Seduta n.47 del 02/10/2009
XLVII Seduta
Venerdi' 2 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 24.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 settembre 2009 (40), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Gian Vittorio Campus, Pietro Cocco, Domenico Gallus, Giorgio Locci, Sergio Obinu, Nicolò Rassu e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta del 2 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Congedo per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il consigliere Marco Espa è assente nella seduta odierna per motivi istituzionali.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2009)". (76)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
"Proposta di bilancio di previsione per l'anno 2010 e di bilancio pluriennale per gli anni 2010-2013". (77)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
"Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra economica-finanziaria 2010-2013)". (78)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, sui motivi che stanno impedendo la realizzazione della strada Sassari-Olbia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (21)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione dell'esame dell'articolato del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numro 67.
Poiché siamo in fase di votazione e non sono ancora rascorsi 10 minuti dall'inizio della seduta sospendo i lavori che riprenderanno alle ore 10 e 35.
(La seduta, sospesa alle ore10 e 27, viene ripresa alle ore 10 e 39.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 168.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 168.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che i consiglieri Milia e Contu Felice hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 40
votanti 39
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 2
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto ora in votazione gli emendamenti numero 4 e 173.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Gli emendamenti numero 4 e 173 ci riportano alle tipologie edilizie per le quali sono ammessi gli incrementi volumetrici. L'emendamento è soppressivo, quindi chiaramente è un emendamento che pone un problema ma non offre una soluzione alternativa.
Il voto favorevole è legato al fatto che le incongruenze sono evidenti e molteplici. Pensate alle tipologie edilizie unifamiliari per le quali sono previsti nuovi corpi di fabbrica e l'ampliamento nei diversi piani. Immaginate che cosa potrebbe succedere alle villette unifamiliari vicine, quale tipo di contenziosi si potrebbero aprire, come ha ricordato anche il collega Morriconi, tra unità familiare ed unità familiare. Immaginate cosa potrebbe succedere in un edificio pluripiano in cui il potere di ampliamento viene riservato solo a chi è ai piani alti. Del resto l'impatto visivo riguarda tutto il condominio, pertanto immaginate cosa potrebbe succedere a una serie di villette a schiera in cui il "possono" ma non il "devono" implica che ogni singola unità potrebbe, in via teorica, prevedere degli aumenti volumetrici indipendentemente dalle decisioni di tutti gli altri.
Quindi, anche in questo caso bisognerebbe dimostrare, non si sa bene come, attraverso un progetto complessivo che immagino qualcuno, e non si sa bene chi, dovrebbe approvare, che questi aumenti volumetrici siano in qualche modo congrui e non abbiano un impatto negativo sul sistema. Insomma, un vero autentico pasticcio che non potrà non generare contenziosi, che farà figli e figliastri e su cui ci trascineremo per mesi e per anni. Il voto favorevole punta, in maniera provocatoria me ne rendo conto, a impedire che una tale confusione nelle previsioni possa avere corso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, oltre a quello che ha detto il collega Porcu, ciò che noi proponiamo di sopprimere con l'emendamento è una sorta di aberrazione delle regole dell'edilizia e dei criteri architettonici, perché è proprio consentendo anche l'intervento per singole unità abitative, che si mette in discussione un progetto che ha dovuto affrontare un preciso iter per la concessione edilizia e per la sua realizzazione. Sappiamo infatti con quale attenzione vengono esaminati i progetti per la realizzazione di questi edifici; in alcuni Comuni, peraltro, viene concessa la possibilità di realizzare verande, piani pilotis, vani scale esterni, senza che questi siano contabilizzati nella volumetria, proprio per consentire al progettista un estro architettonico, una qualità del progetto che arricchisca la proposta. Consentire pertanto interventi come quelli che prevede la norma vuol dire compromettere tutto quello che è stato l'esame, la discussione e successiva approvazione del progetto a danno della qualità, di una qualità che sempre più viene meno e comincia sempre più a venire a mancare nei nostri centri urbani (e mi limito ai centri urbani senza andare a prendere in esame il costruito nell'agro).
Quindi, questa è la ragione che ci ha portato a proporre l'emendamento all'attenzione dell'Aula in questo momento, soprattutto perché la norma viene a mettere in discussione l'armonia della proposta architettonica a suo tempo approvata; probabilmente cosa diversa sarebbe se, al limite, si permetesse un armonico aumento volumetrico distribuito all'interno dell'intero edificio, soprattutto laddove esista la multiproprietà: è evidente che non tutti potrebbero essere interessati all'aumento volumetrico, però bisogna fare i conti con la situazione dell'edificio e prendere atto che, se non sono tutti d'accordo, non si può intervenire. Si tratta solo di prestare un minimo di considerazione e attenzione a una premessa contenuta nella legge, quella cioè che fa riferimento al miglioramento della qualità architettonica del patrimonio edilizio esistente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il voto favorevole all'emendamento soppressivo è largamente motivato, anche qui, Assessore, da un incomprensibile meccanismo di funzionamento, o meglio di non funzionamento: leggendo bene e con calma la norma ho capito, infatti, che così facendo non si va da nessuna parte.
Allora, voi prevedete prima di tutto la deroga ai limiti previsti dagli strumenti urbanistici e dalla normativa regionale, poi dite "a condizione che si rispettino le seguenti prescrizioni". Per le tipologie edilizie unifamiliari prevedete che gli adeguamenti possono avvenire con la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica. Vorrei allora sapere cosa succederà, per esempio, a Torre delle Stelle, a Funtana Mega (esempi del peggio della pianificazione territoriale), ma non tanto in termini di miglioramento, perché miglioramento non ce ne sarà (sono già degli obbrobri, figuriamoci cosa potranno diventare), ma in termini di sostenibilità: lì sono già costruite e sottodimensionate tutte le reti tecnologiche e c'è un sovraccarico di popolazione. Ciò è stato considerato? E' stato valutato?
Nel caso di tipologie edilizie pluripiano dite che gli incrementi di volumetria sono consentiti esclusivamente mediante adeguamento e ampliamento dell'ultimo piano ovvero mediante chiusura dei piani pilotis però rispettando le dimensioni minime dei parcheggi. Ma secondo voi esiste, in questi ultimi decenni, qualche imprenditore cretino che regala percentuali di piani pilotis, che hanno comunque un costo, a discapito dei volumi residenziali? Esiste ancora qualche martire o qualche eroe? Dove pensate possa approdare questa norma? Da nessuna parte, perché non c'è nessuna convenienza, soprattutto quando parlate di pertinenze dell'abitazione.
Il problema è molto diverso quando si parla delle ville nelle coste dove si genera un privilegio nei confronti di persone già privilegiate che hanno usufruito di un tempo nel quale la deregulation anticipava una stagione di norme che, purtroppo, state demolendo pezzo a pezzo, sostenuti dall'idea che costruire senza regole sia segno di civiltà economica. Io credo, invece, che i tempi dimostreranno che questa politica sarà la nostra distruzione ed è bene, pertanto, che alla fine di questa legge siano scritti i nomi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 2 dell'articolo 2 del testo, io mi soffermo su alcuni punti e vorrei esprimere alcune considerazioni.
Assessore, come lei meglio di me sa, negli anni del boom economico, a cavallo tra gli anni '50, '60 e fino agli anni '70 - gli anni del maggiore sviluppo urbanistico delle nostre città e delle nostre periferie - per costruire gli edifici si utilizzava una mescola che conteneva poco cemento e molta sabbia di mare. Ora, perché dico questo? Perché se tutti i criteri relativi al miglior modo di costruire, a regola d'arte, come si suol dire, fossero con certezza rispettati - quindi, per esempio, il peso per metro quadro sul solaio, di 300 chili o 400 chili, eccetera - non mi preoccuperei, nonostante la mia contrarietà rispetto alla possibilità di sopraelevazione dovuta ad altre ragioni e spiegata, per quanto riguarda questo comma, nella discussione e nelle dichiarazioni di voto sugli altri emendamenti. Invece questa volta mi preoccupa di più questo aspetto.
Laddove nelle nostre città, per abusi edilizi soprattutto, sono stati infatti realizzati appartamenti sopra i lastrici solari, nelle palazzine si sono verificate diverse crepe. Ecco, questo è un altro dei problemi pratici ai quale voi andrete incontro un domani approvando una norma di questo tipo. Per questo voto a favore dell'emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo che si debba votare favorevolmente alla soppressione di questo comma, con la motivazione principale, per quanto mi riguarda, che di fatto si mettono in campo nuove volumetrie e si lascia ampio margine al singolo nella valutazione del coerente e corretto inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Io credo che questo non vada bene perché rischiamo di ritrovarci di fronte a soluzioni devastanti, peggiorative; per cui credo che debba essere ripresa la questione di chi debba operare queste valutazioni.
Io mi permetto di richiamare anche in questo caso l'importanza di un assenso definitivo dato dall'amministrazione comunale. Diversamente davvero noi ci ritroveremo senza poter dire di chi è il merito, o meglio, la colpa, di situazioni assolutamente inaccettabili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole sull'emendamento perché ritengo che con lo stravolgimento di un disegno architettonico di origine di un'unità abitativa, oltre a non avere la certezza degli equilibri manifestati e presentati che caratterizzano il disegno di origine, si fanno anche i conti con un'estetica pubblica.
I nostri paesi, purtroppo, spesso vengono accusati di essere brutti, e questo si vede quando, ad esempio, si rientra dalla Corsica o da altri centri anche italiani, dove il confronto estetico con quei paesi è veramente molto sfavorevole ai centri sardi. E' arrivato pertanto il momento di cominciare a preoccuparci anche dell'aspetto dei nostri paesi. E quindi ritengo, anche da questo punto di vista, necessario sopprimere questa norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, anche io intervengo per esprimere il voto a favore dell'emendamento, non tanto perché non si condivida diciamo l'essenza della norma, ma perché andrebbe in qualche modo sottratta da conseguenze speculative alle quali alcuni punti del comma 2 si prestano. Io credo che laddove ci siano dei condomini, in modo particolare dove si consente la sopraelevazione, addirittura l'utilizzo dei pilotis, questo possa essere uno strumento utile. Negli appartamenti sappiamo tutti quanto si sia sofferenti all'interno degli spazi delimitati; non c'è la possibilità di avere un locale di sgombero e spesso assistiamo a spazi occupati esclusivamente da mobili che hanno la funzione di ricettacolo di tutti quegli elementi costitutivi la vita familiare che si usano periodicamente nell'anno. Questo sottrae spazi alla vivibilità, considerato che già si è sacrificati nel vivere dentro gli appartamenti.
Quindi credo che se questa norma consentisse la sopraelevazione ma funzionale solo a recuperare locali di sgombero per tutti quei beni di cui una famiglia ha bisogno contribuirebbe ad una maggior vivibilità delle abitazioni. Penso che lo spirito della legge sia anche questo.
Pertanto votare a favore dell'emendamento non vuole dire negare che questa norma presenti aspetti condivisibili, ma mettere in discussione ed evidenziare alcuni di questi aspetti che mi sembrano importanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario agli emendamenti numero 4 e numero 173 e per chiarire un aspetto che credo che sia fondamentale per il prosieguo dei lavori all'interno di quest'Aula.
A me sembra che anche stamattina si continui a cercare cavilli privi di fondamento. Chi vive quotidianamente nel mondo dell'urbanistica e dell'edilizia residenziale pubblica, quando legge i commi degli articoli del testo in esame non ci mette molto a capire di che cosa stiamo parlando; è molto probabile però, per molti di voi, che non hanno una dimestichezza col mondo dell'edilizia, che non sia facile comprendere, per esesmpio, come ci si arrivi ad una progettazione, quali siano i parametri che bisogna rispettare, che cosa è un piano pilotis. Quindi è anche normale che queste norme siano più comprensibili a chi le ha scritte, a chi poi, all'interno della Commissione, le ha esaminate e ai tecnici, che saranno poi gli utilizzatori finali.
Quindi quello che noi chiediamo è questo: i suggerimenti vanno tutti bene, ma chiaramente suggerimenti che abbiano un nesso ed un significato chiaro per quello che stiamo noi proponendo, soprattutto proposte di modifica dell'articolato che possano magari aiutare a capire meglio quello che stiamo scrivendo. Ma non si può parlare di "attici" solari, perché francamente diventa assurdo cercare di capire che cosa si intende dire. Esistono i lastrici solari non gli "attici" solari. Ma non fa niente, è chiaro che per chi non vive quotidianamente i problemi dell'edilizia è un errore scusabile; è successo anche a me, quando abbiamo approvato il Piano sanitario: prima di intervenire dovevo pensarci dieci volte perché rischiavo di non aver capito di che cosa si stava parlando.
SALIS (I.d.V.). Spesso non bastava.
CHERCHI (P.d.L.). Probabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). C'è sempre tempo per imparare, collega. Assessore Asunis a me piacerebbe, a noi piacerebbe che magari lei interloquisse un po' con l'Aula e con questa opposizione che muove tutta una serie di rilievi, in modo da farci ascoltare anche il suo pensiero su tutti i singoli punti che nei vari interventi sottolineiamo ed evidenziamo. E questo non per richiamarla ad un impegno teso ad allungare i tempi del dibattito sulla legge, ma proprio perché abbiamo necessità di capire, dal tecnico e anche dal politico, che cosa pensa perché finora non l'abbiamo capito. Lei si è limitato a notificare alcune questioni.
Nel merito, io ovviamente sono favorevole all'emendamento, e le faccio un esempio. Lei ha detto, ed è vero, per come ovviamente intende lei la norma, che non sono previsti nuovi corpi di fabbrica, nuove costruzioni. In quest'articolo, invece, è prevista la possibilità per le ville, per esempio, di realizzare volumi staccati definendoli pertinenze, e noi tutti sappiamo che una pertinenza di una certa entità volumetrica poi diventa di fatto un'abitazione.
Io penso ad una villa di 300 metri che ha ancora del terreno disponibile, il giardino, all'interno del quale potrà essere realizzato un volume pari al 20 per cento dei 300 metri con un surplus volumetrico in forza della possibilità di utilizzare materiali che favoriscono il risparmio energetico. Ecco su questi punti, per esempio, Assessore, mi piacerebbe scoltare un suo parere, mi piacerebbe ascoltare un suo parere rispetto alla possibilità di chiudere i piani pilotis e all'assenza di parcheggi che già oggi è pesantissima nella nostra città. Io andrei invece nella direzione opposta, per esempio penserei ad una norma (e la suggerisco per il futuro, per la legge urbanistica) che prevedesse un numero maggiore di parcheggi per ogni unità abitativa, perché i parametri risalgono a 30 anni fa, quando le auto per famiglia erano una; oggi ogni famiglia ha quattro auto.
Queste nostre osservazioni non sono mosse dalla volontà assoluta di "rompere le scatole" a questa maggioranza, che vuole offrire alla popolazione leggi certe, snelle e quant'altro, ma solo dalla preoccupazione seria su alcune criticità della legge rispetto alle quali ci piacerebbe sentire anche il suo parere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri, mi viene richiesto un parere in merito al disegno di legge. Il parere non può che essere positivo nella considerazione che la Giunta, e in particolare l'assessore Asunis, hanno provveduto alla stesura della legge. Però approfitto di questa richiesta per cercare di fare luce su tutta una serie di argomenti sollevatti in quest'Aula in maniera forse non coerente con quanto scritto nel testo.
Ho apprezzato moltissimo un intervento pronunciato stamattina in ordine ai piani pilotis. Voi tutti sapete che i piani pilotis hanno un'altezza di 2 metri e 40, di norma, e quindi non possono essere utilizzati per fini abitativi, pertanto, come giustamente osservava e sperava un consigliere regionale, potrebbero essere utilizzati qualora ne ricorressero le condizioni, quali locali di sgombero, per alleggerire gli appartamenti di tutti quegli ingombri che oggi condizionano il corretto abitare. Ne approfitto ulteriormente per riportare l'attenzione in ordine alla tematica dei parcheggi.
Non so se ho sbagliato, ma nell'identificazione di quella norma richiamata poc'anzi c'è scritto che l'utilizzazione dei pilotis può essere ammessa solo ed esclusivamente qualora si riesca a mantenere inalterati gli spazi di parcheggio all'interno del lotto, e quindi non qualora ci sia depauperamento di parcheggi a favore della volumetria. Alcuni criticano questa disposizione - forse giustamente dal loro punto di vista - e pensano che possa produrre effetti disastrosi sul nostro territorio; altri dicono che, così come è configurata non porti da nessuna parte - riporto le parole testuali - ovvero, così come è scritta, non consenta a nessuno di operare. Forse Bisogna che ci mettiamo un po' d'accordo sui termini. Ripeto, il mio intervento non vuole essere fazioso nei confronti di chicchessia all'interno di quest'Aula, voglio soltanto cogliere alcuni spunti nel tentativo di rassicurare che le perplessità, molto spesso sono infondate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, l'ultimo intervento dell'onorevole Cherchi ci ricorda che, è vero, voi avete maggiore dimestichezza con l'edilizia (forse anche qualche conflitto di interessi su questa materia) e sottolinea che i nostri interventi vanno semplicemente ad evidenziare alcuni cavilli. Io credo che l'articolo 2, in particolare il comma 2, ma non solo, contrasti, o perlomeno non sia in linea, per esempio, con l'intesa Governo-Regioni-Enti locali. Intanto perché con quell'intesa le Regioni si impegnano a regolamentare interventi anche attraverso piani, programmi definiti tra Regioni e Comuni, e questo non mi sembra sia avvenuto. Poi perché gli interventi devono essere finalizzati a "migliorare la qualità architettonica ed energetica degli edifici entro il limite del 20 per cento, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi." Mi pare che ci siano differenze fondamentali.
Vi sono poi delle differenze, che io credo sia bene prendere in considerazione, rispetto al testo proposto da noi dell'opposizione. Intanto noi prevediamo, per gli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente, il rispetto di alcuni parametri. Prevediamo poi che la destinazione d'uso residenziale debba essere quella di prima casa, dopodiché elenchiamo una serie di condizioni generali di ammissibilità degli interventi, sulle quali potete naturalmente essere d'accordo o meno, ma vi chiediamo, almeno, di prenderla in considerazione. Prevediamo, infine, che gli interventi non possono essere realizzati su edifici abitativi che, al momento della presentazione di inizio attività, risultino: eseguiti in assenza o in difformità dal titolo abilitativo; collocati all'interno di piani particolareggiati delle zone territoriali omogenee A, o ad essi assimilabili, così come definiti dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunale che ne impediscano la trasformazione; definiti di valore storico-culturale-architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici generali; vincolati quali immobili di interesse pubblico, ai sensi della parte seconda del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, numero 42; collocati nelle aree di inedificabilità assoluta, come definiti dal decreto legislativo numero 42 del 2004, articolo 142, o all'interno di aree sottoposte a disciplina di salvaguardia paesaggistica, ai sensi del citato decreto legislativo…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il mio voto a favore dell'emendamento soppressivo del comma 2 dell'articolo 2 e per esprimere alcune considerazioni. La prima: voi aumentate la cubatura nelle percentuali che indicate nel dettato dell'articolo, e indicate anche la tipologia; tra questi c'è la possibilità di sopraelevare nelle costruzioni pluripiano, di sollevare di un piano nei lastrici solari. E' un'opportunità ghiotta, e anche questo, badi bene, Assessore, si rivolge a una certa categoria sociale, perché non tutti possono avere a disposizione un lastrico solare. Credo che comunque sarà l'intervento, Assessore, modificherà anche l'architettura di quella costruzione.
C'è però un altro aspetto. Lei ha fatto riferimento all'altezza di 2 metri 40 per i pilotis, e ha detto che questa altezza impedisce che gli incrementi di volumetria vengano utilizzati con una destinazione d'uso diversa da quella di alleggerire dalle cianfrusaglie, mi si passi il termine, che si è spesso costretti a tenere in casa. Io penso ad alcuni quartieri di Cagliari, Assessore, che lei conosce quanto e forse meglio di me. Ne riparleremo fra qualche mese, fra qualche anno, magari ci capiterà di fare anche una passeggiata insieme in quei quartieri, e in quell'occasione vedremo come verrà utilizzata questa deroga.
Infine, io pensavo, Assessore, che voi poteste utilizzare questa norma come spunto per una riflessione, che è questa: nell'edilizia residenziale lei sa meglio di me che il 20 per cento doveva essere destinato per servizi comuni e il 10 per cento per servizi pubblici. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece quella cubatura è rimasta inutilizzata. Perché allora non pensare, per esempio, di utilizzare una cubatura già esistente che darebbe sfogo attraverso semplicemente una variazione di destinazione d'uso. Ci pensi…
PRESIDENTE. L'Assessore Asunis è già intervenuto. Siamo in fase di dichiarazione di voto, non può essere un'interlocuzione. Se può servire velocemente…
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Molto brevemente. Il volume è connesso con la residenza, ovvero pari al 20 per cento di quello che deriva dall'utilizzo dell'indice territoriale, e sarebbe veramente un'operazione ghiotta per i costruttori che hanno venduto gli immobili e che adesso avrebbero la possibilità di riciclare il volume connesso con la residenza per vendere appartamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 173, e per dire che, oggettivamente, su alcuni pezzi dell'articolato l'interlocuzione sarebbe necessaria in quanto presentano problematiche tecniche e quindi il confronto con l'Assessore, sarebbe auspicabile. Quindi, su alcuni temi, Presidente, le chiedo se si può dare spazio all'Assessore per un contributo. So che è una procedura un po' irrituale, però, sono temi che, secondo me, necessitano un'attenzione diversa. Su questo secondo comma ci sono due elementi che possono, secondo me, produrre anche situazioni di grosse carenze.
Alla lettera b) per quanto riguarda le tipologie edilizie pluripiano, si dice che deve essere dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Io allora mi domando: da chi dev'essere dimostrato? Perché se si presenta una DIA (sappiamo come funzionano le DIA), non c'è secondo me lo spazio tecnico e amministrativo da parte del comune. Io penso che sarebbe importante, Assessore, prevedere che debba essere la competente amministrazione comunale a verificare questo tipo di coerenza, se no non capisco chi possa verificarla. Questo, secondo me, è un elemento importante per evitare obbrobri o peggioramenti della qualità architettonica degli immobili.
Il secondo aspetto, secondo me molto più grave, è quello che purtroppo è stato oggetto - devo dirlo sinceramente - in Commissione di una modifica; la proposta della Giunta alla lettera c) relativa alle "tipologie edilizie a schiera" recitava: "gli adeguamenti e incrementi devono essere realizzati". Con un emendamento orale la maggioranza della Commissione ha voluto sostituire "devono" con "possono". Questo "possono" apre chiaramente l'opportunità che gli interventi su case a schiera possano essere effettuati anche sulle singole case. Assessore, questo, secondo me, è un rischio devastante di deprezzamento del valore, di dequalificazione architettonica, di dequalificazione urbanistica. Il "devono" era sicuramente un elemento di maggior garanzia, nel senso che, nel caso di abitazioni a schiera l'intervento deve riguardare l'intero complesso, non può essere relativo solo alla singola abitazione.
Ecco, questi, secondo me, sono elementi che giustificano la richiesta di soppressione. Chiaramente, Assessore, una sua disponibilità rispetto a questi suggerimenti ci potrebbe anche portare a rivedere un po' la nostra posizione. Io, per questo, ritengo che sia importante, magari anche in sede di dichiarazione di voto finale concedere uno spazio in più all'Assessore per poter eventualmente dare queste disponibilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, mi ha colpito l'intervento dell'onorevole Cherchi che, se posso fare una battuta, meriterebbe l'oscar della sincerità o, in questo caso, probabilmente, dell'ingenuità. Rivolgersi infatti a consiglieri regionali che perlopiù hanno svolto attività di amministratori comunali, di assessori, di sindaci, alcuni dei quali hanno competenze anche tecniche molto elevate in questo settore, dicendo che forse non capiscono di cosa stiamo parlando, perché non hanno dimestichezza con questo argomento, mi sembra eccessivo.
Comunque, il comma 2 dell'articolo 2, Assessore, merita una considerazione; è un comma che si rivolge chiaramente a tutto il patrimonio edilizio complessivamente (chiaramente non posso far ragionamenti totalizzanti), complessivamente al di fuori degli ambiti urbani delle grandi città. Perché dico questo? Perché chi ha conoscenza come lei, Assessore, degli assetti urbanistici edilizi dei piccoli centri della Sardegna, che sono i più numerosi, sa che le tipologie edilizie, uni o bifamiliari, le tipologie edilizie pluripiano dove è consentito solo l'ampliamento dell'ultimo piano, sono poco presenti in questi centri mentre sono maggiormente frequenti nelle grandi città. Così come la tipologia dell'edilizia a schiera. Questo è un punto importante, perché per alcuni aspetti capisco la ratio di questo intervento, però questo tipo di intervento rischia, assessore Asunis, nei piccoli e medi comuni della Sardegna, di bruciare, tra virgolette, uso questo termine, la volumetria disponibile nei Piani urbanistici comunali che sono in fase di ridefinizione, di bruciare larga parte di queste volumetrie e di sottrarne ai comuni un'importante capacità programmatoria sull'uso stesso delle volumetrie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere la mia approvazione rispetto all'emendamento proposto, per le ragioni che ho avuto già modo di esporre all'Aula ieri, e in particolare perché sono convinto che, relativamente al comma in esame, sono gli intendimenti che stanno addirittura nel primo capoverso a dover essere disattesi puntualmente da i contenuti dello stesso comma, perché la massima ambizione che si pone tale provvedimento, in questo comma è che tali incrementi debbano inserirsi in modo organico e coerente con i caratteri formali architettonici.
Ecco, io penso che sia proprio tale difficoltà che ci spinge, e mi spinge modo particolare, a giudicare tale comma non meritevole di approvazione, perché la non contestualità, la non coerenza tra di loro oppure la non coerenza rispetto al Piano urbanistico comunale degli incrementi che verrebbero realizzati all'interno di edifici con unità B plurifamiliari, oppure in edifici con unità a schiera ci lascia immaginare che si verificheranno diversità di stili, diversità di linee, diversità che inducono ad immaginare contrasti a partire dal profilo architettonico.
Poi c'è la deroga, alle altezze massime previste dagli stessi strumenti urbanistici comunali. La maggior parte dei nostri comuni, nei loro centri urbani, nelle loro zone B in modo particolare, hanno autorizzato la realizzazione di edifici nella maggior parte dei casi con un massimo di due piani; se gli interventi che si dovessero realizzare avvenissero in maniera libera, così come il provvedimento autorizza, la skyline che ne deriverebbe sarebbe certamente, una skyline, una linea irregolare, e tale linea non potrà che essere incoerente non soltanto sotto il profilo architettonico, ma anche rispetto a qualsiasi aspettativa di miglioramento non solo della visibilità, ma anche della vivibilità.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 5 e 174.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo continuare l'analisi del comma 2. State un po' attenti perché qua si intravvede una chiave interpretativa. Noi diciamo che nelle tipologie edilizie pluripiano gli incrementi volumetrici "possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato mediante un progetto complessivo il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale". Immaginate come in un condominio dove non trovano l'accordo neanche per pagare le pulizie, potranno trovare l'accordo per fare questo. Fattispecie molto difficile.
Questo elemento va poi correlato a un'altra disposizione che recita: "gli elementi volumetrici così realizzati non possono costituire unità immobiliari autonome". Cosa vuol dire questo? Vuol dire che l'ampliamento all'ultimo piano può solo costituire un piano del cosiddetto appartamento duplex, cioè un locale che non ha un'autonomia, ma che dipende dall'appartamento sottostante. Quindi ecco che qui si delinea una fattispecie molto particolare che va a precisando più chiaramente chi è il beneficiario, cioè gli uniproprietari che hanno cantieri ancora aperti. Perché se non può costituire unità immobiliare autonoma significa che deve essere pertinenza o ampliamento di un'unità immobiliare che già esiste. E chi può fare questa operazione se non coloro che hanno i cantieri aperti e stanno ultimando l'ultimo piano, le suite, i doppi appartamenti?
E poi, l'altro elemento - che è molto grave sul piano della responsabilità di noi legislatori - è che quando al comma 3 si afferma che la sicurezza strutturale non è richiesta come requisito per gli interventi del punto b), cioè le tipologie edilizie pluripiano, noi garantiamo una sorta di immunità rispetto alla sicurezza strutturale, cioè dichiariamo che possono procedere agli ampliamenti anche a scapito della sicurezza.
STOCHINO (P.d.L.). Perché?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perché te lo leggi! Perché quando al comma 3 si prevede che gli interventi di cui alle lettere a) e c) devono conseguire la sicurezza si stanno escludendo gli interventi di cui alla lettera b), e quindi si stanno autorizzando i costruttori…
(Interruzione)
Beh, lo avete scritto voi, non io. Quindi quel requisito non è indispensabile per le casistiche del punto b). Attenzione, perché è chiaro quello che dicevo l'altro giorno. Non è possibile che la sopraelevazione di un piano, di questi tempi, possa garantire i livelli di sicurezza strutturale nei termini con cui vengono calcolate oggi le strutture...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, credo che incominci a evidenziarsi sempre più, dopo aver liquidato l'articolo 1, con questo articolo 2, il guazzabuglio di questa legge, ed è un guazzabuglio che emerge dalle contraddizioni che sono evidenziate nei vari articoli. Io credo che sia questa una materia che in qualche modo ci appassiona, appassiona tutti, ci deve appassionare tutti perché riguarda il governo del nostro territorio. Un territorio che in anni passati, in vari modi, ci è sfuggito di mano, ed è sotto gli occhi di tutti la qualità delle nostre coste in particolare.
Io non sono un tecnico, nel senso che non ho competenze specifiche da ingegnere, da geometra o altro, né ho fatto mai il costruttore edile, però mi sono fatto le ossa e l'esperienza facendo per ventisette anni consecutivi l'amministratore comunale di Alghero, una città in cui è forte la pressione edilizia, è forte la pressione speculativa immobiliare, e da amministratore mi sono scontrato con pressioni di questo genere. Comprendiamo quindi quali siano i desideri e le bramosie di chi vuole trovare nel costruire e nel cemento, in dispregio di qualsiasi progetto di qualità, solo rendite e vantaggi.
E allora io credo che noi siamo chiamati qui responsabilmente a vigilare perché queste cose non accadano, perché il territorio è un bene di tutti. Le città sono di tutti, anche di chi non ha casa e anche di chi non ha la possibilità di costruire. Ed evidenzio un aspetto particolare che è contenuto nel comma a) dell'articolo 2, che fa riferimento, ad esempio, alla possibilità di realizzare anche corpi separati laddove esistono realtà bifamiliari, bifamiliari che spesso vengono realizzate in accordo tra amici o parenti e dove la possibilità per uno solo di edificare un corpo separato aprirà un contenzioso, uno scontro che già abbiamo verificato in anni e anni, in diverse realtà.
E' un altro aspetto che vogliamo evidenziare e sottolineare, perché ne abbiamo conosciute e abbiamo conosciuto soprattutto le conseguenze conflittuali che si sono scatenate in queste situazioni, soprattutto intervenendo sull'armonia di tipologie che sono immagini, per certi versi qualitative, fortunatamente, del costruito nelle nostre città e nei nostri paesi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voglio partire dal ragionamento sviluppato dall'onorevole Cherchi. Presidente - mi rivolgo a lei, soprattutto - le chiedo di rivedere la composizione delle Commissioni, perché se prendiamo per buono il ragionamento dell'onorevole Cherchi io dovrei chiedere all'onorevole Zuncheddu di dimostrarmi di saper gestire una serra, essendo lei in Commissione agricoltura, all'onorevole Sechi dovremmo chiedere di dimostrarci di saper costruire un muretto a secco e all'onorevole Cherchi dovremmo chiedere, essendo lui in Commissione urbanistica e trasporti, la patente di volo, di pilota e di saper volare come un novello Icaro. Mi pare che non si possa accogliere il ragionamento che possano intervenire solo persone che abbiano una comprovata competenza accertata da titoli, dottorati di ricerca, master e specializzazioni nella materia.
Veniamo modestamente al tema. Assessore, circa i pilotis, è o non è uno stravolgimento architettonico dell'estetica, della tipologia, la chiusura dei pilotis? Se qualcuno ha ipotizzato edifici di quel tipo, immagino ci fosse una ragione, se c'è una tipologia architettonica, un modello di edificio che prevedeva i pilotis (come i portici un tempo), ci sarà stata pure una ragione. E' questa stessa modifica, questo stesso intervento un pregiudicare la tipologia architettonica. E poi, ha ragione, certo, ci mancherebbe, mica si può scavalcare addirittura la norma circa il numero minimo di parcheggi, ma noi sappiamo che i parcheggi minimi non sono sufficienti al numero delle auto presenti. Per questo motivo il nostro voto sarà favorevole, a quest'emendamento soppressivo del secondo comma.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 5 e 174.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti 5 e il 184, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Mario e Greco hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Capelli - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 16
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 105.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'eliminazione dalla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 di questa dicitura è proprio volta a dare quelle garanzie che invece la stesura di questo articolo non dà. Cioè, qualcuno deve spiegare perché al comma 3 si dice "Nell'ipotesi di cui alle lettere a) e c) del comma 2 si consegue anche il miglioramento della qualità archittetonica dell'intero edificio"? Perché "si consegue"? Deve essere conseguita e dimostrata perché così sennò ci si limita ad un semplice auspicio, e un auspicio legislativo, non a una condizione, e io la sfido a mostrare come nei nostri paesi le condizioni statiche dei nostri fabbricati siano idonee a sopportare un altro piano. La sfido!
Voglio vedere (se non è qualcuno che voglia rischiare la sua iscrizione all'albo), chi è che attesta con autocertificazione che la staticità... A L'Aquila questo sarebbe stato un fatto di una gravità enorme e anche Cagliari (con i suoi problemi, con il sottosuolo che va a "farsi benedire" creando voragini) non ci insegna niente, non ci insegna nulla. Di fronte all'onda travolgente del rilancio economico noi non riflettiamo su nulla! Il problema, infatti, non è solo la struttura, ma anche il sottosuolo e la capacità di offrire garanzie e di indicare ai costruttori precisi criteri, perché il problema della riqualificazione del patrimonio edilizio parte da queste considerazioni, non da altre considerazioni.
