CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVLegislatura

Mozione n. 269

FLORIS - SATTA - ORRÙ sulla tutela e attuazione dello Statuto sardo di autonomia nel contesto della riforma della Costituzione e sulle conseguenze del referendum del 4 dicembre 2016.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il testo della legge recante: "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione";

PREMESSO ancora che di per sé il titolo stesso della legge è chiaramente fuorviante rispetto ai contenuti di dettaglio e trae sostanzialmente in inganno rispetto agli obiettivi che si pone;

TENUTO CONTO che la suddetta legge costituzionale è stata approvata dal Parlamento unicamente con votazione a maggioranza assoluta e che conseguentemente si terrà il 4 dicembre 2016 il referendum popolare per la conferma o meno della riforma proposta dal Governo;

MESSA nella dovuta evidenza la circostanza più preoccupante per il futuro della "specialità" dell'autonomia della Sardegna è data dal fatto che una parte della proposta di riforma, in particolare quella che riguarda la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione, sottrae notevoli competenze statutarie e reintroduce un pericoloso neocentralismo statale, accentuato dal principio generalizzato di "supremazia" dello Stato rispetto ai poteri autonomistici;

MENTRE viene significativamente denunciata la totale esclusione dal processo di riforma costituzionale da parte del Governo del sistema delle autonomie territoriali, nel caso specifico, per quanto direttamente ci riguarda, la Regione, ignorando totalmente il principio di leale collaborazione più volte ribadito dalla Corte costituzionale come cardine del rapporto Stato-regioni;

RILEVATO che le modifiche che si sono volute introdurre, fra le altre quelle al titolo V della Costituzione, attengono ai vari livelli delle competenze legislative regionali, in particolare anche a quelle ricomprese nello Statuto speciale della Regione, che possono essere modificate unicamente secondo le modalità previste dall'articolo 54 dello statuto sardo oltre che nel rispetto delle procedure previste dalla stessa Costituzione;

RILEVATO ancora, in maniera specifica, che la prevista riforma del Senato della Repubblica confligge con l'articolo 17, comma 2 dello statuto sardo il quale prescrive che "l'Ufficio di Consigliere regionale è incompatibile con quello di membro di una delle Camere" e che tale norma può essere modificata solo attraverso accordo Stato-Regione e apposita modifica allo statuto sardo secondo le note procedure legislative di rango costituzionale più volte richiamate;

CONSIDERATO che la Regione, quindi il popolo sardo, non può accettare supinamente un tale affronto da parte del Governo e del Parlamento nazionale;

DATO ATTO che l'Assemblea regionale, il Presidente della Regione, la Giunta regionale e tutte le altre rappresentanze istituzionali non sono state preventivamente e formalmente coinvolte nel processo di riforma della Costituzione;

DENUNCIATO tutto ciò come un vero e proprio attentato alla specialità autonomistica contro il quale l'intero popolo sardo deve insorgere a tutela dei propri diritti costituzionali, storici, culturali, politici, sociali ed economici, respingendo una riforma evidentemente subdola, che danneggia in maniera irreversibile lo sviluppo e il progresso della Sardegna;

AL FINE di promuovere la mobilitazione generale del popolo sardo in tutte le sue componenti civili,

impegna il Presidente della Regione

1) a rappresentare al Parlamento, al Governo e alle forze politiche nazionali la contrarietà della Regione autonoma della Sardegna ad una riforma che non solo lede i consolidati principi costituzionali di autonomia speciale della Sardegna, ma è stata adottata con una procedura illegittima rispetto al vigente dettato costituzionale;
2) a concordare apposite azioni contro detta riforma in seno alla Conferenza permanente delle regioni,
impegna il Presidente del Consiglio regionale
ad intraprendere analoghe iniziative politiche in seno alla Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali affinché si pronuncino contro una riforma che penalizza il sistema delle autonomie regionali e locali, sul quale poggiano le garanzie civili e democratiche delle comunità rappresentate,
impegna il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale
congiuntamente, a promuovere una iniziativa pubblica che coinvolga l'intero popolo sardo in tutte le sue rappresentanze politiche e culturali, sociali ed economiche a tutela dei diritti costituzionalmente garantiti con lo statuto di autonomia.

Cagliari, 16 novembre 2016