CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

COMMISSIONE DI INCHIESTA N. 2

RICHIESTA DI ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLE ISTITUZIONI REGIONALI E DALLE PROVINCE SARDE
(ai sensi dell'art. 124 del Regolamento del Consiglio regionale)

Presentata il 12 gennaio 2015

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RICHIESTA DI ISTITUZIONE DI COMMISSIONE
DI INCHIESTA CONSILIARE

Si richiede, ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento interno del Consiglio, l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle società partecipate dalle istituzioni regionali e dalle Province sarde.

I dati relativi alle società partecipate da parte delle istituzioni regionali sarde e fotografati nella relazione del commissario per la spending rewiev Cottarelli e nell'indagine della Corte dei Conti del luglio scorso, sono assolutamente impietosi, riscontrando nell'Isola ben 28 società partecipate regionali, 11 delle quali sono da tempo in liquidazione, con ben 5.638 dipendenti (240 milioni di euro di costo del personale) e 124 nuove assunzioni nell'ultimo anno.

Tale sistema di partecipazioni, molte delle quali di dubbia utilità, costa alla regione Sardegna ben 366 milioni di euro l'anno, 3 milioni dei quali vanno a remunerare l'ulteriore scatola cinese delle consulenze esterne (evidentemente non sono sufficienti gli oltre 5.000 dipendenti per avere in casa le necessarie professionalità), mentre ben 2 milioni e mezzo di euro vanno a pagare annualmente gli emolumenti dei 77 componenti di organi di amministrazione che, sopravvissuti ai referendum del 2012 (in precedenza erano più numerosi), percepiscono in media la considerevole somma di 31.287 euro l'anno.

Altrettanto disastrosa appare la corrosiva ramificazione delle partecipazioni negli altri livelli dell'amministrazione sarda: le Province, pur in liquidazione per effetto dei referendum regionali abrogativi del maggio 2012 e delle norme abrogative statali, contano a loro volta ben 30 società completamente o parzialmente partecipate, mentre sono 135 le partecipate comunali, con una pletora di 4.731 dipendenti, che conferiscono alla Sardegna il poco invidiabile primato del più alto numero percentuale di dipendenti nelle partecipate comunali (2,9 per mille abitanti) tra tutte le regioni del sud Italia.

La Corte dei conti nella relazione su citata testualmente recita: "A seguito dell'istruttoria si è potuto riscontrare che la regione non esercita alcun controllo, in termini di semplice conoscenza, su aspetti essenziali ai fini dell'esercizio dei propri compiti gestionali e della propria programmazione finanziaria. Le risposte fornite hanno evidenziato infatti la necessità da parte delle stesse strutture amministrative di dover addirittura richiedere volta per volta, agli organismi partecipati, dati contabili che dovrebbero essere in qualsiasi momento nella piena disponibilità dell'apparato amministrativo della regione.".

La riscontrata difficoltà della Regione di accedere e trasmettere tali dati in termini anche piuttosto dilatati è evidente indice di una disorganizzazione gestionale alla quale la Regione è chiamata a porre rimedio con tempestività, per poter correttamente far fronte agli obblighi di legge in materia di gestione delle spese.

Per questi motivi, si ritiene che la Commissione d'inchiesta debba:
1) acquisire e verificare tutti i dati relativi all'attività delle società partecipate dalle istituzioni regionali e dalle Province sarde, con particolare attenzione alle società in liquidazione;
2) valutare le procedure amministrative di indirizzo, monitoraggio e controllo nei confronti degli enti e delle agenzie regionali e delle società a diverso titolo partecipate, in considerazione dell'importanza attribuita dal sistema nazionale e comunitario all'effettività di funzionamento dei controlli interni, di regolarità contabile, amministrativa e gestionale, trattandosi di soggetti di finanza derivata dal bilancio regionale, che assorbono un'ingente quota di risorse pubbliche.

f.to Cossa, Dedoni, Crisponi