CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVLegislatura

Mozione n. 473

COSSA - DEDONI - CRISPONI - MARRAS sull'adozione della Carta d'identità biologica.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che l'imposizione all'individuo di una data di cessazione dal lavoro (pensionamento) legata al fattore età, non solo danneggia la singola persona ma ha indubbi riflessi sull'organizzazione e sullo stato sociale, con forte impatto specialmente sulla spesa sanitaria;

RICORDATO che negare all'individuo il diritto alla libera espressione del suo potenziale lavorativo e di inserimento nella società attiva può rappresentare una forma di discriminazione;

CONSIDERATO che si pone la necessità di ripensare le limitazioni legate all'età, individuando spazi di libertà entro i quali l'individuo possa decidere di usufruire delle opportunità di uscire dal mondo del lavoro a sua discrezione;

CONSTATATO che l'orizzonte pensionistico nel mondo si presenta assai variegato e proiettato verso un progressivo innalzamento dell'età, su base volontaria;

RILEVATO che non sia pensabile che il problema del lavoro per i giovani si possa ridurre ad un conflitto generazionale tra chi aspira a realizzare il proprio progetto di vita e chi non si rassegna ad una prospettiva di sostanziale inutilità sociale, di infelicità e nello spreco di un notevole potenziale di energia;

TENUTO CONTO che numerosi studi antropologici evidenziano come l'uomo che non sia costretto ad entrare in una prospettiva di rifiuto e di esclusione dal consorzio umano attivo, riduce la propria possibilità di ammalarsi, con un impatto significativo sulla spesa sanitaria, atteso che una parte consistente di essa deriva proprio dai normale processo di invecchiamento della popolazione;

RITENUTO che ogni individuo dovrebbe essere dotato di una Carta di identità biologica, (CIB), la cui finalità ultima sarebbe quella di valorizzate al meglio la persona umana, non solo nell'interesse personale dell'individuo, ma anche per i suoi riflessi sull'organizzazione sociale, senza che il fattore età costituisca una pregiudiziale impeditiva o ancora meno una discriminante;

EVIDENZIATO che in una società in cui la componente dei giovani sarà sempre minore, la tenuta del sistema economico e sociale potrebbe avere bisogno di un maggiore coinvolgimento operoso della popolazione anziana;

PRESO ATTO che la Costituzione della Repubblica italiana reca l'articolo 3 (Principio di uguaglianza), l'articolo 4 (Diritto al lavoro), ai quali si aggiungono altre norme costituzionali dalle quali emerge chiaramente che l'età non è un valore assoluto ma il frutto di una scelta del legislatore;

SOTTOLINEATO che principi analoghi sono contenuti nella normativa europea, quali la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, il Trattato di Amsterdam (1997), la Carta di Nizza (2000) e soprattutto la importantissima direttiva 2000/78 (2000), cosiddetta direttiva quadro per la lotta alle discriminazioni fondate sulla religione l'età in ordine alla occupazione e alle condizioni di lavoro, a cui si aggiunge il Trattato di Lisbona (2009), che introduce il principio per cui l'Unione europea combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la solidarietà tra le generazioni;

VISTO che in Italia manca una tradizione antidiscriminatoria basata sull'età;

VALUTATO che sia oramai evidente che non è sufficiente cambiare la normativa ma occorre anche un profondo cambio di orientamento sui piano culturale e sociologico;

REPUTATO che con la certificazione della Carta d'identità biologica l'individuo che dimostri, oltre l'età canonica, un certo livello di abilità e di competenze, di condizioni psico-fisiche e la volontà di continuare a svolgere attività lavorativa, può essere assecondato e non discriminato solo per l'età anagrafica e costretto ad entrare a far parte di quella schiera di "inattivi", emarginati e scartati dalla società, frequentatori, il più delle volte per inerzia, degli ambulatori o dei vari presidi sanitari, che spesso sono gli unici presidi che in qualche modo li accolgono,

impegna il Presidente della Regione

1) a sottoporre al Governo e alle istituzioni europee il problema della valorizzazione della persona anziana e della necessità di adottare efficaci mezzi per combattere quella subdola forma di discriminazione derivante dall'età anagrafica;
2) a considerare l'introduzione della Carta d'identità biologica, quale strumento attraverso il quale si possano valutare con parametri oggettivi le potenzialità dell'individuo di essere utile alla società in cui vive a prescindere dalla sua età anagrafica.

Cagliari, 16 gennaio 2019