CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 337
MOZIONE TOCCO sul licenziamento collettivo messo in atto dalle Forze armate tedesche nell'Aeroporto "G. Farina" di Decimomannu e sull'applicazione della legge 9 marzo 1971, n. 98, per i lavoratori.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- ai sensi di quanto disposto dagli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, la Repubblica federale di Germania - Ufficio amministrazione delle Forze armate tedesche in Italia (FAT) ha provveduto a comunicare la procedura di un licenziamento collettivo per riduzione di personale;
- l'Ufficio amministrazione Forze armate tedesche in Italia ha la sua sede nell'aeroporto militare "G. Farina" di Decimomannu; inoltre dispone di due sedi distaccate a Sigonella in Sicilia e Napoli nonché di un ufficio a Poggio Renatico;
- i motivi dell'eccedenza del personale sono prodotti dall'abbandono della sede di Decimomannu in Sardegna da parte dell'Aeronautica militare tedesca (Deutsche Luftwaffe), in virtù del quale il Comando addestramento tattico Aeronautica militare tedesca in Italia è stato sciolto con effetto dal 31 dicembre 2016;
- per concludere regolarmente le procedure di chiusura della sede isolana, è stato istituito un Ufficio stralcio militare a tempo determinato per un ulteriore anno, con un organico ridotto; i militari tedeschi dell'Ufficio stralcio abbandoneranno la base dopo la chiusura dei lavori e, comunque, entro e non oltre il 31 dicembre 2017;
SOTTOLINEATO che, quindi, dal 1° gennaio 2018 non ci saranno più uffici delle Forze armate tedesche in Sardegna; ai dipendenti assunti in loco non potranno essere messi a disposizione dei posti di lavoro; sarebbe dunque impossibile adottare misure idonee ad evitare la suddetta situazione e scongiurare, in tutto o in parte, la riduzione di personale;
RILEVATO che i lavoratori interessati alla procedura di riduzione del personale sono, allo stato ag-giornato al 1° luglio 2017, complessivamente 58, rispetto ad un organico complessivo di 66 dipendenti; nel caso dei lavoratori non direttamente interessati si tratta di personale occupato nelle sedi distaccate dell'Ufficio amministrazione Forze Armate tedesche in Italia finora esistenti oppure in altri uffici militari tedeschi di Sigonella (Sicilia) o Napoli;
OSSERVATO che:
- peraltro, sono state prese in esame le ipotesi di cui all'articolo 4, quinto e undicesimo comma, della legge n. 223 del 1991, ossia il ricorso alle procedure di solidarietà, accordi di riduzione dell'orario di lavoro ed assegnazione a mansioni diverse da quelle svolte;
- tali soluzioni sono state accantonate in quanto giudicate inconciliabili con il perseguimento degli obiettivi di riduzione; non esistono inoltre posizioni disponibili cui i licenziandi possano essere adibiti;
- i licenziamenti saranno avviati non appena esaurita la procedura di licenziamento collettivo di cui alla legge succitata ed eseguiti entro centoventi giorni dalla conclusione della procedura stessa;
ESAMINATO che la legge 9 marzo 1971, n. 98, in materia di "Provvidenze per il personale dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell'ambito della Comunità atlanti¬ca", prevede l'assunzione a tempo indeterminato, a domanda, con inquadramento anche in soprannumero in quanto occorra, nei ruoli organici del personale delle amministrazioni dello Stato, nei confronti di cittadini italiani che prestavano la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica, o di quelli dei singoli stati esteri che ne fanno parte, e che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di ristrutturazione degli organismi medesimi, se in possesso dei prescritti requisiti, in relazione al titolo di studio posseduto e alla diversa natura delle mansioni prevalentemente svolte;
EVIDENZIATO che, ai fini dell'assunzione, la domanda deve essere diretta alla Presidenza del Consiglio dei ministri e presentata, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla data del licenziamento; sul formale inquadramento si delibera poi entro centoventi giorni dalla data di ricezione della domanda, a cura di un'apposita commissione nominata dal Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del tesoro;
