Mozione n. 87

MONTIS, CONCAS, AMADU sulla necessità di intervenire urgentemente al fine di attuare una nuova legge regionale per il lavoro e istituire un fondo per l'occupazione.


Il Consiglio regionale

considerato che
sembra più che mai attuale l'esigenza di un dibattito consiliare che abbracci tutta la tematica occupazione-sviluppo;

rilevato:
- l'accrescersi della perdita di posti di lavoro e della stessa precarietà degli occupati in settori come la petrolchimica-metallurgica, terziario servizi, attività artigianali e commerciali;

- che è ormai vicino lo svolgimento della consultazione referendaria sulle politiche occupative promossa da Rifondazione Comunista, firmata da oltre 15.000 elettori;

- che l'annunciata conferenza nazionale sull'occupazione è stata indetta dal governo per il prossimo settembre;

- che i sottoscritti ritengono indispensabile, attraverso la presente, reiterare la mozione per l'istituzione di un fondo per l'occupazione, già presentata nell'ottobre '95, per riprendere il dibattito in Aula iniziato e poi interrotto nel febbraio '96 con il ritiro della mozione medesima, rinviato ad una successiva sessione consiliare e mai ripreso;

- che appare urgente riprendere il discorso alla luce di un'incessante aumento del numero e della qualità della disoccupazione coinvolgente settori finora immuni o toccati marginalmente;

- che il blocco pressoché totale delle grandi e medie opere pubbliche infrastrutturali non consente un miglioramento occupazionale, come sarebbe possibile se fosse esatta la notizia che l'impiego di capitali disponibili alla Regione potrebbe dare lavoro diretto e indotto a decine di migliaia di persone fra il 1997 e il 1998;

premesso che:
- quasi un terzo della popolazione della Sardegna risulta disoccupata, precariamente occupata o a rischio di disoccupazione;

- la disoccupazione di massa, colpendo soprattutto i giovani e le donne, è divenuto un fatto di sconvolgimento sociale, economico e morale che non può rimanere oltre senza una risposta adeguata;

- un terzo del popolo sardo, in età e in condizioni di lavoro, è dunque escluso ingiustamente dal circuito degli interventi, sotto ogni forma, dell'istituzione regionale;

- necessita, perciò, una nuova legge regionale per il lavoro, di carattere organico ed immediatamente produttiva di effetti, che costituisca una risposta reale a fronte del vero e proprio dramma umano delle persone e delle famiglie che si consuma ogni giorno sotto gli occhi di tutti;

- le leggi e i provvedimenti sinora approvati dalla Regione (L.R. 28/84; Agenzia per il lavoro; progetti comunali e progetti speciali per l'occupazione ex artt. 92 - 94 L. finanziaria '88, ecc.) hanno consentito di ottenere alcuni importanti risultati, ma gli effetti più generali sono rimasti molto al di sotto delle possibilità per via del mancato coordinamento legislativo, per la debolezza e la dispersione della strumentazione operativa, per la insufficienza delle risorse finanziarie e soprattutto per la scarsa volontà e capacità manifestate dalla Regione sul piano politico, amministrativo e gestionale;

- serve un progetto legislativo nuovo che, per natura ed entità di risorse da impegnare, costringa all'impegno più fattivo ed incisivo in materia di politiche attive del lavoro;

- a nulla sono valse le promesse e i provvedimenti annunciati dalla Giunta e dalla maggioranza per operare una inversione di tendenza della propria politica economica per creare maggiore occupazione;

- a questo risultato negativo ha concorso anche la rottura del quadro politico di solidarietà democratica e di progresso operata all'atto della formazione e proseguita nel corso della esperienza della Giunta Palomba;

- si è così dimostrato, ancora una volta, che la discriminazione a sinistra si risolve nei fatti contro i lavoratori e contro i disoccupati;

