Seduta n.418 del 28/06/2013
CDXVIII SEDUTA
Venerdì 28 giugno 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 04.
SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 giugno 2013 (409), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Angelo Francesco Cuccureddu, Paolo Luigi Dessì, Pietro Fois, Giorgio Locci, Franco Mula, Antonio Pitea e Giuseppe Tupponi hanno chiesto congedo per la seduta del 28 giugno 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
432-435-442/A-STRALCIO)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del testo unificato numero 301-428-430-432-435-442/A - STRALCIO.
Ricordo che il testo unificato è costituito dal solo articolo 10, stralciato dal testo A. Passiamo pertanto all'esame dell'articolo 10 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10 e dei relativi emendamenti:
Art. 10
Norme transitorie
1. Il 28 febbraio 2013 gli organi di governo delle otto province sarde in carica alla data di entrata in vigore della presente legge cessano dal rispettivo mandato e, analogamente a quanto disposto dall'articolo 7, comma 2, del decreto legge 5 novembre 2012, n. 188 (Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane), alla medesima data, in loro vece subentra, per ciascuna delle otto province, un commissario straordinario per la gestione provvisoria, fino al 31 dicembre 2013; entro i sette giorni antecedenti il 28 febbraio 2013 il Presidente della Regione provvede a nominare i commissari.
2. Entro il 28 febbraio 2014 devono essere trasferiti alle nuove province i procedimenti in corso, il personale e i rapporti giuridici attivi e passivi delle province preesistenti.
3. Il commissario straordinario provvede alla amministrazione ordinaria dell'ente e comunica all'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica entro sessanta giorni dal suo insediamento:
a) lo stato di consistenza dei beni mobili e immobili, la ricognizione di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi;
b) la situazione di bilancio;
c) l'elenco dei procedimenti in corso;
d) le tabelle organiche, la composizione degli organici, l'elenco del personale per qualifiche e ogni altra indicazione utile a definirne la posizione giuridica.
4. Per quanto non previsto si applica la legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13 (Scioglimento degli organi degli enti locali e nomina dei commissari).
5. In applicazione dell'articolo 7, comma 3, del decreto legge n. 188 del 2012, in una domenica compresa tra il 1° e il 30 novembre 2013 sono indette le elezioni dei quattro consigli provinciali secondo le modalità di elezione stabilite dalla presente legge.
6. Per le elezioni è costituita un'unica sezione presso la sede del Consiglio provinciale.
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 1 dell'articolo 10 è soppresso.
(5)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 1 dell'articolo 10 è soppresso.
(12)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 2 dell'articolo 10 è soppresso.
(6)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 2 dell'articolo 10 è soppresso.
(13)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 3 dell'articolo 10 è soppresso.
(7)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 3 dell'articolo 10 è soppresso.
(14)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 4 dell'articolo 10 è soppresso.
(8)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 4 dell'articolo 10 è soppresso.
(15)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 5 dell'articolo 10 è soppresso.
(9)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 5 dell'articolo 10 è soppresso.
(16)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 6 dell'articolo 10 è soppresso.
(10)
Emendamento soppressivo parziale Arbau
Articolo 10
Il comma 6 dell'articolo 10 è soppresso.
(17)
Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Porcu
Articolo 10
Il comma 7 dell'articolo 10 è soppresso.
(11)
Emendamento sostitutivo parziale Arbau
Articolo 10
Al comma 1 dell'articolo 10 Le parole "entro trenta giorni" sono sostituite dalla parola "contestualmente".
(18)
Emendamento sostitutivo parziale Arbau
Articolo 10
Al comma 2 dell'articolo 10 le parole "entro trenta giorni" sono sostituite dalla parola "contestualmente".
(19)
Emendamento all'emendamento numero 1 sostitutivo parziale Pittalis - Steri - Dedoni - Rodin
Articolo 10
Nell'emendamento n. 1, al comma 4 le parole "cui al comma 2", sono sostituite dalle seguenti: "cui all'articolo 1, comma 3,".
(4)
Emendamento all'emendamento numero 1 aggiuntivo Solinas Antonio - Agus - Corda - Lotto - Diana Giampaolo
Articolo 10
Dopo le parole "con deliberazione della Giunta regionale sono aggiunte le parole "i presidenti in carica"
(2)
Emendamento all'emendamento numero 3 sostitutivo totale Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Agus - Cocco Pietro - Sanna Giacomo - Cocco Daniele - Ben Amara - Stocchino - Salis - Arbau
Articolo 10
L'emendamento n. 1 è così sostituito:
1. Al fine di assicurare il rispetto dei principi costituzionali nonché quanto previsto dall'articolo 43 delle Statuto, fino all'approvazione delle norme contenenti il riordino e la riforma delle amministrazioni provinciali della Sardegna, in armonia con gli esiti referendari ed i principi cli riforma economico-sociali dello Stato, le amministrazioni provinciali della Sardegna e i rispettivi organi esercitano le funzioni loro conferite dalla legge fino alla naturale conclusione del mandato amministrativo in corso. A partire dall'entrata in vigore della presente disposizione e comunque entro il 31 novembre 2013 le stesse amministrazioni provinciali predispongono gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alle risultanze della stessa riforma. (20)
Emendamento sostitutivo totale Pittalis - Steri - Dedoni - Rodin
Articolo 10
L'articolo 10 è così sostituito:
1. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Consiglio regionale approva una proposta di legge costituzionale di abrogazione dell'articolo 43 dello Statuto.
2. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Consiglio regionale approva una legge di riforma organica dell'ordinamento degli enti locali. In detta legge, in attesa della modifica dell'articolo 43 dello Statuto, è disciplinato il trasferimento delle funzioni svolte dalle province, ad eccezione di quelle relative a: raccolta e coordinamento delle proposte dei comuni relativamente alla programmazione economica, territoriale e ambientale del territorio regionale di loro competenza; adozione di atti di programmazione territoriale a livello provinciale.
3. Al fine di assicurare la continuità dell'espletamento delle funzioni già svolte dalle province, nelle more dell'approvazione della legge di cui al comma 2, nel caso delle province in relazione alle quali sono stati proposti i quesiti abrogativi di: Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio, soppresse a seguito dei referendum svoltisi il 6 maggio 2012, e del relativo decreto del Presidente della Regione n. 73 del 25 maggio 2012, sono nominati, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione, commissari straordinari che assicurano la continuità delle funzioni già svolte dalle province e predispongono entro sessanta giorni dall'insediamento gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma di cui al comma 2, con particolare riferimento a:
a) lo stato di consistenza dei beni immobili e mobili;
b) la ricognizione di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi;
e) la situazione di bilancio;
d) l'elenco dei procedimenti in corso;
e) le tabelle organiche, la composizione degli organici, l'elenco del personale per qualifiche e ogni altra indicazione utile a definirne la posizione giuridica.
I commissari straordinari provvedono inoltre all'amministrazione ordinaria dell'ente e garantiscono il proseguimento dell'esercizio delle funzioni e dell'erogazione dei servizi alla data di entrata in vigore della presente legge, anche attraverso l'affidamento diretto ad organismi a totale partecipazione pubblica, nel rispetto della normativa comunitaria.
4. In relazione alle province per le quali sono stati proposti referendum consultivi, nelle more della approvazione della riforma cui al comma 2, continua ad applicarsi l'articolo 2 della legge regionale 25 maggio 2012, n. 11, salvi i casi di cessazione anticipata, nei quali si nomina un commissario straordinario in conformità a quanto previsto al comma 3. Le gestioni provvisorie in carica e i commissari straordinari svolgono le funzioni di cui al comma 3.
5. Sino all'approvazione della legge di cui al comma 2 è sospesa l'indizione di consultazioni elettorali provinciali.
6. Per quanto non previsto dalla presente legge si applica la legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13, come modificata dalla presente legge.
7. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
(1)
Emendamento sostitutivo totale Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Agus - Cocco Pietro - Cocco Daniele - Arbau - Salis - Sanna Giacomo - Stocchino - Ben Amara - Zuncheddu - Lotto - Porcu - Manca - Corda - Solinas Antonio - Meloni Valerio - Manca - Floris Vincenzo - Moriconi - Cozzolino - Mariani
Articolo 10
L'articolo 10 è così sostituito:
"1. Al fine di assicurare il rispetto dei principi costituzionali nonché quanto previsto dall'articolo 43 delle Statuto, fino all'approvazione delle norme contenenti il riordino e la riforma delle Amministrazioni provinciali della Sardegna, in armonia con gli esiti referendari ed i principi di riforma economico-sociali dello Stato, le amministrazioni provinciali della Sardegna e i rispettivi organi esercitano le funzioni loro conferite dalla legge fino alla naturale conclusione del mandato amministrativo in corso. A partire dall'entrata in vigore della presente disposizione e comunque entro il 31 dicembre 2013 le stesse amministrazioni provinciali predispongono gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alle risultanze della stessa riforma.
2. È conseguentemente abrogato l'articolo 1 della legge regionale 25 maggio 2012, n. 11, e successive modifiche e integrazioni.". (3).)
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 2 e 3 sono stati ritirati. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, sull'articolo in discussione volevo esprimere qualche sia pure breve osservazione, in replica alle questioni sollevate ieri dai numerosi interventi dei colleghi del centrosinistra.
A me dispiace che l'Aula si divida tra affossatori degli enti intermedi e chi, invece, propugna o ipotizza un nuovo assetto territoriale del nostro ordinamento regionale. Inizialmente, infatti - e lo riconosco con assoluta onestà - da parte dei colleghi del centrosinistra c'era stato un atteggiamento serio e, debbo dire, anche costruttivo, perché trattandosi di istituzioni democratiche importantissime (rispetto alle quali non è assolutamente logico dividersi, perché tutti abbiamo la consapevolezza di come questi enti siano vicini ai cittadini) si voleva consentire una comune valutazione sulla soluzione da trovare in ordine al loro riordino.
Il centrosinistra ha presentato una proposta, una proposta che, dal nostro punto di vista, aveva un limite sul quale non potevamo sorvolare. Il limite era quello di rinviare alla scadenza naturale lo scioglimento degli organi eletti, come se nel maggio di un anno fa nulla fosse successo. La nostra preoccupazione - e qui è il punto di contrasto con i colleghi del centrosinistra - è quella di tenere conto dell'indicazione che è venuta da 567 mila sardi che al 97 per cento hanno detto che bisognava assolutamente eliminare gli enti territoriali intermedi, almeno quelli di nuova costituzione, quelli costituiti sulla base della legge regionale, esprimendo anche un parere sulle altre province storiche, rispetto alle quali l'elettorato sardo ha invitato il Consiglio regionale ad affrontare il problema.
Ed è su questo punto che io ancora sollecito la sensibilità dei colleghi, perché mi rendo conto che la ragione non sta da nessuna parte e non ce la vogliamo prendere tutta noi, però invito i colleghi del centrosinistra (anche perché nel centrosinistra sono stati molti coloro che hanno anche appoggiato le battaglie per l'eliminazione delle province e gli altri quesiti referendari) a meditare e a riflettere su questo aspetto specifico.
Noi non possiamo lasciare senza adeguata risposta il pronunciamento dei sardi del maggio del 2012. Questo è il problema. Quindi, non c'è una volontà da parte nostra di eliminare le province, di tagliare teste, siamo assolutamente consapevoli del fatto che gli organi eletti democraticamente debbano essere rispettati, ma siamo anche convinti che debbano essere rispettati e garantiti nella dimensione nella quale, un'istituzione eletta democraticamente, possa e debba essere garantita.
Vedete, c'è una confusione, che io ho rilevato ieri nel dibattito, tra ciò che è l'ente territoriale e ciò che sono invece gli organi territoriali. Quando si richiamano le sentenze anche dei giudici di legittimità bisogna leggerle perché i referendum hanno decretato non lo scioglimento dell'organo, hanno decretato l'abolizione dell'ente. E una volta che l'ente scompare dall'ordinamento giuridico, non ha ragion d'essere né la sua giunta né il suo consiglio né tutto ciò che ruota attorno. Questo lo dico pur non essendo un costituzionalista, perché sono concetti basilari che deve conoscere anche ogni studente di giurisprudenza che si appresti ad apprendere i rudimenti del diritto costituzionale.
Non dobbiamo farci dire dal TAR della Sardegna che il Consiglio regionale persiste nel compiere atti che purtroppo sono, da un punto di vista anche del rilievo costituzionale, illegittimi; non possiamo continuare a prorogare enti che non esistono, perché l'esito del referendum ha eliminato l'ente ed eliminando l'ente non ha più senso discettare sulla sussistenza dell'organo, della giunta o del consiglio provinciale.
Ecco perché, cari colleghi del centrosinistra, raccogliendo l'invito che è venuto ieri, vi chiedo di aprire un confronto serio sul merito della riforma, su come noi potremmo ipotizzare un nuovo modello, un nuovo assetto territoriale. Io credo che su questo argomento i punti di contatto saranno sicuramente maggiori di quelli che potremmo trovare sullo scioglimento degli organi. Noi abbiamo sensibilità democratica per gli organi eletti, ma chiediamo altrettanta sensibilità democratica per il rispetto dell'esito referendario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Daniele Cocco)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Diana Giampaolo e Sanna Paolo sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 33 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cocco Daniele - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lunesu - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta sino alle ore 10 e 47 e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 18, viene ripresa alle ore 10 e 47)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, la discussione su questo provvedimento ha già avuto ieri sera un prologo importante. Stamattina nel riprendere la discussione bisognerà capire se la maggioranza intenda procedere sul serio ad una riforma degli enti locali, a riordinare il sistema, a costruire un qualcosa che possa essere utile alla nostra Isola, perché la domanda è sempre la stessa...
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, non disturbate l'oratore.
ARBAU (Gruppo Misto). Dicevo che stamattina occorrerà capire se la maggioranza è intenzionata a procedere ad una riforma degli enti locali, a riordinarli sul serio oppure se ha solo l'intenzione di conquistare qualche titolo di giornale per uno o due giorni e poi magari provvedere a sostituire dei presidenti e dei consigli eletti dal popolo con dei commissari. L'intervento di poc'anzi del collega Pittalis ha posto questa domanda. Io credo tuttavia, onorevole Pittalis, che prima di tutto noi dobbiamo capire se il commissariamento sia legittimo o meno perché commissariare degli organi eletti non è possibile. Ma la questione fondamentale è che noi dobbiamo pensare di costruire un nuovo codice delle autonomie locali.
Discuteremo successivamente degli emendamenti e degli emendamenti agli emendamenti che sono stati presentati anche dall'opposizione, della necessità di una contestualità tra il commissariamento e la predisposizione di una seria riforma, perché l'impressione (che dal mio punto di vista è una certezza) è che il tentativo di prorogare di trenta giorni l'entrata in vigore di una legge sia l'ennesimo modo per sfuggire alle responsabilità. E questo lo dico da componente del comitato referendario sardo, l'unico che in Sardegna si è dimesso a seguito della celebrazione dei referendum.
Ero un consigliere provinciale della Provincia di Nuoro e a seguito del referendum del maggio 2012 ho preso atto che il popolo, 525 mila sardi, aveva assunto una decisione netta: quella di eliminare l'ente intermedio, le province. Ma questa decisione non porta automaticamente alla decisione di nominare dei commissari perché le due decisioni non sono compatibili. Gli elettori, infatti, hanno votato l'abrogazione delle province regionali, non hanno votato assolutamente per ritornare nei territori, chiamiamoli così, delle province storiche, non hanno votato neanche per sopprimere gli organi eletti e, soprattutto, non hanno votato per derogare alla democrazia, anzi hanno dato a questa Assemblea un assist importante, quello di costruire un sistema ordinato e coordinato con l'attività della Regione, perché (e la questione è anche implicita) qualsiasi riforma ha senso se parte dalla riforma della Regione, dalla considerazione che la Regione si deve spogliare delle sue competenze amministrative e trasferirle sul territorio. La faziosità, il tentativo di " rimetterci le magliette", di ritornare a una discussione di parte che porti solo ed esclusivamente a conquistare alcune pagine sui giornali, ci sta facendo chiudere gli occhi e non ci consente di mettere in campo le iniziative che sono necessarie.
