oggi, purtroppo, l'Ogliastra viene identificata come la terra dell'uranio impoverito, viene identificata come la terra del caso Quirra. Oggi non riusciamo a vendere i nostri prodotti, oggi non riusciamo a vendere la nostra immagine.
Questa "Stazione dell'Arte" che confina con il territorio di Perdasdefogu, oggi martoriato e additato sulla stampa come un territorio off limit, credo abbia un significato ancora più importante. Oggi per la nostra Ogliastra credo sia importante rivendere il marchio dei nostri centenari, rivendere il marchio dei nostri artisti, vendere qualcosa che purtroppo noi in Ogliastra non abbiamo mai avuto perché, come vi dicevo prima, non abbiamo avuto grandi musei, non abbiamo mai avuto grandi artisti.
Ritengo pertanto significativo, a prescindere dalla "Stazione dell'Arte" in sé stessa, considerando che Maria Lai oggi rappresenta un simbolo per tutta l'Ogliastra, dare questa opportunità all'intera provincia, non solamente al comune di Ulassai che naturalmente ha la fortuna di averla allevata e che è la sua terra natale. Credo sia importante promuovere questa iniziativa per utilizzarla anche in un'azione di rilancio e di riscatto di una terra che in questi ultimi otto mesi è stata veramente bistrattata e messa alla gogna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, intervengo per dire che anche a me piacerebbe, tanto, parlare del bel progetto del comune di Ulassai e del bel progetto di Maria Lai e di quanto lei ci rappresenti tutti, di quanto bene abbia fatto, a partire da quando a Ulassai ideò quel bellissimo progetto "Legarsi alla montagna" che coinvolse le donne del paese e che ricordava il valore di un legame profondo con la terra, con la terra anche più impervia rappresentata dai "Tacchi" in quel caso, contro la possibilità di sdrucciolare tutti verso la costa svuotando l'interno della Sardegna.
Credo però che il Consiglio abbia sbagliato fino a oggi e a non discutere, nonostante una mozione presentata ormai in aprile, dello stato della spesa dei fondi europei, e ancora di più sbagli oggi, nonostante abbiamo appreso di aver ricevuto una lettera qualche ora fa, non una delle tante lettere che ogni giorno vengono protocollate alla Regione, ma una lettera del Commissario europeo per le politiche regionali che ci dice che non vengono rispettate le condizioni di spesa, che i fondi europei quando vengono usati vengono usati come un bancomat al servizio di qualche amministratore per quello che gli può essere utile in quel momento, che i fondi europei non sono spesi, che a febbraio del 2011 ne abbiamo speso il 18 per cento e, ancora peggio, che negli ultimi dodici mesi abbiamo speso il 3 per cento; questo significa che se continuiamo alla stessa velocità nel proseguo della legislatura ne spenderemo un ulteriore 10 per cento per arrivare quindi a meno di un terzo della spesa.
Però, se volete, continuiamo a parlare di Ulassai o, se volete, continuiamo a parlare dell'ennesima fondazione o, se volete, continuiamo a parlare ognuno delle sue cose, importanti ma piccole rispetto al disastro generale.
Io non ho partecipato ai lavori della Commissione ma certamente, per come arriva in Aula, questo disegno di legge appare un coacervo di provvedimenti di cui non si riesce a capire il senso e la ratio. L'unica cosa che appare è che cerca di tappare le molte inadempienze di questi anni. Quindi al primo punto dell'articolo 15 quater poniamo una pezza a quello che non è stato fatto con il commissariamento dell'SBS negli ultimi due anni e mezzo, nonostante dalla passata legislatura ci sia un bando di gara per la privatizzazione di un'importante azienda dell'oristanese, funzionale all'intero comparto dell'allevamento e dell'agroalimentare della piana di Arborea.
Invece, negli ultimi due anni siamo andati avanti continuando a vendere immobili in una maniera sempre meno trasparente; niente sappiamo perciò di un provvedimento strutturale per porre fine a questo costante dispendio di risorse e di scarso utilizzo delle risorse naturali attraverso l'SBS. Basta scorrere il provvedimento per vedere che tappiamo i buchi della liquidazione della Sigma, della miniera di Silius, di Sotacarbo, della Carbosulcis, senza sapere nulla di politiche strutturali per porre finalmente fine a questa emorragia che vale più di 50, anche 60 milioni di euro all'anno sottratti alla possibilità di spenderli adeguatamente per progetti che siano di vero sviluppo.
Tra un commissariamento e l'altro che cosa ne è del progetto di privatizzazione della Carbosulcis, che ci farebbe smettere di buttar via 40 milioni di euro all'anno? Con la fine della passata legislatura si è interrotta la discussione con l'ENEL che avrebbe dovuto assumersi la responsabilità, insieme a un altro primario gruppo energetico, della gestione della miniera, finalmente, "togliendoci" la necessità di finanziarne le perdite, acquisendo l'onere di gestione della miniera laddove continuano a bruciare carbone in Sardegna e presentano nuovi progetti legati al carbone in Sardegna.
Che ne è della liquidazione della Sigma, bloccata negli ultimi due anni e mezzo? Che ne è del bando, che abbiamo lasciato, per la privatizzazione della Mineraria Silius che avrebbe ovviato alla necessità di investire altri 5, 6, 7 milioni di euro? E' tutto così; questo Consiglio non esita provvedimenti strutturali ma si occupa di tappare buchi e di accontentare a destra e a sinistra in maniera che tutti noi abbiamo una piccola convenienza. E poiché non siamo in grado di concludere alcunché, persino una piccola e semplice legge per le edicole la inseriamo nei meandri di un articolo di legge.
Credo che abbiamo fatto male, forse, a non ascoltare il consiglio di parlare di che cosa può accadere agli oltre 3 miliardi di euro di risorse europee che non stiamo spendendo e per i quali il rischio di disimpegno è altissimo, se non certo già in parte. Quello che so è che abbiamo speso il 18 per cento e negli ultimi dodici mesi il 3 per cento e non ho letto da nessuna parte che sia così anche per le altre regioni del Mezzogiorno, non ho vista quella classifica. Quello che so è che quando venne Danuta Hübner nel maggio del 2008 tornò a casa e ci mandò un'altra lettera (che è agli atti della Regione sarda, può essere ripresa perché è facilmente riscontrabile al protocollo) in cui vantò il nostro operato. Oggi c'è una lettera di un altro tenore ed è sbagliato non tenerne conto.
Sulla "Stazione dell'Arte", attività meritoria per chi la propone e per la storia di Maria Lai, devo dire che anch'essa però è slegata da ogni possibilità di agire in maniera strutturale. Eppure esiste la legge numero 14 del 2006 che ha cercato di riordinare i luoghi della cultura in Sardegna dando anche un indirizzo su come nuovi luoghi della cultura possono essere individuati ed eventualmente finanziati, ponendo le basi per cercare di pensare come i tanti luoghi della cultura che oggi sono gestiti in maniera episodica, paese per paese, cooperativa per cooperativa, qualche volta in disaccordo e mai in collaborazione l'una con l'altra, possano essere invece gestiti diversamente.
Si era parlato appunto dell'Agenzia del patrimonio culturale della Sardegna, di dare stabilità e prospettiva a quasi cinquecento lavoratori che sono divisi nei tanti comuni della Sardegna e non riescono a collaborare. Sarebbe stata un'occasione per inserirci in quel filone, in quella discussione valorizzando meglio persino la "Stazione dell'Arte" di Ulassai, aspetto su cui tutti concordiamo, ma non come un francobollino che si mette lì per una decisione del momento, ma all'interno delle politiche che finalmente possiamo essere in grado di discutere e di portare avanti. Tutto questo non è nell'articolo in discussione e neanche in questo collegato nel suo complesso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Sicuramente di questo articolo, dell'articolo 15 quinquies la parte rilevante deve essere dedicata alla proposta di soluzione per il buco di Abbanoa. Però è giusto che in questo frangente a volte sia opportuno parlare della politica regionale in generale. Io vorrei dedicare una buona parte dell'intervento alla questione Abbanoa, però dagli interventi precedenti, mi rivolgo soprattutto ai colleghi consiglieri della maggioranza, non si può non evincere che due cose sbagliate non possono fare una cosa giusta.
Ho colto il richiamo del collega Diana Mario sul fatto che effettivamente c'è qualcosa che non funziona nella spendita dei fondi comunitari, e il richiamo fatto dalla Commissione europea è emblematico. E' anche vero che non è una storia nuova, purtroppo, perché il sistema è farraginoso, è complicato, c'è una buona parte di inefficienza e quindi sono inefficaci le azioni proposte. Ma io, e per quanto mi riguarda vorrei chiudere "tombalmente" questa vicenda, vorrei ricordare ai colleghi e a noi tutti che proprio per questi motivi il centrodestra, tra l'altro, ha vinto le elezioni. Le ha vinte perché si è premuto molto sulla inopportunità di alcune azioni, di varie leggi, sugli atteggiamenti, sul metodo oltre che sul merito, sui fondi europei, su una politica che, vedo oggi e prendo atto, ha parzialmente cambiato orientamento forse più cosciente della situazione reale della Sardegna dal punto di vista amministrativo, politico e sociale.
Quindi il centrodestra ha vinto le elezioni, il problema reale è che le ha vinte creando aspettative su un cambiamento, su un miglioramento della situazione rispetto al passato, ma di fatto è risultato totalmente, totalmente, inadeguato, non qualificato soprattutto nelle azioni. Nessuno può porre in dubbio, però, che la cultura riveste un ruolo rilevante non solo per la nostra società sarda ma in generale: di cultura si deve saziare l'uomo. Ma è rilevante anche che le uniche leggi che questo Consiglio è riuscito a portare avanti siano state proprio quelle sulle fondazioni, e nient'altro di significativo che io ricordi.
Fondazioni nelle aree interne, fuori dalle aree interne, però non credo che alle migliaia di disoccupati della Sardegna, ai poveri della Sardegna che crescono in maniera esponenziale, a chi viene costantemente calpestato nei suoi diritti da un'Aula e da una Giunta che perseguono le illegittimità degli atti, possiamo rispondere con una fondazione. Non è questa la risposta, non è questa la politica. La politica di sviluppo, la stessa politica della cultura non è questa e, ahimè, su questa postilla dell'ultimo intervento sono totalmente d'accordo, non me ne vogliate, ma sono totalmente d'accordo.
Noi, questa maggioranza non ha un progetto. Mi rivolgo pertanto ai colleghi della maggioranza e chiedo: ma perché continuare a fare i pianisti del Titanic? La nave sta affondando e la nave è la Sardegna e c'è qualcuno che continua a suonare mentre il comandante cena con gli ospiti di riguardo. Voi, noi, voi avete una responsabilità nei confronti dei sardi che vi hanno votato, noi tutti ce l'abbiamo.
Se l'iceberg ormai ha colpito, se la nave sta affondando che cosa fate, che cosa ci fate lì? Io credo che ci sia tra di noi qualche coscienza che inizia a ribollire ma non a seguito di fatti estemporanei, si sono perse delle amministrative, ma era logico, chi di voi non vedeva che quelle amministrative si sarebbero perse, chi non lo vedeva? Chi non lo vedeva non fa politica e non dovrebbe farne. Chi non lo vedeva che c'erano lotte intestine che si dovevano consumare? Non c'era l'apprezzamento, tutta una serie di condizioni poste, perché? Per diminuire il consenso, e ci siete riusciti. Allora al di là delle parti, dove siete e in quanti siete a voler cambiare davvero la Sardegna, a volere almeno costruire e occupare una scialuppa? Quanti siete, dove siete?
Noi non abbiamo bisogno di questi disegni di legge, non abbiamo bisogno di fondazioni, non possiamo rispondere agli operai della Vinyls che stiamo pensando alla loro situazione, cito la Vinyls come caso emblematico ma potrei citare Portovesme, potrei citarne tanti altri, i pastori, e invece continuo con un altro esempio. Qui c'è qualcuno che vuole fare il Luigi XVI della situazione e farà la fine di Luigi XVI, mi dispiace per Maria Antonietta che forse potrebbe riuscire a salvare il collo. E altri ancora fanno i ladri di Pisa: si fanno affari in separata sede e qui ci si contrappone. Bisogna essere coerenti, molto coerenti soprattutto quando si assumono ruoli di grande responsabilità; e a volte assumere ruoli di grande responsabilità comporta che alcune condizioni del privato devono essere messe da parte. E' una scelta, è una scelta se no tanti Berlusconini crescono nel metodo, ripeto, nel metodo, le intenzioni non mi riguardano.
Allora se così è, Assessore, voglio ricordare brevemente che abbiamo diversi contenziosi aperti. Per esempio: dove sono le norme di attuazione sulle entrate e ancor prima le norme di attuazione sulla medicina penitenziaria? Caro onorevole Ladu Silvestro (mi rivolgo a lei come Presidente della Commissione competente), anche su questo c'è una "storia che scoppia", e dovremmo magari essere chiamati a reintegrare quei fondi con la Regione mentre vantiamo un grande, poderoso credito nei confronti dello Stato?
O solo per il fatto che qualcuno non lo fa noi possiamo avere la coscienza a posto? O parlare di questo vuol dire affossare una maggioranza o qualcuno così interpreta?Lasciamogli questa interpretazione e assumiamoci le responsabilità. Sigma Invest, Carbosulcis, non mi risulta che la storia sia cambiata negli ultimi 10 anni. Io sono qui 12 anni, 12 anni, ci sarò ancora per altri due, auspicando che finisca quanto prima questa agonia, ma non mi risulta che la situazione sia cambiata. Le azioni concrete, al di là delle intenzioni, non sono arrivate. E ci sarebbe da trattenersi ancora molto sulla meritocrazia calpestata: è una conseguenza di tutto questo…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, circa un mese fa abbiamo discusso, una mozione presentata dal centrosinistra sullo spettacolo e sulla cultura; in quella occasione l'assessore Milia, concludendo i lavori, tra le altre cose, si era impegnato a presentare un piano organico sia sullo spettacolo che sulla cultura, e qualcosa so che si sta muovendo in questo settore.
Ora noi stiamo discutendo sulla concessione di un contributo di 80 mila euro per la "Stazione dell'Arte" di Ulassai. Per carità, nessuna contrarietà sugli 80 mila euro a favore della fondazione di Ulassai della Lai, ma il problema che stiamo cercando di porre all'attenzione del Consiglio è un altro, e mi pare che sotto questo aspetto la sensibilità sia del tutto insufficiente, ma probabilmente non siamo noi capaci di stimolarla a sufficienza. Quello che stiamo tentando di dire, per l'ennesima volta (ci provo anch'io con questo intervento, senza avere grandi speranze di riuscirci), è che in tutti i settori noi ci aspettiamo degli interventi organici. Che senso ha utilizzare un collegato per riempirlo di mille interventi che non rispondono a un intervento organico in nessun settore, ma direi anche in nessuna materia?
È stata richiamata poc'anzi, dal presidente Soru, la legge numero 14 del 2006; io mi chiedo, e lo chiedo, è presente anche l'assessore Milia, all'assessore La Spisa, ma perché per interventi come questi non si utilizza la legge numero14? Io pongo questa domanda provo anche a darmi una risposta, senza sentire ovviamente chi dovrebbe rispondere. Probabilmente perché la legge 14 del 2006 responsabilizza i Comuni, attribuisce ai Comuni un ruolo e una funzione di programmazione.
La verità è che voi, da quando è iniziata questa legislatura, avete fatto di tutto per depauperare la capacità di intervento delle amministrazioni locali, perché preferite interventi c accentrati in capo alla Giunta per dispensare, talvolta permettetemi anche in maniera del tutto discrezionale, a questo o a quel comune, a questo o a quel settore. Se noi abbiamo una legge, mi si passi il termine, "di settore" ma perché non utilizzare quella, e invece utilizzare uno strumento come questo, che non si presta a un confronto e a un controllo democratico nella erogazione delle risorse?
Voi poi, io vorrei richiamare l'attenzione su questo, fate questo e allo stesso tempo nel collegato, ovviamente, sono indicate le poste dalle quali recuperate le risorse. Noi di questo non ne parliamo; vorrei leggervi però alcuni dei capitoli dai quali recuperate le risorse, lo faccio ovviamente pedissequamente prendendo il testo che voi avete consegnato.
Voi recuperate risorse dalla gestione degli asili nido aziendali (mi rivolgo soprattutto ai consiglieri regionali donne, poche, che sono presenti in questo Consiglio), guarda caso s'interviene tagliando (poche risorse a dire il vero), uno di quei pochi istituti che consentono alle donne di prestare la propria opera lavorativa e allo stesso tempo affidare in mani sicure i bambini. Si taglia anche da questo.
Tagliate per esempio dal Fondo sullo sviluppo e sulla competitività, Assessore, oltre 4 milioni. E' possibile questo in una Regione dove denunciamo da tempo, per carità non solo da due anni, da tempo, un ritardo di sviluppo proprio perché il nostro sistema economico-produttivo non è competitivo? Voi tagliate risorse importanti, 4 milioni, dal Fondo per lo sviluppo e la competitività. Tagliate quasi 1 milione di euro, in diverse voci, all'Università. Tagliate i contributi agli studenti universitari per gli affitti, cioè quegli studenti universitari che non hanno soldi per pagarsi gli affitti, che non trovano posto nelle Case dello studente, e sono costretti a subire prezzi da strozzinaggio, tagliate contributi importanti per la mobilità di quegli studenti. E' possibile?
Tagliate risorse alla integrazione scolastica degli alunni disabili. È possibile tagliare risorse a queste voci per destinarle poi in quella maniera vergognosa? Perché non fate un quadretto sinottico e dite: "Tagliamo da questo e lo diamo…", a chi? A quel patronato, a quella Pro loco, a quel consigliere regionale che deve sistemare una strada di penetrazione agraria, e tutte le altre "fesserie", scusate il termine, su cui è imperniato questo benedetto, stramaledetto collegato.
Tagliate, ancora, le borse di studio per gli studenti universitari delle famiglie disagiate. Dobbiamo sapere, forse lo stiamo dimenticando, che ci sono persone che pagano gli studi universitari con grandi sacrifici, tagliare risorse alle borse di studio per le famiglie disagiate è una vergogna. Dovreste vergognarvi, e invece mi pare che non si avverta questo sentimento che dovrebbe anche aiutarci a camminare in un certo modo, con grande dignità.
Ma ancora, tagliate risorse importanti per quasi 1 milione e mezzo alla ricerca scientifica e alla innovazione. Ma perché vi riempite la bocca di ricerca, dicendo che investiamo poco in ricerca? Quelle poche risorse che avete le tagliate per destinarle in quei rivoli di cui stiamo discutendo.
Ancora, tagliate risorse importanti all'assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti. Cari colleghi sto cercando di parlare di cose concrete. E' possibile che su queste questioni non ci sia una responsabilità all'interno del Consiglio regionale?
Ancora, tagliate oltre 2 milioni all'edilizia abitativa. Ma insomma abbiamo discusso di tre Piani casa in questo Consiglio regionale, tre Piani casa che non "parlano" di costruire case, soprattutto per chi ne ha bisogno; ora c'è qualche fondo a disposizione e voi lo tagliate.
Ci sono tagli ancora, quasi 2 milioni, al Piano straordinario per il lavoro. Io non ho capito il Presidente Cappellacci; l'ho ascoltato con interesse, direi anche con piacere, perché quando un Presidente della Regione, quale che sia la sua appartenenza politica, s'impegna come ha fatto lui, seppure in ritardo, per promuovere l'adozione di politiche di sviluppo che creino occupazione, io a questo impegno guardo con interesse e sono pronto a esaminarlo e anche a favorire un intervento in quella direzione.
Ma come interviene se risorse non ce ne sono? Se quelle poche che ci sono le taglia? Le taglia poi a favore di che cosa? Fosse per qualcosa di nobile, ma è tutt'altro! Ma è possibile che non ci sia un minimo di sensibilità, un moto, uno "scatto di reni", scusate il termine poco felice, per avvertire una responsabilità su scelte fatte da pochi, che coinvolgono ottanta persone qua dentro? E non possiamo tollerare questa situazione!
Ancora, si tagliano risorse per oltre 4 milioni per il servizio del trasporto di servizio pubblico locale. Ma, stiamo discutendo di garantire la mobilità non solo da e per la Sardegna, ma anche all'interno della Sardegna, e voi non trovate altro intervento se non quello di tagliare risorse importanti? Ecco, io ho voluto richiamare queste questioni; è possibile che solo alcuni di noi qua dentro, forse con i toni non corretti, come il mio...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, due parole, perché il testo in discussione e gli emendamenti ci mettono di fronte da una parte a un piccolo investimento in cultura e, dall'altra, con Abbanoa, al problema rilevante del Servizio idrico integrato. Io continuo ad avere fiducia sul fatto che in quest'Aula ci ascoltiamo in maniera tale da svolgere la funzione principe della politica: risolvere i problemi.
Io non credo che abbiamo tutti una esatta consapevolezza di quello che sta succedendo in Italia e di quello che accadrà nei prossimi anni. Provo a dire ciò che ho capito io, e cioè che ogni Regione si pagherà col suo gettito, cioè col suo Pil, i servizi, compresa la cultura. Se noi abbiamo questa consapevolezza, si deve cominciare a capire che o si cambia la Costituzione repubblicana e si passa da un federalismo devolutivo a un federalismo associativo, in cui noi rinegoziamo i poteri che decidono, oppure ci troveremo di fronte esattamente a questa situazione: per avere una buona sanità, per avere una buona cultura, per avere fondazioni, per avere scuole, per avere buone università il primo problema della politica sarà aumentare il Pil, aumentare la ricchezza che produciamo.
Posso sbagliarmi, ma tra le forze politiche della Sardegna io non vedo chiarezza rispetto a questo elemento strategico. Mentre c'è una specializzazione su come spendere, non c'è una grandissima competenza su come produrre ricchezze, a quali condizioni noi riusciamo a produrre ricchezze; questa è l'emergenza, e che sia l'emergenza lo ripeto. Gettito stimato: 6 miliardi e 200 milioni, 6 miliardi e quattrocento milioni di euro; la sanità costa 3 miliardi e 300 milioni; l'assistenza costa 300 milioni, e dentro l'assistenza ci sono anche alcune delle politiche di cui parlava prima l'onorevole Diana, il resto è funzionamento.