Ma che cosa ve ne importa? Cosa ve ne importa della sicurezza dei cittadini di fronte a queste contraddizioni, a questa mancanza assoluta di cautela? Questo è il punto grave. Ecco perché dobbiamo riflettere, perché io sul punto b) chiederò la votazione nominale perché risulti agli atti il nome di chi si assume la responsabilità di autorizzare interventi che non garantiscono la sicurezza, perché io non me l'assumo quella responsabilità, non me l'assumo e vorrei che consapevolmente chi se la vuole assumere lo dichiari apertamente. Io no, perché queste cose attengono alla civiltà e al progresso, ma anche alla prevenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, come in qualche modo avevo anticipato in sede di esame dell'emendamento precedente (l'emendamento precedente riguardava la soppressione complessiva, questo riguarda invece specificamente il riferimento a un passo della lettera a) del comma 2 dell'articolo 2), noi individuiamo nel passo che intendiamo sopprimere proprio un elemento di conflitto oltre che di scadimento della qualità architettonica del costruito. E' per questa ragione che ripeto la convinzione che questo è un aspetto che deve sparire dalla proposta di legge. Ed è per questo che voterò a favore dell'emendamento proposto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io chiaramente voterò a favore, il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore di quest'emendamento, ma vorrei continuare nel ragionamento intrapreso prima con l'assessore Asunis. Questo è un intervento, ripeto, che, al di là della tipologia a schiera delle zone turistiche, interessa la quasi totalità delle abitazioni dei piccoli e medi centri della Sardegna, e c'è un grosso pericolo.
Abbiamo avuto modo di verificare che c'è stata in questi ultimi anni, anche positivamente sostenuta dai provvedimenti governativi sugli sgravi fiscali legati alle ristrutturazioni delle prime abitazioni, una rincorsa positiva con un numero crescente di domande verso la ristrutturazione, l'ampliamento di edifici, soprattutto nei piccoli e medi centri, riguardanti le abitazioni mono o bifamiliari. Cosa è emerso da questo accentuato incremento di attività edilizia nei piccoli e medi centri anche della Sardegna? Che se non si effettuerà un controllo preciso dell'attività edificatoria di ampliamento e di ristrutturazione, i proprietari delle abitazioni ed i tecnici privati, ma anche quelli dei Comuni, corrono grossi rischi.
Io, perché sostengo la necessità di modificare questa norma relativa a sopraelevazioni, ampliamenti, eccetera? Perché mancano, caro Assessore, gli elementi di controllo tecnico pre, durante e post intervento, che sono la garanzia della regolarità di un'attività edilizia prudentemente gestita in un patrimonio edilizio che, siccome data per lo più agli anni '50-'60, non ha neanche le caratteristiche statiche per poter apportare ampliamenti, sopraelevazioni con un certo grado di prudenza.
Io ho avuto modo di verificare la ristrutturazione della vecchia casa di mio padre, una casa realizzata a fine anni '50, in blocchetti pieni costruiti sul posto. Mi immagino adesso con questa norma, senza la possibilità per il Comune di poter intervenire sulla verifica del progetto, senza nessuna dichiarazione...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, credo che il ragionamento che stava svolgendo l'onorevole Salis possa essere continuato perché effettivamente si pone un problema serio di valutazione delle conseguenze sulla staticità degli edifici. Per come il provvedimento è predisposto non mi sembra, infatti, che ci siano le condizioni perché questa garanzia si possa avere. E' vero che, specie nei comuni piccoli del centro, ci sono moltissimi fabbricati che potrebbero essere assoggettati a ulteriori ampliamenti in sopraelevazione se realizzati con progetti ben definiti.
Andare oltre queste situazioni, senza una preventiva verifica certa e certificata che si possa farle con la massima sicurezza credo sia rischioso. Non penso che per garantirci su questo fronte sia sufficiente ciò che prevede la norma, perché alla fine sarà di altri la responsabilità eventualmente tecnica, ma sarà nostra la responsabilità politica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento. Vorrei però aggiungere a quanto è stato affermato sulla stabilità delle sovraelevazioni, che esistono anche altre situazioni che rischiano di compromettere i centri storici e in modo particolare mi riferisco ai piani particolareggiati delle zone A. Sulla base di queste norme le abitazioni che sono all'interno e hanno meno di cinquant'anni, possono aumentare di volumetria, quindi sopraelevare.
Io non so se molti di voi conoscono o hanno visto cosa si studia quando si pianifica un intervento nei centri storici. Quando si fa l'esame del centro storico il problema principale è quello appunto di riordinare le altezze, i profili delle abitazioni. Infatti, in molti centri storici - lo dico con cognizione di causa perché a Guspini ho fatto il piano particolareggiato del centro storico - molte di queste case che hanno meno di cinquant'anni devono essere abbattute e riportate al livello del colmo delle altre abitazioni, questo per salvaguardare il centro storico. Mi chiedo che possibilità avrà il nostro centro storico di rispettare il suo habitat e quindi di cercare di ricucire questi strappi. Sarà impossibile, anzi c'è il rischio che ulteriori abitazioni che hanno meno di cinquant'anni superino i cosiddetti livelli di colmo studiati e quantificati per ricucire il centro storico. Mi immagino, laddove non ci sia neanche il piano urbanistico comunale, cosa potrebbe avvenire.
Ripeto, al di là della denuncia forte che ha presentato l'onorevole Sanna, nei nostri centri storici, spesso si è costruito senza effettuare i necessari calcoli statici affidando al capo mastro la realizzazione delle strutture e quindi con rischi davvero gravi. Occorre inoltre aggiungere che nei nostri centri storici sono presenti ancora le case a corte, molti pertanto, utilizzeranno i cortili interni per edificare ulteriormente, magari, per costruire le case del figlio distruggendo o alterando queste costruzioni caratteristiche della nostra terra.
Sono problemi importanti, quindi, mi chiedo perché non disciplinare meglio questi aspetti e salvare quel patrimonio storico che ci appartiene e di cui spesso parliamo. Basterebbero anche dei piccoli accorgimenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 105, su cui dichiaro il voto favorevole, affronta anche se parzialmente uno dei temi che sono stati sollevati, sia in sede di discussione generale, sia dai colleghi nel corso della discussione dell'articolo e dell'emendamento. In particolare: cosa succede quando i nuovi corpi di fabbrica, in ampliamento dei diversi piani o separati dal fabbricato principale, prevedono aumenti volumetrici e non si inseriscono in maniera armonica nel contesto urbanistico circostante? Possiamo capirne meglio le conseguenze se analizziamo questo punto anche alla luce di quanto prevede il comma 5.
Il comma 5. ci spiega che per queste tipologie edilizie uni e bifamiliari, gli interventi possono superare i limiti di altezza e di distanza fra pareti prospicienti e rapporti di copertura previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. Cioè sostanzialmente il disordine e il caos edilizio. Questo fatto non lo sottolinea il Partito Democratico, l'opposizione nel suo doveroso ruolo di denuncia, ma lo sottolinea in maniera certamente più efficace della mia il parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali che evidenzia molto chiaramente che la deroga agli strumenti urbanistici previsti (appunto quello che richiamavo sulle altezze), deve riguardare solo gli indici volumetrici ma non può riguardare le altezze e i distacchi dai confini altrimenti si produce disordine edilizio.
Quindi, io dovrei prevedere le deroghe volumetriche dove queste deroghe mi aiutino a riportare l'insieme a un tutto armonico; invece qui faccio il contrario:
Derogo alle altezze, derogo a quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti. Segnalo questo ai colleghi che ieri, magari distrattamente, non avevano notato questo aspetto. Forse anche il loro parere favorevole era legato al fatto che non avevano la consapevolezza di quello che potrebbe succedere. Allora, credo che su questo punto occorra un ripensamento e credo proprio che approvare questo emendamento ci aiuterebbe perlomeno a evitare che questo disordine si verifichi per le villette uni e bifamiliari.
(Non è approvato)
Passiamo agli emendamenti numero 6 e numero 175.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, siamo al punto b). Credo che sia quello più evidentemente inverosimile. Perché poter costruire senza che venga imposta, per le sopraelevazioni, una garanzia di sicurezza strutturale, l'obbligatorietà delle indagini geologiche?
Perché? Perché proprio il punto b deve essere escluso? Perché al comma 3 si fa riferimento solo alle lettere a) e c)? Qual'è la motivazione? E perché questa stranissima affermazione che non possono costituire unità immobiliari autonome? Perché questa preoccupazione, se non perché dietro questo punto sono gà preventivamente identificabili dei soggetti beneficiari?
Questo è un comma che coltiva un'indicazione puntuale che non ha un carattere generale astratto perché è troppo limitante. Perché se io devo costruire unità immobiliari non autonome posso solamente utilizzare l'ultimo piano che col piano inferiore costituirà un appartamento duplex; solo così rispetto questo requisito. E questo lo posso fare solo se ho il cantiere aperto, perché se ho già realizzato la copertura non mi conviene. Si tratta quindi di una norma delineata a soggetti ben precisi e bisogna quindi avere il coraggio di dire che quest'Aula si assume l'onere di approvare norme non dal carattere generale astratto.
Questa è la gravità, questa è la gravità che va denunciata e che noi denunceremo perché tutti gli indizi portano a questo.
Ora, siccome ci sono anche responsabilità sul piano legislativo, io chiedo al Capogruppo di chiedere su questo emendamento il voto nominale perché risulti agli atti, chi si assume la responsabilità di dare il via libera a interventi che non garantiscono la sicurezza statica e quindi la sicurezza dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, la preoccupazione che manifestava il collega, se andiamo a leggere il comma, è assolutamente fondata. Noi stiamo dicendo che nel caso di tipologie edilizie pluripiano nel solo rispetto della sagoma dell'edificio sono possibili adeguamenti e incrementi anche nel caso di proprietà frazionate, purché venga dimostrato mediante un progetto complessivo il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Qui si pongono varie domande. La prima è quella di carattere ingegneristico. Perché il progetto dovrebbe riguardare soltanto il prospetto? Certamente ci sono dei sovraccarichi, certamente dobbiamo capire se i lastrici che sono stati realizzati siano in grado di sopportare carichi statici superiori a quelli di lastrici solari normali. Qui non si fa cenno a un progetto di tipo ingegneristico che debba verificare la tenuta delle coperture. Io credo che questa legge avrà conseguenze anche penali. Non solo, infatti, è una legge illegittima in molte parti, ma addirittura prevede nozioni (come questa) a discapito della sicurezza dei singoli e delle famiglie. Ma poi si dice in maniera assolutamente sibillina che questi incrementi possono essere realizzati, purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte.
Allora qui la domanda è: mediante progetto realizzato da chi? Dimostrato a chi? Chi è che controlla che il progetto sia coerente? Attenzione, non stiamo parlando di aspetti banali! Assessore, capisco che lei sia pressato (spero a liberare cubature, spero stia lavorando per noi, cioè non ad esaudire altre richieste, oltre le molte che vi sono arrivate, perché qui vi è la tendenza ad accontentare tutti), però la domanda che le rivolgo sulla lettera B è la seguente: chi è che dà il via libera sulla coerenza? Perché mentre negli altri articoli si parla di una Commissione competente, qui non si capisce chi sia il soggetto. Cioè, qual è il soggetto che controlla che l'intervento sia coerente con l'insieme? Chi è il soggetto che certifica che non ci sono problemi di sicurezza e di carichi statici? Mi sembra che in mancanza di queste risposte, e per non aggiungere danno al danno, possiamo soltanto esprimere parere favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Siamo già in fase di dichiarazioni di voto. Non può essere chiesta la verifica del numero legale perché la votazione vale come verifica del numero legale.
Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Rinuncio!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Io intervengo perché le questioni che ha posto il collega Porcu - lo dico senza offesa, sapendo che è persona intelligente - mi pare che siano di lana caprina. Quando mai, infatti, un ingegnere, un geometra, un tecnico presenta un progetto, un elaborato, per un ampliamento, per una ristrutturazione, e non valuta preventivamente tutte le questioni tecniche cui lei faceva prima riferimento? O è una schiappa, e allora deve essere radiato dall'ordine, o altrimenti è chiaro che se responsabilità c'è se l'assumerà il tecnico. Che ha proceduto non conformemente alle regole della buona costruzione. Che problema c'è? Voi volete creare ulteriore burocrazia, qualche ulteriore sottoCommissione, che controlli, che verifichi, che allunghi la tempistica.
Da che mondo e mondo ci sono - ed è vero, e questo è un problema che dovrà far riflettere - ingegneri che non valutano e non effettuano bene i calcoli, ingegneri che probabilmente dovrebbero presentare, anche per la tutela del buon gusto, elaborati in sintonia e in armonia con i piani urbanistici ed edilizi dei comuni, ma tutto questo non si capisce perché si riversi su una norma che è chiara e che certamente non può prevedere aspetti che attengono alla responsabilità invece del tecnico che presenta il progetto di ampliamento.
Quindi, ecco perché dico che è una questione di lana caprina, e che come tale verrà liquidata con la sonora bocciatura di questi emendamenti, che mi pare non aiutino a migliorare, laddove ve ne fosse bisogno, il testo di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, ho seguito con grande attenzione le legittime indicazioni che provengono dai banchi dell'opposizione, credo però che, così come asserito dal collega Pittalis, che mi ha preceduto nell'intervento, stia alla professionalità di coloro i quali sono preposti a certificare la staticità degli edifici interessati dall'intervento di sopraelevazione e di ampliamento, e soprattutto alla professionalità di chi vigila su questo tipo di interventi (mi riferisco in modo particolare agli stessi comuni, agli enti locali, a tutte le autorità preposte), fare in modo che certi criteri vengano rispettati e vigilare affinché qualcuno, qualche furbetto, com'è capitato in passato, non certifichi cose non veritiere.
Vi parlo anche come Sindaco, alla luce della mia esperienza, credo che sia capitato a tutti, anche a coloro i quali sono intervenuti, anche all'onorevole Porcu magari, di sopraelevare una mansarda senza aver ottenuto le certificazioni necessarie. Questo può capitare a tutti, però quando si tratta di strutture di notevole importanza, e comunque di notevole altezza, credo che sia veramente da incoscienti non ricorrere ad un ingegnere abilitato, soprattutto a dei calcoli statici che tengano conto della reale consistenza della struttura e anche del tipo di materiale, di calcestruzzo e cemento armato, dei ferri soprattutto, utilizzato per la realizzazione. Presidente, con questo, voglio anche manifestare il voto contrario agli emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo solo per ricordare che le disposizioni che stiamo trattando non vanno in deroga alle disposizioni nazionali. Ricordo a tutti che a seguire dal 1971 tutte le disposizioni nel campo statico sono di competenza dello Stato italiano, e conseguentemente le disposizioni normative non possono essere eluse da chicchessia. Quindi nessun tecnico firmerà un atto in dispregio delle norme nazionali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare chiaramente il voto contrario sull'emendamento. Mi ha anche preceduto l'Assessore, ma credo che tutti i colleghi sappiano che, nonostante questa legge preveda la semplificazione della procedura, la responsabilità della realizzazione dell'opera rimane in capo al progettista. Non è concepibile che venga presentata una dichiarazione di inizio attività, senza a monte avere la copertura del progetto. Quindi qualsiasi tipo di attività subordinata è chiaro che farà riferimento allo stesso progettista, che si assumerà tutte le responsabilità di natura statica, di natura igienico-sanitaria, di rispetto delle distanze, ecc.
Credo che sia chiaro il fatto che comunque rimane in capo al professionista e al progettista qualsiasi tipo di responsabilità, così come rimane in capo a chi opera (quindi ai medici e a chi vive nel mondo della sanità), la responsabilità nei confronti del paziente che va a curare. In questo caso il paziente è il libero cittadino, e di conseguenza è normale che si rivolga ad uno studio tecnico, con professionisti abilitati e regolarmente iscritti all'albo professionale.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei aveva chiesto al suo Gruppo di chiedere l'appello nominale; lo mantiene o devo trasformare la richiesta dell'onorevole Salis in una semplice richiesta di votazione nominale?
SALIS (I.d.V.). No, Presidente, facciamo la votazione per appello nominale.
Votazione per appello nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale degli emendamenti numero 6 e 175. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.
Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello
(E' estratto il numero 24, corrispondente al nome del consigliere Dedoni.)
Prego il consigliere segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Dedoni.
MULAS, Segretario, procede all'appello.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 21
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione gli emendamenti numero 106 e 124.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con l'emendamento numero 106 si chiede la soppressione della lettera b). Io ho ascoltato la coraggiosa perorazione in difesa della professione, ovviamente so che si gioca nel campo politico però ritengo si debba restare sempre nei limiti della decenza. Se c'è una fattispecie che meriterebbe l'obbligatorietà della verifica statica e strutturale è esattamente quella degli edifici multipiano; improvvisamente questi invece sono immuni. E siccome nel comma 3 si dice che la certificazione della condizione statica è prevista per i punti a) e c), è del tutto evidente che per il punto b) non è obbligatoria. Poiché questa operazione interessa soprattutto immobiliaristi imprenditori che hanno alle dipendenze ingegneri, credete davvero che un dipendente ometta di preparare una variante in corso d'opera che non richiede nessuna certificazione? E per quale ragione, se è come dite voi, si omette dalla previsione legislativa il punto b)? Spiegatelo, ci sarà pure qualche ragione perché la b) cade, spiegatecelo! Guardate che non basta addentrarsi un po' nel sistema delle case per dire "la certificazione": quale certificazione?
STOCHINO (P.d.L.). L'agibilità!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lascia perdere l'agibilità che è una cosa diversa. Capisco la differenza tra agibilità e verifica statica, capisco la differenza, se mi consenti la capisco! Ho anche un po' studiato, non ero bravissimo ma ho un po' studiato, e quindi capisco la differenza e ti assicuro che la verifica statica non è, in questa fattispecie, obbligatoria e viene omessa, tant'è che tutto questo elenco di certificazioni che rendete obbligatorie al comma 3 non vale proprio (guarda un po'!), per gli edifici multipiano.
A una persona di buon senso e di normale intelligenza volete spiegare qual'è la ragione reale per cui, proprio per gli edifici multipiano, che sono quelli più delicati dal punto di vista della staticità e dall'elemento strutturale, non viene richiesta alcuna certificazione? Io la spiegazione ce l'ho, voi siete molto coraggiosi a dare una spiegazione tranquillamente però, di fatto, c'è una "chicca" particolare che rivela che non è come dite voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io, con tutti i dubbi espressi dal collega Gian Valerio Sanna, voterò contro questo emendamento, non me ne vogliano i colleghi, perché credo che l'emendamento faccia bene a riproporre il problema ma rischia, nell'ulteriore incertezza che si creerebbe, di aggravarlo. Perché, infatti, se andiamo a leggere il comma 2 lettera b) senza la parte che si prevede di emendare, viene fuori che non bisogna neanche proprio dimostrare il coerente inserimento mediante un progetto complessivo, e ripeto si parla di un progetto complessivo fa riferimento ad aspetti estetici, profili, non di documentazione che verifichi carichi statici dell'edificio oggetto delle trasformazioni.
Quindi rimane un vulnus, e rimane un vulnus anche perché, se questa conformità e coerenza non viene certificata dagli uffici tecnici comunali è facile prevederne le conseguenze sotto il profilo dell'armonia architettonica. Io vi invito ad andare in giro per i paesi della Sardegna dove tanti professionisti - ingegneri, geometri, architetti - si sono cimentati in edifici che certamente di coerente, di bello, di armonico niente hanno per la visione soggettiva che può avere ognuno di noi. Quindi, io credo che, visto che questa legge è già improntata al laissez faire, ad una deregolamentazione totale, i colleghi, pur avendo fatto bene a porre il problema, e quindi avendolo fatto certamente con una finalità meritoria, con questo emendamento rischiano anche di far saltare quell'obbligo minimo di dimostrare, non sappiamo ancora a chi o a che cosa, la coerenza del progetto. Potrebbe anche succedere che il singolo proprietario andasse avanti assolutamente per conto suo - piano pilotis o piano sopraelevato - creando, in un contesto già critico come quello che ho delineato, veramente un mostro urbanistico.
Quindi, il mio parere su questo emendamento è contrario ma invito eventualmente i colleghi a valutarne anche il ritiro, dopo averlo magari motivato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 106. Questo è un emendamento soppressivo parziale ma io voglio rassicurare i colleghi del centrodestra: noi voteremo i soppressivi parziali, i sostitutivi parziali, i soppressivi totali e i sostitutivi totali sempre all'unanimità per quanto riguarda il centrosinistra. E' vero, sono presenti diverse sensibilità, viviamo anche un momento, come P.D., difficile, abbiamo due segretari all'interno del nostro Gruppo, la sinistra ha i suoi problemi interni e quindi evolve in un partito nuovo, ma noi vi assicuriamo che interverremo su tutti gli emendamenti, e tutti gli emendamenti li voteremo con una linea unitaria.
Io non mi cimento a individuare, come ha fatto il collega Pittalis ieri, i gruppi e i sottogruppi: è difficile, siete tanti, siete molti gruppi, molte sensibilità, avete diversi riferimenti e avete anche diverse posizioni, a differenza di noi Moro amava dire che per le cose della politica ci vuole il tempo che ci vuole, noi questo tempo ce lo prenderemo tutto fino in fondo nella speranza di potervi fare ragionare, di aprire un ragionamento con voi, un confronto che sia teso a migliorare questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto contrario e per fare alcune riflessioni con l'onorevole ingegner Gian Valerio Sanna, che ricordo come Presidente della Provincia circa una decina di anni fa, fresco di professione e sicuramente più addentro alle norme. Onorevole Sanna, io prima le citavo la questione dell'agibilità perché quando si va a richiedere l'agibilità di un locale il certificato di agibilità comprende anche il certificato statico. Volevo leggere insieme a lei (perché sa, a volte uno può anche fraintendere, del resto io sono un po' ignorante in queste cose) che cosa è l'agibilità: l'agibilità è la certificazione che un edificio deve ottenere quando rispetta tutti i requisiti di legge che sono necessari per garantire alle persone di vivere in tutta sicurezza e in pieno confort nei locali. Il riferimento normativo è il testo unico per l'edilizia (DPR numero 380 del 2001).
Forse lei nel 2001 faceva già politica e aveva lasciato la professione. Comunque è una certificazione burocratica rilasciata dall'ufficio tecnico del comune dove il fabbricato si trova e non può essere emessa se non alla fine dei lavori di realizzazione o di ristrutturazione, dopo che un tecnico abilitato, in genere diverso dal progettista e dal direttore dei lavori, ha eseguito un collaudo ed ha certificato la sussistenza di tutti i criteri di legge. L'agibilità garantisce non soltanto le proporzioni minime dei locali e delle finestre, come il vecchio certificato di abitabilità, ma anche le altre condizioni quali la sicurezza statica dell'edificio e la sicurezza e il risparmio energetico degli impianti.
E allora, siccome questo si trova scritto in legge, o capisco male io oppure dobbiamo dire che i tecnici che andranno a certificare l'agibilità sono persone ignoranti che non hanno i requisiti di legge per fare l'ingegnere o l'architetto o qualsiasi altra forma professionale che possa certificare. Vogliamo dire quello? Lei vuol dire questo? Noi del centro destra e del P.d.L. non lo vogliamo dire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Magari ritorno a parlare di politica facendo eco al collega Sabatini che sottolineava che la sinistra ha problemi. E infatti confermo. Ce li ha, e sono problemi che vorremmo risolvere, anche se ci stiamo provando da qualche decennio. Però io spero che all'orizzonte si incominci ad intravedere qualche soluzione.
Ribadisco comunque che noi continuiamo nel sottolineare le incongruenze e le contraddizioni di questa legge. E siccome al quesito posto dal collega Gian Valerio Sanna non è stata data risposta, io posso anche in qualche modo accogliere l'invito del collega Stochino, che non mi ha convinto ma mi ha fatto riflettere. Pertanto: perché per esempio non accettare la proposta del collega Sanna e contemplare nello sviluppo dell'articolo oltre che i punti A e C anche il punto B, e mettendo così fine alle discussioni?
Siccome sappiamo che esiste una diversità di vedute e di posizioni e di ruolo all'interno dell'argomento che stiamo configurando tra gli imprenditori e i tecnici, e i tecnici sono alle dipendenze degli imprenditori, e siccome gli imprenditori non danno lardo ai cani, e quindi quando costruiscono un edificio sicuramente chiedono che il calcolo delle fondamenta venga fatto in relazione al volume che prevedono debba essere edificato sopra, l'osservazione fatta riguarda la possibilità di aumento volumetrico e quindi di carico su quel volume.
Quindi l'invito per rimanere sul piano del dialogo è quello di estendere anche al punto B l'attenzione che è stata rivolta al punto A e al punto C.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, ciò che diceva l'onorevole Stochino è vero: ci sono tutte queste procedure, tutti questi elementi. Il problema sa qual è, onorevole Stochino. E' che poi ci si scontra con la realtà dei fatti. Adesso le faccio un esempio, poi non me ne voglia l'onorevole Cherchi che mi accusa di essere cagliaritano, però posso anche parlare anche di Nuoro, ho girato un po', diciamo la mia vita non si esaurisce e non si è esaurita con Cagliari Pirri, Pirri Cagliari.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Digli che sei venuto anche ad Alghero.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ecco, si, si sono andato anche ad Alghero. In via Peschiera, a Cagliari, si è costruito secondo la legge; tutte le certificazioni sono presenti, ogni norma è stata rispettata: abitabilità, documentazione presentata in comune eccetera ecc. Tecnici, ingegneri e geometri immagino abbiano prodotto documentazione, avessero i titoli per certificare, eppure quelle case sono state costruite su una cavità che ha ceduto, tanto che gli abitanti di quella via non vivono più nella loro casa perché è a rischio crollo, e c'è una parte intera di un quartiere in pericolo.
Onorevole Stochino, ogni intervento sul lastrico solare comporta - perché lo abbiamo visto nei fatti - un assestamento dell'edificio. L'assestamento dell'edificio comporta che chi sta sopra potrà sopraelevare e costruire un appartamento in più, se ha i metri quadri in base alle percentuali da voi indicate, chi sta sotto invece avrà crepe, fenditure, cioè verrà compromesso (spero e mi auguro non la staticità, ci mancherebbe altro), sicuramente l'omogeneità, l'estetica, l'architettura e persino la tenuta di alcune strutture del palazzo come i pilastrini o i solai dove si formeranno crepe. E ciò si verificherà in qualsiasi appartamento o palazzo dove verranno messi sopra, di punto in bianco, a distanza di tanti anni dalla realizzazione, centinaia di chili in più.
Queste sono le preoccupazioni. Io non sono convinto che lei possa certificare che questo non accada. E per questo il voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor presidente, consiglieri, vedo che il dibattito in ordine alla lettera B non compresa all'interno del terzo comma dell'articolo 2 sta sollevando una quasi contrapposizione fra schieramenti. Signori, quella lettera non è stata inserita non per un disegno specifico, ma perché il suo contenuto è già previsto dalle regole ordinarie, perché peraltro negli edifici pluripiano che di norma usano strutture in cemento armato, come tutti quanti voi sapete, è pleonastica. Non voglio tediarvi, ma è chiaro che un tecnico con un plessimetro verifica le frecce dei solai, non voglio andare oltre.
Però, onde evitare che il dibattito in qualche modo ponga elementi di contrapposizione aggiuntivi, la Giunta regionale proporrà un emendamento orale in ordine al terzo comma dell'articolo 2. Preavviso pertanto l'Aula che proporrò anche l'inserimento della lettera B ad abundantiam.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Intervengo solo per una battuta, perché l'onorevole Stochino ha voluto rappresentare la grande considerazione e attenzione per l'ordine dei professionisti, dei tecnici, degli ingegneri rispetto ai quali noi ci rivolgiamo in accoglimento di quelle che sono state le loro osservazioni e le loro proposte. Nel documento che ci hanno voluto consegnare in Commissione sono loro che ci hanno sottolineato tale passaggio: "Si prevede l'ampliamento e la sovraelevazione degli edifici, ma non è previsto alcun tipo di indagine atto a verificare la sicurezza del sito, e ciò rappresenta una carenza". Osservazione che precedentemente avevano fatto i geologi, sottolineando che tale mancanza rappresentava una gravissima carenza della proposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo brevemente per riprendere un elemento che probabilmente è sfuggito all'onorevole Stochino.
E' in corso da almeno vent'anni una polemica da parte dell'ordine dei geologi, relativamente al fatto che la loro professionalità, indispensabile per una corretta e sicura gestione della politica urbanistica e edilizia di un territorio complesso, difficile, qual è quello italiano, cagliaritano in particolare, sardo in generale, venga spesso trascurata. Il problema della sicurezza edificatoria in Italia viene infatti affrontata un po', come dire, "all'amatriciana", fidandosi un po', come dice lei, leggendo la normativa. Non le sfuggirà che nel corso dell'ultimo terremoto a L'Aquila e in Abruzzo sono rimaste in piedi le vecchie case del centro storico di duecento anni fa, mentre sono cadute le case costruite vent'anni fa, e sono cadute, badi bene, soprattutto le case costruite dagli enti pubblici, dove fior di ingegneri, tecnici, architetti, eccetera, avevano certificato quello che lei, in maniera fideistica, ci ha letto. E lei, con questa fiducia berlusconiana che la pervade, a questa fiducia ci ha voluto richiamare. Bene, noi non ci fidiamo, io, quando si tratta di sicurezza delle persone, presumo che sia più intelligente, tra virgolette, nutrire una sana diffidenza.
Le faccio un altro esempio concreto, lo abbiamo letto tre, quattro giorni fa sulla stampa, non sto parlando di persone che vengono da altri mondi, sto parlando del costruttore edile di Capoterra, il Berlusconi di Capoterra lo chiamano, cioè l'imprenditore edile che costruiva in Sardegna ma aveva la sede legale nel Liechtenstein, ebbene, si è scoperto che aveva evaso una cifra pari a circa 400 milioni di euro. Ma personaggi di questo genere, che costruiscono centinaia, migliaia di metri cubi, lei pensa che si possano mettere lo scrupolo di verificare che tutto sia eseguito a regola d'arte se non c'è un controllo adeguato?
Io sono anche dell'avviso che uno possa essere liberista fino a un certo limite, ma non che sconfini nel fideismo eccessivo. Del resto non si tratta di questioni che riguardano la nostra sfera individuale e personale, ma di questioni di interesse pubblico.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 106 e 124.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 106 e 124, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Mariani - Solinas Christian.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Bruno.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 32
votanti 31
astenuti 2
maggioranza 16
favorevoli 2
contrari 28
Constatato la mancanza del numero legale, sospendo la seduta sino alle ore 13 e 10.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 39, viene ripresa alle ore 13 e 14.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 7 e 176, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 7 propone la soppressione della lettera c). Anche qui non sarebbe inopportuno aderire a questa proposta, per una ragione semplice, quanto scontata: anche la lettera c), colleghi, mostra ancora più chiaramente che dovrebbero essere fondamentalmente gli utilizzatori finali, diciamo così, di questa legge. Vedete, oggi le case a schiera fondamentalmente le fanno, nella casistica più pesante, o le cooperative o gli istituti autonomi, l'edilizia residenziale pubblica. Normalmente in quest'ultimo caso il sistema della proprietà è molto frazionato, perché ci sono famiglie che hanno riscattato la casa, famiglie che non la possono riscattare, e quindi nella stragrande maggioranza dei casi la proprietà non è di fatto ben stabilita. Nel caso delle cooperative, poi, il socio solitamente accende un mutuo che deve pagare per quindici vent'anni.
Dire, a questo punto, che gli interventi e gli adeguamenti debbano essere realizzati in tutte le unità, e sono ammessi purché venga predisposto un progetto complessivo con il coerente inserimento, significa solo una cosa: che se uno è proprietario e gli altri non lo sono, chi è proprietario non sarà così stupido da fare il progetto per gli altri e, se dovessero farlo insieme, dovrebbero mettere insieme tutti, anche coloro che non hanno intenzione o non hanno la possibilità di farlo. Per cui, questo grande impeto di sviluppo economico dell'edilizia, che dovrebbe nascere da qua, anche in questo caso dovrebbe riguardare esclusivamente coloro che hanno i cantieri aperti, perché, non avendo venduto, possono essere gli unici proprietari, e quindi possono fare i progetti di ampliamento coordinato, prima di vendere, e in una fase immediatamente propedeutica alla speculazione, per essere pratici.
Ora, qui controlliamo l'aspetto statico, lo vorrei dire a Stochino, il mondo è vario e per fortuna non ho bisogno di computer per capire come funziona il mondo, se uno ha vissuto un po', sa come funziona. Poi, si sa, di formazione tecnica ce n'è di differente al mondo; abbiamo visto in Italia gente che si è fabbricata titoli falsi. Si passa per l'università, poi c'è il Cepu, c'è di tutto! Io non è che mi spaventi molto del tipo di professionalità. So solo che l'agibilità l'hanno data anche in via Peschiera, però l'agibilità si mette sempre…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, credo che i temi che ha sollevato l'onorevole Gian Valerio Sanna sulla lettera c) del comma 2 dell'articolo 2 siano temi assolutamente rilevanti. Ma se aggiungiamo alle considerazioni del collega Sanna quanto ci assicurava l'Assessore circa il fatto che i cantieri aperti non saranno compresi, appare del tutto chiaro che la lettera c) diventa inutile. Mi sembra infatti che ci sia stato un impegno in Aula da parte dall'Assessore a intervenire con un emendamento per stabilire una data, cioè la data del 30 giugno.
Ma allora, se ci sarà una data che porrà di fatto una demarcazione tra quello che si considera patrimonio edilizio esistente e quello che è in corso d'opera (quindi data entro la quale deve essere rilasciata la concessione edilizia, deve essere dimostrato, il corretto completamento dei lavori, l'immobile deve essere correttamente accatastato), la lettera c) diventa inutile, pleonastica, proprio per le ragioni che ci richiamava l'onorevole Sanna, perché non sarà possibile materialmente mettere d'accordo tutti i soggetti proprietari di singole villette all'interno di una villetta a schiera, e sarà molto difficile (perché non credo che i costi dei progettisti siano costi nulli), che un singolo soggetto privato possa farsi carico di un onere e che dovrebbe riguardare il bene nel suo insieme.
Quindi, questo è un altro di quegli elementi della legge che ci porta a dire che non solo in molti casi è dannosa, certamente svilisce il nostro patrimonio urbanistico, certamente abbassa gli standard urbanistici ma, in questo caso, è del tutto inapplicabile, o è molto difficilmente applicabile. Per cui credo che l'emendamento vada nella direzione giusta perché comincia almeno a togliere quello che è del tutto inapplicabile e inutile per non sommare ai sardi false promesse alle promesse già fatte e non mantenute.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi consiglieri, intervengo per annunciare il mio voto favorevole e per rimarcare che sulla lettera c) del comma 2 è stata fatta una forzatura in Commissione. Il testo originario, infatti, prevedendo il termine "devono" anziché "possono" mi sembra che si basasse su un presupposto abbastanza ragionevole: permettere che il progetto complessivo rispettasse determinate caratteristiche urbanistiche e architettoniche. L'emendamento orale proposto dall'onorevole Stochino, invece apre la strada forse a una delle situazioni più obrobriose che si possano verificare: Lei si renderà conto che se in un complesso di 10 villette a schiera, un proprietario, pur con le difficoltà che ricordavano i colleghi Sanna e Porcu, avesse la volontà, la voglia e l'opportunità, di predisporre un progetto anche per l'intero compartimento a schiera, noi ci troveremo con un prospetto che presenterà magari un dente in avanti e un dente di lato; questo secondo me rischia davvero di dare spazio nelle nostre città e specialmente all'hinterland delle nostre città, dove esistono queste tipologie di abitazione, a situazioni veramente particolari.
