Mozione n. 100
TUNIS Marco Fabrizio - FLORIS - SECCI - CASU - MILIA sul mancato riconoscimento di zona svantaggiata di 36 comuni agricoli sardi nella classificazione operata in base alla Legge 984 del 1977.
Il Consiglio regionale
premesso che
in data 3 gennaio 1996 è stata presentata un'interpellanza riguardante il mancato riconoscimento di zona svantaggiata di 36 comuni agricoli sardi e che ancora nulla è accaduto al riguardo, interpretando la situazione di grave malessere denunciata dagli agricoltori per la discriminazione operata in sede di definizione e di successiva modificazione degli elenchi delle: "zone agricole svantaggiate" delimitate ai sensi dell'articolo 15 della Legge n. 984 del 1977;sottolineato che,
sia per le condizioni economico-agrarie e sociali, sia per l'isolamento geografico, come anche per le caratteristiche climatiche e geo-pedologiche, la Sardegna è da considerare, senza esclusione di territori,"zona agricola svantaggiata";valutato che
i progressivi aumenti delle aliquote dei contributi agricoli unificati relativi alla manodopera salariata e degli stessi contributi previdenziali assicurativi che devono corrispondere i coltivatori diretti, comportano oneri così gravosi da compromettere l'equilibrio economico-finanziario delle imprese da ridurre ulteriormente i redditi, di gran lunga insoddisfacenti, degli operatori del settore;ricordato che
gli agricoltori operanti nei comuni classificati montani e in quelli inclusi nell'elenco delle "zone agricole svantaggiate" ai sensi della normativa vigente in materia godono della riduzione del pagamento dei contributi agricoli unificati e dell'esenzione dell'ICI per i terreni agricoli;tenuto conto che,
rispetto ai primi, il "vantaggio" di non far parte di una zona montana o svantaggiata si traduce in un danno per i coltivatori locali costretti a produrre in condizioni di handicap economico, perché le produzioni sono ottenute a costi base più alti tanto da rendere nulli e comunque irrilevanti i benefici geomorfologici (pianura) e l'irrigazione del proprio territorio adatti alle colture intensive;impegna la Giunta regionale
1) ad adottare immediatamente tutte le procedure e porre in essere le azioni necessarie per l'inserimento, da parte del Governo nazionale, dell'intero territorio della Sardegna tra le "zone agricole svantaggiate" o montane, delimitate ai sensi della normativa vigente materia, allo scopo di far pervenire tali determinazioni all'Unione Europea in tempi utili per eliminare, almeno dalla prossima annata agraria, condizioni di oggettiva inferiorità che si ripercuotono, in ultima analisi, su tutto il comparto agricolo sardo;2) ad elaborare, nelle more di approvazione di tale inserimento, in tempi ragionevolmente brevi, uno strumento normativo-finanziario che limiti sin dall'anno corrente l'onere finanziario che grava sulle aziende agricole che operano nei territori dei comuni consideri assurdamente "ricchi", soltanto perché ubicati in pianura o collina, ben sapendo che l'intera nostra Isola è territorio svantaggiato afflitto dalla piaga della disoccupazione, dall'emigrazione e che i cittadini "vantano" il reddito pro-capite più basso d'Italia (sud milioni l'anno), neanche i 2/3 di quello medio di un abitante di Sanremo, noto comune svantaggiato "povero".
Cagliari, 27 novembre 1996