Seduta n.62 del 08/01/2015
LXII SEDUTA
GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 56.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 17 dicembre 2014 (59), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Azara, Augusto Cherchi, Antonio Collu, Salvatore Demontis, Eugenio Lai, Gianluigi Rubiu, Gavino Sale e Alessandro Unali hanno chiesto congedo per la seduta dell'8 gennaio 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2015". (174)
(Pervenuto il 7 gennaio 2015 e assegnato alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione bilancio si riunirà questo pomeriggio, alle ore 16, per l'analisi delle norme intruse al disegno di legge finanziaria, che sarà messo in carico alle Commissioni lunedì prossimo. La sessione di bilancio inizierà quindi il prossimo lunedì.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 174. Dichiaro aperta la discussione generale.
Per illustrare il disegno di legge ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si tratta di una norma tecnica che consente l'attuazione dell'esercizio provvisorio. C'è già un emendamento che estende l'esercizio provvisorio, per sicurezza, a fine febbraio, in modo da avere un lasso di tempo più lungo per esaminare e approvare la legge finanziaria e il bilancio, ovviamente nella speranza di chiudere la sessione di bilancio prima, il che penso sarebbe meglio per la Regione.
Andiamo in esercito provvisorio perché abbiamo tardato noi nella preparazione della finanziaria a causa delle grandi incertezze sul quadro complessivo nazionale. Da questo punto di vista, molte Regioni sono andate, per la prima volta, in esercito provvisorio, mentre quelle che avevano già presentato il bilancio sostanzialmente lo hanno fatto con grandi incertezze circa le entrate statali. Quindi c'è la necessità di autorizzare l'esercizio provvisorio e mi auguro, come dicevo prima, che poi si riesca a renderlo il più breve possibile. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Dobbiamo dire da subito che, ci mancherebbe altro, noi daremo il nostro voto favorevole. Con grande senso di responsabilità abbiamo dato la nostra disponibilità alla discussione di questo disegno di legge in base all'articolo 102 del Regolamento interno, però non possiamo non mettere in evidenza alcuni aspetti. Proprio per rimanere alla politica degli annunci, durante il corso dell'anno era stata annunciata l'approvazione nei termini della legge finanziaria, una finanziaria di rigore, che avrebbe rilanciato le prospettive di sviluppo e di contrasto alla crisi della nostra Regione, invece non è stato così. Pur con tutte le difficoltà del caso, certamente non si è approvato nei termini il documento di programmazione più importante, che avrebbe consentito di partire da subito con una programmazione finanziaria corretta.
Dobbiamo ancora rilevare che quest'anno, come annunciato dalla stessa Giunta più volte, ci sarà il pareggio di bilancio, ma se si avranno meno difficoltà nella spendita delle risorse, noi ci auguriamo che questo possa consentire di soddisfare tutti quei problemi e quelle esigenze che sono ormai in campo da tempo.
Assessore, concordiamo, ma la mettiamo sull'avviso, nei confronti del Governo centrale, per quanto riguarda la materia delle entrate: è vero, non c'è chiarezza, non si sa ancora il quantum, anzi vediamo continuamente delle razzie, dei furti da parte del Governo centrale sulle nostre entrate: a volte si tratta di riserve, altre volte di accantonamenti, altre volte ancora di partecipazioni alla riduzione del debito pubblico. Le chiediamo, quindi, di prestare molta attenzione, come faremo noi, perché durante l'esame della finanziaria dovremo essere certi di quello che andremo ad approvare, come nostro bilancio, soprattutto negli aspetti legati al presidio statale. Ecco perché dico non chiedeteci di fare in fretta, non chiedeteci di recuperare. Siamo d'accordo sulla previsione di un tempo congruo per l'esercizio provvisorio, che consentirà comunque di poter spendere, in dodicesimi, le nostre risorse, però grandissima attenzione, perché per noi la partita delle entrate non è ancora iniziata, anzi abbiamo da rivendicare alquanto, come pure non siamo convinti che il meccanismo del pareggio di bilancio, da subito, possa essere una notizia positiva e un buon metodo. Altre Regioni si stanno già muovendo per avere maggiori chiarimenti da parte del Governo centrale, noi invitiamo a fare sulla finanziaria un confronto chiaro. Abbiamo già sentito di alcuni aspetti, ne cito uno fra tutti: la questione dell'IRAP, sulla quale noi non abbiamo intenzione di fare nessun passo indietro, perché è stata una misura gradita e apprezzata nei contenuti e nei fatti dalle imprese e non può essere lo Stato a vincolare la nostra autonomia finanziaria imponendoci un maggiore sacrificio, sempre a nostro svantaggio. Quindi da questo punto di vista, Assessore, avrà da parte nostra un confronto leale, però molto, molto attento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Dalle parole dell'onorevole Zedda abbiamo percepito un certo rammarico per il fatto che non si possa andare più in disavanzo, però questo per noi era un obiettivo da raggiungere: introdurre finalmente dei criteri che consentano a questo Consiglio regionale di redigere e approvare un bilancio che poi possa essere verificato innanzitutto dal pareggio. Era uno degli obiettivi di buona amministrazione che ci siamo posti ed è un risultato ottenuto con l'accordo tra la nostra Giunta e il Governo nazionale. Quindi, nel momento in cui ci si sollecita a raggiungere accordi sulle entrate, a perfezionare gli accordi già stipulati, noi non possiamo sottacere la realtà di un accordo importantissimo già raggiunto: l'uscita della Sardegna dal Patto di stabilità. Se questo fatto viene sottaciuto o considerato come marginale, o non lo si ascrive alla capacità di questa Giunta e di questo Governo di trovare degli accordi, allora si vuole porre al di fuori di una lettura storica obiettiva questo processo, e noi rifiutiamo questo tipo di impostazione.
La nostra Giunta ha lavorato con intensità, purtroppo mai registrata, su questo fronte e ha ottenuto dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti, occhi naturalmente obiettivi. È chiaro che dall'opposizione non possiamo ricevere dei complimenti su questo argomento, però ce li facciamo da soli, li facciamo alla nostra Giunta, perché è evidente che lo stato dei conti è condizionato dalle entrate, così come lo Stato le riconosce o le registra, dato che le nostre entrate derivano dalla previsione statutaria, in primo luogo, però è vero che in questo momento la relazione tra la Sardegna e il Governo ha determinato uno stato di accordi, uno stato di relazioni che dà la possibilità alla Sardegna di esprimere per la prima volta in modo compiuto l'autonomia. E l'autonomia si compie e si svolge attraverso un'agenda di governo che ha come suo presupposto il pieno controllo dello strumento contabile. A questo mira il nostro Governo, a questo ha mirato fino ad ora l'azione del presidente Pigliaru e dell'assessore Paci, e io penso che prima di chiedere al nostro Governo l'ulteriore implementazione degli accordi rispetto alle entrate dobbiamo, con compiutezza e onestà, con correttezza e oggettività, valutare la positiva realizzazione dell'uscita della Sardegna dal Patto di stabilità, dell'assunzione di responsabilità che i sardi hanno fatto rispetto allo Stato, e, prendendo atto di questa nuova responsabilità, redigere un bilancio per l'esercizio successivo che dia conto del fatto che finalmente possiamo realizzare, attraverso un'oculata gestione dei fondi della Sardegna, dei programmi che vadano nell'interesse della nostra regione.
Un incoraggiamento vada da parte della maggioranza all'assessore Paci, al presidente Pigliaru e alla Giunta sulla strada di accordi che vengano perfezionati con il Governo grazie alla credibilità che la Sardegna, con la sua Giunta, ha raggiunto nei confronti dello Stato, non soltanto di un Governo, tra virgolette, amico, che amico non è perché segue degli interessi pubblici che non sono quelli della Sardegna, ma sono quelli dell'Italia. La difesa degli interessi pubblici della Sardegna è in capo a noi e alla nostra Giunta; il nostro Governo regionale ha finalmente una relazione rispettosa e oggettiva nella valutazione dei reciproci interessi con il Governo nazionale, e credo che questa sia una base di credibilità e un patrimonio, morale prima che politico, della Sardegna, riconquistato dalla nostra Giunta per tutti i sardi. Per questo formulo un ringraziamento e rispetto a questo ribadisco che la maggioranza è pronta ad assumersi la piena responsabilità di questa nuova condizione e a redigere un bilancio che tenga conto della necessità di riformulare politiche, di andare al cuore dei problemi, di riorientare le risorse, soprattutto nei campi dove le risorse sono state fino ad ora mal gestite, sprecate, mal indirizzate o dedicate a politiche inefficaci. È una valutazione magari dolorosa che dovremo fare, ma l'identificazione dell'inefficacia di una politica, e quindi del conseguente spreco, è un'operazione che è in capo al Consiglio e che la maggioranza tutta vorrà sicuramente affrontare e risolvere attraverso nuove politiche e una nuova destinazione delle risorse, con l'autonomia che è stata conquistata dagli accordi che questa Giunta regionale ha sottoscritto con lo Stato. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Noi naturalmente non possiamo che prendere atto della situazione: ci sembra che andare verso alcuni mesi di esercizio provvisorio sia poco più che un atto dovuto da parte del Consiglio, visti i ritardi con cui si è arrivati alla definizione delle varie partite.
Io credo che in questi mesi, al di là delle considerazioni che fa il collega Deriu, la Giunta regionale e in particolare l'assessore Paci abbiano realizzato le implicazioni dell'accordo che è stato sottoscritto nel mese di luglio, che noi abbiamo definito da subito un accordo capestro, e mi pare che poi gli sviluppi della situazione ci abbiano dato in gran parte ragione, tant'è vero che mi pare di ricordare che lo stesso assessore Paci si sia ricreduto, per esempio, sulla necessità di ritirare alcuni ricorsi, e forse anche sulla correttezza del Governo nazionale nel momento in cui deve rispettare il suo pezzo di accordo. Credo che però l'errore più grave, a parte la rinuncia ai ricorsi, sia stato quello di conferire totalmente alla Ragioneria generale dello Stato la determinazione degli introiti delle entrate spettanti alla Sardegna. Questa clausola ha fatto venir meno quel rapporto dialettico, quel momento di contraddittorio che era indispensabile per arrivare a un contemperamento di quelle che sono le pretese dello Stato rispetto alle pretese della Sardegna. Ecco perché mi lascia di stucco il fatto che alcune parti politiche di questa maggioranza ripropongono l'Agenzia sarda delle entrate, perché quella agenzia è morta con l'accordo di luglio, in seguito al quale non ha più senso nemmeno parlare di agenzia sarda delle entrate. Dai calcoli che noi abbiamo fatto ci pare che il venir meno del Patto di stabilità a conti fatti non porti grandi vantaggi in termini numerici, ma vorrei che l'assessore Paci spendesse qualche parola proprio per chiarire questo aspetto, cioè capire se il saldo della spesa possibile sotto il regime del Patto di stabilità è maggiore o minore rispetto a quello che noi andremo a spendere senza Patto di stabilità.
Ultimo aspetto che vorrei toccare: il prossimo 23 gennaio si discuterà presso la Corte costituzionale il ricorso del Governo sulla questione delle accise. Al di là del fatto che da parte di alcuni questa vicenda viene trattata come una barzelletta, meno, devo dire, da parte di altri, e devo dare atto al collega Arbau di aver affrontato il problema con la serietà che merita, noi ribadiamo in questa sede che l'inserimento della norma nella legge finanziaria dell'anno scorso - mi dispiace, mi sembra proprio strano che questo aspetto sia sfuggito sia alla Giunta sia alla maggioranza, devo anche ricordare peraltro che quella norma era stata votata all'unanimità, e quindi anche da parte dei colleghi del Partito Democratico, che evidentemente o l'hanno fatto in malafede allora oppure si sono rimangiati dopo le cose che hanno sostenuto in quel momento - era finalizzato soprattutto a provocare l'incidente costituzionale, a provocare la reazione da parte del Governo e a spostare davanti alla Corte costituzionale la definizione di questa partita in un modo o nell'altro, essendo tutti ben consapevoli, che si tratta di una partita difficile, soprattutto a causa del momento contingente che la finanza pubblica sta affrontando e che porta il Governo, al di là delle petizioni di principio, a cercare di rastrellare risorse dove è possibile. Grida vendetta l'aumento dell'IVA sul pellet al 22 per cento, che ha messo in grave difficoltà moltissime famiglie.
Il momento contingente rende difficile affrontare un problema come questo, eppure noi pensiamo che la pretesa della Sardegna sia fondata. Siamo consapevoli che lo Statuto sardo dà delle opportunità che gli altri statuti non danno, che non dà, per esempio, lo Statuto speciale della Regione Sicilia e comunque, dal nostro punto di vista, era una partita che doveva essere giocata, con il rischio di perdere, ma doveva essere giocata sino in fondo. La Giunta regionale ha fatto una scelta diversa, che noi contestiamo, l'abbiamo contestata duramente. Pensiamo, non che ci siano Governi amici, questo lo abbiamo sempre detto, ma che i Governi facciano la loro parte e che le Regioni, in particolare la nostra Regione, debba fare la sua parte con tutti gli strumenti e con tutti i mezzi che l'ordinamento costituzionale predispone. Poi le partite, ripeto, si possono vincere o perdere, se non si combattono si perdono di sicuro. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono altri iscritti a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sinceramente io non voglio entrare nel merito dei temi propri della finanziaria, che avremo modo di trattare compiutamente a partire dalla prossima settimana. Prendo atto, ovviamente, delle critiche e delle lodi che sono arrivate oggi dal Consiglio.
Quello in esame oggi è un provvedimento puramente tecnico che permette di spendere, tutte le altre questioni toccate che riguardano le accise, il pareggio di bilancio e l'IRAP penso che sia più opportuno, per non dare contenuti politici a una discussione che è prettamente tecnica, come quella sull'esercizio provvisorio, rimandarle. Da lunedì prossimo saremo in sessione di bilancio e sarò veramente lieto, in quella sede, di rispondere nei dettagli e con precisione a tutte le questioni che riguardano la finanziaria 2015. Rinnovo ovviamente il ringraziamento a tutti i Gruppi per aver accettato la procedura d'urgenza che permetterà, in caso di voto favorevole, alla Regione di poter andare avanti con la spesa in dodicesimi.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge numero 174.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Desini, Ledda, Pittalis e Usula hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 25
votanti 24
astenuti 1
maggioranza 13
favorevoli 24
PRESIDENTE. Poiché non è stato raggiunto il numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti. Nel frattempo convoco la Conferenza dei Capigruppo, con la partecipazione del Presidente della Commissione per discutere della legge sulle televisioni.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 21, viene ripresa alle ore 12 e 20.)
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Pittalis se permane la richiesta di votazione nominale.