Assessore, io la pregherei di ritornare alla proposta iniziale, che era una proposta sicuramente molto più seria e molto più coerente di questa. Pertanto le chiedo di porvi rimedio, magari dialogando ancora con la sua maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La giornata di domani, 3 ottobre, sarà celebrata in tutto il mondo come la giornata mondiale dell'habitat, noi anticipiamo i festeggiamenti con questa legge che abbiamo in discussione. Proponiamo la soppressione di questa lettera c) dell'articolo 2 perché è evidente che non è ispirata a un'attenzione a interessi generali, e non è un tipo di investimento garantito a tutti, come meglio di me ha evidenziato il collega Gian Valerio Sanna. Fra l'altro, ci sono anche aspetti che lasciano aperti troppi varchi alla discrezionalità.
Quando infatti si dice che gli incrementi di volumetria sono ammessi purché venga dimostrato, mediante progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare, noi chiediamo: venga dimostrato a chi? A noi? All'opinione pubblica? Immagino alle strutture tecniche dei comuni, all'ufficio tecnico dei comuni, ma non è precisato. Io credo che non possa essere accolta una norma che non specifica come e perché. Per questa ragione ne proponiamo la soppressione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento soppressivo della lettera c) del comma 2 dell'articolo 2 intervengo perché sono stato convinto dall'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha sottolineato, insieme agli altri colleghi, la difficoltà di realizzare questi interventi, laddove queste abitazioni, questi edifici (la tipologia a schiera, il lotto unitario) siano già abitati; difficoltà che invece non sussisterebbe essendoci un unico proprietario, nell'invenduto, nelle tipologie a schiera realizzate, e ancora da vendere. Per i singoli proprietari, infatti, sarà difficilissimo mettere d'accordo tutti.
Oltretutto, Assessore, molto spesso questa tipologia a schiera comporta che il primo piano sia abitato da una famiglia e il secondo piano da un'altra famiglia, ed essendo interventi al pianterreno, il beneficiario sarà colui che risiede al pianterreno, ovviamente. E quanto potrà aggiungere eliminando il giardino? Magari ci sarà anche la persona che abita al secondo piano, l'altro inquilino, proprietario che sarà contrario per questo intervento, così come potrà esserci una persona che ha acquistato quella tipologia di casa proprio per la presenza del giardino, per la presenza di un posto auto e non ha nessuna intenzione di privare se stesso e la propria famiglia del posto auto e del giardino. Mi pare, insomma, che questa norma sia di difficile attuazione per il singolo proprietario mentre sia di facile realizzazione per imprenditori, imprese che ancora devono vendere.
E allora la domanda si ripete: "a chi ci vogliamo rivolgere? Chi sono i destinatari? Ed è per questo, siccome non è chiaro né cosa accadrà, né chi saranno i destinatari, che dichiaro il voto favorevole alla soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signor Presidente, su questo argomento io non volevo intervenire, poi la discussione in aula mi ha in qualche modo stimolato. Non volevo intervenire perché mi rendo conto che sotto molti aspetti negli articoli ci sono dei passaggi tecnici. Intervengo su questo emendamento per esprimere il mio voto favorevole e parto da uno spunto.
Dai banchi della maggioranza più volte si è richiamata l'opposizione anche facendo riferimento al fatto che non tutti gli imprenditori sono di una parte politica, di entrambe le parti e non tutti i cementificatori, così come li definiva il Presidente della stessa Commissione, sono di una parte, perché di fronte a questa norma da un lato mi viene da sorridere pensando ai possibili effetti positivi, se penso in termini di imprenditore o se penso in termini anche della professione che svolgo, dall'altro invece rimango deluso, perché credo che si sia persa l'occasione per sostenere davvero la possibilità del raggiungimento di un sogno per tante famiglie, soprattutto quelle formate da giovani coppie, di realizzare l'obiettivo di poter avere la loro prima abitazione.
Voi avete giustificato questa norma dicendo che si tratta di disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio, io arrivo da una realtà che è la Gallura, che da tutti è conosciuta, per la sua dinamica, soprattutto sotto l'aspetto turistico, ma anche sotto l'aspetto edilizio, e vi assicuro che nelle varie amministrazioni comunali del nostro territorio non una, ma moltissime concessioni edilizie non sono state ritirate dalle imprese; evidentemente qualche motivazione sotto questo aspetto c'è.
Nell'emendamento si parla delle case a schiera. Io credo, così come ha detto qualche collega, che per le abitazioni a schiera già realizzate sia difficile trovare il consenso nell'ambito delle amministrazioni condominiali affinché si arrivi a predisporre un progetto unico e complessivo, mentre questo provvedimento probabilmente andrà a beneficio esclusivamente di quei cantieri i cui appartamenti non sono stati ancora acquistati o assegnati. Io credo che manchi comunque qualcosa a questo articolo; se riferito a case a schiera già esistenti il progetto complessivo, a mio modo di vedere, ha un senso se viene realizzato globalmente, perché il rischio potrebbe anche essere che si approvi un progetto complessivo e poi si lasci ad ogni singola unità, in relazione alla capacità economica di ogni singolo proprietario, la possibilità di realizzarlo, andando magari così a realizzare …
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 107.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Qualche collega lungimirante giustamente diceva, riconoscendo, Assessore, che non tutti i torti stanno da questa parte, che sarebbe persino necessario ipotizzare come uscire dall'inghippo di una norma che non porta nessun vantaggio e che, peraltro, è anche socialmente scorretta. Perché, vedete, nelle case a schiera c'è tantissima povera gente, gente che ha avuto, in sede di assegnazione, delle case che, come voi sapete, nascono e vengono assegnate con una metratura proporzionale al nucleo familiare che nel frattempo si è modificato. E siccome la mobilità degli alloggi non ha la tempestività dell'adeguamento delle famiglie, spesso le famiglie assegnatarie si trovano in una condizione di forte emergenza, cioè quattro o cinque persone devono vivere stipate in una casa di 65 metri quadri. Quelle sono le condizioni più drammatiche.
Se noi avessimo improntato questa norma ad un'ottica non di profitto - uso questo termine - ma più sociale saremmo pervenuti ad un'altra definizione di questo comma 5, altra definizione che magari si può ancora trovare modificandolo e consentendo al singolo di effettuare l'adeguamento in quota percentuale proporzionale alla metratura del suo alloggio e con l'onere, al primo che fa il progetto, di depositare la tipologia dell'intervento che resta vincolante per quelli che lo faranno dopo, per non privare al singolo la posssibilità di farlo e per dare anche agli altri la possibilità di trovarsi un indirizzo architettonico e urbanistico omogeneo che li vincoli.
Se avessimo scritto una norma del genere avrei capito che c'era anche un'attenzione sociale, ma, siccome è scritta così, mi sembra che ci sia solo un atteggiamento teso a far conseguire il profitto. E, badate, questo lo dico perché c'è un'arte, collega Stochino, che sta sopra la professionalità, e che si chiama semiotica: è la capacità di leggere i segni. Anche la politica si deve avvalere di questa capacità, così come la medicina e come tante altre arti. E la semiotica è un dono dell'uomo: c'è chi ce l'ha e c'è chi non ce l'ha.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io sostengo che la nostra linea, che può certamente raccogliere anche qualche segnale di fastidio tra i banchi della maggioranza, sia quella, forti della convinzione che nutriamo nei confronti di questa legge, di insistere e persistere sulla nostra azione di ridimensionamento degli aspetti contraddittori contenuti e perciò, visto che non è passato l'emendamento precedente, soppressivo dell'intero punto, proponiamo ora di eliminare quanto indicato nell'emendamento numero 107, su cui anticipo il voto favorevole.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 8 e 178, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Cambio discorso, non vi annoio più sulle questioni relative alle abitazioni a schiera.
L'emendamento numero 8 si propone la soppressione del comma 3 dell'articolo 2. Effettivamente questo è uno dei commi complessivamente più pericolosi. Come ho detto prima, seleziona i livelli di attenzione e di certificazione degli interventi che proponiamo in generale, ma poi è espresso in una maniera che, dal punto di vista legislativo, è anche un po' impropria. Cioè se noi diciamo "consegue" se non mettiamo chi lo deve verificare e in che cosa si sostanzia il miglioramento della qualità architettonica ci limitiamo ad un mero auspicio.
Quando è stato approvato il provvedimento di Berlusconi è stata pubblicata una bellissima fotografia di un palazzo cilindrico dove veniva simulata l'applicazione degli ampliamenti possibili con una cosa che usciva a destra e una a sinistra. Questi grandi architetti, che sono anche un po' fantasiosi, potrebbero sostenere che questi interventi hanno dato luogo a un miglioramento architettonico; dal punto di vista dell'apprezzamento comune invece è una grande porcheria. Se non fissiamo dei parametri di valutazione e soprattutto non stabiliamo chi li deve far osservare, rischiamo di restare solo a livello delle buone intenzioni. Perché è chiaro che ogni progettista sosterrà che la sua è la migliore soluzione architettonica. Ci vuole un controllo esterno.
L'altra questione che voglio sottolineare è l'attenzione alla normativa relativa al miglioramento delle prestazioni energetiche. Fare un riferimento astratto a questa normativa non serve a niente perché la normativa prevede una scala di graduazione dell'efficienza energetica e noi dovremmo poter identificare un obiettivo, cioè a quale livello di efficienza vogliamo arrivare. Ecco perché noi nella nostra proposta definiamo una percentuale entro la quale si realizza il miglioramento dell'efficienza e ci poniamo un obiettivo, un obiettivo che evidentemente, nella genericità dell'affermazione e del riferimento, non è contenuto in questo comma. Si rischia, pertanto, di conseguire un incremento della volumetria senza raggiungere neanche il risultato del miglioramento dell'efficienza energetica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Gli emendamenti numero 8 e 178 propongono l'abolizione del comma 3. Il comma 3, di fatto, offre un'ulteriore premialità volumetrica per riduzioni molto modeste del fabbisogno di energia primaria. Innanzitutto è deludente che il testo non preveda una riduzione del fabbisogno di energia primaria anche per le volumetrie che prevediamo in generale, quindi anche per il 20 per cento di base, e credo che un premio di volumetria ulteriore, che arriva al 30 per cento e che è del 50 per cento della volumetria base, per una riduzione così modesta, cioè del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria sia uno dei motivi che mi spinge a votare a favore dell'emendamento.
Come possiamo, infatti, prevedere incrementi così sostanziosi dal punto di vista volumetrico per dei risparmi così ridotti? E' uno di quegli aspetti della legge direi ingannevoli, perché per dare un senso a questa legge anche da un punto di vista ambientale, il presupposto del risparmio energetico sarebbe dovuto essere un presupposto per qualsiasi incremento volumetrico, anche quello del 20 per cento che qui invece è lasciato libero da questo tipo di obbligo. Se così fosse stato la nostra posizione sarebbe stata di accoglimento.
Certamente quanto ci ha detto in Aula, cioè che c'è la proposta di un emendamento orale per inserire anche la lettera b) ci conforta rispetto alla discussione che abbiamo avuto in quest'Aula, e noi accoglieremo quell'emendamento. Però forse possiamo risolvere il problema anche in qualche altro modo. Noi siamo infatti anche disponibili a stralciare l'aspetto che riguarda la sicurezza strutturale perché non è necessariamente ricompreso nel comma, quindi se questo emendamento dovesse essere approvato, ma ne dubito, noi comunque saremmo disponibili ad accogliere un emendamento che richiedesse la sicurezza strutturale anche per le tipologie di cui al punto b), cioè per l'edilizia pluripiano. Il mio voto è pertanto favorevole agli emendamenti numero 8 e 178.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 8, soppressivo del comma 3 dell'articolo 2, motiverò argomentando in questo modo: il termine stesso col quale inizia il comma 3 "incremento volumetrico" - per le ragioni esposte da altri colleghi e ribadite da noi in precedenza - non ci convince e sono quelle due stesse parole che determinano il voto contrario su questo articolo e favorevole all'emendamento soppressivo. Perché non abbiamo bisogno di "incrementi volumetrici", come abbiamo ripetuto altre volte; avremmo bisogno, invece, di recuperare gli immobili esistenti, recuperare il patrimonio edilizio pubblico e quello privato e dare una mano, in termini economici, a coloro che hanno intenzione di fare questo.
I Comuni sono in serie difficoltà nel gestire, mantenere e manutenere in modo ordinario e straordinario il loro patrimonio, sia che si tratti di edifici pubblici utilizzati, sia che si tratti, onorevoli colleghi, di edifici pubblici non utilizzati, purtroppo, proprio per il loro stato di degrado. In analoghe difficoltà si trovano anche i proprietari degli edifici privati non utilizzati (e sono tanti) presenti nei nostri centri storici, non utlizzati proprio per l'impossibilità finanziaria di molte famiglie di sistemare questi immobili.
L'altro elemento è quello dell'esclusione dal comma 3 della lettera b), come detto nel momento in cui abbiamo affrontato la lettera b), e cioè l'esclusione del miglioramento della qualità architettonica, della sicurezza strutturale e dell'accessibilità agli immobili per le volumetrie aggiuntive riguardanti la sopraelevazione di un solo piano o la chiusura deipilotis. E' chiaro che non si può rispettare quello che viene detto, ha fatto bene, probabilmente, l'Assessore a non inserirlo perché sarebbe stata una contraddizione. Come si può rispettare la sicurezza strutturale, il miglioramento e la qualità architettonica stravolgendo la qualità architettonica stessa di un edificio?
Per queste motivazioni annunciamo il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta di sopprimere questo comma nasce dal fatto che a fronte di una modestissima riduzione del fabbisogno di energia primaria si introduce un'eccessiva premialità in termini di incrementi volumetrici. Qualsiasi proprietario può effettuare interventi minimi per ottenere una riduzione del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria, senza ricorrere a sollecitazioni attraverso premialità. Noi pertanto intravediamo in ciò una sorta di ulteriore strumentalità, di cavillo per consentire un aumento volumetrico. Infine, così come ho sollecitato nel precedente intervento, richiamo l'Assessore a inserire la lettera b) come ha annunciato precedentemente qualora il comma rimanesse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo - ho già avuto modo di dirlo - intervenendo sull'articolo, che questo comma 3 meriti alcune riflessioni. Ho avuto già modo di dire che non condivido che il 20 per cento di incrementi volumetrici di cui si è parlato in precedenza non siano condizionati ad alcuna conseguenza positiva rispetto al fabbisogno energetico primario dell'edificio e che solo per l'ulteriore 10 per cento sussista questa condizione.
A parte la critica di fondo a questo concetto, io vorrei ulteriormente aggiungere che, le riduzioni del 15 per cento sono così irrisorie da poter determinare giochini poco edificanti anche da parte dei professionisti. Basta infatti che un fabbricato venga dichiarato con certe caratteristiche prima dell'intervento perché senza alcuna modifica si possa dichiarare successivamente che presenza delle caratteristiche migliori. Sarebbe più utile forse, e si presterebbe meno a possibili espedienti non edificanti, se la riduzione del fabbisogno energetico primario richiesto fosse, per esempio, del 45, 50 per cento. A quel punto l'intervento di ampliamento comporterebbe anche un impegnativo e significativo intervento di miglioramento della qualità complessiva.
Inoltre, io rivolgerei una domanda all'Assessore: la certificazione, almeno fino adesso, è prevista da parte dei tecnici progettisti o direttori dei lavori; credo che non sia sufficiente, forse sarebbe meglio individuare figure ad hoc che certifichino questo tipo di qualità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, Assessore, onorevoli colleghi, io credo che noi stiamo perdento una grande occasione perché, proprio per la nostra specificità di regione Sardegna, potremo puntualizzare meglio alcuni aspetti. Per sempio, quando si parla di qualità architettonica, forse scrivere qualcosa in più e impartire anche un indirizzo preciso sulle qualità architettoniche non sarebbe sbagliato. Ho accennato prima ai Piani particolari del centro storico dove oltre alle qualità abitative, si interviene anche sulla tipologia degli infissi, sulla tipologia delle soglie. Questa, secondo me, è un'occasione, anche per valorizzare le nostre risorse locali. Parlando di soglie potrei pensare al granito o ad altre specificità sarde. Quindi, perché non cogliere anche in questi passaggi, in questi momenti, l'occasione per una definizione più puntuale di questi aspetti?
Spesso le precisazioni sono troppo generiche e così accade che, per esempio, al legno, magari legno di castagno dei nostri boschi, venga affiancato l'elemento in PVC o in alluminio anodizzato. Questo avviene perché non c'è un piano dettagliato, per cui rischiamo che anche questi interventi, che pure possono essere utili per il nucleo familiare, distruggono un po' quell'armonia architettonica complessiva che invece si intende tutelare.
Anche sotto un altro aspetto, mi voglio rifare un po' alla nostra identità, se è vero com'è vero che questo Consiglio è il Consiglio della Regione autonoma della Sardegna, quindi con le sue peculiarità e le sue caratteristiche. Quando, per esempio, si parla di certificazione energetica è vero che si deve fare riferimento al decreto legislativo numero 192 del 1995, però qualcosa di più si può anche prevedere. Per esempio si potrebbe prevedere che oltre all'impianto GPL possano essere utilizzate anche delle coibentazioni, in lana di pecora che in Sardegna è largamente disponibile ed è considerata un rifiuto speciale. Qualche impresa in Sardegna sta cominciando a preparare quei pannelli, perché non prevedere pertanto anche questi?
In questo modo oltre che aiutare l'economia tradizionale si evita di sprecare risorse, perché la lana viene considerata materiale speciale quindi bisogna pagare per poterla smaltire. Sarebbe oltrettutto un contributo all'economia in generale e non un intervento limitato al settore dell'edilizia.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 8 e numero 178.
Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 9, 116 e 179.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 9, 116 e 179.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Salis e Sechi hanno votato a favore e che il consigliere Giacomo Sanna ha votato contro
Rispondono sì i consiglieri: Cucca - Mariani - Moriconi - Salis - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 7
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 108.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 108 riguarda il comma 4 e specifica di fatto che non si possa in qualche modo intaccare quella fascia preziosa compresa tra i 300 e i 2000 metri dalla linea di battigia permettendo gli adeguamenti volumetrici di cui al comma 3. Sostanzialmente il comma 4 quindi riguarda la fascia immediatamente limitrofa, vicina alla fascia costiera, che è comunque pregiata. Quello della fascia, peraltro, è un concetto che noi, che tutti noi, questo Parlamento, la Commissione competente, avevano superato con le linee guida e con le norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico sostituendo il concetto di zona con quello di ambito omogeneo. Sfido, del resto, chiunque a capire che cos'è la fascia dei 300 metri dalla linea della battigia in presenza di inondazioni, in presenza di mareggiate, in presenza di fenomeni come quelli che si sono verificati in questi giorni nella spiaggia di San Teodoro.
Quindi io credo che faccia bene questo emendamento a colpire questa dizione che non è più attuale: non si può parlare di zone ma di ambiti omogenei. Il concetto di zone è un concetto che per i geologi è superato e introduce comunque il principio che anche in fasce a ridosso di una fascia certamente pregiata, anche se non definibile semplicemente in termini metrici si possano prevedere incrementi volumetrici di una certa rilevanza.
Per questo dichiaro il voto favorevole a questo emendamento e auspico su questo argomento una riflessione più approfondita da parte di questa Aula, perché stiamo affrontando una materia che riguarda tutti noi, tutti i sardi e credo che prevedere aumenti volumetrici così...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, intervengo solo per dichiarare che noi siamo sostenitori di un'attenzione identica a quella riservata ai 300 metri anche per la fascia costiera che va sino ai 2000 metri, ed è per questo che proponiamo la soppressione di questa parte del comma dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che per una fascia di territorio compresa fra i 300 metri e i 2000 metri, seppure non presenti le stesse esigenze di tutela della fascia dei 300 metri, vada impostato un ragionamento di possibili interventi che non può essere incluso in un provvedimento con caratteristiche contingenti e urgenti e straordinarie come quelle del provvedimento che stiamo discutendo. Per cui credo che un tema così delicato possa essere oggetto di ragionamento solo mettendo in discussione, quando se ne parlerà dal punto di vista urbanistico, tutta la tematica, e vedendo con maggiore attenzione cosa e dove può essere fatto. Diversamente un intervento in questo contesto rischia di essere un intervento assolutamente inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Oggettivamente questo è un intervento in una fascia di grande importanza per noi e per la nostra Isola che merita grande attenzione. Io volevo ricordare come in altre leggi, anche importanti come quella del Trentino, che è una legge scritta bene, una legge che è tata giudicata positivamente; le loro zone più preziose (che per loro sono quelle alberate vicino ai boschi) siano tutelate in maniera molto attenta e molto adeguata.
Adesso è chiaro che questa è una fascia che oggettivamente è un po' meno importante della fascia dei 300 metri, però ugualmente è una fascia che merita attenzione, un'attenzione che probabilmente poteva essere rimandata a un documento più completo come ad esempio la legge urbanistica. Ci vuole comunque grande riflessione e grande attenzione su questo tema, anche perché tanto è già stato fatto e tanti errori sono stati già commessi. Quindi, all'Assessore, alla maggioranza, rivolgo un invito a verificare con attenzione la portata di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, mi rivolgo sempre a lei, ovviamente. Lei ci ha ricordato più volte, in questi giorni di discussione, con serafica pazienza, che il vostro intervento è volto innanzitutto ad affrontare e risolvere un disagio abitativo, e infatti avete individuato diverse tipologie edilizie nelle quali consentire l'aumento della cubatura: case monofamiliari, bifamiliari, pluripiano, villette a schiera, eccetera. Noi non siamo stati d'accordo, abbiamo avanzato le nostre proposte, però ammettiamo pure che tra i proprietari di queste tipologie ci possa essere un disagio abitativo, spiegateci almeno qual è il disagio abitativo delle costruzioni presenti in una fascia sensibile come questa.
Stiamo infatti parlando quasi esclusivamente di seconde abitazioni, e comunque stiamo parlando di abitazioni che, viva Dio, chi ha avuto la fortuna di poterle costruire in una fascia così sensibile non credo che oggi patisca un particolare disagio abitativo, a meno che non voglia speculare. Io davvero la invito, Assessore, su una questione delicata come questa, a soprassedere, e rimandare una decisione e un intendimento, così importante per la fascia in cui si colloca, ad una discussione organica, perché ritengo che sia materia che debba essere affrontata in sede di rivisitazione della legge urbanistica.
La prego, Assessore, qui stiamo parlando di un'area veramente sensibile, che può modificare, ripeto, anche il paesaggio e la fruibilità del paesaggio stesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, per rafforzare l'ultimo passaggio anche dell'onorevole Diana, volevo ricordare a tutti noi che in Sardegna, intorno agli anni 60-70, iniziarono le prime edificazioni lungo i litorali. Io mi soffermo - ma credo che il problema riguardi un po' tutta la Sardegna - sul mio territorio, la Marina di Arbus, ovverossia Gutturu 'e Flumini, Flumentorgiu, Porto Palma, che sono agglomerati sorti spontaneamente, senza un Piano regolatore. Si incominciava a frequentare il mare, e i Comuni rilasciavano le prime concessioni edilizie. Le abitazioni sorgevano rapportandosi in linea di massima con il tecnico del comune, che tracciava le linee guida, che erano appunto le strade principali, attorno alle quali queste nascevano. Si trattava di strutture anche modeste, costruite con materiali non propriamente di pregio, perché erano case destinate ad essere utilizzate solo 15 giorni per il mare.
Ecco quindi perché anch'io voto in favore dell'emendamento: più che altro perché si presti attenzione a questi agglomerati, che rischiano di esplodere, perché erano stati pensati esclusivamente per ospitare per quei 15 giorni, un mese all'anno, le nostre comunità che si recavano al mare, quindi costruiti senza grandi infrastrutture, tant'è che ancora oggi mancano i cosiddetti depuratori, manca l'acqua, si usano ancora le cisterne. Si tratta di una situazione che andrebbe invece recuperata nel suo complesso, con linee guida ordinate, concedendo volumetrie sulla base delle esigenze di una ricucitura di quegli agglomerati - che possono anche essere resi accettabili, e fanno parte della nostra storia regionale, che appunto scopre in quegli anni il mare, costruisce in maniera disordinata - prevedendo un piano per recuperarli.
Quindi andrebbe inserita una norma che classificasse questi nuclei abitativi e che tendesse a recuperarli rendendoli non eccessivamente stridenti col contesto di questi paesaggi, peraltro molto belli, che vengono feriti da abitazioni molto modeste, spesso incomplete e senza tinteggiatura.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamento numero 10, 121 e 181, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, ho già avuto modo di intervenire su questo punto. Noi sosteniamo con forza e con determinazione la nostra proposta di sopprimere questo comma. Mi rivolgo in modo particolare agli amministratori locali, a chi ha esperienza diretta in merito a vicende come queste: che cosa comporterebbe il superamento delle altezze e della distanza tra le pareti prospicienti?
Ho detto l'altro giorno: questo è forse l'elemento di maggiore conflittualità tra condomini, vicini di casa, e quant'altro. Io credo che questo comma non sia utile assolutamente nemmeno per il conseguimento di quell'obiettivo che è stato più volte richiamato, che è il rilancio, il sostegno all'economia, attraverso la crescita del settore edilizio. Io credo che questa sia una delle norme meno opportune e più invasive tra quelle contenute all'interno della legge. E' per questo che, con convinzione, ne sosteniamo la soppressione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Questo e il successivo sono due commi che meritano ancora una riflessione. Io poi non interverrò su molti degli emendamenti presenti all'articolo 2 perché credo che i temi in essi contenuti siano stati sufficientemente trattati, i messaggi siano stati rinviati, i problemi sollevati, e credo che dobbiate assumervi pienamente la responsabilità di un provvedimento di legge che conta molte manchevolezze, che presenta pericoli anche per le persone, che tralascia problemi di sicurezza strutturale, che è destinato a generare conflitti tra famiglie e famiglie, tra terreni confinanti. Però credo che il nostro dovere sia quello della denuncia, sia quello di sottolineare queste manchevolezze.
Sappiamo bene che non possiamo andare oltre, la nostra è una responsabilità democratica, che svolgiamo serenamente, sapendo che oggi avete la forza dei numeri. Numeri che, ci ricordava anche il Capogruppo del P.d.L., dovrebbero permettervi una specie di affrancamento rispetto a qualsiasi giudizio popolare successivo al voto. Noi invece crediamo che non sia così, e crediamo che le responsabilità gravi, implicite nell'approvare un provvedimento così miope e così generalizzato, ricadranno su di voi, e le persone, la nostra comunità, ne sapranno tenere conto.
Il tema contenuto nel comma 5, di cui proponiamo l'abrogazione, è uno di quei temi che genereranno certamente contenzioso, che genereranno certamente un degrado dal punto di vista urbanistico. Derogare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti, previsti dagli strumenti urbanistici, è un'operazione inconcepibile, il cui risultato è scontato, è quello del degrado e del contenzioso, perché non si vede proprio come potranno essere fatti salvi i diritti dei terzi, relativamente al valore complessivo del bene. Quindi il nostro voto sull'emendamento sarà favorevole, fermo restando che, anche se verrà respinto, la responsabilità delle conseguenze della sopravvivenza di questo comma ricadranno ancora di più sulle vostre spalle.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, torno in maniera quasi ossessiva sui compiti degli uffici tecnici comunali. Il collega onorevole Daniele Cocco, sindaco di Bottidda, ha a disposizione nel suo ufficio tecnico (prendo lui come riferimento, vale per centinaia di comuni della Sardegna) un geometra e, quando le disponibilità di bilancio glie lo permettono, un secondo geometra part-time. Allora io chiedo: ma questo comma quinto, l'avete fatto pensando al capo dell'ufficio tecnico del comune di Bottidda e degli altri comuni? Cioè le deroghe alle distanze fra i confini, le deroghe alle altezze, le deroghe a tutto quello che è possibile derogare le avete decise pensando che questo possa aiutare veramente il lavoro degli uffici tecnici comunali, che possa dare un sollievo all'ansia costruttiva che sembra promanare da questo provvedimento?
Vede, io non riesco a capire quale sia la ratio che possa muovere persone che prese singolarmente considero delle ottime persone, a votare un provvedimento quale quello del comma 5, che per me è assolutamente improponibile. Tra l'altro sono presenti anche diverse contraddizioni perché prima si prevede che gli adeguamenti e gli incrementi previsti ai commi 1,2,3 "possano superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti"e poi si dice - oltre che i rapporti di copertura ecc. - "sono comunque fatti salvi i diritti dei terzi".
Ma cosa vuol dire? Se io derogo alla distanza dei 4 metri dal confine che mi separa dal mio vicino, quali sono i diritti dei terzi che sono fatti salvi? E allora perché mi fate credere che io possa derogare a queste distanze? Sinceramente non riesco a comprendere; mi farebbe molto piacere che queste domande avessero una risposta sensata, non una risposta fideistica, una risposta sensata. Altrimenti tra un po' sarò costretto a prendermi a coltellate con il mio vicino perché se penso che posso derogare ai limiti delle distanze e lui pensa di poter far salvi i suoi diritti il conflitto sarà inevitabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, voglio portare un'altra ulteriore riflessione per rafforzare questa scelta di votare a favore di questo emendamento, non fosse altro perché si è parlato in questi giorni delle consultazioni. Io ho avuto modo di dire che in questa fattispecie i comuni non dovevano essere solo ascoltati ma dovevano essere interrogati alla presenza dei rappresentanti degli uffici tecnici, perché le problematiche di cui hanno parlato i colleghi sono problematiche che si scatenano all'interno degli uffici tecnici. Il fatto poi che si dica nel dispositivo "sono comunque fatti salvi i diritti di terzi" non significa nulla perché ogni concessione edilizia che l'ufficio tecnico rilascia è rilasciata salvo i diritti di terzi. Questo però non cambia nulla alle problematicità che nascono nei rapporti tra i confinanti.
Quest'articolo andava davvero soppesato e soppesato pienamente, non con la semplice audizione sui bisogni generali dei comuni ma interrogando i comuni per capire quali fossero le reali problematiche e quindi costruire una legge che andasse incontro alle tematiche comunali che non di rado impegnano gli uffici tecnici in discussioni lunghe e pesanti che poi spesso sfociano anche in contenziosi giudiziari che coinvolgono anche gli stessi uffici tecnici accusati di parzialità o di atteggiamenti di favoritismo nei confronti dell'uno o dell'altro.
Quindi non basta consultare i comuni, bisogna interrogarli e coinvolgerli. Peraltro la normativa nazionale prevede che gli accordi si stipulino tra Regione e comuni, in maniera paritetica, non in maniera subalterna. Non decide la Regione per i comuni ma decidono assieme perché il titolo V della Costituzione colloca questi enti in posizione non più subordinata, quindi quest'articolo andrebbe rivisto se non soppresso. Rivedetelo con attenzione, con molta, molta attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Assessore, può essere che lei abbia una risposta esaustiva, però io ho l'impressione che il comma 5 se non ritirato trasformerà alcuni quartieri delle nostre città, ma anche alcuni paesi, in una sorta di casbah.
Voi state derogando alle altezze, alle distanze tra i muri prospicienti, cioè autorizzate ognuno a fare quello che vuole. C'è anche il rischio che chi possa arrivare per primo possa negare un diritto che non dovrebbe comunque avere a chi arriva secondo. A me pare che questa sia una materia delicatissima, e che questo comune rischi di innescare delle liti. Del resto noi siamo un popolo abbastanza litigioso, ce l'abbiamo quasi nel nostro patrimonio genetico, in particolare in materia civile; i tribunali sono intasati da cause civili proprio su questa materia. Non mi pare, tra l'altro, che in questo comma, Assessore, ci sia una risposta a quel disagio abitativo che dite di voler alleviare. Non capisco come si possa conseguire questo obiettivo superando i limiti di altezza e distanza tra i muri prospicienti.
Qual è la ratio, qual è la ragione per cui davvero introducete questo ulteriore elemento di deregolamentazione? Non riesco, anche sforzandomi, a inserire questo comma nella filosofia complessiva del vostro disegno di legge. La prego, davvero, se c'è un minimo di fondatezza in quello che sto dicendo, di rivedere complessivamente questa parte, che è suscettibile di creare condizioni di conflittualità grave per tutti.
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
All'emendamento numero 351 era stato preannunciato dalla Giunta un emendamento orale il cui testo è in distribuzione.
Ha domandato di parlare l'Assessoredegli enti locali, finanze ed urbanistica.
Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Così come preannunciato già da ieri, la Giunta sta presentando un emendamento orale all'articolo 2, primo comma, per l'introduzione di un limite temporale, in ordine alle volumetrie esistenti che potranno in qualche modo usufruire degli incrementi volumetrici. Nell'emendamento si precisa che "per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data del 30 giugno 2009".
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta di emendamento orale dell'Assessore Asunis è accolta.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 397.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Stavo rileggendo, Assessore, il comma 4: mi punge vaghezza - diceva un mio vecchio professore di matematica - che ci sia un errore!
Le due fasce sono: dai 300 ai 2000 metri per le coste della Sardegna, e dai 150 ai 1000 metri per le isole minori. Nel testo del comma 4 manca proprio il riferimento a queste ultime.
PRESIDENTE. Ma adesso siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 397 che si riferisce al comma 1 dell'articolo 2.
SALIS (I.d.V.). Chiedo comunque all'Assessore di verificare se la mia osservazione è fondata o meno.
PRESIDENTE. Va bene, se lei però la ripropone in sede di votazione del comma 4.
(Non è approvato)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento numero 170…
PRESIDENTE. No, siamo già al numero 172 che è stato già votato.
SALIS (I.d.V.). Lo so, però lei è andata velocissima e glielo abbiamo consentito…
PRESIDENTE. Se è per la questione che ha posto…
SALIS (I.d.V.). La prego di tirare un po' il freno a mano e tornare sul "170" perché su questo emendamento l'Assessore aveva annunciato, se non ricordo male, una proposta di intervento della Giunta.
PRESIDENTE. Sì, ma in ogni caso lo possiamo vedere in sede di votazione del testo dell'articolo. Le proposte di emendamento orale possono essere presentate al testo dell'articolo.
SALIS (I.d.V.). D'accordo.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 352. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 353. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 354. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento 354…
PRESIDENTE. L'abbiamo già votato, però, onorevole Salis, può intervenire nel corso della votazione del testo dell'articolo.
