Seduta n.76 del 10/12/2009 

LXXVI Seduta

(POMERIDIANA)

Giovedi' 10 dicembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 15.

ZUNCHEDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 2 dicembre 2009 (69), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Pier Luigi Caria, Mariano Contu, Francesco Cuccureddu, Domenico Gallus, Marco Meloni, Antonello Peru, Antonio Pitea, Nicolò Rassu, Paolo Sanna e Vittorio Renato Lai hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 10 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A. Dobbiamo procedere alla votazione dell'emendamento numero 35 all'articolo 4.

Poiché devono decorrere dieci minuti dall'inizio dei lavori per poter procedere alla prima votazione, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 16, viene ripresa alle ore 16 e 32.)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 35.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, colleghi, mi dispiace che l'Assessore della sanità, che pure è arrivato non sia al momento presente, perché avremmo avuto la possibilità di avere un'interlocuzione produttiva anche da un punto di vista tecnico, questo senza togliere niente alle competenze dell'assessore del bilancio La Spisa. Io credo che ciò sia grave, perché, anche se c'è una riunione di Giunta in corso, basterebbe mezz'ora per poter concludere questo dibattito positivamente.

Del resto, questo emendamento potrebbe essere accolto anche dall'onorevole Giorgio Oppi (anch'esso non presente in aula), perché ha detto di essere d'accordo su quello precedente tranne che sulla parte relativa al programma "ritornare a casa". E questo emendamento differisce dall'altro solo perché sono minori le risorse. L'emendamento ripropone esattamente il testo che voi avete presentato in finanziaria. Noi chiediamo solamente di aumentare le risorse per il fondo per i progetti personalizzati, mentre la parte relativa al programma "ritornare a casa" rimarrebbe identica.

Allora, io spero che ci sia l'impegno, soprattutto da parte di chi si occupa di economia, di capire che questo fenomeno non costituisce solamente un atto di buon cuore (penso al presidente della Commissione Paolo Maninchedda, penso a tanti altri che sono esperti delle problematiche del mondo del lavoro e dello sviluppo in generale della Sardegna) ma come dimostrano anche alcuni studi accademici questo modo di fare politiche sociali è motore di sviluppo, in modo particolare per i territori, è un incentivo che permette di sostenere nel processo di sussidiarietà - ricordato in maniera molto chiara dall'assessore La Spisa - altri meccanismi di produzione di benessere. Ecco perché la copertura di altri 9 mila piani non può che portare benessere per la Sardegna.

Su questo argomento bisognerà ragionare bene, perché è un argomento che, ripeto, non riguarda l'assistenza, ma riguarda lo sviluppo, riguarda un modo nuovo di fare politiche sociali. Io ho letto anche un comunicato dove si afferma che il problema verrà affrontato in sede di esame del collegato alla finanziaria; credo invece che, su questa questione, purtroppo, la Giunta debba deliberare subito. Ho sentito anche l'Assessore che…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 35.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Bruno e Zuncheddu hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 37

votanti 36

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 3

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione il testo dell'articolo. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 2.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 134. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 157 e 159, sui quali c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Sì, Presidente, c'era un invito al ritiro da parte del Presidente della Commissione, ma poi ha preso la parola l'Assessore che ha posto in evidenza un aspetto diverso. Io, per conto mio, Assessore, ho apprezzato il suo intervento. Lei si è rimesso all'Aula per capire eventualmente quale fosse la disponibilità rispetto a un intervento come questo, che è un intervento importante, e che darebbe disponibilità di occupazione immediata grazie a progetti che vanno avanti ormai da anni e che hanno prodotto benefici per la nostra Regione. Però è anche vero che noi, su questo tema, avevamo già preso, durante la scorsa finanziaria, impegni, perché c'era la disponibilità da parte della Giunta, ma anche del Consiglio regionale, di trovare risorse per garantire la continuità di questi progetti.

Adesso io, Assessore, capisco che ci sia una difficoltà economica; lei chiedeva eventualmente di valutare l'opportunità di rivedere l'aspetto finanziario, io invece dico questo: se ci fosse la possibilità almeno di reperire 1 milione di euro e non 2 milioni, la mia disponibilità sarebbe chiaramente quella di tenere l'emendamento in campo, chiedendo anche ai colleghi, al Presidente della Commissione per primo, e al collega Mula, che è il presentatore dall'altro emendamento che è esattamente uguale a quello presentato dal Partito Democratico, di fare altrettanto.

La risposta occupazionale che offre questo emendamento è una risposta occupazionale immediata, in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando, tremendo, penso che offrire opportunità trasversalmente a tutte le province, a tutte le diverse realtà lavorative della nostra Regione, sarebbe veramente importante. Comprendo che sono stati fatti sacrifici e ritirati emendamenti di natura similare, però questi sono interventi che vanno avanti ormai da diversi anni e che hanno dato un risultato positivo. Ecco, io chiedo anche ai colleghi della maggioranza una disponibilità in questo senso, e penso che altrettanto farà l'onorevole Mula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, non vorrei essere ripetitivo, però vorrei sentire il parere all'assessore La Spisa. Sono disponibile a ritirare l'emendamento purché vengano offerte garanzie che almeno in sede di esame del collegato si prenda in considerazione questo problema. Vorrei ricordare che nel collegato che abbiamo approvato quest'estate, è stata espressa da tutta l'Aula la disponibilità di salvare la legge numero 4 e quindi di permettere (e parliamo di circa 200 e passa forze lavorative) di completare un progetto che ha creato moltissime aspettative. Quindi, chiedo che l'Assessore si esprima, per capire qual è la disponibilità da parte della Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Confermo che in sede di esame del disegno di legge collegato questa questione sarà ripresa anche con un maggior approfondimento rispetto ai meccanismi di trasferimento di queste risorse, che non sono semplici, come è abbastanza chiaro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Vorrei solo motivare. Ritiro l'emendamento perché apprezzo le parole dell'Assessore, anche se non ne comprendo l'atteggiamento, perché avevamo fatto un ragionamento diverso. Comunque prendo atto di ciò che ha detto; a me quello che interessa poi, sostanzialmente, è che funzioni il meccanismo. Lo ritiro, perché non voglio creare problemi, però mi sembra una cosa quantomeno strana, vista la disponibilità espressa in premessa dall'Assessore di andare avanti direttamente in finanziaria.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, la sua iscrizione a parlare decade perché relativa ad emendamenti ritirati. Sull'emendamento numero 143 a firma Steri e più, c'è un invito al ritiro.

Ha facoltà di parlare il consigliere Steri per dichiarare se ritira l'emendamento.

STERI (U.D.C.). Presidente, è un emendamento che ha anche già illustrato l'onorevole Oppi nel suo intervento ed è di particolare rilevanza, per cui vorremmo sentire cosa ne pensa la Giunta. Volevo sentire la valutazione della Giunta su questo problema di particolare rilevanza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Non so se la Giunta abbia intenzione di dire qualcosa, ma io volevo ricordare che l'emendamento si rifà a quanto detto stamattina e ribadito anche nell'intervento del collega Oppi, del nostro Segretario Oppi, che interviene sul problema dell'innalzamento delle rette per le residenze sanitarie assistite; credo che, col trasferimento dei fondi ai comuni, sia un problema sentito. In Commissione se ne era discusso, ed era stato formulato un invito al ritiro dell'emendamento. Noi avremmo preferito che fosse presente l'Assessore della sanità, così come avevamo richiesto in Commissione, per aggiornarci, dal suo punto di vista, sulla situazione del pagamento delle rette, il cui aumento pone in grande difficoltà diverse persone anziane meno abbienti. Se rimane l'invito al ritiro, ovviamente, ritiriamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Rimane l'invito al ritiro, per l'evidente motivo che interventi di questo genere, tra l'altro con una consistenza finanziaria di queste dimensioni, che incidono su una materia su cui, per le motivazioni che ho già chiarito nella replica alla discussione finale sull'articolo, richiedono una rivisitazione delle misure di intervento a favore dei servizi alla persona, in modo tale che le risorse finanziarie vengano assegnate con un certo criterio e non (come potrebbe succedere se approvassimo questo emendamento) approvando stanziamenti che vanno una volta in una direzione (servizi domiciliari) un'altra volta in altra direzione (contributi ai comuni per il pagamento delle rette).

Non si può attuare una politica sui servizi alla persona in maniera così episodica, tantomeno in legge finanziaria. Ritengo che il Consiglio regionale - fatta salva e determinata la quantità di risorse disponibili per i servizi alla persona - debba iniziare un ragionamento su come vengono utilizzate queste risorse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Come già in Commissione, l'Assessore La Spisa, per quanto di sua competenza è stato senz'altro molto esaustivo! Ovviamente quest'emendamento richiederebbe un maggior approfondimento tecnico e alcune informazioni che soltanto l'Assessorato potrebbe fornire. La cifra indicata non è campata in aria, e certo sarebbe opportuno che qualcuno in quest'Aula potesse aggiornarci sul reale effetto delle attività svolte per i servizi alla persona. Si tratta di interventi diversi dal cosiddetto "ritorno a casa" e quant'altro; sono capitoli totalmente diversi, richiederebbero maggiore attenzione e, soprattutto, sarebbe importante conoscere lo "stato dell'arte" sulle residenze sanitarie assistite.

Comunque, ritengo soddisfacente la precisazione, per quanto di competenza dell'assessore La Spisa. Ovviamente si richiedevano specificazioni e approfondimenti sul tema che in questo momento non possiamo avere, per cui ritiro l'emendamento.

CUCCU (P.D.). Lo faccio proprio!

PRESIDENTE. L'onorevole Cuccu fa proprio l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

PRESIDENTE. Non è possibile, sono state già pronunciate le dichiarazioni di voto.

CUCCU (P.D.). No, non c'è nessuna dichiarazione di voto. Hanno chiesto il ritiro.

PRESIDENTE. Scusate, l'onorevole Steri ha sostenuto che manteneva l'emendamento e ha pronunciato la dichiarazione di voto...

(Interruzioni)

No, colleghi, scusate. Abbiamo chiarito, già l'altra volta in cui è sorta la questione relativa alla richiesta di voto a scrutinio segreto, che la richiesta deve essere avanzata prima che il Presidente chiami in votazione l'emendamento. Questo l'avevamo chiarito con assoluta certezza, quindi non è possibile.

(Interruzione del consigliere Cuccu)

PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, anche la scorsa volta è sorto il problema sulla richiesta di dichiarazioni di voto e mi ricordo l'intervento dell'onorevole Meloni che chiedeva alla Presidenza di specificare in che momento dovesse essere richiesta la votazione a scrutinio segreto. Il Regolamento, all'articolo 96, comma 9, stabilisce che la richiesta di votazione a scrutinio segreto e per appello nominale debba essere presentata dopo la chiusura della discussione prima che il Presidente chiami l'emendamento e inviti il Consiglio a votare. Io ho già chiamato l'emendamento e sono state già pronunciate le dichiarazioni di voto.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, il collega Cuccu ha fatto proprio l'emendamento. Mi pare che nella discussione nessuno abbia pronunciato una dichiarazione di voto, il collega Cuccu ha fatto proprio l'emendamento; nel momento successivo, quindi in tempo utile, il collega Cocco ha chiesto la votazione a scrutinio segreto. Io credo che non ci siano elementi regolamentari che possano portarci a non consentire questo esercizio. Tra l'altro io credo che la volta precedente in cui noi abbiamo chiesto la votazione a scrutinio segreto la situazione fosse diversa, nel senso che il problema era su chi doveva prendere la parola e quindi sul momento in cui si chiedeva di intervenire per dichiarazione di voto. Questa è una situazione totalmente diversa. Credo che siamo nei limiti regolamentari e che debba essere permesso a questo Consiglio regionale di votare secondo il Regolamento.

PRESIDENTE. Io la invito a prendere il Regolamento e a leggere l'articolo 96, comma 9, che stabilisce l'esatto momento in cui deve essere richiesta la votazione a scrutinio segreto. Del resto basta anche leggere i resoconti del giorno in cui abbiamo definito insieme il momento in cui dovesse essere chiesta la votazione a scrutinio segreto.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, la sua interpretazione da questo punto di vista è corretta, ma noi eravamo in una fase preliminare in cui si chiedeva se l'emendamento dovesse essere ritirato o meno.

PRESIDENTE. Io ho già chiamato in votazione l'emendamento, onorevole Cuccu.

CUCCU (P.D.). Presidente, non eravamo nella fase della votazione ma nella fase preliminare in cui si chiedeva se mantenere o meno l'emendamento. Nel momento in cui l'emendamento è stato riportato all'attenzione dell'Aula, da quel momento si può mettere in votazione, Presidente. Io penso che questa sia l'interpretazione corretta che deve essere data. Non eravamo nella fase di votazione, ma in una fase in cui si decideva se potevamo o meno trattare quest'argomento.

PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, io avevo chiamato in votazione l'emendamento e avevo specificato che c'era un invito al ritiro, tant'è che il primo a intervenire è stato l'onorevole Steri che ha detto che manteneva l'emendamento e ha pronunciato la dichiarazione di voto. Poi è intervenuto l'onorevole Capelli chiedendo l'intervento della Giunta e dicendo che, a seconda delle risposte della Giunta, avrebbe valutato se ritirarlo o meno, in particolare se la Giunta avesse mantenuto la richiesta dell'invito al ritiro. Abbiamo specificato che la richiesta di voto a scrutinio segreto deve essere avanzata prima che il Presidente chiami il Consiglio a votare. Abbiamo definito le procedure, la volta precedente, proprio per evitare discussioni.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ai colleghi non è stata data l'indicazione del passaggio alla fase delle dichiarazioni di voto, perché se no io mi sarei iscritto, si è semplicemente rivolto ancora una volta un invito, in ragione della decisione della Giunta di chiedere il ritiro, ad esprimersi circa la volontà di conservare o di ritirare l'emendamento. L'interlocuzione è stata limitata esclusivamente a questo. Se fosse stata una dichiarazione di voto noi avremmo potuto ovviamente interpretare il momento di richiesta dei voti a scrutinio segreto in modo differente da come l'abbiamo, invece, interpretato. Qua la domanda era: "Mantenete o non mantenete il vostro emendamento?". E la risposta è stata: "Lo manteniamo se la Giunta...", oppure: "Chiediamo alla Giunta di chiarire…". La Giunta ha fatto il chiarimento, in quel momento abbiamo incominciato l'attività di voto, non prima, perché prima non sapevamo neppure se eravamo nella condizione di votare un emendamento di quel tipo, se ci fosse ancora un problema attorno a quell'emendamento.

La Giunta avrebbe potuto dire: "No, io ritengo che la richiesta contenuta in quell'emendamento sia corretta, magari non per 15 milioni di euro, magari per 7 milioni e mezzo di euro", e si sarebbe detto: "sospendiamo, vediamo, facciamo", come in altre circostanze è successo. Se no qua è una tombola! Una volta a causa del sistema elettronico, un'altra volta a causa delle procedure, un'altra volta a causa della modalità attraverso la quale si concede la parola per intervenire: "di tutto e di più", e nessuno è in condizione di capire qual è il momento nel quale si può manifestare correttamente il proprio pensiero.

Io chiedo che si proceda alla votazione a scrutinio segreto.

PRESIDENTE. Io, quando ho chiesto se veniva mantenuta la richiesta dell'invito al ritiro, ho dato la parola all'onorevole Steri, che è il primo presentatore dell'emendamento, per chiarire se lo manteneva oppure lo ritirava. L'onorevole Steri ha detto che lo manteneva. Non si interpellano per il ritiro, onorevole Uras, tutti i presentatori. Nel momento in cui l'onorevole Steri ha detto che lo manteneva ho proseguito con le dichiarazioni di voto e ha preso la parola l'onorevole Capelli che ha chiesto un'ulteriore specificazione alla Giunta. Quindi la fase del ritiro o meno era già conclusa con l'intervento del presentatore, l'onorevole Steri, che ha detto che manteneva l'emendamento. Poi ho dato la parola all'onorevole Capelli in sede di dichiarazione di voto. Pertanto la questione è chiusa.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, le questioni si chiudono dopo che sono state chiarite. Il punto, colleghi, è questo: lei, Presidente, è un arbitro o un giocatore di una parte? La risposta si evince da come cambia il tono della sua voce, perché non ci possono...

SANNA MATTEO (P.d.L.). E basta!

CHERCHI (P.d.L.). E dai Gian Valerio, per favore!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). State tranquilli che non sto cercando voi!

(Interruzioni)

Mi fate parlare? Fatemi parlare!

PRESIDENTE. Colleghi, fate proseguire nell'intervento l'onorevole Sanna.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E che ci sia una fobia nei confronti della votazione a scrutinio segreto lo dimostra il trattamento diverso riservato a casi analoghi, perché sulle modalità di voto, caro Presidente, non ci possono essere modalità diverse. E' capitato decine e decine di volte in quest'Aula che all'atto di procedere alla votazione si sia alzato un consigliere per chiedere e intervenire sulla modalità di voto. E' successo. E' chiaro che quando io chiedo la votazione a scrutinio segreto se ci sono state dichiarazioni di voto questa non può essere accolta perché è già compromessa, ma in ogni caso dopo l'interlocuzione con l'Assessore che ha rinvitato al ritiro, il fatto della presenza o non presenza dell'emendamento è condizione necessaria e sufficiente perché si voti e quindi non si può chiedere di farlo prima, si deve chiedere di farlo dopo.

Quindi c'è stato un trattamento diverso che dimostra ancora una volta la necessità che la figura del Presidente garantisca l'imparzialità di quest'Aula. Mentre il voto segreto prima era una speculazione (ed eravamo d'accordo tutti a limitarne l'uso), adesso, attraverso la sua soggettiva interpretazione che, di volta in volta, si adegua e si agrappa a qualche articolo e a qualche comma è diventato uno strumento impossibile da utilizzare. Ormai il nostro Regolamento è la sommatoria di prassi e di interpretazione e non c'è più nulla che tuteli il diritto oggettivo di quest'Aula!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, non c'è nessuna soggettiva interpretazione. La invito a leggere il Regolamento e l'interpretazione letterale del Regolamento è chiarissima!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non mi interessano i suoi commenti! E' chiuso. Il Regolamento deve essere uguale per me e per lei!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, sto intervenendo io, l'ho lasciata parlare, ho interrotto anche i colleghi che l'hanno interrotta, per cui lei ascolti quello che dice il Presidente e abbia rispetto per quest'Aula e per la Presidenza, perché anche nella scorsa settimana non ne ha minimamente manifestato!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche lei!

PRESIDENTE. Non c'è nessuna soggettiva interpretazione. Proprio per evitare che sorgessero questioni abbiamo precisato. Se prendiamo i resoconti della scorsa seduta...

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non hanno valore di Regolamento!