PITTALIS PIETRO (FI). Confermo la richiesta di votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge numero 174.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Busia, Desini, Meloni e Pigliaru hanno votato a favore e che il consigliere Fenu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 44
votanti 42
astenuti 2
maggioranza 22
favorevoli 25
contrari 17
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo e del relativo emendamento:
Art. 1
Esercizio provvisorio
1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 29 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), è autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2015 per il periodo di un mese dal 1° gennaio al 31 gennaio 2015.
2. Negli impegni di spesa la Giunta regionale non può superare un dodicesimo dello stanziamento previsto per ciascuna unità previsionale di base dello stato di previsione della spesa.
3. Il limite di cui al comma 2 non si applica ove si tratti di spese obbligatorie e tassativamente regolate dalla legge e non suscettibili di impegno o di pagamento frazionati in dodicesimi; tale deroga è da intendersi riferita a tutti i casi in cui le norme vigenti dispongono in ordine all'entità e alla scadenza delle erogazioni.
4. Il limite di cui al comma 2 non si applica ai fondi per la riassegnazione dei residui perenti di cui all'articolo 26 della legge regionale n. 11 del 2006, nonché agli altri fondi di riserva di cui all'articolo 24 della stessa legge regionale.
5. Nei pagamenti di spesa la Giunta regionale è autorizzata al pagamento dell'intero ammontare dei residui nonché degli impegni di spesa assunti in conto competenza a' termini dei commi 2, 3 e 4.
6. Gli stanziamenti di spesa correlati ad entrate a destinazione vincolata possono essere utilizzati sino all'importo dell'accertamento dell'entrata medesima.
Emendamento sostitutivo parziale Cocco Pietro - Sabatini.
Articolo 1
Nel comma 1 dell'articolo 1 le parole "un mese dal 1° gennaio al 31 gennaio 2015" sono sostituite dalle seguenti: "due mesi dal 1° gennaio al 28 febbraio 2015". (1).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prende atto che il consigliere Desini ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 43
Votanti 25
Astenuti 18
Maggioranza 13
Favorevoli 25
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 46
votanti 44
astenuti 2
maggioranza 23
favorevoli 26
contrari 18
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione con effetti giuridici dal 1° gennaio 2015.)
Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 174.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris.
Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:
Presenti 46
Votanti 44
Astenuti 2
Maggioranza 23
Favorevoli 26
Contrari 18
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Il secondo punto all'ordine del giorno reca la discussione della richiesta di istituzione della Commissione d'inchiesta numero 1.
È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). L'ampiezza della spesa sanitaria nella Regione Sardegna e la sua incidenza sul complesso del bilancio hanno indotto i consiglieri firmatari a richiedere l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sul tema dell'adeguatezza di queste spese rispetto alle necessità dell'apparato sanitario regionale. Non è un tema che riguarda la sanità, è un tema che riguarda la finanza pubblica, è un tema che, date le dimensioni della spesa di cui parliamo, riguarda la tenuta dei conti pubblici, la tenuta dei conti della Regione, complessivamente il funzionamento delle istituzioni pubbliche dell'Isola. Per questo motivo numerosi sono stati i colleghi che hanno voluto sottoscrivere questa richiesta, tanto da superare il numero minimo prescritto dal Regolamento perché la Commissione venga istituita. Gli scopi della Commissione vanno letti in questa chiave: indagine sui meccanismi essenziali, fondamentali di questa spesa e sulle ricadute che questa ha sul bilancio della Regione. La possibilità di comprendere fino in fondo in che modo questa spesa viene realizzata costituisce la precondizione per una… Signor Presidente, io non riesco a guardarla e contemporaneamente a seguire i discorsi che avvengono vicino a lei e ad ascoltare anche me stesso, che è forse l'esercizio più difficile per me e per i colleghi.
Dicevo che la riforma sanitaria che dovrà avvenire, alla quale il Consiglio si è impegnato con l'ultima legge di pre-riforma - io l'avevo definita mini-riforma, qualcuno si era anche offeso, ma di questo non bisogna offendersi - è negli scopi di quella stessa legge, che doveva essere soltanto uno strumento preparatorio a una riforma più complessiva, a una riforma vera. Abbiamo quindi pensato che una riforma vera non possa realmente realizzarsi senza una completa verifica dei meccanismi di spesa e senza un esame approfondito dell'efficacia della spesa delle risorse sino adesso impegnate. Si tratta di 3 miliardi di euro, di cui 2 miliardi e 800 milioni vengono direttamente destinati alle aziende sanitarie locali. Vi è un grande volume di spesa che riguarda evidentemente il personale, e questa è forse la spesa più sicura, nel senso che è ancorata a dei parametri assolutamente oggettivi, come quello dei contratti, ma esiste anche una spesa che invece deriva dalla contrattazione commerciale che viene svolta dalle ASL. Su questo e su tanti altri argomenti potrà la Commissione evidentemente fare luce e predisporre una relazione che sia la base più sicura e più efficace per una vera grande riforma della sanità. Non crediamo alle riforme figlie di nessuno, che nascono all'improvviso, sotto qualche cavolo, crediamo invece alle riforme che siano frutto di una ricognizione di grandi processi economici, finanziari, sociali e politici. Questo Consiglio regionale ha deciso di impegnarsi in una grande riforma di questo tipo, è bene che si doti dei giusti strumenti, poiché anche il Consiglio è consapevole della povertà degli attuali strumenti a disposizione. I consiglieri non dispongono più di un adeguato apparato di valutazione, né delle leggi né tanto meno dei temi, e forse la necessità di una Commissione d'inchiesta segnala anche questo bisogno, che naturalmente non può essere affrontato in questa sede, ma è da affrontarsi per rendere possibile che effettivamente il Consiglio svolga il suo ruolo istituzionale, del quale pienamente l'intera Assemblea vuole appropriarsi nel momento in cui si dota di questo e di altri strumenti di valutazione e di indagine.
La finalità dei parlamenti, secondo studiosi del calibro di Antonio Marongiu, è quella di realizzare un dialogo tra il Governo e il popolo. Questo dialogo deve essere basato su dati certi, deve essere basato su parametri riconosciuti e legittimati da tutte le parti. L'inchiesta che parte oggi non è un'inchiesta sugli atti di questo o quel Governo, ma è l'inchiesta sulla sanità sarda e sulla sua spesa, come si indirizza e si attua la spesa pubblica in Sardegna nel suo complesso e nella sua grande parte, appunto quella sanitaria. Per cui è una fase della vita istituzionale della Sardegna di grandissima importanza quella alla quale sono chiamati indistintamente, secondo il Regolamento, ma soprattutto secondo logica e ragione, tutti i Gruppi e tutta la politica sarda. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Ringrazio il collega Deriu per essersi fatto interprete, mediante la richiesta d'istituzione di una Commissione ad hoc, delle forti preoccupazioni che tutti noi abbiamo circa la rispondenza dell'efficienza del sistema sanitario regionale rapportato ai suoi costi effettivi. E quindi, se da una parte questo Consiglio regionale, con l'approvazione della legge regionale numero 23 del 2014, ha già provveduto a individuare alcune leve mediante le quali si ambisce a controllare e ridurre i costi della sanità, dall'altra è pur vero che rimangono sul campo molte zone d'ombra su quella che è stata, in particolare negli ultimi anni, la gestione della sanità in Sardegna, con un aumento esponenziale dei costi a cui non è corrisposto, come tutti sappiamo, un innalzamento nel livello dei servizi. Allora ritengo che sia quanto mai opportuno che questo Consiglio estrinsechi tutte le proprie prerogative e che su una materia tanto delicata possa avvalersi, oltre che dei lavori della Commissione competente, anche del supporto di una Commissione d'inchiesta, perché se è vero che i nuovi commissari avranno l'onere di avviare una nuova e più virtuosa pagina della sanità in Sardegna è anche vero che questo Consiglio ha tutto l'onere di comprendere, anche rispetto al passato recente, cosa ne è stata della più parte delle risorse dei nostri bilanci regionali che sono state trasferite nella piena titolarità gestionale delle aziende sanitarie. E questo principalmente perché le scelte che ci troveremo a fare, come ricordava nella presentazione dell'istituzione della Commissione, l'onorevole Deriu, da qui al termine della fase di commissariamento, dovranno essere scelte ponderate e supportate da una conoscenza dello storico, oltre che dal contingente.
Ritengo quindi che oggettivamente questo possa essere individuato e apprezzato come un percorso metodologicamente corretto, in cui questo Consiglio possa ritrovarsi. Peraltro è un percorso che anche dalla rassegna stampa di questi giorni scopriamo essere quello auspicato dalla Federazione nazionale delle Aziende sanitarie ospedaliere, la FIASO, che in merito alla riorganizzazione del sistema aziendale delle Regioni Toscana, Friuli e Sardegna invita, prima di procedere alla rivisitazione degli ambiti dimensionali delle aziende, a una operazione verità di valutazione dell'operato delle aziende in questi anni, partendo quindi dai loro bilanci, dai costi sostenuti, dai risultati attesi e da quelli effettivamente conseguiti. E allora noi riteniamo doveroso fare un'operazione verità sui costi della sanità in Sardegna e vogliamo comprendere come mai, come appurato anche dalla verifica della Corte dei conti, le aziende sanitarie sarde non hanno raggiunto negli ultimi esercizi il loro principale obiettivo, vale a dire l'equilibrio economico finanziario che avrebbe dovuto ottenersi mediante la riduzione dei costi per l'acquisto di beni e servizi, della spesa farmaceutica, territoriale e ospedaliera, e della spesa per il personale, senza parlare anche di quello per le consulenze e le collaborazioni.
E allora di tutto questo io ritengo che il Consiglio regionale ha diritto di avere piena contezza, direi anzi che è un suo dovere, e per questo motivo rappresento il mio sostegno all'istituzione della Commissione d'inchiesta proposta dal collega Deriu e auspico che tale Commissione lavori proficuamente e presenti le risultanze dei suoi lavori in tempi celeri, e prima naturalmente del termine dei commissariamenti, di modo che possiamo utilizzare quei dati per le successive scelte che quest'Organo sarà chiamato a fare. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Volevo fare una premessa, che non è assolutamente una polemica rispetto agli eventi di questi ultimi anni che hanno riguardato la sanità sarda. La Sardegna è l'unica Regione del Centro Sud d'Italia che ha il sistema sanitario non commissariato dal Governo, cioè evidentemente il Governo nazionale riconosce alla gestione della sanità sarda ancora dei parametri accettabili, perché in tutto il sistema della sanità regionale, basta vedere quello che sta avvenendo in questi giorni in Toscana o quello che è avvenuto in Puglia o in Campania, noi possiamo dire se non di essere un'isola felice, quanto meno di aver saputo evitare il commissariamento del Governo centrale. E di questi tempi, in cui il Governo nazionale non fa altro che commissariare le politiche delle Regioni, mi sembra di per sé un buon risultato.
Noi siamo favorevoli a quanto ha esposto il collega Deriu, che ha giustamente osservato che il tema della sanità non ci può far chiudere il ragionamento rispetto esclusivamente alla politica del settore sanitario, ma ci deve portare ad approcciare il tema della finanza pubblica regionale, su questo siamo perfettamente d'accordo. Nel merito, credo che la Commissione d'inchiesta possa essere il giusto strumento che consente alla politica regionale di superare le reciproche diffidenze rispetto alla gestione della sanità stessa. Quello che si chiede con questa Commissione noi siamo potenzialmente in grado di conoscerlo, l'assessore Arru a inizio mandato, molto gentilmente, recapitò alla posta elettronica di ciascuno tutti i dati dell'Assessorato e delle aziende sanitarie, e chi si è preso la briga di studiarli, anche se erano relativi agli ultimi due o tre anni, è già padrone un po' di quei conti. Bene, credo che quello che conta, se questa Commissione dovrà vedere la luce, sarà esclusivamente la normalizzazione del rapporto politico rispetto alle politiche sanitarie. Non ci sia da parte di nessuno la tentazione di utilizzare lo strumento della Commissione per puntare il dito, anche molto banalmente, sui predecessori, ovvero per ricercare responsabilità che sono invece della politica tutta in Sardegna, rispetto forse alle analisi dei costi. Quindi credo che la Commissione d'inchiesta sia un ottimo strumento. Con questo credo che nessuna forza politica debba cogliere l'occasione magari per ipotizzare il commissariamento del Governo regionale rispetto alle sue funzioni. Lavoreremo con responsabilità, ci applicheremo per quanto di nostra competenza, vogliamo dare anche noi un contributo a questi lavori, per cui spero che nel corso di questa discussione ci si chiarisca bene su che cosa effettivamente vogliamo raggiungere con l'istituzione di questa Commissione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Signor Presidente, quando ho letto l'annuncio dell'istituzione di questa Commissione, viste le cose che si chiedono nei punti dall'1 al 6, diciamo che non sono rimasto sorpreso, ma mi sono posto una sorta di interrogativo: com'è che non abbiamo ancora questi dati, com'è che l'Assessorato non conosce questi dati? Io penso che l'Assessorato li conosca, penso che ci siano, che possano essere un supporto fondamentale al lavoro di questa Commissione, che nello spirito e negli obiettivi condivido in pieno, perché avere la consapevolezza di quello che è stato credo sia fondamentale per migliorare l'efficienza e per assumere per il futuro decisioni sicuramente importanti, mirate a un miglioramento della sanità, a una razionalizzazione della spesa, a una più efficace risposta ai bisogni e alle esigenze dei cittadini.
Tra l'altro la richiesta di istituzione della Commissione d'inchiesta consiliare è arrivata quasi nel momento in cui preparavo un'interrogazione all'Assessore in cui chiedevo suppergiù le stesse cose. Nel frattempo ragionavo su un aspetto più specifico, in seguito all'incontro del 17 dicembre scorso a Nuoro, con il presidente Pigliaru, l'assessore Paci e altri Assessori, venuti al capezzale di questa Provincia a dire quello che la Regione può fare, quello che i comuni, le province e i sindaci devono fare, a fronte di una situazione nella quale vi sono numerose emergenze in atto e vertenze aperte: Ottana Energia, Ottana Polimeri, Salumificio Murru, FT calze di Macomer, Consorzio latte di Macomer, Queen, la Rosemary, Legler, Idea motore, e potrei continuare con l'elenco delle lapidi che via via sono state piantate lungo il cammino di industrializzazione della provincia di Nuoro. Per cinque anni sono stato consigliere provinciale e in quei cinque anni non ho capito quanto è stato speso dallo Stato per la provincia di Nuoro, non ho capito e non sono ancora quanti soldi sono stati spesi, per cui la proposta che intendevo e intendo avanzare è quella di istituire una Commissione d'inchiesta specifica, puntuale, per l'esame di un territorio, come quello della provincia di Nuoro, che vive una situazione disastrosa, a fronte di interventi da parte dello Stato, da Rovelli fino a oggi, che assommano a centinaia di miliardi delle vecchie lire, a decine di milioni di euro, in realtà non se ne sa quantificare l'importo esatto, non si sa bene quanti settori sono stati finanziati, non si conosce la rispondenza fra gli obiettivi prefissati alla base di quegli investimenti e i risultati effettivamente raggiunti, non si sa qual è stata la distribuzione dei finanziamenti fra le imprese, non si sa quante imprese hanno beneficiato di quei soldi e hanno effettivamente avviato le loro attività e quante non le hanno avviate o le hanno avviate e sono state chiuse e perché. Non si sa bene chi ha gestito questi soldi, come li ha gestiti e quali sono i margini operativi per capire bene l'efficacia dell'intervento che la Regione dovrà fare e che il presidente Pigliaru si è impegnato a fare nella provincia di Nuoro.