SALIS (I.d.V.). Volevo chiedere un chiarimento.
PRESIDENTE. Chieda il chiarimento però è stato già votato.
SALIS (I.d.V.). Assessore, questa "certificazione energetica rilasciata da un tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo…" è valida essenzialmente per quel che riguarda le misure di contenimento energetico ma non c'è alcun riferimento alla necessità di intervenire per quel che riguarda i controlli di carattere edilizio sui fabbricati che è ciò che noi ripetutamente abbiamo richiesto. Cioè, prendiamo atto che non esiste questo controllo, e soprattutto - ma poi magari lo rivedremo nel prosieguo della discussione anche sugli altri articoli - non esiste niente relativamente al fatto che le imprese siano anche, tra virgolette, costrette, tramite il DURC o qualcosa di simile, a dichiarare l'assicurazione obbligatoria nei confronti dei lavoratori che vengono utilizzati in queste attività edilizie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, in riferimento a questo aspetto specifico, mi riservo di predisporre e presentare all'attenzione dell'Aula, inserendola in un articolo successivo, una disposizione che consenta di utilizzare la medesima modalità che viene prevista dallo Stato italiano per l'ottenimento dello scorporo in riferimento agli oneri sopportati per la manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di evitare, per quanto possibile, che, attraverso l'applicazione della norma, ci sia un'elusione in ordine al pagamento, e quindi alla fatturazione stessa delle opere.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo ora al testo dell'articolo 2. C'erano delle proposte di emendamento orale.
Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il tenore dell'emendamento orale è il seguente: Articolo 2, comma 3, al terzo periodo, dopo le parole "lettera a)" è aggiunta la lettera b). La portata dell'emendamento orale è quella di chiarire ulteriormente quegli aspetti che sono stati sollevati da parte dei consiglieri durante il dibattito.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni metto in votazione il testo dell'articolo…
PLANETTA (P.S.d'Az). No, Presidente, Può farci vedere cosa ha scritto?
PRESIDENTE. C'è un'altra proposta di emendamento orale.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. E' un emendamento orale sempre all'articolo 2, sostitutivo parziale. Trattasi di emendamento all'emendamento numero 357…
PRESIDENTE. L'emendamento numero 357 è stato già votato, può presentare un emendamento al testo dell'articolo.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Pensavo al testo dell'articolo rivisitato.
PRESIDENTE. Sì, certo, sulla base degli emendamenti che sono stati però approvati, perché quelli che sono stati bocciati ovviamente non si possono emendare ulteriormente.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Grazie, la mia non frequentazione dell'Aula e non conoscenza del Regolamento alla fine mi porta a commettere degli errori di natura lessicale.
Sto presentando un emendamento all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto 3: chiedo la sostituzione della frase "e rispetti le distanze e i distacchi previsti dalla strumentazione urbanistica vigente" con la frase "e che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici".
Esplicito la portata dell'emendamento. Le disposizioni contenute nel comma successivo, sempre del medesimo articolo, già identificano la tematica relativa alle distanze tra pareti. La Giunta ritiene che debba essere ulteriormente puntualizzato che nelle attività di ampliamento non vengano modificati i fili fissi esterni del fabbricato rispetto agli spazi pubblici. E con spazi pubblici chiaramente intendo la viabilità e le aree destinate a servizi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, semplicemente per esprimere l'apprezzamento nei confronti della proposta dell'emendativa dell'Assessore. Personalmente la intendo come una grande apertura anche rispetto a tutte le sottolineature che abbiamo fatto noi su questi temi. Certo ce ne sono altre da mettere sotto la lente di ingrandimento, ma se questo è un primo segnale positivo credo che possa essere di buon auspicio anche per il prosieguo della discussione.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Meloni, quindi possiamo già procedere o dobbiamo attendere che...
Ha domandato il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S. d'Az.). No, consente anche qui nei piani intermedi la chiusura dei vuoti esistenti?
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La chiusura dei vuoti è prevista. La finalità dell'emendamento, che io ho presentato, è quella di evitare che sulle parti antistanti gli spazi pubblici ci possa essere un'ipotesi di incremento volumetrico in avanzamento rispetto a quello che è il perimetro fisico o la proiezione del fabbricato al suolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Se ho capito bene, questo vuol dire, esasperando la proposta, Assessore, o esasperando l'applicazione della sua proposta, che sarebbero impedite le chiusure dei portici di via Roma?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Assessore, le chiedo un chiarimento circa questo emendamento orale che mi pare abbia accolto i nostri suggerimenti. Non è del tutto inutile quindi intervenire, porre problemi e questioni, dubbi e incertezze.
Il problema che le pongo è se il divieto contenuto nell'emendamento orale si estende anche ai prospetti principali delle facciate. Questo perché lo chiedo? Di fronte ad una piazza, ad uno spazio pubblico di una certa importanza, la mancata estensione del divieto determinerebbe un impatto che cambierebbe anche l'omogeneità in quel caso non del singolo edificio ma l'omogeneità complessiva urbanistica di un insieme di edifici che compongono ad esempio la piazza. Non so se in termini tecnici (immagino di no) ho reso l'idea circa il dubbio e la richiesta di chiarimento.
Il secondo chiarimento che intendo chiedere riguarda l'aspetto che ha illustrato l'onorevole Planetta sui lotti interclusi. Mi pare, infatti, che lei non abbia risposto a questo dubbio posto dal collega Planetta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Allora nella disciplina urbanistica - io mi scuso perché uso terminologie che forse non aiutano la comprensione - non esistono facciate principali, le facciate sono tutte facciate, uguali. Ci sono le facciate che sono prospicienti gli spazi pubblici che forse nel linguaggio comune vengono identificate come facciate principali. Se sono queste quelle alle quali lei si sta riferendo, la portata dell'emendamento è quella di evitare che gli incrementi volumetrici possano fuoriuscire dall'ingombro complessivo del fabbricato e quindi creare, anche nei confronti di quell'esempio che facevo della piazza, quegli elementi inclusivi che in qualche modo possono generare conflittualità sotto il profilo anche prospettico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Volevo solo chiedere se l'emendamento orale proposto dall'Assessorese riguarda anche, visto che ne avevamo parlato prima, le case a schiera, considerato che hanno solitamente una linea prospiciente sulla via e un retro.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'emendamento è riferito ad un comma specifico, il comma specifico attiene agli immobili pluri piano.
(E' approvato)
(Non sono approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 414. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sì, signora Presidente, io ho schiacciato il pulsante di prenotazione sull'emendamento numero 414 per intervenire sull'emendamento numero 415, ella è stata così veloce ad arrivare fino all'emendamento numero 355...
PRESIDENTE. Adesso è in votazione l'emendamento numero 355.
SALIS (I.d.V.). Sul condono edilizio, sulle abitazioni, sulle volumetrie, sui prospetti e quant'altro ci vogliamo aggiungere, oggetto di condono edilizio, noi vorremmo rispettare l'impegno preso per chiudere questo pomeriggio alle quattro, ma ci sarebbe da discutere.
Io chiedo all'Assessore se su questo argomento, degli edifici già oggetto di condono edilizio nei precedenti dispositivi di legge, che hanno portato ai condoni, è possibile intervenire successivamente, altrimenti chiedo di poter intervenire adesso.
Però mi rimetto anche alla decisione assunta dai Capigruppo di non voler allungare il brodo stasera, anche se è un elemento talmente importante e un argomento talmente rilevante che chiederei l'assenso della Giunta e degli autorevoli rappresentanti dell'opposizione per poter fare un'ulteriore riflessione su questo punto, ripeto, molto importante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Annuncio il nostro voto contrario sull'emendamento numero 355, perché con esso si ripristina il testo originale della Giunta vanificando ciò che la stessa Commissione all'unanimità aveva proposto.
Per noi resta una battaglia che viene da molto lontano. Noi riteniamo che permettere un incremento di cubatura nei 300 metri dalla linea di battigia non possa aiutare nel modo più assoluto. Un incremento del 10 per cento delle volumetrie è quasi irrisorio dal punto di vista dei benefici residenziali e il fatto di realizzarlo nei 300 metri pensavo che, anche come opportunità di carattere politico, non dovesse ritornare in auge. Vedo che sta ritornando in auge, ciò non inficia il rapporto di collaborazione del Partito Sardo d'Azione all'interno della coalizione, ma credo che il distinguo in una battaglia storica che noi stiamo conducendo da sempre, debba pur restare. Pertanto manifestiamo il nostro dissenso per la riproposizione di questo emendamento numero 355. Io credo che ci fossero, anzi penso, senz'altro, ci fossero i presupposti perché quella fascia dovesse essere ulteriormente salvaguardata. Avremo comunque modo di parlare successivamente degli altri motivi di ampliamento della fascia stessa per settori diversi da quello residenziale.
Quindi il voto contrario del Gruppo del Partito Sardo d'Azione rimane, coerentemente con le posizioni dallo stesso assunte in sede di Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, colleghi, vorrei ricordare a tutti in questo Consiglio che noi siamo in quest'Aula e siamo il Partito Sardo d'Azione. Così ci esprimiamo, come si è espresso il nostro Capogruppo, pure all'interno di queste ristrette attribuzioni che oggi ci sono state semplicemente delegate, ma su cui va affermata la nostra competenza esclusiva, perché questi sono aspetti direttamente correlati alla nostra potenzialità, ai segni materiali e visibili che vogliamo realizzare all'interno di una dimensione in cui sempre più riconoscerci ed esprimerci come popolo sovrano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, in modo pacato l'onorevole Giacomo Sanna ha posto una questione che mi pare sia seria e vada affrontata con un po' di attenzione, cioè la storia della nostra pianificazione urbanistica. L'onorevole Sanna lo sa meglio di me, io allora ero ragazzino, però allora un Governo di centrosinistra e sardista pose la questione, della tutela dei 300 metri dalla linea di battigia e per le isole minori dei 150 metri, come elemento fondamentale della salvaguardia delle nostre coste. Ora, inserire la possibilità prevista nell'emendamento vuol dire pregiudicare una storia di trent'anni di pianificazione urbanistica tesa alla difesa delle coste, dell'ambiente e del nostro paesaggio.
Quindi, Assessore, la nostra richiesta è quella di ritirare questo emendamento in modo tale che questo incremento, seppure del 10 per cento, non sia possibile, cercando, allo stesso tempo, di rafforzare e di tutelare di più e meglio questo nostro patrimonio e di risolvere i problemi relativi alle brutture presenti in quella fascia delle nostre coste. Questo è un problema che noi abbiamo posto più volte, ed è uno degli elementi fondamentali che ci ha portato a questa battaglia in Aula contro questo testo. La richiesta - io lo ripeto in modo pacato come l'onorevole Sanna, pur su parti politiche opposte - credo che vada tenuta in considerazione per il ragionamento che ho svolto in premessa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signor Assessore, io mi rivolgo a lei perché credo che lei abbia la responsabilità di evitare a quest'Aula di votare un emendamento, che tra l'altro sarebbe oggi votato in un'Aula che è anche parzialmente deserta, su un tema che la Commissione ha affrontato e sul quale ha preso una posizione che era l'espressione di tutta la Commissione, dei colleghi del Partito Sardo, certamente anche dei colleghi della maggioranza, del Partito Democratico e di tutti i colleghi della sinistra e dell'opposizione.
Io credo che se l'emendamento numero 355 venisse ritirato, Assessore, ciò darebbe il senso di una Giunta regionale che non procede per imposizioni, ma che sa ascoltare il dibattito avvenuto in quest'Aula, sa ascoltare le preoccupazioni genuine che sono state espresse, preoccupazioni che riguardano l'andare ad attaccare, il rendervi responsabili di andare a intaccare, per la prima volta dopo trent'anni, una fascia di pregio che non ci appartiene, ma appartiene alle future generazioni.
Lei, soltanto con il ritiro di questo emendamento, darebbe il senso di rispettare il lavoro della Commissione, la discussione in quest'Aula, il lavoro svolto certamente da questa minoranza, e non esporrebbe i colleghi della maggioranza a votare credo contro il loro cuore, contro il loro senso profondo di attaccamento alla terra, per ordine di scuderia, toglierebbe dall'imbarazzo molti colleghi che, sono certo, vorrebbero bocciare questo emendamento, e che magari, perché pressati, perché obbligati, perché richiamati, come dire, all'ordine, si troverebbero di fronte ad un dilemma che forse è meglio che non affrontino.
Noi certamente voteremo contro, e voteremo contro perché questo emendamento rappresenta un autentico sabotaggio di un bene prezioso. Ma io la invito a far prevalere le ragioni dell'amore per la nostra terra e per il nostro ambiente su quelle delle pressioni personalistiche a cui indubbiamente siete stati sottoposti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per dire semplicemente che noi abbiamo condotto una battaglia molto chiara, molto trasparente, molto limpida in Aula. Non siamo abituati a strumentalizzare posizioni e divergenze che possono subentrare nella maggioranza, le abbiamo vissute peraltro per cinque anni, quindi sappiamo benissimo quanto possano esser naturali queste situazioni. Voglio però dire che sull'emendamento numero 355 noi abbiamo espresso una posizione assolutamente contaria dall'inizio per quel che riguarda gli edifici ad uso residenziale.
Quindi, questo argomento va riportato, noi riteniamo, alle posizioni che sono state discusse in Commissione. Noi, ripeto, faremo quello che abbiamo fatto finora, chiederemo un voto contrario su questo emendamento, sul numero 355, salvo poi verificare quali possano essere le conseguenze - io ritengo anche di carattere positivo - che una riflessione su questo emendamento può portare per tutto il testo della legge. Per cui dichiariamo il voto contrario all'emendamento numero 355.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, colleghi, ho seguito da vicino il dibattito che si è svolto in Commissione relativamente a questo articolo, e in particolare al comma 5, della proposta di legge originaria, e che con l'emendamento soppressivo, presentato sia dal P.D. che dal Partito Sardo d'Azione, era stato soppresso. Ora ci ritroviamo, così come avevamo timore che potesse accadere, di fronte a una riproposizione da parte della Giunta. La ritengo una scelta assolutamente non condivisibile, una scelta anche di rottura. Credo che si debba assolutamente votare contro questo emendamento della Giunta per salvare quel minimo di decenza che aveva caratterizzato il lavoro della Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, intervengo solo per ricordare all'Assessore di ritirare l'emendamento, perché i Sindaci galluresi il 25 giugno le chiesero lo "stop" per le seconde case. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa e Rosanna Floris si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Risponde no il consigliere Mariani.
Si sono astenuti: Cossa - Floris Rosanna - Petrini.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 24
votanti 21
astenuti 3
maggioranza 11
favorevoli 20
contrari 1
Annullo la votazione. Colleghi, un po' di attenzione in Aula, per cortesia.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Mariani - Planetta - Sanna Giacomo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 31
votanti 30
astenuti 1
maggioranza 16
favorevoli 27
contrari 3
Constatata la mancanza del numero legale, sospendo la seduta per 30 minuti, i lavori riprenderanno alle ore 15 e 20.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 14 e 52, viene ripresa alle ore 15 e 21.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Mariani - Planetta - Sanna Giacomo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 29
votanti 28
astenuti 1
maggioranza 15
favorevoli 25
contrari 3
Constatata la mancanza del numero legale, Sospendo la seduta per altri 30 minuti, i lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 15 e 22, viene ripresa alle ore 15 e 50.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Giacomo Sanna hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Bruno - Dessì - Mariani - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 38
votanti 37
astenuti 1
maggioranza 19
favorevoli 31
contrari 6
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis sul Regolamento. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, mi appello all'articolo 58, comma 6 del regolamento per quel che riguarda la reiterazione di un voto, a seguito della mancanza, per due volte consecutive, del numero legale in Aula. Ella, signora Pesidente, avrebbe dovuto comunicare all'Aula la sua decisione di voler continuare a procedere nelle votazioni. Nonostante, infatti, il Regolamento preveda chiaramente che quando manchi il numero legale il Presidente del Consiglio possa rinviare la seduta di trenta minuti, è una consuetudine, quando manca per due volte consecutivamente il numero legale, scioglierla. Non è corretto imporre all'Aula un'interpretazione del Regolamento che, in questo caso, lede notevolmente i diritti della minoranza di quest'Aula. Per cui noi consideriamo non corretta e non valida questa votazione.
PRESIDENTE. Questa votazione è validissima, Onorevole Salis, perché l'articolo del Regolamento, come lei ricordava, dà la possibilità al Presidente di valutare l'opportunità di aggiornare di 30 minuti oppure di sciogliere la seduta. La consuetudine, del resto, riguardava tre numeri legali saltati nel corso della stessa seduta. Per cui la votazione è validissima.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamneto numero 356.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 356.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Diana Giampaolo - Mariani - Meloni Marco - Zedda Massimo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 41
votanti 40
astenuti 1
maggioranza 21
favorevoli 34
contrari 6
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 183.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 183, ma anche per esprimere il rammarico, il dispiacere, direi anche il dolore, per quanto è appena avvenuto. Credo che come opposizione abbiamo fatto tutto il possibile per farvi ragionare, per spiegare i rischi di mettere mano a un bene pregiato, inviolabile da oltre trent'anni, che rappresenta il tesoro sul quale le generazioni future potranno costruire una prospettiva di sviluppo vero, duraturo, non effimero, uno sviluppo basato su un turismo diffuso, sulla cura amorevole dei nostri beni più pregiati.
Voi oggi non avete avuto pudore. Voi oggi, non avete avuto la capacità di guardare lontano. Voi oggi per l'ansia di rispondere alle pressioni che vi arrivano da tutte le parti, dai grandi gruppi, dai piccoli gruppi, dai piccoli proprietari, con l'ansia di dare risposte di breve termine, effimere, con l'ansia di incassare e arraffare tutto quello che c'è da arraffare mettendolo in conto alle generazioni future, mettendolo in conto alle nostre comunità, avete violato quello che dovrebbe essere inviolabile, avete toccato quello che dovrebbe essere intoccabile, avete toccato un bene che è un bene che non vi appartiene.
Avete leso un principio che veramente chiarisce che tipo di maggioranza e che tipo di Giunta siete: una Giunta e una maggioranza incapaci di guardare lontano, preda dei piccoli interessi particolari. Io credo che oggi abbiate chiuso una pagina molto brutta della storia dell'autonomia e provo una profonda tristezza, un profondo rammarico per quello che è successo, per la dignità di quest'Aula. Questo che è accaduto oggi rimarrà sulla vostra coscienza e sarà un macigno di cui sentirete parlare e sarà ricordato per molti decenni a venire. Vergognatevi per quello che avete fatto; si vergogni ognuno di voi.
(Proteste dai banchi della maggioranza)
Vergognatevi per quello che avete fatto, e non c'è da sorridere. Vergognatevi per quello che avete fatto oggi perché non c'è nulla che potrà cancellarlo e quando si violano i principi, quando si viola quello che dovrebbe essere sacro per tutti noi…
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, mi rivolgo a lei per dirle che ella ha purtroppo un problema politico da risolvere che è la sua ddoppia funzione di Presidente di questa Assemblea e di Vice-coordinatrice regionale del P.d.L. Io penso che nella decisione di stasera abbia prevalso non la prima, ma la seconda delle sue funzioni, perché ella sapeva con estrema precisione perché siamo andati…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, intervenga per dichiarazione di voto sull'emendamento numero 183, poi le risponderò su queste gravi affermazioni che sta pronunciando.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento numero 183. Perché quando si parla degli "incrementi volumetrici di cui ai commi precedenti" - sto parlando dell'emendamento numero 183 - e si dice che "non possono superare i limiti di altezza e distanza tra pareti prospicati...", è chiaro che quello che sto dicendo relativamente all'emendamento precedente, che è già stato votato, è assolutamente in linea con l'emendamento che stiamo discutendo adesso e su cui io sto intervenendo. E sto dicendo che noi dobbiamo registrare questa lesione dei comportamenti di correttezza.
Al di là della franchezza, spesso forse anche dell'esagerazione con cui alcuni di noi, e anche io personalmente, possano porre qualche volta le argomentazioni a difesa delle nostre idee, oggi abbiamo visto leso profondamente quello che è il rapporto di gestione complessiva di quest'Aula. Ella, signora Presidente, sapeva perfettamente che i Gruppi di opposizione le avevano manifestato la disponibilità ad andare a un superamento di questo stallo in cui si trova la maggioranza. Ho premesso nell'intervento precedente che è una situazione comprensibilissima. Voi avete voluto umiliare una forza della vostra maggioranza, il Partito sardo d'azione, e avete voluto umiliare l'opposizione con una persona che è arrivata di corsa e che ha garantito il numero legale. Se voi pensate che questa possa essere una vittoria politica, vi invito a leggervi la storia di Pirro.
Secondo me oggi voi avete scontato una sconfitta politica nettissima e lo vedremo nel prosieguo, al di là dei sorrisi di circostanza con cui state accogliendo questo mio intervento. Comunque, signora Presidente, io da questo momento non la considero più, per quello che posso dire, per quello che può valere, un'equilibrata guida di quest'Aula.
PRESIDENTE. Non le consento, onorevole Salis, di utilizzare questi termini del tutto fuori luogo perché il Presidente del Consiglio in quest'Aula rappresenta, come ho già detto, il Consiglio. Non c'entra niente l'incarico di Vice-coordinatore regionale del P.d.L. perché sino a prova contraria comunque resto anche un'eletta nelle liste del P.d.L., ma nel momento in cui sono Presidente del Consiglio tutelo le prerogative e la dignità di questo Consiglio.
Non è mai accaduto in passato che per due votazioni per cui è mancato il numero legale si sia sciolta immediatamente la seduta. Lo scioglimento è a discrezione del Presidente, come prevede il Regolamento. Non l'ho deciso io, anche lei ha richiamato l'articolo 58, per cui non le consento di utilizzare certi termini nei confronti della Presidenza. Poi, sino a prova contraria, l'accordo rinvenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo era quello di lavorare sino alle ore 16. Non penso che proseguire i lavori sino alle ore 16 abbia rappresentato un'umiliazione né per un Gruppo politico, né per l'opposizione, perché questi erano gli accordi. Quindi, come era legittimo per la minoranza chiedere la verifica del numero legale, era legittimo, per la tutela del diritto del Consiglio, che venissero rispettati i termini per i nostri lavori.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, noi, come Partito Democratico, siamo usciti dall'aula in occasione del voto che ha riguardato la possibilità di realizzare aumenti di volumetrie in zona F turistica nei 300 metri dalla battigia. Siamo usciti dall'aula e in quest'Aula si sono consumati due fatti. Il primo è una frattura all'interno del centrodestra, con il voto contrario del Partito sardo d'azione, motivato ampiamente; l'altro fatto io credo riguarda le condizioni di agibilità di quel momento, che ha registrato per due volte l'assenza dei consiglieri di maggioranza (ma è capitato più volte, anche stamattina) dai lavori dell'aula.
Abbiamo visto che lei, Presidente, si è sostituita al Capogruppo nel richiamarli, abbiamo visto che, insomma, c'è in alcune parti un atteggiamento che è, direi, fazioso e che non si addice al Presidente del Consiglio regionale.
Che cosa sarebbe cambiato se l'emendamento fosse stato votato martedì? Penso proprio niente. Ma che cosa sarebbe cambiato, anche nell'impostazione generale della legge, se quest'emendamento, tra l'altro già bocciato in Commissione anche col voto del centrodestra, non fosse stato presentato? Credo che avreste evitato anche nei confronti dei sardi un atteggiamento che mostra qual è il vostro DNA, che è il DNA veramente di chi vuole prima di tutto l'edilizia, prima ancora della tutela paesaggistica. Prima c'è il mattone, il mattone è la ricchezza, anche nei 300 metri dal mare.
Allora, credo che questo debba indignare tutti i sardi, e lo farà, ve lo garantisco, anche nelle città, anche nei paesi della Sardegna, non solo in questo Consiglio regionale. Credo veramente - come ha detto l'onorevole Planetta - che oggi abbiamo scritto, abbiate scritto una pagina brutta e pericolosa.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, invito anche lei a una maggiore prudenza nel fare certe dichiarazioni. Lei sa perfettamente che non c'è stata nessuna faziosità perché io mi attengo alla rigida applicazione del Regolamento. Il richiamo alla presenza in aula, lei lo sa che è stato fatto sia per i consiglieri di maggioranza, sia per i consiglieri di minoranza e sa anche che c'è, da parte della Presidenza, la richiesta di una modifica di una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, per garantire la maggiore presenza di tutti i consiglieri in aula, perché qua si sta instaurando una consuetudine che non va bene. Quindi, non c'è stato nessun comportamento fazioso, solo assoluto rispetto delle regole.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che la scelta effettuata dalla maggioranza di forzare i tempi questa sera e di andare all'approvazione di una parte di questa legge che quantomeno è apparsa controversa (considerato che questo comma è stato soppresso in Commissione con l'accordo della maggioranza) è perché il tema non è un tema qualsiasi, è un problema che tocca nel profondo le corde e le sensibilità dei sardi.
Più di un consigliere intervenendo - e non solo della minoranza - lo ha messo in evidenza: aver voluto forzare la mano, aver voluto portare a casa un risultato subito dà l'idea di un'attenzione politica eccessiva verso il settore edilizio. La scelta operata è una scelta assolutamente negativa che respingiamo e faremo di tutto, nel prosieguo della battaglia politica in quest'Aula, perché questo sopruso, che riteniamo oggi sia stato consumato, venga rimediato. Non riteniamo che si sia agito nell'interesse dei sardi e del loro patrimonio e faremo di tutto affinché questo scempio previsto oggi non possa compiersi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, ci sono momenti in cui anche a un'Assemblea elettiva importante come questa si impone un minimo di sensibilità rispetto alla cultura. Sono infatti patrimonio culturale di quest'Isola - poi so che non tutti la pensano in questa maniera - le norme di tutela che negli anni i vari amministratori sono stati capaci di darsi. E' un tema questo sensibilissimo. Vi abbiamo invitato in tutti i modi a riconsiderare il vostro intendimento. Lo ripeto, anche ragionando con la filosofia che sorregge il vostro provvedimento, davvero diventa difficile comprendere che senso e che bisogno c'era di... Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei, mi perdoni...
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La ascolto con estrema attenzione.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Perfetto, lei appartiene alla categoria delle persone che sanno fare due cose contemporaneamente, io non ci riesco, per questo mi sono permesso di richiamare la sua attenzione; le chiedo scusa per questa interruzione. Oggi siete intervenuti su una materia che costituisce un bene collettivo e, per quanto la maggioranza dei sardi vi abbiano dato un mandato ampio a governare questa regione, non potete considerare questa materia come qualcosa che vi appartiene. Non avete avuto il rispetto nemmeno di conservare, ripeto, una cultura, una tradizione, un modo d'essere e di vivere il presente e il futuro di questa regione. Io mi chiedo se davvero avete considerato anche questi aspetti.
Lei, tra l'altro, Assessore è un Assessore tecnico, ce l'ha ripetuto tante volte, e io al suo posto - proprio perché non sono eletto direttamente dai cittadini - me ne sarei ben guardato dall'assumermi una tale responsabilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, erano trent'anni forse che non veniva violata la fascia dei 300 e dei 150 metri, però, colleghi, io vorrei sottolineare quello che il presidente Cappellacci ha detto. Ho riguardato i giornali, notizie di stampa di diversi giorni fa: quando l'opposizione aveva denunciato la possibilità di violazione del limite di edificabilità nella fascia dei 300 metri questa nostra preoccupazione è stata snobbata. Il Presidente stesso aveva voluto sottolineare che la fascia dei 300 metri era inviolabile: "Assolutamente non autorizzeremo mai incrementi di volumetrie nelle fascie dei 300 e dei 150 metri".
Bene, in altre nazioni il mentire al Paese comporta la messa in stato d'accusa per la menzogna, non per fatti gravi, ma per la menzogna rivolta al Paese. Ci sono casi a tutti voi noti: il presidente Clinton venne messo in stato d'accusa perché mentì al Paese, non per la vicenda in sé. La menzogna al Paese, la menzogna alle persone, il mentire, negare e poi invece nei fatti andare in un'altra direzione: questo determina l'impeachment.
Ho citato una vicenda che può sicuramente far sorridere, io non so però quanti nipoti sorrideranno quando si andrà a incrementare la cubatura nella fascia dei 300 metri, sicuramente non i nostri. Del resto non capisco l'esigenza di questa norma visto che non era presente nel programma elettorale, non era presente nel testo presentato, non era nella volontà dei colleghi presenti in Commissione. Beh, da oggi nessuno alzi la voce o si permetta di dire che non si piegherà alla volontà di non si sa quale capo o non si sa quale Giunta che governa! Questa è la dimostrazione che se dall'alto arriva un ordine c'è chi lo esegue e si rimangia anche ciò che ha affermato al Paese, ai cittadini, agli elettori, a coloro che vi hanno votato e che non vi hanno votato per costruire nei 300 metri. A loro dovrete render conto, così come bisogna render conto anche delle menzogne e delle bugie. Non si può negare e poi fare il giorno dopo, col voto, quello che si è negato prima.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 357.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). In sede di Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di concludere i lavori alle ore 16.
PRESIDENTE. Votiamo quest'emendamento e chiudiamo, onorevole Bruno.
(Interruzione del consigliere Bruno)
PRESIDENTE. Sì, ma io ho già chiamato in votazione l'emendamento numero 357; la richiesta di intervento doveva arrivare prima dell'emendamento numero 357.
PORCU (P.D.). Presidente, io non vorrei trovarmi nelle circostanze di dover alzare la voce, richiamare l'attenzione anche quando prenoto con larghissimo anticipo. Io capisco che lei...
PRESIDENTE. Le ho già detto che le ho dato ragione e infatti le ho dato la parola, non c'è bisogno di fare...
PORCU (P.D.). Siccome Presidente ammetterà che è successo più volte, le chiedo la ragione, me la prendo, ma vorrei anche che alla ragione si unisse la possibilità di non dover intervenire di nuovo per ottenere la parola perché lei oggi indubbiamente ha dimostrato di avere fretta, una fretta secondo me inopportuna, anche perché il numero legale è mancato più volte oggi in aula, non solo due volte di seguito.
Io credo che su argomenti come questi un supplemento di discussione e di approfondimento, anche se poi portano allo stesso risultato, anche se poi martedì il voto sarebbe stato identico, potevano essere utili. E non sono passi o passaggi che si affrontano con il sorriso sulla bocca, con lo sguardo annoiato, con il senso così della noia che può pervadere. Oggi noi stiamo parlando di temi che in quest'Aula, ma non solo in quest'Aula, abbiamo richiamato più volte, abbiamo spiegato che erano temi, argomenti che erano in qualche modo divaricanti, erano temi che appartenevano anche a un possibile dialogo fra opposizione e maggioranza, un riconoscimento reciproco l'uno delle opinioni dell'altro, l'uno dei valori dell'altro, l'uno dei valori di una comunità.
Mi sembra invece che quest'Aula venga pervasa da un senso di impunità, forse un male generale di questa maggioranza regionale e nazionale. Un'impunità ispirata al concetto che tutto si può fare perché tutto passa, tutto scorre, si può derogare a qualsiasi principio, si può mettere in campo qualsiasi condono, si può cambiare la legge per proteggere i propri interessi, si possono fare i lodi per non essere giudicati. Tutto si può fare, violare la fascia costiera, mettere mano ai gioielli di famiglia perché tanto si ha la speranza che ci si dimentichi, che si colgono i frutti maturi e non si valutino le conseguenze. Io credo che riflettere su questi temi sia importante.
Annuncio anche il voto contrario perché questo emendamento aggiunge cubature alle cubature, continuiamo in un percorso che una volta aperto non ha più limiti, non ha più argini. Non c'è più argine al cemento perché quando non ci sono più valori e principi, non c'è altro argine se non quello della propria coscienza, ma neanche alla vostra coscienza ci possiamo più appellare dopo quello che è successo oggi. Io ribadisco pertanto che la parola giusta è "vergogna", e lo dico serenamente: vergogna per quello che è successo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, vorrei che l'Assessore ci fornisse i dati sui fabbisogni di cubatura della nostra Regione perché gli stessi Stati Uniti che stanno adottando dei piani di rilancio dell'edilizia e che sono un Paese un po' più articolato, complesso, perfino con densità di popolazione molto maggiore della nostra e con una molto più bassa percentuale di proprietari di case, stranamente non incentivano l'aumento di cubatura, creano invece infrastrutture, laddove servono, e procedono alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili pubblici, perché nella sola città di New York 90.000 uffici sono rimasti sfitti per la crisi economica che sta colpendo anche l'Europa.
Assessore, se lei fornisce dati certi, certificati, circa il fatto che la nostra Isola abbia bisogno del 30 per cento di cubatura in più per abitazioni private forse allora inizieremo a ragionare di qualche cosa. Io credo che lei non possa fornire dati certi dell'Università, di istituti seri perché sa come lo sappiamo noi che non esiste un fabbisogno di cubatura aggiuntiva in questo Paese. Tutti i dati a livello europeo ci dicono che noi abbiamo costruito troppo in base ai fabbisogni che avremmo dovuto avere.
La nostra Regione ha ricevuto premi per non aver fatto quello che è stato fatto in Sicilia, ad esempio, cioè per non aver cementificato tutta la costa (e se fosse stato possibile avrebbero cementificato anche quella degli altri; fino alla penisola sarebbero arrivati). E allora non è che da un lato si prende il premio e dall'altro si fa quel che si vuole. Almeno restituite il premio che l'ONU e l'Unione Europea diedero alla Regione Sardegna per aver tutelato le coste. Li chiamate e dite: "Scusateci, ci siamo sbagliati, ma noi di questo premio non ce ne facciamo nulla perché abbiamo intenzione di costruire". Costruire per chi? Per le persone che non hanno nulla? No, è un costruire fine a se stesso, per rilanciare un settore che poteva essere rilanciato in modo diverso, perché nessuno vuole negare la possibilità di rilancio di un settore.
Questo avviene, e lei lo sa bene, in altre realtà d'Europa, in altre realtà del mondo, e laddove invece si costruisce troppo quelle realtà vengono criticate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per chiedere la votazione nominale e per segnalare ai colleghi che non se ne fossero ancora resi conto, o per distrazione o per eccesso di fiducia, che negli ultimi emendamenti della Giunta (i numeri 357, 358, eccetera) c'è un ulteriore stillicidio e incremento di volumetria che prego tutti di guardare con attenzione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 357.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cossa ha votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco.
Risponde no il consigliere Mariani.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 32
votanti 31
astenuti 1
maggioranza 16
favorevoli 30
contrari 1
Considerata la mancanza del numero legale, dichiaro chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 6 ottobre alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 16 e 23.
