Seduta n.354 del 01/10/2012 

CCCLIV SEDUTA

Lunedì 1° ottobre 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 32.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 12 settembre 2012 (346), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Francesco Cuccureddu, Antioco Porcu e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 1° ottobre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

PIRAS - PITTALIS - AMADU - BARDANZELLU - CONTU Mariano Ignazio - FLORIS Rosanna - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MURGIONI - PERU - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Paolo Terzo - TOCCO: "Norme in organizzazione e coordinamento delle attività di volontariato". (421)

(Pervenuta il 27 settembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE, Segretario:

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti l'inquinamento ambientale dovuto alla presunta presenza di amianto nella spiaggia di Pistis, nella Marina di Arbus". (951)

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai consorzi industriali". (952)

"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sull'interruzione dei lavori per il completamento dei lotti relativi alla realizzazione della strada statale n. 291 Sassari-Alghero". (953)

"Interrogazione CORDA - BARRACCIU - ESPA - PORCU - SOLINAS Antonio - COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, sui gravi rischi per la salute dei consumatori derivanti dalla probabile messa in commercio dei 13 mila chili di mitili alla diossina posti sotto sequestro e rubati dal golfo di Olbia". (954)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione determinatasi nel territorio del Goceano a seguito della chiusura della classe seconda dell'Istituto tecnico amministrazione finanze e marketing - ITAFM (scuola dell'obbligo), nel Comune di Bono". (955)

"Interrogazione ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, in merito ai requisiti adottati per la disposizione di incarichi di responsabilità di settore e di alta professionalità disposti dalla Direzione generale dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente". (957)

"Interrogazione CUGUSI, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione della Giunta regionale n. 37/34 del 30 luglio 2009". (958)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE, Segretario:

"Mozione VARGIU - DEDONI - COSSA - FOIS - MELONI Francesco - MULA sull'assegnazione all'Enel Green Power di un lotto nell'area del poligono di Teulada per la realizzazione di un parco fotovoltaico". (211)

"Mozione SOLINAS Antonio - SANNA Gian Valerio - DIANA Giampaolo - BRUNO - AGUS - BARRACCIU - CORDA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - ESPA - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SORU sullo stato di crisi socio-economica attraversato dalla Provincia di Oristano". (212)

"Mozione ZUNCHEDDU - URAS - SECHI - CUGUSI - COCCO Daniele Secondo sulle improrogabili scadenze per l'istituzione di zone franche in Sardegna". (213)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero dei consiglieri in Aula, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 36, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, stamane la stampa riporta alcune notizie sulle quali ritengo che sia importante sentire l'Assessore, o comunque la Giunta, per verificare se rispondano al vero. Parrebbe, appunto dalle notizie apparse sulla stampa, che la Giunta regionale intenda attuare il dettato della mozione discussa il 18 settembre ultimo scorso. Vorrei sapere se questa notizia risponde al vero e, se sì, in che tempi la Giunta intende attuare il voto del Consiglio. Ritengo sia importante che l'Assessore o la Giunta, se hanno qualcosa da dire, la dicano prima dell'illustrazione della mozione oggi in discussione, perché è evidente che la mozione stessa, in qualche misura, è nella disponibilità della veridicità di quanto affermato oggi dalla stampa e, ancora, è nella disponibilità perché vogliamo riaffermare che in quella mozione non c'è nulla di strumentale. Pertanto, ritengo che sia importante che la Giunta, prima dell'illustrazione della mozione, se lo ritiene, ci dica qualcosa, ripeto, sulla veridicità o meno delle notizie apparse sulla stampa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis ull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.).Presidente, si tratta di capire se l'eventuale risposta della Giunta sulla proposta del collega Diana, porti a un ritiro della mozione e quindi alla chiusura del dibattito, perché noi vorremmo altrimenti che si rispettasse l'ordine. Vorremmo comprendere in che cosa si sostanzia la richiesta, se è per capire che cosa può fare o ha fatto la Giunta; almeno per sapere se, all'esito della risposta, chiudiamo qui e passiamo veramente a lavorare su questioni di sostanza.

Quindi, la mia proposta, Presidente, prima anche che la Giunta si pronunci, è capire il senso della richiesta formulata dall'onorevole Diana, perché, se poi si deve sviluppare il lavoro, il dibattito lo si sviluppi nelle forme consuete come da Regolamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi dispiace, onorevole Pittalis, che non abbia capito, stavolta non è colpa mia. Lo ripeto, noi attendiamo un chiarimento della Giunta in ordine alle notizie apparse oggi sulla stampa. Se quelle notizie risultassero vere, significherebbe che la Giunta intende attuare le due mozioni, o la mozione, non si intuisce dalla stampa, comunque la Giunta dovrebbe chiarire se è disponibile ad attuare anche una delle due mozioni, lo comprenderei, e non l'altra. E' indispensabile che la Giunta chiarisca, onorevole Pittalis, in che termini ed entro quali tempi intende attuare quel dispositivo del Consiglio regionale perché se i termini, entro i quali si attua, sono quelli contenuti nelle mozioni, lo ripeto, la mozione è nella disponibilità di queste risposte.

La mozione non è ritirata al momento. E' evidente che, in funzione della risposta, innanzitutto della disponibilità della Giunta ad attuare, almeno una volta in questi tre anni e mezzo, un deliberato del Consiglio regionale, non basta, perché la disponibilità potrebbe essere senza un termine di tempo. Vogliamo comprendere le due cose, dopodiché decideremo.

(Interruzione del consigliere Salis)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, su che cosa intende intervenire?

SALIS (I.d.V.). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Solo se deve fare una proposta differente, onorevole Salis, altrimenti prima chiudiamo la proposta sull'ordine dei lavori dell'onorevole Giampaolo Diana.

SALIS (I.d.V.). Va bene, chiudiamo questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Mi spiace, onorevole Diana, non poter accogliere la sua richiesta. Nell'arco della settimana, capita di rispondere molto spesso alle domande dei giornalisti e non so a quali risposte lei fa riferimento, non ho ancora avuto l'opportunità di leggere i giornali del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, intende sempre intervenire sull'ordine dei lavori?

SALIS (I.d.V.). No, Presidente, dopo la risposta del presidente Cappellacci rinuncio e interverrò durante il dibattito sulla mozione oggi in discussione.

Discussione della mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (210)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 210.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

MozioneDiana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- il 18 settembre 2012 il Consiglio regionale è stato, per l'intera giornata, impegnato nella discussione delle mozioni n. 204 e n. 199, aventi per oggetto, rispettivamente, il fallimento della gestione dell'intero management della società Carbosulcis Spa e la necessità che la Giunta regionale provveda ad adottare gli atti necessari per rimuovere le ipotesi di cumulo di incarichi;

- l'Assemblea legislativa, maggioranza ed opposizione insieme, ha approvato le due mozioni sopra citate, esprimendosi a favore dell'immediata rimozione dell'intero management della società Carbosulcis, colpevole dell'attività progettuale e amministrativa fallimentare posta in essere nella gestione della società;

CONSIDERATO che durante la discussione delle mozioni di cui in premessa è stato evidenziato come tutta la filiera del carbone, che coinvolge non soltanto Carbosulcis, ma anche Sotacarbo, ha rappresentato in tanti anni una scommessa ad oggi fallita e che questo fallimento sta condizionando le possibilità non soltanto di un nuovo sviluppo, ma anche di mantenimento di quel minimo presidio di attività industriale della Regione;

RILEVATO che la Giunta regionale non è riuscita a predisporre un progetto esecutivo per bandire la gara europea e questa responsabilità è soltanto della Giunta e della società che aveva il compito di predisporre, appunto, il progetto esecutivo per mandare a gara la concessione integrata;

SOTTOLINEATO che, come si apprende ampiamente dalla stampa locale, la Regione, come azionista totalitaria di Carbosulcis, negli ultimi tempi è balzata all'onore delle cronache più per la lottizzazione politica degli amministratori e la gestione clientelare che per la brillantezza nell'elaborare il progetto di una importante sfida tecnologica e industriale, al punto che il Parlamento è stato costretto a prorogare più volte i termini per la gara internazionale di affidamento della concessione mineraria;

PRESO ATTO che sui quotidiani sardi del 19 settembre 2012 si apprende che l'Assessore regionale dell'industria ha riconfermato il management della Carbosulcis senza tener conto, con arroganza, delle decisioni assunte dal Consiglio regionale nella seduta d'Aula del 18 settembre 2012 e senza rispettare la volontà popolare largamente espressa dai sardi, col voto referendario del 6 maggio 2012, sui consigli di amministrazione (CDA),

impegna il Presidente della Regione

a revocare immediatamente la delega dell'Assessore regionale dell'industria in quanto, oltre alla responsabilità sul mancato rilancio dell'attività estrattiva per la produzione di energia elettrica, nel riconfermare la fiducia al management di Carbosulcis ha disatteso la volontà del Consiglio regionale, massima Assemblea elettiva della Sardegna. (210).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la mozione si pone l'obiettivo di revoca immediata della delega all'Assessore dell'industria. Le ragioni di tale richiesta non sono riconducibili all'assenza di risultati sul fronte delle tante vertenze, dall'Alcoa all'Eurallumina, dall'Ila a Mineraria Silius, da Vinyls a Ottana, da Energit a Unilever, l'elenco potrebbe allungarsi. No, la mozione, presidente Cappellacci e assessore Zedda, non è per questo. Sarebbe da sciocchi, assessore Zedda, e non lo siamo, individuare in lei la sola responsabile. Da troppo tempo in questa Regione, non certamente solo e soltanto da quando lei ricopre questo importante incarico, ci trasciniamo le diseconomie dei fattori alla produzione, l'energia innanzitutto, e le responsabilità sono riconducibili innanzitutto al Governo, al sistema elettrico italiano, troppo oneroso rispetto al resto d'Europa, ma ci sono - secondo noi - anche responsabilità della Regione, sui trasporti, responsabilità soprattutto della Regione, ma anche del Governo e dello Stato; abbiamo aree industriali non attrezzate e certamente quella condizione non è imputabile solo e soltanto al periodo in cui l'assessore Zedda ha la responsabilità di dirigere questo Assessorato.

C'è un'assenza totale in questo Paese (io dico anche in Regione) di una politica industriale e nemmeno questo è certamente riconducibile alle sole responsabilità dell'Assessore dell'industria. C'è una congiuntura internazionale drammatica, da tre anni a questa parte, in particolare in questi ultimi due; c'è una congiuntura della dinamica dei prezzi, soprattutto dei non ferrosi, che non aiuta la soluzione di quelle vertenze. Manca, come abbiamo denunciato altre volte, un intervento dello Stato capace di condizionare le dinamiche economiche e insieme di condizionare, attraverso anche un ruolo di regolatore, le dinamiche di chi oggi detiene i più importanti settori produttivi di questa Regione.

Assessore, lei lo sa bene, mettiamo a disposizione ingenti risorse pubbliche, le mettiamo in diverse forme: ad Alcoa, le abbiamo messe a disposizione con uno sconto sulla kilowattora, lo abbiamo fatto anche per Portovesme srl, lo facciamo attraverso altri sconti sull'energia termica, seppure in maniera meno significativa dell'energia elettrica. Lo Stato mette a disposizione ingenti risorse attraverso la cassa integrazione in deroga e anche la Regione Sardegna; si mettono ingenti risorse a disposizione della mobilità e tante altre forme di sostegno nazionali e regionali si mettono a disposizione di chi, ripeto, oggi ha una funzione e un ruolo nella produzione di beni, in particolare nel comparto manifatturiero.

Ebbene, lo ripeto, Assessore, ci sono decisioni per storture, dal nostro e dal mio punto di vista, che non dipendono certamente dal Governo regionale, talvolta nemmeno dal Governo nazionale, ma sono riconducibili, ahinoi, a una debolezza e a un cedere di sovranità e di ruolo regolatore che la politica e le istituzioni in questo Paese, da almeno 15 o 20 anni, hanno messo in essere e oggi diventa difficile intervenire in quei processi.

Ho voluto richiamare questi aspetti, Assessore, per insistere su un fatto perché vorrei che lei se ne convincesse, perché fosse anche più serena, mi rendo conto che non è semplice in un momento come questo, quando, anche nella interlocuzione quotidiana, esprime la sua amarezza anche con alcuni di noi, pure in quei momenti delicati sarebbe importante non abbassare il profilo alto del ruolo che ricopriamo, non ce lo possiamo permettere, con giudizi che non sono all'altezza di questo ruolo, anche quando si ha di fronte una mozione spiacevole, e che può amareggiare sul piano personale, come questa. Ho dedicato una parte significativa, sotto l'aspetto temporale, dell'illustrazione della mozione per dire e ribadire che non c'è nulla di personale, come ci siamo sempre sforzati di dire nei confronti dei nostri interlocutori e talvolta avversari politici, non per questo manchiamo loro di rispetto. Siamo severi e inflessibili, dal nostro punto di vista, nel pretendere da voi comportamenti coerenti e all'altezza della necessità di assumere decisioni diverse da quelle che avete assunto sino a oggi.

Quindi la mozione, ripeto, il 18 abbiamo discusso di questo, non voglio tornare su nulla di ciò che abbiamo già discusso il 18, la mozione non è per discutere nuovamente di politiche industriali, è per porre all'attenzione della Giunta, non del Consiglio (perché il Consiglio ha dimostrato di capire perfettamente e si è pronunciato in maniera inequivocabile attraverso il voto alle due mozioni), Assessore e presidente Cappellacci, la situazione in cui versano i rapporti tra lei, la Giunta che presiede e il Consiglio regionale: non sono più tollerabili, non sono più tollerabili!

La mozione di sfiducia è per questo, presidente Cappellacci, assessore Zedda: la mozione di sfiducia è per l'assenza di rispetto nei confronti delle decisioni della massima Assemblea elettiva della Sardegna. Non è più tollerabile che la Giunta regionale, il Presidente, componenti della Giunta non rispettino e non attuino gli impegni solennemente assunti dal Consiglio regionale. Il 18 settembre si è svolta in Consiglio regionale la discussione sul management di Carbosulcis. Finita la discussione sulla mozione, autorevoli rappresentanti di partiti della maggioranza hanno proposto di ritirare la mozione per votare un ordine del giorno che poteva trovare il consenso di tutta l'Aula. Abbiamo accettato immediatamente quella proposta, si sono sospesi i lavori dell'Aula, ci si è riuniti nell'Aula stessa e l'opposizione, che presentò quella mozione, ha accettato la proposta di un partito della maggioranza che si poneva l'obiettivo di far ritirare la mozione e votare un ordine del giorno.

Sa bene, Assessore, che quell'ordine del giorno non è stato sottoposto al voto del Consiglio perché lei ha ritenuto che non fosse in linea con le direttrici evidentemente della Giunta, legittimo, per carità, non sto a discutere questo, sta di fatto che quell'ordine del giorno non ha mai visto la luce e si è votata la mozione, come lei ben sa. Le mozioni sono passate, sono passate tutte e due. Lei che fa, Assessore, di fronte a questo? Fa come il Presidente che disattende puntualmente le decisioni del Consiglio? Ma se è così, mi chiedo, che cosa viene e che cosa venite a fare in Consiglio? Eppure, Assessore, lei fa parte di questo Consiglio e, per quel che mi consta, ha sempre svolto un ruolo attivo nel Consiglio prima ancora che ricoprisse questo incarico.

Assessore, le faccio una domanda semplicissima, banale: perché non attua le decisioni del Consiglio regionale? La mozione è tutta qui, in questa domanda, semplicissima: perché non attua le decisioni del Consiglio regionale? Che significato ha per voi, per il Presidente, per l'assessore Zedda in questo caso, il Consiglio quando non ne rispettate l'espressione, tra l'altro almeno in una delle due mozioni con una espressione massiccia rappresentativa di tutto il Consiglio regionale, non soltanto di una parte di esso? Vedete, non rispettandone le decisioni, lei, presidente Cappellacci, lei, assessore Zedda, forse anche inconsapevolmente ma non per questo in maniera meno grave, state svilendo il ruolo e la funzione del Consiglio regionale. Eppure viviamo un momento in cui probabilmente le Assemblee elettive, i legislatori, anche quelli regionali, avrebbero bisogno di non subire attacchi anche dall'interno, invece, non rispettandone il voto, la Giunta fa questo, forse inconsapevolmente, ma questo è!

In questo Paese, lo sappiamo tutti, c'è un tentativo pericolosissimo, vorrei che si riflettesse, di derubricare la funzione e il ruolo del Parlamento e delle Assemblee elettive. Lei, Assessore, con la sua scelta si mette dalla parte di chi lavora in quella direzione. Voi state dimostrando, non attuando le decisioni, i voti unanimi del Consiglio regionale, i voti unanimi del Consiglio regionale in tre ordini del giorno precedenti, poi qualcuno nel dibattito li ricorderà, voi state caparbiamente cercando di dimostrare, talvolta lo dite pure, l'inutilità del Consiglio regionale! Che cos'altro è quando il Presidente della Regione dichiara (però, per carità, presidente Cappellacci, io non l'ho sentita, mi riferisco agli articoli sulla stampa), che cos'altro è (caro onorevole Pittalis, con grande stima e rispetto della sua persona) se non svilire, derubricare la funzione, l'importanza straordinaria dell'Assemblea elettiva quando il Presidente della Regione dice che non appena avrà tempo si dedicherà alle cosette che si discutono in Consiglio regionale? Ovviamente poi arrivano anche le decisioni di non attuare per nulla le decisioni che il Consiglio assume.

Che cos'altro è, assessore Zedda, uscire da quest'Aula (anche qui, per carità, magari lei mi smentirà, non ho prove dirette, riferisco quello che riporta la stampa) immediatamente dopo il voto e dichiarare che tanto non se ne farà nulla? Tanto non se ne farà nulla! Forse dirà che le sue dichiarazioni sono una libera interpretazione della stampa, davvero, mi creda, Assessore, spero che sia così, forse lei dubiterà di questa mia affermazione, ma io spero vivamente che sia così. Al di là dell'eventuale libera interpretazione della stampa alle sue dichiarazioni, lei ha un'occasione straordinaria, unica, per dimostrare che è una libera interpretazione, che si è travisato, che si è interpretato male. L'occasione è quella odierna, dimostri lei, dimostri il Presidente della Regione, che intendete attuare senza perdite di tempo le decisioni assunte nel Consiglio regionale del 18 ultimo scorso.

Un'altra domanda, Assessore. Lei, quando partecipa alle riunioni del Consiglio, gliene do atto, almeno per la parte che mi concerne, non si è mai sottratta a un confronto anche di merito sulle questioni che l'hanno riguardata; allora, la domanda è questa: perché, di fronte a un comportamento apprezzabile (che pure non condivido nel merito per l'insuccesso in tutte le vertenze industriali, ma questo è un altro paio di maniche), su questa parte, sulla parte relativa all'attuazione degli impegni assunti solennemente dal Consiglio regionale, si sottrae? Che cosa viene a fare in Consiglio? Assessore, presidente Cappellacci, che cosa venite a fare se poi trattate il Consiglio in questo modo? Che senso ha se poi, in maniera sprezzante, ribadite che le cose che si discutono in Consiglio hanno il valore delle "cosettine" a cui ci si può dedicare quando si avranno ritagli di tempo perché intanto si è impegnati in cose importanti?

Peccato che, all'impegno in quelle cose importanti, non corrisponda un successo, un successo per la gente che rappresentate e che rappresentiamo tutti quanti. Non so, Assessore, se lei si sia iscritta alla corrente di pensiero del presidente Cappellacci che, da tre anni a questa parte, continua a mortificare il Consiglio regionale, anche questa è una libera scelta.

Questa mozione, assessore Zedda, è nella sua disponibilità. Voglio ribadire con calma questo concetto. Insisto, questa mozione, Assessore, le sembrerà assurdo visto che la presentiamo noi e non lei, mi consenta questo pizzico di ironia, di autoironia, ma insisto, questa mozione è nella sua disponibilità. Assessore, ci dimostri che non appartiene alla categoria che disattende il voto del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, presidente Cappellacci e signori Assessori, fa cose importanti, molto importanti, in particolare un Consiglio regionale come il nostro che è espressione anche di specialità, di un autonomismo che affonda le radici in sessant'anni di storia di questa Regione, di questo popolo. Questo Consiglio fa cose importanti, che senso ha delegittimarlo? Perché voi state delegittimando il Consiglio regionale! Quindi, Assessore, ci dimostri che tutto quello che abbiamo detto e scritto nella mozione non corrisponde al vero, ma soprattutto ci risponda che lei vuole rispettare le decisioni del Consiglio e ci dica anche entro quanto.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi, mi è appena giunta la notizia del decesso dell'ex Presidente del Consiglio regionale Emanuele Sanna. Propongo un minuto di silenzio in segno di raccoglimento.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 12, viene ripresa alle ore 11 e 13.)

Continuazione della discussione e non approvazione della mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (210)

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, è difficile rientrare nel tema, dopo la notizia che si è appena appresa, perché è il collega con cui ho avuto il piacere di condividere la mia prima legislatura. Devo dire che noi, anche stamattina, possiamo onorare la sua memoria, quella di una persona che ha fatto politica, che ha compreso il senso della politica, il senso delle istituzioni. Credo che cercherò in questo intervento di recuperare il mio senso dell'istituzione.

Inizialmente mi permetto di dare la mia lettura della mozione, una mozione che, per me, firmatario di questa mozione insieme ad altri colleghi, illustrata dal collega Giampaolo Diana, ha una sola lettura, è la lettura di una sfiducia politica, quindi non sto a ricordare gli eventi della Carbosulcis, credo che c'entri poco. Ho firmato questa mozione per un profondo senso di rispetto nelle istituzioni e in quelle persone che hanno creato e contribuito a tenere alta l'Istituzione regionale, come il collega Sanna. Vede, collega Diana, non sono qui per consentire una prova d'appello, è chiara la sfiducia, l'intento, il mio intento nel votare questa mozione, non per sfiduciare l'assessore Zedda che, tra l'altro, è uno di quegli Assessori che si applicano, stanno sul pezzo con grande fatica, priva della necessaria autonomia, priva dell'indirizzo politico, priva anche dell'adeguata autorevolezza che una Giunta deve avere nel rappresentare e affrontare temi così caldi e importanti. Svolge dignitosamente il suo ruolo, poco da dire all'assessore Zedda, ma è una chiara e, per me, acclarata sfiducia nella linea politica impostata dal Presidente della Giunta regionale, portata avanti dalla sua Giunta, sostenuta da questa maggioranza.

Questo è il senso della mozione, questo è il senso della mia firma sulla mozione che arriva dopo una serie di atti e di manifestazioni, a volte anche di arroganza, sfrontati, nei confronti dell'istituzione consiliare, ne ricordo uno per tutti: l'ordine del giorno votato, un anno e mezzo fa circa, da quest'Aula all'unanimità (all'unanimità!) che poneva in risalto l'atto illegittimo nella nomina del commissario del comune di Olbia, a cui non è stato dato corso se non in "zona Cesarini" perché qualche buon consigliere ha suggerito di sostituire quel commissario nei giorni antecedenti alle elezioni.

Ma posso ricordare altri di questi fatti, posso ricordare le note trasmesse alla Giunta dalla Commissione d'inchiesta presieduta dal collega Uras, che sollecitavano e indicavano le illegittimità compiute negli atti della Giunta, del Presidente, nei decreti, nelle delibere, che non hanno avuto o raccolto alcuna sensibilità non dico di legalità e legittimità ma politica da parte di questa Giunta. Ricordo ormai le decine se non le centinaia di voti che hanno bocciato in Aula articoli della finanziaria, leggi proposte dalla Giunta che i signori, con la "S" maiuscola, gli onorevoli, con la "O" maiuscola, di questo Consiglio nel passato non hanno mai pensato di disattendere.

Un voto, me lo insegneranno i colleghi più anziani, anche un solo voto palese o segreto espresso in quest'Aula contro una proposta della Giunta significava subito determinare una lettura politica di quel voto e quindi le conseguenti dimissioni della Giunta e del Presidente; oggi però abbiamo il laccio, un cappio, che è il conseguente scioglimento del Consiglio regionale. Abbiamo atteso anni per arrivare a un piccolo, piccolissimo, atto di coraggio, che è questa mozione di sfiducia impostata sull'ultimo evento del 18 settembre, e noi, a dodici giorni, siamo qui a chiedere alla Giunta di dare corso a quell'ordine del giorno, "sennò…"; "sennò"? Chi sa dare una risposta a questo "sennò"? Nessuno in questo Consiglio potrà dare una risposta su che cosa avviene se la Giunta decide, o meglio ha già deciso, sono passati dodici giorni, non sono atti che richiedono ulteriori confronti, ripensamenti, se questo si pensa da qualche parte, male ha fatto, chi ha votato, a dargli questa interpretazione.

Con questa mozione, con quegli ordini del giorno, abbiamo dato, chi li ha votati, un giudizio politico; noi siamo qui per esprimere giudizi politici che hanno come conseguenza la gestione della cosa pubblica. Siamo credibili se siamo conseguenti. Quanti "penultimatum" ho sentito in quest'Aula! Termine usato per la prima volta sempre in quest'aula dal collega Mario Floris, quando guidava la Giunta regionale, che intravedeva, in molti interventi di allora critici consiglieri, dei "penultimatum". Oggi anche noi, colleghi che hanno firmato la mozione, secondo l'impostazione e la lettura che diamo di questa mozione, stiamo dando un "penultimatum"! Con questa mozione stiamo chiedendo alle aree critiche della maggioranza di prendere coraggio, stiamo dicendo loro che è arrivato il momento di dichiarare, di esprimere il loro giudizio definitivo su questa Giunta, sulla guida della Giunta, o se dobbiamo continuare in questa lenta e tragica agonia che investe gli interessi dei sardi, non i nostri, i nostri forse sono più tutelati se non siamo conseguenti. Allora ci chiediamo perché questo grafico della sfiducia della gente, nei confronti della politica, sia essa di destra, di sinistra, di centro, sale. Questa omologazione è la negazione della politica, se questo avviene probabilmente la responsabilità è dentro il Palazzo, non fuori.

Ecco perché non mi permetto di correggere, ma do la mia interpretazione di questa mozione. Per il rispetto reciproco che deve guidare le nostre azioni, anche se fosse arrivata una dichiarazione del Presidente, che era quello che chiedeva il collega Diana, è vero che forse domani, o fra tre giorni, o fra quattro, darete corso a quell'ordine del giorno? Era una risposta inutile, se si deve esprimere un giudizio politico. Io avrei fatto mia totalmente quella mozione e non l'avrei ritirata, perché non è quella la lettura e l'indirizzo che ho voluto dare a quella firma. Ritengo che l'indirizzo e l'appello vada rivolto ai colleghi della maggioranza, soprattutto a quelle aree critiche che devono dimostrare nei fatti le conseguenze di una pessima gestione della cosa pubblica e degli indirizzi della cosa pubblica da parte di questo Presidente e di questa Giunta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già domani). Presidente, di fronte alla mozione che, com'è stato appena ricordato, vede tra i firmatari anche uno dei soci fondatori del Gruppo di cui faccio parte, francamente non ho ancora preso una posizione. Non ho ancora deciso come comportarmi nei confronti di questa mozione. Mi viene difficile giudicare l'assessore Zedda come personalmente colpevole di questa evidente mancanza di rispetto nei confronti dell'Aula, per quello che quest'Aula rappresenta, per la democrazia, posto che quello che l'Aula ha sancito, l'ha sancito con i voti.

Certamente non è lei, Assessore, in prima persona, che esercita questo atto di arroganza, però purtroppo ricade su di lei e, ribadisco il "purtroppo", vanifica anche l'enorme sforzo, la totale disponibilità da lei dimostrata nello svolgere un compito certamente difficile, certamente ingrato, ancora più ingrato, è inutile nasconderlo, in quanto certamente non sostenuto da importanti componenti o parti del suo Partito e della sua stessa maggioranza.

Assessore Zedda, davvero non sono convinto di dover esprimere la mia contrarietà, il mio sconcerto, nei confronti dell'arroganza, della reiterata e destabilizzante arroganza che porta a un'ennesima rottura istituzionale, che dimostra ancora una volta, se ce ne fosse necessità, l'inidoneità del presidente Cappellacci a rappresentare e a governare questa Regione. Non sono ancora convinto neppure che nello sfiduciare lei, assessore Zedda, si compia davvero un atto politico corretto. Non vorrei magari, senza volerlo, lavorare per il Re di Prussia, colpendo non il vero responsabile del dispregio nei confronti dell'Aula, ma magari anzi contribuendo a compiere una faida tutta interna al suo Partito e alla sua maggioranza.

Certo che, per quanto mi consta, non posso che esprimere ancora una volta il mio rammarico, non parlo più di delusione, parlo proprio di rammarico, per avere contribuito (questo lo posso dire a testa alta), con il mio personale impegno e con la mia personale credibilità, a far eleggere Ugo Cappellacci Presidente della Regione.

Vedete, si poteva certamente dialogare meglio con il Consiglio, il fatto è che non si vuole dialogare con il Consiglio. Si poteva dire: "Si procederà a ottemperare alla volontà espressa dal voto del Consiglio, ma nel rispetto…" - questo l'avrebbero capito tutti - "… dei contratti in essere, del Codice civile, delle legittime aspettative e dei diritti degli attuali amministratori"; questa sarebbe stata una risposta corretta. Non si possono calpestare i diritti nemmeno con un voto del Consiglio. Però, certo è che la cosa peggiore che si poteva fare era dire (anche se qualcuno sorriderà a questa frase detta da me): "Me ne frego!", perché questo è stato fatto.

Credo che questo ennesimo atto, questo ennesimo scontro tra Presidente e Consiglio non modificherà nulla nei nostri rapporti all'interno di quest'Aula, né purtroppo modificherà nulla nei confronti di quell'evidente senso di fallimento che, nei confronti di questa gestione della cosa pubblica, la Sardegna sente e purtroppo paga in prima persona.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Ci troviamo oggi a discutere una mozione che, a mio modo di vedere, mi sembra a dir poco surreale. Chiedere la "testa" dell'assessore Zedda che, da quello che mi risulta, è stata sicuramente l'Assessore che, più di ogni altro,non me vogliano coloro che l'hanno preceduta, ha portato avanti tutte le vertenze che le sono state presentate, devo dire in maniera spesso coraggiosa, in maniera costruttiva, sempre e soltanto nell'interesse della Regione Sardegna. Quello che mi rincresce ancora di più è che, nella mozione in cui si chiede la testa dell'Assessore, si addebita, velatamente o indirettamente, addirittura la responsabilità di lottizzazione politica, di gestione clientelare. Questo non mi può esimere dal ricordare all'Aula (anche agli illustri colleghi che erano presenti nella scorsa legislatura) che, da quello che risulta dai dati che ho in mano, dal 2006 al 2008, ci sono state oltre 100 assunzioni nella Carbosulcis, di queste 100 assunzioni oltre l'80 per cento erano e sono di impiegati, quando tutti sapevano e tutti sanno che c'è una carenza di gente che deve andare sottoterra, quindi di minatori.