Stamattina, lo ripeto, noi dobbiamo capire se nella maggioranza questa volontà esiste. Da parte della minoranza è stato presentato un emendamento che credo sia uno strumento utile per cercare di trovare una soluzione condivisa. A questo proposito credo che sia anche utile un'ulteriore fase di coinvolgimento di tutte le parti presenti in questo Consiglio per trovare una soluzione unitaria. La soluzione è una sola: le province non esistono più. Ma non esistono più non perché sta decidendo il Consiglio di non farle esistere, ma perché lo hanno deciso gli elettori.
Si tratta di trovare il meccanismo per far sì che questa fase intermedia sia gestita nel miglior modo e farla gestire da soggetti estranei alla macchina amministrativa è il peggiore errore che si possa compiere. Consiglieri della maggioranza, riflettete attentamente: voi volete portare a casa l'idea di "chiudere" le province, ma le province sono state già chiuse, sono state già messe in una condizione di interregno e l'hanno fatto gli elettori, voi non avete nessun merito su questo. Il merito è dei cittadini che hanno posto all'attenzione di questo Consiglio la questione relativa al superamento degli enti intermedi, e questo Consiglio risponde con un ritardo di oltre un anno. Quindi, la maggioranza su questo tema non può appuntarsi nessuna medaglia; può solo, attraverso questo provvedimento, complicare il percorso.
Voglio però aggiungere un'altra considerazione, da componente del comitato referendario. Io ho una paura che attraverso questo giochino voi mettiate in discussione tutto il percorso referendario, perché attraverso questa operazione consentite a chi è stato eletto legittimamente di recarsi in un tribunale e trovare giustizia e quindi di rimettere in discussione tutto. Perché sino ad oggi le paventate incostituzionalità del referendum hanno trovato un muro nei tribunali della Repubblica italiana. Nei processi che si sono susseguiti nei tribunali, i giudici hanno sempre detto che i referendum erano legittimi, che i referendum andavano celebrati e sono state le stesse province, tramite il loro avvocato, a dire che i referendum hanno abrogato le province, lo hanno detto loro, è un dato di fatto, non si può nascondere! Però, attraverso questo provvedimento legislativo, attraverso l'approvazione dell'articolo 10, si mette in discussione tutto questo percorso.
Voi state sostanzialmente dicendo, a quei 500 mila sardi, che hanno sbagliato, voi state riproponendo degli enti (le provincie storiche) che avevano perso la loro missione perché non ritenuti più utili al sistema dai cittadini.
Fermiamoci e contestualmente approviamo una seria riforma che parta da qui, però, che sposti i poteri nei territori (in quegli otto territori, non in quattro territori) che hanno dimostrato di essere capaci di amministrarsi, di gestire direttamente le risorse. Nella marea di negatività che c'è nella gestione della cosa pubblica qui in Regione, nei comuni, nelle province, ci sono anche esperienze positive. Ad esempio, nel territorio del Medio Campidano opera un sistema di educazione alimentare e di mense scolastiche che non ha eguali in nessun altra parte della Sardegna e d'Italia. Siamo all'avanguardia perché attraverso il coordinamento dei comuni si è messa su una rete importante che porta reddito nel territorio e, allo stesso tempo, permette ai nostri bambini di consumare dei prodotti locali.
E questo per non parlare del Sulcis che, nonostante una crisi molto grave, vede nell'ente provincia il principale coordinatore dell'attività dei comuni, forse anche grazie al ruolo del presidente che funge da sindaco di tutti gli altri comuni Questo piano Sulcis, che è stato costruito grazie alla spinta di quel coordinamento della provincia e dei comuni, chi lo gestirà? Un commissario?
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, è rientrato anche il mio amico avvocato Pittalis che stamattina ha inaugurato la sessione dei lavori. Io credo che questa sia una buona mattina e spero sia anche una buona giornata. Una giornata, colleghi, che si è aperta, per quello che ci riguarda, con un insieme di telefonate di solidarietà e di sostegno, con pareri espressi e dichiarazioni pubbliche della stragrande maggioranza dei giuristi e costituzionalisti che in Sardegna (e non solo) si occupano e si sono occupati di questa materia.
Tutti si sono espressi nello stesso modo, dicendoci che abbiamo davanti probabilmente una strada molto spianata per fare giustizia di quell'atteggiamento irresponsabile e poco democratico che la maggioranza ha deciso di adottare sulla base di un ricatto politico, confezionato sulla base della vecchia logica della rendita di posizione. Si tratta di un ricatto politico che si esprime nei seguenti termini: se vuoi sopravvivere fai quello che ti dico io; un ricatto politico che è espressione del bagaglio culturale dei riformisti puri: io ti ricatto e affermo la mia forza.
Io invece penso che si debba essere contenti per questa giornata e approfitto dell'occasione per ringraziare i "padri" che mi hanno imposto l'olio dell'iniziazione politica, perché mi hanno trasfuso l'ossessione, la passione e il fascino delle regole. Colleghi, appartenere ad un'Aula come questa, interessarsi della cosa pubblica, curare il bene dei cittadini ha un senso solo se si è impadronita di voi la passione per le regole. Senza di ciò sono tutte baggianate, state solo facendo finzioni.
Le regole sono quelle che garantiscono il bene dei cittadini e quando le regole sono così delicate da coinvolgere il consenso, da incidere sul consenso espresso, le riforme, collega Pittalis, si fanno assieme, a prescindere da qualunque stralcio, si fanno assieme. Voi invece avete presentato un atto di ostilità e stamattina ci chiedete di collaborare. Ritirate l'atto di ostilità; quell'offerta ha un valore per noi inestimabile - ve lo abbiamo già detto - ma quell'atto di ostilità le fa perdere qualsiasi valore. Questo è il succo delle questioni.
Nel merito l'articolo 10 è estrapolato da un contesto che legittima di nuovo le province, non le supera, non rispetta il dettato della volontà dei cittadini. Oggi sono molti i cittadini che nella rete ci chiedono : "ma non dovevate eliminare le province?". Date una risposta, la diano i riformatori che "sponsorizzano" questa legge che permette alle province di essere tutte confermate.
Poi ci dovete spiegare per quale ragione il consenso dei cittadini viene interpretato a seconda delle comodità, perché un referendum deve trovare applicazione e l'altro no. Ci si dimentica persino che abbiamo potestà legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali, per cui anche l'articolo 43 andrebbe letto alla luce di una cultura politica appena appena più delicata, non così grossolana e livellante da portare a paragonare la Sardegna a tutte le altre regioni.
Io mi rifiuto, noi ci rifiutiamo per la nostra formazione politica, di approvare, di dare il nostro voto per annullare il voto dei cittadini. Sulla base di questo principio l'onorevole Pittalis potrebbe anche raccogliere le firme per una proposta di legge che prevedesse il commissariamento della mia funzione, di quella di Gian Valerio Sanna. Io, infatti, sono stato eletto dai cittadini nello stesso modo con cui gli stessi hanno espresso il loro voto sul referendum. Se questo Consiglio ritiene di potersi arrogare il diritto di azzerare quel consenso perché non lo potrebbe farlo anche nei confronti dei voti che ho preso io? E' uguale, non c'è in nessuna legge una norma che possa prevedere ciò, anzi, ce n'è una che prevede che il commissariamento sia strettamente legato alla possibilità di riandare alle elezioni.
Ecco quindi qual è il fondamento del potere sostitutivo: non quello di nominare un commissario per far cessare l'ente, ma quello di permettere la continuità amministrativa dell'ente in attesa di una sua immediata rilegittimazione attraverso il voto. Quindi non è vero quello che voi affermate.
Il referendum ha stabilito che le province non esistono più, ha stabilito che non esistono più le leggi che le hanno istituite e quelle necessarie per procedere alle elezioni. Per questo noi non stiamo riparlando di elezioni. Quegli enti sono stati cancellati, ma gli organi non sono decapitati perché, l'esito del consenso popolare elettivo, che ha decretato la composizione di quegli organi, non era nella disponibilità dello strumento referendario.
Io mi auguro che la Corte costituzionale, che si esprimerà a giorni, sancisca questo principio e educhi la maggioranza all'idea che non è possibile che la sua volontà e quella di qualsiasi altra maggioranza possa andare contro il consenso popolare, possa "ghigliottinare" chicchessia, perché è un principio che non alberga nella cultura giuridica del nostro Paese. Vorrei che vi entrasse bene in testa questo! La sovranità in questo Paese è popolare, "sovranità popolare"; mettetevelo bene nella testa! E voi sapete bene (anche se lo nascondete, avvocato Pittalis) che disponete di pareri di autorevolissimi giuristi specialisti in questa materia che vi dicono che state sbagliando.
E allora perché - lo dico al Presidente - perché non evitarvi gratuitamente, con il nostro contributo, l'ennesima figuraccia? Perché invece non metterci a lavorare per concludere la riforma tra otto, dieci giorni, e iniziare il percorso di attuazione, dando così conto all'opinione pubblica di essere molto più rispettosi della volontà dei cittadini di quanto non stiamo dimostrando di esserlo ora dicendo: "Commissariamo, e poi facciamo la riforma"? Ma scusate, se stavate facendo circolare degli sms con i nomi dei possibili commissari, non credo che vogliate farli stare in carica solo dieci giorni, quindici giorni…
(Interruzioni)
Come? Ve li faremo vedere. Intanto probabilmente avrete bisogno anche di consultarvi maggiormente, perché probabilmente quello che sa l'uno non sa l'altro. Perché quando si è in un regime di ricatto evidentemente…
(Interruzione)
Non lo so. Io non lo so, di questo non sono molto sicuro. Perché io so per esempio, onorevole Oppi, che l'esperienza politica che l'accompagna, la luminosa esperienza politica che l'accompagna, le permette di fare luce su questo punto più di ogni altro commento mio o di chicchessia. Lei sa bene come stanno le cose, e sa bene che la democrazia non si accompagna alla violenza.
Anche io avrei potuto avere interesse a condurre la battaglia per i commissariamenti, così come ne avete interesse voi, perché il presidente della mia provincia, della provincia di Oristano, appartiene alla vostra parte politica, ma io lo difendo ugualmente. Lo difendo anche se è della parte opposta alla mia, lo difendo perché giuridicamente mi assumo la responsabilità che mi è stata data e, a prescindere dai miei interessi, dico ciò che penso sia giusto. Vorrei che fosse per tutti voi così, e spero che alla fine ci sia anche un'espressione di libertà, perché quando…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Onorevole Presidente del Consiglio, onorevole Presidente della Giunta, assessori, onorevoli colleghe e colleghi, riprendiamo una discussione molto articolata che ha dato origine anche a profonde riflessioni di natura giuridica che sicuramente devono fare riflettere.
La richiesta dell'onorevole Pittalis di ripensare al nostro atteggiamento mi sembra inopportuna, perché se è vero che non potevamo più rinviare, perché ha aspettato un anno e mezzo prima di chiedere di non rinviare ? Avrebbe dovuto chiederlo prima. Poi, ripeto, quest'atteggiamento di spazzare via in un attimo quanto c'è stato chiesto, mi sembra anche un'offesa all'intelligenza degli elettori che ci hanno chiesto di eliminare le Province. Penso, infatti, che loro sapessero benissimo che l'operazione non sarebbe stata immediata, ma lasciavano alla nostra responsabilità l'individuazione di un percorso serio, un percorso ordinato, per raggiungere questo obiettivo. Non tutti gli elettori conoscono i meandri istituzionali che occorre percorrere per arrivare allo scioglimento di un organo così importante che è comunque stato utile al territorio.
L'onorevole Arbau ha citato il caso della provincia del Medio-Campidano, alla quale appartengo, che è stata al centro di una grande sperimentazione (del resto le iniziative migliori nascono spesso dal basso, dalla partecipazione attiva di chi ha la consapevolezza che bisogna fare qualcosa per cercare di uscire da situazioni di difficoltà) una sperimentazione volta a promuovere un modo nuovo di vivere la campagna. Terreni da tempo incolti, che sono stati riattivati con la produzione cerealicola, che è un importante elemento della filiera alimentare per la nostra zootecnia, oggi spesso alimentata con prodotti importati ad alti costi e privi di certificazione di origine, che incidono anche sulla qualità del prodotto locale.
La nostra Isola, nell'immaginario collettivo, è un'isola luminosa, un'isola dove l'impatto con l'inquinamento è limitato, e l'auspicio è che le produzioni del luogo possano essere certificate quasi interamente come biologiche. Allora, di esperienze di questo tipo, noi non possiamo non tenere conto. E' vero che dobbiamo procedere, perché rispettiamo la volontà popolare, però abbiamo anche la responsabilità di vedere oltre quell'atto di cancellazione delle Province.
Peraltro voi vi state contraddicendo in maniera spaventosa: parlate di annullamento (quindi di scioglimento delle Province) e poi, invece, presentate un testo di legge che reca come titolo: "Norme sul riordino delle Province". Ma scusate vogliamo eliminarle o vogliamo riordinarle? Mettetevi d'accordo! Questa non è una proposta nostra, noi abbiamo votato contro questa proposta. L'articolo 1 poi recita: "Riduzione del numero delle Province, modifica delle circoscrizioni provinciali". Non parla ancora, quindi, di eliminazione delle Province.
Insomma, mettiamoci d'accordo: avete aspettato un anno e mezzo per riproporre che cosa, un riordino delle Province? Mi sembra contraddittorio anche rispetto ai vostri atteggiamenti precedenti.
La disponibilità che abbiamo dimostrato l'altro giorno, portandovi una proposta concreta, pensavamo aprisse la porta alla possibilità di riflettere su un "riordino ordinato" e autoctono, cioè basato sulla nostra esperienza culturale di gestione che, ripeto, è stata alta. Tutti noi conosciamo quell'importante documento giuridico che è la Carta de Logu, bene questa carta già nel 1300 era conosciuta da paesi del nord Europa, ancor prima delle leggi dell'Inghilterra, che pure si afferma siano le leggi più importanti della democrazia. Insomma, credo che abbiamo anche elementi per ragionare e ritenere di poter procedere ad un riordino importante, che traendo forza della nostra cultura possa confrontarsi con riordini istituzionali d'Italia in maniera molto più avanzata, partendo e facendo tesoro dell'esperienza delle Province, che vanno sciolte e vanno eliminate.
Purtroppo però, ripeto, la presentazione e l'avvio di questo riordino è contraddetto dalle stesse proposte che oggi ci portate all'attenzione. Quindi andrebbe già per questo ricambiato il titolo, ricambiato il contenuto. Ci sono davvero gli elementi per riprendere la discussione, se davvero vi interessa, in rispetto della volontà popolare. Non siamo ipocriti, siamo consequenziali; coloro che hanno votato per l'eliminazione delle Province non si aspettavano certo questo esito, ma pretendevano che si procedesse in maniera ordinata, con una costruzione che andasse oltre le Province, ma che non vanificasse l'esperienza territoriale che la collettività sarda comunque ha riconosciuto.
Ci sono infatti esperienze che vanno recuperate, non vanno abbandonate e mortificate, perché sono il risultato del lavoro di molti concittadini, di molti eletti con responsabilità serie e profonde, che hanno cercato, con la loro azione, di offrire risposte a quei bisogni latenti che tutti i giorni le nostre popolazioni esprimono. Noi abbiamo il dovere di cercare soluzioni, guardando anche oltre, perché a questo siamo chiamati.
Quindi, ripeto, c'è la necessità forse di fermarci un attimo per valutare le posizioni finora assunte e ripartire dal concetto di rispetto della volontà popolare. Non cambia nulla se la decisione la assumiamo entro dieci giorni oppure oggi, con un atto di forza che ci porterà a votare o l'uno o l'altro; credo che non offenderemo la volontà dell'elettore nel momento in cui decideremo di mantenere gli organi correttamente eletti, così come diceva Gian Valerio Sanna, che quindi vanno rispettati perché sono stati eletti da un numero di elettori molto superiore rispetto a quello di coloro che hanno partecipato al referendum.