Allegati seduta
XLVII Seduta
Venerdi' 2 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 24.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 settembre 2009 (40), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Gian Vittorio Campus, Pietro Cocco, Domenico Gallus, Giorgio Locci, Sergio Obinu, Nicolò Rassu e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta del 2 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Congedo per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il consigliere Marco Espa è assente nella seduta odierna per motivi istituzionali.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2009)". (76)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
"Proposta di bilancio di previsione per l'anno 2010 e di bilancio pluriennale per gli anni 2010-2013". (77)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
"Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra economica-finanziaria 2010-2013)". (78)
(Pervenuto il 30 settembre 2009 e assegnato alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, sui motivi che stanno impedendo la realizzazione della strada Sassari-Olbia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (21)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione dell'esame dell'articolato del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numro 67.
Poiché siamo in fase di votazione e non sono ancora rascorsi 10 minuti dall'inizio della seduta sospendo i lavori che riprenderanno alle ore 10 e 35.
(La seduta, sospesa alle ore10 e 27, viene ripresa alle ore 10 e 39.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 168.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 168.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che i consiglieri Milia e Contu Felice hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 40
votanti 39
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 2
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto ora in votazione gli emendamenti numero 4 e 173.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Gli emendamenti numero 4 e 173 ci riportano alle tipologie edilizie per le quali sono ammessi gli incrementi volumetrici. L'emendamento è soppressivo, quindi chiaramente è un emendamento che pone un problema ma non offre una soluzione alternativa.
Il voto favorevole è legato al fatto che le incongruenze sono evidenti e molteplici. Pensate alle tipologie edilizie unifamiliari per le quali sono previsti nuovi corpi di fabbrica e l'ampliamento nei diversi piani. Immaginate che cosa potrebbe succedere alle villette unifamiliari vicine, quale tipo di contenziosi si potrebbero aprire, come ha ricordato anche il collega Morriconi, tra unità familiare ed unità familiare. Immaginate cosa potrebbe succedere in un edificio pluripiano in cui il potere di ampliamento viene riservato solo a chi è ai piani alti. Del resto l'impatto visivo riguarda tutto il condominio, pertanto immaginate cosa potrebbe succedere a una serie di villette a schiera in cui il "possono" ma non il "devono" implica che ogni singola unità potrebbe, in via teorica, prevedere degli aumenti volumetrici indipendentemente dalle decisioni di tutti gli altri.
Quindi, anche in questo caso bisognerebbe dimostrare, non si sa bene come, attraverso un progetto complessivo che immagino qualcuno, e non si sa bene chi, dovrebbe approvare, che questi aumenti volumetrici siano in qualche modo congrui e non abbiano un impatto negativo sul sistema. Insomma, un vero autentico pasticcio che non potrà non generare contenziosi, che farà figli e figliastri e su cui ci trascineremo per mesi e per anni. Il voto favorevole punta, in maniera provocatoria me ne rendo conto, a impedire che una tale confusione nelle previsioni possa avere corso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, oltre a quello che ha detto il collega Porcu, ciò che noi proponiamo di sopprimere con l'emendamento è una sorta di aberrazione delle regole dell'edilizia e dei criteri architettonici, perché è proprio consentendo anche l'intervento per singole unità abitative, che si mette in discussione un progetto che ha dovuto affrontare un preciso iter per la concessione edilizia e per la sua realizzazione. Sappiamo infatti con quale attenzione vengono esaminati i progetti per la realizzazione di questi edifici; in alcuni Comuni, peraltro, viene concessa la possibilità di realizzare verande, piani pilotis, vani scale esterni, senza che questi siano contabilizzati nella volumetria, proprio per consentire al progettista un estro architettonico, una qualità del progetto che arricchisca la proposta. Consentire pertanto interventi come quelli che prevede la norma vuol dire compromettere tutto quello che è stato l'esame, la discussione e successiva approvazione del progetto a danno della qualità, di una qualità che sempre più viene meno e comincia sempre più a venire a mancare nei nostri centri urbani (e mi limito ai centri urbani senza andare a prendere in esame il costruito nell'agro).
Quindi, questa è la ragione che ci ha portato a proporre l'emendamento all'attenzione dell'Aula in questo momento, soprattutto perché la norma viene a mettere in discussione l'armonia della proposta architettonica a suo tempo approvata; probabilmente cosa diversa sarebbe se, al limite, si permetesse un armonico aumento volumetrico distribuito all'interno dell'intero edificio, soprattutto laddove esista la multiproprietà: è evidente che non tutti potrebbero essere interessati all'aumento volumetrico, però bisogna fare i conti con la situazione dell'edificio e prendere atto che, se non sono tutti d'accordo, non si può intervenire. Si tratta solo di prestare un minimo di considerazione e attenzione a una premessa contenuta nella legge, quella cioè che fa riferimento al miglioramento della qualità architettonica del patrimonio edilizio esistente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il voto favorevole all'emendamento soppressivo è largamente motivato, anche qui, Assessore, da un incomprensibile meccanismo di funzionamento, o meglio di non funzionamento: leggendo bene e con calma la norma ho capito, infatti, che così facendo non si va da nessuna parte.
Allora, voi prevedete prima di tutto la deroga ai limiti previsti dagli strumenti urbanistici e dalla normativa regionale, poi dite "a condizione che si rispettino le seguenti prescrizioni". Per le tipologie edilizie unifamiliari prevedete che gli adeguamenti possono avvenire con la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica. Vorrei allora sapere cosa succederà, per esempio, a Torre delle Stelle, a Funtana Mega (esempi del peggio della pianificazione territoriale), ma non tanto in termini di miglioramento, perché miglioramento non ce ne sarà (sono già degli obbrobri, figuriamoci cosa potranno diventare), ma in termini di sostenibilità: lì sono già costruite e sottodimensionate tutte le reti tecnologiche e c'è un sovraccarico di popolazione. Ciò è stato considerato? E' stato valutato?
Nel caso di tipologie edilizie pluripiano dite che gli incrementi di volumetria sono consentiti esclusivamente mediante adeguamento e ampliamento dell'ultimo piano ovvero mediante chiusura dei piani pilotis però rispettando le dimensioni minime dei parcheggi. Ma secondo voi esiste, in questi ultimi decenni, qualche imprenditore cretino che regala percentuali di piani pilotis, che hanno comunque un costo, a discapito dei volumi residenziali? Esiste ancora qualche martire o qualche eroe? Dove pensate possa approdare questa norma? Da nessuna parte, perché non c'è nessuna convenienza, soprattutto quando parlate di pertinenze dell'abitazione.
Il problema è molto diverso quando si parla delle ville nelle coste dove si genera un privilegio nei confronti di persone già privilegiate che hanno usufruito di un tempo nel quale la deregulation anticipava una stagione di norme che, purtroppo, state demolendo pezzo a pezzo, sostenuti dall'idea che costruire senza regole sia segno di civiltà economica. Io credo, invece, che i tempi dimostreranno che questa politica sarà la nostra distruzione ed è bene, pertanto, che alla fine di questa legge siano scritti i nomi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 2 dell'articolo 2 del testo, io mi soffermo su alcuni punti e vorrei esprimere alcune considerazioni.
Assessore, come lei meglio di me sa, negli anni del boom economico, a cavallo tra gli anni '50, '60 e fino agli anni '70 - gli anni del maggiore sviluppo urbanistico delle nostre città e delle nostre periferie - per costruire gli edifici si utilizzava una mescola che conteneva poco cemento e molta sabbia di mare. Ora, perché dico questo? Perché se tutti i criteri relativi al miglior modo di costruire, a regola d'arte, come si suol dire, fossero con certezza rispettati - quindi, per esempio, il peso per metro quadro sul solaio, di 300 chili o 400 chili, eccetera - non mi preoccuperei, nonostante la mia contrarietà rispetto alla possibilità di sopraelevazione dovuta ad altre ragioni e spiegata, per quanto riguarda questo comma, nella discussione e nelle dichiarazioni di voto sugli altri emendamenti. Invece questa volta mi preoccupa di più questo aspetto.
Laddove nelle nostre città, per abusi edilizi soprattutto, sono stati infatti realizzati appartamenti sopra i lastrici solari, nelle palazzine si sono verificate diverse crepe. Ecco, questo è un altro dei problemi pratici ai quale voi andrete incontro un domani approvando una norma di questo tipo. Per questo voto a favore dell'emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo che si debba votare favorevolmente alla soppressione di questo comma, con la motivazione principale, per quanto mi riguarda, che di fatto si mettono in campo nuove volumetrie e si lascia ampio margine al singolo nella valutazione del coerente e corretto inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Io credo che questo non vada bene perché rischiamo di ritrovarci di fronte a soluzioni devastanti, peggiorative; per cui credo che debba essere ripresa la questione di chi debba operare queste valutazioni.
Io mi permetto di richiamare anche in questo caso l'importanza di un assenso definitivo dato dall'amministrazione comunale. Diversamente davvero noi ci ritroveremo senza poter dire di chi è il merito, o meglio, la colpa, di situazioni assolutamente inaccettabili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole sull'emendamento perché ritengo che con lo stravolgimento di un disegno architettonico di origine di un'unità abitativa, oltre a non avere la certezza degli equilibri manifestati e presentati che caratterizzano il disegno di origine, si fanno anche i conti con un'estetica pubblica.
I nostri paesi, purtroppo, spesso vengono accusati di essere brutti, e questo si vede quando, ad esempio, si rientra dalla Corsica o da altri centri anche italiani, dove il confronto estetico con quei paesi è veramente molto sfavorevole ai centri sardi. E' arrivato pertanto il momento di cominciare a preoccuparci anche dell'aspetto dei nostri paesi. E quindi ritengo, anche da questo punto di vista, necessario sopprimere questa norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, anche io intervengo per esprimere il voto a favore dell'emendamento, non tanto perché non si condivida diciamo l'essenza della norma, ma perché andrebbe in qualche modo sottratta da conseguenze speculative alle quali alcuni punti del comma 2 si prestano. Io credo che laddove ci siano dei condomini, in modo particolare dove si consente la sopraelevazione, addirittura l'utilizzo dei pilotis, questo possa essere uno strumento utile. Negli appartamenti sappiamo tutti quanto si sia sofferenti all'interno degli spazi delimitati; non c'è la possibilità di avere un locale di sgombero e spesso assistiamo a spazi occupati esclusivamente da mobili che hanno la funzione di ricettacolo di tutti quegli elementi costitutivi la vita familiare che si usano periodicamente nell'anno. Questo sottrae spazi alla vivibilità, considerato che già si è sacrificati nel vivere dentro gli appartamenti.
Quindi credo che se questa norma consentisse la sopraelevazione ma funzionale solo a recuperare locali di sgombero per tutti quei beni di cui una famiglia ha bisogno contribuirebbe ad una maggior vivibilità delle abitazioni. Penso che lo spirito della legge sia anche questo.
Pertanto votare a favore dell'emendamento non vuole dire negare che questa norma presenti aspetti condivisibili, ma mettere in discussione ed evidenziare alcuni di questi aspetti che mi sembrano importanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario agli emendamenti numero 4 e numero 173 e per chiarire un aspetto che credo che sia fondamentale per il prosieguo dei lavori all'interno di quest'Aula.
A me sembra che anche stamattina si continui a cercare cavilli privi di fondamento. Chi vive quotidianamente nel mondo dell'urbanistica e dell'edilizia residenziale pubblica, quando legge i commi degli articoli del testo in esame non ci mette molto a capire di che cosa stiamo parlando; è molto probabile però, per molti di voi, che non hanno una dimestichezza col mondo dell'edilizia, che non sia facile comprendere, per esesmpio, come ci si arrivi ad una progettazione, quali siano i parametri che bisogna rispettare, che cosa è un piano pilotis. Quindi è anche normale che queste norme siano più comprensibili a chi le ha scritte, a chi poi, all'interno della Commissione, le ha esaminate e ai tecnici, che saranno poi gli utilizzatori finali.
Quindi quello che noi chiediamo è questo: i suggerimenti vanno tutti bene, ma chiaramente suggerimenti che abbiano un nesso ed un significato chiaro per quello che stiamo noi proponendo, soprattutto proposte di modifica dell'articolato che possano magari aiutare a capire meglio quello che stiamo scrivendo. Ma non si può parlare di "attici" solari, perché francamente diventa assurdo cercare di capire che cosa si intende dire. Esistono i lastrici solari non gli "attici" solari. Ma non fa niente, è chiaro che per chi non vive quotidianamente i problemi dell'edilizia è un errore scusabile; è successo anche a me, quando abbiamo approvato il Piano sanitario: prima di intervenire dovevo pensarci dieci volte perché rischiavo di non aver capito di che cosa si stava parlando.
SALIS (I.d.V.). Spesso non bastava.
CHERCHI (P.d.L.). Probabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). C'è sempre tempo per imparare, collega. Assessore Asunis a me piacerebbe, a noi piacerebbe che magari lei interloquisse un po' con l'Aula e con questa opposizione che muove tutta una serie di rilievi, in modo da farci ascoltare anche il suo pensiero su tutti i singoli punti che nei vari interventi sottolineiamo ed evidenziamo. E questo non per richiamarla ad un impegno teso ad allungare i tempi del dibattito sulla legge, ma proprio perché abbiamo necessità di capire, dal tecnico e anche dal politico, che cosa pensa perché finora non l'abbiamo capito. Lei si è limitato a notificare alcune questioni.
Nel merito, io ovviamente sono favorevole all'emendamento, e le faccio un esempio. Lei ha detto, ed è vero, per come ovviamente intende lei la norma, che non sono previsti nuovi corpi di fabbrica, nuove costruzioni. In quest'articolo, invece, è prevista la possibilità per le ville, per esempio, di realizzare volumi staccati definendoli pertinenze, e noi tutti sappiamo che una pertinenza di una certa entità volumetrica poi diventa di fatto un'abitazione.
Io penso ad una villa di 300 metri che ha ancora del terreno disponibile, il giardino, all'interno del quale potrà essere realizzato un volume pari al 20 per cento dei 300 metri con un surplus volumetrico in forza della possibilità di utilizzare materiali che favoriscono il risparmio energetico. Ecco su questi punti, per esempio, Assessore, mi piacerebbe scoltare un suo parere, mi piacerebbe ascoltare un suo parere rispetto alla possibilità di chiudere i piani pilotis e all'assenza di parcheggi che già oggi è pesantissima nella nostra città. Io andrei invece nella direzione opposta, per esempio penserei ad una norma (e la suggerisco per il futuro, per la legge urbanistica) che prevedesse un numero maggiore di parcheggi per ogni unità abitativa, perché i parametri risalgono a 30 anni fa, quando le auto per famiglia erano una; oggi ogni famiglia ha quattro auto.
Queste nostre osservazioni non sono mosse dalla volontà assoluta di "rompere le scatole" a questa maggioranza, che vuole offrire alla popolazione leggi certe, snelle e quant'altro, ma solo dalla preoccupazione seria su alcune criticità della legge rispetto alle quali ci piacerebbe sentire anche il suo parere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri, mi viene richiesto un parere in merito al disegno di legge. Il parere non può che essere positivo nella considerazione che la Giunta, e in particolare l'assessore Asunis, hanno provveduto alla stesura della legge. Però approfitto di questa richiesta per cercare di fare luce su tutta una serie di argomenti sollevatti in quest'Aula in maniera forse non coerente con quanto scritto nel testo.
Ho apprezzato moltissimo un intervento pronunciato stamattina in ordine ai piani pilotis. Voi tutti sapete che i piani pilotis hanno un'altezza di 2 metri e 40, di norma, e quindi non possono essere utilizzati per fini abitativi, pertanto, come giustamente osservava e sperava un consigliere regionale, potrebbero essere utilizzati qualora ne ricorressero le condizioni, quali locali di sgombero, per alleggerire gli appartamenti di tutti quegli ingombri che oggi condizionano il corretto abitare. Ne approfitto ulteriormente per riportare l'attenzione in ordine alla tematica dei parcheggi.
Non so se ho sbagliato, ma nell'identificazione di quella norma richiamata poc'anzi c'è scritto che l'utilizzazione dei pilotis può essere ammessa solo ed esclusivamente qualora si riesca a mantenere inalterati gli spazi di parcheggio all'interno del lotto, e quindi non qualora ci sia depauperamento di parcheggi a favore della volumetria. Alcuni criticano questa disposizione - forse giustamente dal loro punto di vista - e pensano che possa produrre effetti disastrosi sul nostro territorio; altri dicono che, così come è configurata non porti da nessuna parte - riporto le parole testuali - ovvero, così come è scritta, non consenta a nessuno di operare. Forse Bisogna che ci mettiamo un po' d'accordo sui termini. Ripeto, il mio intervento non vuole essere fazioso nei confronti di chicchessia all'interno di quest'Aula, voglio soltanto cogliere alcuni spunti nel tentativo di rassicurare che le perplessità, molto spesso sono infondate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, l'ultimo intervento dell'onorevole Cherchi ci ricorda che, è vero, voi avete maggiore dimestichezza con l'edilizia (forse anche qualche conflitto di interessi su questa materia) e sottolinea che i nostri interventi vanno semplicemente ad evidenziare alcuni cavilli. Io credo che l'articolo 2, in particolare il comma 2, ma non solo, contrasti, o perlomeno non sia in linea, per esempio, con l'intesa Governo-Regioni-Enti locali. Intanto perché con quell'intesa le Regioni si impegnano a regolamentare interventi anche attraverso piani, programmi definiti tra Regioni e Comuni, e questo non mi sembra sia avvenuto. Poi perché gli interventi devono essere finalizzati a "migliorare la qualità architettonica ed energetica degli edifici entro il limite del 20 per cento, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi." Mi pare che ci siano differenze fondamentali.
Vi sono poi delle differenze, che io credo sia bene prendere in considerazione, rispetto al testo proposto da noi dell'opposizione. Intanto noi prevediamo, per gli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente, il rispetto di alcuni parametri. Prevediamo poi che la destinazione d'uso residenziale debba essere quella di prima casa, dopodiché elenchiamo una serie di condizioni generali di ammissibilità degli interventi, sulle quali potete naturalmente essere d'accordo o meno, ma vi chiediamo, almeno, di prenderla in considerazione. Prevediamo, infine, che gli interventi non possono essere realizzati su edifici abitativi che, al momento della presentazione di inizio attività, risultino: eseguiti in assenza o in difformità dal titolo abilitativo; collocati all'interno di piani particolareggiati delle zone territoriali omogenee A, o ad essi assimilabili, così come definiti dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunale che ne impediscano la trasformazione; definiti di valore storico-culturale-architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici generali; vincolati quali immobili di interesse pubblico, ai sensi della parte seconda del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, numero 42; collocati nelle aree di inedificabilità assoluta, come definiti dal decreto legislativo numero 42 del 2004, articolo 142, o all'interno di aree sottoposte a disciplina di salvaguardia paesaggistica, ai sensi del citato decreto legislativo…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il mio voto a favore dell'emendamento soppressivo del comma 2 dell'articolo 2 e per esprimere alcune considerazioni. La prima: voi aumentate la cubatura nelle percentuali che indicate nel dettato dell'articolo, e indicate anche la tipologia; tra questi c'è la possibilità di sopraelevare nelle costruzioni pluripiano, di sollevare di un piano nei lastrici solari. E' un'opportunità ghiotta, e anche questo, badi bene, Assessore, si rivolge a una certa categoria sociale, perché non tutti possono avere a disposizione un lastrico solare. Credo che comunque sarà l'intervento, Assessore, modificherà anche l'architettura di quella costruzione.
C'è però un altro aspetto. Lei ha fatto riferimento all'altezza di 2 metri 40 per i pilotis, e ha detto che questa altezza impedisce che gli incrementi di volumetria vengano utilizzati con una destinazione d'uso diversa da quella di alleggerire dalle cianfrusaglie, mi si passi il termine, che si è spesso costretti a tenere in casa. Io penso ad alcuni quartieri di Cagliari, Assessore, che lei conosce quanto e forse meglio di me. Ne riparleremo fra qualche mese, fra qualche anno, magari ci capiterà di fare anche una passeggiata insieme in quei quartieri, e in quell'occasione vedremo come verrà utilizzata questa deroga.
Infine, io pensavo, Assessore, che voi poteste utilizzare questa norma come spunto per una riflessione, che è questa: nell'edilizia residenziale lei sa meglio di me che il 20 per cento doveva essere destinato per servizi comuni e il 10 per cento per servizi pubblici. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece quella cubatura è rimasta inutilizzata. Perché allora non pensare, per esempio, di utilizzare una cubatura già esistente che darebbe sfogo attraverso semplicemente una variazione di destinazione d'uso. Ci pensi…
PRESIDENTE. L'Assessore Asunis è già intervenuto. Siamo in fase di dichiarazione di voto, non può essere un'interlocuzione. Se può servire velocemente…
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Molto brevemente. Il volume è connesso con la residenza, ovvero pari al 20 per cento di quello che deriva dall'utilizzo dell'indice territoriale, e sarebbe veramente un'operazione ghiotta per i costruttori che hanno venduto gli immobili e che adesso avrebbero la possibilità di riciclare il volume connesso con la residenza per vendere appartamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 173, e per dire che, oggettivamente, su alcuni pezzi dell'articolato l'interlocuzione sarebbe necessaria in quanto presentano problematiche tecniche e quindi il confronto con l'Assessore, sarebbe auspicabile. Quindi, su alcuni temi, Presidente, le chiedo se si può dare spazio all'Assessore per un contributo. So che è una procedura un po' irrituale, però, sono temi che, secondo me, necessitano un'attenzione diversa. Su questo secondo comma ci sono due elementi che possono, secondo me, produrre anche situazioni di grosse carenze.
Alla lettera b) per quanto riguarda le tipologie edilizie pluripiano, si dice che deve essere dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Io allora mi domando: da chi dev'essere dimostrato? Perché se si presenta una DIA (sappiamo come funzionano le DIA), non c'è secondo me lo spazio tecnico e amministrativo da parte del comune. Io penso che sarebbe importante, Assessore, prevedere che debba essere la competente amministrazione comunale a verificare questo tipo di coerenza, se no non capisco chi possa verificarla. Questo, secondo me, è un elemento importante per evitare obbrobri o peggioramenti della qualità architettonica degli immobili.
Il secondo aspetto, secondo me molto più grave, è quello che purtroppo è stato oggetto - devo dirlo sinceramente - in Commissione di una modifica; la proposta della Giunta alla lettera c) relativa alle "tipologie edilizie a schiera" recitava: "gli adeguamenti e incrementi devono essere realizzati". Con un emendamento orale la maggioranza della Commissione ha voluto sostituire "devono" con "possono". Questo "possono" apre chiaramente l'opportunità che gli interventi su case a schiera possano essere effettuati anche sulle singole case. Assessore, questo, secondo me, è un rischio devastante di deprezzamento del valore, di dequalificazione architettonica, di dequalificazione urbanistica. Il "devono" era sicuramente un elemento di maggior garanzia, nel senso che, nel caso di abitazioni a schiera l'intervento deve riguardare l'intero complesso, non può essere relativo solo alla singola abitazione.
Ecco, questi, secondo me, sono elementi che giustificano la richiesta di soppressione. Chiaramente, Assessore, una sua disponibilità rispetto a questi suggerimenti ci potrebbe anche portare a rivedere un po' la nostra posizione. Io, per questo, ritengo che sia importante, magari anche in sede di dichiarazione di voto finale concedere uno spazio in più all'Assessore per poter eventualmente dare queste disponibilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, mi ha colpito l'intervento dell'onorevole Cherchi che, se posso fare una battuta, meriterebbe l'oscar della sincerità o, in questo caso, probabilmente, dell'ingenuità. Rivolgersi infatti a consiglieri regionali che perlopiù hanno svolto attività di amministratori comunali, di assessori, di sindaci, alcuni dei quali hanno competenze anche tecniche molto elevate in questo settore, dicendo che forse non capiscono di cosa stiamo parlando, perché non hanno dimestichezza con questo argomento, mi sembra eccessivo.
Comunque, il comma 2 dell'articolo 2, Assessore, merita una considerazione; è un comma che si rivolge chiaramente a tutto il patrimonio edilizio complessivamente (chiaramente non posso far ragionamenti totalizzanti), complessivamente al di fuori degli ambiti urbani delle grandi città. Perché dico questo? Perché chi ha conoscenza come lei, Assessore, degli assetti urbanistici edilizi dei piccoli centri della Sardegna, che sono i più numerosi, sa che le tipologie edilizie, uni o bifamiliari, le tipologie edilizie pluripiano dove è consentito solo l'ampliamento dell'ultimo piano, sono poco presenti in questi centri mentre sono maggiormente frequenti nelle grandi città. Così come la tipologia dell'edilizia a schiera. Questo è un punto importante, perché per alcuni aspetti capisco la ratio di questo intervento, però questo tipo di intervento rischia, assessore Asunis, nei piccoli e medi comuni della Sardegna, di bruciare, tra virgolette, uso questo termine, la volumetria disponibile nei Piani urbanistici comunali che sono in fase di ridefinizione, di bruciare larga parte di queste volumetrie e di sottrarne ai comuni un'importante capacità programmatoria sull'uso stesso delle volumetrie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere la mia approvazione rispetto all'emendamento proposto, per le ragioni che ho avuto già modo di esporre all'Aula ieri, e in particolare perché sono convinto che, relativamente al comma in esame, sono gli intendimenti che stanno addirittura nel primo capoverso a dover essere disattesi puntualmente da i contenuti dello stesso comma, perché la massima ambizione che si pone tale provvedimento, in questo comma è che tali incrementi debbano inserirsi in modo organico e coerente con i caratteri formali architettonici.
Ecco, io penso che sia proprio tale difficoltà che ci spinge, e mi spinge modo particolare, a giudicare tale comma non meritevole di approvazione, perché la non contestualità, la non coerenza tra di loro oppure la non coerenza rispetto al Piano urbanistico comunale degli incrementi che verrebbero realizzati all'interno di edifici con unità B plurifamiliari, oppure in edifici con unità a schiera ci lascia immaginare che si verificheranno diversità di stili, diversità di linee, diversità che inducono ad immaginare contrasti a partire dal profilo architettonico.
Poi c'è la deroga, alle altezze massime previste dagli stessi strumenti urbanistici comunali. La maggior parte dei nostri comuni, nei loro centri urbani, nelle loro zone B in modo particolare, hanno autorizzato la realizzazione di edifici nella maggior parte dei casi con un massimo di due piani; se gli interventi che si dovessero realizzare avvenissero in maniera libera, così come il provvedimento autorizza, la skyline che ne deriverebbe sarebbe certamente, una skyline, una linea irregolare, e tale linea non potrà che essere incoerente non soltanto sotto il profilo architettonico, ma anche rispetto a qualsiasi aspettativa di miglioramento non solo della visibilità, ma anche della vivibilità.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 5 e 174.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo continuare l'analisi del comma 2. State un po' attenti perché qua si intravvede una chiave interpretativa. Noi diciamo che nelle tipologie edilizie pluripiano gli incrementi volumetrici "possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato mediante un progetto complessivo il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale". Immaginate come in un condominio dove non trovano l'accordo neanche per pagare le pulizie, potranno trovare l'accordo per fare questo. Fattispecie molto difficile.
Questo elemento va poi correlato a un'altra disposizione che recita: "gli elementi volumetrici così realizzati non possono costituire unità immobiliari autonome". Cosa vuol dire questo? Vuol dire che l'ampliamento all'ultimo piano può solo costituire un piano del cosiddetto appartamento duplex, cioè un locale che non ha un'autonomia, ma che dipende dall'appartamento sottostante. Quindi ecco che qui si delinea una fattispecie molto particolare che va a precisando più chiaramente chi è il beneficiario, cioè gli uniproprietari che hanno cantieri ancora aperti. Perché se non può costituire unità immobiliare autonoma significa che deve essere pertinenza o ampliamento di un'unità immobiliare che già esiste. E chi può fare questa operazione se non coloro che hanno i cantieri aperti e stanno ultimando l'ultimo piano, le suite, i doppi appartamenti?
E poi, l'altro elemento - che è molto grave sul piano della responsabilità di noi legislatori - è che quando al comma 3 si afferma che la sicurezza strutturale non è richiesta come requisito per gli interventi del punto b), cioè le tipologie edilizie pluripiano, noi garantiamo una sorta di immunità rispetto alla sicurezza strutturale, cioè dichiariamo che possono procedere agli ampliamenti anche a scapito della sicurezza.
STOCHINO (P.d.L.). Perché?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perché te lo leggi! Perché quando al comma 3 si prevede che gli interventi di cui alle lettere a) e c) devono conseguire la sicurezza si stanno escludendo gli interventi di cui alla lettera b), e quindi si stanno autorizzando i costruttori…
(Interruzione)
Beh, lo avete scritto voi, non io. Quindi quel requisito non è indispensabile per le casistiche del punto b). Attenzione, perché è chiaro quello che dicevo l'altro giorno. Non è possibile che la sopraelevazione di un piano, di questi tempi, possa garantire i livelli di sicurezza strutturale nei termini con cui vengono calcolate oggi le strutture...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, credo che incominci a evidenziarsi sempre più, dopo aver liquidato l'articolo 1, con questo articolo 2, il guazzabuglio di questa legge, ed è un guazzabuglio che emerge dalle contraddizioni che sono evidenziate nei vari articoli. Io credo che sia questa una materia che in qualche modo ci appassiona, appassiona tutti, ci deve appassionare tutti perché riguarda il governo del nostro territorio. Un territorio che in anni passati, in vari modi, ci è sfuggito di mano, ed è sotto gli occhi di tutti la qualità delle nostre coste in particolare.
Io non sono un tecnico, nel senso che non ho competenze specifiche da ingegnere, da geometra o altro, né ho fatto mai il costruttore edile, però mi sono fatto le ossa e l'esperienza facendo per ventisette anni consecutivi l'amministratore comunale di Alghero, una città in cui è forte la pressione edilizia, è forte la pressione speculativa immobiliare, e da amministratore mi sono scontrato con pressioni di questo genere. Comprendiamo quindi quali siano i desideri e le bramosie di chi vuole trovare nel costruire e nel cemento, in dispregio di qualsiasi progetto di qualità, solo rendite e vantaggi.
E allora io credo che noi siamo chiamati qui responsabilmente a vigilare perché queste cose non accadano, perché il territorio è un bene di tutti. Le città sono di tutti, anche di chi non ha casa e anche di chi non ha la possibilità di costruire. Ed evidenzio un aspetto particolare che è contenuto nel comma a) dell'articolo 2, che fa riferimento, ad esempio, alla possibilità di realizzare anche corpi separati laddove esistono realtà bifamiliari, bifamiliari che spesso vengono realizzate in accordo tra amici o parenti e dove la possibilità per uno solo di edificare un corpo separato aprirà un contenzioso, uno scontro che già abbiamo verificato in anni e anni, in diverse realtà.
E' un altro aspetto che vogliamo evidenziare e sottolineare, perché ne abbiamo conosciute e abbiamo conosciuto soprattutto le conseguenze conflittuali che si sono scatenate in queste situazioni, soprattutto intervenendo sull'armonia di tipologie che sono immagini, per certi versi qualitative, fortunatamente, del costruito nelle nostre città e nei nostri paesi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voglio partire dal ragionamento sviluppato dall'onorevole Cherchi. Presidente - mi rivolgo a lei, soprattutto - le chiedo di rivedere la composizione delle Commissioni, perché se prendiamo per buono il ragionamento dell'onorevole Cherchi io dovrei chiedere all'onorevole Zuncheddu di dimostrarmi di saper gestire una serra, essendo lei in Commissione agricoltura, all'onorevole Sechi dovremmo chiedere di dimostrarci di saper costruire un muretto a secco e all'onorevole Cherchi dovremmo chiedere, essendo lui in Commissione urbanistica e trasporti, la patente di volo, di pilota e di saper volare come un novello Icaro. Mi pare che non si possa accogliere il ragionamento che possano intervenire solo persone che abbiano una comprovata competenza accertata da titoli, dottorati di ricerca, master e specializzazioni nella materia.
Veniamo modestamente al tema. Assessore, circa i pilotis, è o non è uno stravolgimento architettonico dell'estetica, della tipologia, la chiusura dei pilotis? Se qualcuno ha ipotizzato edifici di quel tipo, immagino ci fosse una ragione, se c'è una tipologia architettonica, un modello di edificio che prevedeva i pilotis (come i portici un tempo), ci sarà stata pure una ragione. E' questa stessa modifica, questo stesso intervento un pregiudicare la tipologia architettonica. E poi, ha ragione, certo, ci mancherebbe, mica si può scavalcare addirittura la norma circa il numero minimo di parcheggi, ma noi sappiamo che i parcheggi minimi non sono sufficienti al numero delle auto presenti. Per questo motivo il nostro voto sarà favorevole, a quest'emendamento soppressivo del secondo comma.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 5 e 174.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti 5 e il 184, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Mario e Greco hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Capelli - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 16
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 105.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'eliminazione dalla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 di questa dicitura è proprio volta a dare quelle garanzie che invece la stesura di questo articolo non dà. Cioè, qualcuno deve spiegare perché al comma 3 si dice "Nell'ipotesi di cui alle lettere a) e c) del comma 2 si consegue anche il miglioramento della qualità archittetonica dell'intero edificio"? Perché "si consegue"? Deve essere conseguita e dimostrata perché così sennò ci si limita ad un semplice auspicio, e un auspicio legislativo, non a una condizione, e io la sfido a mostrare come nei nostri paesi le condizioni statiche dei nostri fabbricati siano idonee a sopportare un altro piano. La sfido!
Voglio vedere (se non è qualcuno che voglia rischiare la sua iscrizione all'albo), chi è che attesta con autocertificazione che la staticità... A L'Aquila questo sarebbe stato un fatto di una gravità enorme e anche Cagliari (con i suoi problemi, con il sottosuolo che va a "farsi benedire" creando voragini) non ci insegna niente, non ci insegna nulla. Di fronte all'onda travolgente del rilancio economico noi non riflettiamo su nulla! Il problema, infatti, non è solo la struttura, ma anche il sottosuolo e la capacità di offrire garanzie e di indicare ai costruttori precisi criteri, perché il problema della riqualificazione del patrimonio edilizio parte da queste considerazioni, non da altre considerazioni.
