Seduta n.218 del 29/06/2011
CCXVIII Seduta
Mercoledì 29 giugno 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 04.
ZEDDA, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 16 giugno (211), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Domenico Gallus e Giovanni Mariani hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 giugno 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Cucca: "Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 11 (Istituzione del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) della Regione autonoma della Sardegna)". (286)
(Pervenuta il 24 giugno 2011 e assegnata alla seconda Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
ZEDDA, Segretario f.f.:
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità della Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (SOGEAAL), e sulla necessità di provvedimenti urgenti per salvaguardare la continuità del rapporto di lavoro ai dipendenti della Cooperativa Alba". (606)
"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'attivazione della nuova normativa per la cessione dei crediti nei confronti delle aziende sanitarie pubbliche sarde". (607)
"Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative alla realizzazione degli impianti irrigui esclusi e/o non finanziabili attraverso il Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013, regolamento (CE) n. 1698/2005, Misura 121". (608)
"Interrogazione Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nei pagamenti del premio unico alle aziende agricole e sull'applicazione della legge regionale n. 15 del 2010". (609)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
ZEDDA, Segretario f.f.:
"Interpellanza Bruno - Sabatini - Sanna Gian Valerio sulla necessità che l'indagine epidemiologica sui territori sardi interessati da attività militari, e segnatamente per l'area del poligono del Salto di Quirra, sia svolta modificando radicalmente la composizione della commissione e del comitato scientifico previsti dal decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 26 del 17 maggio 2011". (237)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
ZEDDA, Segretario f.f. :
"Mozione Sabatini - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Vargiu - Meloni Francesco - Bruno - Cuccu - Moriconi - Agus - Espa - Corda - Cucca - Meloni Marco - Lotto - Meloni Valerio - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Manca - Barracciu - Mulas - Steri - Cappai - Obinu - Capelli - Biancareddu - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Artizzu - Sanna Matteo - Porcu sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (132)
PRESIDENTE. Considerata la scarsa presenza di consiglieri in aula sospendo i lavori sino alle ore 10 e 20. Prego i Capigruppo di richiamare i consiglieri.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 07, viene ripresa alle ore 10 e 20.)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Colleghi, oggi il Consiglio regionale ricorda, con profonda commozione, l'onorevole Cipriano Fancello, scomparso nel mese di gennaio.
L'onorevole Fancello era nato a Dorgali il primo dicembre del 1922. Ha dedicato la sua vita, oltre che alla politica, alla sua professione di medico. Uomo di grande rigore morale, è ricordato come un politico attento e moderato. E' stato un importante esponente, per decenni, della Democrazia Cristiana, dove si è distinto per la sua azione politica lungimirante e corretta.
Fu eletto in Consiglio regionale, nella seconda legislatura, nelle liste della Democrazia Cristiana nel collegio di Sassari. Per tutto il periodo del mandato fece parte del Gruppo consiliare della D.C. Durante la seconda legislatura fu commissario della quarta e della sesta Commissione. Fu firmatario di numerosi progetti di legge e di interrogazioni. Numerose anche le mozioni presentate, alcune delle quali trasformate in ordini del giorno. Tra i provvedimenti sottoscritti dall'onorevole Fancello ricordiamo soprattutto quelli in materia di agricoltura e quelli che riguardavano il settore sanitario.
Tra i banchi del Consiglio regionale affrontò con il massimo impegno numerose questioni, con particolare riferimento ai temi attinenti al mondo del lavoro e alla condizione agropastorale. In materia di agricoltura fu primo firmatario del progetto di legge numero 4 sull'"Incremento del credito agrario in Sardegna" e dell'interrogazione sulla "Crisi del mercato zootecnico sardo". Copiosa la sua attività legislativa anche in materia sanitaria. L'onorevole Fancello è stato primo firmatario del progetto di legge numero 153 su un "Nuovo ordinamento delle condotte mediche in Sardegna" e dell'interrogazione numero 212 sulla "Situazione igienico-sanitaria di Desulo". La sua attività legislativa fu attenta anche in altri settori come l'ambiente, l'industria e i trasporti.
L'onorevole Fancello, alla fine della seconda legislatura, lasciò la vita politica istituzionale regionale pur proseguendo il suo impegno all'interno della Democrazia Cristiana in difesa degli ideali di eguaglianza sociale e dei diritti dei cittadini. I sardi lo ricordano per il suo alto rispetto dei valori democratici e per le sue proposte nel dibattito politico del suo territorio e a livello regionale.
Nel rivolgere le condoglianze del Consiglio regionale ai familiari, sospendo la seduta in segno di lutto per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 24, viene ripresa alle ore 10 e 31.)
Discussione generale del disegno di legge: "Norme in materia di organizzazione e personale" (71/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 71.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, per quanto riguarda il contenuto della legge rimando alla relazione scritta, ritengo però opportuno svolgere due brevi considerazioni per illustrare il quadro in cui la Commissione aveva approvato il disegno di legge numero 71 e il quadro attuale, atteso il tempo decorso.
Quando in Commissione abbiamo esaminato il disegno di legge numero 71 sul suo contenuto sono sorte forti perplessità. Per esempio, alcune norme erano già state stralciate, come quelle sulla vicedirigenza e sulla valutazione della produttività, in quanto si era ritenuto che non fossero sufficienti e richiedessero maggiore approfondimento. In questa situazione, a seguito di un accordo tra maggioranza e opposizione, su proposta dell'allora presidente Floris tutti gli emendamenti presentati in Commissione dalle varie parti politiche furono ritirati, con l'intesa che sarebbero stati oggetto di esame in Aula, ove si sarebbe valutato esattamente come modificare il testo del disegno di legge. Poi, per una serie di motivi, il disegno di legge non è stato portato in discussione; per la verità era stato anche iscritto all'ordine del giorno dell'Aula, poi, però, per una serie di ragioni, non era stato esaminato.
Successivamente, in occasione dell'esame del collegato alla finanziaria 2011, su proposta della Giunta regionale, che aveva ritenuto opportuno non esaminare, in sede di collegato, le norme che concernevano il personale, era stato raggiunto un accordo tra maggioranza e opposizione per iscrivere all'ordine del giorno questo disegno di legge, che avrebbe consentito di affrontare alcuni problemi urgenti.
Questo non è il disegno di legge sul personale, cioè non è la riscrittura della legge numero 31. E' una norma che si è deciso insieme, maggioranza e opposizione, ripeto, su sollecitazione della Giunta regionale, di portare in Aula per esaminare tre o quattro problemi urgenti che non consentono di rinviare la decisione a un momento successivo. Sta a noi predisporre una serie di emendamenti che affrontino effettivamente questi problemi e tengano ad alto livello questo disegno di legge. Potranno anche essere inserite norme di sistema. Ad esempio, diverse Regioni hanno previsto un termine entro il quale i funzionari devono provvedere. In caso di mancata adozione dei procedimenti in quel termine o, in talune ipotesi, si pone il silenzio-assenso o si prevedono forme di commissariamento per dare delle risposte ai cittadini. E' un disegno di legge che dovrebbe avere un alto contenuto, quindi un contenuto sostanziale, relativamente a due o tre norme che consentono di superare talune difficoltà che ogni giorno incontriamo nell'operare dell'amministrazione. Dall'altro lato dovremo esaminare quelle tre o quattro questioni che tutti noi conosciamo e che hanno carattere d'urgenza. Ripeto, questo disegno di legge non è una riscrittura integrale della legge numero 31, né si pone in contrasto con la necessità di fare le riforme.
In sede di prosecuzione dovranno essere esaminati gli emendamenti che saranno proposti. Ricordo che gli emendamenti presentati al collegato sono formalmente ritirati, pertanto chi intende riproporre all'attenzione dell'Aula delle questioni dovrà ripresentare ex novo l'emendamento. Abbiamo quindi un'occasione quasi unica per affrontare seriamente, senza compromessi, delle situazioni di emergenza. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Steri, la ringrazio anche per aver richiamato la questione relativa agli emendamenti, che intendo ripetere.
Gli emendamenti in materia di personale che erano stati presentati al collegato alla finanziaria 2011 sono stati ritirati, quindi per essere ammessi al disegno di legge numero 71 devono essere ripresentati dai consiglieri.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cugusi, Floris Mario e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 61 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Se i Capigruppo sono d'accordo, convoco la Conferenza dei Capigruppo. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 38, viene ripresa alle ore 12 e 02.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori appena ci sarà l'agibilità dell'aula.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, grazie. Onorevole Piras, onorevole Pitea, onorevole Randazzo, onorevole Cuccureddu, prendete posto, grazie.
BRUNO (P.D.). Presidente, prima di iniziare la discussione generale del disegno di legge numero 71, vorrei avere qualche chiarimento in più su questo modo anomalo di procedere e di legiferare.
Da ciò che ho notato in Conferenza dei Capigruppo e letto sulla stampa mi pare che in questo momento ci sia una confusione di ruoli e soprattutto che non ci sia chiarezza sulla visione del provvedimento in esame tra la maggioranza, o parte di essa, e la Giunta regionale. Credo che prima di iniziare la discussione del disegno di legge serva conoscere il parere della Giunta, serva capire chi è il padre di questa legge, se si tratta della legge presentata dall'assessore Corona il 24 settembre 2009 o se è una legge dell'attuale Giunta regionale, quindi del presidente Floris. Vogliamo sapere qual è il parere del presidente Cappellacci che, ricordiamolo, è anche il leader della coalizione e quindi ci deve dire qual è il punto di vista della coalizione di centrodestra che governa la Regione. E se questo disegno di legge, datato 24 settembre 2009, è il disegno di legge della Giunta regionale in carica, il Presidente ci deve dire se esso costituisce la priorità della maggioranza di centrodestra, anziché essere sistematicamente assente dai lavori del Consiglio regionale.
