CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

PRIMA COMMISSIONE PERMANENTE
(Autonomia, ordinamento regionale, rapporti con lo Stato, riforma dello Stato, enti locali, organizzazione regionale degli enti e del personale, polizia locale e rurale, partecipazione popolare)

RISOLUZIONE N. 11

sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali in Sardegna.

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La Prima Commissione permanente del Consiglio regionale,

PREMESSO che:
- il Senato della Repubblica con deliberazione del 3 ottobre 2013 è stata istituita la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali” con il compito di svolgere indagini sui reiterati episodi di intimidazione anche non riconducibili alla mafia o ad altre organizzazioni criminali, che hanno per destinatari Sindaci, Consiglieri comunali e altri amministratori locali;
- la Commissione parlamentare d’inchiesta ha acquisito una ampia documentazione e ha effettuato numerose audizioni nel territorio, ed in particolare anche in Sardegna, oggetto di una specifica missione il 13 giugno 2014;
- la stessa Commissione parlamentare ha terminato i suoi lavori il 26 febbraio e ha approvato una dettagliata relazione che per la prima volta pone sotto la lente d’ingrandimento la questione, con specifica attenzione anche alla Sardegna, sia con riferimento al problema in generale, sia con riferimento agli attentati dinamitardi in particolare;

CONSIDERATO che:
- il fenomeno delle intimidazioni in danno degli amministratori locali in Sardegna è noto e datato ed ha assunto negli anni trascorsi tratti di particolare virulenza con uccisioni di amministratori e numerosi attentati con ordigni esplosivi;
- nel periodo compreso da inizio 2013 al primo quadrimestre del 2014, in Sardegna si sono verificati 136 episodi intimidatori nei confronti di pubblici amministratori (10,6% del totale nazionale); l’89,7% dei quali compiuto da mano ignota;
- l’Isola gode del triste primato del maggior numero di atti intimidatori in proporzione alla popolazione con 8,3 atti intimidatori per centomila abitanti ed è la Regione nella quale più colpiti sono, in percentuale, Sindaci e amministratori di comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti;
- tra i comuni sardi, 118 hanno popolazione inferiore ai mille abitanti (31% del totale);
- in Sardegna vige una specifica normativa regionale in materia costituita dalla Legge regionale n. 21 del 1998 (Provvidenze a favore delle vittime di attentati e dei superstiti di dipendenti regionali deceduti per causa di servizio) e successive modificazioni e integrazioni contenute in altre leggi regionali (soprattutto finanziarie) e dalla Delibera applicativa n. 21/24 dell’8 agosto 2008 (L.r. n. 21 del 1998. Determinazione dei criteri di concessione e quantificazione degli indennizzi);
- in base alla relazione presentata su richiesta della Prima Commissione del Consiglio regionale, nel periodo 1998 – 2013, l’Assessorato regionale competente ha ricevuto 447 richieste di indennizzo ai sensi della l.r. n. 21 del 1998, di cui 196 da parte di Amministratori locali (Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali);
- a fronte di 447 richieste risultano erogati 280 indennizzi, disposti 97 dinieghi e ancora non definiti 115 procedimenti;
- i continui rischi ai quali sono esposti gli Amministratori locali (come risulta dalla Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta) richiedono mirati interventi normativi ad essi specificamente destinati, al fine di garantire una maggior tutela della loro incolumità e di assicurare la necessaria serenità e sicurezza per governare l’ente e la comunità che rappresentano;
- a causa del sovrapporsi di successive disposizioni regionali si rende necessario un testo organico che garantisca chiarezza e completezza nella disciplina anche al fine di evitare costosi contenziosi;
- anche sulla scorta della giurisprudenza maturata negli ultimi anni (segnalata nella relazione dell’Assessorato regionale) è, in particolare, necessario un riordino del procedimento di erogazione degli indennizzi;

