Seduta n.53 del 08/10/2009
LIII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Giovedì 8 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 40.
MULAS, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 1° ottobre 2009 (46), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Antonio Cappai, Mariano Contu, Michele Cossa, Franco Cuccureddu e Carlo Sanjust hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana dell'8 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
rilancio dell'economia". (67)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A, che prosegue con l'esame degli emendamenti all'articolo 5.
Dovendo porre in votazione gli emendamenti e poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere alla prima votazione, sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 42, viene ripresa alle ore 16 e 50.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 534.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'argomento che richiama l'emendamento in discussione, su cui io esprimo voto favorevole, riguarda l'opportunità o meno che gli interventi di demolizione e ricostruzione comprendano i centri storici, quindi le zone urbanistiche omogenee A; io credo che, da questo punto di vista, come abbiamo detto anche stamattina, questo argomento, se meglio soppesato e meglio calibrato, potrebbe essere uno degli elementi qualificanti della legge.
Certamente previsioni di incremento volumetrico così ampie, che scavalcano completamente le competenze dei comuni, ci portano a temere fortemente che - venendo meno il coordinamento e l'indirizzo dato dai piani particolareggiati dei Comuni e con tutte le deroghe che abbiamo previsto e che sono state richiamate anche negli articoli precedenti - questo tipo di intervento possa essere praticamente inapplicabile, inattuabile, nelle misure e nelle entità che sono state previste e che possono arrivare sino al 45 per cento. Quindi, è chiaro che la filosofia dell'emendamento tende proprio a porre questo problema, cioè che, quando si vuole fare troppo, in maniera così forte, non dando incentivi economici ma confidando soltanto su incrementi volumetrici che possano trainare investimenti per questo tipo di attività, si corre il rischio di non fare niente. Per questo, poiché cui sono contrario al comma, il voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente il voto è favorevole, ma vorrei approfittare di questo primo intervento per riconoscere, anche nella maggioranza, alcune note positive. Ho ascoltato la dichiarazione del presidente Floris che, con saggezza, ricordava che in Sardegna, su questi temi e su temi analoghi, è stata sempre messa da parte l'idea di possedere la verità e si è tentato di confrontarsi fino in fondo per cercare, nelle soluzioni condivise, processi di riforma profonda e anche di disciplina, laddove si richiede per la Sardegna.
E' una dichiarazione che condivido e che è il pane quotidiano per chi ha origini politiche e una cultura particolare, ma che dimostra anche, di fronte a questa stagione di un "nuovismo" direi scadente, molto scadente, che esiste una diversa statura politica che dovrebbe emergere proprio in queste circostanze su questi temi. Non è un panegirico, è soltanto la riscoperta che, al fondo, le origini vere di una politica fatta in un certo modo e secondo alcuni criteri che mettono l'interesse collettivo al centro della propria attività esistono sempre pur se disperse qua e là. Purtroppo oggi, in Italia come in Sardegna, sono ancora minoranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Esprimo il parere favorevole su questo emendamento anche perché sul tema che riguarda i centri storici, come già detto più volte, anche la Conferenza Stato-Regioni-enti locali poneva un limite e devo dire che quasi tutte le Regioni hanno infatti escluso i centri storici quando hanno poi emanato le loro leggi riferite al cosiddetto Piano casa.
Mi voglio riferire anch'io ad alcune dichiarazioni sentite per ribadire che il Partito Democratico non condivide niente, proprio niente, di questo provvedimento di legge, non ha fatto né in questa Aula né fuori da questa Aula alcun accordo; il Partito Democratico e il suo Gruppo proseguiranno nella loro azione in Consiglio regionale per denunciare da un lato i pericoli a cui va incontro la Sardegna con l'approvazione di questa vostra legge e dall'altro per ribadire la propria proposta, formalizzata in una proposta di legge presentata in Commissione, che voi non volete prendere in considerazione ma che noi punto per punto riprenderemo per spiegarvi, o per tentare di spiegarvi, qual è la nostra idea di Piano casa.
Ribadisco che non c'è accordo su niente, che non condividiamo niente di questa legge e non vogliamo in nessun modo accordarci né sui metodi né sui contenuti con la vostra maggioranza. Crediamo che sia una legge dannosa, fortemente dannosa per i sardi ed è per questo motivo che esprimiamo un parere contrario su tutti gli emendamenti che voi proponete e su tutti gli articoli di questa legge. Esprimiamo invece parere favorevole su questo emendamento e su tutti gli altri che contengono e conterranno la nostra proposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, signor Assessore, signori Assessori, vediamo con piacere che stasera è presente ai nostri lavori anche l'assessore Corona. Mi auguro che la sua sia una presenza molto più costruttiva di quella dell'Assessore degli enti locali nonostante il fatto che la materia relativa al suo Assessorato non abbia niente che fare con l'argomento in discussione. Diceva il nostro Capogruppo, e lo voglio confermare anche io, che questo Gruppo non ha condiviso niente di questo testo di legge, né in Commissione né in Aula, non ha fatto accordi, non è disponibile a fare alcun accordo, anche perché più che non condividere qualcosa di questa legge, non ne condivide il suo impianto, non ne condivide il contenuto. Quindi non è certamente la modifica di qualche comma o di qualche articolo che si può modificare il nostro giudizio su questa legge.
Essa, secondo noi, è dannosa per la Sardegna e su questa linea continueremo il nostro comportamento in Aula, anche se la stampa cerca di rappresentare all'esterno una opposizione disponibile a raggiungere accordi o che mai abbia raggiunto accordi. Un conto è che in Conferenza dei Presidenti di Gruppo si raggiunga un accordo sulle modalità della conduzione dei lavori, altro conto è condurre o fare accordi su un provvedimento di legge come questo.
Poiché siamo qui per rappresentare gli interessi di tutti i sardi, certamente gli interessi positivi, non intesi in senso negativo, continueremo a votare contro e nel limite del possibile a cercare di limitare i danni che questa legge rischia di produrre alla Sardegna intera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, gli emendamenti numero 534 e 133 intervengono sul comma 6 dell'articolo 5. In questo comma, Assessore, sono contenute alcune delle ragioni per cui noi non possiamo avere nulla a che fare con questa legge e che ci inducono a continuare in Aula la battaglia che abbiamo condotto in questi giorni su alcuni principi che per noi sono fondamentali; alcuni li abbiamo sottolineati e riguardano l'intangibilità dei 300 metri dalla battigia, altri sono principi che abbiamo enunciato e per i quali riteniamo di dover condurre ancora una battaglia, non potendoci assolutamente confondere con voi, su questa legge che per noi è una "porcheria". Una di queste ragioni riguarda i centri storici e, proprio nel comma a cui facciamo riferimento, sono contenute alcune delle questioni che per noi sono irrinunciabili.
Intanto il ruolo di pianificazione degli enti locali. Gli enti locali hanno predisposto i piani particolareggiati, hanno individuato nei piani particolareggiati gli edifici di pregio ma non solo, hanno individuato nel centro storico un bene d'insieme da salvaguardare: vuol dire che non ci sono dei pezzettini all'interno del centro storico che noi possiamo - come scrivete voi nel titolo dell'articolo 5 in maniera brutale - demolire e ricostruire. Vanno fatti degli interventi specifici selettivi e queste decisioni devono essere lasciate in capo agli enti locali. Questa è una delle ragioni per cui noi non possiamo sostenere che l'articolo debba rimanere così, una delle ragioni per le quali noi non possiamo confonderci con voi in questa legge e per la quale non possiamo assolutamente avallare le "porcherie" che state approvando. Onorevole De Francisci, non è un'offesa al centrodestra questa, è una constatazione, per una legge che oggettivamente è in queste condizioni per come la state portando all'attenzione dei sardi.
Quindi per sgombrare il campo sulle ragioni per le quali non possiamo accettare un articolo di questo tipo, diciamo che noi interpretiamo gli interventi nel centro storico come interventi selettivi accompagnati da risorse, se riteniamo che il centro storico in quanto tale vada salvaguardato. Qui non c'è nulla, qui si interviene selettivamente, e lo fate voi, non i comuni, a demolire, ma non mettete in campo nessuna risorsa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Il comma 6 dell'articolo 5 è il peggior comma di tutta la legge, lo affermo tanto per sgombrare il campo da falsi "diplomatismi", è il peggior comma di tutta la legge perché è in contrasto, lo motivo anche, non è una cosa propagandistica, badate...
DEDONI (Riformatori Sardi). Noooo...
SALIS (I.d.V.). No, no, no, Presidente della Commissione cultura, non sto scherzando e non sto ridendo, sono serio perché siamo capaci a fare l'uno e l'altro, quando si può sorridere si sorride, ma quando si parla di cose serie, Presidente, adesso sono estremamente serio. Si cancellano decenni di studi, di impegno costante di centinaia di amministratori comunali che si sono alienati anche le simpatie dei loro elettori per poter salvaguardare un bene storico, un patrimonio edilizio che fa parte della nostra identità, quale quello dei centri storici, e si tende irresponsabilmente, forse senza rendersene conto… gliel'ho già detto nella discussione generale, assessore Asunis: io mi rifiuto di pensare che questo comma possa averlo scritto lei, mi rifiuto di pensarlo, perché lei ha ricevuto decine, centinaia di delegazioni di amministratori e di tecnici comunali che hanno combattuto contro il comune sentire dei loro concittadini meno attenti e meno culturalmente attrezzati, che magari volevano demolire le vecchie case campidanesi, oppure hanno agito come ha fatto il sottoscritto, che ha impedito che venissero demoliti gli archi in mattoni crudi, mattoni faccia a vista, per mettere le serrande metalliche per i garage.
Bene, questi amministratori sono offesi da questo comma, perché non è possibile dire che le previsioni valgono "ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto…". Ma cosa vuol dire "meno di cinquant'anni"? Vuol dire che lasciamo tre, quattro, cinque edifici? Fatevi un giro dell'area urbana di Cagliari. Per cortesia, Assessore, lei la conosce quanto me, i disastri fatti a Selargius, a Pirri, a Monserrato…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente e colleghi del Consiglio, io sono convinto che non sia in discussione alcun accordo tra la maggioranza e l'opposizione, ma una costante rappresentazione del modo diverso di concepire l'argomento che noi stiamo discutendo in quest'Aula, e cioè un confronto democratico tra l'orgoglio della proposta che la maggioranza e la Giunta difendono legittimamente e le ragioni delle preoccupazioni che noi rappresentiamo con la nostra chiara, decisa, determinata e ferma opposizione. C'è un modo di concepire e di vivere il tema della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e delle opportunità di rilancio del settore economico che interessa tutti e che, ahimè, ci distingue per modi di vederlo, di viverlo, di rappresentarlo, e anche per il modo di proporre una strategia che affronti questi temi.
Il rinnovo del patrimonio edilizio, anche e soprattutto in questo caso, all'interno dei centri storici, va puntualmente, ripercorrendo i temi che ci hanno accompagnato un poco nella discussione di tutti gli articoli, in deroga sempre a quelli che sono per noi i principi fondamentali, o comunque gli strumenti fondamentali rispetto ai quali noi crediamo che non si debba assolutamente derogare, e che sono i piani urbanistici, sono le volontà delle amministrazioni comunali e dei consigli comunali, sono le preoccupazioni che continuiamo a rappresentare dei conflitti che deriverebbero dal punto di vista sociale, laddove nessun cittadino fosse più certo dei diritti acquisiti al momento dell'acquisto, oppure della realizzazione della propria abitazione, e poi all'interno di un sistema così delicato e importante come i centri storici, a demolire e a ricostruire con delle premialità del 30 per cento, del 35 per cento, con gli effetti conseguenti che noi sappiamo e conosciamo tutti.
Allora, visto che sta scadendo il tempo, riprenderò l'argomento successivamente, ma è evidente che qui abbiamo un modo di concepire e di rappresentare i propri punti di vista completamente diverso, non si può parlare di accordi, si può parlare di un confronto e di uno scontro che si sta consumando in quest'Aula nel rispetto reciproco e democratico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 6. Con questo comma si perpetra evidentemente una filosofia, quella di questa legge, che vuole mettere le mani dappertutto in Sardegna, nell'ultimo dei vicoli nell'ultimo dei paesi, e anche, in questo caso, dei centri storici dei nostri paesi e delle nostre città. E' insopportabile perché è l'ennesima affermazione della volontà di prevaricazione nei confronti dei comuni e degli strumenti che i comuni si sono dati autonomamente con giudizio per governare il proprio centro abitato, per governare il proprio paesaggio e il proprio settore urbanistico. Niente ha a che fare questa legge con quanto affermato dal presidente Cappellacci, anche nelle sue dichiarazioni programmatiche, quando ha dichiarato il massimo rispetto per gli enti locali, la condivisione delle politiche, il rispetto in relazione a quelle che sarebbero state le politiche rivolte direttamente agli enti locali e alle comunità dei nostri paesi e delle città. Una totale contraddizione fra quello che dichiarate e quello che fate attraverso le leggi, e la ricostruzione quantomeno falsa della nostra posizione in relazione a questa legge che abbiamo sentito oggi in un telegiornale locale, denota evidentemente la necessità vostra di condividere le responsabilità intorno a questo mostro giuridico.
Noi non condividiamo nulla di questa legge che vi state approvando da soli e questa vostra necessità di condividere forse denota che c'è un barlume di vergogna per quello che state facendo e volete diluire le responsabilità. Bene, le responsabilità ve le prendete tutte, che vi piaccia o meno, rimandiamo al mittente questa interpretazione del nostro atteggiamento in Aula; si tratta soltanto, il lavoro che stiamo portando avanti ha soltanto un obiettivo, ridurre il danno, aiutarvi a ridurre il danno che con questa legge portate avanti. Il mio voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Qualcuno ha definito questo comma il peggio di questa legge. Io devo dire che avrei difficoltà a fare una classifica del peggio all'interno di questa legge, quindi risparmio una considerazione e faccio una valutazione complessiva, un po' come in qualche modo altre volte ho fatto richiamo alla qualità dei centri storici. Non si può stabilire il bene e il male estrapolando singole parti, il centro storico è un tutt'uno, soprattutto i centri storici per i quali, attraverso un meccanismo scelto, i comuni si sono dotati di un piano particolareggiato. Quindi, come ho detto stamattina, insisto, sarebbe un grave errore introdurre meccanismi che metterebbero in moto per alcuni isolati, per alcuni edifici, queste possibilità, sconvolgendo l'equilibrio all'interno dei centri storici, nei quali forse oggi è fin troppo eccessivamente tollerato un abusivismo strisciante. Semmai andrebbe fatto il contrario, un lavoro di vigilanza sulle autorizzazioni rilasciate e sul mancato controllo dei lavori poi eseguiti dai cantieri, non solo privati, ma anche pubblici.
Oggi il Comune di Alghero, con la complicità della Sovraintendenza, sta intervenendo su manufatti di straordinaria importanza, storica e monumentale, aumentando i volumi, alterando le tipologie, modificando i materiali, sostituendo parti storiche con materiale in calcestruzzo e in cemento armato e questo tra l'indifferenza generale. Io non ho più la voglia, come avevo in passato, di procedere con denunce circoscritte. Non mi tocca questo ruolo, l'ho fatto forse sostituendomi ad altri in passato, ne ho pagato anche le conseguenze, però oggi è intollerabile che questo accada. Semmai, così come ho avuto modo di segnalare anche all'Assessore in Commissione, andrebbero messe a disposizione delle somme per sollecitare i privati al recupero delle facciate, dei tetti, all'interno del centro storico, per stimolare il privato a interventi concreti di recupero. Servirebbe a rimettere in moto l'economia e a tutelare e a salvaguardare un bene che non è dei sardi, veramente il patrimonio dei nostri centri storici è patrimonio dell'umanità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Due cose velocissime, Presidente, innanzitutto annuncio il voto a favore dell'emendamento. Il comma 6 dell'articolo 5, teoricamente, in base al dettato del testo ovviamente, credo che, soltanto nella città di Cagliari, riguardi più o meno i tre quarti della città; questa è una mia opinione, poi mi dirà che non è così e perché. Io sono convinto di quello che sto dicendo, se non sono i tre quarti, sarà il 60 per cento, comunque è una misura importante, può interessare una parte importantissima della città e così vale un po' per tutti.
Colgo l'occasione per soffermarmi invece su un altro aspetto delicato. Mi rendo conto che si tocca una questione sensibile che si ritorce e si ritorcerà nei confronti di chi solleva l'aspetto che sto per sollevare io. Ritengo che oggi si sia consumato, con una regia anche di quest'Aula, un tentativo di disinformazione dei sardi e che questo non sia un servizio utile a nessuno, nemmeno a quest'Aula. Credo che bisogna evitare tutto questo.
Penso inoltre che ognuno di noi alla luce del sole si stia assumendo la responsabilità delle proprie posizioni e che sia sbagliato mettere in essere tentativi volgari, senza arricchire il bloc notes della mia amica Simona, che non servono a nessuno. Io credo che tutti gli uomini e le donne di buona volontà che possono, anche qua dentro, dovrebbero dare una mano per contribuire a trasferire un'informazione corretta, anche per il rispetto della nostra onestà intellettuale, perché qua dentro non si è fatto alcun accordo sul merito di questa legge. Noi continuiamo a mantenere un giudizio totalmente negativo, per le ragioni che abbiamo spiegato, e saremo coerenti con questo giudizio sino alla fine. Dispiace davvero che si assista a questi tentativi poverelli che non fanno onore a nessuno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, Assessore, io credo che, insieme alla violazione della fascia costiera dei 300 metri, insieme al fatto che i comuni siano esautorati dalla loro capacità pianificatoria, questa legge nel suo impianto complessivo sia una legge totalmente da condannare, che non rispecchia per niente non solo gli interessi generali dei sardi, ma forse neanche gli interessi per cui è stata proposta. Questo emendamento nella fattispecie, l'emendamento all'emendamento, sulla questione dei centri storici, anche in questo caso è molto pericoloso mettere in mano all'anarchia totale, perché questo accadrà di fatto, la possibilità che, nei centri storici, fosse anche per edifici con meno di 50 anni, si facciano aumenti volumetrici senza la dovuta garanzia che i comuni possano controllare. Questo è assolutamente pericoloso. E' stato detto anche dai consiglieri della maggioranza, mi pare che Cuccureddu l'altro giorno abbia anche cercato di dire concretamente quali rischi si possono verificare nel caso di edifici appoggiati ad altri edifici che non possono essere toccati, perché di pregio, di valore artistico, si tratta di beni che devono essere tutelati; mettere mano a edifici, anche con meno di 50 anni, significa comunque mettere mano ai centri storici e dare la possibilità ai comuni di non avere sotto controllo più nulla.
Ho fatto un esempio l'altra volta, e lo ribadisco oggi, anche questo edificio di cui stiamo discutendo oggi è uno di quegli edifici che possono crescere dal punto di vista volumetrico, e chi dice che non dovrà essere così? Bisognerà fare norme ad hoc per impedirlo, e questo non potrà essere fatto in tutti i comuni.
Per cui, secondo me, si va anche al di là delle cose che voi stessi cercate di mettere in chiaro, nel tentativo di mettere mano all'edilizia, di farla sviluppare. Così com'è, Assessore, non c'è la possibilità di dialogo alcuno, di trovare soluzioni che possano vedere noi migliorare questa legge. Noi abbiamo presentato una proposta di legge, la ribadiamo, condanniamo totalmente questo articolato, così come lo si sta presentando, e faremo tutta l'opposizione che ci sarà consentito di fare perché, così come difendiamo le nostre coste e l'inviolabilità dei 300 metri, che va combattuta assolutamente, allo stesso modo deve essere tutelata la questione dei centri storici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, il mio voto all'emendamento è favorevole. Credo che la posizione del Partito Democratico, già ribadita dai colleghi, ma che fa piacere ribadire anche a me, sia una posizione molto chiara e molto netta rispetto alla legge in generale. Lo diciamo all'Assessore, prima di tutto, ma in realtà lo diciamo ai colleghi della maggioranza. Credo che la nostra opposizione sia densa di contenuti, abbiamo cercato di fare delle proposte, abbiamo cercato di dare un senso al nostro modo di fare opposizione in questo Consiglio, purtroppo vediamo che, anche al di fuori di questo Consiglio, qualcuno strumentalizza determinate iniziative (che sono legate anche ad armonizzare bene i lavori di quest'Aula) cercando di dare patenti all'opposizione, affermando che l'opposizione è composta da più opposizioni (io non so di quale di queste faccio parte, se sono tra i dialoganti o fra gli intransigenti), come se non ci fosse un'unità di intenti in questa opposizione e all'interno del Partito Democratico. Diciamo che queste "uscite", l'ha già detto prima anche l'onorevole Giampaolo Diana, sono fuori luogo, perché non solo non sono rispettose del lavoro che stiamo facendo tutti noi, ma cercano di strumentalizzare, proprio in una vicenda del genere, il dissenso che noi stiamo manifestando in maniera unitaria, non alcuni "sì" e alcuni "no"; tutti gli interventi che abbiamo fatto ribadiscono questo concetto.
Quindi, per questo continueremo a fare questo tipo di opposizione, ed è un peccato che aperture di dialogo istituzionale, in realtà, vengano chiuse attraverso manipolazioni di informazione che danno patenti all'opposizione. Su questo, per non correre rischi, io credo che dobbiamo continuare a essere compatti, da questo punto di vista lo siamo e lo saremo, e cercheremo di dare tutti i contributi possibili, ovviamente nei contenuti, ma anche se perderemo tutte le battaglie, noi continueremo a denunciare che questa è una legge che alla Sardegna non porterà niente, non porterà niente a chi aspetta uno sviluppo per la casa e, secondo noi, non porterà niente alla fine neanche al settore dell'edilizia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Voterò contro l'emendamento, Presidente. Ho sentito la posizione del collega Diana e capisco l'analisi che ha fatto. Credo che il dibattito abbia chiarito a tutti che c'è, su questa legge, una totale contrapposizione di vedute, perciò non capisco chi parla di accordi o contro accordi, io non ho l'accordo con voi; perché? Perché ci ha differenziato il giudizio della gente. Noi, su queste vostre posizioni, abbiamo vinto la campagna elettorale; contro queste vostre posizioni, noi abbiamo avuto il consenso della gente, intendiamo smontare il PPR, intendiamo dialogare, comunque.
Oggi vorrei che fosse il primo giorno che si discute di questa legge, vorrei cancellare i giorni passati, se questo fosse possibile; e, pur nel rispetto delle parti, che sono totalmente diverse, ed ecco perché soltanto un illusionista può pensare che ci possano essere degli accordi di merito, riprendendo la chiacchierata e il confronto su questa legge, credo che potremmo iniziare nuovamente ponendo due punti fermi: cosa sono i centri storici in Sardegna? Quali sono i centri storici in Sardegna? Credo che forse due mani siano troppe. Le città regie? Qualche angolo particolare? E poi volete parlare di centri storici?
Io vivo in una città a cui non riconosco l'esistenza di un centro storico, non esiste proprio! Non ha senso parlare di centro storico in alcune nostre città, ci sono sicuramente delle caratteristiche da salvaguardare, ma degli ultimi 50 anni abbiamo da salvaguardare qualcosa? Per chi ne ha conoscenza, posso ricordare il palazzo del Banco di Sardegna, vogliamo ricordare quello che ha completamente stravolto il senso dell'unico centro storico della nostra città, cioè il corso Garibaldi? Ma se potessi intervenire su quello passerei la ruspa! Totalmente! Questo ci contrappone e su questo non troveremo mai un punto d'incontro. Perciò, noi vogliamo andare avanti e assumerci la responsabilità nella definizione di questa legge e vi scarichiamo da qualsiasi responsabilità, pur stando attenti ai suggerimenti che vorrete darci.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Vede, onorevole Capelli, sono anch'io convinto che il centro storico di ciascuna realtà abitativa non sia, sempre e comunque, sacro e intangibile, però sarà d'accordo con me che il centro storico è una realtà, ovunque la si consideri, che ha per quel centro urbano una importanza assolutamente inestimabile e, appunto per questo, va trattata con tutti i riguardi. Invece di decidere, in una legge dove si parla di interventi straordinari, di intervenire al di fuori di ogni strumento di carattere urbanistico, la Regione Sarda finanzi la predisposizione dei piani particolareggiati, finanzi azioni di intervento mirato e lavori, aiuti affinché queste realtà importanti (anche dove non sono così belle e non piacciono molto) siano comunque salvaguardate perché rappresentano la storia. L'unica cosa che non dobbiamo fare è intervenire con uno strumento come questo. Non lo prevedeva l'Intesa Stato-Regioni-enti locali, non capisco perché l'abbiamo voluta prevedere in questo Consiglio regionale, quasi unici in Italia.
Questa è una delle motivazioni che mi portano a ribadire, qualora ce ne fosse la necessità, il giudizio estremamente negativo sulla legge nel suo complesso. Per dirla in due parole io sintetizzerei questa legge in questo modo: a livello nazionale si è previsto di intervenire con dei premi in cambio di interventi di un certo tipo, abbiamo deciso di fare soltanto dei regali. E' inaccettabile e non lo condividiamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 6 dell'articolo 5, che considero assolutamente vergognoso e offensivo. Stamattina ho condiviso l'intervento del consigliere Mario Diana quando ha parlato dell'urbanistica selvaggia a partire dal dopoguerra in poi, e tutto questo in nome di un modernismo che ancora oggi ci trasciniamo appresso. Il consigliere Diana sa bene che, nel ventennio, è stata prodotta una architettura di grande pregio, soprattutto nei nostri grossi centri urbani tra Sassari e Cagliari, e che un nome glorioso è quello dell'architetto Ubaldo Badas al quale il Comune di Cagliari, amministrato dal centrodestra, ha dedicato addirittura una via, quella strada che porta dai giardini pubblici all'ingresso di Castello si chiama via Ubaldo Badas. Questo per onorare la sua produzione architettonica di pregio. Ma, strano a dirsi, il centrodestra che amministra Cagliari (quindi vostri colleghi) è un po' schizofrenico perché, mentre gli dedicava la via, contemporaneamente aveva il progetto perverso dell'abbattimento delle ville da lui progettate negli anni '50 nella zona di via Milano. Tutto questo perchè? Per agevolare e per privilegiare la grande speculazione: al posto delle ville dell'architetto Badas, superpremiato per il suo genio, diciamo che un'amministrazione di centrodestra ha poi privilegiato il profitto e non il genio. La mia preoccupazione è che ci si continui a muovere su questa filosofia. Quindi, per noi sarà un lutto se voi non provvedete davvero a rimuovere questo articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intanto annuncio il voto contrario. A me fa piacere che gli amici dell'opposizione facciano emergere la loro contrarietà a questa legge dicendo con chiarezza che, secondo loro, stiamo regalando, secondo loro stiamo cementificando, ma siccome stamattina qualcuno ha richiamato l'articolo 90 del PPR, la trasformazione da case a alberghi, io voglio ricordare che, in quel di Santo Stefano, in una delle tante intese, più precisamente quella relativa a Cala Vela Marina, nell'isola di Santo Stefano, stiamo mettendo in piedi 33 mila metri cubi, se ne aggiungono altri 8700 interrati, tiriamo fuori la bellezza di 122 stanze, un approdo turistico, siamo su 12 ettari in riva al mare in una zona di alto pregio paesaggistico. Questo è ciò che era una cava. Una cava! La sua trasformazione è questa: cubatura esistente, dicono, risanamento, dopodiché strutture ricettive con tutto ciò che c'è di bello da metterci. Siamo sul mare, siamo sul mare in un'isola dell'arcipelago di La Maddalena! Ne vogliamo parlare? Vogliamo fare l'esempio?
Il collega Gian Valerio continua a richiamare l'articolo 90 del PPR, richiamiamo l'articolo 90 del PPR e vediamo testualmente anche nei verbali che ci sono se tutto è accettabile dall'ufficio o meno, se c'è un parere positivo per una cosa e negativo per un'altra, se ci sono situazioni che possono essere condivise. A me basta che diciate che quello che avete fatto e che si sta concretizzando sul mare a voi sta bene. Dopodiché io ho smesso di intervenire. A voi sta bene? Voglio capire questo. Se a voi sta bene, io smetto di intervenire, significa che ciò che si sta facendo in quella realtà, che io conosco bene, a voi non importa perché tutto è fattibile, tutto è giustificato, per voi il resto poco conta, quello che fanno gli altri va male, quello che fate voi è il meglio del mondo in termini ambientali. Proviamo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'onorevole Sanna sa certamente che le cose sbagliate, quando sono sbagliate, non hanno sicuramente giudizi diversi, sbagliate sono, sbagliate rimangono. E non è che ogni volta noi possiamo ragionare su questo trovando come giustificazione a un comportamento sbagliato un altro comportamento sbagliato...
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Si è realizzato e se vogliamo non si realizza.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No, sto dicendo che non funziona il ragionamento: "Voi avete fatto questo che è sbagliato, allora noi possiamo fare tante altre cose anche più sbagliate perché su questo terreno ci siamo già andati su questo terreno". Il comma 6 di questo articolo è un comma che si poggia su questa affermazione: siccome possiamo migliorare gli edifici che insistono in zona A, cioè nei centri storici, se non sono storici architettonicamente, cioè se sono edifici costruiti in epoca non storica, lo possiamo fare a costo zero, cioè dando un 30 per cento in più di volumetria, perché non dobbiamo migliorare il nostro centro storico? Miglioriamolo!
L'ingegner Asunis sa benissimo che la gran parte dei nostri centri storici, soprattutto in molti piccoli centri, non è ciò che tecnicamente verrebbe detto "un agglomerato di edifici tutti storici", richiamano le tipologie. Il centro storico individuato è individuato anche se contiene edifici di costruzione recente. E' una realtà, è un punto di riferimento, è stato urbanisticamente così codificato dal comune che ne è protagonista, che ha fatto una scelta, così ha definito. Questo comma interviene a gamba tesa su quella volontà, ne pregiudica la prospettiva, tappa la bocca a una comunità. Ecco perché questo emendamento abrogativo ha un senso nei confronti di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Presidente, molto rapidamente, dopo le notizie che sono state diffuse questa mattina, sono stato tranquillizzato dalle parole che ha pronunciato l'onorevole Capelli. Il fatto di aver appreso che non abbiamo assolutamente alcuna posizione in comune mi tranquillizza nei confronti anche dell'opinione pubblica e mi rasserena nel continuare il percorso che è stato intrapreso. Noi effettivamente non condividiamo nulla di questa legge perché lo spirito della legge che voi state affermando sarà sicuramente disatteso dalla sua applicazione e dal suo contenuto.
Debbo dire che comunque anche dall'emendamento che è in discussione si rileva una contraddittorietà assoluta perché è vero, anch'io sono nuorese come l'onorevole Capelli e concordo sul fatto che quell'edificio a cui ha fatto riferimento sia effettivamente da demolire; ma se si pensa che qualcuno abbia in mente di demolire brutture di quel genere, come ve ne sono tante altre in molte città della Sardegna, credo che stiamo sbagliando. Soprattutto rilevo la contraddittorietà di questa affermazione considerato il fatto che l'articolo 2, al comma 6, prevede invece che proprio per quel tipo di edifici, lungi dall'essere demoliti e ricostruiti in maniera armonica rispetto al resto del contesto, sia consentito addirittura l'ampliamento; e il comma 6 dell'articolo 2 è stato già approvato da quest'Aula e, ripeto, consente di ampliare ulteriormente quel tipo di edifici e quindi amplificare ulteriormente la portata della bruttura.
Ora, fino a oggi non avevo ancora citato la collega De Francisci, alla quale ovviamente rinnovo la stima, mi dispiace, però spero prenda nota, perché credo che ancora una volta si debba ricorrere a una definizione data dall'onorevole Calderoli; non la voglio ripetere in aula, ma faccio mie le sue parole,sicuramente l'unica definizione che si può dare a questo provvedimento è quella che aveva dato a suo tempo Calderoli alla legge elettorale da lui stesso pensata e fatta approvare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Scusate, soltanto un intervento velocissimo. Mi è venuto un brivido sentendo tutti gli interventi in riferimento al problema dei centri storici. Io ricordavo che i centri storici venivano pianificati dalle amministrazioni comunali, ho pensato che, nel collazionare la proposta, ci fosse un errore, l'ho riletta, tutti gli interventi all'interno del centro storico, anche quelli riferiti agli immobili con età inferiore ai cinquant'anni, sono oggetto di preventiva valutazione da parte del Consiglio comunale, l'unico soggetto deputato a predisporre la pianificazione attuativa dei centri storici.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 133.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Purtroppo non è così, Assessore, non lo è, io non lo vedo scritto e so una cosa: i Piani particolareggiati che fanno parte integrante della pianificazione urbanistica comunale non riguardano solo gli edifici con più di cinquant'anni, riguardano un comparto omogeneo, riguardano tutti, per cui se un centro storico è munito di molti edifici con più di cinquant'anni, si salva un po' da questa previsione, se invece è metà e metà noi incidiamo su una metà del centro storico, indipendentemente dal piano particolareggiato.
Ora io le voglio ricordare una questione perché il rilievo che io faccio mi pare non da poco. Già in un primo convegno, a ridosso della legge numero 28 del 1993 si cominciò a parlare in Sardegna dei laboratori dei centri storici, perché qualcuno dice che poi non c'è un centro storico. Cioè andiamo a lezione in Toscana, in Trentino, capiamo che la storicità non è una percezione individuale, è il sedimento di una storia che credo sia oggettiva.
Bene, noi abbiamo lavorato e la Sardegna si è attestata in questi ultimi anni anche con i benefici di aver intuito quella ottima legge che era la "29" su un fronte di salvaguardia e di valorizzazione, perché c'era davvero un riconoscimento complessivo di questa entità mentre voi oggi, con questa legge, a partire dall'articolo 2, perché lo stesso comma c'è all'articolo 2 e all'articolo 5, fate un'azione concentrica contro i centri storici, sia nella norma dell'articolo 2 che nella norma dell'articolo 5.
Quindi non solo è possibile per la metà e più della metà dei centri storici demolire e ricostruire molto di più ma è anche comunque possibile aumentare il volume senza demolire. Voi mi potete spiegare che cosa conviene a un proprietario? Conviene demolire? Preferirà ampliare e non riconvertire quell'immobile. Per cui tutta la strategia di delocalizzazione va a farsi benedire perché ve la siete contraddetti da soli. Io, se devo ristrutturare, preferisco ristrutturare piuttosto che demolire e, con i costi che ci sono oggi, lascio intendere che cosa avverrà di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, articolo 5 comma 6, sempre lo stesso. La parola "cinquant'anni" è sostituita con la parola "quarant'anni", potremmo dire trent'anni, vent'anni, dieci anni, cinque anni, tre mesi e sei giorni. Io credo che questa sarà la pena a cui purtroppo verrete condannati voi, perché è vero, ha ragione l'onorevole Capelli, è proprio in materia urbanistica, cioè proprio in quella della gestione del territorio, che si è verificata la differenza, voi avete anche vinto le elezioni! Le vittorie possono essere di lunga gittata oppure possono essere anche vittorie di Pirro. Io sono convinto che questo è il caso. Badate, non c'è terreno, non c'è materia, non c'è prospettiva, che sia più dirimente nei prossimi anni e che, nei prossimi anni, segnerà la storia politica di questo e non soltanto di questo Paese, di questa e non soltanto di questa Regione, se non la materia dell'ambiente, del territorio, della sua corretta gestione, della sua salvaguardia e tutela. Non c'è materia più scivolosa di questa sotto il profilo giuridico, non c'è materia più scivolosa di questa sotto il profilo della attenzione sociale; la protesta, fino a quasi la minaccia di linciaggio, che si è verificata a Messina, verso l'autorità pubblica è esattamente il valore dell'attenzione che si sta sviluppando nelle comunità, anche in quelle che colpevoli hanno costruito dove non dovevano costruire, hanno disprezzato i loro territori, hanno approfittato delle norme, così che consentono, consentono, consentono, per poi pentirsi amaramente e piangere lutti, tragedie e distruzioni.
Questa è la realtà e non c'è terreno più scivoloso di questo su cui si tiene poi il confronto politico. Noi di questa legge non accettiamo nulla, né virgole, né punti, né possibili miglioramenti!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi consiglieri, io non riprendo alcuni interventi fatti dai colleghi che specificavano che noi non condividiamo nulla di questa legge, sembrava quasi che qualcuno l'avesse dimenticato, non lo faccio perché è evidente, è palese la situazione, dal momento in cui noi presentiamo una proposta di legge che recita e dice altre cose, che dà un'impostazione proprio filosofica di approccio al problema totalmente diversa. Questa è la partenza del ragionamento che non può vederci quindi sicuramente inseguire momenti per dire se condividiamo parti o se condividiamo meno parti. Noi stiamo facendo un lavoro serio che cerca di portare quest'Aula ad approvare un provvedimento di legge che sia il meno dannoso possibile.
Anche sui centri storici, Assessore, dico con sincerità che non comprendo l'atteggiamento, l'ho detto più volte; secondo me, i centri storici sarebbero stati da stralciare da questo provvedimento, sarebbero stati da riservare al momento del piano particolareggiato. E ancor di più, un altro elemento che porto all'attenzione: nella legge della Regione Lombardia, legge riconosciuta come una legge esemplare di grandi qualità, c'è scritto in maniera chiara che, all'interno dei centri storici, è consentita la sola sostituzione dei singoli edifici esistenti, senza nessun tipo di aumento di volumetria, cosa che noi, negli immobili sotto i cinquant'anni, consentiamo nella nostra legge. Assessore, ho letto anche quella della Regione Veneto e della Regione Lazio, vorrei dire che non siamo solo noi che ci poniamo questo problema.
Quindi è possibile che non si riesca a trovare veramente un momento di ragionamento per capire che gli interventi nei centri storici rischiano di deformare quello che è il tessuto delle nostre città? E' veramente difficile comprendere questo? La Regione Lombardia, facendo riferimento a una sua legge, individua una Commissione apposita, che non so che ruolo abbia, che valuta la qualità architettonica delle modifiche. Noi, neanche da questo punto di vista, individuiamo niente, lasciamo libertà totale, lasciamo quindi libertà totale allo scempio che può avvenire.
Assessore, lei è uomo attento e uomo saggio in questa materia, fermatevi un attimino, prendete in mano la situazione e cambiate il provvedimento da questo punto di vista, sicuramente questo non ci porterà a votare niente del provvedimento, però certamente aiuterà a non fare i danni che potremmo fare; lasciamolo al momento dei piani particolareggiati, andiamo a finanziare i comuni per completare i piani urbanistici comunali e anche i piani particolareggiati. Lasciamolo a dopo questo, Assessore, secondo me è la cosa migliore per evitare danni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ho la convinzione, ma credo tutti noi, o gran parte di noi, che sulla materia urbanistica edilizia abbiamo perso le elezioni. Peraltro in materia ho convinzioni molto più datate, perché su questa materia, nel 1998, mi sono giocato il secondo mandato da sindaco, ma mi sarei sentito vigliacco se avessi mediato su una materia per la quale sono profondamente convinto che non è questo il modo di pianificare e di procedere, primo perché non ne abbiamo bisogno, secondo perché stiamo arrecando un danno alla terra di Sardegna, terzo perché bisogna essere coerenti con le proprie posizioni.
Su questo noi continueremo ad andare avanti, anche se perderemo pure le prossime elezioni. Credo che sia una posizione da apprezzare, una posizione coerente, poi saranno i cittadini a valutare, se continuano a essere convinti che questa è la strada giusta, continueranno a sostenervi, però su questo noi ci scontreremo e ci confronteremo, e vedremo se, da qui in avanti, raccoglieremo consensi noi o voi e se questo è il nodo del contendere voi continuerete a governare per anni, continuerete a cementificare la Sardegna, le aree urbane, i centri storici, le campagne, le aree artigianali, le aree agricole, le aree industriali e tutto quello che può essere edificato e costruito.
Io credo che questo sia un procedere che poi arriverà a una fine, probabilmente qualcosa di questa macchina si incepperà, probabilmente l'economia legata al discorso "mattone e cementificazione", perché non può essere esasperata, non stiamo pensando a un'alternativa al discorso, tant'è che abbiamo individuato sia a livello nazionale che a livello locale, come unico elemento per rilanciare l'economia, il cemento, senza pensare ad altro, abbiamo nascosto tutto. Qualcuno ha detto che abbiamo accantonato il tema dell'agricoltura, tutti gli altri temi vengono lasciati indietro, solo cemento e blocchetti, cemento e blocchetti. Su questo argomento, noi continueremo a essere missionari, a diffondere la nostra convinzione e la nostra idea, poi valuteremo - quelli che rifletteranno su questo - se continuare a rimanere di quell'idea o se incominciare a riflettere che forse è il caso di fermarsi e fare un passo indietro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, volevo premettere che, per quanto detto prima, il consenso popolare che abbiamo avuto non ci autorizza ovviamente a fare di tutto e di più, ma sempre nei limiti democratici, nei limiti della decenza e nel rispetto delle regole e, soprattutto, anche nei limiti della chiarezza. Onorevole Manca, lei ha fatto riferimento alla Regione Lombardia. Allora iniziamo a essere trasparenti e a non inventare niente. Regione Lombardia: "Gli interventi di demolizione e ricostruzione con aumento del 30 e del 35 per cento sono consentiti anche nei centri storici e nei nuclei urbani di antica formazione, esclusivamente su edifici residenziali non coerenti con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali". Poi ha citato la Regione Veneto, se non sbaglio, vero? No, no, ne ha citato tante altre, comunque anche il Veneto. Regione Veneto: "Sono consentiti in deroga agli strumenti urbanistici vigenti e adottati e ai regolamenti edilizi - interventi di demolizione e ricostruzione con incrementi di cubatura degli edifici realizzati anteriormente al 1989, sia residenziali che per uso diverso da quello abitativo".