PRESIDENTE. Il Regolamento è chiaro, io mi attengo all'articolo 96, comma 9, che stabilisce che la richiesta di voto a scrutinio segreto debba essere avanzata prima che il Presidente inviti il Consiglio a votare.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, tra poco potremo leggere le sue dichiarazioni di poco fa. Nelle sue dichiarazioni di poco fa, lei ha affermato di aver dato la parola al collega Steri, e al collega Capelli, però ciò è avvenuto nella fase preliminare alla fase di votazione. Il collega Capelli ha chiesto alla Giunta (quindi non in fase di votazione) una precisazione sulla volontà della'Esecutivo relativamente all'emendamento stesso. Lei, signora Presidente, non ha chiamato in alcun momento la votazione, non ha chiamato in alcun momento la votazione! Eravamo ancora nella fase di discussione, anzi di chiarimento sul fatto che l'emendamento potesse rimanere in discussione ovvero che, in accordo con la Giunta, potesse subire qualche modifica. Nessuno dei consiglieri - così come recita l'articolo 95, ed è quello l'unico l'impedimento alla votazione a scrutinio segreto - nessun consigliere ha manifestato la propria volontà di voto su questo emendamento. Per cui, la richiesta di voto segreto che è stata formulata è assolutamente legittima, Presidente, assolutamente legittima!

Da questo punto di vista, Presidente, lei (un'altra volta io ho manifestato questo desiderio) in presenza della una necessità di interpretazione di una norma non chiara del Regolamento, dovrebbe essere garante più delle minoranze che delle maggioranze. Invece questo non accade, signora Presidente, perché anche altre volte è capitato che di fronte ad una interpretazione dubbia ella, signora Presidente, abbia voluto sempre prendere in considerazione l'opzione più favorevole alla maggioranza, e questo lo ritengo sbagliato, profondamente sbagliato per quest'Aula, soprattutto tenendo conto del clima che si sta vivendo in quest'Aula su questa finanziaria, che non è assolutamente un clima di scontro.

Per una volta che si chiede un richiamo all'applicazione del Regolamento non si possono, ancora una volta, opporre delle argomentazioni da Azzeccagarbugli che non stanno dentro il Regolamento consiliare.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il Regolamento è chiarissimo. Ho già specificato prima: la Presidenza non è solita interpellare sull'invito al ritiro tutti i presentatori dell'emendamento. La Presidenza ha interpellato il primo firmatario, l'onorevole Steri, che aveva già dichiarato che non ritirava l'emendamento. Per cui si è proceduto con le dichiarazioni di voto e ho dato la parola all'onorevole Capelli...

SALIS (I.d.V.). Per un chiarimento!

PRESIDENTE. Sì, perché nel momento in cui il presentatore...

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non l'ha dichiarato il voto!

PRESIDENTE. Colleghi, nel momento in cui il presentatore ha detto che manteneva in piedi l'emendamento, io ho proceduto con le iscrizioni a parlare per dichiarazione di voto. L'onorevole Capelli, come è successo tante altre volte nella discussione di altri emendamenti, ha chiesto un'ulteriore specificazione alla Giunta, sulla base della specificazione della Giunta l'onorevole Capelli ha poi ritirato l'emendamento.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mica ha detto come votava, non ha espresso un voto, è intervenuto sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Io avevo già chiamato in votazione l'emendamento, la fase della richiesta della votazione a scrutinio segreto deve essere preliminare alla messa in votazione dell'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io non voglio entrare nel merito di questa sua decisione, però quello che ho detto lo vorrei dire io. Io ho chiesto informazioni alla Giunta e la Giunta ha risposto e sono intervenuto anche successivamente alla Giunta per ritirare l'emendamento. Non mi risulta di aver pronunciato dichiarazione di voto, così come il collega Steri. Comunque, posso anche fare ora la dichiarazione di voto, posso anche farla e risultare astenuto.

Ne approfitto per dare il bentornato al collega Salis che in questi giorni ci è mancato! Lei decida come meglio creda, insomma, la decisione compete a lei. Ribadisco che per noi non è un problema il voto palese o quello a scrutinio segreto; se in termini regolamentari la richiesta non è accettabile venga immediatamente respinta. Rispondere a tutti qua non va bene. Se il Presidente ha deciso così è così! Il Regolamento lo interpreta il Presidente, non lo interpretiamo tutti noi, sennò qui continuiamo...

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Anche gli avvocati interpretano!

CAPELLI (U.D.C.). Sì, va beh, ma qui c'è un sistema diverso. C'è un parere insindacabile del Presidente per cui... cioè, voglio dire, non pensavo che si creasse tutto questo trambusto! Posso rifarlo mio l'emendamento, Presidente? Posso riappropriarmene?

PRESIDENTE. E' già stato fatto proprio dall'onorevole Cuccu.

Colleghi, purtroppo c'è la cattiva abitudine, molto spesso, di intervenire per dichiarazione di voto e di non dichiarare il proprio voto. Io ho dato la parola all'onorevole Capelli perché eravamo in fase di votazione, perché nel momento in cui il presentatore mi ha dichiarato che non ritirava l'emendamento era pacifico che si dovesse proseguire nelle dichiarazioni di voto, altrimenti vorrei capire a che titolo è intervenuto l'onorevole Capelli. Troppo spesso accade che ci siano queste interlocuzione continue con la Giunta; sarebbe meglio evitarle soprattutto se poi costituiscono un modo per appigliarsi ad una interpretazione del Regolamento che è chiara.

Ciò che più mi dispiace è che avevamo già chiarito proprio in quest'Aula, qual era il momento in cui dover chiedere la votazione a scrutinio segreto. Avevamo precisato che la votazione a scrutinio segreto dovesse essere richiesta prima di chiamare in votazione l'emendamento. Avevo chiesto anche all'onorevole Bruno, ogni volta che c'era l'intenzione di chiedere la votazione a scrutinio segreto (perché tanto non si decide all'ultimo momento) di farla presente alla Presidenza nel momento utile onde evitare discussioni. Per cui, procediamo con la votazione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 09, viene ripresa alle ore 17 e 24.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Mi dispiace dissentire su questa interpretazione però andiamo avanti, l'interpretazione deve darla lei. E' del tutto evidente che il Regolamento ha bisogno di una rettifica, di un adeguamento. L'emendamento numero 143, Assessore, ha una finalità che è di natura sociale. Interviene per offrire un contributo ai comuni ma è finalizzato al pagamento delle rette. In un momento come questo io penso che sia particolarmente importante, perché le rette per tenere i non autosufficienti nelle residenze sono abbastanza elevate, la maggior parte dei non autosufficienti sono pensionati e anche l'assegno di accompagnamento non è sufficiente a coprire i costi di mantenimento nelle RSA.

I comuni non sono in condizioni di soddisfare queste esigenze; questo emendamento che soddisferebbe 15-20 mila persone, quindi si può definire anche un emendamento di tipo sperimentale, sicuramente interviene non tanto per dare un sollievo ai comuni quanto per provare a mantenere queste persone nelle residenze dove possono essere assistite. Io penso che sia un emendamento che possa essere preso in considerazione da quest'Aula, è un emendamento che rientra nella filosofia di venire incontro al momento di crisi che stiamo vivendo, alla crisi che stanno vivendo le famiglie che hanno difficoltà proprio a sostenere e a mantenere questi malati nelle loro case, anzi molto spesso non è neanche nemmeno possibile che rimangano nelle loro case.

Quindi io penso che i 15 milioni di euro siano ben finalizzati, siano sopportabili dal bilancio che abbiamo di fronte. Ripeto, abbiamo altre risorse, abbiamo 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, una parte penso che possa essere destinata ai non autosufficienti. E' un piccolo passo però penso sia un passo significativo in quella direzione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho visto che c'è stata una sospensione di dieci minuti, ho visto che c'è stata anche un'ampia interlocuzione. Se si è parlato di qualcosa che potrebbe interessare l'aula, che potrebbe interessare il procedere dopo la disquisizione di tipo regolamentare, sarebbe opportuno che ciascuno di noi venisse informato sui contenuti delle interlocuzioni. Così, tanto per non doverci considerare ospiti, perché se fossimo ospiti non ci preoccuperemmo di molto, saremmo seduti lì e potremmo giudicare voi, ma siccome ospiti non siamo e partecipiamo a questa vicenda vogliamo essere informati su quello che succede.

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione onorevole Uras. Abbiamo riascoltato ciò che è avvenuto in aula nel momento in cui ho chiamato in votazione l'emendamento numero 143. Abbiamo verificato che l'onorevole Capelli non era intervenuto sull'ordine dei lavori e che eravamo in fase di votazione perché dopo che ho chiesto all'onorevole Steri se manteneva l'emendamento, avevo dato anche la parola a lei che mi aveva specificato che era un'iscrizione a parlare precedente. Dopodiché ho dato la parola all'onorevole Capelli, per cui eravamo in fase di votazione.

Il Regolamento specifica che la votazione a scrutinio segreto deve essere richiesta prima che il Presidente chiami in votazione l'emendamento, quindi viene confermata la decisione che ho preso prima della sospensione, e cioè di dover procedere, anche in considerazione del fatto che proprio in una precedente seduta, quando erano sorte le polemiche relative alla richiesta del voto segreto avevamo ben specificato quale fosse il momento in cui dovesse essere avanzata la richiesta.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento, poi sulle questioni regolamentari avremo modo di tornarci. Io credo che, come aveva fatto bene lei stamattina ad esercitare anche il suo ruolo con quel pizzico di flessibilità che non guasta, probabilmente se avesse fatto lo stesso anche su questo emendamento avrebbe evitato che ci addentrassimo in questa estenuante discussione sui regolamenti. Io penso però, visto che abbiamo l'opportunità di discutere di questo emendamento non votando a scrutinio segreto, che dobbiamo anche ringraziare i colleghi (sia quelli che l'hanno presentato in prima battuta e sia quelli che l'hanno fatto proprio) per aver posto un problema reale. Poi non so se l'Assessore della sanità, che ci ha raggiunto nel pomeriggio, potrà confermarci anche questa problematica, cioè il problema delle famiglie che non sono in grado di accudire i propri cari, delle persone anziane, in stato temporaneo di bisogno, che devono affrontare i costi molto onerosi delle Residenze Sanitarie Assistite; è certo che i comuni non possono far fronte a queste esigenze, è certo che colpiscono famiglie anche di diversi livelli sociali.

Ritengo che, così come tentiamo e facciamo di tutto per riportare queste persone a casa e farle stare a casa, dobbiamo anche accettare che ci siano situazioni specifiche in cui, anche per il tipo di cura e per il tipo di assistenza a cui devono essere sottoposte, questo non sia possibile, e per lo meno per periodi abbastanza lunghi è necessario invece avvalersi delle RSA. Questo emendamento, pertanto, che poi affronterebbe certamente in via sperimentale il problema (un contributo di 1000 euro al mese aiuterebbe tra le 10 e le 15 mila persone) ha il merito comunque di compiere un primo passo. Spero che possa essere già approvato in questa sede, ma in ogni caso credo che dovremmo approfondire l'argomento, perché certamente i comuni non possono farsi carico di questa problematica. Dichiaro che voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Anch'io devo ringraziare l'onorevole Cuccu per aver riportato l'attenzione su questo problema anche se ovviamente avrei preferito la votazione a scrutinio segreto. Anche l'iniziativa dell'onorevole Steri e dei colleghi dell'UDC mi sembra che sia positiva. E' vero, l'onorevole Capelli ha detto: "Ci piacerebbe avere un quadro della situazione relativa alle RSA", ma parlo di piani personalizzati, quindi di situazioni dove si fa di tutto per mantenere sul territorio le persone, attraverso un'assistenza personalizzata di qualità non è in contrasto con lo spirito di questo emendamento. Qui si dice: dobbiamo trovare risorse perché le persone che per motivi anche contingenti (non solo perché è necessario che finisca così, ma per motivi contingenti) si trovano nella necessita di andare in una Residenza Sanitaria Assistita, non se ne debbano sobbarcare tutto l'onere e quindi vengano finanziati affinché paghino parte della retta.

Allora, ancora a maggior ragione, visto che gli emendamenti precedenti sono stati bocciati, credo che la mancanza di risorse sufficienti per i piani personalizzati determinerà una maggiore richiesta di ricoveri nelle RSA, perché chi non potrà più stare a casa ovviamente andrà nelle RSA, e nelle RSA costerà 50 mila o 70 mila euro all'anno. Quindi questo emendamento mi sembra molto sensato, anche se stiamo andando a tentoni. Credo che il mio voto sarà favorevole, in ogni caso ritengo che su questa partita sia necessario un approfondimento, non solo in Commissione, ma anche in Aula, perché stiamo parlando di centinaia di milioni di euro che possono essere determinanti per le politiche di inclusione, ma anche per la dignità dei nostri cari nei nostri territori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento, per prendere atto della decisione che è stata assunta e per ribadire una preghiera.

Siccome il comma 9 dell'articolo 96 del Regolamento del Consiglio stabilisce che relativamente allo scrutinio segreto dev'essere presentata la richiesta dopo chiusa la discussione e prima che il Presidente inviti il Consiglio a votare, io la inviterei, Presidente, d'ora in poi (gliel'ho chiesto anche un'altra volta in occasione di un'altra controversia) per tutelare le minoranze (sono loro che normalmente chiedono la votazione a scrutinio segreto) ad adoperarsi perché il momento tra la chiusura della discussione e l'invito del Presidente a votare, sia un momento precisato, non può essere infatti lasciato al caso, in balia delle convulse vicende legate alla discussione in aula, così come è successo oggi. E in questa circostanza (ribadisco che è una sua interpretazione, perché lei non ha chiamato il voto) e la sua decisione è tesa a negare il diritto alla votazione a scrutinio segreto chiesta dalla minoranza.

PRESIDENTE. Vorrei precisarle, onorevole Salis, che la fase della discussione era già stata chiusa, siamo in fase di votazione, tant'è che dopo che ho chiesto all'onorevole Steri se manteneva l'emendamento ho proseguito chiamando le persone che risultavano iscritte a parlare, perché eravamo in sede di dichiarazione di voto.

Comunque non è mia intenzione pregiudicare i diritti delle minoranze; il giorno in cui è sorta la precedente polemica, che lei ha richiamato, ci siamo chiariti quale dovesse essere il momento in cui doveva essere richiesto la votazione a scrutinio segreto, e mi pare che avessimo raggiunto un accordo sulla base di ciò che prevede il Regolamento. Quindi non ho espresso giudizi di carattere personale; era stato individuato quel momento. Quando ho chiamato l'emendamento, l'ho chiamato in votazione perché eravamo in fase di votazione e non di discussione.

Comunque, ha ragione lei: d'ora in avanti la sottoscritta ogni volta che verrà chiamato l'emendamento, lo specificherà. Però allo stesso tempo invito i colleghi, quando io darò la parola per dichiarazione di voto, a dichiarare subito il voto sull'emendamento, perché purtroppo troppo spesso accade che anche in sede di dichiarazione di voto si incominci a parlare, e non si dichiari il proprio voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Dichiaro subito il mio voto favorevole all'emendamento numero 143, così come c'è stato chiesto dalla Presidente. Assessore, lei ricorderà che questo problema era stato già posto, mi pare nella scorsa finanziaria o nello scorso collegato alla finanziaria, perché è un problema reale. Di che cosa stiamo parlando innanzitutto? Stiamo parlando di persone anziane che hanno subito un intervento in un ospedale e che hanno necessità di un periodo di riabilitazione (a seguito di parere espresso da una Commissione che le valuta) presso le RSA. Alla fine di questo periodo può essere richiesta un'ulteriore proroga se è necessaria.

Ora che cosa succede? Il costo è di circa 4000 euro a persona al mese, la sanità pubblica, cioè la Regione, interviene per circa il 50 per cento di questi 4.000 euro; i restanti 2.000 euro sono a carico del privato, o parte a carico del privato e parte a carico dell'ente locale, cioè del Comune interessato, a seconda della fascia in cui rientra la famiglia. Se i Comuni non hanno le risorse, siccome una semplice casa di riposo costa un quarto del costo che deve essere sostenuto per il ricovero in RSA, queste persone, anziché essere ricoverati presso una RSA, dove sarebbe giusto e logico e come è richiesto dallo stesso ospedale dove hanno subito l'intervento, vengono ricoverate presso una casa di riposo, dove non hanno, come sappiamo, la possibilità di osservare il prescritto periodo di riabilitazione.

I Comuni sono sovraccaricati di richieste; finché riescono ottemperano, dopodiché ricoverano presso le case di riposo. Questa è una ciò che avviene: avviene nelle strutture private, avviene nelle RSA che sono sotto il controllo delle AA.SS.LL., perché esistono, come lei sa, anche delle RSA che sono state costruite con finanziamenti regionali e poi, o sono gestite direttamente dalla ASL, o sono…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento che considero assolutamente importante e quindi rigorosamente da difendere. Ci troviamo di fronte a situazioni molto complesse di cittadini che versano in situazioni di difficoltà e che necessitano di cure particolari, e queste strutture sono abbastanza idonee. In ogni caso questi pazienti, qualora non venissero ricoverati per mancanza di fondi, graverebbero sulla struttura ospedaliera pubblica; questo si è già verificato.

Sono dell'avviso che i Comuni, da questo punto di vista, andrebbero assolutamente potenziati, per dare ad essi la possibilità di intervenire soprattutto in tutte quelle situazioni in cui le invalidità civili e lo stesso assegno di accompagnamento non sono sufficienti a coprire le spese. E' già successo, anche al Comune di Cagliari, che qualche struttura, forse uno o due anni fa, avesse minacciato di mettere per strada i cittadini ricoverati proprio perché economicamente non coperti. Quindi, penso che sia un emendamento assolutamente da approvare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, io non credo che quest'Aula si debba dividere oggi tra buoni e cattivi, tra quelli che vogliono venire incontro ai poveri e quelli che vogliono invece lasciarli morire per strada. Io credo che, come per la verità hanno affermato nei loro interventi sia l'onorevole Steri sia l'onorevole Capelli sia l'Assessore, l'argomento sia estremamente complesso e delicato, e meriti sicuramente un approfondimento - se non addirittura una sessione apposita di lavoro - che si dovrà tenere prima in Commissione e poi eventualmente in Aula.

Qua si confonde molto, infatti, tra ex ospizi, RSA, pazienti che devono pagare la retta, pazienti che vengono invece assistiti con retta regionale. Le RSA hanno un budget, hanno un numero di posti letto autorizzato dalla Regione, oltre quel numero non possono andare, se ricoverano ulteriori pazienti questi restano totalmente a loro carico. I Comuni devono concorrere alla spesa soprattutto per quanto riguarda l'assistenza nelle case di riposo. Quindi credo che anche in quest'Aula sia necessario "resettare" il sistema, sia necessario che questa Regione si confronti realmente con le esigenze che esistono nella popolazione, una popolazione che invecchia, una popolazione che si appesantisce di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, che spesso e volentieri, com'è stato ricordato, non potendo stare in una RSA, vengono invece scaricati in una casa di riposo che non garantisce un'assistenza adeguata per quel tipo di pazienti, così come per pazienti con handicap psichico.

Quindi credo che sia necessario resettare il sistema, con un confronto con gli enti locali, perché non è pensabile che gli enti locali gestiscano i loro bilanci e nel momento del bisogno dicano: "per questi non abbiamo soldi, ce li deve dare la Regione". I soldi della Regione sono comunque soldi di quest'Isola, sono soldi della nostra collettività, sono soldi che, attraverso la Regione, le Province e i Comuni, vengono comunque gestiti sul territorio. E allora è chiaro che questo confronto deve essere effettuato tra tutti gli organi pubblici che si incaricano di coprire le esigenze del sociale in questa nostra Isola, e non scaricate così, tout court, sulla Regione come se fosse la mucca da mungere in ogni situazione e per ogni evenienza.

