CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAQUINTA COMMISSIONE PERMANENTE
(Industria, commercio, artigianato, turismo, cooperazione, energia, attività estrattive, forestazione, agricoltura, caccia, pesca, acquacoltura)RISOLUZIONE N. 9
sulle iniziative urgenti da assumere per far fronte alle criticità relative al mancato riconoscimento del regime di essenzialità per le centrali elettriche sarde.
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La Quinta Commissione permanente del Consiglio regionale,
PREMESSO che:
- a partire dal 2006 l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha disciplinato con la Delibera n. 111/06 il sistema del dispacciamento di merito economico dell’energia nella rete nazionale, riconoscendo nel contempo il regime di essenzialità ad una serie di specifici impianti di produzione o raggruppamenti di impianti;
- dal punto di vista tecnico, la società Terna SpA redige un elenco con validità annuale degli impianti o raggruppamenti di impianti ai quali viene riconosciuta la qualifica di “impianto essenziale” per la sicurezza del sistema elettrico e per il dispacciamento dell’energia in una determinata area e a tali impianti viene riconosciuto un corrispettivo a reintegrazione dei costi di generazione;
- l’Autorità determina con cadenza annuale per ciascun impianto di produzione ammesso alla reintegrazione dei costi di generazione uno specifico corrispettivo pari alla differenza tra i costi di produzione riconosciuti all’impianto di produzione ed i ricavi dallo stesso conseguiti dal momento dell’inserimento nell’elenco degli impianti essenziali fino alla scadenza del termine di validità dell’elenco medesimo;CONSIDERATO che:
- come emerso nella “Relazione tecnica sugli esiti dell’istruttoria conoscitiva in merito alle dinamiche del mercato dell’energia elettrica in Sardegna (Delibera 342/2012) e dalle delibere 400/2012 e 444/2013 per gli anni 2013 e 2014 gli impianti di Ottana Energia SpA situato a Ottana, Enel del Sulcis, E.on di Fiume Santo, Enel Assemini, Enel Taloro sono stati inseriti da Terna SPA nell’elenco degli impianti essenziali;
- l’inserimento della centrale di Ottana, della centrale del Sulcis e della centrale E.On nel succitato elenco ha consentito, tra l’altro, il mantenimento dei livelli occupativi e ha contribuito significativamente allo sviluppo di tali territori in un percorso già delineato dalle organizzazioni datoriali, sindacali e sociali e ampiamente condiviso dalle forze politiche dell’intera Regione sarda;VERIFICATO che:
- le recenti interlocuzioni con Terna SPA non permettono di avere ulteriori possibilità di proroga del regime di essenzialità per tutte le centrali sarde per l’installazione da parte di Terna di due compensatori sincroni presso la stazione elettrica di Codrongianos;
- l’essenzialità della centrali sarde ha permesso all’intero comparto produttivo di avere a disposizione siti di produzione di energia elettrica nelle aree industriali con innegabili risvolti positivi per l’occupazione e lo sviluppo del territorio;RILEVATO che:
- gli oneri di sistema, il trasporto sulle reti e le imposte dell’energia elettrica dal produttore al consumatore incidono percentualmente intorno al 60% dell’intera fattura dell’energia elettrica e tra gli ulteriori oneri assumono rilevanza:
il valore delle imposte e indirettamente delle accise sui combustibili usati per alimentare le centrali di produzione e sull’energia venduta e consegnata alla presa del cliente finale;
le addizionali a copertura degli oneri generali del sistema (per esempio il finanziamento rinnovabili, dismissione delle centrali nucleari, sostegno alla ricerca di sistema, copertura delle agevolazioni alle industrie manifatturiere ad alto consumo di energia, promozione dell'efficienza energetica negli usi finali, ecc.)
le imposte erariali e l’imposta sul valore aggiunto;
- nel corso del 2013 si è accentuata la percentuale di esportazione dell’energia dalla Sardegna verso la penisola fino a picchi del 40%;;
- in assenza del regime di essenzialità le centrali di produzione di energia ubicate in Sardegna risultano a forte rischio di chiusura con gravi ripercussioni per tutto il sistema economico sardo;
- la revoca dell’essenzialità avviene contro il sistema produttivo sardo mentre nel Decreto Legge 91/14 (cd. “Decreto Competitività”) dell’Agosto 2014 è stata inserita una norma in cui “vengono dichiarate essenziali tutte le unità elettriche di potenza superiore a 50 MW ubicate in Sicilia” (implementata dall’AEEGSI con delibere 447/2014 e 521/2014);
- per garantire la disponibilità di un fattore produttivo primario con la piena funzionalità delle centrali elettriche esistenti gli attuali consumi di energia devono essere mantenuti;CONDIVISA l'opportunità di interventi regionali che, nel segno della continuità con le azioni già sviluppate nelle aree di crisi come Ottana, Porto Torres ed Sulcis e dell’assoluta necessità di tutelare le piccole e medie imprese attualmente presenti ed i gestori di servizi essenziali come il gestore idrico, e considerata la peculiarità del sistema energetico sardo,
INVITA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E LA GIUNTA REGIONALE
1) a rinegoziare i contratti di produzione dell’energia prodotta dalle centrali sarde anche valutando la rinegoziazione della riserva primaria di potenza;
2) a rinegoziare gli oneri di sistema per l’energia utilizzata dai consumatori localizzati nel territorio sardo alla stregua dei sistemi efficienti d’utenza e scambio sul posto, circostanze queste che prevedono una minimizzazione degli oneri di sistema;
3) a ricorrere a comprovate competenze e professionalità sarde per l’attuazione delle misure, delle azioni e di tutti gli aspetti gestionali che una configurazione come quella indicata al punto precedente comporta.------------------------------------
La risoluzione è stata approvata all'unanimità nella seduta del 14 gennaio 2015.