Allora il problema dov'è? Come sempre mi risulta - ecco perché lo spartiacque è sempre più profondo tra di noi - che forse leggiamo testi diversi, oppure vediamo lo stesso film ma qualcuno dà un'interpretazione distorta della realtà. Le consiglio di vedere il testo dell'Umbria, che invece è categorico sui centri storici, l'Umbria ha tante ragioni per essere categorica. Non citiamo, o non facciamo nostre, le letture di leggi inesistenti, perché queste sono le leggi sul cosiddetto Piano casa, che non è un intervento di sostegno alle famiglie meno abbienti per realizzare l'abitazione, ma è inteso come rilancio dell'edilizia e di una parte dell'economia di quelle regioni, così come lo intendiamo noi; leggiamo le cose reali e riportiamo le cose legittimamente deliberate da altri Consigli regionali. Non dobbiamo mistificare la realtà, almeno questo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Rimaniamo in Sardegna, le leggi delle altre Regioni sono importanti, ma io preferirei continuare a riflettere e a discutere sulla storia dei nostri centri storici e sul lavoro fatto dalle amministrazioni comunali per tentare di recuperare quella parte di patrimonio edilizio legato strettamente alla storia dei nostri centri.
Negli anni '80 si sviluppò, all'interno dei nostri comuni, un dibattito molto importante con l'Università; ricordo una serie di convegni i quali, adesso, alla lettura di questa legge, sembrano addirittura paradossali, in cui vennero costituiti dei consorzi di comuni o delle associazioni di comuni per il recupero del mattone sardo, cioè, anche in termini costruttivi, per recuperare proprio i materiali legati alle tradizioni costruttive della Sardegna. Addirittura alcune imprese si cimentarono nel tentativo di cercare di rendere anche economicamente compatibile l'uso di questi materiali con il lavoro che gli amministratori comunali stavano facendo proprio per il recupero dei centri storici.
Certo noi non abbiamo una storia come quella dell'Umbria, della Toscana, non abbiamo castelli, ma anche la nostra storia è assolutamente da salvaguardare e da difendere. Quando si parla di paesaggio, Assessore, non si parla solo del paesaggio in termini naturali ma del paesaggio così come la storia dell'uomo l'ha modificato, e nei nostri centri ci sono dei comparti che sono assolutamente da salvaguardare. Se c'è una cosa che mi dà soddisfazione nella mia storia di amministratore comunale è il fatto che quando molti amici vengono a Settimo San Pietro mi dicono che una delle cose belle che colpisce è vedere che una parte della storia agricola, anche di miseria, anche di povertà del paese, è rimasta legata ad esso, si vede, si legge, si percepisce, e questo è un elemento molto importante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io apprezzo sempre gli interventi della maggioranza, come quello dell'onorevole Capelli, e nell'esprimere il parere favorevole riporterò che cosa dicono le altre leggi. Campania: " Gli interventi non potranno essere realizzati in zone A"; Emilia-Romagna: "Gli interventi non potranno essere realizzati nei centri storici"; Marche: "Gli interventi non potranno essere realizzati nei centri storici"; Puglia: "Gli interventi non potranno essere realizzati all'interno delle zone A"; Piemonte: "Gli interventi non possono essere realizzati su edifici situati nei centri storici comunque denominati"; e così via sino alla Sicilia: "Gli interventi non possono riguardare aree gravate da inedificabilità comprese quelle esistenti nelle zone A", eccetera eccetera.
Arriviamo alla Lombardia dove è vero che non c'è limite però c'è un'altra clausola, che è ricompresa in quasi tutte le leggi approvate dalle Regioni, che dice: "I comuni possono escludere l'autorizzazione a interventi in relazione a specifiche zone del territorio, nonché fornire prescrizioni circa le modalità di applicazione della legge con riferimento alla necessità di reperimento di spazi, di parcheggi, pertinenziali, verde eccetera…" quindi si dà centralità al ruolo dei comuni. Perciò dico che questa è la legge peggiore fra tutte quelle finora realizzate dalle Regioni. E' la legge peggiore, perché da un lato fa un incremento di volumetria generalizzato, quindi anche nei centri storici, dall'altro lato non dà alcun potere ai comuni.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 535.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 535 è un emendamento aggiuntivo che aggiunge alla parola "ricostruzione" il fatto che essa sia anche funzionale al miglioramento architettonico e rispettosa del risparmio energetico. Mi sembra che su questo emendamento tra l'altro ci fosse anche il parere favorevole della Giunta, o comunque la Giunta si fosse in qualche modo rimessa all'Aula, in quanto non fa altro che specificare meglio quello che dovrebbe essere il contenuto dell'articolo. L'accoglimento di questo emendamento peraltro non cambia la nostra posizione, certamente specifica meglio quello che si dovrebbe o si vorrebbe fare, ma come abbiamo ripetuto più volte noi votiamo in maniera favorevole a questo emendamento ma l'intervenire su punti specifici della legge non ci fa cambiare opinione sul fatto che l'impianto di questa legge sia da respingere.
Onorevole Pittalis, lei oggi ha in qualche modo richiamato la possibilità che in questa opposizione ci sia qualcuno che non condivide la necessità di respingere questa legge in toto, lo vedremo, io credo che non sia così, è anche legittimo avere eventualmente su punti specifici opinioni diverse, credo che però questa opposizione, in maniera molto ferma, stia segnando una differenza profonda di visione, di progetto, di filosofia e noi svolgeremo fino in fondo con senso di responsabilità il nostro dovere che è quello di richiamarvi ad avere veramente attenzione per (quello che deve essere) l'interesse generale dei sardi.
Ne parleremo (ne parleremo ancora) nelle prossime ore, certamente ne parleremo a lungo, ma non rinunceremo a svolgere la nostra funzione fino in fondo nell'interesse dei sardi e nella consapevolezza che questo, oggi, è il nostro ruolo. Purtroppo non ci avete voluto dare altro ruolo e ci prendiamo quello che abbiamo, di denunciare l'incompiutezza di questo provvedimento di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori e onorevoli colleghi, esprimo il voto favorevole a questo emendamento. Vorrei anche richiamare (l'abbiamo detto più volte, ma credo che bisogna ancora ribadirlo, visto e considerato che ce ne sono stati tanti) ulteriori tentativi di aprire un varco al dialogo, di cercare di capire se c'è l'intenzione di valutare elementi diversi al testo della legge che il centrodestra vorrebbe portare avanti. E' un tentativo di dare un contributo e di aprire un dialogo anche su questo emendamento che, sembra semplice, ma chiarisco che, pur avendolo detto più volte, quando parliamo di miglioramento architettonico, io credo che stiamo parlando di miglioramento architettonico riferito alla nostra cultura, per esempio prima si parlava della presenza nei nostri centri storici di su ladiri, devo dire che ancora si sta rivalutando, si sta riprendendo.
Allora, quando parliamo di miglioramento architettonico in alcuni ambiti, io credo che debba essere specificato e chiarito cosa si vuole, cioè nel centro storico dei nostri paesi laddove si usava su ladiri ci rimettiamo i blocchetti, ci mettiamo i mattoni, oppure mettiamo nel dispositivo legislativo quali sono gli indirizzi per il miglioramento architettonico, quali materiali devono essere usati nel miglioramento architettonico? Ripeto che, purtroppo, buona parte dei nostri paesi non ha individuato il centro storico e quindi non ha la cosiddetta zona A e non ha quindi il piano particolareggiato che è quello che determina la ricomposizione, la ricucitura di tutti gli ambienti suggerendo anche elementi e materiali da usare.
Non possiamo però usare sempre termini generici, perché il miglioramento architettonico per me può anche essere quello di mettere nel centro storico infissi in PVC perché mi piace il PVC, perché non devo trattarli, perché non devo pitturarli; quindi va detto e specificato, ripeto, specie per quei comuni che non hanno delimitato il centro storico e non hanno quindi un piano particolareggiato. In assenza di questo o richiamiamo i comuni a fare immediatamente il piano particolareggiato, quindi a delimitare il centro storico, e poi all'interno di quello possiamo determinarlo; altrimenti stiamo lasciando il libero arbitrio a chiunque, cioè io posso mettermi il portoncino in alluminio anodizzato nel centro storico di fianco a quello del mio vicino che invece ha usato il portoncino in castagno tipico dei nostri centri.
Pertanto, vi sollecito affinché si apra un dialogo perché o si migliora l'aspetto della norma altrimenti, ripeto, purtroppo andrete a votarvela così com'è; però da parte nostra, sicuramente, pur con tutta la volontà, non ci sarà alcun apporto se non quello di sottolineare ogni volta le incongruenze, appunto, della norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Tutti noi abbiamo capito che le ragioni di questa legge stanno in un supremo interesse nazionale, è ovvio, perché non riesco a immaginare come l'assessore Asunis, che è stato, in questi ultimi anni, lui con l'attuale direttore generale, uno dei protagonisti della strategia di scommessa sui centri storici, debba arrendersi in maniera così silente e anche un po', insomma, semplicistica di fronte a questo lavoro. Lo dico perché il lavoro è stato lungo; sa l'Assessore che i nostri centri storici non erano tutti delimitati allo stesso modo e che il Piano paesaggistico ha individuato un "nucleo di antica e prima formazione" per costringere i centri storici fatti a macchia di leopardo che prendevano la chiesetta con la casa di fronte e poi lasciavano la distruzione intorno che stava consumando il residuo patrimonio storico, li abbiamo omogeneizzati e abbiamo dato un criterio generale, continuando in quella linea, in quella filosofia sposata anche con progetti comunitari che sono stati premiati, che hanno visto tante risorse e poi abbiamo dato molti soldi ai comuni perché questa cosa la portassero avanti. Io non so che fine faranno queste energie, queste risorse, questi fondi.
Abbiamo fatto le verifiche di coerenza (perché non ci fosse un'interruzione, una discontinuità nel processo di implementazione di queste attività) per dire subito ai comuni quali cose potevano fare, e quali altre cose dovevano essere rese coerenti con l'adeguamento al PUC. Cioè, c'è stato un susseguirsi di azioni e ormai la massa di comuni e di amministratori che ha seguito questa filosofia è maggioritaria in Sardegna. Ma davvero un interesse di tutela del vostro "capo" è così importante da perdere la cognizione della nostra appartenenza? Di questa storia, che non è la storia mia, ma è la storia di centinaia di sindaci, di destra, di sinistra e di centro, delle nostre comunità?
Guardatevi intorno, non guardate solo il vostro comune, presidente Sanna, non guardate alla vostra realtà, guardate a una situazione molto complessa e molto diffusa. Io capisco che c'è l'interesse nazionale supremo e soprattutto non c'è più il senso della lungimiranza di costruire modelli di sviluppo che consegnino alle generazioni future cose che saranno utili nel momento della competizione; qual è il valore competitivo delle cose che facciamo noi, me lo spiegate? Se questo è un provvedimento di natura economica, quale sarebbe il valore competitivo che abbiamo messo in questo per competere con tutti quelli che…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere la mia approvazione all'emendamento in discussione e per ribadire un concetto, cioè le finalità che stanno all'interno di questo articolo intenderebbero creare le condizioni per determinare un miglioramento della qualità architettonica e un miglioramento delle condizioni tecnologiche del patrimonio edilizio esistente.
Ora, mentre sulla parte tecnologica si dovrebbe certificare, su quella architettonica è tutta una questione di gusti, siccome questi gusti non li valuta nessuno, non c'è dubbio che il profilo degli interventi che andrebbero a realizzarsi all'interno dei nostri centri abitati, e anche oltre, andrà necessariamente incontro a questa fantasia diversa dei progettisti che andranno a ridisegnare le nostre abitazioni o i nostri edifici, con un particolare, il particolare che ho già rappresentato e sottolineato, quello dei bonus volumetrici;questi, nel caso delle demolizioni e delle ricostruzioni, sarebbero minimo del 30 per cento e completamente slegati da interventi che dovrebbero invece essere verificati nella loro capacità di contenimento del consumo energetico. Cioè gli interventi potranno essere realizzati a prescindere dalla capacità che avranno di intercettare anche una grande opportunità di business che i nuovi mercati offrono e mettono a disposizione delle nostre imprese; questo rappresenterebbe ancora una volta un'opportunità mancata per le nostre imprese e quindi per l'intero sistema delle imprese ed economico sardo, che continua ad allontanarsi non soltanto dal resto dell'Italia e dell'Italia del Nord ma anche dal resto dell'Europa.
Questi bonus volumetrici non soltanto vanno gratis a coloro i quali colgono l'opportunità di demolire e ricostruire, ma certamente rappresentano, nel caso di interventi nel centro storico, una gravissima "opportunità", per coloro i quali non avessero gusti adeguati rispetto al valore dei nostri centri storici, di poter - demolendo - ampliare oltre lo scempio degli edifici che negli ultimi cinquant'anni possono essere stati realizzati nei nostri centri storici, rappresentano una contraddizione rispetto…
PRESIDENTE. Onorevole Moriconi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io capisco la ratio dell'emendamento: all'inizio della discussione è un tentativo di precisare una volontà di modifica dell'articolo 5, che poi però non ha sortito risultati; per cui, a questo punto, siccome anche il tentativo di nobilitare e migliorare l'articolo, il titolo dell'articolo 5, visti i risultati non positivi sortiti dal dibattito e dalla discussione che abbiamo tentato di impostare in quest'Aula, mi sembrerebbe un tentativo di nobilitare, di mettere una ciliegina appetitosa su una torta che non è che sia delle migliori, io chiederei, per toglierci dalla difficoltà di dover votare contro questo emendamento, il ritiro dell'emendamento stesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non so se cambierà la vita o il corso di questa legge, il ritiro di questo emendamento, so solo che mi consente di intervenire per dire che - a mio avviso - va chiarito il concetto di miglioramento architettonico. Negli anni '60-'70, città come Alghero e Sassari subirono il massacro di quelle che erano le villette chiamate liberty, che magari tutte liberty non erano ma erano villette cresciute dopo l'espansione urbana dei primi del '900: in una maglia viaria ortogonale incominciavano a nascere nuove residenze di qualità e quindi moderne, poi nel giro di pochi anni vennero demolite, erano trascorsi non più di 30 o 40 anni, per fare anche un richiamo ai tempi, e rappresentavano l'immagine di un secolo che è stato praticamente, da un punto di vista edilizio e architettonico, cancellato in gran parte delle città, proprio per questa disponibilità a sostituire, a modificare, a cambiare.
Io credo che questo sia un danno, un impoverimento complessivo, anche perché alla fine era un'immagine che rendeva la città godibile, vivibile, questo è un concetto che oggi invece si vuole mettere da parte e consentire attraverso, come dire, è un'infamia utilizzare questo termine, proprio il "miglioramento" architettonico che sappiamo tutti non sarà perché il miglioramento architettonico che è affidato oggi ai tecnici (ingegneri, architetti, geometri e quant'altri costruiscono), sicuramente condizionati da richieste dell'imprenditore che costruisce, non è un buon esempio di qualità architettonica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, anch'io intervengo per votare a favore dell'emendamento, affinché anche dal titolo, Assessore, si intuisca il senso che sidovrebbe dare agli interventi di demolizione e di ricostruzione ossia tesi al miglioramento architettonico e al risparmio energetico. Se c'è una cosa nella quale, questo lo dico con assoluta sincerità, la precedente amministrazione regionale aveva puntato era stata quella di finanziare bandi come Civis, Domos, Biddas, cose che lei conosce molto bene ovviamente, che hanno dato la possibilità agli enti locali di migliorare la qualità dei loro centri storici, di migliorare i loro comuni, di farli più belli ma certamente e soprattutto di ristrutturare gli edifici dei centri storici legandoli alla storia e alla tradizione delle nostre piccole comunità che sono le comunità della Sardegna che fanno la nostra Isola e poterle proiettare nel futuro dando dignità a ogni comunità. Di questo sono testimone diretto perché sono amministratore di un comune che ha beneficiato di bandi come questi che hanno dato la possibilità di ristrutturare centri storici che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di essere migliorati dal punto di vista dei finanziamenti.
Ora interventi di questo tipo, già dal titolo, devono indicare che tipo di intervento si vuole fare e ribadisco il concetto che fare interventi nelle zone A senza che sia data la possibilità agli enti locali di intervenire, anzi esautorandoli dalla possibilità pianificatoria, questa è una cosa molto grave, per ciò che dicevo prima. Mi sono guardato anch'io la legge, Assessore, e non ho trovato nulla che dica che i consigli comunali possano fare interventi tesi a migliorare, se non in un altro comma nel quale, in una maniera molto generica, si parla di interventi nella fascia dei 300 metri o nelle zone che devono essere come dire "rivalutate" dal punto di vista della riqualificazione ambientale, architettonica, strutturale eccetera eccetera eccetera. Certamente non si specifica in maniera precisa che gli interventi riguardano le zone A. Questo non è assolutamente scritto. Quindi i consigli comunali non hanno titolarità alcuna per fare interventi di questo tipo e migliorare le cose. Questo non è così, perché andrebbe esplicitato nel caso e allora si potrebbe dire che è vero che esiste una nota all'interno della legge in cui si dice che i centri storici possono essere riqualificati e i consigli comunali hanno piena titolarità nel fare questo tipo di valutazione.
Se questo non è scritto, la discussione non può essere che di questo tenore, ribadendo ovviamente le cose che sono state dette prima. Siccome siamo qua per legiferare e dire le cose come devono andare, espropriare i comuni è una cosa grave, lo ribadisco in ogni intervento che farò e deve essere assolutamente evitato perché le conseguenze io credo che saranno molto dannose per gli enti locali ma soprattutto per voi che mettete in piedi una legge che non potrà essere seguita e non potrà dare soluzione alcuna agli interessi delle nostre comunità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, colleghi, mi sembra che la smania che vi sta prendendo di metterci tutto dentro questa legge vi stia facendo perdere di vista anche gli obiettivi che vi eravate dati, obiettivi che beninteso ovviamente noi non condividiamo. Io mi chiedo che cosa c'entrano i centri storici con le colate di cemento che state programmando a destra e a sinistra nella nostra Isola? Che cosa c'entrano i centri storici con il "Piano villetta", come lo chiama il collega Salis? Sono altre cose mi sembra. Perché intervenire a deturpare i nostri centri storici che invece - a nostro avviso - hanno bisogno di interventi migliorativi? Questo è un intervento che non ha nemmeno senso con la vostra logica perversa se non quella di dire che tutto quello che fa mattone, tutto quello che fa cemento, può starci dentro, anche se è un solo metro cubo va bene lo stesso.
I nostri centri storici, colleghi, hanno bisogno di interventi per migliorare le facciate, per migliorare le coperture, per consentire alle abitazioni costruite nel secolo scorso e anche nell'altro secolo, di poterci vivere oggi nel 2000, quindi interventi migliorativi, adeguamenti, rendere comunque condizioni di vivibilità o di miglioramento energetico, come stiamo dicendo oggi in questo emendamento.
Perché lasciare soli, è questo che state facendo con questo emendamento, lo diceva il collega Cocco, i consigli comunali non hanno un ruolo, ma perché lasciare soli i nostri sindaci che in questi anni si sono spesi sulla salvaguardia dei centri storici, che hanno portato le loro popolazioni a condividere questo loro impegno, popolazioni che in alcuni momenti erano scettiche, non pensate solo al centro storico di Cagliari, pensate a tutti quei centri storici diffusi nella nostra Isola che sono un bene prezioso molti dei quali hanno avuto il riconoscimento del Touring Club, con la bandiera arancione, non pensate solo a Cagliari, pensate a tutto il resto, al danno che state facendo a tutta la Sardegna. Ecco io penso che oggi quelle popolazioni, quei cittadini, quei consigli comunali, quei sindaci che hanno investito sulla salvaguardia dei centri storici, che hanno convinto i loro cittadini a riutilizzare le pietre, a riutilizzare il mattone crudo, a riutilizzare le tegole, a riutilizzare il legno, questi vanno incentivati, non vanno scoraggiati facendo interventi di questo tipo, dove con una ruspa si butta giù tutto.
Colleghi, questo mi sembra che sia anche in contraddizione con la vostra logica perversa che è quella di fare solo cemento; perché poi nel centro storico che colate di cemento fate? Non le potete fare. Almeno su questo fermatevi perché non raggiungerete nemmeno l'obiettivo che vi siete prefissi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, il tema è trito e ritrito, è dall'inizio di questo dibattito che ci cimentiamo in tutti i modi per cercare di trovare una sponda, un ragionamento che possiamo condividere, ma non c'è verso. Anche i toni dell'intervento del collega Cuccu ora erano quasi imploranti, Assessore, e mi viene da sorridere per questo. Le chiedo che cosa veramente lei pensa se prova a immaginare un intervento specifico riferito a una villa liberty rientrante nella fattispecie di questo comma, quindi la possibilità che un privato decida, adesso che voi approvate questo provvedimento, di demolire completamente e ricostruire, anche con le premialità eccetera eccetera, la villa liberty. Qual è la giustificazione? Non sicuramente quella del miglioramento architettonico perché una villa liberty si inquadra esattamente, lei lo sa bene, in un ragionamento molto alto dal punto di visto architettonico. Qual è la giustificazione? La qualità dei nuovi elementi energetici e tecnologici? Ma i nuovi elementi energetici e tecnologici, lei sa bene quanto me, si rinnovano continuamente, se inseguissimo queste cose non ci fermeremmo mai, ogni anno potremmo demolire e ricostruire, se fosse possibile. Allora le chiedo se ha pensato a qualche caso singolo sul quale sarà possibile intervenire e che potrà produrre effetti negativi rispetto a ciò che pensa lei, Assessore.
E poi insisto: i piani particolareggiati, Santo Iddio, io capisco uno che non si è mai occupato di urbanistica e intenda i piani particolareggiati come uno studio che è stato fatto forse per dare un incarico a qualcuno, ma lei che sa bene che cosa sono i piani particolareggiati e quale livello qualitativo di risultato producano, non può permettere, non può consentire, non può tacere rispetto a questo.
Mi piacerebbe sentire un suo intervento spassionato, fuori dal coro, insomma che ci dicesse che su queste cose forse abbiamo anche ragione, però c'è un intendimento di maggioranza che lei intende condividere e portare avanti in quanto espressione di una Giunta che viene retta e sostenuta da questa maggioranza. Guardi, io l'apprezzerei molto, l'apprezzo ugualmente ci mancherebbe altro. Però l'apprezzerei molto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 535.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Espa, Mariani e Stochino hanno votato a favore e che i consiglieri Biancareddu e Planetta hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Cherchi - Cucca - Cuccu - De Francisci - Diana Mario - Espa - Lai - Mariani - Moriconi - Murgioni - Peru - Sanna Matteo - Stochino.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Capelli - Contu Felice - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Sanna Gian Valerio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 45
Votanti 43
Astenuti 2
Maggioranza 22
Favorevoli 14
Contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 206. Chi lo approva alzi la mano.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non facciamoci prendere dalla fretta, dobbiamo leggere tutte le cose.
PRESIDENTE. Io ho chiamato l'emendamento, onorevole Sanna.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sarebbe un bell'investimento cambiare questo sistema.
PRESIDENTE. Infatti provvederemo. Il problema è che si dovrebbero interrompere i lavori dell'Aula per più di un mese, quindi programmeremo per l'estate prossima il cambiamento di tutto il sistema.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'estate prossima? Va bene.
Sull'emendamento numero 206... mi consente di parlare? Diceva giustamente il collega Cuccu quando dichiarava che non si faceva una ragione di questa violenza intorno a mettere di tutto e di più, però, sono andato a rivedermi il tutto, non è vero che il teorico della rivoluzione è Ghedini, vedi le passeggiate fatte col Premier, il teorizzatore ideologico di questa visione del territorio è un certo architetto Vella il quale, il 17 giugno 2009, ha dichiarato (ovviamente da un giudizio complessivo di quello che abbiamo fatto noi, ma anche in generale) che il vincolo dei 300 metri è un vincolo ideologico. Evidentemente se la prende con Urbani, perché è il Codice Urbani che l'ha sancito come vincolo di legge, quindi si dovrebbero mettere d'accordo dalla stessa parte politica.
STOCHINO (P.d.L.). Ma non è così.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, è così, glielo sto dicendo io che è così.
STOCHINO (P.d.L.). Mi dica dov'è.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Che cosa?
(Interruzione del consigliere Stochino)
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi faccia la domanda per iscritto perché non l'ho capita.
PRESIDENTE. Onorevole Stochino, per cortesia, e lei, onorevole Sanna, non interloquisca con chi interrompe.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'architetto Vella, oggi parlamentare, dice appunto che il limite, la tutela dei 300 metri è un vincolo ideologico e quindi si scaglia contro l'impostazione del Codice Urbani, che ha approvato la sua stessa parte politica, e lo fa con ragionevolezza, perché uno che ha progettato le cose che sono state fatte dentro la casa del Premier in Sardegna, in casa nostra, e che non si è messo nella condizione, cosiddetta liberale, ma della trasparenza di poter far verificare quello che aveva fatto, imponendo il vincolo del segreto di Stato perché non ci potesse entrare la Magistratura, e sapete bene che cosa è successo, non mi sembra che sia uno che si può collocare in una condizione nella quale deve affermare contro una legge operante dello Stato, che è il Codice Urbani, che la tutela dei 300 metri, che ormai sta diventando una questione che non investe più solo l'Italia, investe tutta l'area mediterranea, e l'Agenzia delle Nazioni Unite ha raccomandato a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, perché stanno monitorando i cambiamenti del nostro…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo delle date è un altro terreno, prima dicevo complessivamente del testo della legge che era un terreno scivoloso, questo delle date è ancora più scivoloso. E' come una discesa ghiacciata da attraversare con scarpe di cuoio appena comprate. Ogni data ha un senso, un significato, ogni proposizione legata a una data può consentire oppure può vietare e dietro ogni data e ogni definizione c'è un interesse, che io non conosco, perché di questa materia, cioè quella degli interessi, me ne sono sempre occupato poco. E' la ragione per la quale un emendamento così, per me, è un emendamento, come si suol dire nella dialettica parlamentare, uno dei tanti emendamenti ostruzionistici sui quali intervengo e nei confronti dei quali do o non do il mio assenso.
Io mi asterrò su questo emendamento perché proprio mi sfugge, però è ostruzionistico e ci parlo sopra, e ci parlo sopra per dire ancora una volta, in modo che non ci sia equivoco, che per me questa legge non è migliorabile, che non ci sono patti ai quali io mi presterò per modificare neppure una virgola, perché voglio che tutta intera la responsabilità di questo provvedimento ricada in chi lo vuole. Ho detto ostruzionistico ed è ostruzionistico perché deve richiamare l'attenzione, e fa bene qualcuno di voi a sollecitare interventi della stampa per diffondere eventualmente notizie su possibili o non possibili accordi. Cioè, alla fine, la confusione che richiama attenzione sarà per noi un grande vantaggio, perché chi è d'accordo, cioè voi, sarà ben distinto da noi che non siamo d'accordo. Questa è la battaglia politica sulla quale ci stiamo misurando, che prima o poi finirà, finirà in Aula e incomincerà nella società e nel Paese.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, intervengo per esprimere sicuramente il voto a favore dell'emendamento, ma anche per sottolineare che questo è uno degli aspetti forse anche più interessanti, l'ho accennato la volta scorsa, nell'emendamento parliamo di "interventi edilizi di completa demolizione e ricostruzione con ampliamento…" e così via.
Mi soffermo sui termini "demolizione e ampliamento", è sicuramente una bella botta anche per l'implementazione, quindi per raggiungere anche lo spirito della legge che, a mio avviso, andrebbe cambiata forse anche dal titolo, perché è vero che si parla di "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio…", ma forse sarebbe stato meglio chiedere un rafforzamento perché di rilancio proprio non mi sembra si tratti, tenuto conto che adesso sfogliavo, così come capita, una rivista, credo, attendibile, che è quella bimestrale della Camera di commercio; non mi sembra che le costruzioni siano in sofferenza, se è vero come è vero che esiste un tasso di natalità delle imprese nel 2009 che è pari al 3 per cento, parlo del settore delle imprese di costruzione che, in pratica, dopo le imprese finanziarie, è il secondo settore di crescita; ma anche dai dati dei valori percentuali in Sardegna il settore delle costruzioni è quello che cresce abbastanza significativamente del 6,02 per cento, quindi sicuramente già nel titolo della legge stessa andrebbe puntualizzato, sembrerebbe che questo settore sia davvero in grave crisi, ma i dati del 2009 mi sembra che non siano così drammatici.
Vorrei tornare al testo dell'emendamento, dell'elemento importantissimo sul quale mi piacerebbe dare ulteriori elementi di riflessione, purtroppo il tempo non me lo consente, ma mi capiterà di intervenire successivamente, perché su questo aspetto c'è da approfondire. Ho aperto anche un'ipotesi di una valutazione tra demolizione e ricostruzione, perché non fare una valutazione e poi attuare questo principio per combattere o per risolvere o per arginare o per capire e, se è possibile, usare questo strumento anche per l'abusivismo in Sardegna? Perché di questo si parla poco e niente. Stiamo parlando di una legge importante, l'abusivismo comporta dei costi, c'è gente che ha speso e che ha investito, allora, questa ipotesi di demolizione e ricostruzione: perché no?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io non so se il messaggio nella bottiglia della nostra discussione qui arrivi lontano, e arrivi a spiegare a quelli che sono i destinatari di questo provvedimento se effettivamente esso abbia un senso per i sardi. Certamente qualcuno comincia a svegliarsi, a capirlo. C'è una dichiarazione della CISL, dopo l'adesione della CGIL alla manifestazione sotto il Consiglio regionale che denunciava come questo sia un piano cemento e non un Piano casa, che dice cose, assessore Corona, del tutto simili a quelle che abbiamo provato a dire noi, cioè che ci dovrebbe essere una differenziazione tra interventi che riguardano le grandi volumetrie, le grandi strutture, sia di riqualificazione e ricostruzione, come nell'articolo 5, sia le grandi strutture di tipo turistico e i piccoli interventi nelle case delle famiglie, nelle case di chi vuole la stanza in più per i figli; dovrebbero essere due differenziazioni diverse in termini di premi, in termini di incentivi, in termini di semplificazione delle procedure. Qui invece si fa un unico grande calderone che, alla fine, nella grande pressione che eserciterà anche sul sistema delle imprese, premierà soltanto chi può di più, chi ha di più.
E la Cisl denuncia anche l'esproprio, che questa legge fa, delle responsabilità urbanistiche e paesaggistiche dei comuni. E' una cosa che abbiamo detto più volte in quest'Aula, si tratta di svariate decine di migliaia di interventi, l'Assessore non mi ha ancora risposto, 40 mila sono gli interventi previsti, ma non mi ha ancora risposto su quelli che verrebbero colpiti potenzialmente, io gli ho chiesto se sono quattro o cinquecento mila. C'è una preoccupazione che questa norma provochi il definitivo "addormentamento" degli uffici tecnici comunali, che non hanno più ruolo, che non hanno più funzione, certamente questa norma non rimette in moto i consigli comunali nell'approvare i PUC e c'è una preoccupazione di un'occasione persa per potenziare invece questi uffici tecnici per dare loro maggiori competenze, maggiori responsabilità, nella gestione del territorio.
Io credo che siano osservazioni giuste, che spiegano anche il perché continuiamo a fare questa opposizione. Piano piano, il nostro messaggio arriverà al popolo sardo, che scoprirà così la vostra grande menzogna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo che sia opportuno sostituire il comma 1, così come scritto all'articolo 5 del provvedimento di legge della maggioranza, con questo testo che viene proposto dall'emendamento e che recita: "Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e nel successivo articolo 5…" - adattando ovviamente i numeri poi al dettato di legge ultimo - "sono consentiti interventi edilizi di completa demolizione e ricostruzione con ampliamento fino al massimo del 35 per cento della superficie utile lorda già esistente alla data del 31 marzo 2009 e legittimata da titoli abilitativi". Il comma si inserisce in un contesto di proposta di legge, che è totalmente diversa da quella della maggioranza e conseguentemente ne rappresenta una parte creando le premesse per inserire poi dei ragionamenti più puntuali che, a differenza del testo proposto dalla maggioranza, non prevedono interventi che possano essere devastanti nei centri storici e in altre zone sensibili.
Ecco perché propongo il voto utile a questo emendamento.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 113.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 113 in qualche modo cerca di porre un limite e di realizzare, accanto alla demolizione integrale e ricostruzione degli edifici a uso residenziale, anche dei servizi pubblici; un principio direi lapalissiano, un principio richiamato dallo stesso Consiglio delle autonomie nel suo parere, che io invito, ma non ho dubbi che l'abbiano fatto gli autorevoli colleghi della maggioranza, a leggere per intero. Il Consiglio delle autonomie è quasi la seconda Camera di questo Parlamento e ha espresso un parere fortemente critico, invita alla bocciatura (ci ha ricordato anche il presidente Floris di riservargli una maggiore attenzione) degli articoli 2, 3, 4 e 5 perché di fatto esautorano il ruolo degli enti locali non tenendo conto di quello che sarà il decadimento degli standard urbanistici. Maggiori volumetrie in questa quantità, in questa misura, portano fatalmente a uno scadimento degli standard urbanistici, l'abbiamo detto più volte; servizi pubblici, zone attrezzate, zone verdi, maggiori sono le volumetrie, maggiori sono i servizi che l'ente locale dovrà fornire per la maggiore pressione antropica, per il sovraccarico demografico che quelle zone della città subiranno.
Alcune Regioni, come la Puglia, hanno previsto un costo per le volumetrie aggiuntive, per poter almeno in parte recuperare le risorse per fornire quei servizi pubblici. Nel vostro provvedimento di legge, quel costo, di rimediare allo scadimento degli standard urbanistici, è interamente in carico alla comunità, alla collettività, cioè ha un costo occulto che sopporterà chi non ha potuto beneficiare degli incrementi volumetrici, che sopporterà chi ha di meno. Credo che questo emendamento, perlomeno, si ponga questo problema in maniera corretta. Per questo credo che il tema sia ben posto e l'emendamento numero 113 ha il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Si parlava prima da quale pulpito ci arrivano gli esempi e le indicazioni di come ci si dovrebbe comportare di fronte a un allarme complessivo dell'area mediterranea. L'UNEP, che è l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'ambiente, ha fatto un'indagine sullo stato di salute delle coste dell'area mediterranea e ha redatto un rapporto, l'anno scorso, nel quale ha detto che sostanzialmente il sistema costiero del Mediterraneo ha, sì e no, 40 o 50 anni di vita, poi, sparirà, non sarà più in una condizione tale da essere percepito come lo percepiamo oggi noi. Credo che sia un'autorità indipendente, non sta nel fuoco delle nostre "polemicucce" tra destra e sinistra, quindi credo che siano anche persone che sappiano fare il loro mestiere, e come tali andrebbero rispettati.
Nella conferenza stampa che ha presentato questo rapporto, uno dei giornalisti ha fatto esattamente la domanda, andate a vedervelo sul loro sito specifico, su quali fossero i consigli che dava l'Agenzia e il suo portavoce riguardo a questa emergenza che si profilava nei prossimi quaranta, cinquant'anni per tutta l'area del Mediterraneo e non ebbe alcun timore a dire, perché eravamo freschi della legge numero 8 e delle procedure del Piano paesaggistico: "Dovrebbero fare tutti come ha fatto la Sardegna". Però, mentre gli altri leggono fuori da questa idea un po' invidiosa "quello che fate voi non va bene a noi, quello che farete domani non ci andrà bene perché l'avete fatto voi", noi abbiamo questa natura un po' tutta sarda, abbiamo questa caratteristica che ci porta a flagellarci mentre gli altri, che hanno una visione un po' più obiettiva, sanno giudicare le cose che hanno fatto.
Ma noi abbiamo altri doni della natura e abbiamo il presidente Berlusconi che dentro la sua tenuta in Sardegna ha fatto tutto quello che può essere l'inventario dell'impossibile, dell'illecito e dell'incongruo, perché quando si costruiscono delle grotte sulle coste, tunnel, anfiteatri, vulcani, parchi dove si fanno i finti matrimoni con le "Nausichee", c'è tutto l'inventario di come si può usare il territorio secondo una logica di egoismo, non di regole! Ecco perché noi non possiamo accettare questa impostazione e anche la filosofia che sottende alle vostre presunte idee di salvaguardia dell'economia che di economia non hanno niente ed è solamente una tendenza al libertinaggio sull'emulazione di chi ha saputo dare dei grandi e begli esempi che oggi sono sulla bocca di tutto il mondo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'onorevole Pittalis, che è attento cultore del diritto regionale...
PITTALIS (P.d.L.). Grazie.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo dico perché ne sono convinto. Sarà d'accordo con me sul fatto che noi facciamo le leggi e poi ce le dimentichiamo. La legge istitutiva del Consiglio delle autonomie è stata fatta all'inizio della precedente legislatura, abbiamo partecipato in molti (anche io vi ho partecipato) anche ai lavori in Commissione, recuperava un'istruttoria fatta anche nella precedente legislatura, perché il tema della riforma istituzionale nel suo complesso che si è discusso in questo Consiglio e nelle Commissioni è stato un tema che ha avuto sempre un punto centrale: il ruolo delle autonomie locali. Il Consiglio delle autonomie era lo strumento che il legislatore ha pensato per incrementare, sviluppare il ruolo delle autonomie locali proprio nel procedimento legislativo.
Per questa ragione c'è l'obbligo delle Commissioni di merito, quando devono licenziare un provvedimento che riguarda la modifica delle competenze delle autonomie locali, di ascoltare il Consiglio delle autonomie. E' vero che ha fornito un parere, fra l'altro credo che la Commissione avesse già licenziato il provvedimento prima di riceverlo e quindi un po' violando la disposizione di legge che regola questo aspetto. Dico questo in collegamento con l'emendamento che noi abbiamo proposto e per cui io voterò a favore; era un modo per dire: non espropriamo i comuni della competenza della pianificazione del territorio perché quando insistono più cubature in modo libero, così come consente questo provvedimento, di fatto togliamo la possibilità di pianificare ai comuni, non solo per questo momento transitorio, ma anche per il futuro, perché consumare ogni cubatura possibile e ogni insistenza di presenza umana in quel centro urbano significa compromettere anche la dimensione dei servizi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A proposito di star bene o di svegliarsi, visto che qualcuno è preoccupato, così come ha fatto anche l'onorevole Porcu, quando ha manifestato la sua preoccupazione che una legge come questa potrebbe portare, come dire, al sopirsi dell'attività dei funzionari degli uffici tecnici dei comuni, se fosse questo l'unico male, io non me ne preoccuperei perché se c'è un ambiente vispo è quello degli uffici tecnici dei comuni che si preoccupano dell'attività edilizia e del controllo dell'attività edilizia, almeno questa è l'esperienza che ho io.
Sono favorevole a questo emendamento perché, nonostante tutto il parlare del migliorare le qualità architettoniche e quant'altro, è forse la prima volta che attraverso questo emendamento si fa realmente una proposta seria e concreta di migliorare la qualità della vita all'interno delle aree urbane. Quando si puntualizza con precisione la necessità, a seguito di demolizioni e realizzazioni, di creare verde pubblico attrezzato, quindi per lo svago, l'attività motoria, lo sport e quant'altro. Ahimè, purtroppo sappiamo già che questo emendamento non passerà e quindi si confermerà l'atteggiamento che c'è già anche nei comuni, un atteggiamento di eccessiva disponibilità a far sparire le aree per servizi attraverso i meccanismi della monetizzazione che invece dovrebbe essere evitata per garantire ai comuni e ai nostri quartieri la disponibilità di aree per gli spazi verdi, lo svago, l'attività motoria e quant'altro. Noi ci proviamo e ve lo proponiamo, tra l'altro, escludendo anche la possibilità di aumenti volumetrici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Annuncio, Presidente, il mio voto favorevole all'emendamento numero 113 che ha l'obiettivo di porre rimedi ad alcuni problemi che noi abbiamo avanzato in questa legge, come quello della necessità che gli interventi edificatori siano inseriti all'interno di una pianificazione urbanistica comunale. Non perché abbiamo questa idea vincolistica, ma perché a un aumento volumetrico coincide per forza di cose un aumento della popolazione, è normale, mi pare che questo sia automatico.