Credo che sia stata giusta la sollecitazione che è venuta dal Gruppo dell'U.D.C., perché di queste situazioni si deve parlare, come credo che sia altrettanto giusto il ritiro, in questa fase, di questo emendamento per poterci confrontare in maniera più approfondita su un tema, sicuramente sentito, ma che non deve portare a dividere l'Aula strumentalmente tra i e i cattivi solo perché questi ultimi cercano di decidere in maniera razionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Franco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCO (Riformatori Sardi). Presidente, anch'io condivido le finalità di questo emendamento presentato dai colleghi dell'U.D.C. però volevo esprimere alcune osservazioni. In particolare volevo sottolineare che questi 15 milioni basterebbero per circa 750 pazienti a pieno pagamento, quindi bisogna vedere esattamente quale è la richiesta di ricovero nelle RSA, che, attenzione…

(Interruzione)

Sì, con 1.000 euro, 15.000 persone. Quindi, bisogna sapere esattamente qual è la richiesta e bisogna conoscere esattamente di questa richiesta qual è la quota che può essere pagata dagli interessati o dai loro familiari. Ricordo che questi ricoveri non dovrebbero riguardare pazienti da destinare a case di riposo, perché la RSA ha un'altra funzione; la RSA ha una componente sanitaria importante, non tale da richiedere il ricovero ospedaliero ma importante. Quindi occorrerebbe prima di votare un emendamento di questo genere un piano finanziario (e mi auguro, e per questo rivolgo istanza all'Assessore perché nel prossimo collegato se ne possa parlare) perché i pazienti che vanno in RSA non devono gravare su altri settori del Servizio sanitario regionale, in particolare sulla spesa ospedaliera.

Quindi, se mettiamo dei soldi qua, lì dovremmo togliere da un'altra parte perché sennò si continua ad aggiungere e, come diceva il collega Campus, alla fine "mamma Regione" paga per tutti. Siccome questo non è possibile - poi quando arriveremo all'articolo 5 bis reinterverrò per parlare della spesa che rischia veramente di andare fuori controllo - bisognerebbe preparare un piano ben fatto che indichi chiaramente quali spese dovranno essere ridotte per finanziare questi interventi.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, dichiari il suo voto

MELONI FRANCO (Riformatori Sardi). Voto contro, naturalmente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento. Per una volta tanto non ci stiamo dividendo tra buoni e cattivi. Lo dico perché questa non è una proposta che viene dai nostri banchi, è una proposta che viene dai vostri di banchi, ed è una proposta secondo me ragionevole, avanzata civilmente in Commissione e sulla quale è stata coinvolta la Giunta anche se quest'ultima ha ritenuto, nel quadro delle sue compatibilità finanziarie, di non accoglierla. Quindi, non si tratta di essere buoni strumentalmente, noi non siamo buoni strumentalmente, noi tentiamo di perseguire gli interessi dei sardi, come penso tenterete voi, e tentiamo di farlo anche utilizzando le proposte che vengono dai vostri banchi, quando sono degne di essere ascoltate. Per cui io non mi sento proprio di subire nessun tipo di critica da questo punto di vista.

Tutti noi - l'ha chiarito la Costituzione - siamo Repubblica: lo Stato con il suo Governo, la Regione con il suo Governo e con il suo Parlamento, gli enti locali, Province e Comuni. Tutti siamo Repubblica e nel nostro Statuto, va il caso di ricordarlo, c'è un articolo, credo che sia il 44, che prevede che di norma la Regione espliciti le sue funzioni amministrative delegandole agli enti locali o valendosi dei loro uffici. Il che vuol dire che questi non sono interventi di assistenza al sistema delle autonomie pagati dalla Regione. La Regione è, come tutte le altre istituzioni, "foraggiata" dai cittadini contribuenti, è l'istituzione di rappresentanza di questo territorio e le imposte servono a rendere servizi al cittadino che è quello, tradotto in popolo, che decide della sorte delle istituzioni. Per cui restituire a quel popolo, ai bisogni di quel popolo le risorse è un dovere, non è assolutamente un vizio, è un dovere. E io mi riferisco soprattutto ai bisogni elementari come quelli della popolazione che stiamo tentando di rappresentare in questa discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, io intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento non per ottenere un'iscrizione al libro dei buoni. Voglio però anche rilevare una contraddizione che sta emergendo da questa discussione. Questo argomento è stato già trattato durante i lavori - ora non ricordo se della finanziaria di quest'anno o del cosiddetto collegato - e abbiamo sentito esattamente le stesse cose che stiamo sentendo stasera. E' singolare che, nonostante siamo tutti d'accordo sul contenuto di quest'emendamento, non troviamo una soluzione per questo problema. E' un problema - lo sappiamo - estremamente serio, quello di consentire alle persone non abbienti di poter accedere per le riabilitazioni alle RSA. Non è un problema di case di riposo; la "verità vera" è che molte persone sono costrette ad entrare in casa di riposo in quanto non hanno i fondi per accedere ad una RSA.

Allora, se siamo tutti d'accordo, se abbiamo stabilito questi principi, se sappiamo che non parliamo di case di riposo ma parliamo di riabilitazione, di persone non abbienti, perché dobbiamo ancora rinviare questo argomento? Tutti ci dichiariamo sensibili al problema, tutti ci dichiariamo buoni, non è un problema di farlo strumentalmente è un problema di azione.

Forse sarebbe necessario che la Giunta prendesse atto della volontà di questa Aula (che mi pare sia emersa in maniera inequivocabile) e provvedesse ad affrontare il problema in maniera seria, non rinviandolo alla prossima finanziaria, perché verosimilmente ci ritroveremo a discutere esattamente degli stessi argomenti anche nel collegato che ci appresteremo a esaminare nel mese prossimo e da una parte ci saranno i ancora buoni, i cosiddetti buoni, dall'altra ci saranno i cosiddetti cattivi però il problema non si risolve così.

Francamente non capisco il motivo per il quale non si trovi una soluzione, trattandosi soltanto di un problema di reperimento di risorse e considerato che, nel merito, l'Aula è assolutamente e completamente d'accordo sul tema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCAREDDU (U.D.C.). Presidente, considerato che siamo i firmatari dell'emendamento sarebbe quantomeno folkloristico che votassimo contro, quindi, preannuncio un voto di astensione da parte del Gruppo dell'UDC. Però, approfittando della cortesia e della presenza dell'assessore Liori, chiederei una sua opinione sull'argomento, visto che è drammaticamente di attualità, in quanto le rette delle RSA purtroppo influiscono negativamente sulla situazione economica delle persone e molti non sono in condizione di pagarle. Quindi questo non era un emendamento provocatorio (credo che l'Assessore sia a conoscenza della situazione) ma era un emendamento che voleva far sì che la Giunta inviasse almeno un segno di buona volontà in tal senso. Invito pertanto l'Assessore, se è possibile, a farci conoscere il suo pensiero in merito.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che siamo in sede di dichiarazione di voto, per cui l'Assessore non può intervenire per rispondere alle richieste di chiarimenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, anche io dichiaro il mio voto contrario rispetto all'emendamento che però, come voto contrario dei Riformatori, richiede una spiegazione, anche per aprire un dialogo con i colleghi del centrosinistra (il collega Cucca, il collega Uras e gli altri che sono intervenuti).

Noi non neghiamo l'esigenza che questo emendamento intende soddisfare, nel senso che è possibile che 15 milioni di euro servano per le RSA, però ragionando allo stesso modo si sarebbe potuto presentare un emendamento che prevedesse uno stanziamento 15 milioni di euro per frenare il flusso di pazienti dalla cardiochirurgia sarda a quella della Penisola. E' un'esigenza reale: 760 pazienti sardi nel 2008 sono andati a farsi operare per interventi di cardiochirurgia fuori Sardegna. Quindi è un'esigenza indiscutibile. Il problema è: siamo in grado di dire quali sono le priorità tra gli interventi che questo Consiglio regionale sta prevedendo e qual è il conto economico complessivo di riferimento? Altrimenti non facciamo altro che perderci nell'inseguire e nel risolvere in modo estemporaneo le esigenze che di volta in volta si affacciano o che in parte noi stessi creiamo.

Allora noi abbiamo 1.600.000 abitanti in Sardegna: è importante che ci si dica quanti di questo 1.600.000 hanno bisogno di un intervento e quanti ne beneficiano perché sono anziani e in condizioni di indigenza. Noi abbiamo RSA, abbiamo case di cura, abbiamo ospedali (dove siamo ancora in fase di riconversione dei posti di acuzie in subacuti) abbiamo il programma "ritornare a casa", abbiamo i piani alla persona, abbiamo gli interventi per le patologie particolari, per le disabilità, abbiamo l'azione per gli anziani non autosufficienti, vogliamo capire allora quante persone stiamo assistendo, quante persone dobbiamo assistere all'interno delle RSA e quante nelle altre strutture che abbiamo organizzato in modo da darci una organizzazione mentale, un metodo con cui intervenire? Solo così avremo con certezza l'idea chiara di quali sono i posti dove dobbiamo aggiungere i soldi e da dove i soldi li possiamo risparmiare. Non è pensabile che noi andiamo avanti con interventi estemporanei in cui rabbocchiamo una bottiglia senza sapere quanta gente dovrà essere dissetata dall'acqua che abbiamo messo dentro la bottiglia, altrimenti dobbiamo ammettere che la spesa del settore socio sanitario è oggettivamente fuori controllo. Quindi non si nega l'esigenza, semplicemente si chiede che l'esigenza venga contestualizzata dalla Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io condivido quest'ultimo intervento dell'onorevole Vargiu; è per questo che abbiamo chiesto stamattina la presenza dell'assessore Liori. Quando, infatti, abbiamo parlato di piani personalizzati, abbiamo parlato anche di politiche iniziate nella scorsa legislatura e che vogliamo proseguano anche in questa legislatura. E nel momento in cui la Giunta regionale effettua una scelta, che è quella di lasciare fuori dai piani personalizzati, per la prima volta, circa 9000 persone (perché, sulla base di quanto scrivete in legge finanziaria, potete finanziare 21.000 piani personalizzati, mentre dai dati a nostra disposizione occorrerebbe soddisfare almeno 28.000 piani) mi sembra indispensabile che l'aula abbia il quadro preciso della situazione, perché dobbiamo capire se l'orientamento della Regione è quello di andare verso i piani personalizzati oppure, come dire, invogliare la domanda anche verso le RSA.

Ci sono dei casi in cui, sulla base anche della valutazione che effettuano le AA.SS.LL., che effettuano i punti unici di accesso, le RSA sono una scelta obbligata. Ma ci sono molti casi in cui probabilmente le situazioni possono essere risolte all'interno della famiglia, con un adeguato sostegno personalizzato. Tra l'altro la RSA costa molto di più: 2 mila euro al mese a carico della Regione al mese, 2 mila euro al mese a carico della famiglia o dell'ente locale, quindi una spesa annuale di circa 48.000 euro complessivi, di cui almeno 24 sicuramente a carico della Regione. Con i piani personalizzati andiamo a spendere circa 1000, 1200 per i casi più gravi.

Allora è chiaro che se si taglia da una parte dobbiamo intervenire dall'altra, ma sarebbe stato meglio arrivarci con una programmazione complessiva e magari con la presenza dell'Assessore della sanità che avrebbe potuto darci un indirizzo, parlarci dei dati, aiutarci anche a scegliere bene. Io credo che, Presidente, sia doveroso far intervenire l'Assessore della sanità, proprio per specificare meglio qual è la politica che si intende perseguire, perché altrimenti saremmo costretti a operare delle scelte senza avere probabilmente un quadro complessivo, e andando a incidere forse in maniera pesante anche nelle finanze della Regione e, tra l'altro, in maniera non coerente rispetto alle politiche che abbiamo perseguito finora.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, io non ho nessun problema a fare intervenire l'Assessore; voglio solo ricordare che prima l'intervento dell'Assessore è stato strumentalizzato. Poiché non è previsto l'intervento degli Assessori durante le dichiarazioni di voto, in genere questo viene limitato a quanto è sufficiente per chiarire alcuni punti o in relazione al ritiro o ad un'ulteriore stesura dell'emendamento. Però, accedo alla sua richiesta nella speranza che, comprendendo la situazione, si sia flessibili da ambo le parti.

Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.

LIORI, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.Presidente, volevo preliminarmente chiedere scusa per la mia assenza durante l'inizio dei lavori. Normalmente io sono una persona rispettosa delle istituzioni, non cerco attenuanti per questa mia assenza, che non è dipesa comunque dalla volontà di offendere questa istituzione. Cercherò di essere più presente, più attento ai momenti in cui si discutono argomenti che interessano il mio Assessorato.

L'argomento è importante, perché, come è stato colto in parte dal consigliere Zuncheddu e dal consigliere Vargiu, la sottovalutazione di questo argomento potrebbe portare a un inserimento per ricoveri impropri nelle strutture ospedaliere, peraltro con una spesa notevolmente maggiore. Però, in realtà, debbo anche dire che, per evitare questi ricoveri impropri, bisognerebbe dare corpo a tutta una serie di realizzazioni di RSA (che ancora mancano nella nostra Isola, tant'è che, in realtà, le RSA che sono sottoposte a un tetto di spesa, e quindi a un controllo della spesa sanitaria attraverso l'imposizione di questi tetti) chiedono sempre l'aumento dei tetti di spesa, il che vuol dire che c'è ancora una domanda da soddisfare. Vuol dire che all'interno di questa categoria di persone che chiedono di essere inserite in RSA c'è sicuramente una fascia debole di popolazione che ha bisogno di un'integrazione della retta da parte dei servizi sociali, regionali o comunali, o di chiunque si deciderà debba intervenire. Mi sembra più logico che l'istituzione più vicina al cittadino sia quella comunale, quella che fino a oggi ci ha permesso di dialogare con l'utente beneficiario.

In realtà, non abbiamo una quantificazione di questo bisogno, e non abbiamo neanche una possibilità di decidere gli interventi con sufficiente intelligenza, intendendo per intelligenza le informazioni necessarie per soddisfare l'esigenza di razionalizzare questa spesa. 15 milioni di euro non sono una cifra di poco conto. Certamente il consigliere Biancareddu e il Gruppo dell'U.D.C. hanno colto nel segno una necessità, una necessità che però va prima valutata conoscendo esattamente i bisogni, e anche nell'ottica di un riordino complessivo della spesa dei servizi sociali, perché altrimenti rischiamo, avendo fondi assolutamente insufficienti per la spesa sociale, di tagliare e di effettuare scelte che potrebbero anche non essere coerenti.

In realtà, lo Stato ci chiede il controllo di una spesa che è a metà tra il sanitario e il sociale, e mi sembra che il consigliere Campus abbia colto nettamente il fatto che si fa confusione tra comunità alloggio, cioè le ex case di riposo, e residenze comunità protette. Le residenze comunità protette sono una via di mezzo tra la comunità alloggio e la RSA, e ospitano pazienti che comunque necessitano di cure, ma che sono autosufficienti, mentre alle RSA si rivolge quella categoria particolarmente debole di popolazione che non è neanche autosufficiente, e quindi che ha necessità talvolta di cicli riabilitativi, talvolta di un ricovero prolungato.

Il ciclo riabilitativo o terapeutico può essere di bassa o talvolta anche di altissima intensità, come per esempio avviene a Santa Maria Bambina, a Guspini, in centri particolarmente attrezzati che poco hanno da invidiare anche alle strutture ospedaliere. Quindi, io credo che sia il caso di soprassedere, che l'Assessorato, prima di tutti, vedendo la reale possibilità di accedere a fondi che ritengo comunque importanti, programmi meglio questa spesa, e poi concordi magari con la Commissione sanità un intervento pensato, ragionato, e comunque che dia risposte. Io su questo sono d'accordo, ma mi prenderei un periodo di tempo per ragionarci su. Questo è l'atteggiamento che intendo portare avanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, dopo l'intervento dell'Assessore, che sicuramente in parte condivido, l'intento è di votare comunque favorevolmente. Poi, è chiaro, la cifra non so quale sia, però è sicuramente importante il principio, in quanto si tratta di un settore della sanità molto delicato, che si inserisce proprio in quella fase "cuscinetto" tra l'ospedalità e il sociale, della quale occorre misurare per tempo il bisogno, altrimenti c'è il rischio che si opti per strade diverse dalle RSA, che potrebbero essere, così come qualche altro collega ha detto, la comunità alloggio o la comunità protetta, che sono fasi prettamente sociali, quindi a intero carico dell'utente, o quasi a intero carico per le comunità protette.

Mi auguro pertanto che si riprenda, magari con il collegato, quest'aspetto, proprio perché una scelta sbagliata può portare a un ritorno presso gli ospedali, quindi ad un maggiore costo e aggravio della spesa sanitaria; mentre l'attenzione alla riabilitazione, così come l'Assessore prima diceva, porta sicuramente a un'integrazione nella società del paziente bisognoso di riabilitazione. Quindi la massima riabilitazione possibile consente di non gravare più sul sistema sanitario, ma di riportare il problema, laddove possibile, al sociale, quindi all'interno dell'alveo comunale, dei comuni ai quali è affidata l'assistenza sociale.

Quindi, ripeto, lo spirito lo condivido, condivido anche le precisazioni dell'Assessore, mi auguro si ritorni sul problema perché riveste uno degli aspetti delicati, come dicevo, tra sanitario e sociale, che se non esaminato con attenzione può creare ulteriori problemi alla sanità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). Io mi scuso, non conosco quello che hanno detto i colleghi perché ero impegnato in una riunione di Giunta. Credo però che ci sia un po' di confusione mentale sulle RSA. Per quanto riguarda queste, infatti, attraverso un provvedimento legislativo abbiamo previsto 4 mila posti in Sardegna. Poi sono stati finanziati, con l'articolo 20, circa ottocentoottanta posti letto. In molte località, come in Gallura, le due RSA non sono funzionanti; dopo nove anni non sono stati realizzati i cento posti di Tempio, i quaranta di La Maddalena, e la stessa precedente amministrazione, quando ha recuperato 53 milioni di euro con i 380 milioni concessi da Veronesi nel programma del 2001, ha ritenuto di dover creare altre due RSA, una a Bonorva e una a Macomer.

La "verità vera" qual è? Che sin dall'inizio si cercava di assegnare un sussidio, un aiuto agli anziani poveri, perché 3 milioni 900 mila lire per la retta non ce li aveva nessuno, e siccome i non autosufficienti dovrebbero avere diritto sia alla pensione di invalidità sia all'assegno di accompagnamento, se per le famiglie non c'era un aiuto, provvedevano prima i comuni. La gestione Dirindin non solo ha ridotto i posti letto, ma addirittura ha praticamente consentito licenziamenti anche in questi giorni. I privati hanno preso i soldi (vedi Segesta) e poi nonostante i 500 mila euro ottenuti nonostante gli siano stati accreditati illegittimamente 10 posti letto aggiuntivi (per esempio, per quanto riguarda l'hospice) hanno tentato di licenziare personale.