Se noi pensiamo di finanziare sanità, scuola, ricerca, trasporti, continuità territoriale a Pil invariato, abbiamo fallito. Questo Consiglio regionale può fare dei master in politica della spesa e in politiche del consenso sulla spesa, ma è alle elementari sulla produzione della ricchezza, su questo siamo alle elementari! Questo si comprende quando parliamo di Abbanoa.
Mi permetta, onorevole Diana; è risultato chiaro in Commissione che "l'emendamento Abbanoa" è stato presentato per fissare una posta di bilancio e porre l'argomento all'ordine del giorno. Non a caso la copertura viene fatta con una rasatura di capitoli, però il problema Abbanoa incombe su questo Consiglio regionale… incombe! Si stanziano 50 milioni e si dice: "Io istituisco un fondo di garanzia che consenta il consolidamento del debito", quindi tecnicamente si teorizza una ristrutturazione di un debito nelle banche intorno ai 130 milioni di euro, non tenendo conto delle 300 imprese che hanno esposizioni di 200 milioni con le banche per aver finanziato Abbanoa, non si tiene conto che Abbanoa non è finanziata dalla Regione, come invece ci eravamo impegnati a fare. In breve, occorrono 200 milioni.
Per "tirare fuori" 200 milioni senza fare rasature, quali sono le scelte da fare? Dobbiamo avere il coraggio di tagliare 300 milioni nel settore della sanità! Dobbiamo avere il coraggio di togliere 400 milioni dalle spese correnti di questa Regione. Intorno a queste due proposte, stiamo parlando di 700 milioni da manovrare, c'è un sistema di interessi collegati ai meccanismi di acquisizione del consenso dei partiti, di cui noi non ci occupiamo mai.
Bene, questa è la volta in cui ce ne dobbiamo occupare, perché o la Regione sarda stanzia 200 milioni di euro per il Servizio idrico integrato, o blocca opportunità di investimento per 1500 milioni, quali sono quelli che ci saranno nel Servizio idrico integrato nei prossimi anni, e dobbiamo farlo finalmente rompendo il meccanismo per cui chi oggi ha una posizione in questa Regione non è disponibile ad intaccarla neanche di un decimo, di un centesimo per favorire un cambiamento.
L'idea che i redditi siano diciamo diritti acquisiti, anche quando sono prodotti sulla fiscalità generale, è sbagliato, dobbiamo cominciare a dirlo! Se la situazione economica è grave, questo mi mette nelle condizioni di dire, anche a una persona che prende 1800 euro al mese da sempre: guarda, perché io riesca a fare investimenti e far ripartire il Pil, tu ne devi prendere 1700, e io ne devo prendere 3, 4000 in meno; e questa disponibilità al sacrificio dobbiamo averla in testa, così troviamo i 200 milioni da mettere per Abbanoa, non sono 50, sono 200. Se ne stanziamo 50, badate, aumentiamo l'indebitamento fino al 31 dicembre, e poi ci troveremo di fronte un'altra situazione drammatica.
Questa è la situazione se vogliamo ragionare in questi termini; rompiamo le abitudini che sono legate a un costo tutelato dalla politica, dal mondo sindacale, da tutti noi, rompiamo queste abitudini, liberiamo risorse, puntiamo ad aumentare il Pil; con maggiore Pil possiamo sostenere la "Stazione dell'Arte" di Ulassai e quant'altro, controllando la sanità possiamo evitare che ci consumiamo e diventiamo un mondo di infermieri. Queste sono le scelte che dobbiamo fare.
Bene, "Abbanoa" che, ripeto, tecnicamente è stato un emendamento richiesto alla Giunta perché mettesse la posta, è il nodo di questo collegato, Abbanoa! E si deve fare una scelta strategica sul Servizio idrico integrato, che tiene insieme 300 imprese della Sardegna; moltiplicate per una media di dieci addetti perché sono piccole imprese, arriviamo a 3000 addetti. La questione Abbanoa non è rinviabile; abbiamo potuto spostare l'articolo 15 quater, chiederemo lo spostamento di Abbanoa all'articolo 27 come era stato detto da tutte le forze politiche in Commissione, ma non si può rinviare.
Abbanoa ci mette di fronte all'urgenza di dare una spallata alle consuetudini di spesa della Regione a cui sono legate le consuetudini della politica; politica che talvolta si affida molto al populismo, al qualunquismo, e si dimentica una celebre definizione di Antonio Pigliaru il quale diceva che il "qualunquismo è una filosofia volgare". Se vogliamo cogliere l'occasione per "alzare l'asticella" un pochino e per tentare di ristrutturare le abitudini, questa è un'occasione ottima, però è anche un'occasione in cui, per la prima volta, dobbiamo dirci con chiarezza che noi da questa situazione non usciamo senza una politica del sacrificio e dell'investimento in nuova ricchezza.
La politica della sola specializzazione nella spesa, a mio avviso sarà travolta dall'insurrezione sociale, quando noi non riusciremo a far fronte al bisogno che sta maturando. Serve dire queste cose in questa epoca triste?... Non lo so, però forse abbiamo l'obbligo di dirle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, intanto sono alcuni anni, e credo che i colleghi si saranno anche stufati di sentirmi, che non faccio altro che dire che facciamo bilanci fasulli e che la situazione economico-finanziaria di questa Regione è un disastro, vicina al tracollo; sono anni che dico che abbiamo una macchina amministrativa incapace di procedere nella spesa, di organizzare l'intervento pubblico in funzione dei bisogni della comunità. Sono anni, e i verbali di questo Consiglio sono pieni di queste mie osservazioni, che dico che non è pensabile avere una cultura totalmente subordinata al Governo di turno nel trattare le vicende che riguardano questa Regione.
Un esempio su tutti, Presidente. Al Governo è sufficiente, non dico l'impugnazione formale, ma addirittura dare un mandato all'Avvocatura di Stato di fare un'osservazione su una qualunque delle norme che vengano approvate da questo Consiglio, che i funzionari e i dirigenti della Regione, in violazione della legge regionale pienamente in vigore, autonomamente decidono che quella legge non deve essere applicata, con l'assoluta complicità, il silenzio omertoso della Giunta regionale. Noi, cari colleghi, dobbiamo prendere atto di questo dato per capire esattamente dove sta la responsabilità di questo stato di cose.
La responsabilità di questo stato di cose, colleghi, sta in noi nell'accettazione passiva, assolutamente colpevole di questi elementi, di queste condizioni.
Noi abbiamo due bilanci, uno perfettamente conosciuto, quello che noi approviamo, fasullo, ma lo approviamo e poi abbiamo il bilancio delle spese comunitarie in mano all'Esecutivo e alla burocrazia, che viene speso come meglio aggrada in ragione di indicazioni, di indirizzi che non vengono mai discussi da questa Aula, mai; qualche volta si fanno delle considerazioni all'interno della seconda Commissione permanente.
Se ci venissero richieste informazioni su questa linea di finanziamento (che fine ha fatto, quali sono i programmi, in che cosa stiamo spendendo le risorse), molti di noi non saprebbero neppure fare riferimento ai contenuti di una misura, di un'Asse della spesa comunitaria. Siamo all'oscuro, tutto nascosto, in gergo dicono "aumma aumma". Sono altri tavoli, altre situazioni, dove si consuma l'inutilità (magari si facesse "bottega", almeno si spenderebbe qualche lira) della funzione pubblica, la grave responsabilità della conduzione della macchina amministrativa.
E' un disastro del quale io non addosso neppure la colpa all'Assessore del bilancio di questa Giunta. Mi pare che questo sia stato, diciamo, un denominatore comune che ha attraversato molte legislature in questi anni; però a questa Giunta, e anche a questo Assessore del bilancio, rimprovero l'accettazione passiva di questo stato di cose che continua. E non è che non ci siano le denunce, non è che non ci siano le puntuali osservazioni anche da parte dei consiglieri regionali, ci sono, ma entrano in un orecchio ed escono dall'altro.
Io l'altro giorno in Commissione mi sono permesso di chiedere come mai fosse stata assunta dal funzionario, dal dirigente, che doveva attuare una disposizione di legge riguardante la fiscalità di vantaggio a favore delle situazioni proprie delle imprese operanti negli enti locali più piccoli, oggetto di osservazione e di impugnazione da parte del Governo, la decisione di fermare il tutto,di non spendere le risorse in attesa che la Consulta decida ed eventualmente ci dia ragione.
Ma se ci dà ragione abbiamo perso qualche anno; oppure ci dia torto e, allora, che cosa abbiamo salvato? Non abbiamo salvato una sperimentazione, abbiamo salvato una condizione, diciamo non negativa per i soggetti che avrebbero ricevuto quel vantaggio, ma una situazione negativa per Governo e Avvocatura di Stato che così dimostrano di avere ragione dal punto di vista giuridico.
Noi siamo pieni di azzeccagarbugli che si fanno parte diligente per rendere impossibile la vita delle persone normali. Siamo pieni di azzeccagarbugli che non fanno altro che giustificare la loro esistenza in ragione degli impedimenti della volontà popolare, siamo parte di un sistema dove la sostanza è rimossa dalla forma, dove non è giusto che uno intervenga in una situazione di crisi per sollevare un'economia, garantire lavoro, rispondere ai bisogni delle famiglie, no! E' giusto invece che formalmente una disposizione pensata da tecnocrati asserviti a interessi precisi venga rispettata. Perché noi abbiamo i problemi che abbiamo.
Adesso si fa anche un po' di comicità sui ravioli, sui culurgiones perché non si possono più vendere se sono fatti in casa con i prodotti dell'agricoltura, non si possono più vendere nei nostri agriturismo, ma bisogna comprare i tortellini fatti da questa o quella multinazionale dell'alimentazione perché è così, perché la rappresentanza politica dell'Unione europea è asservita a quegli interessi ed è fatta dagli Stati membri, ed è fatta dai governi, è asservita a quegli interessi e incide sulla vita delle persone, sull'economia di una Regione fino a decidere che cosa può essere prodotto in questo o in quell'agriturismo, contraddicendo lo spirito delle leggi che noi abbiamo fatto e che richiamano invece l'utilizzo di quelle risorse.
E allora voglio dire che è giusto salvare, questo è uno dei tanti emendamenti sulla fondazione, magari si può dare un contributo al Comune affinché metta in piedi, piuttosto che una fondazione, una iniziativa a favore dell'arte e della cultura anche a Ulassai, però noi siamo ridotti a decidere di questo...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia richiesta il consigliere Cuccureddu.)
Quinta Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Dessì, Espa, Manca, Pittalis, Porcu, Rassu e Zedda Alessandra sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 53 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, io ho grosse perplessità, e mi capita sempre quando presiede l'onorevole Cucca, che pure stimo per le modalità e la correttezza con le quali presiede. Prima di tutto vorrei capire come mai si è scelto, senza nessuna votazione, di non discutere il 15 quater e di passare al 15 quinquies, Si è deciso, c'è stata una richiesta, però su altre cose molto importanti ci sono votazioni quanto meno palesi.
Secondo fatto, qui si sta discutendo di tutto, come sempre capita, e non dell'oggetto di questo articolo, tanto più che sull'emendamento della Giunta relativo ad Abbanoa si è concordato in Commissione il rinvio all'ultimo articolo, il 27. Abbiamo parlato di tutto, quasi che fosse la discussione generale, ma pochissimo, se non negli ultimi interventi, dell'oggetto dell'articolo.
Non si tratta infatti di una fondazione qualsiasi che serve per pagare due o tre persone, magari anche questo può essere utile come ammortizzatore sociale, ma serve perché una delle personalità viventi più autorevoli della cultura sarda abbia un luogo di riferimento. E questo per me, lo ripeto, vale in qualunque settore si esplichi l'attività culturale o artistica; se si fosse trattato di finanziare il laboratorio di Antonio Marras a Nule perché modernizza la realizzazione dei tappeti, come aveva fatto Eugenio Tavolara cinquant'anni fa, sarebbe andato bene lo stesso.
Il problema è che abbiamo, da Tavolara in poi, un artigianato artistico che si fa ormai meccanicamente, senza più nessuna valorizzazione da parte di artisti, da parte di chi può, nel solco della tradizione, dare qualcosa di nuovo e di moderno alle nostre attività. Maria Lai è una delle poche artiste sarde che ha fatto questo: ha valorizzato le nostre tradizioni. Quindi questo secondo me è uno dei pochi interventi tipici da collegato. Io una norma, una legge specifica su questo non l'avrei fatta, però non possiamo dire tutte le volte che serve una norma omnibus di manutenzione legislativa e di piccoli interventi mirati, e poi, quando finalmente arriva in Aula, dopo due anni, perché lo scorso anno il collegato non lo abbiamo fatto, si critica perché non ci sono le grandi strategie o non ci sono i grandi temi che devono risolvere tutti i problemi della Sardegna, dalla crescita del PIL alla continuità territoriale, dal modello di sviluppo ai problemi, importanti, che riguardano la sanità.
Però, visto che di Abbanoa si è parlato, visto che l'emendamento Abbanoa è inserito in questo articolo, anche io voglio per due minuti parlare di Abbanoa. Perché? Perché concordo con quanto si è detto prima. Ma credo che nessuno, forse tranne me, in quest'Aula possa dire di non avere responsabilità su come si è svolta la vicenda Abbanoa, sul fatto che si è voluto, scientemente, costruire un carrozzone politico che ha raddoppiato i costi rispetto a quelli preventivati, ha raddoppiato il numero dei dipendenti ed è stato gestito in maniera assolutamente inefficace, inefficiente, volutamente, perché si dovevano occupare non 780 persone come diceva il Piano d'ambito, ma 1.730, e perché le 1.730 persone, dipendenti di Abbanoa stabilizzate anche attraverso meccanismi singolari (per esempio si sono stabilizzati a tempo pieno i novantini, quindi da ogni posto di lavoro ne sono gemmati quattro), dovevano servire alla internalizzazione dei servizi. Cioè non ci sarebbero più dovute essere imprese d'appalto nella gestione del Servizio idrico integrato in Sardegna. E' successo l'opposto, abbiamo assunto il doppio delle persone necessarie per internalizzare e abbiamo raddoppiato gli appalti per esternalizzare i servizi.
Quindi, a fronte di 1.700 persone, abbiamo le 200 imprese, magari non saranno 200, saranno qualcosa di meno, magari non saranno tutte piccole o piccolissime imprese, perché abbiamo anche Acciona, abbiamo anche multinazionali che svolgono il servizio idrico, però abbiamo tantissimi dipendenti che non prendono lo stipendio, che lavorano gratis, che sono disperati, perché da mesi non riescono ad avere neppure gli anticipi degli stipendi dalle piccole imprese, e abbiamo il sistema delle piccole imprese sarde che sta finanziando Abbanoa. Questo è il vero dramma.
Noi tra pochi giorni andremo a votare per la gestione pubblica dell'acqua. Credo che se in Italia si sapesse di come si gestisce pubblicamente l'acqua, si sapesse dell'esperienza Abbanoa, si portasse a conoscenza che cosa è stato fatto in Sardegna con la gestione pubblica, possiamo dire partitica, possiamo dire partitocratica dell'acqua, io credo che ci sarebbe un'astensione quasi totale o una valanga di no a quel referendum. Perché la gestione pubblica in questo settore si è dimostrata un fallimento, si è dimostrata il più macroscopico dei fallimenti della gestione pubblica dell'acqua in Italia, dato che non si è riusciti neppure a contenere gli incrementi tariffari, le bollette pazze; sono pazze perché tutti sanno che non verranno pagate, servono solo per iscrivere a bilancio crediti assolutamente inesigibili, e servono solo per mascherare un passivo limitato di 12 milioni di euro, quando tutti sappiamo che l'esposizione bancaria è di 180 milioni, e quella nei confronti delle imprese è di circa 200 milioni di euro.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue CUCCUREDDU.) Quindi, io credo che sia assolutamente necessario intervenire su due fronti, non so se sia necessario trovare 200 milioni, come diceva l'onorevole Maninchedda, ma sicuramente è necessario in questo collegato un intervento che garantisca i privati che oggi stanno funzionando da banca per conto di Abbanoa. C'è un emendamento che ho presentato, che mutua il meccanismo da quello della sanità, dove la Regione, attraverso un fondo di rotazione, in qualche maniera garantisce crediti sino a quando Abbanoa non sarà risanata; ma deve partire immediatamente un processo di privatizzazione della quota del 40 per cento, perché se non inneschiamo criteri privatistici, criteri di industrializzazione nella produzione dei servizi idrici, credo che il servizio idrico sia destinato a fallire, e, fallendo Abbanoa in Sardegna, credo che il rischio di rimanere senz'acqua sia estremamente elevato per i sardi e per le loro case.
PRESIDENTE. Mi dispiace che, dopo due anni e più dall'inizio della legislatura, forse lei non abbia ancora ben inteso come si svolgono i lavori dell'Aula. Intanto l'articolo 15 quater era stato già discusso e si doveva soltanto votare, ed è capitato tante altre volte in questa legislatura che determinati emendamenti o articoli siano stati rinviati. L'Aula non si è espressa perché c'è stata prima una sospensione dei lavori, ed è stato proprio il Capogruppo della maggioranza a venire a porre al Presidente la questione della sospensione, che era già concordata, per cui non si è proceduto a una votazione inutile visto che c'era già l'accordo dell'Aula.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Intervengo perché ho sentito stamane in Aula una serie di ragionamenti che potrebbero essere accolti tutti, da parte di tutti. Io però chiedevo anche a me stesso se stessimo lavorando all'interno di un'Aula consiliare della Regione sarda oppure giocassimo a fare i "furbetti del quartiere". Alcuni autorevoli consiglieri hanno rimarcato nei loro interventi che c'è una possibilità di spesa( non velocità della spesa), ma che c'è una difficoltà nel reperire entrate. Altri colleghi hanno sottolineato il fatto che questo cosiddetto collegato contiene molte richieste sui generis.
Probabilmente è un'abitudine vecchia, ma questa benedetta Commissione terza sta diventando, a mio avviso, sempre più la Commissione omnibus; per cui se una proposta di legge non deve passare nella Commissione di merito, se c'è un accordo trasversale tra maggioranza e opposizione, viene accorciato il suo iter infilandola all'interno del collegato. Purtroppo è anche colpa della minoranza, dell'opposizione che "fa colletta" insieme a una maggioranza, ma questo è capitato oggi, è capitato ieri e probabilmente capiterà anche dopodomani.
Io mi chiedo se quando cerchiamo di dare etica e morale alla politica dobbiamo forse lasciare che le cose continuino ad andare per la propria strada. Io credo che ci sia la necessità di ricercare dentro noi stessi quella giusta posizione etica e morale per poter fare i buoni amministratori e i buoni legislatori. Io capisco che nel collegato possono esserci norme che hanno bisogno, caro onorevole Soru, parlo a lei che prima predicava sulla legge regionale numero 14, di aggiustamenti; probabilmente quella legge non va bene; io capisco allora che anche all'interno di quella norma vadano trovati gli aggiustamenti, ma non è consentito o, perlomeno, non è più consentito che in maniera diretta e palese, o in maniera sottaciuta e nascosta, vi siano norme che finanziano e agevolano condizioni certamente non rigorose sotto l'aspetto gestionale e di programmazione.
Mi riferisco per esempio a un ospedale che io ho avversato nella vecchia legislatura, il San Raffaele. Oggi non capisco perché non si ha il pudore di dire pane al pane, vino al vino, cioè dove sono indirizzate determinate progettualità, da chiunque siano esposte, in carenza, peraltro, di un organico programma sull'ospedalità in Sardegna. Certo non era il momento, onorevole Sanna, di inserire la norma sulle edicole ; il problema andava analizzato meglio e non all'interno di un collegato che doveva essere un provvedimento snello contenente norme opportune.
Onorevole Uras, lei molte volte in quest'Aula ha denunciato una burocrazia che non funziona, ma poi quali argomenti lei ha proposto alla Giunta affinché si mettesse ordine in quel settore?
(Interruzione del consigliere Uras)
DEDONI (Riformatori Sardi). Oppure si sta facendo esclusivamente una ricerca per "fare titolo" sui giornali?
Io credo che sia ora che ciascuno di noi si assuma le proprie responsabilità (perché richiamiamo troppo la responsabilità di non combinare qualcosa), ciascuno di noi, sia nella maggioranza che nella minoranza, nell'interesse del popolo sardo. Credo che più che mai dovremmo essere compartecipi di una decisione. Certo, è necessario trovare una soluzione definitiva per Abbanoa; pur tuttavia dico che è necessario ricordare che anche la cultura, anche il sistema del turismo culturale offre possibilità di sviluppo e di occupazione. Ma troppe leggi presentate, risolutive, (cito quella sul golf), giacciono ancora in Commissione.
Mi chiedo allora quale sia la via giusta. Quella che alcuni Capigruppo, di sottecchi, magari "combinando" fra maggioranza e opposizione, scelgono bloccando e non facendo andare avanti le cose, oppure c'è la volontà seria di dare risposte a quelli che non riescono più a combinare pranzo e cena nella società sarda? E parlo a tutta l'Aula, ma prima di tutti a me stesso. Mi chiedo se la Giunta deve essere spronata a spendere di più, perché la gente ha bisogno della disponibilità, della liquidità, di poter comprare quello di cui ha bisogno. Allora si spenda e non si lascino inutilizzati i fondi, si apra un contenzioso serio con lo Stato perché con lo Stato bisogna avere una posizione netta e precisa.
Gli interessi della Sardegna, un'isola martoriata in tutte le circostanze e le occasioni, sono al di sopra dei rapporti di centrodestra e centrosinistra, superano gli schieramenti e gli ideologismi. Io credo che sia ora che noi si guardi con interesse verso un partito dei sardi che superi certamente le logiche degli schieramenti attuali nell'interesse generale dei sardi, non l'interesse delle singole combriccole, non l'interesse di chi può rappresentare parzialità all'interno della minoranza come parzialità all'interno della maggioranza.