Se pensiamo che, all'interno della pianificazione urbanistica, gli standard abbiano un senso e siano collegati - gli standard degli spazi pubblici, del verde - alla popolazione insediabile, come pensiamo che, aumentando la popolazione insediabile attraverso aumenti volumetrici, non sia necessario prevedere anche degli standard parametrati e collegati, quindi servizi, verde, aree pubbliche? Ecco perché ci sembra utile, e ve l'abbiamo detto in tutte le lingue, lasciare agli enti locali un tempo congruo per la definizione di quelle porzioni del territorio all'interno delle quali applicare la nuova normativa. Vi siete rifiutati di fare questo, non ci avete voluto ascoltare su questo, non volete ascoltarci quando vi diciamo che sono gli enti locali che hanno la prerogativa di pianificare gli insediamenti nel proprio territorio.
Con questo emendamento si tenta almeno parzialmente di porvi rimedio, perché sennò, signori, non riusciamo a capirci quando parliamo di qualità della vita. Che cosa facciamo, ampliamo gli insediamenti nei nostri centri abitati e peggioriamo la qualità della vita di chi va a insediarsi? Ma siamo anche qui in controtendenza rispetto alle cose che stiamo dicendo! Oggi anche il focus de "Il Corriere della Sera" parla proprio della tendenza ad andare in posti dove si vive meglio, a uscire dall'ingorgo, a scalare marcia; e noi che cosa facciamo? Noi siamo in controtendenza, andiamo a intasare i nostri centri abitati di cittadini e non prevediamo invece gli standard che servano per farli vivere meglio.
Ecco, questo emendamento va in quella direzione, non va nella direzione da noi auspicata che era quella di far decidere ai comuni, facciamo noi in legge, decidiamo che ci devono essere certi standard obbligatori ogniqualvolta c'è un aumento volumetrico. Io penso che questo sia un emendamento che potete votare anche voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, anche su questo emendamento esprimo il voto a favore perché appunto quell'elemento di cui precedentemente parlavo, quello legato alla demolizione e ricostruzione, mi sembra uno degli elementi caratterizzanti per diversi aspetti. "Demolizione e ricostruzione" sicuramente consentono l'implementazione dell'attività edilizia quindi rilanciano l'economia ma danno altre possibilità e aspetti diversi; se parliamo di demolizione e ricostruzione penso all'interno dei centri storici, probabilmente cominciamo a risolvere qualche problema delle intrusioni cosiddette di quegli edifici che sono nati negli anni '50 e che, nei nostri centri storici, in molti centri storici, anche quelli caratterizzanti, sono sicuramente un elemento di disturbo.
Allora l'incentivo alla demolizione e alla ricostruzione può sortire doppio effetto. Uno è rappresentato appunto dal fatto che si toglie questo elemento di disturbo all'interno del connotato del nostro centro storico che, per quanto non possa essere accostato come abbiamo detto prima ai centri storici della Toscana, ha pur sempre un suo valore importante, culturale, di cui dobbiamo andar fieri perché i centri storici nella pianura, nel Campidano, sono i centri storici legati all'attività agricola quindi abbiamo le case a corte, abbiamo elementi legati alla produzione quindi alle attività predominanti in Sardegna. Spesso troviamo di fronte alle case a corte o di fianco alle case a corte appunto questi elementi degli anni '50 che di fatto non hanno nulla a che vedere con l'assetto urbanistico del nucleo primordiale del centro storico.
Dicevo anche che la demolizione e la ricostruzione possono avere effetti positivi, quelli di realizzare spazi di servizio al centro storico, oggi tutti soffrono di servizi e ricostruire all'esterno la nuova struttura con le pertinenze appunto legate a servizi anche in periferia o prossimi alla periferia, ripeto, a seconda della zona, se parliamo delle aree all'interno dei 300 metri dal mare, è sicuramente un altro elemento di positività, perché l'asportare le costruzioni all'interno di quella fascia cui tutti noi ci ispiriamo e alla quale auspichiamo davvero ci sia una risposta forte, può essere un elemento che sottolinea ancora una volta la volontà del popolo sardo di avere il fronte mare, quindi i 300 metri dalla battigia liberi, quindi il mantenimento del profilo paesaggistico...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, esprimo il voto favorevole a questo emendamento che cerca di migliorare la qualità della vita delle persone che vanno a usufruire di questi aumenti volumetrici, cercando di individuare quella parte di servizi che siano collegati a questi aumenti volumetrici e che diano opportunità di vivere meglio.
Però approfitto di questo emendamento, Presidente, anche per rivolgermi al collega Capelli. Il collega Capelli poco fa ha fatto un intervento chiamandoci alla moderazione, alla chiarezza, alla serietà, probabilmente, degli interventi in quest'aula. Onorevole Capelli, diciamo che quando intervengo in questa Aula do sempre un senso a quello che dico. Invece non capisco quali leggi lei ha considerato per le sue affermazioni; probabilmente leggi di altre Regioni o leggi che non so, che non trovano riscontro nella mia piccola e modesta documentazione.
Lei parla della legge della Lombardia, io ho specificato in maniera chiara che consente gli interventi nei centri storici ma esclusivamente la sostituzione dei singoli edifici, mentre non consente aumenti di volumetria; questo è chiaro ed evidente. Tra l'altro, se volessimo essere più precisi, onorevole Capelli, in un altro articolo viene detto in maniera altrettanto chiara che le disposizioni di cui agli articoli 2, 3 e 4 non si applicano "con riferimento ad edifici e relativi ambiti di particolare rilievo storico…", non sono centri storici ma desumo che potrebbero essere centri storici, ed eventualmente quando si possono fare questi interventi si specifica in maniera chiara che gli enti locali lo comunicano; io ho proposto eventualmente che potessero valutare in maniera chiara l'opportunità di interventi in questi settori.
Poi cita la legge del Veneto, la leggo, forse la numero 14 dell'8 luglio 2009, penso che lei abbia letto questa. Ma, onorevole Capelli, nella legge del Veneto, , così magari lo prende per documentazione proprio per capire che certe volte interveniamo in questa aula dicendo le cose come sono, cito l'articolo 9, Ambito di applicazione, più precisamente il comma 1, che specifica quali interventi non provino applicazione, e in particolare la lettera a) del comma 1 che dice "ricadenti all'interno dei centri storici…". Onorevole Capelli, questo per dire, in maniera chiara, evidente, che sia la Regione Lombardia che la Regione Veneto fanno un regolamento sui centri storici che è assolutamente diverso da quello che propone lei che si collega molto a quello che diceva l'onorevole Mario Bruno ovvero quello che fanno tutte le altre Regioni d'Italia. Dico questo per chiarire che ogni tanto leggiamo anche noi qualcosa, onorevole Capelli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale, Presidente.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 113.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 14
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 530.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A dire il vero ho chiesto per l'emendamento precedente.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, le posso assicurare che ho guardato, ho guardato anche se lei si stava iscrivendo a parlare.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io non voglio polemizzare con lei, non ho nessuna intenzione di polemizzare con lei. Purtroppo mi sono rassegnato all'idea che ci sono situazioni...
(Interruzioni)
Per questa ragione, poi per altro si vedrà.
Stavo riflettendo ma vedo che è un po' problematico parlare di urbanistica con l'assessore Corona, ognuno ha la sua competenza.
Comunque, si diceva prima della modalità con la quale noi, attraverso questo articolo 5, andiamo totalmente in deroga alla pianificazione particolareggiata, peraltro segnando anche un altro punto di contraddizione molto forte quando pretenderemmo - come si dice all'articolo 1 - di implementare delle trasformazioni degli aumenti volumetrici volti - dite - alla qualità, al miglioramento architettonico, tecnologico e di sicurezza, senza avere a riferimento nessun tipo di strumento. Mi domando quindi se i comuni, come dite voi in questo articolo, hanno un'unica possibilità, unica: "La deliberazione del Consiglio comunale può prevedere una deroga esclusivamente all'indice di edificabilità e all'altezza, che comunque non può essere maggiore…". Da questa dicitura si evince che la prescrizione che il comune autorizza dentro la deroga più generale non investe i caratteri tipologici qualitativi e architettonici che non sono neppure controllati dalla Commissione famigerata.
Quindi è del tutto evidente che si assisterà a un'azione consecutiva di interventi dovuti a tutti i cervelli progettisti che abbiamo in Sardegna e che decreterà la fine complessiva del lavoro dei piani particolareggiati e del poco del lavoro che è stato fatto. Questo perché avete scelto un'idea limitativa del ruolo dei comuni, mentre sarebbe stato utile assegnare ai comuni, nel rispetto delle scelte che loro avevano fatto, scelte sui tipi di materiali, sui profili, sui colori, e su tutte quelle cose che comunque avrebbero potuto attenuare in senso generale…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Nell'emendamento numero 530 mi pare che le parole "ed in deroga alle vigenti" sono sostituite dalle seguenti "e assolutamente non in deroga alle vigenti". Articolo 5, io sto cercando di capire a quale comma si riferisce.
PRESIDENTE. Si riferisce al comma 2.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Comma 2, perfetto. "Alle vigenti disposizioni normative regionali". E' il tema principale della nostra azione politica, che richiama anche in parte il ragionamento che facevo prima e che purtroppo non ho potuto concludere dato il tempo breve a disposizione delle dichiarazioni di voto. Le vigenti disposizioni regionali. Una delle vigenti disposizioni regionali è quella che attribuisce agli enti locali la potestà, non solo regionale, quella è anche di valore più alto, ma sicuramente quella regionale, sennò non avremmo disposto per esempio nella normativa urbanistica regionale che i comuni dovessero adeguare i piani urbanistici comunali per esempio al Piano paesaggistico regionale, un'attività che è in corso. Che cosa adegueranno domani? Perché adesso è chiaro che si bloccano, aspettano che i cittadini si facciano tutte le volumetrie che noi, violando tutte le disposizioni di questo mondo, stiamo consentendo loro di fare con questa legge "ammazza-coste".
Facciamo tutto questo percorso, alla fine i comuni che cosa faranno? Faranno una grande fotografia dell'esistente, si fotograferanno da sopra, con i soldi della Regione in qualche caso, le nuove cubature, le nuove volumetrie realizzate, scopriranno che non c'è più rispetto degli standard di servizio, che il caos edilizio che si è realizzato è pazzesco e ci vorranno un sacco di soldi per rendere il tutto abitabile. Poi faremo una legge per sviluppare il settore edilizio, che deve demolire tutte le cubature e le volumetrie, brutture varie che si sono realizzate attraverso questa legge. Cioè noi abbiamo inventato un circolo vizioso pieno di deroghe a cose inderogabili, smantellamenti normativi, prepotenze giuridiche, che non ha pari. Vi rendete conto di questo? Ecco perché "non in deroga", "non in deroga", questa sarà la parola d'ordine. Ogni emendamento futuro che noi faremo agli emendamenti che ci sono in campo sarà…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, con questo emendamento all'emendamento si vuole evidenziare uno dei tratti fondamentali della differenza di impostazione e di filosofia tra il provvedimento di legge della maggioranza e la proposta di legge a cui pure il nostro partito ha lavorato. Si vuole sostituire, a un'affermazione tipo "in deroga alle vigenti normative", la frase "e assolutamente non in deroga alle vigenti normative". E' un tema che anima la nostra discussione fin dai primi giorni, è l'anima di tutta questa iniziativa ed è anche una delle motivazioni fondamentali che hanno spinto il centrosinistra e il nostro partito a dare un giudizio assolutamente negativo sull'intera norma, per le conseguenze nefaste che questo principio dell'andare in deroga a un intervento provvisorio crea nel rapporto tra regione ed enti locali da una parte, e tra enti locali e cittadino dall'altra.
Per la prima volta ci troviamo davanti alla Regione Autonoma della Sardegna che si fa carico di mettere in difficoltà il comune, l'amministrazione comunale, il sindaco, nel suo delicatissimo rapporto col cittadino interessato a interventi di carattere edilizio. Sappiamo essere questo degli interventi di carattere edilizio un problema estremamente delicato, dove l'interesse personale tende a portare il singolo cittadino a farlo prevalere sull'interesse generale. Chi è che deve invece fare in modo che anche l'interesse del singolo sia soddisfatto nell'ambito di un discorso più complessivo, affinché non venga sacrificato ma salvaguardato l'interesse generale? In questo modo, di fatto, noi stiamo creando le condizioni perché questo principio non venga rispettato, è una grave responsabilità come Regione che ci stiamo assumendo, è il caso che non lo si faccia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). In questo emendamento si mette in evidenza lo spartiacque tra la posizione del centrosinistra e la posizione del centrodestra, quando la Giunta e la maggioranza propongono "ed in deroga alle vigenti norme", e noi diciamo "assolutamente non in deroga alle vigenti norme". Questo è il modo con cui stiamo affrontando questo argomento, e continuiamo a operare su un piano che è quello che mette in discussione tutte le normative e la pianificazione fino a oggi attuata. La ragione quindi è quella di ritornare al rispetto di tutti quegli strumenti che, badate, non sono stati fatti, come si dice da qualche parte, "a gratis", sono costati impegno, lavoro, anni, studi, denari, approfondimenti. Quindi, ancora una volta, il richiamo che io faccio è che questa legge, semmai fosse dovuta approdare in Aula, sarebbe dovuta arrivare dopo un attento esame degli strumenti urbanistici e delle norme vigenti e uno studio attento del patrimonio edilizio esistente, intervenendo con un'azione mirata e non indifferenziata con un diffuso e distribuito aumento volumetrico in qualsiasi terra e zona della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, guardi, noi ci proviamo e ci proveremo fino all'ultimo, lei lo sa. Riproviamo a reinserire il buon senso in questa legge, lo facciamo con l'emendamento numero 530, su cui dichiaro il voto favorevole, che cerca, almeno per l'articolo 5, di riportare l'intervento nell'alveo delle normative vigenti, quindi all'interno di quanto previsto in generale dal Piano paesaggistico, in particolare per i beni identitari e per i centri storici. A noi la parola "deroga" non riempie di felicità, ci riempie invece di preoccupazione, e questa insistenza sulla possibilità di superare gli indici massimi di edificabilità e sullo specificare che bisogna derogare sempre e comunque, a nostro avviso, non è un buon modo di procedere, secondo noi ci porterà al caos edilizio e a ritrovarci nelle nostre città, nelle nostre coste, un tessuto urbano più brutto. Quindi, noi proviamo a reinserire il buon senso nel testo.
Assessore, io mi ero ripromesso di intervenire di meno, ho provato a diradare i miei interventi, lei stamattina ha provato a darmi una parola di spiegazione, ma si è dimenticato di dirmi qual è lo spettro di unità abitative a cui questa legge si rivolge. Lei mi ha detto che prevede 40 mila interventi, ma per capire se lei sa cosa sta facendo, io ho necessità che lei mi risponda: questa legge, così come è costruita, che si rivolge ai centri storici, alle zone urbane, alle zone extraurbane, alle zone agricole, alle zone F, alla fascia costiera entro i 2000 metri, alle piccole isole, alla fascia dei 300 metri, al ricettivo, e a chi più ne ha più ne metta, coinvolge potenzialmente quante strutture? Quattrocento, cinquecento mila? Allora per mettere in campo 40 mila interventi, ammesso che siano solo 40 mila, se lei apre così tante potenzialità, sa che cosa ne verrà fuori? La nostra preoccupazione è sapere se chi ha progettato questa legge si rende conto delle conseguenze e si rende conto che alla fine gli interventi che si faranno saranno gli interventi nelle zone più pregiate, quelle dove l'investimento sul patrimonio edilizio porta benefici sicuri e non certo nelle piccole case di periferia, che magari avrebbero veramente bisogno di essere ammodernate.
Mi dia una parola, Assessore, su questo termine e io diraderò qualche altro intervento perché almeno avrò capito che cerchiamo di capirci, anche se il mio voto è favorevole all'emendamento e rimarrò profondamente contrario allo spirito e all'impianto di questa legge.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 369.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Onorevole Murgioni, mi ascolti con attenzione, perché lei è una persona attenta e sensibile. Allora, io ho cercato di applicare puntualmente il comma 3, ascoltate un attimo, perché questo è un aspetto interessante della praticabilità di questa norma fantastica! Allora, io mi trovo nei 300 metri e ho un'abitazione, ce l'ho un po' malmessa e, secondo quello che viene espresso qua, potrei demolirla e spostarla da un'altra parte. Ascoltate quanto mi costa l'operazione. Prima di tutto, io mi devo accollare il costo di demolizione; poi, mi devo comprare un nuovo terreno (perché mica me lo compra il comune), quindi costo del nuovo terreno; poi, mi ricostruisco la casa, quindi costo della nuova costruzione; ancora, siccome la Regione gentilmente mi dà il 40 per cento, mi costruisco anche l'altro 40 per cento ma me lo pago sempre io, perché non c'è un euro all'orizzonte; poi, c'è un altro costo, il costo del miglioramento energetico perché altrimenti non mi fanno fare il 40 per cento. Tutto questo va nella "convenzioncina" e poi io dovrei essere così "cretino" da cedere gratuitamente al comune il lotto che ho liberato? Secondo voi, questa è una norma fatta per la gente comune?
Seguite pari pari quello che è detto qua, uno che applica il comma 3 si deve accollare questi costi. Questi costi! Perché nella nostra legge non c'è un euro, un'ombra di euro; secondo voi, questa grande operazione di ripristino, è praticabile? Certo qualche persona ci sarà, ma a chi si rivolge? Questi sono i costi, esattamente questi, e in più la beffa che deve cedere gratuitamente al Comune, sulla base di una convenzione, il lotto che ha demolito, liberato e ripulito. Questa è la praticabilità di una norma che è fuori dalla grazia di Dio in un tempo nel quale non ci sono risorse, leggetevela, seguite pari pari, immedesimatevi in uno che fa questa operazione e vi renderete conto che questa è una norma che non vi porta da nessuna parte o che forse riguarda solo qualcuno.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 532.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, poco fa ho annunciato come diventa impraticabile il comma 3, non vi dico del resto perché più o meno è la stessa cosa, però applicatevi ad applicare le norme, mettetevi nei panni degli altri e cercate di applicarle, concretizzate le realtà. Assessore, quello che noi invece avremmo utilmente potuto fare, chiamando qui magari a farci compagnia qualche ora l'Assessore dei lavori pubblici, era di uscire da questa specie di vincolo surreale che il Piano casa si fa da un'altra parte e magari concorrere a migliorare le cose.
Ora, se in questo articolo 5 si fosse accompagnata una norma tipo quella… beh, lo dico al prossimo emendamento così potete parlare… si fosse accompagnata una norma tipo quella che abbiamo introdotto sul completamento del "non finito", vi invito ad andare nei nostri paesi, facciate ancora da fare, grezzi lasciati così, coperture senza tegole, gente che probabilmente ha problemi finanziari, certamente ha problemi finanziari, gente che con sacrificio ha cominciato a costruire il piano superiore per il proprio figlio e non lo può finire, allora accompagnare delle prescrizioni più dettagliate con qualche risorsa e dire che concorriamo al miglioramento del patrimonio edilizio facendo concludere a chi ha cominciato e ha lasciato così quegli immobili, sarebbe stata un'attività meritoria, meritoria, perché io l'altro giorno sono passato in alcuni paesi del nuorese e mentre stavo lì a chiacchierare l'occhio mi è caduto proprio su questi palazzi, e ce ne sono tantissimi, sembra poco ma è un fenomeno diffusissimo che rappresenta anche il limite di una condizione economica nella quale vive la nostra gente, anche se poi vi è qualcuno che dentro ha il marmo di Orosei, tutto lucido e perfetto, e fuori lascia i mattoni faccia a vista. Questi ultimi sono da penalizzare, mentre nei confronti di quelli che fanno fatica, io avrei approfittato di questo articolo per concorrere in maniera decisiva al miglioramento del nostro patrimonio edilizio.
Questa sarebbe stata un'azione interessante perché molta gente non ha bisogno della casa perché magari negli anni con sacrificio l'ha costruita per i figli però non la può concludere; ecco che cosa sarebbe stato importante in un momento di crisi economica, forse dare una mano a quelli che la richiedono da un po' di tempo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 532.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Salis ha votato a favore e che i consiglieri Capelli, Dessì, Diana Mario, Mula e Murgioni hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Salis - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 39
votanti 38
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 2
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 342.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo proseguire nel ragionamento che avevamo appena iniziato, giustamente. Ora ci chiarivamo con il collega Murgioni per il fatto che dice, no, ha ragione lui, gli atti convenzionali sono sempre atti di trattativa. Anche qui si aprirebbe una discussione: se il Comune in sede di conversione può negoziare la cessione di un'area edificabile in forza dello spostamento, mica tutte le aree sono uguali, il valore dell'area può essere superiore, inferiore o uguale al valore del maggior costruito? Chi lo decide? Con che criterio si fa? Se non è disciplinato, un'amministrazione può fare figli e figliastri, si dovrebbe mettere un limite.
Quando noi abbiamo, nella legge urbanistica, individuato un sistema di permuta che definiva il rapporto del comune con un privato in relazione alla cessione di aree edificabili per l'edilizia residenziale pubblica, abbiamo detto che intanto non si poteva superare il 30 per cento del valore complessivo, e poi che doveva essere economicamente equivalente al valore ceduto. Perché? Primo, perché il comune non può essere un luogo di discriminazione e poi perché tutti i cittadini fossero uguali. Ma tutto questo io non lo posso desumere da questa affermazione e una materia così nuova, poiché la permuta urbanistica non esiste nella giurisdizione locale, andrebbe disciplinata, e forse era anche il caso di andare a fondo.
Badate, i comuni molte volte non agiscono solo per la confusione e per l'indeterminazione della legislazione; da questo punto di vista, lo Stato è molto più avanti di noi, quando deve dire come si costruisce il bilancio e quali sono le spese che possono fare e quelle che non possono fare non è che lascia limiti di discrezionalità, lo dice. Ma, anche in questo caso, prevedere un ruolo così equivoco e indeterminato metterà quella possibilità di trattative in una condizione paradossale.
Dico per ultimo che i comuni da almeno dieci o quindici anni non dispongono più di aree per l'edilizia economico-popolare e anche, una volta che avevano sperimentato i piani volti a dare i lotti di terreno urbanizzato per la costruzione della prima casa, la Regione decise di non finanziarli più e quindi questo tipo di politiche non esiste, può essere solo che…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 209.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'altra questione riguarda il rapporto fra quello che stavo dicendo prima riguardante il comma 3 e l'analoga questione che è trattata invece secondo una previsione di esclusione al comma 5. Mi spiegate per quale ragione chi ha la casa vicino ad aree di particolare valore paesaggistico ha quell'opportunità, si può fare la convenzione, eccetera, eccetera, e un disgraziato che ce l'ha in zona extraurbana, però nella fascia dei 300 metri, e magari il comune lì non ha una frazione però ha dovuto subire un agglomerato abusivo (ci sono tanti di questi casi concreti in Sardegna, non è che non li conosciamo, insediamenti totalmente abusivi), sarebbe escluso? Perché? Avete per caso imposto che in questi luoghi si debbano obbligatoriamente fare i piani di risanamento? Mi pare di no. Stiamo facendo saltare per aria tutto il ruolo del comune, la pianificazione, non mi pare che sia questo, vorrei capire la ragione, perché? Che cosa hanno fatto di male, questi? Solo per essere in zona extraurbana? ma badate che…
(Interruzione del consigliere Mula)
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo so che l'emendamento è al comma 2, però…
PRESIDENTE. Onorevole Mula, non si può interloquire con chi parla, grazie.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Poi do il parere su questo, tranquillamente, almeno la libertà di parola…
PITTALIS (P.d.L.). Non potrai dire che non ti stava seguendo.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, sta seguendo attentamente, perché lui si aspettava qualche osservazione sul comma 2, ma arriverà prima o poi, mica lo lascio insoddisfatto.
Siccome volevo finire il ragionamento sul comma 3, chiedo scusa. Ecco, non capisco perché una legge deve instaurare delle discriminazioni fra cittadini e cittadini, questa è una cosa che mi sorprende; dentro una norma ci deve stare una strategia omogenea e siccome non è neanche un piano urbanistico ma è una norma di carattere economico, a maggior ragione non ci dovrebbero essere queste sottili differenze. Secondo me, agire con questa idea, magari perfezionandola, delle permute urbanistiche, è utilizzare uno degli strumenti attraverso i quali potete molto bene attenuare i disastri che, nel passato, sono andati fuori controllo e che in qualche modo possiamo recuperare per i capelli. Certo, ci vorrebbero degli incentivi indipendenti dalle cubature ma anche qualche cosa di più concreto per fare una strategia più completa. Ritengo che sia una discriminazione molto grave e comunque confermo il voto favorevole all'emendamento numero 209.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, intervengo per venire incontro alle esigenze del collega Mula che richiamava l'onorevole Sanna a parlare anche, come a lui interessava, dell'argomento oggetto dell'emendamento in discussione. Sia questo emendamento, come il precedente, che la maggioranza ha ritenuto di dover respingere, ripropongono al centro dell'attenzione il fatto che si dà la possibilità agli interessati di ulteriori incrementi volumetrici a patto che, recita testualmente il testo, si determini "il contenimento del consumo energetico con una riduzione pari almeno al 10 per cento rispetto agli indici previsti dal decreto citato"; noi proponiamo che si passi al 20, nell'altro caso chiedevamo che ci fosse almeno un 30 per cento di riduzione.
Ora, il concetto di fondo è questo: noi riteniamo che in questo testo di legge non si sia prestata la sufficiente, determinante e necessaria attenzione al fatto che questa premialità che la Regione concede agli interessati non sia data in cambio di un impegno maggiore verso queste nuove tecnologie costruttive che sono, non tanto e non solo, nell'interesse degli interessati ma anche della società nel suo complesso.
Noi ritenevamo, con il precedente comma e con questo, che fosse necessaria una maggiore attenzione oltre che, direttamente e fin dall'inizio, un coinvolgimento degli interessati a questi interventi nel costruirli e nel realizzarli con tecnologie costruttive migliori, più attinenti alle esigenze di risparmio energetico. Abbiamo voluto riproporre ancora una volta questo problema e credo che, a questo punto, sarà d'accordo con me il collega Mula, può anche lui votare l'emendamento.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 526.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, si fermi un attimino, mi dia il tempo di vederlo. Allora, con questo emendamento si pone un limite a un fenomeno che si può verificare all'interno dei centri storici. Ci sono problemi di tipo diverso. Da quando abbiamo iniziato diciamo una politica volta alla rivitalizzazione dei centri storici, si sta manifestando una problematica riguardo al regime dei servizi alla persona: botteghe artigiane, negozi e cose del genere. Voi ricorderete che quando c'è stato in Sardegna come in Italia il boom dei centri commerciali c'erano dei signori che con le valigette andavano a comprare le licenze commerciali dai piccoli commercianti perché, se non avevi un certo numero di licenze, non potevi aprire. E così abbiamo depauperato i centri storici di questi servizi. A dire il vero, abbiamo fatto lo stesso errore negli anni in cui abbiamo costruito i grandi agglomerati popolari, ci sono delle zone popolari dove non abbiamo pensato a riservare i servizi alla persona di prossimità, per cui è in difficoltà una coppia di anziani di 60 o 65 anni che non ha la macchina o che non ha i figli che vanno a fare loro la spesa.
Ora è importante perseverare e che, quando parliamo di residenza, teniamo conto che, se non introduciamo alcuni vincoli che mantengano le destinazioni d'uso già commerciali per poter instaurare alcuni servizi, l'operazione di rivitalizzazione dei centri storici è un'operazione persa, perché la gente non va dove non ha la possibilità di avere dei servizi.
Una cosa che noi abbiamo fatto la scorsa legislatura è stata quella di aver investito 40 milioni di euro per 89 interventi in 89 centri diversi perché i comuni acquistassero e convertissero, in parte in residenza, in parte in servizi alle persone, in maniera tale il patrimonio esistente. Però abbiamo messo dei soldi. Senza soldi i comuni queste cose non le fanno, perché come voi ben sapete i costi dei servizi di base dei comuni superano di molto i margini di disponibilità che possono consentire politiche mirate.
Questo è un problema che con l'Assessore dei lavori pubblici si sarebbe potuto porre, perché non è che oggi prima facciamo una cosa e poi ne facciamo un'altra. Quando facciamo le cose, dobbiamo saperle fare in maniera coordinata perché ripeto e dico che l'urbanistica è disegnare coerentemente e non è accumulare e accatastare in maniera confusa. Ecco perché noi con questo emendamento...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 526.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Manca e Salis hanno votato a favore e che il consigliere Diana Mario ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Manca - Salis - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 38
votanti 37
astenuti 1
maggioranza 19
favorevoli 3
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 212.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Qualche collega mi redarguiva con preoccupazione dicendo: "Attenzione, c'è il popolo sardo che attende fuori questa legge!". Ma mi domando perché vi mettete in congedo, perché non state qua a favorire il dibattito! Però quando il numero legale è assicurato da 37 consiglieri, c'è un po' troppa gente in congedo! Siccome si verifica da un po' di tempo, avrei apprezzato una presenza più assidua.
(Interruzioni)
Però voglio dire, a prescindere da voi che avete un sacco di buona volontà, è una cosa cui non credo perché se il Presidente della Regione è l'autentico interprete dei bisogni della Sardegna sarebbe dovuto venuto da noi, non adesso che è impegnato, in impegni internazionali, ma quando si è iniziata la legge. Perché si possono fare tante accuse alla precedente esperienza senza personalizzare le questioni, però io ricordo abbastanza bene che, quando si fece la legge salvacoste, che fu la prima vera legge che si fece nella scorsa legislatura molto impegnativa, le assenze del Presidente non furono all'altezza di quelle di questa esperienza. Questo lo dovete ammettere, perché proprio non l'abbiamo visto per niente.
Io credo che invece sia opportuno che lui venga qua a interpretare questo bisogno perché noi siamo persone che hanno dei limiti e possono anche sbagliare nella valutazione. Io personalmente mi sono convinto che non è così, però se qualcuno mi spiega qual è la performance strategica di questo provvedimento, posto che vi ho cercato di spiegare come, declinando materialmente alcuni articoli, non si va proprio da nessuna parte e che le persone che hanno bisogno sono i grandi assenti nell'interesse di questa legge, sinceramente mi viene un po' in salita immaginare che ci sia questa strabiliante attesa.
Però ho anche imparato, magari lo spiegherò meglio dopo alla collega De Francisci che è un'esperta, che in una società come la nostra bastano pochi che fanno chiasso per far sembrare che sia un popolo, e il popolo magari è silente, perché abbiamo persino la pretesa di rappresentare il silenzio di un popolo che non vuole avere neanche una parola con noi perché non si fida più della politica proprio perché il più delle volte ha tradito il suo compito. Questa sarà un'altra occasione perché bisogna dire e spiegare loro che cosa davvero potranno fare con questa legge, e noi lo faremo molto puntualmente, perché non perderemo tempo…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 527.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Come ho detto i giorni scorsi, questa legge è una legge pericolosa, pericolosa perché alla domanda che io ho posto su quante volte si può beneficiare delle iniziative previste in questa legge...
(Interruzione)
Intuizione, Cherchi, interessante. E' però una sua intenzione, non è una norma, non è una norma e non è detto. Infatti noi, con questo emendamento, chiediamo di allegare alla dichiarazione la certificazione di non aver usufruito e di non voler usufruire, ovviamente in Sardegna, per un'altra volta dello stesso beneficio. Non solo non è detto che si applica una sola volta, ma non è neppure detto che chi usufruisce dei benefici dell'articolo 2, non possa usufruire dei benefici dell'articolo 3 o dell'articolo 5 e siccome voi sapete che la proprietà immobiliare purtroppo ha anche delle concentrazioni, perché chi ha investito con il boom del mattone, a partire dall'America, poi è stato l'origine dei nostri guai di adesso, ha fatto del mattone e della casa uno dei principali investimenti, ed è una realtà che non ci dobbiamo nascondere.
E come si pone il problema? Avete per caso specificato da qualche parte, che mi sia sfuggito, che questi interventi riguardano la prima casa e l'abitazione principale? Non l'ho visto. Come ci si comporta di fronte a queste cose? Possiamo far fare a chi ha già la rendita edilizia di molti palazzi e magari non far fare a quelli, come non fate fare, che purtroppo la casa non ce l'hanno o che si devono pagare l'affitto? E' un altro aspetto, piccolo se volete, che commisura l'inadeguatezza di una legge a soddisfare il bisogno di massa. Quando si fanno le leggi, è sempre stato detto, ci è stato raccomandato da chi ci ha insegnato a fare questo mestiere: ricordatevi sempre che il vostro compito è quello di fare norme che abbiano il carattere generale e astratto, nel senso che devono poter soddisfare il maggior numero di persone e comunque la globalità di quella categoria. Ma questa è una legge che ha questi caratteri, se ha questa performance e questa impostazione? Io credo che la cosa più antipatica che vi accadrà è che, quando questa norma sarà a regime, sarete fermati per strada da qualcuno che vi dirà: "Ma non ci avevate promesso questo, non ci avevate promesso quest'altro? Io non lo posso fare, ho visto le norme, non lo posso fare".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, gli emendamenti agli emendamenti hanno un'utilità, che è quella di specificare meglio, in questo caso, il pensiero dei proponenti, aggiungendo, integrando, così come è fatto, nel terzo comma dell'articolo 5, dal "527", per il quale io voterò a favore. Cari colleghi, siamo diverse ore e diversi giorni che discutiamo sul merito di questo provvedimento, è chiaro che questa parte ha inteso e intende portare avanti la propria battaglia contro questa normativa distruttiva della normativa esistente in tema di paesaggio, in tema di urbanistica, e ormai la domanda che mi faccio è questa: ma a che pro resistere, perché non vi arrendete?
Perché cioè non prendete atto della pesantezza della divisione che voi create all'interno della società sarda, perché non prendete atto dell'agglomerato di norme incostituzionali che state proponendo; perché non prendete atto del fatto che avranno vita breve; perché non prendete atto che c'è un contrasto totale su questo punto, cioè, favorire chi ha volumetrie, chi ha proprietà, chi ha ricchezze, e danneggiare coloro che invece non hanno tutto questo, non possono scommettere sull'incremento della propria risorsa, del proprio volume, della propria cubatura, della propria disponibilità di superficie costruita, soprattutto nella fascia costiera. Perché non prendete atto che questa vostra disposizione divide il Paese.
Qua si dice: proseguiremo, faremo le 2, ma facciamo anche le 5! Io sono disponibile a stare qua ininterrottamente fino a domani mattina alle 8 e riprendere alle 8 e 30, perché difendere il territorio della Sardegna richiede questo tipo di impegno, di sacrificio, di risolutezza nella…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Riemerge, anche con la discussione di questo emendamento, un problema di fondo che caratterizza questa legge, cioè il fatto che si decide di creare le condizioni perché si possano fare degli interventi veloci, che diano la possibilità all'impresa, al mondo dell'imprenditoria edilizia di intervenire nei tempi ragionevoli e possibilmente entro l'anno, entro il prossimo anno, e quindi si devono anche creare degli strumenti di semplificazione amministrativa, cioè creare le condizioni perché, con dei passaggi burocratici ridotti al minimo, si riesca a consentire l'inizio dei lavori, insomma l'obiettivo è mettere subito danari a correre e gente a lavorare.
Affinché questo potesse essere fatto, andavano previsti interventi che potessero essere autorizzati con questa procedura. E mentre da un lato io condivido che ci sia l'attenzione da parte della maggioranza, perché c'è anche da parte nostra, verso la semplificazione delle procedure, quindi la possibilità di fare degli interventi in tempi diciamo pure ragionevoli, dall'altro lato bisogna rilevare che non è in linea tutto il testo della legge con questa esigenza, in quanto si mettono in campo interventi che assolutamente non possono essere ammessi in tempi così brevi e con procedure semplificate; di fatto si sta correndo il rischio di autorizzare o di far partire lavori che hanno necessità di essere invece visti con molta più attenzione, più approfonditamente, che vanno valutati per la delicatezza che rappresentano e per i danni che eventualmente possono causare. Quindi io credo che ci sia un'eccessiva discrasia tra l'esigenza di intervenire subito e l'esigenza di far fare interventi che siano realizzabili davvero con procedure semplificate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo nuovamente solo per partecipare a quel lavoro che ha introdotto l'onorevole Capelli nel fare il raffronto con le leggi delle altre regioni e su questo emendamento, questo sub-emendamento, che si rifà al "214" (in cui noi chiediamo che con gli interventi non possa essere modificata la destinazione d'uso degli edifici interessati), considerato che questa è la peggiore legge, ultima o penultima, tra le leggi finora emanate.
Campania: non è ammesso il mutamento di destinazione d'uso; Emilia-Romagna: non è ammessa la modifica di destinazione d'uso; Marche: non è ammesso il mutamento di destinazione d'uso; Puglia: non è ammesso il mutamento di destinazione d'uso. Insomma, come abbiamo dimostrato per i divieti che sono presenti sia nell'intesa Stato-Regioni del 1º aprile, per esempio relativamente ai centri storici, per il ruolo che altre regioni, quasi tutte le altre regioni, danno ai comuni di modificare, di escludere l'applicabilità degli altri interventi in alcune parti del territorio e comunque di inserirsi nella programmazione generale, così anche per quanto riguarda questa norma il vostro testo di legge non consente il fatto che la destinazione d'uso degli edifici interessati non possa essere modificata.
Ora, noi riteniamo, con questo emendamento all'articolo 5, comma 3, di migliorare il testo del provvedimento di legge, stiamo cercando di farlo per tutta la giornata, per tutta la durata dell'intero dibattito, troviamo da parte vostra una condizione di non ascolto, un'Aula sorda, un centrodestra che cerca semplicemente di arrivare al risultato, ma in queste condizioni al risultato ci arriverete molto tardi e, soprattutto, non sarà un risultato per la Sardegna, sarà un risultato per pochi, per poche imprese, per poche grandi imprese, per pochi grandi costruttori.
Per questo noi voteremo favorevolmente all'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, l'emendamento numero 527 mi sembra veramente un emendamento assolutamente, non dico condivisibile, ma sul quale quantomeno si possa fare una riflessione su una eventuale modifica, che non penso comporti niente se non accogliere la richiesta che viene dai comuni e dal Consiglio delle autonomie locali per tentare di restituire ai comuni un ruolo che questa legge sta assolutamente calpestando. Sarebbe un provvedimento di prudenza, oltre che di sensibilità istituzionale, che potrebbe consentirci di evitare alcune pericolose involuzioni nell'uso abbastanza disinvolto delle libertà che questo provvedimento dà ai privati, dando pochissimi strumenti di verifica e di controllo ai comuni stessi.
Questo è uno degli obiettivi che ci stiamo ponendo e noi continueremo, anche se lo faremo alle 2, alle 3, alle 4 del mattino, continueremo a porre questo problema che, ripeto, non è una nostra fissazione, ma è un tema che è stato posto con forza nel documento ufficiale, allegato agli atti del provvedimento di legge in esame, che è stato proposto al Consiglio regionale, non al Gruppo Italia dei Valori e ai Gruppi dell'opposizione, è stato proposto al Consiglio regionale e alla Giunta regionale dal Consiglio delle autonomie locali. Mi sembra anche istituzionalmente sconveniente che questa richiesta di possibile modifica in questo senso, di rispetto delle comunità locali e dei comuni, se questo segnale venisse accolto e inserito come proposta modificativa in alcuni degli articoli, soprattutto dove si parla di concessione edilizia e di funzioni dei comuni, non sarebbe assolutamente male.
Finora non abbiamo avuto delle grosse risposte su questo versante, comunque continueremo a porre il problema, perché questo è un tema importante e urgente, visto che la Giunta e questa maggioranza si sono sempre vantate di avere esplicato il massimo della concertazione e della consultazione, soprattutto con gli enti locali, su questi problemi. La migliore dimostrazione della sensibilità che la Giunta e la maggioranza possono dare, non nell'esprimere questo concetto, ma nel rispettare questa volontà, è proprio pensare di poter approvare alcuni degli emendamenti che ci sono stati espressamente richiesti dalle comunità locali.