Quindi, badate un attimino - sempre a mio modo di vedere - quanto sia superficiale questa mozione cosiddetta di sfiducia individuale all'Assessore. E' chiaro che da questo poi si allarga il campo perché bisogna colpire l'assessore Zedda per colpire la Giunta, per sperare che cada la Giunta, per arrivare poi alla fine a quale obiettivo? All'obiettivo, lo si dice anche più avanti nella mozione, di una responsabilità di un Assessore per il mancato rilancio dell'attività estrattiva per la produzione di energia elettrica? Ma stiamo scherzando? Guardando i conti consuntivi a oggi della Carbosulcis, tutti sanno che, per la prima volta, la miniera, in quest'ultima gestione, ha aumentato la produttività, ha aumentato la produttività senza fare alcuna assunzione ulteriore. E poi l'accusa sarebbe quella di non aver portato avanti il progetto? Tutti avete letto i giornali, tutti li abbiamo letti, è roba di questi ultimi giorni, il progetto non era quel progetto CCS della Carbosulcis, ma, come ho già detto in sede di discussione delle precedenti mozioni, il progetto era del Governo, tant'è vero che il Governo, in questi ultimi giorni, dopo il 31 agosto, aveva chiesto dei chiarimenti e degli aggiornamenti del progetto per renderlo di dimensioni ridotte, in parte anche secondo le indicazioni della Comunità europea, modificando il meccanismo di raccolta degli incentivi sul CIP6, come ha chiesto la Comunità europea, tutti sanno che il progetto è già arrivato a Bruxelles, quindi siamo in attesa della risposta di Bruxelles. Pertanto, anche questa affermazione, mi sembra, scusate, a dir poco strumentale.

Discorrevo di questi temi con un amico, il quale mi faceva notare, lo dico giusto per stemperare anche un po' la tensione, che è come se si condannasse un assassino senza un morto, il "morto" dov'è? Il morto sarebbe la mancanza del progetto? Ma il progetto è stato approvato dal Governo, è già arrivato a Bruxelles, siamo in attesa della risposta di Bruxelles! Voglio capire dove sta l'oggetto! Insomma, qui sorge il dubbio a tutti noi.

Guardate, senza fare polemica, lo dico molto serenamente, mi sforzo di essere anche costruttivo, però questa mozione, come anche le precedenti, mi sa tanto che erano, e probabilmente sono state, delle mozioni usate semplicemente per colpire degli avversari politici. Però state attenti perché facendo questo, come spesso si dice, voi buttate via anche il bambino con l'acqua sporca! State attenti perché il rischio maggiore in una situazione del genere, potrebbero pagarla i minatori e le famiglie dei minatori, soprattutto, che sono l'anello debole della catena che purtroppo, in una situazione del genere, a causa di una strumentalizzazione, a mio modo di vedere, politica, che sa tanto di inizio di campagna elettorale, si rischia di giocare sulla pelle delle famiglie dei minatori!

Stiamo molto ma molto attenti nel toccare e nell'affrontare questi argomenti, perché è stato anche "rischioso", tra virgolette ovviamente, presentare quelle mozioni qualche settimana fa, nel momento in cui si stava procedendo per dare la valutazione di merito, a livello ministeriale, sul progetto; tutti sanno che la Regione Sardegna e la Carbosulcis hanno dei nemici dichiarati, anche all'interno del Ministero, sono tutti quei settori che, direttamente o indirettamente, fanno capo all'ENEL. Questo lo sanno tutti! Quindi ci siamo già esposti a un grosso rischio. Stiamo molto attenti oggi quando andiamo a votare perché se l'assessore Zedda non incasserà la fiducia che le è dovuta, tutto potrebbe andare a rotoli, stiamo molto attenti! Mi rivolgo al senso di responsabilità dell'opposizione; anche all'interno dell'opposizione, ci sono persone responsabili, persone che sanno quali sono i rischi quando si affronta un argomento di questo tipo con la faciloneria e la superficialità con cui è stato affrontato. Assessore, lo dico anche al presidente Cappellacci, voi dovete dar corso a quello che hanno chiesto le mozioni, ma bisogna darvi corso in senso istituzionale, in senso oggettivo, cioè valutare, caso per caso, per vedere se ci sono stati degli atti illegittimi, degli abusi, se ci sono stati dei comportamenti incoerenti rispetto agli obiettivi che la Regione aveva dato al management.

Poi, voglio segnalare all'attenzione dell'Aula a che cosa, addirittura, la mozione di oggi si rifà: al referendum? Dove sono i miei amici Riformatori? C'è solo Pierpaolo Vargiu in Aula! Qualcuno ha dimenticato che il Presidente della Regione ha applicato l'esito del referendum, cioè quello di mandare a casa i consigli di amministrazione, proprio per Carbosulcis, ed è stato nominato un amministratore unico; è l'amministratore unico, non la Giunta, non il Presidente, che ha poi fatto quello che si definisce il contratto privatistico al Direttore generale, non è stata mica la Giunta che ha assunto il Direttore generale! Alla fine della fiera, in tutto questo discorso, l'obiettivo politico vostro è lì, quindi è inutile fare gli ipocriti! A quel punto, Assessore, lei verifichi tutto, però le chiedo una cosa: stiamo attenti a non commettere degli atti illegittimi, perché per mandare a casa le persone, quando c'è un contratto privatistico dirigenziale, bisogna fare un recesso unilaterale, cioè per giusta causa, ossia bisogna capire se ci sono i motivi o le ragioni che sono state sollevate in queste mozioni, se ci sono, lo faccia! Questo lo dico all'Assessore e lo dico al Presidente, se però non ci sono le ragioni, cominciate a farvene voi una ragione!

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Vorrei dedicare qualche minuto del tempo che ho a disposizione ai sardi emigrati in Emilia che, dopo il terremoto, vivono in condizioni di gravissimo disagio, in tanti hanno perso la casa e tutti i loro averi, c'è chi vive in tenda e in alloggi di emergenza, addirittura ci sono sardi che vivono in alberghi molto lontani dai loro posti di lavoro. Gli aiuti promessi dalle istituzioni locali non arrivano oppure sono irrilevanti; per cui, in una situazione in cui decine e decine di famiglie sarde necessitano di tutto per la sopravvivenza, lamentano il silenzio e l'indifferenza della Regione sarda. Molte case sono crollate, altre vengono demolite, altre ancora sono inagibili e necessitano di interventi strutturali, per cui, dopo l'intervento della protezione civile, la situazione di emergenza continua e rischia di cadere nel dimenticatoio, condannando le famiglie sarde al disagio e a nuove povertà. In concreto, avrei voluto dire al Presidente, che è uscito, che in questi casi si interviene finanziariamente tagliando spese superflue di cui tutti conosciamo la lunga lista. Sperando che questo appello non cada nell'oblio, passo al tema che oggi abbiamo al centro del dibattito, senza fra l'altro voler entrare in merito al contenuto.

Assessore Zedda, vorrei ricordarle che una decisione del Consiglio, passata a maggioranza, in questo caso con il voto congiunto, com'è stato detto anche da altri colleghi che sono intervenuti, con il voto congiunto di formazioni politiche di tutti gli schieramenti, è una decisione di cui avrebbe dovuto tener conto.

Sicuramente lei non ha fatto per distrazione, ma per un chiaro ordine politico, il riconfermare il management della Carbosulcis proprio all'indomani delle decisioni prese in Consiglio. Si è resa così responsabile di un grave atto di omissione di un valore politico manifestato con voto di maggioranza; il suo atteggiamento è un atto di arroganza nei confronti del Consiglio di cui non possiamo non prendere atto, Assessore. Questa scelta nasce dalla certezza di essere sempre e comunque al di sopra dell'Assemblea e, come tale, di sentirsi insindacabile nelle decisioni intraprese. Questa è la filosofia di una razza politica che si è alimentata nel clima generale di impunità delle proprie azioni, qualsiasi esse siano; un clima che dilaga in tutta Italia e a cui la Sardegna purtroppo pare proprio che non sia immune. L'arroganza nella lottizzazione politica (perché dobbiamo abituarci anche a usare termini schietti) e quindi della cosa pubblica marcia di pari passo con le logiche di uso personale del bene pubblico; logiche espresse in questi mesi in Italia dai casi "Lusi" e "Fiorito", giusto per citare due casi freschi freschi di malcostume politico e di corruzione che purtroppo non sono così lontani da noi.

Sui costi della politica non è da oggi che ho espresso il mio pensiero, denunciando lo sperpero negli enti, nelle Agenzie, negli Assessorati, nelle consulenze, come un costo spropositato e insopportabile per i sardi, di certo il taglio dei costi non passa attraverso la riduzione del numero dei consiglieri (che sarebbe da leggere più come taglio alla democrazia, come ho denunciato in tante occasioni, voluto dai governi italiani, ma è anche vero che è stato accettato dalla stragrande maggioranza della classe politica sarda); il costo della politica più pesante per la collettività è sicuramente il costo della lottizzazione della cosa pubblica, in quanto puro sperpero di danaro sottratto ai bisogni reali delle nostre collettività e che genera l'inefficienza, il malaffare e pericolosi intrecci fra la politica e i potentati economici.

Quando parliamo di costi della politica, dobbiamo quindi denunciare i costi delle lottizzazioni politiche che nominano, alla testa di enti pubblici o, come in questo caso, di società partecipate, personaggi la cui unica competenza è la fedeltà alla parte politica che li ha designati. Il caso Carbosulcis purtroppo si annovera proprio in questo contesto: un gruppo dirigente di una società totalmente partecipata dalla Regione, screditato dai suoi stessi risultati, incapace di fermare il deficit storico di questa società e che non rende neanche conto dei fiumi di finanziamenti di cui ha usufruito; un gruppo dirigente incapace di elaborare dei piani di impresa nel settore del carbone ma anche incapace di approntare tutti quegli atti che, a norma europea, dovrebbero portare alla privatizzazione delle miniere, privatizzazione ritenuta poco credibile come soluzione a tutti i fallimenti e i deficit della gestione pubblica.

Fallimenti, questi, che ritengo legati a fenomeni di lottizzazioni funzionali in modo spudorato alle campagne elettorali di molti onorevoli. Un gruppo dirigente, screditato agli occhi dell'opinione pubblica anche per il caso Lorefice, che se non fosse tragico sarebbe pure comico, perché è come imporre in una corsa automobilistica, pensando di vincere, uno che notoriamente è senza patente e non sa guidare; ma, bontà loro, i titoli e i meriti sono scomparsi da Facebook e l'unica credenziale che resta è la vicinanza al presidente Cappellacci e il peso elettorale. Ancora una volta siamo di fronte a un costo della politica che palesemente è uno sperpero di denaro e di risorse pubbliche; il caso Lorefice-Carbosulcis, che non è un caso isolato, è sicuramente per i contribuenti sardi uno dei tanti sperperi e regalie elettorali che si sono succeduti in sessant'anni di nepotismo e favoritismo politico nella gestione della cosa pubblica e che ovviamente alimenta e degenera in clientelismo e corruzione.

Il disprezzo che i sardi esprimono, in molti casi condivisibile e in altri casi meno, verso le istituzioni democratiche, di cui la nostra Assemblea è una componente fondamentale, nasce principalmente da questo tipo di gestione delle istituzioni pubbliche. Siamo decisamente contrari a queste logiche politiche che generano, come ho già detto, malaffare e corruzione, è dovere di questa Assemblea prendere palesemente le distanze da queste logiche, rifiutarle, denunciarle e sanzionarle.

Assessora Zedda, queste sono le motivazioni per le quali le chiedo, con tutto il resto dell'opposizione, di rassegnare le sue dimissioni; deve dimettersi per manifesta sudditanza a certe logiche politiche e per manifesta arroganza verso i deliberati del Consiglio; le ricordo che il Consiglio è la massima Assemblea dei sardi. Tutto ciò ben sapendo che, dietro la sua esposizione, ci sono nomi e cognomi che bene farebbero a prendere atto della loro incapacità a portare avanti un governo serio della Sardegna.

Il presidente Cappellacci non c'è, sennò gli avrei ricordato anche che a tutt'oggi non ha dato risposte al Parco geominerario del Sulcis, per cui vorrei dirgli che la deve smettere di simulare interesse per ingannare ancora i sardi, così come è sua prassi; deve essere operativo e deve accettare democraticamente la collaborazione politica di questa Assemblea.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, oggi siamo qui a discutere una mozione di sfiducia all'Assessore dell'industria, chiediamo, come forze politiche di minoranza, quelle che hanno firmato la mozione, la revoca immediata della delega all'assessore Zedda. In realtà, credo che questa mozione abbia almeno tre obiettivi, tre obiettivi politici. Il primo, di fatto lo abbiamo fatto diverse volte nel corso di questa legislatura, inascoltati, è prendere atto e dichiarare il fallimento di questa esperienza regionale, quindi il fallimento non dell'assessore Zedda, o non solo dell'assessore Zedda, ma il fallimento della Giunta Cappellacci, il fallimento dell'Esecutivo, credo anche il fallimento di una maggioranza, così come è avvenuto nella seduta del 18 settembre. Un secondo obiettivo politico è quello di capire se, con quel voto, dato il 18 settembre in quest'Aula, con una maggioranza che evidentemente non c'era in quel momento, stavamo scherzando o se ci sono motivazioni politiche che possano fare in modo che, rispetto a una decisione assunta in quel momento e che aveva evidentemente delle motivazioni, oggi riusciamo a trarre le dovute conseguenze. Quindi, capire se le forze critiche della maggioranza sono davvero critiche o se sono critiche ad alternanza. Il terzo punto politico è capire il ruolo del Consiglio regionale, un ruolo di indirizzo, un ruolo di programmazione, anche quando esprime, spesso all'unanimità e talvolta a maggioranza, un ordine del giorno; capire che ruolo ha, anche all'esterno, questo Consiglio regionale, nell'impegnare, come noi facciamo spesso, il Presidente della Regione e la Giunta.

Discutiamo di questi tre punti (il fallimento di una maggioranza, il tentare di capire se esiste ancora una maggioranza, il ruolo del Consiglio e quindi i rapporti tra Consiglio e Giunta) e lo facciamo in un momento drammatico per la Sardegna, non a caso stiamo parlando di industria, ma potremmo fare benissimo una mozione di sfiducia a ciascuno degli Assessori, penso alla situazione dell'agricoltura in Sardegna, penso alla situazione della scuola, alle politiche del lavoro, alle politiche della sanità, inesistenti e inefficaci, in un momento drammatico.

Potremmo fare ogni giorno una mozione di sfiducia, sapendo che i sardi hanno totalmente cambiato idea rispetto a quel febbraio 2009, ma oggi parliamo di industria e quindi parliamo di un fallimento continuo, parliamo di Alcoa e di Glencore, assessore Zedda, parliamo dei brasiliani che hanno ritirato l'offerta per la Vinyls (lei ancora ci deve dire chi sono questi sardi o queste realtà produttive che in Sardegna operano e che vogliono, o vorrebbero, o sono state da voi chiamate a fare un'offerta per quanto riguarda la Vinyls), parliamo della situazione di Ottana. Ecco, noi vediamo un disastro generale e un'inadeguatezza totale, una serie di prese in giro che ha accompagnato, dalla campagna elettorale del presidente Cappellacci sino a oggi, tutte le vostre dichiarazioni, compresa la presenza di Ministri del Governo Berlusconi allora, comprese le ultime parole - proprio il 18 settembre - dell'assessore Zedda.

In questa situazione di disastro, vogliamo capire se ci sono indicazioni, se avete qualche proposta da fare, se a quegli operai, che ancora oggi sono a 110 metri d'altezza sulla torcia del PVC a Porto Torres, possiamo dire una parola oppure se ancora una volta dobbiamo dire loro che le politiche industriali in questo paese, in questa Regione, le fa l'Eni e l'Eni ha preso decisioni evidentemente ormai definitive senza alcuna linea di indirizzo da parte della Giunta regionale che non pensa neanche di inserirsi in una trattativa con il Governo, con la stessa Eni, con i commissari.

Mi chiedo se questa situazione di disastro totale è condivisa dalle cosiddette forze critiche di questa maggioranza oppure se ci sono ancora dichiarazioni programmatiche da fare, da qui al febbraio 2014; se l'U.D.C., se il Partito Sardo d'Azione, se gli altri Gruppi (che, nel frattempo, si sono formati), sono soddisfatti dell'andamento di questa Giunta regionale e se ritengono che la Giunta regionale ci stia adeguatamente rappresentando, per esempio in Italia, con le scelte che si stanno facendo e che ci vedono in questo momento protagonisti di una specialità che sta venendo sempre meno, di una specialità che si sta esaurendo anche per nostra responsabilità e che fanno dire purtroppo al Governo che forse non c'è più bisogno non solo di Regioni speciali ma forse non c'è più bisogno neanche di Regioni.

Stiamo parlando certamente di costi della politica ma stiamo parlando anche del costo di un Governo regionale che non riesce a rappresentare i cittadini, di una Giunta regionale, di un Presidente che non riesce adeguatamente a essere il capo, il presidente, la guida di una Regione. Ci chiediamo se quando il Consiglio regionale esercita il suo ruolo di indirizzo, e purtroppo non l'ha esercitato spesso in questi anni, lo esercita, come in questo caso, con un ordine del giorno (potremmo fare decine di esempi), un ordine del giorno che ha evidentemente rilevanza, rilevanza anche esterna, così come si è dimostrato in passato, di cui invece la Giunta regionale non tiene conto. Non ne tiene conto minimamente! Non penso soltanto alla situazione dell'industria, penso agli indirizzi che abbiamo dato ripetutamente sulla vertenza entrate, sulla necessità di assumere decisioni e impegni giuridici. Il presidente Cappellacci ha voluto semplicemente, in questi mesi, in questi anni, andare avanti con la forza delle sue ragioni cercando, in maniera isolata, di mostrare spesso, in un rapporto di forza con il Consiglio regionale, tutta la sua inadeguatezza.

Per cui oggi siamo qui consapevoli che neanche noi abbiamo fatto la nostra parte. Penso alle riforme, non abbiamo ancora oggi una legge statutaria, siamo indietro su quanto abbiamo detto, il mese di ottobre è ormai in corso e avevamo preso l'impegno di riformare le province, di rivedere l'architettura istituzionale. Credo che siamo fortemente in ritardo anche per responsabilità di questa maggioranza. La riscrittura del Patto con lo Stato può avvenire in questo momento di debolezza, possiamo dire la nostra con forza oppure semplicemente dobbiamo piegarci a una situazione che ci vede soccombere per nostra responsabilità? Credo che abbiamo bisogno invece soprattutto di una legge statutaria che riveda il ruolo del Presidente della Regione ma anche il ruolo dell'Assemblea legislativa, che crei i giusti contrappesi, che trovi un mix degno di questo nome, che dia forza sia al Presidente alla Regione che al Consiglio regionale, un Consiglio regionale veramente attrezzato per svolgere il suo ruolo di indirizzo, di programmazione, di controllo, certamente non un compito esecutivo.

Però, questa corrispondenza occorre soprattutto nei rapporti, credo, tra maggioranza e Presidente, un rapporto che non c'è, che non c'è stato in questi anni e che sicuramente non c'è in questo momento, bisogna prenderne atto, bisogna prenderne atto con un voto, sapendo che i sardi in questo momento di crisi attendono da noi soluzioni, non solo rappresentanza dei problemi, non solo rappresentanza di interessi. Attendono soluzioni e le attendono sulla base di progetti politici! Il Presidente della Regione si è presentato qui tre anni fa, tre anni e mezzo fa, con dichiarazioni programmatiche purtroppo vuote, ci ha detto che l'unica cosa che avrebbe fatto, sarebbe stata quella di ascoltare i cittadini, prendere le idee migliori. Ora mi pare che non ha fatto neanche questo: non ha preso le idee migliori.

Siamo di fronte a una situazione nella quale dobbiamo chiamare nuovamente i cittadini alle urne ma sulla base di progetti alternativi che vedano, da un lato, un centrosinistra compatto dire con chiarezza quali sono i punti essenziali del proprio progetto magari andando a rivedere quello che di buono abbiamo fatto in passato cercando di dare degli indirizzi che valgano non solo per questi anni ma soprattutto per la prospettiva e, dall'altro lato, un centrodestra, se ancora esiste, che dica qualcosa, che esprima, almeno con qualche linea che è mancata in questi anni, che cosa vuol fare, che cosa vuol fare della Sardegna. Finora c'è stato il vuoto, c'è stato un disastro e lo vediamo in maniera molto, molto, chiara e molto palese tutti i giorni. Riteniamo che la situazione sia insostenibile e che si debba al più presto andare alle urne; chiediamo a voi, onorevole Steri, di prenderne atto con forza sapendo che, probabilmente, dal 18 settembre a oggi, non è cambiato niente, sapendo che, in questi anni, non è cambiata la mentalità del Presidente e della Giunta. Abbiamo bisogno di autorevolezza e di progettualità, abbiamo bisogno di parlare ai sardi dicendo cose chiare, concrete, determinate.

Per questo, credo che dobbiamo oggi votare questa mozione di sfiducia, che non è semplicemente una mozione di sfiducia all'assessore Zedda, è una mozione di sfiducia a questa Giunta regionale, a questo Governo regionale. E' una mozione di sfiducia perché la volontà del Consiglio regionale, ma soprattutto la volontà dei sardi, è stata disattesa sistematicamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, la risposta che ha dato il presidente Cappellacci alla richiesta di chiarimento politico fatta dal Capogruppo del P.D. è l'ulteriore dimostrazione che questa legislatura è finita ma lei, presidente Cappellacci, non vuole prenderne atto. Una risposta che può essere letta in due modi. Una risposta arrogante, nel senso che, di fronte a una pur timida apertura, anzi nemmeno tanto timida, direi palese apertura, per capire se ci fosse l'intenzione della Giunta regionale a prendere atto e rispettare gli ordini del giorno e le mozioni approvate dal Consiglio il 18 settembre, si risponde dicendo che non si sono ancora letti i giornali! Badi, delle due l'una, presidente Cappellacci, o veramente lei, come Presidente di Giunta regionale, si può permettere (alle 11 del mattino) il giorno di un dibattito importante, in cui si chiedono le dimissioni di un suo Assessore, di non leggere neanche la stampa che scrive su questo punto o, altrimenti, veramente lei ha del Consiglio e di chi ne fa parte un concetto non certo esaltante, questo non depone sicuramente a suo favore.

Vorrei ricordare al collega Pittalis (che entra adesso in Aula) che la prima Commissione, mi rivolgo a lui anche come ex Presidente della Commissione Autonomia, è impegnata in una discussione lunga e seria sulla legge elettorale e sull'equilibrio tra i poteri istituzionali della Regione. Con molta serietà e approfondendo tutte le questioni legate a questo tema fondamentale, la prima Commissione autonomia ha approvato all'unanimità, se non ricordo male, una serie di norme che punta a riequilibrare o tenta di riequilibrare i poteri tra Presidente, Giunta e Consiglio regionale. Tutti, nessuno escluso, tutti, abbiamo rilevato che il sistema ereditato dalla legislazione nazionale è sbilanciato verso uno strapotere del Presidente e dell'Esecutivo nei confronti del Consiglio. Questo è il dato di fatto!

Caro collega Locci, lei che parla di mozioni che vengono presentate solo per colpire gli avversari politici e che vengono presentate con faciloneria e superficialità, sono parole sue, sta praticamente scagliandosi contro il lavoro che anche i suoi amici di Partito stanno svolgendo in altre sedi del Consiglio regionale della Sardegna, nella prima Commissione autonomia. Ed è un problema serio, non è né facilone né superficiale, è un problema serio che stiamo ponendo, il fatto che il Consiglio regionale, il Parlamento dei Sardi possa venire schiacciato da atteggiamenti che sono assolutamente legati a un presidenzialismo esasperato, che fa, della supponenza e dell'arroganza, l'armamentario quotidiano di attività ostile contro il Consiglio regionale.

Ebbene, la mozione pone in evidenza questo elemento, assessore Zedda. Io (come altri colleghi) posso dire che lei non è assolutamente tra gli Assessori peggiori di questa Giunta, non è sicuramente tra gli Assessori peggiori, lo ribadisco, sta di fatto però che uno degli Assessori, che non è tra i peggiori di questa Giunta, si può permettersi di fare dichiarazioni (e di non ritirarle, perché le dichiarazioni si possono fare ma si possono anche ritirare) contro il volere unanime di un Consiglio regionale. Consiglio regionale che, badate bene, con mozioni, con una in particolar modo, che vede come primi firmatari Steri, Pittalis e Artizzu, impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale, quindi anche l'assessore Zedda, oltre al Presidente, a prevedere con la massima sollecitudine di rimuovere tutte le ipotesi di cumulo di incarichi derivanti da nomine già effettuate; questa non è una mozione delle opposizioni, caro collega Locci, è una mozione firmata autorevolmente dai colleghi Steri, Pittalis e Artizzu, come primi firmatari, e a seguire tutti i consiglieri dei Gruppi consiliari.

Allora, stiamo ponendo un problema serissimo, badate bene, un problema molto serio, che attiene più che alle responsabilità dell'assessore Zedda (ancorché l'assessore Zedda abbia manifestato una certa ingenuità e superficialità nelle dichiarazioni riprese dalla stampa) a quelle del Presidente della Giunta regionale.

Apro una parentesi: di che cosa stiamo parlando? Si è detto sempre (vedi il collega Locci) che bisogna valutare le ragioni della rimozione. Badi, collega Locci, sulla vertenza Carbosulcis e sul cumulo di incarichi degli amministratori, tra Sotacarbo e Carbosulcis, le ragioni ci sono tutte, anzi ce n'è qualcuna di più anche! Se vado a guardare il bilancio della Carbosulcis e valuto l'operato degli amministratori, non è assolutamente vero, come lei dice, che la Carbosulcis ha aumentato la produttività senza assunzione di personale, il bilancio Carbosulcis 2011 dice che questa società, pagata completamente dai sardi (e anche qui ci sarebbe da disquisire, ma lasciamo perdere), ha perso 32 milioni di euro nel 2009, 35 milioni e 900 mila euro nel 2010 e 25 milioni nel 2011. Perso! La differenza tra il 2010 e il 2011 sa qual è, collega Locci? E' che il costo del personale passa dai 21 milioni e 959 mila euro del 2010 ai 23 milioni e 947 mila del 2011. Cioè, una società che fa 35 milioni di euro di debiti, che vengono pagati totalmente dalle casse regionali, si permette di incrementare del 25 per cento il suo personale! Sto parlando del 2010-2011, quindi amministratori attuali, stiamo discutendo di questi, e la mozione, sia quella del centrosinistra sia quella di Steri, Pittalis e Artizzu, parla di doppi incarichi.

Quando una mozione passa in Consiglio all'unanimità, la Giunta regionale (che si chiama "Esecutivo" non a caso, perché dovrebbe, al di là degli altri compiti che ha, eseguire le direttive dell'organismo parlamentare, cioè del Consiglio) che cosa fa o che cosa dovrebbe fare? Dovrebbe applicare immediatamente queste disposizioni. Se non lo fa, perché non lo fa? Il problema è che si tratta di un'ulteriore dimostrazione di un conflitto evidentissimo che il presidente Cappellacci ha voluto attivare nei confronti del Consiglio regionale. Questo è il problema, il problema serio che stiamo cercando di attenuare nelle prossime iniziative legislative. Io chiederò, per esempio, che la legge elettorale e le norme statutarie, che abbiamo già approvato in prima Commissione, vengano portate velocemente in Consiglio regionale per l'approvazione, anche perché in questo modo avremo modo di discutere di questo tema partendo anche da iniziative come questa, che è nata da una mozione del Consiglio regionale non rispettata e non attuata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, credo che non sfugga a nessuno che questa è una mozione (che peraltro io non ho firmato e non avrei neanche firmato) di censura politica, quindi il contenuto è esclusivamente un contenuto politico. Ho preso già le distanze un'altra volta da simili mozioni, lo rifaccio adesso magari con motivazioni diverse, tant'è che, se di censura politica si doveva parlare, credo, e l'invito lo avevo fatto il giorno che si era costituito il Gruppo "Sardegna è già Domani" (che nasce non per l'incapacità o per un fatto politico legato a uno degli Assessori, ma nasce per motivazioni completamente diverse), ebbene, in quella circostanza, invitai il collega Giampaolo Diana a presentare una mozione di sfiducia, sì, ma nei confronti del Presidente della Regione. Credo che poco senso abbia oggi discutere sollevando una censura politica nei confronti dell'assessore Zedda.

Vedete, il nostro Regolamento, che è un Regolamento aggiornato, secondo me, è datato. Perché dico che è datato? Perché fa riferimento a una censura politica, che va votata dall'Aula, risentendo del fatto che, a suo tempo, gli Assessori non venivano nominati dal Presidente della Regione, ma venivano proposti dal Presidente della Regione e, come tali, venivano votati in quest'Aula, e, quando c'era una sostituzione, la sostituzione veniva votata da quest'Aula.

Oggi il discorso è completamente diverso. Non a caso l'assessore Zedda è la quarta Assessore dell'industria, mi pare di ricordare, che si avvicenda in una materia così complessa e difficile che, per responsabilità certamente del presidente Cappellacci, ma credo per responsabilità che tutti quanti negli anni si sono dovuti portare appresso, si trova a ricoprire un incarico che è in assoluto il più difficile. L'assessore Zedda se può essere imputata di un qualcosa è quello di essere dotata di una buona, tra virgolette, dose di incoscienza, tant'è che credo che nessun altro avrebbe accettato di fare l'Assessore dell'industria in un momento particolarmente difficile, ancora più difficile oggi visto che il presidente Cappellacci affida questa delega, poi tratta con il Governo, tratta con le società, tratta con le compagnie che si presentano volta per volta, ma poi a tirare fuori le castagne è sempre una sola persona: l'Assessore dell'industria, che si presenta. Bisogna ammirarla per questo!