Ma che cosa ve ne importa? Cosa ve ne importa della sicurezza dei cittadini di fronte a queste contraddizioni, a questa mancanza assoluta di cautela? Questo è il punto grave. Ecco perché dobbiamo riflettere, perché io sul punto b) chiederò la votazione nominale perché risulti agli atti il nome di chi si assume la responsabilità di autorizzare interventi che non garantiscono la sicurezza, perché io non me l'assumo quella responsabilità, non me l'assumo e vorrei che consapevolmente chi se la vuole assumere lo dichiari apertamente. Io no, perché queste cose attengono alla civiltà e al progresso, ma anche alla prevenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, come in qualche modo avevo anticipato in sede di esame dell'emendamento precedente (l'emendamento precedente riguardava la soppressione complessiva, questo riguarda invece specificamente il riferimento a un passo della lettera a) del comma 2 dell'articolo 2), noi individuiamo nel passo che intendiamo sopprimere proprio un elemento di conflitto oltre che di scadimento della qualità architettonica del costruito. E' per questa ragione che ripeto la convinzione che questo è un aspetto che deve sparire dalla proposta di legge. Ed è per questo che voterò a favore dell'emendamento proposto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io chiaramente voterò a favore, il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore di quest'emendamento, ma vorrei continuare nel ragionamento intrapreso prima con l'assessore Asunis. Questo è un intervento, ripeto, che, al di là della tipologia a schiera delle zone turistiche, interessa la quasi totalità delle abitazioni dei piccoli e medi centri della Sardegna, e c'è un grosso pericolo.
Abbiamo avuto modo di verificare che c'è stata in questi ultimi anni, anche positivamente sostenuta dai provvedimenti governativi sugli sgravi fiscali legati alle ristrutturazioni delle prime abitazioni, una rincorsa positiva con un numero crescente di domande verso la ristrutturazione, l'ampliamento di edifici, soprattutto nei piccoli e medi centri, riguardanti le abitazioni mono o bifamiliari. Cosa è emerso da questo accentuato incremento di attività edilizia nei piccoli e medi centri anche della Sardegna? Che se non si effettuerà un controllo preciso dell'attività edificatoria di ampliamento e di ristrutturazione, i proprietari delle abitazioni ed i tecnici privati, ma anche quelli dei Comuni, corrono grossi rischi.
Io, perché sostengo la necessità di modificare questa norma relativa a sopraelevazioni, ampliamenti, eccetera? Perché mancano, caro Assessore, gli elementi di controllo tecnico pre, durante e post intervento, che sono la garanzia della regolarità di un'attività edilizia prudentemente gestita in un patrimonio edilizio che, siccome data per lo più agli anni '50-'60, non ha neanche le caratteristiche statiche per poter apportare ampliamenti, sopraelevazioni con un certo grado di prudenza.
Io ho avuto modo di verificare la ristrutturazione della vecchia casa di mio padre, una casa realizzata a fine anni '50, in blocchetti pieni costruiti sul posto. Mi immagino adesso con questa norma, senza la possibilità per il Comune di poter intervenire sulla verifica del progetto, senza nessuna dichiarazione...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, credo che il ragionamento che stava svolgendo l'onorevole Salis possa essere continuato perché effettivamente si pone un problema serio di valutazione delle conseguenze sulla staticità degli edifici. Per come il provvedimento è predisposto non mi sembra, infatti, che ci siano le condizioni perché questa garanzia si possa avere. E' vero che, specie nei comuni piccoli del centro, ci sono moltissimi fabbricati che potrebbero essere assoggettati a ulteriori ampliamenti in sopraelevazione se realizzati con progetti ben definiti.
Andare oltre queste situazioni, senza una preventiva verifica certa e certificata che si possa farle con la massima sicurezza credo sia rischioso. Non penso che per garantirci su questo fronte sia sufficiente ciò che prevede la norma, perché alla fine sarà di altri la responsabilità eventualmente tecnica, ma sarà nostra la responsabilità politica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento. Vorrei però aggiungere a quanto è stato affermato sulla stabilità delle sovraelevazioni, che esistono anche altre situazioni che rischiano di compromettere i centri storici e in modo particolare mi riferisco ai piani particolareggiati delle zone A. Sulla base di queste norme le abitazioni che sono all'interno e hanno meno di cinquant'anni, possono aumentare di volumetria, quindi sopraelevare.
Io non so se molti di voi conoscono o hanno visto cosa si studia quando si pianifica un intervento nei centri storici. Quando si fa l'esame del centro storico il problema principale è quello appunto di riordinare le altezze, i profili delle abitazioni. Infatti, in molti centri storici - lo dico con cognizione di causa perché a Guspini ho fatto il piano particolareggiato del centro storico - molte di queste case che hanno meno di cinquant'anni devono essere abbattute e riportate al livello del colmo delle altre abitazioni, questo per salvaguardare il centro storico. Mi chiedo che possibilità avrà il nostro centro storico di rispettare il suo habitat e quindi di cercare di ricucire questi strappi. Sarà impossibile, anzi c'è il rischio che ulteriori abitazioni che hanno meno di cinquant'anni superino i cosiddetti livelli di colmo studiati e quantificati per ricucire il centro storico. Mi immagino, laddove non ci sia neanche il piano urbanistico comunale, cosa potrebbe avvenire.
Ripeto, al di là della denuncia forte che ha presentato l'onorevole Sanna, nei nostri centri storici, spesso si è costruito senza effettuare i necessari calcoli statici affidando al capo mastro la realizzazione delle strutture e quindi con rischi davvero gravi. Occorre inoltre aggiungere che nei nostri centri storici sono presenti ancora le case a corte, molti pertanto, utilizzeranno i cortili interni per edificare ulteriormente, magari, per costruire le case del figlio distruggendo o alterando queste costruzioni caratteristiche della nostra terra.
Sono problemi importanti, quindi, mi chiedo perché non disciplinare meglio questi aspetti e salvare quel patrimonio storico che ci appartiene e di cui spesso parliamo. Basterebbero anche dei piccoli accorgimenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 105, su cui dichiaro il voto favorevole, affronta anche se parzialmente uno dei temi che sono stati sollevati, sia in sede di discussione generale, sia dai colleghi nel corso della discussione dell'articolo e dell'emendamento. In particolare: cosa succede quando i nuovi corpi di fabbrica, in ampliamento dei diversi piani o separati dal fabbricato principale, prevedono aumenti volumetrici e non si inseriscono in maniera armonica nel contesto urbanistico circostante? Possiamo capirne meglio le conseguenze se analizziamo questo punto anche alla luce di quanto prevede il comma 5.
Il comma 5. ci spiega che per queste tipologie edilizie uni e bifamiliari, gli interventi possono superare i limiti di altezza e di distanza fra pareti prospicienti e rapporti di copertura previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. Cioè sostanzialmente il disordine e il caos edilizio. Questo fatto non lo sottolinea il Partito Democratico, l'opposizione nel suo doveroso ruolo di denuncia, ma lo sottolinea in maniera certamente più efficace della mia il parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali che evidenzia molto chiaramente che la deroga agli strumenti urbanistici previsti (appunto quello che richiamavo sulle altezze), deve riguardare solo gli indici volumetrici ma non può riguardare le altezze e i distacchi dai confini altrimenti si produce disordine edilizio.
Quindi, io dovrei prevedere le deroghe volumetriche dove queste deroghe mi aiutino a riportare l'insieme a un tutto armonico; invece qui faccio il contrario:
Derogo alle altezze, derogo a quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti. Segnalo questo ai colleghi che ieri, magari distrattamente, non avevano notato questo aspetto. Forse anche il loro parere favorevole era legato al fatto che non avevano la consapevolezza di quello che potrebbe succedere. Allora, credo che su questo punto occorra un ripensamento e credo proprio che approvare questo emendamento ci aiuterebbe perlomeno a evitare che questo disordine si verifichi per le villette uni e bifamiliari.
(Non è approvato)
Passiamo agli emendamenti numero 6 e numero 175.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, siamo al punto b). Credo che sia quello più evidentemente inverosimile. Perché poter costruire senza che venga imposta, per le sopraelevazioni, una garanzia di sicurezza strutturale, l'obbligatorietà delle indagini geologiche?
Perché? Perché proprio il punto b deve essere escluso? Perché al comma 3 si fa riferimento solo alle lettere a) e c)? Qual'è la motivazione? E perché questa stranissima affermazione che non possono costituire unità immobiliari autonome? Perché questa preoccupazione, se non perché dietro questo punto sono gà preventivamente identificabili dei soggetti beneficiari?
Questo è un comma che coltiva un'indicazione puntuale che non ha un carattere generale astratto perché è troppo limitante. Perché se io devo costruire unità immobiliari non autonome posso solamente utilizzare l'ultimo piano che col piano inferiore costituirà un appartamento duplex; solo così rispetto questo requisito. E questo lo posso fare solo se ho il cantiere aperto, perché se ho già realizzato la copertura non mi conviene. Si tratta quindi di una norma delineata a soggetti ben precisi e bisogna quindi avere il coraggio di dire che quest'Aula si assume l'onere di approvare norme non dal carattere generale astratto.
Questa è la gravità, questa è la gravità che va denunciata e che noi denunceremo perché tutti gli indizi portano a questo.
Ora, siccome ci sono anche responsabilità sul piano legislativo, io chiedo al Capogruppo di chiedere su questo emendamento il voto nominale perché risulti agli atti, chi si assume la responsabilità di dare il via libera a interventi che non garantiscono la sicurezza statica e quindi la sicurezza dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, la preoccupazione che manifestava il collega, se andiamo a leggere il comma, è assolutamente fondata. Noi stiamo dicendo che nel caso di tipologie edilizie pluripiano nel solo rispetto della sagoma dell'edificio sono possibili adeguamenti e incrementi anche nel caso di proprietà frazionate, purché venga dimostrato mediante un progetto complessivo il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale. Qui si pongono varie domande. La prima è quella di carattere ingegneristico. Perché il progetto dovrebbe riguardare soltanto il prospetto? Certamente ci sono dei sovraccarichi, certamente dobbiamo capire se i lastrici che sono stati realizzati siano in grado di sopportare carichi statici superiori a quelli di lastrici solari normali. Qui non si fa cenno a un progetto di tipo ingegneristico che debba verificare la tenuta delle coperture. Io credo che questa legge avrà conseguenze anche penali. Non solo, infatti, è una legge illegittima in molte parti, ma addirittura prevede nozioni (come questa) a discapito della sicurezza dei singoli e delle famiglie. Ma poi si dice in maniera assolutamente sibillina che questi incrementi possono essere realizzati, purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte.
Allora qui la domanda è: mediante progetto realizzato da chi? Dimostrato a chi? Chi è che controlla che il progetto sia coerente? Attenzione, non stiamo parlando di aspetti banali! Assessore, capisco che lei sia pressato (spero a liberare cubature, spero stia lavorando per noi, cioè non ad esaudire altre richieste, oltre le molte che vi sono arrivate, perché qui vi è la tendenza ad accontentare tutti), però la domanda che le rivolgo sulla lettera B è la seguente: chi è che dà il via libera sulla coerenza? Perché mentre negli altri articoli si parla di una Commissione competente, qui non si capisce chi sia il soggetto. Cioè, qual è il soggetto che controlla che l'intervento sia coerente con l'insieme? Chi è il soggetto che certifica che non ci sono problemi di sicurezza e di carichi statici? Mi sembra che in mancanza di queste risposte, e per non aggiungere danno al danno, possiamo soltanto esprimere parere favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Siamo già in fase di dichiarazioni di voto. Non può essere chiesta la verifica del numero legale perché la votazione vale come verifica del numero legale.
Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Rinuncio!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Io intervengo perché le questioni che ha posto il collega Porcu - lo dico senza offesa, sapendo che è persona intelligente - mi pare che siano di lana caprina. Quando mai, infatti, un ingegnere, un geometra, un tecnico presenta un progetto, un elaborato, per un ampliamento, per una ristrutturazione, e non valuta preventivamente tutte le questioni tecniche cui lei faceva prima riferimento? O è una schiappa, e allora deve essere radiato dall'ordine, o altrimenti è chiaro che se responsabilità c'è se l'assumerà il tecnico. Che ha proceduto non conformemente alle regole della buona costruzione. Che problema c'è? Voi volete creare ulteriore burocrazia, qualche ulteriore sottoCommissione, che controlli, che verifichi, che allunghi la tempistica.
Da che mondo e mondo ci sono - ed è vero, e questo è un problema che dovrà far riflettere - ingegneri che non valutano e non effettuano bene i calcoli, ingegneri che probabilmente dovrebbero presentare, anche per la tutela del buon gusto, elaborati in sintonia e in armonia con i piani urbanistici ed edilizi dei comuni, ma tutto questo non si capisce perché si riversi su una norma che è chiara e che certamente non può prevedere aspetti che attengono alla responsabilità invece del tecnico che presenta il progetto di ampliamento.
Quindi, ecco perché dico che è una questione di lana caprina, e che come tale verrà liquidata con la sonora bocciatura di questi emendamenti, che mi pare non aiutino a migliorare, laddove ve ne fosse bisogno, il testo di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, ho seguito con grande attenzione le legittime indicazioni che provengono dai banchi dell'opposizione, credo però che, così come asserito dal collega Pittalis, che mi ha preceduto nell'intervento, stia alla professionalità di coloro i quali sono preposti a certificare la staticità degli edifici interessati dall'intervento di sopraelevazione e di ampliamento, e soprattutto alla professionalità di chi vigila su questo tipo di interventi (mi riferisco in modo particolare agli stessi comuni, agli enti locali, a tutte le autorità preposte), fare in modo che certi criteri vengano rispettati e vigilare affinché qualcuno, qualche furbetto, com'è capitato in passato, non certifichi cose non veritiere.
Vi parlo anche come Sindaco, alla luce della mia esperienza, credo che sia capitato a tutti, anche a coloro i quali sono intervenuti, anche all'onorevole Porcu magari, di sopraelevare una mansarda senza aver ottenuto le certificazioni necessarie. Questo può capitare a tutti, però quando si tratta di strutture di notevole importanza, e comunque di notevole altezza, credo che sia veramente da incoscienti non ricorrere ad un ingegnere abilitato, soprattutto a dei calcoli statici che tengano conto della reale consistenza della struttura e anche del tipo di materiale, di calcestruzzo e cemento armato, dei ferri soprattutto, utilizzato per la realizzazione. Presidente, con questo, voglio anche manifestare il voto contrario agli emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo solo per ricordare che le disposizioni che stiamo trattando non vanno in deroga alle disposizioni nazionali. Ricordo a tutti che a seguire dal 1971 tutte le disposizioni nel campo statico sono di competenza dello Stato italiano, e conseguentemente le disposizioni normative non possono essere eluse da chicchessia. Quindi nessun tecnico firmerà un atto in dispregio delle norme nazionali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare chiaramente il voto contrario sull'emendamento. Mi ha anche preceduto l'Assessore, ma credo che tutti i colleghi sappiano che, nonostante questa legge preveda la semplificazione della procedura, la responsabilità della realizzazione dell'opera rimane in capo al progettista. Non è concepibile che venga presentata una dichiarazione di inizio attività, senza a monte avere la copertura del progetto. Quindi qualsiasi tipo di attività subordinata è chiaro che farà riferimento allo stesso progettista, che si assumerà tutte le responsabilità di natura statica, di natura igienico-sanitaria, di rispetto delle distanze, ecc.
Credo che sia chiaro il fatto che comunque rimane in capo al professionista e al progettista qualsiasi tipo di responsabilità, così come rimane in capo a chi opera (quindi ai medici e a chi vive nel mondo della sanità), la responsabilità nei confronti del paziente che va a curare. In questo caso il paziente è il libero cittadino, e di conseguenza è normale che si rivolga ad uno studio tecnico, con professionisti abilitati e regolarmente iscritti all'albo professionale.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei aveva chiesto al suo Gruppo di chiedere l'appello nominale; lo mantiene o devo trasformare la richiesta dell'onorevole Salis in una semplice richiesta di votazione nominale?
SALIS (I.d.V.). No, Presidente, facciamo la votazione per appello nominale.
Votazione per appello nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale degli emendamenti numero 6 e 175. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.
Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello
(E' estratto il numero 24, corrispondente al nome del consigliere Dedoni.)
Prego il consigliere segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Dedoni.
MULAS, Segretario, procede all'appello.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 21
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione gli emendamenti numero 106 e 124.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con l'emendamento numero 106 si chiede la soppressione della lettera b). Io ho ascoltato la coraggiosa perorazione in difesa della professione, ovviamente so che si gioca nel campo politico però ritengo si debba restare sempre nei limiti della decenza. Se c'è una fattispecie che meriterebbe l'obbligatorietà della verifica statica e strutturale è esattamente quella degli edifici multipiano; improvvisamente questi invece sono immuni. E siccome nel comma 3 si dice che la certificazione della condizione statica è prevista per i punti a) e c), è del tutto evidente che per il punto b) non è obbligatoria. Poiché questa operazione interessa soprattutto immobiliaristi imprenditori che hanno alle dipendenze ingegneri, credete davvero che un dipendente ometta di preparare una variante in corso d'opera che non richiede nessuna certificazione? E per quale ragione, se è come dite voi, si omette dalla previsione legislativa il punto b)? Spiegatelo, ci sarà pure qualche ragione perché la b) cade, spiegatecelo! Guardate che non basta addentrarsi un po' nel sistema delle case per dire "la certificazione": quale certificazione?
STOCHINO (P.d.L.). L'agibilità!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lascia perdere l'agibilità che è una cosa diversa. Capisco la differenza tra agibilità e verifica statica, capisco la differenza, se mi consenti la capisco! Ho anche un po' studiato, non ero bravissimo ma ho un po' studiato, e quindi capisco la differenza e ti assicuro che la verifica statica non è, in questa fattispecie, obbligatoria e viene omessa, tant'è che tutto questo elenco di certificazioni che rendete obbligatorie al comma 3 non vale proprio (guarda un po'!), per gli edifici multipiano.
A una persona di buon senso e di normale intelligenza volete spiegare qual'è la ragione reale per cui, proprio per gli edifici multipiano, che sono quelli più delicati dal punto di vista della staticità e dall'elemento strutturale, non viene richiesta alcuna certificazione? Io la spiegazione ce l'ho, voi siete molto coraggiosi a dare una spiegazione tranquillamente però, di fatto, c'è una "chicca" particolare che rivela che non è come dite voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io, con tutti i dubbi espressi dal collega Gian Valerio Sanna, voterò contro questo emendamento, non me ne vogliano i colleghi, perché credo che l'emendamento faccia bene a riproporre il problema ma rischia, nell'ulteriore incertezza che si creerebbe, di aggravarlo. Perché, infatti, se andiamo a leggere il comma 2 lettera b) senza la parte che si prevede di emendare, viene fuori che non bisogna neanche proprio dimostrare il coerente inserimento mediante un progetto complessivo, e ripeto si parla di un progetto complessivo fa riferimento ad aspetti estetici, profili, non di documentazione che verifichi carichi statici dell'edificio oggetto delle trasformazioni.
Quindi rimane un vulnus, e rimane un vulnus anche perché, se questa conformità e coerenza non viene certificata dagli uffici tecnici comunali è facile prevederne le conseguenze sotto il profilo dell'armonia architettonica. Io vi invito ad andare in giro per i paesi della Sardegna dove tanti professionisti - ingegneri, geometri, architetti - si sono cimentati in edifici che certamente di coerente, di bello, di armonico niente hanno per la visione soggettiva che può avere ognuno di noi. Quindi, io credo che, visto che questa legge è già improntata al laissez faire, ad una deregolamentazione totale, i colleghi, pur avendo fatto bene a porre il problema, e quindi avendolo fatto certamente con una finalità meritoria, con questo emendamento rischiano anche di far saltare quell'obbligo minimo di dimostrare, non sappiamo ancora a chi o a che cosa, la coerenza del progetto. Potrebbe anche succedere che il singolo proprietario andasse avanti assolutamente per conto suo - piano pilotis o piano sopraelevato - creando, in un contesto già critico come quello che ho delineato, veramente un mostro urbanistico.
Quindi, il mio parere su questo emendamento è contrario ma invito eventualmente i colleghi a valutarne anche il ritiro, dopo averlo magari motivato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 106. Questo è un emendamento soppressivo parziale ma io voglio rassicurare i colleghi del centrodestra: noi voteremo i soppressivi parziali, i sostitutivi parziali, i soppressivi totali e i sostitutivi totali sempre all'unanimità per quanto riguarda il centrosinistra. E' vero, sono presenti diverse sensibilità, viviamo anche un momento, come P.D., difficile, abbiamo due segretari all'interno del nostro Gruppo, la sinistra ha i suoi problemi interni e quindi evolve in un partito nuovo, ma noi vi assicuriamo che interverremo su tutti gli emendamenti, e tutti gli emendamenti li voteremo con una linea unitaria.
Io non mi cimento a individuare, come ha fatto il collega Pittalis ieri, i gruppi e i sottogruppi: è difficile, siete tanti, siete molti gruppi, molte sensibilità, avete diversi riferimenti e avete anche diverse posizioni, a differenza di noi Moro amava dire che per le cose della politica ci vuole il tempo che ci vuole, noi questo tempo ce lo prenderemo tutto fino in fondo nella speranza di potervi fare ragionare, di aprire un ragionamento con voi, un confronto che sia teso a migliorare questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto contrario e per fare alcune riflessioni con l'onorevole ingegner Gian Valerio Sanna, che ricordo come Presidente della Provincia circa una decina di anni fa, fresco di professione e sicuramente più addentro alle norme. Onorevole Sanna, io prima le citavo la questione dell'agibilità perché quando si va a richiedere l'agibilità di un locale il certificato di agibilità comprende anche il certificato statico. Volevo leggere insieme a lei (perché sa, a volte uno può anche fraintendere, del resto io sono un po' ignorante in queste cose) che cosa è l'agibilità: l'agibilità è la certificazione che un edificio deve ottenere quando rispetta tutti i requisiti di legge che sono necessari per garantire alle persone di vivere in tutta sicurezza e in pieno confort nei locali. Il riferimento normativo è il testo unico per l'edilizia (DPR numero 380 del 2001).
Forse lei nel 2001 faceva già politica e aveva lasciato la professione. Comunque è una certificazione burocratica rilasciata dall'ufficio tecnico del comune dove il fabbricato si trova e non può essere emessa se non alla fine dei lavori di realizzazione o di ristrutturazione, dopo che un tecnico abilitato, in genere diverso dal progettista e dal direttore dei lavori, ha eseguito un collaudo ed ha certificato la sussistenza di tutti i criteri di legge. L'agibilità garantisce non soltanto le proporzioni minime dei locali e delle finestre, come il vecchio certificato di abitabilità, ma anche le altre condizioni quali la sicurezza statica dell'edificio e la sicurezza e il risparmio energetico degli impianti.
E allora, siccome questo si trova scritto in legge, o capisco male io oppure dobbiamo dire che i tecnici che andranno a certificare l'agibilità sono persone ignoranti che non hanno i requisiti di legge per fare l'ingegnere o l'architetto o qualsiasi altra forma professionale che possa certificare. Vogliamo dire quello? Lei vuol dire questo? Noi del centro destra e del P.d.L. non lo vogliamo dire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Magari ritorno a parlare di politica facendo eco al collega Sabatini che sottolineava che la sinistra ha problemi. E infatti confermo. Ce li ha, e sono problemi che vorremmo risolvere, anche se ci stiamo provando da qualche decennio. Però io spero che all'orizzonte si incominci ad intravedere qualche soluzione.
Ribadisco comunque che noi continuiamo nel sottolineare le incongruenze e le contraddizioni di questa legge. E siccome al quesito posto dal collega Gian Valerio Sanna non è stata data risposta, io posso anche in qualche modo accogliere l'invito del collega Stochino, che non mi ha convinto ma mi ha fatto riflettere. Pertanto: perché per esempio non accettare la proposta del collega Sanna e contemplare nello sviluppo dell'articolo oltre che i punti A e C anche il punto B, e mettendo così fine alle discussioni?
Siccome sappiamo che esiste una diversità di vedute e di posizioni e di ruolo all'interno dell'argomento che stiamo configurando tra gli imprenditori e i tecnici, e i tecnici sono alle dipendenze degli imprenditori, e siccome gli imprenditori non danno lardo ai cani, e quindi quando costruiscono un edificio sicuramente chiedono che il calcolo delle fondamenta venga fatto in relazione al volume che prevedono debba essere edificato sopra, l'osservazione fatta riguarda la possibilità di aumento volumetrico e quindi di carico su quel volume.
Quindi l'invito per rimanere sul piano del dialogo è quello di estendere anche al punto B l'attenzione che è stata rivolta al punto A e al punto C.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, ciò che diceva l'onorevole Stochino è vero: ci sono tutte queste procedure, tutti questi elementi. Il problema sa qual è, onorevole Stochino. E' che poi ci si scontra con la realtà dei fatti. Adesso le faccio un esempio, poi non me ne voglia l'onorevole Cherchi che mi accusa di essere cagliaritano, però posso anche parlare anche di Nuoro, ho girato un po', diciamo la mia vita non si esaurisce e non si è esaurita con Cagliari Pirri, Pirri Cagliari.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Digli che sei venuto anche ad Alghero.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ecco, si, si sono andato anche ad Alghero. In via Peschiera, a Cagliari, si è costruito secondo la legge; tutte le certificazioni sono presenti, ogni norma è stata rispettata: abitabilità, documentazione presentata in comune eccetera ecc. Tecnici, ingegneri e geometri immagino abbiano prodotto documentazione, avessero i titoli per certificare, eppure quelle case sono state costruite su una cavità che ha ceduto, tanto che gli abitanti di quella via non vivono più nella loro casa perché è a rischio crollo, e c'è una parte intera di un quartiere in pericolo.
Onorevole Stochino, ogni intervento sul lastrico solare comporta - perché lo abbiamo visto nei fatti - un assestamento dell'edificio. L'assestamento dell'edificio comporta che chi sta sopra potrà sopraelevare e costruire un appartamento in più, se ha i metri quadri in base alle percentuali da voi indicate, chi sta sotto invece avrà crepe, fenditure, cioè verrà compromesso (spero e mi auguro non la staticità, ci mancherebbe altro), sicuramente l'omogeneità, l'estetica, l'architettura e persino la tenuta di alcune strutture del palazzo come i pilastrini o i solai dove si formeranno crepe. E ciò si verificherà in qualsiasi appartamento o palazzo dove verranno messi sopra, di punto in bianco, a distanza di tanti anni dalla realizzazione, centinaia di chili in più.
Queste sono le preoccupazioni. Io non sono convinto che lei possa certificare che questo non accada. E per questo il voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor presidente, consiglieri, vedo che il dibattito in ordine alla lettera B non compresa all'interno del terzo comma dell'articolo 2 sta sollevando una quasi contrapposizione fra schieramenti. Signori, quella lettera non è stata inserita non per un disegno specifico, ma perché il suo contenuto è già previsto dalle regole ordinarie, perché peraltro negli edifici pluripiano che di norma usano strutture in cemento armato, come tutti quanti voi sapete, è pleonastica. Non voglio tediarvi, ma è chiaro che un tecnico con un plessimetro verifica le frecce dei solai, non voglio andare oltre.
Però, onde evitare che il dibattito in qualche modo ponga elementi di contrapposizione aggiuntivi, la Giunta regionale proporrà un emendamento orale in ordine al terzo comma dell'articolo 2. Preavviso pertanto l'Aula che proporrò anche l'inserimento della lettera B ad abundantiam.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Intervengo solo per una battuta, perché l'onorevole Stochino ha voluto rappresentare la grande considerazione e attenzione per l'ordine dei professionisti, dei tecnici, degli ingegneri rispetto ai quali noi ci rivolgiamo in accoglimento di quelle che sono state le loro osservazioni e le loro proposte. Nel documento che ci hanno voluto consegnare in Commissione sono loro che ci hanno sottolineato tale passaggio: "Si prevede l'ampliamento e la sovraelevazione degli edifici, ma non è previsto alcun tipo di indagine atto a verificare la sicurezza del sito, e ciò rappresenta una carenza". Osservazione che precedentemente avevano fatto i geologi, sottolineando che tale mancanza rappresentava una gravissima carenza della proposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo brevemente per riprendere un elemento che probabilmente è sfuggito all'onorevole Stochino.
E' in corso da almeno vent'anni una polemica da parte dell'ordine dei geologi, relativamente al fatto che la loro professionalità, indispensabile per una corretta e sicura gestione della politica urbanistica e edilizia di un territorio complesso, difficile, qual è quello italiano, cagliaritano in particolare, sardo in generale, venga spesso trascurata. Il problema della sicurezza edificatoria in Italia viene infatti affrontata un po', come dire, "all'amatriciana", fidandosi un po', come dice lei, leggendo la normativa. Non le sfuggirà che nel corso dell'ultimo terremoto a L'Aquila e in Abruzzo sono rimaste in piedi le vecchie case del centro storico di duecento anni fa, mentre sono cadute le case costruite vent'anni fa, e sono cadute, badi bene, soprattutto le case costruite dagli enti pubblici, dove fior di ingegneri, tecnici, architetti, eccetera, avevano certificato quello che lei, in maniera fideistica, ci ha letto. E lei, con questa fiducia berlusconiana che la pervade, a questa fiducia ci ha voluto richiamare. Bene, noi non ci fidiamo, io, quando si tratta di sicurezza delle persone, presumo che sia più intelligente, tra virgolette, nutrire una sana diffidenza.
Le faccio un altro esempio concreto, lo abbiamo letto tre, quattro giorni fa sulla stampa, non sto parlando di persone che vengono da altri mondi, sto parlando del costruttore edile di Capoterra, il Berlusconi di Capoterra lo chiamano, cioè l'imprenditore edile che costruiva in Sardegna ma aveva la sede legale nel Liechtenstein, ebbene, si è scoperto che aveva evaso una cifra pari a circa 400 milioni di euro. Ma personaggi di questo genere, che costruiscono centinaia, migliaia di metri cubi, lei pensa che si possano mettere lo scrupolo di verificare che tutto sia eseguito a regola d'arte se non c'è un controllo adeguato?
Io sono anche dell'avviso che uno possa essere liberista fino a un certo limite, ma non che sconfini nel fideismo eccessivo. Del resto non si tratta di questioni che riguardano la nostra sfera individuale e personale, ma di questioni di interesse pubblico.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 106 e 124.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 106 e 124, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Mariani - Solinas Christian.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Bruno.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 32
votanti 31
astenuti 2
maggioranza 16
favorevoli 2
contrari 28
Constatato la mancanza del numero legale, sospendo la seduta sino alle ore 13 e 10.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 39, viene ripresa alle ore 13 e 14.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 7 e 176, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 7 propone la soppressione della lettera c). Anche qui non sarebbe inopportuno aderire a questa proposta, per una ragione semplice, quanto scontata: anche la lettera c), colleghi, mostra ancora più chiaramente che dovrebbero essere fondamentalmente gli utilizzatori finali, diciamo così, di questa legge. Vedete, oggi le case a schiera fondamentalmente le fanno, nella casistica più pesante, o le cooperative o gli istituti autonomi, l'edilizia residenziale pubblica. Normalmente in quest'ultimo caso il sistema della proprietà è molto frazionato, perché ci sono famiglie che hanno riscattato la casa, famiglie che non la possono riscattare, e quindi nella stragrande maggioranza dei casi la proprietà non è di fatto ben stabilita. Nel caso delle cooperative, poi, il socio solitamente accende un mutuo che deve pagare per quindici vent'anni.
Dire, a questo punto, che gli interventi e gli adeguamenti debbano essere realizzati in tutte le unità, e sono ammessi purché venga predisposto un progetto complessivo con il coerente inserimento, significa solo una cosa: che se uno è proprietario e gli altri non lo sono, chi è proprietario non sarà così stupido da fare il progetto per gli altri e, se dovessero farlo insieme, dovrebbero mettere insieme tutti, anche coloro che non hanno intenzione o non hanno la possibilità di farlo. Per cui, questo grande impeto di sviluppo economico dell'edilizia, che dovrebbe nascere da qua, anche in questo caso dovrebbe riguardare esclusivamente coloro che hanno i cantieri aperti, perché, non avendo venduto, possono essere gli unici proprietari, e quindi possono fare i progetti di ampliamento coordinato, prima di vendere, e in una fase immediatamente propedeutica alla speculazione, per essere pratici.
Ora, qui controlliamo l'aspetto statico, lo vorrei dire a Stochino, il mondo è vario e per fortuna non ho bisogno di computer per capire come funziona il mondo, se uno ha vissuto un po', sa come funziona. Poi, si sa, di formazione tecnica ce n'è di differente al mondo; abbiamo visto in Italia gente che si è fabbricata titoli falsi. Si passa per l'università, poi c'è il Cepu, c'è di tutto! Io non è che mi spaventi molto del tipo di professionalità. So solo che l'agibilità l'hanno data anche in via Peschiera, però l'agibilità si mette sempre…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, credo che i temi che ha sollevato l'onorevole Gian Valerio Sanna sulla lettera c) del comma 2 dell'articolo 2 siano temi assolutamente rilevanti. Ma se aggiungiamo alle considerazioni del collega Sanna quanto ci assicurava l'Assessore circa il fatto che i cantieri aperti non saranno compresi, appare del tutto chiaro che la lettera c) diventa inutile. Mi sembra infatti che ci sia stato un impegno in Aula da parte dall'Assessore a intervenire con un emendamento per stabilire una data, cioè la data del 30 giugno.
Ma allora, se ci sarà una data che porrà di fatto una demarcazione tra quello che si considera patrimonio edilizio esistente e quello che è in corso d'opera (quindi data entro la quale deve essere rilasciata la concessione edilizia, deve essere dimostrato, il corretto completamento dei lavori, l'immobile deve essere correttamente accatastato), la lettera c) diventa inutile, pleonastica, proprio per le ragioni che ci richiamava l'onorevole Sanna, perché non sarà possibile materialmente mettere d'accordo tutti i soggetti proprietari di singole villette all'interno di una villetta a schiera, e sarà molto difficile (perché non credo che i costi dei progettisti siano costi nulli), che un singolo soggetto privato possa farsi carico di un onere e che dovrebbe riguardare il bene nel suo insieme.
Quindi, questo è un altro di quegli elementi della legge che ci porta a dire che non solo in molti casi è dannosa, certamente svilisce il nostro patrimonio urbanistico, certamente abbassa gli standard urbanistici ma, in questo caso, è del tutto inapplicabile, o è molto difficilmente applicabile. Per cui credo che l'emendamento vada nella direzione giusta perché comincia almeno a togliere quello che è del tutto inapplicabile e inutile per non sommare ai sardi false promesse alle promesse già fatte e non mantenute.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi consiglieri, intervengo per annunciare il mio voto favorevole e per rimarcare che sulla lettera c) del comma 2 è stata fatta una forzatura in Commissione. Il testo originario, infatti, prevedendo il termine "devono" anziché "possono" mi sembra che si basasse su un presupposto abbastanza ragionevole: permettere che il progetto complessivo rispettasse determinate caratteristiche urbanistiche e architettoniche. L'emendamento orale proposto dall'onorevole Stochino, invece apre la strada forse a una delle situazioni più obrobriose che si possano verificare: Lei si renderà conto che se in un complesso di 10 villette a schiera, un proprietario, pur con le difficoltà che ricordavano i colleghi Sanna e Porcu, avesse la volontà, la voglia e l'opportunità, di predisporre un progetto anche per l'intero compartimento a schiera, noi ci troveremo con un prospetto che presenterà magari un dente in avanti e un dente di lato; questo secondo me rischia davvero di dare spazio nelle nostre città e specialmente all'hinterland delle nostre città, dove esistono queste tipologie di abitazione, a situazioni veramente particolari.