Voterò a favore dell'emendamento numero 527.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 527.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che il consigliere Diana Mario ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 39
votanti 38
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 3
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 214.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vedo che continua un grande interesse su questo argomento, le assenze continuano a essere puntualmente funzionali all'obiettivo. Io volevo dirvi una cosa semplicissima, nel senso che, quando qualcuno come me fa questo tipo di lavoro, vorrei che non vi venisse in mente che c'è un'idea sostanzialmente ostruzionistica, tattica; per quanto sia raro, io credo che dobbiamo ancora credere che ci possano essere, fra coloro che fanno questo mestiere, delle persone che conservano abbastanza gelosamente il valore della passione civile per qualche principio. Io credo che il fascino principale del mestiere che abbiamo la fortuna di fare, è esattamente quello di alzarci a pensare un po' agli altri, ed è per quello che mi viene difficile accettare una logica che fa di un bene collettivo e universale, come il territorio, quello che stiamo facendo, perché anche nella definizione che si dà di sviluppo sostenibile c'è insito un concetto, che è sostenibile solo quello che è riproducibile, che può garantire anche alle generazioni future di poter usufruire di quel bene, ma pare che non sia all'ordine del giorno della nostra attenzione.
Così come non riesco a essere insensibile quando facciamo le cose con questa faciloneria, senza guardare a quello che avviene nel mondo, a una tendenza completamente opposta a quella che stiamo svolgendo noi con questa norma, alle frasi di qualche concittadino italiano, magari più sfortunato perché si è trovato in qualche zona particolare, che dipinge le nostre funzioni, il nostro ruolo, in questo modo… "Si manda al potere chi garantisce che si possa fare quello che si vuole, tutti sono contenti così, loro hanno contato i voti, adesso noi contiamo i morti". E' una questione che attiene a un comportamento molto generalizzato e alla percezione che hanno i cittadini, a valle di alcune ingiustizie o disgrazie, non fa differenza, ingiustizie o disgrazie, che sono costretti a subire; percezione che manifestano del nostro lavoro. Vi assicuro che a me non interessano le 2e come castigo, "adesso vi facciamo penare un altro po', arriviamo fino alle 2e", non è questo che m'interessa, perché se abbiamo forti alcuni principi…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A differenza dell'onorevole Sanna, devo dire la verità, io faccio anche emendamenti ostruzionistici, cioè faccio anche un pochino di ostruzione; so che non ve ne siete accorti, però io faccio un pochino di ostruzione, e perché facciamo ostruzione? Così come nelle partite di calcio succede che, per impedire che qualcuno segni, qualche volta sia utile arrivare alla fine della partita facendo ostruzionismo, cioè impedendo che gli altri giochino, allora anche nella politica questo succede quando un provvedimento si pone, non in termini di oggetto di relazione tra legislatori (che, anche avendo opinioni, culture, provenienze, militanze diverse, diciamo, concorrono alla trattazione di una materia), ma quando qualcuno arriva con una proposta e dice: "Ragazzi, prendere o lasciare! Se volete spostare la virgola o il punto, ve lo facciamo anche fare, però questo è il pacchetto, è un pacchetto di governo, è il pacchetto che caratterizza la mia maggioranza, che caratterizza il mio programma, il mio progetto".
Allora, rispetto a questo tipo di oggetto, noi non possiamo far altro che ostruzionismo, nella speranza che arrivi un arbitro, può essere il popolo, può essere l'opinione pubblica, può essere un'attenzione sempre maggiore su questo argomento, che fischi la fine della partita prima che voi segniate; è questa la ragione per cui noi ci dobbiamo apprestare a fare questo mestiere, e lo facciamo. Ecco perché io dico che stiamo anche fino a domani mattina alle 9, ininterrottamente, mattina, sera e notte, tanto prima o poi i più anziani come me patiranno di più, quelli più giovani resisteranno meglio, ci sarà chi si porterà la flebo sotto il banco per farsi aiutare dalla medicina, qualche cosa succederà per sostenersi, però, il conflitto richiama attenzione, richiama sensibilità, richiama studio, richiama approfondimento, richiama anche tra voi la discussione. Questo è l'obiettivo. Poi può darsi che si perda, io vi consiglio di arrendervi prima che arrivi l'arbitro a fischiare la fine della partita e voi non avete ancora segnato, però se proprio insistete, lasciate che insistiamo anche noi. Ecco perché io voterò a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Uras, non insista troppo perché magari la prendono poi in parola.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 214 va nella direzione di una scelta precisa che stiamo cercando di darci con alcuni emendamenti, che è quella della riduzione del danno, perché almeno questo vorremmo provare a indurvi a fare, cercare di contenere il danno che state facendo. Evitare che ci siano cambi di destinazione d'uso, vuol dire evitare interventi speculativi per quanto possibile e poi comunque ha un senso anche questa cosa qua perché il cambio di destinazione d'uso negli edifici cambia e altera, comunque, gli equilibri insediativi che ci sono nei nostri centri abitati. Questo cosa vuol dire? Che un cambio di destinazione d'uso impone un cambio degli standard, un'alterazione degli standard, impone anche la presenza di parcheggi, se stiamo parlando di destinazione d'uso che riguarda attività commerciali o quant'altro.
Quindi, vi inviterei ad analizzare in maniera attenta l'emendamento numero 214 perché, se è possibile, mettetevi una mano nella coscienza, provate a ridurre il danno che state facendo. Quindi, il mio voto sarà favorevole e penso che potrebbe esserlo anche il vostro.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 216.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con questo emendamento cerchiamo di suggerire a una platea, a dire il vero, abbastanza sorda, come si può orientare l'attività di incentivazione e di miglioramento dei nostri centri abitati attraverso il rispetto degli strumenti della pianificazione paesaggistica e degli atti di governo del territorio. Vedete, c'è stato, ricordo, sulla proposta di legge urbanistica che è stata affrontata nella scorsa legislatura, un lungo dibattito, a questo punto direi abbastanza strumentale, visto l'esito e la piega che stiamo prendendo in questa fase, sui ruoli e i soggetti della pianificazione territoriale. Non vi ricordo tutti gli interventi che avete fatto voi per dire "la Regione, la Regione, la Regione, il ruolo della Regione, l'idea che i comuni non dovessero essere i referenti principali". Guarda caso quella legge aveva come obiettivo non solo la semplificazione delle procedure, ma la maggiore responsabilizzazione dei comuni, assumendo alla Regione il compito che le danno le leggi dello Stato e lo Statuto, cioè quello di implementare strumenti di pianificazione e di governo del territorio in maniera puntuale e secondo la propria responsabilità.
Il nuovo rapporto che è stato fatto dalle Nazioni Unite sull'habitat dice che l'urbanizzazione è capace di modificare l'ambiente e produrre nuovi rischi - le Nazioni Unite, quest'anno - e dice anche che la pianificazione urbanistica, il metodo strategico della progettazione e della programmazione del territorio, basato sulla sua analisi, è l'unico strumento che può prevenire questi effetti dannosi. Quindi, non è che lo dice la nostra legge o la nostra proposta di legge, lo dice il buonsenso. E quando voi dite, perché lo dite, anche se non l'avete scritto: "Noi ce ne vogliamo infischiare di tutto quello che è costituito strumento di pianificazione paesaggistica e di governo del territorio", e in più ci coinvolgete anche i comuni perché bypassate la loro competenza sugli strumenti urbanistici, badate, questo è un precedente giuridico che avrà il suo peso nel futuro perché una volta che c'è una deregulation in una cultura che non accetta, in una società che non accetta di buon grado...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 216 e per dire che anche con questo emendamento si ripropone, Assessore e colleghi della maggioranza, la volontà di questa opposizione, nei suoi emendamenti, di esercitare un ruolo costruttivo. E lo fa nel momento in cui ripropone all'interno di questo emendamento, nuovamente, in maniera forte, quello che è il ruolo dei comuni e il ruolo che i comuni dovrebbero avere in questo dispositivo legislativo e quello che dovrebbe essere il ruolo dei comuni nel momento in cui si va a pianificare il loro territorio, sia all'interno di centri abitati che fuori dai centri abitati,specificando in quest'ultimo caso, tra l'altro, in maniera chiara, gli interventi consentiti identificando le zone che non sono zone a livello di pericolo idrogeologico.
Nel vostro disegno di legge non è scritto chiaramente questo aspetto, non è citato chiaramente, e viene trascurato totalmente invece il ruolo che le amministrazioni comunali devono avere in questa pianificazione. Viene trascurato, Assessore, glielo ricordo nuovamente, questo è l'ennesimo emendamento sul quale facciamo questo ragionamento, c'è l'occasione di inserire questa eventuale opportunità per cui i consigli comunali esprimano un loro parere. Questo bypasserebbe tanti problemi, andremmo incontro anche, probabilmente, a una limitazione degli interventi di quest'Aula, così com'è stato per il discorso della data che è avvenuto ieri, quando lei, alla fine, con l'emendamento orale, ha recepito, purtroppo dopo due giorni e mezzo, tre giorni di discussione, gli elementi che la minoranza portava all'attenzione di questa legge. Sempre nel rispetto delle parti, sempre nel rispetto di un testo di legge che noi non condividiamo, ma al quale cerchiamo di contribuire con suggerimenti positivi per migliorarne le sue qualità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Con questo ulteriore emendamento, noi cerchiamo di inserire, dentro il percorso del provvedimento di legge della maggioranza, i tratti caratterizzanti e fondamentali della nostra proposta di legge, la quale si contraddistingue per un taglio completamente diverso. Si indica con precisione che gli interventi di cui all'emendamento testé respinto da voi (che riguardava la sostituzione del comma 1), ripeto, si precisava e si precisa adesso con questo comma che gli interventi vengono fatti nel rispetto delle distanze minime e delle altezze massime dei fabbricati. Si precisa che non è possibile intervenire se non all'interno dei centri abitati, non si può intervenire nelle aree dove ci sono dichiarazioni di pericolosità idrogeologica e quindi si viene incontro a quella esigenza che sta emergendo a livello nazionale, la situazione della Sicilia e di Messina insegnano in questi giorni che non si può andare a fare interventi dove la situazione idrogeologica non lo consente ed è giusto che noi, anche in una legge come questa, ne prendiamo atto e siamo previdenti per evitare poi situazioni che portano noi, responsabili delle leggi e dell'amministrazione, a rischiare di dover versare lacrime di coccodrillo.
Infine, con questo comma, noi prevediamo che, fin dall'inizio, gli interventi volumetrici vengano realizzati con tecniche costruttive che abbiano le caratteristiche moderne di risparmio energetico e di scherma necessarie per evitare eccessivi consumi energetici invernali. Si fa riferimento al decreto legge della materia e non si fa, come invece si fa con il vostro testo di legge, alcun regalo ma si mette in piedi un discorso di premialità che ha senso, solo se inserito in un quadro compatibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Rinuncio, Presidente.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 372.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento della Giunta estende i requisiti al comma 5, fa un'operazione contorta perché poi successivamente c'è un emendamento che modifica il comma 5 peggiorandolo, secondo me fondamentalmente. Credo che quell'emendamento sia sostanzialmente la soluzione di un problema che è nato in Gallura con la posizione presa dall'onorevole Nizzi che non andava molto d'accordo su determinate cose che credo che sia abbastanza tacitato.
Vorrei tornare invece sulla questione che riguarda la funzione della pianificazione. Io non so che percezione avrete voi un domani della pianificazione, a parte il fatto che usate questa semplificazione che io rispetto ma non condivido, cioè sostenere che voi abbiate vinto le elezioni per le politiche del territorio che ha fatto la Regione, non credo che sia una verità. Come tutte le cose c'è una serie di concause e una delle tante può essere questa. Però,se non siamo noi, che siamo i legislatori, quelli che diffondono su tutte le cose che facciamo, non un'idea di speculazione elettorale ma, prima della speculazione elettorale, una riflessione su dove vogliamo portare il nostro popolo in termini di civiltà giuridica, di capacità di riforma, prima o poi questo problema ci cadrà addosso, a tutti. Nell'immediato, guadagnate l'effetto elettorale, ma non va bene neanche che continuiate oggi a dire una cosa del genere perché insinuate nella gente l'idea che una società sarda, moderna, è una società senza regole ed è sbagliato, è sbagliato, perché vi scontrerete prima o poi e perché noi siamo un popolo che ha un ritardo della sua cultura giuridica di aggiornamento rispetto alla modernizzazione, paradossale perché siamo sempre gli ultimi nelle classifiche regionali e siamo sempre in coda a tutti i processi perché abbiamo sempre questa idea di mediare, di fare gradualmente, di chiudere un occhio a destra e uno a sinistra.
E' questo il problema che ci ritroveremo addosso e se un passaggio in avanti dovevamo fare era quello di difendere alcuni presupposti; il ragionamento, lo svolgo dopo, che ho sentito per tutti quegli anni: "Per carità, siamo tutti d'accordo per la tutela del paesaggio...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 373.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dicevo, io non ho incontrato uno, che fosse opposizione, che fosse maggioranza, che fosse costruttore particolarmente interessato, nessun progettista, che mi abbia detto che non era d'accordo per la tutela dell'ambiente, del territorio e del paesaggio. "Per carità, ma state scherzando?". Abbiamo convocato 24 conferenze di co-pianificazione, alle quali hanno partecipato più di 5000 persone e durante le quali hanno parlato più di 800 persone. E' tutto registrato, si può verificare. Cominciavano: "Nessuno è contrario alla tutela del territorio, però c'è questo, però c'è quest'altro, però c'è quest'altro ancora..."; cioè pezzo a pezzo toglievano tutto quello che poteva essere una regola, è come se qualcuno di noi dicesse: "Io sono per l'amore, però non ti puoi incontrare con una donna, devi vivere in un monastero e devi fare voto di castità". E' la stessa cosa, cioè è una contraddizione. Allora quando si dice che dobbiamo tutelare l'ambiente, non è a dire: "Voi avete fatto male", dite voi che cosa bisogna fare, quali sono le azioni. Si possono vincere le elezioni ma si perde l'appuntamento con la civiltà. Questo è il punto. Il tempo trascorre e il resto del mondo corre, così come corrono i fenomeni, i fenomeni negativi sui quali piangiamo ogni tanto.
Guardate oggi, di fronte ai grandi titoli delle polemiche meschine fra i poteri dello Stato, perché non c'è dignità manco lì, che posto ha assunto nei riquadri che a Messina sabato c'è il lutto nazionale, che fa vergogna, fa vergogna per una politica che è alla deriva perché sta smarrendo questi presupposti che dovrebbero essere patrimonio di tutti noi indistintamente. Io considero sempre, anche nel rapporto con voi, che prima di tutto voi siete miei colleghi di lavoro e poi siete antagonisti, siamo antagonisti, ma non prima antagonisti e poi colleghi, è questo il principio della politica. Siccome l'oggetto del nostro lavoro è diverso, dovete scuotervi perché non ci può essere nessuno e nessun interesse che possa comandare alla vostra coscienza e al mandato che avete, che si materializza in comportamenti di libertà, di verità e di quella passione civile che è sempre più rara.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, intervengo anche perché mi incuriosisce molto il fatto che questo è l'ennesimo emendamento della Giunta regionale. Mi chiedo come mai, questa proposta di legge dovrebbe essere oggetto predisposto dalla Giunta regionale, allora mi chiedo come mai, poi mi prenderò anche la briga di andare a contarli, ma mi sembra un'assurdità. E' abnorme insomma che si debba continuamente addirittura anche precisare i termini, puntualizzare i termini. Ciò è la dimostrazione che questo articolato non è frutto di un'analisi ragionata che vede, appunto nella formulazione della legge, la possibilità di dare ai cittadini l'implemento volumetrico, quindi un'opportunità di vita migliore, e dall'altro canto produrre l'effetto benefico della implementazione dell'attività economica e quindi anche un favore alle imprese - in questo caso - edili interessate.
A mio avviso, non dovrebbero essere solo quelle perché, se è vero come è vero, come anche in questo caso ogni tanto si fa riferimento alle ragioni di premialità legate al miglioramento energetico, anche in questo caso mi sembra una legge un po' sconnessa, non mi sembra una legge fatta su un ragionamento, altrimenti io credo che sarebbe stato opportuno cogliere le opportunità. L'ho già detto un'altra volta, mi ripeto, però se è vero che il progetto è un progetto anche di sviluppo e di incremento economico, la economicità, cioè il valore aggiunto, non è solo dato dal mattone, ma quando parliamo anche del miglioramento termico, anche sotto questo profilo potrebbe esserci l'occasione per dare una mano alle altre categorie produttive che possono produrre prodotti tipici utili per la coibentazione delle case, quindi quei materiali che possono essere migliorativi per quanto riguarda appunto questo aspetto.
Quindi anche in questo caso vedo che è davvero molto buttata lì in maniera pressapochista perché non si giustifica questa abnorme presenza di emendamenti continui della Giunta. Non è una proposta della Giunta, ma evidentemente è una proposta che proviene non so da chi, ma neanche mi sembra dalla maggioranza, visto e considerato che la maggioranza non supporta l'articolato con interventi che possono metterci a confronto e quindi dire: "No, il nostro ragionamento non è pertinente perché l'intenzione dell'intesa è quella". Insomma, è davvero una legge che lascia molto perplessi noi che la dibattiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo perché questo è argomento molto importante, molto, tra tanti che stiamo trattando. C'è anche qui il tentativo di cercare di inserire in una normativa temporanea, anche abbastanza contraddittoria, e non ripetiamo quello che abbiamo già detto, la possibilità di inserire in questa normativa urbanistica, anche provvisoria, un obbligo, secondo me, prioritario degli amministratori del 2009, che vedono in prospettiva, oltre la punta del loro naso, la necessità dell'approvvigionamento energetico complessivo, vedono che la voce relativa al risparmio energetico può essere uno dei punti che consente di rispondere al meglio alle emergenze climatiche alle quali, ahimè o ahinoi, il pianeta si trova ad essere interessato.
E' un problema primario e prioritario perché il risparmio energetico è stimato, ove venisse veramente applicato con criteri rigidi e rigorosi, sul valore di circa il 30 per cento dell'energia disponibile; e, quando parliamo di energia disponibile, parliamo di bariloni di petrolio, parliamo di proposte farlocche sul nucleare, almeno farlocche per quel che riguarda me, di tutta una serie di altre proposte, proposte che danno il senso profondo della necessità di una rivoluzione nei metodi costruttivi. Badate, non siamo neanche all'anno zero, assessore Asunis, perché ci sono esperimenti interessantissimi, fatti in altre regioni europee, che hanno dato dei risultati eccezionali.
Per cui, al di là del fatto che mi sembra molto limitativo fare il richiamo solamente al cambio da decreto legislativo al decreto ministeriale del 2009, anche in questo caso, Assessore, perché non si tenta di andare oltre quelle che sono le linee che sono state proposte in legge?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io sono sorpreso che l'onorevole Agus, che mi ha preceduto, considerasse abnorme il numero di emendamenti presentati dalla Giunta, innanzitutto è un numero non dico modesto, ma insomma è un numero che ci sta, mentre quello che considero abnorme, o perlomeno strano, è che la Giunta in un provvedimento di legge che, possiamo dire, Assessore, è un po' "a chilo", cioè, ce n'è un po' per tutti, 10 per cento, poi diventa il 30, il 35, 40, il 45, in un provvedimento di legge che non è proprio raffinato nella previsione di chi ne beneficia, perché parla veramente a una quantità, io glielo richiedo, Assessore, so che lei mi risponderà, coinvolge potenzialmente 500 mila unità abitative. Allora, in un provvedimento così, un po' un tanto "a chilo", se guardiamo all'articolo 5, cominciamo con una base del 30 per cento, però se poi c'è una diminuzione del 10 arriva al 35, nella fascia della delocalizzazione arriva al 40, nella fascia dei 300 metri se poi lo sposta arriva al 45. E' un po' "a chilo" questo provvedimento, cioè un po' grezzo.
Allora in un provvedimento di questo tipo, che poi si inseriscano degli emendamenti che cercano di precisare il decreto secondo il quale deve valere per verificare il risparmio energetico, mi sembra un tentativo un po' come mettere un fiorellino nella testa di un elefante, Assessore, è un tentativo così, anche simpatico, ma che non nasconde la brutalità di questo provvedimento. Tra l'altro, Assessore, lei mi deve spiegare che senso ha parlare di risparmio energetico, se non è un modo per dare volumetrie pari al 45 per cento, quando si prevedono interventi integrali di ricostruzione. Perché era già insito che vecchi edifici non rispondessero ai parametri, nel momento in cui li ricostruisco, in automatico raggiungo quei parametri, è diverso per gli edifici che semplicemente restauro, su cui intervengo senza demolizioni, perché devo mettere pannelli, devo cambiare gli infissi. Quindi in realtà, anche qui con un po' di brutalità di questo intervento, è un po' un modo mascherato per dire che in questo caso diamo il 45 per cento perché il di più è sempre meglio. Questa è la vera brutalità, la vera cosa abnorme, non gli emendamenti. Presentatene tanti di emendamenti, se servono per salvare la Sardegna, e in qualche modo diminuire la brutalità di un testo di legge, che merita solo di tornare in Commissione. Mi creda, Assessore, lo faccia e io le dirò grazie.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 218.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 218 pone delle condizioni sul rispetto degli indici di prestazione energetica. Ho già detto prima che le previsioni che avete messo voi nella vostra proposta, che porta avanti la Giunta, sono anche abbastanza minime, stiamo parlando del 10 per cento di prestazione. Ora, a parte il fatto che sarebbe stato necessario quanto utile entrare più nel merito, perché avendo noi una condizione geografica particolare, e trattando anche di alberghi che lavorano stagionalmente, avremmo dovuto affrontare il problema del riscaldamento invernale e il problema del raffrescamento estivo in termini diversi e prestazionali, perché, detto così, come è definito, la norma della "192" lascia liberi di poter realizzare quell'indice prestazionale al 10 per cento, cumulato o da una parte o dall'altra, ma ignorando fondamentalmente la dinamica dell'abitazione, sia quelle residenziali che hanno bisogno di entrambe, che quelle stagionali che magari non hanno bisogno di entrambe.
Ecco perché noi, anche nell'emendamento precedente, che è stato bocciato, abbiamo voluto distinguere una percentuale maggiore, perché, anche dal punto di vista diciamo formale, a una regalia si dovrebbe rispondere con un vantaggio. Ma che vantaggio otterremo nel complessivo, se ci limitiamo a dare un 10 per cento? Quando peraltro, essendoci un decreto ministeriale collegato alla "380", che impone che dal 2009 ci sia un obbligo di tutt'altra natura, avremmo potuto ottenere un risultato migliore se proprio nel momento in cui stiamo dando premi, chiediamo un livello prestazionale maggiore.
Questo problema ci sfiora, ma il problema del contenimento dei consumi energetici badate che non si risolve solo discutendo di costruire o no campi eolici, ma soprattutto cominciando a educare civilmente i cittadini a economizzare e utilizzare condizioni diverse. Non voglio sentire strumentalizzazioni sui parchi eolici, perché oggi i parchi eolici sono un affare, sono solo un affare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Diceva bene l'assessore Sanna, noi oggi come centrosinistra abbiamo presentato una mozione sui parchi eolici per spiegare che oggi i parchi eolici sono un affare per chi li fa, sono investimenti privi di rischio imprenditoriale, gli incentivi statali di fatto premiano sulla base dell'energia prodotta e non dell'energia utilizzata, e ci troviamo di fronte al paradosso che, per effetto di quelle autorizzazioni indiscriminate, che vengono date dallo Stato per i campi a mare, e dalla Regione che in maniera non virtuosa ha spezzato il legame tra le previsioni del Piano energetico regionale e gli effettivi benefici che dovremo avere per quegli impianti nella nostra Regione, ecco, i nuovi impianti, per effetto di questa rinuncia e deregolamentazione della Regione, rischiano di avere solo un impatto paesaggistico e nessun beneficio per la Sardegna in termini di minore emissione di CO2 o di minore utilizzo di centrali termoelettriche da combustibili fossili.
E' un altro esempio del paradosso a cui ci state portando, noi cerchiamo di arginare questa vostra furia del laissez-faire, del lasciar libero tutto, e in questo emendamento, su cui annuncio il voto favorevole, proviamo almeno a tamponare. Vede, io non condivido proprio la filosofia del comma 5 perché anche il comma 5 in maniera brutale pensa che un immobile nei 300 metri sia necessariamente un male, pur di spostare, pur di fare volumi, prendo, distruggo magari anche quello che potrebbe essere recuperato, utilizzato, finalizzato! In voi, la cultura del recupero, del restauro conservativo, della cura amorevole di quello che c'è stato tramandato, sia che sia esso paesaggio, sia che sia esso natura, sia costa, ambiente o anche edificio, non esiste! Per voi esiste solo la forza bruta delle ruspe, del cemento, del mattone; qualsiasi cosa ci sia, va distrutta, abbattuta, trasferita, regalato un premio volumetrico perché l'idea di recuperare qualcosa, vi terrorizza, l'idea che si possa lasciare qualcosa così com'è, vi terrorizza!
Perciò io sono favorevole a questo emendamento, colleghi, e vi invito maggiormente alla cura amorevole dei beni della nostra terra, smettiamola con la brutalità, smettiamola con questo provvedimento grezzo, rimandiamolo, facciamone un altro che sia veramente utile per i sardi.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 529.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 529.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Letto dalla vostra parte questo emendamento ha quel carattere eversivo che invece io dicevo da questa parte verso quel provvedimento, perché qui si cita "nel rispetto delle previsioni del PPR vigente". Ora io non vorrei sembrare neanche quello che alla fine dei conti, avendo avuto una parte nella realizzazione del PPR, ci tenga particolarmente a difenderlo, so che le stagioni politiche vanno e vengono, ritengo al fondo che fare un esercizio di quel genere per la Sardegna era una cosa comunque necessaria, poi si può discutere se sia stata fatta in maniera eccessiva o non eccessiva, però ho una posizione molto laica da questo punto di vista. Ecco perché vi ho detto: siccome non accettate questo principio, fate prima, anzi, forse noi possiamo anche abbandonare l'Aula e lasciarvi approvare questa cosa, se voi ci comunicate di aver notificato al Ministero di avere rescisso unilateralmente l'Intesa con lo Stato e aver adottato la delibera di revoca del Piano paesaggistico. Noi usciamo e vi lasciamo fare tranquilli, abbiamo finito le polemiche perché, dal punto di vista morale, è una posizione giusta e non dirò una parola in Aula su quell'atto perché lo ritengo legittimo, con delle conseguenze politiche, ovviamente, nella dialettica, ma un atto legittimo, un atto moralmente corretto, non questo!
Vedete, quel Piano paesaggistico declina l'idea che lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. La domanda è questa: quello che state facendo ha verificato questo requisito?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La ringrazio, Presidente, scusatemi consiglieri, in riferimento al protocollo d'intesa tra il Ministero e la Regione Sardegna che viene citato in Aula e in riferimento anche al ricorso presentato avverso la delibera del Consiglio comunale di La Maddalena e chiaramente avverso le intese sottoscritte, consegno alla Presidente sia il protocollo d'intesa, sia il ricorso, perché può darsi che qualche consigliere possa aver bisogno di leggere gli atti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, purtroppo essendoci stata concitazione dei ragionamenti, volendo parlare ancora di risparmio energetico sugli edifici, le chiedo se siamo ancora in tema.
PRESIDENTE. Sì, siamo sull'emendamento numero 529, relativo alla fascia dei 300 metri dalla linea di battigia.
SALIS (I.d.V.). Perfetto, io parlerò di "trasmittanza" orizzontale e verticale degli edifici dalla fascia dei 300 metri dal mare. Anche per la fascia dei 300 metri dal mare, Assessore, io penso che sia necessario tentare di fare un ragionamento su una possibile decisione, che mi auguro possa essere condivisa, sulle nuove direttive che intervengono e che sono intervenute e che sono state anche oggetto di emendamenti presentati dalla Giunta sul calcolo del risparmio energetico degli edifici, sia nella fascia dei 300 che dei 2000 metri dalla battigia. E' tema a cui io sono molto sensibile, e penso tutti noi, anche perché il rispetto di questa nuova normativa, riprendo il ragionamento fatto precedentemente, ci porterebbe a risparmiare o a non sprecare, a evitare di buttare, cioè larga parte del nostro reddito, Assessore, del reddito nostro intesi come cittadini, se ne va in fumo perché parte del calore delle nostre abitazioni costruite malamente se ne va via dispersa in un rendimento energetico delle nostre abitazioni che fa letteralmente acqua da tutte le parti.
Ecco perché io penso che questo, ancorché, ripeto, legato a un provvedimento temporaneo e provvisorio, possa però essere un elemento di riflessione, l'importante è che ci consenta di farlo, insieme all'Assessore dei lavori pubblici e all'Assessore dell'urbanistica, complessivamente, perché è un problema che interessa tutti i settori dell'Amministrazione, proviamo a pensare quanto potrebbe risparmiare, Assessore, la Pubblica Amministrazione da un provvedimento che cominciasse a porre le basi serie di un risparmio energetico, a cominciare già dai pubblici uffici e dagli edifici pubblici. Diamo l'esempio in questo caso, non è possibile che si prevedano aumenti di volumetria del 45 per cento a fronte di un risparmio energetico del 15, diamo il segnale che possano andare di pari passo quantomeno…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, appena l'onorevole Salis ha finito di spiegare l'intervento che ha appena fatto ai colleghi della maggioranza, io interverrò, ma molto brevemente sull'espressione "nel rispetto delle previsioni del PPR vigente". Perché questa ostinazione nostra a intervenire su questo tema? Perché questo contrasto, questa contrarietà, sta facendo una cosa buona, finalmente diamo la possibilità a tutti di attrezzarsi, di farsi una stanza in più, un piano in più, un palazzo in più, una città altra diversa da quella che è stata vista dalle amministrazioni comunali, dagli organi di amministrazione democraticamente eletti. Ma perché questi si oppongono a un atto di bontà dell'Istituzione? Perché sono contro il popolo che vuole costruire, costruire, costruire, per quale ragione? Sembra una roba da matti, si dice: ma guarda questi, impediscono ai poveri disgraziati di farsi una stanza in più, un piano in più, un palazzo in più, un'altra città, per quale ragione?
Allora, c'è una ragione, io ve la vorrei spiegare, e la ragione è che purtroppo questa norma, proprio perché crea una possibilità così generale e diffusa di intervenire a costruire, a realizzare nuove volumetrie, in modo assolutamente abnorme e fuori da una regolazione che invece fornisce la pianificazione, impedisce la realizzazione, in modo ordinato, attraverso gli strumenti della pianificazione, dei nostri centri urbani, proprio per questo determinerà un danno. Cioè la cosa che voi proponete, badate, è di nascondere dietro una cortina di fumo, che è questa generalizzata liberalizzazione delle volumetrie, qualche cosa che pensate sia utile o vantaggioso fare; ma perché non vi siete concentrati su quelle utilità e su quei vantaggi?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, vede, noi abbiamo un'ostinazione che è quella di provare a farvi salvare qualcosa in questa legge, perlomeno la fascia dei 300 metri, perlomeno riportare quegli interventi nell'alveo di quello che è ammesso e consentito dal Piano paesaggistico regionale. Io credo che sia corretta l'osservazione dell'onorevole Sanna: se proprio questo Piano paesaggistico regionale dà fastidio, revochiamolo, oppure utilizziamolo.
In questo provvedimento, noi veramente deroghiamo a tutto, deroghiamo a tutte le norme e agli strumenti urbanistici comunali e deroghiamo anche a quello strumento, che dovrebbe darci delle linee guida, che ci consente di fare degli interventi. Ci ricordava anche l'onorevole Giacomo Sanna stamattina che ci sono stati almeno 300 interventi nel corso della scorsa legislatura sotto forma di intese, pur a Piano paesaggistico vigente. Quindi, dimostra che intese selettive, su progetti che siano coerenti con il Piano paesaggistico (poi non è detto che lo siano veramente, non è detto che non possano essere impugnati), si possono fare.
Allora, il partire già dal presupposto che bisogna derogare per derogare dà un messaggio, a mio avviso, distruttivo e diseducativo verso le nostre comunità, perché noi stiamo dicendo che se c'è la regola non si può fare, all'interno della regola non si può operare, la regola è un vincolo, la regola è un impedimento, la regola è un laccio, che sia lo strumento urbanistico del Comune, che sia il Piano paesaggistico, che siano le altezze che devono essere in deroga, che siano quelle dei confini, insomma stiamo dando un messaggio profondamente diseducativo.
Allora, io credo che noi dovremmo avere il coraggio di pensare interventi e di pensarli all'interno delle regole che ci siamo dati, è questo il senso dell'emendamento che noi riproporremo con ostinazione, come con ostinazione le chiederemo di ritirare questo provvedimento di legge, grezzo e un po' brutale, per provare a ragionare insieme e per farne veramente uno che sia effettivamente di utilità ai sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io non so se si è capito nei tanti interventi, che ho fatto e abbiamo fatto tra i giorni scorsi e oggi, rispetto a questo provvedimento di legge, che non siamo d'accordo. Però volevo provare a fare un altro ragionamento: poniamo che qualche parte di questa legge sia anche positiva (io non ne intravedo perché non mi convince tutto l'impianto), però se pure qualche piccola parte fosse positiva, nel momento in cui noi non teniamo conto di quello che si dice in questo emendamento, cioè "nel rispetto delle previsioni del PPR", noi, come più volte il collega Gian Valerio Sanna ha detto, stiamo creando le premesse perché neanche quel pochissimo di buono che può esserci possa essere di fatto realizzato.
Allora a me dispiace trascorrere qui venti giorni, dalla mattina alla sera e forse anche durante la notte, a discutere di tante cose e poi veder vanificato il tutto perché non può essere utilizzato; ma la cosa peggiore è destare tra la gente comune un'attesa molto spasmodica, tutti stanno in attesa di questo fantomatico piano, e poi, tra qualche mese, dovremo dir loro che, purtroppo, c'è stato qualcosa che non ha funzionato, c'era un Piano paesaggistico in vigore, del quale avremmo dovuto tener conto, non ne abbiamo voluto tener conto e qualcuno ce l'ha ricordato dicendoci "sarà per un'altra volta, la prossima volta fate un intervento che sia più rispettoso delle norme vigenti, create le condizioni perché ciò che ritenete utile possa essere realizzato e ne riparleremo". Se questa è la condizione, io credo che probabilmente nemmeno quello 0,9 o 0,1 per cento di fatti positivi che sono contenuti in questa legge potranno vedere la luce.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 529.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 22
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per sapere un po' com'è l'organizzazione della serata. Faccio una proposta che raccoglierà anche, secondo me, l'unanime adesione di tutto il Consiglio: proporrei di fare una sospensione dalle ore 21 fino alle ore 22 e 30 perché deve andare in onda "Anno Zero" sul lodo Alfano. Se è possibile.
PRESIDENTE. Se voleva farci sorridere, onorevole Salis, ha raggiunto l'obiettivo. Io direi di terminare l'esame dell'articolo 5, sospendere per una mezz'ora e poi riprendere a oltranza.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei sapere cosa si intende per "a oltranza": vuol dire fino a domani?
PRESIDENTE. No, non esageriamo. Significa senza un orario ben preciso, valutiamo l'andamento dei lavori dell'Aula.
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 431. Nel testo dell'emendamento è scritto: "L'emendamento numero 374 è sostituito dal seguente…", è un errore perché è un emendamento aggiuntivo all'emendamento numero 374.
Metto in votazione l'emendamento numero 431.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo poi successivamente la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 431 è definibile un pannicello caldo, sostanzialmente, messo dentro questo disastro. Sostenere che le disposizioni di questo articolo, cioè che lo spostamento degli immobili non può avvenire, non riguardano le aree dichiarate con pericolo idrogeologico e pericolosità idraulica e dire che queste abitazioni non possono essere ricostruite in aree a pericolosità idraulica mi sembrerebbe un'ovvietà. Non capisco che cosa ci stia a fare.
Il problema che voi avete invece è nella misura in cui questa volontà sottende all'idea di smantellare il piano paesaggistico e quello che gli è collegato, perché se valesse il piano paesaggistico non avreste bisogno di questo, perché è già detto lì quello che si può fare e dove si può fare, il fatto che abbiate l'esigenza di indicarlo è del tutto evidente che ignorate la presenza e la portata della pianificazione in essere.
Secondo argomento, non c'è molto da fidarsi degli studi che sono avvenuti fino adesso, perché oggi come oggi, rispetto alle cose che stanno avvenendo, già quella pianificazione, il piano di assetto idrogeologico è comunque un buon riferimento che andrebbe rispettato sempre e comunque, ma lo stesso dovrebbe essere visto in aumento perché la caratterizzazione di cui ha bisogno, rispetto ai mutamenti climatici, mette le situazioni che voi chiamate di media elevata pericolosità in una condizione già a rischio, fortemente a rischio, a un livello più alto. Oggi il sistema del cambiamento climatico sta mettendo a rischio aree a bassa pericolosità che sta aumentando sempre di più. Basta leggere il rapporto della Forestale, bastavano pochi minuti e a Capoterra sarebbe crollata la diga con una complicazione incredibile, eppure quella diga era stata concepita in un quadro evidentemente di sicurezza, ma poiché il bacino era totalmente insicuro per le urbanizzazioni che sono state collocate in maniera impropria, il rischio è diventato incredibile.
Ecco perché è un pannicello caldo che poco serve. Bisognerebbe fare un ragionamento di fermezza sul rispetto della pianificazione regionale, quella che noi abbiamo fatto anche per dare...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, io non ho capito, l'emendamento che siamo discutendo è sostitutivo o aggiuntivo? E perché lo stiamo discutendo, non dovremmo discutere prima il testo?
PRESIDENTE. No, perché è un emendamento all'emendamento. E gli emendamenti all'emendamento si votano prima dell'emendamento anche se sono aggiuntivi.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il tema è un tema che mi interessa particolarmente perché si collega alla vera questione di questo provvedimento ma direi anche di alcune carenze che sono state registrate nella normativa regionale e non solo in materia di gestione del territorio.
Pensiamo a una cosa soltanto, io non sono un grande tecnico capace di calcolo, però mi si dice che le cubature aggiuntive che si consentono con questo provvedimento sono complessivamente così elevate che rendono assolutamente non attuali tutti gli interventi, tutta la pianificazione in termini di gestione del territorio, ivi compreso il PAI, si chiama così.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che domani se si verificasse che tutte le volumetrie che sono assentite con la legge venissero realizzate, noi dovremmo ridisegnare, ripianificare tutto il sistema della infrastrutturazione e della gestione ai fini della sicurezza del territorio. Ma non solo: tutto ciò che verrebbe realizzato fuori dagli indici previsti per la pianificazione dagli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti dovrebbe essere sommato a quella pianificazione, quindi rifatti tutti i piani e questi piani riadattati rispetto ai piani sovraordinati come il piano paesaggistico. Un sistema contorto, assolutamente impossibile sotto il profilo giuridico e anche tecnico.
Nel frattempo quanti morti dovremo registrare tra coloro che vivono dentro i sottani, che vivono dentro gli scantinati legittimati con questo provvedimento? Badate, riflettete, su questo riflettete, perché diventerebbe una responsabilità pesante anche sulla coscienza degli individui che lo votano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Assessore, bisogna veramente dire che alla fantasia non c'è un limite, ormai è chiaro che il motore del mondo è il mattone. Guardi, lei mi ha convinto, ho fatto i calcoli, con questo emendamento raggiungiamo il record di questa legge, siamo arrivati al 56 per cento di incremento volumetrico. Io le faccio i complimenti perché aspettavo questo momento per dire che, con questo emendamento, siamo riusciti a fare qualcosa che aumenta le volumetrie esistenti del 56 per cento. Probabilmente nel corso della legge riusciremo ad arrivare al 70 o all'80.
Ma il problema, Assessore, è che qui stiamo perpetuando un altro inganno verso i sardi perché probabilmente domani l'Assessore dirà: risolto il problema delle zone a mare di Capoterra, abbiamo con questo emendamento trovato la soluzione, prendiamo tutte le zone a mare di Capoterra - circa 10.000 abitanti con cubature conseguenti di svariati milioni di metri cubi - e, grazie alla magia di questo emendamento, aumentando tutto del 56 per cento, risolviamo il problema. Costruiamo una new town che si finanzia da sola con gli incrementi volumetrici. Peccato, Assessore, che le zone retrostanti alle zone a mare di Capoterra abbiano gli stessi problemi, che progettare delle new towns che veramente risolvono i problemi per migliaia di persone è una cosa un po' più complessa che presentare un emendamento di questo tipo; peccato che i problemi delle zone residenziali in zone a rischio idrogeologico non si risolvono uno a uno ma si risolvono con piani complessivi; peccato che oggi le zone anche a basso o cosiddetto a basso rischio idrogeologico per effetto dei mutamenti climatici come la stessa zona alluvionale di Capoterra diventano ad altissimo rischio idrogeologico. Peccato che avevamo uno studio finanziato in finanziaria che aveva proprio il compito di riclassificarle. Qui stiamo dando l'ennesima finta risposta. Bastava fermarsi all'ultimo paragrafo e dire che in quelle zone non si può fare e rimandare a un provvedimento apposito un po' più preciso, un po' più puntuale, quello che si dovrebbe fare in quelle zone a rischio idrogeologico.