Noi vogliamo che ci sia una nuova logica e in questa logica allora ha ragione d'essere un collegato snello, veloce, che dia risposte, che chiuda definitivamente con le pendenze di Abbanoa e della sanità, ricordando i debiti che abbiamo ma, chiusi i debiti, sappiamo cosa si deve fare per il domani. Se questo non faremo saremo tutti responsabili e tutti colpevoli, da destra a sinistra passando per il centro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io intervengo stimolato dall'intervento del collega Giampaolo Diana, anche se mi pare che i colleghi Cuccureddu e Maninchedda, Presidente della Commissione, abbiano in qualche maniera puntualizzato. Soffermarsi a discutere sul taglio orizzontale che è stato fatto sul bilancio della Regione, significa veicolare notizie fondamentalmente non vere; tutti quanti abbiamo verificato infatti che, come ha detto lo stesso Assessore, essendo un emendamento sul quale la discussione è aperta, la destinazione dei tagli si poteva modificare.
Bisogna capire se continuare con un taglio orizzontale o se distogliere i 50 milioni di euro da un unico capitolo. Questa è una scelta che spetta anche a questo Consiglio, però non si può utilizzare questo emendamento, che contiene centinaia di voci, per dire che stiamo tagliando la spesa sociale, che stiamo tagliando i servizi essenziali ai disabili, che stiamo tagliando le borse di studio. Non stiamo tagliando assolutamente un bel niente, collega Diana, e non vogliamo tagliare niente, ma su di noi incombe la responsabilità di Abbanoa e non è una responsabilità che può essere imputata a questa Giunta regionale o a questa maggioranza.
E' una responsabilità che ci trasciniamo tutti in maniera uguale, tutti corresponsabili di un disastro che è avvenuto negli ultimi 10-15 anni. E' un disastro al quale anche voi avete cercato di mettere una pezza e non ci siete riusciti, anzi la maggior parte delle stabilizzazioni fatte in quel periodo risalgono proprio alla vostra gestione, anche se è chiaro che erano delle persone che avevano bisogno di lavorare e lavoravano.
Oggi ci troviamo davanti a un disastro per cui si rischia di portare i libri contabili in tribunale, è quindi un fallimento, e noi abbiamo il dovere di intervenire. Abbiamo, peraltro, un referendum alle porte nel quale certamente ci si pronuncerà perché l'acqua rimanga un bene pubblico, quando altre regioni mi pare che abbiano trovato soluzioni quantomeno diverse.
Io voglio ricordare a quest'Aula che non esiste una società, tra quelle che gestiscono il Servizio idrico integrato in Italia, che chiuda il bilancio in pareggio, non esiste. Le società che riescono a chiudere il bilancio in pareggio sono delle multiutilities, cioè si occupano non solo di Servizio idrico integrato, ma anche di energia, di rifiuti, di altre cose e sono società pubbliche, non sono società private.
Dobbiamo entrare di conseguenza in un'ottica diversa, ma se ufficialmente (collega Maninchedda, forse mi correggerà) la mole finanziaria che servirebbe per pareggiare i conti di Abbanoa ammonta a 400 milioni di euro, beh, ci vogliamo fare un esame di coscienza? Possiamo vanificare tutto dicendo che stiamo tagliando a destra e a sinistra, scriteriatamente, mettendo in difficoltà anche gli altri capitoli di bilancio? Io credo che non sia questo il ragionamento da fare. A tutt'oggi, nonostante il collega Uras continui a rivendicare la paternità delle leggi non attuate, la condividiamo.
Collega Uras, però forse sarebbe tempo di cominciare a portare anche qualche soluzione, perché altrimenti abbiamo tutti i giorni la stessa ossessione e, siccome non vogliamo essere ossessionati da questo solito argomento, vorremmo anche cambiare disco. Portiamo quindi delle soluzioni. Ma siamo veramente convinti che tutte le leggi che facciamo noi in quest'Aula siano applicabili al 100 per cento? Cioè, noi siamo quelli che non sbagliano mai e poi invece c'è una struttura regionale che sbaglia tutto?
Mi è parso di capire che l'onorevole Uras abbia perso quella verve che lo portava a difendere i dipendenti pubblici e gli enti locali e si stia muovendo su altre direzioni. Sono degli onesti lavoratori, come lo siamo tutti noi, che meritano rispetto, collega Uras. E' chiaro che quando sbagliano dovrebbero pagare e forse questo manca a questo chiavistello che ci permetta di fare così, però siamo partiti da una fondazione in un paese della Sardegna, Ulassai, a cui abbiamo appiccicato l'emendamento della Giunta per Abbanoa e ancora oggi qui nessuno ha dato una possibile soluzione diversa o difforme da quella che ha proposto la Giunta!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è vero!
DIANA MARIO (P.d.L.). Ci siamo visti in Commissione, ne abbiamo parlato, non ho visto soluzioni particolarmente esaltanti, collega Gian Valerio Sanna, non ne ho visto. Noi possiamo impegnarci per studiare meglio, ma questo non è il momento di fare la riforma del Servizio idrico integrato, in questo momento bisogna salvare il salvabile perché altrimenti va per aria Abbanoa e vanno per aria, come ha detto il collega Cuccureddu, centinaia di imprese, centinaia di imprese che oggi sono al collasso, non avendo più l'aiuto delle banche.
Mi dispiace che sia andato via il collega (ormai l'avevo chiamato collega e continuerò a chiamarlo collega) Renato Soru. Mi dispiace molto perché pensa di risollevare le sorti della Sardegna con le miniere del carbone del Sulcis. Se è questa la visione che ha il presidente Soru o il collega Soru dello sviluppo possibile futuro della Sardegna, mi chiedo: ma dove siamo? Ma a che cosa servono i ragionamenti che fa l'onorevole Maninchedda, tutti condivisibilissimi, quando noi ci dobbiamo impegnare a recuperare un PIL che è asfittico, un PIL che è fermo? Ma come facciamo, lo vogliamo fare con le miniere del Sulcis?
Su questo, onorevole Maninchedda, ci sarebbe molto da parlare perché nessuno parla del PIL e io, parlandone qualche ora fa, l'ho detto: non c'è altra possibilità, pensare di poter risolvere tutto con i soldi pubblici non è assolutamente possibile; o cresce il PIL o noi siamo destinati a un fallimento complessivo di tutta la politica.
La vittoria di Zedda probabilmente è anche frutto di quello, ma non illudetevi perché è una vittoria effimera, è una vittoria che non porterà da nessuna parte se noi non siamo capaci di intercettare altre strade, altre strategie. Non facciamo altro che rimarcare il mancato trasferimento delle risorse da parte del Governo nazionale, le norme di attuazione. Ma perché, secondo voi, anche qualora venissero riconosciute le nostre legittime aspettative cambierebbe qualcosa? Fate una proiezione su che cosa potrebbero significare 800 milioni, 1 miliardo in più, 1 miliardo e mezzo di euro in più alla Regione sarda se la spesa sanitaria continua a salire così, se il debito di Abbanoa continua a salire in questo modo, provate a pensare se cambierebbe qualcosa!
PORCU (P.D.). Meglio averli!
DIANA MARIO (P.d.L.). Non ho dubbi che sarebbe meglio averli, però è decisamente meglio avere un'economia che non vive di assistenza; e questa è un'economia che fino adesso ha vissuto di assistenza perché nelle aree forti anche della nostra regione, dove c'è stato sviluppo turistico, per esempio, il PIL è completamente diverso da quello della provincia del Sulcis o della provincia di Oristano. Noi non abbiamo un PIL per provincia, ce l'ha detto l'Unione europea quando ci ha fatto uscire dalla prima fascia, quella dei più deboli, eppure io sono convinto che in quel periodo la provincia di Sassari, forte della attuale provincia della Gallura, era oltre l'85 per cento del parametro utilizzato dall'Unione europea, ma noi certamente a Oristano e nel Sulcis e in altre province, in Ogliastra, eravamo sotto il 75 per cento! Però l'Unione europea ha ragionato non in termini di province ma di regione e il parametro è salito oltre il 75 per cento, per cui siamo usciti dall'Obiettivo 1.
Non è cambiato molto perché siamo rimasti nell'Obiettivo 2, le risorse grosso modo sono rimaste quasi le stesse, abbiamo gli stessi problemi a spendere le risorse europee ,di conseguenza dobbiamo ragionare senza pugnalarci l'uno l'altro.
Onorevole Giampaolo Diana, se lei fosse stato ancora il segretario della CGIL avrei compreso il suo discorso, ma oggi lei è un legislatore, lei oggi si deve sforzare, con tutte le idee che ha partorito nei suoi lunghi anni di militanza sindacale, di partorire delle idee utili, ma non è questo quello che noi cerchiamo. Lei ci ha dato delle soluzioni, anzi, le soluzioni non ce le ha date, lei ha evidenziato esclusivamente i fatti negativi che non c'è bisogno che siano evidenziati da lei. Abbiamo già detto noi alla Giunta che non siamo d'accordo nel tagliare...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io al posto dell'assessore La Spisa oggi avrei chiesto il ritiro di questo collegato. L'avrei chiesto perché mi sembra che sarebbe un atto in linea anche con le dichiarazioni di ieri del presidente Cappellacci che all'uscita dal vertice collegiale di Villa Devoto ha riproposto per l'ennesima volta le dichiarazioni programmatiche, elencando una serie di priorità che non mi sembra siano quelle contenute in questo collegato.
Come ho già avuto modo di dire, ieri ci saremmo aspettati quasi l'impostazione di un bilancio di metà mandato, ma non avendo nulla da scrivere di questi ormai ventisei mesi, si è affidato a nuove dichiarazioni programmatiche: "Finalmente arriverà la svolta". Oggi ha detto che questa alleanza che state costruendo è un progetto pilota nazionale, sono parole del presidente Cappellacci riportate in un lancio di agenzia di poco fa, è un progetto pilota nazionale che in qualche modo si deve cogliere tanto che auspica anche che sia deciso in Sardegna il nuovo coordinatore del Popolo della Libertà. Insomma, una svolta nel senso della democrazia.
Assessore La Spisa, per ritornare coi piedi per terra, io credo che non si debba navigare a vista e che questo collegato sia lo specchio della vostra navigazione; credo anche che non bisogna allungare l'agonia perché non si capisce più (non l'abbiamo capito neanche stamattina) chi è in maggioranza e chi è all'opposizione. C'è stata una richiesta di sospensione per stabilire le priorità, probabilmente per ridurre a un assestamento di bilancio, forse opportuno per affrontare il tema Abbanoa, forse il tema sanità, per riportare alle priorità, che riguardano anche il bilancio di questa Regione, la nostra discussione.
Perfino una parte della vostra maggioranza, il Gruppo dei Riformatori vi ha chiesto di sospendere questo collegato, di riflettere meglio; ma continuate a perseverare con un disegno di legge che è inutile, che non porterà sicuramente a definire quelle priorità che ieri, per l'ennesima volta, il presidente Cappellacci ha elencato alla stampa, parole; non porterà a definire le strategie mentre, l'hanno ricordato diversi colleghi, è in atto una crisi drammatica della Sardegna, del sistema delle imprese sarde, dell'industria.
Ricordo il colpo di spugna dato, come se niente fosse, anche alla chimica sarda in cambio di promesse sulla chimica sostenibile, qualche giorno fa, la mancata sincronizzazione per esempio tra la chiusura del cracking di Porto Torres e l'avvio di nuovi investimenti di chimica sostenibile. Di tutto questo non se ne parla e sono cinquant'anni di storia e cinquant'anni di sviluppo. Oggi gli operai della Vinyls sono stati da Napolitano, dal Presidente della Repubblica; non gli è rimasto che il Presidente della Repubblica perché noi non siamo stati capaci di ascoltare e di ricomprenderli anche in quel protocollo nel tentativo di salvaguardare almeno posti di lavoro.
Permane la preoccupazione che abbiamo manifestato, anche sulla spendita dei fondi POR, attraverso la mozione presentata lo scorso marzo, mi pare; la delibera della Giunta regionale del 15 marzo 2011 mostrava dei dati impietosi, preoccupanti, la perdita a febbraio era di 111 milioni di euro, la capacità di spesa al 31 dicembre 2010 era di soli 5 milioni di euro dal punto di vista delle erogazioni. Chiedevamo conto anche del perché alcune rilevanti operazioni già rendicontate fossero, e siano, ancora sotto giudizio da parte della Corte dei conti europea che ha dichiarato tre operazioni, su cinque controllate, come progetto, non ammissibili.
Vogliamo cercare di capire, assessore La Spisa, qual è l'iniziativa della Giunta regionale, vogliamo che il Consiglio sia informato sul quadro delle iniziative poste in essere, sulla situazione in atto, su come vogliamo rispondere alla Corte dei conti europea sui dati relativi al fondo di garanzia, 233 milioni di euro, presso la SFIRS per le piccole e medie imprese. E vogliamo confrontarci, lo faremo probabilmente in fase di discussione dell'articolo 27, vogliamo confrontarci anche su Abbanoa.
Non vedo il Capogruppo del P.d.L. che chiede a noi le soluzioni; vi voglio ricordare ancora una volta che siete al governo e che quindi, quando presentate un emendamento, anche quando la discussione giustamente è aperta al Consiglio, dovete fare delle scelte. Noi le abbiamo fatte nella scorsa legislatura e sono state, da voi, ampiamente criticate.
Ricordo le prime due finanziarie, finanziarie di tagli, avevamo un rapporto tra la spesa corrente e le entrate correnti pari al 101 per cento, non potevamo fare delle scelte politiche discrezionali, abbiamo dovuto fare dei bilanci di tagli, abbiamo dovuto fare delle scelte cercando di salvaguardare alcuni settori; per esempio, in un periodo di tagli, abbiamo aumentato il contributo per gli affitti a favore delle persone indigenti.
Ripeto: abbiamo compiuto delle scelte. Ora voi con questo emendamento ne state facendo delle altre, poi magari le modificherete, ci direte qual è la vostra strategia, la vostra impostazione, non chiedetela all'opposizione, noi faremo la nostra parte però indicateci qualche volta una soluzione, qualche volta una proposta perché le proposte contenute qui sono vere, non sono false come dice l'onorevole Diana.
Vediamo i tagli che alla legge numero 23, alle politiche sociali, al progetto "Ritornare a casa", ai progetti personalizzati, agli assegni di merito per gli studenti, ai contributi per l'affitto casa per gli studenti, alla legge numero 32 sulla prima casa, rivedete i tagli fatti al tentativo di incentivare con dei programmi le nostre abitazioni nei centri storici. Sono alcune scelte che sono state fatte probabilmente, come dire, doverose ma che mostrano la direzione.
Adesso noi vi chiediamo di assumervi la responsabilità di fare proposte, di fare scelte, di indicarci la vostra soluzione per quanto riguarda lo sviluppo ma, come ho detto in apertura, l'invito che faccio ancora una volta è quello di ritirare questo collegato, di concentrarci sulle cose serie, che sono contenute in questo provvedimento, di ridurlo a un assestamento di bilancio (è quello che serve), chiedendo, a noi opposizione, la collaborazione doverosa su cose serie e non su un articolato omnibus confuso, che non porterà nessuna soluzione ai problemi della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Sesta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Espa, Rassu, Sanna Giacomo e Solinas Antonio sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 63 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' effettivamente difficile chiudere questa tornata di lavori del Consiglio con l'approvazione di questo collegato per vari motivi. Uno di questi è la difficoltà che il Consiglio regionale ha a emanare leggi da anni o forse da decenni; difficoltà che si sta pian piano accentuando anziché ridursi e che porta a utilizzare (qualcuno l'ha sottolineato) alcuni disegni di legge come dei contenitori in cui inserire delle norme, assolutamente non per malafede, ma perché si ha l'urgenza di affrontare determinate problematiche. Effettivamente, le questioni possono essere urgenti o anche meno urgenti ma molto spesso, come accade anche in questo caso, si finisce per parlare d'altro.
L'unico elemento che riguarda questo articolo è l'emendamento su Abbanoa che, d'altra parte, in Commissione si era già deciso di trasferire all'ultimo articolo del disegno di legge in modo tale da affrontare più puntualmente la questione sia per la parte sostanziale, cioè le norme che si introducono in questa legge, sia per quanto riguarda la copertura finanziaria. Su entrambi questi aspetti vorrei dire, per l'ennesima volta, che la copertura finanziaria è stata trovata in via d'urgenza da parte della Giunta regionale nel modo descritto nell'emendamento numero 266, esplicitamente con un taglio lineare per non operare delle scelte di merito ma rimandando alla discussione eventuali correzioni e approfondimenti su quali coperture trovare.
Sul piano sostanziale invece non si fa altro che sintetizzare, in poche righe, il contenuto di un disegno di legge che la Giunta regionale ha presentato al Consiglio addirittura già dal luglio del 2010. Certo, più passa il tempo e più la situazione del gestore del Servizio idrico integrato è grave, gravissima e tendente al "gravissimo issimo issimo"; quindi dobbiamo affrontarla, affrontiamola per entrambi gli aspetti verificando se recuperare quelle risorse facendo un taglio orizzontale o un taglio verticale.
La scelta è effettivamente tra queste due soluzioni. Un taglio orizzontale significa ridurre quelle spese che ancora sono impegnabili in tutti i capitoli; forse è la soluzione peggiore che si può trovare, è una soluzione tecnica su cui chiedo davvero di non insistere nel confronto e nella critica, credo che davvero perderemmo tempo. E' stato già detto che questo punto è totalmente modificabile, come? Con un taglio verticale?
Io vorrei richiamare l'attenzione perché è una cosa veramente importante e su questo punto bisogna avere un'estrema chiarezza. Che cosa possiamo tagliare verticalmente secondo voi? Il bilancio voi lo conoscete quanto me. Possiamo tagliare solo spese per investimento, oppure fare qualche operazione coraggiosa per cui si riducono alcune previsioni di spesa, non di investimento, o comunque meno importanti, che possano effettivamente dare la copertura per un intervento di salvataggio di questa portata. La scelta è difficile, però va fatta.
Vogliamo tagliare, lo dico esplicitamente, il Fondo per la programmazione negoziata? Benissimo, vedremo come potremo fare le opere immediatamente cantierabili, il cofinanziamento dei contratti d'investimento e dei contratti di programma, vediamo che cosa si può fare. Se è questa l'intenzione del Consiglio, il Consiglio è liberissimo di farlo, ma facendo una scelta io credo pericolosissima perché sposta ancora una volta sulla parte corrente, e addirittura sulla copertura perdite, somme destinate agli investimenti produttivi. E' questo che vuole fare il Consiglio? Lo faccia, altrimenti si individuino altre soluzioni.
Per quanto riguarda poi la parte sostanziale, io vorrei soltanto dire questo. Questo emendamento, così come il disegno di legge presentato d'intesa con l'Assessore dei lavori pubblici, se non ricordo male, in carica in quel periodo, ha un unico obiettivo: i intervenire sul gestore del Servizio idrico integrato, non semplicemente per coprire delle perdite, ma per chiedere una modifica radicale del modello gestionale. Noi ci troviamo ad affrontare questa situazione, come capita spesso, sommando le inefficienze di oggi alle inefficienze di ieri, le scelte sbagliate di oggi alle scelte sbagliate di ieri.
Abbanoa è nata in un certo modo. Abbanoa è nata sottocapitalizzata. Abbanoa è nata con un modello gestionale, lo dico esplicitamente, sotto il controllo del sistema politico, un modello simile a quello delle unità sanitarie locali di anni fa. Vogliamo continuare così? Vogliamo continuare a gestire un servizio di queste dimensioni, che ha 1300-1500 dipendenti, con un modello di gestione che è quello proprio del sistema, diciamolo pure, dei partiti?
Benissimo, quanto meno la Giunta regionale ha fatto una proposta diversa e un po' più coraggiosa di questa, poi il Consiglio è liberissimo di decidere di tornare indietro e di mantenere le cose come stanno, di lasciar gestire un servizio che allo stato produce perdite, così come tutti sappiamo ormai, lasciando al Consiglio regionale un onere soltanto: non decidere le strategie e anche i modelli gestionali, ma coprire le perdite. Attingendo le risorse da dove? Dalle scelte per lo sviluppo, dalle scelte per il lavoro, dalle risorse per questi obiettivi che sono a supporto di un governo della Regione. Al Consiglio la scelta!
Siccome si è parlato d'altro, se mi rimane qualche secondo, vorrei dire poi che sul FESR, sul Fondo europeo di sviluppo regionale, la lettera del commissario Hahn è certamente una lettera preoccupante, una lettera inviata non soltanto a noi ma a tutte le Regioni che sono a "rischio disimpegno" (si tratta di 7 miliardi) l in tutta Italia; ma io sottolineo che la percentuale di spesa della Regione sarda è del 19 percento, lo dice lo stesso Commissario, mentre la media italiana è del 18 percento, e la media delle regioni meridionali è dell'8 percento. La Regione Sardegna cioè, lo ribadisco e spero che in qualche modo venga registrato, spende più delle altre, e non solo di quelle del meridione.
Il problema è che questo programma è partito nel 2007, ed entro il 2009 si dovevano spendere 264 milioni, a marzo del 2009 quando si è insediata questa Giunta era stato speso 1 milione, cioè lo 0,3 per cento forse di quanto si doveva spendere nei primi 2 anni. Cos'è accaduto? E' accaduto che il programma è partito con una lentezza incredibile, colposa, mi dispiace dirlo, e si è dovuto inseguire il tempo arrivando a una spesa, entro il 31 dicembre del 2009, di 273 milioni, tra cui i 233 per il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Questo è il problema che noi abbiamo. E adesso, entro il 2011, è vero, dobbiamo spendere 640 milioni, ne abbiamo già spesi 350, la percentuale è certamente significativa e anche sostenuta, ma dobbiamo rimodulare spese, abbiamo una programmazione che arriverà fino a 500-550 milioni, dobbiamo rimodulare altri 50 o 100 milioni.