Allora, io proporrò l'istituzione di una Commissione d'inchiesta specifica per la provincia di Nuoro, perché riguardo a tutte le cose che ho elencato, ovvero qual è stata l'incidenza della spesa nel settore industriale, quali settori sono stati finanziati, qual è stata la rispondenza fra gli obiettivi prefissati e i risultati raggiunti, come sono state distribuite le risorse tra le imprese, quante di queste sono ancora aperte, quante sono state chiuse e perché, eccetera, sia possibile dare una risposta a noi stessi anzitutto, agli operai che stanno lottando per difendere il posto di lavoro, ai cittadini e ai giovani, per capire qual è effettivamente l'errore che è stato fatto fino a oggi e cercare di non ripeterlo. È la stessa filosofia che l'onorevole Deriu elencava per l'istituzione della Commissione sulla sanità. Credo che sulla provincia di Nuoro, per la quale non si può dire che non siano arrivati dei finanziamenti, ne sono arrivati tantissimi, sia importante oggi mettere un punto fermo e dire cosa e perché non ha funzionato e quanto serve perché possa effettivamente partire uno sviluppo duraturo di questa parte della nostra regione e si possano dare risposte sicure e certe a chi da noi aspetta queste risposte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facoltà.
PIZZUTO LUCA (SEL). Presidente, questo importante atto che noi ci accingiamo a votare mi richiama alla mente una frase che aveva l'abitudine spesso di citare Pier Paolo Pasolini: "La verità è rivoluzionaria". Noi ci troviamo di fronte a un dato di fatto: da più anni il bilancio della nostra Regione è assorbito quasi interamente dalla spesa sanitaria, spesa che se fosse realmente utilizzata per il bisogno dei cittadini forse consentirebbe oggi di avere la più grande sanità del mondo, mentre non è esattamente così perché, a "occhiometro", vediamo che si spendono milioni di euro per fare le assunzioni nei CUP, che è più importante la gestione dei parcheggi di certe strutture ospedaliere in Sardegna piuttosto che l'abbattimento delle liste d'attesa, oppure che il costo di mercato di certe attrezzature sanitarie acquistate dal pubblico triplica o quadruplica. Questo trasversalmente agli schieramenti, lo dobbiamo riconoscere.
Allora questo atto, che come Sinistra Ecologia e Libertà noi convintamente abbiamo sostenuto e sosteniamo, deve avere il compito profondo di ristabilire un diritto alla verità, perché capire come si spendono le risorse sanitarie nella nostra Isola è un elemento di verità che noi dobbiamo ai nostri cittadini e che ci deve aiutare a capire dove sono gli sprechi e, permettetemi, anche le collusioni clientelari che per troppo tempo hanno caratterizzato la sanità sarda. Allora i colleghi che andranno a far parte di questo organismo, in cui sono convinto che ci saranno anche rappresentanti del mio partito, abbiano il coraggio della verità e affondino le mani su quella che è la spesa della sanità in Sardegna, per cercare non solo di ricostruire una sanità migliore e distruggere le collusioni che sussistono al suo interno, ma anche di liberare risorse di bilancio che consentano di programmare nuove politiche di sviluppo.
PRESIDENTE. Do atto che è stata sottoscritta anche dagli onorevoli Usula e Busia la richiesta di istituzione della Commissione di inchiesta.
E' iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, io evito sempre di intervenire su determinati argomenti cercando di "arrivare all'osso". Voglio ricordare che poc'anzi in Conferenza dei Capigruppo abbiamo preso l'impegno ad essere rapidissimi (anche per l'esigenza di molti colleghi di assentarsi per recarsi al funerale del fratello di un consigliere regionale), ma rapidissimi non siamo stati. Cominciamo col dire, perché tante cose ho sentito, che il lavoro si fa in Commissione; la Commissione può essere nominata direttamente dal Presidente ed è chiaro che affronteremo i problemi che avete elencato e tanti altri. Avete messo in evidenza l'incidenza della spesa farmaceutica convenzionata ospedaliera, già dimostrando una scarsa conoscenza del problema. Abbiamo sostenuto qui con forza più volte che il buco vero della sanità sarda è la spesa ospedaliera: eravamo la Regione canaglia per eccellenza, con il 6,6 per cento, contro il 2,3 per cento in tutta Italia; abbiamo spese folli per quanto riguarda l'ADI, dove non si nega niente a nessuno; abbiamo una situazione catastrofica per quanto riguarda le RSA, è inutile farne di nuove. Le RSA nuove, da Desulo a un altro comune, non servono a niente, stanno chiudendo tutte perché nessun pensionato dispone di 40 milioni di vecchie lire all'anno per poter inserirsi in una comunità come quella delle RSA. E ne stanno facendo di nuove! Bisognerà chiuderle, a meno che la Regione non se ne faccia carico. Questi problemi saranno affrontati, come pure il problema delle liste d'attesa. Certo che abbiamo l'esigenza di sapere quali sono le differenze di spesa tra una ASL e un'altra e non ne abbiamo avuto l'opportunità. La Commissione verificherà che cosa è successo negli ultimi dieci anni (due legislature, perché luci e ombre ce ne sono state da una parte politica e dall'altra), cercando di rendere la vita la più possibile meritevole, eliminando le liste d'attesa, perché in una realtà territoriale le liste d'attesa hanno tempi molto lunghi rispetto a un'altra che pure ha le stesse configurazioni e lo stesso numero di abitanti. Poi si tratta di fare degli studi e la Regione i dati obiettivi li ha. Pensate che una volta, parlo di quindici anni fa, mi dilettavo a controllare il motivo per cui un emofilico costava, per esempio, circa 200 milioni di lire all'anno, mentre in quel di Tempio costava 1 miliardo. Innanzitutto c'è un fatto fondamentale: bisogna comprare i farmaci tramite l'ospedale, non in farmacia, perché in farmacia costano il doppio. Abbiamo fatto tanti errori, prima e dopo. Pensate che solo recentemente, l'Assessore lo sa, abbiamo ottenuto dei risultati: per esempio, per la spesa farmaceutica avevamo uno sconto del 30 per cento, nel resto d'Italia lo sconto era del 50 per cento. Ma se non si presentava la domanda! È Così è avvenuto recentemente, con una premialità di 10 milioni di euro, credo di non sbagliare, per quanto riguarda i farmaci innovativi. Queste cose si andranno a esaminare nella Commissione, queste domande si faranno, i dati ci servono. Se i farmaci innovativi non vanno bene e la Regione dice: "A me questi farmaci non servono" non si pagano. Recentemente - dico bene, Assessore? - avete avuto un'integrazione di 10 milioni di euro perché finalmente si è presentata la domanda.
Allora, oggi dobbiamo semplicemente prendere l'impegno a che il Presidente nomini nei tempi più rapidi possibili questa Commissione e in Commissione si affrontano tutti i problemi dello scibile umano, i problemi della sanità, nessuno escluso! Così facciamo un po' di chiarezza e ci saranno le condizioni per poter realizzare un risparmio nel settore, cercando di valutare attentamente le differenze che ci sono tra distretto e distretto, tra una realtà e un'altra e la causa degli sperperi di denaro pubblico. Fare una RSA a Desulo - l'ho detto in Giunta - è uno sperpero! Credo che l'Assessore e la Giunta abbiano già provveduto a eliminare questa previsione, perché non serve. Se vogliamo essere coerenti con quello che abbiamo detto è opportuno dare questo mandato al Presidente e i Gruppi consiliari sapranno nominare persone capaci che cureranno gli interessi del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, io sono tra quelli che in Conferenza dei Capigruppo avevano chiesto di accelerare i lavori del Consiglio per poter partecipare al funerale del fratello del collega Cherchi, però credetemi, Presidente, colleghi, è veramente difficile non intervenire dopo aver sentito determinati interventi da parte di chi da quarant'anni anni gestisce la cosa pubblica in Sardegna, da parte di chi ha contribuito affinché si avessero certi risultati anche nella sanità in Sardegna, e non mi posso esimere dal fare alcune considerazioni.
Io sono tra i ventisette firmatari super convinti di questa proposta per l'istituzione della Commissione d'inchiesta sulla sanità. Così come diceva il proponente, il collega Deriu, non è un problema della sanità, è un problema di carattere culturale, è un problema che ha una valenza sociale che riguarda tutto il milione e mezzo di cittadini sardi, al di là delle appartenenze politiche, bianco, rosso, nero, centrodestra, centrosinistra. Badate bene, io mi auguro che questa Commissione possa stanare in maniera definitiva, una volta per tutte, tutte le porcherie che ci sono nel sistema sanitario in Sardegna, dove troveremo cose che non vanno bene fatte dal centrosinistra, cose che non vanno bene fatte dal centro e dal centrodestra. L'auspicio è che questa Commissione, quando concluderà i suoi lavori, metta in evidenza tutte le incongruenze, tutte le nefandezze che vi sono nel sistema sanitario, ma soprattutto dia l'opportunità di rimettere al centro della sanità il cittadino-paziente. Anche perché molti dei presenti sono qui perché hanno fatto politiche clientelari che hanno consentito di sedersi in questi banchi, perché hanno fatto le loro campagne elettorali trasformando le aziende ospedaliere in veri e propri uffici di collocamento. Soprattutto vedremo, con i lavori di questa Commissione d'inchiesta, la discrasia che vi è tra il personale sanitario e non sanitario, se ci sono più medici o più guardie giurate, se ci sono più portantini o più medici e infermieri.
Con questo spirito condivido pienamente l'iniziativa proposta dal collega Deriu e mi auguro che coloro i quali faranno parte di questa Commissione portino a casa un risultato nell'interesse dei sardi e delle tante persone oneste che ogni giorno purtroppo hanno necessità di prestazioni medico-sanitarie. Mi auguro che una volta per tutte vi siano cittadini-pazienti che non appartengono a nessuna categoria, né di serie A né di serie B, ma che ci sia un'unica categoria, quella della buona sanità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Io rimango dell'avviso che l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, da noi sostenuta senza riserve, debba però portare a una riflessione, quella fatta correttamente nella sua relazione introduttiva dall'onorevole Roberto Deriu, di cui ho apprezzato l'esposizione avendo messo in evidenza finalità e obiettivi della Commissione, al contrario dell'onorevole Desini, che ha l'abitudine di guardare la pagliuzza negli occhi degli altri e non vede la trave nei suoi, perché se di nefandezze dobbiamo parlare, onorevole Desini, sarebbe facile tornare a quello che ieri diceva l'onorevole Alessandra Zedda a proposito di altro argomento. Ognuno guardi in casa propria, ma vi guardi serenamente. Se è questo l'incipit per trattare la materia, allora vedremo chi ha fatto moltiplicare le strutture complesse, chi ha creato primariati fasulli solo per dare sistemazione a qualche medico e non per affrontare la questione della qualità dell'offerta sanitaria. Ci stiamo a fare una ricognizione complessiva se vogliamo anche individuare, badate, le responsabilità sul piano politico, perché io penso che non sia questo il luogo deputato a trasformare il Consiglio regionale in un tribunale. Lasciamolo fare ai giudici, quelli che in sede erariale accertano le responsabilità e quelli che anche in altra sede civile o penale accertano responsabilità per malefatte. Qui a noi interessa fare altro, interessa evidenziare perché si è creato un livello di spesa che se non adeguatamente e opportunamente controllato rischia veramente di creare un problema nel sistema della legge di bilancio.
Io non vorrei che questa Commissione, visti anche i toni che sto sentendo, avesse lasciato scontento qualcuno della maggioranza sulle nomine dei commissari e che la si volesse utilizzare - se ci portate su questo terreno, onorevole Desini, vi rispondiamo - come grimaldello nei confronti della Giunta e dell'Assessore. Dimenticatevi che noi appoggiamo velleità di questa natura. No, a noi interessa una Commissione seria, peraltro è un lavoro che avrebbe potuto fare la stessa Commissione consiliare in carica competente per materia, tanto per essere chiari. Una Commissione d'inchiesta? Benissimo, siamo d'accordo, ma per valutare responsabilmente e serenamente, voglio tornare su questo, gli obiettivi che bene ha individuato il collega Roberto Deriu.
E allora, signor Presidente del Consiglio, proprio perché questa non sia una Commissione la cui composizione rischia di snaturarne davvero la funzione, perché qui sono presenti mi pare qualcosa come undici o dodici Gruppi, se vogliamo che svolga un ruolo serio, questa Commissione deve essere composta da un numero adeguato di commissari, perché possa veramente lavorare, perché possa portare a conclusione il lavoro nei sei mesi previsti e perché possa dare, e su questo ha ragione la collega Forma, un prezioso supporto in una fase di riforma del sistema sanitario che tutti auspichiamo, possa fornire elementi utili per riformare il sistema. Ma facciamolo con serenità e non nel modo in cui qualcuno della maggioranza pensa di utilizzare lo strumento, ovvero per lavare panni sporchi e soprattutto creare condizioni di rivalsa perché forse non è stato accontentato nella nomina dei commissari.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ringrazio l'onorevole Deriu, accogliamo la proposta. Penso che le prerogative del Consiglio vadano rispettate, siamo perfettamente d'accordo sull'azione di controllo e monitoraggio in una delle aree più importanti come quella della sanità. Quindi penso che la Commissione avrà il compito di sostenere un'azione che abbiamo cercato, come Giunta e come Assessorato della sanità, di svolgere sin dall'inizio, perché siamo consapevoli di una serie di problemi, come quello della spesa farmaceutica e della differenza dei costi delle diverse ASL della Sardegna, e sarà mio piacere dare, spero tra poco, un contributo.
Avevo proposto ad alcuni direttori di servizio l'obiettivo di preparare l'Atlante sanitario della Sardegna per potervi fornire i dati: quanti sono i dipendenti, come si dividono nelle diverse aree, come dobbiamo implementare. Ci servirà sia per guardare allo stato dell'arte, quindi fare una fotografia del presente, ma soprattutto per programmare, perché penso che il punto fondamentale in una situazione di grossa crisi economica sia fare scelte appropriate, bilanciando il rapporto costi-benefici.