Noi vogliamo sapere qual è il parere della Giunta, perché vedo una grande confusione all'interno della maggioranza e devo dire che bisogna anche smetterla di legiferare in questo modo. Lo abbiamo visto per la finanziaria, lo abbiamo visto per il collegato, lo vediamo per il disegno di legge numero 71: si porta in Aula un disegno di legge e poi con emendamenti sostitutivi totali si fa un'altra legge, senza che noi possiamo conoscere la portata degli emendamenti. Sappiamo che numerosi emendamenti sono stati trasferiti dal collegato, ma dal punto di vista regolamentare dovranno essere ripresentati; sappiamo che ci sono alcune urgenze vere, però non comprendiamo quale sia la volontà politica della maggioranza e della Giunta e ci chiediamo se in realtà esista una maggioranza ed esista una Giunta regionale.
Entreremo nel merito di questo disegno di legge nella discussione generale - che vogliamo che si faccia -, però credo sia necessario un chiarimento perché altrimenti non capiamo di che cosa dobbiamo parlare. C'è un testo di legge di riforma della Regione che, almeno da quanto ho letto e da quanto ha dichiarato l'assessore Floris, è superato da un testo successivo; ci sono emendamenti che riguardano il precariato nella pubblica amministrazione trasferiti dal collegato; c'è il tema del lavoro al quale noi vogliamo sia data priorità, anche attraverso una sessione di lavoro che impegni questo Consiglio regionale a discutere seriamente di chi il lavoro non ce l'ha e di come mettere un punto fermo anche per quanto riguarda la stabilizzazione dei lavoratori precari.
Credo che siano argomenti seri e urgenti che necessitano di chiarezza. Non si può procedere, presidente Lombardo, con la discussione generale se non c'è chiarezza. Qual è la posizione della Giunta regionale? Qual è la posizione del leader della coalizione, Ugo Cappellacci? E' quella espressa da una parte della maggioranza o è quella che esprime la Giunta regionale? Noi vogliamo avere chiarezza altrimenti diventa veramente difficile, se non impossibile, continuare a legiferare in questo modo.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il disegno di legge numero 71 è stato iscritto all'ordine del giorno per volontà della Conferenza dei Capigruppo, a cui partecipa anche la Giunta. Non è previsto prima dell'inizio della discussione generale un parere preventivo da parte della Giunta, la quale si esprimerà nella sede dovuta, che è appunto la discussione generale.
Onorevole Salis, su che cosa intende intervenire?
SALIS (I.d.V.). Sulla discussione generale, Presidente.
PRESIDENTE. Perfetto.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Vargiu.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che la consigliera Zuncheddu è presente.
PRESIDENTE. Sono presenti 65 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Salis, il quale ha a disposizione venti minuti.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, riprendo le legittime critiche al modo di operare in quest'Aula testé avanzate dal Capogruppo del P.D. Abbiamo difficoltà a lavorare, siamo appena usciti da un tour de force sul collegato alla finanziaria, che ha tenuto il Consiglio bloccato in aula per due mesi nella discussione di un provvedimento legislativo confuso, raffazzonato, in cui sono entrate norme di qualsiasi genere e tipo, e oggi ci troviamo ad affrontare un disegno di legge datato 24 settembre 2009, con centinaia di emendamenti da assalto alla diligenza per tutti i più strani e straordinari interventi in ogni settore della pubblica amministrazione: comunale, provinciale, regionale, delle agenzie e chi più ne ha più ne metta!
Ci troviamo di fronte, e questo è già un dato politico negativo, a una sorta di Giano Bifronte - l'assessore Floris mi perdonerà se faccio questo paragone -, cioè dobbiamo discutere un disegno di legge proposto dal precedente Assessore degli affari generali e del personale, Corona (disegno di legge da noi criticato perché lo ritenevamo già allora, nel 2009, insufficiente rispetto alla necessità di riforma autentica e profonda della Regione, sia nei meccanismi organizzativi che nella struttura del personale), mentre l'assessore Floris vorrebbe imporre una diversa impostazione all'indispensabile - sottolineo indispensabile - processo di riforma dell'amministrazione regionale.
Ho detto in Conferenza dei Capigruppo, e non ho difficoltà a confermarlo in Aula, che condivido le preoccupazioni espresse dall'assessore Floris, perché considero assolutamente insufficienti e datate, assolutamente non in linea con la necessità di...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
SALIS (I.d.V.). Sicuramente si sta discutendo degli emendamenti che dovranno essere presentati al disegno di legge numero 71, che saranno numerosi, cospicui e corposi dal punto di vista sostanziale.
Confermo il giudizio che noi avevamo dato su questo disegno di legge, che consideriamo superato e per certi versi sbagliato, perché ripercorre la filosofia del rammendo di alcune situazioni, con interventi parziali e limitati in settori anche abbastanza marginali della Regione e soprattutto non interviene su quelle che sono le modifiche di carattere sostanziale di cui questa Regione ha bisogno. Non interviene, per esempio, sul problema del controllo della produttività, dell'indispensabile controllo dei processi amministrativi e dei risultati, perché questa Regione rischia di diventare (anzi lo è per molta parte) non un aiuto per portare avanti i processi di sviluppo, ma un ostacolo. Vogliamo continuare - e il disegno di legge numero 71 perpetua questa concezione - a individuare la Regione come ente di spesa, come ente che amministra, come ente che gestisce tutta una serie di settori dell'amministrazione pubblica che non sono più congeniali con l'idea di nuova Regione autonoma e federalista che noi abbiamo in testa e che stiamo cercando di definire attraverso un lavoro che è già iniziato in prima Commissione? Vorrei ricordare che è stato votato dall'Aula, con qualche dubbio da parte nostra, l'avvio del processo costituente e statutario, con l'indicazione dell'Assemblea costituente quale momento di definizione delle linee guida del processo di riforma della Regione. Quel processo, come noi abbiamo paventato fin dall'inizio, stenta ad avviarsi perché il meccanismo è complesso. Non nascondiamo che il nostro Gruppo vedeva con più favore la costituzione di un comitato, di un gruppo di studio allargato, con il maggiore coinvolgimento possibile dell'opinione pubblica, ma che si desse tempi e modalità certe per pervenire al processo di riforma dello Statuto.
Vorrei ricordare che la Sardegna, insieme alla Sicilia, è l'unica Regione che non ha ancora provveduto all'adeguamento del proprio Statuto. L'unica! La Sardegna è stata altresì l'ultima Regione ad applicare i decreti Bassanini e, andando a ritroso, il D.P.R. numero 616[PS1] . Questa Regione è sempre o quasi sempre ultima rispetto alle altre Regioni italiane. E siccome le altre Regioni sono spesso ultime, o quasi, rispetto alle altre Regioni d'Europa, evidentemente la Sardegna è una delle ultime Regioni d'Europa, visto che abbiamo l'obbligo di affrontare oggi i processi di riforma con uno sguardo a quello che succede anche oltre i confini italiani, appunto in Europa.
Ecco perché noi eravamo dell'avviso che sarebbe stato molto più utile e agevole avviare il percorso di questa proposta di riforma con il rinvio della stessa in Commissione e con la predisposizione di uno o più emendamenti sostitutivi totali che tenessero conto della difficoltà a inquadrare in questa nuova logica un provvedimento che è vecchio: vecchio quanto a data di presentazione, ma vecchio nella sua concezione di provvedimento di riforma. Nonostante questo in Commissione tenteremo di salvare alcuni emendamenti che riteniamo utili, così come abbiamo fatto peraltro per il collegato alla finanziaria che è stato votato la settimana scorsa dal Consiglio regionale. Anche per il collegato, infatti, avevamo detto che c'erano tre o quattro punti importanti da salvare e abbiamo chiesto di concentrarci su quelli per evitare di bloccare il Consiglio nella discussione di svariati ed eccezionali interventi in tutti i settori dello scibile umano. Non siamo stati ascoltati e siamo rimasti bloccati per due mesi e più su quel provvedimento. Temiamo, assessore Floris, che corriamo lo stesso pericolo col disegno di legge numero 71, perché solamente aver visto in terza Commissione la mole di emendamenti che sono stati spostati dal collegato e che saranno ripresentati, sicuramente con un delta di incremento rispetto a quelli presentati al collegato, dà l'idea che il lavoro che ci aspetta non sia sicuramente dei più agevoli e veloci. Sarà difficile riuscire a modificare e migliorare l'impianto dell'attuale disegno di legge nelle parti che sono ritenute indispensabili. Noi tenteremo di farlo in Commissione e chiediamo alla presidente Lombardo se è possibile rinviare questo provvedimento, vista l'implicita rilevanza che ha e anche per l'indicazione che dovrà dare a un altro disegno di legge di modifica della legge numero 31, presentato dall'assessore Floris, che contempla una tematica di intervento sicuramente più ampia e che probabilmente ci aiuterà a orientare meglio la nostra discussione sul modello di Regione che vogliamo.