Io penso che questo non comporti nessun atto di ingiustizia nei confronti di coloro che hanno espresso la volontà di superare le Province, credo che capiranno se noi ci fermiamo per una settimana, dopo un anno e mezzo di ritardi dei quali non ci sentiamo affatto responsabili, perché quei numeri ce li avevate allora come oggi e, forse, ancora più di oggi. Io credo che un passo indietro anche da parte vostra, onorevole Pittalis, possa riportare ad una serena discussione e offrire alla Sardegna un riordino istituzionale davvero importante che veda ancora nei territori i veri protagonisti del loro sviluppo e in questo organismo, il Consiglio regionale, più un organo legislativo che un organo gestionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io mi sono chiesto quale sia l'obiettivo vero perseguito dal Presidente della Regione e dalla maggioranza con il commissariamento delle Province, me lo sono chiesto perché avevate un anno di tempo (lo dico alla maggioranza e lo dico al Presidente che viene qui ma è al telefono; forse pensa di essere a Portobello) per approvare una riforma organica del sistema delle autonomie locali e per dare seguito ad un referendum che inequivocabilmente ha cancellato le Province. Invece arrivate qui un anno dopo semplicemente con l'indicazione di quattro, forse cinque commissari.
Credo che questa sia una risposta sbagliata alla domanda giusta che hanno posto i sardi, una risposta sbagliatissima che segue l'andazzo (non trovo altro termine) di questo Presidente che ha commissariato la Sardegna, ha commissariato le ASL (il primo atto di questa legislatura è stato il commissariamento delle ASL) ha commissariato persino un consorzio di enti locali, l'Autorità d'ambito. Per quasi tutta la legislatura, con gli amici degli amici, ha commissariato i Consorzi industriali (quello di Oristano ma ci ha provato anche con Sassari) ha commissariato Laore, Agris, Argea, ha commissariato l'Osservatorio economico, ha commissariato l'Ersu di Sassari, ha commissariato la Sardegna.
Che cosa poteva fare, non riuscendo a mettere a segno neanche una riforma in questa legislatura (né la riforma dello Statuto, né la legge statutaria, né la legge di organizzazione)? Cosa poteva fare se non commissariare, magari con altri amici degli amici (ricordiamo tutti persino i commissari di Olbia) anche le Province? Che cosa poteva fare se non chiedere attraverso Facebook, "Siete d'accordo per commissariare le Province?" E a chi lo chiede (considerato che in quel profilo possono entrare solo gli amici) se non agli amici? E chi può entrare nel sito "Sardegna secondo te"? Chi pone le domande? C'è un contraddittorio? C'è una possibilità d'interlocuzione? No: si fa le domande e si dà le risposte.
Allora io credo che occorra uscire dalla politica del marketing, presidente Cappellacci; sono passati cinque anni e sono stati cinque anni di "fuffa", di immagine, di marketing. Ma lei davvero crede che seguendo la demagogia, non ciò che è bene, non ciò che serve, non ciò che è utile ai sardi, non ciò che bisogna fare, ma seguendo il consenso che secondo lei è facile - questa si chiama demagogia -possa ripresentarsi alle elezioni ed essere rieletto? Io penso di no, io penso invece che serva affrontare i problemi nella loro globalità, capire cosa occorra ai sardi sulla base del principio di sussidiarietà, quale ruolo attribuire ai Comuni, che sono l'ente di prossimità, che devono avere più funzioni, più poteri, più risorse, magari osservare la legge sul Fondo unico, incrementare le risorse proporzionalmente all'aumentare delle entrate.
Lei ha usato in questa legislatura solo parole chiavi buttate al vento, io gliele ricordo: la green economy (vi ricordate, era il primo messaggio, e poi è finito tutto con l'eolico) l'insularità (panacea che è finita con un nulla di fatto, con la vertenza entrate e con le norme di attuazione non necessarie) la flotta sarda, altro cavallo di battaglia (ce ne parla oggi la Corte dei conti) e infine la zona franca, di cui parleremo mercoledì.
Io non credo che si possa affrontare la politica con gli slogan, non credo che si possa guidare una Regione con gli slogan, non credo che si possa affrontare il riordino delle autonomie locali (che attiene al sistema regionale, che è un sistema a rete che deve inglobare le autonomie locali) senza inserire le stesse in un percorso di sviluppo, attribuendogli effettivamente quei poteri che servono ai cittadini e non quelli che servono alle nostre carriere. Dobbiamo risolvere i loro problemi e non i nostri, presidente Cappellacci!
E allora, Presidente, ritiri questa proposta, perché non serve, oppure abbia il coraggio di dire che c'è un voto popolare che ha accordato ai presidenti delle Province, scelti dal popolo, il potere di amministrare, e affidi loro, in questa fase transitoria, l'incarico di guidare questo processo, oppure ci offra la possibilità, lavorando qui giorno e notte sino a domenica, di affrontare il riordino del sistema delle autonomie locali, di confrontarci, perché non abbiamo sentito ancora la sua opinione. "Sardegna secondo te", ma secondo te che cosa, presidente Cappellacci?
Io credo che davvero occorra ripristinare un minimo di serietà, perché noi siamo pronti a confrontarci nel merito. Poco fa l'onorevole Pittalis, Capogruppo del P. d. L., ci ha sfidato: "Siete pronti a confrontarvi sul merito della riforma?" Sì, siamo pronti da subito: ritirate questo pastrocchio e confrontiamoci sulla riforma. Altro che commissariamento! Lavoriamoci da qui sino a mezzanotte di domenica: osserveremo tutti i tempi previsti e cercheremo di fare veramente quello che serve alla Sardegna e non quello che serve a lei, Presidente, per ripresentarsi alle elezioni con l'illusione di riottenere un consenso che ha perso perché non è riuscito in nessun modo, in nessuna maniera e con nessuna azione a convincere i sardi.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Dessì è rientrato dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Non vorrei davvero che questo intervento venisse interpretato come una forzatura, o che potesse incidere negativamente sulla coesione della maggioranza riguardo a questo testo, però i colleghi devono riconoscere che ci sono alcuni territori che hanno perso l'identità dell'ente Provincia, dell'ente intermedio, e vivono con particolare intensità questa fase di transizione per cui sentono il dovere (e hanno il dovere) di esprimere le loro valutazioni e le loro preoccupazioni.
Intervengo quindi a titolo personale ma penso di interpretare i sentimenti dei colleghi del territorio della Gallura che noi rappresentiamo, in primo luogo i colleghi Matteo Sanna, Gianfranco Bardanzellu e se me lo consente (lo dico con rispetto) l'onorevole Biancareddu, che nel 2001 ha dato impulso e si è fortemente attivato per la creazione della provincia Gallura. Penso che a lui attenga un ruolo particolare, insieme a noi e, se me lo permette, anche all'onorevole Corda, nel seguire questa fase di transizione. E voglio citare anche i colleghi della Provincia Ogliastra, in particolare il collega Angelo Stochino, che tanto si è battuto e speso per entrare nel merito delle valutazioni, e tutti coloro che si sono confrontati, sicuramente anche con più competenze delle mie, con lealtà e impegno.
Mi sento incoraggiato a esprimere queste osservazioni anche a seguito di quanto detto dal Capogruppo del popolo della libertà, dall'amico Pietro Pittalis, che non considero una sfida ma un invito costruttivo a non ritenere chiusa questa partita, che altrimenti genererebbe profonda e irrimediabile tristezza. Un invito a assumerci la responsabilità di un compito molto difficile, di operare con impegno e condivisione per una riforma organica, coordinata con le riforme della Regione (ha ragione il collega Arbau) da attuare su un piano regionale.
Quindi rispetto tutto ma non posso esimermi dal dire che il testo all'esame disattende, a mio avviso (e non lo dico solo ora) il pronunciamento referendario e contrasta con l'esigenza di valorizzare l'identità dei territori, la loro struttura, la loro specificità e (questo voglio sottolinearlo, però voglio sottolinearlo costruttivamente) non sviluppa la competenza primaria della Regione speciale in materia di ordinamento locale. Non riesco davvero ad intravedervi un quadro di certezza giuridica di riferimento; non siamo riusciti a crearlo. Davvero possiamo convintamente affermare che con questa interpretazione del referendum è rispettata la rappresentatività dei territori e si valorizzano le realtà locali? Davvero possiamo dire che sono state valutate (e c'era tutto il tempo per farlo) in maniera ponderata e costruttiva le questioni in questa fase di transizione, tutte le questioni, considerato che c'erano e ci sono aspetti di particolare valenza anche per il territorio che sono stato chiamato a rappresentare?
Allora la Gallura non sarà l'ombelico del mondo, come bonariamente mi è stato rimproverato di rappresentarla, forse c'è stato troppo calore, è sicuramente però un'area della Sardegna che è stata interessata da un processo di amministrazione attiva, di vero decentramento amministrativo, quello che dovrebbe essere alla base di una riforma organica e ben strutturata.
Colleghi, nel nostro territorio da qualche anno è in atto lo smantellamento degli uffici dello Stato, delle sedi dei tribunali, di quelle dell'Inps, dell'agenzia delle entrate e continuano a sentirsi i limiti e l'inadeguatezza storica della organizzazione sanitaria. Ora più che mai temiamo la soppressione della ASL, di quello che per noi è un baluardo nell'ottica della razionalizzazione, del riequilibrio dell'offerta dei servizi ospedalieri che, ripeto, sono ancora assolutamente inadeguati. E faccio questo riferimento al mio territorio senza togliere a nessuno la legittimità di formulare analoghe considerazioni per i territori che rappresenta, consapevole sicuramente che la funzione legislativa del Consiglio regionale intende privilegiare e tutelare l'interesse generale prima di tutto e non solo quello locale. Ma ritengo anche che questa considerazione di particolare valenza possa essere fatta relativamente alla storia, alla legittimità a pretendere autonomia nell'amministrazione attiva di tutti i territori, e sicuramente e legittimamente anche della Gallura. Questo per la sua identità, la lingua, la dimensione demografica così dinamica, specifica e territoriale.
Noi continuiamo a ritenere che il referendum non abbia sollecitato il ritorno tout court al modello delle quattro province, a riprodurre nelle funzioni dell'ente intermedio subalternità che consideravamo superate, ma piuttosto ad elementi di riforma organica giusta e condivisa nella spiccato equilibrio teso a contemperare costi, risorse e legittime esigenze di democrazia e di governance dei diversi territori della nostra Regione.
Ripartiamo perciò dalla necessità di una riforma organica dell'ordinamento degli enti locali alla luce di una lettura più radicale dell'esito referendario sul piano politico, perché, colleghi, arrivare al commissariamento significherebbe dimostrare, se questo fosse l'unico passo, che non si è stati in grado di approvare una legge di riforma. Se è vero, infatti, che il referendum consultivo non produce effetti giuridici vincolanti e immediati è anche vero che determina sicuramente per il Consiglio regionale un vincolo politico di attivarsi, seppure non specificamente per la soppressione di tutte le province, per elaborare una riforma organica e condivisa.
Quindi intervenire - lo dico all'onorevole Giacomo Sanna - sulla modifica dell'articolo 43 dello Statuto ora è impossibile mentre un anno fa sarebbe stato possibile, e questo era infatti il senso della proposta di legge che venne presentata da me e dai colleghi del mio Gruppo. Ora la strada maestra è quella di una riforma e non certo quella della cristallizzazione di territori riportando le lancette dell'orologio al 1948. Da allora la realtà è profondamente cambiata e la riforma dovrebbe essere fatta garantendo pari dignità fra territori ed enti, perché non ci possono essere quattro enti di razza e quattro enti di sotto razza, quattro che meritano e quattro no; lo squilibrio è evidente.
Presidente Cappellacci, io mi rivolgo a lei per dirle che la nomina dei commissari attiene prima di tutto a lei; è lei che deve assumere l'impegno morale affinché questa operazione venga fatta privilegiando davvero le competenze in modo che siano chiamate a svolgere queste delicate funzioni le persone migliori. Si compiaccia pure chi vuole compiacersi, io guardo con tristezza insieme agli altri colleghi l'epilogo di una strada intrapresa alcuni anni fa e che ora si è interrotta. Non vedo all'orizzonte di questo testo la possibilità di creare subito uno strumento completo di governo del territorio che sia adeguato ad una reale prospettiva di sviluppo economico e sociale. Le preoccupazioni ci sono, il referendum avrebbe dovuto spazzare via tutte le province invece ne ha abrogato solo quattro, siamo sicuri…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico all'Aula che il consigliere Pitea è rientrato dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, stamattina ha esordito nel dibattito l'onorevole Pittalis che, con la sua consueta maestria oratoria, ha provato a difendere l'indifendibile, ammantando anche di nobiltà un atto di prepotenza, che come tale è riconosciuto da tutti, nei confronti dei consigli provinciali. Ecco, l'onorevole Pittalis, nel suo intervento, ci chiede la disponibilità di ragionare assieme per la riforma degli enti locali, però l'onorevole Pittalis sa anche quale è disponibilità che noi abbiamo dimostrato in questi giorni, anche su questo tema, presentando una proposta seria, una proposta articolata, una proposta anche aperta.
Io lo so che lei, onorevole Pittalis, ha fatto di tutto ed è evidente che state sottostando a un ricatto. Che provenga dal Presidente, o che provenga dai Riformatori, sempre di ricatto si tratta, non è che cambi molto: è un ricatto ovviamente politico. Insomma, il mio linguaggio non è molto forbito, però rende bene l'idea di ciò che state facendo, dello scacco in cui avete posto anche la maggioranza, in cui il Presidente, i Riformatori hanno messo la maggioranza.
Poi qualcuno si può compiacere di questo, ma io penso che non faccia bene a nessuno: non faccia bene a questa istituzione, non faccia bene nemmeno alla maggioranza. Ecco, quindi, se voi siete di fronte ad un ricatto, se siete sotto scacco, come possiamo trovare, onorevole Pittalis, un'intesa su questo tema? Come possiamo, se voi oggi, approvando questo emendamento numero 1 (perché di questo, Presidente, dobbiamo parlare, non è che possiamo parlare dell'articolo 10, l'articolo 10 non esiste più) create un vulnus?
Io penso che il modo migliore per ragionare sia intanto quello di sgombrare il tavolo dai ricatti, sia quello di togliere la pistola carica dal tavolo e dare una risposta prima di tutto ai referendum, ai quesiti referendari. Voi, infatti, approvando questo emendamento non state dando risposta al voto referendario, state abusando del voto referendario, perché nessuno vi ha dato il mandato per nominare i commissari, non c'era nei quesiti referendari un mandato a nominare i commissari delle province, questo è un abuso, è un'interpretazione che voi state dando, ma abusando anche di quel presunto mandato che avreste ricevuto, e anche con una certa mistificazione di quello che è il risultato del referendum, state usurpando questo risultato, lo state facendo vostro, quando, invece, è un risultato che ormai appartiene alla Sardegna, è acquisito, nessuno osa metterlo in discussione, nessuno lo ha fatto da questi banchi, nessuno l'ha fatto da fuori, nemmeno gli amministratori provinciali. Però, voi oggi vi state ergendo agli unici interpreti della volontà popolare.
Lei, onorevole Pittalis, parla bene quando afferma che il referendum ha sciolto le province ma non ha sciolto gli organi: è chiaro che si tratta di un aspetto e di una considerazione inconfutabile, che però può essere letta per due versi. Lei la legge da un verso, noi la leggiamo da un altro. E' vero, infatti, che le province sono state sciolte - e questo, dicevo, è un dato inconfutabile - però è anche vero che occorre mettere in sicurezza i rapporti, tutta quella serie di rapporti che nelle province ci sono. Ci sono rapporti di lavoro, ci sono rapporti contrattuali, ci sono servizi che comunque (checché se ne dica) vengono resi ai cittadini. Ecco, questi vanno messi in sicurezza.
Quindi noi vi diciamo: "Mettiamo in sicurezza tutti questi rapporti e avviamo il percorso". Però voi non potete, con un atto di imperio, privare le comunità del loro diritto costituzionale all'autogoverno, e voi state facendo questo. E' un atto sicuramente che si ritorcerà contro di voi ( e questo è l'aspetto che mi preoccupa meno) ma è anche un atto che si ritorcerà contro quelle popolazioni, perché la durata in carica degli organi elettivi è fissata dalla legge, e non è nella disponibilità della Regione.