Sono in programma, proprio per domani o dopodomani, due importantissime riunioni con gli uffici e con gli Assessori competenti, per prendere decisioni in questa direzione. E sono decisioni veramente difficili e importanti, di cui tutti dovremmo assumerci la responsabilità forte e grave.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 113, 114, 115 e 116; sull'emendamento numero 138 si invita al ritiro altrimenti il parere è contrario; si chiede di spostare all'articolo 27gli emendamenti numero 266 e 296. Gli emendamenti numero 80 e 112 risultano ritirati.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 115
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, ritiro come ho detto in fase di discussione dell'articolo gli emendamenti numero 115 e 116. E gli emendamenti numero 112 e 113 naturalmente.
PRESIDENTE. Metto ora in votazione l'articolo 15 quinquies. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA Mario (P.d.L.). L'emendamento numero 138 è ritirato. PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 di questo pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 44.
Allegati seduta
CCIV Seduta
Martedì 7 giugno 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 4 maggio 2011 (197), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Rosanna Floris, Marco Meloni, Sergio Obinu e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 7 giugno 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interrogazione Diana Giampaolo - Espa - Corda - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui disagi degli utenti in merito alle procedure di esenzione dal ticket per redditi presso gli uffici della ASL competente per territorio". (591)
"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sui disagi della compagnia Saremar". (592)
"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di mobilità volontaria di un dipendente di ente locale". (593)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla grave situazione determinatasi a seguito del mancato funzionamento del depuratore di Illorai". (231)
PRESIDENTE. Considerato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 10.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale e rilevo (come qualcuno suggerisce), che manca anche la Giunta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappai, Diana Giampaolo, Floris Mario, Gallus, Mariani, Planetta, Uras e Zedda Alessandra sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 28 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Campus - Cappai - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Milia - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Uras - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 12, viene ripresa alle ore 10 e 44.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dessì, Floris Mario, Meloni Francesco, Mulas, Planetta e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 38 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A - Parte prima, che prosegue con l'esame dell'articolo 15 quater e dei relativi emendamenti.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 97, 98, 99, 100, 101.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 101 è stato ritirato.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Parere contrario sugli emendamenti numero 102, 103 uguale al 174, 104, 105 e 106. Gli emendamenti numero 107 e 108 sono stati ritirati. Parere contrario sugli emendamenti numero 109, 110 e 111; parere favorevole sull'emendamento numero 4. L'emendamento numero 3 va ripresentato alla Parte seconda,. Parere contrario sugli emendamenti numero 52 e 53. Parere favorevole sull'emendamento numero 66 che dovrebbe comportare la decadenza dell'emendamento numero 78. Parere contrario sull'emendamento numero 77. Si invita al ritiro degli emendamenti numero 89 e 149, uguale al 207. Parere favorevole sull'emendamento numero 206. L'emendamento numero 48 è sospeso.
PRESIDENTE. All'emendamento numero 48 è stato presentato l'emendamento numero 305. Sono sospesi entrambi?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì, perché si tratta di vedere l'emendamento all'emendamento.
Parere favorevole sugli emendamenti numero 65, 68 e 141. L'emendamento numero 79 è ritirato. L'emendamento numero 30 non ha copertura finanziaria e il parere è contrario. Parere favorevole invece sull'emendamento numero 63. L'emendamento numero 64 è sospeso, si tratta di un problema di imputazione della somma prevista. Parere contrario sull'emendamento numero 210; sull'emendamento numero 92 invito al ritiro..
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, l'emendamento numero 210 è un emendamento all'emendamento numero 288.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Non ho questo emendamento. Sugli emendamenti numero 92 e 16 si invita al ritiro altrimenti si esprime parere contrario, sull'emendamento numero 57 il parere è contrario.
L'emendamento numero 58 va ripresentato alla Parte II. Sull'emendamento numero 59 si esprime parere contrario, parere favorevole invece sull'emendamento numero 67. Ancora parere contrario sull'emendamento numero 144. Si invita al ritiro, altrimenti il parere sarebbe contrario, degli emendamenti numero 150 e 151, parere contrario sull'emendamento numero 176; sugli emendamenti numero 215 e 217 (non hanno copertura finanziaria) si invita al ritiro oppure il parere è contrario. L'emendamento numero 224 è ritirato. Si invita al ritiro, altrimenti il parere sarebbe contrario, degli emendamenti numero 227, 229, 248 e 253 (non hanno copertura finanziaria). L'emendamento numero 258 va ripresentato alla Parte II. Gli emendamenti numero 260 e 274 sono momentaneamente sospesi perché vi è un problema relativamente alla copertura finanziaria. Si esprime infine parere favorevole sull'emendamento numero 275.
PRESIDENTE. Rimangono i pareri sugli emendamenti agli emendamenti numero 288, 285, 284, 289 e 286.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Se devo esprimere il parere adesso ho bisogno di due minuti di sospensione
PRESIDENTE. Sentiamo allora il parere della Giunta, lei esprimerà il parere nel momento del loro esame.
Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore; relativamente all'emendamento numero 274, per il quale il relatore ha posto un problema di copertura finanziaria, chiedo alla Presidenza se sia possibile individuare una diversa copertura da indicare al momento della votazione. Se questo è possibile il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Dedoni, Lai, Planetta, Rodin, Solinas Antonio, Soru e Vargiu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 57 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io voglio far presente ai colleghi, visto che stiamo iniziando nuovamente l'esame del testo, un aspetto delicato. Al centro del nostro lavoro deve esserci sempre questa domanda: "che cosa stiamo facendo, perché stiamo elaborando questo documento e quali obiettivi perseguiamo?". Io ho verificato, anche dall'enunciazione degli emendamenti, che siamo di fronte a una molteplicità di follie, follie!
Questo collegato lo stiamo esaminando a giugno, a metà anno finanziario, se dovremo fare un assestamento, quando lo faremo? Quando è il momento per dare un senso alle cose? Un collegato che nasce dall'inizio dell'anno, trasformato, ma la condizione finanziaria è drammatica; io vorrei chiedere ai colleghi se hanno preso coscienza del recente richiamo del Commissario europeo sulla spendita dei fondi comunitari della Sardegna.
Vi pregherei di stare un attimo attenti perché in quel richiamo ci sono scritte delle cose che i giornali non rendono, i giornali cercano il colpo a effetto ma non descrivono gli elementi. Nel denunciare che noi non siamo spendendo i fondi comunitari in questa Regione, il Commissario dice che si è tenuto un incontro ad aprile, il 18 e 19 aprile qui in Sardegna, nel corso del quale non sono emersi elementi tali da consentire di individuare la fine della situazione di stallo e l'inizio di un circolo virtuoso.
Queste sono le parole del Commissario; questo stato di cose permane e non c'è via d'uscita. Sempre il Commissario dice che, al contrario, è apparso che per alcune parti della nostra amministrazione regionale il programma operativo sia considerato come cassa da cui attingere, secondo le esigenze del momento e senza la dovuta osservanza delle condizioni vigenti; ovvero la Regione sarda sta operando in conflitto con le regole come se avesse un bancomat.
Io vorrei sapere se, di fronte a queste parole, che descrivono anche le modalità con le quali si potrebbe uscire da questa situazione, vi è responsabilità del Consiglio nel riuscire a contestualizzare il lavoro che stiamo facendo adesso in questa condizione. Posto però che nella Commissione che sta esaminando gli emendamenti su moltissime questioni, come il Presidente può testimoniare, è stata chiesta una sospensiva per addivenire a un approfondimento (anche quelle norme sono confuse), chiedo se non sia il caso, responsabilmente, di fare una pausa di approfondimento.
Pausa di approfondimento in primo luogo in ordine ai fondi comunitari, onde evitare un atteggiamento di illegalità diffusa come ci viene contestato e come oggi leggiamo su tutti i giornali nazionali; e se è possibile fare anche una riflessione sul collocamento dell'assestamento al bilancio con riguardo ai debiti, di cui ormai tutti parlano, di questa Regione che noi vorremmo conoscere nei numeri e che vorremmo poter affrontare con responsabilità. Spendere infatti nella parcellizzazione quando questa Regione è indebitata sino all'osso mi pare un atteggiamento sconsiderato oltre che irresponsabile.
Prima di complicarci la strada, approvando questa sequenza interminabile di emendamenti inutili per lo sviluppo e per la crescita, io penso che dovremmo fare una pausa di riflessione per programmare meglio i nostri lavori.
PRESIDENTE. Ricordo che sulla questione pregiudiziale posta dal consigliere Sanna, ai sensi dell'articolo 82 del Regolamento, possono parlare un oratore a favore e uno contro. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo a favore perché già prima della sospensione dei lavori sul collegato, in tanti avevamo posto l'esigenza sottolineata testé dall'onorevole Gian Valerio Sanna. Noi siamo in presenza di un collegato che non affronta effettivamente i nodi e in particolare le ragioni del ritardo dell'economia in questa Regione.
In questo collegato sono disponibili circa 50 milioni di euro. Il sommo poeta direbbe: "E' una sorta di vituperio", è una vergogna che questi 50 milioni di euro a disposizione vengano utilizzati, sia nel testo originario che negli emendamenti presentati, nella maniera in cui si cerca di utilizzarli.
Prima della sospensione in tanti vi abbiamo chiesto di fermarvi un attimo. Ieri abbiamo avuto modo di sentire dalle tv locali, e anche i giornali stamane ne parlano, del vertice di maggioranza che si è svolto ieri a Villa Devoto. Io ho sentito l'intervista al Presidente della Regione, come credo l'abbiano sentita tutti, e mi è sembrato di capire, a meno che non abbia sbagliato, che la priorità in questa Regione resta il lavoro come conseguenza positiva di una politica di sviluppo. Allora, poiché stiamo discutendo in quest'Aula su un collegato che ha a disposizione 50 milioni di euro, vogliamo mettere in relazione questi 50 milioni con la necessità di doverci concentrare su due-tre direttrici che possono innescare in questa Regione un minimo di dinamica economica che abbia ricadute occupazionali di qualità?
Questo è il senso delle cose che volevo dire a sostegno dell'intervento dell'onorevole Sanna. Ritengo ci sia proprio bisogno di fermarci un attimo, di riconsiderare radicalmente il testo che stiamo discutendo, e assumerci la responsabilità di individuare uno, due o tre interventi, non credo possano essere di più, in grado di rimettere in moto l'economia di questa Regione. Perché, ripeto, sarebbe vergognoso se noi utilizzassimo 50 milioni di euro come secondo le previsioni di questo collegato.
Ma qual è la coerenza? Io chiedo ai tre Assessori presenti, lo chiedo al Vicepresidente della Regione, qual è la coerenza delle dichiarazioni del Presidente della Regione, rispetto al bisogno di lavoro e a politiche di sviluppo, con questo collegato? Spiegatemi come questo collegato in qualche maniera è consequenziale a quelle dichiarazioni, a me pare che neanche una virgola sia consequenziale. Ma, indipendentemente da quello che ha dichiarato il Presidente della Regione ieri dopo il vostro vertice, noi siamo convinti che in questa Regione ci sia bisogno innanzitutto di politiche di sviluppo che diano lavoro di qualità. Questo collegato può essere utilizzato per questo, e noi vi chiediamo, così come ha fatto l'onorevole Sanna, di riflettere con quella prospettiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, noi siamo ovviamente contrari, e non perché non vogliamo valutare con attenzione le cose dette dal collega Gian Valerio Sanna. Comunque vi do questa notizia: tra le Regioni del sud la Sardegna è quella che ha speso di più, quindi figuriamoci in quale situazione ci troviamo. Dico di più, onorevole Barracciu, non sto scherzando, le difficoltà a spendere questi fondi europei sono diffuse in tutto il territorio nazionale e in tutte le regioni d'Italia, ancora di più ovviamente nelle Regioni del Mezzogiorno.
So che a breve ci sarà un Comitato di sorveglianza e credo che la Giunta regionale si stia attivando per fare il punto della situazione con tutti gli Assessorati, la materia non è tale da sospendere il collegato, sono due materie completamente diverse, per quanto poi possano incidere sulla situazione socio-economica della Sardegna; però in questo momento noi abbiamo l'obbligo di andare avanti con il collegato, di dare anche quelle parziali risposte, piccole che siano, ma non possiamo assolutamente fermarci.
Certamente siamo molto attenti invece al problema della spendita dei fondi comunitari che, come è stato detto in quest'Aula, è in un ritardo piuttosto grave. Le procedure sono molto difficili e non è in difficoltà solo la regione Sardegna, ma lo sono tutte le regioni d'Italia. E' chiaro che dipenderà dalla nostra capacità di superare questi ostacoli, e di fare tutto il lavoro che è necessario per non incorrere in ciò successe alla Giunta Soru, quando una parte delle risorse, allora sì, ritornarono all'Unione Europea. Noi cerchiamo di evitare questo errore!
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta dell'onorevole Gian Valerio Sanna. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, chiedo una breve sospensione, perché abbiamo bisogno di verificare alcune questioni relative all'articolo 15 quater.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 07, viene ripresa alle ore 11 e 27.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, poiché vi è la necessità di fare una serie di approfondimenti relativi a molti dei commi che compongono l'articolo 15 quater chiedo, se è possibile, di sospenderne l'esame e di rinviarne la discussione in coda all'articolato
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendiamo l'esame dell'articolo 15 quater. Passiamo all'esame dell'articolo 15 quinquies. A questo articolo sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15 quinquies e dei relativi emendamenti:
Art. 15 quinquies
Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai
1. Al fine di promuovere e valorizzare la produzione culturale e artistica contemporanea, nel rispetto delle finalità e dei principi di cui alla legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), e in coerenza con gli obiettivi strategici della programmazione regionale, a decorrere dall'anno 2011, è autorizzata, a favore della Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai, la concessione di un contributo annuo di euro 80.000 per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle attività istituzionali (UPB S03.01.003).
2. Per la concessione del contributo lo statuto della fondazione prevede obbligatoriamente:
a) che nella composizione del consiglio direttivo sia previsto un rappresentante della Regione;
b) la presentazione nel mese di gennaio, all'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, di una relazione annuale, di previsione e di consuntivo, di merito e finanziaria.
3. Il contributo, di cui al comma 1, può essere sospeso per gravi e reiterate violazioni delle norme statutarie.
4. Il rappresentante della Regione è nominato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
Emendamento soppressivo totale Solinas Antonio - Cocco Pietro - Agus - Cucca - Cuccu.
Articolo15 quinquies
L'articolo 15 quinquies è soppresso. (80)
Emendamento soppressivo totale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Moriconi.
Articolo15 quinquies
L'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) è soppresso. (112)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 1 è soppresso. (113)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 2 è soppresso. (114)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 3 è soppresso. (115)
Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.
Articolo15 quinquies
All'articolo 15 quinquies (Fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai) il comma 4 è soppresso. (116)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Dedoni - Greco - Gallus.
Articolo15 quinquies
Dopo l'articolo 15 quinquies è aggiunto il seguente:
Art. 15 quinquies bis
1. Al fine di promuovere e valorizzare la ricerca scientifica e la diffusione dei risultati e la cultura della ricerca, in coerenza con gli obiettivi strategici della programmazione regionale, a decorrere dall'anno 2011, è autorizzata, a favore della Fondazione IMC Onlus Centro Marino Internazionale, la concessione di un contributo annuo di euro 150.000 per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle attività istituzionali.
2. Per la concessione del contributo lo statuto della fondazione prevede obbligatoriamente:
a) che nella composizione del consiglio direttivo sia previsto un rappresentante della Regione;
b) la presentazione nel mese di gennaio, all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, di una relazione annuale, di previsione e di consuntivo, di merito e finanziaria.
3. Il contributo, di cui al comma 1, può essere sospeso per gravi e reiterate violazioni delle norme statutarie.
4. Il rappresentante della Regione è nominato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
Copertura finanziaria
in diminuzione
UPB S08.01.003
Fondo nuovi oneri legislativi in conto capitale
2011 euro 150.000
2012 euro 150.000
2013 euro 150.000
In aumento
UPB (di nuova istituzione)
2011 euro 150.000
2012 euro 150.000
2013 euro 150.000
(138)
Emendamento all'emendamento numero 266 soppressivo parziale Cossa.
Articolo15 quinquies
Il comma 3 dell'articolo 15 quinquies bis previsto dall'emendamento 266 è soppresso.
(296)
Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.
Articolo15 quinquies
Dopo l'articolo 15 quinquies è inserito il seguente:
Art. 15 quinquies bis
Attività di sostegno al processo di riforma del Servizio idrico integrato
1. A garanzia delle azioni a sostegno del nuovo Piano industriale del gestore, quali il consolidamento dei debiti del gestore stesso in essere alla data del 30 giugno 2010, volte ad assicurare la continuità del servizio pubblico di interesse generale ed al riequilibrio, nel breve periodo, del ciclo economico e finanziario della gestione, è autorizzata, nell'anno 2011, la spesa complessiva di euro 50.000.000, per la costituzione di uno specifico fondo di garanzia presso la SFIRS.
2. Le garanzie nelle forme concesse attraverso il Fondo sono coperte esclusivamente dalle disponibilità finanziarie del Fondo stesso, senza alcuna possibilità d concessione di ulteriori garanzie da parte della Regione. La durata di dette garanzie non può essere superiore al periodo di ammortamento del debito consolidato. L'importo garantito è periodicamente ridotto proporzionalmente all'ammontare del debito.
3. Conseguentemente all'adozione dei provvedimenti di cui ai precedenti commi si procede:
a) all'approvazione da parte dell'Assemblea dei soci della società Abbanoa, da convocarsi entro quindici giorni dall'approvazione della presente legge, delle necessarie modifiche allo statuto tese a:
1) escludere la possibilità che il gestore possa essere amministrato da un consiglio di amministrazione;
2) prevedere di affidare le competenze gestorie esclusivamente ad un amministratore urico;
3) qualificare i quorum deliberativi dell'Assemblea del Gestore, sia ordinaria che straordinaria, alfine di rendere determinante il voto del socio Regione autonoma della Sardegna nelle materie indicate dall'Autorità d'ambito;
4) apportare tutte le modifiche ritenute necessarie dall'Autorità d'ambito per poter esercitare sul Gestore, per conto della Regione e dei comuni, un controllo di tipo analogo così come previsto dall'articolo 113, comma 5, lettera c) del decreto legislativo n. 267 del 2000;
b) all'approvazione da parte dell'Autorità d'ambito del Programma di riassetto organizzativo, contabile ed amministrativo della società, predisposto dall'amministratore unico di cui al punto a);
c) all'approvazione, da parte dell'Autorità d'ambito, del Piano industriale di cui al comma 1.
Copertura finanziaria
In diminuzione
Vedi tabella allegata
In aumento
UPB S04.03.012
Servizio idrografico - Investimenti
2011 euro 20.000.000
(266) vedere processo verbale
Capo I bis
Emendamento soppressivo totale Capelli.
Capo I bis
Il capo I bis è soppresso (171).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). All'articolo che stiamo trattando, al di là della fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai, sono stati presentati emendamenti aggiuntivi nei quali si affronta il tema della riforma del Servizio idrico integrato; e, quindi, volendo "saltare" un problema ce ne siamo ritrovati uno colossale di fronte. L'emendamento della Giunta tratta questo argomento prevedendo una sanatoria del costo di 50 milioni di euro.
Io non so se sia opportuno ribadire il concetto precedente. Ci stiamo inseguendo, in questa Regione, senza avere chiarezza sulla condizione finanziaria nella quale ci troviamo. Io, al posto vostro, piuttosto che emettere i comunicati stampa esaltanti dopo gli incontri "sediziosi" a Villa Devoto, all'indomani delle batoste elettorali per dire che tutto va bene, facendo finta che nulla sia accaduto e, soprattutto, eludendo quello che ci viene detto dalla Comunità internazionale che ha controllato gli atti che noi stiamo producendo o, meglio, che questa maggioranza ha prodotto in questi due anni, sarei molto critico.
E' chiaro che ciascuno di noi o, meglio, ciascuno di voi ha nella testa le problematiche inerenti il proprio ambito territoriale, basta vedere i diversi commi di questi articoli e gli emendamenti presentati per capire che cosa siamo diventati: siamo diventati un discount, non una sede legislativa, ma un discount di roba di marca e di roba senza marca, al punto che il Commissario europeo ci dice (al Presidente della seconda Commissione interessa ciò che ha detto il Commissario europeo) che va colta l'occasione, per una modifica del piano operativo, per incrementare il volume di risorse destinato all'economia (sono parole pesanti), e per un potenziamento delle misure che mirano a promuovere la competitività del sistema imprenditoriale.
Dopo che ci viene detto che usiamo i fondi comunitari come un bancomat, fuori dalle regole, e violando le regole del piano operativo, ci viene detto che l'occasione della revisione del piano operativo sarebbe utile per orientare quelle risorse sul fronte dello sviluppo, sulla ripresa economica; se ci viene detto questo, significa che non lo stiamo facendo q! E il contraltare di questa affermazione è questo documento vergognoso: una vergogna! Il discount a sportello delle nostre esigenze.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SANNA GIAN VALERIO). Poi c'è la legge sugli edicolanti, o sulle edicole, il piano casa sulle edicole; è così urgente che non potevamo fare a meno di inserirlo nel collegato? La gente non sa come finire la seconda quindicina del mese per sfamarsi, e noi facciamo il piano delle edicole, un po' di fondazioni qua e là, qualche altra amenità che ci può venire dalle sollecitazioni dal basso di coloro, badate, che non stanno soffrendo; e tutto questo basta per dimenticarci di quello che sta succedendo nelle fasce più bisognose, di quello che nel frattempo sta succedendo in questa Regione indebitata fino al collo.