Sulla spesa farmaceutica mi onoro, a nome della Giunta, di dirvi che lo scorso 29 dicembre abbiamo approvato una delibera che non fa altro che ratificare un qualcosa che esiste da dieci anni che però abbiamo riqualificato secondo l'accordo con Federfarma, cercando di dare un servizio a tutti i cittadini della Sardegna attraverso le oltre cinquecento farmacie distribuite capillarmente nel nostro territorio, per attivare quella che si chiama distribuzione per conto (DPC) dei farmaci della continuità ospedale-territorio, introducendo fra l'altro, in un momento di crisi economica, anche i nuovi farmaci, i cosiddetti NAO, nuovi anticoagulanti orali. Sono farmaci costosi che però, a seguito di accordi con Federfarma e Farmindustria, potremo distribuire in tutto il territorio della Sardegna evitando code, evitando burocrazie.
Noi pensiamo quindi che l'azione di questa commissione d'inchiesta non farà altro, e ne siamo molto contenti, che potenziare un'azione che la Giunta aveva già intrapreso che ci permetterà di chiarire e di raggiungere un obiettivo che io penso che, al di là delle polemiche, dobbiamo condividere, che è quello di salvare il sistema sanitario nazionale, che pur con tutte le sue carenze è un buon sistema sanitario. L'agenzia di rating Bloomberg a dicembre ha messo il nostro sistema sanitario in terza posizione tra quelli dei paesi sviluppati, e quindi dobbiamo cercare di coglierne gli aspetti positivi e di sopperire rimediare alle inefficienze, alle mancanze di umanità che ci vengono segnalate costantemente.
Ben venga, quindi, questa commissione, noi daremo tutto il nostro apporto e tutta la struttura sarà a completa disposizione per cercare di svolgere quest'azione e permetterci di programmare, in un momento di crisi, nel modo migliore, di non togliere servizi, ma di renderli più efficienti e distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Per quanto riguarda aspetti un po' più tecnici, come gestione delle gare pubbliche e acquisti di beni e servizi, noi già con la legge numero 23 abbiamo introdotto la Centrale unica degli acquisti, che dovrebbe permetterci di garantire trasparenza ed efficienza del sistema. Faremo il monitoraggio di quello che è successo fino adesso per capire, appunto, se ci sono state inappropriatezze, pronti anche a collaborare, come abbiamo fatto con la Corte dei conti. Abbiamo stabilito, nell'ultima riunione di Giunta, quella del 29 dicembre, i nuovi criteri di ripartizione tra le macro-aree, proprio per cercare di rendere uniforme e dare degli obiettivi stringenti. Abbiamo approvato il Piano nazionale della prevenzione, perché siamo convinti che, oltre che parlare di sanità, bisogna parlare di salute, valorizzare la salute. È una terra, la Sardegna, che ha delle opportunità, dobbiamo cercare di valorizzare queste opportunità e far sì che la salute dei nostri cittadini sia il valore aggiunto del nostro sistema. Quindi confermo il parere favorevole di tutta la Giunta sulla richiesta di istituzione di questa Commissione d'inchiesta e garantiremo la nostra disponibilità e le risorse dell'Assessorato. Grazie.
PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
ORDINE DEL GIORNO COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele Secondo sull'istituzione di una commissione di inchiesta sull'efficienza del sistema sanitario regionale e sull'adeguatezza dei suoi costi.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione del documento relativo alla richiesta di istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'efficienza del sistema sanitario regionale e sull'adeguatezza dei suoi costi (Commissione d'inchiesta n. 1), presentata ai sensi del comma 4 dell'articolo 125 del Regolamento interno;
PRESO ATTOdel dibattito,
delega
il Presidente del Consiglio regionale a nominare i componenti della Commissione d'inchiesta che entro sei mesi riferisca al Consiglio sui seguenti punti:
1) quale sia l'incidenza della spesa farmaceutica, convenzionata ed ospedaliera, quale sia il suo andamento di crescita, quale sia il raffronto con la medesima spesa nelle altre regioni italiane;
2) quali siano le differenze di spesa sanitaria tra le diverse ASL della Sardegna;
3) quale sia stata la rispondenza tra gli obiettivi aziendali e quelli effettivamente raggiunti;
4) quale sia la distribuzione delle risorse umane tra medici, paramedici, infermieri, operatori socio-sanitari, farmacisti;
5) quale sia stata la gestione delle gare pubbliche per l'acquisto di beni e servizi, quali gare abbiano avuto compimento e quali non siano state rese operative e, nell'eventualità, per quali ragioni;
6) quali possano essere i margini operativi per una contrazione dei costi nel mantenimento dei livelli di assistenza. (1)
PRESIDENTE. Per illustrare l'ordine del giorno ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco.
COCCO PIETRO (PD). Signor Presidente, l'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale, a conclusione della discussione del documento relativo alla richiesta di istituzione di una commissione d'inchiesta sull'efficienza del sistema sanitario regionale e sull'adeguatezza dei suoi costi (Commissione d'inchiesta numero 1), presentata ai sensi del comma 4 dell'articolo 125 del Regolamento interno; preso atto del dibattito, delega il Presidente del Consiglio regionale a nominare i componenti della Commissione d'inchiesta che entro sei mesi riferisca al Consiglio sui seguenti punti.
1) quale sia l'incidenza della spesa farmaceutica, convenzionata ed ospedaliera, quale sia il suo andamento di crescita, quale sia il raffronto con la medesima spesa delle altre regioni italiane.
2) quali siano le differenze di spesa sanitaria tra le diverse ASL della Sardegna.
3) quale sia stata la rispondenza tra gli obiettivi aziendali e quelli effettivamente raggiunti.
4) quale sia la distribuzione delle risorse umane tra medici, paramedici, infermieri, operatori socio-sanitari, farmacisti.
5) quale sia stata la gestione delle gare pubbliche per l'acquisto di beni e servizi, quali gare abbiano avuto compimento e quali non siano state rese operative e, nell'eventualità, per quali ragioni.
6) quali possano essere i margini operativi per una contrazione dei costi nel mantenimento dei livelli di assistenza".
L'ordine del giorno è firmato da tutti i Capigruppo.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il parere della Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Sì, certo.
Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della deliberazione di autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio, che segue quindi l'approvazione dell'esercizio provvisorio del bilancio regionale. È autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio per lo stesso periodo per cui è stato autorizzato per il bilancio regionale.
(E' approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 76/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore.
MANCA GAVINO (PD), relatore. Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, la seconda Commissione ha approvato a fine novembre questo disegno di legge dopo un partecipato confronto che ha avuto come obiettivo primario quello di individuare delle soluzioni utili a sostenere il settore dell'emittenza televisiva e, devo essere sincero, lo dico ai colleghi della maggioranza, con l'assoluta disponibilità e collaborazione ancora una volta dei colleghi della minoranza, che hanno partecipato in maniera fattiva e attiva alla predisposizione di questa proposta di legge.
La Commissione chiaramente è consapevole della necessità di intervenire urgentemente con una legge complessiva che riguardi l'intero comparto dell'informazione. L'evoluzione normativa, istituzionale e tecnologica ci pone infatti oramai di adeguare le disposizioni che nella nostra Regione regolamentano l'informazione locale e la comunicazione istituzionale, finora disciplinate dalla legge regionale numero 22 del 1998, una buona legge ma vecchia ormai di sedici anni. Proprio in questo senso la Commissione intera ha deciso di inserire come obiettivo nella programmazione dei propri lavori la discussione di una proposta di legge che disciplini il sistema integrato della comunicazione in tempi molto rapidi e definiti. A tal fine è utile ricordare che esiste già un testo proveniente dalla passata legislatura, chiaramente anche oggetto di sintesi di proposte di diverse parti e di diversi Gruppi politici, che è stato oggetto di grande elaborazione e confronto sia all'interno delle parti politiche sia con tanti soggetti operanti nel settore. Il comparto televisivo però sta vivendo una crisi senza precedenti, dovuta da un lato all'avvento del digitale terrestre ed alla incontrollata crescita dell'offerta alternativa, Internet, Web, tv e via dicendo, e dall'altro alla drastica riduzione della raccolta pubblicitaria a causa della pesantissima situazione economica e sociale che attraversa la nostra regione. Tutto ciò ha reso necessario un intervento legislativo immediato al fine di salvaguardare un sistema che rappresenta un importante presidio al pluralismo dell'informazione regionale e che riveste un ruolo di rilievo dal punto di vista dello sviluppo economico e occupazionale della nostra regione.
Con la consapevolezza dell'urgenza, della drammaticità e della straordinarietà della situazione, la Commissione ha proceduto all'esame della proposta di legge ponendo alcune importanti modifiche migliorative del testo originario dei proponenti, modificando profondamente l'impostazione iniziale che prevedeva l'istituzione di un servizio regionale per l'informazione televisiva locale. Tale scelta infatti non è parsa compatibile con la normativa che riserva tale prerogativa alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, ovvero la Rai. Le principali novità che sono state apportate nel testo possono sintetizzarsi in questi punti: innanzitutto si è ritenuto di inserire l'intervento legislativo nell'ambito della normativa regionale di carattere generale relativa all'intero settore dell'informazione, ossia la legge regionale numero 22 del 1998, che peraltro già prevede interventi a favore dell'emittenza televisiva locale, a cui gli interventi previsti dalla presente proposta di legge vanno ad aggiungersi. Inoltre sono stati precisati i contenuti del servizio richiesto alle emittenti televisive, in quanto nel testo del proponente erano piuttosto indefiniti e non chiari. In tale ambito la Commissione ha considerato fondamentale correlare la corresponsione di contributi all'offerta di un pacchetto di programmi che, oltre a garantire informazione di carattere locale, assicura servizi televisivi per l'informazione e la promozione di temi di particolare rilevanza, programmi di pubblica utilità per migliorare la conoscenza dell'Europa e infine prevede programmi specificamente dedicati ai minori e ai giovani, come prevede l'articolo 4, comma 1. Per quanto riguarda invece la definizione dei criteri e delle modalità per l'attribuzione dei finanziamenti la Commissione ha confermato quanto previsto dal testo del proponente, disponendo che la Giunta regionale dovrà tener conto di alcuni parametri, tra cui la percentuale di copertura territoriale e l'utenza effettivamente raggiunta, il numero dei dipendenti a tempo pieno rispetto ai minimi stabiliti dall'articolo 4, comma 3. La Commissione inoltre ha ridisegnato il ruolo attribuito al CORECOM, che dovrà esprimere il parere sulla delibera della Giunta regionale che stabilisce i criteri e le modalità per l'attribuzione dei contributi ed effettuare i controlli sul possesso dei requisiti e sul rispetto degli obblighi previsti dalla legge da parte dei beneficiari, il cui inadempimento è causa chiaramente di revoca dei benefici.
Nell'intento di salvaguardare i livelli occupazionali, tema molto caro a tutte le anime presenti in questo Consiglio regionale, si è stabilito che per poter accedere ai contributi le aziende televisive debbano avere una stabile organizzazione e vi debba essere la regolarità del pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali dei dipendenti. Inoltre, al fine di incentivare le assunzioni di personale e ridurre il rischio di licenziamenti, sono state previste premialità per le emittenti televisive che negli ultimi tre anni non hanno proceduto a riduzione del proprio personale o, per converso, provvedono ad assumere personale operante nel settore e precedentemente licenziato o fruitore di ammortizzatori sociali, così come previsto dall'articolo 4, comma 4. È stata prevista inoltre la possibilità che le piccole emittenti che non raggiungono singolarmente il requisito della copertura di segnale del 60 per cento del territorio regionale per l'accesso ai contributi possano associarsi attraverso la creazione di consorzi o raggruppamenti temporanei di imprese. Abbiamo previsto, e verrà presentato un apposito emendamento insieme a qualche altro emendamento migliorativo del testo, anche l'opportunità che alle piccoli emittenti di carattere locale possa essere dedicato da parte della Giunta regionale un 15 per cento delle risorse stanziate per questo provvedimento di legge, in base chiaramente ai requisiti di assegnazione previsti dalla Giunta regionale, proprio per non lasciar fuori nessuno da questo provvedimento di legge straordinario, neanche le piccole emittenti televisive. Nel convincimento che gli interventi proposti possano, se essere poste in essere tempestivamente, alleviare lo stato di sofferenza del comparto, la Commissione ovviamente auspica che in Assemblea possa trovarsi la medesima condivisione unanime che ha reso possibile un'approvazione sollecita e partecipata del provvedimento in Commissione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, siamo arrivati dopo un lungo e proficuo lavoro in Commissione a licenziare, spero, un testo al quale dobbiamo guardare con occhi diversi rispetto a quelli che hanno contraddistinto la normale dialettica sino a questo momento all'interno di questo Consiglio. Penso questo perché già dall'inizio il mandato del Gruppo che io e l'onorevole Locci rappresentiamo all'interno della seconda Commissione è stato quello di dare tutto il supporto possibile, anche dal punto di vista tecnico, affinché questa norma raggiungesse il maggiore equilibrio possibile. Un elemento che mi piace mettere in risalto è che stiamo intervenendo su un sistema senza dare un giudizio sull'editoria sarda nel suo complesso, senza intervenire su una vicenda con la caratteristica della dialettica locale, ma guardando, sia attraverso il dato nazionale sia attraverso il risultato che vogliamo conseguire, a un obiettivo molto più alto, che è quello di dare una risposta che sia completamente al di fuori di ciò che ognuno di noi oggi ritiene essere il bilancio del sistema della televisione locale in Sardegna. Questo lo facciamo perché abbiamo la profonda consapevolezza che quanto è accaduto nel sistema televisivo attraverso l'avvento del digitale terrestre ha assunto le caratteristiche di un evento di portata geologica rispetto a questo tema, tant'è vero che i risultati economici delle aziende proprietarie di queste emittenze sono straordinariamente negativi nel corso degli ultimi anni, assommano a diverse centinaia di milioni di euro su tutto il territorio nazionale, cosa che non distingue la Sardegna da questo punto di vista. Si è dovuti quindi intervenire per la sopravvivenza di questo settore attraverso lo strumento della ricapitalizzazione o l'utilizzo di riserve che altro non sono che l'intervento economico da parte di soggetti, non certamente in chiave mecenatesca, ma sicuramente in chiave di interesse economico, com'è normale che sia, a sostegno di aziende che per la caratteristica che noi abbiamo cercato di mettere in evidenza in questa norma non sono soltanto capitale in termini di risorse economiche, ma sono soprattutto capitale in termini di risorse umane, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista della professione giornalistica. E questo, mi piacerebbe rimarcarlo, non è un tema nuovo di questa legislatura. Nella scorsa legislatura, attraverso la misura Welfare to Work, si intervenne affinché la crisi aziendale di quel momento fosse affrontata con oltre 500 mila euro dando la possibilità a tutte queste aziende, mescolando quella misura con gli ammortizzatori sociali, di essere ancora oggi dei soggetti attivi in questo mercato. Oggi questo non basta più; oggi serve intervenire attraverso una misura che consenta a queste aziende di rimanere parte di questo mercato. E siccome, al netto di tutto quanto avviene attraverso il finanziamento pubblico, l'incidenza del costo delle risorse umane in queste aziende supera largamente 35 per cento, è nostro compito non solamente porci il problema del loro funzionamento, ma anche intervenire in maniera concreta e tangibile sulla loro reale possibilità di andare avanti, perché, badate bene, questo non è un sostegno soltanto a chi oggi ha ancora la capacità economica di restare in questo settore, questo non è un sostegno a imprese, questa è la possibilità che il nostro livello istituzionale dà a questo importante strumento di informazione di garantire il pluralismo, di garantire un accesso all'informazione che sia libero e omogeneo in tutto il territorio regionale. E nel momento in cui è più basso il prestigio della nostra istituzione nell'opinione pubblica non possiamo scordarci che gran parte delle risorse pubbliche destinate attraverso il canone alla Rai o la maggiore quantità di raccolta pubblicitaria sono rivolte a un sistema giornalistico che altro non fa che gettare la croce dell'opinione pubblica sul livello istituzionale regionale, di conseguenza è qui che dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Noi stiamo alimentando sistema che è in grado di farci dialogare con i cittadini che rappresentiamo e spiegare loro che questa è un'istituzione che pensa al bene di chi è rappresentato qua dentro. Stiamo attenti, non siamo, soltanto perché siamo chiusi qua dentro, un soggetto che si possa estraniare dall'opinione che si sta formando fuori da questo Palazzo. Noi tra pochi anni risponderemo non soltanto di quello che abbiamo fatto, ma anche dell'opinione che si è creata là fuori. E l'opinione, in questo momento, sarebbe sorda e monca se non ci fosse un'adeguata informazione del sistema televisivo locale.