Io insisto, Assessore, ritiri questo emendamento per il bene dei sardi, smettiamo di ingannarli; voto contro il provvedimento e auspico che torni al più presto in Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessore, le abbiamo detto più volte che contestiamo questo testo di legge proprio per l'aumento di cubature. Se noi stessimo ai vostri ragionamenti la Sicilia dovrebbe essere la Regione più ricca del nostro Paese, cioè se la ricchezza, il benessere delle persone è direttamente proporzionale ai metri cubi e agli immobili costruiti nei 300 metri dal mare o all'aumento di volumetrie, probabilmente la Sicilia e anche altre Regioni del Mezzogiorno d'Italia dovrebbero essere le Regioni più ricche in Italia. Così non è!
Il tasso di disoccupazione è in quelle Regioni come il nostro, se non peggiore del nostro. Noi quindi le chiediamo di rivedere il testo di legge, riportarlo in Commissione perché anche le aree che oggi non sono a rischio, visto ciò che sta accadendo, possono un domani essere zone a rischio, visto l'aumento della piovosità, vista la necessità di un aggiornamento continuo anche del piano per l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico o frane eccetera eccetera eccetera. Quindi noi le chiediamo di ritirare questo emendamento, perché non è con l'incremento di volumetrie che ci sarà un miglior sviluppo per la Sardegna, non è con l'incremento di volumetrie che noi salvaguarderemo le nostre coste, non è con l'abuso, l'uso e il consumo dell'ambiente che noi daremo uno sviluppo alla nostra Regione.
Ci sono altre priorità e noi le abbiamo segnalate. E' sufficiente anche affacciarsi da questo palazzo e guardare i palazzi che circondano la sede del Consiglio regionale per vedere le brutture di edifici che non sono sicuramente armoniosi col contesto del centro storico, il blocchetto unito al cemento, al mattone e all'eternit, le tante e tante facciate, prospetti principali che non sono intonacati. Insomma, ci sarebbe bisogno di tanti interventi diversi, sicuramente non di nuova cubatura, proprio perché comuni e privati, enti locali e persone, singoli cittadini, oggi non sono nelle condizioni di garantire neanche la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili esistenti. Per questo il voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per mettere prima di tutto in evidenza un aspetto, che mi fa venire un po' in mente come a volte si è curiosi nel proporre emendamenti, che è stato a gran voce chiesto di ritirare e poi per sottolineare un aspetto del vostro atteggiamento. Non so se siete preoccupati dalla quantità o se sottovalutate la pericolosità, ma se voi siete convinti di questo provvedimento, non sarebbe sufficiente scrivere "di dichiarata pericolosità"? Io credo che ci sia da preoccuparsi se il terreno è indicato come un terreno che ha una sua pericolosità, invece voi la specificate, la pericolosità è esclusa, e fate riferimento alla pericolosità elevata e a quella molto elevata. Io non so se siete preoccupati dal fatto che la pericolosità semplice comunque creerebbe problemi. In ogni caso vi suggerisco che, comunque, anche senza premialità volumetrica, si tenga conto di quell'edificato in territori e aree che hanno una pericolosità, e comunque siano prese in considerazione, perché anche laddove esiste una pericolosità possono succedere le disgrazie a cui siamo stati abituati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, io penso che con questo emendamento possiamo aiutare l'onorevole De Francisci ad arricchire il proprio elenco. Questo, colleghi, è l'ennesimo inganno che c'è all'interno di questa legge, l'ennesimo. Perché questo qui è un emendamento privo di efficacia, è un imbroglio. Chi è che non ha i soldi per comprarsi il terreno e per farsi la casa che si potrà spostare da una zona a rischio? Ma chi volete prendere in giro? Perché non si propone un Piano e si accompagna questa norma sacrosanta con un piano di delocalizzazione di quegli edifici? Diversamente questa cosa qui è priva di qualsiasi efficacia, servirà solo a voi e all'Assessore per andare sulla stampa e dire: "Siamo in condizioni di spostare quelle case che sono in zone a rischio idrogeologico". E' un inganno! Noi voteremo contro perché non siamo disposti a partecipare insieme a voi a imbrogliare i sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). L'onorevole Cuccu mi sembra abbia già anticipato la tematica importante, questo emendamento dà un senso, secondo l'intento dei proponenti, per risolvere i problemi di chi è in una situazione di estrema pericolosità, quale può essere quella di un territorio come quello di Capoterra; è stato già detto più volte, si pensa di poter dare nuove aree. Adesso, al di là di quello che giustamente l'onorevole Cuccu, che mi ha preceduto, diceva, cioè con quali soldi si può fare questa cosa qui, qual è il problema degli abitanti di quei territori in questo momento? E' dare loro o una messa in sicurezza reale, perché, è stato già detto, spostare 10 mila persone credo che sia particolarmente difficile, se non impossibile, oppure pensare veramente al risanamento idrogeologico di quel territorio. Io voglio approfittare per dire che noi, in Consiglio, abbiamo un progetto di legge che è in attesa di essere discusso proprio sulla messa in sicurezza di quel territorio, io non vorrei che veramente accadesse quello che abbiamo visto a Messina, dove, a due anni di distanza, si è ripetuta un'alluvione terribile, che questa volta ha provocato morti. Io credo che questo Consiglio abbia il dovere morale e anche politico di affrontare questo provvedimento di legge, e cercare di farlo proprio al più presto in modo che i lavori inizino subito.
Ma, al di là di questo, ritornando all'emendamento, esiste veramente il problema di dove costruire. Per esempio, costruire ancora nel territorio di Capoterra è una cosa che forse che non ha alcun senso, perché lì non c'è possibilità di costruire. Non è che possiamo però dire alle persone di andare a vivere da un'altra parte, ammettendo che questo emendamento abbia un senso. Io ritengo che non sia assolutamente adeguato anche per le realtà più in crisi. Quindi, bisogna fare un vero discorso di messa in sicurezza del territorio e, io ripeto, Messina ha avuto questo destino.
Mi piace ricordare, anzi mi dispiace ricordare che il Governo italiano per la Sardegna, non solo per Capoterra, ha previsto 6 milioni di euro, mentre 1 miliardo di euro per la messa in sicurezza di un territorio della Sicilia; lo dico soprattutto ai colleghi di maggioranza, per la Sardegna ha messo 6 milioni di euro! Io credo che sia una vergogna, al di là del fatto che sia giusto che Messina abbia un intervento forte.
Invece noi siamo in questa situazione difficile, senza messa in sicurezza del territorio, con un emendamento che, appunto, come ha detto il collega Cuccu, inganna le persone, perché tanto, poi, per fare queste cose ci vogliono sempre risorse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo solo per fare una proposta, signora Presidente. Visto che il risanamento idrogeologico è talmente importante, io proporrei agli esponenti del centrodestra, all'onorevole Mario Diana, al Capogruppo in particolare, se fosse possibile, visto che il Governo ha previsto…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, lei dovrebbe fare la dichiarazione di voto, perchè siamo in fase di votazione e non può essere interrotta.
SALIS (I.d.V.). E' un emendamento orale.
PRESIDENTE. No, non è un emendamento orale.
SALIS (I.d.V.). No, non si può. Allora lo faccio la prossima volta. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 431. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 374.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 374.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 24
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Di conseguenza decade l'emendamento numero 431, che era stato approvato perché era un emendamento aggiuntivo.
Metto in votazione l'emendamento numero 220.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Dopo quello che è successo, si potrebbe dire: "Chi troppo vuole, nulla stringe". Questa specie di delirio che ci ha preso trova dei limiti, e noi siamo contenti che ci sia stato un sussulto di consapevolezza anche nella maggioranza, che dimostra così un anelito di consapevolezza su un provvedimento, Assessore, sul quale, in tutta evidenza, credo che lei debba seriamente riflettere se riportare in Commissione.
(Interruzione)
Vede, onorevole Sanna, io le ho già detto, e confermo… Presidente, le chiedo…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Sanna, onorevole Bruno.
PORCU (P.D.). Io chiedo di recuperare il tempo, Presidente.
PRESIDENTE. Non si preoccupi, perché come si aziona il microfono del Presidente, il tempo s'interrompe. Invito i colleghi a prendere posto. Grazie. Prego, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). L'ho già detto prima, credo che a poco serva richiamare quanto è successo nella scorsa legislatura, perché nella scorsa legislatura abbiamo cancellato certamente convenzioni, abbiamo cancellato cubature, e siamo anche disponibili, lo dico all'onorevole Sanna, siamo anche disponibili e sono personalmente disponibile a firmare con lei un ricorso, nelle sedi che lei riterrà opportune, su eventuali autorizzazioni conseguenti a intesa che dovessero risultare non compatibili con il bene paesaggistico, io sono pronto a analizzarle insieme a lei.
L'emendamento numero 220, sul quale, comunque, dichiaro il mio voto favorevole, tenta in qualche modo di frenare la possibilità di applicare le previsioni dell'articolo 5 alle zone A. E' un altro tentativo, Assessore, uno, anche per un sussulto di consapevolezza della maggioranza che evidentemente comincia a capire la portata di questo testo, l'abbiamo frenato poco fa, un altro è questo; credo che questo provvedimento abbia uno spettro troppo ampio, troppo vasto, le cui conseguenze non sono facilmente prevedibili, colpisce i centri storici e le coste e credo che anche l'emendamento numero 220 vada nella direzione giusta per renderlo più selettivo. Io voto a favore e la invito, ancora una volta, a riflettere sull'opportunità di ritirare questo provvedimento e farne uno che sia veramente per la prima casa e sia veramente di aiuto a chi la casa non ce l'ha e a chi ha più bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento cerca di coordinare in maniera più completa l'azione che si vuole proporre. I colleghi sanno che la Regione, e anche lo Stato, stanzia sistematicamente dei contributi per l'abbattimento delle barriere architettoniche e per l'accessibilità e la visitabilità degli alloggi. Ora, nel momento in cui noi facciamo un provvedimento di liberalità urbanistica, una sorta di regalia, mi sembrerebbe perfino ovvio che debbano essere risolti, contestualmente a questa fase, tutti quei problemi che diversamente troverebbero una richiesta di finanziamento presso i comuni, quindi presso la Regione e lo Stato, per avere dei contributi per rendere le abitazioni accessibili, adattabili e visitabili. Ora, io credo che questo sia anche un elemento che dà il tasso di modernizzazione di un popolo, cioè prima pensavamo che questi problemi riguardassero… Presidente, so che sono preoccupati per problemi loro, però, io sto parlando.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Sanna, prego i colleghi di prendere posto e chi deve conversare lo faccia fuori dall'aula, perché il brusio disturba chi sta intervenendo. Grazie. Prego, onorevole Sanna
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ringrazio il collega Sanna che, invece, è sempre in religioso silenzio. Quindi il problema è: che cosa vi comporta, quale tradimento all'ideologia principale comporta se si accompagnano tutti questi interventi, tutti, quelli di tutti gli articoli, non solo di questo articolo, con l'idea che, dove si sono avuti i benefici di questa legge, non si possano chiedere poi i benefici per l'abbattimento delle barriere architettoniche, perché viene messo come fattore prioritario, ma che cosa vi guasta? Che cosa vi cambia? Evidentemente non è nelle vostre preoccupazioni principali, perché diversamente un'azione legislativa tende in qualche modo a vedere, a mettere insieme costi e benefici in un momento nel quale certamente la Regione sta aprendo a dismisura.
Tenete presente che il problema che si risolve con fondi pubblici, anche nell'edilizia residenziale pubblica, in questo caso non si può risolvere con quelle risorse;, è lo stesso problema della sicurezza, dobbiamo garantire efficienza energetica e tutti i livelli di modernizzazione che le nostre abitazioni hanno. E' un altro elemento che poniamo alla vostra attenzione per dire come siete stati molto distratti, colposamente distratti anche in questo campo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Io voglio richiamare il fatto che, qui, manca qualche consigliere, anche della maggioranza, che spesso fa delle battaglie, per permettere alle categorie che qualcuno chiama svantaggiate un loro progresso civile e sociale. Per questo io raccomando a tutti di votare a favore di questo emendamento, che è un emendamento fondamentale. Quando si afferma che gli interventi che devono essere fatti devono essere fatti nel rispetto dell'accessibilità, dell'adattabilità e della visitabilità, atti ai fini del superamento dell'eliminazione delle barriere architettoniche, lo dico (anche al collega Gian Valerio Sanna) perché è un fatto prioritario, è un fatto fondante, è già obbligatorio di per sé dalla legge, però votare a favore è quasi un dovere morale, secondo me. Lo dico ai colleghi in maniera asciutta perché non si può non votare a favore di un emendamento che dice che il lavoro che viene realizzato deve essere fatto secondo i criteri di visitabilità, accessibilità e adattabilità per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
Io penso che vada chiesto il voto elettronico palese, è una cosa talmente fondamentale, come diceva anche prima bene l'onorevole Gian Valerio Sanna, che va assolutamente votato verde. Io sicuramente voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io vorrei proporre all'Assessore di ritirare l'emendamento con questa motivazione. Gli interventi di cui stiamo parlando, cioè quelli previsti al comma 3, richiedono un'approvazione da parte del Consiglio comunale e la stipula di apposita convenzione. Stiamo parlando di immobili che possono far parte del tessuto urbano, perché la fattispecie al comma 3 include tutti i casi compresi nella fascia dei 300 metri. In questo caso stiamo parlando di città sulla costa.
Io credo che vincolare… no, io sto parlando dell'emendamento numero 370…. allora mi scuso. Se siamo all'emendamento numero 220, benissimo, io non ho difficoltà, anticipo il discorso, glielo farò al prossimo emendamento e lo riprendo dopo, lei intanto inizia a pensarci, così magari accoglie la mia proposta di ritiro.
Allora, il comma 6 sostanzialmente pone un vincolo, cioè impedirebbe alle opere di ricostruzione e di demolizione di applicarsi nelle zone omogenee A, sostanzialmente evita che ci sia un via libera per queste zone pregiate e semplicemente sostituisce questa possibilità con ulteriori vincoli che devono applicarsi all'insieme delle opere previste di ricostruzione e demolizione che devono in questo caso ricomprendere anche l'eliminazione di barriere architettoniche per eventuali disabili. Io credo che sia un emendamento che, da un lato, elimina una possibilità, dall'altra introduce una selettività di interventi importanti dal punto di vista sociale; Assessore, io non vedo la difficoltà ad accoglierlo e le chiedo di rivedere la sua posizione e, in ogni caso, dichiaro che il mio voto all'emendamento numero 220 sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, andiamo a discutere sugli interventi realizzati nel rispetto, noi diciamo, delle prescrizioni tecniche contenute nel decreto ministeriale numero 236, cioè prescrizioni necessarie a garantire accessibilità, adattabilità, visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata. Questo emendamento sta nella linea delle raccomandazioni che noi ci siamo permessi di fare in ordine al contenuto principale di questo provvedimento, cioè questo provvedimento ha due contenuti principali: uno è quello del generale, sistematico incremento di volumetrie; l'altro è quello del superamento e dello smantellamento della normativa vigente. Quale normativa? Quella pianificatoria posta in essere dagli enti locali, quella urbanistica paesaggistica posta in essere dalla Regione. E come fa questa operazione?... Io capisco che la maggioranza ha qualche problema di ordine tecnico, Presidente, ma non si capisce nulla, sospendiamo, io riprendo a parlare dopo la pausa.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, mi sembra che siamo nelle condizioni di poter parlare. Non mi sembra che ci siano problemi. Prego onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sospendiamo adesso, forse è meglio. Posso parlare? Perché se mi volete ascoltare...
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non ci puoi obbligare.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cioè, non c'è l'obbligo dell'ascolto qua, si parla tanto per parlare! Ripeto i due concetti. Primo, incremento delle cubature come strumento di smantellamento della normativa. Smantellamento della normativa come strumento di accrescimento delle cubature. Cioè, una cosa che ha del perverso, nessun torturatore urbanistico avrebbe potuto pensare di meglio. Io che mi sono sempre sforzato di capire quali sono i meccanismi giuridici che stanno alla base dei provvedimenti di questa natura, devo dire che, tolto questo molto elementare e duplice aiuto, tra cubature e obiettivi di smantellamento normativo, non riesco a vedere altro, vedo solo un orizzonte che è quello della devastazione, del caos edilizio...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, questo emendamento numero 220 ha una duplice valenza. La prima sostituisce il comma 6 dell'articolo 5, quello che, ne abbiamo parlato prima, consente la devastazione dei centri storici quindi la demolizione di edifici all'interno dei centri storici senza che questo sia previsto dai Piani particolareggiati. La seconda valenza, che è quella più importante, a mio avviso, è contenuta all'interno del testo dell'emendamento, è una valenza di carattere sociale perché consente e dà l'obbligatorietà a chi usufruisce di una premialità... Presidente, forse lo stato confusionale della maggioranza ci suggerisce una sospensione...
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, prosegua pure. E' nel corso di tutta la serata che ci sono state interruzioni. Prego.
CUCCA (P.D.). Sì, tutta la serata è in stato confusionale, però, forse è meglio che aspettiamo. Comunque, Presidente, io riprendo da dove mi sono interrotto. Dicevo, ha carattere sociale, perché? Perché, a fronte di una premialità che viene concessa dalla Regione, una premialità in termini volumetrici, si impone, a questo punto, di intervenire all'adeguamento degli edifici per l'abbattimento delle barriere architettoniche; diversamente, se si dovesse intervenire in altri momenti per abbattere le barriere architettoniche, bisognerebbe accedere a un altro beneficio da parte della Regione che è la richiesta di un contributo. La Regione sta già intervenendo dando una premialità, un beneficio, quegli edifici lo stanno già avendo, tanto vale - anche se nessuno ascolta - tanto vale che questi benefici vengano estesi direttamente in questo momento e si obblighi chi fa questi interventi ad adeguare gli edifici alle barriere architettoniche.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'opportunità di questo emendamento nasce dal fatto che, in molti edifici, ancora quelli che si costruiscono ora, non si è provveduto a soddisfare il richiamo del decreto ministeriale numero 236. Però, il riferimento lo faccio soprattutto a quegli edifici che dovrebbero mettersi a norma; è come la storia dei garage che, pur essendo una pertinenza fondamentale dell'abitazione, con l'avallo dei notai che stipulano la compravendita, ai proprietari viene consentito vendere, perché non utili loro, scorporandoli dall'appartamento. Questo è un fatto grave perché, a parte il conflitto con le norme esistenti, io compro un appartamento senza garage e, pur avendo bisogno di un posto auto, non potrò soddisfare la mia esigenza perché l'appartamento che compro non ne dispone più. Altrettanto dicasi per l'abbattimento delle barriere architettoniche che dovrebbero essere obbligatoriamente realizzate e ancor più previste nei casi come questi, in modo particolare soprattutto quando ancora regna l'insensibilità nei confronti di un problema che vediamo tutti i giorni nelle nostre città, nelle vostre vie e nei nostri marciapiedi, persino negli edifici pubblici.
Voi, che siete tutti amanti dello svago e dei bei luoghi e che frequentate Alghero e siete avidi di informazioni turistiche, se vi recaste nei neo restaurati uffici informazioni dall'Assessorato al turismo, vi rendereste conto che un disabile è impedito all'informazione turistica proprio perché il comune, ristrutturando (quindi un ente pubblico che dovrebbe avere oltre un obbligo di legge anche una certa sensibilità), ha realizzato il rifacimento, il restauro degli uffici delle informazioni turistiche senza l'accesso ai disabili e, credetemi, essendo il dislivello molto limitato, sarebbe statofacile realizzarlo. E' veramente un'autentica insensibilità nei confronti di un problema che quindi è opportuno richiamare ancora con una norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, l'emendamento numero 220 ci dà l'opportunità nuovamente di proporre in quest'Aula un ragionamento che abbiamo affrontato precedentemente, quello della necessità che, secondo me, vengano stralciati totalmente da questo testo di legge gli interventi sui centri storici. Questo lo ribadiamo forse fino all'esasperazione perché è un concetto molto importante, Assessore, è un concetto tra l'altro che viene applicato a tutte le altre Regioni, quasi in nessuna altra legge regionale sono previsti aumenti o modifiche nei centri storici, quasi tutte rimandano gli interventi ai Piani particolareggiati. Questo, Assessore, lo dovremmo fare anche noi, è un oggetto molto importante di questo testo di legge, riavere l'opportunità di dare ai comuni la possibilità di pianificare il proprio territorio, pianificare la propria città, il proprio paese, disegnando col Piano particolareggiato i centri storici e permettendo, all'interno di questo, l'utilizzo e la riqualificazione del centro storico.
Noi, penso, successivamente, forse in finanziaria, forse con qualche altro dispositivo di legge, andremo a finanziare i Piani urbanistici e l'adeguamento dei Piani urbanistici al PPR, quindi anche i Piani particolareggiati; invece ci troviamo in queste condizioni a dover pianificare un qualcosa che farà trovare i comuni nelle condizioni di avere un lavoro già fatto, probabilmente e sicuramente con una qualità architettonica e urbanistica totalmente devastata. Io penso, Assessore, che questa sia l'ennesima occasione che ha per ritirare questo comma 6 e riaprire l'opportunità al dialogo su questo tema; insomma penso che, in questa legge, che non voteremo, potrebbe esserci spazio sicuramente per migliorie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 220.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu, Cherchi e Uras hanno votato contro.
Risponde sì il consigliere: Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 36
votanti 35
astenuti 1
maggioranza 18
favorevoli 1
contrari 34
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 21 e 35, viene ripresa alle ore 22 e 30.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 528.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 528 è sempre un emendamento all'emendamento numero 370, continuiamo a provare anche con questo emendamento a riportare quanto previsto dall'articolo 5 all'interno delle disposizioni del Piano paesaggistico. Noi l'abbiamo già detto in tutti i modi che una volta che uno adotta e approva uno strumento pianificatorio non può dare il messaggio esterno che lo deroga, ma deve operare le trasformazioni che sono consentite da quello strumento. Quindi l'emendamento numero 528, come abbiamo fatto per altri emendamenti, riporta gli incrementi volumetrici previsti al rispetto delle disposizioni del Piano paesaggistico, al "528" il mio voto è favorevole e io credo che faremmo bene, in tutti i casi in cui parliamo di ambito costiero, a utilizzare le norme che ci siamo dati anche perché, quando non lo facciamo, mettiamo a rischio, Assessore, il lavoro che stiamo facendo e che state facendo.
Noi stiamo cercando di non farvelo fare perché riteniamo questa essere una pessima legge, ma nel momento in cui voi derogate al Piano paesaggistico, caro Assessore, state mettendo in pericolo questa legge perché ne minate la legittimità e quindi, nel momento in cui darete la prima concessione in zone sensibili, la esporrete a eventuali ricorsi di associazioni di cittadini quindi mettendo in pericolo il lavoro che state facendo. Questo può essere anche un modo, e noi lo utilizzeremo per bloccare questa legge e i suoi effetti, di impugnarla, ma se lo fate il meno possibile, e noi vi suggeriamo di approvare questo emendamento, almeno il vostro lavoro, in quelle che non sono le zone sensibili, di incremento volumetrico sarebbe salvaguardato. Quindi il voto al "528" è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 528 propone di integrare l'emendamento numero 370 al comma 3 dell'articolo 5, quello che io poc'anzi spiegavo che si potrebbe definire più propriamente un comma per gli "imbecilli", per il semplice fatto che voglio vedere chi, pagandosi la demolizione, si deve comprare il lotto nuovo, si deve ricostruire la casa, si deve pagare l'ampliamento e poi deve regalare il lotto, dove ha demolito, al comune. Io voglio capire quanta gente di questo tipo ci può essere in Sardegna, per risolvere i problemi economici. E cosa dite voi? Una cosa che parrebbe scontata nella misura in cui dite che questo spostamento deve riguardare, nella fascia dei 300 metri o comunque in zone di interesse paesaggistico, archeologico, le case che stanno lì per migliorare intorno.
A dire la verità, questa dovrebbe essere non un'azione da premiare ma un'azione da finanziare per valorizzare questo patrimonio, invece la rendete praticamente inoperosa e aggiungete con questo emendamento numero 370 che lo spostamento deve avvenire oltre la fascia dei 300 metri. Evidentemente avete paura che lo spostamento avvenga nel lotto a fianco, evidentemente, perché se avete bisogno di precisare questo, vuol dire che ignorate o volete ignorare che tutta la fascia dei 300 metri è un'area vincolata e che quindi comunque se lo spostamento da quell'area vincolata, si intende fuori da quell'area.
Ecco perché noi proponiamo un emendamento dove ribadiamo che questo debba avvenire nel rispetto delle disposizioni del PPR, ovverossia non può avvenire se non nel rispetto di questi requisiti ed è chiaro che il vostro voto è contrario e il nostro voto è a favore perché riteniamo che quello sia uno strumento da rispettare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io credo che non sia opportuna questa dicitura. Credo che sia necessario fare riferimento, come giustamente dice questo emendamento numero 528, al rispetto della disposizione del PPR perché mette tutti al sicuro da qualsiasi possibile intervento che possa vanificare il lavoro che stiamo facendo.
Probabilmente, come qualcuno diceva qualche giorno fa, più mettete dentro situazioni che possono inficiare il valore complessivo della legge e la sua legittimità, meglio è, giacché non la condividiamo. Però non può essere questo l'atteggiamento del consigliere regionale che deve comunque tendere a trovare soluzioni che salvaguardino al meglio il lavoro che viene fatto. Allora se uno strumento di pianificazione in essere c'è, non può che essere rispettato fino a quando non si mettono in moto tutte quelle misure, quei percorsi che sono previsti dalla norma affinché venga modificato; quindi finché è in vigore non può che tenersene conto e non può che farsi riferimento esplicito a esso affinché le norme che mettiamo in piedi abbiano un senso e possano avere seguito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Poc'anzi il collega Gian Valerio Sanna ha raccontato una storiella, io avevo capito esattamente in quel senso, poi lui l'ha raccontata con tanta convinzione da farmi sorgere il dubbio se realmente la questione stia così, per riassumere: ma in Sardegna esiste qualche "babbeo" che può seguire una proposta, un suggerimento, una possibilità consentita nella norma? Allora mi rivolgo all'Assessore, è proprio così come l'ha raccontata l'ex assessore Sanna, o dietro c'è qualcosa che noi non riusciamo a comprendere?
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 370. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 531.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 531 fa riferimento all'emendamento numero 371, nel quale la Giunta, che interviene massicciamente in questo provvedimento di legge per integrare le lacune evidenti che porta già dall'origine, tratta della manovra di spostamento, che non è una storiella, basta leggere, io leggo la norma è so quella consecutio, siccome non c'è un euro in giro che si muova, che qualcuno abbia perso, che finanzi questa legge, è del tutto evidente che avviene così. L'unica obiezione, mi diceva Murgioni, è che la convenzione col comune potrebbe portare a questa trattativa. Non lo metto in dubbio, metto in dubbio che i comuni siano disposti a mettere dei soldi loro per fare delle operazioni che promuove la Regione, quando la Regione stessa con una mano vi chiede di mettere e con l'altra li sta togliendo anche con il fondo unico. Basta che vi rivolgiate ai comuni che stanno protestando sulla previsione del bilancio che avete appena messo in cantiere e vi renderete conto che i problemi non andranno in quella direzione.
Dunque i miei dubbi rimangono, tuttavia può darsi che ci siano anche comuni con molta generosità, so che le politiche di investimento in lottizzazioni pubbliche da dare alle persone bisognose, che è l'unico strumento che i comuni potrebbero avere per permutare, non esistono, non ci sono più, non sono finanziate. E qui si dice, nell'emendamento numero 371, questi spostamenti li facciamo a miglior garanzia, evidentemente se lo dite adesso con l'emendamento non lo pensavate quando avete scritto la legge: "a condizione che la soluzione progettuale si armonizzi con il contesto paesaggistico in cui è inserito l'intervento". Se fosse vera questa affermazione, perlomeno sincera, dovreste dare il parere favorevole al "531", nel quale noi diciamo "secondo le disposizioni" del Piano paesaggistico; sennò chi è che decide che la soluzione progettuale è armonizzata col contesto paesaggistico? Uno che passa di lì? Chi lo decide? Il comune, che non si è ancora adeguato? Questa è la domanda logica di una consecutio che sta negli atti che ci avete presentato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Mi sono iscritto adesso, signora Presidente, cari colleghi, perché sta diventando, come dire, irritante questo nostro modo di porre dei problemi, che sono problemi seri, e questa assoluta vostra incapacità, impossibilità, non riesco a capire, a dare qualsivoglia risposta ai problemi seri che stiamo mettendo. Badate che questo parlarci addosso diventa anche un motivo per cui a me sinceramente sta venendo voglia di intervenire su ogni emendamento, su ogni emendamento all'emendamento, a qualsiasi ora, anche perché mi viene in mente quella pubblicità di quelle famose batterie, dove si fermano tutti piano piano, e tutti siamo stimolati a fermarci per ultimi, e a usare le batterie migliori.
Allora, su alcuni problemi, quanto meno centrali, io non dico di dare risposta oggi, Assessore, assolutamente, ma confido nel fatto che ella stia cercando di cogliere gli aspetti più importanti e le problematiche più gravi che le stiamo evidenziando, per esempio l'assetto idrogeologico, oltre che un tentativo di non fare articoli di legge spot, che poi non possono essere utilizzati. Mi ricorda un po' l'audizione in sesta Commissione ambiente e agricoltura sulla legge spot sulla caccia che il centrodestra sta presentando, sanno che quella legge sarà bocciata dall'Unione Europea, però è necessario che la presentino perché magari adesso a marzo alle amministrative hanno la necessità di dire ai cacciatori di aver rispettato la parola data. Non facciamo articoli spot! Lo pongo come problema, cerchiamo di individuare alcuni elementi, significativamente trattati, non dico allo stesso modo, ma con la stessa problematicità dai vari schieramenti, e concentriamoci su questi, se vogliamo migliorare la legge, altrimenti veramente questa è una legge da bloccare qui in Aula per tutta la settimana prossima e le settimane successive ancora.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io tenterò di ridurre al minimo gli interventi. Ho deciso che ne farò solo 300 o 400, perché c'è un problema che non è di contenuto, è di natura operativa. Io non so che cosa ci succeda, organizziamo le sedute notturne e la prima cosa che facciamo, grazie all'onorevole Biancareddu e all'onorevole Amadu, spegniamo i condizionatori d'aria, in modo tale che la gente si possa squagliare il cervello e non sia più in grado di ragionare. E' possibile capire perché a una determinata ora, anche nelle sale dei Gruppi, dove noi ci dobbiamo recare al fine di acquisire documentazioni, studiare, approfondire, mentre c'è l'Aula in corso, si spengono i condizionatori? E' un boicottaggio dell'operatività della minoranza? Volete prenderci, anziché per fame, per caldo? Non ci prenderete neppure per caldo, saremo qua, anzi più lasciate spenti i condizionatori, più mi invogliate a stare qua in Aula, a parlare continuamente. E' possibile? Ed è la stessa ragione per la quale voi incrementate di cubature tutta la Sardegna, la volete infestare di volumetrie, volete che non si respiri, chiudete tutto quanto, anche le finestre, e se riuscite ad attaccare stanza con stanza, abitazione con abitazione, in modo tale che si confligga tutti i santi giorni anche sull'odore delle pietanze che si cucinano. Io vi chiedo pietà per il popolo sardo! Smettete, riportatelo in Commissione, ragionate, questo è un provvedimento che farà la Sardegna come un terreno di guerra.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, purtroppo la questione dell'aria condizionata genera un contrasto tra chi ha troppo caldo e chi ha troppo freddo, è un sistema che non va perché entra troppa aria fredda, non ci sono delle temperature medie, ci sono i colleghi che stanno nelle ultime file che ricevono l'aria direttamente in testa e c'è il rischio che l'Aula possa subire una decimazione con la poca presenza dei consiglieri in Aula. Quindi non è funzionale a obiettivi di carattere politico.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 531.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Pietro, Espa, Salis e Sechi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Espa - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sechi - Uras.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 12
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 371.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore, davvero non riesco a capire come si usano le parole senza dare gli strumenti, posto che il comune non è, sulla base del dettato legislativo, abilitato se non ad approvare in deroga agli indici le cose e poi farà anche la convenzione, ma chi è che decide davvero in una zona che, in altri articoli, avete assoggettato alla supervisione di questo sedicente Comitato di esperti, ma perché in alcuni casi "sì" e in altri casi "no"? Uno dei fatti basilari nella predisposizione delle norme è che abbiano una connessione logica abbastanza evidente, in alcuni casi c'è la Commissione che giudica, in questo caso non c'è né la Commissione né altro strumento, davvero avete la volontà di valutare se la soluzione si armonizzi con il contesto paesaggistico? E se c'è, in base a che cosa? Chi lo decide? Potrebbe essere un suggerimento farlo dire al progettista che fa l'autocertificazione perché tanto saranno tutti armonizzati, magari! Lo diciamo al progettista, figuriamoci se chi lo fa dice che non è armonico, lo diranno tutti!
Per non discutere, come ho detto prima, di questa Commissione sulla quale parleremo, dibatteremo e dovremo anche decidere come si colloca rispetto agli Uffici di tutela del paesaggio che hanno un compito e rispetto al parere obbligatorio della Sovraintendenza nelle aree sottoposte a vincolo come quelle che noi abbiamo. Da questa combinazione capiremo che, non solo perché avete scritto alcune norme un po' alla rovescia, ma anche perché state complicando invece che semplificando, molte di queste norme rimarranno scritte.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 222.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 222 pone un problema che abbiamo già affrontato negli articoli precedenti e dimostra il carattere approssimativo del testo che viene discusso in quest'Aula, difatti al comma 6 si dice che: "Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano per gli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto...". Qui il tema è: chi stabilisce il contrasto? Cioè la legge… Assessore, abbia la bontà di seguirmi perché noi probabilmente la stiamo aiutando, so che lei sta risolvendo il problema, allora io sono disposto a fare la dichiarazione di voto anche dopo.
Allora mi sembra di capire che c'è un problema perché il contrasto può essere anche un fatto soggettivo e, se è soggettivo, per eliminare la soggettività, bisogna individuare un soggetto, un soggetto che per legge sancisca, in termini tecnici, in termini inconfutabili, con la competenza dovuta, in che cosa consiste questo contrasto. Per esempio, io sono dell'idea che il palazzo del Consiglio regionale sia in contrasto con il contesto e sono per la demolizione, se questo emendamento fosse scritto meglio e parlasse del Consiglio regionale, io sarei per questo comma perché è evidente il contrasto, non solo è in contrasto ma è anche poco funzionale, è anche pieno di amianto, fa male alla nostra salute, non solo per l'aria condizionata ma anche per i materiali utilizzati, per questo terribile alluminio anodizzato, per l'amianto di cui è disseminato, per le polveri sottili, per gli acari, quindi io sono per la demolizione di questo edificio; però, per la demolizione, devo essere un soggetto competente che lo può certificare e dichiarare. Noi la stiamo aiutando, diciamo che deve essere il Consiglio comunale, se lei ha un'idea migliore, io sono pronto a sottoscriverla, altrimenti le chiedo di votare con noi l'emendamento numero 222.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei abborracciare una risposta all'interrogativo del collega Porcu, io ho la soluzione, sono tutti in contrasto gli immobili dei proprietari che hanno i soldi per rifarli e sono invece tutti armonici quelli di coloro che i soldi non hanno, perché questo vuol dire, poiché non c'è nessuno che decida chi è in contrasto. Giustamente l'emendamento propone che ci sia qualche elemento di valutazione ed evidentemente l'elemento di valutazione che sta nell'ambito del comune, come dice l'emendamento, ha anche un nome, un cognome e una identità ed è il Piano particolareggiato che la stragrande maggioranza dei comuni hanno e che, in via transitoria, per gli elementi di verifica che noi abbiamo fatto dei cosiddetti perimetri di prima e antica formazione, voi non considerate perché siete già nella fase post Piano paesaggistico, questo lo vedremo quando ci saranno le sentenze che diranno se vale più di quello che avete scritto voi o valga di meno. Lo vedremo, però è ovvio che siete oltre.
Io sarei più prudente su queste cose, sarei anche più rispettoso di un lavoro faticoso che hanno fatto i comuni nella copianificazione di questi strumenti con la Regione, con la stessa Regione, e l'hanno fatto tutti, poi si può dire che sono fatti bene, sono fatti male, però c'è un lavoro fatto, perché lo dobbiamo disconoscere? Perché dobbiamo dare agli enti locali la sensazione di una Regione impazzita che prima chiede una cosa e poi si dimentica immediatamente dopo delle cose che ha fatto.
Ecco dov'è lo strumento che giudica la congruità, le tipologie e tutti i sistemi, anche in questo caso evidentemente c'è una scelta precisa di lasciare tutto indeterminato perché, nell'indeterminazione, vanno avanti i furbi, non i deboli, che magari hanno più bisogno, vanno avanti i furbi, ecco perché noi sosteniamo questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io ho la sensazione che, con questa situazione che nei vari articoli si è determinata relativamente ai fabbricati del centro storico per i quali va definito il contrasto eventuale con i caratteri architettonici e tipologici del contesto, stiamo creando la paradossale circostanza per cui il privato cittadino può trovarsi nella possibilità di chiedere alla Regione il commissario ad acta affinché gli venga data l'autorizzazione che magari il Comune ritiene che non gli si debba dare. Questo perché di fatto si sta togliendo al comune la possibilità di decidere se quel contrasto esiste o non esiste; come abbiamo più volte detto ed è giusto ribadirlo, perché sono concetti anche questi che di articolo in articolo si ripetono, questo non va bene, ripropone un problema di rapporto tra Regione ed ente locale. Una responsabilità di questo tipo la Regione non ha diritto di assumersela perché le conseguenze che ne derivano sono, da una parte, quelle paradossali che dicevo prima, dall'altra, come in altre occasioni io e tanti altri di noi abbiamo detto, creano un rapporto difficile e un approccio scorretto da parte del cittadino nei confronti di questioni che comunque devono essere, a livello decisionale, in capo all'amministrazione comunale. Non abbiamo il diritto di creare una situazione così controversa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, consiglieri, se l'Aula mi autorizza, vorrei fare, in riferimento a questo emendamento che è all'attenzione dell'Aula stessa, un emendamento orale di modifica, che di fatto ripropone il testo che già l'Aula ha licenziato positivamente in riferimento all'articolo 3, era l'emendamento numero 184.
STOCHINO (P.d.L.). Era l'articolo 2.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Articolo 2, la ringrazio, consigliere.
Posso leggere? Allora, premesso che qualsivoglia intervento all'interno del centro storico - quindi stiamo parlando nella fattispecie del comma sesto - deve essere preventivamente valutato dall'amministrazione comunale e deve essere oggetto di deliberazione consiliare, così come recita giustamente l'articolo 3, e premesso che, oltre alle valutazioni comunali, ci sono anche le valutazioni, vuoi da parte dell'Ufficio tutela della Regione, vuoi delle Sovrintendenze provinciali, comunque dello Stato, io mi permetto di proporre all'Aula questo emendamento: "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente approvata perentoriamente entro il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge". E' il medesimo emendamento orale che feci, forse avantieri, e sul quale l'Aula espresse una valutazione positiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Non scriverei "perentoriamente entro il termine" ma "entro il termine perentorio"; il significato è diverso.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Va bene "entro il termine perentorio", la ringrazio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.).Assessore, questa sua proposta ulteriore di emendamento può essere accolta, secondo me, solo per quei centri storici che non hanno un Piano particolareggiato. Io insisto sulla necessità di preservare un lavoro svolto con impegno e con fatica negli anni e che è costato anche tanti soldi finanziati da questa Regione, in taluni casi lavoro importante e fatto in maniera precisa e puntigliosa, per cui questo emendamento può essere tagliato e calato perfettamente su quelle realtà che non hanno un Piano particolareggiato. Laddove esiste un Piano particolareggiato riferito alle zone A, io continuo a insistere sulla necessità di preservare quel Piano particolareggiato, che è stato oggetto di studio, come ho già detto, che è stato oggetto di approvazione da parte dei consigli comunali e di questa Regione che l'ha conformizzato ai piani generali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Io ritengo che i consigli comunali, a prescindere che stiamo parlando di quei comuni dotati o meno di Piano particolareggiato, abbiano la capacità e la responsabilità di valutare le proposte progettuali con la pari dignità con la quale le stesse amministrazioni comunali e i consigli predispongono e approvano gli atti di pianificazione particolareggiata per i centri storici.
Quindi, la Giunta, in riferimento all'ultima proposta, non la condivide.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Chiedo un chiarimento. Che cosa avviene nel caso che, nel termine di novanta giorni, non venga emessa la delibera? Non si fanno le opere? Ho capito bene?