Per concludere, Presidente, concordo ancora una volta con chi ha detto che la Sardegna ha bisogno non di questa leggina, ma di ben altro, in un momento in cui il Governo nazionale sta preparando una manovra che, come al solito, a parte qualche dettaglio o qualche marginale novità che il ministro Tremonti vuole introdurre, vedrà le Regioni, i comuni, i lavoratori dipendenti e i pensionati pagare ancora una volta il peso della crisi devastante che la nostra nazione si trova a dover affrontare. Nei prossimi mesi dovremo sicuramente prendere atto della necessità di prevedere una cura da cavallo per il risanamento dei conti pubblici. Ed è paradossale, Presidente, assessore Floris, che la relazione della Giunta regionale, di fronte a questo disastro che ci troviamo a dover in qualche maniera tamponare, dica: "Con l'articolo 2 si interviene in materia di dotazione organica. Se ne autorizza un incremento". Cioè dopo aver verificato, anche in sede di Commissione sulla mancata applicazione delle leggi regionali, che vi è una sovrabbondanza di personale nella nostra Regione rispetto alla media delle altre Regioni (stiamo parlando di 6-7 mila dipendenti e spesso c'è il rischio di perdere il conto tra dipendenti degli Assessorati, del Corpo forestale, delle agenzie, eccetera), discutiamo adesso un disegno di legge che autorizza un incremento di personale! Un'assurdità, insieme alle tante altre assurdità che sono presenti nella proposta che ci avviamo a discutere e che avremo modo di affrontare in maniera più dettagliata nel corso dell'esame dell'articolato.
La maggioranza ha evidenziato un'assoluta discordanza con gli intendimenti della Giunta. C'è stato bisogno di una lunga interlocuzione in Consiglio per mettere d'accordo l'Assessore degli affari generali, che dovrà gestire tutta la fase di discussione e approvazione degli articoli e relativi emendamenti, e la sua maggioranza attraverso significative e importanti distensioni all'interno della maggioranza stessa. Noi speriamo che queste divisioni siano positive, perché stanno a significare che questo disegno di legge non ha il convinto sostegno di larga parte di questa maggioranza, non solo della Giunta, e purtroppo risponde a una logica che il presidente Cappellacci sta seguendo da un po' di tempo a questa parte in maniera quasi ossessiva, cioè il recupero di ciò che è stato fatto da chi ha svolto l'incarico di Assessore nella sua Giunta. Abbiamo recuperato il progetto "Sardegna Co2" dell'assessora Prato, alcuni interventi proposti dall'assessore Asunis, adesso probabilmente stiamo recuperando il prodotto del lavoro dell'assessore Corona e chissà, rispetto ai numerosi Assessori che sono stati sostituiti, quali altre sorprese ci riserva il presidente Cappellacci.
Sono convinto che, in presenza del Giano Bifronte, si debba evitare di pensare alla Sardegna con lo sguardo rivolto all'indietro. Guardiamo avanti e cerchiamo di rafforzare tutte le potenzialità presenti in questo Consiglio e soprattutto diamo maggiore sostegno, anche dal punto di vista dei tempi di lavoro, all'attività della prima Commissione. Badate, lo dico al presidente Pittalis, perché sono fermamente convinto che la prima Commissione debba riuscire a cogliere degli obiettivi importanti dal punto di vista della concretezza dei risultati: se la prima Commissione malauguratamente fallisse in questo importante processo di riforma (assegnato alla prima Commissione allargata ai Capigruppo) sarebbe un disastro politico e istituzionale per questo Consiglio regionale e per la politica in Sardegna. Ecco perché penso che bisogna tentare di ridurre i tempi morti, lo spreco di tempo, che è anche spreco di risorse economiche del Consiglio regionale, per dare modo alle Commissioni, soprattutto alla Commissione autonomia, di portare avanti un processo di riforma generale della Sardegna, di cui c'è veramente bisogno. Nel processo di riforma generale della Sardegna è fondamentale non solo discutere dello Statuto, della forma di governo o della legge elettorale, ma anche definire la missione, stabilire quali sono i compiti della struttura burocratica della Regione e soprattutto quali metodi sono più efficaci per consentirle di riacquistare produttività e velocità nelle decisioni, elementi assolutamente indispensabili se vogliamo contribuire all'uscita della nostra Isola dalla crisi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Ho chiesto la parola per comunicare che non intendo partecipare a questa farsa, a questa ipotesi di riforma che maschera invece interessi particolari, piccoli interessi che ognuno di noi difende, io sono tra voi. Chiedo scusa ai colleghi che dovranno intervenire perché sicuramente avranno cose importanti da fare, ma io non intendo partecipare a questo teatrino; teatrino trito e ritrito, gioco delle parti, gioco dei piccoli interessi.
Ci tengo a dire che condivido la linea portata avanti dall'assessore Floris: le riforme si fanno in un altro modo, bisogna abbracciare gli interessi generali e condivido l'idea che bisogna presentare quanto prima all'attenzione dell'Assemblea la riforma della legge numero 31. Non intendo perdere tempo nel far finta di ascoltarci, nel far finta di lavorare, preferisco impegnare il mio tempo a far politica fuori di qui, per cui non partecipo ai lavori del Consiglio e abbandono l'aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Non parlerò sicuramente per venti minuti, ma forse solo per due, per motivi personali. Dico soltanto che leggendo questo testo si potrebbe dire che è l'assoluto al servizio del relativo, anche se non è concepito come tale. Forse il corpus dei miti serve in qualche modo da riferimento a un assoluto che assicura la coesione del gruppo, vorrei dire vostro; non rispettarlo equivale a infrangere il codice che unisce il gruppo, a trasgredire i limiti culturali e politici del suo territorio.
A prima vista dirò che il testo in esame si configura come un complesso di norme confuse, che di certo non rappresentano una riforma organica dell'organizzazione regionale del personale. Le modifiche apportate risultano parziali rispetto al quadro normativo esistente e incomplete. Viene a configurarsi una situazione in cui i provvedimenti in esame sono dettati dall'urgenza di dare una sembianza di "riforma" a una materia abbastanza complessa che richiede, invece, un'analisi approfondita nella sua intera struttura e organizzazione. Sarebbe opportuna una riforma complessiva degli apparati dell'organizzazione amministrativa regionale, a partire dallo Statuto, proseguendo con la legge statutaria e coinvolgendo, infine, la legge numero 31 del 1998, che disciplina, appunto, il personale regionale e la stessa organizzazione degli uffici regionali.
Al testo in esame sarebbe meglio apportare delle modifiche che permettano una maggiore semplificazione delle procedure proposte e cercare delle soluzioni che risolvano i problemi organizzativi attraverso l'individuazione delle strutture responsabili e uno snellimento degli oneri amministrativi, ciò soprattutto in riferimento alle norme sulle dotazioni organiche di personale, sugli incarichi esterni e sulla mobilità.
Non è chiara neppure la disciplina relativa a compensi, commissioni di gara e incentivi, contemplata all'articolo 8, dove si interviene sugli incentivi per gli addetti alla progettazione, sebbene la Commissione abbia apportato una modifica limitando l'estensione degli incentivi di progettazione ai contratti pubblici di forniture e di servizi di rilevanza comunitaria. Mi fermo qui e vi lascio immaginare il resto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, abbiamo dovuto attendere poco fa per capire se si poteva andare avanti, se non si doveva andare avanti, se la Giunta è d'accordo con la maggioranza o non so che altro. Credo che il punto vero di questo provvedimento stia in una domanda centrale: siamo sicuri che sia questo quello che serve in questo momento alla Regione, cioè approvare un provvedimento che era già malmesso nei suoi contenuti nel momento in cui è stato esaminato dalla prima Commissione? Nella relazione c'è un punto in cui si dice che la Commissione "ha evidenziato che il testo non rappresenta un disegno organico di riforma del personale e della organizzazione regionale e che esso apporta parziali modifiche al quadro normativo già esistente in materia, provvedimenti che sono stati giustificati con l'urgenza". Con l'urgenza, dal 2009 al 2011!
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Siamo consapevoli che stiamo facendo questo? Ora accadrà ciò che è accaduto per il collegato: passerà un oggetto non meglio identificato, dal contenuto largamente non condiviso e raffazzonato. Questo provvedimento è un vagone, simile a quello di legno che veniva caricato di deportati; dobbiamo solo darci il tempo di riempirlo. Con che cosa? Con le cose che voi dite servono in questo momento per migliorare l'amministrazione? Penso di no, per il semplice fatto che è da una vita, colleghi, che si va dicendo: "Sono norme urgenti, contingenti". Sapete qual è l'urgenza? Trasferire la competenza sull'immigrazione all'Assessorato del lavoro. Capirai! Nel frattempo è arrivata un'ondata di immigrati; noi li abbiamo sistemati, il Governo non ha fatto niente, se l'è presa con l'Unione europea e non abbiamo risolto organizzativamente niente. E mentre questa competenza veniva trasferita, o sarebbe dovuta essere trasferita, ci è venuto addosso il mondo!
Che cos'altro dobbiamo fare? Dobbiamo modificare le caratteristiche del direttore generale della Presidenza, che non si chiamerà più direttore generale della Presidenza, ma segretario generale della Presidenza! Al di là dell'aspetto nominalistico, che cosa si fa con questo testo? Si cerca, non so per suggerimento di chi, di evitare al segretario generale della Presidenza l'onere della verificabilità della sua produttività, cioè gli si dice nel contratto, all'atto dell'assunzione, quanto dovrà percepire. Non gli si dice, come accade per tutti gli altri dirigenti: "Sarai retribuito in base a quello che produci e alla verifica dei tuoi risultati", ma gli si dice prima, all'atto dell'assunzione, quanto percepirà. Queste sono le norme urgenti che vanno nella direzione dell'efficientamento della Regione!