Lo stiamo spiegando in tutte le lingue, ve l'hanno spiegato anche tutti i costituzionalisti che avete interpellato, però vi ostinate, vi ostinate. Sapevate che non potevate risolvere tutto con un atto amministrativo; il Presidente ci ha provato ma gli hanno subito obiettato che non poteva farlo, e allora vi ha imposto questa soluzione, che però è una porcheria dal punto di vista giuridico. L'abbreviazione del mandato non trova supporto in nessuna norma del nostro ordinamento; nessuna norma vi consente di abbreviare il mandato. Poi, però, al comma 5 del vostro emendamento, si legge la seguente innovazione fantasiosa: "Sino all'approvazione della legge di cui al comma 2 è sospesa l'indizione delle consultazioni elettorali e provinciali".
Quindi, questo cosa vuol dire? Che sospendete l'indizione delle elezioni fino all'approvazione della "legge di riforma organica" che dovrebbe essere approvata, come recita sempre il comma 2, "entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge". Quindi prendete impegni solenni! E gli impegni presi da voi si sa che sono solenni, non sono scritti sulla sabbia! Perché nel momento in cui dite "sino all'approvazione della legge di cui al comma 2 è sospesa l'indizione delle consultazioni elettorali", evidentemente ritenete di non riuscire ad approvare questa legge in 30 giorni; non mi pare che entro questi 30 giorni siano previste elezioni e consultazioni provinciali, quindi state già presupponendo che quel termine non verrà rispettato.
Oltretutto non è prevista nessuna sanzione qualora il Consiglio non dovesse approvare la riforma, quindi ipotizzate di interrompere e di mettere nella vostra disponibilità l'interruzione degli organi eletti, e però ipotizzate anche di allungare, qualora il Consiglio non riuscisse ad approvare la riforma, la durata degli altri organismi provinciali, di quelli di Sassari, di Oristano e di Nuoro, perché per Cagliari avete già provveduto.
D'altronde che senso ha scrivere impegni che sono già insiti nel nostro mandato? Ciascuno di noi, la Giunta, ciascun consigliere ha la facoltà di presentare progetti di legge all'approvazione del Consiglio. Che impegno è, questo, se non fumo negli occhi di chi si aspetta la riforma che voi non volete? Forse non potete nemmeno, ma sicuramente non la volete fare. Tant'è che, sempre con questo famigerato emendamento numero 1, nominate i commissari con un mandato senza scadenze e senza sanzioni in caso di mancato rispetto dello stesso, perché è tutto legato a quello che dovrebbe fare questo Consiglio, alla legge di riordino.
Noi però una proposta di legge ve l'abbiamo presentata, vi abbiamo detto: "Facciamo questo, mettiamo in sicurezza i rapporti" - e l'emendamento che vi abbiamo sottoposto in questi giorni scorsi è chiarissimo - "ma incominciamo da oggi a fare la riforma". Se ci fosse stata, da parte vostra, la volontà di fare quella riforma, ieri avremmo approvato la legge stralcio che vi avevamo proposto e poi, subito, avremmo iniziato a discutere della riforma. Oggi quindi avremmo discusso della riforma, perché noi un'idea di riforma ce l'abbiamo, perché abbiamo la volontà di dare risposte al quesito referendario, e allo stesso tempo, comunque, di non negare quelle che sono…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, c'è un rumor che agita l'Aula stamattina. Secondo questo rumor il presidente Cappellacci, per ricondurre la sua maggioranza alla ragione politica, per far accettare il commissariamento delle province, sarebbe pronto alle dimissioni, e con questa minaccia si augurerebbe di ricondurre alla ragione qualche esponente della maggioranza recalcitrante, magari pressato da compagni di partito che a livello provinciale si sforzano di fargli capire l'incongruenza di questo commissariamento.
Con questa minaccia - che io non considero una minaccia, io lo considero un auspicio, anche realistico - il presidente Cappellacci otterrebbe comunque un risultato politico: o quello di far passare il commissariamento delle province o quello di provocare elezioni anticipate costringendo il Consiglio ad andare a nuove elezioni, non già con la legge elettorale approvata il 25 giugno, bensì con la vecchia legge elettorale, la quale prevede ancora il listino (abbiamo già messo in salvaguardia le circoscrizioni) e non prevede l'ineleggibilità per il Presidente dimissionario.
In questo modo (grazie anche al listino, che potrebbe riappacificare pezzi di maggioranza) il Presidente si troverebbe in una posizione di vantaggio competitivo che sorprenderebbe tutti e che costringerebbe anche il suo partito (che ha tutt'altro che deciso di sceglierlo di nuovo come candidato alla Presidenza della Regione) ad accettare la sua ricandidatura.
Io non so valutare questi rumor, ma dico che c'è una ragionevolezza in questo ragionamento. Da un lato la minaccia attraverso la quale si sforza di ottenere un risultato politico, dall'altro, nel caso di concretizzazione della minaccia, un risultato che è comunque quello di ottenere quello che vuole, quello che cerca da molti anni, cioè una ricandidatura, una ricandidatura anche a discapito della discussione nel suo partito, una ricandidatura per di più che matura su un tema che certamente ha suscitato l'attenzione dell'opinione pubblica e che ovviamente verrebbe girato tutto in termini della riforma della politica, della anti casta, dell'ottimizzazione dei costi della politica, insomma per vestire quei panni, quella berritta identitaria, quell'immagine, come dire, di arruffa popolo che il Presidente della Regione ha cercato di costruirsi in quest'ultimo anno mezzo.
Io mi auguro che sia vero questo rumor perché allora sarebbe davvero una bella giornata, come ha auspicato stamattina l'onorevole Gian Valerio Sanna. Sarebbe finalmente una bella giornata perché avremmo la possibilità di guardarci in faccia con chiarezza e di capire chi oggi vuole stare in piedi, difendere la legalità delle istituzioni, risolvere i problemi con concretezza senza agitare la bandiera della demagogia e chi, invece, sotto ricatto, sotto minaccia, accetta anche di mettere da parte i suoi convincimenti, le sue idee, per salvare una poltrona, anche se ormai sdrucita, anche se ormai cedevole, anche se ormai estremamente transitoria visto che questa è una legislatura che volge al termine.
Ben venga questo momento di chiarezza! Ben venga in questa mattina un momento in cui ognuno di noi avrà la possibilità sia di capire se stesso, di guardarsi in faccia mentre pigerà il bottone rosso o il bottone verde, sia di guardare in faccia i colleghi e di capire chi oggi intende sedersi con dignità e onore in questo Consiglio, pensando a chi c'è oggi, ma anche a chi ci sarà domani, e valutando se con un atto di imperio, con un atto di spregiudicatezza politica, sia giusto falcidiare una istituzione provinciale senza aver in alcun modo pensato a quale sarà il futuro dell'istituzione stessa, delle competenze di quel livello istituzionale e anche del caos che si creerà per effetto di questo commissariamento, che non è un commissariamento a termine, ma è un commissariamento che ha tutte le premesse per dover durare a lungo. Lo vedremo, lo vedremo tra poche ore, lo vedremo tra pochi minuti.
Io mi auguro che sia vero questo proposito e mi auguro anche di avere di fronte colleghi - a cominciare da quelli della maggioranza - che nel momento decisivo sapranno scegliere da che parte stare, se dalla parte di un'istituzione che conta ormai sessant'anni e che non può essere messa sotto ricatto e piegata alle esigenze di un Presidente a caccia di una ricandidatura, o se invece per un piatto di lenticchie, per pochi mesi di sopravvivenza politica, decideranno di cedere a questo ricatto.
Perché vedete, colleghi, a me piacerebbe poter accogliere l'invito dell'onorevole Pittalis e discutere di merito, del merito della riforma delle province. Noi, infatti, lo dico anche all'onorevole Cossa - e mi dispiace se nelle parole di ieri ci può essere stato qualche eccesso di polemica, ma non era certo nelle mie intenzioni - non abbiamo mai impedito che si discutesse una legge sulle province. Abbiamo idee diverse dalle vostre, e questo ce lo dovete consentire, ma non abbiamo mai fatto ostruzionismo o impedito in alcun modo che la maggioranza presentasse una sua proposta di riforma, di superamento, anche di cancellamento delle province nella Commissione competente o in Aula. Non ci si può chiedere di scriverla noi, onorevole Cossa.
Ognuno di noi interpreta il risultato del referendum a modo suo. Il risultato del referendum è un risultato di cancellazione, ma non è necessariamente il risultato di cancellazione di un organismo intermedio, non è un risultato di cancellazione della delega di funzioni dalla Regione a degli enti locali; quindi sta a voi avere la responsabilità. Siete voi che avete avuto in questi 4 anni di legislatura la responsabilità di portare avanti le vostre idee; noi abbiamo le nostre.
Non vi impediamo, su temi come questo, di svolgere la vostra funzione riformatrice, ma purtroppo questa idea di riforma non c'è. Infatti se si scorre il contenuto dell'emendamento numero 1, che voi ci avete proposto cassando, di fatto, l'intero disegno di legge iniziale (che, capisco, era piuttosto conservatore, perché di fatto prevedeva la reviviscenza delle province storiche, quindi un assetto del tutto simile all'attuale con la semplice diminuzione del numero delle province) si noterà che esso costituisce tutt'altro che una riforma perché, a cominciare dal primo e dal secondo comma, rinvia ad altri la responsabilità di decidere quello che sarà il futuro delle province.
Quindi io spero che ci sia ancora spazio per una riflessione (che non può non passare attraverso il rispetto della scadenza naturale degli organismi) e che ci si sieda con responsabilità, a cominciare dalla Commissione, perché alcuni argomenti non possono essere discussi in Aula in maniera frettolosa, per pensare a una riforma che preveda, per quanto mi riguarda, anche il totale superamento delle province nella loro connotazione attuale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, riassumo ciò che è successo tra ieri sera e stamattina. Ci sono due proposte in campo. Una è la nostra, che rispetta il risultato referendario, guarda al superamento totale dell'attuale assetto istituzionale degli enti locali e rappresenta una riforma davvero innovativa, strettamente legata al riconoscimento del ruolo dei territori e alla valorizzazione delle loro potenzialità ai fini dello sviluppo della nostra Isola. L'altra è la vostra, che mantiene in piedi le quattro province storiche, ma mantiene in piedi anche le quattro nuove province, quindi mantiene in piedi l'attuale assetto così com'è, tradendo il risultato referendario. Mantiene in piedi le otto province attuando un commissariamento illegittimo, un atto di arroganza politica che noi ieri abbiamo voluto denunciare con forza.
Vedete, noi ieri siamo intervenuti, abbiamo cercato di argomentare, di supportare le nostre affermazioni, abbiamo cercato di dimostrarvi dove state portando la Sardegna, dove state portando il sistema degli enti locali procedendo al loro commissariamento, dove state portando la Sardegna approvando un disegno di legge aberrante che costituisce un ritorno al passato. Abbiamo argomentato, abbiamo mostrato carte, abbiamo mostrato sentenze della Corte costituzionale, pareri del tribunale amministrativo, abbiamo citato leggi che sono attualmente in vigore. Voi invece non avete parlato, non siete intervenuti.
Non abbiamo nemmeno sentito la voce, ad esempio, dell'Assessore degli enti locali, che ieri ha ricevuto due pacche sulle spalle dal presidente Cappellacci, che (ho letto il labiale) gli ha detto: "Nicola, bravo, non intervenire perché sennò daresti ragione all'opposizione" . Anche lui, infatti, concorda con noi. Del resto è in possesso di pareri che ci danno ragione, che confortano le motivazioni che noi stiamo tentando di spiegarvi ma che voi non volete capire.
Poi abbiamo sentito l'unico discorso della maggioranza, quello dell'onorevole Cossa. Se ci fosse il Presidente l'avrei informato, perché è in corso una "trassa" politica, un accordo che vedrebbe i Riformatori passare al centrosinistra e di cui magari il Presidente non è informato. Ma forse non bisogna informare il presidente Cappellacci visto che ieri l'onorevole Cicu ha detto a chiare lettere, in una intervista rilasciata ad un quotidiano, che si deve ancora decidere chi tra i leader del centrodestra dovrà primeggiare in questa Regione. Quindi forse dobbiamo informare altri che i Riformatori sono in procinto di abbandonare la loro coalizione.
Poi l'onorevole Cossa, con toni minacciosi, si è rivolto a noi dicendo: "Attenti, perché se siete disponibili ad aprire una trattativa sull'attribuzione dei commissari, siamo sicuri che con voi troveremo subito porte aperte". Io le voglio ricordare, onorevole Cossa, come voglio ricordarlo all'onorevole Dedoni, che noi abbiamo presentato una proposta chiara, l'abbiamo argomentata, ne siamo convinti, la vostra proposta, invece, è frutto di una trattativa politica. Voi non ci state proponendo una riforma che nasce da una riflessione sul futuro della Sardegna, sul bene dei sardi, ma ci state proponendo una riforma che nasce da una trattativa. Voi, infatti, vi siete incontrati con la vostra maggioranza e avete detto: "Noi chiediamo il commissariamento delle otto province". Poi, siccome non ve l'hanno concesso, vi siete accordati sul commissariamento di sole quattro province. Quindi la vostra proposta è frutto di un accordo, di una trattativa, siete voi che avete trattato e che continuate a trattare.
Noi non siamo disponibili a trattare su quel versante perché abbiamo un'altra idea. Siete stati costretti a trattare perché - ve l'ha detto bene il collega Mario Diana ieri sera - sui dieci quesiti referendari che avevate promosso non ne avete spuntato uno. Quei dieci quesiti referendari non vi hanno fatto ottenere nessun risultato e non siete stati neanche coerenti perché avreste dovuto ritirare tutte le persone del vostro partito a cui avete affidato dei posti, delle prebende, dentro gli enti strumentali di questa Regione, dentro gli enti che sono controllati da questa Regione. Non l'avete fatto perché siete incoerenti da sempre.
In ultimo mi voglio rivolgere ai colleghi consiglieri regionali del centrodestra, quelli che provengono dai territori marginali della Sardegna, dall'Ogliastra, dalla Gallura, dal Sulcis, dal Medio Campidano. Guardate, qui non c'è nessun progetto di riforma, la "Radio Regione" in questo momento trasmette una trasmissione che è musica degli anni '90, è un ritorno al passato, ci vogliono rimettere "a cuccia", riattivare il centralismo cagliaritano della gestione di questa Regione, vogliono riportarci alle province madri, vogliono riportarci all'emarginazione. Questo è il vostro progetto. E' un grande progetto!
Allora io vi chiedo di non cadere nel tranello, di unirvi a noi per una battaglia giusta che parta dalla costruzione di un progetto veramente riformatore, innovativo, che guardi allo sviluppo e al futuro della nostra Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, si è parlato di buon senso, e io ho apprezzato molto i toni pacati dell'intervento del Capogruppo del P.d.L. Pietro Pittalis, che pure ha di fatto rigettato la proposta pervenuta da tutto il centrosinistra e che, secondo noi, è una proposta assolutamente cogente per risolvere una situazione ingarbugliata generata da un quesito referendario che ha dato i risultati che conosciamo.
Non è vero che noi vogliamo rimandare sine die o a scadenza naturale gli organi elettivi. Noi partiamo dai principi, da quei principi di cui ieri abbiamo parlato, per affermare che la legittimazione elettiva non è in capo a questo Consiglio regionale bensì in capo alla sovranità popolare, alla sovranità del cittadino, alla sovranità del cittadino elettore. Noi non possiamo cambiare quel corso che è stato segnato nel momento in cui tutti i consiglieri delle otto amministrazioni provinciali sono stati delegati con un voto libero e uguale a rappresentare i cittadini in quei consessi.
Io credo che, prima che si arrivi al voto, ci sia ancora qualche minuto di tempo per fermarci un attimo e cercare di capire se ci possa essere un punto di caduta che possa vedere concordi le varie espressioni di questo Consiglio. L'avete detto voi a più riprese negli ultimi tempi: in questo scorcio di legislatura abbiamo necessità di condivisione, di unità per dare risposte alle troppe emergenze che assillano la nostra regione, che assillano il nostro popolo. Parliamo di un popolo che conta quasi 360 mila cittadini sotto la soglia di povertà, parliamo di un popolo che registra picchi di disoccupazione giovanile che superano il 40 per cento, abbiamo un popolo che annovera 33 mila sardi sottoposti ad ammortizzatori sociali.