Allora si dice: "Recuperiamo attraverso un contributo ai comuni gli anziani non autosufficienti che non hanno la possibilità di essere assistiti a casa", cioè, per essere chiari, attraverso la legge numero 162. Quindi, se c'è una categoria che è stata penalizzata in questi anni, è quella degli anziani non autosufficienti che non possono più accedere alle strutture dell'RSA perché non hanno le risorse finanziarie, come non ce le hanno neanche i comuni, e questo è un dato di fatto. Se c'è un caso emblematico è questo. Invece, concentriamo risorse per esempio sull'ADI, laddove c'è uno sperpero di denaro in farmaci e in strutture protesiche.

Quindi credo che sia giusto che si analizzi bene il problema, in modo tale che si possa arrivare in tempi brevi a individuare soluzioni alternative e corrette, anche per quanto riguarda questi poveri anziani che sono stati fortemente penalizzati.

PRESIDENTE. Onorevole Oppi, dichiari il suo voto.

OPPI (U.D.C.). Il mio voto è l'astensione, ovviamente.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 143.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 143.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Amadu e Rodin hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Petrini - Piras - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Capelli - Contu Felice - Floris Mario - Milia - Mulas - Oppi - Steri.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 49

astenuti 9

maggioranza 25

favorevoli 23

contrari 26

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 146.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, vorrei intervenire sul Regolamento, e in modo particolare sulle modalità di voto. Io ho consultato il Regolamento e il voto misto (voto elettronico e ad appello nominale) non l'ho trovato. Chiedere dopo la votazione nominale: "che cosa ha votato lei? Dichiari il suo voto... faccia una cosa…" questa è una modalità di voto misto che non è prevista dal Regolamento.

Seconda questione: si vota una volta sola, non si vota 2, 3 volte. "Ah! Mi sono sbagliato! Scusi": questa non è una modalità di voto prevista dal Regolamento. Allora, questo lo dico perché noi siamo il Consiglio regionale della Sardegna, non siamo l'assemblea di condominio; non siamo l'assemblea del condominio! Siamo il Consiglio regionale della Sardegna e chi sbaglia sbaglia! Chi sbaglia sbaglia e non ripete il voto, se no si ripete l'intera votazione! E ci devono essere i motivi! Ci devono essere i motivi per ripetere l'intera votazione, e devono essere valutabili come motivi fondati, se no noi, Presidente, continuiamo a vivere in un disordine che non ci aiuta a lavorare al meglio. Ciascuno di noi faccia lo sforzo di fare il suo dovere pienamente e con attenzione; non è una fatica così insormontabile stare attenti al dibattito! Soprattutto per noi, non è una fatica! Perché anche questo è un elemento di disturbo alla concentrazione.

Prima l'onorevole Oppi ci ha fatto notare determinate ragioni che giustificavano questo intervento, che è un intervento serio, su cui si sarebbe dovuto aprire un dibattito serio e non pregiudizialmente interrotto attraverso la questione della modalità di voto che ha pregiudicato una valutazione più seria del problema. E così gli anziani che hanno bisogno restano fuori! Noi ci vediamo rimandare questa operazione di sei mesi, perché su questo siamo intervenuti e abbiamo votato contro, e al contempo questo Consiglio non ha fatto il proprio dovere.

Io chiedo, Presidente, che si stabilisca una volta per tutte che la votazione nominale si effettui solo col sistema elettronico. Chi non fa in tempo per disattenzione (perché è solo per disattenzione) a non votare, non vota! Se poi nasce un problema di natura tecnica, allora si ripete la votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, lei ha perfettamente ragione, il Regolamento non contempla la possibilità del voto misto. La Presidenza è sempre stata tollerante in virtù del fatto che purtroppo qualche collega ha ancora difficoltà nell'utilizzare il sistema elettronico per la votazione. Nessuno quindi sta dicendo che lei non abbia manifestato delle motivazioni giuste, però, questa purtroppo è la realtà delle cose.

Comunque, accolgo la sua richiesta: d'ora in avanti saremo fiscali, visto che il problema comunque ha riguardato sempre sia la maggioranza sia l'opposizione, per cui non si potrà modificare il voto espresso anche in maniera errata, e non ammetteremo alla votazione coloro i quali non avranno espresso la loro volontà con voto elettronico.

CHERCHI OSCAR (P.d.L.). Ma perché lo dice Luciano Uras, Presidente?

PRESIDENTE. No, non è perché lo chiede Uras, è una cosa giusta…

CHERCHI OSCAR (P.d.L.). Ma adesso non si può neanche sbagliare?

PRESIDENTE. Onorevole Cherchi, mi scusi, non è perché lo chiede l'onorevole Uras!

(Interruzione)

No, scusate un attimo!... scusate un attimo!... Onorevole Cherchi, per cortesia. Allora, in nessuna Assemblea parlamentare è prevista la possibilità di modificare il proprio voto.

(Interruzione)

PRESIDENTE. Onorevole Cherchi! Onorevole Cherchi!... allora, questa è una prassi sbagliata che si è perpetrata in questo Consiglio, perché quando uno esprime il proprio voto e sbaglia, rimane tale. Non mi risulta che alla Camera dei deputati, al Senato o in altre Assemblee legislative consentano questa possibilità.

CHERCHI OSCAR (P.d.L.). Ma sono mille persone, non sono in 80!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!... allora, le motivazioni che ha portato l'onorevole Uras sono motivazioni corrette, rispettose del Regolamento. Richiamiamo regole uguali per tutti, quindi le regole valgono chiunque le proponga. Del resto le votazioni sono anche lente e perdiamo tempo nella proclamazione del voto perché dobbiamo modificare il voto espresso, o perché chi era in aula non è riuscito a votare. D'ora in avanti questa decisione servirà ai consiglieri per essere maggiormente responsabili e più attenti nelle fasi di votazione.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 146 e per esprimere alcune considerazioni. Il grado di civiltà di un popolo si misura anche dalle condizioni di vita che le istituzioni riescono ad assicurare all'interno del carcere. Questo emendamento si riferisce al contributo che la Regione Sardegna dovrebbe assicurare al carcere minorile di Quartuccio - che è una struttura di eccellenza in Sardegna - per consentire lo svolgimento dei corsi di formazione professionale.

Per quanto il contributo sia solo di 100 mila euro, l'argomento è un po' scottante e ne abbiamo già discusso qui in Aula. Nonostante si assicuri sempre la più ampia disponibilità su questa materia, di fatto poi ci fermiamo di fronte ai piccoli interventi che però sono quelli che consentono effettivamente di dare a una struttura di eccellenza come quella del carcere di Quartucciu la possibilità di svolgere proficuamente quelle attività che consentono il reinserimento dei giovani che per vicissitudini...

Presidente, io così però non posso parlare.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Cucca.

Colleghi, onorevole Dessì, onorevole Amadu, lasciate proseguire l'oratore.

CUCCA (P.D.). Dicevo, la seconda Commissione tra le altre cose si è recata anche in visita al carcere di Quartucciu e l'impressione che ho avuto è che siamo andati lì a vender fumo. Noi dell'opposizione abbiamo sempre assicurato il numero legale a quella Commissione, ma non siamo più disposti a continuare a girare per le carceri e ad andare a vender fumo. Se non ci sarà una presa di posizione chiara e netta su questi argomenti, che siamo andati a sostenere e a difendere nel corso delle nostre visite, io credo che l'opposizione non potrà più assicurare quella collaborazione che ha assicurato fino ad oggi.

Per questo motivo chiederei di rivedere la posizione all'Assessore, perché non si può fare ciò che è stato fatto anche nella finanziaria 2009 quando sono stati assegnati questi 100 mila euro stornandoli a quel capitolo di bilancio che prevede una cifra estremamente esigua - se non ricordo male un milione e 200 mila euro - destinato a finanziare attività che consentano il reinserimento ai detenuti che possono godere di misure alternative alla detenzione e che in Sardegna, a differenza di molte altre regioni della Penisola, vivono in condizioni di assoluto disagio e difficoltà. Quindi sottrarre risorse da quel capitolo significa ulteriormente...

PRESIDENTE. Onorevole Cucca, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, intervengo anch'io per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 146. Stiamo assistendo al solito gioco al rinvio in cui si prendono gli impegni e poi non si rispettano. La volta scorsa era stato assunto un impegno dall'Assessore che però non ha fatto altro che sottrarre risorse da un fondo destinato alle altre carceri sarde per finalizzarle a questo intervento. Noi chiediamo un impegno preciso dai fondi del bilancio regionale, chiediamo che siano destinati a un intervento particolare per una struttura di eccellenza che svolge un ruolo sociale importantissimo di rieducazione dei giovani che hanno commesso errori e che è riconosciuta da tutti come una struttura di altissimo livello rieducativo, portata ad esempio in tutto il Paese.

E' per questo che chiediamo un intervento particolare. Si tratta di 100 mila euro. Crediamo che non sarà questa cifra a mandare fuori controllo la spesa di questa Regione. Quindi chiediamo alla Giunta un suo pronunciamento e un suo intervento preciso e un accoglimento di quest'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 146 e sottolineo che, così come per l'emendamento precedente, stiamo parlando di categorie estremamente disagiate, deboli e a rischio e che meritano sicuramente un intervento prioritario. Mi riferisco ai detenuti, soprattutto ai giovani detenuti, perché stiamo parlando del carcere minorile di Quartucciu, così come nel precedente emendamento stavamo parlando di anziani non autosufficienti.

Cari assessori Liori e La Spisa, volevo far rilevare che per queste categorie altamente disagiate c'è sempre la politica dei due tempi, che porta a dire: "sì è giusto, va bene, avete individuato il problema, però è da approfondire, lo possiamo rivedere nel collegato, nella successiva finanziaria, nell'altro mondo, in un altro momento", e questo lo riteniamo estremamente sbagliato. Lo riteniamo estremamente sbagliato perché quando consideriamo che queste sono le categorie più disagiate e che più hanno bisogno di sostegno è anche implicito in questa nostra affermazione dire che anche le risorse per migliorare i servizi che sono destinati a queste categorie debbano essere incrementate. Cioè si fanno tanti distinguo per queste categorie, tanti distinguo anche per il precedente emendamento, ma non mi risulta che gli stessi distinguo, assessore Liori, mi scusi, se no...

LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Sto ascoltando.

SALIS (I.d.V.). Non mi risulta che questi distinguo vengano fatti quando si tratta di destinare ingentissime risorse ad altri settori, categorie, ceti, ambienti che non hanno sicuramente gli stessi problemi. Io a questa riflessione vorrei richiamarla, Assessore. C'è una politica dei due pesi e due misure. Troveremo il modo, a brevissimo spero, di discutere sui problemi della sanità in Sardegna e potremmo rilevare, così come è successo in altre realtà, che effettivamente l'uso delle risorse ingentissime della sanità è un uso avaro nei confronti di chi sta peggio, mentre è un uso assolutamente largheggiante nei confronti di categorie che sicuramente non hanno questi problemi. Ecco perché voto a favore dell'emendamento numero 146.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Il motivo per cui è stato espresso parere negativo è - come tutti abbiamo concordato - che la legge finanziaria deve essere uno strumento in cui si stabilisce il quadro finanziario, mentre sulle singole questioni si interviene con leggi di settore o con atti amministrativi, salvo questioni che non possono essere risolte diversamente. Pertanto il parere negativo della Giunta non riguarda il contenuto ma il metodo, che è un metodo.

Tra l'altro su una cifra di queste dimensioni, che evidentemente non pone problemi di compatibilità finanziaria, si pone un problema di coerenza. Qualunque altro collega, credo giustamente, potrebbe sollevare un altro problema ancora più pietoso di questo. Dobbiamo giocare tutti a sollecitarci toccando le corde del sentimento in quest'Aula o dobbiamo cercare di razionalizzare le scelte e un sistema di conduzione anche della politica finanziaria? Io credo che sia giusto che la Giunta, anche se dispiace su questo argomento dire no, mantenga una linea di coerenza per quanto è possibile. L'Aula poi è sovrana da questo punto di vista rispetto alla proposta della Giunta. Io invito però tutti a cercare almeno di capire qual è la motivazione vera per cui teniamo una linea di condotta di questo tipo.

Oltretutto, aggiungo, per finalità formative non è improbabile - io ho chiesto di verificarlo agli Uffici - che una somma di questo genere la si possa rinvenire tra le risorse per la formazione professionale a valere sui fondi regionali. Quindi, con un atto amministrativo di Giunta si potrebbe trovare una soluzione a questo problema, soluzione molto più ragionevole e che ci permetterebbe di avere da ora in poi una legge finanziaria priva di norme che potrebbero trovare la loro più giusta collocazione nelle leggi di settore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, intervengo solo per dire che anche questo emendamento ha finalità più che meritevoli ma, come ha appena correttamente detto l'Assessore, è un intervento che ben può trovare il suo giusto spazio attraverso capitoli specifici di bilancio, senza andare a cercare una copertura che è la copertura buona per tutti gli emendamenti. Credo che anche questo, come ha detto l'Assessore, sia un argomento da approfondire, però che è già previsto in questa finanziaria, si tratta solo di utilizzare al meglio le risorse e, al limite, discutere, in corso d'anno, sulla allocazione all'interno di quei capitoli, anche attraverso il collegato, delle risorse necessarie per coprire eventuali emergenze o priorità di tipo educativo-assistenziale. Per queste ragioni il mio voto è contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io credo che le osservazioni che ha fatto l'Assessore siano osservazioni importanti. L'Assessore dice: "Noi nel merito dell'emendamento possiamo essere anche d'accordo, però teniamo una linea che è quella di riportare interventi specifici di questo tipo alla discussione che faremo il sede di collegato". Noi, Assessore, lo facciamo, capiamo questa posizione, ma abbiamo anche la responsabilità di sottoporre i problemi e anche di anticiparli.

Del resto nel suo intervento c'è un'incoerenza perché noi alla fine non interverremo con il collegato (così come non abbiano fatto anche con la legge numero 3) con interventi organici, ma inseriremo gli interventi in una specie di contenitore che conterrà tutta una serie di misure spurie. E' un modo di legiferare, probabilmente anche più lineare, che ha dei vantaggi rispetto a quanto fatto anche nel recente passato, però non posso non ricordarle che, per ora, di leggi organiche in questa legislatura non ne abbiamo visto. Abbiamo visto (lei ci ha spiegato le urgenze) le due finanziarie, il Piano regionale di sviluppo che non sviluppa idee ma soltanto ipotesi di percorsi, e le leggi organiche le stiamo ancora aspettando. La legge numero 4, la legge sul piano casa, in realtà è una "non legge", una legge che deregolamenta. Quindi noi questi interventi organici li stiamo ancora aspettando e anche se abbiamo diviso gli strumenti tra una legge finanziaria (che lei chiama snella e noi chiamiamo vuota) e un collegato, diciamo, buono per tutti gli usi, noi questo cambiamento di rotta e di passo facciamo veramente fatica a vederlo.

Quindi, capiamo la posizione della Giunta, ma credo che sia anche comprensibile la posizione della minoranza, che vuole utilizzare questo tempo anche per sottolineare problemi e temi importanti come questo. Sull'emendamento "146" aggiungerei anche la firma, poiché se non altro ha il merito di aver anticipato un problema che, se non trova soluzioni oggi potrà, nelle parole anche dell'Assessore, trovare una soluzione o nel collegato o all'interno del piano sulla formazione professionale. Il voto quindi è favorevole; noi continueremo a segnalarle problemi, Assessore, cercando magari anche di selezionare i temi e non rinunciando, anche nel collegato, a continuare a formulare le nostre proposte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'intervento previsto in questo emendamento è un intervento classico che non può che stare dentro la finanziaria perché è stato sempre allocato all'interno di essa. Esso riguarda l'autorizzazione di una spesa di 100 milioni di euro destinata alla rieducazione e riabilitazione sociale. Si è fatto anche nel 2007, si trattava di incrementare un fondo che era stato istituito con l'articolo 9, comma 11, della finanziaria del 2006 ed era un intervento aggiuntivo rispetto agli interventi già previsti e con una loro dotazione finanziaria.

Del resto, badate, la maggioranza sarebbe potuta essere invasa da emendamenti di questo tipo presentati dalla minoranza. Cioè, noi avremmo potuto scegliere, anziché un atteggiamento positivo nel corso della discussione della finanziaria, un atteggiamento di scontro, arrivando a portare anche mille emendamenti di questo tipo. Quanti ne abbiamo presentati? Uno! Ne abbiamo presentato uno, esattamente questo! L'abbiamo portato in Commissione, Assessore, e in quella sede si sarebbe potuto dire: "Va bene, c'è la disponibilità"; si sarebbe potuto dire agli Uffici: "Trovate una dotazione finanziaria che possiamo orientare a questo emendamento".

Le carceri stanno esplodendo, la nostra gioventù vive un malessere pesante, quella nella quale operiamo è una società fallimentare, tutti parliamo di rieducazione, di riabilitazione, di recupero, di integrazione e alla fine ci respingete l'unico emendamento (per altro di un importo di 100 mila euro) di questa natura che abbiamo presentato in legge finanziaria? Ne abbiamo presentato solo uno e anche quell'uno l'avete respinto. Ma per cortesia, ma per cortesia! Ma quale coerenza! Ma la coerenza ce l'abbiamo noi nell'accettare anche un tavolo di confronto di questo tipo e non nel prevaricare e non nell'ostruire l'attività del Consiglio regionale nell'elaborazione della legge! Ecco perché io voterò a favore e mi auguro che la Giunta intervenga nel corso di questa discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 146. Badate, colleghi, noi richiamiamo la dignità spesso violata di quest'Aula, di questo Consiglio, però dobbiamo essere i primi a impegnarci in questa direzione, a mantenere la dignità di questo Consiglio. Nel momento in cui la Commissione fa il giro delle carceri, assume degli impegni, registra delle sofferenze, registra delle necessità, noi dobbiamo essere conseguenti, sennò anche le nostre parole, i nostri richiami alla dignità dell'Aula suoneranno vuoti.

Come ha affermato anche l'onorevole Uras, noi non abbiamo moltiplicato gli interventi, abbiamo selezionato le nostre proposte. Questa è una delle proposte che noi abbiamo selezionato, una proposta di solo 100 mila euro che ha una finalità ben precisa, quella di finanziare programmi, percorsi di recupero mediante corsi di formazione all'interno delle carceri; in questo caso addirittura si tratta di un carcere minorile. Programmi che sono associati alle misure alternative della detenzione.

Si tratta di un intervento quanto mai urgente, non possiamo rinviarlo ancora, perché ogni volta rinviamo, ogni volta rimandiamo al collegato, ogni volta rimandiamo a leggi disorganiche e così facciamo quanto di più disorganico si possa fare. Questa è materia di legge finanziaria, i 100 mila euro sono necessari, quindi adesso dobbiamo approvare questo emendamento. E poi, colleghi, Giunta, il non aprire lo spazio a un confronto su temi come questi è una manifestazione di enorme debolezza da parte della maggioranza, una maggioranza che ha i numeri non può avere le paure, non può essere ostaggio di queste paure.