Ecco perché ho parlato di una buona dose di incoscienza, perché quella incoscienza io non l'avrei mai voluta avere e non l'avrei mai avuta, perché si attira le antipatie, le ire di una regione, di un Consiglio regionale, pur sapendo essa stessa che la responsabilità non è la sua e non può essere la sua, perché le responsabilità sono da individuare in altro, le responsabilità sono da individuare nel fatto che, dopo tre anni, ma direi dopo otto anni, ancora non si è pensato a un sistema diverso dell'economia della Sardegna. Siamo ancora qui a discutere sulla Carbosulcis, su aziende decotte, senza che, per nessuna di queste, sia stata in qualche maniera trovata la soluzione. C'è un corri corri di brasiliani, di indiani, di thailandesi che si avvicendano nei tavoli del Ministero, di Villa Devoto (non solo quelli, peraltro, a Villa Devoto), si avvicendano e c'è una rincorsa; poi salta il tavolo con Glencore e interviene Passera per dire che forse ci sono altre possibilità e il giorno dopo smentisce se stesso dicendo che il prezzo dell'energia che è stato chiesto è fuori dai canoni dell'Unione europea. Ma lo sapevamo tutti quanti! Non c'era bisogno di un grand'uomo com'è il ministro Passera per dirci queste cose!

Faccio questi ragionamenti perché non c'è, da parte del Presidente della Regione, una prospettiva di sviluppo diverso da quello che abbiamo conosciuto e conosciamo, che è la più grande iattura che la Sardegna si porta appresso. Allora, non riuscendo a risolvere questi problemi, continuiamo a fare tavoli, a cercare di discutere il problema con ordini del giorno, con mozioni e l'assessore Zedda è qui a farne le spese e non dovrebbe farne le spese. Il Gruppo "Sardegna è già Domani" non ha ancora deciso come voterà questa mozione. Io non l'avrei presentata e se avessi presentato una mozione, forte dei numeri che ha il centrosinistra, la mozione l'avrei presentata ma per il Presidente della Regione, non per l'Assessore! Altrimenti chi più chi meno ha ragione per pensare di presentare una mozione contro tutti i componenti della Giunta, perché per un verso o per l'altro abbiamo sempre motivazioni di lagnanze e lamentele, ma così non risolviamo il problema.

Il problema è un altro. E' un problema di manico, onorevole Giampaolo Diana, è il manico che non funziona! Cioè non abbiamo un Presidente che ha la forza di dire quello che aveva detto la Thatcher negli anni 70-80: "Le miniere si chiudono!". Ma perché aveva detto che le miniere si chiudevano? Perché aveva totalmente rivisto la politica industriale dell'Inghilterra e l'aveva trasformata, ma c'era un'idea! Qui non c'è l'idea! Qui c'è l'idea che ancora bisogna bisticciare per capire, onorevole Locci, se i cento dipendenti assunti nella legislatura precedente dovessero essere assunti o meno, però circola la voce che già adesso si stia provvedendo a fare altre assunzioni o ci sarebbe la volontà di fare altre assunzioni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue DIANA MARIO.) La realtà è che la Regione Sardegna spende 50 milioni di euro all'anno per questa situazione. E' possibile che 50 milioni di euro all'anno non siano sufficienti per trovare un modo diverso per creare economia in quel territorio e in tutti i territori della Sardegna? Ci vuole molto a pensare che i sardi di questo sono stanchi? Certo è che non metto in dubbio la grande voglia di un territorio oberato dalla disoccupazione, dal disagio sociale, con i sindacati che si affannano, li riconosciamo tutti questi problemi, ma che ci sia uno che si svegli per dire: "Signori, da questo momento cambiamo pagina!".

L'unica cosa che il .Presidente della Regione può dire è che ha messo in ballo 370 milioni di euro per il piano del Sulcis. Benissimo! Se i 370 milioni di euro per il piano del Sulcis servono a mettere fine completamente a queste disgrazie, sono d'accordo con il Presidente della Regione, ma se questo Consiglio regionale, ancora oggi, non capisce e non sa di che cosa stiamo parlando, allora il problema non può essere addebitato all'assessore Zedda, che io considero, oltre che un'amica, una persona che certamente si impegna e si impegna tantissimo, ma a che pro? Si è impegnata tanto per far sì che il centrosinistra presentasse una mozione di sfiducia? Una mozione di sfiducia che, come ha detto il collega Capelli, aveva altri presupposti, e quelli dovevano essere i presupposti, invece siamo qui a discutere e a creare in questa giornata, giornata che, da un lato, è una seduta obbligatoria, da un altro lato è stata funestata da una notizia che abbiamo appreso solo durante l'Aula, per il resto stiamo mettendo sotto accusa una buona dose di incoscienza.

Mi chiedo quale sarebbe stata la soluzione migliore, dopo che non si è chiusa la vicenda Vinyls, che non si chiude la vicenda Carbosulcis, che non si chiude la vicenda Alcoa, che la Rockwool non sappiamo che fine farà, che a Ottana sta scoppiando un pandemonio, beh, di fronte a questa situazione, Assessore, certamente non avrei aspettato la mozione di sfiducia. Sarei andato dal Presidente e gli avrei detto: "Caro Presidente, ferma restando la fiducia mia e delle persone che mi sostengono in Consiglio regionale, ciò nonostante le restituisco pari pari le deleghe che lei mi ha affidato e se le sciroppa lei, caro presidente Cappellacci, va lei in mezzo ai sindacati, va lei in mezzo ai dipendenti, non posso essere io a farmi carico di questo".

Termino dicendo che questo carico che l'assessore Zedda si porta appresso, siccome è una persona seria e probabilmente continuerà nel suo mandato…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, per quale ragione è stata presentata la mozione?

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) La mozione è stata presentata perché, la stessa sera del voto, un voto certamente non unanime, ma un voto del Consiglio regionale, quindi un voto che ha visto prevalere le opposizioni con una larga astensione di tutta l'area centrista dello schieramento politico, la sera stessa in cui il Consiglio regionale decideva di chiedere la rimozione del management di Carbosulcis, l'Assessore dichiarava la fiducia della Giunta, come dire, apriva, Assessore, uno scontro istituzionale tra il Consiglio e la Giunta. A questo si aggiunga che più volte l'intero Consiglio, anche unanimemente, si è manifestato contro la duplicazione degli incarichi e, nel caso del management di Carbosulcis, c'è duplicazione di incarico. Allora anche questo andrebbe aggiunto. Ma questo comportamento, come dire, è episodico? No, non è un comportamento episodico, è la regola che è stata instaurata dal Presidente della Regione! Noi abbiamo votato unanimemente due ordini del giorno, il numero 76 e il numero 80, sulla vertenza Sardegna, e poi abbiamo votato una mozione, primo firmatario il sottoscritto, sulla vertenza Sardegna, anche quella unanimemente, apprezzata anche dal collega Pittalis come Capogruppo di maggioranza. Il Presidente ha deciso che quello che è scritto in quei due ordini del giorno e in quella mozione non deve essere seguito. Noi gli chiedevamo di aprire, di pretendere di aprire un tavolo di confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla vertenza Sardegna nel suo complesso, mettendo ovviamente l'accento sulle priorità che riguardano lo smantellamento del settore industriale, le gravi crisi aziendali di Alcoa, di Vinyls e di altre che ce ne sono e che abbiamo subito, è inutile fare l'elenco, dalla Keller alla Rockwool, dalle vicende di Ottana a quelle di Porto Torres. Per riuscire a ottenere questo tavolo, abbiamo chiesto che si organizzasse una mobilitazione, si promuovesse una mobilitazione generale, istituzionale, politica, sociale della Sardegna e dei sardi; la risposta del Presidente è stata quella di polverizzare le vertenze in tavoli tecnici assolutamente inconcludenti che non hanno portato alcun risultato degno di nota, che hanno mantenuto la Sardegna in una situazione di crisi pesantissima, più elevata di quella di altre Regioni d'Italia anche del Mezzogiorno con un trend assolutamente devastante per le condizioni della nostra comunità.

Occupazione e disoccupazione sono a indici ormai insostenibili, decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione in deroga o in lista di mobilità, assistiti da ammortizzatori sociali sempre più difficili da conquistare, la partita delle entrate assolutamente irrisolta, non parliamo poi della richiesta che abbiamo fatto più volte di rivedere i vincoli del Patto di stabilità per consentire a questa Regione di spendere qualche cosa di più. Rammento al Presidente della Commissione che su questo abbiamo fatto le riunioni, abbiamo tentato le convergenze, ci siamo resi disponibili come opposizione a lavorare insieme in quella direzione, la risposta è stata: no, no, no! Cioè la Giunta contrasta il Consiglio, solo la Giunta sa quello che è giusto fare, il Presidente decide che si devono mantenere i doppi incarichi, il Presidente e l'Assessore decidono che, all'indomani, anzi la sera stessa di una votazione del Consiglio regionale, va mortificato l'esito di quel voto; c'è un disprezzo per l'istituzione, per i valori democratici, per la cultura democratica e autonomista di questa Regione che non si è mai visto, mai visto!

Assessore, chiediamo le sue dimissioni ma dicendo Zedda vogliamo intendere Cappellacci! Diciamo Zedda ma vogliamo intendere Cappellacci perché è venuto il tempo che questo Consiglio regionale sia dimesso da un atto di responsabilità del Presidente che lo disprezza! Lei lo disprezza, Presidente, e ha un modo, quello sano, quello che verrebbe capito da tutti i sardi, perché questo Consiglio venga sciolto e venga sciolto in tempi record: deve presentare una letterina di dimissioni! Insieme al suo obiettivo, cioè dare un giudizio negativo a questo Consiglio regionale in modo definitivo, ne coglieremo uno anche noi, che diamo un giudizio assolutamente negativo sulla sua Giunta e sulla sua Presidenza, cioè esattamente quello di poter eleggere finalmente un nuovo Presidente della Regione Sardegna, di poter dare una guida autorevole, sul piano morale, politico e sul piano soprattutto amministrativo, a questa Regione.

Potremo cioè vedere le leggi che sono approvate e applicate e non osteggiate, vedere gli indirizzi che vengono dati dall'Assemblea dei sardi finalmente adempiuti, potremo vedere forse anche un riordino della macchina amministrativa, una macchina amministrativa dove le società, le controllate, le partecipate della Regione non siano governate dai soliti noti, dalle stesse persone. Abbiamo avuto l'opportunità, Presidente, di dirglielo in tante occasioni, mi viene da pensare intanto e per intanto e di ricordare, l'ha fatto già il collega Capelli, la vicenda del dottor Mariani, con un voto unanime anche qui del Consiglio regionale, le risoluzioni che abbiamo fatto nella Commissione d'inchiesta, che sono state votate in Consiglio regionale. Mi viene da ricordare, Presidente, e vorrei che se lo segnasse, che io capisco benissimo che ci sono anche dei geni che possono fare tante cose, ma è possibile che non riusciamo a trovare due amministratori degni di gestire l'SBS e l'INSAR che non siano la stessa persona? Per queste ragioni, noi voteremo la mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI). Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, sarò molto sintetico nell'esprimere la posizione dell'U.D.C. sarda sulla mozione oggi in discussione, essenzialmente perché non voglio ribadire nuovamente in quest'Aula quello che ho detto una decina di giorni fa in riferimento alla questione ALCOA e anche perché davvero ritengo che sia giunto il momento di interrompere questo inutile flusso di mozioni, dichiarazioni, deliberazioni di indirizzo e finalmente fare delle cose di buon senso con la massima urgenza.

Sulla mozione dei colleghi Diana e più davvero non c'è molto da dire. Pur non condividendola, riconosco che l'opposizione fa il suo lavoro, ma c'è modo e modo di esercitare le proprie funzioni; di certo pensiamo che le mozioni debbano avere una valenza politica e non possiamo apprezzare gli attacchi personali soprattutto in un momento politico così difficile in cui la politica industriale rimane una delle prime emergenze dell'isola anzi, per essere più concreti, la più importante.

Dico subito che noi voteremo convintamente contro, posto che la cultura giustizialista non ci è mai piaciuta e non l'abbiamo mai condivisa nemmeno quando era facile farlo, anzi molto facile farlo, e avremmo davvero potuto in quelle circostanze fare molto di più di quello che si sta facendo oggi. Altro che parlare, come fa oggi la stampa poco informata, di accordo che sa di ricatto: nessun accordo, nessun ricatto, neanche alcuna interlocuzione su questo problema fra il Presidente e il mio Partito. Le mozioni di sfiducia personali non si giocano su presupposti così labili, lo dico per questa mozione e per altra che, se le voci che mi giungono (e sarebbe una stoltezza) sono vere, sarà proposta "spintaneamente", lo dico un'altra volta, "spintaneamente", contro il nostro assessore Sergio Milia nei prossimi giorni.

Sulla mozione non voglio dire altro, intendo invece soffermarmi sulle questioni che la mozione evoca oltre che ribadire che è urgente, urgentissimo, mettere mano al riordino degli enti, dei consigli di amministrazione, delle incompatibilità funzionali a cui avevo fatto riferimento, alle macchine blu, che sono però un caposaldo del mio Partito e mio personale, che ho sempre sostenuto da oltre un anno in Giunta regionale, anche contro i miei stessi amici di Partito in Giunta.

Come già detto solo qualche giorno fa, ripetiamo che gli enti vanno accorpati, riorganizzati, ridotti, le figure che li amministrano non possono, per quanto capaci e brillanti, ricoprire più incarichi contemporaneamente, tanto più quando questi incarichi sono un'evidente, l'ho detto l'altra volta, situazione di conflitto di posizioni. Il riferimento non è certo casuale, lo capiscono tutti. A questo riguardo, perché lo dico? Perché non c'è una mozione che ha avuto la maggioranza, cominciamo a chiarire anche questo, la mozione ha preso 25 voti contro 21, ma con l'astensione di 9 rappresentanti del mio partito, cioè determinanti per poter capovolgere qualunque risultato. Ma queste non sono le uniche situazioni che richiedono un intervento urgente del Governo regionale.

Signor Presidente, la pur commendevole delibera di indirizzo, che abbiamo approvato solo qualche giorno fa in Giunta, deve ricomprendere anche le molte società in liquidazione in cui però, mi si perdoni la battuta, assessore Zedda, perché gliel'ho detto più volte, la liquidazione si deve essere solidificata, posto che dura da vent'anni.

Allora noi richiamiamo la maggioranza e anche i sostenitori referendari a un'attività: i consigli di amministrazione vanno in alcuni casi eliminati, in alcuni casi ridotti. Adesso spiego perché devono essere ridotti. Nel caso in cui c'è la presenza dei rappresentanti dei comuni, per citare alcuni esempi, è chiaro che va modificata la legge, non è che i rappresentanti dell'Ente foreste, dell'AREA, eccetera, vengono nominati dal Consiglio delle Autonomie locali, è evidente che ci vuole una norma che modifichi. Così vengono modificati, in molti casi ridotti, e sostituiti con questo amministratore unico, come abbiamo già fatto un po' di imperio e celermente alla Carbosulcis e con la rapidità più veloce del suono dall'Igea (andava fatto in tre mesi? L'hanno fatto in dieci giorni).

Assessore dell'industria sono davvero molti i consigli di amministrazione, sottoposti alla sua vigilanza, che abbisognano di una sfoltita e di una sforbiciata. Ad esempio, mi pare di ricordare che, in questi giorni, è già scaduto, ci sia da rinnovare l'organo di governo, la Presidenza della FORGEA, va discussa, non sono delibere che volano, o atti dell'Assessore competente, va anche questo discusso! Che cosa attendiamo? Vogliamo sempre arrivare fuori tempo massimo? Ora la discussione di oggi comunque scaturisce dalla nostra antica iniziativa politica che vuole…

(Interruzione)

Devi dare il concerto, Assessore, se non lo sai, devi dare il concerto per nominare il Presidente!

Dicevo che la discussione di oggi comunque scaturisce dalla nostra antica iniziativa politica che vuole e cerca un riordino delle spese e dei consigli di amministrazione. Ebbene, noi avremmo gradito che il discorso fatto negli scorsi giorni fosse scaturito almeno nel riordino della situazione della Carbosulcis, anzi speriamo che questo venga fatto immediatamente. Nella storia di questo istituto autonomistico non è mai successo che uno è presidente di un ente, cioè la Sotacarbo, va in pensione o si licenzia il direttore, lo si sostituisce, ma nella provvisorietà, non ci rimane a vita! Questo va corretto, ma va corretto subito! Non è concepibile un affare di questo genere.

Ho riportato un aneddoto alla stampa, ne voglio citare un altro adesso in questa Aula, sull'amico Emanuele Sanna. Per dire la forma: la forma vostra non è la forma nostra, noi ragioniamo in un'ottica diversa. Allora, è stato ricordato Emanuele, mio grande amico dagli anni sessanta, con me e con molti altri amici, anche autorevoli esponenti del Consiglio regionale, ha fatto significative battaglie, si è laureato in medicina, sono amico fraterno della sua famiglia, è stato Presidente del Consiglio, era questore, un elemento di grande valore. Però voglio ricordare che cosa mi fece lui, sempre in funzione di questi attacchi personali, nonostante il nostro rapporto, da allora sino a oggi, con lui e con la sua famiglia. Fui nominato, negli anni '80, dal Ministro Misasi, Presidente dell'Ente lirico; chi è che mi fece l'interpellanza? Il mio più caro amico Emanuele Sanna. Ma non Emanuele Sanna, sempre "spintaneamente"! E io che cosa feci? Mi dimisi! Assessore, mi dimisi il giorno stesso e dissi in quest'Aula, è riportato dagli atti, che avevo buttato una pietra nello stagno, sperando che altri facessero altrettanto, gli altri non hanno fatto altrettanto. Questo è un fatto agli atti di questo Consiglio regionale.

Bene, voglio dire anche una cosa sulla mozione. Secondo me, non è esatto dire che "la Giunta regionale non è riuscita a predisporre un progetto esecutivo per bandire la gara europea…", non è da oggi, è da vent'anni che non ci riesce, a partire dal gassificatore in poi non c'è mai riuscita, bisogna ovviamente cercare di riuscirci. Così come mi piace dire in faccia le cose che devo dire, anche per quanto riguarda l'"impegna il Presidente", meglio avrebbe fatto l'Assessore a non fare dichiarazioni subito dopo, è stato ricordato. Così come la invito a dire quel complemento oggetto, altrettanto le dico che non faccia dichiarazioni come quelle di ieri alla stampa, e parli meno, meno degli altri e più di se stesso.

Comunque in tempi di crisi come questi, noi riteniamo che risparmiare non pochi soldi, i denari che recupereremo dai consigli di amministrazione, sarà utile non solo alle casse regionali, ma soprattutto ai cittadini, per dare un segnale forte. E il segnale forte è quello di essere coerenti con le cose che si dicono e che bisogna fare. Noi le abbiamo fatte, così come non abbiamo gradito oggi sul giornale che si dicesse che bisogna interessarsi più dei grandi problemi e meno dei consigli di amministrazione o degli enti. Non riguarda noi certamente, riguarda altri! Quindi eviterei, anche perché è virgolettato, di fare dichiarazioni di questo genere, che sono lesive della dignità e della correttezza. Non c'è scritto chi le ha fatte, chiedete pure al giornalista. Sta di fatto, però, che non accettiamo lezioni da parte di chicchessia. Comunque il mio Partito voterà contro la mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). In verità, devo dire che apprezzo i toni davvero pacati, sobri, che, su una mozione che ha una valenza politica anche di notevole spessore, sono stati fin qui utilizzati. A iniziare dalla stessa relazione dell'onorevole Giampaolo Diana, lo dico senza retorica. Ho apprezzato la prima parte della relazione nella quale il collega Giampaolo Diana ha messo in evidenza come i problemi del Sulcis Iglesiente, del declino industriale, le difficoltà che oggi quel territorio vive e affronta, non sono, lo ha detto lui testualmente, fatto addebitabile a responsabilità di questa Giunta regionale e dell'assessore Zedda. Ha messo bene in evidenza un dato, che noi condividiamo, che è la troppo sovente assenza di uno Stato che è intervenuto e interviene solo quando purtroppo i buoi sono scappati dalla stalla, forse in questo ci sono responsabilità politiche anche delle Giunte che si sono alternate nel corso di questi lustri, ma sarebbe un esercizio soltanto verbale se noi dovessimo ora ripercorrere le responsabilità, non mi interessa anche soltanto domandarci per esempio dov'era l'assessore Rau, non ci aiuterebbe a risolvere nessuno dei problemi.

Ho apprezzato, da questo punto di vista, l'illustrazione che è stata fatta, però debbo subito dire che non ho apprezzato le conclusioni cui è pervenuto perché, se tutta la premessa è vera, come riteniamo sia vera, non si capisce quale sia allora la responsabilità dell'Assessore dell'industria rispetto a una serie di vertenze, compresa quella che interessa nello specifico la Carbosulcis; davvero non ne comprendiamo appieno il significato.

Debbo dire che, sul piano politico, ringrazio l'onorevole Giampaolo Diana perché dà la possibilità, alla luce del sole, di verificare se questa maggioranza esiste. Oggi è un banco di prova per la maggioranza perché è un atto politico, com'è stato ricordato, e noi ne manteniamo una valenza politica perché se dovesse questo Consiglio votare questa mozione di sfiducia, un secondo dopo saremmo noi stessi i primi a invitare l'Assessore ad andarsene. Ma, per le cose che sono state dette e che condividiamo in grandissima parte anche da chi, per ultimo, mi ha preceduto, riteniamo che il problema, colleghi, per affrontare la situazione di crisi industriale di un territorio, non passa attraverso la scorciatoia della richiesta di revoca della delega assessoriale. Non si può, come ha fatto oggi l'onorevole Uras, venire a dire che c'è un vulnus della democrazia.

Vedete, se all'assessore Zedda fosse stato imputato che non si occupa abbastanza delle vertenze sarde, che non è spesso a Roma per occuparsi ora di Vinyls, ora di Ilva, ora di Portovesme, di Ottana o di tutte le altre piccole o medie vertenze che sono sul tavolo al Ministero e all'Assessorato dell'industria, su questo avremmo aperto un confronto di merito, ci saremmo sicuramente scontrati su qualche punto, forse avremmo insieme individuato anche qualche utile soluzione o consiglio da dare all'Assessore. Ma di tutto questo non si è parlato, si è semplicemente equivocato su una dichiarazione che l'assessore Zedda avrebbe fatto a un giornale con riferimento all'attuale struttura amministrativa e organizzativa della Carbosulcis.

Se fosse nella disponibilità dell'assessore Zedda mandare via il Direttore generale della Carbosulcis, al limite oggi gliene avremmo potuto chiedere conto. Però, non si può far finta di ignorare che il Direttore della Carbosulcis lo nomina il Presidente dell'allora Consiglio di amministrazione perché, com'è stato bene ricordato, la Giunta Cappellacci ha dato già una prima attuazione al deliberato conseguente dai referendum, eliminando il Consiglio di amministrazione e nominando un amministratore unico; in capo all'amministratore, è la nomina e la revoca. Quindi non è un atto dell'Assessore dell'industria.

Così come mi riesce davvero difficile ricordare che si può essere attentatori della democrazia a fasi alterne perché, non me ne voglia il presidente Soru, lei ricorderà quando, nella scorsa legislatura, fu istituita una commissione d'inchiesta e quella commissione d'inchiesta individuò delle responsabilità non sul piano giudiziario, quello è il lavoro che hanno fatto i magistrati, ma sul piano amministrativo e sul piano politico. Per quella vicenda della Saatchi & Saatchi chiedemmo, mi pare all'unanimità, che il Presidente della Giunta regionale cacciasse via il Direttore generale della Presidenza, non per farne un attacco politico, ma perché emergevano dagli atti delle responsabilità chiare. Chiedo all'onorevole Giampaolo Diana e a tutto il centrosinistra (che oggi denuncia un vulnus della democrazia): che cosa si fece allora? Lo ricorderete: fu una questione chiusa nel dimenticatoio perché allora il Presidente valutò che sussistesse un rapporto di fiducia, talmente stretto e convinto, che il Direttore generale rimase fino alla fine della legislatura.

Oggi voi vi scandalizzate perché noi chiamiamo a rispondere l'assessore Zedda, di che cosa? Di un qualcosa rispetto al quale, davvero, colleghi, non c'entra assolutamente nulla! Mi sarei aspettato una contestazione, una censura sul merito delle vertenze, perché gli atti hanno una valenza politica da questo punto di vista, e non perché ha fatto un commento ai giornali, sui commenti ai giornali mi pare che non possiamo neanche costruire un utile e proficuo confronto.

Ecco perché penso che oggi avremmo potuto davvero evitare che il Consiglio si intrattenesse in una discussione rispetto alla quale non so quanto possa appassionare chi sta fuori da questo Palazzo, non so quale utilità veramente possa avere; ne comprendo tutte le ragioni politiche, l'opposizione fa la sua parte, però, ripeto, ringrazio ancora le opposizioni perché oggi danno una dimostrazione chiara per poter verificare se una maggioranza politica c'è, come riteniamo ci sia. Aggiungo, alle dichiarazioni già fatte da chi mi ha preceduto, che il Gruppo P.d.L. respingerà convintamente questa mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, l'ironia della sorte mi porta a parlare pochi secondi dopo l'intervento del Capogruppo del Partito della Libertà, onorevole Pittalis, il quale, con la leggerezza che lo contraddistingue, interviene ancora su storie del passato, dolorose dal punto di vista personale, io credo che sarebbero dovute essere considerate dolorose, anche dal punto di vista collettivo, per questo Consiglio regionale. Ancora pochi secondi fa, per parlare di questa mozione di sfiducia dell'Assessore dell'industria, ha sentito la necessità di riferirsi al caso Saatchi, al fatto che ci fu una Commissione d'inchiesta in questo Consiglio regionale, al fatto che ci fu un processo durato degli anni…

(Interruzione del consigliere Pittalis)

SORU (P.D.). Se vuole, signor Presidente, gli dia i miei minuti e anche il mio microfono. Decida lei che cosa fare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Soru, continui.

Come si aziona il microfono del Presidente, il tempo si blocca, quindi ha tutto il suo tempo a disposizione.

SORU (P.D.). La ringrazio. Quindi, quando tocca a te, posso ancora continuare a parlare io! E' un passo avanti!

Dico doloroso perché quel processo, per il quale sono stato assolto, è durato tre anni, e doloroso perché, fra qualche settimana, il 6 novembre, dovrò tornare in appello. In Consiglio regionale, per un processo che per ora e spero poi definitivamente sia concluso con l'assoluzione delle parti interessate, mi aspetterei che, prima o poi, possa sorgere una parola di scusa, piuttosto che un ulteriore accanimento, anche per meri espedienti retorici.

Detto questo, provo a parlare della mozione, mi tocca parlare per ultimo, ancora casualmente, non voglio prendere la responsabilità di nessuno. Questa mozione è stata presentata certamente nel nome dell'Assessore dell'industria, ma non perché si voglia fare del giustizialismo sull'Assessore dell'industria e non per sottolineare una sua particolare incompetenza. Credo che l'Assessore dell'industria sia mediamente competente, come sono mediamente competenti i componenti di questa Giunta, in cui si sono avvicendate - credo - trentaquattro persone, con una velocità che non si era forse mai vista in questo Consiglio regionale. Le competenze certamente non ci sono state spiegate quando le nomine sono state fatte, per cui magari non riesco adesso a ricordare particolari competenze nelle attività pregresse dell'Assessore dell'industria, così come non le ricordo in tanti altri Assessori che hanno manifestato l'intenzione di imparare, di imparare in fretta, però qui non sono più tempi per imparare o per andare a scuola, qui sarebbero stati tempi per incidere in maniera rilevante sulle cose che occorre fare in Sardegna.

La mozione è stata presentata per l'Assessore dell'industria, naturalmente per manifestare un'insoddisfazione generale per l'intera Giunta regionale, e quindi per il suo Presidente, ma anche per manifestare, pur nella consapevolezza che la situazione è difficile e pur nella consapevolezza che, come diceva il collega Diana, è stata coraggiosa e quasi incosciente ad accettare quella nomina come quarta nella fila dei precedenti nominati a questa responsabilità, pur in questa consapevolezza vogliamo sottolineare che ci sono stati degli errori gravi in questa legislatura nel modo in cui le vertenze industriali sono state condotte. C'è un errore grave nel modo in cui è stata condotta la vertenza, ad esempio, della Mineraria Silius: sono passati più di tre anni, per fare un bando che ormai era stato avviato e per riaprire finalmente una miniera il cui minerale, la fluorite, l'Unione europea ha dichiarato essere un minerale di valore strategico oltre che tutti i giacimenti in Europa devono essere tutelati, diversamente da quello che si pensava nel passato.

Non è vero, come l'onorevole Oppi ricordava, che dalla gassificazione in poi non è stato fatto alcun bando su quella miniera: nella passata legislatura è stato fatto un bando che ha visto la partecipazione nella prima selezione, ed è stato fatto un bando la cui fase finale poi non ha avuto successo perché nel frattempo il Governo del Paese non era riuscito a far chiarire in maniera definitiva la possibilità di mantenere un CIP6 per la centrale che sarebbe dovuta essere alimentata dal carbone. Non è certamente colpa dell'Assessore attuale se quel chiarimento non c'è stato, certamente è stata colpa anche di questi tre anni e mezzo se non si è riusciti ad arrivare all'epilogo di quella vicenda.

Noi abbiamo fatto la nostra parte, non ci siamo riusciti neanche noi in quei pochi mesi di legislatura di centrosinistra che ha visto il Ministro Bersani con la responsabilità, all'epoca, dello sviluppo economico; ma la strada era stata tracciata, il bando era stato fatto e si trattava di modularlo e di migliorarlo, se non poteva essere fatto, bisognava magari approfittare del fatto che, nei primi mesi del 2009, scadeva un contratto precedente con l'Enel che stabiliva le quantità e le modalità con cui l'Enel doveva assorbire il carbone della Carbosulcis e anche le condizioni di cui l'Enel poteva usufruire della Carbosulcis, o dei siti della Carbosulcis, per scaricare ceneri e gessi (modalità e prezzi). Magari, non riuscendo a scardinare le decisioni dell'Unione europea, forse avremmo potuto per tempo impegnarci a rivedere una norma nazionale che vuole che il carbone del Sulcis non possa uscire dalla provincia del Sulcis e non possa essere utilizzato in altre zone d'Italia, comprese altre zone della Sardegna, e far sì che finalmente quel traguardo di 800.000 o 1.000.000 di tonnellate potesse essere raggiunto e mettere in sicurezza quei posti di lavoro.