E se volete sapere come io interpreto la mia responsabilità, è esattamente in questo modo. Siccome ambisco a governare nuovamente questa Regione perché ho da spendere alcune idee, e questo è legittimo, lo vorrei fare senza ereditare dall'impegno del presente una mole di debiti che risulterà impossibile onorare per i prossimi anni da qualunque amministrazione di destra e di sinistra, se non guardiamo con attenzione quello che stiamo facendo.
Perché dietro quei debiti ci sono problemi che riguardano piccole e medie imprese, fornitori, famiglie, gente che deve incassare denari e che non li incassa in attesa che la pubblica amministrazione provveda. Cosa facciamo? Andiamo avanti continuando a usare il bancomat e magari dovendo restituire ciò che si prende? Poi si fa della facile demagogia come quella del vostro Capogruppo, ma l'amministrazione Soru non ha mai ricevuto una lettera di questo genere dalla Commissione europea.
La Commissione europea non ha denunciato pubblicamente chiamando in causa il ministro Fitto, responsabile di queste partite, perché "la politica del bancomat" non riguarda solo la Sardegna ma riguarda una montagna di altre Regioni, quasi tutte quelle del Mezzogiorno dove evidentemente mancano indirizzi, mancano idee, mancano prospettive.
Altro che risolvere i problemi mettendo delle pezze! E' il caso di SBS, se n'è parlato prima, se ne parlerà dopo, come qualcuno di voi sa bene, perché ne abbiamo parlato in Commissione. Noi non intendiamo contemplare i disavanzi progressivi in continuità, ma vogliamo analizzare il perché di quei disavanzi e provvedere in maniera tombale; l'amministrazione regionale non può più permettersi, infatti, di inseguire il debito dei cattivi amministratori: non lo può più fare. Non lo può più fare nel suo entourage di enti strumentali, non lo può più fare nella sanità dove, con un emendamento, si ingloba una realtà, per carità degnissima, ma si omette di dire che questo ci costerà a una partita di 20 milioni di euro, a regime, in più. Siccome adesso non viene detto ce lo ritroveremo come deficit in bilancio più avanti, posto che la gestione della sanità avviene in deficit.
Perché non dire che l'efficienza della sanità è dimostrata da quello che in questi giorni sta avvenendo all'interno delle ASL, dove sono scaduti i termini del mandato dei direttori sanitario e amministrativo, perché questi nostri colleghi della maggioranza hanno trovato un accordo tra di in base al quale, preferibilmente, si vorrebbe un monocolore di appartenenza (direttore generale, direttore sanitario e amministrativo) all'interno dei vertici di ogni azienda sanitaria.
Però non si sono messi d'accordo sul monocolore, quindi nelle aziende sanitarie le delibere sono ferme perché, in virtù di questo impegno che non è stato ancora assolto, non sono state effettuate le nomine.
Ditemi voi che livello di responsabilità dimostriamo anteponendo gli interessi della politica di bottega agli interessi sanitari, agli interessi della salute, e poi anche gli interessi contabili che sono micidiali; noi, con questo livello di debito, non finiremo l'anno se non saremo in grado di "mettere una riga" di azzeramento e di consapevolezza. Chiedetevi a quanto ammonta il debito della Regione (non chiedetelo a noi che potremmo anche non saperlo, ma voi avete il diritto di saperlo dalla vostra Giunta) nel comparto della sanità, degli enti strumentali e di tutto quello che ruota intorno; se avete la considerazione di quel debito potete permettervi di fare un collegato di questo genere, potete aprire il discount, se non avete questa consapevolezza, non avete nessuna dignità...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Ho seguito l'intervento del collega Gian Valerio Sanna che credo abbia fatto bene a ricordare i limiti di questo provvedimento. E' certamente un provvedimento disorganico che appare del tutto inadeguato, specie in questo momento di crisi economica e sociale in cui le politiche pubbliche della Sardegna non sembrano essere all'altezza delle emergenze dell'Isola.
Io però nel mio intervento, oltre che richiamare l'insoddisfazione, la delusione per un collegato che è molto lontano (pur nel tentativo, credo lodevole, di "asciugarlo" degli ultimi giorni), dall'essere accettabile nella forma in cui è stato esitato dalla Commissione, vorrei riprendere l'argomento specifico dell'articolo 15 quinquies.
Riprendo l'argomento dicendo che io ho dato la disponibilità, e ritengo che lei, Presidente, l'abbia registrata, a ritirare gli emendamenti soppressivi dell'articolo e dei commi dell'articolo. L'ho fatto di buon grado, però annuncio che mi asterrò su questo articolo per un motivo molto semplice; io sono tra coloro che ritengono che la materia delle fondazioni andrebbe normata in maniera omogenea all'interno di una legge organica, perché facciamo male continuando a inserire questi argomenti all'interno di norme che parlano di tutto. Nello stesso tempo non vorrei che questa posizione fosse interpretata come una indisponibilità a valutare la possibilità di finanziare comunque una fondazione che può avere anche aspetti meritevoli.
Pertanto, il problema che io pongo, che pongo all'Aula, è un problema più generale; noi siamo partiti con un disegno di legge che doveva fare pochissime cose: rifinanziare alcune società regionali, creare strumenti di coordinamento di piani di sviluppo, intervenire su alcune emergenze (alcune le dobbiamo ancora affrontare come quella di Abbanoa), e ci ritroviamo con un testo di legge che tratta di tutto, che tra l'altro abbiamo iniziato a discutere a metà febbraio, come i colleghi sanno, in Commissione, praticamente a metà giugno siamo ancora in Aula e, dal numero degli emendamenti , saremo in Aula ancora per parecchi giorni, oppure dovremo tornare in Commissione perché ci sono argomenti di cui non abbiamo discusso.
Questo, a mio avviso, è un modo di legiferare disorganico e non utile né alla maggioranza né alla minoranza; quest'ultima ha molte difficoltà a fare il suo lavoro perché si vorrebbe fare un'opposizione non sul tutto e il di più, ma concentrata su alcuni grandi temi.
Quindi io ribadisco che ritengo inopportuno che questi argomenti vengano trattati in finanziaria, ma mi rendo conto che questa maggioranza non discute in Commissione, non riesce a produrre leggi e riforme, non porta in Consiglio norme organiche perché in questi anni, e credo che il risultato elettorale anche dei giorni scorsi sia stato un campanello d'allarme per la vostra maggioranza, ha prodotto una sola norma che è simbolica della sua visione della Sardegna: il Piano casa.
Sostanzialmente è una legge che delegifica, una legge che elimina autorizzazioni, una legge che scambia un bene prezioso, l'ambiente, e lo fa diventare incentivo per l'economia; noi su quella legge avremmo potuto fare una discussione relativamente ad alcuni aspetti, per esempio di riqualificazione dell'esistente nelle aree urbane, sui quali potevamo essere d'accordo, ma questo non vi è bastato e avete voluto estendere quel Piano, quel finto Piano casa facendolo diventare un Piano villetta, un Piano che si occupa d'altro.
Mi rendo conto che si è consapevoli della vostra inerzia, delle difficoltà che avete a riunire le Commissioni, a essere presenti in Commissione, a portare altre norme, ripeto, oltre al Piano casa. Non c'è una norma, degna di questo nome, che abbia un carattere di organicità: non c'è sulla cultura, non c'è sull'istruzione, non c'è un riordino delle leggi di incentivazione al settore industriale, non c'è in materia energetica (siamo ancora in attesa del Piano energetico ambientale), non c'è nel settore dei servizi sanitari dove con squilli di trombe, quasi due anni fa, avete annunciato una riforma che non arriva mai, che si limita soltanto a sistemare le cose in casa vostra senza neanche riuscirci.
L'esito di questa consultazione elettorale conferma infatti che la maggioranza è sfilacciata, che non tiene, che non è d'accordo, che si rifugia anche nel voto disgiunto, o addirittura in spaccature ancora più palesi, dimostrando di non essere certamente in salute.
Io, pertanto, non sento di poter esprimere, come ho fatto con gli emendamenti soppressivi, una posizione contraria a qualcosa che magari, anche se piccola, può avere un senso, una logica; certamente non avrebbe un senso una legge di questo tipo quando le Commissioni sono in stato di paralisi, quando in questa legislatura non arrivano riforme organiche di nessun tipo.
Dobbiamo quindi sopravvivere giorno per giorno, accontentarci, accettare anche che si proceda a spizzichi e bocconi; ma, certamente, nel fare questo non si risolvono i nodi strutturali per cui la Sardegna non avanza, non recupera posizioni, non diventa più competitiva. Io, nel dire che ritiro gli emendamenti e che mi asterrò su questo articolo (alla fine o si vota a favore, e qualcuno lo farà, o si cancella l'articolo) mi auguro, me lo auguro per la Sardegna, che ci sia ancora spazio per voi, perché ritroviate una vostra ragione di intenti, mostrando la capacità di non di far diventare questo collegato l'arca di Noè, dove caricare tutte le esigenze, seppure in maniera disorganica, accontentando l'uno e l'altro, per poter affrontare il mare. Le arche, infatti, quando si appesantiscono, a volte, invece che procedere speditamente, tendono a rullare, tendono a imbarcare acqua, possono anche affondare.
Io non riesco ad augurare una lunga agonia per la Sardegna, non riesco ad augurarla, io spero che voi abbiate la capacità di scuotervi, di trovare unità di intenti, di fare qualcosa di positivo, di prendere decisioni importanti, non frutto di "favorini", per accontentare, non frutto di tante piccole leggine che magari mettete insieme in maniera confusa in un collegato, ma frutto di scelte anche coraggiose su cui magari potremmo non concordare, ma che darebbero il segno di una maggioranza che è viva e che c'è.
Oggi come oggi date l'idea di una maggioranza che vuole solo sopravvivere, e la Sardegna non ha bisogno di una maggioranza e di una Giunta che sopravvivano, la Sardegna ha bisogno certamente di una svolta, ha bisogno di riforme coraggiose, e fino a questo momento voi, e lo hanno capito anche gli elettori, non siete stati capaci di portarle avanti.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera De Francisci. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.). Presidente, sostanzialmente ringrazio l'onorevole Porcu perché, pur annunciando il voto di astensione, ha compreso e apprezzato la ratio dell'articolo 15 quinquies. Perché, onorevole Porcu, la "Stazione dell'Arte" è uno di quegli esempi che lei ha definito un "provvedimento piccolo", in attesa di gestire la "questione fondazione" all'interno di un provvedimento organico.
Non è però così piccolo come lei pensa, perché è una dimostrazione di come, coniugando arte, cultura e tradizione, si possa dare a una realtà locale una linfa vitale, una chance vera per l'inversione della tendenza che vede le aree interne soffrire la competizione con gli altri territori, siano essi regionali che mondiali. Ulassai è, oggi, la prova dello straordinario successo ottenuto da una scommessa fatta trent'anni fa, che pareva persa in partenza, in cui nessuno credeva.
Un successo costruito sulla caparbia volontà di una donna, una nostra artista, un'artista universale che negli anni, con la stessa caparbietà, ha occupato spazi di rilievo a livello internazionale. Parliamo naturalmente di Maria Lai; un'artista che, nonostante l'età avanzata, ha avuto, ha la capacità di raccontare la Sardegna anche attraverso altri artisti straordinari, come Nivola, come Dessì, come lo stesso Gramsci. La "Stazione dell'Arte" è un punto di arrivo del suo ambizioso progetto, ma è anche certamente frutto di una volontà e di un'azione corale di tutta la comunità ulassese e della sua amministrazione, come sanno bene i colleghi Stochino e Sabatini.
Ulassai, da paese simbolo dell'isolamento della regione ogliastrina, è così diventato uno dei centri di aggregazione culturale dell'isola, e questo è certamente innegabile. La Fondazione oggi occupa un luogo simbolo: i caseggiati della vecchia stazione ferroviaria costruita, poco lontano dal paese, sul piano che domina la vallata sottostante e che si affaccia su suggestivi tornanti che portano a Jerzu, quindi un luogo straordinario anche dal punto di vista paesaggistico. Un luogo simbolo i cui binari, che rappresentavano la via principale di comunicazione col resto del mondo, sono stati oggi sostituiti in questa funzione ideale di collegamento dall'arte e dalla cultura.
La vecchia stazione, colleghi, oggi è diventata un moderno museo dell'arte contemporanea, che non si limita a ospitare le opere che, con grande generosità, Maria Lai ha donato alla comunità locale, ma si apre ad altre discipline artistiche, come la musica e il teatro, e in particolare si impegna in un importante lavoro di educazione alla lettura delle opere d'arte. L'intervento previsto in questo articolo ha quindi il fine di sostenere e incoraggiare una realtà che può diventare un esempio per le comunità locali delle aree interne; quelle aree che sono state appena sfiorate dallo sviluppo industriale o dal turismo costiero, quando non penalizzate a seguito del crescente divario e del conseguente spopolamento. Ma è qualcosa di più, realtà come questa possono realmente fungere da elementi integrativi dello sviluppo tra coste e aree interne, e diventare porte della Sardegna in Europa e nel mondo.
Quindi non è affatto un provvedimento piccolo, ma è un provvedimento di grande importanza, soprattutto per l'Ogliastra, ma direi, non solo, anche per l'intera Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, devo dire che durante la discussione di questo collegato l'imbarazzo, le domande e anche il dissenso, rispetto a quello che stiamo facendo, aumentano di giorno in giorno, perché da quando abbiamo iniziato a discutere questo collegato (se non sbaglio era fine gennaio- inizi di febbraio), a oggi, sono passati alcuni mesi e sono successe diverse cose.
Ci sono stati gli eventi elettorali che hanno messo in evidenza come questa Giunta regionale, questo centrodestra, pur mantenendo ancora in quest'Aula una maggioranza, non esattamente solida, non hanno più il consenso della maggioranza dei cittadini.
Contemporaneamente altri fatti hanno aggravato la situazione economica di quest'isola, tant'è che in questi giorni e in queste settimane stanno ritornando prepotentemente alla ribalta, dopo un breve lasso di tempo in cui non si sono sentiti,i richiami dei sindacati, i richiami della Chiesa, le proteste dei lavoratori per cercare di portare l'attenzione della Giunta regionale e del Consiglio regionale sui temi importanti.
Noi invece continuiamo come se niente fosse, assolutamente noncuranti di ciò che sta succedendo fuori da quest'Aula, a discutere questa legge che, solo per i suoi contenuti, è veramente uno schiaffo dato ai problemi della Sardegna. Stiamo manovrando 50 milioni di euro e, mentre si perde tempo a discutere in che modo e in quali commi suddividerli, emerge invece in tutta la sua gravità che nelle casse della Regione sono fermi 222 milioni di euro di fondi europei.
Sono fondi bloccati che potrebbero effettivamente soddisfare le esigenze dell'isola se la Giunta regionale avesse avuto la capacità di declinare un progetto per l'isola e di declinarlo anche secondo le possibilità offerte appunto ai programmi comunitari, ma questo non è stato.
L'onorevole Diana diceva nel suo intervento che la Sardegna, d'altronde, non è l'unica regione che ha difficoltà a spendere i fondi europei, le procedure sono difficili, la burocrazia è "tanta" e i meccanismi sono complessi. Intanto noi non siamo per il "mal comune mezzo gaudio", le disgrazie delle altre regioni non ci consolano e vorremmo, invece, che la Sardegna si distinguesse per l'esatto contrario, perché distinguersi nella spesa dei fondi pubblici significa che c'è una classe dirigente, in questo caso anche una Giunta regionale, che ha la coscienza e la consapevolezza dei gravi problemi che stanno all'esterno di quest'Aula. Ma non è così.
L'onorevole Diana dice che la Giunta sta cercando di porre rimedio. Allora io chiederei anche all'onorevole Diana, ma soprattutto alla maggioranza e all'onorevole La Spisa qui presente, se le risposte per affrontare i problemi della programmazione dei fondi europei in Sardegna stanno nella delibera numero 25/33 approvata il 19 maggio scorso. In quella delibera il problema della spesa dei fondi comunitari viene affrontato sostanzialmente sottraendo all'assessore La Spisa le competenze sulla programmazione e replicando, con spreco di risorse pubbliche e umane, uno pseudo Centro regionale di programmazione presso la Presidenza della Regione.
Questo è il modo attraverso il quale la Giunta regionale si è attrezzata per spendere quei 222 milioni di euro che gridano vendetta? Cioè il problema è l'Assessore regionale della programmazione che non sa gestire il Centro regionale di programmazione, per cui gli sottraiamo le competenze e le affidiamo al dottor Gabriele Asunis perché è decisamente più adeguato e più competente a spendere queste risorse? Ci chiediamo anche se questo è un atto di sfiducia da parte del presidente Cappellacci nei confronti dell'Assessore regionale della programmazione che sta seguendo questo collegato, e quindi quale sostanza politica e supporto politico ha questo collegato da parte vostra e della Giunta.
Noi ce lo chiediamo perché veramente siamo di fronte a una situazione che sa di circo equestre, di "dilettanti allo sbaraglio"; purtroppo questo circo fa le sue rappresentazioni mentre all'esterno la gente non ride ma piange e la soluzione proposta è questa: la replica di strutture che il Presidente della Regione pensa bene di sottrarre al Vicepresidente della Regione per controllarle direttamente. Se questa è la ratio noi vorremmo avere delle risposte, anche perché quella delibera è stata adottata illegittimamente perché non c'è una norma che la sorregga.
Ci sono pertanto profili di illegittimità e poi, certamente, ci sono i problemi politici che credo debbano essere, anche questi, in qualche modo spiegati in quest'Aula. Va spiegato il perché di questa delibera e se il Centro regionale della programmazione, con le sue risorse umane, con le risorse che si spendono ogni giorno per farlo funzionare, esiste o non esiste, ha ancora le sue competenze o non le ha più.
Noi vorremmo avere risposte sulle strutture che si occupano in questo caso di coordinare la programmazione unitaria; la nuova riorganizzazione, paradossalmente, è giustificata dal fatto che si vuole riportare la programmazione al concetto di unitarietà, ma di fatto, sottraendo al Centro regionale di programmazione tutte quelle competenze, proprio il concetto di unitarietà viene a cadere originando una replica di direzioni, una replica di risorse umane che, forse, faranno la stessa cosa.
Onorevole Diana, altro che spendere, proprio con questa delibera, i 222 milioni di euro, credo che adesso, nel conflitto che certamente si creerà fra questa nuova direzione creata presso la Presidenza della Regione e il Centro regionale di programmazione, il plafond delle risorse europee non spese sia destinato ad aumentare. E noi siamo qui, come attori senza una regia, evidentemente, a discutere su come spendere questi 50 milioni di euro.
Siamo veramente al ridicolo e noi non ci stiamo a essere coinvolti in una rappresentazione ridicola perché siamo qui responsabilmente a volere, invece, contribuire, laddove è possibile, a migliorare le leggi che si discutono, ma soprattutto a riportarvi a un senso di responsabilità che è decisamente mancato, anzi non c'è mai stato ed è ulteriormente scomparso in questi mesi, la responsabilità di occuparci delle priorità della Sardegna. Questo non è.
Vorremmo anche delle risposte nel merito di che cosa sta succedendo nel Centro regionale di programmazione perché evidentemente quelle risorse sono sacrosante per dare risposte alla Sardegna; e, mentre ci arrabattiamo ancora per spendere questi 50 milioni di euro, in un rivolo di provvedimenti assolutamente sconnessi e scollegati da qualsiasi logica e da qualsiasi politica, ci chiediamo che fine abbiano fatto le cosiddette norme di attuazione, che per noi non erano necessarie, che dovrebbero portare nelle casse della Regione i fondi della famosa vertenza entrate. Non c'è traccia di quelle risorse, non c'è traccia di quale sia il punto della situazione e chiediamo all'Assessore della programmazione anche risposte in questo senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Quarta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cuccureddu e Mariani sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 41 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, intervengo per fare alcune considerazioni in generale sul disegno di legge numero 222/A, Parte prima, per poi scendere nei dettagli dell'articolo 15 quinquies che riguarda la fondazione "Stazione dell'Arte" di Ulassai. Capisco bene quello che prima l'onorevole Barracciu diceva sulle problematiche generali della Sardegna, sulle priorità che si dovrebbero stabilire, per cui potrebbe sembrare superfluo inserire all'interno di questo collegato un articolo riguardante questa fondazione.
Io voglio però riflettere su queste due questioni e distinguerle. Alcune cose importanti e prioritarie, infatti, che riguardano la Sardegna in generale sono state inserite e, forse, altre verranno inserite nel corso della discussione attraverso degli emendamenti. Ritengo però importante dare un piccolo riconoscimento alla Provincia dell'Ogliastra che, a differenza delle altre province, non ha artisti e neanche persone di grande caratura, conosciute sia a livello regionale, che nazionale e internazionale.
Oggi è Maria Lai ad avere, per noi, queste caratteristiche. Una persona di 91 anni, che è riuscita a portare al di fuori della Sardegna l'immagine dell'Ogliastra, ma credo di tutta la Sardegna; una persona che ha fatto conoscere i nostri telai, le nostre tele e i nostri libri, una persona che in questo momento storico in Ogliastra credo sia un "simbolo da spendere". Perché? Perché oggi, purtroppo, l'Ogliastra viene identificata come la terra dell'uranio impoverito, viene identificata come la terra del caso Quirra. Oggi non riusciamo a vendere i nostri prodotti, oggi non riusciamo a vendere la nostra immagine.
Questa "Stazione dell'Arte" che confina con il territorio di Perdasdefogu, oggi martoriato e additato sulla stampa come un territorio off limit, credo abbia un significato ancora più importante. Oggi per la nostra Ogliastra credo sia importante rivendere il marchio dei nostri centenari, rivendere il marchio dei nostri artisti, vendere qualcosa che purtroppo noi in Ogliastra non abbiamo mai avuto perché, come vi dicevo prima, non abbiamo avuto grandi musei, non abbiamo mai avuto grandi artisti.