Io credo che si sia fatto un lavoro equilibrato in Commissione, credo che si sia fatto un lavoro molto puntiglioso, anche dal punto di vista delle caratteristiche che devono avere questi soggetti per accedere a queste forme di ricavo, però è anche vero che non possiamo vincolare troppo il sistema dell'organizzazione di ogni singola azienda a quella che è la nostra visione delle cose. Noi dobbiamo lasciare qualche briglia sciolta, dobbiamo consentire che il sistema raggiunga un autolivellamento, raggiunga un equilibrio che si basi comunque sia su regole di mercato, che noi non possiamo condizionare oltre. Certamente però non ci si potrà dire che il nostro comportamento è stato omertoso e sicuramente non ci si potrà dire che la nostra inerzia ha causato il fatto che tutto il sistema di informazione si concentrasse soltanto sui soggetti economicamente più forti. Noi oggi stiamo dando una risposta all'enorme quantità di capitale umano che rappresenta l'informazione in Sardegna in questo momento. Noi oggi, mettendo in stretta relazione questa iniziativa col nostro patrimonio culturale e di lingua sarda, stiamo probabilmente aprendo le porte di questa professione a chi, essendo giornalista, ha investito sulla lingua sarda, a chi è in grado di leggere un telegiornale in lingua sarda, a chi oggi è probabilmente una persona a cui viene aperta una nuova prospettiva occupazionale in un sistema che sino ad oggi era chiuso perché in crisi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Noi abbiamo deciso di appoggiare questa nuova legge che va a sostegno del sistema televisivo per due ordini di ragioni: la prima di carattere strutturale, la seconda di carattere funzionale. La prima: il comparto televisivo locale occupa complessivamente in Italia 5 mila lavoratori, erano 150 con contratto continuativo nel 2012, sono parzialmente calati, ma diciamo che nel loro complesso, considerando l'indotto, sono 200-250; ottiene ricavo per i due terzi dal mercato pubblicitario e per un terzo dall'ottenimento di contributi statali e regionali; occupa una quota di mercato pari al 7 per cento e ottiene il 5 per cento del totale dei ricavi delle televisioni nazionali. Nel 2012 il ricavato complessivo era di 480 milioni di euro, quindi abbastanza alto.
Parliamo dunque di un settore che per dimensioni non è sicuramente trascurabile e merita di essere considerato. È un settore in uno stato di profonda crisi, per ragioni che in parte abbiamo già udito, una delle quali è la sofferenza economica che fa riferimento a un'economia globale europea, italiana, sarda, e quindi del mercato pubblicitario e dell'origine della gran parte dei proventi degli introiti delle televisioni locali. La seconda ragione è la crisi di visibilità che si è manifestata con la progressiva occupazione di spazi da parte del sistema del digitale terrestre, che ha dislocato i canali in condizioni più difficilmente individuabili e ha creato una crisi di sistema delle televisioni locali molto grave. La terza ragione è il fattore locale specifico della Sardegna, che ha influito in questo stato di crisi ed è dovuto al fatto che il costo del personale, dei contratti di lavoro all'interno del costo globale sostenuto dalle televisioni locali incideva in Sardegna per il 59 per cento, contro una media nazionale del 31 per cento. Avevamo un costo del lavoro doppio in Sardegna rispetto al resto delle televisioni italiane. Ora, ciò che è successo e che abbiamo sotto gli occhi è che in Sardegna specificamente c'è stata una serie di manifestazioni di questa crisi. Sardegna Uno ha dato il via a una massiccia opera di ristrutturazione dell'azienda con un gran numero di licenziamenti, e ne abbiamo sentito le lamentazioni; Videolina ha aperto delle procedure di mobilità, con pericolo per il mantenimento dei posti di una metà del suo personale; la televisione Cinque Stelle, come sappiamo bene, non paga gli stipendi da oltre sette mesi e ha chiuso contestualmente le sedi di Sassari, Nuoro e Cagliari.
Quindi una delle ragioni che ci spinge ad appoggiare questa iniziativa legislativa è quella di sostenere un settore importante, sia per numero di addetti che per livello di professionalità, che è in uno stato di profonda crisi e che deve essere aiutato. Ma la seconda ragione, perché la prima non sarebbe sufficiente, riguarda la funzione delle televisioni locali. L'Italia ha un alto numero di televisioni locali, è seconda in Europa forse solo alla Spagna, e tutela in questo modo una trasmissione di informazioni che garantisce il diritto dei popoli a non uniformarsi a un clima culturale dominante. La televisione attualmente è, per quantità di tempo dedicato, la prima forma di svago per i cittadini italiani ed è la terza attività dei cittadini italiani complessiva dopo il sonno e dopo la scuola. Parliamo quindi di uno strumento di trasmissione delle informazioni potentissimo che è in grado, in maniera estremamente efficace, di influenzare atteggiamenti, comportamenti, formare scale di valori, gerarchie di giudizi, determinare l'evoluzione del linguaggio, quale linguaggio e come deve essere utilizzato, formare e modellare gusti musicali e artistici in generale, in una definizione più complessiva quindi di influire sulla forma e sui meccanismi di funzionamento di una società. In questo caso e in questo senso le televisioni locali possono essere un importantissimo strumento di difesa del proprio diritto a modellare il proprio futuro, secondo dei criteri e delle scelte proprie, diritto che noi rivendichiamo come parte fondante e determinante della filosofia sovranista e della difesa delle identità.
Quindi per queste due ragioni noi decidiamo con forza di appoggiare questa iniziativa legislativa. Mettiamo dei limiti, sarà poi cura dell'Assessorato tenerne conto, su due punti: il primo è che il CORECOM, il soggetto destinato a misurare l'effettivo funzionamento dell'attività delle televisioni locali secondo le prescrizioni della legge, al quale viene attribuito un carico ulteriore, abbia i mezzi sufficienti per poter attuare nel modo prescritto quell'opera di controllo di cui viene attribuita la funzione; il secondo punto attiene alla necessità che vengano valutate con molta attenzione le autoproduzioni, cioè al fatto che le televisioni locali davvero abbiano nella dimensione della Sardegna la loro misura, da cui partono i loro progetti, che non si servano cioè di prodotti preconfezionati che poi trasferiscono sul mercato locale, ma che formino e forgino i loro progetti in base alle esigenze della nostra informazione e davvero siano, quindi, uno strumento di difesa della cultura, di tutela delle nostre prerogative, delle nostre differenze e della nostra specialità. Se, come speriamo e crediamo, tutto funzionerà in questo modo, questa sarà una buona legge e noi daremo il nostro appoggio.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente, vorrei cogliere questa occasione, anche se il Presidente della Regione purtroppo non è in aula, per svolgere alcune considerazioni e fare qualche valutazione in ordine al nostro rapporto con l'Europa, perché tutte le cose che stiamo dicendo qui vanno bene per noi, ma non so se andranno bene quando il nostro provvedimento passerà al vaglio del Governo nazionale e del Governo europeo. Io sono convinto, convintissimo che il richiamo che stiamo facendo con questa legge alla valorizzazione della lingua, della cultura e dell'identità sarda non è certamente un espediente per aggirare gli aiuti di Stato, speriamo che venga condiviso, ma perché venga condiviso occorre un'azione politica da parte della Giunta regionale che non può mancare.
Vedete, noi abbiamo tante volte urlato che la rappresentanza europea della Sardegna non c'era, avevamo dimenticato magari che in altri tempi c'era, ma non produceva niente perché non può produrre nulla, e non ci possiamo certamente affiancare all'azione dei tre nostri parlamentari europei, perché su questa materia non potranno fare assolutamente nulla. Lo dico, Presidente, perché dobbiamo cercare di avere con l'Europa un rapporto che avevamo iniziato e che abbiamo completamente interrotto. Come possiamo fare per ottenere questo? Non possiamo delegare al Governo nazionale questo provvedimento di legge, perché se il Governo nazionale lo porta in Europa non farà altro che congiungere la propria convinzione con quella europea, e avremo due nemici anziché uno. Dobbiamo chiedere, come abbiamo fatto tante volte, un incontro al Presidente della Commissione europea, che recentemente è cambiato; avremmo potuto sfruttare la presidenza Renzi, ma ormai è scaduta e non possiamo più sfruttarla.
Allora, al di là del provvedimento che stiamo esaminando oggi, il rapporto con l'Europa non deve essere reinventato, deve essere continuato, deve essere portato avanti, deve tenere conto di quello che è avvenuto, perché non si può sempre cancellare tutto quello che è stato fatto, anche quello che di positivo che abbiamo fatto tutti insieme e poi dimenticarcene. Noi abbiamo svolto in Sardegna due grandi conferenze che hanno portato al "Mediterraneo" e in un altro locale della Sardegna tutti quelli che trattano le politiche regionali ed europee. Li abbiamo portati qui e abbiamo finito con un documento, il cosiddetto "documento di Cagliari", con il quale iniziava un nuovo fecondo percorso tra l'Europa e le Regioni speciali d'Europa. Noi siamo Regione speciale d'Europa ed ecco perché è fondamentale, necessario riprendere l'ultima conferenza, riprendere il documento di Cagliari e instaurare questo nuovo rapporto per fare in modo che quello che diciamo sempre, ovvero che l'Europa deve trasformarsi da Europa di Stati a Europa di Regioni, possa avere una valenza politica. Io credo, Presidente, che questo vada fatto se no non avremo mai la possibilità di scardinare, anche perché man mano che l'Europa acquisisce i propri compiti diminuiscono quelli degli Stati e certamente lo Stato italiano non è assolutamente nostro amico in queste vicende.
Noi ci abbiamo provato altre volte, abbiamo vinto anche delle battaglie, ricordo per tutte la battaglia della legge numero 28 sull'occupazione giovanile, che è valsa mille miliardi. Altre Regioni non hanno vinto, ma noi facendo quello che stiamo dicendo che va fatto siamo riusciti allora a ottenere mille miliardi e a bloccare la procedura di infrazione avviata dall'Unione europea.
Credo che sia necessario approfondire questi aspetti e iniziare quel percorso che avevamo iniziato e che non abbiamo portato a compimento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Noi siamo fermamente convinti che l'editoria e la stampa in particolare svolgano un ruolo importantissimo anche nell'ottica di quella auspicata ripresa dalle rovine di una crisi che non è solo economica, ma è anche crisi culturale, crisi di ideali, crisi dei valori. La stampa certamente in questo momento subisce gli effetti di questa situazione di crisi, con la questione delle questioni, che per la verità investe tutti i settori, che è quella del lavoro. È una questione che noi avremmo voluto sottoporre all'attenzione anche del Governo regionale in termini più generali, perché tocca diverse categorie produttive importantissime, categorie del settore dei servizi, categorie, appunto, come quella della stampa, rispetto alla quale noi ci adopereremo sempre perché ne sia garantita la libertà assoluta, senza condizionamenti e senza che sulla libertà di stampa possa aleggiare il peso di una situazione di crisi derivante dalla necessità anche per gli editori di dover rivedere i piani aziendali.
E allora la nostra posizione l'ha esposta molto chiaramente e bene il collega Stefano Tunis che con il collega Ignazio Locci ha lavorato attivamente in Commissione perché questo testo potesse arrivare in Aula quanto prima possibile. Ed è vero che noi abbiamo fatto tutto il possibile perché potesse avere anche un iter accelerato proprio in Commissione, e questo grazie anche al lavoro del Presidente e degli altri componenti, però forse la velocità impressa non ha consentito un'adeguata valutazione di alcuni aspetti perché questa, diciamocelo, era una legge che doveva essere approvata sul finire del 2014. Noi l'abbiamo portata in discussione nel 2015, purtroppo con qualche problema non di poco conto per quanto riguarda la questione della copertura finanziaria. E allora questo è il problema che spesso la velocità necessitata - e ne comprendiamo tutte le implicazioni in questo caso - determina e in questo caso non si è valutato adeguatamente che il 29 dicembre, quando eravamo già riuniti, se non ci fossero stati i problemi che poi sono emersi e la necessità di fare alcune modifiche, forse dando copertura finanziaria già a una parte della legge oggi probabilmente non saremmo, come effettivamente siamo, tutti in apprensione, con la preoccupazione che ci possano essere rilievi per quanto riguarda la parte finanziaria, anche se mi convince pienamente la soluzione che è stata ipotizzata e quindi auguriamo che, da questo punto di vista, il Governo nazionale non possa fare obiezioni. Ma perché non si alimenti un sistema di precariato, un sistema nel quale giornalisti professionisti, soprattutto quelli che da tanto tempo lavorano e spesso svolgono un servizio proprio nell'interesse della politica, lo dico nel senso più nobile, nel senso che sono il mezzo attraverso il quale viene portata all'esterno tutta l'attività che noi facciamo in questo Consiglio, ma ci sono anche i giornalisti che si occupano della cronaca, della cultura, dello sport, cioè in tutte le variegate attività che svolgono i giornalisti non devono vivere in una situazione di precariato e di mortificazione, se mi si consente il termine. Allora io penso, lo dico al Presidente della Commissione, ma anche ai colleghi tutti del Consiglio regionale, che forse noi dovremmo fare uno sforzo ulteriore perché possa avviarsi l'iter della discussione della legge di riforma del settore dell'informazione complessivamente inteso e, perché no, cercare anche di creare in Sardegna tutte le condizioni perché questo possa essere anche il sistema attraverso il quale la politica possa interagire con un segmento molto importante della vita politica, culturale e sociale della nostra Isola. Questo è l'auspicio e con queste brevissime considerazioni, per quanto ci riguarda, assicuriamo il nostro voto favorevole, e lo assicuriamo, ci teniamo a dirlo, anche se vediamo la maggioranza a ranghi ridottissimi, perché su una legge di questo genere noi abbiamo assunto un impegno e lo vogliamo mantenere. Lo dico per serenità e tranquillità, perché vedo banchi vuoti nel settore della maggioranza, anche se logicamente questo può essere determinato da contingenze del momento, però la legge che stiamo discutendo è di tale importanza che richiedeva proprio la presenza di tutti.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Signor Presidente, onorevoli consigliere e consiglieri, io penso che la difficile situazione del sistema radiotelevisivo locale che si è manifestata soprattutto negli ultimi mesi con le crisi che ben tutti conosciamo richiama alla responsabilità le istituzioni, e in particolare quelle regionali. Per questo, esprimo il parere favorevole da parte della Giunta a un provvedimento che dà risposte importanti soprattutto su due elementi che negli ultimi mesi hanno visto messa in crisi la loro esistenza. Innanzitutto, il dato occupazionale: questa proposta di legge tutela le emittenti che hanno un occhio di particolare riguardo alla stabilità dell'occupazione dei propri dipendenti, inoltre unisce questo aspetto alla tutela della lingua e della cultura sarda, che è stato storicamente un elemento distintivo del nostro sistema di emittenti locali, ponendo quindi in relazione questi due elementi in modo positivo.
