DISEGNO DI LEGGE N. 321/A
presentato dalla Giunta regionale
su proposta dell'Assessore dell'industria, PINNA, il 18 marzo 1997Disposizioni urgenti relative all'Ente Minerario Sardo
RELAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE
Il presente disegno di legge, costituito da un articolo unico, è motivato dalla urgente necessità di consentire all'Ente Minerario Sardo di fare fronte agli obblighi derivanti dai propri compiti istituzionali, in particolare relativi ai fabbisogni finanziari indispensabili per il mantenimento in attività delle società controllate dall'ente.
Lo stanziamento stabilito con l'approvazione della legge regionale di bilancio per il corrente anno è stato fortemente contenuto, in previsione dell'approvazione della legge di riassetto dell'ente, per la quale è stato appositamente accantonato l'importo di lire 50 miliardi nel fondo per i nuovi oneri legislativi (cap. 03017).
Tuttavia, nelle more dell'approvazione della legge di riordino, il ridotto stanziamento a favore dell'EMSA si è già rivelato insufficiente a coprire il fabbisogno già maturato. C'è il rischio immediato del blocco delle società controllate, con il conseguente mancato pagamento dei salari e degli stipendi dovuti al personale dipendente, già a partire dal mese prossimo.
La stessa legge di riordino - già predisposta e di imminente approvazione da parte della Giunta, ed oggettivamente complessa, data la natura dell'ente e l'intreccio dei problemi derivanti dalle sue partecipazioni e società - rischierebbe di giungere ad approvazione in una situazione di collasso generale delle aziende interessate, con gravi conseguenze sociali e finanziarie.
Per queste ragioni - mentre si conferma l'impegno alla celere trasmissione del disegno di legge di riordino al Consiglio regionale - si auspica l'immediata approvazione del presente articolo unico, al fine di consentire che, nelle more del riordino complessivo dell'ente e delle sue partecipazioni, possa essere salvaguardata la continuità operativa dell'EMSA e delle società da questo controllate, con l'adempimento degli obblighi già maturati verso il personale dipendente.
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE INDUSTRIA - MINIERE - CAVE E TORBIERE - ARTIGIANATO - COOPERAZIONE - LAVORO E OCCUPAZIONE - TURISMO - COMMERCIO - FIERE E MERCATI - RISORSE ENERGETICHE - FONTI ALTERNATIVE DI ENERGIA
composta dai Consiglieri
TUNIS Gianfranco, Presidente - BALLETTO, Vice Presidente - FALCONI, Segretario e relatore di minoranza - TUNIS Marco Fabrizio, Segretario - BERTOLOTTI - BIGGIO - FOIS Pietro - LADU - LA ROSA, relatore di maggioranza - MARROCU - OBINO - RANDACCIO - USAI Edoardo, pervenuta il 16 luglio 1997La Commissione industria, nella seduta del 7 maggio 1997, non ha approvato - a maggioranza - il provvedimento relativo ad uno stanziamento di lire 25 miliardi in favore dell'Ente Minerario Sardo.
La Commissione Industria, infatti, attendeva la presentazione di un organico disegno di legge di riforma dell'EMSA, preannunciato dall'Assessore competente nel dicembre 1996, e si è invece ritrovata a dover esaminare, nel marzo u.s. un disegno di legge composto da un unico articolo il cui contenuto prevedeva lo stanziamento di 25 miliardi genericamente destinato all'EMSA, al fine di "consentirgli il funzionamento e l'espletamento dei compiti indispensabili". Un tale importo veniva prelevato dal fondo nuovi oneri legislativi e dal capitolo destinato alla riforma dell'ente medesimo.
Tutto ciò avveniva nel marzo 1997, quando cioè era pienamente operativo il bilancio per il 1997, le cui risorse finanziarie erano già state totalmente impiegate.