Ritengo pertanto significativo, a prescindere dalla "Stazione dell'Arte" in sé stessa, considerando che Maria Lai oggi rappresenta un simbolo per tutta l'Ogliastra, dare questa opportunità all'intera provincia, non solamente al comune di Ulassai che naturalmente ha la fortuna di averla allevata e che è la sua terra natale. Credo sia importante promuovere questa iniziativa per utilizzarla anche in un'azione di rilancio e di riscatto di una terra che in questi ultimi otto mesi è stata veramente bistrattata e messa alla gogna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, intervengo per dire che anche a me piacerebbe, tanto, parlare del bel progetto del comune di Ulassai e del bel progetto di Maria Lai e di quanto lei ci rappresenti tutti, di quanto bene abbia fatto, a partire da quando a Ulassai ideò quel bellissimo progetto "Legarsi alla montagna" che coinvolse le donne del paese e che ricordava il valore di un legame profondo con la terra, con la terra anche più impervia rappresentata dai "Tacchi" in quel caso, contro la possibilità di sdrucciolare tutti verso la costa svuotando l'interno della Sardegna.
Credo però che il Consiglio abbia sbagliato fino a oggi e a non discutere, nonostante una mozione presentata ormai in aprile, dello stato della spesa dei fondi europei, e ancora di più sbagli oggi, nonostante abbiamo appreso di aver ricevuto una lettera qualche ora fa, non una delle tante lettere che ogni giorno vengono protocollate alla Regione, ma una lettera del Commissario europeo per le politiche regionali che ci dice che non vengono rispettate le condizioni di spesa, che i fondi europei quando vengono usati vengono usati come un bancomat al servizio di qualche amministratore per quello che gli può essere utile in quel momento, che i fondi europei non sono spesi, che a febbraio del 2011 ne abbiamo speso il 18 per cento e, ancora peggio, che negli ultimi dodici mesi abbiamo speso il 3 per cento; questo significa che se continuiamo alla stessa velocità nel proseguo della legislatura ne spenderemo un ulteriore 10 per cento per arrivare quindi a meno di un terzo della spesa.
Però, se volete, continuiamo a parlare di Ulassai o, se volete, continuiamo a parlare dell'ennesima fondazione o, se volete, continuiamo a parlare ognuno delle sue cose, importanti ma piccole rispetto al disastro generale.
Io non ho partecipato ai lavori della Commissione ma certamente, per come arriva in Aula, questo disegno di legge appare un coacervo di provvedimenti di cui non si riesce a capire il senso e la ratio. L'unica cosa che appare è che cerca di tappare le molte inadempienze di questi anni. Quindi al primo punto dell'articolo 15 quater poniamo una pezza a quello che non è stato fatto con il commissariamento dell'SBS negli ultimi due anni e mezzo, nonostante dalla passata legislatura ci sia un bando di gara per la privatizzazione di un'importante azienda dell'oristanese, funzionale all'intero comparto dell'allevamento e dell'agroalimentare della piana di Arborea.
Invece, negli ultimi due anni siamo andati avanti continuando a vendere immobili in una maniera sempre meno trasparente; niente sappiamo perciò di un provvedimento strutturale per porre fine a questo costante dispendio di risorse e di scarso utilizzo delle risorse naturali attraverso l'SBS. Basta scorrere il provvedimento per vedere che tappiamo i buchi della liquidazione della Sigma, della miniera di Silius, di Sotacarbo, della Carbosulcis, senza sapere nulla di politiche strutturali per porre finalmente fine a questa emorragia che vale più di 50, anche 60 milioni di euro all'anno sottratti alla possibilità di spenderli adeguatamente per progetti che siano di vero sviluppo.
Tra un commissariamento e l'altro che cosa ne è del progetto di privatizzazione della Carbosulcis, che ci farebbe smettere di buttar via 40 milioni di euro all'anno? Con la fine della passata legislatura si è interrotta la discussione con l'ENEL che avrebbe dovuto assumersi la responsabilità, insieme a un altro primario gruppo energetico, della gestione della miniera, finalmente, "togliendoci" la necessità di finanziarne le perdite, acquisendo l'onere di gestione della miniera laddove continuano a bruciare carbone in Sardegna e presentano nuovi progetti legati al carbone in Sardegna.
Che ne è della liquidazione della Sigma, bloccata negli ultimi due anni e mezzo? Che ne è del bando, che abbiamo lasciato, per la privatizzazione della Mineraria Silius che avrebbe ovviato alla necessità di investire altri 5, 6, 7 milioni di euro? E' tutto così; questo Consiglio non esita provvedimenti strutturali ma si occupa di tappare buchi e di accontentare a destra e a sinistra in maniera che tutti noi abbiamo una piccola convenienza. E poiché non siamo in grado di concludere alcunché, persino una piccola e semplice legge per le edicole la inseriamo nei meandri di un articolo di legge.
Credo che abbiamo fatto male, forse, a non ascoltare il consiglio di parlare di che cosa può accadere agli oltre 3 miliardi di euro di risorse europee che non stiamo spendendo e per i quali il rischio di disimpegno è altissimo, se non certo già in parte. Quello che so è che abbiamo speso il 18 per cento e negli ultimi dodici mesi il 3 per cento e non ho letto da nessuna parte che sia così anche per le altre regioni del Mezzogiorno, non ho vista quella classifica. Quello che so è che quando venne Danuta Hübner nel maggio del 2008 tornò a casa e ci mandò un'altra lettera (che è agli atti della Regione sarda, può essere ripresa perché è facilmente riscontrabile al protocollo) in cui vantò il nostro operato. Oggi c'è una lettera di un altro tenore ed è sbagliato non tenerne conto.
Sulla "Stazione dell'Arte", attività meritoria per chi la propone e per la storia di Maria Lai, devo dire che anch'essa però è slegata da ogni possibilità di agire in maniera strutturale. Eppure esiste la legge numero 14 del 2006 che ha cercato di riordinare i luoghi della cultura in Sardegna dando anche un indirizzo su come nuovi luoghi della cultura possono essere individuati ed eventualmente finanziati, ponendo le basi per cercare di pensare come i tanti luoghi della cultura che oggi sono gestiti in maniera episodica, paese per paese, cooperativa per cooperativa, qualche volta in disaccordo e mai in collaborazione l'una con l'altra, possano essere invece gestiti diversamente.
Si era parlato appunto dell'Agenzia del patrimonio culturale della Sardegna, di dare stabilità e prospettiva a quasi cinquecento lavoratori che sono divisi nei tanti comuni della Sardegna e non riescono a collaborare. Sarebbe stata un'occasione per inserirci in quel filone, in quella discussione valorizzando meglio persino la "Stazione dell'Arte" di Ulassai, aspetto su cui tutti concordiamo, ma non come un francobollino che si mette lì per una decisione del momento, ma all'interno delle politiche che finalmente possiamo essere in grado di discutere e di portare avanti. Tutto questo non è nell'articolo in discussione e neanche in questo collegato nel suo complesso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Sicuramente di questo articolo, dell'articolo 15 quinquies la parte rilevante deve essere dedicata alla proposta di soluzione per il buco di Abbanoa. Però è giusto che in questo frangente a volte sia opportuno parlare della politica regionale in generale. Io vorrei dedicare una buona parte dell'intervento alla questione Abbanoa, però dagli interventi precedenti, mi rivolgo soprattutto ai colleghi consiglieri della maggioranza, non si può non evincere che due cose sbagliate non possono fare una cosa giusta.
Ho colto il richiamo del collega Diana Mario sul fatto che effettivamente c'è qualcosa che non funziona nella spendita dei fondi comunitari, e il richiamo fatto dalla Commissione europea è emblematico. E' anche vero che non è una storia nuova, purtroppo, perché il sistema è farraginoso, è complicato, c'è una buona parte di inefficienza e quindi sono inefficaci le azioni proposte. Ma io, e per quanto mi riguarda vorrei chiudere "tombalmente" questa vicenda, vorrei ricordare ai colleghi e a noi tutti che proprio per questi motivi il centrodestra, tra l'altro, ha vinto le elezioni. Le ha vinte perché si è premuto molto sulla inopportunità di alcune azioni, di varie leggi, sugli atteggiamenti, sul metodo oltre che sul merito, sui fondi europei, su una politica che, vedo oggi e prendo atto, ha parzialmente cambiato orientamento forse più cosciente della situazione reale della Sardegna dal punto di vista amministrativo, politico e sociale.
Quindi il centrodestra ha vinto le elezioni, il problema reale è che le ha vinte creando aspettative su un cambiamento, su un miglioramento della situazione rispetto al passato, ma di fatto è risultato totalmente, totalmente, inadeguato, non qualificato soprattutto nelle azioni. Nessuno può porre in dubbio, però, che la cultura riveste un ruolo rilevante non solo per la nostra società sarda ma in generale: di cultura si deve saziare l'uomo. Ma è rilevante anche che le uniche leggi che questo Consiglio è riuscito a portare avanti siano state proprio quelle sulle fondazioni, e nient'altro di significativo che io ricordi.
Fondazioni nelle aree interne, fuori dalle aree interne, però non credo che alle migliaia di disoccupati della Sardegna, ai poveri della Sardegna che crescono in maniera esponenziale, a chi viene costantemente calpestato nei suoi diritti da un'Aula e da una Giunta che perseguono le illegittimità degli atti, possiamo rispondere con una fondazione. Non è questa la risposta, non è questa la politica. La politica di sviluppo, la stessa politica della cultura non è questa e, ahimè, su questa postilla dell'ultimo intervento sono totalmente d'accordo, non me ne vogliate, ma sono totalmente d'accordo.
Noi, questa maggioranza non ha un progetto. Mi rivolgo pertanto ai colleghi della maggioranza e chiedo: ma perché continuare a fare i pianisti del Titanic? La nave sta affondando e la nave è la Sardegna e c'è qualcuno che continua a suonare mentre il comandante cena con gli ospiti di riguardo. Voi, noi, voi avete una responsabilità nei confronti dei sardi che vi hanno votato, noi tutti ce l'abbiamo.
Se l'iceberg ormai ha colpito, se la nave sta affondando che cosa fate, che cosa ci fate lì? Io credo che ci sia tra di noi qualche coscienza che inizia a ribollire ma non a seguito di fatti estemporanei, si sono perse delle amministrative, ma era logico, chi di voi non vedeva che quelle amministrative si sarebbero perse, chi non lo vedeva? Chi non lo vedeva non fa politica e non dovrebbe farne. Chi non lo vedeva che c'erano lotte intestine che si dovevano consumare? Non c'era l'apprezzamento, tutta una serie di condizioni poste, perché? Per diminuire il consenso, e ci siete riusciti. Allora al di là delle parti, dove siete e in quanti siete a voler cambiare davvero la Sardegna, a volere almeno costruire e occupare una scialuppa? Quanti siete, dove siete?
Noi non abbiamo bisogno di questi disegni di legge, non abbiamo bisogno di fondazioni, non possiamo rispondere agli operai della Vinyls che stiamo pensando alla loro situazione, cito la Vinyls come caso emblematico ma potrei citare Portovesme, potrei citarne tanti altri, i pastori, e invece continuo con un altro esempio. Qui c'è qualcuno che vuole fare il Luigi XVI della situazione e farà la fine di Luigi XVI, mi dispiace per Maria Antonietta che forse potrebbe riuscire a salvare il collo. E altri ancora fanno i ladri di Pisa: si fanno affari in separata sede e qui ci si contrappone. Bisogna essere coerenti, molto coerenti soprattutto quando si assumono ruoli di grande responsabilità; e a volte assumere ruoli di grande responsabilità comporta che alcune condizioni del privato devono essere messe da parte. E' una scelta, è una scelta se no tanti Berlusconini crescono nel metodo, ripeto, nel metodo, le intenzioni non mi riguardano.
Allora se così è, Assessore, voglio ricordare brevemente che abbiamo diversi contenziosi aperti. Per esempio: dove sono le norme di attuazione sulle entrate e ancor prima le norme di attuazione sulla medicina penitenziaria? Caro onorevole Ladu Silvestro (mi rivolgo a lei come Presidente della Commissione competente), anche su questo c'è una "storia che scoppia", e dovremmo magari essere chiamati a reintegrare quei fondi con la Regione mentre vantiamo un grande, poderoso credito nei confronti dello Stato?
O solo per il fatto che qualcuno non lo fa noi possiamo avere la coscienza a posto? O parlare di questo vuol dire affossare una maggioranza o qualcuno così interpreta?Lasciamogli questa interpretazione e assumiamoci le responsabilità. Sigma Invest, Carbosulcis, non mi risulta che la storia sia cambiata negli ultimi 10 anni. Io sono qui 12 anni, 12 anni, ci sarò ancora per altri due, auspicando che finisca quanto prima questa agonia, ma non mi risulta che la situazione sia cambiata. Le azioni concrete, al di là delle intenzioni, non sono arrivate. E ci sarebbe da trattenersi ancora molto sulla meritocrazia calpestata: è una conseguenza di tutto questo…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, circa un mese fa abbiamo discusso, una mozione presentata dal centrosinistra sullo spettacolo e sulla cultura; in quella occasione l'assessore Milia, concludendo i lavori, tra le altre cose, si era impegnato a presentare un piano organico sia sullo spettacolo che sulla cultura, e qualcosa so che si sta muovendo in questo settore.
Ora noi stiamo discutendo sulla concessione di un contributo di 80 mila euro per la "Stazione dell'Arte" di Ulassai. Per carità, nessuna contrarietà sugli 80 mila euro a favore della fondazione di Ulassai della Lai, ma il problema che stiamo cercando di porre all'attenzione del Consiglio è un altro, e mi pare che sotto questo aspetto la sensibilità sia del tutto insufficiente, ma probabilmente non siamo noi capaci di stimolarla a sufficienza. Quello che stiamo tentando di dire, per l'ennesima volta (ci provo anch'io con questo intervento, senza avere grandi speranze di riuscirci), è che in tutti i settori noi ci aspettiamo degli interventi organici. Che senso ha utilizzare un collegato per riempirlo di mille interventi che non rispondono a un intervento organico in nessun settore, ma direi anche in nessuna materia?
È stata richiamata poc'anzi, dal presidente Soru, la legge numero 14 del 2006; io mi chiedo, e lo chiedo, è presente anche l'assessore Milia, all'assessore La Spisa, ma perché per interventi come questi non si utilizza la legge numero14? Io pongo questa domanda provo anche a darmi una risposta, senza sentire ovviamente chi dovrebbe rispondere. Probabilmente perché la legge 14 del 2006 responsabilizza i Comuni, attribuisce ai Comuni un ruolo e una funzione di programmazione.
La verità è che voi, da quando è iniziata questa legislatura, avete fatto di tutto per depauperare la capacità di intervento delle amministrazioni locali, perché preferite interventi c accentrati in capo alla Giunta per dispensare, talvolta permettetemi anche in maniera del tutto discrezionale, a questo o a quel comune, a questo o a quel settore. Se noi abbiamo una legge, mi si passi il termine, "di settore" ma perché non utilizzare quella, e invece utilizzare uno strumento come questo, che non si presta a un confronto e a un controllo democratico nella erogazione delle risorse?
Voi poi, io vorrei richiamare l'attenzione su questo, fate questo e allo stesso tempo nel collegato, ovviamente, sono indicate le poste dalle quali recuperate le risorse. Noi di questo non ne parliamo; vorrei leggervi però alcuni dei capitoli dai quali recuperate le risorse, lo faccio ovviamente pedissequamente prendendo il testo che voi avete consegnato.
Voi recuperate risorse dalla gestione degli asili nido aziendali (mi rivolgo soprattutto ai consiglieri regionali donne, poche, che sono presenti in questo Consiglio), guarda caso s'interviene tagliando (poche risorse a dire il vero), uno di quei pochi istituti che consentono alle donne di prestare la propria opera lavorativa e allo stesso tempo affidare in mani sicure i bambini. Si taglia anche da questo.
Tagliate per esempio dal Fondo sullo sviluppo e sulla competitività, Assessore, oltre 4 milioni. E' possibile questo in una Regione dove denunciamo da tempo, per carità non solo da due anni, da tempo, un ritardo di sviluppo proprio perché il nostro sistema economico-produttivo non è competitivo? Voi tagliate risorse importanti, 4 milioni, dal Fondo per lo sviluppo e la competitività. Tagliate quasi 1 milione di euro, in diverse voci, all'Università. Tagliate i contributi agli studenti universitari per gli affitti, cioè quegli studenti universitari che non hanno soldi per pagarsi gli affitti, che non trovano posto nelle Case dello studente, e sono costretti a subire prezzi da strozzinaggio, tagliate contributi importanti per la mobilità di quegli studenti. E' possibile?
Tagliate risorse alla integrazione scolastica degli alunni disabili. È possibile tagliare risorse a queste voci per destinarle poi in quella maniera vergognosa? Perché non fate un quadretto sinottico e dite: "Tagliamo da questo e lo diamo…", a chi? A quel patronato, a quella Pro loco, a quel consigliere regionale che deve sistemare una strada di penetrazione agraria, e tutte le altre "fesserie", scusate il termine, su cui è imperniato questo benedetto, stramaledetto collegato.
Tagliate, ancora, le borse di studio per gli studenti universitari delle famiglie disagiate. Dobbiamo sapere, forse lo stiamo dimenticando, che ci sono persone che pagano gli studi universitari con grandi sacrifici, tagliare risorse alle borse di studio per le famiglie disagiate è una vergogna. Dovreste vergognarvi, e invece mi pare che non si avverta questo sentimento che dovrebbe anche aiutarci a camminare in un certo modo, con grande dignità.
Ma ancora, tagliate risorse importanti per quasi 1 milione e mezzo alla ricerca scientifica e alla innovazione. Ma perché vi riempite la bocca di ricerca, dicendo che investiamo poco in ricerca? Quelle poche risorse che avete le tagliate per destinarle in quei rivoli di cui stiamo discutendo.
Ancora, tagliate risorse importanti all'assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti. Cari colleghi sto cercando di parlare di cose concrete. E' possibile che su queste questioni non ci sia una responsabilità all'interno del Consiglio regionale?
Ancora, tagliate oltre 2 milioni all'edilizia abitativa. Ma insomma abbiamo discusso di tre Piani casa in questo Consiglio regionale, tre Piani casa che non "parlano" di costruire case, soprattutto per chi ne ha bisogno; ora c'è qualche fondo a disposizione e voi lo tagliate.
Ci sono tagli ancora, quasi 2 milioni, al Piano straordinario per il lavoro. Io non ho capito il Presidente Cappellacci; l'ho ascoltato con interesse, direi anche con piacere, perché quando un Presidente della Regione, quale che sia la sua appartenenza politica, s'impegna come ha fatto lui, seppure in ritardo, per promuovere l'adozione di politiche di sviluppo che creino occupazione, io a questo impegno guardo con interesse e sono pronto a esaminarlo e anche a favorire un intervento in quella direzione.
Ma come interviene se risorse non ce ne sono? Se quelle poche che ci sono le taglia? Le taglia poi a favore di che cosa? Fosse per qualcosa di nobile, ma è tutt'altro! Ma è possibile che non ci sia un minimo di sensibilità, un moto, uno "scatto di reni", scusate il termine poco felice, per avvertire una responsabilità su scelte fatte da pochi, che coinvolgono ottanta persone qua dentro? E non possiamo tollerare questa situazione!
Ancora, si tagliano risorse per oltre 4 milioni per il servizio del trasporto di servizio pubblico locale. Ma, stiamo discutendo di garantire la mobilità non solo da e per la Sardegna, ma anche all'interno della Sardegna, e voi non trovate altro intervento se non quello di tagliare risorse importanti? Ecco, io ho voluto richiamare queste questioni; è possibile che solo alcuni di noi qua dentro, forse con i toni non corretti, come il mio...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, due parole, perché il testo in discussione e gli emendamenti ci mettono di fronte da una parte a un piccolo investimento in cultura e, dall'altra, con Abbanoa, al problema rilevante del Servizio idrico integrato. Io continuo ad avere fiducia sul fatto che in quest'Aula ci ascoltiamo in maniera tale da svolgere la funzione principe della politica: risolvere i problemi.
Io non credo che abbiamo tutti una esatta consapevolezza di quello che sta succedendo in Italia e di quello che accadrà nei prossimi anni. Provo a dire ciò che ho capito io, e cioè che ogni Regione si pagherà col suo gettito, cioè col suo Pil, i servizi, compresa la cultura. Se noi abbiamo questa consapevolezza, si deve cominciare a capire che o si cambia la Costituzione repubblicana e si passa da un federalismo devolutivo a un federalismo associativo, in cui noi rinegoziamo i poteri che decidono, oppure ci troveremo di fronte esattamente a questa situazione: per avere una buona sanità, per avere una buona cultura, per avere fondazioni, per avere scuole, per avere buone università il primo problema della politica sarà aumentare il Pil, aumentare la ricchezza che produciamo.
Posso sbagliarmi, ma tra le forze politiche della Sardegna io non vedo chiarezza rispetto a questo elemento strategico. Mentre c'è una specializzazione su come spendere, non c'è una grandissima competenza su come produrre ricchezze, a quali condizioni noi riusciamo a produrre ricchezze; questa è l'emergenza, e che sia l'emergenza lo ripeto. Gettito stimato: 6 miliardi e 200 milioni, 6 miliardi e quattrocento milioni di euro; la sanità costa 3 miliardi e 300 milioni; l'assistenza costa 300 milioni, e dentro l'assistenza ci sono anche alcune delle politiche di cui parlava prima l'onorevole Diana, il resto è funzionamento.
Se noi pensiamo di finanziare sanità, scuola, ricerca, trasporti, continuità territoriale a Pil invariato, abbiamo fallito. Questo Consiglio regionale può fare dei master in politica della spesa e in politiche del consenso sulla spesa, ma è alle elementari sulla produzione della ricchezza, su questo siamo alle elementari! Questo si comprende quando parliamo di Abbanoa.