Collega Locci, lei ha le idee chiare e alle sue idee chiare è capace di asservire la realtà e di trasformarla completamente. Nel passato, la miniera del Sulcis era chiusa, l'abbiamo riaperta nella passata legislatura ed è tornata a produrre circa 300 mila tonnellate. Quando una miniera produce rispetto a quando una miniera è chiusa, come accade ora, è evidente che la produttività era più alta allora che prima; così come, per questa politica dei paradossi che va di moda adesso, in particolar modo in Sardegna, se uno è accusato di qualcosa, si trasforma la realtà e si dice esattamente il contrario. Noi tornammo ad assumere circa 120 persone, che riaprirono la miniera perché andarono sotto terra insieme alle macchine, tornarono a estrarre carbone da quella miniera, è invece di questi mesi, di quest'ultimo periodo, il fatto che si sia tornati a fare assunzioni che sono state dettate più dalla necessità di favorire il buon esito delle elezioni a Iglesias che il buon esito della produzione; si è tornati ad assumere delle persone per andare negli uffici amministrativi invece che per andare a fare i minatori. Quindi la realtà è esattamente il contrario di quello che lei racconta!

Così come, Assessore, capisco quali sono le responsabilità formali ma non mi nascondo che ci sarà persino una interlocuzione istituzionale che va dal Presidente, alla Giunta, alle persone che governano la Carbosulcis, siano essi nel consiglio di amministrazione siano essi ormai amministratori unici e così via, ma volevamo sottolineare che era assolutamente inaccettabile, nelle difficoltà del contesto, vedere delle nomine di persone totalmente incompetenti, di ragazzi totalmente incompetenti, totalmente fuori dalla storia, che avevano l'unico merito forse di aver procurato cinquanta tessere per definire il congresso provinciale del Partito della libertà! Queste cose rappresentano momenti che contribuiscono a uno stato di prostrazione verso la politica in cui ormai tutti versiamo.

Questo dibattito oggi è funestato dalla notizia grave della morte di Emanuele Sanna, Presidente di questo Consiglio negli anni '80, nello stesso momento in cui Mario Melis era alla guida della Giunta regionale, per entrambe queste figure è stato un momento alto dell'autonomia regionale, del dibattito politico, del livello di aspirazione e di volontà che la politica sarda rappresentava, con conquiste importanti ma, cosa ancora più importante, forse con una volontà e un'aspirazione maggiore…

PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, cari colleghi, consentitemi, prima di entrare nel merito della discussione della mozione, di ribadire, l'ho fatto forse all'inizio in un modo che è stato ritenuto un po' brusco, ma consentitemi di tornare sull'argomento per dire (l'ha già fatto l'onorevole Oppi ma lo voglio dire anch'io) che non sempre quello che leggiamo sulle cronache dei giornali corrisponde a verità e, nel caso specifico, non c'è stato alcun tipo di accordo, anzi non c'è stata neanche occasione di parlare di questo tema perché ci siamo certo parlati nei giorni scorsi ma, grazie al cielo, i temi sui quali ci confrontiamo sono temi di altra natura, un pochino più alti e più finalizzati e diretti all'esame delle problematiche che stanno alla base di quello che oggi ci troviamo a discutere, ma non degli aspetti formali bensì degli aspetti di sostanza, quelli legati alla ricerca delle soluzioni.

Ho cercato di ascoltare con attenzione le motivazioni di questa mozione ma mi sono trovato in una condizione che, com'è stato richiamato da qualcuno, ho trovato, trovo più surreale che reale. In certi interventi poi sembrava di sentire quei due minuti di odio di "1984" (Nineteen Eighty-Four) di George Orwell, quel momento di odio collettivo che si doveva a tutti i costi rivolgere nei confronti di qualcuno perché così il regime diceva che era giusto fare, era opportuno fare.

Mi è stato, ci è stato spiegato nell'introduzione della mozione che la ragione non è riferibile all'attività dell'Assessore in quanto tale, ovverossia non è una mozione che vuole censurare l'operato dell'Assessore, certamente non è una mozione che vuole censurare una serie di problemi, di limiti con i quali ci troviamo a dover operare e che impediscono la soluzione dei problemi, bensì si tratta o si tratterebbe semplicemente di una sfiducia che viene portata per la cosiddetta assenza di rispetto verso il Consiglio, questo Consiglio che, com'è stato detto più volte, assume solenni decisioni che non vengono rispettate dalla Giunta, dal suo Presidente e dagli Assessori.

E i termini "solenni", "importanti decisioni", "suprema assemblea", "massima istituzione" ricorrono, ricorrono spesso, sono ricorsi spesso in questi interventi e si dicono dandosi anche un certo tono, cercando, come dire, di accompagnare queste parole, questo esercizio lessicale, con una postura di circostanza e anche con molta retorica.

Bene, onorevole Diana, ma lei è davvero sicuro, è consapevole di sapere che che cos'è una istituzione? Lei ha una consapevolezza vera di quella che è un'istituzione quindi conseguentemente di quelli che sono i principi che sottendono al…

(Interruzioni dei consiglieri Giampaolo Diana e Antonio Solinas.)

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Vedete, cari colleghi, forse disturba sentire certe cose; è evidente che, se disturba, forse è perché ho colpito nel segno. Ci sono diversi modi…

(Interruzioni)

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Buon lavoro, presidente Cappellacci!

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ci sono diversi modi di essere sardi…

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Ce ne andiamo. Prosegua da solo. Presidente Lombardo, lei dovrebbe evitare…

(I Gruppi di minoranza abbandonano l'Aula)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, sospendo i lavori.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 03, viene ripresa alle ore 13 e 06.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, colleghi, vi prego di prendere posto.

Prego presidente Cappellacci, riprenda il suo intervento.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, parlerò, mi dispiace, solo per chi è rimasto in aula, sono costretto a rivolgere il mio intervento a chi è presente, ma avrei ancora molto da dire rispetto a chi è assente; questa assenza è l'evidente dimostrazione del fatto che oggi ci troviamo qui a discutere di una mozione strumentale, è strumentale la mozione, sono strumentali le argomentazioni, sono strumentali gli atteggiamenti e le cose a cui abbiamo assistito oggi perché la sostanza purtroppo è ben diversa.

La sostanza è che questa istituzione, che la Giunta avrebbe osato offendere, in realtà porta tutto il rispetto di questa Giunta e il fatto che io sia qui a rispondere a una mozione, che pur giudico strumentale e inaccettabile, dimostra che ho il massimo rispetto per questa istituzione, è un'istituzione con una "I" maiuscola, ma credo che questa istituzione debba essere considerata tale e che talvolta questa mozione, forse anche la mozione di cui stiamo discutendo, in modo, come dire, in qualche modo nascosto o sotterraneo, celasse in realtà non il desiderio di affermare la correttezza, la legalità, la buona prassi, ma semmai fosse questa sottoposta e sottomessa all'arbitrio individuale palese o meno palese ma certamente presente anche in quel tipo di discussione.

Credo che non ci sia niente da discutere se non rattristarsi del fatto che noi siamo qui a spendere ancora una volta il nostro tempo per ragioni inconsistenti mentre invece fuori da qui ci sono molti problemi che aspettano soluzioni, ci sono molte persone, molti appartenenti a quell'altra istituzione nella quale io mi riconosco e che considero l'istituzione più grande, non me ne vorrà il Consiglio, perché c'è anche un grado di priorità, l'istituzione più grande è quella della famiglia e i componenti, gli appartenenti alle famiglie, i nostri cittadini stanno soffrendo e dovremmo forse orientare il nostro tempo, ogni secondo, ogni minuto del tempo che abbiamo a disposizione, alla ricerca e alla rincorsa delle soluzioni.

Basta leggere le cronache dei giornali, quella di ieri, quella di oggi, per renderci conto del fatto che c'è tanto da fare, che ci sono tanti problemi che aspettano risposta e che non c'è un solo minuto da perdere. Oggi abbiamo perso una mattinata intera, spero che sia l'ultima, ma purtroppo non sarà l'ultima, e credo che dovremo continuare a fare i conti con quel genere di sardo, quel genere di persona al quale facevo riferimento, che forse decide da solo di non meritarsi abbastanza, che pratica l'invidia come un percorso quotidiano, che è talmente allenato da, talvolta, guardarsi allo specchio e prendersela con se stesso perché si trova inaspettatamente troppo bello.

Bene, noi siamo una cosa diversa, questo Consiglio regionale, grazie al cielo, è una cosa diversa, questo Consiglio regionale è fatto di gente, anche di gente che ha ancora l'entusiasmo, che vuole essere portatore di entusiasmo, che vuole impegnarsi per risolvere i problemi, che pensa che non si debbano affrontare i problemi per parlarne e basta, possibilmente male, ma si debba e si possa rimboccarsi le maniche e parlare delle cose per trovare anche le soluzioni. Uno è un sardo Calimero, uno è un sardo diverso, genti manna, sono sicuro che anche in questo caso il Consiglio sarà fatto da genti manna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, l'onorevole Pittalis, nel suo intervento, ma non soltanto il Capogruppo del Partito della Libertà, anche altri colleghi della maggioranza hanno avuto modo, pur non condividendone il merito, di apprezzare l'illustrazione della mozione fatta dal centrosinistra, che ho avuto l'onore di rappresentare nell'esporre quella mozione. Hanno avuto modo di apprezzare i toni pacati, i toni rispettosi, in particolare nei confronti dell'assessore Zedda, e ringrazio i colleghi che hanno avuto modo di avvertire questa tensione nella mozione, perché hanno colto un tratto che connotava la mozione, che il centrosinistra convintamente ha voluto dare.

Con quella mozione, il centrosinistra ha cercato, forse non riuscendoci (poi oggi mi spiego anche cose che intuivo, ma che, ahimè, oggi ho capito del tutto, e me ne dispiace, non per me personalmente, vale poco), dicevo che abbiamo cercato con quella mozione (capisco che i colleghi della maggioranza possano non condividere, ne comprendo tutte le ragioni, le rispetto) di tutelare il Consiglio regionale. Spiace davvero constatare che il Presidente della Regione abbia letto, in questo esercizio serio, all'inizio, un tentativo di odio, ha parlato di due minuti di odio. Per carità, l'ha visto, non ho le stesse diottrie del Presidente! Poi, ha detto che i consiglieri che sono intervenuti a favore della mozione hanno recitato una parte, si sono pavoneggiati, insomma qualcosa del genere.

Badate, vi invito, cari colleghi, a riflettere su un dato: è possibile che solo il Presidente della Regione abbia letto in questa maniera la mozione e gli interventi dei colleghi del centrosinistra? Se così è, allora noi dobbiamo preoccuparci, perché siamo in presenza di una persona eletta, unta da qualcuno, e noi siamo 79 peones. Insisto nel dire che, e non ho bisogno di tornarci, la mozione (credo che sia chiaro a tutti) aveva e ha un obiettivo, che è quello innanzitutto di tutelare il prestigio di questo Consiglio regionale. Riteniamo che ciò che è stato messo in essere, a partire dal pomeriggio del 18 settembre, non si sia mosso in questa direzione, anzi, ho detto, illustrandola, consapevolmente o inconsapevolmente, che si è dato un colpo ulteriore al prestigio della massima assemblea elettiva di questa Regione.

Poi, mi dispiace che il Presidente della Regione cerchi di fare ironia anche in questi termini. Se lui ha qualche neologismo per definire quest'Aula, lo faccia, può darsi che lo abbia già fatto quando si è riferito al tempo che poteva dedicarle. Non ho molto altro da aggiungere, anche perché una replica si fa a un qualcosa che esiste, a un qualcosa che c'è. Il Presidente è stato di una leggerezza davvero preoccupante, ha replicato con una semplicità disarmante, davvero invito tutti a riflettere su questo, non si può! Il Presidente della Regione, quale che sia il mio livello di conoscenza delle istituzioni, non può permettersi ciò.

Il Presidente della Regione ha inteso replicare in questa maniera e, come si dice al mio paese, ogni botte produce il vino che ha, non può produrne altro. Credo che, anche dai banchi della maggioranza, oggi abbiamo avuto modo di assistere a una presa d'atto, per l'ennesima volta, di un Presidente della Regione che non solo non ha rispetto del Consiglio regionale, ma ha rifiutato (ancora non ci ha detto perché) la disponibilità (onorevole Pittalis, onorevole Mario Diana, che allora la precedeva) del Consiglio regionale tutto, nessuno escluso, di sostenere l'azione del Presidente della Regione nelle difficilissime interlocuzioni con il Governo e anche con le parti datoriali spesso.

Siamo in presenza di un Presidente che nulla ha fatto per raccogliere quella disponibilità del Consiglio regionale, anzi ha operato… francamente non so se consapevolmente, ho paura che non se ne renda conto, il dramma è questo, non se ne rende conto, avrei preferito un Presidente che si rendesse conto di ciò, ma qui siamo in presenza della nullità più totale. So bene che tanti colleghi della maggioranza non possono formalmente essere d'accordo con queste affermazioni ma, nella sostanza, il Presidente della Regione dovrebbe capire, se ha un minimo di sensibilità, che questo sentimento è diffuso in quest'Aula non soltanto alla sinistra del Presidente del Consiglio regionale, è diffuso anche di fronte al Presidente del Consiglio e alla destra del Presidente del Consiglio regionale! Di questo stiamo parlando! Di un Presidente, e oggi lo ha dimostrato, che le uniche argomentazioni che ha saputo portare sono odio, pavoneggiamento e altre amenità, per non usare termini offensivi, nei confronti del Consiglio regionale.

Ecco, questo noi oggi abbiamo registrato. Quanto durerà questa legislatura? Ancora un anno? Tre mesi? Ahinoi, saremo senza Presidente della Regione!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Ricordo che, trattandosi di mozione di sfiducia, la votazione avverrà per appello nominale. Procediamo con le dichiarazioni di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, esiste un problema, mi dispiace che il collega Pittalis non lo abbia percepito ancora, ma esiste un problema esplicito sul piano democratico e vi è una responsabilità in questo in chi governa. La mancanza di reciproco riconoscimento, badate, è la ragione della debolezza dell'autonomia oggi. Non saremo ricordati per quelli che l'hanno difesa, saremo ricordati per quelli che l'hanno affossata! Quando il Consiglio regionale vota un indirizzo, quell'indirizzo va applicato! Lo dico all'Assessore, lo dico al Presidente, lo dico anche gli altri Assessori della Giunta.

Se facciamo una percentuale delle leggi approvate che non sono attuate per responsabilità vostra, scopriamo che la stragrande maggioranza delle leggi, a incominciare da quelle finanziarie, a incominciare da quella di bilancio, non è attuata. Questo vuol dire non solo disconoscersi vicendevolmente, ma indebolirsi di fronte agli occhi della comunità che noi rappresenteremo. Presidente, se lei si presenterà alle elezioni (cosa che mi auguro non faccia), verrà probabilmente sconfitto senza appello dagli elettori perché non la considerano adeguato; di questo noi abbiamo la percezione in ogni strada, in ogni angolo di via, in ogni sede, ma non politica, anche semplicemente di incontro tra cittadini, perché non risolve alcun problema, li lascia incancrenire, va, come andrebbe uno che è privo di orientamento, a cercare la soluzione che non trova e si scopre dopo mesi, mesi e mesi che non l'ha trovata, ma quelli stanno patendo la condizione di vita in cui si trovano.

Ecco perché noi votiamo a favore della mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, confermo la linea che ho indicato nel mio precedente intervento, cioè il mio voto a favore della mozione come voto a sfavore di questa Giunta e di questo Presidente, però vorrei sottolineare due cose. Una è riferita al collega Pittalis, che ha ricordato che ci sono stati, anche nella precedente legislatura, dei deliberati del Consiglio a cui il Presidente di allora non diede seguito, confermo, infatti c'è un altro Presidente, c'è un altro Presidente che non avrebbe dovuto seguire quella via, come prima cosa.

Secondo, c'è stato un intervento in quest'Aula molto significativo, per chi lo vuole capire, per chi lo vorrà scrivere, per chi coglie il cuore, il centro di questa discussione di oggi, importantissimo, è stato quello del collega Oppi. Il collega Oppi ha elencato le criticità di questa Giunta, ha, per mio conto, secondo il mio modo di vedere e per come conosco, badate bene, abbastanza bene, il collega Oppi, ha sfiduciato il Presidente. Forse non si è capito, ma è chiaro che, in questo sistema, che comporterebbe lo scioglimento del Consiglio, non è arrivato ancora il momento, perché, con un sistema diverso, l'attuale Presidente della Giunta sarebbe rimasto in quest'aula, in quel ruolo, credo ventiquattro o quarantotto ore. Se ci fosse una riprova elettorale di metà legislatura, non avremmo più il piacere della sua compagnia perché, vedete, ha detto bene il Presidente, ci sono stati probabilmente due minuti di odio, ma l'odio è un sentimento, come si fa a provare odio se l'odio è un sentimento? E se io sbaglio in questa interpretazione, chiedo al collega Oppi, con poca ironia e molta serietà, quanto si sta vergognando di avere una guida della Regione come quella odierna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, intervengo in dichiarazione di voto per confermare che non ho mai dichiarato, come invece è contenuto nella mozione, alcuna considerazione sulle persone. Ho sempre sostenuto il progetto e la invito, onorevole Diana, a verificare tutti i quotidiani a cui lei si riferisce, troverà solo un titolo che parla di "conferma del direttore", che non è di certo attribuibile a chi le parla e non è una mia dichiarazione, quindi da quel punto di vista la mozione riporta assolutamente delle grosse imprecisioni.

Inoltre voglio confermare che questa Giunta non ha mai disatteso, per quanto riguarda le vertenze di cui abbiamo parlato e i contenuti della mozione, quanto è stato l'indirizzo del Consiglio. Abbiamo semplicemente confermato di dovere, in questo momento specifico, che tra l'altro è molto importante e molto difficile, continuare a dare attuazione a una legge, quindi non a degli indirizzi particolari, a una legge, la legge numero 99.

In questo momento particolare, abbiamo anche confermato di voler continuare (per accordi presi e su richiesta anche del ministro Passera) a dare due tipi di risposte. La prima, rivisitazione del progetto più consono al rilancio e alla realizzazione del polo tecnologico sul carbone pulito, la seconda, dare tutto il supporto al Governo - sottolineo "al Governo", perché il progetto è del Governo italiano - per poter dare le risposte a Bruxelles e far sì che il progetto possa avere una posizione positiva da parte della Commissione europea. Questo continuerò a farlo, se poi è motivo di sfiducia ovviamente l'Aula è sovrana e, come sempre, abbiamo rispettato l'indirizzo di questo Consiglio, vorrei ricordare la pluralità di mozioni e ordini del giorno di questo Consiglio regionale, che hanno sempre accompagnato l'azione della Giunta anche nei confronti del Governo.

Nel futuro non è nostra intenzione assolutamente disattendere gli indirizzi del Consiglio, però voglio sottolineare che ci sono dei tempi e dei modi, la delibera assunta l'altro giorno, così come credo che l'Assessorato dell'industria abbia già applicato, in alcuni enti e in alcune società, l'indirizzo del referendum. Però voglio dire che, nel prosieguo, dobbiamo stare attenti a non attivare dei processi e dei procedimenti che possano arrecare doppio danno, ossia ogni situazione sarà valutata e se ci sono delle incompatibilità dovranno essere eliminate, ovviamente. Credo che tutto vada fatto per una ragione, quella di non mettere mai la Regione in difficoltà, tanto meno economiche, pertanto il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, non so se, nella sua replica, il presidente Cappellacci nel parlare di minuti di odio abbia voluto includere anche me tra i partecipanti a queste sedute di terapia collettiva più o meno normalizzante. Nel caso l'avesse pensato, posso assolutamente garantire che, nei miei interventi, che possono certamente apparire ruvidi, non c'è minimamente alcun odio personale né nei confronti dei componenti della Giunta né nei confronti del Presidente della Giunta. Se posso apparire ruvido in alcuni interventi è perché sento dentro, davvero, un enorme rammarico per l'occasione che insieme abbiamo perso, perché sento ddentro di me un'enorme delusione rispetto a quelle speranze che ho visto svanire. Questo mi porta forse a essere, agli occhi di alcuni, indubbiamente, ripeto, ruvido, non so quale altro aggettivo usare, certamente però non è né sarebbe utile, né a me né a voi, né a quest'Aula, alcun tipo di attacco personale. In quest'ottica, Presidente, le dico: "Attenzione alle citazioni", perché citando Orwell, "1984", e il suo Grande Fratello, dobbiamo ricordare che Orwell è passato alla storia soprattutto per "La fattoria degli animali" dove gli animali, con la rivoluzione, hanno preso il controllo nei confronti dell'uomo e della fattoria, ma poi chi ha abusato di quella rivoluzione, prendendo un controllo dittatoriale sugli animali, furono i maiali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Ribadisco il concetto espresso all'inizio del mio intervento sulla mozione: questa maggioranza e questa legislatura ormai hanno concluso il loro cammino. Lo ribadisco anche alla luce del dibattito. Signor Presidente, posso capire benissimo le ragioni della sua irritazione. Probabilmente ha tentato di sfogarla sul Capogruppo del maggior Partito dell'opposizione che ha presentato a nome di tutte le opposizioni in Consiglio regionale una mozione sulle prerogative del Consiglio regionale. Forse è irritato, e ne ha ben donde, per quella che è stata la risposta della sua maggioranza. Segnalo che, per una mozione dell'opposizione, che chiede le dimissioni dell'Assessore che dirige un Assessorato tra i più importanti della sua Giunta, l'Assessore è stato difeso in aula dal Capogruppo del P.d.L., onorevole Locci, e basta! Della sua maggioranza, (a parte l'onorevole Oppi che però ha detto: "Votiamo convintamente contro la mozione", poi ha addotto tutte le ragioni per votare a favore della mozione), a parte i due esponenti del P.d.L., nessun altro rappresentante si è alzato per difendere l'operato suo e della sua Giunta. Questo è un dato politico, non c'è odio, non c'è assolutamente astio, cattiveria, non vorrà certo, spero, dividere il mondo della politica tra il bene e il male, come faceva il suo Presidente, ex e attuale di partito, spero di no, la lotta tra il bene e il male che richiama battaglie...

Noi stiamo facendo un ragionamento politico, prendiamo atto come opposizione che c'è una maggioranza che sta barcollando, che è divisa su tutto, sulla flotta sarda, non so cosa succederà tra la prossima legge sulla sanità, le prospettive non si sa bene quali siano e non sono sicuramente comuni. Ebbene, lei, invece che prendere atto del fatto che c'è l'opposizione che la considera ancora, nonostante tutto, il Presidente dei sardi, quindi il Presidente anche nostro, e assumere un ruolo confacente a questa ampiezza anche nobile di comportamenti, che cosa fa? Prende la parola...

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Sicuramente non è la prima volta che, in questo Consiglio regionale, dobbiamo registrare elementi di corto circuito grave tra azione di Giunta e sovranità del Consiglio regionale, anzi potrei dire che questo è un fatto quasi incidentale perché ormai sta diventando perenne. Sicuramente un grande indicatore di serietà e di affidabilità dell'istituzione, cui prima si riferiva il Presidente, lo diceva poc'anzi anche il consigliere Uras, è proprio quello di mettere a regime un'azione di Giunta con un'azione di sovranità consiliare.

Inviterei ciascun Assessore a prendere, di questi tre anni di consiliatura, tutte le mozioni e tutti gli ordini del giorno e capire fino a che punto è stato possibile applicarli o, quando fossero anche inapplicabili, dire al Consiglio: "Caro Consiglio, tu hai la sovranità, non è possibile per motivi economici che ci sia un resoconto". Sarebbe ridicolo se in questo Consiglio regionale dovessimo istituire anche una commissione per la verifica dell'inapplicazione delle mozioni. Penso che se nel tempo andassimo a vedere tutti gli ordini del giorno, almeno in questo anno e mezzo che ho visto io, probabilmente più della metà della nostra sovranità si è dispersa nei cassetti della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare che voterò positivamente sulla mozione e anche per manifestarmi, così come ha già fatto il collega Campus, sorpreso per aver sentito dal Presidente della Regione evocare la parola "odio". Volevo rassicurarla, signor Presidente, nessuno la odia, le vogliamo bene. Io stesso se per caso mi avesse annoverato tra i partecipanti a quei due minuti esecrabili, voglio assicurarle che le voglio bene, non le porto alcun rancore. Parliamo di politica, non parliamo di risentimento personale, che non dovrebbe essere in quest'Aula e mi atterrei più al merito delle cose piuttosto che ai luoghi comuni. Ai luoghi comuni che danneggiano la qualità del nostro stare insieme, la qualità del nostro dibattito, la qualità delle istituzioni a cui anche ella si è richiamato.

Casomai un po' ci fa pena qualche volta, ma questa è un'altra storia; magari un po' ci fa pena perché ancora utilizza questi slogans vuoti che appartengono a un passato in cui qualcuno ci divideva tra il partito dell'odio e il partito dell'amore e naturalmente noi eravamo il partito dell'odio. Quelle parole appartengono a un altro tempo, a un altro mondo, è bene metterle da parte definitivamente. Qui tutti le vogliamo bene, magari siamo un po' preoccupati nel merito delle questioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, non è stata una bella giornata e credo che le prossime saranno peggiori di questa. Vede, presidente Cappellacci, i toni che sono stati usati oggi, devo dire anche nell'intervento del Capogruppo del Popolo della libertà, erano orientati a stemperare il più possibile eventuali veleni che ella evidentemente si porta nel corpo, perché di odio non ne ha parlato nessuno; per quanto mi riguarda, lei mi è totalmente indifferente. Mi sarei aspettato dal Presidente della Regione, che viene messo a conoscenza di un'accusa pesante nei confronti di un suo Assessore, un suo figliolo, perché lei è l'unico responsabile della sua Giunta, lei l'ha nominata, dicevo che mi sarei aspettato una difesa nel merito della mozione, se le riconosceva un merito.

Se si tratta di un problema politico, così come ho detto io, l'avrebbe dovuto affrontare dal punto di vista politico e non di eventuali offese che non ho capito bene, ma che, per il momento, mi limito a pensare che non fossero rivolte ai componenti del Gruppo "Sardegna e libertà". Mi limito a pensare questo. Lei non ha saputo dare una qualsiasi risposta e ha peggiorato notevolmente la situazione sua e della sua Giunta, già manifestata da alcuni autorevoli esponenti. Spero che nel futuro non succeda più questo fatto, perché altrimenti devo veramente pensare, Presidente, che a lei piace parlare di niente perché è la cosa di cui sa tutto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, esprimo il mio voto contrario. Onorevole Salis, non sono intervenuto (come me credo anche gli altri colleghi) non perché non volessimo difendere l'attuale Assessore e questa Giunta, ma perché crediamo che gli interventi in Aula siano più fruttuosi quando si parla di soluzioni vere, piuttosto che di rimozioni fasulle. Veramente, da profano, novellino di questo Consiglio regionale, mi sarei aspettato che magari ci fosse anche una proposta, un modo di vedere delle opposizioni, rispetto alla gestione Carbosulcis, che è difficile per tutti.

E' forse questa la causa vera che ha impedito, oppure consigliato, a me e ai miei colleghi, di limitare gli interventi e di sperare che questa giornata finisca al più presto e che noi, tutti assieme, possiamo tornare nelle nostre Commissioni e magari in Aula per affrontare leggi e non per discutere di situazioni come queste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, le dichiarazioni di voto mi ricordano l'insegnamento di un grande uomo politico, che tra l'altro appartiene alla tradizione della sinistra, Pietro Nenni, che diceva che se la politica non si può fare con i sentimenti, figuriamoci se la si può fare con i risentimenti. Penso che possa e debba essere un insegnamento comune, cioè da diventare patrimonio comune di tutti noi, capendo anche, lo dico pacatamente ai colleghi del centrosinistra, che se qualcuno fosse al posto del presidente Cappellacci, che un giorno sì e l'altro pure è bersaglio e oggetto delle più, a volte, indicibili manifestazioni, se non di livore, di attacchi pressanti, anche sulle cose rispetto alle quali non c'entra nulla, voi capite bene che chi lavora, come lui, come noi, può essere anche in una situazione di disagio appunto per poter legittimamente manifestare il proprio punto di vista.

Intervengo, onorevole Soru, glielo dico davvero senza riserve, o lei non ha capito quello che dicevo, o non l'ha voluto capire. Mi guardo bene, mi sono sempre guardato bene, dal richiamare vicende passate o attuali che possano coinvolgere personalmente e rispetto alle quali abbiamo sempre espresso manifestazioni positive di augurio, quando se n'è usciti bene, quindi non ha alcuna attinenza con la sua vicenda e il suo caso personale. Richiamavo quella vicenda soltanto per dire che il centrosinistra si sintonizzi bene, adottiamo un comportamento uniforme, ieri come oggi, perché non può funzionare richiamare il vulnus alla democrazia soltanto quando fa comodo.

Per il resto penso che la politica si esprima sui voti, quindi è inutile richiamare che cosa ha detto l'onorevole Oppi o aggiustarselo a proprio piacimento. Oggi ci date l'opportunità per valutare e verificare se una maggioranza esiste, questo lo vedremo dal voto, e si vedrà la compattezza di questa maggioranza con il respingimento certo di questo atto che è un atto politico di sfiducia politica all'Assessore, quindi di sfiducia al Presidente e alla Giunta. Penso che, se c'è una maggioranza, come ritengo, sarà rispedita al mittente, e sarà la conferma che forse questa maggioranza ha bisogno di una messa a punto, sicuramente…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pitea per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITEA (U.D.C-FLI). Presidente, intervengo brevemente per ribadire che effettivamente da un po' di tempo si assiste a un clima molto strano in quest'Aula. Non credo che sia auspicabile proseguire ulteriormente su questa strada, specialmente quando si lasciano intravedere livori, odii. Non so chi alimenta queste cose, ma questa è una strada che non porta da nessuna parte.

Per quanto concerne la mia posizione, voto certamente in aderenza a quello che è stato l'intervento dell'onorevole Oppi, che condivido perfettamente, quindi scelgo quella strada.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Cuccureddu è rientrato dal congedo.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della mozione numero 210. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 30, corrispondente al nome del consigliere Mario Floris.)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Mario Floris.

BIANCAREDDU, Segretario, procede all'appello.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Diana Mario - Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 73

votanti 69

astenuti 4

maggioranza 35

favorevoli 25

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Comunico ai colleghi del Consiglio che i lavori di domani sono sospesi in segno di lutto. Il Consiglio è riconvocato mercoledì 3 ottobre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 13 e 53.