(Interruzione dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica)
PORCU (P.D.). Cioè, non è un tacito assenso, è un tacito dissenso?
Me lo spieghi, perché noi, nel nostro emendamento, specifichiamo che, nel caso manchi tale delibera, la trasformazione non va avanti.
E' una richiesta di chiarimento, la mia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La ringrazio, signor Presidente. Rispetto all'emendamento che è all'attenzione dell'Aula e che fissa in sessanta giorni la tempistica entro la quale l'amministrazione comunale dovrebbe adottare la delibera, nel testo che vi ho letto stiamo parlando di novanta giorni, il che vuol dire che l'amministrazione comunale, nell'intendimento della Giunta, deve intervenire entro 90 giorni.
PORCU (P.D.). Altrimenti?
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Altrimenti c'è l'assenso. Noi chiediamo sempre agli altri… è un problema di carattere sociale: il comune è tenuto a deliberare, delibererà il dissenso.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Onorevole Sanna, lei è già intervenuto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche gli altri.
PRESIDENTE. Gli altri no. Se è per un chiarimento, è un'altra questione.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' per un chiarimento.
PRESIDENTE. L'interlocuzione è soltanto per una corretta formulazione del testo perché altrimenti siamo in fase di votazione e non ci può essere un botta e risposta.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, il tema è quello che ha posto il collega Meloni: nessun consiglio comunale, se non per fare deroghe, può deliberare, se esiste un Piano particolareggiato, perché sennò si fa tutto il percorso di variante del Piano particolareggiato, si pubblica, perché sulla pianificazione vige l'obbligatorietà della pubblicità, e non si fanno le delibere per accorciare. Siccome il senso di questo emendamento è un altro, e quindi non si vuole riconoscere la validità del Piano particolareggiato, noi ritiriamo l'emendamento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sanna.
Passiamo al successivo emendamento.
(Interruzioni)
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Un attimo, faccio mio l'emendamento numero 222.
PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha fatto proprio l'emendamento numero 222, con la proposta di modifica avanzata dall'Assessore…
(Interruzioni)
Però, se l'Aula non è d'accordo, io lo devo mettere in votazione nel testo originario.
(Interruzioni)
Scusate un attimo. Allora, l'Assessore ha proposto un emendamento orale, che può essere ammesso soltanto se tutta l'Aula è d'accordo. L'onorevole Capelli può fare proprio soltanto l'emendamento nella versione originaria, quindi io devo sapere se l'Aula acconsente all'emendamento orale dell'assessore Asunis.
BRUNO (P.D.). No.
PRESIDENTE. Allora, preso atto che non sussiste l'unanimità per l'accettazione dell'emendamento orale, io devo mettere in votazione l'emendamento numero 222…
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Lo ritiro.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 222 è ritirato, grazie.
Metto in votazione l'emendamento numero 221.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, "Gli interventi di modificazione strutturale ricadenti in zona A… e nelle zone B sottoposte a regime di Piano particolareggiato, non possono essere difformi dalle previsioni e prescrizioni stabilite dallo stesso Piano particolareggiato": questo emendamento ha una finalità unica, quella di dire "non toccate la pianificazione che hanno fatto i comuni". Questo è un provvedimento, io ho grande ammirazione per i colleghi che si intestardiscono e mettono tutta la loro energia e volontà per cercare di migliorarlo, ma questo è un provvedimento che non si può migliorare, è impossibile migliorarlo, non perché è il meglio in assoluto, ma perché è talmente peggio in assoluto che, qualunque modifica possa intervenire, lo rende ancora peggiore di quello che è. Quindi io vi invito, tutti quanti, se vogliamo perdere un po' di tempo per sfiancare, io lo dicevo, si fa una partita, facciamo interdizione, sfianchiamo la maggioranza, questo ha un senso, un senso politico, ma non ce n'è altro in questa discussione di senso. Non andiamo a cercare un senso che non potrà avere mai. Qualunque cosa voi accettiate d'ora in avanti, potrà forse ridurre il danno? Non credo, perché il danno principale è così evidente, così totale, così comprensivo di tutto, che è inevitabile. Fate le cubature che volete, c'è scritto fino a un massimo del 30, 35, 25 e 15, in modo caotico e disordinato, senza autorizzazione. I comuni, quelli che difendevate a spada tratta, nelle Commissioni e in Aula, li avete cancellati, avete cancellato la pianificazione ma non di oggi, avete cancellato la loro funzione.
Ecco perché questo provvedimento è crollato prima di essere approvato, è già palesemente, nella sua struttura, totalmente illegittimo. Io invito, proprio perché vale la pena poi conservare le energie per altri momenti anche nella discussione di questo provvedimento, a non perdere ulteriore tempo su tentativi di miglioramento impossibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Piuttosto che quello precedente, io credo che sia più utile, se l'Assessore dà il parere favorevole, questo, perché dimostrerebbe esattamente il ragionamento che abbiamo fatto noi. Centralità del comune, non discrezionalità, e riferimento ai piani particolareggiati che sono stati fatti dagli stessi comuni peraltro e quindi non abbiamo nessun tipo di problema di contrasto. E' evidente che, se voi non accettate questa impostazione, noi siamo autorizzati, più che autorizzati, a pensare che ci sia dell'altro, questioni inimmaginabili. Vorrei anche ricordare all'Assessore, come ai colleghi, che, se noi siamo qui a fare leggi, è per il senso che la Regione ha un compito anche direttivo rispetto ai comuni. Se noi lasciassimo libero il sistema, avremmo 370 leggi urbanistiche in Sardegna perché ogni comune se la farebbe a suo uso e consumo. Siccome ce ne deve essere una che impone una regolazione, ecco perché dobbiamo affermare a ogni occasione che questa funzione di coordinamento e di visione unitaria della gestione del territorio è affidata alla Regione, che è individuata dallo Stato; attraverso lo Statuto, la Regione ha questa competenza e la deve esercitare a meno che non cambiamo lo Statuto e affidiamo tutto al caso, ma fino a quando c'è lo dobbiamo esercitare e non stare sul generico, affidandolo alle delibere dei consigli comunali, come noi sappiamo ci sono tantissimi bravi amministratori ma ci sono anche momenti, nei consigli comunali, di ordinaria follia, è la storia di tutti giorni dei consigli comunali che si sciolgono, delle liti che ci sono, dei contrasti che ci sono, avendo il massimo rispetto.
Ecco perché ci vuole una funzione direttiva della Regione ed ecco perché si sono inventati i piani particolareggiati e vi chiediamo di aderire a questo, perché è molto più chiaro e dice che il comune deve fare le cose in conformità a quello che esso stesso ha definito per il suo centro storico, avendolo studiato e avendo valutato i caratteri che lo valorizzano e che non lasciano, al libero arbitrio, la sua trasformazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Un grande poeta italiano dell'800, Giacomo Leopardi, coltivava uno spirito diverso da quello che ha richiamato il collega Uras. Il collega Uras dice che questa legge è come un mare di lava e che, dopo l'approvazione di questa legge, ci sarà solo il deserto; bisogna rinunciare perchè non c'è più la speranza. Leopardi, nel canto "La ginestra", ci ricorda invece che anche nella lava si trova il fiore della speranza. Oggi noi siamo una ginestra, siamo un'opposizione che invece vuole coltivare la speranza perché, a volte, anche dalle piccole cose, dai piccoli emendamenti, si apre un varco, l'esistenza continua e, con l'esistenza che continua, c'è sempre un domani, c'è sempre una speranza.
E' per questo che io molto modestamente continuo a insistere dicendo che l'emendamento numero 221 potrebbe così far riaffiorare la speranza che esiste una legalità, che esiste un quadro di riferimento, che esiste una speranza che tutto non venga travolto, questa volta non dalla lava ma dal cemento e dai mattoni con i quali volete travolgere la Sardegna.
Il mio voto all'emendamento numero 221 è favorevole e mi auguro che questa Aula, questa minoranza, questa opposizione continui a coltivare questo speranza perché oggi è una lunga notte, ma domani l'alba potrebbe essere ancora più radiosa.
PRESIDENTE. Che vena poetica, onorevole Porcu!
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Tornando a cose più prosaiche, io veramente non riesco a capire una cosa, Assessore e colleghi della maggioranza, cioè in tutto questo pacchetto di norme sregolate c'è un mucchio di roba da fare se veramente ci sarà la volontà di fare. Non capisco perché insistiate per entrare nei centri storici con le ruspe, veramente questa cosa non riesco a comprenderla, anche perché insomma voglio dire non saranno poi tanti questi edifici con meno di 40 anni su cui si potrà intervenire. Però, anche se pochi, io credo che si creerebbe il rischio di andare a creare danni in questi contesti urbanistici, sotto molti aspetti, anche sotto l'aspetto strutturale, quello della sicurezza, facendo movimentare le ruspe e i grossi mezzi che devono portare via i detriti e poi devono entrare con nuovi materiali dentro i centri storici.
Vede, Assessore, a Sassari, a seguito di un progetto di finanza, si era previsto di realizzare dei parcheggi sotterranei al centro del centro storico in piazza Mazzotti, uno dei tre interventi previsti dal progetto di finanza; bene, dopo tante discussioni e mille approfondimenti di merito, unanimemente si è venuti ad assumere una decisione, cioè quella di non realizzare il parcheggio in quel sito per tutta una serie di ragionamenti, e ve li risparmio, ma uno di essi considerava l'appesantimento anche della viabilità all'interno del centro storico, perché quel parcheggio sarebbe servito da attrattore del traffico. Ebbene, una filosofia che molti di noi sposano e condividono (che è quella di realizzare le ZTL nei centri storici e quindi tenere fuori dai centri storici il traffico, realizzando misure poi che comunque consentano a chi vive nel centro storico di viverlo bene) va esattamente nella direzione opposta a quella che voi in qualche modo state prefigurando con questo provvedimento.
Allora io insisto: vi invito a rinunciare a questa possibilità di intervenire nei centri storici e si rimandi veramente (lo dico con convinzione e facendo un appello sincero a riconsiderate questa cosa) tutto ai piani particolareggiati che, badate, sono frutto anche di lunghi bracci di ferro con le Soprintendenze che poi hanno trovato conformità nei piani regionali. Riconsiderate questa cosa, non state perdendo niente perché in tutti gli altri passaggi questo pacchetto...
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dopo l'intervento di Chicco Porcu, la professoressa De Francisci ci abbuonerà almeno tre punti di insulti e parolacce. Almeno questo sarà sicuramente un risultato positivo. Venendo all'argomento in questione, non posso che essere d'accordo con il collega Valerio Meloni e soprattutto con chi queste cose le ha vissute nelle proprie città, amministrando città che hanno dimostrato di avere aspetti problematici. Parlando dei centri storici, il riferimento, almeno il mio e quello di Valerio Meloni, è alla città di Alghero e alla città di Sassari, che avrebbero problemi seri se dovessimo mettere in moto meccanismi come questi. Pensate che edifici nella zona A di Alghero sono stati realizzati negli anni '70, negli anni in cui è stato possibile abbattere le villette e costruire volumi, io potrei concordare sull'inadeguatezza architettonica di dove insistono, però sarebbe ancora più grave oggi consentire la demolizione e la ricostruzione con aumenti volumetrici, creando problemi soprattutto di conflitto con i lotti confinanti.
Io non riesco a comprendere (anche perché ritorno all'origine di questo provvedimento, il titolo della legge) come attraverso questi interventi si metta in moto l'economia. Noi crediamo davvero che, attraverso gli interventi di questa natura, nei centri storici, possiamo contribuire alla messa in moto dell'economia in Sardegna? Io credo che, se noi tutti fossimo un po' responsabili e riflettessimo, saremmo in grado di comprendere che non sarà quel tipo di intervento a contribuire alla rimessa in moto dell'economia, ma che può fare solo danni, danni gravi all'interno dei centri storici che comunque attraverso la pianificazione particolareggiata e di dettaglio hanno previsto e hanno governato quello che era possibile fare e non è possibile fare.
Noi stiamo entrando pesantemente in situazioni che metteranno in moto meccanismi problematici e i meccanismi problematici hanno come conseguenza conflitti e attriti, non tanto tra le forze politiche e gli amministratori, quanto tra i cittadini.
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6. All'articolo 6 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e dei relativi emendamenti:
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
L'art. 6 è soppresso. (29)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
Il comma 1 dell'art. 6 è soppresso. (30)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Il comma 1 è soppresso. (223)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
All'art. 6, comma 1, la frase: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali" è soppressa. (134)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
Il comma 2 dell'art. 6 è soppresso. (31)
Emendamento soppressivo Parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Il comma 2 è soppresso. (224)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
All'art. 6, comma 2, la frase: "Tale incremento può arrivare fino ad un massimo del 30 per cento" è soppressa. (135)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
Il comma 3 dell'art. 6 è soppresso. (32)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Il comma 3 è soppresso. (226)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
All'art. 6, comma 3, la frase: "ad eccezione della demolizione dei volumi incongrui e del loro trasferimento con il relativo incremento volumetrico oltre la fascia suddetta" è soppressa. (136)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 6
All'art. 6, comma 3, la frase: "ad eccezione della demolizione dei volumi incongrui e del loro trasferimento con il relativo incremento volumetrico oltre la fascia suddetta" è soppressa. (137)
Emendamento sostitutivo parziale Ben Amara - Uras - Salis - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo
Articolo 6
Il comma 1 dell'art. 6 è così sostituito:
"Al fine di agevolare l'ampliamento e la riqualificazione del patrimonio edilizio di proprietà pubblica, è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici comunali, l'incremento del 20% della volumetria esistente degli edifici destinati a residenza popolare, per l'edilizia sanitaria, di servizio sociale e scolastica, fatti salvi i limiti posti dalla pianificazione paesaggistica e di tutela dei beni culturali ed identitari". (111)
Emendamento all'emendamento numero 111 soppressivo Parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
All'emendamento numero 111 è soppressa l'ultima frase: "e di tutela dei beni culturali e identitari". (456)
Emendamento all'emendamento numero 111 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Alle parole "incremento del 20%" sono aggiunte le seguenti:
"fino al 40% dove è necessario". (537)
Emendamento sostitutivo parziale Ben Amara - Uras - Salis - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo
Articolo 6
Il comma 2 dell'arti. 6 è così sostituito:
"Tale incremento può arrivare fino ad un massimo del 30%, nel caso in cui siano previsti interventi di recupero e ristrutturazione di edifici di proprietà pubblica non in uso, finalizzati al ripristino delle destinazioni di cui al comma precedente, attualmente non consentite per effettive carenze funzionali e strutturali, ed al miglioramento della qualità architettonica dell'intero edificio, della sicurezza strutturale e dell'accessibilità degli immobili. (112)
Emendamento all'emendamento numero 112 soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
All'emendamento 112 dopo "edifici di proprietà pubblica" è abrogato "non in uso". (473)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento 112 la percentuale del "30%" è sostituita: "25%". (472)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento 112 la percentuale del "30%" è sostituita: "5%". (460)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento 112 la percentuale del "30%" è sostituita: "10%". (459)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento 112 la percentuale del "30%" è sostituita: "15%". (458)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento 112 la percentuale del "30%" è sostituita: "20%". (457)
Emendamento all'emendamento numero 112 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Le parole "30%" sono sostituite dalle seguenti: "50%" (538)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 6
Al comma 2, alla fine è aggiunto il seguente periodo: Tali carenze sono espressamente argomentate e dimostrate nella richiesta di concessione edilizia. Il competente comune, nel rilasciare il titolo abilitativo, certifica l'effettiva sussistenza di tali carenze funzionali e strutturali". (225)
Emendamento all'emendamento numero 225 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Nell'emendamento numero 225 le parole: "sono espressamente" sono sostituite da "devono essere". (471)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Lotto - Manca
Articolo 6
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti negli articoli 2, 3, 4 e 5 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (227)
Emendamento all'emendamento numero 227 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 227 è così sostituito:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti nell'articolo 4 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (466)
Emendamento all'emendamento numero 227 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 227 è così sostituito:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti nell'articolo 3 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (467)
Emendamento all'emendamento numero 227 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 227 è così sostituito:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti nell'articolo 2 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (468)
Emendamento all'emendamento numero 227 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 227 è così sostituito:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti nell'articolo 5 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (469)
Emendamento all'emendamento numero 227 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 227 è così sostituito:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti negli articoli 2, 3 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico. (470)
Emendamento all'emendamento numero 227 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Dopo le parole "rischio idrogeologico" sono aggiunte le seguenti:
"e in quelle sottoposte ai vincoli previsti dal Piano Paesaggistico regionale". (540)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
6 bis. Gli interventi previsti dagli articoli 2, 3, 4 e 5 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (228)
Emendamento all'emendamento numero 228 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 228 è così sostituito:
6 bis. Gli interventi previsti dall'articolo 5 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (465)
Emendamento all'emendamento numero 228 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 228 è così sostituito:
6 bis. Gli interventi previsti dall'articolo 4 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (464)
Emendamento all'emendamento numero 228 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 228 è così sostituito:
6 bis. Gli interventi previsti dagli articoli 2 e 3 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (463)
Emendamento all'emendamento numero 228 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 228 è così sostituito:
6 bis. Gli interventi previsti dall'articolo 3 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (462)
Emendamento all'emendamento numero 228 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 6
L'emendamento numero 228 è così sostituito:
6 bis. Gli interventi previsti dall'articolo 2 non sono ammessi per immobili che entro la data di entrata in vigore della presente legge siano stati oggetto di sanatoria per mancanza di titoli abilitativi o per difformità rispetto agli strumenti urbanistici. (461).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Se c'è un articolo di questo provvedimento di legge che ha il carattere dell'assurdo e che è di difficile comprensione è l'articolo 6. L'articolo 6 propone interventi sul patrimonio edilizio pubblico. Anche qui, naturalmente, l'incremento volumetrico non si nega e si prevedono, come sempre, meccanismi a crescere, dal 20 al 30 per cento per quei casi in cui sia prevista tutta una serie di attività di recupero, di sicurezza e di miglioramento delle caratteristiche funzionali. Perché è assurdo questo articolo? Perché si ritiene ormai che il motore del mondo e il motore dell'economia sia sempre e comunque l'incremento volumetrico a prescindere dal soggetto, ipotizzo l'"inipotizzabile", cioè che, anche nel caso di amministrazioni pubbliche, l'intervento sul proprio patrimonio edilizio sia bloccato non già dall'eventuale mancanza di risorse, dall'eventuale mancanza di un progetto finalizzato all'utilizzo di quella struttura ma, anche in questo caso, dalla possibilità di prevedere incrementi volumetrici che quell'amministrazione comunale potrebbe comunque prevedere modificando i propri strumenti urbanistici.
Siamo all'assurdo! Siamo alla ripetizione ossessiva di un ritornello che dovrebbe, come un mantra, risolvere magicamente i problemi della Sardegna. E li applico sempre, non li applico soltanto per mobilizzare capitali privati o i capitali delle famiglie che, secondo questo provvedimento di legge, sono tenuti nel materasso in attesa di questo provvedimento, perché in Sardegna sappiamo che scalpitano le ruspe, premono gli operai, c'è un'economia che attende soltanto di innestare la marcia per partire, bloccata da queste leggi oppressive che, naturalmente, abbiamo contribuito a fare nella scorsa legislatura. Ma questo meccanismo, che basta stralciare le regole, derogare e magicamente prevedere incrementi volumetrici, io lo applico a tutto, anche laddove questi capitali privati dormienti, nascosti sotto il materasso, sotto la mattonella di casa, non ci sono, che è il caso evidente delle amministrazioni pubbliche. Cioè, un meccanismo che gli economisti ci dicono e prevedono (e che può avere un senso prevedere) per il privato, io lo applico al pubblico, che evidentemente se ha capitali dormienti li ha già utilizzati, li ha già investiti, non li tiene nel cassetto.
Ora, per quale motivo, un'amministrazione pubblica dovrebbe attendere il nostro provvedimento per intervenire sul proprio patrimonio edilizio e non lo fa comunque perché poteva, attraverso una revisione dei propri strumenti urbanistici, pensare a una riqualificazione di quell'edificio e intervenire, se ha le risorse e se è funzionale a un proprio obiettivo legato al servizio e alla disponibilità di spazi.
Questo articolo, Assessore, provi a seguirmi nel ragionamento, è proprio assurdo concettualmente, non funziona. Avete bisogno, oltre che fare un po' di storia dell'arte o apprendere qualche nozione di ambiente e di paesaggio, anche di fare un minimo ripasso su quelle che sono le leve che possono muovere o non muovere l'economia. Io capisco che, nel vostro DNA, lo stralciare regole, fare condoni, fare condoni preventivi, derogare, sia una forma parossistica che vi travolge, che tutto avvolge. Ma, in questo caso, non funziona, Assessore, lei abbia la bontà e la compiacenza di ritirare, proponga un emendamento che stralcia, non ne vogliamo la paternità, ci eviti di sottoporre l'Aula a voti segreti che lasciano un po' l'amaro in bocca, perché è molto più bello quando troviamo un accordo, quando siamo consapevoli di un qualcosa che non funziona. E lei l'ha fatto, ha anche dimostrato…
CAPELLI (U.D.C.). Non c'è nessun accordo.
PORCU (P.D.). Non c'è nessun accordo, ci mancherebbe altro! Io so che non c'è un accordo, e la ringrazio di ricordarmi che non c'è un accordo, e siamo d'accordo che non c'è un accordo. Posto che siamo d'accordo che non c'è un accordo, possiamo magari essere d'accordo che, nel caso delle amministrazioni pubbliche, non funzioni l'incentivo volumetrico. E' un assurdo, è proprio un assurdo, e noi qui stiamo ripetendo come una litania questo ritornello, questa commedia dell'assurdo, che ha avuto ben altri autori negli anni '50 di quelli che hanno scritto questa legge, come Camus, come Ionesco, stiamo riproponendo una commedia dell'assurdo la cui trama, in maniera ossessiva, il cui ritornello ripetuto, è: "Dai il 20 per cento a qualcuno che qualcosa succederà".
Assessore, io mi appello a lei, lei mi deve sempre una risposta, io non mi stancherò di ripeterle la domanda, e so che la sua cortesia la porterà a darmi questa risposta, lei non si sottrarrà, magari sul far della mezzanotte, perché probabilmente svelerà qual è il numero magico di unità immobiliari che sono colpite potenzialmente dagli effetti di questa legge che tutto libera e ci dirà finalmente qual è il numerino magico, 500 o 600 mila, dai quali fa dedurre o ricadere i famosi 40 mila interventi. Però, posto che lei mi deve una risposta, e so che la sua cortesia non le impedirà di darmela, e io le sarò grato e certamente farò in modo di dimostrarglielo anche non tediandola con i miei interventi, io le chiedo veramente di riflettere sull'articolo 6 perché non funziona, lei rischia di coprirsi di ridicolo perché io scommetto, sono pronto a scommetterlo, lo metto in busta chiusa e lo diamo a un notaio, che non ci sarà una sola amministrazione pubblica che farà, in virtù di questa legge, quello che avrebbe comunque potuto fare a prescindere da questa legge.
La vostra è proprio una rappresentazione, è il titolo che parte, la promessa che parte al di là degli effetti che produce. Questa intera legge è fatta di titoli; io le chiedo: facciamo in modo che non siano titoli di coda, facciamo in modo che non siano titoli che ci portino a un declino inesorabile. Io sono per coltivare sempre la speranza, la speranza anche del buon senso, lei ce lo dimostri sul far della mezzanotte, ritiri questo articolo, perché rischia di coprire lei e tutti noi come legislatori contrastanti, ma involontari protagonisti per il semplice fatto che siamo qui, in quest'aula a declamare, a raccontare il nostro pensiero, la nostra verità, anche se poi qualche collega sembra non gradire, ma noi svolgiamo un ruolo di opposizione democratica. Faccia in modo e ripensi a questo articolo, lo ritiri, procediamo con il "7" dove qualcosa da dire ci sarà, e concentriamoci su quegli aspetti su cui magari, veramente, il contributo di tutti può portare a buoni risultati.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Interverrò molto brevemente. Io non sono dello stesso parere del collega Porcu, lo dirò brevemente, collega Sanna, poi rimedierò con un'assenza in qualche dichiarazione di voto. Io non sono un amante della letteratura romantica e neppure di quella che è stata espressa dal Poeta prima citato, Giacomo Leopardi, che nutriva grandissima speranza, però siccome era rachitico e un po' storpio, diciamo così, alla fine, insomma, la speranza è naufragata. Io non sono rachitico, ho altri difetti e non nutro queste speranze, quindi non voglio andare a cercare fiori nella lava, mi potrei bruciare le mani.
Questo articolo è un articolo intelligentissimo che, caro collega Porcu, coglie perfettamente obiettivi, non sono gli obiettivi miei, forse non saranno neppure i suoi, ma le garantisco che sono gli obiettivi loro. Al primo comma recita: "Al fine di agevolare la riqualificazione del patrimonio edilizio di proprietà pubblica, è consentito, anche mediante il superamento..." - è inutile che lo dica - "degli indici massimi di edificabilità… l'incremento del 20 per cento della volumetria esistente degli edifici destinati ad attività istituzionali o comunque pubbliche", e qua ci sarebbe da scrivere un volume, non di poesie, un volume sul concetto, sul significato di attività istituzionali o, comunque, pubbliche. Chi ha detto che le attività istituzionali o comunque pubbliche si fanno solo negli edifici di proprietà pubblica? Ma chi l'ha detto? E dove sta scritto che c'è una colleganza diretta tra la proprietà pubblica da riqualificare, gli indici da violare, da superare e gli edifici dove si svolge l'attività istituzionale o comunque pubblica?
L'arcano è assolutamente spiegato nel comma 2 dove sparisce anche il riferimento alla proprietà pubblica e gli edifici diventano "edifici non in uso, finalizzati al ripristino delle destinazioni di cui al comma 1…", quindi le attività comunque pubbliche. Un cinema fa un'attività comunque pubblica? Non lo so, può darsi di "sì", può darsi di "no". Può essere anche che ci sia la stazione privata di una compagnia di pullman che fa attività pubblica, cioè ricovera i pullman del trasporto pubblico, magari anche convenzionato, o i centri di formazione che hanno edifici di loro proprietà, scuole di formazione, no? Fanno una attività pubblica, comunque pubblica? Forse sì.
Questo elemento di ambiguità è un elemento di ambiguità ricompreso nella norma e che spiega esattamente la filosofia di questo provvedimento. Questo provvedimento è fatto così, generalizza la possibilità di fare, l'idea semplice è: "Guarda, io non do soldi, ti do la possibilità di farli i soldi, così se tu hai la possibilità di fare soldi, forse metti anche qualcuno a lavorare", e ci si disinteressa totalmente delle conseguenze del fatto, cioè, io prendo, edifico una cosa, la edifico! Badate, nel litorale di Capoterra, del mio amico carissimo Marco Espa, dove gli edifici, gli immobili della lottizzazione, come si chiama, di Frutti d'oro 2, adesso i frutti sono un pochino meno d'oro, incominciano a essere di rame, poi chissà di che cosa diventeranno, a Frutti d'oro 2, uno si fa una stanza in più, si legittima e affitta uno scantinato in più; quindi può muovere, al di là dei rischi, al di là di ogni possibilità, c'è sempre un angolo in questa legge che consente di violare qualcosa per fare.
Io dubito che, alla fine di tutto questo, il conto, il saldo sia positivo. Assessore, noi ci troveremo con un saldo negativo. Può darsi che qualche migliaio di persone tenti di costruire, che qualcuno di quelli che tenta di costruire assuma qualcuno, che non ci siano più morti nei cantieri di quanti ce ne sono adesso, perché molti lavoreranno in economia, eh se lavoreranno in economia! Chiameranno il muratore in pensione, quello che non ce la fa più, che però per mangiare, lui, e il suo nipote che non ha ancora trovato lavoro, si mette su un'impalcatura e se ne va su un tetto a sopraelevare a tutto rischio e, alla fine, il saldo sociale, ma anche quello economico, vedrà, sarà negativo, ma sarà negativo anche il saldo politico, il saldo politico per questa maggioranza. State attenti! Se si è costruita in questi decenni una cultura urbanistica paesaggistica, una cultura edilizia, un rispetto che così faticosamente stavamo cercando di affermare nelle nostre comunità, superando la concezione individualista della società e conquistandone anche una proprio collettiva, di popolo, beh, se per 30 anni abbiamo lavorato a questo, oggi con questo provvedimento buttiamo tutto nel cestino, non sarà per ottenere risultati positivi, non sarà così!
Avete l'occhio piccolo! Avete una visuale ristretta! Vi state consumando dentro un orizzonte che non ha respiro! Per questo, è un consiglio, ritirate questa norma. E, ai colleghi del P.D., lo dico con franchezza, ancora una volta, noi, stanotte, dovremmo prendere i piedi e andarcene, e dire loro anche…
(Interruzione del consigliere Capelli)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, lo dico, collega Capelli, perché non voglio essere complice, neppure dando dignità, con i miei interventi, a questo prodotto che è un prodotto così iniquo, così ingiusto, così violento, così inaccettabile. Collega Porcu, è vero, lo diceva anche De Andrè, che dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fiori, però c'è letame e letame!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo arrivati a un articolo che avevamo, come dire, sott'occhio nel corso di tutti questi giorni perché io credo che questo articolo possa rappresentare due aspetti: o è un articolo assolutamente inutile e quindi, come ha detto qualcuno, sarebbe meglio sopprimerlo, ne gioverebbe la legge in termini di snellezza, o è un articolo a trucco, perché non è accettabile leggere quanto contenuto in questo articolo, soprattutto nel comma 1 e poi nel comma 2.
Allora la prima osservazione che io faccio è: che necessità hanno gli enti pubblici di una premialità volumetrica? Se gli enti pubblici vogliono, vanno in deroga, hanno mille strumenti da utilizzare se si presenta la necessità di un aumento volumetrico in altezza, in larghezza, in modificazione, in quanto l'abbiamo vissuto, qui ci sono tanti amministratori locali che già hanno attuato questo principio dell'aumento volumetrico pur senza la legge sul cosiddetto Piano casa o sviluppo del non so che porta come titolo questa che abbiamo in discussione.
Quindi, gli enti pubblici hanno bisogno di tutt'altro, non di aumenti volumetrici. Gli enti pubblici semmai hanno bisogno di denari, di denari freschi da spendere per poter recuperare il proprio patrimonio, patrimonio di cui gran parte a volte è abbandonato per mancanza di risorse, ma non per mancanza di premialità volumetrica. Non riescono neanche a recuperare quello che hanno, figuriamoci se possono mettere in campo denari per andare in aumento volumetrico!
Allora, su questo sarebbe il caso di comprendere il perché di questo articolo. I privati hanno una spinta, una motivazione, ma l'ente pubblico proprio no. Enti pubblici che utilizzano oggi sistemi (sappiamo tutti, perché probabilmente più di qualcuno di noi ne è stato vittima) come telecamere e misuratori di velocità per fare cassa, perché non hanno denari e sono arrivati al limite massimo di fare cassa attraverso le contravvenzioni e le multe perché non ce la fanno, sono in difficoltà, la crisi colpisce anche gli enti pubblici. E poi, per che cosa? Io credo che semmai gli enti pubblici dovrebbero avere sollecitazioni, attenzioni e sostegno economico per andare incontro a quella che è la riqualificazione del proprio patrimonio pubblico, per migliorare i loro uffici, i loro spazi, le scuole, che sono di proprietà pubblica.
I comuni e le province dispongono della quasi totalità del patrimonio scolastico e sappiamo che non sono a norma, sappiamo che le palestre non funzionano, sappiamo che non hanno le aule speciali, sappiamo che hanno iniziato l'anno scolastico con i doppi turni, sappiamo che non sono adeguate per una moderna attività didattica. E come interveniamo noi? Dando loro premialità volumetrica. E chi la realizza, da quale parte? Poi è chiaro che i comuni che stanno all'interno di progettualità che hanno difficoltà a realizzare, come le grandi strategie dell'Agenda 21, ne è piena la Sardegna, poi non riescono a ottemperare a quanto previsto. Si parla di sviluppo sostenibile e di sostenibilità, ma non sono in grado di farlo.
Magari qualche amministrazione si toglie il capriccio di intervenire sulle proprie opere perché ha avuto anche dei finanziamenti e lì vediamo quali sono i limiti delle qualità architettoniche, degli interventi maldestri come l'utilizzo di materiali inadeguati, soprattutto all'interno delle aree storiche dove spesso insistono numerose proprietà degli enti pubblici. Troppe opere pubbliche abbiamo visto e vediamo realizzate oggi attraverso l'utilizzo di materiali inadeguati, materiali che vengono da terre lontane. Pensare che, in una realtà come la Sardegna, la terra delle pietre, la gran parte delle opere pubbliche che si stanno realizzando utilizza pavimentazioni e coperture di facciata di pietre che non vengono estratte dalle cave della Sardegna, ma vengono dalla Cina o da Paesi lontani.
Io credo che su questo noi dobbiamo riflettere. Quella potrebbe essere, per esempio, un'attenzione per spingere verso l'utilizzo dei nostri materiali, perfezionare le maestranze che lavorano in quei settori e puntare a una qualità, non un discorso di premialità di cui, credetemi, io non comprendo la ragione e continuo a rimanere perplesso di fronte a questo enigma che è presentato e contenuto nell'articolo 6 di questa legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessore, a noi, che siamo stati soprannominati cattocomunisti, hanno insegnato che le istituzioni dovrebbero dare l'esempio. Da fatti anche recenti capiamo che l'orientamento prevalente non è più questo, anche nei comportamenti personali, però ci dovete consentire, su questo articolo, di svolgere coerentemente con la nostra formazione un intervento conforme a questi principi secondo i quali le istituzioni dovrebbero dare l'esempio. Invece voi avete confezionato un bellissimo articolo 6 che, oltre che essere diseducativo dal punto di vista generale e illogico nell'aspetto di merito (che poi vedremo), è sostanzialmente un mal riuscito tentativo di stabilire una correità delle istituzioni rispetto a tutti i privati che dovranno fare tutte le altre cose. Prima di tutto, non c'è nessun bisogno di un articolo del genere; i comuni, se siamo d'accordo che le istituzioni operano sulla base delle necessità pubbliche, hanno lo strumento della dichiarazione di pubblica utilità per andare in deroga e fare qualunque cosa nella misura in cui serve alla comunità, non hanno bisogno della nostra legge! Mi dovete spiegare a che cosa serve questa cosa! Allora, riflettendo, le attività istituzionali sono una cosa, però sull'espressione "o comunque pubbliche" mi chiedo: che cosa sono queste cose pubbliche? Le vogliamo elencare? Alberghi, ostelli, centri culturali, bar, cinema, caserme dei carabinieri in ogni comune, ambulatori affidati ai medici, in gestione privata ovviamente, donazioni, beni demaniali ceduti ai comuni dalla stessa Regione, musei in gestione eccetera, eccetera. Mi spiegate se avete idea della portata di quello che avete scritto? Fra tante attività di uso pubblico, che non funzionano perché i comuni non hanno neanche la forza di alimentarli, ci sarebbe persino l'assurdo di concepire un articolo che li elimini, c'è da togliere, non da mettere! Ci sarebbe da togliere!
Questo è il paradosso di una concezione che ha solo, ripeto, alla luce di queste cose, la funzione di stabilire una correità al disastro che state presentando, perché si confondano i piani e tutti siamo amalgamati nelle stesse cose, sapendo bene che i comuni e le istituzioni fanno ciò di cui ha bisogno la comunità sulla base di poteri che sono ben definiti, indipendentemente da queste regole. Perché allora? Me lo spieghi. E, soprattutto, le amministrazioni pubbliche hanno il dovere, a differenza dei privati, di dare una motivazione pubblica di ciò che serve alla comunità, cioè lo devono documentare. Noi invece qua riconosciamo, a prescindere che sia utile o non utile, un incremento volumetrico che non ha ragione di esistere. Semmai ci fosse una ragione, questa magari nell'ultimo comma viene eliminata.
Però c'è anche da dire che noi stiamo pensando ai comuni che possono esercitare il potere di pubblica utilità e che quindi non hanno nessun bisogno di questa cosa, e non fosse che invece è interessata direttamente la Regione e l'Assessorato diretto dall'ingegner Asunis? Può essere! Patrimonio edilizio di proprietà pubblica, non viene mica detto che è dell'uno o dell'altro. Ma allora lo dovete dire, lo dovete dire chiaramente, c'è la finanziaria tra un po', mettetele lì le cose, non c'è mica bisogno di scrivere una norma così generale e astratta molto, che vuole solo camuffare un atteggiamento pericolosissimo, pericolosissimo, perché dentro l'uso pubblico c'è una miriade di soggetti privati, soggetti che operano sulla base di gare pubbliche, di selezione e di affidamento dei servizi e che si vedrebbero in una condizione tale da vedere falsate anche le condizioni di affidamento e di pubblicità. Questo è un articolo che va eliminato!
E va eliminato perché noi dobbiamo essere d'esempio e dobbiamo educare anche i nostri amministratori a progettare e a definire le infrastrutture pubbliche sulla base delle reali necessità, non sulla base di una liberalizzazione senza meta, senza motivo, senza organizzazione, perché questo è diseducativo anche nei confronti degli enti locali. Avete delle richieste? Io ho fatto il suo mestiere per un paio d'anni ma non mi risulta che i comuni chiedano questo, chiedono semmai che li aiutiate con qualche risorsa ad abbattere i debiti che hanno per esempio per gli espropri e per le sentenze passate in giudicato che non riescono a pagare. Ma così dovete dire loro anche in questo caso: "Attenzione, comune, vuoi fare un'altra cosa, pagati la demolizione, trovati un altro posto, ricostruiscitelo, mettici volumi in più, però pagatelo tu". Questa è la concezione. A chi? Ai comuni? Con quali soldi?Con le regalie che state facendo? Avete una percezione esatta della portata di questo articolo? Questo è un articolo che è fatto da un legislatore regionale per la chiarissima inutilità, rispetto ai poteri che hanno i comuni è una cosa che dovrebbe farci vergognare di deliberare.
Credetemi, in questa lettura sembriamo che noi non conosciamo i poteri degli enti locali e delle istituzioni pubbliche nel provvedere a realizzare le opere di uso pubblico. Sembra che non le conosciamo e poiché questa figura non la vorremmo fare, vi suggeriamo di ritirare questo articolo perché non cambierà niente al senso compiuto del capolavoro che state portando a termine, non cambierà di nulla, non se ne accorgerà nessuno, i comuni se vorranno faranno le cose che dovranno fare, ma perlomeno non ci esponiamo a un giudizio di incompetenza e di quasi analfabetismo istituzionale come questo articolo si presta a farci giudicare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, Assessore, questo articolo, a vederlo così, è un articolo di difficile comprensione perché, leggendo il titolo, "Interventi sul patrimonio edilizio pubblico", si è portati a pensare che la Giunta e la maggioranza stiano cercando di recuperare un rapporto interrotto con gli enti locali negli articoli precedenti, espropriando gli enti locali da tutta una serie di loro competenze, quella della pianificazione, passando loro sopra la testa, violentando quelle che sono le loro prerogative. Quindi dicevo, si legge il titolo e si dice: "Ma, mi sa che questa maggioranza sta rinsavendo, sta cercando di ridare ruolo e dignità ai comuni, recuperando e restituendo quanto è stato tolto negli articoli precedenti". Poi a leggere bene l'articolo, si capisce che di questo non si tratta.
Allora, dopo una lettura più attenta, forse si riesce a dare ragione anche alle considerazioni degli onorevoli Uras e Sechi. Uras l'ha definito un articolo intelligentissimo e mi sa che non c'è andato lontano, perché chi l'ha scritto ha usato l'intelligenza per scriverlo, non l'ha scritto a caso, non l'ha buttato lì a caso, è scritto a ragion veduta. E, a ragion veduta, dico che ha ragione anche il collega Sechi quando dice che questo è un articolo col trucco. E' un articolo col trucco, perché? Intanto perché leggendolo bene si scorge lo spirito che sta animando tutta questa legge, quello di pensare, di ragionare, di comunicare, di trasmettere all'esterno l'idea che comunque un metro cubo non si nega a nessuno, anche se è un ente pubblico, ne ha bisogno, e diamogli un metro cubo perché può essere che sia utile. Però non è così, perché poi arriviamo anche lì, alla fine questi metri cubi non saranno gli enti pubblici a utilizzarli probabilmente.
