Mozione n. 171
SCHIRRU - CUGINI - GHIRRA - BUSONERA - DETTORI Ivana - SANNA S. - SASSU -ZUCCA - CUCCA sulla soppressione di numerose scuole nei piccoli comuni della Sardegna derivante dal regolamento del Ministero della pubblica istruzione.
Il Consiglio regionale
premesso che
sta fermentando, in questi giorni, in maniera preoccupante, il forte disagio e il malcontento delle popolazioni dei piccoli comuni dell'Isola investiti dalle decisioni contenute nel decreto di dimensionamento della rete scolastica che contempla la soppressione di numerose scuole e la conseguente migrazione forzata di minori da un comune ad un altro;considerato che:
- in forza di tale decreto, e precisamente in base a quanto si evince dall'articolo 2, comma 7, dall'articolo 3, comma 8 e dall'articolo 7, e secondo quanto è espressamente pronunciato nel Regolamento emanato in proposito dal Ministero della pubblica istruzione, è demandato alla Regione il compito di far valere le specificità proprie del territorio isolano (ovvero in negativo: province con un terzo di territorio montano, alto tasso di dispersione scolastica, carenze infrastrutturali e viarie, forte rischio di spopolamento, ecc.) che ostano ad una applicazione ragionieristica di parametri e criteri assoluti e possono, invece, essere fatte valere per l'ottenimento di deroghe automatiche (sulla base di criteri prevalentemente stabiliti dalle Regioni, art. 2, comma 7) e a giusta salvaguardia della qualità dell'offerta formativa in Sardegna;
- i comuni interessati dal provvedimento hanno più volte espresso la loro disponibilità per soluzioni alternative, anche attraverso la proposta di possibili accorpamenti più razionali e meno traumatici;
- gli stessi non sono attualmente in grado di affrontare le spese per il trasporto degli scolari, per l'attuazione del servizio mensa e per l'ampliamento di dotazione arredi nelle scuole ospitanti, e sono, altresì, giustamente preoccupati per le conseguenze d'ordine psico-sociale e culturale che andranno a ripercuotersi su famiglie e minori a causa delle forzate migrazioni e dello stress a cui saranno sottoposti per rispettare orari e viaggi di spostamento;
preso atto
delle difficoltà in cui gli amministratori locali di questi piccoli centri isolani vengono adesso a trovarsi, dinanzi a un ulteriore segnale depauperante servizi e presidi educativi in aree già fortemente disagiate e a rischio di spopolamento, nel battersi per assicurare il rispetto del diritto allo studio per i loro cittadini, applicando il decreto di dimensionamento della rete scolastica, nei termini in cui è stato loro prospettato;valutata
la necessità di garantire alle nostre realtà locali, anche a quelle più piccole, pari opportunità con i centri più grandi anche per contenere, in tal modo, i rischi di ulteriore spopolamento e di perdita di identità di queste comunità;considerato
che si impone l'esigenza di consentire alle piccole comunità, agli individui e, in particolare, ai minori che vi abitano, di essere parte di un sistema educativo e sociale adeguato e rispettoso delle loro esigenze e della loro identità e di vivere con agio la loro condizione di cittadini;impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della pubblica istruzione
- a far valere i criteri legati alle peculiarità geografiche, economiche e sociali della nostra Isola, attraverso un'azione efficace con lo Stato e il Ministero della pubblica istruzione che porti all'ottenimento di deroghe automatiche al provvedimento di tagli e rilanci una nuova organizzazione della scuola in Sardegna;
- a dare impulso e costanza a forme diverse di concertazione unitaria tra Comuni, Province e Regione, nonché di programmazione e valutazione periodica degli interventi connessi alla riforma scolastica, così da dare nuovo stimolo ad un sistema educativo più integrato nel territorio, più attento alla formazione di quelle competenze culturali e professionali necessarie a concretizzare positivamente le aspettative di progresso civile ed economico delle popolazioni isolane;
- ad affrontare sollecitamente, con una presa di posizione politico-amministrativa forte e determinata, la situazione di emergenza che è venuta a crearsi nei piccoli Comuni investiti dai tagli, onde dare agli amministratori locali, impossibilitati a tener fede al loro impegno di coniugare l'interesse dei cittadini con gli obblighi richiesti dal rispetto e dall'attuazione rigorosa delle leggi, un segno tangibile e concreto di solidarietà e di sostegno al loro operato.
Cagliari, 16 settembre 1998