Allegati seduta

CCCLIV SEDUTA

Lunedì 1° ottobre 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 32.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 12 settembre 2012 (346), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Francesco Cuccureddu, Antioco Porcu e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 1° ottobre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

PIRAS - PITTALIS - AMADU - BARDANZELLU - CONTU Mariano Ignazio - FLORIS Rosanna - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MURGIONI - PERU - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Paolo Terzo - TOCCO: "Norme in organizzazione e coordinamento delle attività di volontariato". (421)

(Pervenuta il 27 settembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE, Segretario:

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti l'inquinamento ambientale dovuto alla presunta presenza di amianto nella spiaggia di Pistis, nella Marina di Arbus". (951)

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai consorzi industriali". (952)

"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sull'interruzione dei lavori per il completamento dei lotti relativi alla realizzazione della strada statale n. 291 Sassari-Alghero". (953)

"Interrogazione CORDA - BARRACCIU - ESPA - PORCU - SOLINAS Antonio - COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, sui gravi rischi per la salute dei consumatori derivanti dalla probabile messa in commercio dei 13 mila chili di mitili alla diossina posti sotto sequestro e rubati dal golfo di Olbia". (954)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione determinatasi nel territorio del Goceano a seguito della chiusura della classe seconda dell'Istituto tecnico amministrazione finanze e marketing - ITAFM (scuola dell'obbligo), nel Comune di Bono". (955)

"Interrogazione ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, in merito ai requisiti adottati per la disposizione di incarichi di responsabilità di settore e di alta professionalità disposti dalla Direzione generale dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente". (957)

"Interrogazione CUGUSI, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione della Giunta regionale n. 37/34 del 30 luglio 2009". (958)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

COCCO DANIELE, Segretario:

"Mozione VARGIU - DEDONI - COSSA - FOIS - MELONI Francesco - MULA sull'assegnazione all'Enel Green Power di un lotto nell'area del poligono di Teulada per la realizzazione di un parco fotovoltaico". (211)

"Mozione SOLINAS Antonio - SANNA Gian Valerio - DIANA Giampaolo - BRUNO - AGUS - BARRACCIU - CORDA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - ESPA - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SORU sullo stato di crisi socio-economica attraversato dalla Provincia di Oristano". (212)

"Mozione ZUNCHEDDU - URAS - SECHI - CUGUSI - COCCO Daniele Secondo sulle improrogabili scadenze per l'istituzione di zone franche in Sardegna". (213)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero dei consiglieri in Aula, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 36, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, stamane la stampa riporta alcune notizie sulle quali ritengo che sia importante sentire l'Assessore, o comunque la Giunta, per verificare se rispondano al vero. Parrebbe, appunto dalle notizie apparse sulla stampa, che la Giunta regionale intenda attuare il dettato della mozione discussa il 18 settembre ultimo scorso. Vorrei sapere se questa notizia risponde al vero e, se sì, in che tempi la Giunta intende attuare il voto del Consiglio. Ritengo sia importante che l'Assessore o la Giunta, se hanno qualcosa da dire, la dicano prima dell'illustrazione della mozione oggi in discussione, perché è evidente che la mozione stessa, in qualche misura, è nella disponibilità della veridicità di quanto affermato oggi dalla stampa e, ancora, è nella disponibilità perché vogliamo riaffermare che in quella mozione non c'è nulla di strumentale. Pertanto, ritengo che sia importante che la Giunta, prima dell'illustrazione della mozione, se lo ritiene, ci dica qualcosa, ripeto, sulla veridicità o meno delle notizie apparse sulla stampa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis ull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.).Presidente, si tratta di capire se l'eventuale risposta della Giunta sulla proposta del collega Diana, porti a un ritiro della mozione e quindi alla chiusura del dibattito, perché noi vorremmo altrimenti che si rispettasse l'ordine. Vorremmo comprendere in che cosa si sostanzia la richiesta, se è per capire che cosa può fare o ha fatto la Giunta; almeno per sapere se, all'esito della risposta, chiudiamo qui e passiamo veramente a lavorare su questioni di sostanza.

Quindi, la mia proposta, Presidente, prima anche che la Giunta si pronunci, è capire il senso della richiesta formulata dall'onorevole Diana, perché, se poi si deve sviluppare il lavoro, il dibattito lo si sviluppi nelle forme consuete come da Regolamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi dispiace, onorevole Pittalis, che non abbia capito, stavolta non è colpa mia. Lo ripeto, noi attendiamo un chiarimento della Giunta in ordine alle notizie apparse oggi sulla stampa. Se quelle notizie risultassero vere, significherebbe che la Giunta intende attuare le due mozioni, o la mozione, non si intuisce dalla stampa, comunque la Giunta dovrebbe chiarire se è disponibile ad attuare anche una delle due mozioni, lo comprenderei, e non l'altra. E' indispensabile che la Giunta chiarisca, onorevole Pittalis, in che termini ed entro quali tempi intende attuare quel dispositivo del Consiglio regionale perché se i termini, entro i quali si attua, sono quelli contenuti nelle mozioni, lo ripeto, la mozione è nella disponibilità di queste risposte.

La mozione non è ritirata al momento. E' evidente che, in funzione della risposta, innanzitutto della disponibilità della Giunta ad attuare, almeno una volta in questi tre anni e mezzo, un deliberato del Consiglio regionale, non basta, perché la disponibilità potrebbe essere senza un termine di tempo. Vogliamo comprendere le due cose, dopodiché decideremo.

(Interruzione del consigliere Salis)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, su che cosa intende intervenire?

SALIS (I.d.V.). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Solo se deve fare una proposta differente, onorevole Salis, altrimenti prima chiudiamo la proposta sull'ordine dei lavori dell'onorevole Giampaolo Diana.

SALIS (I.d.V.). Va bene, chiudiamo questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Mi spiace, onorevole Diana, non poter accogliere la sua richiesta. Nell'arco della settimana, capita di rispondere molto spesso alle domande dei giornalisti e non so a quali risposte lei fa riferimento, non ho ancora avuto l'opportunità di leggere i giornali del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, intende sempre intervenire sull'ordine dei lavori?

SALIS (I.d.V.). No, Presidente, dopo la risposta del presidente Cappellacci rinuncio e interverrò durante il dibattito sulla mozione oggi in discussione.

Discussione della mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (210)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 210.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

MozioneDiana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- il 18 settembre 2012 il Consiglio regionale è stato, per l'intera giornata, impegnato nella discussione delle mozioni n. 204 e n. 199, aventi per oggetto, rispettivamente, il fallimento della gestione dell'intero management della società Carbosulcis Spa e la necessità che la Giunta regionale provveda ad adottare gli atti necessari per rimuovere le ipotesi di cumulo di incarichi;

- l'Assemblea legislativa, maggioranza ed opposizione insieme, ha approvato le due mozioni sopra citate, esprimendosi a favore dell'immediata rimozione dell'intero management della società Carbosulcis, colpevole dell'attività progettuale e amministrativa fallimentare posta in essere nella gestione della società;

CONSIDERATO che durante la discussione delle mozioni di cui in premessa è stato evidenziato come tutta la filiera del carbone, che coinvolge non soltanto Carbosulcis, ma anche Sotacarbo, ha rappresentato in tanti anni una scommessa ad oggi fallita e che questo fallimento sta condizionando le possibilità non soltanto di un nuovo sviluppo, ma anche di mantenimento di quel minimo presidio di attività industriale della Regione;

RILEVATO che la Giunta regionale non è riuscita a predisporre un progetto esecutivo per bandire la gara europea e questa responsabilità è soltanto della Giunta e della società che aveva il compito di predisporre, appunto, il progetto esecutivo per mandare a gara la concessione integrata;

SOTTOLINEATO che, come si apprende ampiamente dalla stampa locale, la Regione, come azionista totalitaria di Carbosulcis, negli ultimi tempi è balzata all'onore delle cronache più per la lottizzazione politica degli amministratori e la gestione clientelare che per la brillantezza nell'elaborare il progetto di una importante sfida tecnologica e industriale, al punto che il Parlamento è stato costretto a prorogare più volte i termini per la gara internazionale di affidamento della concessione mineraria;

PRESO ATTO che sui quotidiani sardi del 19 settembre 2012 si apprende che l'Assessore regionale dell'industria ha riconfermato il management della Carbosulcis senza tener conto, con arroganza, delle decisioni assunte dal Consiglio regionale nella seduta d'Aula del 18 settembre 2012 e senza rispettare la volontà popolare largamente espressa dai sardi, col voto referendario del 6 maggio 2012, sui consigli di amministrazione (CDA),

impegna il Presidente della Regione

a revocare immediatamente la delega dell'Assessore regionale dell'industria in quanto, oltre alla responsabilità sul mancato rilancio dell'attività estrattiva per la produzione di energia elettrica, nel riconfermare la fiducia al management di Carbosulcis ha disatteso la volontà del Consiglio regionale, massima Assemblea elettiva della Sardegna. (210).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la mozione si pone l'obiettivo di revoca immediata della delega all'Assessore dell'industria. Le ragioni di tale richiesta non sono riconducibili all'assenza di risultati sul fronte delle tante vertenze, dall'Alcoa all'Eurallumina, dall'Ila a Mineraria Silius, da Vinyls a Ottana, da Energit a Unilever, l'elenco potrebbe allungarsi. No, la mozione, presidente Cappellacci e assessore Zedda, non è per questo. Sarebbe da sciocchi, assessore Zedda, e non lo siamo, individuare in lei la sola responsabile. Da troppo tempo in questa Regione, non certamente solo e soltanto da quando lei ricopre questo importante incarico, ci trasciniamo le diseconomie dei fattori alla produzione, l'energia innanzitutto, e le responsabilità sono riconducibili innanzitutto al Governo, al sistema elettrico italiano, troppo oneroso rispetto al resto d'Europa, ma ci sono - secondo noi - anche responsabilità della Regione, sui trasporti, responsabilità soprattutto della Regione, ma anche del Governo e dello Stato; abbiamo aree industriali non attrezzate e certamente quella condizione non è imputabile solo e soltanto al periodo in cui l'assessore Zedda ha la responsabilità di dirigere questo Assessorato.

C'è un'assenza totale in questo Paese (io dico anche in Regione) di una politica industriale e nemmeno questo è certamente riconducibile alle sole responsabilità dell'Assessore dell'industria. C'è una congiuntura internazionale drammatica, da tre anni a questa parte, in particolare in questi ultimi due; c'è una congiuntura della dinamica dei prezzi, soprattutto dei non ferrosi, che non aiuta la soluzione di quelle vertenze. Manca, come abbiamo denunciato altre volte, un intervento dello Stato capace di condizionare le dinamiche economiche e insieme di condizionare, attraverso anche un ruolo di regolatore, le dinamiche di chi oggi detiene i più importanti settori produttivi di questa Regione.

Assessore, lei lo sa bene, mettiamo a disposizione ingenti risorse pubbliche, le mettiamo in diverse forme: ad Alcoa, le abbiamo messe a disposizione con uno sconto sulla kilowattora, lo abbiamo fatto anche per Portovesme srl, lo facciamo attraverso altri sconti sull'energia termica, seppure in maniera meno significativa dell'energia elettrica. Lo Stato mette a disposizione ingenti risorse attraverso la cassa integrazione in deroga e anche la Regione Sardegna; si mettono ingenti risorse a disposizione della mobilità e tante altre forme di sostegno nazionali e regionali si mettono a disposizione di chi, ripeto, oggi ha una funzione e un ruolo nella produzione di beni, in particolare nel comparto manifatturiero.

Ebbene, lo ripeto, Assessore, ci sono decisioni per storture, dal nostro e dal mio punto di vista, che non dipendono certamente dal Governo regionale, talvolta nemmeno dal Governo nazionale, ma sono riconducibili, ahinoi, a una debolezza e a un cedere di sovranità e di ruolo regolatore che la politica e le istituzioni in questo Paese, da almeno 15 o 20 anni, hanno messo in essere e oggi diventa difficile intervenire in quei processi.

Ho voluto richiamare questi aspetti, Assessore, per insistere su un fatto perché vorrei che lei se ne convincesse, perché fosse anche più serena, mi rendo conto che non è semplice in un momento come questo, quando, anche nella interlocuzione quotidiana, esprime la sua amarezza anche con alcuni di noi, pure in quei momenti delicati sarebbe importante non abbassare il profilo alto del ruolo che ricopriamo, non ce lo possiamo permettere, con giudizi che non sono all'altezza di questo ruolo, anche quando si ha di fronte una mozione spiacevole, e che può amareggiare sul piano personale, come questa. Ho dedicato una parte significativa, sotto l'aspetto temporale, dell'illustrazione della mozione per dire e ribadire che non c'è nulla di personale, come ci siamo sempre sforzati di dire nei confronti dei nostri interlocutori e talvolta avversari politici, non per questo manchiamo loro di rispetto. Siamo severi e inflessibili, dal nostro punto di vista, nel pretendere da voi comportamenti coerenti e all'altezza della necessità di assumere decisioni diverse da quelle che avete assunto sino a oggi.

Quindi la mozione, ripeto, il 18 abbiamo discusso di questo, non voglio tornare su nulla di ciò che abbiamo già discusso il 18, la mozione non è per discutere nuovamente di politiche industriali, è per porre all'attenzione della Giunta, non del Consiglio (perché il Consiglio ha dimostrato di capire perfettamente e si è pronunciato in maniera inequivocabile attraverso il voto alle due mozioni), Assessore e presidente Cappellacci, la situazione in cui versano i rapporti tra lei, la Giunta che presiede e il Consiglio regionale: non sono più tollerabili, non sono più tollerabili!

La mozione di sfiducia è per questo, presidente Cappellacci, assessore Zedda: la mozione di sfiducia è per l'assenza di rispetto nei confronti delle decisioni della massima Assemblea elettiva della Sardegna. Non è più tollerabile che la Giunta regionale, il Presidente, componenti della Giunta non rispettino e non attuino gli impegni solennemente assunti dal Consiglio regionale. Il 18 settembre si è svolta in Consiglio regionale la discussione sul management di Carbosulcis. Finita la discussione sulla mozione, autorevoli rappresentanti di partiti della maggioranza hanno proposto di ritirare la mozione per votare un ordine del giorno che poteva trovare il consenso di tutta l'Aula. Abbiamo accettato immediatamente quella proposta, si sono sospesi i lavori dell'Aula, ci si è riuniti nell'Aula stessa e l'opposizione, che presentò quella mozione, ha accettato la proposta di un partito della maggioranza che si poneva l'obiettivo di far ritirare la mozione e votare un ordine del giorno.

Sa bene, Assessore, che quell'ordine del giorno non è stato sottoposto al voto del Consiglio perché lei ha ritenuto che non fosse in linea con le direttrici evidentemente della Giunta, legittimo, per carità, non sto a discutere questo, sta di fatto che quell'ordine del giorno non ha mai visto la luce e si è votata la mozione, come lei ben sa. Le mozioni sono passate, sono passate tutte e due. Lei che fa, Assessore, di fronte a questo? Fa come il Presidente che disattende puntualmente le decisioni del Consiglio? Ma se è così, mi chiedo, che cosa viene e che cosa venite a fare in Consiglio? Eppure, Assessore, lei fa parte di questo Consiglio e, per quel che mi consta, ha sempre svolto un ruolo attivo nel Consiglio prima ancora che ricoprisse questo incarico.

Assessore, le faccio una domanda semplicissima, banale: perché non attua le decisioni del Consiglio regionale? La mozione è tutta qui, in questa domanda, semplicissima: perché non attua le decisioni del Consiglio regionale? Che significato ha per voi, per il Presidente, per l'assessore Zedda in questo caso, il Consiglio quando non ne rispettate l'espressione, tra l'altro almeno in una delle due mozioni con una espressione massiccia rappresentativa di tutto il Consiglio regionale, non soltanto di una parte di esso? Vedete, non rispettandone le decisioni, lei, presidente Cappellacci, lei, assessore Zedda, forse anche inconsapevolmente ma non per questo in maniera meno grave, state svilendo il ruolo e la funzione del Consiglio regionale. Eppure viviamo un momento in cui probabilmente le Assemblee elettive, i legislatori, anche quelli regionali, avrebbero bisogno di non subire attacchi anche dall'interno, invece, non rispettandone il voto, la Giunta fa questo, forse inconsapevolmente, ma questo è!

In questo Paese, lo sappiamo tutti, c'è un tentativo pericolosissimo, vorrei che si riflettesse, di derubricare la funzione e il ruolo del Parlamento e delle Assemblee elettive. Lei, Assessore, con la sua scelta si mette dalla parte di chi lavora in quella direzione. Voi state dimostrando, non attuando le decisioni, i voti unanimi del Consiglio regionale, i voti unanimi del Consiglio regionale in tre ordini del giorno precedenti, poi qualcuno nel dibattito li ricorderà, voi state caparbiamente cercando di dimostrare, talvolta lo dite pure, l'inutilità del Consiglio regionale! Che cos'altro è quando il Presidente della Regione dichiara (però, per carità, presidente Cappellacci, io non l'ho sentita, mi riferisco agli articoli sulla stampa), che cos'altro è (caro onorevole Pittalis, con grande stima e rispetto della sua persona) se non svilire, derubricare la funzione, l'importanza straordinaria dell'Assemblea elettiva quando il Presidente della Regione dice che non appena avrà tempo si dedicherà alle cosette che si discutono in Consiglio regionale? Ovviamente poi arrivano anche le decisioni di non attuare per nulla le decisioni che il Consiglio assume.

Che cos'altro è, assessore Zedda, uscire da quest'Aula (anche qui, per carità, magari lei mi smentirà, non ho prove dirette, riferisco quello che riporta la stampa) immediatamente dopo il voto e dichiarare che tanto non se ne farà nulla? Tanto non se ne farà nulla! Forse dirà che le sue dichiarazioni sono una libera interpretazione della stampa, davvero, mi creda, Assessore, spero che sia così, forse lei dubiterà di questa mia affermazione, ma io spero vivamente che sia così. Al di là dell'eventuale libera interpretazione della stampa alle sue dichiarazioni, lei ha un'occasione straordinaria, unica, per dimostrare che è una libera interpretazione, che si è travisato, che si è interpretato male. L'occasione è quella odierna, dimostri lei, dimostri il Presidente della Regione, che intendete attuare senza perdite di tempo le decisioni assunte nel Consiglio regionale del 18 ultimo scorso.

Un'altra domanda, Assessore. Lei, quando partecipa alle riunioni del Consiglio, gliene do atto, almeno per la parte che mi concerne, non si è mai sottratta a un confronto anche di merito sulle questioni che l'hanno riguardata; allora, la domanda è questa: perché, di fronte a un comportamento apprezzabile (che pure non condivido nel merito per l'insuccesso in tutte le vertenze industriali, ma questo è un altro paio di maniche), su questa parte, sulla parte relativa all'attuazione degli impegni assunti solennemente dal Consiglio regionale, si sottrae? Che cosa viene a fare in Consiglio? Assessore, presidente Cappellacci, che cosa venite a fare se poi trattate il Consiglio in questo modo? Che senso ha se poi, in maniera sprezzante, ribadite che le cose che si discutono in Consiglio hanno il valore delle "cosettine" a cui ci si può dedicare quando si avranno ritagli di tempo perché intanto si è impegnati in cose importanti?

Peccato che, all'impegno in quelle cose importanti, non corrisponda un successo, un successo per la gente che rappresentate e che rappresentiamo tutti quanti. Non so, Assessore, se lei si sia iscritta alla corrente di pensiero del presidente Cappellacci che, da tre anni a questa parte, continua a mortificare il Consiglio regionale, anche questa è una libera scelta.

Questa mozione, assessore Zedda, è nella sua disponibilità. Voglio ribadire con calma questo concetto. Insisto, questa mozione, Assessore, le sembrerà assurdo visto che la presentiamo noi e non lei, mi consenta questo pizzico di ironia, di autoironia, ma insisto, questa mozione è nella sua disponibilità. Assessore, ci dimostri che non appartiene alla categoria che disattende il voto del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, presidente Cappellacci e signori Assessori, fa cose importanti, molto importanti, in particolare un Consiglio regionale come il nostro che è espressione anche di specialità, di un autonomismo che affonda le radici in sessant'anni di storia di questa Regione, di questo popolo. Questo Consiglio fa cose importanti, che senso ha delegittimarlo? Perché voi state delegittimando il Consiglio regionale! Quindi, Assessore, ci dimostri che tutto quello che abbiamo detto e scritto nella mozione non corrisponde al vero, ma soprattutto ci risponda che lei vuole rispettare le decisioni del Consiglio e ci dica anche entro quanto.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi, mi è appena giunta la notizia del decesso dell'ex Presidente del Consiglio regionale Emanuele Sanna. Propongo un minuto di silenzio in segno di raccoglimento.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 12, viene ripresa alle ore 11 e 13.)

Continuazione della discussione e non approvazione della mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu per la richiesta dell'immediata revoca della delega dell'Assessore regionale dell'industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (210)

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, è difficile rientrare nel tema, dopo la notizia che si è appena appresa, perché è il collega con cui ho avuto il piacere di condividere la mia prima legislatura. Devo dire che noi, anche stamattina, possiamo onorare la sua memoria, quella di una persona che ha fatto politica, che ha compreso il senso della politica, il senso delle istituzioni. Credo che cercherò in questo intervento di recuperare il mio senso dell'istituzione.

Inizialmente mi permetto di dare la mia lettura della mozione, una mozione che, per me, firmatario di questa mozione insieme ad altri colleghi, illustrata dal collega Giampaolo Diana, ha una sola lettura, è la lettura di una sfiducia politica, quindi non sto a ricordare gli eventi della Carbosulcis, credo che c'entri poco. Ho firmato questa mozione per un profondo senso di rispetto nelle istituzioni e in quelle persone che hanno creato e contribuito a tenere alta l'Istituzione regionale, come il collega Sanna. Vede, collega Diana, non sono qui per consentire una prova d'appello, è chiara la sfiducia, l'intento, il mio intento nel votare questa mozione, non per sfiduciare l'assessore Zedda che, tra l'altro, è uno di quegli Assessori che si applicano, stanno sul pezzo con grande fatica, priva della necessaria autonomia, priva dell'indirizzo politico, priva anche dell'adeguata autorevolezza che una Giunta deve avere nel rappresentare e affrontare temi così caldi e importanti. Svolge dignitosamente il suo ruolo, poco da dire all'assessore Zedda, ma è una chiara e, per me, acclarata sfiducia nella linea politica impostata dal Presidente della Giunta regionale, portata avanti dalla sua Giunta, sostenuta da questa maggioranza.

Questo è il senso della mozione, questo è il senso della mia firma sulla mozione che arriva dopo una serie di atti e di manifestazioni, a volte anche di arroganza, sfrontati, nei confronti dell'istituzione consiliare, ne ricordo uno per tutti: l'ordine del giorno votato, un anno e mezzo fa circa, da quest'Aula all'unanimità (all'unanimità!) che poneva in risalto l'atto illegittimo nella nomina del commissario del comune di Olbia, a cui non è stato dato corso se non in "zona Cesarini" perché qualche buon consigliere ha suggerito di sostituire quel commissario nei giorni antecedenti alle elezioni.

Ma posso ricordare altri di questi fatti, posso ricordare le note trasmesse alla Giunta dalla Commissione d'inchiesta presieduta dal collega Uras, che sollecitavano e indicavano le illegittimità compiute negli atti della Giunta, del Presidente, nei decreti, nelle delibere, che non hanno avuto o raccolto alcuna sensibilità non dico di legalità e legittimità ma politica da parte di questa Giunta. Ricordo ormai le decine se non le centinaia di voti che hanno bocciato in Aula articoli della finanziaria, leggi proposte dalla Giunta che i signori, con la "S" maiuscola, gli onorevoli, con la "O" maiuscola, di questo Consiglio nel passato non hanno mai pensato di disattendere.

Un voto, me lo insegneranno i colleghi più anziani, anche un solo voto palese o segreto espresso in quest'Aula contro una proposta della Giunta significava subito determinare una lettura politica di quel voto e quindi le conseguenti dimissioni della Giunta e del Presidente; oggi però abbiamo il laccio, un cappio, che è il conseguente scioglimento del Consiglio regionale. Abbiamo atteso anni per arrivare a un piccolo, piccolissimo, atto di coraggio, che è questa mozione di sfiducia impostata sull'ultimo evento del 18 settembre, e noi, a dodici giorni, siamo qui a chiedere alla Giunta di dare corso a quell'ordine del giorno, "sennò…"; "sennò"? Chi sa dare una risposta a questo "sennò"? Nessuno in questo Consiglio potrà dare una risposta su che cosa avviene se la Giunta decide, o meglio ha già deciso, sono passati dodici giorni, non sono atti che richiedono ulteriori confronti, ripensamenti, se questo si pensa da qualche parte, male ha fatto, chi ha votato, a dargli questa interpretazione.

Con questa mozione, con quegli ordini del giorno, abbiamo dato, chi li ha votati, un giudizio politico; noi siamo qui per esprimere giudizi politici che hanno come conseguenza la gestione della cosa pubblica. Siamo credibili se siamo conseguenti. Quanti "penultimatum" ho sentito in quest'Aula! Termine usato per la prima volta sempre in quest'aula dal collega Mario Floris, quando guidava la Giunta regionale, che intravedeva, in molti interventi di allora critici consiglieri, dei "penultimatum". Oggi anche noi, colleghi che hanno firmato la mozione, secondo l'impostazione e la lettura che diamo di questa mozione, stiamo dando un "penultimatum"! Con questa mozione stiamo chiedendo alle aree critiche della maggioranza di prendere coraggio, stiamo dicendo loro che è arrivato il momento di dichiarare, di esprimere il loro giudizio definitivo su questa Giunta, sulla guida della Giunta, o se dobbiamo continuare in questa lenta e tragica agonia che investe gli interessi dei sardi, non i nostri, i nostri forse sono più tutelati se non siamo conseguenti. Allora ci chiediamo perché questo grafico della sfiducia della gente, nei confronti della politica, sia essa di destra, di sinistra, di centro, sale. Questa omologazione è la negazione della politica, se questo avviene probabilmente la responsabilità è dentro il Palazzo, non fuori.

Ecco perché non mi permetto di correggere, ma do la mia interpretazione di questa mozione. Per il rispetto reciproco che deve guidare le nostre azioni, anche se fosse arrivata una dichiarazione del Presidente, che era quello che chiedeva il collega Diana, è vero che forse domani, o fra tre giorni, o fra quattro, darete corso a quell'ordine del giorno? Era una risposta inutile, se si deve esprimere un giudizio politico. Io avrei fatto mia totalmente quella mozione e non l'avrei ritirata, perché non è quella la lettura e l'indirizzo che ho voluto dare a quella firma. Ritengo che l'indirizzo e l'appello vada rivolto ai colleghi della maggioranza, soprattutto a quelle aree critiche che devono dimostrare nei fatti le conseguenze di una pessima gestione della cosa pubblica e degli indirizzi della cosa pubblica da parte di questo Presidente e di questa Giunta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già domani). Presidente, di fronte alla mozione che, com'è stato appena ricordato, vede tra i firmatari anche uno dei soci fondatori del Gruppo di cui faccio parte, francamente non ho ancora preso una posizione. Non ho ancora deciso come comportarmi nei confronti di questa mozione. Mi viene difficile giudicare l'assessore Zedda come personalmente colpevole di questa evidente mancanza di rispetto nei confronti dell'Aula, per quello che quest'Aula rappresenta, per la democrazia, posto che quello che l'Aula ha sancito, l'ha sancito con i voti.

Certamente non è lei, Assessore, in prima persona, che esercita questo atto di arroganza, però purtroppo ricade su di lei e, ribadisco il "purtroppo", vanifica anche l'enorme sforzo, la totale disponibilità da lei dimostrata nello svolgere un compito certamente difficile, certamente ingrato, ancora più ingrato, è inutile nasconderlo, in quanto certamente non sostenuto da importanti componenti o parti del suo Partito e della sua stessa maggioranza.

Assessore Zedda, davvero non sono convinto di dover esprimere la mia contrarietà, il mio sconcerto, nei confronti dell'arroganza, della reiterata e destabilizzante arroganza che porta a un'ennesima rottura istituzionale, che dimostra ancora una volta, se ce ne fosse necessità, l'inidoneità del presidente Cappellacci a rappresentare e a governare questa Regione. Non sono ancora convinto neppure che nello sfiduciare lei, assessore Zedda, si compia davvero un atto politico corretto. Non vorrei magari, senza volerlo, lavorare per il Re di Prussia, colpendo non il vero responsabile del dispregio nei confronti dell'Aula, ma magari anzi contribuendo a compiere una faida tutta interna al suo Partito e alla sua maggioranza.

Certo che, per quanto mi consta, non posso che esprimere ancora una volta il mio rammarico, non parlo più di delusione, parlo proprio di rammarico, per avere contribuito (questo lo posso dire a testa alta), con il mio personale impegno e con la mia personale credibilità, a far eleggere Ugo Cappellacci Presidente della Regione.

Vedete, si poteva certamente dialogare meglio con il Consiglio, il fatto è che non si vuole dialogare con il Consiglio. Si poteva dire: "Si procederà a ottemperare alla volontà espressa dal voto del Consiglio, ma nel rispetto…" - questo l'avrebbero capito tutti - "… dei contratti in essere, del Codice civile, delle legittime aspettative e dei diritti degli attuali amministratori"; questa sarebbe stata una risposta corretta. Non si possono calpestare i diritti nemmeno con un voto del Consiglio. Però, certo è che la cosa peggiore che si poteva fare era dire (anche se qualcuno sorriderà a questa frase detta da me): "Me ne frego!", perché questo è stato fatto.

Credo che questo ennesimo atto, questo ennesimo scontro tra Presidente e Consiglio non modificherà nulla nei nostri rapporti all'interno di quest'Aula, né purtroppo modificherà nulla nei confronti di quell'evidente senso di fallimento che, nei confronti di questa gestione della cosa pubblica, la Sardegna sente e purtroppo paga in prima persona.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Ci troviamo oggi a discutere una mozione che, a mio modo di vedere, mi sembra a dir poco surreale. Chiedere la "testa" dell'assessore Zedda che, da quello che mi risulta, è stata sicuramente l'Assessore che, più di ogni altro,non me vogliano coloro che l'hanno preceduta, ha portato avanti tutte le vertenze che le sono state presentate, devo dire in maniera spesso coraggiosa, in maniera costruttiva, sempre e soltanto nell'interesse della Regione Sardegna. Quello che mi rincresce ancora di più è che, nella mozione in cui si chiede la testa dell'Assessore, si addebita, velatamente o indirettamente, addirittura la responsabilità di lottizzazione politica, di gestione clientelare. Questo non mi può esimere dal ricordare all'Aula (anche agli illustri colleghi che erano presenti nella scorsa legislatura) che, da quello che risulta dai dati che ho in mano, dal 2006 al 2008, ci sono state oltre 100 assunzioni nella Carbosulcis, di queste 100 assunzioni oltre l'80 per cento erano e sono di impiegati, quando tutti sapevano e tutti sanno che c'è una carenza di gente che deve andare sottoterra, quindi di minatori.