Assessore, io la pregherei di ritornare alla proposta iniziale, che era una proposta sicuramente molto più seria e molto più coerente di questa. Pertanto le chiedo di porvi rimedio, magari dialogando ancora con la sua maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La giornata di domani, 3 ottobre, sarà celebrata in tutto il mondo come la giornata mondiale dell'habitat, noi anticipiamo i festeggiamenti con questa legge che abbiamo in discussione. Proponiamo la soppressione di questa lettera c) dell'articolo 2 perché è evidente che non è ispirata a un'attenzione a interessi generali, e non è un tipo di investimento garantito a tutti, come meglio di me ha evidenziato il collega Gian Valerio Sanna. Fra l'altro, ci sono anche aspetti che lasciano aperti troppi varchi alla discrezionalità.
Quando infatti si dice che gli incrementi di volumetria sono ammessi purché venga dimostrato, mediante progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare, noi chiediamo: venga dimostrato a chi? A noi? All'opinione pubblica? Immagino alle strutture tecniche dei comuni, all'ufficio tecnico dei comuni, ma non è precisato. Io credo che non possa essere accolta una norma che non specifica come e perché. Per questa ragione ne proponiamo la soppressione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento soppressivo della lettera c) del comma 2 dell'articolo 2 intervengo perché sono stato convinto dall'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha sottolineato, insieme agli altri colleghi, la difficoltà di realizzare questi interventi, laddove queste abitazioni, questi edifici (la tipologia a schiera, il lotto unitario) siano già abitati; difficoltà che invece non sussisterebbe essendoci un unico proprietario, nell'invenduto, nelle tipologie a schiera realizzate, e ancora da vendere. Per i singoli proprietari, infatti, sarà difficilissimo mettere d'accordo tutti.
Oltretutto, Assessore, molto spesso questa tipologia a schiera comporta che il primo piano sia abitato da una famiglia e il secondo piano da un'altra famiglia, ed essendo interventi al pianterreno, il beneficiario sarà colui che risiede al pianterreno, ovviamente. E quanto potrà aggiungere eliminando il giardino? Magari ci sarà anche la persona che abita al secondo piano, l'altro inquilino, proprietario che sarà contrario per questo intervento, così come potrà esserci una persona che ha acquistato quella tipologia di casa proprio per la presenza del giardino, per la presenza di un posto auto e non ha nessuna intenzione di privare se stesso e la propria famiglia del posto auto e del giardino. Mi pare, insomma, che questa norma sia di difficile attuazione per il singolo proprietario mentre sia di facile realizzazione per imprenditori, imprese che ancora devono vendere.
E allora la domanda si ripete: "a chi ci vogliamo rivolgere? Chi sono i destinatari? Ed è per questo, siccome non è chiaro né cosa accadrà, né chi saranno i destinatari, che dichiaro il voto favorevole alla soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signor Presidente, su questo argomento io non volevo intervenire, poi la discussione in aula mi ha in qualche modo stimolato. Non volevo intervenire perché mi rendo conto che sotto molti aspetti negli articoli ci sono dei passaggi tecnici. Intervengo su questo emendamento per esprimere il mio voto favorevole e parto da uno spunto.
Dai banchi della maggioranza più volte si è richiamata l'opposizione anche facendo riferimento al fatto che non tutti gli imprenditori sono di una parte politica, di entrambe le parti e non tutti i cementificatori, così come li definiva il Presidente della stessa Commissione, sono di una parte, perché di fronte a questa norma da un lato mi viene da sorridere pensando ai possibili effetti positivi, se penso in termini di imprenditore o se penso in termini anche della professione che svolgo, dall'altro invece rimango deluso, perché credo che si sia persa l'occasione per sostenere davvero la possibilità del raggiungimento di un sogno per tante famiglie, soprattutto quelle formate da giovani coppie, di realizzare l'obiettivo di poter avere la loro prima abitazione.
Voi avete giustificato questa norma dicendo che si tratta di disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio, io arrivo da una realtà che è la Gallura, che da tutti è conosciuta, per la sua dinamica, soprattutto sotto l'aspetto turistico, ma anche sotto l'aspetto edilizio, e vi assicuro che nelle varie amministrazioni comunali del nostro territorio non una, ma moltissime concessioni edilizie non sono state ritirate dalle imprese; evidentemente qualche motivazione sotto questo aspetto c'è.
Nell'emendamento si parla delle case a schiera. Io credo, così come ha detto qualche collega, che per le abitazioni a schiera già realizzate sia difficile trovare il consenso nell'ambito delle amministrazioni condominiali affinché si arrivi a predisporre un progetto unico e complessivo, mentre questo provvedimento probabilmente andrà a beneficio esclusivamente di quei cantieri i cui appartamenti non sono stati ancora acquistati o assegnati. Io credo che manchi comunque qualcosa a questo articolo; se riferito a case a schiera già esistenti il progetto complessivo, a mio modo di vedere, ha un senso se viene realizzato globalmente, perché il rischio potrebbe anche essere che si approvi un progetto complessivo e poi si lasci ad ogni singola unità, in relazione alla capacità economica di ogni singolo proprietario, la possibilità di realizzarlo, andando magari così a realizzare …
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 107.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Qualche collega lungimirante giustamente diceva, riconoscendo, Assessore, che non tutti i torti stanno da questa parte, che sarebbe persino necessario ipotizzare come uscire dall'inghippo di una norma che non porta nessun vantaggio e che, peraltro, è anche socialmente scorretta. Perché, vedete, nelle case a schiera c'è tantissima povera gente, gente che ha avuto, in sede di assegnazione, delle case che, come voi sapete, nascono e vengono assegnate con una metratura proporzionale al nucleo familiare che nel frattempo si è modificato. E siccome la mobilità degli alloggi non ha la tempestività dell'adeguamento delle famiglie, spesso le famiglie assegnatarie si trovano in una condizione di forte emergenza, cioè quattro o cinque persone devono vivere stipate in una casa di 65 metri quadri. Quelle sono le condizioni più drammatiche.
Se noi avessimo improntato questa norma ad un'ottica non di profitto - uso questo termine - ma più sociale saremmo pervenuti ad un'altra definizione di questo comma 5, altra definizione che magari si può ancora trovare modificandolo e consentendo al singolo di effettuare l'adeguamento in quota percentuale proporzionale alla metratura del suo alloggio e con l'onere, al primo che fa il progetto, di depositare la tipologia dell'intervento che resta vincolante per quelli che lo faranno dopo, per non privare al singolo la posssibilità di farlo e per dare anche agli altri la possibilità di trovarsi un indirizzo architettonico e urbanistico omogeneo che li vincoli.
Se avessimo scritto una norma del genere avrei capito che c'era anche un'attenzione sociale, ma, siccome è scritta così, mi sembra che ci sia solo un atteggiamento teso a far conseguire il profitto. E, badate, questo lo dico perché c'è un'arte, collega Stochino, che sta sopra la professionalità, e che si chiama semiotica: è la capacità di leggere i segni. Anche la politica si deve avvalere di questa capacità, così come la medicina e come tante altre arti. E la semiotica è un dono dell'uomo: c'è chi ce l'ha e c'è chi non ce l'ha.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io sostengo che la nostra linea, che può certamente raccogliere anche qualche segnale di fastidio tra i banchi della maggioranza, sia quella, forti della convinzione che nutriamo nei confronti di questa legge, di insistere e persistere sulla nostra azione di ridimensionamento degli aspetti contraddittori contenuti e perciò, visto che non è passato l'emendamento precedente, soppressivo dell'intero punto, proponiamo ora di eliminare quanto indicato nell'emendamento numero 107, su cui anticipo il voto favorevole.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 8 e 178, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Cambio discorso, non vi annoio più sulle questioni relative alle abitazioni a schiera.
L'emendamento numero 8 si propone la soppressione del comma 3 dell'articolo 2. Effettivamente questo è uno dei commi complessivamente più pericolosi. Come ho detto prima, seleziona i livelli di attenzione e di certificazione degli interventi che proponiamo in generale, ma poi è espresso in una maniera che, dal punto di vista legislativo, è anche un po' impropria. Cioè se noi diciamo "consegue" se non mettiamo chi lo deve verificare e in che cosa si sostanzia il miglioramento della qualità architettonica ci limitiamo ad un mero auspicio.
Quando è stato approvato il provvedimento di Berlusconi è stata pubblicata una bellissima fotografia di un palazzo cilindrico dove veniva simulata l'applicazione degli ampliamenti possibili con una cosa che usciva a destra e una a sinistra. Questi grandi architetti, che sono anche un po' fantasiosi, potrebbero sostenere che questi interventi hanno dato luogo a un miglioramento architettonico; dal punto di vista dell'apprezzamento comune invece è una grande porcheria. Se non fissiamo dei parametri di valutazione e soprattutto non stabiliamo chi li deve far osservare, rischiamo di restare solo a livello delle buone intenzioni. Perché è chiaro che ogni progettista sosterrà che la sua è la migliore soluzione architettonica. Ci vuole un controllo esterno.
L'altra questione che voglio sottolineare è l'attenzione alla normativa relativa al miglioramento delle prestazioni energetiche. Fare un riferimento astratto a questa normativa non serve a niente perché la normativa prevede una scala di graduazione dell'efficienza energetica e noi dovremmo poter identificare un obiettivo, cioè a quale livello di efficienza vogliamo arrivare. Ecco perché noi nella nostra proposta definiamo una percentuale entro la quale si realizza il miglioramento dell'efficienza e ci poniamo un obiettivo, un obiettivo che evidentemente, nella genericità dell'affermazione e del riferimento, non è contenuto in questo comma. Si rischia, pertanto, di conseguire un incremento della volumetria senza raggiungere neanche il risultato del miglioramento dell'efficienza energetica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Gli emendamenti numero 8 e 178 propongono l'abolizione del comma 3. Il comma 3, di fatto, offre un'ulteriore premialità volumetrica per riduzioni molto modeste del fabbisogno di energia primaria. Innanzitutto è deludente che il testo non preveda una riduzione del fabbisogno di energia primaria anche per le volumetrie che prevediamo in generale, quindi anche per il 20 per cento di base, e credo che un premio di volumetria ulteriore, che arriva al 30 per cento e che è del 50 per cento della volumetria base, per una riduzione così modesta, cioè del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria sia uno dei motivi che mi spinge a votare a favore dell'emendamento.
Come possiamo, infatti, prevedere incrementi così sostanziosi dal punto di vista volumetrico per dei risparmi così ridotti? E' uno di quegli aspetti della legge direi ingannevoli, perché per dare un senso a questa legge anche da un punto di vista ambientale, il presupposto del risparmio energetico sarebbe dovuto essere un presupposto per qualsiasi incremento volumetrico, anche quello del 20 per cento che qui invece è lasciato libero da questo tipo di obbligo. Se così fosse stato la nostra posizione sarebbe stata di accoglimento.
Certamente quanto ci ha detto in Aula, cioè che c'è la proposta di un emendamento orale per inserire anche la lettera b) ci conforta rispetto alla discussione che abbiamo avuto in quest'Aula, e noi accoglieremo quell'emendamento. Però forse possiamo risolvere il problema anche in qualche altro modo. Noi siamo infatti anche disponibili a stralciare l'aspetto che riguarda la sicurezza strutturale perché non è necessariamente ricompreso nel comma, quindi se questo emendamento dovesse essere approvato, ma ne dubito, noi comunque saremmo disponibili ad accogliere un emendamento che richiedesse la sicurezza strutturale anche per le tipologie di cui al punto b), cioè per l'edilizia pluripiano. Il mio voto è pertanto favorevole agli emendamenti numero 8 e 178.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 8, soppressivo del comma 3 dell'articolo 2, motiverò argomentando in questo modo: il termine stesso col quale inizia il comma 3 "incremento volumetrico" - per le ragioni esposte da altri colleghi e ribadite da noi in precedenza - non ci convince e sono quelle due stesse parole che determinano il voto contrario su questo articolo e favorevole all'emendamento soppressivo. Perché non abbiamo bisogno di "incrementi volumetrici", come abbiamo ripetuto altre volte; avremmo bisogno, invece, di recuperare gli immobili esistenti, recuperare il patrimonio edilizio pubblico e quello privato e dare una mano, in termini economici, a coloro che hanno intenzione di fare questo.
I Comuni sono in serie difficoltà nel gestire, mantenere e manutenere in modo ordinario e straordinario il loro patrimonio, sia che si tratti di edifici pubblici utilizzati, sia che si tratti, onorevoli colleghi, di edifici pubblici non utilizzati, purtroppo, proprio per il loro stato di degrado. In analoghe difficoltà si trovano anche i proprietari degli edifici privati non utilizzati (e sono tanti) presenti nei nostri centri storici, non utlizzati proprio per l'impossibilità finanziaria di molte famiglie di sistemare questi immobili.
L'altro elemento è quello dell'esclusione dal comma 3 della lettera b), come detto nel momento in cui abbiamo affrontato la lettera b), e cioè l'esclusione del miglioramento della qualità architettonica, della sicurezza strutturale e dell'accessibilità agli immobili per le volumetrie aggiuntive riguardanti la sopraelevazione di un solo piano o la chiusura deipilotis. E' chiaro che non si può rispettare quello che viene detto, ha fatto bene, probabilmente, l'Assessore a non inserirlo perché sarebbe stata una contraddizione. Come si può rispettare la sicurezza strutturale, il miglioramento e la qualità architettonica stravolgendo la qualità architettonica stessa di un edificio?
Per queste motivazioni annunciamo il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta di sopprimere questo comma nasce dal fatto che a fronte di una modestissima riduzione del fabbisogno di energia primaria si introduce un'eccessiva premialità in termini di incrementi volumetrici. Qualsiasi proprietario può effettuare interventi minimi per ottenere una riduzione del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria, senza ricorrere a sollecitazioni attraverso premialità. Noi pertanto intravediamo in ciò una sorta di ulteriore strumentalità, di cavillo per consentire un aumento volumetrico. Infine, così come ho sollecitato nel precedente intervento, richiamo l'Assessore a inserire la lettera b) come ha annunciato precedentemente qualora il comma rimanesse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo - ho già avuto modo di dirlo - intervenendo sull'articolo, che questo comma 3 meriti alcune riflessioni. Ho avuto già modo di dire che non condivido che il 20 per cento di incrementi volumetrici di cui si è parlato in precedenza non siano condizionati ad alcuna conseguenza positiva rispetto al fabbisogno energetico primario dell'edificio e che solo per l'ulteriore 10 per cento sussista questa condizione.
A parte la critica di fondo a questo concetto, io vorrei ulteriormente aggiungere che, le riduzioni del 15 per cento sono così irrisorie da poter determinare giochini poco edificanti anche da parte dei professionisti. Basta infatti che un fabbricato venga dichiarato con certe caratteristiche prima dell'intervento perché senza alcuna modifica si possa dichiarare successivamente che presenza delle caratteristiche migliori. Sarebbe più utile forse, e si presterebbe meno a possibili espedienti non edificanti, se la riduzione del fabbisogno energetico primario richiesto fosse, per esempio, del 45, 50 per cento. A quel punto l'intervento di ampliamento comporterebbe anche un impegnativo e significativo intervento di miglioramento della qualità complessiva.
Inoltre, io rivolgerei una domanda all'Assessore: la certificazione, almeno fino adesso, è prevista da parte dei tecnici progettisti o direttori dei lavori; credo che non sia sufficiente, forse sarebbe meglio individuare figure ad hoc che certifichino questo tipo di qualità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, Assessore, onorevoli colleghi, io credo che noi stiamo perdento una grande occasione perché, proprio per la nostra specificità di regione Sardegna, potremo puntualizzare meglio alcuni aspetti. Per sempio, quando si parla di qualità architettonica, forse scrivere qualcosa in più e impartire anche un indirizzo preciso sulle qualità architettoniche non sarebbe sbagliato. Ho accennato prima ai Piani particolari del centro storico dove oltre alle qualità abitative, si interviene anche sulla tipologia degli infissi, sulla tipologia delle soglie. Questa, secondo me, è un'occasione, anche per valorizzare le nostre risorse locali. Parlando di soglie potrei pensare al granito o ad altre specificità sarde. Quindi, perché non cogliere anche in questi passaggi, in questi momenti, l'occasione per una definizione più puntuale di questi aspetti?
Spesso le precisazioni sono troppo generiche e così accade che, per esempio, al legno, magari legno di castagno dei nostri boschi, venga affiancato l'elemento in PVC o in alluminio anodizzato. Questo avviene perché non c'è un piano dettagliato, per cui rischiamo che anche questi interventi, che pure possono essere utili per il nucleo familiare, distruggono un po' quell'armonia architettonica complessiva che invece si intende tutelare.
Anche sotto un altro aspetto, mi voglio rifare un po' alla nostra identità, se è vero com'è vero che questo Consiglio è il Consiglio della Regione autonoma della Sardegna, quindi con le sue peculiarità e le sue caratteristiche. Quando, per esempio, si parla di certificazione energetica è vero che si deve fare riferimento al decreto legislativo numero 192 del 1995, però qualcosa di più si può anche prevedere. Per esempio si potrebbe prevedere che oltre all'impianto GPL possano essere utilizzate anche delle coibentazioni, in lana di pecora che in Sardegna è largamente disponibile ed è considerata un rifiuto speciale. Qualche impresa in Sardegna sta cominciando a preparare quei pannelli, perché non prevedere pertanto anche questi?
In questo modo oltre che aiutare l'economia tradizionale si evita di sprecare risorse, perché la lana viene considerata materiale speciale quindi bisogna pagare per poterla smaltire. Sarebbe oltrettutto un contributo all'economia in generale e non un intervento limitato al settore dell'edilizia.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 8 e numero 178.
Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 9, 116 e 179.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 9, 116 e 179.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Salis e Sechi hanno votato a favore e che il consigliere Giacomo Sanna ha votato contro
Rispondono sì i consiglieri: Cucca - Mariani - Moriconi - Salis - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 7
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 108.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 108 riguarda il comma 4 e specifica di fatto che non si possa in qualche modo intaccare quella fascia preziosa compresa tra i 300 e i 2000 metri dalla linea di battigia permettendo gli adeguamenti volumetrici di cui al comma 3. Sostanzialmente il comma 4 quindi riguarda la fascia immediatamente limitrofa, vicina alla fascia costiera, che è comunque pregiata. Quello della fascia, peraltro, è un concetto che noi, che tutti noi, questo Parlamento, la Commissione competente, avevano superato con le linee guida e con le norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico sostituendo il concetto di zona con quello di ambito omogeneo. Sfido, del resto, chiunque a capire che cos'è la fascia dei 300 metri dalla linea della battigia in presenza di inondazioni, in presenza di mareggiate, in presenza di fenomeni come quelli che si sono verificati in questi giorni nella spiaggia di San Teodoro.
Quindi io credo che faccia bene questo emendamento a colpire questa dizione che non è più attuale: non si può parlare di zone ma di ambiti omogenei. Il concetto di zone è un concetto che per i geologi è superato e introduce comunque il principio che anche in fasce a ridosso di una fascia certamente pregiata, anche se non definibile semplicemente in termini metrici si possano prevedere incrementi volumetrici di una certa rilevanza.
Per questo dichiaro il voto favorevole a questo emendamento e auspico su questo argomento una riflessione più approfondita da parte di questa Aula, perché stiamo affrontando una materia che riguarda tutti noi, tutti i sardi e credo che prevedere aumenti volumetrici così...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, intervengo solo per dichiarare che noi siamo sostenitori di un'attenzione identica a quella riservata ai 300 metri anche per la fascia costiera che va sino ai 2000 metri, ed è per questo che proponiamo la soppressione di questa parte del comma dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che per una fascia di territorio compresa fra i 300 metri e i 2000 metri, seppure non presenti le stesse esigenze di tutela della fascia dei 300 metri, vada impostato un ragionamento di possibili interventi che non può essere incluso in un provvedimento con caratteristiche contingenti e urgenti e straordinarie come quelle del provvedimento che stiamo discutendo. Per cui credo che un tema così delicato possa essere oggetto di ragionamento solo mettendo in discussione, quando se ne parlerà dal punto di vista urbanistico, tutta la tematica, e vedendo con maggiore attenzione cosa e dove può essere fatto. Diversamente un intervento in questo contesto rischia di essere un intervento assolutamente inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Oggettivamente questo è un intervento in una fascia di grande importanza per noi e per la nostra Isola che merita grande attenzione. Io volevo ricordare come in altre leggi, anche importanti come quella del Trentino, che è una legge scritta bene, una legge che è tata giudicata positivamente; le loro zone più preziose (che per loro sono quelle alberate vicino ai boschi) siano tutelate in maniera molto attenta e molto adeguata.
Adesso è chiaro che questa è una fascia che oggettivamente è un po' meno importante della fascia dei 300 metri, però ugualmente è una fascia che merita attenzione, un'attenzione che probabilmente poteva essere rimandata a un documento più completo come ad esempio la legge urbanistica. Ci vuole comunque grande riflessione e grande attenzione su questo tema, anche perché tanto è già stato fatto e tanti errori sono stati già commessi. Quindi, all'Assessore, alla maggioranza, rivolgo un invito a verificare con attenzione la portata di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, mi rivolgo sempre a lei, ovviamente. Lei ci ha ricordato più volte, in questi giorni di discussione, con serafica pazienza, che il vostro intervento è volto innanzitutto ad affrontare e risolvere un disagio abitativo, e infatti avete individuato diverse tipologie edilizie nelle quali consentire l'aumento della cubatura: case monofamiliari, bifamiliari, pluripiano, villette a schiera, eccetera. Noi non siamo stati d'accordo, abbiamo avanzato le nostre proposte, però ammettiamo pure che tra i proprietari di queste tipologie ci possa essere un disagio abitativo, spiegateci almeno qual è il disagio abitativo delle costruzioni presenti in una fascia sensibile come questa.
Stiamo infatti parlando quasi esclusivamente di seconde abitazioni, e comunque stiamo parlando di abitazioni che, viva Dio, chi ha avuto la fortuna di poterle costruire in una fascia così sensibile non credo che oggi patisca un particolare disagio abitativo, a meno che non voglia speculare. Io davvero la invito, Assessore, su una questione delicata come questa, a soprassedere, e rimandare una decisione e un intendimento, così importante per la fascia in cui si colloca, ad una discussione organica, perché ritengo che sia materia che debba essere affrontata in sede di rivisitazione della legge urbanistica.
La prego, Assessore, qui stiamo parlando di un'area veramente sensibile, che può modificare, ripeto, anche il paesaggio e la fruibilità del paesaggio stesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, per rafforzare l'ultimo passaggio anche dell'onorevole Diana, volevo ricordare a tutti noi che in Sardegna, intorno agli anni 60-70, iniziarono le prime edificazioni lungo i litorali. Io mi soffermo - ma credo che il problema riguardi un po' tutta la Sardegna - sul mio territorio, la Marina di Arbus, ovverossia Gutturu 'e Flumini, Flumentorgiu, Porto Palma, che sono agglomerati sorti spontaneamente, senza un Piano regolatore. Si incominciava a frequentare il mare, e i Comuni rilasciavano le prime concessioni edilizie. Le abitazioni sorgevano rapportandosi in linea di massima con il tecnico del comune, che tracciava le linee guida, che erano appunto le strade principali, attorno alle quali queste nascevano. Si trattava di strutture anche modeste, costruite con materiali non propriamente di pregio, perché erano case destinate ad essere utilizzate solo 15 giorni per il mare.
Ecco quindi perché anch'io voto in favore dell'emendamento: più che altro perché si presti attenzione a questi agglomerati, che rischiano di esplodere, perché erano stati pensati esclusivamente per ospitare per quei 15 giorni, un mese all'anno, le nostre comunità che si recavano al mare, quindi costruiti senza grandi infrastrutture, tant'è che ancora oggi mancano i cosiddetti depuratori, manca l'acqua, si usano ancora le cisterne. Si tratta di una situazione che andrebbe invece recuperata nel suo complesso, con linee guida ordinate, concedendo volumetrie sulla base delle esigenze di una ricucitura di quegli agglomerati - che possono anche essere resi accettabili, e fanno parte della nostra storia regionale, che appunto scopre in quegli anni il mare, costruisce in maniera disordinata - prevedendo un piano per recuperarli.
Quindi andrebbe inserita una norma che classificasse questi nuclei abitativi e che tendesse a recuperarli rendendoli non eccessivamente stridenti col contesto di questi paesaggi, peraltro molto belli, che vengono feriti da abitazioni molto modeste, spesso incomplete e senza tinteggiatura.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamento numero 10, 121 e 181, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, ho già avuto modo di intervenire su questo punto. Noi sosteniamo con forza e con determinazione la nostra proposta di sopprimere questo comma. Mi rivolgo in modo particolare agli amministratori locali, a chi ha esperienza diretta in merito a vicende come queste: che cosa comporterebbe il superamento delle altezze e della distanza tra le pareti prospicienti?
Ho detto l'altro giorno: questo è forse l'elemento di maggiore conflittualità tra condomini, vicini di casa, e quant'altro. Io credo che questo comma non sia utile assolutamente nemmeno per il conseguimento di quell'obiettivo che è stato più volte richiamato, che è il rilancio, il sostegno all'economia, attraverso la crescita del settore edilizio. Io credo che questa sia una delle norme meno opportune e più invasive tra quelle contenute all'interno della legge. E' per questo che, con convinzione, ne sosteniamo la soppressione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Questo e il successivo sono due commi che meritano ancora una riflessione. Io poi non interverrò su molti degli emendamenti presenti all'articolo 2 perché credo che i temi in essi contenuti siano stati sufficientemente trattati, i messaggi siano stati rinviati, i problemi sollevati, e credo che dobbiate assumervi pienamente la responsabilità di un provvedimento di legge che conta molte manchevolezze, che presenta pericoli anche per le persone, che tralascia problemi di sicurezza strutturale, che è destinato a generare conflitti tra famiglie e famiglie, tra terreni confinanti. Però credo che il nostro dovere sia quello della denuncia, sia quello di sottolineare queste manchevolezze.
Sappiamo bene che non possiamo andare oltre, la nostra è una responsabilità democratica, che svolgiamo serenamente, sapendo che oggi avete la forza dei numeri. Numeri che, ci ricordava anche il Capogruppo del P.d.L., dovrebbero permettervi una specie di affrancamento rispetto a qualsiasi giudizio popolare successivo al voto. Noi invece crediamo che non sia così, e crediamo che le responsabilità gravi, implicite nell'approvare un provvedimento così miope e così generalizzato, ricadranno su di voi, e le persone, la nostra comunità, ne sapranno tenere conto.
Il tema contenuto nel comma 5, di cui proponiamo l'abrogazione, è uno di quei temi che genereranno certamente contenzioso, che genereranno certamente un degrado dal punto di vista urbanistico. Derogare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti, previsti dagli strumenti urbanistici, è un'operazione inconcepibile, il cui risultato è scontato, è quello del degrado e del contenzioso, perché non si vede proprio come potranno essere fatti salvi i diritti dei terzi, relativamente al valore complessivo del bene. Quindi il nostro voto sull'emendamento sarà favorevole, fermo restando che, anche se verrà respinto, la responsabilità delle conseguenze della sopravvivenza di questo comma ricadranno ancora di più sulle vostre spalle.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, torno in maniera quasi ossessiva sui compiti degli uffici tecnici comunali. Il collega onorevole Daniele Cocco, sindaco di Bottidda, ha a disposizione nel suo ufficio tecnico (prendo lui come riferimento, vale per centinaia di comuni della Sardegna) un geometra e, quando le disponibilità di bilancio glie lo permettono, un secondo geometra part-time. Allora io chiedo: ma questo comma quinto, l'avete fatto pensando al capo dell'ufficio tecnico del comune di Bottidda e degli altri comuni? Cioè le deroghe alle distanze fra i confini, le deroghe alle altezze, le deroghe a tutto quello che è possibile derogare le avete decise pensando che questo possa aiutare veramente il lavoro degli uffici tecnici comunali, che possa dare un sollievo all'ansia costruttiva che sembra promanare da questo provvedimento?
Vede, io non riesco a capire quale sia la ratio che possa muovere persone che prese singolarmente considero delle ottime persone, a votare un provvedimento quale quello del comma 5, che per me è assolutamente improponibile. Tra l'altro sono presenti anche diverse contraddizioni perché prima si prevede che gli adeguamenti e gli incrementi previsti ai commi 1,2,3 "possano superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti"e poi si dice - oltre che i rapporti di copertura ecc. - "sono comunque fatti salvi i diritti dei terzi".
Ma cosa vuol dire? Se io derogo alla distanza dei 4 metri dal confine che mi separa dal mio vicino, quali sono i diritti dei terzi che sono fatti salvi? E allora perché mi fate credere che io possa derogare a queste distanze? Sinceramente non riesco a comprendere; mi farebbe molto piacere che queste domande avessero una risposta sensata, non una risposta fideistica, una risposta sensata. Altrimenti tra un po' sarò costretto a prendermi a coltellate con il mio vicino perché se penso che posso derogare ai limiti delle distanze e lui pensa di poter far salvi i suoi diritti il conflitto sarà inevitabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, voglio portare un'altra ulteriore riflessione per rafforzare questa scelta di votare a favore di questo emendamento, non fosse altro perché si è parlato in questi giorni delle consultazioni. Io ho avuto modo di dire che in questa fattispecie i comuni non dovevano essere solo ascoltati ma dovevano essere interrogati alla presenza dei rappresentanti degli uffici tecnici, perché le problematiche di cui hanno parlato i colleghi sono problematiche che si scatenano all'interno degli uffici tecnici. Il fatto poi che si dica nel dispositivo "sono comunque fatti salvi i diritti di terzi" non significa nulla perché ogni concessione edilizia che l'ufficio tecnico rilascia è rilasciata salvo i diritti di terzi. Questo però non cambia nulla alle problematicità che nascono nei rapporti tra i confinanti.
Quest'articolo andava davvero soppesato e soppesato pienamente, non con la semplice audizione sui bisogni generali dei comuni ma interrogando i comuni per capire quali fossero le reali problematiche e quindi costruire una legge che andasse incontro alle tematiche comunali che non di rado impegnano gli uffici tecnici in discussioni lunghe e pesanti che poi spesso sfociano anche in contenziosi giudiziari che coinvolgono anche gli stessi uffici tecnici accusati di parzialità o di atteggiamenti di favoritismo nei confronti dell'uno o dell'altro.
Quindi non basta consultare i comuni, bisogna interrogarli e coinvolgerli. Peraltro la normativa nazionale prevede che gli accordi si stipulino tra Regione e comuni, in maniera paritetica, non in maniera subalterna. Non decide la Regione per i comuni ma decidono assieme perché il titolo V della Costituzione colloca questi enti in posizione non più subordinata, quindi quest'articolo andrebbe rivisto se non soppresso. Rivedetelo con attenzione, con molta, molta attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Assessore, può essere che lei abbia una risposta esaustiva, però io ho l'impressione che il comma 5 se non ritirato trasformerà alcuni quartieri delle nostre città, ma anche alcuni paesi, in una sorta di casbah.
Voi state derogando alle altezze, alle distanze tra i muri prospicienti, cioè autorizzate ognuno a fare quello che vuole. C'è anche il rischio che chi possa arrivare per primo possa negare un diritto che non dovrebbe comunque avere a chi arriva secondo. A me pare che questa sia una materia delicatissima, e che questo comune rischi di innescare delle liti. Del resto noi siamo un popolo abbastanza litigioso, ce l'abbiamo quasi nel nostro patrimonio genetico, in particolare in materia civile; i tribunali sono intasati da cause civili proprio su questa materia. Non mi pare, tra l'altro, che in questo comma, Assessore, ci sia una risposta a quel disagio abitativo che dite di voler alleviare. Non capisco come si possa conseguire questo obiettivo superando i limiti di altezza e distanza tra i muri prospicienti.
Qual è la ratio, qual è la ragione per cui davvero introducete questo ulteriore elemento di deregolamentazione? Non riesco, anche sforzandomi, a inserire questo comma nella filosofia complessiva del vostro disegno di legge. La prego, davvero, se c'è un minimo di fondatezza in quello che sto dicendo, di rivedere complessivamente questa parte, che è suscettibile di creare condizioni di conflittualità grave per tutti.
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
All'emendamento numero 351 era stato preannunciato dalla Giunta un emendamento orale il cui testo è in distribuzione.
Ha domandato di parlare l'Assessoredegli enti locali, finanze ed urbanistica.
Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Così come preannunciato già da ieri, la Giunta sta presentando un emendamento orale all'articolo 2, primo comma, per l'introduzione di un limite temporale, in ordine alle volumetrie esistenti che potranno in qualche modo usufruire degli incrementi volumetrici. Nell'emendamento si precisa che "per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data del 30 giugno 2009".
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta di emendamento orale dell'Assessore Asunis è accolta.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 397.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Stavo rileggendo, Assessore, il comma 4: mi punge vaghezza - diceva un mio vecchio professore di matematica - che ci sia un errore!
Le due fasce sono: dai 300 ai 2000 metri per le coste della Sardegna, e dai 150 ai 1000 metri per le isole minori. Nel testo del comma 4 manca proprio il riferimento a queste ultime.
PRESIDENTE. Ma adesso siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 397 che si riferisce al comma 1 dell'articolo 2.
SALIS (I.d.V.). Chiedo comunque all'Assessore di verificare se la mia osservazione è fondata o meno.
PRESIDENTE. Va bene, se lei però la ripropone in sede di votazione del comma 4.
(Non è approvato)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento numero 170…
PRESIDENTE. No, siamo già al numero 172 che è stato già votato.
SALIS (I.d.V.). Lo so, però lei è andata velocissima e glielo abbiamo consentito…
PRESIDENTE. Se è per la questione che ha posto…
SALIS (I.d.V.). La prego di tirare un po' il freno a mano e tornare sul "170" perché su questo emendamento l'Assessore aveva annunciato, se non ricordo male, una proposta di intervento della Giunta.
PRESIDENTE. Sì, ma in ogni caso lo possiamo vedere in sede di votazione del testo dell'articolo. Le proposte di emendamento orale possono essere presentate al testo dell'articolo.
SALIS (I.d.V.). D'accordo.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 352. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 353. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 354. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento 354…
PRESIDENTE. L'abbiamo già votato, però, onorevole Salis, può intervenire nel corso della votazione del testo dell'articolo.