Io credo che per questo motivo noi abbiamo il dovere, anche morale, personale, di fornire delle risposte. Queste risposte potremo fornirle solo se davvero qui si riuscirà a conseguire un'unità di intenti, anche attraverso attività di mediazione, perché la politica è anche l'arte della mediazione.
E' chiaro che però se da quella parte arriva un input, che è un input negativo, (quindi non un input ; un out) che ci dice che non possiamo trattare, che si può trattare solo dopo il commissariamento, allora noi ci troviamo in grandissima difficoltà nell'interloquire con voi per individuare delle soluzioni. Perché se voi ci chiedete di trovare - diceva l'onorevole Pittalis - i tanti punti di contatto che ci potrebbero essere sulla legge di riforma, noi dobbiamo partire da una situazione che ci veda compartecipi delle decisioni che oggi volete assumere. E non possiamo essere compartecipi se partiamo dallo stralcio dell'articolo 10 e dall'approvazione di quell'emendamento.
Ripeto, sono profondamente convinto che la democrazia sia garantita dai presidi territoriali, ed è da troppo tempo che questi presidi pian piano, ad uno ad uno, vengono eliminati. E le zone interne saranno quelle che soffriranno ancora di più le conseguenze di un atteggiamento di questo tipo. Ripeto, questo non vuol dire che noi siamo contrari a dare attuazione a norme che rispettino l'esito referendario (ci mancherebbe altro!). E' vero quello che avete detto ieri, che anche nel centro sinistra c'erano dei consiglieri che pur avendo voluto il referendum e pur essendo andati a votare per quel referendum non hanno votato a favore dell'abolizione dell'ente provincia. Sicuramente la volontà di quei componenti del centrosinistra non era quella di dare attuazione all'esito referendario in questa maniera, perché così non può funzionare.
Stiamo andando incontro ad una ulteriore destrutturazione del tessuto sociale ed economico dell'intera Isola, della Sardegna, e in questo momento questo non ce lo possiamo permettere. Se ci fosse ancora una possibilità, io credo che questa possibilità dovrebbe essere sfruttata. Amici del centrodestra, lo dicevo ieri, in quei banchi ci sono sensibilità ed intelligenze che potreste tradurre subito in atti concreti per dare risposte concrete a ciò che ci chiede il popolo sardo. I consiglieri provinciali sono persone elette come siamo stati eletti noi. La legittimazione che hanno loro è la stessa che abbiamo noi, quindi cerchiamo di riflettere su questo e cerchiamo di trovare una soluzione che non sia quella del commissariamento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Da ieri sera a questa mattina ho sentito tanti Carnelutti e Calamandrei che sembrava volessero riformare complessivamente la Costituzione italiana. A dire il vero c'erano molte contraddizioni nelle dichiarazioni di questi signori che si considerano avveduti in materia di leggi.
E tanto sono avveduti che in qualche piccolo scivolone sono incorsi. Io vorrei capire anche cosa significa ricatto per questa gente, cosa significa vulnus per questa gente. Io penso una cosa, che l'unico vulnus che c'è (e che fa sì ché sia così intrepidamente conservatore il P.D.) è costituito dal futuro commissariamento della Provincia di Cagliari. Il vero vulnus è quello. Io vorrei capire se la Provincia di Cagliari dovrà restare così com'è, con un vicepresidente non eletto, non eletto, quindi non scelto dal popolo, e in una condizione di gestione non certamente delle più limpide e pulite che ci siano sul panorama istituzionale regionale.
Ieri il giornale L'Unione sarda titolava: "Provincia, blitz della finanza". Oggi annuncia anche quali sono e chi sono gli indagati e guarda caso (siccome non si spende, siccome non si spande) i costi sono un pochino lievitati ma ancor di più i dipendenti: 150 dipendenti in più per la Proservice con un incremento di 798 mila euro dal 2010. Ora io mi chiedo: è questo l'atto di pulizia che ci viene dalla sinistra? E' questa la scelta di democrazia che ci viene dalla sinistra? E' questa l'indicazione che ci viene dalla sinistra su come essere innovatori e riformatori?
Io sino ad oggi ho visto da quella parte soltanto la conservazione più bieca, si rimangiano persino ciò che hanno dichiarato in campagna elettorale per i referendum. Non si riesce neanche a capire e a costruire un processo di riforma per la nostra Sardegna che langue. Onorevole Sanna, lei è stato Assessore, uno dei più pugnaci, uno dei più duri, di quelli che volevano fare innovazione e invece ha cancellato le comunità montane sarde, che forse funzionavano anche meglio delle province regionali di recente istituzione. Ma vedo che non si è ancora pentito.
Un'altra delle cose che ho visto qui, in altri tempi si chiamava disinformatia. Evidentemente molti, pur non essendo stati educati a quella concezione di ideale, hanno appreso molto in fretta come fare disinformazione, affermando che l'ente non esiste, e che quindi non può essere commissariato l'amministratore. Se l'ente non esiste, perché è stato soppresso dal referendum , non esistono neanche gli amministratori. Ciò significa che i processi avviati, tra l'altro in modo non corretto, da una legge che prevedeva una proroga sino al 30 giugno di quest'anno e non l'applicazione del referendum, contravvengono bellamente alla volontà di 530 mila circa elettori che hanno votato per la soppressione di questi enti. Tutto ciò, quindi, in barba alla democrazia.
Ma non basta. Quando le sentenze del TAR affermano con chiarezza che non esistono queste province (sto parlando delle nuove province) costituzionalisti d'alta fama sostengono il contrario. Queste sono sentenze, la legge parla e parla attraverso le sentenze e le sentenze vanno rispettate! E tanto vanno rispettate che la Corte dei conti ci annuncia che cercherà di capire che utilizzo si è fatto del denaro pubblico in quelle province dove si è proceduto a spendere ulteriormente. Meno male che c'è il presidente Letta che è disponibile a effettuare un taglio della spesa pubblica, a distinguere tra spese produttive e spese improduttive! E meno male che ci sono tutti questi innovatori qui in Sardegna!
Vorrei capire il P.D. sardo a chi fa riferimento, se è il P.D. nazionale ad essere promanazione di quello sardo o viceversa.
(Interruzione del consigliere Antonio Solinas)
DEDONI (Riformatori Sardi). E' meglio che non parli perché non sai manco perché apri la bocca. Ho già detto a qualcuno che è bene che colleghi il cervello alla lingua qualche volta!
Allora, se vogliamo veramente andare a verificare la sussistenza delle condizioni per il commissariamento, io credo che quelle del commissariamento delle cosiddette nuove province ci siano tutte; diverso sarebbe, invece, il discorso per le vecchie province, ad eccezione di quella di Cagliari di cui tutti conosciamo bene le condizioni in cui versa. A meno che non si vogliano chiudere gli occhi in tutti i modi possibili e dire che la Provincia di Cagliari è il monumento della democrazia (e abbiamo detto da chi è rappresentata questa democrazia).
Capisco quindi la suscettibilità della sinistra e del centrosinistra, capisco anche che certi malaffari possano continuare a persistere, perché non c'è una tutela democratica vera, non c'è una verifica! Io mi auguro che si possa andare a votare al più presto in modo che si possa esprimere la vera essenza della partecipazione democratica alla vita delle istituzioni.
Poi volevo aggiungere che siamo pronti a trattare sul merito. Qualcuno ieri menzionava il livello istituzionale regionale a proposito del livello da cui partire per poter porre fine a una condizione di crisi e avviarci verso un percorso capace di offrire una possibilità di sviluppo alla nostra Isola. Bene, è vero che ogni volta che si è parlato di realizzare lo sviluppo della nostra regione sono sempre nate prima le comunità di valle e poi i comprensori. Ma non posso dire però che vada bene la situazione esistente nell'Ottocento quando c'erano una quarantina di province in Sardegna, tra le quali anche quella di Busachi.
E' vero, può darsi che sia necessaria un'altra strutturazione, il problema è che va rivisitato in termini di proposizione il risultato che si vuole ottenere per il bene della Sardegna. Ciò però deve essere fatto non aprioristicamente, non cercando di menare il can per l'aia, cercando di giustificare l'ingiustificabile, con approcci al problema non consentiti neanche in termini di legalità all'interno di questo dibattito, ma…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, colleghi, su questo argomento in questi due giorni abbiamo assistito almeno a tre livelli di discussione. Il primo riguarda il confronto avvenuto in Aula, che ha visto la maggioranza costretta, suo malgrado, almeno in parte (scusate il bisticcio) a recitare una parte. Il secondo i livello di discussione (mi dispiace che non sia presente il collega Pittalis) è relativo al confronto svoltosi l'altro ieri pomeriggio tra le forze politiche del centro destra e del centro sinistra, confronto che è stato giudicato in questa stessa aula dai protagonisti, dai partecipanti a quella riunione, importante, soprattutto per lo spessore delle proposte formulate dalle forze politiche del centro destra e del centro sinistra per addivenire in tempi da definire (su questo c'è stata un'articolazione di giudizi) al riordino delle province.
A conclusione di quell'incontro si è registrata peraltro, come è stato già rilevato, un'apertura del centro destra nei confronti di una ipotesi di lavoro suggerita dal centrosinistra, pur con la forte riserva espressa dai Riformatori. Ad onor del vero non si è entrati nel merito della proposta, perché il Capogruppo del P.d.L., giustamente dal suo punto di vista, aveva ritenuto utile un approfondimento prima di dare una risposta al centro sinistra. Si è così tenuto nella giornata di ieri il cosiddetto vertice, di cui hanno parlato anche gli organi di stampa, a Villa Devoto. Da quella riunione la maggioranza ha tratto delle conclusioni completamente differenti da quelle che c'erano state prospettate nella sera precedente. Questi sono i due livelli della discussione di questi due giorni.
C'è stato però anche un terzo livello di discussione in questi due giorni, ed è quello relativo al confronto che si è avuto in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo circa un'ora e mezza, o due ore fa. In quella sede il Presidente del Consiglio ha chiesto a tutti quanti noi di esprimerci sulla programmazione dei lavori per la prossima settimana. Ebbene, tutti quanti abbiamo convenuto sulla necessità di riprendere la prossima settimana (a partire probabilmente da martedì) il lavoro sul riordino delle province. Non c'è stato nessuno contrario, anzi il Capogruppo del P.d.L., l'onorevole Pittalis, ha rivolto un appello a tutte le forze politiche perché il riordino delle province, da esaurirsi in un arco di tempo di non più di due settimane, coinvolgesse in maniera costruttiva tutte le forze politiche.
Credo sia stato un appello giusto, corretto; credo sia stato giusto aggiungere da parte nostra che c'è la piena disponibilità perché siamo convinti che riforme di questa natura non si possono fare a colpi di maggioranza. Abbiamo anche detto che questa disponibilità sarebbe stata esigibile immediatamente se ci fosse stata uguale disponibilità, da parte del centro destra, a ritirare l'emendamento per il commissariamento delle province. Noi siamo disponibili e impegnati seriamente, come avete avuto modo di notare in questi due giorni, a offrire un contributo (scusate la presunzione) importante per addivenire in due settimane alla riforma organica delle province e, probabilmente, ad un riordino più complessivo del sistema delle autonomie locali.
Pittalis però ci ha detto che su questo tema non ha voce in capitolo perché il Presidente della Regione ha deciso che non si discute, che si deve procedere al commissariamento punto e basta. Questo è infatti il punto di caduta per tenere coesa la maggioranza; lo scenario corretto è quello che ha descritto Chicco Porcu qualche minuto fa.
Allora ecco perché affermo che qui si recita una parte, e mi dispiace che vogliate partecipare a questa recita da attori protagonisti, almeno questo potevate risparmiarvelo, perché più che attori protagonisti la nostra modesta storia domani vi assegnerà il ruolo di comparse. La discussione di questi giorni è tutta qui: c'è una decisione assunta dal Presidente della Regione, i Riformatori si sono offesi e abbiamo parlato di ricatto politico, nell'accezione che ha spiegato chi ha usato quel termine. Il collega Dedoni ha pronunciato delle affermazioni delicate. Io, caro Attilio, io davvero ti invito sommessamente, per il prossimo futuro, ad evitare di portare in quest'Aula il lavoro che sta svolgendo la magistratura e provare a declinarlo in termini politici.
Io, Presidente, le chiedo, prima di concludere, la votazione a scrutinio segreto sull'emendamento numero 20, perché il presidente Cappellacci ha detto che se non otterrà la maggioranza si dimetterà, e io voglio correre il rischio di assistere alle sue dimissioni, pertanto chiedo la votazione a scrutinio segreto per verificare se davvero è coerente. Quindi l'appello che rivolgo a quest'Aula è quello di sostenere il nostro emendamento che respinge il commissariamento, così facendo probabilmente ci libereremo anche di un Presidente che in quattro anni ha affossato questa Regione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Cossa, relatore.
COSSA (Riformatori Sardi). relatore. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo una breve sospensione della seduta.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle ore 12 e 33.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 28, viene ripresa alle ore 12 e 29.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 20.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 68
astenuti 1
maggioranza 35
favorevoli 27
contrari 41
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cappellacci - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Metto in votazione gli emendamenti numero 5 e 12, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Le pressioni, se non vogliamo chiamarle ricatti, le forti pressioni, i convincimenti energici hanno sortito il loro effetto. Ce l'avete fatta, avete vinto una poltrona per altri sei mesi e vi facciamo i complimenti. Naturalmente, possono ancora verificarsi degli imprevisti, ma credo che l'esito della votazione sull'emendamento numero 20 sia inequivocabile.
Avete preferito salvaguardare il posticino, anche se ormai in scadenza, piuttosto che battervi e stare in piedi per una battaglia che non è per la sopravvivenza delle Province, ma per non rendere possibili dei commissariamenti illegittimi, lasciando in piedi le Province; questo è quello che avete fatto. Io capisco: la debolezza è umana, non tutti hanno il coraggio delle loro idee, non sempre si ha il coraggio di essere coerenti con le proprie idee e di assumersi le responsabilità che il mandato comporta.
Oggi voi avete compattato la vostra maggioranza intorno ad un atto illegittimo che darà origine a decine di ricorsi, che trascinerà nell'ennesimo pasticcio istituzionale, nell'ennesima confusione questa Regione. Ma aver compattato la vostra maggioranza non vi renderà più forti agli occhi dei cittadini, vi renderà più deboli. Quello che oggi per voi è un apparente successo è soltanto l'inizio della fine, una nuova fase si aprirà e la verità verrà a galla, e sarà una verità amara per voi, perché una nuova fase inizierà e speriamo sia una fase di speranza per la Sardegna, che sappia superare non solo le Province, ma anche una legislatura che dobbiamo soltanto dimenticare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì, lunedì saremo al lavoro per lavorare con gli avvocati, dal momento che l'egoismo e l'autoreferenzialità hanno ormai il sopravento. Quale riformismo? Ma quale riformismo? Fate ridere! Ostaggi! Uomini poco liberi, questo siamo: un Consiglio di gente sotto ricatto.