Quindi, badate un attimino - sempre a mio modo di vedere - quanto sia superficiale questa mozione cosiddetta di sfiducia individuale all'Assessore. E' chiaro che da questo poi si allarga il campo perché bisogna colpire l'assessore Zedda per colpire la Giunta, per sperare che cada la Giunta, per arrivare poi alla fine a quale obiettivo? All'obiettivo, lo si dice anche più avanti nella mozione, di una responsabilità di un Assessore per il mancato rilancio dell'attività estrattiva per la produzione di energia elettrica? Ma stiamo scherzando? Guardando i conti consuntivi a oggi della Carbosulcis, tutti sanno che, per la prima volta, la miniera, in quest'ultima gestione, ha aumentato la produttività, ha aumentato la produttività senza fare alcuna assunzione ulteriore. E poi l'accusa sarebbe quella di non aver portato avanti il progetto? Tutti avete letto i giornali, tutti li abbiamo letti, è roba di questi ultimi giorni, il progetto non era quel progetto CCS della Carbosulcis, ma, come ho già detto in sede di discussione delle precedenti mozioni, il progetto era del Governo, tant'è vero che il Governo, in questi ultimi giorni, dopo il 31 agosto, aveva chiesto dei chiarimenti e degli aggiornamenti del progetto per renderlo di dimensioni ridotte, in parte anche secondo le indicazioni della Comunità europea, modificando il meccanismo di raccolta degli incentivi sul CIP6, come ha chiesto la Comunità europea, tutti sanno che il progetto è già arrivato a Bruxelles, quindi siamo in attesa della risposta di Bruxelles. Pertanto, anche questa affermazione, mi sembra, scusate, a dir poco strumentale.

Discorrevo di questi temi con un amico, il quale mi faceva notare, lo dico giusto per stemperare anche un po' la tensione, che è come se si condannasse un assassino senza un morto, il "morto" dov'è? Il morto sarebbe la mancanza del progetto? Ma il progetto è stato approvato dal Governo, è già arrivato a Bruxelles, siamo in attesa della risposta di Bruxelles! Voglio capire dove sta l'oggetto! Insomma, qui sorge il dubbio a tutti noi.

Guardate, senza fare polemica, lo dico molto serenamente, mi sforzo di essere anche costruttivo, però questa mozione, come anche le precedenti, mi sa tanto che erano, e probabilmente sono state, delle mozioni usate semplicemente per colpire degli avversari politici. Però state attenti perché facendo questo, come spesso si dice, voi buttate via anche il bambino con l'acqua sporca! State attenti perché il rischio maggiore in una situazione del genere, potrebbero pagarla i minatori e le famiglie dei minatori, soprattutto, che sono l'anello debole della catena che purtroppo, in una situazione del genere, a causa di una strumentalizzazione, a mio modo di vedere, politica, che sa tanto di inizio di campagna elettorale, si rischia di giocare sulla pelle delle famiglie dei minatori!

Stiamo molto ma molto attenti nel toccare e nell'affrontare questi argomenti, perché è stato anche "rischioso", tra virgolette ovviamente, presentare quelle mozioni qualche settimana fa, nel momento in cui si stava procedendo per dare la valutazione di merito, a livello ministeriale, sul progetto; tutti sanno che la Regione Sardegna e la Carbosulcis hanno dei nemici dichiarati, anche all'interno del Ministero, sono tutti quei settori che, direttamente o indirettamente, fanno capo all'ENEL. Questo lo sanno tutti! Quindi ci siamo già esposti a un grosso rischio. Stiamo molto attenti oggi quando andiamo a votare perché se l'assessore Zedda non incasserà la fiducia che le è dovuta, tutto potrebbe andare a rotoli, stiamo molto attenti! Mi rivolgo al senso di responsabilità dell'opposizione; anche all'interno dell'opposizione, ci sono persone responsabili, persone che sanno quali sono i rischi quando si affronta un argomento di questo tipo con la faciloneria e la superficialità con cui è stato affrontato. Assessore, lo dico anche al presidente Cappellacci, voi dovete dar corso a quello che hanno chiesto le mozioni, ma bisogna darvi corso in senso istituzionale, in senso oggettivo, cioè valutare, caso per caso, per vedere se ci sono stati degli atti illegittimi, degli abusi, se ci sono stati dei comportamenti incoerenti rispetto agli obiettivi che la Regione aveva dato al management.

Poi, voglio segnalare all'attenzione dell'Aula a che cosa, addirittura, la mozione di oggi si rifà: al referendum? Dove sono i miei amici Riformatori? C'è solo Pierpaolo Vargiu in Aula! Qualcuno ha dimenticato che il Presidente della Regione ha applicato l'esito del referendum, cioè quello di mandare a casa i consigli di amministrazione, proprio per Carbosulcis, ed è stato nominato un amministratore unico; è l'amministratore unico, non la Giunta, non il Presidente, che ha poi fatto quello che si definisce il contratto privatistico al Direttore generale, non è stata mica la Giunta che ha assunto il Direttore generale! Alla fine della fiera, in tutto questo discorso, l'obiettivo politico vostro è lì, quindi è inutile fare gli ipocriti! A quel punto, Assessore, lei verifichi tutto, però le chiedo una cosa: stiamo attenti a non commettere degli atti illegittimi, perché per mandare a casa le persone, quando c'è un contratto privatistico dirigenziale, bisogna fare un recesso unilaterale, cioè per giusta causa, ossia bisogna capire se ci sono i motivi o le ragioni che sono state sollevate in queste mozioni, se ci sono, lo faccia! Questo lo dico all'Assessore e lo dico al Presidente, se però non ci sono le ragioni, cominciate a farvene voi una ragione!

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Vorrei dedicare qualche minuto del tempo che ho a disposizione ai sardi emigrati in Emilia che, dopo il terremoto, vivono in condizioni di gravissimo disagio, in tanti hanno perso la casa e tutti i loro averi, c'è chi vive in tenda e in alloggi di emergenza, addirittura ci sono sardi che vivono in alberghi molto lontani dai loro posti di lavoro. Gli aiuti promessi dalle istituzioni locali non arrivano oppure sono irrilevanti; per cui, in una situazione in cui decine e decine di famiglie sarde necessitano di tutto per la sopravvivenza, lamentano il silenzio e l'indifferenza della Regione sarda. Molte case sono crollate, altre vengono demolite, altre ancora sono inagibili e necessitano di interventi strutturali, per cui, dopo l'intervento della protezione civile, la situazione di emergenza continua e rischia di cadere nel dimenticatoio, condannando le famiglie sarde al disagio e a nuove povertà. In concreto, avrei voluto dire al Presidente, che è uscito, che in questi casi si interviene finanziariamente tagliando spese superflue di cui tutti conosciamo la lunga lista. Sperando che questo appello non cada nell'oblio, passo al tema che oggi abbiamo al centro del dibattito, senza fra l'altro voler entrare in merito al contenuto.

Assessore Zedda, vorrei ricordarle che una decisione del Consiglio, passata a maggioranza, in questo caso con il voto congiunto, com'è stato detto anche da altri colleghi che sono intervenuti, con il voto congiunto di formazioni politiche di tutti gli schieramenti, è una decisione di cui avrebbe dovuto tener conto.

Sicuramente lei non ha fatto per distrazione, ma per un chiaro ordine politico, il riconfermare il management della Carbosulcis proprio all'indomani delle decisioni prese in Consiglio. Si è resa così responsabile di un grave atto di omissione di un valore politico manifestato con voto di maggioranza; il suo atteggiamento è un atto di arroganza nei confronti del Consiglio di cui non possiamo non prendere atto, Assessore. Questa scelta nasce dalla certezza di essere sempre e comunque al di sopra dell'Assemblea e, come tale, di sentirsi insindacabile nelle decisioni intraprese. Questa è la filosofia di una razza politica che si è alimentata nel clima generale di impunità delle proprie azioni, qualsiasi esse siano; un clima che dilaga in tutta Italia e a cui la Sardegna purtroppo pare proprio che non sia immune. L'arroganza nella lottizzazione politica (perché dobbiamo abituarci anche a usare termini schietti) e quindi della cosa pubblica marcia di pari passo con le logiche di uso personale del bene pubblico; logiche espresse in questi mesi in Italia dai casi "Lusi" e "Fiorito", giusto per citare due casi freschi freschi di malcostume politico e di corruzione che purtroppo non sono così lontani da noi.

Sui costi della politica non è da oggi che ho espresso il mio pensiero, denunciando lo sperpero negli enti, nelle Agenzie, negli Assessorati, nelle consulenze, come un costo spropositato e insopportabile per i sardi, di certo il taglio dei costi non passa attraverso la riduzione del numero dei consiglieri (che sarebbe da leggere più come taglio alla democrazia, come ho denunciato in tante occasioni, voluto dai governi italiani, ma è anche vero che è stato accettato dalla stragrande maggioranza della classe politica sarda); il costo della politica più pesante per la collettività è sicuramente il costo della lottizzazione della cosa pubblica, in quanto puro sperpero di danaro sottratto ai bisogni reali delle nostre collettività e che genera l'inefficienza, il malaffare e pericolosi intrecci fra la politica e i potentati economici.

Quando parliamo di costi della politica, dobbiamo quindi denunciare i costi delle lottizzazioni politiche che nominano, alla testa di enti pubblici o, come in questo caso, di società partecipate, personaggi la cui unica competenza è la fedeltà alla parte politica che li ha designati. Il caso Carbosulcis purtroppo si annovera proprio in questo contesto: un gruppo dirigente di una società totalmente partecipata dalla Regione, screditato dai suoi stessi risultati, incapace di fermare il deficit storico di questa società e che non rende neanche conto dei fiumi di finanziamenti di cui ha usufruito; un gruppo dirigente incapace di elaborare dei piani di impresa nel settore del carbone ma anche incapace di approntare tutti quegli atti che, a norma europea, dovrebbero portare alla privatizzazione delle miniere, privatizzazione ritenuta poco credibile come soluzione a tutti i fallimenti e i deficit della gestione pubblica.

Fallimenti, questi, che ritengo legati a fenomeni di lottizzazioni funzionali in modo spudorato alle campagne elettorali di molti onorevoli. Un gruppo dirigente, screditato agli occhi dell'opinione pubblica anche per il caso Lorefice, che se non fosse tragico sarebbe pure comico, perché è come imporre in una corsa automobilistica, pensando di vincere, uno che notoriamente è senza patente e non sa guidare; ma, bontà loro, i titoli e i meriti sono scomparsi da Facebook e l'unica credenziale che resta è la vicinanza al presidente Cappellacci e il peso elettorale. Ancora una volta siamo di fronte a un costo della politica che palesemente è uno sperpero di denaro e di risorse pubbliche; il caso Lorefice-Carbosulcis, che non è un caso isolato, è sicuramente per i contribuenti sardi uno dei tanti sperperi e regalie elettorali che si sono succeduti in sessant'anni di nepotismo e favoritismo politico nella gestione della cosa pubblica e che ovviamente alimenta e degenera in clientelismo e corruzione.

Il disprezzo che i sardi esprimono, in molti casi condivisibile e in altri casi meno, verso le istituzioni democratiche, di cui la nostra Assemblea è una componente fondamentale, nasce principalmente da questo tipo di gestione delle istituzioni pubbliche. Siamo decisamente contrari a queste logiche politiche che generano, come ho già detto, malaffare e corruzione, è dovere di questa Assemblea prendere palesemente le distanze da queste logiche, rifiutarle, denunciarle e sanzionarle.

Assessora Zedda, queste sono le motivazioni per le quali le chiedo, con tutto il resto dell'opposizione, di rassegnare le sue dimissioni; deve dimettersi per manifesta sudditanza a certe logiche politiche e per manifesta arroganza verso i deliberati del Consiglio; le ricordo che il Consiglio è la massima Assemblea dei sardi. Tutto ciò ben sapendo che, dietro la sua esposizione, ci sono nomi e cognomi che bene farebbero a prendere atto della loro incapacità a portare avanti un governo serio della Sardegna.

Il presidente Cappellacci non c'è, sennò gli avrei ricordato anche che a tutt'oggi non ha dato risposte al Parco geominerario del Sulcis, per cui vorrei dirgli che la deve smettere di simulare interesse per ingannare ancora i sardi, così come è sua prassi; deve essere operativo e deve accettare democraticamente la collaborazione politica di questa Assemblea.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, oggi siamo qui a discutere una mozione di sfiducia all'Assessore dell'industria, chiediamo, come forze politiche di minoranza, quelle che hanno firmato la mozione, la revoca immediata della delega all'assessore Zedda. In realtà, credo che questa mozione abbia almeno tre obiettivi, tre obiettivi politici. Il primo, di fatto lo abbiamo fatto diverse volte nel corso di questa legislatura, inascoltati, è prendere atto e dichiarare il fallimento di questa esperienza regionale, quindi il fallimento non dell'assessore Zedda, o non solo dell'assessore Zedda, ma il fallimento della Giunta Cappellacci, il fallimento dell'Esecutivo, credo anche il fallimento di una maggioranza, così come è avvenuto nella seduta del 18 settembre. Un secondo obiettivo politico è quello di capire se, con quel voto, dato il 18 settembre in quest'Aula, con una maggioranza che evidentemente non c'era in quel momento, stavamo scherzando o se ci sono motivazioni politiche che possano fare in modo che, rispetto a una decisione assunta in quel momento e che aveva evidentemente delle motivazioni, oggi riusciamo a trarre le dovute conseguenze. Quindi, capire se le forze critiche della maggioranza sono davvero critiche o se sono critiche ad alternanza. Il terzo punto politico è capire il ruolo del Consiglio regionale, un ruolo di indirizzo, un ruolo di programmazione, anche quando esprime, spesso all'unanimità e talvolta a maggioranza, un ordine del giorno; capire che ruolo ha, anche all'esterno, questo Consiglio regionale, nell'impegnare, come noi facciamo spesso, il Presidente della Regione e la Giunta.

Discutiamo di questi tre punti (il fallimento di una maggioranza, il tentare di capire se esiste ancora una maggioranza, il ruolo del Consiglio e quindi i rapporti tra Consiglio e Giunta) e lo facciamo in un momento drammatico per la Sardegna, non a caso stiamo parlando di industria, ma potremmo fare benissimo una mozione di sfiducia a ciascuno degli Assessori, penso alla situazione dell'agricoltura in Sardegna, penso alla situazione della scuola, alle politiche del lavoro, alle politiche della sanità, inesistenti e inefficaci, in un momento drammatico.

Potremmo fare ogni giorno una mozione di sfiducia, sapendo che i sardi hanno totalmente cambiato idea rispetto a quel febbraio 2009, ma oggi parliamo di industria e quindi parliamo di un fallimento continuo, parliamo di Alcoa e di Glencore, assessore Zedda, parliamo dei brasiliani che hanno ritirato l'offerta per la Vinyls (lei ancora ci deve dire chi sono questi sardi o queste realtà produttive che in Sardegna operano e che vogliono, o vorrebbero, o sono state da voi chiamate a fare un'offerta per quanto riguarda la Vinyls), parliamo della situazione di Ottana. Ecco, noi vediamo un disastro generale e un'inadeguatezza totale, una serie di prese in giro che ha accompagnato, dalla campagna elettorale del presidente Cappellacci sino a oggi, tutte le vostre dichiarazioni, compresa la presenza di Ministri del Governo Berlusconi allora, comprese le ultime parole - proprio il 18 settembre - dell'assessore Zedda.

In questa situazione di disastro, vogliamo capire se ci sono indicazioni, se avete qualche proposta da fare, se a quegli operai, che ancora oggi sono a 110 metri d'altezza sulla torcia del PVC a Porto Torres, possiamo dire una parola oppure se ancora una volta dobbiamo dire loro che le politiche industriali in questo paese, in questa Regione, le fa l'Eni e l'Eni ha preso decisioni evidentemente ormai definitive senza alcuna linea di indirizzo da parte della Giunta regionale che non pensa neanche di inserirsi in una trattativa con il Governo, con la stessa Eni, con i commissari.

Mi chiedo se questa situazione di disastro totale è condivisa dalle cosiddette forze critiche di questa maggioranza oppure se ci sono ancora dichiarazioni programmatiche da fare, da qui al febbraio 2014; se l'U.D.C., se il Partito Sardo d'Azione, se gli altri Gruppi (che, nel frattempo, si sono formati), sono soddisfatti dell'andamento di questa Giunta regionale e se ritengono che la Giunta regionale ci stia adeguatamente rappresentando, per esempio in Italia, con le scelte che si stanno facendo e che ci vedono in questo momento protagonisti di una specialità che sta venendo sempre meno, di una specialità che si sta esaurendo anche per nostra responsabilità e che fanno dire purtroppo al Governo che forse non c'è più bisogno non solo di Regioni speciali ma forse non c'è più bisogno neanche di Regioni.

Stiamo parlando certamente di costi della politica ma stiamo parlando anche del costo di un Governo regionale che non riesce a rappresentare i cittadini, di una Giunta regionale, di un Presidente che non riesce adeguatamente a essere il capo, il presidente, la guida di una Regione. Ci chiediamo se quando il Consiglio regionale esercita il suo ruolo di indirizzo, e purtroppo non l'ha esercitato spesso in questi anni, lo esercita, come in questo caso, con un ordine del giorno (potremmo fare decine di esempi), un ordine del giorno che ha evidentemente rilevanza, rilevanza anche esterna, così come si è dimostrato in passato, di cui invece la Giunta regionale non tiene conto. Non ne tiene conto minimamente! Non penso soltanto alla situazione dell'industria, penso agli indirizzi che abbiamo dato ripetutamente sulla vertenza entrate, sulla necessità di assumere decisioni e impegni giuridici. Il presidente Cappellacci ha voluto semplicemente, in questi mesi, in questi anni, andare avanti con la forza delle sue ragioni cercando, in maniera isolata, di mostrare spesso, in un rapporto di forza con il Consiglio regionale, tutta la sua inadeguatezza.

Per cui oggi siamo qui consapevoli che neanche noi abbiamo fatto la nostra parte. Penso alle riforme, non abbiamo ancora oggi una legge statutaria, siamo indietro su quanto abbiamo detto, il mese di ottobre è ormai in corso e avevamo preso l'impegno di riformare le province, di rivedere l'architettura istituzionale. Credo che siamo fortemente in ritardo anche per responsabilità di questa maggioranza. La riscrittura del Patto con lo Stato può avvenire in questo momento di debolezza, possiamo dire la nostra con forza oppure semplicemente dobbiamo piegarci a una situazione che ci vede soccombere per nostra responsabilità? Credo che abbiamo bisogno invece soprattutto di una legge statutaria che riveda il ruolo del Presidente della Regione ma anche il ruolo dell'Assemblea legislativa, che crei i giusti contrappesi, che trovi un mix degno di questo nome, che dia forza sia al Presidente alla Regione che al Consiglio regionale, un Consiglio regionale veramente attrezzato per svolgere il suo ruolo di indirizzo, di programmazione, di controllo, certamente non un compito esecutivo.

Però, questa corrispondenza occorre soprattutto nei rapporti, credo, tra maggioranza e Presidente, un rapporto che non c'è, che non c'è stato in questi anni e che sicuramente non c'è in questo momento, bisogna prenderne atto, bisogna prenderne atto con un voto, sapendo che i sardi in questo momento di crisi attendono da noi soluzioni, non solo rappresentanza dei problemi, non solo rappresentanza di interessi. Attendono soluzioni e le attendono sulla base di progetti politici! Il Presidente della Regione si è presentato qui tre anni fa, tre anni e mezzo fa, con dichiarazioni programmatiche purtroppo vuote, ci ha detto che l'unica cosa che avrebbe fatto, sarebbe stata quella di ascoltare i cittadini, prendere le idee migliori. Ora mi pare che non ha fatto neanche questo: non ha preso le idee migliori.

Siamo di fronte a una situazione nella quale dobbiamo chiamare nuovamente i cittadini alle urne ma sulla base di progetti alternativi che vedano, da un lato, un centrosinistra compatto dire con chiarezza quali sono i punti essenziali del proprio progetto magari andando a rivedere quello che di buono abbiamo fatto in passato cercando di dare degli indirizzi che valgano non solo per questi anni ma soprattutto per la prospettiva e, dall'altro lato, un centrodestra, se ancora esiste, che dica qualcosa, che esprima, almeno con qualche linea che è mancata in questi anni, che cosa vuol fare, che cosa vuol fare della Sardegna. Finora c'è stato il vuoto, c'è stato un disastro e lo vediamo in maniera molto, molto, chiara e molto palese tutti i giorni. Riteniamo che la situazione sia insostenibile e che si debba al più presto andare alle urne; chiediamo a voi, onorevole Steri, di prenderne atto con forza sapendo che, probabilmente, dal 18 settembre a oggi, non è cambiato niente, sapendo che, in questi anni, non è cambiata la mentalità del Presidente e della Giunta. Abbiamo bisogno di autorevolezza e di progettualità, abbiamo bisogno di parlare ai sardi dicendo cose chiare, concrete, determinate.

Per questo, credo che dobbiamo oggi votare questa mozione di sfiducia, che non è semplicemente una mozione di sfiducia all'assessore Zedda, è una mozione di sfiducia a questa Giunta regionale, a questo Governo regionale. E' una mozione di sfiducia perché la volontà del Consiglio regionale, ma soprattutto la volontà dei sardi, è stata disattesa sistematicamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, la risposta che ha dato il presidente Cappellacci alla richiesta di chiarimento politico fatta dal Capogruppo del P.D. è l'ulteriore dimostrazione che questa legislatura è finita ma lei, presidente Cappellacci, non vuole prenderne atto. Una risposta che può essere letta in due modi. Una risposta arrogante, nel senso che, di fronte a una pur timida apertura, anzi nemmeno tanto timida, direi palese apertura, per capire se ci fosse l'intenzione della Giunta regionale a prendere atto e rispettare gli ordini del giorno e le mozioni approvate dal Consiglio il 18 settembre, si risponde dicendo che non si sono ancora letti i giornali! Badi, delle due l'una, presidente Cappellacci, o veramente lei, come Presidente di Giunta regionale, si può permettere (alle 11 del mattino) il giorno di un dibattito importante, in cui si chiedono le dimissioni di un suo Assessore, di non leggere neanche la stampa che scrive su questo punto o, altrimenti, veramente lei ha del Consiglio e di chi ne fa parte un concetto non certo esaltante, questo non depone sicuramente a suo favore.

Vorrei ricordare al collega Pittalis (che entra adesso in Aula) che la prima Commissione, mi rivolgo a lui anche come ex Presidente della Commissione Autonomia, è impegnata in una discussione lunga e seria sulla legge elettorale e sull'equilibrio tra i poteri istituzionali della Regione. Con molta serietà e approfondendo tutte le questioni legate a questo tema fondamentale, la prima Commissione autonomia ha approvato all'unanimità, se non ricordo male, una serie di norme che punta a riequilibrare o tenta di riequilibrare i poteri tra Presidente, Giunta e Consiglio regionale. Tutti, nessuno escluso, tutti, abbiamo rilevato che il sistema ereditato dalla legislazione nazionale è sbilanciato verso uno strapotere del Presidente e dell'Esecutivo nei confronti del Consiglio. Questo è il dato di fatto!

Caro collega Locci, lei che parla di mozioni che vengono presentate solo per colpire gli avversari politici e che vengono presentate con faciloneria e superficialità, sono parole sue, sta praticamente scagliandosi contro il lavoro che anche i suoi amici di Partito stanno svolgendo in altre sedi del Consiglio regionale della Sardegna, nella prima Commissione autonomia. Ed è un problema serio, non è né facilone né superficiale, è un problema serio che stiamo ponendo, il fatto che il Consiglio regionale, il Parlamento dei Sardi possa venire schiacciato da atteggiamenti che sono assolutamente legati a un presidenzialismo esasperato, che fa, della supponenza e dell'arroganza, l'armamentario quotidiano di attività ostile contro il Consiglio regionale.

Ebbene, la mozione pone in evidenza questo elemento, assessore Zedda. Io (come altri colleghi) posso dire che lei non è assolutamente tra gli Assessori peggiori di questa Giunta, non è sicuramente tra gli Assessori peggiori, lo ribadisco, sta di fatto però che uno degli Assessori, che non è tra i peggiori di questa Giunta, si può permettersi di fare dichiarazioni (e di non ritirarle, perché le dichiarazioni si possono fare ma si possono anche ritirare) contro il volere unanime di un Consiglio regionale. Consiglio regionale che, badate bene, con mozioni, con una in particolar modo, che vede come primi firmatari Steri, Pittalis e Artizzu, impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale, quindi anche l'assessore Zedda, oltre al Presidente, a prevedere con la massima sollecitudine di rimuovere tutte le ipotesi di cumulo di incarichi derivanti da nomine già effettuate; questa non è una mozione delle opposizioni, caro collega Locci, è una mozione firmata autorevolmente dai colleghi Steri, Pittalis e Artizzu, come primi firmatari, e a seguire tutti i consiglieri dei Gruppi consiliari.

Allora, stiamo ponendo un problema serissimo, badate bene, un problema molto serio, che attiene più che alle responsabilità dell'assessore Zedda (ancorché l'assessore Zedda abbia manifestato una certa ingenuità e superficialità nelle dichiarazioni riprese dalla stampa) a quelle del Presidente della Giunta regionale.

Apro una parentesi: di che cosa stiamo parlando? Si è detto sempre (vedi il collega Locci) che bisogna valutare le ragioni della rimozione. Badi, collega Locci, sulla vertenza Carbosulcis e sul cumulo di incarichi degli amministratori, tra Sotacarbo e Carbosulcis, le ragioni ci sono tutte, anzi ce n'è qualcuna di più anche! Se vado a guardare il bilancio della Carbosulcis e valuto l'operato degli amministratori, non è assolutamente vero, come lei dice, che la Carbosulcis ha aumentato la produttività senza assunzione di personale, il bilancio Carbosulcis 2011 dice che questa società, pagata completamente dai sardi (e anche qui ci sarebbe da disquisire, ma lasciamo perdere), ha perso 32 milioni di euro nel 2009, 35 milioni e 900 mila euro nel 2010 e 25 milioni nel 2011. Perso! La differenza tra il 2010 e il 2011 sa qual è, collega Locci? E' che il costo del personale passa dai 21 milioni e 959 mila euro del 2010 ai 23 milioni e 947 mila del 2011. Cioè, una società che fa 35 milioni di euro di debiti, che vengono pagati totalmente dalle casse regionali, si permette di incrementare del 25 per cento il suo personale! Sto parlando del 2010-2011, quindi amministratori attuali, stiamo discutendo di questi, e la mozione, sia quella del centrosinistra sia quella di Steri, Pittalis e Artizzu, parla di doppi incarichi.

Quando una mozione passa in Consiglio all'unanimità, la Giunta regionale (che si chiama "Esecutivo" non a caso, perché dovrebbe, al di là degli altri compiti che ha, eseguire le direttive dell'organismo parlamentare, cioè del Consiglio) che cosa fa o che cosa dovrebbe fare? Dovrebbe applicare immediatamente queste disposizioni. Se non lo fa, perché non lo fa? Il problema è che si tratta di un'ulteriore dimostrazione di un conflitto evidentissimo che il presidente Cappellacci ha voluto attivare nei confronti del Consiglio regionale. Questo è il problema, il problema serio che stiamo cercando di attenuare nelle prossime iniziative legislative. Io chiederò, per esempio, che la legge elettorale e le norme statutarie, che abbiamo già approvato in prima Commissione, vengano portate velocemente in Consiglio regionale per l'approvazione, anche perché in questo modo avremo modo di discutere di questo tema partendo anche da iniziative come questa, che è nata da una mozione del Consiglio regionale non rispettata e non attuata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, credo che non sfugga a nessuno che questa è una mozione (che peraltro io non ho firmato e non avrei neanche firmato) di censura politica, quindi il contenuto è esclusivamente un contenuto politico. Ho preso già le distanze un'altra volta da simili mozioni, lo rifaccio adesso magari con motivazioni diverse, tant'è che, se di censura politica si doveva parlare, credo, e l'invito lo avevo fatto il giorno che si era costituito il Gruppo "Sardegna è già Domani" (che nasce non per l'incapacità o per un fatto politico legato a uno degli Assessori, ma nasce per motivazioni completamente diverse), ebbene, in quella circostanza, invitai il collega Giampaolo Diana a presentare una mozione di sfiducia, sì, ma nei confronti del Presidente della Regione. Credo che poco senso abbia oggi discutere sollevando una censura politica nei confronti dell'assessore Zedda.

Vedete, il nostro Regolamento, che è un Regolamento aggiornato, secondo me, è datato. Perché dico che è datato? Perché fa riferimento a una censura politica, che va votata dall'Aula, risentendo del fatto che, a suo tempo, gli Assessori non venivano nominati dal Presidente della Regione, ma venivano proposti dal Presidente della Regione e, come tali, venivano votati in quest'Aula, e, quando c'era una sostituzione, la sostituzione veniva votata da quest'Aula.

Oggi il discorso è completamente diverso. Non a caso l'assessore Zedda è la quarta Assessore dell'industria, mi pare di ricordare, che si avvicenda in una materia così complessa e difficile che, per responsabilità certamente del presidente Cappellacci, ma credo per responsabilità che tutti quanti negli anni si sono dovuti portare appresso, si trova a ricoprire un incarico che è in assoluto il più difficile. L'assessore Zedda se può essere imputata di un qualcosa è quello di essere dotata di una buona, tra virgolette, dose di incoscienza, tant'è che credo che nessun altro avrebbe accettato di fare l'Assessore dell'industria in un momento particolarmente difficile, ancora più difficile oggi visto che il presidente Cappellacci affida questa delega, poi tratta con il Governo, tratta con le società, tratta con le compagnie che si presentano volta per volta, ma poi a tirare fuori le castagne è sempre una sola persona: l'Assessore dell'industria, che si presenta. Bisogna ammirarla per questo!

