Ordine del giorno
approvato il 10 dicembre 1998


Ghirra, Cugini, Marteddu, Montis, Bonesu, Vassallo, Murgia, Randaccio, Pittalis, Masala, Amadu, La Rosa, sulla grave situazione dell'azienda FAS

Il Consiglio Regionale

a conclusione dell'esame del DL riguardante interventi finalizzati all'occupazione (il cosiddetto Piano del lavoro)

Premesso
che l'azienda FAS (Ferriere acciaierie sarde) è soggetta a una procedura di liquidazione e che i suoi impianti saranno rottamati entro il 7 febbraio 1999, così come deciso dall'ordinanza del giudice delegato del 10 novembre 1998, mentre immobili e terreni dello stabilimento (seicento mila metri quadri) saranno successivamente messi all'incanto;

Precisato
che l'azienda, che produceva sino a tre anni fa ferro tondo per cemento armato in uno stabilimento nei pressi dell'aeroporto di Elmas, non aveva problemi di mercato e ha funzionato come impianto ecologico, poiché smaltiva nei suoi forni carcasse di auto, frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici, che ora vengono "esportati" o abbandonati in discariche abusive, con gravi problemi ambientali,

Considerato
che i lavoratori della FAS in liquidazione sono 80, dei quali sessanta percepiscono l'indennità di mobilità mentre venti si ritrovano senza alcun sussidio;

Tenuto conto
che, fatto gravissimo e unico in Italia, la legge numero 481 del 1994 che eroga i denari per lo smantellamento (20 miliardi) è stata applicata soltanto nella pars destruens mentre non sono stati utilizzati gli incentivi previsti dallo stesso provvedimento per la realizzazione di attività sostitutive tese a salvaguardare l'occupazione degli ottanta lavoratori;

Ritenuto
urgente e indispensabile riassorbire in un'azienda ristrutturata i venti lavoratori che hanno già concluso il periodo di mobilità e i 65 che lo concluderanno nell'ottobre del 1999;

impegna la Giunta regionale

1) a intraprendere tutte le iniziative nei confronti del ministero dell'Industria tese a scongiurare la perdita dell'impianto siderurgico e comunque a sostenere un piano alternativo teso a salvaguardare, come prevede la legge 481 del 1994, l'occupazione degli oltre 80 lavoratori;

2) a salvaguardare la destinazione delle aree su cui l'azienda è installata per evitare azioni di carattere speculativo;

3) a verificare se non sia possibile riorganizzare un'attività di riciclaggio dei rottami, indispensabile per un risanamento ambientale di tutto il nostro territorio, eventualmente attraverso atti di programmazione negoziata che coinvolgano anche la vicina vetreria Avir, insediata su un territorio adiacente e anch'essa chiusa di recente.

Cagliari, 10,12,1998.