CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 294/28
MOZIONE PIZZUTO - RUBIU - LOCCI - COCCO Pietro - ZEDDA Alessandra sulla situazione della fabbrica di estrazione e lavorazione di bentonite a Piscinas, ex Provincia di Carbonia Iglesias.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Società sarda di Bentonite Srl (SSB) deteneva le concessioni minerarie denominate Rio Palmas e Santa Brà, site prevalentemente nel Comune di Piscinas (CI), finalizzate alla coltivazione del giacimento di argilla bentonitica, producendo già dal 1982 materiale confezionato granulato, vagliato e macinato utilizzato come lettiere per animali;
- la produzione di bentonite ha un ampio mercato costituito da granulati e macinati per la fonderia, ingegneria civile, trattamento acque, animal feed, farmaceutica e cosmesi, enologia, vagliati per lettiere animali;
- nel corso degli anni la società SSB Srl ha cambiato diverse compagini societarie e fino al 30 giugno 2015 era detenuta dalla multinazionale elvetica Clariant, ma già nel giugno del 2014 annunciava trattative in atto per cedere il ramo d'azienda della sede di Piscinas, alla nuova Società Polar Srl, con effettivo subentro di quest'ultima in data 1° luglio 2015 e trasferimento alla Polar Srl medesima di tutti i rapporti pregressi;
ACCERTATO che:
- già all'indomani dell'insediamento in azienda, la nuova proprietà in data 6 luglio 2015 aveva estromesso e licenziato il responsabile della produzione (dipendente della ditta madre) per ragioni di riorganizzazione del sito produttivo e, quasi contemporaneamente, non aveva provveduto a rinnovare il contratto alla ditta esterna di servizi accessori che aveva, conseguentemente, avviato il licenziamento di cinque dipendenti indiretti;
- nella fabbrica di Piscinas erano impiegati sia lavoratori dipendenti della SSB Srl sia lavoratori dipendenti delle ditte esterne per l'espletamento dei servizi accessori all'attività estrattiva, di trasformazione e trasporto, per un totale di circa 35 unità e che con l'ingresso della Polar Srl, attraverso provvedimenti successivi, la nuova proprietà ha progressivamente ridotto il personale diretto e indiretto di diciannove unità in totale, estromettendo, oltre i dipendenti diretti e indiretti nel luglio 2015, anche altri 13 dipendenti diretti ad agosto 2015 per supposti motivi disciplinari;
- i 13 dipendenti licenziati avevano immediatamente presentato ricorso al Tribunale del lavoro, ottenendo l'ordinanza di reintegro presso la sede dello stabilimento di Piscinas nel luglio 2016 e l'effettivo reintegro nel novembre 2016 dopo insistenti sollecitazioni;
- successivamente, tuttavia, del gruppo dei 13 dipendenti reintegrati, un dipendente ha accettato la buonuscita, tuttora non versata, sette dipendenti hanno ricevuto formale lettera di trasferimento con decorrenza dicembre 2016 e febbraio 2017 nella sede di Genova (stabilimento di Ronco Scrivia) e tre dipendenti sono stati licenziati tra il dicembre 2016 e il febbraio 2017;
PRESO ATTO che, oltre alle criticità relative ai rapporti della proprietà della Polar Srl con i dipendenti, sono emersi diversi elementi di preoccupazione per la gestione della fabbrica e delle cave già a partire dal 2015; pertanto, nel corso di questi 18 mesi sono state presentate all'Assessorato regionale dell'industria numerose interrogazioni consiliari, in particolare riferite a:
- situazione relativa alla compagine societaria: risulta fondata la circostanza che, a fronte di una struttura societaria di partenza formata da tre soci, di cui uno, ora fuoriuscito, con caratteristiche di solidità finanziaria ed esperienza pluriennale nello stesso ambito produttivo, l'attuale compagine non risponda agli stessi requisiti e, anzi, i due soci sarebbero alla ricerca di un ulteriore partner per garantire gli investimenti e l'organizzazione aziendale;
- situazione relativa al piano industriale: nonostante le numerose richieste, non sono mai stati resi noti i piani di investimento e di riorganizzazione produttiva a medio-lungo termine; tale aspetto, unito alle incertezze rispetto alla situazione tecnico economica della Polar Srl, se non adeguatamente supportata da elementi fondati, può essere considerata contraria a quanto stabilito nel regio decreto n. 1443 del 1927, la cosiddetta "legge mineraria";
- situazione relativa all'esposizione creditoria e alla solidità finanziaria: è stato rilevato, anche attraverso comunicazioni formali e contenziosi giudiziari, che la Polar Srl risulta esposta per debiti commerciali nei confronti dei creditori e, in particolare, per i lavori di manutenzione pari a circa 150.000 euro, girati successivamente a una inconsistente ulteriore società dal patrimonio incapiente; tale situazione, aggravata dall'atto di pignoramento seguito all'ordinanza di reintegro dei 13 lavoratori licenziati per le somme relative alle retribuzioni loro spettanti nel periodo di licenziamento, mette in serio pericolo la vita stessa della fabbrica e sarebbe anche in netto contrasto con le norme che regolano la decadenza della concessione (articolo 40 regio decreto n. 1443 del 1927) e, in particolare, a quanto disposto dall'ultimo comma dell'articolo 26 della cosiddetta "legge mineraria" che dispone che "il concessionario deve coltivare la miniera con mezzi tecnici ed economici adeguati all'importanza della miniera";
