CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 367
LAI - COCCO Daniele Secondo - COLLU - ZEDDA Paolo Flavio - GAIA sulla situazione del comparto del grano Cappelli in Sardegna.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il grano Cappelli è una varietà di grano duro nata nel 1915 grazie al genetista Nazareno Strampelli e dedicata a Raffaele Cappelli, senatore del Regno d'Italia, che negli ultimi anni dell'800 avviò trasformazioni agrarie in Puglia;
- tale cultivar si divulgò in Italia nella prima metà del Novecento e arrivò in Sardegna nel 1920 dove si diffuse rapidamente, grazie a caratteristiche specifiche quali lo stelo più alto della media che vanifica la crescita delle erbe infestanti e la fragranza e bontà della sua semola;
- negli anni cinquanta e sessanta la sua produzione è calata anche in conseguenza dell'utilizzo di erbicidi e dei miscugli genetici che hanno favorito lo sviluppo di altre varietà di grano che garantivano maggiori rese produttive, pur con una qualità del prodotto di livello inferiore;
- dopo un lungo periodo di crisi la produzione di grano Cappelli è ripresa negli anni ottanta, grazie all'iniziativa della Selet, ditta sementiera con licenza di certificare tutti i semi di cereali o legumi, che utilizzò dei chicchi di grano Cappelli messi a sua disposizione da un anziano contadino del Sarcidano;
EVIDENZIATO che:
- il grano Cappelli è coltivato in tutta Italia, ma alla Sardegna spetta il merito di averne ripreso la produzione grazie alla perseveranza di alcune aziende nostrane;
- nel 1997 furono prodotti dalla Selet i primi 50 quintali di grano Cappelli, con certificazione basata su controlli in campo, purezza, germinabilità e qualità del prodotto;
- questo lavoro di sviluppo e divulgazione fu fatto senza un contratto col centro di ricerca che detiene i diritti sulla varietà, il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura (CREA), con il quale solo nel 2007 venne firmato un contratto di esclusiva con scadenza 2016;
- dal 1997 ad oggi è progressivamente cresciuto l'interesse per le coltivazioni biologiche portatrici di buona qualità, per cui molti agricoltori hanno cominciato a coltivare grano Cappelli, la cui produzione è cresciuta fino ad arrivare nella sola Sardegna a 8.000 quintali nel 2016 e 15.000 nel 2017;
PRESO ATTO che:
- nel 2014 è nato il Consorzio Sardo Grano Cappelli, con l'obiettivo di tutelare il grano Cappelli a cui parteciparono allora 40 imprese, aumentate nel tempo fino a raggiungere quota 100;
- nell'ottobre 2016 era prevista la scadenza del contratto di esclusiva con la Selet;
- qualche mese prima della scadenza del contratto di esclusiva, il 30 giugno 2016, viene indetta una manifestazione di interesse per acquisire la licenza per la moltiplicazione e lo sfruttamento della varietà Cappelli nei paesi dell'Unione europea;
- il 25 luglio 2016 il Consorzio Sardo Grano Cappelli riceve un avviso dove si comunicano le condizioni per poter continuare ad avere il diritto di moltiplicare la semente Cappelli, tra cui l'accettazione di royalties superiori di quasi il 450 per cento rispetto a quelle che prima venivano pagate per la semente R2 e del 150 per cento per la RI, con la richiesta di versamento anticipato;
- nel maggio 2017, la Società Italiana Sementi (SIS) si è aggiudicata la gara indetta dalla CREA che da il diritto in esclusiva di produrre e certificare in esclusiva il grano duro Cappelli;
CONSIDERATO che:
- in Sardegna sono coltivati oltre mille ettari a grano Cappelli, che permettono a cento aziende di basare su tale produzione la loro economia, considerato che la domanda è in continuo aumento;
- il grano Cappelli copre infatti l'80 per cento del mercato del biologico sardo anche grazie alle notevoli proprietà organolettiche, derivanti dalla diversa qualità del suo glutine, e il cui utilizzo viene suggerito anche dai nutrizionisti;
- nonostante tale crescente richiesta i produttori sardi si trovano di fatto impossibilitati a svolgere la loro attività, non potendo disporre di una licenza per la moltiplicazione del grano da seme, in quanto viene a mancare la certificazione che garantisce la rintracciabilità della materia prima;
- nasce di conseguenza il problema per le realtà trasformatrici che si ritrovano a commercializzare un prodotto che perde la sua origine (Cappelli), di notevole valore aggiunto, creando tra l'altro confusione al consumatore finale;
EVIDENZIATO che la Sardegna non ha la pretesa di essere l'unica esclusivista della varietà, ma chiede solo che le venga riconosciuto il lavoro trentennale di mantenimento in purezza della semente Cappelli in quanto negli anni ha portato avanti questo compito senza alcun riconoscimento giuridico o finanziario;
ASSODATO che allo stato attuale vengono disconosciuti fondamentali diritti di produzione storicamente acquisiti sul bene da parte di piccoli produttori della Sardegna;
PRESO ATTO che:
- tali produttori da soli non possono contrastare altre realtà produttive che dispongono di maggiori risorse materiali;
- onde compensare tale sperequazione di disponibilità di risorse si rende necessario l'intervento della Regione,
impegna la Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
ad attivare tutti gli strumenti necessari presso il Governo nazionale per:
1) addivenire quanto prima a soluzioni che rispondano alle esigenze dei produttori sardi di grano Cappelli e che siano rispettose della loro dignità e della loro storia;
2) tutelare il marchio del Consorzio Sardo Grano Cappelli.
Cagliari, 17 ottobre 2017