Mi permetta, onorevole Diana; è risultato chiaro in Commissione che "l'emendamento Abbanoa" è stato presentato per fissare una posta di bilancio e porre l'argomento all'ordine del giorno. Non a caso la copertura viene fatta con una rasatura di capitoli, però il problema Abbanoa incombe su questo Consiglio regionale… incombe! Si stanziano 50 milioni e si dice: "Io istituisco un fondo di garanzia che consenta il consolidamento del debito", quindi tecnicamente si teorizza una ristrutturazione di un debito nelle banche intorno ai 130 milioni di euro, non tenendo conto delle 300 imprese che hanno esposizioni di 200 milioni con le banche per aver finanziato Abbanoa, non si tiene conto che Abbanoa non è finanziata dalla Regione, come invece ci eravamo impegnati a fare. In breve, occorrono 200 milioni.
Per "tirare fuori" 200 milioni senza fare rasature, quali sono le scelte da fare? Dobbiamo avere il coraggio di tagliare 300 milioni nel settore della sanità! Dobbiamo avere il coraggio di togliere 400 milioni dalle spese correnti di questa Regione. Intorno a queste due proposte, stiamo parlando di 700 milioni da manovrare, c'è un sistema di interessi collegati ai meccanismi di acquisizione del consenso dei partiti, di cui noi non ci occupiamo mai.
Bene, questa è la volta in cui ce ne dobbiamo occupare, perché o la Regione sarda stanzia 200 milioni di euro per il Servizio idrico integrato, o blocca opportunità di investimento per 1500 milioni, quali sono quelli che ci saranno nel Servizio idrico integrato nei prossimi anni, e dobbiamo farlo finalmente rompendo il meccanismo per cui chi oggi ha una posizione in questa Regione non è disponibile ad intaccarla neanche di un decimo, di un centesimo per favorire un cambiamento.
L'idea che i redditi siano diciamo diritti acquisiti, anche quando sono prodotti sulla fiscalità generale, è sbagliato, dobbiamo cominciare a dirlo! Se la situazione economica è grave, questo mi mette nelle condizioni di dire, anche a una persona che prende 1800 euro al mese da sempre: guarda, perché io riesca a fare investimenti e far ripartire il Pil, tu ne devi prendere 1700, e io ne devo prendere 3, 4000 in meno; e questa disponibilità al sacrificio dobbiamo averla in testa, così troviamo i 200 milioni da mettere per Abbanoa, non sono 50, sono 200. Se ne stanziamo 50, badate, aumentiamo l'indebitamento fino al 31 dicembre, e poi ci troveremo di fronte un'altra situazione drammatica.
Questa è la situazione se vogliamo ragionare in questi termini; rompiamo le abitudini che sono legate a un costo tutelato dalla politica, dal mondo sindacale, da tutti noi, rompiamo queste abitudini, liberiamo risorse, puntiamo ad aumentare il Pil; con maggiore Pil possiamo sostenere la "Stazione dell'Arte" di Ulassai e quant'altro, controllando la sanità possiamo evitare che ci consumiamo e diventiamo un mondo di infermieri. Queste sono le scelte che dobbiamo fare.
Bene, "Abbanoa" che, ripeto, tecnicamente è stato un emendamento richiesto alla Giunta perché mettesse la posta, è il nodo di questo collegato, Abbanoa! E si deve fare una scelta strategica sul Servizio idrico integrato, che tiene insieme 300 imprese della Sardegna; moltiplicate per una media di dieci addetti perché sono piccole imprese, arriviamo a 3000 addetti. La questione Abbanoa non è rinviabile; abbiamo potuto spostare l'articolo 15 quater, chiederemo lo spostamento di Abbanoa all'articolo 27 come era stato detto da tutte le forze politiche in Commissione, ma non si può rinviare.
Abbanoa ci mette di fronte all'urgenza di dare una spallata alle consuetudini di spesa della Regione a cui sono legate le consuetudini della politica; politica che talvolta si affida molto al populismo, al qualunquismo, e si dimentica una celebre definizione di Antonio Pigliaru il quale diceva che il "qualunquismo è una filosofia volgare". Se vogliamo cogliere l'occasione per "alzare l'asticella" un pochino e per tentare di ristrutturare le abitudini, questa è un'occasione ottima, però è anche un'occasione in cui, per la prima volta, dobbiamo dirci con chiarezza che noi da questa situazione non usciamo senza una politica del sacrificio e dell'investimento in nuova ricchezza.
La politica della sola specializzazione nella spesa, a mio avviso sarà travolta dall'insurrezione sociale, quando noi non riusciremo a far fronte al bisogno che sta maturando. Serve dire queste cose in questa epoca triste?... Non lo so, però forse abbiamo l'obbligo di dirle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, intanto sono alcuni anni, e credo che i colleghi si saranno anche stufati di sentirmi, che non faccio altro che dire che facciamo bilanci fasulli e che la situazione economico-finanziaria di questa Regione è un disastro, vicina al tracollo; sono anni che dico che abbiamo una macchina amministrativa incapace di procedere nella spesa, di organizzare l'intervento pubblico in funzione dei bisogni della comunità. Sono anni, e i verbali di questo Consiglio sono pieni di queste mie osservazioni, che dico che non è pensabile avere una cultura totalmente subordinata al Governo di turno nel trattare le vicende che riguardano questa Regione.
Un esempio su tutti, Presidente. Al Governo è sufficiente, non dico l'impugnazione formale, ma addirittura dare un mandato all'Avvocatura di Stato di fare un'osservazione su una qualunque delle norme che vengano approvate da questo Consiglio, che i funzionari e i dirigenti della Regione, in violazione della legge regionale pienamente in vigore, autonomamente decidono che quella legge non deve essere applicata, con l'assoluta complicità, il silenzio omertoso della Giunta regionale. Noi, cari colleghi, dobbiamo prendere atto di questo dato per capire esattamente dove sta la responsabilità di questo stato di cose.
La responsabilità di questo stato di cose, colleghi, sta in noi nell'accettazione passiva, assolutamente colpevole di questi elementi, di queste condizioni.
Noi abbiamo due bilanci, uno perfettamente conosciuto, quello che noi approviamo, fasullo, ma lo approviamo e poi abbiamo il bilancio delle spese comunitarie in mano all'Esecutivo e alla burocrazia, che viene speso come meglio aggrada in ragione di indicazioni, di indirizzi che non vengono mai discussi da questa Aula, mai; qualche volta si fanno delle considerazioni all'interno della seconda Commissione permanente.
Se ci venissero richieste informazioni su questa linea di finanziamento (che fine ha fatto, quali sono i programmi, in che cosa stiamo spendendo le risorse), molti di noi non saprebbero neppure fare riferimento ai contenuti di una misura, di un'Asse della spesa comunitaria. Siamo all'oscuro, tutto nascosto, in gergo dicono "aumma aumma". Sono altri tavoli, altre situazioni, dove si consuma l'inutilità (magari si facesse "bottega", almeno si spenderebbe qualche lira) della funzione pubblica, la grave responsabilità della conduzione della macchina amministrativa.
E' un disastro del quale io non addosso neppure la colpa all'Assessore del bilancio di questa Giunta. Mi pare che questo sia stato, diciamo, un denominatore comune che ha attraversato molte legislature in questi anni; però a questa Giunta, e anche a questo Assessore del bilancio, rimprovero l'accettazione passiva di questo stato di cose che continua. E non è che non ci siano le denunce, non è che non ci siano le puntuali osservazioni anche da parte dei consiglieri regionali, ci sono, ma entrano in un orecchio ed escono dall'altro.
Io l'altro giorno in Commissione mi sono permesso di chiedere come mai fosse stata assunta dal funzionario, dal dirigente, che doveva attuare una disposizione di legge riguardante la fiscalità di vantaggio a favore delle situazioni proprie delle imprese operanti negli enti locali più piccoli, oggetto di osservazione e di impugnazione da parte del Governo, la decisione di fermare il tutto,di non spendere le risorse in attesa che la Consulta decida ed eventualmente ci dia ragione.
Ma se ci dà ragione abbiamo perso qualche anno; oppure ci dia torto e, allora, che cosa abbiamo salvato? Non abbiamo salvato una sperimentazione, abbiamo salvato una condizione, diciamo non negativa per i soggetti che avrebbero ricevuto quel vantaggio, ma una situazione negativa per Governo e Avvocatura di Stato che così dimostrano di avere ragione dal punto di vista giuridico.
Noi siamo pieni di azzeccagarbugli che si fanno parte diligente per rendere impossibile la vita delle persone normali. Siamo pieni di azzeccagarbugli che non fanno altro che giustificare la loro esistenza in ragione degli impedimenti della volontà popolare, siamo parte di un sistema dove la sostanza è rimossa dalla forma, dove non è giusto che uno intervenga in una situazione di crisi per sollevare un'economia, garantire lavoro, rispondere ai bisogni delle famiglie, no! E' giusto invece che formalmente una disposizione pensata da tecnocrati asserviti a interessi precisi venga rispettata. Perché noi abbiamo i problemi che abbiamo.
Adesso si fa anche un po' di comicità sui ravioli, sui culurgiones perché non si possono più vendere se sono fatti in casa con i prodotti dell'agricoltura, non si possono più vendere nei nostri agriturismo, ma bisogna comprare i tortellini fatti da questa o quella multinazionale dell'alimentazione perché è così, perché la rappresentanza politica dell'Unione europea è asservita a quegli interessi ed è fatta dagli Stati membri, ed è fatta dai governi, è asservita a quegli interessi e incide sulla vita delle persone, sull'economia di una Regione fino a decidere che cosa può essere prodotto in questo o in quell'agriturismo, contraddicendo lo spirito delle leggi che noi abbiamo fatto e che richiamano invece l'utilizzo di quelle risorse.
E allora voglio dire che è giusto salvare, questo è uno dei tanti emendamenti sulla fondazione, magari si può dare un contributo al Comune affinché metta in piedi, piuttosto che una fondazione, una iniziativa a favore dell'arte e della cultura anche a Ulassai, però noi siamo ridotti a decidere di questo...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia richiesta il consigliere Cuccureddu.)
Quinta Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Dessì, Espa, Manca, Pittalis, Porcu, Rassu e Zedda Alessandra sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 53 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, io ho grosse perplessità, e mi capita sempre quando presiede l'onorevole Cucca, che pure stimo per le modalità e la correttezza con le quali presiede. Prima di tutto vorrei capire come mai si è scelto, senza nessuna votazione, di non discutere il 15 quater e di passare al 15 quinquies, Si è deciso, c'è stata una richiesta, però su altre cose molto importanti ci sono votazioni quanto meno palesi.
Secondo fatto, qui si sta discutendo di tutto, come sempre capita, e non dell'oggetto di questo articolo, tanto più che sull'emendamento della Giunta relativo ad Abbanoa si è concordato in Commissione il rinvio all'ultimo articolo, il 27. Abbiamo parlato di tutto, quasi che fosse la discussione generale, ma pochissimo, se non negli ultimi interventi, dell'oggetto dell'articolo.
Non si tratta infatti di una fondazione qualsiasi che serve per pagare due o tre persone, magari anche questo può essere utile come ammortizzatore sociale, ma serve perché una delle personalità viventi più autorevoli della cultura sarda abbia un luogo di riferimento. E questo per me, lo ripeto, vale in qualunque settore si esplichi l'attività culturale o artistica; se si fosse trattato di finanziare il laboratorio di Antonio Marras a Nule perché modernizza la realizzazione dei tappeti, come aveva fatto Eugenio Tavolara cinquant'anni fa, sarebbe andato bene lo stesso.
Il problema è che abbiamo, da Tavolara in poi, un artigianato artistico che si fa ormai meccanicamente, senza più nessuna valorizzazione da parte di artisti, da parte di chi può, nel solco della tradizione, dare qualcosa di nuovo e di moderno alle nostre attività. Maria Lai è una delle poche artiste sarde che ha fatto questo: ha valorizzato le nostre tradizioni. Quindi questo secondo me è uno dei pochi interventi tipici da collegato. Io una norma, una legge specifica su questo non l'avrei fatta, però non possiamo dire tutte le volte che serve una norma omnibus di manutenzione legislativa e di piccoli interventi mirati, e poi, quando finalmente arriva in Aula, dopo due anni, perché lo scorso anno il collegato non lo abbiamo fatto, si critica perché non ci sono le grandi strategie o non ci sono i grandi temi che devono risolvere tutti i problemi della Sardegna, dalla crescita del PIL alla continuità territoriale, dal modello di sviluppo ai problemi, importanti, che riguardano la sanità.
Però, visto che di Abbanoa si è parlato, visto che l'emendamento Abbanoa è inserito in questo articolo, anche io voglio per due minuti parlare di Abbanoa. Perché? Perché concordo con quanto si è detto prima. Ma credo che nessuno, forse tranne me, in quest'Aula possa dire di non avere responsabilità su come si è svolta la vicenda Abbanoa, sul fatto che si è voluto, scientemente, costruire un carrozzone politico che ha raddoppiato i costi rispetto a quelli preventivati, ha raddoppiato il numero dei dipendenti ed è stato gestito in maniera assolutamente inefficace, inefficiente, volutamente, perché si dovevano occupare non 780 persone come diceva il Piano d'ambito, ma 1.730, e perché le 1.730 persone, dipendenti di Abbanoa stabilizzate anche attraverso meccanismi singolari (per esempio si sono stabilizzati a tempo pieno i novantini, quindi da ogni posto di lavoro ne sono gemmati quattro), dovevano servire alla internalizzazione dei servizi. Cioè non ci sarebbero più dovute essere imprese d'appalto nella gestione del Servizio idrico integrato in Sardegna. E' successo l'opposto, abbiamo assunto il doppio delle persone necessarie per internalizzare e abbiamo raddoppiato gli appalti per esternalizzare i servizi.
Quindi, a fronte di 1.700 persone, abbiamo le 200 imprese, magari non saranno 200, saranno qualcosa di meno, magari non saranno tutte piccole o piccolissime imprese, perché abbiamo anche Acciona, abbiamo anche multinazionali che svolgono il servizio idrico, però abbiamo tantissimi dipendenti che non prendono lo stipendio, che lavorano gratis, che sono disperati, perché da mesi non riescono ad avere neppure gli anticipi degli stipendi dalle piccole imprese, e abbiamo il sistema delle piccole imprese sarde che sta finanziando Abbanoa. Questo è il vero dramma.
Noi tra pochi giorni andremo a votare per la gestione pubblica dell'acqua. Credo che se in Italia si sapesse di come si gestisce pubblicamente l'acqua, si sapesse dell'esperienza Abbanoa, si portasse a conoscenza che cosa è stato fatto in Sardegna con la gestione pubblica, possiamo dire partitica, possiamo dire partitocratica dell'acqua, io credo che ci sarebbe un'astensione quasi totale o una valanga di no a quel referendum. Perché la gestione pubblica in questo settore si è dimostrata un fallimento, si è dimostrata il più macroscopico dei fallimenti della gestione pubblica dell'acqua in Italia, dato che non si è riusciti neppure a contenere gli incrementi tariffari, le bollette pazze; sono pazze perché tutti sanno che non verranno pagate, servono solo per iscrivere a bilancio crediti assolutamente inesigibili, e servono solo per mascherare un passivo limitato di 12 milioni di euro, quando tutti sappiamo che l'esposizione bancaria è di 180 milioni, e quella nei confronti delle imprese è di circa 200 milioni di euro.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue CUCCUREDDU.) Quindi, io credo che sia assolutamente necessario intervenire su due fronti, non so se sia necessario trovare 200 milioni, come diceva l'onorevole Maninchedda, ma sicuramente è necessario in questo collegato un intervento che garantisca i privati che oggi stanno funzionando da banca per conto di Abbanoa. C'è un emendamento che ho presentato, che mutua il meccanismo da quello della sanità, dove la Regione, attraverso un fondo di rotazione, in qualche maniera garantisce crediti sino a quando Abbanoa non sarà risanata; ma deve partire immediatamente un processo di privatizzazione della quota del 40 per cento, perché se non inneschiamo criteri privatistici, criteri di industrializzazione nella produzione dei servizi idrici, credo che il servizio idrico sia destinato a fallire, e, fallendo Abbanoa in Sardegna, credo che il rischio di rimanere senz'acqua sia estremamente elevato per i sardi e per le loro case.
PRESIDENTE. Mi dispiace che, dopo due anni e più dall'inizio della legislatura, forse lei non abbia ancora ben inteso come si svolgono i lavori dell'Aula. Intanto l'articolo 15 quater era stato già discusso e si doveva soltanto votare, ed è capitato tante altre volte in questa legislatura che determinati emendamenti o articoli siano stati rinviati. L'Aula non si è espressa perché c'è stata prima una sospensione dei lavori, ed è stato proprio il Capogruppo della maggioranza a venire a porre al Presidente la questione della sospensione, che era già concordata, per cui non si è proceduto a una votazione inutile visto che c'era già l'accordo dell'Aula.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Intervengo perché ho sentito stamane in Aula una serie di ragionamenti che potrebbero essere accolti tutti, da parte di tutti. Io però chiedevo anche a me stesso se stessimo lavorando all'interno di un'Aula consiliare della Regione sarda oppure giocassimo a fare i "furbetti del quartiere". Alcuni autorevoli consiglieri hanno rimarcato nei loro interventi che c'è una possibilità di spesa( non velocità della spesa), ma che c'è una difficoltà nel reperire entrate. Altri colleghi hanno sottolineato il fatto che questo cosiddetto collegato contiene molte richieste sui generis.
Probabilmente è un'abitudine vecchia, ma questa benedetta Commissione terza sta diventando, a mio avviso, sempre più la Commissione omnibus; per cui se una proposta di legge non deve passare nella Commissione di merito, se c'è un accordo trasversale tra maggioranza e opposizione, viene accorciato il suo iter infilandola all'interno del collegato. Purtroppo è anche colpa della minoranza, dell'opposizione che "fa colletta" insieme a una maggioranza, ma questo è capitato oggi, è capitato ieri e probabilmente capiterà anche dopodomani.
Io mi chiedo se quando cerchiamo di dare etica e morale alla politica dobbiamo forse lasciare che le cose continuino ad andare per la propria strada. Io credo che ci sia la necessità di ricercare dentro noi stessi quella giusta posizione etica e morale per poter fare i buoni amministratori e i buoni legislatori. Io capisco che nel collegato possono esserci norme che hanno bisogno, caro onorevole Soru, parlo a lei che prima predicava sulla legge regionale numero 14, di aggiustamenti; probabilmente quella legge non va bene; io capisco allora che anche all'interno di quella norma vadano trovati gli aggiustamenti, ma non è consentito o, perlomeno, non è più consentito che in maniera diretta e palese, o in maniera sottaciuta e nascosta, vi siano norme che finanziano e agevolano condizioni certamente non rigorose sotto l'aspetto gestionale e di programmazione.
Mi riferisco per esempio a un ospedale che io ho avversato nella vecchia legislatura, il San Raffaele. Oggi non capisco perché non si ha il pudore di dire pane al pane, vino al vino, cioè dove sono indirizzate determinate progettualità, da chiunque siano esposte, in carenza, peraltro, di un organico programma sull'ospedalità in Sardegna. Certo non era il momento, onorevole Sanna, di inserire la norma sulle edicole ; il problema andava analizzato meglio e non all'interno di un collegato che doveva essere un provvedimento snello contenente norme opportune.
Onorevole Uras, lei molte volte in quest'Aula ha denunciato una burocrazia che non funziona, ma poi quali argomenti lei ha proposto alla Giunta affinché si mettesse ordine in quel settore?
(Interruzione del consigliere Uras)
DEDONI (Riformatori Sardi). Oppure si sta facendo esclusivamente una ricerca per "fare titolo" sui giornali?
Io credo che sia ora che ciascuno di noi si assuma le proprie responsabilità (perché richiamiamo troppo la responsabilità di non combinare qualcosa), ciascuno di noi, sia nella maggioranza che nella minoranza, nell'interesse del popolo sardo. Credo che più che mai dovremmo essere compartecipi di una decisione. Certo, è necessario trovare una soluzione definitiva per Abbanoa; pur tuttavia dico che è necessario ricordare che anche la cultura, anche il sistema del turismo culturale offre possibilità di sviluppo e di occupazione. Ma troppe leggi presentate, risolutive, (cito quella sul golf), giacciono ancora in Commissione.
Mi chiedo allora quale sia la via giusta. Quella che alcuni Capigruppo, di sottecchi, magari "combinando" fra maggioranza e opposizione, scelgono bloccando e non facendo andare avanti le cose, oppure c'è la volontà seria di dare risposte a quelli che non riescono più a combinare pranzo e cena nella società sarda? E parlo a tutta l'Aula, ma prima di tutti a me stesso. Mi chiedo se la Giunta deve essere spronata a spendere di più, perché la gente ha bisogno della disponibilità, della liquidità, di poter comprare quello di cui ha bisogno. Allora si spenda e non si lascino inutilizzati i fondi, si apra un contenzioso serio con lo Stato perché con lo Stato bisogna avere una posizione netta e precisa.
Gli interessi della Sardegna, un'isola martoriata in tutte le circostanze e le occasioni, sono al di sopra dei rapporti di centrodestra e centrosinistra, superano gli schieramenti e gli ideologismi. Io credo che sia ora che noi si guardi con interesse verso un partito dei sardi che superi certamente le logiche degli schieramenti attuali nell'interesse generale dei sardi, non l'interesse delle singole combriccole, non l'interesse di chi può rappresentare parzialità all'interno della minoranza come parzialità all'interno della maggioranza.
Noi vogliamo che ci sia una nuova logica e in questa logica allora ha ragione d'essere un collegato snello, veloce, che dia risposte, che chiuda definitivamente con le pendenze di Abbanoa e della sanità, ricordando i debiti che abbiamo ma, chiusi i debiti, sappiamo cosa si deve fare per il domani. Se questo non faremo saremo tutti responsabili e tutti colpevoli, da destra a sinistra passando per il centro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io intervengo stimolato dall'intervento del collega Giampaolo Diana, anche se mi pare che i colleghi Cuccureddu e Maninchedda, Presidente della Commissione, abbiano in qualche maniera puntualizzato. Soffermarsi a discutere sul taglio orizzontale che è stato fatto sul bilancio della Regione, significa veicolare notizie fondamentalmente non vere; tutti quanti abbiamo verificato infatti che, come ha detto lo stesso Assessore, essendo un emendamento sul quale la discussione è aperta, la destinazione dei tagli si poteva modificare.