Poi c'è un aspetto che riguarda la più grande deroga che stiamo portando avanti da vent'anni in questa Regione, cioè trattare con leggi la materia contrattuale. C'è inoltre, sempre nell'urgenza, un aspetto marginale che riguarda l'Ufficio di gabinetto del Presidente, che è molto produttivo, ragion per cui gli dobbiamo dare quattro consulenti, da due che ne aveva, aumentiamo da uno a due il numero degli autisti e introduciamo altri marchingegni di questo genere.
Ora, io credo che noi tutti non dobbiamo essere schiavi di una stampa che cerca ovviamente di mettere in evidenza i limiti della nostra attività politica, ma certamente, da persone di buonsenso, dovremmo domandarci: quello che stiamo facendo è davvero utile, serve a qualcosa?
Nella discussione della scorsa finanziaria come opposizione abbiamo presentato una norma che si proponeva di migliorare l'efficienza dell'amministrazione. La proposta era questa: "L'indennità di funzione dei dirigenti è commisurata alla percentuale di attuazione della spesa assegnata a ogni dirigente". Perché non abbiamo il coraggio di approvarla, così vediamo chi è capace e chi non lo è? Perché non scegliere l'istituzione - cosa che noi stiamo chiedendo da un anno e mezzo a questa parte - della vicedirigenza, cioè della funzione vicaria della responsabilità dirigenziale? Sapete che cosa dobbiamo fare per trovare il responsabile in assenza del dirigente? Intanto dobbiamo capire quali sono i dirigenti che fanno parte della stessa direzione, poi fra questi quelli che hanno la massima anzianità nella dirigenza e, in caso di ulteriore parità, i più anziani in servizio. Se poi qualcuno di questi dirigenti anziani è messo male in salute, per cui non viene quasi mai in ufficio, dobbiamo trovare il subordinato. E' capitato anche a me e questo giro di valzer mi ha portato da una persona che era sempre malata, che non c'era mai e alla quale, quindi, non potevo chiedere di assumersi responsabilità.
Insomma, queste non sono norme che servono, questo è il vagone che serve per portare a casa la continuazione di quello stillicidio clientelare che è il sistema del nostro personale! Vorrei sottolineare che non va bene l'affermazione: "Siccome abbiamo fatto delle cose e non le abbiamo completate, abbiamo generato un'ingiustizia". E per sanare un'ingiustizia ne facciamo un'altra! E' da vent'anni che per sanare ingiustizie ne generiamo delle altre, in una catena di Sant'Antonio che non finisce mai. Questa è la verità, la si giri come si vuole, ma questa è la verità.
Sapete colleghi qual è la dotazione organica della nostra amministrazione? Circa 2.600 dipendenti, un'organizzazione articolata in diverse funzioni, che ha l'aspirazione di essere efficiente ma, guarda caso, grazie alle politiche infami e illogiche che sono state attuate e che qualcuno vuole continuare ad attuare, più del 50 per cento di questi 2.600 dipendenti è in categoria D. Tutti funzionari! Poi ci sono circa 200 dirigenti, tutto il resto è spezzettato nelle categorie C, B e A. Tra un po' in questa Regione - succede già - se hai bisogno di una fotocopia scopri che sei andato a chiederla a uno della categoria D, il quale ti dice: "Ma sei matto? Stai chiedendo a me, che sono un funzionario, di farti una fotocopia?". E non troverete nessuno che vi faccia una fotocopia o vi chiuda una porta. L'amministrazione regionale è così per via di queste politiche e qualcuno vuole utilizzare questo strumento per continuare a fare ingiustizie che sanano precedenti ingiustizie, ma che in quanto tali lasciano intendere che presto se ne faranno delle altre.
Vorrei chiarire un punto: sarebbe logico e onesto, ma io lo sosterrò per la parte che mi riguarda, che quando il populismo di maniera invoca la riduzione dei costi della politica tutti qui dentro sapessimo che un costo della politica imputabile alla nostra coscienza, per la nostra insipienza e per la nostra inerzia, è quello che noi poniamo in essere con questi provvedimenti, generando un'ingiustizia che dovrebbe sanare una precedente ingiustizia. E un costo della politica deriva sicuramente dal fatto che noi consentiamo a questa Regione di avere dei dirigenti e dei dipendenti che non sono misurati nella loro produttività e che in linea teorica e astratta - non voglio accusare nessuno - potrebbero portare a casa indebitamente retribuzioni che non si sono guadagnati. I dirigenti, infatti, sono misurati con un'indennità di base, ma anche con un'indennità di funzione e nei nostri Assessorati vengono presentati dei programmi con degli obiettivi sui quali vengono poi espressi dei giudizi. Questi giudizi, però, sono sempre tutti uguali, perché ci si deve dividere le indennità, ancorché sia evidente che quei risultati non sono mai stati raggiunti. La colpa di aver speso i soldi in quel modo è nostra! E' anche questo un costo della politica perché noi, invece di preoccuparci di problemi veri, ci preoccupiamo della "cooperativa di zio Antonio", del "gruppetto di precari di zio Francesco" e dobbiamo, uno alla volta, sistemarli tutti. Questa è clientela, non è giustizia! E' clientela delle più riprovevoli, perché fatta da persone che dovrebbero avere la visione generale dell'articolazione dell'amministrazione regionale.
Siccome noi il disegno di legge numero 71 lo riscriveremo qui, sarà il Consiglio regionale che strutturerà - al posto della Giunta, che invece è quella che avrebbe dovuto dirci come intende strutturare la propria amministrazione, ma non sarà così - l'amministrazione che vorremmo noi, non quella di cui ha bisogno l'Esecutivo per realizzare gli obiettivi. Non so se è chiaro. E' da vent'anni che stiamo facendo questo tipo di lavoro, con l'ipocrisia di chi viene qui a dirci che dobbiamo approvare certe cose perché c'è da sanare un'ingiustizia, perché c'era un'aspettativa, anche se poi quell'aspettativa è stata generata da una precedente ingiustizia, compresa quella abominevole norma che abbiamo visto nei giorni scorsi e che dovrebbe consentire a tutti i dipendenti delle categorie A, B e C che nel frattempo si sono laureati - per scelta loro - di accedere, per una folgorazione divina, senza concorso, direttamente alla categoria rispettivamente superiore. Questo sarebbe normale! Ma abbiamo il senso della misura tutti quanti in questa Regione? Fino a quando non siamo arrivati noi, nella scorsa legislatura, in Regione da quindici anni non si facevano concorsi per dirigenti, perché? Perché c'era una graduatoria degli idonei! All'ultimo concorso erano stati giudicati quasi tutti idonei, ma quando su 500 partecipanti 400 vengono dichiarati idonei, un minimo di rischio di prendere qualche peso morto lo si corre, perché non credo che in Sardegna si sia addensato in un certo momento storico il Gotha dell'intellighenzia amministrativa del mondo! Non credo! Noi seguivamo questa prassi! La responsabilità di questo è della politica e di un gruppo dirigente regionale che si chiama in modo uguale e preciso a come chiamano noi: casta! Casta che si autoprotegge suggerendo agli amministratori di turno norme che consolidano questo stato dell'arte. C'è una colpa? Sì e sta nel fatto che la politica è debole, non ha la forza di cacciare via queste persone, di limitarne l'influenza e le asseconda, così come fa questo provvedimento. Questo è un provvedimento da azzeccagarbugli, proposto da chi non ha neanche la più pallida idea di cosa sia la riforma di un'amministrazione pubblica che nel frattempo, dopo tanti anni, ovvero dal '98 ad oggi, è talmente cambiata (soprattutto per quanto riguarda le dotazioni finanziarie, che non possiamo più permetterci come un tempo) da rendere impresentabile una cosa di questo genere!
Pensate che in Commissione abbiamo intercettato la perla dell'efficienza che è venuta in testa alla precedente Assessora del personale, la quale diceva: "Perché dobbiamo mantenere esterno" - cioè in una condizione di terzietà - "il Nucleo di valutazione dell'Amministrazione regionale? Lo portiamo dentro l'amministrazione, stabilizziamo anche quel personale, lo facciamo diventare dipendente regionale." Questa è la proposta che era stata intercettata! Almeno su questo punto ci hanno ascoltato in maniera tale che "la casta numero 2" - quella che viene dopo la numero 1 - non potesse dire, nel momento della valutazione, facendo venir meno l'elemento di terzietà che doveva dare un giudizio di valore: "Quando mai posso fare un dispetto a un mio collega!". Queste cose vengono scritte qua, sono state intercettate e a volte cancellate. Guardate l'articolo che reca norme varie: un valzer incredibile di cose assurde, ma avremo modo di vederle una per una.
Per riassumere la nostra posizione, o quella che io penso debba essere la nostra posizione, dico che noi abbiamo urgenza di definire bene i termini. Si parla spesso di precariato, ma credo che proprio nel massimo rispetto dei precari non possiamo prima dire che un lavoratore precario ha maturato un diritto se ha lavorato 36 mesi in 5 anni, poi che lo ha maturato se ha lavorato 36 mesi in 10 anni, allargando la maglia tra un po' diremo che sarà sufficiente che abbia lavorato 30 mesi in 15 anni, perché capite benissimo che alla fine assumiamo anche il pony express che è passato a portare un plico! Se è fortunato e passa nel momento in cui facciamo la norma, anche il pony express che è stato dieci minuti negli uffici regionali riesce ad avere il requisito per essere considerato precario e quindi da stabilizzare! Ovvero: se modifico il requisito stabilizzo tutti!
