CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVLegislatura

Mozione n. 409

TEDDE - PITTALIS - CONTU - FASOLINO - PERU - TOCCO - TUNIS - ZEDDA Alessandra sulla grave situazione venutasi a creare in Spagna a seguito della raffica di arresti conseguenti all'organizzazione del referendum del 1° di ottobre 2017 e al sostegno della dichiarazione d'indipendenza approvata dal Parlamento catalano il 27 ottobre 2017.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il 1° ottobre 2017 in Catalogna si è svolto il referendum per l'indipendenza dello Stato Catalano;

RILEVATO che le procedure di voto hanno dimostrato la forza tranquilla del popolo catalano, che con grande compostezza ha espresso la propria volontà di autodeterminarsi per raggiungere l'indipendenza, nonostante le reazioni violente della Guardia Civil che ha tentato di fermare le operazioni referendarie con la forza, colpendo cittadini inermi e indifesi;

CONSIDERATO che, sia prima che dopo la celebrazione del referendum, si è registrato un inasprimento dei rapporti politici tra il Governo di Madrid e la Generalitat catalana, culminato con gli arresti di 15 esponenti politici e, successivamente, con gli arresti dei presidenti delle associazioni culturali Omnium Cultural e ANC;

RICORDATO che con ordine del giorno approvato nella seduta del 25 ottobre 2017 il Consiglio regionale della Sardegna ha censurato le azioni di violenza della Guardia Civil, esprimendo solidarietà e vicinanza al popolo catalano, auspicando che possa proseguire il suo percorso pacifico nel quale sia garantito il diritto di esprimersi su qualunque riforma, inclusa quella dell'autodeterminazione e ha chiesto e auspicato l'immediata scarcerazione e rimessione in libertà di quanti sono stati sottoposti a misure di privazione della libertà personale per fatti connessi alla celebrazione della consultazione referendaria del 1° ottobre 2017;

ACCERTATO che dopo le violenze della Guardia Civil dello scorso ottobre, condannate dal Consiglio regionale con l'ordine del giorno approvato il 25 dello stesso mese, è arrivata una raffica di arresti che ha colpito il cuore della Catalogna, fondati sulle accuse di sedizione e ribellione per avere promosso il referendum e per avere sostenuto la dichiarazione di indipendenza approvata dal Parlamento catalano il 27 ottobre; 

EVIDENZIATO che su richiesta della magistratura spagnola il 25 marzo 2018 è stato fermato in Germania l'ex Presidente della Catalogna Carles Puigdemont, che è stato poi rimesso in libertà dalla magistratura tedesca, che ha ritenuto insussistente il reato di "ribellione" e che anche la giustizia belga ha rimesso in libertà, fino alla conclusione della procedura, i tre ex-ministri catalani in stato di fermo Meritxell Serret, Toni Comin e Lluis Puig; 

SOTTOLINEATO che il fermo di Carles Puidgemont e dei tre ex ministri catalani sono solo alcune delle privazioni della libertà personale di politici catalani basate su pacifiche espressioni di pensiero e che oggi sono ancora 22 le personalità politiche e civili catalane ristrette in carcere fra ex ministri, personalità di primo piano della scena politica e i presidenti delle associazioni civili ARC e Omnium Cultural.

ACCLARATO, altresì, che con questa ondata di arresti e fermi, che sta colpendo giudizialmente un referendum, e quindi una pacifica espressione di pensiero democratico, si rischia di minare diritti fondamentali universalmente riconosciuti;

ATTESO che la partita politica in atto fra i governi di Spagna e Catalogna ha raggiunto un pericoloso livello di tensione ed è affidata alla sensibilità e alla lungimiranza dei loro rappresentanti istituzionali, ma che l'Europa può e deve lavorare per realizzare nuovi spazi politici per concedere alla nazione catalana quell'autonomia economica, finanziaria e fiscale che merita;

RITENUTO:
- imprescindibile l'intervento della politica più alta, quella della Commissione e del Parlamento di Strasburgo alla quale oggi non si può chiedere di schierarsi apertamente con gli indipendentisti catalani, per evitare il rischio di provocare focolai di separatismo, ma che non può esimersi dall'intervenire in funzione di mediatrice e riequilibratrice di un sistema di stati e di popoli che rischia di incrinarsi;
- la massima assemblea rappresentativa della Sardegna, facendo seguito all'ordine del giorno approvato il 27 ottobre 2017, debba intervenire a sostegno della libera e pacifica espressione della volontà politica del popolo catalano, per censurare la nuova ondata di arresti e per proporre alla Commissione e al Parlamento europeo un percorso politico che sciolga questi pericolosi nodi giudiziari che feriscono la democrazia nella sua più alta accezione,

impegna il Presidente della Regione

1) a esprimere, attraverso i canali diplomatici del Governo italiano, la preoccupazione della Giunta regionale, del Consiglio regionale e dei cittadini sardi per gli arresti di esponenti politici catalani, motivati dalla loro partecipazione all'organizzazione del referendum del 1° di ottobre e al sostegno della dichiarazione d'indipendenza approvata dal Parlamento catalano il 27 ottobre 2017;
2) a mettere in campo ogni opportuna azione politica nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, affinché chiedano l'intervento della Commissione e del Parlamento europeo in funzione di mediatori della grave crisi politica spagnola e di riequilibratori di un sistema di stati e di popoli che rischia di incrinarsi.

Cagliari, 10 aprile 2018