Io vi invito a rivedere le vostre posizioni, io invito i colleghi della Commissione seconda, che hanno preso impegni in prima persona - il Presidente non l'ho ancora sentito in questo momento - ad esprimersi, invito la Giunta e la maggioranza a lasciare da parte le paure, a lasciare da parte queste che sono manifestazioni di debolezza, e ad aprire il confronto. Centomila euro su questa partita si possono mettere, 100 mila euro su questa partita sono quanto mai urgenti e necessari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, dichiararo il mio voto assolutamente favorevole e chiedo ai colleghi se posso aggiungere la mia firma all'emendamento. Voglio ricordare che il carcere minorile di Quartucciu è stato oggetto recentemente, della visita della Commissione competente; quindi credo che il problema si ponga su un piano ben diverso rispetto a quello della ricerca del caso più pietoso; non credo che la Commissione sia alla ricerca di un qualche cosa che possa far agire i buoni sentimenti, credo che essa prendendo diretta visione della situazione del carcere minorile di Quartucciu, abbia pensato ai diritti di queste persone. Quindi non riteniamolo un caso pietoso, non credo che si tratti di questo.

Leggo anche su Internet alcune notizie su una recente visita di imprenditori, di persone che hanno visitato questo carcere riscontrando punte veramente di eccellenza, dove molto si può fare per creare un modello positivo di recupero di quei minori che si trovano in una situazione di estrema difficoltà, che hanno compiuto, diciamo così, tra virgolette, dei delitti. Del resto sappiamo benissimo che a una certa età sicuramente le responsabilità non possono essere solamente considerate individuali.

Quindi l'iniziativa mi sembra così importante, così poco onerosa, che potrebbe costituire l'occasione per inviare un segnale d'interesse nei confronti di un mondo, il mondo carcerario, che è sempre stato ai margini delle politiche di qualunque orientamento. In questo momento c'è una proposta così (spero di non offendere) semplice, tranquilla, onesta, pulita che è rivolta a dei giovani in grande difficoltà; credo che vada accolta e invito tutti a votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti - Sinistra Sarda - Rosso Mori). Anch'io intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento, perché le finalità di rieducazione del reo, le finalità rieducative dei detenuti, sono stabilite nella gerarchia delle fonti sia da fonti primarie sia da fonti secondarie, persino nella nostra Costituzione, all'articolo 27, quando richiama la finalità rieducativa delle pene. Quindi persino la Costituzione pone un principio di questo tipo, ribadendo la dignità della persona e con ciò anche la dignità dell'internato, del detenuto.

Una Società, uno Stato, si distingue proprio per le qualità della democrazia esistente al suo interno e dei principi volti alla tutela del cittadino anche nella sua qualità di carcerato. E' quella la cartina di tornasole della civiltà di un popolo, soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di minori e quindi di soggetti che hanno bisogno di maggiore attenzione, considerata soprattutto, spesso, la maggiore difficoltà delle condizioni di partenza. A questi bisogna guardare con maggior attenzione perché sono soggetti che possono essere recuperati, favorendo (anche attraverso questi finanziamenti) i contatti con l'ambiente esterno e con la società, e il reinserimento sociale.

Ed è per questo, proprio perché il trattamento, la possibilità di integrazione e di reinserimento nella società deve guardare all'individuo e quindi alle difficoltà sociali, familiari o psichiche c'è necessità di maggiori finanziamenti e quindi un intervento pubblico anche della Regione. Perciò ribadisco la mia dichiarazione di voto favorevole e il sostegno all'attività di associazioni e di strutture carcerarie come quelle di Quartucciu che operano proprio in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti - Sinistra Sarda - Rosso Mori). E' vero, come dice l'Assessore, che questa finanziaria (l'abbiamo anche apprezzata) non contiene norme intruse. E' stata definita una finanziaria snella, ma io, più precisamente, prendendo in prestito la terminologia musicale, la definirei: "snella ma non troppo". E credo che di fronte a un problema come questo - intervengo perché praticamente sono intervenuti quasi tutti i consiglieri di opposizione - occorre sottolineare con forza la necessità di sostenere questo emendamento presentato da alcuni colleghi della minoranza e condiviso da tutti noi, e mi auguro anche da altri colleghi della maggioranza. L'intervento a favore di un'istituzione come questa per la quale porto anche una testimonianza personale, mi sembra doveroso.

Ho conosciuto il carcere minorile di Quartucciu negli anni '80, quando si trovava sotto la "giurisdizione" del presidente Palomba nella funzione di Presidente del Tribunale dei minori (non di Presidente della Giunta regionale). Allora si chiedeva di dare un sostegno agli enti locali e noi, come amministrazione comunale di Alghero, a tal fine impegnammo una spesa di 10 milioni di lire. Per un comune come Alghero era una somma importante, però giustificata dalla volontà di sostenere una istituzione come quella che puntava soprattutto alla riabilitazione e al recupero di giovani.

I giovani vennero ad Alghero, rappresentarono un'opera teatrale, "La Giara" nella piazza civica, vennero accompagnati in una visita guidata nel territorio (alle grotte di Nettuno) e successivamente in ristorante in una sorta, come dire, di quasi totale libertà. In quell'occasione e vissi anche un momento drammatico quando, durante la fase delle prove, un ragazzo di Alghero, guardando Federico Palomba negli occhi, gli disse: "Devo andare assolutamente a salutare mia madre.". Voi potete immaginare la situazione che si creò in quel momento. Si guardarono entrambi negli occhi e Federico Palomba con un cenno del capo lo autorizzò, da solo! Io non so se fosse penalmente rilevante l'autorizzazione che dette Palomba in quel momento a quel ragazzo. Era un ragazzo che viveva in un quartiere molto povero della città, oggi in fase di recupero. E però in quella situazione drammatica, l'atteggiamento di Palomba...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi, in qualità di componente della seconda Commissione, ritengo doveroso fare alcune precisazioni. Mi dispiace intanto che i colleghi che hanno firmato l'emendamento ci abbiano considerato un po' insensibili. Assolutamente non è così. Vorrei ricordare ai componenti della Commissione che la Commissione si è data delle priorità e ha calendarizzato i lavori prevedendo una serie di visite a tutte le carceri presenti in Sardegna. Avevamo anche una visita programmata al carcere di Badu' e Carros e non siamo riusciti ad andare, non so per quale motivo.

Vorrei ricordare le problematiche che abbiamo riscontrato in relazione anche ad altre situazioni carcerarie tipo le colonie penali, nonché la situazione di gravità riscontrata a Macomer e il grave problema degli esuberi. Io credo che la Commissione debba terminare il lavoro che ha iniziato, stabilire delle priorità, segnalarle alla Giunta e non procedere con interventi (anche se per finalità apprezzabili) estemporanei. Io ritengo che occorra, per avere un intervento organico, che la Commissione finisca il suo lavoro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Io prendo spunto da quest'ultimo intervento per dire innanzitutto che mi farebbe piacere anche sapere cosa pensa il Presidente della nostra Commissione, l'onorevole Ladu. Sono sicuro che interverrà per dirci quello che pensa. Volevo anche dire, però, all'assessore La Spisa, riprendendo un ragionamento fatto poc'anzi, che non è il caso, vista l'esiguità della cifra e considerata l'importanza dello scopo a cui è destinata, di usare per questo emendamento lo stesso atteggiamento usato per quello che abbiamo discusso poc'anzi. Questo io lo dico perché è un intervento di un grande valore umano, sicuramente di un grande valore sociale, tra l'altro viene effettuato sull'unico carcere minorile della nostra Regione che ha valenza nazionale perché vengono reclusi, purtroppo anche giovani provenienti dalla Penisola.

A differenza delle altre carceri dell'Isola, peraltro, i cui problemi esulano dalle nostre competenze (non sono cioè problemi che la nostra Regione, con tutto l'impegno dell'Assessore, del Presidente della Regione, del Consiglio regionale, può affrontare e risolvere, ma possiamo eventualmente soltanto segnalare al Governo nazionale) il carcere minorile può essere oggetto di interventi come questo, capaci di sortire effetti concreti. Perché quello della Commissione non sia quindi solo l'ennesimo giro delle carceri a cui anche i detenuti si sono ormai abituati, io penso, Assessore, che sia indispensabile che lei manifesti disponibilità nei confronti di questo intervento.

Centomila euro possono permettere ai giovani detenuti di beneficiare di interventi importanti e in questo modo anche le visite della Commissione nelle carceri dell'Isola non potranno essere considerate solo un rituale inutile.

Questa è un'opportunità che la nostra Regione, il nostro Consiglio regionale - e quindi mi appello anche ai colleghi - possono sfruttare per inviare un segnale positivo. Su questo tema, assessore La Spisa, non stiamo cercando di essere più buoni o meno buoni degli altri; penso che questo sia un intervento che possa garantire un risultato concreto migliore rispetto a qualsiasi altro, considerato che le carceri sono gestite dal Ministero di Grazia e Giustizia, e che quindi gli spazi di manovra sono limitati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io voterò contro questo emendamento, ma voglio chiarire che la proposta è più che opportuna, lecita, e i fini sono ben noti soprattutto dall'esposizione dei firmatari. Mi sembra strano, però, che all'interno dei fondi previsti nel bilancio, noi ripetiamo gli interventi degli anni precedenti, sia con 1 milione e 300 mila euro al capitolo S.05.07.34 (spese per la realizzazione di programmi di attività finalizzate al recupero dei detenuti e quant'altro) sia con un milione e mezzo al capitolo successivo, che tra l'altro presenta 3 milioni e 221 mila euro di residui.

Io credo che all'interno dei programmi, come è successo negli anni precedenti, troverà piena soddisfazione anche la richiesta del carcere di Quartucciu, così come penso che la Giunta (e chiedo formalmente alla Giunta di impegnarsi su questo) con atto amministrativo possa garantire la copertura di questi 100 mila euro, credo che lo possa fare e lo farà.

Per quanto riguarda le carceri (problema anche questo annoso) la Commissione, con un po' di morbosità continua la sequela di visite e di indagini nei vari istituti di pena dell'Isola, forse perché qualche collega ha curiosità anche di vedere come sono fatte. Però, in proposito, mi preoccupa molto di più il ripristino dell'articolo 41 bis, del regime di massima sicurezza, così prospettato e progettato per il carcere di Bad'e carros; questo è un problema che dovreste, cari commissari della Commissione competente, sollevare.

E' noto che nei giorni scorsi è stato autorizzato dal Ministero competente lo studio per la creazione e ricostituzione di un braccio in quel di Bad'e carros per l'applicazione del regime del "41 bis", non so se tutti siete d'accordo su questo, io nutro sicuramente molti dubbi sulla iniziativa del Governo nazionale. Perciò, se la Giunta - come è già stato detto, e credo lo possa ribadire - garantisce la copertura di questi 100mila euro (si sta portando via molto tempo per poca cosa a livello finanziario, ma grande cosa come progetto) recuperandoli da fondi già previsti in bilancio e nei progetti presenti, in aggiunta si può chiedere all'Esecutivo solo la garanzia che, se così non fosse, con un atto amministrativo darà risposta all'esigenza prospettata dall'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io credo che se il voto è davvero un'assunzione di responsabilità seria e concreta allora occorre ricordare che in quest'Aula è stata recentemente discussa una mozione proprio su questi temi, e proprio un punto della mozione che denunciava lo stato in cui versano le carceri sarde ci ha visto pressoché uniti, perché anche il centrodestra ha votato a favore di un intervento per migliorare la qualità di vita dei nostri detenuti.

Rispetto a quanto diceva il consigliere Capelli, abbiamo toccato anche l'argomento del "41 bis" e ci siamo pronunciati assolutamente contrari all'ampliamento delle carceri, sia al nord che al sud della nostra Isola, per ospitare la cosiddetta criminalità internazionale che andrebbe ad inquinare fortemente il nostro tessuto economico e sociale già di per sé fragilissimo. In un momento come questo accettare l'ampliamento di queste carceri sarebbe veramente l'errore più grave che noi come istituzione potremmo commettere. L'abbiamo detto, ne abbiamo discusso un'intera mattinata, e caso strano il centrodestra ha votato contro la nostra mozione, proprio sul punto riguardante il "41 bis", il carcere speciale.

Quindi io vorrei invitare l'Aula, a prescindere dalle diverse posizioni politiche, ad un minimo di coerenza. Mi sembra veramente paradossale che prima tutti fossimo d'accordo sugli interventi per migliorare la qualità di vita dei carcerati, e oggi invece ci pronunciamo contro. Mah, questi sono i misteri dell'Aula!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.

LIORI, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, onorevoli consiglieri, è chiaro che la Giunta si impegna - se il Consiglio ritiene che questi fondi siano così indispensabili - a emanare una delibera; può essere emanata anche entro l'anno. Però voglio informare l'Aula che in questi giorni verrà pubblicato il bando POR "Ad Altiora", per il reinserimento e l'inclusione sociale dei giovani carcerati e dei minori sottoposti a provvedimenti di restrizione giudiziaria (quindi anche fuori dal carcere: arresti domiciliari eccetera). A tal fine è stato stanziato 1 milione di euro destinato a finanziare progetti presenti in tutta la Sardegna.

Questa è una grande risposta che dimostra che non c'è un'insensibilità verso questo tema. Si tratta, infatti, di 10 volte la cifra che viene richiesta con l'emendamento. Se però l'Aula ritiene che questo provvedimento sia necessario, certamente siamo in grado, per via amministrativa, in Giunta, come detto dall'onorevole Capelli, di trovare entro l'anno questi fondi. C'è quindi da parte della Giunta un impegno in tal senso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi scuso con lei Presidente e anche con i colleghi, ma questa discussione sta assumendo un carattere quasi grottesco. Siamo in presenza di un emendamento che chiede uno stanziamento ulteriore di 100 mila euro, e la risposta della Giunta e della maggioranza (con ragioni diverse, le più disparate) è che ciò non è possibile. Stiamo parlando di una somma, ma è chiaro che la non ammissibilità prescinde dalla somma, lo capisco, tuttavia vi invito davvero ad un minimo di attenzione.

Lo dico anche all'assessore La Spisa: noi stiamo parlando dell'unico carcere minorile della Sardegna, che è diverso dagli altri carceri, dalle colonie penali, in cui sono ospitati gli adulti. Io credo che noi non possiamo permetterci il lusso, per la parte che ci riguarda, di non svolgere il ruolo anche di chi, in qualche maniera, finanzia un'azione da ammonitori, perché stiamo parlando di ragazzi che hanno, più degli adulti, il bisogno di essere rieducati, e sui ragazzi si può lavorare più facilmente per la loro rieducazione. E tra l'altro, se le condizioni sono quelle che sono state ricordate, collega Capelli, io non credo che sia il caso di utilizzare somme già esigue. Io ho l'impressione che anche su questo non ci sia la volontà da parte della maggioranza, siccome è un emendamento presentato dall'opposizione, di discuterne…

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Non è vero.

CAPELLI (U.D.C.). Questa te la potevi salvare.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). No, non me la posso salvare, Roberto, no. Allora che senso ha questa discussione che sta durando da un'ora e mezzo, su una questione come questa? Io mi aspettavo, davvero, una risposta diversa da parte della Giunta. Quello che avete dato non è una risposta che viene incontro perché, ripeto, stiamo parlando di una realtà…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti - Sinistra Sarda - Rosso Mori). Io volevo soltanto ricordare al collega Mula - un grande conoscitore delle carceri della Sardegna, presentatore di proposte famose anche in Commissione - che lui non è il mio tutor. Dunque lei non deve dire quando io devo andare a effettuare i sopralluoghi nelle carceri e quando non devo andare. Io conosco le carceri della Sardegna meglio di lei, essendo il traduttore ufficiale del Tribunale di Cagliari; ho quindi anche questa marcia in più che consiste nel riuscire a parlare con tutti, cosa che lei non può fare.

MULA (Riformatori Sardi). Beato te!

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dunque lei non mi deve dire quello che devo fare, lei faccia il suo lavoro con la Commissione, con la sua maggioranza, e io faccio il mio lavoro. E le consiglio anche di leggere un libro per capire la situazione delle carceri nel mondo, e soprattutto in Italia, un libro che si chiama "Sorvegliare e punire", di Michel Foucault, soprattutto dalla pagina 16 alla pagina 42.

CUCCA (P.D.). Chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Onorevole Cucca, lei è già intervenuto, può intervenire soltanto se ritira l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Io raccolgo l'invito che è stato formulato dall'assessore Liori e lo ringrazio anche per l'attenzione che ha voluto prestare; forse ci siamo dilungati anche troppo su questo argomento, considerata l'esiguità delle somme che avevamo chiesto.

L'emendamento viene ritirato ma la preghiera che rivolgiamo alla Giunta (e credo che tutta l'Aula si unisca a questa preghiera) è che si presti maggiore attenzione a queste problematiche, anche perché i fondi che sono stanziati nel bilancio sono comunque esigui - bene ha detto il collega Diana - quindi forse se implementassimo ulteriormente quelle somme a favore di queste attività, che sono sicuramente attività di alto valore sociale, non faremmo cosa sbagliata. Comunque l'emendamento è ritirato, prendendo atto dell'impegno che è stato assunto dalla Giunta e dall'assessore Liori, che ringrazio ancora.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 39. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 41.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 41 (così come il 39 che abbiamo appena votato) ci introduce in alcuni argomenti che noi abbiamo proposto e che riguardano le politiche per la famiglia. L'emendamento numero 39, in particolare, aveva l'obiettivo - lo abbiamo votato probabilmente senza rifletterci troppo - di reintrodurre il contributo a fondo perduto per la prima casa (quindi 25.000 euro per le giovani coppie) e va a integrare il contributo in conto interessi della legge numero 32 del 1985. E' un intervento che nella precedente finanziaria ha riscosso molto successo tra le famiglie. Voi in finanziaria proponete l'innalzamento del tetto fino a 120 mila euro.

Il comma 5, nel quale vogliamo inserire l'emendamento numero 41, invece, ci porta ad esaminare una problematica diversa che è quella delle famiglie in difficoltà, delle famiglie che attraversano una fase di disagio socio-economico. Noi interveniamo con due proposte, la prima è questa relativa al credito di emergenza a favore dei cittadini sardi che versano in una situazione di disagio socio-economico. Noi proponiamo che questo prestito venga erogato a favore delle famiglie che abbiano un reddito annuo inferiore o uguale a 4.800 euro. L'importo non può superare i 5.000 euro e potrà essere restituito senza interessi a partire dal terzo anno dalla corresponsione. E' chiaro che si tratta di una misura di emergenza che va a favorire le fasce più deboli della popolazione e in particolare le famiglie.

La seconda proposta è quella relativa ai prestiti famiglia, che è un'altra tipologia di agevolazione destinata alle famiglie che attraversano una fase di disagio temporaneo, e che riteniamo debbano essere comprese in un progetto organico per la famiglia che voi comunque introducete in questa finanziaria semplicemente con un comma.

Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 41.