Io rispetto i precari, ma vorrei dirvi che in questa Sardegna dilaniata mi voglio far carico di rappresentare quei giovani "disgraziati" che finiscono di studiare e sanno di non avere nessuna possibilità di entrare nella pubblica amministrazione perché i posti se li sono "mangiati" tutti quelli che noi, con queste norme del piffero, abbiamo inteso stabilizzare. E così abbiamo "bruciato", indipendentemente da un giudizio concorsuale, le opportunità di tutti quei "disgraziati", ripeto, che sono costretti a fare lavori stagionali e che come tali sono fuori dalla classifica dei precari, di tutti quelli che non hanno mai avuto un lavoro e di tutti quelli che hanno diritti in questa regione pari a quelli che noi vorremmo tutelare con questi strumenti. Sarebbe il caso di fare scelte coraggiose e cominciare a dire - e io lo ripeterò per quanto potrò durante il percorso di questo dibattito - che non si approvano in legge norme contrattuali o modifiche contrattuali, che bisogna avere il coraggio di bloccare ogni forma di generazione di nuova precarietà in questa Regione per due anni, costi quel che costi, e finalmente fare quello che non si vuole mai fare. Tutte le Regioni d'Italia hanno stabilito le norme per la mobilità intercompartimentale, la Sardegna no! Se esiste un surplus nella pubblica amministrazione o nella sanità non c'è la possibilità dell'intercompartimentalità! Perché? Perché non decidiamo, una volta per tutte, di bloccare per due anni gli incentivi a pioggia e di valutare chi merita e chi non merita! Lo so che è impopolare, però se qualcuno pensa ancora di poter vincere le elezioni con questo tipo di politica secondo me sbaglia in partenza. Noi vorremmo fare politica per generare giustizia sociale e non per sanare una presunta ingiustizia originata da altre ingiustizie che si sono determinate da venti o trent'anni a questa parte. Noi saremo qui per smascherarle una per una, perché ci sarà pure una forza politica in questo Consiglio che difende anche il diritto di quelli che non possono parlare!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Salis, Uras e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Cappai - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Petrini - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori sono sospesi per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 51, viene ripresa alle ore 13 e 22.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, ho già dato la parola all'onorevole Agus.
BRUNO (P.D.). Sì, ma forse non aveva visto la mia iscrizione.
PRESIDENTE. No, onorevole Bruno, non è iscritto a parlare.
BRUNO (P.D.). Forse non è stata attenta.
PRESIDENTE. No, la sua iscrizione non c'è, guardi lei stesso, onorevole Bruno.
BRUNO (P.D.). Come non c'è?
PRESIDENTE. Non c'è, ma ho già dato la parola all'onorevole Agus.
BRUNO (P.D.). Forse avevo già chiesto di parlare e ho premuto il pulsante che annulla la prenotazione quando stavo per intervenire.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, ho già dato la parola all'onorevole Agus.
BRUNO (P.D.). E' così, Presidente, è così.
PRESIDENTE. Appena finisce l'onorevole Agus...
BRUNO (P.D.). No, chiedo ai Segretari se hanno notato.
PRESIDENTE. Se l'onorevole Agus rinuncia al suo intervento...
BRUNO (P.D.). No, non rinuncia.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, avevo già dato la parola all'onorevole Agus.
BRUNO (P.D.). Presidente, le assicuro che avevo chiesto prima la parola e che ho annullato la prenotazione quando si è acceso il microfono.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, lei sa perfettamente che, come è successo altre volte, può richiamare l'attenzione del Presidente, però avevo già dato la parola all'onorevole Agus. Lei sa che mi blocco quando qualcuno richiama la mia attenzione. Grazie, onorevole Bruno.
(Interruzione)
AGUS (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale?
PRESIDENTE. L'onorevole Agus non può chiederla. Possono farlo solo due Capigruppo.
Prego, onorevole Agus.
AGUS (P.D.). Va bene, i colleghi fanno in tempo a rientrare.
Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, stiamo affrontando una norma importante anche se inficiata, a mio avviso, dalla sua lontana origine. Infatti, anche se nominato come disegno di legge 39, questo testo è pervenuto al Consiglio, se non vado errato, nel giugno dell'anno scorso. Oggi viene ripresentato in una nuova veste, come disegno di legge numero 71/A. E' una legge di organizzazione del personale ma che, a mio avviso, interessa un po' tutta l'organicità della nostra macchina burocratica. L'articolato contiene, come spesso abbiamo detto in quest'Aula, sprazzi di una legge organica e incide in modo particolare sulla legge numero 31, perché su undici articoli cinque di fatto, cioè quasi il 50 per cento, interessano quella legge, senza contare gli emendamenti che spero possano essere esaminati in Commissione, visto e considerato che la Commissione aveva già esaminato il disegno di legge numero 39.
Il disegno di legge numero 71 presenta un articolato disorganico, che si inserisce in quella che è ormai la consuetudine delle leggi stralcio, posto che questa legge può essere considerata appunto una legge stralcio, visto che contiene un po' di tutto, modifica leggi di riferimento e nella fattispecie la legge numero 31. Questa disarticolazione e questo modo di legiferare creano problemi di organicità, ma anche di interpretazione della norma: spesso alcuni articoli che si insinuano nel costrutto della legge originaria creano difficoltà anche nell'interpretazione da parte dei funzionari ai fini della loro applicazione. Abbiamo più volte rimarcato la necessità di affrontare la materia nella sua interezza, per dare nuova definizione con riferimenti alle nuove esigenze. Di fatto, dall'approvazione della legge numero 31 sono trascorsi tredici anni (la legge è del 1998); tredici anni di operatività di una legge che chiaramente si scontra con l'evoluzione rapida dell'articolazione amministrativa, che comunque ha avuto molte interazioni anche con le leggi nazionali. Anche in questo caso si è giustificata l'urgenza con la necessità di approvare alcune parti, altrimenti chissà che cosa succederà, ma mi piacerebbe saperlo proprio per capire le ragioni dell'urgenza. Visto e considerato che questa norma promana (anche nell'intestazione, peraltro) dall'assessore Corona, non riesco a capire quale urgenza ci sia nella sua approvazione.
E' una norma articolata, ripeto, che tratta di assetti organici, nonché di uffici della Regione a Bruxelles. Elemento importantissimo questo: visto e considerato che non riusciamo a spendere i fondi europei e veniamo richiamati a questa funzione, forse è doveroso avere uffici a Bruxelles per consentirci di beneficiare più puntualmente di quelle risorse. Questo aiuterà sicuramente la nostra sfiancata finanza regionale.
Il testo di legge parla anche di dotazione organica, ma non so quale rapporto possa esserci con il Patto di stabilità e che cosa possa essere attuato con la rivisitazione, sicuramente opportuna, della legge organica. Ma diciamo che la necessità di rivisitare la legge organica è legata probabilmente alla volontà di questo Consiglio di riordinare la macchina amministrativa che, come abbiamo detto, è assai complessa. C'è quindi anche la necessità di verificare l'attuazione della "31", una delle leggi quadro di questa Regione, che però, a mio avviso, dovrebbe essere adeguata previa attuazione del mandato dato da questo Consiglio alla prima Commissione di predisporre un nuovo Statuto e una nuova legge statutaria. Certo sarà difficile che il nuovo Statuto possa essere approvato entro la legislatura in corso (vedremo cosa si potrà fare), ma anche su questo fronte inviterei la Presidente a consentire alla Commissione di svolgere la sua attività, perché il mandato affidato non è di poco conto: parliamo di Statuto e di legge statutaria, due pilastri importantissimi di questa istituzione regionale che, appunto, può essere considerata anche in virtù della visione prospettica di un'Italia federale come uno degli strumenti di governo autonomistico forte nel contesto di una nazione che si prospetta, almeno a parole, federale. Direi che questo comporta, chiaramente, una riorganizzazione dell'apparato burocratico che è interessato dalla legge in oggetto.
Non mi stupisce pertanto l'idea dell'assessore Floris di guardare a questa legge come a un qualcosa di cui si potrebbe fare a meno. Posto che lui ha presentato in questa materia un suo disegno di legge, forse sarebbe stato opportuno inserire in quel provvedimento la parte del disegno di legge numero 71 che sicuramente è urgente e magari ragionare con i titolari, diciamo, della proposta legislativa che oggi stiamo esaminando.
Ripeto, c'è la necessità di discutere di questa norma al cospetto di una visione prospettica, anche se ancora non abbiamo elementi tali da consentirci di stabilire quale sarà l'organizzazione della Regione Sardegna, però già si parla di due camere, cioè del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali. Chiaro è che con un'organizzazione siffatta anche l'apparato amministrativo dovrà essere adeguato.
Parliamo, quindi, di norme che oggi possiamo anche modificare, ma che successivamente, all'atto dell'approvazione della legge statutaria, dovranno essere completamente modificate. Parlo del federalismo nazionale, un'idea diffusa in quest'Aula, ma parlo anche del federalismo interno, il che vuol dire che anche la Regione Sardegna dovrà articolarsi in modo diverso. Allora mi domando se l'attuale pianta organica dell'amministrazione regionale sia funzionale a questa nuova articolazione.