SALIS (I.d.V.). Volevo chiedere un chiarimento.
PRESIDENTE. Chieda il chiarimento però è stato già votato.
SALIS (I.d.V.). Assessore, questa "certificazione energetica rilasciata da un tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo…" è valida essenzialmente per quel che riguarda le misure di contenimento energetico ma non c'è alcun riferimento alla necessità di intervenire per quel che riguarda i controlli di carattere edilizio sui fabbricati che è ciò che noi ripetutamente abbiamo richiesto. Cioè, prendiamo atto che non esiste questo controllo, e soprattutto - ma poi magari lo rivedremo nel prosieguo della discussione anche sugli altri articoli - non esiste niente relativamente al fatto che le imprese siano anche, tra virgolette, costrette, tramite il DURC o qualcosa di simile, a dichiarare l'assicurazione obbligatoria nei confronti dei lavoratori che vengono utilizzati in queste attività edilizie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, in riferimento a questo aspetto specifico, mi riservo di predisporre e presentare all'attenzione dell'Aula, inserendola in un articolo successivo, una disposizione che consenta di utilizzare la medesima modalità che viene prevista dallo Stato italiano per l'ottenimento dello scorporo in riferimento agli oneri sopportati per la manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di evitare, per quanto possibile, che, attraverso l'applicazione della norma, ci sia un'elusione in ordine al pagamento, e quindi alla fatturazione stessa delle opere.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo ora al testo dell'articolo 2. C'erano delle proposte di emendamento orale.
Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il tenore dell'emendamento orale è il seguente: Articolo 2, comma 3, al terzo periodo, dopo le parole "lettera a)" è aggiunta la lettera b). La portata dell'emendamento orale è quella di chiarire ulteriormente quegli aspetti che sono stati sollevati da parte dei consiglieri durante il dibattito.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni metto in votazione il testo dell'articolo…
PLANETTA (P.S.d'Az). No, Presidente, Può farci vedere cosa ha scritto?
PRESIDENTE. C'è un'altra proposta di emendamento orale.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. E' un emendamento orale sempre all'articolo 2, sostitutivo parziale. Trattasi di emendamento all'emendamento numero 357…
PRESIDENTE. L'emendamento numero 357 è stato già votato, può presentare un emendamento al testo dell'articolo.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Pensavo al testo dell'articolo rivisitato.
PRESIDENTE. Sì, certo, sulla base degli emendamenti che sono stati però approvati, perché quelli che sono stati bocciati ovviamente non si possono emendare ulteriormente.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Grazie, la mia non frequentazione dell'Aula e non conoscenza del Regolamento alla fine mi porta a commettere degli errori di natura lessicale.
Sto presentando un emendamento all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto 3: chiedo la sostituzione della frase "e rispetti le distanze e i distacchi previsti dalla strumentazione urbanistica vigente" con la frase "e che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici".
Esplicito la portata dell'emendamento. Le disposizioni contenute nel comma successivo, sempre del medesimo articolo, già identificano la tematica relativa alle distanze tra pareti. La Giunta ritiene che debba essere ulteriormente puntualizzato che nelle attività di ampliamento non vengano modificati i fili fissi esterni del fabbricato rispetto agli spazi pubblici. E con spazi pubblici chiaramente intendo la viabilità e le aree destinate a servizi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, semplicemente per esprimere l'apprezzamento nei confronti della proposta dell'emendativa dell'Assessore. Personalmente la intendo come una grande apertura anche rispetto a tutte le sottolineature che abbiamo fatto noi su questi temi. Certo ce ne sono altre da mettere sotto la lente di ingrandimento, ma se questo è un primo segnale positivo credo che possa essere di buon auspicio anche per il prosieguo della discussione.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Meloni, quindi possiamo già procedere o dobbiamo attendere che...
Ha domandato il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S. d'Az.). No, consente anche qui nei piani intermedi la chiusura dei vuoti esistenti?
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La chiusura dei vuoti è prevista. La finalità dell'emendamento, che io ho presentato, è quella di evitare che sulle parti antistanti gli spazi pubblici ci possa essere un'ipotesi di incremento volumetrico in avanzamento rispetto a quello che è il perimetro fisico o la proiezione del fabbricato al suolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Se ho capito bene, questo vuol dire, esasperando la proposta, Assessore, o esasperando l'applicazione della sua proposta, che sarebbero impedite le chiusure dei portici di via Roma?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Assessore, le chiedo un chiarimento circa questo emendamento orale che mi pare abbia accolto i nostri suggerimenti. Non è del tutto inutile quindi intervenire, porre problemi e questioni, dubbi e incertezze.
Il problema che le pongo è se il divieto contenuto nell'emendamento orale si estende anche ai prospetti principali delle facciate. Questo perché lo chiedo? Di fronte ad una piazza, ad uno spazio pubblico di una certa importanza, la mancata estensione del divieto determinerebbe un impatto che cambierebbe anche l'omogeneità in quel caso non del singolo edificio ma l'omogeneità complessiva urbanistica di un insieme di edifici che compongono ad esempio la piazza. Non so se in termini tecnici (immagino di no) ho reso l'idea circa il dubbio e la richiesta di chiarimento.
Il secondo chiarimento che intendo chiedere riguarda l'aspetto che ha illustrato l'onorevole Planetta sui lotti interclusi. Mi pare, infatti, che lei non abbia risposto a questo dubbio posto dal collega Planetta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Allora nella disciplina urbanistica - io mi scuso perché uso terminologie che forse non aiutano la comprensione - non esistono facciate principali, le facciate sono tutte facciate, uguali. Ci sono le facciate che sono prospicienti gli spazi pubblici che forse nel linguaggio comune vengono identificate come facciate principali. Se sono queste quelle alle quali lei si sta riferendo, la portata dell'emendamento è quella di evitare che gli incrementi volumetrici possano fuoriuscire dall'ingombro complessivo del fabbricato e quindi creare, anche nei confronti di quell'esempio che facevo della piazza, quegli elementi inclusivi che in qualche modo possono generare conflittualità sotto il profilo anche prospettico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Volevo solo chiedere se l'emendamento orale proposto dall'Assessorese riguarda anche, visto che ne avevamo parlato prima, le case a schiera, considerato che hanno solitamente una linea prospiciente sulla via e un retro.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'emendamento è riferito ad un comma specifico, il comma specifico attiene agli immobili pluri piano.
(E' approvato)
(Non sono approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 414. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sì, signora Presidente, io ho schiacciato il pulsante di prenotazione sull'emendamento numero 414 per intervenire sull'emendamento numero 415, ella è stata così veloce ad arrivare fino all'emendamento numero 355...
PRESIDENTE. Adesso è in votazione l'emendamento numero 355.
SALIS (I.d.V.). Sul condono edilizio, sulle abitazioni, sulle volumetrie, sui prospetti e quant'altro ci vogliamo aggiungere, oggetto di condono edilizio, noi vorremmo rispettare l'impegno preso per chiudere questo pomeriggio alle quattro, ma ci sarebbe da discutere.
Io chiedo all'Assessore se su questo argomento, degli edifici già oggetto di condono edilizio nei precedenti dispositivi di legge, che hanno portato ai condoni, è possibile intervenire successivamente, altrimenti chiedo di poter intervenire adesso.
Però mi rimetto anche alla decisione assunta dai Capigruppo di non voler allungare il brodo stasera, anche se è un elemento talmente importante e un argomento talmente rilevante che chiederei l'assenso della Giunta e degli autorevoli rappresentanti dell'opposizione per poter fare un'ulteriore riflessione su questo punto, ripeto, molto importante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Annuncio il nostro voto contrario sull'emendamento numero 355, perché con esso si ripristina il testo originale della Giunta vanificando ciò che la stessa Commissione all'unanimità aveva proposto.
Per noi resta una battaglia che viene da molto lontano. Noi riteniamo che permettere un incremento di cubatura nei 300 metri dalla linea di battigia non possa aiutare nel modo più assoluto. Un incremento del 10 per cento delle volumetrie è quasi irrisorio dal punto di vista dei benefici residenziali e il fatto di realizzarlo nei 300 metri pensavo che, anche come opportunità di carattere politico, non dovesse ritornare in auge. Vedo che sta ritornando in auge, ciò non inficia il rapporto di collaborazione del Partito Sardo d'Azione all'interno della coalizione, ma credo che il distinguo in una battaglia storica che noi stiamo conducendo da sempre, debba pur restare. Pertanto manifestiamo il nostro dissenso per la riproposizione di questo emendamento numero 355. Io credo che ci fossero, anzi penso, senz'altro, ci fossero i presupposti perché quella fascia dovesse essere ulteriormente salvaguardata. Avremo comunque modo di parlare successivamente degli altri motivi di ampliamento della fascia stessa per settori diversi da quello residenziale.
Quindi il voto contrario del Gruppo del Partito Sardo d'Azione rimane, coerentemente con le posizioni dallo stesso assunte in sede di Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, colleghi, vorrei ricordare a tutti in questo Consiglio che noi siamo in quest'Aula e siamo il Partito Sardo d'Azione. Così ci esprimiamo, come si è espresso il nostro Capogruppo, pure all'interno di queste ristrette attribuzioni che oggi ci sono state semplicemente delegate, ma su cui va affermata la nostra competenza esclusiva, perché questi sono aspetti direttamente correlati alla nostra potenzialità, ai segni materiali e visibili che vogliamo realizzare all'interno di una dimensione in cui sempre più riconoscerci ed esprimerci come popolo sovrano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, in modo pacato l'onorevole Giacomo Sanna ha posto una questione che mi pare sia seria e vada affrontata con un po' di attenzione, cioè la storia della nostra pianificazione urbanistica. L'onorevole Sanna lo sa meglio di me, io allora ero ragazzino, però allora un Governo di centrosinistra e sardista pose la questione, della tutela dei 300 metri dalla linea di battigia e per le isole minori dei 150 metri, come elemento fondamentale della salvaguardia delle nostre coste. Ora, inserire la possibilità prevista nell'emendamento vuol dire pregiudicare una storia di trent'anni di pianificazione urbanistica tesa alla difesa delle coste, dell'ambiente e del nostro paesaggio.
Quindi, Assessore, la nostra richiesta è quella di ritirare questo emendamento in modo tale che questo incremento, seppure del 10 per cento, non sia possibile, cercando, allo stesso tempo, di rafforzare e di tutelare di più e meglio questo nostro patrimonio e di risolvere i problemi relativi alle brutture presenti in quella fascia delle nostre coste. Questo è un problema che noi abbiamo posto più volte, ed è uno degli elementi fondamentali che ci ha portato a questa battaglia in Aula contro questo testo. La richiesta - io lo ripeto in modo pacato come l'onorevole Sanna, pur su parti politiche opposte - credo che vada tenuta in considerazione per il ragionamento che ho svolto in premessa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signor Assessore, io mi rivolgo a lei perché credo che lei abbia la responsabilità di evitare a quest'Aula di votare un emendamento, che tra l'altro sarebbe oggi votato in un'Aula che è anche parzialmente deserta, su un tema che la Commissione ha affrontato e sul quale ha preso una posizione che era l'espressione di tutta la Commissione, dei colleghi del Partito Sardo, certamente anche dei colleghi della maggioranza, del Partito Democratico e di tutti i colleghi della sinistra e dell'opposizione.
Io credo che se l'emendamento numero 355 venisse ritirato, Assessore, ciò darebbe il senso di una Giunta regionale che non procede per imposizioni, ma che sa ascoltare il dibattito avvenuto in quest'Aula, sa ascoltare le preoccupazioni genuine che sono state espresse, preoccupazioni che riguardano l'andare ad attaccare, il rendervi responsabili di andare a intaccare, per la prima volta dopo trent'anni, una fascia di pregio che non ci appartiene, ma appartiene alle future generazioni.
Lei, soltanto con il ritiro di questo emendamento, darebbe il senso di rispettare il lavoro della Commissione, la discussione in quest'Aula, il lavoro svolto certamente da questa minoranza, e non esporrebbe i colleghi della maggioranza a votare credo contro il loro cuore, contro il loro senso profondo di attaccamento alla terra, per ordine di scuderia, toglierebbe dall'imbarazzo molti colleghi che, sono certo, vorrebbero bocciare questo emendamento, e che magari, perché pressati, perché obbligati, perché richiamati, come dire, all'ordine, si troverebbero di fronte ad un dilemma che forse è meglio che non affrontino.
Noi certamente voteremo contro, e voteremo contro perché questo emendamento rappresenta un autentico sabotaggio di un bene prezioso. Ma io la invito a far prevalere le ragioni dell'amore per la nostra terra e per il nostro ambiente su quelle delle pressioni personalistiche a cui indubbiamente siete stati sottoposti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per dire semplicemente che noi abbiamo condotto una battaglia molto chiara, molto trasparente, molto limpida in Aula. Non siamo abituati a strumentalizzare posizioni e divergenze che possono subentrare nella maggioranza, le abbiamo vissute peraltro per cinque anni, quindi sappiamo benissimo quanto possano esser naturali queste situazioni. Voglio però dire che sull'emendamento numero 355 noi abbiamo espresso una posizione assolutamente contaria dall'inizio per quel che riguarda gli edifici ad uso residenziale.
Quindi, questo argomento va riportato, noi riteniamo, alle posizioni che sono state discusse in Commissione. Noi, ripeto, faremo quello che abbiamo fatto finora, chiederemo un voto contrario su questo emendamento, sul numero 355, salvo poi verificare quali possano essere le conseguenze - io ritengo anche di carattere positivo - che una riflessione su questo emendamento può portare per tutto il testo della legge. Per cui dichiariamo il voto contrario all'emendamento numero 355.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, colleghi, ho seguito da vicino il dibattito che si è svolto in Commissione relativamente a questo articolo, e in particolare al comma 5, della proposta di legge originaria, e che con l'emendamento soppressivo, presentato sia dal P.D. che dal Partito Sardo d'Azione, era stato soppresso. Ora ci ritroviamo, così come avevamo timore che potesse accadere, di fronte a una riproposizione da parte della Giunta. La ritengo una scelta assolutamente non condivisibile, una scelta anche di rottura. Credo che si debba assolutamente votare contro questo emendamento della Giunta per salvare quel minimo di decenza che aveva caratterizzato il lavoro della Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, intervengo solo per ricordare all'Assessore di ritirare l'emendamento, perché i Sindaci galluresi il 25 giugno le chiesero lo "stop" per le seconde case. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa e Rosanna Floris si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Risponde no il consigliere Mariani.
Si sono astenuti: Cossa - Floris Rosanna - Petrini.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 24
votanti 21
astenuti 3
maggioranza 11
favorevoli 20
contrari 1
Annullo la votazione. Colleghi, un po' di attenzione in Aula, per cortesia.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Mariani - Planetta - Sanna Giacomo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 31
votanti 30
astenuti 1
maggioranza 16
favorevoli 27
contrari 3
Constatata la mancanza del numero legale, sospendo la seduta per 30 minuti, i lavori riprenderanno alle ore 15 e 20.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 14 e 52, viene ripresa alle ore 15 e 21.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Mariani - Planetta - Sanna Giacomo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 29
votanti 28
astenuti 1
maggioranza 15
favorevoli 25
contrari 3
Constatata la mancanza del numero legale, Sospendo la seduta per altri 30 minuti, i lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 15 e 22, viene ripresa alle ore 15 e 50.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 355.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 355.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Giacomo Sanna hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Bruno - Dessì - Mariani - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 38
votanti 37
astenuti 1
maggioranza 19
favorevoli 31
contrari 6
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis sul Regolamento. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, mi appello all'articolo 58, comma 6 del regolamento per quel che riguarda la reiterazione di un voto, a seguito della mancanza, per due volte consecutive, del numero legale in Aula. Ella, signora Pesidente, avrebbe dovuto comunicare all'Aula la sua decisione di voler continuare a procedere nelle votazioni. Nonostante, infatti, il Regolamento preveda chiaramente che quando manchi il numero legale il Presidente del Consiglio possa rinviare la seduta di trenta minuti, è una consuetudine, quando manca per due volte consecutivamente il numero legale, scioglierla. Non è corretto imporre all'Aula un'interpretazione del Regolamento che, in questo caso, lede notevolmente i diritti della minoranza di quest'Aula. Per cui noi consideriamo non corretta e non valida questa votazione.
PRESIDENTE. Questa votazione è validissima, Onorevole Salis, perché l'articolo del Regolamento, come lei ricordava, dà la possibilità al Presidente di valutare l'opportunità di aggiornare di 30 minuti oppure di sciogliere la seduta. La consuetudine, del resto, riguardava tre numeri legali saltati nel corso della stessa seduta. Per cui la votazione è validissima.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamneto numero 356.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 356.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Diana Giampaolo - Mariani - Meloni Marco - Zedda Massimo.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 41
votanti 40
astenuti 1
maggioranza 21
favorevoli 34
contrari 6
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 183.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 183, ma anche per esprimere il rammarico, il dispiacere, direi anche il dolore, per quanto è appena avvenuto. Credo che come opposizione abbiamo fatto tutto il possibile per farvi ragionare, per spiegare i rischi di mettere mano a un bene pregiato, inviolabile da oltre trent'anni, che rappresenta il tesoro sul quale le generazioni future potranno costruire una prospettiva di sviluppo vero, duraturo, non effimero, uno sviluppo basato su un turismo diffuso, sulla cura amorevole dei nostri beni più pregiati.
Voi oggi non avete avuto pudore. Voi oggi, non avete avuto la capacità di guardare lontano. Voi oggi per l'ansia di rispondere alle pressioni che vi arrivano da tutte le parti, dai grandi gruppi, dai piccoli gruppi, dai piccoli proprietari, con l'ansia di dare risposte di breve termine, effimere, con l'ansia di incassare e arraffare tutto quello che c'è da arraffare mettendolo in conto alle generazioni future, mettendolo in conto alle nostre comunità, avete violato quello che dovrebbe essere inviolabile, avete toccato quello che dovrebbe essere intoccabile, avete toccato un bene che è un bene che non vi appartiene.
Avete leso un principio che veramente chiarisce che tipo di maggioranza e che tipo di Giunta siete: una Giunta e una maggioranza incapaci di guardare lontano, preda dei piccoli interessi particolari. Io credo che oggi abbiate chiuso una pagina molto brutta della storia dell'autonomia e provo una profonda tristezza, un profondo rammarico per quello che è successo, per la dignità di quest'Aula. Questo che è accaduto oggi rimarrà sulla vostra coscienza e sarà un macigno di cui sentirete parlare e sarà ricordato per molti decenni a venire. Vergognatevi per quello che avete fatto; si vergogni ognuno di voi.
(Proteste dai banchi della maggioranza)
Vergognatevi per quello che avete fatto, e non c'è da sorridere. Vergognatevi per quello che avete fatto oggi perché non c'è nulla che potrà cancellarlo e quando si violano i principi, quando si viola quello che dovrebbe essere sacro per tutti noi…
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, mi rivolgo a lei per dirle che ella ha purtroppo un problema politico da risolvere che è la sua ddoppia funzione di Presidente di questa Assemblea e di Vice-coordinatrice regionale del P.d.L. Io penso che nella decisione di stasera abbia prevalso non la prima, ma la seconda delle sue funzioni, perché ella sapeva con estrema precisione perché siamo andati…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, intervenga per dichiarazione di voto sull'emendamento numero 183, poi le risponderò su queste gravi affermazioni che sta pronunciando.
SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento numero 183. Perché quando si parla degli "incrementi volumetrici di cui ai commi precedenti" - sto parlando dell'emendamento numero 183 - e si dice che "non possono superare i limiti di altezza e distanza tra pareti prospicati...", è chiaro che quello che sto dicendo relativamente all'emendamento precedente, che è già stato votato, è assolutamente in linea con l'emendamento che stiamo discutendo adesso e su cui io sto intervenendo. E sto dicendo che noi dobbiamo registrare questa lesione dei comportamenti di correttezza.
Al di là della franchezza, spesso forse anche dell'esagerazione con cui alcuni di noi, e anche io personalmente, possano porre qualche volta le argomentazioni a difesa delle nostre idee, oggi abbiamo visto leso profondamente quello che è il rapporto di gestione complessiva di quest'Aula. Ella, signora Presidente, sapeva perfettamente che i Gruppi di opposizione le avevano manifestato la disponibilità ad andare a un superamento di questo stallo in cui si trova la maggioranza. Ho premesso nell'intervento precedente che è una situazione comprensibilissima. Voi avete voluto umiliare una forza della vostra maggioranza, il Partito sardo d'azione, e avete voluto umiliare l'opposizione con una persona che è arrivata di corsa e che ha garantito il numero legale. Se voi pensate che questa possa essere una vittoria politica, vi invito a leggervi la storia di Pirro.
Secondo me oggi voi avete scontato una sconfitta politica nettissima e lo vedremo nel prosieguo, al di là dei sorrisi di circostanza con cui state accogliendo questo mio intervento. Comunque, signora Presidente, io da questo momento non la considero più, per quello che posso dire, per quello che può valere, un'equilibrata guida di quest'Aula.
PRESIDENTE. Non le consento, onorevole Salis, di utilizzare questi termini del tutto fuori luogo perché il Presidente del Consiglio in quest'Aula rappresenta, come ho già detto, il Consiglio. Non c'entra niente l'incarico di Vice-coordinatore regionale del P.d.L. perché sino a prova contraria comunque resto anche un'eletta nelle liste del P.d.L., ma nel momento in cui sono Presidente del Consiglio tutelo le prerogative e la dignità di questo Consiglio.
Non è mai accaduto in passato che per due votazioni per cui è mancato il numero legale si sia sciolta immediatamente la seduta. Lo scioglimento è a discrezione del Presidente, come prevede il Regolamento. Non l'ho deciso io, anche lei ha richiamato l'articolo 58, per cui non le consento di utilizzare certi termini nei confronti della Presidenza. Poi, sino a prova contraria, l'accordo rinvenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo era quello di lavorare sino alle ore 16. Non penso che proseguire i lavori sino alle ore 16 abbia rappresentato un'umiliazione né per un Gruppo politico, né per l'opposizione, perché questi erano gli accordi. Quindi, come era legittimo per la minoranza chiedere la verifica del numero legale, era legittimo, per la tutela del diritto del Consiglio, che venissero rispettati i termini per i nostri lavori.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, noi, come Partito Democratico, siamo usciti dall'aula in occasione del voto che ha riguardato la possibilità di realizzare aumenti di volumetrie in zona F turistica nei 300 metri dalla battigia. Siamo usciti dall'aula e in quest'Aula si sono consumati due fatti. Il primo è una frattura all'interno del centrodestra, con il voto contrario del Partito sardo d'azione, motivato ampiamente; l'altro fatto io credo riguarda le condizioni di agibilità di quel momento, che ha registrato per due volte l'assenza dei consiglieri di maggioranza (ma è capitato più volte, anche stamattina) dai lavori dell'aula.
Abbiamo visto che lei, Presidente, si è sostituita al Capogruppo nel richiamarli, abbiamo visto che, insomma, c'è in alcune parti un atteggiamento che è, direi, fazioso e che non si addice al Presidente del Consiglio regionale.
Che cosa sarebbe cambiato se l'emendamento fosse stato votato martedì? Penso proprio niente. Ma che cosa sarebbe cambiato, anche nell'impostazione generale della legge, se quest'emendamento, tra l'altro già bocciato in Commissione anche col voto del centrodestra, non fosse stato presentato? Credo che avreste evitato anche nei confronti dei sardi un atteggiamento che mostra qual è il vostro DNA, che è il DNA veramente di chi vuole prima di tutto l'edilizia, prima ancora della tutela paesaggistica. Prima c'è il mattone, il mattone è la ricchezza, anche nei 300 metri dal mare.
Allora, credo che questo debba indignare tutti i sardi, e lo farà, ve lo garantisco, anche nelle città, anche nei paesi della Sardegna, non solo in questo Consiglio regionale. Credo veramente - come ha detto l'onorevole Planetta - che oggi abbiamo scritto, abbiate scritto una pagina brutta e pericolosa.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, invito anche lei a una maggiore prudenza nel fare certe dichiarazioni. Lei sa perfettamente che non c'è stata nessuna faziosità perché io mi attengo alla rigida applicazione del Regolamento. Il richiamo alla presenza in aula, lei lo sa che è stato fatto sia per i consiglieri di maggioranza, sia per i consiglieri di minoranza e sa anche che c'è, da parte della Presidenza, la richiesta di una modifica di una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, per garantire la maggiore presenza di tutti i consiglieri in aula, perché qua si sta instaurando una consuetudine che non va bene. Quindi, non c'è stato nessun comportamento fazioso, solo assoluto rispetto delle regole.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Credo anch'io che la scelta effettuata dalla maggioranza di forzare i tempi questa sera e di andare all'approvazione di una parte di questa legge che quantomeno è apparsa controversa (considerato che questo comma è stato soppresso in Commissione con l'accordo della maggioranza) è perché il tema non è un tema qualsiasi, è un problema che tocca nel profondo le corde e le sensibilità dei sardi.
Più di un consigliere intervenendo - e non solo della minoranza - lo ha messo in evidenza: aver voluto forzare la mano, aver voluto portare a casa un risultato subito dà l'idea di un'attenzione politica eccessiva verso il settore edilizio. La scelta operata è una scelta assolutamente negativa che respingiamo e faremo di tutto, nel prosieguo della battaglia politica in quest'Aula, perché questo sopruso, che riteniamo oggi sia stato consumato, venga rimediato. Non riteniamo che si sia agito nell'interesse dei sardi e del loro patrimonio e faremo di tutto affinché questo scempio previsto oggi non possa compiersi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, ci sono momenti in cui anche a un'Assemblea elettiva importante come questa si impone un minimo di sensibilità rispetto alla cultura. Sono infatti patrimonio culturale di quest'Isola - poi so che non tutti la pensano in questa maniera - le norme di tutela che negli anni i vari amministratori sono stati capaci di darsi. E' un tema questo sensibilissimo. Vi abbiamo invitato in tutti i modi a riconsiderare il vostro intendimento. Lo ripeto, anche ragionando con la filosofia che sorregge il vostro provvedimento, davvero diventa difficile comprendere che senso e che bisogno c'era di... Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei, mi perdoni...
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La ascolto con estrema attenzione.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Perfetto, lei appartiene alla categoria delle persone che sanno fare due cose contemporaneamente, io non ci riesco, per questo mi sono permesso di richiamare la sua attenzione; le chiedo scusa per questa interruzione. Oggi siete intervenuti su una materia che costituisce un bene collettivo e, per quanto la maggioranza dei sardi vi abbiano dato un mandato ampio a governare questa regione, non potete considerare questa materia come qualcosa che vi appartiene. Non avete avuto il rispetto nemmeno di conservare, ripeto, una cultura, una tradizione, un modo d'essere e di vivere il presente e il futuro di questa regione. Io mi chiedo se davvero avete considerato anche questi aspetti.
Lei, tra l'altro, Assessore è un Assessore tecnico, ce l'ha ripetuto tante volte, e io al suo posto - proprio perché non sono eletto direttamente dai cittadini - me ne sarei ben guardato dall'assumermi una tale responsabilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, erano trent'anni forse che non veniva violata la fascia dei 300 e dei 150 metri, però, colleghi, io vorrei sottolineare quello che il presidente Cappellacci ha detto. Ho riguardato i giornali, notizie di stampa di diversi giorni fa: quando l'opposizione aveva denunciato la possibilità di violazione del limite di edificabilità nella fascia dei 300 metri questa nostra preoccupazione è stata snobbata. Il Presidente stesso aveva voluto sottolineare che la fascia dei 300 metri era inviolabile: "Assolutamente non autorizzeremo mai incrementi di volumetrie nelle fascie dei 300 e dei 150 metri".
Bene, in altre nazioni il mentire al Paese comporta la messa in stato d'accusa per la menzogna, non per fatti gravi, ma per la menzogna rivolta al Paese. Ci sono casi a tutti voi noti: il presidente Clinton venne messo in stato d'accusa perché mentì al Paese, non per la vicenda in sé. La menzogna al Paese, la menzogna alle persone, il mentire, negare e poi invece nei fatti andare in un'altra direzione: questo determina l'impeachment.
Ho citato una vicenda che può sicuramente far sorridere, io non so però quanti nipoti sorrideranno quando si andrà a incrementare la cubatura nella fascia dei 300 metri, sicuramente non i nostri. Del resto non capisco l'esigenza di questa norma visto che non era presente nel programma elettorale, non era presente nel testo presentato, non era nella volontà dei colleghi presenti in Commissione. Beh, da oggi nessuno alzi la voce o si permetta di dire che non si piegherà alla volontà di non si sa quale capo o non si sa quale Giunta che governa! Questa è la dimostrazione che se dall'alto arriva un ordine c'è chi lo esegue e si rimangia anche ciò che ha affermato al Paese, ai cittadini, agli elettori, a coloro che vi hanno votato e che non vi hanno votato per costruire nei 300 metri. A loro dovrete render conto, così come bisogna render conto anche delle menzogne e delle bugie. Non si può negare e poi fare il giorno dopo, col voto, quello che si è negato prima.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 357.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). In sede di Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di concludere i lavori alle ore 16.
PRESIDENTE. Votiamo quest'emendamento e chiudiamo, onorevole Bruno.
(Interruzione del consigliere Bruno)
PRESIDENTE. Sì, ma io ho già chiamato in votazione l'emendamento numero 357; la richiesta di intervento doveva arrivare prima dell'emendamento numero 357.
PORCU (P.D.). Presidente, io non vorrei trovarmi nelle circostanze di dover alzare la voce, richiamare l'attenzione anche quando prenoto con larghissimo anticipo. Io capisco che lei...
PRESIDENTE. Le ho già detto che le ho dato ragione e infatti le ho dato la parola, non c'è bisogno di fare...
PORCU (P.D.). Siccome Presidente ammetterà che è successo più volte, le chiedo la ragione, me la prendo, ma vorrei anche che alla ragione si unisse la possibilità di non dover intervenire di nuovo per ottenere la parola perché lei oggi indubbiamente ha dimostrato di avere fretta, una fretta secondo me inopportuna, anche perché il numero legale è mancato più volte oggi in aula, non solo due volte di seguito.
Io credo che su argomenti come questi un supplemento di discussione e di approfondimento, anche se poi portano allo stesso risultato, anche se poi martedì il voto sarebbe stato identico, potevano essere utili. E non sono passi o passaggi che si affrontano con il sorriso sulla bocca, con lo sguardo annoiato, con il senso così della noia che può pervadere. Oggi noi stiamo parlando di temi che in quest'Aula, ma non solo in quest'Aula, abbiamo richiamato più volte, abbiamo spiegato che erano temi, argomenti che erano in qualche modo divaricanti, erano temi che appartenevano anche a un possibile dialogo fra opposizione e maggioranza, un riconoscimento reciproco l'uno delle opinioni dell'altro, l'uno dei valori dell'altro, l'uno dei valori di una comunità.
Mi sembra invece che quest'Aula venga pervasa da un senso di impunità, forse un male generale di questa maggioranza regionale e nazionale. Un'impunità ispirata al concetto che tutto si può fare perché tutto passa, tutto scorre, si può derogare a qualsiasi principio, si può mettere in campo qualsiasi condono, si può cambiare la legge per proteggere i propri interessi, si possono fare i lodi per non essere giudicati. Tutto si può fare, violare la fascia costiera, mettere mano ai gioielli di famiglia perché tanto si ha la speranza che ci si dimentichi, che si colgono i frutti maturi e non si valutino le conseguenze. Io credo che riflettere su questi temi sia importante.
Annuncio anche il voto contrario perché questo emendamento aggiunge cubature alle cubature, continuiamo in un percorso che una volta aperto non ha più limiti, non ha più argini. Non c'è più argine al cemento perché quando non ci sono più valori e principi, non c'è altro argine se non quello della propria coscienza, ma neanche alla vostra coscienza ci possiamo più appellare dopo quello che è successo oggi. Io ribadisco pertanto che la parola giusta è "vergogna", e lo dico serenamente: vergogna per quello che è successo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, vorrei che l'Assessore ci fornisse i dati sui fabbisogni di cubatura della nostra Regione perché gli stessi Stati Uniti che stanno adottando dei piani di rilancio dell'edilizia e che sono un Paese un po' più articolato, complesso, perfino con densità di popolazione molto maggiore della nostra e con una molto più bassa percentuale di proprietari di case, stranamente non incentivano l'aumento di cubatura, creano invece infrastrutture, laddove servono, e procedono alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili pubblici, perché nella sola città di New York 90.000 uffici sono rimasti sfitti per la crisi economica che sta colpendo anche l'Europa.
Assessore, se lei fornisce dati certi, certificati, circa il fatto che la nostra Isola abbia bisogno del 30 per cento di cubatura in più per abitazioni private forse allora inizieremo a ragionare di qualche cosa. Io credo che lei non possa fornire dati certi dell'Università, di istituti seri perché sa come lo sappiamo noi che non esiste un fabbisogno di cubatura aggiuntiva in questo Paese. Tutti i dati a livello europeo ci dicono che noi abbiamo costruito troppo in base ai fabbisogni che avremmo dovuto avere.
La nostra Regione ha ricevuto premi per non aver fatto quello che è stato fatto in Sicilia, ad esempio, cioè per non aver cementificato tutta la costa (e se fosse stato possibile avrebbero cementificato anche quella degli altri; fino alla penisola sarebbero arrivati). E allora non è che da un lato si prende il premio e dall'altro si fa quel che si vuole. Almeno restituite il premio che l'ONU e l'Unione Europea diedero alla Regione Sardegna per aver tutelato le coste. Li chiamate e dite: "Scusateci, ci siamo sbagliati, ma noi di questo premio non ce ne facciamo nulla perché abbiamo intenzione di costruire". Costruire per chi? Per le persone che non hanno nulla? No, è un costruire fine a se stesso, per rilanciare un settore che poteva essere rilanciato in modo diverso, perché nessuno vuole negare la possibilità di rilancio di un settore.
Questo avviene, e lei lo sa bene, in altre realtà d'Europa, in altre realtà del mondo, e laddove invece si costruisce troppo quelle realtà vengono criticate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per chiedere la votazione nominale e per segnalare ai colleghi che non se ne fossero ancora resi conto, o per distrazione o per eccesso di fiducia, che negli ultimi emendamenti della Giunta (i numeri 357, 358, eccetera) c'è un ulteriore stillicidio e incremento di volumetria che prego tutti di guardare con attenzione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 357.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cossa ha votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Milia - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco.
Risponde no il consigliere Mariani.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 32
votanti 31
astenuti 1
maggioranza 16
favorevoli 30
contrari 1
Considerata la mancanza del numero legale, dichiaro chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 6 ottobre alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 16 e 23.