Ecco perché ho parlato di una buona dose di incoscienza, perché quella incoscienza io non l'avrei mai voluta avere e non l'avrei mai avuta, perché si attira le antipatie, le ire di una regione, di un Consiglio regionale, pur sapendo essa stessa che la responsabilità non è la sua e non può essere la sua, perché le responsabilità sono da individuare in altro, le responsabilità sono da individuare nel fatto che, dopo tre anni, ma direi dopo otto anni, ancora non si è pensato a un sistema diverso dell'economia della Sardegna. Siamo ancora qui a discutere sulla Carbosulcis, su aziende decotte, senza che, per nessuna di queste, sia stata in qualche maniera trovata la soluzione. C'è un corri corri di brasiliani, di indiani, di thailandesi che si avvicendano nei tavoli del Ministero, di Villa Devoto (non solo quelli, peraltro, a Villa Devoto), si avvicendano e c'è una rincorsa; poi salta il tavolo con Glencore e interviene Passera per dire che forse ci sono altre possibilità e il giorno dopo smentisce se stesso dicendo che il prezzo dell'energia che è stato chiesto è fuori dai canoni dell'Unione europea. Ma lo sapevamo tutti quanti! Non c'era bisogno di un grand'uomo com'è il ministro Passera per dirci queste cose!

Faccio questi ragionamenti perché non c'è, da parte del Presidente della Regione, una prospettiva di sviluppo diverso da quello che abbiamo conosciuto e conosciamo, che è la più grande iattura che la Sardegna si porta appresso. Allora, non riuscendo a risolvere questi problemi, continuiamo a fare tavoli, a cercare di discutere il problema con ordini del giorno, con mozioni e l'assessore Zedda è qui a farne le spese e non dovrebbe farne le spese. Il Gruppo "Sardegna è già Domani" non ha ancora deciso come voterà questa mozione. Io non l'avrei presentata e se avessi presentato una mozione, forte dei numeri che ha il centrosinistra, la mozione l'avrei presentata ma per il Presidente della Regione, non per l'Assessore! Altrimenti chi più chi meno ha ragione per pensare di presentare una mozione contro tutti i componenti della Giunta, perché per un verso o per l'altro abbiamo sempre motivazioni di lagnanze e lamentele, ma così non risolviamo il problema.

Il problema è un altro. E' un problema di manico, onorevole Giampaolo Diana, è il manico che non funziona! Cioè non abbiamo un Presidente che ha la forza di dire quello che aveva detto la Thatcher negli anni 70-80: "Le miniere si chiudono!". Ma perché aveva detto che le miniere si chiudevano? Perché aveva totalmente rivisto la politica industriale dell'Inghilterra e l'aveva trasformata, ma c'era un'idea! Qui non c'è l'idea! Qui c'è l'idea che ancora bisogna bisticciare per capire, onorevole Locci, se i cento dipendenti assunti nella legislatura precedente dovessero essere assunti o meno, però circola la voce che già adesso si stia provvedendo a fare altre assunzioni o ci sarebbe la volontà di fare altre assunzioni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue DIANA MARIO.) La realtà è che la Regione Sardegna spende 50 milioni di euro all'anno per questa situazione. E' possibile che 50 milioni di euro all'anno non siano sufficienti per trovare un modo diverso per creare economia in quel territorio e in tutti i territori della Sardegna? Ci vuole molto a pensare che i sardi di questo sono stanchi? Certo è che non metto in dubbio la grande voglia di un territorio oberato dalla disoccupazione, dal disagio sociale, con i sindacati che si affannano, li riconosciamo tutti questi problemi, ma che ci sia uno che si svegli per dire: "Signori, da questo momento cambiamo pagina!".

L'unica cosa che il .Presidente della Regione può dire è che ha messo in ballo 370 milioni di euro per il piano del Sulcis. Benissimo! Se i 370 milioni di euro per il piano del Sulcis servono a mettere fine completamente a queste disgrazie, sono d'accordo con il Presidente della Regione, ma se questo Consiglio regionale, ancora oggi, non capisce e non sa di che cosa stiamo parlando, allora il problema non può essere addebitato all'assessore Zedda, che io considero, oltre che un'amica, una persona che certamente si impegna e si impegna tantissimo, ma a che pro? Si è impegnata tanto per far sì che il centrosinistra presentasse una mozione di sfiducia? Una mozione di sfiducia che, come ha detto il collega Capelli, aveva altri presupposti, e quelli dovevano essere i presupposti, invece siamo qui a discutere e a creare in questa giornata, giornata che, da un lato, è una seduta obbligatoria, da un altro lato è stata funestata da una notizia che abbiamo appreso solo durante l'Aula, per il resto stiamo mettendo sotto accusa una buona dose di incoscienza.

Mi chiedo quale sarebbe stata la soluzione migliore, dopo che non si è chiusa la vicenda Vinyls, che non si chiude la vicenda Carbosulcis, che non si chiude la vicenda Alcoa, che la Rockwool non sappiamo che fine farà, che a Ottana sta scoppiando un pandemonio, beh, di fronte a questa situazione, Assessore, certamente non avrei aspettato la mozione di sfiducia. Sarei andato dal Presidente e gli avrei detto: "Caro Presidente, ferma restando la fiducia mia e delle persone che mi sostengono in Consiglio regionale, ciò nonostante le restituisco pari pari le deleghe che lei mi ha affidato e se le sciroppa lei, caro presidente Cappellacci, va lei in mezzo ai sindacati, va lei in mezzo ai dipendenti, non posso essere io a farmi carico di questo".

Termino dicendo che questo carico che l'assessore Zedda si porta appresso, siccome è una persona seria e probabilmente continuerà nel suo mandato…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, per quale ragione è stata presentata la mozione?

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) La mozione è stata presentata perché, la stessa sera del voto, un voto certamente non unanime, ma un voto del Consiglio regionale, quindi un voto che ha visto prevalere le opposizioni con una larga astensione di tutta l'area centrista dello schieramento politico, la sera stessa in cui il Consiglio regionale decideva di chiedere la rimozione del management di Carbosulcis, l'Assessore dichiarava la fiducia della Giunta, come dire, apriva, Assessore, uno scontro istituzionale tra il Consiglio e la Giunta. A questo si aggiunga che più volte l'intero Consiglio, anche unanimemente, si è manifestato contro la duplicazione degli incarichi e, nel caso del management di Carbosulcis, c'è duplicazione di incarico. Allora anche questo andrebbe aggiunto. Ma questo comportamento, come dire, è episodico? No, non è un comportamento episodico, è la regola che è stata instaurata dal Presidente della Regione! Noi abbiamo votato unanimemente due ordini del giorno, il numero 76 e il numero 80, sulla vertenza Sardegna, e poi abbiamo votato una mozione, primo firmatario il sottoscritto, sulla vertenza Sardegna, anche quella unanimemente, apprezzata anche dal collega Pittalis come Capogruppo di maggioranza. Il Presidente ha deciso che quello che è scritto in quei due ordini del giorno e in quella mozione non deve essere seguito. Noi gli chiedevamo di aprire, di pretendere di aprire un tavolo di confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla vertenza Sardegna nel suo complesso, mettendo ovviamente l'accento sulle priorità che riguardano lo smantellamento del settore industriale, le gravi crisi aziendali di Alcoa, di Vinyls e di altre che ce ne sono e che abbiamo subito, è inutile fare l'elenco, dalla Keller alla Rockwool, dalle vicende di Ottana a quelle di Porto Torres. Per riuscire a ottenere questo tavolo, abbiamo chiesto che si organizzasse una mobilitazione, si promuovesse una mobilitazione generale, istituzionale, politica, sociale della Sardegna e dei sardi; la risposta del Presidente è stata quella di polverizzare le vertenze in tavoli tecnici assolutamente inconcludenti che non hanno portato alcun risultato degno di nota, che hanno mantenuto la Sardegna in una situazione di crisi pesantissima, più elevata di quella di altre Regioni d'Italia anche del Mezzogiorno con un trend assolutamente devastante per le condizioni della nostra comunità.

Occupazione e disoccupazione sono a indici ormai insostenibili, decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione in deroga o in lista di mobilità, assistiti da ammortizzatori sociali sempre più difficili da conquistare, la partita delle entrate assolutamente irrisolta, non parliamo poi della richiesta che abbiamo fatto più volte di rivedere i vincoli del Patto di stabilità per consentire a questa Regione di spendere qualche cosa di più. Rammento al Presidente della Commissione che su questo abbiamo fatto le riunioni, abbiamo tentato le convergenze, ci siamo resi disponibili come opposizione a lavorare insieme in quella direzione, la risposta è stata: no, no, no! Cioè la Giunta contrasta il Consiglio, solo la Giunta sa quello che è giusto fare, il Presidente decide che si devono mantenere i doppi incarichi, il Presidente e l'Assessore decidono che, all'indomani, anzi la sera stessa di una votazione del Consiglio regionale, va mortificato l'esito di quel voto; c'è un disprezzo per l'istituzione, per i valori democratici, per la cultura democratica e autonomista di questa Regione che non si è mai visto, mai visto!

Assessore, chiediamo le sue dimissioni ma dicendo Zedda vogliamo intendere Cappellacci! Diciamo Zedda ma vogliamo intendere Cappellacci perché è venuto il tempo che questo Consiglio regionale sia dimesso da un atto di responsabilità del Presidente che lo disprezza! Lei lo disprezza, Presidente, e ha un modo, quello sano, quello che verrebbe capito da tutti i sardi, perché questo Consiglio venga sciolto e venga sciolto in tempi record: deve presentare una letterina di dimissioni! Insieme al suo obiettivo, cioè dare un giudizio negativo a questo Consiglio regionale in modo definitivo, ne coglieremo uno anche noi, che diamo un giudizio assolutamente negativo sulla sua Giunta e sulla sua Presidenza, cioè esattamente quello di poter eleggere finalmente un nuovo Presidente della Regione Sardegna, di poter dare una guida autorevole, sul piano morale, politico e sul piano soprattutto amministrativo, a questa Regione.

Potremo cioè vedere le leggi che sono approvate e applicate e non osteggiate, vedere gli indirizzi che vengono dati dall'Assemblea dei sardi finalmente adempiuti, potremo vedere forse anche un riordino della macchina amministrativa, una macchina amministrativa dove le società, le controllate, le partecipate della Regione non siano governate dai soliti noti, dalle stesse persone. Abbiamo avuto l'opportunità, Presidente, di dirglielo in tante occasioni, mi viene da pensare intanto e per intanto e di ricordare, l'ha fatto già il collega Capelli, la vicenda del dottor Mariani, con un voto unanime anche qui del Consiglio regionale, le risoluzioni che abbiamo fatto nella Commissione d'inchiesta, che sono state votate in Consiglio regionale. Mi viene da ricordare, Presidente, e vorrei che se lo segnasse, che io capisco benissimo che ci sono anche dei geni che possono fare tante cose, ma è possibile che non riusciamo a trovare due amministratori degni di gestire l'SBS e l'INSAR che non siano la stessa persona? Per queste ragioni, noi voteremo la mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI). Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, sarò molto sintetico nell'esprimere la posizione dell'U.D.C. sarda sulla mozione oggi in discussione, essenzialmente perché non voglio ribadire nuovamente in quest'Aula quello che ho detto una decina di giorni fa in riferimento alla questione ALCOA e anche perché davvero ritengo che sia giunto il momento di interrompere questo inutile flusso di mozioni, dichiarazioni, deliberazioni di indirizzo e finalmente fare delle cose di buon senso con la massima urgenza.

Sulla mozione dei colleghi Diana e più davvero non c'è molto da dire. Pur non condividendola, riconosco che l'opposizione fa il suo lavoro, ma c'è modo e modo di esercitare le proprie funzioni; di certo pensiamo che le mozioni debbano avere una valenza politica e non possiamo apprezzare gli attacchi personali soprattutto in un momento politico così difficile in cui la politica industriale rimane una delle prime emergenze dell'isola anzi, per essere più concreti, la più importante.

Dico subito che noi voteremo convintamente contro, posto che la cultura giustizialista non ci è mai piaciuta e non l'abbiamo mai condivisa nemmeno quando era facile farlo, anzi molto facile farlo, e avremmo davvero potuto in quelle circostanze fare molto di più di quello che si sta facendo oggi. Altro che parlare, come fa oggi la stampa poco informata, di accordo che sa di ricatto: nessun accordo, nessun ricatto, neanche alcuna interlocuzione su questo problema fra il Presidente e il mio Partito. Le mozioni di sfiducia personali non si giocano su presupposti così labili, lo dico per questa mozione e per altra che, se le voci che mi giungono (e sarebbe una stoltezza) sono vere, sarà proposta "spintaneamente", lo dico un'altra volta, "spintaneamente", contro il nostro assessore Sergio Milia nei prossimi giorni.

Sulla mozione non voglio dire altro, intendo invece soffermarmi sulle questioni che la mozione evoca oltre che ribadire che è urgente, urgentissimo, mettere mano al riordino degli enti, dei consigli di amministrazione, delle incompatibilità funzionali a cui avevo fatto riferimento, alle macchine blu, che sono però un caposaldo del mio Partito e mio personale, che ho sempre sostenuto da oltre un anno in Giunta regionale, anche contro i miei stessi amici di Partito in Giunta.

Come già detto solo qualche giorno fa, ripetiamo che gli enti vanno accorpati, riorganizzati, ridotti, le figure che li amministrano non possono, per quanto capaci e brillanti, ricoprire più incarichi contemporaneamente, tanto più quando questi incarichi sono un'evidente, l'ho detto l'altra volta, situazione di conflitto di posizioni. Il riferimento non è certo casuale, lo capiscono tutti. A questo riguardo, perché lo dico? Perché non c'è una mozione che ha avuto la maggioranza, cominciamo a chiarire anche questo, la mozione ha preso 25 voti contro 21, ma con l'astensione di 9 rappresentanti del mio partito, cioè determinanti per poter capovolgere qualunque risultato. Ma queste non sono le uniche situazioni che richiedono un intervento urgente del Governo regionale.

Signor Presidente, la pur commendevole delibera di indirizzo, che abbiamo approvato solo qualche giorno fa in Giunta, deve ricomprendere anche le molte società in liquidazione in cui però, mi si perdoni la battuta, assessore Zedda, perché gliel'ho detto più volte, la liquidazione si deve essere solidificata, posto che dura da vent'anni.

Allora noi richiamiamo la maggioranza e anche i sostenitori referendari a un'attività: i consigli di amministrazione vanno in alcuni casi eliminati, in alcuni casi ridotti. Adesso spiego perché devono essere ridotti. Nel caso in cui c'è la presenza dei rappresentanti dei comuni, per citare alcuni esempi, è chiaro che va modificata la legge, non è che i rappresentanti dell'Ente foreste, dell'AREA, eccetera, vengono nominati dal Consiglio delle Autonomie locali, è evidente che ci vuole una norma che modifichi. Così vengono modificati, in molti casi ridotti, e sostituiti con questo amministratore unico, come abbiamo già fatto un po' di imperio e celermente alla Carbosulcis e con la rapidità più veloce del suono dall'Igea (andava fatto in tre mesi? L'hanno fatto in dieci giorni).

Assessore dell'industria sono davvero molti i consigli di amministrazione, sottoposti alla sua vigilanza, che abbisognano di una sfoltita e di una sforbiciata. Ad esempio, mi pare di ricordare che, in questi giorni, è già scaduto, ci sia da rinnovare l'organo di governo, la Presidenza della FORGEA, va discussa, non sono delibere che volano, o atti dell'Assessore competente, va anche questo discusso! Che cosa attendiamo? Vogliamo sempre arrivare fuori tempo massimo? Ora la discussione di oggi comunque scaturisce dalla nostra antica iniziativa politica che vuole…

(Interruzione)

Devi dare il concerto, Assessore, se non lo sai, devi dare il concerto per nominare il Presidente!

Dicevo che la discussione di oggi comunque scaturisce dalla nostra antica iniziativa politica che vuole e cerca un riordino delle spese e dei consigli di amministrazione. Ebbene, noi avremmo gradito che il discorso fatto negli scorsi giorni fosse scaturito almeno nel riordino della situazione della Carbosulcis, anzi speriamo che questo venga fatto immediatamente. Nella storia di questo istituto autonomistico non è mai successo che uno è presidente di un ente, cioè la Sotacarbo, va in pensione o si licenzia il direttore, lo si sostituisce, ma nella provvisorietà, non ci rimane a vita! Questo va corretto, ma va corretto subito! Non è concepibile un affare di questo genere.

Ho riportato un aneddoto alla stampa, ne voglio citare un altro adesso in questa Aula, sull'amico Emanuele Sanna. Per dire la forma: la forma vostra non è la forma nostra, noi ragioniamo in un'ottica diversa. Allora, è stato ricordato Emanuele, mio grande amico dagli anni sessanta, con me e con molti altri amici, anche autorevoli esponenti del Consiglio regionale, ha fatto significative battaglie, si è laureato in medicina, sono amico fraterno della sua famiglia, è stato Presidente del Consiglio, era questore, un elemento di grande valore. Però voglio ricordare che cosa mi fece lui, sempre in funzione di questi attacchi personali, nonostante il nostro rapporto, da allora sino a oggi, con lui e con la sua famiglia. Fui nominato, negli anni '80, dal Ministro Misasi, Presidente dell'Ente lirico; chi è che mi fece l'interpellanza? Il mio più caro amico Emanuele Sanna. Ma non Emanuele Sanna, sempre "spintaneamente"! E io che cosa feci? Mi dimisi! Assessore, mi dimisi il giorno stesso e dissi in quest'Aula, è riportato dagli atti, che avevo buttato una pietra nello stagno, sperando che altri facessero altrettanto, gli altri non hanno fatto altrettanto. Questo è un fatto agli atti di questo Consiglio regionale.

Bene, voglio dire anche una cosa sulla mozione. Secondo me, non è esatto dire che "la Giunta regionale non è riuscita a predisporre un progetto esecutivo per bandire la gara europea…", non è da oggi, è da vent'anni che non ci riesce, a partire dal gassificatore in poi non c'è mai riuscita, bisogna ovviamente cercare di riuscirci. Così come mi piace dire in faccia le cose che devo dire, anche per quanto riguarda l'"impegna il Presidente", meglio avrebbe fatto l'Assessore a non fare dichiarazioni subito dopo, è stato ricordato. Così come la invito a dire quel complemento oggetto, altrettanto le dico che non faccia dichiarazioni come quelle di ieri alla stampa, e parli meno, meno degli altri e più di se stesso.

Comunque in tempi di crisi come questi, noi riteniamo che risparmiare non pochi soldi, i denari che recupereremo dai consigli di amministrazione, sarà utile non solo alle casse regionali, ma soprattutto ai cittadini, per dare un segnale forte. E il segnale forte è quello di essere coerenti con le cose che si dicono e che bisogna fare. Noi le abbiamo fatte, così come non abbiamo gradito oggi sul giornale che si dicesse che bisogna interessarsi più dei grandi problemi e meno dei consigli di amministrazione o degli enti. Non riguarda noi certamente, riguarda altri! Quindi eviterei, anche perché è virgolettato, di fare dichiarazioni di questo genere, che sono lesive della dignità e della correttezza. Non c'è scritto chi le ha fatte, chiedete pure al giornalista. Sta di fatto, però, che non accettiamo lezioni da parte di chicchessia. Comunque il mio Partito voterà contro la mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). In verità, devo dire che apprezzo i toni davvero pacati, sobri, che, su una mozione che ha una valenza politica anche di notevole spessore, sono stati fin qui utilizzati. A iniziare dalla stessa relazione dell'onorevole Giampaolo Diana, lo dico senza retorica. Ho apprezzato la prima parte della relazione nella quale il collega Giampaolo Diana ha messo in evidenza come i problemi del Sulcis Iglesiente, del declino industriale, le difficoltà che oggi quel territorio vive e affronta, non sono, lo ha detto lui testualmente, fatto addebitabile a responsabilità di questa Giunta regionale e dell'assessore Zedda. Ha messo bene in evidenza un dato, che noi condividiamo, che è la troppo sovente assenza di uno Stato che è intervenuto e interviene solo quando purtroppo i buoi sono scappati dalla stalla, forse in questo ci sono responsabilità politiche anche delle Giunte che si sono alternate nel corso di questi lustri, ma sarebbe un esercizio soltanto verbale se noi dovessimo ora ripercorrere le responsabilità, non mi interessa anche soltanto domandarci per esempio dov'era l'assessore Rau, non ci aiuterebbe a risolvere nessuno dei problemi.

Ho apprezzato, da questo punto di vista, l'illustrazione che è stata fatta, però debbo subito dire che non ho apprezzato le conclusioni cui è pervenuto perché, se tutta la premessa è vera, come riteniamo sia vera, non si capisce quale sia allora la responsabilità dell'Assessore dell'industria rispetto a una serie di vertenze, compresa quella che interessa nello specifico la Carbosulcis; davvero non ne comprendiamo appieno il significato.

Debbo dire che, sul piano politico, ringrazio l'onorevole Giampaolo Diana perché dà la possibilità, alla luce del sole, di verificare se questa maggioranza esiste. Oggi è un banco di prova per la maggioranza perché è un atto politico, com'è stato ricordato, e noi ne manteniamo una valenza politica perché se dovesse questo Consiglio votare questa mozione di sfiducia, un secondo dopo saremmo noi stessi i primi a invitare l'Assessore ad andarsene. Ma, per le cose che sono state dette e che condividiamo in grandissima parte anche da chi, per ultimo, mi ha preceduto, riteniamo che il problema, colleghi, per affrontare la situazione di crisi industriale di un territorio, non passa attraverso la scorciatoia della richiesta di revoca della delega assessoriale. Non si può, come ha fatto oggi l'onorevole Uras, venire a dire che c'è un vulnus della democrazia.

Vedete, se all'assessore Zedda fosse stato imputato che non si occupa abbastanza delle vertenze sarde, che non è spesso a Roma per occuparsi ora di Vinyls, ora di Ilva, ora di Portovesme, di Ottana o di tutte le altre piccole o medie vertenze che sono sul tavolo al Ministero e all'Assessorato dell'industria, su questo avremmo aperto un confronto di merito, ci saremmo sicuramente scontrati su qualche punto, forse avremmo insieme individuato anche qualche utile soluzione o consiglio da dare all'Assessore. Ma di tutto questo non si è parlato, si è semplicemente equivocato su una dichiarazione che l'assessore Zedda avrebbe fatto a un giornale con riferimento all'attuale struttura amministrativa e organizzativa della Carbosulcis.

Se fosse nella disponibilità dell'assessore Zedda mandare via il Direttore generale della Carbosulcis, al limite oggi gliene avremmo potuto chiedere conto. Però, non si può far finta di ignorare che il Direttore della Carbosulcis lo nomina il Presidente dell'allora Consiglio di amministrazione perché, com'è stato bene ricordato, la Giunta Cappellacci ha dato già una prima attuazione al deliberato conseguente dai referendum, eliminando il Consiglio di amministrazione e nominando un amministratore unico; in capo all'amministratore, è la nomina e la revoca. Quindi non è un atto dell'Assessore dell'industria.

Così come mi riesce davvero difficile ricordare che si può essere attentatori della democrazia a fasi alterne perché, non me ne voglia il presidente Soru, lei ricorderà quando, nella scorsa legislatura, fu istituita una commissione d'inchiesta e quella commissione d'inchiesta individuò delle responsabilità non sul piano giudiziario, quello è il lavoro che hanno fatto i magistrati, ma sul piano amministrativo e sul piano politico. Per quella vicenda della Saatchi & Saatchi chiedemmo, mi pare all'unanimità, che il Presidente della Giunta regionale cacciasse via il Direttore generale della Presidenza, non per farne un attacco politico, ma perché emergevano dagli atti delle responsabilità chiare. Chiedo all'onorevole Giampaolo Diana e a tutto il centrosinistra (che oggi denuncia un vulnus della democrazia): che cosa si fece allora? Lo ricorderete: fu una questione chiusa nel dimenticatoio perché allora il Presidente valutò che sussistesse un rapporto di fiducia, talmente stretto e convinto, che il Direttore generale rimase fino alla fine della legislatura.

Oggi voi vi scandalizzate perché noi chiamiamo a rispondere l'assessore Zedda, di che cosa? Di un qualcosa rispetto al quale, davvero, colleghi, non c'entra assolutamente nulla! Mi sarei aspettato una contestazione, una censura sul merito delle vertenze, perché gli atti hanno una valenza politica da questo punto di vista, e non perché ha fatto un commento ai giornali, sui commenti ai giornali mi pare che non possiamo neanche costruire un utile e proficuo confronto.

Ecco perché penso che oggi avremmo potuto davvero evitare che il Consiglio si intrattenesse in una discussione rispetto alla quale non so quanto possa appassionare chi sta fuori da questo Palazzo, non so quale utilità veramente possa avere; ne comprendo tutte le ragioni politiche, l'opposizione fa la sua parte, però, ripeto, ringrazio ancora le opposizioni perché oggi danno una dimostrazione chiara per poter verificare se una maggioranza politica c'è, come riteniamo ci sia. Aggiungo, alle dichiarazioni già fatte da chi mi ha preceduto, che il Gruppo P.d.L. respingerà convintamente questa mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, l'ironia della sorte mi porta a parlare pochi secondi dopo l'intervento del Capogruppo del Partito della Libertà, onorevole Pittalis, il quale, con la leggerezza che lo contraddistingue, interviene ancora su storie del passato, dolorose dal punto di vista personale, io credo che sarebbero dovute essere considerate dolorose, anche dal punto di vista collettivo, per questo Consiglio regionale. Ancora pochi secondi fa, per parlare di questa mozione di sfiducia dell'Assessore dell'industria, ha sentito la necessità di riferirsi al caso Saatchi, al fatto che ci fu una Commissione d'inchiesta in questo Consiglio regionale, al fatto che ci fu un processo durato degli anni…

(Interruzione del consigliere Pittalis)

SORU (P.D.). Se vuole, signor Presidente, gli dia i miei minuti e anche il mio microfono. Decida lei che cosa fare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Soru, continui.

Come si aziona il microfono del Presidente, il tempo si blocca, quindi ha tutto il suo tempo a disposizione.

SORU (P.D.). La ringrazio. Quindi, quando tocca a te, posso ancora continuare a parlare io! E' un passo avanti!

Dico doloroso perché quel processo, per il quale sono stato assolto, è durato tre anni, e doloroso perché, fra qualche settimana, il 6 novembre, dovrò tornare in appello. In Consiglio regionale, per un processo che per ora e spero poi definitivamente sia concluso con l'assoluzione delle parti interessate, mi aspetterei che, prima o poi, possa sorgere una parola di scusa, piuttosto che un ulteriore accanimento, anche per meri espedienti retorici.

Detto questo, provo a parlare della mozione, mi tocca parlare per ultimo, ancora casualmente, non voglio prendere la responsabilità di nessuno. Questa mozione è stata presentata certamente nel nome dell'Assessore dell'industria, ma non perché si voglia fare del giustizialismo sull'Assessore dell'industria e non per sottolineare una sua particolare incompetenza. Credo che l'Assessore dell'industria sia mediamente competente, come sono mediamente competenti i componenti di questa Giunta, in cui si sono avvicendate - credo - trentaquattro persone, con una velocità che non si era forse mai vista in questo Consiglio regionale. Le competenze certamente non ci sono state spiegate quando le nomine sono state fatte, per cui magari non riesco adesso a ricordare particolari competenze nelle attività pregresse dell'Assessore dell'industria, così come non le ricordo in tanti altri Assessori che hanno manifestato l'intenzione di imparare, di imparare in fretta, però qui non sono più tempi per imparare o per andare a scuola, qui sarebbero stati tempi per incidere in maniera rilevante sulle cose che occorre fare in Sardegna.

La mozione è stata presentata per l'Assessore dell'industria, naturalmente per manifestare un'insoddisfazione generale per l'intera Giunta regionale, e quindi per il suo Presidente, ma anche per manifestare, pur nella consapevolezza che la situazione è difficile e pur nella consapevolezza che, come diceva il collega Diana, è stata coraggiosa e quasi incosciente ad accettare quella nomina come quarta nella fila dei precedenti nominati a questa responsabilità, pur in questa consapevolezza vogliamo sottolineare che ci sono stati degli errori gravi in questa legislatura nel modo in cui le vertenze industriali sono state condotte. C'è un errore grave nel modo in cui è stata condotta la vertenza, ad esempio, della Mineraria Silius: sono passati più di tre anni, per fare un bando che ormai era stato avviato e per riaprire finalmente una miniera il cui minerale, la fluorite, l'Unione europea ha dichiarato essere un minerale di valore strategico oltre che tutti i giacimenti in Europa devono essere tutelati, diversamente da quello che si pensava nel passato.

Non è vero, come l'onorevole Oppi ricordava, che dalla gassificazione in poi non è stato fatto alcun bando su quella miniera: nella passata legislatura è stato fatto un bando che ha visto la partecipazione nella prima selezione, ed è stato fatto un bando la cui fase finale poi non ha avuto successo perché nel frattempo il Governo del Paese non era riuscito a far chiarire in maniera definitiva la possibilità di mantenere un CIP6 per la centrale che sarebbe dovuta essere alimentata dal carbone. Non è certamente colpa dell'Assessore attuale se quel chiarimento non c'è stato, certamente è stata colpa anche di questi tre anni e mezzo se non si è riusciti ad arrivare all'epilogo di quella vicenda.

Noi abbiamo fatto la nostra parte, non ci siamo riusciti neanche noi in quei pochi mesi di legislatura di centrosinistra che ha visto il Ministro Bersani con la responsabilità, all'epoca, dello sviluppo economico; ma la strada era stata tracciata, il bando era stato fatto e si trattava di modularlo e di migliorarlo, se non poteva essere fatto, bisognava magari approfittare del fatto che, nei primi mesi del 2009, scadeva un contratto precedente con l'Enel che stabiliva le quantità e le modalità con cui l'Enel doveva assorbire il carbone della Carbosulcis e anche le condizioni di cui l'Enel poteva usufruire della Carbosulcis, o dei siti della Carbosulcis, per scaricare ceneri e gessi (modalità e prezzi). Magari, non riuscendo a scardinare le decisioni dell'Unione europea, forse avremmo potuto per tempo impegnarci a rivedere una norma nazionale che vuole che il carbone del Sulcis non possa uscire dalla provincia del Sulcis e non possa essere utilizzato in altre zone d'Italia, comprese altre zone della Sardegna, e far sì che finalmente quel traguardo di 800.000 o 1.000.000 di tonnellate potesse essere raggiunto e mettere in sicurezza quei posti di lavoro.

