CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 233
MOZIONE COCCO Pietro - PITTALIS - DESINI - ANEDDA - RUBIU - ZANCHETTA - USULA - CARTA - DEDONI - COCCO Daniele Secondo sulla costituzione della Consulta interistituzionale fra le assemblee rappresentative della Sardegna e della Corsica.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
a seguito dell'incontro con i rappresentanti dell'Assemblea di Corsica svoltosi a Cagliari il 28 aprile 2016,
CONSTATATA la comune volont� di confrontarsi sul futuro delle proprie nazioni e dell'intera Europa, al fine di individuare e condividere percorsi comuni che determinino il miglioramento delle condizioni di vita dei propri cittadini;
RICORDATA l'amicizia e la comune aspirazione alla libert� e all'autodecisione del popolo sardo e di quello corso, nonch� le figure storiche e politiche di Giovanni Maria Angioy e Pasquale Paoli, che seppero indicare la strada di una moderna sovranit�, compatibile con i principi fondanti l'Europa dei popoli e con quelli caratterizzanti il federalismo democratico;
MANIFESTATA la comune convinzione che, in tempi difficili e straordinari come quelli attuali, dove l'assetto economico-sociale dell'Europa � messo in crisi da politiche centraliste e di austerity, la costruzione di un percorso politico condiviso possa essere determinante per riportare all'attenzione delle altre nazioni europee il "dibattito" sull'importanza dell'edificazione di un'Europa non pi� fondata esclusivamente sugli interessi economici, ma anche sulla "valorizzazione" dei popoli d'Europa;
CONSTATATO che:
- troppo spesso le due isole hanno subito scelte di organismi esterni che non hanno tenuto conto delle ricadute economiche e sociali sui territori, sacrificandone e mortificandone le peculiarit�, e che pertanto si rende necessario che la Sardegna e la Corsica si adoperino per contribuire a fermare il percorso di accentramento dei poteri da parte degli organismi sovranazionali europei;
- la Sardegna e la Corsica, pur avendo enormi potenzialit� grazie anche ad un sistema paesaggistico unico, sono tra le regioni pi� povere d'Europa per reddito pro capite;CONVINTI che la sinergia tra due terre cos� vicine e situate in posizione geografica strategica sia utile per il rilancio delle proprie economie;
RIAFFERMATA la comune volont� politica di procedere verso avanzate forme di accordo fra le isole a partire dalla comune esperienza di autonomismo e federalismo, con l'obiettivo di un pieno riconoscimento dell'insularit� da parte dell'Unione europea, quale strumento efficace per affrontare le sfide della globalizzazione e della competizione nei mercati mondiali, e supportare politiche di crescita e sviluppo, in particolare per i trasporti, l'energia e il fisco;
RIAFFERMATO altres� che le scelte fondamentali per lo sviluppo del proprio territorio, quali quelle energetiche, sulla mobilit�, sullo sviluppo urbano e rurale, non possano essere determinate senza il coinvolgimento delle regioni e delle popolazioni;
RIBADITO che i rispettivi ambiti di autonomia finora conquistati in sede nazionale vanno difesi e ampliati rivendicando maggiori spazi di autogoverno verso gli Stati italiano e francese;
EVIDENZIATO che i costi aggiuntivi che si sostengono nelle isole di Corsica e Sardegna, rispetto a quelli del Continente, possono essere compensati anche con regimi fiscali speciali, ammessi in sede europea e sanciti nelle rispettive Carte autonomistiche;
CONSIDERATO che, nonostante i sardi e i corsi si siano opposti con fierezza ai dominatori stranieri che nei secoli hanno invaso le loro coste, la costruzione degli stati-nazione in epoca moderna, e il loro definitivo assestarsi dopo le due guerre novecentesche, ha impedito al popolo sardo e a quello corso, casi non unici in Europa, il naturale percorso verso l'autodeterminazione;
RIBADITO che comunque non pu� essere negato il loro essere nazioni con un proprio patrimonio culturale e linguistico;
RIAFFERMATE le ragioni della specialit� statutaria e dell'identit� e richiamato il dettato dell'articolo 22 della Carta dei diritti fondamentali, laddove si afferma che l'Unione rispetta la diversit� culturale, religiosa e linguistica, nonch� l'obiettivo, indicato nel Trattato di Lisbona, del rafforzamento della salvaguardia e della promozione del patrimonio linguistico e culturale dell'Unione europea in tutta la sua diversit�;
