Mozione n. 111

BERRIA - SCANO - CUCCA - DETTORI Ivana - DIANA - FALCONI - BUSONERA - CHERCHI - CUGINI - FOIS Paolo - GHIRRA - MARROCU - SANNA Salvatore - OBINO - SASSU - USAI Pietro - ZUCCA sui recenti episodi di criminalità in Sardegna.


Il Consiglio regionale

considerato che:
- i recenti episodi di criminalità, ultimo in ordine di tempo il sequestro di Silvia Melis, dimostrano il livello allarmante e non più sostenibile della situazione della pubblica sicurezza in Sardegna e, in modo specifico, nelle aree interne;

- oltre il sequestro, siamo in presenza del riproporsi anche di reati tipici come l'abigeato, l'estorsione, gli omicidi, oltre ad altri fenomeni criminali;

- il sequestro di Silvia Melis ha suscitato allarme e preoccupazione nelle comunità locali e tra le diverse categorie sociali, in particolare tra le forze imprenditoriali che, oltre alle difficoltà strutturali tipiche delle zone interne, debbono tener conto nella loro attività anche del rischio rappresentato dal possibile sequestro di persona;

ritenuto
preoccupante che, nonostante il rapido allarme, il sequestro di Silvia Melis sia stato comunque portato a termine; tale circostanza è emblematica dei gravi limiti nelle misure di prevenzione e di repressione di questo tipo di reato;

considerato che
i sequestri costituiscono un gravissimo danno non solo per l'immagine della comunità sarda, ma anche per le sue possibilità di sviluppo economico;

sottolineato che:
- dopo la forte e diffusa reazione della comunità sarda, vittima del crimine di pochi, appare urgente e non differibile chiedere allo Stato di porre in essere atti e comportamenti, attraverso gli organi preposti, che portino ad un potenziamento effettivo delle azioni preventive e repressive e alla predisposizione di un piano di pubblica sicurezza efficace;

- occorre una riflessione generale sulla normativa antisequestro, possibilmente senza i condizionamenti legati alla emozione del fatto specifico e che, insieme agli operatori della giustizia (magistrati, avvocati e forze dell'ordine) va avviata una riflessione sulla utilità di misure come il blocco dei beni che in più di una occasione è apparso inefficace, rischiando anzi di creare danni all'ostaggio;

- insufficiente appare una risposta dello Stato tutta impostata sul blocco dei beni anziché su una attività investigativa quantitativamente e soprattutto qualitativamente adeguata che preveda sistemi di indagine altamente specializzati che partano da un sistema di conoscenze adeguato dei luoghi e dei meccanismi con cui si sviluppa l'azione criminosa;

- a fronte di una situazione che richiederebbe interventi tempestivi e tesi a riaffermare una forte presenza dello Stato in Sardegna si assiste in questi ultimi mesi a scelte che stanno determinando una sensibile erosione dei servizi, dalla sanità alle poste, dalle ferrovie alla viabilità, dalla scuola alla giustizia, in un quadro che appare come un ritrarsi dello Stato dalle zone interne dell'Isola;

- l'esempio più macroscopico di una scelta di rinuncia ai propri doveri da parte dello Stato è data dalla situazione degli uffici giudiziari di Nuoro e di Lanusei. Appare evidente che, come denunciato dal Procuratore generale della Corte d'Appello di Cagliari, la presenza della giustizia in Sardegna sta diventando puramente nominale;

- a questo quadro già grave si aggiungono gli effetti delle misure di razionalizzazione scolastica che anche in questo settore stanno progressivamente riducendo la presenza dello Stato con la soppressione di decine di circoli scolastici di scuole medie e istituti superiori;

rilevato che:
- diverse commissioni d'inchiesta nazionali e regionali hanno indagato sulle condizioni economiche, sociali e culturali e sulle risposte che ad esse occorre dare su diversi piani;

- tale patrimonio, che aveva suscitato in Sardegna grandi speranze, è rimasto largamente inattuato, anzi si avverte la sensazione in tutta l'Isola che gli impegni assunti dal Governo in materia di sviluppo economico e sociale vengono disattesi;

consapevole
dell'eccezionalità della situazione e del senso di smarrimento diffuso nella società sarda

impegna la Giunta regionale
ad assumere subito l'iniziativa per un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri per:
a) chiedere al Governo e al Parlamento di verificare l'efficacia della attuale legislazione relativa al blocco dei beni dei familiari delle persone sequestrate;

b) potenziare l'attività di intelligence sia in ordine alla prevenzione che alla repressione della criminalità e a garantire l'impiego di strutture e di mezzi necessari per combattere la criminalità sarda;

c) sollecitare il Consiglio Superiore della Magistratura perché si affronti la gravissima condizione degli uffici giudiziari sardi;

d) portare avanti nel confronto con il Governo, la proposta della costituzione di una Conferenza permanente Stato-Regione, per verificare l'attuazione delle misure e per assicurare un monitoraggio costante nel controllo della criminalità;

e) rendere operative le intese già intercorse con la Regione sarda e a pervenire a conclusive determinazioni circa gli aspetti relativi allo sviluppo economico e sociale, già da lungo tempo oggetto di confronto, in modo da aggredire i limiti economici e infrastrutturali che alimentano il disagio sociale, che condizionano negativamente la stessa crescita culturale.

Cagliari, 26 marzo 1997