SOTTOLINEATO che:
- tra le misure più urgenti suggerite nelle audizioni svolte in Sardegna dalla Commissione parlamentare di inchiesta, si segnalano:
- la rivisitazione delle attuali disposizioni penali, a partire dall’articolo 336 del codice penale, inadeguato rispetto all’esigenza di distinguere l'attentato al pubblico amministratore da quello al pubblico ufficiale; - l’eletto deve essere assolutamente non condizionabile nel suo agire e ha diritto ad una tutela proporzionata al delicato ruolo che ricopre.
- l’introduzione nel sistema penale italiano di una norma ad hoc per la fattispecie di “attentato contro i pubblici amministratori", così da prevedere una autonoma ipotesi di reato, che, dando specifico rilievo alla qualifica soggettiva della persona offesa, consenta una adeguata repressione di fatti che attualmente non trovano rispondenza nelle fattispecie incriminatrici vigenti;
- l’attribuzione, sul versante processuale, di poteri più ampi agli organi competenti, soprattutto in relazione agli accertamenti di carattere tecnico, introducendo ad esempio la possibilità di intercettazioni telefoniche o altri strumenti simili di ricerca della prova;
- l’implementazione, mediante incentivi, dei sistemi di videosorveglianza da parte dei comuni;
- una maggior ponderazione sulle responsabilità degli amministratori che in alcuni casi sarebbe opportuno delegare ad altri livelli istituzionali, specie per i piccoli comuni in cui gli amministratori, costretti a scontrarsi con poteri molto più forti, sono maggiormente esposti.
- l’esigenza di un’esplicita vicinanza al pubblico amministratore che è stato intimidito, attraverso comportamenti virtuosi dello Stato e delle istituzioni ed indagini più stringenti, per favorire una maggiore resistenza dei sindaci a tentativi di condizionamento e pressioni.

RILEVATO che:
- negli ultimi anni si sono succedute importanti decisioni nazionali in materia di politica fiscale orientate, in particolare, all’aumento dell’imposizione locale e alla introduzione di nuove imposte (TASI, IMU sui terreni agricoli), con ripercussioni negative sulla popolarità dei Sindaci e delle amministrazioni locali;
- le amministrazioni comunali hanno importantissime responsabilità in materia urbanistica e ambientale che troppo spesso espongono Sindaci, Giunte e Consigli a decisioni e pericoli sproporzionati rispetto agli strumenti a loro disposizione;
- le comunità più piccole soffrono di un progressivo impoverimento demografico del territorio e dei servizi: fattori che le rendono sempre più povere e sempre più isolate;
- esiste una connessione diretta tra i fenomeni intimidatori e l’azione delle amministrazioni locali a tutela degli usi civici, dei beni comuni e della proprietà pubblica.

SOTTOLINEATO che:
- in Sardegna, le difficoltà crescenti degli amministratori locali in materia fiscale e sociale e l’elevatissima incidenza di atti intimidatori, in particolare ai danni di amministratori di comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti, rischia di avere pesanti conseguenze per la rappresentanza democratica di intere comunità;
- la Prima Commissione permanente del Consiglio regionale ha in esame il disegno di legge regionale di riordino degli enti locali, che nella proposta della Giunta regionale contiene norme in materia di Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitane;
- il legislatore regionale ha quindi un’importante occasione per inserire una riflessione in materia di responsabilità e funzioni degli amministratori dei piccoli comuni;

RITIENE urgente:
- attivare un confronto costante tra il Consiglio regionale, il Consiglio delle autonomie locali, le associazioni di rappresentanza dei Comuni al fine di promuovere la massima tutela possibile per i pubblici amministratori;
- procedere a una urgente revisione della normativa regionale in materia di tutela degli amministratori locali e all’elaborazione, sulla base di dati e rilevazioni nei territori, di una normativa di tutela specifica per Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali;
- considerare e limitare, nel quadro della legge regionale di riordino degli enti locali, i pericoli ai quali sono esposti gli amministratori dei piccoli comuni,

INVITA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE

a. a sottolineare alle massime cariche del Governo la situazione peculiare della realtà sarda rispetto a quella nazionale;
b. a considerare prioritario il diritto alla rappresentanza delle comunità residenti nei piccoli comuni;
c. ad attivarsi presso lo Stato per favorire comportamenti virtuosi che attestino la vicinanza ai pubblici amministratori attraverso indagini più stringenti favorendo una maggiore resistenza dei sindaci a tentativi di condizionamento e pressioni.

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La risoluzione è stata approvata all'unanimità nella seduta del 3 marzo 2015.