Approvatevi l'emendamento numero 1, tanto noi faremo presente anche ai nostri avvocati che anche la procedura di commissariamento si pone in violazione della legge numero 1. La procedura di commissariamento è infatti una competenza dell'Assessorato degli enti locali; è l'Assessore degli enti locali che propone i commissari e la Giunta delibera. In questo caso, invece, chi propone i commissari, chi funge da garante della spartizione è il Presidente. Così facendo, però, violate la legge numero 1 perché espropriate delle sue competenze un Assessore, che è in carica, che è nel pieno della sua funzione. Quindi c'è anche questo ulteriore profilo di illegittimità, a dimostrazione di quello che state facendo
Poi chiaramente abbiamo il profilo esatto dalla vostra immane speculazione politica. In fondo la domanda che vi dovete porre è: abbiamo davvero convenienza a mantenere in piedi un "catorcio" di maggioranza come questo? Non avete fatto altro, in questi mesi, che dare un soccorso alle nostre posizioni per dare suonate e batoste a questa Giunta, incapace di mostrare, anche una sola volta, profili di dignità. Vi abbiamo dato la disponibilità, in sede di esame della legge finanziaria, a fare qualcosa che lasciasse un segno rispetto alla decadenza; avreste potuto dare lezioni voi a noi se foste stati all'altezza. Tenetevi allora questa maggioranza, noi ci affideremo a chi ci è rimasto per tutelare l'interesse generale e anche la legalità, perché voi lezioni di legalità a noi, in questa legislatura, non ce ne potete proprio dare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Sicuramente non si può dire che nella maggioranza ci siano dei pokeristi, perché se ci fossero stati dei pokeristi avrebbero chiesto di "vedere" le carte per scoprire il bluff del Presidente, lo avrebbero sfidato votando a favore dell'emendamento numero 20; invece non siete voluti andare a vedere le carte e non avete potuto così smascherare il bluff. Ma davvero pensate che il Presidente si sarebbe dimesso e avrebbe rinunciato ad usare i nostri soldi, i soldi dei sardi, per farsi la campagna elettorale? Davvero riuscite a pensare che faccia arrivare tre commissari nominati dal Governo e rinunci a fare la passerella per i prossimi sei mesi, quella passerella che ha già iniziato le settimane scorse, con i soldi dei sardi, facendosi così la campagna elettorale? Non siete dei pokeristi, sennò avrete visto il bluff che aveva in mano.
Il Presidente ha carte truccate e vi sta "fregando", o vi state facendo fregare; qualcuno di voi ovviamente è complice del bluff perché chiaramente c'è il commissario della Provincia. Attraverso l'approvazione dell'emendamento 1 avete scavalcato la magistratura che vi ha detto che non potevate commissariare i Consorzi industriali. Voi, che siete i risparmiatori, sempre con spese a carico del bilancio della Regione, avete commissariato i Consorzi industriali di quasi tutta la Sardegna. Il TAR vi ha detto che non potevate farlo e adesso, commissariando le Province, indirettamente tornate in quei Consorzi industriali dove volevate andare già prima.
Questo vale per i Consorzi industriali ma varrà per tutti gli altri enti, perché la spartizione, Presidente del Consiglio, è iniziata. Quegli sms di cui parlava l'onorevole Sanna stanno circolando, c'è una sollevazione, perché qualcuno che si è accorto di essere rimasto fuori dice "accidenti, ci hanno fregato, stanno commissariando ma non tocca a me, tocca al mio rivale, tocca al mio nemico sul territorio…".
E allora, colleghi, se le norme esistono devono avere anche un senso; se c'è un inizio e un termine per la durata in carica degli organi collegiali (che siano Consigli regionali, consigli provinciali o consigli comunali) vuol dire che c'è una ragione; evidentemente il termine c'è anche per evitare ciò che sta avvenendo, per evitare le scorribande dei prepotenti. Le regole sono poste a tutela dei deboli, a tutela dei cittadini contro l'arroganza dei prepotenti, e voi oggi state dimostrando una volta di più quanto siete arroganti e prepotenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Abbiamo tentato in tutti i modi, anche stamane in sede di Conferenza dei Capigruppo, di bloccare questa deriva commissariale, ma evidentemente i giochi erano già fatti, i Capigruppo di maggioranza, in particolare il Capogruppo del P.d.L., hanno dichiarato che non era possibile tornare indietro sulla decisione assunta, perché ormai il patto di ferro era stato stretto, ed era stato stretto anche il cappio sulla maggioranza con la minaccia (che è stata fatta trapelare già dalla mattina presto) delle dimissioni del presidente Cappellacci in caso di approvazione dell'emendamento proposto dal centrosinistra.
Ormai siamo, ripeto, alla deriva commissariale; abbiamo visto che nell'ultima delibera della settimana scorsa sono stati nominati commissari straordinari a bizzeffe; basta scorrere le delibere di Giunta regionale per vedere che ormai la Regione per larghissima parte della sua attività è gestita da commissari straordinari. I rinnovi delle gestioni commissariali sono all'ordine del giorno, e spesso non si capisce in base a quali titoli questi commissari vengano nominati, tant'è che abbiamo anche consegnato alla Commissione d'inchiesta per la mancata applicazione delle leggi regionali un corposo dossier per documentare come spesso i commissari chiamati a gestire delicate situazioni di enti e società regionali non abbiano le caratteristiche adeguate e i requisiti previsti dalla legge.
Si è iniziata così una campagna elettorale, siamo curiosi adesso di vedere i nomi dei commissari che sarete in grado di mettere alla testa del processo di cancellazione delle Province, che non si sa quanto potrà durare. Ieri, signor Presidente, ho richiamato la relazione della Corte dei conti, che stranamente è passata sotto silenzio, sulla gestione delle società e degli enti partecipati dalla Regione; una gestione, peraltro, che riguarda spesso società in liquidazione, società che sono in liquidazione da anni e che sono gestite da commissari liquidatori il cui incarico viene prorogato di periodo in periodo senza che queste liquidazioni avvengano mai, con uno sperpero di denaro pubblico assolutamente insopportabile. E adesso andremo…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, ieri il collega Mario Diana mi ha ricordato il fatto che anch'io ho conosciuto l'articolo 94 del Regolamento. Effettivamente prima di venire in quest'Aula ho letto il Regolamento interno e mi sono soffermato molto sull'articolo 94; non penso, tuttavia, di avere fatto una full immersion sostanziale su quell'articolo. Credevo fosse un articolo pensato per liberare la coscienza dal fardello di dire pubblicamente quello che si pensa, viceversa ho sperimentato, sia oggi, sia in occasione della votazione sulla preferenza di genere, che la votazione a scrutinio segreto è un modo per fuggire dalle proprie responsabilità. Fuggire dalle proprie responsabilità di esprimersi relativamente alla doppia preferenza di genere e fuggire dalle responsabilità di dire, a persone che sono state elette nel territorio, che devono tornarsene a casa perché abbiamo deciso di sostituirle con dei commissari.
Oggi noi non stiamo abolendo nessuna Provincia, noi stiamo solo ed esclusivamente sostituendo dei signori in carne ed ossa, eletti come noi, con dei commissari (che saranno spero anche questi in carne ed ossa) nominati però direttamente dalla Giunta regionale e non eletti dai cittadini. L'oggetto della questione è tutto qui: stiamo sostituendo degli organi eletti con dei nominati: questo è il Consiglio regionale, questa è la cosa più triste che sta avvenendo stamattina.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.).Oggi credo che la maschera sia stata levata definitivamente, avete deciso di banchettare all'interno delle Province, preferite dei commissari nominati da voi a persone elette dai cittadini, fra le quali ci sono anche alcuni vostri compagni di partito. Del resto a voi poco importa che quelle persone siano state elette democraticamente dalla gente: avete deciso che dovete fare quel banchetto che da tempo avevate in mente di fare e lo fate, così sarete liberi di assumere tutti gli interinali che volete, come del resto avete fatto in tante altre circostanze.
Per voi, infatti, è importante soprattutto l'aspetto clientelare: assumere personale interinale, sfruttare la disperazione altrui per ritrovare il consenso elettorale. Se vi manca la società interinale ditecelo; ma siccome so che siete fortemente attrezzati, andate avanti. Voi ritenete che questo sia il consenso che vi farà vincere le prossime elezioni: vedremo se avrete ragione oppure torto.
Io mi auguro che abbiate la possibilità, questo fine settimana, di ragionare su che cosa state andando incontro e a che cosa volete portare le istituzioni. Per la prima volta ancora avete dimostrato l'incapacità di approvare riforme serie nei confronti di un sistema degli enti locali che va cambiato totalmente. Ma questo a voi non interessa; a voi interessa solo soddisfare i vostri appetiti o gli appetiti di pochi in quella suddivisione che nei prossimi giorni saremo anche in grado di certificare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Se è vero che ci sono campionati che vanno bene e campionati che vanno male, io devo dire che, in queste ultime settimane, tra legge elettorale e legge di riordino degli enti, di batoste ne sto prendendo abbastanza. Ma credo che questa non sia una batosta di poco conto, una batosta per me o per il Gruppo che rappresento, credo che sia una batosta per tutto il territorio, per la Sardegna, che si vede privata retroattivamente del suo diritto di poter scegliere liberamente i propri rappresentanti a ricoprire incarichi e funzioni previsti dalla Costituzione. Noi in questo momento stiamo negando a posteriori questo diritto.
Credo che questo sia un fatto molto grave e credo che non mancheranno gli strascichi giudiziari che segneranno ancora più negativamente questa legge e questo articolo 10 da voi modificato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 5 e 12, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Diana Mario - Lai - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 63
astenuti 4
maggioranza 32
favorevoli 25
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'esame degli emendamenti numero 6 e numero 13, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, le anticipo che su tutti questi commi chiediamo la votazione nominale.
Considerato che stamattina siamo qui, credo che valga la pena approfittarne per discutere, per iniziare quella discussione che non avete accettato di farci fare senza la "pistola" dei commissariamenti sul tavolo. Cominciamo dall'emendamento che ci avete proposto, l'emendamento numero 1, quello che stralcia lo stralcio, cioè che riduce questa leggina con la quale siamo entrati in aula a una leggina istitutiva di cinque commissariamenti . Oggi voi state votando per il mantenimento ad interim e la proroga senza limite delle attuali province e istituite cinque commissari. E il comma 2, sul quale annuncio il voto favorevole, Presidente, conferma questa vostra intenzione. Perché con il comma 2 una legge impone al Consiglio di approvare una legge; è una forma innovativa per fare giurisprudenza.
In pratica il Consiglio non si auto determina ma, siccome non si fida di se stesso, stabilisce, per legge, che deve approvare una legge. Poiché norme simili ne ha già approvate tante in passato e non le ha mai rispettate sembra abbastanza paradossale che si inserisca di nuovo in legge l'obbligo di approvare entro 30 giorni una legge senza indicare le sanzioni in caso di mancata osservanza dell'obbligo. Ora questo comma non sarebbe semplice aria fresca se voi stabiliste che se non si approvasse entro 30 giorni la legge sugli enti locali il Consiglio verrebbe sciolto. Se in caso di mancata approvazione entro il termine decidessimo di votare la sfiducia, ammettessimo di essere degli inetti, degli incapaci, allora voterei la norma. Ma siccome in caso di mancata osservanza del termine non è prevista alcuna penalità, questo dimostra che state di nuovo vendendo fumo, che non approverete la legge entro 30 giorni e che state solo prendendo in giro i sardi e istituendo cinque nuovi commissari. Per questo il mio voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Il voto è favorevole anche perché l'emendamento è uguale ad un altro presentato da me. Un impegno di questo tipo è un impegno di chi non vuole assumere nessuna decisione. Sarebbe stato meglio approvare immediatamente il codice delle autonomie locali e disciplinare tutte le attività che devono essere esercitate attraverso gli enti locali. Invece si è preferito prendere una decisione che rappresenta una fuga, l'ennesima fuga della classe politica. E non mi riferisco solo a quella che siede sui banchi del Consiglio, purtroppo (perché se il problema fosse solo nostro a febbraio, con le elezioni, sarebbe già bello che risolto) ma a tutta la classe politica, perché questa norma è l'emblema, è la fotografia della classe politica, di una classe politica che quando arriva il problema si scansa, lo lascia passare e non lo affronta mai per quello che è.
Si individuano sempre gli stessi meccanismi: entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge si farà qualcosa. Entro 30 giorni si farà questo, entro 30 giorni si farà l'altro, la verità è che non si farà mai niente. Non si farà mai niente, perché siamo incapaci (dico siamo perché siedo in Consiglio come voi e le decisioni vengono assunte comunque con voti democratici) siamo una classe politica che dovrebbe esser rottamata senza incentivi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, io voterò a favore del comma 2 anche perché nel comma 2 è ricompresa per intero la proposta che abbiamo avanzato come Capigruppo di maggioranza durante la riunione che si è tenuta stamattina, cioè quella di confrontarci sulla legge di riforma, di darci tempi strettissimi per lavorare ad una riforma complessiva della Regione e degli enti locali, definendo un riassetto istituzionale moderno per la Regione Sardegna ed evitando di procedere a forzature quale quella da voi voluta con l'emendamento allo stralcio dell'articolo 10.
Noi siamo convinti che questo sia stato un errore madornale della maggioranza, che sia un boomerang, presidente Cappellacci, che si ritorcerà contro di lei, perché con l'articolo 10 stiamo praticamente congelando le funzioni delle province, manteniamo le province intatte nelle attuali funzioni, stiamo rimuovendo solamente gli organismi di governo eletti democraticamente e stiamo nominando commissari che verranno scelti sulla base di indicazioni, commissari nominati (nominati, questo è il termine giusto) che daranno gli stessi risultati di altre nomine commissariali di cui ho cercato di parlare prima.
Io sono convinto che le province e complessivamente il movimento delle autonomie locali faranno quello che è doveroso fare in questi momenti, cioè difendere il sistema delle autonomie e lavorare veramente per una riforma che possa definirsi tale. Noi sosterremo e agevoleremo questo processo, perché siamo convinti che la legittimità degli atti debba essere assolutamente difesa. Adesso - ci rivolgiamo alla maggioranza - adesso vedremo cosa saprà fare la maggioranza in questi 30 giorni; auspico chiaramente che, come primo passo, riusciate a definire, finalmente, chi deve gestire la presidenza della Commissione autonomia e chi deve gestire sicuramente questo processo.
Io spero che questo compito venga dato ai colleghi Riformatori, che dovrebbero difendere questo processo. I colleghi Riformatori stanno in tutti i posti dove non si parla di riforme: ai lavori pubblici, alla presidenza della Commissione bilancio e finanze, io auspicherei che in questa fase i Riformatori…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io, dopo aver ascoltato l'intervento del collega Salis, mi permetto di precisare che dalla settimana prossima non ci sarà dialogo, non ci sarà dialogo su questo e su altro, ci sarà la riproposizione esatta della funzione che ci deriva dall'esito elettorale: faremo opposizione e vi faremo vedere come sappiamo farla, da qui alla fine, perché questo è il risultato di quello che ci avete chiesto oggi. E' chiaro?
Noi abbiamo un Regolamento, e non so, a questo punto, Presidente, se oggi ci sia un clima consono per affrontare una sua revisione. Il voto di oggi cambia tutto, è evidente, e cambia, colleghi, perché con un'operazione selvaggia, che a me risulta avere precedenti solo nel ventennio fascista, 4 amministrazioni su 5 sono passate d'un colpo dal centrosinistra al centrodestra. E questo non è solo violare la libera espressione della volontà dei cittadini, è sovvertire la regola democratica senza una motivazione.
Voi, così facendo, sovvertite l'ordine democratico; in un minuto avete trasferito la gestione di 4 amministrazioni su 5 dal centrosinistra al centrodestra, sbeffeggiando la volontà dei cittadini. E le conseguenze di ciò le vedrete nei tribunali. E' giusto che i tribunali decidano su questo, perché occorre mettere un argine all'onnipotenza, all'arroganza e alla prepotenza di questo gruppo dirigente che ha governato la Sardegna in questi 5 anni. Continuate ad affidarvi a Facebook e alle fesserie che dicono lì su di voi!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Io voto a favore dell'emendamento numero 6, perché l'emendamento numero 6 ha l'ambizione (o perlomeno abbiamo noi l'ambizione) di provare a farvi rinsavire, di sopprimere il comma 2 dell'emendamento numero 1, un comma 2 che è un capolavoro, perché impegna il Consiglio, entro 30 giorni, ad approvare una legge organica. Eh! Che impegno solenne! Questa maggioranza è capace anche di queste cose! E quale è la sanzione se non onorate l'impegno? Vi fa "totò" il Presidente? Sta aspettando quello! Anzi, adesso forse, considerato che è diventata la sua attività preferita in questi giorni, sta scrivendo su Facebook.
Comunque nel comma 2 - e questo è l'altro capolavoro - si legge anche che il trasferimento delle funzioni svolte dalle province è disciplinato dalla legge che si intende approvare entro 30 giorni, in attesa della modifica dell'articolo 43 dello Statuto che, come sanno tutti (anche i bambini) è una "cosettina" da niente, una cosa che si fa in un paio di giorni. Insomma, chiamate la Camera dei deputati e il Senato e, visto che siete esperti di "102" chiedete che applichino l'articolo 102 del nostro Regolamento anche lì. Così, subito, in 2 giorni si modifica l'articolo 43 dello Statuto. E' una cosa che si fa in un attimo, non ci vuole nulla!