Abbiamo le province e anche qui sorge un dilemma: le teniamo o non le teniamo? Nell'ambito federale credo che questa Regione dovrebbe cedere potere, competenze e risorse (quando parlo di risorse mi riferisco sia alle risorse economiche sia a quelle umane) alle province, perché sicuramente anche il controllo della spesa verrebbe esercitato in maniera puntuale, non tanto dall'apparato amministrativo regionale, che peraltro ha difficoltà anche ad attuare le leggi (ce lo dice la Commissione d'inchiesta sulla mancata attuazione delle leggi regionali), ma dal cittadino, il quale quando ha a che fare con il controllo della spesa pubblica presso il proprio ambito è in grado di esercitare un controllo più attento e curato rispetto agli stessi funzionari regionali a questo preposti.
Quindi c'è un'articolazione molto complessa, ma c'è anche l'idea, da parte di qualcuno, di sopprimere le province. In quel caso si articolerebbe nel territorio probabilmente una funzione più ampia da parte degli enti locali, ovverosia dei comuni, e a maggior ragione la cosiddetta camera degli enti locali avrebbe un ruolo più incisivo, più rappresentativo. Ai comuni verrebbero assegnati ulteriori funzioni, per cui l'articolazione del governo della Regione andrebbe sicuramente rivista. Stiamo discutendo un testo di legge che, ripeto, potrebbe essere sconvolto da un momento all'altro, ma che è disorganico, come abbiamo più volte ripetuto, quindi sarebbe opportuno che in alcuni ambiti questo aspetto fosse soppesato e ripensato.
Non mi stupisce, dicevo, la posizione assunta dall'assessore Floris, il quale dice che in questo momento non gli interessa questo articolato e vorrebbe discutere d'altro. Eppure questo articolato tratta argomenti interessanti. Onestamente devo dire che tra gli aspetti più dibattuti vi sono quelli legati al precariato. La Regione Sardegna, al pari di altri enti, gestisce una marea di precari e utilizza figure professionali, provenienti magari da enti che sono stati sciolti, che hanno caratteristiche funzionali totalmente diverse da quelle richieste in pianta organica. Anche qui io dico: prima di affrontare il tema analizziamo a fondo la situazione. Sono convinto che ci saranno emendamenti attraverso i quali si cercherà - mi ci metto anch'io, se è necessario - di dare risposte ai bisogni più diffusi dei cittadini, di quei lavoratori oggi parcheggiati, sottoutilizzati anche dagli enti regionali, che chiedono giustizia nella definizione della loro posizione lavorativa.
Ebbene, credo che prima di affrontare un tema del genere sarebbe stato opportuno avere un quadro chiaro della situazione del precariato in Sardegna, per capire quali lavoratori è possibile stabilizzare concretamente, quelli che magari operano da tanto tempo nella Regione Sardegna, la quale ha pure speso risorse per formare delle unità che adesso tiene in una condizione di disagio lavorativo, dico io, il che chiaramente non favorisce la massima produttività, in quanto l'instabilità del lavoro non aiuta la produttività.
C'è un modo, a mio avviso, troppo superficiale di affrontare questi temi. Andrebbero premiati, giustamente, i lavoratori utilizzati dalla Regione che magari sono strutturati o hanno già acquisito professionalità. Potrebbe quindi essere stilata, se necessario, come è stato fatto in qualche altro caso, una graduatoria ad hoc dalla quale attingere. Il doppio canale è utilizzato anche dallo Stato, cioè i lavoratori precari vengono inseritti in una lista a esaurimento e contestualmente si fanno i concorsi, per cui per una quota dei posti da ricoprire si attinge dalle graduatorie concorsuali e per la restante quota dalle liste a esaurimento o speciali, anche se coloro che sono inclusi in queste liste, a mio avviso, dovrebbero comunque partecipare a un corso-concorso e quindi essere sottoposti a una prova pubblica d'esame per poter acquisire la titolarità del posto. Questo nel rispetto della norma.
Mi preme raccontare, perché è una situazione a dir poco paradossale, che anche la Regione Sardegna quando acquisisce un'attività non attua il dispositivo legislativo dell'articolo 2112 del Codice civile. Quando un ente acquisisce un altro ente dovrebbe applicare la norma nazionale, non avendone una propria, eppure quando la Regione Sardegna acquisisce un'attività licenzia i dipendenti del soggetto acquisito e li riassume attraverso le agenzie interinali. Qui si apre un discorso ampio e particolare che riguarda l'uso dell'interinale, che a mio avviso non porta vantaggi economici alla Regione Sardegna, ma anzi costa parecchio e peraltro non viene utilizzato in casi di emergenza, ma in maniera sistematica e perciò anche impropriamente.
Un caso anomalo è, ripeto, quello in cui del personale viene riassunto attraverso l'interinale a tempo determinato e per svolgere la stessa attività nello stesso posto in cui lavorava ventiquattrore prima. Ma può la Regione Sardegna adottare comportamenti di questo genere nei confronti di personale, ripeto, di un ente che ha acquisito? Accade anche che se le serve un'unità in più ricorre alle agenzie interinali e, guarda caso, poi paga due stipendi - due stipendi per modo di dire -, cioè paga la cassa integrazione al dipendente che occupava un dato posto nell'ente rilevato e lo stipendio a chi quel posto lo va a occupare per la prima volta. Una situazione fantozziana direi! E questo lo fa l'ente Regione!
Credo che qualcosa non funzioni e penso che ci sia davvero la necessità di porre ordine in questo campo che, ripeto, incide profondamente sui nostri concittadini, che da una parte servono la Regione, quindi il loro Stato, direbbe qualcuno, dall'altra vengono sfruttati e chiaramente posti in condizione di soggezione, quindi anche di non piena produttività. Sappiamo quanto ci sia bisogno oggi di professionalità e di produttività, per cui occorre riconoscere le capacità professionali e valorizzarle, altrimenti paghiamo anche in termini sociali. Non sta a me dirlo, ma ormai la storia è piena di casi in cui i lavoratori non sono messi nelle condizioni di esercitare appieno la propria professionalità, di mostrare le proprie capacità, perché il sottoutilizzo, l'utilizzo distorto delle professionalità in ambito pubblico non aiuta ad avere quella serenità interiore che consente di ottenere soddisfazioni in ambito sia lavorativo che civico.
Non credo che con questa legge riusciremo ad affrontare esaustivamente questo tema. Probabilmente ci saranno anche stavolta i fortunati e quelli che magari per aver lavorato un giorno in meno saranno esclusi, quindi commetteremo altre ingiustizie. E' vero, forse tanti si salveranno, a tanti daremo la dignità di lavoratori, però tanti altri rischieranno, per una virgola non messa al posto giusto, di restarne fuori. Bene avremmo fatto a presentare un elenco per sapere dove sono utilizzati questi lavoratori, in che ruolo, da dove provengono, che titoli hanno e quali reali possibilità hanno di essere stabilizzati senza fare torto a chi attende da anni un lavoro, si è preparato, si è laureato, si è formato e non riesce a inserirsi in ambito lavorativo. Noi sappiamo quanto sia importante oggi avere un posto pubblico. E' vero che non siamo più sicuri del nostro posto di lavoro, ma mentre il privato con la congiuntura economica rischia il suo percorso di dieci, quindici anni di attività, e se va in crisi mette in mobilità i propri lavoratori, l'unico posto sicuro è nella pubblica amministrazione, per cui tutti ambiscono a entrarvi.
Credo che ci voglia massima attenzione e serietà nell'affrontare questi temi. Spero che questa norma possa dare delle risposte, credo però che ci sia la necessità di rivisitare in maniera organica la legge numero 31 per renderla in prospettiva rispondente a quella che è la nostra visione di una Sardegna con un nuovo Statuto e una nuova legge statutaria. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Quarta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dessì, Murgioni, Pittalis, Salis, Stochino e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Mula - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 46.
[PS1]Del 1977
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni, interpellanza e mozione annunziati in apertura di seduta
Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità della Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (SOGEAAL), e sulla necessità di provvedimenti urgenti per salvaguardare la continuità del rapporto di lavoro ai dipendenti della Cooperativa Alba.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la situazione di criticità in cui versa la SOGEAAL, Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero, si sta ulteriormente aggravando, mettendo ora a rischio la continuità di un servizio essenziale quale quello per i disabili a seguito della scadenza del contratto a suo tempo assegnato alla Cooperativa Alba di Sondrio, con il conseguente licenziamento di tutto il personale che dal 2008 era impegnato, con provata professionalità, ad assistere i passeggeri diversamente abili;
CONSIDERATO che:
- la decisione di interrompere il servizio con la cooperativa decidendo di affidarlo al personale interno alla SOGEAAL, non appare adeguatamente ponderata considerata l'utenza a cui il servizio viene rivolto, qualora dovesse essere affidato a persone non adeguatamente preparate professionalmente;
- a ciò si aggiungono le ripercussioni socio-economiche derivanti dal licenziamento immotivato di dieci lavoratori che si troveranno, inaspettatamente, senza lavoro nonostante il servizio abbia ricevuto gradimento dall'utenza;
PRESO ATTO che sono in atto manifestazioni sindacali a difesa di questo personale e che occorre che la Giunta regionale intervenga urgentemente presso la Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (giova ricordare come la stessa è a capitale interamente regionale) a tutela delle prerogative dei lavoratori, imponendo il proseguimento del servizio e garantendo la massima efficienza e il posto di lavoro di questo personale,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale:
- per sapere se siano a conoscenza della reale situazione in cui versano i lavoratori della Cooperativa Alba a seguito della decisione da parte della SOGEAAL di eseguire con dipendenti interni alla società il servizio di assistenza ai disabili;
- per conoscere i provvedimenti urgenti che la Giunta regionale intende assumere presso la SOGEAAL, al fine di assicurare la continuità del lavoro ai dipendenti della cooperativa citata e salvaguardare la qualità del servizio finora offerto;
- per conoscere le ragioni per cui lo scrivente sia ancora in attesa di risposta all'interrogazione n. 557/A dell'8 aprile 2011, relativamente alla precaria situazione finanziaria della SOGEAAL. (606)
Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'attivazione della nuova normativa per la cessione dei crediti nei confronti delle aziende sanitarie pubbliche sarde.
