CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURASECONDA COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione)RISOLUZIONE N. 10
sul riconoscimento del titolo di studio del Tecnico dei Servizi Socio Sanitari e sulla formazione professionale degli O.S.S..
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La Seconda Commissione permanente del Consiglio regionale,
PREMESSO che il titolo di Tecnico dei servizi sociali si acquisisce a seguito dell’iter formativo quinquennale dell’Istituto professionale di Stato e dell’Esame di Stato;
VISTO:
- il DM 24 aprile 1992 del Ministero dell’istruzione che ha previsto uno specifico corso triennale d’istruzione professionale di Stato per l’acquisizione della qualifica di Operatore dei servizi sociali, qualifica successivamente confermata dall’art. 1 del Decreto Ministeriale 14 aprile 1997 avente ad oggetto “Diplomi di qualifica dei corsi dell'istruzione professionale”;
- il DM 15 aprile 1994 concernente “Programmi e orari di insegnamento per i corsi post-qualifica degli istituti professionali di Stato”, ha previsto un corso biennale di post-qualifica d’istruzione professionale di Stato per il conseguimento del titolo di Tecnico dei servizi sociali, corso riservato a chi sia in possesso della qualifica di Operatore dei servizi sociali;
- il D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87, che ha dettato le norme per il riordino degli istituti professionali e ha previsto l’indirizzo socio-sanitario che permette di conseguire il diploma di Tecnico socio-sanitario, delineando un curriculum di studi in gran parte coerente con il precedente di Tecnico dei servizi sociali;
- l’articolo 27 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 che conferisce alle regioni la competenza ad individuare le figure professionali di differente livello, gli standard minimi formativi e il rilascio dei titoli e delle qualifiche a carattere professionalizzante acquisiti tramite i percorsi di istruzione formazione professionale;PRESO ATTO che, in attuazione del comma 2 dell’articolo 27 del citato decreto legislativo n. 226 del 2005, è stata siglata tra le regioni in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni un’Intesa che disciplina l’istituzione, la messa a regime e il rilascio dei relativi titoli dei corsi di studio cosiddetti professionalizzanti;
CONSIDERATO che il citato D.P.R. n. 87 del 2010 ha descritto le principali competenze del diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo socio-sanitario;
VERIFICATO che l'introduzione dell'indirizzo socio-sanitario nell'ambito del riordino dell'istruzione superiore ha determinato un incremento dei corsi su tutto il territorio nazionale e su quello regionale tanto che nell'anno scolastico 2014/2015 risultano attivi i corsi per Tecnici dei Servizi Socio-sanitari presso gli Istituti: “Pertini” di Cagliari, “A.Volta” di Guspini, “Galileo Ferraris” di Iglesias, “Galileo Galilei” di Oristano, “A. Volta” di Nuoro, “Salvatore Ruju” di Sassari, Istituto Professionale di Tortolì, IPIA di Oschiri;
ATTESO che:
- in talune regioni italiane la figura del Tecnico dei servizi sociali trova pieno riconoscimento ai fini dell’inserimento lavorativo, esempio è la regione Toscana che riconosce il titolo di Tecnico dei servizi sociali e permette di accedere alla professione di Animatore socio-educativo, mentre per l’accesso alla qualifica di Operatore socio-sanitario, il titolo di Tecnico dei servizi sociali è equiparato al titolo di Addetto all'assistenza di base con l’aggiunta di un modulo integrativo di 400 ore;
- la mancanza di un riconoscimento diretto della qualifica in questione ai fini dell’inserimento lavorativo comporta che i giovani diplomati si trovano costretti a proseguire gli studi in ambito universitario o accedere a corsi professionali come quelli per O.S.S. , per i quali, tra l’altro, il requisito d’accesso, allo stato attuale, è la licenza di scuola media di primo grado;VALUTATO che tale stato di cose determina conseguenze sia a livello del singolo che della collettività, in quanto rappresenta una condizione ingannevole per i giovani che seguono il percorso negli Istituti professionali di Stato, sia per la qualifica di Operatore dei Servizi Sociali che per il diploma di Tecnico dei Servizi Sociali e da ultimo per coloro che attualmente seguono il nuovo indirizzo socio sanitario con il conseguimento del diploma di Tecnico socio-sanitario, con la convinzione che tali titoli siano requisito e garanzia per l’inserimento nel mondo del lavoro e che vedono invece disattese le proprie aspettative e quelle delle loro famiglie;
DATO ATTO che:
- da un lato lo Stato finanzia percorsi d’istruzione finalizzati a formare dei giovani con professionalità rivolte al sociale, al socio-assistenziale e al socio-sanitario, senza che queste vengano poi utilizzate a causa di un mancato coordinamento tra i diversi soggetti in campo e dall’altro lato la Regione si trova a richiedere agli stessi giovani di frequentare ulteriori percorsi formativi, replicando in buona parte competenze già acquisite durante il corso di studi;
- l’attuale sistema comporta un notevole dispendio di risorse economiche e costi aggiuntivi per le famiglie, per la Regione e per la collettività nel suo insieme in una situazione già problematica che la Regione Sardegna sta faticosamente affrontando,IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a. a provvedere al riconoscimento dell’intero percorso teorico espletato nel corso di studi per Tecnico dei Servizi Socio Sanitari e a prevedere l’introduzione di un modulo integrativo di 400 ore di tecnica professionale che consenta il conseguimento della qualifica di operatore sociosanitario da parte dei possessori del titolo di Tecnico dei Servizi Sociali o Tecnico dei Servizi Socio Sanitari rilasciato dagli Istituti professionali di Stato;
b. ad inserire anche nel repertorio delle figure professionali della Regione Autonoma della Sardegna una figura professionale intermedia nel settore dei servizi sociali, così come previsto in altre regioni, utilizzabile in contesti lavorativi quali i servizi per l’infanzia e i settori emergenti delle nuove povertà e dell’immigrazione, il cui accesso sia possibile con i titoli di scuola secondaria superiore conseguiti in corsi a specifico indirizzo, quale quello professionale socio-sanitario;
c. ad attivarsi, anche attraverso un accordo con l’Ufficio scolastico regionale, affinché venga modificato il curriculum del Tecnico socio-sanitario, o sia consentito ricorrere all’uso delle quote di flessibilità e autonomia previste dal citato D.P.R. 87 del 2010, per realizzare nell’istruzione professionale di Stato una preparazione coerente ai fabbisogni del settore sociale e socio-sanitario della Regione Sardegna.------------------------------------
La risoluzione è stata approvata all'unanimità nella seduta del 22 gennaio 2015.