(Segue la votazione)

Sono presenti 32 consiglieri. Constatata la mancanza del numero legale, sospendo la seduta per 30 minuti. I lavori riprenderanno alle ore 19 e 36.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 06, viene ripresa alle ore 19 e 45.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 41.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Sabatini - Salis - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 47

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 12

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 32, sul quale c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, prima di capire se c'è la possibilità di ritirarlo volevo sentire la Giunta su questa nostra proposta.

Io voglio ricordare - e ritorno su una questione molto importante - che qua non stiamo chiedendo finanziamenti direttamente a beneficio dell'assistenza delle persone malate di SLA. Tutti voi sapete che in Italia in questo momento un grande numero di persone che hanno questa patologia stanno facendo lo sciopero della fame per rivendicare il diritto (stiamo parlando del diritto e non del buon cuore di nessuno) di avere un'assistenza 24 ore su 24. Uno di questi malati che sta facendo lo sciopero della fame è stato anche nominato membro della Commissione SLA da parte dell'Assessore. La loro protesta si rivolge soprattutto soprattutto contro il Governo nazionale, perché il Governo nazionale che ha molti poteri in materia, e il sottosegretario Fazio, continuano a rinviare il problema e a non garantire le risorse necessarie per assicurare il diritto (ripeto la parola diritto) all'assistenza 24 ore su 24.

Nella proposta che proviene dalle stesse persone direttamente interessate, si avanza la richiesta di organizzare dei corsi, dei percorsi di formazione, per fare sì che alcune persone possano ricevere una formazione di qualità per riuscire a gestire queste situazioni, determinando anche un grandissimo risparmio nei confronti dell'erario pubblico e permettendo quindi di aumentare il numero di ore di assistenza. Per questi motivi noi abbiamo presentato un emendamento in Commissione; in quella sede ci è stato detto (l'Assessore non c'era) che queste risorse vengono ricomprese all'interno di un'iniziativa che l'Assessorato sta prendendo. Quindi io prima di ritirare l'emendamento ho bisogno di sapere se ci sono delle novità in queste sono novità in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Mi scusi Presidente, richiamo - e sono d'accordo con l'onorevole Uras - il rispetto del Regolamento e di un minimo di regole all'interno di quest'Aula. Esiste la fase della discussione sull'articolo e sugli emendamenti con una replica della Giunta all'interno della quale si possono avanzare tutte le richieste, le domande, le perplessità, qualunque tipo di argomentazione da sottoporre all'attenzione della Giunta. Non si può continuare a far diventare quest'Aula una sorta di question time, di gioco a quiz su ogni argomento. Ecco, signora Presidente, come giustamente fa l'onorevole Uras, anche noi richiamiamo al rispetto delle regole.

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, gli Assessori tecnici possono intervenire in qualunque momento lo chiedano, e questo lo prevede il Regolamento. Sono d'accordo con lei - e l'abbiamo detto più volte - che la fase della votazione non può essere una sorta di interlocuzione continua tra i consiglieri e la Giunta. Si consente l'intervento della Giunta quando questo aiuta i lavori dell'Aula, quindi quando è necessario per favorire il ritiro dell'emendamento o un'esplicitazione più puntuale dello stesso.

Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ritengo doveroso l'intervento sia per favorire il ritiro dell'emendamento e sia anche perché essendo mancato (mi scuso nuovamente) in un'altra fase importante della discussione mi considero anche in colpa per non essere intervenuto in quella fase.

Voglio solo dire che 500 mila euro mi sembrano eccessivi per soddisfare questo bisogno, posto che per formare per un triennio 500 infermieri, abbiamo stanziato 1 milione di euro; quindi mi sembra oggettivamente molto. Però, prima di decidere la spesa, ho necessità che la Commissione della quale Usala, il malato di SLA, fa parte, decida quali sono i bisogni e mi riferisca puntualmente sui bisogni e sulle reali necessità.

Siamo tanto sensibili all'argomento che, come ha detto il consigliere Espa, non protestano contro la Giunta regionale ma contro il Governo nazionale. Noi stiamo attendendo che questa Commissione ci dica quale percorso assistenziale ci suggerisce, noi siamo disponibili a venire incontro in tutto e quindi anche nella formazione di operatori socio sanitari che devono essere destinati all'assistenza di questi malati che chiedono di essere assistiti a domicilio e non ospedalizzati.

ESPA (P.D.). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, non funziona così, con un botta e risposta del consigliere e della Giunta. Io le posso concedere la parola soltanto se ritira l'emendamento, se non lo ritira non le posso concedere la parola.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Allora, io intendo ritirare l'emendamento considerato che mi sembra che lei stia aspettando una valutazione definitiva della Commissione SLA, quindi spero che avverrà a breve, perché poi comunque abbiamo il collegato…

(Interruzione del Presidente)

No, Presidente, però è lei che mi ha sollecitato. Non ha aperto la discussione dicendo: "Consigliere Espa le do la parola", lei mi ha detto: "Consigliere Espa, ritira l'emendamento?", dall'inizio. Quindi, io aspettavo che concludesse il percorso, per questo aspettavo una sua interlocuzione. Quindi, io in questo momento ritengo di poter ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, quando io ricordo l'invito al ritiro, è perché sto esplicitando quanto richiesto dalla Commissione, non è che io chieda di intervenire sull'invito al ritiro. Per cui chi accoglie l'invito interviene per ritirarlo, se non viene accolto l'invito si procede con la normale votazione.

Metto in votazione l'emendamento numero 37.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo intanto per dire che c'è stato un errore di trascrizione. Il secondo comma dell'emendamento numero 37 non ha niente a che vedere con questo emendamento. La parte relativa a "l'attuazione degli interventi è delegata alle province ad agli organi pubblici di gestione dei compendi lagunari" va cancellata perché era riferita a un emendamento che abbiamo discusso ieri.

Detto questo, Presidente, si tratta di un argomento che la Commissione ambiente e agricoltura ha discusso più volte, lo ha discusso anche nella fase della predisposizione del bilancio con l'Assessore dell'ambiente. E' un vecchio problema. I dipendenti dell'Ente foreste stanno arrivando alla scadenza dell'accordo contrattuale 2007-2010, e ancora non hanno chiuso l'accordo con l'amministrazione dell'Ente foreste, quindi con la Regione Sardegna. Si tratta di un problema di carattere finanziario, mancano le risorse per poter chiudere l'accordo.

Quando le organizzazioni sindacali dichiararono lo stato di agitazione del personale a fine del 2008, l'allora Assessore dell'ambiente e l'Assessore del personale, con le organizzazioni sindacali, conclusero un accordo anche economico per la chiusura del contratto. Credo che sia un diritto di tutti i lavoratori dell'ente foreste vedere rinnovato il loro contratto come tutti i lavoratori dipendenti.

Tra l'altro, io ho partecipato come componente della Commissione all'incontro che i Capigruppo hanno avuto con le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, e in quella sede nessuno ha preso impegni per definire in questa fase il contratto dal punto di vista finanziario. L'emendamento prevede l'iscrizione in bilancio per il 2010 e per il 2011 di 2 milioni e mezzo di euro, che è la quota mancante per poter chiudere il rinnovo contrattuale. Quindi, esprimo il mio voto favorevole, chiedo al Consiglio di fare altrettanto.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 37. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 45.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Ma non è tra gli inammissibili?

PRESIDENTE. Sul 45 è stata trovata poi la copertura finanziaria. Quindi è stato dichiarato ammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 45. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 59.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, questo emendamento vuole essere una risposta all'incontro che i Capigruppo hanno avuto con i sindacati, durante il quale sono state rappresentate alcune situazioni aziendali e le difficoltà degli operai che hanno perso il posto di lavoro e che si trovano a dover sopravvivere con un ammortizzatore sociale di soli 320 euro mensili. Ecco, questo emendamento voleva essere una risposta a quelle situazioni. Però, mi pare di aver capito che il Presidente della Commissione indicava come possibilità di risposta a questi operai l'applicazione del comma 19 dell'articolo 8 della legge numero 3 del 2009. Chiaramente riteniamo che siano necessari alcuni approfondimenti, ed eventualmente alcune correzioni da apportare alla norma. Quindi, noi chiediamo la possibilità di spostare l'emendamento numero 59 all'articolo 5 bis, in modo da avere il tempo di approfondire il problema.

PRESIDENTE. Va bene, spostiamo quindi l'emendamento numero 59 all'articolo 5 bis.

Passiamo agli emendamenti numero 66 e 70.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dire che l'emendamento numero 70 è ritirato perché è uguale al numero 66. Con l'emendamento numero 66 si vuole concedere un contributo per i nuovi nati in Sardegna nel 2009, 2010 e 2011. Tutti sappiamo quanto sia diminuita la natalità in questi ultimi anni in Sardegna; non pensiamo di risolvere i problemi concedendo 1.500 euro per nato, però credo che sia comunque una prima forma di aiuto. Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 66. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti, ai quali si aggiungono gli emendamenti numero 13 e 14 provenienti dall'articolo 3, mentre l'emendamento numero 166, sempre proveniente dall'articolo 3, è spostato all'articolo 5 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:

Art. 5

Interventi a favore del sistema di istruzione e formazione professionale

1. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale un disegno di legge contenente una disciplina specifica che detti norme per la realizzazione di un organico piano di riforma del sistema di istruzione e formazione professionale. Per tali finalità è accantonata nel fondo nuovi oneri legislativi la somma complessiva di euro 180.000.000, in ragione di euro 50.000.000 per ciascuno degli anni 2010 e 2011 e di euro 40.000.000 per ciascuno degli anni 2012 e 2013 (UPB S08.01.002).

Emendamento soppressivo totale Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 5

L'articolo 5 è soppresso. (69)

Emendamento soppressivo totale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini

Articolo 5

Il comma 1 è soppresso. (119)

Emendamento aggiuntivo Espa - Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 5

All'articolo 5 dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. E' autorizzata la spesa di euro 10.000.000 per un programma di interventi per il supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con disabilità o in situazioni di svantaggio (art. 73 LR 12 giugno 2006, n. 9) (UPB S02.01.006), da attuarsi attraverso servizi degli Enti locali cui sono erogati fondi integrativi. L'articolo 4 comma 1 lettera a) ultimo capoverso della Legge Regionale 5 marzo 2008, n. 3 è abrogato.

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S02.01.006

euro 5.000.000

In diminuzione

UPB S08.01.001 euro 1.750.000

UPB S08.02.002 euro 750.000

UPB S08.01.004 euro 2.500.000. (31)

Emendamento all'emendamento numero 31 aggiuntivo Espa - Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Sabatini - Barracciu - Porcu

Articolo 5

Alla fine del primo capoverso, dopo le parole "fondi integrativi" sono aggiunte le seguenti parole:

"una quota non inferiore a 250.000 euro sono da destinare ad un fondo di assistenza legale agli studenti con disabilità delle scuole sarde di ogni ordine e grado che hanno ricorso in via giudiziaria amministrativa contro il taglio delle ore di sostegno operato dall'amministrazione scolastica statale. Entro 30 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale, sentite le commissioni consiliari competenti, delibera le modalità di attuazione. (175)

Emendamento all'emendamento numero 31 aggiuntivo Biancareddu - Capelli - Milia - Sanna Giacomo - Mula

Articolo 5

All'emendamento n. 31 è aggiunto il seguente:

La Giunta regionale è autorizzata a istituire nuovi tributi finalizzati alla costruzione nelle zone agricole di strutture per il recupero terapeutico dei disabili relativi al rilascio di nuove concessioni per fabbricati residenziali da realizzare nelle zone omogenee E. A questo scopo resta fermo che l'articolo 3, comma 4 della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 nel rinviare al decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole) commi 1, 2 e 3 è da intendersi nel senso che per le nuove costruzioni aventi carattere residenziale la superficie minima di intervento è stabilita in 1 ettaro e l'indice massimo di edificabilità è quantificato in 0,03 metro cubo per metro quadro. (176)

Emendamento aggiuntivo Espa - Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 5

All'articolo 5, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma 1 bis:

1 bis. E' autorizzata la spesa di euro 2.000.000 per attivare tutte le forme di supporto organizzativo strutturale e di processo nei percorsi di formazione professionale, agli allievi con disabilità. Le modalità di applicazione sono definite con Delibera di Giunta Regionale su proposta dell'Assessore del Lavoro, sentita la Commissione consiliare competente.

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S02.01.006

euro 2.000.000

In diminuzione

FNOL

euro 2.000.000. (33)

Emendamento all'emendamento numero 33 sostitutivo totale Biancareddu - Capelli

Articolo 5

L'emendamento n. 33 è sostituito dal seguente:

1. La Giunta regionale è autorizzata a istituire nuovi tributi finalizzati alla costruzione nelle zone agricole di strutture per il recupero terapeutico dei disabili e dei tossicodipendenti relativi al rilascio di nuove concessioni per fabbricati residenziali da realizzare nelle zone omogenee E. (177)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Diana - Capelli

Articolo 5

All'articolo 5 dopo il comma 1 è inserito il seguente comma:

1 bis. Sul Fondo unico per l'Università diffusa in Sardegna riconosciuto a regime, alle sedi universitarie di Oristano e di Nuoro, un finanziamento annuo pari al trasferimento consolidato negli anni 2004 e 2005 (legge regionale 6/2004; legge regionale 7/2005). Pertanto, il Fondo unico è incrementato, per l'esercizio finanziario 2010, di ulteriori euro 1.000.000. A far data dall'1/01/2011 il Consorzio universitario UNO di Oristano e il Consorzio Universitario di Nuoro attraverso la loro fusione, creeranno il Polo universitario della Sardegna centrale di valenza regionale. (124)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Solinas Antonio - Cucca - Barracciu

Articolo 5

Dopo il comma 1 è inserito il seguente comma:

1 bis. A valere sul fondo unico per l'università diffusa in Sardegna e riconosciuto a regime alle sedi distaccate di Nuoro e di Oristano un finanziamento annuo pari al trasferimento consolidato nell'esercizio finanziario 2004.

A tal fine il fondo unico è incrementato per l'esercizio 2010 di euro 2.000.000.

Entro due anni a partire dal 1 gennaio 2010 i Consorzi universitari di Nuoro ed Oristano provvedono alla loro fusione finalizzata alla creazione di un polo universitario di interesse regionale.

In diminuzione

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui al punto 3 e 4 della tabella A allegata alla legge

euro 2.000.000

In aumento

UPB S02.01.009

euro 2.000.000. (49)

Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 5

All'articolo 5 dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:

1 bis. L'Amministrazione regionale al fine di promuovere la riqualificazione del patrimonio scolastico esistente, vara un piano straordinario volto ad adeguare alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene gli edifici scolastici della Sardegna e di misure volte a favorire il risparmio e l'abbattimento dei costi energetici e per interventi urgenti di edilizia scolastica previsti dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 4, comma 1, lettera m).

A tal fine è istituito un fondo di euro 20 milioni per l'anno 2010 e di euro 65 milioni per gli anni 2011 e 2012.

I criteri di riparto per l'attribuzione delle somme e l'approvazione del programma di interventi è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore della Pubblica Istruzione di concerto con l'Assessore della programmazione bilancio, credito e assetto del territorio.

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S02.01.005 Cap SC02.0085

Anno 2010 euro 20.000.000

Anno 2011 euro 65.000.000

Anno 2012 euro 65.000.000

In diminuzione

FNOL

Anno 2010 euro 20.000.000

Anno 2011 euro 65.000.000

Anno 2012 euro 65.000.000. (68)

Emendamento aggiuntivo Cucca - Sabatini - Cuccu - Moriconi - Barracciu - Manca

Articolo 5

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. A valere sulle disponibilità recate dal capitolo SC03.0120 UPB S03.01.006 è autorizzata per l'anno 2010 la concessione di un contributo straordinario di euro 96.000 al Consorzio per la pubblica lettura "S. Satta" di Nuoro per le spese di funzionamento sostenute nell'anno 2009. (148)

Emendamento aggiuntivo Moriconi - Meloni Valerio - Caria - Manca - Cucca - Sabatini - Solinas Antonio

Articolo 5

Dopo il comma 1, è aggiunto il seguente:

l bis. La Giunta regionale, al fine di attivare un processo virtuoso di sinergie territoriali, aumentare la capacità attrattiva del sistema scolastico, contrastare la dispersione scolastica, favorire l'utilizzo del personale precario della scuola secondo l'ordine delle relative graduatorie provinciali MIUR, predispone, per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013, un programma strategico volto a finanziare i progetti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado che si propongano l'obiettivo di migliorare la qualità dell'offerta formativa, coerentemente con i programmi didattici, attraverso l'utilizzo e la valorizzare, a scopi formativi, delle risorse storico-culturali, naturalistico-ambientali e del mondo produttivo su cui si fondano le aspettative di sviluppo e di crescita nei diversi livelli locali corrispondenti.

Il programma, sentito l'Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna, è approvato in via preliminare dalla Giunta regionale e inviato alla Commissione consiliare competente che esprime il proprio parere entro quindici giorni, decorso il quale se ne prescinde. Entro ulteriori dieci giorni la Giunta regionale lo approva in via definitiva.

Il Programma ha durata annuale ed è aggiornato prima della scadenza con le medesime procedure.

La relativa spesa è determinata in euro 20.000.000 annui

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S02.01.001

Interventi per il diritto allo studio - Spese correnti.

Anno 2010 euro 20.000.000

Anno 2011 euro 20.000.000

Anno 2012 euro 20.000.000

Anno 2013 euro 20.000.000

In diminuzione

UPB S08.01.002

FNOL - Parte corrente

Anno 2010 euro 20.000.000

Anno 2011 euro 20.000.000

Anno 2012 euro 20.000.000

Anno 2013 euro 20.000.000 (150)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Ladu - Capelli - Mula - Pittalis

Articolo 5

All'articolo 5 dopo il comma 1 è inserito il seguente comma:

1 bis. E' autorizzata nell'anno 2010 l'ulteriore spesa di euro 250.000 - UPB S03.02.005 - Cap. SC03.0329, quale contributo straordinario alla Fondazione "Costantino Nivola" per le spese di allestimento del nuovo padiglione del Museo destinata ad accogliere le nuove opere donate dalla famiglia dell'artista. (151).)

PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti numero 176 e 177 sono inammissibili.

E' iscritto a parlare il consigliere Biancareddu. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nel corso della discussione dell'articolo 5 che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Biancareddu, che ha a disposizione dieci minuti.

BIANCAREDDU (U.D.C.). Presidente, dividerò il mio intervento in due parti: la prima, sulle procedure di dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti, in quanto l'emendamenti numero 176, che in termini analoghi era stato già presentato all'articolo 5 bis, è stato dai presentatori modificato (tra l'altro, come si può vedere, ci sono due Presidenti di Gruppo tra i presentatori) conformemente alla legge di contabilità regionale (esattamente l'articolo 4, lettera e), della legge regionale numero 11 del 2006) che prevede l'autorizzazione per l'istituzione di tributi. Infatti, nella prima parte, essendo un comma unico, l'emendamento numero 176 recita: "La Giunta regionale è autorizzata a istituire nuovi tributi finalizzati alla costruzione nelle zone agricole di strutture per il recupero terapeutico dei disabili".