Il sottoscritto,
CONSIDERATO CHE:
- la legge regionale n. 1 del 2011 (legge finanziaria 2011), ai commi 4, 5, 6 e 7 dell'articolo 13 stanzia la somma di 10 milioni di euro per garantire la cessione dei crediti da parte di imprese di enti di diritto privato e di persone fisiche che siano creditori delle aziende sanitarie della Sardegna;
- tale disposizione legislativa mira a trasferire sulla Regione tutti i costi del sistema della cessione dei crediti, compresi gli interessi bancari, consentendo al sistema delle imprese di poter vantare crediti immediatamente esigibili e diritti certi nei confronti delle aziende sanitarie;
- tale disposizione ha altresì l'obiettivo di modificare radicalmente i tempi di pagamento da parte delle aziende sanitarie sarde, sanando le lunghe attese e le sofferenze economiche e di cassa di tutti coloro che hanno rapporti di fornitura di prestazioni o di beni con il Sistema sanitario regionale;
- tale disposizione normativa, se correttamente applicata, consente anche di intervenire virtuosamente sull'intero sistema degli appalti e delle forniture alle aziende sanitarie, in quanto garantisce certezza ai termini temporali dei pagamenti ed elimina pertanto una variabile distorsiva del mercato che tende a far lievitare verso l'alto tutti i costi delle forniture pubbliche;
- la piena applicazione della citata normativa, secondo quanto disposto dal comma 5 dell'articolo 13 della legge n. 1 del 2011, prevede la predisposizione di un'apposita convenzione quadro da parte dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione e, secondo il disposto del comma 6 dello stesso articolo 13, la predisposizione di altra convenzione a tutela della Regione con gli enti debitori,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se siano state opportunamente predisposte dall'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione le convenzioni di cui al comma 5 e 6 dell'articolo 13 della legge regionale n. 1 del 2011;
2) se l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale abbia opportunamente predisposto la relativa informativa alle aziende sanitarie perché sensibilizzino i propri uffici appalti e le imprese e gli enti fornitori sugli effetti virtuosi attesi in conseguenza della applicazione della nuova normativa;
3) quale sia il tempo previsto perché la nuova normativa sia pienamente a regime e quali siano gli interventi di monitoraggio previsti per la valutazione della sua efficacia. (607)
Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative alla realizzazione degli impianti irrigui esclusi e/o non finanziabili attraverso il Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013, regolamento (CE) n. 1698/2005, Misura 121.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- a pagina 7 del bando sul Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 regolamento (CE) n. 1698/2005, Misura 121, sono elencate le opere escluse dall'intervento, tra le quali i drenaggi, gli impianti e le opere per l'irrigazione, a meno che tali interventi permettano di ridurre di almeno il 25 per cento il precedente consumo d'acqua;
- pertanto, secondo quanto stabilito dal bando, non sarebbe consentito il passaggio da una conduzione "in asciutto" ad una "in irriguo" e l'azienda oggetto dell'intervento dovrebbe già utilizzare la risorsa idrica e possedere impianti irrigui che andrebbero ammodernati nell'ottica del risparmio idrico;
- sarebbero finanziabili, invece, impianti di irrigazione qualora e solo se si verificasse, con l'introduzione di un nuovo impianto irriguo od il suo ammodernamento, un risparmio della risorsa idrica almeno del 25 per cento;
- quindi, il passaggio da una situazione di irriguo ad una situazione di irriguo più efficiente sarebbe consentito aumentando l'efficienza dell'impianto stesso;
CONSIDERATO che:
- quanto sopra esposto, rappresenta una grossa opportunità per l'imprenditore che, con la Misura 121, oltre a risparmiare la risorsa idrica, potrebbe dotare l'impianto aziendale di tutti gli automatismi necessari alla gestione irrigua, o cambiare la componentistica obsoleta e superata dal punto di vista tecnologico;
- secondo la logica del bando, infatti, potrebbe essere finanziabile il passaggio da un sistema irriguo per scorrimento ad un sistema per aspersione che, dai dati in letteratura, aumenterebbe l'efficienza del 25 per cento, oppure il passaggio da una situazione di irrigazione per aspersione ad una di micro portata, sino ad arrivare a un'efficienza del 90 per cento;
EVIDENZIATO che:
- il PSR della Regione Sardegna, con la Misura 121, consentirà soltanto un ammodernamento degli impianti irrigui, introducendo nell'agricoltura sarda impianti irrigui più efficienti;
- il PSR non consentirà, invece, l'estensione dell'irrigazione alle poche aziende che, nonostante il difficile quadro economico, ancora vogliono operare utilizzando la risorsa idrica, ad esempio, per abbattere i costi di alimentazione nelle aziende zootecniche, o migliorare la qualità delle produzioni nelle aziende vitivinicole, frutticole ed orticole;
PRESO ATTO che:
- alcuni progetti presentati con la Misura 121 prevedrebbero, tra le opere in progetto, la predisposizione e la realizzazione di impianti irrigui ex novo che, per le condizioni agrometeorologiche della Sardegna, sono un fattore imprescindibile e legato alla scelta che attua l'imprenditore;
- sarebbe impensabile realizzare un agrumeto e gestirlo in asciutto o un moderno vigneto senza irrigazione a goccia, per una migliore gestione della produzione;
- in questi casi, quando l'imprenditore intende realizzare opere per le quali l'impianto irriguo rappresenta una condizione indispensabile all'interno dell'investimento complessivo, potrebbe essere ipotizzabile il riconoscimento della spesa complessiva con un'interpretazione meno restrittiva del PSR; un parametro che meriterebbe di essere considerato nel giudizio che si esprime per gli impianti irrigui realizzati col PSR potrebbe essere l'uniformità di erogazione (EU), vale a dire il parametro che consentirebbe di stabilire se l'impianto irriguo è ben progettato e dimensionato; questo parametro dovrebbe essere richiesto e misurabile al collaudo degli impianti irrigui stessi,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale sapere:
- quali iniziative si intendano attivare allo scopo di modificare e migliorare il programma di cui all'oggetto e venire incontro alle esigenze degli agricoltori che necessitano, al pari delle esigenze di risparmio e contenimento dell'utilizzo dell'acqua, di ammodernare i propri impianti idrici necessari per il prosieguo delle proprie colture se non, addirittura, di realizzarli dove non sono mai stati presenti;
- se non ritengano necessario rimodulare il PSR in maniera meno restrittiva per la realizzazione di impianti irrigui che rappresentano per l'agricoltore una condizione indispensabile all'interno dell'investimento complessivo per la produzione;
- se non intendano prendere in considerazione e utilizzare per la valutazione degli impianti irrigui da realizzare attraverso il PSR, l'EU quale parametro che, di fatto, consentirebbe di stabilire se l'impianto di cui si sta trattando presenti una progettazione ottimale e sia adeguatamente dimensionato al suo utilizzo. (608)
Interrogazione Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nei pagamenti del premio unico alle aziende agricole e sull'applicazione della legge regionale n. 15 del 2010.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'agricoltura in Sardegna sta attraversando da troppo tempo un profondo stato di crisi, che necessita di interventi urgenti e straordinari;
- le imprese agricole stanno vivendo, oltre al danno arrecato dalla legge regionale n. 44 del 1988, un ritardo nei pagamenti dei premi comunitari;
- l'ormai inaccettabile pressione fiscale, il costo dell'acqua e delle materie prime, rischiano di far saltare il sistema produttivo isolano, con ripercussioni sulle produzioni agricole non più remunerative;
- i ritardi nei pagamenti del Piano di sviluppo rurale (PSR) da parte della Regione stanno mettendo in ginocchio le imprese agricole già agonizzanti a causa della crisi dell'intero comparto;
- dopo gli anticipi del 75 per cento delle somme a 13.481 domande su 29.161 presentate con l'Asse II del PSR 2010, ad oggi non si conoscono i tempi di liquidazione e di anticipazione del 50 per cento delle restanti domande, nonché i tempi di erogazione del saldo;
CONSIDERATO che:
- sono ancora numerose le domande relative agli anni 2006, 2007, 2008 e 2009 ancora non liquidate da ARGEA e che, a causa delle lentezza nell'istruttoria regionale, sta portando le aziende verso la definitiva chiusura;
- ARGEA ha liquidato il contributo di cui all'articolo 1 (de minimis) della legge regionale n. 15 del 2010 dal 15 febbraio al 13 giugno per un totale di circa 6.032 mandati di pagamento (rispetto a n. 8281 aziende ammissibili della prima graduatoria ARGEA, su un totale di 10.547 domande presentate), per un importo di euro 14.773.915;
- non si comprende il motivo per cui non si dia corso al pagamento di tutte le domande ammissibili;
- devono essere liquidate, in aggiunta alle 8.281, anche le domande oggetto dei ricorsi accolti da ARGEA;
VERIFICATO che la Giunta regionale non ha ancora provveduto a deliberare come previsto dagli articoli 7, 8, 9, 11, 12, 13, 14, 16, 20, 21 e 23 della legge regionale n. 15 del 2010, rendendola così sostanzialmente inapplicata,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale all'agricoltura e riforma agro pastorale per sapere:
1) quali siano i tempi certi per la liquidazione totale delle domande relative al PSR Asse II 2010 e alle annualità pregresse, al fine di dare una risposta alle aziende agricole già messe a dura prova dalla crisi del settore in atto;