Allora, smettetela di prendere in giro ( mi stava uscendo un altro termine) i sardi e dite chiaramente quello che volete fare. Voi volete occupare, per il prossimo scampolo di legislatura, gli enti che i cittadini vi hanno detto che non dovete occupare. Lo fate di imperio, con arroganza e prepotenza (non smetterò mai di dirlo) in spregio, come è vostro costume, alle più elementari regole democratiche.
Però, colleghi, il creare questi precedenti non è utile ai processi democratici, non è utile a questa Istituzione, così facendo non rendete un servizio né alla Sardegna, né al Consiglio regionale, ma non lo rendete nemmeno a voi stessi, perché comunque le regole - lo ripeto, l'ho detto prima e lo ripeterò ancora - servono a tutti, sono a tutela dei processi democratici, e voi non potete calpestarle in questa maniera.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Fois è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 6 e 13, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Arbau ha votato a favore e che il consigliere Meloni Francesco ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 29
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Passiamo agli emendamenti numero 7 e 14, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Mi sembra paradossale pensare alle tante mozioni e interrogazioni che ho presentato nel Consiglio provinciale di Nuoro per denunciare certe attività che non mi sembravano congrue ai fini istituzionali di quella amministrazione provinciale, e adesso vedere i colleghi del P.d.L. consentire a tutti gli enti e alle 4 province storiche di proseguire la loro attività, mentre stanno mandando a casa le altre province regionali. Questa è la fotografia di quello che stiamo facendo stamattina, lo ripeteremo all'infinito.
Ha ragione Gian Valerio Sanna: se non c'è collaborazione, se non c'è dialogo, c'è opposizione, e c'è opposizione attraverso gli strumenti del Regolamento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue ARBAU.) Così funzionano tutte le assemblee elettive. Io credo che avrebbe fatto molto meglio questa Assemblea, invece di formulare l'articolo 3 così come l'ha formulato, invece di nominare i commissari, stabilire dei tempi certi, definire le attività che potevano essere svolte e quelle che non potevano essere svolte, per tutte le 8 province. Viceversa si continua a lasciar fare certe cose, mentre altri organi, democraticamente eletti, vengono mandati a casa. Questa è la conclusione di quest'attività portata avanti dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 7 perché il comma 3 di quest'emendamento numero 1 è la pietra dello scandalo. E' quello che sancisce la mmorte della democrazia nel Sulcis, nel Medio Campidano, in Ogliastra e in Gallura. Con questo comma 3, in sostanza, il Consiglio regionale afferma che i cittadini di questi quattro territori non sono degni di eleggere i loro rappresentanti, che il potere sta in capo alla Giunta e che pertanto la Giunta decide di nominare dei commissari. Ma qual è il compenso di questi commissari? Fino a quanto tempo dureranno? Quanti consulenti si potranno nominare? Qui non lo scrivete, cari Riformatori, non fissate un limite ai costi, non mettete un limite al numero dei consulenti perché li state già nominando, ve li state già spartendo.
(Interruzione)
Non lo so quanti ne hai, ma ne avrai anche tu!
Questo non c'è scritto. State solo dicendo che quei cittadini non possono eleggere i loro rappresentanti, non sono degni di farlo perché la capacità e la dignità sta in capo solo a voi. Quindi, cari colleghi, non nascondetevi. Noi stiamo chiedendo il voto palese perché vogliamo vedere chi avrà il coraggio di votare a favore di questa norma, chi avrà il coraggio di dire, anche ai cittadini del proprio collegio : "Avete sbagliato, non dovete nemmeno recarvi a votare perché tanto quelle consultazioni elettorali non valgono nulla, perché ci penseremo noi a dire che non valgono nulla le elezioni nel Sulcis, nel Medio Campidano, in Gallura in Ogliastra".
E allora consiglieri del Medio Campidano, del Sulcis, della Gallura e dell'Ogliastra, ditelo ai vostri cittadini, che è così, che ci penserete voi a indicare chi sarà incaricato di amministrarli. Noi abbiamo detto: questa ricognizione di questi rapporti, venga fatta prevedendo tempi. Qui invece non è fissato neanche un termine, è sine die, è un commissariamento che non si sa quando finirà. Si sa quando inizia, perché inizia adesso, ma chissà quando terminerà.
E allora, colleghi, su questo emendamento metteteci la faccia; noi ce la stiamo mettendo, ma mettetecela anche voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, l'assenso all'emendamento numero 7 è totale anche perché il comma 3 è quello che chiarisce definitivamente lo scopo dell'articolo 10, cioè la rimozione degli organismi eletti e l'inserimento alla guida delle province, che rimangono nelle loro funzioni, di commissari.
C'è un passaggio che è particolarmente degno di nota: "I commissari straordinari - sottolineo straordinari - provvedono all'amministrazione ordinaria dell'ente", cioè i commissari straordinari, straordinariamente nominati dal presidente Cappellacci, provvedono alla gestione ordinaria dell'ente che mantiene tutte le sue funzioni. Quindi l'unico risultato di questo commissariamento è la sostituzione d'imperio degli organismi democraticamente eletti con commissari scelti dalla maggioranza, cioè dalla parte politica che governa provvisoriamente la Regione sarda, con una cancellazione e un ribaltamento dell'indicazione degli elettori. A seguito di questa operazione, infatti, a maggioranze di centrosinistra - definite tramite un procedimento democratico elettorale - si sostituiscono commissari nominati dal Presidente del centrodestra.
Ma questo comma 3, legato al comma 5, chiarisce esattamente le vostre intenzioni. Esso infatti recita: "Sino all'approvazione della legge di cui al comma 2" - cioè quella che dovrete approvare da soli entro 30 giorni - "è sospesa l'indizione di consultazioni elettorali provinciali". Siccome le elezioni delle quattro province sono previste per il 2015, allora voi prevedete che i commissari possano durare sicuramente fino al 2015, fino alla scadenza del periodo amministrativo definito dalle leggi elettorali.
Allora, abbiamo fatto bene a ricordarvi che c'era un emendamento del centrosinistra che in sostanza diceva: "Bene, volete procedere con questa accelerazione delle procedure di scioglimento? Procedete pure ma nominate commissari i presidenti delle province, i presidenti eletti, non gli amici degli amici delle correnti politiche dei partiti della maggioranza". Sarebbe stato un segnale diverso rispetto a quello che avete voluto inviare perché avrebbe quantomeno garantito…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico che il consigliere Mula è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io intervengo per dichiarare il voto favorevole, ma vorrei mettere l'accento su un punto. I cittadini sono stati protagonisti della costituzione delle quattro province regionali che voi oggi vergognosamente avete cancellato. I cittadini, è vero, sono stati protagonisti anche nel dirci che le province regionali dovevano essere superate. I protagonisti sono stati sia nella prima fase sia nella seconda fase i cittadini. Io credo che a maggior ragione questo fatto avrebbe dovuto indurvi a evitare di nominare commissari, e vi invito a riflettere su questo.
La verità è che voi non avete voglia di riflettere, non ne avete intenzione, non vi interessa. Siete interessati - come ha detto qualcuno che mi ha preceduto - a mettere le mani, a sette mesi dalle elezioni regionali, sulle province governate dal centrosinistra. Sappiamo bene che oggi la maggioranza si è ritrovata e questo vi ha consentito di respingere in maniera compatta l'emendamento che abbiamo presentato.
Io lo dico soprattutto ai consiglieri della maggioranza, quelli che anche intervenendo (pochi a dire il vero) hanno manifestato una contrarietà sofferta alla decisione del Presidente della Regione di commissariare le province: bisogna in certi momenti anche avere il coraggio di trasformare quella sofferenza in atti concreti. Ecco perché non è giustificabile soprattutto il comportamento di chi ha contestato la scelta del presidente Cappellacci e poi, nel segreto dell'urna, ha votato a favore. Almeno questa ipocrisia poteva essere risparmiata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento e per dire che due giorni di dibattito non hanno portato a nessuna differenziazione in quest'Aula tra maggioranza e minoranza. Noi abbiamo proposto un percorso ordinato per approvare le riforme, voi ci avete attaccato affermando che non volevamo chiudere le province. Bene, voi cosa avete fatto con quest'atto? Non avete fatto altro che raggiungere lo stesso nostro obiettivo, che è quello di non chiudere le province, né più né meno. Il risultato sostanzialmente è questo. Oggi il Consiglio ha deciso di non chiudere le province.
Voi lo avete stabilito con il commissariamento, quindi vanificando il voto popolare; noi, rispettosi del voto popolare, vi abbiamo detto: "attenzione, un attimo, noi siamo rispettosi dell'esito referendario, però siamo anche convinti che non si possa gettare nel caos l'Istituzione e vi proponiamo un percorso. Le attività citate nel comma 3, che oggi con l'emendamento stiamo discutendo, potrebbero tranquillamente essere svolte da chi è in carica, che conosce i temi e i problemi". Quindi abbiamo impegnato l'Aula con due giorni di dibattito per raggiungere lo stesso obiettivo.
Allora, voglio dire che anche la maggioranza non ha rispettato l'esito referendario. E' ipocrita. Per cui, davvero non riesco a capire che bisogno c'era di commissariare. Sicuramente - l'hanno detto i miei colleghi - c'è ben altro interesse nel commissariare le province: siamo infatti sotto campagna elettorale, e l'avere propri uomini come commissari aiuta. A noi, però, queste manovre non interessano, perché i gli elettori ci accorderanno il loro consenso perché abbiamo ben amministrato, non perché abbiamo trovato sotterfugi, per cui davvero questo Consiglio oggi ha raggiunto il medesimo risultato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Noi, anche se l'onorevole Pittalis è al telefono, accogliamo l'invito di intervenire sul merito e proviamo, dal nostro punto di vista, a mostrare le incongruenze dell' emendamento numero 1.
Con l'emendamento numero 7 proponiamo di sopprimere il comma 3 dell'articolo 10 offrendovi così la possibilità di riscattarvi. Forse abbiamo anticipato troppo i tempi ritenendo che volevate veramente andare avanti, forse qualcuno di voi preferisce, a voto palese, dire di essere contrario a questa riforma. Noi però non perdiamo le speranze e crediamo che votare sì all'emendamento numero 7 vi offra la possibilità - fermo restando il tentativo lodevole, peraltro disatteso fino a oggi, di produrre in tempi brevi una riforma che porti veramente alla cancellazione delle province, al superamento - di bloccare la procedura commissariale.
Quindi basta votare con noi l'emendamento numero 7 a voto palese, per chiarire finalmente chi in Consiglio vuole entrare nel merito e chi invece vuole mantenere le province ed è interessato soltanto a occupare le poltrone commissariali.
Però (e qui mi rivolgo al Presidente della Regione, se ha la bontà di ascoltarmi, e mi scuso con lui se i nostri toni in qualche caso sono stati aspri, ma la dialettica politica spesso lo richiede) c'è anche un'altra possibilità: il presidente Cappellacci potrebbe accettare un emendamento orale al comma 3 dell'emendamento numero 1 che preveda che dopo le parole "commissari straordinari" vengano aggiunte le parole "i presidenti eletti delle stesse province". In questo modo il presidente Cappellacci potrebbe perlomeno smentire le voci di spartizione di commissari (queste voci un po' becere che insinuano che siate interessati solo ai posti di potere) e dire: "Noi vogliamo la riforma, non siamo interessati ai commissari, per cui diamo il ruolo di commissari ai presidenti eletti nelle stesse province".
Anche questo sarebbe un modo per incanalare il dibattito in un alveo più costruttivo. Vediamo se siete capaci di fare l'uno o perlomeno l'altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). Intervengo per dichiarare il voto a favore dell'emendamento ma anche per denunciare che tra ieri sera e oggi in quest'Aula si sono svolti due dibattiti diversi: uno ufficiale, del quale abbiamo ascoltato gli interventi, e l'altro meno ufficiale e sottotraccia (dibattito a cui si riferivano prima i consiglieri Porcu e Giampaolo Diana) molto intenso, che disturbava l'altro dibattito e che verteva proprio sulla probabilità della fine anticipata della legislatura. Ebbene, il dibattito meno ufficiale ha preso totalmente il sopravvento sull'altro e ha ucciso la coscienza di molti consiglieri, soprattutto di maggioranza.
Io allora mi chiedo: i Riformatori fra qualche mese, quando nasceranno questi potenziali nuovi carrozzoni (non so se sarà un carrozzone quello dei commissari, ma mi riferisco per esempio alla fantomatica Agenzia delle strade) proporranno dei referendum? Se sarete molto attenti nel valutare quali saranno le spese che affronteremo probabilmente vi daremo una mano anche noi.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 7 e 14, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Arbau, Cocco Daniele, Floris Vincenzo e Stochino hanno votato a favore e che i consiglieri Dedoni e Peru hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino - Stochino - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il consigliere Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 29
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
CUCCA (P.D.). Cosa ha votato Stochino?
STOCHINO (P.d.L.). Cosa cambia in termini numerici? Un emerito bischero! Presidente, voto verde!
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti numero 8 e 15, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 8 uguale all'emendamento numero 15 soppressivo del comma 4 dell'articolo 10, comma che sostanzialmente dà il via al commissariamento della provincia di Cagliari. Dico subito che non avrei niente in contrario a questo commissariamento che avrebbe anche una logica, e forse si sarebbe potuto fare anche prima, considerata la situazione particolare in cui versa la provincia di Cagliari, retta da un vicepresidente a seguito delle dimissioni del Presidente. Ma il combinato disposto del comma 4 con il comma 5 renderà il commissariamento non funzionale a una nuova elezione, non funzionale a una riforma che ristabilisca chi ha titolo democratico per guidare l'ente provincia e che stabilisca come devono essere allocate le funzioni oggi svolte dalle province, magari in maniera diversa, magari cancellandole del tutto.
Si procede semplicemente alla nomina di un commissario che rimarrà per mesi, per i motivi che abbiamo già spiegato e richiamato, perché quel proposito di fare una riforma entro trenta giorni rimarrà un mero proposito, in quanto la modifica statutaria e costituzionale delle province richiederà mesi e mesi, se non anni. Noi siamo in attesa, il 27 luglio, della pronuncia della Consulta sulla riforma della spending review che, di fatto, cancella alcune province, le riorganizza e le trasforma in organismi di secondo livello. Quel procedimento costituzionale richiederà mesi e mesi e nel frattempo i vostri commissari, come già avvenuto in altri settori, rimarranno nei loro posti.
Quindi, il voto anche per questo emendamento non può essere che favorevole, perché il comma 4 non è funzionale al superamento delle province, ma è funzionale soltanto all'occupazione di una poltrona, a fungere da trampolino di lancio per la vostra campagna elettorale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Come diceva chi mi ha proceduto, stiamo parlando del commissariamento della Provincia di Cagliari, l'unica per ragioni oggettive che verrà commissariata. Io credo sia ancora più grave questo commissariamento non perché io sono cagliaritano ma perché, in effetti, voi - lo ricordava poc'anzi il collega Porcu - di fronte alla situazione della Provincia di Cagliari avevate di fronte due strade: o commissariare l'ente quando si era dimesso il presidente oppure avviare, alla prima tornata elettorale utile, il rinnovo del consiglio provinciale. Invece non avete fatto né l'una e né l'altra cosa e oggi ovviamente Cagliari è una delle realtà per voi più ghiotte su cui mettere le mani per consumarvi la marmellata che c'è dentro.
Ora, onorevole Dedoni, lei si è interrogato, in un suo intervento, sul giudizio che esprime il P.D. sardo nei confronti del governo Letta sostenuto dalla coalizione cosiddetta di larghe intese.
Ha ragione Antonio Solinas: in quella coalizione ci siete anche voi, pertanto ci interesserebbe conoscere anche il vostro parere e capire soprattutto se le ragioni che vi hanno portato a condividere quell'esperienza siano ragioni che possono essere valide anche in questo Consiglio regionale. Noi su questa materia vi abbiamo offerto un terreno di confronto, l'avete rifiutato in maniera ostinata, continuate a farlo, di sicuro onorevole Dedoni, col vostro atteggiamento avete decretato l'impossibilità, oggi e in futuro, di ripetere qui esperienze svolte da altre parti, a partire dal Parlamento nazionale.