- l'impegno finanziario della Regione non deve sostituire, bensì integrare, i necessari interventi statali e comunitari e, perciò, deve costituire una base solida su cui fondare il rilancio della politica di contestazione e di rivendicazione della Sardegna nei confronti dello Stato centrale;

delibera
a) di attuare un immediato confronto ampio, documentato e unitario fra le forze politiche al fine di individuare proposte fattibili nel breve e medio periodo;

b) di definire prioritariamente i criteri informatori e gli obiettivi essenziali di un nuovo disegno legislativo in materia di politiche attive del lavoro secondo i seguenti elementi costitutivi:

1) istituzione in bilancio di un "Fondo per l'occupazione", (comprensivo di tutte le risorse destinate e da destinare al sostegno del lavoro e alla creazione di nuove occasioni di occupazione aggiuntiva) di consistenza equivalente ad una somma non inferiore ad un terzo delle entrate disponibili (spesa manovrabile) del bilancio della Regione, quantificabile in circa mille miliardi;

2) previsione di detto impegno finanziario per una durata non inferiore a dieci anni;

3) priorità negli interventi, attraverso specifica riserva di una quota del fondo, in favore dei giovani e delle donne, disoccupati ed inoccupati;

4) definizione degli interventi nel campo proprio delle "politiche attive del lavoro" e di creazione di una nuova occupazione aggiuntiva nei seguenti settori:
a) attività produttive indotte dallo sviluppo di nuova imprenditorialità, soprattutto giovanile e femminile;

b) ricerca qualificata ed orientata al miglior sostegno dello sviluppo produttivo e alle maggiori ricadute occupazionali tendenzialmente stabili;

c) lavori socialmente utili, soprattutto sui versanti dei beni ambientali, del patrimonio archeologico e culturale e della diffusione di servizi sociali.

5) riordino legislativo, perché tutte le forme di sostegno diretto delle politiche attive del lavoro siano ricondotte ad una unica "autorità", con unificazione di strutture, metodi e finalità; detta autorità è individuata nella nuova Agenzia regionale per il lavoro. All'Agenzia fanno capo le attività di promozione, di osservatorio del mercato del lavoro, di sostegno amministrativo, di monitoraggio, di verifica dei risultati conseguiti rispetto agli impegni assunti e di gestione operativa del fondo;

6) ridefinizione del settore della formazione professionale da considerare come parte essenziale delle politiche attive del lavoro. I piani annuali e pluriennali di formazione professionale dovranno perciò essere coordinati con i corrispondenti programmi occupazionali. La gestione della formazione professionale sarà attribuita ad un servizio operativo della Agenzia regionale per il lavoro;

7) istituzione, presso l'Agenzia per il Lavoro, di un ufficio istruttorio, di alta qualificazione professionale tecnica e scientifica, per l'esame di merito e la selezione motivata dei migliori progetti occupazionali, in coerenza con le finalità della legge;

8) previsione di una adeguata riserva sul "Fondo" per la promozione, attraverso gli enti locali, di programmi e progetti di "lavoro socialmente utile". Detti interventi dovranno integrare i finanziamenti di cui al D.L. 4 agosto '95 n. 326 per realizzare, tendenzialmente, in un arco di tempo programmato, attraverso il coordinamento di tutte le risorse e di tutti gli interventi possibili di derivazione locale, regionale, statale e comunitaria, un lavoro produttivo minimo (e corrispondente reddito) garantito per tutti i giovani disoccupati sardi;

9) adozione di specifiche clausole di "garanzia sociale", da definire nell'ambito delle competenze proprie della Regione, perché nell'accesso al lavoro, sia nel settore pubblico sia privato o misto, siano riconosciute ai disoccupati, a parità di altre condizioni derivanti da qualifiche e titoli professionali specifici e necessari, forme di priorità derivanti da maggior anzianità di non-lavoro, appartenenza a nuclei familiari con più alto rapporto fra occupati e disoccupati, consistenza di reddito e di patrimonio.

c) di demandare alla Giunta Regionale la predisposizione e l'invio al Consiglio del disegno di legge in questione entro i prossimi tre mesi;

d) di istituire comunque il "Fondo per l'occupazione" nel prossimo bilancio e legge finanziaria 1996, prevedendosi per la fase transitoria la utilizzazione della legislazione e della strumentazione operativa esistente in materia di politiche attive di lavoro.

Cagliari, 8 luglio 1996