CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVLegislatura

Mozione n. 423

MELONI Giuseppe - CACCIOTTO - COCCO Pietro - COLLU - COMANDINI - COZZOLINO - DERIU - FORMA - LOTTO - MELONI Valerio - MORICONI - PISCEDDA - SOLINAS - TENDAS sull'importanza del disturbo della depressione post partum (DPP) o depressione puerperale, al fine di sostenerne la centralità nel complessivo bisogno di salute della popolazione sarda, con campagne di sensibilizzazione, informazione e programmi di screening precoce.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la depressione post partum è un disturbo dell'umore conosciuto ma sottovalutato, che si presenta con una certa frequenza nel periodo immediatamente successivo al parto;
- le forme di depressione possono variare ed assumere caratteristiche gravi fino a sfociare nelle cosiddette "psicosi puerperali" o psicopatologie, con propositi suicidi e provocare addirittura casi di infanticidio;

CONSIDERATO che:
- malgrado la neomamma sia in costante contatto con gli operatori sanitari prima e dopo il parto, raramente i disturbi psicopatologici sono riconosciuti e trattati adeguatamente;
- gli addetti ai lavori riferiscono che solo un esiguo numero di donne in gravidanza, e nel periodo immediatamente successivo al parto, si rivolge spontaneamente alle strutture sanitarie per cercare aiuto e sostegno alle proprie difficoltà psichiche, ciò anche in ragione dell'interferenza di vari fattori, come il vissuto personale che si lega ai sensi di colpa e di inadeguatezza, le stereotipate rappresentazioni sociali della maternità, nondimeno la scarsa presenza e visibilità di una chiara e puntuale offerta specialistica della patologia;

PRECISATO che: 
- fin dal 2001, l'Istituto superiore di sanità sottolineava che "sottovalutare la depressione post-partum può rappresentare una grave carenza in tema di sanità pubblica, se si considera l'aumentato rischio di suicidio e di infanticidio, la sofferenza della madre e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del suo funzionamento personale, sociale e lavorativo" (Centro di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, ISS, Programma CCM2001), individuando in corretti programmi di informazione e di screening precoce del rischio depressivo fin dalla gravidanza, la strada più efficace per contenere i costi umani, sanitari e sociali di tali patologie e promuovere la salute della donna, del neonato e della comunità sociale nel suo complesso;
- nella nostra Regione, nonostante le professionalità poste in campo, seppur a macchia di leopardo, e le reti socio-sanitarie spontaneamente attivate, non si riesce a raggiungere la maggioranza delle donne gravide e delle neo mamme;
- soprattutto non viene raggiunta, in modo efficace, quella fascia della popolazione target più a rischio, ovvero quella che accede meno ai Consultori Familiari, che vive in periferia rispetto alle sedi dei pochi servizi esistenti, che non può o non frequenta corsi di accompagnamento alla nascita, che vive in solitudine la propria gravidanza, che è affetta da disagio psico-sociale o che è condizionata da falsi miti e da rappresentazioni sociali e culturali distorte della maternità;
- tale situazione, verosimilmente, si verifica sia per cause legate all'esiguità delle risorse finanziarie, logistiche e di carenza di personale, sia per l'assenza di un percorso istituzionale di più ampio respiro, che preveda specifiche linee guida regionali in tema di perinatalità, protocolli che coinvolgano l'ospedale e il territorio per le dimissioni protette delle puerpere, campagne di screening in grado di intercettare in modo capillare la popolazione target; 

CONSIDERATO che, in data 31 gennaio 2018, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano nel recepire "le raccomandazioni dell'American college of obstetrícians and ginecologist (ACOG) e dell'American academy of pediatrics (AAP), che sostengono fortemente la promozione della salute mentale perinatale, con l'indicazione che, nell'ambito dell'assistenza di base, venga effettuata una valutazione di routine del benessere psicologico materno, che comprenda la rilevazione dei sintomi depressivi e dei fattori di rischio psicosociale, tramite accurata anamnesi e la somministrazione di questionari standardizzati" ha sbloccato risorse finanziarie, seppur minime, in tale direzione, individuando l'entità delle risorse attribuite ad ogni singola regione, da erogarsi previa presentazione di adeguati progetti;

PRECISATO, inoltre, che:
- nella premessa di tale intesa, si da atto che in base alle norme citate nella stessa intesa "le Regioni Valle D'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna e le Province autonome di Trento e di Bolzano provvedono integralmente al finanziamento della propria spesa sanitaria";
- nell'allegato schema di assegnazione delle risorse la Sardegna, al pari del Friuli, delle Province autonome di Trento e di Bolzano, non compare;
- alla luce di quanto rappresentato sembrerebbe che la Regione debba provvedere ad attivare progetti in tale ambito, con risorse esclusivamente proprie;

RITENUTO che la Regione non possa e non debba ignorare l'ambito della salute materna e genitoriale in epoca perinatale e che, anzi, questa debba diventare una delle priorità nell'ambito della programmazione sanitaria a promozione e tutela della salute della popolazione target e di quella generale;

SOTTOLINEATO che: 
- la DPP rappresenta un problema di salute pubblica di notevole importanza, se si considerano la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del suo funzionamento personale, sociale e lavorativo;
- le ricerche in ambito sia nazionale che internazionale evidenziano la presenza di recidive o di cronicizzazione della patologia depressiva, qualora questa nel post partum non venga adeguatamente riconosciuta e curata, unitamente agli aumenti significativi dei disturbi dell'apprendimento in età scolare, dei disturbi del comportamento in età adolescenziale, dei disturbi ansioso-depressivi in epoca adolescenziale e nell'età adulta, nei figli di madre con DPP;
- gli effetti della patologia mentale perinatale incidono in modo rilevante sull'andamento dei costi della spesa per l'assistenza sociale e sanitaria stimati nella misura del 28 per cento relativamente alle madri e del 72 per cento relativamente al bambino, ovvero si stima che i costi della cura siano cinque volte maggiori di quelli per il potenziamento dei servizi di prevenzione (Centre for mental healt and London school of economics, 2014);
- l'entità dei costi e la dispersione di risorse è inoltre rilevabile, per quanto riguarda la nostra realtà, nelle tabelle della spesa farmaceutica, con particolare riferimento agli ansiolitici e agli antidepressivi, per la quale la Regione detiene primati nazionali non invidiabili,

impegna il Presidente della Regione
e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale

1) ad attivare le azioni necessarie affinché anche la Sardegna, al pari delle altre regioni, individui risorse da dedicare a progetti e azioni atte a garantire, secondo gli schemi condivisi nell'Intesa Stato-Regioni, campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte alla popolazione in generale, nonché programmi di screening precoce degli indicatori di disagio psicologico e di rischio depressivo rivolte alla popolazione target;
2) ad istituire un apposito tavolo permanente multiprofessionale sulla perinatalità, composto da figure professionali competenti che già operano nel territorio regionale, in ragione del loro peculiare contributo relativo alle conoscenze scientifiche e specifiche esperienze.

Cagliari, 25 maggio 2018