Questo è proprio un emendamento che autorizza l'istituzione dei tributi, e quindi non si capisce perché venga dichiarato inammissibile. Forse perché, come l'emendamento al Piano casa, è un emendamento più scomodo che inammissibile. In effetti, con questo emendamento si cerca di fare chiarezza, qualora la lettera della legge non fosse chiara, sull'articolo 3, comma 5, della legge 16 ottobre 2009 (il cosiddetto Piano casa) che più che un provvedimento di carattere urbanistico, è un provvedimento che reca, come anticipa il titolo stesso: "Disposizioni straordinarie per il sostegno all'economia", quindi è stato architettato più come un provvedimento per l'economia che come un provvedimento per l'urbanistica.

La seconda parte del mio intervento riguarda invece l'interpretazione dell'emendamento. Poiché su questo emendamento che ha introdotto il comma 5 dell'articolo 3 non c'è stata discussione, è bene porvi rimedio parlandone perché anche i lavori preparatori servono perché la Giunta dia un'interpretazione corretta a ciò che il legislatore decide e legifera, servono per evitare che succeda come è successo altre volte: che alcuni funzionari, in termini estemporanei, diano interpretazioni diverse da ciò che la lettera della legge recita. In questo caso la lettera della legge fa esplicito riferimento all'articolo 3, commi 1, 2, 3 del decreto del Presidente della Giunta 3 agosto 1994, che reca le direttive per le zone agricole.

Nelle direttive per le zone agricole - e qua mi rivolgo alla Giunta, ai colleghi e agli eventuali funzionari dell'Assessorato dell'urbanistica in ascolto - che leggeranno i resoconti del Consiglio - si disciplina cosa è previsto per le zone agricole, compresi gli interventi ex novo (quindi non è vero, come afferma qualche funzionario in qualche convegno, che questo articolo è relativo agli ampliamenti) e si dice che sono previste in zona agricola fabbricati e impianti connessi alla conduzione agricola, fabbricati per agriturismi, fabbricati in funzione della gestione dei boschi, strutture per il recupero terapeutico dei disabili.

In effetti quest'emendamento prevede che gli oneri di costruzione relativi alle nuove costruzioni in zone agricole vengano devoluti al recupero terapeutico dei disabili, in quanto anche questi interventi, come gli agriturismi e come il recupero terapeutico dei tossicodipendenti, sono previsti in zone agricole, da questo decreto. Ma si va anche oltre, perché al comma 2 si disciplinano anche gli indici; 0,20 metri quadri per i fabbricati, 0,03 metri cubi per metro quadro per le residenze (e per residenze non si intendono le stalle, sono le residenze degli esseri umani, perché in italiano quelle per gli animali si chiamano stalle) 0,10 metri cubi per le strutture di cui alla lettera d) (quindi strutture terapeutiche per disabili, tossicodipendenti e quant'altro) e 0,01 metri cubi per metro quadro per le strutture di cui alla lettera c).

Quindi, è bene che rimanga agli atti, oltre alla mia perplessità già ribadita in altra sede, che questo articolo è ben chiaro, e quindi la Giunta si faccia carico di interpretarlo secondo la lettera della legge, perché quando la legge è chiara, non c'è bisogno di effettuare voli pindarici per capire cosa c'è scritto. Se la legge non piace può essere modificata, ma dal momento in cui la legge è approvata e viene pubblicata sul Buras, è fatto obbligo a tutti di rispettarla, in primo luogo alla Giunta e ai funzionari dell'Assessorato dell'urbanistica. Rimane pertanto tutta intera la perplessità sull'inammissibilità, perché qualcuno mi spiegherà, se io mi attengo alla legge di contabilità, come mai l'emendamento viene dichiarato inammissibile, e qualcuno mi spiegherà come tuttora, presso l'Assessorato dell'urbanistica, si diano interpretazioni diverse da quello che è il senso che in italiano hanno le parole.

Chiedo che su questo si pronunci il Consiglio, per fugare ogni dubbio, perché se un direttore di un ufficio tecnico sente il direttore dell'Assessorato dell'urbanistica affermare che quella parte della legge non si applica, è legittimo che gli sorga il dubbio, e nessuno dell'Assessorato dell'urbanistica, tantomeno i funzionari, si possono prendere la libertà di dire che quello che abbiamo scritto in legge, l'abbiamo scritto per scherzo. Mi fermo qua.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che anche l'emendamento numero 177 è inammissibile.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, noi sull'articolo 5 (io, almeno, ma anche altri colleghi) abbiamo presentato una serie di emendamenti, e mi farebbe piacere che, come l'assessore Baire, l'Assessore competente in materia fosse presente. C'è un emendamento molto importante, il numero 150, che vede come primo firmatario il collega Cesare Moriconi, che prevede al fine di contrastare la dispersione scolastica e favorire l'utilizzo del personale precario delle scuole un programma strategico volto a finanziare progetti per le scuole pubbliche di ogni ordine e grado sentito l'Ufficio scolastico regionale, che si propone l'obiettivo di migliorare la qualità dell'offerta formativa.

Io interpreto questo emendamento come legato al famoso accordo siglato con il Ministro Gelmini. Il Consiglio aveva conferito mandato - mi ricordo l'onorevole Paolo Maninchedda che era il primo firmatario - all'Assessore di rivedere l'accordo tra il Ministro Gelmini e la Regione sarda. Dico questo proprio perché l'emendamento presentato dal gruppo del P.D. è un emendamento che va in questo senso, e noi non abbiamo notizie su come questo accordo sia stato rivisto. Ricordo sempre che questo accordo era poco interessante per la Sardegna, perché il Ministro Gelmini, non aveva previsto neanche un euro. In ogni caso c'era, ripeto, un impegno del Consiglio, anzi, addirittura della maggioranza, per rivedere l'accordo.

Su un'altra questione noi abbiamo presentato un emendamento importante (io come primo firmatario e il collega Cuccu come secondo firmatario) che si rifà all'emendamento già presentato l'anno scorso e che poi è passato con l'accordo di tutti relativo alla materia degli assistenti alla comunicazione, di spettanza delle province e degli enti locali e i cui fondi vengono erogati dalla Regione. In questo emendamento noi chiediamo che il percorso che è stato avviato grazie all'emendamento presentato nella scorsa finanziaria, con l'ultima delibera della Giunta regionale, venga completato.

Per chiarire l'importanza di questo intervento, voglio citare il caso della Provincia di Olbia-tempio, perché è il più clamoroso, dove la mamma di un ragazzo con autismo (un genio, come ha scritto più volte la Nuova Sardegna nei suoi articoli) che non beneficiava di questo servizio di assistenza, era costretta a rimanere fuori dalla scuola per poter fare assistenza quando la scuola glielo chiedeva. Quindi tutte le mattine prendeva l'auto, andava a Tempio, aspettava per quattro ore lì, che la scuola la chiamasse. Ecco, grazie all'emendamento che avevamo proposto nella scorsa finanziaria la Giunta ha potuto deliberare gli interventi che, per esempio, finanziano la Provincia di Olbia-Tempio per altri ulteriori 110 mila euro, ponendo le basi per risolvere il problema. Noi chiediamo di completare il percorso, quindi di aumentare di altri 5 milioni di euro per tutte le province sarde e per i comuni sardi le risorse destinate a questo settore, portando il fondo a 10 milioni di euro. Abbiamo parlato dei casi degli autistici come potremmo parlare dei non vedenti, quindi si tratta di assistenti alla comunicazione che non c'entrano niente con gli insegnanti di sostegno, sia chiaro.

Poi ne approfitto per fare all'Assessore una raccomandazione molto importante. Mi raccomando, Assessore, questi fondi sono integrativi dei fondi che le province e i comuni devono comunque stanziare, quindi la prego di vigilare e di controllare che queste risorse non diventino sostitutive e che quindi i fondi già previsti per legge nel fondo unico, sia per le province sia per i comuni, non vengano distratti per altre operazioni. E poiché la vigilanza sia efficace è necessario che si sappia qual è lo "stato dell'arte" al momento dell'erogazione delle risorse previste dal nostro emendamento. In più nel nostro emendamento noi chiediamo di abrogare l'articolo 4, comma 1, lettera a), ultimo capoverso della legge numero 3 del 2008 che praticamente attribuiva alla Giunta la facoltà di decidere se assegnare i soldi alle scuole o agli enti locali.

Sopprimendo, come chiediamo noi, quell'articolo, noi diciamo che la Giunta, come ha fatto quest'anno in base alle indicazioni impartitele, deve dare sempre queste risorse agli enti locali. Questo è il discorso.

Ecco, su questo poi - io ho ancora qualche minuto - abbiamo presentato anche un subemendamento, perché il problema è estremamente delicato. Tutti noi sappiamo che cosa sta succedendo grazie ai famosi tagli della riforma Gelmini e non ho nessun problema a dire che veramente la situazione rimane disastrosa, ma mi limito, per non fare retorica, alla situazione degli studenti con disabilità. In Sardegna - la notizia è di oggi - noi abbiamo avuto 49 eroiche famiglie che quotandosi com 2.000 euro a testa, ognuna per conto suo, hanno presentato ricorso al TAR contro i tagli degli insegnanti di sostegno che vengono da Roma.

Io vi posso assicurare - e il collega che è stato avvocato dello Stato può confermarlo - che c'è una vertenza dove da una parte c'è un bambino tutelato dalla famiglia che presenta il ricorso, dall'altra, come controparte, che è il ministro Gelmini che va "contro" quel bambino sardo con disabilità solo perché sta chiedendo un insegnante di sostegno. Allora noi proponiamo quest'emendamento che non richiede risorse aggiuntive; noi chiediamo che cosa sta facendo la Regione - e lo chiedo all'assessore Baire, io la prego di avere un po' di attenzione -, che cosa sta facendo per difendere le famiglie sarde che, con sacrifici immensi, stanno vincendo 49 ricorsi al TAR.

Assessore, noi chiediamo di istituire un fondo di assistenza legale per chi presenta questi ricorsi. Ma al di là di ciò, noi chiediamo che la Regione si faccia parte attiva in questa situazione. Non possiamo lasciare che le famiglie sarde facciano ricorso da sole. La Regione deve dire qualcosa. Non è possibile che questa battaglia giustissima che viene condotta e che viene vinta sempre (49 casi su 49) veda la Regione sarda inerte, noi dobbiamo dire qualcosa. Noi lo stiamo dicendo, ma l'Assessore deve dire qualcosa.

Tra l'altro le voglio segnalare, Assessore, che qualche persona non troppo intelligente dell'amministrazione della scuola (e non parlo dell'amministrazione centrale dello Stato, ma di qualche dirigente periferico) ritiene che nel caso di soccombenza del Ministero, quando il Provveditorato dà ordine di assegnare l'insegnante di sostegno si debbano utilizzare i soldi della Regione. Cioè, il danno e la beffa: un genitore vince la causa contro il Ministero, il Ministero deve pagare perché è obbligato dal TAR, e qualche dirigente locale dice: "No, no, ma noi utilizziamo i soldi della Regione sarda. Non facciamo pagare lo Stato". Mi dicono che qualcosa succedendo a Carbonia. Occorre pertanto vigilare perché sarebbe una beffa se dovessimo essere noi a dover pagare i costi della sconfitta del ministro Gelmini. Non è tollerabile tutto il resto, tanto meno è tollerabile questo.

Ecco, io parlo ancora di questa questione del fondo - e vado a concludere - perché ci sono centinaia di famiglie che vorrebbero fare opposizione ai tagli che hanno subito. Per questo dico: Assessore deve fare qualcosa, Giunta dovete fare qualcosa, dovete dire qualcosa su questa situazione che sta diventando clamorosa. Bisogna fare in modo che anche le famiglie che non hanno neanche la possibilità emotiva di promuovere una causa possano essere sostenute in questa battaglia, altrimenti l'assessore Baire e la Giunta regionale vadano a Roma a dire basta con questa storia, a dire che non è possibile che dobbiamo ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuti dei diritti.

Per questo rimane importante la richiesta che era stata avanzata anche dall'onorevole Maninchedda, di ricontrattare anche su questi temi il patto siglato con la Gelmini, quell'accordo di programma che va assolutamente rivisto anche alla luce di questa situazione perché non è giusto che tante famiglie che non possono permettersi di sopportare i costi delle spese legali non possano vedersi riconosciuti i loro diritti.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, l'articolo 5 è apparentemente un articolo facilmente condivisibile e per noi lo è, ma è uno di quegli articoli che - come si vede e come si vedrà nell'articolo 5 bis che non era presente nel testo della Giunta -stimola tutta una serie di emendamenti che servono perché l'Aula discuta almeno di alcuni argomenti.

Inizialmente, Presidente, io vorrei comprendere realmente l'inammissibilità - se gli Uffici mi ascoltano, se viene richiamata la loro attenzione - dell'emendamento numero 177 (che è l'emendamento all'emendamento numero 33) dove si dice che "la Giunta regionale è autorizzata a istituire nuovi tributi finalizzati alla costruzione nelle zone agricole di strutture per il recupero terapeutico dei disabili e dei tossicodipendenti relativi al rilascio di nuove concessioni per fabbricati residenziali da realizzare nelle zone omogenee E". Sinceramente, forse per un mio deficit, non riesco a comprendere il perché dell'inammissibilità. Pur avendo seguito tutte le argomentazioni addotte per tutta una serie di emendamenti, alcune condivisibili, altre un po' meno, ma rispettoso ovviamente della decisione della Presidenza e degli Uffici, in questo caso non riesco a comprendere le ragioni di questa decisione visto anche il percorso della stessa finanziaria in commi e articoli precedenti.

Aggiungo che noi potremmo alla fine, se gli Uffici vorranno cortesemente rivedere le loro opinioni, ritirare l'emendamento, perché necessita comunque parlarne. E se così non fosse, ma anche se così fosse, riteniamo opportuno presentare, a conclusione dell'esame della finanziaria, un ordine del giorno che speriamo non venga dichiarato inammissibile anche esso. L'ordine del giorno verterà sull'argomento riportato in questo e in altri emendamenti giudicati inammissibili. Lo preannuncio fin da ora, e non mi si dica che non è collegabile con la finanziaria, perché comunque verte in materia di entrate. La mancata concessione edilizia in alcune zone E determina infatti minori entrate per gli enti locali e, per certi versi, anche per la Regione Sardegna. Se invece dovesse essere dichiarato inammissibile, non ci attarderemo a chiedere spiegazioni, che comunque riteniamo non serviranno a far cambiare opinione né agli Uffici né alla Presidenza. Questo è un argomento.

Il secondo argomento è legato agli emendamenti presentati, e devo dire che tra gli emendamenti presentati ce ne sono alcuni della minoranza che meritano alcune riflessioni per l'importanza degli argomenti richiamati e perché, comunque, potrebbero facilitare un confronto che potrebbe portare, magari non nel corso della stessa finanziaria, a lavorare insieme per dare risposte a un mondo, quello della scuola, che in questo momento ne ha particolarmente bisogno.

Ci sono poi due emendamenti, uno della maggioranza e l'altro dell'opposizione, di alcuni componenti della maggioranza e dell'opposizione, che riportano all'attenzione dell'Aula il problema del fondo unico per le università diffuse in Sardegna. Magari non si porteranno fino in fondo le proposte di questi emendamenti, perché hanno un carattere territoriale, hanno un "sapore" da collegato, e non rientrano nello spirito di finanziaria che abbiamo condiviso fin dall'inizio, però è anche vero che la questione delle università diffuse un giorno o l'altro dovrà essere risolta e andrà risolta nel luogo deputato a risolvere queste questioni, e cioè l'Aula consiliare. Del resto passaggi in Commissione e quant'altro ce ne sono già stati a dismisura (quando dico a dismisura mi riferisco anche alle passate legislature: se ne è discusso, accennato tantissime volte, ma sempre per porre un problema di copertura finanziaria, mai di merito) adesso occorre risolvere veramente la questione. Io vorrei quindi parlare di questo.

Perché richiamo questi due emendamenti? Perché c'è un nuovo importantissimo segnale in questi due emendamenti che credo sia condivisibile da tutta la maggioranza. La parte principale di questi due emendamenti, a mio avviso, è quella contenuta nell'emendamento numero 124 Dedoni e più, che prevede che "A far data dal 1.1.2011" - cioè da qui a due anni - "Il Consorzio universitario UNO di Oristano e il Consorzio universitario di Nuoro attraverso la loro fusione, creeranno il Polo universitario della Sardegna centrale di valenza regionale". L'emendamento numero 49 ripete lo stesso principio datandolo diversamente: "Entro due anni a partire dal 1° gennaio 2010 i Consorzi universitari di Nuoro e Oristano provvedono alla loro fusione finalizzata alla creazione di un polo universitario di interesse regionale".

A mio avviso, questa proposta non può passare inosservata, perché è un elemento basilare. Si inizia a comprendere, noi stessi iniziamo a comprendere, che bisogna razionalizzare il sistema delle università diffuse e con questi emendamenti si dà un indirizzo, si dà una disponibilità. Perché quando questi signori colleghi, compreso me, firmano questi emendamenti, vuol dire che si sta aprendo un dialogo tra due territori che comprendono di non poter avere più tutti i servizi scolastici di istruzione superiore, l'ospedale sotto casa, il centro "megagalattico" di ricerca sotto casa. Abbiamo inventato i piccoli centri guidati dal Bic prima e da Polaris successivamente, i piccoli centri che non ricercano e che non fanno niente, ma danno solo lavoro temporaneo a qualche disoccupato. Vogliamo razionalizzare e arrivare a una proposta concreta per la quale chiediamo aiuto alla Giunta.

Per esempio, assessore Baire, sarebbe interessante capire il perché ancora ad oggi i fondi per le università diffuse della Sardegna non sono stati trasferiti. Non mi risulta, infatti - e per stimolare un suo intervento glielo chiedo - che piano, di distribuzione del fondo per le università diffuse sia stato attuato; siamo a fine dicembre e dobbiamo ancora trasferire i fondi del 2009. Io spero che questo non avvenga nel 2010. Voglio prevenire e perciò dico: "Va bene, è successo quello che è successo nel 2009, ma per il 2010 interveniamo tempestivamente". Io difenderò questi emendamenti, dipenderà molto da quello che dirà la Giunta se insieme agli altri colleghi li ritirarerò o meno, ma sicuramente hanno raggiunto uno scopo per me importantissimo che spero non venga vanificato da una di quelle sterili discussioni di campanile che sempre hanno contraddistinto il nostro confronto sul tema dell'università diffusa.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, l'emendamento numero 177 è inammissibile perché trattasi di un emendamento all'emendamento. L'emendamento all'emendamento deve avere attinenza con l'emendamento a cui si riferisce mentre l'emendamento numero 177 riguarda una materia completamente diversa. Quindi, è inammissibile per questa ragione. Mentre l'ordine del giorno che lei richiamava è ammissibile.

E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colgo l'occasione per soffermarmi su alcuni punti contenuti nel Piano regionale di sviluppo che interessano tanto l'assessore La Spisa, quanto l'assessore Baire, che oggi è presente. Quindi colgo l'occasione per ritornare su alcuni aspetti che ho già curato e di cui ho già parlato in sede di discussione generale sulla legge finanziaria e sul Piano regionale di sviluppo.