Su Cagliari - è vero - nel recente passato c'è stato anche un impegno a provare ad addivenire a un accordo che consentisse di portare quell'amministrazione provinciale (che si è trovata nella condizione oggettiva che ho richiamato prima) alla scadenza naturale. Io credo si sia commesso qualche errore anche da parte nostra, ma non solo da parte nostra. Io credo che il voto di oggi possa anche aiutarci a riaprire una discussione su qualche limite che c'è stato nel passato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, io proporrei di istituire una commissione che affronti il problema del commissariamento della Provincia di Cagliari, perché di questo stiamo parlando, e di farla presiedere al collega Dedoni. Quando entriamo qui, infatti, i nostri titoli non valgono più perché siamo tutti onorevoli, tutti uguali, non ci sono avvocati o professori…
(Interruzione del consigliere Dedoni)
ARBAU (Gruppo Misto). Ma è giusto che l'onorevole Dedoni interloquisca, così finalmente si apre un dialogo tra la maggioranza e la minoranza.
Dicevo che istituire una simile Commissione sarebbe utile, perché a me sembra che in quest'Aula il diritto sia sospeso, sembriamo dei detenuti che girano sempre col codice di procedura penale e col codice penale per suggerire all'avvocato le soluzioni, e di solito le soluzioni finiscono per essere sempre peggiori dei problemi che pretendono di risolvere. A me dà l'impressione che qui noi stiamo complicandoci la vita con arzigogoli giuridici che porteranno i tribunali a lavorare per molto tempo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). Intervengo per dichiarare il mio voto a favore e per dire che chi vota a favore assolutamente non intende proteggere alcuna casta di cagliaritani ma solo salvare la dignità istituzionale. Posso testimoniare l'efficienza di questi anni dell'amministrazione provinciale di Cagliari che ha lavorato in sintonia con tutte le strutture comunali, col Comune di Cagliari in particolare, su molti settori. Io penso che su questo comma ci sia tanta carica di veleno politico, ci sia proprio la volontà politica e strumentale di avvalersi di alcuni vantaggi importanti. Quindi ribadisco che se soprattutto chi, pur non facendo parte di alcuna casta di Cagliari, soprattutto chi viene dalla Provincia di Cagliari, si mettesse un attimo la mano sulla coscienza, forse rimarrebbe ancora un po' di dignità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io purtroppo in questi giorni non ho avuto mai occasione di approfondire chi fosse il genio estensore di questo capolavoro. Ma questo genio comunque deve aver lavorato alacremente perché ha preparato il lavoro per gli avvocati , cioè in sostanza ci ha dato una mano.
Il comma 4 è un capolavoro perché in cinque righe vengono parificate, sotto il profilo giuridico, le cessazioni anticipate delle amministrazioni locali ai commissariamenti selvaggi, cioè cessioni e commissariamenti vengono messi tutti sullo stesso piano. Recita infatti: "Le gestioni provvisorie in carica" - cioè quelle che attualmente stanno operando e che loro chiamano provvisorie perché hanno la pretesa di dichiarare provvisorio ciò che invece gli elettori e l'elettorato hanno dichiarato definitivo, salvo poi mantenerle perché non le possono modificare - "e i commissari straordinari svolgono le funzioni di cui all'articolo 3". Cioè portano avanti la cosiddetta continuità amministrativa.
Questo comma è l'emblema della confusione mentale in cui vi trovate perché, mentre le cessazioni anticipate delle gestioni provvisorie sono disciplinate dalla legge e voi potete nominare i commissari, non altrettanto potete fare nell'altro caso. Invece mettete sullo stesso piano gestioni e commissari e poi quindi gli dite: "Siete tutti e due provvisori", salvo poi smentirvi perché non potete cancellare gli organi delle amministrazioni provinciali cosiddette "statutarie". Basta questo per dimostrare come sia appesa ad un filo la valutazione giuridica di questo comma.
Dopodiché qualcuno vi domanderà, e io vi domando, a nome della Corte dei conti: "Ma se le province che avevano cessato anticipatamente di funzionare dovevano essere commissariate, perché ve ne accorgete oggi?"
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 8 e 15, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Floris Vincenzo e Moriconi hanno votato a favore e che il consigliere Rodin ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il consigliere Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 64
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 29
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo agli emendamenti numero 9 e 16, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Su questo emendamento, su cui annuncio il voto favorevole, non farò retorica, non farò polemiche, mi appello solo ai Capigruppo, alla maggioranza e ai consiglieri, per eliminare un'evidente sbavatura che rende paradossale la norma. Una sbavatura che a noi peraltro agevola, perché rende ancora più illegittimo l'articolo, e i ricorsi che faremo partire da lunedì avranno ancora più sostanza . Onorevole Pittalis, leggendo il comma 5 insieme al comma 2, che si riferisce a tutte le province, a tutte e otto, appare evidente che state affermando che la democrazia è sospesa, perché nel caso non foste capaci (come non lo siete stati in 4 anni) di approvare una legge di riforma delle province, l'indizione di consultazioni elettorali provinciali resterebbe sospesa.
Onorevole Pittalis si può scrivere una norma del genere? Abbia pazienza! Guardi, non solo non cancellate le province ma permettete che si radichino con radici robuste quelle che ci sono già. Io penso che i consiglieri provinciali superstiti ( quelli di Sassari, di Oristano e Nuoro) si siano incatenati alle sedie. Voi vi state blindando, perché nel malaugurato caso - è assai improbabile, è un ipotesi di scuola - doveste vincere le prossime regionali (che invece perderete, vista la vostra incapacità conclamata di fare riforme) è possibile che le tre province superstiti rimangano in vita per anni.
Allora, al di là delle polemiche, lo possiamo sopprimere questo comma? Diamo almeno l'impressione di essere per lo meno svegli in aula questa mattina ed evitiamo un'evidente paradosso. Il mio voto Presidente è favorevole, lo dica anche al suo Capogruppo Dedoni, se mi ha ascoltato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, il mio voto sull'emendamento 9 è assolutamente favorevole. Io volevo però tornare un po' sui dubbi posti precedentemente da alcuni interventi. Anch'io sono convinto - come l'onorevole Arbau ed altri consiglieri che sono intervenuti - che gli avvocati avranno un gran lavoro da svolgere grazie a questa legge, e pertanto ritengo (considerato che gli estensori dell'articolo 10 in discussione sono tre avvocati e un costituzionalista) che forse siamo in presenza di un palese conflitto di interessi. Questo comma, infatti, non farà altro che aumentare il lavoro della categoria. Gli estensori sono delle persone assolutamente di pregio che io apprezzo, li ho ammirarti anche nell'attività che hanno svolto in questi anni in Consiglio, ma una legge del genere redatta da tre avvocati e da un costituzionalista sinceramente mi sembra un paradosso. Probabilmente i colleghi avvocati e costituzionalisti hanno sottoscritto questa bozza di proposta di legge e l'estensore è sicuramente qualcun altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Onorevole Pittalis, mi sorprende che lei voglia prorogare la durata della provincia di Nuoro e, attraverso questo comma, consentire al Presidente Deriu di scavalcare anche il 2015…
(Interruzione)
Ma vedo che gli vuole molto più bene lei di me! Sospendere l'indizione delle elezioni ci consente in provincia di Nuoro di avere un Presidente anche per dopo. A parte le battute, faccio mio l'appello che ha rivolto il collega Porcu: almeno questo comma eliminiamolo perché non ha senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Questa è una perla! Il comma 5 è una perla! In sede di coordinamento, suggerisco agli uffici di conferirgli la dignità di un articolo autonomo perché meriterebbe proprio di essere incorniciato.
Se voi nel comma 3 dimostrate di non fidarvi delle popolazioni del Medio Campidano, del Sulcis, dell'Ogliastra, della Gallura e anche di Cagliari, qua invece riponete una fiducia illimitata nelle popolazioni di Oristano, Nuoro e Sassari per le scelte che hanno effettuato.
Infatti decidete di sospendere la democrazia in modo che quei territori siano in eterno amministrati da quegli amministratori che sono stati scelti in maniera così lungimirante da quelle popolazioni. O forse non vi fidate di quello che può succedere dopo. In effetti potrebbero anche bastonarvi per le cose che state facendo, pertanto forse preferite lasciare quello che c'è, magari non è tanto male considerato che potrebbe anche andare peggio. Adesso non so per voi che cosa sia meglio, sicuramente per i sardi è meglio niente di quello che state facendo.
Io sarei favorevole a votare contro questo emendamento perché, se lasciassimo, questo comma sarà il più forte degli elementi di impugnativa di questa legge pasticciata e, in questo caso, palesemente incostituzionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente io lascerò la facoltà al collega Porcu di ritirare l'emendamento perché ho anche un po' di imbarazzo a parlare di questi capolavori e, a lungo andare, diventa anche faticoso. Ma secondo voi, esiste in Italia la possibilità che un ente locale in linea generale, teorica, come dovrebbe giudicare il Tribunale amministrativo e la Corte costituzionale, rimanga in carica per più di 5 anni? La risposta è che non esiste!
Qua c'è la norma in base alla quale la grande mente riformatrice della Giunta di centro destra capeggiata da Cappellacci renderà possibile ciò, perché le elezioni dei consigli provinciali sono sospese e quindi chi è in carica rimane in carica oltre i 5 anni: principio fondamentale dell'ordinamento nazionale degli enti locali!
Onorevole Porcu, accolga il nostro invito amichevole: ritiri l'emendamento soppressivo perché è meglio che questa norma rimanga, perché avranno anche bisogno di un po' di stimoli per farsi quattro risate nella tristezza in cui si troveranno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Il comma trae origine dalla quasi analoga previsione del decreto Monti. Peraltro se vi è il sospetto che si voglia tenere a vita in carica gli ordini provinciali nulla osta a concordare un emendamento orale che ponga il termine massimo della scadenza….
(Interruzioni)
La legge numero 11, vi ricordo, l'avete votata anche voi, l'avete firmata anche voi come proposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, intervengo brevemente per motivare il ritiro dell'emendamento, non solo per accogliere l'invito dei colleghi a lasciare questa "perla" nella legge, ma anche perché ci siamo consultati con il pool di avvocati a cui affideremo il ricorso contro questo dispositivo, e ci hanno confermato che questo è un elemento qualificante. Per questa ragione ritiriamo sia quest'emendamento, sia gli emendamenti soppressivi dei commi seguenti.
PRESIDENTE. Rimane in piedi l'emendamento numero 16 dell'onorevole Arbau, a meno che non lo ritiri anche lui.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Diceva l'onorevole Salis: "Io sono a favore della categoria per una volta". Ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Siccome siamo seri e vogliamo approvare una legge seria, e siccome anche gli apporti costruttivi che vengono dall'opposizione non cadono nel vuoto (anche se parliamo poco ascoltiamo molto, soprattutto ciò che di costruttivo viene detto, non le sciocchezze, scusatemi, che spesso si sentono) facciamo nostro, come maggioranza, questo emendamento e voteremo a favore.
PRESIDENTE. L'onorevole Pittalis ha fatto suo l'emendamento numero 16.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 16 e 9, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Diana Giampaolo, Espa, Floris Rosanna, Fois, Milia e Moriconi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Manca - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Cocco Daniele - Cugusi - Lotto - Mariani - Planetta - Salis - Sanna Giacomo - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Si sono astenuti i consiglieri: Cossa - Lai - Mulas - Sanna Gian Valerio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 64
astenuti 4
maggioranza 33
favorevoli 54
contrari 10
(Il Consiglio approva).
Gli emendamenti numero 10 e 7, di identico contenuto, 11, 18 e 19 sono ritirati.
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 2 è ritirato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). L'emendamento numero 2 lo faccio mio, Presidente, e chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ascoltiamoci prima di fare nostri gli emendamenti e stiamo attenti.
Nel comma 6 dell'articolo 10 (nella versione proposta con l'emendamento numero 1) c'è infatti un altro capolavoro niente male che recita "per quanto non previsto dalla presente legge si applica la legge regionale 7 ottobre 2005 numero 13". Io mi permetto di sottolineare che questa legge, che riguarda i commissariamenti degli enti, la conosco bene perché l'ho scritta io nella scorsa legislatura.
In questa legge, che espressamente rimuove dopo anni la dipendenza delle Province dalle prefetture e permette che la Regione si riappropri della sua competenza in materia di potere sostitutivo, si affermano alcuni principi interessanti. Intanto si prevede espressamente che relativamente alla nomina dei commissari deliberi la Giunta, su proposta dell'Assessore degli enti locali, e poi si stabilisce che i commissari possano essere o ex segretari comunali in quiescenza, o dipendenti dirigenti della Regione in quiescenza (e quindi indica dove dovete andare a trovarli, come devono essere remunerati).
Ma soprattutto in questa legge, al comma 6 dell'articolo 2, è contenuta una norma interessantissima che prevede che la Regione Sardegna eserciti il potere sostitutivo nei casi ordinari, ma vi rinunci lasciandolo allo Stato, nel caso di scioglimento dell'organo per motivi di ordine pubblico, per infiltrazioni mafiose e per altre fattispecie ancora più specifiche. Come dire che la legge regionale ha già trovato i suoi limiti nella legislazione dello Stato e voi con questa norma li sfondate, con una fattispecie che non esiste neppure più. Ecco perché c'è l'ulteriore elemento di violazione.
Il Presidente non può nominare, deve essere l'assessore a proporre; questo potere invece gli è stato espropriato, ci sono tre o quattro illegittimità. Dopodiché siccome non possono essere i Presidenti a nominare i commissari, io invito il collega Salis a ritirare l'emendamento che precedentemente ha fatto suo.
SALIS (Gruppo Misto). Ritiro l'emendamento!
PRESIDENTE. L'emendamento numero 2 è stato ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Mulas. Ne ha facoltà.
MULAS (Sardegna è già Domani). Propongo il seguente emendamento orale. Al comma 1, alla seconda riga, sostituire la parola "abrogazione" con la parola "modifica".
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, la proposta di emendamento dell'onorevole Mulas è accolta.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Fois ha votato a favore e che il consigliere Cocco Daniele ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Planetta - Porcu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Stocchino - Zuncheddu.
Si sono astenuti i consiglieri: Lai - Mulas - Solinas Christian.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 64
astenuti 3
maggioranza 33
favorevoli 38
contrari 26
(Il Consiglio approva).
Passiamo alla votazione finale della legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, preciso - perché mi sembra opportuno che rimanga agli atti affinché non ci siano dubbi - che per la prima volta in nove anni ho commesso un errore votando. Vorrei che fosse chiaro che era mia intenzione votare contro e non a favore, come poi ho fatto.
Adesso comunque si apre una gara tra opposizione e maggioranza che ci permetterà di verificare veramente quale sarà lo spirito riformatore di quest'ultima. Vi aspetteremo al varco, tra virgolette, per verificare quello che sarete capaci di fare; aspettiamo che venga completata la direzione della Commissione autonomia, che dovrà gestire questo processo che si dovrà concludere in trenta giorni, come è nelle illusioni che avete confezionato in questa legge.
Adesso inizia veramente una partita perché in questi mesi di campagna elettorale, che avete voluto aprire proprio sul tema importante della mancata riforma della Regione e degli enti locali, verificheremo chi ha più filo da tessere. E in questa situazione sono convinto che le proposte che noi abbiamo avanzato, per cercare di evitare forzature che verranno sicuramente risolte nelle aule di tribunale, saranno in sintonia con quelle che stanno provenendo dai territori.
Tutto quello che avverrà da oggi in poi dimostrerà veramente chi vuole riformare la Regione e chi invece vuole continuare a tenerla come un ente assolutamente insufficiente dal punto di vista delle risposte che dovrà dare ai nostri cittadini. Il mio voto sarà ovviamente contrario alla legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 301-428-430-432-435-442/A - STRALCIO.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Cugusi - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lai - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 68
maggioranza 35
favorevoli 38
contrari 30
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio proseguiranno mercoledì 3 luglio alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 14 e 01.