CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 232

MOZIONE CONGIU - MANCA Pier Mario - DESINI - CHERCHI Augusto - BUSIA - UNALI - MELONI - ZANCHETTA - GAIA - PERRA sull'istituzione di una struttura tecnico-organizzativa autonoma e potenziata cui attribuire le funzioni in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il settore della pesca ha da sempre rivestito un ruolo rilevante nello sviluppo socio-economico della Sardegna;

CONSIDERATO che, sebbene l'isola manifesti una naturale vocazione e propensione per tale attività, pur tuttavia l'economia regionale non registra un elevato grado di dipendenza economica dalle attività della filiera ittica;

ACCERTATO che, in termini di valore aggiunto a livello nazionale, il comparto ittico incide sul PIL per lo 0,24 per cento, mentre a livello regionale la percentuale è leggermente superiore, attestandosi intorno allo 0,31 per cento circa (in Sicilia siamo nell'ordine dell'1 per cento);

CONSIDERATO che:
- in termini di occupati e indotto, il comparto annovera circa 10.000 addetti, circa 3.000 marittimi risultano imbarcati su una flotta di circa 1350 imbarcazioni, cui si aggiungono i circa 1.000 operatori negli impianti lagunari;
- le norme settoriali, soprattutto quelle di derivazione sovranazionale, presentano oggi un livello di complessità tale da imporre un modello di organizzazione amministrativa e di governance dell'intera filiera ittica adeguato e, soprattutto, interamente ed esclusivamente dedicato;
- come anche l'apparato di norme che disciplinano tutte le fasi della filiera determinano un appesantimento delle incombenze e un aggravio di costi per le imprese operanti;
- nel nuovo ciclo di programmazione il volume complessivo degli stanziamenti di cui al Fondo strutturale comunitario a beneficio del comparto ittico (FEAMP) ammonta per la Sardegna a 18 mln/euro, con un sostanziale e importante innalzamento rispetto al precedente ciclo in cui erano stati stanziati 7,9 mln/euro;
- il FEAMP è principale strumento di sostegno alla nuova politica comunitaria della pesca ed è orientato a migliorare la sostenibilità sociale, economica e ambientale dei mari delle coste e sostiene progetti, aziende e comunità locali, orientandosi verso la creazione di occupazione, la diversificazione delle economie locali per una maggiore redditività e sostenibilità alla pesca;
- il concetto di sostenibilità sociale della pesca viene inteso come capacità di garantire condizioni di benessere umano, sicurezza, salute, istruzione, e richiede un'attenta analisi e valutazione dei dati ed elementi di forza e debolezza che caratterizzano il contesto economico, sociale e culturale dei pescatori e degli addetti che operano nel settore;

ACCERTATO come l'analisi degli indicatori di sostenibilità sociale ha evidenziato come gli attuali livelli di sostenibilità sociale sono decisamente insoddisfacenti e andrebbero migliorati nel quadro di specifiche politiche;

CONSIDERATO che:
- a causa delle dinamiche congiunturali, la produzione interna diminuisce, sia come quantità che come valore, ma crescono le importazioni, solo in parte compensate dall'aumento delle esportazioni, con un peggioramento del disavanzo commerciale e favorendo il fenomeno del cosiddetto "effetto impoverimento" rispetto al contesto sociale di riferimento (settore agricolo);
- con decreto n. 94 del 12 agosto 2015, il Presidente della Regione ha provveduto alla ricostituzione del Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca, già previsto dalla legge regionale n. 14 del 1963;

EVIDENZIATO che la valenza e il merito di tale decreto vanno ben oltre l'aspetto puramente formale della ricostituzione di un CTCR, recando in sé un encomiabile tentativo di orientamento delle politiche ittiche, in quanto ci si dota di un organo tecnico per il potenziamento della pesca e un rafforzamento dei presidi di tutela e di incremento del patrimonio ittico isolano;

VERIFICATO come, dal punto di vista dell'organizzazione amministrativa regionale, la legge regionale n. 2 del 2007 ha attribuito all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale le funzioni in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura, ivi compresa la ricerca, la tutela, la valorizzazione, la qualità dei prodotti ittici e l'educazione alimentare, di cui all'articolo 14, comma primo, lettera d), della legge regionale n. 1 del 1977 e le competenze relative agli interventi di valorizzazione produttiva delle lagune, stagni e laghi salsi della Sardegna;

CONSTATATO che, all'interno dell'assessorato, è stato istituito il servizio pesca e acquacoltura, attualmente sottodimensionato rispetto alle effettive esigenze; peraltro risultano ancora vacanti l'incarico di responsabile del settore acque costiere e fiumi, quello del responsabile settore programmazione e regolamentazione del settore ittico e quello di responsabile settore stagni e acque interne, risultando unicamente nominata la figura del direttore del servizio;

CONSIDERATE tali criticità, unite al fatto che, da tempo, si registra un crescente allarme al punto che da più parti si ritiene che, senza un maggior coordinamento ma, soprattutto, senza un rafforzamento della struttura, siano a rischio i fondi comunitari;

CONSTATATO come, sulle politiche agricole, la struttura organizzativa regionale ha da sempre privilegiato il comparto agro-zootecnico rispetto a quello ittico; ne è riprova il fatto che sono nate negli anni agenzie dedicate alla ricerca in agricoltura (AGRIS) all'attuazione dei programmi in campo agricolo e sviluppo rurale (LAORE) alla gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura (ARGEA), ma mai nulla di analogo nel settore pesca, se si eccettua il servizio assessoriale e il CTCR;

RITENUTO che, non solo il comparto pesca, ma tutta la filiera ittica deve avere, all'interno dell'organizzazione amministrativa regionale e per la rilevanza e potenzialità del comparto, una struttura dedicata capace di "fare sistema" con tutti gli attori della filiera, in grado di supportare e orientare le politiche e le strategie di azione,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a istituire una struttura tecnico-organizzativa dedicata, nelle forme giuridico-amministrative dell'agenzia o della direzione generale o del dipartimento, cui attribuire le funzioni attualmente individuate in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura, ivi compresa la ricerca, la tutela, la valorizzazione, la qualità dei prodotti ittici e l'educazione alimentare, di cui all'articolo 14, comma primo, lettera d), della legge regionale n. 1 del 1977, oltre alle competenze relative agli interventi di valorizzazione produttiva delle lagune, stagni e laghi salsi della Sardegna, struttura entro la quale incardinare sia il Servizio pesca e acquacoltura, che il Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca.

Cagliari, 20 aprile 2016