Collega Locci, lei ha le idee chiare e alle sue idee chiare è capace di asservire la realtà e di trasformarla completamente. Nel passato, la miniera del Sulcis era chiusa, l'abbiamo riaperta nella passata legislatura ed è tornata a produrre circa 300 mila tonnellate. Quando una miniera produce rispetto a quando una miniera è chiusa, come accade ora, è evidente che la produttività era più alta allora che prima; così come, per questa politica dei paradossi che va di moda adesso, in particolar modo in Sardegna, se uno è accusato di qualcosa, si trasforma la realtà e si dice esattamente il contrario. Noi tornammo ad assumere circa 120 persone, che riaprirono la miniera perché andarono sotto terra insieme alle macchine, tornarono a estrarre carbone da quella miniera, è invece di questi mesi, di quest'ultimo periodo, il fatto che si sia tornati a fare assunzioni che sono state dettate più dalla necessità di favorire il buon esito delle elezioni a Iglesias che il buon esito della produzione; si è tornati ad assumere delle persone per andare negli uffici amministrativi invece che per andare a fare i minatori. Quindi la realtà è esattamente il contrario di quello che lei racconta!

Così come, Assessore, capisco quali sono le responsabilità formali ma non mi nascondo che ci sarà persino una interlocuzione istituzionale che va dal Presidente, alla Giunta, alle persone che governano la Carbosulcis, siano essi nel consiglio di amministrazione siano essi ormai amministratori unici e così via, ma volevamo sottolineare che era assolutamente inaccettabile, nelle difficoltà del contesto, vedere delle nomine di persone totalmente incompetenti, di ragazzi totalmente incompetenti, totalmente fuori dalla storia, che avevano l'unico merito forse di aver procurato cinquanta tessere per definire il congresso provinciale del Partito della libertà! Queste cose rappresentano momenti che contribuiscono a uno stato di prostrazione verso la politica in cui ormai tutti versiamo.

Questo dibattito oggi è funestato dalla notizia grave della morte di Emanuele Sanna, Presidente di questo Consiglio negli anni '80, nello stesso momento in cui Mario Melis era alla guida della Giunta regionale, per entrambe queste figure è stato un momento alto dell'autonomia regionale, del dibattito politico, del livello di aspirazione e di volontà che la politica sarda rappresentava, con conquiste importanti ma, cosa ancora più importante, forse con una volontà e un'aspirazione maggiore…

PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, cari colleghi, consentitemi, prima di entrare nel merito della discussione della mozione, di ribadire, l'ho fatto forse all'inizio in un modo che è stato ritenuto un po' brusco, ma consentitemi di tornare sull'argomento per dire (l'ha già fatto l'onorevole Oppi ma lo voglio dire anch'io) che non sempre quello che leggiamo sulle cronache dei giornali corrisponde a verità e, nel caso specifico, non c'è stato alcun tipo di accordo, anzi non c'è stata neanche occasione di parlare di questo tema perché ci siamo certo parlati nei giorni scorsi ma, grazie al cielo, i temi sui quali ci confrontiamo sono temi di altra natura, un pochino più alti e più finalizzati e diretti all'esame delle problematiche che stanno alla base di quello che oggi ci troviamo a discutere, ma non degli aspetti formali bensì degli aspetti di sostanza, quelli legati alla ricerca delle soluzioni.

Ho cercato di ascoltare con attenzione le motivazioni di questa mozione ma mi sono trovato in una condizione che, com'è stato richiamato da qualcuno, ho trovato, trovo più surreale che reale. In certi interventi poi sembrava di sentire quei due minuti di odio di "1984" (Nineteen Eighty-Four) di George Orwell, quel momento di odio collettivo che si doveva a tutti i costi rivolgere nei confronti di qualcuno perché così il regime diceva che era giusto fare, era opportuno fare.

Mi è stato, ci è stato spiegato nell'introduzione della mozione che la ragione non è riferibile all'attività dell'Assessore in quanto tale, ovverossia non è una mozione che vuole censurare l'operato dell'Assessore, certamente non è una mozione che vuole censurare una serie di problemi, di limiti con i quali ci troviamo a dover operare e che impediscono la soluzione dei problemi, bensì si tratta o si tratterebbe semplicemente di una sfiducia che viene portata per la cosiddetta assenza di rispetto verso il Consiglio, questo Consiglio che, com'è stato detto più volte, assume solenni decisioni che non vengono rispettate dalla Giunta, dal suo Presidente e dagli Assessori.

E i termini "solenni", "importanti decisioni", "suprema assemblea", "massima istituzione" ricorrono, ricorrono spesso, sono ricorsi spesso in questi interventi e si dicono dandosi anche un certo tono, cercando, come dire, di accompagnare queste parole, questo esercizio lessicale, con una postura di circostanza e anche con molta retorica.

Bene, onorevole Diana, ma lei è davvero sicuro, è consapevole di sapere che che cos'è una istituzione? Lei ha una consapevolezza vera di quella che è un'istituzione quindi conseguentemente di quelli che sono i principi che sottendono al…

(Interruzioni dei consiglieri Giampaolo Diana e Antonio Solinas.)

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Vedete, cari colleghi, forse disturba sentire certe cose; è evidente che, se disturba, forse è perché ho colpito nel segno. Ci sono diversi modi…

(Interruzioni)

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Buon lavoro, presidente Cappellacci!

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Ci sono diversi modi di essere sardi…

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Ce ne andiamo. Prosegua da solo. Presidente Lombardo, lei dovrebbe evitare…

(I Gruppi di minoranza abbandonano l'Aula)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, sospendo i lavori.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 03, viene ripresa alle ore 13 e 06.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, colleghi, vi prego di prendere posto.

Prego presidente Cappellacci, riprenda il suo intervento.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, parlerò, mi dispiace, solo per chi è rimasto in aula, sono costretto a rivolgere il mio intervento a chi è presente, ma avrei ancora molto da dire rispetto a chi è assente; questa assenza è l'evidente dimostrazione del fatto che oggi ci troviamo qui a discutere di una mozione strumentale, è strumentale la mozione, sono strumentali le argomentazioni, sono strumentali gli atteggiamenti e le cose a cui abbiamo assistito oggi perché la sostanza purtroppo è ben diversa.

La sostanza è che questa istituzione, che la Giunta avrebbe osato offendere, in realtà porta tutto il rispetto di questa Giunta e il fatto che io sia qui a rispondere a una mozione, che pur giudico strumentale e inaccettabile, dimostra che ho il massimo rispetto per questa istituzione, è un'istituzione con una "I" maiuscola, ma credo che questa istituzione debba essere considerata tale e che talvolta questa mozione, forse anche la mozione di cui stiamo discutendo, in modo, come dire, in qualche modo nascosto o sotterraneo, celasse in realtà non il desiderio di affermare la correttezza, la legalità, la buona prassi, ma semmai fosse questa sottoposta e sottomessa all'arbitrio individuale palese o meno palese ma certamente presente anche in quel tipo di discussione.

Credo che non ci sia niente da discutere se non rattristarsi del fatto che noi siamo qui a spendere ancora una volta il nostro tempo per ragioni inconsistenti mentre invece fuori da qui ci sono molti problemi che aspettano soluzioni, ci sono molte persone, molti appartenenti a quell'altra istituzione nella quale io mi riconosco e che considero l'istituzione più grande, non me ne vorrà il Consiglio, perché c'è anche un grado di priorità, l'istituzione più grande è quella della famiglia e i componenti, gli appartenenti alle famiglie, i nostri cittadini stanno soffrendo e dovremmo forse orientare il nostro tempo, ogni secondo, ogni minuto del tempo che abbiamo a disposizione, alla ricerca e alla rincorsa delle soluzioni.

Basta leggere le cronache dei giornali, quella di ieri, quella di oggi, per renderci conto del fatto che c'è tanto da fare, che ci sono tanti problemi che aspettano risposta e che non c'è un solo minuto da perdere. Oggi abbiamo perso una mattinata intera, spero che sia l'ultima, ma purtroppo non sarà l'ultima, e credo che dovremo continuare a fare i conti con quel genere di sardo, quel genere di persona al quale facevo riferimento, che forse decide da solo di non meritarsi abbastanza, che pratica l'invidia come un percorso quotidiano, che è talmente allenato da, talvolta, guardarsi allo specchio e prendersela con se stesso perché si trova inaspettatamente troppo bello.

Bene, noi siamo una cosa diversa, questo Consiglio regionale, grazie al cielo, è una cosa diversa, questo Consiglio regionale è fatto di gente, anche di gente che ha ancora l'entusiasmo, che vuole essere portatore di entusiasmo, che vuole impegnarsi per risolvere i problemi, che pensa che non si debbano affrontare i problemi per parlarne e basta, possibilmente male, ma si debba e si possa rimboccarsi le maniche e parlare delle cose per trovare anche le soluzioni. Uno è un sardo Calimero, uno è un sardo diverso, genti manna, sono sicuro che anche in questo caso il Consiglio sarà fatto da genti manna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, l'onorevole Pittalis, nel suo intervento, ma non soltanto il Capogruppo del Partito della Libertà, anche altri colleghi della maggioranza hanno avuto modo, pur non condividendone il merito, di apprezzare l'illustrazione della mozione fatta dal centrosinistra, che ho avuto l'onore di rappresentare nell'esporre quella mozione. Hanno avuto modo di apprezzare i toni pacati, i toni rispettosi, in particolare nei confronti dell'assessore Zedda, e ringrazio i colleghi che hanno avuto modo di avvertire questa tensione nella mozione, perché hanno colto un tratto che connotava la mozione, che il centrosinistra convintamente ha voluto dare.

Con quella mozione, il centrosinistra ha cercato, forse non riuscendoci (poi oggi mi spiego anche cose che intuivo, ma che, ahimè, oggi ho capito del tutto, e me ne dispiace, non per me personalmente, vale poco), dicevo che abbiamo cercato con quella mozione (capisco che i colleghi della maggioranza possano non condividere, ne comprendo tutte le ragioni, le rispetto) di tutelare il Consiglio regionale. Spiace davvero constatare che il Presidente della Regione abbia letto, in questo esercizio serio, all'inizio, un tentativo di odio, ha parlato di due minuti di odio. Per carità, l'ha visto, non ho le stesse diottrie del Presidente! Poi, ha detto che i consiglieri che sono intervenuti a favore della mozione hanno recitato una parte, si sono pavoneggiati, insomma qualcosa del genere.

Badate, vi invito, cari colleghi, a riflettere su un dato: è possibile che solo il Presidente della Regione abbia letto in questa maniera la mozione e gli interventi dei colleghi del centrosinistra? Se così è, allora noi dobbiamo preoccuparci, perché siamo in presenza di una persona eletta, unta da qualcuno, e noi siamo 79 peones. Insisto nel dire che, e non ho bisogno di tornarci, la mozione (credo che sia chiaro a tutti) aveva e ha un obiettivo, che è quello innanzitutto di tutelare il prestigio di questo Consiglio regionale. Riteniamo che ciò che è stato messo in essere, a partire dal pomeriggio del 18 settembre, non si sia mosso in questa direzione, anzi, ho detto, illustrandola, consapevolmente o inconsapevolmente, che si è dato un colpo ulteriore al prestigio della massima assemblea elettiva di questa Regione.

Poi, mi dispiace che il Presidente della Regione cerchi di fare ironia anche in questi termini. Se lui ha qualche neologismo per definire quest'Aula, lo faccia, può darsi che lo abbia già fatto quando si è riferito al tempo che poteva dedicarle. Non ho molto altro da aggiungere, anche perché una replica si fa a un qualcosa che esiste, a un qualcosa che c'è. Il Presidente è stato di una leggerezza davvero preoccupante, ha replicato con una semplicità disarmante, davvero invito tutti a riflettere su questo, non si può! Il Presidente della Regione, quale che sia il mio livello di conoscenza delle istituzioni, non può permettersi ciò.

Il Presidente della Regione ha inteso replicare in questa maniera e, come si dice al mio paese, ogni botte produce il vino che ha, non può produrne altro. Credo che, anche dai banchi della maggioranza, oggi abbiamo avuto modo di assistere a una presa d'atto, per l'ennesima volta, di un Presidente della Regione che non solo non ha rispetto del Consiglio regionale, ma ha rifiutato (ancora non ci ha detto perché) la disponibilità (onorevole Pittalis, onorevole Mario Diana, che allora la precedeva) del Consiglio regionale tutto, nessuno escluso, di sostenere l'azione del Presidente della Regione nelle difficilissime interlocuzioni con il Governo e anche con le parti datoriali spesso.

Siamo in presenza di un Presidente che nulla ha fatto per raccogliere quella disponibilità del Consiglio regionale, anzi ha operato… francamente non so se consapevolmente, ho paura che non se ne renda conto, il dramma è questo, non se ne rende conto, avrei preferito un Presidente che si rendesse conto di ciò, ma qui siamo in presenza della nullità più totale. So bene che tanti colleghi della maggioranza non possono formalmente essere d'accordo con queste affermazioni ma, nella sostanza, il Presidente della Regione dovrebbe capire, se ha un minimo di sensibilità, che questo sentimento è diffuso in quest'Aula non soltanto alla sinistra del Presidente del Consiglio regionale, è diffuso anche di fronte al Presidente del Consiglio e alla destra del Presidente del Consiglio regionale! Di questo stiamo parlando! Di un Presidente, e oggi lo ha dimostrato, che le uniche argomentazioni che ha saputo portare sono odio, pavoneggiamento e altre amenità, per non usare termini offensivi, nei confronti del Consiglio regionale.

Ecco, questo noi oggi abbiamo registrato. Quanto durerà questa legislatura? Ancora un anno? Tre mesi? Ahinoi, saremo senza Presidente della Regione!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Ricordo che, trattandosi di mozione di sfiducia, la votazione avverrà per appello nominale. Procediamo con le dichiarazioni di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, esiste un problema, mi dispiace che il collega Pittalis non lo abbia percepito ancora, ma esiste un problema esplicito sul piano democratico e vi è una responsabilità in questo in chi governa. La mancanza di reciproco riconoscimento, badate, è la ragione della debolezza dell'autonomia oggi. Non saremo ricordati per quelli che l'hanno difesa, saremo ricordati per quelli che l'hanno affossata! Quando il Consiglio regionale vota un indirizzo, quell'indirizzo va applicato! Lo dico all'Assessore, lo dico al Presidente, lo dico anche gli altri Assessori della Giunta.

Se facciamo una percentuale delle leggi approvate che non sono attuate per responsabilità vostra, scopriamo che la stragrande maggioranza delle leggi, a incominciare da quelle finanziarie, a incominciare da quella di bilancio, non è attuata. Questo vuol dire non solo disconoscersi vicendevolmente, ma indebolirsi di fronte agli occhi della comunità che noi rappresenteremo. Presidente, se lei si presenterà alle elezioni (cosa che mi auguro non faccia), verrà probabilmente sconfitto senza appello dagli elettori perché non la considerano adeguato; di questo noi abbiamo la percezione in ogni strada, in ogni angolo di via, in ogni sede, ma non politica, anche semplicemente di incontro tra cittadini, perché non risolve alcun problema, li lascia incancrenire, va, come andrebbe uno che è privo di orientamento, a cercare la soluzione che non trova e si scopre dopo mesi, mesi e mesi che non l'ha trovata, ma quelli stanno patendo la condizione di vita in cui si trovano.

Ecco perché noi votiamo a favore della mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, confermo la linea che ho indicato nel mio precedente intervento, cioè il mio voto a favore della mozione come voto a sfavore di questa Giunta e di questo Presidente, però vorrei sottolineare due cose. Una è riferita al collega Pittalis, che ha ricordato che ci sono stati, anche nella precedente legislatura, dei deliberati del Consiglio a cui il Presidente di allora non diede seguito, confermo, infatti c'è un altro Presidente, c'è un altro Presidente che non avrebbe dovuto seguire quella via, come prima cosa.

Secondo, c'è stato un intervento in quest'Aula molto significativo, per chi lo vuole capire, per chi lo vorrà scrivere, per chi coglie il cuore, il centro di questa discussione di oggi, importantissimo, è stato quello del collega Oppi. Il collega Oppi ha elencato le criticità di questa Giunta, ha, per mio conto, secondo il mio modo di vedere e per come conosco, badate bene, abbastanza bene, il collega Oppi, ha sfiduciato il Presidente. Forse non si è capito, ma è chiaro che, in questo sistema, che comporterebbe lo scioglimento del Consiglio, non è arrivato ancora il momento, perché, con un sistema diverso, l'attuale Presidente della Giunta sarebbe rimasto in quest'aula, in quel ruolo, credo ventiquattro o quarantotto ore. Se ci fosse una riprova elettorale di metà legislatura, non avremmo più il piacere della sua compagnia perché, vedete, ha detto bene il Presidente, ci sono stati probabilmente due minuti di odio, ma l'odio è un sentimento, come si fa a provare odio se l'odio è un sentimento? E se io sbaglio in questa interpretazione, chiedo al collega Oppi, con poca ironia e molta serietà, quanto si sta vergognando di avere una guida della Regione come quella odierna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, intervengo in dichiarazione di voto per confermare che non ho mai dichiarato, come invece è contenuto nella mozione, alcuna considerazione sulle persone. Ho sempre sostenuto il progetto e la invito, onorevole Diana, a verificare tutti i quotidiani a cui lei si riferisce, troverà solo un titolo che parla di "conferma del direttore", che non è di certo attribuibile a chi le parla e non è una mia dichiarazione, quindi da quel punto di vista la mozione riporta assolutamente delle grosse imprecisioni.

Inoltre voglio confermare che questa Giunta non ha mai disatteso, per quanto riguarda le vertenze di cui abbiamo parlato e i contenuti della mozione, quanto è stato l'indirizzo del Consiglio. Abbiamo semplicemente confermato di dovere, in questo momento specifico, che tra l'altro è molto importante e molto difficile, continuare a dare attuazione a una legge, quindi non a degli indirizzi particolari, a una legge, la legge numero 99.

In questo momento particolare, abbiamo anche confermato di voler continuare (per accordi presi e su richiesta anche del ministro Passera) a dare due tipi di risposte. La prima, rivisitazione del progetto più consono al rilancio e alla realizzazione del polo tecnologico sul carbone pulito, la seconda, dare tutto il supporto al Governo - sottolineo "al Governo", perché il progetto è del Governo italiano - per poter dare le risposte a Bruxelles e far sì che il progetto possa avere una posizione positiva da parte della Commissione europea. Questo continuerò a farlo, se poi è motivo di sfiducia ovviamente l'Aula è sovrana e, come sempre, abbiamo rispettato l'indirizzo di questo Consiglio, vorrei ricordare la pluralità di mozioni e ordini del giorno di questo Consiglio regionale, che hanno sempre accompagnato l'azione della Giunta anche nei confronti del Governo.

Nel futuro non è nostra intenzione assolutamente disattendere gli indirizzi del Consiglio, però voglio sottolineare che ci sono dei tempi e dei modi, la delibera assunta l'altro giorno, così come credo che l'Assessorato dell'industria abbia già applicato, in alcuni enti e in alcune società, l'indirizzo del referendum. Però voglio dire che, nel prosieguo, dobbiamo stare attenti a non attivare dei processi e dei procedimenti che possano arrecare doppio danno, ossia ogni situazione sarà valutata e se ci sono delle incompatibilità dovranno essere eliminate, ovviamente. Credo che tutto vada fatto per una ragione, quella di non mettere mai la Regione in difficoltà, tanto meno economiche, pertanto il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, non so se, nella sua replica, il presidente Cappellacci nel parlare di minuti di odio abbia voluto includere anche me tra i partecipanti a queste sedute di terapia collettiva più o meno normalizzante. Nel caso l'avesse pensato, posso assolutamente garantire che, nei miei interventi, che possono certamente apparire ruvidi, non c'è minimamente alcun odio personale né nei confronti dei componenti della Giunta né nei confronti del Presidente della Giunta. Se posso apparire ruvido in alcuni interventi è perché sento dentro, davvero, un enorme rammarico per l'occasione che insieme abbiamo perso, perché sento ddentro di me un'enorme delusione rispetto a quelle speranze che ho visto svanire. Questo mi porta forse a essere, agli occhi di alcuni, indubbiamente, ripeto, ruvido, non so quale altro aggettivo usare, certamente però non è né sarebbe utile, né a me né a voi, né a quest'Aula, alcun tipo di attacco personale. In quest'ottica, Presidente, le dico: "Attenzione alle citazioni", perché citando Orwell, "1984", e il suo Grande Fratello, dobbiamo ricordare che Orwell è passato alla storia soprattutto per "La fattoria degli animali" dove gli animali, con la rivoluzione, hanno preso il controllo nei confronti dell'uomo e della fattoria, ma poi chi ha abusato di quella rivoluzione, prendendo un controllo dittatoriale sugli animali, furono i maiali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Ribadisco il concetto espresso all'inizio del mio intervento sulla mozione: questa maggioranza e questa legislatura ormai hanno concluso il loro cammino. Lo ribadisco anche alla luce del dibattito. Signor Presidente, posso capire benissimo le ragioni della sua irritazione. Probabilmente ha tentato di sfogarla sul Capogruppo del maggior Partito dell'opposizione che ha presentato a nome di tutte le opposizioni in Consiglio regionale una mozione sulle prerogative del Consiglio regionale. Forse è irritato, e ne ha ben donde, per quella che è stata la risposta della sua maggioranza. Segnalo che, per una mozione dell'opposizione, che chiede le dimissioni dell'Assessore che dirige un Assessorato tra i più importanti della sua Giunta, l'Assessore è stato difeso in aula dal Capogruppo del P.d.L., onorevole Locci, e basta! Della sua maggioranza, (a parte l'onorevole Oppi che però ha detto: "Votiamo convintamente contro la mozione", poi ha addotto tutte le ragioni per votare a favore della mozione), a parte i due esponenti del P.d.L., nessun altro rappresentante si è alzato per difendere l'operato suo e della sua Giunta. Questo è un dato politico, non c'è odio, non c'è assolutamente astio, cattiveria, non vorrà certo, spero, dividere il mondo della politica tra il bene e il male, come faceva il suo Presidente, ex e attuale di partito, spero di no, la lotta tra il bene e il male che richiama battaglie...

Noi stiamo facendo un ragionamento politico, prendiamo atto come opposizione che c'è una maggioranza che sta barcollando, che è divisa su tutto, sulla flotta sarda, non so cosa succederà tra la prossima legge sulla sanità, le prospettive non si sa bene quali siano e non sono sicuramente comuni. Ebbene, lei, invece che prendere atto del fatto che c'è l'opposizione che la considera ancora, nonostante tutto, il Presidente dei sardi, quindi il Presidente anche nostro, e assumere un ruolo confacente a questa ampiezza anche nobile di comportamenti, che cosa fa? Prende la parola...

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Sicuramente non è la prima volta che, in questo Consiglio regionale, dobbiamo registrare elementi di corto circuito grave tra azione di Giunta e sovranità del Consiglio regionale, anzi potrei dire che questo è un fatto quasi incidentale perché ormai sta diventando perenne. Sicuramente un grande indicatore di serietà e di affidabilità dell'istituzione, cui prima si riferiva il Presidente, lo diceva poc'anzi anche il consigliere Uras, è proprio quello di mettere a regime un'azione di Giunta con un'azione di sovranità consiliare.

Inviterei ciascun Assessore a prendere, di questi tre anni di consiliatura, tutte le mozioni e tutti gli ordini del giorno e capire fino a che punto è stato possibile applicarli o, quando fossero anche inapplicabili, dire al Consiglio: "Caro Consiglio, tu hai la sovranità, non è possibile per motivi economici che ci sia un resoconto". Sarebbe ridicolo se in questo Consiglio regionale dovessimo istituire anche una commissione per la verifica dell'inapplicazione delle mozioni. Penso che se nel tempo andassimo a vedere tutti gli ordini del giorno, almeno in questo anno e mezzo che ho visto io, probabilmente più della metà della nostra sovranità si è dispersa nei cassetti della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare che voterò positivamente sulla mozione e anche per manifestarmi, così come ha già fatto il collega Campus, sorpreso per aver sentito dal Presidente della Regione evocare la parola "odio". Volevo rassicurarla, signor Presidente, nessuno la odia, le vogliamo bene. Io stesso se per caso mi avesse annoverato tra i partecipanti a quei due minuti esecrabili, voglio assicurarle che le voglio bene, non le porto alcun rancore. Parliamo di politica, non parliamo di risentimento personale, che non dovrebbe essere in quest'Aula e mi atterrei più al merito delle cose piuttosto che ai luoghi comuni. Ai luoghi comuni che danneggiano la qualità del nostro stare insieme, la qualità del nostro dibattito, la qualità delle istituzioni a cui anche ella si è richiamato.

Casomai un po' ci fa pena qualche volta, ma questa è un'altra storia; magari un po' ci fa pena perché ancora utilizza questi slogans vuoti che appartengono a un passato in cui qualcuno ci divideva tra il partito dell'odio e il partito dell'amore e naturalmente noi eravamo il partito dell'odio. Quelle parole appartengono a un altro tempo, a un altro mondo, è bene metterle da parte definitivamente. Qui tutti le vogliamo bene, magari siamo un po' preoccupati nel merito delle questioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, non è stata una bella giornata e credo che le prossime saranno peggiori di questa. Vede, presidente Cappellacci, i toni che sono stati usati oggi, devo dire anche nell'intervento del Capogruppo del Popolo della libertà, erano orientati a stemperare il più possibile eventuali veleni che ella evidentemente si porta nel corpo, perché di odio non ne ha parlato nessuno; per quanto mi riguarda, lei mi è totalmente indifferente. Mi sarei aspettato dal Presidente della Regione, che viene messo a conoscenza di un'accusa pesante nei confronti di un suo Assessore, un suo figliolo, perché lei è l'unico responsabile della sua Giunta, lei l'ha nominata, dicevo che mi sarei aspettato una difesa nel merito della mozione, se le riconosceva un merito.

Se si tratta di un problema politico, così come ho detto io, l'avrebbe dovuto affrontare dal punto di vista politico e non di eventuali offese che non ho capito bene, ma che, per il momento, mi limito a pensare che non fossero rivolte ai componenti del Gruppo "Sardegna e libertà". Mi limito a pensare questo. Lei non ha saputo dare una qualsiasi risposta e ha peggiorato notevolmente la situazione sua e della sua Giunta, già manifestata da alcuni autorevoli esponenti. Spero che nel futuro non succeda più questo fatto, perché altrimenti devo veramente pensare, Presidente, che a lei piace parlare di niente perché è la cosa di cui sa tutto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, esprimo il mio voto contrario. Onorevole Salis, non sono intervenuto (come me credo anche gli altri colleghi) non perché non volessimo difendere l'attuale Assessore e questa Giunta, ma perché crediamo che gli interventi in Aula siano più fruttuosi quando si parla di soluzioni vere, piuttosto che di rimozioni fasulle. Veramente, da profano, novellino di questo Consiglio regionale, mi sarei aspettato che magari ci fosse anche una proposta, un modo di vedere delle opposizioni, rispetto alla gestione Carbosulcis, che è difficile per tutti.

E' forse questa la causa vera che ha impedito, oppure consigliato, a me e ai miei colleghi, di limitare gli interventi e di sperare che questa giornata finisca al più presto e che noi, tutti assieme, possiamo tornare nelle nostre Commissioni e magari in Aula per affrontare leggi e non per discutere di situazioni come queste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, le dichiarazioni di voto mi ricordano l'insegnamento di un grande uomo politico, che tra l'altro appartiene alla tradizione della sinistra, Pietro Nenni, che diceva che se la politica non si può fare con i sentimenti, figuriamoci se la si può fare con i risentimenti. Penso che possa e debba essere un insegnamento comune, cioè da diventare patrimonio comune di tutti noi, capendo anche, lo dico pacatamente ai colleghi del centrosinistra, che se qualcuno fosse al posto del presidente Cappellacci, che un giorno sì e l'altro pure è bersaglio e oggetto delle più, a volte, indicibili manifestazioni, se non di livore, di attacchi pressanti, anche sulle cose rispetto alle quali non c'entra nulla, voi capite bene che chi lavora, come lui, come noi, può essere anche in una situazione di disagio appunto per poter legittimamente manifestare il proprio punto di vista.

Intervengo, onorevole Soru, glielo dico davvero senza riserve, o lei non ha capito quello che dicevo, o non l'ha voluto capire. Mi guardo bene, mi sono sempre guardato bene, dal richiamare vicende passate o attuali che possano coinvolgere personalmente e rispetto alle quali abbiamo sempre espresso manifestazioni positive di augurio, quando se n'è usciti bene, quindi non ha alcuna attinenza con la sua vicenda e il suo caso personale. Richiamavo quella vicenda soltanto per dire che il centrosinistra si sintonizzi bene, adottiamo un comportamento uniforme, ieri come oggi, perché non può funzionare richiamare il vulnus alla democrazia soltanto quando fa comodo.

Per il resto penso che la politica si esprima sui voti, quindi è inutile richiamare che cosa ha detto l'onorevole Oppi o aggiustarselo a proprio piacimento. Oggi ci date l'opportunità per valutare e verificare se una maggioranza esiste, questo lo vedremo dal voto, e si vedrà la compattezza di questa maggioranza con il respingimento certo di questo atto che è un atto politico di sfiducia politica all'Assessore, quindi di sfiducia al Presidente e alla Giunta. Penso che, se c'è una maggioranza, come ritengo, sarà rispedita al mittente, e sarà la conferma che forse questa maggioranza ha bisogno di una messa a punto, sicuramente…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pitea per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITEA (U.D.C-FLI). Presidente, intervengo brevemente per ribadire che effettivamente da un po' di tempo si assiste a un clima molto strano in quest'Aula. Non credo che sia auspicabile proseguire ulteriormente su questa strada, specialmente quando si lasciano intravedere livori, odii. Non so chi alimenta queste cose, ma questa è una strada che non porta da nessuna parte.

Per quanto concerne la mia posizione, voto certamente in aderenza a quello che è stato l'intervento dell'onorevole Oppi, che condivido perfettamente, quindi scelgo quella strada.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Cuccureddu è rientrato dal congedo.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della mozione numero 210. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 30, corrispondente al nome del consigliere Mario Floris.)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Mario Floris.

BIANCAREDDU, Segretario, procede all'appello.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Diana Mario - Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 73

votanti 69

astenuti 4

maggioranza 35

favorevoli 25

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Comunico ai colleghi del Consiglio che i lavori di domani sono sospesi in segno di lutto. Il Consiglio è riconvocato mercoledì 3 ottobre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 13 e 53.