Credo che questo provvedimento sia il primo passo di un necessario adattamento della normativa sull'emittenza televisiva e sull'editoria in generale, perché negli ultimi anni si sono affacciate al sistema editoriale realtà nuove, realtà che l'attuale normativa non contempla. Penso ad esempio all'editoria digitale, l'editoria on line, in cui giovani professionisti del giornalismo e delle figure legate agli aspetti più tecnici della professione hanno cominciato il loro percorso professionale. A queste professionalità, a questi giovani, perché soprattutto di giovani si tratta, occorre sicuramente dare delle risposte, ma questo provvedimento si pone comunque in una posizione di apertura rispetto al tema della valorizzazione delle professioni locali nel giornalismo, e quindi è un primo passo di buon auspicio verso un lavoro comune che la Giunta e il Consiglio possono svolgere nel riordino della normativa sul tema delle emittenze televisive e, in generale, dell'editoria. Grazie.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
PIZZUTO LUCA (SEL). Presidente!
PRESIDENTE. Lei si è iscritto a parlare nella discussione generale dopo la chiusura del primo intervento. Devo ricordare ancora una volta qual è il Regolamento: durante il primo intervento è possibile iscriversi per la discussione generale, dopodiché soltanto i Capigruppo possono iscriversi. Lei e altri consiglieri vi siete iscritti dopo. Se vuole può intervenire per dichiarazione di voto sul passaggio agli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Solo per una precisazione e una rapidissima dichiarazione di voto. La precisazione riguarda gli emendamenti che sono stati presentati: a parte il numero 2, credo, che porta la mia firma, in realtà gli altri io non li ho firmati. Forse c'è stato un equivoco prima, durante la discussione, ma per correttezza devo dire che benché li condivida sostanzialmente non li ho firmati e ci tenevo a precisarlo.
Invece per quanto riguarda la dichiarazione di voto, ricollegandomi rapidissimamente a quello che hanno detto molto meglio di me i colleghi Manca, Tunis e Pittalis, io penso che questa non sia probabilmente la migliore legge del mondo, però è una legge giusta ed equa che permette di intervenire su un settore che è in oggettiva crisi. La prendo personalmente come una legge di auspicio e di avvio che ci porti poi a ripensare completamente, come abbiamo detto più volte in Commissione insieme ai colleghi, tutto il sistema dell'editoria e anche a intervenire in maniera concreta per cambiare e innovare la legge sull'editoria, cosa di cui probabilmente c'è assoluto bisogno perché, come diceva anche l'Assessore poco fa, il mondo sta cambiando.
Noi oggi ci troviamo a intervenire sul sistema delle emittenti radiotelevisive, però ci stiamo totalmente dimenticando del Web, che è la nuova frontiera sulla quale probabilmente vale la pena investire, non foss'altro perché le nuove generazioni guardano sempre meno la televisione e acquisiscono informazioni sempre più continuamente tramite il Web. Quindi penso, insieme ai colleghi della Commissione, che il prossimo passo sia quello di lavorare per una legge complessiva che dia risposte anche a quel vasto mondo di giovani e meno giovani professionisti che con successo, in maniera libera e assolutamente pluralista, lavorano sul Web.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Comincio da una frase: "Il pluralismo del sistema informativo è presupposto e garanzia dello Stato democratico, costituisce il motore fondamentale dello sviluppo sociale e rappresenta la condizione indefettibile affinché i cittadini, ovunque residenti, possano esercitare appieno il diritto e dovere alla partecipazione democratica e al controllo sull'operato delle istituzioni". Il voto favorevole a questa legge è anche in memoria di chi ieri, a causa e per mano di due assassini, ha perso la vita nel tempio del pluralismo e della libertà di stampa, durante la riunione in una redazione di un giornale libero, che faceva della propria opinione la bandiera. Una parola va detta, perché ieri, veramente, i principi che oggi stiamo votando hanno subito un attacco feroce, al quale anche una piccola legge come quella che noi stiamo oggi approvando è una piccola risposta comunque importante e significativa.
PRESIDENTE. La ringrazio anche a nome di tutto il Consiglio per la citazione sui tragici fatti di ieri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io raccolgo anche da ultimo il richiamo opportuno fatto dall'onorevole Angelo Carta e la invito se logicamente lo ritiene, è nelle sue prerogative, a disporre che quest'Aula osservi, in segno di solidarietà e di lutto per l'intera categoria dei giornalisti, un minuto di silenzio.
PRESIDENTE. Concordo pienamente e quindi invito tutti i consiglieri a stare in piedi e a osservare un minuto di silenzio in commemorazione delle vittime dell'attentato terroristico alla redazione del giornale francese Charlie Hebdo.
(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche all'articolo 1
della legge regionale n. 22 del 1998
(Finalità)
1. Il comma 3, dell'articolo 1, della legge regionale 3 luglio 1998, n. 22 (Interventi della Regione a sostegno dell'editoria locale, dell'informazione e disciplina della pubblicità istituzionale e abrogazione delle leggi regionali n. 35 del 1952 e n. 11 del 1953) è sostituito dai seguenti:
"3. La Regione promuove nel proprio territorio lo sviluppo delle
attività editoriali e dell'informazione televisiva, nel quadro
degli obiettivi di promozione sociale, economica, ambientale,
scientifica e culturale della collettività isolana, nel rispetto
delle norme europee e statali in materia.
3 bis. Ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 31 luglio
2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e
radiofonici) l'emittenza televisiva in ambito locale valorizza e
promuove la cultura e le tradizioni locali e in attuazione
dell'articolo 14 della legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26,
(Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della
Sardegna) tutela e diffonde la lingua sarda nelle sue diverse
espressioni quale lingua di identità storica della Sardegna e parte
del patrimonio storico, culturale e sociale della comunità
regionale.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Modifiche all'articolo 22
della legge regionale n. 22 del 1998
(Destinatari degli interventi)
1. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 22 della legge regionale n. 22 del 1998 è sostituita della seguente:
"a) emittenti televisive private locali in digitale terrestre o satellitari ed emittenti radiofoniche private locali, costituite in qualsiasi forma giuridica, che operino nel territorio della Sardegna, nel quale realizzino almeno il 90 per cento del fatturato, nel cui ambito trasmettano quotidianamente informazioni di interesse regionale e locale, oltre a quelle fornite dai notiziari giornalistici e producano, periodicamente, trasmissioni sulla realtà sociale, economica, ambientale e culturale della Sardegna;".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cossa - Cozzolino - Dedoni - Deriu - Fenu - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 40
votanti 39
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 39
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale sono stati presentati sette emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:
Art. 3
Modifiche all'articolo 23
della legge regionale n. 22 del 1998
(Requisiti)
1. L'articolo 23 è sostituito dal seguente:
"Art. 23 (Requisiti)
1. Per la fruizione dei benefici di cui agli articoli 24 e 24 bis sono richiesti i seguenti requisiti:
a) essere iscritti al registro di cui all'articolo 1, comma 6, lettera a), punto 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249;
b) presentare il rendiconto e il bilancio aziendale relativo all'anno precedente a quello per il quale si chiede il contributo;
c) possedere una stabile organizzazione redazionale con almeno 4 giornalisti e 2 unità di personale tecnico-amministrativo impiegati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ovvero, una copertura occupazionale equivalente, in termini di ore di lavoro, con dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di categoria e un direttore responsabile;
d) essere in regola con i pagamenti delle spettanze al personale e dei relativi oneri previdenziali e assistenziali con le attestazioni Durc;
e) avere una copertura di segnale non inferiore al 60 per cento del territorio regionale e al 60 per cento della popolazione;
f) essere gestore di rete e produttore di contenuti, ovvero unicamente produttore di contenuti che si avvale di reti di terzi per trasmettere;
g) avere trasmesso quotidianamente, nei due anni precedenti, programmi informativi autoprodotti su avvenimenti di cronaca, politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o culturali di rilevanza locale su una rete propria o di terzi, nell'ambito della Regione e con una copertura di segnale pari o superiore a quella sopra indicata;
h) avere aderito ai codici di autoregolamentazione attualmente vigenti;
i) non avere il carattere di televendita, né superare i limiti previsti dalla normativa vigente per la pubblicità radiotelevisiva.
2. Le emittenti televisive, ai fini dell'accesso ai contributi di cui all'articolo 24 bis, possono con riferimento alle lettere c) ed e) del comma 1, creare un raggruppamento temporaneo di imprese o un consorzio finalizzati alla realizzazione dei servizi previsti nel medesimo articolo".
EMENDAMENTO soppressivo parziale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
Il comma 2 dell'articolo 3 è soppresso. (3)
EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
La lettera c) del comma 1 dell'articolo 3 è sostituita dalla seguente:
"c) possedere una stabile organizzazione redazionale dotata di giornalisti e personale tecnico amministrativo con rapporto di lavoro a tempo indeterminato assunto con contratto di categoria e un direttore responsabile;". (4)
EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 3 è sostituita dalla seguente:
"d) essere in regola con il versamento degli oneri previdenziale e assistenziali attestato attraverso il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) dall'INPGI o, per il personale non giornalistico, dall'INPS;". (5)
EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
Dopo la lettera a) del comma 1 è aggiunta la seguente:
"a bis) essere società costituite da almeno 36 mesi;". (6)
EMENDAMENTO aggiuntivo TRUZZU.
Articolo 3
Nella lettera d) del comma 1 dell'articolo 3, dopo la parola "DURC" sono aggiunte le seguenti: "e con i versamenti ai fondi complementari di categoria". (2)
EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
Alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 3 dopo la parola "popolazione", sono aggiunte le seguenti: ", a tal fine le emittenti televisive possono costituire un raggruppamento temporaneo di imprese o un consorzio;". (13)
EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 3
Dopo il comma 1 dell'articolo 3 è aggiunto il seguente:
"1 bis. Alle emittenti che trasmettono in ambito locale televisivo in assenza del requisito di cui alla lett. e) del presenta articolo la Giunta regionale, con la delibera di cui al comma 3 dell'articolo 24 bis, riserva il 15 per cento delle risorse previste dalla presente legge nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite nella medesima delibera.". (7).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore di maggioranza.
MANCA GAVINO (P.D.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 3, 4, 5, 6, 13 e 7 il parere è favorevole; sul numero 2 è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Il parere della Giunta è favorevole.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Con l'approvazione dell'emendamento numero 5 decade l'emendamento numero 2.
Metto in votazione l'articolo 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo agli emendamenti aggiuntivi.
Metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 13. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 7. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4, al quale sono stati presentati tre emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:
Art 4
Interventi a sostegno
dell'emittenza televisiva locale
1. Dopo l'articolo 24 della legge regionale n. 22 del 1998 è aggiunto il seguente:
"Art. 24 bis (Interventi a sostegno dell'emittenza televisiva
locale)
1. Fermo restando quanto disposto dal Capo IV della presente legge,
la Regione, per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo
1, sostiene le emittenti televisive in ambito locale che realizzino
una programmazione avente i seguenti contenuti:
a) informazione locale autoprodotta;
b) produzione e diffusione di programmi in lingua sarda e per la valorizzazione della lingua, della cultura, del patrimonio immateriale e identità sarda;
c) promozione di campagne su importanti temi di rilevanza sociale, ambientale e culturale o progetti aventi particolare rilievo informativo per le comunità locali, servizi di informazione dei grandi eventi che favoriscano la conoscenza della Sardegna e ne rafforzino l'immagine a livello nazionale e internazionale;
d) progettazione e realizzazione di programmi di pubblica utilità e per facilitare l'accesso all'informazione dei cittadini sardi residenti all'estero e degli immigrati;
e) produzione di programmi finalizzati a favorire l'accesso dei sardi alle opportunità provenienti dall'Unione europea e a migliorare la conoscenza delle istituzioni europee;
f) produzione di programmi specificamente dedicati ai minori, al pubblico giovanile e alle donne, nonché di programmi nel linguaggio mimico gestuale dei sordi.
2. I programmi di cui al comma 1, trasmessi nella fascia oraria diurna (7-22,30), limitano le inserzioni pubblicitarie a non oltre il 15 per cento del tempo di trasmissione previsto per ciascuno di essi.
3. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e sentito il Corecom, che si esprime entro quindici giorni, approva una delibera con la quale è stabilito il minutaggio minimo dei programmi di cui al comma 1 e nella quale sono, inoltre, definiti i criteri e le modalità per l'attribuzione dei contributi di cui al presente articolo che tengono conto in particolare:
a) della percentuale di copertura territoriale e dell'utenza effettivamente raggiunta;
b) del numero dei dipendenti giornalisti e tecnico amministrativi con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ovvero, con una copertura occupazionale equivalente, in termini di ore di lavoro, con dipendenti a tempo parziale;
c) della produzione e trasmissione dei programmi di cui al comma 1 in misura superiore a quella minima fissata per l'accesso ai contributi.
4. Nella delibera di cui al comma 3 sono previste premialità a favore delle emittenti televisive che abbiano garantito, negli ultimi tre anni, il mantenimento del livello occupazionale nella propria azienda o provvedano all'assunzione di lavoratori, giornalisti e personale tecnico amministrativo, operante nel settore e precedentemente licenziato e in regime di ammortizzatori sociali o mobilità.
5. La delibera è approvata previo parere della Commissione consiliare competente per materia che si esprime entro venti giorni, decorso tale termine si prescinde dal parere.