Bisogna capire se continuare con un taglio orizzontale o se distogliere i 50 milioni di euro da un unico capitolo. Questa è una scelta che spetta anche a questo Consiglio, però non si può utilizzare questo emendamento, che contiene centinaia di voci, per dire che stiamo tagliando la spesa sociale, che stiamo tagliando i servizi essenziali ai disabili, che stiamo tagliando le borse di studio. Non stiamo tagliando assolutamente un bel niente, collega Diana, e non vogliamo tagliare niente, ma su di noi incombe la responsabilità di Abbanoa e non è una responsabilità che può essere imputata a questa Giunta regionale o a questa maggioranza.
E' una responsabilità che ci trasciniamo tutti in maniera uguale, tutti corresponsabili di un disastro che è avvenuto negli ultimi 10-15 anni. E' un disastro al quale anche voi avete cercato di mettere una pezza e non ci siete riusciti, anzi la maggior parte delle stabilizzazioni fatte in quel periodo risalgono proprio alla vostra gestione, anche se è chiaro che erano delle persone che avevano bisogno di lavorare e lavoravano.
Oggi ci troviamo davanti a un disastro per cui si rischia di portare i libri contabili in tribunale, è quindi un fallimento, e noi abbiamo il dovere di intervenire. Abbiamo, peraltro, un referendum alle porte nel quale certamente ci si pronuncerà perché l'acqua rimanga un bene pubblico, quando altre regioni mi pare che abbiano trovato soluzioni quantomeno diverse.
Io voglio ricordare a quest'Aula che non esiste una società, tra quelle che gestiscono il Servizio idrico integrato in Italia, che chiuda il bilancio in pareggio, non esiste. Le società che riescono a chiudere il bilancio in pareggio sono delle multiutilities, cioè si occupano non solo di Servizio idrico integrato, ma anche di energia, di rifiuti, di altre cose e sono società pubbliche, non sono società private.
Dobbiamo entrare di conseguenza in un'ottica diversa, ma se ufficialmente (collega Maninchedda, forse mi correggerà) la mole finanziaria che servirebbe per pareggiare i conti di Abbanoa ammonta a 400 milioni di euro, beh, ci vogliamo fare un esame di coscienza? Possiamo vanificare tutto dicendo che stiamo tagliando a destra e a sinistra, scriteriatamente, mettendo in difficoltà anche gli altri capitoli di bilancio? Io credo che non sia questo il ragionamento da fare. A tutt'oggi, nonostante il collega Uras continui a rivendicare la paternità delle leggi non attuate, la condividiamo.
Collega Uras, però forse sarebbe tempo di cominciare a portare anche qualche soluzione, perché altrimenti abbiamo tutti i giorni la stessa ossessione e, siccome non vogliamo essere ossessionati da questo solito argomento, vorremmo anche cambiare disco. Portiamo quindi delle soluzioni. Ma siamo veramente convinti che tutte le leggi che facciamo noi in quest'Aula siano applicabili al 100 per cento? Cioè, noi siamo quelli che non sbagliano mai e poi invece c'è una struttura regionale che sbaglia tutto?
Mi è parso di capire che l'onorevole Uras abbia perso quella verve che lo portava a difendere i dipendenti pubblici e gli enti locali e si stia muovendo su altre direzioni. Sono degli onesti lavoratori, come lo siamo tutti noi, che meritano rispetto, collega Uras. E' chiaro che quando sbagliano dovrebbero pagare e forse questo manca a questo chiavistello che ci permetta di fare così, però siamo partiti da una fondazione in un paese della Sardegna, Ulassai, a cui abbiamo appiccicato l'emendamento della Giunta per Abbanoa e ancora oggi qui nessuno ha dato una possibile soluzione diversa o difforme da quella che ha proposto la Giunta!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è vero!
DIANA MARIO (P.d.L.). Ci siamo visti in Commissione, ne abbiamo parlato, non ho visto soluzioni particolarmente esaltanti, collega Gian Valerio Sanna, non ne ho visto. Noi possiamo impegnarci per studiare meglio, ma questo non è il momento di fare la riforma del Servizio idrico integrato, in questo momento bisogna salvare il salvabile perché altrimenti va per aria Abbanoa e vanno per aria, come ha detto il collega Cuccureddu, centinaia di imprese, centinaia di imprese che oggi sono al collasso, non avendo più l'aiuto delle banche.
Mi dispiace che sia andato via il collega (ormai l'avevo chiamato collega e continuerò a chiamarlo collega) Renato Soru. Mi dispiace molto perché pensa di risollevare le sorti della Sardegna con le miniere del carbone del Sulcis. Se è questa la visione che ha il presidente Soru o il collega Soru dello sviluppo possibile futuro della Sardegna, mi chiedo: ma dove siamo? Ma a che cosa servono i ragionamenti che fa l'onorevole Maninchedda, tutti condivisibilissimi, quando noi ci dobbiamo impegnare a recuperare un PIL che è asfittico, un PIL che è fermo? Ma come facciamo, lo vogliamo fare con le miniere del Sulcis?
Su questo, onorevole Maninchedda, ci sarebbe molto da parlare perché nessuno parla del PIL e io, parlandone qualche ora fa, l'ho detto: non c'è altra possibilità, pensare di poter risolvere tutto con i soldi pubblici non è assolutamente possibile; o cresce il PIL o noi siamo destinati a un fallimento complessivo di tutta la politica.
La vittoria di Zedda probabilmente è anche frutto di quello, ma non illudetevi perché è una vittoria effimera, è una vittoria che non porterà da nessuna parte se noi non siamo capaci di intercettare altre strade, altre strategie. Non facciamo altro che rimarcare il mancato trasferimento delle risorse da parte del Governo nazionale, le norme di attuazione. Ma perché, secondo voi, anche qualora venissero riconosciute le nostre legittime aspettative cambierebbe qualcosa? Fate una proiezione su che cosa potrebbero significare 800 milioni, 1 miliardo in più, 1 miliardo e mezzo di euro in più alla Regione sarda se la spesa sanitaria continua a salire così, se il debito di Abbanoa continua a salire in questo modo, provate a pensare se cambierebbe qualcosa!
PORCU (P.D.). Meglio averli!
DIANA MARIO (P.d.L.). Non ho dubbi che sarebbe meglio averli, però è decisamente meglio avere un'economia che non vive di assistenza; e questa è un'economia che fino adesso ha vissuto di assistenza perché nelle aree forti anche della nostra regione, dove c'è stato sviluppo turistico, per esempio, il PIL è completamente diverso da quello della provincia del Sulcis o della provincia di Oristano. Noi non abbiamo un PIL per provincia, ce l'ha detto l'Unione europea quando ci ha fatto uscire dalla prima fascia, quella dei più deboli, eppure io sono convinto che in quel periodo la provincia di Sassari, forte della attuale provincia della Gallura, era oltre l'85 per cento del parametro utilizzato dall'Unione europea, ma noi certamente a Oristano e nel Sulcis e in altre province, in Ogliastra, eravamo sotto il 75 per cento! Però l'Unione europea ha ragionato non in termini di province ma di regione e il parametro è salito oltre il 75 per cento, per cui siamo usciti dall'Obiettivo 1.
Non è cambiato molto perché siamo rimasti nell'Obiettivo 2, le risorse grosso modo sono rimaste quasi le stesse, abbiamo gli stessi problemi a spendere le risorse europee ,di conseguenza dobbiamo ragionare senza pugnalarci l'uno l'altro.
Onorevole Giampaolo Diana, se lei fosse stato ancora il segretario della CGIL avrei compreso il suo discorso, ma oggi lei è un legislatore, lei oggi si deve sforzare, con tutte le idee che ha partorito nei suoi lunghi anni di militanza sindacale, di partorire delle idee utili, ma non è questo quello che noi cerchiamo. Lei ci ha dato delle soluzioni, anzi, le soluzioni non ce le ha date, lei ha evidenziato esclusivamente i fatti negativi che non c'è bisogno che siano evidenziati da lei. Abbiamo già detto noi alla Giunta che non siamo d'accordo nel tagliare...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io al posto dell'assessore La Spisa oggi avrei chiesto il ritiro di questo collegato. L'avrei chiesto perché mi sembra che sarebbe un atto in linea anche con le dichiarazioni di ieri del presidente Cappellacci che all'uscita dal vertice collegiale di Villa Devoto ha riproposto per l'ennesima volta le dichiarazioni programmatiche, elencando una serie di priorità che non mi sembra siano quelle contenute in questo collegato.
Come ho già avuto modo di dire, ieri ci saremmo aspettati quasi l'impostazione di un bilancio di metà mandato, ma non avendo nulla da scrivere di questi ormai ventisei mesi, si è affidato a nuove dichiarazioni programmatiche: "Finalmente arriverà la svolta". Oggi ha detto che questa alleanza che state costruendo è un progetto pilota nazionale, sono parole del presidente Cappellacci riportate in un lancio di agenzia di poco fa, è un progetto pilota nazionale che in qualche modo si deve cogliere tanto che auspica anche che sia deciso in Sardegna il nuovo coordinatore del Popolo della Libertà. Insomma, una svolta nel senso della democrazia.
Assessore La Spisa, per ritornare coi piedi per terra, io credo che non si debba navigare a vista e che questo collegato sia lo specchio della vostra navigazione; credo anche che non bisogna allungare l'agonia perché non si capisce più (non l'abbiamo capito neanche stamattina) chi è in maggioranza e chi è all'opposizione. C'è stata una richiesta di sospensione per stabilire le priorità, probabilmente per ridurre a un assestamento di bilancio, forse opportuno per affrontare il tema Abbanoa, forse il tema sanità, per riportare alle priorità, che riguardano anche il bilancio di questa Regione, la nostra discussione.
Perfino una parte della vostra maggioranza, il Gruppo dei Riformatori vi ha chiesto di sospendere questo collegato, di riflettere meglio; ma continuate a perseverare con un disegno di legge che è inutile, che non porterà sicuramente a definire quelle priorità che ieri, per l'ennesima volta, il presidente Cappellacci ha elencato alla stampa, parole; non porterà a definire le strategie mentre, l'hanno ricordato diversi colleghi, è in atto una crisi drammatica della Sardegna, del sistema delle imprese sarde, dell'industria.
Ricordo il colpo di spugna dato, come se niente fosse, anche alla chimica sarda in cambio di promesse sulla chimica sostenibile, qualche giorno fa, la mancata sincronizzazione per esempio tra la chiusura del cracking di Porto Torres e l'avvio di nuovi investimenti di chimica sostenibile. Di tutto questo non se ne parla e sono cinquant'anni di storia e cinquant'anni di sviluppo. Oggi gli operai della Vinyls sono stati da Napolitano, dal Presidente della Repubblica; non gli è rimasto che il Presidente della Repubblica perché noi non siamo stati capaci di ascoltare e di ricomprenderli anche in quel protocollo nel tentativo di salvaguardare almeno posti di lavoro.
Permane la preoccupazione che abbiamo manifestato, anche sulla spendita dei fondi POR, attraverso la mozione presentata lo scorso marzo, mi pare; la delibera della Giunta regionale del 15 marzo 2011 mostrava dei dati impietosi, preoccupanti, la perdita a febbraio era di 111 milioni di euro, la capacità di spesa al 31 dicembre 2010 era di soli 5 milioni di euro dal punto di vista delle erogazioni. Chiedevamo conto anche del perché alcune rilevanti operazioni già rendicontate fossero, e siano, ancora sotto giudizio da parte della Corte dei conti europea che ha dichiarato tre operazioni, su cinque controllate, come progetto, non ammissibili.
Vogliamo cercare di capire, assessore La Spisa, qual è l'iniziativa della Giunta regionale, vogliamo che il Consiglio sia informato sul quadro delle iniziative poste in essere, sulla situazione in atto, su come vogliamo rispondere alla Corte dei conti europea sui dati relativi al fondo di garanzia, 233 milioni di euro, presso la SFIRS per le piccole e medie imprese. E vogliamo confrontarci, lo faremo probabilmente in fase di discussione dell'articolo 27, vogliamo confrontarci anche su Abbanoa.
Non vedo il Capogruppo del P.d.L. che chiede a noi le soluzioni; vi voglio ricordare ancora una volta che siete al governo e che quindi, quando presentate un emendamento, anche quando la discussione giustamente è aperta al Consiglio, dovete fare delle scelte. Noi le abbiamo fatte nella scorsa legislatura e sono state, da voi, ampiamente criticate.
Ricordo le prime due finanziarie, finanziarie di tagli, avevamo un rapporto tra la spesa corrente e le entrate correnti pari al 101 per cento, non potevamo fare delle scelte politiche discrezionali, abbiamo dovuto fare dei bilanci di tagli, abbiamo dovuto fare delle scelte cercando di salvaguardare alcuni settori; per esempio, in un periodo di tagli, abbiamo aumentato il contributo per gli affitti a favore delle persone indigenti.
Ripeto: abbiamo compiuto delle scelte. Ora voi con questo emendamento ne state facendo delle altre, poi magari le modificherete, ci direte qual è la vostra strategia, la vostra impostazione, non chiedetela all'opposizione, noi faremo la nostra parte però indicateci qualche volta una soluzione, qualche volta una proposta perché le proposte contenute qui sono vere, non sono false come dice l'onorevole Diana.
Vediamo i tagli che alla legge numero 23, alle politiche sociali, al progetto "Ritornare a casa", ai progetti personalizzati, agli assegni di merito per gli studenti, ai contributi per l'affitto casa per gli studenti, alla legge numero 32 sulla prima casa, rivedete i tagli fatti al tentativo di incentivare con dei programmi le nostre abitazioni nei centri storici. Sono alcune scelte che sono state fatte probabilmente, come dire, doverose ma che mostrano la direzione.
Adesso noi vi chiediamo di assumervi la responsabilità di fare proposte, di fare scelte, di indicarci la vostra soluzione per quanto riguarda lo sviluppo ma, come ho detto in apertura, l'invito che faccio ancora una volta è quello di ritirare questo collegato, di concentrarci sulle cose serie, che sono contenute in questo provvedimento, di ridurlo a un assestamento di bilancio (è quello che serve), chiedendo, a noi opposizione, la collaborazione doverosa su cose serie e non su un articolato omnibus confuso, che non porterà nessuna soluzione ai problemi della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Sesta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Espa, Rassu, Sanna Giacomo e Solinas Antonio sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 63 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' effettivamente difficile chiudere questa tornata di lavori del Consiglio con l'approvazione di questo collegato per vari motivi. Uno di questi è la difficoltà che il Consiglio regionale ha a emanare leggi da anni o forse da decenni; difficoltà che si sta pian piano accentuando anziché ridursi e che porta a utilizzare (qualcuno l'ha sottolineato) alcuni disegni di legge come dei contenitori in cui inserire delle norme, assolutamente non per malafede, ma perché si ha l'urgenza di affrontare determinate problematiche. Effettivamente, le questioni possono essere urgenti o anche meno urgenti ma molto spesso, come accade anche in questo caso, si finisce per parlare d'altro.
L'unico elemento che riguarda questo articolo è l'emendamento su Abbanoa che, d'altra parte, in Commissione si era già deciso di trasferire all'ultimo articolo del disegno di legge in modo tale da affrontare più puntualmente la questione sia per la parte sostanziale, cioè le norme che si introducono in questa legge, sia per quanto riguarda la copertura finanziaria. Su entrambi questi aspetti vorrei dire, per l'ennesima volta, che la copertura finanziaria è stata trovata in via d'urgenza da parte della Giunta regionale nel modo descritto nell'emendamento numero 266, esplicitamente con un taglio lineare per non operare delle scelte di merito ma rimandando alla discussione eventuali correzioni e approfondimenti su quali coperture trovare.
Sul piano sostanziale invece non si fa altro che sintetizzare, in poche righe, il contenuto di un disegno di legge che la Giunta regionale ha presentato al Consiglio addirittura già dal luglio del 2010. Certo, più passa il tempo e più la situazione del gestore del Servizio idrico integrato è grave, gravissima e tendente al "gravissimo issimo issimo"; quindi dobbiamo affrontarla, affrontiamola per entrambi gli aspetti verificando se recuperare quelle risorse facendo un taglio orizzontale o un taglio verticale.
La scelta è effettivamente tra queste due soluzioni. Un taglio orizzontale significa ridurre quelle spese che ancora sono impegnabili in tutti i capitoli; forse è la soluzione peggiore che si può trovare, è una soluzione tecnica su cui chiedo davvero di non insistere nel confronto e nella critica, credo che davvero perderemmo tempo. E' stato già detto che questo punto è totalmente modificabile, come? Con un taglio verticale?
Io vorrei richiamare l'attenzione perché è una cosa veramente importante e su questo punto bisogna avere un'estrema chiarezza. Che cosa possiamo tagliare verticalmente secondo voi? Il bilancio voi lo conoscete quanto me. Possiamo tagliare solo spese per investimento, oppure fare qualche operazione coraggiosa per cui si riducono alcune previsioni di spesa, non di investimento, o comunque meno importanti, che possano effettivamente dare la copertura per un intervento di salvataggio di questa portata. La scelta è difficile, però va fatta.
Vogliamo tagliare, lo dico esplicitamente, il Fondo per la programmazione negoziata? Benissimo, vedremo come potremo fare le opere immediatamente cantierabili, il cofinanziamento dei contratti d'investimento e dei contratti di programma, vediamo che cosa si può fare. Se è questa l'intenzione del Consiglio, il Consiglio è liberissimo di farlo, ma facendo una scelta io credo pericolosissima perché sposta ancora una volta sulla parte corrente, e addirittura sulla copertura perdite, somme destinate agli investimenti produttivi. E' questo che vuole fare il Consiglio? Lo faccia, altrimenti si individuino altre soluzioni.
Per quanto riguarda poi la parte sostanziale, io vorrei soltanto dire questo. Questo emendamento, così come il disegno di legge presentato d'intesa con l'Assessore dei lavori pubblici, se non ricordo male, in carica in quel periodo, ha un unico obiettivo: i intervenire sul gestore del Servizio idrico integrato, non semplicemente per coprire delle perdite, ma per chiedere una modifica radicale del modello gestionale. Noi ci troviamo ad affrontare questa situazione, come capita spesso, sommando le inefficienze di oggi alle inefficienze di ieri, le scelte sbagliate di oggi alle scelte sbagliate di ieri.
Abbanoa è nata in un certo modo. Abbanoa è nata sottocapitalizzata. Abbanoa è nata con un modello gestionale, lo dico esplicitamente, sotto il controllo del sistema politico, un modello simile a quello delle unità sanitarie locali di anni fa. Vogliamo continuare così? Vogliamo continuare a gestire un servizio di queste dimensioni, che ha 1300-1500 dipendenti, con un modello di gestione che è quello proprio del sistema, diciamolo pure, dei partiti?
Benissimo, quanto meno la Giunta regionale ha fatto una proposta diversa e un po' più coraggiosa di questa, poi il Consiglio è liberissimo di decidere di tornare indietro e di mantenere le cose come stanno, di lasciar gestire un servizio che allo stato produce perdite, così come tutti sappiamo ormai, lasciando al Consiglio regionale un onere soltanto: non decidere le strategie e anche i modelli gestionali, ma coprire le perdite. Attingendo le risorse da dove? Dalle scelte per lo sviluppo, dalle scelte per il lavoro, dalle risorse per questi obiettivi che sono a supporto di un governo della Regione. Al Consiglio la scelta!
Siccome si è parlato d'altro, se mi rimane qualche secondo, vorrei dire poi che sul FESR, sul Fondo europeo di sviluppo regionale, la lettera del commissario Hahn è certamente una lettera preoccupante, una lettera inviata non soltanto a noi ma a tutte le Regioni che sono a "rischio disimpegno" (si tratta di 7 miliardi) l in tutta Italia; ma io sottolineo che la percentuale di spesa della Regione sarda è del 19 percento, lo dice lo stesso Commissario, mentre la media italiana è del 18 percento, e la media delle regioni meridionali è dell'8 percento. La Regione Sardegna cioè, lo ribadisco e spero che in qualche modo venga registrato, spende più delle altre, e non solo di quelle del meridione.
Il problema è che questo programma è partito nel 2007, ed entro il 2009 si dovevano spendere 264 milioni, a marzo del 2009 quando si è insediata questa Giunta era stato speso 1 milione, cioè lo 0,3 per cento forse di quanto si doveva spendere nei primi 2 anni. Cos'è accaduto? E' accaduto che il programma è partito con una lentezza incredibile, colposa, mi dispiace dirlo, e si è dovuto inseguire il tempo arrivando a una spesa, entro il 31 dicembre del 2009, di 273 milioni, tra cui i 233 per il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Questo è il problema che noi abbiamo. E adesso, entro il 2011, è vero, dobbiamo spendere 640 milioni, ne abbiamo già spesi 350, la percentuale è certamente significativa e anche sostenuta, ma dobbiamo rimodulare spese, abbiamo una programmazione che arriverà fino a 500-550 milioni, dobbiamo rimodulare altri 50 o 100 milioni.
Sono in programma, proprio per domani o dopodomani, due importantissime riunioni con gli uffici e con gli Assessori competenti, per prendere decisioni in questa direzione. E sono decisioni veramente difficili e importanti, di cui tutti dovremmo assumerci la responsabilità forte e grave.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 113, 114, 115 e 116; sull'emendamento numero 138 si invita al ritiro altrimenti il parere è contrario; si chiede di spostare all'articolo 27gli emendamenti numero 266 e 296. Gli emendamenti numero 80 e 112 risultano ritirati.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 115
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, ritiro come ho detto in fase di discussione dell'articolo gli emendamenti numero 115 e 116. E gli emendamenti numero 112 e 113 naturalmente.
PRESIDENTE. Metto ora in votazione l'articolo 15 quinquies. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA Mario (P.d.L.). L'emendamento numero 138 è ritirato. PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 di questo pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 44.