RIMARCATO che l'articolo 2, comma 100, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, al fine di favorire l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni dei cittadini italiani di cui alla legge n. 98 del 1971, che, come personale civile, abbiano prestato servizio continuativo, per almeno un anno alla data del 31 dicembre 2006, alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica, o di quelli dei singoli stati esteri che ne fanno parte, operanti sul territorio nazionale, che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di soppressione o riorganizzazione delle basi militari degli organismi medesimi adottati entro il 31 dicembre 2006, ha istituito, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, uno specifico fondo con una dotazione di 7,250 milioni di euro a partire dall'anno 2008;
ATTESO che:
- è inoltre necessario tenere conto delle modalità previste con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 gennaio 2009, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 51 del 3 marzo 2009, adottato in attuazione dell'articolo 2, comma 101, della legge n. 244 del 2007, con assegnazione prioritaria agli uffici giudiziari del ministero della giustizia collocati nel territorio provinciale o regionale dell'organismo militare;
- l'articolo 1, comma 482, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, prevede, altresì, un incremento della dotazione suddetta a partire dall'anno 2014;
ANALIZZATO che il personale che ha prestato servizio continuativo presso la base militare "G Fari¬na" di Decimomannu - per cui si è avviata la procedura di licenziamento collettivo - potrebbe dunque essere reinserito all'interno delle pubbliche amministrazioni in virtù della legge n. 98 del 1971 e delle seguenti disposizioni finalizzate a riassorbire i dipendenti che abbiano prestato servizio per gli organismi militari della Comunità atlantica;
TENUTO CONTO che:
- sembra indispensabile che la Regione possa farsi carico di fronteggiare l'ulteriore perdita di posti di lavoro nelle basi militari della Sardegna;
- la Giunta regionale debba farsi portavoce della questione auspicando l'attuazione della legge n. 98 del 1971;
VALUTATO che la Sardegna sta perdendo una delle piattaforme militari che sostengono il territorio del Basso Campidano e del sud Sardegna anche in termini di occupazione e indotto;
RICORDATO che sin dal passato la base militare di Decimomannu ha rappresentato uno straordina¬rio patrimonio culturale ed economico, anche grazie al legame continuativo con le Forze armate tedesche sul territorio;
CONDIVISE le preoccupazioni dei lavoratori per la procedura di licenziamento collettivo avviata dall'Ufficio amministrazione delle Forze armate tedesche in Italia, che si estendono all'intero territorio per una possibile soppressione e/o ridimensionamento della base militare "G. Farina" di Decimomannu;
VISTO che ad oggi non vi sono state delle iniziative che tendano ad evitare il possibile licenziamento e quindi la perdita di ulteriori posti di lavoro per il personale che opera nella base;
CONSTATATO non sufficiente, a giudicare dai fatti, l'impegno della Regione per salvaguardare il la¬voro e il personale in attività presso le basi militari della Sardegna, in seguito allo smantellamento delle strutture,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale
1) a invocare un incontro immediato con l'Ufficio amministrazione delle Forze armate tedesche in Italia teso a scongiurare e/o bloccare la procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale presso la base militare "G. Farina" di Decimomannu;
2) a sollecitare per il personale in forza alla struttura isolana l'applicazione della legge n. 98 del 1971, con l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni dei cittadini italiani che abbiano prestato servizio continuativo alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica o di quelli dei singoli stati esteri che ne fanno parte, operanti sul territorio nazionale, che siano stati licenziati;
3) a dare corso successivamente ad un'interlocuzione con il Ministero della difesa onde comprendere i progetti riguardanti la Sardegna, per scongiurare che la soppressione di altre strutture porti alla perdita di ulteriori posti di lavoro;
4) ad evitare lo smantellamento della base militare "G. Farina" di Decimomannu che potrebbe pregiudicare ulteriormente la già delicata crisi economica del territorio del Basso Campidano e del sud Sardegna, con riflessi negativi sulle attività produttive del distretto che traggono dei vantaggi dalla presenza dell'avamposto.
Cagliari, 21 luglio 2017