CONSIDERATE le carte, i pareri e le risoluzioni delle istituzioni e delle organizzazioni europee, ed in particolare la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d'Europa (5 novembre 1992); la Dichiarazione universale sui diritti linguistici (1996); la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali (1995);
RICHIAMATA la risoluzione n. 301 sulle lingue minoritarie, approvata dal Parlamento europeo nella sessione plenaria del 17-19 marzo 2010 che invita le regioni a: accertarsi di disporre di politiche linguistiche atte a garantire una tutela e una promozione adeguata delle lingue autoctone presenti sul loro territorio; incoraggiare un maggiore utilizzo delle lingue regionali o minoritarie nell'ambito dell'insegnamento, dell'amministrazione, dei media, dell'economia e della vita sociale; incoraggiare la padronanza delle lingue regionali o minoritarie per i funzionari del settore pubblico; stanziare finanziamenti adeguati, atti a garantire l'offerta di un insegnamento delle lingue regionali o minoritarie fin dalla scuola materna; sostenere la creazione di scuole plurilingui, nelle quali l'insegnamento nella lingua nazionale � abbinato a lezioni impartite in una lingua regionale o minoritaria; promuovere l'uso delle lingue regionali o minoritarie nei media locali e regionali e nella vita sociale ed economica; promuovere le lingue regionali o minoritarie grazie a una vasta gamma di attivit� culturali, quali spettacoli teatrali, mostre, festival letterari e concorsi canori; incoraggiare e promuovere gli accordi transfrontalieri riguardanti l'insegnamento delle lingue e gli scambi culturali, al fine di sviluppare la cooperazione economica transfrontaliera;
AFFERMATA la volont� di intraprendere un comune cammino politico per il rafforzamento delle rispettive sovranit� anche attraverso l'approvazione di nuovi statuti che riaffermino il ruolo delle assemblee elettive di Sardegna e Corsica come parlamenti del popolo sardo e di quello corso, recuperando in chiave moderna ed europeista poteri, valori e libert� delle nostre antiche istituzioni, esempio vivo di aspirazione alla libert� dei nostri popoli, che storicamente solo la forza pot� cancellare;
PRESO ATTO che la Sardegna e la Corsica, nonostante siano accomunate da un percorso storico parallelo, si pensi alla conquista dei romani, alla dominazione spagnola, all'enorme tributo pagato dai popoli sardo e corso nella prima guerra mondiale, non hanno costruito percorsi politico-istituzionali comuni compiuti;
RITENUTO che la costruzione di un percorso politico comune � destinata a fallire se non accompagnata da un parallelo coinvolgimento dei cittadini attraverso un processo culturale e di condivisione volto a far maturare una fratellanza di popolo in grado di sopravvivere alla contingenza politica;
SOTTOLINEATA la necessit� di coinvolgere le nuove generazioni mediante la conoscenza, la diffusione e la valorizzazione della lingua, della storia e delle tradizioni locali, con il coinvolgimento di scuole e universit� in progetti di ricerca e divulgazione;
RICHIAMATI i contributi del Presidente del Consiglio sardo Gianfranco Ganau, del Presidente dell'Assemblea corsa Ghjuvan Guidu Talamoni, dei presidenti dei gruppi politici del Consiglio regionale e dei presidenti dei gruppi dell'Assemblea di Corsica nel corso dell'incontro in premessa,
delibera
1) di aderire alla costituzione della "Consulta sardo-corsa", per la predisposizione di atti, documenti, e di ogni ulteriore iniziativa finalizzata al conseguimento degli obiettivi citati in premessa, nonch� per la salvaguardia e la valorizzazione delle identit� del popolo sardo e del popolo corso;
2) di indicare nei rispettivi presidenti delle assemblee regionali e nei presidenti di gruppo del Consiglio regionale sardo e dell'Assemblea corsa, i componenti della Consulta che all'unanimit� dovr� approvare nella prima seduta il regolamento per il suo funzionamento e dovr� riferire alle rispettive Assemblee sulle attivit� svolte e gli obbiettivi raggiunti ogni sei mesi;
3) di dare mandato al Presidente del Consiglio regionale perch�, previa intesa con Presidente della Assemblea di Corsica, proceda alla convocazione, entro e non oltre sessanta giorni dall'approvazione della presente mozione, della prima riunione della Consulta sardo-corsa.Cagliari, 27 aprile 2016
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