- situazione relativa alla sede legale della Polar Srl: dalle visure camerali risulta che la Polar Srl nel corso del 2016 ha trasferito la sua sede legale da Piscinas, luogo dove si trovano lo stabilimento sulcitano e le cave di argilla bentonitica per le quali è stata autorizzata la concessione mineraria regionale, a Genova; tale circostanza parrebbe in netto contrasto non solo con l'articolo 18, comma 2, lettera a), del regio decreto n. 1443 del 1927, il quale dispone che "il decreto di concessione contiene: a) la indicazione del concessionario e del suo domicilio che deve essere stabilito od eletto nella provincia in cui trovasi la miniera", ma anche con il contenuto della concessione regionale, originariamente in capo alla SSB Srl e successivamente trasferita alla Polar Srl con determinazione prot. n. 16997/309 del 25 giugno 2015, che vincolerebbe la concessione regionale agli elementi formali e sostanziali legati alla sede legale e produttiva;
- situazione relativa all'effettivo svolgimento del ciclo produttivo: è stato appurato, e in seguito anche ammesso dalla Polar Srl, che l'azienda nel corso del 2016 avrebbe provveduto al trasporto di materiale di cava non precedentemente trattato o lavorato verso altri punti di lavorazione isolani o verso porti di partenza via mare (Cagliari, Porto Torres); tale circostanza parrebbe in contrasto con i vincoli delle autorizzazioni regionali in quanto, a titolo esemplificativo, nell'ultimo rinnovo della concessione mineraria Rio Palmas, relativo alla SSB Srl e il cui contenuto è stato trasferito in capo alla Polar Srl, si stabiliva che l'area veniva rilasciata in concessione mineraria per "la coltivazione di argille bentonitiche"; in tale rinnovo veniva chiarito il ruolo dello stabilimento di Piscinas nei seguenti termini: "Il materiale abbattuto, sia lo sterile di copertura che la bentonite utile, subisce la seguente movimentazione: la terra vegetale viene asportata e deposta a stock, lo sterile presente entro gli strati produttivi viene scavato con soli mezzi meccanici, caricato direttamente su camion per il trasporto verso l'area di riabilitazione e non viene staccato in nessun punto della miniera, la bentonite segue un'unica destinazione, rappresentata dallo stabilimento di Piscinas"; tale aspetto contrasta, tra l'altro, con l'articolo 26 del regio decreto n. 1443 del 1927 relativo all'obbligo della tenuta in attività delle miniere e all'autorizzazione per la sospensione dei lavori;
CONSIDERATO che occorre una verifica puntuale dell'attuale e continuativa persistenza dei requisiti per l'autorizzazione regionale all'estrazione di argilla bentonitica nelle miniere di Rio Palmas e Santa Brà da parte della Polar Srl, in particolare, tenendo conto dell'articolo 40 del regio decreto n. 1443 del 1927 che stabilisce le cause di decadenza della concessione nei casi in cui: "1) non adempia agli obblighi imposti con l'atto di concessione; 2) non abbia osservato le disposizioni contenute negli articoli 25, 26 e 27" e dello stesso articolo 26, che recita testualmente: "Le miniere date in concessione devono essere tenute in attività tranne che (...) sia consentita la sospensione dei lavori o la graduale esecuzione di essi. La facoltà di consentire la sospensione dei lavori spetta alla stessa autorità alla quale è attribuita la competenza al rilascio delle concessioni per la coltivazione di giacimenti minerali. (...) il concessionario deve coltivare la miniera con mezzi tecnici ed economici adeguati alla importanza del giacimento, e risponde di fronte allo Stato della regolare manutenzione di esso anche durante i periodi di sospensione dei lavori ";
TENUTO CONTO che, nel corso di queste ultime settimane, la vertenza Polar Srl sta evidenziando ulteriori perplessità e da più parti si richiede una verifica puntuale delle condizioni per il mantenimento della concessione mineraria e della capacità della proprietà di mantenere una gestione sana e lungimirante della fabbrica, unitamente al mantenimento dei posti di lavoro;
RITENUTO che il ruolo dell'Assessorato regionale dell'industria in questo frangente debba essere non più e non solo quello di controllore puntuale della legittimità dell'operato della società cui è stata affidata la concessione, ma quello di interlocutore formale per la ricerca di soluzioni sostenibili per tutti gli attori coinvolti e per il territorio del Basso Sulcis,impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria
1) a interloquire formalmente con tutti gli attori interessati, privati e pubblici, per acquisire le informazioni necessarie rispetto a quanto indicato in premessa;
2) a verificare puntualmente il rispetto di tutte le prescrizioni di legge circa la permanenza delle concessioni minerarie autorizzate alla Polar Srl;
3) a intervenire, per quanto di competenza degli uffici regionali, per scongiurare ulteriori situazioni di riduzione o perdita di forza lavoro impiegata;
4) a definire, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali dei comuni interessati dalla vertenza, per territorio di appartenenza delle cave o per provenienza dei lavoratori dipendenti), una strategia comune e urgente per addivenire a una soluzione che preservi l'operatività della fabbrica di Piscinas e il futuro dei lavoratori ivi impiegati;
5) a considerare l'importanza strategica, in termini di prospettive di produzione, utilizzo e commercializzazione dei prodotti bentonitici e, pertanto, accrescere l'attenzione nei confronti di questa realtà produttiva del basso Sulcis.Cagliari, 8 marzo 2017
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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 21 giugno 2017.