CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 417/43

MOZIONE CONGIU - CHERCHI - DESINI - MANCA - UNALI - LEDDA sulla liquidazione dell'ARAS e l'affermarsi di un modello gestionale centralizzato dei servizi in agricoltura.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- l'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS), con il proprio personale costituito da circa 290 dipendenti tra personale impiegato nell'assistenza tecnica in zootecnia (agronomi e periti agrari) e veterinari, amministrativi e tecnici di laboratorio, è un attore importante della politica agricola regionale, poiché, di concerto con l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, fornisce assistenza alle aziende zootecniche dell'Isola, gestisce il Piano operativo di assistenza tecnica e finalizza la sua attività all'incremento e al miglioramento delle produzioni animali e alla valorizzazione zootecnica;
- l'ARAS è un ente associativo a carattere tecnico economico, riconosciuto giuridicamente con il decreto del Presidente della Regione n. 19 del 9 marzo 1982, agisce in armonia con la programmazione agricola regionale e da questa dipende finanziariamente per la quasi totalità con stanziamenti annuali che si aggirano sui 14 milioni di euro;
- l'ARAS ha sempre rappresentato un modello di efficienza pur in un contesto di grande difficoltà dovuto, in particolar modo, alla sofferta applicazione del protocollo d'intesa tra ARAS e LAORE (l'agenzia regionale che per conto della Regione ha l'incarico di verificare le attività connesse ai finanziamenti erogati da parte pubblica, come la misura 14 relativa al benessere animale);
- infatti, già nel 2014, il sistema cooperativo sardo ebbe modo di segnalare al neo eletto Presidente della Regione la gravità della situazione, imputabile alla mancanza di una procedura che consentisse all'ARAS di avere certezze sui trasferimenti dei fondi necessari per lo svolgimento delle attività istituzionali;
- ai servizi di supporto alla zootecnia di cui sopra si aggiungono le prestazioni erogate dal laboratorio ARAS, che fornisce a tutte le industrie di trasformazione del settore lattiero - caseario le analisi obbligatorie ai fini del regolamento (CE) n. 853/2004 del 29 aprile 2004 (recante norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale), indispensabili per la libera circolazione dei prodotti lattiero-caseari;

RILEVATO che:
- l'Associazione italiana allevatori (AIA), della quale l'ARAS è socia, persegue già dal 2009 obiettivi di accentramento dei servizi in agricoltura e di progressiva acquisizione di una posizione di egemonia nell'ambito degli stessi;
- in occasione dell'Assemblea dei soci del 2 febbraio 2018, come risulta dalla lettura del relativo verbale, il vicepresidente dell'ARAS, nominato (così come il presidente) dall'AIA, ha ritenuto opportuno procedere all'abrogazione dell'originario statuto dell'Associazione e alla contestuale approvazione di un nuovo statuto compatibile - a sua detta - con il Regolamento associativo di AIA;
- in tale sede, il medesimo vicepresidente, dopo aver evidenziato che il sistema allevatoriale sardo presenta un "assetto organizzativo ormai in disuso in tutto il territorio nazionale" dato che "è l'unico a prevedere ancora un'Associazione regionale di secondo livello e associazioni provinciali ed interprovinciali di primo livello", ha comunicato all'Assemblea che era stata già rappresentata all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, "ottenendone il relativo assenso", l'intenzione di terminare a breve il processo riorganizzativo, destinato a concretarsi nell'accentramento delle funzioni di assistenza agli allevatori in capo ad un unico soggetto giuridico;
- tale modifica statutaria è stata omologata dalla Regione senza tenere conto dell'articolo 9 dello statuto originario, in forza del quale la partecipazione all'assemblea e l'esercizio dei diritti sociali - compreso, quindi, il diritto di voto - presuppone la verifica della regolare posizione contributiva nei confronti dell'ARAS, dato che le Associazioni provinciali allevatori (che hanno votato a favore dell'approvazione del nuovo statuto) alla data dell'assemblea risultavano debitrici verso l'ARAS;
- il nuovo modello organizzativo accentratore richiesto dall'AIA e caldeggiato - evidentemente - dal presidente e dal vicepresidente dell'ARAS ha condotto al commissariamento delle APA e delle AIPA sarde (i commissari straordinari sono proprio il presidente e il vicepresidente dell'ARAS);
- le suddette modifiche strutturali hanno dato, contemporaneamente, il via allo svuotamento progressivo dei poteri di gestione in capo all'ARAS, se si tiene conto del sistematico trasferimento delle funzioni amministrative e contabili presso la Società consortile per il coordinamento del sistema servizi Coldiretti e del trasferimento del conto bancario dell'ARAS dalla BNL di Cagliari alla Cassa di risparmio di Ravenna in Roma;