Ma vi sembra che il problema dei comuni siano gli spazi oggi, gli spazi pubblici per fare attività? Tutt'altro! Siamo venuti qua e ne abbiamo parlato anche nelle settimane scorse, abbiamo parlato della riforma Gelmini, il centrodestra sta contribuendo in maniera significativa a lasciare spazi vuoti negli enti pubblici perché le scuole stanno chiudendo attraverso interventi significativi di contrazione delle classi, di aumento del numero degli studenti per classe. Quindi ecco che sulle scuole ci sono notevoli spazi vuoti; ma non solo le scuole, casomai i comuni (perché in questi anni poi spazi pubblici se ne sono liberati) hanno un altro problema, lo diceva l'onorevole Sanna prima, è il problema delle risorse. Hanno tanti edifici, li hanno spesso vuoti, li hanno spesso fatiscenti, ma spazi ne hanno, hanno bisogno solamente di trovare risorse per recuperarli e riutilizzarli a seconda delle loro esigenze. E quindi questa non è un'esigenza a cui voi state venendo incontro; se dovete venire incontro a tutte le esigenze dei comuni, mettete risorse e venite incontro alle esigenze. Non sono volumi o cubature o mattone ciò di cui hanno bisogno.
E poi c'è l'altro aspetto, i comuni, anche se devono realizzare un'opera pubblica, hanno tutti gli strumenti per farlo, eccetto le risorse, posto che risorse non ne hanno, ma se avessero anche le risorse, gli strumenti legislativi e normativi li hanno tutti. Passano in consiglio comunale, approvano le deroghe, approvano le modifiche ai piani urbanistici, anche quelle con procedure accelerate quando si tratta di interesse pubblico, quindi mi sembra che strumenti di questo tipo ne hanno a iosa.
Allora, e lì mi viene in aiuto il suggerimento dell'onorevole Capelli, se i comuni non ne hanno bisogno, se i comuni non usufruiscono di questo che voi state definendo qua un intervento agevolato per i comuni e per gli enti pubblici, a chi servono questi interventi, onorevole Capelli? Lei mi ha chiesto di porre questa domanda all'aula e io la pongo all'aula e anche alla Giunta. Chi è il beneficiario finale? L'utilizzatore finale, come si usa dire in queste ultime settimane? Ci sono altre amministrazioni pubbliche che senz'altro possono intervenire, c'è la Regione, come diceva l'onorevole Sanna, c'è anche lo Stato con i suoi edifici, con le sue servitù, con i suoi fabbricati, può intervenire qualsiasi altra amministrazione pubblica. Sia la Regione, sia lo Stato, siano altre amministrazioni pubbliche, possono in questo caso intervenire passando anche loro come privati, giustamente state mettendo sullo stesso livello i privati e gli enti pubblici, tutti quanti possono passare sopra la testa dei comuni, ecco questo è un principio di eguaglianza che voi state sancendo.
Questo principio non verrà toccato dalla Corte costituzionale, qui siete tranquilli, perché state mettendo tutti sullo stesso piano, se i privati possono passare sulla testa dei comuni, perché non possono farlo le amministrazioni pubbliche, giustamente? Quindi anche loro potranno intervenire nei comuni, se hanno bisogno di aumentare le volumetrie dei loro edifici, lo potranno fare tranquillamente in deroga a tutti gli strumenti urbanistici e a tutti gli strumenti pianificatori.
Ma c'è un altro aspetto, quello sì, molto preoccupante, è l'ultima parte del comma 1. Che dire "della volumetria esistente degli edifici destinati ad attività istituzionali o comunque pubbliche"? Qui non stiamo parlando solo di edifici pubblici probabilmente, e forse non lo sono solo edifici pubblici; qui incomincia a preoccupare questo articolo, perché mi sa che questo è il cavallo di Troia che serve per buttare tutto dentro; attraverso l'articolo 6 passa tutto. Tutto quello che può essere definito attività istituzionale o comunque pubblica, quindi un termine abbastanza vario e vasto, passa attraverso l'articolo 6, dentro l'articolo 6, provoca degli squarci, si entra e si fa di tutto.
Ecco questo, Assessore, io ritengo che sia l'aspetto più preoccupante di questo articolo, un articolo che, per certi aspetti, è inquietante (onorevole De Francisci segni anche questa, mi è venuta così spontanea), è inquietante, e io penso che voi possiate cogliere l'occasione su questo articolo 6 (ne avrete più d'una di occasione, perché ci sono emendamenti soppressivi e c'è un voto finale su questo articolo) per cassarlo definitivamente, perché questo è l'articolo forse più pericoloso di tutta quanta la legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, questo è un articolo che mi ha incuriosito da subito, posto lì mi ha fatto pensare e mi convince sempre di più, l'ho già detto in altri interventi, che la stesura di questo provvedimento di legge non sia opera né della maggioranza, perché appunto conoscendo i colleghi so che molti sono sindaci e quindi sanno benissimo, non mi ripeto, le cose che hanno detto i miei colleghi, cioè che le amministrazioni comunali non hanno bisogno di questo articolo per andare in deroga, hanno gli strumenti, possono farlo, per cui non credo che la maggioranza abbia redatto, si è notato anche in altri passaggi che non è farina del suo sacco; tanto meno penso sia la Giunta, non mi risulta, a meno che non abbia ragione l'onorevole Sanna nel dire che c'è un obiettivo recondito.
Io penso che questa norma l'abbia fatta un imprenditore edile nella foga di mettere cubatura, non basta il privato, ci mettiamo anche tutto il patrimonio pubblico, peraltro non mi sembra poi un'idea peregrina. Oggi, perché no?, con il project financing tranquillamente il privato mette le mani sul patrimonio pubblico, propone la gestione, dalle pulizie a quant'altro, per fare un intervento di miglioramento negli edifici pubblici e poi gestirsi tutta quella quota di servizi che oggi si sta esternalizzando. Quindi, ripeto, penso proprio che questa legge sia frutto di un disegno chiaro per poter sfruttare al massimo le cubature possibili in Sardegna.
Il patrimonio pubblico sappiamo benissimo quanto sia vasto e quanta importanza ci sia perché venga recuperato, non foss'altro perché nei nostri comuni abbiamo carenza di spazi di aggregazione e sappiamo quanta difficoltà e quante problematicità stanno affrontando i giovani dell'attuale generazione, che spesso sono isolati o si isolano di fronte alle nuove tecnologie e che non hanno più relazioni con i propri coetanei, creando all'interno delle nuove generazioni situazioni di grave disagio sociale, tutto è virtuale, affrontano la vita in maniera virtuale e non riescono a capacitarsi delle difficoltà della vita quotidiana perché non misurano più i propri rapporti, non riescono più a interagire con i propri simili.
Ebbene, io credo che bisogna recuperare questo patrimonio, però bisogna recuperarlo come abbiamo sempre fatto, perché i comuni o si indebitano, o altrimenti chiedono alla Regione Sardegna di aiutarli a tenerlo in piedi. Io sono convinto che se andassimo a guardare quante domande e quante richieste ci sono depositate presso gli uffici dell'Assessorato dei lavori pubblici scopriremo l'enorme bisogno di risorse perché questo patrimonio davvero venga recuperato. In molti comuni assistiamo appunto a scuole ormai chiuse, anche per il venir meno della natalità, di conseguenza molti edifici scolastici sono chiusi e vanno in deterioramento continuo, quando invece, se ci fosse l'attenzione appunto della Regione Sardegna, che incentivasse il finanziamento e togliesse una quota, e l'abbiamo detto nella nostra proposta alternativa, che è quella appunto per recuperare le risorse, quegli spazi pubblici e quelle scuole, che oggi non hanno più alunni nei turni scolastici, potrebbero diventare dei centri di aggregazione.
Del resto lo vediamo, la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni sta spingendo quelle frange più sensibili della popolazione all'autodeterminazione. Abbiamo l'implementazione di volontariato che, nei vari settori della società, si adopera per dare risposte e per mantenere appunto quell'equilibrio solidale e sociale che le nostre generazioni stanno perdendo. Quante associazioni nei nostri comuni, che fanno appunto del volontariato il loro impegno civile, chiedono spazi per poter esercitare le loro attività! Non ne trovano perché gli immobili del patrimonio comunale sono in decadenza e i sindaci se ne guardano bene dall'assegnare loro quegli spazi, rischiando l'incolumità delle persone, e quindi rischiando la galera gli stessi amministratori locali. Eppure vorrebbero poterlo fare perché sanno quanto sia importante il rapporto nella vita comunitaria del volontariato. E quanti giovani portatori di handicap hanno chiesto di riunirsi! Non c'è uno spazio idoneo, ci sono le barriere architettoniche, e intanto quegli spazi comunali o altre strutture pubbliche vengono abbandonate perché appunto non c'è una risorsa finanziaria.
Quindi, sono d'accordo con i colleghi, credo che questo articolo possa essere tranquillamente stralciato e posto invece in altro capitolo del bilancio, io mi auguro, tanto andremo a verificarlo, che ci sia una fetta di risorse per aiutare i comuni a creare strutture di aggregazione sociale, strutture dove i nostri giovani possano ritrovarsi, anche usare le nuove tecnologie, ma non in solitudine, chiusi nelle proprie stanze, ripeto, a costruirsi un mondo fantastico, quando la realtà è molto più cruda e c'è bisogno che la sperimentino con i loro coetanei.
Ecco, stralciamo questo articolo, togliamolo via, mettiamolo nella finanziaria, dotandolo di risorse per aiutare i comuni a creare spazi dove i nostri giovani riprendano a dialogare, riprendano a raccontarsi le loro storie, riprendano ad avere la forza di decidere assieme l'impegno civile, anche nella politica. Parliamo tanto di classi emergenti, diciamo che abbiamo bisogno di classi giovani nella politica perché ci stiamo sclerotizzando tutti, ebbene queste formazioni le possiamo acquisire portando i giovani a dialogare tra loro, ad affrontare i problemi, a misurare la realtà e a fantasticare il futuro, quindi a impegnarsi per il futuro. Quegli spazi comunali possono essere una fonte importante, uno spazio importante, per dare al futuro delle nostre generazioni, quindi al nostro futuro, prospettive possibili. Pertanto condivido con i miei colleghi che di questo articolo se ne può fare a meno, cioè si potrebbe fare a meno di tutto, però sicuramente sono pienamente d'accordo che questo vada stralciato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, consiglieri, la finalità dell'articolo 6 è contenuta nel Titolo, "Interventi sul patrimonio edilizio pubblico", come avrete notato il primo comma è riferito al patrimonio pubblico utilizzato per "attività istituzionali o comunque pubbliche", avete quindi verificato la inesistenza del termine "uso pubblico".
Ma chi potrebbe beneficiare di questa norma? I comuni, le unioni dei comuni, le comunità montane, le province, le AA.SS.LL., le Aziende, faccio un esempio, l'ERSU, la Regione, che li potrebbe utilizzare in maniera diretta o indiretta, mi spiego meglio: li utilizza in maniera diretta per compiti d'istituto quali sedi degli uffici oppure, come sapete voi, quota parte del patrimonio viene dato dall'Amministrazione regionale in comodato d'uso ad altri soggetti pubblici, quindi, quei soggetti pubblici a cui facevo riferimento nell'ultima riga del primo comma, dove parlo di attività istituzionali o comunque una destinazione pubblica non ad uso pubblico.
La norma nasce dall'esigenza di identificare delle procedure semplificate, quanto meno per i piccoli interventi di ampliamento, da veicolare attraverso la DIA, evitando conseguentemente che ci siano degli allungamenti nel processo di autorizzazione da parte dell'organo deputato, come diceva qualcuno giustamente, al rilascio delle concessioni in deroga, e siccome parte dell'Aula ha anche fatto parte di altre istituzioni pubbliche sa peraltro che molto spesso i comuni, per poter realizzare anche un ampliamento modestissimo in una struttura in titolarità del comune a uso pubblico, devono seguire la procedura che porta alla delibera della Giunta comunale, devono aspettare che sia iscritta all'ordine del giorno del consiglio comunale, quindi devono fare tutta una procedura che invece, attraverso la disposizione contenuta all'articolo 6, viene decisamente velocizzata perché la procedura stessa viene affidata alla dichiarazione di inizio attività. Quindi lo sto ancora rileggendo, ma ritengo che il contenuto dell'articolo non sia un contenuto che ha il trabocchetto, come mi è sembrato di comprendere, che si presta a interpretazioni per cui si utilizza questo marchingegno per poi trovare soluzioni che diano in capo a soggetti privati la gestione di beni, stiamo parlando di una cosa completamente diversa.
La Giunta è fermamente convinta, pur avendo sentito dei pareri contrastanti, che la bontà della norma sia tale da non ritirare l'articolo stesso dal documento all'esame del Consiglio, per cui chiedo cortesemente al Consiglio, nel prosieguo della sua attività, di valutarlo con la dovuta tranquillità e serenità e di cogliere quegli aspetti che forse in un primo momento sono sfuggiti e hanno fatto presupporre che, dietro l'articolo stesso, potessero esserci delle situazioni non chiare. Vi ringrazio, dopo aver rappresentato ai consiglieri e in particolare a un consigliere che non è mia capacità dare a lui la risposta che lui desidera, nei termini in cui lui la desidera.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Cherchi, relatore di maggioranza.
CHERCHI (P.d.L.). Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 29, 30, 223, 134, 31, 224, 135, 32, 226, 136, 137, 111, 456, 537. Sull'emendamento numero 112 si esprime invece il parere favorevole;mentre ancora parere contrario sugli emendamenti numero 473, 457, 458, 459, 460, 472, 538.
Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cherchi, a me risulta nel foglio, da come ha deliberato la Commissione, che il parere sull'emendamento numero 112 è contrario.
CHERCHI (P.d.L.). No, è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi invece su tutti gli altri emendamenti soppressivi e aggiuntivi il parere è contrario.
CHERCHI (P.d.L.). Dicevo poi che il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 225, 471, 227, 466, 467, 468, 469, 470, 540, 228, 461, 462, 463, 464 e 465.
PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è perfettamente coerente al parere della Commissione, in particolare mi permetto di rilevare che, in riferimento al sostitutivo parziale numero 112, la formulazione dell'emendamento dà forse quella ulteriore chiarezza che qualcuno aveva peraltro rappresentato in Aula necessaria.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 29.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedere la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 29.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 23
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Metto in votazione gli emendamenti numero 30 e 223.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io credo che sia necessario riflettere sulla possibilità di sopprimere ulteriormente il comma 1 dell'articolo 6, anche alla luce delle dichiarazioni che ha fatto lei, Assessore, in sede di replica, perché ha aggiunto alle già sufficienti perplessità che noi avevamo un ulteriore elemento, cioè l'ambizione che vuole dare a questo articolo è quello di semplificare le procedure dei comuni. Praticamente, in altre parole, significa che lei vuole procedere, attraverso questo articolo, a una delegificazione delle procedure, perché se lei vuol fare saltare ai comuni alcune procedure, lei sta delegificando procedure che sono definite e obbligatorie. Le voglio ricordare una cosa molto precisa; cioè la possibilità che i comuni e gli enti pubblici in generale hanno di procedere in deroga per l'interesse pubblico e per la pubblica utilità è uno strumento che ha un carattere straordinario ed eccezionale e lo è ancor di più alla luce di quello che è avvenuto in questi anni nel rapporto fra istituzioni, cittadini e strumenti della pianificazione. Vi vorrei ricordare che, al di là delle apparenti insignificanze della Convenzione europea del paesaggio, la Convenzione europea del paesaggio, fra le altre cose, introduce un elemento che, nell'ultimo trentennio, è mancato ai processi della pianificazione, è il concetto della partecipazione; cioè, la partecipazione e la pubblicità dei processi di pianificazione, quindi di modificazione della pianificazione urbana, deve essere resa pubblica e garantita a tutti i cittadini e a tutte le associazioni portatrici di interessi diffusi.
Questa legge è stata ratificata dal Governo italiano e noi abbiamo l'obbligo di applicarla, qualunque tipo di delegificazione che vada contro i principi di applicazione della partecipazione e della trasparenza è un processo illogico, direi anche contrario ai principi generali che sono sanciti nell'ordinamento italiano.
Io credo che anche questo sia un elemento che concorre a complicare il profilo di illegittimità complessiva di questa norma posto che le sue dichiarazioni vanno nella direzione di procedere a una sostanziale delegificazione delle procedure che la legge assegna agli enti locali per svolgere le loro funzioni, perfino di interesse pubblico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo brevemente, e approfitto per ritirare alcuni emendamenti come per esempio il numero 112 e il numero 134.
Io l'ho spiegato prima, ma capisco anche la volontà dell'Assessore di superare alcuni contenuti equivoci o comunque una stesura ambigua di questo articolo 6. Intanto i titoli sono nella legge, ma non sono legge, quindi hanno un'utilità esplicativa in funzione di un'interpretazione che, badate, i nostri uffici fanno già in molte, troppe, leggi con tanta fantasia. Io mi sono riscoperto, glielo dico perché è uno dei casi, oggetto… lo dico anche al Presidente del Consiglio che non dovrebbe essere distratto dal collega, se no io interrompo la dichiarazione perché voglio essere ascoltato… il Presidente del Consiglio c'entra perché deve istituire una Commissione di inchiesta in materia di sicurezza sul lavoro.
Io ho scoperto una cosa molto interessante nella modulistica che le famiglie devono compilare per ottenere il sussidio di solidarietà che è previsto dalla legge, ho scoperto che hanno titolo al beneficio, che ammonta fino a 30 mila euro, le famiglie superstiti dei caduti sul lavoro che sono beneficiarie dell'intervento dell'INAIL. Guarda caso, la legge stabilisce esattamente il contrario, cioè la legge stabilisce che hanno priorità le famiglie superstiti che non sono assistite dall'indennizzo dell'INAIL! Per cui, Assessore, non serve il titolo ma non serve neppure questo testo, ci vuole un testo elementare che venga capito dalla nostra burocrazia per non avere fantasiose interpretazioni che sarebbero in questo caso veramente devastanti, così ugualmente devastanti come lo è l'interpretazione che è stata fatta della legge numero 8 del 2008.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, proprio domani comunicherò all'Aula la nomina della Commissione d'inchiesta poiché sono pervenute tutte le segnalazioni dei Gruppi.
Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Assessore, lei nella sua replica non ci ha convinto perché, per l'espressione "comunque pubbliche", nelle due parole che sono presenti alla fine del comma 1 dell'articolo 6, ed è per questa ragione che voterò a favore dell'emendamento soppressivo di questo comma, ha citato immobili che hanno non solo finalità pubbliche, sono le istituzioni fondamentalmente, comuni, Ersu, enti regionali, ma non è che "comunque pubbliche" riguardi anche enti di formazione professionale che svolgono attività comunque pubblica, insomma non è che riguardi tutto ciò che ha finalità pubblica, cioè ogni immobile privato adibito a finalità pubbliche, perché se ogni immobile privato adibito a finalità pubbliche, non di proprietà del pubblico, può incrementare la sua volumetria, è un incremento di volumetria a favore del privato.
A meno che quella dicitura "di proprietà pubblica" all'inizio non significhi appunto limitare questa possibilità solo agli edifici di proprietà pubblica. Però con quel "comunque pubblica", diciamo, si scavalca quella finalità iniziale e quel limite indicato solo agli immobili, così come definiti nella prima parte del comma 1, e può aprire la strada invece la parte finale del comma a interventi anche su immobili che di proprietà pubblica non sono e sono magari di proprietà privata con finalità pubblica, senza voler arrivare al paradosso di un cinema che è pur sempre un'attività aperta al pubblico, però...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, onorevole Salis mi scusi, la sua voce rimbomba e non mi sembra corretto nei confronti del collega Zedda che è anche vicino a voi. Prego, onorevole Zedda.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Grazie Presidente. Dicevo, specificare meglio il comma, perché altrimenti non capisco quella dicitura iniziale, forse sarebbe la cosa migliore, è per questo che il voto è favorevole per l'emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Mi scuso per prima, signora Presidente. Assessore, io non ho fatto in tempo a iscrivermi alla discussione generale, ma all'articolo 6, come dire, mi punge vaghezza che ci sia bisogno di una modifica sostanziale. Nel senso che, lo hanno già detto tutti, i comuni non hanno bisogno di autorizzazioni a incrementi perché se vogliono approvare un progetto in deroga su edifici pubblici lo possono tranquillamente fare con una delibera del consiglio comunale, è sempre stato fatto.
Sulla semplificazione amministrativa, ho qualche dubbio, io ho sostenuto un processo di semplificazione amministrativa fasulla, anzi farlocca, quando non ci opponemmo con la necessaria forza o con il necessario vigore alla soppressione per esempio dei comitati di controllo, la considerammo una pratica di semplificazione amministrativa e questo atto invece si rivelò uno strumento di sottrazione di un potere di controllo enorme soprattutto da parte delle minoranze, tant'è che qualcuno, meritoriamente, spero anche in questo Consiglio regionale, sta pensando a ridefinire uno strumento che sia in grado di tutelare le minoranze senza costringere qualsiasi consigliere comunale o provinciale a rivolgersi al Tar, con le spese, i tempi, e quello che ne consegue. Ho portato questo esempio perché spesso le migliori intenzioni rischiano di trasformarsi in altro.
Le vorrei proporre un patto, se è possibile, signora Presidente, rinuncio al prossimo intervento se mi concede dieci secondi in più rispetto all'intervento attuale. Assessore, visto che c'è questa sensazione di disagio nei confronti dell'articolo 6, chiamiamolo così, perché non compiere un atto di coraggio, se anche i colleghi dell'opposizione sono d'accordo, oltre che la Giunta, e trasformare questo articolo 6 in qualcosa di utile, e soprattutto di molto utile, e in qualcosa di rispondente al titolo della legge. Cinque secondi, Presidente!
PRESIDENTE. Prego, cinque secondi.
SALIS (I.d.V.). Grazie. Cioè: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Io riprendo un intervento che ho fatto precedentemente, perché non utilizziamo l'articolo 6? Badi, io ho già preparato una bozza di emendamento orale, glielo sottoporrò, lo posso anche trasformare in un emendamento eventualmente anche nelle norme transitorie, quello che vogliamo, però col suo assenso. Le proporrei, perché non trasformiamo questo articolo 6, cambiando anche il Titolo: "Interventi sul patrimonio edilizio pubblico, piano straordinario per il risparmio energetico", e utilizziamo gli edifici pubblici come piattaforma di lancio di un piano straordinario per l'edilizia rinnovabile e il risparmio energetico, partendo proprio degli edifici pubblici. Daremmo una mano a tutti gli enti pubblici, per un risparmio che poi si trasforma in risparmio negli anni, riqualificheremmo i nostri edifici pubblici, potremmo anche pensare a un premio volumetrico, ma vediamolo in termini strategici, non solo in termini di metri cubi. Sarebbe una cosa molto utile per questa legge. E, parlando in termini di occupazione, interverremmo in un settore che ha visto per esempio, la Germania in dieci anni, anzi in otto anni, creare 300 mila posti di lavoro sul settore del rinnovabile…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, sono più di dieci secondi!
SALIS (I.d.V.). Riprenderò durante l'altro intervento!
PRESIDENTE. No, aveva chiesto dieci secondi, che le sono state concessi, a condizione che rinunciasse all'intervento sul prossimo emendamento. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'emendamento che abbiamo presentato, come dire, è un secondo tentativo per sopprimere l'articolo 6, perché sopprimendo il comma 1 di fatto verrebbe a cadere automaticamente il senso dell'articolo 6, che continua ad essere per noi un articolo non compreso, e non lo comprendiamo neanche dopo l'intervento e la spiegazione dell'Assessore.
Perciò noi continuiamo a sostenere una tesi, che è quella che, agli enti pubblici….
(Interruzioni)
Forse il futuro sposo, andando via, ha lasciato un piccolo omaggio, un cadeau per addolcirci! Ma ci poteva addolcire con una proposta di legge migliore, sicuramente l'avremmo gradita più dei cioccolatini!
Tornando alla discussione, ripeto che gli enti pubblici, attraverso le deroghe e la motivazione sulla pubblica utilità, possono concedersi quello che vogliono, e lo possono concedere anche a altri enti, come l'ERSU, a cui ha fatto riferimento l'Assessore, perché mai un ente pubblico ha fatto mancare la solidarietà e il sostegno, sempre che le richieste fossero, come dire, di interesse pubblico e nella logica di soddisfare interessi pubblici. Per questo il nostro voto è favorevole.
(Non sono approvati)
L'emendamento numero 134 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione degli emendamenti numero 31 e 224.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo al comma 2. Il comma 2 tenta di aumentare le volumetrie in un caso di evidente paradosso, cioè dice che l'incremento del 20 per cento diventa 30 per cento nel caso si provveda alla "ristrutturazione di edifici non in uso, finalizzati al ripristino delle destinazioni di cui al comma 1, attualmente non consentite per effettive carenze funzionali e strutturali, ed al miglioramento" - anche qui - "della qualità architettonica…" eccetera. Ora, è difficile capire, già è una ripetizione, cioè è un premio del tutto gratuito, faremmo meglio a scrivere direttamente il 30 per cento e avremmo soddisfatto. Certo è che chi ristruttura è perché vuole ripristinare l'uso, almeno gli enti pubblici, o quelli che hanno un uso pubblico normalmente, perché non sono abituati a buttare i soldi, o non li possono programmare inutilmente.
Volevo dire anche un'altra cosa all'Assessore, alla luce di questo, quando ho letto il titolo, mi è parso, per un attimo solo, che ci volessimo interessare anche del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, che magari avrebbe riguardato centinaia e centinaia di famiglie, forse un adeguamento della loro condizione di vita, eccetera. Poi ho capito che il grande assente da tutta questa legge è proprio esattamente la povera gente, cioè quelli che ne hanno bisogno, in tutte le salse e in tutte le forme. Ho capito anche un'altra cosa, interpellando un po' in giro, che esiste attualmente un invenduto, sulla casa, abbastanza consistente, la crisi ha bloccato; i segnali che si stanno avendo in questi giorni e in queste settimane dicono che la ripresa del settore della casa avviene timidamente, quasi sempre accompagnata da mutuo regionale. Allora, io non metto una lira sui mutui regionali, non mi interesso di fare nuove case, non faccio questo, non faccio quest'altro, tutto mira a liberare il campo del fabbisogno dell'invenduto, e a chi agevola questo, secondo voi? Chi ha bisogno o chi vuole vendere? Domandatevelo. Guardate dentro la filosofia di questa legge dove si vuole andare a cadere.
(Non sono approvati)
L'emendamento numero 135 è inammissibile.
Metto in votazione gli emendamenti numero 32 e 226.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 32 e 226, uguali.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 26
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la PresidenteLOMBARDO.)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
L'emendamento numero 112 è stato ritirato quindi di conseguenza decadono tutti gli emendamenti all'emendamento.
Metto in votazione l'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 225.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 225 ripropone la definizione dei volumi incongrui, anche qui chi decide non si sa! Se ci fosse - se ci fosse! - una pianificazione di riferimento questo sarebbe abbastanza definito, però noi proponiamo che, anche in questo caso, si faccia riferimento al comune, a un'autorità che, in qualche modo, possa riferirsi al contesto, alla pianificazione territoriale e alla considerazione generale, perché diversamente questa incongruità viene autodichiarata dall'ente pubblico, o chi per esso, ed è una posizione autoreferenziale che è completamente disomogenea rispetto al criterio al quale assoggettiamo gli altri soggetti privati. Dico anche di più: nei 300 metri fino ad ora avete messo la Commissione a dare un giudizio sulla qualità degli interventi. Per gli enti pubblici non vale? Chi garantisce sulla qualità? Perché loro non sono soggetti? Cioè abbiamo una serie di incongruenze per cui, in questa fascia costiera così delicata e in queste ricostruzioni, a seconda dei casi, decidono soggetti diversi. Questa è l'idea della pianificazione d'accatastamento che state facendo voi, non una pianificazione che disegni un contesto urbano ma che ammucchi le cose in maniera disordinata, senza criterio e senza valutazione.
E' una caratteristica permanente di questo provvedimento di legge cioè quella di liberalizzare davvero il disegno urbanistico della Sardegna. Credo che avrete ben da lavorare per poter dimostrare l'efficacia dei programmi che metterete in campo in una Sardegna che diventerà schizofrenica dal punto di vista del governo del territorio, perché il messaggio che state dando ai comuni è devastante e la prima a pagarlo sarà proprio la Regione che non riuscirà a governare alcun processo di pianificazione né alcuna iniziativa di incentivazione. L'abbiamo visto con difficoltà noi, quando abbiamo lavorato all'interno dei centri storici, lo vedrete voi che cosa significa togliere il guinzaglio alle regole, come si suol dire.
(Non è approvato)
Colleghi, gli emendamenti all'emendamento numero 227 configurano la fattispecie prevista dall'articolo 85, comma 6 bis, il quale stabilisce che: "Qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti aventi una parte comune identica, alla quale può essere attribuito il significato di principio, ed una parte recante una variazione ogni volta diversa, il Presidente pone in votazione preliminarmente il principio; in caso di voto contrario tutti gli altri emendamenti aventi la medesima parte comune decadono".
Quindi, metto in votazione l'emendamento numero 227.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei che qualcuno di voi si alzasse per spiegare, per esempio il Presidente della Commissione vicario, che cosa contrasta su questo emendamento: "Gli interventi previsti negli articoli 2, 3, 4 e 5 non sono attuabili nelle aree identificate dal PAI come zone comportanti rischio idrogeologico". Avete dato il parere negativo, questo comporta una responsabilità, decidete voi.
Noi chiediamo l'appello nominale perché risulti certificato, poi tutte le altre cose le vedremo al momento opportuno perché di fatto su questo argomento dite e non dite e soprattutto, scavalcando tutta la pianificazione paesaggistica come di fatto non viene richiamato da nessuna parte, state bypassando, di fatto, anche le pianificazioni corredate al Piano paesaggistico, che ne fanno parte integrante e sostanziale, come anche il Piano di assetto idrogeologico e tutte le connessioni che, dal punto di vista dell'uso del territorio, il Piano paesaggistico regionale dà perché, come definisce il Codice Urbani, il nostro non è solo un Piano paesaggistico ma detta anche norme di governo del territorio e quindi dà forma e sostanza a una concezione urbanistica leggermente diversa da quella del Piano paesaggistico.
Il vostro parere è contrario, noi vogliamo che lo mettiate nel voto e che sia di dominio pubblico.
PRESIDENTE. Vorrei ricordare al Consiglio che la votazione per appello nominale deve essere un fatto del tutto eccezionale perché comunque la certificazione del voto di ciascuno...
(Interruzione)
Ho già detto che la facciamo, onorevole Sanna, ho detto semplicemente che il Regolamento recita che di norma la votazione avviene con procedimento elettronico, siccome con il procedimento elettronico si certifica comunque la votazione di ciascuno, vorrei ricordare ai colleghi…
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, va bene la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 227.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Dessi', Maninchedda, Solinas Christian e Stochino hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Steri - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 17
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Conseguentemente non vengono posti in votazione gli emendamenti presentati all'emendamento numero 227.
Passiamo all'emendamento numero 228. Anche in questo caso gli emendamenti all'emendamento numero 228 ricadono nella stessa fattispecie prevista dall'articolo 85, comma 6 bis.
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7. All'articolo 7 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e dei relativi emendamenti:
Art. 7
Titoli abilitativi degli interventi
edilizi straordinari
1. Gli interventi di cui agli articoli 3 e 4 sono realizzati mediante la denuncia di inizio attività, nel rispetto delle disposizioni generali. Nella relazione asseverata è espressamente attestata la conformità delle opere da realizzare alle disposizioni della presente legge nonché la certificazione dell'idoneità statica delle strutture realizzate.
2. La denuncia di inizio attività di cui al comma 1 può essere presentata non oltre il termine del 31 dicembre 2010.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
L'art. 7 è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo totale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 7
L'articolo 7 è soppresso. (229)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
Il comma 1 dell'art. 7 è soppresso. (34)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 1 è soppresso. (230)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
Il comma 2 dell'art. 7 è soppresso. (35)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 2 è soppresso. (232)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
Il comma 3 dell'art. 7 è soppresso. (36)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 3 è soppresso. (234)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
Nell'art. 7, comma 3, la frase: "i componenti della commissione sono nominate da Giunta Regionale" è soppressa. (138)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras
Articolo 7
Il comma 4 dell'art. 7 è soppresso. (37)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 4 è soppresso. (237)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 1 è sostituito dal seguente
La commissione regionale di cui all'articolo 137 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni è istituita con decreto del Presidente della Regione ed opera presso l'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica, resta in carica per la durata della legislatura in cui è stata costituita e decade improrogabilmente novanta giorni dopo l'insediamento del Consiglio regionale di nuova elezione. (231)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 7
Il comma 1 dell'art. 7, è sostituito dal seguente:
"1. E' istituita la Commissione regionalee per il paesaggio e la qualità architettonica al fine di fornire un supporto tecnico-scientifico all'Amministrazione regionale in merito alla valutazione degli interventi da realizzare in zone di particolare valore paesaggistico ed ambientale, con particolare riguardo al fatto che gli stessi non rechino pregiudizio ai valori oggetto di protezione. La Commissione esprime i pareri di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 13 e negli altri casi previsti dalla presente legge. Svolge inoltre funzione consultiva della Giunta regionale". (375)
Emendamento all'emendamento numero 375 soppressivo totale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto
Articolo 7
L'emendamento numero 375 è soppresso. (515)
Emendamento all'emendamento numero 375 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
All'emendamento 375 è aggiunto:
"I componenti della Commissione sono scelti con procedura di evidenza pubblica tra professori, docenti universitari e ricercatori aventi particolare competenza nelle materie del paesaggio e non esercitino sul territorio regionale alcuna attività libero professionale". (517)
Emendamento all'emendamento numero 375 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
All'emendamento 375 è aggiunto:
"Della Commissione fanno parte di diritto il soprintendente regionale e il sindaco sul cui territorio insista l'intervento". (518)
Emendamento all'emendamento numero 375 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Dopo le parole "esprime i pareri" sono aggiunte le seguenti:
"necessariamente conformi alle disposizioni contenuti nel vigente PPR". (541)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
La commissione regionale è composta:
a) dal direttore generale della Pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, con funzioni di presidente;
b) dal direttore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;
c) dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici o suo delegato;
d) dal soprintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio o suo delegato;
e) dal soprintendente per i Beni archeologici o suo delegato;
f) da tre esperti di qualificata, pluriennale e documentata professionalità ed esperienza nella tutela del paesaggio scelti dalla Giunta regionale nell'ambito di terne designate:
1) dall'Università di Cagliari;
2) dall'Università di Sassari;
3) dalle fondazioni aventi per statuto finalità di tutela e promozione del patrimonio culturale aventi sede nella Regione;
4) dalle associazioni portatrici di interessi diffusi ed operanti nella Regione, riconosciute dalle vigenti disposizioni di legge in materia culturale ed ambientale. (233)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 7
Nel comma 2 dell'articolo 7, la frase: "La Commissione si avvale, per il suo funzionamento, degli uffici dell'Assessorato competente in materia di governo del territorio, ed è composta da tre esperti in materia di tutela paesaggistica ed ambientale con comprovata pluriennale esperienza nella valorizzazione dei contesti ambientali, storico-culturali ed insediativi e nella progettazione di opere di elevata qualità architettonica." è così modificato: "la Commissione si avvale, per il suo funzionamento, degli uffici dell'Assessorato competente in materia di governo del territorio, ... è composta da tre esperti in materia di tutela paesaggistica ed ambientale con comprovata pluriennale esperienza nella valorizzazione dei contesti ambientali, storico-culturali ed insediativi, nelle materie giuridiche ambientali ed urbanistiche e nella progettazione di opere di elevata qualità architettonica"; (343)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
Sulle proposte di nomina di cui alla presente lettera si esprime la Commissione consiliare competente entro dieci giorni dalla trasmissione della proposta della Giunta regionale. (235)
Emendamento all'emendamento numero 235 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 7
L'emendamento numero 235 è così sostituito:
"La proposta di nomina, deliberata dalla Giunta regionale, è trasmessa alla commissione consiliare competente che esprime la sua valutazione entro venti giorni". (516)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 7
Nel comma 3 dell'articolo 7 la frase: "i componenti della Commissione vengono nominati dalla Giunta Regionale" è così sostituita: "i componenti della Commissione vengono nominati dal Consiglio Regionale previa selezione pubblica dei curricula delle persone interessate". (334)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 7
All'Art. 7 comma 3 sono aggiunte le seguenti parole :
Dopo le parole "nominati dalla Giunta regionale" sono aggiunte le parole "previa selezione pubblica dei curricula delle persone interessate". (236).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessori e colleghi, affrontiamo l'articolo 7. L'articolo 7 è un articolo che si rende necessario per la procedura di approvazione degli interventi che è stata messa in campo da questo provvedimento di legge per tutti quegli incrementi volumetrici che ricadono nella fascia costiera. L'Assessore poc'anzi ha dichiarato di non voler rispondere alla mia domanda su quanti interventi potenzialmente sono raggiungibili da questa legge. Io mi arrendo a questa evidenza, sicuramente non insisterò nel fargliela, anche se è del tutto evidente che questa legge (la ringrazio, se ha dei numeri, poi me li leggerò, grazie) è assolutamente onnicomprensiva. Però, Assessore, io continuo, proprio per capire (se abbiamo ragionato sulla possibilità materiale di gestire gli effetti di questa legge e di affrontarli) se è una legge applicabile, se crea aspettative, certamente non nelle famiglie, certamente in chi non ha la casa, certamente in chi non è più povero, ma almeno in qualche investitore, in qualche impresa, aspettative che possono ritenersi giustificate.
Io ho fatto dei calcoli mentre scorrevamo l'articolo 6 e sono ripartito dai 40 mila interventi. E la domanda è: "Quanti di questi 40 mila interventi realisticamente avverranno nella fascia costiera?". La risposta è: "Molti di questi". Perché molti di questi? Perché qui stiamo mobilizzando capitali, capitali privati, capitali di famiglie che hanno seconde case, capitali di proprietà di strutture alberghiere, che ha senso mettere in moto, intanto se ci sono e certamente ce li ha probabilmente chi ha beni in eccesso, cioè chi ha beni come seconde case, beni nella fascia costiera o chi è proprietario di strutture, e poi che ha senso mettere in moto se incrementano e aumentano il valore del patrimonio posseduto.
Quindi, io sospetto fortemente che la gran parte degli interventi previsti si concentrerà proprio nella fascia dei 300 metri, al più in quella dei 2000 metri, quindi con incrementi che andranno dal 10 al 30 per cento. Ora, noi abbiamo previsto 40 mila interventi, Assessore, immaginiamo che circa il 50 per cento di questi, per la ragione che ho poc'anzi detto, perché lì ci sono i capitali, lì c'è l'intento speculativo o di chi vuole incrementare i volumi e poi vendersi la seconda casa o della piccola struttura alberghiera, di chi ha il miraggio di un incremento turistico trainato dal mattone, e noi sappiamo che non è vero, ma questo miraggio voi lo alimentate, anche se i fatti dimostrano il contrario, circa 20 mila di questi interventi avverrà nelle coste.
Questa legge prevede che l'inizio lavori avvenga nei 18 mesi successivi all'approvazione della legge, se teniamo conto che i giorni utili, lavorativi, nell'arco dei 18 mesi sono circa 360, noi possiamo trovare il numero di interventi che esaminerà questa fantomatica Commissione, a cui daremo il premio di efficienza e di produttività dell'anno, certamente farà invidia ai momenti più efficienti di qualsiasi settore.
Questa Commissione è fatta di tre persone solamente, tra l'altro viene nominata entro 45 giorni, quindi un po' di giorni verranno anche bruciati per essere nominata, diciamo quindi che c'è un'abbondanza di numeri, stiamo concedendo anche troppi giorni, questa fantomatica Commissione di tre componenti, stacanovisti, mi raccomando, li cerchi molto volenterosi, dovrebbe approvare almeno 50 progetti al giorno, 50 progetti di complessità variabile perché passiamo da interventi dove si incrementa di una stanza una residenza nella fascia costiera, quindi che possono prevedere 50, 100, 150 metri cubi, a interventi che prevedono un incremento di svariate migliaia di metri cubi come le strutture alberghiere della costa che per la loro diramazione magari hanno un corpo centrale con dei corpi residenziali minori, quindi interventi che possono arrivare a svariate migliaia di metri cubi.
Questa Commissione, Assessore, poi le darò i calcoli… onorevole Cherchi, se lei lo distrae, già l'Assessore ha difficoltà a rispondermi sui numeri e in alcuni casi è anche reticente nel rispondermi, oppure mi smentirà dandomi i numeri… Assessore, non si faccia distrarre dall'onorevole Cherchi che oggi svolge anche un ruolo importante perché in questo momento sostituisce il Presidente della Commissione che ha altri impegni.
Allora, dicevo, questa Commissione di tre membri dovrebbe approvare 55 progetti al giorno, senza considerare i 45 giorni in cui di fatto non lavora perché non è stata ancora insediata, quindi, diciamo un numero di circa 60 progetti al giorno di varia complessità, che insistono in una fascia pregiata, attenzione, deve valutare, esprimere pareri su tutti questi interventi che vanno realizzati in zone di particolare valore paesaggistico e ambientale, quindi è una funzione anche delicata, preziosa, e questi tre componenti dovranno guardare i progetti, guardare le carte, la topografia, capire complessivamente come questi interventi si inseriscono nel contesto del territorio.