2) quanti e quali elenchi di liquidazione siano stati trasmessi ad ARGEA;
3) quali azioni intendano avviare per rendere operativa la legge regionale n. 15 del 2010 in tutti i suoi articoli;
4) quali azioni intendano intraprendere per il recupero dei fondi FAS (220 milioni di euro di fondi europei) e di quelli relativi alla vertenza entrate (46 milioni di euro), parte dei quali potrebbero essere stanziati a sollievo della crisi del comparto agricolo. (609)
Interpellanza Bruno - Sabatini - Sanna Gian Valerio sulla necessità che l'indagine epidemiologica sui territori sardi interessati da attività militari, e segnatamente per l'area del poligono del Salto di Quirra, sia svolta modificando radicalmente la composizione della commissione e del comitato scientifico previsti dal decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 26 del 17 maggio 2011.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- il decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 26 del 17 maggio 2011 dispone la costituzione di una commissione per l'aggiornamento delle evidenze epidemiologiche disponibili sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree della Regione interessate da attività militari attive o dismesse e, eventualmente, di pianificare le opportune analisi di approfondimento;
- tale commissione è presieduta dall'Assessore e composta dal direttore del servizio dell'Assessorato competente per materia, dal coordinatore dell'Osservatorio epidemiologico regionale e dai direttori generali delle ASL n. 8 di Cagliari, n. 5 di Oristano, n. 4 di Lanusei e n. 2 di Olbia;
- la commissione è affiancata da un comitato scientifico di supervisione delle attività composto da un rappresentante dell'Istituto superiore di sanità, da un rappresentante dell'Associazione italiana dei registri tumori, da un rappresentante del Dipartimento di statistica dell'Università di Firenze e a quest'ultimo è conferito l'incarico di assicurare il coordinamento del comitato scientifico;
CONSIDERATO che:
- nella seduta del 19 gennaio 2011 il Senato della Repubblica ha approvato due mozioni sulla situazione del poligono del Salto di Quirra;
- la mozione n. 1-00366 (testo 2), primo firmatario il sen. Scanu, approvata all'unanimità dal Senato, faceva riferimento (lettera b) all'avvio di un'indagine sanitaria ed epidemiologica tendente ad accertare natura, entità, incidenza e prevalenza delle patologie tumorali e malformative e della mortalità individuandone le determinanti causali;
- ad analoghe conclusioni è pervenuta anche la commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, che in più di un'occasione, ed anche nel sopralluogo svolto in Sardegna nei giorni 29 e 30 marzo 2011, ha caldeggiato l'avvio di un'indagine epidemiologica a carattere sistematico per l'area del Salto di Quirra, nella consapevolezza che le pur apprezzabili indagini finora svolte hanno carattere prevalentemente descrittivo e non rappresentano in modo compiuto ed esauriente la situazione sanitaria del territorio ed i rischi potenziali per la salute umana e degli animali derivanti dall'attività militare svolta nel poligono;
- inoltre, la Regione non è giuridicamente vincolata dalle decisioni e dagli orientamenti assunti dai predetti organi parlamentari, ma appare comunque opportuno misurarsi con proposte che appaiono idonee ad affrontare con mezzi adeguati la situazione di grave allarme sociale che si è determinata soprattutto in relazione alla cosiddetta "sindrome di Quirra";
- lo svolgimento di un'indagine epidemiologica sui territori sardi interessati da attività militari richiede comunque un impegno anche del Governo per sostenere con un adeguato impiego di risorse uno sforzo tecnico, scientifico ed organizzativo di notevole entità,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale al fine di conoscere le ragioni per le quali:
1) malgrado la comune consapevolezza della necessità di procedere ad un'indagine epidemiologica sistematica nei territori interessati da attività militari, e segnatamente per l'area adiacente il poligono del Salto di Quirra, e malgrado l'assenso espresso dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale su tale ipotesi nel corso dell'incontro con una delegazione della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito svoltosi a Cagliari il 30 marzo 2011, si sia poi optato per la indicazione di una finalità molto più riduttiva, e tale da non dare alla popolazione la necessaria ed adeguata informazione sui rischi effettivi, dell'aggiornamento ed eventuale integrazione delle evidenze epidemiologiche disponibili sullo stato di salute delle popolazioni residenti nelle predette aree, dando per acquisito ciò che è da dimostrare, ovvero l'attendibilità delle indagini condotte fino ad oggi e la loro completezza, dimenticando oltretutto l'esigenza, strategica per l'economia locale, di accertare le condizioni sanitarie degli animali;
2) il coordinamento del comitato scientifico è affidato al Dipartimento di statistica dell'Università di Firenze, considerato che la competenza di un tale istituto non può che essere parziale, mentre più ragionevole e soddisfacente appare la soluzione prospettata dalla mozione del Senato, dell'affidamento all'Istituto superiore della sanità del compito di costituire un board scientifico, impegnando le competenze specifiche esistenti in ambito nazionale e coinvolgendo, tra gli altri, la Regione Sardegna, nonché le competenze maturate nell'ambito dell'attività di monitoraggio ambientale al fine di pervenire alla stesura di un rapporto sulla condizione sanitaria del territorio;
chiedono inoltre di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) non si ritenga di dovere modificare la composizione della commissione presieduta dall'Assessore della difesa dell'ambiente che nel suo attuale assetto, fermo restando l'apprezzamento per la competenza e le indiscusse capacità professionali delle persone chiamate a farne parte, appare ispirata ad un criterio del tutto estraneo a una corretta visione dell'autonomia che dovrebbe individuare nell'ente regionale il centro promotore dell'attività di ricerca, in grado di avvalersi delle migliori competenze sia a livello regionale sia nazionale ed europeo, intendendosi per tali quelle idonee a consentire il perseguimento degli obiettivi determinati in sede politica;
2) anche qualora si ritenga di mantenere un assetto basato su una commissione operativa e su un comitato scientifico di supervisione dell'attività, non si ritenga di modificare radicalmente la composizione del comitato scientifico, estendendo il novero degli interlocutori, in particolare all'autorità sanitaria militare, inspiegabilmente assente, e affidando comunque le funzioni di coordinamento ad un soggetto dotato di competenze specifiche in materia epidemiologica. (237)
Mozione Sabatini - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Vargiu - Meloni Francesco - Bruno - Cuccu - Moriconi - Agus - Espa - Corda - Cucca - Meloni Marco - Lotto - Meloni Valerio - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Manca - Barracciu - Mulas - Steri - Cappai - Obinu - Capelli - Biancareddu - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Artizzu - Sanna Matteo - Porcu sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- è in atto nei territori di Perdasdefogu e San Lorenzo (Villaputzu) una vera e propria emergenza sociale conseguente alle iniziative legate all'accertamento delle reali condizioni di inquinamento territoriale per effetto delle attività svolte nel poligono militare;
- tale emergenza sta determinando un progressivo disorientamento nelle popolazioni residenti sia per l'impossibilità di vedere garantite l'attuale occupazione e le ordinarie attività agropastorali dalle quali le suddette popolazioni traggono reddito, sia perché i timori e gli allarmi degli ultimi mesi, peraltro ancora non corroborati da adeguati ed autorevoli evidenze scientifiche, stanno progressivamente deteriorando la già indebolita immagine territoriale e turistica di tutta l'area interessata dai diversi provvedimenti cautelari;
DATO ATTO che le problematiche in atto nel territorio del Salto di Quirra non intendono interferire nella discussione circa la presenza militare in Sardegna, demandata a specifici e più generali criteri di concertazione tra Stato e Regione, anche alla luce e in conseguenza degli esiti delle indagini attualmente in corso sulla correlazione fra salute, umana e animale, e attività militare;
CONSIDERATO che sarebbe stata opportuna e necessaria, in uno spirito di leale collaborazione fra i diversi apparati dello Stato, un'azione complessivamente coordinata fra le diverse autorità competenti per garantire processi di indagine a basso impatto sociale ed emotivo e in grado di affrontare adeguati piani compensativi in caso di accertato pericolo per la salute,
impegna la Giunta regionale
- a garantire adeguati stanziamenti al fine di far fronte alle difficoltà socio-economiche dei territori interessati;
- a richiedere allo Stato l'immediata erogazione dei contributi della legge n. 104 del 1990, da devolvere alla Regione che successivamente li dovrà trasferire ai comuni interessati;
- a voler concordare con gli enti locali territoriali un reale piano di utilizzo delle risorse destinate agli indennizzi e al recupero del territorio del Salto di Quirra;
- a richiedere immediatamente la convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per approfondire e valutare la difficile situazione sociale ed economica del territorio del Salto di Quirra e i problemi inerenti l'evacuazione del bestiame presente all'interno dell'area del poligono;
- a voler garantire sul sito ufficiale della Regione la massima trasparenza informativa sugli esiti scientifici delle indagini in corso. (132)