Mozione n. 145

MASALA - BIGGIO - BOERO - CADONI - CARLONI - FRAU - LIORI - LOCCI - SANNA Noemi - USAI Edoardo sulla previsione del Governo di imporre l'orario settimanale di 35 ore per tutti i lavoratori dipendenti.


Il Consiglio Regionale

premesso che:
- il Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Romano Prodi, ha annunciato nella giornata del 18 marzo la presentazione di un disegno di legge finalizzato ad imporre un orario massimo di 35 ore settimanali per tutti i lavoratori dipendenti;

- tale provvedimento verrà esaminato dal Parlamento in assenza di un'intesa tra le parti sociali e quindi al di fuori del normale alveo della contrattazione che per tutta la storia della Repubblica italiana ha rappresentato la sede naturale per disciplinare l'orario di lavoro;

- l'aggravio dei costi di produzione per le aziende, negli intendimenti del Governo, verrebbe compensato con incentivi che rappresentano comunque risorse sottratte alle politiche di sviluppo delle aree depresse del Paese, agli investimenti infrastrutturali reclamati da anni da imprenditori e sindacati;

- la contrattazione collettiva nazionale ha costantemente assicurato nell'ultimo decennio una graduale riduzione dell'orario di lavoro senza anacronistici interventi dirigisti imposti per legge;

- già nel mese di febbraio importanti gruppi industriali avevano preannunciato la loro determinazione a trasferire gli impianti produttivi all'estero nel caso in cui il Governo avesse dato attuazione con provvedimento di legge ad una riduzione d'autorità a 35 ore settimanali dell'orario di lavoro;

- il rischio che molte aziende diano seguito a quest'ultima opzione è realistico e concreto, considerate le caratteristiche delle politiche degli investimenti produttivi nel mercato globale e l'evidente svantaggio in termini di aggravio dei costi di produzione, che subirebbero le imprese italiane rispetto a tutte le concorrenti europee ed extraeuropee, con la sola eccezione delle aziende francesi;

- ogni Regione ha il dovere di tutelare l'occupazione e il diritto delle imprese a competere senza inutili aggravi sui mercati nazionali e internazionali,

dà mandato al Presidente della Giunta regionale:

1) di rappresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri la più viva contrarietà nel merito e nel metodo di questa vicenda e l'invito a tornare ad un tavolo delle trattative, affidando alle sole parti sociali il compito di determinarsi liberamente su questa materia;

2) di rappresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Governo la determinazione del Consiglio regionale a ricorrere tempestivamente alle prerogative riconosciute dall'articolo 75 della Costituzione italiana alle Regioni in materia di indizione di referendum abrogativo, nel caso in cui si procedesse comunque all'approvazione di una legge vincolante in materia di riduzione dell'orario di lavoro;

3) di valutare l'opportunità di coordinarsi con i Governi di altre Regioni europee, interessate da analoghi provvedimenti di legge imposti dai governi centrali, per intraprendere un'azione congiunta presso le autorità comunitarie, sollecitandole ad intervenire per impedire che vengano artificiosamente imposte scelte legislative lesive del corretto svolgimento di una leale concorrenza tra le diverse imprese operanti nell'ambito dell'Unione Europea.

Cagliari, 1 aprile 1998