CONSIDERATO che:
- un simile modus operandi rappresenta, ragionevolmente, il preludio allo scioglimento dell'ARAS e ad un accentramento di poteri, di conoscenze, di funzioni e di gestione di dati di grande valore tali da meritare non solo una riflessione, ma una reazione immediata della politica agricola sarda;
- la situazione di precarietà che incombe sui dipendenti dell'ARAS in conseguenza della riorganizzazione del sistema ha recentemente subito un'accelerazione con la messa in liquidazione dell'associazione medesima, in spregio alle disposizioni legislative che prevedono il passaggio del personale dell'ARAS all'Agenzia LAORE (articolo 2, comma 40, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, e articolo 6, comma 3, della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16);
- nell'assemblea straordinaria dei soci dell'ARAS del 7 maggio 2018 è stato approvato il secondo punto all'ordine del giorno, relativo allo scioglimento dell'Associazione e liquidazione dell'ente con contestuale nomina del commissario liquidatore;
- la liquidazione del sistema ARAS e Associazioni locali priverebbe l'intera Sardegna di un'organizzazione tecnica difficilmente replicabile o sostituibile, se è vero come è vero che, nonostante i dettami contenuti nel regolamento UE n. 1012/2016 (incentivi alla tutela delle razze autoctone), detto regolamento potrebbe essere attuato dal Governo italiano mediante un decreto legislativo (il cui schema è stato approvato lo scorso 19 gennaio 2018) che impedirebbe alle amministrazioni pubbliche e alle istituzioni di dotarsi di un proprio ente selezionatore, frustrando in tal modo gli obiettivi perseguiti dall'Unione europea e violando i principi di ragionevolezza e sussidiarietà;
- infatti, se il regolamento europeo venisse applicato in questi termini, l'attuazione dei programmi genetici e di tutela, monitoraggio e miglioramento delle razze autoctone sarebbe riservata a Enti selezionatori italiani privati, sottraendo al controllo regionale, come tale pubblico e istituzionale, un patrimonio zootecnico dotato di caratteristiche genetiche tali da renderlo unico e irripetibile in Italia e in Europa;

EVIDENZIATO che proprio al fine di tutelare il patrimonio zootecnico regionale e, con esso, gli asset tecnico-specialistici funzionali allo stesso, con l'ordine del giorno n. 90 approvato all'unanimità il 13 marzo 2018 il Consiglio regionale della Sardegna ha dato mandato al Presidente della Regione e alla Giunta regionale a:
a) intervenire per sanare la situazione derivante dalla mancata e/o non puntuale erogazione degli emolumenti stipendiali al personale dell'ARAS e delle APA;
b) porre in essere ogni azione possibile per interrompere le procedure di licenziamento dei dipendenti delle APA e delle AIPA della Sardegna;
c) presentare entro quarantacinque giorni una proposta legislativa o atto equipollente per valorizzare l'attività di assistenza tecnica nel settore zootecnico sardo e per garantire che la stessa continui ad essere esplicata in favore del patrimonio zootecnico della Sardegna, anche ricorrendo alla ristrutturazione del sistema delle agenzie agricole regionali;
d) verificare l'applicabilità del regolamento UE 2016/1012, ovvero ad avviare le opportune interlocuzioni con il Ministero delle politiche agricole per l'ottenimento della delega alla tenuta dei libri genealogici e dei registri anagrafici e allo svolgimento dei controlli delle attitudini produttive e dei controlli funzionali nonché alla gestione informatizzata dei dati del sistema allevatori;

RILEVATO che nonostante i precisi e vincolanti impegni assunti con il menzionato ordine del giorno, le note, gli appelli nonché le audizioni tenutesi nella Commissione permanente competente in materia di agricoltura, si registrano, a tutt'oggi, solo dichiarazioni improntate all'ottimismo e alla certezza di un'immediata e positiva risoluzione della crisi in atto;

VERIFICATO che da tempo si registra il progressivo deterioramento dei rapporti tra la dirigenza ARAS e i lavoratori dipendenti a causa, soprattutto, dei ritardi con i quali vengono erogati gli stipendi, ponendo i lavoratori in una situazione di sostanziale anticipazione delle spese necessarie per l'assolvimento dei compiti istituzionali;

CONSIDERATO che sin dal 5 agosto 2014 il Consiglio regionale aveva approvato l'ordine del giorno n. 15 con il quale impegnava la Giunta regionale ad avviare in tempi rapidi le azioni necessarie a porre fine all'annosa ed inaccettabile situazione di incertezza e precarietà in cui versavano, fin da allora, i dipendenti ARAS e a definire una proposta che prevedesse i necessari provvedimenti, con una tempistica determinata e con il confronto con i lavoratori e le rispettive rappresentanze sindacali;

RITENUTA incomprensibile la ragione per la quale la Regione ha, di fatto, abdicato al proprio ruolo nel settore zootecnico, dando l'assenso ad un nuovo modello organizzativo sostanzialmente gestito da AIA;

CONSIDERATO, infine, che la Sardegna si caratterizza nel contesto zootecnico italiano ed europeo in termini di unicità e specificità per la presenza di innumerevoli varietà di razze autoctone la cui tutela, presidio e valorizzazione non può essere affidata ad organismi tecnici non aventi sede e radicamento in Sardegna,

impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale
e l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale

1) a contrastare con ogni mezzo consentito e in ogni sede, non escluse - eventualmente - quelle giudiziarie, il disegno accentratore dell'AIA;
2) a garantire la permanenza in Sardegna di tutti i servizi e di tutti i livelli occupativi attualmente esistenti in capo all'ARAS;
3) a promuovere immediatamente un modello gestionale dei servizi in agricoltura sottratto a qualsiasi forma di centralizzazione ed esproprio dei dati e delle conoscenze;
4) a riferire a questo Consiglio sullo stato di attuazione delle proposte formulate in esecuzione dell'ordine del giorno n. 90 approvato all'unanimità il 13 marzo 2018;
5) a dare immediata attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e ai successivi atti di indirizzo.

Cagliari, 8 maggio 2018

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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale  nella seduta pomeridiana del 29 maggio 2018.