Di queste, solo 14.600 miliardi venivano destinati in favore dell'EMSA e delle sue consociate, nonostante in sede di esame della manovra finanziaria 1997/1998 la Commissione industria avesse evidenziato l'insufficienza e l'inadeguatezza delle risorse stesse (giusto i primi tre mesi del corrente anno), a meno di un serio e rapido processo di razionalizzazione dell'ente in oggetto.
L'Assessore, tuttavia, preannunciava l'imminente presentazione del disegno di legge di riforma del settore (per il cui avvio chiedeva la destinazione di 50 miliardi nel fondo nuovi oneri legislativi) e pertanto sollecitava la collaborazione della Commissione che, con tutte le cautele e le riserve del caso, glielo assicurava.
Il disegno di legge n. 321 con cui la Giunta dispone di rendere disponibili nell'immediato 25 miliardi in attesa della riforma risulta quindi esclusivamente causato dall'incapacità di governo alla quale si ritiene di poter sostituire un approccio approssimativo ed episodico a problemi particolarmente complessi che non possono essere affrontati in mancanza di un chiaro e condiviso piano complessivo di riordino del settore minerario in grado di coniugare gli interventi necessari di riforma con altrettante e contestuali azioni di sviluppo.
Il bilancio della Regione subisce un colpevole aggravio di oneri per l'incapacità di affrontare coerentemente e concretamente il processo di riforma degli enti e di compiere scelte strategiche di indirizzo per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione.
Nessuno desidera che a pagare le conseguenze di tale situazione siano i lavoratori ma non può perpetuarsi una situazione per cui non ci sono mai responsabili delle scelte sbagliate o non fatte, delle inadempienze e dell'incompetenza assurte a sistema di Governo, tanto poi basta aggiungere un po' di miliardi.
Nel confermare che la sesta Commissione è più che mai disponibile a discutere nell'immediato di riforma e Piano complessivo di riordino del settore minerario si ribadisce anche con coerenza che non si è disponibili a sostenere disposizioni dannose per la Regione delle quali è responsabile esclusivamente l'azione di Governo.
Relazione di minoranza
pervenuta il 29 maggio 1997Il presente disegno di legge costituito da un articolo unico è motivato dalla urgente necessità di consentire all'Ente Minerario Sardo di far fronte agli obblighi derivanti dai propri compiti istituzionali.
Il finanziamento previsto è finalizzato all'avvio di azioni di risanamento del gruppo.
Più specificamente si vogliono perseguire i seguenti obiettivi:
1) cessazione delle attività strutturalmente antieconomiche;
2) prosecuzione e potenziamento dei lavori di messa in sicurezza dei cantieri minerari dismessi;
3) avvio degli interventi già finanziati dalla L. 204/93, per il ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse;
4) ricollocamento di una parte del personale in altre iniziative realizzate o gestite da imprenditori privati;
5) esodo volontario incentivato di personale in esubero;
6) privatizzazione di società collocabili sul mercato e liquidazione di società non suscettibili di essere collocate sul mercato secondo le direttive fornite dal Comitato per le privatizzazioni.
Per queste ragioni, mentre sta per essere trasmesso il disegno di legge di riordino dell'ente, già concertato con le forze sociali, si auspica l'approvazione urgente della presente legge.
TESTO DEL PROPONENTE
TESTO DELLA COMMISSIONE
Art. 1
1. Nelle more dell'approvazione di apposita legge per il riordino dell'Ente Minerario Sardo, istituito con legge regionale 8 maggio 1968, n. 24, e delle sue partecipazioni societarie, al fine di consentire il funzionamento e l'espletamento dei compiti indispensabili del medesimo ente, lo stanziamento iscritto nel capitolo 09016/01 dello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'esercizio 1997 è incrementato di lire 25.000.000.000.
2. A detto onere si fa fronte con pari diminuzione dello stanziamento iscritto nel capitolo 03017 dello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per il medesimo esercizio finanziario.
Art. 1
(soppresso)