Ebbene, tutto questo lo devono fare però un po' celermente, diciamo, un po' "velocini", tanto "velocini" da dover dare 60 bollini al giorno. Allora sono circa sei visti, il che vuol dire che, lavorando, daranno attenzione a questi progetti nella misura di circa uno ogni dieci minuti.
Allora, io mi chiedo, Assessore, o questa Commissione è soltanto, come dire, un coperchio su una pentola che deve dare soltanto un via libera indiscriminato e che farà scempio del nostro territorio o questo provvedimento di legge, per l'ennesima volta e per l'ennesimo articolo, non tiene conto di quelli che sono i numeri in atto, c'è qualcosa che non torna e questo magari lei ce lo spiegherà nella sua replica. Io ho il sospetto che anche questo sia un paravento, che anche questo sia l'ennesima deroga mascherata da "non deroga" dove si fa un tentativo di ricondurre una valutazione delicata a una Commissione che non avrà la possibilità e il tempo materiale di svolgere quella funzione perché le stiamo chiedendo di valutare, in soli dieci minuti, progetti di grande complessità e di grande delicatezza. Ricordo certamente quelli nelle zone agricole, ma ricordo soprattutto quelli che riguardano le strutture turistico-ricettive.
Quindi, Assessore, anche questo articolo è l'ennesima dimostrazione delle false promesse di questa legge e, in particolare in questo caso, di quella che prevede che questa legge abbia cura in qualche modo dell'ambiente, non ce l'ha, non può averla; gli strumenti di tutela, di salvaguardia e di garanzia che introducete sono soltanto un paravento per una norma il cui solo intento è quello di dare il via libera indiscriminato al consumo del nostro territorio, anche nella fascia più pregiata. Per quello siamo contro questo articolo, per quello continueremo a manifestarle tutto il nostro dissenso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo per chiederle, Presidente, a che ora è prevista la conclusione dei lavori stamattina, se mantiene l'impegno rispetto a quanto abbiamo stabilito in Conferenza dei Capigruppo, se ha tenuto conto anche del fatto che, oltre i consiglieri regionali, ci sono anche gli Uffici, se ha tenuto conto delle ore in cui stiamo in Aula, insomma vorremmo avere una risposta prima di continuare i nostri lavori.
Le chiedo anche quando è prevista la presenza del presidente Cappellacci. Lei ci ha annunciato l'assenza fino al giorno 9, perché è a Bruxelles, a me risulta che non sia a Bruxelles, risulta che oggi sia stato a Dublino, che abbia incontrato Ryanair insieme al sindaco di Alghero, e forse anche insieme all'ex direttore generale della Sogeaal;, ecco, le chiedo se magari nella giornata di domani potremo avere la sua presenza.
PRESIDENTE. Il presidente Cappellacci è a Bruxelles, è andato anche a Dublino, ma è tornato a Bruxelles per una riunione e tornerà domani sera. Quindi domani mattina non potremo avere il presidente Cappellacci che, come lei ben sa, sarà presente lunedì sera per discutere le mozioni che sono state presentate dalle opposizioni con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio.
In Conferenza dei Capigruppo non abbiamo assunto poi alla fine nessun tipo di accordo, come lei ben sa, e ho già comunicato all'Aula in precedenza che saremo andati avanti a oltranza. Per cui, adesso proseguiamo ancora nei lavori e valuteremo in itinere come proseguire ulteriormente.
(Interruzione del consigliere Bruno)
PRESIDENTE. Scusi?
BRUNO (P.D.). Vorrei sapere qual è il suo concetto di "a oltranza".
PRESIDENTE. "A oltranza" significa andare avanti e vedere ancora la prosecuzione dei lavori, quindi poter capire a quale orario utile si possa chiudere per poter definire anche l'articolo che stiamo discutendo.
BRUNO (P.D.). Va bene. Chiedo una Conferenza dei Capigruppo!
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, la Conferenza dei Capigruppo gliela concedo, non c'è nessun problema. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 01 e 01, viene ripresa alle ore 01 e 20.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Riprendiamo i nostri lavori.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo che comunichi all'Aula l'esito della Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Sì, comunico all'Aula l'esito della Conferenza dei Capigruppo. Scusate, colleghi, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di proseguire i lavori di questa seduta sino alle ore 2; i lavori riprenderanno poi domani e i giorni seguenti, quindi compresi anche sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 14, e dalle ore 16 alle ore 22.
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, inizio subito dopo averle esternato i miei complimenti per questa decisione. Ci sono tanti modi infatti per tutelare la dignità dei consiglieri regionali, che dovrebbe venire prima anche degli interessi, o la dignità, delle forze politiche, o delle maggioranze. Tuttavia, andiamo avanti, siamo in questa condizione e dobbiamo rassegnarci a esserlo, nonostante tutto.
L'articolo 7 parla di una sedicente Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Io ho sempre sostenuto e avevo capito che forse la Giunta era entrata in confusione, perché pensavo che si volesse dedicare a colmare un vuoto legislativo, che c'è, cioè quello di adempiere alla nomina della Commissione, di cui all'articolo 137 del Codice Urbani che - comunque sia - avrebbe trovato in questa sede un luogo idoneo per essere istituita, perché noi non abbiamo al momento questo organismo; ma ho capito dopo che, essendo totalmente disinteressati al tema del paesaggio, ecco perché ribadisco che sarebbe più onesto da parte vostra assumervi la responsabilità di revocarlo, almeno è chiaro e non è indiretto, e ci confronteremo su questa scelta, invece ho capito che è una commissione fiduciaria, un'ennesima commissione che si dovrebbe incaricare di dare un parere non poggiato su alcuno strumento, quindi del tutto soggettivo, sull'adeguatezza degli interventi previsti in questa legge rispetto ai contesti paesaggistici e culturali, insomma di tutela, nei quali questi interventi dovrebbero realizzarsi.
Per carità, una questione legittima, affronteremo più avanti le condizioni di trasparenza, di imparzialità e di metodo con le quali dovrebbero lavorare queste commissioni, perché io capisco tutto ma una Commissione che deve dare un giudizio sugli interventi nel territorio di competenza dei comuni, che è anche organo di consulenza fiduciaria della Giunta, come scrivete voi, mi fa nascere qualche sospetto. Mi fa nascere qualche sospetto! Posto che sia il fatto che avete rimosso il riferimento agli strumenti di pianificazione. Un'altra commissione come quella brillante che avete nominato per l'osservatorio delle povertà, infatti ormai nessuno si preoccupa più, ha risolto le povertà in Sardegna! Io non so che cosa abbia fatto, se si sia riunita, so che costa 300 mila euro di gettoni alla Regione, in barba alla povertà e ai poveri! So questo, questo è certo, perché è stato deliberato, però non so che cosa abbia fatto finora. A proposito e sempre in materia di attenzione al momento della crisi e a quelli che sono più colpiti dalla crisi.
Ma la cosa più interessante è che questa sedicente Commissione si occuperà di una materia di cui si cura già l'Ufficio del paesaggio per compiti istituzionali, il quale opera esclusivamente per opere e interventi collocati esattamente in quelle aree dove dovrebbe operare questa Commissione, e si sovrappone alla stessa competenza delle Sovrintendenze che hanno la loro funzione sempre in quegli ambiti di tutela e il cui parere è comunque un parere sul quale bisogna fare i conti. Poi, non bastasse, la "45" ci dice che è istituito il Comitato tecnico regionale per l'urbanistica per il quale, fra l'altro, tra gli esperti che dobbiamo nominare, e che spero siano stati nominati sulla base di quello che dice la legge, ci sono esperti in materia urbanistica, paesistica, tutela dell'ambiente e materie giuridiche connesse. Quindi esattamente le competenze che evocate voi in questo provvedimento.
Mi domando: era del tutto necessaria? Che cosa fa di più e meglio che non fanno gli altri organi? Questo è il punto! Poi, dovremmo specificare ulteriormente il tipo di selezione, se attraverso una procedura di valutazione pubblica dei curricula, noi vorremmo chiedere che la proposta della Giunta, come avete chiesto voi quando eravate all'opposizione, vada… Presidente!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Sanna. Colleghi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiederemo che, attraverso emendamenti, la vostra proposta di nomina degli esperti vada all'esame e al parere della Commissione consiliare competente perché si giudichi l'appropriatezza delle nomine, cosa che avete fatto anche voi. E poi chiederemo anche che questi signori rilascino una autocertificazione attestante il fatto che loro non abbiano conflitti d'interesse, rispetto alle loro attività, nel territorio regionale sardo, attestazione che sarebbe giusto chiedere al Presidente della Regione, a tutti gli Assessori e a tutti i consiglieri regionali, in relazione agli interessi che gravitano intorno a questa legge.
Noi lo chiederemo e io comincerò a farla con i colleghi che con me la vorranno fare anche se non ci sarà una norma, perché vorremmo domandare a tutti indistintamente se stiamo facendo leggi per qualche obiettivo e quando legiferiamo siamo liberi dai gravami dei nostri interessi personali. Io credo che questo sia un elemento di garanzia che noi dobbiamo ai sardi per essere sicuri che quella Commissione svolga un lavoro imparziale, dentro una legge che imparziale non è e che ha un margine di discrezionalità in base al quale se quella Commissione è dirimente per decidere se fare un intervento o non farlo, torniamo ai vecchi tempi quando si usavano nei comuni gli strumenti urbanistici per condannare i nemici politici e per premiare gli amici. Perché questa è la realtà che abbiamo vissuto!
E' una realtà che abbiamo vissuto e che ha creato anche lacerazioni sociali in determinati contesti. Siccome non possiamo usare con il metodo della maggioranza poteri discrezionali a questo livello, noi chiederemo questo, io credo che non vi dovreste opporre, spero che non vi opponiate a una richiesta di questo genere che va nella direzione della trasparenza, della qualificazione, dell'oggettività, perché se per caso direte "no" ai nostri emendamenti, ci dovrete consentire di fare "due più due" e di completare l'operazione che, come ho detto all'inizio di questo dibattito, ha una serie di utilizzatori finali ben definiti e che si leggono nella scrittura di queste norme che non sono frutto di un ragionamento organico della materia urbanistica ma sembrano dettate da fuori rispetto agli organi istituzionali. E vi ho spiegato perché! Perché quando si fanno le sopraelevazioni in quelle condizioni, sappiamo chi le può fare e chi non le può fare!
Quindi noi abbiamo il diritto di trasmettere ai sardi che, almeno sul livello della trasparenza e del conflitto di interessi, siamo tutti con le carte in regola e, quando esprimiamo il nostro voto, lo esprimiamo perché siamo fuori dai conflitti. Dal momento che, di questa materia, avete fatto un gran parlare nella scorsa legislatura adesso applichiamolo davvero, visto che ci siamo liberati da quei problemi, dite voi, vediamoli, affrontiamoli adesso, non mi pare però che ci siano queste condizioni, le verificheremo!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Nella mia lunga esperienza di amministratore locale del Comune di Alghero mi è capitato più di una volta di vedere la luce dell'alba uscendo dal Consiglio comunale, sempre sulle questioni urbanistiche! Mai per parlare di servizi sociali, scuola, di attività d'altro genere! Sempre e solo per questioni di urbanistica!
(Interruzione)
No, il bilancio neanche, il bilancio si riusciva sempre a liquidarlo, intanto anche con tempi e ritmi diversi. Il nodo del contendere rimane sempre questo chiodo fisso che è conficcato nel fianco dei sardi e della Sardegna, dal quale non riusciamo a uscire.
Oggi stiamo affrontando la discussione sulla creazione di una Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Prima riempiamo la Sardegna di cemento e poi ci preoccupiamo della qualità architettonica e del paesaggio che stiamo massacrando e saccheggiando. Anche perché non dimentichiamo che questa ulteriore colata di cemento non arriva nuova in un terreno vergine ma arriva su un terreno che è già stato abbondantemente colpito da una cementificazione selvaggia nelle parti più pregiate del nostro territorio. Lo facciamo con una fretta che sembra porre anche qui il dramma del nostro popolo, che ci sarà perpetuamente grato, visto che ci sacrificheremo anche di sabato e di domenica, la cosa personalmente non mi turba, non mi ha mai turbato, quando ho dovuto esserci, ho militato con serenità, però su questa Commissione voglio esprimere e ribadire il concetto e l'opinione che ho espresso altre volte.
E' una Commissione che non serve a niente! Mettiamola così per essere buoni perché se dovessimo essere invece un po' più preoccupati e insinuare dei sospetti, allora diremmo che probabilmente va eliminata e soppressa questa Commissione perché potrebbe creare atteggiamenti pericolosi., Lo dico non perché mi preoccupa, così come ha sottolineato l'onorevole Porcu, il fatto che dovranno lavorare anche loro, mattina, sera e notte, a ritmi forzati perché questo ormai è il metodo che si sta instaurando per dar corso alle iniziative a favore dello sviluppo e del sostegno all'attività edilizia.
Lavoreranno, ha fatto un calcolo il collega Porcu, che si intende non solo di letteratura ma anche di numeri, e ci ha detto che più o meno dovranno esaminare 60 pratiche al giorno naturalmente con il conforto dei funzionari della Regione perché, a loro, verranno messi a disposizione locali, spazi e strutture della Regione. Una Commissione che, comunque, sarà al servizio della Giunta che la nominerà in un rapporto totalmente fiduciario, indicherà i tre grandi esperti che dovranno rispondere a requisiti tali che, a giudicare da quello che io vedo realizzato in Sardegna, dovremo andare a cercare fuori dalla Sardegna, per realizzare tutta questa mirabilia che è indicata nel comma 2, a cui dovranno rispondere appunto i tre esperti di "comprovata pluriennale esperienza nella valorizzazione dei contesti ambientali, storico-culturali ed insediativi e nella progettazione di opere di elevata qualità architettonica". Io ho grande stima nei nostri professionisti, però tutta questa magnificenza nella progettazione, nella qualità, continuo a non vederla.
A parte questa mia considerazione, del tutto personale, io avrei visto meglio al limite una Commissione formata, se proprio deve essere formata, da tre giovani freschi di studio, di esperienze, di formazione e animati dalla voglia di crescere e di ben figurare. Lo dico anche perché queste Commissioni hanno sempre adottato un criterio discrezionale. Dove e quali sono le norme, i criteri a cui si ispireranno questi tre esperti nel valutare e nel considerare gli interventi e decidere se dovranno essere accolti o non accolti? Rimane, come Commissione, così come accade nei comuni con le commissioni urbanistiche, un filtro alla discrezionalità e a volte anche alle cattiverie, diventerà probabilmente collettore di incarichi professionali, così come accade nelle commissioni urbanistiche, nelle commissioni edilizie dei comuni.
Basta esaminare, a seconda delle stagioni e a seconda delle commissioni, e si vede subito salire ai vertici degli incarichi e dei lavori professionali, gli studi professionali, i membri o i colleghi presenti nelle commissioni edilizie. E' un dato di fatto, non è un reato, non sto dicendo questo. Però sto dicendo che le commissioni sono messe a far altro, perché quando la norma è scritta, il funzionario deve attenersi alla norma e non ha bisogno di un supercontrollore; deve attenersi alle regole e alla responsabilità istruendo la pratica ed esprimendo un parere favorevole o contrario sulla pratica senza bisogno che nessun altro lo conduca sulla retta via. E' per questa ragione che io propongo, come ho fatto per l'articolo precedente, l'articolo 6, anche per l'articolo 7, la soppressione di una commissione che fra l'altro andrà sovrapporsi a commissioni e a pareri che già esistono, quelli che devono essere espressi dall'Ufficio tutela del paesaggio che, come sappiamo, solitamente non nega un parere a nessuno e altrettanto farà probabilmente la Commissione di esperti che andremo a istituire con questo articolo di legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, questa è una legge pervasa da una filosofia strana che ha i sintomi della mania patologica. Ieri ho detto che siete affetti da questo delirio del "lasciar fare" e mi sembra che si trovi anche in questo articolo 7.
Partite dall'idea che il mattone sia il treno dell'economia, che siccome siamo in un momento di crisi economica, e l'economia va aiutata, è necessario agire con interventi straordinari, e questi - secondo voi - sarebbero gli interventi straordinari, mi ricorda molto quello che avveniva negli anni di piombo quando, per contrastare i terroristi, si interveniva con le cosiddette leggi speciali. Leggi speciali che limitavano i diritti individuali, ma eravamo in un dato periodo, il Paese era in crisi, c'era un'emergenza democratica e quindi si interveniva a limitare i diritti democratici dei cittadini con delle leggi speciali.
Oggi cosa fate in Sardegna? Partite dall'assunto che la Sardegna sia in crisi, ed è in crisi, questo è un dato di fatto, e approvate anche voi una legge che per voi è ritenuta una legge speciale, una legge straordinaria che serve per salvare l'economia della nostra Isola. Quindi si va in deroga a tutte le leggi esistenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, ai piani urbanistici comunali, si deroga tutto, si interviene quindi limitando i diritti che sono comunque emergenti e anche le tutele che ci sono nell'interesse pubblico. Quindi cosa fate? Si costruisce nel limite dei 300 metri dal mare, nella fascia più pregiata che abbiamo nella nostra Isola, si interviene in campagna senza nessun criterio pianificatorio, così a macchia di leopardo dove capita capita, si ampliano e si costruiscono alberghi, anche qui senza un criterio, senza una base di pianificazione, senza che si sia stabilito cos'è meglio per l'industria turistica della nostra Isola, non avete fatto una valutazione del carico antropico che c'è in alcune zone, del carico volumetrico che c'è in alcune zone, anzi, dove ce n'è, più ce n'è e più si può fare. Scavalcate in tutti i modi i comuni nella loro prerogativa di pianificazione, non tenete conto dei piani urbanistici che hanno fatto, non tenete conto dei piani particolareggiati che hanno fatto, non tenete conto dello sviluppo che ha avuto l'attività insediativa in questi comuni.
Insomma, di deroga in deroga, si fa di tutto e di più. State costruendo un mostro giuridico, questo è quello che si sta vedendo, siamo all'articolo 7, ma ormai i contorni del mostro ci sono tutti. Un mostro giuridico che azzera tutte le leggi urbanistiche e che apre il territorio a invasioni barbariche; poi cosa fate? E arriviamo al punto, all'articolo 7, a quella che chiamate la Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Per salvarvi l'anima, nominate questa Commissione; questo serve per coprire, per salvare la vostra anima dalle brutture che state facendo.
Ma questa Commissione, per come è strutturata e nominata, appare come consulente della Giunta, c'è scritto, ha funzioni consultive della Giunta regionale; è di fatto una Commissione politica, perché viene nominata dalla Giunta, dura in carica tutta la legislatura e, se è una Commissione politica, le decisioni, colleghi, non possono che essere politiche, che tipo di decisioni può assumere una commissione di questo tipo? Saranno decisioni politiche: la Commissione deciderà che darà il mattone a chi decidete che il mattone debba essere dato, a chi non deve essere dato lo negherà. Le scelte di questa Commissione non potranno che essere discrezionali, che scelte potrà fare, quali saranno i criteri di valutazione? Quali saranno i paletti all'interno dei quali si muoverà? Quali sono le regole che la guidano? Non ci sono, non esistono! Su quali basi opererà questa Commissione? Non lo sappiamo, è tutto indefinito. Sono indefinite le competenze, i requisiti sono molto generici, anche i requisiti per la nomina. Quali sono i loro compensi? Quanto costerà questa Commissione? Qui dentro non c'è scritto. In che maniera verranno retribuiti questi professionisti, questi luminari? Come vengono selezionati? Ci sarà una graduatoria? Ci sarà un registro, ci sarà un albo, si farà un bando? E c'è un'altra cosa che io penso che sia molto grave che non ci sia, ossia quali sono le incompatibilità che non devono avere questi commissari. O non ci saranno incompatibilità? O potrà essere chiunque, che ha magari gli interessi più svariati in questo settore? Per come è strutturato l'articolato potete nominare chiunque abbia interessi in questo settore.
Ecco quindi, colleghi, io termino anche perché, insomma, a quest'ora probabilmente su una commissione di questo tipo, su un articolo di questo tipo, non molto altro c'è da aggiungere. Questa commissione è la foglia di fico per nascondere le brutture che ci sono in questa legge, questo è quello che state facendo, questo è quello che emerge dai quattro commi di questo articolo. Io penso che, anche su questa commissione, ci sia il tempo, ci sia la possibilità, di ragionare sull'utilità, di ragionare sulla modifica eventualmente, se riteniamo necessario mantenerla in piedi. Ma non tenetela in piedi in questa maniera!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo, pur non avendo partecipato alla discussione fino a oggi, e mi scuso per questo con tutti i miei colleghi. Peraltro faccio fatica a comprendere alcune regole di quest'Aula. Avevo calcolato i giorni di assenza e pensavo di stare dentro la possibilità di assenze continuate, poi capisco che qualche volta ci sono due sedute in un giorno, qualche volta invece si conta un solo giorno. Così come non capisco quali siano le regole del parlare in quest'Aula, perché l'ultima volta che ci siamo visti mi sono lamentato con lei per la fermezza con cui qualche volta mi ha tolto la parola, poi oggi capisco che, in altre circostanze, basta dire che si rinuncia a parlare la volta successiva e si può raddoppiare il tempo. Allora le vorrei chiedere se oggi mi dà tre volte il tempo, perché rinuncerò per la prossima volta e per la prossima volta ancora! Faccio fatica a comprendere il modo con cui quest'Aula è condotta, così come faccio fatica a comprendere il significato delle parole "a oltranza" e la minaccia di trattenerci qui fino alle 8 del mattino; o, per partecipare alla discussione, come vorrei partecipare, nei momenti più salienti di questo dibattito, ci dice che dovremo essere qui di sabato e di domenica, sapendo anche che la politica regionale è interessata da un congresso in questo fine settimana e nei prossimi giorni, ed è anche un uso, per quello che so di questo Consiglio, di rispettare, nel passato, gli appuntamenti della politica.
Comunque, pur non avendo partecipato fino adesso, è stata un'esperienza interessante la discussione di oggi, ho chiesto di parlare per chiedervi di ritirare questi articoli e per lasciare agli atti la mia esortazione a ritirare la discussione di questa legge, tornare in Commissione e mettere da parte un po' di quella fretta che mostrate di avere. Tutta la discussione di oggi è stata l'elogio della velocità, la fretta. Mentre sentivo parlare l'Assessore che spiegava per quale motivo non fosse necessario ritirare l'articolo 6, mi veniva in mente che stiamo discutendo una legge futurista, l'elogio della velocità, in fretta, costruire, avanti, crescere, forza, dai, spingere, una poesia futurista appunto sembrava. Ad un certo punto occorre anche andare più di fretta nell'approvazione degli interventi pubblici, per quale motivo dover aspettare la convocazione di una Giunta? Ci vuole tempo per convocare una Giunta in una pubblica amministrazione? Per non perdere tempo a convocare la Giunta, poi metterla nell'ordine del giorno di un consiglio comunale, ma da dove viene tutta questa fretta?
Io credo che ci toccherebbe riflettere un pochino di più, riflettere sul valore di quello che stiamo facendo, sul valore di quello che sta facendo questa Giunta regionale. Mentre il Governo dello Stato, mentre il Governo di questo Paese stanzia un miliardo di euro per riparare ai danni della Sicilia e mentre le famiglie piangono e si faranno i funerali di Stato, forse ancora una volta, mentre assistiamo alla ricostruzione di terremoti, mentre assistiamo a un mondo che sempre di più valuta il valore dell'ambiente, noi siamo trascinati dalla fretta e dalla cecità. E nulla vale un emendamento che ci ricorda che forse vale la pena almeno di mettere un caveat, una precauzione in più nelle zone interessate da vincoli o da possibilità di dissesto idrogeologico.
Fra qualche giorno ricorrerà un anno, forse, dal disastro di Capoterra, e noi lo ricordiamo con la discussione a cui ho assistito oggi, ci stiamo pensando a Capoterra, diamo la possibilità alle persone di spostarsi, e un premio di cubatura, neanche un soldo, ma diamo loro un premio di cubatura. E' un anno dal disastro di Orosei, dove ho assistito a una signora morta in uno scantinato, annegata, e voi discutete non di fare in modo che non ci sia più nessuna persona che muoia annegata in uno scantinato abusivo, discutete di come sanarli tutti in fretta. In questa Sardegna che chiude le imprese, dove manca il lavoro, in questa Sardegna con una scuola che non si capisce come la troveremo, in questa Sardegna dove non si capisce il senso di tante cose, l'unica fretta sembra quella di assicurare una cubatura in più, una cubatura aggiuntiva: 10, 20, 30, 40 per cento, vicino al mare, un po' distante, dappertutto, l'importante è che ci sia qualche metro cubo in più. Non valgono nulla i piani particolareggiati dei centri storici, non valgono nulla gli investimenti di tempo, di denaro, di intelligenze, di passione di tanta gente che ha cercato di immaginarla una città, di pensarla, di progettarla!
Qui vale solamente un progetto dietro l'altro, anzi una cosa dietro l'altra, anzi una richiesta dietro l'altra. Il Presidente del Consiglio ha detto: "Mi fido del buon gusto degli italiani"; bene, anche qui ci affidiamo al buon gusto dei sardi e i nostri centri storici saranno il risultato del buon gusto dei sardi. Non credo che verrà niente di buono da quello che state facendo. Con molta leggerezza, con molto cinismo, con un po' di sarcasmo, con un po' anche di ineducazione, stiamo frettolosamente portando avanti una legge che non favorirà tanti, favorirà soprattutto pochi, forse, darà un contentino ai tanti ma ci impoverirà tutti, ci impoverirà tutti oggi e ci impoverirà tutti nel futuro. Sia chiaro: stiamo approvando una legge di una Sardegna che arretra! Stiamo approvando una legge all'insegna dell'avidità, dell'egoismo personale, di qualcuno, dei singoli e dell'egoismo di oggi contro il bene comune, il bene di noi insieme e il bene di chi verrà nel futuro.
Questa è la legge dell'avidità e della stupidità!
(Interruzioni)
PRESIDENTE. No, devo rispondere prima io, onorevole Diana. Colleghi, per cortesia!
Vorrei rappresentare all'onorevole Soru che l'andare a oltranza…
(Interruzioni)
Colleghi, scusate!
Vorrei dire all'onorevole Soru che l'andare a oltranza…
(Interruzioni)
Onorevole Soru, mi scusi! Onorevole Stochino! Onorevole Stochino!
(Interruzioni)
Onorevole Stochino! Onorevole Stochino! Onorevole Soru, ascolti me come io ho ascoltato lei! Onorevole Stochino, non mi costringa a farla uscire dall'Aula, per cortesia!
Onorevole Soru, l'andare a oltranza non rappresenta una minaccia ma una prerogativa quando l'iter di approvazione delle leggi va a rilento, non si sta andando assolutamente frettolosamente, si sta dando la possibilità a tutti quanti di esprimere liberamente le proprie opinioni secondo quanto consentito dal nostro Regolamento. E' una prerogativa che, anche la sua Giunta e la sua maggioranza, in più di un'occasione, ha sfruttato nella scorsa legislatura non solo per i lavori dell'Aula ma anche per il lavoro delle Commissioni. Quindi, non riesco a capire perché, quando lei ha utilizzato questa prerogativa, andava tutto bene, oggi invece rappresenta una minaccia. Mi dispiace che, dopo oltre cinque anni di sua presenza in quest'Aula, non abbia ancora capito come ci si iscrive a parlare. Ci si iscrive a parlare come prevede il nostro Regolamento, per cui...
(Interruzione del consigliere Soru)
PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei si lamenta…
(Interruzioni)
Colleghi! Onorevole Soru, lei si lamenta ed è venuto personalmente da me a lamentarsi perché viene interrotto nei suoi interventi, lei sta facendo altrettanto nei miei confronti. Io l'ho ascoltata senza interromperla, per cui la prego di darmi la possibilità di risponderle. Io ho riferito quello che lei ha detto, se vuole può chiedere anche i resoconti, perché è vero, lei ha parlato e ha detto che non sapeva ancora come ci si iscriveva a parlare e poi ha rappresentato la situazione che è avvenuta questa sera nell'aula quando ho concesso un'eccezione (perché io tolgo la parola a tutti quando scade il tempo e quella che lei ha rappresentato è stata un'eccezione) all'onorevole Salis che, molto garbatamente, dopo che siamo per tre settimane in quest'Aula, per economia del tempo dei lavori e per garantire il buon andamento dei lavori del Consiglio, ha fatto una richiesta, a cui ho ritenuto di dover acconsentire, guidata da quel buon senso che richiamava lei.
Mi dispiace anche che non conosca il nostro Regolamento consiliare, il quale prevede che, dopo oltre cinque giornate di sedute consecutive, quindi non si calcolano le singole sedute ma le due sedute nella stessa giornata, quindi il calcolo forse non l'ha tenuto nei modi corretti, io mi devo attenere scrupolosamente all'applicazione del Regolamento, esattamente l'articolo 59 mi impone di annunziare in Aula il nome dei consiglieri che non ottemperano a richiedere congedo e, nei casi più gravi, a chiedere anche la pubblicazione nel Buras.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, molto brevemente, mentre lascio ad altre sedute la possibilità di rispondere all'onorevole Soru che mi meraviglia che abbia dovuto fare un intervento di questo genere, sa benissimo con quale lingua possiamo ribattere, punto su punto, le questioni che ha sollevato, ma devo dire che il presidente Soru è stato l'unico che, in questi giorni, ha detto una verità, una verità: avete il Congresso. Non ne ha parlato nessuno, presidente Soru, nessuno dei suoi colleghi si è permesso di esprimere né a noi, né a questa Presidenza, la necessità che voi siate impegnati nel vostro Congresso. Sappiamo benissimo che avete questo impegno, sappiamo anche quali spaccature ci sono al vostro interno, però, almeno lei ha avuto la bontà di rivelarcelo.
Noi non vogliamo lavorare sabato e domenica. Ci siamo impegnati tutti quanti perché questo non avvenga. Noi siamo anche del parere che se il martedì, o il lunedì sera, l'onorevole Salis, Capogruppo di Italia dei Valori, dovesse chiedere, ma lo deve chiedere a quest'Aula, di non discutere le mozioni, e voi siete d'accordo, perché sono le vostre mozioni, per rinviarle magari a lunedì prossimo, non ci sono problemi, noi siamo d'accordo!Però, si dica la verità! Non si può venire qui, parlare per ultimo, onorevole Soru, lei lo ha fatto già tante volte, le è stato concesso, però le assicuro che qualche volta abbiamo necessità di replicare anche noi.
Allora siccome io non voglio assolutamente utilizzare questi minuti, visto che il Presidente sta chiudendo la seduta, la disponibilità nostra è totale, però non si venga qui a inveire alle due del mattino, perché questo non è assolutamente corretto, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo solo per ricordare all'onorevole Diana, che forse non lo ricorda perfettamente, che l'onorevole Cocco, nella penultima riunione della Conferenza dei Capigruppo, ha posto il problema dell'Italia dei Valori.
(Interruzione)
No, non ho detto io di "no". La Presidente ha detto che l'unico giorno disponibile per non intralciare i lavori di questo importantissimo Piano cemento, l'unico giorno disponibile, alla presenza del presidente Cappellacci, sarebbe stato questo lunedì. Per cui il problema è stato posto. Approfitterò poi nei prossimi giorni, non adesso alle 2 di notte, anche perché non ci ascolta nessuno, per parlare, vorrei che ci ascoltassero, anche su alcune iniziative prese dalla Presidente del Consiglio ma lo farò nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, non ho capito di quali iniziative prese dalla Presidente del Consiglio lei parla.
Onorevole Bruno, scusi, queste minacce non le consento.
(Interruzione)
No, è una minaccia! E' una minaccia, onorevole Bruno. Non è un corretto modo di comportarsi durante i lavori, questo non è assolutamente corretto perché già in più di una occasione, e lei lo sa bene, abbiamo acceduto anche a eccezione delle regole, quindi questo non è assolutamente un comportamento corretto. Comunque anche io ne prenderò atto.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Parlo sull'ordine dei lavori, Presidente, perché credo che sia necessario pensare che qua non c'è nessuno che ospita, siamo tutte persone che stanno qua dentro in diritto di una rappresentanza e quindi quando si tratta di consentire uno sviluppo ordinato dei lavori dell'Aula, qualunque sia l'argomento, hanno titolo a intervenire tutti i Gruppi consiliari. L'attenzione che deve essere rivolta è alle esigenze dei più grandi come alle esigenze dei più piccoli. Perché io ho detto, prima della Conferenza dei Capigruppo che abbiamo tenuto, che non è accettabile, non una eccezione, cioè dobbiamo fare lavori a oltranza per chiudere un provvedimento, una eccezione, non è accettabile la regola ed è per questa ragione che, per quanto mi riguarda, mentre sono disponibile ad accettare più giorni di lavoro, non sono disponibile ad accettare orari folli da diciotto o sedici ore di lavoro al giorno, perché queste non sono funzionali al compito che noi dobbiamo svolgere.
Siccome le Conferenze dei Capigruppo hanno una funzione che è quella di organizzare i lavori dell'Aula, quando si farà una Conferenza dei Capigruppo, io chiederò, pretenderò che quello che riguarda il funzionamento dell'aula venga verbalizzato e riletto ogni volta che noi ci riuniamo nel corso dell'esame di un provvedimento. In modo tale che quello che si decide, legittimamente, perché è nostro dovere nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo regolare i lavori dell'Aula, sia contenuto in un verbale e che questo verbale venga letto all'Assemblea perché ne abbia piena cognizione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo sull'ordine dei lavori, intanto perché il collega Diana mi ha detto che mi sono iscritto a parlare per ultimo come spesso mi capita e vorrei dire che sono pronto ad ascoltare e fare in modo di ascoltar lui o chiunque altro, in maniera che il mio non sia l'ultimo intervento, è semplicemente capitato essere l'ultimo intervento anche perché stavamo parlando solamente noi, dai banchi della maggioranza non c'era alcun intervento.
Detto questo, signor Presidente, io non banalizzerei tanto le mie parole perché sa, sono grande di età, sono cresciuto anch'io, non pensi che ho speso cinque anni invano. Magari può anche succedere che mi sono espresso male, ma non banalizzerei tanto. Ho semplicemente detto che accetto la severità delle regole però mi piace pensare che le regole siano sempre uguali per tutti e la severità ha un senso quando lei toglie la parola a un ex Presidente della Regione, ha un senso se poi quella regola vale sempre. Se basta dire che per la prossima volta non parlo per avere il doppio del tempo, allora io userò sempre questa regola e se poi questo modo di fare si somma a tanti altri modi di fare, bene, allora mi pare che quest'aula non sia condotta bene, signor Presidente, e ho il dovere di dirglielo, e siccome ascolto anche sempre in silenzio io, avrei anche il piacere di poter parlare in silenzio. Chiedo scusa per una parola che ho usato, "stupidità", avrei preferito dire "cecità"; se non fossi stato disturbato, non avrei terminato in quel modo stizzito.
Detto questo, mi auguro che, nel futuro, ci sia un maggior rispetto tra tutti noi e un maggior rispetto anche di questo edificio in generale perché altrimenti mi sembra che questa autonomia finisca solamente per essere un cartello inopportunamente appeso a fianco a un ascensore.
PRESIDENTE. Onorevole Soru, se fosse stato più presente in aula, avrebbe potuto verificare che, oltre ad aver tolto la parola a un ex Presidente della Regione, in questa legislatura l'ho tolta anche all'attuale Presidente della Regione a dimostrazione che le regole sono uguali per tutti.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Non ho capito, mi dispiace…
(Interruzione)
PRESIDENTE. Onorevole Soru, mi sembra che si stia veramente esagerando su una banalità e che questo non denoti assolutamente...
(Interruzione)
E' una banalità.
SALIS (I.d.V.). Posso, Presidente?
PRESIDENTE. Prego onorevole Salis.
SALIS (I.d.V.). Presidente Soru, ma ce l'ha con me? Io non ho capito, sembra che... io chiedo scusa all'aula però mi sembra...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, non si preoccupi perché tanto non è lei nel banco degli imputati, non si preoccupi.
SALIS (I.d.V.). Io voglio intervenire sull'ordine dei lavori e sulle decisioni che si assumono in Conferenza dei Capigruppo. Io mi scuso se ho potuto creare un precedente per una richiesta che, all'una del mattino, dopo che stiamo lavorando tanto, ho potuto fare tentando anche, come spesso, di fare una battuta per alleviare un po' il peso e la tensione di ore e ore di lavoro. Però ormai… è il mio modo di lavorare, il mio errore è probabilmente cercare di trovare anche spazi di serenità e qualche battuta che possa stemperare il clima che non è dei migliori, non certo per colpa nostra, per colpa mia o per colpa di altri, ma complessivamente perché i temi che stiamo trattando sono molto complessi e tutti li sentiamo con passione. Ma, sulle decisioni della Conferenza dei Capigruppo, Presidente, io mi sento di sottoscrivere in pieno le richieste avanzate dal collega Uras, anche perché il concetto che noi abbiamo sempre cercato di seguire nella Conferenza dei Capigruppo è stato quello di tentare di contemperare le esigenze di tutti i Gruppi, dei più piccoli e dei più grandi.
Per quanto riguarda la discussione delle mozioni, noi abbiamo posto un problema per lunedì prossimo, abbiamo detto che il nostro Gruppo chiedeva, per impegni sia di natura politica che personale, di poter evitare di lavorare lunedì; abbiamo dato la disponibilità a spostare la discussione sulle mozioni, di cui alcune sono nostre, al lunedì successivo, anche dietro sollecitazione dell'onorevole Diana, a cui io mi sono rivolto come agli altri Capigruppo per dire che questo problema sussisteva ancora, e lo porrò anche domani, se vuole, signora Presidente, in maniera formale, al di fuori di un orario così anomalo come quello di oggi. Però è indubbio che, vista la correttezza dei rapporti che noi vogliamo continuare ad avere in quest'aula soprattutto tra chi è responsabile di Gruppo, quindi complessivamente responsabile, e la Presidenza, responsabile della conduzione dei lavori dell'aula, dobbiamo affinare la capacità decisionale in modo che tutto il Consiglio sia portato a conoscenza delle decisioni assunte e far presente che, come in questo caso per esempio probabilmente invece che andare a oltranza alle 2 o alle 3 del mattino, forse è meglio, come succede per altri tipi di attività, poter lavorare anche in giorni che normalmente non sono deputati all'attività tipo il sabato e la domenica ove possibile.
Sarà colpa mia, ma non sapevo che c'era il congresso del P.D., sabato e domenica; quando il collega Uras ha fatto la proposta e non c'era la possibilità di trovare una soluzione diversa ho detto, bene, si lavora anche sabato e domenica, siamo abituati nell'attività lavorativa a farlo quando è necessario, non capisco perché non sia possibile farlo in questo Consiglio regionale. Se ci sono altre esigenze, così come noi stiamo ponendo il problema dell'esigenza di lunedì, altri Gruppi pongano l'esigenza del sabato e della domenica. Vedremo di trovare all'interno di un quadro di collaborazione che ho detto in premessa una soluzione per contemperare le esigenze di tutti i Gruppi.
PRESIDENTE. Non si preoccupi, onorevole Salis, è giusto che anche l'Aula venga messa a conoscenza delle ragioni per cui si è fissata la giornata di lunedì per l'esame delle mozioni. L'articolo 54 prevede che possa essere chiesta la convocazione straordinaria del Consiglio. La "sconvocazione" straordinaria sta ormai diventando uno strumento di ordinarietà e siccome non può confliggere con la programmazione ordinaria perché l'articolo 23 bis dice che "in relazione a situazioni sopravvenute urgenti possono essere previste delle sedute supplementari che non ostacolino la normale programmazione dei lavori e io comunque ho anche il vincolo dei dieci giorni, l'unica giornata utile, supplementare all'ordinarietà dei lavori è il lunedì.
Considerato che questa tornata di lavori consiliari non prevede soltanto l'esame del testo di legge che stiamo discutendo ma prevede un'altra proposta di legge, un documento e un'altra mozione, ed è già pervenuta al Consiglio la manovra finanziaria, oltre che il Piano regionale di sviluppo, per ottemperare al mio obbligo di convocare entro dieci giorni, ho come giornata utile soltanto il lunedì, passato il quale, terminata questa sessione di lavori, inizia la sessione di bilancio. Quindi ho rappresentato alla Conferenza dei Capigruppo la situazione, ho lasciato la libera scelta ai Capigruppo se convocare il Consiglio lunedì o mettere in coda l'argomento, a questo punto sarebbe capitato dopo la finanziaria. Così sono andati i lavori.
I lavori riprenderanno domani, venerdì 9 ottobre, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 02 e 13 del 9 ottobre 2009.