Mi pare, Assessore, che i temi posti dall'onorevole Espa e dagli altri colleghi meritino una qualche attenzione. Mi riferisco, per esempio, al tema dell'accordo tra la Regione, il Ministero e lo Stato sulla scuola. A che punto siamo nel sopperire a quelle difficoltà di cui parlava l'onorevole Espa? Sappiamo che la scuola sarda ha difficoltà registrate anche dai dati riportati all'interno del Piano regionale di sviluppo, che vedono il sistema della scuola e dell'università in Sardegna agli ultimi posti tra le regioni d'Europa. Io considero l'università di importanza fondamentale, e i centri di eccellenza dell'università anche periferici, anche diffusi sul territorio regionale di importanza fondamentale per lo sviluppo non solo di quei territori, ma soprattutto dell'intera Isola, però mi sia consentito dire che istituire la Facoltà di scienze politiche in ogni singolo paesino della nostra Sardegna e pensare di poter assumere nelle segreterie delle facoltà tutti i cittadini di quei piccoli comuni non consentirà né di avere sviluppo né di avere piena occupazione, ma darà luogo semplicemente ad uno spreco di risorse. Sappiamo com'è andata la vicenda dell'università diffusa, sappiamo anche che oggi ci interroghiamo su come porre mano alle derive relative alla proliferazione di dipartimenti e di facoltà diffuse sul territorio. Sarebbe importante, invece, rafforzare la facoltà di Scienze forestali a Nuoro, ad esempio, e farla diventare un polo di eccellenza in quel territorio in grado di attirare studenti per le sue potenzialità e la sua importanza, il livello di studio, di apprendimento e per la possibilità di utilizzo di quel titolo non solo in Sardegna ma anche altrove. Questi mi sembrano alcuni punti che possono rendere l'università appetibile, che possono dare sviluppo e visibilità all'università anche diffusa, mentre i doppioni, le duplicazioni porterebbero solo a uno spreco di risorse.

Sul tema della cultura pongo l'attenzione sul settore delle cooperative che si occupano dei siti archeologici e delle biblioteche perché i Comuni affermano di non aver ricevuto alcuna comunicazione circa la proroga del servizio per il mantenimento delle cooperative già esistenti e dei lavoratori che già lavorano.

Quindi si ripropongono i problemi già verificatisi a suo tempo, tenendo conto che ancora la finanziaria deve essere approvata. Sarebbe pertanto opportuno, subito dopo l'approvazione della finanziaria, per non incorrere in quelle difficoltà che già abbiamo incontrato precedentemente, intervenire subito da parte dell'Assessorato in quella direzione.

Invece, per quanto riguarda l'attualità, io ho potuto consultare il sito della Regione e notare il decreto numero 60 del 2 dicembre 2009, quindi recentissimo, dove in corrispondenza del termine "ritenuto", viene dichiarato che sono ammesse al contributo le scuole non statali che abbiano richiesto il riconoscimento come scuola paritaria dal MIUR. Io immagino che requisito sufficiente non sia l'aver inoltrato la richiesta ma semmai l'aver ricevuto il riconoscimento di scuola non statale. Immagino ci sia un errore, ma se dovesse essere requisito sufficiente quello di avere inoltrato una richiesta, allora tutte le scuole potrebbero essere ammesse al contributo perché inoltrare una richiesta tramite fax, e mail o lettera raccomandata costa poco e chiunque lo può fare.

Detto questo mi permetto di chiudere sul tema dello spettacolo e sul Piano regionale di sviluppo. Andando per flash: sul tema dello spettacolo mancano ancora l'albo, la "film commission". E' necessario che in tempi brevi la Commissione approvi la l'istituzione della Commissione (scusate la duplicazione dei termini) della Commissione specifica, perché possano essere approvate le erogazioni di fondi per la promozione di film. Anche la legge sullo spettacolo andrebbe rivista, prendendo le mosse dalle segnalazioni che sono arrivate, dalle indicazioni provenienti dal mondo dello spettacolo stesso.

Per quanto riguarda invece il Piano regionale di sviluppo non mi sembra utile né soddisfacente una considerazione come quella di ritenere (gestendo noi risorse pubbliche che devono essere destinate a un utilizzo pubblico e quindi rivolto a tutti i cittadini) né più né meno "stessa cosa" scuola pubblica e scuola privata. Non sono la stessa cosa. Laddove il pubblico non riesce ad arrivare, perché c'è una maggiore difficoltà, perché i costi sono maggiori, è necessario che il privato venga aiutato, agevolato, e qualche volta anche finanziato. Non capisco invece il concetto di libera concorrenza applicato alla situazione in cui il privato fa concorrenza al pubblico grazie a risorse pubbliche. Questa non è concorrenza, è né più né meno usare soldi pubblici per fare concorrenza al pubblico con le risorse del pubblico. Beh, così sono bravi tutti a fare concorrenza, soprattutto se si concedono i bonus perché le persone si possano iscrivere nella scuola privata e non in quella pubblica. Non credo che in questa direzione si possa aiutare la scuola pubblica.

Ma il punto più divertente del Piano regionale di sviluppo si trova a pagina 71, dove un intero capitolo viene dedicato a "Sardegna speaks english". Se i colleghi hanno tempo e voglia di andare a vedere le UPB e i capitoli di bilancio relativi a "Sardegna speaks english" troveranno tanti zero, cioè zero somme stanziate. Quindi io consiglio di eliminare il capitolo "Sardegna speaks english" dal Piano regionale di sviluppo in quanto, considerato che i finanziamenti sono zero sembra più una presa in giro che una dichiarazione di intenti. Anche in questo caso abbiamo segnalato che "Sardegna speaks english" addirittura stava aiutando persino le imprese, perché moltissime società non potendo permettersi di mandare i loro dipendenti a imparare l'inglese o un'altra lingua nelle scuole private (che si fanno pagare fior di quattrini) utilizzavano questo strumento per formare i loro dipendenti e abbattere così i costi della formazione. Ecco, abbiamo eliminato anche questa possibilità non solo per i singoli, i docenti, gli studenti, ma anche per coloro che lavoravano nelle società private.

Va anche sottolineato che l'idea che formazione professionale-Scuola-Università siano la stessa cosa e possano andare di pari passo è errata perché un conto è la formazione professionale, che in particolar modo andrebbe rivolta a coloro che già lavorano e, salvo in casi eccezionali, a coloro che non lavorano per dotarli di una preparazione che consenta loro di entrare nel mercato del lavoro, altra cosa è lìistituzione scolastica e universitaria. Nel Piano regionale di sviluppo si parla solo di adeguamento delle capacità, delle conoscenze, delle professionalità già presenti e già inserite nel mercato del lavoro, non adeguate rispetto alle sfide che la società sarda è costretta ad affrontare per il futuro. Il tema della cultura e dell'Università e della scuola sport e spettacolo sembra quindi interessi poco a molti colleghi, però su questo si fonda lo sviluppo futuro di una regione...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

BAIRE, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Signor Presidente, onorevoli consiglieri, collega La Spisa, la scuola attraversa sicuramente un momento di grande trasformazione, un momento di grossa difficoltà. Ho ascoltato attentamente gli interventi che sono stati pronunciati e posso dire che la prima comunicazione che mi sento di fare è quella che stiamo addivenendo a una conclusione dell'iter a cui ci ha impegnato questo Consiglio con l'ordine del giorno relativo alla rivisitazione dell'accordo sigato dal Ministero e dalla Regione Sardegna, riuscendo anche ad utilizzare i fondi regionali per perseguire quei risultati che stiamo conseguendo proprio in questi giorni.

Per quanto riguarda le osservazioni dell'onorevole Espa relativamente ai problemi sui disabili, devo dire che è recentissima l'approvazione da parte della Giunta di una delibera relative al supporto organizzativo per i disabili, con uno stanziamento pari a 5 milioni di euro che, secondo i dati in possesso dell'Assessorato, dovrebbe essere sufficiente a soddisfare tutte le necessità, soprattutto di natura organizzativa, di tutti i disabili della Sardegna.

Per quanto riguarda invece il problema posto dall'onorevole Capelli relativo alle Università diffuse, la Giunta e io personalmente, anche per tutti gli studi che l'Assessorato ha potuto fare, onorevole Capelli, ci troviamo d'accordo con lei quando afferma che è necessaria una riorganizzazione di tutte le Università diffuse della Sardegna. E' necessaria una seria riflessione su questo tema perché non siano né risorse finanziarie sprecate, ma soprattutto perché si punti e si miri sempre più al valore che l'esperienza universitaria deve avere nella formazione dei nostri studenti sardi. Le modifiche legislative portate con gli emendamenti della maggioranza e dell'opposizione, però, dovranno trovare altra sede di discussione.

Per quanto riguarda infine le risorse finanziarie la Giunta ha già previsto un aumento, attraverso anche l'ultimo emendamento, pari a 980 mila euro. Quindi su questo credo che ci troviamo d'accordo, sulle finalità, sull'importanza e soprattutto sulla necessità di una riorganizzazione. La Giunta sta assumendo un impegno riguardo tutto il problema della scuola, ma soprattutto sta assumendo un impegno anche in questa finanziaria per far fronte alla necessità di una riorganizzazione generale, e anche alla necessità di far fronte a questo momento che è di grande trasformazione della scuola italiana, in particolare di quella sarda, che ci vede agli ultimi posti delle classifiche. Certo, c'è anche l'impegno finanziario, ma soprattutto c'è l'impegno da parte della Giunta a voler studiare un disegno di legge e a presentarlo quanto prima, e credo che questo sia alla base di tutto lo sforzo che la Giunta regionale intende profondere nei confronti della scuola sarda.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 69, 119, 175, 31, 33, 68, 148, 150 il parere è contrario.

Sugli emendamenti numero 49, 124 e 151 c'è l'invito al ritiro altrimenti il parere contrario. Relativamente agli emendamenti 13 e 14, provenienti dall'articolo 3, chiederei ai presentatori se intendano mantenerli o ritirarli, perché comunque il loro contenuto è stato accolto; si tratta di decidere la sedes materiae. Quindi l'invito è al ritiro, per poi comunque affrontarli in altra sede.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore, e in particolare sottolineo che l'impegno della Giunta, già espresso anche dall'Assessore dell'istruzione, riguardo all'emendamento numero 124 è quello di provvedere in finanziaria, assicurando la provvista finanziaria, e poi affidare ad un altro provvedimento legislativo la definizione della questione. Si tratta, infatti, di un contenuto su cui ci si può favorevolmente orientare, visto l'importanza della presenza dell'università nella Sardegna centrale. Però ciò che conta in finanziaria è assicurare la provvista, e questo lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo con gli emendamenti presentati alla tabella.

Per quanto riguarda gli emendamenti sospesi numero 13 e 14, confermo che nel collegato tutta quella questione verrà affrontata adeguatamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Ritirati!

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 13 e 14 sono stati ritirati.

Metto in votazione gli emendamenti numero 69 e 119, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCAREDDU (U.D.C.). Dichiaro la mia astensione sugli emendamenti in oggetto, e rimarco la mia totale perplessità sull'interpretazione data dalla Presidenza, e quindi credo dagli uffici, sull'emendamento numero 177. Se i colleghi…

PRESIDENTE. No, scusi onorevole Biancareddu, stiamo votando gli emendamenti numero 69 e 119, e quindi lei non può parlare sull'emendamento numero 177. Pronunci la sua dichiarazione di voto solo sugli emendamenti numero 69 e 119. Grazie.

BIANCAREDDU (U.D.C.). Ho già detto che mi astengo. E tuttavia devo ribadire che quando si parla di disabilità l'argomento è attinente, sia che si tratti dell'emendamento numero 177, sia che si tratti dell'emendamento numero 33. Quindi la non attinenza è tutta da verificare!

Volevo aggiungere, tra l'altro, che siccome non più di mezzora fa la Presidenza ha negato la parola all'Assessore interrogato da me, e dopo cinque minuti l'ha concessa quando interrogato da Vargiu, se esistono consiglieri di serie A e di serie B, le ricordo che i voti valgono sempre uno, soprattutto quando sono contrari.

PRESIDENTE. Onorevole Biancareddu, mi scusi ma questa è una polemica veramente inutile, perché lei ha compreso benissimo lo spirito della mia decisione. Non è perché la richiesta l'ha avanzata lei; era appena successo che, a seguito di un intervento della Giunta pronunciato in un momento in cui non doveva essere pronunciato, si sono verificati dei problemi nello svolgimento dei lavori dell'Aula. Allora ho detto ai colleghi, che hanno fatto presente il problema, che se si deve essere formali si deve essere formali per tutto, e quindi in virtù di questo principio non ho dato la parola all'assessore Liori; c'è stata una successiva richiesta con un'apertura di disponibilità, e si è precisato in che termini si possono consentire gli interventi degli Assessori. Quindi non era una negazione fatta ad personam, perché la richiesta proveniva da lei.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, dichiaro il voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 5. Se infatti entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge l'idea è quella di presentare un disegno di legge specifico che detti norme per un'organica riforma dell'istruzione e della formazione professionale: "per dare la libertà di scelta delle famiglie, degli studenti, dei percorsi e dei servizi d'istruzione e formazione, anche mediante interventi a sostegno economico delle famiglie" e per garantire: "la necessità del pluralismo dell'offerta formativa e della parità dei soggetti pubblici e privati", cioè se l'idea è quella della sostituzione del pubblico col privato, beh, allora è meglio non fare progetti di riforma, è meglio lasciare le cose come stanno, è meglio non far nulla! Se l'idea è quella di dirottare risorse pubbliche, pagate da tutti i cittadini, per consegnare bonus perché qualcuno possa andare a frequentare la scuola privata è meglio lasciar perdere.

La difficoltà delle famiglie oggi, quelle i cui figli frequentano la scuola pubblica e privata, è quella di acquistare i libri di testo, e visto anche l'abbandono scolastico che affligge questa Regione, io non credo che si debba andare in quella direzione. Se poi, certo, l'idea è quella di dirottare i fondi destinati all'edilizia universitaria e al diritto allo studio per ristrutturare chiese, beh allora, guardate, approvate le leggi che volete, perché tanto se questo è l'andazzo, che cosa volete fare? Che cosa potrà mai provenire da una legge di riforma di questo tipo? Niente di buono, e per questo il voto è favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 5.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questo è un emendamento soppressivo che non sarebbe stato necessario neppure presentare, perché non sarebbe stato necessario neppure presentare l'articolo. E' questo un chiaro esempio di discussione, come si suol dire, accademica, pressoché inutile, complicata e che complica una affare assolutamente semplice, quello cioè di predisporre una dotazione finanziaria per il Fondo nuovi oneri legislativi e poi, attraverso l'iniziativa legislativa che è in capo al Governo regionale (oltre che, quando la potremo esercitare, ai consiglieri regionali, ai Gruppi consiliari) presentare un disegno di legge. Siccome le risorse del Fondo nuovi oneri legislativi servono per le nuove leggi, la prima legge, quella più importante, è questa, quindi presento il disegno di legge e attingo dal FNOL.

La realtà è che noi siamo anni (non solo in questa legislatura, anche in quella precedente) che promettiamo ai sardi una riforma organica dell'istruzione e della formazione, e non riusciamo a farla perché per riformare l'istruzione e la formazione bisogna toccare interessi veri e anche assetti istituzionali difficili da modificare. Qual è la competenza dello Stato? Qual è la competenza delle Regioni? In che modo possiamo intervenire ad integrare i due sistemi? Qual è il ruolo dei soggetti privati che operano nell'istruzione e nella formazione? Quale deve essere la funzione del soggetto pubblico? Quali sono gli standard di servizio che noi dobbiamo realizzare?

Questa discussione è una discussione complessa, difficile, e si evita: si fanno gli annunci, si conservano i soldi e poi non si utilizzano. Io credo che avremmo fatto cosa migliore concludendo la discussione sulla finanziaria con l'approvazione di un ordine del giorno che impegnasse la Giunta a presentare entro trenta giorni un provvedimento nella speranza che la Giunta obbedisse almeno alla sua maggioranza, se non al Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Assessore, a seguito delle argomentazioni del collega Uras, forse dovrebbe cambiare parere sull'emendamento perché abbiamo già stabilito che per questa maggioranza e questa Giunta formulare auspici non porta bene.

Lei sa (non era di sua competenza ma era di competenza dell'Assessore del lavoro) che con la legge numero 1 doveva essere approvato dalla Giunta un piano da 100 milioni di euro per interventi per la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse umane: abbiamo accantonato 100 milioni di euro e dopo non 90 ma 180 giorni di quel piano non c'è traccia. Abbiamo formulato altri auspici: sempre in attesa di una riforma organica del sistema sanitario, abbiamo fatto un altro "pezzo" di legge con un emendamento, e non si vede traccia di una riforma organica. Allora, io credo che sarebbe buona pratica non formulare auspici. Guardi, non succede niente, Assessore, se approviamo questo emendamento, lasciamo lo stanziamento e diciamo che le risorse serviranno per la prima legge che riuscirete ad approvare.

Io non la penso come il collega Zedda, io mi auguro che voi approviate le leggi, noi porteremo il nostro contributo, lo porteremo in Commissione, ci opporremo dove è il caso di opporci. Io mi auguro sempre che chi governa governi e approvi le sue leggi e poi i cittadini giudicheranno e valuteranno di conseguenza. Io non auspico un Governo che non governi o che non legiferi, ma è proprio questo che sta succedendo: noi abbiamo una maggioranza e un governo che non governa, non legifera, si limita a deregolamentare, a tappare buchi, ad accontentare a destra e a manca.

Allora, io credo che sarebbe veramente apprezzabile se voi cambiaste parere, approvaste questo emendamento, cancellaste l'articolo 5 e poi ci sorprendeste con effetti speciali (e non tra 90 giorni ma tra 60 giorni) presentando un disegno di legge sul tema della scuola e della formazione professionale. Invece così rischiate un altro sberleffo tra altri 180 giorni quando ancora non presenterete il disegno di legge o, nel caso lo presenterete, quando si arenerà in Commissione tra mille difficoltà e non arriverà in Aula. Accetti questo consiglio, anche per scaramanzia: esprima parere favorevole all'emendamento. Io voterò naturalmente a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale sull'emendamento e ne approfitto per dire che sì, e chiara la finalità, è un articolo che in realtà è un manifesto, volete dire al mondo della formazione professionale: ci siamo, stiamo arrivando. Naturalmente è pleonastico inserirlo in legge, lo volete fare, lo farete poi più tardi per le aree industriali: c'è un emendamento che ha praticamente la stessa fisionomia.

Insomma, è una finanziaria snella, con tanti annunci ancora una volta, e in realtà con poche prospettive per la Sardegna, il mio voto quindi è favorevole per la soppressione dell'articolo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 69 e 119, di identico contenuto

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dessì e Petrini hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Porcu - Sabatini - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 12

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione il testo dell'articolo 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

(Interruzione del consigliere Espa)

Onorevole Espa, abbiamo già dichiarato il voto. Ormai l'emendamento è già stato votato, non lo può ritirare.

I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 15 dicembre alle ore 10. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 21 e 03.