6. La perdita dei requisiti di cui all'articolo 23 della presente legge, o il mancato, totale o parziale adempimento degli obblighi da parte dei beneficiari costituisce causa di revoca dei benefici.
7. Il Corecom provvede, ogni sei mesi, alla rilevazione dei dati necessari alla verifica di cui al comma 6 che trasmette alla Giunta regionale.".
EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 4
La lettera b) del comma 3 dell'articolo 4 è sostituita dalle seguenti:
"b) del numero dei dipendenti giornalisti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
b1) del numero dei dipendenti tecnico amministrativi con rapporto di lavoro a tempo indeterminato;". (9)
EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 4
La lettera f) del comma 1 dell'articolo 4 è sostituita dalla seguente:
"produzione di programmi specificamente dedicati ai minori e al pubblico giovanile, nonché di programmi nella lingua italiana e internazionale dei segni.". (8)
EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 4
Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente:
"Articolo 4 bis (Clausola valutativa)
1. Dopo l'articolo 27 della legge regionale n. 22 del 1998 è aggiunto il seguente:
Articolo 27 bis (Clausola valutativa) "La Giunta regionale informa il Consiglio sull'attuazione della degli interventi previsti dal presente Capo e sui risultati da essa ottenuti a sostegno delle emittenti televisive locali. A tal fine, con cadenza annuale, trasmette al Consiglio una relazione con il seguente contenuto:
a) indicazione delle somme stanziate;
b) elenco delle domande presentate e dei finanziamenti concessi;
c) ordine di priorità seguito nel finanziamento degli interventi e i criteri di ripartizione delle risorse;
d) modalità di svolgimento dei controlli e dei relativi esiti;
e) principali risultati conseguiti e criticità emerse in sede di attuazione degli interventi previsti dal presenti Capo.". (10).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore di maggioranza.
MANCA GAVINO (P.D.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 8, 9 e 10 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Il parere della Giunta è favorevole su tutti e tre gli emendamenti.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 10. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'articolo 5 è soppresso. Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e del relativo emendamento:
Art. 6
Norma finanziaria
1. Per effetto delle modifiche introdotte dalla presente legge, le risorse già stanziate per gli interventi di cui alla legge regionale n. 22 del 1998 sono incrementate di euro 1.500.000 per l'anno 2014 e di euro 3.000.000 annui a decorrere dall'anno 2015.
2. Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione del comma 1 si fa fronte mediante utilizzo di pari quota delle risorse già destinate agli interventi di cui all'articolo 6, comma 1, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008) e successive modificazioni e integrazioni, relative al finanziamento del fondo regionale per l'occupazione, iscritte in conto dell'UPB S06.06.004 del bilancio di previsione della Regione per gli anni 2014-2016 e in conto delle UPB corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
3. Nel bilancio di previsione della Regione per gli anni 2014-2016 sono apportate le seguenti variazioni:
in diminuzione
STRATEGIA 06
UPB S06.06.004
Fondo Regionale per l'Occupazione - Spese correnti
2014 euro 1.500.000
2015 euro 3.000.000
2016 euro 3.000.000
in aumento
STRATEGIA 03
UPB S03.02.003
Interventi per promuovere e sostenere l'editoria e l'informazione
2014 euro 1.500.000
2015 euro 3.000.000
2016 euro 3.000.000
4. Gli oneri derivanti dalla presente legge gravano sull'UPB S03.02.003 del bilancio di previsione della Regione per gli anni 2014-2016 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
EMENDAMENTO sostitutivo totale COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 6
L'articolo 6 è sostituito dal seguente:
"All'attuazione delle presente legge si provvede a valere sugli ordinari stanziamenti di bilancio di cui alla legge regionale 3 luglio 1998, n. 22". (11).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore di maggioranza.
MANCA GAVINO (P.D.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 11 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Il parere della Giunta è favorevole.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e del relativo emendamento:
Art. 7
Notifica all'Unione europea
1. Gli interventi previsti dalla presente legge sono attivati nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di stato di cui agli articolo 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).
2. La presente legge è notificata alla Commissione europea ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 30 giugno 2010, n.13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12). La sua efficacia rimane sospesa fino alla conclusione delle procedure di controllo effettuate dalla Commissione europea sulla compatibilità della stessa con l'ordinamento dell'Unione europea.
EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - FENU - ARBAU - USULA - RUBIU - ANEDDA - SOLINAS Christian - DEDONI - COCCO Daniele - MANCA Gavino - LOCCI - ZEDDA Paolo - TUNIS - COMANDINI - PINNA Rossella - TENDAS - ARBAU - TRUZZU.
Articolo 7
Dopo l'articolo 7 è aggiunto il seguente:
"Articolo 7 bis (Abrogazioni)
1. Le lettere e) e g) del comma 1 dell'articolo 24 della legge regionale n.22 del 1998 sono abrogate". (12).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore di maggioranza.
MANCA GAVINO (P.D.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 12 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Il parere della Giunta è favorevole.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 12. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 bis:
Art. 7 bis
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 76/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Carta - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cossa - Cozzolino - Dedoni - Deriu - Desini - Fenu - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 41
votanti 40
astenuti 1
maggioranza 21
favorevoli 40
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 58.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Fenu - Rubiu - Pittalis - Dedoni - Truzzu - Cappellacci - Zedda Alessandra - Solinas Christian - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Cossa - Fasolino - Floris - Oppi - Orrù - Pinna Giuseppino - Randazzo - Tatti - Tedde - Tocco - Tunis sulla richiesta di una moratoria internazionale sull'attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- l'attività venatoria consente all'uomo di esercitare l'istinto della caccia che fa parte del nostro patrimonio genetico e che ha, notoriamente, contribuito in modo determinante ad evitare l'estinzione del genere umano; per queste ragioni, le conoscenze innate e tramandate per generazioni, relative all'arte venatoria, rappresentano un patrimonio che l'umanità non deve e non può permettersi di perdere;
- i cacciatori rappresentano, dunque, i custodi della fauna selvatica, veri conoscitori e sentinelle dell'ambiente e del territorio; questa importante dote, li rende, per qualsiasi società, una risorsa umana straordinaria da comprendere e valorizzare;
- la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, in data 20 gennaio 2014, ha pronunciato una importante sentenza che riconosce all'attività venatoria un ruolo pubblico quale indispensabile strumento di gestione e di conservazione della natura, che è necessario e giustificato;
RITENUTO che:
- qualsiasi istinto genera anche grandi passioni, ma la passione per l'arte venatoria non distoglie chi la pratica dalla responsabilità sentita di preservare il patrimonio faunistico per le generazioni future;
- appare oggi più che mai indispensabile saper distinguere l'ambientalismo razionale da quello salottiero e irrazionale, e necessario affrontare, in modo scientifico e non ideologico, l'attività venatoria in genere e, nello specifico, il prelievo venatorio dei turdidi maggiori;
VERIFICATO che:
- i Turdidi che gravitano nell'Europa mediterranea di interesse venatorio sono essenzialmente quattro: Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Merlo e Cesena; nella stragrande maggioranza andranno a nidificare nelle foreste dell'Europa nord orientale (Fed. russa); pertanto, non vi è alcuna differenza che la pressione venatoria avvenga in Italia, nella Penisola iberica, in Francia o avvenga, per la linea di migrazione balcanica, nella ex Jugoslavia, in Romania, Ungheria, Albania o Grecia, oppure sulla linea dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo quali Turchia, Tunisia o Marocco,
PRESO ATTO che:
- gli eventi e le cause che hanno influito in modo decisivo su moltissime specie migratorie volatili, ponendole in sofferenza, sono stati principalmente:
a) nell'aprile 1986, l'esplosione della centrale russa di Chernobyl, che ha distrutto l'intero habitat di una delle zone più interessate dal massiccio arrivo di turdidi e beccacce per la nidificazione da tutta Europa, uccidendo, nel contempo, la stragrande maggioranza dei "riproduttori" che ormai erano concentrati in quei luoghi per la nidificazione;
b) nell'estate del 2008, nello stesso areale, Europa nord-est e repubblica russa, una serie di incendi in zone agricole durati più di un mese che hanno bruciato centinaia di migliaia di ettari nel periodo canonico della riproduzione, creando notevole danno ai riproduttori, sia direttamente sia impedendo loro la deposizione; conseguentemente, sono venuti a mancare i giovani di un'intera generazione;
- sino a pochi anni fa in nessun paese dell'area "sovietica"(areali di nidificazione) era consentito praticare il turismo venatorio mentre, dopo il crollo del muro di Berlino, si è avuto un vero e proprio "esodo venatorio" in quegli areali, con vere e proprie mattanze, anche in periodi e con mezzi non leciti;
- alcuni paesi del nord Africa (Tunisia e Marocco in primis), da alcuni anni, consentono la caccia a questi migratori e, per mera convenienza economica, continuano a permettere vere mattanze, spesso in periodo di termine svezzamento prole;
TENUTO CONTO che:
- i parametri a cui si fa riferimento sono quelli dell'I.S.P.R.A (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) con sede a Bologna; questi si basano spesso su ricerche e studi sulla fauna selvatica e migratoria relativa al climax continentale che niente hanno a che fare con il climax di un'isola al centro del Mediterraneo come la Sardegna, con una realtà ambientale e di biodiversità di gran lunga più simile a quello della Corsica in territorio francese;
- in ogni caso, l'I.S.P.R.A. dovrebbe muoversi in sintonia con i medesimi istituti a livello europeo i quali prevedono, in assenza di superiore disciplina di gestione, la chiusura ai turdidi minimo al 31 gennaio, fatte salve le deroghe;
- il climax sardo è, di fatto, più simile a quello della Corsica e della penisola iberica che non a quello del continente italiano ed europeo; appare pertanto evidente come l'attuazione integrale in Sardegna della legge regionale n. 23 del 1998, in ottemperanza alla legge regionale n. 157 del 1992 sia, di fatto, dannosa per il nostro ambiente e irrispettosa della nostra biodiversità;
- l'attivazione a regime dell'IRFS (Istituto regionale fauna selvatica) e la sua corretta gestione svincolerebbe la Sardegna dall'ISPRA, universalmente ritenuto poco attivo e inattendibile, e ci consentirebbe di dotarci di dati scientifici certi e specifici sulla realtà sarda;
- la rotta migratoria dei turdidi maggiori che interessa la Sardegna è la medesima di quella che interessa le regioni della Estremadura (penisola iberica) e della Corsica (Francia); tuttavia mentre in queste aree è consentito il prelievo venatorio dei turdidi fino alla fine di febbraio (condizione questa che favorisce e concentra un'interessante e redditizio turismo venatorio a favore di altri e a discapito dei sardi), in Sardegna, solo per assoggettarci a studi a noi avulsi e per giunta scientificamente contestati e contestabili, viene impedito tale prelievo venatorio già dall'8 gennaio;
- dai primi studi realizzati in Sardegna sulla fauna migratoria dalla Società Anthus, su incarico della Regione, emerge che il ritorno preannunziale avviene nella seconda decade di gennaio. Ammesso e non concesso che ciò corrisponda alla realtà, giacché in quel periodo le catture possono riguardare facilmente fauna errante in cerca di cibo più che in transito e che il periodo e le località di censimento prescelto non ci consentono di considerare il dato attendibile, per l'individuazione della data di fine prelievo bisogna tenere conto, almeno, della decade di sovrapposizione, cosi come previsto è introdotto dalla legge n. 96 del 2010 all'articolo 42 e dei naturali tempi di percorrenza delle distanze da parte della fauna migratoria, così come correttamente previsto per la Corsica;
- per le ragioni sopracitate, mentre nell'adiacente Corsica e in Estremadura, il regolare prelievo venatorio al medesimo flusso migratorio dei turdidi continua, in Sardegna viene ingiustamente interrotto e inizia il flusso migratorio di un'altra specie , quella dei tanti sardi appassionati, i quali si trovano costretti a prelevare in Corsica e in Estremadura la medesima selvaggina che avrebbero potuto prelevare in Sardegna e che, pertanto, viene resa disponibile ad altri, nonostante le tasse regolarmente pagate. Questo contribuisce notevolmente, con grande giubilo e ilarità degli amici corsi, a favorire il turismo venatorio e l'economia ad esso correlati in queste regioni (11.000 presenze di sardi in Corsica e 16.000 in Estremadura), sottraendo risorse e opportunità economiche e occupazionali alla Sardegna;
- ciò appare indubbiamente come una palese ingiustizia e discriminazione nei confronti dei Sardi, nonché un danno all'economia diretta e indiretta del comparto venatorio;
RITENUTO che, nonostante ciò, ci si debba responsabilmente sentire motivati a preservare anche per le future generazioni queste specie migratorie, si ritiene improcrastinabile una moratoria internazionale che miri a una ripresa a livello mondiale della popolazione dei turdidi maggiori e alla tutela dell'ambiente e della biodiversità della Sardegna,
pertanto, per le motivazioni espresse,
impegna il Presidente della Regione, l'Assessore
della difesa dell'ambiente
e l'Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale a:
1) chiedere e adoperarsi per ottenere una moratoria internazionale atta a interrompere il prelievo venatorio delle suddette specie per almeno 2 anni, in modo da favorire la ripresa della popolazione a livello mondiale, riconoscendo, sino ad allora, ai cacciatori sardi le medesime condizioni vigenti in Corsica, in Estremadura e nel resto d'Europa, interessate dal medesimo flusso migratorio, anche attraverso legittime deroghe;
2) aprire in materia ambientale e venatoria, un tavolo tecnico di confronto sulle specificità dell'ambiente sardo con i Ministeri nazionali competenti, nel rispetto degli interessi nazionali;
3) utilizzare ogni prerogativa consentita dall'articolo 3 lettera i) (caccia e pesca) ed esercitare la sovranità e la piena potestà legislativa dello Statuto sardo e delle leggi e direttive comunitarie in materia nel modo più vantaggioso per i cittadini sardi;
4) riconoscere anche in Sardegna, a chi pratica l'attività venatoria (36.000 in attività e 45.000 complessivi), un ruolo pubblico nel governo del territorio come sentinella dell'ambiente e custode della fauna selvatica;
5) rendere definitivamente operativo e funzionale l'Istituto regionale fauna selvatica che consente alla Sardegna di avere dati sulla fauna selvatica contestualizzati alla nostra realtà;
6) approvare una legge in Consiglio regionale per:
a) abrogare la legge regionale n. 23 del 1998, di fatto, fortunatamente mai del tutto attuata, in quanto inadeguata alla nostra specificità, dannosa per le nostre biodiversità e inadatta alle consuetudini socio-culturali della Sardegna;
b) rientrare nelle more, nel regime normativo della legge regionale n. 32 del 1978, sicuramente più adatta alle nostre specificità, che anticipa di 30 anni la tendenza europea, introducendo il concetto di prelievo sostenibile;
c) dotare finalmente la Sardegna, a seguito di specifici studi e di un adeguato percorso di condivisione, in ottemperanza alla legge n. 157 del 1992 e alle superiori direttive comunitarie, di una nuova legge regionale che regoli la gestione dell'ambiente, il governo del territorio, dell'attività venatoria e della fruizione delle altre risorse spontanee rigenerabili nel rispetto dell'ambiente e a tutela delle biodiversità e specificità della Sardegna.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
FENU MODESTO (Sardegna). Vista l'ora tarda i colleghi mi chiedono di essere veloce e lo sarò molto volentieri, ma mi sembra opportuno e doveroso, prima della riunione del Comitato regionale faunistico, che dovrà decidere anche in materia, dare delle indicazioni all'Assessore della difesa dell'ambiente sulla base della discussione che avverrà in quest'Aula sul tema.
Questa mozione è stata presentata per informare chi del Consiglio non lo sapesse della palese ingiustizia che tutti gli anni una parte del popolo sardo, circa 40 mila appassionati di attività venatoria, devono subire con il silenzio più assoluto anche degli organi politici, nonostante le competenze date dallo Statuto della Regione autonoma della Sardegna, all'articolo 3, che dà appunto competenza primaria alla Sardegna in materia di caccia e pesca.
In sostanza la mozione mira a far sì che la Giunta, l'Assessore e il Presidente possano impegnarsi per far riconoscere a questo spaccato della popolazione sarda molto importante, che determina anche economia del territorio, le medesime opportunità che hanno i praticanti dell'attività venatoria a livello nazionale ed europeo, anche perché una recente sentenza della Corte di Strasburgo riconosce, di fatto, ai cacciatori un ruolo primario nella gestione e nel governo del territorio, così come la stessa Regione sta cercando di fare da un po' di tempo a questa parte. Basti pensare al ruolo che è stato riconosciuto ai cacciatori, per esempio, nel monitoraggio e nella gestione del problema della peste suina per quanto riguarda i selvatici, idem dicasi per l'utilizzo dei cacciatori per l'abbattimento delle specie nocive che tanti danni recano all'agricoltura sarda. La Regione si trova infatti costretta a indennizzare le aziende e a pagare ingenti somme, che quindi vengono a mancare per altre attività.
La sostanza di questa mozione è dunque questa: non si capisce per quale motivo in Sardegna per quanto riguarda i turdidi l'attività venatoria debba concludersi l'8 o il 18 gennaio mentre nelle altre regioni d'Italia si conclude il 31 gennaio; addirittura per quanto riguarda il flusso migratorio che interessa queste specie di uccelli, quello cioè che parte dalla Francia, attraversa la Corsica e la Sardegna e arriva sino alla Tunisia, si conclude a febbraio. Pensate che la stessa Corsica, che si fa beffe della Sardegna in materia, ha deciso di estendere il calendario venatorio per quel periodo a tutti i giorni della settimana, proprio per favorire l'ospitalità dei cacciatori sardi, che vanno lì a prelevare le medesime specie che potrebbero prelevare in Sardegna; nonostante paghino le tasse in Sardegna i cacciatori sono costretti ad andare in Corsica oppure in Tunisia.
Quindi appare assolutamente ridicolo che queste specie di uccelli, che gravitano in Sardegna e che sono utilizzate e prelevate dai cacciatori di altre nazioni europee o del resto del mondo, non possano essere prelevate dai cacciatori sardi. Per questo motivo chiedo quanto meno che il Consiglio si esprima sulla necessità di garantire medesimo trattamento ai cacciatori sardi e avere un approccio alla materia razionale e non di tipo ideologico. Purtroppo abbiamo visto anche di recente che cosa dichiarano sulla stampa alcuni personaggi che fanno parte attualmente del Comitato regionale faunistico. Leggo solamente alcuni passaggi affinché il Consiglio non si renda responsabile di assecondarli: "Spero che i cacciatori ne approfittino e si sparino mortalmente. Il record da battere è di cinque morti, ne sono già morti tre: su, un ultimo sforzo!". Questo è quanto dichiarato da un componente dell'attuale Comitato regionale faunistico. La stessa persona insiste: "Non dico che sono felice, ma sono comunque contento che i cacciatori si sparino tra loro e siano vittime di incidenti di caccia". Ecco, se vogliamo far sì che questo approccio ideologico che continua a penalizzare i cacciatori della Sardegna possa finalmente finire, allora chiedo al Consiglio di esprimersi a favore di questa mozione.
Dichiaro sin d'ora, qualora ci fossero dubbi, che degli otto punti della mozione sono disposto a ritirare i due che destavano perplessità anche da parte dell'Assessore della difesa dell'ambiente, nonostante debba riconoscere che in questa materia ha mostrato un approccio di tipo razionale e scientifico, e non ideologico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
PRESIDENTE. Non è possibile chiederla, non siamo in fase di votazione, onorevole Cocco.
Poiché nessuno è iscritto a parlare, ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Signor Presidente, onorevoli consiglieri, certamente il Presidente e la Giunta non hanno bisogno di questa mozione per illustrare le attività che in materia venatoria sono state portate avanti e che sono in programma per il prossimo anno.
In particolare per quanto riguarda il punto 1 del dispositivo della mozione, ovvero la richiesta di una moratoria internazionale, riteniamo che questa richiesta non sia giustificata in quanto esiste un documento ben preciso dell'Unione europea, il Key Concepts Document, che illustra specie per specie, area per area, quali sono le date di attività venatoria possibili in ciascun territorio. Anche per quanto riguarda le deroghe, l'articolo 9 della direttiva Uccelli concede le deroghe non per attività venatorie, ma per altre attività, e in particolare quando sussistono situazioni che possono nuocere alla salute, il volo degli aerei, il controllo di specie che sono dannose all'agricoltura, eccetera.
Il punto 2 è anch'esso abbastanza superfluo rispetto a quello che l'Assessorato e la Giunta stanno facendo. Infatti si chiede l'istituzione di un tavolo tecnico sulla specificità dell'ambiente sardo e la possibilità di poter far coincidere i calendari venatori di aree diverse, come quella francese e quella corsa. Il tavolo tecnico è già stato istituito ed è quindi un tavolo attivo, sono stati dati al Ministero diversi spunti e sono intercorse diverse interlocuzioni per cui sì è potuto chiedere l'approfondimento che il problema della differenza di calendario tra la Sardegna e la Corsica merita. Infatti noi abbiamo consapevolezza della necessità di uno studio collegiale, affinché vengano approfonditi tutti gli argomenti utili e importanti per la condivisione e l'interpretazione dei dati, con particolare riferimento alla caccia al tordo bottaccio e ad altre specie migratorie dell'Isola.
C'è quindi la necessità, e l'abbiamo chiesto con forza al Ministero, di rivisitare e interpretare le date di inizio della migrazione prenuziale francese in modo tale che i nostri cacciatori non siano discriminati rispetto a quelli francesi, e corsi in particolare, e però venga sempre perseguito il principio inderogabile di protezione sovranazionale della specie.
Sugli altri punti della mozione, dal punto di vista normativo voglio specificare che si inizierà tra breve con la presentazione alla Commissione competente del Piano faunistico regionale e del Regolamento di attuazione della legge numero 23, e questo in linea con quelle che sono le peculiarità specifiche del territorio sardo, sempre naturalmente in ottemperanza alla normativa nazionale e internazionale. E' necessario aggiornare il quadro normativo, quindi provvedere a un aggiornamento delle norme regionali, in particolare quelle della legge numero 23 del '98, alle norme di rango nazionale e internazionale che sono state modificate negli ultimi cinque anni. Questo ci consentirà di rendere coerente la nuova legge quadro sulla caccia al Piano regionale faunistico e al Regolamento di attuazione della legge.
Pertanto questa Giunta è già ampiamente impegnata nello sviluppo e definizione di strumenti normativi attuali, aggiornati e coerenti con le peculiarità del territorio sardo, quindi su tutti i punti della mozione la Giunta ha già dato risposte.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Modesto Fenu. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Io penso che ognuno debba rendersi responsabile delle cose che fa e che dice, quanto meno. Poc'anzi è venuto a trovarmi l'onorevole Pietro Cocco, il quale mi ha detto, a microfoni spenti, tutta una serie di cose, chiedendomi di valutare certi aspetti. Io posso anche valutare quegli aspetti se l'onorevole Pietro Cocco ribadisce quei concetti a microfoni aperti, perché magari posso essere accusato di aver capito male quello che ha detto. Siccome potrei averli appresi male, vorrei capire se l'onorevole Pietro Cocco intende ribadire i medesimi concetti affinché possano ascoltarli tutti. Perché se questo è il modo...
PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi, lei dovrebbe rispondere adesso in merito a quello che ha detto l'Assessore, non in merito a quello che è successo, di cui noi non sappiamo assolutamente niente.
FENU MODESTO (Sardegna). Fortunatamente non sono il solo che l'ha sentito, l'hanno sentito anche altri...
PRESIDENTE. Io non l'ho sentito per esempio. Si attenga al tema in discussione, grazie.
FENU MODESTO (Sardegna). Io penso che la mozione che è stata portata in quest'Aula sia meritevole di essere sostenuta dal Consiglio, c'era anche la disponibilità al dialogo da me espressa a più riprese rispetto alle posizioni che lo stesso Assessore ha assunto, però, devo essere sincero, la presa di posizione da parte del Capogruppo di maggioranza mi ha lasciato decisamente perplesso. E siccome mi sembra difficile che possa accettare queste posizioni e che mi lasci intimorire da queste cose, io ho dato già la mia disponibilità all'Assessore eventualmente a togliere i due punti che suscitano in lui perplessità. Siccome l'Assessore ha mostrato di condividere la sostanza della mozione, ritengo che si possa procedere tranquillamente a un voto unitario dell'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Non per dichiarazione di voto, Presidente, ma per giusta causa, forse l'ora tarda crea ad alcune persone problemi di stomaco che si riflettono sul cervello. Io non so a cosa si riferisse il collega Fenu, se ha qualche elemento da poter riferire lo riferisca, ma credo che si debba attenere semplicemente all'oggetto dell'ordine del giorno, ovvero la discussione della mozione da lui stesso presentata, sulla quale l'Assessore ha replicato. Condivido pienamente le cose che l'Assessore ha detto in quest'Aula, le sostengo tutte una per una, stasera ci sarà la riunione del Comitato, ed è un tema del quale abbiamo discusso anche in altre sedi. Il resto lo lascio a Fenu e alle sue fisime, e francamente non ho idea di che cosa stesse parlando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Io chiedo che la Presidenza chiarisca qual è l'abbigliamento consono per entrare in quest'aula, perché a me è capitato qualche giorno fa di arrivare in aula indossando un maglioncino anziché una camicia e mi è stato fatto notare che vestito in quella maniera non potevo entrare. Questo per essere tutti equiparati e avere la stessa, senza polemica, dignità. E comunque, visto che siamo in fase di votazione, perché mi consta che non sia stata ritirata la mozione dell'onorevole Fenu, chiedo di nuovo la verifica del numero legale.
dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (58)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Ho letto attentamente la mozione e ho seguito altrettanto attentamente l'illustrazione che ne ha fatto, in maniera un po' colorita, il collega Fenu. Tenuto conto che ci sono alcune questioni, pochissime, che condivido e molte altre che non condivido, ed essendo convinto che il tema sia assolutamente di grandissima importanza, su questo concordo con l'onorevole Fenu, avendo ascoltato attentamente anche le considerazioni fatte dall'Assessore, il quale sulle questioni fondamentali ha preso un impegno chiaro - di cui non dubitavo, ma che è giusto che sia stato fatto presente in Aula - da parte della Giunta a rivedere entro brevissimo tempo la legge numero 23, la questione dei rapporti col Ministero e con l'ISPRA per quanto riguarda la caccia ai tordi e la diversità dei tempi di caccia per lo stesso flusso migratorio tra Corsica e Sardegna, tema giustamente posto dal collega Fenu, credo sia molto più opportuno, anziché mettere in votazione e respingere questa mozione, agganciarsi all'impegno preso dall'Assessore, ritirare la mozione e, finita la sessione di bilancio, riprendere in Commissione la discussione della mozione e delle eventuali proposte di legge che potranno pervenire, in modo da affrontare seriamente questo argomento, sviscerando tutte le questioni che sono sul tappeto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Solo brevemente per dire che condividiamo, avendola anche sottoscritta, questa mozione, spiace però, perché il tempo e l'ora non ne consentono un approfondimento, liquidarla così, in termini anche molto semplicistici. Forse avrebbe richiesto una maggiore attenzione. Comunque se la si deve votare noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Anche noi dichiariamo il voto favorevole, qualora si arrivi alla votazione della mozione, che noi condividiamo, a parte alcuni passaggi che avevo già segnalato all'onorevole Fenu. Credo che la caccia sia un'attività importante, soprattutto in Sardegna rappresenta un hobby, una scelta, uno sport praticato veramente da tantissime persone che meritano sicuramente maggiore attenzione rispetto a quella che oggi noi stiamo dedicando a questo argomento. Comunque, essendo anche noi sottoscrittori della mozione, annunciamo, qualora la si metta in votazione, il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo solo per dire che essendo tra i sottoscrittori della mozione noi diamo sicuramente il voto favorevole, vorrei però che l'Assessore e anche i Gruppi di maggioranza considerassero che quelli citati sono dati veri e certi e non confutabili, al di là delle legislazioni internazionali, che a volte non esistono, e che bisogna porre mano ai calendari venatori in maniera corretta e coerente con quelli che sono gli interessi precipui della Sardegna, cosa che non avviene perché c'è molta gente che ideologicamente va a far parte del Comitato regionale e distribuisce titolarità senza avere peraltro cognizione di quello che avviene nell'arte venatoria.
Vorrei dire ancora che vorrei che ci fosse un monitoraggio da parte della Guardia forestale per sapere che cosa avviene all'interno delle aree di ripopolamento e cattura, chiuse all'esercizio venatorio e gestite dalla Regione. È una richiesta che porrò con forza con altra mozione, perché è ora di finirla con il fatto che non si capisce cosa avviene all'interno di quelle aree. Voglio vedere se le specie cacciabili vengono tutelate come devono essere tutelate, ovvero sono lasciate in balia di predatori che peraltro distruggono anche il bene della nostra isola. Sto parlando dei danni che questi predatori arrecano alle greggi, soprattutto nel periodo in cui ci sono gli agnelli.
Allora, se vogliamo essere seri ne parliamo in altro momento, in altra seduta, però certamente il problema è grave e va visto con tutte quelle determinazioni che questo Consiglio in via definitiva può assumere, al di là dei colori politici, delle posizioni ideologiche, verdi o verdastre che siano, o di considerazioni che si possono fare fuori di qui, per evitare di distruggere quel poco che la Sardegna ha.
PRESIDENTE. Continuano ad arrivare iscrizioni per dichiarazione di voto, ma poiché è stata chiesta la verifica del numero legale, se la richiesta non viene ritirata devo procedere.
Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Poiché manca il numero legale, il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 14 e 30.
[PS1]Chi la chiede?